Gucci

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Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale UniversitĂ degli studi della Campania Luigi Vanvitelli Cattedra di AbilitĂ Informatiche Professoressa Alessandra Cirafici Tutor Angelo Esposito Marroccella Raffaella Morandino A03603



Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale UniversitĂ degli studi della Campania Luigi Vanvitelli Cattedra di AbilitĂ Informatiche Professoressa Alessandra Cirafici Tutor Angelo Esposito Marroccella Raffaella Morandino A03603


Gucci, qualità e lusso italiano Gucci è sinonimo di lusso made in italy, il famoso brand è stato fondato nel 1921 da Guccio Gucci a Firenze. La storia di questo nobile marchio però non è tutta rosa e fiori, infatti dopo un primo periodo di successo, il brand deve affrontare negli anni 40 del 900’ una situazione difficile, ovvero si trova a fronteggiare l’autarchia(semplicisticamente l’obbligo d’acquisto di materiali prodotti in italia da aziende italiane) imposta dal governo fascista.

In questi anni la fantasia, lo spirito di intraprendenza e la creatività di Guccio permettono non solo al brand di salvarsi ma anche di ampliare il proprio successo, nasce difatti in questi anni la famosa borsa col manico ‘bambù’ che ancora oggi è un icona del brand i fratelli era succeduto alla padre nella gestione del mar chio, e Vittorio Acconero de Testa famoso pittore e illustratore. In questi anni inoltre prende forma il famoso logo

distintivo tutt’oggi del marchio ovvero le due G incrociate in onore delle iniziali del fondatore del marchio. Gucci diventa così un emblema del modo della moda e del lusso italiano e star del calibro di Audrey Hepburn acquistano prodotti Gucci. Dagli anni 60’ in poi Gucci diventa definitivamente un marchio mondiale avendo boutique in tutto il mondo dall’Europa all’America fino all’Asia. Da segnalare senza dubbio l’apporto che Tom Ford, dal 1990 a capo del settore abbigliamento donna, ha dato al marchio tanto che nel 1994 viene nominato responsabile creativo dell’intera produzione salvando il brand dall’orlo della bancarotta che avrà una nuova ascesa che permetterà l’acquisto di brand prestigiosi come YSL,Bottega Veneta e Balenciaga.

Gucci è dunque un marchio Italiano che rappresentà la nostra qualità in tutto il mondo, difatti pensando a Gucci è impossibile non pensare all’alta moda ed alla esclusività, i capi Gucci sono quindi un icona del mondo della moda.

Gucci: il nuovo azzardo di Alessandro Michele

In un momento eccezionale per la moda, un periodo di

rivoluzioni e di stupidaggini, di proclami seri e di dichiarazioni superflue, di marchi che vogliono cambiare tutto e di stilisti che non vogliono spostare una virgola, la nuova prova di Alessandro Michele da Gucci arriva come un faro nella tempesta a ricordare, una volta per tutte, cosa serva per avere successo nel fashion system di oggi. Ovvero: una bella, vera, consistente collezione di abiti e accessori. Senza nostalgia, senza la riesumazione didascalica dei cadaveri di stile del passato, senza il solito copia/incolla da David Bowie, dagli anni Ottanta, dalle mummie reali o immaginarie che hanno popolato l’estetica di ieri e soprattutto dell’altro ieri, lo stilista dà una prova di cosa significhi estro contemporaneo e contemporaneo vestire. Il suo procedere è chiarissimo Invece di scavare in profondità, addentrandosi nel più trito e ritrito passato, questa stagione vuole procedere in maniera orizzontale, citando letteralmente le radici rizomatiche di quelle piante che nel terreno si espandono a caso alla ricerca di alimentoDe Medici si ritrova allo Studio 54, i putti dei quadri barocchi si mischiano ai graffiti delle metropoli e le teche dei musei si ritrovano negli scantinati pulciosi di un


Il suo procedere è chiarissimo Invece di scavare in profondità, addentrandosi nel più trito e ritrito passato, questa stagione vuole procedere in maniera orizzontale, citando letteralmente le radici rizomatiche di quelle piante che nel terreno si espandono a caso alla ricerca di alimento. Così, schizofrenicamente, Caterina De Medici si ritrova allo Studio 54, i putti dei quadri barocchi si mischiano ai graffiti delle metropoli e le teche dei musei si ritrovano negli scantinati pulciosi di un qualsiasi quartiere malfamato. Michele tende il filo rosso di tutto questo, come se stesse gironzolando su Pinterest, e lo illumina dall’interno con la curiosità di chi sa di non sapere ma ha voglia di conoscere.

Alessandro Michele e il falso:Gucci Ghost Di più: conscio dei limiti dell’atelier e dei confini di uno stilista, si spinge nel territorio più impensato di tutti: il falso. Adotta così un writer/blogger/musicista /perditempo/fidanzato di un’ex cantante famosa (Santi Gold)/signor nessuno di Brooklyn, New York. Un tizio che nella vita fa una sola cosa: imitare il logo di Gucci, sua ossessione, fino a farne graffiti, magliette, stencil, giacche

strappate e altre diavolerie da L’estetica è solo apparentemercatino dell’usato rivisto e mente quella della camiciola corretto con la vernice spray. trasparente annodata al collo e della gonnella sotto ginocchio svasata e la scarpa dal tacco grosso. O del completo maschile che confonde i generi, ma questa volta neanche più di tanto. Perché poi Si chiama Gucci Ghost e a lui c’è il si devono le rielaborazioni vestitino graffianti, sporche, spigolose e baby da quindi contemporanee in gra- educanda, do di trasformare l’ovvio del il bomber sportivo con la gonlogo nel sogno di un marchio. na di pizzo, la felpa di tela tapAggiungete una silhouette pezzeria con la sottana plisse con spalle importanti, un dos- e glitter, il piccolo tailleur aggio eccezionale dei colori e melange di tweed, la pellicun’idea di libertà senza sno- cia intarsiata a cappottino o bismi e avrete il nuovo Gucci, corta, l’abito scivolato o spezuna collezione che da subito zato. Escono anche cinque si ritaglia un posto autorev- ragazzi «romantici»: imperole nelle tendenze a venire. meabile, ciabatte e bandana. Critica e attenzione generale Ricami improvvisi ovunque avevano già premiato questo (fiori e animali) e dettagli indesigner sconosciuto diventa- aspettati. Un approccio molto il caso della moda nel 2015. to pop nel maneggiare quanUna settimana fa, i numeri di to di più prezioso c’è nella Kering, gruppo a cui fa capo moda: l’artigianalità. E tutGucci, hanno confermato to è per questo più leggero. una crescita impensabile a un È uno spirito del tempo spensolo anno dal cambio drastico sierato, ironico, intelligente. di rotta. Oggi la nuova col- Un invito involontario a guarlezione non solo ribadisce la darsi attorno perché tutto, voqualità e la validità del lavoro lendo, c’è, basta afferrarlo e indi questo creativo. Gli apre dossarlo con personalità. Una le strade di un’ulteriore, im- collezione che avrebbe potuto maginifico sviluppo a venire. sfilare a Londra, nel quartiere Alessandro Michele fa sfilare di Shoreditch fra i murales e i la sua prima, vera, collezione. mercatini vintage con la sen«La bruttezza esteti- sazione che trench e sottane, ca non esiste. Solo l’ig- mocassini e stivali da schianoranza mi spaventa» va, siano usciti proprio da lì.



Mood/style: Caleidoscopica, mutevole e variabile, ma soprattutto visionaria: alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze sfila la collezione cruise 18 di Gucci. Tra stucchi, affreschi di Pietro da Cortona, cornici d’oro e dipinti del XVI e XVII secolo appartenuti ai Medici, Alessandro Michele fa un punto, una summa di tutto quello fatto fino al oggi per il marchio fiorentino e lo reinterpreta in una chiave inedita e sorprendente. Come i quadri del patrimonio mediceo sono esposti seguendo un mero criterio decorativo, e non quello di appartenenza cronologica o scolastica, così il designer mette in piedi una mise en scène di abiti che si fondono con i dipinti di Tiziano e di Raffaello, un collage estetico che celebra la storia e la contemporaneità, le

epoche passate e l’oggi, fondendo il Rinascimento con il punk, lo sport con il sartoriale, il vintage con l’outerwear. Una vera e propria Guccification del vestire che collega Atene ad Hollywood, il Rinascimento alla strada. Tra vecchie e nuove divinità, la storia diventa solo un pretesto per parlare di tempi moderni, di vestiti, di moda e di stile.

Il chaos creativo di Alessandro Michele spazia dalle divinità greche ai divi del grande schermo tra slogan e loghi, graffiti e scritte da social network, tra giardini misteriosi e bestiari alchemici. Un processo che sovverte, modifica

e trasmuta sciogliendo le memorie e i ricordi e al tempo stesso rimandando inevitabilmente ad essi, in cui la cappa è intarsiata da loghi, la biker jacket impreziosita da frange, l’abito da diva percorso da serpenti in paillettes e il tailleur intarsiato da rose. E poi cuffie di perle, bande di strass, coroncine di foglie d’alloro e cetre di cristalli che divengono la punteggiatura di questa nuova grammatica, i punti fermi della nuova Guccification

Lunghezze: corto, midi e lungo Colori: nero, marrone, bianco, oro, verde, blu, arancione, fucsia e metallo


Modern future. Alessandro Michele rilegge il passato con un’ottica totalmente personale, il designer sceglie codici, stili, epoche e lingue diverse. Il risultato stupisce e colpisce ancora una volta: gli anni 70 convivono con il movimento punk, il Rinascimento con la Cina, il maschile con il femminile attraverso un processo per sottrazione che non distrugge ma crea. Ma questa volta Michele calca ancora di più la mano e

manda in passerella look di una bellezza disarmante: lanterne magiche che fanno riflettere sul futuro, su quello che oggi è moderno, ma anche e soprattutto sul presente che non è altro se non la convivenza a volte dissonante di diversi elementi: abiti lunghi ricchi di ruches si alternano ai rigorosi completi maschili, i classici tailleur con la banda cedono il passo alle pellicce intarsiate mentre i cappotti ricamati si indossano con pantaloni sport o con gonne foulard

Gucci e i suoi foulard d’arte Gucci celebra gli storici stampati Flora che hanno reso famosi i suoi foulard e li festeggia con un evento in programma a Capri nel prossimo fine settimana, sabato 19 e domenica 20 luglio. In

mostra una selezione di foulard e disegni originali dell’illustratore Vittorio Accornero dedicati all’iconica stampa Flora, risalenti agli anni Settanta. Teatro della manifestazione è la boutique della maison, dove su uno speciale display vengono esposti i disegni Flora d’archivio, provenienti dal Gucci Museo di Firenze. Per l’occasione, i maestri artigiani della seta personalizzano i foulard che gli ospiti acquisteranno con le loro iniziali. La stampa nasce nel 1966, dopo una visita al negozio Gucci di via Montepoleone della principessa Grace di Monaco in compagnia del marito Ranieri. In


quell’occasione Rodolfo Gucci, per renderle omaggio con un dono speciale, incaricò l’artista Vittorio Accornero di creare un motivo floreale esclusivo per un originale foulard in seta. L’artista realizzò così un foulard stampato con nove bouquet di fiori di tutte le stagioni, decorato con bacche, farfalle, libellule e insetti dipinti con eleganza, ricchezza di colori e incantevole maestria. Tra i motivi classici, il Flora è un simbolo di continuità della maison, un disegno che fa rivivere ogni stagione con la sua grafica evocativa.

Gucci Scarpe: una bomba di creatività

Ultra femminili e terribilmente originali, le scarpe della collezione Gucci 2016 sono eccentriche e mostrano pienamente l’estro

creativo del brand che da’ molta importanza ai particolari. Ecco che fanno la comparsa sandali t-bar dai tacchi e plateau vertiginosi, slingback innovative e sofisticate, mules con tacchi scultura.

Le forme sono rivoluzionarie e ogni calzatura è valorizzata da decorazioni, da accessori oppure da tessuti logati. Nuovissime anche le nuances: si passa dai colori brillanti come il verde, il rosso e il blu alle fantasie floreali e anche ai toni neutri. Non mancano borchie, perle, fiocchi e bottoni.

Gli accessori di Gucci Anelli e gioielli che sembrano presi in prestito dai capolavori della Galleria Palatina di Firenze che ospita la sfilata Cruise 2018. Borse che si candidano a diventare il nuovo oggetto del desiderio di milioni di donne. Décolletées cangianti e colorate e mocassini che richiamano la tradizione ma si indossano in modo nuovo. Occhiali e turbanti, cinture e marsupi Alessandro Michele, il designer del miracolo di Gucci (fatturati in crescita a doppia cifra, creativo eletto da Time come l’italiano più influente del mondo), manda in passerella gli accessori che nei prossimi mesi vedremo nelle strade di tutte le grandi città (e copiati sulle bancarelle di tutto il mondo)



La metamorfosi di Alessandro Michele, quando il «successo ti fa bello» Il successo ti fa bello. Era la prima cosa che viene in mente, dopo la sfilata, guardando Alessandro Michele designer-fenomeno di Gucci, che percorre dinoccolato e fiero tutta la lunga passerella sospesa sotto una piramide di cristallo e raccoglie l’enne

simo successo per i suoi vesti-

ti così fantastici che quasi sembrano irreali e invece sono ormai il punto di riferimento di tutto il mondo della moda. T-shirt gialla, griffata Gucci ma in maniera un po’ graffitara, cappellino da baseball, Michele ricorda un rapper in giro per le strade di Los Angeles. Immagine ben lontana dallo stile «frate trappista» su cui Luciana Littizzetto ha creato tutto un suo sketch per

raccontare la dicotomia tra quei vestiti così stravaganti che il ragazzo prodigio manda in passerella e l’aria ascetica con cui, faceva la sua apparizione fugace e timida a fine sfilata. Fino a ieri, appunto. Metamorfosi La metamorfosi di Alessandro Michele è evidente:


barba e capelli sfrondati, fisico tonico con l’adorata t-shirt che lascia immaginare muscoli tonificati in palestra. E un bel sorriso aperto. «Perché sorprendersi del cambiamento? È naturale. Quel che sta vivendo Alessandro è una cosa pazzesca. Sarebbe impossibile per chiunque rimanere indifferenti», osservava un giornalista dopo la sfilata di vestiti pieni di ninfee e scarabei, immaginati come fossero usciti dalle mani di un alchimista. La vi-

sione di Michele del tutto originale della moda, che ha riportato Gucci ai fasti dei tempi d’oro, è un fenomeno che passerà alla storia. Dal suo arrivo nella griffe fiorentino nel 2015, chiamato dal ceo Marco Bizzarri — altro fabbricatore di successi – che ha deciso di scommettere sul giovane assistente di Frida Gianni dopo aver preso un caffè a casa sua e aver scoperto il suo mondo fantastico da vicino, continua a collezionare riconoscimenti e premi.

Adolescenza post-punk Nato a Roma nel 1972, si è formato assaporando cultura e bellezza grazie all’amore della madre per il cinema e l’interesse del padre per la scultura. Da adolescente ha vissuto la cultura postpunk in Europa e lo street style è diventato parte della sua essenza anche creativa oltre che del suo


stile (anche se, va detto, nelle uscite per i vernissage e i cocktail Michele sfoggia i suoi vestiti. Dopo aver studiato all’Accademia di Costume e di Moda di Roma, comincia con la maglieria di Les Copains. Negli anni Novanta lavora con Karl Lagerfeld e Silvia Venturini Fendi per la griffe romana, contribuendo al successo delle griffe gioiello. Poi arriva Tom Ford che lo arruola da Gucci. «Mi piaceva il cinema, sognavo di fare lo scenografo. Ho fatto

tanti lavori per m ante n e r m i » , ama raccontare. Definisce la moda come l’amore più appassionante che puoi conoscere. E all’amore deve molto, Alessandro. È il primo a riconoscere l’influenza sul suo lavoro del suo fidanzato che insegna filosofia all’università romane.

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La storia del marchio Gucci. E’ lunga 95 anni e rappresenta l’evoluzione dello stile e della moda italiani. Nella gallery le tappe principali di questo percorso dal fondatore Guccio Gucci all’attuale direttore creativo Alessandro Michele. Nel 1921 Guccio Gucci fondò a Firenze l’azienda omonima per la produzione di articoli di pelletteria, guanti e valigeria. Nel 1923 il primo marchio del-

la casa di moda riportava solamente il nome del fondatore nel carattere calligrafico, probabilmente derivato dalla sua firma.

Dopo aver lavorato da giovanissimo al Savoy Hotel di Londra come lift e aver conosciuto lo stile inglese, i cavalli e l’equitazione (cioè staffe, morsetti, selle, briglie e finimenti) sono stati parte integrante dell’heritage di Gucci. Nel 1929 il logotìpo riportò anche

l’iniziale puntata del nome del fondatore.

Dall’esperienza lavorativa all’estero nel 1934 fu introdotto il marchio del fattorino con una valigia e una borsa da viaggio;

Negli anni Trenta molti dei clienti italiani sono aristocratici con l’hobby dell’ippica e le loro richieste di abbigliamento


da equitazione spingono Gucci a sviluppare le sue esclusive icone: la miniatura del morso da cavallo, costituita da un doppio anello congiunto da una barretta, e il nastro a trama verde-rossoverde che riprende il tradizionale sottopancia delle selle.

Nel 1955 al marchio preesistente si sostituisce un cavaliere in armatura, sempre con una valigia

e una borsa da viaggio, integrato nello stemma araldico in un gioco di rivisitazioni nel quale il medioevo fiorentino, citazione della presunta discendenza di sellai della nobiltà rinascimentale, si salda con la contemporaneità mondana; nello scudo, al di sopra del cavaliere, sono raffigurati una rosa e un timone a simboleggiare rispettivamente la raffinatezza e l’imprenditorialità della famiglia.

Nel 1960 Aldo Gucci, uno dei tre figli di Guccio, disegna il simbolo con le due “G” incrociate,

chiaro riferimento alle iniziali del fondatore; tale segno grafico, non ancora diventato il marchio dell’azienda, viene riproposto in diverse fogge: fuse in un cerchio, c o nt r ap p o s t e , invertite e in forma astratta. Nel 1971 il logotìpo sarà compos-


to con un carattere graziato mentre solo nel 1992,con la direzione artistica di Alessandro Michele, comparirà ufficialmente nel marchio aziendale il simbolo della doppia “G”, fino ad allora utilizzato solo come griffe sulle borse, calzature e cinture.

A partire dal 1998 la comunicazione ufficiale sarà affidata al solo logotìpo composto con carattere graziato lapidario, molto spaziato; è con questo marchio che l’azienda si presenta nel mondo come espressione distintiva del “made in Italy”.



Gucci, tra tradizione e innovazione digitale Gucci tra video ed applicazioni

Gucci, pur essendo un’azienda fortemente legata alla tradizione, riesce ad effettuare una comunicazione digitale altamente interattiva e multimediale, capace di far sentire l’utente completamente immerso nella realtà aziendale e sfumando sempre di più il confine tra il negozio fisico e l’ambiente online. Per chi come me nutre un forte interesse per il fashion, il luxury ed il web marketing, Gucci rappresenta un interessante case history in quanto è riuscita a fondere in modo eccellente questi tre settori. La maison fiorentina è uno dei brand di lusso che si sono inseriti perfettamente in modo pionieristico ed innovativo nel contesto digitale offerto dal Web 2.0, cercando di far sentire vicini al brand e coinvolgere il più possibile i consumatori/utenti.

Nel 2009 Gucci aveva già lanciato la sua applicazione per dispositivi Apple, che in 8 mesi ha raggiunto oltre 600 mila download, un numero notevole se si considera che all’epoca smartphone e tablet non avevano la stessa diffusione di adesso. I contenuti principali di quest’app erano eventi, notizie, video e soprattutto sfilate: l’utente veniva accompagnato dietro le quinte di ogni collezione. Questa versione è stata poi aggiornata nel 2011 nell’ancora attuale “Gucci style”, una sorta di mobile magazine in cui sono presenti storie di moda, tendenze, foto e video relativi all’universo Gucci.

Nel 2010, per la campagna pubblicitaria del celebre profumo Gucci Guilty, è stato realizzato ad hoc il canale YouTube, “GucciParfum” (cui si veniva reindirizzati direttamente dalla pagina Facebook del pro-

dotto), dove era presente un mini-film promozionale, ed in soli tre mesi sono state raggiunte oltre 1.400.000 visualizzazioni. Un’altra iniziativa interessante è stata la creazione dell’applicazione per Facebook “Eye want you”, disegnata dalla Direttrice Creativa Frida Giannini, in occasione del lancio degli occhiali da sole Gucci Eyeweb. Essa consentiva di condividere con i propri amici, postandoli sulla propria bacheca o inviandoli sotto forma di messaggio privato, dei video personalizzabili con i modelli di occhiali preferiti e lo stato d’animo che si intendeva trasmettere, per esempio felice, energico, drammatico. Nel 2011, per il lancio della collezione Pre-Fall, è stato realizzato un video “clickto-buy” presente sul sito Web: scorrendo sopra i prodotti, era possibile trovare icone con le due G e cliccandovi sopra il video andava in pausa e si apriva un pop-up che forniva informazioni sull’articolo e permetteva di comprarlo


in anteprima in maniera molto veloce e addirittura senza dover uscire dalla pagina del filmato. Quest’idea è risultata vincente, soprattutto perché è stato sicuramente un ottimo modo per tradurre in modo rapido le visualizzazioni in vendite online, cosa che sarebbe stata molto più difficile se esso fosse stato caricato sul canale You Tube, ed è stata adottata anche per altre campagne successive.

Gucci e l’iniziativa Cut & Craft In una prospettiva di democratizzazione della moda tipica dell’era digitale in cui viviamo, che sebbene non permetta molto una maggior accessibilità a livello di prezzi, consente comunque una più rapida diffusione delle informazioni ed un maggior coinvolgimento degli utenti anche nella fase di ideazione e miglioramento dei prodotti, si colloca l’iniziativa “Icons of Heritage – Cut & Craft”, promossa nel 2012. Si trattava di una tab inserita nella pagina Facebook ufficiale del brand, che consentiva di conoscere ed osservare le caratteristiche di tre borse, la Jackie, la Stirrup e la New Bamboo, grazie a filmati ed immagini 3D, ma soprattutto di improvvisarsi designer per un giorno, scaricando tre modelli di carta, ritagliandoli ed assemblandoli seguendo delle brevi istruzioni. Queste creazioni si potevano poi caricare in un apposito album, con la possibilità di votare le più belle. Tutti i modelli sono poi stati sottoposti al giudizio del direttore creativo Frida Giannini, che ha decretato i tre vincitori, i quali hanno avuto il piacere di essere presenti sulla coperti-

na della fanpage Facebook. Questo concorso è stato sicuramente interessante sotto diversi aspetti: prima di tutto, era perfettamente in linea con l’artigianalità che caratterizza il brand, che da sempre sottolinea la bellezza e la qualità dei prodotti realizzati a mano. Inoltre, coinvolgere i consumatori nel processo di creazione di un prodotto, anche se solo in un’ottica immaginaria, è utile sia per farli sentire gratificati e più vicini all’azienda, sia per tracciare i loro gusti e preferenze.


Il Museo Gucci è sia a di Firenze, a rotazione una Alessandro Michele (che notturna ed una by day. da quando, a Gennaio, Firenze che sul Web Un’altra iniziativa digitale assolutamente importante è stata l’apertura, nel 2014, del sito web dedicato al Museo Gucci (www.guccimuseo.com), un luogo aperto nel 2011 che almeno una volta nella vita una vera fashion victim deve assolutamente visitare, in cui si incontrano moda, storia ed arte per raccontare il patrimonio e le idee di una delle più importanti ed amate icone del Made In Italy. Il focus della piattaforma online si concentra sull’aspetto esperienziale, nel senso che si vuole cercare di riprodurre in modo virtuale una vera e propria visita, consentendo un’ottima qualità visiva grazie a fotografie in alta definizione e panoramiche e video a 360°. Sul sito sono inoltre presenti informazioni relative a progetti per realizzare campagne e raccolte fondi a sostegno di cause umanitarie, collaborazioni con case cinematografiche ed iniziative per valorizzare artisti emergenti. L’home page cattura l’attenzione del visitatore attraverso due foto imponenti del Palazzo della Mercanzia

Tre sono le sezioni principali: Archivio Gucci, che presenta le icone che hanno fatto la storia del marchio e ne sono particolarmente rappresentative, Gucci e l’arte, che illustra le mostre di volta in volta presenti, ed infine Il museo, la parte più prettamente informativa per chi vuole visitare in loco il museo e vuole saperne di più riguardo i suoi ambienti e la location in cui è situato. Se ormai l’ufficio è la vostra seconda casa o i libri e gli appunti di Diritto Commerciale vi perseguitano, questo sito un’ottima soluzione per respirare, per quanto possibile, l’atmosfera preziosa e lussuosa offerta da questo Museo.

Gucci tra social e arte: #Guccigram Ironia, dissacrazione, sperimentazione e creatività sono le parole chiave di #Guccigram, l’ultimo originale progetto ideato dal designer della maison

ha cominciato a rivestire il suo ruolo, ha portato un’importante ventata di freschezza ed un senso di rinnovamento), che è partito dal presupposto che grazie ad Internet “anche il modo di fruire l’arte visiva è cambiato” e i social network sono diventati terreno fertile per la cultura visuale, che viene valorizzata e diffusa in modo virale ed in tempi brevissimi. Si tratta di un vero e proprio laboratorio interattivo in cui artisti e fotografi, tra cui Kalen Hollomon, Amalia Ulman, Noah Kalina ed il giovane studente americano Chris Rellas, reinterpretano alcune famose opere che vengono contaminate con i motivi Gucci Blooms e Gucci Caleido, i primi delicati e floreali, i secondi geometrici, creando una sorta di realtà parallela, sospesa tra passato e presente, tra arte e moda. Il nome dell’iniziativa è anche l’hashtag utilizzato su Instagram per raccogliere queste immagini, caratterizzate da grande creatività e dalla voglia di volere esprimere il proprio personale punto di vista riguardo l’arte.



Il brand Gucci è tra i più potenti al mondo, ecco perché «Il brand Gucci è stato inserito da Brand Finance nella classifica dei dieci marchi di moda più potenti del mondo. Ma quali sono i motivi di questo enorme successo?»

Tra i primi dieci marchi della classifica, troviamo anche il brand Gucci, che guadagna tre posizioni e dal 12° posto dello scorso anno sale al 9°. Con una crescita di valore del 27% (corrispondente a più di 1 miliardo di dollari) rispetto allo scorso Le case di moda non si acconten- anno, Gucci è l’unico brand italiano tano più di fare tendenza, e pun- ad essere stato inserito nella top ten. tano dritte al potere. Essere potenti significa avere la fiducia del pro- Il brand Gucci negli ultimi due anni prio pubblico e vendere non solo ha ottenuto un successo incredibile. un prodotto, ma un’idea, uno stile Nel 2015, infatti, dopo un periodo di vita. Lo sa bene il brand Guc- di forte crisi e di conti in rosso, il ci (sito ufficiale), che, attraverso marchio ha deciso di cambiare, anzi un’importante fase di trasformazi- stravolgere la sua strategia, puntanone e crescita, è diventato uno do su nuove personalità, con uno dei marchi più potenti al mondo. stile innovativo e tante idee capaci di rilanciare una realtà che da molti Come ogni anno, la società di con- era data per spacciata. Un report risulenza britannica Brand Finance lasciato il mese scorso da Kering, il ha stilato una classifica dei brand colosso francese alla guida di Gucche hanno avuto più successo nel ci, ha messo in evidenza una crescisettore dell’abbigliamento. Si tratta ta impressionante del marchio: solo di un’analisi approfondita del po- nel primo trimestre del 2017, infattere e del valore economico di mi- ti, il brand Gucci ha segnato un regliaia di fashion brand, fondata sul- cord di vendite, con una crescita del la valutazione di alcuni fattori come 51,4% (l’analisi riporta un +48,3% investimenti, fedeltà, reputazione su base comparabile, con picchi di aziendale e soddisfazione degli +66,4% in regioni come l’Europa). stakeholder. La classifica, chiamata The world’s most valuable apparel Certo, il successo non è arrivabrands of 2017, si presenta come to per caso, ma è frutto di una un elenco dei 50 marchi di moda serie di fattori che hanno deterche nel 2017 hanno ottenuto mag- minato una crescita colossale del giore successo, non solo per quanto brand e che oggi fanno di Gucci riguarda le vendite e il valore pura- uno dei giganti della moda e delmente economico, ma più in gener- la finanza. Scopriamo insieme ale per tutto ciò che concerne la loro quali sono i suoi punti di forza… reputazione e, quindi, il loro potere. Alessandro Michele: il grande successo del brand Gucci è frutto, soprattutto, del grande lavoro del suo direttore creativo (annoverato quest’anno tra le personalità più influenti al mondo). Chiamato alla guida della maison nel gennaio 2016, Alessandro Michele ha rilanciato (e salvato) la casa di moda.

Le sue sono state sempre scelte creative e coraggiose. Con lui, insomma, Gucci ha corso dei rischi inimmaginabili, che però ne hanno decretato il successo, sia a livello economico che di immagine. Marco Bizzarri: è il CEO di Gucci, l’altra faccia della medaglia. Se Alessandro Michele si occupa della parte creativa, a lui spetta il settore finanziario. Si tratta, forse, di un ruolo meno “divertente”, ma ugualmente importante e rischioso. È stato proprio Bizzarri, infatti, a volere Alessandro Michele come direttore creativo per risollevare le sorti dell’azienda, dopo anni in cui la moda era stata succube della finanza. Grazie al loro lavoro, in soli sei mesi Gucci ha ottenuto segnali positivi ed è ben presto tornato sulla cresta dell’onda.

Rischio: è una parola che abbiamo già ampiamente utilizzato, ma che è bene ripetere, perché rappresenta uno dei fattori che hanno riportato Gucci al successo. Già la scelta di un direttore creativo così giovane e semi-sconosciuto è stata un rischio, soprattutto per un brand che per anni ha registrato costanti perdite. Ancora, le collezioni presentate erano una novità per il mondo della moda, una sfida per il brand e per il mercato, insomma un rischio! Gucci (o meglio, la coppia alla guida della maison) ha saputo correre questi rischi e trasformarli in successi, grazie ad un sapiente lavoro di squadra.


Innovazione: non si può dire che le nuove creazioni firmate Gucci non siano innovative! Dalla rivoluzione genderless alle nuove campagne pubblicitarie, passando per le ispirazioni artistiche del Rinascimento (un periodo storico particolarmente amato da Alessandro Michele) e per quella che è stata definita estetica iperbolica, che fonde elementi vintage e contemporanei, minimalisti ed eccessivi, per dare vita a creazioni nuove e straordinarie. Insomma, quella di Gucci può essere definita una vera e propria rivoluzione, che ha coinvolto il brand a 360 gradi. Dall’organizzazione interna dell’azienda alle collezioni, dalle campagne pubblicitarie ai testimonial, fino alla sua nuova estetica, il marchio ha completamente cambiato direzione. Il nuovo Gucci ha aperto la strada ad una nuova concezione della moda: ridondante ed esagerata, ma anche libera, priva di costrizioni ed etichette. Una moda, per farla breve, coraggiosa e (perfettamente) imperfetta.





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