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BOLOGNA ECONOMIA
MARTEDÌ 30 OTTOBRE 2012
«Nella packaging valley mi diverto come un bambino»
Massimo Franzaroli racconta come si è inventato la Pulsar di MARCO GIRELLA
PROBABILMENTE la dote fondamentale per essere un buon imprenditore è quella di condurre la propria azienda con piacere. Massimo Franzaroli è la dimostrazione vivente del concetto. La sua Pulsar progetta e crea macchine automatiche per la selezione, movimentazione e lo smistamento di diverse tipologie di prodotti, dal caffè al tissue (settore che comprende carta igienica, rotoli da cucina e fazzoletti di carta). Tutto il suo lavoro, e i suoi profitti, si basano su quanta intelligenza riesce a sviluppare per rispondere a esigenze diverse di clienti diversi. Ogni committente, infatti, vuole macchine che rispondano in pieno alle sue particolari esigenze. Pur lavorando con tecnici e ingegneri, impegnati a creare macchinari complessi, Franzaroli pensa a se stesso come a un sarto che taglia e cuce gli abiti su misura del cliente. Un’operazione estremamente complessa e dispendiosa, in termini di soldi ed energie, ma anche molto gratificante per un tecnico uscito dalle Aldini, che in mezzo ai problemi tecnici ci sguazza come un pesce. Franzaroli, quando è iniziata l’avventura della Pulsar?
«Nel ’90 ma io cominciai a lavorare appena uscito da scuola, nel ’79. Quattro anni alla Marposs, e sono stati meglio di qualsiasi università». Davvero?
«Mi fecero girare tutti i settori dell’azienda, dalla progettazione alle vendite all’estero. Dopo un po’ ero pronto a mettermi in proprio». Con quale idea?
«Diventai un agente della Mapor, una società di Torino, in orbita Fiat, che produceva robot. Per me a quei tempi la robotica sapeva di fantascienza. Mi sentivo dentro il futuro. Però c’era il rovescio della medaglia». Costi troppo alti?
«Insoddisfazione personale. Di fatto ero un venditore. E io mi sentivo un tecni-
L’AZIENDA
I macchinari di 18 stabilimenti interamente targati Pulsar
IN UFFICIO Massimo Franzaroli negli uffici della Pulsar. In alto, uno dei macchinari prodotti e installati
I NUMERI
5,5
70
MILIONI
PER CENTO
E’ il fatturato del 2011, in crescita di oltre il 20 per cento rispetto al 2010. E’ tornato a salire dopo il calo del 2008
E’ la quota del fatturato 2011 proveniente dalle vendite all’estero, soprattutto nei paesi europei e Nord America
co, un progettista». Come risolse il conflitto?
«Come venditore incontravo gente fantastica, che lavorava per Gd, Ima, Marchesini. Di notte disegnavo macchinari». Per chi?
«Per i clienti che incontravo di giorno. Mi resi conto che assemblando pezzi diversi prodotti da ditte diverse per scopi diversi, si potevano creare macchine automatiche che rispondevano alle esigen-
LA MISSIONE «Risolvere i problemi dei clienti inventando macchinari nuovi è la mia soddisfazione maggiore» ze dei miei clienti. Applicai la tecnica del Meccano alla progettazione. Creavo novità, assemblando ciò che c’era già». Così aprì la Pulsar?
«Come agente arrivai a fatturare un miliardo e mezzo di lire dell’epoca. E misi tutto in gioco per fondare un’azienda che producesse le macchine che mi venivano in mente». In fondo, un passo calcolato.
«No, fu un azzardo. Ci impiegai anni per
tornare ai fatturati di prima. Alla fine ci riuscii, anche grazie alla costituzione della società con Tienno Bettati che diede vita al Bgroup, di cui Pulsar fa parte». Fu il punto di svolta?
«Uno dei più importanti. L’altro fu l’ingresso nel settore tissue, nel ’98. Da allora abbiamo prodotto 250 linee di produzione diverse e allestito tutti i macchinari di diciotto stabilimenti». Come se la cava con la concorrenza italiana e straniera?
«Bene, perché non è facile copiarci. Mettiamo insieme, in un’azienda sola, competenze meccaniche, elettroniche e informatiche. Non è un modello semplice da replicare. Considerato che abbiamo un fatturato in crescita del quindici per cento, le cose funzionano. Il vero limite è la mia formazione tecnica». Perché?
«Mi piace risolvere problemi, il che richiede tempo, energie e intelligenza. Ma è un approccio che fa guadagnare meno soldi rispetto a un concorrente che si basa più sul settore commerciale». E allora perché non si adegua anche lei?
«Perché mi divertirei molto ma molto meno».
PULSAR nasce nel 1990 a Castel Maggiore. L’azienda svolge attività di engineering, produzione e realizzazione di macchinari di movimentazione e trasporto per i settori packaging, tissue ed automation. È inoltre produttrice di macchine automatiche speciali e vanta 20 brevetti internazionali. Nel settore del tissue, Pulsar ha installato in pochi anni numerosi impianti di movimentazione per rotoli, pacchi e sacchi di carta igienica e asciugatutto presso i maggiori produttori del settore, corredati da macchine specifiche e software di gestione in linea, con controllo a distanza. Offre anche soluzioni di engineering, di software, macchine di confezionamento per prodotti piegati, macchine e gruppi di movimentazione e sistemi di trasporto. Nel settore del packaging invece Pulsar realizza impianti per il trasporto di pacchetti di sigarette, fasature per marcatore a getto d’inchiostro, linee per flaconi in camere sterili, collegamenti per macchine riempitrici, tappatrici, ghieratrici, astucciatrici, linee per astucci. Nel settore dell’automazione Pulsar ha realizzato sistemi per il trasporto pallets, linee di montaggio semiautomatiche, polmoni/accumulatori per linee di produzione, collegamenti fra macchine di processo. A corredo di ogni progetto, Pulsar fornisce una ricca documentazione comprendente DVD, manuali d’uso, manuali di istruzione in 3D, filmati e rappresentazioni grafiche per consentire al personale di avere sempre tutte le informazioni richieste. Nel 2006 Pulsar ha istituito il premio «Tecnologia & Passione – Premio Innovazione», evento che riunisce tutti i più importanti produttori europei dell’industria del tissue per rendere merito a coloro che contribuiscono a trasformare un problema produttivo in una innovazione di successo.
VAI SUL PORTALE Per la videointervista a Massimo Franzaroli e le immagini della sua azienda vai all’indirizzo: www.ilrestodelcarlino.it/bologna