Chronos - Volume 1

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Piano dell’opera

Alla scoperta della storia Il Medioevo Volume 1 + DVD

Volume 2 + DVD

Volume 3 + DVD

Alla scoperta della storia

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

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Biagio Goldstein Bolocan

Alla scoperta della storia

Biagio Goldstein Bolocan

Completano il corso: Quaderni delle competenze 1, 2 e 3

Disponibili su richiesta: Volumi per BES 1, 2 e 3 + CD Audio MP3

Storia antica

Guida per il docente + DVD + CD Audio MP3

Cittadinanza e Costituzione

Codici per adozioni e pack vendita (modalità mista di tipo b - cartaceo e digitale) Volume 1 + Quaderno delle competenze 1 + Storia antica + Cittadinanza e Costituzione + DVD M.I.O. BOOK Volume 1 + Quaderno delle competenze 1 + Cittadinanza e Costituzione + DVD M.I.O. BOOK Volume 1 + Quaderno delle competenze 1 + DVD M.I.O. BOOK Volume 1 + Cittadinanza e Costituzione + DVD M.I.O. BOOK Volume 1 + DVD M.I.O. BOOK Volume 2 + Quaderno delle competenze 2 + DVD M.I.O. BOOK Volume 3 + Quaderno delle competenze 3 + DVD M.I.O. BOOK

€ € € € € € €

22,90 21,90 21,50 21,50 19,90 22,90 22,90

Il Medioevo

ISBN 978-88-472-3305-8 ISBN 978-88-472-3306-5 ISBN 978-88-472-3307-2 ISBN 978-88-472-3308-9 ISBN 978-88-472-3291-4 ISBN 978-88-472-3309-6 ISBN 978-88-472-3310-2

Il corso è disponibile anche nella modalità di tipo c (solo digitale) su www.scuolabook.it

• Audiolibro integrale a cura di speaker professionisti • Alta leggibilità (formato ePub) con testo modificabile • Servizio di traduzione e dizionario di italiano integrato

Realtà Aumentata: inquadra la pagina con il tuo dispositivo e accedi ai contenuti digitali Prezzo di vendita al pubblico Volume 1 + DVD M.I.O. BOOK

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€ 19,90

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Didattica per competenze Attività linguistiche e grammaticali Atlante geostorico integrato Apprendimento cooperativo Competenze di cittadinanza

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Biagio Goldstein Bolocan

Alla scoperta della storia

1

Il Medioevo


Coordinamento editoriale: Emanuele Palazzi Redazione: Luca Brecciaroli, Ilaria Cofanelli, Tommaso Martino, Emanuele Palazzi Consulenza didattica: Claudia Ferri, Barbara Vilone Progetto grafico: Alessandra Coppola, Giorgio Lucarini, Simona Albonetti Illustrazioni: Ivan Stalio, Filippo Pietrobon Impaginazione: Edistudio Copertina: Simona Albonetti Ritocco fotografico: Claudio Campanelli Cartografia: LS International Cartography Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Ufficio multimediale: Enrico Campodonico, Paolo Giuliani, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Le parti ad alta leggibilità di quest’opera sono state realizzate con la font leggimi © Sinnos editrice Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello Il Gruppo Editoriale Raffaello mette a disposizione i propri libri di testo in formato digitale per gli studenti ipovedenti, non vedenti o con disturbi specifici di apprendimento. L’attenzione e la cura necessarie per la realizzazione di un libro spesso non sono sufficienti a evitare completamente la presenza di sviste o di piccole imprecisioni. Invitiamo pertanto il lettore a segnalare le eventuali inesattezze riscontrate. Ci saranno utili per le future ristampe. Tutti i diritti sono riservati. © 2019 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it info@grupporaffaello.it

È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, comprese stampa, fotocopie e memorizzazione elettronica se non espressamente autorizzate dall’Editore. Nel rispetto delle normative vigenti, le immagini che rappresentano marchi o prodotti commerciali hanno esclusivamente valenza didattica. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.

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Referenze fotografiche Archivi Alinari, Firenze - Engler / Ullstein Bild/Archivi Alinari - DeA Picture Library, concesso in licenza ad Alinari - 2001 / TopFoto / Archivi Alinari - Iberfoto / Archivi Alinari - World History Archive/Archivi Alinari - Granger, NYC /Archivi Alinari - Fine Art Images/Archivi Alinari - 2005/HIP / TopFoto / Archivi Alinari - The British Library Board/Archivi Alinari - Hervé Lewandowski / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari - Christie's Images / Artothek/Archivi Alinari - © Mary Evans / Archivi Alinari - Imagno/Archivi Alinari - Veneranda Biblioteca Ambrosiana / DeA Picture Library, concesso in licenza ad Alinari - Per Concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / Raffaello Bencini/Archivi Alinari - Turi Luca, 1991 / © ANSA su licenza Archivi Fratelli ALINARI - EPA / © ANSA su licenza Archivi Fratelli ALINARI - Antonio Monteforte, 1993 / © ANSA su licenza Archivi Fratelli ALINARI - Agence Bulloz / RMN-Rèunion des Musèes Nationaux/ distr. Alinari - Thierry Ollivier / RMNRéunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari - CNAC/MNAM / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari - Sergey Guneev / Sputnik/ Archivi Alinari - 2002/ UPPA / TopFoto / Archivi Alinari - UIG/Archivi Alinari - Ullstein Bild / Archivi Alinari - Archivio Bruni/Gestione Archivi Alinari, Firenze - Albert Harlingue / Roger-Viollet/ Alinari - Colección Gasca / Iberfoto/Archivi Alinari - Toni Schneiders / Interfoto/ Archivi Alinari - BPK/Archivi Alinari - Ronald Grant Archive / © Mary Evans / Archivi Alinari - ÷NB / Imagno/Archivi Alinari - Austrian Archives / Imagno/Archivi Alinari - Interfoto/Archivi Alinari - Quint Lox / Liszt Collection/Archivi Alinari - Gérard Blot / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari - Roger-Viollet/Alinari Giuseppe Giglia, 2008 / © ANSA su licenza Archivi Fratelli ALINARI - Touring Club Italiano/Gestione Archivi Alinari - Archiv Friedrich / Interfoto/Archivi Alinari - Istituto Luce/Gestione Archivi Alinari - Heinrich Hoffmann / BPK/Archivi Alinari - Votava / Imagno/Archivi Alinari - awkz / Interfoto/Archivi Alinari - Paul Mai / Ullstein Bild / Archivi Alinari - RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari - Luca Zennaro, 1944 / © ANSA su licenza Archivi Fratelli ALINARI - Petit Palais / Roger-Viollet/ Alinari - Raffaello Bencini/Archivi Alinari - Touring Club Italiano/Gestione Archivi Alinari - BHVP / Roger-Viollet/Alinari - BeBa / Iberfoto/Archivi Alinari - Artothek/ Archivi Alinari - Conservatori Riuniti di Siena/Archivi Alinari - Hartramph / Ullstein Bild / Archivi Alinari - Kurt Hamann / Ullstein Bild / Archivi Alinari - © ANSA su licenza Archivi Fratelli ALINARI - Archivio Luigi Leoni / Archivi Alinari - EPA PHOTO / © ANSA su licenza Archivi Fratelli ALINARI - Carlo Ferraro, 1999 / © ANSA su licenza Archivi Fratelli ALINARI - Musée Carnavalet / Roger-Viollet/Alinari - Mary Evans/Scala, Firenze - Scala, Firenze - Scala, Firenze su concessione Ministero Beni e Attività Culturali e del Turismo - Scala, Firenze/bpk, Bildagentur fuer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin - DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze - A. Dagli Orti/Scala, Firenze - White Images/Scala, Firenze - The British Library Board/ Scala, Firenze - Ann Ronan/Heritage Images/Scala, Firenze - Museum of Fine Arts, Boston/Scala, Firenze - Christie's Images, London/Scala, Firenze - Photo Josse/Scala, Firenze - Werner Forman Archive/Scala, Firenze- Mario Bonotto/Foto Scala, Firenze - Scala, Firenze/Luciano Romano - Scala, Firenze/Mauro Ranzani - Veneranda Biblioteca Ambrosiana/DeAgostini Picture, Library/Scala, Firenze Manuel Cohen/Scala, Flirenze - The Metropolitan Museum of Art/Art Resource/ Scala, Firenze - The Morgan Library & Museum/Art Resource, NY/Scala, Firenze DUfoto/Scala, Firenze - Austrian Archives/Scala, Firenze - Scala Firenze/Heritage Images - The Print Collector/Heritage-Images/Scala, Firenze - Museo Nacional del Prado/Scala, Firenze - Stapleton Historical Collection/Heritage Images/Scala, Firenze - Mimmo Frassineti © 2018. AGF/Scala, Firenze - Cinecittà Luce /Scala, Firenze - Keystone Archives/Heritage Images/Scala, Firenze - National Portrait Gallery, London/ Scala, Firenze - Adagp Images, Paris, / SCALA, Firenze - Scala, Firenze/V&A Images/Victoria and Albert Museum, Londra - Trustees of the Wallace Collection, Londra/ SCALA, Firenze - Smithsonian American Art Museum/Art Resource/Scala, Firenze - 123RF - Istockphoto - Shutterstock - Getty images Alamy - archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello


Come è fatto il libro

Presentazione del corso CHRONOS – Alla scoperta della storia è un corso che si caratterizza per la completezza e per la chiarezza dell’esposizione, insieme alla forza e alla coerenza di una proposta didattica che concilia tradizione e nuove tendenze. L’approccio stimolante e l’utilizzo di strumenti quali linee del tempo, cartine, mappe, illustrazioni e foto d’epoca, coinvolgono e motivano lo studente ad affrontare la materia con spirito critico e curiosità. Il corso, grazie anche ai materiali semplificati integrati e accessori, è adatto alle esigenze di tutti gli studenti e permette un pratico lavoro sia in classe che a casa, finalizzato alla crescita personale e sociale dell’individuo e alla consapevolezza della dimensione temporale nel confronto tra passato e presente.

La didattica del corso è impostata su tre livelli progressivi, che dalle conoscenze e abilità conducono alle competenze, esercitando e rafforzando le conoscenze linguistiche e il lessico specifico della materia.

COMPRENDO IL TESTO

Domande per verificare la comprensione base del testo. Nelle pagine «Facciamo storia insieme» le attività hanno una modalità cooperativa.

LAVORO SULLA LINGUA

Attività di riflessione sulla lingua e sulla grammatica italiana che partono dal testo. Nelle pagine «Parole della cittadinanza» il lavoro è finalizzato all’arricchimento lessicale.

SVILUPPO LE COMPETENZE

Rielaborazione dei contenuti attraverso esercizi più complessi che richiedono l’utilizzo di competenze. Nelle pagine «Facciamo storia insieme» le attività hanno una modalità cooperativa.

Per lo studente Corso

Per il docente Allegati

Volumi BES

Volume 1 + DVD M.I.O. BOOK

Storia antica Cittadinanza e Costituzione Quaderno delle competenze 1

Semplificato 1 + CD Audio MP3

Volume 2 + DVD M.I.O. BOOK

Quaderno delle competenze 2

Semplificato 2 + CD Audio MP3

Volume 3 + DVD M.I.O. BOOK

Quaderno delle competenze 3

Semplificato 3 + CD Audio MP3

Guida per il docente + 3 DVD M.I.O. BOOK + 1 CD Audio MP3

III


Come è fatto il libro APERTURA DI UNITÀ Le Unità si aprono con una doppia pagina che introduce e anticipa le tematiche che verranno trattate. Il testo sintetizza i concetti salienti ed è di supporto alla lettura dell’ampia cartina, arricchita da brevi testi con tiranti per un primo approccio geostorico. La linea del tempo ordina gli eventi in modo chiaro e consequenziale, accompagnata da immagini significative per una prima memorizzazione visuale.

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2

LAVORO SULLA FONTE E LAVORO SULLA CARTA I box Lavoro sulla fonte e Lavoro sulla carta aiutano a comprendere meglio le nozioni esposte nel testo, attraverso attività di analisi svolte direttamente sulle fonti storiche (cartine, documenti, immagini, grafici).

LAVORO SULLA FONTE Il lavoro nei campi Queste vignette tratte da un volume del XV secolo raffigurano, ciascuna, un preciso lavoro fatto dai contadini in uno specifico mese dell’anno. Rispondi alle domande. 1. Osserva con attenzione le immagini, quindi abbina ciascuna di esse alla didascalia corrispondente.

3

4

5

6

a. pigiatura del vino b. raccolta delle ghiande c. semina dei campi autunnale d. battitura del grano e. disboscamento del terreno f. taglio del fieno 2. Indica, per ognuno di questi lavori, il periodo dell’anno in cui viene svolto. a. febbraio b. novembre

LAVORO SULLA CARTA

c. settembre d. maggio

L’impero di Carlo Magno

e. ottobre

La carta mostra l’estensione dell’impero creato da Carlo Magno, la cui capitale era Aquisgrana.

f. agosto

Rispondi alle domande. 1. Confronta questa carta con una carta attuale dell’Europa. Aquisgrana esiste ancora oggi? In quale Stato si trova? ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

2. L’impero di Carlo Magno copriva un territorio molto ampio, che oggi si trova sotto la sovranità di molteplici stati. Quali? ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

IV

Carta impero Carlo Magno Attenzione immagine da wikipedia


Come è fatto il libro DENTRO LA STORIA Questi approfondimenti permettono di avere una visione più ampia e completa su argomenti collegati al testo, raccontando di eventi e personaggi sui quali può essere necessario soffermarsi e riflettere.

DENTRO LA STORIA Che cosa mangiavano i contadini medievali? L’importanza degli orti La dieta dei contadini medievali era costituita principalmente dalle verdure che essi coltivavano nei terreni adibiti a orto, che spesso sorgevano nei pressi della casa. Qui, a seconda della stagione, venivano coltivati rape, porri, finocchi, zucche, carote, cipolle e aglio. Del tutto assenti, invece, erano prodotti per noi comuni come le patate, i pomodori e il mais che sarebbero arrivati in Europa solo dopo la scoperta dell’America. Le risorse della foresta Un altro alimento del tutto sconosciuto sulle tavole dei contadini medievali era la frutta, cibo che sarebbe entrato nelle diete delle persone solo alla fine del Medioevo. Nelle foreste però gli uomini medievali recuperavano altri alimenti importanti per il loro sostentamento: non solo erbe selvatiche, ma anche il miele, che era presente in tutte le tavole, dei ricchi come dei poveri. Poca carne di maiale Anche la carne non era molto presente sulle tavole dei contadini. Non potendo dedicarsi alla caccia, attività che spettava ai nobili, essi non potevano mangiare la selvaggina, ma dovevano accontentarsi della carne dei maiali che venivano allevati e macellati in inverno; attentamente lavorata, inoltre, la carne di maiale poteva essere conservata nei mesi successivi e mangiata secca.

La macellazione del maiale.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Collega con una freccia ciascun termine alla sua spiegazione. 1. Disboscamento

a. Regolazione di corsi d’acqua a fini agricoli.

2. Bonifica

b. Preparazione per la semina di un terreno mai coltivato o abbandonato da tempo.

3. Canalizzazione

c. Prosciugamento di aree sommerse dalle acque.

4. Dissodamento

d. Abbattimento di alberi per liberare spazio all’agricoltura.

2. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati.

L’agricoltura riprende a svilupparsi – Diminuiscono le carestie e le epidemie – Aumentano le aree agricole Cessano le invasioni

La popolazione europea comincia a crescere

...........……………………………...……… ………………………………………......…

..........……………………………...………

...........……………………………...………

……......……………...........………………

……......……………...........………………

Migliorano le tecniche agricole e vengono introdotti nuovi strumenti di lavoro

SVILUPPO LE COMPETENZE È l’attività conclusiva di ogni Lezione con la quale si fa il punto sulle informazioni apprese. Permette di rielaborare i contenuti per una comprensione personale finalizzata allo sviluppo delle competenze.

Completano il corso

• Attività per le competenze, Quadri di civiltà, Compiti di realtà, Lezioni CLIL, Percorsi per l’esame di Stato (nei Quaderni delle competenze); • Verifiche sommative e semplificate, Flipped classroom, Unità di Apprendimento, Prove INVALSI (nella Guida per il docente).

V


Come è fatto il libro

ATLANTE STORIA Passato & Presente Un atlante geostorico e tematico nel quale si approfondisce un argomento dell’Unità in un’ottica di comparazione tra passato e presente, attraverso l’utilizzo di due cartine affiancate. Questo permette di capire l’evoluzione di un problema nella sua dimensione spazio-temporale.

VEDERE LA STORIA Per saperne di più La storia non è solo racconto di parole ma anche racconto per immagini. Questo approfondimento vuole stimolare un approccio critico all’immagine, insegnando l’importanza delle fonti visive all’interno della disciplina.

PAROLE DELLA CITTADINANZA Queste pagine costituiscono un percorso di cittadinanza per costruire un lessico di base, proposto in chiave di confronto tra ieri e oggi, e riflettere su tematiche importanti. Il box Campo semantico richiama termini collegati al tema, per arricchire attraverso il confronto il proprio bagaglio lessicale. Sono presenti anche spunti di riflessione cooperativa.

VI


Come è fatto il libro NOI E LA STORIA Ragazze & Ragazzi Utili a stimolare la motivazione allo studio, queste pagine propongono approfondimenti di taglio narrativo incentrati sul ruolo della soggettività giovanile nella storia. Le domande di comprensione, in stile INVALSI, possono trasformarsi in un quiz interattivo attraverso l’applicazione Kahoot!

VERIFICA Le verifiche di fine Unità concludono il lavoro proponendo varie attività modulate sui tre livelli che caratterizzano l’impostazione didattica del corso. Gli esercizi sono disponibili anche in versione digitale con autocorrezione.

FACCIAMO STORIA INSIEME Queste pagine si configurano come dei micro-laboratori sulla lettura e interpretazione di fonti storiche, sviluppando il pensiero critico e analitico attraverso proposte di lavoro cooperativo.

VII


Come è fatto il libro DIDATTICA INCLUSIVA

BES

La didattica inclusiva CHRONOS – Alla scoperta della storia è un corso pensato per garantire a tutti il diritto all’apprendimento, attraverso moltissimi strumenti specifici per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali. Questi materiali rispondono al criterio di maggiore leggibilità, evidenziano le parole chiave e i concetti più importanti, aiutando anche con le immagini. Utilizzano schemi, tabelle e mappe concettuali, strumenti facilitanti che aiutano a organizzare, rielaborare e memorizzare le informazioni. In questo modo è più semplice per il docente la gestione delle classi con competenze linguistiche e bisogni educativi molto diversificati.

Sintesi e mappa

Ogni Unità del corso è integrata da pagine speciali ad alta leggibilità e con audiolettura che contengono la sintesi delle Lezioni e la mappa concettuale da completare con le parole mancanti.

Audio facile per DSA Audiolettura lenta e scandita.

I testi sono organizzati in modo schematico ed essenziale.

Le illustrazioni facilitano la comprensione e l’apprendimento.

La mappa concettuale permette di ripassare e di riorganizzare le idee.

Libro accessibile a tutti Il M.I.O. BOOK offre inoltre ulteriori strumenti di supporto per chi è in difficoltà: • Alta leggibilità Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza, grazie al formato ePub che permette di modificare il colore, lo sfondo e anche il carattere del testo (con la possibilità di scegliere anche la font leggimi, appositamente studiata per i DSA). • Traduzione automatica È possibile selezionare parole e porzioni di testo e tradurle in altre lingue. Volumi semplificati per studenti con BES Sono disponibili 3 volumi realizzati per gli studenti con BES, con lezioni semplificate, font ad alta leggibilità, audiolettura integrale, mappe concettuali ed esercizi semplificati.

VIII


Come è fatto il libro Le risorse digitali CHRONOS – Alla scoperta della storia si sviluppa sul M.I.O. BOOK: la versione multimediale, interattiva e aperta dell’opera che offre numerosi contenuti digitali integrativi al corso cartaceo.

Alta leggibilità: testo liquido modificabile (ePub) con servizio di traduzione multilingue e dizionario integrati.

Learning objects: approfondimenti interattivi di taglio artistico, politico, economico, religioso e culturale.

Audio: lettura integrale del testo a cura di speaker professionisti.

Strumenti interattivi: linee del tempo e mappe concettuali interattive.

Audio facile: lettura lenta e scandita, specifica per DSA.

Contenuti interattivi: attività e cartine interattive.

Video: filmati di approfondimento, utili an-

Link a internet: collegamenti a siti di approfondimento selezionati.

che per la flipped classroom. Gallerie immagini: galleria fotografica per

un approccio visuale ai contenuti del testo.

Risorse aggiuntive: approfondimenti e lezioni in sintesi.

B.Y.O.D. (Bring Your Own Device)

Le attività indicate con l’icona Kahoot! permettono di utilizzare i dispositivi elettronici personali dello studente durante l’attività didattica in classe in maniera sicura, coinvolgente e collaborativa. STEP

DOCENTE

STUDENTE

1

Clicca sull’icona Kahoot!

Scarica l’app Kahoot! sul tuo dispositivo

2

Condividi il PIN con gli studenti

Inserisci il PIN

3

Avvia l’attività

Rispondi correttamente

IX


Come è fatto il libro Il M.I.O. BOOK è Multimediale Interattivo Open Il M.I.O. BOOK è l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

Tt A

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo. È possibile l’attivazione del dizionario di italiano, utile per la comprensione delle parole e l’espansione del lessico.

DIDATTICA INCLUSIVA

DIDATTICA INCLUSIVA

BES

BES

1 La svolta di Costantino L’impero in crisi del III secolo, dopo Tra la fine del II e l’inizio l’Impero romano iniziò secoli di prosperità, per minata principalmente un periodo di crisi deter un impero che, dalle difficoltà di governare isole britanniche da nord a sud, andava dalle ovest a est da all’Arabia saudita, mentre compresi tra il si sviluppava sui territori ia. All’inizio del III Portogallo e la Mesopotam aniche stanziate secolo le popolazioni germ che segnavano i sul Reno e sul Danubio, fiumi o, cominciarono mper limiti settentrionali dell’i entrare nei territori a premere sui confini per imperiali.

Permette di attivare i contenuti digitali tramite il proprio device.

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite per studenti con BES.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.

DIDATTICA INCLUSIVA

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

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DIDATTICA INCLUSIVA

BES È «aperto» perché personalizzabile e integrabileBES con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • la possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe.

È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).


Indice Risorse digitali

Alta leggibilità

Audio facile

Contenuti interattivi

Risorse aggiuntive

Audio

Strumenti interattivi

Kahoot!

Video

Link a internet

Galleria immagini

Metodo di studio

M.I.O. BOOK

Learning object

..........................................................................................

2

1

Che cos’è la storia? ................................................................................................................................... 2

2

Chi sono gli storici? ................................................................................................................................... 4

3

Le coordinate della storia: il tempo e lo spazio ..................................................................... 6

4

I rapporti di causa-effetto

5

Gli strumenti degli storici: le fonti ............................................................................................... 12

6

I vari tipi di fonti storiche .................................................................................................................. 14

7

Il metodo di studio

8

Gli archivi e le biblioteche

9

La storiografia

10

.................................................................................................................

................................................................................................................................

1

18

...........................................................................................................................................

20

La storiografia e le scienze umane

.............................................................................................

22

..................................

24

.....................................................

26

LEZIONE 1

I Germani e la fine dell’Impero romano d’Occidente

LEZIONE 2

Il crollo dell’Impero d’Occidente e l’Impero bizantino

...................................................

ATLANTE STORIA Passato & Presente Oriente e Occidente LEZIONE 3

16

................................................................................................................

I primi secoli del Medioevo

UNITÀ

10

......................................

32 40

L’Italia longobarda ................................................................................................................................. 42 VEDERE LA STORIA Per saperne di più La concezione del diritto dei Longobardi 48

LEZIONE 4

................................................

50

......................................................................................

56

La Chiesa, un nuovo protagonista della storia europea VEDERE LA STORIA Per saperne di più Assistere e curare nell’Alto Medioevo

PAROLE DELLA CITTADINANZA Integrazione BES

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa VERIFICA

........................................................................

58

.................................................................................. 60

....................................................................................................................................................... 62

FACCIAMO STORIA INSIEME Si narra dei Longobardi... .................................................... 65

XI


Indice M.I.O. BOOK

L’islam

UNITÀ

2

LEZIONE 5

......................................................................................................................................

La nascita dell’islam .............................................................................................................................. 68 VEDERE LA STORIA Per saperne di più I cinque pilastri dell’islam

LEZIONE 6

L’espansione dell’islam

......................

76

......................................................................................................................

78

ATLANTE STORIA Passato & Presente L’acqua: l’«oro azzurro» PAROLE DELLA CITTADINANZA Laicità BES

66

..............................

84

......................................................................................

86

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa VERIFICA

................................................................................ 88

....................................................................................................................................................... 90

FACCIAMO STORIA INSIEME Il Corano e i suoi insegnamenti ....................................... 93

L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

UNITÀ

3

...............................................................................................................................................

94

LEZIONE 7

La crisi dell’Europa medievale......................................................................................................... 96

LEZIONE 8

I Franchi e Carlo Magno .................................................................................................................... 102 VEDERE LA STORIA Per saperne di più I paladini ......................................................... 108

LEZIONE 9

Il feudalesimo ......................................................................................................................................... 110 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Chi prega, chi combatte, chi lavora........................................................................................... 116

LEZIONE 10

Le nuove invasioni ............................................................................................................................... 118 ATLANTE STORIA Passato & Presente Nomadi del passato e del presente

........................................................................................

124

NOI E LA STORIA Ragazze & Ragazzi

BES

126

Com’era essere bambini nel Medioevo?

...............................................................................

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa

............................................................................... 128

VERIFICA

.................................................................................................................................................... 130

FACCIAMO STORIA INSIEME L’immagine di un imperatore ........................................ 133

XII


Indice M.I.O. BOOK

Impero e Chiesa nell’Europa feudale

UNITÀ

4

................................................................................................................................

LEZIONE 11

134

L’ascesa della dinastia dei Sassoni ............................................................................................ 136 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Il simbolo del Medioevo: il castello

LEZIONE 12

........................................................................................

La riforma della Chiesa e la lotta per le investiture

.....................................................

VEDERE LA STORIA Per saperne di più Le donne nella società europea LEZIONE 13

I Turchi minacciano l’Impero bizantino

142 144

......

152

.................................................................................

154

PAROLE DELLA CITTADINANZA Società .................................................................................. 158 BES

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa VERIFICA

............................................................................... 160

.................................................................................................................................................... 162

FACCIAMO STORIA INSIEME L’umiliazione di Canossa.................................................... 165

L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

UNITÀ

5

................................................................................................................

166

LEZIONE 14

La crescita dell’agricoltura e della popolazione ................................................................ 168 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Le innovazioni nel lavoro dei contadini ..................................................................................... 176

LEZIONE 15

La rinascita delle città ...................................................................................................................... 178 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Le cattedrali .................................................. 186 ATLANTE STORIA Passato & Presente La vecchia e la nuova via della seta ....................................................................................... 188

LEZIONE 16

La Reconquista e le crociate .......................................................................................................... 190 NOI E LA STORIA Ragazze & Ragazzi I ragazzi alle crociate

..................................

196

PAROLE DELLA CITTADINANZA Sviluppo ............................................................................... 198 BES

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa VERIFICA

............................................................................... 200

.................................................................................................................................................... 202

FACCIAMO STORIA INSIEME Il dissodamento dei campi

............................................. 205

XIII


Indice M.I.O. BOOK

L’Europa comunale

UNITÀ

6

.......................................................................

206

LEZIONE 17

Le origini dei comuni.......................................................................................................................... 208

LEZIONE 18

Nobili e popolo al governo dei comuni

................................................................................

214

VEDERE LA STORIA Per saperne di più Le Arti rti o corporazioni ............................... 222 LEZIONE 19

Eresie e ordini mendicanti .............................................................................................................. 224 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Francesco d’Assisi: un uomo straordinario ........................................................................... 230 NOI E LA STORIA Ragazze & Ragazzi I goliardi: giovani trasgressivi e ribelli ................................................................................... 232 PAROLE DELLA CITTADINANZA Cittadinanza

BES

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa VERIFICA

......................................................................

............................................................................... 236

.................................................................................................................................................... 238

FACCIAMO STORIA INSIEME La scelta della povertà

Impero, Stati e papato

UNITÀ

7

234

...................................................... 241

........................................................

242

LEZIONE 20

I comuni e l’impero

...........................................................................................................................

244

LEZIONE 21

Federico II di Svevia

...........................................................................................................................

252

VEDERE LA STORIA Per saperne di più Federico II di Svevia: «stupor mundi» LEZIONE 22

....................................................................................

258

..........................................................................

260

.............................................................................

266

L’affermazione delle monarchie nazionali ATLANTE STORIA Passato & Presente Le grandi direttrici commerciali europee

LEZIONE 23

La crisi del papato ................................................................................................................................ 268 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Avignone, la città dei papi PAROLE DELLA CITTADINANZA Libertà

..................

274

..................................................................................

276

NOI E LA STORIA Ragazze & Ragazzi Gli studenti sono sudditi un po’ speciali BES

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa VERIFICA

..............................................................................

............................................................................. 280

................................................................................................................................................... 282

FACCIAMO STORIA INSIEME La fondazione dell’università di Napoli

XIV

278

.................. 285


Indice M.I.O. BOOK

Dal Medioevo all’età moderna

UNITÀ

8

LEZIONE 24

La grande crisi del XIV secolo ....................................................................................................... 288 VEDERE LA STORIA Per saperne di più La peste

LEZIONE 25

.................286

...........................................................

294

Gli Stati nazionali fra XIV e XV secolo ...................................................................................... 296 ATLANTE STORIA Passato & Presente Europa: un continente formato da tanti Stati

...................................................................

302

LEZIONE 26

Il mosaico politico italiano .............................................................................................................. 304

LEZIONE 27

Gli imperi d’Oriente............................................................................................................................. 310 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Le nuove armi da guerra ...................... 316 PAROLE DELLA CITTADINANZA Stato

BES

......................................................................................

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa VERIFICA

............................................................................. 320

.................................................................................................................................................... 322

FACCIAMO STORIA INSIEME Quando la storia entra nella vita di un poeta

L’Umanesimo e il Rinascimento

UNITÀ

9

LEZIONE 28

318

.... 325

...........

326

L’Umanesimo .......................................................................................................................................... 328 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Leonardo: la vita di un genio.............. 332 ATLANTE STORIA Passato & Presente La diffusione delle idee ........................... 334

LEZIONE 29

Il Rinascimento....................................................................................................................................... 336 VEDERE LA STORIA Per saperne di più Le corti italiane

...........................................

342

NOI E LA STORIA Ragazze & Ragazzi Un giovane a bottega: Michelangelo Buonarroti ............................................................. 344 PAROLE DELLA CITTADINANZA Diritto al sapere ............................................................... 346 BES

DIDATTICA INCLUSIVA Sintesi e Mappa VERIFICA

............................................................................... 348

.................................................................................................................................................... 350

FACCIAMO STORIA INSIEME Le qualità che servono a un principe ....................... 353

XV


DI ST UD IO ET OD O M

1 Che cos’è la storia? Individui e popoli Ogni uomo e ogni donna per comprendere chi è, cioè per definire la propria identità, ha bisogno di conoscere le proprie origini e di capire perché è diventato come è. Ogni individuo, insomma, deve conoscere la propria storia. In questo senso, potremmo dire che la storia di ogni individuo è l’insieme delle vicende che ha vissuto e che lo hanno portato a essere quello che è. Questo discorso non vale solo per gli individui, ma anche per i popoli, cioè per quegli organismi complessi di uomini e donne, istituzioni, tradizioni e stili di vita che da millenni caratterizzano la vicenda umana. Anche un popolo deve conoscere il proprio passato e le ragioni che lo hanno portato a essere così nel presente.

La storia è utile Vi sarà capitato spesso di chiedervi a che cosa serva la storia, perché dobbiate sprecare tanta fatica a memorizzare eventi accaduti secoli o addirittura millenni fa. Insomma, la storia è utile? In passato si sosteneva che la storia fosse «maestra di vita», cioè insegnasse agli esseri umani a non ripetere gli errori del passato. Oggi, gli stessi storici sono meno ottimisti a riguardo, perché hanno capito che la conoscenza storica non rappresenta una garanzia che l’umanità non ripeta gli errori già commessi (pensate alle guerre!). Conoscere la storia, però, permette comunque di valutare le esperienze precedenti e mette gli esseri umani nelle condizioni di scegliere che cosa conservare e riproporre e che cosa superare. Si può dunque affermare che conoscere il passato aiuta, se non proprio a evitare errori, almeno a progettare razionalmente il futuro.

Le basi della conoscenza storica Lo studio della storia è possibile solo ad alcune condizioni: • conoscere gli eventi e i fenomeni; • saperli collocare nel tempo e nello spazio; • saperli mettere in relazione tra loro per comprenderli meglio; • saper utilizzare i documenti che permettono allo storico di ricostruire gli eventi e di attribuire loro un significato.

2


1. Collocare nel tempo Ogni discorso storico ha a che fare con il tempo. Saper contestualizzare un evento, vale a dire saperlo collocare nel tempo, è dunque un’operazione fondamentale. Riconosci se gli eventi indicati sulla sinistra si verificano prima, dopo o nello stesso periodo rispetto a quanto viene indicato nella colonna di destra (segna la tua scelta con una crocetta). Alcuni eventi si riferiscono alla tua storia personale o ad avvenimenti quotidiani, altri alla storia che hai già studiato alla Scuola primaria. PRIMA

DOPO

NELLO STESSO PERIODO

Sono nato

Sono nati i miei genitori

Ho iniziato a frequentare la scuola

I miei compagni hanno iniziato a frequentare la scuola

Il mattino mi sveglio

Comincia la lezione

L’uomo è comparso sulla Terra

Comincia la civiltà egizia

L’uomo è comparso sulla Terra

La Terra si è formata

Prende il via la civiltà greca

Roma dà vita a un grande Impero

2. Gli errori del passato Queste due immagini riguardano la storia della Seconda guerra mondiale e mostrano: A. gli effetti della bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti nell’agosto 1945 sulla città giapponese di Hiroshima; B. la reclusione nei campi di concentramento e di sterminio di milioni di ebrei da parte del regime nazista tedesco. La conoscenza storica di questi due episodi rappresenta un patrimonio importantissimo per l’umanità: solo conoscendo che cosa è avvenuto in passato e perché è avvenuto l’umanità potrà cercare di non ripetere gli stessi errori. Fai una rapida ricerca su internet su questi due episodi, quindi discutine in classe con i tuoi compagni.

A

B

3


DI O DI ST U M ET OD O

2 Chi sono gli storici? Le origini spiegate dai miti Il bisogno di conoscere le proprie origini è tipico degli esseri umani. Ogni popolo, infatti, ha elaborato racconti per spiegare la propria origine: i Romani, per esempio, pensavano di discendere da Enea, un nobile guerriero fuggito dalla natia Troia dopo la sconfitta con gli Achei e finalmente approdato, dopo un avventuroso viaggio, sulle coste del Lazio. Questi racconti rispondevano al bisogno di costruirsi un’identità fondata su solide basi, ma non erano vere opere di storia; erano piuttosto miti, cioè racconti che miscelavano verità e finzione, storia e immaginazione, iniziative umane e interventi divini.

Dai miti alla storia Nel V secolo a.C. il greco Erodoto compose le Storie, nove libri in cui raccontava la guerra fra Greci e Persiani. Fu il primo libro di storia dell’umanità ed Erodoto il primo storico. Quale elemento rendeva le Storie così diverse Enea ferito e medicato, arte romana, Napoli. dai racconti mitici del passato? Innanzitutto, il fine: fissare nel tempo le imprese memorabili dei Greci e dei Persiani. In secondo luogo, il metodo: fondare il racconto storico su una documentazione diretta (la conoscenza personale dello storico) o indiretta (i racconti dei testimoni) dei fatti. Erodoto, insomma, propose un’idea della storia radicalmente nuova: non voleva ricostruire il passato usando la fantasia e l’immaginazione, ma attraverso la «ricerca» degli eventi così come erano effettivamente avvenuti.

La storia dopo Erodoto Dopo Erodoto, tanti altri storici hanno seguito il suo esempio, migliorando le tecniche di conoscenza del passato. Ricordiamo per l’età antica i greci Tucidide (autore della celebre Guerra del Peloponneso) e Polibio e i romani Tito Livio, Sallustio, Tacito e Svetonio; in epoca medievale il longobardo Paolo Diacono e in età moderna Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini. Oggi, gli studi storici sono la base della cultura umanistica e ogni università ha istituti di ricerca che si occupano dello studio scientifico del passato.

4


1. Omero Al poeta greco Omero la tradizione attribuisce la paternità dell’Iliade e dell’Odissea, le due grandi opere poetiche grazie alle quali conosciamo tanti particolari della vita e della mentalità dei Greci del XII secolo a.C. Nonostante l’Iliade e l’Odissea ci forniscano numerose informazioni sui secoli più remoti della civiltà greca, esse non sono due opere di storia, né Omero può essere considerato uno storico. Si tratta di due opere poetiche, nelle quali storia e immaginazione, realtà e fantasia si mescolano continuamente. La stessa figura di Omero, del resto, è avvolta nella leggenda: per alcuni è un personaggio storico, vissuto davvero tra il IX e l’VIII secolo a.C.; per altri, invece, è un nome, un simbolo dietro al quale si nasconde una lunga e complessa tradizione poetica e letteraria.

Statua di Omero.

2. Aedo Gli aedi erano cantori professionisti, divulgatori di poemi epici e di racconti mitologici nell’antica Grecia. Cantavano e raccontavano storie, ma non erano storici perché non intendevano ricostruire la realtà storica per come essa era effettivamente avvenuta. Gli aedi erano figure «sacre» e svolgevano una funzione molto importante nella società greca: essi, infatti, erano considerati come dei profeti e la loro voce, il loro racconto, coincideva con la voce degli dei.

3. Erodoto Il greco Erodoto è universalmente riconosciuto come il «padre della storia». Vissuto in Grecia circa duemila anni fa, egli fu il primo a raccogliere le testimonianze dei suoi contemporanei sui tempi passati. Le valutava, giudicando se erano credibili o meno. Quando poteva, si recava nei luoghi in cui si erano svolti i fatti importanti, visitava i popoli di cui voleva parlare, per capire di persona. Poi riuniva questi racconti nei suoi libri. Erodoto fu il primo storico e i suoi furono i primi libri di storia. Alla base dei racconti degli aedi vi erano spesso episodi reali (per esempio la guerra di Troia) che i cantori non avevano vissuto in prima persona ma di cui avevano sentito raccontare. Chiedi ai tuoi nonni o ai tuoi genitori di raccontarti cosa ricordano di un evento storico importante che si è verificato quando non eri ancora nato (per esempio, la caduta del Muro di Berlino, l’attentato alle Torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001 ecc.), quindi cerca su internet informazioni su quel determinato episodio.

Statua di Erodoto.

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DI O DI ST U M ET OD O

3 Le coordinate della storia: il tempo e lo spazio

L’inizio della storia Ogni popolo antico ha scelto come inizio della storia (anno zero) una data riferita a un evento che considera fondamentale. Oggi, anche a causa del potere esercitato dalle potenze occidentali (Paesi europei e USA), la maggior parte dei popoli riconosce come data di riferimento la nascita di Cristo. Gli storici, dunque, dividono la storia in due periodi: «avanti Cristo» (a.C.) e «dopo Cristo» (d.C.). Quando diciamo che siamo nell’anno 2019, in realtà diciamo che viviamo 2019 anni dopo la nascita di Cristo. Gli anni che vanno dall’1 al 100 dopo la nascita di Cristo appartengono al I secolo dopo Cristo; quelli che vanno dal 101 al 200 appartengono al II secolo e così via. Analogamente, gli anni dall’1 al 100 prima della nascita di Cristo appartengono al I secolo avanti Cristo, quelli dal 101 al 200 al II secolo avanti Cristo e così via. Da molti secoli, dunque, in Occidente il punto di riferimento utilizzato per ogni sequenza cronologica è la nascita di Gesù Cristo. Questo, però, non è l’unico sistema di datazione. Per esempio, nel mondo greco si contavano gli anni partendo dalla prima Olimpiade (776 a.C.), nel mondo romano dalla fondazione di Roma (753 a.C.), nel mondo islamico dall’egira, la fuga di Maometto dalla Mecca a Medina (622 d.C.), nel calendario ebraico si parte dalla presunta data della creazione (calcolata al 3760 a.C.).

La periodizzazione Sempre riguardo al tempo, è importante la divisione in periodi. Gli storici dividono le vicende degli esseri umani in Preistoria e storia. La Preistoria riguarda i fatti avvenuti dalla comparsa dell’essere umano sulla Terra fino all’invenzione della scrittura, circa 3000 anni prima della nascita di Cristo. La storia, invece, riguarda i fatti accaduti dal 3000 a.C. a oggi. Gli storici dividono la storia, a sua volta, in quattro periodi: • l’età antica va dal IV millennio a.C. al 476 d.C., anno della fine dell’Impero romano d’Occidente; • il Medioevo va dal 476 al 1492, anno della scoperta dell’America; • l’età moderna va dal 1492 al 1815, anno del congresso di Vienna; • l’età contemporanea va dal 1815 a oggi.

6


Sempre più spesso, riguardo l’età contemporanea si parla di: • Ottocento, dal congresso di Vienna alla Prima guerra mondiale, cioè dal 1815 al 1914; • Novecento, dalla Prima guerra mondiale alla caduta del Muro di Berlino, cioè dal 1914 al 1989; • Storia recente, dagli anni Novanta del Novecento a oggi. Naturalmente, si tratta di una divisione convenzionale, in cui gli eventi chiave sono stati scelti per accordo tra gli storici e per comodità di definizione.

Lo spazio e le carte storiche Per conoscere bene un evento o un fenomeno storico è importante anche collocarlo nello spazio, cioè sapere dove l’evento si è verificato. La ragione è semplice: spesso l’ambiente condiziona gli eventi storici e contribuisce a spiegarne le cause. Gli strumenti per rappresentare lo spazio sono le mappe e le carte geografiche, che riproducono in scala e secondo simboli convenzionali una parte della superficie terrestre o l’intera superficie, come nel caso del planisfero. Lo storico utilizza un particolare tipo di carta, la carta storica, che rappresenta le condizioni territoriali, politiche, militari, economiche, sociali di una zona in un determinato periodo. Le carte storiche sono accompagnate da una legenda. La legenda è una lista dei simboli usati per rappresentare i fatti storici sulla carta: per esempio, due spade incrociate indicano una battaglia, una ciminiera indica una città industriale, colori diversi indicano la presenza di differenti credi religiosi e così via. L’Europa tra X e XI secolo.

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DI O DI ST U M ET OD O

1. Contemporaneità, anteriorità, posteriorità Oltre a sapere quando un evento o un fenomeno si sono verificati, occorre conoscerne anche la durata. Per fare questo bisogna misurare il tempo, partendo da un’unità di riferimento. Essa è diversa a seconda che si vogliano studiare avvenimenti di breve, media o lunga durata. L’unità di riferimento può essere: il giorno, il mese, l’anno, il decennio, il secolo, il millennio. Rifletti e rispondi. a. Indica l’unità di riferimento che useresti per misurare gli eventi che trovi elencati nella tabella di pagina 3, riferiti alla tua storia personale o alla storia dell’umanità. b. Quale unità di riferimento si usa normalmente per indicare eventi unici della vita di una persona? …………….....................……

c. Quale unità di riferimento si usa invece per l’insieme degli eventi che riguardano un popolo e la sua storia? …………….....................……

d. Indica a quale secolo appartengono i seguenti eventi. Se non ti ricordi la data di uno di essi cercala in internet. • La tua data di nascita: …………….....................…… • La data di nascita dei tuoi genitori: …………….....................…… • La data di nascita di un bambino della Scuola dell’infanzia: …………….....................…… • Lo scoppio della Prima guerra mondiale: …………….....................…… • La scoperta dell’America: …………….....................…… • L’inizio della Prima guerra persiana: …………….....................…… • La morte di Cesare: …………….....................……

2. La linea del tempo Lo strumento usato dagli storici per rappresentare lo svolgimento degli eventi è l’asse cronologico, o linea del tempo, costituito da una linea la cui lunghezza è data dal rapporto tra il numero di anni e l’unità di riferimento scelta. a. Inserisci nella linea del tempo gli eventi elencati. 146 a.C. Distruzione di Cartagine - 14 d.C. Tiberio diventa imperatore - 81 d.C. Muore l’imperatore Tito - 31 a.C. Ottaviano sconfigge Antonio ad Azio - 106 d.C. Traiano conquista la Dacia - 107 a.C. Mario è eletto console

200 a.C.

…………….........

…………….........

…………….........

0

…………….........

……………......... …………….........

200 d.C.

b. Costruisci ora sul quaderno una linea del tempo sulla quale riporterai gli avvenimenti più importanti della tua vita. Segui le indicazioni: • stabilisci l’unità di riferimento (l’anno); • scegli una lunghezza che corrisponda all’unità di riferimento (per esempio 2 cm = 1 anno); • individua il numero di anni da rappresentare, secondo la tua età; • traccia una linea la cui lunghezza corrisponda al prodotto tra l’unità di riferimento e il numero dei tuoi anni; • orienta la linea (dal basso verso l’alto, oppure da sinistra verso destra); • prepara la lista degli eventi che vuoi rappresentare, ciascuno con la relativa data; • riporta sulla linea nella posizione corretta gli anni degli eventi.

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3. Leggere e costruire carte storiche Le carte storiche che incontrerai nel testo e nelle proposte di didattica potranno essere «lette», cioè potrai ricavarne delle informazioni. Potresti anche riportare tu su una carta le informazioni che hai studiato. Per poter eseguire queste operazioni, devi saper «leggere» la carta e «costruire» una carta. Per leggere una carta è indispensabile: • leggere il titolo della carta proposta, che indica quale fenomeno viene rappresentato; • utilizzare la legenda, cioè l’insieme dei segni convenzionali riportati sulla carta (colori diversi, simboli, frecce…); • sapersi orientare sulla carta geografica attuale della zona rappresentata, per riconoscere il territorio di cui si sta parlando. Per poter costruire una carta storica devi: • comprendere le informazioni di un testo; • saperle riportare sulla carta a partire da una legenda (o costruire una tua legenda, che indicherai poi per permettere a chi legge la tua carta di comprenderla); • saper inserire dei fenomeni sotto forma di simbolo (freccia o altri tipi di simbolo). a. Prova a costruire una carta storica. Leggi il seguente testo: ti fornisce le informazioni da riportare sulla carta. Nel V secolo d.C., in seguito alle migrazioni dei popoli germanici, l’Impero romano si divise in due parti: l’Impero romano d’Occidente e l’Impero romano d’Oriente. Dell’Impero romano d’Occidente facevano parte i territori oggi compresi tra la costa settentrionale dell’Africa, il Portogallo, la Spagna, la Francia, l’Inghilterra, l’Italia, la Slovenia, la Croazia, la Svizzera, l’Austria, la Germania, il Belgio e i Paesi Bassi. Dell’Impero romano d’Oriente invece facevano parte la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, il Montenegro, la Macedonia, l’Albania, la Grecia, la Bulgaria, la Romania e parte della Turchia. A partire da queste informazioni, aiutandoti con un atlante, colora di rosso le regioni appartenenti all’Impero romano d’Occidente e di blu quelle appartenenti all’Impero romano d’Oriente.

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DI O DI ST U M ET OD O

4 I rapporti di causa-effetto Le cause e gli effetti di un evento Spiegare la causa di molti eventi che accadono nella vita delle persone e individuarne gli effetti è piuttosto semplice. Esaminiamo questo caso: Claudio è caduto mentre sciava e si è rotto la gamba. Per questo motivo, non è venuto a scuola per due settimane ed è rimasto indietro con il programma.

In queste frase sono espressi alcuni rapporti causali, cioè rapporti in cui è possibile individuare una causa per un determinato effetto: • Causa: caduta sugli sci. - Effetto: rottura della gamba. • Causa: prolungata assenza da scuola. - Effetto: ritardo sul programma.

I rapporti causa-effetto nella storia Gli storici non devono solo raccontare gli eventi così come sono avvenuti realmente, senza ricorrere alla fantasia o all’invenzione: essi devono anche cercare di capire le cause, cioè le ragioni per cui certi avvenimenti storici sono avvenuti. Devono, in sostanza, individuare i rapporti causali che legano tra di loro certi avvenimenti.

Spesso i fatti storici hanno tante cause Rispetto alla vita quotidiana, però, la ricerca delle cause può risultare più complicata. In molti casi, infatti, non è chiaro quale sia la causa di un certo evento oppure sono ipotizzabili più cause per lo stesso evento. Per esempio: perché è crollato l’Impero romano d’Occidente? Potremmo rispondere: perché il generale di origine germanica Odoacre depose Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore. La risposta è giusta, ma non è sufficiente. Gli storici, infatti, ci spiegano che molte altre cause concorsero alla crisi dell’Impero romano d’Occidente: la debolezza militare, le lotte per la successione, la crisi economica e sociale, la pressione delle popolazioni germaniche... Insomma, quando si studia la storia bisogna sempre considerare che le cause degli eventi possono essere molteplici e che difficilmente esiste una sola causa per un solo effetto.

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1. Analizzare le cause, capire gli effetti CAUSA: ho la febbre

EFFETTO: vado dal medico EFFETTO 1: scioglimento dei ghiacciai

CAUSA: surriscaldamento climatico

EFFETTO 2: innalzamento del livello dei mari EFFETTO 3: pericolo per le città costiere

Individua quali tra questi effetti possono seguire allo scoppio di una guerra. CAUSA: Scoppia una guerra EFFETTO: crollo demografico EFFETTO: miglioramento delle condizioni di vita EFFETTO: innalzamento scolarità EFFETTO: distruzioni materiali EFFETTO

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DI O DI ST U M ET OD O

5 Gli strumenti degli storici: le fonti

Fonti e documenti Sappiamo che gli storici, a differenza degli autori di miti e leggende, devono sempre fondare il loro lavoro di ricerca su elementi oggettivi, non su supposizioni e fantasie. Per ricostruire gli eventi del passato e attribuire loro un significato, quindi, gli storici devono cercare delle tracce, devono rinvenire delle testimonianze riscontrabili attraverso documenti. Queste tracce e documenti si chiamano «fonti storiche». Le fonti storiche, dunque, sono la base di ogni serio lavoro di ricerca storica.

Fonti contemporanee o non contemporanee Quando uno storico entra in possesso di una fonte che ritiene utile alla sua ricerca, deve innanzitutto domandarsi se essa sia una fonte contemporanea, cioè della stessa epoca in cui è avvenuto l’evento o si è sviluppata la civiltà che si vuole ricostruire, oppure sia una fonte non contemporanea, cioè realizzata in epoche successive. In questo caso, la fonte è a sua volta una ricostruzione dei fatti e, come tale, può essere viziata o deformata da interessi particolari, da giudizi personali di tipo politico, culturale o ideologico. Inoltre, è molto importante che lo storico conosca l’identità dell’autore della fonte o del documento: infatti, lo stesso evento può essere registrato in un documento ufficiale, oppure raccontato in modo diverso da due soggetti che lo hanno vissuto da due punti di vista differenti.

Il lavoro sulle fonti Solo quando è in possesso di una fonte di cui si conoscano la data di realizzazione e l’autore, lo storico può iniziare il proprio lavoro di analisi per ricavare il maggior numero di informazioni. Lo storico compirà allora tre operazioni fondamentali: • innanzitutto, procederà all’analisi della fonte; • in un secondo momento, elaborerà una interpretazione della fonte, cioè ricaverà dalla fonte le informazioni utili alla sua ricerca; • infine, procederà all’elaborazione di un testo che riporti l’esito del suo lavoro. Una ricerca storica presso un archivio.

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1. Saper interpretare le fonti Le due immagini presentate in questa pagina sono entrambe fonti iconografiche: la fonte A rappresenta un branco di animali del Paleolitico, la fonte B l’assassinio di Giulio Cesare nel senato romano. Entrambe le fonti ci forniscono importanti informazioni su eventi del passato, ma con una differenza: una fonte è contemporanea agli eventi rappresentati, una no. Qual è la fonte contemporanea? A B

A

B

2. Le fonti per la storia della tua famiglia Ti proponiamo ora un’attività a partire dai documenti che ti aiuterà a capire e a sperimentare direttamente il lavoro dello storico. Immagina di dover ricostruire la storia della tua famiglia. Puoi scegliere l’ambito che preferisci. Per aiutare il tuo lavoro ti forniamo alcune indicazioni. Ipotizziamo che tu voglia ricostruire la storia delle attività lavorative dei diversi membri della famiglia nel corso delle generazioni: • delimita il periodo che prenderai in esame (a seconda della quantità di documenti che hai a disposizione); • cerca tutti i documenti scritti ufficiali (contratti di lavoro, buste paga…) e privati (pagine di diario, lettere a parenti o amici…); • cerca i documenti non scritti (oggetti, fotografie, filmati); • interroga le persone (della famiglia o conoscenti) che ti possono raccontare anche del lavoro di chi non è più in vita; • consulta i documenti per ricavare da essi il maggior numero di informazioni (l’attività, la qualifica, le difficoltà, i rapporti con i colleghi, i superiori o i sottoposti…); • ora, raccogli le informazioni e scrivi un breve testo; in alternativa, puoi scegliere di realizzare un cartellone su cui attaccherai i documenti che hai trovato (o le loro fotocopie!) corredandoli con didascalie che li illustrino.

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DI O DI ST U M ET OD O

6 I vari tipi di fonti storiche La molteplicità delle fonti Le fonti storiche possono essere di vario tipo: • fonti orali; • fonti scritte; • fonti iconografiche; • fonti materiali. Gli storici scelgono di avvalersi di una fonte piuttosto che di un’altra in base agli argomenti e alle epoche che sono oggetto delle loro ricerche.

Le fonti orali Le fonti orali sono tutte le testimonianze rese da persone che hanno visto o udito i fatti che raccontano. Queste fonti sono disponibili solo per gli storici dell’età contemporanea, che affrontano temi attuali, i cui protagonisti sono ancora vivi, o comunque temi novecenteschi, cioè relativi a un secolo in cui erano già disponibili strumenti di registrazione audio (magnetofono, televisore ecc.). Le informazioni ricavate dalle fonti orali non sono di per sé più «vere» di quelle ricavate da altre fonti: la memoria può giocare brutti scherzi; i testimoni possono ricordare quel che vorrebbero fosse accaduto invece di quel che è realmente accaduto o possono deliberatamente mentire. Lo storico, quindi, deve usare con attenzione questo tipo di fonte.

Le fonti scritte Alle fonti scritte appartengono molti tipi di documenti: leggi, lettere pubbliche o private, atti ufficiali, testi letterari, cronache giornalistiche ecc. Queste fonti sono le più utilizzate dagli storici. Forniscono numerose informazioni, ma devono anch’esse essere sottoposte ad analisi critica e interpretazione.

Le fonti iconografiche Dipinti, cartoline, francobolli, fotografie, filmati rientrano nella categoria delle fonti iconografiche. Sebbene gran parte di queste fonti non nasca con l’intento di trasmettere informazioni storiche, cioè per essere utilizzate come fonti, in realtà spesso rappresentano un patrimonio preziosissimo per lo storico. Per esempio, attraverso la visione di tele o affreschi dei secoli XIII-XIV gli storici ricavano molte informazioni sugli abiti o sulle abitazioni del tardo Medioevo.

Le fonti materiali Informazioni importanti possono essere ricavate anche dalle fonti materiali, cioè dai fossili, dagli oggetti di vita quotidiana, dai monumenti ecc. Anche in questo caso, gli storici possono analizzare queste fonti per comprendere gli stili di vita delle generazioni precedenti.

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1. Distinguere le fonti Distingui tra i documenti presentati quali sono quelli scritti, iconografici e materiali, indicando nella tabella il numero corrispondente.

1. Armatura

3. Arco di Tito

2. Pavimento di villa Armerina

4. Dipinto di Alessandro Magno

5. Vaso greco

6. Epigrafe greca

DOCUMENTI SCRITTI

DOCUMENTI NON SCRITTI Iconografici

Materiali

7. Lapide romana

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DI O DI ST U M ET OD O

7 Il metodo di studio Alla ricerca di un metodo Per comprendere gli eventi è necessario saper ricavare dal testo tutte le informazioni che può offrire. Bisogna perciò ricercare un metodo che permetta di utilizzare al meglio il tempo di studio. Ognuno di noi può trovare il proprio metodo, il più vicino al suo stile di apprendimento, cioè la modalità con la quale impara più facilmente. Ci sono però alcuni suggerimenti validi per tutti che possono aiutare nella comprensione della memorizzazione di ogni testo. Prima fase: orientamento Per capire quale argomento si sta affrontando sarà utile: • leggere i titoli dell’unità, della lezione, dei paragrafi; • considerare eventuali parole o frasi-chiave evidenziate; • osservare la linea del tempo a inizio unità; • osservare le immagini, eventuali carte, schemi, grafici, disegni. In questo modo dovresti essere in grado di individuare l’argomento generale e di collocarlo in un tempo e uno spazio almeno approssimativi. Seconda fase: analisi del testo Dopo aver compreso di che cosa parla il testo, bisogna leggerlo con attenzione per individuare: • le informazioni fondamentali di ogni paragrafo; • i termini specifici del linguaggio storico (se non li conosci dovrai leggere il glossario o cercare sul dizionario). Terza fase: sintesi Per rielaborare le informazioni, dovrai preparare una sintesi del testo, che può essere: • orale; • scritta in forma discorsiva; • scritta in forma schematica. Nella rubrica «Comprendo il testo» troverai una serie di domande che ti aiuta a sintetizzare il contenuto che dovrai memorizzare. Talvolta la traccia per la sintesi può essere anche data da disegni o immagini. Strumenti per l’analisi della sintesi Negli esercizi posti alla fine delle unità del libro vengono spesso utilizzati dei grafici: servono per schematizzare e rendere immediatamente visibile una serie di elementi. Ne esistono di diversi tipi; qui di seguito ti proponiamo i principali: • Schema a stella: è uno schema semplice, con un argomento centrale e dei «raggi» che indicano l’informazione attinente all’argomento; • Grafo ad albero: anche questo è uno schema molto semplice che, partendo da un nucleo principale, visualizza tutte le informazioni riferite a un argomento (talvolta suddivise a loro volta); • Tabella: le tabelle sono molto utilizzate per classificare; possono essere a struttura semplice oppure a doppia entrata.

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1. Schema a stella Osserva lo schema e completalo sulla base del seguente testo.

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«La struttura del monastero medievale era caratterizzata dalla presenza di alcuni ambienti: la Chiesa, nella quale i monaci partecipavano alla messa, cantavano e pregavano; lo scriptorium e la biblioteca, dedicata alle ore di studio dei testi sacri; il dormitorio o le celle per il riposo e la meditazione personale; il refettorio nel quale i monaci consumavano in silenzio i pasti; la foresteria per accogliere gli ospiti.»

celle

scriptorium

foresteria

MONASTERO

biblioteca

dormitorio

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2. Grafo ad albero Il breve testo che segue si può schematizzare con un grafo ad albero. Completa quello avviato. «L’imperatore Diocleziano, che regnò per lungo tempo, riuscì a riorganizzare la struttura dell’impero evitando, almeno fino alla fine del suo regno, il crollo dello Stato. Egli fece una riforma globale dello Stato: politica, militare, religiosa, sociale. Infatti divise l’impero in due parti, ipotizzando un sistema di governo di quattro persone, la tetrarchia. Riorganizzò l’esercito in reparti fissi e mobili, restaurò la religione tradizionale e il culto dell’imperatore, decretò che le attività dovessero essere ereditarie, dando vita a una società immobile.»

RIFORMA DI DIOCLEZIANO

politica

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tetrarchia

riorganizzazione dell’esercito

religiosa

sociale

• religione nazionale

ereditarietà delle attività

• culto .............................................

divisione dell’impero

3. Tabella semplice e a doppia entrata Sul volume di storia antica allegato a questa opera o su internet, cerca informazioni sulle tre forme di governo che caratterizzarono le città della Grecia antica, quindi completa la tabella semplice, inserendo una descrizione più dettagliata di ciascuno di essi, e la tabella a doppia entrata, dove invece riporterai informazioni più sintetiche. Tabella a doppia entrata

Tabella semplice LE FORME DI GOVERNO NELLA GRECIA ANTICA Monarchia

Oligarchia

Democrazia

ORGANIZZAZIONE DELLO STATO

DEFINIZIONE

LUOGHI

Monarchia Oligarchia Democrazia

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8 Gli archivi e le biblioteche I luoghi della ricerca storica Gli storici passano gran parte del loro tempo nei luoghi in cui possono consultare le fonti storiche. Per le fonti scritte i luoghi di conservazione e consultazione sono gli archivi e le biblioteche. Per le fonti iconografiche e quelle materiali sono prevalentemente i musei. Esistono inoltre archivi specializzati nella conservazione delle fonti iconografiche.

Gli archivi Gli archivi sono raccolte organizzate in modo sistematico di documenti di varia natura, come per esempio atti pubblici, scritture private, lettere ecc. Gli archivi possono appartenere a soggetti pubblici (Stato, Regioni, Comuni, enti pubblici, università, tribunali, centri di ricerca, ospedali ecc.) o privati (aziende, centri di ricerca privati, famiglie o singoli individui ecc.). Negli archivi si conservano documenti che vengono giudicati interessanti per i più svariati motivi: giudiziari, amministrativi, politici, economici, scientifici, culturali, artistici ecc. I primi archivi furono organizzati nel III millennio a.C. nelle città-stato della Mesopotamia e del Vicino Oriente Antico. Gli archivi più antichi e quelli moderni e contemporanei costituiscono un’incredibile miniera di informazioni per gli storici.

Le biblioteche Gran parte delle fonti scritte ufficiali (libri, riviste, pubblicazioni specialistiche, quotidiani) viene conservata nelle biblioteche pubbliche o private. Le biblioteche sono luoghi deputati alla conservazione delle fonti scritte in modo che il pubblico, sia quello professionale e specializzato sia quello generico, possa accedervi. Nelle biblioteche, infatti, è sempre previsto uno spazio di consultazione per il pubblico.

I musei I musei sono i luoghi in cui si raccolgono e si rendono accessibili al pubblico le opere d’arte e gli oggetti di interesse storico-scientifico. Esistono musei pubblici, cioè finanziati dallo Stato (per esempio gli Uffizi di Firenze o il Louvre a Parigi), e musei privati (come la fondazione Prada di Milano).

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1. La più grande biblioteca del mondo antico Alessandria d’Egitto venne fondata dal grande condottiero macedone Alessandro Magno nel IV secolo a.C. Divenuta capitale del Regno tolemaico, uno dei regni ellenistici nati alla morte di Alessandro, la città divenne sede di un grande museo e di una straordinaria biblioteca, la più grande del mondo antico. Nelle immagini potete osservare l’antica biblioteca in un disegno del XIX secolo e la modernissima biblioteca fatta costruire dallo Stato egiziano alla fine del XX secolo. Recati nella biblioteca della tua città o del tuo quartiere e, chiedendo al bibliotecario o al responsabile, rispondi alle seguenti domande. 1. Quanti volumi possiede la biblioteca? 2. Come funziona il prestito dei libri? 3. I libri sono a consultazione aperta o chiusa? 4. Oltre ai libri, quali altri documenti sono consultabili nella biblioteca (fonti di archivio, giornali, DVD, CD ecc.).

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9 La storiografia Come si racconta la storia? «C’era una volta…» è il classico inizio di tante storie di fantasia, fiabe, miti o leggende. La storia, però, non ha a che fare con la fantasia, ma con la realtà del passato. Una realtà che occorre scoprire, ricostruire e spiegare nei suoi meccanismi di funzionamento. Gli storici, dai tempi di Erodoto a oggi, non pensano di essere dei «cantastorie», ma aspirano a diventare dei veri e propri «scienziati» del passato. Con il termine «storiografia» (dal greco graphè, «scrittura») ci si riferisce all’insieme di tutte le opere storiche che trattano di un certo argomento e di un periodo specifico realizzate seguendo un preciso metodo. La storiografia, insomma, è il racconto della storia passata secondo una certa metodologia, cioè in base a regole accettate e condivise dalla comunità degli storici.

Che cos’è la conoscenza storica? Gli storici rivendicano di lavorare in modo scientifico, cioè osservando determinate regole e non ricorrendo alla fantasia o all’immaginazione quando non dispongono di dati certi. Tuttavia, la conoscenza a cui giungono non è scientifica al pari di una teoria matematica. La «conoscenza storica», infatti, è un tipo di conoscenza diversa da quella delle scienze matematiche (che si definiscono anche scienze «esatte» o «dure») perché nella storiografia, diversamente dalla chimica o dalla fisica, conta molto il punto di vista soggettivo dello storico, le sue simpatie e antipatie, le sue posizioni politiche, religiose e ideologiche. Sebbene ogni storico debba ricercare il massimo della neutralità possibile, cioè il massimo distacco critico dalla materia che studia, è impossibile che la sua vita, la sua storia personale, la sua formazione culturale non influenzino le sue ricerche. Per questo motivo, la «conoscenza storica» è sempre: • soggettiva, cioè legata alla biografia personale dello storico; • parziale, cioè condizionata dalle fonti a disposizione dello storico; • provvisoria, cioè aperta a essere integrata, contestata o addirittura superata da altre ipotesi storiografiche.

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1. Le cinque domande fondamentali dello storico Lo storico è mosso dalla curiosità di comprendere che cosa è avvenuto nel passato. Questa curiosità riguarda cinque domande specifiche, alle quali lo storico vuole trovare risposta: • CHI? • CHE COSA? • QUANDO? • DOVE? • PERCHÉ? 1a domanda: CHI? Lo storico vuole sapere chi ha fatto qualcosa: chi ha fondato un certo partito, chi ha vinto un’importante battaglia, chi ha scritto un bellissimo libro. Senza dimenticare che la storia è il frutto dell’azione di tutti gli uomini e di tutte le donne del mondo: i grandi personaggi occupano spesso la scena, ma non farebbero niente senza l’aiuto e il seguito di chi sta loro accanto! 2a domanda: CHE COSA? Legata alla prima domanda è la seconda, che a sua volta dà il via al lavoro dello storico: che cosa è successo in un determinato momento storico? 3a domanda: QUANDO? Lo storico vuole sapere quando si è svolto il fatto e quando è vissuto il popolo di cui si occupa. Vuole cioè collocare esattamente nel tempo l’oggetto della sua ricerca. 4a domanda: DOVE? Lo storico vuole sapere dove si è svolta una battaglia, dove è nato un personaggio, da dove viene un prodotto commerciato, dove vive un certo popolo. Vuole cioè collocare esattamente nello spazio l’oggetto della sua ricerca, individuandone il luogo preciso. 5a domanda: PERCHÉ? Lo storico vuole sapere perché le cose si sono svolte in un determinato modo: cosa ha spinto un generale a mandare le truppe all’attacco, perché l’uomo ha cominciato ad addomesticare il cane, perché negli scambi commerciali è stata introdotta la moneta... Capire perché un fatto si è svolto in un certo modo aiuta naturalmente anche a capire quali sono state le sue conseguenze. In altre parole, rispondendo a questa domanda, lo storico mette in luce il rapporto tra le cause e gli effetti degli avvenimenti storici. Il quadro raffigurato qui a lato è il famoso La libertà guida il popolo di Eugène Delacroix. Cerca su un libro di storia dell’arte o su internet informazioni su questo quadro, quindi rispondi alle cinque domande fondamentali dello storico concentrandoti sulle informazioni storiche e non su quelle artistiche. CHI?

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CHE COSA? .............................................................................................................................................. ......................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................

QUANDO? ............................................................................................................................................... DOVE? ........................................................................................................................................................ PERCHÉ? ................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................

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DI O DI ST U M ET OD O

10 La storiografia e le scienze umane

Le scienze «dure»… Quando usiamo l’espressione «scienze dure» ci riferiamo alle scienze naturali, cioè a tutti quegli ambiti di ricerca come la fisica, la chimica, la biologia o l’astronomia che, grazie alla rigorosa applicazione del metodo scientifico, cioè basato sulla verifica sperimentale delle ipotesi e sulla riproducibilità dei risultati ottenuti, sono in grado di elaborare teorie «esatte», sostenute da un’accurata espressione quantitativa e comunicate attraverso il linguaggio della matematica.

…e le scienze «molli» Alle «scienze dure», che affermano verità assolute espresse con linguaggio matematico, si contrappongono le scienze «molli», così chiamate perché le verità che esse affermano non sono il frutto dell’applicazione rigorosa del metodo scientifico-sperimentale, ma sono spesso verità relative, passibili di smentita, condizionate dal punto di vista del ricercatore e, soprattutto, dalle fonti di cui dispone. Le scienze umane, come per esempio l’economia, la sociologia, l’antropologia, la psicologia, non hanno come oggetto dei loro studi il mondo naturale, ma quello sociale e, per questo motivo, sono anche dette «scienze sociali».

Gli storici usano sia le scienze «dure» sia le scienze «molli» Gli storici non sono scienziati veri e propri, anche se spesso, nel loro lavoro, usano strumenti scientifici e aspirano ad affermare verità storiche «scientifiche», cioè sostenute dal maggior numero di prove inconfutabili. Nelle loro ricerche, infatti, gli storici si avvalgono di numerosi contributi offerti dal mondo della scienza. Per esempio: • quando studiano l’andamento nella storia della popolazione (demografia storica) usano concetti e strumenti tratti dalla statistica, che è una scienza «dura»; • quando studiano la variazione dei prezzi delle merci nei secoli passati o analizzano la struttura della vita familiare nella società sumerica usano concetti e strumenti tratti dall’economia e dalla sociologia, che sono invece scienze sociali.

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1. Storia e scienze umane o sociali a. Completa lo schema a stella indicando quale fra le seguenti scienze umane o sociali può aiutare lo storico nel suo lavoro in base al suo oggetto di studio: economia, demografia, sociologia, antropologia. ...............................................

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andamento dell’inflazione nell’Impero romano d’Oriente

studio delle credenze religiose delle popolazioni antiche

STORIA rapporto tra marito e moglie nella famiglia greca antica

impatto della peste sulla popolazione europea nel XIV secolo

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b. Indica se le seguenti affermazioni appartengono a una scienza «dura» o a una scienza «molle». 1. L’acqua bolle a 100 °C. [………………..] 2. La Terra compie un giro completo attorno al Sole in 365 giorni e qualche ora. [………………..] 3. Nelle famiglie patriarcali alle donne spettava soprattutto la cura della casa e dei figli. [………………..] 4. La peste del XIV secolo provocò circa 25 milioni di morti. [………………..] 5. I Longobardi praticavano una giustizia basata sulla vendetta e sulla violenza. [………………..] 6. Con la rinascita delle città dopo l’anno Mille ci fu una maggiore mobilità sociale. [………………..] 7. Oggi meno dell’1% della forza lavoro è impiegata nell’agricoltura. [………………..] 8. La fede cieca in Dio impedì agli uomini di porsi delle domande fondamentali. [………………..] 9. L’area del rettangolo è data dal prodotto della base per l’altezza. [………………..] c. Confronta le tue risposte con quelle dei compagni e, se ci sono differenze, discutetene insieme.

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I primi secoli del Medioevo

UNITÀ

1

Nel 476 l’Impero romano d’Occidente cessa di esistere. Con la sua fine termina l’età antica e inizia il Medioevo, che durerà più di mille anni. Fra VI e VIII secolo i popoli che vivevano dentro i confini dell’Impero romano si mescolano con i popoli germanici. Da questo incontro, a volte pacifico a volte violento, nasce una nuova Europa. Nella parte orientale, l’Impero romano sopravvive. Costantinopoli è la splendida capitale dell’Impero romano d’Oriente (detto anche Impero bizantino), dove la tradizione romana si fonde con quella greca e orientale. La Chiesa cristiana in questi secoli si afferma come punto di riferimento per milioni di persone, sia dal punto di vista spirituale, sia da quello sociale ed economico.

200

312

380

Battaglia di ponte Milvio: Costantino sconfigge Massenzio e diventa imperatore d’Occidente

Editto di Tessalonica: il cristianesimo diventa religione di Stato

300 293 Diocleziano riorganizza l’impero: nasce la tetrarchia

400 313

337

Editto di Milano: libertà di culto per i cittadini dell’impero

Morte di Costantino

Che cosa sai già… v Nel III e nel IV secolo l’Impero romano attraversa una forte crisi politica,

economica e militare. v Le sanguinose lotte per la successione al trono imperiale indeboliscono l’impero. Nella seconda metà del III secolo si attraversa una fase di «anarchia militare». v Ai confini orientali dell’Impero romano premono popolazioni germaniche, con le quali i Romani hanno frequenti contatti (a volte pacifici, altre volte violenti).

24

378 Battaglia di Adrianopoli

379 Teodosio imperatore


Tra IV e V secolo diversi popoli germanici da Oriente si muovono verso l’Impero romano e si stanziano nei suoi territori.

L’Impero romano d’Oriente sopravvive alle migrazioni dei popoli germanici.

La migrazione dei popoli germanici porta alla caduta dell’Impero romano d’Occidente e alla formazione dei regni romano-barbarici.

500 476 Deposizione di Romolo Augustolo: inizia il Medioevo

600 527 529

535

Giustiniano Benedetto da Scoppia in Italia la imperatore Norcia fonda guerra greco-gotica d’Oriente il monastero di Montecassino

568 I Longobardi penetrano in Italia

590 Gregorio Magno diventa papa

…e che cosa imparerai v Nel 476 finisce la storia dell’Impero romano d’Occidente. v In Europa occidentale e nell’Africa settentrionale nascono i regni romano-germanici. v A Oriente l’Impero romano sopravvive e diventa Impero bizantino. v La popolazione germanica dei Franchi conquista un ruolo importante nella storia

europea, alleandosi con il papato. v La Chiesa cattolica attraversa un processo di grande rinnovamento, soprattutto attraverso il fenomeno del monachesimo.

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LEZIONE

1

I Germani e la fine dell’Impero romano d’Occidente

1 La svolta di Costantino L’impero in crisi

Anarchia Situazione di disordine che si viene a creare in assenza di un governo o di leggi condivise.

LAVORO SULLA LINGUA «Tetrarchia» è una parola composta da due parole di origine greca, tétra («quattro») e árchein («governare»). Conosci altre parole della lingua italiana composte da questo ultimo termine? .................................................. ........................................................................

COMPRENDO IL TESTO Perché la tetrarchia fallì? a Perché non affrontò la crisi economica. b Perché non riuscì a garantire una successione pacifica al potere. c Perché si dimostrò inefficiente sul piano amministrativo.

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Tra la fine del II e l’inizio del III secolo, dopo secoli di prosperità, per l’Impero romano iniziò un periodo di crisi determinata principalmente dalle difficoltà di governare un impero che, da nord a sud, andava dalle isole britanniche all’Arabia saudita, mentre da ovest a est si sviluppava sui territori compresi tra il Portogallo e la Mesopotamia. All’inizio del III secolo le popolazioni germaniche stanziate sul Reno e sul Danubio, fiumi che segnavano i limiti settentrionali dell’impero, cominciarono a premere sui confini per entrare nei territori imperiali. Allo stesso tempo a Oriente l’Impero dei Parti, da tempo in guerra con Roma, tornò a minacciare i confini orientali. Per contrastare questi nemici, l’esercito assunse sempre più importanza. In questo modo, nel corso del III secolo i generali diventarono più importanti degli stessi imperatori e cominciarono a combattere tra di loro per il controllo del potere. Per tutto il secolo, la situazione fu caotica, e infatti questo periodo viene chiamato anarchia militare: gli imperatori spesso rimanevano in carica per pochi mesi. Ancor più spesso, erano nominati più imperatori assieme, senza che nessuno fosse realmente in grado di governare.

Il fallimento della tetrarchia Tra III e IV secolo l’imperatore Diocleziano aveva cercato di arrestare la crisi dell’Impero romano attraverso un nuovo sistema di governo: la tetrarchia («governo dei quattro»). Diocleziano aveva organizzato l’impero in due parti: a ovest l’Impero romano d’Occidente, a est l’Impero romano d’Oriente; quindi aveva ulteriormente diviso in due ciascuna parte. Sia l’Occidente sia l’Oriente erano governati da un augusto (l’imperatore) e dal suo cesare (il suo successore). Attraverso la tetrarchia Diocleziano voleva: • governare in modo più efficiente territori diversi; • garantire una successione pacifica al trono imperiale.

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

Testa dell’imperatore Diocleziano.


La tetrarchia, però, fallì. Quando nel 305 Diocleziano abdicò, cioè rinunciò al potere, molti generali si contesero il titolo imperiale anche se non ne avevano il diritto. Nel 312 uno di questi, Costantino, sconfisse il rivale Massenzio nella battaglia di ponte Milvio, alle porte di Roma, e divenne il nuovo augusto d’Occidente.

Uno Stato «forte» e cristiano Costantino voleva che l’Impero romano tornasse a essere forte e potente. Per ottenere questo obiettivo doveva creare un governo centrale capace di controllare tutte le province. Per Costantino, come per il suo predecessore Diocleziano, la religione era uno strumento utile per rafforzare lo Stato. Però non si trattava più della religione tradizionale romana o del culto dell’imperatore, ma del cristianesimo, che era sempre più diffuso e radicato. Costantino cercò di ottenere il favore dei cristiani perché ciò avrebbe reso più forte il suo potere. I cristiani non furono più perseguitati come nemici dello Stato. Nel 313, Costantino e l’augusto d’Oriente Licinio, promulgarono l’editto di Milano, che concesse a tutti gli abitanti dell’impero la libertà di culto. Nel frattempo le lotte per il potere continuarono. Nel 324, Costantino sconfisse l’augusto d’Oriente Licinio e riunificò l’impero sotto il suo unico potere.

Particolare di una porta del duomo di Milano raffigurante l’editto di Milano.

Promulgare Proclamare, diffondere. In campo giuridico significa rendere esecutiva una legge.

LAVORO SULLA FONTE L’editto di Milano Ecco il testo dell’editto di Milano, promulgato nel 313 dall’augusto d’Occidente Costantino e da quello d’Oriente Licinio. Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinità affinché sia consentito ai cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità.

Rispondi alle domande. 1. Di quali argomenti discutono a Milano Costantino e Licinio?

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2. I destinatari della decisione dei due augusti sono solo i cristiani o tutti coloro che professano una religione? ....................................................................................................................................................... 3. Come definiresti la politica religiosa di Costantino e Licinio?

testo didascalia testo didascalia testo didascalia testo didascalia testo dididascalia testo.

a Intransigente

b Tollerante

Testa colossale di Costantino. Questa scultura è alta 2,60 metri e faceva parte di una statua che misurava 12 metri.

c Integralista

Lezione 1 ( I Germani e la fine dell’Impero romano d’Occidente

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LEZIONE LEZIONE

11

2 Costantino e il sogno della «nuova Roma»

Le riforme di Costantino COMPRENDO IL TESTO Sottolinea la frase che espone il contenuto più importante della riforma dell’esercito promossa da Costantino.

Dopo aver conquistato la guida dell’impero, le maggiori preoccupazioni di Costantino furono:

• la crisi economica; • la difesa militare dei confini dalla pressione delle bellicose popolazioni stanziate a nord e a est. Per quanto riguarda la questione economica, Costantino dovette affrontare una situazione molto complicata: nell’impero, infatti, circolavano varie monete di diverso valore e ciò rappresentava un elemento di forte disordine: nessuna moneta, infatti, era riconosciuta e veniva utilizzata come unità di valore valida per tutto l’impero. Per questo motivo, l’imperatore Costantino fece coniare una nuova moneta d’oro, il solidus. Il nuovo «soldo» ebbe successo e per secoli fu la moneta usata negli scambi internazionali. Per quanto riguarda la sicurezza dei confini, Costantino riorganizzò radicalmente l’esercito. In particolare, l’imperatore introdusse una novità destinata a cambiare profondamente gli equilibri di questa struttura fondamentale dell’impero: nelle legioni romane poterono finalmente entrare anche i soldati di origine germanica. Si trattò di una decisione importantissima e ricca di conseguenze: l’esercito, infatti, era stato per secoli la base della potenza romana ed era sempre stato composto da cittadini dell’impero; ora, invece, cominciarono a farne parte anche uomini stranieri.

Solidus d’oro con il volto di Costantino.

Legionari romani manovrano una macchina da guerra.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


Costantinopoli: una nuova capitale per l’impero Nel 324, dopo aver sconfitto Licinio, Costantino decise di abbandonare Roma e di costruire una nuova capitale nella parte orientale dell’impero. La «nuova Roma» nacque nel luogo in cui si trovava un’antica colonia greca chiamata Bisanzio, sulle sponde del Bosforo. Era un piccolo villaggio, collocato però in un punto strategico per gli equilibri imperiali e per i rapporti tra Occidente e Oriente. La città prese il nome dal suo fondatore e si chiamò Costantinopoli («la città di Costantino»). Costantino prese questa decisione per vari motivi: • innanzitutto, la parte occidentale dell’impero stava vivendo una grave crisi economica e sociale, mentre quella orientale era ancora ricca e prospera: i destini dell’impero, dunque si giocavano sempre più a Oriente; • in secondo luogo, il Bosforo era una regione strategica sia per il commercio sia per la difesa contro i Sassanidi, la dinastia persiana che minacciava le frontiere orientali dell’impero; • infine, Costantino voleva procedere a un profondo rinnovamento culturale e politico dell’impero e la nobiltà romana, legata ai suoi antichi privilegi, era un ostacolo ai suoi progetti; per questo motivo voleva allontanarsene, spostando altrove il baricentro del potere imperiale.

DENTRO LA STORIA Da Bisanzio a Costantinopoli Un’antica colonia greca in una straordinaria posizione geografica Bisanzio era un’antica colonia greca sullo stretto del Bosforo. Sotto il dominio romano decadde fino a quando, attorno al 330, Costantino la scelse come capitale dell’Impero d’Oriente e promosse grandi lavori di ampliamento e di ricostruzione. La «nuova» città cambiò anche nome e fu chiamata, in onore del fondatore, Costantinopoli. Posta all’estremità di una penisola di forma triangolare, la città era difesa su due lati dal mare e protetta verso terra da una cinta di mura. Costantino fece costruire un nuovo porto, un grande palazzo imperiale e un ippodromo. Nei secoli, le fortificazioni della città, ulteriormente ingrandite, respinsero numerosi assalti di nemici esterni.

COMPRENDO IL TESTO Completa la tabella relativa ai motivi che spinsero Costantino a costruire Costantinopoli. Motivi

Economici ................................................................ ................................................................ ................................................................ ................................................................

Politici ................................................................ ................................................................ ................................................................ ................................................................

Militari ................................................................ ................................................................ ................................................................ ................................................................

i beni e le merci provenienti dalle province ed era soprattutto un centro di consumo; Costantinopoli, invece, consumava e produceva, non era solo residenza della corte imperiale ma anche un grande mercato. Una grande capitale religiosa Costantinopoli divenne uno dei principali centri religiosi dell’Oriente. Costantino fece erigere le chiese di Santa Sofia e dei Santi Apostoli. Il prestigio dei vescovi di Costantinopoli crebbe a tal punto che essi non riconoscevano la suprema autorità spirituale dei vescovi di Roma.

La «seconda Roma»: grande, magnifica, cosmopolita Mentre le città romane in Occidente si spopolavano e andavano in rovina, Costantinopoli crebbe sia per numero di abitanti sia per importanza economica e culturale, meritando il nome di «seconda Roma». Roma, però, si limitava ad attrarre come una calamita

Lezione 1 ( I Germani e la fine dell’Impero romano d’Occidente

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LEZIONE LEZIONE

11

3 La divisione finale

dell’Impero romano

Da Costantino a Teodosio

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea l’aggettivo che esprime la cultura religiosa dell’imperatore Giuliano. Usa questo aiuto: è il contrario di monoteista.

Culti pagani Vennero chiamati così dai cristiani i culti praticati da coloro che rimasero fedeli alla tradizione religiosa dei Romani. «Pagano» deriva dal latino pagus, «villaggio»: l’antica religione romana, infatti, veniva praticata soprattutto nelle campagne.

Quando nel 337 Costantino morì, l’impero sembrava aver riconquistato una certa stabilità. Ben presto però si scatenarono di nuovo sanguinose lotte per la successione al potere. Nel 361 divenne imperatore Giuliano, che, oltre a essere un bravo amministratore, era anche un abile condottiero che aveva sconfitto alcune tribù germaniche in Gallia. Giuliano ammirava la cultura greca e perciò, dal punto di vista religioso, cercò di contrastare il monoteismo cristiano e di tornare all’antica religione politeista romana. Giuliano infatti considerava il cristianesimo una religione pericolosa. La sottomissione alla volontà di Dio rischiava di entrare in conflitto con l’obbedienza che i cittadini dell’impero dovevano all’imperatore. Era una questione delicatissima perché riguardava l’ordine di importanza dei poteri: erano più importanti la parola e la legge di Cristo o quelle degli imperatori? Occorreva obbedire a entrambi i poteri o uno era superiore all’altro? Per questo motivo Giuliano cercò di escludere i cristiani dalla vita politica. I cristiani lo chiamarono perciò «apostata», cioè «rinnegatore» delle decisioni prese da Costantino. Giuliano, tuttavia, non restò al potere a lungo: dopo soli due anni perse la vita durante una spedizione militare contro i Persiani. Il suo tentativo di tornare alla religione tradizionale politeista e di combattere il cristianesimo fallì perché i cristiani ormai occupavano posizioni importanti nella società imperiale. Il nuovo imperatore Teodosio, che restò al potere dal 379 al 395 e fu l’ultimo a regnare sull’impero riunificato, decise di seguire l’esempio di Costantino e prese una decisione ancora più radicale in materia religiosa: l’editto di Tessalonica del 380, infatti, stabiliva che il cristianesimo fosse l’unica religione di Stato e vietava gli antichi culti pagani.

Istanbul, obelisco di Teodosio nell’Ippodromo: l’imperatore consegna la corona al vincitore.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


La definitiva divisione dell’impero Al di là delle questioni religiose, per tutto il IV secolo gli imperatori romani dovettero affrontare le razzie e le incursioni delle popolazioni germaniche. Per contrastare questa minaccia, tutti gli imperatori avevano cercato di impedire ai Germani di attraversare le frontiere ma, nonostante gli sforzi, quasi mai avevano ottenuto risultati concreti. Le popolazioni germaniche, infatti, avevano continuato a penetrare all’interno dell’impero. Nel 378, nella battaglia di Adrianopoli (in Grecia), l’imperatore Valente era morto proprio combattendo contro i Goti, un popolo germanico che aveva attraversato il Danubio. Dopo la vittoria sui Romani, i Goti erano penetrati nelle regioni orientali dell’impero e avevano messo in pericolo la stessa capitale Costantinopoli. Teodosio capì che era molto difficile sconfiggere i Germani. Allora decise di integrarli nell’impero: concesse loro il diritto di stanziarsi all’interno dei conTratto di acquedotto fatto costruire a fini e affidò ad alcuni di loro ruoli di Costantinopoli dall’imperatore Valente. grande responsabilità nell’esercito. Nel 395 Teodosio lasciò il potere ai suoi due figli: l’Oriente andò ad Arcadio, l’Occidente a Onorio. Da quel momento l’impero, ormai divenuto cristiano, rimase definitivamente diviso.

COMPRENDO IL TESTO Sottolinea il passo in cui si tratta delle politiche di integrazione dei Germani all’interno dell’Impero romano.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa lo schema inserendo correttamente i nomi dei tre imperatori.

Teodosio – Costantino – Giuliano ..............................................................................................

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..........................................................................................

B concede la libertà di culto

B impone il ritorno all’antica religione romana

B promuove il cristianesimo

B fonda la nuova capitale B apre l’esercito ai barbari

B concede ai barbari di stanziarsi entro i confini dell’impero B divide l’impero in due parti

2. Riordina gli eventi numerandoli da 1 a 9. a. Abdicazione di Diocleziano

e. Costantino riunifica Occidente e Oriente in un unico impero

b. Costantino affronta l’augusto d’Oriente e lo sconfigge

f. Costantino diviene il nuovo augusto d’Occidente

c. Scontri per la successione e ricaduta dell’impero in un periodo di anarchia politica

g. Divisione definitiva dell’impero tra Arcadio (Oriente) e Onorio (Occidente)

d. Costantino e Massenzio si contendono il trono d’Occidente

h. Teodosio diventa imperatore i. Giuliano viene nominato imperatore

Lezione 1 ( I Germani e la fine dell’Impero romano d’Occidente

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LEZIONE

2

Il crollo dell’Impero d’Occidente e l’Impero bizantino

1 I popoli germanici e

le migrazioni barbariche

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea tutti i nomi propri di luoghi e popoli presenti nel testo e trascrivili sul quaderno in ordine alfabetico.

Germani In latino il termine «germani» significa «fratelli». I Romani lo usarono per identificare popolazioni diverse che però parlavano lingue e dialetti molto simili tra loro.

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I Romani considerano i Germani non solo diversi, ma inferiori I Germani non erano un popolo unitario; comprendevano diverse popolazioni: • gli Angli e i Sassoni (originari dell’attuale Danimarca); • gli Alamanni (originari delle regioni sud occidentali dell’attuale Germania); • i Burgundi e i Goti (originari dell’attuale Germania orientale); • i Vandali (originari dell’attuale Polonia). I Romani chiamavano tutte queste popolazioni semplicemente «germani» o «barbari», una parola ereditata dai Greci, con la quale venivano indicati gli stranieri, cioè coloro che parlavano un’altra lingua e appartenevano a un’altra cultura. La civiltà romana considerava i Germani primitivi, cioè culturalmente arretrati. A dividere il mondo «civile» dei Romani da quello «selvaggio» dei Germani era il limes, cioè il confine fortificato che correva lungo il Reno e il Danubio a difesa dell’impero.

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


Le differenze fondamentali fra Romani e Germani erano tre: • i Germani erano nomadi o seminomadi e si spostavano periodicamente in cerca di territori fertili; i Romani invece erano stanziali e praticavano una forma evoluta di agricoltura sedentaria; • i Germani vivevano in villaggi; i Romani in città grandi e ricche; • i Germani erano suddivisi in tribù e gruppi di famiglie, detti «clan», e non conoscevano l’organizzazione politica dello Stato; i Romani avevano dato vita a una forma molto evoluta di Stato imperiale.

COMPRENDO IL TESTO Fra le tre principali differenze fra Romani e Germani sottolinea quella che si riferisce ad argomenti di ordine politico.

Società e religione dei Germani I Germani erano popolazioni seminomadi che praticavano soprattutto la caccia e la pastorizia. Erano anche agricoltori ma, come facevano i popoli primitivi, abbandonavano i campi non appena questi diventavano improduttivi e si spostavano in cerca di terre più fertili. Al loro interno erano divisi in vari gruppi sociali: • gli adalingi, i nobili, erano il gruppo sociale più potente; • gli arimanni, gli uomini liberi, erano i soli a poter usare le armi al pari dei nobili; • gli aldii, o semiliberi, lavoravano alle dipendenze delle prime due classi; • gli schiavi erano l’ultimo gruppo sociale. I Germani erano politeisti. Le loro divinità erano personificazioni delle forze della natura: c’erano gli dèi del tuono, della tempesta, delle foreste e naturalmente anche il dio della guerra.

Lezione 2 ( Il crollo dell’Impero d’Occidente e l’Impero bizantino

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LEZIONE

2

Crollano le difese dell’Impero d’Occidente COMPRENDO IL TESTO Da dove provenivano gli Unni? ........................................................................

Saccheggio Azione militare che si propone di depredare e acquisire un bottino distruggendo il territorio dell’avversario e seminando il panico.

Già dal II secolo i Germani avevano iniziato a premere sulle frontiere romane. I Romani avevano frenato la minaccia accordandosi con alcune tribù, concedendo loro di stanziarsi all’interno del limes e arruolando i guerrieri nell’esercito. Nei primi anni del V secolo, però, il problema si aggravò: gli Unni, un popolo nomade proveniente dalle steppe dell’Asia guidato dal temibile condottiero Attila, cominciò a muoversi verso Occidente, premendo sulle tribù germaniche. Questa avanzata inarrestabile fu resa possibile dall’eccezionale abilità militare dei guerrieri unni: cavalcando senza sella i loro piccoli cavalli delle steppe asiatiche e armati di temibili archi, essi sconfissero anche i Goti, che i Romani consideravano guerrieri straordinari. Per sfuggire alla minaccia unna, i Germani si spostarono verso Occidente, riversandosi nei territori imperiali. All’inizio i Romani resistettero. Ben presto però le difese della parte Occidentale, più debole, cedettero. Nel 410 i Visigoti di Alarico giunsero fino a Roma e la saccheggiarono. Pochi anni dopo, nel 452 gli Unni di Attila penetrarono in profondità nei territori imperiali e saccheggiarono Aquileia, un’importante città romana che sorgeva nell’attuale Friuli, e Milano; nel 455 Roma subì un nuovo saccheggio da parte dei Vandali. La fine dell’Impero romano era ormai vicina.

LAVORO SULLA CARTA I Germani «invadono» l’Occidente La carta mostra le direttrici lungo le quali si mossero i Germani nella loro penetrazione nelle regioni dell’Impero romano. Completa i seguenti testi. 1. Oltrepassato il fiume Reno, i Vandali prima passarono in poi raggiunsero la Penisola

,

e quindi, oltrepassato lo stretto di Gibilterra, raggiunsero le coste del continente . 2. Gli Angli e i Sassoni approdarono in . 3. I Goti raggiunsero la Penisola passando dai Balcani.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


2 La fine del mondo antico La caduta dell’Impero d’Occidente e i regni romano-germanici A metà del V secolo i Germani erano stanziati ormai in tutto l’Impero d’Occidente. Sul trono imperiale sedeva il giovanissimo Romolo Augustolo, che non esercitava però poteri reali. Nel 476 Odoacre, un generale germanico che comandava l’esercito romano, lo depose e assunse il titolo di re d’Italia. Con questo atto, l’Impero romano d’Occidente cessava di esistere. Per gli storici il 476 è l’anno in cui termina l’epoca antica e inizia il Medioevo. Alla fine del V secolo le popolazioni germaniche che si erano insediate dentro l’Impero romano d’Occidente formarono diversi regni indipendenti in cui Germani e Romani impararono a convivere assieme: mentre i primi guidavano l’esercito ed erano a capo dello Stato, i Romani lo amministravano. Per questo motivo questi regni sono stati chiamati anche «romano-germanici». Col passare del tempo i Romani (che erano la maggioranza della popolazione) e i Germani si fusero tra loro. A poco a poco i Germani impararono la lingua latina, si convertirono al cristianesimo e si mescolarono, attraverso i matrimoni, ai Romani.

Il giovane imperatore Romolo ugustolo, in piedi, depone la corona al cospetto di Odoacre, dipinto del XIX secolo.

COMPRENDO IL TESTO Sottolinea la frase che spiega perché i nuovi regni nati in seguito alla caduta dell’Impero romano sono stati chiamati «romano-germanici».

I REGNI ROMANO-GERMANICI

Lezione 2 ( Il crollo dell’Impero d’Occidente e l’Impero bizantino

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LEZIONE

2

3 L’Impero bizantino In Oriente l’impero si rafforza LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea tutti i verbi del paragrafo espressi nel tempo indicativo imperfetto.

Moneta raffigurante enone, imperatore dell’Impero romano d’Oriente nel 476.

In seguito al 476 l’Impero romano d’Occidente e quello d’Oriente si separarono definitivamente, dando vita a due storie differenti. Mentre in Occidente l’impero si dissolveva e nascevano i regni romano-germanici, in Oriente l’impero resisteva e, anzi, si rafforzava. Dal momento che la splendida capitale Costantinopoli venne costruita dove si trovava l’antica Bisanzio, l’Impero romano d’Oriente viene anche chiamato Impero bizantino. L’Impero bizantino superò abbastanza agevolmente la crisi del III secolo che aveva duramente colpito l’Impero romano d’Occidente. Infatti: • la popolazione delle campagne non diminuì; • la produzione agricola rimase invariata; • gli scambi commerciali non si contrassero; • la moneta ufficiale (solidus) mantenne il suo valore; • le tasse venivano regolarmente riscosse e ciò permise allo Stato di funzionare; • le regioni dell’impero continuarono a essere amministrate da funzionari esperti. L’Impero bizantino, inoltre, aveva anche una grande forza culturale grazie ai profondi legami con la civiltà greco-romana: il greco era la lingua parlata nell’Impero d’Oriente; la legislazione e le istituzioni dello Stato si ispiravano alla cultura giuridica romana.

I rapporti tra Oriente e Occidente COMPRENDO IL TESTO Qual era il significato politico del gesto di Odoacre di restituire le insegne imperiali a Zenone? ........................................................................ ........................................................................ ........................................................................ ........................................................................ ........................................................................

Quando Odoacre aveva deposto l’ultimo imperatore d’Occidente aveva compiuto un gesto molto importante: non si era proclamato imperatore, ma aveva inviato le insegne imperiali (cioè il simbolo del potere) all’imperatore d’Oriente Zenone.. Il messaggio era chiaro: voleva governare l’Italia non contro di lui, ma con il suo consenso. Odoacre, però, in un secondo tempo estese il suo dominio anche alla Dalmazia, un territorio che apparteneva per tradizione all’Oriente, e ciò fece infuriare Zenone. L’imperatore bizantino gli inviò contro Teodorico, il re degli Ostrogoti (un popolo insediato nel territorio dell’impero come alleato).

Il mausoleo di Teodorico a Ravenna.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


Gli Ostrogoti in Italia Dopo la vittoria ottenuta nel 493 su Odoacre, il re ostrogoto Teodorico governò l’Italia fino al 526, anno della sua morte. Ravenna divenne la capitale. Durante il regno di Teodorico, Romani e Ostrogoti convissero a lungo pacificamente. I due popoli, in realtà, non si fusero, ma rimasero ben distinti: ognuno conservava la propria lingua, i propri costumi, le proprie leggi e la propria religione. I Romani erano cattolici mentre gli Ostrogoti, e lo stesso Teodorico, erano ariani. Nonostante le differenze, Romani e Ostrogoti convissero senza problemi: i primi continuarono ad amministrare lo Stato, mentre i secondi si occuparono dell’esercito.

DENTRO LA STORIA L’arianesimo

L’arianesimo viene predicato ai popoli Germani

Il problema della divinità di Gesù Quando giunsero in Italia gli Ostrogoti si erano già convertiti al cristianesimo, ma non a quello «ufficiale», bensì a quello definito da Ario, un vescovo egiziano vissuto a Costantinopoli ai tempi di Costantino. Secondo Ario, Gesù non poteva essere allo stesso tempo Dio e uomo, ma andava considerato soltanto come uomo.

In seguito al Concilio di Nicea, l’arianesimo venne proibito prima in Occidente e poi anche in Oriente. Nonostante ciò, esso non scomparve del tutto. Mentre era proibito nei territori dell’impero, infatti, l’arianesimo veniva predicato alle popolazioni germaniche stanziate al di là del Danubio da Ulfila, un vescovo di origine gota. Durante la sua predicazione, Ulfila riuscì a convertire all’arianesimo Ostrogoti e Visigoti che, nei decenni successivi, continuarono a seguire la dottrina condannata dalla Chiesa come eretica.

Il concilio di Nicea e la nascita delle eresie La dottrina di Ario creò numerose polemiche: la maggior parte dei vescovi contestò le sue tesi. Nel frattempo però, molti fedeli seguivano i suoi insegnamenti. Fu così che, per impedire la sua diffusione, nel 325, Costantino convocò a Nicea, una città che si trova nell’attuale Turchia, il primo concilio ecumenico della storia, vale a dire la prima assemblea a cui parteciparono tutti i vescovi cristiani. In questa sede le dottrine di Ario vennero condannate come eretiche, vale a dire come contrarie a quelli che sono i reali insegnamenti della Chiesa. Per ribadire l’ortodossia, la vera dottrina da seguire, alla fine del Concilio di Nicea venne composto il Credo, una preghiera che tutt’ora viene recitata durante la messa.

Il concilio di Nicea.

Lezione 2 ( Il crollo dell’Impero d’Occidente e l’Impero bizantino

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LEZIONE

2

4 Giustiniano e la grandezza dell’Impero d’Oriente

Giustiniano, un grande imperatore COMPRENDO IL TESTO Che cos’è il Corpus iuris civilis? a Un nuovo codice stradale voluto da Giustiniano. b Una raccolta di leggi valide solo per l’imperatore. c Una raccolta di leggi dell’Impero romano dei secoli precedenti.

Nel 527 a Costantinopoli salì sul trono d’Oriente Giustiniano, un uomo colto e ambizioso che si propose di riformare l’Impero d’Oriente nei suoi diversi settori. Innanzitutto egli operò una riorganizzazione delle leggi del diritto romano. Nei secoli precedenti, gli imperatori avevano prodotto moltissime leggi che non erano scritte in un unico volume e che, in molti casi, entravano in contraddizione tra di loro. Per risolvere il problema, Giustiniano ordinò la raccolta e la sistemazione di tutte le leggi promulgate in precedenza, di modo che fosse più facile amministrare la giustizia: nacque così il Corpus iuris civilis («Raccolta di diritto civile»), ancora oggi un pilastro del diritto moderno.

La riconquista dell’Occidente

L’imperatore Giustiniano, mosaico del VI secolo.

Giustiniano si occupò anche di rendere più efficiente la potenza militare dell’impero. Rafforzò i confini orientali minacciati dai Persiani e s’impegnò nella riconquista dell’Occidente: per farlo, egli organizzò un grande esercito che, sotto la guida di Belisario, tra il 533 e il 534 riconquistò le province dell’Africa settentrionale, dove erano stanziati i Vandali. Un anno dopo, nel 535, iniziò la campagna militare contro gli Ostrogoti per la conquista dell’Italia. La guerra greco-gotica per quasi vent’anni vide i Bizantini (i «greci») e gli Ostrogoti combattersi ferocemente, lasciando dietro di sé città saccheggiate e campagne devastate, pestilenze e carestie. Nel 554 infine i Bizantini, appoggiati dalle grandi famiglie nobili latine e dalla Chiesa cattolica, strapparono agli Ostrogoti il controllo della Penisola italiana. Nello stesso anno Giustiniano promulgò la Prammatica sanzione, una costituzione imperiale con cui stabiliva che un governatore chiamato esarca venisse inviato a Ravenna e che da lì, agendo come una specie di viceré, governasse l’Italia per conto dell’imperatore d’Oriente. L’Italia era ormai una provincia periferica dell’Impero d’Oriente.

Le guerre contro Slavi e Persiani Nel 565 Giustiniano morì. I suoi successori dovettero difendere l’Impero prima dai popoli slavi e poi da un nemico ancora più pericoloso: i Persiani. All’inizio del VII secolo, infatti, il re persiano Cosroe II attaccò l’Impero bizantino, approfittando del suo indebolimento causato dal conflitto con gli Slavi. Dopo aver conquistato l’Egitto e la Siria e saccheggiato Gerusalemme, l’esercito persiano giunse alle porte di Costantinopoli. Per salvare la città, le truppe bizantine vennero richiamate da ogni angolo dell’impero. Quando la situazione sembrava ormai precipitare, salì sul trono di Costantinopoli Eraclio, un valoroso generale, che nel 628 sconfisse i Persiani presso le rovine dell’antica capitale assira Ninive.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


La guerra tra Bizantini e Persiani era inizia iniziata per il controllo del Vicino Oriente, ma nel giro di poco tempo si trasformò in una vera e propria guerra di religione. I Persiani infatti professavano lo zoroastrismo, vale a dire sederiguivano tutta una serie di precetti deri vati dagli insegnamenti di Zoroastro. GeruQuando i Persiani occuparono Geru salemme, saccheggiandola e imposimpos sessandosi della reliquia della Croce, il patriarca di Costantinopoli incitò la popolazione a resistere contro gli aggressori, rei di aver profanato un luogo sacro della cristianità.

Patriarca di Costantinopoli È l’autorità religiosa più importante e la guida della comunità cristiana in Oriente.

Eraclio, il colosso di Barletta.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati (utilizza i numeri). 1. dell’Impero romano d’Occidente 2. degli Unni 3. dei popoli germanici 4. dei regni romano-germanici 5. dell’esercito romano

Lavoro sulla carta

Minaccia

Migrazione nei territori dell’impero da parte Debolezza Formazione

Crollo

2. Completa la carta, colorando con diversi colori i territori europei da cui provenivano le principali popolazioni germaniche (Angli, Sassoni, Alamanni, Burgundi, Goti, Vandali).

Lezione 2 ( Il crollo dell’Impero d’Occidente e l’Impero bizantino

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Pa AT ss LA at NT o E & ST Pr OR es IA en te

Oriente e Occidente PASSATO: IV SECOLO

Nel 395, poco prima di morire, l’imperatore Teodosio divise l’Impero romano in due: la parte occidentale (con 30 milioni di abitanti) venne affidata al figlio Onorio, quella orientale (con 40 milioni di abitanti) all’altro figlio Arcadio. Dalla fine del IV secolo in avanti, l’impero rimase diviso e non fu mai più unificato. Nel corso dei secoli le differenze tra le due parti dell’antico Impero romano andarono accentuandosi: divenne sempre più forte ed evidente la distinzione politica e culturale fra l’Occidente, influenzato dalla cultura latina, e l’Oriente, profondamente influenzato dall’eredità culturale e linguistica della civiltà greca.

1

Impero romano d’Occidente Comprendeva i territori attualmente corrispondenti a Portogallo, Spagna, Francia, Regno Unito, parte della Germania, regione alpina, Italia e parte dell’Africa settentrionale.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

2

Impero romano d’Oriente Comprendeva i territori attualmente corrispondenti a parte dell’Africa settentrionale, Balcani, Asia Minore e i territori oggi compresi entro i confini della Siria, della Giordania, d’Israele e dell’Autorità palestinese.


PRESENTE: XX SECOLO

Le differenze tra l’Europa occidentale e quella orientale si sono accentuate nella seconda metà del Novecento quando, in seguito alla fine della Seconda guerra mondiale, durante il periodo noto come Guerra fredda, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica hanno esteso la loro influenza su tutti i Paesi europei. Fino all’inizio degli anni Novanta del XX secolo le nazioni della parte occidentale (Grecia, Italia, Austria, Svizzera, parte della Germania, Francia, Penisola iberica, Regno Unito e Paesi scandinavi) hanno operato sotto l’influenza della politica statunitense, sviluppando economie di carattere liberale e dando vita a governi democratici; i Paesi della parte orientale (Bulgaria, Romania, Ungheria, Cecoslovacchia, parte della Germania, Polonia, Paesi baltici e, in misura minore, la Iugoslavia) sono finiti sotto l’influenza sovietica e hanno sviluppato un’economia di stampo comunista.

3

Europa occidentale I Paesi dell’Europa occidentale aderirono al Patto atlantico, un’organizzazione internazionale di carattere difensivo fondata nel 1949.

4

Europa orientale In contrapposizione al Patto atlantico, nel 1955 i Paesi che orbitavano sotto l’URSS si unirono nel Patto di Varsavia, un trattato di mutua assistenza e aiuto reciproco.

5

La «cortina di ferro» Il confine che si venne a creare tra i Paesi dell’Europa occidentale e quelli dell’Europa orientale venne chiamato «cortina di ferro».

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

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LEZIONE

3

L’Italia longobarda

1 L’arrivo dei Longobardi Un’Italia divisa

COMPRENDO IL TESTO Verso quali regioni erano emigrati i Longobardi? Rispondi sulla base dell’ordine cronologico: prima in , . poi in

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Il dominio dell’Impero bizantino sull’Italia non durò molto. Nel 568 infatti, a poco più di dieci anni dalla fine della guerra greco-gotica, la Penisola italiana fu occupata dai Longobardi, una popolazione germanica di origini scandinave. Grazie alle loro grandi capacità guerriere i Longobardi erano emigrati prima verso sud, occupando la Pannonia (l’attuale Ungheria), e poi, sotto re Alboino, verso l’Italia attraverso le Alpi orientali. Una volta raggiunta la penisola, essi non incontrarono resistenza: la lunga guerra greco-gotica e le pesanti tasse imposte dai Bizantini, infatti, avevano indebolito le popolazioni romane e ostrogote. Nemmeno i Bizantini opposero resistenza: decimati dalla peste, non furono capaci di contrastare gli invasori, motivo per cui si chiusero nelle città fortificate e lasciarono via libera ad Alboino e ai suoi guerrieri.

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


I Longobardi non occuparono tutta la penisola, ma solo alcune zone. In particolare, essi si espansero in tutta la Pianura Padana e sulla regione oggi compresa tra la Liguria e la Toscana. Nel centro sud della penisola, invece, essi fondarono i ducati di Spoleto e Benevento. Pavia divenne la loro capitale. I Bizantini invece conservarono i territori affacciati sul mare Adriatico settentrionale, quelli che costituiscono all’incirca l’attuale Lazio, l’estremo Sud della penisola, la Sicilia e la Sardegna. Era la prima volta dai tempi della repubblica romana (IV-III secolo a.C.) che l’Italia era divisa in territori sottoposti a governi diversi.

COMPRENDO IL TESTO Quali funzioni svolgevano i duchi in tempo di pace? a Amministrative. b Militari. c Religiose.

La società longobarda La società e la cultura dei Longobardi erano piuttosto arretrate. A differenza di altri popoli germanici (ad esempio i Goti), essi non avevano subito l’influenza della civiltà romana. I Longobardi ignoravano completamente che cosa fosse uno Stato. Le loro comunità erano organizzate in gruppi familiari, chiamati fare. L’unione di più fare formava un ducato. Il governo del territorio in tempo di pace era in mano ai vari duchi. La casta militare dominava l’intera società. Il re longobardo era un re guerriero con poteri solo in tempo di guerra e la sua elezione era affidata ai guerrieri.

Duchi Il termine deriva dal latino dux, «comandante militare». Nel regno longobardo, invece, quella del duca era essenzialmente una carica politica.

LAVORO SULLA CARTA L’Italia longobarda Come puoi osservare sulla carta, i Longobardi occuparono l’Italia settentrionale e buona parte dell’Italia centromeridionale, dove vennero stabiliti i ducati di Spoleto e di Benevento. I territori rimasti ai Bizantini risultavano più frammentati rispetto a quelli longobardi. I Bizantini chiamarono «Romània» la regione dove sorgeva la loro capitale, Ravenna, per sottolineare l’appartenenza di quel territorio all’Impero romano. Da quel nome deriva quello dell’attuale Romagna. Rispondi alla domanda. • La Romània era collegata ai territori del Lazio mediante uno stretto corridoio che correva all’incirca lungo il corso di un fiume: di quale fiume si tratta? .............................................................................................................................................................

Lezione 3 ( L’Italia longobarda

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LEZIONE

3

2 Il regno dei Longobardi LAVORO SULLA LINGUA Gli aggettivi «sottomessi», «subordinati», «assoggettati» hanno un significato contrario a quello di un aggettivo presente nel paragrafo: di quale aggettivo si tratta? .........................................................................

La difficile convivenza con i Romani Nella Penisola italica i Longobardi non diedero mai vita a uno Stato unitario, cioè uniforme dal punto di vista territoriale. Nacquero numerosi ducati politicamente e militarmente indipendenti, che si scontravano di continuo tra loro. I ducati più importanti furono quello di Spoleto (nell’attuale Umbria) e quello di Benevento (nell’attuale Campania). Il rapporto dei Longobardi con i Romani fu molto teso e difficile: mentre gli Ostrogoti erano riusciti a convivere pacificamente con le popolazioni sottomesse, i Longobardi, almeno inizialmente, si comportarono da conquistatori, in modo violento e vessatorio; cancellarono la vecchia classe dirigente romano-gotica e s’impadronirono di tutte le terre. Sotto il dominio longobardo i Romani persero ogni diritto, non potevano portare armi né sposarsi con i Longobardi; inoltre, erano costretti a pagare una tassa che ammontava a un terzo di quel che producevano.

DENTRO LA STORIA Venezia: una città nata per sfuggire agli invasori Nel VI e VII secolo alcune popolazioni del Veneto orientale soggette alla dominazione bizantina cercarono rifugio dalla minaccia longobarda sulle isole della Laguna veneta. Sorsero così, sotto la protezione formale di Bisanzio, i primi nuclei abitati di Venezia. Già dall’VIII secolo essa acquistò una completa autonomia sotto un governatore locale, il doge. L’intraprendenza dei Veneziani e la posizione favorevole nell’Adriatico fecero ben presto della città il centro degli scambi tra Occidente e Oriente: i Veneziani scambiavano merci con la Dalmazia, l’Africa del Nord e Costantinopoli, spesso scontrandosi con Saraceni e Slavi. Nel Basso Medioevo la città assunse la «forma» attuale: la rete dei canali s’intrecciava con quella di ponti, vicoli (calli) e slarghi (campi, campielli e corti). Agli inizi del XII secolo le cento e più isolette su cui sorgeva Venezia furono raggruppate in sei sestieri, in comunicazione tra loro attraverso il Canal Grande, l’asse principale della città, e gli altri canali minori (rii). Nel XII secolo Venezia costruì un grande arsenale per allestire una flotta a difesa del commercio marittimo e per contrastare la rivale Genova. Fu così che la città divenne il principale mercato di

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

tutta Europa, dove si potevano trovare le preziose merci orientali e il centro del mercato degli schiavi. Mercanti forestieri stabilirono una propria sede a Venezia, come fecero i tedeschi nel loro fondaco, che oltre a essere magazzino e deposito per le merci, era anche un albergo per i mercanti. Palazzi di pregio furono costruiti sul Canal Grande e nel 1340 fu avviata la costruzione del Palazzo Ducale. Sede delle istituzioni cittadine, sorse affacciato sul fronte portuale e costituì da subito l’elemento fondamentale di presentazione di Venezia per quanti vi giungevano.


La convivenza era resa più difficile anche a causa dei profondi contrasti religiosi: i Longobardi, infatti, erano in parte ariani e in parte pagani. Fino all’inizio del VII secolo, quando i Longobardi si convertirono al cattolicesimo, questa frattura culturale e religiosa rappresentò un ostacolo insormontabile all’integrazione tra le diverse comunità presenti sulla penisola.

COMPRENDO IL TESTO Come cambiò il rapporto tra i Longobardi e la popolazione italica da Alboino ad Agilulfo e Rotari? a Migliorò.

La dominazione longobarda

b Peggiorò.

La dominazione longobarda durò circa due secoli (VI-VII secolo). In questo periodo l’organizzazione dei loro ducati rimase sostanzialmente immutata. Re Autari (584-590) e il suo successore Agilulfo (591-616) s’impegnarono a migliorare la convivenza con le popolazioni italiche: la regina Teodolinda, vedova di Autari e poi moglie di Agilulfo, con l’appoggio del papa Gregorio Magno, favorì la conversione dei Longobardi al cattolicesimo. Ciò contribuì ad avvicinare i due popoli. Rotari, che regnò fra il 636 e il 652, diede un importante contributo in campo giuridico: fino a quel momento le leggi longobarde erano state tramandate oralmente; Rotari decise di metterle per iscritto. L’editto di Rotari rendeva meno violente alcune usanze longobarde: per esempio, venne abolita la faida, cioè il diritto di vendetta da parte di chi subiva un danno, che fu sostituita con il guidrigildo, cioè una multa in denaro. L’editto di Rotari rappresentò un grande progresso ed era la più chiara testimonianza del lento avvicinamento tra la cultura romana e quella dei nuovi dominatori.

c Rimase invariato.

Nella Cappella di Teodolinda del duomo di Monza è custodita la Corona Ferrea, o Corona del Ferro, prezioso capolavoro di oreficeria utilizzato fin dall’Alto Medioevo per l’incoronazione dei re d’Italia.

Nella mano sinistra Agilulfo tiene una spada. La destra invece è alzata con le due dita protese in segno di comando.

Al centro della lamina sta Agilulfo. Il re è seduto in trono come se fosse un imperatore romano.

Frontale dell’elmo di gilulfo, VII secolo.

Ai due lati della lamina due gruppi di persone, in corteo, offrono doni al sovrano longobardo.

A fianco di Agilulfo stanno due guerrieri.

A lato dei due guerrieri si vedono due figure alate che rappresentano un simbolo di vittoria.

Lezione 3 ( L’Italia longobarda

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LEZIONE

3

3 La fine della dominazione longobarda

Liutprando, un re ambizioso

Potere temporale È il potere che si esercita sulle cose terrene, cioè quelle che durano per un tempo limitato. In altri termini, indica il potere politico su un territorio e su un popolo e si contrappone al potere spirituale, che si esercita invece sui valori religiosi o spirituali, i quali sono eterni.

Nel 712 salì al trono Liutprando. Il nuovo sovrano coltivava ambizioni molto grandi: voleva cacciare i Bizantini dai loro possedimenti e conquistare l’intera Penisola italica; inoltre, voleva superare la frammentazione dei ducati, unificando i possedimenti longobardi in un solo regno. Per raggiungere i suoi obiettivi politici, Liutprando conquistò diversi territori, attaccò la capitale bizantina Ravenna e arrivò persino alle porte di Roma, senza però riuscire a occuparla. Anzi, si accordò con il papa e donò alla Chiesa la città di Sutri, una località poco a nord di Roma. Era il 728: con la «donazione di Sutri», secondo la tradizione, ebbe inizio il potere temporale dei papi, cioè il controllo politico di un territorio che nel corso del tempo prese il nome di Stato della Chiesa.

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea i tre sostantivi presenti nel paragrafo che riguardano l’organizzazione politico-amministrativa del territorio.

La donazione di Sutri.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


Astolfo e lo scontro con i Franchi

Pipino il breve, miniatura dell’XI secolo.

Liutprando morì nel 744. Il suo successore Astolfo (749-756)) riprese il progetto d’espansione del regno longobardo, ma con una differenza significativa: Astolfo, infatti, non scese a patti con nessuno, nemmeno con il papa. Conquistò rapidamente Ravenna e i territori bizantini. Di fronte a questa minaccia, papa Stefano II chiese allora aiuto a Pipino,, re dei Franchi. I Franchi erano un popolo germanico originario di una regione dell’Europa settentrionale a cavallo tra le attuali Francia e Germania che, dopo la conversione al cattolicesimo, era diventato un fedele alleato della Chiesa. I Franchi risposero all’appello del papa e accorsero in suo aiuto: tra il 754 e il 756 Pipino sconfisse Astolfo e consegnò al papa i territori che i Longobardi avevano sottratto ai Bizantini. Nel 774 infine Carlo Magno, figlio primogenito e successore di Pipino, sconfisse definitivamente i Longobardi, ponendo così fine alla loro dominazione sulla Penisola italica.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa i testi collegando a ciascuna impresa il re longobardo che ne fu l’autore. Agilulfo – Liutprando – Astolfo – Alboino – Rotari – Autari B Invade l’Italia. B Promulga le prime leggi scritte longobarde. B Consolida il regno e migliora la convivenza fra Longobardi e Romani. B Dona al papa il castello di Sutri. B Con l’aiuto della moglie Teodolinda converte i Longobardi al cattolicesimo. B Viene sconfitto da Pipino, re dei Franchi.

Lavoro sulla fonte 2. Quelli che seguono sono alcuni articoli tratti dall’editto di Rotari. Leggi gli articoli e rispondi alla domanda. 46. Se qualcuno avrà ferito sul capo un uomo libero, in modo da rompere solo il cuoio capelluto, paghi un guidrigildo di sei soldi; se avrà fatto due ferite, paghi dodici soldi […]. 51. Se qualcuno avrà fatto cadere a un altro un dente di quelli visibili quando ride, gli paghi un dente per sedici soldi […]. 74. Nei riguardi di tutte le ferite fatte tra uomini liberi, abbiamo stabilito un guidrigildo maggiore di quello stabilito dai nostri predecessori, e ciò perché la faida venga abbandonata, dopo che è stato accettato il guidrigildo. 77. Se qualcuno percuoterà un semilibero o un servo altrui e provocherà una ferita, paghi un guidrigildo di un soldo: per due ferite, paghi due soldi […].

• Secondo l’editto, gli uomini sono tutti uguali? Motiva la tua risposta. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Lezione 3 ( L’Italia longobarda

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

La concezione del diritto dei Longobardi Uno dei princìpi fondamentali del diritto moderno è quello che stabilisce l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Dal punto di vista del diritto, non importa essere maschio o femmina, ricco o povero; ciò che conta è l’applicazione delle leggi in ugual misura a tutti i cittadini, senza distinzioni. Nella storia, tuttavia, esistono casi in cui tale principio, che noi cittadini del XXI secolo consideriamo scontato, non veniva affatto rispettato. Per esempio, nella società e nel diritto dei Longobardi.

1

L’INFLUENZA DEI ROMANI SPINGE I LONGOBARDI A METTERE PER ISCRITTO UN CODICE DI LEGGI

Quando si stabilirono in Italia, i Longobardi entrarono in contatto con la società, la cultura e la mentalità dei Romani. I Longobardi ne subirono il fascino, specialmente per quanto riguarda il campo del diritto. Allo stesso modo delle altre popolazioni germaniche, infatti, anche i Longobardi per molti secoli avevano tramandato a voce il patrimonio di leggi consuetudinarie (cioè basate sull’abitudine e la ripetuta applicazione). Il contatto con i Romani li spinse a scrivere un codice di leggi, il famoso editto di Rotari (643), per regolare la società. A dimostrazione di quanto forte e profonda sia stata l’influenza romana, va ricordato che il re Rotari (da cui l’editto prese il nome) volle che il codice fosse scritto in latino. L’editto di Rotari è ricco di informazioni sulla società longobarda, motivo per cui è uno dei documenti più studiati dagli storici.

Pagina di un manoscritto riportante l’editto di Rotari.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


2

UN PROGRESSO GIURIDICO

L’editto di Rotari fu uno straordinario progresso giuridico perché in molti casi rappresentò un freno all’uso della violenza e della «faida», cioè della vendetta privata, che vennero sostituite da una logica completamente nuova, che prevedeva un vero e proprio tariffario: per ogni reato contro la persona (compreso, salvo rare eccezioni, l’omicidio) veniva previsto un risarcimento in denaro, che il colpevole doveva versare alla famiglia dell’offeso o al re. Questa logica giuridica, però, veniva applicata in modo molto diverso a seconda della condizione della vittima. Le due principali distinzioni riguardavano il sesso e la condizione sociale (cioè se si era liberi o servi). Per esempio, se un marito uccideva senza motivo la moglie, doveva pagare 1200 soldi, 600 ai parenti e 600 al re. Era la somma più alta prevista dal codice, ma era pur sempre una somma di denaro in cambio di una vita umana. Se però era la moglie a uccidere il marito, la pena prevista era la condanna a morte.

Rotari emana il suo editto, miniatura dell’XI secolo.

3

I LIBERI RARAMENTE PAGAVANO CON LA VITA I LORO REATI

I Longobardi pensavano che le pene fisiche, dai colpi di frusta fino alla morte, non fossero degne di uomini liberi. E dunque, quasi sempre, anche di fronte a reati molto gravi, il diritto longobardo prevedeva la possibilità per il colpevole di risarcire la vittima o i suoi parenti, cioè di pagare una somma in denaro come contropartita del danno arrecato. L’uomo libero meritava la morte solo in due casi giudicati gravissimi: l’assassinio del re e la fuga dall’esercito in battaglia (comportamento inaccettabile per un popolo guerriero come i Longobardi).

Per il servo valeva un discorso molto diverso: l’uccisione di un servo, infatti, poteva sempre essere risarcita in denaro, con somme molto modeste (per un servo-amministratore bastavano 10 soldi); se invece il servo commetteva un assassinio ad attenderlo c’era sempre e comunque la morte. Inoltre, il servo non era considerato un soggetto detentore di diritti (sia pure minori rispetto all’uomo libero): egli era una specie di proprietà del padrone e dunque, in caso di offesa, il risarcimento spettava al padrone, e non a lui!

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

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LEZIONE

4

La Chiesa, un nuovo protagonista della storia europea

1 Il ruolo della Chiesa COMPRENDO IL TESTO Attraverso quale procedimento un uomo diventava vescovo? a Nomina imperiale. b Elezione tra i fedeli. c Nomina papale.

Vescovo La parola deriva dal greco epìskopos, che significa «colui che sorveglia»: il vescovo, infatti, controllava una comunità, della quale era responsabile.

COMPRENDO IL TESTO Completa la tabella relativa alle funzioni della Chiesa inserendo i termini mancanti. Attenzione! Due termini non c’entrano. famiglie – questioni spirituali – bisognosi – vescovi – soldati – presbiteri Funzioni religiose

• Guida nelle

Funzioni economiche

• Mantenimento dei e dei • Aiuto ai più

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L’organizzazione delle comunità cristiane Il cristianesimo ebbe un’ampia diffusione in Europa grazie alla sua capacità di organizzazione. Fin dal I secolo, infatti, i cristiani si erano organizzati in comunità chiamate chiese. I fedeli di ogni comunità erano guidati dai presbiteri (una parola di origine greca, da cui deriva «prete»). Più comunità erano sottoposte all’autorità di un vescovo, che veniva eletto dai fedeli. L’insieme delle comunità cristiane formava la Chiesa. Durante i primi secoli del cristianesimo l’importanza del vescovo di Roma, il papa, crebbe notevolmente. Egli era il successore dell’apostolo Pietro e per questo motivo era considerato una guida di tutte le chiese dell’Europa occidentale. In questa parte d’Europa, infatti, la scomparsa dell’Impero romano d’Occidente aveva creato un «vuoto di potere», che la Chiesa aveva riempito occupandosi direttamente della vita materiale di tante persone. In Oriente, invece, l’Impero romano aveva continuato a esistere e i vescovi erano sottomessi al potere dell’imperatore. I vescovi bizantini non riconoscevano l’autorità e il primato del vescovo di Roma sulla comunità dei cristiani.

L’importanza sociale della Chiesa in Occidente Le comunità cristiane non si occupavano solo di problemi spirituali, ma anche di questioni economiche: i fedeli più ricchi lasciavano in eredità alla Chiesa i propri beni, compresi terre ed edifici, e versavano contributi che servivano non solo a mantenere presbiteri e vescovi, ma anche ad aiutare i membri più poveri della comunità. Durante le migrazioni germaniche o quando imperversavano le carestie e le epidemie l’aiuto che le comunità cristiane davano ai bisognosi si rivelò particolarmente utile. In tutta l’Europa occidentale, la Chiesa vide dunque crescere la propria importanza, sia in campo spirituale sia in campo sociale.

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

Monete di rame risalenti ai primi secoli del cristianesimo.


2 Il potere della Chiesa Gregorio Magno e il ruolo della Chiesa Nel 590 fu eletto papa Gregorio I, detto Magno («il grande»). Di nobili origini romane, Gregorio guidò la Chiesa fino alla morte, nel 604, cercando di rafforzarla sotto ogni aspetto: • in campo religioso promosse la conversione al cattolicesimo delle popolazioni germaniche. Durante il suo pontificato, si convertirono i Visigoti in Spagna, gli Angli e i Sassoni in Inghilterra e, con l’aiuto della regina Teodolinda, i Longobardi in Italia; • in campo sociale assicurò aiuti e assistenza ai bisognosi giungendo perfino a pagare i tributi che le popolazioni italiche dovevano versare ai Longobardi; • in campo economico riorganizzò l’amministrazione del «Patrimonio di San Pietro», cioè dell’insieme delle proprietà della Chiesa disseminate nella penisola e cresciute notevolmente grazie alle concessioni imperiali e alle donazioni dei fedeli più ricchi. I vescovi e i sacerdoti divennero spesso l’unico sostegno per tantissime persone povere che vivevano nelle città e nelle campagne. In Italia, pertanto, la Chiesa si affiancò e a volte si sostituì alle due autorità politiche che allora governavano la penisola: l’Impero bizantino e il regno longobardo. Per questo motivo il prestigio della chiesa fra la popolazione crebbe in modo significativo.

COMPRENDO IL TESTO In quali campi papa Gregorio Magno rafforzò la Chiesa? ...................................................................... ...................................................................... ...................................................................... ......................................................................

DENTRO LA STORIA Il monaco che fu costretto a diventare papa Gregorio Magno nacque a Roma attorno al 540 da una nobile e ricca famiglia romana. Fino ai 30 anni, egli visse come la maggior parte dei ricchi aristocratici del tempo, facendo mostra delle sue ricchezze e intraprendendo la carriera politica che lo portò a svolgere alcuni importanti incarichi di governo della città. Come racconta Gregorio di Tours, uno storico a lui contemporaneo, attorno al 570 Gregorio Magno «abbandonò le ricche e sontuose vesti che indossava quotidianamente» e decise di diventare monaco. Fu così che, venduti tutti i suoi beni, trasformò un palazzo sul Celio, uno dei sette colli di Roma, in un monastero dove si ritirò a vivere. La sua esperienza di eremita non durò però molto. Attorno al 580 papa Pelagio II lo strappò al suo monastero e lo inviò come ambasciatore a Costantinopoli. Riuscì a ritornare al suo monastero solo nel 587 ma alla morte di Pelagio, nel 590, il popolo romano invocò a gran voce il suo nome, nominandolo nuovo papa. A malincuore dunque Gregorio abbandonò la vita monacale per dedicarsi al nuovo compito. Gregorio Magno, miniatura del XII secolo.

Lezione 4 ( La Chiesa, un nuovo protagonista della storia europea

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LEZIONE

4

Il papato e l’Impero d’Oriente

COMPRENDO IL TESTO Quali erano le principali differenze tra Oriente e Occidente in campo religioso? Sottolinea le due frasi che permettono di comprendere tali differenze.

Gregorio Magno dovette affrontare anche i difficili rapporti con l’Impero d’Oriente. Motivo del contrasto era il rapporto fra potere politico (temporale) e potere religioso (spirituale). La questione era semplice: questi due poteri dovevano essere indipendenti l’uno dall’altro oppure uno dei due poteri doveva essere considerato superiore e, quindi, doveva prevalere sull’altro? A tale proposito, Oriente e Occidente avevano seguito due strade molto diverse. In Oriente la Chiesa doveva rispettare la volontà dell’imperatore, che si occupava anche di questioni religiose, come aveva fatto a suo tempo Costantino. Le autorità religiose cristiane erano sottomesse all’imperatore. Anche il patriarca di Costantinopoli (una figura comparabile per importanza al vescovo di Roma) non aveva autonomia. In questo senso, il potere temporale dell’imperatore dominava su quello spirituale della Chiesa. In Occidente, invece, non esisteva un potere politico forte e autorevole come quello dell’imperatore bizantino. Il papa, quindi, oltre al potere religioso, iniziò a esercitare anche un potere politico. Egli rifiutava di sottoporsi all’autorità di un re. Anzi, spesso finiva per agire come un vero e proprio sovrano. Nonostante le numerose carestie, pestilenze, guerre che si ebbero nel VI secolo, papa Gregorio Magno riuscì a rafforzare la Chiesa cattolica e a renderla indipendente da Bisanzio.

Costantino (a sinistra) e Giustiniano (a destra) offrono doni alla Vergine Maria, mosaico del X secolo.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


3 Il monachesimo Le origini In Oriente, già alla fine del III secolo, alcuni cristiani avevano scelto di vivere lontano dagli esseri umani e privandosi di tutti i beni materiali. Grazie a questa vita solitaria potevano dedicarsi completamente alla preghiera. Furono chiamati monaci (dal greco mónos, «solo»). In base allo stile di vita che sceglievano, i monaci si distinguevano in: • eremiti (dal greco èremos, «solitario»), che vivevano in completa solitudine in luoghi difficili da raggiungere; si dedicavano solo alla preghiera, alla contemplazione e alla meditazione; • cenobiti (dal greco koinòs, «comune», e bìos, «vita», cioè «vita in comune»), che vivevano insieme in conventi o monasteri, seguendo orari e attività fissate da norme precise, le Regole. A partire dal IV secolo il monachesimo, nella sua versione comunitaria, si diffuse anche in Occidente.

Magazzini Torre campanaria

COMPRENDO IL TESTO Sottolinea nel paragrafo le espressioni che descrivono lo stile di vita di eremiti e cenobiti.

Regole La parola deriva dal latino regula, che era una specie di riga per tracciare una retta. Da qui la parola assunse il significato di «retta via», fino a significare l’insieme di tutte le norme che dovevano essere seguite dai monaci nei conventi.

Stalle

Scriptorium

Orti Refettorio

Mulino

Dormitorio

Chiesa abbaziale

Chiostro

Foresteria Infermeria

Cimitero

Stanze dei novizi

Lezione 4 ( La Chiesa, un nuovo protagonista della storia europea

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LEZIONE

4

Benedetto da Norcia

Amanuensi Erano i monaci che ricopiavano i manoscritti. Erano chiamati così perché lavoravano «a mano»: la stampa non era ancora stata inventata e bisognava scrivere per molte ore, con pazienza e attenzione. Una copia della Bibbia, per esempio, poteva richiedere diversi anni di lavoro.

La storia del monachesimo in Occidente è legata alla figura di un uomo speciale: san Benedetto da Norcia. Benedetto era un monaco nato di nobili origini in Umbria che nel 529 fondò il monastero di Montecassino, nel basso Lazio. Il monastero divenne il cuore del monachesimo benedettino. Qui Benedetto riunì alcuni monaci che, oltre a pregare, svolgevano lavori manuali e coltivavano i campi, secondo il motto della loro Regola: Ora et labora («prega e lavora»). Grazie al loro impegno durante le carestie o quando le piogge o la siccità distruggevano i raccolti, i monaci riuscivano ad aiutare le popolazioni dei villaggi vicini e a sfamare chi non aveva cibo. Ben presto questo tipo di monachesimo si diffuse in tutto il resto d’Europa. I monasteri divennero non solo centri economici, ma anche culturali: al loro interno vennero costituite a poco a poco preziose biblioteche, dove i monaci amanuensi custodivano e trascrivevano pazientemente i manoscritti antichi, salvando dalla distruzione la cultura dei secoli precedenti.

L’abbazia di Montecassino, in provincia di Frosinone, nel Lazio, riceve ogni anno moltissimi visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

Monaci amanuensi al lavoro in biblioteca.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa lo schema inserendo correttamente i termini elencati. riorganizza – Occidente – fonda – politico – aiuta – Oriente – converte – spirituale – istituisce Chiesa in

Chiesa in

:

• oltre a quello esercita anche il potere politico;

• è del tutto subordinata al potere

,

: .

• svolge una funzione di sostegno, anche economico, alle comunità. Papa Gregorio Magno:

Benedetto da Norcia:

alcuni popoli germanici;

il monastero di Montecassino;

le proprietà della Chiesa;

la regola benedettina.

e assiste i più poveri.

Interpreto un’immagine 2. Osserva con attenzione l’immagine che raffigura san Benedetto e rispondi alle domande. 1. In che lingua sono scritte le parole nell’immagine? ......................................................................................................................

2. Che cosa rappresenta la scritta che compare sulle pagine del libro? ...................................................................................................................... ......................................................................................................................

3. Quale elemento dell’immagine ti fa capire che si tratta di un monaco? ......................................................................................................................

4. Oltre all’iscrizione Sanctus Benedictus, da quale elemento dell’immagine si può capire quale santo sia rappresentato? ..................................................................................................................... .....................................................................................................................

5. Come si chiama il bastone ricurvo che tiene in mano? Se non lo sai, fai una piccola ricerca e scopri che cosa rappresenta. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................

6. Secondo te, la lunga barba bianca è solo un dettaglio figurativo o ha anche un valore simbolico? Se credi che abbia un valore simbolico, prova a ipotizzare quale potrebbe essere. ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Lezione 4 ( La Chiesa, un nuovo protagonista della storia europea

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Assistere e curare nell’Alto Medioevo Nei secoli altomedievali in Europa cominciarono a diffondersi luoghi gestiti principalmente dagli uomini di Chiesa dove le persone bisognose potevano trovare, in caso di necessità, riparo o aiuto. Questi primi edifici erano rivolti indistintamente agli individui in difficoltà: non solo malati, ma anche poveri, orfani o, più semplicemente, viandanti stranieri. I primi ospedali dedicati esclusivamente ai malati nacquero nell’VIII secolo non in Europa, ma in Medio Oriente per mano degli Arabi.

1

LA CHIESA ORGANIZZA LUOGHI DI CURA

Nel IV-V secolo nacquero edifici dedicati alla cura degli orfani, dei poveri e dei pellegrini. Dopo le invasioni barbariche, i sovrani dei regni romano-germanici ne affidarono l’amministrazione alla Chiesa. Essi aumentarono di numero con il favore dei princìpi e dei privati. Nel VI secolo Giustiniano chiamò queste istituzioni con nomi derivati dalla lingua greca: gli orfanotrofi per l’assistenza agli orfani, gli ptocotrofi destinati ai poveri e gli xenodochi per offrire riparo e soccorso ai forestieri. Queste istituzioni erano finanziate soprattutto dai privati; nell’Impero bizantino gli ospizi furono favoriti dagli imperatori. In Italia, in particolare, l’attività degli xenodochi continuò anche nell’Alto Medioevo. Si trattava di edifici che potevano offrire riparo e assistenza; solo alcuni erano riservati ai malati o ai pellegrini, dato che in genere si dava soccorso a chiunque ne avesse bisogno.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

Re Luigi VII in preghiera all’ di Parigi.

tel-Dieu, il pi antico ospedale


2

I PRIMI OSPEDALI NASCONO NEL MONDO ARABO

Gli Arabi, all’inizio dell’VIII secolo, costruirono i primi veri ospedali: il primo fu fondato al Cairo dal califfo al Walid, che istituì una casa di cura in cui erano all’opera dei medici e dove si assistevano i lebbrosi e i non vedenti. Nel IX secolo, presso la grande moschea del Cairo, furono aperti una specie di pronto soccorso e un nuovo ospedale in cui erano ricoverati uomini e donne in reparti separati; vi era anche un padiglione per i malati di mente. Gli Arabi procedettero poi alla costruzione di altri ospedali organizzati in modo molto efficiente: celebre quello di al Mansur, anch’esso al Cairo, con ambienti diversi a seconda delle malattie, padiglioni per il servizio medico e farmaceutico, aule per l’insegnamento della medicina. Miniatura presente in un trattato arabo di chirurgia del XV secolo.

3

GLI OSPIZI SI DIFFONDONO NEL MONDO CRISTIANO

In Occidente non si può parlare di «ospedali» fino al Basso Medioevo. C’erano invece ospizi che offrivano cura, riparo e assistenza ai bisognosi. Si svilupparono soprattutto gli ospizi per i pellegrini: gli ordini religiosi li fondarono per dare ricovero ai fedeli che,

dall’Europa del Nord, si dirigevano in pellegrinaggio verso Roma e Gerusalemme, attraversando le Alpi. Pellegrini in cammino verso Roma scolpiti in un rilievo del duomo di Fidenza (XII secolo).

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

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P CI AR TT OL AD E IN DE AN LLA ZA

Integrazione Integrazione significa «inserimento in un determinato contesto sociale, culturale, politico». Quando incontriamo il termine «integrazione» nei libri di storia intendiamo proprio questo: inserimento di un soggetto, una persona, un gruppo sociale, un popolo, all’interno di una comunità o di una società diversa da quella d’origine. È senz’altro un processo complicato e, a volte, traumatico. Ma, come dimostra la storia, possibile.

ESEMPI D’INTEGRAZIONE POSSIBILE

L’Impero romano L’Impero romano è stato un grande esempio d’integrazione di popoli. I Romani, infatti, furono abili governatori, capaci di integrare tra loro popoli molto diversi per lingua, costumi e tradizioni.

Gli «strumenti» dell’integrazione romana Gli strumenti che i Romani usarono per integrare le popolazioni che sottomisero furono essenzialmente tre: • la tolleranza di religioni diverse; • l’accettazione di culture e usanze differenti; • la concessione della cittadinanza romana, sia a singole persone sia a interi popoli dell’impero.

I regni romano-germanici Quando, tra il IV e il V secolo, l’Impero romano cominciò a vacillare, anche il modello d’integrazione basato sulla concessione della cittadinanza entrò in crisi. L’impero divenne terreno di scorrerie per popoli diversi, i popoli germanici, detti «barbari». Nacquero così i regni romano-germanici.

L’integrazione tra diversi Il rapporto tra Germani e Romani non fu sempre facile: in alcuni casi fu di sottomissione, in altri di estraneità e diffidenza, in altri ancora di collaborazione. A partire dal VI-VII secolo cominciarono a prendere forma le lingue neolatine (come l’italiano, lo spagnolo e il francese). Queste lingue, nate dalla contaminazione tra la lingua dei Romani e quelle dei popoli germanici, sono un validissimo esempio d’integrazione culturale.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

L’INTEGRAZIONE AL TEMPO DELLA GLOBALIZZAZIONE

Unione europea: un progetto d’integrazione Un esempio attuale d’integrazione è quello rappresentato dal processo che ha coinvolto, a partire dal secondo dopoguerra, molti Stati europei (all’inizio solo sei, oggi ventisette). I Paesi dell’Europa occidentale hanno dato vita prima alla Comunità Economica Europea e poi all’Unione europea.

L’UNIONE EUROPEA


Dall’economia alla politica Da principio si è trattato solo di un’integrazione esclusivamente economica, cioè finalizzata a migliorare i rapporti economici e industriali fra alcuni Paesi. Erano questi gli obiettivi della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (1951), della Comunità europea dell’energia atomica e del Mercato comune europeo (1957). Con il tempo, però, sono stati compiuti numerosi passi in avanti verso un’organica integrazione civile e politica. Oggi l’Unione europea riunisce circa 500 milioni di uomini e donne e si fonda sui valori della democrazia, della libertà e della tolleranza.

Limiti e problemi dell’integrazione europea L’integrazione è un processo che richiede molto tempo e può trovare sul suo cammino seri ostacoli. Fra questi, per esempio, i problemi causati dagli imponenti fenomeni migratori attuali. Negli ultimi decenni, infatti, molti Paesi europei sono stati meta di migliaia di migranti. Il problema (ancora irrisolto) è come garantire a queste persone una vita dignitosa e il rispetto dei più elementari diritti di cittadinanza, considerando che con il loro lavoro essi contribuiscono alla ricchezza dei Paesi in cui vivono.

L’integrazione è possibile solo se tutti si aprono Se da un lato è necessario che la società e le istituzioni affrontino il problema di come garantire casa, lavoro e assistenza sanitaria a chi non ce l’ha, dall’altro è altrettanto necessario che i singoli individui abbandonino ogni forma di pregiudizio e di diffidenza e si aprano alla conoscenza di mondi e culture diverse.

CAMPO SEMANTICO I termini elencati qui sotto costituiscono una parte del campo semantico legato all’argomento di questo approfondimento. A coppie o piccoli gruppi leggete queste parole, ricercate nel dizionario quelle che non conoscete e arricchite l’elenco con altri termini che vi vengono in mente.

nza tollera migranti

lingue apertura

intolleranza

oni tradizi frontiere chiusura

costumi cultura/e esclusione

isione condiv

RIFLETTIAMO INSIEME Utilizzate le seguenti domande per condurre una discussione in classe e confrontare le vostre idee. 1. In che modo i Romani furono capaci di integrare popoli diversi all’interno della comune cornice imperiale? 2. Su quali valori è nata l’Unione europea? 3. Quali sono le condizioni per una positiva integrazione dei migranti nelle società occidentali?

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

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SI M NTE AP S PA I E

DIDATTICA INCLUSIVA

Lezione 1

I Germani e la fine dell’Impero romano d’Occidente

La riforma politica di Diocleziano fallì e alla sua morte prese il potere Costantino, che rafforzò l’esercito, riformò l’economia, riconobbe ai cristiani la libertà di culto, portò la capitale a Costantinopoli. Alla morte di Costantino, dopo un tentativo di sradicare il cristianesimo da parte del successore Giuliano, salì al trono Teodosio che divise definitivamente l’impero in due parti, Oriente e Occidente. Lezione 2

L’Impero romano d’Oriente

Il Reno e il Danubio dividevano il territorio dell’impero dai Germani. Tra fine 4° e inizio 5° secolo, questi popoli, spinti dalla minaccia degli Unni, invasero intere regioni dell’impero. Nel 476 il generale germanico Odoacre depose l’imperatore Romolo Augustolo ponendo fine all’Impero romano d’Occidente. Nei territori occupati i Germani formarono nuovi regni romano-germanici, in cui i Romani amministravano e i Germani assicuravano la difesa. Nel frattempo, in Oriente il potere imperiale si rafforzò. L’imperatore Zenone, per riconquistare l’Occidente, inviò Teodorico, re degli Ostrogoti, a combattere contro Odoacre. Teodorico vinse e governò la penisola per 32 anni, fino al 526. Nel 527 divenne imperatore d’Oriente Giustiniano che, per restaurare l’impero, scatenò la guerra contro Vandali e Visigoti e strappò l’Italia agli Ostrogoti. Lezione 3

I Longobardi in Italia

Nel 568 i Longobardi, un popolo germanico, invasero l’Italia. La penisola fu divisa tra zone sotto il controllo bizantino e zone controllate dai Longobardi. Essi divisero il loro territorio in ducati indipendenti e ridussero in servitù i Romani. In seguito la convivenza tra i due popoli migliorò anche per la conversione al cattolicesimo dei Longobardi. Verso la metà dell’8° secolo i Longobardi furono sconfitti dai Franchi. Lezione 4

Il potere della Chiesa e il monachesimo

Nell’Europa occidentale la Chiesa divenne più importante in campo spirituale e sociale. Papa Gregorio Magno rafforzò la Chiesa con riforme religiose, economiche e sociali. Nel 6° secolo in Occidente si affermò il monachesimo benedettino, fondato da Benedetto da Norcia. I monasteri divennero centri di vita spirituale, economica e culturale.

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

BES


A A

DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Barbari – Esercito – Amministrativa – Germanici – Bizantini – Benedettino

OCCIDENTE

Migrazione dei

ORIENTE

Debolezza dell’ imperiale

Sviluppo economico

Salda organizzazione

provoca Rafforzamento dell’impero Fine dell’Impero d’Occidente

con

che determina

Formazione dei regni romano-

Regno di Giustiniano Guerra greco-gotica Riconquista dell’Occidente

Italia dominata dai Longobardi e dai

si diffonde

Aumento del prestigio della Chiesa

Monachesimo

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

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VE RI FI CA

1. Completa la scheda raccogliendo le informazioni dal testo. GIUSTINIANO Anno in cui iniziò a governare

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• Rafforzamento Azioni di consolidamento della potenza militare dell’impero

......................................................................................................

............................................................................................................................................

• Riconquista ............................................................................................................... ............................................................................................................................................

Interventi in campo giuridico

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2. Individua la risposta corretta. a. Teodorico nella conduzione politica del suo regno in Italia cercò di a distruggere la cultura romana.

b. Quando i Longobardi giunsero in Italia l’economia, la politica e la cultura della Penisola italiana erano state distrutte

b cancellare le abitudini di vita dei Goti.

a dai Vandali.

c conciliare la cultura del suo popolo con

b da calamità naturali.

quella dei Romani.

c dal dominio della Chiesa.

d favorire il commercio marittimo.

c. Quando i Longobardi giunsero in Italia guidati da re Alboino

d dalla guerra tra Ostrogoti e Bizantini.

d. I Longobardi non si fusero con le popolazioni italiche perché

a incontrarono una forte resistenza.

a ridussero i Romani alla servitù.

b furono respinti dai Bizantini.

b imposero la loro religione ariana.

c furono accolti come liberatori.

c erano molto numerosi.

d occuparono le terre senza trovare

d avevano una cultura più raffinata.

resistenza. 3. Completa lo schema. IL MONASTERO BENEDETTINO

Centro spirituale

Centro culturale

perché

perché

……………………………………………..

……………………...……………………………………………..

……………………...……………………………………………..

……………………………………………..

……………………...……………………………………………..

……………………...……………………………………………..

……………………………………………..

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Centro economico

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

perché

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……………………...……………………………………………..

……………………...……………………………………………..

……………………...……………………………………………..

……………………...……………………………………………..

……………………...……………………………………………..


4. Leggi con attenzione alcuni brani della Regola di san Benedetto che riguardano il lavoro quotidiano che i monaci devono svolgere, alternandolo alla preghiera e allo studio, e poi rispondi alle domande.

L’ozio è nemico dell’anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. […] Se le esigenze locali o la povertà richiedono che essi si occupino personalmente della raccolta dei prodotti agricoli, non se ne lamentino, perché i monaci sono veramente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani come i nostri padri e gli Apostoli. […] Ma se ci fosse qualcuno tanto negligente1 da non volere o potere studiare o leggere, gli si dia qualche lavoro da fare, perché non rimanga in ozio. Infine ai monaci infermi o cagionevoli2 si assegni un lavoro o un’attività che non li lasci nell’inazione e nello stesso tempo non li sfinisca per l’eccessiva fatica, spingendoli ad andarsene. 1. negligente: svogliato, trascurato nell’adempimento dei propri doveri. 2. cagionevole: debole ed esposto alle malattie.

1. Sottolinea e trascrivi la frase che spiega perché i monaci debbano dedicarsi al lavoro. .............................................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................................

2. Secondo san Benedetto, quando un monaco può dirsi veramente tale? .............................................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................................

3. Come vengono definiti i monaci che non vogliono studiare? .............................................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................................

5. Nella colonna di sinistra sono elencate tre parole attinenti all’ambito giuridico che hai incontrato in questa Unità. Abbina ciascuna di esse al significato che hanno nel testo. 1. Codice

a. Complesso di norme relative alla vita spirituale, individuale e collettiva, dei religiosi.

2. Regola

b. Ordinanza emanata da un’autorità.

3. Editto

c. Raccolta sistematica di norme giuridiche, relative a una determinata materia.

6. Riordina gli eventi nel loro corretto sviluppo cronologico inserendo un numero progressivo da 1 a 7. a. Romolo Augustolo viene deposto da Odoacre, generale germanico dell’esercito romano. b. Attila saccheggia Aquileia e Milano. c. Per sfuggire a violenza e saccheggi i Germani premono ai confini dell’impero per entrarvi. d. Cessa di esistere l’Impero romano d’Occidente. e. Gli Unni di Attila dalle steppe dell’Asia si spostano verso Occidente. f. I Visigoti di Alarico saccheggiano Roma. g. I Vandali saccheggiano Roma.

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

63


VE RI FI CA

7. Completa la carta indicando con colori diversi: • le terre dei Bizantini • le terre dei Longobardi • Pavia • Ravenna

8. Completa la scheda e poi usala per produrre una relazione orale o scritta. I LONGOBARDI Origine

……………………......……………………………...........………………………………………………………......…

Regione di provenienza

……………………......……………………………...........………………………………………………………......…

Territori occupati in Italia

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64

Classe che deteneva il potere

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Organizzazione politica del territorio

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Ruolo del re

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Città capitale

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Ducati nel centro-sud della Penisola italica

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Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo


FACCIAMO STORIA INSIEME

Si narra dei Longobardi... Il monaco benedettino longobardo Paolo Diacono, vissuto nell’VIII secolo alla corte di Carlo Magno re dei Franchi, scrisse la Storia dei Longobardi, opera fondamentale per conoscere questo popolo. La prima parte è dedicata alle origini di questa popolazione e racconta anche la nascita del loro nome: in origine erano chiamati Vinnili, il nome Longobardi risalirebbe ai tempi di una guerra contro i Vandali.

Gli antichi riferiscono una ridicola favola secondo cui i Vandali si sarebbero rivolti a Wotan1 per chiedergli la vittoria sui Vinnili, e il dio avrebbe risposto promettendola a coloro che avesse scorto per primi al sorgere del sole. Fu quindi il turno di Gambara (la madre dei primi valorosi condottieri di questo popolo) che, supplicando la vittoria, si rivolse a Frea, moglie di Wotan, ottenendo questo consiglio: che le mogli dei Vinnili, scioltesi i capelli, le lasciassero scendere lungo il viso come barbe e di primo mattino, avvicinatesi alle schiere degli uomini, si disponessero in modo da essere viste da Wotan nel luogo da cui era solito, da una finestra, guardare verso oriente. E poiché così fu fatto, e Wotan, scorgendole al sorgere del sole, aveva osservato: «chi sono quelle lunghe barbe?», Frea ne approfittò per chiedergli di concedere la vittoria a coloro che aveva nominato […]. I Longobardi, detti prima Vinnili, da allora in poi furono chiamati con l’altro nome per la lunghezza della barba intonsa2: infatti, nella loro lingua, lang significa «lunga» e bart «barba».

Tipo di documento: testo Autore: Paolo Diacono Epoca: VIII secolo

Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, Tea, 1988

1. Wotan: è il dio nordico della guerra, della magia, della sapienza e della poesia. 2. intonsa: non tagliata.

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver letto il testo, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni.

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. 1. Come ritenete sia stato il ruolo delle donne in questa storia?

1. A chi promise di dare la vittoria il dio Wotan?

a Determinante

2. A chi si rivolse Gambara?

b Scarsamente importante

3. Quale consiglio ottenne?

c Ininfluente

4. Com’erano chiamati i Longobardi? 5. Da dove deriva la parola «Longobardi»? 6. Da quale aggettivo comprendi l’atteggiamento di Paolo Diacono nei confronti della leggenda che racconta?

2. Dal brano che avete letto, quale ritenete che fosse la posizione della donna nella società longobarda? 3. Recuperate quello che avete studiato alla scuola primaria e le letture che state facendo sui miti greci e sull’epica classica: ci sono differenze, secondo voi, tra le donne longobarde e le donne dell’antichità classica? Se sì, quali?

Unità 1 ( I primi secoli del Medioevo

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UNITÀ

2

L’islam Nel VII secolo prende il via un processo destinato ad avere enormi conseguenze nella storia dei secoli successivi: nella Penisola arabica, un uomo chiamato Maometto si dichiara profeta di llah, l’unico dio, e comincia a di ondere una nuova religione monoteista, l’islam. Maometto in breve tempo trasforma le tribù nomadi e divise della Penisola arabica in un popolo unito dalla stessa fede. Nei decenni successivi, dopo la morte di Maometto, i fedeli dell’islam avanzano impetuosamente sia verso Occidente, dove conquistano il Medio Oriente, l’Africa del Nord e la Penisola iberica, sia verso Oriente giungendo fino all’India.

622

632-644

Trasferimento Conquista di Maometto araba del a Medina Medio Oriente

500

Che cosa sai già… v In Europa occidentale e nell’Africa del Nord nascono i regni

romano-germanici. v L’Impero bizantino si consolida e diventa una grande potenza. v La popolazione germanica dei Franchi conquista un ruolo importante nella storia europea, alleandosi con il papato. v La Chiesa cattolica attraversa un processo di grande rinnovamento, soprattutto attraverso il fenomeno del monachesimo.

66

600 570

610

Nascita di Maometto alla Mecca

Rivelazione divina a Maometto

630 632 Rientro Morte vittorioso di Maometto di Maometto alla Mecca


In Europa occidentale i Franchi creano un grande regno, che si estende sui territori oggi compresi tra Francia, Paesi Bassi, Belgio e Germania.

L’Impero bizantino, oltre a subire gli attacchi degli Arabi, è indebolito anche dalla pressione sui confini settentrionali di Avari e Bulgari.

Tra il VII e l’VIII secolo gli Arabi si espandono verso Occidente, conquistando l’Africa settentrionale e parte della Penisola iberica, e verso Oriente, dilagando in Asia centrale e raggiungendo l’Indo.

700

800

661

750

Ascesa al potere della dinastia Omayyade

Ascesa al potere della dinastia Abbaside

…e che cosa imparerai v La Penisola arabica era un mondo diviso: nei regni del nord e del sud era

fiorita una ricca civiltà mercantile e stanziale; i beduini del deserto erano espressione di una società guerriera e nomade. v Il profeta Maometto convertì all’islam, una nuova religione monoteista, le popolazioni arabe, unificandole dal punto di vista religioso, ma anche politico e militare. v I guerrieri arabo-musulmani nel VII-VIII secolo si lanciarono alla conquista di nuovi territori, sia a est sia a ovest della Penisola arabica.

67


LEZIONE

5

La nascita dell’islam

1 La Penisola arabica Nomadi e sedentari

COMPRENDO IL TESTO Quali caratteristiche sociali e politiche avevano le tre parti della Penisola arabica? • Sud: ……….....………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

• Centro: ………………………………………… …………………….....……………………………… ………………………………………………………..

• Nord/Nord-Ovest: ……..……………… …………………….....……………………………… ………………………………………………………..

In epoca antica, la Penisola arabica si presentava come una specie di mosaico, fatto di pezzi molto diversi gli uni dagli altri: • a sud, nelle regioni costiere affacciate sul mar Rosso e sull’oceano Indiano, vivevano comunità sedentarie, che avevano fondato regni ricchi e potenti. Questi regni erano favoriti dalle buone condizioni climatiche e dalla posizione geografica strategica a metà strada tra Oriente e Occidente. La ricchezza era assicurata dai commerci di spezie e dalla lavorazione di metalli preziosi, come l’oro. I Romani chiamavano questa regione Arabia felix, cioè «Arabia fortunata». Oggi l’Arabia felix corrisponde allo Stato dello Yemen; • a nord/nord-ovest, al confine con la Siria e la Palestina, erano sorti altri regni, anch’essi sedentari e molto sviluppati dal punto di vista culturale, sociale ed economico; • la parte centrale della penisola era occupata da un immenso deserto o da un’arida steppa. Qui la vita sedentaria si limitava alle piccole comunità che abitavano nei pressi delle poche oasi, dove si concentravano agricoltori, commercianti e artigiani. Il resto della popolazione, formato da beduini («abitanti della steppa»), conduceva una vita nomade.

LAVORO SULLA CARTA La Penisola arabica La carta mostra come si presentava la Penisola arabica prima dell’avvento dell’islam. Rispondi alla domanda. • Osserva la posizione delle città: in quali aree della penisola si erano sviluppate? ..................................................................................................... ..................................................................................................... .....................................................................................................

68

Unità 2 ( L’islam


Gli Arabi del deserto svilupparono una società tribale e politeista

COMPRENDO IL TESTO Com’era la carica dello sceicco?

I beduini vivevano in piccole tribù guidate da uno sceicco,, un uomo di riconosciuta saggezza eletto dagli altri membri della comunità. Le tribù di beduini erano nomadi e quindi si muovevano continuamente nel deserto a dorso dei dromedari (animali simili ai cammelli, ma con una sola gobba), sostando presso le oasi per i rifornimenti di acqua e di generi alimentari. La tribù decideva ogni aspetto della vita dell’individuo: se qualche suo membro si comportava scor-rettamente, era l’intera tribù a esserne responsa-bile. Questa caratteristica ci fa capire perché le tribù fossero così spesso in lotta fra di loro: non esistendo il concetto di responsabilità individuale,, ogni volta che le regole erano violate l’intera comunità veniva coinvolta. Sul piano religioso, i beduini erano politeisti.. Ogni tribù, però, adorava le proprie Anfora araba risalente divinità e lungo le piste carovaniere o nei piccoli centri al IX secolo. disseminati nel deserto sorgevano i diversi santuari. In definitiva, i vari gruppi che abitavano la Penisola arabica, dalle comunità sedentarie delle oasi o delle coste ai beduini del deserto, non erano un popolo unitario perché non condividevano alcuna forma di organizzazione sociale o di esperienza culturale e religiosa.

a Elettiva. b Ereditaria.

Piste carovaniere Erano le strade percorse dai mercanti con le loro merci (profumi, spezie, sale, oro, tessuti, schiavi). Attraverso il deserto congiungevano il mar Mediterraneo alle coste del mar Rosso e del golfo Persico.

Gruppo di dromedari controllato dal cammelliere. Miniatura dell’XI secolo.

Lezione 5 ( La nascita dell’islam

69


LEZIONE LEZIONE

15

La Mecca: un importante centro religioso per tutti gli Arabi LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea i nomi propri significativi per la religione islamica.

Due aspetti accomunavano le popolazioni arabe che vivevano nella Penisola arabica:

• parlavano la stessa lingua araba; • veneravano la stessa città sacra, La Mecca. La Mecca era meta annuale di pellegrinaggio per migliaia di pellegrini provenienti da tutta la penisola, che vi giungevano per adorare le proprie divinità. Qui sorgeva la Kaaba (letteralmente «dado»), un edificio a forma di cubo nel quale era custodita la Pietra nera, forse un meteorite che si diceva caduto sulla Terra per volontà dell’arcangelo Gabriele e che era venerato già molto prima che nascesse l’islam. La città era il cuore religioso del mondo arabo, ma era anche un importantissimo centro economico. La Mecca infatti sorgeva al centro delle principali piste carovaniere che univano la parte meridionale della Penisola arabica al mar Mediterraneo. Qui s’incontravano migliaia di mercanti provenienti da tutta la penisola, dal Medio Oriente e anche dall’Africa, e i flussi commerciali erano molto intensi. Kaaba La Kaaba è un santuario di forma rettangolare lungo 10 metri, largo 12 metri e alto 15 metri che si trova all’interno della più importante moschea di La Mecca.

Disegno raffigurante musulmani in visita alla Mecca.

Velario Le pareti esterne sono ricoperte da un velario di seta nera ricamato con motivi di argento e oro. Questa tela viene rinnovata ogni anno.

Pietra nera La Pietra nera è un blocco di basalto lungo all’incirca 30 cm e di colore rosso scuro incastonato nel muro orientale della Kaaba. Già venerata dalle popolazioni preislamiche, la Pietra, secondo la tradizione, fu inviata da Allah al profeta Abramo. Essa in origine era bianca: sarebbe diventata nera solo a causa dei peccati compiuti dagli uomini.

70

Unità 2 ( L’islam

Maqam Ibrahim Si tratta di una roccia sulla quale, secondo la tradizione, il profeta Abramo pregò assieme al figlio. Per questo motivo la Maqam Ibrahim rappresenta il luogo ideale per la preghiera.

Tombe di Ismaele e Hagar Di fronte alla parete nord-ovest si staglia un muro di marmo bianco semicircolare all’interno del quale si trovano le tombe di Ismaele e sua madre Hagar, rispettivamente il figlio e una delle mogli di Abramo.


2 La nascita dell’islam La vita del Profeta La Mecca fu anche la città in cui, nel 570,, nacque un uomo destinato a cambiare profondamente la storia del mondo arabo: Maometto. La vita di Maometto seguì un corso ordinario fino al quarantesimo anno d’età: perduti entrambi i genitori in giovane età, Maometto crebbe sotto la tutela del nonno e dello zio paterni (entrambi mercanti) e con le cure affettuose della zia paterna e della sua schiava etiopica (alla quale sarebbe rimasto sempre molto legato). Con il nonno e lo zio, Maometto fin da giovane ebbe l’opportunità di viaggiare e di conoscere culture e religioni diverse da quelle tradizionali arabe. A venticinque anni sposò Khadigia,, una ricca vedova. Il matrimonio gli consentì di entrare a far parte delle famiglie di mercanti più importanti della città. L’amministrazione degli affari di sua moglie gli fece compiere numerosi viaggi, durante i quali conobbe mercanti e uomini d’affari di diversi Paesi e culture e approfondì la conoscenza del cristianesimo e dell’ebraismo.

COMPRENDO IL TESTO Spiega il rapporto di causaeffetto che collega il matrimonio di Maometto con la vedova Khadigia alla sua ascesa ai vertici della società della Mecca. ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..…

Lampada di una moschea.

Miniatura raffigurante Maometto mentre dialoga con un re. Il volto di Maometto appare coperto con un velo. È questa una caratteristica ricorrente nell’arte islamica che deriva da una consuetudine entrata in uso tra XIV e XV secolo.

Lezione 5 ( La nascita dell’islam

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LEZIONE LEZIONE

15

La crisi religiosa e la nascita dell’islam COMPRENDO IL TESTO Ebraismo, cristianesimo e islam sono dette «religioni del libro». Ricordi i tre libri sacri di queste grandi religioni monoteiste? Ebraismo: …………………………………..… Cristianesimo: …………………………..… Islam: …………………………………………...

Monoteismo Religione in cui si venera una sola divinità. Le tre grandi religioni monoteiste sono l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam.

Profeta È un uomo o una donna che parla in nome di Dio, testimoniando la sua volontà e, a volte, preannunciando il futuro svolgimento della storia.

COMPRENDO IL TESTO Sottolinea le parti del paragrafo in cui si spiegano i profondi legami religiosi tra islam, ebraismo e cristianesimo.

L’arcangelo Gabriele appare a Maometto. Miniatura del XIV secolo.

72

Unità 2 ( L’islam

Il contatto con le due grandi religioni monoteiste sollecitò in Maometto una profonda crisi religiosa, culminata con l’abbandono della vita mondana e il ritiro volontario sul monte Hira. Qui, secondo il racconto sacro, attorno al 610 egli ebbe delle visioni e udì delle voci: un angelo di nome Gabriele lo esortava a convertirsi alla fede in un solo dio, Allah, e a preannunciare un prossimo Giudizio, nel quale tutti gli esseri umani sarebbero stati giudicati sulla base della condotta che avevano tenuto in vita. Maometto doveva diventare il profeta di questa nuova religione chiamata islam, cioè «sottomissione totale alla volontà di Dio». Per questo motivo i fedeli di Allah si chiamano musulmani, dall’arabo muslim, «coloro che si sottomettono». Le rivelazioni ricevute da Maometto sul monte Hira furono messe per iscritto e costituirono capitoli, o sure, del Corano (da Qur’an, che significa «recitazione ad alta voce»), il libro sacro dell’islam. Nell’islam si ritrovavano molti elementi dell’ebraismo e del cristianesimo (lo stesso arcangelo Gabriele è un messaggero di Dio presente sia nella tradizione ebraica sia in quella cristiana): • la fede in un solo Dio; • la speranza nella vita dopo la morte; • l’attesa del giorno del Giudizio. Maometto era convinto che Abramo, il profeta degli ebrei, e Cristo, il messia dei cristiani, fossero stati due suoi precursori, vale a dire due figure che lo avevano preceduto, e che la nuova religione fosse un perfezionamento dell’ebraismo e del cristianesimo. L’islam, infatti, veniva per correggere gli errori commessi dagli ebrei e dai cristiani, che si erano spesso divisi tra loro, avevano litigato e si erano allontanati dalla parola di Dio.


La predicazione di Maometto La nuova religione sosteneva la necessità di creare una società nuova, basata sulla solidarietà e sulla compassione. A un popolo organizzato in tribù, spesso litigiose, Maometto diceva: • di credere in un solo Dio; • di diventare un popolo rinunciando agli interessi personali; • di aiutare gli ultimi, cedendo loro parte delle proprie ricchezze. Insomma, a una società araba tradizionale caratterizzata da odi e rivalità, Maometto parlava la lingua della giustizia e dell’uguaglianza. Era un messaggio semplice e potente, che conquistò il cuore di tanti Arabi, soprattutto dei più poveri. Al tempo stesso, la predicazione di Maometto suscitò l’ostilità dei sacerdoti e dei ricchi mercanti della Mecca. Questa ostilità era dovuta al fatto che la nuova reli religione recava un messaggio di uguaglianza e propo proponeva a un popolo diviso in tribù di unirsi nella fede in un solo Dio, di rinunciare agli egoismi e agli interessi personali e di aiutare i poveri. In molti inoltre temettero che la fine del politeismo e la distruzione dei vari idoli avrebbe posto fine ai pellegrinaggi alla Mecca, che erano fonte di grossi guadagni. L’opposizione dei potenti fu così forte da costringere Maometto addirittura alla fuga, l’egira (dall’arabo hijra, che significa «migrazione»). Maometto si rifugiò nella città di Yatrib, che da allora venne chiamata Medina, cioè «città del profeta»: era l’anno 622, il primo dell’era musulmana. È infatti dal 622 che il mondo islamico inizia a contare gli anni della sua storia, così come fanno i cristiani con la nascita di Gesù.

Maometto (a destra) e Abu Bakr, suo suocero, in viaggio verso Medina.

Politeismo Forma di religione in cui non si venera una sola divinità, come nel monoteismo, ma più divinità, che spesso assumono caratteri antropomorfi, vale a dire che hanno sembianze umane.

Una copia del Corano, il testo sacro dell’islam.

Lezione 5 ( La nascita dell’islam

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LEZIONE LEZIONE

15

DENTRO LA STORIA La moschea Per i musulmani si può pregare anche per strada o in casa, a condizione che il fedele rivolga la sua preghiera verso la città santa della Mecca. Ciononostante, anche per i musulmani esiste un luogo specifico di preghiera: la moschea (da masgid, «luogo dove ci si prosterna», cioè ci si distende con il viso rivolto verso terra). Tutte le moschee s’ispirano all’abitazione di Maometto a Medina. Si trattava di un edificio modesto, con un cortile rettangolare, in cui il Profeta si riuniva con i seguaci per discutere di religione, ma anche di politica. Una parte del cortile era occupata da un portico, con un tetto di argilla e foglie di palma. Questo schema molto semplice è stato replicato, sia pure in modo molto più complesso e sofisticato, in migliaia di moschee: un grande cortile all’aperto, con la fontana d’acqua per le abluzioni rituali (lavaggio a scopo di purificazione), e un edificio chiuso per la preghiera. Le moschee più grandi e importanti non servono solo per la preghiera dei fedeli, ma anche per lo studio del Corano.

Interno della moschea blu di Istanbul.

Ad alcune moschee, infatti, è associata una scuola coranica, la madrasa («luogo dove si studia»). Un luogo senza immagini sacre Delle meravigliose moschee musulmane colpiscono la raffinatezza dei motivi ornamentali geometrici e l’assenza totale di immagini sacre (quadri, statue, affreschi, mosaici). L’islam, infatti, proibisce di raffigurare la divinità. I legni intarsiati, le maioliche colorate, gli stucchi traforati rendono questi spazi sacri delle vere e proprie opere d’arte.

La moschea imperiale a Lahore, in Pakistan.

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Unità 2 ( L’islam


Il trionfo di Maometto A Medina, Maometto conquistò una posizione importante e venne raggiunto dai suoi seguaci. Ormai era considerato non più solo un capo religioso, ma anche politico e militare, capace di porre fine alle discordie che dilaniavano la città. Nel 624 Maometto tornò a occuparsi della Mecca e dei suoi mercanti, suoi acerrimi nemici: dopo una serie di razzie, gli uomini di Maometto sconfissero nella battaglia di Badr le truppe meccane. In tutto il mondo arabo, la vittoria di Maometto fu interpretata come conferma del fatto che il Profeta era protetto da Dio. In soli due anni Maometto:

• sconfisse la resistenza meccana; • convertì alla nuova fede musulmana la capitale spirituale del mondo arabo;

• unì le tribù di beduini sotto il proprio comando politico e religioso; • allargò i confini del proprio dominio non solo fino alle regioni centrali della Penisola arabica, ma anche allo Yemen e ai confini dell’Impero bizantino. Quando la morte lo colse, nel 632, Maometto aveva ormai compiuto una vera e propria impresa: riunire sotto un solo dio e una sola legge beduini nomadi e mercanti sedentari che per secoli avevano vissuto separati, guardandosi con sospetto e diffidenza. Per il mondo arabo si apriva una nuova storia.

Miniatura raffigurante la battaglia di Badr.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. In epoca antica la Penisola arabica era sostanzialmente disabitata.

V

F

b. Quasi tutta la Penisola arabica era abitata da popolazioni sedentarie.

V

F

c. La Mecca era il più importante centro religioso del mondo arabo.

V

F

d. Maometto era il figlio di un’importante famiglia di mercanti arabi.

V

F

e. Maometto nacque a Medina.

V

F

f. Maometto cominciò a predicare attorno ai quarant’anni.

V

F

g. Sacerdoti e mercanti della Mecca si opposero a Maometto.

V

F

h. Per sfuggire ai suoi nemici, nel 622 Maometto dovette rifugiarsi a Medina.

V

F

i. Per i suoi compagni Maometto fu solo un leader religioso.

V

F

l. Alla morte di Maometto, la nuova religione si era espansa in tutta la Penisola arabica.

V

F

Uso il linguaggio specifico 2. Collega con una freccia ciascun termine alla sua spiegazione. 1. Beduini

a. Coloro che si sottomettono.

2. Corano

b. Abitanti della steppa.

3. Musulmani

c. Città del profeta.

4. Islam

d. Sottomissione totale alla volontà di Dio.

5. Medina

e. Recitazione ad alta voce. Lezione 5 ( La nascita dell’islam

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

I cinque pilastri dell’islam Ogni musulmano praticante deve seguire cinque precetti (cioè obblighi) fondamentali, che sono chiamati «pilastri dell’islam»: la loro importanza, infatti, è tale che si può dire che essi costituiscono la base, le fondamenta, del culto islamico. I cinque pilastri sono sanciti dalla legge religiosa, detta Sharı̄’a.

1

PILASTRO 1 – LA PROFESSIONE DI FEDE

Per il Corano «non esiste divinità al di fuori di Allah e Maometto è il suo profeta». La testimonianza della fede viene chiamata Shahada; il musulmano deve pronunciare questa formula ogni giorno. Il disegno calligrafico di uesta figura riprende il testo della professione di fede musulmana.

2

PILASTRO 2 – LA PREGHIERA

Ogni musulmano deve recitare la preghiera cinque volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno, a metà pomeriggio, al tramonto e di notte. Ogni preghiera dura pochi minuti e collega direttamente il fedele e Dio. Solo la preghiera del mezzogiorno del venerdì è comune e si recita in una moschea sotto la guida di un imam. Negli altri casi è possibile la preghiera ovunque, inginocchiandosi e rivolgendosi verso la Mecca.

Padre e figlio leggono assieme il Corano.

3

PILASTRO 3 – L’ELEMOSINA

I musulmani devono soccorrere i più bisognosi, purificandosi in tal modo dall’attaccamento ai beni terreni. Fare zakat («purificazione», «crescita») vuol dire dare una percentuale di alcune proprietà a chi ne ha bisogno. La zakat si calcola individualmente e prevede il pagamento annuale del 2,5% del capitale

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Unità 2 ( L’islam

in più rispetto a quanto necessario per far fronte ai bisogni primari. È possibile donare anche una cifra maggiore come carità volontaria, nella speranza di una ricompensa divina. Persona intenta a fare elemosina.


4

PILASTRO 4 – IL RAMADAN

Per i musulmani Ramadan è il nuovo mese dell’anno e coincide con il mese in cui Maometto ebbe la visione dell’arcangelo Gabriele. Durante questo mese è vietato bere, mangiare, fumare e avere rapporti sessuali durante tutto il giorno, fino al tramonto. Dal Ramadan sono esclusi i malati e le donne durante il ciclo mestruale (che però dovranno recuperare il prima possibile). Alcuni fedeli celebrano il Ramadan in India.

5

PILASTRO 5 – IL PELLEGRINAGGIO A LA MECCA

Ogni musulmano che sia in grado di sostenerlo, sia economicamente sia fisicamente, deve almeno una volta nella vita compiere il pellegrinaggio a La Mecca (Hajj), il luogo sacro dell’islam. Sono previsti anche due pellegrinaggi «minori» e facoltativi: la visita della Mecca nei

mesi diversi da quello del pellegrinaggio «maggiore» canonico e la ziyāra, cioè la visita alla Moschea del Profeta a Medina. Folla in pellegrinaggio alla Mecca.

Unità 2 ( L’islam

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LEZIONE

6

L’espansione dell’islam

1 Le tappe dell’espansione islamica Il problema della successione di Maometto

COMPRENDO IL TESTO Quali erano, in origine, le caratteristiche del califfo? a Era scelto nell’ambito della famiglia del profeta e aveva responsabilità politiche e militari. b Era scelto nella cerchia familiare del profeta e svolgeva funzioni esclusivamente religiose. c Era una guida spirituale e politica scelta tra le personalità più eminenti della comunità islamica.

Califfo Nato come carica religiosa, già a partire da Omar, il califfo divenne anche la guida politica dell’islam.

Alla morte di Maometto, nel 632, si posero subito due problemi: chi sarebbe stato il suo successore e come sarebbe stato scelto. Il profeta infatti non aveva lasciato indicazioni precise a tal proposito. I capotribù che lo avevano seguito e che avevano cominciato a professare la nuova religione decisero di affidare la guida dell’islam a una delle persone più vicine a Maometto, Abu Bakr, che, oltre a essere suo suocero, era anche suo amico e consigliere dai tempi dell’egira. Abu Bakr divenne così il primo califfo, carica che, per il momento, aveva solo una funzione spirituale. Abu Bakr morì molto presto, nel 634, e a succedergli fu il secondo califfo Omar. Omar non era direttamente imparentato con Maometto ma faceva parte dei suoi compagni più stretti, di coloro cioè che lo avevano seguito dai tempi della sua fuga a Medina.

La prima espansione araba Nei dieci anni successivi alla morte di Maometto, durante il califfato di Omar, gli Arabi iniziarono la loro rapidissima espansione al di fuori dei confini della penisola. Fra il 634 e il 644 sottomisero l’Impero persiano a nord-est e le città della Siria e della Palestina a nord (Damasco nel 635, GerusalemGerusalem me nel 638). Nel 642 conquistarono Alessandria,, antica culla dell’ellenismo. Lungo la costa mediterranea dell’Africa e nel cuore dell’Anatolia, gli Arabi incontrarono maggiori resistenze: i Berberi (nomadi del Sahara) mostrarono grandi capacità militari, mentre l’Impero bizantino, almeno all’inizio, si rivelò più resistente di quello persiano. Questa prima, rapidissima espansione per il momento si fermò qui: i beduini si limitarono a insediarsi in accampamenti (alcuni dei quali destinati a trasformarsi in città) e a sfruttare le risorse locali, compresi gli amministratori e i funzionari del posto. Ma ben presto, come vedremo, la corsa espansionista riprese. Miniatura che ritrae Maometto e i primi tre califfi bu Ba r, Omar I e Othman.

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Unità 2 ( L’islam


Il califfato di Othman e le prime divisioni Nel 644 fu nominato il terzo califfo, Othman. Durante il suo califfato si manifestarono i primi contrasti all’interno della comunità dei musulmani, in quanto il gruppo più vicino al profeta, guidato da Alì, genero di Maometto, si oppose a Othman. Alì infatti sosteneva che il califfo dovesse essere scelto solo nella cerchia dei familiari del profeta. Othman e i suoi seguaci, in maggioranza, ritenevano invece che fosse necessario seguire la sunna (in arabo «tradizione») e che il califfo dovesse essere eletto tra i più meritevoli all’interno delle tribù. Il conflitto tra Alì e Othman distrusse l’unità della comunità islamica. Scoppiarono violente lotte interne, nelle quali si fronteggiarono gli sciiti (sostenitori di Alì) e i sunniti (sostenitori di Othman).

DENTRO LA STORIA Sciiti e sunniti

COMPRENDO IL TESTO Sottolinea le parti del paragrafo in cui si spiegano i motivi del contrasto tra Alì e Othman.

Fu a quel punto che Alì, il genero di Maometto, sostenne che doveva essere lui, in quanto parente del profeta, a raccoglierne l’eredità.

Il problema della successione di Maometto

Una divisione che dura tuttora

In seguito alla morte di Maometto si pose subito il problema della sua successione. Il profeta infatti non aveva lasciato indicazioni precise su chi dovesse prendere il suo posto, diventando la guida non solo religiosa ma anche politica di quanti lo avevano seguito fino a quel momento. Nel 632 tuttavia ad assumere la sua eredità fu Abu Bakr, che oltre a essere il suo migliore amico ed essere stato una delle prime persone a convertirsi all’islam, era anche suo suocero. Attorno al 620 infatti Maometto aveva sposato sua figlia Aisha, che ben presto era diventata la sua moglie prediletta. Per tutti questi motivi, nessuno ebbe nulla da obiettare al fatto che Abu Bakr diventasse la guida religiosa della nuova religione. Alla sua morte, l’eredità del profeta fu presa da Omar, uno dei suoi compagni più fedeli e appartenente, proprio come Abu Bakr, al gruppo di amici e consiglieri più fidati del profeta. Anche in questo caso, nessuno ebbe nulla da eccepire. Le cose si complicarono nel 644 quando, in seguito alla morte di Omar, venne nominato califfo Othman, un ricco mercante della Mecca non direttamente legato a Maometto.

Lo scontro tra i sostenitori di Alì e quelli di Othman, che nel 656 venne assassinato dai rivali, è alla base della divisione tra sunniti e sciiti, divisione che tuttora caratterizza il mondo islamico. I sunniti derivano il loro nome dal fatto che fondano la loro pratica religiosa sulla sunna (termine che in arabo significa «consuetudine, tradizione»). Questo significa che i sunniti nelle scelte di vita religiosa e non solo si rifanno agli atti del profeta e ai sui suoi insegnamenti. Gli sciiti invece, (il cui nome deriva dall’arabo shiiaat Ali, che significa «i seguaci di Alì») danno grande importanza agli ayatollah, membri del clero che sono considerati rappresentanti di Dio e unici interpreti della sua parola e del suo volere. Oggi la maggior parte dei musulmani (quasi il 90%) è di fede sunnita. Gli sciiti sono però la maggioranza in Iran.

L’ayatollah Khomeini, l’imam sciita che nel 1973, in Iran, instaurò la Repubblica islamica dell’Iran.

Lezione 6 ( L’espansione dell’islam

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LEZIONE

6

Gli Omayyadi e la nuova espansione LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea un nome di luogo di origine araba.

Fu sotto la dinastia Omayyade, che prese il via nel 661, che i musulmani ripresero la loro rapida espansione: • a Occidente essi prima assoggettarono l’intera Africa settentrionale, conquistando i territori oggi compresi tra Tunisia, Algeria e Marocco. All’inizio dell’VIII secolo, l’intera regione era oramai in mano ai musulmani. A quel punto cominciarono le prime incursioni verso la Penisola iberica: dallo stretto di Gibilterra (dal nome del cavaliere islamico che la conquistò, Giabal Tariq) gli arabi penetrarono in Spagna, occupando il Regno dei Visigoti; • a Oriente, dopo aver sottomesso l’Impero persiano, gli arabi proseguirono ulteriormente la loro avanzata, penetrando in Asia centrale e puntando verso la Penisola indiana. In questo modo, all’inizio dell’VIII secolo, le popolazioni arabe si insediarono nel bacino dell’Indo, sottomettendo tutte le più importanti città carovaniere e controllando, di fatto, le importanti vie commerciali che univano l’Asia all’Europa. Solo l’Impero bizantino riuscì, seppure a fatica, a resistere ai ripetuti assedi arabi. Nel corso dell’VIII secolo, anzi, Costantinopoli riuscì a recuperare il controllo di parte dei territori che, nei decenni precedenti, erano caduti in mano araba. Nel 740 l’imperatore Leone III, nei pressi di Amorion, in Antiochia, sconfisse l’esercito arabo, arrestando di fatto la loro espansione verso il cuore dell’Impero.

LAVORO SULLA CARTA La grande espansione araba In poco meno di un secolo gli Arabi si espandono su un territorio enorme, spingendosi a Occidente fino nella Penisola iberica e a Oriente fino al fiume Indo. Rispondi alle domande. 1. Nella loro espansione verso Occidente gli Arabi, attorno al 656, avevano raggiunto l’attuale: a Penisola iberica. b Nigeria. c Tunisia.

2. Dalla Penisola iberica, nel corso dell’VIII secolo, scorribande arabe si spinsero fino: a alla Francia. b all’Inghilterra. c alla Germania.

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Unità 2 ( L’islam


2 L’Impero arabo

COMPRENDO IL TESTO

Le ragioni del successo dell’espansionismo arabo Prima di Maometto gli Arabi erano in gran parte popolazioni nomadi divise in piccole tribù. Maometto li fece diventare un popolo unito, trasformandoli in una temibile macchina da guerra, che in poco più di un secolo diede vita a un grande impero. Come fu possibile? Il loro successo dipese da tre fattori: • in primo luogo essi furono favoriti dalla debolezza dell’Impero bizantino e di quello persiano e dal malcontento che le popolazioni nutrivano nei confronti dei propri governanti. Una volta sottomesso un territorio, gli Arabi esigevano meno tasse ed esentavano dal pagamento chi si convertiva all’islam; nei confronti di cristiani ed ebrei, inoltre, furono spesso tolleranti, concedendo loro di continuare a praticare la propria fede. Tutto ciò procurò loro il favore delle popolazioni assoggettate; • nella loro azione di conquista i guerrieri arabi erano inoltre spinti da una forte motivazione religiosa: secondo la religione islamica, infatti, la diffusione della fede in Allah e la morte sul campo di battaglia assicuravano l’ingresso in paradiso; • infine gli Arabi erano anche spinti da motivazioni economiche: l’Arabia era una terra in gran parte desertica mentre le regioni mediterranee e la Mesopotamia avevano condizioni ambientali molto migliori.

Collega le tre motivazioni del successo arabo-musulmano all’ambito corretto, associando i numeri alle lettere corrispondenti. Ambito

1 Politico

....

2 Religioso

....

3 Economico

....

Fattore di successo

a Ricerca di terre più fertili del deserto arabo. b Debolezza militare dei grandi imperi confinanti (Persiani e Bizantini). c Conquista del paradiso grazie al sacrificio in battaglia.

L’Impero arabo si divide in tanti regni Nel 750 la dinastia Omayyade, che aveva diretto l’espansione araba e aveva dato vita a un grande impero con capitale Damasco, venne abbattuta da una rivolta e sostituita con la dinastia Abbaside. Questa nuova dinastia, che sarebbe rimasta al potere fino al 1258, era più vicina alla cerchia familiare di Maometto e più allineata alla tradizione religiosa. L’antica Mesopotamia, regione d’origine degli Abbasidi (l’attuale Iraq), divenne il nuovo centro politico e geografico dell’islam. Fu costruita una nuova capitale, Baghdad, sulle rive del fiume Tigri. Sotto gli Abbasidi, l’unità dell’impero si sgretolò: le Scena di battaglia tratta conquiste arabe erano giunte fino ai confini dell’India da un manoscritto persiano e fino all’altopiano del Pamir ed era sempre più difficile dell’XI secolo. governare un territorio così vasto. Le più potenti famiglie arabe conquistarono sempre maggiore autonomia da Baghdad e a partire dall’800 l’impero si divise in tanti regni indipendenti. Ciascuno era guidato da un emiro, cioè da un comandante militare. In origine, l’emiro era al servizio del califfo, ma poi acquisì piena autonomia nelle sue scelte politiche.

COMPRENDO IL TESTO Quale fu il nuovo centro politico del mondo islamico con l’ascesa della dinastia Abbaside? a Siria. b Egitto. c Mesopotamia.

Lezione 6 ( L’espansione dell’islam

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LEZIONE

6

LAVORO SULLA FONTE Baghdad: una nuova capitale per un nuovo impero Questa descrizione di Baghdad è opera di uno scrittore arabo dell’XI secolo: l’immagine che egli ci restituisce è quella di una città straordinaria. La città di Baghdad formava due vasti semicerchi sulle rive destra e sinistra del Tigri, per un diametro di 12 miglia. I numerosi sobborghi, coperti di parchi, giardini, ville e bei viali, e inoltre abbondantemente forniti di ricche botteghe, moschee elegantemente costruite, bagni, si estendono per una considerevole distanza su entrambi i lati del fiume. Nei suoi giorni di prosperità la popolazione della città superava i due milioni di abitanti. Il palazzo del califfo si trovava nel mezzo di un ampio parco […] e comprendeva inoltre un serraglio1, una voliera e un’area recintata per gli animali selvatici, riservata alla caccia. Il palazzo era inoltre circondato da giardini e abbellito, con gusto squisito, con piante, fiori, alberi, cisterne d’acqua, fontane con figure scolpite […]. Moschea di Musa al-kazim, Strade immense, larghe non meno di 40 cubiti2, attraversavano la città da un capo all’altro, Baghdad. dividendola in blocchi o quartieri, ognuno posto sotto il controllo di un sovrintendente o supervisore, che si occupava della pulizia, dell’igiene e del comfort3 degli abitanti. Le uscite dell’acqua a nord e a sud erano come i cancelli della città, sorvegliati notte e giorno da sentinelle stazionate sulle torri di guardia ai due lati del fiume. Ogni casa aveva un’abbondante fornitura d’acqua in tutte le stagioni grazie ai numerosi acquedotti che attraversavano la città; strade, giardini e parchi erano regolarmente puliti e innaffiati […]. Baghdad è davvero una città di palazzi […]. Le sue moschee sono al tempo stesso immense e splendide. Inoltre, a Baghdad vi erano scuole, ospedali, ambulatori per entrambi i sessi e manicomi. 1. serraglio: insieme di animali esotici, per lo più feroci, tenuti in gabbia per esposizione. 2. cubiti: misura di lunghezza corrispondente circa a 50 centimetri. 3. comfort: benessere.

Rispondi alle domande. 1. Quanti abitanti aveva Baghdad?

.............................................................................................................................................................................................................................

2. Quale funzionario gestiva i quartieri della città? ........................................................................................................................................................................................ 3. Quale opera infrastrutturale garantiva l’approvvigionamento d’acqua in ogni casa?

...................................................................................................

Gli Arabi esportarono una grande cultura tecnico-scientifica In tutti i territori sottomessi gli Arabi portarono scoperte e conoscenze tecnico-scientifiche che favorirono il progresso, nelle regioni dominate, non solo di diverse attività economiche, ma anche culturale: in particolare essi introdussero ovunque nuove tecniche di coltivazione e d’irrigazione, che permisero di sviluppare enormemente l’agricoltura; allo stesso tempo, diffusero nuovi prodotti come le arance, i limoni, il riso, il cotone, lo zafferano. Le migliorie apportate dagli Arabi nei territori conquistati, però, non riguardarono solo il campo agricolo. Esperti negli studi di medicina, matematica e astronomia, essi diffusero questi saperi tra le popolazioni sottomesse, a cui Miniatura presente in un trattato arabo di medicina. Il disegno rappresenta l’anatomia dell’occhio.

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Unità 2 ( L’islam


insegnarono l’uso delle cifre nei calcoli. Fu così che questo nuovo sapere ben presto si espanse in tutta Europa, anche nelle regioni non toccate dalle conquiste arabe, grazie ai viaggi dei mercanti che avevano appreso questa nuova tecnica dai colleghi musulmani. Allo stesso tempo, gli Arabi portarono nei territori sottomessi le tecniche di fabbricazione della carta, che essi avevano appreso dai Cinesi. Ovunque, infine, realizzarono splendide città dalle ricche architetture.

Astrolabio arabo dell’XI secolo.

Gli Arabi conservarono il grande patrimonio filosofico greco Oltre all’introduzione di molte novità tecnico-scientifiche, gli Arabi svolsero una fondamentale opera di traduzione dal greco all’arabo delle opere classiche. In questo modo, gli studiosi arabi resero possibile la conservazione e la conoscenza del pensiero antico e, soprattutto, della grande tradizione scientifica e filosofica greca. Opere come quelle del matematico Euclide, del medico Galeno o del filosofo Aristotele sono giunte fino a noi grazie al lavoro dei traduttori arabi.

LAVORO SULLA LINGUA Ricerca sul dizionario quali di queste parole sono di origine araba: fattoria, algebra, ulivo, mercato, ammiraglio. .........................................................................

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati. Spagna – Omayyadi – espansione – Siria – Abbasidi – Palestina Alla morte di Maometto gli Arabi iniziano un processo di ...................................................................... in due fasi Prima fase: con i primi califfi gli Arabi conquistano l’Impero persiano, la ................................................................., la ................................................................... e l’Egitto

Seconda fase: gli Arabi conquistano l’Africa settentrionale, la ...................................................................... e avanzano verso la Penisola indiana

Dopo gli scontri fra sciiti e sunniti, si afferma la dinastia degli ...................................................................

Si afferma la dinastia degli ..................................................... Con loro, però, l’impero si frantuma e si formano regni indipendenti

2. Scegli le risposte esatte. a. Cosa significa l’espressione «temibile macchina da guerra»? a Che l’esercito islamico era pressoché imbattibile. b Che Maometto aveva inventato un’arma micidiale che solo gli Arabi possedevano. c Che gli Arabi erano distruttivi come un odierno missile atomico.

b. In quale senso è usata quindi tale espressione? a Letterale. b Figurato.

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Pa AT ss LA at NT o E & ST Pr OR es IA en te

L’acqua: l’«oro azzurro» PASSATO: II MILLENNIO A.C. – VIII SECOLO

Fin dal II millennio a.C., in Mesopotamia gli antichi Sumeri avevano messo a punto un ingegnoso sistema per raccogliere acqua da fonti sotterranee. La loro esperienza fu sviluppata poi dai Persiani. Ma furono soprattutto gli Arabi, dall’VIII secolo in poi, a perfezionare lo straordinario sistema di pozzi e canali chiamato qanaˉt. Dove sorgeva una falda sotterranea d’acqua naturale venivano scavati numerosi pozzi verticali. Le perforazioni realizzate in superficie servivano a raccogliere l’acqua e a favorirne l’aerazione. I pozzi a loro volta venivano uniti da un canale sotterraneo. Sfruttando la pendenza naturale dei terreni, il qanaˉt convogliava l’acqua della falda verso una città, un’oasi o un terreno da irrigare. Molti qanaˉt funzionano ancora oggi: sono lunghi anche centinaia di chilometri e integrano le più moderne tecnologie di approvvigionamento dell’acqua.

1

I qanāt in Iran In Iran sono ancora in funzione moltissimi qanāt (se ne contano oltre 20 000) che forniscono circa i tre quarti di tutta l’acqua utilizzata nello Stato persiano. I qanāt hanno lunghezze variabili, in media 15 km, ma ce ne sono alcuni che raggiungono i 30 km.

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Unità 2 ( L’islam

2

I qanāt di Palermo La dominazione araba nel capoluogo siciliano (dal IX all’XI secolo) ha lasciato numerose testimonianze di una civiltà fiorente e sviluppata. A Palermo sono ancora presenti numerosi qanāt (tre dei quali visitabili), che avevano anche la fondamentale funzione di fornire aria fresca nelle torride estati siciliane.


PRESENTE: XXI SECOLO

L’accesso all’acqua è ancora oggi una condizione indispensabile di sviluppo sociale ed economico per l’intero mondo arabo, essendo essa una risorsa scarsa, soprattutto nel Medio Oriente. Si prevede che l’accesso all’acqua, talmente preziosa da essere ormai definita «oro azzurro», sarà sempre più difficoltoso e potrebbe scatenare conflitti e tensioni. Per questo motivo alcune fra le più ricche e sviluppate nazioni arabe (per esempio l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti) realizzano impianti sempre più grandi ed efficienti per ricavare acqua dolce dalle acque salate del mare.

3

Gli impianti di dissalazione in Arabia Saudita L’Arabia Saudita è oggi uno degli Stati più impegnati nello sviluppo delle tecnologie della dissalazione, settore nel quale investe miliardi di dollari. È il maggiore produttore di acqua dissalata e la sua produzione di acqua dolce aumenta ogni anno in misura considerevole.

4

Gli impianti di dissalazione di Dubai Il più grande impianto di dissalazione si trova negli Emirati Arabi Uniti, nella ricchissima Dubai, una città piena di giardini e piante pur essendo circondata dal deserto. Qui si trova il più grande impianto del mondo, in grado di produrre più di 600 000 metri cubi di acqua dolce al giorno.

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P CI AR TT OL AD E IN DE AN LLA ZA

Laicità Laico vuol dire «non religioso». Vivere in modo laico, quindi, significa comportarsi in base a princìpi e valori indipendenti da qualsiasi religione. Ciò non significa, ovviamente, agire sempre e comunque «contro» la religione. Anzi, capita che valori laici e valori religiosi coincidano (per esempio, non rubare è un valore sia religioso sia laico). In sintesi, vivere in modo laico significa non accettare che l’autorità religiosa decida che cosa sia giusto e che cosa sia sbagliato per la propria vita.

QUANDO RELIGIONE E POLITICA COINCIDONO: LA TEOCRAZIA

Che cos’è la teocrazia? Teocrazia è una parola di origine greca (theós, «dio» e kràtos, «potere») che significa «potere di Dio» o, in senso più generale, «potere della religione». In passato, il confine tra religione e politica non sempre è stato molto netto e preciso e i due poteri, religioso e politico, si sono spesso sovrapposti e confusi.

Papa Innocenzo III. Durante il suo pontificato (1138-1216) egli riuscì a creare una vera teocrazia.

La chiesa medievale Per esempio, nel corso del Medioevo, alcuni papi cercarono di creare, e in alcuni casi ci riuscirono, una teocrazia, esercitando non solo un potere «spirituale», cioè religioso, ma anche politico, vale a dire relativo alla vita quotidiana delle persone.

L’islam Un caso molto importante di teocrazia è quello sorto nella Penisola arabica tra VII e IX secolo, dopo la predicazione del profeta Maometto e la nascita dell’islam. Maometto, infatti, fu il capostipite di un impero immenso, che arrivò a estendersi dalla Penisola iberica fino all’India, che si reggeva sui principi religiosi contenuti nel libro sacro dell’islam: il Corano.

Il Corano Per i musulmani, infatti, le pagine del Corano contengono tutte le regole a cui ispirarsi (e a cui sottomettersi) per vivere in modo retto e giusto. Il Corano, dunque, coincide con la Legge; non si limita a indicare ai fedeli come pregare Dio, ma anche come vivere la vita terrena.

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Unità 2 ( L’islam

LO STATO LAICO

Religione e politica devono rimanere separate Tra XIX e XX secolo, si è affermata quasi ovunque in Europa una forma di Stato basata sulla netta separazione tra sfera politica e sfera religiosa. Le costituzioni di tutti gli Stati democratici occidentali si basano proprio su questo principio: le convinzioni religiose di alcuni cittadini (anche quando sono la maggioranza assoluta) non possono e non devono mai essere confuse con le leggi e le regole dello Stato, che rendono possibile la convivenza tra tanti individui diversi. Anche per questi motivi, nella maggior parte degli Stati occidentali, a differenza di quanto avveniva in passato, nessuna confessione religiosa è considerata religione ufficiale, cioè meritevole di un trattamento preferenziale rispetto ad altre.


Napoleone concede la libertà di culto.

L’autonomia dello Stato dalla religione Nessuna religione, inoltre, deve condizionare le scelte politiche, le istituzioni e le regole della società. Per questo motivo parliamo di Stato laico (un termine che deriva dal latino laicus e che significa «che non appartiene al clero»).

Esistono Stati laici anche nel mondo islamico Il concetto della laicità dello Stato non appartiene solo alla cultura europea e occidentale. Importanti Stati del mondo arabo, come per esempio la Tunisia e l’Algeria, nei quali la grande maggioranza della popolazione professa la religione musulmana, sono Stati laici, dove si afferma il principio della libertà religiosa e non esiste una religione «di Stato».

La libertà di culto: l’art. 19 della Costituzione italiana Gli Stati democratici garantiscono ai loro cittadini l’assoluta libertà di culto. L’art. 19 della Costituzione italiana, per esempio, recita: «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume».

CAMPO SEMANTICO I termini elencati qui sotto costituiscono una parte del campo semantico legato all’argomento di questo approfondimento. A coppie o piccoli gruppi leggete queste parole, ricercate nel dizionario quelle che non conoscete e arricchite l’elenco con altri termini che vi vengono in mente. potere ne laicismo religio secolare laico teocrazia potere e politica l a r o p tem diritto ateo credente tolleranza clero Costituzione Stato Bibbia Corano

RIFLETTIAMO INSIEME Utilizzate le seguenti domande per condurre una discussione in classe e confrontare le vostre idee. 1. Tutti gli Stati arabi a maggioranza religiosa musulmana sono teocrazie? 2. Quali diritti religiosi vengono affermati e garantiti nella Costituzione italiana?

Unità 2 ( L’islam

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SI M NTE AP S PA I E

DIDATTICA INCLUSIVA

Lezione 5

La nascita dell’islam

BES

L’Arabia è una penisola in gran parte desertica che si estende nel Vicino Oriente. Nel 6° secolo la maggior parte della popolazione di questa regione, escluse alcune comunità sedentarie che vivevano nelle oasi o nella parte meridionale della penisola, era costituita da tribù nomadi di beduini. Le popolazioni arabe erano politicamente divise; praticavano il politeismo e avevano un punto di riferimento spirituale nella città della Mecca, capitale religiosa e importante centro commerciale. Alla Mecca, nel 570, nacque Maometto. Dopo il matrimonio con una ricca vedova, Maometto attraversò una profonda crisi religiosa, dalla quale uscì fondando una nuova religione monoteista, l’islam, che grazie al suo messaggio universale e solidale conquistò subito molti fedeli, detti musulmani. Le potenti famiglie della Mecca non accettarono la predicazione di Maometto, che metteva in discussione i loro privilegi, e lo costrinsero a fuggire a Medina, dove egli divenne capo religioso e militare. Tornato alla Mecca, Maometto sconfisse i suoi nemici e riunì sotto un unico dio e una sola legge (contenuta nel libro sacro del Corano) i beduini nomadi e i mercanti sedentari. Lezione 6

L’espansione dell’islam

Dopo la morte di Maometto, i suoi successori, i califfi, conquistarono ampi territori nel Vicino Oriente e in Africa settentrionale. Profondi contrasti divisero la comunità islamica (soprattutto in merito alla successione del profeta). Dopo una sanguinosa guerra civile, prese il potere la famiglia degli Omayyadi. Sotto la loro guida i musulmani conquistarono vasti territori, a Occidente fino alla Spagna e a Oriente fino all’India. Nel 750 la dinastia degli Abbasidi scalzò quella degli Omayyadi e spostò il centro del mondo musulmano in Mesopotamia (attuale Iraq), dove costruì la nuova capitale Baghdad (al posto della vecchia capitale Damasco, in Siria).

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Unità 2 ( L’islam


A A

DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Beduini – Espansione – Tribù – Arabica – Mercanti – Dio

Nella Penisola

prima del 7° secolo nomadi Le popolazioni vivevano in nomadi e autonome ma Nel 7° secolo Maometto fonda una religione

Riunisce sotto un solo

sedentari

e una sola legge

che

L’ISLAM

e che

Estende i confini del suo dominio dopo La morte di Maometto (632)

L’impero si frantuma e nascono regni indipendenti

in seguito

I califfi continuarono l’ verso Oriente e Occidente

Unità 2 ( L’islam

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VE RI FI CA

1. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. I beduini vivevano raggruppati in tribù di modeste dimensioni.

V

F

b. Tutte le tribù facevano riferimento a un unico re che aveva il potere di fare le leggi.

V

F

c. Dal punto di vista religioso i beduini erano monoteisti.

V

F

d. La tribù era responsabile del comportamento di ciascun individuo.

V

F

e. La città sacra per tutti i beduini era La Mecca.

V

F

f. Alla Mecca erano vietate le attività commerciali.

V

F

2. Completa la scheda raccogliendo le informazioni nel testo. GLI OMAYYADI Anno in cui presero il potere

• ......………………………………………………………………………………………………………………………………………......…

Ruolo del califfo

• ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… • In Occidente:

Territori conquistati

…………………………………………………………………………………………………………………………

...………………………………………………………………………………..................……………………………………………………

• In Oriente:

………………………………………………………………………………………………………………………………

...………………………………………………………………………………..................……………………………………………………

Anno in cui persero il potere

• ......………………………………………………………………………………………………………………………………………......…

3. Collega i termini al loro corretto significato. 1. 2. 3. 4. 5.

Califfo Sunna Musulmani Corano Egira

a. Coloro che si sottomettono b. Migrazione c. Recitazione ad alta voce d. Successore e. Tradizione

4. La lingua italiana ha molte parole di origine araba. Te ne indichiamo alcune: scopri il loro significato e prova a capire a quale aspetto della cultura o della civiltà araba si riferiscono. a. b. c. d. e. f. g. h. i. l.

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Unità 2 ( L’islam

Algebra Albicocche Alambicco Zucchero Scirocco Cifra Alchimia Carovana Zenit Elisir

1. Gli Arabi trasportavano merci attraverso il deserto. 2. Gli Arabi avevano sviluppato enormemente gli studi matematici e chimici. 3. Gli Arabi introdussero molti nuovi prodotti in Europa. 4. Gli Arabi erano abili geografi ed astronomi.


5. Osserva la carta che mostra l’espansione araba e rispondi alle domande.

a. Quali Stati sono oggi presenti nella Penisola arabica?

............................................................................................................................

...............................................................................................................................................................................................................................................................

b. In quali aree dell’Europa si diffuse l’islam?

......................................................................................................................................................

c. In quali zone dell’Africa si diffuse l’islam?

........................................................................................................................................................

d. Quali Stati sono presenti oggi in quei territori?

.............................................................................................................................................

...............................................................................................................................................................................................................................................................

6. Inserisci sulla linea del tempo nel corretto ordine cronologico i seguenti avvenimenti riguardanti la storia di Maometto e del mondo arabo, indicando l’anno esatto in cui ebbero luogo.

500

600

....

700

....

....

....

....

a.

......................... Sale

b.

......................... Maometto

nasce a La Mecca

c.

......................... Maometto

muore

d.

......................... Sale

e.

......................... Maometto

fugge a Medina

f.

......................... Maometto

riceve il messaggio divino dall’arcangelo Gabriele

800

....

al potere la dinastia degli Omayyadi

al potere la dinastia degli Abbasidi

Unità 2 ( L’islam

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VE RI FI CA

7. Stabilisci le relazioni esistenti tra le seguenti affermazioni, unendo con una freccia numero e lettera corrispondenti. 1. Maometto predica una nuova religione… 2. Maometto non indica regole precise per scegliere i suoi successori…

b. …si formano regni indipendenti guidati dagli emiri.

3. Gli Arabi si dimostrano tolleranti nei confronti dei popoli conquistati…

c. …gli Arabi vogliono conquistare terre più fertili e prospere (Mediterraneo, Medio Oriente).

4. L’Arabia è una terra in gran parte desertica e inospitale e…

d. …i fedeli delle religioni esistenti si oppongono a Maometto.

5. L’Impero arabo sotto gli Abbasidi perde la sua unità e…

e. …alla morte del profeta scoppiano tensioni fra i suoi eredi.

8. Osserva con attenzione l’immagine e rispondi alle seguenti domande. 1. Quali elementi dell’immagine ti fanno ritenere che le persone rappresentate appartengano al mondo araboislamico? ………………………………………………..………………… …………………..………………..……..………………..……

2. Secondo te, di quali scienze si occupano le persone raffigurate nell’immagine? Da quali elementi lo capisci? ………………………………………………..……………………… ……………..………………..……..………………..………..…… …………..…………………………….….…………………..…… ……………………………………………………………….……… ……………………………………………………………………… …………………………………………………….…………….…… ………………………………………………………………………

92

a. …le popolazioni sottomesse guardano con favore al mondo arabo.

Unità 2 ( L’islam


FACCIAMO STORIA INSIEME

Il orano e i suoi insegnamenti Il Corano (in arabo al-Qur’ān, «recitazione a voce») è il libro sacro dell’islam. Gli insegnamenti del Profeta furono trasmessi oralmente e solo dopo la sua morte si mise a punto un testo che conservasse nel tempo quanto detto da Maometto. Questa versione fu portata a termine nel 644. L’opera, scritta in prosa, è composta da 6 236 versetti raccolti in 114 capitoli (sure). Il Corano si rivolge a tutti gli uomini e parla principalmente di Dio, oltre che del culto, della vita economica e sociale delle leggi che regolano l’esistenza dei musulmani.

Osservate il digiuno durante i giorni prestabiliti. Naturalmente il malato o il viaggiatore, che non digiunano, completeranno il periodo con altrettanti giorni supplementari: coloro invece che possono digiunare e non lo fanno dovranno sdebitarsi sfamando un povero […].

Tipo di documento: testo Epoca: VII secolo

Corano, Sura 2, verso 184

Se vi alzate per mettervi a pregare, lavatevi il volto e lavate le braccia fino ai gomiti e passate le mani bagnate sulla testa, e lavate i piedi fino alla caviglia. […] Se per caso siete infermi, se vi trovate in viaggio e se uscite dai servizi igienici […] e non trovate acqua conveniente, fate allora un’abluzione1 con sabbia2, in un luogo proprio, passatela sul vostro volto e sulle mani. Dio non desidera crearvi degli impicci rituali, desidera invece abbondare su di voi con la sua grazia. Corano,, Sura 5, verso 68

1. abluzione: bagno o lavaggio rituale purificatorio. 2. sabbia: i primi musulmani, essendo seminomadi e abitanti nel deserto, non sempre potevano trovare acqua per le abluzioni.

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver letto il testo, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni. 1. Che cos’è il Corano? 2. Come venivano trasmessi inizialmente gli insegnamenti del profeta? 3. Come si chiamano in arabo i capitoli del Corano? 4. Chi dovrà sdebitarsi sfamando un povero? 5. Che cosa deve fare chi si alza per pregare?

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. 1. Le sure del Corano proposte riguardano alcune regole di comportamento o prescrizioni. Anche altre religioni prescrivono regole di vita quotidiana. Fate qualche esempio relativo al cattolicesimo in materia di: • prescrizioni alimentari; • prescrizioni sul lavoro. 2. Se nella vostra famiglia si professa una religione, informatevi sulle eventuali prescrizioni. Voi e i vostri familiari osservate tali prescrizioni? 3. Le regole di comportamento della vita quotidiana non derivano solo dal professare o meno una religione. Esistono norme, chiamate «norme sociali», che regolano la convivenza fra le persone. Per esempio: quali sono le prime norme che vi vengono in mente pensando alla vostra esperienza scolastica?

Unità 2 ( L’islam

93


L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

UNITÀ

3

Nei primi secoli del Medioevo la società europea attraversa una profonda crisi: diminuiscono drasticamente sia la produzione e gli scambi sia la popolazione, specialmente nelle città. A partire dall’VIII secolo, nell’Europa occidentale aumenta l’importanza di una nuova potenza: i Franchi. Nell’anno 800 il loro re, Carlo Magno, viene incoronato a Roma imperatore del Sacro romano impero, che si ispira alla tradizione dell’Impero romano e alla religione cristiana. Il Regno dei Franchi si estende dall’Italia centrale all’Europa centro-settentrionale. Per governare un territorio così vasto essi introducono il sistema dei feudi, territori che il sovrano consegna ai nobili (suoi vassalli) in cambio di aiuto militare e fedeltà. Alla morte di Carlo Magno (814), l’impero viene diviso in tre regni. Nei secoli successivi sarà sottoposto alla pressione di nuovi popoli invasori: gli Ungari, i Normanni e i Saraceni.

700

800 732

751

I Franchi Fondazione sconfiggono della dinastia gli Arabi a dei Carolingi Poitiers

Che cosa sai già… v Il mondo arabo si organizza attorno alla figura del profeta Maometto,

che fonda una nuova religione, l’islam. v Gli Arabi creano un immenso impero, espandendosi a danno dell’Impero persiano e di quello bizantino e arrivando a controllare anche gran parte della Penisola iberica. v Nell’Europa occidentale i Franchi aumentano il loro potere, diventando il regno più importante.

94

900

800

843

877

Carlo Magno viene incoronato imperatore

L’impero carolingio è diviso fra i figli di Ludovico il Pio

Capitolare di Quierzy: ereditarietà dei feudi maggiori


Tra il IX e il X secolo, dalla Scandinavia i Normanni compiono scorribande verso sud, spingendosi fino in Italia meridionale e nelle regioni che oggi fanno parte della Russia.

Dalle pianure ungheresi gli Ungari compiono razzie nei territori del Sacro romano impero e si spingono fino in Italia.

I pirati saraceni dalle coste dell’Africa settentrionale compiono scorrerie verso la Penisola italiana e i territori dell’Impero bizantino.

900

1100

1000 911

955

Nasce il ducato di Normandia

Ottone I di Germania sconfigge gli Ungari

1037 I feudi minori diventano ereditari

1067

1090

I Normanni conquistano l’Inghilterra

I Normanni conquistano la Sicilia

…e che cosa imparerai v L’Europa occidentale conosce una profonda crisi economica e sociale. v Si afferma l’economia curtense. v Carlo Magno diventa imperatore del Sacro romano impero. v Si afferma il sistema del vassallaggio e si indebolisce il potere centrale. v Si afferma il sistema politico e socio-economico feudale. v L’Europa è sottoposta a una nuova ondata di invasioni da parte degli

Ungari, dei Saraceni e dei Normanni.

95


LEZIONE

7

La crisi dell’Europa medievale

1 La decadenza dell’Occidente COMPRENDO IL TESTO Indica quali sono i principali problemi che dovette affrontare l’Europa occidentale per quanto riguarda: • il sistema stradale: ……….....………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

• gli scambi commerciali: …………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………….....…… ………………………….……………………………

Il sistema stradale romano entra in crisi Nel III secolo l’Europa occidentale aveva attraversato una pesante crisi economica, dalla quale non si era mai veramente ripresa. Le migrazioni dei popoli germanici del IV-V secolo avevano aggravato ancora di più una situazione già critica. Il sistema stradale efficiente e ramificato e le città grandi e industriose erano stati due degli elementi che avevano assicurato la fortuna dell’Impero romano. Tra III e VI secolo, tuttavia, entrambi questi elementi entrarono in crisi. Le strade che collegavano i territori dell’Impero romano furono abbandonate: senza più manutenzione, molte di esse furono inghiottite dalla natura. Anche gli scambi commerciali si fecero sempre più difficili. Ormai si limitavano a generi indispensabili come il sale (che rendeva possibile la conservazione per lungo tempo degli alimenti deperibili) o a merci rare e costose, come i tessuti pregiati o i gioielli.

Le città s’impoveriscono La diminuzione dei commerci penalizzò le città. Molte di esse, infatti, erano nate sulle strade che i mercanti percorrevano tra Oriente e Occidente, tra il Mediterraneo e il mar Baltico, e si erano arricchite grazie ai loro traffici. Gli intensi scambi commerciali erano alla base della loro prosperità. La diminuzione dei commerci, quindi, determinò un progressivo impoverimento e spopolamento dei centri urbani; in alcune regioni dell’ex impero molte città quasi scomparvero. Solo nella Penisola italica alcune riuscirono a sopravvivere. Scorcio della via Appia, la strada che collegava Roma a Brindisi, uno dei principali porti dell’Impero romano.

96

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


La popolazione diminuisce I regni romano-germanici combattevano spesso tra di loro sanguinose guerre per strapparsi il controllo di alcuni territori (per esempio Longobardi e Franchi si contesero a lungo la Penisola italiana). Questi conflitti armati seminavano ovunque morte e distruzione e i contadini impauriti spesso erano costretti a fuggire. La conseguenza fu che l’agricoltura, abbandonata a se stessa, non fu più in grado di assicurare le risorse alimentari necessarie. Si scatenarono così ripetute carestie, dalle quali la popolazione uscì decimata e indebolita. La debolezza fisica e la denutrizione creavano le basi per la diffusione di malattie ed epidemie, in particolare quella di peste. Per tutti questi diversi motivi tra il VI e il VII secolo la popolazione europea diminuì drasticamente.

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea con colori diversi tutti i sostantivi di argomento bellico e medico.

Aumentano i terreni incolti Carestie

A causa della diminuzione della popolazione vennero a mancare uomini e donne sufficienti per lavorare la terra. Aumentarono così i terreni incolti che, nel migliore dei casi, venivano utilizzati come pascolo per il bestiame. Spesso, dove al tempo dell’Impero romano vi erano campagne riccamente coltivate, strade e piccoli villaggi, tornavano a crescere le foreste. Gli storici pensano che la crisi dell’agricoltura, oltre che dalla scarsità di manodopera, sia dipesa anche da altri due fattori: • tra II e VI secolo il clima peggiorò, con piogge più frequenti e temperature più basse; • gli strumenti agricoli (zappe, aratri ecc.) rimasero immutati per secoli e, dunque, tecnologicamente arretrati.

Periodi più o meno lunghi di tempo in cui molte persone soffrono la fame in seguito alla distruzione di raccolti determinata da eventi naturali (siccità, alluvioni, grandinate…) o guerre e razzie.

LAVORO SULLA FONTE L’aratro leggero Questa immagine ritrae un gruppo di contadini impegnati nell’aratura di un campo con un aratro leggero. Completa le didascalie dell’immagine scegliendo, tra le parole indicate di seguito, quelle corrette. terreno – coppie di cavalli – l’aratro – fango – il rastrello – coppie di buoi

3 1

2

1. Il contadino dirige ......................................................................... mantenendo il timone e facendo pressione sull’attrezzo. 2. Il vomere è una punta a forma triangolare che penetra nel ......................................................................... e lo smuove. 3. Le ......................................................................... sono legate all’aratro da una fascia di cuoio fatta passare attorno ai loro colli.

Lezione 7 ( La crisi dell’Europa medievale

97


LEZIONE LEZIONE

17

2 La curtis: un nuovo modello di

organizzazione economica e sociale

COMPRENDO IL TESTO Formula la domanda corretta per la seguente risposta. ……………………………………………………..… ..................................................................….?

Una grande estensione di terra arabile di solito coltivata con un solo prodotto.

98

Scompare il latifondo Il latifondo, cioè una grande estensione di terra arabile di solito sfruttata per la coltivazione di un solo prodotto (per esempio il grano), aveva una storia antica: già ai tempi della repubblica romana (V-I secolo a.C.) molti senatori possedevano grandi latifondi, dove lavoravano migliaia di schiavi. In epoca imperiale i latifondi appartenevano esclusivamente alle famiglie aristocratiche. I beni agricoli prodotti nei latifondi in parte servivano per mantenere chi lavorava i campi e i padroni, in parte venivano venduti nei mercati. Nel III secolo, però, il sistema dei latifondi entrò in crisi, fondamentalmente per un motivo: la fine delle guerre di conquista. Gli schiavi necessari per lavorare nei campi, infatti, molto spesso erano prigionieri di guerra; la fine delle guerre di conquista, quindi, interruppe l’arrivo di manodopera servile. I liberi contadini che si mettevano alle dipendenze dei latifondisti (chiamati coloni) non erano sufficienti a sostituire gli schiavi. In questa situazione di crisi, i beni prodotti bastavano solo a mantenere il proprietario e i suoi dipendenti, e non restava alcuna eccedenza da vendere nei mercati urbani. Inoltre, la riduzione degli scambi commerciali spinse molti a produrre da soli ciò di cui avevano bisogno, senza dover dipendere da merci provenienti dall’esterno.

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


La nascita della curtis Tra IV e VI secolo, il latifondo lasciò sempre più spazio a una nuova forma di organizzazione economica e sociale: la curtis. Si trattava di una proprietà agricola molto grande, che comprendeva tre tipi di terreno: • campi coltivati; • pascoli; • foreste. All’interno della curtis si produceva tutto ciò che serviva alla comunità: cibo, attrezzi, tessuti. La curtis era dunque una struttura autosufficiente, nel senso che gli scambi e i commerci con il mondo esterno, anche se non scomparvero totalmente, si ridussero notevolmente. I proprietari terrieri non riuscivano a coltivare tutti i loro possedimenti e quindi ne affidavano alcune parti a dei contadini liberi perché le coltivassero. Tali appezzamenti erano detti mansi (dal latino mansum, «dimora») e mansionari i contadini che li lavoravano.

COMPRENDO IL TESTO Quali tipi di terreno prevedeva la curtis? a.

……….....………….....................................;

b. ……….....………….....................................; c.

……….....…………......................................

Quale di questi terreni assicurava, secondo te, la legna per riscaldarsi e costruire le case e gli attrezzi da lavoro? ........................................................................

Disegno raffigurante una curtis medievale.

Lezione 7 ( La crisi dell’Europa medievale

99


LEZIONE LEZIONE

17

L’organizzazione della curtis La curtis era divisa in due parti:

• al centro si trovava la pars domìnica, che significa «parte del signore». Si COMPRENDO IL TESTO Che cosa sono le corvées? a Lavori che i contadini dovevano svolgere nelle terre del signore a titolo gratuito. b Giornate di festa in cui i contadini sono esentati dai lavori nei campi. c Giornate speciali in cui signori e contadini pranzano assieme.

chiamava così perché era amministrata direttamente dal dominus («signore»). Al suo interno si trovavano l’abitazione del signore, le case dei servi domestici, le stalle, i magazzini, il mulino e il frantoio;

• tutto attorno alla pars dominica si trovava la pars massaricia, che vuol dire «parte dei contadini». Comprendeva gli appezzamenti di terreno dei contadini liberi e le loro abitazioni. I contadini pagavano al signore una specie di affitto, che consisteva in una parte del loro raccolto e in giornate lavorative gratuite, le cosiddette corvées, da svolgersi nelle terre della pars dominica.

Contadini intenti a tagliare il fieno.

La vita sociale nella curtis COMPRENDO IL TESTO Elenca le funzioni svolte dal signore feudale in campo: • amministrativo: ……….....…………..... ........................................................................ ……….....…………............................................

• economico: ........................................... ........................................................................ ……….....…………............................................

• militare: ……….....…………..................... ........................................................................ ……….....…………............................................

100

Il signore non era solo il proprietario delle terre, ma svolgeva anche le funzioni di giudice e di pubblico funzionario. Fra i suoi compiti «pubblici» vi era l’amministrazione della giustizia, la riscossione dei tributi, l’organizzazione e il finanziamento della difesa militare, la programmazione dei lavori comunitari. Il signore garantiva ai contadini un bene molto prezioso in un’epoca tormentata da guerre e violenze: la sicurezza. Nella curtis, infatti, la protezione armata del signore assicurava una vita pacifica. Dal punto di vista sociale, dunque, la curtis rappresentò un progresso. Non altrettanto si può dire sul piano culturale: la ricchezza culturale e artistica della civiltà greco-romana era stata il frutto degli scambi fra popoli diversi; nel mondo chiuso della curtis quella ricchezza culturale andò progressivamente spegnendosi. Inoltre l’amministrazione della curtis non richiedeva più complesse operazioni contabili, né servivano registri scritti; ben presto, l’uso della scrittura si ridusse e diminuì sempre più il numero di persone che sapevano leggere e scrivere.

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


Contadino al lavoro nei campi.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Indica la definizione corretta tra quelle proposte.

Curtis a Proprietà agricola di ciascun contadino, che poteva essere costituita da un terreno, da un pascolo, da un bosco. b Grande proprietà agricola che comprendeva terreni, pascoli e foreste ed era autosufficiente. c Grande proprietà agricola che produceva alcuni beni e li scambiava con i prodotti di altre curtis.

Pars domìnica a Parte del raccolto della curtis che apparteneva al signore, il quale ne donava una parte ai contadini. b Parte della curtis dove abitavano e lavoravano i contadini in piena autonomia rispetto al signore. c Parte della curtis che era abitata e amministrata direttamente dal signore.

Pars massaricia a Parte della curtis che non era coltivabile e che il signore concedeva ai contadini che la lavoravano. b Parte della curtis che il signore affidava ai contadini che la lavoravano pagandogli un affitto. c Parte della curtis che il signore stesso lavorava con l’aiuto di servi che abitavano presso di lui.

Individuo i nessi di causa-effetto 2. Osserva la freccia che collega la crisi dell’agricoltura alle carestie; secondo te, per quale motivo la freccia è di tipo biunivoco (cioè è orientata in entrambi i sensi)? ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Terreni abbandonati o devastati dalle guerre

Carestie che favoriscono lo sviluppo di epidemie di malattie come la peste

Cambiamento del clima

Crisi dell’agricoltura

Arretratezza tecnologica

Crisi del latifondo e nascita della curtis

Lezione 7 ( La crisi dell’Europa medievale

101


LEZIONE

8

I Franchi e Carlo Magno

1 I Franchi e la creazione di un grande regno nel cuore dell’Europa

COMPRENDO IL TESTO In che modo Clodoveo ottenne il sostegno della Chiesa? a Conquistando lo Stato della Chiesa. b Concedendo libertà di culto ai cattolici all’interno del regno franco. c Convertendo i Franchi al cattolicesimo.

Maggiordomo Presso i Merovingi il maggiordomo era il principale funzionario del palazzo reale che amministrava, per conto del re, la reggia. Con il tempo questa carica assunse sempre più potere.

I Franchi e la dinastia merovingia I Franchi erano un popolo di stirpe germanica che nel IV secolo si era stabilito nel cuore dell’Europa continentale, nelle regioni dell’attuale Belgio e della Francia settentrionale. Dopo aver sottomesso i popoli vicini, i Franchi avevano dato vita a un grande regno, prima sotto la guida di re Meroveo, capostipite della dinastia dei merovingi, e poi sotto il nipote Clodoveo. Nel 496 Clodoveo si convertì e convertì il pro-prio popolo al cattolicesimo, decisione che rafforzò il legame con la Chiesa: i Franchi, infatti, divennero i difensori armati degli interessi del papa, dal quale ricevevano in cambio legittimazione politica. I successori di Clodoveo proseguirono nella sua politica di espansione territoriale, ma non mostrarono particolari doti politiche, tanto da meritare l’appellativo di «re fannulloni». Il potere vero e proprio era esercitato da abili funzionari di corte chiamati maggiordomi, o maestri di palazzo. Erano uomini che svolgevano funzioni amministrative, ma che col tempo acquisirono sempre maggior potere politico. Il re dei merovingi Clodoveo battezzato da san Remigio.

Statua di Clodoveo.

102

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


Dipinto del XIX secolo che raffigura la battaglia di Poitiers.

Pipino e la dinastia carolingia La debolezza e l’incapacità dei sovrani merovingi causarono una profonda crisi della monarchia. Ad approfittarne fu l’importante famiglia dei Pipinidi. Molti uomini appartenenti a questa famiglia erano stati maestri di palazzo e avevano acquisito grandi competenze nell’arte del governo. Fra loro c’era anche Carlo Martello che, nel 732, nei pressi di Poitiers sconfisse una piccola spedizione araba che si era spinta dalla Spagna fino al centro della Francia per compiere razzie. In seguito a brevi campagne di questo tipo, Carlo Martello riuscì ad arginare le scorribande arabe, e a ricacciare i guerrieri musulmani a sud dei Pirenei. Nel 751 Pipino il Breve, figlio di Carlo Martello, depose l’ultimo sovrano merovingio e si fece incoronare re. Il passaggio di potere dalla dinastia regale dei Merovingi a quella dei Pipinidi non avvenne secondo le regole della successione al trono. I Pipinidi, infatti, erano nobili ma non erano una casata regnante: la loro ascesa al potere, dunque, fu un atto di forza chiaramente illegittimo. Pipino, però, strinse alleanze con i vescovi delle città e riuscì ad assicurarsi l’appoggio del papato. Forte di questi sostegni, Pipino riuscì a farsi riconoscere come sovrano dei Franchi. Per ripagare la Chiesa del suo aiuto, Pipino intervenne in aiuto di papa Stefano II, i cui territori erano minacciati dai Longobardi. Con Pipino iniziava una nuova dinastia reale che fu poi chiamata carolingia dal nome di suo figlio Carlo, il futuro Carlo Magno.

LAVORO SULLA LINGUA Individua e trascrivi tutti i nomi propri di persone, luoghi, dinastie e popoli. • Persone: .................................................. …………………………………………………..… …………………………………………………..…

• Luoghi:

.....................................................

…………………………………………………..…

• Dinastie: .................................................. …………………………………………………..…

• Popoli:

......................................................

Lezione 8 ( I Franchi e Carlo Magno

103


LEZIONE

8

2 Il regno franco si trasforma in un impero

Carlo Magno fonda il Sacro romano impero COMPRENDO IL TESTO Perché l’impero di Carlo era chiamato «sacro» e «romano»? ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..…

Nel 768 Pipino morì. A succedergli al trono fu il figlio Carlo, in seguito detto Magno.. Questo attributo, che significa «il grande», esaltava l’eccezionalità della sua figura e delle sue imprese. Carlo Magno, infatti, fu un grande condottiero: • sconfisse i Sassoni, stanziati a est del Reno, e ne conquistò i territori; • a sud-ovest conquistò la Marca di Spagna, nella Spagna nord-orientale; • a sud-est si estese in Baviera, una regione della Germania meridionale; • a sud attaccò nuovamente il regno longobardo, che enBusto di Carlo Magno. trò a far parte dei domini franchi. Le vittoriose campagne militari di Carlo portarono a uno straordinario allargamento dei confini del regno. L’espansione territoriale trasformò il regno franco in un vero e proprio impero, che governava su tanti popoli diversi. A rendere ancora più potente e prestigioso il Regno dei Franchi era l’alleanza con il papato: i Franchi, infatti, si erano trasformati nei difensori armati della fede cattolica. Nella notte di Natale dell’anno 800, nella basilica di San Pietro a Roma, papa Leone III incoronò Carlo Magno imperatore del Sacro romano impero: «sacro» perché si fondava sulla religione cattolica, «romano» perché traeva ispirazione dalla grande storia dell’Impero romano.

LAVORO SULLA CARTA L’impero di Carlo Magno La carta mostra l’estensione dell’impero creato da Carlo Magno, la cui capitale era Aquisgrana. Rispondi alle domande. 1. Confronta questa carta con una carta attuale dell’Europa. Aquisgrana esiste ancora oggi? In quale Stato si trova? ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

2. L’impero di Carlo Magno copriva un territorio molto ampio, che oggi si trova sotto la sovranità di molteplici Stati. Quali? ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

104

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

Carta impero Carlo Magno Attenzione immagine da wikipedia


Carlo suddivide l’impero in contee e marche

LAVORO SULLA LINGUA

L’impero di Carlo Magno in realtà era molto diverso dall’Impero romano, nonostante il nome del nuovo soggetto politico richiamasse l’eredità di Roma: • innanzitutto era molto più piccolo territorialmente; • in secondo luogo, predominavano la campagna, le attività agricole e il mondo chiuso delle curtes, mentre Roma poteva contare su una rete di città e su un’intensa vita commerciale; • infine, diversamente dall’Impero romano, non esisteva un vero e proprio apparato burocratico, cioè un corpo di funzionari capaci di amministrare e di far rispettare le leggi. Per governare i territori a lui sottomessi Carlo Magno suddivise l’impero in contee e in marche (le province poste ai confini). Quindi ne affidò il governo ai cavalieri suoi compagni d’arme, che assunsero il titolo rispettivamente di conti e marchesi. L’obiettivo di Carlo era quello di governare meglio territori così grandi e diversi, inviando in ciascuno di essi uomini di sua fiducia. Conti e marchesi divennero vassalli del sovrano. Ciò significava che erano legati al re da uno stretto patto di fedeltà, basato su uno scambio: Carlo offriva delle terre e concedeva loro di esercitare alcuni diritti (amministrare la giustizia, battere moneta, riscuotere i tributi); in cambio, i vassalli promettevano al re il loro appoggio militare in caso di guerra. Il legame vassallatico riguardava soltanto il re e il cavaliere suo compagno d’arme e aveva valore solo per il tempo in cui i due rimanevano in vita. In altre parole, non si tramandava di padre in figlio e se uno dei due moriva, il legame si scioglieva. I vassalli erano legati al re ma, di fatto, godevano di grande autonomia. Per controllare il loro operato, Carlo creò un corpo di fidati funzionari, i missi domìnici («inviati del signore»), che dovevano prendere nota di quanto accadeva nei diversi territori dell’impero per poi riferirlo all’imperatore.

Completa le frasi inserendo il soggetto o il complemento oggetto corretti. • I …………………………………………………... governano le contee. • I marchesi governano le …………………………………………………..... • I duchi governano i ………………………………………………….....

Burocrazia Insieme dei funzionari pubblici che si occupano del funzionamento della macchina dello Stato.

Vassallo Deriva dal termine gwass, che nelle antiche lingue germaniche significava «uomo fedele».

Miniatura raffigurante Carlo Magno e la moglie Ildegarda.

3 L’eredità di Carlo Magno imperatore

La vita economica dell’impero rimane arretrata Durante il suo lungo regno, Carlo Magno espanse i confini dei suoi domini, consolidò la sua autorità sui territori a lui sottomessi e rese più sicuro e pacifico il suo impero. Quello che non riuscì a compiere, nonostante gli sforzi, fu rinnovare la vita economica delle regioni da lui governate. Carlo Magno infatti favorì la circolazione della moneta (la libbra); nonostante ciò gli scambi commerciali non rifiorirono e le città non recuperarono la loro passata vitalità. Nell’Impero carolingio, dunque, l’attività principale continuò a essere l’agricoltura di sussistenza praticata nelle curtes (da qui il nome di «economia curtense»), mentre i commerci continuarono a essere ridotti e a essere effettuati su distanze molto brevi. Lezione 8 ( I Franchi e Carlo Magno

105


LEZIONE

8

Carlo Magno promuove il rinnovamento culturale

COMPRENDO IL TESTO Perché Carlo fondò la Scuola palatina? a Per difendere la cultura franca dalla contaminazione con le culture dei popoli conquistati. b Per proteggere e divulgare la cultura nel regno.

Carlo Magno lasciò una traccia importante in campo culturale, tanto da far parlare gli storici di «rinascita carolingia» dopo i secoli di decadenza e di crisi culturale dell’epoca tardo antica. Nonostante fosse semianalfabeta, infatti, Carlo promosse un programma scolastico valido per tutti i territori dell’impero: chiamò al palazzo imperiale di Aquisgrana dotti e sapienti provenienti da ogni regione d’Europa e costituì la celebre Scuola palatina (cioè scuola «di palazzo») con il compito di tutelare e diffondere la cultura in tutto il regno. Inoltre, fece scrivere i cosiddetti capitolari, cioè leggi che disciplinavano ogni aspetto della vita dei sudditi e che s’ispiravano alla grande tradizione giuridica romana.

c Per far studiare i suoi figli.

Carlo Magno assieme ad alcuni maestri della Scuola palatina.

Quando Carlo muore l’impero si divide Nell’814 Carlo morì e gli successe suo figlio Ludovico, detto il Pio. Durante il suo regno, l’impero attraversò momenti di grande difficoltà perché le dimensioni raggiunte rendevano molto complicato un governo unitario e i vassalli dell’imperatore godevano di sempre maggiore autonomia e potere. Alla morte di Ludovico la corona imperiale non passò al primogenito Lotario, ma venne «divisa» fra i suoi tre figli Lotario, Ludovico II e Pipino di Aquitania, che pochi anni dopo morì. Dopo anni di lotte, durante i quali emerse la figura di un quarto figlio, Carlo il Calvo, che Ludovico aveva avuto con la seconda moglie, Ludovico II e Carlo il Calvo si allearono contro Lotario e nell’843 gli imposero il trattato di Verdun, secondo il quale l’impero veniva così spartito:

• il Regno dei Franchi orientali, cioè la regione oggi corrispondente, a grandi linee, alla Germania, toccò a Ludovico, che fu detto appunto il Germanico;

• il Regno dei Franchi occidentali, cioè quella che oggi è la Francia, fu assegnato a Carlo il Calvo; • la fascia centrale, dal mare del Nord fino all’Italia centrale, andò a Lotario, al quale spettò anche il titolo di imperatore. Dall’impero di Carlo Magno, costituitosi solo mezzo secolo prima, prendevano origine tre regni indipendenti.

106

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


LA DIVISIONE DELL’IMPERO CAROLINGIO

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati. Pipinidi – contee – Merovingi – marche – regni – Franchi – Carolingi Dinastia dei

Espansione del Regno dei

............................................................................

............................................................................

Indebolimento della dinastia e ascesa dei

e sostegno della Chiesa

............................................................................

Fondazione del Sacro romano impero, organizzato in

Dinastia dei

Divisione dell’impero in tre ............................................................................

............................................................................

............................................................................

............................................................................

Mi oriento nel tempo 2. Colloca correttamente sulla linea del tempo gli eventi mancanti, scegliendoli dall’elenco. Carlo Magno – Pipino il Breve – Sacro romano impero – Verdun – Clodoveo

496

751

800

Regno di .....................

Regno di .....................

Nasce il

.........................................

.........................................

.........................................

......................

814 Morte di

843 .....................

.........................................

Trattato di

.................

.......................................

Lezione 8 ( I Franchi e Carlo Magno

107


V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù 1

I paladini I paladini erano i cavalieri al seguito di Carlo Magno. Si trattava per la maggior parte dei casi di professionisti della guerra dal carattere rozzo e dai modi brutali. Grazie all’impegno della Chiesa cattolica col tempo si trasformarono in difensori della fede. La letteratura del Medioevo e del Rinascimento li ha poi esaltati come nobili ed eroici cavalieri.

DAI CAVALIERI...

I cavalieri avevano un ruolo molto importante nella società carolingia: dopo l’imperatore, essi occupavano il gradino più alto della scala sociale. In tempo di guerra prestavano il loro prezioso servizio militare al re (che a quei tempi non disponeva di un esercito regolare); in tempo di pace si dedicavano per lo più alla caccia e ai tornei, occasioni nelle quali «allenavano» le loro capacità militari. Tra i cavalieri carolingi i più celebri erano i paladini. La parola «paladino» deriva dal latino palatinus, che significa «assegnato al palazzo»; i paladini, dunque, erano i guerrieri che componevano il seguito personale del re Carlo Magno. I cavalieri erano uomini duri e brutali, abituati a soddisfare con la forza ogni loro bisogno o desiderio. In molti casi i cavalieri erano un vero e proprio pericolo sociale, al punto che la Chiesa dovette spesso intervenire a difesa dei poveri contadini martoriati dalle violenze gratuite e dai furti dei cavalieri. Non solo: la Chiesa contribuì alla trasformazione del cavaliere in paladino assegnandogli il compito di difensore della fede, mettendo quindi la loro capacità militare (e il loro istinto guerriero) al servizio di una causa più nobile e superiore.

108

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


2

...AI PALADINI

La realtà così dura e «spigolosa» dei cavalieri è radicalmente cambiata nel corso del Basso Medioevo e della prima età moderna. Tra XII e XVI secolo la letteratura e la poesia hanno ridisegnato l’immagine di questi cavalieri, togliendo loro gli aspetti più brutali e impresentabili: a partire dalla Chanson de Roland e dal ciclo dei romanzi epico-cavallereschi dedicati a Carlo Magno (composti probabilmente nel XII secolo), si affermò infatti una nuova figura del paladino. Il rozzo uomo d’arme divenne un nobile e splendido cavaliere, difensore della fede cristiana e fedele servitore del re. Lo spunto dei racconti legati alle figure dei paladini venne dalle guerre tra i Franchi e i Mori (cioè gli Arabi e le popolazioni islamizzate dell’Africa settentrionale) per la conquista della Spagna. È in questo scenario, dove alla realtà storica si sommano l’immaginazione e la fantasia, che si svolgono le vicende eroiche di Orlando e dell’amico Oliviero, di Gerino e Berengario.

3

La Chanson de Roland: la morte dei cavalieri di Carlo Magno.

RACCONTI EPICO-CAVALLERESCHI DI GRANDE SUCCESSO

La fortuna di questi racconti epico-cavallereschi durò molto tempo; cinque secoli dopo la loro comparsa, infatti, i poeti italiani Ludovico Ariosto (1474-1533) e Torquato Tasso (1544-1595) composero i loro capolavori Orlando furioso e Gerusalemme liberata sfruttando, sia pure in forme e con intenti diversi rispetto alla Chanson de Roland, quegli stessi personaggi eroici, a cui furono affiancati nuovi compagni d’arme e di avventure: Rinaldo di Montalbano, Astolfo, Florismart, Gano di Magonza e tanti altri.

La morte di Orlando.

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

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LEZIONE

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Il feudalesimo

1 Il rapporto di vassallaggio Il «patto di fedeltà» ha una lunga storia

COMPRENDO IL TESTO Su quale elemento si basava il patto di fedeltà che legava Carlo Magno e i suoi compagni d’arme? a La superiorità della forza militare di Carlo Magno. b Il reciproco interesse. c L’ammirazione dei compagni d’arme di Carlo nei suoi confronti.

Carlo Magno e i suoi compagni d’arme erano legati fra loro da un «patto di fedeltà», in base al quale l’imperatore concedeva ai conti e ai marchesi terre e potere e in cambio otteneva sostegno militare nelle guerre di conquista. Questo stretto rapporto che legava assieme il sovrano agli uomini migliori del suo regno era alla base del successo militare dei Franchi. Alla fine di ogni campagna militare vittoriosa, il sovrano poteva ricompensare i suoi uomini con terre e benefici e quindi, di fatto, rafforzare il rapporto con loro. D’altra parte, per continuare a esercitare la sua autorità sui propri guerrieri e avere il loro rispetto, Carlo Magno aveva bisogno, ogni anno, di organizzare nuove campagne militari. Carlo Magno non aveva inventato nulla di nuovo. Già nel mondo romano del III secolo, di fronte alla crescente insicurezza economica, alla violenza dilagante e alla prepotenza dei più forti sui più deboli, si era diffusa la commendatio.

Miniatura raffigurante cavalieri durante una battaglia.

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Si trattava di un legame fra due persone: la più debole si affidava («commendava») alla più potente, richiedendo protezione per sé e la propria famiglia; in cambio offriva parte del proprio tempo e del proprio lavoro. Anche presso i popoli germanici esisteva qualcosa di simile: si chiamava mundium e consisteva nella protezione che il re assicurava ai suoi compagni d’arme. Questi ultimi formavano la trustis, cioè la comunità degli uomini fedeli.

Nel mondo franco nasce il rapporto di vassallaggio Pur presentando molti tratti in comune con la commendatio e il mundium, il tipo di legame che si venne a creare tra Carlo Magno e gli uomini d’arme più importanti del regno era però qualcosa di diverso dagli accordi che stringevano i potenti e i loro sottomessi nei secoli precedenti. Innanzitutto i due protagonisti del patto, il signore e il vassallo, s’impegnavano a scambiarsi protezione in cambio di servizi in forma più ufficiale e solenne. A differenza di quanto avveniva nei secoli passati, infatti, l’impegno reciproco veniva sancito da una cerimonia ufficiale, chiamata omaggio vassallatico, che seguiva un rituale ben definito: all’inizio della cerimonia il vassallo si presentava, in ginocchio e disarmato, di fronte al suo sovrano, che stava seduto o in piedi di fronte a lui; dopo questa prima fase, il vassallo metteva le proprie mani in quelle del signore, quindi, alzatosi in piedi, scambiava con lui un bacio sulla bocca, promettendogli eterna fedeltà. Questa cerimonia sanciva che il vassallo era diventato un «uomo di un altro uomo» e costituiva il momento in cui, in maniera ufficiale, una persona si legava a un’altra persona. La differenza principale con la commendatio e il mundium, tuttavia, era data dalla durata del rapporto di vassallaggio: il legame che si stringeva tra un potente e una persona più debole in epoca romana e nei secoli successivi non aveva una durata precisa. Il vassallo invece giurava al suo signore di rimanere per tutta la vita suo servitore fedele.

COMPRENDO IL TESTO Sottolinea nel testo l’espressione che definisce la durata del rapporto vassallatico.

Immagine raffigurante l’omaggio vassallatico tra un vassallo e il suo signore.

1

2

LAVORO SULLA FONTE La cerimonia d’investitura La miniatura del XII secolo che vedi qui a lato raffigura un momento della prima fase della cerimonia d’investitura, quella dell’omaggio. 1. Il signore, seduto in trono, stringe le mani del suo vassallo. 2. Il vassallo è in ginocchio, in segno di sottomissione. Ha il capo scoperto e non porta armi. Rispondi alla domanda. • Perché, secondo te, il vassallo non porta armi con sé? ............................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................

Lezione 9 ( Il feudalesimo

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LEZIONE

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2 Dal vassallaggio al feudalesimo Il vassallaggio diventa un sistema di governo COMPRENDO IL TESTO Come si trasforma il legame vassallatico durante la dinastia carolingia? ........................................................................ ........................................................................ ........................................................................ ........................................................................

Feudi Il termine deriva da una parola germanica che significa «ricchezza», «bene». Si chiamava così la terra assegnata dal sovrano al suo vassallo, che prendeva il nome di «feudatario», e anche l’insieme dei diritti che il feudatario acquistava sui suoi territori.

Fra l’VIII e il X secolo, sotto la dinastia carolingia, il legame vassallatico non si limitò più a legare per tutta la vita un signore e il suo vassallo, ma si trasformò in un vero e proprio sistema di governo, che riguardava tutta la società. Per comprendere le ragioni di questa trasformazione bisogna ripercorrere la storia del vassallaggio. In origine, il re si circondava di cavalieri fedeli ai quali prometteva, in cambio del servizio armato, i mezzi materiali per vivere. Il re poteva seguire due strade: • farsi carico direttamente delle loro necessità (nutrendoli, vestendoli, attrezzandoli); • fornire loro i mezzi per provvedere a se stessi. Dal momento che la prima soluzione costava moltissimo i re cominciarono ad assegnare ai vassalli delle terre, chiamate «feudi», dalle quali essi potevano ricavare le risorse con cui vivere. All’inizio queste terre facevano parte delle proprietà personali del sovrano, che le cedeva pur di rafforzare la fedeltà e l’obbedienza dei suoi cavalieri. In seguito, con l’aumentare dei vassalli da soddisfare, il patrimonio personale del re non fu più sufficiente, e i sovrani cominciarono a distribuire le terre derivate dalle guerre di conquista. La chiesa non era estranea al sistema feudale: anche vescovi e abati (i monaci a capo dei monasteri), infatti, potevano diventare vassalli del sovrano. Col passare del tempo il legame feudale non riguardò più solo il re dei franchi e i suoi principali vassalli, cioè i conti e i marchesi, ma si estese anche ai gradi inferiori della società. Anche i conti e i marchesi, infatti, nei loro feudi dovevano affrontare gli stessi problemi di gestione del sovrano: dovevano amministrare territori spesso molto grandi e procurarsi uomini armati. Per questi motivi anche i conti e i marchesi affidarono ad altri nobili il governo di una parte delle loro terre.

Miniatura dell’XI secolo rappresentante un omaggio feudale di alcuni vassalli al proprio signore.

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La «ragnatela» feudale Un tempo gli storici per descrivere la nuova società feudale che si andò formando in Europa nei decenni successivi alla morte di Carlo Magno usavano l’immagine della piramide feudale. Al di sotto del re, che si poneva al vertice della società, c’erano i suoi vassalli; questi controllavano i valvassori che, a loro volta, proteggevano, ottenendo in cambio dei favori, i valvassini; questo schema si ripeteva diverse volte fino ad arrivare ai contadini, che costituivano l’ultimo gradone di questa ipotetica piramide. In realtà la società feudale aveva una struttura un po’ più complessa di quella della piramide. Poteva infatti capitare che un nobile fosse allo stesso tempo legato da un rapporto vassallatico con più persone. Inoltre, i rapporti personali variavano di caso in caso, e potevano modificarsi rapidamente nel giro di pochi anni. Con l’andare del tempo, infine, gli stessi sovrani si trovarono spesso a essere meno potenti dei loro vassalli. Più di una piramide, dunque, per immaginare la società feudale bisogna pensare a una ragnatela in cui i rapporti tra le persone non sono rigidi ma possono essere rappresentati da tanti fili che si intersecano tra di loro senza che ci sia mai un vero vertice.

COMPRENDO IL TESTO Quale termine descriveva la società feudale prima di ragnatela? ……………………………………………………..…

Lezione 9 ( Il feudalesimo

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LEZIONE

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3 Il sistema vassallatico

e l’indebolimento del potere centrale

COMPRENDO IL TESTO Che cosa s’intende con la parola «immunità»? a Il diritto di non rispettare la legge. b Il diritto di comportarsi come un re. c Il diritto di essere esonerati dal pagamento delle tasse e dal controllo del re.

Immunità Nel linguaggio giuridico: esenzione da un obbligo o da un dovere.

Il sistema vassallatico frammenta il territorio dell’impero Negli anni successivi alla morte di Carlo Magno, a causa della complicata rete di rapporti vassallatici tra signori più o meno potenti, il territorio imperiale risultava suddiviso in tanti feudi, alcuni molto grandi, altri piccoli o piccolissimi. Qualunque fosse il suo rango, all’interno di ogni feudo il signore si comportava come un re e godeva della fedeltà dei sudditi. Oltre alle terre, il sovrano concedeva ai feudatari le immunità, cioè il diritto di non pagare le tasse o di non essere sottoposti al controllo dei funzionari del re. Tutto ciò finì con l’indebolire gravemente il potere centrale dell’imperatore. Egli, infatti, praticamente cedeva parti di territorio ad altri soggetti e, così facendo, finiva per non governare direttamente l’impero. Il suo potere era sempre meno concreto e sempre più simbolico.

LAVORO SULLA FONTE L’immunità concessa a un monastero In questo testo, tratto dal Diplomata Karolinorum, una raccolta di documenti che risalgono all’età carolingia, puoi leggere alcuni esempi di immunità. Noi esoneriamo i frati e i loro uomini che importano ed esportano, sia per via terra che per via d’acqua, che vendono o che comprano nei campi o in qualsiasi altro luogo, dal pagare il tributo pedagico, il polveratico, il pontatico1 […]. Inoltre i loro servi, che coltivano le loro terre e i loro possessi, non daranno tributi né altri servizi contro la volontà degli stessi padroni. 1. pedagico, polveratico, pontatico: i termini indicano rispettivamente i tributi dovuti per il passaggio in una strada, per i lavori di mantenimento delle strade e per il passaggio sui ponti.

Rispondi alle domande. 1. Chi gode, oltre ai frati, dell’immunità?

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2. Quali tipi di tributi vengono contemplati nell’immunità? ............................................................................................. ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................

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Documento di epoca carolingia in cui sono concesse in maniera ufficiale alcune immunità.


I feudatari vogliono che i loro feudi diventino ereditari In origine, il re affidava il feudo ai grandi vassalli solo in via temporanea: alla morte dei vassalli le terre tornavano nelle mani del re, che era il legittimo proprietario. Quando nell’877 Carlo il Calvo, uno dei nipoti di Carlo Magno, dopo la morte del fratello Lotario divenne imperatore, le cose cambiarono radicalmente. Carlo, infatti, attraverso il capitolare di Quierzy, stabilì che i feudi maggiori, cioè quelli concessi dal re ai suoi vassalli, diventassero ereditari, cioè alla morte del padre passassero automaticamente al figlio come qualsiasi altra proprietà. Nel 1037, un’altra legge, detta Constitutio de feudis,, stabilì l’ereditarietà anche dei feudi minori, cioè dei feudi che i vassalli concedevano a loro volta ad altri nobili. In tal modo i territori del regno non erano più proprietà del sovrano, ma proprietà privata delle grandi fami-glie nobiliari che se li trasmettevano di padre in figlio.

COMPRENDO IL TESTO Qual è la principale differenza tra il Capitolare di Quierzy e la Constitutio de feudis? ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..… ……………………………………………………..…

Carlo il Calvo seduto in trono.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Scegli l’affermazione corretta. In seguito all’emanazione del capitolare di Quierzy e della Constitutio de feudis la posizione dei sovrani appare: a di maggiore forza rispetto a prima perché i feudatari gli sono grati e quindi maggiormente fedeli. b di minore forza rispetto a prima perché i feudatari hanno meno obblighi di fedeltà verso di loro. c uguale a prima, in quanto sia il capitolare di Quierzy, sia la Constitutio de feudis non aboliscono il sistema vassallatico.

2. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati.

appoggio militare – rapporto personale – vassallaggio – sistema di governo – aiuto e protezione – feudi Nel Regno dei Franchi è un …………………..…………............. Il rapporto di …………………..……………….........................

fra due individui che si promettono l’un l’altro …………………..………….......................

Con Carlo Magno, diventa un …..……………….…………........ consacrato con la cerimonia dell’investitura Ai vassalli vengono concessi ………………….........

I vassalli garantiscono al sovrano …………………..………………..........................

Lezione 9 ( Il feudalesimo

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Chi prega, chi combatte, chi lavora Nella società e nella cultura del Medioevo la religione aveva un ruolo molto importante. Gli intellettuali erano quasi sempre ecclesiastici, cioè uomini di Chiesa: per questo, i loro studi e le loro opere erano sempre ispirate alla fede cristiana. Gli intellettuali del Medioevo immaginarono la società in cui vivevano come un’organizzazione perfetta e immutabile, una specie di trasposizione in terra della Santissima Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo).

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UNA SOCIETÀ PERFETTA DESTINATA A NON CAMBIARE MAI

Secondo il vescovo Adalberone di Laon, vissuto tra il X e l’XI secolo, che scriveva poco dopo l’anno Mille, la società umana era divisa in tre gruppi: «gli uni pregano, gli altri combattono, gli altri infine lavorano». • Al primo gruppo, cioè agli uomini di Chiesa, spettava il compito di «insegnare a conservare la vera fede». Per questo chi apparteneva alla Chiesa doveva occuparsi solo delle cose spirituali e non doveva essere costretto a lavorare. Inoltre, sosteneva Adalberone, Dio aveva sottomesso al clero «tutto il genere umano, senza fare eccezione per alcun principe». • Al secondo gruppo appartenevano i guerrieri, i «protettori delle Chiese; […] difensori del popolo, dei grandi come dei piccoli…», protettori al tempo stesso dei loro interessi. • Il terzo gruppo era costituito dai «servi», un termine generico con cui Adalberone indicava sia i contadini liberi sia i servi veri e propri: ai suoi occhi, infatti, chi lavorava la terra era sempre un uomo sottomesso e sfruttato. Ai servi spettava un ruolo fondamentale perché tutto era opera loro: «denaro, vesti, cibo, i servi forniscono tutto a tutti; non un uomo libero potrebbe vivere senza i servi». Raffigurazione dei tre gruppi in cui è divisa la societ medievale: a sinistra un chierico, al centro un cavaliere, a destra un contadino.

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UN’IMMAGINE IDEALE

Questa immagine della società tripartita (così chiamata perché divisa in tre parti) non aveva un contenuto reale, ma ideale. Nella società medievale, infatti, i ruoli sociali erano molto più complessi e differenziati. Lo schema elaborato da Adalberone, dunque, era tutt’altro che preciso. L’ideale della società tripartita non serviva tanto a descrivere la realtà sociale, ma a fornire un modello in base al quale assegnare ai vari gruppi sociali compiti ben definiti e un ruolo preciso all’interno della società. Ciò che preoccupava gli uomini di Chiesa era, soprattutto, la carica di violenza presente tra i cavalieri feudali, che spesso si riversava sui contadini pacifici e disarmati con saccheggi, furti e brutalità varie. Con la teoria della società tripartita invece, ai cavalieri era assegnato il compito di difensori della Chiesa, della fede e dei deboli.

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UNA SOCIETÀ MENO RIGIDA E CON PIÙ PROTAGONISTI

La società descritta da Adalberone dunque rispondeva solo in parte alla realtà delle cose. Dallo schema pensato dal vescovo di Laon, per esempio, rimanevano escluse figure sociali «borghesi», come gli artigiani o i mercanti, già esistenti nel Medioevo e destinate ad avere un grande ruolo nei secoli successivi. Inoltre, la società feudale appariva meno rigida di quella proposta da Adalberone. Gli uomini di Chiesa non si limitavano a pregare, ma spesso esercitavano anche funzioni di potere simili a quelle svolte dai nobili guerrieri. D’altra parte, la maggior parte degli abati e dei vescovi (gli uomini del clero che esercitavano il potere), erano di origine nobile. Ed erano molti i potenti che, alla fine della loro vita, si ritiravano in un monastero a pregare. Infine, anche i contadini, seppur a fatica, potevano migliorare la loro condizione fuggendo dalle terre che lavoravano per diventare soldati di qualche potente o andando a cercare fortuna altrove.

Scene di vita urbana.

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LEZIONE

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Le nuove invasioni

1 I Saraceni e gli Ungari Popoli in movimento Tra IX e X secolo l’Europa occidentale e l’Impero carolingio dovettero fare i conti con nuove minacce provenienti da Oriente e dalle regioni fredde settentrionali: Saraceni, Ungari e Normanni cominciarono a esercitare una forte pressione alle frontiere e a seminare il panico tra la popolazione civile. Erano popoli molto diversi tra di loro sia per l’organizzazione sociale, sia per la fede religiosa, sia per le modalità di combattimento. Di conseguenza, le «invasioni» assunsero forme molto differenti a seconda dei popoli che le compirono. Partiamo dai Saraceni: chi erano? Da dove venivano?

I «pirati arabi» COMPRENDO IL TESTO Da dove partivano le scorribande saracene che colpivano l’Europa? a Africa settentrionale. b Pianure ungheresi. c Scandinavia.

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Per gli abitanti dell’Europa i Saraceni erano semplicemente pirati arabi: • erano pirati perché compivano razzie e saccheggi improvvisi e poi scappavano; • erano arabi perché provenivano dall’Oriente ed erano musulmani. In realtà, i Saraceni appartenevano a popolazioni dell’Africa settentrionale convertite all’islam, che si erano rese autonome dal governo della capitale Baghdad. Le loro azioni militari, tanto improvvise quanto violente, non risparmiarono nemmeno l’Impero bizantino.

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


I Saraceni conquistano la Sicilia Gli arabi saraceni di solito si limitavano a razzie e saccheggi, in cerca di facili bottini. Una volta compiuta l’azione, si ritiravano nelle loro basi di partenza, lasciando dietro di sé morte e distruzione. Solo in pochi casi organizzarono vere e proprie campagne militari come quella che tra l’827 e il 902 portò alla conquista della Sicilia. Il dominio saraceno sulla Sicilia durò circa due secoli e fu caratterizzato da un grande sviluppo dell’agricoltura. Grazie all’introduzione di avanzate tecniche d’irrigazione, l’isola divenne una delle terre più fiorenti del Mediterraneo. Ai Saraceni si deve l’introduzione degli agrumi (arance, limoni, cedri), per i quali la Sicilia è ancora oggi famosa, oltre che delle melanzane, dei datteri e della canna da zucchero. Nelle regioni dell’Italia meridionale e dell’Adriatico le cose andarono diversamente: all’inizio i signori locali utilizzarono i Saraceni come eserciti mercenari nelle loro dispute interne, ma quando all’inizio del X secolo le razzie saracene si fecero più frequenti e pericolose, le popolazioni e i signori locali si coalizzarono e nel 915 scacciarono i Saraceni dal loro insediamento lungo le coste tirreniche della Campania.

Razzia La parola razzia significa «spedizione armata effettuata da truppe irregolari allo scopo di depredare viveri, animali o persone». Essa deriva dall’arabo ghaziyya, forma magrebina di ghazwa, «incursione».

Soldato saraceno a cavallo.

LE SCORRERIE DEI SARACENI

Lezione 10 ( Le nuove invasioni

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LEZIONE

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Gli Ungari COMPRENDO IL TESTO

Di quale continente erano originari gli Ungari? a Europa. b Medio Oriente. c Asia.

Mentre il Mediterraneo era sottoposto alle razzie saracene, l’Europa centrale soffriva le aggressioni di una popolazione nomade di stirpe ugro-finnica proveniente dalle steppe dell’Asia: gli Ungari. A metà del IX secolo gli Ungari giunsero nella pianura della Pannonia, l’attuale Ungheria. Da qui i guerrieri ungari partivano per compiere saccheggi e scorrerie, prima nelle regioni vicine, poi sempre più lontano, verso la Germania, la Francia, l’Italia e anche verso l’Impero bizantino. Solo nell’XI secolo, dopo essere stati fermati nelle loro incursioni dai re sassoni, iniziarono a condurre una vita sedentaria e a dedicarsi all’allevamento e all’agricoltura stanziale. In seguito, spinti dall’esempio del loro re Stefano I, si convertirono in massa al cristianesimo, diventando sempre più simili per cultura e modo di vivere agli altri popoli europei.

LAVORO SULLA CARTA Le scorrerie degli Ungari La carta illustra il territorio di stanziamento degli Ungari e le direttrici delle principali incursioni che effettuarono nel IX secolo in tutta Europa.

Rispondi alla domanda. • Confronta la carta qui rappresentata con una carta dell’Europa attuale: quali Stati hanno subìto le incursioni degli Ungari? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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2 Gli Stati normanni I Normanni: i «pirati del mare» Già a partire dall’VIII secolo, dalle coste del Nord comprese tra le attuali Danimarca, Norvegia e Svezia, partivano navi di predoni ai quali fu dato il nome generico di Normanni, cioè «uomini del Nord», o di Vichinghi («pirati del mare»). Si trattava di popolazioni guerriere organizzate in clan che, pur praticando l’agricoltura, vivevano soprattutto di pesca e, almeno inizialmente, di razzie e di saccheggi. A differenza dei Saraceni e degli Ungari, però, i Normanni a poco a poco s’insediarono stabilmente nei territori invasi, imponendo alle popolazioni locali il pagamento di tributi. Alcuni insediamenti normanni durarono molto poco, altri invece diventarono dei veri e propri Stati.

I Normanni dal Baltico giungono fino al mar Nero Tra gli insediamenti normanni destinati a durare nel tempo vi furono quelli raggiunti tra il IX e il X secolo sulle coste del mar Baltico. I Normanni usarono queste basi per organizzare spedizioni nelle regioni interne del continente europeo: attraverso i grandi fiumi di questa regione, infatti, entrarono in contatto con i popoli slavi e si spinsero perfino sulle coste del mar Nero, nelle regioni sotto il controllo dell’Impero bizantino. Le spedizioni dei Normanni in queste aree avevano come scopo gli scambi commerciali con le popolazioni locali e con i mercanti bizantini e musulmani che percorrevano quei territori con le loro merci. In seguito, i mercanti normanni, o Rus’, come li chiamavano le popolazioni locali (da cui deriva la parola «russi»), fondarono degli importanti principati, tra cui quello di Kiev. Come vedremo, il principato di Kiev fu all’origine della storia della Russia degli zar.

Monete raffiguranti navi normanne.

COMPRENDO IL TESTO Quale elemento distingueva i Normanni dagli Ungari e dai Saraceni? a Imponevano tributi. b Si muovevano solo a cavallo. c Erano pacifici.

Lezione 10 ( Le nuove invasioni

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LEZIONE

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I Normanni arrivano anche in Gran Bretagna Sempre tra il IX e il X secolo l’espansione normanna si diresse anche verso nord e verso ovest: a nord raggiunse l’ l’Islanda; a ovest l’Irlanda, la Gran Bretagna e le coste settentrionali della Francia. In Gran Bretagna i Normanni approfittarono delle condizioni di debolezza determinate dalle lotte interne tra le varie popolazioni dell’isola e riri uscirono a imporsi facilmente. Nonostante i successi militari, però, il loro insediamento, chiamato Danelaw («paese dei danesi»), non durò a lungo. In Francia, invece, i Normanni seminarono il terrore: a bordo delle loro agili imbarcazioni, i guerrieri vichinghi erano giunti addirittura fino a Parigi risalendo la Senna; il re franco Carlo il Semplice, spaventato dalla loro ferocia, nel 911 concesse al loro capo Rollone alcuni territori e il titolo di duca. Nacque così il ducato di Normandia, che si espanse rapidamente fino ad assumere la forma di un vero e proprio Stato. Circa un secolo dopo, i Normanni ripresero la rotta verso la Gran Bretagna e, guidati dal duca Guglielmo il Conquistatore, Conquistatore attraversarono il canale della Manica e sconfissero gli Anglosassoni nella battaglia di Hastings (1066) imponendo in questo modo il loro dominio sull’isola. Nasceva così un regno che sarebbe durato a lungo. Statua dedicata a Rollone, primo duca di Normandia.

LAVORO SULLA FONTE L’arazzo di Bayeux L’arazzo di Bayeux (una località dell’attuale Normandia francese) è una lunga striscia di lino (70 metri di lunghezza per 50 centimetri di altezza) sopra la quale sono stati ricamate le scene della conquista dell’Inghilterra da parte dei Normanni guidati da Guglielmo il Conquistatore. 1. Le scritte in latino corrono lungo tutto l’arazzo e spiegano le scene illustrate. La didascalia dell’immagine a lato recita così: «Qui il duca Guglielmo su una grande nave (naviga) sul mare». 2. La flotta normanna naviga verso l’Inghilterra. 3. Stretta fascia decorativa con volatili e animali fantastici.

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Rispondi alla domanda. • In che senso l’arazzo di Bayeux può essere utilizzato dagli storici come una eccezionale fonte storica? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................

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I Normanni raggiungono l’Italia meridionale All’inizio dell’XI secolo i Normanni che si erano insediati nelle regioni settentrionali della Francia ripresero il mare, questa volta diretti verso il Mediterraneo, e in particolare verso l’Italia meridionale. Nell’Italia del sud incontrarono una situazione molto instabile: da un lato c’erano i ducati longobardi (Benevento, Salerno), dall’altro territori ancora sottoposti ai Bizantini. Approfittando di questa situazione conflittuale i Normanni, sotto la guida di Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo («l’astuto»), iniziarono a espandersi anche grazie all’appoggio del papa, il quale sperava di «usare» la forza d’urto normanna per indebolire il potere dei Bizantini in Italia. Verso il 1060 essi cominciarono a occupare anche la Sicilia e nel 1090 la strapparono definitivamente agli Arabi. Pochi decenni più tardi, i possedimenti normanni nell’Italia meridionale furono unificati e diedero origine a un grande e importante regno.

LAVORO SULLA LINGUA In questa pagina e in quella precedente sottolinea i nomi propri dei luoghi toccati dall’espansione normanna in Europa.

Il castello di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, costruito da Roberto il Guiscardo tra il 1058 e il 1085 e pi volte riedificato nei secoli successivi.

SVILUPPO LE COMPETENZE Lavoro sulla carta 1. Osserva la carta che mostra l’espansione dei Normanni e rispondi alle domande. • Quali Paesi attuali coinvolse l’espansione normanna verso Oriente? .................................................................................................. .................................................................................................. ..................................................................................................

• Quali Paesi attuali coinvolse invece verso Occidente? .................................................................................................. .................................................................................................. ..................................................................................................

Lezione 10 ( Le nuove invasioni

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Pa AT ss LA at NT o E & ST Pr OR es IA en te

Nomadi del passato e del presente PASSATO: IV-X SECOLO

Nel periodo compreso tra il IV e il X secolo l’Europa subisce le scorribande di diverse popolazioni nomadi. Nel IV secolo lo spostamento verso Occidente degli Unni innesca il movimento dei popoli germanici stanziati al confine dell’Impero romano e determina, di fatto, la fine di quest’ultimo. Nel X secolo gli Ungari, dalle pianure ungheresi, colpiscono con le loro razzie buona parte delle regioni occidentali, aumentando il generale clima di insicurezza. A differenza degli Unni, tuttavia, gli Ungari a poco a poco da nomadi diventano sedentari, cessando così di rappresentare una minaccia per i vari regni europei.

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Gli Unni Nel 452 gli Unni, guidati da Attila, devastano Aquileia, un’importante città romana; quindi saccheggiano diverse città tra Friuli e Veneto prima di proseguire il loro cammino verso ovest. In seguito alla morte di Attila gli Unni ritornarono nelle grandi pianure dell’Asia centrale. In mancanza di un capo, essi si sedentarizzano trasformandosi in popolazioni seminomadi e non rappresentando più un pericolo per le popolazioni limitrofe.

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Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

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Gli Ungari Nel 924 gli Ungari, nelle loro scorribande, dalle pianure ungheresi attraversano le Alpi e giungono fino a Pavia, la capitale del regno italico e una delle città più importanti dell’Italia centro-settentrionale, saccheggiandola e devastandola. Nel corso dell’XI secolo gli Ungari, sconfitti da Ottone I, cessano a poco a poco di compiere scorribande e si stabilizzano definitivamente nelle pianure che oggi fanno parte dell’Ungheria.


PRESENTE: XXI SECOLO

Nel XXI secolo il nomadismo è molto ridotto. Comunità nomadi (o che conservano tracce dell’antica tradizione nomade) resistono in Africa, Asia e Oceania. Le più importanti sono le comunità nomadi dei Tuareg (Africa), dei Mongoli (Asia) e degli Aborigeni (Oceania).

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I nomadi all’epoca della globalizzazione • Tuareg: vivono nel Sahara, disseminati fra Algeria, Libia, Niger, Mali e Burkina Faso; sono circa 5 milioni (oggi in maggioranza sedentari). • Beduini: vivono nel Nord Africa, nel Medio Oriente e nella Penisola arabica, spostandosi attraverso numerosi Stati. Si contano oltre 20 milioni di appartenenti, suddivisi in moltissime tribù. • Pigmei: circa 250 000; vivono nelle regioni dell’Africa centro-occidentale.

• Popolazioni dell’Asia centrale: ne fanno parte un gran numero di diversi gruppi etnici che si occupano di allevamento e che vivono in un’area molto vasta oggi occupata dalle ex repubbliche sovietiche. • Mongoli: circa 750 000; insediati fra Mongolia e Cina, su un territorio grande cinque volte l’Italia. • Aborigeni: circa 500 000; vivono in tutta l’Australia; oggi solo 25 000 di loro sono nomadi.

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

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R a NO ga I E zz LA e S & TO Ra R ga IA zz i

Com’era essere bambini nel Medioevo? Nei primi secoli del Medioevo i bambini non venivano mai rappresentati. Lo stesso Gesù, che pure era dipinto tante volte fra le amorevoli braccia della Madonna, assomigliava più a un uomo in miniatura che a un bambino. Ciò non vuol dire, però, che nel Medioevo non esistesse l’idea dell’infanzia. Solo che era molto diversa da quella attuale. Vediamo come e perché.

I bambini «in carne e ossa» Nei primi secoli del Medioevo i bambini erano quasi «invisibili». Nelle poche raffigurazioni che li ritraggono, infatti, sembrano uomini in miniatura.. È solo nel tardo Medioevo che cominciano a essere rappresentati nelle loro fattezze reali e in contesti non solo religiosi, come in precedenza. A partire da questo momento, infatti, i bambini sono ritratti nella vita reale mentre giocano, ridono, si divertono e anche soffrono e muoiono. Secondo gli storici, infatti, nel Medioevo il 25-30% % dei nascituri moriva immediatamente e fino ai quattro o cinque anni la mortalità era molto alta.

La prima infanzia Per avere notizie sui primi anni di vita dei bambini nel Medioevo dobbiamo utilizzare diverse fonti: • trattati medici; • biografie di alcuni uomini divenuti celebri; • raffigurazioni dei pittori. Da queste fonti sappiamo che i bambini erano fasciati strettamente,, con le braccia lungo il corpo, perché si riteneva che ciò aiutasse a dormire meglio. Contrariamente a quanto si crede, si prestava molta cura all’igiene dei bambini, che venivano cambiati e lavati di frequente. Erano le madri a occuparsene; a quanto sembra i padri rifiutavano queste faccende. Ricerche e scavi ci permettono di conoscere i giocattoli dei bambini del Medioevo: biglie, pupazzetti di cera, spade di legno, cavalli e soldatini.

L’educazione dei bambini I genitori si dividevano i compiti della primissima educazione: il padre si occupava soprattutto di insegnare che cos’era l’autorità;; la madre si occupava della salute fisica e delle prime nozioni. Quando il bambino si «comportava male» i genitori non gli risparmiavano dure punizioni.. Ciò non significa che i bambini non ricevessero anche cure affettuose.

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Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


L’istruzione dei bambini ricchi… Nei primi secoli del Medioevo le famiglie aristocratiche affidavano l’educazione dei figli a precettori privati. A questo modello d’istruzione, che riguardava quasi solo i figli maschi, si affiancò l’insegnamento impartito nei monasteri. I monaci davano ai loro alunni (di solito bambini di età superiore ai sette anni, ma anche a qualche adulto) nozioni nelle materie fondamentali, che lo scrittore latino Marziano Capella aveva suddiviso in due gruppi: • trivium: grammatica (cioè lingua latina), retorica e dialettica (cioè filosofia); • quadrivium: aritmetica, geometria, astronomia, musica.

…e quella dei bambini poveri Nel 798 un capitolare di Carlo Magno, la Admonitio generalis, stabiliva che in ogni parrocchia dovesse essere creata una scuola per i bambini più poveri tra i sette e i dodici anni. Non è chiaro quanto questa disposizione sia stata applicata. Questi ragazzi, in gruppi di sei o dieci, si trovavano in un locale apposito, dove il maestro (un chierico o il parroco) insegnava lettura, calcolo e canto dei Salmi. I testi scritti per una gran parte del Medioevo erano in latino. Secondo le fonti, però, spesso gli studenti più che ascoltare giocavano a palla o a dadi, provocando le reazioni dell’insegnante (comprese le botte). La maggioranza dei ragazzi non riceveva alcuna istruzione; restava a casa cercando di sopravvivere, fino a quando, attorno ai dodici anni, si univa ai genitori nelle fatiche dei campi.

TEST INVALSI Barra con una x la risposta esatta. 1. Perché i neonati nel Medioevo 2. A partire da che periodo i bambini cominciarono a venivano fasciati stretti, con le essere ritratti? braccia lungo il corpo?

3. A che età i bambini cominciavano a lavorare? A Attorno ai 12 anni.

A Per ripararli dal freddo.

A Epoca romana.

B Attorno ai 13 anni.

B Per aiutarli a dormire.

B Alto Medioevo.

C Attorno ai 14 anni.

C Per evitare che si graffiassero.

C Tardo Medioevo.

D Attorno ai 15 anni.

D Novecento.

D Per motivi religiosi.

Lezione 4 ( La Chiesa, Unità un 3nuovo ( L’Occidente protagonista europeo dellanei storia secoli europea VII-XI

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SI M NTE AP S PA I E

DIDATTICA INCLUSIVA

Lezione 7

La crisi dell’Europa medievale

La crisi nella quale l’Occidente era caduto si aggravò a seguito delle migrazioni barbariche. Le strade romane erano malridotte e i commerci sempre più rischiosi e rari. Molte città scomparvero e si spopolarono. Guerre, carestie ed epidemie causarono la diminuzione della popolazione e questo aumentò le difficoltà dell’agricoltura. I latifondi divennero curtes, cioè proprietà agricole chiuse, suddivise in mansi coltivati dai servi del proprietario o affidati a contadini liberi (coloni), che dovevano versare ore di lavoro e beni al signore. Lezione 8

I Franchi e Carlo Magno

La dinastia dei Merovingi che guidava il regno franco fu deposta nel 751 da Pipino il Breve, capostipite della dinastia carolingia. Suo figlio Carlo Magno trasformò il regno franco in un vasto dominio e fondò, con il consenso del papa, il Sacro romano impero. Carlo divise l’impero in contee e marche e le fece governare dai nobili più fidati, i vassalli, che esercitavano sui loro territori gli stessi diritti di un sovrano. In cambio mettevano a disposizione dell’imperatore i loro eserciti. Questo sistema venne chiamato vassallaggio. Il successore di Carlo, suo figlio Ludovico il Pio, alla sua morte divise l’impero in tre parti. Lezione 9

Il feudalesimo

Il sistema introdotto da Carlo si diffuse e il rapporto vassallatico divenne la struttura di base della società franca: il re assegnava un feudo e il vassallo prometteva fedeltà. Nei feudi i vassalli concedevano anch’essi delle terre a nobili di loro fiducia. Il potere centrale risultava così frammentato e sempre più debole, anche perché i feudi (prima solo quelli grandi, poi anche i piccoli) divennero ereditari. Lezione 10 Le nuove invasioni Tra 9° e 10° secolo l’Europa occidentale subì le incursioni di nuovi popoli invasori: i Saraceni, provenienti dall’Africa del nord; gli Ungari, che dalla Pannonia partivano per fare razzie in Germania, Italia e Francia; i Normanni, popolazioni scandinave che si stanziarono in Inghilterra, in Francia (Normandia) e nell’Italia meridionale (conquistarono la Sicilia e poi unificarono tutti i loro possedimenti del Mezzogiorno in un unico regno).

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BES

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


A A

DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Tre regni – Sacro romano impero – Vassallatico – Inghilterra – Franchi – Potere centrale

Tra 8° e 9° secolo i fondano si diffonde

Rapporto

Frammentazione e indebolimento del

nasce

IL FEUDALESIMO

alla morte di Carlo Magno

L’Impero si divide in

Invasioni di Saraceni, Ungari e Normanni

I Normanni fondano due regni in e in Italia meridionale

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

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VE RI FI CA

1. Completa la scheda raccogliendo le informazioni nel testo. Le caratteristiche della curtis

La struttura della curtis

Il ruolo del signore

La curtis è una proprietà agricola ………………………………………………………. e ………………………………………………………. divisa in ……………………………………………………….. La curtis comprende due parti. La pars domìnica, cioè la «parte del ……………………………………………………….», è amministrata direttamente dal proprietario. In essa vi erano le abitazioni del signore e dei ………………………………………………………. che lavoravano alle sue dirette dipendenze, le stalle, i ………………………………………………………., il ………………………………………………………., il frantoio. La ………………………………………………………., cioè la «parte dei contadini», comprende gli appezzamenti assegnati ai contadini e le loro abitazioni. Questi contadini sono tenuti a dare al signore una parte del ………………………………………………………. e a prestare alcune giornate lavorative (corvées) nella ……………………………………………………….. Nella curtis il signore svolge diverse funzioni: amministra la riscuote i ………………………………………………………., organizza la ………………………………………………………., programma i ……………………………………………………….. ……………………………………………………….,

2. Individua la risposta corretta. a. In che modo Carlo Magno controllò e gestì i territori conquistati? a Accentrando il potere.

b. Su quale elemento si basava il rapporto tra i vassalli (conti e marchesi) e il sovrano? a Sullo scambio tra protezione e denaro.

b Costruendo una federazione di regni. c Dividendo il regno in conte e marchesati. d Alleandosi con il papato.

b Sulla forza militare dei vassalli. c Sulla forza militare del sovrano. d Sullo scambio tra feudi e immunità ed eserciti armati.

c. Qual era la durata del patto tra Carlo Magno e i suoi vassalli? a Annuale.

d. Quale compito avevano i missi domìnici? a Riferire al sovrano quanto avveniva sui territori.

b Decennale. c Eterna. d Temporanea: si esauriva alla morte del vassallo.

b Gestire il sistema di comunicazione interno al regno. c Controllare i signori che vivevano nella pars dominica delle curtes. d Riferire ai vassalli le decisioni del sovrano.

3. In ogni coppia, individua la frase in cui la parola evidenziata ha lo stesso significato che hai trovato nel testo di questa Unità. a Ho assistito a un bellissimo concerto: un tributo ai Beatles! b Per la raccolta dei rifiuti dobbiamo versare un tributo al Comune di residenza. a Dopo un lungo assedio, la città fu costretta a capitolare. b Con quel capitolare, il sovrano vietò ai coloni di cacciare nelle sue terre. a Il generale fu investito di pieni poteri per far fronte alla drammatica situazione. b Il gatto di mio zio è stato investito da un’auto in corsa, ma per fortuna se l’è cavata! a Le Marche confinano a nord con l’Emilia-Romagna e a est con il mar Adriatico. b Al salone dell’automobile erano rappresentate molte marche.

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Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


4. Completa la tabella indicando dove ebbero luogo gli eventi elencati nella colonna di sinistra. I NORMANNI

DOVE?

Si impongono facilmente sulle popolazioni dell’isola ma il loro insediamento, chiamato «Danelaw» non dura a lungo.

......………………………………………………………......…

Il re franco concede alcuni territori e il titolo di duca al loro capo Rollone.

......………………………………………………………......…

Guidati da Guglielmo il Conquistatore vincono nella battaglia di Hastings e impongono il loro dominio nella terra invasa.

......………………………………………………………......…

Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo occupa alcuni territori strappando un’isola agli Arabi.

......………………………………………………………......…

5. Riordina gli eventi nel loro corretto sviluppo cronologico inserendo un numero progressivo da 1 a 12. Dove richiesto, aggiungi la data. a. Sale al trono Carlo Magno. (…………………) b. Carlo Magno espande i confini del regno franco trasformandolo in un vero e proprio impero. c. Clodoveo si converte al cattolicesimo ottenendo l’appoggio della Chiesa. d. Nel regno dei Merovingi il potere viene esercitato dai maggiordomi, abili funzionari di corte. e. Il maggiordomo Carlo Martello sconfigge gli Arabi a Poitiers. (…………………) f. Pipino il Breve depone l’ultimo sovrano merovingio e si fa incoronare re. g. I Franchi costituiscono un grande regno romano-germanico sotto la guida di Meroveo, capostipite della dinastia. h. Carlo si fa incoronare imperatore del Sacro romano impero da papa Leone III. (…………………) i. Ludovico, Carlo e Lotario lottano per ottenere la guida dell’Impero carolingio. l. Con il trattato di Verdun l’impero viene diviso in tre regni. (…………………) m. I Franchi sottomettono le popolazioni dell’attuale Belgio e della Francia settentrionale. n. Ludovico il Pio diventa imperatore. (…………………) 6. Completa la mappa inserendo correttamente le frasi elencate. a. I feudi maggiori e minori diventano ereditari. b. I vassalli si comportano come dei sovrani. c. Frammentazione del territorio in feudi assegnati ai vassalli.

…….........………..

d. Indebolimento del potere centrale. e. Assegnazione delle immunità.

…….........………..

…….........………..

…….........………..

…….........………..

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

131


VE RI FI CA

7. Completa la scheda indicando, per ciascuno dei punti elencati, come si presentava ai tempi di Carlo Magno, specificando tra parentesi se si trattava di un successo o di un motivo di debolezza (l’esercizio è avviato). Una volta completata usala per produrre una relazione orale. DEBOLEZZA E SUCCESSI DELL’IMPERO DI CARLO MAGNO • Scambi commerciali: rimangono limitati (debolezza) Ambito economico

• Città: ……………….......……………………………...........…………......……......……......…………………………………………………...... • Agricoltura: …………….......……………………………………...…......……..............………………………………………………………

Ambito culturale

• Scuola palatina: …….......……………………………...…......……..............……………………………………………......…………..

Ambito legislativo

• Capitolari: ……………...........……………………………...…......……..............………………………………………………………………

8. Segna sulla carta le regioni da cui partivano le scorribande di Normanni, Ungari e Saraceni; per ciascun popolo inoltre indica, attraverso delle frecce, le traiettorie delle loro scorribande. Indica dove si trovano Aquisgrana, Roma e Costantinopoli.

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Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI


FACCIAMO STORIA INSIEME

L'immagine di un imperatore Nel primo brano, tratto dalla Storia dei Longobardi di Paolo Diacono, Carlo Magno viene descritto soffermandosi su un elemento della sua figura: il ferro! Il secondo brano, invece, riporta parte di una lettera che Carlo Magno inviò a Baugulfo, l’abate di un importante monastero, in cui l’imperatore esprime le sue preoccupazioni circa la preparazione culturale degli ecclesiastici.

E allora videro il ferreo Carlo, con un elmo di ferro, alle braccia maniche di ferro, il ferreo petto e le spalle protetti da una corazza di ferro, una lancia di ferro levata alta con la sinistra […]. La parte esterna delle cosce, che gli altri portano senza corazza per salire più facilmente a cavallo, in lui era protetta da lamine di ferro. Nello scudo non appariva altro che ferro. Anche il suo cavallo per l’animo e il colore splendeva come il ferro. […] E tutti coloro che lo precedevano, lo affiancavano o lo seguivano, portavano quello stesso armamento. Il ferro riempiva i campi e le pianure. I raggi del sole si riflettevano nella schiera di ferro. Al freddo ferro si inchinava il popolo, terrorizzato, ed echeggiavano le grida dei cittadini: “Oh, il ferro! Ohimè, il ferro!”.

Tipo di documento: testo Autore: Paolo Diacono Epoca: VIII secolo

Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, Tea, 1988

Carlo, […] a Baugulfo, abate, e a tutta la congregazione […], salute. Noi abbiamo giudicato utile che nei vescovati e nei monasteri affidati […] al nostro governo, ci si prendesse cura non solo di vivere regolarmente e secondo la nostra santa religione, ma anche di istruire nella scienza delle lettere, secondo la capacità di ognuno, coloro che possono imparare […]. Parecchi monasteri, in questi ultimi anni, ci hanno indirizzato degli scritti in cui ci veniva annunciato che i frati pregavano per noi […], ma nella maggior parte di questi scritti i sentimenti erano buoni e le parole rozzamente incolte, poiché quello che era ispirato dalla devozione, una lingua inabile e non istruita non poteva esprimerlo senza errori. […] Abbiamo cominciato a temere che, com’era poca l’abilità nello scrivere, così la comprensione delle Sacre Scritture fosse minore di quella che dovrebbe essere […]. Noi vi esortiamo dunque a non trascurare lo studio delle lettere e a lavorare per comprendere facilmente le Sacre Scritture. […] Si scelgano dunque per tale opera uomini che abbiano la volontà e la possibilità di imparare e l’arte di istruire gli altri.

Tipo di documento: testo Autore: Carlo Magno Epoca: VIII secolo

Carlo Magno, Lettera all’abate Baugulfo

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver letto il testo, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni. 1. Quale parola del documento 1 è più frequente? 2. Sottolinea, nel documento 2, gli elementi che dimostrano che si tratta di una lettera. 3. Perché, secondo Carlo, la preparazione culturale dei monaci non è adeguata?

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. 1. Leggendo la lettera, l’imperatore franco vi sembra un guerriero violento e spregiudicato oppure un sovrano colto e religioso? 2. Se questo giudizio è diverso dall’idea che vi eravate fatti di lui dopo aver letto il primo documento, cercate di spiegare perché.

Unità 3 ( L’Occidente europeo nei secoli VII-XI

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UNITÀ

4

Impero e Chiesa nell’Europa feudale uando il acro romano impero si divise, i nuovi sovrani cercarono di ra orzare il proprio potere, scatenando però la reazione della hiesa, che non voleva perdere la propria centralità. Tra il X e l’XI secolo sia il papa sia l’imperatore cercarono di a ermare la propria supremazia sull’altro, giungendo allo scontro aperto. egli stessi secoli anche il mondo islamico e uello bizantino a rontarono gravi di colt : il mondo arabo era diviso in molteplici cali ati e regni indipendenti; l’Impero bizantino doveva contrastare la pressione dei popoli slavi e la concorrenza dei mercanti arabi. ia gli Arabi sia i Bizantini, infine, dovettero fronteggiare l’o ensiva di un popolo bellicoso proveniente dalle steppe dell’ sia: i Turchi.

800

900

1000

887

910

962

Carlo il Grosso viene spodestato: crisi del Sacro romano impero

Fondazione del monastero di Cluny

Fondazione del Sacro romano impero germanico

Che cosa sai già… v Il mondo arabo si organizza attorno alla figura del profeta Maometto. La nuova religione

monoteista dell’islam riunifica i popoli arabi, che creano un immenso impero. v Alla morte di Carlo Magno, l’Impero carolingio va incontro a grandi difficoltà e finisce per dividersi. v L’Europa occidentale nel IX-X secolo viene sottoposta alla triplice pressione di popoli invasori: Ungari, Normanni e Saraceni. v I rapporti vassallatici indeboliscono l’autorità del potere centrale: nasce la società feudale.

134

987 Ugo Capeto re di Francia


La Penisola iberica è divisa in due: nelle regioni settentrionali ci sono i regni cattolici; la parte centro-meridionale è in mano agli Arabi.

Tra X e XI secolo il Sacro romano impero controlla gran parte dell’Europa centrale e dell’Italia centro-settentrionale.

In Italia meridionale i Normanni creano un vasto regno.

1054 Scisma d’Oriente tra Chiesa di Roma e Chiesa di Bisanzio

1000

1100 1055 Conquista di Baghdad da parte dei Turchi selgiuchidi

1200

1077

1122

Umiliazione di Enrico IV a Canossa e lotta per le investiture

Concordato di Worms fra papato e impero

1071 1075 Sconfitta bizantina di Manzikert a Dictatus Papae opera dei Turchi selgiuchidi di Gregorio VII

…e che cosa imparerai v La dinastia sassone rifonda il Sacro romano impero, ma questa volta «germanico». v I monaci cistercensi e cluniacensi reagiscono alla decadenza morale della Chiesa cattolica. v Papato e impero si scontrano nella «lotta per le investiture» per stabilire quale dei due

poteri debba prevalere. v L’Impero bizantino deve guardarsi dalla duplice pressione dei popoli slavi e dei popoli

arabo-musulmani. v Nel mondo musulmano fa irruzione un nuovo popolo: i Turchi.

135


LEZIONE

11

L’ascesa della dinastia dei Sassoni

1 La crisi e la fine dell’Impero carolingio

La nascita dei castelli Nel IX-X secolo l’ondata di invasioni dei Saraceni, degli Ungari e dei Normanni che si abbatté sull’Europa occidentale determinò una situazione di profonda insicurezza. In molte zone d’Europa i signori locali (cioè i vassalli minori) tentarono di difendere il territorio dalle scorrerie degli invasori, svolgendo, di fatto, funzioni che spettavano ai loro signori. Per farlo, cominciarono a costruire numerosi castelli, vere e proprie fortificazioni al cui interno trovavano protezione le popolazioni delle campagne e dei piccoli borghi. Gli storici hanno chiamato questo fenomeno «incastellamento».

I castelli diventano centri di potere

Castello medievale.

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I signori locali garantivano la protezione militare alla popolazione e ciò diede loro un potere crescente e una grande autorità. All’interno dei loro castelli cominciarono a comportarsi come tanti piccoli sovrani: rivendicavano il diritto a non pagare le tasse imposte dai re (immunità), reclamavano il diritto di imporre obblighi e divieti (il cosiddetto «potere di banno») e di emanare leggi. Inoltre, anch’essi riscuotevano tributi e organizzavano eserciti privati.

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


La crisi dell’impero spinge l’Europa verso l’anarchia feudale Verso la fine del IX secolo l’autorità dell’imperatore era ormai debolissima, il potere dei feudatari era cresciuto enormemente e molti conti e marchesi erano ormai più potenti dello stesso sovrano. Per descrivere questa situazione gli storici usano l’espressione «anarchia feudale». Anarchia significa assenza di governo: gli storici, dunque, chiamano così questo periodo perché la crisi dell’autorità centrale dell’imperatore portò a una situazione in cui ogni signore, grande o piccolo che fosse, agiva come se fosse un re governando, di fatto, su un’area molto piccola.

COMPRENDO IL TESTO Perché gli storici usano il termine «anarchia» per descrivere la perdita di potere dell’autorità centrale dell’impero? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

L’anarchia feudale disgrega l’Impero carolingio Lotario (figlio di Ludovico il Pio) aveva ereditato la parte centrale del Sacro romano impero e, con essa, il titolo d’imperatore. Alla sua morte (855) la corona era passata a suo fratello Carlo il Calvo, che già era sovrano del regno dei Franchi occidentali (l’attuale Francia). Il successore di Carlo il Calvo, Carlo il Grosso, era riuscito a ricostituire l’impero di Carlo Magno, riunificando sotto di sé Francia, Germania e Italia, ma il nuovo impero durò poco: nell’887, infatti, Carlo il Grosso fu spodestato. Nell’area corrispondente all’attuale Francia i grandi feudatari avevano molto potere. Essi non volevano piegarsi nuovamente all’autorità imperiale, tanto che imposero il passaggio della corona dalla dinastia carolingia al conte di Parigi: fu così che, alla fine del X secolo, nel 987, divenne re Ugo Capeto, un feudatario francese capostipite della dinastia dei Capetingi. Anche nel mondo tedesco e in quello italiano la storia seguì lo stesso corso: • nel Regno di Germania si affermarono alcuni nobili originari della Sassonia, uno dei cinque ducati in cui era suddiviso il regno. Nel 919 salì al trono di Germania Enrico, duca di Sassonia, eletto re da un’assemblea di feudatari; • nel Regno d’Italia la corona fu contesa fra i vari feudatari fino a quando, nel 950, prevalse Berengario II, marchese d’Ivrea.

COMPRENDO IL TESTO Indica la regione europea in cui esercitarono la loro sovranità le dinastie Sassone e Capetingia. Sassoni: …..…………………………………… Capetingi: …..………………………………….

Spodestare Rimuovere qualcuno, con la forza o attraverso il diritto, da una posizione di potere che occupa.

Ugo Capeto.

Trono donato da Carlo il Calvo al papa; conservato a Roma.

Lezione 11 ( L’ascesa della dinastia dei Sassoni

137


LEZIONE LEZIONE

1 11

2 La rinascita del Sacro romano impero germanico

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea tutti i nomi propri di luogo e di persona. Quale nome di persona ricorre più frequentemente? ………………………………………………………

Ottone I fonda il Sacro romano impero germanico Ottone I, successore di Enrico sul trono del Regno dei Franchi orientali (corrispondente grosso modo all’attuale Germania), voleva riportare all’antica grandezza l’autorità regia. Per questo si batté con i grandi feudatari germanici che si opponevano al suo potere, riconducendoli all’obbedienza. Non solo: nel 955 a Lechfeld, nell’attuale Germania meridionale, inflisse una pesante sconfitta agli Ungari ponendo fine, di fatto, alle loro scorrerie nell’Europa centrale. Ottone I ingrandì anche i confini del regno: • a est conquistò diversi territori, organizzandoli in marche; • a ovest intervenne sempre più pesantemente nelle faccende interne del Regno dei Franchi occidentali, reso instabile dalle tensioni fra il re e l’aristocrazia feudale; • a sud rivolse le sue attenzioni all’Italia: nel 951 sconfisse Berengario II e riunificò sotto la sua autorità il Regno di Germania e quello d’Italia, tornando a unire territori che erano stati divisi dopo la crisi dell’Impero carolingio. Nel 962, un secolo e mezzo dopo l’ascesa al trono imperiale di Carlo Magno, Ottone I venne consacrato da papa Giovanni XII imperatore: nasceva così il Sacro romano impero germanico.

LAVORO SULLA CARTA Il Sacro romano impero germanico La carta mostra i confini del Sacro romano impero germanico attorno all’anno Mille, mentre regnavano i successori di Ottone I. I domini del fondatore dell’impero corrispondevano a quelli del Regnum Teutonicorum, il Regno dei Teutoni, cioè la Germania, mentre i vecchi possedimenti francesi di Carlo Magno avevano ormai conquistato grande autonomia. Ottone I ristabilì l’autorità imperiale sull’Italia. A ovest e a est dei confini dell’impero, ampie regioni avvertivano l’influenza dei Sassoni, anche se non erano direttamente sottomesse. Vaste aree erano organizzate come marche di confine, per fronteggiare la minaccia dei popoli nomadi dell’Europa orientale. Rispondi alla domanda. • Osserva la legenda e completa il testo con i colori corrispondenti della carta. - In ………………………………………… i ducati di Sassonia e Svevia, «cuore» dell’impero fondato da Carlo Magno. - In ………………………………………… i ricchi territori del Regno d’Italia, con le fertili aree della Pianura Padana e della Tuscia (oggi Toscana). - In ………………………………………… le marche di confine.

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Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


Cresce l’importanza dei vescovi

COMPRENDO IL TESTO

Il nuovo impero creato da Ottone era meno esteso rispetto a quello di Carlo Magno, perché privo dei territori oggi corrispondenti alla Francia, a esclusione della Borgogna. Nonostante ciò, il Sacro romano impero era pur sempre un impero molto vasto, difficile da governare a causa della scarsità delle vie di comunicazione e dell’insufficienza e inefficienza della burocrazia imperiale. Per aggirare questi problemi, e far giungere la propria volontà in tutti i territori dell’impero, Ottone I ricorse sempre più all’aiuto dei vescovi, affidando loro il governo di feudi e città. Questa pratica non era una novità. Da più di un secolo imperatori e sovrani erano soliti servirsi dei vescovi per funzioni di governo. Essi infatti spesso provenivano dalla nobiltà ed erano più istruiti dei laici. Inoltre, non potendo sposarsi, non avevano figli a cui lasciare gli incarichi e i benefici a essi connessi in eredità. Tra IX e X secolo dunque spesso i vescovi furono investiti di poteri simili a quelli dei conti, motivo per cui gli storici a lungo hanno parlato di vescovi-conti. Ottone I fece però di più, in quanto cominciò anche a eleggere direttamente nuovi vescovi, senza chiedere il permesso al papa.

Ottone afferma la propria autorità nei confronti del papato Proprio il rapporto tra papato e impero rappresentò uno dei temi principali della politica di Ottone I. Non a caso, appena eletto imperatore, egli emanò il Privilegium Othonis, un documento ufficiale che affermava in modo solenne due principi fondamentali: • la conferma delle donazioni che Pipino e Carlo Magno avevano fatto alla Chiesa; • l’obbligo di eleggere il papa solo dopo l’approvazione dell’imperatore. Tale documento, con tutta evidenza, affermava il primato dell’imperatore sul papa. Il papato, del resto, stava attraversando una grave crisi, che lo indeboliva enormemente: i papi venivano eletti e deposti dalle famiglie della nobiltà romana, motivo per cui il loro potere era molto limitato.

Perché Ottone scelse di concedere i feudi ai vescovi piuttosto che ai nobili cavalieri? a Perché era un uomo di profonda fede cristiana. b Perché alla morte dei vescovi i feudi tornavano in suo possesso. c Per fare un piacere al papa.

COMPRENDO IL TESTO Quale punto del Privilegium Othonis sottolineava maggiormente il potere dell’imperatore in ambito religioso? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

L’imperatore Ottone I incoronato dalla Vergine Maria, miniatura del X secolo.

Lezione 11 ( L’ascesa della dinastia dei Sassoni

139


LEZIONE LEZIONE

1 11

Alle origini del conflitto fra Impero e Chiesa Nei secoli dell’Alto Medioevo la Chiesa e l’Impero erano stati due poteri indipendenti l’uno dall’altro, due soggetti ugualmente prestigiosi e autorevoli che si occupavano però di due ambiti distinti: la Chiesa era impegnata nella anime, l’Impero si occupava della riscossione cura delle anime tributi, delle scelte politiche e delle iniziative milidei tributi tari. tari Ora, invece, con il Privilegium Othonis l’imperatore germanico stabiliva la preminenza del potere politico sul papato. Fu questa l’origine di un durissimo conflitto che avrebbe visto Chiesa e Impero combattersi per quasi un secolo.

Papa e imperatore inginocchiati al cospetto di Dio.

3 L’utopia della restaurazione imperiale

La difficile eredità di Ottone I Alla morte di Ottone I, nel 973, fu subito chiaro che i suoi successori avrebbero incontrato grandi difficoltà nel mantenere unito l’impero: Ottone II, per esempio, dovette battersi con i potenti signori locali per riaffermare in Germania la propria autorità. Tentò poi di conquistare i territori dell’Italia meridionale, contesi a quel tempo tra Bizantini e Arabi ma morì improvvisamente nel 983, lasciando come erede un bimbo di solo tre anni, Ottone III.

La Renovatio imperii

COMPRENDO IL TESTO Da dove proveniva Teofane, la madre di Ottone III? a Bisanzio. b Italia settentrionale. c Spagna araba.

140

Ottone III salì al trono all’età di sedici anni. Fu un imperatore molto importante e anche molto diverso dai suoi predecessori: la madre, la principessa bizantina Teofane, gli impartì un’educazione raffinata, fondata sulla cultura greca e su quella bizantina; inoltre, Ottone III si circondò delle personalità più brillanti dell’epoca. La sua formazione culturale classica nutrì il suo sogno politico: la Renovatio imperii («restaurazione dell’impero»). Il sogno di Ottone III di rinnovare la tradizione imperiale da Augusto in poi, fino a Carlo Magno, non coincideva del tutto con l’idea di impero germanico dei suoi predecessori sassoni.

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

Placca che raffigura ttone II e la moglie Teofane, la madre di Ottone III.


Egli, infatti, si allontanò dal mondo germanico e stabilì la sede imperiale a Roma per restituire alla città l’antica centralità e per rinsaldare il legame politico con il papato. Inoltre, nominò pontefice il monaco Gerberto d’Aurillac, che era stato suo insegnante e che divenne papa con il nome di Silvestro II. Le scelte di Ottone III innescarono reazioni furibonde: la nobiltà tedesca era contraria allo spostamento del centro del potere imperiale in Italia, mentre la nobiltà romana, che considerava una sua prerogativa la scelta dei papi, si oppose alla pretesa dell’imperatore tedesco di nominare il pontefice. Ottone III fu costretto ad abbandonare Roma e morì a soli 22 anni senza lasciare eredi. Gli sarebbe succeduto il cugino Enrico II, l’ultimo imperatore sassone.

COMPRENDO IL TESTO Perché le scelte di Ottone III modificarono profondamente gli equilibri geografici e politici dell’impero? Per rispondere alla domanda interrogati su un elemento: in seguito alla scelta di Ottone III il mondo germanico acquisì o perse centralità? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Papa Silvestro II, affresco del XVI secolo.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. L’incastellamento fu determinato dal pericolo delle invasioni di Normanni, Ungari e Saraceni.

V

F

b. Verso la fine del IX secolo iniziò un periodo di «anarchia feudale».

V

F

c. Dopo la fine dell’Impero carolingio, nel Regno di Germania si affermò la dinastia capetingia.

V

F

d. Il Privilegium Othonis revocava le concessioni fatte alla Chiesa da Carlo Magno.

V

F

e. La Renovatio imperii aspirava a rinnovare la grande tradizione imperiale romana e carolingia.

V

F

Interpreto un’immagine 2. Nel centro della miniatura è rappresentato il giovane e colto imperatore germanico Ottone III. Ai suoi lati, gli esponenti del potere militare e di quello religioso. Rispondi alla domanda. • Quale delle due figure appartiene al clero e quale alla nobiltà guerriera? Da che cosa li riconosci? ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................

L’incoronazione di Ottone III.

Lezione 11 ( L’ascesa della dinastia dei Sassoni

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Il simbolo del Medioevo: il castello Molti dei castelli che furono costruiti in Europa fra il IX e il X secolo oggi non esistono più o sono diroccati: la maggior parte, infatti, era costruita in legno e quindi è scomparsa a causa di incendi o è stata interamente ricostruita. I castelli che ancora oggi segnano il paesaggio dell’Europa sono quelli che furono costruiti in pietra a partire dal XII secolo quando, da luoghi di rifugio fortificati, si trasformarono in centri di potere.

1

IL CASTELLO IN ORIGINE ERA UNA STRUTTURA DIFENSIVA…

Il castello è uno dei simboli più celebri e conosciuti del Medioevo. In realtà, già prima del IX secolo esistevano luoghi fortificati, variamente chiamati castella, castra, munitiones, roccae, oppida, costruiti ai tempi dell’Impero romano o del Sacro romano impero. Fu però all’epoca delle invasioni dei Normanni e dei Saraceni che i castelli furono costruiti in grande numero. Un cronista dell’epoca, infatti, scrive che «le fortezze erano rare nel paese e prima di questa incursione pagana (i Normanni) ognuno, rimanendo nella sua villa (la curtis), vi consumava i propri beni». La paura collettiva fece sorgere migliaia di roccaforti difese da palizzate di legno, terrapieni e fossati, e munite, nella parte centrale, di una torre alta due piani.

Castello di Oria, Brindisi (XI secolo).

Aosta, Porta pretoria e cortile d’arme.

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Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


2

…POI FU CENTRO DI POTERE E SEGNO DELLA GRANDIOSITÀ DEL SIGNORE

Castello di Fénis, Valle d’Aosta (XIII secolo).

Con il passare del tempo queste rudimentali roccaforti militari si trasformarono: le palizzate lasciarono il posto a imponenti mura di pietra, con camminamenti e torrette di avvistamento. Da strutture difensive provvisorie divennero centri di un potere politico e giudiziario esercitato dal signore del castello sull’intero territorio circostante. In seguito, la funzione militare difensiva perse progressivamente di rilevanza: i castelli, infatti, diventarono l’immagine esteriore della magnificenza e dell’importanza politica e militare del castellano. Gli ambienti interni si ampliarono e si arricchirono di sale da pranzo e saloni d’onore, nonché di stanze destinate agli ospiti. Le fortezze originarie si erano ormai trasformate in grandiose dimore. La rocca sforzesca di Soncino (Cremona).

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

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LEZIONE

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La riforma della Chiesa e la lotta per le investiture

1 La Chiesa attraversa una profonda COMPRENDO IL TESTO Spiega il nesso di causa-effetto tra queste due frasi: a. famiglie nobili romane eleggevano il papa; b. perdita di prestigio del papa. ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Celibato

crisi morale e spirituale

Per uscire dalla crisi, la Chiesa deve rinnovarsi moralmente Nei secoli di passaggio dall’Alto Medioevo al Basso Medioevo (dal IX all’XI secolo), la Chiesa attraversò una grave crisi morale. Le nobili famiglie romane eleggevano e deponevano i papi a loro piacimento e ciò toglieva alla figura del pontefice ogni autorità morale e religiosa; molti vescovi erano corrotti ed era diffusa la pratica della simonia, cioè l’acquisto di cariche spirituali (per esempio quella di vescovo). Inoltre, erano frequenti i casi di concubinaggio, cioè di uomini di chiesa che vivevano con una donna, violando apertamente l’obbligo del celibato. La Chiesa, insomma, aveva perso la sua credibilità morale.

Condizione dell’uomo non sposato. Il nubilato è invece la condizione delle donne non sposate.

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Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


Eremiti e monaci contro la corruzione La gravissima crisi della Chiesa dipendeva dal fatto che molti ecclesiastici avevano abbandonato la preghiera e si erano dedicati a soddisfare i propri bisogni materiali. Come reazione, in Europa si diffuse il fenomeno religioso degli eremiti. Gli eremiti erano uomini di fede che sceglievano di ritirarsi in luoghi solitari e inospitali per dedicarsi solo alla preghiera: in questo modo, essi sfuggivano alle tentazioni del mondo. Attorno ad alcuni eremiti si costituirono col tempo delle comunità di monaci.. Queste comunità costruirono dei monasteri, cioè delle residenze esclusive per soli monaci (o monache). In Toscana, per esempio, sorsero i monasteri di Camaldoli e di Vallombrosa; in Francia nacquero i monasteri di Cîteaux e di Chartreuse, gestiti rispettivamente dagli ordini dei cistercensi e dei certosini.

LAVORO SULLA LINGUA Gli ordini cistercensi e certosini derivano il loro nome da due località francesi in cui sorsero importanti monasteri. Quali? ……………………………………………………… ………………………………………………………

Una donna viene accolta in un monastero.

Eremiti al lavoro, affresco del XV secolo.

Lezione 12 ( La riforma della Chiesa e la lotta per le investiture

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LEZIONE

12

Infermeria Chiesa

Dormitorio

Abbazia di Cluny, portale della cappella di Borbone. La cappella di Borbone è uno dei pochi resti ancora visibili dei molti edifici che un tempo costituivano Cluny. All’inizio dell’Ottocento infatti l’abbazia venne distrutta per volere di Napoleone Bonaparte.

COMPRENDO IL TESTO Nei confronti dell’autorità imperiale o ecclesiastica il monastero di Cluny aveva un rapporto di: a indipendenza. b sottomissione. c parità.

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Il monastero di Cluny si afferma come protagonista del rinnovamento della Chiesa Molto importante fu il monastero francese di Cluny, fondato nel 910 dal duca Guglielmo di Aquitania. Il duca volle che il monastero di Cluny fosse totalmente indipendente da qualsiasi autorità imperiale o ecclesiastica e che nessuno, eccetto il papa, potesse interferire con le sue attività. Solo una forte autonomia, infatti, avrebbe assicurato la moralità dei monaci cluniacensi. Contro la corruzione della Chiesa si schierarono anche alcuni movimenti popolari, diffusi soprattutto nell’Italia settentrionale: nell’XI secolo i patari (cioè «straccioni», da patarìa, che era il nome del mercato degli stracci) riuscirono persino a cacciare da Milano l’arcivescovo Guido da Velate, che era stato nominato dal re.

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


Chiostro Dormitorio dei novizi Refettorio Latrine

Cucine

Ospizio

Ingresso principale

Odone di Cluny, secondo abate del monastero.

La crisi della Chiesa porta al suo completo asservimento all’imperatore A metà dell’XI secolo, la crisi morale della Chiesa romana era ormai gravissima: papa Benedetto IX si era macchiato di simonia vendendo il suo titolo a un nobile romano e un altro papa era stato nominato da una fazione nobiliare. Nel 1046 divenne imperatore Enrico III, che si propose di affermare la superiorità del potere imperiale: per questo scese in Italia, depose i papi e nominò pontefice un vescovo tedesco. Negli anni successivi Enrico continuò a nominare papi di sua fiducia, scegliendoli sempre tra i vescovi tedeschi che non avevano legami con la nobiltà romana. Il papato era ormai del tutto asservito alla volontà dell’imperatore.

COMPRENDO IL TESTO La scelta di Enrico III di nominare papi di origine tedesca dipendeva: a dalla preferenza per la cultura e la lingua tedesche. b dal fatto di essere anche lui tedesco. c dalla volontà di indicare persone a lui fedeli e non collegate alle nobili famiglie romane.

Lezione 12 ( La riforma della Chiesa e la lotta per le investiture

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LEZIONE

12

2 Lo scontro fra papato e impero Si scatena la lotta per le investiture

Concilio Riunione dei membri più importanti di una comunità religiosa.

Pastorale Bastone simbolico con l’estremità ricurva e finemente istoriato che viene usato dal vescovo durante la messa e le cerimonie più importanti.

La Chiesa reagì alla subordinazione al potere imperiale voluta da Enrico III. Nel 1059 papa Niccolò II indisse un concilio nel quale si stabilirono due princìpi fondamentali: • l’elezione del pontefice spettava solo ai cardinali; • l’imperatore non poteva nominare i vescovi, né assegnare loro un territorio. Si trattava di due questioni cruciali, da cui dipendeva l’indipendenza della Chiesa dall’Impero. Allo stesso modo di Ottone I, anche i suoi successori continuarono a nominare vescovi scegliendo il candidato ideale al quale assegnare un territorio e a procedere all’investitura, una cerimonia nel corso della quale venivano consegnati l’anello e il pastorale, simboli della sua funzione. Dopo il concilio convocato da Niccolò II la Chiesa rivendicò a sé la scelta dei vescovi. Tra il papato e l’impero iniziò così uno scontro durissimo, passato alla storia come «lotta per le investiture», in cui entrambi i poteri cercarono di affermare la propria superiorità sull’altro.

Papa Urbano II conferisce a Ugo di Cluny gli ornamenti vescovili.

Urbano II conferma i privilegi di Cluny, miniatura del XII secolo.

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Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

Il vescovo tiene in mano la pastorale.


L’imperatore e il papa combattono una guerra senza esclusione di colpi Il momento più acuto della lotta per le investiture si raggiunse quando, nel 1075, papa Gregorio VII emanò il Dictatus Papae («Dichiarazione del papa»). Il documento, infatti, affermava l’assoluta infallibilità della Chiesa e la superiorità del papa sull’imperatore; il pontefice poteva addirittura deporre il sovrano. In tal modo, il pontefice affermava solennemente il primato spirituale e politico del papato sull’impero. Di fronte al Dictatus Papae l’imperatore Enrico IV (figlio di Enrico III) reagì e, forte dell’esempio dei suoi predecessori, proclamò la decadenza di Gregorio VII. Il papa, a sua volta, lo scomunicò. I feudatari tedeschi approfittarono della debolezza del sovrano e si ribellarono non ritenendosi vincolati all’obbedienza verso un imperatore scomunicato.

DENTRO LA STORIA Le «armi più forti»

Scomunica Espulsione decretata dalle autorità ecclesiastiche a danno di un membro dalla comunità dei fedeli come punizione per aver compiuto atti o sostenuto opinioni contrari alla dottrina ufficiale della Chiesa.

Codice dove sono trascritte le prime proposizioni del Dictatus Papae.

Secondo i princìpi della dottrina teocratica (che letteralmente significa «potere di Dio»), papa Gregorio VII riteneva che ogni potere legittimo potesse derivare solo da Dio: spettava quindi al papa, in quanto vicario di Cristo, la supremazia su tutti i poteri esistenti sulla Terra, compreso quello dell’imperatore. Nel Dictatus Papae il papa enunciò tale posizione attraverso ventisette brevi proposizioni, alcune delle quali sono riportate qui di seguito. • Solo il pontefice romano può essere considerato universale. • Egli solo può deporre o stabilire vescovi. • Un suo messo, anche se inferiore di grado, è, nei concili, superiore a tutti i vescovi e può, nei loro confronti, emettere sentenza di deposizione. • Non è lecito avere rapporti o rimanere nella stessa casa con coloro che sono stati scomunicati dal papa. • Solo il pontefice può usare le insegne imperiali. • I principi devono baciare i piedi soltanto a lui. • Il suo titolo è unico al mondo. • Gli è lecito deporre l’imperatore. • Nessuno lo può giudicare. • La Chiesa romana non errò e non errerà mai e ciò secondo la testimonianza delle Sacre Scritture. • Non deve essere considerato cattolico chi non è d’accordo con la Chiesa romana. • Il pontefice può sciogliere i sudditi dalla fedeltà verso gli iniqui.

Lezione 12 ( La riforma della Chiesa e la lotta per le investiture

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LEZIONE

12

L’imperatore a Canossa si «umilia» davanti al papa

LAVORO SULLA LINGUA L’espressione «andare a Canossa» è diventata un modo di dire di uso comune. Che cosa significa? a Affrontare un viaggio inutile. b Sottomettersi per chiedere perdono. c Non accettare le scuse di chi è pentito.

Di fronte alla minaccia rappresentata dalla ribellione dei feudatari, Enrico IV compì una mossa sorprendente. Per salvare l’impero dalla disgregazione, nel gennaio 1077 si recò a Canossa, una località dell’Appennino emiliano dove il papa era ospite della contessa Matilde, per chiedere perdono a Gregorio VII: si narra che dovette attendere per tre giorni e tre notti nel cortile del castello prima che il papa decidesse di ritirare la scomunica. Per questo motivo si parla di «umiliazione di Canossa». Enrico, però, non dimenticò l’umiliazione subita: dopo aver sconfitto i feudatari tedeschi ribelli e ristabilito il potere imperiale, riprese la lotta con il papato. Una nuova scomunica non gli impedì, nel 1080, di nominare un antipapa, Clemente III, e di porre Roma sotto assedio. Gregorio VII fu liberato solo nel 1084 grazie all’intervento dei Normanni guidati da Roberto il Guiscardo che lo condussero in salvo a Salerno dove il papa morì l’anno successivo.

Enrico IV mentre si umilia di fronte al pontefice a Canossa.

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Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

Le rovine del castello di Canossa.


Il Concordato di Worms mette fine alla lotta per le investiture La lotta per le investiture continuò ancora a lungo tra i successori dell’imperatore Enrico IV e di papa Gregorio VII. Solo nel 1122 il nuovo imperatore Enrico V e il papa Callisto II giunsero finalmente a un accordo, stipulato nella cittadina tedesca di Worms. Il Concordato di Worms stabiliva due princìpi fondamentali: • solo il papa poteva consacrare i vescovi; • l’imperatore poteva assegnare ai vescovi l’amministrazione dei suoi feudi; in Italia l’assegnazione di un feudo poteva avvenire solo dopo che il vescovo era stato consacrato dal papa; in Germania, invece, l’imperatore poteva assegnare la carica feudale anche a chi doveva ancora essere consacrato vescovo. Il concordato era un evidente compromesso, che non superava le ragioni del conflitto fra Chiesa e Impero. La Chiesa, infatti, recuperava il suo ruolo di guida religiosa, ma i vescovi tedeschi continuavano a essere vassalli dell’imperatore.

COMPRENDO IL TESTO Quale differenza stabiliva il Concordato di Worms nei criteri di nomina dei vescovi fra Italia e Germania? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Miniatura raffigurante papa Callisto II.

SVILUPPO LE COMPETENZE Mi oriento nel tempo 1. Collega ogni data all’avvenimento corrispondente. a. 910

1. Gregorio VII emana il Dictatus Papae.

b. 1059

2. Concordato di Worms.

c. 1075

3. Enrico IV si umilia a Canossa.

d. 1077

4. Niccolò II si oppone all’elezione imperiale dei vescovi.

e. 1122

5. Fondazione del monastero di Cluny.

Lavoro sulla fonte 2. In questo brano, tratto dal Concordato di Worms, si evidenziano gli impegni assunti dall’imperatore con la Chiesa. Io Enrico, per la grazia di Dio augusto imperatore dei romani, per l’amore che nutro verso Dio, la santa Chiesa romana e il papa Callisto e per la salvezza della mia anima, ho riconosciuto a Dio e ai santi apostoli e alla santa Chiesa cattolica l’autorità di dare tutte le investiture che avvengono attraverso la concessione dell’anello e del bastone. Concedo, inoltre, che in tutte le chiese che si trovano sotto il mio potere di imperatore o di re la Chiesa possa eleggere vescovi e consacrarli liberamente.

Rispondi alle domande. • Da chi ha ricevuto Enrico V la sua dignità imperiale? …………………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..………………………………………………………………………

• Quale diritto Enrico V riconosce alla Chiesa? …………………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..………………………………………………………………………

Lezione 12 ( La riforma della Chiesa e la lotta per le investiture

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Le donne nella società europea

Nel Medioevo la maggior parte delle donne viveva all’ombra degli uomini: prima dei padri e dei fratelli, una volta sposate dei mariti. Se di umili origini, passavano la vita a lavorare nei campi e a fare figli; se nobili, erano confinate nei castelli ad accudire la prole. In entrambi i casi, gran parte di loro moriva durante il parto. Nonostante ciò, durante il Medioevo molte donne hanno svolto un ruolo di primo piano. 1

CLOTILDE

Nata a Lione attorno al 475, Clotilde fu educata, probabilmente dalla madre, al cattolicesimo, nonostante il padre fosse ariano. Figlia del sovrano dei Burgundi, una popolazione di origine barbarica che, in seguito alla caduta dell’Impero romano, si era stanziata nei territori della Francia meridionale, passò la sua giovinezza tra Lione e Ginevra. Nel 493 sposò il re dei Franchi Clodoveo che, come tutto il suo popolo, seguiva ancora una religione politeista. Secondo quanto narrato da Gregorio di Tours, uno dei principali storici dei Franchi, fu proprio Clotilde a convincere il marito a convertirsi al cattolicesimo. Il battesimo reale avvenne il giorno di Natale del 496 a Reims. In seguito al battesimo del sovrano, tutto il popolo franco si convertì al cristianesimo. Alla morte del marito, Clotilde si ritirò in un monastero e, alla sua morte, fu proclamata santa.

2

MATILDE DI CANOSSA

Un abate e un re al cospetto di Matilde di Canossa, miniatura dell’XI secolo.

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Statua di Clotilde, scolpita su uno dei portali della cattedrale di Reims, XII secolo.

Nata attorno al 1045 a Mantova da un’importante famiglia che aveva rapporti feudali in Italia settentrionale e in Germania, Matilde svolse un ruolo centrale durante la prima fase della lotta delle investiture. Signora di un territorio vastissimo, su zone oggi comprese tra la Lombardia e l’Emilia-Romagna, Matilde fu una delle principali sostenitrici della politica portata avanti da Gregorio VII, e la sua principale alleata contro l’imperatore in Italia settentrionale. Non è un caso dunque che il famoso episodio noto come «umiliazione di Canossa», vale a dire il gesto di sottomissione compiuto dall’imperatore Enrico IV di fronte al pontefice, sia avvenuto in sua presenza. Assieme all’abate di Cluny, Matilde inoltre giocò un ruolo di primo piano nella successiva riconciliazione tra imperatore e pontefice. In seguito alla sua morte, avvenuta nel 1115, si aprì una lunga disputa sulla sua eredità. Sia il papato sia l’impero, infatti, sostennero di essere stati indicati da Matilde come eredi legittimi dei suoi vasti territori.

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


3

ADELAIDE DI SUSA

Figlia del marchese di Torino Olderico Manfredi, Adelaide nacque attorno al 1020. Dopo aver ereditato dal padre il controllo di un ampio territorio, oggi compreso tra il Piemonte e la Liguria, nel 1045, in seguito al matrimonio con Oddone, il conte di Savoia, Adelaide estese la propria autorità anche sulla regione dell’Alta Savoia. Alla morte del marito, avvenuta attorno al 1060, Adelaide riuscì a preservare i suoi vasti domini, che andarono a formare il nucleo di quella che sarebbe diventata la dinastia dei Savoia. Stretta alleata di Enrico IV, sostenne l’imperatore durante la lotta delle investiture con papa Gregorio VII. In particolare, Adelaide gli permise di passare nei suoi territori quando scese in Italia e lo accompagnò a Canossa. Allo stesso modo di Matilde di Canossa, di cui era una lontana parente, anche Adelaide è una delle figure politiche più importanti dell’Italia dell’XI secolo. Adelaide di Susa, dipinto del XVIII secolo.

4

ELOISA

Nata all’inizio del XII secolo, Eloisa era la nipote di Fulberto, un importante uomo di chiesa di Parigi. Nel 1117 proprio lo zio chiese ad Abelardo, uno dei massimi filosofi del periodo, di occuparsi dell’istruzione della nipote. Abelardo, che allora era già molto famoso, rimase da subito colpito da Eloisa e ben presto i due si innamorarono. Fulberto però non accettò la loro relazione e, nonostante i due avessero avuto anche un figlio, si oppose alla coppia. Costretta a lasciare Abelardo, Eloisa si ritirò in un monastero alle porte di Parigi dove passò il resto della sua vita e dove divenne badessa, vale a dire la monaca superiore. Eloisa è nota soprattutto per la sua storia d’amore con Abelardo e per le lettere che i due si sono inviati all’inizio della loro relazione. Proprio queste lettere però testimoniano bene come Eloisa fosse un’importante intellettuale, non inferiore ad Abelardo. Abelardo ed Eloisa, miniatura del XII secolo.

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

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LEZIONE

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I Turchi minacciano l’Impero bizantino

1 Il declino dell’Impero bizantino COMPRENDO IL TESTO Le parole «Arabo» e «musulmano» sono sinonimi? a No, perché sono musulmane anche molte popolazioni che non sono di stirpe araba. b Sì, perché tutte le popolazioni convertite all’islam parlano la lingua araba. c Sì, perché tutti i musulmani almeno una volta nella vita devono recarsi alla Mecca.

Le minacce esterne Fra VII e VIII secolo l’Impero bizantino si era drasticamente ridotto e, praticamente, si estendeva oramai solo sull’Asia Minore. Bisanzio, infatti, aveva perso territori in Italia, dove conservava solo poche regioni, e nella Penisola balcanica. Anche l’integrità territoriale di quel che rimaneva dell’impero era minacciata: a nord e a est i Bizantini soffrivano la pressione delle popolazioni slave; sul mare, invece, subivano gli attacchi delle popolazioni arabo-musulmane. Queste popolazioni provenivano dai califfati indipendenti che erano nati dalla disgregazione dell’Impero arabo. In questi califfati la popolazione era certamente di fede musulmana, ma non di stirpe araba. Non erano arabe, per esempio, tutte le popolazioni del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, dall’Egitto al Marocco.

I conflitti religiosi sconvolgono la società bizantina LAVORO SULLA LINGUA Icona significa «immagine». Nelle pagine di questo libro il testo scritto è accompagnato da un ricco apparato iconografico. Che cosa significa? ……………………………………………………… ………………………………………………………

L’Impero bizantino era indebolito anche da conflitti interni di natura religiosa e politica. Il conflitto religioso più importante cominciò nella prima metà dell’VIII secolo e contrappose gli iconoclasti («distruttori di icone») agli iconoduli («schiavi delle icone»). Il motivo della contesa riguardava il modo in cui i fedeli testimoniavano la loro fede cristiana: quale ruolo avevano nel culto le icone, cioè le raffigurazioni sacre dipinte su tavole di legno? Per gli iconoclasti venerare il Cristo attraverso una sua raffigurazione significava tradire la vera essenza del cristianesimo e ridurre Cristo a un «idolo», cioè a un oggetto. Per gli iconoduli, invece, il fatto che Gesù si fosse «incarnato», cioè fosse divenuto uomo, permetteva la sua rappresentazione come essere umano e, quindi, la venerazione della sua immagine. Tale disputa, che non era solo religiosa ma anche politica, diede origine a scontri lunghi e sanguinosi, che si conclusero nell’843 con la sconfitta degli iconoclasti.

Alcuni iconoclasti distruggono un’immagine di Cristo.

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Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


Una temporanea fase di ripresa Nell’867, quando divenne imperatore Basilio I,, per l’Impero bizantino comin cominciò un periodo di rinnovato splendore, che durò fino all’inizio dell’XI secolo. In questo secolo e mezzo, infatti, l’Impero bizantino stabilizzò il proprio governo e avviò una nuova fase di espansione territoriale.. In questo modo: • fu riconquistata gran parte della Penisola balcanica, perduta dopo l’invasione dei popoli slavi; • il confine dell’impero venne riportato fino al Danubio; • furono strappate agli Arabi le due maggiori isole del Mediterraneo (Cipro e Creta), l’Italia meridionale, la Siria e la Palestina. Tuttavia, già verso la metà dell’XI secolo, per Bisanzio si aprì una lunga stagione di lento, ma inesorabile declino. La causa fu la comparsa di nuovi neminemi ci: i Normanni in Italia e i Turchi nel Vicino Oriente.

Monete d’oro raffiguranti Basilio I e il figlio.

Lo scisma d’Occidente Nel corso dell’XI secolo, inoltre, l’Impero bizantino dovette anche affrontare la definitiva rottura con la Chiesa di Roma. A poco a poco, nei secoli precedenti, la Chiesa occidentale e quella orientale si erano progressivamente allontanate, sviluppando riti e pratiche liturgiche differenti. La goccia che fece traboccare il vaso, nell’XI secolo, fu però la rivendicazione, portata avanti dai papi riformatori, della superiorità del pontefice romano su tutte le altre autorità, civili o religiose che fossero. Questa posizione per i patriarchi delle principali chiese orientali, e in particolare per quello di Costantinopoli, erano del tutto inaccettabili. Fu così che nel 1054, nel corso di una discussione su questioni teologiche, vale a dire connesse alla natura di Dio, papa Leone IX e il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario si scomunicarono a vicenda, dando vita allo scisma, cioè alla divisione fra le due Chiese che dura tuttora.

LAVORO SULLA CARTA L’espansione dell’Impero bizantino La carta mostra il nuovo processo di espansione che caratterizzò l’Impero bizantino fra IX e XI secolo. Rispondi alla domanda. • A quali Stati attuali corrispondono i territori riconquistati dai Bizantini? …………………………………………………..……………………………… ……..………………..………………………….………………………..…… ……………………………………………………………………..…………… ………………………………..……………………………………..………… ……..……………..……………………………………..………………....…

Lezione 13 ( I Turchi minacciano l’Impero bizantino

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LEZIONE

13

2 I Turchi: dalle steppe dell’Asia alla conquista dell’Impero bizantino

Una minaccia gravissima per l’Impero bizantino COMPRENDO IL TESTO Sottolinea la frase in cui si parla delle differenze tra Impero delle steppe e gli imperi nati in Occidente.

COMPRENDO IL TESTO A quale religione si convertirono i Turchi? a Ebraismo. b Cristianesimo ortodosso. c Islam.

I Turchi erano, in origine, una popolazione nomade proveniente dalle steppe dell’Asia. Fin dal VII secolo avevano creato il cosiddetto Impero delle steppe. Non si trattava tanto di un sistema politico stabile e organizzato, paragonabile agli imperi occidentali o all’Impero arabo, quanto piuttosto di una specie di federazione di varie tribù stanziate in un grandissimo territorio dai confini incerti. Le tribù turche si scontrarono a est con l’Impero cinese e a ovest con l’Impero bizantino e i califfati arabi. Il contatto con il mondo islamico fu determinante per i Turchi: essi, infatti, subirono il fascino della nuova religione monoteista e si convertirono all’islam. Nel 1020 la tribù turca dei Selgiuchidi (dal nome del loro capo Selgiuk) si era stabilita sull’altopiano dell’Iran, nel territorio del califfato degli Abbasidi. Da qui i Selgiuchidi presero il controllo dell’antica Mesopotamia e nel 1055 conquistarono Baghdad (nell’attuale Iraq). Muovendosi verso Occidente, giunsero nella Penisola anatolica (l’attuale Turchia), dove entrarono in contatto con l’Impero bizantino: nel 1071, nella battaglia di Manzikert (in Turchia, presso il lago Van), sconfissero l’esercito bizantino e conquistarono le regioni dell’Anatolia orientale, dell’Armenia e della Cappadocia.

L’ESPANSIONE DEI TURCHI SELGIUCHIDI

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Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


L’espansione turca complica i commerci con l’Oriente Mentre i Selgiuchidi si espandevano dall’Iran fino al Mediterraneo, un’altra tribù turca, i Peceneghi, devastava le campagne del principato di Kiev. Questo regno importantissimo per la storia dell’Europa orientale era stato fondato alla fine del IX secolo dai Vichinghi provenienti dalla Svezia (chiamati Rus’) su territori oggi appartenenti agli stati di Russia e Ucraina. I Turchi peceneghi sconvolsero in breve tempo gli equilibri economici di tutta l’Europa orientale, dov’erano molto attivi sia i mercanti musulmani sia quelli bizantini: i musulmani scambiavano i loro beni con l’Estremo Oriente (via terra attraverso piste carovaniere, via mare muovendo dalla Penisola arabica e raggiungendo le coste indiane o cinesi); i Bizantini commerciavano con le regioni del mar Nero e della Russia meridionale. L’arrivo dei Turchi creò una situazione di grande insicurezza e instabilità: le attività economiche ne risentirono e gli scambi commerciali s’interruppero bruscamente. Soldati bizantini.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati.

peceneghi – Baghdad – Kiev – selgiuchidi – territori Turchi …………………………..………………………

Impero bizantino

Nell’XI secolo conquistano …………………………..………… e alcune regioni dell’Impero bizantino, mentre i Turchi …………………………..……………………… invadono il principato di …………………………..………………

Fra il VII e l’VIII secolo si riduce alla sola Asia Minore, ma fra il IX e l’XI secolo riconquista molti …………………………..………… perduti

L’equilibrio del mondo orientale viene sconvolto sotto il profilo politico ed economico

Mi oriento nel tempo 2. Completa la linea del tempo recuperando nel testo i termini mancanti e inserendoli al posto giusto.

800 IX-XI secolo espansione dell’Impero .........................................

900

1000

1020 1055

I Turchi si stanziano sull’altopiano dell’.................................

I Turchi conquistano ...............................

1100 I Turchi sconfiggono i ................................... e conquistano alcuni loro territori

Lezione 13 ( I Turchi minacciano l’Impero bizantino

157


P CI AR TT OL AD E IN DE AN LLA ZA

Società Con il termine «società» non si intende solo la somma di tutti gli uomini e di tutte le donne che vivono in un certo territorio. La società, semmai, assomiglia a un grande edificio con numerose stanze dove vivono le diverse persone. L’edificio però è in continua costruzione: ciascuno è chiamato a dare il suo contributo.

UNA SOCIETÀ IDEALE E RIGIDA

UNA SOCIETÀ COMPLESSA

La società tripartita

La mobilità sociale

Nel Medioevo gli uomini di Chiesa immaginarono un modello di società perfetto e immutabile, basato su uno schema fatto di tre elementi che richiamasse i componenti della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo). La società era immaginata divisa in tre «ordini»: gli oratores («coloro che pregano»), i bellatores («coloro che combattono»), i laboratores («coloro che lavorano»).

La società in cui viviamo è certo più complessa sia di quella che avevano immaginato i nostri antenati nel Medioevo, sia di quella della fine del Settecento. Oggi non esistono rigide barriere tra gli individui: non si nasce «lavoratori», «guerrieri» e «uomini di preghiera» e, soprattutto, non c’è legge che ci obblighi a continuare a essere ciò che siamo alla nascita. Nella società attuale, almeno teoricamente, ciascuno di noi ha diritto di realizzare le proprie aspirazioni personali. Le società moderne sono caratterizzate dalla mobilità sociale, cioè dalla possibilità per un individuo di migliorare la propria condizione di partenza.

Una società ideale Il modello della società tripartita era una rappresentazione ideale della società. In realtà, la società medievale era molto più complessa e sfaccettata. Ciononostante, questo schema «a tre» della società resistette al passare dei secoli. Infatti, se facciamo un balzo in avanti nella Storia e arriviamo fino al 1789, l’anno in cui scoppia la Rivoluzione francese, troviamo la società francese divisa proprio in tre ordini: il Primo stato (il clero), il Secondo stato (la nobiltà) e, infine, il Terzo stato (il resto della popolazione, quindi contadini, commercianti, avvocati, medici, artigiani ecc.).

Raffigurazione dei tre stati in cui era divisa la Francia alla vigilia della Rivoluzione francese.

158

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale L’articolo 3 della Costituzione italiana recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». L’articolo afferma un principio fondamentale: in una società democratica non deve esistere, come invece accadeva in passato, una gerarchia di gruppi sociali e d’individui; davanti alla legge, cioè davanti allo Stato, tutti i cittadini sono uguali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale. Eppure anche oggi, a distanza di tanti secoli, non è sempre facile cambiare la propria condizione sociale. Gli ostacoli, soprattutto di tipo economico, sono numerosi. A differenza di quanto accadeva in passato, però, è proprio lo Stato che mette a disposizione del cittadino quelle risorse che gli permettono di superare eventuali condizioni di svantaggio. L’articolo 3 della Costituzione già citato continua così: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Attraverso la scuola, per esempio, lo Stato interviene per ridurre le differenze sociali; garantire a tutti il diritto all’istruzione significa: • dare a ciascuno la possibilità di migliorare le proprie conoscenze; • far acquisire gli strumenti culturali per inserirsi poi nel mondo del lavoro e nella società in condizioni di minor svantaggio.

La scuola è uno degli strumenti con cui lo Stato contrasta le differenze sociali.

CAMPO SEMANTICO I termini elencati qui sotto costituiscono una parte del campo semantico legato all’argomento di questo approfondimento. A coppie o piccoli gruppi leggete queste parole, ricercate nel dizionario quelle che non conoscete e arricchite l’elenco con altri termini che vi vengono in mente.

le à socia mobilit classi sociali razza

élites

ambizione

io aspiraz

impedimento

uguaglianza

ne

gerarchia diversità genere ordini

RIFLETTIAMO INSIEME Utilizzate le seguenti domande per condurre una discussione in classe e confrontare le vostre idee. 1. La società tripartita era una società aperta e con forte mobilità sociale? 2. La mobilità sociale è sempre garantita nelle società contemporanee?

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

159


SI M NTE AP S PA I E

DIDATTICA INCLUSIVA

BES Lezione 11 L’ascesa della dinastia dei Sassoni Per difendersi dalle invasioni che si erano abbattute sull’Occidente i vassalli costruirono numerosi castelli entro i quali la popolazione trovava protezione. In questo modo essi aumentarono la loro autorevolezza, diventando sempre più potenti e autonomi dal sovrano. Tutto ciò frammentò e indebolì ancor più il potere centrale. Nel 10° secolo nel Regno di Germania salirono al trono i re della dinastia sassone che cercarono di rafforzare il ruolo dell’imperatore. Ottone 1° sconfisse i grandi feudatari germanici che si opponevano al suo potere, arrestò l’invasione degli Ungari e riunificò il Regno di Germania con quello d’Italia. Nel 961 il papa lo consacrò imperatore del Sacro romano impero germanico. La pratica di affidare a vescovi e abati i feudi da amministrare divenne sistematica con Ottone 1° che affermava anche la preminenza dell’imperatore sul papa. Tutto ciò creava le premesse per il conflitto tra papato e impero che si protrasse per un secolo. Lezione 12 La riforma della Chiesa e la lotta per le investiture La Chiesa attraversava un periodo di crisi: il papa era eletto e deposto dalle famiglie dell’aristocrazia romana, molti vescovi erano corrotti e si era diffusa la simonia, cioè la pratica della compravendita delle cariche ecclesiastiche. Per reagire a questa crisi sorsero nuovi monasteri, tra i quali grande importanza ebbe quello di Cluny, in Francia. Verso la metà dell’11° secolo la Chiesa cominciò a ribellarsi alla subordinazione al potere imperiale. Il contrasto esplose nella lotta per le investiture durante la quale accadde che l’imperatore deponesse il papa nominando un antipapa, mentre il papa, dal canto suo, decise di scomunicare l’imperatore. Papato e impero giunsero a un accordo e firmarono nel 1122 il Concordato di Worms. Lezione 13 I Turchi minacciano l’Impero bizantino Dopo un periodo di splendore, verso la metà dell’11° secolo si aprì per Bisanzio una stagione di decadenza a causa delle invasioni dei Normanni in Italia e dei Turchi nel Vicino Oriente. L’espansione dei Turchi sconvolse gli equilibri economici di tutta l’Europa orientale, impedendo e rendendo insicuri gli scambi commerciali.

160

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


A A

DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Vescovi – Nobili – Vassalli – Chiesa – Ottone 1° – Imperiale

Nel 10° secolo La ……………………………………..………… attraversa una crisi morale

Debolezza dell’autorità ……………………………………..…………....................

I ……………………………………..………….................... per difendere il territorio danno vita a Incastellamento

Anarchia feudale dovuta a Simonia

……………………………………..…………

ricostruisce l’unità imperiale

e fondando Sottomissione alle

SACRO ROMANO

………..……........................……..……

IMPERO GERMANICO

famiglie romane

per governare il regno

nell’11° secolo

Nomina spesso ………………………………….... a cui affida feudi

Riforma della Chiesa

LOTTA PER LE INVESTITURE che si risolve con Concordato di Worms

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

161


VE RI FI CA

1. I nuovi signori feudali del X secolo erano detti «signori di banno» in virtù dei loro poteri sugli abitanti delle terre circostanti. Indica con una crocetta quali erano questi poteri. a Amministrare la giustizia.

d Imporre e riscuotere tasse e dazi.

b Pretendere dagli abitanti la costruzione e la manutenzione del castello.

e Gestire attività quali la macinazione del grano e l’uso del forno comune.

c Imporre il rispetto della religione.

f Organizzare votazioni e referendum.

2. Completa il testo che riassume le vicende della dinastia degli Ottoni tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo. Ottone I, figlio di ......………………………, si propose di portare a compimento il programma del padre: rafforzare il potere interno ed espandere la propria influenza all’esterno. Dapprima ottenne il riconoscimento dei ......…….............................………………………………………, ma poi dovette combattere una guerra civile contro chi voleva conservare i ......……………………… e i ......……………………… del passato. Verso l’esterno decise di rispristinare il potere imperiale sulla Penisola ......……………………… e sconfisse gli ......………………………. Ripetendo il gesto che quasi due secoli prima aveva compiuto ......………………………………….........…………, si fece incoronare ......…………………………………………… da ......……………………………………………. Il suo successore ......……………………........……… dovette fronteggiare nuovamente i potenti ......……………………………………………. Dopo di lui, anche Ottone III cercò di ripristinare la grandezza dell’impero, scegliendo efficienti funzionari imperiali per l’amministrazione dell’impero e stabilendo uno stretto legame con il ......…………………...................…….

3. Sottolinea le parti di testo che ti consentono di rispondere alle seguenti domande, quindi trascrivile di seguito. a. Perché Ottone I di Sassonia concesse feudi a vescovi e abati? …………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..……………………………………………………………………… …………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..……………………………………………………………………… ……………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..……………………………………………………………………… ……………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..……………………………………………………………………… …………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..………………………………………………………………………

b. Ottone I fu il primo a concedere feudi ai vescovi? ……………………………………………………………………………..………………..………………………….………………………………………………………………………………………… ……………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..……………………………………………………………………… ………………………………………………………………………..………………..………………………….………………………..………………………………………………………………………

c. Perché ai sovrani conveniva affidarsi ai vescovi per l’amministrazione dei propri territori? ………………………………………………………………………..………………..………………………….………………………..……………………………………………………………………… ……………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..……………………………………………………………………… ………………………………………………….…………………………………..………………..………………………….………………………..……………………………………………………………………… ………………………………………………………………………..………………..………………………….………………………..………………………………………………………………………

162

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


4. Indica nella tabella il nome del personaggio o dei personaggi collegati a ciascun documento o avvenimento. Avvenimento/Documento

Nome/i di riferimento

Dictatus Papae

......…………………………………………………………………………………………………………………………......…

Privilegium Othonis

......…………………………………………………………………………………………………………………………......…

Concordato di Worms

......…………………………………………………………………………………………………………………………......…

Fondazione di Cluny

......………………………………………………………………………………………………………………………......…

Renovatio Imperii

......…………………………………………………………………………………………………………………………......…

Concilio del 1059

......…………………………………………………………………………………………………………………………......…

5. Completa la tabella relativa alla situazione dell’Impero bizantino fra VII e XI secolo. IMPERO BIZANTINO Periodo

Eventi e problemi

Situazione

• Gli ……………………… minacciano i confini terrestri. Fra VII e VIII secolo

……………………………………………

Dalla metà dell’XI secolo

• Gli …………………………………………… attaccano via mare. • Conflitti religiosi e politici fra …………………………………………… e ……………………………………………. • Stabilità politica interna.

………………………

Ripresa

• Riconquista della ……………………………………………. • Minaccia dei …………………………………………… in Italia. • Minaccia dei …………………………………… nel ……………………………………….

Critica

6. Riordina gli eventi nel loro corretto sviluppo cronologico inserendo un numero progressivo da 1 a 5 e indica per ogni evento la data. a. Nasce il Sacro romano impero germanico. (………………) b. In Francia si afferma la dinastia capetingia. (………………) c. Fondazione del monastero di Cluny. (………………) d. Papa Gregorio VII emana il Dictatus Papae. (………………) e. Concordato di Worms. (………………)

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

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VE RI FI CA

7. Date le definizioni, scrivi il termine corrispondente. a. Acquisto delle cariche ecclesiastiche: ............................................................ b. Distruttori delle icone: ............................................................ c. Espulsione dalla Chiesa: ............................................................ d. Insieme dei poteri dei signori locali: ............................................................ e. Violazione dell’obbligo di celibato per gli ecclesiastici: ............................................................ 8. Stabilisci le relazioni esistenti tra le seguenti affermazioni, unendo con una freccia numero e lettera corrispondenti. 1. Ottone I affida ai vescovi la funzione dei conti…

a. …la nobiltà tedesca e quella romana si oppongono.

2. La popolazione si difende nei castelli costruiti dai signori locali e…

b. …i commerci con l’Oriente ne risentono moltissimo.

3. Il potere dei feudatari cresce a dismisura e…

c. …il potere dei signori locali aumenta sempre di più.

4. Ottone III sposta il centro del potere dell’impero a Roma e…

d. …si crea una dipendenza della Chiesa tedesca dall’imperatore.

5. I Turchi selgiuchidi e peceneghi minacciano Bisanzio e…

e. …il potere dell’imperatore s’indebolisce fortemente.

9. All’inizio dell’XI secolo l’Impero bizantino conobbe una fase di decadenza, determinata da diversi fattori. Inserisci nello schema le cause che determinarono la crisi dell’Impero bizantino, scegliendo tra quelle indicate. Fai attenzione: alcune cause sono sbagliate. Pressione delle popolazioni slave – Utilizzo di guerrieri mercenari – Crisi dell’agricoltura – Conflitti religiosi e politici – Conquista normanna dell’Italia meridionale – Concorrenza araba – Espansione delle popolazioni turche – Interruzione dei commerci con l’area del mar Nero e della Russia meridionale

CAUSE DELLA DECADENZA DELL’IMPERO BIZANTINO

164

…………………………………………………..………………

…………………………………………………..………………

…………………………………………………..………………

…………………………………………………..………………

…………………………………………………..………………

...........…………………………………………………..………………

…………………………………………………..………………

...........…………………………………………………..………………

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale


FACCIAMO STORIA INSIEME

L'umiliazione di anossa In questa lettera papa Gregorio VII comunica a tutti i prìncipi tedeschi di aver concesso il perdono all’imperatore Enrico IV.

[…] Spontaneamente, senza alcuna manifestazione ostile o eccessiva, egli venne, seguito da una piccola scorta, davanti al castello di Canossa, ove noi soggiornavamo. Lì, avendo deposto tutte le insegne della mo monarchia1, umilmente scalzo e vestito di lana, si tenne per tre giorni davanti alla porta del castello, in atteggiamento da supplice2, implorando senza posa3 con lacrime copiose4, la consolazione e l’aiuto della commiserazione apostolica, fino a che egli ebbe mosso la misericordia di tutte le persone presenti che udivano dei lamenti: si giunse al punto che, intercedendo per lui con preghiere e con lacrime, tutti si stupivano della durezza straordinaria del nostro animo e alcuni si spingevano fino a esclamare che noi si manifestava non la grave severità di un apostolo, ma la crudeltà di un tiranno. Alla fine, vinti dalla costanza di quel pentimento, dall’intervento pressante di tutto il nostro seguito, lo ricevemmo, liberato dalle catene della scomunica, nella grazia della comunione e nell’ambito della Nostra Santa Madre Chiesa.

Tipo di documento: lettera Autore: Gregorio VII Epoca: VIII secolo

A. Saitta, Storia e tecnica della civiltà umana, Sansoni, 1979

1. tutte le insegne della monarchia: tutti i simboli del potere regale (gonfalone, bandiera ecc.). 2. supplice: in atteggiamento di umile preghiera. 3. senza posa: senza interruzioni. 4. copiose: abbondanti.

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver letto il testo, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni. 1. Che tipo di documento hai letto? 2. A quando può risalire questo documento: inizio dicembre 1076, fine gennaio 1077, gennaio 1078 o marzo 1122? 3. Qual è il comportamento delle persone vicine a Gregorio VII? 4. Enrico IV è presentato come un penitente davanti al castello di Canossa. Sottolinea le righe in cui è descritto il suo atteggiamento umile. 5. Confronta il testo appena letto con la miniatura riportata qui a lato, riferita allo stesso episodio. Quali elementi in comune trovi nelle due fonti (testuale e iconografica) a proposito della rappresentazione di Enrico IV?

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. La prima parte dell’articolo 7 della Costituzione italiana dice che: «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Questa norma riguarda il principio fondamentale della laicità dello Stato: lo Stato italiano, attraverso la Costituzione che ne stabilisce i principi fondativi, riconosce alla Chiesa cattolica indipendenza e autonomia decisionale nell’ambito religioso e spirituale, ma afferma e dichiara la propria sovranità per quanto riguarda la regolazione, attraverso le leggi, della convivenza civile e sociale dei cittadini italiani. Secondo voi, che cosa significa, in pratica, l’affermazione della Costituzione secondo cui «Stato e Chiesa sono ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani»? Sapreste indicare almeno un paio di situazioni che fanno parte dell’ambito religioso e spirituale?

Unità 4 ( Impero e Chiesa nell’Europa feudale

165


UNITÀ

5

L’anno Mille e la rinascita dell’Europa L’anno Mille fu un passaggio importante nella storia dell’Europa occidentale perché terminarono le invasioni e la popolazione tornò a crescere. Le città, dopo secoli di crisi, tornarono a essere il cuore della vita politica, economica e culturale, così com’era stato ai tempi dell’Impero romano. L’agricoltura, le attività artigianali e i commerci prosperarono di nuovo, sia nel Mediterraneo, sia nei mari dell’Europa del Nord. La «rinascita» del ille spinse alcuni popoli europei al di fuori dei confini del continente, in cerca di terre e risorse: la Reconquista della Spagna da parte dei regni cristiani contro i cali ati arabi insediati nella Penisola iberica e le crociate in Terra Santa sono i due episodi principali di questa espansione.

1000

1100 1096-1099 Prima crociata e conquista cristiana di Gerusalemme

Che cosa sai già… v Nei secoli IX e X l’Europa attraversa una stagione di grande difficoltà sociale ed

economica e di grave tensione politica tra i grandi poteri medievali, la Chiesa e l’Impero. v La popolazione europea dimuisce costantemente a causa del deteriorarsi delle condizioni di vita e del diffondersi di epidemie e carestie. I commerci si riducono e la vita economica nel suo complesso entra in crisi.

166


Nelle regioni attorno a Parigi, nel Belgio e nei Paesi Bassi si sviluppano importanti centri tessili.

Anche in Europa settentrionale fioriscono i commerci grazie alle città che si trovano sul mar del Nord e sul Baltico.

A partire dall’anno Mille in Europa rifioriscono i commerci: le navi di alcune città marinare italiane si spingono ovunque nel Mediterraneo.

1200

1300

1187

1212

Saladino sottomette Gerusalemme all’islam

Vittoria dei cristiani spagnoli sui mori a Las Navas de Tolosa

1291

1252 1256 Conio del fiorino Nascita della a Firenze Lega anseatica

Caduta dell’ultima roccaforte cristiana in Terra Santa

…e che cosa imparerai v Nell’XI secolo la società europea conosce una vera e propria rinascita:

l’agricoltura e i commerci tornano a crescere e a sfamare una popolazione in costante crescita. v Le città tornano a essere i centri nevralgici della vita sociale, economica e culturale dell’Europa medievale. v La rinascita dell’anno Mille è particolarmente forte nella Penisola italiana, in Francia, in Germania e nelle Fiandre. v Tra XI e XIII secolo si consuma la stagione delle Crociate in Terra Santa.

167


LEZIONE

14

La crescita dell’agricoltura e della popolazione

1 L’aumento della popolazione e delle terre coltivate

COMPRENDO IL TESTO Quali elementi favorirono la ripresa dell’XI secolo? • …………………………………………………… …………………………………………………… ……………………………………………………

• …………………………………………………… ……………………………………………………

Tasso di mortalità Il tasso di mortalità è il rapporto fra il numero delle morti in una certa comunità in un certo periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo.

Dopo secoli di declino la popolazione europea torna a crescere Nel IX e nel X secolo le scorribande di Saraceni, Ungari e Normanni avevano sconvolto la popolazione europea. Intorno all’anno Mille, tuttavia, le loro incursioni quasi scomparvero. A partire da questo periodo, inoltre, anche le epidemie di peste, tifo e vaiolo si fecero meno frequenti. Grazie a questi cambiamenti positivi la popolazione europea, non più decimata da guerre e malattie, ricominciò a crescere a ritmo sostenuto. L’aumento del numero di persone disponibili a lavorare nei campi determinò un effetto a catena: il miglioramento complessivo dell’agricoltura infatti garantì all’intera popolazione un’alimentazione più abbondante. Alimentarsi in modo migliore significa ridurre il rischio di malattie: per questa ragione a partire dall’XI secolo il tasso di mortalità, specie quello infantile, diminuì.

LAVORO SULLA FONTE Le ultime carestie In questo brano, Rodolfo il Glabro, uno storico vissuto a ridosso dell’anno Mille, descrive una delle ultime carestie che colpirono il continente europeo alla fine del X secolo. Attorno all’anno Mille in tutto il mondo la carestia cominciò a far sentire i suoi effetti, e quasi tutto il genere umano rischiò di morire. Il tempo diventò in effetti così inclemente che non si riusciva a trovare il momento propizio per alcuna semina né il periodo giusto per il raccolto, soprattutto a causa delle inondazioni. Gli elementi sembravano essere in guerra tra loro: sicuramente invece essi erano lo strumento di cui Dio si serviva per punire l’orgoglio degli uomini. Tutta la terra era stata talmente inzuppata dalle continue piogge che nell’arco di tre anni non si poterono preparare solchi adatti alla semina. […] Non vi fu chi non risentisse allora della mancanza di cibo: i grandi signori e la gente di media condizione alla pari dei miseri: tutti la fame aveva reso smunti. Rodolfo il Glabro, Storie dell’anno Mille, Jaca Book, 1981

168

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

Rispondi alle domande. 1. Quale fu la causa materiale delle carestie che colpirono l’Europa occidentale? a Il maltempo. b Le guerre. c Le invasioni di popoli stranieri.

2. Secondo Rodolfo il Glabro, però, quale fu la causa profonda della carestia? ……………..………….………………………..……………………….…………………… ……………..………….………………………..……………………….……………………

3. La fame risparmiò qualcuno? ……………..………….………………………..……………………….…………………… ……………..………….………………………..……………………….……………………


COMPRENDO IL TESTO Quali operazioni resero possibile l’estensione dei campi coltivati? ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....…………………………………………………

Contadini al lavoro.

cultura che raffigura un contadino intento a vendemmiare.

Aumentano le terre coltivate La crisi dell’agricoltura europea seguita alla caduta dell’Impero romano d’Occidente aveva causato l’abbandono di molti campi, che erano stati «riconquistati» dalla natura. Ora, invece, l’aumento della popolazione portò al recupero di molti terreni, che furono nuovamente coltivati. Ai vecchi campi rimessi a coltura si aggiunsero in tutta Europa nuovi spazi agricoli, grazie a quattro operazioni: • disboscamento di vaste zone di foreste, cioè abbattimento di alberi per liberare spazio all’agricoltura; • dissodamento di terreni incolti, cioè la preparazione per la semina di un terreno mai coltivato o abbandonato da tempo; • bonifica di acquitrini, paludi e zone malsane, cioè il prosciugamento di aree sommerse dalle acque; • canalizzazione delle acque di fiumi e torrenti, cioè la regolazione di corsi d’acqua a fini agricoli. Attraverso queste operazioni, gli uomini riuscirono a strappare numerose zone alla natura e a trasformarle in aree coltivabili. Nel complesso, le aree coltivabili europee triplicarono la loro estensione. A questa grande opera di riconquista della terra parteciparono attivamente i monaci: quelli di Cluny e di Citeaux, in Borgogna, furono addirittura all’avanguardia nella sperimentazione di nuove tecniche di coltivazione. Lezione 14 ( La crescita dell’agricoltura e della popolazione

169


LEZIONE LEZIONE

1 14

2 Le innovazioni tecnologiche

trasformano l’agricoltura europea

L’aratro pesante COMPRENDO IL TESTO Quali sono le principali differenze tra l’aratro leggero e quello pesante? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Oltre ai dissodamenti e alle bonifiche, l’agricoltura europea poté giovarsi dell’introduzione o del perfezionamento di nuovi strumenti agricoli. In primo luogo, a partire dall’XI secolo, un po’ in tutta Europa si diffuse l’aratro pesante. A differenza dell’aratro leggero usato fino ad allora, che era costituito interamente in legno, l’aratro pesante aveva le lame che tagliano il terreno e il versoio, vale a dire lo strumento che serve a rivoltare la terra, in ferro. In questo modo, esso poteva dissodare più in profondità i terreni, e quindi garantire una migliore semina. Inoltre, l’aratro pesante era molto utile nelle campagne dell’Europa centrosettentrionale, i cui terreni erano più duri di quelli dell’Europa meridionale. Ben presto, inoltre, questi nuovi aratri vennero anche dotati di ruote, che agevolavano le lavorazioni nei campi. Allo stesso tempo, il perfezionamento del collare rigido e imbottito permise di sfruttare meglio la forza degli animali che, con questo nuovo sistema, erano in grado di spostare più pesi senza rischiare di soffocare. Il collare largo e rigido consente di sfruttare al meglio la forza dell’animale.

Le ruote laterali facilitano l’avanzamento dell’aratro.

In uesta miniatura medievale si può osservare un contadino impegnato ad arare la terra con un aratro pesante.

Il coltro è la lama che spacca le zolle.

170

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

Il versoio è lo strumento che rivolta il terreno in profondità.


I mulini Oltre all’aratro pesante, a partire dall’XI secolo un’altra grande novità tecnologica cambiò in meglio il lavoro dei contadini medievali: i mulini. Già usati ai tempi dei Romani, i mulini ad acqua erano caduti in disuso all’epoca delle invasioni, ma tornarono a essere costruiti e sfruttati a partire dall’anno Mille. Essi consentivano ai contadini un notevole risparmio di tempo e fatica, in quanto, oltre a essere usati per macinare i cereali, potevano servire per tagliare la legna, lavorare le pelli e pompare l’acqua dai terreni paludosi. A partire dal XII secolo, inoltre, comparvero anche i primi mulini a vento, che garantivano gli stessi risultati dove non c’erano fiumi o torrenti da sfruttare.

Macina di un mulino.

Cassone con macine Tramoggia

Albero a camme

Scarico

Canale Ruota idraulica

Lezione 14 ( La crescita dell’agricoltura e della popolazione

171


LEZIONE LEZIONE

1 14

Dalla rotazione biennale…

Maggese Il termine maggese deriva dal latino maius, «maggio», perché era questo il mese in cui i contadini preparavano i campi destinati al riposo.

COMPRENDO IL TESTO In che parte dell’Europa la rotazione triennale si praticava già prima dell’XI secolo? ……………………………………………………… ………………………………………………………

La differenza tra la rotazione biennale e uella triennale.

Fin dai tempi dell’antica Grecia, nell’area mediterranea i contadini coltivavano i campi seguendo un sistema chiamato rotazione biennale. Essi suddividevano il terreno in due parti: coltivavano una parte a frumento e, dopo averla arata, lasciavano a riposo l’altra parte. Questo tempo di «riposo», chiamato maggese, serviva a restituire al terreno le sostanze nutritive che aveva perduto con la coltivazione del frumento. L’anno seguente i contadini invertivano i campi: quello coltivato veniva messo «a riposo»; quello che aveva «riposato» veniva coltivato. Il problema maggiore era che in questo modo, ogni anno metà delle terre rimaneva improduttiva.

…a quella triennale Nell’XI secolo cominciò a diffondersi quasi ovunque in Europa la rotazione triennale, già praticata dal VI-VII secolo nell’Europa settentrionale. Il terreno veniva suddiviso non più in due, ma in tre parti: • nella prima parte, durante l’autunno si seminava il frumento; • nella seconda parte, in primavera si seminavano i cereali primaverili (avena, orzo) o i legumi, che favoriscono la rigenerazione delle sostanze nutritive del terreno; • la terza parte era lasciata a maggese.

ROTAZIONE BIENNALE

ROTAZIONE TRIENNALE

PRIMO ANNO

PRIMO ANNO

SECONDO ANNO

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

SECONDO ANNO

TERZO ANNO


La rotazione triennale permette ai contadini di sfruttare meglio la terra

COMPRENDO IL TESTO Fra i quattro vantaggi derivati dalla rotazione triennale sottolinea quello che riguarda lo sfruttamento ottimale del terreno dal punto di vista quantitativo.

Attraverso la rotazione triennale, i contadini ottenevano numerosi vantaggi: • riducevano a un terzo la terra che ogni anno rimaneva improduttiva e, quindi, aumentavano l’estensione delle terre coltivate; • rigeneravano più in fretta il terreno; • variavano maggiormente la produzione agricola (grazie alla presenza dei nutrienti legumi) e, quindi, aumentavano sia gli alimenti della propria dieta sia i prodotti da usare per l’allevamento o da vendere al mercato; • riducevano il rischio di perdere interi raccolti a causa delle condizioni climatiche avverse (in caso di perdita del raccolto primaverile si poteva contare su quello estivo). 1

2

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6

LAVORO SULLA FONTE Il lavoro nei campi Queste vignette tratte da un volume del XV secolo raffigurano, ciascuna, un preciso lavoro svolto dai contadini in uno specifico mese dell’anno. Rispondi alle domande. 1. Osserva con attenzione le immagini, quindi abbina ciascuna di esse alla didascalia corrispondente. a. Pigiatura del vino b. Raccolta delle ghiande c. Semina dei campi autunnale d. Battitura del grano e. Disboscamento del terreno f. Taglio del fieno 2. Indica, per ognuno di questi lavori, il periodo dell’anno in cui viene svolto. a. Febbraio b. Novembre c. Settembre d. Maggio e. Ottobre f. Agosto

Lezione 14 ( La crescita dell’agricoltura e della popolazione

173


LEZIONE LEZIONE

1 14

3 La nascita di nuovi contratti agrari I contadini diventano affittuari La ripresa dell’attività agricola convinse molti signori, sia laici sia ecclesiastici, a sfruttare meglio le loro proprietà, che spesso erano abbandonate a se stesse e lasciate incolte. Per questo motivo, affidarono la coltivazione dei loro campi a contadini ai quali, in cambio dell’utilizzo del terreno, chiedevano un modesto canone d’affitto. I contadini divennero così affittuari dei signori. Una volta pagato l’affitto, i contadini conservavano per sé quanto prodotto e così potevano migliorare le proprie con condizioni di vita. In cambio di denaro o di prodotti agricoli, i signori concessero talvolta ai contadini anche le cosiddette «carte di affrancamento» (o «di libertà»), che abolivano molte imposte e soprattutto le pesanti corvées. In questo modo molti contadini cessavano di dipendere dalla volontà del signore fondiario. Il funzionario di un signore intento a misurare un terreno.

DENTRO LA STORIA Che cosa mangiavano i contadini medievali? L’importanza degli orti La dieta dei contadini medievali era costituita principalmente dalle verdure che essi coltivavano nei terreni adibiti a orto, che spesso sorgevano nei pressi della casa. Qui, a seconda della stagione, venivano coltivati rape, porri, finocchi, zucche, carote, cipolle e aglio. Del tutto assenti, invece, erano prodotti per noi comuni come le patate, i pomodori e il mais che sarebbero arrivati in Europa solo dopo la scoperta dell’America. Le risorse della foresta Un altro alimento del tutto sconosciuto sulle tavole dei contadini medievali era la frutta, cibo che sarebbe entrato nelle diete delle persone solo alla fine del Medioevo. Nelle foreste però gli uomini medievali recuperavano altri alimenti importanti per il loro sostentamento: non solo erbe selvatiche, ma anche il miele, che era presente in tutte le tavole, dei ricchi come dei poveri. Poca carne di maiale Anche la carne non era molto presente sulle tavole dei contadini. Non potendo dedicarsi alla caccia, attività che spettava ai nobili, essi non potevano mangiare la selvaggina, ma dovevano accontentarsi della carne dei maiali che venivano allevati e macellati in inverno; attentamente lavorata, inoltre, la carne di maiale poteva essere conservata nei mesi successivi e mangiata secca.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

La macellazione del maiale.


Monaci tagliano il grano.

Nuovi villaggi di uomini liberi Vicino ai nuovi campi coltivati sorsero dei villaggi in cui vivevano gli addetti al disboscamento e al dissodamento e i contadini affittuari. Molti di questi contadini non erano più servi della gleba, cioè non erano più legati alla terra per tutta la loro vita, ma uomini liberi. La servitù della gleba, infatti, non era più utile ai signori: in passato aveva assicurato stabilità; ora, invece, i signori feudali si accorsero che era molto più conveniente affidare la coltivazione a uomini liberi perché, a differenza dei servi della gleba, erano invogliati a produrre sempre di più e a cercare nuove tecniche di coltivazione. Per convincere i contadini a impegnarsi nella messa a coltura di terre ancora vergini e difficili, i signori feudali concessero la possibilità di creare dei villaggi «liberi», le cosiddette villefranche, cioè non soggetti agli obblighi di servitù tipici del feudalesimo.

COMPRENDO IL TESTO Servi della gleba e contadini affittuari hanno mentalità e atteggiamenti diversi rispetto al lavoro dei campi. In che senso? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

SVILUPPO LE COMPETENZE Uso il linguaggio specifico 1. Collega con una freccia ciascun termine alla sua spiegazione. 1. Disboscamento

a. Regolazione di corsi d’acqua a fini agricoli.

2. Bonifica

b. Preparazione per la semina di un terreno mai coltivato o abbandonato da tempo.

3. Canalizzazione

c. Prosciugamento di aree sommerse dalle acque.

4. Dissodamento

d. Abbattimento di alberi per liberare spazio all’agricoltura.

Rielaboro le informazioni 2. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati.

L’agricoltura riprende a svilupparsi – Diminuiscono le carestie e le epidemie – Aumentano le aree agricole Cessano le invasioni

La popolazione europea comincia a crescere

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Migliorano le tecniche agricole e vengono introdotti nuovi strumenti di lavoro

Lezione 14 ( La crescita dell’agricoltura e della popolazione

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Le innovazioni nel lavoro dei contadini A partire dall’XI secolo una serie di cambiamenti nel modo di coltivare la terra, uniti a numerose innovazioni tecniche, migliorarono il lavoro dei contadini, consentendo di ottenere raccolti più abbondanti e di rendere coltivabili terreni che fino a quel momento non potevano essere lavorati.

1

I CAMPI HANNO BISOGNO DI RIGENERARSI

Come i contadini sapevano fin dall’antichità, un campo di grano non poteva essere coltivato ogni anno, perché altrimenti perdeva progressivamente la sua fertilità e così riduceva la sua produttività, cioè il suo rendimento in proporzione alla superficie di terra coltivata. Un campo, insomma, oggi come in passato, ha bisogno di «riposo». Per questo motivo, già in epoca antica veniva praticata la rotazione biennale: il terreno veniva suddiviso in due parti; una parte veniva coltivata, l’altra era lasciata a riposo (a maggese). L’anno successivo s’invertivano i campi, coltivando il secondo e lasciando a maggese il primo.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

In questo modo, ogni anno un terreno era produttivo solo per metà. Nel X-XI secolo si diffuse il sistema della rotazione triennale: il terreno questa volta veniva suddiviso non in due, ma in tre parti. La prima parte veniva coltivata a frumento (con semina autunnale), la seconda a legumi (fagioli, piselli, fave, con semina primaverile), la terza era lasciata a maggese. l vantaggi erano evidenti: • la terra produttiva non era più metà, ma due terzi; • si diversificavano le colture; • si aumentava la produttività.


2

I MULINI

Altre innovazioni tecniche diedero un significativo contributo all’aumento della produttività. Ai mulini, in particolare, fu applicata la camma, un sistema che consentiva di usare l’energia rotatoria del mulino ad acqua in un moto alternato, così da sollevare un pesante martello verticale per poi farlo ricadere. Questo sistema venne introdotto per follare (cioè per rendere compatta) la lana e la canapa, per sgretolare minerali da usare per la fusione dei metalli, per muovere mantici che alzavano la temperatura dei forni, per segare la legna e così via.

Una donna porta un sacco di grano al mulino.

Mola di un mulino in azione.

3

GLI ARATRI

Per l’aratura fu realizzato un nuovo tipo di collare, da applicare sulle spalle dei cavalli e dei buoi e non più sul collo, in modo che gli animali potessero esprimere tutta la loro forza senza rischiare di soffocare. L’uso della forza animale permise a sua volta di usare un tipo di aratro più pesante, dotato di ruote e costituito da un vomere di ferro asimmetrico, che era in grado di entrare nel terreno più in profondità e al tempo stesso di rivoltare di lato la zolla.

Un aratro pesante.

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

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LEZIONE

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La rinascita delle città

1 Il risveglio della vita cittadina La ripresa del commercio e dell’artigianato

COMPRENDO IL TESTO Fra le conseguenze determinate dalla ripresa del commercio, sottolinea quella relativa alla nascita di un’economia non più limitata alla sussistenza e all’autoconsumo.

I progressi dell’agricoltura non rimasero circoscritti alla vita dei campi, ma influenzarono anche altre attività economiche come il commercio e l’artigianato. Le città, che ospitavano da sempre queste attività, tornarono a fiorire dopo secoli di decadenza. Nell’Alto Medioevo, all’interno della curtis si produceva solo ciò che serviva alla sopravvivenza dei residenti; ora invece, le nuove tecniche e l’ampliamento delle aree coltivate consentivano di produrre più beni e in meno tempo. Le conseguenze di questa trasformazione furono molteplici: • i prodotti agricoli in eccedenza rispetto ai bisogni delle comunità potevano essere scambiati e venduti nei mercati (cosa che, di solito, non accadeva nell’economia curtense); • per produrre i nuovi strumenti di lavoro si svilupparono nuove competenze artigianali nella lavorazione del legno e del metallo; • l’aumento della popolazione richiedeva sempre più abiti con cui vestirsi, suppellettili di vetro o di ceramica necessari alla vita quotidiana. Per rispondere a questa nuova domanda di beni di consumo nacquero numerose botteghe di filatori, tessitori, vasai, vetrai.

La ripresa economica fa rinascere la città Le città erano i luoghi in cui si concentravano le attività artigianali e i mercati. Per questa ragione, dopo secoli di decadenza, la crescita dell’economia portò alla «rinascita» « delle città di antica tradizione mercantile e alla fondazione di nuove città, che ospitavano mercati, fiere e botteghe. I nuovi abitanti delle città che svolgevano attività artigianali e mercantili trovarono casa nei borghi, cioè nei nuovi quartieri costruiti al di fuori delle antiche mura, e per questo motivo furono chiamati borghesi. I borghesi avevano una mentalità e uno stile di vita radicalmente diverso da quelli degli abitanti del contado. Mercanti medievali.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


DENTRO LA STORIA La piazza: il cuore delle città medievali La piazza principale era il vero cuore della vita della città medievale, lo spazio pubblico che ospitava gli edifici più importanti e in cui si svolgevano le attività economiche, politiche, sociali, religiose e amministrative: si redigevano atti pubblici di governo, si leggevano multe e condanne, si eseguivano le esecuzioni capitali, si annunciavano le tariffe dei pedaggi, si tenevano le riunioni collettive dei cittadini. Inoltre, nei giorni di festa i cittadini assistevano a spettacoli di strada o partecipavano a celebrazioni o festeggiamenti. Attorno alla piazza, le vie circostanti ospitavano botteghe ed erano costantemente attraversate da un via vai di persone. Le attività cessavano al primo suono della campana, che segnava la fine della giornata lavorativa: tutti dovevano ritirarsi nelle proprie case, iniziavano i turni di guardia e vigeva una specie di «coprifuoco», cioè nessuno poteva uscire di casa, tranne alcune eccezioni, come per esempio i fornai, che lavoravano di notte e ai quali era permesso circolare per recarsi al lavoro.

«L’aria della città rende liberi» Ma le città non ospitavano solo i borghesi; anche i servi e i coloni che cercavano di liberarsi dalla sottomissione dei signori facevano di tutto per trasferirsi entro le mura urbane. Come recitava un detto popolare dell’epoca, infatti, «l’aria della città rende liberi». Le città dell’XI e del XII secolo trasformarono il loro aspetto. La ricchezza che vi si concentrava e l’orgoglio dei loro abitanti si tradussero nella costruzione di mura, eleganti palazzi e maestose chiese cattedrali.

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea gli aggettivi che descrivono le nuove costruzioni che furono realizzate nelle città europee tra XI e XII secolo.

LAVORO SULLA FONTE La rinascita delle cattedrali Rodolfo il Glabro, un cronista vissuto nell’XI secolo, racconta meravigliato la straordinaria attività di costruzione di chiese e cattedrali che caratterizzò i primi anni del secolo. Mentre ci si avvicinava al terzo anno dopo il Mille accadde, in quasi tutto il mondo, ma soprattutto in Italia e in Gallia, che fossero rinnovati gli edifici delle chiese. Era come se il mondo stesse scuotendosi, gettasse via la vecchiaia per rivestirsi di un bianco mantello di chiese. I fedeli, infatti, abbellirono non solo quasi tutte le cattedrali e le chiese dei monasteri consacrati ai diversi santi, ma anche le cappelle minori dei villaggi. Rodolfo il Glabro, Storie dell’anno Mille, Jaca Book, 1981

Rispondi alle domande. 1. Gallia è il nome antico, usato dai Romani, per indicare il territorio di un’importante nazione europea. Di quale nazione si tratta? …………………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..…………………………………………………………………………

2. Secondo te, perché il cronista parla di un «bianco mantello»? …………………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..………………………………………………………………………… …………………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..…………………………………………………………………………

Lezione 15 ( La rinascita delle città

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LEZIONE

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2 Piccole ma fortissime:

le repubbliche marinare

COMPRENDO IL TESTO Perché nel Medioevo le vie d’acqua erano preferite alle vie di terra? a Perché costavano meno. b Perché erano più veloci e sicure. c Perché la rivoluzione commerciale riguardò solo i paesi marittimi.

COMPRENDO IL TESTO Quale gruppo sociale governava Venezia? a Contadini. b Banchieri. c Mercanti.

Oligarchia La parola «oligarchia» ha due significati, uno politico, l’altro più generico. Dal punto di vista politico s’intende un regime in cui il potere effettivo si concentra nelle mani di una minoranza. In senso generale, indica una cerchia ristretta di persone o famiglie che svolge un ruolo preminente all’interno della comunità.

Il Mediterraneo è teatro di una «rivoluzione commerciale» La ripresa dei commerci che ebbe inizio intorno al Mille fu una vera e propria «rivoluzione commerciale» perché il volume degli scambi aumentò enormemente e cambiarono le tecniche commerciali e finanziarie. I mercanti usarono soprattutto le vie d’acqua, i fiumi e il mare, perché erano le vie più rapide per trasportare le merci da un luogo all’altro; all’epoca, infatti, i commerci via terra erano difficili e insicuri, soprattutto a causa dello smantellamento della rete stradale costruita dai Romani. A partire dall’XI secolo, dunque, il mar Mediterraneo fu di nuovo attraversato da mercanti che viaggiavano fra Occidente e Oriente portando con sé i beni più disparati (tessuti, spezie, metalli ecc.). La centralità del Mediterraneo nella «rivoluzione commerciale» dei secoli XI e XII avvantaggiò notevolmente alcune città costiere.

Le città marinare italiane La Penisola italiana si trova al centro del Mediterraneo. Grazie alla sua posizione geografica l’Italia tornò a essere l’intermediario tra Oriente e Occidente e tra Nord e Sud. Alcune città costiere, soprattutto Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, diventarono i centri di smistamento della maggior parte delle merci che transitavano nel Mediterraneo. Nei loro porti attraccavano centinaia di navi cariche di spezie, profumi, seta e pietre preziose provenienti dall’Oriente, legname, pelli e panni di lana provenienti dall’Europa settentrionale. La crescente ricchezza accumulata con i commerci mediterranei spinse queste città a trasformarsi in repubbliche marinare, cioè in città autonome dall’impero o dai grandi signori feudali. L’importanza assunta dai commerci e dai mercanti è ben rappresentata dal caso di Venezia: a partire dall’XI secolo, infatti, il governo della città lagunare fu affiancato da un consiglio costituito dalle più importanti famiglie di mercanti, arricchitesi grazie al commercio dei beni di lusso con l’Oriente. Fu grazie alle ricche famiglie mercantili, che formavano una vera e propria oligarchia, che Venezia divenne una delle città più splendide d’Europa, protetta dalla sua flotta navale.

Gli stemmi araldici di malfi, Pisa, Genova e Venezia.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


La battaglia della Meloria (1 8 ).

Le repubbliche marinare lottano per il controllo del Mediterraneo La minaccia dei Saraceni in alcuni casi obbligò le repubbliche marinare a collaborare, ma più spesso esse combatterono tra loro per assicurarsi il controllo dei traffici commerciali tra Mediterraneo e Oriente. Già nel 1135 Amalfi fu sconfitta da Pisa, che a sua volta si scontrò con Genova per il controllo del Tirreno, della Sardegna e della Corsica. Nel 1284 i pisani furono sconfitti definitivamente dai genovesi nella battaglia navale della Meloria, di fronte alle coste della Toscana. Lo scontro fra Genova e Venezia (l’altra repubblica dominante nello scacchiere del Mediterraneo orientale) fu allora inevitabile. Il conflitto fu lungo e violento e si concluse solo nel 1381 con la vittoria di Venezia.

3 Le città del Nord

COMPRENDO IL TESTO Quale repubblica marinara prevalse sulle altre? a Venezia. b Pisa. c Genova.

I TRAFFICI COMMERCIALI DELLA LEGA ANSEATICA

Le Fiandre e la Lega anseatica Anche nell’Europa del Nord si svilupparono centri urbani simili a quelli italiani. Nella regione delle Fiandre, nell’attuale Belgio, nel XII secolo si affermò la città di Bruges: importante centro di produzione e mercato di scambio della lana e dei tessuti, Bruges giocò un ruolo centrale nei rapporti economici fra il mare del Nord e il mar Mediterraneo. Sempre nel XII secolo crebbe l’importanza economica di alcune città indipendenti delle coste tedesche che controllavano i traffici marittimi fra il mar Baltico, l’Europa del Nord e la Russia. Queste città, fra le quali spiccavano Amburgo e Lubecca, si associarono e, nel 1256, diedero vita all’Hansa, cioè a un’unione commerciale tra libere città. Nel giro di due secoli, l’adesione di molte altre città trasformò l’Hansa nella potente Lega anseatica, che conquistò il monopolio dei commerci dell’Europa settentrionale. Lezione 15 ( La rinascita delle città

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LEZIONE

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Le fiere diventano il cuore della vita economica europea COMPRENDO IL TESTO

Sottolinea la frase in cui si spiega quali caratteristiche geografiche favorirono la nascita di grandi fiere in alcune città.

La ripresa dei commerci fece aumentare il traffico delle merci non solo sul mare, ma anche lungo le strade europee. Nelle città che si trovavano vicino alle grandi vie di comunicazione o che erano attraversate da fiumi navigabili si svilupparono grandi fiere. Le fiere più importanti e famose di tutta l’Europa si svolgevano nella regione della Champagne, nella Francia nord-orientale, che si trovava a metà della strada che collegava l’Italia con Bruges e con le altre città delle Fiandre (come Gand o Anversa). I grandi mercanti giungevano da ogni continente e si scambiavano non solo i prodotti, ma anche preziosissime informazioni sull’andamento dei mercati e sugli investimenti più vantaggiosi. Le fiere, in tal modo, divennero il cuore dell’economia europea, il luogo in cui era possibile fare affari e stabilire contatti. Le autorità cittadine avevano interesse a ospitare queste manifestazioni perché esse consentivano la circolazione di molto denaro. Per questa ragione mettevano a disposizione ampi spazi, si assicuravano che nella città ci fossero adeguate strutture di accoglienza (alberghi e locande) e garantivano la sicurezza ai viaggiatori e ai mercanti stranieri.

4 Nuove tecniche e nuovi strumenti finanziari

Una rete di commerci sempre più vasta

Una bottega medievale.

La «rivoluzione commerciale» iniziata nell’XI secolo riguardò un’area geografica immensa, che andava dall’Europa e dai diversi Paesi affacciati sul Mediterraneo e sul mar Nero fino all’Asia centro-meridionale e all’Estremo Oriente. I mercanti europei raggiungevano l’Estremo Oriente via terra attraverso la via della seta, un reticolo di piste carovaniere lungo 8 000 km che collegava la Cina orientale all’Europa. I viaggi duravano mesi e i mercanti sostavano nei centri posti lungo il loro cammino. Qui incontravano altri colleghi provenienti da regioni diverse, con i quali scambiavano merci, idee e conoscenze.

COMPRENDO IL TESTO Quali continenti collegava la via della seta? a Asia ed Europa. b Asia e Africa. c Europa e Africa.

Mercanti europei commerciano in stremo riente, miniatura del XV secolo.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


Per fare affari servono nuovi strumenti di calcolo L’aumento degli scambi commerciali complicò notevolmente la vita dei mercanti, che dovevano registrare tutti i loro affari per riscuotere i crediti e mantenere gli impegni sottoscritti. Nacque così l’esigenza di nuove tecniche e nuovi strumenti di registrazione e di contabilità. A partire dal XIII secolo, i mercanti adottarono anche nuovi sistemi di calcolo grazie all’introduzione in Occidente dei numeri arabi, dello zero e delle relative operazioni matematiche. Il merito della diffusione della matematica araba in Europa spetta al pisano Leonardo Fibonacci, un mercante che aveva acquisito grandi conoscenze durante i suoi viaggi di lavoro in Algeria, Siria ed Egitto.

DENTRO LA STORIA I viaggi di Marco Polo Il libro di messer Marco Polo (1254-1324), cittadino di Venezia, detto Milione, è il resoconto di un viaggio durato decenni, compiuto in Estremo Oriente da tre mercanti veneziani. Il viaggio di Marco Polo è un esempio dello spirito intraprendente dei mercanti italiani del Basso Medioevo. Già il padre Niccolò e lo zio Matteo erano giunti fino a Pechino, alla corte del Qubilai Khan: nessun occidentale, salvo qualche missionario, aveva compiuto un viaggio simile. Ma il viaggio cui partecipò Marco, insieme al padre e allo zio, fu una vera e propria impresa, che si concluse dopo più di vent’anni. Quando i Polo partirono da Venezia nel 1271 verso la corte del Qubilai Khan, Marco aveva solo diciassette anni. Erano muniti di merci, lettere e doni del papa e di varie autorità politiche. Seguirono l’antica via della seta,

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea tutti i sostantivi relativi alla sfera economica e matematica.

attraverso l’Anatolia, il Caucaso, la Persia, il Pamir, il Turkestan, la Mongolia fino alla Cina. Dopo tre anni e mezzo raggiunsero Pechino. Fu lì che Marco imparò le principali lingue dell’Impero cinese e ottenne la fiducia del sovrano, che lo incaricò di svolgere missioni a suo nome nell’enorme territorio imperiale. Marco Polo restò alla corte dell’imperatore diciassette anni, ottenendo i massimi onori. L’occasione per il ritorno in patria fu concessa quando i tre mercanti veneziani furono pregati di portare al papa e ai sovrani d’Europa alcune ambascerie. La flotta (14 navi e 2 000 soldati) salpò dalla Cina nel 1292 e, toccata la penisola di Malacca, approdò a Sumatra, dove attese la fine del monsone estivo; fece quindi vela verso Ceylon e di lì in India. Giunti a Hormuz diciotto mesi dopo la partenza, i Polo trascorsero altri mesi alla corte del re persiano. Da qui ripartirono per l’Europa, seguendo la via di terra fino a Costantinopoli e finalmente giunsero a Venezia.

Lezione 15 ( La rinascita delle città

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LEZIONE

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Monete e cambiavalute La «rivoluzione commerciale» determinò anche la ripresa dell’economia monetaria. Le monete, infatti, erano ormai necessarie per gli scambi internazionali. Fra XII e XIII secolo le città più importanti coniarono proprie monete: a Genova, per esempio, fu realizzato il genovino, a Firenze nel 1252 il fiorino, a Venezia il ducato o zecchino. Nelle grandi fiere europee, i mercanti portavano le monete del loro Paese e quelle dei Paesi dei colleghi con cui volevano fare affari. Circolavano, insomma, numerose monete di valore diverso e ciò causava grandi problemi. Nacque così un servizio di cambio valute: in ogni città sede di fiere c’era chi stabiliva il valore delle diverse monete ed effettuava il cambio con quella in uso in città.

La nascita delle banche

lcuni esempi di moneta citati nel testo.

Un altro problema molto sentito dai mercanti era quello della sicurezza: viaggiare con grandi somme di denaro era poco pratico e molto rischioso, dal momento che le vie marittime erano insidiate dai pirati e quelle terrestri dai briganti. Per risolvere questo problema nacquero i «banchi», dai quali derivano le banche attuali. I mercanti prima di partire depositavano il loro denaro al banco di una determinata città e il banchiere dava loro una lettera di cambio, cioè un documento che consentiva di concludere acquisti e fare pagamenti senza usare denaro contante. Le lettere di cambio avevano anche il vantaggio di consentire di concludere affari a distanza senza doversi spostare in prima persona. Il merito di questa geniale invenzione va ai mercanti italiani. Risale a quello stesso periodo, inoltre, l’invenzione di alcuni servizi bancari che utilizziamo tuttora, come per esempio l’assegno e il conto corrente.

Il diritto commerciale COMPRENDO IL TESTO Perché molte città italiane cominciarono a elaborare delle raccolte di leggi da applicare a seconda dei casi? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

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I mercanti avevano bisogno anche di regole per disciplinare i vari aspetti della loro attività: gli scambi di merci, i pagamenti, i contratti, i dazi da pagare alle frontiere, le leggi da rispettare negli affari con altri Paesi. Molte città italiane cominciarono quindi a elaborare dei codici, cioè delle raccolte di tutte le norme commerciali da applicare nelle varie situazioni. Molti Paesi europei seguirono le città italiane: le norme sulla navigazione in vigore a Pisa, per esempio, furono il modello di quelle adottate a Barcellona e queste, a loro volta, di quelle dei Paesi Bassi e dell’Inghilterra. Norme sicure servivano soprattutto nei casi di debiti e di frodi commerciali: infatti, occorreva punire i comportamenti illeciti ovunque si verificassero. Perciò si costituirono appositi tribunali che giudicavano solo questioni commerciali e che erano indipendenti dalle altre corti di giustizia.

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

L’autore di una frode commerciale viene minacciato da alcuni creditori.


Le grandi compagnie commerciali Dal XIII secolo cominciarono a operare in Italia le prime compagnie commerciali fondate da grandi famiglie di mercanti (come i Bonsignori e i Salimbene a Siena; i Burrini e i Guadagnabene a Piacenza; i Bardi, i Peruzzi e gli Acciaiuoli a Firenze). Queste società mercantili erano organizzazioni complesse, con una sede centrale nella città di origine e varie succursali in tutte le città più importanti: Londra, Genova, Venezia, Marsiglia, Parigi, Bruges, Barcellona, Bisanzio. Oltre a gestire gli scambi commerciali, le compagnie svolgevano anche attività tipicamente bancarie: offrivano ai mercanti la possibilità di depositare il denaro e concedevano prestiti a interesse (cioè in cambio di un cospicuo surplus di denaro al momento della restituzione della somma di denaro prestata). Grazie a queste attività, tali società accumularono enormi capitali. Il denaro fu reinvestito in operazioni redditizie, fra cui la concessione di grandi prestiti persino ai re e ai principi europei. I banchieri italiani divennero famosissimi in tutta Europa per le loro capacità finanziarie.

Banchieri medievali.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Indica la definizione corretta tra quelle proposte. Borghesi a Mercanti e artigiani che abitavano nei borghi posti fuori le antiche mura delle città. b Artigiani che si occupavano della costruzione dei borghi. c Abitanti delle campagne.

Repubbliche marinare a Regioni europee affacciate sul Mediterraneo. b Città della Lega anseatica. c Città italiane autonome che divennero ricche e potenti grazie ai traffici commerciali via mare.

Hansa a Società commerciale formata dalle città indipendenti delle coste tedesche. b Società commerciale formata da Pisa, Genova, Venezia e Amalfi. c Città del Nord Europa.

2. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati. lettere di cambio – numeri arabi – codici – tribunali – cambio valute – servizi bancari Sviluppo dei commerci Nuove tecniche contabili Introduzione dei …………………………..………………………,

dello zero e delle operazioni matematiche connesse

Nuove tecniche per la circolazione della moneta Servizi di …………………..………………………, …………………………..………………………………….……,

Norme e istituzioni per la regolamentazione del commercio …………………………..…………………………, …………………………..…………………………

…………………………..………………………………………

Lezione 15 ( La rinascita delle città

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù 1

Le cattedrali Dopo il Mille le città europee cominciarono a ripopolarsi e, insieme ai palazzi, ai laboratori artigiani, tornarono a sorgere le chiese. Le città più importanti edificarono maestose cattedrali in uno stile nuovo, il gotico, che prevedeva guglie, archi e una significativa proiezione in altezza verso il cielo.

I CARATTERI DELL’ARCHITETTURA GOTICA

Il simbolo della religiosità del Basso Medioevo è la cattedrale gotica. Sede vescovile, la cattedrale era costruita con le tecniche più moderne e innovative, come per esempio l’arco acuto e la volta a crociera, che facevano risparmiare sul materiale e alleggerivano la struttura. I muri massicci fra i pilastri furono sostituiti da una struttura di sottili pilastri di larghezza ridotta capaci di sostenere l’edificio. Occorrevano calcoli complessi, ma l’effetto d’insieme era raffinato e sobrio: altezze maggiori, grandi volumi e la possibilità di aprire nei muri grandi finestre facevano di questi edifici una novità prodigiosa, che colpiva l’immaginazione dei fedeli. Il fatto che i muri ciechi di sostegno non fossero più necessari liberò la fantasia degli architetti, che aprirono grandi finestre nelle chiese: le enormi superfici vetrate divennero un nuovo campo per gli artisti, che elaborarono complicate decorazioni. Vetrate medievali.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

Interno della cattedrale di Notre Dame di Parigi.


2

LA CATTEDRALE COME SIMBOLO DELLA COLLETTIVITÀ

Oltre che nei calcoli, l’alleggerimento delle strutture richiedeva l’assoluta precisione in ogni fase di esecuzione dei lavori, a cominciare dal taglio delle pietre compiuto dal muratore. Prima di giungere al taglio di precisione, i blocchi di pietra venivano trasportati sul cantiere dai manovali e affidati agli sbozzatori, che cominciavano a dar loro forma. Sorvegliava il lavoro il capomastro. Vi era poi l’amministratore, che si occupava di gestire i fondi e di controllare la corrispondenza dell’esecuzione con i desideri dei canonici, i cui apporti in denaro, insieme a quelli dei mercanti, erano insostituibili. La cattedrale era un’opera collettiva, espressione degli ideali della so-cietà medievale,, condivisi dai signori e dagli umili. Vi si svolgevano le ce-rimonie di consacrazione del re e le principali assemblee politiche, a te-stimonianza del fatto che essa era il luogo in cui si univa la sfera politica con quella divina.

Le più importanti e maestose cattedrali europee sono quella di Chartres e Notre Dame di Parigi in Francia, di Colonia in Germania, il duomo di Firenze in Italia e il duomo di Vienna in Austria.

Muratori medievali.

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IL RUOLO DEI CISTERCENSI

Un ruolo importante nell’affermazione della cattedrale gotica lo ebbero i monaci dell’ordine cistercense. I cistercensi adottarono uno stile più severo rispetto allo stile gotico tradizionale: un buon esempio del loro stile si può vedere nelle chiese cistercensi di Fontanay in Francia.

Chiostro dell’abbazia di Fontana , in Francia.

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

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La vecchia e la nuova via della seta PASSATO: XIII SECOLO

Nel Medioevo i prodotti pregiati orientali (seta, spezie, incenso, avorio, perle, gemme, tappeti, tessuti) viaggiavano verso l’Europa attraverso le vie carovaniere. La «via della seta», che collegava la Cina all’Europa attraverso l’India e l’Arabia, era costituita da diverse piste. Le difficoltà erano enormi perché bisognava attraversare territori difficili (con deserti, steppe desolate e montagne altissime) in cui era facile incontrare predoni e pirati. Prima di partire i mercanti dovevano assicurarsi mappe affidabili (all’epoca la cartografia era molto meno precisa di oggi), provviste sufficienti e guide locali che svolgessero anche la funzione di traduttori.

1

I tempi di percorrenza Per raggiungere Costantinopoli i mercanti veneziani impiegavano circa un mese, mentre ne dovevano mettere in conto almeno dodici per raggiungere Pechino (anche se il viaggio poteva durare molto di più a causa di imprevisti e incidenti).

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

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Costantinopoli Tradizionalmente Costantinopoli era il punto di partenza della via della seta. Nella capitale dell’Impero bizantino infatti arrivavano le diverse vie terrestri che collegavano Europa e Asia. Una volta giunte qui, le merci venivano imbarcate sulle navi e portate lungo tutto il Mediterraneo.


PRESENTE: XXI SECOLO

L’impetuoso sviluppo economico della Cina degli ultimi venti anni e l’apertura dei mercati favorita dalla globalizzazione spingono a sviluppare tutte le modalità di trasporto delle merci tra la Cina e l’Europa. Per questo motivo il governo cinese sta attuando una strategia globale per dar vita alla «via della seta del XXI secolo». Lo sviluppo di questo nuovo collegamento terrestre, marittimo e aereo fra la Cina e l’Europa comporta la necessità di costruire nuove infrastrutture (porti, strade, aeroporti ecc.) in grado di gestire il flusso di import/export tra Europa e Asia.

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Samarcanda Una delle città principali lungo la via della seta era ed è Samarcanda. Questa città, che oggi si trova in Uzbekistan, rappresenta uno snodo centrale: di qui, in pratica, passavano tutti i mercanti che la percorrevano e passano anche i nuovi flussi terrestri.

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Xi’an Xi’an è una delle grandi capitali dell’Impero cinese. Come nel Medioevo, ancora oggi essa rappresenta il punto di arrivo (o di ripartenza) della via terrestre che collega Europa e Asia.

Le vie del mare Nel quadrante meridionale è fondamentale la via marittima che collega il Mediterraneo all’oceano Indiano attraverso il canale di Suez e il mar Rosso.

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

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LEZIONE

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La Reconquista e le crociate

1 I regni cristiani combattono contro gli «infedeli»

La ripresa economica e demografica innesca una nuova espansione europea COMPRENDO IL TESTO In quale tipologia di motivi rientra il desiderio dei cavalieri di conquistare un feudo? a Motivi religiosi. b Motivi economico-sociali.

La ripresa economica e demografica dell’Europa occidentale dell’XI e del XII secolo permise a molti regni europei di avviare una nuova stagione di espansione territoriale e di riconquistare regioni cadute nelle mani degli Arabi. Alla base di questa nuova espansione agivano motivi di diverso tipo. Vi erano innanzitutto ragioni di tipo religioso: i sovrani e le popolazioni consideravano come dovere di un buon cristiano la guerra contro gli «infedeli» (cioè i non cristiani). Al di là di questi aspetti, tuttavia, vi erano anche motivi economicosociali: la crescita demografica aumentava il bisogno di terre e di risorse; così, cavalieri, contadini senza terra partecipavano alle imprese militari desiderosi di conquistare un feudo o un campo da coltivare; allo stesso tempo, i mercanti erano favorevoli a queste spedizioni in quanto desiderosi di ampliare e consolidare i propri commerci.

La Spagna divisa COMPRENDO IL TESTO Sottolinea la frase che spiega in che parte della Penisola iberica si trovavano i principali regni cristiani.

Uno dei primi luoghi in cui si manifestò la nuova espansione europea fu la Penisola iberica. Qui, nel corso dell’VIII secolo, gli Arabi si erano espansi nella parte centro-meridionale, dando vita al califfato di Cordova. Nei territori sottomessi al califfato regnava la tolleranza religiosa e cristiani ed ebrei (che erano giunti in Spagna nel II secolo) vivevano tranquillamente a fianco degli Arabi musulmani Nelle regioni settentrionali della Penisola iberica invece si erano formati i regni cristiani di Portogallo, di Castiglia e León e di Navarra (che si affacciavano sull’oceano Atlantico) e quello di Aragona, che invece si affacciava sul mar Mediterraneo. Interno della moschea di Cordova.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


La Reconquista della Spagna Nel corso dell’XI secolo, i regni cristiani del nord diedero il via alla Reconquista, cioè alla guerra contro il califfato di Cordova. L’obiettivo era la riconquista alla cristianità delle regioni islamizzate della Spagna. L’azione dei regni cattolici era favorita anche dal fatto che, in seguito alla morte del califfo al-Mansur, nel 1002,, all’interno del califfato diverse fazioni avevano cominciato a combattersi per il controllo del potere. La Reconquista non fu una guerra unitaria, ma un lunghissimo e frammentato conflitto armato che durò per diversi secoli. Nel processo di espansione dei regni cattolici a danno dei domini arabi, un momento fondamentale si ebbe nel 1212, quando gli eserciti dei regni cristiani, supportati dai cavalieri franchi e grazie anche all’appoggio economico dalla Chiesa,, ottennero una vittoria decisiva a Las Navas de Tolosa. Nei decenni successivi, i musulmani dovettero cedere gran parte dei domini della penisola ai sovrani cattolici. Alla fine del XIII secolo il califfato di Cordova era ridotto alla sola regione di Granada, in Andalusia.

LA RECONQUISTA

Un cavaliere cristiano combatte contro un soldato musulmano.

LAVORO SULLA LINGUA Che cosa significa la parola spagnola Reconquista (leggi «reconchista»)? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Lezione 16 ( La Reconquista e le crociate

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LEZIONE

16

La minaccia dei Turchi spinge il papato a prendere l’iniziativa

COMPRENDO IL TESTO Perché la Terra Santa è importante per i cristiani? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea tutti i nomi propri di luogo e trascrivili di seguito. ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

La Spagna non fu l’unico scenario dell’espansione Cavaliere europea. A partire dalla fine dell’XI secolo, inmedievale, affresco del XII secolo. fatti, anche il Medio Oriente divenne oggetto delle mire espansionistiche europee. Nell’XI secolo i Turchi rappresentavano una minaccia concreta per gli equilibri del Mediterraneo orientale: dopo aver sconfitto nel 1071 l’esercito bizantino, minacciando la stessa Bisanzio, i Turchi avevano assoggettato anche la Palestina e Gerusalemme, città santa sia per i cristiani sia per i musulmani. I traffici dei mercanti europei divennero molto più difficili e i pellegrini cristiani non poterono più raggiungere la Terra Santa, cioè la regione dov’era vissuto e morto Gesù. Di fronte alla minaccia turca, l’imperatore bizantino chiese aiuto al papa, anche se i rapporti fra il papato e la Chiesa d’Oriente, dopo la guerra del 1054,, erano complicati. Lo Scisma d’Oriente che ne era seguito aveva portato alla divisione definitiva tra la Chiesa cattolica di Roma e quella cristiano ortodossa orientale. Papa Urbano II, nonostante i dissapori, concesse aiuto ai Bizantini. Nel 1095, durante il concilio di Clermont, sollecitò i re e i nobili europei a liberare la Terra Santa dai Turchi. Il suo appello fu accolto: le spedizioni, combattute sotto il simbolo della croce, presero il nome di crociate.

………………………………………………………

Il concilio di Clermont, miniatura del XV secolo.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


2 Le crociate in Terra Santa Dalla «crociata dei pezzenti» alla prima vera crociata L’appello di Urbano II scaldò il cuore dei fedeli, tanto da scatenare anche fenomeni di fanatismo. Per esempio, il monaco Pietro l’Eremita guidò una massa confusa di contadini impoveriti, avventurieri, nobili privi di ricchezze verso la Terra Santa in quella che è passata alla storia come la «crociata dei pezzenti». Questa avventura improvvisata e disorganizzata terminò in un totale fallimento: lungo il percorso i «crociati» commisero gravi crimini (furti, saccheggi, assassinii di ebrei); molti non arrivarono a Gerusalemme e chi lo fece finì massacrato dai Turchi. La prima vera crociata partì tra il 1096 e il 1097. Vi parteciparono cavalieri e signori feudali sotto la guida del conte Goffredo di Buglione. Nel 1099 i crociati conquistarono Gerusalemme dopo aver sterminato la popolazione musulmana. Sui territori conquistati si costituirono quattro Stati cristiani: • il regno di Gerusalemme; • la contea di Tripoli; • la contea di Edessa; • il principato di Antiochia. Le repubbliche marinare italiane ebbero un ruolo molto importante nel mantenimento dei contatti fra i nuovi Stati cristiani e l’Occidente. Esse non solo garantirono il trasporto degli eserciti, ma controllarono integralmente il commercio con l’Oriente. I regni cristiani sorti in Terra Santa erano circondati dal nemico musulmano. Perciò avevano bisogno dell’aiuto militare di monaci-cavalieri che univano i valori della scelta monastica a quelli della vita cavalleresca. I monaci-cavalieri più importanti erano quelli riuniti negli ordini dei templari, dei cavalieri di San Giovanni e dei cavalieri teutonici.

La seconda e la terza crociata

Goffredo di Buglione e il suo esercito raggiungono la Terra anta, miniatura del XIV secolo.

aladino ricon uista Gerusalemme.

La conquista della Terra Santa non durò molto. Nell’arco di pochi decenni, infatti, i Turchi riconquistarono parte dei territori perduti. Per questo motivo nel 1147 Luigi VII, re di Francia, organizzò una seconda crociata, ma la nuova avventura militare questa volta non portò ad alcun risultato. Una terza crociata fu organizzata nel 1188 contro Salah ad-Din, noto come Saladino. Questo condottiero di origine curda era divenuto sultano di Egitto, Siria, Yemen e Hijaz e nel 1187 aveva riconquistato Gerusalemme. Alla terza crociata parteciparono i più importanti sovrani europei: il tedesco Federico I Barbarossa, Filippo II Augusto di Francia e l’inglese Riccardo Cuor di Leone. Il Barbarossa, però, morì durante il viaggio e Filippo Augusto si ritirò. Solo Riccardo continuò nell’impresa, ma senza riuscire a riconquistare la città santa. Questa crociata si concluse con una tregua.

Lezione 16 ( La Reconquista e le crociate

193


LEZIONE

16 DENTRO LA STORIA Le crociate: questione di punti di vista Siamo abituati a pensare alle crociate assumendo sempre il punto di vista dei cavalieri cristiani. Immaginiamo i crociati mentre, con le loro armature splendenti, le spade, i cavalli, chi mosso da autentico fervore religioso, chi da più miseri interessi materiali, si mettono in marcia verso la Terra Santa per combattere contro quei guerrieri arabomusulmani che soltanto pochi secoli prima avevano seminato il panico tra le popolazioni dell’Europa mediterranea. Oggi sappiamo che le crociate furono una violenta guerra di conquista, che seminò per alcuni secoli morte e distruzione nelle città del Medio Oriente, non risparmiando né donne, né vecchi, né bambini. Se, infatti, assumiamo un altro punto di vista, per esempio quello dei popoli arabo-musulmani, ci accorgiamo che la rappresentazione «eroica» delle crociate è per lo meno deformata perché non tiene conto dei sentimenti e delle tragedie di coloro che subirono le crociate: gli abitanti delle città e dei villaggi della costa della Siria e della Palestina.

Un nemico misterioso: i Franchi «Quell’anno [1096] si succedettero sempre più frequentemente le notizie riguardanti l’avvistamento di truppe franche provenienti dal mar di Marmara. Notizie allarmanti che segnalavano una moltitudine di soldati. La gente ebbe paura. Queste notizie furono confermate dal re Qilig Arslan [giovane sultano turco], il cui territorio era il più vicino ai Franchi». Così il cronista arabo Ibn al-Qalani esprime la paura per l’arrivo di un nemico sconosciuto, che i musulmani chiamavano genericamente «Franchi». Le cronache arabo-musulmane dell’epoca sono piene di racconti raccapriccianti sugli assedi di Aleppo, Damasco e Gerusalemme. Il cronista al-Athìr scriveva: «Contro Gerusalemme mossero dunque i Franchi […] e giunti che furono la cinsero d’assedio per oltre quaranta giorni [e poi] presero la città dalla parte di settentrione. La popolazione fu passata a fil di spada e i Franchi stettero per una settimana nella terra, facendo strage di musulmani». Una parte dei superstiti, raggiunta Baghdad, raccontò la terribile esperienza: «Il venerdì vennero nella moschea e chiesero aiuto, piansero e fecero piangere, narrando quel che i musulmani avevano sofferto in quella città santa».

I crociati assediano leppo durante la seconda crociata.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


Le ultime crociate Alla base della quarta crociata, bandita da papa Innocenzo III all’inizio del XIII secolo, vi furono ragioni esclusivamente economiche: Venezia, infatti, finanziò e organizzò la spedizione indirizzandola però contro Costantinopoli, «colpevole» di avere concesso privilegi commerciali a Genova e Pisa, repubbliche marinare rivali della Serenissima. Nel 1204 la città fu saccheggiata e devastata e l’Impero bizantino venne diviso. Al suo posto nacque l’Impero latino d’Oriente, dominato da Venezia, che avrà però vita breve. Le ultime quattro spedizioni effettuate tra il 1217 e il 1270 non portarono a risultati concreti duraturi: nel 1228, per esempio, l’imperatore svevo Federico II riuscì per via diplomatica a ottenere la restituzione di Gerusalemme, ma nel 1244 la città ritornò nuovamente in mano turca. Nel 1291 cadde in Terra Santa l’ultimo bastione cristiano. Terminava così l’epoca delle crociate.

I crociati con uistano Costantinopoli, miniatura del XV secolo.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. La Reconquista portò all’espulsione dalla Penisola iberica di tutti gli Arabi.

V

F

b. La prima crociata fu organizzata a metà del XII secolo.

V

F

c. Le crociate miravano alla conquista della Terra Santa.

V

F

d. Nel 1054 si era verificato lo scisma d’Oriente.

V

F

2. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati. Costantinopoli – re cristiani – Granada – Turchi – Venezia – Cordova Nella Penisola iberica i …………………………..………………………

In Europa

combattono contro il Califfato di

Il califfato si riduce al dominio di …………………………..………………………

…………………………..………………………

Le crociate Si formano quattro Stati cristiani In Terra Santa

In due secoli, i crociati compiono otto spedizioni contro i …………………………..…………………

Tutte le conquiste dei crociati si dissolvono in breve tempo …………………………..………………………

dirotta la quarta crociata su …………………………..………………………

Lezione 16 ( La Reconquista e le crociate

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R a NO ga I E zz LA e S & TO Ra R ga IA zz i

I ragazzi alle crociate Nel corso della storia è successo che anche i bambini e i ragazzi siano diventati protagonisti di avvenimenti importanti. All’inizio del XIII secolo, per esempio, in Francia e in Germania le «crociate dei bambini» ebbero come protagonisti alcune migliaia di ragazzi.

In marcia verso Gerusalemme Nel 1212, in Francia e in Germania, si verificò un evento clamoroso, sconcertante e, per la nostra mentalità contemporanea, difficile da comprendere: migliaia di ragazzi, molti giovanissimi, lasciarono le proprie famiglie e gli amici, si unirono fra loro, si organizzarono e si misero in marcia verso Gerusalemme, la città santa. Questa straordinaria avventura è passata alla storia come la «crociata dei bambini». Sia nel caso francese sia in quello tedesco le crociate dei bambini erano guidate da due giovani che affermavano di essere stati «convocati» da Dio: • alla testa dei ragazzi francesi c’era un pastorello di nome Stefano, che raccontava di aver ricevuto in sogno dalle mani del Signore una lettera da consegnare al re di Francia; • alla testa dei ragazzi tedeschi c’era un certo Nicola, il quale raccontava che un angelo gli aveva promesso che il mare si sarebbe dischiuso al passaggio della sua crociata, com’era avvenuto al popolo d’Israele in fuga dall’Egitto. Un cronista ci ha lasciato il testo della canzone cantata dai seguaci di Nicola: «Nicola, servo di Cristo, traverserà il mare e insieme agli innocenti entrerà in Gerusalemme. Con sicurezza camminerà sul mare a piedi asciutti, e unirà castamente in matrimonio giovani e vergini. In onore del Signore compirà cose così grandi che risuoneranno le grida di “Pace, giubilo, lode al Signore!” Battezzerà i pagani e tutti i malvagi, e tutti a Gerusalemme canteranno questa canzone: “La pace è giunta per i cristiani, Cristo si avvicinerà, e glorificherà coloro che si riscattano con il sangue, e incoronerà tutti i bambini di Nicola.»

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


Il mondo degli adulti esprime giudizi contrastanti Il mondo degli adulti guardava a queste strane crociate con stupore e meraviglia, ma anche con sospetto e critica. Alcuni aiutavano e finanziavano queste imprese perché le giudicavano un segno della volontà divina che non andava contrastato, ma anzi incoraggiato. Altri, invece, le contrastavano, sostenendo che esse fossero manifestazioni di fede ingenue e superstiziose, che andavano disciplinate e controllate.

Un destino crudele Entrambe le «crociate dei bambini» si conclusero tragicamente. Secondo il cronista Alberico delle Tre Fontane, i ragazzi francesi, circa 30000, s’imbarcarono a Marsiglia su sette navi, fidandosi di alcuni mercanti che avevano promesso di trasportarli gratuitamente in Terra Santa. Due navi fecero naufragio; le altre cinque, anziché in Terra Santa, terminarono il loro viaggio in Algeria e in Egitto, dove i mercanti vendettero i superstiti come schiavi. I bambini tedeschi non ebbero miglior fortuna. Vollero infatti recarsi a Roma per ricevere la benedizione del papa, ma una volta giunti in Italia furono trattati con molto sospetto e sottoposti a ogni genere di maltrattamenti. Decisero allora di ritornare in Germania ma dovettero affrontare la traversata delle Alpi in pieno inverno. Molti morirono lungo il percorso per il freddo e per la fame; i superstiti, cenciosi e scalzi, rientrarono in silenzio nei loro villaggi.

TEST INVALSI Barra con una x la risposta esatta. 1. Da quali nazioni partirono le due crociate di bambini del 1212?

2. Quale fu l’esito delle due crociate? A Entrambe finirono in maniera tragica.

A Spagna e Italia.

B Entrambe ebbero esito positivo.

B Francia e Germania.

C Solo una riuscì a raggiungere Gerusalemme.

C Italia e Francia. D Inghilterra e Germania.

D Entrambe arrivarono in Terra Santa, ma non riuscirono a raggiungere Gerusalemme.

Lezione 4 ( La Chiesa, Unità un5 nuovo ( L’anno protagonista Mille e la rinascita della storia dell’Europa europea

197


P CI AR TT OL AD E IN DE AN LLA ZA

Sviluppo L’economia non è una scienza esatta come la matematica e a volte si manifesta in modo strano: può capitare, per esempio, che si producano troppo pochi beni rispetto a quanti ne servono alla popolazione; oppure che se ne producano troppi, che rimangono invenduti. Insomma, la crescita della produzione di beni e dell’economia nel suo complesso, fenomeno che gli economisti definiscono «sviluppo», si gioca su delicati equilibri, talmente instabili che è molto difficile fare previsioni. Ciò è valido sia per il passato sia per la società in cui viviamo.

LA RINASCITA DEL MILLE

Un periodo di ripresa L’XI secolo fu un periodo di svolta: dopo lunghi anni di crisi economica, di riduzione degli scambi commerciali, di decadenza della vita urbana, l’Europa sembrò risvegliarsi da un lungo sonno e si incamminò su un nuovo sentiero di sviluppo e di crescita caratterizzato da: • aumento della popolazione e quindi disponibilità di manodopera; • innovazioni tecnologiche (aratro, mulino...); • nuovi metodi di coltura (la rotazione triennale); • ripresa dei commerci. Le fiere, che si svolgevano abitualmente in molte città europee (specie nelle regioni più dinamiche come la Lombardia, la Francia centro-settentrionale, le Fiandre), furono il simbolo di questa nuova stagione.

Uno sviluppo senza fine? La fase di crescita e di sviluppo economico, tuttavia, non durò per sempre: dopo più di due secoli di prosperità, all’inizio del Trecento l’Europa venne colpita da una nuova crisi che rese difficile la vita (e a volte la stessa sopravvivenza) di milioni di uomini e donne. L’origine della crisi fu determinata dal fatto che, alla fine del Duecento, l’agricoltura europea non riusciva più a produrre cibo a sufficienza per la popolazione che, nei decenni precedenti, in seguito alla ripresa economica era tornata a crescere. I mutamenti climatici che colpirono a quel tempo l’Europa con piogge e freddo fecero il resto, compromettendo i raccolti e innescando una violenta serie di carestie che provocarono la morte di molte persone. La scarsità degli alimenti fece alzare i prezzi. Aumentò di nuovo il numero di coloro che non erano in grado di acquistare il necessario e la povertà tornò a diffondersi. IL RITMO DELL’ECONOMIA

Il ciclo economico Anche oggi, nonostante l’enorme sviluppo dell’industria e della tecnologia, fasi di sviluppo si alternano a fasi di crisi. Gli economisti chiamano questa alternanza di periodi positivi e negativi ciclo economico e individuano quattro fasi ben precise: 1. Fase di sviluppo: l’economia cresce a ritmo serra-

to. Il Prodotto interno lordo (PIL), cioè il valore dei beni materiali (frigoriferi, auto ecc.) e dei servizi (scuola, sanità ecc.) prodotti ogni anno dall’economia di un Paese, cresce e le persone che cercano lavoro lo trovano con relativa facilità. Mercato parigino, miniatura del XV secolo.

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


Tabellone che mostra l’andamento delle azioni in Borsa.

2. Fase di crisi: il sistema econo-

mico raggiunge la sua massima capacità produttiva e, dunque, non è più in grado di crescere. Il Prodotto interno lordo cresce a ritmo più lento e, a un certo punto, non cresce più. 3. Fase di recessione: il Prodotto interno lordo dimi-

nuisce. Le persone che cercano lavoro non lo trovano e quelle occupate spesso lo perdono. 4. Fase di ripresa: la recessione termina e la produ-

zione ricomincia a crescere.

Che cosa favorisce lo sviluppo ieri come oggi? Disponibilità di manodopera, innovazione tecnologica, disponibilità di risorse naturali e possibilità di vendere le merci sui mercati: tutti questi elementi furono nell’anno Mille, e sono anche ai nostri giorni, indispensabili perché ci sia sviluppo economico. Naturalmente, oggi non sono i soli fattori di sviluppo perché la società e l’economia attuali sono molto più complesse rispetto alla società e all’economia dei secoli passati. Al giorno d’oggi, dunque, al di là di questi fattori bisogna anche considerare che un ruolo fondamentale nella crescita economica è rappresentato dall’intervento dello Stato che, a seconda delle decisioni, può favorire od ostacolare l’economia.

CAMPO SEMANTICO I termini elencati qui sotto costituiscono una parte del campo semantico legato all’argomento di questo approfondimento. A coppie o piccoli gruppi leggete queste parole, ricercate nel dizionario quelle che non conoscete e arricchite l’elenco con altri termini che vi vengono in mente. recessione inflazione e n o i z stagna occupazione ripresa e pazion crisi disoccu potere d’acqui sto fiducia decrescita salario moneta congiuntura crescita

RIFLETTIAMO INSIEME Utilizzate le seguenti domande per condurre una discussione in classe e confrontare le vostre idee. 1. Quanto durò la ripresa economica iniziata nell’XI secolo? 2. Che cos’è il PIL? 3. Che cosa si verifica in una fase di recessione?

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

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SI M NTE AP S PA I E

DID DIDATTICA INCLUSIVA

Lezione 14 La crescita dell’agricoltura e della popolazione

BES

Intorno all’anno Mille si assiste a una ripresa agricola e demografica dovuta alla fine delle ultime invasioni e allo sviluppo delle tecniche agricole. La produzione di cibo aumenta perché le nuove tecniche agricole, come la rotazione triennale, e il recupero di terre coltivabili permettono di ottenere raccolti più abbondanti. La popolazione, meglio nutrita e più sana, cresce rapidamente e lavora in condizioni migliori. I signori locali favoriscono anche la fondazione di nuovi villaggi, detti «villefranche» perché liberi da vincoli feudali. Lezione 15

La rinascita delle città

La ripresa agricola favorisce la ripresa del commercio e dell’artigianato. Commercianti e artigiani spesso si stabilizzano in nuovi borghi, perciò sono chiamati borghesi. La ripresa commerciale arricchisce alcuni porti italiani, tra cui Pisa, Genova, Venezia e Amalfi, le cosiddette repubbliche marinare. Nel Nord Europa prosperano le città delle Fiandre e alcune città tedesche formano un’unione commerciale chiamata Hansa. I commerci si sviluppano per via d’acqua e per via terra. A beneficiarne sono alcune regioni strategiche come la Champagne (in Francia), dove si tengono le fiere. I commerci avvengono sia tra Paesi europei sia con l’Oriente. L’Estremo Oriente si raggiunge percorrendo la via della seta. L’intensificarsi dei commerci rende necessario adottare il registro della contabilità e i numeri arabi, le monete e la lettera di cambio, che permette di fare affari senza usare il denaro contante. Nascono nuove figure: i cambiavalute e i banchieri. La necessità di norme scritte fa nascere i codici. Lezione 16 La Reconquista e le crociate La ripresa economica dell’Europa ha ripercussioni in campo politico e militare. I regni cristiani muovono contro gli «infedeli» alla riconquista delle terre che i Turchi avevano occupato in Terra Santa. L’azione armata, che dura dal 1096 al 1291, è conosciuta con il nome di «crociata». Le crociate sono in tutto otto e hanno esito negativo. Ha esito positivo, invece, la Reconquista da parte dei regni cristiani spagnoli delle terre occupate dagli Arabi nella Penisola iberica. Alla fine del 13° secolo il Califfato di Cordova controlla solo la città di Granada.

200

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


A A

DI DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Città – Disboscamenti – Terra Santa – Popolazione – Reconquista

A PARTIRE DALL’ANNO MILLE

Aumento della

Nuove tecniche agricole

…………………..………………………………

………………………..…………………………

e bonifiche

determinano Aumento della produzione agricola che provoca

Rinascita delle

Rinascita dei commerci

…………………..………………………………

così Per i regni cristiani europei inizia un periodo di espansione che culmina

Nella ………..………………

Nelle crociate in

spagnola

…………………..……………………

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

201


VE RI FI CA

1. Indica se le affermazioni sono vere o false. Poi riscrivi quelle false sul tuo quaderno, correggendole, e usale come traccia per esporre oralmente il contenuto del paragrafo. a. I contadini del X secolo continuarono a usare gli strumenti agricoli usati dai Romani, come l’aratro leggero.

V

F

b. L’aratro pesante non era in grado di scavare le zolle in profondità e di sollevarle.

V

F

c. Gli aratri pesanti erano trainati da buoi o cavalli.

V

F

d. Gli aratri pesanti furono usati soprattutto nell’Europa meridionale.

V

F

e. La rotazione biennale fu una delle innovazioni introdotte nel X secolo nel modo di coltivare i campi. V

F

f. La rotazione triennale era praticata nell’Europa settentrionale già dal VI-VII secolo.

V

F

g. Con la rotazione triennale metà del terreno coltivato rimaneva improduttiva.

V

F

h. Con la rotazione triennale le colture si diversificavano.

V

F

2. Inserisci le seguenti motivazioni delle crociate nel corretto ambito. Ricerca di nuove terre e nuove risorse da parte degli europei, la cui popolazione era aumentata – Ricerca di sempre nuove ricchezze da parte dei mercanti europei – Volontà, da parte dei sovrani e della popolazione, di difendere la fede cristiana contro gli infedeli

AMBITO RELIGIOSO

• ......……………………………………………………………………………………………..……………………………………......… ......…………………………………………………………………………………………………..……………………………………......…

• ......…………………………………………………………………………………………………..……………………………………......… AMBITO ECONOMICO

......…………………………………………………………………………………………………..……………………………………......…

• ......…………………………………………………………………………………………………..……………………………………......… ......…………………………………………………………………………………………………..……………………………………......…

3. Collega i termini al loro corretto significato. a. Epidemia b. Disboscamento c. Rotazione triennale d. Carta di affrancamento e. Canone d’affitto f. Maggese

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

1. Abbattimento di alberi e cespugli per lasciare spazio alle coltivazioni. 2. Diffusione di una malattia presso gran parte della popolazione. 3. Documento che sanciva l’abolizione per i contadini di obblighi e imposte. 4. Periodo di riposo del terreno per permettere la rigenerazione delle sostanze organiche. 5. Pagamento in denaro o prodotti agricoli in cambio della possibilità di coltivare un terreno. 6. Metodo di coltivazione che prevede la divisione del terreno agricolo in tre parti.


4. Scegli tra le informazioni date quelle che dimostrano il legame tra sviluppo dell’agricoltura e rinascita della città. a Grazie alla migliore organizzazione del lavoro agricolo e alla diffusione di strumenti più efficaci serviva un numero minore di contadini nei campi. b Molti contadini furono inviati dai signori in città alla ricerca di nuove occasioni di lavoro. c Alcuni contadini ebbero maggiore tempo libero e volevano trascorrerlo in città. d Aumentò la necessità di attrezzi agricoli e di artigiani in grado di costruirli. e L’aumento dei campi coltivati costrinse i contadini a trasferirsi in città. f Molti servi e coloni erano attirati dalle botteghe della città. g Venivano prodotte maggiori quantità di beni agricoli, che quindi potevano essere venduti nei mercati cittadini. 5. Stabilisci le relazioni esistenti tra le seguenti affermazioni, unendo con una freccia numero e lettera corrispondente. a. …abitano nei quartieri costruiti fuori le mura, 1. La produzione agricola varia detti «borghi». perché… 2. I nuovi villaggi si chiamano «villefranche» perché…

b. …le semine, di prodotti diversi, avvengono in due stagioni diverse, autunno e primavera.

3. I nuovi abitanti delle città vengono chiamati «borghesi» perché…

c. …nei loro porti transitano merci preziose provenienti dall’Oriente.

4. Le repubbliche marinare sono ricche e potenti perché…

d. …non sono soggetti a vincoli feudali.

6. Date le definizioni, scrivi il termine corrispondente. a. Raccolta di norme e leggi: ...................................................... b. Terreno a riposo per un periodo di tempo: ...................................................... c. Azione che rende coltivabile un terreno paludoso: ...................................................... d. Colui che gestisce in affitto un terreno agricolo: ...................................................... e. Colui che produce strumenti in materiali vari: ...................................................... f. Grandi mercati internazionali periodici: ...................................................... g. Quartieri costruiti fuori delle mura cittadine: ...................................................... h. Scambio e compravendita di prodotti: ...................................................... i. Società commerciale dell’Europa del Nord: ...................................................... l. Servizio che permette di dare valore alle monete e di scambiarle: ...................................................... m. Documento sostitutivo di una somma in moneta: ...................................................... n. Campagna militare a fini religiosi: ......................................................

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

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VE RI FI CA

7. Esegui sulla carta le attività proposte. • Colora in rosso i territori che furono oggetto della Reconquista cristiana. • Colora in blu la Terra Santa. • Colloca correttamente le seguenti città che, dopo il Mille, divennero importanti centri mercantili: Venezia – Amalfi – Genova – Pisa – Bruges – Amburgo

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Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa


FACCIAMO STORIA INSIEME

Il dissodamento dei campi In Europa, a partire dall’XI secolo, ampie zone di foreste furono disboscate e molti terreni incolti furono dissodati, cioè trasformati in terreni coltivabili. A volte queste opere di disboscamento e dissodamento erano portate avanti da intere comunità contadine, altre volte da singoli contadini.

Nell’anno 1246 della natività del Signore […], il giovedì sei dicembre, Michele da Pianara diede da dissodare a Ugonetto Bergognone, dissodatore, la terra ovvero bosco che gli era stata data in affitto dal vescovo di Ivrea, oltre Pavone, in località Alberetti. Il quale Ugonetto promise a Michele di dissodare due buone giunte1 ben misurate, da consegnare dissodate entro il prossimo Carnevale. Per il quale dissodamento il detto Michele promise di dargli in pagamento entro il prossimo Natale 10 soldi, e Ugonetto dovrà dissodargliene abbastanza prima di Natale tanto che Michele possa ricavare dalla terra tre buoni carri di zucche. Il detto Michele promise inoltre di dare in pagamento a Ugonetto 37 soldi entro il 1 febbraio se avrà arato o fatto arare la terra in questione; promise poi di dare a Ugonetto a compimento del lavoro 20 soldi.

Tipo di documento: testo Autore: ignoto Epoca: XIII secolo

F. Gabotto (a cura di), Le carte dell’Archivio vescovile di Ivrea, Tipografia Chiantore-Mascarelli, 1900

1. giunte: aggiunte.

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver letto il testo, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni. 1. Quando viene redatto questo documento? 2. Michele da Pianara è il proprietario della terra di cui si parla nel documento? 3. Che cosa c’è su quella terra quando viene redatto il documento? In quale località si trova? 4. Che cosa deve fare Ugonetto? 5. Che cosa vuole coltivare Michele in quel terreno? 6. Quanto tempo di lavoro richiede il dissodamento del terreno? 7. Quanti soldi ricaverà in tutto Ugonetto per questo lavoro di dissodamento? 8. In questo documento sono citate tre figure che occupano posizioni diverse nella scala sociale. Sottolinea i loro nomi, quindi scrivili in ordine gerarchico dal più potente al meno potente e argomenta la tua risposta.

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. Boschi e foreste nella storia d’Europa Europa all’inizio del X secolo

Europa all’inizio del XXI secolo

• Boschi e foreste 71%

• Boschi e foreste 35%

• Aree incolte 20%

• Aree incolte 10%

• Aree coltivate 9%

• Aree coltivate 55%

1. In mille anni di quanto è diminuita la percentuale di territorio ricoperto da boschi e foreste? 2. Le foreste e i boschi svolgono un ruolo molto importante nella salvaguardia del territorio e nella conservazione delle acque, nell’evitare il pericolo di frane e valanghe e nel contrastare la desertificazione. Fate una ricerca in internet per rispondere alle seguenti domande. • Quali possono essere le conseguenze di un eccessivo disboscamento? • Quali azioni concrete ciascuno di noi può compiere nel suo piccolo per evitare il manifestarsi di tali problemi?

Unità 5 ( L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

205


UNITÀ

6

L’Europa comunale Quando, nell’XI secolo, la popolazione torna a crescere e si sviluppano le attività economiche, gli abitanti delle città decidono di amministrarsi autonomamente e di non obbedire più in modo incondizionato ad alcuna autorità esterna, compresa quella dell’imperatore. Nascono così i comuni, che in origine sono libere associazioni di cittadini che difendono i loro interessi economici. Col tempo, i comuni diventano vere e proprie forme di auto-governo della città. I comuni nascono in varie regioni europee: nell’Italia centro-settentrionale, in Germania, nelle Fiandre e in alcune parti della Francia. All’interno dei comuni, all’inizio sono le famiglie nobili più potenti a contendersi il potere; col tempo però anche i borghesi vogliono partecipare alla vita politica. Tra XI e XII secolo la Chiesa attraversa una crisi profonda: contro la corruzione del clero nascono movimenti religiosi che chiedono un ritorno al cristianesimo delle origini e che vengono però perseguitati dalle istituzioni ecclesiastiche come eretici.

1000

1100 1088 Fondazione dell’università di Bologna

Che cosa sai già… v Nell’XI secolo la società europea conosce una stagione di rinnovato

dinamismo. v L’agricoltura si rinnova, sia dal punto di vista delle tecnologie (aratro

pesante), sia dal punto di vista della gestione della terra (rotazione triennale). v La popolazione europea, dopo secoli di contrazione, torna a crescere grazie alla nuova e abbondante disponibilità di cibo messo a disposizione dall’agricoltura.

206

Nasc de


Nel corso dell’XI secolo in Italia centro-settentrionale, in Europa centrale e nella regione del mar Baltico le città ottengono importanti autonomie politiche.

L’eresia catara si diffonde nella Francia meridionale, ma anche in alcune regioni dell’Europa centrale.

L’eresia valdese, da Lione, si espande nella Francia meridionale e nell’Italia settentrionale.

1215 1216 Dichiarazione di eresia Riconoscimento dell’ordine dei catari e dei valdesi dei domenicani

1200 1176

1209

Nascita in Francia del movimento dei valdesi

Crociata di papa Innocenzo III contro i catari

1300 1223 Riconoscimento dell’ordine dei francescani

…e che cosa imparerai v Le città tornano a essere, dopo i secoli di decadenza seguiti alla crisi dell’Impero

romano, il centro della vita socio-economica e culturale. v I borghesi (artigiani, commercianti e mercanti, professionisti) conquistano una posizione centrale all’interno della vita cittadina. v Le città, soprattutto dell’Italia del Nord, di parte della Francia, della Germania e delle Fiandre, reclamano maggiore autonomia. v Nascono i comuni il cui governo attraversa una prima fase aristocratica, una seconda podestarile e una terza popolare, in cui i ceti borghesi assumono la guida delle città. v La Chiesa si rinnova, sia grazie alle pressioni provenienti dall’esterno (le eresie valdesi e catare, represse nel sangue), sia attraverso movimenti interni di autoriforma (francescani e domenicani).

207


LEZIONE

17

Le origini dei comuni

1 Le città vogliono essere libere e autonome

Gli abitanti delle città chiedono maggiore autonomia di governo COMPRENDO IL TESTO Chi erano i borghesi delle città medievali? ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....…………………………………………………

Riunione di mercanti, miniatura del XIV secolo.

Notai al lavoro.

208

Unità 6 ( L’Europa comunale

Nell’XI secolo la popolazione delle città tornò a crescere grazie ai grandi progressi dell’agricoltura, che garantirono un aumento dei beni alimentari disponibili e fecero affluire nei centri urbani nuovi abitanti. Le città si riempirono così di botteghe artigiane e di attività commerciali. Di conseguenza, i borghesi, cioè gli artigiani e i mercanti provenienti dagli antichi «borghi» che un tempo stavano al di fuori delle mura, divennero sempre più consapevoli della propria forza e cominciarono a voler partecipare in maniera più attiva alla vita politica della propria città, prendendo autonomamente decisioni senza più dover sottostare ad alcuna autorità esterna, nemmeno a quella dell’imperatore. In questo periodo però i borghesi non erano i soli abitanti delle città a chiedere maggiore peso politico: in generale infatti tutti i cittadini più ricchi, non solo commercianti ma anche nobili, esperti di diritto, giudici e notai, volevano governarsi da soli, scegliendo le leggi con cui regolare la vita della comunità cittadina e amministrando in modo autonomo i propri interessi. Le città, però, erano di fatto governate dai vescovi o, in misura minore, da grandi feudatari, che imponevano tasse e obblighi a tutti gli abitanti dei loro territori.


I comuni nascono come libere associazioni di cittadini

Comune

In molte città si formarono delle libere associazioni di cittadini che intendevano gestire in modo autonomo i problemi della vita urbana e che presero il nome di comuni. All’inizio, i comuni avevano un carattere privato, cioè non erano riconosciuti dalle autorità ufficiali ma erano semplice espressione della libera volontà dei cittadini. A poco a poco, però, esse riuscirono ad assumere il pieno potere, cominciando a svolgere funzioni di governo che spettavano all’imperatore ma che da tempo erano gestite dai vescovi. Fu così che, in gran parte dei centri urbani dell’Italia centro-settentrionale, la guida della politica cittadina fu assunta dai consigli, vale a dire dalle assemblee formate dai rappresentanti delle famiglie più potenti della città. A seconda delle città, questi consigli assunsero nomi diversi: spesso erano definiti arenghi o parlamenti. Ben presto, i consigli cominciarono a nominare, attraverso elezione, i loro rappresentanti: i consoli. Questi restavano in carica per un periodo di tempo limitato, di solito un anno, ed esercitavano il potere esecutivo: i consoli, infatti, dovevano mettere in pratica le decisioni prese dai consigli. E proprio l’elezione dei consoli, rappresenta, secondo gli storici, la nascita vera e propria dei comuni nelle singole città.

Il termine deriva dal latino communis, che significa «compito svolto insieme ad altri».

Affresco che raffigura la bottega di un fabbro.

Rimini, il Palazzo dell’ rengo.

Lezione 17 ( Le origini dei comuni

209


LEZIONE LEZIONE

1 17

2 Il nuovo governo delle città Il comune si trasforma da libera associazione privata in un’istituzione pubblica COMPRENDO IL TESTO

Analizza i poteri esercitati dai comuni e sottolinea quelli che avevano a che fare con la sfera economica.

210

Unità 6 ( L’Europa comunale

Fin dalle origini, le associazioni di cittadini che avevano dato vita ai comuni si proponevano di esercitare un vero e proprio potere politico, cioè di controllare la vita della città e dei suoi abitanti sotto ogni aspetto: politico, sociale ed economico. All’inizio i consigli o le assemblee popolari affiancarono i conti o i vescovi, ma dalla seconda metà dell’XI secolo divennero sempre più importanti e finirono per scalzarli. Ben presto, dunque, i comuni diventarono delle vere e proprie istituzioni e cominciarono a esercitare in piena autonomia il potere politico sulle città. I comuni iniziarono così a svolgere alcuni compiti che prima spettavano ai signori feudali o ai vescovi: • riscuotevano tributi dal contado, cioè dalle campagne circostanti; • coniavano moneta; • imponevano dazi (cioè imposte) sulle merci che entravano in città; • emanavano leggi; • amministravano la giustizia attraverso tribunali; • organizzavano milizie armate per difendere la città dalle minacce esterne.


La diffusione dei comuni in Italia In Italia, già alla fine dell’XI secolo, Milano, Genova, Pisa, Asti e Arezzo diedero vita a comuni autonomi. Milano, in particolare, si affermò presto come il più importante comune lombardo grazie alla felice posizione geografica nel mezzo della Pianura Padana: la città, infatti, era vicina sia al mar Tirreno, e quindi ai traffici mediterranei, sia alle Alpi, e quindi alle grandi direttrici commerciali dell’Europa continentale. Il comune di Firenze nacque nel XII secolo. La città toscana conquistò presto un posto di primo piano, grazie sia alle sue fiorenti attività manifatturiere (specialmente in campo tessile), sia ai suoi potenti banchieri (le famiglie Bardi, Peruzzi, Acciajuoli, Scali), che finanziavano le corti di tutta Europa. Nell’Italia meridionale lo sviluppo dei comuni fu ostacolato dalla presenza del regno normanno, che intorno al 1100 si estendeva su Sicilia, Puglia, Calabria, a cui si aggiunsero poi Campania e Basilicata, e che rappresentò un forte ostacolo allo sviluppo delle autonomie cittadine.

COMPRENDO IL TESTO Perché nelle città dell’Italia meridionale non si formarono esperienze politiche simili ai comuni dell’Italia centrosettentrionale? ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………

LAVORO SULLA CARTA I comuni italiani Fra l’XI e il XII secolo molte città italiane divennero comuni liberi, in particolare nell’Italia centro-settentrionale. Rispondi alle domande. 1. Oltre che nell’area della Pianura Padana, in quali altre Regioni attuali sorsero comuni? ……………………….……………………..……… ……………………….……………………………… …………………...............................……………

2. Elenca solo i comuni della Regione al di fuori della Pianura Padana in cui più città assunsero un governo comunale. .......………………….............................…… …………………………………….…………… …………………………………………………… …………………………....……………............. ................………….......…....………………… .............................…………………………… …....………………….............................……

Lezione 17 ( Le origini dei comuni

211


LEZIONE LEZIONE

1 17

Anche nel resto d’Europa si sviluppano i comuni

Manifattura Insieme delle lavorazioni e delle operazioni, eseguite a mano o attraverso macchine, che trasformano una materia prima in un oggetto di consumo, cioè in un manufatto.

COMPRENDO IL TESTO Indica le principali differenze tra comuni italiani e comuni europei. ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....………………………………………………… ….....…………………………………………………

I comuni non sono una caratteristica esclusivamente italiana. Essi nacquero anche in altre regioni europee, soprattutto in quelle dove si svolgevano le grandi fiere: in particolare fenomeni simili a quello italiano si verificarono nella regione della Champagne (nel nord-est della Francia), in Germania e nelle Fiandre (una regione posta tra gli attuali stati del Belgio e dei Paesi Bassi). Queste regioni avevano una caratteristica che le accomunava: erano tutti territori con una spiccata vocazione commerciale e manifatturiera. Nelle Fiandre, per Donna che tesse la esempio, furono i mercanti a creare i comuni che, lana. Questa era una dopo una lenta crescita, divennero i veri protagonisti delle attività tipiche delle della storia di questa regione. manifatture medievali.

La particolarità dei comuni italiani Anche in altre regioni d’Europa, dunque, gli abitanti delle città più ricche e importanti riuscirono a ottenere una certa autonomia politica. Tra i comuni dell’Italia centro-settentrionale e quelli sorti in Francia meridionale, nelle Fiandre e in Germania vi sono però alcune differenze sostanziali. In primo luogo nelle città europee le richieste di maggiore autonomia furono portate avanti quasi esclusivamente dai mercanti e dagli artigiani, mentre in Italia parteciparono alla nascita dei comuni anche altri soggetti che vivevano entro le mura cittadine. In secondo luogo nessuna delle città al di fuori dell’Italia ottenne mai una piena autonomia come nel caso dei comuni italiani. Nelle città europee, in altre parole, i magistrati eletti dai cittadini dovettero sempre sottostare all’autorità dei sovrani (o dei loro rappresentanti) che governavano sulle regioni in cui sorgevano i centri urbani. La differenza principale tra il caso italiano e quello europeo riguarda però il controllo del contado, vale a dire delle campagne attorno alle mura cittadine. A partire dalla fine dell’XI secoli i comuni italiani condussero una politica di espansione che li portò ad assoggettare le aree rurali circostanti la città. Una situazione del genere nel resto dell’Europa non si verificò mai.

Gruppo di mercanti dell’Europa settentrionale.

212

Unità 6 ( L’Europa comunale


In alcune regioni le città non riescono a emergere

COMPRENDO IL TESTO

Come in Italia meridionale, tuttavia, anche in molte altre regioni del continente europeo il fenomeno comunale si manifestò debolmente o non si manifestò affatto e le campagne e i borghi rurali continuarono a segnare il territorio. Nei territori in cui l’autorità delle grandi monarchie era molto forte il fenomeno comunale fu quasi inesistente: in Inghilterra, per esempio, la dinastia normanna di Guglielmo il Conquistatore, insediatasi a metà dell’XI secolo, impose la propria autorità sulle città inglesi che chiedevano maggiore autonomia; il fenomeno dei comuni, quindi, non ebbe modo di diffondersi.

Sottolinea la frase che spiega perché in alcune regioni europee i comuni non nacquero.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati.

cittadini – borghesi – commerci – comuni – affari – governo – consigli cittadini Le città si ripopolano e si ingrandiscono. Fioriscono le attività dei

Ai conti e ai vescovi si affiancano i ...........……………………………...………

...........…………………………….…..………

della città

...........……………………………...………

Aumentano sempre più le figure professionali dedite ai ...........……………………………...……… e all’artigianato

Le associazioni riescono poi a conquistare il

I ...........……………………………...……… aspirano all’autogoverno e a svolgere i propri ...........……………………………...……… senza ingerenze esterne

Nascono i ...........……………………………...………

Lavoro sulla carta 2. Individua nella carta muta le regioni della Pianura Padana, delle Fiandre e della Champagne. Per queste ultime due regioni aiutati con le indicazioni del testo e prova a cercare informazioni ulteriori in internet.

Lezione 17 ( Le origini dei comuni

213


LEZIONE

18

Nobili e popolo al governo dei comuni

1 I protagonisti della vita comunale

COMPRENDO IL TESTO Che cosa rappresentò per alcuni cittadini la nascita dei comuni? a Il conseguimento dell’uguaglianza economica. b La partecipazione paritaria alla vita politica. c Il raggiungimento dell’uguaglianza tra uomini e donne.

I cittadini diventano arbitri della vita della città Con la nascita dei comuni i cittadini che formavano l’arengo ed eleggevano i consoli partecipavano per la prima volta tutti insieme, in modo paritario, alla vita politica della città. Il comune, però, non era un’istituzione democratica: erano esclusi dalla partecipazione al governo cittadino tutte le donne, a qualunque ceto sociale appartenessero, operai, lavoratori a giornata, servi, poveri e diseredati, che costituivano la maggior parte della popolazione. Era possibile partecipare alla vita politica, all’arengo o al parlamento cittadino, solo a certe condizioni. Occorreva essere: • maschi maggiorenni; • di fede cristiana; • in grado di pagare una tassa di ammissione. Si trattava insomma di una partecipazione politica «ristretta», condizionata da criteri di genere, religiosi ed economici. Ogni comune redigeva uno statuto, cioè una specie di Costituzione cittadina che stabiliva le regole della vita urbana.

LAVORO SULLA FONTE Gli statuti comunali La città di Piacenza diventò comune nel 1226. Di seguito due articoli di uno statuto comunale che regolano rispettivamente il commercio dei tessuti e gli oneri per i mercanti forestieri. 384. Che i forestieri non vendano nella città di Piacenza drappi, fustagni o tela. È stabilito che nessuna persona né mercante forestiero può né deve vender panni di lino, né di lana né di fustagno nella città di Piacenza né nel suo distretto, se non sia prima accolto come cittadino e abbia giurato obbedienza ai consoli dei mercanti1 affinché non commetta frode nella sua arte. 389. Della tassa pagata dai forestieri a chi li ospita. È stabilito e confermato che ciascun forestiero che viene a Piacenza per vendere o comprare paghi un denaro come tassa a chi li ospita. 1. consoli dei mercanti: erano dei magistrati che si occupavano di risolvere le questioni di natura commerciale.

Rispondi alle domande. 1. Secondo te, qual è l’obiettivo del primo articolo? ………...............................………………… …..………………………………..……………………………………………………………..…………………………

2. Che cosa viene imposto nel secondo articolo? A chi si rivolge? ………………… …….…………………………………….…………………………………………………………………………………………… …….………………………….………….………………………………………………………………………………………….....…

214

Unità 6 ( L’Europa comunale

Un mercante di stoffa mostra un tessuto a un cliente, miniatura del XIII secolo.


Il comune consolare In origine, dunque, i comuni nacquero principalmente per iniziativa delle famiglie aristocratiche. Nelle varie città dell’Italia centro-settentrionale, infatti, vivevano numerosi nobili: in alcuni casi, si trattava di famiglie che risiedevano da tempo all’interno delle mura cittadine e che derivavano direttamente dai funzionari inviati dagli imperatori nei secoli precedenti a governare sulle città; in altri casi, invece, si trattava di nobili che si erano spostati dalle campagne alle città nei decenni precedenti, in seguito alla grande ripresa urbana dell’XI secolo. In ogni caso, nei vari comuni i primi consoli furono quasi sempre scelti tra i membri delle famiglie più potenti. Il loro numero variava da comune a comune: in alcune città venivano eletti 2 consoli; in altre addirittura 20. In quasi tutte le città, invece, i consoli rimanevano in carica un anno. Tutte le principali famiglie potevano dunque sperare di far eleggere console uno dei propri membri in tempi relativamente brevi.

DENTRO LA STORIA Assemblee all’aria aperta

Consiglio di nobili cittadini.

Nei primi decenni del Duecento nella maggior parte dei comuni italiani le assemblee presiedute dai consoli, nelle quali venivano prese decisioni fondamentali per la politica cittadina, non si tenevano in un edificio apposito, ma si svolgevano in luoghi diversi. Nella bella stagione molto spesso le assemblee erano convocate all’aria aperta. In una piazza della città, magari sotto gli alberi per ripararsi dal caldo. In caso di pioggia, o durante i mesi invernali, invece, ci si incontrava di solito in una chiesa, il solo edificio pubblico in grado di accogliere un gran numero di persone. Solo una volta che il comune consolidò la sua autorità cominciarono a essere costruiti edifici in cui svolgere le assemblee. Nacquero così palazzi spesso maestosi che, in molti casi, grazie a una serie di restauri sono arrivati fino a noi.

Lezione 18 ( Nobili e popolo al governo dei comuni

215


LEZIONE

18

Le tensioni all’interno del comune Nonostante il sistema delle elezioni dei consoli garantisse a tutte le famiglie più importanti di partecipare, in maniera attiva, alla vita politica della città, nel corso del Duecento in tutti i comuni scoppiarono violenti conflitti tra le famiglie nobiliari per il controllo del potere. Ogni famiglia infatti cercava di preservare i propri interessi. Ogni elezione dei nuovi consoli rappresentava dunque un motivo di tensione in cui i vari gruppi di potere presenti all’interno dei centri urbani si scontravano per riuscire a far entrare nel consiglio cittadino uomini di fiducia. Ben presto, inoltre, le decisioni dei consoli cominciarono a essere contestate con la violenza dalle famiglie che vedevano minacciati i propri interessi. Come se non bastasse, infine, più il sistema comunale si consolidava, maggiore era il numero di persone, nobili o appartenenti ai ceti più ricchi, che cercavano di partecipare in maniera attiva alle decisioni politiche. Questo insieme di fattori creò una situazione sempre più tesa all’interno dei comuni.

Nasce il comune podestarile

Il podestà di Siena presenta un documento all’assemblea cittadina.

Tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII, i consoli si rivelarono incapaci di gestire i problemi legati alla presenza di fazioni contrapposte e il comune consolare entrò in crisi. Per superare la costante conflittualità interna, si affermò una nuova figura di governante: il podestà. Si trattava di un magistrato forestiero, cioè di un uomo proveniente da un’altra città. Proprio perché estraneo agli interessi e agli scontri tra le diverse famiglie, il podestà era ritenuto una figura «sopra le parti», quindi il soggetto più adatto a governare il comune e a trovare il punto d’incontro tra gli interessi delle varie fazioni. In genere, il podestà manteneva la sua carica per un anno e, una volta eletto, portava con sé uomini di sua fiducia (giudici e notai) che lo aiutavano nel suo lavoro. Nel comune podestarile, il potere politico o legislativo continuava a rimanere nelle mani del consiglio comunale, mentre il podestà esercitava il potere esecutivo, cioè garantiva l’applicazione delle leggi emanate dal consiglio. Inoltre, il podestà esercitava la giustizia all’interno del comune, dirigendo i tribunali cittadini e, in caso di guerra, guidava l’esercito comunale. Una volta concluso il suo mandato, l’operato del podestà era giudicato dall’assemblea del comune che, se insoddisfatta, poteva non pagare o pagare solo in parte il lavoro svolto dal magistrato e dai suoi uomini. Anche il ricorso al podestà, tuttavia, non risolse i problemi e non fu sufficiente a garantire la stabilità dei governi nelle città. In alcune realtà, i conflitti continuarono a essere molto accesi e violenti e moltissimi nobili, quando sconfitti, vennero costretti all’esilio e videro distrutti i propri immobili.

Un nobile in fuga da un comune in seguito agli scontri che hanno visto la sua fazione sconfitta.

216

Unità 6 ( L’Europa comunale


2 La nascita delle corporazioni e delle università

Nelle città la vita economica si organizza attraverso le Arti o corporazioni A partire dal XII secolo, commercianti, banchieri, cambiavalute e artigiani e tutte le altre categorie di lavoratori si unirono in varie associazioni di mestiere, chiamate Arti o corporazioni, che regolavano rigidamente il lavoro e difendevano gli interessi di ogni categoria. In particolare esse: • stabilivano le retribuzioni di ogni prestazione lavorativa e i suoi orari; • fissavano i prezzi delle merci prodotte; • assicuravano inoltre che nessun altro al di fuori della corporazione svolgesse quel tipo di attività, per non avere concorrenti. Presto le corporazioni controllarono totalmente la vita economica delle città: al di fuori delle corporazioni non era possibile esercitare alcuna attività. Le Arti o corporazioni si distinguevano in: • corporazioni delle Arti maggiori: ne facevano parte notai, avvocati, medici, giudici, banchieri e produttori di tessuti in lana (un settore fondamentale nell’economia mercantile); • corporazioni delle Arti minori: ne facevano parte piccoli artigiani come sarti, macellai, fornai, fabbri, muratori, barbieri.

COMPRENDO IL TESTO Le corporazioni stimolavano o contrastavano la concorrenza nello stesso settore? ………………………………………………………

rtigiano intento a lavorare la lana.

I simboli delle corporazioni artigiane del comune di Perugia.

Lezione 18 ( Nobili e popolo al governo dei comuni

217


LEZIONE

18

La nascita delle università

COMPRENDO IL TESTO Qual era la lingua della cultura nel Medioevo? Sottolinea nel testo la risposta.

Il sistema corporativo riguardò anche il mondo dell’insegnamento. Fino al XII secolo il controllo esclusivo della vita culturale era stato in mano alla Chiesa: i principali luoghi di istruzione, infatti, erano i monasteri e le cattedrali presenti all’interno delle città. Nel XII secolo si affermarono nuovi luoghi di produzione culturale di origine laica, cioè sottratti al controllo vescovile. Studenti e maestri, infatti, crearono associazioni che raggruppavano l’intera totalità (in latino universitas) di docenti e allievi della città. Queste associazioni, chiamate università, erano frequentate dai figli dei borghesi, che studiavano per diventare medici, notai o giudici. Le università si occupavano dell’istruzione superiore e le lezioni si svolgevano in latino, nonostante la lingua parlata e usata nella vita quotidiana fosse ormai il volgare. Il latino, in sostanza, sopravviveva come lingua internazionale della cultura e della conoscenza. Le università più antiche furono quelle di Bologna, la prima a essere fondata nel 1088 e famosa per gli studi di diritto, quella di Parigi, che eccelleva per gli studi in filosofia e teologia, e quella di Salerno, che si era specializzata fin da subito nella medicina.

Una lezione universitaria medievale.

1 2

7 5

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Unità 6 ( L’Europa comunale

6


Nel corso del XII secolo, tuttavia, università sorsero un po’ ovunque, in Europa. Oltre a quelle appena citate, prestigiose furono quelle di Oxford, in Inghilterra, e Salamanca in Spagna. La nascita delle università costituì un ulteriore motivo di ricchezza per le città. In breve tempo infatti esse furono frequentate da giovani provenienti da tutta Europa che, trasferendosi in massa nei centri urbani per seguire i corsi, oltre ad aumentare la popolazione cittadina costituivano una fonte di entrate economiche per i mercanti e gli artigiani.

LAVORO SULLA FONTE Il Buon Governo Questo affresco fu dipinto nella Sala dei Nove nel palazzo pubblico di Siena dall’artista Ambrogio Lorenzetti. Dal suo titolo, Effetti del Buon Governo nella città e nella campagna, si comprende che l’affresco rappresenta il modello ideale a cui avrebbe dovuto tendere l’amministrazione della città e del suo contado. Completa le didascalie dell’immagine sottostante scrivendo le parole mancanti. 1. Le ………………………………………… sono il simbolo del potere delle famiglie più influenti. 2. Alcuni ………………………………………… sono impegnati nella costruzione di un edificio. 3. I nobili a cavallo escono per una battuta di ………………………. 4. I ………………………………………… lavorano nei campi ben curati e rigogliosi.

5. Un gruppo di ………………………………………… danza e suona in allegria. 6. Sotto il portico un ………………………………………… seduto in cattedra insegna ai suoi alunni. 7. Alcuni contadini arrivano in città per vendere i loro ………………………………………….

3

4

Lezione 18 ( Nobili e popolo al governo dei comuni

219


LEZIONE

18

3 Il governo dei borghesi COMPRENDO IL TESTO

Spiega qual è la differenza tra podestà e capitano del popolo. ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Il palazzo del Popolo di Orvieto.

220

Unità 6 ( L’Europa comunale

Il comune popolare Come abbiamo visto in precedenza, il comune podestarile cercava di risolvere i conflitti interni alla comunità dei cittadini affidando il potere esecutivo al podestà, una figura esterna alla città, estranea ai conflitti d’interesse che opponevano le famiglie aristocratiche più importanti. Alla lunga, però, anche questo sistema si rivelò inefficace: i comuni, infatti, continuavano a essere dilaniati da conflitti sociali, economici e politici. Questo era determinato dal fatto che, nel corso del XIII secolo, un numero sempre maggiore di persone voleva partecipare alla vita politica cittadina: in particolare la maggior parte dei mercanti e dei ricchi borghesi era sempre più intenzionata a prendere parte in maniera attiva alle decisioni che riguardavano la città, così da salvaguardare i propri interessi che, oramai, erano spesso del tutto diversi da quelli delle antiche famiglie nobiliari che fino ad allora avevano esercitato il potere. Al posto del comune podestarile si affermò così un nuovo tipo di comune, basato sulla forza e l’organizzazione delle corporazioni. In molte città, infatti, le corporazioni, già potenti a livello economico, cominciarono a esserlo anche a livello politico, diventando il luogo principale in cui si prendevano le decisioni più importanti: in questo modo i borghesi riuscirono a imporsi definitivamente sulla scena cittadina. Fu così che nel XIII secolo, in molti comuni, s’impose la nuova figura del capitano del popolo. In origine, il capitano del popolo aveva compiti esclusivamente militari ma col tempo finì per occuparsi anche di questioni politiche. Attraverso questa nuova figura, per la prima volta nella storia comunale, i borghesi (che si definivano «popolo») assumevano cariche di governo.


In molti casi la carica di podestà sopravvisse accanto al capitano del popolo. In tal modo, per un certo periodo in molti comuni ci fu la contemporanea presenza di un governo aristocratico e di uno popolare. Il potere di emanare le leggi e di farle rispettare era però ormai nelle mani del popolo e dei suoi magistrati. Per questo motivo i comuni governati così presero il nome di comuni popolari. L’affermazione del comune popolare costituì una tappa importante della storia dei rapporti fra ceti aristocratici e ceti borghesi: l’aristocrazia certo non scomparve, ma vide ridurre sensibilmente i propri poteri.

Elmo ornativo di un capitano del popolo.

SVILUPPO LE COMPETENZE SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati.

capitano del popolo – consolare – popolare – podestarile – corporazioni – aristocratici – consoli In Italia i comuni nascono soprattutto per iniziativa dei ceti

Il comune

Si afferma il comune

...........……………………………...………

...........……………………………...…

entra in crisi

ma anch’esso entra presto in crisi

...........……………………………...

Formano consigli cittadini ed eleggono i

Grazie al potere delle

...........……………………………...…

il comune ...........……………………………...……… governato dal ...........……………………………...………

...........……………………………...……… si

afferma

Mi oriento nel tempo 2. Completa la linea del tempo inserendo gli eventi elencati. 1. Si afferma il comune podestarile. 2. I comuni diventano istituzioni di governo autonome. 3. Nasce il comune popolare. 4. Si costituiscono le corporazioni di mestiere.

XI secolo

XII secolo

....

....

XIII secolo

....

....

Lezione 18 ( Nobili e popolo al governo dei comuni

221


V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù 1

Le Arti o corporazioni A partire dall’XI secolo, in seguito alla ripresa economica, in tutte le città medievali nacquero le Arti (o corporazioni), vere e proprie associazioni che raccoglievano le persone che svolgevano un determinato mestiere. Nel giro di due secoli le Arti diventarono sempre più potenti e, in alcuni casi, arrivarono addirittura a governare le città.

LA NASCITA DELLE CORPORAZIONI

In ogni città del Medioevo c’erano artigiani che possedevano piccole botteghe: fornai, macellai, sarti, fabbri e falegnami, o addetti alla manifattura tessile e alla tintura, alla produzione di armi e corazze, di finimenti per i cavalli e altri articoli riservati a pochi clienti. Con lo sviluppo delle città l’economia urbana riprese vigore e, a partire dal XII secolo, questi lavoratori diedero vita ad associazioni giurate, chiamate Arti o corporazioni, nelle quali si riunivano, a seconda del mestiere, per tutelare i propri interessi.

Mercanti di drappi e vestiti.

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Unità 6 ( L’Europa comunale

Queste corporazioni si distinguevano in Arti maggiori e Arti minori. Fra le Arti maggiori c’erano quelle dei mercanti che producevano merci destinate all’esportazione (lana, seta, armi) e quelle dei professionisti come i medici e gli avvocati; erano invece Arti minori quelle dei piccoli artigiani (sarti, fornai, fabbri, tintori) che svolgevano le attività necessarie a soddisfare le esigenze quotidiane dei cittadini.


2

GLI OBIETTIVI ECONOMICI DELLE CORPORAZIONI

Le corporazioni sorsero per tutelare il monopolio del mestiere: solo chi era iscritto a una corporazione di mestiere poteva esercitarlo. Perciò gli iscritti a una corporazione dovevano: • controllare tutte le fasi della lavorazione (materie prime usate, strumenti e tecniche) in modo da individuare subito eventuali «falsi», cioè prodotti realizzati irregolarmente e non rispondenti ai criteri stabiliti; • impedire la concorrenza sleale tra i membri della corporazione: si limitava il numero massimo dei lavoranti e degli apprendisti che ciascun membro della corporazione poteva far lavorare nella sua bottega, si fissava la quantità massima di materia prima lavorabile, si stabilivano i prezzi delle merci e anche i salari; • curare la «formazione» dei giovani che aspiravano a svolgere il mestiere, attraverso un periodo di tirocinio (apprendistato), che poteva durare anche 6-7 anni. L’apprendista entrava giovanissimo nella bottega del maestro, lo aiutava senza avere alcuna retribuzione e il maestro s’impegnava a insegnargli i segreti del mestiere. Per diventare maestro,

l’apprendista, alla fine del suo lungo tirocinio, doveva superare una serie di prove: sostenere un esame, eseguire un’opera nella casa del maestro, pagare una tassa, offrire un banchetto; • l’apprendista poteva sperare, un giorno, di aprire una sua bottega o di sostituire il maestro che lo aveva formato. Tuttavia, in caso di crisi, quando il lavoro scarseggiava, i maestri potevano bloccare l’ascesa degli apprendisti, impedendo loro di diventare maestri e di aprire nuove botteghe, che avrebbero fatto concorrenza a quelle già esistenti.

ssemblea dei membri della corporazione dei mercanti di Siena, miniatura del XV secolo.

3

«NON AVERE NÉ ARTE, NÉ PARTE…»

Questa antica espressione, usata per indicare qualcuno che non possiede i minimi requisiti per svolgere un compito, ha origine medievale. «Non avere arte» significa non essere membro di alcuna corporazione e questo, nel Medioevo, era sinonimo di solitudine e di impotenza. Le Arti, infatti, erano caratterizzate da un forte spirito di solidarietà interna. Per esempio: se un membro della corporazione subiva un infortunio sul lavoro o cadeva malato, la corporazione disponeva di un fondo di assistenza grazie al quale si provvedeva a fornirgli un sussidio o, in caso di morte, la necessaria assistenza alla vedova e agli orfani. Stemma della corporazione dei lanaioli.

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LEZIONE

19

Eresie e ordini mendicanti

1 La Chiesa tra il XII e il XIII secolo Nasce lo Stato pontificio In seguito alla lotta delle investiture con l’impero, tra XI e XII secolo la Chiesa rafforzò molto il suo potere politico, giocando un ruolo di primo piano nelle vicende italiane e dando vita a un vero e proprio stato, lo Stato pontificio, che si estendeva sulle regioni oggi comprese tra la Campania settentrionale, il Lazio, le Marche e la Romagna. Il principale protagonista di questo rafforzamento fu Innocenzo III, papa dal 1198 al 1216. Durante il suo papato, egli non solo aumentò i territori sottomessi al pontefice, ma riorganizzò anche il sistema amministrativo di quello che si presentava, a tutti gli effetti, come un vero e proprio regno. Un regno che, a differenza degli altri che si andavano formano in Europa, non era retto da una dinastia, ma dal papato, e che puntava a guidare non solo la vita religiosa, ma anche quella politica di tutta l’Europa occidentale.

Mosaico raffigurante Innocenzo III.

Aumenta la corruzione della Chiesa

Un abate compie simonia, miniatura del XII secolo.

COMPRENDO IL TESTO Perché le autorità ecclesiastiche guardavano con sospetto i nuovi movimenti religiosi? a Volevano partecipare all’elezione papale. b Si occupavano solo di cose materiali. c Mettevano in discussione il prestigio della Chiesa.

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Nel X e XI secolo la corruzione della Chiesa aveva provocato la reazione dei monaci cluniacensi e degli altri ordini monastici. La loro iniziativa di ricostruzione della Chiesa su nuove basi, però, aveva avuto un successo solo parziale: gli ecclesiastici che continuavano a macchiarsi di simonia e di altre mancanze gravi, infatti, erano ancora molto numerosi. Per tutto il XII e il XIII secolo, dunque, mentre la Chiesa aumentava la propria autorità politica e le proprie ricchezze, i comportamenti di molti ecclesiastici continuarono a suscitare critiche e scandalo. Ormai però, anche all’interno della Chiesa cominciavano a manifestarsi segni di insofferenza e, in alcuni casi, di aperta critica alla corruzione dilagante.

Nuovi movimenti religiosi si battono per riportare la Chiesa alla purezza delle origini In molte zone d’Europa nacquero nuovi movimenti religiosi che, pur diversi fra loro, volevano rinnovare la Chiesa e ricondurla alla sua originaria missione spirituale. Questi movimenti sostenevano il ritorno a un cristianesimo semplice e vero come quello delle origini, basato sulla carità e sul voto di povertà.


In breve tempo raccolsero molti seguaci, soprattutto tra i più poveri, che mal sopportavano lo sfarzo di cui facevano sfoggio gli ecclesiastici. Questi movimenti, però, suscitarono le preoccupazioni della Chiesa. Da un lato, molti ecclesiastici non volevano rinunciare alle loro ricchezze e ai loro benefici; dall’altro, però, molti uomini di Chiesa ritenevano, con preoccupazione, che il richiamo alla purezza della fede e alla vita evangelica potessero mettere in discussione il prestigio della Chiesa stessa.

COMPRENDO IL TESTO Perché i seguaci di Valdo furono chiamati «poveri di Lione»? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

2 La Chiesa combatte le eresie I valdesi predicano la povertà Tra i movimenti nati nel corso del XII secolo con lo scopo di rinnovare la Chiesa e salvarla dalla corruzione uno dei più importanti fu quello dei valdesi, sorto intorno al 1176 in Francia. A fondarlo fu un mercante di tessuti di Lione di nome Valdo che aveva rinunciato a tutte le sue ricchezze per seguire l’insegnamento di Gesù. Questa scelta di povertà fece sì che i seguaci di Valdo fossero anche chiamati «poveri di Lione». Valdo voleva una Chiesa semplice, povera e solidale, il cui messaggio fosse comprensibile a tutti. Per questo fece tradurre la Bibbia dal latino in volgare, in modo che tutti potessero capirla, e viaggiò di città in città per predicare la povertà e la penitenza, raccogliendo ben presto numerosi seguaci, tra cui vi erano anche molte donne che, a differenza di quanto avveniva presso i cattolici, potevano predicare. Contrari alla violenza, i valdesi si opponevano all’uso delle armi e lottavano contro il potere temporale della Chiesa. Il papa interpretò il messaggio valdese come una minaccia alla propria autorità e scatenò contro di loro una durissima repressione, che provocò migliaia di morti.

Statua di Pietro Valdo.

Gruppo di valdesi bruciati sul rogo come eretici.

Lezione 19 ( Eresie e ordini mendicanti

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LEZIONE

19

LA DIFFUSIONE DI CATARI E VALDESI

I catari e la lotta alla Chiesa Ancor più dei valdesi, il movimento che denunciò con maggior forza la decadenza spirituale della Chiesa fu quello dei catari (dal greco katharós, «puro»), i cui seguaci chiamati anche albigesi perché erano molto numerosi ad Albi, un centro della Provenza, nella Francia meridionale. Per i catari il Bene (lo spirito) e il Male (la materia) erano i due princìpi fondamentali, in continua lotta tra loro. La Chiesa avida e corrotta rappresentava il Male e per questo i catari ne rifiutavano i sacramenti. I catari credevano che per diventare puri bisognasse allontanarsi da tutto ciò che era legato alla materia e per questo motivo rifiutavano il potere, le ricchezze e ogni piacere terreno. Vivevano in povertà, mortificando il corpo con digiuni e penitenze. Il movimento si diffuse in Italia e in Germania e trovò adesioni anche tra i membri delle classi più agiate delle città. Nei loro confronti la reazione della Chiesa fu ancora più violenta di quella scatenata contro i valdesi.

Sacramenti

La crociata contro i catari

Secondo la tradizione cattolica, sono 7 (battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, ordine, matrimonio, unzione degli infermi) e rappresentano segni della grazia di Dio nei confronti degli uomini.

Nel 1209 papa Innocenzo III, con l’aiuto del re di Francia, bandì contro i catari una vera e propria crociata, cioè una guerra di sterminio che durò venti anni e fu sanguinosissima. Con la scusa di combattere gli eretici, i nobili della Francia settentrionale conquistarono la ricca e fiorente Provenza, dove i catari erano molto radicati. Nel 1215 papa Innocenzo III dichiarò eretici sia i valdesi sia i catari e istituì delle commissioni per ricercarli (in latino inquírere) e punirli. Nacquero così i tribunali dell’Inquisizione, che giudicavano gli accusati di eresia e che, per estorcere le confessioni, ricorrevano anche alla tortura. Gli eretici che non rinunciavano alle loro idee erano condannati a morte (di solito sul rogo). La crociata contro i catari si concluse nel 1229 con la distruzione delle comunità catare e la devastazione della regione. Si stima che la crociata contro i catari abbia prodotto circa 20 000 vittime, un numero enorme per l’epoca.

COMPRENDO IL TESTO Perché i catari consideravano la ricchezza un elemento che allontanava dalla purezza originaria e, quindi, da Dio? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Veduta di lbi, citt dove, nel XIII secolo, le comunità catare erano diffuse.

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3 Gli ordini religiosi delle città: domenicani e francescani

Gli ordini mendicanti provano a rinnovare la Chiesa dall’interno I valdesi e i catari erano molto critici verso il papato romano e si proponevano come un’alternativa radicale nei suoi confronti e, per questo motivo, furono fin da subito perseguitati con decisione dalla Chiesa. Nei primi anni del XIII secolo, però, anche all’interno della Chiesa nacquero e si svilupparono movimenti di rinnovamento religioso, estrememente critici nei confronti del lusso ostentato delle gerarchie ecclesiastiche. I due nuovi ordini religiosi dei domenicani e dei francescani, per esempio, volevano restituire alla Chiesa la sua originaria spiritualità, ma senza mettere in discussione l’autorità del papa. Per questo motivo furono riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa rispettivamente nel 1216 e nel 1223, anche se le loro parole e azioni dimostravano chiaramente il disprezzo per la ricchezza e la corruzione. A differenza dei monaci del X e XI secolo, domenicani e francescani non si ritirarono in monasteri sperduti per isolarsi dal resto del mondo, ma costruirono i loro conventi nelle città, dov’era più forte il bisogno di rinnovamento della Chiesa e più alta l’influenza dei movimenti eretici e dove essi cominciarono a predicare quotidianamente. Oltre alla predicazione del Vangelo, il principio base di entrambi gli ordini fu la povertà: non era permesso possedere alcuna proprietà e si viveva dei frutti del proprio lavoro manuale. Se questo non era sufficiente, allora si chiedeva la carità. Per questo motivo fu dato loro il nome di ordini mendicanti.

COMPRENDO IL TESTO Sottolinea i passi in cui si spiega la differenza fondamentale tra valdesi e catari da un lato e domenicani e francescani dall’altro.

Onorio III conferma la regola francescana, dipinto del XV secolo.

I domenicani vivevano in povertà ed erano molto colti Il sacerdote spagnolo Domenico di Guzmán per lungo tempo aveva predicato tra i catari nel tentativo di convertirli e di farli rientrare nella comunità della Chiesa. Durante questa missione aveva compreso che il successo nella lotta all’eresia dipendeva da due fattori: • vivere in povertà secondo l’ideale della Chiesa primitiva per dimostrare agli eretici che non tutta la Chiesa era corrotta; • conoscere molto bene la teologia per poter controbattere le teorie eretiche e insegnare la vera dottrina cristiana. La predicazione e l’istruzione di alto livello divennero così gli aspetti essenziali dell’ordine domenicano. I suoi membri, i frati predicatori, divennero spesso insegnanti nelle più famose università europee, come Bologna e Parigi. A loro furono anche affidati i processi dell’Inquisizione.

COMPRENDO IL TESTO Quali sono le principali differenze fra ordini monastici tradizionali e nuovi ordini mendicanti? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Lezione 19 ( Eresie e ordini mendicanti

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LEZIONE

19 LAVORO SULLA FONTE Le domande che un inquisitore deve fare a un eretico Il brano che segue è stato scritto da Bernardo Gui, un frate domenicano vissuto nel Trecento che fu uno dei più importanti inquisitori del suo periodo. Nel brano, Bernardo riassume alcune delle domande che gli inquisitori devono fare alle persone sospettate di eresia. Innanzitutto si domanderà al convenuto se ha visto o conosciuto da qualche parte uno o più eretici, sapendoli o credendoli tali di fama1, dove li ha visti, quante volte, con chi e quando; se ha avuto qualche relazione amichevole con loro, quando e come, e chi l’ha introdotto in tale amicizia; se ha ricevuto a casa sua uno o più eretici, chi li aveva condotti là e quanto tempo vi restarono e chi ha fatto visita e con chi se ne sono andati e dove; se ha ascoltato la loro predicazione e cosa dicevano o insegnavano. [Gli si chiederà poi] ciò che ha sentito dire o insegnare contro la fede e contro i sacramenti della Chiesa romana e ciò che ha sentito dire del Sacramento dell’Eucarestia, del battesimo e del matrimonio. 1. credendoli tali di fama: se aveva sentito dire da altri che le persone che stava frequentando erano eretici.

Rispondi alla domanda. • Qual è la prima domanda che l’inquisitore deve fare a una persona sospettata di eresia? a Se è un eretico. b Se ha qualcosa da dichiarare. c Se ha mai incontrato persone ritenute eretiche. an Domenico brucia i libri dei catari.

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I francescani vivevano in umiltà e di elemosina L’ordine francescano, detto anche dei «frati frati minori» in segno di umiltà, fu fondato da Francesco d’Assisi. Nato nel 1182 in una famiglia di ricchi mercanti della città umbra, Francesco a un certo punto cambiò radicalmente vita e trascorse la sua esistenza tra poveri e lebbrosi,, predicando l’amore verso Dio e tutte le sue creature (compresi gli animali). Moltissime persone, soprattutto giovani, seguirono il suo esempio vivendo di elemosine e seguendolo nella sua predicazione. Mentre gli altri movimenti avevano una visione pessimistica della vita, Francesco e i suoi «fratelli» (cioè i frati) sopportavano povertà e dolore con umiltà, ringraziando il Signore e cantando con gioia le sue lodi.

San Francesco in preghiera.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. Nel X e XI secolo la corruzione della Chiesa aveva provocato la reazione dei monaci cluniacensi e degli altri ordini monastici.

V

F

b. Tra il XII e il XIII secolo la Chiesa aumentò la propria forza politica e le proprie ricchezze e i comportamenti di molti ecclesiastici cessarono di destare scandalo.

V

F

c. Per i valdesi, come per i cattolici, le donne non potevano predicare.

V

F

d. I catari erano anche detti albigesi.

V

F

e. La crociata contro i catari terminò con lo sterminio degli eretici.

V

F

f. I domenicani vivevano in povertà.

V

F

g. I francescani erano un movimento eretico.

V

F

h. Domenicani e francescani costruirono i loro conventi nelle città.

V

F

i. Domenico di Guzmán era il figlio di una ricca famiglia italiana di mercanti.

V

F

l. Solo l’Ordine dei francescani venne riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa.

V

F

2. Riordina gli eventi numerandoli da 1 a 7. a. Crociata contro i catari. b. Nascita del movimento eretico dei valdesi. c. Riconoscimento dell’ordine dei francescani. d. Riconoscimento dell’ordine dei domenicani. e Nasce Francesco d’Assisi. f. Nascono i tribunali dell’Inquisizione. g. I signori della Francia del Nord conquistano la Provenza.

Lezione 19 ( Eresie e ordini mendicanti

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Francesco d’Assisi: un uomo straordinario Francesco d’Assisi è uno degli uomini più famosi del Medioevo. Erede di una ricca famiglia di mercanti, attorno ai vent’anni abbandonò la sua vita per seguire la vocazione religiosa e fondare un nuovo ordine religioso, quello dei francescani.

1

FRANCESCO: UN FIGLIO DELLA NASCENTE BORGHESIA DEGLI AFFARI

Francesco d’Assisi (1182 ca.-1226) è stato uno degli uomini più notevoli del Medioevo. Il suo nome e il suo esempio di vita, a distanza di otto secoli, continuano a parlarci e a rappresentare un modello ideale. Francesco nacque ad Assisi da Pietro di Bernardone, ricco mercante di stoffe, e da Madonna Pica. La sua educazione fu quella tipica di un ambiente cortese-cavalleresco. La vita che lo attendeva era fatta di lavoro, denaro, successo. Statua di Francesco d’Assisi.

2

LA SVOLTA DI FRANCESCO

Nel 1202, poco più che ventenne, Francesco fece l’esperienza dell’orrore della guerra, partecipando al conflitto della sua città contro la vicina Perugia. Dopo un anno di prigionia, rientrò ad Assisi e nel 1205, continuando la carriera militare, si unì al conte Gentile che partiva per la Puglia. Nel 1206 cominciò ad avvertire i primi segnali che lo avrebbero portato a un radicale cambio di vita. A Spoleto, mentre si trova nel dormiveglia, sentì una voce che gli chiedeva: «Chi può trattarti meglio: il Signore o il servo?». A quella voce misteriosa Francesco rispose: «Il Signore». La voce replica: «E allora perché abbandoni il Signore per il servo?».

Giotto, Storie di San Francesco: il sogno del palazzo.

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3

UNA VITA ESEMPLARE: DAL PRIVILEGIO ALLA RINUNCIA

Francesco, dopo quel dialogo, decise di rientrare ad Assisi e di attendere la «chiamata» del Signore. Passò un anno in totale solitudine, lontano dai fasti e le ricchezze della sua vita precedente, pregando e servendo i lebbrosi. Alla fine, nel 1206 si spogliò di fronte al padre e alla folla dei suoi ricchi abiti, rinunciò pubblicamente all’eredità paterna e a tutti i privilegi che gli venivano dalla sua ricca famiglia, ruppe ogni rapporto con il padre e si dedicò a una vita basata sulla rinuncia a ogni bene materiale e sulla solidarietà verso i poveri. Nel 1210 papa Innocenzo III lo autorizzò alla predicazione. Francesco fondò un proprio ordine religioso, l’ordine francescano, la cui Regola fu riconosciuta formalmente da papa Onorio III nel 1223.

Innocenzo III approva la regola francescana, dipinto del XIII secolo.

4

LA REGOLA DI FRANCESCO

Francesco fu predicatore, mistico, poeta e fondatore dell’ordine omonimo. Fu talmente popolare e amato durante la sua vita terrena che la Chiesa lo riconobbe santo solo due anni dopo la morte. La Regola francescana è basata sui tre voti della povertà, della castità e dell’obbedienza e trae ispirazione dal messaggio evangelico. Essa indica con precisione le norme di comportamento cui i frati sono tenuti; ecco alcuni passi. E tutti i frati si vestano di abiti vili che possono rattoppare con sacco e altre pezze con la benedizione di Dio. I quali ammonisco ed esorto di non disprezzare e di non giudicare gli uomini che vedono vestiti di abiti molli e colorati ed usano cibi e bevande delicate, ma piuttosto ciascuno giudichi e disprezzi se stesso. […] Consiglio poi, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù Cristo che, quando vanno per il mondo, non litighino, ed evitino le dispute di parole, né giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, cosi come conviene […]. Ordino fermamente a tutti i frati che in nessun modo ricevano denari o pecunia direttamente o per interposta persona. Quei frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di lavorare, lavorino con fedeltà e con devozione,, [...]. Come ricompensa del lavoro per sé e per i loro frati ricevano le cose necessarie al corpo, eccetto denari o pecunia, e questo umilmente, come conviene a servi di Dio e a seguaci della santissima povertà […]. I frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, o alcuna altra cosa. E come pellegrini e forestieri in questo mondo, servendo al Signore in povertà ed umiltà, vadano per l’elemosina con fiducia. Né devono vergognarsi, perché il Signore si e fatto povero per noi in questo mondo. San Francesco, affresco del XIII secolo.

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R a NO ga I E zz LA e S & TO Ra R ga IA zz i

I goliardi: giovani trasgressivi e ribelli Nel Medioevo, ma non solo allora, gli studenti universitari spesso «bilanciavano» i doveri e le fatiche degli studi con il gusto per la trasgressione, la ricerca del divertimento, il piacere della compagnia degli amici e dell’avventura. Non sempre questa esigenza era ben accetta dagli adulti…

Goliardia e goliardi Con il termine goliardia ci si riferisce allo spirito tipico delle confraternite studentesche,, specialmente quelle composte da universitari. I goliardi nascono nel Medioevo e in origine erano studenti poveri che non potevano permettersi le comodità dei professori o dei loro compagni più benestanti. Questi studenti conducevano un’esistenza errabonda, più avventurosa e scapestrata, muovendosi da un’università all’altra, mettendosi al servizio dei compagni più ricchi o vivendo di elemosina, carità o espedienti.

Spiriti liberi, a volte troppo… Spesso i goliardi seguivano nei loro spostamenti i loro maestri preferiti o si recavano nelle città dove insegnavano i professori più famosi. Queste esperienze di luoghi e uomini diversi ne facevano dei giovani uomini liberi.. La loro giovinezza li spingeva a ricercare i piaceri della compagnia, del vino, dei canti e dei divertimenti. A volte, senza limiti…

I Carmina Burana La spensieratezza dei goliardi medievali trova espressione nei Carmina Burana, una raccolta di poesie anonime del XIII secolo scritte in latino. Il nome deriva dal convento di Benediktbeuern, in Baviera (Germania), dov’è stato trovato il codice manoscritto contenente le poesie. Apparentemente i Carmina Burana ricalcano i modi e lo stile dei canti religiosi, ma in realtà esprimono contenuti irriverenti e sono un ottimo esempio di quella esuberanza giovanile che gli adulti del Medioevo cercavano in ogni modo di spegnere, o perlomeno di disciplinare.

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«Tralasciamo gli studi!» In uno di questi componimenti, intitolato Omittamus studia («Tralasciamo gli studi»), vengono affrontati i temi della brevità della giovinezza, del contrasto tra la serietà dell’età adulta e la giovinezza spensierata, tra molla decadenza fisica (che in quei tempi iniziava mol to presto) e la freschezza giovanile della mente e del corpo. Il testo recitava così: «Tralasciamo gli studi! È bello folleggiare, godiamoci vecchiale gioie della fresca giovinezza. Si addice alla vecchia ia pensare cose serie; ma, finché si è giovani, concon viene divertirsi. Veloce l’età trascorre, occupata dagli studi; la fresca giovinezza consiglia di spassarsela. l’inverFugge la primavera della vita, veloce giunge l’inver no, soffre per i suoi malanni la carne, e si consuma. scemaSecco, il sangue; ottuso, il cuore; tutti i piaceri scema no; già ora ci spaventa la vecchiaia, e delle malattie la schiera. Imitiamo gli dèi! Questo è un parare buono, e ozianozian do andiamo a caccia di teneri amori! Compiacciamo ai desideri, così fanno i giovani. Scendiamo nelle vie, fra le danze di fanciulle.»

TEST INVALSI Barra con una x la risposta esatta. 1. Chi erano in origine i goliardi? A Gli studenti più ricchi. B Gli studenti più attenti e preparati. C Gli studenti più poveri che conducevano una vita avventurosa. D Gli studenti bocciati.

2. Che cosa sono i Carmina Burana? A Una raccolta di canti cantati dai goliardi. B Una raccolta di lettere scritte dai goliardi. C Una raccolta di compiti a casa fatti dai goliardi. D Una raccolta di poesie sacre scritte dai goliardi.

3. Che cosa significa il titolo di uno dei Carmina Burana più famosi, Omittamus studia? A Dedichiamoci agli studi. B Copiamo i compiti. C Vediamoci in classe. D Lasciamo perdere gli studi.

Lezione 4 ( La Chiesa, un nuovo protagonista Unità 6 (della L’Europa storiacomunale europea

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P CI AR TT OL AD E IN DE AN LLA ZA

Cittadinanza Che cosa significa essere cittadini? In estrema sintesi, potremmo rispondere così: è il contrario dell’essere sudditi. I sudditi, infatti, obbediscono a un’autorità superiore che li domina con la forza; i cittadini, invece, sono uomini e donne che hanno diritti e doveri. I cittadini, insomma, sono soggetti e non oggetti, che contano, decidono, scelgono…

DA SUDDITI A CITTADINI

LA CITTADINANZA CONTEMPORANEA

Alle origini della cittadinanza: i Greci

Cittadinanza: diritti e doveri

Gli abitanti delle città sumere o dell’antico Egitto erano sudditi, erano cioè sottomessi alle decisioni dei loro sovrani e non avevano alcun diritto. L’idea della cittadinanza, cioè di un legame di appartenenza di un individuo a uno Stato, che porta con sé un insieme di diritti e doveri, nasce nelle città-stato della Grecia antica. Ad Atene i cittadini partecipano alla vita politica della comunità, parlano in assemblea, votano, possono essere eletti alle varie magistrature. Nelle città-stato greche, però, non tutti sono cittadini. Non hanno la cittadinanza le donne, gli stranieri e gli schiavi, cioè la maggioranza della popolazione.

Nelle società democratiche attuali con la parola «cittadinanza» s’intende la piena attribuzione a tutti i cittadini (uomini e donne) dei diritti sociali e politici in un regime di uguaglianza. Si diventa cittadini solo se si è in possesso di certi requisiti previsti dalla legge, che variano da Stato a Stato.

Roma e l’estensione della cittadinanza A Roma, a partire dall’inizio del III secolo, tutti gli abitanti maschi dell’impero sono cittadini, con diritti e doveri riconosciuti dallo Stato. Per il riconoscimento dei diritti delle donne c’è ancora molta strada da fare; tuttavia, l’idea romana di cittadinanza è più larga di quella greca, perché si estende a tutti gli abitanti dell’impero. Per i Romani la cittadinanza viene usata come un formidabile strumento d’integrazione di popoli diversi all’interno della comune cornice imperiale.

La cittadinanza nel Medioevo Nel Medioevo l’idea politica della cittadinanza viene di nuovo meno. In un mondo completamente dominato dalla religione, gli uomini e le donne sono certamente cittadini della comunità dei credenti, ma sono però sudditi del signore feudale, del re o dell’imperatore. La nascita dei comuni, cioè di comunità cittadine che aspirano a governarsi da sole, riporta in auge l’idea della cittadinanza.

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Cittadini italiani In Italia, le regole per acquisire la cittadinanza sono stabilite dalla legge 5 febbraio 1992, n. 91. La legge attribuisce la cittadinanza: • ai figli, anche se nati all’estero, di padre e/o madre italiani (diritto di nascita); • ai minori stranieri adottati da cittadini italiani (diritto di adozione); • alle persone nate sul territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, cioè non hanno la cittadinanza di alcuno Stato (diritto di suolo).

Potenziali cittadini italiani Possono poi richiedere la cittadinanza italiana: • il coniuge, straniero o apolide, di un cittadino italiano, quando risiede da almeno sei mesi in Italia, oppure dopo tre anni di matrimonio; • i figli maggiorenni nati da genitori stranieri, se sono sempre vissuti nel nostro Paese; • lo straniero in possesso dei requisiti fissati dalla legge (per esempio, per un cittadino extracomunitario, la residenza legale in Italia da almeno dieci anni) se ne fa domanda al Presidente della Repubblica. Si parla in questo caso di cittadinanza per concessione (o naturalizzazione).


Cittadini europei Una nuova forma di cittadinanza si è affermata negli ultimi anni: la cittadinanza europea. Essa garantisce specifici diritti ai membri degli Stati che aderiscono all’Unione europea. Per esempio, tutti i cittadini dell’UE possono circolare liberamente in ogni Stato. Chi risiede attualmente in uno Stato dell’UE di cui non è cittadino ha il diritto di votare e di essere eletto nelle elezioni comunali, alle stesse condizioni dei cittadini dello Stato.

Una scheda elettorale.

Unione europea e cittadini extracomunitari Varie limitazioni sono invece previste per gli stranieri extracomunitari, provenienti cioè da Paesi che non fanno parte dell’Unione europea (che fino al 1992 si chiamava Comunità economica europea). Per entrare in Italia, per esempio, essi devono dotarsi di un visto d’ingresso, che le autorità consolari italiane concedono solo a chi dimostra di avere un regolare rapporto di lavoro o, comunque, di avere sufficienti mezzi di sussistenza. Lo straniero che desidera risiedere in Italia deve richiedere un permesso provvisorio di soggiorno.

RIFLETTIAMO INSIEME Utilizzate le seguenti domande per condurre una discussione in classe e confrontare le vostre idee. 1. Che cosa significa l’espressione «acquistare la cittadinanza»? 2. Nella Roma imperiale la cittadinanza veniva riconosciuta a tutti gli abitanti dell’impero? Nessuno escluso? 3. Come si manifesta la cittadinanza europea in merito al diritto di movimento dei cittadini?

CAMPO SEMANTICO I termini elencati costituiscono una parte del campo semantico legato all’argomento di questo approfondimento. A coppie o a piccoli gruppi leggete queste parole, ricercate nel dizionario quelle che non conoscete e arricchite l’elenco con altri termini che vi vengono in mente.

no cittadi o profug

straniero

apolide

identità

patria

rto passapo frontiera

clandestino

su ddito

immigrato

Stato

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SI M NTE AP S PA I E

DIDATTICA INCLUSIVA

Lezione 17

Le origini dei comuni

BES

A partire dall’11° secolo le città cominciarono a crescere e a ripopolarsi. Gli abitanti più ricchi sentirono l’esigenza di difendere i propri interessi economici in modo autonomo da ogni autorità esterna. Formarono così delle associazioni chiamate comuni. I membri del comune eleggevano come loro rappresentanti i consoli; questi rendevano esecutive le decisioni dei consigli o dell’assemblea cittadina (arengo). Da associazioni di cittadini i comuni diventarono in seguito delle vere istituzioni di governo delle città, con il potere di esigere tributi, coniare moneta e amministrare la giustizia. I comuni si diffusero nell’Italia settentrionale, in alcune zone della Francia e della Germania e nelle Fiandre. Lezione 18

Nobili e popolo al governo dei comuni

Dal governo cittadino dei comuni erano esclusi, oltre alle donne, i ceti più bassi (operai, lavoratori a giornata) e i servi. In Italia i comuni nacquero spesso per iniziativa di signori locali e il potere era gestito dalle famiglie più potenti e più ricche (comune consolare). A causa delle rivalità fra famiglie che davano origine a conflitti continui si iniziò a ricorrere al podestà, un magistrato non appartenente alla città chiamato a far applicare in maniera corretta le leggi (comune podestarile). In seguito alla crisi di questa forma di governo, i borghesi, riuniti in corporazioni che di fatto controllavano la vita economica della città, iniziarono a chiedere di partecipare direttamente alla vita politica. Nacque così il comune popolare. Anche studenti e maestri formarono le loro associazioni, da cui nacquero le università. Lezione 19

Eresie e ordini mendicanti

Mentre si sviluppavano i comuni, la Chiesa era ancora assillata da gravi problemi interni. Nacquero allora nuovi movimenti che volevano tornare allo spirito delle origini del cristianesimo. I catari e i valdesi furono considerati eretici e combattuti duramente dalle autorità ecclesiastiche attraverso l’Inquisizione. Altri movimenti, invece, nacquero all’interno della Chiesa e furono riconosciuti ufficialmente (domenicani e francescani).

236

Unità 6 ( L’Europa comunale


DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Catari – Capitano del popolo – Francescani – Chiesa – Associazioni – Città

SFERA LAICA

SFERA RELIGIOSA Fallimento del rinnovamento della ………..….….…………………………………

Rinascita delle …..….….……………………………………………………

determina Arricchimento e ampliamento dei centri urbani

determina

Nascita di movimenti mendicanti

Nascita di movimenti ereticali

e provoca Necessità di maggiore indipendenza dai feudatari

Domenicani

……………..….….…………

Valdesi e ……………..….….……

si assiste così alla Nascita delle …..….….……………………………………… di cittadini

GOVERNO DEI COMUNI Governo dei consoli

Governo del podestà

Governo del …………………..….….…………………………

Unità 6 ( L’Europa comunale

237


VE RI FI CA

1. Le seguenti affermazioni riassumono alcune delle caratteristiche che contraddistinguono i centri urbani dopo l’anno Mille. Solo alcune, però, sono corrette. Indicale con una crocetta. a Scelgono da soli le proprie regole. d Pagano tasse al signore feudale. b Obbediscono all’imperatore e ai suoi vassalli. c Impongono dazi su merci e viaggiatori.

e Usano la moneta in vigore in tutto l’impero. f Esigono tributi dal contado. g Si dedicano all’agricoltura.

2. Il sistema di governo dei comuni ebbe un’evoluzione nel tempo. Completa lo schema indicando le caratteristiche delle diverse fasi. COMUNE CONSOLARE

COMUNE PODESTARILE

COMUNE POPOLARE

Il ruolo più importante nel governo del comune spettava ai membri delle Alcuni di loro furono eletti ………………………………………..………… e assunsero la guida del ………………………………………..……………..…….

………………………………………..………….

I continui conflitti per il potere fra le famiglie nobili fecero emergere la necessità di introdurre la figura del ………………………………………..……………..……, un uomo che veniva da ………………………………………..……………..…… e deteneva il potere ……………………………………..………, lasciando alle assemblee comunali il potere ………………………………………..…………..……. Si imposero nuove magistrature «popolari» come quella del ………………………………………..……………..……; dei borghesi che facevano parte delle ………………………………………..……………..…… assunsero cariche di governo della città.

3. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. La lotta alla corruzione della Chiesa promossa dai monaci cluniacensi ebbe successo e nel XII secolo i fenomeni di corruzione e decadenza erano esauriti.

V

F

b. Soprattutto papa Innocenzo III cercò di riformare i costumi del clero.

V

F

c. I valdesi predicavano e praticavano soprattutto la povertà.

V

F

d. I catari erano detti anche albigesi.

V

F

e. I catari ritenevano che nel mondo i due principi del bene e del male fossero sempre in lotta fra loro.

V

F

f. Domenicani e francescani scelsero l’isolamento dal mondo.

V

F

g. Domenicani e francescani furono riconosciuti dalla Chiesa.

V

F

4. Nel testo che segue sono presenti quattro errori. Sottolineali e correggili. Anche nel campo della cultura si formarono delle associazioni: le università, che raggruppavano solo i professori di una città. Nelle università le lezioni si svolgevano nelle lingue volgari. La prima università a venire fondata fu quella di Oxford, nel 1088, famosa per gli insegnamenti di diritto. Altre università importanti furono quella di Parigi, che eccelleva negli studi in medicina, e Salamanca. ....................................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................................

238

Unità 6 ( L’Europa comunale


5. Date le definizioni, scrivi il termine corrispondente. a. Tributi in denaro da pagare sulla circolazione delle merci: .................................................................. b. Assemblea cittadina popolare: .................................................................. c. Associazione di mestiere: .................................................................. d. Idee religiose non in linea con la dottrina ufficiale della Chiesa: .................................................................. e. Magistrato forestiero alla guida del comune: .................................................................. f. Magistrati alla guida dei comuni nella prima fase della loro storia: .................................................................. 6. Stabilisci le relazioni esistenti tra le seguenti affermazioni, unendo con una freccia numero e lettera corrispondenti. 1. Valdo ritiene che tutti debbano leggere la Bibbia di persona…

a. …papa Innocenzo III bandisce una crociata alla quale partecipano i signori della Francia settentrionale.

2. I valdesi lottano contro il potere politico della Chiesa…

b. …si dedicano all’insegnamento.

3. I catari hanno ampia diffusione soprattutto c. …nel 1223 il papato approva la loro Regola.

in Francia… 4. I francescani predicano la povertà e rispettano sempre l’autorità papale…

d. …fa tradurre la Bibbia in volgare.

5. I domenicani credono fortemente nell’importanza della cultura…

e. …la Chiesa li perseguita.

7. Indica quale schema rappresenta correttamente l’evoluzione del governo dei comuni e poi spiega oralmente in che modo e perché avvenne la trasformazione. A

COMUNE PODESTARILE

B

COMUNE POPOLARE

C

COMUNE CONSOLARE

COMUNE CONSOLARE

COMUNE CONSOLARE

COMUNE PODESTARILE

COMUNE POPOLARE

COMUNE PODESTARILE

COMUNE POPOLARE

Unità 6 ( L’Europa comunale

239


VE RI FI CA 240

8. Indica sulla carta con colori diversi la Pianura Padana, le Fiandre e la regione della Champagne (aiutati con le indicazioni dell’esercizio a p. 213). Una volta segnate le tre regioni, indica a quale di esse appartengono le città riportate di seguito: per rispondere cerca informazioni sulle città che non conosci su internet o su un atlante. Attenzione, alcune città indicate non fanno parte di nessuna di queste tre regioni.

- Bologna

........................................................................

- Bruges

........................................................................

- Reims

........................................................................

- Milano

........................................................................

- Firenze

........................................................................

- Bruxelles

........................................................................

- Avignone

........................................................................

- Gand

........................................................................

- Perugia

........................................................................

- Lubecca

........................................................................

- Troyes

........................................................................

- Berlino

........................................................................

- Genova

........................................................................

- Anversa

........................................................................

- Alessandria

........................................................................

- Pavia

........................................................................

Unità 6 ( L’Europa comunale


FACCIAMO STORIA INSIEME

La scelta della poverta' Questa testimonianza medievale racconta come Valdo iniziò la sua predicazione: dando esempio di povertà e così attirando a sé quanti erano disgustati dalla ricchezza eccessiva e dai cattivi costumi degli uomini di Chiesa. L’affresco realizzato da Giotto nella Basilica di San Francesco ad Assisi mostra la rinuncia dei propri beni. Tipo di documento: affresco Autore: Giotto Epoca: XIII secolo

Valdo il giorno dell’assunzione della beata Vergine gettò ai poveri lungo le strade cittadine una notevole somma di denaro, gridando forte: «Nessuno può servire a due padroni, a Dio e a mammona1». Accorsero allora molti cittadini e pensarono che fosse uscito di senno. Valdo, cittadino di Lione, avendo fatto voto al Dio del cielo di non possedere per il resto della sua vita né oro né argento e di non preoccuparsi del domani, cominciò ad avere dei seguaci del suo proposito di vita. Essi avevano seguito il suo esempio, elargendo ai poveri tutto quanto avevano, e fecero professione di povertà volontaria.

Tipo di documento: testo Autore: Anonimo di Laon Epoca: XIII secolo

Anonimo di Laon, Eretici del Medioevo. L’albero selvatico, Patron Editore, 1989

1. mammona: termine usato nel Nuovo Testamento per indicare il profitto, il guadagno e la ricchezza materiale accumulati rapidamente e in modo disonesto e poi dissipati altrettanto velocemente in lussi e piaceri.

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver analizzato il testo e l’immagine, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni. 1. Che cosa fece Valdo il giorno dell’assunzione della Beata Vergine? 2. Valdo perseguiva il proprio obiettivo da solo o con altre persone? 3. Che cosa fece Francesco nel 1206 in occasione dell’episodio rappresentato da Giotto? (Se non lo ricordi rileggi la scheda che trovi nelle pagine precedenti) 4. Quali punti di contatto trovi tra la storia di Francesco e quella di Valdo? 5. Pur essendo partiti da idee simili, Valdo e Francesco ebbero storie molto diverse. Ripensa a quello che hai studiato in questa Unità: che cosa li differenziò profondamente?

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. Nel Medioevo chi non obbediva al papa non poteva esercitare il proprio credo religioso. L’articolo 19 della nostra Costituzione afferma invece che «tutti hanno diritto di professare la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume». 1. Fate una breve ricerca in internet e scoprite quanti sono oggi i valdesi nel mondo e in quali Paesi sono più presenti. 2. Non in tutti i Paesi del mondo i cittadini godono della libertà di professare liberamente la propria fede. Fate una ricerca per individuare alcuni Stati in cui non c’è libertà di religione.

Unità 6 ( L’Europa comunale

241


UNITÀ

7

Impero, Stati e papato Quando nel 1152 Federico I Barbarossa assume la corona del Sacro romano impero germanico, i comuni italiani godono di una grande autonomia. Per ria ermare l’autorità imperiale su questi territori l’imperatore scende in Italia e scatena una dura lotta, che prosegue anche sotto il suo successore Federico II ma che non riesce a piegare la resistenza comunale: a metà del Trecento l’Italia è divisa in tanti comuni e regni indipendenti e l’impero si riduce alla sola Germania. Negli stessi anni, in Europa maturano le grandi monarchie nazionali di Francia, Inghilterra e pagna. Il ra orzamento dell’autorit della monarchia francese scatena un grave contrasto con il papato: la posta è quale dei due poteri possa davvero dirsi «universale». Lo scontro fra il re francese ilippo IV e papa onifacio VIII termina con la sconfitta del secondo. Inizia la «cattivit avignonese», un periodo durante il uale la sede pontificia viene spostata da oma ad Avignone, nel Sud della Francia.

1154 Fondazione della dinastia inglese dei Plantageneti

1183

1100

Magna Charta Federico II Libertatum imperatore

1200 1152 Federico I Barbarossa imperatore

Che cosa sai già… v Le città dell’Italia settentrionale reclamano autonomia nei confronti di ogni

potere esterno, compreso quello della Chiesa e dell’impero, e si organizzano in comuni liberi. Il fenomeno comunale riguarda anche altre regioni europee (parte della Francia, Paesi Bassi, Germania). v Il governo dei comuni è in un primo tempo affidato ai consoli, poi ai podestà e, infine, ai capitani del popolo, rappresentanti dei ceti borghesi. La vita economica dei comuni si struttura e si organizza attraverso le corporazioni. v La Chiesa cattolica attraversa una profonda crisi: dall’esterno viene messa in discussione da movimenti ereticali (valdesi, catari) che ne contestano radicalmente l’autorità; dall’interno viene «riformata» da nuove esperienze spirituali come quelle degli ordini mendicanti (domenicani, francescani).

242

1215 1220

Pace di Costanza tra comuni e impero

1176 Vittoria della Lega lombarda sul Barbarossa

1214 Vittoria della Francia sull’Inghilterra nella battaglia di Bouvines

1231 Costituzioni melfitane nel Regno di Sicilia


Nella prima metà del XII secolo Federico I Barbarossa tenta, senza riuscirci, di riaffermare l’autorità imperiale sulle città dell’Italia centrosettentrionale.

Tra XII e XIII secolo il Regno di Francia dalla regione di Parigi si espande fino a controllare gran parte dei territori che oggi appartengono alla Francia.

Nella Penisola iberica i regni cattolici scacciano gli Arabi, che oramai controllano solo la punta meridionale della regione.

Nel Duecento, Federico II prova, senza successo, a riportare l’Italia centro-settentrionale sotto il pieno controllo dell’impero.

1302 Divisione dell’Italia meridionale tra Angioini e Aragonesi

1300

1400

1309-1377

1356

«Cattività avignonese»: il papato in Francia

Bolla d’oro: regolazione dell’elezione degli imperatori

…e che cosa imparerai v L’equilibrio del Sacro romano impero è instabile a causa dei conflitti tra l’aristocrazia tedesca

di parte guelfa (filo-papale) e quella di parte ghibellina (filo-imperiale). v Una volta salito al trono, Federico I Barbarossa attenua la conflittualità interna all’impero, quindi rivolge la sua attenzione alla soluzione del problema dei comuni italiani. v Il Barbarossa e il suo successore Federico II cercano a più riprese, ma senza successo, di ricondurre all’ordine i comuni italiani. v In alcune regioni dell’Europa si formano le monarchie nazionali, cioè regni governati da una dinastia stabile che esercita la sovranità su un territorio esteso e dai confini certi. Le monarchie nazionali più importanti del XIII-XIV secolo sono quelle di Francia (Capetingi), Inghilterra (Plantageneti), Spagna e Portogallo. Le monarchie nazionali, specialmente quella francese, entrano in urto con il papato.

243


LEZIONE

20

I comuni e l’impero

1 Federico Barbarossa nuovo imperatore

Il Sacro romano impero germanico attraversa una grave crisi

La corona dell’imperatore del Sacro romano impero germanico.

All’inizio dell’XI secolo il Sacro romano impero germanico ricreato da Ottone III si estendeva su un territorio molto ampio che, da nord a sud, andava dalla costa tedesca sul mar Baltico all’Italia centrale, mentre da ovest a est si sviluppava sulle regioni oggi comprese tra la Francia orientale, il Belgio e i Paesi Bassi, l’intera Germania, l’Austria e parte della Repubblica Ceca. Governare su un territorio così vasto non era affatto semplice, e infatti fra l’XI e il XII secolo l’impero entrò in crisi perché gli imperatori che seguirono a Ottone III dovettero affrontare, contemporaneamente, diversi problemi difficili da gestire: • in Germania i grandi feudatari tedeschi approfittavano di ogni occasione per accrescere il proprio potere ai danni dell’autorità dell’imperatore; • nella maggior parte delle città italiane si affermarono i comuni, che non riconoscevano l’autorità imperiale, ma intendevano governarsi da soli senza più sottostare alle leggi dell’imperatore;

Sigillo imperiale di Federico Barbarossa.

LAVORO SULLA CARTA Il Sacro romano impero germanico Quando Federico I Barbarossa divenne imperatore, il Sacro romano impero si estendeva su un territorio vastissimo, che dal mar del Nord raggiungeva il Mediterraneo. Rispondi alla domanda. • Osserva con attenzione la carta quindi, aiutandoti con una carta dell’Europa attuale, indica quali territori, tra quelli delle nazioni indicate di seguito, erano compresi nel 1152 nel Sacro romano impero germanico. a Italia c Francia d Portogallo f Germania g Grecia e Belgio Regno Unito b

244

Unità 7 ( Impero, Stati e papato


• infine, come se non bastasse, lo scontro fra impero e papato, nonostante il Concordato di Worms fra Enrico V e il papa Callisto II, rendeva instabile l’equilibrio politico: entrambe le istituzioni, infatti, continuavano a pensare se stesse e a proporsi come «poteri universali».

Guelfi e ghibellini A complicare le difficoltà dell’impero, nel 1125 l’imperatore Enrico V morì senza lasciare eredi maschi. In realtà, il titolo imperiale non era dinastico, ma continuava a essere elettivo. Alla morte del sovrano, infatti, la nomina del successore doveva essere approvata dai principali signori tedeschi. Nel 1125 però, in mancanza di un erede forte, si aprì una grave crisi di successione, nella quale i grandi feudatari tedeschi si divisero in due fazioni contrapposte: quella dei guelfi e quella dei ghibellini. I primi sostenevano che il titolo imperiale spettasse alla famiglia dei Welfen (da cui deriva appunto il nome guelfi), duchi di Baviera; i secondi, invece, sostenevano che imperatore dovesse diventare un membro della famiglia degli Hohenstaufen, signori di Waibling (da cui il nome italianizzato di ghibellini) e di Svevia. Enrico V, prima di morire, aveva indicato come suo successore un membro di questa famiglia, ma i sostenitori della fazione avversa non accettarono tale decisione. Ad alimentare la tensione fra guelfi e ghibellini, però, non era solo la scelta dell’imperatore, ma anche i rapporti che l’impero doveva tenere col papato. Mentre i guelfi erano favorevoli a un accordo con il pontefice, i ghibellini, invece, sostenevano una politica fortemente antipapale.

COMPRENDO IL TESTO In Germania, chi minacciava l’autorità dell’imperatore? a I signori feudali. b I vescovi. c I rappresentanti delle principali città.

Guelfi e ghibellini A partire dal XIII secolo i due termini cominciarono a essere usati non solo per parlare delle fazioni presenti tra i signori tedeschi, ma anche per indicare, nelle città italiane, gli appartenenti a due schieramenti contrapposti: in Italia i guelfi erano coloro che, all’interno dei vari comuni, avevano posizioni filopapali, mentre i ghibellini erano coloro che sostenevano l’imperatore.

contro tra guelfi e ghibellini, miniatura del XIV secolo.

Lezione 20 ( I comuni e l’impero

245


LEZIONE LEZIONE

1 20

Federico I Barbarossa

COMPRENDO IL TESTO Perché Federico I Hohenstaufen riuscì a pacificare il mondo germanico? a Perché sconfisse militarmente i suoi avversari. b Perché era imparentato con le maggiori casate in conflitto nel mondo germanico. c Perché si alleò strettamente con il papato.

Federico Barbarossa ad uisgrana, dipinto del XIX secolo.

246

Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Per tutta la prima metà del XII secolo, dunque, il mondo germanico continuò a essere scosso da violenti scontri ai quali né Lotario III, eletto per la fazione guelfa nel 1131, né Corrado III, membro della famiglia degli Hohenstaufen (e quindi ghibellino), salito al trono nel 1137, furono in grado di porre fine. La stessa corona imperiale rimase sostanzialmente vacante perché né Lotario né Corrado riuscirono a farsi incoronare imperatori dal papa. Il contrasto si risolse solo nel 1152, quando salì al trono di Germania Federico I Hohenstaufen, detto Barbarossa. Federico riuscì nell’impresa di pacificare il mondo germanico perché discendeva per parte di padre dal casato svevo e ghibellino e per parte di madre da quello bavarese e guelFederico Barbarossa, miniatura del fo. Nella sua persona, insomma, si concentraXIII secolo. vano entrambe le fazioni in lotta. Una volta salito al potere, Federico si impegnò innanzitutto a pacificare la Germania e a restaurare l’autorità imperiale sui vari signori feudali tedeschi. Per raggiungere questo obiettivo, egli non esitò a usare la forza, ma cercò soprattutto di consolidare il legame tra l’impero e le grandi famiglie aristocratiche tedesche, sia guelfe sia ghibelline. Una volta raggiunto questo obiettivo, Federico si concentrò sull’Italia settentrionale. Qui, come abbiamo visto, nei decenni precedenti i comuni avevano cominciato a esercitare tutta una serie di diritti che spettavano all’imperatore, rifiutando così di sottomettersi all’autorità imperiale.


2 Lo scontro fra impero e comuni Federico Barbarossa scende per la prima volta in Italia

Dieta

Tra 1154 e 1155 Federico organizzò una spedizione in Italia. L’obiettivo era ricondurre i comuni del nord alla disciplina, obbligandoli, se necessario con la forza, a riconoscere l’autorità imperiale. Federico attraversò le Alpi e convocò la dieta (assemblea) di Roncaglia, vicino a Piacenza, nella quale reclamò a sé tutte le regalie che i comuni avevano accumulato in passato. Le regalie erano i diritti e le prerogative che spettavano al sovrano e che il sovrano poteva concedere ad altri soggetti, mantenendo la facoltà di revocare tale concessione: reclamarle a sé significava dichiarare guerra ai comuni italiani. Dopo questa dichiarazione di sovranità, Federico si fece incoronare re a Monza, radunando attorno a sé i feudatari e i comuni alleati (Lodi e Como). Nel 1155 arrivò a Roma, dove aiutò papa Adriano IV a reprimere il movimento riformatore capeggiato da Arnaldo da Brescia, un religioso che aveva dato vita a un comune cittadino in aperto conflitto con il papa. In cambio dell’aiuto ricevuto, il papa proclamò Federico imperatore. Una nuova rivolta dei feudatari tedeschi costrinse però il Barbarossa a far ritorno in Germania.

In origine, assemblea pubblica in cui il sovrano amministrava la giustizia di un determinato territorio. Nel corso dei secoli divenne l’assemblea in cui l’imperatore affrontava i problemi principali del regno.

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea la definizione del termine «regalie».

DENTRO LA STORIA Lo stupore di un vescovo tedesco di fronte alle città italiane Durante il suo primo viaggio in Italia, Federico I Barbarossa fu accompagnato da Ottone di Frisingia che, oltre a essere suo zio, era anche uno dei più importanti vescovi di Germania e il suo storico personale. Ottone descrisse con precisione la realtà dei comuni italiani, sottolineando gli aspetti che più lo colpivano. In particolare, Ottone rimase veramente stupito dalla ricchezza delle città italiane, descritte come «di gran lunga superiori a tutte le città del mondo per ricchezza e potenza». Quello che colpì maggiormente il vescovo tedesco, tuttavia, fu l’autonomia goduta da queste città. Nei decenni precedenti, a causa della debolezza dei signori della regione, avevano cominciato a eleggere consoli e ad autogovernarsi, arrivando addirittura ad assoggettare le campagne attorno alle mura cittadine. Come se non bastasse, gli abitanti dei comuni, pur dicendo «di vivere secondo le leggi, non obbedivano alle leggi» perché non riconoscevano nessun sovrano e, men che meno, l’autorità dell’imperatore. L’unico modo per riportarle all’ordine, secondo Ottone, era ricorrere alla violenza. Proprio quello che suo nipote si apprestava a fare. Federico I Barbarossa e i suoi figli nrico VI e Federico V di vevia, manoscritto del XIV secolo.

Lezione 20 ( I comuni e l’impero

247


LEZIONE LEZIONE

1 20

La seconda spedizione in Italia

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea i nomi propri di luogo.

Dopo aver affrontato le tensioni interne al mondo germanico, nel 1158 Federico ridiscese nuovamente in Italia e, sempre a Roncaglia, convocò una nuova dieta. In quella sede, revocò tutti i privilegi che i comuni e i feudatari si erano assicurati e ancora una volta reclamò per sé le regalie: solo all’imperatore spettavano i diritti di coniare moneta, esigere tasse, confiscare beni, istituire tribunali e nominare magistrati. Erano tutti diritti che i comuni si erano autonomamente attribuiti e che non intendevano perdere. L’iniziativa di Federico Barbarossa riduceva ai minimi termini gli spazi di risoluzione pacifica e diplomatica del conflitto. Milano, uno dei comuni più ricchi e potenti, che maggiormente soffriva l’ingerenza imperiale, respinse l’imposizione del sovrano tedesco. La reazione del Barbarossa fu durissima: nel 1162 la città lombarda fu assediata e distrutta. Al fianco delle truppe di Federico si schierarono alcuni comuni rivali di Milano, come per esempio Lodi, Cremona e Pavia: il fronte comunale, infatti, non era compatto; alcuni comuni non volevano passare dalla sudditanza nei confronti dell’impero a quella nei confronti di Milano. Federico Barbarossa assedia lessandria, dipinto del XIX secolo.

LAVORO SULLA FONTE L’imperatore punisce i milanesi Il brano che segue deriva da una cronaca del XII secolo. Il suo autore è un anonimo cittadino di Milano che assistette in prima persona alla distruzione di Milano voluta da Federico Barbarossa. L’imperatore diede ordine di strappare gli occhi a sei prigionieri che aveva. Frattanto a quelli che portavano a Milano merci da Piacenza o da qualche altra località, se venivano catturati, era amputata la mano destra; in un solo giorno ne furono tagliate venticinque. […] I milanesi che erano tenuti in carcere prigionieri dall’imperatore, con le mani legate e coi ceppi ai piedi, erano posti, quando nevicava e pioveva forte, nelle piazze in cui c’era gran fango e acqua: l’imperatore faceva questo per poter estorcere da loro denaro […]. E chi non poteva dare il denaro da lui richiesto, da mattina fino a sera giaceva nel fango e poi veniva portato via mezzo morto. Perciò molti perirono […].

Rispondi alla domanda. • Perché Federico I teneva i milanesi in carcere e, in caso di maltempo, li faceva legare all’aperto, al freddo e al gelo? Al di là della motivazione indicata dalla fonte, ce n’è un’altra, di carattere simbolico. Sapresti dire quale? Che cosa vuole ottenere l’imperatore con questo comportamento? …………………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..………………………………………………………………………… …………………………………………………..……………………………………..………………..………………………….………………………..…………………………………………………………………………

248

Unità 7 ( Impero, Stati e papato


3 La vittoria dei comuni La Lega lombarda Di fronte all’offensiva imperiale, molti comuni italiani nel 1167 si allearono tra loro nella Lega lombarda per opporsi al Barbarossa. A guidare la Lega lombarda, sulla base del giuramento di Pontida, fu la città di Milano, che nel frattempo aveva recuperato l’antica forza. Nella Lega lombarda confluì anche la Lega veronese costituita tre anni prima da Verona, Padova e Vicenza. Forti anche del sostegno del papa, che temeva il disegno egemonico di Federico sull’intera Penisola italiana, nel 1176 i comuni affrontarono e sconfissero l’esercito imperiale. Lo scontro definitivo si tenne il 29 maggio di quello stesso anno nei pressi di Legnano, non lontano da Milano, e si concluse con la vittoria dei comuni. Federico fu allora costretto a scendere a patti. Dopo anni di campagne, le casse dell’impero erano oramai vuote. Continuare la guerra contro i comuni, in queste condizioni, era impossibile. Inoltre, i signori tedeschi avevano approfittato dell’assenza dell’imperatore, impegnato in Italia, e delle sue difficoltà per ribellarsi ancora una volta alla sua autorità.

COMPRENDO IL TESTO Quale città guidava politicamente e militarmente la Lega lombarda? a Pavia. b Mantova. c Milano.

La battaglia di Legnano.

Lezione 20 ( I comuni e l’impero

249


LEZIONE LEZIONE

1 20

La pace di Costanza Dopo la battaglia di Legnano Federico Barbarossa, nel 1177, stipulò a Venezia la pace con il papa Alessandro III, quindi tornò in Germania per ribadire la sua autorità sui signori tedeschi. La pace con i comuni venne siglata solo sette anni dopo la sconfitta di Legnano. Nel 1183 infatti i rappresentanti delle città italiane incontrarono l’imperatore nella città tedesca di Costanza e accettarono di giurare fedeltà all’impero e a versare alcuni tributi; in cambio, l’imperatore concesse ai comuni l’autonomia amministrativa e alcuni importanti diritti, tra cui quelli di erigere castelli, coniare monete, eleggere magistrati, allearsi con altre città. Sulla carta, l’accordo raggiunto a Costanza tra impero e comuni appariva come un compromesso: entrambi le parti infatti sembravano ottenere qualcosa. In realtà la pace di Costanza segnò la sconfitta di Federico I che, in cambio di un riconoscimento formale della propria autorità, dovette concedere alle città italiane importanti autonomie: il suo progetto di assoggettare le città italiane e il papato alla sua autorità poteva dirsi fallito. Non a caso, nel 1184 Federico I scese un’ultima volta in Italia, ma a questo punto seguendo una politica diversa. Nella penisola, infatti, egli stipulò un’alleanza con l’ex nemica Milano e fece incoronare suo figlio Enrico re d’Italia. Poco dopo, attraverso il matrimonio tra Enrico e Costanza d’Altavilla, erede del Regno normanno dell’Italia del Sud, riuscì anche a estendere la sua autorità sull’Italia meridionale.

Il matrimonio fra nrico e Costanza, miniatura del XIII secolo.

250

Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Federico Barbarossa rende pubblico omaggio ad lessandro III, dipinto del XVI secolo.


La morte di Federico Barbarossa Pochi anni dopo, Federico Barbarossa morì. Nel 1190 infatti egli partecipò assieme a Riccardo Cuor di Leone, il re d’Inghilterra, e ad altri sovrani europei alla crociata indetta dal papa per liberare Gerusalemme che, nei decenni precedenti, era stata conquistata dai soldati di Saladino e tornata di nuovo in mano ai Turchi. Federico non arrivò mai ad affrontare l’esercito nemico. Il 10 giugno di quell’anno, mentre attraversava un fiume in Turchia, Federico Barbarossa morì annegato. La morte di Federico Barbarossa, miniatura del XIII secolo.

SVILUPPO LE COMPETENZE Uso il linguaggio specifico 1. Indica la definizione corretta tra quelle proposte. Dieta a Assemblea. b Corporazione. c Tipo di governo comunale.

Regalia a Dono fatto dal sovrano ai suoi vassalli maggiori. b Regali portati al sovrano da parte di ambasciatori di altri regni. c Diritti pertinenti al sovrano o a qualche altra figura per concessione del sovrano.

Lega lombarda a Unione delle città lombarde ostili al papato. b Unione delle città lombarde ostili all’impero.

Busto in bronzo di Federico Barbarossa, XII secolo.

c Fazione guelfa nella città di Milano.

Individuo i nessi di causa-effetto 2. Collega le cause nella colonna di sinistra alle conseguenze nella colonna di destra. 1. Appartenenza di Federico I Hohenstaufen alla casata sveva e bavarese…

a. ...formazione della Lega lombarda.

2. Volontà di restaurare l’autorità dell’impero su tutti i suoi territori…

b. ...pacificazione del mondo germanico.

3. Volontà dei comuni dell’Italia settentrionale di difendere la propria autonomia…

c. ...discesa in Italia delle armate imperiali.

Lezione 20 ( I comuni e l’impero

251


LEZIONE

21

Federico II di Svevia

1 Il nuovo imperatore Federico II Nuove lotte tra guelfi e ghibellini

COMPRENDO IL TESTO Perché Federico non divenne subito imperatore? a Perché il papa era contrario. b Perché non riuscì a essere eletto.

Il matrimonio tra il figlio del Barbarossa, Enrico VI, e la principessa normanna Costanza d’Altavilla, che apparteneva alla famiglia che regnava sull’Italia meridionale, aveva permesso all’impero di sottomettere pacificamente il grande Regno di Sicilia. Fra il 1197 e il 1198, però, sia Enrico sia Costanza morirono e la tutela del loro figlio Federico, che alla morte della madre aveva appena quattro anni, fu assunta da papa Innocenzo III. Attraverso quest’operazione, il papa sperava di affermare il dominio della Chiesa sull’impero, controllando l’erede più diretto della corona imperiale. La minore età di Federico aprì però una nuova stagione di scontri e contese tra le casate nobiliari tedesche di parte guelfa e ghibellina. Innocenzo III si schierò a favore del guelfo Ottone IV di Brunswick, duca di Sassonia e Baviera, e riuscì a farlo incoronare imperatore nel 1209.

c Perché era troppo giovane.

Federico II diventa imperatore Col tempo, però, i rapporti politici tra papa Innocenzo III e l’imperatore Ottone peggiorarono perché questi non riconobbe il dominio papale su alcuni territori italiani e avanzò pretese sullo stesso Regno di Sicilia, di cui era diventato re il giovane Federico. Per questi motivi, nel 1212 il papa scomunicò l’imperatore e lo depose, facendo eleggere Federico re di Germania e sostenendo la sua candidatura alla carica imperiale. In cambio, ottenne l’impegno di Federico a organizzare una nuova crociata per liberare la Terra Santa dai Turchi e la promessa che non avrebbe mai riunito la corona del Regno di Sicilia con quella di Germania. La saldatura tra polo settentrionale e germanico e polo meridionale e mediterraneo dell’impero, infatti, avrebbe determinato l’accerchiamento dello Stato della Chiesa. Un rischio che il papa non voleva assolutamente correre. Nel 1216 Innocenzo III morì. Fu il suo successore Onorio III nel 1220 a incoronare Federico imperatore con il nome di Federico II.

Federico II era esperto di caccia col falcone, attivit sulla uale aveva anche scritto un trattato.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato


2 I nemici dell’imperatore Il conflitto con il papato Federico era un uomo molto colto e istruito e un abile politico. Anche lui, come il nonno Barbarossa, si batté sia contro i signori feudali sia contro i comuni ribelli per restaurare l’autorità imperiale. Durante il suo regno l’organizzazione dell’impero divenne più efficiente grazie al lavoro di numerosi funzionari preparati e fedeli. Assunse inoltre provvedimenti per limitare i privilegi della nobiltà e della Chiesa e per sviluppare le attività economiche. Le sue straordinarie capacità intellettuali e la sua ferma volontà di rafforzare il potere imperiale suscitarono presto la diffidenza di Gregorio IX, eletto papa nel 1227. Per distogliere l’attenzione di Federico II dalla Penisola italiana, che ormai era diventata il «cuore» dell’impero, il papa lo richiamò a mantenere l’impegno assunto per una nuova crociata, giungendo perfino a scomunicarlo (anche se non a deporlo). Federico fu dunque costretto a partire ma, una volta giunto a Gerusalemme, si accordò con il sultano, ottenne una tregua di dieci anni ed entrò trionfalmente in città, diventando re di Gerusalemme. Forte di un così prestigioso successo, rientrò in Italia e obbligò Gregorio IX a ritirare la scomunica e a riconoscere la sua autorità sia sull’impero sia sul Regno di Sicilia.

Busto di Federico II.

COMPRENDO IL TESTO Perché Gregorio IX esortò Federico a organizzare una nuova crociata in Terra Santa? a Per contrastare l’offensiva turca. b Per distoglierlo dalle questioni italiane. c Per difendere i cristiani in Terra Santa.

LAVORO SULLA FONTE 3

Federico II e il sultano Questa miniatura mostra l’accordo stipulato fra Federico II e Al-Kami al-Malik, sultano d’Egitto e governatore della Siria. Completa le didascalie dell’immagine scrivendo le parole mancanti.

1 2

1. Al-Kami al-Malik fa un cenno con la .............................................. e invita Federico II a entrare nella città santa. 2. Federico II raggiunge un ................................................. con il sultano e gli stringe la mano in segno di intesa. 3. La città di Gerusalemme è consegnata a Federico II, a patto che vengano eliminati tutti i presidi militari al suo interno e che siano abbattute le ...................................................

Lezione 21 ( Federico II di Svevia

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LEZIONE

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Le Costituzioni melfitane e le guerre contro i comuni

COMPRENDO IL TESTO Completa il testo con le parole mancanti. Le Costituzioni …………………………… affermavano ufficialmente l’autorità dell’……………………………… sulla …………………………, sui …………………………… e sui comuni.

Nel 1231 Federico emanò le Costituzioni melfitane (così chiamate perché emanate a Melfi, in Basilicata), un documento ufficiale che proclamava l’assoluta autorità dell’imperatore sulla Chiesa, sui baroni e sui comuni. Molti comuni italiani interpretarono le Costituzioni melfitane come una provocazione e una limitazione intollerabile della loro autonomia e perciò ricostituirono la Lega lombarda. Ancora una volta, nella loro lotta contro l’imperatore i comuni furono sostenuti dal papa, che temeva lo strapotere dell’imperatore. Nel 1237, a Cortenuova, le armate imperiali ottennero un’importante vittoria sugli eserciti comunali. In seguito, anche l’imperatore subì pesanti sconfitte e quando, nel 1250, morì improvvisamente, la lotta tra impero e comuni era ancora aperta.

Veduta del castello di Melfi, in provincia di Potenza. Qui Federico II emanò le Costituzioni melfitane.

LAVORO SULLA LINGUA Che cosa significa l’aggettivo «illegittimo»? a Riconosciuto come valido dalla legge. b Non riconosciuto come valido dalla legge. c Non ammesso dalla morale.

La Battaglia di Montaperti, miniatura del XIII secolo.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Il declino del potere imperiale A Federico successe sul trono di Sicilia Manfredi, suo figlio illegittimo, che divenne il punto di riferimento di tutti i ghibellini italiani. Nel 1260 a Montaperti, in Toscana, Manfredi sconfisse gli eserciti dei comuni guelfi e del papato. Pochi anni dopo, nel 1266, fu però sconfitto e ucciso nella battaglia di Benevento, sopraffatto dalle forze della coalizione fra i grandi feudatari dell’Italia meridionale, le forze del papato e le truppe di Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia, chiamate in aiuto dal papa Urbano IV. Anche Corradino di Svevia, nipote di Federico II, subì la stessa sorte di Manfredi: sconfitto nella battaglia di Tagliacozzo, in Abruzzo, venne giustiziato. Con lui si estinse la casa di Svevia e iniziò il declino del potere imperiale.


Aragonesi e Angioini Grazie all’appoggio fornito al papa contro Manfredi, gli Angioini avevano ottenuto il governo dei Regni di Napoli e di Sicilia. Il 6 gennaio 1266, mentre lo scontro con Manfredi era ancora in corso, Carlo d’Angiò era stato incoronato da papa Clemente IV re di Sicilia. Negli anni successivi alla vittoria sugli ultimi sostenitori di Manfredi, Carlo d’Angiò tentò di riorganizzare il regno, ma i suoi sforzi di consolidare il suo dominio sull’isola furono vani. Nel 1282, infatti, la popolazione siciliana insorse contro il sovrano francese, che aveva spostato la capitale del regno da Palermo a Napoli: la rivolta fu detta dei Vespri siciliani. Nella lotta del popolo siciliano contro gli Angioini s’inserì lo spagnolo Pietro III d’Aragona (marito della figlia di Manfredi), che sconfisse Carlo d’Angiò e riuscì a farsi incoronare re. Iniziò allora una lunga guerra che si concluse solo nel 1302 con la pace di Caltabellotta: la Sicilia passava agli Aragonesi; Napoli e il resto del Meridione restavano sotto gli Angioini.

Clemente IV incorona Carlo d’ ngiò re di icilia, affresco del XIII secolo.

L’ITALIA DOPO LA PACE DI CALTABELLOTTA

Lezione 21 ( Federico II di Svevia

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LEZIONE

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3 Il tramonto dell’impero COMPRENDO IL TESTO Quanto dura il «grande interregno»? a Dal 1250 al 1273. b Dal 1273 al 1313. c Dal 1250 al 1313.

Enrico VII scende in Italia La morte di Federico II aprì una lunga fase d’instabilità per l’impero, che durò quasi venticinque anni e che è stata chiamata il «grande interregno». Questa fase terminò nel 1273, quando divenne imperatore Rodolfo I d’Asburgo. Rodolfo, a differenza del Barbarossa e di Federico II, non si interessò all’Italia e si concentrò sul mondo tedesco. Il suo successore, il figlio Alberto, fece lo stesso. Le cose cambiarono quando, nel 1308, salì al trono Enrico VII, conte del Lussemburgo. A mezzo secolo dalla morte di Federico II, l’imperatore tentò, di nuovo, di restaurare l’autorità imperiale sui territori italiani. Nel 1310 scese in Italia e si scontrò con i comuni di parte guelfa, sostenitori del papa. Enrico VII, però, perse la vita proprio durante tale conflitto (1313) e da quel momento i suoi successori si preoccuparono di consolidare il loro potere solo nel mondo tedesco.

nrico VII pone fine agli scontri tra le fazioni di Milano.

L’impero diventa sempre più germanico Il vecchio impero «universale» che aveva ispirato le imprese del Barbarossa e di Federico II di fatto non esisteva più: • l’Italia era divisa in tanti comuni e regni indipendenti; • l’imperatore era riconosciuto solo in Germania, ma anche lì doveva accettare molte limitazioni, dal momento che la sua elezione spettava ai grandi principi tedeschi. I grandi elettori dell’impero sfilano in parata.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato


Fra il 1313 e il 1356 il mondo tedesco fu dilaniato dallo scontro tra i due pretendenti al trono imperiale: Ludovico di Baviera e Federico d’Asburgo. Per dieci anni i due si combatterono aspramente, fino alla vittoria di Ludovico. Il re di Baviera sperava di restituire forza e autorità all’impero, sia in Germania sia in Italia, ma andò incontro a una nuova sconfitta. troCon la morte di Ludovico e l’ascesa al tro no imperiale di Carlo IV d’Asburgo le cose disincambiarono: il nuovo imperatore si disin teressò all’Italia, cercò un compromesso con il papato ed emanò, nel 1356, la Bold’oro, un documento che stabiliva che la d’oro l’elezione dell’imperatore spettava a sette grandi elettori tedeschi (di cui quattro laici e tre vescovi). L’eletto sarebbe stato imperatore del Sacro romano impero, ma avrebbe regnato solo sui territori tedeschi. La Bolla d’oro portava con sé due conseguenze: • poneva fine alle sanguinose lotte per la successione al trono imperiale; • segnava il tramonto definitivo dell’idea di un impero universale.

Bolla In origine si chiamava «bolla» il sigillo di piombo o d’oro che veniva posto su importanti documenti del papa o dell’imperatore. Col tempo, questo termine passò a indicare i documenti stessi, imperiali o pontifici; poi a poco a poco solo quelli pontifici.

Documento con la trascrizione della Bolla d’oro.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Collega correttamente le informazioni riguardanti Federico II ai nomi della colonna a destra. 1. È figlio di…

a. …Manfredi.

2. È affidato a…

b. …i Comuni.

3. Combatte contro…

c. …Costanza d’Altavilla.

4. Si accorda con…

d. …papa Innocenzo III.

5. È padre di…

e. …il sultano d’Egitto.

Mi oriento nel tempo 2. Colloca correttamente nella linea del tempo gli eventi elencati, scrivendo la lettera corrispondente al posto giusto. Battaglia di Benevento (A) – Vittoria imperiale a Cortenuova (B) – Federico II diventa imperatore (C) – Bolla d’oro (D) – Divisione dell’Italia meridionale tra Angioini e Aragonesi (E) – Costituzioni melfitane (F)

1220

1231

....

....

1237

....

1266

1302

....

....

1356

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Lezione 22 ( Federico II di Svevia

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Federico II di Svevia: «stupor mundi» Nato a Jesi, nelle Marche, il 26 dicembre 1194, Federico Ruggero, il futuro imperatore Federico II, perse entrambi i genitori in tenera età. Ebbe un’infanzia e una giovinezza difficili, ma divenne un grande imperatore, tanto da meritarsi l’appellativo di stupor mundi, «meraviglia del mondo».

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L’INFANZIA PALERMITANA

Federico era nipote di Federico I Barbarossa e figlio di Enrico VI Hohenstaufen, imperatore del Sacro romano impero, e di Costanza d’Altavilla, figlia primogenita del re normanno di Sicilia. Prima di morire, il 17 maggio 1198, sua madre lo incoronò re di Sicilia, affidandolo alle cure di papa Innocenzo III. Questi incaricò i vescovi delle diocesi del Regno di Sicilia di farsi carico dell’educazione del giovane sovrano. Le vicende politiche della Sicilia (con l’estinzione della dinastia degli Altavilla e l’invasione tedesca) lasciarono però il giovane sovrano senza l’appoggio e il consiglio dei suoi tutori e «ostaggio» nelle mani ora dei feudatari tedeschi ora di quelli normanni, che si contendevano il controllo politico del Regno di Sicilia. Il futuro imperatore crebbe a Palermo, una città grande (nel XIII secolo era una delle più grandi metropoli del Mediterraneo) e misteriosa, piena di gente straniera di ogni religione. L’infanzia solitaria rafforzò il carattere di Federico, gli aprì la mente, lo rese curioso e consapevole delle proprie responsabilità.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Federico era certo spietato con i nemici, ma era anche pronto ad apprezzare le persone indipendentemente dalla posizione che occupavano nella società, ma solo per quel che avevano da dire e per come si comportavano. Come imperatore Federico si fece apprezzare per la straordinaria profondità della sua intelligenza, affinata negli studi di quella cultura greco-araba che i Normanni avevano saggiamente promosso in Sicilia. Parlava greco, latino, arabo, francese e tedesco (cioè le lingue dei suoi sudditi), coltivava lo studio, l’arte, la musica, ma amava anche il cibo e la caccia, e fu chiamato dal monaco benedettino Matteo Paris stupor mundi.

Il duomo di Palermo ospita la tomba di Federico II.


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I LUOGHI DI FEDERICO

Federico II ha legato la sua straordinaria storia ad alcuni luoghi in particolare: Jesi, Palermo, Aquisgrana, Castel del Monte. 1. Jesi – È la città natale di Federico II. Nella piazza del mercato venne piantata una grande tenda sotto la quale alloggiò Costanza. Il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, diede alla luce un maschio, che chiamò Federico anche se avrebbe voluto chiamarlo Costantino, in omaggio alla cultura bizantina della sua famiglia: i normanni Altavilla, signori del Meridione d’Italia. 2. Palermo – È la città della formazione e dell’adolescenza del futuro imperatore. A Palermo Federico vive un’infanzia triste, «prigioniero» nel castello di Maredolce. Secondo la leggenda, il re bambino spesso scappa ai suoi tutori e gira libero nelle strade della città accompagnandosi ai monelli del popolo. Il contatto con questo ambiente, nel quale coesistono tre culture, quella cristiana, quella bizantina e quella araba, darà un grande contributo alla formazione di Federico. 3. Aquisgrana – Nel 1215 Federico viene incoronato Re dei romani ad Aquisgrana, ultimo passaggio che lo separa dall’incoronazione imperiale. Nella cripta sotto la Cappella Palatina, partecipa a una cerimonia di alto valore simbolico: alla presenza di pochi eletti, la salma di Carlo Magno, primo imperatore, viene riesumata e i suoi «sacri» resti vengono trasferiti in un’urna d’argento. Federico sigilla la tomba: alla fine del rito, tornati nella cappella, viene incoronato. 4. Castel del Monte – Nel 1240 Federico II fa costruire Castel del Monte. Questa straordinaria fortezza, a 20 chilometri da Andria, ha pianta ottagonale e probabilmente venne usata come osservatorio astronomico o imponente maniero di caccia. È uno dei simboli dell’ingegno federiciano.

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LEZIONE

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L’affermazione delle monarchie nazionali

1 L’Europa fra Duecento e Trecento Italia ed Europa seguono strade diverse Nel corso del Duecento le regioni europee, dal punto di vista politico e amministrativo, seguono traiettorie diverse che si consolideranno nel Trecento creando un quadro meno frammentato di quello dei secoli precedenti. Nell’Italia centro-settentrionale nascono e si affermano i comuni. Anche in altre regioni europee, in particolare in Germania, le città assumono una certa importanza, pur non raggiungendo l’autonomia politica di quelle italiane. Nel resto dell’Europa la situazione è un po’ diversa: mentre l’area tedesca continua a essere controllata dall’impero, nell’Italia meridionale, nella Penisola iberica, in Francia e in Inghilterra le monarchie qui presenti diventano sempre più forti e controllano territori sempre più ampi.

DENTRO LA STORIA La nascita della Svizzera Un’antica colonia greca in una straordinaria posizione geografica Alla fine del Duecento, mentre l’Europa occidentale appare divisa, dal punto di vista politico, tra regioni in cui le monarchie rafforzano sempre più la loro autorità e altre in cui, invece, sono le singole città a esercitare tutti i poteri, in Svizzera prende il via una diversa forma di organizzazione politica. Nel 1291 infatti, in seguito alla morte dell’imperatore del Sacro romano impero Rodolfo III, tre cantoni, ovvero tre comunità alpine, si unirono dando vita a una Confederazione. L’obiettivo dei tre cantoni era chiaro: unendosi assieme, essi intendevano limitare il potere imperiale e rafforzare il loro, arrivando a governarsi da soli. Si aprì così uno scontro con l’impero che, a fasi alterne, sarebbe durato diversi secoli: alla fine del Trecento l’imperatore fu costretto a riconoscere ufficialmente la Confederazione, alla quale nel frattempo avevano aderito altri 5 cantoni. Tra Quattrocento e Cinquecento la Confederazione elvetica ottenne sempre maggiori autonomie e, pur rimanendo sotto l’influenza imperiale, diventò un vero e proprio Stato. Nel frattempo, il numero dei cantoni che aderirono alla Confederazione aumentò ulteriormente.

tatua di Guglielmo Tell, l’eroe nazionale svizzero. econdo la leggenda, Guglielmo, abilissimo arciere, era l’abitante di uno dei cantoni svizzeri che, alla fine del Duecento, diede il via alla ribellione contro l’impero.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato


2 I regni della Penisola iberica La Reconquista porta all’affermazione dei regni cristiani di Castiglia, Aragona e Portogallo I regni cristiani spagnoli, attraverso la Reconquista, erano riusciti a strappare ai moros (così venivano chiamati i musulmani) il controllo di gran parte della Penisola iberica. Tre regni soprattutto si erano distinti per la loro forza militare e politica: • il Regno di Castiglia, nella parte centrale della penisola, era il più grande e più popolato; • il Regno di Aragona, nelle regioni nord-orientali, era molto ricco grazie ai commerci marittimi; • il Regno di Portogallo, nella parte occidentale della penisola.

COMPRENDO IL TESTO Com’erano chiamati i musulmani di Spagna? a Arabos. b Moros. c Sarrasin.

LA PENISOLA IBERICA NEL XV SECOLO

Fra XIII e XIV secolo prendono forma i regni iberici Il Regno di Portogallo aveva una posizione geografica periferica e una spiccata originalità culturale e linguistica. Fu il primo Stato europeo, già alla fine del XIII secolo, a fissare le proprie frontiere e a unificarsi sotto un unico re. Nel corso del XV secolo il Portogallo aprirà l’epoca delle grandi esplorazioni marittime. I regni di Castiglia e Aragona, che appartenevano al mondo «spagnolo», fra il XIII e il XIV secolo si scontrarono per conquistare il controllo politico del Paese. Gli scontri tra i due Regni si conclusero nel XV secolo senza un reale vincitore. Nel 1469, infine, in seguito al matrimonio tra i sovrani Isabella di Castiglia e Ferdinando II di Aragona, i due Regni di fatto si unirono, dando vita alla monarchia spagnola.

COMPRENDO IL TESTO Dall’unione di quali regni ebbe origine la monarchia spagnola? Regno di …………………………………… e Regno di ……………………………………..

Lezione 22 ( L’affermazione delle monarchie nazionali

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LEZIONE

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3 La monarchia nazionale francese La dinastia capetingia costruisce il regno di Francia COMPRENDO IL TESTO

Su quale parte dell’attuale Francia esercitavano la loro autorità i Capetingi? a Île-de-France. b Borgogna. c Normandia.

Dal 987 il regno di Francia era guidato dalla dinastia capetingia. I Capetingi, però, non governavano su tutta la Francia attuale: all’inizio, infatti, controllavano solo una piccola regione nord-occidentale tra Parigi e Orléans (Île-de-France). Spesso, i signori feudali che governavano su altri regni e ducati possedevano terre e ricchezze anche più grandi di quelle dei Capetingi e ciò, ovviamente, rappresentava un grande problema per il prestigio dei sovrani francesi. A partire dall’XI secolo, i sovrani capetingi ingrandirono i confini del regno, strappando la Normandia, l’Aquitania, la Borgogna e la Champagne ai potenti signori feudali che vi governavano. I capetingi consolidarono il loro potere sia combattendo contro i feudatari, sia stabilendo di volta in volLo stemma dei Capetingi. ta alleanze e accordi.

Francia e Inghilterra entrano in rotta di collisione

Scontro tra cavalieri francesi e cavalieri inglesi, miniatura del XV secolo.

L’ambizione dei sovrani capetingi di riunificare sotto un unico regno i diversi feudi che si trovavano in territorio francese era ostacolata dal fatto che alcuni di essi appartenevano alla corona inglese. Nel 1066, infatti, il duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore, un discendente dei Normanni, era diventato re d’Inghilterra dopo una vittoriosa campagna militare. Tuttavia, Guglielmo, in quanto duca di Normandia, era anche vassallo del re di Francia, nonostante fosse molto più potente di lui. I tentativi dei sovrani capetingi di dar vita a una grande monarchia nazionale francese si scontravano con questa complicata situazione politico-territoriale. Così, nel 1152, il re Luigi VII attaccò l’Inghilterra, i cui regnanti, attraverso eredità e matrimoni, si erano ormai impossessati di circa metà del territorio francese.

La vittoria della corona di Francia COMPRENDO IL TESTO Quale fu la conseguenza della battaglia di Bouvines? a Affermare l’egemonia inglese sulla Francia. b Consolidare la monarchia francese. c Obbligare Francia e Inghilterra a un compromesso.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Fu però Filippo II Augusto, succeduto a Luigi VII nel 1180, a risolvere lo scontro con l’Inghilterra. La battaglia decisiva avvenne nel 1214 a Bouvines, località che si trova lungo l’attuale confine con il Belgio. La vittoria riportata da Filippo II consolidò fortemente la monarchia francese. Nei secoli XIII e XIV i sovrani capetingi riuscirono sempre più a estendere la loro influenza e a rafforzare il prestigio e l’autorità della corona, inglobando anche le contee meridionali della Provenza, di Tolosa e della Linguadoca. La Francia era ormai una realtà politica fra le più potenti in Europa. L’unificazione linguistica dei territori francesi grazie all’imposizione della lingua parlata al nord (la lingua d’oil) e l’imposizione di una legislazione unitaria gettarono le basi per la nascita dello Stato nazionale francese.


La battaglia di Bouvines, dipinto del XVIII secolo.

4 La monarchia inglese I re inglesi esercitano un forte controllo sui feudatari Dopo la conquista dell’Inghilterra, avvenuta a metà dell’XI secolo, il sovrano normanno Guglielmo il Conquistatore aveva diviso il territorio in feudi, nei quali erano in vigore i legami vassallatici. L’Inghilterra, però, aveva una caratteristica che la rendeva diversa dal resto d’Europa. Mentre in gran parte dell’Europa continentale i rapporti vassallatici legavano solo le due persone che pronunciavano il patto di fedeltà, in Inghilterra il valvassore giurava fedeltà sia al suo diretto superiore, cioè al vassallo, sia al re. La monarchia traeva grande forza da questa differenza: nel primo caso, infatti, era difficile per un re controllare tutti i legami che si creavano tra i nobili e assicurarsi la loro fedeltà; nel secondo caso, invece, il giuramento fatto anche al re garantiva sicurezza e potere alla monarchia.

La dinastia dei Plantageneti Nel 1154 divenne re Enrico II, nipote di Guglielmo e capostipite della dinastia dei Plantageneti. Enrico II aveva ereditato dal padre la contea di Angiò, dalla madre il ducato di Normandia e dalla moglie il ducato di Aquitania: gran parte del territorio francese era quindi in suo possesso e ciò, come abbiamo visto, alimentò il conflitto con la Francia. Enrico II si dimostrò un re abile e saggio: rafforzò il potere monarchico e si circondò di validi collaboratori. Tra questi, gli sceriffi amministravano la giustizia e applicavano ovunque nel regno le stesse leggi, chiamate per questo common law, «legge comune». Dopo la sua morte, avvenuta nel 1189, i suoi figli e successori non si dimostrarono altrettanto abili: Riccardo Cuor di Leone partì per la terza crociata, rimanendo a lungo lontano dall’Inghilterra e indebolendo la monarchia; il fratello Giovanni Senza Terra non aveva grandi doti politiche e fu sconfitto nella battaglia di Bouvines.

nrico II d’Inghilterra.

Sceriffo In Inghilterra, era il magistrato che, per conto del sovrano, amministrava la giustizia in determinati territori.

Lezione 22 ( L’affermazione delle monarchie nazionali

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LEZIONE

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La Magna Charta Libertatum LAVORO SULLA LINGUA

A che lingua appartiene l’espressione Magna Charta? ……………………………………………………… ………………………………………………………

Baroni Il termine deriva probabilmente dal germanico baro, che significava «uomo libero» o «guerriero». Nel X secolo questo termine indicò un’altra carica nobiliare attribuita ai grandi feudatari.

Giovanni Senza Terra sottoscrive la Magna Charta.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Nel 1215, l’anno dopo la sconfitta di Bouvines, Giovanni Senza Terra dovette affrontare la ribellione dei baroni inglesi, cioè dei grandi feudatari, molti dei quali avevano perso i loro feudi in Normandia. Alla base della rivolta dei baroni c’era soprattutto l’ostilità con cui guardavano all’accentramento dei poteri nelle mani del re. Essi, infatti, temevano di perdere la loro autonomia e per questo costrinsero il sovrano a sottoscrivere la Magna Charta Libertatum («Grande carta delle libertà»). Si trattava di un documento che per la prima volta fissava dei limiti al potere assoluto di un re e stabiliva alcuni diritti dei sudditi. Uno degli articoli fondamentali della Magna Charta, ad esempio, prevedeva che per poter introdurre Uno dei pi antichi esemplari nuove tasse il re dovesse ricevere l’approvazione da della Magna Charta (1215). un’assemblea di venticinque baroni. Per la prima volta un sovrano era costretto a rinunciare al suo potere assoluto su materie di enorme importanza, come l’imposizione delle tasse. La Magna Charta fu il primo documento con il quale si regolavano i rapporti fra il re e i suoi sudditi e viene pertanto considerata la «madre delle moderne costituzioni».


DENTRO LA STORIA I re taumaturghi «Taumaturgo» alla lettera significa «chi opera o chi è ritenuto capace di operare miracoli». A partire dall’anno Mille in Francia, e un secolo più tardi in Inghilterra, nelle masse popolari si diffuse la credenza che i rispettivi re fossero capaci di operare un miracolo: mediante il semplice tocco delle loro mani (compiuto secondo complicati riti tradizionali) essi avrebbero guarito la scrofola, una malattia che gli storici identificano con l’infiammazione delle ghiandole del collo causata dai bacilli della tubercolosi. Il potere assoluto che i sovrani di Francia e Inghilterra nel corso dei secoli andarono creando si fondava anche su questo tipo di credenze, ovviamente prive di alcun fondamento scientifico: le scrofole infatti erano una forma di infezione che, nella maggior parte dei casi, si risolveva da sola. Non conoscendo il decorso della malattia, però, sudditi francesi e inglesi accorrevano in massa alle assemblee pubbliche dei rispettivi sovrani per farsi guarire. D’altra parte, è bene precisare che i sovrani erano i primi a credere di essere in grado di guarire le scrofole: questo «potere» sovrannaturale era determinato dal fatto che essi erano «unti dal Signore». Tanto per i sovrani francesi quanto per quelli inglesi guarire i malati di scrofola confermava

che la loro autorità e il loro prestigio derivavano loro da Dio. Non a caso, il rito del tocco dei malati da parte dei sovrani durò a lungo: in Inghilterra fino al Seicento, in Francia fino alla vigilia della Rivoluzione francese, vale a dire fino alla fine del Settecento.

nrico II di Francia tocca alcuni malati di scrofola, miniatura del XVI secolo.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. Nel XIV secolo la situazione politica della Penisola italiana si semplifica e nascono due soli grandi regni, uno al nord e uno al sud, divisi nel mezzo dallo Stato della Chiesa. b. Spagna, Francia e Inghilterra non riescono a dar vita a grandi monarchie nazionali. c. Castiglia, Navarra e Portogallo erano i più importanti regni cristiani iberici. d. Il Portogallo fu uno degli ultimi regni a fissare le proprie frontiere territoriali. e. I Capetingi all’inizio regnavano solo sull’Île-de-France. f. La battaglia di Bouvines fu una tappa di arresto nel processo di costruzione della monarchia nazionale francese. g. I re di Inghilterra erano feudatari del re di Francia. h. Enrico II Plantageneto rafforzò la monarchia inglese.

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Uso il linguaggio specifico 2. Collega con una freccia ciascun termine alla sua spiegazione. 1. Sceriffo

a. Dinastia regnante inglese.

2. Barone

b. Magistrato che si occupa della giustizia in Inghilterra.

3. Reconquista

c. Musulmani iberici.

4. Moros

d. Crociata cristiana nella Penisola iberica.

5. Plantageneti

e. Alta carica nobiliare.

Lezione 22 ( L’affermazione delle monarchie nazionali

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Pa AT ss LA at NT o E & ST Pr OR es IA en te

Le grandi direttrici commerciali europee PASSATO: XII-XIII SECOLO

Fin dall’antichità l’Europa è sempre stata attraversata da importanti vie di terra lungo le quali si sono mossi gli eserciti con i loro seguiti di viveri e armi, i mercanti con le loro merci, i viandanti e i pellegrini con i loro bagagli. Nel corso dei secoli da ovest a est e da nord a sud si sono definiti dei veri e propri corridoi mercantili. Nell’Europa del Basso Medioevo esistevano tre aree commerciali fondamentali: • quella ricca e sviluppata dell’Italia, specialmente delle regioni centro-settentrionali; • quella delle Fiandre e del Reno, estesa tra le attuali nazioni di Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia orientale e Germania occidentale; • un flusso commerciale non secondario collegava anche la lontana Galizia, nel nord-ovest della Penisola iberica, alla ricca Costantinopoli, e di lì ancora alle più remote regioni del principato russo di Kiev.

1

Santiago de Compostela Nel Medioevo Santiago de Compostela era raggiunta ogni anno non solo da mercanti, ma anche e soprattutto dai pellegrini che giungevano qui per pregare sulla tomba di san Giacomo, uno dei 12 apostoli.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

2

Bruges A partire dal Duecento, Bruges e le altre città delle Fiandre divennero centri fondamentali per i mercanti della lana e dei tessuti. Nella regione infatti erano presenti numerose industrie tessili che rifornivano le città di prodotti che venivano commerciati in tutta Europa.


PRESENTE: XXI SECOLO

Tra il XIX e il XX secolo il continente europeo ha conosciuto lo sviluppo di una fittissima rete di strade e ferrovie, che hanno collegato con sempre maggiore rapidità il nord e il sud, l’est e l’ovest del continente. Tale sviluppo è stato massiccio soprattutto nelle regioni centro-occidentali. L’Unione europea sta da tempo lavorando alla realizzazione di un insieme organico e complesso di infrastrutture di trasporto integrate (ferroviarie, stradali e fluviali) che possano potenziare la circolazione di merci e persone. Il progetto prende il nome di reti di trasporto trans-europee (abbreviato TEN-T dall’inglese Trans-European Networks-Transport) e prevede la creazione di 9 «corridoi» europei di trasporti (in origine erano 10 ma il progetto è stato revisionato nel 2011).

3

Rotterdam Rotterdam ospita il più grande porto europeo ed è il porto più importante al mondo per quanto riguarda il traffico di prodotti petrolchimici. Nel 2012 si calcola che nel porto di Rotterdam abbiano fatto scalo più di 400 milioni di tonnellate di merci.

4

Torino-Lione Fa parte del progetto TEN-T, corridoio numero 3 «Mediterraneo», anche la contestata tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, la cui realizzazione è tuttora non conclusa dopo anni di forti proteste delle comunità locali.

Unità 7 ( Impero, Stati e papato

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LEZIONE

23

La crisi del papato

1 Lo scontro fra il papato

e la monarchia francese

Il pontificato di Bonifacio VIII COMPRENDO IL TESTO Indica le analogie o le differenze fra: • Bonifacio VIII e Innocenzo III: …………………………………………………… …………………………………………………… …………………………………………………… ……………………………………………………

• Bonifacio VIII e Celestino V: …………………………………………………… …………………………………………………… …………………………………………………… ……………………………………………………

Nel corso del Trecento non solo l’impero, ma anche il papato entrò in crisi. Le prime difficoltà si verificarono durante il pontificato di Bonifacio VIII, eletto papa nel 1294 dopo Celestino V, che aveva abdicato dopo solo pochi mesi di pontificato. Una volta salito al soglio pontificio, Bonifacio VIII seguì con forza la politica di Innocenzo III che, all’inizio del Duecento, aveva consolidato molto l’autorità pontificia e cercato di affermare in ogni modo la supremazia del papato sull’impero e sui vari regni europei. A differenza di Celestino, Bonifacio VIII aveva una fortissima personalità ed era dotato di grande abilità politica. Bonifacio dimostrò queste doti quando indisse per il 1300 il priBonifacio VIII. mo giubileo o «Anno Santo». L’obiettivo era confermare la centralità di Roma nel mondo cristiano e aumentare il consenso popolare attorno al suo pontificato. Decine di migliaia di fedeli provenienti da ogni luogo si recarono a Roma per pregare, pentirsi e ottenere il perdono dei peccati. Per Bonifacio VIII fu un grande successo religioso e politico, che rafforzò il potere della Chiesa.

DENTRO LA STORIA Il papa del gran rifiuto Pietro da Morrone venne consacrato papa nell’agosto del 1294 e assunse il nome di Celestino V. La sua elezione concludeva la lunga vacanza papale (vale a dire il periodo di assenza di un papa che si ha tra la morte di un pontefice e l’elezione del suo successore) che si era venuta a creare in seguito alla morte di papa Nicolò IV, avvenuta nel 1292. Per due anni i cardinali chiamati a eleggere il nuovo pontefice non erano stati in grado di trovare un accordo fino a che non avevano appunto deciso di assegnare la carica a Pietro da Morrone. Pietro non era un cardinale, ma un eremita che viveva in un monastero nel Lazio, in odore di santità. Una volta consacrato papa, però, Celestino V si rese subito conto che l’incarico non faceva per lui. Schiacciato dalle troppe pressioni, Celestino V nel dicembre del 1294, vale a dire meno di tre mesi dopo la sua elezione, abdicò dall’incarico. Nel prendere questa scelta, egli seguì il consiglio di Benedetto Caetani, il cardinale che nel conclave successivo venne consacrato pontefice con il nome di Bonifacio VIII e che, una volta diventato papa, fece rinchiudere Celestino V in un castello, dove morì di lì a poco tempo.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato


La Francia rappresenta il nuovo avversario del papato In passato, tra l’XI e il XIII secolo, il papato aveva dovuto spesso combattere contro il Sacro romano impero germanico per affermare la propria autorità. Ora, però, l’impero non rappresentava più una minaccia perché si era indebolito e, soprattutto, aveva cessato di interessarsi alle complicate faccende italiane, lasciando mano libera al papa. Alla fine del XIII secolo, il vero antagonista del papato era la Francia, diventata nel frattempo la più solida e potente monarchia nazionale d’Europa. Già da tempo, i re affermavano che nel territorio francese l’unico vero potere, assoluto e dominante, doveva essere la monarchia.

Filippo IV il Bello cancella i privilegi della Chiesa francese Salito al trono di Francia nel 1285, Filippo IV il Bello si propose di rafforzare l’autorità della monarchia su tutto il territorio francese. Per realizzare questo obiettivo, impose pesanti tasse al clero, abolendo i privilegi di cui fino ad allora avevano goduto gli ecclesiastici. La Chiesa francese, infatti, non solo non versava denaro alla corona, ma anzi riscuoteva le tasse da quanti abitavano nei territori sotto la sua amministrazione, per poi inviare i ricavati a Roma. Ritratto di Filippo IV il Bello.

Il 20 febbraio 1300 Bonifacio VIII indice il primo Giubileo della storia.

Una folla immensa di pellegrini accorre a Roma da tutta Europa per ottenere l’indulgenza plenaria, vale a dire il perdono di tutti i peccati commessi.

Per ottenere l’indulgenza i cittadini romani devono entrare nella basilica di San Pietro e Paolo una volta al giorno per 30 giorni. I forestieri invece dovevano visitarle per almeno 15 giorni consecutivi.

Lezione 23 ( La crisi del papato

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LEZIONE

23 COMPRENDO IL TESTO Perché la Francia era diventata la più potente e temibile nemica dello Stato pontificio? a Perché era una monarchia nazionale anticristiana. b Perché reclamava il possesso della Penisola italiana, mettendo in pericolo l’autonomia dello Stato pontificio. c Perché la monarchia francese reclamava un’autorità assoluta sul territorio francese, superiore anche a quella della Chiesa.

Tassando il clero, Filippo IV non solo affermava che in Francia gli interessi nazionali erano più importanti di qualsiasi altra cosa, ma sosteneva anche in maniera chiara che, sui territori a lui sottomessi e sulle persone che vi abitavano, egli aveva potere assoluto. Così facendo, tuttavia, il re di Francia non riconosceva l’autorità «universale» del papa, cosa che però non sembrava preoccuparlo più di molto. E infatti Filippo il Bello non esitò a far arrestare Bernard Saisset, uno dei più stretti consiglieri di Bonifacio VIII che, in quanto vescovo francese, si era opposto con forza alla richiesta del sovrano di tassare il clero.

La convocazione degli Stati generali e la bolla papale Nel 1302 Filippo IV convocò per la prima volta gli Stati generali, un’assemblea dei rappresentanti dei tre ordini in cui era divisa la società francese, cioè la nobiltà, il clero e il popolo (la borghesia), che aveva il compito di «consigliare» il re. Filippo IV voleva che gli Stati generali ratificassero la decisione di imporre il pagamento delle tasse anche agli ecclesiastici, dando prova dell’isolamento della Chiesa all’interno della società francese. La risposta di Bonifacio VIII non si fece attendere: il papa emanò una bolla, intitolata Unam Sanctam Ecclesiam («Una sola santa Chiesa»), nella quale riaffermava il potere supremo del papa sul mondo cristiano e, soprattutto, la supremazia del potere spirituale su quello temporale. L’antico conflitto tra potere temporale e potere spirituale, che secoli prima aveva acceso la «lotta per le investiture», tornò a esplodere.

DENTRO LA STORIA Filippo il Bello e i Templari Nel corso del suo regno Filippo il Bello non si scontrò solo con il papato, ma mise sotto accusa anche i Templari. L’ordine monastico dei Templari era nato alla fine dell’XI secolo ed era costituito da monaci che, allo stesso tempo, erano anche cavalieri e il cui obiettivo principale era combattere in Terra Santa per difendere i luoghi sacri e, poi, dopo la riconquista di Saladino, riconquistarli. Nel giro di poco tempo i Templari divennero uno degli ordini più ricchi e temuti di tutta Europa. Molti fedeli infatti lasciavano ricche eredità ai membri dell’Ordine per finanziare le loro missioni. Proprio le ingenti ricchezze raccolte dai Templari ne segnarono però la fine. Interessato a entrare in possesso dei molti beni che l’Ordine possedeva in Francia, Filippo il Bello nel 1307 ordinò un grande processo contro i Templari che si concluse nel 1314 con la condanna a morte dei loro capi, la confisca di tutte le loro ricchezze e lo scioglimento dell’Ordine.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Filippo il Bello condanna a morte alcuni Templari.


2 La sconfitta e l’umiliazione di Bonifacio VIII

Lo «schiaffo di Anagni» Di fronte all’emanazione della bolla Unam sanctam Filippo IV il Bello non rimase fermo, ma reagì prontamente affrontando Bonifacio VIII a viso aperto. Nel 1303 un gruppo di uomini armati si presentò alle porte del palazzo in cui soggiornava papa Bonifacio VIII nella città laziale di Anagni. I soldati erano comandati da un uomo di fiducia del re di Francia e guidati da Giacomo Sciarra Colonna, nobile romano avversario dei Caetani, la famiglia a cui apparteneva il pontefice. Il nome di battesimo di Bonifacio VIII era infatti Benedetto Caetani. Bonifacio VIII fu catturato e imprigionato, poiché nell’intenzione di Filippo IV, egli doveva essere portato davanti a un concilio e deposto. Secondo la tradizione, in quella occasione il papa fu anche schiaffeggiato con un guanto. Un gesto inaudito, che metteva in discussione l’autorità e il prestigio del papa. Il papa non si aspettava un tale attacco alla sua persona: era come attaccare la stessa Chiesa. Bonifacio VIII non arrivò mai in Francia. Gli abitanti di Anagni infatti insorsero in suo soccorso, scacciarono i soldati francesi e gli uomini di Colonna e liberarono Bonifacio VIII. Il pontefice poté così fare ritorno a Roma dove però morì poco dopo, probabilmente a causa della pesantissima umiliazione subita.

La cacciata di ciarra Colonna da nagni, miniatura del XIV secolo.

COMPRENDO IL TESTO Perché l’episodio dello «schiaffo di Anagni» rappresentò un evento così importante? ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Statua di Bonifacio VIII tuttora conservata ad Anagni.

Lezione 23 ( La crisi del papato

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LEZIONE

23

La cattività avignonese La morte di Bonifacio VIII spianò la strada al re di Francia e al suo disegno di «nazionalizzazione» della Chiesa francese: nel 1305, infatti, un cardinale francese fu eletto papa con il nome di Clemente V; fu il primo di una serie di papi francesi che dal 1309 fino al 1377 trasferirono la loro residenza da Roma ad Avignone, una cittadina della Provenza. Questo periodo della storia della Chiesa è ricordato con il nome di «cattività (prigionia) avignonese». Per circa settant’anni, infatti, la monarchia francese esercitò una fortissima influenza sulle decisioni dei papi avignonesi. Ormai re e imperatori non sentivano più la necessità di recarsi nella città santa per farsi incoronare dal papa e non avevano più bisogno che il loro potere fosse riconosciuto e legittimato dalla Chiesa.

A Roma Cola di Rienzo prova a creare una repubblica Clemente V.

In seguito allo spostamento del papato ad Avignone, a Roma si scatenò una serie di violenti scontri tra le principali famiglie della città che, da tempo, si contendevano il potere. La situazione in città divenne sempre più tesa fino a che, nel 1347, non scoppiò un tumulto guidato da Cola di Rienzo, un notaio che voleva instituire una repubblica e, così facendo, riportare la città agli splendori dell’epoca antica. Appoggiato in un primo tempo dai papi, il tentativo di Cola di Rienzo fallì rapidamente. I nobili romani infatti ben presto si allearono contro di lui, reprimendo il suo tentativo con la violenza senza che nessuno da Avignone intervenisse in suo soccorso. Fuggito da Roma, dopo essersi rifugiato per qualche periodo sui monti della Maiella, Cola di Rienzo si recò a Praga per presentare i suoi progetti di riforma direttamente all’imperatore. Arrestato, fu però condotto ad Avignone dove, grazie anche all’intercessione dell’imperatore, venne liberato. Nel 1356 infine fece ritorno a Roma dove fu ucciso durante un tumulto.

Lo scisma d’Occidente La cattività di Avignone si concluse nel 1377 quando infine Gregorio XI riportò la sede papale a Roma. Le difficoltà del papato non erano però concluse. Alla sua morte, nel 1388, vennero eletti due papi, uno a Roma e uno ad Avignone, ognuno dei quali si riteneva l’unico vero successore di san Pietro. Prendeva così il via lo scisma d’Occidente, un periodo che sarebbe durato quarant’anni in cui la chiesa fu divisa fra due papi, uno nominato dai vescovi italiani, l’altro da quelli francesi. tatua di Cola di Rienzo.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato


In alcuni casi, anzi, la situazione fu ancora più complicata perché, contemporaneamente, si trovarono a operare addirittura tre papi. Il tutto ovviamente con grande confusione dei fedeli, che non sapevano che pontefice seguire, e dei sovrani europei che, a seconda del caso, appoggiavano il papa che garantiva maggiormente i loro interessi. Questa situazione di caos terminò solo nel 1417 quando infine l’imperatore Sigismondo convocò a Costanza, in Svizzera, un concilio in cui Giovanni XXII, Gregorio XII e Benedetto XIII, i tre papi in lite tra di loro, furono deposti e venne eletto Martino V, che riportò definitivamente la sede papale a Roma e riunificò la Chiesa.

COMPRENDO IL TESTO Quanti papi furono deposti al concilio di Costanza? Scrivi di seguito i loro nomi. ……………………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………………

Il concilio di Costanza, miniatura del XVI secolo.

SVILUPPO LE COMPETENZE Mi oriento nel tempo 1. Collega ogni data all’avvenimento corrispondente. a. 1285

1. Inizio della cattività avignonese.

b. 1294

2. Filippo IV il Bello diventa re di Francia.

c. 1300

3. Prima assemblea degli Stati generali in Francia.

d. 1302

4. «Schiaffo di Anagni».

e. 1303

5. Bonifacio VIII diventa papa.

f. 1309

6. Primo Giubileo.

Lavoro sulla carta 2. Dopo aver consultato un atlante, segna sulla carta muta la posizione di Anagni, della regione francese della Provenza e della città di Avignone.

Lezione 23 ( La crisi del papato

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Avignone, la città dei papi Tra il 1309 e il 1377 la sede papale da Roma venne spostata ad Avignone: per la città francese fu questo un periodo di grande fioritura culturale. I diversi papi francesi, infatti, fecero restaurare e ingrandire il palazzo vescovile, trasformandolo in un maestoso edificio che tuttora si staglia sulla città in tutto il suo splendore.

1

IL PALAZZO DEI PAPI DI AVIGNONE

Avignone è una piccola cittadina del Sud della Francia, posta sulla riva sinistra del fiume Rodano. Qui nel 1309 venne trasferita la sede papale, che vi sarebbe rimasta per quasi settant’anni. In un primo tempo, il pontefice abitò in quello che era il palazzo vescovile della città. Ben presto, però, per rendere la sede degna del nuovo compito, fu progettata tutta una serie di migliorie alla struttura. I lavori di ingrandimento del palazzo presero il via ufficialmente nella primavera del 1335 e durarono diversi anni, nel corso dei quali il vecchio edificio si trasformò

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Il palazzo dei Papi di vignone.

in un imponente palazzo: papa Benedetto XII ne eresse la parte nord-orientale (il cosiddetto «Palazzo vecchio») mentre papa Clemente VI fece costruire la parte occidentale (detta «Palazzo nuovo»). Spettò a Innocenzo VI portare a termine i lavori. Il risultato fu stupefacente: un palazzo di 15 000 metri quadrati di superficie, fra i più grandi d’Europa, costruito sulla roccia, al tempo stesso residenza e fortezza, con dieci torri quadrate (alcune alte più di 50 metri) che fiancheggiano le mura.


2

L’OPERA DEGLI ARTISTI ITALIANI

La scelta di Clemente V di trasferire la sede papale da Roma ad Avignone fece perdere importanza a Roma e alla Penisola italiana nel contesto della cristianità occidentale. Ciononostante, gli artisti italiani dettero un significativo contributo alla realizzazione di questo capolavoro dell’architettura tardo-medievale. Papa Clemente VI, artista e mecenate, affidò infatti la decorazione degli interni del «Palazzo nuovo» a un gruppo di artisti italiani guidati prima da Simone Martini (1284 ca.-1344 ca.) e poi da Matteo Giovannetti (inizio XIV secolo-1368). Matteo Giovannetti, volta della cappella di san Marziano.

3

UN CANTIERE SEMPRE APERTO

Come tutte le grandi opere architettoniche del passato è difficile dire quando i lavori furono davvero terminati. Il palazzo, infatti, continuò a trasformarsi nel corso del tempo. Quando Avignone cessò di essere sede papale e Roma riconquistò il suo primato religioso, il palazzo subì diverse traversie. Nel 1398 e nel 1410-1411 fu sottoposto ad assedio e seriamente danneggiato; nel 1516 fu restaurato

e poi, durante la Rivoluzione francese di fine Settecento, nuovamente depredato. Nella sua lunga storia cambiò più volte funzione: da edificio religioso fu trasformato prima in una prigione e poi in una caserma. La sua condizione attuale è frutto di un accurato restauro realizzato negli anni Trenta del Novecento. Veduta di Avignone.

Unità 7 ( Impero, Stati e papato

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P CI AR TT OL AD E IN DE AN LLA ZA

Libertà Nessuno può rinunciare alla libertà. Per conquistarla o per difenderla interi popoli o singoli individui si sono battuti nel corso di tutta la storia. Anche ai nostri giorni la libertà è al centro di frequenti dibattiti e confronti. E, inevitabilmente, parlando di libertà bisogna parlare anche di regole, altrimenti la libertà si trasforma in disordine e caos, dove vince la legge del più forte.

QUANDO I COMUNI RICHIEDEVANO LIBERTÀ ALL’IMPERATORE

Libertà come autonomia Nella storia molte volte si è fatto appello alla libertà. Abbiamo appena studiato i comuni italiani e la loro straordinaria lotta contro il potere imperiale tedesco. Quando i comuni reclamavano libertà all’imperatore essi usavano questa parola nel significato di «autonomia» del comune dall’impero: la libertà di cui parlavano era quella di legiferare, di riscuotere tributi o di non versarli all’imperatore germanico.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

Libertà come indipendenza In altri casi nel corso della storia i popoli hanno lottato per conquistare la libertà da una dominazione straniera. È accaduto per esempio in Italia durante il Risorgimento: nel corso dell’Ottocento si combatterono ben tre guerre di indipendenza per scacciare gli austriaci dall’Italia. In questi e in altri casi, la libertà per cui si lottava non aveva nulla a che vedere con la libertà dei singoli individui.

econda guerra d’indipendenza, la battaglia di Magenta, dipinto del XIX secolo.


LA LIBERTÀ INDIVIDUALE

La Costituzione della Repubblica italiana.

Libertà e Costituzione italiana Oggi, nei moderni Stati democratici, il concetto di libertà si riferisce quasi esclusivamente alla libertà individuale, che corrisponde a quell’insieme di pensieri e azioni propri di ciascun individuo e non sottoposti ad alcun potere superiore dello Stato, della Chiesa, della famiglia o di qualsiasi altra istituzione. La libertà individuale è tra i diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione italiana. Gli articoli dal 13 al 21 tutelano: • la libertà e la segretezza della corrispondenza; • la libertà di circolazione e di soggiorno nel territorio dello Stato; • la libertà di riunione e di associazione; • la libertà religiosa; • la libertà di pensiero di espressione; • la libertà di stampa.

Le regole: una garanzia per la libertà Libertà e regole possono sembrare a prima vista tra loro inconciliabili. Le regole, infatti, impongono vincoli da non superare e obblighi da rispettare: sono in sostanza delle limitazioni della libertà di fare ciò che si vuole. Invece, la libertà di ciascuno di noi è garantita e salvaguardata proprio dall’esistenza e dal rispetto di regole. Per esempio, perché ciascuno sia libero di avere le proprie convinzioni (morali, politiche, religiose ecc.), è indispensabile che tutti rispettino la regola di non imporre mai ad altri le proprie di convinzioni! In assenza di tali obblighi a nessuno sarebbe assicurato l’esercizio della libertà.

CAMPO SEMANTICO I termini elencati qui sotto costituiscono una parte del campo semantico legato all’argomento di questo approfondimento. A coppie o piccoli gruppi leggete queste parole, ricercate nel dizionario quelle che non conoscete e arricchite l’elenco con altri termini che vi vengono in mente.

ra dittatu assolutismo

schiavitù indipendenza

oppressione

ia prigion sottomissione

fascismo totalitarismo giogo

determinismo

RIFLETTIAMO INSIEME Utilizzate le seguenti domande per condurre una discussione in classe e confrontare le vostre idee. 1. Quali libertà individuali sono riconosciute dalla nostra Costituzione? 2. La libertà ha bisogno di regole. Che cosa significa questa affermazione?

Unità 7 ( Impero, Stati e papato

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R a NO ga I E zz LA e S & TO Ra R ga IA zz i

Gli studenti sono sudditi un po’ speciali L’università di Bologna fu fondata nel 1088 ed è la più antica del mondo occidentale. Le università erano importantissime istituzioni dell’Europa medievale e i loro studenti erano i protagonisti assoluti della vita cittadina.

Gli studenti di Bologna si appellano all’imperatore L’imperatore Federico I Barbarossa conosceva l’importanza dell’università di Bologna per l’impero e, dunque, sapeva quanti sforzi occorresse fare per proteggere le persone che la animavano: i professori e gli studenti. Dal testo della lettera conosciuta come Autentica Habita capiamo quanta importanza Barbarossa attribuisse agli studenti: nella lettera, infatti, l’imperatore risponde alle associazioni degli studenti bolognesi che si lamentavano con lui per le vessazioni e le angherie subite dalla popolazione. Nella risposta, Federico I riconosce agli studenti una condizione giuridica speciale perché svolgono una missione unica e importante per la vita della città. Dice, infatti: «Consultati con ogni diligenza su questo problema, abati, duchi, conti, giudici e altre personalità della nostra corte, concediamo per nostra magnanimità a tutti gli scolari che a motivo dello studio si spostano da una località all’altra, e soprattutto ai professori di diritto canonico e civile, questo privilegio, affinché sia essi sia i loro inviati possano recarsi ad abitare in piena sicurezza nelle località nelle quali si praticano gli studi delle lettere. Riteniamo giusto infatti che, esercitando una così lodevole attività, siano protetti dalla nostra approvazione e tutela, che siano preservati da ogni offesa, per così dire, con uno speciale affetto, dal momento che illuminano il mondo con la loro scienza ed educano i sudditi a vivere in obbedienza a Dio e a noi, suoi ministri [...]».

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato


Che nessuno si approfitti degli studenti! L’imperatore considerava gli studenti dei sudditi un po’ speciali: avevano persino il diritto di scegliere da chi essere giudicati se venivano chiamati in causa da qualcuno. «Ci si guardi bene, d’ora in poi, dal recare a sottoponscolari qualsivoglia offesa; non si sottopon delitgano a condanna di alcun genere per delit ti commessi in altra provincia. [...] Inoltre, qualora gli scolari siano chiamati in causa da chiunque per qualunque motivo, potranno essere giudicati a loro scelta dal signore, dal qualoro maestro o dal vescovo della città; ai qua li concediamo la relativa giurisdizione».

TEST INVALSI Barra con una x la risposta esatta. 1. Di che cosa si lamentavano gli studenti bolognesi? A Di pagare affitti troppo alti. B Di non avere docenti all’altezza. C Di subire violenze da parte della popolazione cittadina. D Della mancanza di mense dove mangiare.

2. A chi gli studenti bolognesi chiedono protezione? A A Federico II. B A Federico I Barbarossa. C A Bonifacio VIII. D A Filippo IV il Bello.

3. Che cosa concede il sovrano agli studenti bolognesi? A Una condizione giuridica speciale. B Di pagare meno tasse. C Protezione militare. D L’uso dei palazzi signorili per lo svolgimento delle lezioni.

Lezione 4 ( La Chiesa, un nuovo protagonista Unità 7 ( Impero, della storia Stati eeuropea papato

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SI M NTE AP S PA I E

DIDATTICA INCLUSIVA

Lezione 20 I comuni e l’impero

BES

In Germania, alla morte di Enrico 5° si aprì una dura lotta per la successione al trono imperiale che finì con la nomina a imperatore di Federico 1° Barbarossa. Federico 1° si scontrò con i comuni italiani, nel tentativo di limitare la loro autonomia. I comuni, capeggiati da Milano, si unirono nella Lega lombarda, sconfiggendo l’imperatore nella battaglia di Legnano. La pace di Costanza segnò la sconfitta di Federico 1°. Lezione 21

Federico 2° di Svevia

Il matrimonio di Enrico 6°, figlio di Federico 1°, con Costanza d’Altavilla, l’ultima erede del regno normanno, aveva assicurato all’impero il controllo indiretto sul Regno di Sicilia. Quando Federico 2° assunse la guida dell’impero s’impegnò a ripristinare l’autorità imperiale sia contro i signori feudali sia contro le città ribelli. Federico riorganizzò i suoi domini in Italia meridionale, ma la sua lotta per imporre il potere imperiale in Germania e in Italia settentrionale non ebbe successo. Il suo successore Manfredi fu sconfitto da Carlo d’Angiò, chiamato in Italia dal papa. Il dominio angioino su tutta l’Italia meridionale durò fino al 1282, quando la Sicilia insorse. Pietro 3° d’Aragona appoggiò gli insorti e l’isola passò alla sua dinastia nel 1302. Lezione 22 L’affermazione delle monarchie nazionali Tra l’11° e il 12° secolo iniziò il cammino di costruzione delle monarchie nazionali. Nella Penisola iberica si affermarono il Regno di Castiglia, il Regno di Aragona e il Regno di Portogallo. In Francia la dinastia capetingia cercò di affermare la propria autorità sui signori feudali e sugli altri regni presenti sul territorio francese. Alcuni territori francesi erano feudi del re d’Inghilterra e questa situazione provocò un lungo conflitto tra Francia e Inghilterra. Il re di Francia ne uscì vincitore e consolidò il suo potere. In Inghilterra il re Giovanni Senza Terra fu costretto ad accettare la Magna Charta Libertatum che limitava i poteri della monarchia. Lezione 23 La crisi del papato Anche il papato all’inizio del Trecento tentò di affermare la superiorità del potere spirituale su quello temporale dei re. Il re di Francia Filippo il Bello fece arrestare il pontefice, che morì poco dopo. Dopo la morte di Bonifacio 8° la sede del papato fu spostata ad Avignone dove rimase fino al 1377. Solo nel 1417, con la fine dello scisma d’Occidente, il papato tornò definitivamente a Roma.

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato


A A

DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Costituzioni melfitane – Bonifacio 8° – Scisma d’Occidente (1378-1417) – Federico 1° Barbarossa – Magna Charta (1215)

L'EUROPA NEI SECOLI 12°-14°

Declino dell’impero

Formazione di monarchie nazionali in Portogallo Spagna

Contrasto coi comuni italiani

Francia Inghilterra

Pace di Costanza (1183)

qui viene emanata la

Declino del papato

Scontro tra e Filippo 4° il Bello in seguito al quale si apre la Cattività avignonese (1309-1377)

Federico 2° che determina Afferma la sua autorità sul Regno di Sicilia

Tenta di assoggettare i comuni Battaglia di Benevento (sconfitta degli imperiali)

Unità 7 ( Impero, Stati e papato

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VE RI FI CA

1. Individua la risposta corretta. a. Perché l’imperatore Federico I si era imposto nel mondo germanico? a Aveva sconfitto la fazione guelfa. b Aveva sconfitto la fazione ghibellina. c Era imparentato sia con i guelfi sia con i ghibellini. d Era stato appoggiato dal papato. b. Perché l’imperatore Federico II era anche il sovrano del Regno di Sicilia? a Gli era stato concesso dal papa. b Aveva ereditato il regno dal padre Enrico IV, che lo aveva conquistato realizzando un antico progetto di Federico Barbarossa. c Aveva ereditato il regno dal padre Enrico VI, che aveva sposato Costanza d’Altavilla, ultima erede legittima della dinastia normanna di Sicilia. d Lo aveva conquistato dopo essere stato incoronato imperatore. c. Perché Filippo IV il Bello e papa Bonifacio VIII erano entrati in conflitto? a Il sovrano di Francia voleva imporre la sua autorità sul clero francese. b Erano entrambi interessati alla conquista dell’egemonia sulla Penisola italiana. c Il re di Francia era alleato con i Turchi. d Il papa appoggiava l’Inghilterra, storica nemica della Francia. 2. Completa il testo che riassume le vicende del regno d’Inghilterra nel XII e XIII secolo. ………………………………………..………,

divenuto re nel 1154 e capostipite della dinastia dei ………………………………………..…………, ereditò come feudi gran parte del territorio francese e ciò alimentò il conflitto con la monarchia francese. Il re si dimostrò abile e saggio, rafforzando il potere monarchico grazie a validi collaboratori come gli ………………………………………..…………, che amministravano la giustizia e applicavano ovunque le stesse leggi, chiamate perciò ………………………………………..…………, «legge comune». I suoi successori, Riccardo …………………………………..………… e suo fratello Giovanni Senza Terra, non si dimostrarono all’altezza della sua eredità. Nel 1215, l’anno dopo la sconfitta di ………………………………………..…………, Giovanni Senza Terra dovette affrontare la ribellione dei ………………………………………..………… inglesi, che si battevano contro l’accentramento dei poteri nelle mani del ………………………………………..…………. Essi, infatti, temevano di perdere la loro ………………………………………..………… e per questo lo costrinsero a sottoscrivere la ………………………………………..…………, un documento che per la prima volta fissava dei ………………………………………..………… al potere assoluto del re. 3. Sottolinea le parti di testo che ti consentono di rispondere alle seguenti domande, quindi trascrivile di seguito. a. Perché nel 1162 Federico I distrusse Milano? ...................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato


b. Da che cosa era ostacolata l’ambizione di riunificazione nazionale sotto la corona capetingia? ...................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................

c. Perché i baroni inglesi si opposero a re Giovanni Senza Terra? ...................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................

d. Perché il papato si opponeva alla politica di Filippo IV il Bello? ...................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................

4. Completa il testo inserendo i connettivi opportuni. a. …………………………………..………… salì al trono Federico I Barbarossa, il mondo germanico fu pacificato …………………………………..………… egli discendeva sia da una famiglia bavarese e guelfa, sia da una famiglia sveva e ghibellina. b. …………………………………..………… l’Impero germanico era sempre più in crisi, la Francia diventava sempre più potente. c. …………………………………..………… la popolazione di Anagni lo avesse liberato, papa Bonifacio VIII morì poco dopo probabilmente …………………………………..………… dell’umiliazione subita. d. …………………………………..………… la sede papale non era più a Roma, in città si scatenarono violenti scontri tra le potenti famiglie dei nobili …………………………………..………… prendere il potere. e. …………………………………..………… alla vittoria riportata nella battaglia di Bouvines, Filippo II consolidò il suo potere …………………………………..………… i suoi successori, tra XIII e XIV secolo, inglobarono alla corona Provenza, Tolosa e Linguadoca. 5. Completa la tabella relativa ai sovrani Plantageneti. SOVRANI PLANTAGENETI Esponenti principali della dinastia Funzionari di cui si servivano per l’amministrazione del regno Caratteristica delle leggi Documento fondamentale approvato dopo il 1214

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Unità 7 ( Impero, Stati e papato

283


VE RI FI CA

6. Completa la linea del tempo inserendo gli eventi elencati. a. Federico I Barbarossa diventa imperatore di Germania.

d. Vittoria della Lega lombarda a Legnano.

c. Federico II diventa imperatore di Germania e Italia.

e. Pace di Costanza.

e. Battaglia di Benevento e definitiva sconfitta degli imperiali.

f. Costituzioni melfitane.

1100

1200

....

....

....

1300

....

....

....

7. Date le definizioni, scrivi il termine corrispondente. a. Anno Santo: …………………………………....................… b. Documento in cui si regola l’elezione a imperatore da parte dei grandi elettori: …………………………………................. c. Fazione che sostiene la causa papale: …………………………………....................… d. Fazione che sostiene la causa imperiale: …………………………………....................… e. Periodo in cui l’elezione papale fu sotto il controllo dei re di Francia: …………………………………....................… f. Insieme di diritti che spettano al sovrano: …………………………………....................… 8. Colora la seguente carta usando colori diversi per indicare: • il Regno di Aragona; • il Regno di Castiglia; • il Regno di Portogallo.

284

Unità 7 ( Impero, Stati e papato


FACCIAMO STORIA INSIEME

La fondazione dell'universita' di Napoli In questo testo l’imperatore Federico II dà disposizioni per la fondazione dell’università di Napoli, una delle più antiche dell’Europa occidentale.

Disponiamo che presso l’amenissima città di Napoli siano insegnati le arti e gli studi che regolino qualsiasi professione, affinché coloro che sono digiuni e avidi d’apprendere nel regno, trovino di che soddisfare la loro brama, né siano costretti a dover peregrinare e andare mendicando in regioni straniere per la ricerca delle scienze. Vogliamo pertanto e ordiniamo a voi tutti che reggete le province che intimiate che nessuno osi uscire dal regno per motivi di studio, né che entro i confini del regno osi apprendere o insegnare altrove, e che intimiate ai genitori di coloro che frequentano scuole fuori del regno, di farli ritornare entro la prossima festa di San Michele. Questa sono le condizioni accordate agli studenti. In primo luogo che nella città predetta saranno dottori e maestri d’ogni disciplina. Quanto agli studenti, da qualsiasi luogo provengano, potranno trattenersi, dimorare e far ritorno, garantiti tanto nella persona quanto negli averi, senza subire alcun danno. Di quanto meglio dispone la città in fatto di alberghi sarà dato in affitto agli studenti contro una pensione di due once d’oro, senz’altri carichi. […] Agli studenti sarà fatto un prestito da coloro che sono di ciò incaricati, saranno dati libri in prestito con carico di restituzione.

Tipo di documento: editto Autore: Federico II Epoca: XIII secolo

Sicut universitatis conditor, in F. Gaeta, P. Villani, Documenti e testimonianze, Antologia di documenti storici, Principato, 1967

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver letto il testo, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni. 1. Perché Federico II fonda l’università di Napoli? Sottolinea nel testo la risposta. 2. Che cosa ordina Federico II a coloro che desiderano studiare e ai loro genitori? 3. In quali condizioni vivranno gli studenti a Napoli? Ti sembra che Federico II si sia preoccupato di garantire delle buone condizioni di vita a chi decide di studiare? 4. Perché Federico II fa in modo che gli studenti rimangono nel regno?

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. 1. Con questo editto, Federico II si propone di limitare l’emigrazione di migliaia di giovani studenti nelle università straniere. Quali misure prevede l’editto per contrastare la «fuga di cervelli»? 2. Il problema della «fuga dei cervelli» è oggi più che mai di grande attualità. Insieme all’insegnante cercate di capire di che cosa si tratta, in base a quanto sapete o avete sentito dire. Quindi dividetevi in gruppi: cercate informazioni su studenti o ricercatori che hanno abbandonato l’Italia per recarsi in un Paese estero. Confrontate poi i dati che avete raccolto e discutete sui vantaggi e sugli svantaggi legati a questo fenomeno.

Unità 7 ( Impero, Stati e papato

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Dal Medioevo all’età moderna

UNITÀ

8

Tra il XIII e il XIV secolo l’Europa attraversa un periodo di profondissima crisi: la crescita demografica ed economica dei secoli precedenti si arresta; epidemie di peste e ripetute carestie decimano la popolazione, la crisi dell’agricoltura si ripercuote sull’intera economia. Gli Stati nazionali in pagna, rancia e Inghilterra procedono nel loro ra orzamento e le due monarchie più importanti (Francia e Inghilterra) si scontrano in un lunghissimo con itto, la guerra dei Cent’anni. In Italia la storia segue un altro corso: il territorio si frammenta in signorie e Stati regionali spesso in lotta tra loro. Nell’immenso mondo eurasiatico gli equilibri politici sono sconvolti dalla comparsa della potenza mongola e dall’avanzata dei Turchi ottomani che nel 1453 conquistano Costantinopoli provocando la fi ll o o.

1337-1453 Guerra dei Cent’anni

1200

1300 1215 L’esercito mongolo di Gengis Khan attacca la Cina

1293 L’impero mongolo si divide in quattro regni

Che cosa sai già… v All’inizio dell’XI secolo in Europa occidentale prende il via un processo di

ripresa economica e demografica che prosegue per i secoli successivi. v A partire dal XII secolo, le città dell’Italia centro-settentrionale rivendicano maggiori autonomie, danno vita ai comuni e si scontrano con l’impero. In Spagna, Francia e Inghilterra invece le monarchie si rafforzano. v Nel corso del Trecento impero e papato, le due autorità che nei secoli precedenti si erano presentate e comportate come poteri universali, entrano in crisi.

286

1301-1350 L’Europa è segnata dalle carestie

1347 La peste arriva in Europa


A metà del Trecento da Oriente arriva in Europa la peste che, in pochi anni, si diffonde in tutto il continente.

Nel corso del Duecento i Mongoli dall’Asia centrale si espandono fino a raggiungere l’Europa orientale.

1485

1454 Pace di Lodi

In Inghilterra diventa re Enrico VII della dinastia Tudor

1400 1378-1402 Gian Galeazzo Visconti è signore di Milano

1500 1453 Gli Ottomani conquistano Costantinopoli

1469

1492

Matrimonio fra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona

La Spagna strappa Granada ai musulmani

…e che cosa imparerai v Fra XIII e XIV secolo l’Europa medievale attraversa una fase di crisi

sociale, demografica ed economica. v Procede il consolidamento delle monarchie nazionali, specialmente in Francia, Spagna e Inghilterra. In Italia, invece, la storia segue un altro corso e la penisola si frammenta in tanti Stati regionali in lotta fra loro. v Mongoli e Turchi ottomani sconvolgono gli equilibri politici e militari del continente euroasiatico.

287


LEZIONE

24

La grande crisi del XIV secolo

1 L’autunno del Medioevo L’agricoltura non è più in grado di sfamare la popolazione

COMPRENDO IL TESTO Analizza le seguenti frasi e stabilisci qual è la causa e quale l’effetto: «messa a coltura di terreni destinati al pascolo»; «scarsa fertilità della terra». Causa: ......................................................... ......................................................................... .........................................................................

Effetto:

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.............................………..…………..………….. .........................................................................

A partire dal Mille, l’Europa era entrata in un processo di crescita che aveva cambiato il volto della società: la popolazione era cresciuta ininterrottamente, l’agricoltura aveva aumentato la sua produttività e, quindi, i beni alimentari, lo sviluppo dei commerci aveva reso disponibili tanti nuovi prodotti e le manifatture lavoravano intensamente. Questo sviluppo sembrava non doversi fermare mai, ma nella prima metà del Trecento le cose cambiarono bruscamente. La crisi cominciò dal mondo agricolo: dato che non tutti i terreni coltivati erano abbastanza fertili e non sempre fornivano buoni raccolti, dalla fine del Duecento in molte regioni europee erano stati messi a coltura anche i terreni destinati al pascolo. Questa scelta aveva comportato due conseguenze: • la riduzione dell’allevamento; • la mancanza di concimi animali, che erano indispensabili per aumentare la fertilità dei campi.

Nel XIV secolo cambia anche il clima All’inizio del Trecento la crisi dell’agricoltura si aggravò a causa del peggioramento del clima: gli inverni si fecero più lunghi, con piogge più frequenti, tanto che in molte zone la coltivazione del grano divenne praticamente impossibile e il pane cominciò a scarseggiare. Nei primi anni del XIV secolo, la produzione agricola non riusciva più a sfamare la popolazione europea che, a partire dall’anno Mille, era notevolmente cresciuta. Si determinò così quello che i demografi storici, cioè gli scienziati che studiano l’andamento della popolazione nel tempo, chiamano «squilibrio fra popolazione e risorse»: le persone da sfamare erano superiori rispetto alle risorse alimentari disponibili.

288

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


Carestie, epidemie e guerre Questo squilibrio fra popolazione e risorse provocò un po’ ovunque terribili carestie, cioè condizioni di gravissima mancanza di cibo. Decine di migliaia di persone morirono di fame, molte altre cercarono rifugio nelle città, nella speranza di trovare migliori condizioni di vita. Una speranza infondata: a causa delle cattive condizioni igieniche, infatti, in molti centri urbani scoppiarono gravi epidemie di tifo e colera. Nel frattempo la fame, tanto nelle campagne quanto nelle città, faceva aumentare la tensione sociale. Allo stesso tempo le lunghe e sanguinose guerre che si combatterono in molte regioni europee non fecero che peggiorare la situazione, contribuendo a determinare un drammatico calo demografico. Per esempio, si stima che la popolazione francese nel 1328 raggiungesse i 21 milioni di abitanti; dopo la crisi del Trecento, questa cifra sarebbe stata di nuovo raggiunta solo nel XVIII secolo.

La crisi agricola ed economica

COMPRENDO IL TESTO

Nell’XI secolo il rinnovamento dell’agricoltura e la crescita della popolazione erano state due facce della stessa medaglia: tanto più cresceva la popolazione, quanto più cresceva la produzione agricola necessaria a sfamarla; tanto più migliorava l’agricoltura, quanto più aumentava il cibo necessario a sfamare nuove bocche. Nel XIV secolo avvenne il contrario: il calo della popolazione portò a una diminuzione della manodopera; la mancanza di contadini portò all’abbandono dei terreni disboscati e dissodati, così come dei villaggi sorti nei loro dintorni; i contadini rimasti s’impoverirono e i proprietari terrieri videro ridursi di molto i loro guadagni. La crisi del settore agricolo si ripercosse sull’intero sistema economico: la diminuzione della popolazione e l’impoverimento generale provocarono la riduzione dei commerci e ciò, a sua volta, causò la crisi delle banche, molte delle quali fallirono: tra queste vi erano anche quelle delle potenti famiglie fiorentine dei Bardi e dei Peruzzi. Città e campagne sembravano essere tornate alla misera condizione dei secoli precedenti la rinascita del Mille.

Nel XIV secolo quali furono le conseguenze del calo demografico? Sottolinealo nel testo.

Contadini che battono il grano.

LAVORO SULLA FONTE Il mercato del grano a Firenze Il testo è tratto dal Libro del biadaiolo, un diario in cui Domenico Lenzi, un mercante di cereali fiorentino, racconta il dramma della carestia e le lotte per procurarsi un po’ di grano. Sabato, il giorno 27 del mese di maggio [1329], i sei funzionari del comune fecero mettere in Piazza del grano comunale buono e bello […]. Si cominciò a vendere mezzo staio1 per persona. E in quel giorno uscì un bando del podestà che raccomandava che nessuno si azzuffasse, e che se qualcuno si fosse tuffato avrebbe perso la mano o il piede. E ser Villano, cavaliere del podestà, andava per la piazza e nei dintorni, cacciando coloro che avevano ricevuto del grano, i quali erano mandati in fuori dalla piazza immediatamente. Le grida e le urla degli uomini e delle donne, stretti nella calca, picchiati e bastonati erano così vergognosi, udire pianti tanto dolorosi suscitava una tale pietà che non l’avrebbe creduto chi non l’avesse visto con i suoi occhi. 1. staio: unità di misura, ma anche recipiente cilindrico di una determinata capacità che serviva per misurare la quantità di grano.

Rispondi alla domanda. • Perché chi aveva già ricevuto la quantità di grano fissata veniva cacciato via? Che cosa temevano le autorità?

.....................................

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Lezione 24 ( La grande crisi del XIV secolo

289


LEZIONE LEZIONE

1 24

2 Il flagello della peste si abbatte sull’Europa

Una malattia mortale COMPRENDO IL TESTO Riporta di seguito le due informazioni quantitative presenti nel testo. 1. ………….….………..…………....………….. ………….….………..…………....…………..

2. ………….….………..…………....………….. ………….….………..…………....…………..

L’Europa, che già era fortemente indebolita a causa dei fenomeni che abbiamo appena descritto, a metà del Trecento dovette affrontare una nuova calamità: la peste. L’epidemia di questa terribile malattia infettiva prese probabilmente il via in Cina fra il 1330 e il 1340. Da lì raggiunse le sponde del mar Nero e quindi, nel 1347, arrivò a Costantinopoli attraverso i marinai imbarcati su una nave genovese. Nel giro di poco tempo i mercanti diffusero la peste in tutto il Mediterraneo, dalla Sicilia fino a Marsiglia, da dove il morbo dilagò in gran parte dell’Europa continentale. La cultura scientifica dell’epoca ignorava la natura della malattia, tanto meno sapeva come arginare i suoi effetti devastanti. Mancavano terapie adeguate, ma anche efficaci misure di prevenzione e controllo. La spiegazione più accreditata della peste era anzi di natura extra-scientifica: si pensava che fosse una punizione divina per i peccati dell’umanità. La pestilenza uccise circa 25 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione europea. Nelle campagne scoppiarono numerosi tumulti e ribellioni da parte di contadini impoveriti e disperati. In molte zone dell’Europa centrale e orientale interi villaggi furono abbandonati. Grandi città si ridussero a piccoli centri: gli abitanti di Firenze, per esempio, che nel 1338 erano 100 000, si ridussero nel 1351 alla metà. Medico cura gli appestati.

LAVORO SULLA CARTA La diffusione della peste La peste veniva trasmessa agli uomini dalle pulci dei ratti e devastò in maniera rapidissima i Paesi di tutta l’Europa. In meno di tre anni l’epidemia si propagò ovunque, mietendo migliaia di vittime. Rispondi alle domande. 1. In che anno la peste giunse in Europa? ...............................................................................................................

2. In quale direzione si propagò? ...............................................................................................................

290

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


3 L’agricoltura si trasforma

Vittime della peste seppellite a Tournai (Belgio) nel 1349.

Dai campi coltivati ai pascoli Per superare la crisi agricola di inizio Trecento fu necessario introdurre importanti cambiamenti. I proprietari terrieri, per esempio, convertirono i campi che coltivavano a grano in pascoli per ovini e bovini. L’allevamento era un’attività poco dispendiosa, che non aveva bisogno di molti lavoratori. Inoltre, gli animali allevati non si limitavano a produrre carne, latte, formaggi e lana, ma fornivano anche concime, una risorsa utilissima per migliorare la produttività dei suoli che ancora venivano coltivati. In questo modo il tradizionale conflitto tra coltivazione e pascolo veniva in parte superato: ora l’allevamento non era più «contro» l’agricoltura, ma ne diventava un insostituibile supporto.

Scene di vita nei campi, dipinto del XIV secolo.

I campi aperti vengono recintati Un altro grande cambiamento fu quello che riguardò le campagne inglesi: per secoli gli abitanti dei villaggi avevano liberamente sfruttato per la caccia o per la raccolta di legna gli open fields («campi aperti»). Si trattava di campi non divisi che appartenevano a più persone e che erano destinati, dopo il raccolto, al pascolo delle greggi comuni dei proprietari. Ora, però, i grandi proprietari terrieri cominciarono a recintare le «terre comuni» e a trasformarle in «campi chiusi», cioè in terre da pascolo alle quali era vietato accedere. Gli antichi usi comunitari, insomma, venivano soppiantati da un uso privato della terra. I proprietari terrieri più abili e intraprendenti ne ricavarono grandi vantaggi. Lezione 24 ( La grande crisi del XIV secolo

291


LEZIONE LEZIONE

1 24

L’avanzare dell’allevamento a volte produce danni

Contadini medievali al lavoro, miniatura del XV secolo.

Non sempre il predominio dell’allevamento, e la conseguente conversione dei campi dalla coltivazione al pascolo, ebbe effetti positivi sull’agricoltura. In Spagna, per esempio, l’uso dei campi non più per l’agricoltura, ma come pascoli per le pecore e i buoi cancellò quello che restava della straordinaria tradizione agricola degli Arabi. Nelle regioni della Spagna che avevano occupato, infatti, e in particolare nell’Andalusia, i contadini arabi avevano coltivato fino ad allora la vigna, vari alberi da frutto, ma anche piante come il cotone, il riso e il gelso, che i mercanti arabi avevano scoperto in Oriente. Erano riusciti a farlo anche grazie a ingegnosi sistemi di irrigazione. Nella seconda metà del XIV secolo, i loro ricchi orti e i loro splendidi giardini lasciarono il posto a sterminate distese di pascoli, percorse da migliaia di pecore.

Si affermano nuovi contratti agrari La scarsità di manodopera spinse alcuni proprietari terrieri ad affittare una parte dei loro terreni a prezzi modesti: se non riuscivano ad amministrare vantaggiosamente le proprie terre, almeno potevano ricavarne un utile affittandole. Si diffusero anche i contratti di mezzadria, in base ai quali il proprietario di un terreno concedeva a un contadino, detto «mezzadro», un podere e un’abitazione per lui e la sua famiglia; il mezzadro s’impegnava a lavorare il podere e a dividere a metà con il proprietario i prodotti e gli utili. In questo modo, le condizioni di vita di molti contadini migliorarono poiché finalmente poterono decidere autonomamente come organizzare il loro lavoro, che cosa coltivare e, soprattutto, poterono vendere direttamente nei mercati i prodotti più richiesti. Resti di una noria costruita dagli arabi a Cordova, sulle sponde del fiume Guadal uivir. La noria è una ruota idraulica che consente di recuperare l’ac ua di un fiume o di un canale per incanalarla e utilizzarla nell’agricoltura.

LAVORO SULLA LINGUA Qual è la radice della parola mezzadria? …………..…………..…….......……....………….. …………..…………..…….......……....…………..

292

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


Si diffondono nuove colture e nuove tecniche

Contadino impugna una falce a manico lungo, miniatura del XIV secolo.

Dalla seconda metà del Trecento, inoltre, in alcune regioni europee furono introdotte nuove colture, alcune delle quali non servivano come alimento diretto per le popolazioni, ma venivano impiegate per produrre altri beni: in Germania, per esempio, si cominciò a coltivare il luppolo che serviva alla produzione della birra; nelle campagne francesi, invece, presero piede il lino e la canapa che erano utilizzati per la produzione di stoffe, e anche piante da utilizzare per tingere i tessuti. La mancanza di manodopera, inoltre, ebbe come effetto quello di favorire l’introduzione di nuove tecniche agricole che garantissero il lavoro nei campi con l’impiego di un minor numero di uomini. In particolare: • l’aratro leggero trainato da cavalli, per esempio, poteva essere manovrato da un solo lavoratore invece di tre, aumentando la produttività; • la falce a manico lungo consentiva di tagliare una superficie più ampia con minore sforzo.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Metti in ordine cronologico i seguenti eventi. a. La peste arriva Italia. b. In Europa si diffondono nuove colture agricole. c. In Europa muoiono circa 25 milioni di persone. d. In Europa si diffondono carestie ed epidemie. e. L’agricoltura europea entra in crisi. f. La peste arriva in Europa settentrionale. g. In Europa il clima peggiora.

Individuo i nessi di causa-effetto 2. Collega le cause nella colonna di sinistra alle conseguenze nella colonna di destra. a. Carestie, epidemie e guerre

1. Fine degli usi comunitari della terra.

b. Epidemia di peste in Europa

2. Il concime prodotto dagli animali favorisce l’agricoltura.

c. Recinzione dei «campi aperti»

3. Indebolimento della società e dell’economia europea.

d. Molte terre coltivate vengono adibite a pascolo

4. La popolazione europea viene decimata.

Lezione 24 ( La grande crisi del XIV secolo

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

La peste Quando nel Trecento una terribile epidemia di peste sconvolse l’Europa, si diffusero le interpretazioni più fantasiose sulle cause del flagello, tutte accomunate dal fatto di non considerare la peste come una malattia terribilmente contagiosa.

1

LA MORTE COME COMPAGNA

Le epidemie di peste imperversarono per buona parte del Trecento e le popolazioni dovettero rassegnarsi a convivere con l’incubo del contagio. La malattia e la morte facevano ormai parte della vita di tutti i giorni e anche dei pensieri e delle fantasie di ognuno. Gli uomini del Trecento si resero conto di quanto fosse fragile la vita e di come fosse facile perderla: ogni giorno che si viveva era quindi qualcosa di molto prezio-

so, da usare nel migliore dei modi per cercare di essere felici. Pensiamo a quello che il grande scrittore toscano Giovanni Boccaccio racconta all’inizio del Decameron: i giovani narratori, per sfuggire alla peste di Firenze del 1348, lasciano la città, che è diventata un luogo di sofferenza e di morte, e si radunano in un palazzo di campagna per trascorrere le giornate tra i piaceri della danza, del canto e della poesia. Il trionfo della morte e la danza macabra, affresco del XV secolo.

294

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


2

UN FLAGELLO DIVINO?

Nel Trecento era opinione comune che la peste fosse il segno della collera di Dio verso i peccati degli esseri umani. Per questo motivo nacquero i cosiddetti «flagellanti» che, in processione, pregavano il Signore colpendosi il petto e la schiena con frustate in segno di pentimento. Essi davano un’interpretazione completamente religiosa e non scientifica del fenomeno. Altri cercarono d’integrare una spiegazione naturale (in un certo senso scientifica) a una religiosa. Fra questi il già citato Boccaccio, che nel Decameron attribuisce la responsabilità del fenomeno a una congiunzione sfavorevole degli astri e alla punizione divina per la malvagità umana. Nell’introduzione al suo capolavoro, parlando della peste scriveva: «la quale, per operazion de’ corpi superiori o per le nostre inique opere da giusta ira di Dio a nostra correzione mandata sopra i mortali». Anche Boccaccio, dunque, allude a due possibili spiegazioni: l’influenza maligna degli astri («operazion de’ corpi superiori») o la punizione divina per i peccati degli uomini («per le nostre inique opere da giusta ira di Dio a nostra correzione mandata sopra i mortali»).

3

Flagellanti in processione per scongiurare l’epidemia di peste, miniatura del XIV secolo.

Altri ancora diedero la colpa ai lebbrosi: diffondendo la peste, quegli sventurati si sarebbero vendicati del fatto di essere stati messi ai margini della società. Anche gli ebrei furono spesso additati come responsabili del contagio: questi erano malvisti sia perché non si erano integrati con la comunità cristiana, sia perché si dedicavano soprattutto ad attività commerciali e finanziarie, comprese quelle del prestito a usura, mal considerato nel Medioevo.

LA PESTE È UNA TERRIBILE MALATTIA

Oggi sappiamo che la peste è una terribile malattia provocata da un bacillo (Pasteurilla pestis) isolato nel 1894 a Hong Kong da Alexandre Yersin, un medico svizzero. Il bacillo viene diffuso dalla pulce dei ratti, che può passare dai roditori all’uomo e contagiarlo. Il bacillo si riproduce velocemente nelle ghiandole linfatiche, provocandone il rigonfiamento caratteristico a forma di «bubbone». Non vi è però un solo tipo di peste e in alcuni casi il contagio può avvenire anche per via respiratoria: in questo caso i malati infetti possono trasmettere il morbo semplicemente respirando. La malattia dà febbre alta e allucinazioni e risulta mortale nel 60% circa dei casi. La medicina del Trecento era del tutto impotente sia a spiegare le origini del morbo, sia a limitarne i danni. Come scriveva Boccaccio: «A cura delle quali infermità né consiglio di medico né virtù di medicina alcuna pareva che valesse o facesse profitto […] non solamente pochi ne guarivano, anzi quasi tutti infra ’l terzo giorno dalla apparizione de’ sopra detti segni, chi più tosto e chi meno e i più senza alcuna febbre o altro accidente, morivano.»

Dottore visita appestato coprendosi il volto con un fazzoletto intriso nell’aceto, ilografia del XVI secolo.

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna

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LEZIONE

25

Gli Stati nazionali fra XIV e XV secolo

1 La nascita dello Stato moderno COMPRENDO IL TESTO Quale classe sociale emergente sostenne il rafforzamento del potere centrale portato avanti dalle monarchie? …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....…………..

Le monarchie nazionali si rafforzano Fra il XIII e la prima metà del XIV secolo alcuni Stati europei, soprattutto Francia, Spagna e Inghilterra, avevano conosciuto un notevole rafforzamento della monarchia e del potere centrale del re. Non si trattò di un processo né facile, né scontato: per affermare la propria autorità, infatti, i re combatterono a lungo contro i signori feudali e il clero, poteri che non erano affatto disposti a rinunciare ai loro privilegi e alla loro autonomia. In questa lotta, i re ebbero spesso come alleati gli esponenti di una classe sociale che stava diventando sempre più importante: la borghesia. Fino a quando la nobiltà e il clero avessero mantenuto i propri privilegi (politici, sociali ed economici) difficilmente i borghesi sarebbero riusciti ad affermarsi; essi dovevano contare sulla forza della monarchia per superare gli ostacoli posti sul loro cammino.

La nascita dello Stato moderno COMPRENDO IL TESTO Riepiloga le caratteristiche fondamentali dello Stato moderno distinguendole in: caratteristiche politiche: …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....…………..

caratteristiche economiche: …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....…………..

caratteristiche organizzative: …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....…………..

296

Il rafforzamento della monarchia fu un processo che durò per tutto il XIV secolo e che portò alla nascita di una nuova forma di organizzazione statale: lo Stato moderno. A differenza di quanto accadeva nel mondo feudale, ora il re esercitava sullo Stato una sovranità che aspirava a essere «assoluta», cioè che non ammetteva altri poteri superiori o alternativi ai suoi. Le caratteristiche fondamentali dello Stato moderno erano: • la crezione di regni sempre più grandi e dai confini ben precisi; • la sovranità, cioè la capacità d’imporre a tutti i sudditi la propria autorità e l’obbligo di rispettare le leggi; • un efficiente apparato d’impiegati e di funzionari con compiti amministrativi (burocrazia, dal francese bureau, «ufficio»), formato per lo più da borghesi; • un sistema di tassazione esteso a tutto il territorio, valido per tutti e con sempre meno privilegi ed esenzioni; • un esercito permanente, sotto il diretto controllo Lo stemma del del re. Sacro romano impero.

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


2 La guerra dei Cent’anni Francia e Inghilterra tornano a combattersi A partire dalla prima metà del Trecento Francia e Inghilterra, le due più importanti monarchie europee, tornarono a confrontarsi in un lunghissimo conflitto militare. Tra fasi alterne, questa nuova guerra durò oltre un secolo ed è quindi passata alla storia come la guerra dei Cent’anni. Com’era già avvenuto all’inizio del XIII secolo, a scatenare il conflitto fu l’irrisolto problema dei rapporti feudali fra corona francese e corona inglese. La guerra, infatti, iniziò nel 1337 quando, dopo la morte dell’ultimo re capetingio, il re d’Inghilterra Edoardo III rivendicò per sé il trono di Francia in quanto nipote del sovrano defunto. Gli scontri avvennero sia per mare sia per terra: nel 1340 gli inglesi distrussero la flotta francese e portarono la guerra direttamente sul suolo francese, dove catturarono il re e si abbandonarono a saccheggi e rapine. La prima fase della guerra terminò nel 1360 con la pace di Brétigny: quasi un terzo del territorio francese era caduto in mano inglese.

COMPRENDO IL TESTO Come terminò la guerra dei Cent’anni? a Con un compromesso tra Francia e Inghilterra. Con l’allargamento dei diritti b feudali della corona inglese su quella francese. c Con la sconfitta inglese e l’affermazione della monarchia nazionale francese.

La riscossa francese e la fine della guerra Nella seconda metà del XIV secolo e nei primi anni del XV secolo, la guerra sembrò volgere a favore dell’Inghilterra. Nonostante la Francia cominciasse a riconquistare i territori perduti, essa non riuscì a consolidare i suoi successi e dopo alterne vicende gli inglesi ebbero nuovamente la meglio: quando nel 1415 Enrico V LA GUERRA DEI CENT’ANNI sconfisse i francesi nella battaglia di Azincourt e si fece riconoscere il diritto a ereditare il trono di francia, il conflitto sembrava oramai volgere al termine. Fu il coraggio di una giovane contadina, Giovanna d’Arco, a cambiare le sorti della guerra: sicura che fosse Dio a guidarla, la giovane incitò la popolazione a resistere agli inglesi e con il suo entusiasmo e il suo fervore religioso convinse Carlo VII di Valois, futuro re di Francia, a riprendere la lotta. Alla guida di un piccolo esercito, Giovanna ottenne importanti vittorie e riuscì a liberare la città di Orléans. Nel 1430 fu però catturata, sottoposta a processo dagli inglesi come eretica e condannata al rogo. Il suo sacrificio fu d’esempio per tutti i suoi connazionali: il nuovo re francese Carlo VII, infatti, riprese la guerra e tra il 1436 e il 1453 riconquistò Parigi e le regioni settentrionali della Francia, costringendo il re d’Inghilterra a rinunciare ai feudi inglesi in terra francese; alla corona inglese restava solo Calais. La guerra dei Cent’anni era terminata.

Lezione 25 ( Gli Stati nazionali fra XIV e XV secolo

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LEZIONE LEZIONE

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3 Le monarchie europee Le monarchie di Francia, Spagna e Portogallo COMPRENDO IL TESTO

Quale fu la conseguenza del matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona? …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....………….. …………..…….....……..…………....…………..

Al termine della guerra dei Cent’anni, la dinastia Valois rafforzò notevolmente la monarchia francese. Re Luigi XI (1461-1483) portò avanti un lento processo di centralizzazione del potere politico e amministrativo e dotò il Paese di un forte esercito. Alla sua morte, il figlio Carlo VIII ereditò un regno stabile e potente. Negli stessi anni, i regni presenti nella Penisola iberica portarono avanti il processo di rafforzamento che aveva preso il via nei decenni precedenti. Nel 1469 in Spagna il matrimonio fra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona sancì l’unificazione dei due regni iberici e alla nascita di una forte monarchia, destinata a svolgere un ruolo importante nei due secoli successivi. Nel 1492 con la conquista del califfato di Granada da parte della corona spagnola, gli arabomusulmani venivano cacciati definitivamente dall’ultimo avamposto europeo. Nella Penisola iberica erano dunque oramai presenti due regni autonomi e di fede cristiana: quello spagnolo e quello portoghese. Qui, nel corso del Quattrocento, Enrico il Navigatore, il fratello del sovrano, creò una moderna scuola nautica incaricata di preparare viaggi di scoperta verso le coste africane. In questo modo, il Portogallo si preparava a svolgere un ruolo centrale nelle grandi scoperte geografiche che, dalla fine del Quattrocento, avrebbero portato gli europei a conoscere la vastità del globo.

DENTRO LA STORIA La conquista di Granada Negli anni Ottanta del Quattrocento Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia mossero guerra contro l’Emirato di Granada, l’ultimo avamposto arabo presente nella Penisola iberica. Nel corso del Duecento, infatti, i diversi regni cattolici di Spagna avevano riconquistato la maggior parte dei territori della penisola in mano musulmana, a esclusione appunto di Granada. Nell’arco di dieci anni, le forze cattoliche ebbero ragione di quelle musulmane. Dopo un rapido assedio, alla fine del 1491 Boabdil, il sultano di Granada, firmò la resa. Pochi giorni dopo, il 2 gennaio 1492, i sovrani spagnoli entrarono in città. Ferdinando d’Aragona comunicò la liberazione di Granada a papa Innocenzo VIII in questo modo: «Oggi, secondo giorno di gennaio del presente anno novantadue, la città di Granata si è arresa a noi con l’Alhambra e tutte le fortificazioni che la costituiscono [...]. Comunico a Vostra Santità una così grande fortuna, ossia che dopo tante pene, spese, sacrifici di vite e di sangue dei nostri sudditi e regnicoli, questo regno di Granata, che per settecentottanta anni è stato occupato dagli infedeli, sotto il vostro regno e col vostro aiuto, è stato conquistato».

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna

La resa di Granada, dipinto del XIX secolo.


L’Inghilterra dopo la guerra dei Cent’anni: la guerra delle Due rose Dopo la sconfitta nella guerra dei Cent’anni, tra il 1455 e il 1485 in Inghilterra scoppiò una sanguinosa guerra civile tra le due potenti casate che si contendevano il trono: da una parte i Lancaster, eredi legittimi e intenzionati a riconquistare i feudi inglesi perduti in Francia; dall’altra gli York, che non volevano continuare la guerra, ma piuttosto consolidare il regno. La guerra fu chiamata «delle Due rose» a causa dei simboli di ciascuna casata: una rosa rossa per i Lancaster, una bianca per gli York. La guerra civile durò trent’anni, ma alla fine nessuno dei contenenti ufficiali riuscì a imporsi. Il trono d’Inghilterra, infatti, passò a una terza famiglia, i Tudor, imparentata sia con i Lancaster sia con gli York. Nel 1485 Enrico VII Tudor divenne il nuovo sovrano d’Inghilterra. Sotto il suo regno il processo di centralizzazione del potere monarchico iniziato nei secoli precedenti riprese con maggiore vigore: ad agevolare l’azione di Enrico VII vi fu anche il fatto che, la guerra dei Cent’anni prima e poi la guerra delle Due rose avevano decimato la grande nobiltà, eliminando il ceto sociale che, fino ad allora, era riuscito a limitare l’azione del sovrano. Sotto Enrico VII inoltre riprese il via anche la politica espansionista inglese, indirizzata non più verso il continente, ma verso la Scozia e l’Irlanda. Enrico VII re d’Inghilterra.

COMPRENDO IL TESTO Quale dinastia salì sul trono inglese alla fine della guerra delle Due rose? a Tudor. b Lancaster. c York.

Assedio durante la guerra delle Due rose, miniatura del XV secolo.

Lezione 25 ( Gli Stati nazionali fra XIV e XV secolo

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LEZIONE LEZIONE

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Regni e principati dell’Europa orientale

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea tutti i verbi al modo gerundio.

Anche nell’Europa orientale tra XIII e XIV secolo si assistette al rafforzamento dei regni di Boemia, Ungheria e Polonia che, dal X secolo, erano diventati cattolici ed erano più o meno sottomessi all’Impero germanico. La Boemia era uno Stato indipendente dell’Impero germanico perché nell’XI secolo l’imperatore aveva concesso la corona di sovrano al principe Bratislao. Il regno si sviluppò notevolmente nella seconda metà del XIII secolo e raggiunse il suo massimo splendore a metà del XIV secolo, durante la dinastia dei Lussemburgo. Particolarmente importante fu il regno di Carlo IV che, una volta salito al trono, nel 1316, rafforzò il potere regio seguendo l’esempio di quanto stava avvenendo nelle monarchie occidentali. Sotto Carlo IV Praga ebbe un grande sviluppo, diventando una delle città più fiorenti di tutta l’Europa. Allo stesso modo del Regno di Boemia, anche il Regno di Ungheria si rafforzò notevolmente, riuscendo a estendere i suoi confini fino ai Balcani; nel XIV secolo era ormai una solida monarchia e Luigi I il Grande divenne il più potente sovrano dell’Europa orientale. In Polonia, nel 1024, il principe Boleslao I approfittò della morte dell’imperatore Enrico II, di cui era vassallo, per proclamarsi re. Alla fine del Trecento, il Regno di Polonia si unì al Granducato di Lituania, guidato dalla dinastia degli Jagelloni. Il Regno polacco-lituano ebbe dimensioni immense e fu una delle maggiori potenze militari europee; tuttavia, la monarchia non riuscì mai a consolidarsi e il re rimase sempre ostaggio della grande nobiltà guerriera, da cui dipendeva la sua elezione.

Il Principato di Mosca COMPRENDO IL TESTO Di chi era nipote Zoe, la seconda moglie di Ivan III? a Dell’imperatore del Sacro romano impero. b Dell’imperatore bizantino. c Del papa.

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Statua del re di Boemia Carlo IV.

Ancora più a Oriente, nelle regioni che oggi fanno parte della Russia e che, tra IX e X secolo, erano state raggiunte da spedizioni normanne, nell’XI secolo i Principati di Novgorod e di Kiev si erano uniti in un regno, che però nel 1240 si frammentò di nuovo per mano dei mongoli (di cui parleremo meglio in una lezione successiva). Solo nel XIV secolo, quando l’impero mongolo entrò in crisi, iniziò a imporsi il Principato di Mosca: qui, nel 1462 era salito al trono Ivan III, che dieci anni dopo Ivan sposò in seconde nozze la principessa bizantina Zoe, nipote dell’ultimo imperatore bizantino. Negli anni successivi, Ivan III cominciò a dar vita a un grande regno. A partire dal 1474 conquistò gli altri principati russi o ne ottenne il controllo; dopo il 1480, poi, riuscì a liberarsi dalla sottomissione ai mongoli. Proprio come accadeva nelle monarchie europee occidentali, anche Ivan s’impegnò a limitare le autonomie feudali e a rafforzare il potere centrale; emanò anche un Codice di Leggi per tutti i territori del suo regno.

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


Mosca, una capitale degna del suo sovrano Sotto Ivan III la città di Mosca, la capitale, cambiò volto. Come molte altre città dell’epoca anche Mosca era costruita quasi interamente in legno ed era pertanto soggetta a numerosi incendi. Ivan III le diede un nuovo aspetto e affidò l’incarico ad architetti italiani che cominciarono a trasformarla in una città monumentale fatta di pietra. L’intervento più importante fu quello attuato sul Cremlino, la parte fortificata che costituiva il nucleo più antico di Mosca: vennero ricostruite le fortificazioni, si alzarono nuove torri, sorsero nuove mura. Il Cremlino divenne così una fortezza inespugnabile, a testimoniare la potenza di Ivan III, il primo zar di Russia.

L’architetto italiano ristotele Fioravanti dirige i lavori di costruzione del Cremlino.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati. Valois – inglesi – Tudor – rose – francesi – Inghilterra – francese Fine prima fase a favore degli ...............................................

Guerra dei Cent’anni

La dinastia al potere è quella dei ...............................................

Giovanna d’Arco guida i ............................................... e convince il futuro re a lottare L’Inghilterra perde infine i suoi feudi in terra

..................................................:

...............................................

..................................................

I ............................................... prendono il potere

guerra delle Due

Mi oriento nel tempo 2. Completa la linea del tempo inserendo gli eventi elencati. 1. Guerra delle Due rose – 2. Fine della guerra dei Cent’anni – 3. Unione dei Regni di Castiglia e Aragona – 4. Inizio della guerra dei Cent’anni – 5. Morte di Giovanna d’Arco

1337 ....

1430 ....

1453 ....

1455-1485

1469

....

....

Lezione 25 ( Gli Stati nazionali fra XIV e XV secolo

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Pa AT ss LA at NT o E & ST Pr OR es IA en te

Europa: un continente formato da tanti Stati PASSATO: XIV-XV SECOLO

Nel continente europeo, tra XIV e XV secolo, presero forma alcune importanti realtà politiche conosciute come «monarchie nazionali» o «Stati nazionali». Questi nomi indicano che tali realtà raccoglievano, sotto un solo potere centrale, territori sempre più ampi e sempre più corrispondenti a comunità che si riconoscevano come parte di un’unica nazione. Erano nazioni, insomma, che costruivano un proprio Stato.

1

In gran parte d’Europa nascono Stati nazionali • Il processo di formazione delle monarchie e degli Stati nazionali fu molto forte nella Penisola iberica, in Francia, nelle isole britanniche, in ampie zone del nord e dell’est Europa. La forma di governo prevalente nelle nuove realtà nazionali è la monarchia.

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna

• Nella regione tedesca (raccolta entro i confini del Sacro romano impero), nella Penisola italiana e nella Penisola balcanica il processo di formazione di monarchie e Stati nazionali non si realizzò.


PRESENTE: XX-XXI SECOLO

Oggi l’Europa è il «continente delle nazioni»: il cammino avviato nel Basso Medioevo è terminato tra XIX e XX secolo con la nascita di numerosi Stati nazionali. Hanno creato un proprio Stato anche i popoli che ne erano privi nel XIV e XV secolo, come quello italiano o quelli che si trovano nella Penisola balcanica. La forma di Stato prevalente in queste nazioni è la repubblica; la forma di governo è la democrazia parlamentare.

2

Oltre gli Stati nazionali: l’Unione europea Dopo la Seconda guerra mondiale (1945), molti Stati (all’inizio solo 6, ai quali se ne sono aggiunti altri negli anni successivi) hanno deciso di unirsi in un’organizzazione politica economica più vasta: l’Unione europea. L’Unione europea raccoglie tutti gli Stati più importanti del continente, dalla Germania all’Italia, dalla

Francia alla Spagna, e i suoi organi di governo hanno sede a Bruxelles. L’Unione europea svolge molti compiti importanti, coordinando le politiche nazionali di questi Paesi in ogni campo della vita civile.

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna

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LEZIONE

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Il mosaico politico italiano

1 La nascita delle signorie e dei principati

COMPRENDO IL TESTO Collega i soggetti storici della colonna di sinistra alla realtà politica corrispondente. Italia Francia Inghilterra Spagna

Affermazione della monarchia nazionale Sviluppo delle autonomie comunali

I comuni: protagonisti irrequieti della vita politica italiana Fra XIII e XIV secolo l’Italia seguì una strada diversa da quella delle maggiori nazioni europee: mentre in Francia, in Spagna e in Inghilterra si affermavano le grandi monarchie, nella penisola la presenza dei comuni ostacolava la formazione di un regno unitario. I comuni, infatti, erano ormai protagonisti della vita politica ed economica dell’Italia centro-settentrionale e non volevano rinunciare alla propria autonomia. Per difenderla erano disposti a tutto, anche alla guerra con l’impero. I comuni, però, non erano soggetti politici unitari: al loro interno fazioni rivali si contendevano il potere e davano vita a conflitti che nemmeno i governi dei podestà riuscivano a placare.

La nascita delle signorie cerca di risolvere i conflitti interni ai comuni

Compagnia di ventura Era una banda guidata da un condottiero che «a condotto», cioè dietro pagamento, reclutava professionisti delle armi, i quali combattevano a servizio dei comuni in cambio di una ricompensa o «soldo» (da cui il termine «soldato»).

Tra XIII e XIV secolo, nei comuni italiani si affermò una nuova forma di governo nella quale un solo uomo, il «signore», assumeva tutti i poteri: per questa ragione tale innovazione politica e istituzionale prese il nome di «signoria». Le differenze con il passato erano importanti: nel comune popolare, i ceti borghesi emergenti assumevano direttamente la guida politica del comune; nella signoria, invece, la forma di governo somigliava a una piccola monarchia. Il signore doveva certamente godere di prestigio personale ed essere capace di conquistare la simpatia e il consenso dei cittadini, ma non doveva necessariamente essere un nobile: poteva essere un esponente di una grande famiglia cittadina, un abile podestà, oppure un condottiero, cioè il comandante di una compagnia di ventura. A differenza degli altri magistrati che avevano governato i comuni nei secoli precedenti (consoli, podestà ecc.), il signore aveva di fatto un potere assoluto e la sua carica non aveva limiti di tempo. Farinata degli Uberti, un importante condottiero fiorentino, dipinto di Andrea del Castagno (secolo XV).

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


La signoria si trasforma in principato

COMPRENDO IL TESTO

Anche nei comuni signorili si ripropose l’antico problema della continuità del potere, cioè di chi avrebbe assunto il governo della città alla morte del signore. Dopo aver ottenuto il potere, infatti, i signori cercavano di trasmetterlo in eredità ai propri figli. Perché ciò fosse possibile, occorreva che il signore ottenesse il titolo di conte, marchese o duca, cioè ricevesse una regolare investitura dal papa o dall’imperatore. La debolezza dei vari imperatori eletti dai principi tedeschi consentì ai signori di ottenere tale riconoscimento. A questo punto l’ereditarietà della signoria divenne una realtà: nacquero così vere e proprie dinastie. Attraverso matrimoni, accordi o guerre, le signorie più potenti cominciarono a estendere il loro controllo sui territori circostanti.

Perché i principati sono stati definiti Stati regionali? a Perché ogni regione italiana corrispondeva a un principato. Perché l’ampiezza del b territorio controllato aveva dimensioni regionali. c Perché il Regno d’Italia era suddiviso in principati regionali.

2 La frammentazione dell’Italia Signorie e Stati regionali Nel XIV secolo l’Italia era un mosaico formato da tante diverse realtà politiche. • In Piemonte l’antica famiglia feudataria dei Savoia nel XIV secolo diede vita a una grande signoria che, con la conquista di Nizza nel 1388, si assicurò un importante sbocco sul mare. • A Milano si affermò per prima la signoria dei Della Torre (1240). Dopo quarant’anni di lotte, il potere passò ai Visconti che resero la città lombarda la più potente signoria italiana: nel 1395, sotto Gian Galeazzo (al potere dal 1378 al 1402), Milano giunse a dominare l’attuale Lombardia, alcune zone del Piemonte e del Veneto e alcune città dell’Italia centrale. Verso la metà del XV secolo, alla morte del figlio di Gian Galeazzo, il ducato passò nelle mani di suo genero, l’astuto e ambizioso condottiero Francesco Sforza. • Venezia nel XIV secolo aveva conquistato il pieno controllo commerciale del Mediterraneo. Nel XV secolo l’espansione dei Turchi la obbligò a spostare i propri interessi verso la terraferma: acquisì il controllo dell’entroterra veneto e di alcuni territori dell’attuale Lombardia e in pochi decenni la città divenne un’importante potenza regionale. • A Firenze, dopo le guerre tra guelfi e ghibellini per il governo del comune, era scoppiata nel 1378 la violenta rivolta dei «ciompi», i lavoratori della lana che non appartenevano a nessuna arte e rivendicavano, assieme agli artigiani delle Arti minori, un ruolo politico all’interno del governo cittadino. Dopo un successo iniziale, la sommossa fu repressa nel sangue. La città visse periodi di lotte e scontri fino al 1434, quando si affermò la famiglia dei Medici. Sotto i Medici Firenze trovò un suo equilibrio, diventando la signoria culturalmente più attiva d’Italia.

LAVORO SULLA LINGUA Sottolinea gli aggettivi determinativi presenti nel paragrafo e i due aggettivi qualificativi di grado superlativo relativo.

L’incoronazione di Gian Galeazzo Visconti.

Lezione 26 ( Il mosaico politico italiano

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LEZIONE LEZIONE

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Nel mezzo della penisola c’è uno Stato anomalo: lo Stato della Chiesa

Ritratto di Federico signore di Montefeltro.

Nell’Italia centrale si rafforzò uno Stato regionale molto diverso da tutti gli altri: lo Stato della Chiesa. Esso, infatti, non aveva origini comunali. Nel corso dei secoli, il potere del papato si era ampliato dall’originaria base del Lazio fino alla Romagna. La «cattività avignonese» rappresentò un periodo di grandi difficoltà per il papato romano: il controllo sui territori italiani soggetti alla sovranità pontificia diminuì, molte città si diedero governi autonomi e si costituirono varie signorie. Al suo ritorno a Roma nel 1417, il papa ristabilì il dominio sull’Italia centrale e avviò la riorganizzazione dello Stato pontificio, che dotò di una solida struttura amministrativa. Tuttavia, alcune signorie (come quella dei Montefeltro a Urbino) e alcuni governi cittadini (come Bologna e Perugia) non si rassegnarono ad accettare il potere papale e, pur dipendenti formalmente da Roma, riuscirono a mantenere la loro autonomia.

Il diverso destino del Mezzogiorno: i Regni di Napoli e di Sicilia

COMPRENDO IL TESTO Sottolinea la parte in cui si spiega perché la storia politica dell’Italia del Sud fu molto diversa da quella del resto della penisola.

La storia politica dell’Italia del Sud fu molto diversa da quella del resto della penisola. Nel Mezzogiorno si formò un grande Stato che non nasceva per iniziativa di un «signore», ma di un re: all’inizio del Trecento, infatti, mentre il Regno di Sicilia continuava a essere governato dagli Aragonesi, Roberto d’Angiò fece del Regno di Napoli il più grande Stato italiano. Una differenza fondamentale tra il Nord e il Sud Italia riguardava la presenza di comuni economicamente vitali: nel Regno di Napoli, a parte la capitale, non vi erano città importanti; il potere regio, quindi, non doveva preoccuparsi delle richieste di autonomia dei comuni, ma della volontà dei baroni di estendere i latifondi e di conservare i privilegi feudali. L’assenza dei comuni, dove si spe sperimentavano le formule più moderne di organizzazione economica e produttiva, e la presenza di un’ari un’aristocrazia terriera conservatrice e legata al pas passato feudale, facevano del Regno di Napoli una realtà economicamente arretrata e con un debole potere centrale. Alla morte di Roberto d’Angiò (1343 (1343), si scatenarono lotte per la successione al trono che duraro durarono per circa un secolo. Nel 1442 Alfonso V d’Aragona unificò il Regno di Napoli al suo Regno di Sicilia.

Facciata con l’arco di trionfo di Alfonso d’Aragona. Castel Nuovo, Napoli.

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


3 Un difficile equilibrio La pace di Lodi

COMPRENDO IL TESTO

Nell’Italia del XV secolo i maggiori Stati regionali, Milano, Venezia, Firenze, Quale conseguenza ebbe la pace di Lodi? lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli, si scontrarono frequentemente per a L’egemonia lombarda. cercare di allargare la propria sfera d’influenza a scapito degli altri. L’egemonia dello Stato b Questa situazione di grande instabilità venne risolta nel 1454 quando i rapprepontificio. sentanti di signorie e regni italiani si radunarono a Lodi: qui, i principali Stati c L’equilibrio politico e militare della Penisola siglarono una tregua, impegnandosi a non dare il via, negli anni fra tutti gli Stati regionali a venire, a nuove guerre e stabilendo confini ben precisi. italiani. Con la pace di Lodi, dunque, la penisola appariva divisa in 5 grandi Stati: • al nord vi erano il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia; • al centro si sviluppava lo Stato della Chiesa; • il sud era in mano agli aragonesi. Alla base degli accordi di Lodi vi erano diverse cause: innanzitutto, dopo quasi mezzo secolo di scontri continui, i signori italiani si erano resi conto che nessuno di loro aveva i mezzi per sottomettere gli altri; allo stesso tempo, proprio il lungo periodo di scontri aveva indebolito le casse di tutte le signorie e i regni. Infine, da oriente arrivavano notizie sconcerL’ITALIA DOPO LA PACE DI LODI tanti: nell’estate del 1453 Costantinopoli era caduta in mano ai Turchi, che così minacciavano di espandersi in Europa e di bloccare i traffici commerciali con l’Oriente, danneggiando pesantemente l’economia italiana. Di fronte al pericolo turco, che minacciava senza distinzioni tutti gli Stati regionali italiani, alla fine prevalse la logica dell’unità.

Con la pace di Lodi si afferma la politica dell’equilibrio La pace di Lodi determinò un equilibrio politico e militare e impedì per circa quaranta anni l’esplosione di gravi conflitti: grazie a un rigido sistema di alleanze ogni Stato controllava gli altri e ne era a sua volta controllato. Un ruolo strategico importantissimo nel mantenimento di questo delicato equilibrio ebbe Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico, che dal 1469 al 1492 guidò la signoria di Firenze. L’abilità diplomatica dimostrata gli fece guadagnare l’appellativo di «ago della bilancia» della politica italiana. Alla sua morte, nel 1492, l’equilibrio si spezzò e si aprì una nuova crisi che coinvolse Milano, Napoli e Firenze. Lezione 26 ( Il mosaico politico italiano

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LEZIONE LEZIONE

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Il re di Francia Carlo VIII scende in Italia Alla fine del Quattrocento Milano scatenò un nuovo conflitto: qui Ludovico Sforza, detto il Moro, si era fatto nominare duca al posto del legittimo erede, il nipote Gian Galeazzo, imparentato con il re di Napoli Ferdinando I. Temendo ritorsioni da parte del re aragonese, Ludovico chiamò in aiuto il re di Francia Carlo VIII, che avanzava pretese sul Regno di Napoli per via di una lontana parentela con gli Angioini. COMPRENDO IL TESTO

Quale città alla fine del Quattrocento scatenò un nuovo conflitto nella penisola? a Firenze. b Venezia. c Milano.

Carlo VIII e il suo corteo.

DENTRO LA STORIA Lorenzo il Magnifico Lorenzo il Magnifico fu il più importante e celebre dei signori italiani del Quattrocento. Figlio di Piero de’ Medici, divenne signore di Firenze alla morte del padre, riuscendo a migliorare le istituzioni della città e rafforzarne il dominio sulla Toscana. Nel 1478 sfuggì alla congiura della famiglia rivale dei Pazzi, che cercarono di ucciderlo durante una messa nella chiesa di Santa Maria del Fiore. Politico abilissimo, strinse alleanza con varie città e forti legami con il papato, ricevendo dai pontefici l’incarico di gestire le finanze della Chiesa. Il secondogenito di Lorenzo, Giovanni, sarebbe addirittura diventato papa, nel 1513, con il nome di Leone X. La fama del Magnifico è però legata soprattutto alla sua attività di protettore delle arti e delle lettere.

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Egli stesso apprezzato poeta, ospitò a corte tutti i maggiori artisti e studiosi del tempo, consentendo loro di dedicarsi tranquillamente alle proprie attività: pittori come Botticelli e il Pollaiolo, lo scultore Verrocchio, poeti come Poliziano, i filosofi Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Sotto Lorenzo il Magnifico Firenze raggiunse il suo massimo splendore e divenne punto di riferimento artistico e culturale in tutta Europa.

Lorenzo il Magnifico.


Nel 1494 Carlo VIII scese in Italia con il suo esercito e conquistò il Regno di Napoli senza incontrare alcuna opposizione. Sulla via del ritorno, però, i Francesi furono battuti da una lega antifrancese formata da Venezia, Stato della Chiesa, Spagna, Austria e dallo stesso Ludovico il Moro, intimorito dai successi di Carlo. Carlo VIII dovette rinunciare alle sue conquiste, ma la facilità con cui aveva attraversato l’Italia era la più chiara testimonianza della debolezza del Paese e aprì la strada a nuove invasioni.

COMPRENDO IL TESTO Completa lo schema. CAUSA: debolezza degli Stati regionali italiani. CONSEGUENZA: nuove

La repubblica di Firenze Quando Carlo VIII aveva attraversato la Toscana nella sua spedizione contro il Regno di Napoli, Piero de’ Medici, figlio di Lorenzo, gli aveva concesso fortezze e intere città sperando così di evitare una guerra. Questa prova di debolezza scatenò però l’ira dei Fiorentini, che insorsero contro i Medici e instaurarono una repubblica. La figura dominante del nuovo governo fu quella del frate domenicano Girolamo Savonarola, che rappresentò la guida spirituale della città. Allo sfarzo e alla raffinatezza della corte dei Medici, il frate contrapponeva un rigido e severo stile di vita. Per questo fece bruciare beni di lusso e libri considerati immorali. Nel 1497 il papa Alessandro VI Borgia, che Savonarola aveva denunciato come corrotto, lo scomunicò e l’anno successivo lo fece giustiziare. Nel 1512 i Medici ripresero il controllo della città.

tatua di Girolamo Savonarola.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. All’interno dei comuni italiani varie fazioni si contendevano il potere.

V

F

b. Le signorie assomigliavano a repubbliche popolari.

V

F

c. La più importante signoria italiana fu quella di Genova.

V

F

d. Alla fine della «cattività avignonese» il papa non riuscì a recuperare il controllo sullo Stato pontificio.

V

F

e. Lorenzo il Magnifico diede un grande contributo allo sviluppo culturale e artistico di Firenze.

V

F

f. La pace di Lodi dimostrò che nessuna città italiana era in grado d’imporsi su tutte le altre.

V

F

Lavoro sulla carta 2. Indica sulla carta muta della Penisola italiana le maggiori signorie elencate nel testo.

Lezione 26 ( Il mosaico politico italiano

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LEZIONE

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Gli imperi d’Oriente

1 L’Impero cinese e l’invasione dei mongoli

Il grande Impero cinese domina l’Estremo Oriente L’Impero cinese nacque nel III secolo a.C. Nel VII secolo, dunque, vantava già una storia millenaria quando la dinastia Tang riuscì a consolidarne la potenza e a organizzarlo attraverso una rete di funzionari efficienti e preparati. I Tang procedettero anche a una significativa espansione territoriale dell’impero. Verso ovest, i Cinesi si fermarono solo davanti agli Arabi, che si stavano espandendo in direzione opposta: nel 751, gli Arabi sconfissero i Cinesi nella battaglia di Talas, in Asia centrale, bloccando per sempre la loro marcia verso Occidente.

La Cina non interrompe mai i suoi legami commerciali con l’Europa COMPRENDO IL TESTO Perché gli imperatori cinesi costruirono la Grande muraglia?

Impero cinese ed Europa rimasero legati da importanti rapporti commerciali. I mercanti viaggiavano lungo le rotte tra il golfo Persico e le coste dell’India e della Cina, oppure percorrevano la famosa via della seta con i loro carichi di merci. L’importanza di questi scambi per le città e i porti orientali è testimoniata dal fatto che gli imperatori cinesi cercarono sempre di proteggerli dalle minacce dei popoli nomadi, che dalle vicine steppe premevano sulle frontiere. La costruzione della Grande muraglia, iniziata già nel III secolo a.C., era il simbolo concreto di questo timore.

DENTRO LA STORIA La Grande muraglia Iniziata a costruire nel III secolo a.C., quando in Europa Roma cominciava a espandersi in Italia centrale, la Grande muraglia venne edificata per proteggere la Cina dall’invasione dei popoli nomadi, ma non si dimostrò particolarmente efficace. I Mongoli riuscirono infatti a oltrepassarla e a entrare nel territorio cinese. Lunga più di 6 000 chilometri e alta mediamente 10 metri, la muraglia è fatta di mattoni e lastre di pietra. Eretti a distanza regolare, i fortini servivano a conservare le scorte alimentari e le armi delle guarnigioni. Dalle torri era possibile lanciare segnali d’allarme, che venivano rimandati da fortino a fortino. L’ampiezza dei camminamenti che collegano i fortini è di ben 5,5 metri: potevano essere percorsi da quattro cavalli affiancati e permettevano dunque di spostare rapidamente rinforzi lungo la muraglia stessa.

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L’espansione dei Mongoli: Gengis Khan

Ritratto di Gengis han.

All’inizio del XIII secolo, i mongoli, un popolo nomade originario della Mongolia, attaccò l’Impero cinese. Il khan Temugin, meglio noto come Gengis Khan («signore oceanico», «universale»), iniziò allora la sua inarrestabile espansione grazie soprattutto a un’abilissima cavalleria: nel 1215 conquistò la Cina settentrionale e Cambaluc (Pechino), poi l’immensa regione dell’Asia centrale compresa tra il fiume Giallo e il mar Caspio. Il suo successore, il figlio Ogodai, si volse invece prima verso la Cina meridionale e la Corea, poi verso i principati russi, conquistando anche quelli di Kiev e di Mosca.

2 I successi e il crollo

dell’Impero mongolo

I Mongoli minacciano l’Europa Una volta raggiunte le immense steppe della Russia, i Mongoli si trovarono alle porte dell’Europa occidentale. Nel 1241 sconfissero l’esercito imperiale tedesco nella battaglia di Liegnitz; nel 1242 riportarono una vittoria su quello ungherese. Ormai nulla separava i Mongoli dal cuore dell’Europa occidentale e, infatti, essi continuarono nella propria marcia inarrestabile, fulminea e violentissima, giungendo sino alla costa adriatica della Penisola balcanica e seminando il panico in Occidente. Nel tentativo di fermare il pericolo mongolo con la diplomazia, il papa Innocenzo IV inviò un ambasciatore, il francescano Giovanni da Pian del Carpine, il quale tornò con l’ordine rivolto a tutti i sovrani occidentali di sottomettersi al khan. Ciononostante, la temuta invasione non si realizzò. La morte di Ogodai interruppe l’espansione dei Mongoli verso Occidente. I cavalieri mongoli si diressero invece contro la Cina meridionale e il Medio Oriente musulmano. Nel 1258 espugnarono Baghdad e da lì avanzarono verso la Siria e l’Egitto, dove nel 1260 subirono la loro prima sconfitta per mano dei Turchi mamelucchi.

La con uista di Baghdad da parte di lag han.

Lezione 27 ( Gli imperi d’Oriente

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LEZIONE LEZIONE

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Pechino diventa la nuova capitale Nel 1264 Qubilai, nipote di Gengis, era diventato khan. Nei trent’anni successivi Qubilai guidò i Mongoli alla conquista dell’intera Cina, stabilendo la nuova capitale a Pechino. Il nuovo impero cino-mongolo univa il nord e il sud dell’Estremo Oriente. Qubilai diede inizio a una nuova dinastia, quella degli Yuan. È proprio in questo periodo che si collocano i viaggi di Marco Polo raccontati nel Milione.

Alla morte di Qubilai l’Impero mongolo si dissolve

Marco Polo incontra Qubilai han.

L’Impero mongolo costruito da Gengis Khan e dai suoi successori fu il più grande della storia dell’umanità. Proprio per questo era molto difficile conservarne l’unità. Nel 1293, alla morte di Qubilai, l’impero si divise in quattro khanati (regni): • il Khanato degli Yuan, che includeva Cina, Mongolia, Tibet, Manciuria e Corea; • il Khanato di Ciagatai, nell’Asia centrale; • il Khanato dell’Orda d’oro (da ordu, «accampamento imperiale») nella Russia meridionale e nella regione del fiume Volga; • il Khanato degli Ilkhan («khan provinciali»), che si estendeva dall’Iran all’Anatolia.

LAVORO SULLA CARTA L’Impero mongolo Partendo dalla Mongolia, Gengis Khan riuscì a creare un impero immenso, ben più grande di quelli antichi di Alessandro Magno o di Roma. I suoi successori lo ingrandirono ancora, arrivando alle porte dell’Europa occidentale. Alla morte di Qubilai Khan, l’impero fu diviso in quattro khanati, ognuno dei quali aveva comunque dimensioni straordinarie. I quattro khanati corrispondevano a quattro diverse aree geografiche e culturali: l’Asia orientale (Khanato degli Yuan), l’Asia centrale (Khanato di Ciagatai), gli Urali e la Russia europea (Khanato dell’Orda d’oro) e infine la Persia e la Mesopotamia (Khanato degli Ilkhan). Rispondi alla domanda. • Osserva con attenzione la carta che mostra l’espansione dell’Impero mongolo, quindi confrontala con un atlante contemporaneo. Su quali nazioni si estenderebbe oggi l’Impero mongolo? ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


3 L’avanzata ottomana e la caduta di Costantinopoli

I popoli turchi Nei secoli in cui in Europa si andavano strutturando gli Stati nazionali e in Asia dilagava l’Impero mongolo, nel Vicino Oriente il potere veniva assunto da vari popoli di origine turca e di fede musulmana. Ai Turchi selgiuchidi che, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, si erano insediati in Iran espandendosi nei territori confinanti, si erano affiancati: • i mamelucchi, una casta militare turca di origine servile (in arabo mamluk), che governò dal 1250 in Egitto e in Siria; • i turcomanni, che costruirono un vasto impero tra le montagne dell’Anatolia (Turchia), le steppe iraniche e le regioni del mar Caspio; • gli ottomani, una tribù così chiamata dal nome del capostipite Otman, che aveva fondato un piccolo regno in Bitinia, una regione pericolosamente vicina a Costantinopoli. Alla fine del XIV secolo gli Ottomani, grazie alla forza del loro esercito, cominciarono la loro espansione dall’originaria Bitinia a tutto il Mediterraneo orientale: nel 1389, nella battaglia del Kosovo, strapparono ai Bizantini i loro possedimenti nella Penisola balcanica; quindi s’impadronirono della Bulgaria, minacciando sempre più diretAscia appartenente a un tamente Costantinopoli. guerriero mamelucco, XV secolo.

COMPRENDO IL TESTO Quale tra i diversi popoli turchi s’insediò in Egitto e in Siria?

Tamerlano viene celebrato dai suoi uomini dopo la battaglia di Ankara.

L’avanzata ottomana è arrestata da Tamerlano All’inizio del XV secolo l’espansione ottomana venne per un momento arrestata da Tamerlano. Questi era un condottiero turco che si presentava come erede diretto di Gengis Khan e che, per questo motivo, intendeva riunificare l’Impero mongolo. Fu così che, nella seconda metà del XIV secolo, Tamerlano guidò il suo esercito a sottomettere parte della Persia e l’Orda d’oro, per poi dirigersi verso Oriente, annettendo ai suoi territori la Mesopotamia e arrivando a toccare l’India. A quel punto, Tamerlano tornò verso Occidente dove, nel 1402, nella battaglia di Ankara si scontrò con l’esercito ottomano, riportando una grande vittoria e arrivando addirittura a catturare il sultano. Nell’arco di pochi decenni, dunque, Tamerlano fu in grado di fondare un impero enorme, che aveva come capitale Samarcanda e che si estendeva su gran parte dell’Asia centrale fino al Medio Oriente.

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LEZIONE LEZIONE

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La fine dell’Impero bizantino

COMPRENDO IL TESTO Quale grande impero finì la sua secolare storia con la conquista turca di Costantinopoli? a L’Impero bizantino. b L’Impero mongolo. c L’Impero ellenistico.

L’Impero di Tamerlano ebbe però vita breve: nel 1405 infatti, in seguito alla sua morte, esso si sfaldò rapidamente. Fu allora che gli Ottomani poterono riprendere il loro processo di espansione, dilagando in Anatolia e tornando a minacciare l’Impero bizantino. Nei decenni successivi, gli imperatori di Bisanzio invocarono più volte l’aiuto degli Stati occidentali contro i Turchi. Nel 1439 l’imperatore Giovanni VIII Paleologo accettò addirittura di porre fine allo scisma d’Occidente e di sottomettere la Chiesa orientale a quella di Roma. I suoi sforzi furono vani. Dall’Europa occidentale nessuno scese in soccorso dei Bizantini. Nel frattempo, gli Ottomani, guidati da Maometto II, continuarono la loro avanzata e, nel 1453, arrivarono alle porte di Costantinopoli. L’assedio finale durò poco più di un mese, dai primi di aprile al 29 maggio, quando infine la capitale venne conquistata. Le antiche mura non ressero al fuoco dei cannoni turchi e la città fu conquistata dai giannizzeri, un eccellente corpo scelto di militari.

Le truppe di Maometto II assediano Costantinopoli.

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


L’Impero ottomano La caduta di Costantinopoli segnò una svolta storica perché poneva fine alla millenaria vicenda dell’Impero bizantino. Mille anni dopo quello Occidentale, anche l’ultimo erede dell’Impero romano cessava di esistere. Per Bisanzio iniziava una nuova era. La città diventò la capitale dell’Impero ottomano con il nome di Istanbul (anche se il nome Costantinopoli continuò a essere usato fino al XX secolo) e nel giro di pochi anni rifiorì. L’avanzata di Maometto II non si fermò però a Costantinopoli: negli anni successivi, i Turchi completarono la conquista del territorio un tempo in mano ai Bizantini, assoggettando la Grecia e l’intera regione attorno al mar Nero, dove entrarono in possesso anche di molte delle colonie genovesi e veneziane. Nel 1461, con la conquista turca di Trebisonda, una città che si affaccia sul mar Nero, cadeva anche l’ultimo avamposto cristiano nella regione. Oltre a consolidare il controllo sull’Anatolia, i Turchi si espansero anche nei Balcani, sottomettendo la Serbia. Nel 1480 Maometto II arrivò a minacciare direttamente l’Italia, allestendo una spedizione contro Otranto. Alla sua morte, avvenuta nel 1481, l’Impero ottomano era oramai diventato la principale potenza del Mediterraneo orientale, una potenza che nei decenni successivi avrebbe continuato a impensierire l’Italia e l’Europa occidentale e destinata a svolgere un ruolo di primo piano per i secoli a venire.

Ritratto di Maometto II.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Collega con una freccia ciascun termine alla sua spiegazione. a. Via della seta

1. Bastione difensivo eretto dall’Impero cinese.

b. Grande muraglia

2. Soldati ottomani.

c. Khanato

3. Rotta mercantile tra Asia ed Europa.

d. Giannizzeri

4. Frazione amministrativa del regno mongolo.

Mi oriento nel tempo 2. Completa le seguenti frasi, poi inseriscile correttamente sulla linea del tempo. 1. L’Impero mongolo si divide in quattro 3. I Turchi ottomani conquistano

1215 ....

1260 ....

– 2. Gengis Khan conquista la – 4. I Mongoli sono sconfitti dai Turchi

1293

1453

....

....

settentrionale –

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù 1

Le nuove armi da guerra Nel corso del Quattrocento, grazie alla creazione di nuove armi e, in particolare, in seguito alla diffusione della polvere da sparo, il modo di fare la guerra cambia radicalmente. A farne le spese non sono solo i tradizionali ideali cavallereschi, ma anche le antiche fortezze medievali, oramai incapaci di resistere alla potenza dei cannoni.

LA POLVERE DA SPARO CAMBIA LA GUERRA

All’inizio dell’età moderna la tecnologia militare non aveva compiuto grandi passi in avanti rispetto all’antichità. Dal punto di vista tecnico le armi al massimo avevano migliorato la loro resistenza grazie a una migliore fusione dei metalli. In Occidente le cose cambiarono rapidamente con l’impiego della polvere da sparo: conosciuta fin dal IX secolo in Cina, la polvere da sparo cominciò a essere usata in Europa fra Trecento e Quattrocento. Un artigiano intento a fabbricare la polvere da sparo.

2

LE PRIME ARMI DA FUOCO

In origine, le armi da fuoco venivano utilizzate per colpire bersagli facili come porte o grandi cancellate, e spesso si affiancavano, senza però sostituirle, alle antiche armi pesanti (balestre, catapulte) che per tutto il XV secolo continuarono a essere impiegate negli assedi alle città. In Europa, una delle prime occasioni in cui la nuova tecnologia venne usata fu la battaglia di Crecy, nel 1346, durante la guerra dei Cent’anni. Alla fine del secolo, però, la potenza delle nuove armi da fuoco era ormai incontrastata, grazie alla scoperta della maggior efficacia della polvere da sparo preparata in piccoli granuli e dei proiettili di ferro e piombo impiegati al posto delle pietre. La diffusione delle armi da fuoco cambiò radicalmente l’«arte della guerra»: piazzeforti che avevano resistito in passato a lunghissimi assedi, venivano ora facilmente espugnate. Un cronista dell’epoca osservava: «Grandi città che, a parte la fame, avrebbero potuto reggere a qualsiasi nemico per un anno, ora cadevano nel giro di un mese». L’assedio di Rouen, miniatura del XV secolo.

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3

LA CADUTA DI COSTANTINOPOLI

Alla metà del Quattrocento, la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi guidati da Maometto II mostrò al mondo intero la potenza delle nuove armi da fuoco. Per oltre un millennio, le mura di Costantinopoli avevano resistito ad assedi di ogni tipo senza venire scalfite. Esse non poterono nulla contro le bocche di fuoco turche. L’esercito ottomano era infatti dotato di un cannone capace di sparare proiettili di 6 quintali, che letteralmente sbriciolarono le difese bizantine.

Istanbul, resti delle mura teodosiane di Costantinopoli. Dopo aver resistito a numerosi assedi, uesta linea difensiva fu sgretolata dai cannoni di Maometto II.

4

L’ARTIGLIERIA NAVALE

Anche la guerra per mare subì profonde trasformazioni: le navi da guerra ora dovevano essere progettate per ospitare schiere di bocche da fuoco sulle loro fiancate. Le prime testimonianze circa l’impiego di armi da fuoco sulle navi da guerra risalgono a metà XIV secolo quando, secondo un testimone, alcuni vascelli spagnoli «ospitavano tutto quanto serviva alla loro difesa», cioè balestre e colubrine (cannoni pesanti in grado di lanciare proiettili a più di 2 chilometri di distanza). Un secolo più tardi tale armamento diventò «di serie»: le galee della flotta del duca di Borgogna erano armate ognuna con cinque cannoni pesanti di un metro di lunghezza, dotati di «tre camere di caricamento intercambiabili fra tutti i cannoni». L’introduzione di armi pesanti costrinse l’ingegneria navale a modificare la struttura dello scafo per sostenere la nuova dotazione. Lo sperone dell’antica galea mediterranea fu sostituito con una piattaforma di prora che in genere ospitava un cannone pesante e quattro o cinque pezzi leggeri; inoltre, modificando la struttura dei remi (più grandi e azionati da tre uomini), aumentò il numero degli addetti alla navigazione e dei soldati-rematori. Nave da guerra del Settecento, dipinto del XX secolo.

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P CI AR TT OL AD E IN DE AN LLA ZA

Stato Stato è una parola che incontriamo spesso quando studiamo storia e, ancor più, nella vita quotidiana. Ma che cosa è di preciso uno Stato? Oggi lo Stato è costituito da una comunità di persone che vive in modo organizzato su un determinato territorio e obbedisce a un’autorità politica, che fa le leggi e le fa rispettare.

LO STATO È SEMPRE ESISTITO?

Gli Stati antichi Secondo alcuni storici, lo Stato è sempre esistito: ovunque vi fossero comunità organizzate che obbedivano a un potere (del re, dell’imperatore, di un’assemblea) vi era una qualche forma di Stato. Secondo altri storici, invece, lo Stato «moderno», il più diretto antenato degli Stati attuali, nacque in Europa tra fine Medioevo e inizio dell’età moderna. Questo nuovo tipo di Stato nacque con la formazione delle monarchie nazionali che sostituirono le organizzazioni medievali del potere: il sistema feudale e i poteri universali della chiesa e dell’impero. Con le monarchie nazionali si affermarono diversi elementi che fanno parte degli Stati moderni, mentre ne mancano altri, oggi considerati essenziali, che vedremo alla fine.

I confini precisi del territorio Se ricostruiamo su una carta geografica i confini di un regno medievale, vediamo che non sono molto precisi. Quei regni assomigliano a un mosaico di territori: su alcuni di essi il sovrano esercitava un potere diretto; su altri un potere meno diretto perché vi governano signori feudali a lui più o meno obbedienti. Nelle monarchie nazionali, invece, il potere del re si estendeva su un territorio preciso e delimitato da confini, come oggi. Quasi sempre, le persone che vivevano nel territorio avevano lingua e tradizioni simili. Col passare del tempo, l’appartenenza a uno stesso Stato ha reso più forti i legami culturali e i popoli sono diventati «nazioni» (dal latino natio, comunità di persone della stessa etnia, con la stessa lingua e la stessa cultura e tradizioni). Elisabetta I nomina cavaliere il navigatore Francis Drake, dipinto del XVI secolo.

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La concentrazione del potere Nel sistema feudale il potere era diviso tra molte figure. Tutti riconoscevano la superiorità del re, ma solo in modo teorico. Nei propri territori, i signori feudali creavano proprie leggi, amministravano la giustizia, non pagavano certi tributi. Dopo il Mille, anche molte città diventarono autonome, quasi dei piccoli Stati. Con i signori o con i comuni, il sovrano medievale doveva stipulare accordi e concedere qualcosa in cambio di qualcos’altro. Nelle monarchie nazionali, viceversa, il potere del re diventò sempre più assoluto.

Il monopolio della forza Nei regni feudali, nei feudi e nei comuni, esistevano truppe di armati che obbedivano ai poteri locali. A poco a poco, nelle monarchie nazionali il controllo della «forza» per difendere i confini o far rispettare le leggi, si concentrò nelle mani del re. Oggi, in teoria, solo lo Stato può usare la forza.

I funzionari Nei regni feudali i funzionari pubblici erano pochi e poco organizzati. Nelle monarchie nazionali, viceversa, si creò un apparato di funzionari ai diretti ordini del potere centrale.


La corona imperiale di ttone I.

LO STATO ATTUALE

Dallo Stato del sovrano allo Stato dei cittadini Gli elementi che abbiamo appena preso in considerazione continuano a esistere negli Stati attuali, per esempio l’Italia. Tra quello che accadeva nel passato e la situazione odierna, tuttavia, ci sono alcune fondamentali differenze. La principale è costituita dal fatto che nelle monarchie del tardo Medioevo, e poi in quelle dell’età moderna fino al secolo XVIII, il potere dello Stato coincideva esattamente con quello del sovrano. Lo Stato, in altre parole, era una specie di proprietà personale del monarca: in epoca moderna ciascun re poteva ereditare o cedere ad altri sovrani i suoi domini e i suoi poteri a seguito di matrimoni o di accordi. Inoltre il potere era, almeno in teoria, illimitato. Tutte le decisioni, in linea di principio, spettavano al sovrano e i suoi sudditi non potevano condizionarlo in nessun modo.

Il potere dei cittadini Nella maggior parte degli Stati contemporanei il potere non è la proprietà personale di un singolo e il popolo è formato da «cittadini», cioè da persone che hanno il potere di stabilire le leggi e i modi in cui lo Stato deve funzionare. Nel corso dei secoli, gli Stati europei, e prima ancora gli Stati Uniti d’America, si sono dati regole, dette costituzioni, che stabiliscono che il potere dello Stato appartiene ai popoli, viene cioè «dal basso» e non «dall’alto».

CAMPO SEMANTICO I termini elencati qui sotto costituiscono una parte del campo semantico legato all’argomento di questo approfondimento. A coppie o piccoli gruppi leggete queste parole, ricercate nel dizionario quelle che non conoscete e arricchite l’elenco con altri termini che vi vengono in mente.

i su ddit cittadini

hia monarc

costituzione anarchia

leggi

repubblica

dittatura

oligarchia

divisione dei poteri assolutismo

RIFLETTIAMO INSIEME Utilizzate le seguenti domande per condurre una discussione in classe e confrontare le vostre idee. 1. Come si presentavano i confini dei regni medievali? 2. Qual è il ruolo dei cittadini nello Stato attuale? 3. Qual è la differenza fra cittadini e sudditi?

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna

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SI M NTE AP S PA I E

DIDATTICA INCLUSIVA

Lezione 24 La grande crisi del 14° secolo

BES

Nel Trecento lo sviluppo della popolazione e dell’economia che aveva caratterizzato i secoli precedenti si interruppe. Si verificarono numerose carestie e gravi epidemie. A metà secolo, inoltre, l’Europa fu travolta dall’arrivo della peste che procurò la morte di circa 25 milioni di persone. La crisi agricola fu superata solo con l’introduzione nelle campagne di molte novità: nelle colture (luppolo, lino, canapa ecc.), negli strumenti (falce a manico lungo), nei contratti (mezzadria). Lezione 25 Gli Stati nazionali fra 14° e 15° secolo Le due potenze europee più importanti, Francia e Inghilterra, si fronteggiarono in un conflitto durato 100 anni che si concluse con la vittoria dei Francesi. Le monarchie nazionali consolidarono il proprio potere ponendo le basi del futuro Stato moderno: le sue caratteristiche erano la piena sovranità, una burocrazia e un sistema di tassazione efficienti, un esercito permanente. Così avvenne nella Francia dei Valois, nell’Inghilterra dei Tudor, in Portogallo e in Spagna, da dove gli Arabi furono definitivamente cacciati. In Europa orientale si formarono nuovi regni: Ungheria, Polonia, Boemia e il principato di Mosca. Lezione 26 Il mosaico politico italiano In Italia centro-settentrionale si passò dal governo comunale a quello signorile, che assicurava maggiore stabilità perché il potere era concentrato nelle mani di un solo uomo. Alcune di queste signorie estesero notevolmente i loro territori e si trasformarono in principati guidati da dinastie familiari. L’Italia centrale era invece sotto il dominio del Papa e quella meridionale fu unificata dagli Aragonesi. Molti furono i conflitti in questi anni e solo nel 1454, con la pace di Lodi, si creò una sorta di equilibrio politico e militare tra potenze italiane. Lezione 27 Gli imperi d’Oriente Nel corso del Medioevo il più importante impero d’oriente fu quello cinese, che ebbe intensi rapporti commerciali con l’Europa. All’inizio del 13° secolo esso dovette fronteggiare i Mongoli di Gengis Khan, che diede vita a un impero immenso esteso dall’Europa alle coste asiatiche dell’oceano Pacifico. Anche l’Impero ottomano andò consolidando il proprio potere e nel 1453 conquistò Costantinopoli, che diventò la nuova capitale degli Ottomani con il nome di Istanbul.

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Aragonesi – Impero bizantino – Epidemie – Burocrazia – Centro-Nord – Impero ottomano

Crisi del Trecento

VERSO L’ETÀ MODERNA

Carestie

Peste in Oriente

Europa

Le monarchie

Impero mongolo

sviluppano Sovranità salda

Esercito permanente

Italia

Sistema di tassazione

si creano le basi dello

Sottomette

Signorie e Stati regionali Centro

Stato della Chiesa

Sud Stato moderno

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna

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VE RI FI CA

1. Rispondi alle domande che si riferiscono alla guerra dei Cent’anni. a. Tra chi si combatté il conflitto?

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b. Perché iniziò la guerra?

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c. Qual era la situazione nel 1360, alla firma della pace di Bretigny?

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d. Chi cambiò le sorti del conflitto? In che modo?

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................................................................................................................................................................................................................................................................

e. Come si concluse la guerra? ............................................................................................................................................................................................ .................................................................................................................................................................................................................................................................

2. Completa il testo che riassume le vicende delle maggiori signorie italiane. A ……………………………….....................……, dopo le guerre tra guelfi e ghibellini per il governo del comune, era scoppiata nel 1378 la violenta rivolta dei «……………………………….....................……», i lavoratori della lana che non appartenevano a nessuna arte e rivendicavano, assieme agli artigiani delle Arti minori, un ruolo politico all’interno del governo cittadino. Dopo un successo iniziale, la sommossa fu repressa nel sangue. La città visse periodi di lotte e scontri fino al 1434, quando si affermò la signoria dei ……………………………….....................……. A ……………………………….........…… si affermò per prima la signoria dei Della Torre (1240). Dopo quarant’anni di lotte, il potere passò ai ……………………………….....................…… che fecero della città la più potente signoria italiana: nel 1395, sotto Gian Galeazzo, la città giunse a dominare l’attuale Lombardia, alcune zone del Piemonte e del Veneto e alcune città dell’Italia centrale. Verso la metà del XV secolo, alla morte del figlio di Gian Galeazzo, il ducato passò nelle mani di suo genero, l’astuto e ambizioso condottiero Francesco ……………………………….................. In ……………………………….....................…… l’antica famiglia feudataria dei ……………………………….....................…… nel XIV secolo diede vita a una grande signoria che, con la conquista di Nizza nel 1388, si assicurò un importante sbocco sul mare. nel XIV secolo aveva conquistato il pieno controllo commerciale del Nel XV secolo l’espansione dei Turchi la obbligò a spostare i propri interessi verso la terraferma: acquisì il controllo dell’entroterra veneto e di alcuni territori dell’attuale Lombardia e in pochi decenni la città divenne un’importante potenza regionale.

……………………………….....................……

……………………………….....................…….

3. Completa i seguenti periodi con il pronome relativo opportuno. a. La riduzione degli allevamenti provocò la mancanza di concimi …………………………… erano indispensabili per la fertilità dei campi. b. Le terapie ……………………………………… i medici del XIV secolo tentarono di arginare l’epidemia di peste erano totalmente inadeguate. c. I Cinesi costruirono una gigantesca fortificazione …………………………… fu dato il nome di Grande muraglia. d. Lorenzo il Magnifico riuscì a concludere la pace di Lodi grazie …………………………… l’Italia visse un periodo di tranquillità.

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


4. Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere o false. Riscrivi sul tuo quaderno le affermazioni che ti sembrano false e correggile. a. I principati di Novgorod e Kiev all’inizio del Duecento si unirono in un unico regno.

V

F

b. I Mongoli furono sconfitti dalle popolazioni russe e respinti oltre il confine dei principati dell’Europa orientale.

V

F

c. Il dominio mongolo permise alla Russia di rafforzare i rapporti con i regni dell’Europa occidentale.

V

F

d. Le popolazioni di Ungheria, Boemia e Polonia erano pagane e furono assoggettate facilmente dai Turchi.

V

F

e. La Polonia non riuscì mai a uscire dall’orbita dell’Impero germanico.

V

F

f. La Boemia era indipendente dall’Impero germanico dall’XI secolo.

V

F

g. Nella seconda metà del Trecento, Polonia e Lituania costituirono una grande monarchia degli slavi del Nord.

V

F

h. Anche nell’Europa orientale si costituirono nel Trecento Stati nazionali centralizzati, grazie alla presenza di una borghesia solida.

V

F

5. Completa la seguente tabella indicando quale tipo di governo guidava i cinque principali Stati italiani al momento della pace di Lodi. Stato

Forma di governo

Milano

…………………………………………………………………......…

Venezia

…………………………………………………………………......…

Firenze

…………………………………………………………………......…

Stato pontificio

…………………………………………………………………......…

Regno di Napoli

…………………………………………………………………......…

6. Date le definizioni, scrivi il termine corrispondente. a. Forma di governo affermatasi nell’Italia centro-settentrionale dalla fine del XIII secolo con l’accentramento dei poteri nelle mani di un’unica persona: ……………………………….....................…… b. Bande di soldati mercenari guidati da un condottiero: ……………………………….....................…… c. Stati di ampia estensione territoriale formatisi in Italia nel XIV secolo: ……………………………….....................…… 7. Colloca sulla linea del tempo i seguenti avvenimenti nella corretta successione temporale. 1. Guerra delle Due rose in Inghilterra – 2. Arrivo della peste in Europa – 3. Conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi – 4. Gli Arabi vengono cacciati dalla Penisola iberica – 5. Divisione dell’Impero mongolo in khanati – 6. Inizio della signoria dei Medici a Firenze

1200

1300

....

1400

....

1500

....

....

....

....

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna

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VE RI FI CA

8. Stabilisci le relazioni esistenti tra le seguenti affermazioni, unendo con una freccia numero e lettera corrispondenti. a. Cancellazione della tradizione agricola araba e sostituzione delle coltivazioni con terreni a pascolo. 1. Inghilterra b. Realizzazione dei «campi chiusi» in cui pascolavano 2. Spagna gli animali. 3. Germania c. Introduzione di nuove colture destinate all’uso 4. Francia e altre zone d’Europa

industriale: lino, canapa, piante per la colorazione dei tessuti. d. Coltivazione del luppolo, destinato alla produzione di birra.

9. Esegui sulla carta le seguenti operazioni. Puoi cercare informazioni sui luoghi citati nel testo su un atlante o su internet. • Indica con un colore il territorio di provenienza di Gengis Khan. • Indica con un altro colore il territorio di origine degli Ottomani. • Indica le città di Costantinopoli, Baghdad, Samarcanda.

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Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna


FACCIAMO STORIA INSIEME

Quando la storia entra nella vita di un poeta

Tipo di documento: affresco Autore: Domenico di Michelino Epoca: XIV secolo

Il testo riporta uno dei più celebri passi della Divina Commedia, quello in cui Dante descrive Roma piangente. L’affresco raffigura il poeta e la sua opera più famosa. Tipo di documento: testo Autore: Dante Alighieri Epoca: XIV secolo

O Alberto tedesco ch’abbandoni costei ch’è fatta indomita e selvaggia, e dovresti inforcarli suoi arcioni, […] Vieni a vedere la tua Roma che piagne vedova e sola, e dì e notte chiama: “Cesare mio, perché non m’accompagne?”

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver analizzato il testo e l’immagine, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni. 1. Il personaggio al centro dell’affresco è il poeta Dante Alighieri: che cosa ha in mano? 2. Com’è definito Alberto, il personaggio al quale si rivolge il poeta? 3. Quando Dante dice «costei», si riferisce alla Penisola italiana. Com’è diventata? Com’è Roma e che cosa chiede piangendo? 4. Su internet, o in biblioteca, prova a cercare informazioni su «Alberto tedesco». In particolare cerca di capire di chi si tratta e perché Dante, rivolgendosi a lui, scrive «tua» Roma.

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. Nella Divina Commedia, il capolavoro della poesia medievale scritto dal fiorentino Dante Alighieri fra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, il poeta descrive spesso personaggi e avvenimenti che hanno a che fare con la storia politica di Firenze e dell’Italia del suo tempo. 1. Fate una ricerca in internet e cercate di capire se Dante parteggiava per i guelfi o per i ghibellini. 2. Nel XX e nel XXI secolo molti intellettuali, poeti e scrittori hanno pagato un prezzo molto alto alla libertà dell’arte e del pensiero, finendo perseguitati a causa del loro lavoro artistico e creativo. Dividete la classe in tre gruppi e fate una ricerca su: • Salman Rushdie; • Federico Garcia Lorca; • Boris Pasternak. Ogni gruppo tracci una breve sintesi della vita e dell’attività di ciascun artista e indichi il regime che lo ha perseguitato.

Unità 8 ( Dal Medioevo all’età moderna

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UNITÀ

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L’Umanesimo e il Rinascimento Tra la fine del XIV e il XVI secolo l’Europa attraversò una stagione di straordinaria fioritura culturale, che ebbe come centro la Penisola italiana. L’Umanesimo e il Rinascimento riscrissero la tavola dei valori dell’esistenza umana, rinnovando profondamente la cultura medievale. L’essere umano divenne il centro dell’universo, la misura ultima di tutte le cose: attraverso la ragione, gli uomini potevano leggere e interpretare il «libro della natura» e, in tal modo, onorare Dio; grazie al pensiero degli antichi e alle opere dei classici greci e romani, riscoperte con l’aiuto della filologia, potevano conoscere e imitare il loro straordinario modello di saggezza e di virtù. Le corti italiane, dove i principi mecenati finanziavano l’opera degli artisti e dei filosofi, divennero lo spazio in cui si manifestò in modo più organico la cultura umanistica e rinascimentale.

1450-1490 Firenze e le corti italiane diventano il cuore della civiltà europea

1400

1500 1456

1482

1499

Il tedesco Johannes Gutenberg fabbrica le prime lettere di piombo (caratteri tipografici)

Leonardo da Vinci si trasferisce a Milano

Michelangelo scolpisce la Pietà di San Pietro in Vaticano

Che cosa sai già… v La crisi del Trecento segna un punto drammatico

della storia europea: epidemie e carestie decimano la popolazione. I sopravvissuti cercano un «nuovo inizio». v La Penisola italiana segue una linea di sviluppo diversa da quella dei maggiori Stati europei: politicamente l’Italia è frammentata in tanti Stati regionali.

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Università e centri accademici si sviluppano in gran parte del continente.

Nel Quattrocento in Italia nasce una nuova cultura, quella umanistica, che rapidamente si diffonde in tutta Europa.

1500

1600 1513

1543

Niccolò Machiavelli scrive il trattato di filosofia politica Il Principe

Niccolò Copernico scrive Le rivoluzioni delle sfere celesti, con cui rivoluziona la scienza astronomica

…e che cosa imparerai v Tra la fine del XIV e il XVI secolo l’Europa, e specialmente l’Italia, attraversano

una straordinaria stagione di sviluppo culturale e sociale. v Umanesimo e Rinascimento affermano una nuova centralità dell’essere umano nell’universo, richiamandosi alla grandezza della cultura classica greco-romana. v Le corti italiane sono lo spazio in cui «va in scena» la cultura umanisticorinascimentale.

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LEZIONE

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L’Umanesimo

1 La nascita dell’Umanesimo Un nuovo modo di pensare

LAVORO SULLA LINGUA Scrivi la definizione di ciascuna professione; per quelle che non conosci usa il vocabolario. • Mercante: ............................................. ....................................................................

• Artigiano: .............................................. ....................................................................

• Notaio:

...................................................

....................................................................

• Avvocato: .............................................. ....................................................................

• Banchiere: ............................................ ....................................................................

Nel XIV secolo l’Europa aveva dovuto affrontare numerose carestie ed epidemie di peste, che l’avevano gettata in una profonda crisi. Alla fine del secolo la situazione tornò lentamente alla normalità: l’agricoltura si riprese e i commerci rifiorirono. Le città tornarono a essere il punto d’incontro di mercanti e viaggiatori provenienti dai diversi Paesi. Nelle piazze cittadine gli uomini discutevano delle vicende della comunità. I protagonisti della vita cittadina erano soprattutto mercanti, artigiani, notai, avvocati e banchieri, cioè coloro che avevano saputo, con il loro lavoro e con il loro ingegno, dare impulso alle varie attività economiche. Verso la fine del secolo proprio in questi ambienti urbani si diffuse un nuovo modo di pensare. Gli uomini cominciarono a considerare sotto una nuova luce se stessi e il mondo in cui vivevano: volevano costruire il loro destino con le proprie forze e desideravano vivere da protagonisti la loro esistenza.

La centralità dell’uomo

COMPRENDO IL TESTO Il movimento dell’Umanesimo sosteneva la centralità dell’essere umano. Sottolinea nel testo il pensiero di Pico della Mirandola che spiega questo concetto.

Nel Medioevo gli uomini colti si erano occupati quasi solo di questioni religiose, del rapporto tra Dio e gli uomini. Ora, invece, cominciavano a dare importanza a quei campi del sapere che riguardavano la vita terrena, come per esempio le scienze naturali o le discipline storiche. Nacque così un movimento che pose l’essere umano, con la sua intelligenza e le sue capacità creative, al centro dell’universo. Questo movimento prese il nome di Umanesimo, dall’espressione latina humanae litterae, che indica appunto la letteratura che ha per oggetto l’uomo. L’Umanesimo affermava la fiducia dell’uomo nella sua autonomia e nelle sue capacità d’intervenire nella vita terrena per modificarla e migliorarla. Secondo Giovanni Pico della Mirandola, grande filosofo dell’epoca, Dio aveva posto l’uomo al centro dell’universo e lo aveva dotato della ragione proprio perché potesse scegliere liberamente il proprio destino. Ritratto di Giovanni Pico della Mirandola, umanista e filosofo italiano.

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Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


2 I princìpi dell’Umanesimo Gli umanisti studiano i classici greci e latini Questo nuovo modo di pensare traeva ispirazione dalla cultura del mondo classico greco e romano, cioè di quell’insieme di testi e di opere realizzato nel millennio compreso tra il V secolo a.C. e il V secolo d.C. Era in quel periodo della storia antica che si erano perfezionati gli ideali di armonia, di virtù e di responsabilità civile dell’essere umano. Lo studio delle humanae litterae, cioè della letteratura antica (poesia, storia, filosofia), fu considerato fondamentale per la corretta e completa formazione dell’uomo e per questo motivo gli uomini dotti che se ne occupavano furono chiamati umanisti. Gli umanisti si dedicarono all’appassionato recupero dei testi antichi. Spesso questi testi erano rinchiusi nelle biblioteche dei monasteri, dov’erano stati conservati e trascritti.

COMPRENDO IL TESTO Che cosa recuperarono gli umanisti dalla tradizione grecoromana? Sottolinea il passo che ti consente di rispondere.

Manoscritto riportante un’opera di Cicerone riscoperto e studiato da Poggio Bracciolini.

LAVORO SULLA FONTE La riscoperta di Quintiliano Poggio Bracciolini è uno dei più importanti umanisti del Quattrocento. In questo brano, tratto da una lettera inviata all’amico Guarino Guarini, egli racconta il fortunoso ritrovamento dell’opera di Quintiliano, uno dei più importanti scrittori latini. Solo il discorso è quello per cui perveniamo ad esprimere la virtù dell’animo, distinguendoci dagli altri animali […]. E, molti essendo gli autori latini, come sai, egregi nell’arte di perfezionare e adornare il discorso. Fra tutti illustre e ed eccellente fu M. Fabio Quintiliano […]. Ma egli presso noi italiani era così lacerato, così mutilato, per colpa, io credo, dei tempi, che in lui non si riconosceva più aspetto alcuno. […] Un caso fortunato per lui [vale a dire per l’opera di Quintiliano], e soprattutto per noi, volle che, mentre ero ozioso a Costanza, mi venisse il desiderio di andare a visitare […] il monastero di San Gallo, a circa venti miglia. Perciò mi recai lì per distrarmi, ed insieme per vedere i libri di cui si diceva vi fosse un gran numero. Ivi, in mezzo a una gran massa di codici che sarebbe lungo enumerare, ho trovato Quintiliano ancor salvo ed incolume, ancorché tutto pieno di muffa e di polvere. Quei libri infatti non stavano nella biblioteca, come richiedeva la loro dignità, ma quasi in un tristissimo carcere, nel fondo di una torre, in cui non si caccerebbero neppure i condannati a morte.

Rispondi alle domande. 1. In quale disciplina eccelleva Quintiliano? a Filosofia

b Matematica

c Diritto

d Arte del discorso

2. In quale luogo Poggio Bracciolini ritrova, del tutto fortunosamente, l’opera di Quintiliano?

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3. Dov’era conservato il codice con l’opera di Quintiliano?

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Lezione 28 ( L’Umanesimo

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LEZIONE LEZIONE

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La filologia aiuta a interpretare correttamente i testi antichi COMPRENDO IL TESTO

In quale Paese si sviluppò l’Umanesimo? a Italia. b Francia. c Spagna.

Gli umanisti scovarono quei testi dimenticati e li studiarono in modo nuovo: la novità consisteva nel fatto che essi non volevano più trovare in quelle pagine antiche la conferma delle verità religiose in cui credevano (com’era avvenuto nel Medioevo), ma volevano scoprirne il vero significato. Fu per questa ragione che gli umanisti inventarono una nuova scienza chiamata filologia, termine che alla lettera significa «amore per la parola». Questa nuova disciplina, attraverso l’analisi e la critica dei testi scritti, cercava di ricostruirli e interpretarli correttamente, “ripulendoli” dagli errori che si erano accumulati nel tempo, sia per distrazione sia per volontà di modificare l’autentico significato. L’Umanesimo fu particolarmente vivace in Italia, ma ben presto il movimento si diffuse in altre aree d’Europa. Molte università, come quelle di Basilea, Lovanio, Vienna, Parigi, Cambridge e Oxford, divennero centri di studi umanistici.

Il recupero della filosofia greca

Prospettiva Tecnica di disegno che permette di rappresentare la tridimensionalità dello spazio e degli oggetti su una superficie piana.

Gli umanisti consideravano la cultura romana un modello a cui ispirarsi per gli ideali di onore e di gloria, per l’esaltazione del lavoro e della vita attiva e per la sua capacità di godere delle gioie della vita terrena. In tal modo, superavano il pessimismo che aveva caratterizzato la mentalità medievale dopo la crisi del Trecento. La riscoperta della filosofia greca, invece, portò alla diffusione delle idee di Platone, uno dei più grandi filosofi dell’antichità, incentrate sull’interiorità dell’uomo e sugli ideali di equilibrio e di armonia. Si approfondì anche la conoscenza dell’anatomia: il corpo umano fu rappresentato realisticamente, cioè con forme e particolari fedeli alla realtà. Lo stesso avvenne in pittura, dove gli studi sulla prospettiva riuscirono a dare profondità agli ambienti e senso della distanza fra gli oggetti rappresentati.

Uomo Vitruviano, proporzioni della figura umana, penna e inchiostro su carta, Leonardo da Vinci.

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Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

Piero della Francesca, Flagellazione. Quest’opera è uno dei primi grandi esempi della rivoluzione provocata nella pittura dall’applicazione della prospettiva.


3 Lo studio del mondo L’osservazione della natura Gli umanisti pensavano che la perfezione raggiunta dagli antichi con le loro opere fosse il frutto di due operazioni: • un’attenta osservazione della realtà; • uno studio approfondito delle leggi naturali che regolano il mondo. Seguendo l’esempio dei primi filosofi greci, che avevano cercato di spiegare il mondo a partire dagli elementi che lo compongono (fuoco, aria, acqua ecc.), nel Quattrocento gli uomini di scienza cominciarono a interrogarsi sulle leggi che regolavano l’universo e i fenomeni naturali. Essi però non cercavano le risposte nei libri e nelle parole dei religiosi, com’era successo fino ad allora. Infatti, erano convinti che la ricerca scientifica non potesse accontentarsi di risposte già confezionate e immutabili e perciò cominciarono a osservare la natura in modo più attento e con maggiore senso critico.

Studio sulle proporzioni del corpo umano. Disegno a penna su carta gialla, Leonardo da Vinci.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la tabella elencando quali elementi gli umanisti recuperano dalla cultura greca e quali da quella romana. Cultura greca

Cultura romana

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2. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati. uomo – greco-romana – universo – natura – letteratura – destino – prospettiva – filosofia – filologia Recupero di ideali e valori della tradizione .......................................

Umanesimo, nuova concezione dell’esistenza: l’....................................... al centro dell’....................................... sceglie il proprio .......................................

• Studio della ....................................... antica Recupero della ....................................... greca: Platone e i suoi ideali

• Recupero dei testi classici •

.......................................

Scienze naturali: osservazione della ....................................... e senso critico

Arte: studi sulla .......................................

Lezione 28 ( L’Umanesimo

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V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù

Leonardo: la vita di un genio Leonardo da Vinci, a distanza di quasi seicento anni dalla sua nascita, continua a essere il simbolo del genio umano, dell’intelligenza pura, del talento artistico, dell’insaziabile curiosità, della volontà di svelare i misteri della natura, piegandola ai bisogni e ai desideri dell’uomo.

1

L’INFANZIA: LA VOCAZIONE ARTISTICA

Leonardo nasce in Toscana, ad Anchiano di Vinci, nei pressi di Firenze, il 15 aprile 1452. A otto anni si trasferisce con la famiglia a Firenze, dove il padre intende avviarlo agli studi notarili. Presto però la vocazione artistica del giovane ha la meglio e il padre non può che assecondarla: a dodici anni, infatti, Leonardo entra come apprendista in una delle botteghe d’arte più celebri della città, quella del grande pittore Andrea del Verrocchio. Qui ha modo di conoscere giovani artisti come Sandro Botticelli e Pietro Perugino, destinati a un grande futuro. Nel 1472, ormai ventenne, Leonardo entra ufficialmente nel mondo dell’arte fiorentina. È un maestro indipendente, registrato nell’elenco della confraternita dei pittori. Frequenta la corte medicea entrando in contatto con la cerchia dei grandi artisti toscani e con filosofi e umanisti. Oltre a essere un artista eccezionale, è capace di applicarsi a qualsiasi problema tecnico, scientifico, artistico. Non c’è questione che non attiri la sua curiosità: dalla botanica alla fisiologia umana, dall’aeronautica all’ingegneria idraulica, dalla musica alla scultura.

Autoritratto di Leonardo da Vinci.

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Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

1


2

IL PERIODO MILANESE

Intorno al 1482 Leonardo, che è ormai un affermato artista, si trasferisce a Milano presso la corte di Ludovico il Moro. Nella città lombarda dipingerà la Vergine delle rocce e l’Ultima Cena, si occuperà della progettazione e della realizzazione di un complesso sistema di canali artificiali (i Navigli) e si dedicherà allo studio dei più svariati problemi tecnici e scientifici.

Leonardo da Vinci, Cenacolo (Ultima Cena).

Leonardo da Vinci, Vergine delle rocce.

Leonardo da Vinci, studio e progettazione dei Navigli.

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LA VECCHIAIA IN FRANCIA

Nel 1515 abbandona Milano su invito di Giuliano de’ Medici (fratello di papa Leone X) che lo vuole a Roma perché segua la progettazione dei lavori di bonifica delle paludi Pontine e la realizzazione del porto di Civitavecchia. In quell’anno, a Bologna, conosce il re di Francia Francesco I che è un suo grandissimo ammiratore e che lo invita a trasferirsi in Francia a lavorare per lui. Leonardo accetta e nel 1516 si reca in Francia, dove diventa primo pittore, ingegnere e architetto del re. Il 2 maggio 1519 muore nel castello di Cloux, presso la città di Amboise.

Morte di Leonardo da Vinci, dipinto di Jean Auguste Ingres (1780-1867).

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

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Pa AT ss LA at NT o E & ST Pr OR es IA en te

La diffusione delle idee PASSATO: XV-XVI SECOLO

Perché un’idea dispieghi tutto il suo potenziale è necessario che essa possa circolare, entrare in contatto con ambienti diversi rispetto a quello in cui è nata, trasformandolo, proponendo nuovi punti di vista, nuove soluzioni ai problemi. L’invenzione della stampa a caratteri mobili nella seconda metà del XV secolo e la diffusione delle stamperie nel secolo successivo rappresentarono due straordinari stimoli alla diffusione di molte nuove idee, in campo religioso, filosofico e politico, ma anche scientifico e tecnologico. Attraverso la stampa, infatti, i libri che contenevano quelle idee poterono essere riprodotti in molte copie e diffondersi così in Europa.

1

La stampa e la diffusione del sapere Il numero e la diffusione delle stamperie sono buoni indicatori della vitalità culturale del continente europeo nel XVI-XVII secolo. La più alta concentrazione si ha nella Penisola italiana (specialmente a Roma e a Venezia) e nel mondo germanico e nordico.

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Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

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Gli imprenditori della cultura L’invenzione della stampa a caratteri mobili nel 1456 rappresentò una straordinaria innovazione tecnica, che permise la riproduzione di testi scritti in molteplici copie, ma anche un’occasione per realizzare buoni affari. La diffusione delle stamperie dimostra l’interesse economico suscitato da questa nuova invenzione.


PRESENTE: OGGI

Le radici di internet affondano in ambiente militare (progetto ARPA, 1960) e si sviluppano poi in un contesto universitario, connettendo quattro grandi atenei statunitensi (1969). Pochissimi, allora, potevano immaginarsi che cosa internet sarebbe diventato per l’umanità cinquant’anni dopo. A partire dalla fine del XX secolo, infatti, internet si è trasformato in uno strumento quotidiano di vita e di lavoro per miliardi di persone nel mondo: per procurarsi, gestire e trasmettere informazioni, per comunicare, per fare affari. Oggi, la «ricchezza» di un Paese non si misura più solo con la disponibilità di materie prime, ma anche attraverso il grado di connettività con la rete mondiale.

3

Internet indicatore di sviluppo economico La carta della diffusione degli utenti internet nel mondo indica con grande evidenza la gerarchia economica globale: i due estremi corrispondono da un lato ai Paesi più ricchi, dall’altro ai Paesi più poveri (concentrati in Africa e in Asia).

4

L’Italia e l’Europa L’Italia è al 24° posto per la connettività, al 27° per l’utilizzo di internet, al 19° per la digitalizzazione delle imprese e al 21° posto per l’erogazione dei servizi pubblici digitali, ponendosi complessivamente al 25° posto tra i Paesi europei, quasi in fondo alla classifica.

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

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LEZIONE

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Il Rinascimento

1 Artisti e intellettuali nelle corti Dall’Umanesimo al Rinascimento Il mondo classico era per gli umanisti un mondo ideale dal quale trarre ispirazione, un riferimento costante per la loro condotta e per le loro opere. Questo ritorno agli ideali e ai valori delle civiltà greca e romana da parte degli umanisti venne vissuto come una specie di «rinascita», di riscoperta, dopo tanti secoli, della fonte autentica e pura del pensiero. Ecco perché questo movimento di «rinascita» culturale e, soprattutto, artistica, venne chiamato Rinascimento. Il movimento si manifestò inizialmente in Italia (XV-XVI secolo), per poi estendersi ad altre realtà europee (XVI-XVII secolo).

Il ruolo delle corti Mecenate Gaio Plinio Mecenate era un patrizio romano colto e potente che, durante il regno di Augusto, radunò presso di sé e protesse i più grandi letterati dell’epoca. Con il tempo il suo nome è stato utilizzato per indicare tutti coloro che aiutano e proteggono artisti e letterati.

COMPRENDO IL TESTO Perché il mecenatismo era anche uno strumento di propaganda politica? a Le attività artistiche e architettoniche celebravano la grandezza dei signori. b Le attività artistiche erano ammirate in tutto il mondo. c I cittadini esigevano che i signori che li governavano investissero in attività culturali.

Raffaello, Autoritratto, Galleria degli Uffizi, Firenze.

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Nel periodo rinascimentale le corti, cioè i luoghi che ospitavano le dinastie regnanti nei vari Stati e staterelli in cui era divisa la Penisola italiana, ebbero un ruolo fondamentale nel promuovere il rinnovamento della cultura. I potenti signori a capo delle città o degli Stati regionali erano soliti circondarsi di artisti e letterati ai quali commissionavano poemi, opere d’arte, grandiosi progetti architettonici e ingegneristici. Lo scopo di queste opere era accrescere il loro prestigio agli occhi dei sudditi e degli altri sovrani. Assicurando continue occasioni di lavoro, i signori sostenevano economicamente gli artisti, li proteggevano e li mettevano nelle migliori condizioni per esprimere la propria arte: erano, cioè, dei mecenati. Le corti più prestigiose d’Italia erano quelle dei Medici a Firenze, degli Sforza a Milano, degli Estensi a Ferrara, dei Montefeltro a Urbino, dei Gonzaga a Mantova, del papa a Roma e dagli Aragonesi a Napoli.

I grandi artisti del Rinascimento italiano Nelle corti italiane vissero e lavorarono artisti e intellettuali di grandissimo talento. Tra le più importanti personalità rinascimentali ricordiamo: • gli scrittori Ludovico Ariosto e Pietro Bembo; • gli storici e pensatori politici Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini; • i pittori Botticelli e Raffaello; • gli architetti Leon Battista Alberti e Filippo Brunelleschi. La personalità di maggior rilievo del secolo fu probabilmente Michelangelo Buonarroti (1475-1564), grandissimo pittore, nonché straordinario scultore, architetto e perfino poeta.

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


La nuova arte del Rinascimento Nel Medioevo, le opere d’arte trattavano soprattutto soggetti sacri e religiosi. Il loro obiettivo non era quello di rappresentare la realtà, ma di suscitare sentimenti religiosi o di illustrare momenti della vita di Gesù. Nei quadri dell’età rinascimentale, invece, accanto ai soggetti sacri, che continuano a essere rappresentati, compaiono scene di vita reale e paesaggi riconoscibili, resi attraverso uno studio delle proporzioni geometriche tratte dagli equilibri dell’architettura classica. Questa nuova attenzione alla rappresentazione della realtà non nasce dal nulla e all’improvviso. Essa ha avuto alcuni precursori, in particolare Giotto, un grande artista vissuto tra il XIII e il XIV secolo. Precursore Colui o colei che, anticipando i tempi, propone stili di vita e pratiche culturali ancora sconosciute ma destinate a imporsi in futuro.

Raffaello, Sposalizio della Vergine, Pinacoteca di Brera, Milano.

DENTRO LA STORIA Niccolò Machiavelli In un mondo dominato dalla religione com’era stato il Medioevo, anche la politica e le leggi erano strettamente condizionate dai valori religiosi. Niccolò Machiavelli, con l’opera Il Principe, rivoluzionò questa concezione e affermò un nuovo modo di considerare la politica. Il Principe Nel Rinascimento cominciò a maturare l’idea che anche l’attività umana in ambito politico potesse svolgersi in modo autonomo rispetto alla religione. Si trattò di una vera rivoluzione del pensiero politico. Ne fu protagonista Niccolò Machiavelli (1469-1527), autore dell’opera Il Principe. Secondo Machiavelli, che era stato funzionario della Repubblica fiorentina, lo Stato non deve riconoscere sopra di sé alcuna forza, né naturale né soprannaturale, e lo studio della politica deve basarsi solo sui dati di fatto, liberandosi da ogni considerazione di ordine religioso o morale. Nella sua opera Machiavelli analizza, in modo che considera «scientifico», le forze e le situazioni che determinano il sorgere e il decadere degli Stati e di chi li guida. L’uomo politico, il «principe» nel linguaggio di Machiavelli, deve saper analizzare la realtà e cogliere le occasioni che la storia gli presenta; deve essere un uomo di grandi virtù

politiche in grado di creare uno Stato forte e libero da ingerenze esterne. Per raggiungere i suoi obiettivi politici, il principe dovrà liberarsi da tutti i condizionamenti religiosi e morali, fondando la sua azione soltanto sulle leggi della politica. Un’opera controversa L’opera di Machiavelli diede origine fin da subito e per lunghi anni a molte discussioni. I suoi oppositori la condannarono come immorale e irreligiosa;; i sostenitori invece affermarono che per la prima volta erano stati messi in luce, con spirito scientifico e analitico,, aspetti fondamentali della politica che sono alla base dello Stato moderno: per esempio quali sono i mezzi per raggiungere e per conservare il potere, o i rapporti che il principe deve tenere con i suoi sudditi per farsi amare o per farsi rispettare.

Niccolò Machiavelli.

Lezione 29 ( Il Rinascimento

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LEZIONE LEZIONE

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2 Le nuove invenzioni Johannes Gutenberg inventa la stampa a caratteri mobili COMPRENDO IL TESTO

L’invenzione di Gutenberg fu rivoluzionaria perché permise di: a stampare opere non solo religiose. b stampare libri a colori. c realizzare molti più libri che in passato e a minor costo.

Durante il Rinascimento l’invenzione della stampa a caratteri mobili cambiò radicalmente la vita culturale europea. Fino al XVI secolo, infatti, i libri erano scritti e copiati a mano e ciò richiedeva molto tempo e grande fatica. Per questa ragione i libri erano prodotti in copie limitate ed erano molto costosi: il risultato era che solo poche persone benestanti potevano permettersi di acquistarli. L’invenzione della stampa a caratteri mobili, messa a punto dall’orafo tedesco Johannes Gutenberg, permise una maggior diffusione della cultura perché consentì di realizzare un maggior numero di libri a minor costo. Nel 1456, infatti, Gutenberg fabbricò le prime lettere di piombo (i caratteri tipografici) che, disposte una accanto all’altra, formavano parole e frasi che poi venivano ricoperte d’inchiostro e impresse su un foglio di carta; in poco tempo si potevano stampare pagine e pagine di testo. Il primo libro stampato da Gutenberg fu una Bibbia in latino di 1282 pagine, pubblicata in 150 copie. Ritratto di Gutenberg.

DENTRO LA STORIA La realizzazione di un libro L’invenzione della stampa a caratteri mobili non rappresentò solo uno straordinario progresso per quanto riguarda la diffusione del libro e della cultura, ma anche un notevole progresso tecnico. La lavorazione prevedeva cinque fasi: • un lettore legge il testo da comporre; • il compositore dispone i caratteri tipografici opportunamente accostati, che formeranno le parole e le righe del testo da stampare; • le righe del testo, accostate, formano una pagina. La pagina viene chiusa in un telaio, detto forma. Sulla forma vengono passati due tamponi imbevuti di inchiostro; • la forma inchiostrata viene fatta aderire ai fogli di carta esercitando una forte pressione con un’apposita macchina chiamata «torchio tipografico»; • i fogli stampati vengono raccolti nel giusto ordine, piegati e poi cuciti per formare il libro.

Ricostruzione del primo torchio tipografico inventato da Gutenberg.

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Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


La stampa a caratteri mobili consente una maggiore diffusione della cultura L’invenzione di Gutenberg segnò una svolta nella storia della cultura europea: nel giro di pochi anni, infatti, la richiesta di libri stampati si moltiplicò vertiginosamente; in tutta Europa, e in particolare in Italia, si aprirono botteghe di tipografi. Ben presto furono sperimentati nuovi caratteri per la stampa e si produssero libri in grandi quantità per un pubblico di lettori sempre più vasto. All’inizio si stamparono soprattutto testi a carattere religioso, ma presto ai libri di teologia si affiancarono opere a carattere cavalleresco, tragedie e commedie.

La rivoluzione militare cambia «l’arte della guerra» Durante il Rinascimento furono introdotte importanti innovazioni anche in campo militare. L’uso della polvere da sparo, una scoperta cinese inizialmente utilizzata per i fuochi d’artificio, e i progressi nelle tecniche metallurgiche ebbero due conseguenze: • si perfezionarono le armi esistenti: i cannoni, per esempio, ora sparavano proiettili metallici invece di quelli di pietra; • si realizzarono nuove armi, dal maggiore potenziale distruttivo: per esempio, comparvero le prime armi da fuoco a mano, come il moschetto e l’archibugio, antenato del fucile, i cui proiettili trapassavano le armature. Le grandi innovazioni nel campo della tecnologia militare favorirono lo sviluppo di una nuova scienza, la balistica, che permise una maggior precisione nelle traiettorie. Le nuove potentissime armi cambiarono radicalmente «l’arte della guerra»: mentre in passato la qualità più importante era il valore fisico dei soldati, ora l’abilità «professionale» più utile riguardava la capacità di maneggiare le armi e le tecniche di combattimento. Le nuove armi cambiarono anche le tecniche di difesa delle città: le antiche fortificazioni non erano più sufficienti a resistere all’urto dei cannoni; si dovettero rinforzare le mura con bastioni e terrapieni per sostenere l’attacco di un’artiglieria pesante.

COMPRENDO IL TESTO Spiega con le tue parole come le nuove armi cambiarono la funzione dei soldati: qual era la qualità più importante loro richiesta? ......................................................................... .........................................................................

Balistica Disciplina che, basandosi su calcoli fisici e matematici, studia le traiettorie seguite da proiettili e missili.

Artiglieria Armi da fuoco e bocche di fuoco pesanti progettate in origine per gli assedi alle città e per l’armamento delle navi. Il termine deriverebbe dal latino ars tollendi o ars telorum, che significa «arte di lanciare dardi».

Operai intenti a costruire una bombarda, un particolare tipo di cannone, miniatura del XV secolo.

Lezione 29 ( Il Rinascimento

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LEZIONE LEZIONE

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3 La rivoluzione copernicana Nel Rinascimento si afferma la teoria eliocentrica COMPRENDO IL TESTO

Nel Rinascimento si afferma la teoria eliocentrica al posto della teoria geocentrica. Sottolinea nel testo il nome dello scienziato che per primo formulò questa teoria.

Durante l’Umanesimo e il Rinascimento, gli esseri umani cominciarono a rispondere alle domande sul funzionamento della natura e dell’universo sulla base non più delle opere antiche e medievali, ma sull’osservazione diretta dei fenomeni naturali. Per esempio, tra il XV e il XVI secolo le osservazioni e le ricerche sul moto dei pianeti permisero alla scienza astronomica di mettere in discussione la tradizionale visione geocentrica medievale, ereditata dal filosofo greco del IV secolo a.C. Aristotele. Secondo la teoria geocentrica, l’universo era un mondo chiuso e delimitato con al centro la Terra; nel 1543 l’astronomo polacco Niccolò Copernico, nella sua opera Le rivoluzioni delle sfere celesti, sostenne che al centro dell’universo non c’era la Terra ma il Sole, attorno al quale ruotavano la Terra e gli altri pianeti. Questa teoria fu detta eliocentrica (dal greco elios, cioè «Sole») perché affermava la centralità del Sole. Si trattava di una svolta profondissima: per la prima volta era messa in discussione la tradizione antica, in particolare i libri di Aristotele riguardanti la struttura dell’universo. Gli uomini e gli scienziati del Rinascimento, infatti, non si accontentavano più delle spiegazioni offerte degli antichi e osservavano con occhio critico la realtà. Comportandosi in tal modo, facevano compiere alla scienza un progresso decisivo.

Ritratto di Copernico.

Universo copernicano con il Sole al centro, in basso a destra Copernico e a sinistra Tolomeo. Incisione del XVII secolo.

340

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


L’alchimista, dipinto del XVII secolo.

Alchimia

La scienza moderna non esclude la magia

Antica disciplina, affine alla chimica, il cui traguardo più importante era la trasformazione dei metalli in oro e argento, attraverso la cosiddetta «pietra filosofale», una sostanza dotata di poteri sovrannaturali in grado, secondo le credenze di allora, di assicurare anche l’immortalità.

Nel Rinascimento si affermarono nuovi «scienziati» che si proponevano di studiare il mondo naturale attraverso l’osservazione e gli strumenti della ragione umana, soprattutto la matematica. Accanto a essi, però, continuavano a esistere persone che si affidavano alla magia. Queste persone interpretavano la natura e l’universo in chiave magica e ritenevano di poter giungere alla conoscenza attraverso l’alchimia o la stregoneria.

SVILUPPO LE COMPETENZE Rielaboro le informazioni 1. Completa la tabella elencando i maggiori esponenti del Rinascimento italiano, distinguendoli per campi d’interesse. Attenzione: alcuni di essi saranno presenti in più campi. PERSONALITÀ DEL RINASCIMENTO ITALIANO Letteratura e poesia

…………………………………………………………………......…...................................…………………………………………………………………......…

Storia e politica

…………………………………………………………………......…...................................…………………………………………………………………......…

Pittura

…………………………………………………………………......…...................................…………………………………………………………………......…

Architettura

…………………………………………………………………......…...................................…………………………………………………………………......…

2. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati. tipografie – stampa – eliocentrica – arti – mobili – polvere da sparo – corti – armi Umanesimo Invenzione della ....................................... a caratteri ....................................... Diffusione delle .......................................

Rinascimento

Le ....................................... promuovono lo sviluppo delle .......................................

Progressi in campo scientifico: affermazione della teoria ....................................... Nuove applicazioni determinate dalla .....................................................: cannoni e ....................................... da fuoco

Lezione 29 ( Il Rinascimento

341


V Pe ED r s ER ap E L er A S ne TO di RI pi A ù 1

Le corti italiane L’Italia è diventata uno Stato unitario solo nell’Ottocento, con capitale prima Torino, poi Firenze, infine, dal 1870, Roma. Moltissime città italiane per periodi più o meno lunghi ospitarono un signore e la sua corte, svolgendo il ruolo di «capitale». Proprio come le grandi capitali europee, divennero sempre più belle ed eleganti e ospitarono a corte artisti e letterati.

LA PARTICOLARITÀ ITALIANA

Mentre nel resto d’Europa, specialmente in Francia e in Inghilterra, le monarchie nazionali già da molto tempo avevano avviato il processo di costruzione dello Stato centralizzato, con grandi e importanti capitali (Parigi e Londra), in Italia la divisione politica faceva sì che molte città coltivassero l’ambizione di svolgere, ciascuna nell’ambito del proprio Stato regionale, una funzione paragonabile a quella delle grandi capitali europee. Le principali città italiane, quelle che nel corso del Quattrocento avevano dato vita a veri e propri Stati regionali, diedero un grande impulso alle arti e alla letteratura contribuendo ciascuna allo sviluppo dei grandi movimenti culturali dell’Umanesimo e del Rinascimento. Capitale indiscussa di questo movimento culturale fu la Firenze dei Medici. Qui, nel corso del Quattrocento, operarono alcuni tra i principali artisti del periodo.

La cupola del Brunelleschi, opera finanziata dai Medici, è uno dei simboli della Firenze rinascimentale.

342

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


2

GRANDI E PICCOLE CITTÀ FINANZIANO «IL BELLO»

Il Rinascimento italiano però non fiorì solo a Firenze, Milano, Roma, Venezia e Napoli. Anche città «minori», ma non meno ambiziose, come Modena, Mantova, Ferrara, Ravenna, Urbino cercarono di dare impulso alle arti e alla letteratura contribuendo ciascuna allo sviluppo culturale dell’Umanesimo e del Rinascimento. Si prenda per esempio Urbino, città che durante la Signoria dei Montefeltro è diventata uno dei centri più vitali di tutta la penisola. Veduta di Urbino.

3

LA CITTÀ IDEALE

Proprio a Urbino venne dipinta La città ideale, un’opera di un autore sconosciuto che rappresenta uno dei simboli del Rinascimento, realizzata con ogni probabilità tra il 1470 e il 1490. Come dice il titolo l’opera, che mostra una piazza in prospettiva, rappresenta l’ideale di città che i grandi architetti di questo periodo cercarono di creare, a Urbino come nelle altre città italiane. La città ideale, dipinto del XV secolo.

4

FERRARA E GLI ESTENSI

Un’altra grande protagonista del Rinascimento italiano fu Ferrara. La città affonda le sue origini nell’Alto Medioevo, ma conobbe un grande sviluppo nel XIII secolo, soprattutto come porto fluviale situato sui canali del delta del Po. Dopo un periodo di lotte interne, già dal XIII secolo fu governata dagli Estensi i quali, tra il XV e il XVI secolo, diedero vita a una potente signoria, che instaurò rapporti con le grandi corti italiane e straniere. Il duca Ercole I d’Este promosse l’ampliamento del territorio della città costruendo una nuova cinta muraria. L’intervento urbanistico che fu commissionato all’architetto ducale Biagio Rossetti, venne realizzato tra il 1492 e il 1510 e portò al raddoppio della superficie cittadina: un vasto quadrilatero percorso da una rete di strade che per adattarsi agli edifici preesistenti non segue uno schema geometrico rigido. Ferrara, il castello estense.

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

343


R a NO ga I E zz LA e S & TO Ra R ga IA zz i

Un giovane a bottega: Michelangelo Buonarroti Oggi i ragazzi hanno a disposizione molte scuole che preparano all’inserimento nella vita lavorativa. Nel Rinascimento la situazione era diversa: la bottega era il solo luogo in cui, osservando un maestro, potevano apprendere i rudimenti di una professione.

Tutti a bottega! Nel Rinascimento non esistevano scuole pubbliche che insegnassero agli studenti un mestiere. Per apprendere i rudimenti di un lavoro con cui mantenersi, bisognava «andare a bottega», cioè farsi assumere come apprendista da un artigiano iscritto a un’arte o corporazione. Il padre del ragazzo e l’artigiano stipulavano un vero e proprio contratto con cui il padre affidava il figlio all’artigiano per un certo numero di anni. In base a questo contratto, l’artigiano assicurava al ragazzo vitto, alloggio e, soprattutto, gli insegnava il mestiere. In cambio, il ragazzo doveva lavorare gratuitamente per lui. L’artigiano era per l’apprendista un vero e proprio maestro.

Quando l’artigiano è un artista Ogni maestro aveva i suoi allievi. Dalla bottega del grande Donatello uscirono architetti come Michelozzo e scultori come Bertoldo; tra gli allievi di Andrea del Verrocchio, scultore e pittore, troviamo Botticelli, il Perugino e Leonardo da Vinci. Gli apprendisti pittori preparavano i colori per gli affreschi, macinando i vari tipi di terra, oppure riportavano sulle tele o sui muri i disegni preparatori tracciati dai maestri. Soprattutto, provavano e riprovavano a copiare le opere del maestro. Studiavano così le figure, i panneggi dei vestiti, gli scorci di paesaggi. Diventati più esperti, gli apprendisti venivano incaricati di completare o rifinire i lavori del capo bottega.

344

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


Michelangelo: la forza della vocazione Di solito, erano i genitori a decidere il destino del figlio ma in qualche caso prevaleva la volontà del ragazzo: fu così per il grande scultore e pittore Michelangelo Buonarroti. Nato nel 1475 e figlio del fiorentino Ludovico Buonarroti, allora podestà di Chiusi e di Caprese, a dodici anni Michelangelo seguiva svogliatamente le lezioni di un umanista, Francesco da Urbino, ma già sentiva il de desiderio di dipingere. Quando conobbe il giovane pittore Francesco Granacci, discepolo del Ghirlandaio, non ebbe dubbi: anche lui sarebbe diventato un pittore. Il padre, però, considerava pittori e scultori alla stregua d’imbianchini e scalpellini. Riteneva la pittura e la scultura professioni umili, degradanti per un giovane figlio di podestà. Anni dopo, ormai vecchio, Michelangelo raccontò come il padre avesse cercato di fargli cambiare idea, usando le maniere forti: «Mio padre, e i fratelli di mio padre, mi picchiarono spesso e forte, considerando una vergogna che l’arte entrasse in famiglia».

Michelangelo: per nostra fortuna, un ragazzo ostinato! Michelangelo, però, si dimostrò ostinato. Tenne duro e infine il padre, indignato ma rassegnato, cedette. Il primo aprile del 1488, Messer Lodovico Buonarroti si accordò con Domenico Ghirlanda Ghirlandaio, che accettò di tenere presso di sé «a bottega» il tredicenne Mi Michelangelo per tre anni. Era l’inizio della carriera di un artista che avrebbe lasciato un patrimonio di sculture e affreschi tra i più belli della storia dell’umanità.

TEST INVALSI Barra con una x la risposta esatta. 1. Nel Rinascimento che cosa significava, per un giovane, l’espressione «andare a bottega»? A Andare a comperare cibo nei negozi per i genitori. B Andare a lavorare come apprendista presso un artigiano. C Fare un giro per le strade dove erano presenti le botteghe cittadine. D Non andare a scuola.

2. Qual era il rapporto tra apprendista e maestro? A Il maestro insegnava un lavoro all’apprendista, senza però farlo lavorare. B L’apprendista lavorava per il maestro, che lo pagava e gli insegnava un mestiere. C L’apprendista lavorava gratis per un maestro, che gli insegnava il mestiere e gli garantiva vitto e alloggio. D Il maestro veniva pagato dall’allievo perché gli insegnasse un mestiere.

3. Quale fu la reazione del padre di Michelangelo alla notizia che il figlio voleva fare l’artista? A Cercò in ogni modo di dissuaderlo, ricorrendo anche alla violenza. B Lo lasciò libero di prendere la decisione sul suo futuro da solo. C Lo incoraggiò e anzi andò direttamente lui a parlare al suo futuro maestro. D Dopo un primo momento di incertezza, fu convinto dalla moglie a lasciar seguire al figlio la strada che voleva.

Lezione 4 ( La Chiesa, unUnità nuovo 9( protagonista L’Umanesimo della e ilstoria Rinascimento europea

345


P CI AR TT OL AD E IN DE AN LLA ZA

Diritto al sapere Il sapere è la principale risorsa, la ricchezza più importante in quella che è stata definita «società della conoscenza». Ecco perché tutti gli Stati moderni lo considerano un diritto che spetta a tutti i cittadini.

SAPERE: UN PRIVILEGIO PER POCHI

LA CENTRALITÀ DELLA CONOSCENZA

Andare a scuola: né diritto, né dovere

Knowledge society

Nel Medioevo e nella prima età moderna andare a scuola non era un diritto che lo Stato riconosceva ai bambini. Solo pochi ricevevano un’istruzione soddisfacente e imparavano a leggere e a scrivere. Ancora meno avevano accesso a una formazione di livello superiore. Per le famiglie l’istruzione dei figli non era un dovere, tutt’al più era un investimento: chi poteva, infatti, mandava i figli a studiare nelle università, sperando poi che si affermassero nella vita civile come uomini di medicina o di legge. Le bambine, poi, erano completamente escluse dal mondo della scuola e solo pochissime privilegiate ricevevano, all’interno delle mura domestiche, una buona istruzione.

La società in cui viviamo oggi è una società basata sulla centralità della conoscenza. Con l’espressione knowledge society («società della conoscenza»), si intende per l’appunto quella società in cui la conoscenza ha una funzione determinante in campo sociale, economico e politico; una società che cresce e si sviluppa solo se è in grado di produrre e far circolare conoscenza e innovazione. Nel corso del XX secolo sono enormemente cresciute le tecnologie della comunicazione (dal telegrafo ai cellulari). L’intera vita sociale è stata radicalmente trasformata dalla crescita dei mass media (giornali, radio, televisione, internet) e dallo sviluppo delle tecnologie digitali. Il vecchio mondo industriale, fondato sulla centralità di prodotti materiali (vestiti, automobili ecc.), ha lasciato spazio a un nuovo mondo industriale fondato su beni immateriali: le informazioni. In questo muovo mondo, la conoscenza e la gestione delle informazioni sono fondamentali.

Prima e dopo la stampa Prima dell’invenzione della stampa (XVI secolo) la scarsissima istruzione della maggioranza della popolazione dipendeva anche dal fatto che i libri erano pochissimi e molto costosi: erano cioè beni preziosi e molto rari, con cui solo pochi entravano in contatto nel corso della vita. L’invenzione della stampa cambiò questo scenario: col tempo i libri diventarono «oggetti» più comuni e cominciarono a essere sfogliati e letti non solo da lettori super-specialisti, ma anche da un pubblico più vasto ed eterogeneo (che comprendeva anche lettrici femminili).

346

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

La conoscenza per uno sviluppo migliore I Padri costituenti hanno scritto la carta costituzionale prima che la società della conoscenza divenisse una realtà concreta. Il frontespizio della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, pubblicata a Genova nel 1590.


Ciò nonostante, essi avevano già ben chiaro quanto l’istruzione e il diritto alla conoscenza rappresentassero elementi fondamentali per costruire una società moderna e democratica. Gli articoli 33 e 34 della Costituzione italiana recitano: «L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.» «La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.» Questi due articoli affermano un principio fondamentale: lo Stato deve assicurare a tutti i cittadini il diritto all’istruzione. Col tempo, la consapevolezza della centralità della conoscenza è andata crescendo. Il Consiglio europeo tenutosi a Lisbona nel marzo del 2000 assegnava all’Unione europea il compito strategico di sviluppare un’economia basata sulla conoscenza. Solo così, infatti, i Paesi europei avrebbero potuto dare vita a una crescita competitiva e dinamica dell’economia, sostenibile dall’ambiente e capace di creare nuovi e migliori posti di lavoro. In questo modo, l’Unione europea intende colmare il divario con gli Stati Uniti che, negli ultimi decenni, hanno potuto aumentare il divario tecnologico con gli altri Paesi anche grazie al fatto che essi sono stati in grado di attirare nelle loro università i migliori studenti da tutte le parti del mondo.

CAMPO SEMANTICO I termini elencati qui sotto costituiscono una parte del campo semantico legato all’argomento di questo approfondimento. A coppie o piccoli gruppi leggete queste parole, ricercate nel dizionario quelle che non conoscete e arricchite l’elenco con altri termini che vi vengono in mente.

ne istruzio

cultura

sapere

ignoranza

gia tecnolo informazione

conoscenza

disinformazio

ne

stu dio

RIFLETTIAMO INSIEME Utilizzate le seguenti domande per condurre una discussione in classe e confrontare le vostre idee. 1. Perché l’istruzione in età moderna era un investimento e non un diritto? 2. Che cosa si intende con l’espressione «società della conoscenza»? 3. In che senso nelle moderne democrazie l’istruzione è un diritto?

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

347


SI M NTE AP S PA I E

DIDATTICA INCLUSIVA

Lezione 29 L’Umanesimo

BES

Alla fine del Trecento si sviluppò un movimento di pensiero, l’Umanesimo, che poneva l’uomo con la sua intelligenza e creatività al centro dell’universo. L’uomo, contrariamente a quanto accadeva nel Medioevo in cui centro di tutto erano la Chiesa e Dio, era considerato artefice del proprio destino, capace di modificare e migliorare la sua vita terrena. L’Umanesimo, che dall’Italia si diffuse rapidamente in tutta Europa, si ispirava alla cultura del mondo classico greco e romano. Lo studio della letteratura antica fu considerato basilare per la corretta e completa formazione dell’uomo. Venne riscoperta la filosofia greca (in particolare Platone) e si avviò il recupero dei testi antichi (filologia). Lezione 30 Il Rinascimento Il Rinascimento è un movimento di più ampia «rinascita» culturale e artistica che si manifestò inizialmente in Italia per poi diffondersi in altri Paesi europei e protrarsi fino alla metà del 16° secolo. Le corti italiane ebbero un ruolo fondamentale nel promuovere il rinnovamento della cultura: i potenti signori, accogliendo artisti e intellettuali, ai quali commissionavano opere d’arte, progetti architettonici, poemi, divennero i loro mecenati, cioè «protettori» e sostenitori. Tra le personalità più importanti si annoverano il poliedrico artista Michelangelo Buonarroti (pittore, scultore, architetto), lo scrittore Niccolò Machiavelli, il pittore Raffaello e l’architetto Filippo Brunelleschi. Nel 16° secolo si affermò un’invenzione di radicale importanza per la diffusione della cultura: la stampa a caratteri mobili ad opera del tedesco Gutenberg. In campo scientifico si affermò la teoria eliocentrica del polacco Niccolò Copernico: al centro dell’universo c’era il Sole e la Terra ruotava con gli altri pianeti attorno a esso.

348

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


DIDATTICA INCLUSIVA

BES

Completa la mappa dell’Unità inserendo le parole mancanti. Stampa – Mecenatismo – Rinascimento – Umanesimo – Metodo scientifico – Filologia

FINE 14° SECOLO La fiducia nell’uomo e nella ragione creano le basi per

caratterizzato da

Recupero ideali e testi antichi ( )

Recupero filosofia greca (Platone)

Nascita del

nel

15°-16° SECOLO si sviluppa

che ha Dimensione EUROPEA europea DIMENSIONE caratterizzato da

dei signori

Diffusione della e circolazione dei libri

Scienza moderna

Unità 9 ( L'Umanesimo e il Rinascimento

349


VE RI FI CA

1. Le affermazioni che seguono non sono tutte corrette. Sottolinea quelle sbagliate, correggile e poi ricopia sia quelle giuste sia quelle che hai corretto sul tuo quaderno. Infine, usale come scaletta per esporre oralmente il contenuto del paragrafo. a. Nelle campagne europee gli uomini cominciarono a pensare in modo diverso a se stessi e al mondo in cui vivevano. ........................................................................................................................................................................................................................... b. Gli uomini del Quattrocento si sentivano protagonisti della propria vita e intendevano costruire da soli il proprio destino. ..................................................................................................................................................................................................................... c. Durante il Medioevo gli uomini di cultura, nelle università e nei monasteri, si erano interessati alla scienza e alla tecnica. ...................................................................................................................................................................................................... d. Nelle città italiane del Quattrocento i nobili, con le loro ricchezze, finanziavano le varie attività delle corti. ............................................................................................................................................................................................................................................... 2. A fianco di ciascuno dei seguenti termini indica il significato e poi scrivi una frase che contenga il termine. Fai attenzione: le frasi devono riguardare sempre la civiltà del XV secolo. Umanesimo

• …………………………………………………………………......….......................…………………………………………………………......………...... • …………………………………………………………………......….......................…………………………………………………………......………......

Rinascimento

• …………………………………………………………………......….......................…………………………………………………………......………...... • …………………………………………………………………......….......................…………………………………………………………......………......

Humanae litterae

• …………………………………………………………………......….......................…………………………………………………………......………...... • …………………………………………………………………......….......................…………………………………………………………......………......

Filologia

• …………………………………………………………………......….......................…………………………………………………………......………...... • …………………………………………………………………......….......................…………………………………………………………......………......

3. La mappa riguarda le arti e le scienze intorno al XV secolo: completala sottolineando nel testo le frasi che riguardano le varie discipline e riportale nei rispettivi riquadri. Pittura, scultura, architettura ……………………………………………..……………………………………………..……………………………………………..…………………………………………………………….. ……………………………………………..……………………………………………..……………………………………………..…………………………………………………………….. ……………………………………………..……………………………………………..……………………………………………..……………………………………………………………..

Osservazione della realtà e ricerca dell’armonia

Scienza ……………………………………………..……………………………………………..……………………………………………..…………………………………………………………….. ……………………………………………..……………………………………………..……………………………………………..…………………………………………………………….. ……………………………………………..……………………………………………..……………………………………………..……………………………………………………………..

350

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


4. Indica se le affermazioni sono vere o false. a. Artigiani, notai, avvocati e banchieri erano i veri protagonisti della vita cittadina.

V

F

b. Umanesino deriva dall’espressione greca humanae litterae.

V

F

c. L’Umanesimo ebbe la sua culla in Francia.

V

F

d. L’Umanesimo divenne ben presto un fenomeno europeo.

V

F

e. L’Umanesimo riscoprì la filosofia classica greca.

V

F

f. Leonardo da Vinci è il simbolo della cultura umanistica e rinascimentale.

V

F

g. Le corti italiane furono il centro della cultura rinascimentale.

V

F

h. L’invenzione della stampa a caratteri mobili rappresentò un limite alla diffusione della cultura rinascimentale.

V

F

i. Le teorie dell’astronomo polacco Copernico confermavano le teorie geocentriche.

V

F

5. Date le definizioni, scrivi il termine corrispondente. a. Disciplina antica simile, per certi aspetti, alla chimica che mirava a trasformare i metalli in oro: …................… b. Teoria diffusa nel mondo antico secondo cui la Terra è al centro dell’universo e il Sole e gli altri pianeti le girano attorno: …………………………………....................… c. Teoria elaborata da Copernico secondo cui il Sole è al centro dell’universo e la Terra e gli altri pianeti gli girano attorno: …………………………………....................… d. Protezione accordata dai principi ad artisti e intellettuali: …………………………………....................… 6. Stabilisci le relazioni esistenti tra le seguenti affermazioni, unendo con una freccia numero e lettera corrispondenti. 1. L’invenzione della stampa a caratteri mobili…

a. …introducono nuove tecniche di combattimento e cambiano le fortificazioni della città.

2. Le osservazioni e le ricerche sul moto dei pianeti…

b. …favorisce la diffusione della cultura.

3. L’introduzione di importanti innovazioni in campo militare…

c. …determinano il superamento della teoria geocentrica e l’affermazione di quella eliocentrica.

7. Completa la tabella indicando in quale città si trovano le seguenti signorie. SIGNORIA

CITTÀ

Gonzaga

............................................................................................

Estensi

............................................................................................

Montefeltro

............................................................................................

Medici

............................................................................................

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

351


VE RI FI CA

8. Completa il testo inserendo i termini mancanti. greco – latino – intellettuali – artefice – umanisti – Umanesimo – uomo – biblioteche – movimento – XIV – Europa – manoscritti – Dio – destino – Italia In …………………………………....................…, a partire dalla seconda metà del …………………………………....................… secolo, si affermò un …………………………………....................… culturale che prese il nome di …………………………………....................…. Tale nuovo modo di pensare si diffuse in breve tempo in tutta …………………………………....................…. Gli …………………………………....................… misero al centro del mondo l’…………………………………....................…, spostando così l’attenzione da …………………………………....................… all’uomo. Il movimento umanista fondava il suo pensiero nel mondo classico …………………………………....................… e …………………………………....................…. L’uomo con la sua intelligenza e creatività poteva essere l’…………………………………....................… del proprio …………………………………....................…. Questo grande cambiamento culturale spinse molti …………………………………....................… ad andare nelle …………………………………....................… dei monasteri alla ricerca di …………………………………....................… dove erano custodite le opere classiche. 9. Il dipinto raffigurato è La Gioconda, una delle opere più famose di Leonardo da Vinci. Fai una breve ricerca su internet, quindi rispondi alle domande.

Leonardo da Vinci, La Gioconda.

1. Come è anche chiamata la donna raffigurata nel dipinto? 2. L’identità della donna raffigurata nel dipinto è nota? 3. Quando è stato realizzato questo dipinto?

..............................................................................................................

.........................................................................................................................

....................................................................................................................................................

4. Perché questo dipinto è famoso in tutto il mondo?

..............................................................................................................................

5. Dove è conservato oggi il dipinto? .......................................................................................................................................................................

352

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento


FACCIAMO STORIA INSIEME

Le qualita ' che servono a un principe Niccolò Machiavelli fu uno scrittore e pensatore fiorentino che scrisse un libro sulla figura ideale del principe e che, per questo motivo, è considerato il padre della politica moderna.

Dovete a dunque sapere come sono due generazioni1 di combattere2: l’uno con le leggi, l’altro con la forza: quel primo è proprio dello uomo, quel secondo delle bestie: ma, perché el primo molte volte non basta, conviene ricorrere al secondo. Per tanto a uno principe è necessario sapere bene usare la bestia o lo uomo. Questa parte e suta3 insegnata a’ principi copertamente4 dagli antichi scrittori: li quali scrivono come Achille, e molti altri di quelli principi antichi, furono dati a nutrire5 a Chirone centauro, che sotto la sua disciplina gli custodisse. Il che non vuol dire altro, avere per precettore uno mezzo bestia e mezzo uomo, se non che bisogna a uno principe sapere usare l’una e l’altra natura; e l’una sanza l’altra natura non è durabile.

Tipo di documento: testo Autore: Niccolò Machiavelli Epoca: XVI secolo

N. Machiavelli, Il Principe, capitolo XVIII

1. generazioni: modi, maniere. 2. combattere: governare. 3. suta: stata. 4. copertamente: in modo nascosto, con l’uso di metafore. 5. dati a nutrire: allevati ed educati.

COMPRENDO IL TESTO A coppie rispondete alle domande dopo aver letto il testo, quindi confrontate le risposte con quelle dei vostri compagni. 1. Riscrivi il brano in un linguaggio più moderno, aiutandoti con le note. 2. Secondo Machiavelli, quanti e quali sono i modi di governare? 3. Di chi sono propri tali modi? 4. Perché nel brano si fa riferimento a Chirone il centauro? Se non conosci Chirone prova cercare alcune informazioni in internet. 5. Qual è il destino di un principe che non si sa comportare?

Ritratto di Cesare Borgia, spesso citato da Machiavelli come il modello che il principe deve seguire.

SVILUPPO LE COMPETENZE Utilizzate le seguenti proposte di lavoro per confrontare le vostre idee e opinioni. Ai tempi di Machiavelli la democrazia parlamentare non esisteva. Gli imperi, i regni e i principati erano governati da dinastie la cui sovranità e legittimità non derivava dal voto popolare. Anche le repubbliche, come quella di Venezia, erano governate da oligarchie, cioè da gruppi ristretti di cittadini ricchi e potenti. Oggi, nelle democrazie parlamentari moderne non esistono figure paragonabili a quella del principe tratteggiato da Machiavelli. Il Capo dello Stato italiano è il Presidente della Repubblica. Il Presidente svolge certamente una funzione molto importante, ma non è il «proprietario» dello Stato; anch’egli è soggetto alla legge fondamentale, cioè alla Costituzione. 1. Consultate gli articoli 83, 84, 85, 86 della Costituzione italiana che regolano la funzione del Presidente della Repubblica e scrivete una scheda riportando i punti fondamentali. 2. Svolgete una breve ricerca sui Presidenti della Repubblica che sono stati in carica in Italia dal 1946 a oggi: sceglietene uno sul quale scrivere una breve relazione da esporre alla classe.

Unità 9 ( L’Umanesimo e il Rinascimento

353



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Piano dell’opera

Alla scoperta della storia Il Medioevo Volume 1 + DVD

Volume 2 + DVD

Volume 3 + DVD

Alla scoperta della storia

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

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Biagio Goldstein Bolocan

Alla scoperta della storia

Biagio Goldstein Bolocan

Completano il corso: Quaderni delle competenze 1, 2 e 3

Disponibili su richiesta: Volumi per BES 1, 2 e 3 + CD Audio MP3

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Guida per il docente + DVD + CD Audio MP3

Cittadinanza e Costituzione

Codici per adozioni e pack vendita (modalità mista di tipo b - cartaceo e digitale) Volume 1 + Quaderno delle competenze 1 + Storia antica + Cittadinanza e Costituzione + DVD M.I.O. BOOK Volume 1 + Quaderno delle competenze 1 + Cittadinanza e Costituzione + DVD M.I.O. BOOK Volume 1 + Quaderno delle competenze 1 + DVD M.I.O. BOOK Volume 1 + Cittadinanza e Costituzione + DVD M.I.O. BOOK Volume 1 + DVD M.I.O. BOOK Volume 2 + Quaderno delle competenze 2 + DVD M.I.O. BOOK Volume 3 + Quaderno delle competenze 3 + DVD M.I.O. BOOK

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Il Medioevo

ISBN 978-88-472-3305-8 ISBN 978-88-472-3306-5 ISBN 978-88-472-3307-2 ISBN 978-88-472-3308-9 ISBN 978-88-472-3291-4 ISBN 978-88-472-3309-6 ISBN 978-88-472-3310-2

Il corso è disponibile anche nella modalità di tipo c (solo digitale) su www.scuolabook.it

• Audiolibro integrale a cura di speaker professionisti • Alta leggibilità (formato ePub) con testo modificabile • Servizio di traduzione e dizionario di italiano integrato

Realtà Aumentata: inquadra la pagina con il tuo dispositivo e accedi ai contenuti digitali Prezzo di vendita al pubblico Volume 1 + DVD M.I.O. BOOK

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Didattica per competenze Attività linguistiche e grammaticali Atlante geostorico integrato Apprendimento cooperativo Competenze di cittadinanza

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