.
AFFARI
RICERCA E INNOVAZIONE
Occhio all’India
Dall’Europa pioggia di fondi
UN SEMINARIO ha fatto il punto sulle opportunità di business nel paese asiatico
PUBBLICATI i bandi per ottenere finanziamenti. A disposizione ci sono 6,4 miliardi di euro: è il pacchetto più robusto di tutti i tempi. Particolare attenzione alle Pmi. Diversi i settori interessati: dalla sanità alla bioeconomia, alle nanotecnologie
A PAGINA 7
Anno 3 - Numero 7 Luglio 2010
SFIDE di PIERLUIGI VISCI
La forza della creatività UN MONDO ricchissimo. Dove la creatività e l’estro sono il pane quotidiano. E ha voglia di mostrarsi al mondo, dove può competere senza timori reverenziali. E’ giusto che il design bolognese decida di fare squadra, di abbracciare in questo nuovo portale internet — una grande piazza virtuale — tutte le eccellenze del territorio e gli addetti ai lavori. Una mossa per dire «Noi ci siamo» e per mettere in chiaro che insieme si può crescere ancora di più. D’altra parte, questa è una terra che porta ovunque i frutti della sua creatività nel disegno industriale, come ad esempio nelle linee raffinate delle sue motociclette o nella maniacale cura delle sue macchine per il ‘packaging’. La tecnologia e la qualità, certo, sono importanti, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Design Made in Bo, inoltre, punta deciso sul futuro, sposando internet e scegliendo come palcoscenico per il suo debutto ufficiale la grande piazza planetaria dell’Expo di Shanghai. Due mosse da non sottovalutare. La prima, infatti, permetterà a chiunque di scoprire i protagonisti di questo settore, invogliando ad esempio i giovani a bussare alla loro porte o a buttarsi da soli in queste attività, oltre a dare consapevolezza agli stessi protagonisti di essere parte di un sistema affermato e robusto. La seconda, invece, è più che altro un segnale preciso da lanciare in un Paese come la Cina che corre alla velocità della luce: «Non abbiamo paura di nessuno».
È
NASCE UN OSSERVATORIO SUGLI ISTITUTI DI CREDITO
Così lavorano le banche INIZIATIVA di Unindustria Bologna: ogni sei mesi un campione di aziende giudicherà il rapporto con i gruppi bancari. Il primo report è positivo: nel complesso le relazioni sono state giudicate sufficienti
A PAGINA 5
A PAGINA 7
MARTEDÌ 27 LUGLIO 2010
2 PAGINA
NASCE IL NASCE IL PORTALE PORTALE DEL DEL D DESIGN: ESIGN: U UNA NA P PIAZZA IAZZA S SUL UL W WEB EB C CON ON
Il genio Il genio creativo creativo di DANIELE GUIDO GESSA
IÙ DI UN semplice sito, un portale a tutti gli effetti, che, secondo i promotori (Unindustria Bologna, con la collaborazione di Legacoop e Regione Emilia-Romagna), dovrà essere un’agorà, una vera e propria piazza virtuale sulla quale scambiare opinioni, pareri, conoscenze, informazioni. Collegandosi a www.designmadeinbo.it sarà così possibile accedere alla creatività e all’estro di oltre 200 realtà che finora vi hanno preso parte, da aziende a studi di progettazione e di architetti, fino ad arrivare alle scuole di disegno industriale. Design Made in Bo (che avevamo preannunciato su Next del 27 aprile) è un sito internet che mette in ‘vetrina’ le migliori imprese del bolognese, ma è anche un modo per far comunicare queste imprese con le riviste di settore e i migliori designer italiani e del mondo. Un portale, quindi, che parla
P
MASCAGNI, UNINDUSTRIA MASCAGNI, UNINDUSTRIA
«E’ « E’ u una na rricchezza icchezza che v che va a valorizzata» valorizzata» A RAGIONE principale di Design Made in Bo? «Abbiamo voluto portare avanti questo progetto – spiega Paolo Mascagni (nel tondo sopra), presidente del settore Lavori complementari per l’edilizia di Unindustria Bologna e referente per l’associazione dell’iniziativa – perché a Bologna, nel nostro territorio, siamo poco consapevoli della grande ricchezza del nostro disegno industriale». Un design che interessa molti dei settori portanti dell’economia felsinea: «Persino le aziende che producono macchine automatiche e ingranaggi sono molto attente a questi aspetti. L’Italian Way ‘alla bolognese’, anche se non ce ne rendiamo conto, è riconosciuta in tutto il mondo. Ecco allora che dobbiamo valorizzarla di più». Grande soddisfazione, da parte di Mascagni, per il portale targato Unindustria Bologna. «Parlare di un sito però è riduttivo – spiega –, si tratta di una vera piazza virtuale sulla quale incontrarsi e scambiarsi idee e progetti. Ogni visita al portale apporta ricchezza e noi vogliamo il più alto numero di visite possibile». Ma quali sono gli scopi pratici del portale? Mascagni lo dice apertamente: «Innanzi tutto, promuovere all’estero il nostro design, anche in vista dell’Expo di Shanghai e della giornata tutta dedicata a Bologna che si terrà il 12 settembre prossimo. Secondariamente, appunto, come già detto, scambiare fra di noi informazioni e conoscenze e per questo ringraziamo anche le riviste che stanno collaborando al progetto, ‘Ottagono’ e ‘The Plan’, e le altre realtà come gli studi di progettazione e le scuole di design». Grazie alle riviste citate, fa sapere infine Mascagni, in autunno si terranno due convegni sul tema del disegno industriale. E il rappresentante di Unindustria Bologna alla fine rivela: «Stiamo anche pensando di istituire un premio che valorizzi il nostro design». Così le 200 realtà che finora hanno aderito potranno trovare un’occasione ulteriore per mettersi in mostra e in sana competizione.
L
soprattutto delle imprese del territorio, che sono state suddivise in alcune categorie: ‘abbigliamento e accessori’, ‘arredamento e illuminazione’, ‘auto e moto’, ‘macchinari e apparecchiature’, ‘oggettistica’, ‘materiali e componenti per l’edilizia’, ‘grafica e packaging’, ‘altro’. Un portale che, inoltre, prenderà presto la strada verso Oriente. Il prossimo 12 settembre, all’Expo di Shanghai, sarà il ‘Bologna day’, e proprio in quell’occasione il sito verrà presentato ufficialmente. PAOLO Mascagni, presidente del settore Lavori complementari per l’edilizia di Unindustria Bologna, crede molto nell’evento e nel portale: «Sarà una grande occasione – spiega – anche per far conoscere il nostro design, a volte trascurato ingiustamente. Spesso le aziende del nostro territorio conoscono la produzione di concorrenti americani e cinesi, mentre magari ignorano quello
MARTEDÌ 27 LUGLIO 2010 PAGINA
LE E LE ECCELLENZE CCELLENZE D DEL EL T TERRITORIO. ERRITORIO. D DEBUTTO EBUTTO A ALL’EXPO LL’EXPO C CINESE INESE
del M del Made ade in in Bo Bo che fa il vicino di capannone». Nel sito di Design Made in Bo, ogni partecipante ha a disposizione una ‘vetrina’ con i dati anagrafici dell’azienda e una sua breve presentazione, inoltre ha tre schede di prodotto, con immagini, didascalie e un testo descrittivo per spiegare in che modo il design ha determinato il successo del prodotto e illustrarne i caratteri innovativi, i materiali utilizzati, le tecnologie e i brevetti. Ecco così sfatato il mito secondo il quale, in Italia, per trovare del buon design si debba andare per forza a Milano. Bologna rivendica così a piena voce la sua capacità produttiva anche in termini di creatività. MASSIMO Iosa Ghini, presidente di Adi Emilia-Romagna, la principale associazione di designer, commenta: «L’Emilia-Romagna produce un ottimo design, che incarna l’idea di buon vivere tipica del nostro territorio. Tutte le iniziative di
ricognizione del design come questa sono assolutamente da promuovere, perché permettono alle aziende di prendere coscienza del sistema che hanno intorno e in un certo senso anche di ‘contarsi’. Ne traggono giovamento anche le scuole, i laboratori creativi, e soprattutto i giovani, che in questo modo capiscono che intorno a loro c’è realmente un sistema in movimento e ne possono intuire la direzione». Design Made in Bo è stato illustrato alla stampa e a una platea di imprenditori e osservatori internazionali qualche giorno fa. Il successo è stato immediato, per uno strumento innovativo in grado di lanciare in alto la produzione bolognese. È’ Mascagni, alla fine, a spiegare il senso ultimo del progetto: «Design Made in Bo intende promuovere lo scambio di informazioni e di idee, per fare finalmente sistema e fare collaborare aziende, professionisti, scuole di formazione e mondo dell’editoria».
MUZZARELLI, ASSESSORE
«Puntiamo sulla bellezza» A PRODUZIONE industriale di pregio e il design, oggi, fanno la differenza – ammette Gian Carlo Muzzarelli (nel tondo sopra), assessore regionale emiliano-romagnolo alle Attività produttive – ed è per questo che dobbiamo viaggiare nella direzione in cui viaggia il mondo, che è fatta di senso estetico e di funzionalità». Del resto, continua Muzzarelli, «la nostra storia è fatta soprattutto di bellezza, e di questo ne teniamo conto anche in Regione. La nostra amministrazione supporterà sempre di più questo settore del design, legandolo possibilmente alla ricerca. Oggi dobbiamo fare uno sforzo, dobbiamo ricaricare le batterie, puntando su qualità e su ulteriore bellezza». Caratteristiche che verranno rappresentate anche all’Expo di Shanghai, a settembre. Muzzarelli continua: «Dobbiamo essere un po’ più orgogliosi, dobbiamo sentire un maggiore senso di appartenenza, soprattutto in questa fase difficile per l’economia. Ma, ne sono sicuro, con tutte le difficoltà che abbiamo, ce la possiamo comunque fare, possiamo vincere le sfide che il presente e il futuro ci riservano. Anche se, va detto, il tempo di agire da soli oggi è terminato, dobbiamo essere in grado di collaborare assieme tutti quanti». La soluzione? Secondo l’assessore regionale alle Attività produttive, «dobbiamo dare maggiore valore ai capitali umano e territoriale, il design si nutre anche di questi aspetti. A settembre, così, a Shanghai, avremo modo di presentare al mondo questo nostro grande orgoglio emiliano-romagnolo».
«L IOSA GHINI, ARCHITETTO
«Una spinta alla qualità» RESIDENTE dell’Adi Emilia-Romagna, la sezione locale dell’Associazione per il disegno industriale, l’architetto Massimo Iosa Ghini (nel tondo) ha partecipato al progetto. «In passato ho lavorato in realtà come Milano, dove comunque continuo a operare, ma qualche anno fa ho voluto puntare tutto sulla mia città, Bologna. Anche qui, pensai, poteva essere impiantata una cultura del design, e il tempo mi ha dato ragione. Il design oggi – continua Iosa Ghini – è uno strumento necessario di un prodotto, non è un elemento aggiuntivo o qualcosa di prettamente estetico, è un modo di ragionare. In tal senso, dovremo usare il portale di Design Made in Bo come un modo per riflettere sulle qualità dei nostri prodotti, che sono già altamente qualificati ma che possono essere sicuramente migliorati». Iosa Ghini ha anche operato da ‘selezionatore’ delle proposte giunte a Unindustria. «La maggior parte delle imprese è stata accettata – rivela –, abbiamo voluto premiare la qualità delle loro idee, che vanno nel senso di ergonomia, funzionalità e sostenibilità. Le aziende che ragionano in questi termini sicuramente verranno premiate in futuro. Fra l’altro, il nostro territorio e la nostra cultura hanno già alcune di queste caratteristiche, come l’equilibrio e l’armonia, i nostri prodotti comunicano già il nostro amore per il buon vivere. Questo però – conclude Iosa Ghini – non vuol dire che a Bologna manchino architetti e designer con un affaccio internazionale».
P
3
MARTEDÌ 27 LUGLIO 2010
4 PAGINA
MARTEDÌ 27 LUGLIO 2010 PAGINA
5
UNINDUSTRIA BOLOGNA LANCIA UN OSSERVATORIO: LE AZIENDE GIUDICANO I RAPPORTI CON I GRUPPI BANCARI
Una lente sugli istituti di credito di MATTEO NACCARI
UFFICIENTE. E visto il periodo, senza dubbio turbolento per l’economia, come voto non è niente male. Così gli imprenditori giudicano il loro rapporto con gli istituti di credito. Almeno a livello di percezione. Questo termometro di gradimento è frutto della prima indagine di ‘Osservatorio Banche’, iniziativa lanciata da Unindustria Bologna appunto con l’obiettivo di tenere sotto controllo — nel tempo, ogni sei mesi — il livello di qualità delle relazioni tra banche e imprese. In pratica una sorta di rating, farina del sacco delle aziende.
S
NUMERI e valutazioni sono frutto di un campione di realtà dell’associazione. Si tratta di un gruppo di 105 imprese — rappresentative dell’universo dei soci — che hanno risposto, tra aprile e maggio, a un questionario incentrato sull’accesso al credito, sull’importanza dei gruppi bancari con cui lavorano e infine sulla percezione del rapporto con gli istituti. Il campione, va segnalato, è per il 56% composto da imprese con meno di 5 milioni di euro di fatturato e il 73% ha avuto nel 2009 performance peggiori
rispetto all’anno precedente; infine il 38% ha affari al massimo con tre banche, il 30% con quattro o cinque, il 21% da sei a otto, il resto con più di otto. SPULCIANDO tra le pagine dell’Osservatorio, i primi dati che saltano all’occhio sono quelli relativi ai punteggi dati all’importanza delle banche con le quali lavorano di più gli industriali. Al primo posto, c’è la Cassa di risparmio in Bologna — il braccio operativo sul territorio del Gruppo Intesa Sanpaolo —, seguita dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna, da Unicredit e della Federazione delle banche di credito cooperativo. Poi via via tutte le altre. DETTAGLIATO il capitolo percezione del rapporto con gli sportelli. Il 9% delle imprese segnala di aver ricevuto nell’ultimo anno richieste di rientro, mentre il 36% dichiara di aver ricevuto
l’indicazione dell’attribuzione del rating o della classe di rischio. Ancora, il 42% ha chiesto e ottenuto nuova finanza. Interessanti anche le risposte alla domanda: quanto le banche comprendono il business della sua azienda? Nel complesso, i risultati mettono in luce come la maggioranza degli istituti raggiunge la sufficienza nei voti. Tra i ‘marchi’ più virtuosi c’è Caricento, con alle spalle Unicredit corporate banking e Banca di Imola CariRavenna. L’Osservatorio ha stilato inoltre una classifica della preparazione tecnica di dirigenti e colletti bianchi coi quali gli imprenditori si trovano a dialogare in particolare su tematiche legate al credito. In cima alla lista delle preferenze c’è Unicredit corporate banking, al secondo posto Banca di Bologna, poi segue un gruppone a parimerito, con Carisbo, Bper, Banco
Popolare, Bpm e Caricento. La maggioranza è sopra la sufficienza. IL DOCUMENTO di Unindustria si chiude con un riassunto finale dei voti raccolti, una sintesi delle performance degli istituti di credito. Intanto, come accennato, si legge nel commento finale, «la percezione del rapporto banca impresa raggiunge sempre un livello accettabile di sufficienza. Segnale che — continua l’Osservatorio — contestualizzato nell’attuale periodo economico e finanziario esprime, nei fatti, una sana collaborazione». E’ ovvio che, è un’altra considerazione, le imprese «riconoscono agli istituti di credito una maggiore competenza nel business bancario rispetto alla comprensione del proprio business». Giusto per fare nomi, al primo posto della graduatoria finale c’è Unicredit corporate banking, al secondo posto, a pari merito come punteggio, il Gruppo Banco Popolare e Bpm. Le altre realtà più importanti che operano sul territorio bolognese, comunque, sono staccate solo di un soffio a testimonianza del buon livello di preparazione.
LE NOVITÀ DELLA SIMEST
Aiuti a chi punta sull’estero
ECENTEMENTE Simest, la finanziaria del Governo italiano che si occupa dello sviluppo e della promozione delle imprese italiane all’estero, ha introdotto
R
forti novità negli strumenti di agevolazione dedicati all’internazionalizzazione delle realtà italiane, tra cui una nuova misura di finanziamento definita ‘patrimonializzazione Pmi Esportatrici’. Tali novità sono state presentate alla imprese da Unindustria Bologna nel seminario ‘Sviluppo ed internazionalizzazione: i nuovi strumenti di Simest’, che si è
tenuto nella sede dell’associazione di via San Domenico. NEL CORSO del dibattito sono intervenuti Gino Cocchi, vice presidente vicario e consigliere delegato per l’Internazionalizzazione di Unindustria Bologna; Ruben Sacerdoti, responsabile di Sprint Emilia Romagna
(lo sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese); Gian Carlo Bertoni, responsabile del dipartimento promozione e marketing di Simest (che ha parlato sul tema ‘Finanza e servizi reali per l’internazionalizzazione delle imprese’); e Pierluigi Venturini, rappresentate di Simest presso Sprint Emilia Romagna (che ha toccato il tema ‘I nuovi strumenti’). c. g.
MARTEDÌ 27 LUGLIO 2010
6 PAGINA
MARTEDÌ 27 LUGLIO 2010 PAGINA
7
PUBBLICATI I BANDI UE: COME ACCIUFFARE I FINANZIAMENTI
Ricerca e innovazione: inizia la caccia ai fondi MILIARDI DI EURO: la Commissione Europea non aveva mai stanziato tanto per gli investimenti in ricerca e innovazione. E’ il pacchetto più cospicuo di tutti i tempi, e interessa un ampio spettro di discipline scientifiche, politiche pubbliche e settori commerciali: riceveranno un finanziamento circa 16 mila partecipanti provenienti da enti di ricerca, università e industria, tra cui circa 3mila Pmi. Uno stimolo economico che, nelle intenzioni dell’Unione Europea, dovrebbe generare in tutto il continente oltre 165 mila posti di lavoro. Le sovvenzioni saranno conferite attraverso inviti a presentare proposte e valutazioni nei prossimi 14 mesi (ma già oggi le aziende possono approfondire i temi e valutare le azioni da farsi contattando Unindustria Bologna ricercasviluppo@unindustria.bo.it). I diversi bandi sono stati pubblicati formalmente il 20 luglio. Da quella data è
6,4
possibile presentare domanda di finanziamento nell’ambito del Settimo programma quadro della UE, vale a dire il più importante programma unico per la ricerca a livello mondiale, per un ampio spettro di aree. Qualche esempio? Gli stanziamenti per la sanità ammontano a oltre 600 milioni di euro; 1,2 miliardi sono destinati ad approfondire la ricerca TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione). Quanto alle Pmi, che rappresentano il 99% delle imprese dell’Unione, a loro è dedicata un’attenzione particolare: riceveranno quasi 800 milioni di euro e, per la prima volta, in molte aree si provvederà a stanziare dotazioni ad hoc. Ad esempio, nei settori della sanità, della bioeconomia basata sulla conoscenza, dell’ambiente e delle nanotecnologie, la partecipazione delle Pmi dovrà rappresentare il 35% dello stanziamento complessivo per un determinato numero di ambiti. Un’occasione, dunque, forse irripetibile per le
nostre imprese, per riportare a casa i soldi che l’Italia versa sul Settimo programma quadro e che molto spesso sono andati a finanziare progetti di altre nazioni. «Investire nella ricerca e nell’innovazione — ha sottolineato la commissaria Máire Geoghegan-Quinn —, è l’unico modo intelligente e durevole per uscire dalla crisi e dirigersi verso una crescita sostenibile e socialmente equa». c. r.
SEMINARIO CON ESPERTI E IMPRENDITORI DEDICATO AI BUSINESS CON IL PAESE ASIATICO
Agganciarsi alla locomotiva indiana può aiutare a correre verso lo sviluppo È UN PAESE dove il 25% della popolazione con il quoziente intellettivo più alto è maggiore dell’intera popolazione degli Stati Uniti, cioè dove nascono più bambini dotati di quanti siano gli stessi bambini americani. È il Paese che, assieme alla Cina, conta oltre un miliardo di abitanti. Qui, grazie alla campagna di alfabetizzazione digitale voluta dal Governo, un ragazzo può acquistare un computer a dieci dollari. Si tratta dell’India: la seconda economia a più rapida crescita, la quarta in termini di potere d’acquisto e il Paese col mercato più complesso al mondo. Per queste
C’
A SALUTE dell’ambiente corre parallela alla capacità di un’impresa di essere competitiva. Di più: investire nell’efficienza energetica è una scelta in grado di ripagare anche con gli interessi. Eicon, consorzio per l’energia industriale di Unindustria Bologna, ha raccolto una serie di testimonianze sul tema per presentarle a un convegno che si è tenuto nei giorni scorsi in città. «Diamo più energia alla competitività» la premessa dell’incontro. «Un investimento sicuro ad alto rendimento» la conclusione. «Aziende efficienti sul piano energetico — ha infatti sottolineato Stefano Aldrovandi, presidente di Eicon — possono contare su un risparmio a lungo
L
ragioni, l’India è diventata una sorta di obiettivo fisiologico nei percorsi di sviluppo per le imprese. Comprese quelle italiane. E per approfondire i rapporti fra Italia e India, le strategie di approccio e le opportunità di business, si è svolto nella facoltà di Storia dell’ateneo di Bologna, a San Giovanni in Monte, il convegno sul tema ‘Pianeta India, percorsi di internazionalizzazione’. L’evento è stato organizzato da Roncucci&Partners Group, società specializzata nella assistenza alle aziende nei processi di sviluppo globale, in collaborazione con la rivista di geopolitica Limes, col patrocinio della Regione e dell’Alma Mater. Ai lavori hanno partecipato il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, il presidente di Roncucci&Partners, Giovanni Roncucci, il vicecapo missione dell’ambasciata dell’India a Roma, Saurabh
L’EFFICIENZA SECONDO EICON
L’energia del risparmio
termine attraverso un sensibile abbattimento dei costi di gestione». A rafforzare questa premessa sono arrivati i primi bilanci di alcuni Case study esaminati. Emblematico quello di Tebo Spa. L’azienda ha deciso di costruire un capannone ricorrendo
alle nuove tecnologie per il risparmio energetico e integrando una serie di tecniche innovative, nel giro di due anni, ha ottenuto il recupero del surplus di spesa iniziale. Non solo. Oggi grazie al risparmio sui costi di gestione si presenta sul mercato più
Kumar, e il vicecapo missione dell’ambasciata d’Italia a Delhi, Ugo Astuto. Hanno portato testimonianze imprenditori italiani che operano o stanno attuando processi di penetrazione in India, e imprenditori indiani che ricercano nel know how italiano basi per un loro potenziamento tecnologico competitivo in India, e in Italia come piattaforma per uno sviluppo occidentale. L’Italia, infatti, ricca di know how industriale, ma indebolita dalla crisi, rappresenta per l’India una grande opportunità di investimento. Ma a sua volta l’India, più di ogni altro mercato, richiede strategie di approccio che tengano conto della necessità di una conoscenza culturale approfondita, in base alla quale definire poi una strategia imprenditoriale che massimizzi le probabilità di successo. Elena Boromeo
competitiva. «L’investimento è sicuro e con un Roi garantito» ha ribadito Aldrovandi. Capitolo a parte merita l’introduzione dello ‘Sportello Energia’. Da tre anni Eicon effettua check up energetici gratuiti per rispondere alle esigenze di ogni singola realtà con un occhio alle novità del mercato. Esempio è l’incoraggiamento alla diffusione dei ‘tetti in affitto’: vengono creati dei consorzi di imprese che mettono a disposizione i tetti delle sedi per l’installazione di impianti fotovoltaici. Un investimento che non comporta spese ma, come già dimostrato, nel giro di un anno è in grado di dare un ritorno economico del 10%. Anche questa, una scelta che paga due volte. Antonella Zangaro
MARTEDÌ 27 LUGLIO 2010
8 PAGINA