Monitor distretti Emilia-Romagna

Monitor dei Distretti Emilia Romagna Direzione Studi e Ricerche Settembre 2015

Monitor dei Distretti dell’Emilia Romagna

Settembre 2015 Executive summary

2

1. L’evoluzione dell’export dei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna

3

2. La CIG nei primi 8 mesi del 2015

7

Trimestrale – n. 30

3. I poli tecnologici dell’Emilia Romagna: export e CIG

8

Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Industry and Banking A cura di: Serena Fumagalli

Database management: Angelo Palumbo

Monitor dei Distretti – Emilia Romagna Settembre 2015

Executive summary Chiude il secondo trimestre 2015 con una frenata l’export dei distretti dell’Emilia Romagna, che ha evidenziato, dopo il brillante andamento dei mesi precedenti, un calo tendenziale dello 0,1%.

Il dato, in controtendenza rispetto alla dinamica nazionale (+7%), ha risentito in particolare della battuta d’arresto del distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna (-14,5%), che comunque si posiziona su valori superiori al pre-crisi di circa il 20%. E’ invece proseguito il recupero del distretto delle piastrelle di Sassuolo (+9,7%), trainato dalle vendite in USA. Nel complesso, nei primi 6 mesi dell’anno, le esportazioni distrettuali della regione hanno raggiunto 5.696 milioni di euro, in aumento dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2014.

Si è consolidato nel secondo trimestre il trend visto nei primi mesi dell’anno: al calo sui mercati emergenti (-9,4%), che scontano su tutti il crollo delle vendite in Russia condizionate da un lato dall’introduzione delle sanzioni UE a seguito della crisi russo-ucraina e dall’altro dalla svalutazione del rublo, si contrappone il trend positivo sui mercati maturi (+4,9%), trainato dalle buone performance osservate sul mercato statunitense (+24,8%).

Si conferma eterogeneo il quadro per il settore della meccanica, che ha evidenziato un’evoluzione positiva dei distretti dei ciclomotori di Bologna, delle macchine per il legno di Rimini e della food machinery di Parma, trainate dai buoni risultati osservati nei paesi avanzati (Regno Unito e Stati Uniti su tutti). Segnali positivi si sono osservati anche per il distretto delle macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia, secondo i dati ACIMAC. In calo invece il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia e delle macchine utensili di Piacenza. Non brillano i distretti dell’alimentare: in positivo solo i distretti dei salumi e dell’alimentare di Parma. Chiudono infatti in calo i distretti lattiero-casaerio condizionati anche dalla dinamica calante dei prezzi all’origine, e l’ortofrutta romagnola penalizzata dall’andamento negativo del segmento frutticolo.

Male anche i salumi del modenese e di Reggio Emilia. Il crollo sul mercato russo condiziona la performance dei distretti del sistema moda: in calo l’abbigliamento di Rimini che soffre, oltre che in Russia, anche in Kazakistan e Ucraina, e il distretto della maglieria e abbigliamento di Carpi. Il distretto delle calzature di San Mauro Pascoli ha invece evidenziato una crescita delle esportazioni, riuscendo a compensare il crollo delle vendite in Russia grazie alle ottime performance negli Stati Uniti e in Francia, evidenziando una buona capacità di diversificazione dei mercati di sbocco. E’ proseguito anche il calo del distretto delle calzature di Fusignano-Bagnacavallo, su livelli di export più contenuti rispetto alla altre realtà monitorate, che sconta la debole performance in Francia, primo mercato di sbocco. Il distretto dei mobili imbottiti di Forlì ha chiuso in positivo trainato dal balzo di vendite su alcuni mercati lontani come Cina e Singapore.

Chiudono con una crescita delle esportazioni superiore alla dinamica nazionale i poli tecnologici regionali (18,5% versus +13,2%), trainati dal polo biomedicale di Mirandola, (+38,6%) che è cresciuto su tutti i più importanti mercati, Francia e Germania in primis. Bene anche il polo ICT di Bologna e Modena (+11,8%), e il polo biomedicale di Bologna (+6,1%).

Si intravedono segnali di inversione del trend sul mercato del lavoro, analizzato attraverso i dati sul ricorso agli ammortizzatori sociali, che riflette un andamento meno negativo dell’economia italiana che sta mostrando infatti alcuni segnali di ritrovata vivacità anche sul fronte interno. Nei primi 8 mesi dell’anno il ricorso alla ore di cassa integrazione guadagni delle imprese dei distretti regionali ha evidenziato un ridimensionamento del 44,8% delle ore autorizzate, portando il monte ore a 7,1 milioni (erano 11,9 milioni nel periodo gennaio-agosto 2014), ascrivibile a tutte e tre le tipologie di cassa. Il calo delle ore autorizzate è diffuso anche per le realtà hi-tech che vedono un decremento del monte ore del 54,7%.

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche

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Monitor dei Distretti – Emilia Romagna Settembre 2015

1. L’evoluzione dell’export dei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna Il secondo trimestre si è chiuso con una frenata dell’export dei distretti dell’Emilia Romagna, che hanno evidenziato, dopo il brillante andamento dei mesi precedenti, un calo tendenziale dello 0,1%. Il dato, in controtendenza rispetto alla dinamica nazionale, che ha visto infatti un’accelerazione dei flussi del 7%, ha risentito in particolare della battuta d’arresto del distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna (-14,5%). Si è contrapposto però a questa debole performance il buon risultato del distretto delle piastrelle di Sassuolo, trainato dalle vendite in USA.

Battuta d’arresto per i distretti regionali

Nel complesso, nei primi 6 mesi dell’anno le esportazioni distrettuali della regione hanno raggiunto 5.696 milioni di euro, in aumento dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2014.

Fig. 1 – Evoluzione dell’export dei distretti industriali (var. % tendenziali): confronto Emilia Romagna-Italia

20 Distretti italiani

Fig. 2 – Evoluzione dell’export dei distretti dell’Emilia Romagna per mercato di sbocco (var. % tendenziali)

30

Distretti Emilia Romagna

15

Mercati Maturi

Nuovi Mercati

20

10

7,0

5

10

4,9

0

0 -0,1 -5

-10

-9,4

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

I 11 II 11 III 11 IV 11 I 12 II 12 III 12 IV 12 I 13 II 13 III 13 IV 13 I 14 II 14 III 14 IV 14 I 15 II 15

I 11 II 11 III 11 IV 11 I 12 II 12 III 12 IV 12 I 13 II 13 III 13 IV 13 I 14 II 14 III 14 IV 14 I 15 II 15

-20

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

E’ proseguito il calo delle vendite sui mercati emergenti, che dopo il rallentamento del primo trimestre (-6,2%), ha evidenziato un nuovo ridimensionamento dei flussi pari a -9,4%. A condizionare la performance su questi mercati è stato su tutti il crollo delle vendite in Russia (-49,5%), scese a 65 milioni di euro nel secondo trimestre da 129 milioni di euro del 2014. Le esportazioni verso la Russia hanno subito un calo nella maggioranza dei distretti della regione, scontando da un lato l’introduzione delle sanzioni UE a seguito della crisi russo-ucraina e dall’altro la svalutazione del rublo, che ha avuto effetti in particolare sui distretti specializzati nei beni di consumo. Da segnalare anche il crollo di vendite in Indonesia, legato all’evoluzione del distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna dopo il boom del 2014, che ha visto un raddoppio delle esportazioni, passate da 82 a 164 milioni. Il rallentamento del distretto delle macchine per l’imballaggio condiziona anche le vendite in Cina, che registrano un calo del 26,2%.

Al buon andamento in USA si contrappone il calo in Russia

Si è confermato, al contrario, il trend positivo sui mercati maturi che hanno mostrato un’accelerazione delle esportazioni del 4,9%, trainate dalle buone performance osservate sul mercato statunitense (+16,8%). Le vendite negli Stati Uniti sono cresciute per la maggior parte dei distretti, ma in particolare nel distretto delle piastrelle di Sassuolo dove l’export è passato da 82 a 124 milioni di euro nel periodo aprile-giugno 2015. Bene anche i distretti della food machinery di Parma, le calzature di San Mauro Pascoli e i salumi del modenese. Ha accelerato l’export verso il Regno Unito (+15,5%) grazie al traino delle vendite dei ciclomotori di Bologna, che ha registrato una crescita delle esportazioni sul mercato inglese del 58%. L’export verso il Regno Unito è cresciuto anche per i distretti delle macchine per l’imballaggio e delle piastrelle di Sassuolo. Sui mercati maturi si osservano però indicazioni negative provenienti dai due primi sbocchi commerciali dei distretti regionali: Francia e Germania.

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Fig. 3 – L’export in RUSSIA- differenza in milioni di euro tra il primo semestre 2014 e 2015

Fig. 4 – L’export negli STATI UNITI- differenza in milioni di euro tra il primo semestre 2014 e 2015

Macch imballaggio di Bologna Abbigliamento di Rimini Piastrelle di Sassuolo Calzature di San Mauro Pascoli Food machinery di Parma Maglieria/abbigliamento di Carpi Ortofrutta romagnola Salumi del modenese Macchine legno di Rimini Macch agricole MO-RE Alimentare di Parma Ciclomotori di Bologna Lattiero-caseario di Reggio Emilia Salumi di Parma Lattiero-caseario Parmense Mobili imbottiti di Forlì Calzature Fusignano-Bagnacavallo Salumi di Reggio Emilia Macchine utensili di Piacenza

Piastrelle di Sassuolo Food machinery di Parma Calzature di San Mauro Pascoli Salumi del modenese Macchine legno di Rimini Salumi di Parma Lattiero-caseario Parmense Maglieria/abbigliamento di Carpi Alimentare di Parma Mobili imbottiti di Forlì Salumi di Reggio Emilia Calzature Fusignano-Bagnacavallo Ortofrutta romagnola Abbigliamento di Rimini Lattiero-caseario di Reggio Emilia Macch imballaggio di Bologna Macch agricole MO-RE Macchine utensili di Piacenza Ciclomotori di Bologna

-25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

0,0

5,0

-20

0

20

40

60

80

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Il calo delle vendite in Francia è da attribuire in particolare al distretto delle piastrelle di Sassuolo, mentre quello in Germania è determinato dalla dinamica delle macchine per l’imballaggio di Bologna. Nonostante un avvio d’anno negativo, Francia e Germania si confermano i due primi sbocchi commerciali dei distretti, recependo circa il 27% degli scambi complessivi.

Tab.1 – I primi 10 sbocchi commerciali dei distretti dell’Emilia Romagna Var. %rispetto al corrispondente periodo Milioni di Composizione % dell’anno precedente euro 2014 2014 2° trim ‘15 1° sem ‘15 TOTALE, di cui: 11.406,4 100,0 4,2 -0,1 0,4 Francia 1.605,9 14,1 -0,1 -1,0 -4,1 Germania 1.448,7 12,7 3,1 -4,7 -1,0 Stati Uniti 915,7 8,0 12,5 16,8 20,3 Regno Unito 563,5 4,9 7,3 15,5 10,8 Russia 496,4 4,4 -16,0 -49,5 -40,4 Spagna 355,3 3,1 16,1 14,3 9,7 Belgio 349,0 3,1 8,9 10,7 5,2 Cina 310,7 2,7 23,0 -26,7 -13,1 Paesi Bassi 276,2 2,4 38,8 4,6 22,9 Svizzera 247,2 2,2 -7,2 0,1 4,3 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

E’ proseguito il trend positivo per il distretto delle piastrelle di Sassuolo, che ha chiuso il trimestre con una crescita delle esportazioni del 9,7%, grazie al traino del mercato statunitense (+49,8%).

L’andamento positivo su questo mercato, congiuntamente a quello osservato in Germania (+4,5%) e in Belgio (+5,9%), più che compensa il ridimensionamento registrato in Francia, primo sbocco commerciale. Nel complesso le esportazioni del distretto nei primi 6 mesi dell’anno sono state pari a 1,6 miliardi di euro, su valori il 6,5% superiori a quelli pre-crisi. Ha invece evidenziato una battuta d’arresto il distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna (-14,5%), che registra arretramenti importanti su tutti i principali sbocchi commerciali, sia emergenti che avanzati: Germania, Stati Uniti, Cina e Indonesia. Il calo si inserisce comunque in un contesto di crescita significativa per il distretto: le esportazioni nei primi 6 mesi dell’anno si posizionano su valori superiori del 19,6% rispetto al pre-crisi.

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Dinamiche contrapposte per i due principali distretti

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Fig. 5 –Evoluzione dell’export dei due principali distretti della regione ( var. % tendenziale)

Fig. 6 – Differenza rispetto al 2008 ( var. % 1 semestre 2015 su 1° semestre 2008)

40 Macchine per l'imballaggio di Bologna

30 20

19,6

10 0 -10

Totale distretti Emilia Romagna

6,7

Piastrelle di Sassuolo

6,5

I 11 II 11 III 11 IV 11 I 12 II 12 III 12 IV 12 I 13 II 13 III 13 IV 13 I 14 II 14 III 14 IV 14 I 15 II 15

-20

Macch imballaggio di Bologna

Piastrelle di Sassuolo

0,0 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

5,0 10,0 15,0 20,0 25,0

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Si conferma eterogeneo il quadro per il settore della meccanica, che ha evidenziato un’evoluzione positiva dei distretti dei ciclomotori di Bologna, delle macchine per il legno di Rimini e della food machinery di Parma, trainate dai buoni risultati osservati nei paesi avanzati (Regno Unito e Stati Uniti su tutti). Segnali positivi si sono osservati anche per il distretto delle macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia, che ha chiuso il secondo trimestre con una crescita delle esportazioni del 22,7% (fonte ACIMAC). E’ proseguito invece il calo del distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, che sconta il ridimensionamento su alcuni rilevanti sbocchi commerciali: Francia e Polonia in primis. In netto calo anche l’export del distretto della macchine utensili di Piacenza, che si confronta con un secondo trimestre 2014 particolarmente positivo, e che soffre il rallentamento in Francia, primo mercato di riferimento.

Fig. 7 –Evoluzione dell’export dei distretti della MECCANICA della regione ( var. % tendenziale)

Meccanica: dispersione dei risultati

Fig. 8 –Evoluzione dell’export dei distretti dell’ALIMENTARE della regione ( var. % tendenziale)

60 20,0

40 20 0

-30,0

-20

II 14

III 14

IV 14

I 15

II 15

-40 II 14

III 14

IV 14

Ciclomotori di Bologna Macchine legno di Rimini Food machinery di Parma

I 15

II 15

Macch agricole di MO-RE Macchine utensili di Piacenza

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Alimentare di Parma Lattiero-caseario Parmense Salumi del modenese Salumi di Reggio Emilia

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Hanno chiuso il secondo trimestre in negativo 5 distretti su 7 del settore alimentare. In calo i due distretti del lattiero-caseario: il distretto parmense, che si confronta con un secondo trimestre in netta crescita, evidenzia un calo generalizzato che investe anche i principali sbocchi commerciali (Stati Uniti, Francia e Germania su tutti), mentre risulta più contenuto il ridimensionamento del distretto di Reggio Emilia, che soffre nel Regno Unito e in Germania, ma cresce in Francia. Il settore a livello nazionale sta scontando la dinamica calante dei prezzi all’origine, in diminuzione per formaggi duri e latte vaccino. In negativo anche il distretto dell’ortofrutta romagnola che ha confermato un trend in ribasso per il quarto trimestre consecutivo, penalizzato dall’andamento negativo del segmento frutticolo (pesche e nettarine soprattutto), più accentuato in Germania, principale sbocco commerciale per le imprese del distretto, dove i principali player hanno scontato gli effetti della concorrenza spagnola, e in Russia, mercato dove il settore agro-alimentare

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Lattiero-caseario di Reggio Emilia Ortofrutta romagnola Salumi di Parma

Non brillano i distretti dell’alimentare

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continua a subire gli effetti dell’embargo e del rallentamento dell’economia del paese. Si è registrato un calo anche per i distretti dei salumi di Reggio Emilia, che evidenzia una contrazione diffusa delle vendite oltre confine, e dei salumi del modenese, condizionato dal calo sul mercato francese. Segnali positivi si vedono invece per due distretti di Parma: i salumi (trainati dalle vendite in Francia) e l’alimentare, sostenuto dalle vendite sui principali sbocchi commerciali (Francia, Germania e Regno Unito) Fig. 9 – SISTEMA MODA: il peso del mercato russo sull’export ci ciascun distretto 8 quota %, anno 2014) Abbigliamento sud abruzzese 21,0 Abbigliamento di Rimini 19,4 Calzature San Mauro Pascoli 18,9 Calzature di Fermo 14,1 Maglieria/abbigliam. di Perugia 7,5 Jeans valley di Montefeltro 6,9 Pelletteria del Tolentino 5,9 Maglieria/abbigliam.di Carpi 5,9 Abbigliam. del napoletano 5,7 Calzature del Brenta 5,3 0

5

10

15

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

20

25

Fig. 10– Evoluzione dell’export dei distretti del SISTEMA MODA della regione ( var. % tendenziale)

20

0

-20 II 14

III 14

IV 14

I 15

II 15

Abbigliamento di Rimini Calzature di Fusignano-Bagnacavallo Calzature di San Mauro Pascoli Maglieria e abbigliamento di Carpi Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Lo scenario dei distretti del sistema moda nazionali e regionali è condizionato dal peso che il mercato russo riveste per queste realtà in termini di sbocco commerciale, e dalla capacità delle imprese di diversificare i paesi di destinazione delle proprie merci. Nella figura 9 sono indicati i distretti del sistema moda italiani in cui ha un maggiore peso il mercato russo (sul totale dell’export di ciascun polo). I distretti emiliano-romagnoli si posizionano ai primi posti: nell’abbigliamento di Rimini e nelle calzature di San Mauro Pascoli il peso del mercato russo è rispettivamente del 19,4% e del 18,9%, mentre per la maglieria e abbigliamento di Carpi la quota scende al 5,7%. In termini di performance prevale però una dispersione dei risultati, legata alla capacità di compensare le difficoltà in Russia con brillanti performance in altri paesi.

L’abbigliamento di Rimini ha chiuso il trimestre in territorio negativo, scontando oltre al calo in Russia, il ridimensionamento in Kazakistan e Ucraina. E’ proseguito anche il calo della maglieria e abbigliamento di Carpi, che nonostante i segnali positivi su alcuni mercati europei sconta oltre al crollo in Russia, anche il calo negli Emirati Arabi Uniti. Il distretto delle calzature di San Mauro Pascoli ha invece evidenziato una crescita delle esportazioni, riuscendo a compensare il crollo delle vendite in Russia grazie alle ottime performance negli Stati Uniti e in Francia. E’ proseguito il calo del distretto delle calzature di Fusignano-Bagnacavallo, su livelli di export più contenuto rispetto alla altre realtà monitorate, che sconta la debole performance in Francia, primo mercato di sbocco.

Il mercato russo condiziona la performance del sistema moda

Nonostante sia proseguito anche nel secondo trimestre il calo delle esportazioni sul mercato francese che recepisce oltre il 90% dei flussi dei mobili imbottiti di Forlì, il distretto ha chiuso in positivo trainato dal balzo di vendite su alcuni mercati lontani come Cina e Singapore.

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Tab.2 – L’export dei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna Milioni di euro 2014 Etichette di riga Totale Distretti Emilia Romagna Piastrelle di Sassuolo Macchine per l'imballaggio di Bologna Salumi del modenese Alimentare di Parma Maglieria e abbigliamento di Carpi Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena Abbigliamento di Rimini Ortofrutta romagnola Food machinery di Parma Ciclomotori di Bologna Calzature di San Mauro Pascoli Salumi di Parma Macchine legno di Rimini Lattiero-caseario di Reggio Emilia Lattiero-caseario Parmense Mobili imbottiti di Forlì Salumi di Reggio Emilia Macchine utensili di Piacenza Calzature di Fusignano-Bagnacavallo Macchine per l’ind. ceramica di Modena e Reggio Emilia*

11.406,4 2.847,1 2.477,3 628,2 620,0 613,4 569,9 511,9 496,3 445,9 444,2 321,9 287,0 242,1 223,6 221,0 175,5 132,9 120,5 27,8 1.294,9

Comp. %

100,0 25,0 21,7 5,5 5,4 5,4 5,0 4,5 4,4 3,9 3,9 2,8 2,5 2,1 2,0 1,9 1,5 1,2 1,1 0,2

Milioni di euro 1° sem 2015 5.696 1.577 1.079 304 332 278 280 231 210 245 318 151 148 127 110 96 90 62 47 12 774

Var. %rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente 1° trim ‘15

2° trim ‘15

1° sem ’15

0,8 3,2 3,4 8,7 9,8 -3,0 -9,5 -9,8 -8,3 -3,4 1,5 -4,3 8,7 9,9 -5,1 0,7 -3,5 3,7 -5,0 -13,3 43,9

-0,1 9,7 -14,5 -0,8 10,5 -1,8 -12,0 -10,3 -1,9 16,1 11,7 2,0 8,3 18,5 -0,3 -27,7 2,7 -7,6 -26,0 -4,0 22,7

0,4 6,7 -6,1 3,6 10,2 -2,6 -10,9 -10,0 -5,8 6,9 7,1 -1,5 8,5 14,6 -2,5 -15,4 -0,6 -2,5 -16,1 -9,2 30,2

Nota: (*) I dati del distretto delle macchine per l’industria della ceramica di Modena e Reggio Emilia sono di fonte ACIMAC (Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica). I dati si riferiscono all’intero settore italiano e, vista l’alta concentrazione delle imprese nelle province di Modena e Reggio Emilia, approssimano molto bene l’andamento del distretto, ma non sono direttamente confrontabili con quelli dei distretti tradizionali da noi individuati. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

2. La CIG nei primi 8 mesi del 2015 Si intravedono segnali di inversione del trend sul mercato del lavoro, analizzato attraverso i dati sul ricorso agli ammortizzatori sociali, che riflette un andamento meno negativo dell’economia italiana che sta mostrando alcuni segnali di ritrovata vivacità anche sul fronte interno. Nei primi 8 mesi dell’anno il ricorso alla ore di cassa integrazione guadagni delle imprese dei distretti regionali ha evidenziato un ridimensionamento del 44,8% delle ore autorizzate, portando il monte ore a 7,1 milioni (erano 11,9 milioni nel periodo gennaio-agosto 2014), ascrivibile a tutte e tre le tipologie di cassa. Se il netto calo delle ore di cassa in deroga (-77%) può mascherare le difficoltà di rifinanziamento di questa strumento di integrazione salariale e il cambiamento dei criteri di assegnazione1, il ridimensionamento della cassa straordinaria (-29,4%) ed ordinaria (-26,4%), costituisce un segnale di distensione sul fronte del mercato del lavoro.

Segnali di distensione nel mercato del lavoro

Il dettaglio per singolo distretto conferma un miglioramento del quadro per tutte le realtà regionali, fatta eccezione per l’abbigliamento di Rimini, che vede un balzo di richieste di cassa straordinaria. Il ricorso a questa tipologia di cassa, che avviene in caso di crisi aziendali, è aumentato anche nei distretti delle macchine per l’imballaggio di Bologna e dei mobili imbottiti di Forlì.

1

A partire da agosto 2014 il nuovo decreto sugli ammortizzatori sociali ha ristretto infatti la platea dei

beneficiari della cassa in Deroga, con l’obiettivo di fare un uso più virtuoso delle risorse disponibili.

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Fig. 11- Monte Ore CIG autorizzate nei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna (milioni di ore) confronto primi 8 mesi gennaio-agosto 2013

18 16 14 12 10 8 6 4 2 0

15,3

gennaio-agosto 2014

12,9

gennaio-agosto 2015

7,6

7,1

6,9 4,8

4,5 4,3

3,2 1,0

1,8 1,3

Cig in Deroga

Cig Ordinaria

Cig Straordinaria

Totale

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS

3. I poli tecnologici dell’Emilia Romagna: export e CIG Il secondo trimestre si è chiuso con una crescita delle esportazioni dei 3 poli tecnologici della regione, che hanno mostrato una dinamica migliore rispetto a quella dei poli nazionali (+18,5% versus +13,2%). A trainare l’hi-tech regionale è stato su tutti il biomedicale di Mirandola, in crescita del +38,6%, grazie al sostegno delle vendite in Germania e Francia. Nei primi sei mesi dell’anno il polo mirandolese ha toccato così un valore dell’export pari a 190 milioni di euro, in crescita del 43% rispetto al 2014. E’ tornato in territorio positivo anche l’export del biomedicale di Bologna (+6,1%) dopo un avvio d’anno non brillante, trainato dalle performance in Germania, che compensano il rallentamento in Spagna e Svezia. Si registra un’accelerazione delle esportazioni anche dell’ICT di Bologna e Modena (+11,8%), trainate dalle vendite negli Stati Uniti, che si inserisce in un clima di ritrovato dinamismo dell’ICT italiano, almeno per quanto riguarda le realtà monitorate.

Fig. 12- Evoluzione dell’export: confronto poli tecnologici italiani e poli dell’Emilia Romagna

18,5 13,2

20 15 10 5 0 -5 -10 -15

Bene anche i poli tecnologici

Fig. 13- Evoluzione dell’export dei poli tecnologici regionali

60 40 20 0

Poli Tecnolgici Emilia Romagna

Poli tecnolgici italiani

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Biomedicale di Bologna ICTdi Bologna e Modena

II 15

I 15

IV14

III 14

II 14

I 14

IV 13

III 13

II 13

II 15

I 15

IV14

III 14

II 14

I 14

IV 13

II 13

III 13

I 13

III 12

IV 12

II 12

I 12

-20 Biomedicale di Mirandola

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Nel complesso, nei primi 6 mesi del 2015, le esportazioni dei poli tecnologici regionali hanno toccato 542 milioni di euro, in crescita del 16,8% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Per quanto riguarda le condizioni del mercato del lavoro, anche per le realtà hi-tech si osserva un calo delle ore di cassa integrazione guadagni nei primi 8 mesi dell’anno, scese a 400mila da 900 mila dello stesso periodo del 2014.

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Il calo è diffuso tra i poli e per tipologia di cassa. Il ricorso alla cassa straordinaria, in particolare, evidenzia un netto ridimensionamento (il monte ore è passato sa 550 mila a 215 mila) grazie alla dinamica positiva del polo ICT di Bologna e Modena.

Fig. 14- Monte Ore CIG autorizzate nei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna (milioni di ore) confronto primi 8 mesi

1,2 1,0

gennaio-agosto 20013

1,0

gennaio-agosto 2014

0,9

gennaio-agosto 2015

0,8 0,6

0,6 0,4 0,2

0,5 0,2

0,3 0,2 0,1

0,1 0,1

0,4 0,2

0,0 Deroga

Ordinaria

Straordinaria

Totale

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS

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Monitor dei Distretti – Emilia Romagna Settembre 2015

Appendice Metodologica Non è facile monitorare l’evoluzione congiunturale dei distretti industriali. Le uniche informazioni aggiornate disponibili, a livello territoriale (provinciale), riguardano le esportazioni espresse a prezzi correnti (dati trimestrali). Un incrocio province/settori per le esportazioni è disponibile, inoltre, per un numero relativamente limitato di settori. La congiuntura dei distretti può essere pertanto approssimata in un modo molto grezzo, con un maggiore grado di confidenza solo per i distretti fortemente export-oriented (non ci sono, infatti, dati sul mercato interno) e per quelli che producono beni non troppo specifici (non abbiamo statistiche su micro-settori, ad esempio come “coltelli e forchette”).

Nel Monitor dei distretti sono analizzati, oltre a circa 140 distretti tradizionali (principalmente specializzati nel sistema moda, nel sistema casa, nella meccanica e nell’agro-alimentare), 22 poli tecnologici, specializzati cioè in settori ad alta tecnologia (farmaceutica, ICT, aeronautica).

I distretti analizzati costituiscono una sintesi di quelli individuati dalla Federazione dei distretti italiani, dall’Istat, dalla Fondazione Edison e dalle Leggi regionali che censiscono i distretti stessi.

Poiché il presente lavoro ha finalità soprattutto quantitative a livello del sistema distretti nel suo complesso, ci si è concentrati solo sui distretti e poli tecnologici che potevano essere ben rappresentati dai dati Istat disponibili sul commercio estero a livello provinciale. Vale la pena precisare che i dati Istat provinciali si riferiscono alle export, espresse a prezzi correnti e, pertanto, non tengono conto dei fenomeni inflativi, ovvero delle variazioni di prezzo non dovute a miglioramenti qualitativi dei beni prodotti. Questi dati devono, pertanto, essere valutati con cautela visto che, l’evoluzione positiva (negativa) dell’export può nascondere aumenti (diminuzioni) di prezzo legati all’andamento delle quotazioni delle materie prime.

In questo numero del Monitor l’evoluzione delle esportazioni nel 2015 è calcolata confrontando i dati provvisori nel 2015 con i dati revisionati del 2014. Le variazioni calcolate per il 2014 sono ottenute dal confronto tra dati revisionati del 2014 e dati definitivi del 2013.

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Monitor dei Distretti – Emilia Romagna Settembre 2015

Le pubblicazioni sui Distretti della Direzione Studi e Ricerche Studi sui distretti industriali Monografie sui principali distretti industriali italiani Il distretto del mobile della Brianza, Marzo 2003 Il distretto del mobile del Livenza e Quartiere del Piave, Agosto 2003 Il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna, Agosto 2003 Il distretto del tessile–abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, Settembre 2003 Il distretto delle piastrelle di Sassuolo, Dicembre 2003 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo, Gennaio 2004 Il distretto dei metalli di Lumezzane, Febbraio 2004 Il distretto del tessile–abbigliamento di Prato, Marzo 2004 Il distretto del mobile di Pesaro, Giugno 2004 Il distretto dell’occhialeria di Belluno, Settembre 2004 Il distretto della concia di Arzignano, Settembre 2004 Il distretto delle calzature di Fermo, Febbraio 2005 Il distretto tessile di Biella, Marzo 2005 Il distretto della sedia di Manzano, Maggio 2005 Il distretto serico di Como, Agosto 2005 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo (aggiornamento), Novembre 2005 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull’Arno, Dicembre 2005 Il distretto della concia di Arzignano (aggiornamento), Aprile 2006 Il distretto del mobile imbottito della Murgia, Giugno 2006 I distretti italiani del mobile, Maggio 2007 Il distretto conciario di Solofra, Giugno 2007 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull’Arno (aggiorn.), Settembre 2007 Il distretto della calzatura del Brenta, Ottobre 2007 Il distretto della calzatura veronese, Dicembre 2007 Il Polo fiorentino della pelle, Luglio 2008 Il distretto dei casalinghi di Omegna, Novembre 2008 Il distretto della calzatura di San Mauro Pascoli, Febbraio 2009 Il distretto metalmeccanico del Lecchese, Giugno 2009 I distretti calzaturieri del sud: Casarano, il Nord Barese e il Napoletano, Settembre 2009 Il distretto della maglieria e dell’abbigliamento di Carpi, Marzo 2010 Il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, Marzo 2010 I distretti veneti del tessile-abbigliamento: le strategie per un rilancio possibile, Aprile 2010 L’occhialeria di Belluno all’uscita dalla crisi: quale futuro per il tessuto produttivo locale?, Settembre 2010 La Riviera del Brenta nel confronto con i principali distretti calzaturieri italiani, Ottobre 2010 Il comparto termale in Italia: focus Terme Euganee, Giugno 2011 Il calzaturiero di San Mauro Pascoli: strategie per un rilancio possibile, Luglio 2011 Il distretto della carta di Capannori, Marzo 2012 I distretti industriali e i poli tecnologici del Mezzogiorno: struttura ed evoluzione recente, Giugno 2012 Il mobile imbottito di Forlì nell’attuale contesto competitivo, Novembre 2012 Abbigliamento abruzzese e napoletano, Novembre 2012 Maglieria e abbigliamento di Perugia, Luglio 2013 Pistoia nel mondo, Dicembre 2013

Monitor dei distretti e Monitor dei distretti regionali Trimestrale di congiuntura sui principali distretti industriali italiani Ultimo numero: Settembre 2015

Economia e finanza dei distretti industriali Rapporto annuale sui bilanci delle imprese distrettuali Settimo numero: Dicembre 2014

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Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Servizio Industry & Banking Fabrizio Guelpa (Responsabile Servizio) 0287962051 Ufficio Industry Stefania Trenti (Responsabile) 0287962067 Giovanni Foresti (Responsabile Analisi Territoriale) 0287962077 Maria Cristina De Michele 0287963660 Serena Fumagalli 0280212270 Caterina Riontino 0280215569 Ilaria Sangalli 0280215785 Ufficio Banking Elisa Coletti (Responsabile) 0287962097 Marco Lamieri 0287935987 Clarissa Simone 0287935939 Local Public Finance Laura Campanini (Responsabile) 0287962074

fabrizio.guelpa@intesasanpaolo.com stefania.trenti@intesasanpaolo.com giovanni.foresti@intesasanpaolo.com maria.demichele@intesasanpaolo.com serena.fumagalli@intesasanpaolo.com caterina.riontino@intesasanpaolo.com ilaria.sangalli@intesasanpaolo.com elisa.coletti@intesasanpaolo.com marco.lamieri@intesasanpaolo.com clarissa.simone@intesasanpaolo.com laura.campanini@intesasanpaolo.com

Il rapporto è stato elaborato con le informazioni disponibili al 25 settembre 2015.

Editing: Daniela Piccinini

Avvertenza Generale La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Intesa Sanpaolo affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l’accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Intesa Sanpaolo.

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