Premio Mascagni, la Melo

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BOLOGNA ECONOMIA

MARTEDÌ 10 LUGLIO 2012

Una donna tra gli ingranaggi «Lavoriamo anche per i terremotati»

Graziella Gigli, della Melo, e la solidarietà tra imprenditori di MARCO GIRELLA

DI DONNE come Graziella Gigli s’è perso lo stampo. Sempre che sia esistito e abbia prodotto qualcun altro che le somigli. Presidente della Melo, azienda specializzata nella lavorazione e dentatura di pezzi meccanici, che guida da quasi trent’anni, ha lavorato per quindici anni come impiegata in una pasticceria. E’ arrivata alla Melo molto per caso. Lasciata la pasticceria, era stata assunta dalla Venchi Unica. Per sfortuna sua e di altri 1800 dipendenti, la Venchi era del finanziere di Cosa Nostra, Michele Sindona, che provvide a chiuderla dalla sera alla mattina. Graziella passò in una piccola azienda, sempre come impiegata, finché un bel giorno il titolare le chiese di appurare chi avesse pubblicato un annuncio sul giornale per vendere una fabbrica moribonda. La signora Gigli telefonò e fu quasi costretta dall’interlocutore all’altro capo del filo a recarsi all’appuntamento per vedere l’azienda. Finì che impegnò tutto quello che aveva e fece debiti per quanto non aveva, pur di rilevare la Melo sull’orlo del fallimento. Perfino col senno di poi, una follia.

«E’ stato un innamoramento. Ho visto le macchine pulite, in fila, ordinate e con gli scaffali vuoti. Ho pensato che ci potevo lavorare su». Ma anche no.

«Chiesi subito un prestito di dieci milioni di lire, era l’83, per pagare gli stipendi ai quattro operai rimasti. Il direttore della banca mi sconsigliò di andare avanti, però mi concesse il prestito». Oggi le direbbe: ottima idea ma non la finanziamo.

«Era un azzardo anche allora».

Come si ambientò dentro una fabbrica?

«Trovai due soci di capitale e mi affidai agli operai: bravissime persone che lavoravano come se l’azienda fosse loro. Poi mi aiutò il fatto di essere una donna in un mondo maschile. I clienti venivano per vedere con i loro occhi quella che giudicavano una specie di assurdità. E io nel frattempo imparavo il da farsi». Certamente diverso rispetto alla pasticceria.

«Non tanto. In pasticceria ero l’unica im-

L’AZIENDA

PRESIDENTE Graziella Gigli In alto, alcuni pezzi prodotti dalla Melo

Qualità, attenzione velocità, gli ingredienti che vuole il mercato

I NUMERI

5,8

36

milioni

dipendenti

E’ il fatturato in euro del 2011, tornato a livelli superiori rispetto al 2008, dopo due anni di calo dovuto alla crisi

Lavorano nello stabilimento di Zola Predosa, che occupa quasi 8mila metri quadri compreso uffici e terreno

piegata, quindi mi occupavo di contabilità, acquisti, rapporti con fornitori e i clienti. Una grande scuola». Come ha attraversato tre decenni di grandi cambiamenti nelle fabbriche?

«Con pazienza e con il piacere di lavorare. Siamo sempre cresciuti. Adesso ci sono 36 dipendenti e mi danno una mano anche i figli». Non avete sentito la crisi?

IL SOSTEGNO «Alcuni fornitori hanno i capannoni inagibili, così produciamo i loro pezzi e li aiutiamo a consegnare» «Siamo contoterzisti puri, cioè lavoriamo per altri. Nel 2009 abbiamo risentito del momento economico con un calo del fatturato ma non del lavoro». Com’è possibile?

«Ci siamo specializzati nelle dentature coniche degli ingrananggi. Fatturiamo di più quando i nostri clienti ci chiedono procedimenti complessi, costringendoci a usare più materie prime e a dare in appalto alcune lavorazioni. Altrimenti facciamo tutto in proprio, con meno fatturato ma un buon impiego degli impianti».

Non avete prodotti vostri?

«No. Però investiamo in qualità, facciamo ricerca sul processo produttivo e curiamo molto le persone che lavorano per noi, sia per quanto riguarda la formazione che le loro esigenze di sistemazione. Alcuni vivono nella palazzina accanto allo stabilimento. Un benefit gradito perché pagarsi anche un affitto con una paga da operaio non è facile». Nel 2011 siete tornati a fatturati importanti.

«E speriamo di migliorare ancora. Anche se adesso stiamo cercando di dare una mano ai nostri clienti». In che senso?

«Alcuni si trovano ono in zone terremotate e hanno i capannoni inagibili. Così abbiamo iniziato a produrre pezzi che normalmente realizzavano da soli. Purtroppo ora non ce la fanno, quindi li aiutiamo. Devono consegnare o rischiano di uscire dal mercato, cosa che provocherebbe un danno a tutti». Ma come avete fatto con le vostre consegne?

«Abbiamo chiesto agli altri clienti che potevano permetterselo di aspettare un po’ di più e abbiamo riorganizzato le priorità. Penso sia un modo intelligente di fare solidarietà tra aziende che lavorano nello stesso settore. Perché le aziende sono fatte di persone. Non bisogna mai dimenticarselo».

MELO nasce a Zola Predosa nel 1966 come piccola officina meccanica, ma l’attuale gestione subentra nel 1983. Oltre a Graziella Gigli, che dal 2008 è rimasta l’unica titolare, in azienda lavorano anche i suoi due figli: Alessandro Rocca, dirigente per la parte tecnica, e Simona Rocca, responsabile della gestione amministrativa e finanziaria. Da più di quarant’anni l’azienda produce componenti per macchinari per conto terzi. La gamma dei suoi prodotti spazia dagli ingranaggi conici utilizzati per le macchine agricole, per i veicoli industriali e le automobili, alle grosse ruote dentate usate nelle mietitrebbia, nelle frese, negli erpici e nel settore eolico. In più costruisce anche ingranaggi speciali per macchine sollevatrici ed ingranaggi rettificati per le auto, attraverso un sistema di produzione all’avanguardia che utilizza un moderno programma informatizzato che permette di conoscere in tempo reale lo stato di avanzamento del ciclo produttivo. MELO si occupa anche della realizzazione di ingranaggi e componenti meccanici su disegno del cliente e a campione: un servizio che riesce a rispondere alle sempre più esigenti e particolari richieste fuori standard del mercato. Per garantire un livello di elevata qualità, durante tutte le fasi di lavorazione e sugli ingranaggi finiti, il materiale viene sottoposto ad un rigido e costante controllo mediante tecniche di verifica del prodotto definite per singole aree di lavoro, al fine di fornire ai clienti componenti perfetti. Melo ha da sempre rivolto un’attenzione particolare all’aggiornamento della struttura operativa ed è in quest’ottica che nel 2011 ha deciso di investire parte delle proprie risorse nel fotovoltaico.

VAI SUL NOSTRO PORTALE Per la videointervista a Graziella Gigli e per vedere le immagini della sua azienda vai all’indirizzo: www.ilrestodelcarlino.it/bologna


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