Chiara Lossani
I sette venti venti
UNA STORIA FANTASY
Editor: Patrizia Ceccarelli
Coordinamento redazionale: Emanuele Ramini
Autrice: Chiara Lossani
Illustratrice: Arianna Bellucci
Coordinamento grafico: Mauro Aquilanti
Team grafico: Raffaella De Luca, Nicoletta Moroni
I Edizione 2025
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Tutti i diritti sono riservati © 2025
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Chiara Lossani
I sette venti venti
UNA STORIA FANTASY
Perché avere paura della notte?
Perché non amarla se è lei che ci porta le stelle?
E chi non sa che è nelle notti più oscure che le stelle brillano del loro massimo splendore?
Helder Camara
Siamo fatti della stoffa di cui sono intessuti i venti. Alain Damasio, L’Orda del vento
I PERSONAGGI DEL GRUPPO LETTURA
ADRIANA , bibliotecaria
SHELL , ragazza di origine nordafricana
MARINA , ragazza di origine italiana, frequenta la seconda
RON, ragazzo di origine statunitense, frequenta la seconda
EBO , ragazzo di origine ghanese, frequenta la prima
LAILA , ragazza di origine marocchina, frequenta la prima
DARIO , ragazzo di origine italiana, frequenta la prima
CLARA , ragazza di origine argentina, frequenta la prima
LIN, ragazza di origine cinese, frequenta la seconda
I PERSONAGGI DEL FANTASY
Sovrana dei Venti
nel Piccolo Mondo
Segreto
Principe del Piccolo Mondo
Segreto
Setor
I SETTE VENTI
Primo Vento, IL VENTOBAMBINO
Secondo Vento, IL PIETRIFICATORE
Terzo Vento, L’ODIATORE
Quarto Vento, IL VENTOSPINTONE
Quinto Vento, IL VENTOSTUPORE
Sesto Vento, IL VENTORICORDO
Settimo Vento, IL VENTOBELLEZZA
LA SISP
Squadra dell'Invisibile Scorta Personale
IARTIS , il lupo grigio capitano della SISP, il suo potere è l’intuizione
CORDIS , la capinera, il suo potere è la conoscenza del cuore
SPER , la capra, il suo potere è la speranza
SPER
GRANDIS
LANTA , la marmotta, il suo potere è la capacità di interrogare l’universo
GRANDIS , l’orso, il suo potere è la forza
AMIGDA , la gatta, il suo potere è la supervista
STAVI , il topo dal ciuffo rosso, suo è il potere di allenare la pazienza degli altri. Parla in rima.
CAPITOLO 0 DEL LIBRO
La Lettera
A mata Sovrana, signora del Piccolo Mondo Segreto, da quando sei fuggita, infinite disgrazie si abbattono su di noi e, oggi più che mai, abbiamo bisogno di te. Questa notte il coperchio dell’Otre Sacro si è misteriosamente sollevato e Sette Venti ne sono volati fuori. Alcuni di loro, venti malvagi, vagano ululando nell’aria pronti a scatenarsi. Chi può prevedere quali sconvolgimenti potrebbero recare alla nostra vita, se nessuno li contiene?
Ascoltaci, non stracciare questo messaggio, porgi orecchio alla nostra supplica, non dimenticarci! Solo tu, Sovrana dei Venti che soffiano nel nostro Mondo, puoi trovare i sette fuggitivi e riportarli là dove non possano nuocere. Ti scongiuriamo: assumi il coraggio, ritrova te stessa, liberati dalla fortezza che ti imprigiona, abbandona il torpore e il silenzio della terra remota in cui ti sei nascosta! Non c’è più tempo… intraprendi il viaggio di ritorno a casa e riporta l’amore e la pace tra noi.
Il popolo del Piccolo Mondo Segreto
Post Scriptum.
Proprio ora le guardie annunciano che è scomparso anche il Tesoro.
Perché ti sei allontanata da noi? Senza di te e senza il Tesoro, confusione, povertà e tristezza dominano la nostra esistenza.
Il gruppo lettura
– È permesso?
La porta si apre e nell’aula della biblioteca della scuola secondaria Pamela Travers si affaccia il viso del bidello.
– È arrivata! – annuncia. Poi si scosta e presenta una ragazza che resta immobile sulla soglia, lo sguardo velato di una gazzella in trappola. Alta, longilinea, la sua pelle splende del colore dell’ambra e i capelli si aggrappano alla testa in infinite treccine. Sopra i leggins indossa un maglione che le arriva alle ginocchia ed è tessuto di lana pesante, anche se siamo in primavera.
– Vieni, Shell, ti aspettavamo.
L’accoglie Adriana, la bibliotecaria, giovane donna dall’aspetto gentile, in jeans e camicia a righe bianche e azzurre. I capelli neri le scendono liberi sulle spalle.
Shell si guarda intorno con circospezione. Quell’aula le appare subito strana: non ha banchi, né cattedra o sedie... Alle pareti spiccano scaffali verniciati di verde e rosso, carichi di libri. Un grande tavolo quadrato è stato spinto contro il muro e un tappeto azzurro campeggia al centro della stanza. Il suo sguardo indugia sui ragazzi e le ragazze che vi stanno seduti sopra in cerchio. Non hanno scarpe e stanno a gambe incrociate. I ragazzi la fissano curiosi.
– Vieni, cara, siediti vicino a Marina – dice Adriana, invitandola a entrare.
Shell si ritrae trasalendo, poi osserva diffidente il posto vuoto a fianco di una ragazza con gli occhiali dalla montatura rossa, i capelli castani corti e ricci. Tiene aperto in mano un libro e le sorride.
A occhi bassi, Shell si spinge cautamente in avanti.
– Questo è il gruppo lettura delle prime e delle seconde, Shell, e ne farai parte anche tu adesso. Su, ragazzi, diamo il benvenuto alla nostra nuova compagna, poi presentiamoci.
– Ciaoooo – rispondono in coro. Poi, uno dopo l’altro, scandiscono i loro nomi.
Shell non li ascolta, non alza gli occhi, non mostra alcun interesse. Si è seduta accanto a Marina e adesso, piegata in avanti, dirige lo sguardo al pavimento, accarezzandosi i piedi con movimenti ripetitivi. Quando tocca a lei presentarsi, però, non apre bocca. Il silenzio precipita nell’aula, i ragazzi e le ragazze guardano la nuova arrivata attoniti, poi si voltano verso Adriana.
La bibliotecaria appare tranquilla, si schiarisce la voce e dice:
– Bene, allora tocca a me: il mio nome è Adriana e sono bibliotecaria in un’altra città. Nelle prossime settimane sarò ospite nella vostra scuola per realizzare con voi il progetto speciale che incomincia oggi. Ogni martedì ci incontreremo per leggere insieme un libro. Voi siete stati scelti per far parte di questo gruppo, provenite da classi diverse e non vi conoscete ancora, ma leggendo insieme sono sicura che oltre che divertivi diventerete amici. Ora cominciamo: Marina, vai con il primo capitolo!
La ragazza chiamata esita, il suo sguardo è attratto da Shell che continua ad accarezzarsi i piedi come se non le importasse niente di quello che le sta succedendo intorno. – Non vuoi ascoltare? – le chiede.
Shell non risponde. Marina alza le spalle e si tuffa nella lettura. Da questo momento per lei conta solo la storia, tutto il resto è dimenticato. A voce alta e sicura inizia:
A mata Sovrana, signora del Piccolo Mondo Segreto, da quando sei fuggita, infinite disgrazie si abbattono su di noi e, oggi più che mai, abbiamo bisogno di te.
Questa notte il coperchio dell’Otre Sacro si è misteriosamente sollevato e Sette Venti ne sono volati fuori. Alcuni di loro, venti malvagi, vagano ululando nell’aria pronti a scatenarsi. Chi può prevedere quali sconvolgimenti potrebbero recare alla nostra vita, se nessuno li contiene?
Le parole sono una musica. Shell abbraccia le ginocchia e inizia a dondolarsi a occhi chiusi. Il gruppo è sempre più incuriosito da lei, ma quando Marina legge “È scomparso anche il Tesoro!”, tutti si accorgono che Shell sta seguendo il racconto e ha spalancato gli occhi spaventata.
CAPITOLO 1 DEL LIBRO
La SISP
La giovane Sovrana dei Venti, signora del Piccolo
Mondo Segreto, batté le ciglia, spalancando gli occhi e fissando il paesaggio oltre la finestra della torre nel
NonMondo - Fortezza in cui era rinchiusa da giorni. Quanti? Non se lo ricordava.
Davanti a lei, il mare si estendeva infinito, piatto, desolato, e sulla spiaggia gli scogli si proiettavano aguzzi verso nuvole così fitte e basse che appesantivano il cielo rendendo il giorno oscuro come la notte.
Il messaggero era appena ripartito, si udiva ancora l’eco degli zoccoli del cavallo che si allontanava sul sentiero, ma lei non l’ascoltava.
Dalla mano destra le scivolò a terra la lettera, la mano sinistra invece stringeva un oggetto nascosto nella tasca dell’abito, come se ci si volesse aggrappare o non potesse dimenticarlo.
Al contrario, non si curava di ciò che giaceva abbandonato ai suoi piedi: un sacco di pelle dalla forma di cornamusa, con un lungo beccuccio di legno e sette corni, chiusi da un tappo.
Niente sembrava avere importanza per lei, tranne ciò che custodiva in tasca.
Iartis, il grande lupo grigio, la osservava da dietro una tenda. I suoi occhi gialli non l’abbandonavano mai: seguivano ogni suo gesto, le sue orecchie appuntite erano tese e fremevano a ogni suono intorno.
L’aria fu scossa da un frullo d’ali, Iartis voltò di scatto la testa.
– Ah, sei tu, Cordis… – sospirò sollevato, scorgendo la capinera che gli volava incontro.
– Eravamo preoccupati, cosa è successo? – cinguettò lei, posandosi sulla sua testa.
– La Sovrana ha ricevuto una lettera dal popolo…
– Ci sono novità?
– Non belle, purtroppo. Sette venti sono fuggiti dall’Otre Sacro e il popolo si sente in pericolo ora che lei li ha abbandonati.
– Sono fuggiti anche i venti contrari?
– Sì, e stanno per scatenarsi. Ma non solo: è sparito il Tesoro!
Aggrappandosi alla testa del lupo, la capinera batté velocemente le ali.
– Oh, cielo! E ora lei cosa farà?
– Non lo so… Non sa decidere.
– Non vuole più essere la Sovrana dei Venti?
Iartis scosse la testa.
– Prevedo il peggio.
– Il peggio, Iartis?
Il lupo socchiuse le palpebre e un cupo presagio attraversò i suoi occhi. Trasmise a Cordis la visione terrificante a cui aveva assistito grazie al suo potere: la loro Signora affogava in una palude nera di fango.
Venti contrari soffiavano furiosi sulle case, i palazzi e le pianure del Piccolo Mondo Segreto, sconvolgendoli con tempeste o bruciandoli. Aveva visto il popolo e gli animali fuggire disperati e molti altri morire tra le fiamme o trascinati nelle acque dei fiumi.
Spaventata, la capinera nascose la testa tra le ali.
– Non possiamo permettere che accada questo, Iartis!
– No, non possiamo permetterlo! – scosse il muso il lupo. – Andiamo subito a parlarne con gli altri!
– Un momento… – Cordis si rianimò.
La capinera si alzò in volo e si avviò veloce e silenziosa verso la Sovrana, ancora immobile davanti alla finestra. Sopportando una grande fatica, così piccola e fragile com’era, raccolse col becco il pesante sacco ai suoi piedi e tornò da Iartis.
– Ben fatto! – approvò il lupo grigio.
Poi se ne andarono insieme, lasciando ricadere alle loro spalle la tenda senza che la Sovrana si fosse accorta di loro: per tutto il tempo era restata immobile davanti alla finestra, non distogliendo lo sguardo dal mare.
Il lupo zampettò veloce, scendendo la scala a chiocciola della torre, mentre la capinera lo seguiva. Quando giunsero al piano terra entrarono nella sala del posto di guardia, una stanza vuota di mobili e squallida come ogni cosa in quella torre-fortezza sul mare. Il sacco incantaventi dondolava dal becco di Cordis, reggerlo in volo non era stato facile ma lei era una piccola capinera dal cuore coraggioso e lo tenne con sé rifiutando ogni aiuto.
– Tutti in riunione, amici! Ci sono grandi novità! – ululò Iartis.
Sdraiati qua e là sul pavimento, gli animali operativi della scorta si stiracchiarono, svegliandosi da quel letargo così insolito, per loro che amavano sopra ogni cosa l’azione.
Erano una capra, una marmotta, un orso, un gatto e un topo con un ciuffo rosso in alto sulla testa. Tutti insieme, con Iartis che esercitava la funzione di capitano, formavano una squadra invincibile, perfetta per svolgere il ruolo di scorta personale. Temuti in tutto il Piccolo Mondo Segreto e famosi per le gesta già compiute, non erano visibili a nessun altro che a lei, la Sovrana, di cui erano al servizio e che avevano il compito e l’onore di proteggere.
Sette. Erano sette, uniti per la vita.
La prima a raggiungere con due balzi Iartis fu Sper, la capra.
– Beeene, non ne potevo più di aspettare!
La seguì subito Lanta, la marmotta, scivolando da una grossa trave del soffitto e trattenendo ben stretto il suo diario tra le zampe.
– Eccomi!
Grandis, l’orso bianco, che sdraiato su una cassapanca aveva giocherellato annoiato fino ad allora con il suo scalpello, saltò in piedi ruggendo:
– Mio capitano, sono pronto!
Davanti al camino acceso, una gatta a strisce nere e grigie si rizzò sulle zampe, e Stavi, il topo dal ciuffo rosso che stava accoccolato sulla sua schiena, squittì zampettando a terra:
– Gvazie al cielo ci diamo una mossa, Amigda mia!
A stave qui mezzo ammuffito, mi evo quasi vimbambito!
Una volta che si furono disposti in cerchio, Iartis comunicò telepaticamente a tutti la visione che lo aveva ispirato, e il gruppo rimase a lungo in silenzio a riflettere. Toccò a Grandis interrompere la meditazione; lanciò un’occhiata al sacco appeso al becco di Cordis e sollecitò i compagni:
– Orsù, partiamo subito, andiamo a caccia dei venti, imprigioniamoli in quel sacco e ritroviamo il Tesoro!
– Prima però bisogna convincere la nostra Sovrana a lasciare la fortezza – belò Sper.
In risposta Cordis cinguettò triste:
– Non sarà facile… Da tempo la Sovrana non ci ascolta più, non parla e non ricorda più niente del Piccolo Mondo Segreto…
– È sperduta da troppi giorni, povera ragazza – miagolò Amigda.
– Insomma, come dovremo comportarci? – chiese Iartis.
– La prima cosa è avere fiducia in lei. Può farcela –belò Sper. E trasmise nell’aria il sentimento dolce che era in suo potere. Grazie a questo, gli operativi si sentirono immediatamente forti e ricchi di propositi. Mille idee balenarono nei loro occhi.
– Entriamo in azione, amici! Siamo intenzionati a metterci in gioco per una nuova missione? – domandò Iartis ululando.
Musi, baffi, becchi e corna si scossero in un unico movimento:
– Sìììì!
– Siamo disposti ad affrontare i pericoli del ritorno?
– Sììììì!
– Siamo pronti a catturare i venti e a ritrovare il Tesoro per salvare la Sovrana dei Venti e il Piccolo Mondo Segreto?
– Sììììì!
Aggrappandosi alle orecchie di Amigda, Stavi squittì:
– Scovta Pevsonale in assetto pevfetto, mio capitano!
– Tutti alla spiaggia allora!
Prima di uscire compirono il rito che segnava l’inizio di ogni loro impresa. Abbeverandosi alle ciotole ricolme di succo arancione, unirono le voci in un brindisi:
– Lunga vita alla nostra Sovrana! Lunga vita al Piccolo Mondo Segreto! Evviva la SISP, la SQUADRA DELL’INVISIBILE SCORTA PERSONALE.
La notte, la luna
I ragazzi del gruppo lettura ascoltano concentrati la storia che Marina sta leggendo. Le storie fantasy raccontano qualcosa di misterioso e inspiegabile, qualcosa che vive nella mente e nei sogni che si fanno nel buio della notte e quando il pensiero si perde.
– Capitolo due...
Marina prosegue nella lettura senza neanche tirare il fiato. È appassionata di fantasy e non vede l’ora di scoprire cosa accadrà agli animali della SISP sulla spiaggia di fronte alla Torre–Fortezza e come eserciteranno i loro superpoteri. Sta per leggere il titolo del secondo capitolo quando la bibliotecaria si alza in piedi.
– No, per oggi basta così, grazie Marina.
– Devo smettere di leggere? Ma perché, Adriana?
– La regola del gruppo stabilisce che si legga un capitolo alla volta, al massimo due.
– Ma il primo era brevissimo...
– E poi era il capitolo zero... – la sostiene Ron.
– ... e lo zero non è un numero, perciò non conta – trae le conclusioni Ebo.
A questa affermazione, Laila si sente in dovere di intervenire:
– Veramente, Ebo, lo zero è il numero più importante. Me l’ha detto mia madre. Lei è una matematica e lo sarò anch’io.
Notando che Ebo la fissa ammirato, Laila arrossisce e si copre la bocca con un lembo del velo azzurro che le avvolge la testa. Nella sua famiglia le ragazze non mostrano i capelli in pubblico, lei e la mamma posseggono tanti hijab, se li scambiano e li variano ogni giorno. Sono veli con colori e disegni diversi, e Laila ha imparato a fissarli ai capelli con mollette preziose.
– Però, allora, perché si dice che se sei uno zero non conti niente? – chiede confusa Clara. La zeta del suo zero in realtà è una “esse”. In casa sua si parla l’argentino, anche se lei è nata in Italia.
Lin interviene decisa:
– Laila ha ragione! Lo zero è molto importante!
A quel punto la voce di Adriana risuona nell’aula più alta degli schiamazzi:
– Basta, ragazzi, chiudiamola qui. Come detto, leggeremo il capitolo due la prossima settimana, adesso rilassiamoci. E se avete sete c’è questo per voi...
E mostra una bottiglia di succo arancione insieme a otto bicchieri di carta.
– Facciamo il brindisi come la SISP! – propone Marina, con una leggera inflessione lombarda.
– Già, proprio come la SISP – annuisce Lin, bevendo.
A un tratto, si apre leggermente la porta e, affacciandosi, entra il bidello.
– È arrivato! – annuncia alla bibliotecaria.
I ragazzi allungano il collo: in corridoio c’è un uomo che aspetta Shell. Adriana accompagna la ragazza alla porta.
– A martedì prossimo, cara, non mancare – la saluta con un sorriso.
Shell non risponde, esce dalla stanza a testa bassa e poi, una volta fuori, infila le scarpe, un paio di sneakers rosse a puntini neri, e se ne va senza parlare neanche con lo sconosciuto.
– Che tipo quella Shell… non ha salutato neanche suo padre – osserva Marina.
– Quello non è suo padre – sussurra Clara.
– Come fai a saperlo?
– Mi pare di averlo già visto…
– Davvero? E dove? – chiede Ron.
Clara si stringe nelle spalle.
– Non me lo ricordo…
Gli altri sono sorpresi, ma non fanno commenti, neanche Marina, e dopo essersi salutati ognuno si avvia verso la propria classe.
Quella notte Shell si sveglia di soprassalto.
Il cuore le batte forte.
Si mette seduta nel letto. Non si ricorda più cosa ha sognato.
Prova una sensazione di angoscia che le opprime il petto, si guarda attorno e, anche se in quella stanza stanno dormendo in tre, si accorge di sentirsi estremamente sola.
– Ridammi la coperta – protesta la ragazza del letto accanto, allungando una mano e riprendendosi il plaid che lei le ha portato via nel sonno.
Shell si alza, afferra il suo maglione dalla sedia e ci si infila dentro.
Da qualche tempo ha sempre tanto freddo. Da quando è successa quella cosa che vorrebbe cancellare per sempre…
Gli occhi restano aperti, Shell rimane a fissare la finestra che si affaccia sulla notte. La tapparella non è stata abbassata, nessuno di loro ha voluto farlo. La luna illumina la camera e accarezza i capelli dei ragazzi e delle ragazze che stanno dormendo. Shell è la più grande di tutti. Ma non è la loro sorella.
Un raggio si allunga a illuminare il sasso bianco sul suo comodino, facendolo risplendere come se possedesse una luce propria. La mano di Shell lo afferra e lo tiene stretto, poi la ragazza chiude gli occhi e si riaddormenta.
Il martedì successivo, tocca a Ron leggere a tutti il capitolo due della storia.
– Ti ricordi dove eravamo rimasti? – gli chiede Adriana. – Certo! I componenti della SISP scendono alla spiaggia sotto la Torre-Fortezza, hanno deciso di tornare nel Piccolo Mondo Segreto, catturare i venti contrari e ritrovare il Tesoro.
CAPITOLO 2 DEL LIBRO
I Sette Venti
Quando gli operativi della SISP giunsero alla spiaggia intravidero, sotto alti cumuli di sabbia, resti di imbarcazioni di dimensioni diverse, brandelli di vele, cime e timoni che spuntavano qua e là. La riva di quel mare grigio e piatto che circondava il NonMondo-Fortezza era un cimitero di navi naufragate, abbandonate o ridotte a pezzi.
Impressionati da quel paesaggio desolato, si diressero verso una grande barca che giaceva capovolta sul litorale. Camminavano lentamente, uno dietro l’altro: davanti a tutti il lupo Iartis, poi la capinera Cordis, quindi la capra Sper e dietro di lei la marmotta Lanta; l’orso Grandis e la gatta Amigda, che portava sulla testa Stavi, il topo dal ciuffo rosso. Lo strano corteo, dopo un paio di giri silenziosi intorno all’imbarcazione, si arrestò all’ordine del capitano:
– Rimettiamola in mare.
– Ma non ha più neanche un remo – miagolò Amigda.
– E il fondo ha due falle – cinguettò Cordis.
– Vele stracciate e timone incrinato – scosse la testa Grandis.
– Albero maestro spezzato – prese un appunto Lanta.
– E la ciglia, che eva una mevaviglia… – tentò di poetare il topo Stavi.
In risposta Amigda miagolò:
– Voleva dire chiglia…
Il labbro superiore di Iartis fremette, scoprendo i denti:
– Non perdiamo tempo in chiacchiere, amici della SISP!
Coraggio! Abbiamo un unico compito adesso: ricollocare la barca in mare e partire! Tutti a lavoro per ripararla!
Più nessuna obiezione, e si iniziò a lavorare con entusiasmo. Nella mente di ciascuno brillava la luce dell’obiettivo deciso insieme.
Grazie al loro potere di invisibilità, nessuno poteva
accorgersi dell’esistenza della Squadra dell’Invisibile
Scorta Personale. Dall’alto, con garriti e strida i gabbiani osservarono asce che si alzavano nell’aria senza che ci fosse qualcuno a reggerle, assi che ondeggiavano a un metro da terra come piume e martelli indaffarati che le inchiodavano lungo la chiglia. Videro la grande barca raddrizzarsi da sola e un timone nuovo che si conficcava al proprio posto.
Prima del tramonto, l’albero si innalzò al centro del ponte e, poco dopo, una vela rossa lo raggiunse, pronta a spiegarsi al vento. Poi la barca si sollevò dalla sabbia e lentamente si mosse verso il mare, un passo dopo l’altro, come se avesse le gambe. Infine, fu adagiata in acqua. Su un fianco era dipinta in nero, luccicante, la scritta “I Sette Venti”.
Una ragazza che si è persa
È il terzo martedì del gruppo lettura, Shell è sola davanti
alla porta della biblioteca e sta osservando un quadro appeso alla parete. Indossa sempre gli stessi vestiti e tiene le braccia strette attorno al suo maglione azzurro, largo e morbido come una nuvola, una nuvola rassicurante, che possa condurla dentro il dipinto, che possa nasconderla.
All’improvviso, da dietro l’angolo del corridoio, risuonano le voci concitate di un ragazzo e di una ragazza. Si fanno sempre più vicine, sono Ron e Marina.
– Ma che nome è Shell?
– Shell in inglese significa “conchiglia”, “guscio” – spiega Ron con quel suo accento americano.
– Un nome appropriato per lei, non ti pare?
– Eccola laggiù… Magari oggi parlerà e ci dirà chi è. Forse non conosce bene l’italiano, per questo sta sempre zitta. Anch’io quando sono arrivato in Italia ero confuso, avevo paura di sbagliare e di essere preso in giro…
Marina lo interrompe:
– Forse invece è un po’…
E si picchietta una tempia ridacchiando.
Ron le lancia uno sguardo di rimprovero.
– Non dire sciocchezze. Ah, ecco gli altri! 3
Laila, Clara ed Ebo stanno arrivando dalla parte opposta del corridoio, Dario e Lin invece scendono le scale al centro. Sembra che tutti abbiano stretto amicizia anche se frequentano classi diverse. Ha voluto così Adriana: nel suo progetto ha previsto che si debbano incontrare alunni e alunne di età differenti, in modo da confrontare più punti di vista e riflessioni su ciò che leggono. E sembra che il suo piano stia riuscendo alla perfezione.
Ciao!
Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao!
Si salutano, si stringono in cerchio e confabulano: chi è Shell? Da dove viene? Per quale ragione partecipa solo al gruppo di lettura e non frequenta le lezioni in nessuna classe? Sono avidi di notizie su di lei e non vedevano l’ora di incontrarsi di nuovo quel martedì per scambiarsi impressioni.
Questo enigma li unisce, guardandosi negli occhi lanciano ipotesi.
– Io dico che è sorda, oppure un po’…
Marina ripete il gesto di prima, Lin ride e questa volta Ron si arrabbia davvero:
– Smettetela di prenderla in giro!
– Ma perché viene al gruppo di lettura se è matta? –chiede Dario.
– Non è matta! – Ron si fa tutto rosso. – La volete smettere?
– Avete notato che ha sempre lo stesso maglione? –prosegue imperterrita Marina.
– Col caldo che fa! Per me invece è proprio matta! –insiste Dario.
Allarga il tuo orizzonte!
Il libro continua online su daileggiamo.it
Il sito del Gruppo Raffaello dedicato al progetto lettura
Strumenti e risorse da utilizzare in classe o a casa per stimolare il piacere della lettura:
• Letture ad alta voce e video interventi a cura degli autori
• Approfondimenti e schede di comprensione
• Percorsi di lettura e riflessioni sul mondo della lettura
• Iniziative nelle scuole e incontri con gli scrittori
ChiaraLossaniIsetteventi ISBN978-88-472-4813-7
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
Due storie si intrecciano: una vive nel mondo della fantasia, l’altra nella realtà.
La prima: la principessa Liseli ha perduto il suo Regno e lotta contro i sette venti usciti dall’Otre Sacro. La aiuta la SISP, la sua scorta personale, una strana scorta invisibile.
La seconda: Shell è una ragazzina che arriva a scuola il giorno in cui si riunisce il gruppo lettura, sei ragazzi di classi diverse guidati da una misteriosa bibliotecaria. Shell è spaventata, non riesce a parlare.
Troppe sono le analogie tra la fantasia del libro e la realtà di quella compagna capitata tra loro, perché i ragazzi non ne restino coinvolti.
Chiara Lossani da molti anni scrive narrativa per le migliori Case Editrici italiane pubblicando romanzi per ragazzi e albi illustrati, molti dei quali sono stati tradotti all’estero con notevole successo.
Consigliato a partire dai 9 anni
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€ 9,00