Premio Mascagni, Officina Marchetti

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14 BOLOGNA ECONOMIA

MARTEDÌ 22 OTTOBRE 2013

ALL’AVANGUARDIA

E nel futuro il microstampaggio PILASTRO Dante Marchetti nel reparto produttivo: l’anno prossimo l’azienda compirà quarant’anni

LA SEDE L’azienda ora si trova a Sala

Quarant’anni di Officina Marchetti «Siamo sempre riusciti a innovare» Il fondatore Dante ancora alla guida: «Sono curioso» di SIMONE ARMINIO

L’ANNO PROSSIMO L’Officina Meccanica Marchetti compirà 40 anni. Alla guida c’è ancora il fondatore, Dante Marchetti, affiancato oggi dai due figli Marco, responsabile dell’ufficio tecnico, e Stefano, responsabile di produzione. Aziende di produzione di stampi a iniezione come la loro, «a Bologna se ne contano sulle dita di una mano — spiega Marchetti —. Eppure la nostra città ne era la patria». E ricorda: «A una fiera in Germania, nel 1991, c’erano 48 bolognesi: così tanti che per ottimizzare il viaggio organizzammo un pullman...». Poi cos’è successo?

«Di fronte alla crisi del nostro settore alcuni hanno chiuso, la maggior parte si sono convertiti alla produzione di particolari per macchine automatiche». Voi invece cosa avete fatto?

«Abbiamo messo in campo la tecnologia e cambiato radicalmente il processo di produzione, che oggi è in gran parte automatico». Ci saranno stati molti licenziamenti.

«No, sono rimasti tutti qui. Sarebbe stato uno spreco di conoscenze acquisite. Piuttosto è stato lungo e laborioso il processo di riconversione: pri-

ma c’erano operai che producevano un singolo stampo dall’inizio alla fine. Oggi ci sono tecnici che seguono ognuno una parte del processo, in vista dell’assemblaggio». E il prodotto è cambiato?

«Si, e soprattutto sono cambiati i materiali». Per esempio?

«Quando ho cominciato usavamo la plastica, che all’epoca era un prodotto di nicchia di cui nessuno avrebbe

L’EVOLUZIONE «Siamo tra i pochi sopravvissuti E non abbiamo mai licenziato» immaginato gli straordinari sviluppi. Poi, complice la vicinanza con Mirandola, abbiamo iniziato la produzione di stampi per il medicale. Quindi arrivò la Vileda, per la quale lavoriamo ancora oggi. Anche se il core business è diventato il silicone». Come è successo?

«Nel 1995, per curiosità e voglia di diversificare il prodotto, avevo rivolto la mia attenzione sul silicone liquido. Un prodotto così duttile da avere sbocchi in ogni campo: dall’automotive al sanitario e via dicendo».

Il futuro, insomma.

«Lo capimmo solo nel 2005, quando arrivò una ditta di Loiano, la Silikoneurope. Finimmo per dedicare a loro più della metà delle nostre capacità produttive». Troppo?

«Beh, quando un cliente arriva a superare una certa soglia comincia ad essere un problema: se crolla lui, crolli tu. Così nel 2010 iniziò una discussione sul da farsi, che ci portò ad entrare nel loro gruppo, Ivg group». Oggi sono i vostri unici clienti?

«No, ma nell’accordo è previsto un loro ingresso nel nostro capitale e la certezza che noi avremmo dedicato a loro il 70% delle nostre capacità. Il restante 30% oggi è il nostro investimento di sicurezza». In cosa lo occupate?

«Principalmente nel medicale, anche se la frontiera del futuro sono i microstampaggi». Mai rimanere fermi?

«Se riguardo al passato vedo chiara la ragione per cui oggi siamo ancora qui: quando tutti si dedicavano a un solo settore, dato per sicuro, noi cominciavamo a guardarci attorno, a cercare altrove. Creandoci, di volta in volta, un appiglio ci ha poi permesso di rimanere a galla».

I NUMERI

+13%

DI FATTURATO Il 2012 si è chiuso con un fatturato globale di 2,5 milioni di euro

17

DIPENDENTI Una decina lavora nella produzione: ogni anno arrivano anche gli studenti

5%

PER LA RICERCA La quota del fatturato riservata all’innovazione

NATA A Bologna nel 1974, l’Officina Meccanica Marchetti è rimasta in città fino al 1981, quando per la prima volta si è spostata a Sala Bolognese. Oggi ci lavorano 17 dipendenti, cinque dei quali impiegati nell’ufficio tecnico dove si disegnano e progettano gli stami a iniezione per la produzione di particolari in termoplastico e silicone liquido. Il restante dei dipendenti è diviso tra l’amministrazione (2 impiegati) e il comparto produttivo, dove sono una decina. Proprio qui, ogni anno, due o tre studenti delle scuole professionali cittadine arrivano per stage formativi: una tradizione a cui Dante Marchetti non vuole rinunciare. «OGGI — spiega — sono sempre meno le aziende disposte a formare gli studenti nella pratica, da qui deriva la difficoltà attuale a reperire operai». La costruzione degli stampi, una volta realizzata singolarmente pezzo per pezzo, oggi avviene in modo uniformato: vengono costruite parti di stampo a disegno poi assemblate. Questo favorisce la fornitura di ricambi e l’assistenza nel tempo. I settori merceologici e industriali per i quali Officina Marchetti opera sono molti: da quello medicale innanzitutto, stimolato dalla vicinanza del distretto biomedicale di Mirandola, a quello degli articoli tecnici, fino all’automotive e al cleaning di alta qualità. Il futuro è rappresentato dal microstampaggio, rapidamente sviluppatosi oggi soprattutto nel medicale. Anche negli anni della crisi, l’azienda ha registrato un andamento in crescita. Il 2012 si è chiuso con un fatturato globale di 2,5 milioni di euro, in aumento (+13%) sui 2,2 milioni dell’anno precedente. Continua nel frattempo la ricerca, a cui l’azienda destina il 5% del fatturato, convinta che l’innovazione sia il solo modo per rimanere sempre salda sul mercato. s. arm.


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