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BOLOGNA ECONOMIA
MARTEDÌ 2 APRILE 2013
FONDATORE Cristian Marchetti davanti ai pezzi lavorati nella Metal Acciai
L’AZIENDA
All’inizio fu la lamiera
Per navigare sopra la crisi meglio ingrandirsi da piccoli
Lo stabilimento della Metal Acciai Castello
I NUMERI
Cristian Marchetti racconta il successo di Metal Acciai 21,3 di MARCO GIRELLA
UN’AZIENDA può nascere e crescere bene anche in mezzo alla crisi economica. La dimostrazione è la Metal Acciai Castello, fondata nel 2010 da Cristian Marchetti. Quarantaquattro anni, un passato da commerciale nella vendita di acciaio inossidabile e lamiere, nel 2009 si accorge che si è creato un vuoto nel mercato. Una delle aziende per cui ha lavorato a lungo, la Icl, viene acquisita da un gruppo di Torino e quasi smantellata. I clienti di Bologna, che prima garantivano a Icl un fatturato di cento milioni di euro all’anno, rimangono penalizzati. E Marchetti pensa di riempire il vuoto con la Metal Acciai. Aprire una società mentre le fabbriche chiudono. Incoscienza, follia o temerarietà?
«Nessuna delle tre. Il mercato c’era e siamo ben lontani dal fatturato dell’Icl. Quindi abbiamo ancora spazio per crescere». Addirittura.
«Nel 2011 abbiamo iniziato l’acquisizione della Sabe, che era già fallita. L’abbiamo presa in affitto dal tribunane e poi comprata all’asta, salvando 27 posti di lavoro». A cosa vi serviva?
«Ha linee di prodotto diverse dalle no-
stre. Costruisce contenitori metallici. In un anno ha più che raddoppiato il fatturato». Appena nati, vi siete ingranditi.
«E quest’anno abbiamo continuato. Abbiamo comprato l’Adriatica Lamiere di Osimo, con capannoni e macchine. Abbiamo dovuto discutere con quattordici banche il piano di ristrutturazione del debito, ma siamo riusciti a salvare i posti di lavoro». Come mai questa corsa a espan-
LA STORIA «Appena nati, abbiamo cominciato le acquisizioni»
interno è la nostra salvezza».
Qual è stato finora il momento migliore della sua avventura da imprenditore?
«Subito dopo che avevo aperto Metal Acciai. E’ arrivato il primo camion e ha scaricato la merce che avevo comprato. Mi è arrivata una scarica di adrenalina. Lì ho realizzato che ormai ero in ballo e dal giorno dopo dovevo venderla». L’inizio è stato un successo. Cosa si aspetta dal futuro?
«So una cosa sola: o credi in quello che fai o rimani fermo ed esci dal mercato. Il problema è che il mondo cambia a una velocità tale che stargli dietro può risultare complicato». Però è ottimista.
dersi?
«Be’, le lamiere sono prodotti poveri. Nella Sabe, che fa cassoni e strumenti di stoccaggio c’è già più valore aggiunto. Non avendo molti margini di miglioramento con la ricerca, abbiamo puntato sulle aggregazioni». La Bibbia dell’imprenditore moderno prevede anche l’internazionalizzazione dell’azienda.
«Infatti stiamo puntando molto sull’estero. Il quaranta per cento del fatturato di Sabe viene da lì e in un momento così difficile per il mercato
«Sì: credo nell’Italia e nella gente che ci lavora. La Metal Acciai vende 35mila tonnellate di lamiere all’anno. Icl ne vendeva 150mila. Avremo altre cartucce da sparare, cercando di risolvere il problema più grosso». Che sarebbe?
«Vendere è facile, la parte complicata è incassare». E come si risolve?
«In due modi: o assicurando il credito, sostenendo i relativi costi, o facendo grande attenzione a chi sono i compratori. Gli strumenti ci sono, basta imparare a usarli bene».
milioni
Il fatturato in euro del 2012 della Metal Acciai e della Sabe
59
dipendenti Sono dati dalla somma di quelli di Metal Acciai e Sabe
25
dipendenti Di Adriatica Osimo che verrà acquisita definitivamente nel prossimo luglio
METAL Acciai Castello è nata nel 2010 a Funo di Argelato. Di proprietà della famiglia Marchetti, l’azienda inizialmente commercializzava prodotti siderurgici, soprattutto lamiere in ferro nelle varie qualità: nere, decapate, zincate, elettrozincate e laminate a freddo. Tutte le lavorazioni venivano esternalizzate a terzisti. Nel 2012 Metal Acciai Castello ha iniziato l’acquisizione dell’Adriatica Lamiere di Osimo, leader nel processo di trasformazione dei coils in lamiere tagliate a misura. Inizialmente si è trattato di un affitto d’azienda, che ha consentito alla società marchigiana di evitare il fallimento e di salvare il posto di lavoro a 25 persone. Entro luglio 2013, però, verrà conclusa l’acquisizione di tutto il complesso che comprende immobili per 13.000 metri quadri, spianatrici e slitter per processare i coils. Un’analoga operazione è stata fatta a Bologna. A novembre del 2011 è stata infatti presa in affitto dal tribunale la Sa-Be Contenitori. L’azienda era già fallita ma il tribunale ha consentito di mantenere la continuità aziendale e di salvaguardare il posto di lavoro a 27 persone. Il 14 settembre del 2012 la famiglia Marchetti ha definitivamente acquistato la SaBe Contenitori. Nel 2010, l’anno della nascita, Metal Acciai Castello fatturava 1.373.000 euro; nel 2011 erano già diventati 11,3 milioni. Nel 2012 l’azienda ha chiuso l’esercizio con un fatturato di 17,883 milioni: + 58 per cento sul 2011! Nello stabilimento di Funo lavorano 32 persone. La Sa-Be Contenitori, dopo 13 mesi di gestione, fattura 3,5 milioni di euro di cui il 40 per cento all’estero.