WIKI SCRAPS

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WIKI scraps








raffaella formenti

about WIKI SCRAPS Fino ad ora nel mio lavoro uno degli elementi concettuali reiteranti è il sottolineare come non abbia più respiro possibile un gesto, un evento, una ricerca, senza il “supporto sponsor”, quindi, e non solo metaforicamente, nelle mie concrezioni è la pubblicità che regge la ricerca. Ora in questo ultimo lavoro sottolineo come sia la pubblicità stessa che crea l’evento per autopromozione. Ho abolito il supporto e la dicotomia tra pittura e supporto che analizzavo fin dai tempi dei fogli con la pittura solo appuntata in modo transitorio ad un supporto “espositivo”, (foto oloarte) i tempi in cui mettevo in vendita una parte del foglio su cui dipingevo, come spazio per eventuale pubblicità a pagamento (sempre i primi pastelli, costituiti da una rete di segni, informazioni emotive anzichè pubblicitarie, ma pur sempre frame). Ora costruisco stralci di messa in rete delle informazioni che divengono pittura tridimensionale senza supporti. E senza spazi appositi per gli sponsor. Tutto il lavoro esiste solo perchè esiste la comunicazione. Non è più dissociabile in due momenti distinti: il supporto (depliant) che regge il fare (il momento di ricerca di una forma in 3D). Nella serie “Rumori visivi” del 2002 c’era il concetto “più la gente consuma e più fa girare l’economia, più l’artista trova elementi di supporto al suo fare” (sempre non solo metaforicamente...nel mio caso!). Sempre presente come riferimento è il ruolo primigenio dell’artista sciamano tribale, esonerato dall’andare a caccia grazie ai suoi disegni forieri di buona sorte per l’intera tribù, che per essi (i disegni...) lo nutriva (essa tribù..). In “Rumori visivi” usavo il centinaio di scatole gialle trovate fuori da un negozio e le farcivo e sventravo in elementi pittorici in 3D. Più gli altri svuotano scatole, più io ne ho per rifocillare il mio lavoro... Anche nella serie “Deriva” il lavoro si autoreggeva senza supporti atti ad essere tali, come in molte concrezioni lungo tutto il mio iter (es: Tuwwwuoi del 2002, senza una scatola supporto, unicamente costruito di materiale pubblicitario). In essi c’era sempre tuttavia un elemento aggregante a consolidamento formale della concrezione. Con i WIKI SCRAPS c’è la perdita di forma e la sottomissione alla legge di gravità: se tutto è retto dalla pubblicità, se non esiste evento senza comunicazione, la forma e il senso costruttivo dei contenuti della comunicazione crollano sotto il peso stesso della pubblicità...


Il colore dell’informazione per rendere “digitabile”, toccabile il virtuale... ”Il virtuale della rete informatica si rende fisico e invasivo attraverso imballaggi cartacei e colori pubblicitari, di cui RF distorce l’uso, piegandolo ai suoi progetti, siano essi installazioni, oggetti o concrezioni”(...) Spiegazzo il mondo senza spiegarlo... anzi, ne moltiplico la superficie confusionale senza che più nemmeno i frattali possano misurarlo...

oltre un certo quantitativo non se ne regge! Si cercano gli sponsor per reggere la pubblicazione di una rivista o nasce la rivista per dare un supporto alla diffusione pubblicitaria? E qui intervengono i chiodi. Un anno (’95 credo) feci una piccola performance fotografica: andavo a casa di amici, appendevo ad angolo un mio pezzo piantando un chiodo, fotografavo l’angolo tra le pareti (solitamente non considerato come luogo di esposizione) e poi mi portavo via il pezzo lasciando solo la traccia dell’evento rappresentata dal chiodo, che con la sua sola presenza apriva le due pareti verso una terza parete mentale, interiore a chi avesse assistito all’evento. Ora in questa serie degli Scraps il chiodo acquisisce nuovamente significato, non dissimile ma contiguo a quello della performance. Il chiodo rappresenta un punto di scelta nella lettura dell’oggetto, in se stesso informe. Un intervento di memoria formale individuale di chi maneggia la “rete”, lo stralcio di “info on web”. A seconda della propria acquisizione culturale del concetto di estetica si cercherà di disporre il “corpo molle del conoscere” nello spazio e farne un uso “rassicurante” dandogli una parvenza formale stabile secondo il proprio gusto.



















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