BOLOGNA ECONOMIA
MARTEDÌ 27 AGOSTO 2013
DUE Da sinistra, Andrea De Pasquale ed Enzo Bisotti, amministratore unico dell’azienda
La coppia di soci alla guida della Smart srl
di SIMONE ARMINIO
NEL 1995, quando l’ubriacatura per internet toccava l’apice, si scatenò la caccia all’oro alla ricerca di aziende da ‘buttare in rete’. «Il mio socio, Andrea De Pasquale, e io — ricorda Enzo Bisotti, amministratore unico della Smart srl, 19 dipendenti e un fatturato vicino al milione di euro — ci lanciammo a capofitto nell’impresa. Ci presentavamo, da perfetti sconosciuti, al cospetto di grandi manager, con un computer e un modem con cui mostravamo loro internet e una nostra idea di sito...». Eravate piccoli tra i grandi: perché darvi fiducia?
«Tutti offrivano una connessione, nessuno spiegava cosa fare su internet, una volta dentro. Il nostro approccio era mosso da domande differenti: a cosa mi serve un sito? Quali messaggi potrò veicolare?». Non era scontato, scusi?
«Pensi al web dell’epoca: un’immensa banca dati, piena di siti ‘muti’. L’azienda c’è, ma non sa che dire». Come apparecchiare la tavola per far bella figura e poi non sapere usare le posate.
«Succede ancora oggi, sa? Pensi alle aziende che si affannano ad aprire un
profilo Facebook o Twitter. Nessuno si chiede: ma perché un utente dovrebbe seguirmi?». Già, perché?
«Il punto è offrire un servizio, un’informazione utile che, di contorno, stimoli la vendita di un prodotto. Poi, però, il fulcro resta il prodotto. Se non funziona quello non basteranno dieci social network». Non sembra, ci perdoni, un ra-
LA RAGIONE SOCIALE «Offrire un’informazione utile che stimoli la vendita di un prodotto funzionante» gionamento da informatici.
«Infatti tuttora il nostro mondo è molto più rivolto ai contenuti. Lo dimostra l’organico aziendale: su 19 dipendenti, ben sette sono laureati in Scienze della comunicazione. Non abbiamo mai cercato il genio del computer. Molto meglio una persona creativa che pensi a come usare gli strumenti e sappia lavorare in team». Ma Scienze della comunicazione non era una facoltà inutile?
«Noi invece ci crediamo così tanto da
aver avviato con il Dipartimento di comunicazione una sorta di do ut des: spieghiamo agli studenti le potenzialità del mercato e in cambio abbiamo accesso alle ultime teorie e agli studi di settore». La frontiera è fatta di applicazioni per cellulari e altre diavolerie. La domanda è sempre la stessa: ma serviranno davvero a vendere?
«Sì, se utilizzati nel modo giusto. Oggi, ad esempio, vanno di moda i codici Qr, da inquadrare coi telefonini per avere accesso a un contenuto multimediale. Ma un codice Qr è inutile se non fornisce un valore aggiunto. Che senso ha visualizzare col cellulare lo stesso sito internet che posso visualizzare, e molto meglio, a casa da un computer? ». E invece?
«Per una nostra cliente abbiamo sviluppato una sorta di questionario, accessibile inquadrando il Qr trovato sulle bottiglie di vino. Esempio: sei al ristorante, il cibo non è ancora arrivato. Che fare? Inquadri la bottiglia e partono le domande: ti piace questo vino? Con chi lo stai bevendo? Dove? A cosa lo abbinerai? L’utente si diverte e l’azienda acquisisce dati utilissimi. È stato un successo».
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L’ATTIVITÀ
Datalogic tra i clienti E dentro nessun precario
GRANAROLO La sede dell’azienda
«Forniamo servizi per la rete Facendo attenzione ai contenuti»
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UN PO’ DI NUMERI
1995
la fondazione L’azienda nacque dall’incontro tra un commerciale e un giornalista
19
i dipendenti Tra i quali sette sono informatici e sei comunicatori
8,2% il fatturato
È la crescita registrata nel 2012 La cifra nominale è 985mila euro
REALTÀ consolidata, oggi, nei servizi web e l’innovazione dell’impresa, la Smart srl è nata nel 1995 su iniziativa di due persone. Al comando c’è Enzo Bisotti, un passato da commerciale per un’azienda di abbigliamento. Con lui fin dall’inizio il socio Andrea De Pasquale, giornalista ed esperto della prima ora di nuove tecnologie web. Tra i clienti illustri la Smart annovera la Datalogic, con cui collabora a partire dal 2000, per la realizzazione e la distribuzione via web dei software legati ai loro prodotti. Un esempio? Oltre un milione di lettori di codice a barre venduti nel mondo dalla Datalogic utilizzano un software sviluppato e mantenuto dall’azienda di Granarolo. STORICO anche il collegamento con il mondo fieristico, il primo con cui si è cimentata la Smart. Tra le manifestazioni che utilizzano oggi gli strumenti e le soluzioni informatiche della Smart ci sono Eima, Made Expo, Cersaie e Autopromotec. Ultimo prodotto nato per il settore fieristico è Miway, un configuratore visuale che permette di vedere applicati in ambienti reali pavimenti, rivestimenti e arredi, con una resa fotografica ad alta definizione. Un modo per visualizzare concretamente le idee di arredo pensate. In azienda 19 persone e, avverte con orgoglio Bisotti, «nessun precario». Una scelta etica, ma non solo: «Cerchiamo da sempre persone motivate, che prendano a cuore il lavoro e si mettano nei panni del cliente così come dell’utente. La differenza si sente, eccome, soprattutto in un settore come il nostro, dove tutto cambia così in fretta». Simone Arminio