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FA.CO
IL PARQUET GAZZOTTI
50 anni sulla moto
Sotto i piedi da un secolo
L’AZIENDA di Calderino da mezzo secolo è leader nella realizzazione di componentistica di pregio per le due ruote. Il segreto? L’innovazione... Anno 3 - Numero 3 Marzo 2010
L’AZIENDA che ha cambiato le regole del mercato introducendo la lista unica a due strati, arriva a tagliare l’ambizioso traguardo con la voglia di continuare a stupire, investendo nella ricerca per un materiale così antico come il legno
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SFIDE di PIERLUIGI VISCI
La spinta per restare grandi Tra cinque giorni saremo chiamati al voto per il rinnovo dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e per il suo esecutivo, a cominciare dal Presidente. La scadenza amministrativa cade quest’anno nel bel mezzo di una crisi epocale, che riguarda tutti e che tutti devono contribuire a superare, in fretta, con capacità e ingegno. Di certo commetteremmo un grosso errore a credere che i temi dell’economia reale della nostra regione, del sostegno al mondo delle piccole e medie imprese che costituiscono la filigrana sociale del nostro territorio, fosse solo questione che interessa le parti in causa: Unindustria Bologna e le componenti sindacali. I temi del rilancio della nostra realtà imprenditoriale in un mondo di commercio globale, uniti alla necessità di ripensare in modo fortemente innovativo i legami tra aziende (vedi l’allargamento dell’esperienza delle reti e delle aggregazioni d’impresa che Bologna sta portando avanti come apripista nazionale), ci portano a pensare che questa scommessa sia di tutti. Anche di chi non lavora nell’industria, piccola o grande che sia. Qui è in atto una rivoluzione che porta a ridisegnare gli scenari dei vecchi distretti, garanzia per anni di dominio di sapere artigiano, di innovazione e talento, baluardi del mercato di nicchia a livello mondiale. Ora, la metamorfosi dell’economia alla quale stiamo assistendo, ci porta a ragionare con concretezza guardando ai programmi più che agli slogan. Il 14 marzo scorso, proprio un numero regionale di NEXT Emilia-Romagna ha messo a fuoco le necessità degli imprenditori, non solo rivolte ai politici ma anche ai cittadini. Perché rilanciare l’impresa significa creare benessere. Per tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
UN PIANO STRATEGICO PER LA TURCHIA
Mezzaluna da business CENTO GIORNI per valutare, studiare e mettere a punto un piano di penetrazione commerciale che da Bologna punta alla Porta d’Oriente: il progetto, perfezionato da Unindustria Bologna, sarà operativo a giugno e punta al mercato turco in vista dell’ingresso del Paese nella Ue. Qui le aziende italiane sono già 700 e alcuni accordi commerciali esistenti aiutano la scommessa A PAGINA 5
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AGGREGAZIONE IN UNINDUSTRIA BOLOGNA: ECCO RETE ICT,
Super squadra per PROMOTORE Roberto Vecchione di Sysdata Italia
LA RETE delle imprese aggregate si allarga. Dopo la subfornitura meccanica e l’automazione elettrica ed elettronica, sotto le Due Torri, anche l’Information and communication technology si organizza in una forma nuova, sotto la guida di Unindustria Bologna. E questa volta, le maglie sono ancora più fitte: ReteICT (questo è il nome messo nero su bianco lo scorso 5 marzo), infatti, riunisce ben 23 aziende del settore della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, con l’obiettivo di promuovere l’interscambio di prodotti e servizi tra le aziende aderenti al network,
in modo da aumentarne le capacità commerciali con un più ampio portafoglio di offerta. La rete così costituita potrà presentarsi al mercato attraverso la pubblicazione di un unico catalogo, e contemporaneamente dare l’opportunità alle 23 aziende di presentarsi come un unico interlocutore nelle gare d’appalto delle pubbliche amministrazioni, nei progetti di formazione professionale e in quelli di ricerca, sviluppo e innovazione. O di andare anche più lontano, partecipando a fiere internazionali o a progetti di condivisione di investimenti, in termini di
IL REGISTA DELL’OPERAZIONE
«La dimensione è un limite: così saremo più competitivi» PERCHÉ ALLEARSI? «Per crescere superando così una delle nostre criticità: la dimensione. Spesso piccola» risponde Roberto Vecchione. E’ il presidente del settore ICT di Unindustria Bologna, contenitore che raccoglie le imprese dell’Information and communication technology, quelle in sostanza che lavorano nel mondo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Tratteggia e descrive ReteICT, il nuovo network di aziende nato in seno all’associazione: 23 realtà che operano in tutte le direzioni, dalla gestione di dati al web, fino al mobile. E’ lui che l’ha promosso. L’obiettivo è allargarsi sul mercato? «Nel gruppo Ict di Unindustria, che conta 140 soci, la maggioranza ha fatturati che non superano qualche milione di euro. E la dimensione è un limite: frena gli investimenti, limita il giro d’affari, non ti permette di uscire dal territorio provinciale». Mettendovi in rete cosa cambia? «Si può fare sistema, aumentando la competitività. Certo, non è stato facile, è da tempo che lavoriamo al progetto. Purtroppo ognuno pensa sempre di essere il più bravo ed è diffidente verso i concorrenti». D’accordo, ora i recinti sono stati superati. Come vi muoverete? «La collaborazione non toccherà solo la formazione, lo sviluppo di nuovi prodotti, il reperimento delle risorse, la partecipazione a bandi pubblici. Infatti, cercheremo di organizzare anche l’offerta commerciale insieme». Come? «Avremo un catalogo con tutti i nostri prodotti
e servizi, verrà messo a disposizione del network. Dai clienti, in questo modo, ognuno potrà offrire, oltre al suo, un portafoglio più vasto e completo». Vantaggi? «Intanto avere a disposizione più cose da vendere. Ovviamente gli approfondimenti e le trattative andranno portate avanti insieme a chi produce il prodotto al quale il cliente è interessato. Poi, chi compra, potrà avere sostanzialmente un solo fornitore, il network, per tutto quello al quale è interessato. E’ un vantaggio, un’opportunità». Rischi? «E’ chiaro che serve una conoscenza reciproca profonda, tra di noi, e va creato un clima di fiducia». Avete deciso di allearvi per affrontare meglio la tempesta della crisi economica? «Diciamo che la crisi è stata un acceleratore verso questa aggregazione. Le ultime ricerche, indicano un calo medio del fatturato, nel 2009, per le imprese del nostro settore, vicino al 19%. Certo, la percentuale non è paragonabile a quella della metalmeccanica, però...». Però è meglio tenere la guardia alta. «Questa rete nasce sia come reazione alla situazione, al momento, sia per risolvere un problema strutturale dell’ICT, appunto la dimensione delle aziende. Finché l’economia tira, tutti riescono ad andare avanti. Ma se rallenta... Questa è una soluzione». Siete in 23, sperate di aumentare? «Sì. Il network è aperto non solo agli associati di Unindustria Bologna, ma anche di altri territori». Matteo Naccari
IL CINECA
«Altri clienti ci potranno conoscere»
Franco Boccia
POLONORD ADESTE
«Creeremo prodotti innovativi»
Fabio Zalambani
«ENTRARE in rete significa soprattutto fare delle sinergie». E’ questa la principale aspettativa che il Cineca ha entrando in ReteICT. Il centro interuniversitario di calcolo dell’Ateneo bolognese è un soggetto sicuramente atipico rispetto alle altre aziende del network, ma le idee sul da farsi sono ben chiare. «Cineca è un consorzio che ha come mission non solo il supporto alla ricerca dell’Università, ma anche lo sviluppo di innovazioni gestionali e scientifiche e il trasferimento tecnologico, sia alle amministrazioni locali che alle aziende industriali. Siamo, probabilmente, il maggior centro d’eccellenza in Italia quanto a potenza elaborativa e nelle gamme applicative dell’ICT» spiega l’ingegner
POLONORD Adeste è una delle 23 aziende del network ReteICT, la nuova aggregazione di aziende dell’Information and communication technology promossa da Unindustria Bologna. Nata 11 anni fa, si occupa di produzione di supporti ottici nel campo dei cd, dvd e blu ray e lavora nel settore delle memorie flash personalizzando e caricando dati su prodotti come chiavi usb, sd card e Compactflash. Negli anni l’azienda si è specializzata in questa nicchia di mercato e vede nel network «un’opportunità per raggiungere importanti clienti a livello nazionale e internazionale» dice l’amministratore delegato Fabio Zalambani. Com’è nata l’idea di unirsi in un network? «Tra gli imprenditori bolognesi nel mondo ICT si è rafforzata la
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NETWORK DELLE IMPRESE SPECIALIZZATE IN NUOVE TECNOLOGIE
aggredire il mercato sviluppo software, hardware comune e gruppi d’acquisto. RETEICT, che ha la sua sede in Unindustria Bologna, si è già dotata di un rappresentante legale, Paolo Angelini della Dexer, e di un comitato esecutivo composto da cinque membri (Stefano Frascari, Andrea Padovano, Giovanni Scardovi, Roberto Vecchione, e lo stesso Angelini). «Guardiamo a questa iniziativa con grande soddisfazione — afferma il numero uno degli industriali bolognesi, Maurizio Marchesini —, ReteICT si aggiunge infatti alle altre esperienze
che, con il sostegno di Unindustria Bologna, hanno preso il via negli ultimi mesi, da parte di imprese sempre più consapevoli che esistono forme per diventare più forti insieme, pur mantenendo ciascuna la propria individualità». LA RETE dell’ICT, infatti, va ad unirsi alle altre due esperienze pilota in fatto di aggregazioni di impresa: Is Bologna, che riunisce le piccole imprese della subfornitura meccanica, e 01 Wiring, l’azienda nata dall’aggregazione di quattro imprenditori dell’automazione elettrica ed elettronica. Elena Boromeo
Franco Boccia. «Ecco perchè, dove vediamo esperienze valide di trasferimento tecnologico, riteniamo nostro compito aderire a tali iniziative». Che attese avete da ReteICT? «Di fare, appunto, rete. Il che significa lavorare in gruppo ed aiutarsi gli uni con gli altri. Per quanto ci riguarda, vogliamo farci conoscere di più da tutte quelle aziende che sono nostre potenziali clienti, ed alle quali possiamo fornire un aiuto reale per lo sviluppo dell’innovazione. La rete può essere per noi un supporto importante sul piano commerciale e del marketing. Sappiamo, peraltro, che il Cineca può offrire molto ai suoi interlocutori». Cosa, concretamente? «Siamo il primo centro in Italia
per potenza elaborativa nel supercalcolo, quello che si definisce ‘high performance computing’. E possiamo vantare una riconosciuta competitività anche sul piano internazionale: la classifica dei primi 500 centri nel mondo ci vede al 61˚ posto, ed al quarto o quinto in Europa. In altre parole, il Cineca può offrire un data-center per elaborazioni gestionali, scientifiche, tecnologiche e tutte le gamme applicative dell’ICT di altissimo livello. E come ho detto — conclude l’ingegner Boccia — il grande impegno è soprattutto in relazione al supercalcolo. Del resto, già da due anni è operativa una convenzione con le imprese di Unindustria Bologna a questo proposito». c.r.
consapevolezza che per stare al passo coi continui cambiamenti del mercato ci volesse qualcosa di nuovo. Così, incontrandoci nelle assemblee in Unindustria, ci siamo resi conto che nel territorio bolognese ci sono molte piccole e medie imprese che offrono servizi nel nostro settore. Quindi ci siamo detti: perché non uniamo le forze per riuscire a gestire commesse più importanti a livello nazionale? ReteICT è stata la risposta». Qual è il vantaggio di unirsi in un’aggregazione nel settore ICT? «RetelCT è un soggetto unico che ha al suo interno diversi attori ognuno con una sua specificità: chi si occupa di telecomunicazioni, chi di marketing, chi di software gestionali o chi come noi produce supporti fisici per veicolare dati. Il nostro settore chiede continuamente idee nuove, ma
una piccola azienda fatica a sviluppare progetti complessi. Mettendo assieme le nostre esperienze e specifici know how saremo invece in grado di creare prodotti innovativi da proporre ad importanti clienti nazionali e internazionali». Quale sarà il ruolo di Polonord Adeste all’interno della rete? «Noi metteremo in condivisione le nostre idee e conoscenze nel campo dei supporti di memorizzazione dati. Questa rete ci dà la possibilità di collaborare con altri partner per creare progetti complessi legati alle memorie, che da soli non saremmo in grado di fare. E daremo ad altre imprese di progettazione la possibilità di andare sul mercato assieme con proposte molto competitive: nasceranno nuove possibilità di business, sia per le singole aziende che per il network». Elena Turrini
Le magnifiche 23 Le 23 aziende di ReteICT sono: 3D Informatica, Acantho, Alya, Apus, Centro Software, Cineca consorzio interuniversitario, Dexer, Eca Consult, Elogic, E-Soft, Finsoft, Get Local, Idea Futura, Itacme Informatica, Italsel, Laboratori Guglielmo Marconi, Macro Group, Nsi Nier Soluzioni Informatiche, Polonord Adeste, Servabit, Smart servizi e marketing in Rete telematica, Sysdata Italia, Teleimpianti.
AL VERTICE Paolo Angelini della Dexer
IL PRESIDENTE DELL’ALLEANZA
«Avremo un unico catalogo e guarderemo all’estero» «LE AZIENDE nostrane, quando hanno bisogno di un fornitore di tecnologia, di solito vanno a Milano o a Roma. Spesso non immaginano nemmeno che anche a Bologna ci siano imprese dalle competenze di altissimo livello». Paolo Angelini, presidente di ReteICT e titolare della Dexer, una delle realtà che fanno parte di questa rete, punta tutto sul concetto di network allargato. Per migliorare l’offerta, stimolare la domanda e, perché no, anche far nascere una nuova consapevolezza dell’Information and communication technology in salsa bolognese. Quali sono i primi obiettivi di ReteICT? «La nostra prima esigenza è quella di mettere assieme l’offerta di queste 23 aziende, con un catalogo unico disponibile on line. Lo faremo anche grazie alle persone che ci supporteranno all’interno di Unindustria Bologna. Il che non vuol dire però che le aziende smetteranno di essere concorrenti. Nostro obiettivo è anche migliorare la competizione». ReteICT anche come risposta alla crisi economica? «Sicuramente. Nel 2009 il mercato IT in Italia
è diminuito del nove per cento e anche i primi mesi del 2010 non fanno ben sperare. Noi vogliamo promuovere comunque il tema degli investimenti, che sono da fare proprio in tempi di crisi. L’innovazione è l’unica soluzione anche per risolvere il problema delle piccole dimensioni delle aziende del settore. La riqualificazione deve essere l’obiettivo di tutti». Fra i vostri primi passi che cosa ci sarà? «Oltre al catalogo, parteciperemo a un bando di gara regionale per favorire le integrazioni. La rete di impresa, in Italia, non è ancora riconosciuta a pieno titolo come soggetto che cammina con gambe proprie. C’è stata una prima definizione, nel 2009, all’interno del cosiddetto Decreto incentivi, ma le norme attuative non sono ancora arrivate. Per il momento noi siamo una semplice associazione, ma puntiamo a una certa evoluzione proprio nella direzione della ‘rete d’imprese’». E per quanto riguarda i Paesi esteri? «Come ReteICT, chiaramente, miriamo anche a sviluppare la presenza su mercati lontani. La forza dello stare insieme lo consente». Daniele Guido Gessa
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FILIALI: Ancona, Anzola Emilia, Bari, Caserta, Padova, Pavia, Reggio E., Rimini, Roma, Treviso, Varese
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UNINDUSTRIA BOLOGNA ENTRO GIUGNO MUOVE VERSO IL MERCATO DELLA PORTA D’ORIENTE
Che bello fare cose turche GUARDA VERSO LA PORTA D’ORIENTE, la Turchia, Unindustria Bologna che vuole offrire nuove opportunità di mercato alle sue imprese. Internazionalizzazione è la parola chiave per comprendere la scelta strategica compiuta dagli industriali di via Serlio che hanno messo a punto un progetto di penetrazione commerciale o sourcing mirato appunto alla Turchia e che si realizzerà entro giugno, a costi abbattuti grazie ad un contributo della Camera di Commercio. Proposto ad un gruppo selezionato di imprenditori, il piano di lavoro è stato illustrato nel corso di un convegno in cui sono state analizzate le chance di fare business nella Repubblica turca. Portare la propria impresa laddove il mercato macina utili è del resto nel dna degli imprenditori di Unindustria Bologna che hanno sempre varcato i confini nazionali. E con la Turchia non poteva essere diverso visto che, nonostante la crisi internazionale, quel Paese rappresenta uno dei principali partner commerciali per l’Italia. Basti pensare che nel 2009 i nostri investimenti in Turchia hanno registrato un +4,5%. Le oltre 700 aziende
italiane sul Corno d’Oro sono attirate da un mercato di 80 milioni di persone alle quali l’accesso dei nostri prodotti è facilitato dagli accordi esistenti con la Ue. Senza tralasciare che il Paese è da sempre considerato un’ottima piattaforma commerciale e logistica di ingresso ai mercati dell’area medio orientale e delle repubbliche dell’ex impero sovietico. Ecco perché la proposta di Unindustria Bologna risulta essere davvero un’ottima occasione di sviluppo e di crescita economica per le piccole, medie e grandi aziende bolognesi. Proprio questo oltretutto è emerso nel corso del convegno i cui lavori sono stati aperti da Gino Cocchi, vice presidente vicario e consigliere delegato per l’Internazionalizzazione di Unindustria Bologna, e Ruben Sacerdoti, responsabile Sprint Emilia Romagna. A seguire sono intervenuti: Tiziano Furlan, presidente Mda Consulting; Pierluigi Venturini, responsabile Simest Emilia Romagna; Raffaella Iaselli, rappresentante Ispat per l’Italia; Eugenio Bettella, Studio Roedl & Partners di Padova; Stefano Bellocci, head of International Business & Trade Finance, Cariparma Crédit Agricole. Giacomo Ruggero
LE REGOLE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE E L’ORIGINE DELLE MERCI
Tra scambi globali e diritto doganale REGOLE DEL COMMERCIO internazionale, diritto doganale, difesa del Made in Italy e tutela dei consumatori, sono i temi affrontati nei due convegni dedicati all’origine dei prodotti, organizzati nel mese di marzo da Unindustria Bologna in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane. In un contesto di scambi globali e prodotti sempre più complessi, l’individuazione dell’origine dei prodotti non è semplice e la complessità è aggravata da un quadro normativo poco coerente. Con questa iniziativa Unindustria ha voluto aiutare le imprese a fare chiarezza su questi aspetti grazie al contributo di professionisti esperti della materia. Nel primo convegno, dal titolo «Le regole di origine preferenziale nel commercio internazionale», è stato spiegato come l’origine preferenziale delle merci sia la condizione che permette alle stesse di beneficiare di agevolazioni daziarie (riduzioni/esenzione di dazi, abolizione di divieti quantitativi/contingentamenti) previste dagli accordi di libero scambio siglati dalla Ue con alcuni paesi terzi. Tra gli argomenti tecnici approfonditi dagli esperti intervenuti quello della dichiarazione e certificazione dell’origine preferenziale, della verifica della sua origine, del cumulo euro-mediterraneo ecc. Il secondo incontro, dal titolo «Made in Italy tra diritto doganale e tutela del consumatore», ha invece cercato di far luce su argomenti quali il principio di non discriminazione comunitario ed il Made in Italy nazionale, la nozione di origine doganale delle merci nella legislazione
comunitaria e le norme a tutela del «made in Italy». Temi molto sentiti dalle nostre imprese che si trovano spesso a confrontarsi con fenomeni di concorrenza sleale che hanno ricadute anche sulla salute dei consumatori. Ai due incontri sono intervenuti: Canio Di Mare della Direzione regionale Dogane dell’Emilia-Romagna,
Sergio Ciardiello, direttore Ufficio delle Dogane di Bologna, Massimo Fabio, avvocato e dottore commercialista, partner di KStudio Associato, Alberto Guelfi, avvocato esperto di diritto doganale, Paolo di Costanzo, direttore Ufficio delle Dogane di Parma. Marcello Pierdicchi
ACCORDO
Questione di calcolo SI CHIAMA Hy.per.CAE, High performance Computer Aided, ed è una nuova joint venture nata nel mondo dell’informatica tra EnginSoft e Cineca, il centro interuniversitario di calcolo di Bologna. Due realtà leader nei settori del supercalcolo e della consulenza ingegneristica e tecnologie CAE hanno deciso di unire le forze e creare un soggetto nuovo, per offrire alle imprese un servizio di calcolo tecnico che per professionalità e completezza non ha eguali in Italia e in Europa. Hy.per.CAE supporterà le aziende nelle fasi di progettazione e ingegnerizzazione dei propri prodotti, soprattutto nei settori energetico, meccanico e meccatronico. «Da anni la competizione costringe le imprese ad esplorare tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie», dice il presidente di Cineca Mario Rinaldi. «Con Hy.per.CAE intendiamo aiutarle a gestire in modo efficace la complessità di sviluppo dei nuovi prodotti, riducendo i costi di produzione e il time to market». «Le competenze di EnginSoft nell’ambito della consulenza ingegneristica spiega il presidente della società Stefano Odorizzi abbinate a un’infrastruttura di eccellenza come quella di Cineca consentiranno ad Hy.per.CAE di offrire alle aziende strumenti e soluzioni all’avanguardia». Elena Turrini
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GAZZOTTI ESPORTA IN 40 PAESI E ORA PUNTA SULLA CINA
Cent’anni di parquet COMPIE 100 ANNI l’azienda bolognese nota nel mondo per il «ProntoParquet». Gazzotti, nata nel 1910 ai piedi di San Luca, oggi ha sede a Trebbo di Reno e punta a consolidare la leadership nel mercato italiano e a conquistare nuove nicchie internazionali. Dal 1978, anno in cui ha prodotto per la prima volta il pavimento in legno prefinito 2 strati a lista unica, rivoluzionando l’industria del parquet e le tecnologie costruttive impiegate nel settore, la ricerca non si è mai fermata. Gli elementi chiave del successo? Una produzione interamente made in Italy, un servizio d’assistenza a 360 gradi e lo sviluppo costante delle tecnologie. L’azienda, che conta 120 dipendenti ed esporta in circa 40 Paesi tra cui Corea del Sud, Turchia, Russia, Ungheria, Romania e Francia – nell’anno del centenario mira alla Cina, rafforzata dalla recente apertura di uno showroom monomarca a Shanghai: nei prossimi
tre anni, grazie all’accordo con un distributore locale, nasceranno altri 14 punti vendita. Per tale operazione Gazzotti ha vinto il premio China Awards 2009, assegnato dalla Fondazione Italia Cina. «Se non si è ambiziosi si soccombe dichiara Carlo Comani, amministratore delegato di Gazzotti – : questi 100 anni di esperienza ci hanno portato in dote forza di marchio ma soprattutto la volontà di dare il massimo per raggiungere il miglior livello qualitativo di prodotto e di servizio, e perciò ringrazio l’intera squadra di Gazzotti». All’atteggiamento pessimista di chi osserva la crisi mondiale dell’edilizia, Comani risponde con una strategia precisa. «I pavimenti Gazzotti continuano a essere interamente prodotti nello stabilimento bolognese, soggetti a continui controlli di qualità e di prestazione: andiamo in Cina con l’intenzione di conquistare nicchie di
mercato in grado di apprezzare parquet di alto livello. Per l’Italia mi auguro si realizzi una maggiore tutela dei consumatori: la distorsione del libero mercato, il sommerso e l’ingresso di prodotti cinesi non conformi alle normative europee necessitano di una svolta nel segno della moralizzazione». Gazzotti distribuisce anche il marchio Idee&Parquet: pavimenti in legno nuovo e di recupero, nel rispetto delle più antiche tecniche di lavorazione artigianale; prodotti unici nati per un pubblico selezionato che conta clienti quali Gucci, Prada, Louis Vuitton, Ferragamo... «All’orizzonte intravedo segni di ripresa – conclude Comani -: sono certo che nel nostro settore verrà premiata più la qualità del prodotto che il prezzo anche perchè il parquet è vissuto dal consumatore italiano come un investimento e non come una spesa». Valentina Righi
LEADER Tecnologia e innovazione nel pavimento in legno; qui sopra, l’ad Carlo Comani
ACCESSORI PER SCOOTER E CICLOMOTORI: FA.CO. COMPIE MEZZO SECOLO DI VITA
Come mettere in moto la creatività BRINDA al mezzo secolo di fiorente attività la FA.CO, la nota azienda di Calderino specializzata in accessori e ricambi per le due ruote. Di strada ne ha fatta tanta il suo timoniere, Pierluigi Cau, dal lontano 1960 quando iniziò l’avventura col diploma da geometra in tasca, qualche anno di esperienza come saldatore e un unico obiettivo: captare le richieste provenienti dalle case costruttrici di moto e ciclomotori. Dall’assemblaggio per conto terzi alla produzione in proprio di serbatoi, alla
realizzazione di marmitte per il primo montaggio. Fino al passo successivo, nel 1978, con la creazione di una linea di accessori per scooter, moto e ciclomotori. «E’ lui che ancora oggi inventa gli articoli più esclusivi e alla moda - racconta la figlia Cristina che si occupa della gestione amministrativa - ed è lui che li progetta e li produce
assieme ai fedeli collaboratori (alcuni dipendenti lavorano in azienda da oltre 40 anni)». La gamma dei prodotti FA.CO si è ampliata anno dopo anno: carenature in plastica, portapacchi, bauletti, parafanghi, cavalletti e parabrezza (quest’ultima è l’attività portante e rappresenta circa il 60% della produzione attuale). Include accessori di «pregio» come la serie Special Crom, in ferro con «saldatura ad ottone» e speciale
trattamento precromatura. Ma soprattutto viene distribuita in tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, all’Australia e al Giappone. «Alla base del successo c’è sì l’impegno dedicato all’innovazione, generalmente ispirata dalla creatività del suo fondatore - chiosa la Cau - ma anche la competenza e la professionalità del personale che accompagna l’adeguamento costante dell’azienda alle esigenze via via mutevoli della clientela». Barbara Bertuzzi
FONDATORE Pierluigi Cau con la moglie Lella (ora scomparsa) e la figlia Cristina. Leader dal 1960
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