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Serie rossa
Una fiaba moderna che racconta la dislessia e le sue problematiche, e che insegna come a volte le difficoltà possono trasformarsi in risorse.
Sabrina Rondinelli
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
Lo sapevate che nelle scuole vivono folletti alti come un pennarello, con le orecchie a punta, gli occhi vispi e tanta voglia di scherzare? Però non tutti gli esseri umani possono vederli perché loro si mostrano soltanto alle persone davvero speciali. Come Caterina.
Dai 7 anni
Sabrina Rondinelli
Caterina e i folletti scolastici Una storia fantastica per conoscere la dislessia
Sabrina Rondinelli è nata a Torino nel 1972. Oltre
Per semplificare la lettura del testo, si è usato un carattere di facile leggibilità. Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it
E 7,00
Caterina e i folletti scolastici
a insegnare in una scuola elementare, collabora con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, conduce incontri di scrittura creativa e scrive audiofilm per le persone non vedenti. È un’affermata autrice di narrativa per ragazzi.
LEGGO FACILE
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO Per volare con la fantasia
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO Collana di narrativa per ragazzi
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Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo 1a Edizione 2012 Ristampa 7 6 5 4 3 2 1
2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013
Tutti i diritti sono riservati © 2012 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it
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Sabrina Rondinelli
Caterina e i follet ti scolastici Illustrazioni di
Francesca Gallina
A Graziella Ruggiero
Ringrazio: Cecilia Albisino, Angelica Calcagno Casapieri, Mattia Caramanno, Guya Cardarella, la famiglia Cravero, Luigina Dagostino, Monica De Siati, Caterina Di Chio, Marisa Giay, Marisa Lanza, Anna Mariani, Olga Moretti, Grazia Pautasso, Sabrina Porfido, Tiziana Porta, Graziella Riva, Emanuela Robiati, Clelia Tollot, Silvia Trovò.
Una bambina distratta
Caterina non trova più la sua gomma rossa
a forma di cuore che profuma di fragola. Era sul banco un attimo fa, come può essere sparita? È proprio una bambina distratta: da quando è iniziata la scuola ne ha già perse tre. – Hai preso tu la mia gomma? – chiede a Marcello Coccobello, il suo compagno di banco. – Non ti ho preso niente – risponde lui con voce antipatica. – Bambini, ho corretto i vostri compiti – annuncia la maestra, tirando fuori da una grande borsa i quaderni di matematica con la copertina di plastica blu. Caterina si dimentica subito della gomma rossa a forma di fragola che profuma di cuore, cioè 5
della gomma rossa a forma di cuore che profuma di fragola. Il suo cuore, quello vero che batte nel petto, comincia a fare le capriole per l’emozione. Caterina si è impegnata molto per calcolare le addizioni e le sottrazioni. Vorrebbe tanto prendere un bel voto da portare alla mamma: chissà come sarebbe felice. La maestra consegna il quaderno a Marcello Coccobello. – Bravissimo, Marcello, sei il più bravo della classe! – si complimenta, con il sorriso largo come due lavagne. – Le tue operazioni sono tutte giuste. Poi consegna il quaderno a Marta. – Hai fatto solo un errorino piccolo piccolo – le fa notare con una carezza leggera sulla guancia. Anche Enrico, Bianca, Ottavia e Liam sono stati bravi. E pure Alfonso, Riccardo, Rebecca e Gaia. La maestra sorride contenta. 6
– Molto bene! – commenta con la voce morbida. Il cuore di Caterina sta per rotolare fuori dal petto a furia di fare capriole. Tra poco tocca a lei. – Caterina... Quando pronuncia il suo nome, il sorriso della maestra si cancella dalla faccia. La bocca diventa storta, gli occhi più piccoli, le sopracciglia si uniscono sopra al naso arricciato. La sua voce punge. – Hai fatto tanti errori. Sei la solita distratta. Mi dispiace, ma il tuo compito è di nuovo andato male... I compagni si girano a guardare la vergogna di Caterina. Marcello Coccobello ride di lei, con la mano davanti alla bocca per non farsi vedere dalla maestra.
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La bambina sfoglia il quaderno con le dita tremanti: è pieno di segnacci rossi e punti esclamativi. Che cosa dirà la mamma quando lo vedrà? Anche la sua faccia cambierà espressione: la bocca si piegherà all’ingiù e davanti ai suoi occhi scenderà un velo di tristezza.
All’uscita da scuola, Caterina trova il nonno ad aspettarla: viene a prenderla lui, tutti i giorni, dato che i suoi genitori lavorano fino alla sera. – Com’è andata, oggi? – le chiede. Caterina non risponde, alza solo le spalle. Ha il muso così lungo che arriva al marciapiede. 10
Da un po’ di tempo, il nonno non la riconosce più: è cambiata, non è più la Caterina allegra e spensierata di prima. È sempre arrabbiata. Il nonno la aiuta a salire sulla sua bicicletta: dietro al sellino, ha montato un seggiolino anche per lei, così ci possono andare in due. La bicicletta parte verso casa, dove li aspetta una merenda a base di latte e biscotti.
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Strani folletti
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– ei, dodici, diciotto, ventiquattro, trenta. La maestra sta interrogando Marcello Coccobello che recita le tabelline a velocità supersonica. Le sa così bene che potrebbe cantarle ballando a occhi chiusi su un piede solo. – Trentasei, quarantadue, quarantotto, cinquantaquattro, sessanta! La maestra sospira di piacere. – Bravo, Marcello, bravissimo! – Maestra, ti dico anche quella del nove? – Sai già quella del nove? Anche se non l’abbiamo ancora studiata? – chiede l’insegnante sgranando gli occhi.
– Certo, e so anche quella del dieci. – Che bambino modello, il mio Marcello Coccobello! Mentre Coccobello spara la tabellina del nove, a Caterina gira un po’ la testa: tutti quei numeri mitragliati in pochi secondi la stanno confondendo. Lo sguardo si appanna per un attimo e, in quel momento, i suoi occhi inquadrano una scena stranissima. Il diario sta camminando sul banco: sta scappando! Le sue gambette svelte stanno per spiccare un salto dal bordo verso il pavimento. Non è possibile... I diari non camminano e, soprattutto, non hanno le gambe. Caterina allunga la mano e, afferrandolo per una caviglia, ferma la sua fuga. – Lasciami! Lasciami andare! – grida il diario con una vocetta stridula. Ma i diari di solito non parlano! Infatti non è il diario che parla, ma qualcuno che lo stava rubando. 13
La piccola ladra è una creatura alta come un pennarello, con le orecchie appuntite, gli occhi vispi e i piedi lunghi.
– Allora sei tu che mi prendi le cose! – l’accusa Caterina ripensando a tutte le sue gomme sparite. – Non si prendono le cose degli altri senza permesso! – Lasciami... 14
Ma Caterina non molla la presa, anzi la stringe. – Amici, venite a liberarmi! – piagnucola la strana creatura. Subito appaiono tre esserini simili alla prigioniera. La loro comparsa è accompagnata da un intenso odore di zucchero caramellato. È il profumo della magia. – Cosa sta succedendo? – dice il più grande. – Caterina, libera subito la nostra amica! La bambina è talmente sorpresa che lascia andare la piccola ladra. – Come fai a sapere il mio nome? Chi siete? – Siamo folletti – risponde lui. – I folletti sanno tutto. Caterina osserva i loro vestiti: indossano un cappellino giallo con la visiera, i jeans e le scarpe da ginnastica. – Non siete folletti. I folletti portano le scarpe con la punta all’insù. – Le scarpe appuntite ci facevano male ai piedi! 15
Caterina non si lascia convincere. – I veri folletti sono vestiti di verde. – Quelli sono i folletti dei boschi. Noi siamo folletti scolastici e i folletti scolastici si vestono come gli pare. – Folletti scolastici?! – Viviamo nelle scuole. Però... non studiamo. Anzi, disturbiamo. Comunque, piacere, io mi chiamo Pagliaccio. Caterina stringe la manina che Pagliaccio le porge. È davvero buffo: al posto del naso ha una pallina rossa. – Fame! – dice la più piccola dei folletti. – Zitta tu, stiamo parlando di cose importanti! – la sgrida Pagliaccio. – Lei si chiama GOLOSINA e pensa solo a mangiare. Golosina è morbida, grassotella e ha la pancia rotonda. 16
– Io sono Nascondina e mi piace nascondere le cose – si presenta la piccola ladra. Ha i capelli ricci raccolti in due codini e la pelle così chiara che sembra quasi trasparente. – E io sono Pasticcio – esclama l’ultimo folletto. – Che nome buffo! – ride Caterina, notando che si è messo la maglia al contrario. – Faccio i pasticci e anche gli scarabocchi. – Cosa sono gli scarabocchi? – chiede la bambina. – Sono così – risponde Pasticcio e, prendendo una penna dal suo portapenne, scarabocchia una pagina del quaderno di matematica. – Noo! – lo blocca Caterina, strappandogli di mano la penna. – La maestra non vuole che pasticciamo i quaderni! 17
– Oh, scusa... – mormora dispiaciuto il folletto. – Non volevo fare un pasticcio... È così dispiaciuto che sta per mettersi a piangere. – Va be’, non importa – lo perdona Caterina. – E quanti anni avete? – Quattrotto! – risponde lui, mostrando la mano aperta a cinque dita. – Quattro o otto? – domanda confusa la bambina. – Otto! No, quattro! Però forse nove... cioè non lo so. Non so contare. – Caterina, guarda come sono bravo! Guarda come faccio l’equilibrista! – la chiama Pagliaccio. Sul suo naso ha messo in equilibrio una torre di oggetti: per prima la gomma, sopra la gomma il temperino, sopra il temperino le forbici, sopra le forbici il cancellino e sopra il cancellino la matita. La torre ondeggia paurosamente, come mossa da un vento inesistente, verso destra e poi verso sinistra. 18
– Attento, Pagliaccio, sta per cadere tutto – lo avverte Caterina e, infatti, tutti gli oggetti crollano sulla testa del folletto. – Ahiaiai, che male, ohioioi! – si lamenta Pagliaccio. Intanto Golosina sta mangiando il cappuccio della penna, mentre Pasticcio sta imbrattando di colla tutto il banco. – Amici – urla, – mi sono incollato! Aiutoo! Pasticcio è rimasto appiccicato al banco: il suo sedere non si vuole più staccare. – Forza, amici, tiriamolo! – propone Pagliaccio. – E tu Caterina, non stare lì impalata, collabora! Insieme formano una catena: Pagliaccio tira Pasticcio, Nascondina tira Pagliaccio, Golosina tira Nascondina e Caterina tira Golosina. A furia di tirare, finalmente Pasticcio si scolla dal banco. I suoi pantaloni si strappano sul sedere con un rumore che fa FRRUSCCCCC, mentre la bambina si sbilancia sulla sedia e finisce per terra a gambe all’aria. 19
I compagni di classe si girano e ridono di lei.
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