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L’INIZIATIVA

APPUNTAMENTO IN FIERA

Giovani in azienda

Il Motor Show sarà elettrico

OLTRE 1.400 gli studenti degli istituti tecnici che hanno partecipato alla ‘Giornata dell’Orientamento’ scoprendo la ‘vita quotidiana’ nelle aziende del territorio. Tra gli appuntamenti anche un faccia a faccia col comico Dario Vergassola. Anno 3 - Numero 10 Novembre 2010

AL SALONE Internazionale dell’Automobile, che si terrà in Fiera dal 4 al 12 dicembre, spazio alla mobilità verde, con la possibilità di guidare, in una pista ad hoc, tutte le ultime novità sotto il profilo dei veicoli più innovativi ad alimentazione elettrica.

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SFIDE di CESARE BERNINI

La ricchezza del capitale umano LI uomini d’impresa da sempre dedicano tempo e attenzione all’orientamento ed all’incontro tra il mondo dell’industria e i giovani. Chi opera guidato dalla cultura del ‘fare’ sa che favorire nelle nuove generazioni la consapevolezza del grande patrimonio di conoscenza e di progettualità che l’industria raccoglie, e le opportunità professionali che offre, è un investimento. Un tessuto industriale determinato a cogliere la ripresa, infatti, che vuole puntare sulla ricerca ed innovare i propri prodotti, la propria organizzazione e la propria capacità di internazionalizzarsi e di penetrare sui nuovi mercati, deve investire in capitale umano. I collaboratori preparati sono un ‘valore aggiunto’ essenziale per le imprese, in particolare per quelle ad alta specializzazione. Con questo spirito Unindustria Bologna ha dato vita alla terza edizione della Giornata dell’Orientamento, di cui si parla anche su questo numero di Next: un’iniziativa che ha coinvolto 1400 studenti di 14 istituti tecnici, che hanno visitato e conosciuto dall’interno la realtà di 16 imprese del territorio. E’ stata un’occasione preziosa per riflettere insieme sul futuro professionale, sulle competenze dei giovani e sulla necessità che l’istruzione nel nostro territorio valorizzi la cultura tecnica e scientifica. Per una società come la nostra, un sistema educativo che consenta ai giovani di affrontare il mercato del lavoro con le carte migliori deve essere una priorità. Per questo, occorre che tale sistema educativo stimoli i giovani a pensare innovativo, a cogliere la ricchezza di opportunità del territorio in cui hanno la fortuna di vivere, ed anche a riscoprire la passione per competenze e professionalità che hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita e nello sviluppo della collettività. * Direttore generale di Unindustria Bologna

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CACCIA A FORNITORI PER LA COSTRUZIONE DELLE CENTRALI

Il nucleare cerca alleati CONVEGNO sotto le Due Torri promosso da Enel per stilare una lista delle imprese interessate a essere coinvolte nel programma nazionale. Il professor Paolo Vestrucci dell’Alma Mater: «Le nostre imprese hanno competenze e capacità per essere in prima fila in questa ‘rinascita’». A PAGINA 5

www.agrimaster.it


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RACEBO E IS BOLOGNA

ECCO IMOLA FA, OTTO IMPRESE AGGREGANO I PUNTI DI

E le alleanze della meccanica finiscono in mostra ARIGI-MILANO via Bologna. Dal Midest all’Eicma con Unindustria. La principale fiera francese della subfornitura meccanica e il salone del ciclo e del motociclo sono le due grandi manifestazioni internazionali a cui hanno partecipato, con ottimi risultati, RaceBo e IS Bologna, aggregazioni d’impresa nate sotto la spinta di Unindustria Bologna. Due alleanze tra imprenditori del nostro territorio che, mettendo insieme il loro know how, allargano così il loro raggio di azione: RaceBo sotto forma di contratto di rete tra imprese dell’automotive. E Is Bologna che, invece, raggruppa industrie della subfornitura meccanica. Vetrine ricche di opportunità (molteplici i contatti internazionali potenziali) per RaceBo e Is Bologna. Al punto che, al Midest di Parigi, Unindustria è sbarcata con una ventina di aziende ospitate in due stand (200 mq complessivi). Avvalendosi anche del contributo della Regione e della Camera di Commercio di Bologna.

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Uniti per sfondare A CAPACITÀ di competere ad alto livello passa anche per l’alleanza di imprese. Piccole e medie. In gergo tecnico si chiama aggregazione. Nel concreto, Imola Fa. Ultima nata in casa Unindustria Bologna, qui nel ruolo di ‘levatrice’ e con imprenditori imolesi in quello di genitori, Imola Fa è riuscita a raggruppare otto realtà produttive emiliano-romagnole. Quali, Aepi Costruzioni Elettromeccaniche, Iprel Progetti, Novanet, Meccanica Imolese, Omgm e

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Protesa (tutte di Imola); El.Mecc. di Lugo e Tebo di San Lazzaro di Savena. Aziende con un pedigree ventennale di tutto rispetto. E quattro di loro, Aepi Costruzioni Elettromeccaniche, Iprel Progetti, El.Mecc. e Novanet, facenti parte del gruppo Aepi, attivo da oltre quarant’anni nell’automazione industriale. Un colosso, Imola Fa, che può vantare, nel complesso, un fatturato di 55 milioni di euro prodotto da oltre 400 addetti. E una copertura dei mercati ad ampio spettro. Poiché i campi di azione delle otto imprese vanno

«LA PRESENZA al Midest, come quella ad altre qualificate rassegne di settore – rileva Stefano Sarti, coordinatore di IS Bologna — conferma il dinamismo della nostra aggregazione». Ma ancora più certifica «la possibilità di presentarci sui mercati internazionali sotto un unico NEL FRATTEMPO, Unindustria Bologna sale in cattedra all’Alma Mater marchio e con un’immagine univoca Studiorum. E insegna ai futuri esperti di Diritto commerciale internazionain grado di integrare competenze le, ora ancora sui banchi della Facoltà di Economia, come e perché è nata diverse e complementari». Questo, l’esperienza di RaceBo, il primo ‘Contratto di Rete’ finora costituito in Italia tra osserva Sarti, «è stato fin dagli inizi aziende manifatturiere nato sotto l’egida dell’associazione degli industriali piccouno degli obiettivi che ci siamo li, medi e grandi di via Serlio. In cattedra, ad illustrare il lavoro dietro e davanti le proposti, dando vita a IS Bologna. quinte di questa realtà economico-produttiva e imprenditoriale unica, Florenzo Anche perché gli stessi Vanzetto, presidente di RaceBo e della Vrm spa di Zola Predosa. Un tecnico che ha committenti sono alla ricerca di parlato a tecnici ancora in formazione. E che un domani potrebbero trovarsi a gestipartner selezionati in grado di re e coordinare simili operazioni. A dare fondamento giuridico a RaceBo, ha spiegaoffrire prodotti completi». to Vanzetto, è il Contratto di Rete. In pratica, un nuovo strumento di aggregazione Partecipare in contemporanea a tra imprese, previsto dalla legislazione italiana dal 2009, che viene stipulato tra due due fiere internazionali, per o più imprenditori che vogliano esercitare attività economiche in comune. Così da Florenzo Vanzetto, presidente di accrescere la loro capacità innovativa e la competitività sui mercati. Un istituto RaceBo, «è la misura della vitalità che, oltretutto, assume rilevanza anche sul piano civilistico. Costituto appunto e della bontà del nostro progetto ad nell’ambito di Unindustria, il modello RaceBo (di cui Next si è già occupato appena sei mesi dal suo battesimo. nel maggio scorso) ha messo insieme 11 piccole e medie imprese bolognesi, Un progetto in cui abbiamo tutte subfornitrici nel settore dell’automotive e operanti nei diversi comfortemente creduto fin dall’inizio, parti della meccanica (dai trattamenti dei metalli alle fusioni in leghe facendo da apripista nel nostro Paese leggere, alle lavorazioni meccaniche di precisione, alla carpentealla sottoscrizione dei contratti di ria metallica, alla componentistica per telai e motori, alla verrete». RaceBo, spiega Vanzetto, niciatura). Durante la lezione, è stato poi messo l’accento «consente a piccole imprese, anche sul tema degli incentivi di carattere fiscale, espressione dell’eccellenza in particolare quelli previsti sulla materia dell’automotive locale, di avvicinare dal D.L. n. 78 del 2010, la ‘manovra clienti ai quali da sole non avrebbero correttiva’. accesso, mentre tutte insieme sono nella condizione di proporre un prodotto finito e completo. Si tratta di un salto di qualità per quanto riguarda la forza di penetrazione dei prodotti della motor valley bolognese. E ce lo conferma il fatto che, in particolare a Eicma, abbiamo riscosso un notevole interesse». g.r.

ANCHE L’ATENEO STUDIA LE RETI DI UNINDUSTRIA

dall’automazione dei processi a quella degli edifici, dalle tecnologie per le energie rinnovabili alla meccanica di precisione fino all’Ict (Information & Comunication Technology). SOLUZIONI mirate e cucite su misura in base alle richieste dei clienti: è la ragion d’essere di Imola Fa dove ogni azienda ci ha messo del suo in termini di competenze, tecnologie e asset. Differenze tra loro, però, complementari. Un atout che decreta il successo di questa alleanza economico-produttiva


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FORZA E PUNTANO A NUOVI MERCATI

all’estero che supera il modus operandi della ‘filiera allargata’, grazie ad una rete di progettazione e di realizzazione che non solo non compromette la qualità delle forniture. Ma, anzi, ottimizzando i processi produttivi, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie, riesce ad essere competitiva a livello internazionale. IN PRATICA, Imola Fa offre, a coloro che si rivolgono alle sue imprese, prodotti e servizi chiavi in mano di alta qualità in termini di progettazione meccanica, automazione e software;

industrializzazione di prodotto; costruzione, assemblaggio e cablaggio; costruzioni meccaniche, montaggio e collaudi di macchine, realizzazioni di particolari di precisione; controlli, collaudi e prove in genere; programmazione Cad-Cam; rebuilding e revamping; prototipizzazione rapida. Un insieme di attività che possono essere eseguite sia su singoli particolari o prodotti, che su gruppi, macchine, attrezzature di produzione o montaggio e prototipi. Giacomo Ruggero

IL REGISTA DEL PATTO, MARCO GASPARRI

«Lavorando insieme si offrono ai clienti prodotti chiavi in mano» OI E NOSTRO. Contro io e mio. Insieme: è l’avverbio che Marco Gasparri (nella foto) ripete come un mantra per spiegare la forza e il perché di Imola Fa: «Il nostro obiettivo è crescere insieme, affrontare il mercato insieme, sbagliare insieme e litigare insieme. Insomma fare qualcosa che serva a noi e alle nostre imprese». Pronomi e aggettivi possessivi plurali sono sostanza e non forma. Imola Fa (www.reteimolafa.it) nasce qui. E dall’intuito imprenditoriale. «L’idea era già nell’aria da tempo – ricorda Gasparri, motore di questa unione — anche perché avevamo relazioni molto strette. Ma quando nostri clienti ci hanno chiesto soluzioni complete di automazione e ingegneria di processo collaudati in campo, abbiamo girato la chiave e avviato il motore». E guardato all’unico istituto giuridico, agile ma solido, che potesse aiutarli: mettere in comune competenze, tecnologia e asset. Quanto di più ‘sacro’ da un punto di vista industriale. Ma, in Imola Fa, «nessuno vuole fare le scarpe all’altro. Quando si lavora per il bene comune, le ricadute positive sono su tutti». E’ il segreto del «fare un passo indietro per il bene del nuovo soggetto». E i clienti sono soddisfatti perché hanno un servizio chiavi in mano «per di più senza costi aggiuntivi».

N E’ STATO PREMIATO DALLA WIPO

Gino Rapparini inventore dell’anno PIRITO imprenditoriale e animo da inventore, con oltre duecento brevetti internazionali depositati. L’innovazione è il pane quotidiano per Gino Rapparini (nella foto), fondatore della Ica di Bologna, azienda leader a livello mondiale nel settore del packaging. Ora un altro traguardo si aggiunge nella carriera dell’imprenditore: il premio internazionale Wipo Inventor Award, consegnato a Rapparini nel corso dell’ottavo forum di Wipo a Roma. Dopo molti anni, l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale torna ad assegnare l’ambito riconoscimento a un italiano: «Per la sua attività e innovazione imprenditoriale nel settore del packaging industriale» si legge nelle motivazioni. «La felicità per me inventore è andare a casa la sera con un problema e tornare la mattina dopo con la soluzione», ha detto commosso l’imprenditore durante la cerimonia di consegna del premio. Da quasi cinquant’anni Rapparini ispira con la sue idee i progetti e le linee di confezionamento di Ica. Dopo essersi diplomato all’istituto Aldini nel 1953 e aver fatto esperienza in aziende del bolognese, nel 1959 inizia la sua attività come disegnatore e montatore di macchine automatiche. Nel 1963 fonda Ica, che cresce in maniera costante fino al colosso di oggi. Rapparini non smette di inventare, ogni giorno, e nei primi mesi del 2010 è riuscito a depositare già cinque domande di brevetto. Elena Turrini

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LA PARTENZA. Un anno fa circa. «Fare di noi otto un’unica azienda — rileva Gasparri — era un’idea troppo onerosa e richiedeva tempi troppo lunghi» incompatibili con il mercato. Inevitabile quindi guardare al contratto di rete che «ci permette di mantenere la nostra autonomia, ma di porci scopi unici». In pratica il contratto di rete sancisce la nascita di un’impresa vera e propria attraverso la creazione di un fondo, la definizione dei meccanismi di governance, l’istituzione di un marchio e un interscambio minimo di partecipazioni societarie. Quando il mercato ha bussato, otto imprenditori hanno risposto con Imola Fa, «un soggetto imprenditoriale a tutti gli effetti». Una necessità che ha trovato un terreno fecondo in Unindustria Bologna dove già altre aggregazioni avevano visto la luce. E il debutto alle più importanti manifestazioni fieristiche ha decretato il successo di questa scelta «fuori dagli schemi». Perché «per conquistare un mercato come quello della Cindia sono strategiche le dimensioni. Un conto – dice Gaparri — è andarci soli e un conto con 55 milioni di fatturato e 400 addetti come Imola Fa». Giacomo Ruggero


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ENEL E UNINDUSTRIA HANNO RACCOLTO LE REALTÀ INTERESSATE ALLA COSTRUZIONE DI CENTRALI

Il nucleare parlerà bolognese A RINASCITA del nucleare passerà per Bologna e l’Emilia Romagna. Lo testimoniano i numeri raccolti in un meeting promosso sotto le Due Torri da Enel, Confindustria regionale e Unindustria Bologna, dove il colosso dell’energia ha illustrato il processo di coinvolgimento e qualificazione dell’industria nei progetti per la ripresa appunto del nucleare in Italia. All’appuntamento hanno partecipato decine di aziende del centro nord e tra quelle che si sono registrate

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all’indagine avviata da Enel per mappare le competenze specifiche sul territorio, 37 erano di matrice emiliano romagnola: hanno i requisiti per poter essere coinvolte nelle gare d’appalto. Insomma, c’è chi può ritagliarsi un posto al sole negli investimenti per la produzione di energia, un progetto che sarà realizzato da Enel Edf e che punterà sulla tecnologia Epr, i nuovi reattori europei. Una torta gustosa visto che, come stima Confindustra, si ipotizza un movimento di circa 30 miliardi di euro. Piero Gnudi, presidente

di Enel, ha detto che la costruzione delle centrali comporterà «investimenti enormi e in Italia abbiamo aziende che sono in grado di usufruire di questa straordinaria possibilità». Commenta Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria: «Il bilancio energetico dell’Italia dipende, per circa l’80% del fabbisogno, dall’importazione di fonti energetiche. L’energia elettrica prodotta nel nostro Paese costa il 60% in più della media europea, una situazione che pone fuori mercato interi comparti produttivi. E’ un

problema strategico la cui soluzione non può prescindere dall’utilizzo di tutte le fonti energetiche a disposizione». Chiude Savino Gavazza, presidente della commissione energia e sviluppo sostenibile di Confindustria Emilia Romagna: «Abbiamo davanti una sfida che dobbiamo cogliere per rendere competitivo il Paese sotto il profilo energetico e valorizzare le imprese della regione che hanno competenze e capacità in campo nucleare». Matteo Naccari

IL PROFESSOR VESTRUCCI: «OPPORTUNITÀ ANCHE PER LA FORMAZIONE»

«Le nostre imprese possono stare in prima fila» E IMPRESE dell’Emilia Romagna possono avere un ruolo nella rinascita del nucleare? «Il ‘rinascimento nucleare’ è una sfida per le imprese italiane e anche della nostra regione: chi ha competenze e ambizioni è chiamato ad uscire allo scoperto. Ci sono realtà in grado di diventare fornitori specializzati nei progetti di costruzione delle centrali. La risposta agli incontri di Enel è stata importante: più di 500 aziende hanno aderito alla richiesta di iscrizione all’albo dei fornitori per le centrali e all’incontro promosso da Unindustria Bologna ne erano presenti circa 80. Non dimentichiamo che all’estero ci stiamo dando da fare nel campo della fusione nucleare (settore più avanzato della fissione nucleare sfruttata negli attuali reattori). Le ultime grandi commesse in Francia per realizzare la macchina per la fusione Iter sono state vinte da italiani: Ansaldo con Mangiarotti e Tosto per il vacun Vessel (300 milioni di euro), AGS per i superconduttori (165 milioni di euro), la bolognese Ocem per gli alimentatori (29

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milioni di euro)». Paolo Vestrucci è professore di Impianti nucleari all’Università di Bologna, fondatore di Nier Ingegneria e membro del consiglio direttivo di Unindustria. Tasta il polso alle potenzialità delle imprese regionali nel nucleare. Il ‘made in Italy’, quindi, può dire la sua?

«Sì. Guardiamo una centrale Epr, il reattore franco-tedesco che interessa l’Enel: 5 miliardi di euro di investimento, con gli italiani che possono aspirarne a una percentuale che va dal 40 al 60%». E che caratteristiche hanno?

«Per quanto riguarda una centrale, si spazia da chi può essere coinvolto nella fornitura di cemento armato o acciaio o nella realizzazione di opere civili fino a chi è specializzato nella produzione di particolari sensori o valvole». E lavorano già nel settore?

«Non è detto. C’è chi lo ha fatto in passato e che poi si è occupato di altro, c’è chi sviluppa una particolare tecnologia in settori analoghi. Le premesse ci sono tutte e

in alcuni casi anche più che premesse». Che problemi si trovano ad affrontare?

«Spesso devono colmare gap nell’accreditamento e nella certificazione dei prodotti per scopi nucleari». Crede che questa rinascita potrà dare impulso anche alla formazione?

«C’è una crescente richiesta di tecnici a livello mondiale e la sfida è anche per il sistema formativo. Non è solo un problema di quantità di ingegneri, ma anche di sapere misurarsi con progetti significativi, con grandi opere di una dimensione alla quale non siamo più abituati. Una Università che vuole esplorare lo spazio, costruire centrali nucleari, esplorare le frontiere della sostenibilità è tendenzialmente più attrattiva di una Università che discute sul Civis per 15 anni. Ritengo che la formazione ingegneristica (e

non solo) cresca se ci sono grandi sfide da cogliere. Vedere quindi il sistema Paese impegnarsi per la costruzione di centrali nucleari credo non possa che avere ricadute positive sul sistema formativo». Matteo Naccari

LA GIORNATA DELL’ORIENTAMENTO

L’industria svelata agli studenti tra stabilimenti e teatro N SUCCESSO che si è misurato in facce curiose e interessate, in domande pertinenti e puntuali, in entusiasmo e intraprendenza. Venerdì 19 novembre, oltre 1.400 studenti di quattordici istituti tecnici sono entrati in azienda. Sedici le imprese del territorio bolognese che hanno aderito all’iniziativa. La ‘Giornata dell’Orientamento’ si è poi conclusa al Teatro Duse, in via Cartoleria, dove tantissimi ragazzi hanno potuto ascoltare le parole del presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini, del vice presidente nazionale della Piccola industria di Confindustria, Massimo Cavazza, e del Consigliere delegato di Unindustria Bologna per l’education e la formazione,

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FORMAZIONE Ragazzi partecipano a un’iniziativa della ‘Giornata dell’Orientamento’

Roberto Gamberini. A rendere più ‘vulcanica’ la giornata al Duse anche il comico ligure Dario Vergassola, che ha scherzato con le sue classiche battute, intervallate da considerazioni fra il serio e lo scherzoso su che cosa voglia dire lavorare in una impresa oggi. MA LA GIORNATA al Duse è anche stato il momento per premiare il miglior slogan della Giornata dell’Orientamento, creato dalla 5C dell’Isis M.J. Keynes di Castelmaggiore. «+ merito +responsabilità = +lavoro» la frase che ha colpito la giuria, frase che rappresenterà la prossima edizione della Giornata. «Lavorare nelle imprese è qualificante anche sotto il profilo sociale – ha

dichiarato Maurizio Marchesini —. Il nostro tessuto produttivo è fatto di aziende medio-piccole ma leader nella propria nicchia, in grado di produrre tecnologia e prodotti sofisticati, che investono in innovazione e hanno bisogno di personale estremamente specializzato e qualificato». Gli istituti tecnici coinvolti nell’iniziativa sono stati: Itis Belluzzi; Itc Rosa Luxemburg di Bologna; Aldrovandi-Rubbiani di Bologna; Ist. Bruno di Budrio; Itc Salvemini di Casalecchio di Reno; Isis Keynes di Castelmaggiore; Isi Direttissima di Castiglione dei Pepoli; Ipia Malpighi di Crevalcore; Ipc di Molinella; Itis Mattei di San Lazzaro di Savena; Iis Fantini di Vergato. Daniele Guido Gessa


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SUCCESSO ALL’EIMA PER IL MARCHIO BOLOGNESE

Nobili dell’agricoltura A REALIZZAZIONE consente di eseguire in modo ottimale lavorazioni che richiederebbero più passaggi o che sarebbero realizzate con un maggior impatto ambientale e minori risultati». Queste sono le motivazioni della consegna del premio «Novità Tecnica Eima 2010» a Nobili S.p.a. L’edizione del salone internazionale dell’agricoltura di quest’anno ha contato numeri da record. Anche il marchio bolognese, con la sua presenza all’Expo, ha inanellato una serie di successi. Il riconoscimento alla capacità dell’azienda di innovare supportando il mondo agricolo è stato accompagnato da una prestigiosa targa celebrativa che Massimo Goldoni, presidente di Unacoma (Unione nazionale costruttori macchine agricole), ha consegnato direttamente al numero uno di Nobili, Mario Rossi.

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«LA FORZA della Nobili – ha commentato Rossi — sta nell’impegno a far sì che il cliente possa raggiungere in modo rapido ed efficace i propri obiettivi». Entrato nel 1962 come

SORRISI Massimo Goldoni, presidente di Unacoma, consegna il riconoscimento a Mario Rossi, numero uno della Nobili

dipendente, Mario Rossi ha preso le redini dell’azienda dopo la scomparsa del padre fondatore, Efrem Nobili, colui che diede vita alle prime Officine Nobili Efrem nel 1945 dopo aver ideato le prime pompe a membrane. Grazie alla sinergia commerciale che dall’86 ha siglato una partnership con la francese Kuhn, Nobili oggi rappresenta una

realtà internazionale con un fatturato di 18,5 milioni di Euro e un export che supera il 75%. Fiori all’occhiello del marchio sono trince, irroratrici, muletti e pompe. Tutti risultato di forti investimenti nella ricerca. Come a dire: know how e tecnologia da Nobili non sono un proposito sulla carta ma un motore sui campi. a.z.

L’IMPRESA DI CASTEL GUELFO

Bergami anti crisi NVESTIRE sul controllo di gestione per non perdere mai la rotta, e fare della flessibilità la propria virtù: così una Pmi può attraversare la crisi e continuare a crescere anche in uno dei settori più colpiti. L’esempio è in casa: basta guardare a Castel Guelfo, dove l’azienda Fratelli Bergami, specializzata nella carpenteria meccanica, si prepara a chiudere il 2010 con un fatturato quasi triplicato rispetto al 2009. «Per noi il 2010 è un anno molto interessante. Stiamo ottenendo ottimi risultati, prevediamo di chiudere con un fatturato di 10.500.000 euro, quando nel 2009 era di 3.800.000 euro». Parola di Damiano Bergami, amministratore delegato e figlio di uno dei fondatori, che oggi guida l’azienda affiancato dal direttore amministrativo, Leandro Pallozzi. Nata alla fine degli anni ’50 con l’obiettivo di costruire attrezzature agricole, l’azienda ha 42 dipendenti, opera in uno stabilimento di 10mila metri quadri, e dedica il 90% della produzione alla carpenteria leggera personalizzata conto terzi. Tra le attività di punta c’è la progettazione di componenti per gli impianti ad energie rinnovabili. Proprio per illustrare il ‘modello Bergami’, l’azienda ha ospitato il ‘road show dell’Emilia dell’eccellenza’, un incontro a cui ha partecipato anche il presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini. Ed ecco qual è la ricetta vincente presentata da Bergami: «Abbiamo investito pesantissimamente sul controllo di gestione, dei costi e dei processi organizzativi e informativi, e nel 2009, per superare una flessione drastica degli ordinativi, abbiamo messo a frutto i nostri investimenti». In particolare, fa sapere, «la scelta della Team System, nel 2007, come partner nel rinnovamento informatico, si è rivelata decisiva». Elena Boromeo

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LE NOVITÀ AL MOTOR SHOW

Va in pista l’elettricità RRIVA la 35esima edizione del Motor Show, il Salone Internazionale dell’Automobile, in programma a BolognaFiere dal 4 al 12 dicembre. Tra i focus c’è Electric City ‘powered by Enel’, iniziativa inedita dedicata alla mobilità elettrica al padiglione 30: Case auto e aziende esporranno e faranno provare, direttamente sulla pista indoor ricavata all’interno della scenografia urbana di Electric City, i propri veicoli ad alimentazione elettrica. Sette padiglioni più il Quadriportico saranno destinati all’esposizione delle Case auto, che rappresentano circa il 90% del mercato italiano, il padiglione 33 sarà dedicato al mondo Racing con gli spazi espositivi di scuderie e aziende del settore, mentre al 36 c’è la conferma del Paddock Show,

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uno speciale luogo d’incontro tra i team del mondo Racing, presenti con i loro motorhome, e il pubblico della manifestazione. Non mancheranno gare ed esibizioni sulla pista della Mobil 1 Arena, dove i visitatori potranno anche effettuare i test drive che da sempre fanno parte dei tratti distintivi del Motor Show: venite a provare gli ultimi modelli proposti dalle Case auto, sia sulla pista che sulle diverse aree esterne. Infine, per chi vuole sapere tutto del Salone, il Motor Show è presente con le proprie pagine o canali ufficiali su Facebook, Youtube, Twitter e Flickr: per gli utenti del web, da quest’anno oltre al sito www.motorshow.it ci sono anche il blog ufficiale, http://blog.motorshow.it, e l’applicazione “Motor Show”, scaricabile dall’App Store per iPhone e iPad.

ROMBI Un’edizione del Motor Show tra i padiglioni della Fiera di Bologna

RICONOSCIMENTO DA ECOMONDO

La Guidetti è ‘green’ GUIDETTI, l’azienda di Renazzo (Cento) specializzata nella produzione di macchinari per il riciclaggio di cavi, macchinari per demolizione e movimento terra, il premio ‘Sviluppo Sostenibile 2010 per la Green Economy’. Qualche giorno fa a Rimini, nel corso della Fiera ‘Ecomondo 2010’, la società guidata da Mauro Guidetti (20 milioni di euro di fatturato, una quota export superiore al 70% e 50 dipendenti), è stata riconosciuta tra le 10 migliori imprese italiane del settore prodotti e servizi innovativi, per efficacia dei risultati ambientali ed economici, contenuti e possibilità di diffusione. La motivazione specifica dell’award? Aver realizzato una macchina innovativa per il riciclo di cavi elettrici di rame e alluminio: basso impatto acustico, nessuna emissione di polveri, consumo energetico limitato, uso semplicissimo e costi contenuti. «Il rame è un materiale nobile, abbiamo imparato a separarlo dall’involucro che lo contiene e a renderlo riutilizzabile per ogni uso – spiega il responsabile commerciale di Guidetti Alvaro Mucci –: le nostre macchine consentiranno il riciclaggio di piccoli elettrodomestici, parti di computer e cellulari». Valentina Righi

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