Michela Albertini
Nina e la capanna del cuore
Serie
BLU
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO Per volare con la fantasia
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO Collana di narrativa per ragazzi
33
Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo 1a Edizione 2009 Ristampa 7 6 5 4 3 2 1
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Michela Albertini
Nina e la capanna del cuore
Illustrazioni di
Chiara Bertelli
A Stefano, Aurora, Elisa e Riccardo, la mia “capanna nel cuore”. A Monica, amica preziosa.
Ringrazio di cuore Morena Masha, mediatrice culturale, per la sua competenza e la sua disponibilità.
La partenza Attraverso il finestrino sporco, Nina osservava la
fila dei cespugli correre lungo l’autostrada. Era una giornata insolitamente luminosa e poco fredda, un piccolo regalo della primavera che sarebbe cominciata da lì a pochi giorni. “Almeno... è un bell’inizio!” disse tra sé e sé, non osando rompere il silenzio dell’abitacolo. Ognuno dei suoi familiari aveva qualcosa da fare o era immerso nei propri pensieri. Il papà guidava con attenzione e cautela, valutando il peso della macchina in ogni curva. Nina si era stupita fin dalla partenza che l’auto potesse muoversi con tutti quei bagagli sopra, senza sollevarsi sulle ruote posteriori o sdraiarsi spompata sull’asfalto, ancora umido per la pioggia della notte precedente. - Ce la faremo? - aveva così chiesto quella mattina con tono incerto. Suo padre l’aveva guardata severamente, mentre assicurava per l’ennesima volta le corde del portapacchi stracolmo.
5
La mamma si era limitata a dire ai bambini di salire in fretta in macchina. Così Nina si era ritrovata stretta tra lo zaino di Luljeta, pieno di scarpe e pantofole, e la borsa frigo che conteneva il pranzo di tutta la famiglia, mentre il borsone degli asciugamani le poggiava malamente sulle spalle e contro la nuca. Luljeta, sua sorella di cinque anni, stava tentando di leggere un fumetto, incurante del sole che le arrivava dritto negli occhi. Non aveva ancora imparato a leggere da sola, ma le piaceva. Dario, otto anni, capelli ricci e biondi, giocava concentrato con un piccolo videogioco. La mamma, seduta di fianco al papà, guardava attraverso il finestrino. Si capiva benissimo che non stava osservando il paesaggio. Dal suo posto, Nina non poteva scorgere l’espressione di suo padre, del quale intravedeva solo qualche ciuffo dei capelli biondi quando si spostava in avanti. Intuiva comunque la sua espressione seria e accigliata, che non invitava certo a parlargli. - Promettimi che non appena ti sarai sistemata ci scriverai per darci il tuo nuovo indirizzo - le aveva detto la maestra Cecilia appena la mattina prima, abbracciandola forte. Sembrava realmente dispiaciuta per la sua partenza.
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La maestra Rita, invece, che insegnava matematica, le aveva telefonato a scuola per salutarla, dato che proprio in quei giorni era stata costretta a rimanere a casa per una brutta influenza. Alcuni compagni e tutte le bambine della sua classe avevano voluto darle il loro indirizzo e qualcuno anche il numero di telefono. - Buona fortuna... - avevano sussurrato timidamente Chiara e Ludovica, facendole ciao con la mano. - Mi mancherai! - le aveva detto in un soffio Jacopo. - Davvero? - aveva risposto Nina, un po’ incredula ma felice. Jacopo non era certamente bello, con quegli incisivi sporgenti e quel suo modo di fare talvolta un po’ troppo sfrontato, ma era simpatico e il suo modo di scherzare con le femmine ne faceva arrossire diverse in classe. Anche Nina in certi momenti ne aveva subito il fascino, ma non lo aveva mai ammesso, e mai lo avrebbe fatto. - Certo! - aveva risposto lui sornione. - A chi chiederò l’ora, adesso che te ne vai? Nina ritornò a guardare fuori dal finestrino: Jacopo, Chiara, Ludovica… Ogni chilometro di autostrada era un chilometro in più tra lei e loro, tra lei e Serena.
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Serena era stata, per pura casualità, la prima compagna di banco di Nina, quando era arrivata in quinta B, il primo giorno di scuola. Nina ricordava bene quel momento. Si era sentita in imbarazzo, con tanti occhi che la fissavano, e aveva preso posto di fianco ad una bambina minuta, con i capelli lunghi e biondi, timida e molto riservata. - Ne vuoi un po’? - le aveva chiesto Serena al momento della ricreazione, vedendola immobile al proprio banco. - Prendi pure una parte della mia fetta di torta, è troppa per me... - Nella scuola dov’ero fino all’anno scorso, era il Comune a mandare ogni giorno la merenda agli alunni… - aveva detto impacciata Nina, quasi a volersi giustificare per non avere nulla da mangiare, - ...così i genitori e le maestre erano sicuri che ognuno avrebbe mangiato solo la frutta stabilita per quel giorno! - Ecco perché hai cambiato scuola! - le aveva detto di rimando Serena. Entrambe avevano riso e da lì era cominciata la loro amicizia. Serena si era dimostrata col tempo una compagna amabile, sempre gentile ed educata. Così Nina aveva cominciato pian piano a rivelarle qualcosa di più su di sé e la propria famiglia.
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Serie BLU
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
Costretta a seguire la famiglia, Nina, una bambina di origine albanese, si trasferisce in una nuova città, abbandonando gli affetti e le amicizie faticosamente conquistati dopo il suo arrivo in Italia. Adesso dovrà ripartire da capo, ma l’inserimento a scuola sarà difficile a causa dell’ostilità di alcuni compagni, che la deridono con dispetti e pregiudizi razziali. Per fortuna, insieme alla sua famiglia, troverà aiuti inaspettati, che la porteranno ad acquisire una nuova e più consapevole serenità interiore. Un delicato racconto adolescenziale, per riflettere su temi di grande attualità: le difficoltà di integrazione per chi viene da altre realtà geografiche e la diffusione del fenomeno del bullismo nelle scuole.
Michela Albertini vive a Milano, è laureata in pedagogia e lavora come insegnante di scuola primaria. Con Raffaello ha pubblicato libri per tutte le età.
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