AL MOTOR SHOW
CALENDARIO 2011
Il rombo del turismo
Dodici mesi firmati Dismeco
Straordinario successo per ‘Motor Show Incentive Experience’ all’ultima edizione del salone internazionale dell’automobile
Anno 4 - Numero 1 Febbraio 2011
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LA REALTÀ specializzata nella gestione integrata dei rifiuti ha commissionato al fotografo Mattia Ruggeri la realizzazione dell’opera che raccoglie i migliori scatti del giovane artista A PAGINA 7
SFIDE di CESARE BERNINI*
Per una sana riforma fiscale I DATI diffusi nei giorni scorsi dal dipartimento delle finanze del ministero dell’economia sulle dichiarazioni dei redditi delle imprese parlano chiaro: una azienda su tre ha chiuso il 2009 in rosso. La tendenza era stata per certi versi anticipata alcuni giorni prima dal grido d’allarme di Unindustria Bologna che, pubblicando i risultati di un’indagine sui bilanci di un migliaio di imprese, aveva messo in luce tre aspetti: innanzitutto, più della metà delle imprese bolognesi nel 2009 ha versato al fisco oltre il 50% degli utili ante imposte; in secondo luogo, a pagare le imposte sono state anche l’88% delle aziende in perdita; terzo, paradossalmente, più una impresa riduce la propria redditività (e ciò è particolarmente frequente in un periodo di crisi) più è bersagliata dalla pressione fiscale, per un effetto perverso dell’Irap che colpisce i costi senza tener conto del peggioramento delle performance reddituali. Una lettura parallela dei risultati della ricerca locale (di cui si parla diffusamente nelle pagine interne di NEXT) e dei dati IRES nazionali conferma, dunque, che il fronte fiscale resta un campo minato per la competitività delle imprese, le quali subiscono gli effetti di un sistema oppressivo. Si parla molto di federalismo in questi giorni. Ebbene, l’auspicio è che una riforma fiscale in senso federalista possa introdurre un sistema impositivo sano e non distorsivo, capace di agire come una efficace leva di sviluppo e di crescita, a beneficio delle imprese, dell’intero tessuto economico e, in ultima analisi, di tutta la collettività. Ma occorre fare in fretta, perché la congiuntura economica e una ripresa ancora fragilissima e contraddittoria non consentono tentennamenti e perdite di tempo. *Direttore generale Unindustria Bologna
IL SEMINARIO DI PORSCHE AKADEMIE
Manager al top A MARZO la controllata di Stoccarda promuove una tre giorni all’insegna della formazione. Obiettivo dell’iniziativa, voluta dal settore metalmeccanico di Unindustria, è quello di garantire l’ottimizzazione dei processi e l’eliminazione degli sprechi nelle imprese A PAGINA 5
www.agrimaster.it
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NEL 2009 OLTRE IL 50% DELLE AZIENDE BOLOGNESI
L’Erario incassa UTILE 2009 delle imprese è stato tutto impiegato per pagare l’IRAP, a scapito degli investimenti. E’ questo lo sconcertante risultato cui si è trovata davanti Unindustria, analizzando i bilanci di quasi mille imprese bolognesi. Un risultato che fa giudicare «decisamente vessatorio» il nostro sistema fiscale al presidente degli industriali, Maurizio Marchesini. Ma le cifre sono
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lì, evidenti ed inequivocabili. L’associazione ha monitorato la pressione fiscale che ha gravato in toto sui bilanci 2007-2009 di 957 società di capitale (spa, srl e sapa; escluse le microimprese e chi fruisce di tassazione agevolata o particolare). Dopodichè l’analisi, squadernata la documentazione contabile (imposte, utili, ricavi, costi e personale) dei singoli, è stata fissata nero su bianco. Con non poche sorprese.
Quali? Sono due gli aspetti emersi con prepotenza lapalissiana. PRIMO: prendendo come indicatore il rapporto tra l’ammontare delle imposte e l’utile ante-imposte, nel 2009, ben oltre la metà delle imprese attive nella nostra provincia ha versato all’Erario più del 50% del proprio utile ante imposte (grafico 1). Percentuale, peraltro, in aumento se la confrontiamo con quella rilevata per il 2008, quando solo il 48% era stato ‘appesantito’ da una tassazione che superava il 50% (grafico 2). Insomma, un flusso di denaro diretto verso l’Erario che, al con-
tempo, ha assunto (oltretutto in un periodo non facile come questi anni) i connotati di ‘voce’ pesante del bilancio societario. Non fosse altro perché sfonda di quasi venti punti percentuali il tax rate nominale che si aggira sul 31,4% (la somma delle aliquote: Ires, 27,5%; Irap, 3,9%). SECONDA evidenza: quasi il 90% di chi aveva bilanci in perdita ha pagato imposte. Niente ‘alleggerimenti o sconti’ tributari. «Un dato quest’ultimo — chiosa Marchesini — del tutto sbalorditivo, causato per lo più dall’Irap
L’ANALISI
Mille le società prese in esame ONO 957 le imprese finite sotto le lente di ingrandimento degli analisti di Unindustria. Dopodichè, considerando solo quelle con un risultato economico positivo in una fase ante-imposte, si è arrivati a valutarne 552 (quota che, se rapportata al triennio 2007-2009, denuncia una crescita si-
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gnificativa di industrie in rosso). Disaggregando il campione, la composizione risulta così articolata: 3% grandi imprese (con oltre 250 occupati e un fatturato annuo di oltre 50 milioni di euro); 59% medie imprese (tra 50 e 250 occupati, fatturato annuo non superiore a 50 milioni) e 38% piccole imprese (meno di 50 occupati, fatturato annuo entro i 10 milioni di eu-
ro). Considerando l’apporto della singola ‘classe’ in termini di valore della produzione aggregata, il peso di ciascun gruppo cambia: sull’esercizio 2009 (15,1 miliardi di euro), il contributo maggiore proviene dalle imprese di media dimensione (8,4 miliardi, pari al 56%), mentre le grandi si fermano a 4,4 miliardi di euro (29%). Più in basso le piccole: 2,2 miliardi (15%).
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HA VISTO I PROFITTI DIMEZZATI DALLE TASSE
metà degli utili che tassa oltre al reddito anche i costi dell’impresa». Insensibilità fiscale, la si potrebbe etichettare. Unita a poca lungimiranza. «La politica fiscale, infatti, potrebbe costituire uno degli elementi fondamentali di una politica di crescita delle imprese e, più in generale, di sviluppo economico del Paese. Ma quali strategie di sviluppo e di investimenti possono perseguire le imprese che versano all’erario oltre il 50%? E pensiamo di poter attrarre investimenti dall’estero a queste condizioni?». DOMANDE la cui risposta non parla in positivo. «Dall’indagine
— prosegue il presidente di Unindustria — emerge, tra l’altro, che la pressione fiscale è inversamente proporzionale sia alla dimensione dell’impresa: più è grande, meno si aspetta di subire una pressione fiscale elevata. Sia anche alla sua redditività: più l’azienda è ‘redditiva’, minore è ancora l’aspettativa di subire una pressione fiscale alta. Il che paradossalmente, in questo periodo di crisi, ha prodotto e produce un effetto perverso e dannoso proprio su chi è in difficoltà».
CHI SOFFRE DI PIÙ
La mannaia del fisco si abbatte sulle pmi ONO le piccole imprese a soffrire, più di altre, il carico del prelievo fiscale: a subire nel 2009 una pressione superiore al 50% è il 58% di esse. Va un po’ meglio alle medie (a tagliare quello stesso negativo traguardo è ‘solo’ il 53% di queste ultime) e decisamente meglio alle grandi: fra loro, solo il 31% sfonda il tetto del 50% (grafico 3). Focalizzando l’attenzione sui piccoli, quel 58% è di ben tre punti maggiore rispetto al campione complessivo: in media infatti sono 55 su 100 quelli che subiscono una pressione superiore al 50%. Non si discosta di molto, invece, rispetto all’intero parterre, la distribuzione della pressione suddivisa per classi d’importo.
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QUANTO al periodo 2005–2009, mentre il 2008 è l’anno migliore in termini di esborso fiscale (allora, a pagare più del 50% di imposte fu il 48% delle imprese), il 2006 è il ‘peggiore’ (74%). Le buone ‘performance’ tributarie del 2007 e del 2008, tuttavia, non si confermano nel 2009 anno in cui la percentuale si attesta a livelli superiori sia al 2008 che al 2007 (grafico 2).
ALTERAZIONI in negativo che sollecitano Unindustria a «mettere al più presto a disposizione di Confindustria i risultati dell’indagine. Riteniamo – conclude Marchesini - che possano costituire una significativa base di discussione, in tutte le sedi istituzionali, per giungere ad una diversa politica fiscale che possa essere una leva e non un ostacolo alla crescita delle imprese e allo sviluppo del Paese». Questo, «nella speranza che il federalismo fiscale possa costituire un reale correttivo a distorsioni che le imprese non sono certamente più in grado di sostenere». g. r.
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SUL BANCO DEGLI IMPUTATI L’IRAP
Nessuno sconto a chi è in perdita CONCERTANTE e paradossale. Nel 2007 e nel 2008 rispettivamente il 70% e il 79% delle società in perdita ha pagato imposte. Ad aggravare la situazione ci ha pensato il 2009 quando la percentuale è schizzata addirittura all’88%, in coincidenza con un anno in cui le realtà produttive in perdita (al lordo delle imposte) sono aumentate notevolmente (grafico 4). Quello registrato da Unindustria è un fenomeno tanto inatteso quanto incontrovertibile. D’altro canto il nostro sistema fiscale prevede che le società con risultati economici non positivi paghino lo stesso imposte. E’ evidente che siamo di fronte ad un forte effetto distorsivo del sistema tributario, che sottopone sempre più a tassazione imprese che presentano una situazione economica di bilancio negativa. A ulteriore dimostrazione, incredibile ma vero: nel 2009, le 957 aziende campione hanno pagato, per imposte correnti, più del loro stesso utile ante-imposte. Punto di partenza dell’analisi che ha condotto a questa incredibile conclusione, un’operazione di pura teoria economico-fiscale. In pratica, gli esperti di Unindustria hanno aggregato i risultati economici dei 957 come se fossero una sorta di unica grande impresa. Un solo bilancio, un unico utile ante-imposte aggregato e la somma algebrica di utili e perdite. Una simulazione tesa a scandagliare il perché di una pressione fiscale che, nel 2009, se confrontata con quella nominale (attestata al 31,4%), ha veleggiato in media sul 138% (50% nel 2008, 43% nel 2006). Tre cifre che indicano appunto come il debito per imposte correnti dell’aggregato sia superiore al risultato ante imposte. Motivo? A finire sul banco degli imputati, essendo la causa prima del maggior esborso di tasse rispetto all’utile, è l’Irap. Ad esempio, nell’anno più duro della crisi, i ‘guadagni’ si sono notevolmente ridotti, ma la base imponibile dell’Irap è diminuita molto meno perché una sua quota consistente è praticamente fissa (il costo del personale che non varia). Inoltre la riduzione del reddito complessivo delle imprese nel biennio 2008-2009 ha lasciato sostanzialmente invariato il gettito delle imposte (grafico 5). Di conseguenza, nel 2009 il carico fiscale complessivo sulle industrie selezionate è cresciuto sino a erodere l’intero utile ante-imposte. Un fenomeno, anche questo, riconducibile all’Irap che delle imprese tassa soprattutto i costi. Rimanendo così sostanzialmente ‘insensibile’ al peggioramento delle loro performances reddituali. Tanto più il livello di redditività delle imprese (risultato ante-imposte) si riduce, tanto più la pressione fiscale aumenta.
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DA STOCCARDA A BOLOGNA LA TRE GIORNI TARGATA PORSCHE AKADEMIE
A scuola di lean management ALTAformazionemanageriale promossa da Porsche Akademie fa tappa anche a Bologna. La prima scuola al mondo in materia di lean management, l’unica in grado di proporre le soluzioni sviluppate dalla prestigiosa Porsche Consulting — società controllata al 100% da Porsche AG — sbarca sotto le Due Torri. Ottimizzazione dei processi, snellimento ed eliminazione degli sprechi (Muda) sono i temi al centro di un seminario di tre giorni promosso dal settore metalmeccanico di Unindustria presieduto da Sonia Bonfiglioli. I manager emiliani hanno già provato un assaggio della filosofia promossa dal prestigioso centro studi tedesco, nel corso di una preview realizzata presso la Fondazione Aldini Valeriani. Un format collaudato, quello messo a punto dalla casa di Stoccarda, che si propone il rag-
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giungimento dell’implementazione mescolando teoria ed esperienze pratiche, grazie all’ausiliodi test e simulazioni. Il top management bolognese si è confrontato con i metodi messi a punto per portare le aziende al successo, con tanto di prova all’interno di una fabbrica in miniatura. LEAN PRODUCTION è la prima delle parole chiave del metodo targato Porsche. ‘Dalla produzione snella all’azienda snella’ è il titolo del seminario che si terrà a Bologna in marzo. L’ottimizzazione, dunque, è il primo passo. Porsche Akademie applica i suoi principi a tutta la filiera d’impresa puntando ad escludere ogni possibile fattore di criticità. Si comincia con i processi base, quelli produtti-
vi, quindi si passa alla logistica, per arrivare al tema della relazione, con collaboratori e clienti. A partire da questi assunti, il seminario affronterà la questione della riduzione dei processi, della semplificazione dei percorsi e dell’eliminazione dei costi aggiuntivi. In sintesi: abbattimento degli sprechi. Così si ottie-
VERTICE Sonia Bonfiglioli, presidente del settore metalmeccanico di Unindustria
ne la semplificazione. JUSTIN TIME è il principio guida che permette di applicare soluzioni contro i processi inefficienti e tortuosi, semplificando e risparmiando. In ogni reparto. flusso, cadenza, pull e zero errori sono i pilastri su cui si fonda. Questo è il primo dei principi ispiratori della filosofia Porsche. Ma c’è anche la saggezza orientale, a dire la sua, in una sezione che sarà dedicata al kaizen: il metodo giapponese rivolto all’ottimizzazione dei processi con miglioramento continuo e alle applicazioni pratiche realizzate nella fabbrica modello. Queste le tappe del percorso verso l’obiettivo finale: la qualità deve migliorare, i costi devono essere ridotti e la capacità di reazione deve essere aumentata. az
CariCento, trenta borse di studio per partecipare al seminario ONO trenta le borse di studio messe a disposizione dalla Cassa di Risparmio di Cento per partecipare al seminario di Porsche Akademie. Un investimento che si inserisce nella proficua collaborazione con il settore Metalmeccanico di Unindustria Bologna. «Abbiamo cominciato nel 2008 — sottolinea il direttore generale dell’istituto Ivan Damiano — l’anno dell’arrivo della grande crisi». Questa scelta si è poi rafforzata nel tempo. Quando le condizioni dell’economia mondiale andavano aggravandosi, la CariCento ha aumentato gli sforzi in difesa del distretto bolognese. «LA PORSCHE Akademie — commenta Damiano — propone un progetto del tutto innovativo, in fatto di consulenza e di e-manifacturing. Per questo abbiamo messo a disposizione le borse di studio puntando sulla conservazione dell’eccellenza e sul recupero della competitività». Un incentivo che, per l’istituto di credito, diventa un contributo tangibile all’affermazione del primato bolognese; partendo proprio dalle Aldini Valeriani che, qui, tornano a confermarsi quale «fucina primaria del manifatturiero». In chiave emiliana. az
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UNACOMA Il presidente Massimo Goldoni e il consigliere Stefano Cesari
I VISITATORI SONO STATI OLTRE 166MILA, 1.600 GLI ESPOSITORI
Eima 2010 batte tutti i record NA FIERA in decisa controtendenza. Proprio mentre, causa crisi, molte manifestazioni si leccavano le ferite, l’edizione 2010 dell’Eima ha battuto tutti i record: 1.601 espositori, più del 25% stranieri, e oltre 166 mila visitatori, 26 mila gli stranieri. Numeri importanti, letti con legittimo orgoglio da Massimo Goldoni e Stefano Cesari, presidente e consigliere (con delega ai rapporti istituzionali in Emilia-Romagna) di Unacoma, che della rassegna bolognese è l’organizzatrice. «Questa affluenza record conti-
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nua un trend di sviluppo internazionale già in corso da anni: più espositori, più visitatori, più delegazioni ufficiali», afferma Goldoni «cui si aggiunge anche un record di aziende che ci hanno chiesto il riconoscimento delle loro novità tecnologiche. Segno che non solo l’industria delle macchine agricole e dell’indotto ha tenuto, ma soprattutto che le aziende hanno investito in ricerca e sviluppo, tecnologia, nuovi materiali». UNACOMA è l’Unione nazionale dei costruttori di macchine
agricole aderente a Confindustria: 300 imprese associate, il 40 per cento emiliano-romagnole. Un terzo nel solo triangolo Bologna-Modena-Reggio, tant’è che a Bologna l’associazione ha una propria sede pienamente operativa. «Abbiamo un tessuto di piccole e medie imprese di eccellenza, secondo nel mondo per volume di produzione e primo per varietà e completezza della gamma — spiega Cesari — che esporta oltre il 70 per cento e contribuisce al saldo attivo della nostra bilancia commerciale per diversi miliardi: 4,5 fino a due anni fa,
3,2 ancora oggi nonostante la crisi». Si spiega anche così il successo dell’Eima, oggi la maggiore rassegna mondiale di componentistica per la meccanica agricola. Rispetto ad altre grandi rassegne (Agritechnica di Hannover, Sima di Parigi), vanta un numero di espositori più alto e ben più articolato. E gli obiettivi? «Prima di tutto abbiamo bisogno di spazi», sottolinea Goldoni «almeno 25 mila metri quadri netti in più per l’edizione 2012. Anche perchè si aprono nuovi scenari, cresce tutta la sfera del no food, in
particolare le imprese che operano nelle bioenergie, e si sviluppano nuove filiere. E poi, pensiamo ai mercati internazionali». MERCATI dove, peraltro, Unacoma si sta già muovendo ampiamente. «Abbiamo già in programma le seconde edizioni di Eima Gulf ad Abu Dhabi in aprile e di Eima Agrimac a New Delhi in dicembre» — spiega Cesari —. E in autunno una nuova rassegna in Egitto: il bacino del Mediterraneo è una zona di grande interesse per le nostre tipologie di macchine». c. r.
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NUOVO CONTO ENERGIA 2011 - 2013 CONTINUANO GLI INCENTIVI FINO ALLA FINE DEL 2013 INCENTIVI MAGGIORATI DEL 10% PER SMALTIMENTO AMIANTO Informazioni in ufficio
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AUTO E GASTRONOMIA A MISURA DI MANAGER
Turismo in pole al Motor Show L TURISMO è ripartito al rombo del Motor Show. Grande successo, infatti, per ‘Motor Show Incentive Experience’, iniziativa pilota nata dalla collaborazione tra GL Events Italia, Viaggi Salvadori 1929-Lufthansa City Center e il settore turismo di Unindustria Bologna. Il primo ‘giro di prova’ si è svolto nell’edizione 2010 del Motor Show e ha mostrato ai manager di importanti imprese italiane e ai top client del Lufthansa City Center Italy che il Salone Internazionale dell’Automobile può offrire opportunità di marketing da pole position.
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I DIRETTORI commerciali e gli event manager di oltre 20 aziende italiane hanno preso parte ad un programma ‘da campioni’. Dopo test-drive e prove di guida sicura, skid-car (la sbandata del retrotreno) e frenata differenziata (due ruote su asfalto e due ruote su fondo scivoloso) nei padiglioni della fiera, fuori salone gli ospiti hanno ‘scalato le marce’ percorrendo un itinerario gastronomico ricco di sorprese. Hotel Cosmopolitan, Tenuta Bonzara, Officina degli Eventi, Agriturismo Podere San Giuliano, il Quadrifoglio e Agriturismo Santa
Maria Maddalena hanno unito le forze per offrire i migliori piatti e le etichette più inebrianti del territorio. CHI VOLEVA, poteva pure cimentarsi nella preparazione della pasta sfoglia. «Il Motor Show ha mostrato di essere la cornice glamour e sportiva ideale per organizzare giornate di divertimento e incontri conviviali a cui abbinare contenuti aziendali di premiazione e gratificazione — dice Umberto Sassatelli, vice presidente di Lufthansa City Center e Artù Bologna (Associazione realtà turistiche Unindustria) —: il territorio bolognese completa l’offerta Incentive con esperienze enogastronomiche e culturali di assoluta eccellenza. In questa sinergia vedo un’opportunità unica nel suo genere». Valentina Righi
RACCOGLIE LE FOTO DELL’ARTISTA MATTIA RUGGERI
Calendario 2011 Dismeco HE tra rifiuti e arte possa esserci un legame profondo, lo sapeva anche Gian Lorenzo Bernini, quando per realizzare il baldacchino di San Pietro ‘riciclò’ dei pezzi provenienti da altre opere. Ma che i rifiuti, oggi, possano anche servire a finanziare direttamente l’arte, questo lo sanno in pochi. A Bologna, lo insegna Dismeco, l’azienda specializzata nella gestione integrata dei rifiuti, che per il 2011 ha commissionato all’artista Mattia Ruggeri un calendario con la raccolta della sua migliore produzione fotografica: vere e proprie opere d’arte che ritraggono alberi e co-
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smo con la tecnica dell’esposizione notturna. Il calendario, stampato in tiratura limitata (50 copie), è stato pensato dall’ad di Dismeco, Claudio Tedeschi, come messaggio di sostenibilità ambientale e di produzione innovativa di cultura per il territorio, ed è stato donato «a tutti quelli che per l’azienda hanno significato qualcosa nel corso dell’anno, che hanno collaborato e contribuito a farla crescere». «Cerchiamo di avere un approccio diverso al tema della sostenibilità — spiega Tedeschi —. L’obiettivo è costruire un rapporto costante con il terri-
torio. In questo senso, è importante che le imprese tornino ad investire in campo artistico puntando sui giovani talenti locali». Elena Boromeo
GRANDE SUCCESSO PER A PERFECT DAY
Matrimoni da favola UEMILA visitatori hanno affollato le sale de I Portici Hotel a Bologna il 5 e il 6 febbraio, in occasione di A Perfect Day, la rassegna dedicata al matrimonio di pregio, giunta alla sua seconda edizione. Lo storico palazzo Maccaferri ha ospitato diverse aree, nelle quali i migliori atelier della moda sposi, le creazioni dei floral designer più ricercati, gli hair and make-up artist più trendy, gli studi fotografici di tendenza, le agenzie di viaggio specializzate nei viaggi di nozze ma anche i wedding planner e le location di lusso hanno beneficiato di un suggestivo spazio espositivo nel quale accogliere i visitatori e i promessi sposi. A Perfect Day si è articolato in diversi eventi spettacolo e performance di molti artisti, dalla danza alla musica fino al teatro, alternandosi alle esposizioni e agli approfondimenti sull’arte del ricevere, dell’allestimento e della decorazione degli interni. Nulla è stato tralasciato perché organizzare la cerimonia più importante possa diventare un’emozione da assaporare fin nei minimi dettagli. A Perfect Day ha accolto i propri ospiti coccolandoli con una serie infinita di sorprese, idee originali, pezzi e collezioni esclusive, presentando novità ed eccellenze del mercato nel contesto di un’ambientazione esclusiva ed elegante dove sperimentare avanguardie e tradizione, stile e qualità.
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