Racoon numero 4 dell' Anno Scolastico 2010-2011

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INFORMAZIONE CULTURA CURIOSITA’

Periodico dell’Istituto “ Marco Casagrande ” di Pieve di Soligo

Anno 8 Numero 4 2011

Primi classificati al concorso nazionale Carmine Scianguetta


Prof. Pierangelo Gobbato

• Una ventina di allievi il 3 giugno incontreranno e presenteranno al pubblico di “Asololibri” un noto giornalista televisivo, Franco Di Mare (solitamente è su Unomattina). Ha appena pubblicato un romanzo (Non chiedermi perché – Mondadori) costruito attorno alla storia più importante della sua vita. Egli era inviato del TG1 a Sarajevo nei drammatici giorni della guerra civile e dell'assedio della città. Il suo personaggio ci fa rivivere con grande verità il clima di paura e di violenza di un episodio della storia più recente che i più giovani neanche conoscono. Qui, in un orfanotrofio, il protagonista incespica negli occhi e nelle braccine di Malina, una bimba che lo strega e che lui vorrebbe portar via di lì, magari a Roma... Non sarà facile presentare chi fa di mestiere il presentatore televisivo, ma i nostri ce la metteranno tutta. Già si sono procurati qualche aiuto: la ricetta di un dolce bosniaco, delle foto di Sarajevo bombardata, un CD con suggestive canzoni di quella terra. E c'è chi è sulle tracce del mitico “raki” da offrire agli ospiti. Per chi non lo sapesse, si tratta della famosa grappa bosniaca. Alla salute!

• Quest'anno Luana ci ha catalogato una montagna di libri: 330 nuove proposte di lettura sono state messe a disposizione di tutti. Per le vacanze la scelta è ampia e contiene molte novità degli ultimissimi mesi. E'stata veramente una fortuna aver avuto con noi per due anni scolastici la frizzante energia e la affettuosa disponibilità di Luana. Ci sono dei ragazzi che vanno in biblioteca solo per salutarla, per farci due chiacchiere, per chiederle un consiglio o una caramella (qualcuno le chiede anche una sigaretta...) e poi magari se ne escono col libro in mano. Se molti non guardano più la nostra biblioteca di malocchio e, anzi, la frequentano con piacere, lo dobbiamo anche a lei. L'anno prossimo non ci sarà più e ci dispiace tanto. Grazie con tutto il cuore.

• Pochi giorni fa si è svolto a Conegliano l'atteso “Trofeo di lettura”. Vi hanno partecipato la bellezza di 12 nostre classi. Il che vuol dire che circa 250 allievi hanno letto i tre libri su cui erano stati costruiti i giochi del torneo. Nell'insieme i nostri si sono comportati alla grande: nelle varie giornate hanno portato a casa 2 primi, 2 secondi e 2 terzi posti. Con i soldi del premio, la 1^AG s'è comprata un forno a micro-onde, “per scaldarci le brioches e farci i pop-corn freschi”. L'idea era simpaticissima ma non aveva fatto i conti con le feroci regole sulla sicurezza. Forza ragazzi, ma la prossima volta è meglio pensare a qualcos'altro.

Marta Amistani da qualche giorno ci tampina con la sua delicata gentilezza perché le forniamo qualche informazione fresca su quel che si sta facendo attorno ai libri. L'imbarazzo in verità è grande, perché non sappiamo bene da dove partire e dove arrivare: di troppe cose verrebbe da raccontare. Vediamo allora di sceglierne alcune.

Marta Amistani

Buona lettura!

sapendosi rinnovare al ritmo del cuore giovane che lo abita.

Marco Casagrande: per tutte le cose che ha dato e che dà,

Quindi dedico un ringraziamento -e questo numero- al

per creare un ambiente piacevole.

un nuovo amico, da tutta quella gente che lavora per noi e

dalle risate al sole nella ricreazione, dal sorriso che ti lancia

La scuola è viva, con tutti i suoi imperdibili elementi:

E il gruppo che si è creato è fantastico.

la comunicazione è fondamentale per creare gruppo.

ragazzi che la compongono:

-piccola- comunità è quella di dar voce ai pensieri dei

resa conto che una delle cose prioritarie in una

non me lo sarei aspettato questo traguardo, ma mi sono

dell’anima della scuola, è stata una grande esperienza;

Redazione: dare vita al giornalino, che è una parte

conto, e aggiungo, un anno speciale per noi della

Un anno che è scivolato via senza che ce ne rendessimo

lavoro, l’università, oppure …

quinta che dopo gli esami affronteremo il mondo del

qualcun altro un anno speciale: parlo di noi, ragazzi di

Per qualcuno può essere un anno come gli altri, per

E così, finisce anche quest’anno di scuola!

editoriale


La Redazione


sommario 8

Concorso Matteo Stefani

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Referendum

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Profondo Rosso

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Concorso SIFET

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Giornate dell’Arte

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Orientamento Universitario

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L’ Italia

32

‘Tra Reality e realtà’

34

Casa Antica Fonte

geo...

italia (9) U.S.A (1)

tagghiamoci!

la letteratura nel Casagrande quattro opportunità per migliorare l’Italia

uno sguardo alla sanità Dí che ti piace prima di tutti i tuoi amici.

la ex 5AG si è aggiudicata il 2° premio pag.

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una riflessione sulle attività una novità per gli studenti del Casagrande tra arte e crisi

il ruolo dei Reality Show un progetto promosso dal Forum Giovani

Il solito,grazie! le nostre rubriche CAPOREDATTORE: Marta Amistani REDATTORI: Simone Lucca, Andrea Bernardi, Andrea Merotto, Laila Traibiz, Paola Gallon, Teresa Manighetti, Guido Donato, Mirko Santini, Chiara Rebeschini, Giulia Scapol, Simone Papa, Ajar Oumgar, Massimiliano Pillon, e i 12 laureandi per l’Orientamento. LAYOUT: Marta Amistani, Gianluca Spironelli, Tommaso Fedullo, Marco Contessotto, Alessandro Venier, Sabrina Chiesurin, Giulia Collet, Marzia Signorotto, Beatrice Mazzucco SITO INTERNET: Marco Contessotto COORDINATORE: Prof. Mattarollo Giuseppina chiuso in redazione il 26 maggio 2011 www.isisspieve.it/racoon In copertina: ‘Ringoman’, foto vincitrice del concorso di fotografia della Gda. Gli autori sono: Eleonora e Marco Contessotto, Luca Verlato.

Con il Patrocinio del

Comune di Pieve di Soligo www.comune.pievedisoligo.tv.it

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3 5 6 36 38 39 41 42 43 44 46

Editoriale La rubrica dei Rappresentanti Fotonews Libri: Il Piccolo Principe Sport: Giada Benazzi Musica: Blink 182 Poesie: i Calligrammi Ipse Dixit Giochi Storie Le stelle stanno a guardare


Notizie, aggiornamenti, riflessioni... di chi ci rappresenta “This is the end, beautiful friend …” Cari italiani e care italiane. È giunto il momento del (mio) estremo saluto: questa è, si presume, l’ultima volta che apparirò in questo giornale. In questi cinque anni, posso dire, di aver vissuto nel miglior ambiente che la scuola pubblica possa regalarci. Nella mia testa i ricordi si legano tra loro come i mattoncini colorati dei lego. Questi mattoncini sono tutti frammenti, belli o brutti, del periodo più importante della mia vita. Voi non sapete quanto rimpiangerò ognuno di voi e la scuola. Si perché, come mi ha detto pochi giorni fa un’ insegnante illuminata (forse da san precario) di geografia, la scuola dev’ essere qualcosa da affrontare a cuor leggero, senza paure e/o angosce. Dev’ essere un luogo di riferimento, non un tetro e scuro teatro di morte. Insomma: vivere la scuola come ho fatto io (o Tom.Com , Anza, …) … magari studiando un po’ di più rispetto a me. E dunque, nel momento del solenne commiato, porgo i miei ringraziamenti. Grazie a Nicole De Stefani, perché l’ umanità mai ha conosciuto persone meravigliose quanto lei. Grazie a Marta Amistani, che mi ha concesso questo spazio e ha tollerato i miei infiniti e repentini ritardi.

Grazie ai rappresentanti, colonne portanti di questa scuola e persone dalle grandi capacità. Grazie a Tommaso Comellato, Luca Venezian, Giulia Scapol e Max Pillon: amici stupendi, esempi di vita, persone da ammirare. Se noi giovani fossimo tutti come loro ci sarebbe un mondo migliore (popolato da draghi, pomodorini ciliegini e dove tutti chiedono se “possono dirlo?!”). Grazie ai prof che ci hanno ostacolato e che lo fanno ogni anno, perché è bello vedere degli adulti fare i capricci come i bimbi di tre anni. Grazie a quei professori che piazzano le simulazioni il giorno della giornata dell’arte, perché da bravi borghesi apprezzano che l’arte sia messa da parte. Grazie a certi genitori che vengono alla mattina ai ricevimenti, i quali rimpiangono e invocano punizioni corporali per noi per dio solo sa quale bisogno autoritario (e mi fanno odiare la libertà di parola). Grazie a… perché è vero che a forza di maturare si diventa marci. Grazie (con tante scuse annesse) a L.V. e E.M. e S.G: non sono affatto uno studente modello. E a tutti gli altri: se nella vostra categoria fossero tutti come voi ci sarebbero studenti più felici. Grazie a Torres e al sud Bouzouki (un giorno verrò a vederti) grazie al personale ATA e al personale della segreteria. Grazie al preside e alla vicepreside giusti direttori nei miei tre anni di rappresentanza . Grazie alla 1AG e al forno a microonde. Grazie alla GDA e a tutto il gruppo. Grazie ad Anza: per Olanda-Inghilterra, il sesso tra trattori, i sogni erotici su di te (non è una battuta purtroppo), il tuo far finta di esser sicuro, il tuo esserci sempre, la bamba, il nostro amore per la Silvana (Vettorel), le sue operazioni, il fatto che ci credano tutti degli stronzi per poi sentirci dire: “credevo voi foste delle persone orrende, che se la tirano, invece ora devo ricredermi.” (XD), e un altro miliardo di cose.Grazie ad ogni singolo studente: piccola cellula necessaria in questo grande organismo che è il Marco Casagrande. E ricordate: la scuola senza studenti non esiste, sarebbe semplicemente un edificio vuoto e triste. Mettetevi in gioco! Divertitevi! Grazie a tutti. E con le ghiandole lacrimali pronte a funzionare e un magone (cioè un grande mago) che mi pervade (vattene! Mago obeso e pervertito!), vi dico: Buonanotte e buona fortuna.

Mirko Eric Santini

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fungo nucleare Referendum 12 e 13 giugno

FOTONEWS Nucleare: wwf, il governo 'scippa' diritto di voto

13:46 24 MAG 2011 "Porre il voto di fiducia sul decreto legge omnibus che contiene lo 'scippo' del referendum sul ritorno del nucleare in Italia su cui il governo non fa alcun passo indietro - e' il tentativo disperato di impedire un confronto sereno e approfondito sul futuro energetico dell'Italia in Parlamento e nel Paese, nel rispetto della sovranita' popolare che si puo' esprimere, direttamente, solo con il voto, o, indirettamente, nell'aula di Montecitorio". Lo sostiene il WWF Italia, che aggiunge: "A questa forzatura con cui il Governo cerca di imporsi, non solo sul confronto democratico in Parlamento, ma anche sul diritto di voto dei cittadini, si aggiunge inoltre l'oscuramento da parte dei media, tranne qualche rara eccezione, dell'appuntamento referendario del 12 e 13 giugno. Un'omerta' che va a ledere il diritto all'informazione e che e' stata favorita, prima con l'approvazione con un mese di ritardo del regolamento per la RAI, poi con la 'costrizione' dell'informazione sui referendum in fasce d'ascolto a dir poco irrisorie". (AGI) .


Serate particolari

19.05.2011

articoli

II°Matteo Stefani Serata

Venerdì 19 maggio si è tenuta anche quest’anno una serata di “festa”, organizzata da alcuni volenterosi alunni sotto la supervisione della prof.ssa Lazzari e del prof. Gobbato. La serata è stata aperta da una presentazione che ci ha introdotto al tema portante, i 150 anni dall’unità d’Italia. Dopo i doverosi saluti da parte del sindaco dott. Fabio Sforza e del preside Paolo Rigo, è seguita la lettura del testo di un’alunna del Casagrande, mascherato da“messaggio” del presidente Giorgio Napolitano, che ha lasciato ammutoliti gli spettatori per il significato profondo del contenuto attinente il nostro paese. A seguire sono state presentate memorie e testimonianze di coloro, come Cesare Abba e Ippolito Nievo, che giovanissimi hanno partecipato alla spedizione dei Mille dei quali è stato letto rispettivamente un brano dal libro "Da Quarto al Volturno" e da "Le confessioni di un italiano". Ma anche memorie di due persone di Spresiano e di Povegliano, presentateci dalla professoressa Eva Cecchinato, tratte dal suo libro “Camice Rosse”, la quale ha evidenziato l'entusiasmo e le sensazioni vissute combattendo in prima linea per l’unità d’Italia. A queste rievocazioni è seguito un intermezzo musicale, durante il quale abbiamo potuto ascoltare la magnifica voce di Francesca, accompagnata al pianoforte da Marco, la quale ha cantato “La storia siamo noi”. A seguire le classi 4° A liceo scientifico e 5° B geometri hanno presentato il lavoro svolto sotto la supervisione del professor Scalini, consistente in una mappa a tappe sul Risorgimento nell'Alta Marca della quale sono stati presentati due momenti, quello relativo alla contessa Maddalena di Montalban, che sfidando la barriera imposta dalla condizione femminile ha speso la sua vita per sostenere i propri ideali patriottici, a fianco di personalità come Mazzini; l'altro evento presentato ha riguardato la visita di Garibaldi nell'Alta Marca.

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Dopo un altro intermezzo musicale, è avvenuta la premiazione dei dieci vincitori del concorso Matteo Stefani, “Un post-it per l’Italia”, preceduta dalla lettura di alcuni fra i più belli. L’ex professore del nostro istituto, ora preside del Liceo "Levi" di Montebelluna, Lamberto Pillonetto, ha commentato il senso profondo di alcuni e ha evidenziato qualche omogeneità tra quelli del medesimo indirizzo di studio, ora toccanti, ora seri, ora ironici. Eccone alcuni:

Anche dopo 150 anni, la nostra è una giovane Italia, sta a noi giovani esserne all’ altezza. Forse quell’Italia che tutti cercano e hanno cercato non esiste, forse è solo un sogno che stiamo vivendo: beh, da questo sogno io non mi voglio svegliare. Meglio un pranzo a spaghetti che cento cene ad hamburger! Il sindaco ha infine premiato i dieci ragazzi che sono stati scelti da una doppia commissione, una di insegnanti e una di alunni ed ex-alunni, rappresentata dagli ex membri del redazione del giornale d'Istituto Domenico Bottega e Marta Panighel. Complimenti a: Geisa Vacca; Nicolò Pellegrini; Chiara Gagliardi; Marzia Signorotto; Lorenzo Cisotto; Chiara Serafin; Chiara Tonin;Selimi Fahredin e Simone Aliprandi. E infine una canzone senza musica, una poesia d’amore, per congedarci. Andrea Merotto


articoli

Serate particolari

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Serate particolari

articoli

Interventi

Domenico Bottega Era appena terminata la seconda Guerra mondiale, la struttura dello Stato italiano lontana dall’essere decisa e il futuro politico letteralmente nelle mani degli italiani. Proprio nel 1945 Norberto Bobbio pubblicò un’antologia sul pensiero di Carlo Cattaneo: “Stati Uniti d’Italia”. Uno dei concetti che l’attivista del Risorgimento propugnava era quello del federalismo, parola che oggi ritroviamo spesso nei giornali e nei dibattiti politici, e che ha fatto capolino anche in una dei 450 post-it che gli studenti del Casagrande hanno inviato per questo concorso: “L’Italia è il paese delle contraddizioni: basti pensare al fatto che nel 150esimo anniversario dell’Unità della nostra nazione, si discute di federalismo fiscale”, scrive uno degli studenti della 5a D. E in realtà di federalismo, come se ne parla oggi nel 150esimo, ne parlava anche Cattaneo 150 anni fa, anche se lui, ovviamente, non faceva riferimento a tasse e fisco, bensì ad un concetto più alto, al federalismo civile. Secondo Cattaneo lo Stato unitario soffoca le autonomie e le iniziative e non può che risultare autoritario, mentre l’unica reale garanzia della libertà può essere l’unità nella pluralità. Idea che sta alla base della nostra Costituzione del ’48, la quale infatti ha istituito uno Stato regionale. Proprio al primo articolo di quel testo, che oggi tanto si vuole modificare, si è ispirato un altro studente, che in un post-it ha scritto: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sulla cultura ma non tutti se lo ricordano!” Sicuramente il nostro patrimonio culturale ci contraddistingue nel mondo, ci elegge meta ambita. Ma forse, ancor di più, è il fatto che la nostra penisola è un insieme di culture, che coesistono e dialogano. La cultura romana ha costituito il sostrato comune ma poi i secoli di disomogenietà politica e dominazione straniera hanno portato ad enormi differenziazioni a cui dobbiamo la strabiliante eterogeneità che caratterizza il nostro Paese. “Chi può affermare dopo aver fatto un viaggio tra Nord e Sud Italia di esser rimasto sempre nello stesso Paese?”, così ha scritto un ragazzo del Casagrande, cogliendo la mia attenzione quando ho visitato l’esposizione dei post-it nel mio liceo. Questa sera, grazie a questi post-it abbiamo ricevuto molte opportunità per riflettere sul lungo processo di Risorgimento e sul risultato che oggi abbiamo raggiunto; e soprattutto su un nuovo tipo di federalismo che accompagna e accompagnerà sempre la nostra storia: né fiscale, né civile ma culturale, che ci fa tutti diversi ma uniti nella nostra molteplicità.

Marta Panighel Sono rimasta piacevolmente colpita dal numero elevato di ragazzi che ha partecipato al concorso Matteo Stefani, “Un post-it per l'Italia”. Cercando di dare un significato a questa consistente partecipazione, ho trovato le risposte alle mie domande leggendo Petrarca. Può sembrare strano, e in effetti lo è: Petrarca infatti è stato un intellettuale estraneo alla vita politica, è stato un poeta laureato, un erudito, un filologo. Ma nel Canzoniere petrarchesco, quell'apologia del suo amore per Laura, ci sono due componimenti che si staccano dagli altri per il tema, che non parlano d'amore, ma di politica. Nella canzone 128, in particolare, Italia mia, benché il parlar sia indarno, il poeta si lancia con ardore contro quei contrasti politici tra comuni che stanno lacerando il Paese. Petrarca infatti vive nel 1300, nell'età dei comuni per eccellenza; pur essendovi nato, il poeta soffre per questa situazione di divisione, per questa violenza fratricida. E, da spirito lirico qual'è, sente il bisogno di esprimere la sua indignazione: lo fa in modo a dir poco eccellente. Non occorre, dunque, essere un politico di professione per esprimere le proprie convinzioni.

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Anzi, da un po' di tempo a questa parte, non occorre neanche più essere degli intellettuali: in 150 anni di Unità d'Italia tutti hanno avuto modo di esprimere la propria opinione su quel processo che ci ha uniti, ma che ancora oggi, su diversi fronti, ci divide. Perché a rendere unita l'Italia non è stato il suo fervente spirito nazionale, ma soprattutto l'impegno di pochi uomini ricchi, colti, forse illuminati, forse accecati dai loro interessi. Ancora oggi pare che quel fervente spirito nazionale non ci sia. Ma, come è possibile che non ci sia? È possibile che ce l'avesse Petrarca, nel 1300, e che non ce l'abbiamo oggi noi? Io credo che ci sia del fervore, anche se magari giace indefinito dentro ognuno di noi. Come spiegare altrimenti la partecipazione di così tanti ragazzi del Casagrande a un concorso su un tema come quello dell'Unità che dovrebbe essere così distante da loro? Io credo per qualcosa di più profondo della gloria: quel bisogno di esprimere un'opinione che, come in Petrarca, è un tentativo di definire il fervore indefinito che abbiamo dentro. Ecco perché i risultati sono stati numerosissimi e tutti diversi. Cercando di selezionare i 10 pensieri da premiare abbiamo cercato democraticamente di far emergere le diverse sfumature, senza tralasciarne nessuna. Infatti non ci presentiamo con la superbia di affermare di aver scelto i pensieri migliori, ma con la speranza di ragionare insieme, anche se solo per una sera, su quelli che per noi sono i più significativi.


‘Sei favorevole alla privatizzazione dell’acqua pubblica?’ ‘Sei favorevole al ritorno all’energia nucleare in Italia?’ ‘Sei favorevole al legittimo impedimento?’

SI o No?

Referendum 4 opportunità per migliorare l’Italia

Domenica 12 e lunedì 13 giugno p.v. gli aventi diritto al voto sono chiamati alle urne per pronunciarsi su ben quattro referendum abrogativi, in seguito alla raccolta firme organizzata dall’Idv tra maggio e luglio del 2010. Sarà chiesto di esprimere la propria approvazione/disapprovazione all’abrogazione delle leggi in vigore che stabiliscono, rispettivamente, la privatizzazione dell’acqua pubblica (2 quesiti), la costruzione di centrali nucleari e il legittimo impedimento.

ACQUA Da quando è entrato in vigore (19 nov 2009), l’art. 15 del DL 135/2009 (www.parlamento.it/parlam/leggi/ decreti/09135d.htm), riguardante la privatizzazione dei servizi idrici e di altri servizi pubblici, il quale prevede «il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali […] a imprenditori e società in qualunque forma costituite››, la gente ha iniziato ad interrogarsi. È di fondamentale importanza ricordare (come è successo in aree già privatizzate) che ciò non necessariamente comporta un miglioramento della gestione dei servizi, ma che spesso e volentieri provoca un aumento considerevole delle tariffe e, di conseguenza, delle bollette; infatti è risaputo che l’interesse primario di un imprenditore non è il benessere sociale bensì il profitto. L’acqua è un bene vitale di cui tutti devono disporre liberamente. Mettendo, infatti, a disposizione di pochi questo bene prezioso, si rischia di creare delle discriminazioni sociali

NUCLEARE

L’art. 7 del DL 112/2008 (www.parlamento.it/parlam/leggi/decreti/08112d.htm) con successive modifiche, volute dall’attuale Governo circa il piano energetico nazionale, prevede la costruzione di quattro centrali nucleari ad opera di ENEL e EDF.In un mondo che sta cambiando, proiettato verso un futuro in cui ci si baserà inevitabilmente sulle fonti rinnovabili, in un’Italia densamente popolata e ad altissimo rischio sismico (ci siamo dimenticati il terremoto de L’Aquila e di tutti gli altri avvenuti in passato su tutto il territorio nazionale), in un periodo in cui il terrorismo ed il rischio attentati condiziona pesantemente la nostra vita, l’interrogativo da porsi è se sia una buona idea costruire delle centrali che entreranno in funzione tra 20 anni (oltretutto anche l’uranio si sta esaurendo) e che produrranno le famigerate scorie che non si sa dove allocare.

LEGITTIMO IMPEDIMENTO

L’art.1 della legge 51 (7 apr 2010) (www.parlamento.it/leg/ldl_new/sldlelenco042010ordcron.htm) stabilisce che il Presidente del Consiglio dei Ministri e i ministri possano usufruire, a loro discrezione, del legittimo impedimento ossia possano evitare di presentarsi in tribunale per eventuali processi a loro carico, per un massimo di 6 mesi, in virtù delle incombenze parlamentari legate alle funzioni esercitate. La domanda che sorge spontanea è: “È giusto che soltanto i ministri possano avvalersi di tale legge, quando la Carta Costituzionale sancisce esplicitamente che la legge è uguale per tutti››? Per quale motivo noi cittadini -con gli stessi diritti dei suddettinon possiamo scegliere di presentarci un giorno in tribunale e l’altro no?”.

È probabile che, per quando sarà uscito quest’ultimo numero di Racoon, i referendum sul nucleare e sull’acqua siano già stati abrogati. Il governo Berlusconi, infatti, per evitare il raggiungimento del quorum (condizione indispensabile per convalidare il referendum), sta pensando di approvare dei decreti ad hoc, che rendano costituzionalmente nulli i quesiti posti dai referendum stessi. Discorso di parte? No. È lo stesso Silvio Berlusconi ad aver affermato, il 26 aprile in occasione del vertice italo-francese, che il recente disastro giapponese farebbe affluire un gran numero di votanti, favorendo così il raggiungimento del quorum e abrogando il legittimo impedimento che è ciò che più sta a cuore a lui.

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Profondo Rosso "Lazio, tagli e sprechi : un caos che coinvolge chi ci lavora e chi cerca di curarsi" Quotidianamente diamo per scontato molte cose; quando apriamo il rubinetto ci aspettiamo che esca l'acqua, quando schiacciamo l'interruttore ci aspettiamo che una lampadina s'illumini. Quando ci troviamo in una situazione d'emergenza e troviamo qualcuno che sta male, ci affrettiamo a chiamare il 118 e aspettiamo pazientemente l'arrivo dell'ambulanza che ci impiega al massimo una ventina di minuti. Quest' ultimo esempio però, non vale per i cittadini del Lazio e più precisamente per gli abitanti di Roma. Nella parte centrale della puntata di “Presa Diretta” del 27/02/2011 intitolata "profondo rosso" veniamo a conoscenza di una realtà imbarazzante. All' uscita del pronto soccorso dell'ospedale "San Giovanni" di Roma, le ambulanze sono ferme in attesa delle barelle che sono occupate da pazienti in attesa di essere ricoverati. Il numero delle barelle del pronto soccorso sono insufficienti rispetto alle richieste della popolazione. Questa situazione in casi di chiamate d'emergenza comporta enormi ritardi che a volte superano le 14 ore. Questa situazione si ripete in diversi ospedali del Lazio come al san Camillo, ospedale d'eccellenza di Roma che ha un D.E.A. (Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione) al secondo livello significando che tutte le specialità come cardiochirurgia,rianimazione, chirurgia d'urgenza... sono al livello più alto. Alle 10 del mattino, nella sala d'attesa del pronto soccorso del san Camillo ci sono oltre ai pazienti esterni che attendono di essere visitati, anche quelli non autosufficienti in attesa di un posto letto attesa che può prolungarsi anche di 2 giorni senza coperte di lana e cuscini; d’altro canto gli ultimi arrivati sostano nei corridoi, creando difficoltà di azione agli operatori sanitari. Nel 2009 le ambulanze sono rimaste ferme davanti al pronto soccorso per 200 000 ore, questo significa che la regione Lazio, spreca quindici milioni di euro l'anno per pagare autisti, infermieri e barellieri.

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Inoltre mancano 39 ambulanze,inizialmente erano 225 ma sono state ridotte a 186. Superfluo ricordare che l'eliminazione di un'ambulanza comporta il licenziamento del personale addetto. A Bracciano e a Subiaco , la situazione è ancora più drammatica, in quanto la presidente della regione, Polverini, decide di chiudere l'ospedale riducendo i posti letto da 80 ( già pochi) a 8 costringendo i cittadini a ricorrere all'ospedale più "vicino" nel primo caso a 80 km e nel secondo a 45. Teniamo presente che per le tempistiche sanitarie di emergenza come quella dell'infarto miocardico o di emorragia cerebrale o ictus sono fondamentali i primi 30 - 45 minuti per salvare la situazione, quando è salvabile. La Polverini rispondendo ai tanti comitati che protestano contro la chiusura degli ospedali, afferma che verrano costruite cinque nuove piste di elisoccorso a servizio 24/24 h. Le piste dovevano essere pronte per settembre 2010, ora , Febbraio 2011 a Ostia c'è solo il recinto di delimitazione dell'area; ad Acquapendente (VT) la miglior tra le cinque piste elisoccorso è pronta ma non ci sono le autorizzazioni per l’utilizzo. Cosa possiamo fare noi comuni cittadini? Per riparare il rubinetto c'è l'idraulico e per la lampadina l'elettricista...eppure le tasse le versiamo...


La ex classe 5^C dei geometri si è aggiudicata il secondo premio nel concorso indetto dalla Società Italiana i Fotogrammetria e Topografia per l'anno scolastico 2009-2010. Il concorso era riservato agli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori che prevedono nel corso di studi l'insegnamento della Topografia e della Fotogrammetria, per il migIiore lavoro di ricerca in campo pluridisciplinare, con particolare riguardo alle discipline suddette. Il progetto presentato dalla nostra classe riguardava un complesso lavoro di rilievo topografico della cima del monte Pizzoc e del rifugio città di Vittorio Veneto, in comune di Fregona, eseguito nell'ottobre 2009 in una intensa due giorni di lavoro sul campo da parte di tutta la classe, e poi restituito graficamente durante il corso dell'ultimo anno di studi. Sono state realizzate mappe accurate dell'intera zona, nonchè modellazioni tridimensionali rappresentate anche in un video molto suggestivo. Oltre al rilievo la classe ha proposto anche un vero e proprio progetto di riqualificazione dell'intera area e di ristrutturazione del rifugio con tanto di impianti eolico e fotovoltaico. Il progetto è poi stato presentato a scuola alla presenza di tecnici qualificati del settore che hanno attestato la qualità del lavoro svolto e del sindaco di Fregona, il quale ha espresso la sua ammirazione e ha invitato la classe a ripetere la presentazione del progetto durante un consiglio comunale.

La commissione esaminatrice del SIFET ha quindi apprezzato la professionalità del lavoro svolto e il suo valore paesaggistico e ha attribuito al nostro Istituto il secondo premio costituito da: •Livello digitale automatico “Sprinter” offerto dalla ditta Leica; •Programma GIS “Arcview” offerto dalla ditta Esri Italia; •Carta tridimensionale da visionare con gli appositi occhialetti, offerta dalla ditta Compagnia Generale Riprese Aeree (CGR). Il primo premio è invece andato all'Istituto “Righi” di Reggio Calabria. La premiazione si è svolta il 9 Novembre 2010 presso la Fiera di Brescia, in occasione della Conferenza della Federazione italiana delle associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali, alla presenza del presidente del SIFET e di un rappresentante del Ministero dell'Istruzione. La classe è stata rappresentata da alcuni studenti, che hanno presentato il progetto alle autorità presenti, dai professori Adriano Scalini e Luca Bet, veri deus ex machina dell'intero progetto, e dal preside Paolo Rigo. S.P. Simone Papa

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GDA

E

speciale

2011

ra il 22 maggio 2010, il lavoro di un anno raccoglieva i suoi frutti, e tra un i-pod da aggiustare e l’Inter che vinceva la Champions ci portavamo a casa tanti ricordi: amici nuovi, amici vecchi, che insieme avevano costruito un percorso, insieme avevano intrapreso un cammino ricco e di emozioni e insegnamenti. La Giornata dell’Arte (GdA) era diventata il Gruppo di Amici (GdA). Eravamo davvero felici, tutto era andato alla perfezione (o quasi), e i propositi per la futura GdA 2011 si facevano sempre più grandi. Desideravamo ampliare il gruppo, rendere la GdA qualcosa di importante anche per altri studenti. Volevamo far capire a tutti la grande importanza che questo evento aveva per noi. Le persone da fuori, studenti ma anche insegnanti, vedevano questa giornata veramente con superficialità, a volte la banalizzavano, la giudicavano una perdita di tempo e non gli veniva data la valenza che si meritava. Non è che l’intero corpo studentesco e docente dovesse idolatrare la GdA ma almeno rispettarla, rispettare il lavoro di persone che per mesi si incontrano per dare ai ragazzi che vi partecipano una giornata di divertimento, alternativa, che si stacchi da quella che è la scuola di tutti i giorni, che sembra mettere solo sottopressione gli studenti. È passato un anno. Abbiamo tentato di ampliare la GdA, di farla apprezzare, di farne capire l’immenso valore e potenziale. Nonostante la buona volontà, l’immensa dedizione, la pazienza e comunque alcuni buoni risultati, è stato un fallimento. Scorro la lista degli organizzatori della Giornata dell’Arte di questo duro e faticoso 2011. Eh sì, tante persone, un bel gruppone numeroso, eppure manca qualcosa. Non è più la GdA divertente, spensierata, fatta di collaborazione, confronto, svago. È la GdA seria, professionale in cui alcuni nomi non hanno per me nessun significato.

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Abbiamo cercato di dare il massimo noi “vecchi”, pieni di speranze e aspettative. Volevamo ricreare un clima che ha iniziato a costruirsi solo negli ultimi giorni. Non so di cosa volevamo illuderci. Purtroppo non si può pensare di rivivere i bei ricordi del passato. La vita è tutto fuorché staticità. La vita è un continuo cambiamento. Come predicava Pirandello la vita è un fluido inarrestabile, è diversa di momento in momento. Noi invece ci ostiniamo a cristallizzare quel flusso continuo. Quando otteniamo qualcosa che ci dà un’immensa felicità vorremo che questa non finisse mai. Ecco allora, che dopo aver vissuto momenti felici, spensierati ad organizzare un’incredibile GdA ’10 vorresti che fosse sempre così, ogni anno. Ma ciò è impossibile. Il gruppo cambia. I “vecchi saggi” passano di anno in anno il testimone. È un riciclo continuo. È la dura legge della scuola superiore: gli insegnanti invecchiano seduti dietro le loro cattedre pensando di detenere tutto il potere mentre gli studenti maturano, crescono e cambiano in continuazione. Sono qui oggi per dire, quindi, che la GdA 2011 non è stata come immaginavo, come avrei voluto che fosse....


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Tanti ostacoli, porte chiuse in faccia, delusioni sia dagli insegnanti che dagli studenti, hanno reso difficoltoso il cammino GdA. Ma noi siamo rimasti in piedi, e a testa alta siamo felici di aver organizzato anche quest’anno la GdA, allungandola anche di un giorno. Abbiamo organizzato tanti laboratori, alcuni anche nuovi. Tutto solo per accontentare voi studenti, per cercare di venire incontro alle vostre esigenze, per cambiare l’offerta, affinchè non fosse sempre il solito minestrone, per stimolarvi a partecipare attivamente. Ma non so onestamente quanto possa essere servito. Per quanto sia ottimista non si può ottenere l’impossibile. Io credo che anche quest’anno sia stata organizzata una fantastica Giornata dell’Arte. Ma ci sarà sempre chi si lamenterà, chi consegnerà le carte con un mese di ritardo, non rendendosi conto del lavoro che c’è dietro le due giornate. E ci sarà sempre quel professore che non può perdere le sue ore preziosissime di lezione. Notizia dell’ultima ora: la GdA, come tutte le attività formative che rendono l’istituzione scolastica più vivibile e meno apatica, non è perdere tempo, bensì investire del tempo. È pura utopia che voi (insegnanti e studenti) riusciate tutti a rendervi conto di ciò. La colpa è stata mia. Sono stata ingenua a credere che un apertura mentale fosse possibile. Con grande umiltà quindi il 24 e il 25 maggio si svolgeranno le due giornate. I laboratori sono pronti, mancano solo gli ultimi acquisti. Alcune persone presenti nell’organizzazione, sia

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“vecchie” che “nuove” hanno dimostrato di avere grandi potenzialità. Io amo osservare ciò che mi circonda e ho visto la loro dedizione, la loro passione nel fare, come dicevamo la Montessori, per fare bene. Mi auguro che alcune di queste persone saranno futuri rappresentanti di istituto. Non abbiate paura! Siete veramente in gamba! Altri organizzatori invece non hanno colto lo spirito GdA, non ne hanno capito il significato profondo. Credo infatti che queste persone siano state solo di passaggio e nei prossimi anni non rivivranno l’esperienza. Grazie comunque per esserci stati quest’anno. Per quanto mi riguarda il prossimo anno non ci sarò più, e un po’ questo mi spaventa, ma una cosa è certa la GdA mi ha profondamente cambiato. Se non fossi entrata in questo mondo avrei perso una grandissima occasione, la mia strada non avrebbe mai incontrato quella di altre persone che, chi più chi meno, hanno saputo migliorarmi, non sarei mai diventata rappresentante d’istituto perché la cosa non mi sarebbe mai passata neanche per l’anticamera del cervello (e in questo momento so che ci sarà chi, soprattutto miei professori, che si staranno dicendo: “perché nessuno le ha impedito di organizzare questa cavolo di giornata della creatività?”). Oggi sono qui sicura di quale sarà il mio futuro professionale grazie alla GdA. E tutto è nato perché provavo pena. In questi tre anni di organizzazione ho vissuto momenti bellissimi: l’omino biscottino, il pomerig-


speciale gio con le migliori amiche di sempre a preparare i dolci e a guardare i film per il cineforum (“Te sta dentro che qua fuori è un brutto mondo” ahahah), il vecchio centro giovani e la stanza dei piccioni, il nuovo centro giovani, le pizze e i coniugi crosta, i gelati mangiati insieme, l’andare a sponsor, portare a casa 5€ e cercare consolazione nel kebab, i tirocinanti di Lara (l’unico tamarro simpatico e la dolce Valentina), piangere per un i-pod e chiamare uno sconosciuto per cercare un modo per ripararlo con il computer della Mio attaccato in bagno, organizzare una festa per raccogliere i soldi per autofinanziarci e venire a sapere mentre stai facendo simulazione che ha chiamato il comandante dei carabinieri e ci sono dei problemi, la lunga chiacchierata a scuola dove scopri il grande valore di quelle due persone a cui non puoi che augurare tutto il bene del mondo, e tanti altri. Eh sì, sono proprio tanti ricordi di questi tre anni di GdA che rimarranno indelebili. Tre anni che mi hanno insegnato più di qualsiasi altra materia fatta sui banchi di scuola. Posso dirlo? Posso dirlo? Francesca, Eleonora, Tommaso, Luca, Mara, Felicita, Deborah, Sara, Mirko, Andrea, Francesca, Teresa, Eleonora, Lisa, Alessio, Andrea, Carlo, Nicole, Giovanni, Max, Lara e tutti voi che avete condiviso con me l’incredibile cammino GdA…..GRAZIE! BUONA VITA! Vi meritate il meglio del meglio, e sono sicura che lo otterrete perché le potenzialità non vi mancano. Alle nuove reclute, rimboccatevi le maniche! La Gda

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deve continuare a vivere..sempre! Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti uno dall’altro e non vivono soli…a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto. Dall’età del livellamento, dall’età della solitudine, dall’età del Grande Fratello, dall’età del Bipensiero…Tanti saluti! Giulia Scapol

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È nuova l’idea di uno speciale sull’orientamento universitario, dedicato non solo ai ragazzi/e di quinta che quest’anno terminano gli studi, ma anche a tutti i lettori curiosi che desiderano approfondire le proprie conooscenze in merito all’offerta formativa post-diploma. Abbiamo chiesto a 11 ragazzi frequentanti l’Università di presentare se stessi e la loro facoltà, rispondendo ad alcune domande che veicolano le principali curiosità degli studenti; le facoltà scelte sono molto differenti tra loro appunto per tentare di intercettare tutti i vostri possibili interessi. Per qualsiasi richiesta di chiarimento e approfondimento, anche quella di contattare personalmente gli studenti e suggerire per il prossimo anno scolastico alcune facoltà da presentare, scrivete senza esitare a racoon.casagrande@gmail.com Saremo felici di dare il nostro contributo! E ora una panoramica delle università e la pagina del giornalino corrispondente, per trovare subito ciò che cercate!

Trento/ Rovereto Scienze Cognitive - pag. 20 Sociologia - pag. 21

Udine Ingegneria Elettronica e Civile - pagg. 26-27

Padova Medicina e Chirurgia - pag. 25

Trieste Giurisprudenza - pag. 23 Farmacia - pag.24 Psicologia - pag. 22

Bologna Lettere e Filosofia - pag. 19

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Venezia Architettura - pag. 28 Lingue e Letteratura - pag. 29


Perche hai scelto di studiare Lettere? Non è stata una scelta facile. Ho sempre avuto numerosi interessi, spesso anche molto diversi tra di loro. Le motivazioni principali di questa scelta sono state la passione per la letteratura e per le discipline umanistiche, per la scrittura e in particolar modo per il sogno, maturato anche tra le pagine di Racoon, di diventare giornalista. Lettere è una facoltà che offre una solida base culturale, che può (e deve) essere successivamente approfondita e specializzata. Quali sbocchi lavorativi offre? Principalmente nel settore culturale ed editoriale: insegnamento, attività in musei o biblioteche, impiego presso case editrici, uffici stampa e redazioni giornalistiche. Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Gli esami sono molto sostanziosi, perché spesso oltre ai manuali studiamo anche i testi d'autore originali. La difficoltà più che altro sta nell'organizzarsi lo studio: non è come al liceo, nessuno controlla che facciate i compiti per casa..

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Nome: Marta Scuola frequentata: Liceo Scientifico Città in cui adesso studi: Bologna Facoltà: Lettere e Filosofia (Corso di Laurea in Lettere, Curriculum Moderno) Dove vivi: (appartamento, collegio, casa dello studente): appartamento Prezzo medio mensile (spese escluse): 208 in doppia (per una doppia nel centro di Bologna – dentro le antiche mura della città per intenderci – è davvero poco)

I professori sono disponibili o distaccati? Quelli incontrati finora si sono mostrati disponibili. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Il mio corso di laurea in lettere è composto da tre curricula: classico, moderno e culture letterarie europee. In tutto siamo circa quattrocento: nelle materie che caratterizzano il corso e che seguiamo tutti (per esempio latino) siamo divisi in due o tre gruppi. Nei corsi più specifici il numero di partecipanti è inferiore, anche perché generalmente non c'è l'obbligo di frequenza. Le aule sono adeguate al numero di persone che frequentano il corso per cui è facile, anche quando si è in tanti, trovare posto e riuscire a seguire bene la lezione. Ci sono aule studio all’università? Bologna è piena! Ogni dipartimento (il raggruppamento dei corsi di laurea affini, per intenderci) ha nella sua sede una o più aule studio. Esiste inoltre una biblioteca universitaria (a mio parere la migliore), una sala studio dotata di circa 300 postazioni computer e diverse biblioteche comunali (Sala Borsa la più frequentata anche dai residenti, Archiginnasio la più bella e antica). Com’è la qualità del servizio mensa? Sinceramente non ci sono mai andata, abitando in centro spesso torno a casa a mangiare. Mi dicono che si mangia bene ma che i prezzi siano più alti rispetto ad altre mense universitarie. La zona universitaria è comunque ricca di pizzerie al trancio, forni, piccoli super market e paninerie molto economici. Ci si muove facilmente nella città? Decisamente! Il centro si gira tranquillamente a piedi o in bici. Il servizio autobus di Bologna offre una ricchissima rete di collegamenti e copre anche il centro storico della città. Quali attività culturali offre? Bologna è stupefacente dal punto di vista culturale: innumerevoli le librerie che propongono incontri con autori, gruppi di lettura, dibattiti su questioni culturali o su temi di attualità; teatri, cinema, cineforum e cineteche offrono una vasta gamma di spettacoli (solitamente a prezzi ridotti per gli studenti); i musei sono sparsi un po' ovunque, senza dimenticare quelli a cielo aperto! Inoltre vi sono molte associazioni organizzate dagli stessi studenti. Quali sono i luoghi di divertimento della città? A Bologna esiste un numero spropositato di bar e di locali per tutti i gusti, dalle birrerie alle enoteche più chic, dai centri gestiti dalle associazioni studentesche ai jazz club. Vi sono inoltre diversi centri sociali in cui sono organizzati concerti, feste, mercatini di prodotti biologici.

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Perche hai scelto di studiare scienze cognitive? Per interesse e un po’ anche per curiosità. Per riuscire finalmente a capire l’informatica!

Nome: Anita Scuola frequentata: Liceo delle Scienze Sociali Città in cui adesso studi: Rovereto (Trento) Facoltà: Scienze Cognitive - Interfacce e Tecnologie della Comunicazione Dove vivi: (appartamento, collegio, casa dello studente): Appartamento Prezzo medio mensile (spese escluse): 150-200 euro

Quali sbocchi lavorativi offre? “Questo corso di laurea fornisce competenze teoriche, metodologiche, sperimentali ed applicative nelle aree fondamentali dell'informatica orientata agli utenti, quindi primariamente nelle aree delle interfacce della comunicazione tra sistemi e utenti e dell’accesso intelligente all’informazione. In particolare il laureato acquisirà conoscenze legate alla progettazione, produzione e valutazione di questi sistemi, sia riguardo il loro impatto sociale, che la loro adeguatezza dal punto di vista della utilizzo ed accettazione, anche nelle applicazioni per utenti affetti da disturbi cognitivo-comunicativi. Il laureato sarà quindi in grado di concorrere alle attività di pianificazione, progettazione, sviluppo, direzione lavori, stima, collaudo e gestione di interfacce e di sistemi per la comunicazione. Gli ambiti occupazionali e professionali riguardano non solo le imprese produttrici di sistemi informatici e di reti o le pubbliche amministrazioni, ma, più in generale, tutte le organizzazioni e le imprese che utilizzano sistemi informatici finalizzati alla comunicazione con la persona.” Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Accettabilissimo! I professori sono disponibili o distaccati? Sono molto disponibili, ma so che non in tutte le facoltà è così. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Nel mio corso siamo circa 50-60, non tanti, e posto a sedere c’è sempre. Ci sono aule studio all’università? Si,due. E di fronte alla facoltà c’è la biblioteca dove poter studiare. Com’è la qualità del servizio mensa? Molto buona, ottima direi. Non sembra una mensa ma un ristorante! Ci si muove facilmente nella città? Si, certo. E’ piccolina e si può girare a piedi molto facilmente, a tutte le ora del giorno. Quali attività culturali offre? Ci sono un paio di cinema e di teatri; una sera a settimana c’è il cineforum e di fronte alla facoltà c’è il Mart, il centro culturale di Rovereto, che spesso ospita mostre temporanee e dove si trova la mostra permanente del futurismo. E poi c’è lo sprizzuni ogni mercoledì sera… Quali sono i luoghi di divertimento della città? Ah no, a Rovereto non ce ne sono. Qualche locale che rimane aperto fino a tardi ma niente di più. A Trento c’è qualche posto in cui si può andare a ballare e a Mori c’è qualche locale o birreria dove c’è il karaoke, dove si balla il latino americano… a Rovereto niente.

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Nome: Massimiliano Scuola frequentata: Liceo Scientifico Città in cui adesso studi: Trento Facoltà: Sociologia, Corso di Studi Internazionali Dove vivi (appartamento, collegio, casa dello studente): Appartamento Prezzo medio mensile (spese escluse): 230-250 singola, 200-230 doppia

Perche hai scelto di studiare sociologia? Ho scelto questo corso perché mi offre una preparazione molto ampia e adatta per comprendere i mutamenti politici e sociali in ambito internazionale. Le materie spaziano dall’economia alla scienza politica fino allo studio delle organizzazioni internazionali. Un punto di forza del mio corso (sempre a mio avviso, sono di parte) è che è molto attuale: si trattano infatti temi che vediamo quotidianamente proposti alla tv, e quindi riuscire a comprendere maggiormente i fenomeni che accadono concretamente ogni giorno è molto gratificante. Quali sbocchi lavorativi offre? Si va dal lavoro in organizzazioni internazionali, ONG e istituzioni come l’Unione Europea, ai consolati, ai ministeri esteri fino alle aziende (relazioni estere) o alla pubblica amministrazione. Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Il carico di studio è accettabile, ovviamente dipende sempre dagli obiettivi che uno si pone: diciamo che riuscire a passare gli esami non è particolarmente difficile. I professori sono disponibili o molto distanti? Il mondo dei professori universitari è molto variegato ma devo dire che, seppur con qualche eccezione, ho avuto la fortuna di incontrare professori molto disponibili. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Circa 100-150. Le aule sono sempre adatte al numero degli studenti e quindi si riesce a trovare posto (raramente succede il contrario). Ci sono aule studio all’università? Nella mia facoltà esistono 4 aule studio di diversa grandezza. Se dovessero essere tutte piene, ce ne sono delle altre in strutture vicine. Com’è la qualità del servizio mensa? Il servizio mensa è molto buono, c’è molta varietà d’offerta e i prezzi sono bassi (menù primo/secondo e contorno 2,20€ con bere illimitato). Ci si muove facilmente nella città? La città è molto piccola e quindi facilmente percorribile sia a piedi che in autobus. Quali attività culturali offre? Offre attività di teatro, concerti, molte mostre, festival dell’economia. Quali sono i luoghi di divertimento della città? Ci sono molti piccoli bar che offrono happy hour. La città non offre moltissimo da questo punto di vista, ma essendo comunque popolata da studenti si può compensare con festicciole casalinghe.

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Nome: Francesca Scuola frequentata: Liceo Scientifico Città in cui adesso studi: Trieste Facoltà: Psicologia Dove vivi (appartamento, collegio, casa dello studente): Appartamento Prezzo medio mensile (spese escluse): 165 euro comprensivo di affitto e riscaldamento

Perche hai scelto di studiare psicologia? Perché mi affascinava il mondo della mente, soprattutto della sua parte inconscia, che è quella di cui non siamo consapevoli ma che influenza le nostre decisioni. Ma ciò che mi ha convinta a scegliere questa facoltà è stata l’utilità che un intervento psicologico può portare alle persone in difficoltà. Quali sbocchi lavorativi offre? La scienza psicologica può essere applicata a quasi tutti i campi lavorativi, dai contesti sociali, organizzativi e del lavoro ai servizi per la persona e la comunità. Tutto dipende dalla specialistica che si sceglie e da eventuali scuole di formazione e master che si decide di intraprendere dopo i 5 anni base (3+2) che la facoltà offre. Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Il carico di studio è affrontabile tranquillamente basta metterci impegno e costanza. Dico costanza perché ogni esame è composto da esami più piccoli (intendo a livello di cfu=crediti formativi universitari, che servono a dare “peso” agli esami) e quindi si ha sessioni d’esame più frequenti (ogni 2 mesi all’incirca). I professori sono disponibili o distaccati? I professori sono la maggior parte residenti a Trieste per cui sono disponibili ad incontri e quindi ad eventuali chiarimenti. Ma allo stesso modo anche i professori che non risiedono nelle vicinanze di Trieste sono agevolmente reperibili via e-mail. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Psicologia ha un test d’ammissione il quale dà la possibilità a 200 persone per anno di far parte del corso, e include studenti “normali” (quelli che han la possibilità di frequentare ogni giorno le lezioni) e LAST (studenti lavoratori). Posto a sedere solitamente non si fa difficoltà a trovare perché le lezioni vengono svolte in aule molto grandi. Ci sono aule studio all’università? Certo l’università dispone di molte biblioteche e di aule studio, aperte anche fino a mezzanotte. Com’è la qualità del servizio mensa? La mensa offre una gamma vastissima di scelte, tutto a prezzi moderati. Ma se qualcuno non volesse usufruire della mensa l’università è fornita anche di numerosi bar. Ci si muove facilmente nella città? Trieste è una città molto ben fornita di servizio autobus, anche a ore tarde di notte. Quali attività culturali offre? Trieste è nota come Città della Scienza e accoglie una comunità scientifica ed universitaria molto conosciuta e rinomata all'estero che richiama ogni anno migliaia di studenti da tutto il mondo e di tutte le culture. Come si sa l'ambiente culturale e la particolare storia di Trieste hanno favorito fin dall'Ottocento l'affermazione di scrittori triestini e l'arrivo di importanti autori stranieri che nella Città vissero a lungo, Umberto Saba, Italo Svevo, James Joice (di cui trovate le statue in giro per la città) sono degli illustri esempi. Nel corso dell’anno inoltre la città offre fiere e manifestazioni di qualsiasi genere, evento internazionale è la Barcolana (prima domenica di ottobre), la storica regata velica europea. Quali sono i luoghi di divertimento della città? Trieste non vanta una vita notturna al pari di città come Padova ma comunque la festa non manca. All’orario dell’aperitivo si ha una gran scelta di bar e locali dove bere in compagnia un buon spritz. Il mercoledì universitario è festeggiato con feste organizzate dalle stesse facoltà universitarie o da ragazzi del luogo in posti suggestivi come ad esempio il castello da San Giusto. Insomma se uno vuole divertirsi trova facilmente il modo!!

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Nome: Domenico Scuola frequentata: Liceo Scientifico Città in cui adesso studi: Trieste Facoltà: Giurisprudenza Dove vivi (appartamento, collegio, casa dello studente): appartamento Prezzo medio mensile (spese escluse): 180-200 in singola

Perchè hai scelto di studiare Giurisprudenza? Perché questa facoltà mi offre le chiavi di lettura per la società: lo studio di questa disciplina permette di seguire con più consapevolezza le vicende politiche italiane ed estere, e fornisce gli strumenti per essere un cittadino consapevole dei propri diritti e doveri, che sa far valere le proprie ragioni. Quali sbocchi lavorativi offre? In tantissimi settori: magistratura, avvocatura, notariato (per pochi eletti!) ma anche in moltissime aziende (le maggiori hanno sempre degli uffici legali), nonché impieghi nella Pubblica Amministrazione Il carico di studio è eccessivo o accettabile? E’ un corso di laurea a ciclo unico, cioè dura 5 anni (non 3+2); il carico di studio è gestibile ma è molto impegnativo! I professori sono disponibili o distaccati? A Trieste ho trovato professori molto disponibili e gentili, sempre reperibili per chiarimenti e consigli. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? I corsi più importanti vengono sdoppiati in due canali, per permettere numeri “gestibili” di frequentanti. Gli iscritti al mio anno sono circa 250, i frequentanti poco più della metà. Ci sono aule studio all’università? La sede centrale è dotata di una grande biblioteca generale (200 posti) e ogni facoltà dispone di aule (30 posti), più altre aule comuni, aperte dalle 8.00 alle 23.30 7 giorni su 7. Com’è la qualità del servizio mensa? E’ disponibile per tutti e tre i pasti, 7 giorni su 7, a prezzi molto bassi (pasto completo, non più di €2.80). Ci si muove facilmente nella città? Sì, le linee dell’autobus sono molto numerose e molto frequenti. Quali attività culturali offre? Le attività sono tantissime: 3 teatri, 6 cinema, numerosi club per ogni interesse, locali particolari con musica “di nicchia”, più di 30 librerie … insomma per tutti i gusti! Quali sono i luoghi di divertimento della città? Trieste offre molti modi per divertirsi: molti pub stile inglese, locali per aperitivi a prezzi convenzionati per studenti, e le tipiche “osmize”, vista mare sul Carso!

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Nome: Emma Scuola frequentata: Liceo Scientifico Città in cui adesso studi: Trieste Facoltà: Farmacia Dove vivi (appartamento, collegio, casa dello studente): Ora in appartamento, ma il mio primo anno l’ho passato in collegio Prezzo medio mensile (spese escluse): Per una stanza singola l’affitto medio si aggira intorno ai 200€ Perche hai scelto di studiare Farmacia? In realtà la scelta l’ho fatta per esclusione delle altre facoltà, il mio sogno era quello di insegnare matematica, ma il corso di laurea in Matematica non offriva grandissimi sbocchi lavorativi. Il corso di laurea in Farmacia offre una panoramica di diverse materie a partire dalla chimica, base di tutte le materie farmaceutiche per terminare col corso di Igiene e Prodotti dietetici, che aiuta il futuro farmacista nel suo lavoro. Quali sbocchi lavorativi offre? Il corso di laurea in Farmacia offre solo un paio di sbocchi lavorativi, in primis il lavoro di farmacista che permette di stare a contatto con la gente, oppure la possibilità di fare ricerca e/o lavorare presso case farmaceutiche. Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Il carico di studio è proporzionale al numero di CFU (crediti formativi universitari) che il corso prevede; bisogna però tenere conto che molto spesso i libri da soli non bastano, così come anche gli appunti dei docenti, il lavoro più pesante è quello di copiatura degli appunti e l’integrazione delle dispense dei docenti con quello che è scritto negli appunti e nei libri di testo. I professori sono disponibili o molto distanti? Purtroppo, come in ogni corso di laurea esistono docenti molto disponibili che aiutano volentieri gli studenti e altri che invece non sono nemmeno in grado di spiegare ma che pretendono dagli studenti cose che non hanno nemmeno accennato. In ogni caso, entra sempre in campo il fattore “C”. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Essendo una facoltà a numero chiuso, il numero di studenti che frequenta le lezioni è inferiore a 100 quindi si riesce sempre a trovare posto a sedere. Ci sono aule studio all’università? All’interno del campus universitario ci sono diverse aule studio comuni e aule universitarie per ogni facoltà. Le aule delle facoltà sono aperte 5 giorni su 7 e sono aperte dalla mattina alle 8 circa fino alla sera alle 18 circa. La aule studio comuni invece sono aperte quasi tutta la settimana dalle ore 8 alle ore 23 circa. Com’è la qualità del servizio mensa? Il servizio mensa è molto buono e completo permette di consumare i 3 pasti principali. Il rapporto qualità-prezzo del servizio è davvero ottimo. Ci si muove facilmente nella città? La città di Trieste è situata tra il mare e la montagna, in macchina è difficile riuscire a girare e soprattutto a trovare parcheggio, mentre si raggiunge quasi ogni località mediante l’autobus, i cui biglietti sono molto convenienti. Un altro modo per viaggiare per la città è mediante lo scooter. Quali attività culturali offre? La città di Trieste offre diverse attività culturali con agevolazioni per studenti. Nei cinema cittadini si può entrare a prezzo ridotto presentando un documento di riconoscimento che attesti l’iscrizione all’università, altre agevolazioni di questo tipo si hanno nei teatri. Inoltre nelle librerie e in alcuni bar si tengono spesso delle conferenze. Quali sono i luoghi di divertimento della città? La città offre agli studenti diversi luoghi di divertimento, a partire dai “mercoledì universitari” che si tengono nella via centrale di Trieste e in cui si ritrovano molti ragazzi e si ha modo di conoscere studenti anche di altre facoltà; lungo le rive si trovano alcuni pub in cui è possibile anche mangiare; nella zona pedonale della città si trovano diversi locali per aperitivo; ed infine, solo grazie ad un colpo di fortuna, o conoscendo, è possibile imbattersi nei tipici locali triestini detti “Osmize”.

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Nome: Tancredi Scuola frequentata: Liceo Scientifico Città in cui adesso studi: Padova Facoltà: Medicina e Chirurgia Dove vivi (appartamento, collegio, casa dello studente): Appartamento (con altre 4 persone) Prezzo medio mensile (spese escluse): 198 euro in doppia

Perche hai scelto di studiare medicina? Il lavoro del medico rientra in un ambito molto interessante e vario, all’interno del quale ci sono varie specializzazioni, dalla clinica, all’ambulatorio, allo studio, fino al laboratorio. Mi gratifica l’idea di lavorare per aiutare le persone con problemi di salute. Medicina non è una casta di privilegiati, c’è un po’ di tutto, ma le motivazioni sono fortissime. E’ una sfida, perché si tratta di un percorso lungo e solo con molta pazienza si arriva a vedere qualche risultato. Quali sbocchi lavorativi offre? Il medico è una delle figure professionali più necessarie in questo momento, soprattutto in Italia. Tra il 2015 e il 2019 l’ISTAT segnala che un numero notevole di medici raggiungerà l’età pensionabile quindi aumenterà la richiesta che già ora costringe alcuni centri a rivolgersi all’estero. Ovviamente va considerato questo dato tenendo conto dell’alto numero di specializzazioni (alle quali si accede mediante un test a esclusione!), quindi alcune figure saranno più richieste di altre ma in linea di principio nel giro di un anno dall’abilitazione tutti vengono assunti. Non va dimenticata la ricerca: i medici italiani vanno fortissimo in questo campo ma per questa ipotesi va presa in considerazione l’idea di lavorare all’estero,preso atto delle politiche attuate dall’attuale governo in merito ai fondi per la ricerca… Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Credo che tutte le facoltà se affrontate con determinazione puntando in alto siano molto difficili! Rispetto alle superiori è un abisso: niente tutor o simili, e gli esami sono pochi ma accorpati; ciò significa “mattonate” da preparare giorno per giorno (!!!) con organizzazione e regole. Allo stress va aggiunta la notevole tensione! Per rimediare ad un eventuale fallimento bisogna attendere l’appello successivo e perdere il ritmo (o i semestri), è un attimo. Voglio dire che non esiste lo studio dell’ultima ora, nemmeno per i migliori. I professori sono disponibili o distaccati? Rispetto alle superiori è un’altra vita certo, però tutto sommato la maggior parte dei professori cerca di venire incontro agli studenti più o meno come in tutti i casi: ritardi, assenze ingiustificate, ecc.. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Fino al primo semestre del secondo anno frequentano tutti, da lì in avanti diventa improponibile: giorni con 9 ore accademiche di lezione! Dal quarto anno con i tirocini la frequenza obbligatoria si riduce a tattiche assurde per decidere chi deve andare a lezione a firmare per i compagni. E’ piuttosto triste perché le lezioni sono quasi tutte molto interessanti e i professori competenti, ma da generazioni di studenti funziona così. Per il posto a sedere non c’è problema, è uno dei vantaggi delle facoltà a numero chiuso. Ci sono aule studio all’università? Ce ne sono diverse: studiare in aula per me è necessario perché a casa mi distraggo oppure mi addormento (grosso problema). Tra l’altro, piccolo consiglio, studiare in aula evita di odiare la casa da universitario, così quando si torna la sera vi scaricate dalla tensione. Com’è la qualità del servizio mensa? Molto buona e con 4 euro si mangia bene. La fila non è mai esagerata e in genere ci si siede sempre con i compagni. Ovviamente ci sono le migliori e quelle “un po’ meno buone”. Al primo anno la mensa Piovego sarà il vostro punto di riferimento, è l’unica molto affollata. Ci si muove facilmente nella città? Ho l’appartamento in una zona vicina a università, ospedale e centro quindi non prendo mai l’autobus, solamente al rientro la domenica sera dato che il biglietto è caro. A Padova regnano le biciclette, mettete in conto di farvene rubare qualcuna nell’arco degli anni. Nel complesso però la città è vivibile e poco affollata. Quali sono i luoghi di divertimento della città? Il più classico dei mercoledì universitari inizia in piazza (dei Signori o delle Erbe) dove, soprattutto nei mesi caldi, si ritrova davvero tanta gente. Per le serate lunghe si deve però raggiungere le disco nella zona esterna di Padova (sempre attivo il servizio navetta). Poi ci sono bowling, cinema, iniziative dei locali, e tanto altro. 25


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speciale

Nome: Alberto Scuola frequentata: Istituto Tecnico per Geometri Città in cui adesso studi: Udine Facoltà: Ingegneria Civile Dove vivi (appartamento, collegio, casa dello studente): Appartamento Prezzo medio mensile (spese escluse): 170€

Perche hai scelto di studiare Ingegneria Civile? Ho scelto questo facoltà per dare continuità al percorso intrapreso quando ho scelto di fare l’istituto per Geometri. Inizialmente mi ero posto il dubbio se scegliere Architettura o Ing.Civile, ma in conclusione ho optato per quest’ultima data la maggior richiesta di Ingegneri nel territorio e la maggior preparazione nel campo strutturale che offre questa facoltà. Quali sbocchi lavorativi offre? Una volta laureati in ingegneria molte sono le scelte che si possono intraprendere, a partire dalla libera professione, al lavoro in uno studio tecnico, far parte di un’ impresa edile, lavorare per enti pubblici e privati spaziando tra progettazione, pianificazione, realizzazione e gestione di opere civili e industriali, grandi manufatti (ponti, gallerie), infrastrutture viarie (strade, aeroporti) ed idrauliche (acquedotti, fognature) in superficie e in sotterraneo.

Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Il carico di studio del primo anno è piuttosto pesante, bisogna tenersi sempre al passo lezione per lezione (cosa non facile) e cercare di ragionare molto per conto proprio perché è un mondo totalmente diverso dalla scuola, dove non si può più contare sul pieno aiuto del professore, l’ideale è trovarsi un gruppo di compagni del corso con i quali studiare e rivedere le cose assieme. I professori sono disponibili o molto distanti? I professori sono disponibili per domande, esercizi e curiosità ad ogni lezione, e in più hanno un orario di ricevimento per gli studenti, ovviamente la loro disponibilità non è la stessa che con un professore della scuola superiore, bisogna considerare che in aula vi è in un numero piuttosto consistente di studenti. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Le aule sono spaziose e si trova sempre posto a sedere, nel mio corso siamo un centinaio in totale. Ci sono aule studio all’università? L’Università è il posto migliore per mettersi a studiare, ci sono banchi e prese di corrente per computer portatili dappertutto, e in più se si desidera l’assoluto silenzio per studiare c’è la biblioteca all’interno della facoltà. Inoltre vi sono varie biblioteche apposite per gli studenti universitari (dotate di servizi wi-fi) sparse per la città, dove si può studiare in pace. Com’è la qualità del servizio mensa? Il servizio mensa è ottimo, il costo intero di un pasto è 4,30€, con le agevolazioni si arriva anche a 1,90€ a pasto. Ci si muove facilmente nella città? Il servizio autobus è efficiente e utile per raggiungere qualsiasi zona della città. Quali attività culturali offre? Udine offre parecchio sotto questo punto di vista, teatri, cinema, stadio di calcio.. oltre ai due grandi centri commerciali il “Città Fiera” e il “Terminale Nord”. Quali sono i luoghi di divertimento della città? Il centro di Udine è un luogo tranquillo ed è pieno di locali per un drink, ascoltar musica e passare serate in compagnia, e si rifugiano la maggior parte degli studenti universitari il mercoledì sera, oltre a qualche discoteca nella periferia della città; vicino al polo scientifico c’è lo Stadio Friuli che ospita le partite dell’Udinese Calcio e numerosi concerti durante l’estate.

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UniOrienta Perché hai scelto di studiare Ingegneria? Fin da piccolo mi son chiesto come funzionassero le cose, anche adesso non ci penso due volte a prendere un cacciavite per “vederci dentro” ai vari dispositivi, come ad esempio un pc… Questa facoltà, appunto, dà i requisiti per comprendere a pieno il funzionamento di tutti gli apparecchi di elettronica analogica e digitale, fino ad essere in grado noi stessi di progettarli. (e speriamo di riuscire ad arrivarci) :). Quali sbocchi lavorativi offre? Il campo occupazionale è molto ampio: dalla microelettronica, all'automazione industriale, dalle telecomunicazioni alla gestione e sviluppo delle reti di telecomunicazioni, viste soprattutto per quanto riguarda gli aspetti hardware e della sicurezza. Ma anche progettazione dispositivi elettronici per uso domestico e industriale… un panorama vastissimo!

speciale

Nome: Sam Scuola frequentata: Liceo Scientifico Città in cui adesso studi: Udine Facoltà: Ingegneria Elettronica Dove vivi (appartamento, collegio, casa dello studente): Convitto Prezzo medio mensile: 350-370 in singola (camera, luce, acqua, gas, internet, cibo, pulizie e accesso alle strutture ricreative del convitto inclusi)

Il carico di studio è eccessivo o accettabile? “Chi vuol esser lieto sia non si iscriva a ingegneria!” – a parte gli scherzi, il programma è piuttosto vasto e soprattutto nei primi anno vengono gettate le basi che possono risultare veri e propri mattoni da studiare… Per il resto le materie che approfondiscono argomenti specifici e più interessanti per una persona che ha scelto un determinato corso, risultano più “leggere” . I professori sono disponibili o distaccati? Disponibili, sia via mail che personalmente nell’orario settimanale di ricevimento o attraverso appuntamenti presi di volta in volta. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Direi che siamo molto pochi, è l’indirizzo meno numeroso di ingegneria, almeno per il primo anno… durante il corso di fisica raggiungiamo anche quota 40 persone, ma ad esempio spesso ad analisi ci troviamo in 15, quindi posti a volontà! Ci sono aule studio all’università? Sì, biblioteca, atri studio e aule studio, tutto coperto dal wifi, anche in convitto ci sono numerose aule studio … ma non dimentichiamoci dei laboratori informatici, perché il pc, proprio perché è un “calcolatore”, è oggetto di studio ed esercitazioni. Com’è la qualità del servizio mensa? In convitto la mensa è interna, convenzionata con l’università, i pasti (colazione, pranzo e cena) sono già inclusi nella retta… se hai fame basta strisciare la tessera, prendere il vassoio e servirti… senza troppe preoccupazioni! Da segnalare anche il bar interno con prezzi decisamente vantaggiosi! Ci si muove facilmente nella città? Sì, ci sono autobus frequenti che coprono capillarmente tutta la città. Udine comunque non è una città enorme, con una biciletta o addirittura a piedi si gira facilmente. Quali attività culturali offre? Quali sono i luoghi di divertimento della città? C’è di tutto: cinema, teatri, bar, pub, stadio, numerose strutture sportive… ce n’è per tutti i gusti. L’università comunque offre numerose agevolazioni agli studenti tipo biglietti scontati o addirittura gratuiti sia per teatri/cinema ma anche per lo Stadio Friuli.

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UniOrienta

speciale

Perche hai scelto di studiare architettura? Per una vecchia passione, per interesse. Quali sbocchi lavorativi offre? Libera professione, assunzione presso enti pubblici e diverse specializzazioni. Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Gli orari delle lezioni sono molto impegnativi, il carico di studio individuale accettabile. I professori sono disponibili o molto distanti? Il numero ristretto di iscritti al corso favorisce un rapporto costante con i professori, si è molto seguiti. Quanti studenti frequentano le lezioni? Trovi posto a sedere? Tra le 40 e le 50 persone, c’è sempre posto a sedere. Ci sono aule studio all’università? Sì. Com’è la qualità del servizio mensa? Buona, ma con problemi di affollamento. Ci si muove facilmente nella città? Sì, ogni posto è raggiungibile a piedi, la città è ben servita dai mezzi (vaporetti), ma con gli inconvenienti che Venezia comporta. Quali attività culturali offre? Teatri, Gallerie d’arte, Musei … Venezia è un museo a cielo aperto! Quali sono i luoghi di divertimento della città? Bar e Piazze.

Nome: Beatrice Scuola frequentata: Liceo Scentifico Città in cui adesso studi: Venezia Facoltà: IUAV, Facoltà di architettura, Corso di Management del progetto Dove vivi (appartamento, collegio, casa dello studente): Casa dello studente (ESU) Prezzo medio mensile (spese escluse): 130€ (65€ per i non borsisti)

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UniOrienta Perché hai scelto di studiare Lingue? Ho scelto il cinese- per entrare culturalmente in contatto con tutto ciò che non fa parte della nostra ordinaria educazione, nonché per soddisfare le richieste di mercato secondo cui l’industria italiana è sempre più orientata verso il contesto asiatico. Quali sbocchi lavorativi offre? Traduzione, interpretariato, ambito commerciale. Chi conosce il cinese ha mediamente più possibilità di riuscita nelle trattative commerciali con l’Asia, poiché sa mediare meglio con la controparte sia dal punto di vista linguistico che culturale.

speciale

Nome: Andrea Scuola frequentata: Liceo Linguistico Città in cui ho studiato: Treviso (sede staccata di Venezia) Facoltà: Lingue e letterature straniere, corso di Mediazione Linguistica e Culturale con indirizzo Inglese-Cinese, Università Ca’ Foscari di Venezia

Il carico di studio è eccessivo o accettabile? Accettabile, anche se la lingua cinese occupa il 90% del tempo. Dovete provare un fascino veramente forte per una lingua che prevede sette impegnativi moduli di grammatica, suddivisi in prove scritte e orali. I professori sono disponibili o distaccati? Molto disponibili. Essendo gli studenti 35 per anno, studenti e professori si conoscano personalmente. Gli studenti frequentano le lezioni? Trovi posti a sedere? Gli studenti sono tenuti a frequentare almeno il 75% dei corsi di lingua pena la ripetizione del corso. I corsi si tengono all’ex distretto militare San Paolo di Treviso, lungo la riviera del Sile: le strutture sono accoglienti ed efficienti, molto gradevoli dal punto di vista architettonico. Ci sono aule studio nell’Università? La struttura è dotata di un’aula studio (non molto grande per la verità), ma gli studenti possono sistemarsi anche nelle aule destinate alle lezioni quando queste non sono previste. E’ possibile anche recarsi in due grandi aule computer, qualora fosse necessario l’ausilio di internet. Com’è la qualità del servizio mensa? L’università è convenzionata con alcuni ristoranti della zona per cui è possibile avere uno sconto sulla consumazione. Ci si muove facilmente nella città? Sì, Treviso si può attraversare tranquillamente a piedi. Quali attività culturali offre? Cinema, teatro, mostre, concerti, fiere stagionali, ecc.. Quali sono i luoghi di divertimento della città? In piazza ci sono numerosi posti carini per l’aperitivo, bellissimo il percorso lungo il Sile e lo stesso appena fuori le mura della città...

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L’Italia tra arte e crisi Vivo in Italia da quando avevo 1 anno. Non ricordo con precisione il momento in cui sono atterrata con l’aereo in questo splendido paese, ricordo invece la mia serena infanzia qui, nei paesaggi meravigliosi di questo paese. Posso dire di avere amato subito l’Italia: non ho scelto di mia spontanea volontà di vivere qui ma inconsapevolmente ho considerato questo il mio paese. Oggi, a 17 anni di distanza, ho maturato una mia idea dell’Italia: quella di un paese unico, con grandi pregi ma anche con difetti; i pregi purtroppo vengono oscurati a causa di un governo che le fa una pessima pubblicità. Tuttavia l’Italia rimane un paese invidiabile per tanti aspetti. Innanzitutto gli splendidi paesaggi presenti in tutta la penisola fanno di questa una vera e propria opera d’arte: dalle Alpi del Trentino, alla pianura Padana, al mare cristallino della Sardegna c’è l’imbarazzo della scelta! Ognuno di questi paesaggi rappresenta una bellezza del pianeta Terra e sommati insieme mi fanno pensare al Paradiso terrestre. Per non parlare dell’immenso patrimonio artistico di cui l’Italia dispone, che oltre a rappresentare un’importante testimonianza della storia italiana, costituisce una fondamentale risorsa economica per il turismo del paese. Italiani i grandi artisti, che hanno fatto la storia dell’arte, come Leonardo, Donatello e Michelangelo. Se poi cercate come tanti la libertà, allora l’Italia è la vostra meta ideale. Nessun altro paese in Europa concede una tale libertà. Fin troppa. Infatti i tipici italiani sono coloro che invece di andare dritti per la propria strada, sbandano qua e là, tollerano le imperfezioni, chiudono un occhio quando qualcosa non funziona e non sempre, rispettano alla lettera le proprie leggi. D’altronde, stiamo parlando di italiani, non di inflessibili e rigorosi tedeschi! Detto ciò, l’Italia ricca di qualità, oggi sta sprofondando, mentre sale a galla

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Molte sono le possibili risposte a un tale interrogativo e io ve ne fornisco una. Innanzitutto non si tratta di un paese unito e tale divisione è dettata soprattutto dalla profonda discrepanza tra Nord e Sud. È una divisione che ha origine dal 1861, quando 150 anni fa Garibaldi coronò il sogno dell’unificazione. Purtroppo le differenze tra la Padania e il Mezzogiorno con il tempo si sono accentuate e oggi pare di vedere 2 nazioni diverse, unite dallo stesso governo e dalla stessa lingua. Ciò di cui necessita l’Italia è un sentimento nazionale, per cui le persone prima di sentirsi romagnoli, veneti o siciliani, si sentano italiani. Tale divisione non contribuisce allo sviluppo del paese, portando a una scarsa autostima nazionale. Gli italiani infatti spiccano nel mondo per il loro profondo senso autocritico. Ma a distruggere un paese già in crisi con se stesso è la politica, come ho detto prima, dietro la quale si intravede un profondo mistero. Il governo italiano, caratterizzato da forti contraddizioni, scarsa rigorosità e troppi conflitti, costituisce la prima fonte di una pessima pubblicità all’estero. Pare che i politici italiani, oltre a nascondere molto al proprio popolo, non dimostrino un grande impegno al fine di favorire lo sviluppo economico del paese. Al contrario, essi si accusano vicenda, puntandosi il dito contro e dimenticandosi che l’Italia li sta chiamando. E mentre questi discutono, pesano sulla gente la disoccupazione, le elevate tasse, la scarsa qualità dei servizi pubblici e tanti altri disagi di cui sono vittime gli Italiani. Di conseguenza, il patrimonio artistico e i bei paesaggi passano in secondo piano, mentre il primo posto viene conquistato dall’Italia in crisi. Quindi non è tutto oro ciò che luccica, ma credo che facendo perno sulle qualità degli Italiani, rimboccandoci le maniche per combattere gli aspetti negativi come veri fratelli d’Italia, torneremo a vedere l’Italia di una volta, quella che tutti rimpiangono e sognano.

Ajar Ait Oumghar

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Riflessioni

articoli

tra Reality

e Realtà

di Hajar Ait Oumghar 4°B LSPP

T utti li seguono e tutti li criticano:

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stiamo parlando dei reality show, quel genere televisivo che rappresenta un nuovo modo di intrattenere gli spettatori, in un’ottica dove non è netta la discrepanza tra spettacolo e realtà ma che a quanto pare, incontra il favore del pubblico, riscuotendo un certo successo soprattutto nelle fasce di età più giovani. Nei reality show un gruppo di persone si trova a convivere in un determinato luogo, trovandosi a interagire per un periodo prolungato. E’ ormai pratica diffusa prendersela con tali programmi televisivi, che mettono in scena realtà più o meno spontanee. Eppure, i reality show pur attirando verso sé critiche di ogni tipo, sono capaci di tenere incollati al piccolo schermo milioni di italiani, molti dei quali, subito dopo aver assistito alla trasmissione, sono i primi a criticarla anche pesantemente. Evidentemente se questi programmi vengono seguiti da milioni di telespettatori è dovuto al fatto che nonostante i molti difetti che presentano, possiedono pure qualche pregio. Innanzitutto trattano temi legati alla quotidianità. Pertanto i telespettatori tendono a immedesimarsi nelle storie come se fossero fiction: l’esperienza dei protagonisti entra nella vita di chi è a casa il quale ne fa uso per risolvere i propri problemi. Un ulteriore dettaglio che cattura un pubblico sempre più curioso, è lo spazio dedicato alle emozioni. I telespettatori sempre più assetati dei particolari della vita dei protagonisti dei reality, tendono a voler scoprirne difetti, pregi, gioie e preoccupazioni.

A quanto pare la nostra è una società di curiosi e invadenti, che a tutti i costi desidera entrare nella vita privata di altri scoprendone tutti i segreti possibili. Altro che privacy!! Di questa sembra essere sopravvissuto solo il termine, mentre il concetto di fondo pare essere sprofondato nell’oceano degli attuali reality show. Un’ altra lancia a favore di questi ultimi, la spezzano gli psicologi che sostengono che questo genere di trasmissioni televisive costituisca un modo di effettuare esperimenti di psicologia sociale: lo spettatore ha modo di vedere come funziona in concreto un gruppo, osservando i membri, le loro relazioni, la leadership…”apprendendo” per imitazione. Lo spettatore infatti, impara nuove strategie esistenziali, secondo le stesse modalità con cui si apprende nella vita reale, identificandosi nei vari personaggi , vivendo con essi i tradimenti, le invidie, le amicizie, gli amori…A questo punto, mi viene da citare il celebre verso di Terenzio: “ humani nihil a me alienum puto”, poiché i telespettatori partecipano all’umanità riconoscendosi nei difetti degli altri e pare quasi che acquisiscano consapevolezza della comune fragilità di fronte alle disgrazie della sorte e alla condizione umana. Mi fa piacere dunque constatare, che in una società spesso definita egoista, quale la


articoli nostra, possa esserci un minimo di solidarietà tra persone. Ora però, giungiamo alle amare critiche di tali trasmissioni tv. I reality show sembrano essere la somma perversa di tutti i mali. Innanzitutto questi istigano sempre più ad un esibizionismo spudorato, portando molti giovani a imitare modelli decisamente scorretti dal punto di vista della condotta. Dunque non c’è da stupirsi se oggi molte ragazze per mantenersi gli studi si cimentano nella Lap dance, invece di praticare le classiche professioni di cameriere o commesse. Per non parlare dell’ incremento del livello di cultura al quale giungono ad essere dotati i telespettatori dopo aver seguito tali trasmissioni! A quanto pare oltre all’estinzione di molte specie animali, in Italia si sta estinguendo pure la specie dei latinisti, depositari dell’alta cultura italiana. Non posso non citare in questo caso il Grande fratello, una trasmissione entrata ormai a far parte del costume nazionale, la quale nei prossimi anni, molto probabilmente, si aggiudicherà il premio Nobel per basso livello culturale e volgarità!!! Pertanto, le battute sgarbate, le frasi fatte e le parolacce sono all’ordine del giorno nella casa più spiata d’Italia. A testimoniarlo è l’ultima edizione, nella quale sono stati eliminati ben 3 concorrenti per aver bestemmiato. Nello stesso tempo però è difficile negare che tali programmi e i loro protagonisti non costituiscano in qualche modo lo specchio abbastanza veritiero della nostra società.

Riflessioni

I reality possono anche essere dannosi alla nostra salute. A far scattare l’allarme sono alcuni neurologi, i quali sostengono che questi facciamo male al corpo e alla psiche, soprattutto degli spettatori più giovani a causa dell’impatto emotivo. Ciò è dovuto al fatto che i ragazzi assumono come modelli i personaggi televisivi, come possono essere gli stessi protagonisti dei reality, che a mio parere non sono assolutamente da prendere come esempio salvo il rischio di effetti devastanti. Si formerebbe infatti, un nucleo sempre più ampio di persone maleducate e volgari. E poi sono modelli che pur essendo banali, risultano irraggiungibili e perciò stesso danno origine a giovani frustrati e delusi, esclusi da quella che considerano la “vera vita”!! Dunque avrete capito, che i reality costituiranno la principale causa del futuro sovraffollamento dei manicomi, che presumo si verificherà a breve. In conclusione possiamo dire che attualmente la schiavitù non è del tutto scomparsa, poiché molti individui sono schiavi dei reality. E se questi sono spazzatura, come spesso vengono definiti, dobbiamo riconoscere che, nella nostra epoca, sono proprio i rifiuti che hanno molto da dirci circa il livello al quale sono giunte la nostra civiltà e la nostra umanità.

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Hospice

“Struttura residenziale dedicata alle persone affette da malattia oncologica in fase avanzata, per rispondere ai loro bisogni vitali e alle attese delle loro famiglie.”

“Just do it!”

Qualche anno fa in un campo da tennis John Mcenroe inventava quello che sarebbe diventato uno dei motto più conosciuti nel mondo, il quale venne ripreso da una delle case di abbigliamento sportivo di fama mondiale. “Fallo e basta”, diceva John. Nel tennis una delle cose che può portarti alla vittoria è giocare ogni punto come se fosse l’ultimo, dando tutto te stesso fino alla fine, come in una lotta in cui non c’è tempo per pensieri bui; devi solo metterci l’anima e colpire più forte che puoi, senza pensare se stai vincendo o perdendo, perché ogni punto può essere decisivo. In tre parole: fallo e basta. Una cosa bella degli sport è che sono una sorta di metafora della vita, e il tennis ne è un esempio splendido. La grande partita che ogni giorno giochiamo, quella della vita, è la copia intatta di un match di tennis: ogni giorno siamo di fronte ad avversari, e ogni giorno siamo chiamati a giocare il nostro miglior “tennis” possibile. Quando poi ti trovi di fronte ad un avversario che ti sembra insormontabile, l’esempio del tennis diventa quasi un obbligo: mai mollare, giocare ogni punto fino alla stretta di mano e, se non dovessero andare bene le cose, complimenti a chi ti sta di fronte, ma non ci saranno rimpianti per non averci provato. Molto spesso però abbiamo bisogno d’aiuto, di un sostegno che non ci faccia sentire soli e abbandonati al destino. Proprio a questo scopo a Vittorio Veneto l’amministrazione dell’Ulss 7 ha dato via ai lavori per la costruzione della Casa “Antica Fonte” (che sarà ultimata nella primavera 2012), una struttura che sorgerà in un’area adiacente all’ospedale e che rientrerà nel progetto di realizzazione sul terreno europeo di una serie di “Hospice”. Gli Hospice, di cui la Casa Antica Fonte fa parte, sono delle case di cura in cui sono ospitate persone in una situazione clinica molto complicata (malati di tumore in fase avanzata), per sostenerli nella loro partita per la vita. La delicata situazione in cui versano queste persone, sia psicologica sia fisica, fa sì che sia doveroso ospitarle non in un normale ospedale, ma in una vera e propria “casa”, in un am-

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biente che non faccia, per quanto possibile, ricadere eccessivamente su di loro il peso della loro stessa malattia. Molte iniziative sono state realizzate per pubblicizzare e sostenere la realizzazione della struttura, da concerti di beneficenza fino alla donazione del ricavato dei libri di Nikla Fadelli, “Arte e preghiera”; Nikla Fadelli De Polo, è un’apprezzatissima iconografia vittoriese che ha iniziato a scrivere icone per superare il dolore della perdita del figlio, stroncato dalla leucemia a soli vent’anni. Questa terribile esperienza personale l’ha portata a essere sensibile nei confronti dell’iniziativa e a voler donare il ricavato della vendita di centottanta copie del suo libro. Il progetto di partenza della Casa Antica Fonte, finanziato in modo cospicuo dalla Banca Prealpi e fortemente voluto dall’amministrazione dell’Ulss 7, prevede la realizzazione di dieci camere (arredate in modo più “vivace” rispetto a quelle di un comune ospedale) che potranno ospitare altrettanti pazienti, una sorta di auditorium polifunzionale che potrà essere usato come luogo culturale, una cappella e una biblioteca. Uno dei punti forti della struttura sarà il grande giardino che coprirà l’area a ridosso delle camere, in cui i pazienti potranno camminare in ogni momento e che permetterà loro di sentirsi parte della vita della comunità. L’Hospice infatti si prefigge l’obiettivo di non emarginare le persone ospitate mettendo in costante relazione l’ambiente interno con quello esterno, attraverso attività ed eventi che potranno essere realizzati dalle associazioni del territorio. Proprio questo elemento del contatto con la vita reale, del non abbattersi di fronte a una situazione che sembra (o, purtroppo, in alcuni casi è) insormontabile richiama l’esempio del tennis: ogni punto in una battaglia è importante, qualsiasi sia il risultato. Ed è proprio qui che l’Hospice vuole dare il suo importantissimo contributo, sostenendo le persone nelle loro partite. Dobbiamo giocare il nostro miglior tennis in qualsiasi momento, anche di fronte alla sconfitta. Se al momento della stretta di mano non risulteremo vincitori, non avremo di certo il rimpianto di non averci provato, anzi avremo la consapevolezza e la gioia di aver mostrato a tutti quanto dura sia sconfiggerci. Come dicevi tu John, facciamolo e basta.

Massimiliano Pillon


Per

promuovere la realizzazione dell’Hospice, l’amministrazione dell’Ulss7 ha voluto coinvolgere anche noi ragazzi del Forum dei Giovani, chiedendoci di pubblicizzare e sensibilizzare i giovani del territorio riguardo proprio a questa iniziativa. Cogliamo allora questo spazio gentilmente concesso dai ragazzi del giornalino scolastico per farci un po’ di pubblicità. Il Forum dei Giovani Ulss7 è un organo di rappresentanza per i giovani del territorio ed è nato al termine di un progetto sperimentale della Regione del Veneto e dell’Osservatorio Nuove Generazioni e Famiglia. Lo svolgimento di questa sperimentazione, durata circa un anno (tra fine 2008 e fine 2009), si è svolta nel territorio dell’Ulss7 operando una suddivisione in tre zone, ciascuna con specifiche peculiarità: Coneglianese, Vittoriese e Quartier del Piave e Vallata. Ogni area ha svolto in maniera indipendente un lavoro per pubblicizzare gli obiettivi indicati dalla Regione e per definire i criteri di selezione dei rappresentanti che sarebbero andati poi a formare un gruppo unico per l’intero territorio dell’Ulss7. Al termine di questa fase, i rappresentanti eletti delle tre componenti territoriali (Quartier del Piave e Vallata, Vittoriese e Coneglianese) si sono uniti a costituire il Forum dei Giovani Ulss7.

Per un anno abbiamo condiviso esperienze e intenti, abbiamo imparato a lavorare insieme, realizzando minisperimentazioni per capire quali fossero le necessità del territorio e quali i metodi più efficaci per agire. Grazie a questa cammino abbiamo poi avviato un progetto che tenesse conto di tutto ciò che faceva parte della nostra esperienza, delle criticità e dei punti di forza incontrati nel corso della sperimentazione nonché dei bisogni e delle caratteristiche eccellenti ma poco sfruttate del nostro territorio. Abbiamo individuato come obiettivo principale quello della creazione di una rete che tenesse insieme tutte le realtà giovanili del territorio; per fare questo, stiamo incontrando nelle loro sedi molte delle realtà giovanili che a vario titolo operano nel territorio, con l’intento finale di organizzare insieme un incontro che possa essere da inizio per una condivisione d’intenti e di risorse per quanto riguarda le politiche giovanili della nostra zona. Questo evento non vuole quindi essere una semplice vetrina, ma un laboratorio di idee e partecipazione che sia la base per una futura rete tra i gruppi.

I ragazzi del Forum Ulss 7.

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il Piccolo Principe "Non si vede bene che col cuore; l'essenziale è invisibile agli occhi" cosi Il Piccolo Principe segna la vita di chi lo legge. Questo racconto per bambini, adolescenti, adulti ed anziani cambia a seconda dell’età in cui viene letto, passa dall’ essere una favola prima di dormire ad una filosofia che ti apre gli occhi. “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano” è così che l’autore ci narra la favola di questo “esserino” proveniente dallo spazio, il quale ridà un senso alla sua vita con la sua critica nei confronti degli adulti, reputati “strani, molto strani”, e con il suo modo di percepire il mondo. Il Piccolo Principe arrivato da un asteroide, in realtà è un semplice bambino: ogni nuova esperienza è magica, la curiosità fa da padrona, e in questo caso l’ingenuità ci fa intuire quanto si peggiora crescendo, perché il nostro amico con i suoi “perché?” ci fa capire che agiamo senza un vero senso e senza alcuna morale. Decide un giorno di partire, lasciare il suo piccolo asteroide (nel quale vive solo lui), i suoi tramonti, i suoi vulcani da spazzare e la sua rosa capricciosa, la quale,dopo averlo esasperato, lo fa fuggire con la migrazione di alcune rondini. Viaggia quindi in questo mare notturno ricco di stelle e approda in vari pianeti dove fa conoscenza con gli adulti, esseri strani e poco credibili, i quali non sanno dare nemmeno una spiegazione alle loro azioni. Il re dell’universo, del quale nessuno è a conoscenza, il vanitoso, che aspetta solo ammirazioni, l’ubriacone, il quale beve per dimenticare la

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sua vergogna di bere,”l’uomo serio” il quale è troppo impegnato a contare le stelle per arricchirsi invece di prestare un po’ d’attenzione al Piccolo Principe; e di questo passo il nostro eroe incontra personaggi bizzarri, scoprendo una realtà ancora sconosciuta. Infine approda sulla terra, il pianeta più grande mai visto, dove non affronta più il tema degli adulti ma incontra animali e rose: per primo incontra nel deserto un serpente, segno della morte, vista però in modo positivo: un viaggio da iniziare. Arriva poi in un giardino di rose, dove si rattrista e piange perché la sua rosa gli aveva raccontato una bugia: lei non era l’unica rosa dell’universo, lui era davanti ad una giardino pieno di fiori identici a lei. Non riesce a riflettere molto sull’accaduto perché la sua attenzione viene catturata da un animale: la volpe. Essa gli chiede di essere addomesticata, argomentando la sua richiesta e lasciando un amaro seme di riflessione nel cuore dei lettori con la frase: “Non si conoscono che le cose che si addomesticano. Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici”; Il Piccolo Principe parla a lungo con la sua nuova amica volpe, alla quale racconta il suo lungo viaggio e si sfoga con lei per il fatto della bugia raccontata dalla rosa tanto amata, ma è grazie ancora alla volpe che impara una nuova lezione di vita: “Voi siete belle, ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi,


perché è lei che ho annaffiata. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.” Ed è con queste parole che il nostro piccolo amico capisce quanto è importante per lui la sua rosa, al tempo stesso il bisogno che ognuno di noi ha di avere un amico vicino che ci guidi e ci assista attraverso i suoi consigli ed il suo affetto in situazioni nuove e a volte dolorose. L’ultima lezione impartita dal Piccolo Principe viene regalata al pilota (narratore), sperduto nel deserto per un problema all’aereo. Dopo avergli raccontato tutta la sua storia, i due diventano molto amici, i giorni però erano passati, il pilota non aveva riparato l’aereo e aveva finito le scorte d’acqua; a quel punto il nostro piccolo eroe dimostra per l’ennesima volta la sua intraprendenza di bambino e propone di cercare un pozzo. Ed è in questo caso che il libro scopre il suo vero contenuto con la frase riportata ancora all’inizio: “Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Forse il Piccolo Principe ritornerà dalla sua rosa, forse rimarrà nel Sahara in cerca di nuove esperienze, forse andrà a vivere con il pilota, forse andrà in cerca del serpente per intraprendere un viaggio ben diverso.

Crescendo, in ognuno di noi nasce un Piccolo Principe, il quale è alla ricerca di rapporti semplici e veri con persone, animali, con la natura … Sta solo a noi non rinchiuderlo in gabbia, ma farci guidare da lui. di Andrea Bernardi

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Giada Benazzi Giada Benazzi. Nome non nuovo per alcuni studenti del nostro istituto, per altri invece è il suo volto a non essere sconosciuto, pur non conoscendola. Ebbene sì, la nostra scuola può vantare l’onore di avere tra i suoi allievi una giovane pallavolista di successo. Nata il 18 settembre 1992 a Castel Guelfo di Bologna, inizia la sua carriera, allenata da Andrea Sacchetta, nelle giovanili della Pallavolo Ozzano (BO), nel 2004, dove, l’anno successivo, viene promossa in prima squadra al campionato di I Divisione. Qui resta per tre anni, conquistando una promozione in serie B2. Nel 2008 entra a far parte dell’AICS Volley Forlì in serie B1… Vi chiederete: perché allora frequenta la nostra scuola? Ebbene, attualmente gioca per la SPES Volley di Conegliano e la scorsa stagione giocava con la Zoppas Industries Conegliano. Giada si è fatta valere anche nel Campionato italiano under 20 di Beach Volley a Grado, dove, con la sua compagna Maria Carla ha conseguito dei risultati soddisfacenti. Non solo quindi nella pallavolo, ma anche nel Beach Volley, Giada si fa valere, facendo vedere i “sorci verdi” ai suoi avversari.

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Infatti, durante una partita del 24 ottobre scorso, batte 3 a 2 Ata-Trento, anche se durante un set si era rimediata un profondo taglio, che però non l’ha fatta desistere. Questi non sono gli unici meriti a lei attribuibili, è infatti anche campionessa italiana under 21. Che altro dire? Credo, e mi permetto di usare la prima persona, che sia davvero un vanto per il nostro Istituto annoverare delle personalità così importanti nel mondo dello sport, al di fuori di quello scolastico. Ora Giada si trova in Francia, sempre per motivi pallavolistici, per questo non è stato possibile porle delle domande su questa sua passione. Tuttavia le dedichiamo questo spazio nel nostro giornale per farle sapere che il Casagrande tifa per lei.

Forza Giada!!

Paola Gallon


I blink sono un gruppo pop punk statunitense, nato nel 1992 a Poway in california. Sono considerati alcuni degli esponenti più popolari del filone pop punk insieme ai Greenday e agli Offspring. Sono apprezzati per le loro melodie pop punk, come per l’humor. Si distinguono dalle altre band di questo genere perché: poiché suonano in chiave maggiore, mixano poi le armonie digitalmente; e ottengono quindi un suono più pulito. I testi sono umoristici, a differenza dell’ira introspettiva e triste o alla dura critica politica contenuta nei testi di questo genere musicale. Mark a 18 anni grazie alla sorella conosce tom, che all’epoca aveva quattordici anni, e decidono di formare una band: i Blink, al gruppo si aggiunge Scott Raynor, batterista, dato che fino a prima vi erano solo un basso e una chitarra. La prima opera fu un demo: “Fly Swatter” di cui vennero prodotte pochissime copie. Nel 1994 l’etichetta Kung Fu gli fece incidere il loro disco d’esordio intitolato “Buddha”. Il secondo album: “ Chesire Cat” viene prodotto dalla Cargo Records, non ebbe però molto successo, se non in Australia dove la band cominciò a farsi conoscere. Il gruppo è costretto però a cambiare nome, dato che una band irlandese già esistente minacciò di fargli causa, quindi il nome diventò blink182. Dopo di che cambiarono casa discografica e andarono sotto la MCA dove produssero nel 1997 “Dude Ranch” che ha successo non solo in Australia ma anche in Canada e Usa. Grazie al singolo “Dammit” che conquistò i primi posti nelle classifiche delle canzoni più suonate dalle radio americane. Nel 1988 Scott lascia il gruppo e a sostituirlo arriva Travis Barker che suonava negli Aquabats.

L’album “Enema Of The State” arriva nel 1999 e decreta il successo dei blink182 in America, Australia ed Europa. Il loro ”World Tour 2000” gli porta in giro per il mondo. Partito dagli USA è approdato anche in Europa ed in Italia con 2 tappe, una a Trieste e l’altra a Bologna, concerto che è stato interrotto perché la folla ha lanciato sassi addosso ai Blink. Nel novembre 2000 esce un live, la raccolta di diciannove canzoni live contenente anche un inedito: “Man Overboard” . Il tanto atteso “Take Off Your Pants and Jacket” esce nel giugno 2001. Anche questa volta i blink giocano col titolo, che in inglese significa “ togliti i pantaloni e la giacca” mentre in americano “ togliti i pantaloni e masturbati” dal verbo “jack it”. In “toypaj” si nota un cambiamento dei blink in testi come “Stay Together For The Kids”. Dopo il “TOYPAJ tour” segue il “Pop Disaster Tour” negli USA. Nei successivi quattro anni continuano a susseguirsi i successi dei Blink. Nel febbraio 2005, dopo non essersi presentati ad un concerto di beneficenza dopo lo tsunami, annunciano di volersi prendere una pausa. L’otto febbraio 2009 Mark, Tom, e Travis sul palco dei Grammy Awards hanno annunciato il loro ritorno insieme: « We used to play music together and we decided we're gonna play music together again. Blink 182 is back. »

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I miss you Hello there the angel from my nightmare The shadow in the background of the morgue The unsuspecting victim of darkness in the valley We can live like Jack and Sally if we want Where you can always find me And we'll have Halloween on Christmas And in the night we'll wish this never ends We'll wish this never ends (I miss you I miss you) (I miss you I miss you) Where are you and I'm so sorry I cannot sleep I cannot dream tonight I need somebody and always This sick strange darkness Comes creeping on so haunting every time And as I stared I counted The Webs from all the spiders Catching things and eating their insides Like indecision to call you and hear your voice of treason Will you come home and stop this pain tonight Stop this pain tonight Don't waste your time on me you're already The voice inside my head (I miss you miss you) (x5) I miss you (miss you miss you) (x5)

Ehi ciao, l'angelo dal mio incubo l'ombra sullo sfondo dell'obitorio. L'ignara vittima dell'oscurità nella vallata, possiamo vivere come Jack e Sally se lo vogliamo, dove tu mi puoi sempre trovare. Festeggeremo Halloween a Natale. E nella notte ci augureremo che questo non finisca mai, ci augureremo che questo non finisca mai (Mi manchi mi manchi) (Mi manchi mi manchi) Dove sei, e mi dispiace così tanto, io non posso dormire, non posso sognare stanotte Io ho bisogno di qualcuno, e sempre Questa strana e malata oscurità viene stisciante e così ossessionante ogni volta. E mentre fissavo il vuoto contavo le ragnatele di tutti i ragni catturare cose e mangiarne le interiora Come l'indecisione di chiamarti, e ascoltare la tua voce del tradimento, verrai a casa a interrompere questo dolore stanotte? Interrompere questo dolore stanotte Non sprecare il tuo tempo con me, sei già la voce dentro la mia testa (Mi manchi mi manchi) (x5)

di Laila Traibiz & Alberto Zamai

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rubriche

Poesie

I calli

gram mi

Riportiamo di seguito alcuni calligrammi, ossia poesie che con le parole delineano la sagoma dell’oggetto di cui stanno parlando. Si ringraziano Alberto Zanin, Sergio Rizzo, Alberto Ceschin e Alessandro Rosolen della II B Geometri.

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Le elezioni amministrative si avvicinano e i neo-elettori si scambiano idee ed opinioni. Alunno 1: Non sapreste consigliarmi qualcuno da votare, tanto non ho idee particolari? Alunno 2: Allora vota PD e vai sul sicuro, anzi ancora meglio sarebbe Sinistra Ecologia e Libertà!! Alunno 3: Non stare a sentire questi comunisti!! L'unico partito che puoi votare qui nel Nord Est è la Lega! Vota Muraro!! Alunno 1: (nella confusione più totale) Ma non esiste per caso, dico io un partito di centro centro che io possa votare, così da non fare torto a nessuno?? Alunno 2 e Alunno 3: (guardandosi negli occhi, all'unisono) A certa gente dovrebbero proprio toglierlo il diritto di voto! Durante una lezione in classe, Mario non smette di soffiarsi il naso, creando un rumore assordante. Duramente provato l'insegnante interrompe la lezione. Prof: Mario smettila per favore, non è necessario fare un concerto ogni volta che ti soffi il naso! Mario: Ma prof sto balissimo ho il daso chiuso. Marcello: Beh prof sa cosa si dice...il raffreddore se lo curi dura una settimana, se non lo curi sette giorni! Prof: (sorridendo compiaciuto, guarda Mario che sembra non aver capito) Allora cosa deduci Mario dall'affermazione del tuo compagno? Mario: (quasi con fare scocciato, come se fosse ovvio) Beh prof che ormai il mio raffreddore è quasi finito. Sono al sesto giorno! Alunno1: Devo andare a fare la pulizia dal viso...! Alunno2: Davvero?! E con cosa lo pulisci? Alunno1: Con la scopa...! Alunno (battendosi una mano sulla testa): cavolo, non mi sta più niente qua dentro! Prof: Con la modernità si comincia a diventare gay. Tranquille, sono antico io! Prof: Mi basta che stai zitta, poi mangia quanto vuoi. Strafogati! Prof: Per domani studiate il futurismo. Alunno: Sì, bene, io scriverò il testo di rap-futuristico domani nel compito! Prof: Vorrei andare in Cina Alunno: Perché non ci va?! Alunno: Prof, devo uscire, devo andare alla Siae. Prof: Devi andare a sciare?!

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Cruciverba

Sudoku 6

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1 7 7

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5

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CRITTOGRAMMA

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19 1- S’infilano nel lettore. 2- Scatto… che brucia. 23 24 7- In mezzo. 10– Minerale del ferro. 26 11– Rima con “amor”. 12– Livido sulla pelle. 28 14– Piante grasse. 31 15– Ascesa. 16– Si fa ai poveri. 33 17– Ruvido pelo. 18– La provincia di Sorrento. 35 19– Suono riflesso. 20– Senza sciroppo non sanno di nulla. 37 23– È padre di principesse. VERTICALI: 24– Mettere in subbuglio. 25– Iniziali di Rabelais. 1– Aumentare d’altezza. 26– Fievole, sommesso. 2– Una protesta di gente seduta. 27– Lo spiazzo del podere. 3– Ripararsi o difendersi. 28– Una gran festa… in Francia. 4– La cerca il verseggiatore. 29– Le monete del Messico. 5– Gli azzurri nelle abbreviazioni. 31– Il logorio psichico. 6– Particella negativa. 32– La... Foto del radiologo. 7– Ha una o due canne. 33– Progetti. 8– Frantumati. 34– Il gioielliere dei must. 9– È bene rinnovarla in casa. 35– Lo è il morale dell’allegro. 10– Dà fama a Siena. 36– Il Don di Terence Hill 11– Si mangiano anche grattuggiate. 37– Il nome di Gullotta. 13– Le ingrana l’autista. 38– Il contrario di Senior. 14– Responsabili di stabilimento. 39– Lo teme il pugile. 16– Il grande è a Venezia.

4

11

15

ORIZZONTALI:

8

3

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PAROLE CROCIATE

6

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22 25 27 29

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32 34 36 38

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18– Le terre... di ciascuno. 21– Bacche per marmellate. 22– Terminologia. 24– Poco propenso. 25– S’infila nell’occhiello. 26– Un tipo di mattone. 27– Antipatia… inacidita. 28– Caratterizza l’artista. 30– La sposa di Ben Hur. 31– Le undici di Ferrara. 32– Gli aspetti da esaminare. 34– Se abbaia, non morde. 36– Una voce… bovina.

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A Voi l’ ultima puntata di questo grande romanzoI!

Era una mattina

fredda e cupa di Guido Donato

« Signor Evans, lei è a conoscenza del guaio in cui si è cacciato? » mi chiese il signor Smith. Non capivo. Non avevo fatto niente di male. Forse aveva sbagliato persona. O forse gli avevano riferito delle informazioni sbagliate. Feci passare qualche secondo in modo da pensare bene alle parole da utilizzare. Sapevo che ogni punto veniva analizzato per dettaglio. « Signore temo di non capire. A cosa si sta riferendo?» « Mi sto riferendo ai danni che lei ha cauato in miniera. Tentare di incendiare tutto quanto non è stata una buona idea. Si sarebbe potuto fare male. » « Ma io non ho cercato di dar fuoco a nulla. Lei si sbaglia. Mi sono calato in miniera per aiutare i miei amici e mio fratello.» « Ne è sicuro? Eppure ho molte testimonianze che mi confermano il contrario.» Fu a quel punto che capii che voleva incastrarmi. Anzi lo aveva già fatto. Il sangue cominciò a ribollirmi nelle vene. La rabbia ormai aveva preso sopravvento sulla ragione. Mi alzai dalla sedia e lo colpii in faccia con un pugno. Lo stesi a terra. Ma era ancora vivo. Stava ridendo. « Ho già chiamato la polizia. Presto saranno qui e le daranno quello che si merita. Per quanto riguarda i suoi compagni e i suoi figli ho già pensato a come sistemarli. Anzi, forse saranno già morti.» « Che cosa? Oh no. » quelle parole mi raggelarono il cuore. Senza pensarci mi diressi verso la porta. « Dove crede di andare signor Evans.» Così mentre gli davo le spalle sentii il rumore metallico di un grilletto e uno sparo. Poi la successione di quei suoni si ripetè per una seconda volta. Mi accasciai a terra e vidi il sangue che mi usciva dal petto. Lui venne davanti a me mi tirò su la testa per i capelli e mi mise la canna della pistola in bocca. Mi guardò fisso negli occhi. « Si ricordi che giustizia sarà fatta. » dissi con un filo di voce. « E lei si ricordi che i ricchi saranno sempre i più potenti.» Premette il grilletto e tutto si fece buio.

***

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Quando appresimo la notizia rimanemmo sconcertati e atterriti. Mi sentivo impotente, ero solo un bamboccio tredici anni. Uno stupido ragazzino. Dentro di me si era costruito un incredibile senso di vendetta. Vedere la mia sorellina piangere mi rattristava ancora di più e questo non faceva che alimentare le fiamme della rabbia che avevo in corpo. « Forza Jessica, andiamo.» le dissi prendendola per mano. « Dove? » mi chiese con la voce rotta dalle lacrime. « Non lo so, non lo so. Qualsiasi posto va bene. Basta che non sia qui.» risposi guardandola fissa negli occhi. Cercai di sembrare il più sicuro possibile anche se in realtà mi sentivo fragile come un rametto secco. Ci incamminammo verso est, dove sorgeva il sole, e dove sarebbe sorta la mia forza. Il nome del responsabile lo conoscevo e sapevo anche dove poter trovarlo. Mi mancava solo una cosa: la forza per commettere un simile atto. Un giorno sarei tornato e avrei ucciso il signor Smith.


24 Dicembre 1910 Erano passati esattamente otto anni dall’ultima vota che misi piede in quel posto. Scesi dalla mia Mercedes simplex e ordinai all’autista di aspettare. Alla vista della casa ricordai subito i terribili attimi vissuti. Ero cambiato drasticamente. Ero alto circa un metro e ottanta e avevo un fisico ben formato. I fiocchi di neve cadevano dolcemente al suolo. Erano pochi. Quella notte avrei finalmente realizzato la mia vendetta. Nella tasca destra del cappotto tastai il revolver. Era carico. Sei cartucce. Me ne sarebbero bastate tre. Avevo imparato a sparare e avevo imparato a cavarmela nelle situazioni più difficili. Sentii una presenza dietro di me. Mi girai e rimasi stupito come ogni volta a guardare la sua bellezza. Era uguale alla madre che ebbi molti anni fa. Era diventata una donna bellissima. Si avvicinò e mi abbracciò. « Stai attento Stephen. Non voglio perdere anche te.» « Non ti preoccupare Jessica lo sai che so badare a me stesso. Lo sai che non posso lasciar perdere. Sono anni che aspetto questo momento.» « Lo so. Ti aspetto qui. Non metterci molto.» « Ok. Sarò di ritorno fra breve.» Mi incamminai verso gli uffici. Era piacevole camminare sulla neve fresca. Mi guardai le scarpe di pelle nera. Erano bagnate. Arrivai alla porta d’accesso al corridoio principale. Entrai e me la lasciai chiudere alle spalle. Aspettai e come previsto un omaccione mi venne in contro. « Desidera qualcosa?» mi chiese senza perdere tempo. « Vorrei parlare con il signor Smith per favore.» dissi in tono deciso. « Ha un appuntamento?» « A dire il vero no.» « Allora non può entrare.» « Dica al signor Smith che è una questione di affari; di vita o di morte.» « Il suo nome?» « Le dica pure che sono il signor Evans.» « Aspetti qui.» Entrò nella porta in fondo al corridoio. Dopo qualche minuto tornò e mi disse che poteva ricevermi. Entrai e rimasi sulla soglia. Mi guardai attorno. Quella stanza era ornata con mobili pregiati e i tappeti erano molto lussuosi. « Prego si accomodi pure.» mi disse senza alzare lo sguardo. Mi avvicinai alla scrivania e mi sedetti. La sedia era molto comoda. Mi rilassai. Finalmente alzò lo sguardo. Per un attimo riuscii a leggere in lui una sensazione di confusione. « Ci conosciamo signor Evans? » « No, credo di no, Signor Smith. Ma lei certo si ricorderà di chi era mio padre.» « Temo di non ricordare. Mi spiace. Ne sono passati talmente tanti di operai.» « Otto anni fa scoppiò un improvviso incendio in miniera. Ora ricorda?» Mi guardò impaurito, si alzò dalla sedia e camminò per andare alla porta. Con molta calma presi la pistola dalla tasca tirai il grilletto e sparai. Poi lo rifeci. Due colpi precisi alla schiena. Si accasciò a terra, ma era ancora vivo. Mi alzai dalla sedia e lo raggiunsi. Lo presi per i capelli e gli ficcai la pistola in bocca. « Si ricordi che giustizia sarà fatta.» premetti il grilletto e sparai. Lasciai quel corpo senza vita e mi incamminai verso l’uscita. Uccisi anche l’uomo che mi accompagnò all’ufficio. Rimisi la pistola in macchina. Aveva smesso di nevicare. Guardai mia sorella e montammo in macchina. « Dove andiamo signore?» mi chiese l’autista. « A ovest. Dove il sole tramonta.» E dove è tramontata la mia vendetta. Pensai.

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E LE STELLE STANNO A GUARDARE Paulo Coelho

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Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare. I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo. Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato. Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere. Esso richiede l’attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura.

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Paulo Coelho è uno scrittore e poeta brasiliano. Nato a Rio de Janeiro (24 agosto 1947) da una famiglia borghese residente nel quartiere residenziale di Botafogo, Coelho sin da giovanissimo mostra una vocazione artistica ed una sensibilità fuori dal comune. Nel settembre 2007, l' ONU ha nominato Paulo Coelho come il nuovo messaggero della pace a fianco della principessa giordana Haya, del maestro argentino-israeliano Daniel Barenboim e della violinista giapponese Midori Goto.


new! new! new!

Come sempre, nuovi arrivi nella nostra biblioteca! Tanti libri che aspettano solo di essere letti, e la nostre bibliotecarie Luana e Firmina che ci guidano nella scelta con un bel sorriso! Per chi le ha conosciute, concorderà come me sul fatto che sono due persone speciali. Volevo ringraziarle per la loro grande gentilezza e simpatia, e in questo modo salutare Luana che ci lascerà al termine del mese di giugno (articolo sui ‘Volontari nella scuola’, ndr), passando il testimone a Firmina.

E da quest’anno, la biblioteca resterà aperta anche in estate, tutto giugno e luglio dalle 9.00 alle 12.00 (per poi riaprire a settembre con l’inizio della scuola), diventanto così un luogo di riferimento, ritrovo o studio per molti ragazzi. Buona lettura!!

Marta Amistani


Se la vedi... ti innamori!


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