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10 BOLOGNA ECONOMIA
MARTEDÌ 22 GENNAIO 2013
OVAKO A sinistra, l’ad Luciano Pirazzoli A destra, barre d’acciaio prodotte dall’azienda
«Siamo usciti dalla crisi con le regole dell’acciaio»
Luciano Pirazzoli e la storia dell’Ovako di Molinella di MARCO GIRELLA
PUÒ CAPITARE che la fortuna di un’azienda e di chi ci lavora combaci con il suo momento peggiore. Più o meno il periodo, nel marzo del 1997, in cui alla Fluid di Molinella arrivò Luciano Pirazzoli, con un compito arduo. Risollevare le sorti di un’impresa che stava andando a picco. La Fluid commercializzava prodotti di acciaio della casa madre, la svizzera Daetwyler, e una ristrutturazione non sarebbe stata
LA SVOLTA «Stavamo per fallire quando iniziammo a produrre barre cromate per uso idraulico» sufficiente a risollevarne le sorti. Così gli venne in mente di cambiare prodotto e avviare la realizzazione di barre d’acciaio cromate per uso idraulico. Quelle, per intendersi, che sollevano i bracci delle gru, o delle macchine di movimento terra. Una scommessa azzardata, perché allora quel tipo di barre veniva costruito nel Nord Europa. Il leader mondiale stava in Svezia, e si chiamava Ovako. Un gigante che, a un
certo punto, infastidito dall’intraprendenza della Fluid, decise di comprarla. Pirazzoli, l’azzardo ha pagato.
«Dovevamo osare, altrimenti l’azienda avrebbe chiuso. Siamo stati fortunati a trovare il prodotto giusto e la gente giusta». Ha portato la sua squadra?
«No. Ho trovato qui dentro ottime professionalità. La maggior parte dei nostri quadri è formata da donne». Prodotto giusto e spirito di squadra. Bastano?
«I nostri conti migliorarono subito. L’anno dopo eravamo di nuovo in utile e siamo cresciuti fino ad oggi. Penso che non ci sia nessun paese come l’Italia per fare cose di qualità». Lei va controcorrente.
«Facciamo lavorazioni fantastiche, precise al millesimo di millimetro, con cromature, che riusciamo a completare solo noi, per preservare l’acciaio dalla ruggine». Quindi è stata la qualità del lavoro a farvi crescere?
«Sì, ma per raggiungerla ci siamo imposti di ottenere ogni giorno un miglioramento nel prodotto e nel servizio. Chiedo molto a chi lavora con me, ma premio le competenze». Come?
«Garantendo alle persone i soldi e la la flessibilità di cui hanno bisogno. Abbiamo appena iniziato un esperimento di telelavoro con una manager che ci segue da casa. Lei è contenta e l’attività procede come prima». A un certo punto la concorrenza vi ha comprato.
«Nel 2002. Nel settore delle barre cromate la Ovako ci ha visto crescere come rivali ed ha acquisito l’azienda». Eppure da qualche mese non si fa che parlare di Ilva e di acciaio italiano in crisi. Voi andate bene.
«Dipende da come si fanno le cose. Qui ci sono processi di lavorazione che richiedono temperature di mille gradi e si utilizza il cromo. Eppure i sistemi sono tali che non ci sono neppure fumi. È chiaro che per non inquinare bisogna spendere. Smaltire il cromo ci costa più di cinquantamila euro al mese ed è giusto così». Oltre al successo come manager, cosa la soddisfa di più?
«Da ex sindacalista che dal ’97 in poi qui non c’è stata neanche un’ora di sciopero. E non ci sono nemmeno rappresentanti sindacali per il semplice motivo che il dialogo con i dipendenti è costante. Se hanno richieste e proposte da fare le ascolto, e troviamo una soluzione insieme».
L’AZIENDA
Un miracolo industriale nella terra di Massarenti
I NUMERI
16
milioni E’ il fatturato del 2012. Più della metà dipende dei mercati esteri
42
dipendenti Sono gli impiegati nello stabilimento di 14mila metri quadri di Molinella
15
stabilimenti Sono le unità produttive nel mondo del gruppo Ovako
ERA IL 1977 quando due soci, Pierluigi Deserti e Maurizio Luppi, fondarono a Molinella la Fluid, per la commercializzazione di componenti idraulici. Le cose andavano bene, e sull’azienda cominciarono a mettere gli occhi anche importanti gruppi stranieri. E’ così che, nel 1989, la società viene ceduta alla Daetwyler, multinazionale Svizzera, che intende avvalersene per la distribuzione dei tubi in acciaio per uso idraulico da questa prodotti in Svizzera e Germania. Nel 1997 arriva a Molinella l’attuale managing director e general manager, Luciano Pirazzoli. Con il suo ingresso, Fluid inizia a sviluppare la produzione di barre temprate cromate per uso idraulico di alta prestazione, che fino ad allora venivano prodotte quasi esclusivamente in Svezia dal gruppo multinazionale scandinavo Ovako Ab. E’ la svolta: nel giro di due anni la Fluid diventa il maggior competitore nel mondo di Ovako Ab, fino a quel momento leader mondiale del settore. E nel 2000 la stessa Ovako Ab decide di iniziare la trattativa con Daetwyler per l’acquisizione dell’azienda di Molinella. L’operazione di acquisizione andò in porto, e dal 1 gennaio 2002 Fluid entra a far parte del Gruppo Ovako Ab. Col tempo viene modificata anche la denominazione sociale, che oggi è Ovako Molinella Spa, ma viene mantenuta una completa autonomia produttiva e commerciale. Il core business dell’azienda, che si rivolge esclusivamente alla fascia di utilizzatori di alto livello, in tutto il mondo, resta quello delle barre temprate ad induzione e cromate per cilindri idraulici. Oggi Ovako Molinella Spa è uno dei 15 stabilimenti nel mondo di proprietà del gruppo svedese Ovako Ab.