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L'esercito di terracotta
NELL'ANTICHITÀ
Alla fine del Neolitico gli uomini primitivi iniziarono a modellare i metalli. Riuscirono a fondere i metalli con rudimentali forni per poi colarli in forme di pietra. Così furono forgiati i primi strumenti in rame, poi in bronzo (formato dall’unione di rame e stagno) e in ferro.
È l’industria estrattiva prima, e quella siderurgica poi, che oggi si occupa della lavorazione dei metalli, in particolare del ferro e delle leghe che lo contengono, come l’acciaio, composto da ferro e carbonio.
OGGI
I primi metalli utilizzati, come per esempio il rame, affioravano puri in superficie, cioè non uniti ad altre sostanze. Si trovavano all’interno di una grotta o sotto un sottile strato di terra, facile da scavare.
Nell’altoforno si raggiungono temperature molto elevate: qui ferro e carbonio si fondono; dapprima danno vita alla ghisa che, attraverso un convertitore, diventa acciaio. L’acciaio ancora fuso e a elevate temperature (1000-1500 °C) viene fatto raffreddare e modellato in fogli, tubi, barre, o lingotti. Questa lavorazione avviene in impianti, dove si producono grandi quantitativi di materiale. I metalli vengono estratti nelle miniere. Attraverso cunicoli e passaggi sotterranei, l’estrazione dei metalli arriva fino a grandi profondità.