L’INIZIATIVA
IMA E MARCHESINI GROUP
I canali Le aziende colorano di Bologna lo stadio Dall’Ara I CONSORZI Reno e Savena organizzano, nella notte del 30 aprile, una serie di appuntamenti e spettacoli per scoprire la Felsina dell’acqua
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Anno 4 - Numero 2 Marzo 2011
IL MONDO produttivo bolognese sostiene il Bologna Football Club, con due importanti progetti Il primo legato a una
SFIDE di PIERLUIGI VISCI
Il vecchio partito del clientelismo ESISTE un partito capace di sopravvivere al passaggio di consegne dalla Prima alla Seconda Repubblica, senza perdere consensi e stringendo sempre più la presa sul sistema economico e sociale del Paese. Nell’indifferenza generale o sotto gli occhi compiaciuti di chi ne trae profitto. È il partito del clientelismo e del familismo che mortifica la meritocrazia. La fotografia del fenomeno scattata dai Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna è puntuale e impietosa allo stesso tempo. Negli ultimi trent’anni in Italia si è ridotta la mobilità sociale ed è cresciuta la stagnazione tra le classi. Paradossalmente — denunciano i giovani capitani di ventura — per il figlio di un operaio era più facile avviare un’azienda o aspirare ad una cattedra universitaria negli anni ’60. Oggi chi non ha il proprio santo in Paradiso lascia l’Italia per cercare lavoro all’estero. Ogni anno sono oltre trentamila gli under 40 che mettono a disposizione i loro studi e le loro competenze per l’economia di altri Paesi. L’antidoto per arrestare la fuga dei cervelli si chiama meritocrazia. Una parola troppo spesso abusata, come ricorda Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda, quando lamenta la necessità di affiancare al valore del merito «una vera politica di sostegno allo studio». La meritocrazia non basta senza un’eguaglianza formale e sostanziale (art. 3 della Costituzione) e un rafforzamento del diritto allo studio (art. 34). Per questo va sostenuta la proposta dei Giovani di Unindustria di rendere l’imposta di successione una tassa di scopo, destinata a finanziare la formazione e l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani meritevoli. Siano figli di professori universitari oppure di operai.
I Giovani di Unindustria contro il dilagare delle raccomandazioni: «Trasformiamo la tassa di successione in un’imposta per favorire la formazione di chi vale»
IL RESPONSABILE DI PORSCHE AKADEMIE, SIMONE CIGADA
‘Corsi di impresa snella’ IL CENTRO studi della casa automobilistica di Stoccarda organizza un seminario sotto le Due Torri L’obiettivo dell’evento è quello di diffondere una cultura di riduzione degli sprechi tra gli operatori del settore metalmeccanico della provincia A PAGINA 5
partnership tra la società di calcio e le industrie, il secondo volto a portare tifosi sugli spalti A PAGINA 7
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L’INDAGINE ELABORATA DAL COMITATO SCIENTIFICO
Meritocrazia motore IL RILANCIO economico e lo sviluppo dell’Italia passano dall’affermazione di una vera e propria cultura del merito. Partendo da questa consapevolezza i Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna hanno presentato, nell’ambito del convegno ‘Guardare al futuro con merito’, uno studio che ha coinvolto per un anno intero un comitato scientifico composto da imprenditori e docenti universitari. L’obiettivo ambizioso del documento presentato dai Giovani Imprenditori è quello di contribuire alla diffusione, nelle aziende ma anche nella società civile, della ‘cultura del merito’, come motore irrinunciabile di crescita economica ma anche elemento indispensabile di inclusione e di coesione sociale. SECONDO vari studi negli ultimi anni 30 anni in Italia si è ridotta la mobilità sociale ed è aumentata la stagnazione tra le classi sociali. Per il figlio di un operaio, poter creare un’azienda o aspirare a una cattedra
universitaria paradossalmente risultava più facile negli anni ’60 del secolo XX che non oggi. Tutto ciò, al di là di considerazioni etiche, è estremamente inefficiente e inefficace per il sistema Paese ed è una delle principali cause dell’arretramento italiano nella classifica delle principali economie mondiali. LA MANCATA valorizzazione del merito deprime di fatto le nostre risorse migliori a discapito del benessere dell’intera organizzazione, sia essa la società, un’azienda, un ente o un sindacato. Per capire quante sono le ‘vittime collaterali’ della non meritocrazia basta analizzare alcuni dati. Secondo l’Istat, il flusso di italiani sotto i quarant’anni che lascia il Paese per trovare un lavoro all’estero è di oltre 30mila unità all’anno (ma c’è chi parla di 50-60mila persone), di cui più del 17% cento di laureati. A espatriare sono ricercatori, professori universitari, artisti, uomini d’impresa, architetti, ingegneri,
medici, giornalisti, funzionari europei, avvocati, ecc. Tutti costretti a lasciare il Paese più clientelare e immeritrocratico dell’Europa occidentale. Oltre a regalare ‘la meglio gioventù’ alle nazioni straniere, l’Italia è anche un Paese poco attrattivo, con un saldo negativo di skilled population. Da noi solo il 3% della popolazione universitaria è costituito da studenti stranieri contro una media Ocse del 10%. ‘Per invertire la tendenza — dice il presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna, Andrea Paladini, che ha presentato lo studio insieme al suo vice presidente, Gian Guido Riva, project leader dell’apposito gruppo di lavoro — occorre mettere il merito e la formazione al centro dell’agenda italiana e sconfiggere il partito della rendita che è il vero blocco conservatore trasversale e senza colore politico del nostro
Paese». NEL DOCUMENTO dei giovani industriali si cita l’economista premio Nobel, Amartya Sen che parla di valorizzazione del merito intesa come capability cioè opportunità reale per gli individui, le società, le aziende. Come strumento di inclusione sociale degli individui. Ma il merito non può essere efficace da solo come strumento di inclusione sociale per gli
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DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI UNINDUSTRIA BOLOGNA
dello sviluppo individui se non è accompagnato da un accesso alla formazione qualificata nel corso di tutta la propria vita (lifelong learning). PER QUESTO i Giovani di Unindustria lanciano due proposte concrete. La prima è quella di fare dell’imposta di successione una vera tassa di
scopo che vada a finanziare il processo di formazione e di inserimento attivo nel mercato del lavoro di giovani meritevoli. La seconda è quella di rivedere in chiave più moderna e meritocratica le norme in materia di immigrazione, per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Marcello Pierdicchi ©Riproduzione riservata
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INTERVISTA A SIMONE CIGADA, RESPONSABILE DI PORSCHE AKADEMIE
‘Insegniamo a ridurre gli sprechi’ CAPIRE come eliminare gli sprechi e ottimizzare i processi produttivi nella propria azienda, studiando pochi principi base e soprattutto toccando con mano la loro applicazione in una fabbrica ideale. È questo l’obiettivo del seminario proposto da Porsche Akademie in partnership con Unindustria Bologna, che si tiene a marzo sotto le Due Torri. La casa di Stoccarda leader mondiale della lean production, infatti, ha ideato un’accademia per esportare il modello Porsche: l’appuntamento bolognese sarà l’occasione per diffondere il concetto di azienda snella tra gli operatori del settore metalmeccanico. A spiegare meglio di cosa si tratta è il responsabile di divisione Porsche Consulting Italia, nonché responsabile Porsche Akademie, Simone Cigada. Dottor Cigada, ci spieghi anzitutto cos’è Porsche Akademie.
«Si tratta di un centro di formazione situato a Bergamo, dove offriamo ai nostri clienti la possibilità di sperimentare direttamente i vantaggi della lean manufacturing. In una fabbrica modello, i partecipanti diventano operai e toccano con mano i miglioramenti dei vari processi di ottimizzazione: ad esempio, porti l’amministratore delegato e gli fai fare il logistico». Un’azienda ideale, dunque,
di un metodo giapponese fu una sorta di choc culturale per Porsche, ed ora quello tedesco potrebbe avere lo stesso effetto per le aziende italiane». Ci riporti alcuni casi di successo trattati da Porsche Akademie.
«Penso alla Biesse di Pesaro: tramite implementazione e formazione abbiamo ottenuto forti aumenti di produttività e drastiche diminuzioni di attraversamento del prodotto e del capitale circolante. Complessivamente, cioè, abbiamo ottenuto un aumento del livello di servizio. Casi analoghi sono la Illy di Trieste, o la Colombini di San Marino». A Bologna terrete il secondo corso di formazione in Italia organizzato su iniziativa di un’associazione industriale. Qual è il programma e quali sono gli obiettivi? funziona secondo i principi della lean manufacturing. Cosa si intende con questo termine?
«La lean manufacturing è un processo sistematico di eliminazione degli sprechi nei processi aziendali. Ovviamente esiste una sequenza logica di implementazione: noi partiamo dall’ottimizzazione della produzione. Per questo si parla di lean production. Ma dopo la
Crede che da questo punto di vista la ‘terra dei motori’ emiliana abbia ancora molto da imparare?
produzione si passa a tutti gli altri processi aziendali: all’integrazione dei fornitori, ad esempio, e all’ottimizzazione delle fasi di sviluppo del prodotto e dei reparti indiretti, come il controllo e la finanza».
L’INVENZIONE DEL GRUPPO ELEY-ROLLAND-ANGELA LAGANÀ
Metti il vestito e togli la cellulite CONTRASTARE la cellulite con un principio attivo che penetra nella pelle attraverso i capi d’abbigliamento: è l’ultima innovazione per il mondo della moda, ed ha origine dall’esperienza e dalla ricerca dell’industria cosmetica, grazie ad un brevetto esclusivo che è nato proprio a Bologna. Nei laboratori A.N.R. (Advanced Natural Research) del gruppo Eley-Rolland-Angela Laganà di Granarolo dell’Emilia (55 dipendenti, fatturato 2010 di 14 mln di euro), è stato infatti sviluppato un esclusivo principio attivo per contrastare la cellulite che può essere veicolato attraverso le fibre tessili. Il brevetto adcc® (Advanced Delivery from Cosmetic to Clothes), utilizzando una tecnica esclusiva ed ecologica, consente di veicolare i principi attivi attraverso le fibre tessili, assicurando una penetrazione profonda, costante e prolungata. L’azione liporiducente è inoltre caratterizzata dal rilascio di una nota profumata e dolcemente persistente. IN SOSTANZA, dunque, si tratta di un metodo esclusivo per applicare ai capi di abbigliamento differenti proprietà funzionali, conferendogli caratteristiche innovative che ne aumentano il
valore aggiunto. E la prima applicazione concreta di questo progetto è dedicata alle donne per aiutarle a contrastare, appunto, il loro principale inestetismo: la cellulite. «I nostri punti di forza sono legati all’impiego di nanotecnologie, di cellule staminali e, in particolare, a un sistema di microincapsulazione, messo a punto con l’Istituto Rovesti di Milano, che ha un duplice scopo: la perfetta adesione degli attivi al tessuto e l’ottimizzazione della loro penetrazione in profondità nella pelle», spiega Angela Laganà, amministratore delegato del gruppo Eley-Rolland-Angela Laganà, cosmetologa, nonché presidente del settore chimico di Unindustria Bologna. «È STATA una ricerca complessa e affascinante, che ha la forza di coniugare differenti competenze e ha richiesto molti mesi per essere messa a punto — sottolinea Laganà —. Nello sviluppo tecnologico non ci si improvvisa e servono test scientifici che avvalorino gli obiettivi raggiunti». «Crediamo molto nelle sinergie industriali — aggiunge Laganà — che nascono dalla collaborazione con istituti di ricerca, università e multinazionali che ci hanno affiancato e supportato nel raggiungimento di questo obiettivo». © Riproduzione riservata
«I principi base della lean manufacturing non sono un segreto industriale, ma sono poche le aziende che li applicano. Porsche è una di queste, e lo sta facendo con una coerenza teutonica che sta portando a grandi risultati. L’importazione
«Si tratta di un seminario di tre giorni in cui trasformeremo una fabbrica tradizionale in una snella. Insegneremo i principi base del lean manufacturing (come il processo produttivo Just in time), ma soprattutto faremo tanta pratica. Nella nostra fabbrica (in cui produrremo giocattoli), manager, direttori e amministratori delegati impareranno la lean manufacturing per poi portarla nelle proprie aziende». Elena Boromeo © Riproduzione riservata
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MAURIZIO MARCHESINI
PARTNERSHIP
‘Insieme a Malesani e Di Vaio’
Aziende rossoblù
«IL BOLOGNA è caro a tanti fra gli imprenditori bolognesi e i loro collaboratori», afferma Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria Bologna. «Ed è soprattutto un patrimonio della nostra città, della sua cultura, delle sue radici e della sua immagine nel Paese. Ecco perchè già diversi imprenditori hanno sentito l’importanza di questo progetto: il nostro sostegno va non solo alla squadra rossoblu in quanto tale, ma anche ad uno dei valori storici di Bologna, che peraltro può rappresentare anche un forte elemento di marketing per il nostro territorio». «La nostra iniziativa — aggiunge Marchesini — nel frattempo prosegue. Alle quattordici aziende iniziali stanno per aggiungersene altre. Invitiamo tutti i colleghi che stanno pensando di aderire a questo progetto a farlo al più presto, per sostenere concretamente il Bologna in tutta la fase finale del campionato».
C’È un impegno sempre più concreto del mondo produttivo bolognese per il Bologna Football Club. Sono già quattordici, infatti, le imprese che hanno concretamente aderito al progetto coordinato da Unindustria Bologna a sostegno dello squadrone rossoblu. Ed altre ancora ne stanno arrivando. L’iniziativa — che ha preso impulso dall’impegno di due tra i più importanti gruppi industriali del territorio, entrambi leader nel settore del packaging, quali Ima e Marchesini Group — si articola in due modalità: ‘Riempiamo lo Stadio Dall’Ara’ e ‘Partnership ufficiale del Bologna Fc’. La ‘Partnership ufficiale’ collega direttamente l’immagine dell’azienda al Bologna Fc. L’azienda avrà il diritto di utilizzare il logo ufficiale della squadra rossoblu e la possibilità di fregiarsi del titolo di partner ufficiale del Bologna Fc in tutte le sue iniziative promo-pubblicitarie e commerciali. Il logo dell’azienda sarà presente con un link dedicato sul sito ufficiale del Bfc (www.bolognafc.it). L’azienda stessa avrà inoltre led luminosi attorno al campo da gioco. Nel caso del progetto ‘Riempiamo lo Stadio Dall’Ara’, invece, le imprese hanno acquistato dei ‘pacchetti’ ticket per la tribuna laterale, i distinti laterali oppure la curva San Luca, valevoli per tutte e sette le partite che Di Vaio e compagni giocheranno in casa a partire dal 20 febbraio scorso (Bologna - Palermo) fino alla fine del campionato 2010-2011. All’impegno iniziale di Ima e Marchesini Group ha fatto seguito l’adesione al progetto di altre dodici imprese: Marposs; Seci Gruppo Maccaferri; Centergross; Cesab Carrelli Elevatori; Veronesi Separatori; Open Data; Cave Misa; Politec; G.S.I.; Neri Motori; LM Lavorazioni Meccaniche; Fittings. Ora, si aspettano i prossimi che vogliano sostenere con altrettanto impegno i ragazzi di Malesani e la società.
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IL CALENDARIO
Paladini volto di Jaguar
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ANDREA Paladini, presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna e direttore marketing della Emmecipi Studio, è tra i dodici imprenditori protagonisti, con le proprie aziende e storie di successo, del calendario ‘Jaguar per l’Eccellenza 2011’. I dodici imprenditori, ritratti da altrettanti giovani fotografi emergenti, sono stati nominati ‘ambasciatori di merito’ da Jaguar Italia che — insieme a una giuria di professionisti operanti in campo nazionale e internazionale — li ha identificati tra quarantotto giovani capitani
d’industria che ricoprono ruoli di responsabilità all’interno di altrettante aziende italiane di successo, operanti in diversi settori merceologici di beni e servizi. L’INIZIATIVA fa parte del progetto ‘Jaguar per l’Eccellenza’, nato dalla volontà di Jaguar Italia di aprire un dibattito sul tema dell’eccellenza imprenditoriale. Obiettivo: individuare e premiare industriali e top manager italiani, al di sotto dei quaranta anni, distintisi per meriti e successi in ambito imprenditoriale e associativo. © Riproduzione riservata
VIAGGIO NELLA BOLOGNA DELL’ACQUA
Blue night nei canali QUANDO si parla di Bologna si usano parole come la Capitale della cultura, la Ghiotta e la Rossa. Raramente la si descrive come Città dell’acqua e dei suoi canali. Da alcuni anni però si respira nell’aria un certo interesse nei bolognesi per la storia idraulica e per il reticolo sotterraneo della loro città e dei suoi dintorni. Per questo motivo i consorzi dei canali di Reno e Savena in Bologna, che da più di 800 anni sono determinati a continuare la loro opera di difesa, conservazione e sviluppo del sistema idraulico artificiale di Bologna, si sono proposti come promotori e
coordinatori di una nuova iniziativa, denominata ‘Notte blu’, dedicata proprio alla valorizzazione della storia idraulica, dei sotterranei e delle bellezze nascoste della città. La notte del 30 aprile si tingerà di blu nelle vie, nei sotterranei, nei palazzi, nei musei e negli angoli di una Bologna mai vista. Notte blu è la festa dell’acqua. Un evento monotematico di spettacoli in luoghi di particolare interesse culturale (Opificio della Grada, Bagni di Mario, Museo del Patrimonio Industriale, Capo di Lucca ….) con risultati ad alto impatto emotivo. Un insieme di iniziative collegate tra loro da un comune denominatore: l’acqua.
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