fficina dei
GUIDA per l'insegnante classi
4-5
• Programmazione didattica per competenze
• Schede operative
• Laboratori di ascolto
• Classe capovolta
• Guida al piacere della lettura
• STEM/STEAM - Tinkering
• Guida alle verifiche a livelli con soluzioni
• Guida ai materiali digitali del M.I.O. BOOK
• Test d’ingresso
• Elenco risorse digitali
• Coding
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fficina dei Indice 4
Presentazione del progetto
7
L’importanza della lettura
8
Il piacere della lettura
10 11
L’importanza dell’ascolto
18
Il percorso di scrittura
19
STEM-STEAM
24
Il Tinkering • classi IV e V
Testi per l’ascolto • classi IV e V
34 Per
una didattica inclusiva
Schede classe 76 Test d’ingresso 85 Tecniche di lettura 93 Ascoltare 98 Comprendere 122 Scrivere
IV
Schede classe V 150 Test d’ingresso 158 Tecniche di lettura 164 Ascoltare 171 Comprendere 199 Scrivere
37 Verifiche
a livelli per la valutazione
47 Soluzioni delle verifiche
223
Coding
Programmazione 52 Italiano e grammatica classe IV 62 Italiano e grammatica classe V 72 Cittadinanza e Costituzione • classi IV e V 74 Arte, immagine e musica • classi IV e V
250
Classe capovolta
267 Guida
ai materiali digitali M.I.O. Book
277
Elenco delle risorse digitali
Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini, Valentina Cammilli per Equilibri servizi editoriali Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti, Barbara Cherici per Equilibri servizi editoriali, Alessia Polenti Illustrazioni e colore: Archivio Gruppo Ed. Raffaello Copertina: Mauro Aquilanti Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello Coordinamento M.I.O. Book: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore.
© 2019 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it
SISTEMA DI GESTIONE CERTIFICATO
Ristampa: 5 4 3 2 1 0
2024 2023 2022 2021 2020 2019
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
fficina dei
STRUTTURA DEL PROGETTO Il progetto offre tanto materiale per i PRIMI GIORNI DI SCUOLA: • i l fascicolo “Evviva si ricomincia”, per riprendere gradualmente a lavorare nella competenza del parlato, dell’ascolto, dello scrivere e della riflessione sulla lingua; • l a sezione di apertura dei volumi “PRONTI, SI RICOMINCIA”, dedicata al ripasso delle tipologie testuali affrontate nell’anno precedente.
4
OFFICINA DEI LINGUAGGI è conforme alle Nuove Indicazioni Nazionali. L’opera si propone di sviluppare le conoscenze e le competenze linguistiche degli alunni, offrendo loro la possibilità di sfogliare pagine dall’aspetto vivace, capaci di suscitare l’interesse verso la lettura, intesa come abilità indispensabile per conoscere, comprendere, riflettere. La curiosità e l’interesse del bambino sono sollecitati sia dall’aderenza degli argomenti vicini al suo mondo sia da una serie di attività che, pur mantenendo lo scopo di fornire strumenti per la comprensione, mirano a sviluppare un pensiero critico. OFFICINA DEI LINGUAGGI è un ricco percorso linguistico che si sviluppa attraverso le varie tipologie testuali e affronta importanti tematiche personali, sociali e ambientali, allo scopo di favorire la riflessione, il confronto, l’approfondimento.
Il PROGETTO OGNI TIPOLOGIA è impostata come segue:
1 In apertura un’immagine richiama una o più caratteristiche della tipologia
testuale e, attraverso domande-guida, stimola l’alunno alla lettura dell’immagine, anticipando alcuni tratti peculiari del genere presentato nelle pagine successive; I l box “Buona visione” dà spazio al linguaggio cinematografico, attraverso il suggerimento della visione di un film, che si lega alla tipologia trattata, mostrando così come una storia possa essere narrata con linguaggi diversi. Tale attività verrà sviluppata poi nel Laboratorio di italiano;
I l box “Felici di leggere” presenta suggerimenti di alcuni titoli da leggere, inerenti alla tipologia, per promuove la lettura personale.
2 La tipologia è presentata attraverso uno schema di analisi di facile
lettura, per permettere la didattica inclusiva; questo strumento è affiancato da un brano esemplificativo, in cui l’alunno può riscontrare, con un’analisi guidata (anche dal codice colore), gli elementi, la struttura e le tecniche espressive della tipologia in esame.
3 Le letture sono supportate da proposte operative che si sviluppano su tre filoni:
• l ’analisi volta al riconoscimento degli elementi caratteristici della tipologia presentata; • la comprensione mediante attività diversificate e graduate per la comprensione del testo: dalle informazioni esplicite a quelle implicite per coglierne il messaggio e lo scopo (attraverso strategie diverse come formulazione di domande, cloze, riordino di sequenze, risposta a domande aperte e a scelta multipla o V/F). In ogni sezione questo box è supportato da: “Comprendo se faccio ipotesi”, che stimola gli alunni ad anticipare i contenuti del brano riflettendo sul titolo e\o osservando le immagini, e “Comprendo se leggo bene”, dove vengono dati suggerimenti per conseguire una lettura espressiva finalizzata alla comprensione; • il lessico ossia un arricchimento linguistico attraverso spiegazioni o stimoli per scoprire il significato di parole e/o frasi dal contesto.
4 Altri box operativi sono: • Grammatica
che stimola la riflessione sulla lingua e sulle regole morfosintattiche;
• Parlo di me (riflessioni personali) che permette ai ragazzi di fermarsi a riflettere su se stessi, pensando ai propri sentimenti ed esprimendoli attraverso le risposte ad alcune domande-stimolo e invita al confronto con il gruppo classe, promuovendone l’integrazione; • Compiti di realtà per mettere alla prova quanto appreso grazie a situazioni stimolanti legate alla realtà.
5 Alcuni brani presentati trovano il proseguimento nel percorso di scrittura proposto nel Laboratorio di italiano (vedi p.18).
5
Il PROGETTO
6 Per avviare l’alunno verso il raggiungimento delle competenze, le verifiche finali “si sdoppiano” in: • Ho imparato ad ANALIZZARE dove si ri-propone lo schema iniziale, da completare con le parole-chiave della tipologia in esame, affiancato da un testo in cui riscontrare tali elementi, in modo da poter valutare le conoscenze acquisite nello specifico della tipologia; • Ho imparato a COMPRENDERE ossia una verifica sullo stile INVALSI, per sondare la sfera più ampia delle competenze linguistiche di complessione e lessico. All’interno del volume sono presenti quattro sezioni dedicate alle STAGIONI, che vengono sviluppate attraverso differenti tipologie testuali, nuovi spunti nell’ambito delle attività manuali attraverso il tinkering (vedi pp. 24 sgg) e all’aggancio con la lingua inglese attraverso il CLIL. Tale metodologia, in linea con il documento ministeriale Nuovi Scenari 2018, è introdotta non solo attraverso semplici esercizi di arricchimento lessicale, ma anche attraverso l’uso della lingua inglese in situazioni comunicative vicine alla realtà. Nel volume di classe V vengono proposte attività propedeutiche alla prova INVALSI di inglese. Alle tipologie si intrecciano due sezioni TEMATICHE (per ogni anno), che affrontano argomenti vicini al vissuto dei ragazzi quali l’amicizia, le emozioni, la crescita e la promozione di valori. Esse vengono affrontate attraverso tipologie testuali che fanno riflettere sullo scopo per cui vengono utilizzate.
Ogni volume si conclude con L’AGENDA DEI CITTADINI DEL FUTURO, una sezione specifica che pone grande attenzione alle tematiche riguardanti il futuro del Pianeta, così come raccomandato dalle norme programmatiche vigenti e filo conduttore che attraversa tutto il progetto. In queste pagine l’insegnante trova un supporto puntuale ed efficace per affrontare le tematiche trattate nell’Agenda 2030, la quale contiene e analizza in modo dettagliato gli obiettivi che tutti gli abitanti della Terra devono impegnarsi a raggiungere da qui all’anno 2030. Questa sezione vuole essere una risposta alle sfide, alle paure, alle incertezze che ci pone il futuro; in questa fase della crescita dei ragazzi, è soprattutto il “mondo scuola” che può generare la consapevolezza che il loro contributo è determinante per il Pianeta: la Terra chiede alle nuove generazioni un impegno, una responsabilità, ma anche l’orgoglio di sentirsi protagonisti della costruzione di un mondo nuovo. Le letture e le attività contenute in questa sezione vogliono far sì che i ragazzi sentano che c’è speranza, che la loro forza propulsiva e ideale non è destinata a perdersi in un mondo sovrastato dall’impotenza di fronte all’enormità delle problematiche. Vogliono essere un grido per risvegliare la voce dei ragazzi che tutto tende a quietare, in un’atmosfera di rinuncia che appare letale per lo sviluppo di personalità sane, di uomini liberi, di cittadini consapevoli. Gli insegnanti troveranno in queste letture il materiale per convincere le menti in crescita che non è utopia immaginare un mondo di giustizia, libero dalla fame e dalla povertà, popolato di individui diversi ma uguali nei diritti, paladini appassionati della bellezza del pianeta su cui vivono, nel rispetto della natura.
6
La LETTURA
L’IMPORTANZA DELLA LETTURA dalle Indicazioni Nazionali
La pratica della lettura, centrale in tutto il primo ciclo di Istruzione, è proposta come momento di socializzazione e di discussione dell’apprendimento dei contenuti, ma anche come momento di ricerca autonoma e individuale, in grado di sviluppare la capacità di concentrazione e di riflessione critica, quindi come attività particolarmente utile per favorire il processo di maturazione dell’allievo. Per lo sviluppo di una sicura competenza di lettura è necessaria l’acquisizione di opportune strategie e tecniche, compresa la lettura a voce alta, la cura dell’espressione.
LETTURA ORIENTATIVA È una lettura di indizi: si osserva la forma del testo e ci si sofferma sul titolo, sulle immagini, sulle didascalie e sulle parole chiave. LETTURA ESPRESSIVA È una lettura a voce alta: si legge raggruppando le parole legate dal significato, facendo le pause e le intonazioni giuste. LETTURA ESTENSIVA È una lettura lineare e veloce, è quella che si fa spontaneamente quando si legge per intero, riga dopo riga, un testo contino. La lettura estensiva è la modalità di lettura che si usa più frequentemente. LETTURA SELETTIVA È una lettura a balzi: si scorre velocemente il testo e ci si sofferma soltanto quando si trova l’informazione desiderata. Serve per cercare informazioni e dati specifici. LETTURA INTENSIVA È una lettura riflessiva che non segue un andamento lineare: si legge con attenzione, ci si sofferma su determinate parole e frasi, a volte si rilegge per cogliere il senso del testo e individuarne i contenuti non espliciti. LETTURA PER LO STUDIO La lettura per lo studio comprende tutte le modalità precedenti di lettura: per cogliere l’argomento del testo, i sotto-argomenti e le loro relazioni, i concetti principali e i termini specifici si usano, infatti, strategie diverse. STRATEGIE PER DIVENTARE LETTORI COMPETENTI Esistono “segreti” per diventare lettori competenti: • l eggere il titolo e osservare le immagini per anticipare il contenuto; • r icavare dal contesto il significato delle parole o ricorrere all’aiuto del dizionario; • c omprendere il contenuto globale per scoprire l’argomento trattato; • r icavare le informazioni esplicite e implicite contenute nel testo e a chi e a che cosa si riferiscono; • leggere con la giusta intonazione.
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La LETTURA
IL PIACERE DELLA LETTURA dalle Indicazioni Nazionali
La nascita del gusto per la lettura produce aumento di attenzione e curiosità, sviluppa la fantasia e il piacere della ricerca in proprio, fa incontrare i racconti e le storie di ogni civiltà e tempo, avvicina all’altro e al diverso da sé. Tutte queste esperienze sono componenti imprescindibili per il raggiungimento di una solida competenza nella lettura e per uno sviluppo di ogni futura conoscenza... La lettura va costantemente praticata su un’ampia gamma di testi appartenenti ai vari tipi e forme testuali (da testi continui a moduli, orari, grafici, mappe...) per scopi diversi e con strategie funzionali al compito, senza mai tralasciare la pratica della lettura personale e dell’ascolto di testi letti dall’insegnante, realizzata abitualmente senza alcuna finalizzazione, al solo scopo di alimentare il piacere di leggere. Nel progetto, ogni genere e tipologia testuale propone nel box “Felici di leggere” una bibliografia della letteratura contemporanea e classica per ragazzi con lo scopo di incuriosire ma anche di guidare gli alunni nella scelta di letture che rispondano ai loro gusti personali. Ulteriore motivazione alla lettura è costituita delle pagine speciali “Intervista con gli autori”, per aprire i ragazzi al mondo degli scrittori e dei libri; far capire loro che dietro ogni libro che prenderanno in mano c’è una persona - l’autore o l’autrice - con il proprio vissuto, il proprio percorso formativo, le proprie idee e la propria passione. In questa ottica il progetto “Biblioteca di classe” seleziona quattro titoli, con tematiche che si inseriscono nella programmazione didattica andando a integrarsi nelle diverse tematiche, per far sì che il momento della lettura si configuri come momento di crescita personale e collettivo.
Si può proporre ai bambini di accompagnare la lettura di un libro con la scheda proposta qui a accanto, che permetterà loro di “interagire” e fissare la “memoria dell’incontro” avuto con il libro.
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LA CARTA D’IDENTITÀ DEL LIBRO TITOLO DEL LIBRO: ........................................................................................................................ AUTORE: ..................................................................................................................................................... CASA EDITRICE: ................................................................................................................................. ANNO DI EDIZIONE: ......................................................................................................................... Indica a quale genere narrativo appartiene la storia che hai letto (puoi indicarne più di uno). avventura storico umoristico di fantascienza fantasy di paura giallo autobiografico realistico fantastico PENSO CHE… • Scegli le parole e le espressioni che associ a questo libro: divertente emozionante piacevole appassionante fantasioso troppo lungo noioso linguaggio troppo difficile altro ......................................................................................................................... • Se potessi essere un personaggio del libro: vorrei essere ......................................................................................................................... perché ............................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................
• Alcune parti del libro: sono interessanti, per esempio quando ....................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................
non sono interessanti, per esempio quando ............................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................
• Ho trovato nel libro… … una parola che non posso dimenticare: ............................................................................................................................................... … un pensiero che condivido: ........................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................
• Se avessi scritto io il libro: avrei scelto un titolo diverso ....................................................................................................................................................................... avrei scelto lo stesso titolo l’avrei fatto finire nello stesso modo avrei cambiato il finale così ....................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................
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L'ASCOLTO
L’IMPORTANZA DELL’ASCOLTO Gli obiettivi finali relativi all’ascolto si possono declinare in: • ascoltare in modo attivo, concentrato per comprendere, mettendo in atto strategie di attivazione dell’attenzione e della capacità di ricordare promuovendo una rete di associazioni, di relazioni, di collegamenti con “l’enciclopedia” personale dei vissuti e delle conoscenze; • saper attendere il momento opportuno, per intervenire con lo scopo di chiedere spiegazioni, avvalendosi, se è necessario, di appunti o schemi; • porre domande appropriate sull’argomento trattato per argomentazioni, per ampliamenti attraverso l’esposizione di proprie esperienze attinenti al tema trattato; • utilizzare il contenuto di quanto ascoltato per ampliare le proprie competenze cognitive, relazionali e comunicative, attraverso modalità di rielaborazione che collocano le informazioni ascoltate in contesti personali portatori di senso; • individuare i punti di forza e di debolezza o problematici dell’argomento ascoltato. La capacità di ascolto non deve essere attivata solo relativamente alla “lezione” dell’insegnante, ma deve investire la vasta rete dei parlanti che entrano in relazione con il singolo e che costituiscono la maggior parte dello strumentario comunicativo di ciascuno di noi. Ascoltare per apprendere è solo uno dei tanti aspetti della sua valenza relazionale: si ascolta per sincero interesse verso chi sta parlando, si ascolta per manifestare la propria vicinanza, si ascolta per comprendere quale debba essere il nostro comportamento, si ascolta per capire situazioni, problemi, per individuare scopi, finalità, per promuovere tanti aspetti della personalità e dell’individualità e per essere soggetti attivi con gli altri e fra gli altri. Il progetto Officina dei linguaggi chiude ogni tipologia presa in esame con il Laboratorio di ascolto, che verifica in modo divertente e giocoso la capacità di ascoltare e comprendere. Le varie attività proposte e le situazioni che verranno vissute nella realtà quotidiana saranno un valido potenziamento della capacità di ascoltare, un’abilità trasversale che concorre alla promozione della crescita personale e dell’uso dinamico delle proprie competenze cognitive investendo così l’intera sfera delle relazioni attive e propositive, favorendo l’acquisizione dei primi comportamenti autenticamente democratici della persona.
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Testi per l’ASCOLTO
In queste pagine sono riportati i testi dei laboratori di ascolto presenti nei volumi di Letture, per leggerli alla classe e/o fotocopiarli. Nel M.I.O. BOOK sono gli audio.
Classe IV Laboratorio ascolto • TESTO NARRATIVO p. 42 Il gioco delle trasformazioni!
Eric incominciò a trasformarsi in cane, poco alla volta, nel suo letto. Accadde così. Se ne stava sdraiato su un fianco con gli occhi chiusi. Era sul punto di addormentarsi. Improvvisamente senti un prurito sotto il colletto del pigiama. Questo significava che gli stava crescendo il pelo. Sentì un curioso formicolio alle mani e ai piedi: si stavano trasformando in zampe. Sentì il naso diventargli freddo e umidiccio, le orecchie farsi flosce. Aprì gli occhi. Non si lasciò prendere dal panico. Ora, dalla presenza di una zampa pelosa lì dove avrebbe dovuto esserci la sua mano, Eric indovinò che si stava trasformando in cane. Neppure per un istante immaginò di stare per trasformarsi in qualcos’altro, in lupo mannaro per esempio. Né immaginò di star sognando. Il tempo che ci volle a Eric per trasformarsi in cane fu di circa quindici secondi. Per diventare frenetico gli bastarono cinque secondi. La sua prima azione fu di contorcersi sul letto, nel tentativo di osservarsi meglio. La sua mente era in tumulto: “Sono un cane! Un cane!”. L’azione seguente fu tentare di scendere dal letto: impresa non facile per un cane in pigiama; pigiama che adesso gli ciondolava da tutte le parti. Eric saltò e atterrò in un mucchietto disordinato. Si districò dai calzoni del pigiama e sgusciò fuori dalla giacchetta. Resistette all'impulso di ringhiare quando una delle zampe gli rimase impigliata in un'asola. Si sedette sul pavimento e pensò: “Sono un cane!”.
Laboratorio ascolto • RACCONTO DI PAURA p. 72 Il coniglio horror
Era quasi buio quando finirono di montare la tenda e, a corto di fiato, fecero qualche passo indietro per ammirare la loro opera. La tenda era piccola, ma grande a sufficienza per ospitarli entrambi, e col fondo di tela impermeabile. Joe tirò fuori il sacco a pelo e lo gettò dentro, seguito dallo zaino. Si guardò attorno. Non era male come posto per accamparsi. La roccia li avrebbe protetti dal vento e si scorgeva un fiume serpeggiare ai piedi della collina. Stavano cercando un po’ di rami secchi nell'ombra sempre più cupa degli alberi, quando sentirono un latrato, seguito da un uggiolio. – Sembra un cane – disse Hannah – credo che sia nei guai. Forse è rimasto preso in una trappola. Da questa parte – bisbigliò. – Fa’ attenzione – sussurrò Joe di rimando. Avanzarono cauti nel boschetto, seguendo il suono di latrati e ringhi rabbiosi alternati a uggiolii impauriti. Si ritrovarono in una radura dove due massi enormi formavano una specie di nicchia naturale. Nella nicchia c'era un cane, un collie, coi denti scoperti e tremante di paura, e di fronte al cane c'era un grosso coniglio dal folto pelo bianco. – Il cane ha preso un coniglio – sussurrò Joe. – No – mormorò Hannah – Credo che sia il contrario… Il coniglio si voltò a fissarli con selvaggi occhi rossastri. Poi aprì la bocca, mettendo in mostra due file di denti aguzzi e un paio di zanne enormi, ed emise un lungo ringhio cupo, minaccioso. da R. Stevens, I misteri della palude, Mondadori
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Testi per l’ASCOLTO
Laboratorio ascolto • RACCONTO STORICO p. 86 Azer
Come tanti altri uomini e donne del suo villaggio Azer sembra instancabile. Sotto il sole cocente taglia col suo falcetto di selce le belle spighe d’orzo. Azer è orgoglioso del suo falcetto che si è costruito con un bellissimo manico di legno e una pietra molto tagliente: quella pietra veniva da molto lontano ed era stata portata da una tribù di cacciatori commercianti che l’avevano scambiata con orzo e vestiti prodotti al villaggio. Ora che tutto l'orzo è tagliato, il lavoro non è finito; bisogna portare le spighe al villaggio e prepararsi alla battitura. Quando i chicchi saranno separati dalla paglia, bisognerà metterli al sicuro, al riparo dall'umidità e dagli insetti. Al villaggio c’è uno spazio apposta dove si battono le spighe. Si canta mentre tutti partecipano alla battitura. I chicchi vengono raccolti in vasi grandi di argilla, preparati da mani abili. Mazan, il vasaio, non coltiva i campi perché ha molto da fare con i suoi aiutanti per preparare i vari recipienti che servono a tutto il clan del villaggio. Deve procurare l'argilla adatta, il legname per il forno, modellare con cura i diversi vasi. Deve curare con molta attenzione la cottura, perché più di una volta un bel vaso con incisioni si è crepato quando era quasi cotto. Durante la battitura, ai canti degli uomini e delle donne ogni tanto si mescolano i belati delle pecore e delle capre, provenienti dal vicino steccato, e il muggito delle mucche. Bacti, la moglie di Azer, viene riconosciuta da tutte le donne come la tessitrice migliore. La lana tra le sue dita veloci si trasforma in filo, un filo che i bimbi e le bimbe che le stanno attorno raccolgono in matasse. Ma la meraviglia più grande, che incanta tutti, è quando si lavora al telaio. Coi tessuti di lana si possono far vestiti per tutto il clan e anche vestiti da barattare coi cacciatori di passaggio. Quando cala la notte e il buio è proprio profondo, ciascuno rientra nella sua capanna con le pareti di fango e il tetto di frasche. Nella propria capanna c'è il fuoco da cucina, un posto sopraelevato per dormire e una parte che serve da magazzino. Il pavimento è di terra ben battuta e, quando c'è brutto tempo o fa freddo, si può starci a preparare gli attrezzi o a compiere altri lavori. Nella casa di Mazan c'è un bel tornio che gli serve per modellare i vasi di ceramica, in quella di Azer un trapano che riesce a bucare le pietre. Non manca un angolo sacro dove si va a invocare la dea della fertilità, quando più si teme per la salute degli animali e per l’abbondanza del raccolto. La dea è rappresentata da varie statuette di argilla: ai suoi piedi si pongono doni e, quando tutto va bene, offerte di ringraziamento. da E. Damiano, La casa di Salomone, Mondadori Scuola
Laboratorio ascolto • LETTERA p. 96 Un grandissimo CIAO dall’Africa
Ngorongoro, Africa centrale, 17 aprile Ciao, ciao enhorit (amico), il mio nome è Christopher ole Nerento e ho dieci anni. Appartengo alla tribù del popolo masai e vivo vicino a un posto chiamato Ngorongoro, in Tanzania. Oggi mi sento fresco come un coccodrillo appena sveglio. Ho fatto un lungo sonno e ho bevuto il latte appena munto. Poi sono andato a scuola. Sai che questa è la dodicesima volta dall'inizio dell’anno che ci vado? Sto andando alla grande, non trovi? Questa mattina, mentre camminavo per la strada verso la scuola, l’ho scampata bella! Sta’ a sentire che cosa mi è capitato… Dopo aver camminato per tre chilometri, ho fatto un incontro inaspettato. In mezzo agli alberi davanti a me ho visto una grande ombra scura. Mi sono avvicinato e mi sono accorto che era un bufalo.
12
Testi per l’ASCOLTO Sbuffava dal naso e picchiava il terreno con la zampa (due gesti che fanno sempre prima di caricare). I suoi occhi non smettevano di fissarmi. All'improvviso ha abbassato la testa ed è partito alla carica! Io sono un ottimo corridore, quindi mi sono girato e… via! Poco dopo ho visto un formicaio enorme e mi ci sono arrampicato (da noi i formicai sono alti anche qualche metro). Il bufalo sotto continuava a prendere a testate il formicaio, per farmi cadere. Per fortuna poi è arrivato un gruppo di guerrieri del mio villaggio e l’ha cacciato via. Ero davvero in ritardissimo, perciò ho corso veloce come un ghepardo. Quando sono entrato in classe il maestro mi ha detto: "Christopher, sei in ritardo! Hai incontrato un leone lungo la strada?" In quel momento il maestro non mi è sembrato per niente spiritoso. Tantissimi saluti, Christopher da M. Cox, Ngorongoro, dove lo sterco di mucca porta fortuna, Piemme Junior
Laboratorio ascolto • TESTO DESCRITTIVO p. 146 Uno sconosciuto
Era più vecchio di quanto si fosse aspettata: doveva aver superato i sessant'anni. Non era alto, forse non superava il metro e sessantacinque, ma teneva la figura molto eretta, in modo elegante. I capelli, grigi e un po' radi, morbidamente spazzolati all'indietro, scoprivano una fronte alta, segnata dalle rughe. Il volto era allungato, ossuto, con un naso aggressivo, sporgente da due guance rosse e accese, percorse da un reticolo di venuzze. La bocca era grande e ben disegnata. Gli occhi chiari brillavano acuti sotto le sopracciglia cespugliose. Il sopracciglio sinistro s'inarcava, più alto di quello destro. Aveva una voce pacata, mascolina e autoritaria. Portava una giacca di tweed di buon taglio, ma piuttosto logora, con le pezze di pelle ai gomiti. da P. D. James, Un indizio per Cordelia Gray, Mondadori
Laboratorio ascolto • TESTO INFORMATIVO p. 190 L’uomo e la montagna
La montagna è un ambiente poco favorevole all’uomo a causa del clima freddo e del terreno ripido e roccioso, che non facilita gli spostamenti e le coltivazioni. Tuttavia, questo ambiente offre alcune risorse naturali importantissime. In alta montagna si costruiscono piste da sci, alberghi, ristoranti e rifugi per turisti, attirati dalle bellezze del paesaggio sia in estate sia in inverno. I terreni più in basso sono destinati al pascolo di mucche, capre e pecore. Nelle baite e nelle malghe i pastori producono il formaggio. Sui versanti della montagna ci sono le cave, da cui viene estratta la pietra. Dai boschi si ricava il legname usato per i mobili. Per attraversare le montagne sono stati costruiti gallerie e trafori, mentre per risalire i pendii più ripidi vi sono strade con curve e tornanti. Ai piedi della montagna ci sono coltivazioni di mele, pere, patate, grano e orzo. Con l’acqua dei torrenti si produce energia nelle centrali.
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Testi per l’ASCOLTO
Classe V Laboratorio ascolto • TESTO NARRATIVO p. 34 Gli arcobaleni
Passarono l’una dopo l’altra le calde giornate di agosto. Pollyanna andava spesso a trovare il signor Pendleton. La sua gamba andava meglio e il suo umore migliorava a vista. Egli mandava spesso la bambina nello studio a prendere certe scatole di legno intagliato in cui conservava oggetti strani e preziosi, raccolti durante i suoi viaggi e gliene raccontava la storia. Un giorno, entrando, Pollyanna trovò il cuscino illuminato da una striscia di vari colori. – Sembra un piccolo arcobaleno! – gridò Pollyanna con entusiasmo – Un arcobaleno tutto per noi. – Un arcobaleno? Quello è solo il riflesso del termometro su cui batte il sole. Te lo voglio mostrare io l’arcobaleno. E il signor Pendleton le disse di portargli l’antico candeliere che stava sul caminetto e che aveva come pendagli delle grosse gocce di cristallo. Pollyanna si affrettò a portarglielo. Le gocce di cristallo tintinnavano e luccicavano al sole. Il signor Pendleton staccò una dozzina di pendagli e li dispose l’uno accanto all’altro sul letto. – E ora, cara, se vuoi davvero vedere l’arcobaleno sospendi i pendagli a quella corda che corre da un lato all’altro della finestra. Pollyanna aveva sistemato solo tre pendagli davanti alla finestra illuminata dal sole quando cominciò a capire ciò che stava succedendo. Non uno, ma tre arcobaleni danzavano nella stanza, che sembrava trasformata all’improvviso nel paese delle fate. E quando ebbe finito, non poté trattenere un grido di sorpresa. Sprazzi di luce azzurra, verde, gialla, rossa e violetta danzavano sul pavimento, sui mobili, sulle pareti e persino sul letto, illuminando di gioia anche il volto del signor Pendleton. – Oh, che meraviglia! – sussurrò Pollyanna – Si direbbe che anche il sole sia entrato nella stanza per giocare al nostro gioco, non le pare? – Sì, è così. E sto pensando che il cristallo più bello di tutti sei tu, Pollyanna. da E. Porter, Pollyanna, Mondadori
Laboratorio ascolto • RACCONTO FANTASY p. 48 Nel labirinto di ghiaccio
Nickolai riaprì gli occhi e si ritrovò immerso nell’oscurità, appena attenuata da un livido bagliore. Si guardò intorno. Era un luogo freddo e umido. A parte un lento gocciolio regolare, regnava un silenzio di tomba. Un lampo di luce annunciò la comparsa di Elvina: la piccola fata iniziò a svolazzargli davanti, illuminando l’ambiente. Nickolai scorse davanti a sé una lunga galleria. Che razza di posto era quello? All’improvviso si accorse di avere qualcosa in tasca. Infilò la mano ad estrasse un ciondolo appeso a un laccio di cuoio. Era un talismano. Il suo amico Zak doveva averglielo fatto scivolare in tasca di nascosto. Per proteggerlo. Lo esaminò con attenzione: era una figura umana, con una mostruosa faccia verde, terribili occhi scuri e un ghigno raccapricciante. Ma dove l’aveva già vista? Di colpo se ne ricordò. Era la stessa, orribile immagine che gli era apparsa il giorno della processione, la prima volta che aveva visto la Regina Magda. In qualche modo Zak gli aveva suggerito la verità. Nickolai sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Quella era la vera natura di Magda: dietro il viso dolce e ammaliante si nascondeva una creatura mostruosa. Nella testa di Nickolai si agitavano mille domande: c’era qualche possibilità di fermare la mostruosa Regina? Com’era riuscita a ottenere il suo potere? A un tratto Elvina si infilò nella galleria, invitandolo a seguirla. Nickolai si alzò e le andò dietro. Elvina lo condusse attraverso un dedalo di gallerie, fermandosi ogni tanto ad aspettarlo. Era un vero e proprio labirinto sotterraneo, completamente ghiacciato, che sembrava estendersi all’infinito sotto la città. Era solo, intrappolato in quel luogo inospitale. Avvertì una stretta al cuore e lo assalì una profonda disperazione. – È tutto inutile, non è così Elvina? – mormorò – Non troverò mai il Reame degli Elfi. Non saprò mai chi era la mia famiglia. Elvina intanto continuava a muoversi avanti e indietro, svolazzando con insistenza. – Mi stai dicendo che devo trovare i miei amici?
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Testi per l’ASCOLTO Alvina annuì. – Ma come faccio a uscire da qui? Elvina sospirò ed emise un trillo di impazienza. Poi si infilò in una galleria e lo invitò a seguirla. A un tratto si fermò e cominciò a indicare con insistenza un punto del soffitto. Era giunto il momento per Nickolai di mettere alla prova i suoi poteri. Fece un respiro profondo e chiamò a raccolta tutte le sue forze per tentare di aprire uno squarcio nella roccia. A poco a poco cominciò a sentire una forza impetuosa salire dal centro della Terra e avvolgerlo come una corrente oceanica. Si rilassò e la sua mente si aprì. L’energia fluì lentamente dentro di lui. Era una sensazione indescrivibile. Nickolai sentì crescere dentro di sé una forza immensa. Si concentrò con tutto se stesso e la indirizzò verso il punto che Elvina gli stava indicando. Pochi istanti dopo nel soffitto di roccia si aprì un varco. da L. D. Raby, L’Elfo del Nord, Piemme Junior
Laboratorio ascolto • RACCONTO FANTASCIENZA p. 62 A scuola nel 2155
Quella sera, Margie annotò l’avvenimento nel suo diario. Sotto la data del 17 maggio 2155 scrisse: “Oggi Tommy ha trovato un vero libro!”. Era un libro molto, molto vecchio. Il nonno di Margie aveva raccontato un giorno che, quando lui era piccolo, suo nonno gli aveva detto che in passato tutte le storie erano stampate su carta. Sfogliarono le pagine, ingiallite e accartocciate, e si divertirono a guardare quelle parole che restavano ferme, senza scorrere su uno schermo, come fanno di solito le parole. Poi, tornando indietro alla prima pagina, scoprirono con stupore le stesse parole. – Che spreconi! – disse Tommy – Dopo che un libro veniva letto, non restava che buttarlo. Invece alla televisione passano non so quanti libri e lo schermo serve sempre. Io non butterei via di certo il mio televisore. – Nemmeno io – disse Margie. Margie aveva undici anni e non aveva ancora letto tanti libri come Tommy, che invece ne aveva tredici. – Dove l’hai trovato? – domandò. – In casa – senza alzare gli occhi dal libro, le additò la soffitta. – Di che cosa parla? – Di scuola. Margie restò delusa. – Di scuola? Ma che cosa c’è da scrivere sulla scuola? Io non la posso soffrire. Tommy la guardò con aria di superiorità: – Ma non è la nostra scuola, sciocca. È la vecchia scuola, com’era tanto tempo fa. Margie si sentì offesa: – Non so che razza di scuola potessero avere tanto tempo fa! – sfogliò qualche pagina – E comunque, avevano un maestro, anzi un professore. – Certo che avevano un professore, ma non era un maestro meccanico, era un uomo. – Un uomo? E come fa un uomo a essere un professore? – Ecco; era uno che spiegava le lezioni, assegnava i compiti e interrogava gli allievi. – Ma un uomo non è in grado di farlo. Non può sapere tutto quello che sa il maestro e, inoltre, io non vorrei avere un estraneo in casa che mi facesse lezione. Tommy scoppiò in una gran risata. – Non sai proprio niente, tu. I professori non stavano in casa degli allievi. C’era una sede speciale, e tutti i ragazzi ci andavano. – E imparavano tutti la stessa cosa? – Certo, se erano ragazzi della stessa età. – Ma la mamma dice che il maestro deve essere programmato a seconda del livello mentale dei ragazzi, e che ogni bambino ha bisogno di un insegnamento diverso. In quel momento la madre di Margie chiamò: – Margie, Tommy a lezione! Margie andò nella classe, vicina alla stanza da letto, dove l’aspettava il maestro meccanico. Tutti i giorni la stessa cosa, tranne il sabato e la domenica. Lo schermo era acceso: – La lezione odierna di aritmetica tratterà delle frazioni. Prego inserire nel foro apposito
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Testi per l’ASCOLTO il compito di ieri. Con un sospiro Margie obbedì. Intanto pensava alla scuola di una volta, quelle che c’erano quando il nonno di suo nonno era un ragazzino. Tutti i bambini del quartiere arrivavano a scuola, ridendo e gridando, poi andavano a sedersi, tutti insieme, nell’aula, e alla fine della scuola tornavano a casa insieme. Imparavano le stesse cose, e così potevano discuterne e aiutarsi nei compiti che dovevano fare. Margie pensò: “Doveva essere bella la scuola, una volta! Chissà quanto si divertivano!”. da I. Asimov, in AA. VV., La prova del nove, Mondadori
Laboratorio ascolto • RACCONTO UMORISTICO p. 90 Che vista!
Un signore aveva la vista molto debole, ma non si metteva mai gli occhiali. Con gli occhiali si sentiva brutto e lui ci teneva a fare un bell’effetto. Un giorno stava aspettando un treno alla stazione. – È in ritardo il treno? – chiese a un ferroviere. Quello sorrise gentilmente, ma non gli rispose. – Non posso leggere l’ora, perché ho una vista pessima – disse il signore. E il ferroviere tornò a sorridere, ma rimase in silenzio. – Non c’è niente da ridere! – sbottò il signore, che cominciava a sentirsi preso in giro – La prego, mi dica che ore sono. Ma il ferroviere continuò a sorridere. – Ha le orecchie otturate? – protestò infuriato il signore. Poi, di fronte a un ennesimo sorriso, urlò: – Lei è veramente un gran maleducato! Le farò rapporto! Le persone sulla pensilina, sentendo gridare, si voltarono e alcune esclamarono: – Vergogna! Di prima mattina è già ubriaco. Il signore, fuori di sé dalla rabbia, si avvicinò al naso del ferroviere che continuava imperturbabile a sorridergli e scoprì che si trattava di un manifesto pubblicitario. da U. Wölfel, Storie un po’ matte, Nuove Edizioni Romane
Laboratorio ascolto • RACCONTO STORICO p. 102 Il cavallo di Alessandro
Alessandro correva nella prateria inondata dalla luce primaverile e costellata di fiori, correva seminudo e a piedi scalzi, contro il vento che gli soffiava nei capelli e gli portava dal mare l’odore lieve della salsedine. Filippo, suo padre, lo contemplava in silenzio, fermo in groppa al suo cavallo, al limitare del bosco. Quando lo vide ormai vicino, spronò il destriero e gli si affiancò, salutandolo con la mano e sorridendo, ma senza fermarlo, incantato dalla potenza di quella corsa, dal prodigio di quelle membra infaticabili. Alessandro si arrestò sulla sponda di un ruscello e si gettò con un tuffo nell’acqua. Filippo scese dalla sua cavalcatura e lo aspettò. Il ragazzo uscì di nuovo dalla corrente con un balzo. Filippo lo abbracciò stretto e sentì a sua volta la morsa del figlio, non meno potente. Sentì che era diventato uomo. A un tratto, da dietro un colle, si udì un nitrito. Era un suono acuto e penetrante, uno sbruffare potente, poi si sentì un rumore di zoccoli di bronzo, che facevano tremare la terra. Filippo si girò verso il figlio e gli disse: – Ti ho portato un regalo. Raggiunsero la sommità del colle e Alessandro s’arrestò stupefatto: in basso, davanti ai suoi occhi, uno stallone nero si impennava con un guizzo delle reni sulle zampe posteriori, lucido di sudore, come una statua di bronzo sotto la pioggia, tenuto da cinque uomini attaccati a lacci e briglie, che cercavano di controllarne la formidabile possanza. Era più nero di un’ala di corvo e aveva una stella bianca in mezzo alla fronte in forma
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Testi per l’ASCOLTO di bucranio. A ogni movimento del collo o delle terga, scaraventava a terra gli stallieri e li trascinava come pupazzi inerti. Poi ricadeva sugli zoccoli anteriori, scalciava all’indietro furibondo, flagellava l’aria con la coda, scrollava la lunga criniera luccicante. Alessandro gridò: – Lasciate libero quel cavallo, per Zeus! Filippo gli appoggiò una mano sulla spalla. – Aspetta ancora un poco, ragazzo, aspetta che l’abbiano domato. Solo un po’ di pazienza e sarà tuo. – No! – esclamò Alessandro – No! Soltanto io lo posso domare. Lasciatelo! Vi dico di lasciarlo. – Ma fuggirà – gli fece notare Filippo – Ragazzo mio, l’ho pagato una fortuna! – Quanto l’hai pagato, papà? – chiese Alessandro. – Tredici talenti. – Ne scommetto altrettanti che riesco a domarlo! Ma di’ a quegli sciagurati di lasciarlo! Ti prego! Filippo lo guardò e lo vide quasi fuori di sé per l’emozione, le vene del collo gonfie come quelle dello stallone infuriato. Si volse agli uomini e ordinò: – Liberatelo! Gli uomini obbedirono. Uno dopo l’altro sciolsero i lacci e gli lasciarono solo le briglie sul collo. E subito l’animale si allontanò correndo nella pianura. Alessandro si lanciò all’inseguimento di corsa e gli si affiancò sotto l’occhio stupito del re e dei suoi stallieri. Gli uomini fecero un cenno come per dire “ascolta”. Sentivano che gli parlava, nell’ansimare della corsa gli gridava qualcosa, parole che il vento si portava via assieme ai nitriti dell’animale che quasi pareva rispondergli. E improvvisamente, quando sembrava che il giovane crollasse a terra per lo sforzo, il destriero rallentò la sua corsa, trotterellò per un poco e poi si mise al passo scuotendo la testa e sbuffando. Alessandro allora gli si avvicinò piano. – Bucefalo – sussurrò – Bucefalo… Ecco, è il tuo nome. Ti piace? E gli si accostò fin quasi a toccarlo. L’animale scrollò la testa, ma non si mosse, il ragazzo stese la mano e lo accarezzò sul collo, con delicatezza, e poi sulla guancia e sul muso, morbido come muschio. – Vuoi correre? – Il cavallo nitrì alzando la testa fierissima e Alessandro capì che assentiva. Lo guardò fisso negli occhi ardenti e poi con un balzo gli fu in groppa e gridò: – Vai! Bucefalo! da V. M. Manfredi, Il romanzo di Alessandro, Mondadori Junior
Laboratorio ascolto • TESTO DESCRITTIVO p. 154 Una vera amica
Nella mia classe c’era una bambina che si chiamava Carolina Kuckelmann. Lei è stata la mia prima vera amica. Aveva grandi occhi scuri evidenziati da sopracciglia scure anch’esse, ma gradevolmente arcuate, e lunghi capelli color castano che erano fissati ordinatamente a destra sulla tempia con un fermaglio colorato. Dalla parte sinistra, una ciocca ricadeva morbidamente a incorniciarle il volto regolare. Quando rideva, con una voce stupendamente roca, tendeva il collo in alto, piegava il capo all'indietro e tutto il suo viso era raggiante di gioia, con gli occhi semiaperti. Aveva un sorriso dolcissimo; a volte appena accennato, più spesso a labbra socchiuse, che lasciavano intravedere una dentatura regolare e bianchissima. Il particolare più curioso del suo volto era una miriade di minuscole lentiggini che tempestavano il piccolo naso, come stelle luminose in una fresca notte d'estate. Il collo, poi, era sottile e delicato. Un grazioso ciondolo a forma di cuore, regalatole dalla nonna, ne sottolineava la curvatura morbida. Incantato, avrei potuto osservare quel viso eternamente, e lo guardavo non appena potevo, durante le lezioni o nell’intervallo. Ma lo facevo nascostamente, in modo tale che nessuno se ne accorgesse troppo, neppure Carolina, perché ero molto timido. da P. Süskind, Storia del signor Sommer, Longanesi
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La SCRITTURA
IL PERCORSO DI SCRITTURA I percorsi di scrittura per la classe IV e V traducono in modo operativo le conoscenze e le competenze della lingua italiana che gli alunni hanno acquisito nel libro di lettura. Il collegamento fra i due testi è dato, per le varie tipologie testuali, da un brano che, presentato nell’antologia, trova la sua conclusione nel quaderno di scrittura. Un altro aggancio tra i due volumi si ha con la novità delle schede-film che permettono di lavorare sul film suggerito nelle Letture, mirando a un approfondimento del genere testuale analizzato, attraverso un linguaggio diverso. Gli alunni sono accompagnati nella sperimentazione graduale di un’ampia gamma di situazioni, nelle quali scrivere testi di vario genere. Il linguaggio motivante stimola a scoprire gli aspetti piacevoli di questa attività In classe IV il percorso inizia con una riflessione sulle capacità di produzione scritta maturate e la presentazione degli strumenti necessari a una stesura sempre migliore di testi narrativi (avventura, paura, storico, lettera, diario), descrittivi, poetici, informativi e regolativi. In classe V si riprendono le indicazioni per affinare le capacità e le abilità di scrittura dei testi già presi in esame l’anno precedente e dei nuovi (fantasy, fantascienza, giallo, umoristico, autobiografia e biografia, cronaca, argomentativo). Nelle due classi, i suggerimenti prevedono esercitazioni pratiche che mirano all’utilizzo e alla verifica delle diverse regole per la produzione di un buon testo. Si parte da immagini, domande, input, scalette, schemi, esperienze significative, per produzioni personali, rielaborazioni e sintesi di testi.
L’itinerario si conclude con una sezione che guida l’alunno alla strutturazione del riassunto di testi narrativi e di testi informativi per imparare a studiare. Anche le pagine di scrittura continuano a dare particolare attenzione allo sviluppo della competenza lessicale con tavole che raccolgono parole relative alla tipologia, per scrivere arricchendo il vocabolario di base fino a estenderlo alle parole-chiave delle discipline di studio.
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STEM-STEAM
STEM-STEAM a cura di Chiara Beltramini e Mauro Sabella
Con le STEM-STEAM verso il metodo scientifico STEM è un acronimo che sta per Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Il termine STEM ha iniziato ad acquisire una sua identità nel 2006. In tempi brevi, il nuovo paradigma STEM è diventato di interesse crescente e sempre più rilevante in ambito didattico nei contesti scolastici internazionali. Pochi mesi dopo la nascita del termine STEM il ricercatore Georgette Yakman ha invitato a una aggiunta della lettera A, passando da STEM a STEAM, per includere anche le Arti in questo nuovo, necessario, intervento per rinnovare i programmi scolastici. Più di recente è nata l’idea di includere la lettura tra le discipline da tutelare, passando quindi da STEM o STEAM a STREAM, con l’aggiunta della R per Reading (lettura). L’esercizio della lettura appare fondamentale per poter affrontare e interpretare le discipline scientifiche con un linguaggio adeguato e pertinente.
Le STEAM nella didattica In ambito didattico ci si riferisce alle STEAM come a un curriculum di Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arte e Matematica che si svolga secondo un approccio integrato, progettando attività comuni che portino l’alunno a costruire le proprie conoscenze, sviluppando competenze disciplinari e trasversali. L’educazione STEAM a scuola utilizza un approccio pratico, relativo alle scienze applicate al mondo reale. Fin da piccoli i bambini si pongono domande sui fenomeni della natura e cercano di darsi risposte seguendo il proprio sapere ingenuo e le conoscenze pregresse. A fronte di una didattica tradizionale trasmissiva, le STEAM utilizzano il laboratorio per stimolare modelli cognitivi basati sull’esperienza e migliorare l’atteggiamento nei confronti delle discipline scientifiche e, in senso più ampio, per aumentare la consapevolezza del mondo che ci circonda. Parallelamente, il laboratorio pone attivamente gli studenti alle prese con fenomeni, concetti e strumenti della Scienza in momenti di progettazione, sperimentazione e, indirettamente, di interiorizzazione dei contenuti. Questo tipo di apprendimento attivo è un modello potente e più profondo, che stimola l’acquisizione delle competenze: idee e concetti sono appresi in senso significativo e applicato a contesti reali, l’apprendimento diventa resiliente, solido e trasferibile.
Da STEM a STEAM, fino a STREAM Soprattutto nelle fasi di progettazione di un artefatto, l’importanza dell’Arte sembra essere fondamentale: applicare il design e la decorazione ai lavori realizzati nel corso di una sfida di progettazione serve sì a rendere i progetti STEM più accattivanti dal punto di vista estetico, ma soprattutto a stimolare possibilità creative. Da sempre il termine creatività richiama alla mente il genio dell’artista, l’estro fantastico e immaginativo di creazioni originali. Fu Guilford, negli anni ‘50, che riferendosi alla creatività distinse tra pensiero convergente e riproduttivo e pensiero divergente e produttivo: l’uno attento a riprodurre percorsi di conoscenza già tracciati per giungere a un risultato prevedibile, l’altro alla ricerca di nuove soluzioni personali e creative. La scuola ha spesso favorito un comportamento cognitivo di tipo riproduttivo: l’insegnante è depositario del sapere e lo insegna in modo trasmissivo e pretende che l’alunno lo riproduca come copia fedele dell’originale. Questo accade soprattutto nelle materie scientifiche, nelle quali la ricerca di una soluzione univoca e oggettiva lascia poco spazio all’immaginazione. Nelle discipline artistiche viene, al contrario, valorizzato il pensiero divergente, la libertà di espressione, la creatività. Ecco che aggiungendo le discipline artistiche alle STEM, esse diventano complementari concorrendo allo sviluppo di competenze differenti. E la lettura? Non ci sono possibilità di attività STEAM che non prevedano una fase di lettura e interpretazione di testi specifici. Sembra che la lettura sia ancora una delle carenze principali nelle competenze di base degli alunni ed ecco perché negli Stati Uniti si inizia a parlare di STREAM, introducendo la “R” di Reading nei curricola STEAM. Un lavoro di comprensione dei testi scientifici, di articolazione di testi argomentativi, di
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STEM-STEAM ricerca e selezione delle informazioni diventa assolutamente complementare a un lavoro che appare, solo superficialmente, di impianto prettamente scientifico. Inserire Arte e lettura nel curricolo STEM significa che le discipline artistiche e linguistiche devono essere perfettamente integrate nell’attività.
Che cosa significa insegnare le STEAM per un docente? L’insegnante ha la possibilità di osservare i propri alunni in momenti di ricerca destrutturati, ricavando preziose informazioni sulle competenze trasversali raggiunte e perdendo il ruolo di leader per divenire tutor. Affiancando gli studenti, ponendo le domande per condurli alla risoluzione del problema ed evitando correzioni dirette, anche l’errore diventa uno strumento per progredire nel processo di costruzione delle conoscenze. Il confronto tra pari, poi, si rivela particolarmente efficace: gli studi scientifici sulla peer education, mostrano che essa è strumento prezioso per la crescita civica e personale del bambino. Imparare ad ascoltare, confrontarsi e lavorare in team, sono competenze richieste in ogni ambito.
La situazione in Italia e nel mondo a livello ministeriale L’esperienza americana continua a rimanere un riferimento solido per la scuola europea in fatto di STEM. Se i programmi scolastici europei, e italiani in particolare, sono già dotati di molti strumenti per affrontare questa sfida, manca un’adeguata consapevolezza di quanto la cultura scientifica sia fondamentale nello sviluppo dell’individuo al pari delle discipline umanistiche. Le Raccomandazioni del Parlamento Europeo1 si sono poste come obiettivo quello di coadiuvare l’operato degli Stati membri per assicurare che al completamento dell’istruzione e formazione iniziale i giovani abbiano sviluppato le competenze chiave a un livello che li renda pronti per la vita adulta. Questo documento, che si pone come guida per gli Stati membri in materia di formazione e istruzione in ambito scientifico fa esplicito riferimento a otto competenze chiave. Tra queste la competenza matematica e le competenze di base in ambito scientifico e tecnologico compaiono come un’unica voce. Questa integrazione delle discipline in un’unica competenza è sicuramente in linea con l’integrazione delle STEM in un curricolo scolastico. Nello specifico la competenza in campo scientifico viene definita come la capacità e la disponibilità a usare l’insieme delle conoscenze e delle metodologie possedute per spiegare il mondo che ci circonda sapendo identificare le problematiche e traendo le conclusioni che siano basate su fatti comprovati. La competenza in campo tecnologico è considerata l’applicazione di tale conoscenza e metodologia per dare risposta ai desideri o bisogni avvertiti dagli esseri umani. In Italia, a livello ministeriale, dal 2016 il MIUR ha individuato il mese di marzo come “Mese delle STEAM”. L’iniziativa, frutto di una collaborazione tra il Dipartimento per le Pari opportunità e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, si inquadra nel più ampio impegno del Dipartimento per colmare il gap di genere nella cultura scientifica. Infatti, solo il 38% delle studentesse italiane indirizza il proprio percorso formativo verso le discipline STEAM, spesso per ostacoli culturali dettati da stereotipi, che vogliono le donne scarsamente predisposte a queste materie. Nella legge Buona Scuola, infatti, c’è un comma2 che riguarda l’educazione al rispetto contro le discriminazioni e le violenze. Si tratta di un’azione che ha un doppio obiettivo: da un lato, la necessità di favorire tra le studentesse e gli studenti lo studio e la passione per le STEAM, per sviluppare sempre di più competenze nel campo delle Scienze e dell’innovazione tecnologica. D’altra parte, questo comma intende innescare una modalità diversa di lotta a uno stereotipo di genere che conduce a un divario tra maschi e femmine in questi ambiti, sia interno al percorso di studi, sia in ambito professionale. Numerose scuole hanno preso parte alle iniziative del mese delle STEAM o si sono fatte promotrici di interventi all’interno dei propri Istituti. Le Nuove Indicazioni Nazionali3 del 2012 si sono preoccupate di sottolineare come la scuola si debba adeguare alla mutevolezza del contesto sociale in cui gli alunni vivono. Nello specifico le Indicazioni liberano 1. Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relative a competenze chiave per l’apprendimento permanente. 2. Linee Guida Nazionali (art.1comma16L.107/2015). 3. Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di Istruzione, settembre 2012.
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STEM-STEAM le discipline dalle aree in cui erano state inserite per incoraggiare un atteggiamento interdisciplinare che porti ad uno sviluppo di competenze sempre più trasversali. Nell’ampia digressione sugli ambienti di apprendimento si sottolinea come sia fondamentale che la scuola riesca a favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze. In questa prospettiva, la problematizzazione svolge una funzione insostituibile: sollecita gli alunni a individuare problemi, a sollevare domande, a mettere in discussione le conoscenze già elaborate, a trovare appropriate piste d’indagine, a cercare soluzioni originali. Il documento ministeriale del 2012 invita gli insegnanti del primo ciclo a realizzare attività didattiche in forma di laboratorio, per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa. Il laboratorio, se ben organizzato, è la modalità di lavoro che meglio incoraggia la ricerca e la progettualità, coinvolge gli alunni nel pensare, realizzare, valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri. Le Indicazioni Nazionali fanno chiaro riferimento alle discipline STEAM, accomunate da un approccio pratico, che prenda spunto da situazioni reali e conduca il bambino verso l’acquisizione del rigore scientifico. La Matematica viene considerata nel suo aspetto pratico come strumento che possa permettere all’alunno di risolvere problemi utili nella vita quotidiana. Il documento sottolinea l’importanza del laboratorio, luogo fisico in cui l’alunno è attivo, formula le proprie ipotesi e ne controlla le conseguenze, progetta e sperimenta, discute e argomenta le proprie scelte, impara a raccogliere dati, negozia e costruisce significati, porta a conclusioni temporanee e a nuove aperture la costruzione delle conoscenze personali e collettive. Le Scienze vengono considerate come diverse nei contenuti ma accomunate da metodologie di indagine simili. Viene sottolineata l’importanza di vedere le STEAM secondo un approccio integrato e trasversale, evitando così la frammentarietà nozionistica dei differenti contenuti. La ricerca sperimentale, individuale e di gruppo, rafforza nei ragazzi la fiducia nelle proprie capacità di pensiero, la disponibilità a dare e ricevere aiuto, l’imparare dagli errori propri e altrui, l’apertura ad opinioni diverse e la capacità di argomentare le proprie. Anche per quanto riguarda il curricolo di Tecnologia le Indicazioni sono molto chiare: è indispensabile una didattica di tipo laboratoriale per affrontare situazioni e fenomeni concreti in modo attivo.
Le STEAM nell’ultimo documento ministeriale “Indicazioni nazionali e nuovi scenari” Pubblicato il 22 febbraio 2018 dal Miur, il documento “Indicazioni Nazionali e nuovi scenari” si presenta come un aggiornamento delle ultime Indicazioni Nazionali a opera del Comitato Scientifico Nazionale, in seguito alle sperimentazioni condotte in alcune scuole in accompagnamento al documento del 2012. Il documento non integra il precedente né lo modifica. Si tratta di una ricalibrazione rispetto alle otto competenze chiave europee4, alla Raccomandazione del 23 aprile 2008 sul Quadro Europeo delle Qualifiche5, andando verso lo scenario auspicato dall’ONU nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Dalle sperimentazioni attuate emerge ancora un forte senso di incertezza e di resistenza ad abbandonare modelli didattici prevalentemente trasmissivi. Il Miur sottolinea con vigore la necessità di attuare didattiche innovative che non puntino sulla quantità delle conoscenze, ma sui nuclei fondanti delle discipline da raggiungere attraverso una didattica per competenze. Quest’ultima non deve essere scelta di pochi, ma orientamento di Istituto e di tutti i collegi docenti che sono chiamati a progettare in verticale, così da poter lavorare in modo coerente e proficuo allo sviluppo e alla crescita degli alunni. Le discipline non possono più essere viste come chiuse ed autoreferenziali, ma devono essere affrontate in modo integrato e trasversale, sconfinando l’una nell’altra per il raggiungimento delle competenze richieste al termine del percorso di studio. Anche le discipline linguistiche devono essere inserite in attività che mirano al raggiungimento della competenza matematica, scientifica e tecnologica in quanto indispensabili per esprimere il pensiero critico ed astrarre quanto sperimentato in laboratorio. Il testo ministeriale fa esplicito riferimento alla Geografia come “cerniera” tra le materie umanistiche e quelle 4. Dicembre 2016, Raccomandazione del Parlamento Europeo Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente. 5. 14/02/18, European Qualifications Framework.
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STEM-STEAM scientifiche (paragrafo 5.2): linguaggio e strumenti di indagine di questa disciplina la accomunano alle Scienze, Matematica e Tecnologia. Alla Matematica, al pensiero scientifico e all’Arte sono dedicati paragrafi specifici (5.3, 5.5 e 5.6): nel primo viene evidenziata l’importanza del laboratorio come “palestra” per imparare e per stimolare capacità di argomentare e il confronto tra pari. Tutte le attività STEAM proposte prevedono una didattica di tipo laboratoriale in cui quella matematica è una competenza imprescindibile ma non direttamente affrontata. Il metodo scientifico deve essere incentivato come indispensabile per lo sviluppo del pensiero critico e la capacità di analisi della realtà in modo razionale senza pregiudizi né false credenze. L’alunno, come previsto dalle attività STEAM, deve essere in grado di analizzare in modo preciso e scientificamente valido qualsiasi situazione venga proposta attraverso ipotesi, osservazione, sperimentazione, analisi e verifica. Ogni attività proposta sarà finalizzata a far interiorizzare il rigore del metodo. Le discipline artistiche, infine, vengono definite fondamentali per lo sviluppo armonioso della persona e della capacità di esprimersi con modalità diverse. Sono altresì il veicolo per il riconoscimento di una identità sociale e culturale e ad esse si devono tutela e salvaguardia. In ultima istanza, il documento ministeriale pone l’accento sull’ambiente e le metodologie. Si incoraggia la destrutturazione della tradizionale aula per andare verso un ambiente di apprendimento che favorisca il confronto e il lavoro in team. Insomma, un ambiente più idoneo a una didattica di tipo cooperativo che sia in grado di contestualizzare i saperi nella realtà quotidiana. La conclusione è quella di un’alleanza tra le discipline che porti ad un nuovo umanesimo.
Quale metodologia utilizzare nello strutturare un’attività STEAM? Il metodo scientifico Il metodo scientifico, detto anche metodo sperimentale, si basa su una serie di attività strutturate, che consentono di raggiungere una conoscenza attraverso l’osservazione dei fenomeni e sull’analisi delle cause. Una raccolta di informazioni verificabili e ripetibili consente allo scienziato di elaborare delle leggi e delle teorie. Il metodo scientifico o sperimentale si articola in due fasi: la fase induttiva e la fase deduttiva. La fase induttiva prevede l’osservazione e la raccolta dei dati. Segue la formulazione di un’ipotesi che tenta di spiegare il fenomeno mediante la “lettura” dei dati sperimentali. La fase deduttiva prevede la verifica dell’ipotesi attraverso altri esperimenti e la formulazione di una teoria, nel caso in cui l’ipotesi venga confermata. Tutte le attività pratiche, che sono alla base del metodo sperimentale, mettono il bambino al centro del processo di apprendimento. Semplici attività di gruppo porteranno a un continuo confronto e condivisione delle esperienze. La possibilità di ripetere alcune dinamiche laboratoriali consentirà di capire che alcuni fenomeni non sono casuali. L’essere protagonisti di un processo di apprendimento migliora l’autostima e valorizza le attitudini dei singoli. Come procedere? Suddividere la classe in piccoli gruppi. Consegnare a ogni gruppo la scheda di laboratorio che funga da guida nelle varie fasi di lavoro. Gli step suggeriti, secondo il metodo scientifico, prevedono le seguenti fasi: 1. problema: l’insegnante pone una domanda/sfida ai bambini 2. ipotesi: in un’attività di brainstorming vengono raccolte le prime ipotesi 3. materiali: vengono messi a disposizione dei vari gruppi i materiali necessari allo svolgimento degli esperimenti 4. esperimento: i bambini si cimentano in attività sperimentali 5. risultati: al termine degli esperimenti vengono raccolti i risultati ottenuti dai vari gruppi 6. conclusione: viene data una risposta “scientifica” alla domanda iniziale Dopo aver svolto l’attività i bambini sono invitati alla compilazione della scheda di laboratorio, che se si ritiene opportuno può essere corredata di ricostruzione grafica.
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STEM-STEAM
Scheda di lavoro: Il metodo scientifico CLASSE ............................................................................................................................................................................. NOME E COGNOME .................................................................................................................................................. I COMPONENTI DEL MIO GRUPPO DI LAVORO ............................................................................................................................................. .....................................................................................................................................................................................................................................................
1. Che cosa vedi? (Osservazione) ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................
2. Che cosa può essere successo? (Ipotesi) ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................
3. Sperimenta (Sperimentazione) ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................
4. Quali sono i risultati? (Analisi) ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................
5. Ripeti l’esperimento e confrontalo con il precedente (Verifica)
6. Che cosa hai capito? (Conclusione) ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................
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TINKERING
Il Tinkering Il Tinkering è un approccio didattico che sta diventando sempre più popolare nella didattica delle STEAM. Tinkering è un termine inglese che vuol dire letteralmente “armeggiare, adoperarsi, darsi da fare”. Viene ormai considerato, negli ambienti educativi internazionali, come uno strumento importante per lo sviluppo delle competenze del ventunesimo secolo e per l’educazione alle STEAM. Si tratta, infatti, di una metodologia molto potente per lo sviluppo di creatività, pensiero creativo, collaborazione, problem solving, autostima e comunicazione. È una forma di apprendimento informale raggiunto tramite attività durante le quali l’alunno è incoraggiato a sperimentare, stimolando l’attitudine alla risoluzione dei problemi. Tutte le attività vengono lanciate sempre sotto forma di gioco o sfida e devono essere realizzate in gruppo. Le principali consistono nel costruire o decomporre oggetti, progettare macchine che si muovono, volano, disegnano, galleggiano, esplorare materiali o elementi meccanici, creare artefatti originali o reazioni a catena. Lo scopo del Tinkering, infatti, è realizzare oggetti di vario genere utilizzando materiali di recupero e facilmente reperibili: scatole, bicchieri, fogli di carta, pezzi di legno, fili metallici, involucri di plastica… L’alunno che inizia un’attività di Tinkering non ha da subito chiaro che cosa può o vuole fare. Quando si trova davanti oggetti sui quali può agire liberamente, dopo una iniziale fase di libera esplorazione ed esperimenti, tenderà a porsi egli stesso i propri obiettivi; raggiungerli non sarà più percepito come un esercizio imposto dall’esterno. Le soluzioni verranno trovate per tentativi, attraverso errori ed esperienze. L’insegnante, come nella maggior parte delle metodologie attive, acquista un nuovo ruolo di facilitatore dell’apprendimento, affiancando gli alunni che lavoreranno in gruppo in attività laboratoriali. Dovrà prima di tutto lanciare la sfida e spiegare lo scopo dell’attività, porre le giuste domande per far riflettere gli alunni e guidarli, e non correggerli, in caso di errore. Tra i vantaggi di questa metodologia c’è sicuramente la volontà di avvicinare tutti alle STEAM in modo ludico. La creatività è valorizzata e la curiosità stimolata. In un mondo prettamente digitale, questo tipo di approccio consente di tornare ad acquisire una importante manualità utilizzando tutti i sensi in attività che coinvolgano mente, mani, occhi, strumenti e materiali differenti. Gli alunni con problemi dell’attenzione o bisogni educativi speciali, come quelli che hanno bisogno di essere sempre in movimento, potrebbero migliorare le loro capacità di concentrazione in un’attività di Tinkering.
Come procedere? Procurare una scatola per ciascun alunno, all’interno della quale mettere a disposizione i materiali e gli strumenti indicati alla voce “Materiale occorrente” di ogni attività proposta. La scatola con l’occorrente sarà la Tinkering Box di ciascun alunno. Questi materiali dovranno essere utilizzati per esplorare un fenomeno STEAM attraverso il processo di creazione. Attraverso questa attività di progettazione, pianificazione, realizzazione, monitoraggio e valutazione dei risultati, l’alunno costruisce le proprie conoscenze creando connessioni tra preconoscenze e nuove evidenze. L’insegnante divide la classe in gruppi e lancia la sfida. Ogni gruppo è libero di realizzare un oggetto conforme a quanto richiesto dall’insegnante liberando la propria creatività. In seguito ad attività di confronto tra pari, attraverso prove e tentativi, ogni gruppo arriva alla consegna di quanto richiesto. Il confronto tra i risultati dei vari gruppi è fondamentale in un’ottica di miglioramento.
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TINKERING
Classe IV Una ragnatela spaventosa Discipline coinvolte: Tecnologia, Arte e Geometria Metodologia: Learning by doing / Tinkering Tempo previsto: un modulo da un’ora Materiale occorrente: colla vinilica in confezione con punta sottile, fogli di carta da forno, stuzzicadenti da spiedino, filo di nylon, glitter argento (facoltativo). Traguardi di competenza (in riferimento alle Indicazioni Nazionali del 2012) L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti. Obiettivi specifici di apprendimento Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali. DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ Mostrare ai bambini qualche immagine di ragnatela facendoli riflettere sulla grande abilità dei piccoli animaletti. Quindi, introdurre alcune conoscenze scientifiche sulla struttura e la composizione della ragnatela: La ragnatela è prodotta dal ragno con fili di seta differenti a seconda dell’uso che ne fa: c’è la seta da struttura, che serve per “disegnare” la ragnatela e c’è la seta da cattura, che risulta più viscosa e può intrappolare l’insetto. È una struttura resistentissima e per costruirla il ragno si cala da un’estremità che poi sarà il punto di partenza della costruzione. Dividere gli alunni in gruppi da quattro e chiedere di provare a realizzare una ragnatela, stendendo la colla vinilica sulla superficie della carta da forno. I componenti del gruppo disegneranno la traccia della ragnatela sul foglio di carta, quindi ne seguiranno i contorni usando il beccuccio della colla o uno stuzzicadenti da spiedino. Nella fase precedente l’asciugatura è possibile cospargere le ragnatele con glitter argentato. Dopo averle lasciate asciugare all’aria, appendere le ragnatele in aula con il filo trasparente di nylon. CONCLUSIONI L’attività offre la possibilità di approfondire una delle strutture geometriche più affascinanti, esistenti in natura: la ragnatela, con la struttura radiale, simmetrica e ricorrente. Inoltre, impone agli alunni di organizzare il lavoro di gruppo in funzione del raggiungimento del fine comune. Infine, spiegare il comportamento della colla vinilica, prodotto adesivo che i bambini conoscono molte bene e con il quale giocano volentieri. La colla vinilica è costituita da resine e acqua. Asciugando, perde acqua e per incollarsi ha bisogno che almeno la superficie con cui è a contatto sia porosa e assorbente. In questo caso, invece, la carta da forno non ha queste caratteristiche, così come le superfici plastiche. Per questo motivo la colla non si attacca alla carta e può essere rimossa con facilità. Il collante indurito forma una pelle soffice, trasparente ed elastica.
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TINKERING
La geometria della natura Discipline coinvolte: Matematica, Tecnologia, Arte Metodologia: Learning by doing / Tinkering Tempo previsto: un modulo da un’ora Materiale occorrente: colla vinilica in confezione con punta sottile, cotton fioc, cartoncino nero, pastello o pennarello Uniposca bianco. Traguardi di competenza (in riferimento alle Indicazioni Nazionali del 2012) L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti. È in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere immagini (opere d’arte, fotografie, manifesti, fumetti ecc.). Obiettivi specifici di apprendimento Osservare e riconoscere regolarità o differenze nell’ambito naturale. Utilizzare semplici strumenti e procedure di laboratorio per interpretare fenomeni naturali o verificare le ipotesi di partenza. DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ Mostrare ai bambini l’immagine ingrandita di alcuni fiocchi di neve e porre delle domande cercando di guidarli al concetto di omotetia: osservando i cristalli da vicino si può notare che la struttura del cristallo si ripete continuamente in strutture sempre più piccole simmetriche e identiche.
A questo punto proporre ai bambini di riprodurre su un cartoncino nero un fiocco di neve con cotton fioc e matite bianche. Ogni bambino potrà realizzare il fiocco di neve a piacere. Al termine dell’attività i fiocchi di neve realizzati verranno incollati su biglietti augurali di buone feste. CONCLUSIONI Attraverso questa attività l’insegnante potrà mostrare ai bambini la perfezione della natura. Partendo dall’osservazione della struttura che compone i cristalli di neve, si potrà introdurre il concetto di frattale: Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo: ciò significa che la struttura base si ripete continuamente. Fu Benoît Mandelbrot che, nel 1975, diede questo nome alle strutture che incontrava in natura. Il termine deriva dal latino fractus (rotto, spezzato), da cui deriva anche il termine frazione; infatti le immagini frattali sono considerate dalla matematica oggetti di dimensione frazionaria.
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TINKERING
Un frattale particolare: il fiocco di neve di Koch Il fiocco di neve di Koch è una particolare curva frattale costruita dal matematico Koch. Questo particolare frattale può essere costruito in due modi: • i l primo modo prevede l’addizione di una serie di triangoli equilateri; • i l secondo modo, apparentemente di più semplice realizzazione se di grandi dimensioni, si ottiene per sottrazione partendo da un esagono. Per realizzarlo occorre disegnare un esagono regolare su di un foglio di grandi dimensioni (figura 1). Quindi ritagliare un triangolo per ogni lato, con la punta rivolta verso l’interno (figura 2). Procedere poi ritagliando dei triangoli con la punta rivolta verso l’interno per ogni lato del nuovo disegno (figura 3).
figura 1
figura 2
Ripetere, infine, il passaggio della figura 3 per gli ulteriori nuovi lati (figura 4). Per facilitare l’operazione, che può essere realizzata in gruppi, è possibile procedere alla sezione delle parti attraverso l’uso di riga e compasso, e ultimare con il ritaglio.
figura 3
figura 4
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TINKERING
Un uovo di Pasqua decorativo Discipline coinvolte: Tecnologia, Arte e Geometria Metodologia: Learning by doing / Tinkering Tempo previsto: un modulo da un’ora Materiale occorrente: pennarelli lavabili, fogli di carta da filtro, barattoli di vetro trasparente, colla, nastrino colorato e perline, forbici. Traguardi di competenza (in riferimento alle Indicazioni Nazionali del 2012) L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti. Obiettivi specifici di apprendimento Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali. DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ Proporre questa attività per realizzare uova colorate usando il principio della capillarità. Per fare ciò è necessario procurarsi dei pennarelli lavabili, un barattolo di vetro con relativo coperchio e delle forbici, tutto materiale che i bambini posso recuperare dalla Tinkering box. Suddividere i bambini in gruppi di lavoro di 4 o 5 e invitarli a creare il proprio uovo personalizzato. La loro fantasia nella scelta dei colori e nel disegno realizzato permetterà di avere degli artefatti differenti e originali. Far ritagliare un rettangolo di carta da filtro di dimensioni simili a quelle del barattolo, in modo tale da poterlo inserire senza toccare le pareti laterali, ma abbastanza grande da poter ospitare la sagoma di un uovo. A partire da mezzo centimetro dal bordo inferiore del foglio, disegnare delle forme differenti (esempio piccole greche) con colori diversi. Attaccare l’altra estremità della carta alla parte interna e centrale del coperchio in modo da appenderlo. Inserire nel barattolo un volume d’acqua inferiore al mezzo centimetro di altezza, in modo da permettere alla carta di “pescare” in acqua, ma non di coprire la zona dove sono stati depositati i colori. Inserire la carta e chiudere il coperchio. Osservare assieme agli alunni il percorso compiuto dall’acqua. Quando l’acqua avrà raggiunto la fine del rettangolo di carta, colorandolo, estrarlo dal barattolo e posizionarlo in orizzontale su un foglio di carata A4 per lasciarlo asciugare. Successivamente, disegnare la sagoma di un uovo e ritagliarne la forma. Realizzare un forellino nella parte alta della sagoma, inserirvi un fiocchetto colorato, lasciando i due lembi leggermente più lunghi per consentire ai bambini di appenderlo. Scrivere un messaggio d’auguri. CONCLUSIONI L’acqua viene assorbita dalla carta per capillarità e andrà verso l’alto fino a incontrare i colori. Questi verranno trascinati verso l’alto e, in base alle loro caratteristiche, si muoveranno sulla carta con tempi e diffusione differente, creando macchie di forme e sfumature diverse e originali.
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TINKERING
Classe V Una lanterna per i nonni Discipline coinvolte: Tecnologia, Educazione alla cittadinanza attiva, Arte e immagine Metodologia: Tinkering Tempo previsto: un modulo da un’ora Materiale occorrente: barattoli di vetro trasparente, candeline (una per alunno), carta da pacchi, carta di quotidiano o da regalo usata, colla vinilica, spago, pennarelli, pennello. Traguardi di competenza (in riferimento alle Indicazioni Nazionali del 2012) L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti. Obiettivi specifici di apprendimento Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali. DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ Per la festa dei nonni si propone la realizzazione di un portacandele con materiali di recupero. L’attività consente di affrontare il tema del riciclaggio inteso sia come utilizzo della creatività per dare una seconda vita agli oggetti di scarto sia come sistema ecologico di smaltimento dei rifiuti. Per la confezione del portacandele far procedere in questo modo: tagliare una striscia della carta scelta, in modo che sia sufficiente a coprire il barattolo di vetro. Decorare con fori regolari il bordo della carta. Se non si ha a disposizione una fustellatrice, far trovare la soluzione più adatta ai bambini (sicuramente qualcuno penserà a realizzare una sagoma da ricopiare lungo il bordo a intervalli regolari per poter tagliare con precisione i fori decorativi). Pennellare l’esterno del barattolo con la colla vinilica e incollare la striscia di carta attorno al barattolo, avvolgendolo. Lasciare asciugare per circa 10 minuti. Cospargere di colla il bordo superiore del barattolo. Arrotolare lo spago sulla parte superiore del barattolo, lasciando le estremità libere per poter terminare con un fiocco. Prima di chiudere il fiocco, inserire un bigliettino con il messaggio di auguri per i nonni. Infine inserire la candela. CONCLUSIONI L’attività offre l’opportunità di mostrare ai bambini come è possibile riutilizzare materiale che saremmo soliti buttare, donandogli nuova vita. Allo stesso tempo è fondamentale ribadire che è importante riciclare i materiali che vengono usati in questa creazione, dal vetro, che può essere riciclato al 100% se correttamente separato dagli altri rifiuti, alla carta che sarà scelta per decorare il vasetto, che oltre a poter essere usata in mille modi creativi, è una delle risorse più importanti nella filiera del riciclaggio.
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TINKERING
Auguri geometrici Discipline coinvolte: Tecnologia, Geometria, Arte e immagine Metodologia: Tinkering Tempo previsto: un modulo da un’ora Materiale occorrente: cartoncino rosso, forbici, righello, squadre, cartoncino bianco, fiocco di nylon.
Traguardi di competenza (in riferimento alle Indicazioni Nazionali del 2012) L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti.
Obiettivi specifici di apprendimento Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali. DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ L’attività consente di unire alla capacità di riflessione e alla creatività, l’approfondimento di alcuni concetti geometrici fondamentali, in maniera intuitiva e concreta. Consegnare a ciascun alunno le istruzioni per disegnare il Tangram, o proiettarle alla LIM. Chiedere di tracciare un quadrato di 20x20 cm sul cartoncino rosso e di realizzare il Tangram seguendo le istruzioni date nel box. Una volta che ciascuno avrà realizzato lo schema, far ritagliare i sette pezzi che compongono il Tangram. Sfidare i bambini a realizzare un cuore con i tasselli a disposizione. Quando ognuno avrà capito qual è la disposizione adatta, far incollare il cuore ottenuto su di un cartoncino bianco. Infine, far scrivere il messaggio di auguri e abbellire con il fiocco di nylon. CONCLUSIONI Il gioco del Tangram ha antiche origini cinesi. Si tratta di un quadrato suddiviso in sette poligoni differenti, conosciuti come “le sette pietre della saggezza”, nome derivante dalla tradizione che riteneva che giocare con questo rompicapo coltivasse il talento e portasse alla saggezza. L’utilizzo del Tangram consente di riepilogare tutte le caratteristiche legate alle figure geometriche che costituiscono il rompicapo, di affrontare o rivedere i concetti di equiestensione, rotazione e traslazione.
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TINKERING
ISTRUZIONI PER DISEGNARE IL TANGRAM FIGURA 1. Tracciare sul cartoncino rosso un quadrato di cm 20x20. FIGURA 2. Tracciare la diagonale BD per intero.
A
A
B
D
C
20 cm
D
20 cm
C
figura 1
FIGURA 3. Sul lato AB del quadrato, segnare il punto E a 10 cm di distanza dal vertice A. FIGURA 4. Sul lato AD, segnare il punto F a 10 cm di distanza dal vertice A. Tracciare quindi il segmento EF.
B
A
E
figura 2
B
A
E
B
F
FIGURA 5. Appoggiare il righello congiungendo i vertici A e C e tracciare la seconda diagonale, partendo dal vertice C e interrompendo la traccia sul punto di incontro con il segmento EF. FIGURA 6. Sul lato DC del quadrato tracciare il punto G a 10 cm dal punto D. FIGURA 7. Appoggiare il righello unendo il punto G e il punto F e tracciare il segmento che unisce G a F solo a partire dalla diagonale DB. FIGURA 8. Sul lato BC, tracciare il punto H a 5 cm di distanza da B. Appoggiare il righello unendo il punto H al punto di incontro tra le due diagonali sul segmento EF e tracciare il segmento tra le due diagonali.
D
C
D
figura 3
A
E
figura 4
B
F
A
E
B
F
D
C
D
figura 5
A
C
E
G
C
figura 6
B
A
E
B H
F
D
F G figura 7
C
D
G
C
figura 8
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TINKERING
Un uovo con sorpresa Discipline coinvolte: Tecnologia, Arte e immagine Metodologia: Tinkering Tempo previsto: un modulo da un’ora Materiale occorrente: molletta di legno, colla vinilica o colla a caldo (a uso esclusivo dell’insegnante), matita, forbici, cartoncino bianco, pennarelli. Traguardi di competenza (in riferimento alle Indicazioni Nazionali del 2012) L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti. Obiettivi specifici di apprendimento Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali.
DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ L’attività consente di introdurre in modo semplice il concetto di leva. La molletta è infatti un oggetto che il bambino conosce benissimo, con il quale spesso gioca e grazie al quale è possibile vedere concretamente l’azione delle forze nel meccanismo delle leve. Far disegnare sul cartoncino un uovo alto circa 8 cm. Far ritagliare la sagoma intera e far tracciare a matita, in corrispondenza della metà, una frattura che lo divida esattamente in due parti. Tagliare l’uovo nelle due metà, seguendo la traccia a zig-zag. Sul resto del cartoncino, far disegnare un pulcino o un uccellino di dimensioni tali da poter essere inserito all’interno dell’uovo e chiedere di colorarlo. Incollare al lembo superiore della molletta la parte superiore dell’uovo, al lembo inferiore della molletta la parte inferiore dell’uovo, facendo attenzione a farle combaciare una volta chiusa la molletta. A questo punto, incollare sul lembo inferiore della molletta, nel lato rimasto libero, l’uccellino colorato, in modo tale che aprendo la molletta apparirà tra i due gusci di uovo. CONCLUSIONI Le classiche mollette in legno si prestano alle creazioni più disparate. La loro conformazione e il loro meccanismo di apertura permettono di creare decorazioni con sorpresa come quella proposta nell’attività. Prima di dar vita all’attività, provare a chiedere agli alunni se possono spiegare come funziona il meccanismo di apertura e chiusura della molletta. Ascoltare le varie ipotesi e chiarire in maniera semplice e immediata il concetto di leva e di forza, indicando le varie parti che costituiscono la molletta.
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TINKERING
LA MOLLETTA La molletta è costituita da: • due parti simmetriche a contatto tra loro nella parte terminale; • una molla di metallo compressa; • due “code” su cui si fa pressione con le dita; • un “fulcro” su cui ruotano le due metà della molletta (si distingue per avere una forma rotonda). Quando la molletta è chiusa, la molla spinge con forza verso le due metà, che sono perciò mantenute unite nella parte finale.
Molletta “a riposo”
M
A
MM1: forza esercitata dalla molla AA1: forza esercitata da una ganascia all’altra
M1
A1 fulcro
Quando, invece, esercitiamo una forza con le dita, siccome la forza che noi esercitiamo è contraria a quella della molla, le due metà si allontanano.
M
M
C
1
C1
Molletta “in apertura” MM1: forza esercitata dalla molla CC 1: forza esercitata dalle dita
fulcro
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Didattica INCLUSIVA
Per una didattica inclusiva (a cura di dott.ssa Raffaela Maggi – Pedagogista clinico – Docente Cattedra Didattica e Pedagogia Speciale presso Università Politecnica delle Marche – Valutatore Esperto INVALSI) Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (Special Educational Needs) sono alunni che presentano disabilità, difficoltà di apprendimento, disturbi evolutivi specifici, difficoltà comportamentali ma anche disagio e svantaggio socioeconomico-linguistico-culturale e che dunque necessitano di “speciale attenzione”. La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 e la successiva Circolare n. 8 del 6 marzo 2013 (entrambe del MIUR) suddividono i BES in tre aree specifiche: • alunni con disabilità certificata secondo la Legge 104/92; • alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA certificati con la Legge 170/2010); • alunni con altri Bisogni Educativi Speciali, come svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. La normativa scolastica vigente invita tutte le scuole a mettere in atto, per studenti in difficoltà (temporanee o permanenti), il diritto alla personalizzazione degli apprendimenti. Compito essenziale dell’insegnante è infatti conoscere “come apprende” l’alunno e, per fare ciò, deve mettere in atto un’ “osservazione intenzionale e finalizzata” (Piaget) con lo scopo di pianificare i successivi interventi didattico-pedagogici individualizzati e personalizzati. Didattica individualizzata
Didattica personalizzata
Modula la didattica, i tempi, gli strumenti rispetto alle caratteristiche dell’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze.
Calibra l’offerta didattica e le modalità relazionali sulla specificità e unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo.
Attraverso la normativa più recente (Legge 170 per i Disturbi Specifici di Apprendimento, la Direttiva del 27 dicembre 2012, successiva Circolare n. 8 e note esplicative) ci si propone un nuovo “orientamento culturale” nell’ottica dell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo del funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni” (D.M. 27/12/2012, p. 1). È chiara la finalità dei documenti di “demedicalizzare e sburocratizzare” l’intervento educativo nell’ottica del “successo formativo” di ciascuno. La nota MIUR del 17 maggio 2018 Prot. n. 1143 "L'autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo di ognuno" e il documento di lavoro del gruppo tecnico-scientifico istituito con Decreto Dipartimentale n. 479 del 24 maggio 2017 dal titolo "L'autonomia scolastica per il successo formativo" , evidenzino la possibilità di utilizzare scelte strategiche organizzative che consentano di progettare curricoli inclusivi per personalizzare i percorsi, valorizzando le potenzialità di ogni studente e ponendo la valutazione come una fondamentale leva di processo per innescare il cambiamento. Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) diventa uno degli strumenti possibili che hanno lo scopo non di declinare ciò che lo studente non sa fare, ma piuttosto di definire, documentare, monitorare e descrivere le strategie d’intervento più adatte e rispondenti allo stile apprenditivo dell’alunno. Nel recente D. Lgs. n. 66/2017 nei principi e nelle finalità definite all’art. 1 si esplicita che “L’inclusione scolastica:
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Didattica INCLUSIVA a) riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti, risponde ai differenti bisogni educativi e si realizza attraverso strategie educative e didattiche finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno nel rispetto del diritto all'autodeterminazione e all'accomodamento ragionevole, nella prospettiva della migliore qualità di vita; b) si realizza nell’identità culturale, educativa, progettuale, nell’organizzazione e nel curricolo delle istituzioni scolastiche, (…) L’inclusione è garanzia per l’attuazione del diritto alle pari opportunità e per il successo formativo di tutti. L’evoluzione dei concetti di disabilità, normalità, inclusione educativa e i continui progressi della tecnologia hanno trasformato il modo di vivere e di pensare la diversità prefigurando un modello pedagogico orientato al superamento della categorizzazione degli alunni con svantaggi nella scuola, a favore della costruzione di curricoli inclusivi per tutti e non solo per i soggetti con disabilità. Elaborare curricoli inclusivi significa rispettare le diversità, i contesti e le situazioni concrete di apprendimento. Per una maggiore chiarezza, la tabella indica quale modello compilare per le diverse situazioni di “speciale attenzione”. Alunni con disabilità
Alunni con DSA
Alunni con altri BES
Legge 104/92
Legge 170/2010
Direttiva Ministeriale del 27/12/2012
PEI (Piano Educativo Individualizzato), obbligatorio per tutti gli alunni con certificazione. Tali alunni hanno diritto a un insegnante di supporto (D.P.R. 24/11/1994 ed eventualmente anche l’educativa del Comune di appartenenza).
PDP (Piano Didattico Personalizzato), obbligatorio per tutti gli alunni con certificazione. In esso vengono declinate le strategie e gli interventi didattici in forma collegiale e condivisa.
PDP per i BES, non obbligatorio ma se il consiglio di classe lo ritiene opportuno (cfr. nota del 22/11/2013) può risultare utile per la migliore gestione dei processi inclusivi. Indica se è prevista l’adozione di misure compensative e dispensative (per un determinato periodo o per l’intero anno scolastico) anche per quegli alunni senza specifica certificazione o relazioni da parte di esperti.
L’espressione “personalizzazione degli apprendimenti” è presente già negli articoli 33, 34 e 38 della nostra Costituzione. La Legge 53/2003, che va sotto il nome di “riforma Moratti”, all’art. 2 sottolinea che “è promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze, abilità generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro”.
Che cosa dovrebbe fare l’insegnante? Una scuola inclusiva non dovrebbe mai lasciare soli i suoi insegnanti. Dunque sarebbe bene partire da una buona formazione, anche in raccordo con i CTI-CTS (Centri Territoriali per l’Inclusione e Centri Territoriali di Supporto) di riferimento; organizzare un Piano di Inclusione (PAI) insieme al GLI (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione) d’Istituto, utilizzando l’autonomia organizzativa e didattica (cfr. D.P.R. 275/99) in raccordo con altri servizi e con le famiglie, declinare il tutto nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF). Ci sono altri aspetti da considerare per migliorare il setting pedagogico: •g li spazi, gli ambienti e i tempi; • l’osservazione sistematica; • il rispetto dei diversi stili apprenditivi; • l’utilizzo di diversi stili “di insegnamento”; • la motivazione all’apprendere; • l e modalità di gestione della classe, di aggregazione e lavoro degli studenti (peer education, cooperative learning, tutoring, didattica laboratoriale); • mezzi, strumenti e mediatori didattici; • predisposizione di ambienti di apprendimento formativo. Per gli alunni con BES si possono mettere in atto, in genere, indicazioni e suggerimenti ripresi dalla Legge 170/2010 sui DSA.
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Didattica INCLUSIVA
Misure compensative
Misure dispensative
Si intende qualsiasi prodotto in grado di bilanciare un eventuale disturbo, riducendo gli effetti negativi. Esempi di Strumenti Compensativi: • t abelle dei mesi, dell’alfabeto e dei vari caratteri; • tabella delle misure, tabella delle formule; •m appe anticipatorie e schemi riassuntivi; l • inee del tempo; • fl ashcard; • i llustrazioni e icone.
Dispensare non significa esentare ma piuttosto tener conto delle reali difficoltà dell’alunno e metterlo in condizione di sviluppare le funzioni e le abilità. Esempi di Misure Dispensative: • tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio, mediante adeguata organizzazione degli spazi e un flessibile raccordo tra insegnanti; • assegnazione compiti a casa in misura ridotta; • possibilità d’uso di testi ridotti non per contenuto, ma per quantità di pagine; • schede operative a difficoltà graduale.
È importante ricordare che: • gli insegnanti devono consentire l’uso delle strategie compensative e svolgere un ruolo attivo, proponendo percorsi guidati finalizzati allo sviluppo dell’autonomia; • lo studente non ha necessariamente bisogno sempre di “compensare”, ma se si decide di farlo occorre scegliere le modalità adatte alle sue esigenze; • tutta la classe dovrebbe lavorare nelle stesse modalità per evitare che gli alunni con “speciale attenzione” si trovino a disagio; • di particolare importanza sono tutti gli aspetti legati alle emozioni, all’affettività, allo spirito di gruppo e alla condivisione di momenti formali e informali della quotidianità didattica. Il progetto Officina dei linguaggi dà ampio spazio alla didattica inclusiva, affrontando nelle pagine Analizzare è facile ogni tipologia testuale nei suoi elementi essenziali, in modo schematico e attraverso un testo semplificato. Queste doppie pagine si presentano con carattere ad alta leggibilità, con una facilitazione nel contenuto e nel compito, supportati anche dal codice colore. Un volume a parte presenta i corrispettivi testi delle antologie ma facilitati e semplificati per rispondere alle diverse esigenze didattiche e ai diversi stili di apprendimento dei Bisogni Educativi Speciali. Uso di font più leggibile e massima chiarezza nell’impaginazione.
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Verifiche a LIVELLI
VERIFICHE A LIVELLI PER LA VALUTAZIONE (a cura di dott.ssa Raffaela Maggi – Pedagogista clinico – Docente Cattedra Didattica e Pedagogia Speciale presso Università Politecnica delle Marche – Valutatore Esperto INVALSI e Paola Martinelli – Pedagogista e Insegnante – Valutatore Esperto INVALSI)
VALUTARE E CERTIFICARE LE COMPETENZE ALLA SCUOLA PRIMARIA Normative di riferimento • D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275: Regolamento per la disciplina dell’autonomia delle Istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 21 della Legge n. 59 del 1997 • Legge 53/2003: Legge delega per il riordino del sistema di istruzione e formazione • C.M. 28/07: Introduzione della certificazione delle competenze al termine della Scuola Secondaria di I grado • D.L. 137/2008, convertito nella Legge 169/2008 sulla valutazione del comportamento e degli apprendimenti degli alunni • D.P.R. 122/2009, Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169 • D.M. 254/2012: Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione • D.P.R. N. 80 DEL 2013: Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione • C.M. 3/2015: Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali di certificazione delle competenze nelle scuole • LEGGE 13 LUGLIO, N. 107: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti • DECRETO LEGISLATIVO 13 APRILE 2017, N. 62: Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di stato, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della Legge 13 luglio 2015, n. 107 • D.M. 3 OTTOBRE 2017, N. 741: Regolamenta l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione • D.M. 3 OTTOBRE 2017, N. 742: Regolamenta le modalità per la certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione. Adotta gli allegati modelli nazionali per la certificazione al termine della scuola primaria e al termine della scuola secondaria di primo grado • CIRCOLARE MIUR 10 OTTOBRE 2017, N. 1865: Indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione.
Paradigma della complessità: da obiettivi disciplinari a competenze In uno scenario complesso e dinamico quale quello attuale, in cui le discipline e i saperi si intrecciano in un’ottica “osmotica”, “alla scuola spettano alcune finalità specifiche: offrire agli studenti occasione di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base; far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a selezionare le informazioni; promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali; favorire l’autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi.”1 Nell’ultimo ventennio è esponenzialmente aumentato l’interesse di più componenti sociali, in primis da parte del mondo dell’educazione, verso il concetto di competenza, intorno al quale più studiosi si sono soffermati. Molti di essi sono concordi nel ritenere la competenza “un’integrazione di conoscenze (sapere), abilità (saper fare), capacità metacognitive e metodologiche (sapere come fare, trasferire, generalizzare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi), capacità personali e sociali (collaborare, relazionarsi, assumere
1. Cfr. Indicazioni Nazionali per il curricolo Scuola dell’Infanzia e del I ciclo.
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Verifiche a LIVELLI iniziative, affrontare e gestire situazioni nuove e complesse, assumere responsabilità personali e sociali).”2 La competenza si configura così come una risorsa personale pervasiva, che ognuno può impiegare in tutte le manifestazioni della propria vita. Ciò che la rende tanto potente e la distingue dalle conoscenze e dalle abilità è l’intervento e l’integrazione di esse con le risorse e le capacità personali. La didattica per competenze ha iniziato ad affermarsi intorno alla metà degli anni ,80 e ,90 in quanto, dal mondo del lavoro, è emersa la necessità di una diversa formazione degli studenti e il bisogno di valutare il potenziale umano nell’ottica del “saper vivere”, come indicato da Edgar Morin nell’ultimo testo della sua trilogia dedicata all’educazione, “Insegnare a vivere”. Difatti, in generale, la valutazione del profitto scolastico veniva stabilita dal confronto dei risultati ottenuti dagli alunni e dagli studenti con i risultati attesi e, più precisamente, con gli obiettivi. Era in base alla loro vicinanza o distanza che si traevano inferenze sul grado di apprendimento. La valutazione costituisce il “vulnus”del progetto educativo della Scuola perché contiene spunti e indicazioni circa l’operato da mettere in atto nei riguardi dell’allievo; rappresenta una chiave di lettura della sua storia personale ed influisce sulle sue scelte future e sui suoi comportamenti; influisce sulla percezione di sé, sulla fiducia nelle proprie potenzialità e capacità, sulla stima del mondo degli adulti e dei compagni, sul tipo di rapporto instaurato con gli insegnanti, sulle scelte contingenti e su quelle più durature, sul proseguimento degli studi. La valutazione pone in essere un vero e proprio potenziale formativo, soprattutto in relazione alle modalità con le quali viene condivisa con l’alunno. I giudizi che un ragazzo riceve a scuola incidono sul suo senso di autostima, ossia sull’immagine più o meno positiva che costruisce di se stesso, specialmente quando questi messaggi provengono da persone ritenute significative all’interno del proprio percorso di crescita, a cui vengono attribuiti valore e competenza. La valutazione incide anche sul senso di auto-efficacia di uno studente, vale a dire sulla percezione che egli sviluppa rispetto al “potercela fare” a scuola e sulla relativa motivazione ad impegnarsi nello studio. Per incrementare la motivazione allo studio e la spinta a migliorarsi è necessario che ogni studente riconduca i propri esiti scolastici ad aspetti che ritiene di poter controllare, possibilmente interni, personali, suscettibili di cambiamento quali, ad esempio, lo sforzo, l’impegno, il cambiamento di strategie di studio inadeguate, l’impiego di nuovi approcci di lavoro, il superamento di ostacoli quali la presenza di lacune pregresse o il miglioramento di abilità di base quando siano da rafforzare. È fondamentale che lo studente maturi una concezione della positività di ciascuna prestazione non statica ma dinamica e in continua crescita, che può implementarsi anche in seguito alle esperienze e allo sforzo per cambiare e migliorare. La valutazione, pertanto, deve essere intesa e gestita da parte degli insegnanti non tanto come controllo esterno al processo di apprendimento, quanto come momento formativo per l’alunno, che, maturando un atteggiamento via via più consapevole e responsabile, impara ad attribuire senso al proprio apprendimento e al proprio studio e lavoro. Tutto ciò richiede un clima relazionale e un setting in cui il ragazzo si senta accolto e stimato per quello che è, in quanto persona, che viene supportata, a scuola e dagli insegnanti, a prendere in carico e ad elaborare eventuali difficoltà o insuccessi quali momenti utili alla propria crescita. Il rapporto tra docente e discente deve essere strutturato e fondato sulla fiducia reciproca, sulla convinzione che le proprie potenzialità sono elementi base al fine di sviluppare competenze trasversali importanti per mettere in atto l’esercizio di cittadinanza. La valutazione è da considerarsi come rilancio del percorso di apprendimento personale, in quanto l’attribuzione di valore alle prestazioni avviene, oltre che in riferimento a parametri esterni e comparativi, tenendo conto del percorso individuale – mettendone in luce le possibili dinamiche di sviluppo – anche della valorizzazione dei saperi informali e non formali. Nella didattica per competenze si utilizza il concetto di “valutazione autentica” che è la valutazione dell’apprendimento significativo. L’apprendimento significativo è quel tipo di apprendimento che consente di dare un senso alle conoscenze, permettendo l’integrazione delle nuove informazioni con quelle già possedute e l’utilizzo delle stesse in contesti e situazioni differenti, sviluppando la capacità di problem solving, di pensiero critico, di metariflessione e trasformando le conoscenze in vere e proprie competenze. 2. Franca Da Re, La didattica per competenze.
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Verifiche a LIVELLI Secondo la pedagogia contemporanea l’apprendimento significativo, fondato su teorie costruttiviste, ha come obiettivo principale quello di rendere autonomo il soggetto nei propri percorsi conoscitivi al fine di orientare la propria “libertà” conoscitiva verso i principi di formazione cognitiva, di acquisizione di competenze, di assimilazione di conoscenze e di abilità. In quest’ambito, dunque, si inserisce una valutazione di tipo autentico che non è solo valutazione in senso classico (misurazione, classificazione) ma è anche e soprattutto un’ulteriore opportunità per potenziare l’apprendimento a partire anche dall’errore. La prospettiva di una “valutazione alternativa” in sostituzione di quella tradizionale è stata proposta fin dal 1993 da Grant Wiggins3 e sta ad indicare una valutazione che intende verificare non solo ciò che uno studente sa, ma ciò che “sa fare con ciò che sa” fondata su una prestazione reale e adeguata dell’apprendimento. La valutazione autentica o alternativa si fonda, scrive M. Comoglio, sulla convinzione che l’apprendimento scolastico non si dimostra con l’accumulo di nozioni, ma con la capacità di generalizzare, di trasferire e di utilizzare la conoscenza acquisita a contesti reali. Per questo nella valutazione autentica le prove sono preparate in modo da richiedere agli studenti di utilizzare processi di pensiero più complesso, più impegnativo e più elevato. Tale modalità consente di promuovere e di rafforzare tutti, dando l’opportunità di compiere prestazioni di qualità. Essa offre la possibilità sia agli insegnanti che agli studenti di vedere se gli apprendimenti sono stati rafforzati, di autovalutarsi e, conformemente a ciò, migliorare il processo di insegnamento o di apprendimento: gli insegnanti per sviluppare la propria professionalità e migliorarsi nel loro ruolo di “mediatori” e gli studenti per diventare autoriflessivi e assumersi il controllo del proprio apprendimento scoprendosi esaminatori di se stessi. Nella Circolare del MIUR del 10 ottobre 2017, la N. 1865 “Indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione” si invitano le Istituzioni Scolastiche, attraverso la volontà e la deliberazione dell’organo preposto, il Collegio dei Docenti a mettere in corrispondenza i voti con i livelli. Difatti, in essa, si cita testualmente: “AI fine di garantire equità e trasparenza, il collegio dei docenti delibera i criteri e le modalità di valutazione degli apprendimenti e del comportamento che vengono inseriti nel PTOF e resi pubblici, al pari delle modalità e dei tempi della comunicazione alle famiglie. In particolare, considerata la funzione formativa di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo, il collegio dei docenti esplicita la corrispondenza tra le votazioni in decimi e i diversi livelli di apprendimento (ad esempio definendo descrittori, rubriche di valutazione ecc.).” 4 A questo proposito, si potrebbe già avanzare un modello di corrispondenza tra i voti numerici e i diversi livelli di apprendimento come da tabella per valutare le prove in modalità generale e per tutte le discipline:
VOTO NUMERICO DESCRITTORI
10
9 8e7
6
L’alunno/a mostra, in ogni occasione, una completa padronanza dei contenuti della disciplina; svolge compiti complessi, mostrando capacità selettiva e critica nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli. L’alunno, generalmente, mostra una completa padronanza dei contenuti della disciplina; svolge compiti assegnati, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità; propone le proprie opinioni e assume decisioni consapevoli. L’alunno mostra una buona padronanza dei contenuti della disciplina; svolge compiti anche in situazioni nuove mostrando di possedere conoscenze e abilità discrete e di saper applicare regole e procedure apprese. L’alunno mostra una discreta padronanza dei contenuti della disciplina; svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.
LIVELLO AVANZATO
INTERMEDIO
BASE 2
BASE 1
L’alunno mostra una sufficiente padronanza dei contenuti della disciplina; INIZIALE se opportunamente guidato, svolge compiti semplici in situazioni note.
3. G. Wiggins (1993). Assessing student performance: Exploring the purpose and limits of testing, San Francisco, CA: Jossey-Bass. 4. CIRCOLARE MIUR 10 OTTOBRE 2017, N. 1865: Indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione.
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Verifiche a LIVELLI
La valutazione delle competenze si effettua tramite lo svolgimento di prove o compiti di realtà (prove autentiche, prove esperte ecc.), osservazioni sistematiche e autobiografie cognitive. Le prove di realtà o compito autentico consistono nella richiesta di risolvere situazioni problematiche, nuove e vicine al mondo reale. A tal fine, lo studente deve utilizzare conoscenze, abilità procedure e condotte già acquisite, trasferendole in contesti diversi da quelli familiari nell’ambito della pratica didattica. Le prove di realtà possono vertere anche su una sola disciplina, tuttavia, nelle Linee Guida del Ministero, trasmesse con la nota del 9 gennaio 2018 prot. n. 312, si consiglia di strutturarle in modo da richiedere allo studente l’utilizzo di più apprendimenti relativi a varie discipline. Altro elemento necessario, insieme ai compiti di realtà, ai fini della valutazione delle competenze, è costituito dalle osservazioni sistematiche. Gli strumenti per le succitate osservazioni devono fare riferimento agli aspetti di seguito elencati (così come riportati dalle Linee Guida): • autonomia è capace di reperire da solo strumenti o materiali necessari e di usarli in modo efficace; • relazione interagisce con i compagni, sa esprimere e infondere fiducia, sa creare un clima propositivo; • partecipazione collabora, formula richieste di aiuto, offre il proprio contributo; • responsabilità rispetta i temi assegnati e le fasi del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta; • flessibilità, resilienza e creatività reagisce a situazioni o esigenze non previste con proposte e soluzioni funzionali e all’occorrenza divergenti, con utilizzo originale di materiali ecc.; • consapevolezza è consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni. Alle prove di realtà e alle osservazioni sistemiche, va affiancato il racconto, da parte dell’allievo, del percorso cognitivo svolto (o meta cognizione). Ciò, al fine di cogliere il significato attribuito dall’alunno al proprio lavoro, le intenzioni che lo hanno guidato nello svolgere l’attività, le emozioni o gli stati affettivi provati. Si tratta di far narrare all’allievo: • gli aspetti più interessanti e motivanti per lo stesso; • le eventuali difficoltà riscontrate e le modalità con cui le ha superate; • la successione delle operazioni compiute, evidenziando gli errori più frequenti e i possibili miglioramenti; non solo del prodotto ma anche del processo seguito. • l’autovalutazione
La normativa sulla certificazione La C.M. 2000 del 23 febbraio 2017 cita testualmente: “È quanto mai opportuno che negli anni intermedi (prima, seconda, terza e quarta della scuola primaria e prima e seconda della scuola secondaria di I grado) si proceda, attraverso strumenti che le singole scuole nella loro autonomia possono adottare, ad apprezzare il grado di avvicinamento degli alunni ai traguardi di competenza fissati per ciascuna disciplina e alle competenze delineate nel modello di certificazione. Gli esiti delle verifiche e valutazioni effettuate nel corso degli anni confluiscono, legittimandola, nella certificazione delle competenze da effettuare al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. Tale operazione è necessaria non solo per dare coerenza e legittimazione alla certificazione finale, ma anche per fornire alle famiglie e agli alunni, durante tutto il percorso di acquisizione delle competenze, informazioni utili ad assumere la consapevolezza del livello raggiunto e soprattutto ad attivare, qualora necessario, azioni e procedure finalizzate a migliorare il processo di acquisizione. Sarebbe riduttivo informare le famiglie e gli alunni solo con la certificazione rilasciata al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado“. Per la competenza chiave di riferimento, Comunicare nella madrelingua, alla quale facciamo riferimento per le prove di livello inserite per le classi quarte e quinte, si potrebbe ipotizzare una griglia di osservazione di processo e di risultato con descrittori di livello, voto numerico corrispondente e livello di padronanza.
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Verifiche a LIVELLI GRIGLIA DI OSSERVAZIONE
COMPETENZA DISCIPLINARE Comprensione. Individuazione delle informazioni. Produzione di testi. Correttezza ortografica e grammaticale. Conoscenza delle principali categorie grammaticali. Conoscenza delle funzioni sintattiche.
DESCRITTORE VOTO LIVELLO DI DI LIVELLO NUMERICO PADRONANZA 10 AVANZATO Comprende in modo corretto, esauriente ed approfondito. esprimendo valutazioni critiche ed operando collegamenti dopo aver individuato le informazioni. Produce testi personali usando un linguaggio ricco e originale. Riconosce le principali parti del discorso in modo corretto e completo ed approfondito. Individua gli elementi sintattici in frasi complesse.
Comprende in modo corretto ed esauriente. Si esprime in modo corretto coerente ed appropriato. Opera collegamenti. Produce testi coerenti usando un linguaggio chiaro ed appropriato. Riconosce le principali parti del discorso in modo corretto. Individua gli elementi sintattici in frasi piÚ complesse. Comprende e trae informazioni in modo autonomo e completo. Produce testi corretti. Riconosce le principali parti del discorso in modo corretto e completo. Individua gli elementi sintattici in frasi complesse. Comprende in modo immediato e individua le informazioni principali. Produce testi con un linguaggio semplice e abbastanza corretti. Riconosce le principali parti del discorso in modo corretto. Individua gli elementi sintattici in frasi conosciute. Comprende in modo essenziale. Si esprime in modo corretto e abbastanza appropriato e pertinente. Comprende in modo essenziale Produce testi usando un linguaggio piuttosto semplice e non sempre chiaro ed adeguato. Riconosce le principali parti del discorso in frasi semplici. Individua gli elementi della frase minima. Comprende solo se guidato. Si esprime in modo poco chiaro, non rispettando l’argomento di conversazione. Non comprende le informazioni principali di un testo. Produce testi usando un linguaggio poco chiaro e non sempre adeguato. Produce testi non corretti. Riconosce le principali parti del discorso solo se guidato.
9
INTERMEDIO
8
BASE 1
7
BASE 2
6
INIZIALE
5/6
NON SUFFICIENTE
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Verifiche a LIVELLI
Struttura delle prove di italiano classi IV e V Per le prove di verifica di lingua italiana delle classi quarta e quinta sono stati scelte le tipologie testuali generalmente approfondite proprio in quelle età degli studenti, segnalate anche nelle Indicazioni Nazionali del 2012, in particolare testi narrativi - realistici, fantastici, descrittivi, informativi e poetici. I testi vengono analizzati attraverso domande che si sviluppano a partire dai punti salienti, utili alla ricostruzione del significato e indagano quegli aspetti che potrebbero costituire un ostacolo alla comprensione a livello lessicale, sintattico e logico-concettuale. Nello strutturare le domande, si tengono in considerazione due aspetti: • orientare l’alunno verso l’individuazione di indizi utili alla comprensione; • sollecitare l’utilizzo di strategie di analisi del contenuto. Le prove sono strutturate su diversi livelli di difficoltà, così da poter assolvere alle seguenti funzioni: • rintracciare le prestazioni degli alunni; • consentire una valutazione della prova; • individuare le fasce di livello; • progettare l’intervento didattico per livelli; • monitorare la progressione negli apprendimenti e l’avanzamento rispetto alle fasce di livello. A tal fine sono graduate su livelli, così come per la certificazione delle competenze, con la novità del livello base segmentato in due fasce, per consentire un avvicinamento alle valutazione in decimali usata nella scheda ministeriale. Si è tenuto conto anche delle indicazioni dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione che ha ben strutturato, in chiave docimologica, la valutazione classica in decimi con la valutazione delle competenze. La prova graduata a livelli di difficoltà risponde a diverse esigenze formative: • consente un approccio inclusivo alla prova, in quanto ogni bambino potrà misurarsi con le proprie conoscenze e modalità di ragionamento, trovando domande adeguate al proprio stile apprenditivo • accompagna gli alunni in un implicito percorso di approfondimento del significato del testo, superando eventuali forme di ansa e conseguente disorientamento di fronte alla prova; • diventa strumento metodologico per la progressione negli apprendimenti; • è uno strumento di valutazione per l’insegnante e autovalutazione per l’alunno; consente l’individuazione dei livelli e quindi un successivo intervento finalizzato al recupero, al • consolidamento e al potenziamento; ciò rende più agevole l’organizzazione dell’attività sia individualizzata che a gruppi fino alla dimensione collettiva. Le prove di verifica sono state strutturate considerando anche i documenti prodotti dall’INVALSI, in particolare si è tenuto conto degli aspetti della comprensione del testo, come nella tabella 1.
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Verifiche a LIVELLI TABELLA 15 “Guida alla lettura prova di italiano 2017-2018” 5
1. Riconoscere e comprendere il significato letterale e figurato di parole ed espressioni; riconoscere le relazioni tra parole. 2. Individuazione delle informazioni date esplicitamente nel testo.
“Tra i diversi aspetti non c’è un rapporto gerarchico, ma ciascuno di essi comprende compiti di diverso livello di difficoltà. Ad esempio, tra i quesiti che richiedono di individuare informazioni (codice 2), ve ne possono essere di più facili o più difficili a seconda dell’evidenza che ha nel testo l’informazione richiesta e della presenza o meno di informazioni concorrenti che possono essereconfuse con essa.”
3. Elaborazione di un’inferenza diretta, ricavando un’informazione implicita da una o più informazioni date nel testo e/o tratte dall’enciclopedia personale del lettore. 4. Cogliere le relazioni di coesione (organizzazione logica entro e oltre la frase) e coerenza testuale. 5. Ricostruzione del significato di una parte più o meno estesa del testo, integrando più informazioni e concetti, anche formulando inferenze complesse. 6. Ricostruire il significato globale del testo, integrando più informazioni e concetti, anche formulando inferenze complesse. 7. Elaborazione di un’interpretazione del testo, a partire dal suo contenuto e/o forma, andando al di là di una comprensione letterale. 8. Valutare il contenuto e/o la forma del testo alla luce delle conoscenze ed esperienze personali (riflettendo sulla plausibilità delle informazioni, sulla validità delle argomentazioni, sulla efficacia comunicativa del testo…).
Al fine di rendere agevole la comprensione delle prove e la loro valutazione, sono stati presi in considerazione gli specifici aspetti, declinandoli, come risulta nell’esempio riportato nella tabella 2. TABELLA 2
COMPRENSIONE DEL TESTO individuare informazioni – elaborare inferenze – ricostruzione del significato del testo AVANZATO
Ricostruire il significato globale del testo, integrando più informazioni e concetti, anche formulando inferenze complesse
INTERMEDIO
Ricostruzione del significato di una parte del testo, integrando più informazioni e concetti, anche formulando inferenze complesse.
BASE 1
Elaborazione di una inferenza diretta, ricavando un’informazione implicita da più informazioni esplicite e date nel testo e/o tratte dall’enciclopedia personale del lettore
BASE 2
Elaborazione di un’inferenza diretta, ricavando un’informazione implicita da una o più informazioni date nel testo
INIZIALE
Individuazione delle informazioni date esplicitamente nel testo
5. www.invalsi.it
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Verifiche a LIVELLI
BASE 1
CORRETTEZZA ORTOGRAFICA E GRAMMATICALE ortografia – morfologia – sintassi Padroneggiare e applicare in situazioni diverse le conoscenze relative all’organizzazione logico-sintattica della frase e alle parti del discorso finalizzate ad all’analisi. Individuare e applicare in situazioni diverse le conoscenze relative all’organizzazione logico-sintattica della frase alle parti del discorso. Individuare e applicare in situazioni note le conoscenze relative all’organizzazione logico-sintattica della frase e alle parti del discorso.
BASE 2
Riconoscere e utilizzare in situazioni note le principali conoscenze relative all’organizzazione logico-sintattica della frase alle parti del discorso.
INIZIALE
Riconoscere in semplici situazioni note le principali conoscenze relative all’organizzazione logico-sintattica della frase e alle parti del discorso.
AVANZATO INTERMEDIO
Come valutare le prove di classe IV e V Gli items
Ciascuna prova, sia di classe IV che di classe V, è strutturata in item: 12 riferiti alla comprensione e al lessico, 8 riferiti all’ortografia, alla morfologia e alla sintassi. Coerentemente con la nostra proposta valutativa sopra illustrata, gli item risultano suddivisi su quattro livelli di difficoltà e di approfondimento dei contenuti; inoltre, la prova di grammatica, diversamente dalla proposta Invalsi, si basa sullo stesso testo utilizzato per la prova di comprensione. I CONTENUTI DEGLI ITEMS SUDDIVISI NEI DIVERSI LIVELLI
LIVELLO
INIZIALE
BASE
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Classe IV Classe IV COMPRENSIONE E ORTOGRAFIA LESSICO MORFOLOGIA
Classe V Classe V COMPRENSIONE E MORFOLOGIA LESSICO SINTASSI
Brevi frasi riscritte all’interno della domanda. Conoscenza generica dei contenuti. Lessico essenziale.
Alcune parti della morfologia: articolo, nome, verbo.
Brevi frasi riscritte all’interno della domanda. Conoscenza generica dei contenuti. Lessico essenziale.
Alcune parti della morfologia: articolo, nome, verbo, aggettivo qualificativo, possessivo, congiunzione. Analisi logica: soggetto e predicato.
Frasi poco complesse e articolate. Enunciati nei quali individuare i contenuti più importanti. Lessico adeguato.
Principali parti variabili e invariabili della grammatica articolo, nome, verbo, aggettivo qualificativo e possessivo, preposizione semplice, congiunzione.
Frasi poco complesse e articolate. Enunciati nei quali individuare i contenuti più importanti. Lessico adeguato.
Parti variabili e invariabili del discorso. Analisi logica: soggetto, predicato, complemento diretto.
Verifiche a LIVELLI
INTERMEDIO
AVANZATO
Frasi complesse e articolate. Enunciati nei quali individuare contenuti in modo approfondito. Lessico vario.
Principali parti variabili e invariabili del discorso: articolo, nome, verbo, aggettivo preposizione semplice e articolata, congiunzione.
Frasi complesse e articolate. Enunciati nei quali individuare contenuti in modo approfondito. Lessico vario.
Parti variabili e invariabili del discorso. Analisi logica: soggetto, predicato, complemento diretto, complemento di specificazione, complemento di luogo.
Frasi complesse anche da rimodulare. Enunciati nei quali individuare contenuti in modo approfondito e che richiedono l’elaborazione delle informazioni. Lessico vario ed articolato.
Principali parti variabili e invariabili del discorso.
Frasi complesse anche da rimodulare. Enunciati nei quali individuare contenuti in modo approfondito e che richiedono l’elaborazione delle informazioni. Lessico vario ed articolato.
Parti variabili e invariabili del discorso. Analisi logica: soggetto, predicato, complemento diretto, complemento di specificazione, complemento di luogo, complemento di termine, complemento d’agente o causa efficiente, complemento di mezzo, complemento di compagnia.
Attribuzione di valore agli items Ogni prova è costituita da un totale di n. 20 item distribuiti su quattro livelli (da 1 a 4). La valutazione è stata stabilita in centesimi e dunque ogni livello avrà un suo peso come di seguito: Comprensione e lessico: 1° livello: n. 3 items da 2 punti ciascuno 2° livello: n. 3 items da 4 punti ciascuno 3° livello: n. 3 items da 6 punti ciascuno 4° livello: n. 3 items da 8 punti ciascuno
Ortografia/Morfologia/Sintassi 1° livello: n. 2 items da 2 punti ciascuno 2° livello: n. 2 items da 4 punti ciascuno 3° livello: n. 2 items da 6 punti ciascuno 4° livello: n. 2 items da 8 punti ciascuno
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Verifiche a LIVELLI Ciò darà l’opportunità a tutti gli alunni di mettersi alla prova nel rispondere anche alle domande di ciascun livello in un’ottica veramente inclusiva finalizzando il percorso non a una differenziazione ma piuttosto allo stimolo al miglioramento anche per coloro che presentano difficoltà o “rallentamenti” negli apprendimenti. Attraverso tale modalità di verifica si potranno valutare i risultati a partire dai processi di apprendimento già sperimentati e messi in atto dagli studenti nella pratica quotidiana consentendo anche di evidenziare gli eventuali miglioramenti. Perciò, in considerazione dei livelli e dei relativi punteggi si potrà avere la situazione rappresentata nella tabella in cui sono stati convertiti i punteggi in voti unici espressi in decimi rapportati anche ai livelli di competenza indicati sui documenti ministeriali.
LIVELLO COMPRENSIONE GRAMMATICA E LESSICO 1 massimo 6 punti massimo 4 punti
TOTALE PUNTEGGIO massimo 10 punti
2
massimo 12 punti
massimo 8 punti
massimo 20 punti
3
massimo 18 punti
massimo 12 punti massimo 30 punti
4
massimo 24 punti
massimo 16 punti massimo 40 punti massimo 100 punti
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CONVERSIONE DA PUNTEGGIO A VOTO da 55 a 64 INIZIALE voto 6 da 65 a 73 BASE 2 voto 7 da 74 a 82 BASE 1 voto 8 da 83 a 91 INTERMEDIO voto 9 da 92 a 100 AVANZATO voto 10
Verifiche a LIVELLI
Soluzioni delle verifiche Classe IV – volume Laboratorio di Italiano 4 VERIFICA 1 RACCONTO FANTASTICO (pp. 134-137)
1: C 2: risposta aperta 3: B 4: D 5: A 6: A 7: risposta aperta 8: risposta aperta 9: A 10: C 11: C 12: D 13: gufo, nome, Sbadiglio 14: B 15: B 16: A 17: A 18: B 19: B 20 – tabella: nome = notte, guai, Sbadiglio, gufo, guardia articolo = i, il, la pronome = lui, lui aggettivo = quella, beato verbo = finirono, dormiva, faceva avverbio = così congiunzione = e, e preposizione = da, di, per VERIFICA 2 RACCONTO REALISTICO (pp. 138-141)
1: B 2: A 3: B 4: B 5: A 6: A 7: C 8: righe 16-20 Dispetti fatti dai ragazzi a Bastianello: 1. gli rubarono la sacca con il pranzo 2. gli spalmarono un potente collante sulla sedia 3. gli spalmarono il grasso sulla scala a pioli Quella mattina sarebbe toccato alle gomme del motorino 9: D 10: B 11: risposta aperta
12: risposta aperta 13: sole, vento, campagne 14: Un è articolo indeterminativo 15: C 16: B 17: B 18: Inaridivano = inaridire Assumevano = assumere Veniva = venire Giunse = giungere Rubarono = rubare Cominciarono = cominciare Sentirono = sentire 19: C 20 – tabella: nome = distanze, bestia, attimo, distrazione, finimondo articolo = le, la, un, il pronome = loro aggettivo = (non presenti) verbo = avevano allungato, bastò, fu avverbio = (non presenti) congiunzione = e, ma, e preposizione = tra, di VERIFICA 3 RACCONTO DI AVVENTURA (pp. 142-145)
1: B 2: risposta aperta 3: B 4: B 5: D 6: C 7: righe 22-23 La ragazza urlò con tutto il fiato che aveva in gola perché vide la bestia portarsi di lato ai due, sollevarsi sul pelo dell’acqua e spalancare le fauci in un terribile attacco. 8: righe 28-29 Il coccodrillo si girò su se stesso con una agilità sorprendente e con la coda frustò l’acqua in un gesto di rabbia. 9: B 10: D 11: B 12: risposta aperta 13: Nefertari, nonno, fiume, urlo 14: nomi = superficie, fiume, spinta, braccia, bambino articoli = la, la 15: aggettivi qualificativi = immobile, affascinata, lungo 16: B
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Verifiche a LIVELLI 17: quando 18: preposizioni semplici = con preposizioni articolate = nei, del 19: B 20 – tabella: nonno = nome si girò = verbo suo = aggettivo ma = congiunzione era sparito = verbo VERIFICA 4 RACCONTO DI PAURA (pp. 146-149)
1: B 2: righe 5-6 Si trova faccia a faccia con il gigantesco scheletro di un Tyrannosaurus Rex. 3: C e D 4: risposta aperta 5: A 6: B 7: righe 19-21 L’acqua gocciolava sul pavimento perché il T-Rex era fatto di sole ossa. 8: risposta aperta 9: D 10: Lanciare l’osso 11: C 12: C 13: B 14: B 15: antico, imponente, bellissimo 16: C 17: B 18: Lasciamo: voce del verbo lasciare, prima coniugazione, modo indicativo, tempo presente, persona prima plurale 19: C 20 – tabella: lo = pronome lanciò = verbo lontano = avverbio e = congiunzione all’ = preposizione articolata partì = verbo VERIFICA 5 TESTO DESCRITTIVO (pp. 150-153)
1: B 2: C 3: A 4: C 5: risposta aperta 6: A
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7: B 8: A 9: D 10: C 11: risposta aperta 12: risposta aperta 13: mise, tirò, infilò 14: Mery Lennox, India 15: A 16: B 17: A 18: C 19: C 20 – tabella: nome = Mary, porta, cautela verbo = si allontanò, camminando preposizione semplice = con preposizione articolata = dalla VERIFICA 6 TESTO INFORMATIVO (pp. 154-157)
1: riga 1 da madri, figlie, zie e cugine con i loro piccoli 2: C 3: B 4: righe 4-5 5: B 6: righe 11-13 Quando muore, tutta la famiglia si ferma intorno al suo corpo e resta con lei per giorni. Ogni elefante dà il proprio saluto alla vecchia madre, toccandola e annusandola con la proboscide. 7: risposta aperta 8: D 9: C 10: risposta aperta 11: A 12: D 13: C 14: la, le, l’ 15: A 16: D 17: B e C 18: chiamano, organizza, si allontanano 19: C 20 – tabella: nome = famiglia, corpo, giorni articolo = la pronome = lei aggettivo = tutta, suo, verbo = muore, si ferma, resta avverbio = intorno congiunzione = quando preposizione = al, con, per
Verifiche a LIVELLI
VERIFICA 7 TESTO POETICO (pp. 158-160)
1: 12 2: B 3: giardino/sconfino, rosse/scosse 4: risposta aperta 5: D 6: C 7: C 8: A 9: A 10: A 11: B 12: B
13: B 14: nuova, immensa 15: B 16: B 17: A 18: C 19: D 20 – tabella: nome = aria verbo = volo, sconfino congiunzione = e avverbio = ancora, ancora, su, giù preposizione = nell’
Classe V – volume Laboratorio di Italiano 5 VERIFICA 1 TESTO NARRATIVO (pp. 134-137)
1: B 2: B 3: È più piccolo di otto anni. = Jeffrey Porta l’apparecchio. = Steven Ha i capelli marrone-topo appiccicati. = Steven Ha un sorriso da pubblicità. = Jeffrey Porta gli occhiali spessi. = Steven Ha boccoli biondi. = Jeffrey 4: C 5: C 6: C 7: B 8: risposta aperta 9: A 10: D 11: una banana 12: Paragrafo 1 = b Paragrafo 2 = d Paragrafo 3 = e Paragrafo 4 = a 13: B 14: soggetto = io Complemento oggetto = i capelli… 15: io 16: B 17: C 18: Mi adora = transitivo Sono entrato in cucina = intransitivo Mi sono avvicinato a lui = intransitivo Dammi quelle bacchette = transitivo 19: D 20 – tabella: soggetto = La “torta pazza”
pr. nominale = era un miscuglio compl. di spec. = di Jeffrey, di caffè attributo = simpatico VERIFICA 2 RACCONTO DI FANTASCIENZA (pp. 138-141)
1: B 2: C 3: B 4: C 5: B 6: La mia nave può trattenersi in questa terra soltanto sei ore. = Professor Hugo Quanto tempo! Allora, è stato bello? = Creature di Kaan Torneremo tra un anno esatto. = Professor Hugo È un viaggio che li vale proprio tutti i diciannove commod che ci costa! = Creature di Kaan 7: C 8: A 9: C 10: C 11: A 12: B 13: A 14: comparve, calò 15: D 16: soggetto = il professor Hugo Predicato = esibiva 17: A 18: compl. di luogo = 7 compl. di tempo = 2 19: salperemo = voce del verbo salpare prima coniugazione, modo indicativo, tempo futuro, prima persona plurale tempo composto corrispondente = saremo salpati
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Verifiche a LIVELLI 20 – tabella: soggetto = L’astronave pr. verbale = ritornò compl. di tempo = infine compl. di spec. = di Hugo, di Kaan compl. di luogo = tra le frastagliate rocce apposizione = professor VERIFICA 3 RACCONTO BIOGRAFICO (pp. 142-145)
1: B 2: riga 1 – garzone di fornaio 3: B 4: risposta aperta 5: risposta aperta 6: righe 14-15 – Mangiava, parlava, giocava, ascoltava, dormiva 7: C 8: C 9: D 10: B 11: righe 33-34 Un giudice corse in suo aiuto, gli bagnò il viso, poi lo fece alzare e lo tenne per un braccio fino al traguardo 12: C 13: aperta, sporca, storti 14: B 15: C 16: soggetti: il traguardo, il piccolo fornaio predicati: c’era, si guardò 17: B 18: B 19: trapassato prossimo = aveva riempito, aveva infilato, aveva gridato trapassato remoto = ebbe riempito, ebbe infilato, ebbe gridato 20 – tabella: soggetto = La giuria pr. verbale = si riunì, prese compl. oggetto = una decisione compl. di tempo = subito attributo = clamorosa VERIFICA 4 TESTO DESCRITTIVO (pp. 146-149)
1: B 2: C 3: B 4: Gli alberi sono grandi e senza tronco, stanno sospesi a circa dieci metri dal suolo e non perdono mai le foglie. 5: B 6: B 7: B 8: Sono più magri di noi, leggeri e chiari. = sì
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Il colore della loro pelle non dipende dal tipo di frutti o fiori di cui si nutrono. = no Non hanno capelli ma una piccola nuvola mobile e rossa. = sì La nuvola non è la loro mente. = no 9: C 10: A 11: C 12: risposta aperta 13: nome proprio 14: soggetti = le sorgenti, i fiumi, le montagne 15: 4 – 1 – 5 – 3 16: uccelli-pesce – ci stanno Amacemi – vivono 17: D 18: La parola sottolineata è un pronome dimostrativo e sostituisce la parola “cose” 19: usarono, preferirono, mescolarono 20 – tabella: soggetto = Gli Amacemi, che pr. verbale = non hanno pr. nominale = è la loro mente compl. oggetto = capelli, puna piccola nuvola compl. ind. = non presente VERIFICA 5 TESTO INFORMATIVO (pp. 150-153)
1: B 2: B 3: righe 8-9 = America Centrale e Meridionale, Africa, Asia 4: C 5: Criollo, Forastero, Trinitario 6: A 7: B 8: A 9: C 10: frutti dell’albero 11: risposta aperta 12: D 13: America Centrale, Maya 14: la cioccolata 15: aggettivo magico riferito a segreto 16: articoli = l’ preposizioni articolate = del, dei avverbi = molto 17: 1 18: D 19: divenire, diverrà, divenisse, diverrebbe 20 - tabella: soggetto = I frutti pr. verbale = crescono compl. di spec. = dell’albero, del cacao compl. di luogo = direttamente sul tronco attributo = suo
Verifiche a LIVELLI
VERIFICA 6 TESTO INFORMATIVO (pp. 154-157)
1: B 2: C 3: risposta aperta 4: C 5: B 6: C 7: B 8: Il vento muove le pale eoliche della turbina creando energia cinetica. Le pale sono collegate a un rotore, a sua volta collegato a un “albero” che invia l’energia di rotazione al generatore elettrico posto alla base della struttura. Questo generatore utilizza alcuni magneti e le proprietà di induzione elettromagnetica per produrre una tensione elettrica e quindi energia elettrica. 9: A 10: B 11: C 12: risposta aperta 13: B 14: nomi = vento, pale verbo = muove 15: B 16: aggettivo qualificativo = energetico aggettivo possessivo = loro 17: B 18: di turbine, di pale 19: trapassato prossimo = tu avevi cambiato, noi avevamo cambiato passato remoto = egli cambiò, essi cambiarono 20 – tabella: soggetto = Lo spirare pr. nominale = è stato alleato compl. di spec. = delle correnti, degli uomini compl. di tempo = fin dall’antichità
VERIFICA 7 TESTO POETICO (pp. 158-160)
1: 15 2: A 3: B 4: C 5: B 6: B 7: B 8: C 9: A 10: B 11: risposta aperta 12: D 13: Ticino 14: il mare 15: dalla = da + la alla = a + la 16: A 17: B 18: 2 = a me, mi = pronomi personali complemento 19: ricordo = ho ricordato avevo = avevo avuto guardava = aveva guardato avevo visto = vedevo 20 – tabella: soggetto = Una striscia pr. verbale = c’era compl. di spec. = di colline attributo = scura
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PROGRAMMAZIONE
Italiano IV
Nucleo fondante: ASCOLTO E PARLATO
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali
L’alunno interagisce in modo efficace in diverse situazioni comunicative, utilizza il linguaggio per apprendere ed elaborare opinioni.
Conoscere e rispettare le regole della conversazione.
L’alunno usa la comunicazione orale per collaborare con gli altri, ad esempio nella realizzazione di giochi o prodotti, nell’elaborazione di progetti e nella formulazione di giudizi su problemi riguardanti vari ambiti culturali e sociali.
Ascoltare testi di vario tipo ed estrapolare la struttura.
L’alunno ascolta e comprende testi orali “diretti” o “trasmessi” dai media cogliendone il senso, le informazioni principali e lo scopo.
Comprendere e condividere e le informazioni essenziali di un’esposizione (diretta o trasmessa).
Esprimere il proprio punto di vista in modo chiaro e comprensibile.
Rielaborare esperienze personali o racconti organizzando l’esposizione in modo chiaro, rispettando l’ordine cronologico e logico e inserendo gli opportuni elementi descrittivi e informativi.
Comprendere e dare istruzioni.
L’alunno espone argomenti di studio in modo chiaro e Organizzare un semplice discorso orale su un coerente. argomento preparato.
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Italiano IV
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere; Competenza digitale; Imparare ad imparare; Spirito di iniziativa e imprenditorialità.
Contenuti e attività
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Lettura dell’insegnante. Conversazione libera.
Contenuti Forme comuni di discorso parlato fonologico: il racconto, il resoconto, la spiegazione, l’esposizione orale. Laboratori di ascolto. Forme di discorso parlato dialogico (il dialogo, il dibattito, la discussione, la conversazione, i registri linguistici) in relazione a: • testo narrativo realistico e fantastico racconto di avventura racconto di paura racconto storico lettera e e-mail diario • tematica L’amicizia • testo descrittivo • testo poetico • tematica I sentimenti • testo informativo • testo regolativo • Cittadinanza e Costituzione Attività Strategie finalizzate all’ascolto attivo e all’autocontrollo.
Circle time.
Dibattito. Intervista.
Brainstorming.
Test di comprensione con lettura di immagini, Cooperative learning. domande a risposta aperta e/o scelta Esposizione individuale. multipla. Esposizione a gruppi. Conversazioni libere. Conversazioni guidate. Lim. Visione di film.
Esposizione orale di un argomento con domande mirate. Esposizione libera di un argomento. Registrazione degli interventi e riascolto.
Analisi strutturale di varie tipologie testuali. Interpretazione di fonti, immagini, tabelle. Riflessione su fatti e problemi di attualità, esperienze personali, argomenti di studio. Rielaborazione collettiva e individuale di testi ascoltati diretti o trasmessi. Produzione di rubriche di valutazione.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano IV
Nucleo fondante: LETTURA
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali L’alunno legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi. L’alunno legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l’infanzia, sia a voce alta sia in lettura silenziosa e autonoma e formula su di essi giudizi personali.
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce. Avviare, nella lettura di vari tipi di testo, all’uso di opportune strategie per analizzare il contenuto; porsi domande all’inizio e durante la lettura del testo. Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere. Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza (compresi moduli, orari, grafici, mappe ecc.) per scopi pratici o conoscitivi, applicando tecniche di supporto alla comprensione. Seguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare comportamenti, per svolgere un’attività, per realizzare un procedimento. Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti. Ricavare informazioni esplicite e implicite da testi espositivi, per documentarsi su un argomento specifico o per realizzare scopi pratici.
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Italiano IV
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere; Competenza digitale; Imparare ad imparare; Spirito di iniziativa e imprenditorialità.
Contenuti e attività Contenuti Forme di lettura drammatizzata, silenziosa, a voce alta, libera, ascoltata in relazione a: • testo narrativo realistico e fantastico racconto di avventura racconto di paura racconto storico lettera e e-mail diario • tematica L’amicizia • testo descrittivo • testo poetico • tematica I sentimenti • testo informativo • testo regolativo • Cittadinanza e Costituzione Attività Lettura silenziosa in funzione della consegna. Lettura ad alta voce connessa alla valenza espressiva della punteggiatura. Lettura selettiva su fonti predisposte dall’insegnante e finalizzate ad uno scopo.
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Lettura dell’insegnante. Doppia verifica: - di analisi testuale Peer to peer: lettura in - di comprensione e coppia. lessico Test con domande a Lettura cooperativa. scelta multipla o aperta, compilazione di Lettura individuale. tabelle, cloze. Ludo-didattica. Coding Utilizzo della biblioteca di classe.
Schematizzazioni delle informazioni principali. Registrazione e riascolto. Verifiche a livelli.
Utilizzo della biblioteca civica. Interviste ad autori di narrativa per ragazzi. Mappe.
Lettura di anticipazione del contenuto partendo da titoli e immagini. Individuazione di parole non note e ipotesi sul significato a partire dal contesto. Individuazione delle parole-chiave. Riassunto di un brano letto. Parafrasi di testi poetici. Lettura autonoma di testi scelti per il proprio piacere personale. Recensioni e commenti. Lettura regolata. Produzione di rubriche di valutazione.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano IV
Nucleo fondante: SCRITTURA
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali
L’alunno scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e Raccogliere le idee, organizzarle per punti, pianificare coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di la traccia di un racconto o di un’esperienza. scrittura che la scuola offre. Produrre racconti scritti di esperienze personali che contengano le informazioni essenziali relative a L’alunno rielabora testi parafrasandoli, completandoli, persone, luoghi, tempi, situazioni, azioni. trasformandoli. Produrre testi narrativi arricchendo uno o più fatti con l’utilizzo di dati e di tecniche espressive. L’alunno scrive correttamente testi di tipo diverso (narrativo, descrittivo, espositivo, regolativo) adeguati Scrivere testi diversi adeguando il contenuto allo a situazione, argomento, scopo e destinatario. scopo. Scrivere semplici testi regolativi o progetti schematici per l’esecuzione di attività (ad esempio: regole di gioco, ricette ecc.). Produrre testi sostanzialmente corretti dal punto di vista ortografico e lessicale. Produrre filastrocche o versi poetici. Sperimentare liberamente, anche con l’utilizzo del computer, diverse forme di scrittura, adattando la struttura del testo, l’impaginazione, le soluzioni grafiche alla forma testuale. Appuntare le informazioni principali di un testo ascoltato e/o letto. Sintetizzare un testo utilizzando le idee essenziali.
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Italiano IV
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere; Competenza digitale; Imparare ad imparare; Spirito di iniziativa e imprenditorialità.
Contenuti e attività Contenuti Forme di scrittura guidata e libera in relazione a: • testo narrativo racconto di avventura racconto di paura racconto storico lettera e e-mail diario • testo descrittivo • testo poetico • testo informativo • testo regolativo Attività Testualizzazione di schemi narrativi, descrittivi, informativi e regolativi utilizzando i connettivi logici, spaziali e temporali. Riscrittura: • laboratorio di scrittura: comprendere, smontare, manipolare; • laboratorio di scrittura creativa: analizzare, reinventare, fantasticare; • laboratorio di poesia: analizzare, reinventare, fantasticare. Scrittura individuale guidata. Scrittura individuale libera.
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Lezione frontale Produzioni individuali partecipata. su consegne specifiche. Cooperative learning. Peer to peer. Ludo-didattica. Conversazioni.
Produzioni individuali libere. Revisione. Verifiche a livelli.
Uso della biblioteca civica e di classe. Discussioni, relazioni, letture. Revisioni. Visione di film. Collegamento con l’antologia. Tavole lessicali specifiche per ciascuna tipologia testuale.
Riflessione sulla lingua: sviluppo della competenza lessicale.. Scrittura di testi coesi, coerenti e corretti. Produzione di testi scritti adeguati agli scopi e ai destinatari. Potenziamento, approfondimento, recupero. Sintesi di testi letti e ascoltati.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano IV
Nucleo fondante: ELEMENTI DI GRAMMATICA ESPLICITA
E RIFLESSIONE SUGLI USI DELLA LINGUA
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali
L’alunno scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e Conoscere i principali meccanismi di formazione coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di delle parole (parole semplici, derivate, composte). scrittura che la scuola offre. Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza L’alunno riflette sui testi propri e altrui per cogliere a un campo semantico). regolarità morfosintattiche. Riconoscere se una frase è completa o no, individuando i rapporti logici tra le parole. L’alunno applica, in situazioni diverse, le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logicoRiconoscere in una frase o in un testo le parti sintattica della frase semplice, alle parti del discorso del discorso, o categorie lessicali, riconoscerne (o categorie lessicali) e ai principali connettivi. i principali tratti grammaticali. Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche e applicarle nella produzione scritta individuale.
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Italiano IV
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere.
Contenuti e attività Contenuti L’ortografia: • suoni particolari; • uso dell’H; • le doppie; • la divisione in sillabe; • l’accento; • apostrofo e troncamento.
Attività Riconoscimento dell’errore e correzione in: • parole; • frasi; • testi.
Comunicazione: • gli elementi della comunicazione; • gli scopi; • la punteggiatura; • discorso diretto e indiretto.
Completamento di parole, frasi, testi.
Morfologia: • il nome; • l’articolo; • l’aggettivo; • il pronome; • il verbo; • l’avverbio; • la preposizione; • la congiunzione; • l’esclamazione. Sintassi: • analisi logica; • la frase e le sue parti; • frase minima e frase espansa; • soggetto; • il predicato verbale e nominale; • complemento oggetto; • complementi indiretti.
Riscrittura.
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Cooperative learning. Esercizi di verifica per ciascun argomento. Utilizzo di strumenti di ricerca cartacei Verifiche a livelli. (es. vocabolario, testi…) e multimediali (computer, motori di ricerca…). Mappe riassuntive.
Individuazione di campi semantici. Uso corretto del vocabolario. Esercizi di trasformazione di strutture morfologiche. Esercizi di riconoscimento di strutture morfologiche. Ricerche lessicali. Tabelle da completare. Esercizi di riconoscimento di parti variabili. Esercizi di riconoscimento di parti invariabili. Esercizi con risposta a scelta multipla. Analisi grammaticale. Individuazione delle strutture sintattiche della frase. Analisi logica. Confronti con la lingua inglese. Giochi linguistici.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano IV
Nucleo fondante: ACQUISIZIONE ED ESPANSIONE
DEL LESSICO RICETTIVO E PRODUTTIVO
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali L’alunno capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali; capisce e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio. L’alunno riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali Comprendere in modo appropriato il lessico di base. Arricchire il patrimonio lessicale attraverso attività comunicative orali, di lettura e di scrittura e attivando la conoscenza delle principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico). Comprendere che le parole hanno diverse accezioni ed individuare l’accezione specifica di una parola in un testo. Comprendere e utilizzare parole e termini specifici legati alle discipline di studio. Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione.
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Italiano IV
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere.
Contenuti e attività Contenuti • Il vocabolario • Omonimi • Sinonimi e contrari • Parole in via di estinzione • Radice e desinenza • Prefissi e suffissi Attività Individuazione di campi semantici. Uso corretto del vocabolario.
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Cooperative learning. Test con risposte a domande Peer to peer. (scelta multipla o aperte), compilazione Utilizzo di strumenti di tabelle, cloze. di ricerca cartacei (es. vocabolario, testi…) e Verifiche a livelli. multimediali (computer, motori di ricerca…). Tavole lessicali specifiche per ciascuna tipologia testuale.
Attività di analisi e confronto su testi scritti o esposizioni orali per individuare un lessico via via più ampio ed elegante. Esercizi di trasformazione di strutture morfologiche. Esercizi di riconoscimento di lessico specialistico. Ricerche lessicali. Ricerca di significati. Esercizi con risposta a scelta multipla.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano V
Nucleo fondante: ASCOLTO E PARLATO
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali
L’alunno partecipa a scambi comunicativi (conversazioni, discussioni di classe o di gruppo) con compagni e insegnanti rispettando il turno e formulando messaggi chiari e pertinenti in un registro il più possibile adeguato alla situazione.
Interagire in modo collaborativo in una conversazione, in una discussione, in un dialogo su argomenti di esperienza diretta, formulando domande, dando risposte e fornendo spiegazioni ed esempi.
L’alunno ascolta e comprende testi orali “diretti” o “trasmessi” dai media cogliendone il senso, le informazioni principali e lo scopo.
Comprendere e condividere le informazioni essenziali di un’esposizione (diretta o trasmessa). Comprendere lo scopo e l’argomento di messaggi trasmessi dai media.
Formulare domande precise e pertinenti di L’alunno espone argomenti di studio in modo chiaro e spiegazione e di approfondimento durante o dopo coerente utilizzando un linguaggio specifico. l’ascolto. Comprendere consegne e istruzioni per l’esecuzione di attività scolastiche ed extrascolastiche. Cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente. Raccontare esperienze personali o storie inventate organizzando il racconto in modo chiaro, rispettando l’ordine cronologico e logico e inserendo gli opportuni elementi descrittivi e informativi. Organizzare un breve discorso orale su un tema affrontato in classe o una breve esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta.
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Italiano V
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere; Competenza digitale; Imparare ad imparare; Spirito di iniziativa e imprenditorialità.
Contenuti e attività
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Lettura dell’insegnante Conversazione libera.
Contenuti Forme comuni di discorso parlato fonologico: il racconto, il resoconto, la spiegazione, l’esposizione orale. Laboratori d’ascolto Forme di discorso parlato dialogico: il dialogo, il dibattito, la discussione, la conversazione, i registri linguistici in relazione a: • testo narrativo racconto fantasy racconto di fantascienza racconto giallo racconto umoristico racconto storico racconto autobiografico e biografico • tematica La libertà • testo descrittivo • testo poetico • tematica L’emozione di crescere • testo informativo cronaca pubblicità • testo argomentativo • Cittadinanza e Costituzione
Circle time. Brainstorming. Cooperative learning.
Dibattito. Test di comprensione con lettura di immagini, domande a risposta aperta e/o scelta multipla.
Esposizione individuale. Esposizione orale di un argomento con Esposizione a gruppi. domande mirate. Conversazioni libere. Conversazioni guidate. Lim.
Esposizione libera di un argomento. Registrazione degli interventi e riascolto.
Visione di film.
Attività Strategie finalizzate all’ascolto attivo e all’autocontrollo. Analisi strutturale di varie tipologie testuali. Interpretazione di fonti, immagini, tabelle. Riflessione su fatti e problemi di attualità, esperienze personali, argomenti di studio. Rielaborazione collettiva e individuale di testi ascoltati diretti o trasmessi. Produzione di rubriche di valutazione.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano V
Nucleo fondante: LETTURA
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali L’alunno legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi. L’alunno legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l’infanzia, sia a voce alta sia in lettura silenziosa e autonoma e formula su di essi giudizi personali.
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce. Usare nella lettura di vari tipi di testo opportune strategie per analizzare il contenuto; porsi domande all’inizio e durante la lettura del testo; cogliere indizi utili a risolvere i nodi della comprensione. Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere.
L’alunno utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le Leggere e confrontare informazioni provenienti da sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale testi diversi per farsi un’idea di un argomento, per acquisendo un primo nucleo di terminologia specifica. trovare spunti a partire dai quali parlare o scrivere.
Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza (compresi moduli, orari, grafici, mappe…) per scopi pratici o conoscitivi, applicando tecniche di supporto alla comprensione (quali, ad esempio, sottolineare, annotare informazioni, costruire mappe e schemi…). Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti, l’intenzione comunicativa dell’autore ed esprimendo un motivato parere personale.
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Italiano V
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere; Competenza digitale; Imparare ad imparare; Spirito di iniziativa e imprenditorialità.
Contenuti e attività Contenuti Forme di lettura drammatizzata, silenziosa, a voce alta, libera, ascoltata in relazione a: • testo narrativo racconto fantasy racconto di fantascienza racconto giallo racconto umoristico racconto storico racconto autobiografico e biografico • tematica La libertà • testo descrittivo • testo poetico • tematica L’emozione di crescere • testo informativo cronaca pubblicità • testo argomentativo • Cittadinanza e Costituzione
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Peer to peer. Doppia verifica: - di analisi testuale Lettura cooperativa. - di comprensione e lessico Lettura individuale. Test con domande a scelta multipla o Circolo dei lettori. aperta, compilazione di tabelle, cloze. Drammatizzazioni. Schematizzazioni delle Ludo-didattica. informazioni principali. Utilizzo della biblioteca di classe.
Registrazione e riascolto.
Utilizzo della biblioteca civica.
Verifiche a livelli.
Attività Lettura silenziosa in funzione della consegna. Lettura ad alta voce connessa alla valenza espressiva della punteggiatura. Lettura selettiva su fonti predisposte dall’insegnante e finalizzate ad uno scopo. Lettura di anticipazione del contenuto partendo da titoli e immagini. Individuazione delle caratteristiche strutturali delle diverse tipologie testuali. Lettura autonoma di testi scelti per il proprio piacere personale. Recensioni e commenti. Lettura regalata. Produzione di rubriche di valutazione.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano V
Nucleo fondante: SCRITTURA
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali
L’alunno scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e Raccogliere le idee, organizzarle per punti, pianificare coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di la traccia di un racconto o di un’esperienza. scrittura che la scuola offre. Produrre racconti scritti di esperienze personali o vissute da altri che contengano le informazioni L’alunno rielabora testi parafrasandoli, completandoli, essenziali relative a persone, luoghi, tempi, situazioni, trasformandoli. azioni. Esprimere per iscritto esperienze, emozioni, stati d’animo sotto forma di diario. Rielaborare testi (parafrasare o riassumere un testo, trasformarlo, completarlo) e redigerne di nuovi anche utilizzando programmi di videoscrittura. Realizzare testi collettivi per relazionare su esperienze scolastiche e argomenti di studio. Produrre testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie). Sperimentare liberamente, anche con l’utilizzo del computer, diverse forme di scrittura, adattando il lessico, la struttura del testo, l’impaginazione e le soluzioni grafiche alla forma testuale scelta e integrando eventualmente il testo verbale con materiali multimediali. Produrre testi sostanzialmente corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale, rispettando le funzioni sintattiche dei principali segni interpuntivi.
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Italiano V
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere; Competenza digitale; Imparare ad imparare; Spirito di iniziativa e imprenditorialità.
Contenuti e attività Contenuti Forme di scrittura guidata e libera in relazione a: • testo narrativo racconto fantasy racconto di fantascienza racconto giallo racconto umoristico racconto storico racconto autobiografico e biografico • testo descrittivo • testo poetico • testo informativo cronaca giornalistica • testo argomentativo Attività Testualizzazione di schemi narrativi, descrittivi, informativi e regolativi utilizzando i connettivi logici, spaziali e temporali. Riscrittura: • laboratorio di scrittura: comprendere, smontare, manipolare; • laboratorio di scrittura creativa: analizzare, reinventare, fantasticare; • laboratorio di poesia: analizzare, reinventare, fantasticare. Scrittura individuale guidata.
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Lezione frontale Produzioni individuali partecipata. su consegne specifiche. Cooperative learning. Peer to peer. Ludo-didattica. Conversazioni.
Produzioni individuali libere. Revisione. Verifiche a livelli.
Uso della biblioteca civica e di classe. Discussioni, relazioni, letture. Revisioni. Visione di film. Collegamento con l’antologia. Tavole lessicali specifiche per ciascuna tipologia lessicale.
Scrittura individuale libera. Riflessione sulla lingua: sviluppo delle competenze lessicali. Scrittura di testi coesi, coerenti e corretti Produzione di testi scritti adeguati agli scopi e ai destinatari. Potenziamento, approfondimento, recupero. Sintesi di testi letti e ascoltati.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano V
Nucleo fondante: ELEMENTI DI GRAMMATICA ESPLICITA
E RIFLESSIONE SUGLI USI DELLA LINGUA
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali
L’alunno scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e Relativamente a testi o in situazioni di esperienza coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di diretta, riconoscere la variabilità della lingua nel tempo scrittura che la scuola offre. e nello spazio geografico, sociale e comunicativo. L’alunno capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; capisce e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.
Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici, derivate, composte). Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).
L’alunno riflette sui testi propri e altrui per cogliere regolarità morfosintattiche e caratteristiche del lessico; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono Riconoscere la struttura del nucleo della frase correlate alla varietà di situazioni comunicative. semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo. L’alunno è consapevole che nella comunicazione sono usate varietà diverse di lingua e lingue differenti Riconoscere in una frase o in un testo le parti del (plurilinguismo). discorso, o categorie lessicali, riconoscerne i principali tratti grammaticali; riconoscere le congiunzioni di uso L’alunno applica, in situazioni diverse, le conoscenze più frequente (come e, mai, infatti, perché, quando). fondamentali relative all’organizzazione logicosintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche categorie lessicali) e ai principali connettivi. e servirsi di questa conoscenza per rivedere la propria produzione scritta e correggere eventuali errori. L’alunno padroneggia e applica, in situazioni diverse, le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali connettivi.
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Italiano V
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere.
Contenuti e attività Contenuti Ortografia: • suoni difficili e gruppi consonantici; • l’accento; • apostrofo e troncamento; • l’uso dell’H; • le doppie e la divisione in sillabe; • la lettera maiuscola.
Attività Riconoscimento dell’errore e correzione in: • parole; • frasi; • testi. Riscrittura. Completamento di parole, frasi, testi.
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Cooperative learning. Esercizi di verifica per ciascun elemento. Utilizzo di strumenti di ricerca cartacei (es. Verifiche a livelli. vocabolario, testi...) e multimediali (computer, motori di ricerca…). Mappe riassuntive.
Comunicazione: • gli scopi; Tabelle da completare. • i registri linguistici; • la punteggiatura; Uso corretto del • discorso diretto e indiretto. vocabolario. Morfologia: • l’articolo; • il nome; • l’aggettivo; • il pronome; • il verbo; • gli avverbi; • le preposizioni; • le congiunzioni; • le esclamazioni. L’analisi grammaticale. Sintassi: • la frase e i suoi elementi; • il soggetto; • il gruppo del soggetto; • il predicato verbale e nominale; • il gruppo del predicato; • il complemento oggetto; • i complementi indiretti; • attributo e apposizione; • analisi logica; • frase semplice e complessa; • frasi principali e secondarie.
Esercizi con risposta a scelta multipla. Esercizi per l’individuazione delle strutture sintattiche della frase (completamento, collegamento, ricerca, trasformazione…) e del periodo. Analisi grammaticale e logica. Confronti con la lingua inglese. Simulazioni di Prove Nazionali.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano V
Nucleo fondante: ACQUISIZIONE ED ESPANSIONE
DEL LESSICO RICETTIVO E PRODUTTIVO
Traguardo per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali L’alunno capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; capisce e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio. L’alunno riflette su testi propri e altrui per cogliere le caratteristiche del lessico; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali Comprendere ed utilizzare in modo appropriato il lessico di base (parole del vocabolario fondamentale e di quello di alto uso). Arricchire il patrimonio lessicale attraverso attività comunicative orali, di lettura e di scrittura e attivando la conoscenza delle principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico). Comprendere che le parole hanno diverse accezioni ed individuare l’accezione specifica di una parola in un testo. Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l’uso e il significato figurato delle parole. Comprendere ed utilizzare parole e termini specifici legati alle discipline di studio. Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione.
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Italiano V
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere.
Contenuti e attività Contenuti • La lingua nel tempo • italiano... ma non solo • Parole di ieri, parole di oggi • Parole prese in prestito • Linguaggio specifico e settoriale • Il gergo • Omonimi • Parole polisemiche • Sinonimi • Contrari • Linguaggio letterale e figurato • Modi di dire Attività Ricerche e confronti su arcaismi e neologismi e loro utilizzo.
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Cooperative learning Test con risposte a domande (scelta Peer to peer multipla o aperte) Utilizzo di strumenti di ricerca cartacei (es. vocabolario, testi...) e multimediali (computer, motori di ricerca...)
Verifiche a livelli.
Tavole lessicali specifiche per ciascuna tipologia testuale.
Uso corretto del vocabolario. Attività di confronto su testi scritti o esposizioni orali per individuare un lessico via via più ampio ed elegante. Ricerca e analisi delle parole appartenenti ad altre lingue. Confronto sull’applicazione di alcune regole grammaticali: dialetti/lingua italiana. Ricerche lessicali. Ricerca di significati.
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PROGRAMMAZIONE
Italiano IV - V
CITTADINANZA E COSTITUZIONE: improntata sugli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Orientamenti dalle Indicazioni Nazionali e dai Nuovi Scenari L’educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente e che favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà. Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla cittadinanza sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole. La scuola del primo ciclo include nel proprio curricolo la prima conoscenza della Costituzione della Repubblica italiana. Gli allievi imparano così a riconoscere e a rispettare i valori sanciti e tutelati nella Costituzione, in particolare i diritti inviolabili di ogni essere umano, il riconoscimento della pari dignità sociale, il dovere di contribuire in modo concreto alla qualità della vita della società, la libertà di religione, le varie forme di libertà (articoli 13-21). L’educazione alla cittadinanza digitale per rendere i soggetti in formazione cittadini in grado di utilizzare in modo critico e consapevole la Rete e i Media, di adottare un comportamento appropriato e responsabile nell’uso delle tecnologie.
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Obiettivi di apprendimento Dalle indicazioni Nazionali Comprendere testi di tipo diverso, continui e non continui. Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile. Leggere e comprendere e interpretare slogan in lingua inglese, cogliendo il loro significato globale e identificando parole e frasi familiari. Interagire in modo collaborativo in una conversazione, in una discussione, in un dialogo su argomenti di esperienza diretta, formulando domande, dando risposte e fornendo spiegazioni ed esempi. Cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente. Riconoscere, nel proprio ambiente di vita, le funzioni dei vari spazi e le loro connessioni, gli interventi positivi e negativi dell’uomo e progettare soluzioni, esercitando la cittadinanza attiva. Ascoltare testi applicando tecniche di supporto alla comprensione: durante l’ascolto (presa di appunti, parole-chiave, brevi frasi riassuntive) e dopo l’ascolto (rielaborazione degli appunti, esplicitazione delle parole chiave, ecc.).
Italiano IV - V
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Comunicazione nelle lingue straniere; Competenza digitale; Imparare ad imparare; Spirito di iniziativa e imprenditorialità.
Contenuti e attività
Verifiche
Contenuti • la legalità, i diritti • l ’uguaglianza • la sostenibilità • il valore della cultura • la salute e il benessere • il bullismo e cyberbullismo • la libertà • la Costituzione italiana
Circle time
Attività Forme di discorso parlato dialogico (il dialogo, il dibattito, la discussione) in relazione a tematiche di attualità.
Autovalutazione
Brainsorming Conversazioni libere Conversazioni guidate Ascolto
Lettura di testi continui e discontinui. Selezionare e organizzare le informazioni con mappe, schemi, tabelle. Ascolto di testimonianze di personaggi noti per il loro impegno numano e civico. Strategie finalizzate all’ascolto attivo e all’autocontrollo.
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PROGRAMMAZIONE
Linguaggi espressivi IV - V
ARTE, IMMAGINE E MUSICA
Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali ARTE E IMMAGINE L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi. L’alunno rielabora in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti. MUSICA L’alunno esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo, spaziale e in riferimento alla loro fonte. L’alunno esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri.
Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali ARTE E IMMAGINE esprimersi e comunicare • Ideare e progettare elaborati ricercando soluzioni creative originali, ispirate anche dallo studio dell’arte e della comunicazione visiva. • Utilizzare gli strumenti, le tecniche figurative e le regole della rappresentazione visiva per una produzione creativa che rispecchi le preferenze e lo stile espressivo personale. • Rielaborare creativamente materiali di uso comune per produrre nuove immagini. osservare e leggere le immagini • Utilizzare diverse tecniche osservative per descrivere con linguaggio appropriato gli elementi formali ed estetici di un contesto reale. • Leggere e interpretare un’immagine o un’opera d’arte utilizzando gradi progressivi di approfondimento. • Riconoscere i codici e le regole compositive presenti nelle opere d’arte per individuarne la funzione simbolica, espressiva e comunicativa. comprendere e aprezzare le opere d’arte • Leggere e commentare un’opera d’arte mettendola in relazione con gli elementi essenziali del contesto storico e culturale a cui appartiene. • Possedere una conoscenza delle linee fondamentali della produzione artistica dei principali periodi storici del passato e dell’arte contemporanea, anche appartenenti a contesti diversi dal proprio. • Conoscere le tipologie del patrimonio ambientale, storico-artistico e museale del territorio sapendone leggere i significati e i valori estetici, storici e sociali. MUSICA Utilizzare voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole. Riconoscere e classificare gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale.
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Linguaggi espressivi IV - V
PROGRAMMAZIONE
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Comunicazione nella madrelingua; Consapevolezza ed espressione culturale.
Contenuti e attività ARTE E IMMAGINE Mosaici e collage. Disegni con utilizzo di elementi naturali. Attività legate alla conoscenza e all’utilizzo di colori e forme. Studio del chiaroscuro e della volumetria delle figure. Trasformazione di oggetti o elementi di uso comune in “opere d’arte” attraverso tecniche diverse.
Scelte organizzative, metodologiche e Verifiche strumenti Presentazione di Analisi guidata di opere opere d’arte e di artisti d’arte. significativi per la storia dell’arte. Rielaborazione di immagini famose. Analisi guidata degli elementi Autovalutazione fondamentali della grammatica artistica (volume, prospettiva, chiaroscuro…).
Introduzione alle Realizzazioni grafico-pittoriche utilizzando varie tecniche e tecniche espressive più materiali. conosciute. Trasformazione di immagini prodotte da altri. Completamento di opere famose con interventi creativi personali.
Approfondimenti su colori, tonalità, effetti lunistici.
MUSICA Analisi del suono (timbro, durata, intensità, altezza).
Utilizzo del “Colouring” come esercizio di rilassamento.
Il ritmo.
Attività laboratoriali.
Classificazione di generi e strumenti musicali. Conoscenza di base della nozione musicale.
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4
TEST D'INGRESSO
1. Numera i fatti secondo l’ordine in cui avvengono nel racconto. I bambini sono scappati verso il punto di raccolta. Alle 15 sono iniziate le prove generali dello spettacolo. È suonato l’allarme antincendio. I bambini delle altre classi hanno gridato: – I fantasmi!
2. Questi fatti sono: possibili nella realtà. fantastici.
3. Nel testo c’è una parola, ripetuta, che potrebbe far pensare a un racconto fantastico. Qual è? Antincendio Fantasmi.
4. Segna con una 7 i personaggi che non compaiono nel racconto. Silvia e Lorenza Valdemaro e Mattia I fantasmi Renatino
Racconto realistico
ATTORI O FANTASMI? Finalmente è arrivato il giorno dello spettacolo! Alle 15 le maestre Silvia e Lorenza ci hanno chiamato per la prova. La sala era già preparata per lo spettacolo, con tutte le sedie in fila per le nostre famiglie. Siamo saliti sul palco. Cra croc crac… – E se si rompe come facciamo? – ho chiesto preoccupato. – Alla peggio cadremo di sotto! – mi ha risposto Silvia ridendo. La prova è cominciata e all’improvviso abbiamo sentito un suono di tromba. A un tratto ho visto il custode Valdemaro con un foglio scritto a lettere grandi: DOVETE SCAPPARE C’È LA PROVA. Ma che c’entrava lui con la nostra prova? – Viaaaa! È l’allarme antincendio! Usciamo di qua! – ha urlato Lorenza. Per primo è partito Mattia, il nostro capofila, e a uno a uno ci siamo presi per mano come abbiamo deciso all’inizio dell’anno. Fuori dalla porta, via, di corsa, verso il giardino, fin sotto l’ulivo, il nostro punto di raccolta. Le altre classi erano già lì, e quando ci hanno visto arrivare combinati in quel modo hanno cominciato a urlare: “I fantasmi!”. Renatino di prima ha chiesto: – È la prova contro i fantasmi? Quando finalmente è tornato un po’ di ordine abbiamo capito cos’era successo: avevano deciso di fare la prova di emergenza antincendio e non potevano certo sapere che noi stavamo facendo altre prove… quelle della recita. da B. Pumhösel, A. Sarfatti, Fughe e fantasmi, EDT-Giralangolo
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Racconto fantastico
STORIA DEL NASO CHE FIORÌ C’era una volta un ragazzo proprio bravo. Non si insudiciava mai, non diceva mai brutte parole e le sue unghie erano sempre pulite. Aveva deciso di essere il ragazzo migliore del mondo. Non si metteva le dita nel naso neppure di nascosto. Naturalmente aveva delle porcherie anche lui nel naso, come tutta la gente. E siccome non si era mai messo le dita nel naso, c’era una quantità di porcherie molto maggiore nel naso suo che nei nasi delle altre persone. Un giorno d’estate fiori ed erbe spuntarono dal naso del ragazzo come da un vaso da fiori capovolto. Il ragazzo era molto fiero del suo naso fiorito. Ma i bambini lo prendevano in giro e la gente diceva: – Ohibò! Come mai non si pulisce il naso? Il ragazzo, dato che non riusciva a capire, scosse la testa e i fiori e l’erba gli fecero un tale solletico che gli venne voglia di starnutire. E, starnutendo, tutti i fiori e l’erba gli uscirono dal naso. I bambini e la gente si misero a ridere e rise anche il bambino con il naso liberato. da U. Wölfel, Storie per ridere, Nuove Edizioni Romane
4
TEST D'INGRESSO
1. Segna con una 7 il fatto che non è potuto accadere nella realtà. Il ragazzo non si insudiciava mai. Il ragazzo non si metteva le dita nel naso. Dal naso del ragazzo spuntarono fiori. Il ragazzo starnutì.
2. Questo brano, perciò, è un racconto: realistico. fantastico.
3. Completa scegliendo la frase corretta. All’inizio del racconto il ragazzo: aveva le mani sporche. non si insudiciava mai. Poi accade che dal suo naso: spuntarono fiori ed erba. spuntarono sassolini. Alla fine il ragazzo: starnutì ed erba e fiori uscirono dal naso. si nascose per la vergogna.
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4
TEST D'INGRESSO
1. Il protagonista di questa storia è: un animale. una persona.
2. Lo scopo di questo testo è: divertire il lettore. insegnare una morale.
3. Si tratta, quindi, di: una fiaba. una favola.
4. La morale di questa storia è: aspettare porta sempre occasioni migliori. bisogna sempre scegliere il meglio. fare gli schizzinosi, a volte, delude.
5. Che cosa mangia alla fine l’airone? Una tinca. Un pezzo di pane. Un luccio.
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Racconto fantastico - favola
L’AIRONE INCONTENTABILE Un airone se ne andava gironzolando sulle sue gambe snelle lungo la riva del fiume. Dapprima vide passare una carpa, poi un luccio. Avrebbe potuto catturarli senza fatica, ma decise di aspettare: in fondo non aveva poi così fame. Dopo un po’ vide avvicinarsi alcune tinche, ma non gli piacevano granché. Esclamò con sdegno: – Io mangiare delle tinche? Non è cibo degno di un airone! Meglio aspettare ancora: voglio mangiare solo qualcosa di veramente buono. Trascorse l’intera giornata senza vedere passare altri pesci. L’airone cominciò ad avere fame. Scese la sera. Decise così di incamminarsi verso i campi alla ricerca di qualcosa da mangiare. Trovò un grosso pezzo di pane raffermo e, malvolentieri, se lo mangiò, pentito di aver fatto lo schizzinoso quando aveva la possibilità di scegliere. da AA. VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni
Racconto fantastico - fiaba
POLLICINO C’era una volta un taglialegna talmente povero che non sapeva come sfamare i suoi sette bambini. Una sera disse alla moglie: – Domani li abbandonerò nella foresta: non c’è altra soluzione! Ma il più piccolo dei sette fratelli aveva sentito tutto: si chiamava Pollicino perché era venuto al mondo così piccolo da non superare la lunghezza del dito pollice, ma era molto intelligente. Così si riempì le tasche di sassolini e, quando il giorno dopo i bambini si ritrovarono soli nella foresta, Pollicino, che aveva disseminato i sassolini lungo tutto il tragitto, li ricondusse a casa. Alcuni giorni dopo, però, il povero taglialegna li fece smarrire di nuovo. Questa volta Pollicino aveva lasciato lungo la strada delle briciole di pane e gli uccellini se l’erano mangiate; i bambini così non poterono tornare a casa. Vagarono per il bosco finché giunsero davanti a un immenso castello in cui viveva un orco con le sue sette figlie. L’orco ospitò i bambini per la notte con l’intenzione di mangiarseli a colazione il mattino dopo. Le sette figlie dell’orco dormivano in un grande letto e portavano ognuna una corona d’oro in testa, nel letto accanto invece dormivano i sette fratellini. Durante la notte, Pollicino tolse le corone alle bambine e le posò sulla sua testa e su quella dei fratelli. L’orco, nel buio, sfiorò la testa di Pollicino e dei suoi fratelli, ma, sentendo sotto le dita le corone d’oro, fece un salto indietro: “Stavo per farne una bella!” pensò. Quindi, ignaro dello stratagemma di Pollicino, divorò senza esitare le proprie figlie, poi si addormentò russando. Allora Pollicino e i suoi fratelli svelti svelti fuggirono e portarono alla famiglia il tesoro dell’orco.
4
TEST D'INGRESSO
1. Il protagonista di questa fiaba è: un animale. una persona piccolissima.
2. Quale antagonista deve affrontare? Un drago. Un orco.
3. Quale stratagemma usano Pollicino e i suoi fratelli? Si travestono da figlie dell’orco. Indossano le corone delle figlie dell’orco.
4. La storia si conclude con un lieto fine? Sì No
5. Questo racconto ha gli ingredienti tipici della fiaba? Sì No
Quali? ........................................................................ ........................................................................ ........................................................................
da AA. VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni
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4
TEST D'INGRESSO
1. Quale elemento della realtà vuole spiegare questa leggenda? Le pieghe sulla pelle del rinoceronte. Il corno sulla fronte del rinoceronte.
2. Qual è il fatto che non può accadere nella realtà? Il rinoceronte scende alla spiaggia. Il rinoceronte si toglie la pelle.
3. S cegli con una 7 la definizione più giusta di “leggenda”. La leggenda è la spiegazione fantastica di un aspetto della realtà. La leggenda è una storia fantastica di animali.
Racconto fantastico - leggenda
LA PELLE DEL RINOCERONTE Sulla riva di una spiaggia, un uomo si era preparato un bel pesce alla brace, ma un rinoceronte, che all’epoca aveva una pelle lucida e tirata, passò di lì e, con una cornata, buttò il pesce sulla sabbia. Cinque settimane dopo, ci fu una terribile ondata di caldo: la temperatura si alzò talmente che tutti si toglievano i vestiti che avevano addosso. Il rinoceronte non sopportava quel caldo: si tolse allora la pelle e scese alla spiaggia per farsi il bagno. Arrivò l’uomo, trovò la pelle e fece un sorriso larghissimo: aveva l’occasione per vendicarsi. Di nascosto, la riempì così tanto di prugne secche, vecchie briciole rafferme e uvette bruciacchiate che più piena di così non si poteva. Si arrampicò in cima alla palma e aspettò che il rinoceronte uscisse dall’acqua e se la rimettesse. Il rinoceronte fece così. Si infilò la pelle e quella cominciò a fargli il solletico come quando ci sono delle briciole nel letto. Cercò di grattarsi, ma fu peggio; si sdraiò sulla sabbia e si rotolò… ma, ogni volta che si rotolava, le briciole di torta gli prudevano di più, sempre di più. Così corse verso la palma e si sfregò, si sfregò… Si sfregò tanto e così forte che gli si formò una grossa piega sulla spalla, e un’altra piega sulla pancia, e altre pieghe sulle zampe. Andò allora a casa arrabbiatissimo e tutto scorticato. Da quel giorno tutti i rinoceronti hanno grandi pieghe sulla pelle e un pessimo carattere; tutta colpa delle briciole! da R. Kipling, Storie proprio così, Editrice Piccoli
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Testo descrittivo
FILIPPA DELLA METROPOLITANA Al piano 4, porta di sinistra, sta Filippa della metropolitana. La chiamiamo così perché lavora nell’impresa che pulisce le stazioni della metro: spesso esce di casa la sera e lavora di notte, oppure si alza quando è ancora buio e prende la prima corsa del 117, per andare a spazzare le scale, i corridoi e le banchine dove si aspettano i treni. Tutte le notti raccoglie sacchi e sacchi di cartacce e giornali spiegazzati, lattine, tacchi di scarpe e ombrelli rotti, lettere strappate di innamorati abbandonati, biglietti vecchi e bucce d’arancia. È una vecchia signora, la Filippa, sempre un po’ goffa quando non indossa la tuta arancione dell’impresa di pulizie. Ha pochi denti in bocca, ma solo una volta è scesa dal dottor Scaracchia, perché le si era gonfiata una gengiva e non riusciva più a dormire per il dolore. Il dentista, però, le aveva cavato un molare – uno dei pochi rimasti – e le aveva chiesto come compenso mezzo stipendio. – Ma come? Ti sei già preso il mio dente, e vuoi anche i miei soldi? – e se ne era andata sbattendo la porta. Il dottor Scaracchia, che in fondo non è cattivo, aveva lasciato perdere. Sembra un’orsa, Filippa della metropolitana. Ma a me sta simpatica e poi vuole bene a noi ragazzi; talvolta ci porta in dono le cose più strane che trova nelle stazioni della metro: una radiolina scassata, una bambola senza un occhio, un cavatappi, un sacchetto di noci, una coperta, libri scritti in tutte le lingue del mondo. Mi piace proprio Filippa della metropolitana!
TEST D'INGRESSO
4
1. Secondo te, si tratta di un testo: informativo. descrittivo.
2. Il tono di questo brano ti sembra: colorito e personale. distaccato e impersonale.
3. C ompleta scegliendo la risposta giusta. Filippa della metropolitana ha questo soprannome perché: lavora nell’impresa che pulisce la metro. prende sempre la metro. Ogni notte raccoglie: i rifiuti. i fiori sulle rotaie. Quando lavora indossa: la tuta arancione. jeans e maglietta.
da F. Signoracci, Le macchine fantastiche di Bubus, Edizioni Paoline
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4
TEST D'INGRESSO
1. L a gallina intelligente è una poesia o una filastrocca? Segna le informazioni che te lo fanno capire. gioca con le parole i versi sono liberi molte parole sono in rima esprime le emozioni dell’autore
2. Che cosa vorrebbe fare la gallina? Scegli con una 7. segretaria commessa ballerina cuoca
3. Il tono di questo testo ti sembra: divertente. di protesta.
Testo poetico
LA GALLINA INTELLIGENTE No, non ci sto con quelli che dicono ci verresti a fare il bagno in piscina e ti ritrovi nel brodo il tuo, di gallina vorrei una vita varia estetista segretaria tabaccaria gelataria hostess ballerina ma non gallina non potete capire c’è una parte di me che è piena di angoscia (e voi mi chiedete se è l’ala o la coscia!) Coccodè? Fallo te! Il cervello piccino ce l’hai tu, tacchino! Vita nuova mai più uova! Voglio far la mia vita ed esser felice non voglio far la gallina voglio far l’attrice. da S. Benni, Stranalandia, Feltrinelli
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Testo informativo
INVENZIONI... TRASPARENTI Il vetro Il vetro è un materiale utile, economico e prezioso: è prodotto con la sabbia, materia diffusa e a buon mercato. Quando è caldo prende qualsiasi forma, è resistente, protegge dal caldo e dal freddo pur lasciando passare la luce. Sembra che a scoprire il vetro siano stati alcuni mercanti fenici che, circa nel 500 a.C., accesero un falò sopra una spiaggia ricca di un minerale chiamato “silicio”; per effetto del calore il silicio si fuse in vetro. Le finestre Il vetro anticamente era piuttosto opaco perché conteneva impurità e la sua superficie era irregolare. Dal XVII secolo si pensò di utilizzare grosse lastre di vetro per le finestre, che prima erano coperte con panni e teli pesanti: questi non facevano passare il freddo, ma neppure la luce.
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TEST D'INGRESSO
1. Secondo te, si tratta di un testo: informativo. regolativo.
2. Rispondi con una 7. Il testo fornisce… … informazioni riguardo all’utilizzo del vetro presso gli uomini primitivi? Sì No informazioni riguardo … la scoperta del vetro nell’antichità? Sì No … informazioni riguardo l’invenzione delle finestre e degli occhiali? Sì No
Gli occhiali Con il vetro nacquero anche le lenti: dischetti rotondi e lisci che ingrandivano o rimpicciolivano gli oggetti, una proprietà conosciuta già dagli antichi Greci e Romani. Furono però gli Arabi, nel secolo XI, a iniziare gli studi di ottica. Sembra che i primi occhiali siano stati inventati nel XIV secolo, in Olanda, anche se stentarono a diffondersi: la loro capacità di correggere i difetti della vista era considerata, infatti, stregoneria! da G. Bartalozzi, Il libro di invenzioni e scoperte, Giunti Junior
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TEST D'INGRESSO
Testo regolativo
GERMOGLI DI PATATA AMERICANA È conosciuta come batata, patata dolce o americana ed è buonissima cotta in forno. Se però non la cuoci ma la fai germogliare, nascerà una bella pianta da appartamento con tante foglie. 1 P rendi una patata e mettila in un vaso di vetro, con la parte più grossa rivolta verso l’alto. Per non farla scivolare in fondo al vaso, bloccala con tre stecchini infilati nella polpa. 2 V ersa l’acqua nel vaso: deve bagnare solo la parte inferiore della patata. 3 M etti il vaso alla luce e mantieni costante il livello dell’acqua. Dopo pochi giorni spunteranno le radici e i primi germogli. 4 S istema il vaso su uno scaffale alto così, quando le ramificazioni si allungheranno, avranno uno spazio sufficiente. da E. Contri, Il mio giardino, Giunti Junior
1. Questo testo ha lo scopo di: descrivere i germogli di patata americana. raccontare le origini della patata americana. dare istruzioni per far germogliare una patata americana.
2. Questo testo è, quindi, un testo: informativo. regolativo.
3. Completa. Un resto regolativo può essere:
una ..................................................... per fare un dolce. le ..................................................... costruire qualcosa. le ..................................................... del gioco del calcio.
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TECNICHE DI LETTURA
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CERCO IN... OGNI DIREZIONE 1. Percorri velocemente con gli occhi i due riquadri in verticale, scopri le sei parole nascoste in ciascuno e cerchiale di rosso. s t a s c r p v o c i v a u p a t d g r i z r u h e z i e o i m z o v m m o a p z o
m t q c n r p s o r d v b o u e a s l l o t l c u d v a b i c i o g a m q o g e z o
2. Percorri con gli occhi l’insieme delle lettere in tutte le direzioni (cioè in orizzontale, in verticale) in obliquo e scopri, nel minor tempo possibile, le otto parole nascoste. Cerchiale con la matita.
T V A S O R I E L B E G S C I M I T O O C O R O F
tre • ali • mito • coro vaso • sci • est • eco
S T I A O L O R T O N R L T R U O V O S V O P S O
toro • solo • noi • uovo orto • orso • atto • volto
3. Osserva per un minuto e poi copri e scrivi i gruppi di lettere. oua
dmn
bdt
...................................................................................................................................
ABD
GFM
CGC
...................................................................................................................................
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TECNICHE DI LETTURA
CERCO VELOCEMENTE E... TROVO 1. M uovi velocemente in verticale gli occhi per trovare, in ogni elenco, la parola indicata all’inizio e sottolineala. Poi rispondi. abilitante colletta
distretto qualitativo
abilitato collezionare distrazione qualifica abilitazione collerico distribuire qualificabile abitabile collettivo distratto qualificativo abilmente collettività distrutto qualitativo abilitante colletto distretto quantitativo abitante colletta disturbo qualificare abitacolo cellula distribuzione qualificazione abilità collezione distributore qualificato abitare collettivamente distorto qualificante • Sei stato rapido?
SÌ
NO
2. Qual è la strategia che ti permette di essere veloce? Indicala con una 7. Concentrare l’attenzione sul significato delle parole. Concentrare l’attenzione sulla forma delle parole. 3. Ora muovi velocemente gli occhi in senso orizzontale per trovare la parola indicata all’inizio di ogni elenco. Poi sottolineala. tessitura
tessera, tesserato, tessere, tessibile, tessitore, tessitura, test, tessuto.
soffietto
sofferto, soffiare, soffiata, soffice, soffieria, soffietto, soffitta, soffitto.
vedere
sedere, vedette, vedetta, veduta, vegetare, velare, vedere, cadere, valere.
mimare
mimica, mimico, mimetico, minare, mimare, miniare, minacciare.
rifare
rifiorire, rifiorito, filare, sfilare, rifilare, rifare, rifiatare, riferire, rifilatrice.
smaltare
smalto, smania, smaltimento, smaltire, smaniare, smaltare, smarrire.
proposito
proporre, proponibile, propiziare, proposta, proposto, proposito.
• Sei stato rapido?
SÌ
NO
• In questo esercizio è importante capire il significato di tutte le parole?
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SÌ
NO
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TECNICHE DI LETTURA
LA CAPACITA DI CONCENTRAZIONE
1. Ripassa mentalmente l’alfabeto, poi leggi subito in ordine alfabetico le parole di ogni riquadro e numerale secondo l’ordine con cui le leggi. ESEMPIO
3 drappo 1 brina
bocca
gioco
ospo
roccia
palla
rosa
4 prato 2 bruco
stella
elica
ruota
stalla
freccia
rullo
2. Quali difficoltà hai incontrato? Indica con una 7 e rifletti su ciò che devi fare per migliorare. S ei stato lento perché sei ancora impacciato a muovere velocemente gli occhi. Hai incontrato difficoltà a concentrarti sull’ordine alfabetico. Hai commesso errori perché non conosci bene l’alfabeto.
3. Concentrati a seguire il significato della frase e leggi a voce alta: ti sarà facile intuire quale sia la parola successiva anche se non è completa. Attento, ogni spazio vuoto corrisponde a una lettera. • Tra que__ti li__ri so__o alcuni so__o in__eressanti. • S__l te__razz__ la m__m__a ha mol__i v__si di pia__te fi__rite. • Qu__sto asci__gam__no è a__ciutt__: pu__i us__rlo. • Pr__fer__sco nu__tare in p__scin__ perc__è le on__e mi sp__vent__no. • A col__zio__e b__vo una t__zza di lat____ e m__ng__ una f__tta d__ t__rt__. • D__mani f__ rem__ un g__ro ne__ bosc__ p__r c__rca__e f__ngh__. • So__o st__nco di p__estar__i s__mpre la g__mm__.
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TECNICHE DI LETTURA
MI CONCENTRO E LEGGO
1. Nei brevi testi che seguono, mancano delle parole che puoi intuire se ti concentri sul senso generale di ciò che leggi. Se non riesci a intuire qualche parola, ripensaci solo alla fine. Controlla la tua comprensione scrivendo le parole mancanti. A D’improvviso il tempo cambiò. Un ......................... freddo ......................... a soffiare. I corvi gracchiavano ......................... le foglie secche ......................... dagli alberi. Dapprima sembrò che stesse ......................... piovere, invece cominciò a nevicare. Ben presto la strada fu ......................... completamente. La ......................... si fece pesante, cadendo dal .........................
in grandi fiocchi, veloce e turbinante.
Il ......................... fischiava, ululava faceva girare la ......................... in mulinelli. B La foca ha il ......................... fusiforme. La testa tondeggiante ......................... priva di padiglione auricolare, gli occhi ......................... sporgenti. Può emettere un ......................... simile al latrato di un ......................... . Questo ......................... è ben adattato alla ......................... acquatica. Le pinne posteriori, stese all’indietro, non sto
.........................
.........................
la foca non è in
.........................
.........................
essere rivolte in
di camminare
.........................
..........................
; per que-
terreno, dove procede a
o strisciando. In ........................., invece, nuota con .........................
2. Cerca le parole dei testi nascoste in mezzo all’insieme delle vocali, nei rettangoli.
TESTO A AEIOUVENTOAEIOUCOMINCIÒAEIOUTRAAEIOUCADUTEAEIOUPERAEIOUCOPER TAAEIOUNEVEAEIOUSUOLOAEIOUVENTOAEIOUNEVEAEIOUAEIOUAEIOUAEIOU
TESTO B AEIOUCORPOAEIOUÈAEIOUSONOAEIOUSUONOAEIOUCANEAEIOUANIMA LEAEIOUVITAAEIOUPOSSONOAEIOUAVANTIAEIOUMOTIVOAEIOUGRADOAEIOU SULAEIOUSA LT I A E I O UA C QU AAE I O U AGI L I T ÀAE I O U
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TECNICHE DI LETTURA
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LEGGO CON ESPRESSIVITÀ 1. Leggi con scorrevolezza ed espressività. Ricorda di rispettare i segni di punteggiatura e di modulare il tono della voce! Quando il mio fratellino finalmente crollava addormentato, la mamma non riusciva a nascondere il fatto di essere esausta. – Mi dispiace, Natalie, – diceva – lo so che te lo avevo promesso, ma sono così stanca che mi viene da svenire. Possiamo rimandare a un altro giorno? Scoccava uno dei suoi sguardi di supplica e, se il papà aveva tempo, mi portava fuori per i prati, attraverso il giardino delle rose e poi giù per lo stretto sentiero tortuoso che passava per la cupa fascia degli alberi. E fu là che incontrammo Tulip per la prima volta, immobile come una statua nel mare di grano. – È uno spaventapasseri? – No. Credo che sia una bambina. – Che cosa fa qui fuori da sola? Il papà si strinse nelle spalle. – Adesso glielo chiediamo. Mi prese per mano e cominciò a gridare: – Ciaooo! Ciaoooo! Ciaoooo! Lei si voltò a guardarci e mi accorsi che stava cullando qualcosa. – È un gattino? Presi subito a correre. Il papà urlò alle mie spalle: – Natalie! Il grano! E io mi fermai. Lo capivo anch’io che i contadini erano nostri vicini e dovevamo essere amici. Così rimasi lì a ribollire d’impazienza mentre quell’estranea della mia stessa età avanzava con attenzione verso di noi, spostando il grano con la mano libera e facendosi strada con tanta cautela che, quando ci ebbe raggiunto, non c’era nemmeno una traccia del percorso che aveva fatto. Il gattino non aveva ancora gli occhi aperti. – Come si chiama? Hai già deciso? – Sarebbe più educato, Natalie, se prima chiedessi a questa signorina come si chiama. La guardai in attesa, ma lei si limitò a spostarsi dagli occhi i capelli spettinati e a fissarlo come se fosse arrivato dallo spazio. Il papà ritentò: – Questa – disse, battendomi una mano sulla spalla – è Natalie e io sono Mr. Barnes. Aspettammo ancora e poi finalmente: – Tulip – disse. da A. Fine, Quella strega di Tulip, Fabbri Editore
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TECNICHE DI LETTURA
LA LETTURA ADATTA
1. Scegli la modalità di lettura adatta allo scopo, poi completa.
MODALITÀ DI LETTURA: in silenzio • ad alta voce • ad alta voce con espressività. SCOPO: per il piacere di leggere • per divertirmi • per capire il contenuto • per raccogliere informazioni e dati • per divertire gli altri.
UN INDOVINELLO PER TE
Ho detto a Nicolino: – Ti faccio un indovinello. Secondo te se sbatto in una scodella rossa tre uova fatte da tre galli rossi che cosa succede? – Fai delle uova sbattute al pomodoro. – No. – gli ho risposto. Allora Nicolino ha mormorato: – Saltano fuori tre pulcini rossi. – No. – ho risposto io. – Mi arrendo. – ha detto Nicolino. E io: – Non succede niente, sai? Perché i galli rossi non fanno le uova. – È vero! – è scoppiato a ridere. – È proprio vero! I galli rossi non fanno le uova. Solo quelli bianchi le fanno! E ha continuato a ridere che non la finiva più. di P. Carpi
MODALITÀ DI LETTURA USATA: ....................................................................................................................................................... SCOPO: ............................................................................................................................................................................................................................
ODORI PER COMUNICARE Molti animali, specialmente i mammiferi e gli insetti, usano gli odori per comunicare: lasciano tracce per indicare tragitti, confini e altri messaggi. Per questo scopo sono provvisti di ghiandole speciali, poste in varie parti del corpo. Se potessimo tradurre in segni visivi questi segnali, vedremmo frecce direzionali, segnali di allarme, divieti di transito. La topaia comune, un piccolissimo mammifero, se viene chiusa in un ambiente estraneo, per esempio una gabbia o una stanza vuota, si mette subito a marcare con i suoi segnali odorosi il pavimento, le pareti, gli oggetti, e solo quando si sente circondata da questi segnali si mette tranquilla. Si rilassa perché “si sente a casa sua”. Fa un po’ come facciamo noi, quando occupiamo una stanza nuova. Subito ci affrettiamo a riempirla di poster, di quadri, di foto. Magari di piante. da D. Mainardi, Lo zoo aperto 2, Rizzoli
MODALITÀ DI LETTURA USATA: ....................................................................................................................................................... SCOPO: ............................................................................................................................................................................................................................
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TECNICHE DI LETTURA
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LA LETTURA ADATTA 2
1. Scegli la modalità di lettura adatta allo scopo, poi completa.
LA MERIDIANA Secondo gli storici, gli inventori della meridiana, detta anche orologio solare, furono gli astronomi babilonesi che cominciarono a misurare il tempo con questo strumento a partire dal 4 000 a.C. La meridiana consiste nella sua parte essenziale in un’asta metallica, chiamata stilo o gnomone, piantata su un piano, il quadrante, dove sono segnate le rette orarie. La posizione e la lunghezza dell’ombra dello stilo sul quadrante consentono durante i giorni soleggiati di conoscere l’ora. Naturalmente di notte e nei giorni con il cielo coperto dalle nuvole, la meridiana è inefficace, e, per questo venne ben presto sostituita dalle clessidre ad acqua o a sabbia. MODALITÀ DI LETTURA USATA: ....................................................................................................................................................... SCOPO: ............................................................................................................................................................................................................................
GALILEO E IL PENDOLO Quando Galileo, osservando le oscillazioni del pendolo, fece la grande scoperta, per prima cosa andò a dar la notizia al Granduca. – Eccellenza – gli disse – ho scoperto che il mondo si muove. – Ma davvero? – fece il Granduca meravigliato – E come l’avete scoperto? – Col pendolo. – Accidenti! Colpendolo con che cosa? – Come, con che cosa? Col pendolo e basta. Non c’era nient’altro, quando ho fatto la scoperta. – Ho capito. Ma colpendolo con che cosa? Con un oggetto? Con un’arma? Con la mano? – Col pendolo, soltanto col pendolo. – Benedetto uomo, ho capito. Avete scoperto che il mondo si muove colpendolo. Cioè, che si muove quando lo si colpisce. Bisogna vedere con che cosa lo si colpisce. E ci vuole un bell’aggeggio per colpire il mondo e farlo muovere. Il grande astronomo e matematico si mise a ridere di cuore. – Eccellenza – disse – col pendolo ho scoperto che il mondo si muove. L’ho scoperto col pendolo. – Colpendo il mondo. Ho capito. – Ma no. Col pendolo. Col pendolo! Insomma, per chiarire l’equivoco Galileo dovette scriverglielo su un pezzo di carta. da A. Campanile, Vita degli uomini illustri, Rizzoli
MODALITÀ DI LETTURA USATA: ....................................................................................................................................................... SCOPO: ............................................................................................................................................................................................................................
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TECNICHE DI LETTURA
I RUOLI IN UN TESTO DIALOGATO 1. Leggi, anzi, “recita” insieme a un compagno questo testo dialogato. Attento: individua le parole di ciascun personaggio, scegli il ruolo e mantienilo dall’inizio alla fine. I due personaggi protagonisti sono: il Grillo Parlante e Pinocchio.
– Cri-cri-cri. – Chi mi chiama così? – Io, Pinocchio, e ti vorrei… – Dimmi, grillo, e tu chi sei? – Io sono il Grillo Parlante, e in pace, e senza affanni, abito questa stanza da più di cent’anni. – Oggi però questa stanza è mia, e tu vattene via. – Non me ne andrò di qua, se prima non ti dico una gran verità. – Dimmela presto, Grillo molesto. – Guai a quei ragazzi che si ribellano alla maestà paterna: per essi già si accendono le fiamme, i fuochi della pena eterna. – Canta pure, Grillo mio, come ti pare e piace. Ma domani io lascio ‘sta casa e me ne vado in pace. Se resto qui mi mandano a scuola e a dirtela in confidenza e in buona coscienza la scuola è una scemenza. Meglio andare di valle in valle a inseguir farfalle,
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a snidare al primo grido i piccoli uccelli di nido. – Povero scemo, così da grande non avrai né scarpe né mutande. – Chétati, Grillo del malaugurio, guai a te se m’infurio. – Ascolta il mio parere: impara almeno un mestiere. – Fra tutti i mestieri del mondo mi piace l’arte del vagabondo. – Povero Pinocchio, mi fai compassione. – Bada, Grillo: sei proprio un’afflizione. – Tu sei un ridicolo congegno dalla testa di legno. (Pinocchio, facendo il gesto di scagliargli addosso un martello.) – Assaggia questo, Grillo funesto! – Cri-cri-cri. Non credevo di finir così… da L. Compagnone, La ballata di Pinocchio, Stampatori
ASCOLTARE
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CHE COSA SIGNIFICA... ASCOLTARE 1. Udire e sentire non hanno lo stesso significato di ascoltare. Leggi e metti in relazione con una freccia ogni azione con il cartellino giusto, poi colora di giallo il cartellino che indica cosa significa “ascoltare”.
ASCOLTARE
Ricevere con l’udito suoni, rumori, voci dal mondo circostante.
UDIRE
Sentire con attenzione per capire e ricordare tutto ciò che giunge al nostro udito.
SENTIRE
Percepire con l’udito suoni, rumori, voci dal mondo circostante.
2. Ora sai che ascoltare richiede attenzione, concentrazione e memoria. Leggi e colora di rosso i quadratini che contrassegnano i corretti comportamenti di un buon ascoltatore. G uardare con attenzione chi parla. R ivolgersi sottovoce al compagno vicino per chiedere spiegazioni. E vitare di distrarsi e mantenere la concentrazione su ciò che viene comunicato. G uardare gli altri ascoltatori per vederne le reazioni. P ensare alla lezione che seguirà. D isegnare o fare schizzi o scarabocchi. A ttivare interesse per ciò che viene detto. I ntervenire, interrompendo il discorso. I ntervenire al momento giusto, cioè alla conclusione di un’informazione. A ttivarsi per comprendere ciò che viene comunicato attraverso il contesto comunicativo. C ollegare le nuove informazioni con le informazioni possedute. G uardare chi parla, restare fermi e pensare a come trascorrere il pomeriggio. Ricordare le informazioni comunicate.
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ASCOLTARE
BRANI PER L’INSEGNANTE Consegne e/o letture dell’insegnante riferite alle schede di questa sezione (pp. 95–97) ASCOLTARE PER RICORDARE 1. L’insegnante legge una serie di parole per volta e attende che gli alunni completino la consegna. A: caramella – coccinella – gemella – modella – scodella – stella – tabella B: affetto – boschetto – caminetto – fazzoletto – getto – protetto – violetto C: artiglio – coniglio – consiglio – figlio – giglio – naviglio – sbadiglio D: amore – calore – dolore – motore – rumore – stupore – pudore 2. L’insegnante legge le seguenti parole con calma e l’alunno le riscrive accanto alla loro definizione. Sagra, fruttosio, speleologia, recidivo, salamoia. CONCENTRATI E RICORDA 1. L’insegnante legge una serie di parole per volta e attende che gli alunni completino la consegna. Serie A: bermuda, bernoccolo, bersagliare, bersagliere, bersaglio, bertuccia. Serie B: punteggiatura, punteggio, puntellare, puntello, punteruolo, puntiglio. Serie C: serenità, sereno, sergente, serial, seriamente, seriare. 2./3. L’insegnante legge prima la breve poesia poi la filastrocca e attende che gli alunni completino la consegna. Che freddo! Che freddo stamattina! C’è il ghiaccio dentro i fossi l’erba ha su la brina e i nasi sono rossi. di M. Lodi
Filastrocca nell’aia Un’oca nervosa tanto strillò: che tutti quanti disturbò. Un’anatra indispettita le rispose, poi in un cespuglio si nascose. Poco lontano un asino ragliò e una sgridata si pigliò. Ne nacque un gran scompiglio là nell’aia sotto un tiglio. Una gallina sempre contenta, un po’ ghiotta di polenta, fece uno squillante coccodè e disse: – Siate calmi come me. di M. R. Montini
COMPLETA IL TESTO Luca è andato al circo e da allora gioca ad essere un domatore di belve. Per lui Dilan, il suo gattino dal pelo fulvo, è a volte un leone o una tigre o una pantera. Così cattura la povera bestia e la rinchiude in gabbia, una cassetta chiusa con un pezzo di rete metallica trovata nella capanna degli attrezzi del nonno. Quando lo libera lo costringe a camminare su una fila di sedie e a saltare attraverso un grande cerchio di plastica rossa. Dilan accetta tutto, rassegnato sta al gioco del suo amico a due zampe, ma ieri si è rifiutato di eseguire quanto gli veniva richiesto. Infatti Luca pretendeva che il gatto marciasse e si fermasse ogni volta che diceva con tono imperioso: alt! Arrabbiato, Luca gli ha urlato: Adesso ti sistemo io! Il tono della sua voce non prometteva nulla di buono perciò la povera bestia, quando ha visto che stava per essere preso e rinchiuso in “gabbia”, ha graffiato la mano di Luca. La ”belva” si era ribellata e aveva colpito il suo domatore che si è messo a piangere per il dolore.
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ASCOLTARE
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ASCOLTARE PER RICORDARE
1. Con la mano copri le parole e ascolta l’insegnante che legge una serie per volta. Poi leggi e cerchia la parola che non è stata pronunciata.
A. caramella • coccinella • gemella • modella • padella • scodella • stella • tabella B.
affetto • boschetto • braccialetto • caminetto • fazzoletto • getto protetto • violetto
C.
artiglio • coniglio • consiglio • figlio • giglio • groviglio • naviglio • sbadiglio
D.
amore • calore • dolore • motore • orrore • pudore • rumore • stupore
2. Ascolta le cinque parole che l’insegnante legge, poi scrivi ciascuna accanto alla sua definizione. Scienza che studia le grotte naturali.
• .....................................................................................................
Acqua salata in cui si conservano i cibi.
• .....................................................................................................
Festa popolare legata ai prodotti della terra.
• .....................................................................................................
Che ripete più volte lo stesso errore.
• .....................................................................................................
Zucchero contenuto nei frutti.
• .....................................................................................................
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ASCOLTARE
CONCENTRATI E RICORDA
1. Concentrati, attiva la memoria e ascolta con la massima attenzione le parole di ogni serie, poi riscrivi le quattro mancanti. Le parole di ogni serie sono sei e sono in ordine alfabetico, così come le trovi sul dizionario.
Serie A: – bermuda,
........................................., .........................................
,
.........................................
,
.........................................
,
bertuccia. Serie B: – punteggiatura, ........................................., ........................................., ........................................., punteruolo, .........................................
Serie C: –
.
.........................................
,
.........................................
, sergente,
.........................................
,
.........................................
seriare.
2. Concentrati e ascolta la breve poesia, poi completala.
Che .............................................................................................................................................! C’è il .................................................................................................... dentro i fossi, ....................................................................................................
brina
e i .................................................................................................... di M. Lodi
3. Ascolta la filastrocca, poi scrivi il nome degli animali che vengono nominati. ............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................
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,
ASCOLTARE
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COMPLETA IL TESTO 1. Copri il testo e ascolta con attenzione la lettura dell’insegnante. Poi leggi il testo e scrivi le parole mancanti.
Luca è andato al circo e da allora gioca ad essere un ............................................................................................. di belve. Per lui Dilan, il suo ....................................................................... è a volte un leone o ................................. ...................................................................
o una .................................................................................................... Così cattura la
povera bestia e la rinchiude in gabbia, una cassetta chiusa con un ..................................................... .................................................................................................................................................................. ............................................................................................
trovata nella capanna degli
del nonno.
Quando lo libera, .............................................................................................................................................................................................. su una fila di sedie e a saltare attraverso un grande cerchio di plastica rossa. Dilan accetta tutto: rassegnato sta ............................................................ del suo amico a due zampe, ma ieri si è rifiutato di eseguire quanto gli veniva richiesto. Infatti Luca pretendeva che il ............................................................................................................................................................. ogni volta che diceva con tono imperioso: – Alt! Arrabbiato, Luca gli ha urlato: – Adesso ti sistemo io! – Il ............................................................................................................................................................................................................................................ nulla di buono perciò la povera bestia, quando ha visto ................................................................................... e rinchiuso in “gabbia”, ha graffiato la mano di Luca. La ”belva” si era ribellata e ................. .................................................................................................................................
che si è messo a piangere per il dolore.
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COMPRENDERE
Racconto realistico
UNA SERA MIRETTA... Una sera Miretta si grattò e vide un enorme ragno che passeggiava sul muro. La camera era quasi buia, c’era solo un pò di luce che filtrava dalla persiana. Miretta si mosse per scappare e il ragno sparì. Dov’era andato? Forse sotto l’armadio. O magari in una delle sue pantofole. “Se poi domani ci metto il piede dentro e lo schiaccio?” Miretta non aveva affatto paura dei ragni. I ragni mangiano le zanzare che fanno prudere e le mosche che sono sporche… Però quel ragno faceva davvero paura… Miretta chiamò papà. – Che c’è? È tardi, perché non dormi? – chiese entrando papà. – C’è un ragno enorme nella stanza. – E dov’è questo ragno? – – Là sul muro. Sarà grande almeno come un gatto… – Papà guardò il muro e sorrise. – Allora vediamo quanto è grande un gatto. – disse. Strinse una mano a pugno, con il mignolo leggermente sollevato e il pollice dritto: sul muro apparve la testa di un gatto. – Era grande così? – Miretta ci pensò su. – Mmm, sì, circa… – – Se non ti va un gatto, facciamo venire un bel cane e il gatto scapperà, – disse papà. Tese la mano, alzò un poco il pollice e abbassò il mignolo. Il gatto scomparve. Adesso sul muro c’era il profilo di un cane lupo. Poi papà incrociò le braccia, tenne una mano tesa e l’altra piegata, con l’indice che formava un piccolo occhiello. Subito comparve sul muro un’oca dal collo dritto e dal becco aperto. – Si è accorta del cane, vedrai che si alzerà in volo –. Papà unì le mani con i pollici uno sull’altro e l’oca volò. – Chi passeggia ancora sul muro della mia camera? – chiese Miretta. – Stiamo a vedere – rispose papà. Poi improvvisamente il lampione sulla strada si spense e tutto finì. – Mai vista una camera così affollata! – disse Miretta con gli occhi pieni di sonno. – Troppo. – disse papà rimboccandole le coperte. da A. Vivarelli, Storie per gioco, Nuove Edizioni Romane
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Racconto realistico
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COMPRENDERE
1. Completa. • I personaggi della storia sono: ..................................................................................................................................................................... • Il luogo della storia è: ............................................................................................................................................................................................ • Lo storia si svolge di ...............................................................................................................................................................................................
2. Indica con una 7 il completamento corretto. • Il ragno visto sul muro è:
un ragno vero.
un’ombra.
il disegno di un ragno.
• Il papà di Miretta fa comparire sul muro:
una mosca.
un gatto.
un cane lupo.
un cigno.
una mucca.
un’oca.
un coniglio.
una lepre.
un maiale.
un’aquila.
una capretta.
un capo indiano.
• Con la mano a pugno, il mignolo sollevato e il pollice dritto sul muro compare:
un cane lupo.
un gatto.
un’oca.
• Il gioco delle ombre cinesi finisce perché:
il babbo di Miretta si stanca.
Miretta si addormenta.
viene meno la corrente elettrica.
il lampione della strada si spegne.
• Il racconto è scritto in:
prima persona.
terza persona.
• I fatti raccontati sono:
reali.
avventurosi.
fantastici.
• Essi vengono presentati dall’autore:
con un ordine intrecciato.
in ordine cronologico.
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4
COMPRENDERE
Racconto fantastico
NEL PAESE DEI GIGANTI Il Grande Gigante Gentile raccolse la piccola Sofia e la trasportò verso l’ingresso della caverna e disse: – Dà un’occhiata là fuori babbinetta, e dopo mi dirai se vuoi davvero uscire. Sofia, seduta sulla mano del GGG, scrutò all’esterno. Ora il sole era alto e splendeva rovente sulla vasta distesa giallastra disseminata di rocce azzurrognole e di alberi morti. – Tu li vedi? – domandò il GGG. Sofia, socchiudendo gli occhi alla vampa del sole, intravide parecchie sagome enormi, spaventose, che si aggiravano tra le rocce ad alcune centinaia di metri di distanza. – Questo è il paese dei Giganti – disse GGG. – E tutti quelli è giganti, ognuno di quelli. I giganti erano nudi, tranne una specie di gonnellino che portavano intorno alle anche; i loro corpi erano bruciati dal sole. Ma soprattutto la loro statura impressionò Sofia: erano colossali, più alti e più larghi del Grande Gigante Gentile, sulla cui mano lei stava seduta. E come erano orribili! Alcuni avevano grandi pancioni, e tutti braccia smisurate e enormi piedi. – Ma che diavolo stanno facendo? – chiese Sofia. – Niente – rispose il GGG, – striscica e strascica aspettando la notte. Allora se ne andranno galoppando a cercare qualche popollo per cena. – Davvero? Tutti quei mostri se ne andranno stanotte a mangiare persone? – Tutti meno io – rispose il GGG. – È per questo che tu diventerà come una cacca spiaccicata se uno di loro ti vede. Ti leccherà via con un glupp, come un gelato! – Ma è un’azione orribile! – s’indignò Sofia. – È spaventoso! Lei non potrebbe… – Ma per amor del gelo! – esclamò il GGG. – Tu li vedi da lontano, ma aspetta che viene più vicino. Tutti quei giganti è alto almeno venti metri con muscoli enormi e certi bicicliti! Io è un nano, un povero ratichico. Sette metri e venti al Paese dei Giganti è uno sputo. – Non se ne faccia un cruccio! – lo consolò Sofia. – Io la trovo un bel pezzo d’uomo. – Quanti sono i giganti? – chiese Sofia. – Nove in tutto. – Questo significa che ogni notte, nove disgraziati vengono divorati vivi! – Più – disse il GGG. – Tutto dipende, sa, da quanto è grande un genere di popollo. Il popollo giapponese, per esempio, è molto piccolo, e un gigante deve ingoiare almeno sei giapponesi per sentirsi sazio. Altri, come i Norvegesi è molto più grande, e due o tre basta. da R. Dahl, Il GGG, Salani
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Racconto fantastico
4
COMPRENDERE
1. Indica con una 7 il completamento corretto. • Il racconto è:
realistico.
fantastico.
• Gli elementi fantastici della storia:
il luogo.
il tempo.
i protagonisti.
i fatti raccontati.
gli altri personaggi.
la lingua parlata.
2. Completa. • I personaggi protagonisti sono .................................................................................................................................................................. • GGG vuol dire .............................................................................................................................................................................................................. • Sofia si trova all’ ..................................................................... della caverna ............................................................................................... • Sofia fuori della caverna vede ..................................................................................................................................................................... • Le strane abitudini dei giganti sono ..................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................
• Se Sofia decidesse di uscire dalla caverna
.....................................................................................................................................
......................................................................................................................................................................................................................................................
• Il GGG non riuscirebbe a salvare la bambina perché
.........................................................................................................
...................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................
3. Cosa significano le seguenti parole, dette dal GGG, nella strana lingua dei Giganti? BABBINETTA BICICLITI
.................................................................
............................................................................
POPOLLO RATICHICO
.................................................................................... .................................................................................
4. Sottolinea nel testo le espressioni che descrivono l’aspetto e l’abbigliamento dei giganti.
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4
COMPRENDERE
Racconto di avventura
L'ESPLORAZIONE DELLA GROTTA Si ritrovarono al solito posto e Gianni fece un rapidissimo appello, sincerandosi che ognuno avesse portato con sé quanto stabilito: corda, spago, lampada, candele, fiammiferi, provviste. Giunsero alla piccola imboccatura della grotta. Pino fece un passo avanti. – Se non c’è nessun volontario, vorrei rimanere io di fuori a tenere un capo dello spago. Potrei anche far la guardia e chiamare soccorsi nel caso che accadesse qualcosa… – Guarda di non lasciarti scappare di mano il capo dello spago! – intervenne Gianni. Antonio tirò fuori la piccola bussola e cominciò a girare su se stesso. – Ecco, – disse – quello è il nord e l’imboccatura della grotta è a sud–ovest. In caso ci perdessimo, seguendo questa direzione dovremmo raggiungere nuovamente l’imboccatura. Gianni si avviò per primo, affiancato da Giuseppe che teneva appesa al petto una lampada da minatore. In retroguardia, Antonio svolgeva lentamente il rotolo di spago. Dopo circa cinque minuti, Antonio disse: – È finito il primo rotolo di spago. Attacco l’altro, fatemi un po’ di luce. – Possiamo proseguire. Avanzarono sempre con maggior cautela. La voce di Pippo era fievole. – Ragazzi, cosa ne dirreste di tornare indietro? Ormai abbiamo esplorato abbastanza. Infatti, Antonio, dopo pochi minuti, disse ancora: – È finito il secondo rotolo. Bisogna fermarci. Pippo, tieni il capo. Devo soffiarmi il naso. E fu colpa del terreno scivoloso se Pippo, appena ebbe in mano lo spago, mise un piede in fallo e, per evitare di cadere, mollò spago e tutto. – Ragazzi, ho perduto l’estremità dello spago. – Ma si può sapere che cosa combinate voi due? Tu avevi proprio bisogno di soffiarti il naso? – E che ci posso fare. A me l’umidità fa starnutire… – Sei stato tu ad avere questa idea. Ora se abbiamo perduto lo spago, moriremo in questa grotta! – disse Giuseppe con voce tremante. Antonio cercò di farsi forza. – In ogni modo ho la mia bussola e… Gianni l’interruppe: – Cerchiamo piuttosto di trovare lo spago… Ma per quanto cercassero, non trovarono un bel niente. Antonio, dopo un pò, chiamò Giuseppe: – Fammi luce su questa bussola, ti assicuro che, prima o poi, troverò l’uscita. Cominciò a girarla a destra e a sinistra, poi puntò il dito in una direzione. – Di là. Lo seguirono con pochissima speranza. A un tratto… un chiarore in fondo al cunicolo. – L’uscitaaa! Volevano correre, ma Gianni li fermò.
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Racconto di avventura
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COMPRENDERE
– In fila, come adesso! Obbedirono accelerando istintivamente il passo. Finalmente, videro l’uscita. Corsero e, appena fuori, il sole li riscaldò. Rimasero lì, come pulcini bagnati, inebetiti e felici, guardandosi intorno. – Pino dov’è? Gli avevamo detto di non muoversi! Decisero di fare un giro d’ispezione. Avevano appena percorso una quindicina di metri, che lo videro, immobile all’entrata della grotta, con al polso lo spago. Non appena si voltò e li vide, Pino rimase di sasso. – Voi non dovevate uscire di qua? Allora c’è un’altra uscita! Fortissimo! Le entrate sono due. da G. Caratelli, La squadra dei diavoli rossi, La Scuola
1. Rispondi alle domande. • Perché Pino resta fuori della grotta? ................................................................................................................................................... • Perché a Pippo sfugge di mano lo spago? ................................................................................................................................. • Qual è la situazione di pericolo che i ragazzi devono affrontare? ........................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................
• Antonio assicura che troveranno l’uscita grazie alla .......................................................................................................... • La vicenda si conclude con il ritrovamento.................................................................................................................................... • Pino all’uscita non c’è perché ....................................................................................................................................................................
2. Indica con una 7 il completamento corretto. • I l luogo dove avviene la vicenda è:
reale
noto
sconosciuto
pauroso
insicuro
coraggioso
sicuro
prudente
ansioso
riflessivo
impulsivo
• Antonio si mostra:
• Gli elementi di questo racconto di avventura sono:
un colpo di scena improvviso.
degli ostacoli naturali da superare.
l’esplorazione di luoghi sconosciuti.
dei personaggi curiosi e coraggiosi.
una situazione di rischio, di pericolo.
un lieto fine.
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4
COMPRENDERE
Racconto di paura
GLI ACCHIAPPAFANTASMI – Tom! – disse la mamma – Fai una scappata in cantina e prendi due bottiglie di aranciata. – È proprio indispensabile? – chiese il bambino. – Non tirerai fuori ancora le tue storie di fantasmi! – disse la mamma irritata – Su, spicciati! Sospirando, Tom aprì la porta dell’appartamento. Nel grande edificio in cui abitava, ogni appartamento disponeva di una propria cantina. Quando Tom si trovò davanti alla porta si mordicchiò le labbra e si sistemò gli occhiali. Il freddo corridoio sul quale si affacciavano le porte delle cantine era semibuio. Tom ebbe delle difficoltà a inserire la chiave nella serratura. Poi con una spinta spalancò la porta, che si aprì con un cigolio sinistro. Il buio e un penetrante odore di muffa avvolsero il ragazzo, che coraggiosamente fece un passo avanti alla ricerca dell’interruttore della luce. Dannazione, dove poteva mai essere quel maledetto coso? Era uno di quegli interruttori antiquati da girare. Oh, finalmente. Eccolo là. Tom lo fece ruotare. Una lampadina penosamente fioca si illuminò e… paff! Esplose in mille schegge. Spaventato, Tom indietreggiò urtando con il gomito la porta della cantina che, sbam!, si richiuse di scatto. Tom si ritrovò tutto solo nella cantina nera come la pece. “Stai calmo” pensò “Mantieni la calma, vecchio mio. È scoppiata solo quella stupida lampadina”. Ma da quando in qua le lampadine si mettono a scoppiare? Tom si accorse che la bocca gli si stava rinsecchendo come carta vetrata. Voleva fare un passo indietro, ma le sue scarpe erano come incollate al pavimento. Sentì poi una strana presenza, udiva il suo respiro e poi un lieve fruscio. – Aiuto! – sussurrò Tom – Qualcuno mi aiuti! – Aaaaaahoooo! – nell’oscurità riecheggiò un gemito. Un alito gelido investì il suo volto, mentre artigli di ghiaccio gli si avvinghiarono intorno al collo. – Viaaaa! – urlò Tom – Vai via, essere ripugnante! Gli artigli di ghiaccio allentarono la presa sul collo di Tom e gli tirarono le orecchie. Nell’oscurità brillò una sagoma biancastra. Un qualcosa dagli occhi verdognoli, dalla chioma svolazzante e dal ghigno beffardo. “Un fantasma!”, pensò Tom sbalordito “Un vero fantasma!”. – Ooouuuaaaah! – mugghiò quell’essere orripilante. Con un balzo disperato Tom sfilò i piedi dalle scarpe incollate al pavimento. Barcollò sino alla porta e tremando cercò a tentoni il chiavistello. Il coso raccapricciante si attaccava ai suoi capelli. Con le ultime forze rimastegli Tom spalancò la porta. Il fantasma si ritrasse con grida stizzose e Tom, mezzo morto dallo spavento, inciampò e finì lungo disteso nel corridoio. Di colpo tutto tacque. Silenzio di tomba. Solo la porta cigolò sui cardini. Tom le diede un colpo ed essa si richiuse. Con le ginocchia che gli tremavano, si precipitò verso la scala. Via! Via! da C. Funke, Gli acchiappafantasmi, Mursia
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Racconto di paura
4
COMPRENDERE
1. Segna con una 7 la risposta corretta. • Davanti alla porta della cantina Tom si mordicchiò le labbra. Perché?
Era contento di andare in cantina.
Era infreddolito.
Aveva paura dei fantasmi.
Aveva visto un fantasma.
• Che cosa accadde quanto Tom girò l’interruttore della luce?
La lampadina non si accese.
La lampadina si accese.
La lampadina esplose in mille schegge.
L’interruttore si ruppe.
• Che cosa accadde all’interno della cantina?
Tom fece amicizia con un fantasma.
Tom prese le bottiglie di aranciata.
Tom fu avvinghiato da un fantasma.
Tom cercò i fantasmi.
• Come si conclude il racconto?i
Tom uscì tranquillo dalla cantina.
Tom rimase chiuso in cantina.
Tom salì la scala in ginocchio.
Tom chiuse con un colpo la porta e fuggì via terrorizzato.
2. Riordina le sequenze inserendo i numeri nei quadratini.
Tom prova a rifiutare perché crede che in cantina ci siano i fantasmi.
Tom ubbidisce e va nella cantina.
Tom si sente il volto investito da un alito gelido e il collo stretto da artigli di ghiaccio.
La mamma chiede a Tom di scendere in cantina a prendere un’aranciata.
Nel buio Tom sente una strana presenza.
Una lampada scoppia e la porta si chiude.
ll ragazzo fugge terrorizzato dalla cantina.
3. Indica con una 7 il completamento corretto. • Tra gli elementi tipici del racconto di paura non compare in questo brano:
rumori sinistri.
fantasmi.
buio.
castello disabitato.
in un appartamento.
in una cantina.
in una soffitta.
divertimento.
curiosità.
• La vicenda si svolge:
in un bosco.
• L’autore intende suscitare nel lettore:
commozione.
suspense e paura.
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4
COMPRENDERE
Racconto storico
LA SEPOLTURA EGIZIA Erano passati sessanta giorni da quando la salma della povera ragazza, soprannominata Pantera, era stata immersa nel sacro liquido che dava la conservazione eterna ai tessuti umani. Il corpo venne prelevato dagli abili imbalsamatori che lo lavarono per bene, lo unsero con oli preziosi e profumati, lo avvolsero poi con delle bende tra cui vennero inseriti amuleti che avrebbero protetto il corpo della defunta nell’oltretomba. Alla fine Anù adattò sopra il viso di Pantera una maschera, scolpita su un sottile foglio d’oro. Quando la vide l’amica Nef scoppiò a piangere: i lineamenti decisi e risoluti del viso di Pantera vi risaltavano alla perfezione. Il corpo venne sistemato con delicatezza dentro una cassa di legno costruita su misura, dipinta tutto intorno con raffigurazioni di divinità e scritte geroglifiche. Sopra venne posto un coperchio sul quale erano scolpiti, in rilievo, il viso ed il corpo della giovane donna, decorato tutt’intorno. La cassa con dentro il corpo di Pantera, fu trasportata fino alla tomba segreta, vicino alla Sfinge. Si fermarono sulla soglia della galleria e trasportarono il triste carico. Quando giunsero alla fine della galleria, Nef, Hor e gli altri rimasero letteralmente a bocca spalancata per la meraviglia. Al centro della sala un blocco di granito era scavato in modo tale da contenere esattamente la cassa. Ad un suo lato una spessa lastra, pure di granito, era destinata a fungere da coperchio. Ma ciò che lasciò tutti stupefatti furono le pareti ed il soffitto della caverna. Erano completamente coperte da immagini, scritte, decorazioni dai colori vivaci. Nella parete di fronte alla pietra sepolcrale era dipinta una scena nella quale si scorgeva Pantera, davanti a Osiride, in attesa del giudizio. Vicino era raffigurata la bilancia della giustizia. Su un piatto era disegnato il cuore di Pantera, sull’altro una piuma: significava che se il cuore non era leggero come una piuma non poteva accedere ai paradisi di Osiride. Gli dei Anubi, con la testa di sciacallo e Horus, con la testo di falco, controllavano la bilancia e davano il responso al dio Thot, con la testa da ibis e il lungo becco. Terminata la triste pratica della sepoltura, Hor e compagni uscirono dalla caverna, chiusero per bene l’entrata con pesanti rocce e se ne tornarono al villaggio. da L. Taffarel, All’ombra della Sfinge, Tredieci
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Racconto storico
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COMPRENDERE
1. Le fasi di preparazione della salma sono in disordine: numerale in ordine cronologico.
Il corpo viene lavato.
Gli imbalsamatori fasciano il corpo, inserendo tra le fasce piccoli amuleti.
I l corpo viene tenuto immerso, per 60 giorni, nel sacro liquido che dà conservazione ai tessuti.
Sul volto viene adattata una maschera scolpita in una sottile lamina d’oro.
Il corpo viene sistemato in una cassa di legno.
Il corpo viene unto con oli preziosi e profumati.
2. Colora i quadratini davanti agli elementi del racconto di colore rosso se li ritieni storici; di colore giallo se li consideri frutto della fantasia dell’autore. i personaggi Pantera, Nef, Hor i luoghi
le modalità di sepoltura gli dei rappresentati nei dipinti
3. Completa. Nella parete di fronte alla pietra sepolcrale era dipinta Pantera davanti a ........................................... in attesa ...................................................... Accanto era raffigurata la bilancia della giustizia, su un piatto era disegnato ............................................................................................................................................................. ................................................................................ e sull’altro ......................................................................: se il cuore .............................................................................................................................................................................................................. ......................................................................................................................................................................................................
4. Completa inserendo le seguenti parole: sociali e culturali, verità, periodo, storico. Questo è un racconto di
...........................................................................................................
.....................................................................................
ma ambientati in un
perché si basa su un fondo
storica: infatti narra fatti inventati dalla mente dell’autore,
..........................................................................................
storico ben preciso, con determinate
caratteristiche .......................................................................................................................
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COMPRENDERE
Lettera
SE VUOI ESSERE MIA AMICA Gerusalemme, 9 agosto 1988 Mi chiamo Galit. na sensazione al pensiero di stra a un vo Pro . na elia isra no So ni. Ho dodici an lia fosse un sogno, un bel sogno. Ho vog scrivere a una palestinese. Come se alta Provo a descriverti come sono: sono . vita a mi la sul e cos te tan rti ive scr di i e gli occhi scuri. Peso trentaquattro tan cas elli cap i ho , nta ara qu e tro un me me, che sono quella di mezzo. sa pre com ini, mb ba e qu cin o on viv chili! In casa e a Bakaa, il quartiere di Gerusalemm Abitiamo in una casetta in stile arabo , da sua nonna quando questa è morta ata dit ere l’ha a mm Ma ta. na o son ve do ando era vecchia e malata. perchè ha avuto molta cura di lei qu iti soltanto a quindici chilometri ab che rto pe sco ho a, tin car la sul Guardando e laggiù, perché dicono var tro a irti ven ile ssib po im è mi o, pp da casa mia. Purtro i. Voglio sapere chi sei. tutti che è troppo pericoloso. Scrivim Galit
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Dheisheh, 15 agosto 1988 Non so come rivolgermi a te. Non so se vuoi essere mia amica. So mo lto poco di te e della tua vita, ma provo già amicizia per te. Mi chiamo Mervet. Sono una ragazz a intelligente, carina e volonterosa. Non odio nessuno. Amo la gente. Ma più di ogni altra cosa, voglio vivere libera nel mio Paese, come te. A parte la mia famiglia, nessuno sa che ti scrivo. Se le mie compagne di scuola lo venissero a sapere, sicuramente ce l’avrebbero con me perché ho un ’amica ebrea. Da noi, qui a Dheisheh, la vita è molto dura, ma io sono molto felice in famiglia. Ne ho sei di fratelli e sorelle , e io sono la seconda. I miei fratellini sono talmente turbolen ti che ho dovuto chiudermi nella camera dei miei genitori per poterti scrivere. Li sento gridare fin da qui, ci siamo, è cominciata la battaglia! Bis ogna che vada a vedere cosa sta succedendo! A presto. Mervet
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Lettera
COMPRENDERE
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1. Rispondi sul quaderno. • Per quale motivo le due ragazze si scrivono? • Quali sentimenti provano l’una per l’altra? • Come si descrivono? Rispondi riportando le parole delle autrici stesse. • Quali informazioni si scambiano sulle rispettive famiglie? • La guerra quali conseguenze provoca sulla loro vita quotidiana? • La lettura di questa corrispondenza, quali pensieri e sentimenti suscita in te?
2. Completa la tabella. LETTERA n. 1
LETTERA n. 2
MITTENTE DESTINATARIO INDICAZIONE DI LUOGO E DATA FORMULA DI APERTURA FORMULA DI CHIUSURA LINGUAGGIO
3. Indica con una 7 il completamento corretto. • Le due lettere sono di tipo:
personale.
ufficiale.
• Sono state scritte per essere:
lette da un destinatario.
pubblicate da un giornale.
• Il linguaggio utilizzato è:
spigliato.
distaccato.
4. Collega ciascuna espressione alla tipologia di lettera corrispondente. Illustrissimo Signor Un abbraccio
LETTERA ELETTRONICA
Smail Carissima amica Invio un allegato
LETTERA FORMALE
LETTERA PERSONALE
Distinti saluti
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COMPRENDERE
Diario
ALLO STADIO 28 marzo 2004 Che ne sai tu delle partite di calcio, mio affabile diario? Niente? Beh, invece io ora so tutto, ma proprio tutto sull’argomento. Io non sono particolarmente appassionato di calcio. Preferisco il basket e la pallavolo: più geometrie, più velocità, più continuità di gioco, ma ho accettato un invito di Alfredo e sono andato con lui a vedere una partita di calcio vera, allo stadio. È stata una cosa molto divertente. Io personalmente della partita potrei raccontare quello che faceva il portiere dalla mia parte: calcetto alla base di uno dei pali della porta; corsetta per riscaldare i muscoli; spostarsi a destra e a sinistra scrutando nella vastità del campo; urlo al difensore di destra che si stava distraendo. Nel secondo tempo le squadre hanno cambiato di campo e il portiere che prima era dall’altra parte si è impegnato, più o meno, nelle stesse attività dell’altro. Gli avversari non hanno praticamente mai minacciato la sua porta. Ma io dico: che cosa si allena a fare un portiere se poi non deve fare una parata per mezza partita? Comunque no, non è certo stata una partita divertente. Il vero spettacolo è stato il pubblico: tutti in piedi, dall’inizio alla fine, a urlare e a dirne di tutti i colori ai ventidue nel campo. Anzi ai ventitrè nel campo: l’arbitro infatti si è preso anche lui una bella dose di insulti e maledizioni. Io guardavo Alfredo, vicino a me. Lui è un tipo calmo e tranquillo, ma lì si era trasformato: all’arbitro e ai giocatori della squadra avversaria urlava robacce che cominciavano per «s», per «f», per «c». Ogni tanto uscivano come dal nulla degli striscioni enormi che inneggiavano all’una e all’altra squadra. C’erano anche cartelli e striscioni «contro». Contro un giocatore, contro una squadra, contro un allenatore, contro un presidente di società... L’unica cosa che mi veniva in mente leggendoli era che c’è gente al mondo che ha veramente tanto tempo libero. A me non verrebbe mai in mente di lavorare giorni e giorni, spendendo tempo, fatica e denaro, solo per dare del somaro a qualcuno. La partita è finita zero a zero e uscire dallo stadio è stata una cosa lenta e difficile. C’era pure qualche cretino che pensava che valesse la pena darsi un paio di pugni per lo spettacolo che avevamo appena visto. Non credo che andrò più allo stadio: se vorrò guardare una partita di calcio lo farò da casa, in poltrona, davanti alla televisione. da S. Bordiglioni, Il diario di Giulio, Edizioni EL
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Diario
COMPRENDERE
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1. Indica con una 7 e completa. • Questo testo è stato scritto dall’autore:
per gli amici, perché vuole raccontare loro un pomeriggio allo stadio.
per tutti coloro che hanno l’occasione di leggere il racconto, vuole comunicare agli altri che cosa pensa della sua esperienza.
per se stesso, perché vuole ricordare la propria esperienza, le proprie emozioni e i propri pensieri.
• Il testo è stato scritto il ........................................................................................................................................................................................ • Il bambino si rivolge ..............................................................................................................................................................................................
• Gli elementi che caratterizzano questa pagina di diario sono:
l’uso della prima persona.
l’uso della terza persona.
la presenza di dialoghi.
la presenza dei propri pensieri.
l’uso di espressioni familiari.
l’uso di particolari modalità espressive.
la presenza della punteggiatura.
la presenza dell’arbitro.
2. Scrivi se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). • Gli sport preferiti dall’autore sono la pallanuoto e il basket. • Preferisce questi sport per la continuità, la velocità e le geometrie di gioco. • Si trovava allo stadio invitato da un amico. • Il vero spettacolo per l’autore è il gioco del portiere. • Si è divertito a osservare il comportamento del pubblico. • Molti insulti sono stati rivolti all’arbitro.
3. S ottolinea nel testo ciò che pensa l’autore del calcio e del comportamento del pubblico allo stadio. Tu sei d’accordo con l’autore? Motiva la tua risposta. .............................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................
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COMPRENDERE
Descrizione di animale
LA PICCOLA LULÙ Un pomeriggio, tornando alla fattoria in macchina da Nairobi, trovai un gruppetto di bambini kikuyu che mi chiamarono gridando dal ciglio della strada: avevano in collo una piccola antilope e me la mostrarono da lontano. Mi fermai impietosita da quell’animalino appeso per le gambe ricurve, e l’acquistai. Era una femmina, le mettemmo nome Lulu, che in swahili significa “perla”. Lulu era piccola come una gatta e aveva occhi viola, sereni, le zampe così fragili che nel piegarsi e nel distendersi, quando si accucciava o si rialzava, pareva si dovessero spezzare. Le orecchie, lisce come seta, erano straordinariamente espressive: il naso nero come un tartufo. Gli zoccoli minuscoli le davano l’aria di una damigella cinese vecchio stile, con i piedi stretti nei lacci. Fece presto a trovarsi a suo agio. Le prime settimane dovette risolvere il problema dei pavimenti a cera: appena si avventurava fuori dai tappeti, le gambe le scivolavano nelle quattro direzioni, ma Lulu non si lasciò impressionare; in poco tempo imparò a camminare anche là. Quando crebbe, nel fiore della sua grazia e della sua giovinezza, Lulu divenne un’antilope dalle forme snelle e delicatamente tornite, di una bellezza incredibile dalla testa alla punta dei piedi. Una sera Lulu non tornò a casa. Fu un brutto colpo, per noi. Non potevamo fare a meno di pensare ai leopardi, laggiù lungo il fiume, e un giorno lo dissi a Kamante. – Tu credi che Lulu sia morta – rispose Kamante – ma Lulu non è morta. Si è sposata. Vive nella foresta con il suo bwana, suo marito e padrone. Ma si ricorda ancora di noi; tante mattine torna qui a casa. Io le lascio dietro la cucina il mais macinato e lei, poco prima dell’alba, arriva dai boschi e se lo mangia. Viene anche il marito, ma lui ha paura degli uomini. Resta sotto il grande albero bianco, dall’altra parte del prato. Ma gli manca il coraggio di avvicinarsi alla casa. da K. Blixen, La mia Africa, Feltrinelli
1. Riquadra nel testo le parti che descrivono l’aspetto fisico dell’animale. Nelle parti che hai riquadrato sottolinea le similitudini usate per arricchire la descrizione. • L’animale è descritto in modo:
soggettivo.
oggettivo.
2. Segna con una 7 gli aspetti del carattere di Lulù che emergono da testo: è ribelle. si adatta alle nuove situazioni. è solitaria e non si lascia avvicinare da nessuno. è mansueta. affronta con tenacia le difficoltà.
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Descrizione di fenomeno atmosferico
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COMPRENDERE
IL SORGERE DEL SOLE Comincia a mandar su una luce cinerea, opaca ed enigmatica, che presto invade il cielo: non è notte e non è giorno, ma è un momento incerto e inquieto, tra la vita e la morte, fatto per accrescere l’effetto di quando, subito dopo, il cielo diventa d’un azzurro lucido e concavo come quelli dei cieli che sovrastano i presepi artistici. Questo cielo si fa sempre più sferico, spazioso e leggero, finché il sole, che ha terminato i preparativi generali, chiama a raccolta tutte le proprie risorse e affronta in pieno il grosso dello spettacolo. Per prima cosa lancia in campo i carri delle nuvole, carichi d’oro e di porpora, soffia nei suoi cartocci di zolfo e zafferano e confonde tutto nel pulviscolo; intanto si dà al gettito intensivo dei colori – ecco il violetto, ecco il lillà, ecco il turchino, l’arancione, il verde e il marrone – scaraventa fontanoni di scintille e, tenendosi ancora nascosto, inizia il lancio di bombe luminose là dove mezz’ora prima era notte. da A. Campanile, Se la luna mi porta fortuna, Rizzoli
1. Segna con una 7 il significato delle seguenti espressioni ricavate dal testo. • L’espressione “una luce enigmatica” significa luce:
immensa
misteriosa
grigiastra
• L’immagine metaforica suggestiva “il sole lancia in campo i carri delle nuvole, carichi d’oro e di
porpora”, significa: il sole spinge con i suoi raggi carri con nuvole, cariche dei suoi colori, il giallo e il rosso. il sole dà vita a nuvole con sfumature d’oro e color rosso vivo. le nuvole sono costrette dal sole a invadere il cielo per diffondere i suoi colori. • L’espressione metaforica “soffia nei suoi cartocci di zolfo e zafferano” vuole dire che il sole:
provoca correnti ventose con l’odore dello zolfo e dello zafferano. colora il pulviscolo atmosferico con le tonalità del giallo dello zolfo e dello zafferano.
2. Sottolinea le altre espressioni metaforiche che offrono immagini del cielo al sorgere del sole.
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COMPRENDERE
Descrizione di persona
UNA PERSONA SPECIALE Aveva un cappello a cilindro in testa. I pantaloni erano verde bottiglia. E i guanti grigi. Con una mano reggeva un bastone da passeggio con un bellissimo pomello d’oro. Gli copriva il mento una piccola, ordinata barbetta nera, a punta, simile a quella di una capra. E i suoi occhi… i suoi occhi erano gli occhi più splendenti che si fossero mai visti! Sembrava che scintillassero senza mai smettere. In verità, tutta la faccia era ridente e divertita, anche quando lui diceva di essere triste. Continuava a fare piccoli movimenti rapidi con la testa, drizzandola ora da una parte, ora dall’altra, senza che nulla potesse sfuggire a quei suoi brillanti occhi che ammiccavano. I suoi movimenti veloci lo facevano assomigliare a uno scoiattolo, proprio un vecchio e veloce scoiattolo del parco. da R. Dahl, Charlie e la fabbrica di cioccolato, Mondadori
1. Sottolinea nel testo: • di rosso le espressioni descrittive riferite
alle caratteristiche fisiche; • di blu quelle riferite all’abbigliamento; • di verde le espressioni riferite al suo atteggiamento.
2. Individua ed evidenzia le similitudini presenti nel testo e riscrivile. .......................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................
3. Riscrivi gli aggettivi che l’autore usa per descrivere i movimenti di questa persona. I suoi movimenti sono: ............................................................................................................................................................................................ .......................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................
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Descrizione di persona
COMPRENDERE
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MALOSPIRITO E VAMPIRIA Malospirito era un OGAM lungo e secco. La sua testa era piccola e calva. Sul naso troneggiava un paio di occhiali con la montatura nera. Le orecchie a sventola facevano pensare ai manici di una pignatta. La sua figura era avvolta in una larga veste da camera di color verde veleno. Malospirito era scorbutico e non ispirava fiducia a prima vista. Ma la cosa non lo disturbava affatto: lui amava starsene il più possibile per conto suo. Vampiria era una AGERTS piccola di statura, ma in compenso era incredibilmente grassa. Era più larga che lunga. Indossava un abito a righe nere su fondo giallo zolfo che la faceva assomigliare a un calabrone. Ogni giorno si truccava così tanto che assomigliava alla vetrina di un negozio di cosmetici. Vampiria era permalosa e, se c’era una cosa che non poteva proprio soffrire, era che non le si prestasse attenzione. da M. Ende, La notte dei desideri, Salani
1. Completa. • Hai capito chi sono Malospirito e Vampiria?
Malospirito è un ....................................................................... e Vampiria è una ................................................................................. • Di statura e corporatura Malospirito era ...................................................................................................................., mentre
Vampiria era .............................................................................................................. • Riscrivi le altre caratteristiche fisiche di Malospirito: .............................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................
2. Sottolinea nei due brevi testi: • di rosso le espressioni che descrivono l’abbigliamento; • di blu le abitudini; • di violetto il carattere.
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4
COMPRENDERE
Testo poetico
POESIE 1. Leggi prima in silenzio, poi a voce alta, con espressività, facendo attenzione alle pause e all’intonazione.
IL VENTO Corre a piedi nudi sul prato, leggero, alato, con un sorriso di mistero. Piega i fragili steli dell’erbe, le superbe corolle delle margherite simili a piccoli soli; s’infila nel bosco tra i rami dei vecchi quercioli… Scompare. È sul mare dietro le vele dei pescatori. Ascolta, è tornato! Corre leggero, alato, a piedi nudi, sul prato. da Dea, Nuove letture per un anno, Garzanti
2. R ispondi. • Il vento visita tre ambienti naturali: quali? .................................................................................................................... • Quali espressioni usa il poeta per attribuire al vento caratteristiche, qualità e azioni proprie
dell’uomo? ....................................................................................................................................................................................... • Come si chiama la figura retorica usata dal poeta? ................................................................................................ • Hai individuato un’altra figura retorica nella poesia? Quale? ...........................................................................
Trascrivila: ........................................................................................................................................................................................
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Testo poetico
4
COMPRENDERE
IL VENTO IL VENTO È beffardo e curioso, va sui monti e sul mare è svelto e generoso nulla lo può fermare. S’insinua dappertutto vola insieme agli uccelli riesce a sapere tutto e scompiglia i capelli. È libero e sorride entra in ogni avventura compie mille magie non ha alcuna paura. Fa parlare le foglie porta voci e canzoni non si cura del tempo ed è senza padrone.
1. Di quanti versi è composta la poesia? 2. Quali parole rimano tra loro? Sottolineale con lo stesso colore. Poi segna con una 7 il tipo di rima presente:
rima baciata rima alternata rima incrociata
3. Sottolinea le personificazioni attribuite al vento
di G. Pontremoli
4. Individua le metafore nelle due poesie e prova a spiegare con parole tue il loro significato. Il mare
...............................................................
sorride in lontananza. ............................................................... Denti di spuma, ............................................................... labbra di cielo. ............................................................... di F. G. Lorca
Un campo arato di terra nerale sue rughe distende al sole. di D. Valeri
.................................................................................... ....................................................................................
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4
COMPRENDERE
Testo informativo
IL FAGGIO Grande, maestoso, elegantissimo, il faggio è una pianta tipicamente europea: assai esigente ama un clima non molto freddo né molto caldo, con un’umidità non eccessiva. Vive a quote piuttosto elevate, soprattutto sugli Appennini e sui Pirenei, dove l’influsso del mare addolcisce il clima, attenuando ogni estremismo pericoloso. Si addensa allora in foreste fitte fitte e, mescolandosi con abeti e larici, copre vastissime aree in un’ombra fresca e suggestiva. I faggi selvatici, più alti e meno frondosi degli altri per la vicinanza reciproca, forniscono un ottimo legname da costruzione e per mobilio e sono quindi oggetto di intense culture forestali. Altre varietà, invece, dalle foglie di vario colore che va dal rosso al rosa e spesso dalla tinta variegata, crescono nei parchi, dove gli esemplari isolati sono i più imponenti. Sensibili alla luce, sono più chiari se in ombra, mentre il rosso si fa più intenso e più scuro se sono esposti ai raggi del sole. da A. Sironi, Il meraviglioso mondo delle piante, AMZ
1. Scrivi se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Il faggio è una pianta europea. Predilige le zone dal clima non molto freddo e assai umido. Vive a quote basse dove non si hanno temperature troppo fredde. Popola gli Appennini e i Pirenei perché, anche a quote alte, non si hanno temperature estreme, grazie all’influsso del mare. Cresce in fitte foreste insieme ad abeti e larici. I faggi selvatici sono caratterizzati da una ricca chioma. Forniscono legname da costruzione e realizzazione di mobili. Non sono presi in considerazione per le attività di cultura forestale. Nei parchi vengono piantati varietà di faggio dalle foglie colorate. Il sole toglie intensità al colore delle foglie, perciò le piante molto esposte ai raggi hanno il fogliame più chiaro. Le piante di faggio isolate sono più maestose e solenni.
2. Sottolinea almeno tre aggettivi che descrivono le caratteristiche tipiche del faggio.
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Testo informativo
COMPRENDERE
4
I NUMERI ROMANI I Romani portarono per l’Europa il loro modo di scrivere i numeri. I II III IIII (o IV) V VI VII VIII VIIII (o IX) X XI…; e poi L per 50, C per 100, D per 500, M per 1000. Il numero che stava davanti doveva essere sottratto, quello che seguiva aggiunto. C’erano numeri lunghissimi, e il problema più grosso era eseguire le operazioni. Divenne tutto più semplice quando in Europa arrivò il sistema numerico indiano che comprendeva un numero sconosciuto ai Romani: lo zero. La parola zero viene dall’arabo e significa “vuoto”. I numeri che oggi noi usiamo sono detti “arabi” perché ce li hanno fatti conoscere gli arabi, intorno all’anno 1100. A loro volta gli Arabi li avevano “importati” dall’India. I primi occidentali a servirsene furono i mercanti italiani che scambiavano merci con gli abitanti dell’Africa del Nord. Nel 1200 il matematico Leonardo Fibonacci spiegò in un libro come funzionava questo geniale sistema basato sulla posizione delle cifre che da allora non è stato più abbandonato. Bastano dieci simboli per scrivere tutti i numeri e le operazioni si possono fare in colonna! 1. Hai capito come si scrivono i numeri con il metodo romano? Prova a trascrivere i seguenti numeri romani con le cifre arabe. MMVIII = .........................
CMIV = .........................
DCCCXXIX = .........................
• Ora scrivi i seguenti numeri con le modalità dei Romani.
1100 = .........................
1202 = .........................
649 = .........................
2. Scrivi se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Con i numeri Romani fu semplice eseguire le operazioni. La cifra “0” fu inventata dagli Arabi. Gli Arabi ci hanno fatto conoscere le loro cifre nell’1100. La parola zero viene dall’arabo e significa ”vuoto”. Fu il matematico Fibonacci a spiegare il valore posizionale delle cifre.
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4
COMPRENDERE
Testo informativo
INFORMAZIONI SULLE... ETICHETTE 1. Oggi Emma ha deciso di bere un bicchiere di succo di frutta, dopo aver mangiato una fetta di pane con marmellata. Dalla dispensa prende una confezione e legge l’etichetta con attenzione.
COCKTAIL ROSSO DI FRUTTA Succo concentrato di 9 frutti e vitamine diluito in acqua. cl. 75 Ingredienti: succo concentrato di mela, uva, ribes nero, lampone, limone, ciliegia, mora, mirtillo e melagrana. Vitamina C, vitamina E, vitamina B6 e B1. Senza zuccheri aggiunti. Contiene gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta. Agitare prima di versare. Dopo l’apertura conservare in frigorifero e consumare entro 3 giorni per mantenere intatte le proprietà della bevanda. Da consumarsi entro il 20-7-2019
2. Rispondi mettendo una 7 sulla risposta giusta. • Il 20 agosto 2019, Emma può aprire e bere il succo di frutta?
SÌ
NO
• Il succo contiene una percentuale di acqua?
SÌ
NO
• Nel succo è stato aggiunto zucchero?
SÌ
NO
• Il contenuto è inferiore a un litro?
SÌ
NO
• Il succo contiene glucosio, uno zucchero presente nella frutta?
SÌ
NO
• Dopo aver bevuto, Emma può riporre il succo in dispensa?
SÌ
NO
SÌ
NO
•D opodomani verranno a trovarla due sue amiche.
Emma potrà offrire loro quel succo?
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Testo regolativo
4
COMPRENDERE
IL MAGO INDOVINO
1. Questo gioco “matematico” ti permetterà di scoprire l’età e il mese in cui è nata la persona che accetta di fare il gioco. A questa persona consegna un foglio, una penna e chiedi di eseguire i calcoli senza farteli vedere: dovrà solo mostrarti il risultato finale.
Chiedile di scrivere: – il numero corrispondente al mese in cui è nata (1 per gennaio, 2 per febbraio…) – di moltiplicare questo numero per 2 ed aggiungere 5; – di moltiplicare poi il risultato per 50 e aggiungere la propria età; – di sottrarre, dal risultato ottenuto, il numero dei giorni di un anno, cioè 365; – di aggiungere poi 115; – di comunicarti quindi il risultato finale. Il risultato finale, che ora tu conosci, ti svelerà il mese in cui la persona è nata e l’età che ha. La prima o le prime due cifre rappresenteranno il mese di nascita e le ultime due l’età. 2. Indica con una 7 le affermazioni vere. • Chi è nato in settembre parte, con i calcoli, dal numero 10. • Il numero corrispondente al mese va moltiplicato per due. • A questo prodotto si sottrae 5. • Il numero ottenuto deve essere moltiplicato per 50. • Al prodotto si deve poi aggiungere l’età di chi deve indovinare. • Al risultato deve essere aggiunto il numero dei giorni di un anno. • Alla fine si aggiunge 115. • Le prime cifre del risultato finale indicano l’età.
3. Esegui l’ultima operazione per ottenere il risultato finale che ti permette di scoprire il mese in cui è nato e l’età del nonno di Matteo. 553 ......................................... = ......................................... Il nonno di Matteo è nato nel mese di ......................................... ed ha ......................................... anni.
4. Completa e scopri l’età dell’amica della nonna di Lucia. 798 – 365 = ......................................... + ......................................... = ......................................... L’amica della nonna è nata nel mese di ......................................... e ha ......................................... anni.
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4
SCRIVERE
Testo narrativo
LA COESIONE DI UN TESTO Il testo è coeso quando tutte le sue parti sono collegate fra loro. Importanti sono: • le concordanze fra le varie parole (esse permettono di cogliere relazioni ben precise); • i pronomi che sostituiscono nomi già presenti nel testo; • i sinonimi che nominano uno stesso elemento in altri modi (si evitano così le ripetizioni); • i connettivi, cioè le congiunzioni, le preposizioni, gli avverbi, parole che hanno la funzione di collegare parole e frasi fra loro. 1. Ora mettiti alla prova: completa il testo con le preposizioni semplici e articolate che mancano.
La famiglia ........... Anna Giò non era originaria ........... luogo. Suo padre, un biologo marino, si era trasferito ........... isola, insieme piccolo Andrea, qualche mese prima che lei nascesse.
...........
moglie e
...........
Anna Giò era venuta ........... mondo sull’isola accarezzata ........... flutti. Per questo amava il mare. Gli piaceva giocare ........... spiaggia ........... a farsi rubare le orme ........... onde birichine. Una, due, tre le impronte lasciate con forza ........... sabbia bagnata e… sciaf! Non c’erano più: erano scivolate via. Quattro, cinque, sei impronte, ........... piedi nudi o ........... gli stivaletti gomma quando faceva freddo. – Metti gli stivaletti! – gli gridava allora la mamma – sennò ti ammali! – Metti gli stivaletti! – faceva eco il mare – sennò ti ammali! ...........
Perché il mare parlava ........... Anna Giò e Anna Giò parlava ........... mare. Gli raccontava le fiabe che aveva letto, fiabe ........... sirene e ........... pesciolini d’oro. E il mare aveva tempo ....... starla ........... ascoltare. da R. Mariani, La maga dei castelli di sabbia, Piccoli
2. Ora cerchia con il colore rosso il nome della protagonista e tutti pronomi che si riferiscono a lei. Le frasi che contengono due pronomi sono già sottolineate. Correggi, poi spiega perché il pronome usato è sbagliato. • Il pronome usato “.....................................” è sbagliato perché ......................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................
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Testo narrativo
4
SCRIVERE
NEL BUIO DELLA NOTTE
1. Leggi con attenzione il testo e completalo con le espressioni date in fondo alla pagina. Attento! Il testo deve risultare coeso, cioè le varie parti devono essere unite, oltre che da un ordine temporale, anche da un ordine logico.
Era la prima volta che Bruno, il leopardo, si avventurava a cacciare .......................................................... ...........................................................................................................................................................
della notte.
Avanzava con passo felpato nella savana rischiarata ................................................................................................... .......................................................................................................................................................................
.
Raggiunse in fretta la vicina giungla e con prudenza si aprì un varco ................................................. ......................................................................................................................................................................................................................................................
La foresta era straripante di vita e brulicava di bisbigli: grida stridenti giungevano .....................................................
.
.
Bruno si era fermato ad ascoltare questo concerto di suoni quando, ................................................. ........................................................................................................................................................................................................................................................
.
Non appena osò lanciare un’occhiata ..................................................... attorno a sé vide che, molti vicino a lui, luccicavano due occhi ....................................................................................................., gli occhi di Lisa, ............................................................................................................................................................. . da P. Wilkon, Una semplice storia d’amore, Motta Junior
all’improvviso, qualche cosa lo sfiorò appena da solo, nel buio
una bellissima pantera nera
dalla luce incerta della luna
inquietanti
prudente
da ogni direzione
tra i rami aggrovigliati del sottobosco
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4
SCRIVERE
Testo narrativo
RISCRIVO IO: CHE FESTA! Per scrivere un testo ci vuole un progetto, perché il testo deve: • essere coerente, coeso, ben organizzato e ricco di particolari; • presentare una struttura adeguata alla tipologia scelta (narrazione, descrizione…). La struttura solitamente è in tre blocchi: 1 inizio: parte importante perché precisa il protagonista o i protagonisti, quando e dove si svolge la vicenda. In questo caso anche il tipo di festa. Si può inserire anche una breve descrizione dei preparativi e degli addobbi o altro. 2 svolgimento: persone presenti, doni ricevuti dalla festeggiata, giochi, torta… 3 conclusione: i saluti e come si presentava alla fine il luogo della festa. 1. Ecco come Paolo ha raccontato sul suo quaderno la festa della sorella. Non è stato sufficientemente chiaro e completo, perché non ha pianificato il racconto in base alla struttura della narrazione. Riscrivilo tu seguendo le domande-guida, evitando errori, con un lessico vario e inserendo descrizioni.
Racconto di Paolo
Domande-guida
Mia sorella ha fatto una grande festa. C’erano anche i palloncini e i barattoli delle bolle di sapone.
Di quale festa si trattava ? Quando si è tenuta? Dove? Dove erano i palloncini? Per chi o a che cosa servivano le bolle?
C’erano tutte: alcune erano simpatiche e abbiamo parlato e riso insieme.
Tutte chi? (le sue amiche, le compagne di scuola, …). Con le “simpatiche” di che cosa si è parlato?
Sono venuti pure i cugini Gabriele e Chiara. Gli ha regalato una scatola di colori e Chiara gli ha dato un profumo.
Paolo non ha selezionato bene le parole e non è ben strutturata la frase. Attento ci sono errori!
Il vento portava bolle dappertutto e le facevamo scoppiare.
Quale gioco è stato fatto con le bolle? C’era per tutti un barattolo di bolle? È stato un dono della sorella di Paolo per gli invitati?
Si sono leccati le dita a mangiare la torta.
Chi aveva preparato la torta? Com’era? Breve descrizione della torta.
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Testo narrativo
SCRIVERE
4
DALLA PROGETTAZIONE ALLA STESURA
1. Per scrivere un testo è importante progettarlo, raccogliere le idee e pianificare ciò che si vuole scrivere. Segui con attenzione i suggerimenti dati, rifletti, ricorda, e scrivi sul quaderno il tuo testo intitolato: “Accadde in vacanza”.
ACCADDE IN VACANZA Progetto
Raccolgo le idee
Pianifico il testo
Rifletto sull’argomento, penso alla vicenda o alle vicende che voglio narrare: • un episodio divertente • un litigio con il migliore amico/a • uno spavento • una sonora sgridata • una serata indimenticabile… Luogo in cui mi trovavo.
Persone coinvolte.
Tempo in cui si svolsero le vicende.
Brevi descrizioni riguardanti il luogo, il momento, le persone coinvolte…
Svolgimento delle vicende.
Persone conosciute, nuove amicizie.
Riflessioni sull’accaduto.
...................................................... ......................................................
Destinatario: per chi voglio scrivere? Per i miei compagni, per chi vuole conoscere un episodio delle mie vacanze… Per quale scopo voglio scrivere? Narrare, informare, far ridere, far riflettere… Che tipo di testo voglio realizzare? Una narrazione, una pagina di diario, una lettera…
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4
SCRIVERE
Testo narrativo
TANTE IDEE PER RACCONTARE 1. Osserva le immagini, leggi le didascalie, rifletti sui suggerimenti e progetta il testo sul quaderno come ti è stato consigliato, cioè raccogli le idee, pianifica il testo poi scrivi.
– Che rovinosa caduta! È stata tutta colpa di quel gattino!
– La devo assolutamente trovare! È la mia spilla preferita, me l’ha regalata…
– Che disastro! A causa del telefono la mamma ha dimenticato il rubinetto aperto e…
– Che tuoni! Che lampi! Ho paura!!! Che faccio, corro in camera da…
2. Ecco altri argomenti su cui puoi riflettere per scrivere un testo.
Che scherzo! (ricevuto o fatto a un amico / uno scherzo che non ha portato (oppure sì) delle conseguenze / la necessità o no di chiedere scusa…). Un sogno… che risveglio! (un sogno bello o brutto, un vero incubo / situazione personale di quando ti sei coricato: aver mangiato troppo, aver visto un film pauroso, aver trascorso un bel o brutto pomeriggio… / essere calmo o agitato…).
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Testo narrativo
SCRIVERE
4
UN MICIO PER POSTA 1. Leggi il testo, poi continua tu con: • una descrizione del gattino miagolante; • le parole che pronuncerebbe la signora Alistari al micetto mentre lo accarezza; • il racconto del legame che nasce fra l’animale e la signora sola.
Daniele non sapeva che cosa fare del micino smarrito che portava in tasca. Non poteva portarlo a casa e non poteva lasciarlo fuori al freddo. Decise di andare a consultare la signora Alistari che lo vide arrivare dalla finestra e lo salutò da lontano: – Ciao, Daniele! Guarda per favore nella cassetta delle lettere se c’è qualche cosa per me. Fece una pausa e continuò un poco triste: – Non ci sarà nulla, naturalmente. Non ho parenti né conoscenti, non ho bambini. Avessi almeno qualche bestiola che mi facesse compagnia… Daniele corse a guardare nella cassetta delle lettere, che, naturalmente, era vuota. Egli l’aprì e ci mise il gattino. – C’è qualcosa, signora Alistari! – gridò Daniele. – Vuole che gliela porti su? – No, grazie – rispose la vecchia signora, – scenderò a prenderla io stessa. Daniele le fece cenno di saluto e tornò a casa a cuor leggero. La signora Alistari camminò per il viale fino alla cassetta delle lettere. Aveva sulle labbra un allegro sorriso, al pensiero che qualche cosa l’attendeva nella cassetta; ma questo sorriso non era nulla a confronto di quello raggiante che le illuminò il volto alla vista del gattino miagolante. da K. Jackson, 365 storie, Mondadori .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................
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4
SCRIVERE
Testo narrativo
MANIPOLARE UN TESTO Manipolare un testo consiste nel narrare le stesse vicende, con gli stessi personaggi e gli stessi ambienti, ma con tecniche diverse. Una di queste tecniche è quella di far raccontare la vicenda: • in prima persona da un personaggio della storia, se è narrata in terza persona; • in terza persona un personaggio esterno alla storia, se è narrata in prima persona. 1. Leggi il testo raccontato in prima persona, poi riscrivilo in terza persona sul quaderno, facendolo raccontare da un maschio. Chiama l’io narrante del testo che hai letto “Paola” e… attento, le modifiche da fare sono tante!
L’INTERVALLO L’intervallo è una vera noia per me, francamente non vedo l’ora che finisca. Il fatto è che i miei compagni di classe sono troppo fissati. I maschi si mettono subito a fare la lotta, oppure giocano a calcio appallottolando un pezzo di carta. Le femmine stanno invece sempre a fare scherzi sciocchi o a criticare questa o quella. L’unica un po’ diversa è la Franci. Peccato che sia tanto timida: parla poco, sta sempre in un cantuccio, come se avesse paura di qualcosa. Per questo nessuno sa quanto è in gamba, quanto può essere simpatica e divertente, proprio una grande amica. Nessuno tranne me naturalmente, che invece la conosco bene. Anche alla Franci non piace l’intervallo, ma per un altro motivo: lei non sopporta la confusione. Io lo so e cerco sempre di distrarla. – Ehi, Franci – dico – ce l’hai la merenda? – No! – Ne vuoi un po’ della mia? Senza aspettare la risposta le offro la metà del mio panino e intanto esco con lei in cortile, tenendole un braccio sulla spalla. Cosa farebbe la Franci senza di me? da A. Lavatelli, Paola non è matta, Piemme
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Testo narrativo
4
SCRIVERE
MANIPOLARE UN TESTO 2 Un’altra tecnica per manipolare un testo è raccontare la storia partendo dalla fine, cioè dalla sua conclusione, per concludere con la situazione iniziale. 1. Leggi il seguente racconto, poi mettiti alla prova e riscrivi partendo dalla conclusione.
IL LEONE E IL CAVALLO Un giorno, un leone vide un cavallo che pascolava in un prato. Come lo vide si avvicinò con brutte intenzioni, ma con atteggiamenti amichevoli, dichiarando di essere medico. Il cavallo capì l’inganno e finse di essere zoppo. – Sono felice che tu sia qui, perché mi puoi aiutare. Sai, un momento fa, attraversando una siepe, ho calpestato una spina. Che dolore! Puoi guarirmi? Il leone allora sollevò la zampa del cavallo e si mise ad osservare con attenzione lo zoccolo. Il cavallo in un lampo gli sferrò una serie di calci. Il leone cadde a terra malconcio. Quando si fu ripreso, disse: – Ben mi sta; sono sempre stato un macellaio e un nemico delle bestie, ma ora ho finto di essere un medico e un loro amico. da Fedro, Favole, Einaudi
2. Per aiutarti, ecco come iniziare: – Ben mi sta: io, macellaio e nemico delle bestie – si disse il leone malridotto – ho finto di essere medico e loro amico.
Infatti si era preso una serie di calci ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................
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4
SCRIVERE
Testo narrativo
CAMBIO IL LUOGO E IL TEMPO
1. Leggi il testo.
COLAZIONE, DI SABATO Paola sorbisce con calma il caffelatte. Al sabato non c’è da correre a scuola, per fortuna, quindi può prendersela un po’ più comoda. Allunga le gambe fino alla sedia che c’è di fianco e ci appoggia sopra i piedi. Ah, quanto è bello starsene così! Intanto la mamma ha già finito da un pezzo e, come al solito, le va sparecchiando la tavola sotto il naso. Questo è tipico della mamma: non vede l’ora di rimettere in ordine in cucina. Paola, dal canto suo, fa apposta a tirare in lungo. È una specie di sfida tra loro due, che si gioca a tavola nei fine settimana. da A. Lavatelli, Paola non è matta, Piemme
2. Ora rielabora il testo cambiando il luogo e il tempo. ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................
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Testo narrativo
SCRIVERE
4
CAMBIO IL FINALE
1. Leggi il testo, poi rielabora un finale diverso.
ESTATE AL CASTELLO Quell’estate trascorsi le vacanze in un castello, un castello vero e proprio: con tanto di torre e sotterranei. Era stata la mia amica Ippolita a invitarmi e io non me lo feci ripetere due volte, perché la nostra fissazione era quella di esplorare luoghi misteriosi, alla ricerca di tesori nascosti. Il nostro passatempo preferito, una volta giunte là, fu l’esplorazione di tutti gli ambienti, anche perché Ippolita conosceva tutti i posti. Si sentiva venire dal basso un freddino da catacomba. Trovavo che la cosa cominciava ad essere assai emozionante. La prima cantina, però, fu una delusione. C’erano solo bottiglie e damigiane, insomma le cose normali di tutte le cantine. La seconda, che era più sottoterra, prometteva molto meglio. Odore di umidità e di muffa; un finestrino con le sbarre e tante ragnatele, come io avevo immaginato che dovessero essercene nei sotterranei. E c’era persino una botola nel pavimento, che, a dare retta ai romanzi, era la cosa più promettente di tutte. – Che cosa dici: ci sarà, un ripostiglio? – le chiesi. – Probabile – disse Ippolita. – Proviamo a vedere? Chissà che non ci sia un tesoro! Ma la botola era troppo pesante per noi e, per quanti sforzi facessimo, non si mosse di un millimetro. Ci toccò piantare lì, tutte sudate e nere di polvere. – Che rabbia! Così non possiamo saperlo, se c’è o no! Mah, sai, io non ci credo mica tanto a queste storie di tesori nascosti. – Bè, nemmeno io, però sarebbe il posto adatto o, magari, c’è un passaggio segreto... da B. Solinas Donghi, Quell’estate al castello, Edizioni EL • Continua così:
Sebbene la botola fosse troppo pesante ................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................
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4
SCRIVERE
Testo narrativo
CAMBIO DI TEMPI
1. Leggi con attenzione il testo scritto al presente, poi trascrivilo al tempo passato.
L’ARCOBALENO Dopo un violento temporale, il sole fa capolino fra le nuvole che si allontanano, mentre la pioggia continua ancora a cadere, e allora, nella parte del cielo opposta al sole, si ammira uno degli spettacoli più belli e suggestivi offerti dalla natura: l’arcobaleno. È come se un grande arco fosse stato dipinto attraverso il cielo con i più vivi e luminosi colori della tavolozza di un pittore. C’è il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, il celeste, l’indaco ed il violetto, tutti armoniosamente fusi e degradanti l’uno nell’altro: è un quadro stupendo che nessun artista potrebbe fedelmente dipingere e nessun poeta degnamente cantare. da J. Meyer, Meraviglie dell’atmosfera, Paravia
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Testo narrativo
SCRIVERE
4
IN CASA DA SOLI 1. Leggi il testo con attenzione, poi segui le indicazioni tra parentesi. Metti in moto la tua fantasia nell’ambientazione degli eventi che vuoi raccontare, nel connotare i personaggi e nel creare nuove situazioni e scrivi un nuovo testo sul quaderno.
È la prima volta che rimaniamo a casa da soli: il papà e la mamma sono fuori a cena… – Hiuuhuu! Che bello! Che bello! Adesso possiamo fare tutto quello che vogliamo! Tanto per cominciare giochiamo a nascondino in giardino tra le piante. (Introdurre una breve descrizione del giardino, oppure ambienta il gioco del nascondino in casa o in altro luogo sempre con la relativa descrizione). – Io mi nascondo e tu mi vieni a cercare! – Eh già, come al solito! Uno, due, tre, quattro… arrivo! – Cucù, preso! Ma che cos’hai? Si può sapere perché hai quella faccia? Infatti (introdurre una breve descrizione del volto). – Non so, mi sembra tutto così strano, qui. E poi… (Completa il testo, ideando delle situazioni che possono avere spaventato uno dei fratelli, poi scrivi la conclusione: l’attesa dei genitori con ansia, con tutte le luci accese o in altro modo ideato da te). da A. Tison, T. Taylor, Fantasmi, Mondadori
2. Se trovi difficoltà a ideare situazioni che possono incutere paura, osserva queste vignette.
133
4
SCRIVERE
Diario
UNA PAGINA DI DIARIO 1. Leggi il racconto, immagina che la vicenda narrata sia accaduta te e raccontala in una pagina di diario.
Zia Clotilde afferrò l’annaffiatoio e, con passo da parata, corse in giardino dove i fiori, alla luce di un lampione, sfavillavano con mille colori accesi. La seguii. Era intenta a ripulire le aiuole quando vide una foglia verde scuro che si muoveva; allungò la mano e la raccolse… Non l’avesse mai fatto! Mandò un urlo che fece tremare il cielo e mise in subbuglio l’intero vicinato. L’incosciente zia Clotilde aveva stretto nella mano una cosa viscida, umida, molle e vischiosa, con due grossi occhi rotondi che mandò un buffissimo Cra!… cra!… cra! non appena si sentì strozzare dalle sue dita ossute. L’incauta donna aprì la mano, scaraventò lontano la rana impaurita, poi cominciò a respirare affannosamente, mentre il cuore pareva che le uscisse dal petto. Infine cadde a terra, stralunò gli occhi e rimase immobile. Tutte le persone del vicinato accorsero e invasero il giardino. La povera zia Clotilde si riprese lentamente. Quando rientrò in casa, portava sul viso i segni dello spavento: il colorito era verdognolo; chiazze giallastre erano comparse sotto gli occhi; e sul collo, avvizzito, germogliavano come papaveri tante macchie rosse. Era diventata più brutta della rana che aveva appena afferrato. da R. Dattolico, Accidenti, che estate!, Raffaello Editrice
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Lettera
4
SCRIVERE
LETTERE PERSONALI 1. Scrivi una lettera a un tuo familiare lontano per ringraziarlo del regalo che ti ha inviato in occasione del tuo compleanno. Attento! Devi rispettare la struttura della lettera.
................................. Apertura
Luogo e data
Caro ................................. .............................................................................................................................. .............................................................................................................................. .............................................................................................................................. .............................................................................................................................. ..............................................................................................................................
Testo
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Saluti e firma
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Post Scriptum
2. Scrivi un’e-mail sul quaderno per raccontare che hai ricevuto in dono dai tuoi genitori una bicicletta “mitica”, poi inviala a un tuo amico. 3. Ora fingi di essere il destinatario dell’e-mail e scrivi la risposta adatta, manifestando il desiderio di avere, pure tu, una nuova bicicletta per fare lunghe passeggiate insieme.
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4
SCRIVERE
Lettera
LETTERE FORMALI Una lettera formale si scrive per chiedere informazioni, per avanzare richieste, per esporre un problema… e può essere inviata a un giornale, a un’autorità locale, a un dirigente. È scritta con un linguaggio formale, ricercato. Ci si rivolge al destinatario con il “Lei” (la informiamo, la prego vivamente…) e usando formule di riguardo (Egregio signor; Gentilissimo signor; Distinti saluti; Le porgo i miei saluti…). 1. Ora mettiti alla prova e scrivi una lettera al tuo dirigente scolastico con la seguente richiesta: organizzare la festa di fine anno scolastico.
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Luogo e data
..................................................................................................
Intestazione
.................................................................................................. Egregio ..................................................................................................
Oggetto-scopo Apertura
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Testo
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Chiusura
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Firma
Testo descrittivo
SCRIVERE
4
DESCRIVERE UN OGGETTO
1. Leggi i due testi descrittivi. Per ciascuno riscrivi sul quaderno lo schema corrispondente e completa.
IL BAULETTO
UNA BARCA
Il bauletto è una semplice, piccola cassa, col coperchio a cofano rotondo. È legato da cornici di legno, che mia moglie ha dipinto di giallo, ma è anche di ferro, con borchie e serrature ormai arrugginite. Sotto queste cornici, è rivestito esternamente da una tela che un tempo doveva essere tra il grigio e il marrone e adesso è soltanto nerofumo, sporca. Internamente è tappezzato da una leggiadra e stinta carta a fiori, una qualsiasi carta da parati, di tono azzurrino pallido che manda un gradevole odore di tabacco, di polvere chiusa e di lavanda secca.
La barca era lunga circa due metri e di forma quasi circolare. All’interno era dipinta di verde e di bianco, mentre i suoi fianchi rotondi erano elegantemente ver niciati a strisce bianche, nere e di un vivido arancione; un accostamento di colori che io trovavo non solo molto artistico, ma anche molto allegro. Un lungo e levigato palo di cipres so faceva da albero maestro. Sul fianco, a lettere di vernice nera, era scritto il suo nome: “Optima”. Ormeggiata in fondo al pontile, ondeggiava in tutta la sua magnificenza, con l’aria di un gatto senza coda, eccezionalmente sgar giante e mastodontico.
di A. Barolini
Che cosa è? Dimensione BAULETTO Elementi esterni Rivestimento esterno Rivestimento interno Dati olfattivi
di G. Durrell
Lunghezza Forma Colori interni Colori esterni BARCA Considerazione dello scrittore Nome Dove si trova Che cosa sembra allo scrittore
2. Scegli un oggetto che si trova in casa e descrivilo seguendo le indicazioni presenti negli schemi compietati.
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4
SCRIVERE
Testo descrittivo
DESCRIVERE UN AMBIENTE INTERNO 1. Leggi con attenzione i due testi descrittivi e sottolinea i dati di posizione.
A me piace molto la mia camera. Sul mio tavolo c’è la lampada a forma di grossa sfera bianca, il paralume blu posato lì accanto, la cassettina degli attrezzi che zio Mario mi ha regalato a Natale e una radio sventrata che ho già esaminato per ore. Non sapevo che all’interno delle radio ci fossero così tanti fili e di tutti i colori! Una delle cose più importanti della mia camera è la libreria. Papà ci ha messo una settimana a montarla. Alla fine, tuttavia, ne è venuto a capo e la libreria ha invaso la parete della mia camera. da B. Smadja, Libri, no grazie!, Emme Edizioni
2
Nella camera ho riconosciuto i mobili: il letto di noce con le colonnine, il comò con il ripiano di marmo bianco, le seggiole… Attorno alla testata del letto stavano appesi tanti animali di stoffa come quelli dei cartoni animati: topi, gatti, lupi, conigli, leoni, volpi, giraffe, elefanti e così via. Una bambola, con una grande parrucca e la faccia incipriata e punteggiata di nei, stava seduta a braccia aperte e a gambe larghe sul capezzale; un’altra bambola, vestita di nero, con un pettine tra i capelli e uno scialle di merletto sulle spalle, era appoggiata contro il fondo del letto. Sul piano di marmo del comò c’erano bomboniere di cristallo, vasetti di vetro colorato, statuette di porcellana, puntaspilli di velluto rosso e blu, boccette di profumi, bombolette di celluloide… Accanto al letto sul comodino c’era una lampada con il paralume di seta rossa. Sulla parete, al di sopra del letto, era appesa una grande pittura a olio rappresentante tre giovani donne che facevano il bagno in un fiume, su uno sfondo di alberi e di cespugli fioriti. da A. Moravia, L’attenzione, Bompiani
2. Nel primo testo l’autore descrive solo due elementi dell’arredamento:
................................................................................................................... ............................................................................................................. Nel secondo testo, dopo una presentazione generale, l’autore parla di più elementi dell’arredamento: cerchiali. 3. Sul quaderno descrivi la tua camera oppure un’altra stanza della tua casa dove trascorri gran parte del tempo.
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Testo descrittivo
4
SCRIVERE
DESCRIVERE UN ANIMALE
1. Leggi il testo, sottolinea con il colore verde tutte le caratteristiche fisiche dell’animale, con il colore rosso il suo comportamento e il suo carattere, con il colore azzurro i movimenti e le azioni. Cerca sul vocabolario le parole che non conosci.
IL CANE BARONE Barone, il selvaggio Barone mi fu offerto in dono. Era di media grandezza, tutto bianco, con una macchia nera sulla punta delle orecchie, che aveva lunghissime e pendenti ai lati del muso. Questo era molto bello, come quello di un drago cinese, spaventoso nei momenti di furore, o quando mostrava i denti, ma con due occhi rotondi e umani, color nocciola, coi quali mi seguiva senza voltare il capo, pieno a volta a volta di dolcezza, di libertà e di una certa infantile, misteriosa arguzia. Il pelo era lungo quasi fina a terra, ricciuto, morbido e lucente come la seta; la coda, che egli portava arcuata e svolazzante come un pennacchio di guerriero orientale, era grossa come quella di una volpe. Era un essere allegro, libero e selvaggio: si affezionava, ma senza servilità; ubbidiva, ma conservava la sua indipendenza; una specie di folletto bonario ma, in fondo, irraggiungibile. Più che camminare, saltava, a grandi balzi, con un ondeggiare delle orecchie e del pelo; inseguiva le farfalle e gli uccelli, spaventava le capre, lottava con cani e gatti, correva da solo per campi guardando le nuvole, sempre pronto, scattante, un bizzarro spirito dei boschi. da C. Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi
1. Completa le similitudini presenti nel testo. • Il muso era molto bello, come ............................................................................................................................................................ • Il pelo ................................................................................................................................................................................................................................. • Portava la coda ......................................................................................................................................................................................................
2. Usa la scaletta proposta per descrivere un animale che conosci e che hai osservato in diverse situazioni. 1 com’è nata l’amicizia tra il protagonista e il suo animale; 2 c aratteristiche fisiche; 3 carattere e comportamento; 4 movimenti e azioni. Ricorda! Le similitudini, la ricchezza di aggettivi e di espressioni descrittive precise aiutano a fare un ritratto chiaro e completo dell’animale che vuoi descrivere.
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4
SCRIVERE
Testo descrittivo
DESCRIVERE UNA PERSONA
1. Leggi il testo e sottolinea con il colore rosso le informazioni sull’aspetto generale (età, corporatura, statura…) e di verde le caratteristiche fisiche.
LA SIGNORINA MUNDULA La signorina Mundula abitava al quinto piano di una vecchia casa del centro storico. Era giovane e bellissima. Era la donna più bella che Prisca avesse mai visto in vita sua, a parte le attrici del cinema. Era alta, snella, elegante, nonostante indossasse un golf da casa e una gonna assolutamente comuni. Aveva la carnagione bianchissima e i capelli rosso fiamma, ondulati, fermati con un pettinino di tartaruga sulla tempia destra e sciolti sulle spalle. Gli occhi, un po’ vicini, le davano un’aria spiritosa. Erano castano dorato, trasparenti, come quelli di vetro delle bambole. E sulle guance, quando sorrideva, le si formavano due fossette. Sembrava tutto, tranne una professoressa di matematica. E poi era simpatica… Prisca non ricordava nulla della lezione, tranne il viso della signorina Mundula, la sua voce un po’ roca, le mani bianche e sottili che tenevano delicatamente la matita, le gambe accavallate, il ciuffo, che nonostante il pettinino, le ricadeva continuamente sulla fronte. da B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori
La scrittrice ha dato le seguenti informazioni del personaggio descritto: • dove abita; • aspetto generale: età (giovane, non precisata), corporatura, statura, bellezza, eleganza; • caratteristiche fisiche selezionate: carnagione, capelli…; • abbigliamento; • impressioni e sensazioni provate da chi l’osserva e la descrive. 2. Osserva un tuo insegnante o una persona che è presente nel mondo della scuola. Seleziona le informazioni che possono definire meglio il suo aspetto generale, poi scendi nei particolari fisici che ritieni più caratteristici. Arricchisci il tutto con le tue impressioni.
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Testo descrittivo
4
SCRIVERE
IL DRAGO GOR 1. Amplia il seguente racconto fantastico secondo i suggerimenti dati di volta in volta. Concentrati e ricorri alla tua fantasia!
In un paese, che sorgeva ai piedi di una catena di monti con vette rocciose, viveva un drago che tutti chiamavano Gor. (Descrivi il drago). .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................
Il drago da alcuni anni viveva rintanato nel fondo di una caverna. (Perché questa sua scelta?) .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................
Per vivere si cibava di pesci che catturava nel torrente che attraversava la profonda grotta. Ma un giorno decise di uscire fuori e di recarsi in paese. (Perché prese questa decisione?) .............................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................
Lo raggiunse a fatica perché aveva le zampe indolenzite per la lunga inattività. Percorse una strada deserta e si affacciò sulla piazza principale molto affollata per il mercato settimanale. (Descrivi il mercato e che cosa prova Gor alla vista di questo spettacolo). .............................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................
Come la gente lo vide, fuggì e il drago rimase solo. (Spiega il perché del loro comportamento). .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................
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4
SCRIVERE
Testo descrittivo
Rimasto solo nella grande piazza vuota, l’animale pensò che gli abitanti di quel paese, che lui aveva sempre rispettato, fossero assai poco cordiali e ritornò alla sua caverna molto, ma molto offeso. 2. Ora continua e trova una conclusione coerente. Prima di rientrare nel suo rifugio si recò a trovare il saggio mago Birlacche per chiedergli un consiglio su questa situazione. Il mago ascoltò attentamente, restò per un po’ di tempo in silenzio, poi pronunciò queste parole: – Non ti preoccupare, caro amico. Da questa sera, i tuoi pensieri usciranno fuori della caverna scritti su nuvolette luminose: tutti potranno leggerli e sapranno che sei innocuo e che cerchi la loro amicizia. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................
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Testo poetico
4
SCRIVERE
SCRIVERE FILASTROCCHE 1. Leggi la filastrocca, poi scrivine un’altra mantenendo la rima baciata e lo stesso numero di versi. Aiutati con i suggerimenti dati.
LA BOTTEGA INCANTATA Hanno aperto una bottega una fata, un mago, una strega. Vendono zucchero salato, un pesce che nuota sul prato, ochette intelligenti, coccodrilli senza denti un topino acchiappagatti, una lumaca che corre a scatti,
una lepre che va piano, un millepiedi con una mano, una formica che canta su un pino e una cicala che porta un granino. Se è così matta quella bottega di chi è la colpa? Ma della strega. da L. Martini, Filastrocche a Drocchinella, Giunti
Se il secondo verso terminasse con la parola “mago” o con la parola “fata”, che cosa realizzerebbero? Leggi gli inizi, poi continua da solo.
anno organizzato una sfilata 2 H
anno fatto un bel lago 1 H
un mago, una strega e una fata.
una fata, una strega e un mago. C’è dentro un vecchio coccodrillo che gioca con un ....................................................
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4
SCRIVERE
Testo poetico
LA SIMILITUDINE
1. Chiudi gli occhi e pensa alle seguenti immagini reali: • una foglia che vola qua e là prima di cadere, • un rosso tramonto, • un cielo stellato, • un volo di rondini, • una farfalla posata su un fiore, • una ciliegia matura, • un temporale.
Scegli almeno due delle immagini proposte sopra e crea alcune similitudini come nell’esempio. Una foglia che vola qua e là prima di cadere, sembra: • una piuma colorata che gioca con il vento, • una girandola in movimento, • una farfalla stanca che non sa dove riposare, • un uccellino che impara a volare, • un ciuffo di capelli d’oro in volo. ...................................................................................................................
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2. Trasforma in prosa questa poesia. Prima di morire, spinta dal vento la foglia d’autunno incerta nel volo, è come un uccellino che impara a volare.
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Spinta dal vento la foglia d’autunno… ................................................................................................................ ................................................................................................................ ................................................................................................................ ................................................................................................................ ................................................................................................................
Testo poetico
SCRIVERE
4
DI POESIA IN POESIA 1. Si possono scrivere poesie anche pensando semplicemente ai propri desideri, sensazioni, sentimenti, sogni, pensieri nascosti… Ecco brevi testi in versi di ragazzi della tua età.
VORREI giornate di sole, profumate di viole. VORREI un amico sincero, un amico vero. VORREI la pace nel mondo, e popoli in girotondo e VORREI sorrisi sul viso di ogni bambino.
Nessuno sa che da piccolo avevo paura del buio della notte, nessuno sa che adesso ho paura dei temporali, nessuno sa che mi piace al mattino stare un po’ nel lettone, nessuno sa che sto volentieri abbracciato al mio gattone.
Nessuno sa che vorrei i capelli biondi, nessuno sa che vorrei essere più alto, nessuno sa che vorrei piacere a te, nessuno sa che ti sogno ogni notte, nessuno sa che corro ogni sera, nessuno sa che vorrei diventare un campione, nessuno sa che lo vorrei solo per avere un sorriso da te. Prova a scrivere anche tu una poesia senza preoccuparti né delle rime, né della lunghezza dei versi
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4
SCRIVERE
Testo poetico
CATENE DI PAROLE
1. Gioca a costruire CATENE ALFABETICHE, cioè si devono costruire frasi a senso compiuto con parole che seguono la successione dell’alfabeto. Alberi Bianchi, Che Dondolano Eleganti Foglie Gialle, Hanno Insolite Lunghe Maestose Nere Ombre.
Se fai una gara con i tuoi compagni, può diventare un gioco avvincente, cercando di utilizzare il maggior numero di parole. Non è necessario partire sempre dalla lettera A, ma, una volta scelta la lettera, è indispensabile seguire l’ordine alfabetico:
Primavera, Quando Ritorni, Silenziosamente Tesori Unici, Versi Zigzagando. ra mettiti alla prova e scrivi due catene alfabetiche. O Il dizionario può esserti molto utile. ........................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................
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2. Un altro gioco divertente è il gioco delle PAROLE INCATENATE. Si compongono frasi in cui le parole cominciano con l’ultima sillaba della parola precedente. Osserva, poi mettiti alla prova. • La sera racchiude delicate tenere relazioni, ninnando dormienti tipi. • La nebbia bianca cavalca case segrete, tenebrose sere, remote terre. • .................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................
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Riassunto
4
SCRIVERE
RIELABORO PER... RIASSUMERE 1. Leggi con attenzione il testo: è già diviso in sequenze. Dai a ciascuna un titolo che ne esprima il contenuto. Poi con la guida dei titoli riassumi il testo sul quaderno.
SORPRESA
Ero un tranquillo figlio unico.
Figlio unico .....................................................
Un bel giorno mi dicono che avrò un fratellino, che lo fanno per me, perché non diventi il classico figlio unico viziato e soffocato. Sì, ma il mio parere mica me l’hanno chiesto! Comunque, va bene: prendiamoci questo fratellino!
Annuncio dei genitori .....................................................
Una sera la mamma torna a casa e ci dice: – Volete ridere? Io le dico: – Non arriva più il fratellino? – No, no, eccome se arriva! Ne arrivano due! – risponde lei. – Due? In un colpo solo? Ma siamo matti? Ci ho messo un po’ a riprendermi (anche il papà comunque), ma alla fine ho capito che non potevo farci niente.
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Dopo qualche mese, una mattina la mamma è andata in ospedale con una valigia e una pancia enormi.
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Io ero a casa di nonna Bella, ma volevo la mamma; allora la nonna ha chiamato un taxi e siamo andati all’ospedale.
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Giusto in tempo per scoprire che la mamma mi aveva fatto un’altra sorpresa: non avevo due fratellini, avevo due… sorelline!
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da C. Montan Colombo, La sera che abbiamo visto le lucciole, Fabbri
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4
SCRIVERE
Riassunto
RIELABORO PER... RIASSUMERE 2 Ecco un’altra strategia per riassumere: • leggi con attenzione il brano, dividilo in sequenze, individua in ciascuna le informazioni, i fatti essenziali e sottolinea le parole-chiave; • riscrivi le informazioni e i fatti essenziali, inserendo in un racconto logicamente collegato le parole-chiave; • trasforma il discorso diretto in discorso indiretto.
L’ASSEMBLEA DEI TOPI Un gatto, chiamato Rodilardus, faceva un tale sfacelo di topi che non se ne vedevano quasi più in giro. Quei pochi che restavano, non avendo il coraggio di uscire dai loro buchi, trovavano tanto poco da mangiare che riuscivano appena a soddisfare il loro appetito: Rodilardus era considerato, presso quel popolo miserevole, non un gatto ma un diavolo. Ora, un giorno che il birbaccione era andato a trovare sua moglie sui tetti, i topi tennero assemblea, in un angolino, sull’attuale situazione critica. Fin da principio, il topo più anziano, un tipo molto prudente, sostenne che sarebbe stato necessario attaccare un sonaglio al collo di Rodilardus; così appena il gatto si metteva in caccia, tutti, avvertiti dei suoi movimenti, si sarebbero rifugiati sottoterra e concluse dicendo che non sapeva suggerire altro mezzo. Tutti furono d’accordo con lui, ma la difficoltà era di attaccare il sonaglio. Uno disse: – Io non ci vado, non sono mica così scemo. Un altro disse: – Io non sarei capace. Così senza far niente si lasciarono. Io ho visto molte assemblee che allo stesso modo si sono tenute per nulla, assemblee non di topi ma di uomini. Se si delibera soltanto, l’assemblea è piena di consiglieri, se c’è bisogno di fare non vi si trova più nessuno. da J. De La Fontaine
1. Al posto della riflessione finale, scritta con modalità diversa, usa un proverbio, scegliendo fra quelli dati quello adatto.
Chi dorme non piglia pesci.
Chi la fa l’aspetti.
Patti chiari, amicizia lunga.
Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare.
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Riassunto
SCRIVERE
4
“ELIMINARE” PER... RIASSUMERE Quando si riassume si eliminano aggettivi ed espressioni descrittive superflue e si elaborano espressione che sottolineano solo le caratteristiche essenziali. 1. Ora leggi il testo e completa la cancellatura delle aggettivazioni e delle espressioni descrittive superflue. Poi scrivi sul quaderno il riassunto.
A CASA DELLA NONNA Si va dalla nonna Rosetta, nella casa sul lago! La nonna ha la casa più bella del mondo: bassa e solida come un vecchio gatto accoccolato nell’erba, con i muri di pietra su cui si arrampicano alla rinfusa edera, vite americana, gelsomini e rose. Nel giardino, che è lungo e stretto e va a finire nell’acqua del lago, ci sono la casetta del cane Arsenio con le assi rotte e i chiodi arrugginiti (tanto lui dorme sempre in anticamera su una coperta a righe rosse e verdi) e una specie di orto tutto arruffato. È il posto preferito delle lumache e dei maggiolini. Eppure la nonna riesce a coglierci un’insalata buonissima. Del resto la nonna tira fuori il buono dappertutto. È un tipo speciale. La nonna non butta via niente, come vorrebbe fare anche Letizia, che stringe i denti quando la mamma, per amore del noiosissimo ordine, straccia i suoi disegni vecchi e annega nella pattumiera una bellissima carta stagnola o una scarpa spaiata della bambola. La casa della nonna è il “Paese delle meraviglie”: si apre una scatola con su scritto “Biscotti” e ci sono dentro matassine di filo dai colori sgargianti, più una pietra pomice e le istruzioni per l’uso di chissà quale sveglia. La cucina, piena di pentole ammaccate e stoviglie diverse tra loro, ha il pavimento di mattonelle rosse e una luce speciale, filtrata dalle foglie di edera e gelsomino. È bello stare con la nonna. Lei non è davvero vecchia, anche se ha i capelli bianchi. I suoi occhi azzurri brillano di una gioia uguale a quella dei bambini. Ogni mattina si pettina davanti a un mobile con le gambe curve e lo specchio. A Letizia piace stare a osservarla da dietro, le piace quello sguardo azzurro che, rimbalzando nello specchio, stringe anche lei in un cerchio segreto. Quando Letizia corre fuori a giocare, la nonna sorride e le dice: – Ciao cara! Non aggiunge: – Dove vai? Torna presto. Stai attenta. Mettiti il cappellino... La sera, abbracciata alla nonna come un koala, Letizia le chiede: – Raccontami qualcosa di quando eri piccola. Lei ride: – Ma cara, sai queste storie a memoria! Scuote la testa, ma Letizia è sicura che la accontenterà. da M. Belardetti, Letizia, 400 anni, 6 mesi, un giorno, Feltrinelli
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TEST D'INGRESSO
Racconto di paura
FRANKENSTEIN
Era una cupa nottata di novembre, quando vidi il coronamento della mia impresa. Con ansia raccolsi attorno a me gli strumenti che servivano per infondere la scintilla della vita nell’essere inanimato che giaceva ai miei piedi. Era quasi l’una del mattino; la pioggia batteva monotonamente contro le imposte e la candela avrebbe ben presto dato i suoi ultimi guizzi quando, alla luce che stava per spegnersi, vidi aprirsi i foschi occhi gialli della creatura; respirò con fatica e un movimento convulso percorse le sue membra. Come descrivere le mie emozioni a questa catastrofe o come dare un’idea dell’infelice, che con infinita fatica e infinite cure mi ero sforzato di creare? Le sue membra erano proporzionate e avevo scelto i suoi lineamenti in maniera tale che risultassero belli. Belli! Dio mio! La sua pelle era gialla e piena di grinze, le sue labbra erano nere e dritte, i suoi capelli erano folti e di un nero lucido, i suoi denti di un bianco perlaceo; ma tutti questi particolari rendevano più orribile il contrasto con i suoi occhi acquosi, che apparivano dello stesso colore delle orbite, di un pallore terreo, in cui li avevo infilati. Avevo lavorato duramente per quasi due anni con il solo scopo di dare vita a quel corpo inanimato. Mi
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1. Il brano che hai letto è: una biografia. un racconto di paura.
2. Il personaggio che è stato creato è: reale. fantastico.
3. L ’atmosfera del testo è: allegra. angosciante.
Racconto di paura
ero negato per questo riposo e salute. Avevo desiderato il successo, ma, adesso che l’avevo ottenuto, il mio cuore era pieno di orrore e di un disgusto incredibili. Incapace di guardare quell’essere che avevo creato, fuggii nella mia camera. Mi gettai sul letto vestito, sforzandomi di trovare qualche istante di pace. Ma non fu possibile: il mio sonno fu turbato dagli incubi più spaventosi. Mi scossi dal sonno, inorridito, un gelido sudore mi copriva la fronte, i denti battevano, tremavo convulsamente in tutto il corpo; poi, all’incerto chiarore della luna, che filtrava attraverso le imposte, scorsi di nuovo lo sciagurato, il miserabile mostro che io avevo creato. Sollevò le coperte del letto e i suoi occhi si fissarono su di me. Aprì la bocca e mormorò qualche suono inarticolato, mentre una smorfia gli contraeva le guance. Forse parlò, ma io non sentii; aveva una mano tesa in avanti, forse per trattenermi, ma io fuggii e mi precipitai giù per le scale. Mi rifugiai nel cortile e lì rimasi per il resto della notte, camminando in su e in giù agitatissimo, tendendo ansiosamente l’orecchio e sussultando di paura a ogni rumore, quasi esso mi annunciasse l’avvicinarsi dell’essere demoniaco che con tanta follia avevo creato. Oh, nessun mortale avrebbe potuto sopportare l’orrore di quel volto! Una mummia ritornata in vita non avrebbe potuto essere più spaventosa. Passai una notte terribile: assieme all’orrore avvertivo l’amarezza della delusione: quei sogni, che per tanto tempo erano stati il mio cibo e il mio conforto, erano diventati un inferno per me. All’alba il custode aprì il cancello del giardino e io lo percorsi con passi rapidi, quasi a fuggire il mostro che a ogni angolo temevo si presentasse davanti a me.
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TEST D'INGRESSO
4. Segna con una 7, tra le seguenti, le frasi che ti fanno pensare a un racconto di paura. La pioggia batteva monotonamente contro le imposte. Il mio cuore era pieno di orrore e disgusto. Nessuno poteva sopportare l’orrore di quel volto. Il custode aprì il cancello del giardino.
5. Nella frase “vidi il coronamento della mia impresa”, la parola “impresa” a cosa si riferisce? Rianimare un malato. Dare la vita a un essere inanimato. Creare un robot. Creare un essere dall’aspetto orribile.
6. Colui che ha realizzato l’impresa, che cosa prova davanti alla sua creatura? Orgoglio e soddisfazione Gioia e meraviglia Disgusto e orrore
da M. Shelley, Frankenstein, Garzanti
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TEST D'INGRESSO
Racconto
L’ESAME DI QUINTA
– Siamo in quinta e l’esame che fa battere il cuore, impallidire, sudare la mani, per fortuna è stato abolito! – Andremo alla Scuola Secondaria senza superare nessuna prova – abbiamo detto con gioia all’inizio dell’anno, ma la maestra Cin è stata inflessibile. – Hanno abolito l’esame di quinta, ma senza di questo non potrete fare il grande passo! Perciò ecco quale sarà il vostro esame: andrete in una prima e ognuno di voi racconterà una storia a sua scelta. I vostri esaminatori saranno i bambini piccoli. Dopo un grande stupore, abbiamo pensato tutti che si trattasse di un’idea bellissima. Ora sappiamo che sarà un esame felice se riusciremo a non fare sbadigliare, starnutire, grattare, agitare, correre, spidocchiare, grufolare i bambini di prima che, con poca o tanta pazienza, ci staranno a sentire. Così, da quel momento, per essere promossi e fare il grande passo ci siamo messi alla ricerca di belle storie e del modo migliore per raccontarle perché, come ci ripete sempre la maestra Cin: – Quando sarete davanti a bambini piccoli come siete stati anche voi, dovrete fare innamorare il vostro pubblico, come funamboli del circo, giocolieri della parola, che non hanno paura di sbagliare, perché anche se sbagliano sono pronti a rifare l’esercizio, dieci, cento volte, fino a quando l’esercizio non è perfetto. Infatti il vero esame di quinta è anche capire che nella vita si vince, si perde, ma bisogna essere sempre pronti a dare la rivincita! da E. Nava, Tutti giù dal tram, Piemme
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1. Hai letto un racconto: realistico. fantastico.
2. I fatti narrati: possono accadere davvero. non possono accadere.
3. Il protagonista del brano frequenta: la scuola secondaria di primo grado. la classe quinta della scuola primaria. la classe prima della scuola dell’infanzia.
4. Per fare il grande salto i protagonisti devono: superare l’esame. raccontare una storia agli insegnanti. raccontare una storia ai bambini di prima.
Racconto di avventura
AVVENTURA NELLA NEBBIA Era ormai calata la sera con la nebbia su tutti i fiordi e le isole e gli scogli. E nebbia sul canotto che avrebbe dovuto ormai da tempo attraccare al molo di casa. – Quanto tempo è che stiamo remando, secondo voi? – disse Teddy. – Una settimana o giù di lì – fece Johan – o almeno così mi sembra. Avevano riso parecchio durante le ultime cinque ore. Avevano remato e remato, avevano patito il freddo e bisticciato un tantino, avevano mangiato i panini imbottiti, cantato e chiamato aiuto, e ancora remato e remato e detestato la nebbia, e avevano sentito nostalgia di casa, ma ciò nonostante avevano anche riso parecchio. Ora però stava calando la sera e ridere era più difficile. – Non c’è proprio più niente nello zaino? – chiese Teddy. – Una bottiglia d’acqua e i merluzzi pescati – disse Freddy. Niklas si domandava cos’era peggio: morire di freddo o morire di fame? Infreddolito fino alle ossa, tirò fuori la scatoletta di fiammiferi, che teneva ancora in tasca, e ne accese uno. In quel mentre qualcosa colpì la sua attenzione. – Cosa c’è lì a poppa, sotto il vostro sedile? Non è un fornelletto a spirito? – Proprio così! – fece Teddy. Cercò con gli occhi il recipiente che usavano per svuotare il canotto dall’acqua di mare, lo riempì d’acqua e accese il fornelletto. – Perché non ci lessiamo i merluzzi? – esclamò Johan. Presi da una specie di frenesia, pulirono in un batter d’occhio i sei merluzzi, li tagliarono a pezzi e passarono un’oretta quasi felice, mentre il pesce bolliva.
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TEST D'INGRESSO
1. Il testo che hai letto è un racconto: di paura. d’avventura.
2. I protagonisti sono: paurosi. intraprendenti. fantastici.
3. L a situazione è: divertente. pericolosa.
4. I luoghi del racconto sono: reali. fantastici.
5. L ’ambiente è: ostile. sicuro.
da A. Lindgren, Vacanze all’isola dei gabbiani, Salani
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TEST D'INGRESSO
1. La descrizione della nonna si concentra soprattutto: sulla sua personalità. sul suo aspetto fisico.
2. Si tratta di una descrizione: oggettiva. soggettiva.
3. S egna con un 7 le caratteristiche della nonna. Prepara le torte. Lavora a maglia. Si veste come una modella. Porta i tacchi alti. Parla ai bambini in modo sdolcinato.
Testo descrittivo
LA “TIPICA NONNA”...
La mia nonna non era esattamente la “tipica nonna”. Niente torte della nonna. Né maglioni fatti a maglia. Lei era, come diceva sempre il papà, un “personaggio”. Anche se aveva superato gli ottanta, si vestiva come una modella. Super fascinosa. Un sacco di trucco e profumo. Tacchi alti. Non si svegliava mai prima delle due del pomeriggio, dopodiché impiegava come minimo due ore per vestirsi. Una volta che si era preparata, mi portava fuori a fare shopping o in qualche museo o in un ristorante elegante. Non era incline a fare cose da bambini, se capite cosa intendo. Non si è mai seduta a guardare con me un cartone animato, per esempio, così ho finito col vedere un mucchio di film totalmente inadatti alla mia età. La mamma, lo sapevo, sarebbe andata su tutte le furie se avesse saputo dei film che mi aveva portato a vedere la nonna. Ma la nonna era francese e diceva sempre che i miei genitori, in ogni caso, erano troppo “americani”. La nonna non mi parlava mai come si parla con un bambino, poi. Anche quando ero più piccolo, non ha mai usato parole da bambino, né mi ha mai parlato in quel tono con cui gli adulti di solito si rivolgono ai bambini. Parlava con proprietà di linguaggio in qualsiasi situazione. Qualche volta imprecava, anche. Ragazzi, se imprecava! E se io non sapevo cosa significava una certa parolaccia, tutto quel che dovevo fare era chiederglielo e lei me lo avrebbe spiegato... nel dettaglio. Non posso nemmeno dirvele certe parole di cui mi ha spiegato il significato! da R. J. Palacio, Il libro di Julian, Giunti
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Testo descrittivo
... LA SUA CASA SUL LAGO
La nonna ha la casa più bella del mondo: bassa e solida come un vecchio gatto accoccolato nell’erba, con i muri di pietra su cui si arrampicano alla rinfusa edera, vite americana, gelsomini e rose. Nel giardino, che è lungo e stretto e va a finire nell’acqua del lago, ci sono la casetta del cane Arsenio con le assi rotte e i chiodi arrugginiti (tanto lui dorme sempre in anticamera, su una coperta a righe rosse e verdi) e una specie di orto tutto arruffato. È il posto preferito delle lumache e dei maggiolini. Eppure la nonna riesce a coglierci un’insalata buonissima. Del resto la nonna tira fuori il buono dappertutto. È un tipo speciale, ve lo avevo già detto!
... E IL SUO CANE ARSENIO
Il cane della nonna, come hai letto sopra, si chiama Arsenio, sì, proprio come il ladro Lupin, perché passa il suo tempo ad annusare tutto ciò che incontra, in cerca delle tracce del colpevole. Non è un cane da caccia, ma uno strano incrocio di razze: pelo lungo e rossiccio, coda corta e orecchie pendenti ai lati di un muso simpatico e intelligente, che ficca sempre dove non dovrebbe!
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TEST D'INGRESSO
1. Nel brano “... la sua casa sul lago” si descrive: una persona. un ambiente. un animale.
2. Segna con una 7 le affermazioni vere riferite al brano “... la sua casa sul lago”. L’autore descrive l’interno della casa. La descrizione della casa procede dall’interno all’esterno. La descrizione della casa segue l’ordine logico dal generale al particolare. Nella descrizione sono usati tutti i cinque sensi.
3. Nel brano “... e il suo cane Arsenio”, il cane viene descritto tramite: dati uditivi. dati visivi.
4. La descrizione del cane è: oggettiva. soggettiva.
da M. Belardetti, Letizia, 400 anni, 6 mesi, 1 giorno, Feltrinelli
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TEST D'INGRESSO
1. Q uesto brano è un testo: narrativo. descrittivo. informativo. regolativo.
2. Il brano che hai letto è un testo informativo perché: racconta le storie di un cane. fornisce informazioni sul linguaggio dei cani.
3. P uoi capire l’argomento del brano dal titolo? Sì N o
ATTEGGIAMENTO
IN ALLARME GIOCHERELLONE
CURIOSO
IMPAURITO
AFFETTUOSO
Testo informativo
IL LINGUAGGIO DEL CANE Quando si ha a che fare con un cane è fondamentale riuscire a comunicare con lui in modo corretto, comprendendo quali sono i suoi stati d’animo e i suoi bisogni. Per riuscire in questo è molto importante prestare attenzione ai segnali che il cane trasmette attraverso il linguaggio del corpo. Quando abbracci il tuo cane, per te è un segno d’affetto: lo fai per dimostrargli che gli vuoi bene; per il nostro amico a quattro zampe, invece, è vista come una prova di forza: è come se gli dicessi “io sono più forte di te!”. Quando il cane sbadiglia emettendo un verso simile a un guaito, non è perché ha sonno oppure perché è annoiato; in realtà è come se stesse dicendo “Voglio fare una cosa che non mi lasciano fare”, infatti assume questo atteggiamento soprattutto quando gli viene imposto un divieto. Quando il cane si lecca il naso è perché è intimorito: fa così per farsi vedere piccolo e indifeso; è come se stesse dicendo “Sono un cucciolo, non farmi male”. Se il cane sbaglia va ripreso nel momento in cui sbaglia, rimproverarlo dopo che ha sbagliato non ha senso, perché lui non associa il rimprovero a ciò che ha fatto in precedenza. Quando il cane assume posture amichevoli, tende a ridurre la sua dimensione effettiva, spesso distoglie anche lo sguardo, abbassa collo e orecchie, si rotola sul dorso e presenta la regione inguinale con o senza urinare. Quando il cane assume posture aggressive, tende ad aumentare la sua dimensione: drizza il pelo, tiene le orecchie dritte e portate in avanti, la coda sollevata e gonfia, arcuata e vibrante. Il cane si flette in avanti o sui quattro arti e scopre i denti. da www.ilovemydog.it
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Testo poetico
FAREMO UNA POESIA
Faremo una poesia su come è nato il mondo.
Faremo una poesia su ciò che è più importante: la terra l’acqua il sole le facce della gente. Faremo una poesia sui grandi sentimenti. Comporremo rime per tutti quattro i venti. Scriveremo strofe a uomini gloriosi. Costruiremo versi su monti e manti erbosi. E se nel gran daffare ci cadrà un capello faremo una poesia anche su quello.
TEST D'INGRESSO
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1. Q uesta poesia è composta da: sedici versi. diciotto versi.
2. Le strofe sono: quattro. cinque.
3. I ndica con una 7 l’affermazione che non trovi nel testo o che non puoi intuire leggendolo. Comporremo una poesia sulla natura. Possiamo fare una poesia su tutto, anche su un capello. Scriveremo in strofe e versi. Parleremo dell’amicizia.
4. Nella poesia: tutti i versi hanno la rima. solo alcuni versi hanno la rima.
da C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori
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TECNICHE DI LETTURA
MIGLIORARE LA VELOCITA DI LETTURA 1. Al via dell’insegnante muovi rapidamente gli occhi per individuare tutte le parole che terminano con le sillabe te, za e re. Cerchiale mentre leggi. Appena hai terminato alza la mano e ti verrà detto quanto tempo hai impiegato.
La cicala che imprudente tutta l’estate al sol cantò provveduta di niente nell’inverno si trovò, senza più un granello e senza una mosca nella credenza. Affamata e piagnucolosa va a cercare della Formica e le chiede qualche cosa, qualche cosa in cortesia, per potere fino alla prossima primavera tirare via, promettendo per l’agosto, in coscienza di animale, interessi e capitale. La Formica che ha il difetto di prestare malvolentieri, le domanda chiaro e netto: – Che hai tu fatto fino a ieri? – Cara amica a dire il giusto, non ho fatto che cantare tutto il tempo. – Brava, ho gusto; balla adesso se ti pare –. da Jean de La Fontine, Favole, Einaudi
2. Completa. • Tempo impiegato ......................... • Si tratta di un esercizio:
di comprensione. di percezione visiva rapida.
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TECNICHE DI LETTURA
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LEGGERE RAPIDAMENTE IN SILENZIO 1. Leggi velocemente in verticale, facendo rimbalzare lo sguardo di parola in parola e fissando gli occhi al centro dei vocaboli che devi leggere. Se incontri difficoltà in questo esercizio, prepara altri elenchi con il computer ed esercitati.
giudizio rugoso pesante immagine discussione stazione consiglio crostaceo
mediocre cristallo ossigeno gracidio indignazione argomentare economico spirale
muggisce turchino fragranza affabile sagome cespuglio argenteo conifere
2. Leggi il testo, scritto su tre colonne di tre parole ciascuna, fissando l’occhio sulla linea centrale di ogni blocco verticale. Attento, devi usare solo tre movimenti degli occhi: uno per ciascuna riga di ogni colonna!
Il gatto è il mondo, dal con l’uomo casalinga; con il paritetico perché il violenze ma vuole Esso ha le le posteriori con e aguzzo: le mentre vengono protratte
un mammifero carnivoro carattere indipendente si per sfruttare le suo “padrone”, comunque, gatto non subisce conservare la propria zampe anteriori con quattro, tutte fornite unghie stanno ritratte quando l’animale
diffuso in tutto adatta a vivere comodità della vita il rapporto rimane volentieri imposizioni e dignità e libertà cinque dita e di artiglio arcuato in apposite guaine intende aggredire.
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5
TECNICHE DI LETTURA
POTENZIARE LA CAPACITA DI CONCENTRAZIONE
1. L eggi silenziosamente il seguente testo nel quale mancano parti di parole o parole intere. Se sei concentrato, sarai in grado di intuire come completare parole e frasi, seguendo il significato generale del testo. Un consiglio: se non riesci ad intuire qualche parola, procedi velocemente nella lettura e, soltanto alla fine, ci ripenserai.
Purtroppo io ho una sorella di cinque
.........................
Dico
...........................................
perché spesso
vorrei ....................... averla. È troppo prepotente e capri................................... per i miei ........................................ Vuole sempre averle tutte ........................................... Qualsiasi cosa mi veda tra le ..........................................., scatta e comincia a reclamarla per sé. E non la chiede mica in modo normale. Macché! Urla, sbraita, pesta i ........................................... come una ma........................................... Sono certa che mi spia. Faccio un ...........................................: se c’è un giornalino in vista, e lei sta giocando sul pavimento, non lo degna di uno ........................................... Ma se io all................................. ..........
un braccio e lo ..........................................., perché mi va di leggerlo, subito ......................... mi salta
addosso e cerca di strap........................................... di mano. Il guaio è che quando arriva la m................................... e si mette le mani fra i
.......................................
perché non vuole sentirci ur..........................................., dà sempre ........................................... a mia sorella. – Insomma, Jessica, ................... ti vergogni? – dice. – Perché non ti sforzi di ..................................... .
più comprensiva con tua ...........................................? Possibile che quando sto in .......................................
....
non posso mai godermi un momento di pace? Tanto vale che vieni ad aiutarmi in
cucina, ........................................... la smetti di bi.................................................. con la piccola. da A. Petrosino, Un anno con Jessica, diario di una bambina, Sonda
2. V erifica se hai eseguito i corretti insegnamenti individuando le parole nascoste nella continuità della scrittura. Ogni parola o pezzo di parola separato dall’altro dalla parola “orso”.
anniorsopurtroppoorsononorsocciosaorsogustiorsovinteorsomaniorsopiediorsottaorsoesempioorsosguardoorsoungoorsoprendoorsoleiorsoparmeloorsoammaorsocapelliorsolareorsoragioneorsononorsoessereorsosorellaorsocasaorsocosìorsosticciare.
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TECNICHE DI LETTURA
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PER LEGGERE AD ALTA VOCE... ... REGOLARE LA RESPIRAZIONE E SCANDIRE LE PAROLE
La lettura ad alta voce richiede correttezza nella pronuncia, capacità di far sentire le pause, di variare timbro, volume e tono, per dare espressività a situazioni e a personaggi. Ecco che cosa devi tenere sempre presente. A. REGOLARE LA RESPIRAZIONE per non restare senza fiato a metà di una frase. 1. Ora leggi le seguenti frasi, inspirando prima per riempire i polmoni. Gli “a capo” ti indicheranno quando dovrai prendere aria. A sera arrivò il rombo di un tuono e il cielo si riempì di tanta luce che tutta la casa fu illuminata. Volavano dappertutto foglie strappate agli alberi, il cielo si accendeva e si spegneva, mentre la voce cupa dei tuoni rimbombava tra le nuvole nere ed enormi. Io ero incantato da quello spettacolo: non avevo mai visto un temporale di notte così grande, così misterioso. Aprii un’imposta e vidi il grande spettacolo del cielo che cambiava ogni momento, mentre il vento sulla terra faceva tremare i tetti, sbatteva le porte, piegava gli oleandri fin quasi a terra. Lampi, tuoni, saette, raffiche di vento, schianti e poi acqua. Acqua a cascate che vedevo scintillare nella luce dei lampi. E poi la grandine che picchiava sui tetti. da M. Lodi, Il cielo che si muove, E. Elle
B. SCANDIRE BENE LE PAROLE. 2. Ora leggi il seguente testo senza mangiarti le parole, ma scandendole bene.
Nella tiepida notte rischiarata dal lume della Luna, sotto gli alberi ombrosi, vedo ancora una lampada che palpita misteriosa e serena. Io non so perché accada né dove; ma mi ricorda mia madre. da Lakshmaiah, Il flauto sconosciuto, EMI
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TECNICHE DI LETTURA
PAUSE, TONO E INTENSITA DELLA VOCE 1. Attento alle pause, perché una pausa cambia tutto. Leggi le seguenti frasi in cui la pausa è indicata con una / se è breve, con // se è lunga. • Emma / dice la mamma / è ordinata. • Emma dice / la mamma è ordinata.
Alle 9 abbiamo fatto una pausa per la colazione a Venezia // siamo arrivati alle 11. • Alle 9 abbiamo fatto una pausa per la colazione // a Venezia siamo arrivati alle 11. •
2. Leggi, a voce alta, il testo che segue in cui le pause sono indicate con le barrette: pausa breve /, pausa lunga //.
LE FORMICHE In cucina / di fianco al focolare / c’era un buchino quasi invisibile // da lì vedevo sbucare formicoline nere così piccine che parevano dei puntini // in fila / una dietro l’altra come soldati in marcia / andavano andavano // In cortile / vicino alla pompa dell’acqua / sotto una lastra di cemento / scoprii un giorno una tribù di formiche rosse / piuttosto grosse / che uscivano da una fessura sotto il cemento // queste formiche non si mescolavano con le altre / vivevano isolate nel loro territorio //
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TECNICHE DI LETTURA
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3. Ora continua a leggere: ogni pausa ha il suo segno di punteggiatura. Un pomeriggio, a qualche metro di distanza dalla loro tana, vidi due “macchie” di formiche vicine: una era la tribù delle rosse, l’altra una tribù di formiche nere. I due gruppi erano compatti e vicinissimi. A un tratto, dove le rosse e le nere quasi si toccavano, cominciò una certa agitazione e i due gruppi si mescolarono. Sembrava una festa di formiche che si abbracciavano, ma era invece una guerra, che durò a lungo. Quando finì, le due tribù si ritirarono ognuna nella sua tana, ma sul campo di battaglia restarono numerosi corpi. da M. Lodi, Il cielo che si muove, E. Elle
4. Importanti sono anche il tono (arrabbiato, eccitato, divertito tragico, …) e la modulazione dell’intensità a seconda degli scopi o delle emozioni che si vogliono esprimere. Leggi con toni e intensità giusti. – Chi ha sporcato il muro! – tuonò il bidello, avvicinandosi a Giulio, il più timido di noi. – N-no, non sono stato io – balbettò lui. – Invece sei stato tu, signorino! – Io in mano avevo… – Che cos’è che avevi? – Solo un panino, la mia merendª!
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ASCOLTARE
BRANI PER L’INSEGNANTE Consegne e/o letture dell’insegnante riferite alle schede di questa sezione (pp. 166-170). PER ALLENARE LA MEMORIA 1. L ettura di 10 nomi di materiale di uso scolastico: gomma, album, temperino, righello, penna, squadra, foglio, testo, goniometro, gesso. 2. Lettura di 10 nomi che non hanno tra loro un legame logico: pennello, albero, cupola, dito, forchetta, vasca, zaino, tettoia, pentola, gondola. L’ORSETTO Era una gelida giornata invernale. Dalla folta foresta addormentata uscì ad un tratto un orsetto che si avvicinò all’uomo senza mostrare alcun timore. Gli appoggiò le due zampe anteriori sul ginocchio, gli afferrò una gamba con gli unghioni e restò lì immobile a fissarlo. Ben ritto sulle zampe, pressappoco l’orsacchiotto misurava, dalla punta dei piedi alla punta del musetto, cinquantacinque centimetri. Lentamente l’uomo gli mise la mano davanti al naso. Quando l’orsetto gli leccò le dita, l’uomo restò sorpreso, perché non si aspettava che avesse una lingua così ruvida. Era la prima volta che toccava un orsacchiotto. Mentre gli grattava la testa, che somigliava un po’ a quella di un cagnolino, e posava la mano fra le orecchie rotonde, l’orsacchiotto si piegò indietro per domandargli di aiutarlo a salire sulle sue ginocchia. E una volta raggiunto il suo scopo, si girò e rigirò parecchie volte su se stesso, finché si distese nella posizione che gli sembrava più comoda. (R. F. Leslie, Vita con gli orsi, Rusconi) I PORCELLINI I porcellini biondo-rosei, nati da sette, otto giorni, stavano zitti in un angolo della stalla, stretti stretti come topi, fermi e compatti, come se avessero freddo. Il cane, che gironzolava all’intorno, li annusava. Solo qualcuno, all’accostarsi del suo naso, si scuoteva, aveva un guizzo, quasi come un scossa elettrica. Li ho rivisti alcuni giorni dopo: erano già vispi e allegri; e, saltellando e frignando, cercavano la madre. La madre si è distesa all’ombra: i figlioletti sono accorsi avidi, all’impazzata, la boccuccia aperta a imbuto, affaccendata a cercare la fonte di vita nel seno della madre. – Ecco – ha detto il contadino – è il momento del latte. Quando il gorgoglio stava per finire entro le piccole gole degli assetati, uno dei maialetti, proprio il più piccino, il più lontano dalla testa della madre, si è staccato; poi è corso dritto a codino alzato verso la testa della madre e l’ha baciata. Sì, un vero bacio lieve, assai delicato: d’affetto e di ringraziamento, per tutti, anche per quelli che si ostinavano ancora a poppare. La madre ha allungato ancor più il collo e ha ricambiato il bacio, chiudendo gli occhi: sfinita, felice. (B. Tecchi, Storie di bestie, Bompiani) PARLARE A VANVERA Parlare a vanvera! Come è nato questo strano modo di dire? Il fatto che diede origine a questa frase capitò il 12 agosto 1897 quando ai coniugi Van, di origine olandese, nacque una bella bambina che fu battezzata con il nome di Vera. La signora Van, autrice famosa, quando cullava la piccola Vera per farla addormentare, invece delle solite ninne nanne, le recitava lunghi monologhi. Vera ascoltava con gli occhietti sgranati, zitta, ma non si addormentava. Quando fu in età di andare alla scuola materna, con gli altri bambini Vera voleva giocare al dottore. Tirava fuori un stetoscopio giocattolo, lo poggiava alla schiena del “malato” e ordinava seria: – Dica trentatré! Quello obbediva. E lei beata ad ascoltare… Quando ebbe cinque anni, poiché era troppo piccola per essere iscritta in prima elementare, la misero a frequentare come uditrice. Doveva solo starsene lì nel primo banco ad ascoltare quello che dicevano gli altri. Fu proprio allora che la bambina sentì nominare per la prima volta il proprio nome preceduto dal cognome. La maestra, quando faceva, l’appello, diceva Van Vera.
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ASCOLTARE
5
Il nuovo nome le piacque tanto che decise che si sarebbe fatta chiamare così. Quando ebbe quindici anni, con grande dispetto delle coetanee, più belle e più spigliate di lei, Van Vera si ritrovò piena di corteggiatori. – Vuoi mettere? Una che ti sta ad ascoltare e non ti interrompe mai? Una che si interessa veramente a quello che le stai dicendo? A furia di ascoltare avrebbe avuto da raccontare per anni… Ma lei non aveva voglia di raccontare quello che sapeva già, mentre c’erano tante storie che non conosceva. E non importava che fossero storie strepitose. Le parlassero di storie banali come il tempo, o di una incredibile vincita al Lotto, lei ascoltava tutto con lo stesso interesse. Quando compì vent’anni chiese di far parte del Telefono Amico e stava ad ascoltare per ore gli sfoghi e le lamentele di gente sconosciuta. Quando si trattò di scegliere un lavoro, non ebbe esitazioni. Avrebbe fatto l’uditrice giudiziaria. A quarant’anni si sentiva felice e realizzata. Passarono gli anni e Vera era sempre circondata di una quantità di gente. Tra costoro c’erano anche una quindicina di nipoti, pronipoti e bisnipoti. Come tutti i ragazzi, erano felici di avere un adulto che li prendeva sul serio e che ascoltava i loro problemi senza mai sgridarli e senza fare la spia ai loro genitori. Ma un bruttissimo giorno, Vera, che stava ascoltando le confidenza del suo bisnipote Potito, vide il ragazzo che apriva e chiudeva la bocca come un pesce. Non riusciva a sentire una parola. Era diventata sorda! Figuratevi la sua disperazione! Allora il bisnipote radunò tutti i cugini e disse loro: – La prozia Vera ci ha ascoltato quando nessuno ci dava retta. Adesso tocca a noi ricambiarle il favore. – Io non riesco a fare discorsi sensati se ho l’impressione che chi mi ascolta non capisce! – gli rispose la cugina Valentina. – E chi ti chiede di fare discorsi sensati. Basta che diciamo qualcosa. La zia Vera ci vedrà muovere le labbra… capirà che le stiamo ancora parlando e si sentirà ancora utile. E così fu. La signora Van Vera morì a novantanove anni, felice. Da allora, quando i ragazzi, parlando con i loro genitori, dicevano qualche stupidaggine, si sentivano rimproverare: – Ehi! Che cosa stai dicendo? Non stai mica parlando a Van Vera! Con il tempo, nome e cognome si fusero e la fama si sparse al punto che, ancora oggi, quando qualcuno parla dicendo cose senza senso, si usa dire che “parla a vanvera”. (B. Pitzorno, Parlare a Vanvera, Mondadori, adattamento) NON TOCCATE LE MIE UOVA! Le anatre marine nidificano di solito sulle scogliere della Scozia e delle sue isole. La scogliera è di per sé inospitale e per di più popolata da grossi gabbiani che sono i loro peggiori nemici. Si direbbe che queste anatre, quasi per far scomparire la loro specie, scelgano i posti dove non c’è possibilità di difesa per le uova che covano. Proprio il pericolo, invece ha fornito lo stimolo ad inventare un comportamento particolare a difesa della prole. Quando una femmina ha finito di deporre le uova in un luogo scelto con cura tra le felci, l’erica, i salici nani, comincia a strapparsi dal petto diverse morbide piume e ne circonda il nido. Quando deve allontanarsi per andare a bere, dispone le piume sulle uova, in modo da nasconderle ai predatori ed anche per tenerle al caldo fino al suo ritorno. Se, durante la cova, è disturbata da qualche nemico che la costringe a fuggire in fretta, secerne un liquido dal forte odore che cade sulle uova: è un liquido antipredatore che dà alle uova un sapore così sgradevole che scoraggia i malintenzionati. (G. Maxwell, La baia degli ontani, Rizzoli, adattamento)
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5
ASCOLTARE
PER ALLENARE LA MEMORIA 1. L’insegnante leggerà per due volte dieci nomi di oggetti di uso scolastico. Tu ascolta con attenzione e cerca di ricordarli attraverso una strategia a te utile: immaginarli con caratteristiche particolari, ricordarne l’uso o dove li riponi, oppure memorizzandoli in base all’ordine alfabetico. Poi osserva gli oggetti disegnati in questo riquadro e elimina gli “intrusi.
2. Ascolta con maggior attenzione l’elenco che l’insegnante ti leggerà per due volte: i nomi non hanno fra loro nessun legame logico, per cui richiedono una buona capacità di memorizzazione. Dopo l’ascolto scrivi i nomi che riesci a ricordare. ............................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................
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ASCOLTARE
5
L'ORSETTO 1. Ascolta il testo letto dall’insegnante, prestando particolare attenzione alla descrizione delle varie azioni compiute dal protagonista e a quelle compiute dall’uomo. Poi esegui le seguenti consegne. 2. Leggi le espressioni date e indica, per ciascuna coppia, quella vera, scrivendo V nel quadratino:
“dalla folta foresta innevata” “dalla folta foresta addormentata” “appoggiò le due zampe anteriori” “appoggiò le due zampe posteriori” “restò lì immobile a fissarlo” “restò lì immobile a leccarlo” “dalla punta della coda alla punta del musetto” “dalla punta dei piedi alla punta del musetto” “gli mise una mano davanti alla bocca” “gli mise una mano davanti al naso” “mentre gli grattava la fronte” “mentre gli grattava la testa” “una volta raggiunte le sue ginocchia” “una volta raggiunto il suo scopo” • Riordina
in successione cronologica le azioni dell’orsetto, numerandole:
si girò e rigirò su sé stesso uscì dalla foresta si distese nella posizione più comoda si avvicinò all’uomo leccò le dita all’uomo si piegò indietro restò immobile a fissarlo
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5
ASCOLTARE
I PORCELLINI 1. Ascolta concentrato il testo letto dall’insegnante poi completalo con le parole mancanti.
I porcellini biondo-rosei, nati da sette, otto giorni, stavano zitti .... ...........................................................
..........................................................
, stretti stretti come topi, fermi e compatti, come se avessero
freddo. Il cane, che gironzolava all’intorno, li annusava. Solo qualcuno, all’accostarsi del suo naso, si scuoteva, aveva un rivisti alcuni giorni dopo: erano già
.........................
, quasi come una
............................................
e
...............................................
............................................
Li ho
; e, saltellando e
frignando, cercavano la madre. La madre si è distesa all’ombra: i figlioletti sono accorsi avidi, all’impazzata, la boccuccia aperta ............................................ affaccendata a cercare la .............. .........................................................................................................
nel seno della madre.
– Ecco – ha detto il contadino – è il momento del latte. Quando il gorgoglio stava per finire entro le piccole gole .
uno dei maialetti, proprio il più piccino, il
.........................................................................
........................................................................................................................
della madre, si è staccato; poi è corso dritto ........................................................................................................................ verso la testa della madre e ........................................................................................................................ Sì, un vero bacio lieve, assai delicato:
....................................................................................
e
................................................................................................
,
per tutti, anche per quelli che ................................................................................................ ancora a poppare. La madre ha allungato ancor più il collo e ha ricambiato il bacio, chiudendo .......................... ..............................................................................................
da B. Tecchi, Storie di bestie, Bompiani
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: sfinita, felice.
ASCOLTARE
5
PARLARE A VANVERA 1. Leggi le frasi per orientare il tuo ascolto, poi presta attenzione alla lettura del racconto eseguita dall’insegnante. Infine, per ciascuna, indica con una 7 se l’affermazione è vera (V) o falsa (F). V
F
V
F
• Alla scuola materna giocava con i giocattoli.
V
F
• A cinque anni fu iscritta in prima classe come uditrice.
V
F
• Alla bambina piaceva poco ascoltare ciò che dicevano gli altri.
V
F
• A cinque anni decise di farsi chiamare con un nuovo nome.
V
F
• Aveva sentito il nuovo nome durante l’appello ed era la fusione del suo nome con il cognome.
V
F
• A quindici anni aveva molti corteggiatori perché era molto bella e spigliata.
V
F
• Vera amava raccontare ciò che ascoltava.
V
F
• A vent’anni decise di far parte di Telefono Azzurro.
V
F
• Quando dovette scegliere un lavoro, decise di fare in tribunale l’uditrice giudiziaria.
V
F
• I suoi nipoti e bisnipoti erano felici perché li ascoltava senza sgridarli e senza raccontare tutto ai loro genitori.
V
F
• Quando compì gli ottant’anni divenne sorda.
V
F
• I nipoti pensarono di avere un debito nei confronti della zia perché li aveva sempre ascoltati quando si erano trovati in difficoltà.
V
F
• I nipoti parlarono alla zia sorda raccontando cose, anche senza senso.
V
F
• Da allora, quando i ragazzi dicono cose senza senso, vengono ripresi dai loro genitori con la frase: ”Ehi! Che cosa stai dicendo? Non stai mica parlando a Van Vera!“
V
F
• Il fatto narrato ebbe origine nell’anno 1987. • La madre addormentava la piccola cullandola e recitandole
delle ninna nanne.
169
5
ASCOLTARE
NON TOCCATE LE MIE UOVA! 1. Ascolta attento e concentrato il brano per individuare le informazioni essenziali. Poi completa i fumetti con le informazioni richieste come se fossero pronunciate dall’anatra marina.
Costruisco il mio nido .................................................. ........................................................................................................................... .......................................................................................................
Devo stare attenta .................................................. ........................................................................................................
Depongo le uova tra .......................................... ...........................................................................................................................
e ..................................................
Se devo fuggire in fretta
..................................................
........................................................................................................................... ....................................................................................................
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Se vado a bere .................................................. ............................................................................................................
Racconto fantasy
5
COMPRENDERE
INCONTRO CON CREATURE MAGICHE Harry uscì dal castello insieme a Ron e a Hermione per recarsi alla prima lezione di Cura delle Creature Magiche. Hagrid aspettava gli allievi sulla soglia della sua capanna. – Forza, avanti muovetevi! – disse mentre i ragazzi si avvicinavano. Li condusse accanto a un recinto. – Adesso ci servono delle Creature Magiche. Io vado e le prendo. Voi state qui… Si allontanò da loro e si addentrò nella foresta. Ad un tratto, Lavanda Brow strillò: “Ooooh!”, indicando il lato opposto del recinto. Almeno una dozzina di creature, le più bizzarre che Harry avesse mai visto, trotterellavano verso di loro. Avevano i corpi, le zampe posteriori e le code da cavallo, le zampe anteriori, le ali e la testa da aquile giganti, becchi feroci color dell’acciaio e grandi occhi di un arancione squillante. Gli artigli sulle zampe davanti erano lunghi più di quindici centimetri e avevano l’aria letale. – Ippogrifi! – ruggì allegramente Hagrid agitando una mano. – Belli, eh? – Allora – disse Hagrid sorridendo, – la prima cosa da sapere sugli Ippogrifi è che sono orgogliosi. Facili da offendere. Mai insultarne uno, perché può essere l’ultima cosa che fate. Dovete sempre lasciargli fare la prima mossa. Camminate verso l’Ippogrifo, fate un inchino e aspettate. Se anche lui fa un inchino, potete toccarlo. Se non lo fa, via veloci, perché quegli artigli fanno male. Bene, chi va per primo? I ragazzi per tutta risposta si ritrassero ancora di più… – Nessuno? – disse Hagrid con aria supplichevole. – Io – esclamò Harry… – Bravo! – ruggì Hagrid. – Vediamo come te la cavi con Fierobecco! – Slegò una delle catene, allontanò l’Ippogrifo grigio dai suoi compagni e gli sfilò il collare di cuoio. – Piano, ora, Harry – disse a bassa voce. – Hai stabilito un contatto visivo, adesso cerca di non chiudere gli occhi… gli Ippogrifi non si fidano di te se strizzi troppo gli occhi… Fierobecco aveva voltato la testa e lo fissava con l’altera pupilla arancione. – Così – disse Hagrid. – Così, Harry… ora fai l’inchino… Harry si chinò in fretta e poi alzò gli occhi. L’Ippogrifo continuava a fissarlo, altezzoso. Non si mosse. – Ah – disse Hagrid preoccupato. – Va bene… adesso torna indietro, Harry, piano… All’improvviso l’Ippogrifo piegò le ginocchia squamose e si abbassò in un inconfondibile inchino. La classe applaudì. – Va bene – disse Hagrid. – Ora ti lascia salire in groppa, guarda. Harry mise il piede sull’ala di Fierobecco e si issò sul suo dorso. Senza preavviso, le ali lunghe più di tre metri si spalancarono: Harry ebbe appena il tempo di afferare il collo dell’Ippogrifo e già quello si librava nell’aria. da J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani
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5
COMPRENDERE
Racconto fantasy
1. Segna con una 7 l’aggettivo sinonimo.
lieve
Letale
mortale
spento
presuntuoso Altero
arrogante
fiero
superbo
Altezzoso
orgoglioso
vanitoso
2. Metti in relazione i nomi propri con i rispettivi nomi comuni, poi cerchia il nome della Creatura Magica. Fierobecco insegnante Harry compagni Hagrid protagonista Ron e Hermione Ippogrifo
3. Come sono le Creature Magiche? ............................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................
4. Quali elementi tipici del fantasy trovi nel racconto che hai letto? Colorali fra quelli elencati. luogo in cui è ambientato il raconto elfi
draghi
creature mostruose con poteri magici
protagonista ragazzo dotato di grande coraggio
5. Sottolinea nel testo i momenti dell’incontro di Harry con l’Ippogrifo, poi riscrivilo con parole tue. ............................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................
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Racconto di fantascienza
COMPRENDERE
5
FARE AMICIZIA CON UN EXTRATERRESTRE I gambi del granoturco si aprirono ed Elliott guardò dentro: cacciò un urlo e si buttò a terra. La creatura spaziale indietreggiò e si mise a correre verso il cancello producendo un gran rumore di sguazzo con i suoi piedoni. – Non andartene! Ma l’essewre se n’era già andato, fuori dal cancello dentro la notte. Il mattino seguente Elliott si diresse verso le colline. Non sapeva perché. Fu la bicicletta a guidarlo attraverso la foresta, su per un sentiero tortuoso. Arrivò a una radura e capì che lì doveva esserci stato qualcosa di incredibile: l’atterraggio della Nave Spaziale. L’essere spaziale, nascosto tra i cespugli lì accanto, non rivelò la sua presenza, anche perché stava per esalare, per la fame, l’ultimo respiro. Il ragazzino si mise a fare una serie di gesti singolari. Levò di tasca un sacchettino ed estrasse un oggetto minuscolo. Posò l’oggetto in terra, fece qualche passo e ne posò un secondo identico al primo, e via di seguito. Il viaggiatore dello spazio strisciò debolmente fuori dai cespugli. Trovò una pillolina rotonda. Se la mise in bocca e lasciò che si sciogliesse. Deliziosa. Non aveva mai assaggiato niente di simile in tutta la sua galassia! Allora partì più velocemente che poté giù per il sentiero, mangiando una pillola dopo l’altra e così facendo sentì che le forze gli ritornavano. A un tratto Elliott spalancò gli occhi e si trovò a fissare l’essere venuto dallo spazio. L’extraterrestre contemplava a sua volta il ragazzo: era spaventato dal suo grosso naso, un naso prominente, dalle orecchie scoperte e soprattutto da quegli occhietti minuscoli come bottoncini. Le gambe poi erano grottescamente lunghe e il suo ventre non pendeva a sfiorare elegantemente il terreno. Il suo cuore si commosse leggendo il terrore di quello sguardo. Così tese verso Elliott un dito, un lunghissimo dito. Elliott mandò uno strillo e fece un salto indietro, stringendosi al petto il sacco a pelo; l’extraterrestre fece un balzo in direzione opposta. Dopo vari tentativi, il viaggiatore dello spazio seguì Elliott, salì le scale, percorse il corridoio e arrivò nella camera del ragazzo, dove ricevette in premio una manciata di pastiglie. Chi divide con gli altri le sue caramelle merita fiducia. L’extraterrestre crollò esausto sul pavimento. Una coperta lo avvolse e si addormentò. da W. Kotwinkle, E.T. l’Extraterrestre, Sperling e Kupfer
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5
COMPRENDERE
Racconto di fantascienza
1. I personaggi sono:
2. La vicenda si svolge:
solo terrestri. solo extraterrestri. sia terrestri che extraterrestri.
sulla Terra. su un pianeta indeterminato.
3. Questo racconto di fantascienza è:
un testo narrativo. un testo informativo. un testo descrittivo.
4. La vicenda è ambientata:
nel tempo presente. nel tempo passato. nel tempo futuro.
5. Secondo te, l’extraterrestre era sceso sulla Terra con scopi:
pacifici. malvagi.
6. Da che cosa viene attratto l’extraterrestre?
Dal cane di Elliott. Da Elliott. Dalle caramelle di Elliott.
7. Indica quali sono i sentimenti provati dai due protagonisti:
diffidenza. paura. curiosità. odio. fiducia . indifferenza.
8. Ordina le seguenti frasi in ordine cronologico, numerandole da 1 a 6:
Elliott cacciò un urlo e si buttò a terra.
L’extraterrestre sentì che le forze gli ritornavano.
Il viaggiatore dello spazio trovò una pillolina rotonda.
L’ extraterrestre si addormentò sul pavimento.
Tese verso Elliott un lunghissimo dito.
Il mattino seguente Elliott si diresse verso le colline.
9. Nel testo ci sono sei espressioni tipiche della fantascienza: sottolineale.
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Racconto giallo
COMPRENDERE
5
L’ISPETTORE ROLLER E LA CASSETTA RUBATA 1. Leggi con attenzione il testo, cercando tutti gli indizi per poter risolvere il caso.
Sono le dieci in punto quando la signora Kanzler esce dalla casetta unifamiliare nel Rabenweg. Esattamente dopo venti minuti è di ritorno. Passano altri trenta minuti e si trova seduta nel soggiorno della propria casa davanti all’ispettore Roller. Giocherellando con le mani, la donna guarda colui che viene scherzosamente definito dai colleghi “l’uomo dal naso d’oro”. – Dunque signora Kanzler, lei è andata a fare la spesa e quando è tornata si è accorta che la finestra della camera da letto era spalancata. E poi scopre che dalla stanza è stata rubata una cassetta con denaro e gioielli. È così? La signora Kanzler annuisce e singhiozza. – E ora mi conduca nella sua stanza da letto – dice imperiosamente l’ispettore senza commuoversi. Giunto lì comincia a camminare per la stanza annusando. Poi si inginocchia e comincia a tastare il pavimento. Quando si rialza, tiene qualcosa in mano. – Qui nella stanza c’è un leggerissimo odore di stucco. Inoltre ho trovato anche un pezzetto di legno con dello stucco attaccato. Il ladro o i ladri devono avere a che fare in qualche modo con stucco e legno. – La vetreria Moser – esclama la donna perplessa e sbalordita. – La vetreria si può vedere dalla finestra della stanza da letto. L’ispettore annuisce. – Grazie, sarò di ritorno fra mezz’ora. Il vetraio Moser resta a bocca aperta, quando arriva l’ispettore. – Debbo presumere, signor Moser, che sotto il suo tetto si nasconda un ladro. Da una casa qui vicino è stata trafugata una cassetta con del denaro. Il vetraio Moser si contorce indignato: – Si tratta sicuramente di un errore, signor ispettore! Quando poco dopo viene ritrovata la cassetta sotto un sedile del furgone delle consegne, il signor Moser si precipita nella bottega-laboratorio, dove i due apprendisti stanno lavorando. Con ampi gesti vivaci spiega loro il perché della presenza dell’ispettore e li ammonisce di dire la verità. Però entrambi scuotono il capo. Allora si fa avanti l’ispettore. – Tra le dieci e le dieci e venti è avvenuto il furto. Signor Weisel, che faceva lei a quell’ora? L’apprendista Karl Weisel deglutisce: – La cosa può sembrare un po’ comica, ma ero dal medico. Sono ritornato poco prima delle dieci e mezzo. Il padrone può confermarlo. L’ispettore annuisce e si rivolge al secondo apprendista: – E lei signor Kostmann? Walter Kostmann abbassa gli occhi sul pavimento grattandosi con la forza la testa: – Io non so… ero qui nel laboratorio – poi investe l’ispettore: – Non sono un ladro, io! Il vetraio Moser cerca di rabbonirlo e poi si rivolge all’ispettore Roller:
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COMPRENDERE
Racconto giallo
– Ha già stabilito, signor ispettore, se il denaro e i gioielli si trovano ancora tutti nella cassetta? Forse potrebbe… anche con le impronte digitali… – Grazie, signor Moser, di sicuro c’è ancora tutto. E per ciò che riguarda le impronte digitali, possiamo risparmiarci la fatica. So già chi è il ladro. da W. Ecke, L’uomo in nero, E. Elle
2. Rileggi l’ultima parte del racconto dove viene narrata la visita dell’ispettore Roller alla vetreria e cerca di capire chi è il colpevole, poi completa. • Il colpevole secondo me è .............................................................................................................................................................................. • Perché .................................................................................................................................................................................................................................. .......................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................
3. Ora verifica se hai risolto il caso nel modo giusto, cioè come ha fatto l’ispettore Roller. Riscrivi le parole che restano dopo aver eliminato il gruppo delle vocali AEIOU che le separa. ILAEIOULADROAEIOUÈAEIOUILAEIOUVETRAIOAEIOU. L’AEIOUISPETTOREAEIOULOAEIOUHAAEIOUCAPITOAEIOUQUANDOAEIOU ILAEIOUVETRAIOAEIOUHAAEIOUCHIESTOAEIOUSEAEIOU“DENAROAEIOUEAEIOUGIOIELLI” AEIOUSIAEIOUTROVAVANOAEIOUTUTTIAEIOUNELLAAEIOUCASSETTAAE IOU. L’AEIOUISPETTORE, AEIOUPARLANDOAEIOUDELAEIOUFURTO, AEIOUAVEVAAEIOUSOLTANTOAEIOUPARLATOAEIOUDIAEIOUUNAAEIOU CASSETTAAEIOUCONAEIOUDENARO.
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Racconto umoristico
COMPRENDERE
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NABUCCO Oggi è il ventisette di dicembre. Sono le dieci di sera e qui a Roma piove. Il mio cane Nabucco mi porge il guinzaglio perché lo porti a passeggio. Facciamo sempre un giro attorno all’isolato, niente di più. Ma questa non sarà una sera qualunque, né una passeggiata come quelle di tutti i giorni. Nabucco si è messo in testa un’idea. E non posso rifiutargli niente perché oggi è il suo compleanno. Ora devo dirvi che Nabucco è il cane più piccolo che si possa immaginare. È così da sempre, o almeno da quando me lo hanno regalato. È minuscolo. Dorme in una fruttiera, e avanza ancora spazio. Come ho detto, oggi Nabucco compie gli anni. In questo periodo gli faccio sempre la stessa domanda: “Che cosa vuoi che ti regali?” Finora si era accontentato di cose ragionevoli: una ciotola nuova, un cappottino, un osso di plastica, borotalco, un fazzoletto, ciabatte… Invece quest’anno è stato diverso, la faccenda si è complicata. La storia è iniziata dieci o quindici giorni fa, una mattina, quando Nabucco mi portò il giornale a letto. O meglio, quella mattina non me lo portò perché rimase in cucina a guardare il supplemento di viaggi e turismo. C’era un articolo sulla California. Scoprì una fotografia magnifica: un bosco di sequoie del Parco Nazionale, quanto di più grande si possa immaginare in fatto di alberi. Tronchi di cento metri d’altezza e trentacinque metri di circonferenza, che ci avevano messo tremila anni a crescere. In un’altra foto si vedeva una sequoia sotto cui passava una strada dove viaggiava un’automobile. Quel giorno Nabucco rimase talmente impressionato dalle sequoie che si dimenticò di reclamare la colazione. Da quel giorno non fu più lo stesso. All’inizio non mi rendevo conto del motivo di quel cambiamento, ma adesso è tutto chiaro: durante le passeggiate serali, Nabucco si è sempre accontentato di innaffiare i modesti aranci che crescono sul marciapiede. L’arbusto del mio vicino di casa Roberto è troppo grande per lui. Nabucco ci si perde dentro. Allora io mi domando: perché un cane delle dimensioni di Nabucco dovrebbe volere una sequoia gigante, se una margherita gli è più che sufficiente per fare quel che fa ogni sera? Che cosa gli ha preso? Come gli è venuto in mente? E non posso neanche dirgli di no, perché non ho mai detto di no ai suoi desideri per il compleanno. Oggi, ventisette dicembre, sono le dieci di sera e piove. Nabucco scuote il guinzaglio, segno che è impaziente di uscire. Spero solo che la California non sia troppo lontana. Nel dubbio, prima di uscire, tolgo le pentole dal fuoco. E comunque gliel’ho detto chiarissimo: – Va bene, andiamo in California, fai la tua pipì contro la sequoia e torniamo subito indietro. da E. WoIf, Che schifo di torta, Salani
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5
COMPRENDERE
1. Dove si svolge la vicenda?
Racconto umoristico
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2. Quali azioni strane compie Nabucco? Sottolineale nel racconto. 3. Come si conclude il racconto? Spiegalo con le tue parole. .......................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................
4. Il racconto è umoristico perché:
narra situazioni buffe e ridicole. narra situazioni con il lieto fine. narra avventure da brivido.
5. Segna quali delle seguenti tecniche umoristiche creano l’effetto comico nel testo.
Il malinteso, cioè il fraintendimento di parole. Il paradosso, cioè il passaggio da una situazione normale a una conclusione imprevista. L’esagerazione, cioè la presentazione in modo esagerato di personaggi normali. Le situazioni assurde. Il capovolgimento dei ruoli, cioè il comportamento dei personaggi opposto a quello che il lettore si aspetta.
6. Leggi la barzelletta poi sottolinea la parola che ti ha fatto sorridere.
È accaduto in una scuola: – Come si chiama una scarpa piccola? – Scarpina. – E una scarpa piccola e graziosa? – Scarpetta. – E una scarpa grande grande? – Scarpone. – E una scarpa rotta e puzzolente? – Schifo.
7. Sostituisci la parola che hai sottolineato con l’alterato adeguato.
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Racconto storico
COMPRENDERE
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BAMBINI DEL PASSATO 1. Leggi con attenzione i seguente testi che raccontano come vivevano due ragazzi del passato.
ANTICA GRECIA: Lisandro 500 a.C.: nella città di Atene, Lisandro lavora come apprendista nella bottega di ceramiche del padre Demetrio. Ha nove anni e deve andare a scuola ancora per due anni. Ogni mattina prega con la famiglia nel cortile di casa davanti all’altare della dea Atena, poi uno schiavo lo accompagna alle lezioni e lo attende per ricondurlo a casa. Lisandro ha imparato a leggere e a scrivere. Sa recitare i versi di Omero e sa contare con l’abaco. Ha anche imparato a suonare la lira e il doppio flauto (due flauti che vengono suonati contemporaneamente). Dopo il pranzo, Lisandro gioca all’aperto con gli amici e spesso usano i cerchi. Il bambino vive con la sua famiglia nel centro di Atene, nel quartiere degli artigiani, vicino alla piazza del mercato, l’agorà, sopra la bottega di ceramiche. Sulla facciata si apre il negozio del padre a cui arrivano clienti di tutti i tipi, soprattutto mercanti, che esporteranno le ceramiche di Demetrio in paesi lontani.
IMPERO ROMANO: Vitalianus 120 d.C.: l’esercito romano è impegnato nella difesa dei confini dell’Impero lungo il fiume Reno. Vitalianus e la sua famiglia vivono nelle vicinanze di un grande accampamento e il bambino aiuta il padre Glauco, un soldato a riposo, che ora lavora come scrivano per la gente che non sa leggere e scrivere. L’ufficio del padre fa parte di una delle tante costruzioni che sorgono fuori del grande accampamento romano. Vitalianus si alza all’alba, quando sente il suono della tromba provenire dall’accampamento. Nei giorni freddi acquista al mercato una zuppa calda, prima delle lezioni che si svolgono a casa, sotto la guida del padre: il bambino conosce perfettamente i numeri romani dall’uno al quindici e alcune parole latine. Dopo le lezioni Vitalianus gioca a biglie con gli amici. Ogni sera la famiglia si riunisce in preghiera davanti alle statuette dei Lari, gli antenati. Poi consumano la cena a base di polpette di carne di pecora, uova e verdure.
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5
COMPRENDERE
Racconto storico
1. R ispondi. • Quando e dove è vissuto Lisandro? ..........................................................................................................................................................................................................................................................
• Che cosa impara a scuola il piccolo Lisandro? .......................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................
• Che cos’è l’agorà? ..........................................................................................................................................................................................................................................................
• Quando e dove è vissuto Vitalianus? ..........................................................................................................................................................................................................................................................
• Che cosa impara sotto la guida del padre il piccolo Vitalianus? ..........................................................................................................................................................................................................................................................
• Chi sono i Lari? ..........................................................................................................................................................................................................................................................
• Come giocano Lisandro e Vitalianus? ..........................................................................................................................................................................................................................................................
2. C ompleta. • I due testi sono scritti in:
prima persona.
terza persona.
• L’argomento di ciascun testo è:
la vita di un bambino vissuto in tempi e luoghi lontani. le vicende storiche di una famiglia.
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Racconto biografico
COMPRENDERE
5
ALFONSINA STRADA C’era una volta una bambina che era velocissima sulla sua bicicletta. Quando passava lei, era come veder passare un lampo. – Non andare così forte, Alfonsina! – le gridavano i suoi genitori. Troppo tardi: era già sparita. Quando la bambina diventò grande e si sposò, i suoi sperarono che finalmente avrebbe abbandonato l’idea folle di diventare una ciclista. Invece, il giorno delle nozze, suo marito le fece un dono: una bici da corsa nuova di zecca. I due si trasferirono a Milano, e Alfonsina cominciò ad allenarsi come una professionista. Era così veloce e così forte, che alcuni anni dopo si iscrisse al Giro d’Italia, una delle corse più dure del mondo. Nessun’altra donna ci aveva mai provato. – Non ce la farà mai – diceva la gente. Ma nessuno poteva fermare Alfonsina. La corsa era lunga e molto faticosa, con dodici tappe di un giorno ciascuna, e si inerpicava per alcune delle strade di montagna più ripide d’Europa. Dei novanta ciclisti alla partenza, solo trenta tagliarono il traguardo: Alfonsina era una di loro. Fu accolta come un’eroina. L’anno seguente, tuttavia, le fu proibito di partecipare. – Il Giro d’Italia è una corsa per soli uomini – dichiararono gli organizzatori. Ma neanche questo la fermò. Alfonsina continuò a correre e stabilì un record di velocità che rimase insuperato per ventisei anni, nonostante la sua bicicletta pesasse venti chili e avesse un’unica marcia! Oggi il ciclismo femminile è uno sport molto popolare ed è perfino diventato disciplina olimpica. Alfonsina sarebbe felice di sapere che le cose sono cambiate molto da quando era bambina. da E. Favilli, F. Cavallo, 100 vite di donne straordinarie, Mondadori
1. Il personaggio di cui parla il testo è: un personaggio di fantasia.
un personaggio realmente esistito.
2. Per quale motivo è diventato famoso? ..........................................................................................................................................................................................................................................................
3. È lei stessa a raccontare di sé? Motiva la tua risposta. .......................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................
4. Chi non condivideva la sua grande passione? Chi invece l’appoggiò? .......................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................
5. Alfonsina come ha vissuto questa sua passione per il ciclismo? ..........................................................................................................................................................................................................................................................
181
5
COMPRENDERE
Testo descrittivo
IL GECO Ogni sera, appena s’accende la luce, il geco, che abita sotto le foglie sul muro, si sposta sul vetro e resta immobile come una lucertola al sole. La cosa più straordinaria sono le sue zampe, vere e proprie mani dalle dita morbide, tutte polpastrelli, che premute contro il vetro vi aderiscono con le loro minuscole ventose: le cinque dita si allargano come petali di fiorellini in un disegno infantile e, quando una zampa si muove, si raccolgono come un fiore che si chiude, per tornare poi a distendersi e a schiacciarsi contro il vetro, facendo apparire delle striature minutissime, simili a quelle delle impronte digitali… Le zampe ripiegate sembrano, più che tutte ginocchio, tutte gomito, molleggiate a sollevare il corpo. La coda aderisce al vetro solo con una striscia centrale, dove prendono origine gli anelli che la fasciano da una parte all’altra e ne fanno uno strumento robusto e ben difeso; il più del tempo è posata, torpida e neghittosa, ma all’occorrente si dimostra reattiva e ben articolata e anche espressiva. Del capo sono visibili la gola capace e vibrante, e ai lati gli occhi sporgenti e senza palpebra. La gola è una superficie di sacco floscio che s’estende dalla punta del mento, dura e tutta scaglie come quella del caimano, al ventre bianco che, dove preme sul vetro, presenta anch’esso una picchiettatura granulosa, forse adesiva. Quando un moscerino passa vicino alla bocca del geco, la lingua scatta e inghiotte, fulminea e duttile e prensile, priva di forma e capace di assumere ogni forma. Il geco resta immobile per ore, con una frustata di lingua deglutisce ogni tanto una zanzara o un moscerino. di I. Calvino
1. Nel testo sono stati sottolineati i primi due elementi del geco che sono descritti. Continua tu a sottolineare gli altri. 2. Individua nel testo le similitudini presenti, scrivile sotto e sottolinea la parola “gancio”. • (Il geco) resta immobile come lucertola al sole. •
Le cinque .........................................................................................................................................................................
• .................................................................................................................................................................................................
182
Testo descrittivo
COMPRENDERE
5
3. Segna con una 7 il completamento corretto, poi completa. • Il geco viene osservato: dall’esterno di un’abitazione, quando si accende la luce del lampione. dall’interno di una stanza, attraverso il vetro della finestra illuminato da un lampione. dall’interno di una stanza, attraverso il vetro della finestra illuminato da una lampadina.
Allo scrittore le sue zampe sembrano .......................................................................................................................................
•
..........................................................................................................................................................................................................................................................
La gola è .........................................................................................................................................................................................................................
•
4. S crivi accanto a ciascuno dei seguenti elementi come viene descritto dallo scrittore con predicati, aggettivi e altre modalità linguistiche. Sottolinea nel testo la descrizione di quelli non riportati.
Le zampe
•
vere e ..........................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................................
La coda
•
sta gran parte del tempo posata e torbida ma ......................................
aderisce al vetro con una striscia centrale
..............................................................................................................................................................................
La gola
• ..............................................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................................
Gli occhi
• ..............................................................................................................................................................................
La punta del mento
• ..............................................................................................................................................................................
Il ventre
• ..............................................................................................................................................................................
La lingua
• ..............................................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................................
183
5
COMPRENDERE
Testo descrittivo
GORILLA A... RISCHIO Il gorilla è la scimmia antropoide, cioè simile all’uomo, più grande. Può raggiungere un’altezza di un metro e ottanta centimetri e può pesare, se maschio, fino a duecento chili e, se femmina, cento chili. I gorilla sono di due specie: il gorilla di montagna (il Gorilla Beringei) che ha il pelo lungo e scuro e il gorilla di pianura (il Gorilla Gorilla) che ha il pelo rossiccio ed è un po’ più piccolo. Di buon carattere e di aspetto mite, è nomade e si sposta in un’area di più di quaranta chilometri quadrati, in gruppi di famiglie che possono riunire anche trenta individui. Ogni gruppo ha un maschio dominante, parecchi maschi subordinati, una o più femmine ed alcuni cuccioli. Ogni giorno percorrono circa cinque chilometri alla ricerca del cibo spostandosi in fila indiana. Mangiano più di venti chili di vegetazione al giorno, più parecchi insetti. I gorilla di pianura mangiano anche tanta frutta, quelli che vivono in montagna mangiano soprattutto foglie, radici e cortecce. La vegetazione contiene molta acqua, quindi i gorilla non hanno bisogno di bere tanto. Ogni sera, essi costruiscono un nuovo nido: con i rami se è su un albero, con l’erba se è al suolo. Il maschio dominante protegge la famiglia. Non è un attaccabrighe, ma di fronte al pericolo difende il suo gruppo. Quando si imbatte in un nemico, prima di attaccarlo, si batte il petto gridando e a volte strappa anche rami e arbusti e li lancia in aria. È il suo modo per dire: “Guarda come sono forte!”. Di solito il nemico capisce e se la dà a gambe. Il gorilla è fortissimo. Le sue braccia sono sette volte più potenti di quelle di un uomo. Il suo pollice è grande quanto tutta la tua mano. I maschi verso i dodici anni lasciano genitori e fratelli per crearsi una nuova famiglia, insieme a più di una femmina. Le femmine hanno cuccioli solo dopo dieci anni e, di solito, partoriscono un cucciolo ogni tre o quattro anni. Il gorillino, appena nato, pesa meno di due chili, è fragile e goffo, ma cresce in fretta. Dipende totalmente dalla mamma fino all’età di tre mesi, poi incomincia a diventare autonomo. Viene svezzato a tre mesi, quando diventa indipendente. La durata della vita è di circa di trenta anni.
184
Testo descrittivo
5
COMPRENDERE
Il gorilla vive solo nelle foreste pluviali tropicali di alcuni Paesi dell’Africa Centrale. Esistono meno di centotrentamila gorilla in tutto il mondo: circa centoventimila sono gorilla di pianura e solo seimila gorilla di montagna. Si tratta di una specie a rischio. Il pericolo che li minaccia è la caccia: i gorilla vengono uccisi per la carne o cadono in trappole predisposte per le antilopi. Alcuni esemplari vengono uccisi per venderne la testa e le zampe come trofei. Inoltre i bracconieri uccidono intere famiglie per catturare i cuccioli da vendere agli zoo.
2. Rispondi alle domande con più informazioni possibili che ricavi dal testo. •
Che specie di animale è un gorilla?
....................................................................................................................................................................................................................................................
•
•
Di quante specie sono? ....................................................................................................................................................................................................................................................
Quale specie ha un minor numero di esemplari viventi? Perché?
.................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................
•
Com’è organizzato per vivere il gorilla? .................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................
•
Di che cosa si nutre e come si procura il cibo?
.................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................
2. Completa sul tuo quaderno una carta d’identità del gorilla. Puoi usare la seguente scaletta: • caratteristiche fisiche (appena nato e da adulto: statura, peso, pelo, arti superiori, dita); • carattere; • dove vive.
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5
COMPRENDERE
Testo descrittivo
IL LUPO E IL RAGAZZO Il ragazzo è immobile, ritto davanti al recinto del lupo. Il lupo va e viene. Gira in lungo e in largo senza mai fermarsi. “Che scocciatore, quel tipo…” ecco quel che pensa il lupo. È un’ora, ormai, che il lupo trotta. Un’ora che gli occhi del ragazzo lo seguono. Il pelo azzurro del lupo sfiora la rete. I muscoli guizzano sotto il pelame invernale. Il lupo azzurro trotta come se non dovesse fermarsi mai. Come se stesse tornando a casa sua, lassù, in Alaska. «Lupo d’Alaska» sta scritto sulla targhetta di ferro, sulla rete. E per maggiore chiarezza c’è anche una carta del Grande Nord, con una regione segnata in rosso: «Lupo d’Alaska, Barren Lands». Posandosi al suolo, le zampe non fanno rumore. Continua ad andare da un capo all’altro del recinto: si direbbe il pendolo silenzioso di un grande orologio. E gli occhi del ragazzo hanno un movimento lentissimo, come se seguissero una partita a tennis al rallentatore. “Che ho, da interessarlo tanto?”, il lupo aggrotta le sopracciglia; piccole onde di pelo ritto vanno a smorzarsi intorno al muso, e bruscamente si ferma. Si siede eretto proprio davanti al ragazzo. E anche lui si mette a fissarlo. Adesso sono faccia a faccia. Non un visitatore nel giardino zoologico, non c’è che il ragazzo e quel lupo dal pelame azzurro. “Vuoi guardarmi? D’accordo! Anch’io ti guardo! Si starà a vedere...” pensa il lupo, ma c’è qualcosa che lo disturba: lui non ha che un occhio, mentre il ragazzo ne ha due. A un tratto il lupo non sa in che occhio del ragazzo fissare lo sguardo. Esita. Il suo unico occhio salta da destra a sinistra e da sinistra a destra. Il lupo è maledettamente a disagio, così il suo unico occhio impazzisce sempre più e ben presto, attraverso la cicatrice dell’occhio morto, spunta una lacrima. Allora il ragazzo fa una cosa curiosa: chiude un occhio. Ed eccoli là che si fissano, occhio nell’occhio, nel giardino zoologico deserto e silenzioso. Un occhio giallo, rotondo, con una pupilla nera proprio al centro. Un occhio che non si chiude mai. È come se il ragazzo stesse fissando una candela accesa nella notte; non vede che quell’occhio: gli alberi, lo zoo, il recinto, tutto è scomparso. Non resta che un’unica cosa: l’occhio del lupo. da D. Pennac, L’occhio del lupo, Salani
1. Vero o falso? Rispondi con una ✗.
Nel testo agiscono quattro personaggi.
I fatti si svolgono di giorno.
Il lupo azzurro proviene dall’Alaska.
Il giardino zoologico è affollato.
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V V V V
F F F F
Testo descrittivo
COMPRENDERE
5
2. Ordina con i numeri la successione cronologica dei fatti.
Il ragazzo, immobile davanti al recinto, osserva il lupo.
Tutti e due si fissano, occhio nell’occhio.
Il lupo non sa quale occhio del ragazzo fissare.
Il lupo si siede eretto davanti al ragazzo, per fissarlo.
Il lupo trotta senza mai fermarsi.
Il ragazzo chiude un occhio.
3. Quali elementi fisici del lupo vengono descritti?
Il pelo.
I muscoli.
Gli occhi.
La coda.
4. Quali elementi dell’ambiente vengono descritti?
Il recinto.
Il giardino zoologico.
Le gabbie.
5. Le descrizioni:
concludono le frasi narrative. caratterizzano l’ambiente e i personaggi. allungano il testo in modo noioso. sono parti di testo staccate dal racconto.
6. Nel testo non sono presenti dati:
visivi e uditivi. gustativi e visivi.
visivi e tattili. uditivi e gustativi.
7. Nella frase “E anche lui si mette a fissarlo” la parola “lui” si riferisce:
al ragazzo.
al lupo.
8. Perché il lupo è “maledettamente” a disagio?
Non sa dove fissare lo sguardo perché ha un occhio solo. Vuole tornare in Alaska. Ha paura del ragazzo. È affamato.
9. Quali sentimenti prova il lupo nei confronti del ragazzo?
Odio e rancore. Disagio e curiosità.
Simpatia e curiosità. Disagio e aggressività.
187
5
COMPRENDERE
Testo poetico
PAROLE-RUMORE 1. Leggi le poesie in silenzio, poi a voce alta e ascolta la tua voce che produce le parole-rumore.
MASTRO GEPPETTO Mastro Geppetto abete, pioppo, larice, pino, sega, raspa, pialla, martella, vra vra vra visc visc visc tic tac tac tic tac tac tic piedi, stinchi, tronco, braccia, mani, collo, bocca, orecchie, occhio, occhio, Pinocchio.
2. Rispondi. • C he cosa sta costruendo
Geppetto? .............................................................................
• Come si sente alla fine del
suo lavoro? .........................................................................
da R. Piumini, Io mi ricordo Quieto Patata, N. E. R.
3. Le parole-rumore, cioè le parole onomatopeiche, quale rumore riproducono? Vra vra vra
il suono della ............................................
Visc visc visc
il suono ..........................................................
Tic tac toc
il suono ..........................................................
LA FONTANA MALATA Clof, Clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch… È giù nel cortile, la povera fontana malata; che spasimo! Sentirla tossire! da A. Palazzeschi, Poesie, Mondadori
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4. Segna con una ✗ il completamento giusto. • L e parole-rumore riproducono
il suono: di passi nella notte. di una finestra che sbatte. di gocce d’acqua. • L a parola “spasimo” significa:
fastidio. sofferenza. spavento.
Testo poetico
COMPRENDERE
5
TIENE IL RAGNO 1. Leggi prima silenziosamente, poi con espressività.
IL VENTO Tiene il ragno un gomitolo d’argento con due mani invisibili e una danza dolce e solitaria dipana il filo di perle. Di nulla in nulla avanza col suo lavoro immateriale. Ricopre i nostri arazzi con i suoi nella metà del tempo. Gli basta un’ora ad innalzare teorie di luce. Pende poi dalla cima di una scopa dimenticando ogni sua sottigliezza. di E. Dickinson, Poesie, Rizzoli
2. Che cosa significano, nella poesia, le seguenti espressioni? Indicalo con una 7. • Col “suo lavoro immateriale” significa:
lavoro lieve, leggero, inconsistente. lavoro eseguito senza l’uso di materiale. • “Teorie di luce” sta per:
leggi sulla luce.
trame luminose.
• dimenticando “ogni sua sottigliezza” significa:
ogni sua intelligente e fine bravura. la sua capacità di entrare in ogni stretta fessura.
3. Segna con una ✗ le caratteristiche del testo poetico presenti nella poesia che hai letto. rime similitudini
versi liberi personificazioni
strofe metafore
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5
COMPRENDERE
Testo poetico
LA MIA SERA Il giorno fu pieno di lampi ma ora verranno le stelle, le tacite1 stelle. Nei campi, c’è un breve gre gre di ranelle2. Le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggiera. Nel giorno, che lampi! Che scoppi! Che pace, la sera!
A B A B A B A B
Si devono aprire le stelle nel cielo sì tenero e vivo. Là, presso le allegre ranelle, singhiozza monotono un rivo. Di tutto quel cupo tumulto, di tutta quell’aspra bufera, non resta che un dolce singulto3 nell’umida sera. È, quella infinita tempesta, finita in un rivo canoro. Dei fulmini fragili restano cirri4 di porpora e d’oro. O stanco dolore, riposa! La nube nel giorno più nera fu quella che vedo più rosa nell’ultima sera.
tacite = silenziose ranelle = rane 3 singulto = singhiozzo 4 cirri = nuvole 1 2
di G. Pascoli
1. La poesia è formata da 2. I versi sono:
liberi. in rima baciata. in rima alternata.
190
strofe di
versi ciascuna.
Testo poetico
5
COMPRENDERE
3. Scrivi l’ultimo verso di ogni strofa. • ..................................................................................................................................................................................................................................... • ..................................................................................................................................................................................................................................... • .....................................................................................................................................................................................................................................
4. Quale parola viene ripetuta? ....................................................................................................................................................................................................................................
5. Che effetto vuole creare il poeta? ....................................................................................................................................................................................................................................
6. Q uale dei due cartelli riassume, secondo te, il significato della poesia? Segnalo con una ✗. Dopo un giorno tempestoso finalmente il cielo si è placato e le nubi nere sono diventate rosa.
Un giorno tempestoso, pieno di lampi, si conclude nella serenità della sera piena di stelle. Anche la vita del poeta si conclude nella pace e nella serenità della vecchiaia dopo una vita sofferta, piena di dolore.
7. Sottolinea e trascrivi le personificazioni presenti nella poesia. ..................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................
8. Rileggi con attenzione e sensibilità la poesia, cerca di comprendere il significato di tutte le parole e poi scrivi la parafrasi. La mia sera ......................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................................................................................
191
5
COMPRENDERE
Testo informativo
I PERCHÉ DEI COMPORTAMENTI DELL’AMICO GATTO
1. Leggi il testo, attivando l’attenzione sulle informazioni contenute in ogni paragrafo.
Il gatto saluta I gatti, se sono amici, quando si incontrano si strofinano l’uno l’altro lentamente, la testa dell’uno contro il muso dell’altro. Il micio di casa rifà lo stesso gesto con le persone a cui vuole bene: si solleva sulle zampe posteriori e cerca di raggiungere il viso. Ma non vi arriva, allora si accontenta di sfiorare le mani o le ginocchia.
Come manifesta la sua felicità Per manifestare la felicità il gatto fa le fusa. Con il caratteristico “ron ron”, prodotto da vibrazioni dell’apparato respiratorio, i cuccioli, quando sono acciambellati sotto il corpo della mamma, le dicono che stanno bene, e che si sentono amati e coccolati. Scambio di odori Il gatto si strofina contro le gambe di una persona per lasciarvi il suo odore e per ricevere sul corpo l’altro odore, che poi assapora, leccandosi i fianchi e il muso. Che bravo, cade sempre in piedi! Il gatto ha nell’orecchio uno speciale organo di senso che gli permette di capire in quale posizione si trova rispetto al suolo, mentre è sospeso in aria. Un riflesso istintivo gli consente poi di mettersi nella posizione giusta per atterrare in pancia in giù e ammortizzare così l’impatto con tutte e quattro le zampe. Per bilanciarsi si aiuta con i movimenti della coda. Per questo, quando precipita dall’alto, raramente si fa male. Se il gatto si spaventa Quando il gatto si spaventa, inarca la schiena e contemporaneamente arruffa il pelo e raddrizza la coda. Lo fa per sembrare più grande e apparire così più temibile. Il riposo del gatto Al gatto necessitano fino a 16 ore di sonno al giorno. È un felino e, come tale, vuole essere sempre riposato per avere forze ed energie quando vuole cacciare delle prede. Questa abitudine rimane anche negli esemplari domestici. A volte, mentre dorme, il micio muove la coda, le orecchie e le zampe. Secondo gli etologi, fa così quando sogna.
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Testo informativo
COMPRENDERE
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1. R ispondi. • Perché il gatto saluta le persone amiche sollevandosi in piedi? ...................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................
• Perché fa le fusa? ...................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................
• Perché si strofina contro le gambe delle persone a cui vuol bene? ...................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................
• Perché il gatto cade sempre in piedi? ...................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................
• Perché inarca la schiena? ...................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................
• Perché dorme tanto? ...................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................
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5
COMPRENDERE
Testo informativo
IL COLOSSEO
1 2
3
4
Gli antichi Romani andavano pazzi per gli spettacoli, di tutti i tipi. Amavano il teatro, le corse con i carri, ma soprattutto i combattimenti tra gladiatori. Il primo documento relativo ai giochi dei gladiatori è dell’anno 264 avanti Cristo. In origine, i combattimenti tra gladiatori erano organizzati in occasione dei funerali di persone importanti, per intrattenere chi si riuniva a salutare il defunto. Poi divennero semplicemente una dimostrazione di forza e coraggio, per divertire gli spettatori; erano allestiti nel Foro, dentro recinti o in edifici in legno provvisori. Fu l’imperatore Vespasiano della dinastia dei Flavi, nel 72 d.C., a volere una sede permanente per i giochi: una costruzione grandiosa per 50 000 spettatori, che venne inaugurata nell’80 d.C. con il nome di Anfiteatro Flavio. I giochi per l’inaugurazione durarono cento giorni. Il nome Colosseo comparve verso l’anno Mille. Il Colosseo è lungo 188 metri, largo 156 metri e alto 52 metri. Alle due estremità dell’asse più lungo si aprono due porte: quella Trionfale, da cui entrano i gladiatori, e la porta Libitina, da cui si portano fuori i cadaveri. Sopra le gradinate, viene steso un immenso tendone, il velarium, per riparare gli spettatori dal sole e dalla pioggia. La costruzione è realizzata in blocchi di tufo (una pietra porosa di origine vulcanica) e mattoni; la struttura portante è fatta di blocchi di travertino. Per trasportare il materiale dalle cave di Tivoli, fu costruita una strada larga sei metri e vennero usati 200 carri e 400 buoi al giorno per quattro anni. L’esterno ha quattro piani: i primi tre poggiano su 80 arcate con pilastri e semi colonne che hanno capitelli diversi. Il quarto piano, l’attico, è in muratura piena, con 40 finestre quadrate. I blocchi di travertino sono tenuti insieme da perni di metallo. Nei secoli molti sono stati tolti e fusi per altri usi. Gli spettacoli sono annunciati da manifesti dipinti sui muri della città. Sono gratuiti, ma per assistere bisogna munirsi di biglietto. La “locandina” del Colosseo propone al mattino venationes (caccia e lotta tra animali); verso mezzogiorno noxii (esecuzione di condanne a morte); al pomeriggio, quando le gradinate sono più affollate, munera (combattimenti tra gladiatori). Vittime dei noxii furono moltissimi cristiani. La cavea, lo spazio destinato agli spettatori, è divisa in gradinate che poggiano su una struttura attraversata da gallerie. Gli spettatori raggiungono i loro posti dalle arcate che si trovano al pianterreno e che portano ai vari settori della cavea. L’imperatore ha un’entrata tutta per lui e raggiunge il suo palco attraverso un portico che dà all’esterno. I settori sono cinque e ogni spettatore ha diritto ha un posto secondo la sua classe sociale. Le gradinate più basse, vicino all’arena, in marmo, sono riservate ai senatori, ai magistrati e alle loro famiglie.
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Testo informativo
5
COMPRENDERE
5 Lì c’è anche il palco dell’imperatore. Salendo, ci sono le gradinate dei cittadini più ricchi e nobili. Il popolo sta nelle ultime file. In alto c’è anche un settore riservato alle donne che, a quel tempo, nelle occasioni pubbliche, dovevano stare separate dagli uomini. 6 L’arena, dove si svolge lo spettacolo, ha il pavimento di legno, ricoperto di sabbia, che viene tenuta sempre pulita.
1. Osserva il disegno del Colosseo e scrivi i numeri da 1 a 6 ai lati del testo, al posto giusto nel disegno.
3. Completa il programma degli spettacoli. I giochi proposti sono: • venationes, cioè caccia e ..............................................................., e si tengono di ...............................................................; • noxii, cioè ..............................................................., che avvengono verso ...............................................................; • munera, cioè ............................................................... che si fanno al ...............................................................
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5
COMPRENDERE
Testo informativo
ANIMALI, AMICI LEALI 1. Leggi con attenzione, poi individua le informazioni che ti permetteranno di rispondere alle “cinque W” e completa. 19 aprile 2004
DONNA SALVATA DAL SUO CANE Ha composto il numero delle emergenze. Storia di un rottweiler per nulla pericoloso. Una storia dedicata a quanti sparano a zero sui cani pericolosi e credono che pitbull, rottweiler e mastini facciano sempre rima con aggressività e violenza. La storia arriva dagli Stati Uniti e ha come protagonisti una donna disabile e il suo cane. Non un meticcio, un barboncino o un rassicurante dalmata. La signora Basley, paraplegica, ha infatti deciso di prendere con sé un rottweiler: una di quelle razze che fanno impaurire molti. Ma la sua decisione si è rivelata più che giusta, visto che le ha salvato la vita. Le cose sono andate più o meno così: la donna, che ha 45 anni e sof fre di attacchi epilettici, ha avuto una crisi improvvisa ed è caduta dalla sedia a rotelle. Allora Faith (in italiano, Fede), la sua cagna di quattro anni, si è gettata sul telefono e ha continuato a comporre il 911, il numero delle emergenze abbaiando senza sosta finché è riuscita a convincere l’operatore a intervenire in soccorso della sua padrona. Certo, Faith ha ricevuto un particolare addestramento: riesce a riconoscere i cambiamenti di odore della sua padrona e l’avverte quando sta per essere colpita da un attacco. Sa anche come chiedere aiuto: alza la cornetta e compone il numero premendo i tasti con il naso. Insomma una commovente storia a lieto fine che dimostra come l’addestramento impartito ai cani possa avere risultati completamente opposti: in un caso può salvare la vita a una donna, in altri può sfociare in attacchi di violenza che finiscono nelle pagine di cronaca. Il Venerdì di Repubblica, n° 870
V. Aloisio
• WHO?
– CHI? – I protagonisti: ...................................................................................................................................................... • WHAT? – CHE COSA? – Il fatto: ................................................................................................................................................... • WHEN? – QUANDO? – Il tempo: ............................................................................................................................................... • WHERE? – DOVE? – Il luogo: ........................................................................................................................................................... • WHY? – PERCHÉ? – Il motivo del fatto: .............................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................
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Testo informativo
5
COMPRENDERE
LEGGERE LA PUBBLICITÀ 1. Osserva l’immagine, leggi lo slogan e le informazioni scritte sotto l’immagine, poi segna con una ✗ il completamento giusto.
• L’emittente del messaggio pubblicitario:
sono i bambini. sono i produttori di carta. è Comieco (consorzio nazionale recupero e riciclo).
• Lo slogan invita a promuovere:
il gioco fra nonni e nipoti. il riutilizzo della carta. lo sviluppo della fantasia nei bambini. • Lo scopo della pubblicità è:
• I destinatari del messaggio pubblicitario
sono: i bambini.
gli adulti.
tutti i cittadini.
la raccolta di carta e cartone. la vendita di giocattoli di carta. la vendita di carta e cartone.
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COMPRENDERE
Testo argomentativo
CALCIO O TELEVISIONE?
Non capisco proprio perché a tanti miei compagni piaccia correre, sudare, prendersi calci e insulti correndo dietro un pallone. E quando anche uno segna un goal, che sarà mai? Una palla infilata fra due pali! Non c’è avventura, non c’è fantasia… Io preferisco la televisione! 1 Seduto comodo comodo sul divano io assisto a scontri fra creature portentose, vedo paesaggi eccezionali, posso andare nel passato, esplorare il presente, osservare il futuro. 2 E quando uno spettacolo mi annoia, clic, premo un tasto e cambio lo spettacolo, premo di nuovo ed ecco un’altra situazione. 3 Non mi vengono lividi, non mi sporco, non mi viene il fiatone, non sudo e non mi viene il mal di gola. W il calcio. W la televisione. di N. Fattori
1. Qual è il problema che viene discusso? ..................................................................................................................................................
2. Completa i riquadri. Tesi dell’autore: ...............................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................................................
Seduto comodo 1° argomento: .....................................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................................................................
Quando 2° argomento: .....................................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................................................................
Non mi 3° argomento: .....................................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................................................................
198
Testo narrativo
SCRIVERE
5
INKIOSTRIK TROVA UN AMICO 1. Nel racconto mancano alcune voci verbali, che troverai all’infinito presente nel riquadro. Leggi e inseriscile, coniugandole al tempo e persona richiesti dal testo, per completare la storia in modo coerente.
dare • saltare • suonare • dire • alzare • indossare • sedere ruggire • spiegare • puzzare • spuntare L’uomo che
.......................................................................
il violino all’angolo della strada aveva la barba
lunga e ....................................................................... una camicia a scacchi lurida e un paio di pantaloni in avanzato stato di decomposizione. Portava scarponi bucati, da cui ....................................................................... le dita dei piedi. – Mmm! Che profumino! – Inkiostrik ....................................................................... un’annusatina all’uomo e ne fu entusiasta; i calzini ....................................................................... di muffa, la camicia di sudore e lo zainetto di gorgonzola e di stalla. Wow! Ecco l’uomo che faceva al caso suo: un vero e proprio campione di sporcizia! Il musicista ripose il violino in una custodia nera, si ....................................................................... in piedi e se ne andò. Inkiostrik si appese con due zampette ai suoi pantaloni sostenendosi con la terza al bordo di uno degli scarponi. L’uomo ....................................................................... su una panchina del parco e si mise a mangiare una mela e un panino. Una pulce affondò le fauci in uno dei numerosi buchi dei pantaloni sbrindellati dell’uomo. Inkiostrik ....................................................................... furibondo: – Sparisci bestia schifosa! La pulce, terrorizzata, ....................................................................... via a zampe levate. – Che cosa c’è qui! – pantaloni.
.......................................................................
sorpreso il musicista, osservandosi i
– Sono Inkiostrik, della famiglia dei Nauseabondi Succhiatori d’Inchiostro. – ............................... molto fiero di sé e del suo nuovo amico. da U. Scheffler, Inkiostrik, il mostro dello zainetto, Piemme
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5
SCRIVERE
Testo narrativo
STORIA DEL CARNEVALE 1. Completa il testo con i connettivi mancanti (avverbi, congiunzioni, e preposizioni). Per le preposizioni semplici e articolate devi decidere da solo, mentre per gli avverbi e le congiunzioni scegli dal seguente elenco:
oppure • indietro • precisamente • anche • dove subito dopo • durante • o • così che • non • e • cosicché
Le origini ................................. Carnevale si trovano andando ................................. nei secoli, ................................ .
tempo ................................. antichi Romani, più ............................................................ nelle feste dei Saturnalia
(in onore ................................. dio ................................. agricoltura Saturno) e dei Baccanali ................................. onore ................................. Bacco, dio ................................. vino). ................................................
questi festeggiamenti il potere dell’autorità veniva sospeso, ci si
scambiavano doni e ruoli sociali, .................................................... gli schiavi potevano essere serviti .................................
padroni, i plebei potevano confondersi
.................
i nobili e viceversa,
.................
grazie ................. travestimenti. Nascono così le prime maschere, ................. con lo scopo di ................. essere riconosciuti, e i primi cortei che si riversano nelle strade ................. regna l’allegria e il buon vino. Il lancio ................. confetti, uova, fiori e frutta, tipico della festa, ricorda l’attuale lancio ................. coriandoli ................. fili colorati. Il Cristianesimo fece ordine ................. complicato panorama ................. festività romane e cercò di moderare quelle più esagerate e trasgressive. Fu ........................... i Saturnalia confluirono .................
Carnevale.
Secondo i luoghi, il periodo che precedeva la Quaresima poteva iniziare
...........................
il
Natale, ............................ a Capodanno, ............................... dopo l’Epifania. Oggi culmina Ceneri.
200
.................
i giorni cosiddetti “grassi”, cioè
.................
giovedì al martedì
.................
Testo narrativo
5
SCRIVERE
RACCONTARE... IN MODI DIVERSI 1. L eggi i brani, individua le modalità espressive usate dall’autore e indicale con una 7. Poi completa le frasi inserendo le seguenti parole: riflessive, descrittive, narrative.
La luna, limpidissima, illuminava le casette nere e grigie che parevano fatte di carbone e di cenere; il vasto orizzonte, tutto d’un azzurro latteo, sembrava uno sfondo di mare lontano; le ombre delle rocce e dei cespugli si disegnavano sul terreno giallognolo e tutto appariva dolce e misterioso.
L’autrice usa: espressioni di uso comune espressioni raffinate ricche di aggettivi e similitudini un ritmo lento, ampio un ritmo veloce, incalzante
di G. Deledda
Questa è una modalità espressiva adatta per le sequenze ..............................................................................................
Lui, che teneva il grosso gomitolo dello spago, dopo aver spiato il vento, prese ad un tratto la rincorsa in direzione opposta e ci gridò di mollare. Trepidanti seguimmo il mostro che barcollò, ondeggiò, poi, trasportato dal vento, cominciò a salire, salire e ad allontanarsi nel cielo.
L’autore usa: espressioni semplici espressioni ricercate la sequenzialità dei fatti un ritmo abbastanza veloce un ritmo lento
di G. Stuparich
Questa è una modalità espressiva adatta per le sequenze ..............................................................................................
Brahim si alzò. Ancora una volta lenzuoli e coperte erano strettamente aggrovigliati. “È più facile dormire su una stuoia” pensò Brahim, “il letto è soffice, ma ogni mattina mi sento come un pesce che si dibatte per liberarsi dalla rete: la mamma deve ancora imparare a farlo”. Scese. Prese un pezzo di pane, una costoletta di agnello. Brahim andò a scuola…
L’autore usa: espressioni semplici espressioni ricercate la sequenzialità dei fatti un ritmo abbastanza veloce un ritmo lento riportare pensieri del protagonista
di R. Swartenbrekx
Questa è una modalità espressiva adatta per le sequenze ..............................................................................................
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5
SCRIVERE
Testo narrativo
PIENI DI FANGO 1. Leggi il testo individuando bene l’inizio, lo svolgimento e la conclusione.
Era l’ultimo giorno delle vacanze di Pasqua. Andrea riprese il cammino di casa. Polpetta lo seguì. In quel pomeriggio di primavera il sole incominciava ad essere bello caldo e i suoi raggi riscaldavano la pelle, mentre i prati erano pieni di margherite e violette. Andrea si mise a correre verso casa. Improvvisamente sentì il rumore di un motore. Una lussuosa limousine grigia sbucò da una curva e proseguì a tutta velocità sulla strada sterrata. C’erano tante pozzanghere formate dall’abbondante pioggia del mattino… Andrea ed il suo cane erano fermi vicino a una di esse: il conducente non se ne curò minimamente e i due si ritrovarono pieni di fango… Andrea si accorse delle macchie di fango sui suoi indumenti e sul mantello del cane, che sembrava fosse diventato un dalmata. – Ma guarda un po’ che cosa ci deve succedere mentre torniamo a casa! Andrea era proprio arrabbiato, continuava a correre anche con il fiatone. Da dove erano saltati fuori quei due con quel macchinone? Di solito da quelle parti si vedevano solo trattori. Il suo cane continuava a seguirlo. Come tutti i cani, anche Polpetta sapeva che quando il suo padrone era arrabbiato era meglio stargli alla larga. Poco dopo Andrea fu nei pressi di casa. da M. Barbier, Pescecani nell’erba, Motta Junior
2. Ora rielabora il testo e riscrivilo facendolo narrare in prima persona da Andrea o dal conducente della limousine oppure da Polpetta, il cane di Andrea. Arricchisci il tuo testo con espressioni o pensieri dei personaggi coinvolti. Puoi anche modificare il titolo.
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Testo narrativo
SCRIVERE
5
RACCONTARE... A RITROSO 1. Leggi il racconto, poi riscrivilo sul quaderno a ritroso, partendo dalla conclusione. Scegli tu il titolo.
Il giorno dopo il suo compleanno, mentre andava a scuola, Tonino De Rosa, pensava con tristezza: “Nessuno può costringere un povero ragazzo a risolvere problemi e a studiare cinque pagine di storia il giorno in cui compie dieci anni. E difatti nessuno mi ha costretto. Però adesso che cosa racconto al maestro?” A dir la verità, tutta la verità, la mamma aveva chiesto: – E i compiti Tonino? – Non ne ho, mamma. La bugia è uscita così in fretta che Tonino non aveva avuto nemmeno il bisogno di pensarla: si era fatta da sola, si era nascosta in qualche angolo, e al momento giusto (cioè al momento di andare al cinema con il babbo) era saltata fuori. All’Eden c’era un film di pellerossa e forse la bugia aveva molta voglia di andarci. Per tutta la durata del film Tonino aveva dimenticato i compiti e anche la bugia: non ci voleva molto con un tipo come Aquila di Tuono sullo schermo. – E adesso? – pensò Tonino mentre entrava a scuola. Era così preoccupato che si trovò seduto nel suo banco senza aver salutato un solo compagno, nemmeno Roberto, il suo migliore amico. da G. Rodari, Le avventure di Tonino l’invisibile, Ed. Riuniti
• Puoi iniziare così il tuo racconto.
Tonino senza rendersi conto si trovò seduto nel suo banco senza avere salutato nessuno, nemmeno…
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5
SCRIVERE
Testo narrativo
RIFLESSIONI DI... 1. Leggi il seguente testo che è una lunga sequenza riflessiva, quasi un dialogo con se stessi. Poi completa.
Lo so che è mio dovere, dopotutto l’ho in custodia, ma che seccature queste passeggiate, con lui che non vuole, che si fa tirare, che si ferma a guardare voglioso le panchine, che dopo cento metri ansima come un mantice e mi supplica: – Basta! Ti prego, rientriamo! Io penso solo alla sua salute; se non lo porto a passeggiare, presto non riuscirà neanche a fare due piani di scale! Ma lui, invece, si lamenta, mi supplica. Che ingrato! E sì che la mattina mi alzo mezz’ora prima per il suo giretto nel parco, mentre potrei crogiolarmi nel sonno e, la sera, anziché godermi la meritata poltrona, ancora fuori per l’ultima corsetta! Al ritorno mi soffia anche il posto sulla poltrona e osa pure chiamarmi “cucciolino mio!”. di N. Fattori
La situazione è narrata dal punto di vista del ........................................................................................
2. Ora, sul quaderno, scrivi tu un testo simile a quello che hai letto il cui protagonista sia uno dei seguenti animali: • un topo che è stato inseguito più volte dallo stesso gatto; • un canarino chiuso in gabbia accanto a una finestra aperta; • una gallina vanitosa che disdegna stare con le sue simili nello stesso cortile; ...................................................................................................................................................................................................................................................
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Testo narrativo
SCRIVERE
5
SCRIVERE CON FANTASIA 1. Leggi la prima storia, poi completa la seconda.
INCONTRI TRA PAROLE C’era una volta una parola un po’ pigra, piatta, spesso sedentaria, di nome Mattonella. Incontrò una parola molto attiva, vivace, sempre in movimento, di nome Ruota, che percorreva ansimando una strada in salita. Entrambe si fermarono a parlare del più e del meno: di perimetri, di pavimenti, di strade. Mattonella propose a Ruota di farla salire su di lei e le promise che una volta scese in basso si sarebbero divertite. Ruota, che era di cuore generoso, accettò la proposta e, con grande meraviglia, si accorse che sulla strada piana erano, in compagnia, in grado di impennarsi, di fare curve a gomito, zigzagare, fermarsi di colpo. Insomma stare insieme era tanto divertente che decisero di non separarsi più. Cambiarono anche nome: diventarono Skate-board e fecero divertenti e sempre nuove acrobazie. Due parole aggressive, sempre pronte a scatenare liti, di nome Pugno e Schiaffo, incontrarono Agnellino, una parola docile, molto mite. Ne ebbero prima compassione e poi furono affascinate dal suo modo di comportarsi con gli altri e si trasformarono in parole tenere e dolci. Di conseguenza decisero anche di cambiare nome e divennero Carezza e Bacio. Partirono poi insieme allegre, tenendosi per mano in cerca di qualcuno, in cerca di gentilezza, dolcezza e tenerezza. Trovarono .................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................
2. Ora utilizza una delle seguenti coppie per scrivere una storia di “Incontri tra parole”. Chiedi aiuto alla tua fantasia! Fragola/Cubetto di Ghiaccio
Pane/Nutella
Palla/Aquilone
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5
SCRIVERE
Racconto fantasy
IL RACCONTO FANTASY Il racconto fantasy narra l’eterna lotta fra il Bene e il Male. • I LUOGHI dove avvengono le vicende sono città incantate, villaggi abitati da Elfi, grotte in cui vivono Draghi della Fortuna, isole e foreste avvolte da Nebbie Fatate, colline abitate da Hobbit, laghi e ruscelli abitati da Fate. • I PERSONAGGI sono creature fantastiche, misteriose, dotate di poteri straordinari: Fate, Elfi, Troll, Draghi della Fortuna, Orchi, Gnomi dispettosi, Draghi feroci, Folletti, … • I l PROTAGONISTA (o i protagonisti) è di solito un essere umano che affronta pericoli, imprese straordinarie, usa formule magiche svelate da un personaggio magico del popolo del Bene, per sconfiggere le tenebre, il Male. 1. Leggi e continua il testo, guidato da domande alle quali dovrai rispondere ricorrendo alla tua fantasia.
INCONTRI NELLA MISTERIOSA ABITAZIONE Edoardo e Pietro percorrevano un sentiero stretto che serpeggiava fra cupi cespugli e strani alberi ombrosi. Edoardo fu preso da paura, sentiva gelo alla schiena e chiese a Pietro di tornare indietro. – No, non ci penso proprio! – e prese a battere il suo bastone sui cespugli e su certi scuri macigni sparsi qua e là. – Non sappiamo dove ci porta questo sentiero e poi sta per tramontare il sole. Il buio è alle calcagna e noi che faremo? Furono avvolti da un nugolo di moscerini e altri piccoli insetti ronzanti, poi davanti a loro comparve un enorme prato, al centro del quale sorgeva una strana costruzione, in parte in stato di abbandono, con tanti camini e torrette sul tetto. Molte finestre erano chiuse, alcune erano aperte, ma erano buie. Improvvisamente videro muoversi un’ombra con una luce in mano… Come se fossero attratti da una forza irresistibile, si avviarono alla porta d’ingresso il cui portone era in parte distrutto. Nell’oscurità, velata dagli ultimi bagliori del tramonto, Edoardo e Pietro videro un essere piccolo, con il corpo deforme, le mani ossute con dita lunghe ed artigli al posto delle unghie.
206
Racconto fantasy
SCRIVERE
5
• ( Chi sarà questo personaggio misterioso? Sarà un personaggio del popolo del Bene o del Male?
Quali saranno i suoi poteri?) ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................
• (I due ragazzi quali pericoli, quali prove dovranno affrontare? Chi li aiuterà?) ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................
• (Chiudi con un finale in cui le forze del Bene avranno il sopravvento sul Male.) ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................
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5
SCRIVERE
Racconto di fantascienza
NEL MONDO FANTASCIENTIFICO Il racconto di fantascienza è caratterizzato da: • PERSONAGGI extraterrestri, robot o altre macchine umanizzate, pianta o animale alieno… • AMBIENTI DI ALTRI MONDI come pianeti sconosciuti, galassie inesplorate, un asteroide, un’astronave… oppure la Terra ma immaginata nel futuro; • TEMPO presente o futuro; • SITUAZIONI spesso verosimili, con spiegazioni scientificamente possibili. Un terrestre in volo nello spazio per raggiungere un altro pianeta, un incontro con un alieno… 2. Leggi le tre brevi situazioni iniziali poi scegline una e, rispettando la struttura del racconto, scrivi un racconto fantascientifico sul quaderno.
L’astronave lentamente si appoggiò sul grande prato alla periferia della città. Dopo un tempo breve, ma che alle persone in attesa sembrò lunghissimo, il portellone si aprì e apparve Murck. Era questi uno strano personaggio che viaggiava con uno zoo di animali che vivevano in altri pianeti. La folla fece silenzio e attese che Murck parlasse… Alla bianca luce della luna piena di un freddo giorno di febbraio, Gabriele vide scintillare la superficie di una piccola astronave. Rimase incantato dal la forma perfettamente sferica, senza alcun segno che indicasse la presenza di aperture. Con stupore vide aprirsi, senza produrre alcun rumore, il portello e apparve uno strano essere. Era piccolo, di colore… Il giovane extraterrestre salutò i propri familiari, gli amici, poi salì sulla sua nuova e sfavillante astronave: era pronto a partire per la sua prima missione. Infatti, doveva esplorare una nuova galassia in cui si diceva vivessero esseri strani dalla pelle chiara o nera, con due gambe per camminare e due per afferrare cose o propri simili…
208
Racconto giallo
SCRIVERE
5
GLI INGREDIENTI DEL GIALLO 1. Leggi e completa con le parole del riquadro. del caso • falsi indizi • l’investigatore • un omicidio • il colpevole
Il racconto giallo presenta sempre un mistero, un’incognita, un enigma (un furto, una sparizione improvvisa, ................................................................ …). I personaggi chiave sono: la vittima, ................................................................, ................................................................ Fasi importanti dell’inchiesta sono l’analisi dei fatti, la discriminazione fra indizi e ................................................................, prove e soluzione ................................................................ 2. Ora scegli gli ingredienti che più stimolano la tua fantasia e scrivi un racconto giallo.
• CASO DA RISOLVERE: una sparizione strana e improvvisa, un delitto, un furto in un museo, in un’abitazione, un rapimento, il ritrovamento di un strano nascondiglio… • PERSONAGGI CHIAVE: il protagonista (un investigatore, un agente di polizia, un agente segreto, un agente della polizia ferroviaria, una guardia notturna, un ragazzino attento, curioso e coraggioso…); la vittima (una vecchietta del quartiere, un gioielliere, un anziano studioso…); il colpevole (un ladro incallito, un signore insospettabile, un persona squilibrata…). • INDIZI: impronte, tracce, oggetti dimenticati o persi sulla scena del delitto o del furto, arma del delitto, via di fuga… • INDAGINI: analisi attenta della scena dove è avvenuto il fatto; individuazione di indizi discriminandoli dai finti indizi; ricerche nel passato dei personaggi coinvolti; visione di documenti scritti e di fotografie; analisi di laboratorio; pedinamenti; interrogatori… • LUOGO in cui avviene il fatto: un ricco appartamento, una villa isolata, un vecchio casolare abbandonato, un vicolo, un sentiero isolato di campagna, una vecchia cantina…
209
5
SCRIVERE
Racconto umoristico
SCRIVERE PER RIDERE 1. Leggi e completa con le parole del riquadro. prevedibili • di ruoli • buffi • di parole
Il racconto umoristico è scritto per divertire e per divertirsi attraverso: • situazioni assurde, fatti esagerati, situazioni impensate, malintesi, equivoci; •
capovolgimento ................................................................, colpi di scena, giochi ................................................................,
azioni inaspettate, parole fraintese; • personaggi ........................................................................................ che fanno ridere con comportamenti non ................................................................
, bizzarri, con caratteristiche esagerate e azioni impensate;
• finali a sorpresa.
2. Scrivi un racconto con lo scopo di far ridere, pensando a: • SITUAZIONI BUFFE, DIVERTENTI (possono essere uno scherzo, un capitombolo con conseguenze comiche, un imprevisto impensato, un finale a sorpresa); • DIALOGHI
CON EQUIVOCI, a causa di doppi sensi propri di certe parole, oppure a causa della sordità del protagonista (colpendolo/col pendolo; vai a prendere la vite: prendere una pianta di vite invece di una vite, elemento metallico; …); STRANE, ma DIVERTENTI DEFINIZIONI DI PAROLE (zuppa = minestra che s’è presa un forte acquazzone; lava = detersivo per alte temperature; boa = serpente in vacanza al mare; burrone = ......................................................................); •
•
PERSONAGGI BUFFI, GOFFI, IMPACCIATI.
......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................
210
Racconto umoristico
SCRIVERE
5
LA ERRE Un giorno mentre Ugone stava parlando con un amico arrivò una ventata e gli portò via la erre. Stava giusto dicendo “ti voglio vedere presto” e gli uscì dalla bocca “ti voglio vedere pesto”. L’amico si offese moltissimo e andò via senza salutarlo. Un altro giorno Ugone andò dal macellaio per comprare “un chilo di carne” e disse invece “un chilo di cane”. Ugone era disperato perché parlava e voleva dire una cosa e ogni volta gliene usciva un’altra. Diceva “gratto” e gli usciva “gatto”, diceva “Carlo” e gli usciva “callo”, diceva “bruco” e gli usciva “buco”, diceva “rotto” e gli usciva “otto”, diceva “corto” e gli usciva “cotto”, e via così. I suoi amici incominciarono a pensare che Ugone si ubriacasse e qualcuno disse invece che era diventato matto. Ugone andò in giro per la città a cercare la sua erre e fece mettere anche un’inserzione sul giornale promettendo una lauta mancia, ma nessuno si fece vivo. Allora decise di rubare la erre da un’iscrizione di marmo che diceva “Via del Corso” e la scritta diventò “Via del Coso”. Quelli che la leggono non capiscono e se capiscono si mettono a ridere. da L. Malerba, Storiette, Einaudi
1. S egna con una ✗ da cosa nasce l’effetto divertente del racconto: dall’esagerazione dei fatti da situazioni ridicole
da giochi di parole dal personaggio buffo d’aspetto e di carattere
2. In ogni insieme di parole individua quale lettera può essere tolta per generarne un’altra. Annotale sul quaderno, poi scrivi un breve racconto “ricalcando” la struttura del racconto appena letto. riccio • fiori • bianco • miele • pancia • piani • pialla giallo • roccia • piccione • giusti • Francia • isole • piuma matita • piatto • calice • sciarpa • liscia • piazza
costa • mento • soffitto • pianto • stelle • castello • tunica terrore • ferite • tasso • certo • orto • morte • corto tremo • vita • carta • manto • botta
211
5
SCRIVERE
Racconto storico
QUELL’AZIONE TREMENDA Con il cuore pieno di amarezza il grande Aristarchos guardava il figlioletto Kleidemos dormire tranquillo nel grande scudo paterno che gli fungeva da culla. Il silenzio che avvolgeva l’antica casa era rotto dallo stormire delle querce nel bosco vicino. Un lungo, profondo sospiro del vento. Sparta, l’invincibile, era avvolta dalla notte e solo il fuoco, che ardeva sull’acropoli, mandava bagliori rossastri verso il cielo percorso da nubi nere. Aristarchos si scosse con un brivido gettando uno sguardo nella campagna addormentata e scura. Pensò che era giunto il momento di compiere ciò che doveva, se gli dei nascondevano la luna e oscuravano la terra, se le nubi nel cielo erano gonfie di pianto. Staccò il mantello dalla parete gettandoselo sulle spalle, poi si chinò sul figlioletto, lo sollevò, lo serrò piano al petto e si avviò con passo leggero mentre la nutrice del piccolo si girava nel sonno tra le coperte. Aristarchos si fermò restando immobile per un attimo, sperando in cuor suo che qualcosa gli consentisse di rimandare quell’azione tremenda, poi si fece forza, uscì dalla camera attraversando l’atrio appena rischiarato da una lucerna di coccio. Si affacciò sul cortile investito da una folata di vento freddo, che quasi spense la fiammella già fioca e, mentre si girava per richiudere la pesante porta, vide ritta davanti a sé, come una divinità della notte, sua moglie Ismene. Un’angoscia mortale era dipinta sul suo volto. da V. M. Manfredi, Lo scudo di Talos, Mondadori
1. Sottolinea la descrizione della città di Sparta nella notte. Poi segna con una ✗ il completamento giusto. Nel racconto le descrizioni sono importanti perché: indicano le caratteristiche, le abitudini, le tradizioni di un’epoca storica. rendono più coinvolgente la lettura.
2. I termini specifici che si riferiscono al periodo storico sono: scudo, ............................................................................................................................................................................................................................
3. Quale azione tremenda sta per compiere Aristarchos? Immagina e scrivi lo sviluppo e la conclusione del racconto. ........................................................................................................................................................................................................................................ ....... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................
212
Racconto autobiografico
SCRIVERE
5
SCRIVERE DI SÉ 1. Leggi e completa con le parole del riquadro. descrizioni • ordine cronologico • protagonista per gli altri • linguaggio ricercato • realmente accaduti
Il racconto autobiografico è scritto ......................................................, perciò l’autore seleziona episodi, vicende, fatti interessanti per far conoscere la storia della propria vita. Il racconto autobiografico: •è
scritto di solito dal ........................................................................................, quindi è in prima persona;
•n arra
fatti ...................................................................................................... e scelti perché sono significativi per raccontare la propria vita;
•p resenta
gli eventi in ........................................................................................, eventi che possono risalire a tempi passati;
•p uò
arricchirsi di ......................................................................................................... (di luoghi e persone incontrate), di riflessioni, di desideri da realizzare;
•è
scritto con un .............................................................................................., le parole sono ben scelte e presentano una strutturazione formale.
2. Sfoglia l’album fotografico, guarda video inerenti al periodo trascorso alla Scuola dell’Infanzia, raccogli informazioni dai tuoi familiari su come ti comportavi, su che cosa amavi fare, chiedi quali episodi significativi hanno caratterizzato quel determinato periodo. Ora racconta di quel periodo sotto forma di autobiografia. Puoi iniziare così: Allegro, curioso, socievole da piccolo, cambiai durante l’inserimento alla Scuola dell’Infanzia. Per alcune settimane, ogni mattina…
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5
SCRIVERE
Testo descrittivo
DESCRIVERE UN AMBIENTE 1. Leggi attentamente il testo descrittivo e riquadra: • d i verde la descrizione della collocazione della villa (dove si trova? com’è il paesaggio circostante?); • di arancione la descrizione della villa. • di rosso la descrizione del giardino. • di violetto l’atmosfera che circonda la villa descritta.
LA VILLA COLOR ROSA Un pendio sorgeva dal mare scintillante. La collina e le valli tutt’intorno erano un piumino di uliveti che balenavano come pesci guizzanti nei punti dove la brezza sfiorava le foglie. A metà del pendio, protetta da un gruppo di cipressi alti e sottili, era annidata una piccola villa color rosa fragola, come un frutto esotico che ammicchi tra il verde. I cipressi ondeggiavano gentilmente nella brezza. La villa era piccola e quadrata e si ergeva nel suo minuscolo giardino con un’aria di rosea risolutezza. La vernice delle persiane, in certi punti un po’ screpolata e piena di bolle, sotto il sole si era sbiadita in un delicato color verde pallido. Il giardino, circondato da un’alta siepe di fucsie, era cosparso di aiuole che formavano dei complicati disegni geometrici ed erano contornate da sassi lisci e bianchi. I sentieri di ciottoli bianchi, larghi a malapena quanto un rastrello, serpeggiavano intorno a aiuole non più ampie di un grosso cappello di paglia, aiuole a forma di stella, a mezza luna, triangolari, rotonde, tutte straripanti di una massa incolta di fiori inselvatichiti. Le rose lasciavano cadere petali grossi e levigati come piattini, rosso fiamma, lucidi e senza una grinza; le calendule, nidiate di soli tutti arruffati, guardavano il cammino del loro padre lungo l’arco del cielo. Tra le erbe basse le viole del pensiero protendevano le loro facce vellutate e innocenti su dalle foglie, e le violette si nascondevano tristi sotto le loro foglie a forma di cuore. La buganvillea, che copriva rigogliosa il balconcino sulla facciata, era tutta adorna dei suoi fiori, lanterne violacee intrecciate alla balaustra. L’aria calda era greve del profumo di centinaia di fiori morenti e colma del sommesso e carezzevole ronzio degli insetti. da G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi
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Testo descrittivo
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SCRIVERE
2. Per ogni espressione ricavata dal testo scrivi se è metafora (M) o similitudine (S). La collina e le valli tutt’intorno erano un piumino di uliveti. (Gli uliveti) balenavano come pesci guizzanti. Era annidata una piccola villa rosa fragola come un frutto esotico. Le rose lasciavano cadere petali grossi e levigati come piattini. Le calendule, nidiate di soli tutti arruffati… La buganvillea, era tutta adorna dei sui fiori, lanterne violacee…
3. Completa. •D ella villa è descritta: la dimensione, piccola, la ................................, quadrata; la ..............................................,
si ergeva nel ...................................................................................................................................................................... •P er descrivere il giardino lo scrittore selezioni i seguenti dettali: le aiuole, i ..........................................., i fiori: le ................................. , le ...................................., le........................................................., le ............................................................... • L’atmosfera è .......................................................................
4. Ora descrivi la tua casa. Pianifica così il tuo testo. • Luogo dove sorge: se è isolata o affiancata da altri edifici, in campagna, in montagna, in
un centro abitato o alla sua periferia… • Come si presenta: se è un vecchio edificio o di recente costruzione, dimensioni, forma,
caratteristiche della struttura e della facciata, colore… • Selezione dei dettagli da descrivere: finestre, tetto, terrazzi, portone… se attorno c’è del
verde oppure no, aiuole, vasi, cortile… • Termini, aggettivi, similitudini e metafore per rendere più suggestiva la descrizione
dell’abitazione. ........................................................................................................................................................................................................................................ ....... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................ ....... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................
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5
SCRIVERE
Testo descrittivo
DESCRIVERE UNA PERSONA Sai che per descrivere una persona si può affrontare un doppio percorso: • uno relativo alla sua identità e all’aspetto fisico, al suo modo di vestirsi, ai suoi atteggiamenti, abitudini e comportamenti; • uno che parla del carattere, della sua personalità, dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, dei suoi pregi o difetti, dei suoi desideri o sogni. Comunque sempre devi cogliere le caratteristiche di ciascuno per caratterizzarlo nel suo essere individuo unico, uguale solo a se stesso. 1. Leggi il seguente brano che presenta la descrizione di due persone.
I BRAVI Due uomini stavano l’uno dirimpetto all’altro: uno di costoro a cavalcioni sul muricciolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori e l’altro piede posato sul terreno della strada; il compagno in piedi appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’omero sinistro e dalla quale usciva, sulla fronte, un enorme ciuffo; due lunghi mustacchi arricciati in punta; una cintura lucida di cuoio e a quella attaccate due pistole; un piccolo corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come una collana; un manico di coltellaccio che spuntava fuori d’un taschino degli ampi e gonfi calzoni; uno spadone. A prima vista si davano a conoscere per individui della specie dei bravi… di A. Manzoni
2. Osserva due compagni seduti vicini oppure due persone di famiglia sedute l’una accanto all’altra e descrivile con lo stesso schema del testo che hai letto: l’una, l’altra, entrambe in base ai dati di posizione e al loro aspetto fisico. Attenzione! Devi individuare sia che cosa hanno di uguale o di simile, sia le loro differenze.
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Testo descrittivo
SCRIVERE
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DESCRIVERE UN OGGETTO Sai che per descrivere un oggetto puoi scegliere varie modalità: • personificare l’oggetto, descrivendolo attraverso azioni, qualità e sentimenti tipici dell’uomo; • farlo parlare, per scrivere un testo in prima persona: l’oggetto descrive se stesso; • descrivendo l’oggetto attraverso dati sensoriali, precisando dimensione, for ma, colori, materiali, parti con relativa nomenclatura, odori, suoni o rumori, e attra verso altre informazioni relative all’uso, al funzionamento, al luogo e all’occasione dell’acquisto o del dono. Ricordati di usare: •n omi precisi per nominare ciò che osservi e tutte le sue parti; • a ggettivi ed espressioni che definiscono dimensione, forme, materiali, colori dell’oggetto e delle sue parti e altri dati sensoriali visivi, uditivi, tattili, olfattivi, gustativi; • i ndicatori spaziali per creare le relazioni spaziali fra le varie parti dell’oggetto e fra l’oggetto e altri oggetti presenti. 1. Scrivi nei quadratini la lettera corrispondente alla modalità usata per descrivere: personificazione (A), descrizione in prima persona (B), descrizione in terza persona (C).
Sono fuori, in questo momento, sul davanzale della finestra e mi riempio lentamente di neve: la cannuccia di paglia si è gelata nell’acqua e sapone, dei passeri saltellano intorno a me, rozzi uccelli che si azzuffano per una briciola di pane sparsa per loro: io tremo per la mia vita… di H. Boll
La caffettiera è di maiolica marrone. È costituita da un globo che culmina in un filtro cilindrico fornito di coperchio a fungo. Il becco è una S dalle curve schiacciate, un po’ panciuto alla base… di A. Robbe-Grillet
Il cerchio dell’ulahop non si rassegna a restare immobile, appoggiato al muro del garage, ma appena lo tocco, salta come un canguro ed io lo rincorro finché non arriva fuori sul cemento ruvido, dove si gratta un po’ e si sgranchisce. Quando lo faccio girare intorno ai fianchi, scatta veloce, volteggia, ondeggia, purtroppo sta poco al gioco perché rallenta il suo piroettare e cade a terra, fermo, immobile, vinto dalla stanchezza. 2. Ora scegli un oggetto e una modalità tra quelle presentate, poi scrivi la sua descrizione sul quaderno.
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SCRIVERE
Testo descrittivo
DESCRIVERE UN ANIMALE: IL CIGNO 1. Leggi con attenzione la descrizione soggettiva e oggettiva dello stesso animale; sottolinea, nella prima, le similitudini e le espressioni metaforiche in cui le parole vengono usate in un contesto non abituale (esempio: nuvole… tutte di bambagia). Come una candida slitta, scivola sulla vasca di nuvola in nuvola. Di nuvole ha fame, tutte di bambagia, che vede nascere, navigare, perdersi nell’acqua. Ne vuole una. La punta col becco e, d’improvviso, tuffa il collo vestito di neve. Poi, come un braccio di donna sboccia da una manica, lo ritira. Nulla. Guarda: le nuvole spaventate sono scappate via. Resta solo un attimo perplesso, perché le nuvole non stanno molto a tornare e laggiù, dove muoiono le increspature dell’acqua, eccone un’altra che si riforma. Dolcemente sul suo lieve cuscino di piume, il cigno rema e si approssima. Si sfinisce a pescar vani riflessi, e forse morirà, vittima di questa illusione, prima di acciuffare un solo pezzetto di nuvola. Ma che dico? A ogni tuffo, fruga col becco nella melma grassa e ne estrae un verme. Ingrassa come un’oca. da J. Renard, Storie naturali, Einaudi
Il cigno è un uccello a piumaggio candido, con collo lungo e flessibile. Frequenta laghi e paludi dove nuotando elegantemente si procura il cibo, consistente in piccoli animali invertebrati e in vegetazione acquatica, immergendo nell’acqua la testa e il lungo collo. Impacciato nei movimenti a terra, è invece un ottimo volatore. La sua apertura alare è di circa due metri e mezzo. Depone le uova sulla riva in un nido rudimentale o addirittura tra l’erba; è assai attaccato alla prole, la difende vigorosamente anche contro grossi uccelli da preda. Di solito è silenzioso, ma è capace di emettere grida squillanti in libertà. È originario dell’Europa orientale. 2. Fai una descrizione soggettiva e una oggettiva di un animale a te familiare. Documentati per conoscere tutti gli aspetti della vita dell’animale scelto, con lo scopo di realizzare una descrizione oggettiva ricca e completa.
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Testo poetico
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SCRIVERE
DI POESIA IN POESIA La poesia è un modo originale, “magico” di descrivere e di raccontare: poche parole per riga, parole usate in contesti insoliti, parole che avvicinano o sovrappongono immagini che creano un linguaggio che “disegna”: il linguaggio figurato realizzato con similitudini, personificazioni e metafore. 1. L eggi queste brevi poesie, dette Haiku, che “disegnano” in modo poetico aspetti della realtà.
CICALE
RUGIADA
Oh quanta calma! Solo, penetrante le rocce, il grido delle cicale!
Il sole si semina in diamanti di gocciole d’acqua sull’erba flussuosa.
da M. Basho, La letteratura giapponese, Sansoni
da G. Ungaretti, L’allegria, Mondadori
2. Ora pensa a un aspetto della realtà, chiudi gli occhi e cerca un’immagine da avvicinare a ciò che hai pensato. Poi scrivi una breve poesia.
LUNA
Esempio: la luna
• gancio d’oro • specchio dei sogni • regina delle stelle
Luna nella notte sei specchio che regali sogni coronati di stelle.
aspetto scelto: ..................................................
poesia: .......................................................................
immagini: ...............................................................
..............................................................................................
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SCRIVERE
Testo poetico
LA VERSIONE IN PROSA Fare la versione in prosa di una poesia significa riscriverla con un linguaggio semplice e lineare, eliminando le caratteristiche strutturali del testo poetico: rima, versi, strofe, figure retoriche. Il contenuto della poesia non va cambiato! 1. Scrivi sul quaderno la versione in prosa della seguente poesia.
SERA DI MAGGIO Il diamante di una stella ha segnato il cielo profondo, uccello di luce che desidera evadere dall’universo e fugge dall’immenso nido del cielo ove era prigioniero. Pioppi-fanciulli recitano il sillabario. È maestro un pioppo antico che muove tranquillo le sue braccia. Rana, comincia il tuo canto! Grillo, esci dal tuo buco! Create un bosco sonoro coi vostri flauti. da F. Garcia Lorca, Poesie, Newton compton
Inizia così: La luce di una stella cadente, simile a un diamante, ha rigato il cielo. Sembra un uccello fatto di luce che…
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Testo informativo
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SCRIVERE
SCRIVERE PER INFORMARE Il testo informativo approfondisce conoscenze, fornisce informazioni chiare, esatte su un argomento di particolare interesse. Utilizza un linguaggio specifico cioè proprio della disciplina di cui parla (scienze, geografia, storia…) e arricchisce le informazioni scritte con foto, immagini, disegni, grafici e schemi. L’ordine dell’esposizione può essere logico o cronologico. Il testo può essere diviso in paragrafi o a punti elenco. 1. Scrivi un testo informativo scegliendo un argomento che ti interessa particolarmente o scegliendo fra quelli suggeriti.
Sardegna, un’isola dai molti volti. Tsunami, l’onda anomala.
I pianeti del Sistema Solare.
I giochi dei bambini romani. La grandine.
L’Etna, un vulcano attivo.
I delfini.
La mia città: storia e personaggi.
L’Unione Europea.
I Romani e le terme. Difendiamo boschi e foreste. Il parco e le sue piante.
Dopo aver scelto l’argomento, documentati attraverso testi specifici ed enciclopedie, a casa, a scuola o in biblioteca, oppure ricercando notizie in internet.
MODALITÀ DI STESURA DEL TESTO • Presentazione dell’argomento. • Parte centrale: con l’ordine scelto vengono presentate informazioni, conoscenze sui vari aspetti dell’argomento, arricchendo il testo con curiosità, notizie, schemi, disegni, grafici e fotografie. • Conclusione: si evidenziano aspetti particolari, si presentano conclusioni, considerazioni o proposte.
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SCRIVERE
Testo informativo
SCRIVERE UNA CRONACA 1. Scegli uno degli argomenti proposti sotto e scrivi un articolo di cronaca. Tieni presente che devi rispondere a cinque domande: 1 Di chi, di che cosa si parla? 2 Che cosa è accaduto? 3 Dove è accaduto? 4 Quando è accaduto? 5 Perché è accaduto? • Il ritrovamento di un cucciolo ferito. • Un litigio fra compagni. • Una rovinosa caduta dalla bicicletta. • Un fatto accaduto a un tuo familiare.
Titolo: .................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................
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CODING
CODING a cura di L. Cesaretti, M. Storti
Che cos’è il pensiero computazionale? “Pensiero computazionale” è un’espressione che si sta rapidamente diffondendo nel mondo educativo. Introdotto per la prima volta dalla scienziata informatica americana Jeannette Wing in un articolo del 2006 (Computational Thinking, CACM, 2006), indica “il processo di pensiero coinvolto nella formulazione di problemi e delle soluzioni rappresentate in una modalità che sia eseguibile da un agente elaboratore di informazioni, che sia un uomo, una macchina o una combinazione tra uomo e macchina” (J. Wing, 2006). In termini più concreti, possiamo intendere questa forma di pensiero come un insieme di abilità cognitive con le quali possiamo analizzare una grande varietà di problemi e sviluppare delle soluzioni, intendendo con “problemi” non soltanto quelli matematici o che richiedono soluzioni precise, ma anche dilemmi del mondo reale che ammettono soluzioni varie e complesse. Per Jeannette Wing questa modalità di pensiero consente alle persone di “riformulare un problema apparentemente difficile in uno che siamo in grado di risolvere, anche riducendolo, incorporandolo in altro, trasformandolo o simulandolo”. Si tratta, cioè, di un’abilità fondamentale per tutti, non solo per gli scienziati informatici ed è sempre più ritenuta, accanto alle tre competenze di base del saper leggere, scrivere e svolgere calcoli, la quarta abilità analitica da sviluppare a partire dall’infanzia.
Ma che cosa significa pensare in modo computazionale? E a che cosa serve in termini concreti? Alcuni dei processi che caratterizzano il pensiero computazionale sono i seguenti: • scomporre un problema complesso (i dati, i processi ecc.) in parti più elementari e gestibili; • analizzare i dati e organizzarli in una struttura logica; • riconoscere regolarità tra problemi o dati diversi; • rappresentare le informazioni attraverso codici o altri sistemi simbolici di trasmissione; • costruire algoritmi, ovvero sequenze di istruzioni per risolvere problemi o produrre risultati attesi; •a strarre i principi generali da situazioni specifiche e generalizzare le strategie risolutive dei problemi per trasferirle ad altri simili.
Che cos’è il Coding? Nell’ambito del pensiero computazionale, il Coding è l’insieme delle procedure per la creazione di programmi finalizzati a risolvere problemi attraverso l’uso di linguaggi di programmazione. Ma oltre a costituire il linguaggio con cui gli informatici creano, tra l’altro, i siti internet e i software che regolano il funzionamento dei dispositivi digitali, questa competenza conserva al suo interno svariate possibilità educative per lo sviluppo di aspetti positivi nella personalità degli studenti. Alcune delle attitudini che questa disciplina punta a far emergere sono: • l’atteggiamento di apertura e iniziativa di fronte a situazioni complesse;
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CODING • la perseveranza di fronte a problemi complessi; • la tolleranza della frustrazione per l’errore e la sua rielaborazione in chiave positiva; • l’abilità di utilizzare diversi linguaggi e codici comunicativi; • la disponibilità e capacità di progettare e coordinarsi in gruppo per raggiungere un obiettivo comune.
Perché introdurre il pensiero computazionale e il Coding a scuola? Nel contesto della Scuola Primaria, l’interesse prevalente attorno al pensiero computazionale e al Coding non sta tanto nello sviluppo di abilità puramente tecnologiche o nell’apprendimento di nozioni di carattere informatico, ma nell’acquisizione di nuovi strumenti cognitivi necessari ad affrontare con successo sfide, problemi e progetti. Nella prospettiva dell’applicazione del pensiero computazionale ai contesti educativi, gli studenti non sono semplici utilizzatori degli strumenti e delle strategie di soluzione di problemi, ma i creatori di questi strumenti e strategie. Nel farlo, utilizzano una serie di abilità come l’astrazione, la ricorsività e l’iterazione per elaborare e analizzare i dati e creare artefatti reali e virtuali. Questa metodologia di problem solving può essere automatizzata, trasferita e applicata alle diverse discipline. Ma pensiero computazionale e Coding rappresentano anche strumenti utili per migliorare l’apprendimento nelle discipline tradizionali e nei contesti informali. Pensiamo alle abilità che stanno dietro esercizi comuni per gli studenti: per analizzare un racconto o una poesia è necessaria la scomposizione in parti; per comprendere eventi e comportamenti può essere utile condurre un’analisi dei dati; gli algoritmi entrano in gioco nei calcoli e nei problemi di matematica, ma sono anche una guida per il comportamento corretto in situazioni complesse o di pericolo; attraverso le rappresentazioni astratte come mappe e simulazioni si può comprendere meglio un evento come il ciclo dell’acqua o come funziona l’energia eolica. Il Coding, inoltre, rappresenta una disciplina strategica per promuovere nei giovani lo sviluppo delle competenze digitali (digital skills), riconosciute a livello internazionale come competenze necessarie, al pari delle capacità di scrivere, leggere (literacy) e svolgere calcoli (numeracy), per vivere e lavorare nelle società del ventunesimo secolo come cittadini attivi e capaci di affrontare le sfide del futuro.
Lo scenario in Italia e in Europa Le recenti evoluzioni negli indirizzi programmatici dell’istruzione hanno visto crescere l’attenzione verso le competenze digitali, il pensiero computazionale e il Coding, sia nel contesto italiano che in quello europeo. La Commissione Europea nel 2013 ha pubblicato il documento DIGCOMP: A Framework for Developing and Understanding Digital Competence in Europe che delinea il quadro comune di riferimento per le competenze digitali ritenute necessarie per vivere da cittadini attivi e consapevoli. Il quadro, strutturato in maniera modulare, comprende 5 aree di competenza digitale nelle quali sono definite 21 competenze digitali; tra queste compaiono la competenza di programmazione (area 3.4) e quelle relative al problem solving (area 5) in parte affini all’area del pensiero computazionale. La Comunità Europea considera il Coding il “linguaggio universale”: oggi le competenze digitali e di programmazione sono fondamentali in sempre più professioni e al sistema educativo è riconosciuto il compito di rispondere alla crescente domanda di tali competenze. A tale scopo le istituzioni europee hanno creato iniziative internazionali come l’European Code Week che celebra le possibilità creative della programmazione con eventi nelle scuole europee, mettendole in comunicazione
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CODING con altre organizzazioni che si occupano di tecnologia e di educazione. Il mondo dell’istruzione in Italia ha visto un progressivo aumento dell’interesse per l’insegnamento delle competenze digitali e del pensiero computazionale, sia a livello normativo che di intervento. Già all’interno delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione (settembre 2012), relativamente all’insegnamento tecnologico nella scuola del primo ciclo si suggerisce di introdurre gli alunni ad alcuni linguaggi di programmazione semplici e versatili con lo scopo di “sviluppare il gusto per l’ideazione e la realizzazione di progetti [...] e per la comprensione del rapporto che c’è tra codice sorgente e risultato visibile”. Questo indirizzo del MIUR a favore dell’insegnamento dei concetti base del pensiero computazionale e del Coding ha trovato conferma due anni dopo, nel 2014, con l’iniziativa Programma il Futuro, che aveva l’obiettivo di introdurre nelle classi lezioni sul Coding attraverso un sito liberamente accessibile. Nel 2015 il MIUR ha presentato il Piano Nazionale Scuola Digitale, il documento di indirizzo per l’attuazione di un processo complessivo di innovazione digitale della scuola, al fine di realizzare la competenza digitale; in alcune delle azioni in cui è strutturato il PNSD (15, 17) si dà rilevanza all’insegnamento del pensiero computazionale attraverso attività di Coding svolte sia con il computer, sia in modalità unplugged (senza l’uso di tecnologie digitali), in modalità di laboratorio e in prospettiva interdisciplinare. In ultimo, con il Sillabo di Educazione Civica Digitale (Gennaio 2018) e con il documento “Indicazioni Nazionali e nuovi scenari” (22/02/2018) l’insegnamento del Pensiero computazionale e Coding entra di diritto nella Scuola Primaria come “strumento culturale” indispensabile per un “nuovo umanesimo”. Il percorso presentato intende sviluppare negli studenti del primo ciclo di istruzione strumenti concettuali e abilità tecniche sul Coding e il pensiero computazionale. La guida presenta un taglio operativo e descrive alcuni percorsi didattici realizzabili in classe, sia in modalità unplugged (senza necessità di computer) che con l’ausilio del software Scratch; le attività ruotano attorno ai concetti di base del Coding tenendo sempre presenti i percorsi disciplinari curricolari, introducendo e/o consolidando i contenuti delle diverse discipline. Il percorso affronta i concetti di sequenza, ciclo, condizioni e algoritmo da prospettive differenti, analizzando le specifiche caratteristiche e con molteplici modalità (esercizi su carta, creazione di progetti in Scratch). Per ciascuna attività vengono offerte: • informazioni generali (tipologia, argomento, discipline coinvolte, modalità di conduzione, tempo di svolgimento previsto, materiale occorrente); • introduzione all’attività; • obiettivi specifici; • descrizione dell’attività (per quelle realizzate in Scratch si verrà guidati passo-passo nella creazione delle sequenze, così da poter replicare in classe con facilità i progetti qui proposti); • approfondimenti o varianti dell’attività; • progetti da proporre agli studenti (nel caso delle attività in Scratch).
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CODING
Classe IV Programmazione annuale Traguardi di competenza
Competenze trasversali
L’alunno:
L’alunno:
scompone un problema o un sistema di dati o processi in parti più elementari e gestibili;
collabora con atteggiamento positivo all’interno del piccolo gruppo e della classe;
rappresenta le informazioni attraverso sistemi simbolici;
lavora nel piccolo gruppo in maniera organizzata e autonoma per svolgere semplici compiti;
costruisce algoritmi, sequenze di istruzioni per risolvere problemi o produrre i risultati attesi;
rispetta la distinzione dei ruoli nel gruppo e i tempi dati;
riconosce gli errori di un algoritmo creato e immagina possibili soluzioni e miglioramenti;
elabora soluzioni creative, sia concettuali che costruttive, per raggiungere un risultato o risolvere un problema;
organizza a livello temporale informazioni, conoscenze, periodi, individua successioni, contemporaneità, durate e prevede gli effetti futuri di un’azione o di una sequenza di azioni;
riconosce gli errori commessi da sé o dal gruppo e si applica per correggere le proprie azioni.
astrae i principi generali da situazioni specifiche e generalizza le strategie risolutive dei problemi per trasferirle ad altri simili. Discipline correlate Matematica
L’alunno: utilizza il piano cartesiano per localizzare punti;
Arte e Immagine
L’alunno: sperimenta strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali; utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi (espressivi, narrativi, rappresentativi e comunicativi) e rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti (grafico-espressivi, pittorici e plastici, ma anche audiovisivi e multimediali).
Italiano
L’alunno: raccoglie le idee, le organizza per punti, pianifica la traccia di un racconto o di un’esperienza; produce testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie); sperimenta liberamente, anche con l’utilizzo del computer, diverse forme di scrittura, integrando eventualmente il testo verbale con materiali multimediali.
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CODING
Creare un’animazione con carta e matita Tipologia
attività unplugged
Argomento
sequenze, grafica
Discipline correlate
Arte
Modalità di conduzione
ogni studente lavora singolarmente
Tempo di svolgimento previsto
60 minuti circa
Materiale occorrente
Obiettivi • Capire l’importanza delle sequenze dei fotogrammi quando si costruisce un’animazione. Competenze • Sviluppare abilità di lavoro in gruppo.
blocco di carta bianca fine o carta da lucido (uno per ciascun alunno); matite e matite colorate
Introduzione L’attività è finalizzata alla comprensione dell’importanza delle sequenze anche in ambiti non direttamente legati alla programmazione informatica. Gli alunni saranno invitati a creare un’animazione con carta e matita, propedeutica alla realizzazione delle animazioni digitali con il software Scratch. Descrizione dell’attività Spiegare che cos’è un fotogramma e sottolinearne l’importanza nella cinematografia, in particolare - per quanto riguarda l’attività proposta - nella realizzazione dei cartoon: il fotogramma è la singola immagine impressa sulla pellicola cinematografica. La sequenza dei fotogrammi dà allo spettatore l’impressione di un movimento continuo e fluido. Spiegare che l’obiettivo dell’attività sarà quello di realizzare una sequenza di fotogrammi usando carta e matita. Procedimento Far “progettare” a ciascuno studente l’animazione da realizzare. Partire da figure poco complesse: per esempio un bambino che cammina o che saluta, un calciatore che colpisce la palla, una bandiera che sventola... Ciascuna di queste animazioni dovrà essere caratterizzata, almeno per iniziare, da due fotogrammi (come nell’esempio). Staccare un foglio dal blocco e invitare gli alunni a disegnare l’immagine A: questo primo disegno verrà utilizzato come “matrice” per realizzare tutti i fotogrammi. Completata la matrice, ricalcare la figura nel primo foglio del blocco. Sovrapporre il foglio successivo alla matrice e ricalcare tutti i tratti del corpo, fatta eccezione per gli arti che dovranno eseguire il movimento. A questo punto disegnare l’arto in movimento come in figura B.
A
B
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CODING Ripetere il procedimento, ridisegnando prima la figura A, quindi la figura B, fino a riempire buona parte del blocco da disegno senza staccare i fogli. Completata e colorata la sequenza dei singoli fotogrammi, invitare gli alunni a sfogliare velocemente il blocco da disegno e a notare l’effetto del movimento che si ottiene. Spiegare che l’effetto è possibile solo grazie alla correttezza dell’esecuzione e della collocazione dei singoli fotogrammi nella sequenza di immagini, tanto più quando l’animazione riguarda immagini complesse e lunghe sequenze. Se avviene un errore nella sequenza, la visione del movimento non è più fluida o viene interrotta. Suggerimenti • Utilizzando la carta lucida il procedimento è, ovviamente, più semplice. • Il disegno non deve essere posto troppo in alto nel foglio: questo perché quando si fa “funzionare”l’animazione sfogliando il blocchetto, un’immagine disegnata troppo in alto viene in parte tagliata. • Non esagerare con i colori: meglio puntare tutto sull’effetto del movimento anziché sulla bellezza del disegno. • Prestare molta attenzione nel tratteggiare le figure: se non sono esattamente uguali (dimensioni e caratteristiche), l’effetto finale non sarà quello desiderato.
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CODING
Creare la tua prima animazione con Scratch Tipologia
attività in Scratch
Argomento
sequenze, ciclo
Discipline correlate
Arte
Modalità di conduzione
In piccolo gruppo
Tempo di svolgimento previsto
1 ora circa
Materiale occorrente
Obiettivi • Saper inserire sfondi nello stage di Scratch. • Capire il concetto di ciclo e ripetizione. • Capire come si possono creare animazioni in Scratch e saperne creare di diverse tipologie, in base alle caratteristiche fornite dall’insegnante. • Saper inserire altri sprite nello stage di Scratch.
1 computer ogni gruppo di studenti; LIM per dare indicazioni agli studenti
Descrizione dell’attività Quest’attività permetterà di creare animazioni in Scratch. Dopo aver guidato gli studenti alla scoperta dei blocchi principali da utilizzare e delle semplici regole per costruire animazioni, sarà possibile assegnare loro progetti creativi più complessi. Iniziare la progettazione facendo scegliere lo scenario all’interno del quale creare l’animazione del gatto che passeggia. Ogni gruppo potrà scegliere la sua immagine di sfondo tra quelle presenti all’interno della libreria. Procedimento Inserire uno sfondo è molto semplice all’interno di Scratch: cliccare sulla prima icona in basso a destra (Scegli uno sfondo), nel rettangolo in basso a destra della schermata di Scratch. Comparirà una schermata da cui selezionare l’immagine, con un doppio click sull’immagine. Selezionare lo sfondo Beach Malibu.
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CODING Dopo aver scelto lo sfondo, provare a far “camminare” il gatto. Selezionare il personaggio nell’area degli sprite: nella colonna a sinistra della schermata, cliccare su Costumi. Saranno così visualizzabili i costumi associati al personaggio: tra il costume1 e il costume2 cambia solo la posizione delle gambe. Far notare il parallelismo con l’attività Creare un’animazione con carta e matita sottolineando che quando vogliamo imprimere il movimento su di un personaggio, utilizziamo proprio questa tecnica, ossia la parte che si muove è quella variabile, mentre tutto il resto del corpo deve essere disegnato sempre allo stesso modo. Costruire la sequenza di blocchi in figura, inserendo prima il blocco quando si clicca su bandierina verde (categoria Situazioni) e poi il blocco passa al costume seguente, della categoria Aspetto. Ogni volta che si cliccherà sulla bandierina verde, il gatto sembrerà muovere le gambe. Come possiamo migliorare questa animazione? Sicuramente potremmo far sì che l’utente non sia costretto a premere sulla bandierina verde ogni volta che vuole vedere il gatto muoversi. Come fare? Bisognerebbe ripetere il cambio di costume per un certo numero di volte, cliccando solo una volta all’inizio per far partire la sequenza. Si può ottenere ciò utilizzando il blocco ripeti... volte, presente nella categoria Controllo. Questo blocco permette di ripetere tutti i blocchi inseriti al suo interno: trascinandolo all’esterno dei blocchi che dovrà contenere e rilasciando il tasto sinistro del mouse, in automatico questi verranno inseriti al suo interno. Per modificare il numero di ripetizioni basta cliccare due volte sul “10” già presente e inserendo il nuovo valore. Eseguendo ora la sequenza, l’animazione viene eseguita a una velocità troppo elevata. Bisognerà inserire delle pause tra un cambio di costume e l’altro, in modo che sia possibile osservare più facilmente l’effetto del movimento. Questo procedimento può avvenire utilizzando il blocco attendi... secondi della categoria Controllo. Che cosa succede modificando il tempo di attesa? Effettuare una sperimentazione, osservando che cosa succede diminuendo e aumentando il valore di attesa. Provare ora a far camminare il gatto con uno spostamento anche lungo la direzione orizzontale utilizzando il blocco fai 10 passi della categoria Movimento. Aggiungendo il blocco dire... per 2 secondi comparirà anche un fumetto: nell’esempio, trattandosi dello sfondo spiaggia, è stata aggiunta la frase “Che bella passeggiata al mare!”. Far sperimentare animazioni usando personaggi diversi: le sequenze mostrate nelle figure precedenti potranno essere la base per nuovi sprite in movimento. Che progetti proporre? Creare una cartolina di buon compleanno oppure una cartolina per gli auguri di Natale. Le animazioni potranno essere utili nella costruzione di storie animate, come proposto nell’attività “Costruire una storia animata: livello 1”.
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CODING
Costruire una storia animata: livello 1 Tipologia
attività in Scratch
Argomento
sequenze, grafica, sincronizzazione di eventi
Discipline correlate
Italiano
Modalità di conduzione
In piccolo gruppo
Tempo di svolgimento previsto
1 ora circa
Materiale occorrente
Obiettivi • Capire come sincronizzare eventi all’interno di Scratch. • Capire come creare una storia sfruttando le potenzialità di Scratch. • Capire come integrare più funzioni di Scratch (animazioni, dialoghi, suoni).
1 computer ogni gruppo di studenti; LIM per dare indicazioni agli studenti
Descrizione dell’attività L’attività propone di costruire una storia animata fantastica in Scratch. Prima di iniziare il progetto con il computer, lavorare in modalità unplugged sugli elementi caratteristici dei racconti fantastici (cosa?, dove?, quando?, chi?, come?). La storia proposta di seguito ha come protagonisti il Piccolo Principe e la volpe. Predisporre le immagini dei due protagonisti, ricercandole in internet e salvandole nel desktop dei computer degli studenti. In alternativa, farle ricercare direttamente agli alunni. Procedimento Per inserire i nuovi sprite, il Piccolo Principe e la volpe, importare le immagini in Scratch cliccando su Importa uno sprite. Selezionare l’immagine all’interno del computer, cliccare su Apri e importare lo sprite all’interno dello stage. Se attorno al personaggio sono presenti elementi di sfondo che non servono, è possibile eliminarli utilizzando lo strumento gomma presente nell’area costumi a sinistra della schermo. In quest’area è anche possibile modificare l’orientamento dei personaggi, riquadrandoli con lo strumento selezione e cliccando l’icona Rifletti orizzontalmente. Questa funzione torna utile per creare un nuovo costume (ad esempio per la volpe), duplicando il costume originale e riflettendolo. Inserire il terzo sprite: il pallone da basket, importandolo nel progetto dalla libreria dei personaggi.
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CODING Importare gli sfondi che faranno da ambientazione all’animazione, selezionandoli dalla libreria di Scratch, cliccando su Scegli uno sfondo. Nell’esempio seguente sono stati selezionati dalla Libreria di Scratch due sfondi, Woods and bench per la parte iniziale del dialogo e Basketball 2 per lo sviluppo successivo.
A questo punto costruire uno schema che rappresenti lo sviluppo del dialogo. Di seguito un esempio: Piccolo principe
Volpe
Pallone da basket
Aspetta (2 secondi)
Saluta (2 secondi)
Non visibile
Saluta (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Chiede “Chi sei?” (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Aspetta (2 secondi)
Risponde “Sono la volpe.” (2 secondi)
-
Propone di andare a giocare insieme (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Cambio sfondo Propone di giocare a pallacanestro (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
Risponde di non essere molto bravo, ma farà un tentativo (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
Dice di voler provare (2 secondi) Aspetta (5 secondi)
Aspetta (5 secondi)
Animazione (5 secondi)
Com’è stato completato questo passaggio? Se all’inizio uno dei due personaggi compie un’azione, per esempio la volpe saluta per due secondi, è importante che contemporaneamente il Piccolo Principe non faccia nulla, così da non avere sovrapposizione dei dialoghi o nelle azioni compiute. E così via per tutto il resto della storia. È importante che gli alunni creino con carta e penna uno schema del tipo proposto, prima di lavorare sulle sequenze in Scratch, perché permette di rendere chiaro lo sviluppo del dialogo e delle azioni che verranno compiute dai personaggi. Inoltre Scratch non dà la possibilità di vedere una di fianco all’altra le sequenze costruite per due personaggi diversi, quindi potrebbe risultare difficile valutare la corretta sincronizzazione. Provare a costruire le sequenze seguendo la tabella appena completata: di seguito i codici derivati per il Piccolo Principe e per la Volpe. Sono presenti i blocchi: dire... per... secondi (categoria Aspetto), passa allo sfondo... (categoria Aspetto), attendi... secondi (categoria Controllo). Ovviamente il punto di partenza per questi due personaggi deve essere lo stesso: in questo caso quando si clicca sulla bandiera verde (categoria Situazioni).
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CODING Sprite Piccolo Principe
Sprite Volpe
Per lo sprite basketball (il pallone) costruire l’animazione come segue. Quando la storia inizia (quando si clicca sulla bandiera verde) usare il blocco Nascondi (categoria Aspetto) così che il pallone non sia visibile. Quando viene visualizzato il campo da basket come sfondo (inserire il blocco quando lo sfondo passa a Basketball-2, categoria Situazioni) inizia la sequenza che porterà all’animazione: con il blocco vai a x: ... y: ... (categoria Movimento) il pallone deve sempre partire dallo stesso punto (individuato con le coordinate x= 86, y= -99). Quindi inserire il blocco Mostra, categoria Aspetto, e il blocco Attendi 4 secondi. A questo punto il pallone dovrà iniziare a muoversi con i blocchi Scivola in... secondi a x: ... y: ... (categoria Movimento). Per dare l’effetto di movimento sarà utile inserire una serie di movimenti che simulino il tiro e il rimbalzo del pallone. Per farlo basterà aggiungere più blocchi Scivola in... secondi a x:... y:... Inserimento di un bug e debugging In queste sequenze è stato volutamente saltato il passaggio iniziale di inserimento dello sfondo corretto, in modo da creare un bug da correggere. Effettuando dei test, infatti, già dalla seconda attivazione della storia si noterà che non viene visualizzato lo sfondo corretto. Riprendere la tabella di progettazione e guidare gli alunni ad individuare l’errore: non è stata prevista nessuna azione di impostazione dello sfondo corretto. Individuare dunque il punto esatto ove questa azione debba collocarsi e procedere al debugging. Di conseguenza il codice corretto per il personaggio del Piccolo Principe apparirà come quello a fianco: Che progetto proporre? Dopo aver preso confidenza con la progettazione delle varie fasi della storia, invitare i gruppi di alunni a idearne il finale, progettandolo prima con la tabella dello storyboard.
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CODING
GIRA LA STORIA - L’Avventura – classe IV Tipologia
Gioco su carta
Argomento
sequenze
Discipline correlate
Geografia, Matematica, Italiano
Modalità di conduzione attività nel gruppo classe Tempo di svolgimento previsto Materiale occorrente
1 ora circa Poster, storie e carte “C’era una volta”, carte direzionali, carte moltiplicatore, carte intreccio, piccoli oggetti segnaposto, fogli e penne
Obiettivi • Apprendere elementi di base degli algoritmi. • Eseguire calcoli mentali con sicurezza. • Elaborare correttamente informazioni visuo-spaziali su una mappa. • Leggere ed interpretare correttamente gli elementi di una storia. • Creare sequenze narrative originali, proprie del romanzo di avventura. • Creare sequenze di indicatori spaziali funzionali al raggiungimento di obiettivi posizionati su un reticolo.
Introduzione L’attività sviluppa la capacità di analizzare un breve testo narrativo, di predisporre sequenze corrette di azioni per raggiungere un obiettivo, muovendosi nel reticolo di gioco, e di arricchire un testo dato con sequenze narrative originali. Grazie alle fasi di lettura, analisi e sintesi, il gioco consente, inoltre, l’appropriazione dei processi tipici del pensiero computazionale che sono la base di ogni tipo di programmazione e al Coding ed è strutturato in modo tale da evidenziare in modo semplice che cosa accade quando una sequenza di comandi viene “turbata” da elementi intrusi: la programmazione delle azioni utili a raggiungere un obiettivo deve necessariamente essere rivista e corretta. Scopo del gioco è quello di individuare gli elementi costituenti ciascuna storia e di raggiungerli tramite un percorso costruito con le frecce direzionali. Queste sono fornite in numero limitato rispetto alle caselle dei vari percorsi, per far sì che i giocatori utilizzino le carte moltiplicatore per elaborare il proprio percorso. La squadra avversaria ha la possibilità di aggiungere elementi-ostacolo o elementi svianti rispetto alla storia fornita, per rendere più complesso il percorso e per arricchire, allo stesso tempo, l’intreccio narrativo proprio del romanzo di avventura, stimolando le abilità necessarie alla produzione di un testo narrativo. A pag. 58 della guida sono riportate quattro brevi storie distinte per colore (rosso, arancione, verde e blu). Il poster di gioco presenta: 4 carte C’era una volta contenenti diagrammi di flusso che fungono da promemoria, riportando la sequenza degli obiettivi da conquistare per le singole storie; 10 carte direzionali e 8 carte moltiplicatore con le quali programmare gli spostamenti sul tabellone di gioco; 16 carte intreccio utili per complicare i percorsi delle storie originali; il tabellone di gioco che riporta gli elementi contenuti nelle storie.
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CODING
GIRA LA STORIA: - L’Avventura – classe IV C’era una volta - carte da ritagliare
STORIA ROSSA Era una giornata di sole. Sam si annoiava sulla barca, al molo. Si accorse che accanto alla barca, sul pelo dell’acqua, galleggiava una bottiglia con dentro qualcosa di strano. Sembrava un rotolo di carta. - Wow! Un messaggio! – gridò e subito prese il retino con cui pescava e la tirò a bordo. Estrasse il rotolo di carta. Apparve quella che sembrava decisamente una mappa. Lesse le poche righe del messaggio che accompagnava il disegno: “Nell’Isola del Nord, sulla rotta di Gambamorta, il capitano seppellì...” e poi era impossibile leggere oltre. Al centro dell’Isola, una grande X rossa segnalava sicuramente un tesoro! Cercò nella barca a fianco Michela, che stava pigramente sdraiata al sole. Le fece cenno di venire e quando arrivò, le mostrò la mappa. Si scambiarono uno sguardo d’intesa: era ora di convincere papà e mamma a salpare... Quali avventure li attendevano?
STORIA BLU Thomas e Viola erano entusiasti del viaggio in America. Wow! Oggi si andava in visita ad un antico pueblo dei nativi americani! Per tutta la mattina avevano seguito la guida che spiegava. Ma Thomas si era stancato di quel chiacchiericcio e così aveva convinto Viola a fare un giro da soli. Ma il gruppo di turisti era ripartito lasciandoli lì, da soli, in mezzo al deserto. Era già quasi il tramonto, quando per fortuna, da lontano videro arrivare la figura di un vecchio: Penna Lucente. L’indiano li condusse al suo villaggio. Nel vedere Viola, la tribù prese ad agitarsi. La giovane venne vestita come una di loro e condotta dal capo: Viola era identica ad una principessa indiana vissuta cento anni prima. Un’antica profezia diceva che sarebbe tornata per aiutare il suo popolo. I due dovevano rimanere al villaggio almeno fino alla prossima luna piena... Come sarebbero ritornati a Roma?
STORIA VERDE Enea e Matilda giunsero al campo a sera. L’autista scaricò i bagagli e ripartì, senza aspettare che venissero ad accogliere i nuovi arrivati. I due ragazzi rimasero da soli. Girando per il campo si accorsero che non c’era più nessuno. La tenda del refettorio era deserta e sulle lunghe tavolate c’erano piatti e cibo abbandonati... Fu subito chiaro che qualcosa di molto strano era accaduto. In una tenda rinvennero una videocamera. Controllarono l’ultima registrazione: la dottoressa Selmak commentava il ritrovamento del giorno: nell’antro del Tempio Maggiore era stata trovata una statuetta femminile in pietra! Gli archeologi scherzavano, mostrando il bellissimo manufatto. Poi le immagini si interrompevano in un lampo di luce. Riuscirono a trovare il diario di scavo. Avrebbero trovato in quelle pagine la soluzione dello strano enigma?
STORIA ARANCIONE Richard ed Emma arrivarono insieme alla loro classe al Rockfield Castle Hotel poco dopo il tramonto. Cenarono e quando fu ora di tornare nelle camere, Emma disse a Richard: - Non ho voglia di andare a dormire... Ho letto molto su questo antico castello: pare che nelle segrete dell’ala Ovest si aggiri una strana presenza. Che ne dici di andare a fare un giro? Richard non poté dire di no... e quando tutti furono nelle loro stanze, i due ragazzi si diressero con una torcia verso l’ala Ovest, disabitata e non ancora ristrutturata. Tra vecchi arredi e qualche antica armatura, trovarono le scale per le segrete. Scesero. C’era buio, freddo e odore di muffa. All’improvviso una malinconica musica di violino riempì l’aria e un bagliore sinistro illuminò le volte in mattoni. Chi poteva essere a quell’ora in un luogo così tetro? Era forse il Fantasma di Rockfield Castle?
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CODING
GIRA LA STORIA - L’Avventura – classe IV C’era una volta - carte da ritagliare
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c’era una volta
c’era una volta
c’era una volta
c’era una volta
CODING Regole del gioco 1 - Formare 4 squadre composte da 5-6 alunni e riunirle attorno al tabellone di gioco. Nominare un caposquadra, un alfiere e un lettore/narratore per ciascuna squadra, cui verranno attribuiti i seguenti compiti: Lettore/narratore = legge ad alta voce la storia e indica gli elementi/obiettivi da conquistare; riferisce a voce le sequenze narrative create; Caposquadra = predispone la sequenza di movimenti con le carte direzionali e le carte moltiplicatore, coadiuvato dagli altri componenti della squadra; Alfiere = muove il segnaposto (temperino, tappo di penna, gomma, ecc...) sul tabellone di gioco seguendo la sequenza predisposta dal proprio caposquadra. 2 - Ciascun caposquadra pesca una storia C’era una volta, che il lettore leggerà ad alta voce, dichiarandone il colore e tutti gli obiettivi, nell’ordine in cui vengono riportati nella carta C’era una volta associata alla storia, in modo tale che gli avversari possano controllare. 3 - Far scegliere ad ogni gruppo, o assegnare personalmente, la squadra avversaria da ostacolare e distribuire le carte intreccio che riportano lo stesso colore della storia della squadra da ostacolare. 4 - Le squadre posizioneranno a turno sul tabellone di gioco tre a scelta tra le quattro carte intreccio a diposizione, inserendole lungo il percorso della squadra avversaria, sopra ai riquadri dello stesso colore. 5 - Utilizzando le carte direzionali e le carte moltiplicatore, il primo caposquadra dovrà elaborare la sequenza corretta per conquistare tutti gli obiettivi inserendo anche quelli delle carte intreccio posizionate dalla squadra avversaria e predisporre a lato del tabellone la sequenza di movimenti utili per conquistare gli obiettivi. Quindi l’alfiere potrà muovere verso il primo obiettivo seguendo la sequenza elaborata con le carte direzionali. 6 - Ogni volta che il segnaposto raggiunge un obiettivo, il turno passa alla squadra avversaria. 7 - Quando il segnaposto raggiunge una carta intreccio, la squadra ha due minuti di tempo per creare una breve sequenza narrativa da aggiungere a quella della storia originale. Il lettore/narratore dovrà riferire ad alta voce la nuova sequenza della storia. Se la squadra non riesce a creare in tempo la sequenza narrativa o se essa non risulta plausibile o correttamente integrata nella storia originale, la squadra dovrà fermarsi per un turno. Allo stesso modo, se la sequenza predisposta con le carte direzionali non è corretta, la squadra dovrà fermarsi un turno e correggere la programmazione del percorso. Vince la squadra che raggiunge per prima tutti gli obiettivi. Al termine del gioco ogni squadra dovrà ripetere l’intera storia, arricchita dalle sequenze delle carte intreccio. Verifica e valutazione • capacità di leggere, interpretare e creare un breve testo narrativo; • capacità di elaborare correttamente un percorso su di un reticolo, utilizzando il calcolo mentale; • capacità di autocorrezione; • capacità di collaborare nel gruppo, di comunicare in modo efficace e di rispettare tempi e regole di gioco.
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CODING
Classe V Programmazione annuale Traguardi di competenza
Competenze trasversali
L’alunno:
L’alunno:
scompone un problema o un sistema di dati o processi in parti più elementari e gestibili;
collabora con atteggiamento positivo all’interno del piccolo gruppo e della classe;
rappresenta le informazioni attraverso sistemi simbolici;
lavora nel piccolo gruppo in maniera organizzata e autonoma per svolgere semplici compiti;
costruisce algoritmi, sequenze di istruzioni per risolvere problemi o produrre i risultati attesi;
rispetta la distinzione dei ruoli nel gruppo e i tempi dati;
riconosce gli errori di un algoritmo creato e immagina possibili soluzioni e miglioramenti;
elabora soluzioni creative, sia concettuali che costruttive, per raggiungere un risultato o risolvere un problema;
organizza a livello temporale informazioni, conoscenze, periodi, individua successioni, contemporaneità, durate e prevede gli effetti futuri di un’azione o di una sequenza di azioni;
riconosce gli errori commessi da sé o dal gruppo e si applica per correggere le proprie azioni.
astrae i principi generali da situazioni specifiche e generalizza le strategie risolutive dei problemi per trasferirle ad altri simili.
Discipline coinvolte Musica
L’alunno: Produce diverse tipologie di strumenti all’interno di Scratch; Rappresenta un problema tramite diagramma di flusso;
Italiano Seleziona le informazioni per sintetizzare una storia o un racconto; Raccoglie le idee, le organizza per punti, pianifica la traccia per produrre un racconto; Costruisce le sequenze per sceneggiare una storia.
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CODING
Costruire uno strumento musicale virtuale con Scratch Tipologia
attività in Scratch
Argomento
sequenze, istruzioni condizionali
Discipline correlate
Musica
Modalità di conduzione In piccolo gruppo Tempo di svolgimento previsto Materiale occorrente
1 ora circa 1 computer ogni gruppo di studenti; LIM per dare indicazioni agli studenti
Obiettivi • Usare correttamente sequenze e istruzioni condizionali. • Identificare gli elementi chiave del problema e schematizzarlo. • Rappresentare un problema tramite diagramma di flusso. • Produrre uno strumento musicale all’interno di Scratch e creare diverse tipologie di strumenti.
Descrizione dell’attività Questa attività permetterà di creare alcuni strumenti musicali in Scratch. Guidare gli alunni alla scoperta dei blocchi principali da utilizzare e delle regole che vanno rispettate per costruire strumenti vari. In un secondo momento lasciare gli studenti liberi di sperimentare e creare nuovi oggetti musicali. Inserire uno sfondo all’interno del progetto cliccando su Scegli uno sfondo selezionando Blue Sky 2 all’interno della libreria degli sfondi.
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CODING Inserire, ora, un nuovo sprite, cliccando sull’icona in figura, così da poter inserire il disegno di una tastiera di pianoforte, scaricata da internet o creata con un editor di disegno.
Cliccare sull’area suoni e scegliere dalla libreria i seguenti effetti: C Elec Piano, D Elec Piano ed E Elec Piano, che corrispondono alle note Do, Re e Mi.
Ora occorre associare ad alcuni tasti della tastiera del computer le note musicali. Scegliere 3 tasti: per esempio A, S, D. Per associare le note musicali a questi tasti, si utilizza il blocco quando si preme il tasto spazio della categoria Situazioni, modificandolo e selezionando di volta in volta dal menu a tendina le voci a, s e d.
Creare un’animazione sulla tastiera, così da evidenziare il tasto DO nel momento in cui si preme A sulla tastiera del pc. L’animazione verrà inserita come uno sprite. Verranno utilizzati i blocchi della categoria Aspetto e l’editor di immagini. Selezionare lo sprite tastiera e cliccare su Costumi nella categoria Aspetto. Quindi, con il tasto destro del mouse, cliccare sopra il costume tastiera, e scegliere duplica. In questo modo si otterrà una replica della tastiera. Salvarla con il nome tastiera-DO così da poter utilizzare questo costume più facilmente durante la costruzione del codice. Per rinominare il costume è sufficiente fare doppio click nell’area evidenziata e scrivere il nome desiderato.
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CODING Selezionare lo strumento di riempimento automatico dalla palette sulla sinistra della schermata. Scegliere il colore con il quale evidenziare il tasto della tastiera del pianoforte dal menu a tendina. Dopo aver effettuato la scelta del colore, cliccando sull’ottavo tasto, si otterrà il riempimento automatico.
Procedere allo stesso modo per creare le due animazioni relative al tasto RE (nono tasto) e il tasto MI (decimo tasto). Il costume con nessun tasto evidenziato è stato rinominato come tastiera. A questo punto scrivere la sequenza di azioni utili per l’animazione del tasto del pianoforte che suonerà la nota DO (tasto A): • quando viene premuto il tasto A • evidenzia il tasto del pianoforte • emetti la nota corrispondente • quando il suono finisce torna alla tastiera con il tasto non evidenziato Questa sequenza di eventi si traduce in Scratch utilizzando i blocchi, della categoria Aspetto, passa al costume tastieraDO, passa al costume tastiera che permettono di cambiare l’aspetto dello sprite tastiera in base a quando viene premuto il tasto del pc relativo. In figura vengono mostrate le sequenze di blocchi per i tasti A, S, D.
Ora si può proporre l’inserimento di strumenti a percussione all’interno del progetto. Selezionare dalla libreria degli sprite Drums Conga-a, Bell1 e Magicwand. Perché una bacchetta magica? Perché verrà utilizzata per cliccare sulle percussioni così da provocarne il suono.
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CODING Gli obiettivi • quando l’utente clicca sulla bacchetta magica, questa deve seguire il puntatore del mouse; • quando la bacchetta viene portata sopra uno dei due strumenti a percussione, se l’utente clicca deve essere emesso il suono; • quando l’utente preme il tasto della tastiera, la bacchetta si sgancia dal puntatore e la simulazione termina. Per raggiungere gli obiettivi preposti, costruire le seguenti sequenze di blocchi, a cominciare dallo lo sprite MagicWand. Con questa prima sequenza, quando l’utente cliccherà sopra alla bacchetta magica, questa seguirà il puntatore del mouse. Ora è necessario implementare la doppia condizione che deve essere rispettata per far sì che i suoni vengano riprodotti: condizione 1: MagicWand si deve trovare sopra la percussione; condizione 2: il tasto del mouse deve essere premuto. Creare, quindi, una sequenza diversa rispetto alla precedente, ma sempre con il blocco iniziale Quando si clicca su questo sprite. Per creare la doppia condizione, utilizzare il blocco e della categoria Operatori e inserire, sta toccando... e pulsante del mouse premuto, entrambe appartenenti alla categoria Sensori.
A lato la sequenza che appare dopo l’inserimento dell’operatore e. L’ultima specifica - quella che fa sì che quando viene premuto il tasto Spazio la bacchetta magica non segue più il puntatore e la simulazione termina - si realizza utilizzando il blocco Se... allora della categoria Controllo, modificando lo script precedente. Infine, riprendendo il primo script relativo alla bacchetta magica, l’inserimento del blocco Vai in primo piano (categoria Aspetto) all’inizio della sequenza, fa sì che la bacchetta risulti sempre in evidenza rispetto alle percussioni inserite.
Che progetto proporre? Dopo aver costruito una tastiera e una simulazione con due strumenti a percussione, proporre agli studenti di inventare nuovi strumenti, ricercando gli sprite a disposizione all’interno della libreria di Scratch. Si possono trovare una chitarra acustica, un basso, una chitarra elettrica, un sassofono, ecc. Per ulteriore complessità, chiedere di impostare nuove interazioni, cioè varie modalità con cui l’utente può causare l’emissione del suono da parte dello strumento.
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CODING
Storytelling: costruire una storia animata - Livello 2 Tipologia
attività in Scratch
Argomento
sequenze, animazioni, sincronizzazione tra sprite con messaggi
Discipline correlate
Italiano
Modalità di conduzione In piccolo gruppo Tempo di svolgimento previsto Materiale occorrente
2 lezioni da 1 ora circa 1 computer ogni gruppo di studenti; LIM per dare indicazioni agli studenti
Obiettivi • Usare sequenze e la sincronizzazione tra sprite tramite messaggi. • Produrre semplici animazioni in Scratch. • Selezionare le informazioni per sintetizzare una storia o un racconto. • Costruire le sequenze necessarie per rendere animata una storia.
Descrizione dell’attività L’attività permetterà di creare una storia animata in Scratch. Proporre agli studenti di scegliere le scene fondamentali di un racconto e farli lavorare in gruppo alla realizzazione del progetto in Scratch. Questa attività prevede l’utilizzo dei blocchi invia a tutti... e quando ricevo... (categoria Situazioni) che serviranno per sincronizzare tra di loro i personaggi e gli sfondi, così da poter riprodurre la storia scelta. Nell’esempio viene spiegato come costruire alcune scene del racconto Il robot e la bambina tratto da Io, robot di I. Asimov, Mondadori. Il robot e la bambina Novantotto, novantanove, cento... Gloria riabbassò le braccia con le quali si era schermata gli occhi e restò immobile per un attimo. Poi si allontanò cautamente dall’albero, cui si era appoggiata, cercando di guardare in tutte le direzioni. Si avviò a passo deciso in cerca di Robbie e udì troppo tardi il fruscio che si levava alle sue spalle, la caratteristica cadenza ritmata dei passi di Robbie. Si girò in tempo per vedere il suo compagno di giochi spuntare trionfante dal nascondiglio e correre verso l’albero. – Aspetta, Robbie! – gridò, scoraggiata – Non è leale! Avevi promesso che non avresti cominciato a correre finché non ti trovavo! I suoi piedini non potevano reggere il ritmo dei passi di Robbie. Ma, a tre metri dalla meta, Robbie rallentò di colpo l’andatura, si limitò ad avanzare strascicando i piedi e Gloria, con un impetuoso slancio finale, gli sfrecciò davanti ansimando e toccò per prima la corteccia dell’albero scelto come traguardo. Poi si girò raggiante verso il robot e gridò: – Robbie non sa correre! – aveva soltanto otto anni – Io posso batterlo quando voglio! Io posso batterlo quando voglio! – cantilenò. Robbie non rispose, naturalmente. Per lo meno, non a parole. Cominciò a correre, allontanandosi da Gloria; lei cercò di raggiungerlo, ma lui la costrinse a inseguirlo in cerchio, agitando le braccia. – Robbie! – strillò la bambina – Fermati! Finalmente il robot si girò di colpo e la sollevò tra le braccia, facendola roteare. – Adesso tocca a me nascondermi. Robbie fece cenno di sì con la testa, un piccolo parallelepipedo dagli angoli smussati che era attaccato al parallelepipedo molto più grande del dorso per mezzo di un perno flessibile. Poi obbedì all’ordine e si appoggiò all’albero, tenendovi la faccia contro. Una sottile pellicola di metallo gli coprì gli occhi lucenti. Allo scoccare del centesimo secondo perlustrarono l’orizzonte, soffermandosi un attimo su di un pezzo di stoffa colorata che spuntava dietro il masso. Nel frattempo, in casa, la signora Weston ruppe il silenzio tra lei e il marito: – George!
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CODING – Cosa c’è tesoro? – Sai benissimo cosa c’è, George. Si tratta di Gloria e di quell’abominevole macchina. Quel robot che Gloria chiama Robbie. Non la lascia un momento! – E perché dovrebbe? Il suo compito è proprio di accudirla. – Non voglio che mia figlia sia affidata a una macchina, per quanto efficiente, affettuosa e gentile questa possa essere. Non ha un’anima! I bambini non sono fatti per essere accuditi da un “affare” di metallo. – E quest’idea quand’è che ti è venuta in mente? Finora non mi sembravi preoccupata. Rifletti un po’... un robot baby-sitter è infinitamente più fidato di una creatura in carne e ossa. Robbie è stato costruito proprio per quell’unico scopo: essere il compagno di giochi di un bambino. È matematico che sia fedele, affettuoso e gentile: si tratta di una macchina costruita per questo. Puoi dire forse altrettanto per gli esseri umani? (Io, Robot, I. Asimov, Mondadori)
Dopo aver letto il testo, rivolgere agli studenti la domanda seguente: Perché è necessario sincronizzare il comportamento dei personaggi in una storia? Raccogliere tutte le idee espresse e guidare gli alunni alla scoperta che una delle motivazioni principali della necessità di sincronizzazione è il rapporto di causa effetto che si ha all’interno di una storia e la sequenzialità delle azioni dei personaggi. In altre parole, nel momento in cui un personaggio assume un certo comportamento o dice una certa battuta, un altro personaggio risponde o assume un comportamento che è conseguenza di quello precedente. Spiegare che all’interno di Scratch è necessario sincronizzare le battute e i movimenti dei personaggi, per rimanere fedeli alla storia da rappresentare. Far elaborare uno schema simile a quello riportato sotto, nel quale è rappresentata un’interazione tra personaggio A e personaggio C, un cambio di scena e infine una battuta del personaggio C. Con le frecce sono indicati i passaggi che necessitano di sincronizzazione in Scratch: scambi di battute tra due o più personaggi, cambi di scena o situazioni simili. In questi casi è utile utilizzare il blocco invia a tutti..., che rappresenta un “messaggio invisibile” che gli sprite si scambiano tra loro: una volta inviato permette di scatenare la reazione di un altro personaggio (o dello stage) grazie al blocco quando ricevo... Dopo aver lavorato sulla progettazione, iniziare a programmare con i blocchi di Scratch. Sottolineare che nella storia Il robot e la bambina sono presenti due sfondi, uno caratterizzato da un albero (Gloria e Robbie infatti stanno giocando a nascondino) e un altro caratterizzato da un interno di una casa (i genitori di Gloria discutono all’interno della loro casa). Per prima cosa inserire i due sfondi cliccando su Scegli uno sfondo. Nella schermata che compare selezionare Esterni dal menu in alto e quindi scegliere lo sfondo tree; quindi selezionare Interni dal menu in alto per inserire lo sfondo room2.
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PERSONAGGIO A DICE
PERSONAGGIO B DICE
PERSONAGGIO A DICE
PERSONAGGIO B SI MUOVE
CAMBIO SCENA PERSONAGGIO C DICE
CODING Una volta inseriti gli sfondi, provare a crearne uno iniziale contenente il titolo della storia. Cliccare su Disegna nuovo sfondo. All’apertura dell’area di disegno, cliccare su Scegli uno sfondo, selezionando l’icona in basso a sinistra e scegliere Blue Sky 2 dalla libreria. Per aggiungere un testo, cliccare sul bottone T. Quindi selezionare il punto dello sfondo in cui inserire il titolo del racconto, selezionare il font e il colore del testo dai rispettivi menu. Rinominare lo sfondo come sfondo iniziale. Costruire ora una prima sequenza relativa agli sfondi.
Nel codice a lato sono stati utilizzati i blocchi: quando si clicca su bandierina verde (categoria Situazioni), per dare avvio alla storia; passa allo sfondo... (categoria Aspetto) per determinare il cambio di scena; attendi... secondi (categoria Controllo) per determinare la durata dello sfondo iniziale, quindi di nuovo il blocco passa allo sfondo... per il cambio di scena. Alla fine il blocco invia a tutti... (categoria Situazioni) permette di segnalare ai personaggi quando iniziare il dialogo. Per sincronizzare le azioni degli sprite utilizziamo la funzione invia un nuovo messaggio e attendi, nella categoria Situazioni. Per creare un nuovo messaggio si deve cliccare su nuovo messaggio e scegliere il nome del messaggio da inviare (ad esempio “inizio storia”); questi messaggi verranno utilizzati per segnalare il momento in cui la sequenza di un personaggio è terminata e quindi può partire il codice di un altro sprite. I personaggi del racconto sono: Gloria, Robbie e i genitori di Gloria. Le immagini possono essere reperite online semplicemente cercando tra le immagini di Google e predisponendole sul desktop dei pc. Per inserire gli sprite cliccare su Importa uno sprite e poi selezionare il file all’interno del computer. Dato che all’inizio della storia Gloria sta giocando a nascondino, si può creare un nuovo costume in cui la bambina abbia gli occhi chiusi. Per realizzarlo selezionare Gloria nell’area degli sprite, poi cliccare su Costumi. Cliccare con il tasto destro del mouse sopra il primo costume e scegliere duplica. Procedere come segue per creare gli occhi chiusi.
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CODING Per ottenere gli occhi chiusi seguire i seguenti passaggi: • Selezionare l’icona del contagocce nel menu riempimento dalla palette dei colori. • Selezionare il colore rosa del viso di Gloria. • Selezionare la funzione Pennello dalla palette degli strumenti. • Colorare gli occhi di Gloria con il pennello (di cui si può modificare la dimensione con la barra), in modo che non siano più visibili. • Selezionare il colore nero dalla palette dei colori. • Disegnare gli occhi chiusi. • Rinominare il costume come “Gloria occhi chiusi”. Dopo aver preparato il nuovo costume, si può passare alla programmazione del codice: quando si clicca su bandierina verde Gloria non deve più essere visibile per lasciare spazio al solo sfondo con il titolo del racconto. Utilizzare quindi il blocco Nascondi della categoria Aspetto. Quando termina la schermata iniziale con il titolo (e quindi quando lo sprite Gloria riceve il messaggio “inizio storia”), inizia la sequenza relativa al personaggio: il blocco Mostra (categoria Aspetto) rende visibile lo sprite; il blocco vai a x: ... y: ... (categoria Movimento) fa posizionare Gloria sempre nella stessa posizione vicino all’albero; il blocco passa al costum ... (categoria Aspetto) permette di passare al costume con gli occhi chiusi; il blocco dire... per... secondi permette di replicare i discorsi diretti della storia; il blocco scivola in... secondi a x: ... y: ... (categoria Movimento) permette di creare uno spostamento “scivolato” del personaggio; infine inviamo il messaggio vai per dare il via Robbie. Selezionare il personaggio robot dall’area degli sprite e costruire le sequenze come nell’esempio.
All’inizio Robbie non deve essere visibile, quando riceve il messaggio vai il robot si deve posizionare in x=-246 y=107 e poi eseguire l’animazione successiva, cioè il movimento verso l’albero.
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CODING L’ultimo blocco della sequenza di Robbie è invia a tutti arrivato. Aggiungendo il codice riportato a sinistra nella sequenza relativa a Gloria, sarà possibile inserire un altro fumetto dopo l’animazione del robot. Costruire un nuovo sfondo con la stessa procedura utilizzata per il titolo tra la scena dell’albero e la successiva scena che si svolge all’interno di casa Weston. Rinominarlo Cambio scena e programmarlo con il codice seguente.
Infine inserire i codici di programmazione per la mamma e il papà di Gloria, con i quali si realizza la scena finale di questa storia. Sprite mamma
Sprite papà
Che progetto proporre? Proporre agli studenti di rendere più articolato il racconto, aggiungendo scene e dettagli dei personaggi e delle conversazioni. Scegliere altre storie da animare utilizzando Scratch.
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CODING
GIRA LA STORIA - Il Giallo - classe V Tipologia
Gioco su carta
Argomento
sequenze
Discipline correlate
Geografia, Matematica, Italiano
Modalità di conduzione attività nel gruppo classe Tempo di svolgimento previsto Materiale occorrente
1 ora circa Poster, storie e carte “Incipit”, carte direzionali, carte moltiplicatore, carte intreccio, piccoli oggetti segnaposto, fogli e penne
Obiettivi • Apprendere elementi di base degli algoritmi. • Elaborare correttamente informazioni visuo-spaziali su una mappa. • Creare sequenze di indicatori spaziali funzionali al raggiungimento di obiettivi posizionati su un reticolo. • Eseguire calcoli mentali con sicurezza. • Leggere e interpretare correttamente gli elementi di una storia. • Creare sequenze narrative originali, proprie del romanzo giallo e connetterle con senso logico.
Introduzione Anche l’attività ludica “Gira la Storia – il Giallo”, proposta per la classe quinta, mira allo sviluppo della capacità di analisi di un breve testo narrativo appartenente al genere giallo e di predisporre sequenze corrette di azioni per raggiungere un obiettivo, muovendosi nel reticolo di gioco. All’alunno verrà richiesto di comporre e arricchire con sequenze narrative originali un testo a finale aperto. Grazie alle fasi di lettura, analisi e sintesi, il gioco consente, inoltre, l’appropriazione dei processi tipici del pensiero computazionale basilari in ogni tipo di programmazione e nel Coding ed è strutturato in modo tale da lasciare allo studente il compito di programmare la sequenza di azioni più adatta per raggiungere in tempi rapidi i propri obiettivi, mettendo in gioco le proprie capacità di problem solving e di lavorare in gruppo in modo collaborativo per l’ottenimento di un fine comune. Scopo del gioco è quello di raccogliere le quattro carte intreccio rappresentanti gli elementi propri del racconto giallo: l’alibi, il testimone, l’indizio e il colpevole. Una volta raccolte, le carte serviranno alla costruzione di un vero e proprio racconto giallo, del quale viene fornito soltanto l’incipit. Il poster di gioco presenta: 4 carte C’era una volta distinte per colore, 8 carte moltiplicatore e 30 carte direzionali con le quali programmare gli spostamenti sul reticolo di gioco, 32 carte intreccio (testimone, indizio, alibi, colpevole), che forniscono gli elementi con i quali creare le sequenze narrative, e il tabellone di gioco.
Regole del gioco 1 - Formare 4 squadre composte da 5-6 alunni, assegnare un colore a ciascuna di esse (blu, rosso, giallo o verde) e riunirle attorno al tabellone di gioco. Nominare un caposquadra, un alfiere e un lettore/narratore per ciascuna squadra, cui verranno attribuiti i seguenti compiti: Lettore/narratore = legge ad alta voce la storia, scrive e riferisce a voce le sequenze narrative create. Caposquadra = predispone la sequenza di movimenti con le carte direzionali e le carte moltiplicatore, coadiuvato dagli altri componenti della squadra. Alfiere = muove il segnaposto (temperino, tappo di penna, gomma, ecc...) sul tabellone di gioco seguendo la sequenza predisposta dal proprio caposquadra.
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CODING 2 - Ciascun caposquadra prende la carta C’era una volta del colore della propria squadra. Il lettore ne leggerà ad alta voce il contenuto. 3 - Una volta letti tutti gli incipit, utilizzando le carte direzionali e le carte moltiplicatore, il primo caposquadra dovrà elaborare e predisporre al lato del tabellone la sequenza di spostamenti più breve, utile a conquistare la prima delle carte intreccio del colore della propria squadra. Le quattro carte intreccio servono per costruire il racconto giallo e sono: alibi, testimone, indizio e colpevole. 4 - Una volta stabilita quale sia la prima carta da procurarsi e la sequenza corretta per raggiungerla, l’alfiere potrà muovere verso il primo obiettivo. 5 - Ogni volta che il segnaposto raggiunge un obiettivo, la squadra pesca una carta intreccio della categoria raggiunta (sono fornite due carte intreccio per ciascuna categoria e per ciascuna squadra in gioco). A questo punto la squadra ha due minuti di tempo per creare una breve sequenza narrativa contenente l’elemento raffigurato nella carta intreccio appena pescata. Il lettore/narratore dovrà riferire ad alta voce la nuova sequenza della storia. Se la squadra non riesce a creare in tempo la sequenza narrativa o se essa non risulta plausibile o correttamente integrata nella storia originale, la squadra dovrà fermarsi per un turno. Allo stesso modo, se la sequenza predisposta con le carte direzionali non è corretta, la squadra dovrà fermarsi un turno e correggere la programmazione del percorso. Il turno passa quindi alla squadra avversaria. Vince la squadra che raggiunge per prima tutti gli elementi utili alla costruzione del romanzo giallo, creando di volta in volta le sequenze narrative relative. Al termine del gioco ogni squadra dovrà ripetere l’intera storia, arricchita dalle sequenze delle carte intreccio. Verifica e valutazione • Capacità di leggere, interpretare e creare un breve testo narrativo; • capacità di elaborare correttamente un percorso su di un reticolo, utilizzando il calcolo mentale; • capacità di autocorrezione; • capacità di collaborare nel gruppo, di comunicare in modo efficace e di rispettare tempi e regole di gioco.
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CLASSE CAPOVOLTA
LA CLASSE CAPOVOLTA a cura di Katia Buccelli
Che cos’è la classe capovolta Nel panorama educativo, oggi si parla con sempre maggiore insistenza di flipped classroom, ovvero di classe capovolta, una metodologia sorta a metà degli anni 2000 negli Stati Uniti nella Woodland Park High School, in Colorado, dove due docenti di scienze (Jonathan Bergmann e Aaron Sams) cominciarono a registrare su video le loro lezioni, a supporto degli studenti assenti. Quando anche gli studenti presenti in classe cominciarono a seguire i video, ritenendoli una risorsa per il loro studio a casa, quei docenti intuirono che i ragazzi avevano bisogno di loro per dialogare e discutere riguardo alle difficoltà che incontravano nella comprensione ed elaborazione dei contenuti proposti, piuttosto che di un insegnante che trasmettesse concetti e argomenti attraverso una lezione frontale. In questo modo la videolezione cominciò a essere ritenuta uno strumento particolarmente efficace per scavalcare la lezione frontale, riservando tempo e risorse alla relazione con gli studenti. Ma che cosa significa, nel concreto, applicare strategie educative e metodologie didattiche della flipped classroom? Nella nostra esperienza di studenti e, molto spesso, nella nostra quotidianità di insegnanti, il processo di insegnamento-apprendimento si è esplicato, e si continua molto spesso a tradurre, tramite un percorso per così dire lineare: • gli alunni ascoltano in classe la lezione dell’insegnante che in cattedra e/o alla lavagna (oggi anche LIM) espone ciò che è scritto nel libro; • a casa i ragazzi studiano sul libro quanto assegnato dall’insegnante e svolgono esercizi di approfondimento e applicazione dello studio; • successivamente, in classe, tramite interrogazioni o verifiche scritte l’insegnante verifica gli esiti dello studio. Sperimentare la metodologia della flipped classroom significa capovolgere i tempi e i modi della didattica: le attività tradizionalmente svolte a scuola (ovvero la lezione) vengono fruite a casa, mentre il lavoro comunemente assegnato per compito a casa (ad es. esercitazioni e problemi da risolvere) viene eseguito a scuola, anche in modo collaborativo con i compagni, con la guida e la supervisione dell’insegnante. Gli insegnanti «capovolti» realizzano e propongono ai loro studenti buoni video o supporti didattici digitali che ogni allievo deve rivedere e utilizzare a casa, in biblioteca, o altri luoghi, senza un tempo predefinito, secondo il proprio stile e ritmo di apprendimento. In questo modo il docente, nel tempo-classe, privilegia le dimostrazioni pratiche in laboratorio e la ricerca divergente, coinvolge quotidianamente i suoi alunni in spazi aperti di discussione, che mirano a costruire gradualmente comprensione e apprendimento attivo, e annota come essi interagiscono con lo studio e tra di loro.
La didattica capovolta e gli stili di apprendimento «Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia.» (D. Pennac) Parafrasando ciò che scrive Daniel Pennac nel suo Diario di scuola, ogni classe è un gruppo eterogeneo di studenti e ognuno di loro possiede caratteristiche uniche, oltre che fisiche, culturali e sociali, anche per ciò che riguarda l’impegno nello studio, nello svolgimento dei compiti o nella soluzione di problemi cognitivi. Ogni studente apprende in maniera personale, possiede cioè un proprio stile di apprendimento che lo caratterizza e lo distingue dai compagni.
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CLASSE CAPOVOLTA Per trovare «l’armonia», per fare cioè in modo che ogni studente abbia un ruolo attivo nella classe, è quindi necessario prima conoscere le modalità con cui apprende e poi valorizzare le sue inclinazioni, analizzare i diversi stili di apprendimento che ognuno utilizza in maniera preferenziale, compreso il nostro di stile, in quanto riflessione sul nostro metodo di insegnamento. Solo considerando le differenze individuali il metodo di insegnamento potrà tener conto delle attitudini dei singoli, valorizzarle nonché adattarle a contesti in cui tali attitudini potrebbero arrecare problematicità. La flipped classroom potrebbe essere erroneamente confusa con modalità di insegnamento e-learning, ovvero l’istruzione a distanza, nella quale il ruolo dell’insegnante è sostanzialmente marginale. Al contrario, poiché uno dei concetti chiave della didattica capovolta è la personalizzazione, questa metodologia consente di facilitare e potenziare la relazione educativa tra docenti e studenti con l’obiettivo di valorizzare i talenti e le attitudini dei singoli allievi. Al docente spetta il compito di strutturare attività personalizzate affinché ciascuno raggiunga il massimo obiettivo possibile dettato dalle proprie caratteristiche. Inoltre, uno dei principali vantaggi di questa metodologia è costituito dal tempo più disteso per l’apprendimento: poter rivedere o ascoltare più volte i materiali di studio facilita quegli alunni per i quali è più difficoltoso comprendere le informazioni in tempi rapidi o in situazioni di sovraffollamento delle informazioni. Il fattore tempo gioca a favore anche dell’insegnante, che avrà più tempo per l’osservazione degli stili di apprendimento e potrà così meglio mettere a fuoco interventi didattici mirati a supportare anche chi presenta bisogni educativi speciali.
Processi di individualizzazione e personalizzazione degli apprendimenti La videolezione, strumento imprescindibile per la classe capovolta, diventa una risorsa per l’apprendimento alla quale ogni alunno accede nei modi e nei tempi che desidera, secondo il proprio ritmo e in stretta connessione con gli obiettivi di apprendimento del proprio Piano Personalizzato. Gli studenti, in una situazione di apprendimento rovesciato, riescono a interagire con i compagni con modalità di peer education e apprendimento collaborativo; la condivisione della conoscenza fra pari stimola percorsi di responsabilizzazione rendendo gli studenti soggetti attivi e consapevoli del proprio apprendimento poiché viene stimolato un processo spontaneo di passaggio di conoscenze. L’esperienza e le conoscenze del singolo divengono un’occasione di autoformazione condivisa dal gruppo e nel gruppo, che non solo acquisisce nuove informazioni, ma rafforza anche la sua capacità creativa di rispondere ai problemi, di agire in modo positivo ed efficace, di interagire tramite il lavoro di gruppo in cui vengono suddivise le responsabilità. In questo contesto pertanto il docente assume il ruolo di promotore di responsabilità e di partecipazione individuale e collettiva.
Linguaggio digitale per favorire la costruzione collaborativa dei saperi Le Indicazioni Nazionali per il curricolo ricordano che “La diffusione delle tecnologie di informazione e di comunicazione è una grande opportunità e rappresenta la frontiera decisiva per la scuola. Si tratta di una rivoluzione epocale (...). La scuola non ha più il monopolio delle informazioni e dei modi di apprendere. Le discipline e le vaste aree di cerniera tra le discipline sono tutte accessibili ed esplorate in mille forme attraverso risorse in continua evoluzione... Dunque il “fare scuola” oggi significa mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi media e alla ricerca multidimensionale.” Le continue trasformazioni in atto nell’odierna società digitale impongono alla scuola, e a chi vi opera, un rinnovamento della metodologia didattica che tenga conto delle attitudini e della familiarità verso le tecnologie, propria delle nuove generazioni di studenti, nati e cresciuti tra computer, videogiochi, telefoni cellulari, apparecchi per riprodurre musica digitale, videocamere, fino a giungere alle tecnologie domotiche di
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CLASSE CAPOVOLTA uso quotidiano. Infatti, il linguaggio digitale, nella sua dimensione interattiva, determina un nuovo modello di elaborazione mentale, rafforza un atteggiamento mentale dinamico, favorisce un’azione di organizzazione e strutturazione del sapere. Un impiego didattico che si avvale di più codici espressivi, tramite una dimensione multimediale accattivante, stimola la curiosità e l’interesse e può più facilmente promuovere la motivazione, l’attenzione e l’impegno di tutti gli studenti, oltre che rappresentare un valido supporto per soggetti con difficoltà di apprendimento e/o disabilità. Nello stesso tempo la scuola ha però anche il compito di far acquisire agli alunni la capacità di riflettere sui propri processi cognitivi, sostenendoli affinché sviluppino una graduale consapevolezza e capacità di scelta, nonché un controllo critico delle informazioni e dei media. Il valore delle tecnologie non è connesso ai contenuti, ma ai processi che vengono attivati e il superamento di una trasmissione lineare e sequenziale dei saperi, in favore di un’azione didattica mediata dalle TIC, rappresenta un grosso stimolo ad «apprendere facendo», in un rapporto di interazione, sia con l’insegnante, che con i compagni: non solo learning by doing, ma anche learning by thinking, cioè «apprendere pensando», riflettendo, e discutendo con gli altri (cooperative learning). L’approccio esplorativo, insito nel linguaggio multimediale, privilegia la visione di un sapere costruito e implica un apprendimento dove smontare, ricostruire, rielaborare diviene un processo di costruzione di conoscenze da elaborare in gruppo e da condividere. Questo approccio collaborativo, il cui punto di forza è la motivazione, favorisce e promuove corresponsabilità, accresce sicurezza, rafforza il valore della scoperta e incita alla riflessione critica. Il gruppo sperimenta situazioni di problem solving in modo creativo, discute, analizza: la rielaborazione e l’assunzione di responsabilità individuali e collettive consente agli studenti di sviluppare anche competenze socio-relazionali. Pensare e organizzare la classe come una ambiente in cui gli allievi ricercano, collaborano e condividono, consente al docente di assumere la regia di un processo che promuove la responsabilità cognitiva tramite la sperimentazione dell’apprendimento collaborativo. In questa prospettiva al docente spetta anche la responsabilità di organizzare in modo attento la formazione dei gruppi, assegnando ruoli e attività in funzione delle peculiarità dei singoli componenti, tenendo come punto fermo la creazione di un clima impostato sulla fiducia, l’aiuto reciproco e la corresponsabilità.
La progettazione e l’organizzazione di una flipped classroom Per impostare una didattica capovolta il primo punto fondamentale è la scelta degli obiettivi di apprendimento, intesi come competenze, conoscenze e abilità che ogni studente deve poter raggiungere ed è opportuno, quindi, stabilire quali sono le discipline, le singole unità didattiche o gli argomenti che intendiamo sviluppare tramite questa metodologia, nonché quanto tempo investire e quale strumento utilizzare per la nostra comunicazione online. Molte scuole ormai hanno adottato piattaforme di condivisione come Moodle, Google Classroom, Edmodo ecc., veri e propri spazi virtuali protetti pensati per la didattica che consentono di comunicare notizie e informazioni, assegnare compiti, correggerli e inviare feedback, condividere materiali. Se la nostra scuola non ha adottato nessuno di questi strumenti possiamo creare un nostro spazio personale di condivisione con Google sites, un modo facile e gratuito per creare e condividere pagine web, con una buona leggibilità su qualunque device e con tutti i sistemi operativi. Si tratta di uno strumento che in pochi e semplici passaggi guidati, senza scrivere nemmeno una linea di codice, consente di scegliere le pagine da creare e di inserire in esse i contenuti che vogliamo condividere, tramite un editor molto intuitivo. In rete si trovano numerosi tutorial che indicano in modo semplice e chiaro i singoli passaggi per la realizzazione di un sito web con questo strumento. Una volta impostata la parte progettuale e tecnica dobbiamo rendere partecipi i nostri studenti e le loro famiglie circa la nuova modalità di lavoro che abbiamo previsto di adottare. È infatti fondamentale fornire spiegazioni chiare (anche scritte) sul metodo capovolto, anche chiedendo alle famiglie un consenso scritto, affinché tutti comprendano che il web diventa uno strumento di studio. Dovremo informare anche il Dirigente Scolastico circa la nostra intenzione di sperimentare la didattica capovolta ed esplicitare in modo chiaro le modalità della nostra progettazione e sarebbe ottimale condividere almeno con un collega il nostro percorso. Successivamente, è opportuno raccogliere informazioni precise per rilevare se tutti i nostri allievi, a casa, dispongono di connessione internet e se, di conseguenza, possono utilizzare un dispositivo (sia esso uno
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CLASSE CAPOVOLTA smartphone, un pc, un tablet) e come/quanto possono accedervi. Può essere utile formulare un questionario scritto così da raccogliere tutti i dati ed eventualmente risolvere eventuali problemi di accesso alla rete. Per sperimentare la classe capovolta inoltre, anche noi docenti dobbiamo disporre di dispositivi adeguati (meglio un pc portatile piuttosto che lo smartphone) con un buon contratto di connessione.
L’ambiente di apprendimento e gli strumenti per la comunicazione interattiva Prima di avviare l’esperienza della flipped classroom, l’insegnante deve coinvolgere gli studenti nella visione di alcune videolezioni, gli strumenti tramite cui si snodano i percorsi della classe capovolta. Ciò è indispensabile per educare gli allievi ad avvalersi di un video in modo autonomo ed efficace, incoraggiandone la fruizione libera e diversificata, per impostare un ritmo personale della lezione. In termini pratici, questo si traduce nell’uso libero di pause e riavvolgimenti del video che consentono un approccio personalizzato ai contenuti così da comprendere meglio i concetti presentati. Questa è una procedura che non sarebbe possibile nella lezione frontale dove l’insegnante deve impostare un ritmo standard che gli consenta di coinvolgere tutti senza però annoiare chi è più capace e farsi seguire anche da chi si trova in difficoltà. Superata questa fase preliminare potrà prendere il via la sperimentazione della didattica capovolta. Sul piano operativo, l’insegnante deve predisporre i diversi materiali didattici su cui far studiare gli studenti a casa, e, successivamente, il suo ruolo in classe consisterà nel promuovere la discussione e proporre ulteriori percorsi di approfondimento. Pertanto è fondamentale fare attenzione a non trasferire i limiti della didattica basata sulla lezione frontale, dall’aula al web. Infatti il principale motivo per cui si sceglie l’apprendimento rovesciato è che spesso un approccio tradizionale di tipo trasmissivo, in buona parte dei casi, non è oggi abbastanza efficace e risulta più che mai necessario un approccio metodologico capace di sollecitare l’interesse e coinvolgere attivamente gli alunni. L’utilizzo di video didattici da parte degli studenti dovrà essere integrato e supportato da altri strumenti basati prevalentemente sull’utilizzo delle tecnologie digitali il cui linguaggio favorisce la costruzione collaborativa dei saperi. Affinché una lezione interattiva risulti efficace devono essere tenuti in considerazione alcuni elementi: • innanzitutto va curata la scelta dei sussidi multimediali, poiché deve essere facilmente fruibile e presentare una esplicita introduzione dell’argomento trattato; • la durata deve essere contenuta entro i 5 o 6 minuti e l’esposizione deve comprendere esempi esplicativi al fine di favorire domande e osservazioni da parte degli studenti; • i concetti vanno esposti in modo chiaro e conciso, suddividendo l’esposizione in sequenze significative; • inoltre può risultare particolarmente proficuo inserire una serie di domande a scelta multipla lungo la timeline di un video, per far riflettere gli studenti sui contenuti proposti in modo da attivare un processo di verifica e autoverifica delle conoscenze acquisite. La rete offre molti materiali già predisposti: video didattici, simulazioni interattive, strumenti per la comunicazione interattiva. Pertanto in prima battuta, prima di partire da zero realizzando i propri video, può essere utile selezionare e proporre risorse adeguate alla nostra progettazione, vagliando le innumerevoli proposte dei docenti che hanno già svolto attività di classe capovolta, modificandole e integrandole in base alle nostre esigenze. La rete offre, infatti, diverse applicazioni liberamente utilizzabili per trasformare la visione di un video in un’esperienza condivisa e di interazione comunicativa. Si tratta di strumenti non particolarmente complessi, il cui utilizzo è spesso facile e intuitivo e dei quali è possibile trovare dettagliati tutorial online.
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CLASSE CAPOVOLTA Playposit è un’applicazione web free utile per rendere interattivi i nostri video didattici inserendo domande a scelta multipla e a risposta aperta, testo, immagini, audio, link. È possibile manipolare con facilità il video trasformandolo in un oggetto ipermediale inserendovi le risorse reperite in rete e/o i contenuti realizzati da noi. Edpuzzle consente di trasformare un video in una lezione interattiva tramite l’inserimento di quiz, immagini, testo ecc., e consente inoltre di registrare la propria voce sul video. TED-Ed Lesson permette di creare lezioni a partire da video pubblici e integrarli con risorse per l’approfondimento e la verifica. Questo servizio fornisce risorse a sostegno della formazione e dell’apprendimento ed è uno strumento completo per corredare videolezioni di questionari, link, brevi integrazioni testuali, mappe, immagini e consente di monitorare le attività di ogni studente. Adobe Spark è uno strumento gratuito per realizzare facilmente e con rapidità oggetti grafici,
presentazioni, digital storytelling e animazioni. video, con sottofondo musicale o registrazione audio della nostra voce. Powtoon è un servizio che permette di realizzare delle presentazioni animate davvero accattivanti e di grande effetto. Thinglink è uno strumento web che consente di rendere interattivi immagini e video tramite l’inserimento di link, ulteriori immagini, video e testo. Biteable è una risorsa on line per la creazione di simpatiche video-animazioni personalizzabili. La funzione base gratuita, mette a disposizione molti template dalla grafica accattivante. Alcuni modelli consentono l’inserimento di immagini personali. LearningApps è una suite completamente gratuita che consente di creare interessanti moduli interattivi per facilitare i processi di apprendimento. Si possono realizzare video con inserimenti, sondaggi, test, questionari.
Apprendimento cooperativo e compiti autentici per padroneggiare le competenze chiave La Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento Europeo definisce le otto competenze chiave per l’apprendimento permanente. Con l’emanazione di questo documento l’Unione Europea esorta tutti gli Stati membri a perseguire il raggiungimento di quelle competenze di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione per tutto l’arco della vita (lifelong learning), a partire dal percorso di istruzione: 1. comunicazione nella madrelingua; 2. comunicazione nelle lingue straniere; 3. competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4. competenza digitale; 5. imparare a imparare; 6. competenze sociali e civiche; 7. spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8. consapevolezza ed espressione culturale. Si tratta di competenze di carattere trasversale che dovrebbero essere acquisite dai giovani alla conclusione del percorso obbligatorio di istruzione, in preparazione della loro futura vita lavorativa e che dovrebbero costituire, al contempo, un bagaglio per i futuri apprendimenti. L’Italia ha recepito la sollecitazione dell’Unione Europea attraverso il D.M.139/2007 “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione” dove vengono delineati “gli assi culturali” che mirano al conseguimento delle “competenze di base” alla fine del ciclo obbligatorio di istruzione. Nel documento tecnico allegato al testo di Legge si dice testualmente che “I saperi sono articolati in abilità/capacità e conoscenze, con riferimento al sistema di descrizione previsto per l’adozione del Quadro europeo dei Titoli e delle Qualifiche
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CLASSE CAPOVOLTA (EQF)1. La competenza digitale, contenuta nell’asse dei linguaggi, è comune a tutti gli assi, sia per favorire l’accesso ai saperi sia per rafforzare le potenzialità espressive individuali. (1) Si fa riferimento alla proposta di Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006. Il Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli contiene le seguenti definizioni: • “Conoscenze”: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche. • “Abilità”, indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti). • “Competenze” indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia. Ad integrazione di un dettato rigidamente impostato sulla suddivisione di saperi disciplinari, l’allegato 2 stabilisce i fondamenti per le “competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria”. Si tratta di otto competenze chiave volte a “favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sé, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale”. A sei anni dalla pubblicazione delle Indicazioni Nazionali, il Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione ha presentato al Miur il documento “Indicazioni Nazionali e nuovi scenari” (22 febbraio 2018) che propone alle scuole una rilettura delle Indicazioni del 2012 focalizzando l’attenzione sulle competenze di Cittadinanza. Il documento propone alle scuole una rilettura delle Indicazioni al fine di calibrare il curricolo e le proposte didattiche nella cornice delle competenze di Cittadinanza e Costituzione perché “L’esercizio della cittadinanza attiva necessita di strumenti culturali e di sicure abilità e competenze di base, cui concorrono tutte le discipline”. Questa sollecitazione colloca la Cittadinanza come sfondo integratore e punto di riferimento di tutte le discipline che concorrono a definire il curricolo. La riflessione evidenzia inoltre come le pratiche di cittadinanza attiva possano essere veicolate da un’adeguata progettazione didattica che realizzi ambienti per l’apprendimento volti alla “costruzione di conoscenze e abilità attraverso l’analisi di problemi e la gestione di situazioni complesse, la cooperazione e l’apprendimento sociale, la sperimentazione, l’indagine, la contestualizzazione nell’esperienza, la laboratorialità”, indicando in questi elementi i presupposti per lo sviluppo di competenze e apprendimenti significativi in grado di contribuire alla costruzione di competenze sociali e civiche. Questa rilettura intende rispondere alla necessità di una sempre maggiore aderenza o sviluppo diretto alla sostenibilità in tutti i suoi aspetti, recependo i contenuti dell’Agenda 2030. Questo quadro normativo pone le basi per definire ciò che si è chiamati a fare attivamente in classe dove gli alunni realizzano il cosiddetto “COMPITO AUTENTICO”, svolto attraverso il cooperative learning. La metodologia dell’apprendimento cooperativo coinvolge gli studenti nel lavoro di gruppo e si fonda sull’interazione e la corresponsabilità dei componenti del gruppo per raggiungere un fine comune, tramite un lavoro collaborativo di approfondimento, che porterà al raggiungimento di obiettivi tramite il contributo personale di ognuno e quindi alla costruzione di nuova conoscenza. In questo contesto l’insegnante ha il compito di organizzare un ambiente per l’apprendimento in grado di favorire un clima relazionale positivo, in cui assumere il ruolo di facilitatore e mediatore. Wiggins (1998) chiarisce che un compito, un problema, un progetto è autentico quando: • è realistico, cioè riflette il modo nel quale l’informazione o l’abilità dovrebbero essere usati nel mondo reale; • r ichiede giudizio e innovazione, ossia è basato sulla soluzione di problemi non strutturati che potrebbero avere più di una risposta giusta e, quindi, richiedono al soggetto che apprende di compiere delle scelte consapevoli; • chiede allo studente di «costruire» la disciplina, nel senso di impadronirsi delle procedure proprie delle discipline, che le formano nei significati e nei processi;
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CLASSE CAPOVOLTA • r eplica o simula contesti diversi (lavoro, vita civile, vita personale) nei quali solitamente gli adulti sono «controllati» e valutati; chiede quindi di realizzarsi in contesti o situazioni specifiche che hanno particolari restrizioni, proposte o spettatori (compiti complessi); • sollecita l’impiego di un repertorio di conoscenze e di abilità per negoziare altri compiti complessi; •p ermette appropriate opportunità di ripetere, praticare, consultare risorse, avere feedback su e perfezionare la prestazione, i prodotti e gli apprendimenti; permette quindi di focalizzare l’apprendimento attraverso il ciclo di performance-feedback-revisione-performance. La progettazione di un compito autentico ha lo scopo di valutare l’abilità degli studenti nell’applicare competenze e conoscenze in attività reali (Mueller, 2003) quindi, nella sua formulazione, necessita di indicazioni e caratteristiche ben definite a partire dalla esplicitazione chiara dell’obiettivo che si intende perseguire. Affinché sia chiaro agli studenti il percorso da seguire, vanno loro fornite esplicite indicazioni circa i contenuti, il tipo di prestazione da svolgere, per quale scopo, quali dovrebbero essere le caratteristiche del prodotto atteso, quali sono i tempi richiesti e le fasi del lavoro, quali sono le risorse a disposizione. Gli studenti, oltre ad avere chiaro il percorso da seguire, devono conoscere le modalità di valutazione che contemplano anche l’autovalutazione del proprio prodotto. L’attività che si propone di realizzare deve inoltre essere stimolante e motivante, deve consentire la condivisione e la collaborazione dei membri del gruppo che sono chiamati a rielaborare e riorganizzare in una situazione problematica, strettamente ancorata a contesti reali, ciò che hanno appreso. Appare chiaro quindi come l’obiettivo finale miri alla costruzione di competenze chiave mediante compiti significativi che si esplicitano nella realizzazione di un prodotto finale completo, in cui la problematizzazione e la contestualizzazione del sapere vengono calati in contesti reali. In quest’ottica, l’azione didattica che si esplica tramite la metodologia flipped consente agli studenti di sperimentare varie soluzioni operative e di acquisire, utilizzare e consolidare competenze, attraverso l’esperienza, la riflessione, lo scambio e la collaborazione tra pari.
La valutazione nella flipped classroom Le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione introducono il principio di certificazione delle competenze, delineano i traguardi formativi da conseguire al termine dei diversi gradi dell’istruzione primaria e focalizzano l’attenzione su una nuova cultura didattica, dove la scuola non è più il principale agente educativo. In questo documento si pone l’accento sui principi di conoscenze contestualizzate, apprendimento significativo, centralità del soggetto che apprende, scuola aperta alla realtà. La Circolare Ministeriale n. 3 del 13 febbraio 2015, nelle Linee guida allegate, esplicita il concetto di certificazione delle competenze tramite documenti da compilare, (in via sperimentale), al termine della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado e al completamento dell’obbligo scolastico (2ª classe della scuola secondaria di secondo grado.) La certificazione delle competenze non sostituisce la valutazione disciplinare, ma la integra poiché esprime una valutazione trasversale della capacità degli allievi di utilizzare in modo efficace i saperi acquisiti in contesti nuovi e complessi, siano essi reali o simulati. Il decreto MIUR 3 ottobre 2017, prot. n. 742, disciplina la certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione e trasmette i relativi modelli unici nazionali di certificazione nei quali si sancisce l’obbligo di delineare il «Profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione» in base ai livelli di competenza raggiunti, in riferimento alle otto competenze chiave europee. Tradizionalmente, la valutazione del profitto scolastico scaturisce dal confronto dei risultati ottenuti dagli studenti, con i risultati attesi. Questa modalità implica però l’utilizzo di criteri di classificazione e selezione perché non indaga la «costruzione» e lo «sviluppo» della conoscenza né prende in considerazione la capacità di applicare in contesti reali quanto si conosce. La valutazione delle competenze analizza il «sapere agito» e considera ciò che gli alunni sanno e «come sanno fare» applicando le loro conoscenze, abilità, capacità e predisposizioni personali, nell’affrontare un
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CLASSE CAPOVOLTA compito significativo che preveda la soluzione di un problema e/o la realizzazione di un prodotto. Quanto fin qui esposto in merito alla didattica capovolta converge in un processo di valutazione delle competenze strettamente connesso al compito autentico, pilastro della flipped classroom e principale momento di valutazione dello studente da parte del docente, che osserva in itinere processi, interazione, coinvolgimento, strategie di studio impiegate, proprio nel momento operativo, in classe, mentre gli studenti lavorano in gruppo alla soluzione del compito assegnato. In questo modo, azione didattica e azione valutativa si intersecano poiché l’insegnante misura i progressi dello studente durante il percorso di apprendimento analizzando non tanto la conoscenza, quanto piuttosto la competenza, dal momento che vengono monitorate la sua capacità organizzativa ed espressiva, la sua abilità nel reperire e gestire il materiale, le strategie adottate nel risolvere il problema e giungere all’esito atteso. Nella classe capovolta un altro aspetto di basilare importanza è il momento di autovalutazione che consiste nella richiesta di redigere una rubrica, cioè una griglia strutturata in cui ciascuno studente è chiamato a esprimersi sul suo ruolo nel gruppo, e il gruppo, a sua volta, è chiamato a valutare l’efficacia del proprio lavoro con riferimento ai livelli di giudizio che vengono riportati sul documento di certificazione delle competenze (livello avanzato, intermedio, base, iniziale). Tramite questo percorso di autovalutazione gli allievi riflettono sulla propria esperienza di apprendimento, esaminano i punti forti e i punti deboli del loro lavoro cooperativo, riflettono sia sul prodotto della loro attività, sia sui processi che li hanno condotti a conseguire un dato risultato. Il metodo di valutazione dell’insegnante che valuta il processo, le competenze trasversali e quelle disciplinari, il cui fulcro è il compito complesso, così come l’autovalutazione degli studenti, hanno sempre come punto di riferimento alcune delle competenze individuate tra le otto competenze chiave cui mirava l’attività progettata, rilevabili con questa modalità proprio per il carattere trasversale dell’approccio didattico capovolto. Per concludere, adottare una metodologia di lavoro che si basi sulla classe capovolta può contribuire a favorire la costruzione di quelle competenze necessarie per la formazione della persona in modo unitario, sia nella dimensione personale, che nella dimensione relazionale. Una scuola efficace per tutti i suoi studenti, include e valorizza, ricerca e sperimenta, rielabora e rappresenta nuove forme di conoscenza. Non si tratta tanto di andare contro una scuola tradizionale, quanto piuttosto di integrare spazi e modalità didattiche con nuovi scenari educativi al passo coi tempi.
Scuola Primaria e flipped classroom Da più parti ci si interroga sulla possibilità di utilizzare la didattica capovolta alla Scuola Primaria. Certamente è necessario tenere in considerazione l’età degli alunni e la tipologia dei contenuti da affrontare: di certo non è possibile “flippare”, come si dice in gergo, a 360 gradi. Fatta questa premessa, è indubbio che questo modello rappresenta un efficace strumento di continuità tra quanto proponiamo in classe e quanto ciascun alunno può approfondire e integrare autonomamente a casa, con modalità accattivanti e tempi più adeguati. Il primo passo per impostare l’apprendimento capovolto e, di conseguenza, modificare il paradigma dell’insegnamento trasmissivo, è programmare “cosa” e “quanto” capovolgere. Si può pensare ad una singola unità didattica così come è possibile estendere l’approccio della didattica capovolta a più discipline o in chiave trasversale a più ambiti. Una volta che si ha ben chiaro il percorso da proporre è doveroso comunicare alle famiglie degli alunni che intendiamo sviluppare un progetto di didattica capovolta per introdurre una metodologia innovativa nella nostra pratica didattica. È importante sottolineare che questa progettazione si pone l’obiettivo di stimolare e personalizzare l’apprendimento degli alunni utilizzando una strategia didattica attenta ai loro bisogni educativi e che, nel contempo, ci consente di stare al passo con l’evoluzione della tecnologia che, a più livelli, permea la nostra quotidianità e quella dei nostri alunni. In modo anche schematico possiamo spiegare che: • Questa modalità di insegnamento-apprendimento si avvale di video-lezioni e materiale prevalentemente digitale selezionato dal docente e fornito agli alunni per lo studio individuale a casa, tramite l’utilizzo di una classe virtuale. • In seguito, in classe, l’insegnante stimola l’apprendimento attivo guidando gli alunni all’approfondimento dei
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CLASSE CAPOVOLTA contenuti studiati a casa, supportando la messa a fuoco sulla risoluzione di dubbi e problemi, proponendo attività di consolidamento dei concetti appresi in autonomia. • Il ruolo principale dell’insegnante consiste nel guidare, sostenere e monitorare il processo di apprendimento e quindi predisporre esercitazioni e attività di approfondimento che possono prevedere anche modalità di tipo collaborativo che mirino al raggiungimento di competenze complesse e trasversali. • L a flipped classroom è pertanto una metodologia didattica in cui gli alunni studiano a casa e a scuola si esercitano e consolidano i concetti appresi in autonomia. Dopo aver illustrato il nostro progetto alle famiglie degli alunni possiamo procedere alla creazione di un’aula virtuale, un “luogo” in cui comunicare, condividere, collaborare. Questo spazio diventerà un’estensione della nostra aula, un ambiente per l’apprendimento in grado di coinvolgere attivamente gli alunni nel processo di acquisizione delle competenze. L’aula virtuale deve essere un ambiente protetto e circoscritto ai soli utenti autorizzati, alunni (e loro famiglie) e insegnante che ne coordina e controlla l’utilizzo. Si è già accennato alle diverse piattaforme che permettono di organizzare un’aula virtuale; tra queste LearningApps ci consente di predisporre il nostro ambiente virtuale in pochi e semplici passi e risulta essere un ottimo strumento alla portata dei nostri giovani allievi della Scuola Primaria per la semplicità di utilizzo. È un ambiente chiuso e protetto che non permette intromissioni dall’esterno. Questo consente ai bambini di interagire liberamente sul web senza pericoli. Questa piattaforma, inoltre, consente ad ogni utente, alunni compresi, di realizzare moduli interattivi, anche a carattere ludico, per facilitare i processi di apprendimento. Accediamo alla piattaforma LearningApps ed effettuiamo l’iscrizione.
Una volta create le credenziali per l’accesso, l’insegnante può procedere alla formazione della propria classe virtuale. Cliccando il menù “LE MIE CLASSI” ci troveremo nella schermata in cui inserire il nome della classe e con “CREA CLASSE” avremo completato il primo passaggio.
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CLASSE CAPOVOLTA Comparirà quindi la seguente schermata nella quale dovremo inserire i nominativi dei nostri alunni tramite la funzione “ACCOUNT STUDENTE”.
La schermata successiva ci mostrerà questo passaggio che ci condurrà alla pagina in cui inserire nome e cognome degli alunni.
Inserendo nome e cognome il sistema genera in automatico le credenziali per l’accesso alla piattaforma. In un secondo tempo sarà possibile modificare solo la password. Dopo aver proceduto al salvataggio dei dati inseriti, ogni alunno disporrà delle proprie credenziali per accedere alla classe virtuale e perciò saremo pronti per avviare la nostra attività.
Copiando e incollando l’URL della classe virtuale appena creata nella voce del menu M.I.O. BOOK, sarà possibile accedere alla classe direttamente dal M.I.O. BOOK Raffaello. Inizialmente è bene che gli alunni abbiamo la possibilità di familiarizzare con questo nuovo ambiente verso il quale mostreranno senz’altro molto entusiasmo. Cominciamo insieme ad esplorare i contenuti che già avremo provveduto ad inserire nella cartella di classe: potrebbero essere applicazioni che abbiamo realizzato noi o attività selezionate tra le innumerevoli apps presenti in piattaforma. Con l’ausilio della LIM andiamo quindi a mostrare all’intera classe quali sono i materiali che gli alunni possono trovare nel loro spazio virtuale, come si utilizzano, quali sono le funzionalità e come sia semplice anche per loro realizzare delle applicazioni didattiche divertenti. Le potenzialità di questo ambiente sono molteplici perché, oltre a consentirci l’utilizzo di svariate tipologie di applicazioni che possiamo sviluppare in autonomia per i nostri percorsi didattici, permette di utilizzare liberamente tutte quelle esistenti già create dagli altri membri della piattaforma.
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CLASSE CAPOVOLTA
Le fasi di lavoro per lo sviluppo dell’U.d.A. in modalità flipped La stesura della progettazione deve tener conto dei seguenti punti: • dati dell’Unità di Apprendimento (titolo - scuola - disciplina/e - classe); • descrizione dell’argomento trattato; • competenze disciplinari/ interdisciplinari coinvolte; • competenze chiave da attivare; • strumenti che si intendono impiegare; • tempi e spazi. Descrizione della sequenza di lavoro: • input motivazionali per l’avvio dell’attività; • strumenti da utilizzare per lo sviluppo dell’argomento; • autoformazione e rielaborazione individuale; • rielaborazione collettiva e approfondimenti in classe; • modalità di sviluppo per la produzione finale (individuale o a gruppi casuali/di livello/eterogenei/omogenei...); • obiettivo del compito; • prodotto atteso a conclusione del percorso; • fase conclusiva: esposizione del compito ai compagni; • metodologie e strumenti di valutazione e autovalutazione.
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CLASSE CAPOVOLTA
Attività di classe IV La punteggiatura (Officina dei Linguaggi, Libro di Grammatica, classe IV, pagina 30)
Scuola Referente del progetto Descrizione del gruppo classe
Descrivere sinteticamente le caratteristiche del gruppo e l’eventuale presenza di alunni con bisogni educativi speciali.
Disciplina
LINGUA ITALIANA
Tempi
10 ore + 1 ora di presentazione degli elaborati alla classe
Modalità di lavoro
Indicare le modalità di organizzazione dei gruppi di lavoro.
Finalità
Garantire il successo formativo tramite l’attivazione di strategie educative e didattiche che favoriscano l’acquisizione delle competenze chiave europee per l’apprendimento permanente e la padronanza delle competenze disciplinari declinate nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo. • Utilizzare la tecnologia e strategie didattiche innovative per veicolare saperi, conoscenze e competenze alla base della programmazione scolastica annuale
Obiettivi educativi e didattici
• Acquisire il piacere della scoperta e della ricerca • Lavorare in gruppo per ottenere scopi comuni • Saper organizzare con efficacia il proprio lavoro, sia individuale che di gruppo • Comunicazione nella madrelingua • Imparare ad imparare
Competenze chiave
• Competenze sociali e civiche • Competenza digitale • Spirito di iniziativa ed imprenditorialità • Riflettere sulla lingua e sulle sue regole di funzionamento
Competenze disciplinari
• Produrre testi di vario tipo • Saper analizzare e sintetizzare le informazioni
Metodologia
Utilizzo della didattica capovolta per favorire un coinvolgimento attivo degli studenti nel rispetto degli stili di apprendimento individuali e la creazione di un ambiente per l’apprendimento che incentivi positive relazioni interpersonali.
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CLASSE CAPOVOLTA
Il percorso intende approfondire la riflessione sull’uso della punteggiatura ed analizzare le funzioni e le peculiarità dei segni interpuntivi. Fase 1- Lancio del progetto: l’insegnante spiega agli alunni come si snoda il percorso e in quali modalità si svolgerà il lavoro, sia a casa che a scuola. Autonomamente, a casa, gli alunni visionano il filmato “LA PUNTEGGIATURA” e si esercitano con le applicazioni allegate al video. Contenuti
Fase 2 - Dopo il momento di autoformazione iniziale, in classe si rielabora quanto appreso tramite domande e risposte, breve discussione, brainstorming, ulteriori approfondimenti ed esercitazioni. Fase 3 - L’insegnante consegna il compito autentico, attività finalizzata a uno scopo concreto in cui gli alunni dovranno dare prova delle loro capacità. Conclusione - Gli elaborati prodotti vengono condivisi con il gruppo, valutati in maniera formativa, eventualmente corretti e possibilmente condivisi con l’esterno.
Prodotto atteso
Ricettario per la festa della mamma • Osservazione dei processi di lavoro durante le fasi dell’attività
Valutazione
• Autovalutazione di gruppo e individuale tramite check list • Valutazione sommativa
Materiali e strumenti
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PC di classe e/o del laboratorio della scuola LIM - Appmatrix e materiali digitali su M.I.O. BOOK Raffaello - libri di testo - risorse web Compito autentico - disegni per la suddivisione in gruppi
CLASSE CAPOVOLTA - Compito autentico
IL NOSTRO RICETTARIO Quest’anno come regalo per la festa della mamma realizzeremo un ricettario. Ogni gruppo ha il compito di raccogliere le ricette della propria tradizione familiare e trascriverle in un ricettario che verrà realizzato in formato digitale. La raccolta di ricette può anche essere tematica, per esempio: primi piatti, contorni, dolci... Dovrete dare un titolo originale al vostro lavoro, curare l’aspetto grafico e soprattutto scrivere le ricette rispettando le sequenze e le regole ortografiche. Sarete divisi in gruppetti da 3 costituiti dall’abbinamento casuale delle figure che io vi fornirò. 1. gruppo dei fiori 2. gruppo degli alberi 3. gruppo degli animali 4. gruppo delle figure piane 5. gruppo delle frecce 6. gruppo delle emoticon 7. gruppo degli astri 8. gruppo dei frutti ISTRUZIONI PER OGNI GRUPPO Dopo aver proceduto al sorteggio dei gruppi, l’attività si svolgerà in 6 fasi: 1) Ricerca delle ricette (attività individuale da svolgere a casa) 2) Pianificazione del lavoro, consultazione delle risorse, stesura del ricettario 3) Scrittura del ricettario al computer 4) Revisione 5) Presentazione alla classe 6) Autovalutazione individuale e di gruppo Tempo a disposizione: 5 ore RISORSE DA UTILIZZARE Libri di testo e riviste di cucina messe a disposizione dall’insegnante. Consultazione dei siti: https://www.webhouseit.com/qui-ci-metto-un-punto-le-regole-base-della-punteggiatura/ http://www.impariamoinsieme.com/esercizi-sulla-punteggiatura/ http://www.misya.info/ricette-per-bambini-facili.htm https://ricetteperbambini.crescebene.com/category/ricette-per-bambini/ricette-per-bambini-senza-forno
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CLASSE CAPOVOLTA
Attività di classe V Tecniche narrative: flashback e flashward (Officina dei Linguaggi, Laboratorio di Italiano, classe 5, pag. 9)
Scuola Referente del progetto Descrizione del gruppo classe
Descrivere sinteticamente le caratteristiche del gruppo e l’eventuale presenza di alunni con bisogni educativi speciali.
Disciplina
LINGUA ITALIANA
Tempi
8 ore + 1 ora di presentazione degli elaborati alla classe
Modalità di lavoro
Indicare le modalità di organizzazione dei gruppi di lavoro.
Finalità
Garantire il successo formativo tramite l’attivazione di strategie educative e didattiche che favoriscano l’acquisizione delle competenze chiave europee per l’apprendimento permanente e la padronanza delle competenze disciplinari declinate nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo. • Utilizzare la tecnologia e strategie didattiche innovative per veicolare saperi, conoscenze e competenze alla base della programmazione scolastica annuale
Obiettivi educativi e didattici
• Acquisire il piacere della scoperta e della ricerca • Lavorare in gruppo per ottenere scopi comuni • Saper organizzare con efficacia il proprio lavoro, sia individuale che di gruppo • Comunicazione nella madrelingua • Imparare ad imparare
Competenze chiave
• Competenze sociali e civiche • Competenza digitale • Spirito di iniziativa ed imprenditorialità • Riflettere sulla lingua e sulle sue regole di funzionamento • Produrre testi di vario tipo
Competenze disciplinari
• Analizzare, comprendere e produrre sequenze narrative con flashback e flashward • Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire un’efficace interazione comunicativa
Metodologia
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Utilizzo della didattica capovolta per favorire un coinvolgimento attivo degli studenti nel rispetto degli stili di apprendimento individuali e la creazione di un ambiente per l’apprendimento che incentivi positive relazioni interpersonali.
CLASSE CAPOVOLTA
Il percorso intende approfondire la riflessione testuale sulle tecniche narrative che si avvalgono della retrospezione e dell’anticipazione modificando la successione cronologica regolare degli eventi. Fase 1- Lancio del progetto: l’insegnante spiega agli alunni come si snoda il percorso e in quali modalità si svolgerà il lavoro, sia a casa che a scuola. Autonomamente, a casa, gli alunni visionano il filmato “L’INTRECCIO NARRATIVO” e si esercitano con le applicazioni allegate al video. Contenuti
Fase 2 - Dopo il momento di autoformazione iniziale, in classe si rielabora quanto appreso tramite domande e risposte, breve discussione, brainstorming, ulteriori approfondimenti ed esercitazioni. Fase 3 - L’insegnante consegna il compito autentico, attività finalizzata a uno scopo concreto in cui gli alunni dovranno dare prova delle loro capacità. Conclusione - Gli elaborati prodotti vengono condivisi con il gruppo, valutati in maniera formativa, eventualmente corretti e possibilmente condivisi con l’esterno.
Prodotto atteso
Scrittura di una pagina di diario. • Osservazione dei processi di lavoro durante le fasi dell’attività
Valutazione
• Autovalutazione di gruppo e individuale tramite check list • Valutazione sommativa
Materiali e strumenti
PC di classe e/o del laboratorio della scuola LIM - Appmatrix e materiali digitali su M.I.O. BOOK Raffaello - libri di testo - risorse web Compito autentico - disegni per la suddivisione in gruppi
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CLASSE CAPOVOLTA - Compito autentico
IL MIO DIARIO Molti di voi sicuramente curano già un proprio diario personale. In questa attività siete invitati a comporre una pagina di diario in cui inserirete un intreccio narrativo con il flashback, cioè un salto indietro nel tempo, o il flashforward, cioè un salto in avanti nel tempo. Nel vostro componimento potrete inserire dei ricordi legati al primo anno della Scuola Primaria (flashback) o delle anticipazioni su come vi immagine sarà il vostro ingresso alla Scuola Secondaria (flashforward). Sarete divisi in gruppetti da 3 costituiti dall’abbinamento casuale delle figure che io vi fornirò. 1. gruppo dei fiori 2. gruppo degli alberi 3. gruppo degli animali 4. gruppo delle figure piane 5. gruppo delle frecce 6. gruppo delle emoticon 7. gruppo degli astri 8. gruppo dei frutti ISTRUZIONI PER OGNI GRUPPO Dopo aver proceduto al sorteggio dei gruppi, l’attività si svolgerà in 5 fasi: 1) Pianificazione del lavoro e consultazione delle risorse 2) Prima stesura del racconto 3) Revisione e correzione 5) Scrittura del testo al computer 4) Presentazione alla classe 5) Autovalutazione individuale e di gruppo Tempo a disposizione: 3 ore RISORSE DA UTILIZZARE Libri di testo messi a disposizione dall’insegnante. Consultazione dei siti: http://www.comune.jesi.an.it/jesicentro/PERCDIDA/PDF/052_02.pdf http://www.sconfinamenti.net/blog/archives/897 http://www.atuttascuola.it/contributi/italiano/scrivi_una_pagina_del_tuo_diario.htm
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Come funziona il M.I.O. BOOK 1. Testo sfogliabile multimediale • Per prima cosa occorre installare il Raffaello Player sul proprio dispositivo. Si può scaricare tramite il DVD del libro adottato oppure dal portale www.raffaellodigitale.it. È sufficiente selezionare il proprio sistema operativo e quindi avviare l'installazione. Dal sito è possibile collegarsi alla versione online, saltando quindi la fase di installazione. • Installato il Raffaello Player, si accede alla libreria dei testi adottati. • Individuato il testo da utilizzare, fare doppio clic su «Apri il libro». • Al primo accesso il testo dovrà essere attivato, inserendo un codice. • Attivato il testo, i contenuti del M.I.O. BOOK si presenteranno nella seguente maniera:
I testi vengono presentati in formato PDF, senza l’integrazione di alcun contenuto digitale interattivo. Utile per tablet o per una consultazione «veloce». Visualizza: i contenuti vengono visualizzati ma non memorizzati nel proprio dispositivo. Scarica (scelta consigliata): i contenuti, prima di essere visualizzati, vengono memorizzati nel proprio dispositivo. Questo rende la fruizione possibile anche senza DVD o connessione internet. Il M.I.O. BOOK si presenterà in questo modo:
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
a. Strumentazione, utilizzo e icone 1) La navigazione tra le pagine del libro Il M.I.O. BOOK può essere sfogliato agevolmente, spostandosi tra le singole pagine. Questa operazione può essere compiuta mediante le frecce, che consentono di muoversi avanti e indietro, oppure digitando il numero della pagina da visualizzare. L’esperienza di lettura è semplificata anche dalla presenza di un pulsante che permette di navigare tra i capitoli, così da selezionare l’argomento interessato. C’è, infine, anche la possibilità di tornare alla schermata iniziale, relativa al libro attivato, da cui procedere con nuove operazioni.
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2) La visualizzazione Diverse tipologie di visualizzazione (full screen, a pagina singola, a doppia pagina e con miniature di anteprima) rispondono alle diverse esigenze di lettura. È infatti possibile personalizzare il formato della pagina, che si adatta secondo le richieste. In particolare, è di grande importanza lo strumento Zoom, mediante il quale ingrandire specifiche porzioni di testo: lo studente può in questo modo leggere più facilmente o soffermarsi su singoli dettagli.
Per gli studenti con difficoltà di apprendimento esiste la possibilità di passare alla visualizzazione del libro liquido ad alta leggibilità.
Alta leggibilità
3) La ricerca dei contenuti I contenuti presenti nel volume possono essere facilmente visualizzati tramite un indice, suddiviso per capitoli e per tipologia. La ricerca di uno specifico tema può avvenire sfogliando l’indice «tradizionale» del libro oppure richiamando le pagine memorizzate tramite la funzione Segnalibri. Per la ricerca di singole parole all’interno di tutto il libro si può utilizzare la funzione Ricerca: dopo aver inserito il termine, comparirà una finestra con i risultati ottenuti. Un’altra pratica funzione è quella che raggruppa le risorse multimediali presenti nell’intero volume, catalogate in base alla tipologia; in questa maniera è possibile accedere a una specifica categoria di contenuti digitali per selezionare la risorsa richiesta.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Utilizzo con Tablet È possibile richiamare i contenuti digitali anche tramite il servizio di realtà aumentata.
Una volta inquadrata la pagina (attenzione: singola e non doppia) ecco che vengono richiamati tutti i contenuti digitali presenti nella pagina e l’indice del volume.
4) Gli strumenti Numerosi strumenti consentono di apportare modifiche all’interno della pagina. Permettono, infatti, di scrivere note e appunti, evidenziare parole e frasi, creare schemi mediante l’inserimento di forme geometriche e frecce, disegnare, applicare maschere per nascondere il testo. L’insegnante può ricorrere a queste funzioni durante la lezione, per mettere in risalto i concetti chiave e riassumere i temi più complessi, oppure durante l’interrogazione, per esempio domandando agli alunni di compilare uno schema riepilogativo o disegnare una linea temporale. Allo stesso modo, questi strumenti si rivelano utili durante lo studio a casa o nei lavori di gruppo avviati in classe: creare piccoli appunti personali, dove segnalare un dubbio, o scrivere una nota con i concetti principali, realizzare schemi o piccole tabelle sono un modo concreto e immediato per facilitare l’apprendimento. Il M.I.O. BOOK mette anche a disposizione la possibilità di creare documenti personalizzati, in particolare presentazioni, mappe concettuali e linee temporali. Il docente può quindi generare delle slide complete di documenti integrativi di diverso carattere, come immagini, file audio e video o link a pagine web, allegabili al documento. Allo stesso modo, lo studente può utilizzare questi strumenti per presentare una lezione in classe ai compagni o per creare schemi riassuntivi al fine di semplificare lo studio. Tutte le pagine su cui si sta lavorando possono, infine, essere stampate.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
b. La condivisione dei documenti I docenti e gli studenti hanno la possibilità di creare e di condividere tra loro documenti personali, linee temporali e mappe concettuali. Possono, inoltre, importare allegati multimediali che possono essere sovrascritti così da generare nuovi documenti.
Facendo clic su questa icona si inizia il processo di creazione del documento.
1. P er prima cosa occorre selezionare la tipologia del documento, scegliendo fra Presentazione, Mappa concettuale e Linea temporale. In alternativa, si può importare un documento tramite il pulsante Importa. 2. N ella maschera che si apre, selezionare il modello da utilizzare o compilare i campi con i dati richiesti. 3. Inserire i contenuti (testi, immagini caricate esternamente oppure «catturate» dal libro, oggetti multimediali audio e video oppure link a pagine web). 4. Dopo aver creato il documento, lo si potrà esportare e poi condividere. Il documento, che verrà salvato direttamente sul computer o tablet utilizzato, può essere esportato in diversi formati: • .mio, per una condivisione ottimale su un altro dispositivo con il testo M.I.O. BOOK attivo; • .jpg, per le mappe concettuali e le linee temporali; • .rtf, per le presentazioni (da utilizzare anche al di fuori del M.I.O. BOOK mediante un software di videoscrittura).
c. L’aggiornamento dei contenuti digitali Durante l’anno scolastico sono previsti degli aggiornamenti relativi ai contenuti digitali extra. Per ricevere una notifica e scaricarli, è indispensabile avere un collegamento a internet ed essersi registrati all’interno del portale www.raffaellodigitale.it. Quando è disponibile un aggiornamento viene segnalato nel seguente modo:
2. Testo liquido ad alta leggibilità Alta leggibilità
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Facendo clic su questa icona si ha la possibilità di visualizzare il testo nella versione liquida. Questa versione ad alta leggibilità è molto utile per gli alunni con DSA/BES.
Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK Il testo si presenta così:
a. Strumentazione, utilizzo e icone 1) La navigazione tra le pagine del libro Anche la versione ad alta leggibilità consente di spostarsi tra le pagine del libro mediante delle frecce, oppure di selezionare direttamente una pagina specifica digitandone il numero. Ci si può muovere tra i capitoli, raggiungendo quello precedente o quello successivo. Una volta conclusa la lettura, si può tornare alla schermata iniziale, relativa al M.I.O. BOOK attivato.
62 2) Le diverse visualizzazioni della pagina Per gli studenti con difficoltà di apprendimento è fondamentale visualizzare la pagina nella maniera più consona. Per questo motivo il M.I.O. BOOK mette a disposizione diverse tipologie di visualizzazione: a pagina singola, a doppia pagina o a schermo intero. Per facilitare la lettura si possono, inoltre, utilizzare i pulsanti che aumentano e riducono la dimensione del carattere, visualizzando il testo in un formato più o meno esteso.
Uno strumento particolarmente utile per gli studenti con BES e con DSA è quello che attiva e disattiva le immagini presenti nella pagina: si può infatti scegliere di visualizzare sia il testo sia le immagini, oppure di togliere le immagini mantenendo solamente il testo, senza elementi di distrazione.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK 3) La ricerca dei contenuti I contenuti presenti nel volume possono essere raggiunti tramite un indice, suddiviso per capitoli e per tipologia. La ricerca di uno specifico tema può avvenire sfogliando l’indice «tradizionale» del libro oppure richiamando le pagine memorizzate tramite la funzione Segnalibri. Un’altra pratica funzione è quella che raggruppa le risorse multimediali presenti nell’intero volume, catalogate in base alla tipologia; in questa maniera è possibile accedere a una specifica categoria di contenuti digitali per selezionare la risorsa richiesta.
4) Gli strumenti Particolare attenzione è posta alle tecniche e agli strumenti che rendono la lettura più agevole per gli studenti con BES e con DSA: è possibile modificare il carattere minuscolo dell’intero testo, rendendolo maiuscolo, oppure scegliere fra tre font ad alta leggibilità: Leggimi, pensato appositamente per studenti BES e DSA, Open Sans e Times. È inoltre possibile modificare il colore del testo e dello sfondo, scegliendo tra nero, bianco, rosso e giallo. Per consentire di mettere in risalto alcune parole o frasi, è possibile evidenziare i termini con differenti colori.
Leggimi Pensato in particolare per gli studenti stranieri o per gli studenti che stanno apprendendo una lingua straniera, è lo strumento di traduzione, mediante il quale è possibile selezionare e tradurre una parola, l’intero testo o una sua porzione. Oltre a fornire una traduzione in diverse lingue straniere, mette anche a disposizione la possibilità di ascoltare il testo letto nella lingua selezionata, a diversi livelli di velocità. L’icona dizionario, una volta attivata, evidenzia i lemmi della pagina e li rende interattivi , fornendone la definizione.
Anche nella versione ad alta leggibilità le pagine su cui si sta lavorando possono essere stampate. Una volta concluso lo studio, si può infine tornare alla versione sfogliabile del testo.
Torna al M.I.O. Book
3. Audiolibro I testi sono anche forniti in formato audio, letti da uno speaker professionista. In questo modo lo studente ha la possibilità di ascoltare il testo e sentire l’intonazione delle frasi per apprendere più facilmente. 00:00 / 10:00
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
I materiali del M.I.O. BOOK Modelli di scrittura L’analisi di ogni tipologia testuale è affiancata dalla produzione scritta: tramite il M.I.O. BOOK l’alunno può elaborare un componimento digitale, da poter quindi salvare, esportare e condividere. Andando su “Documenti personali”, poi su “Elenco documenti predefiniti” e selezionando la tipologia interessata, sono forniti spunti tematici o tracce per sperimentare le abilità personali in veri e propri laboratori di scrittura. Video dimostrativi per eseguire lavori creativi Il video, inteso come mediatore didattico attivo, fa visualizzare al bambino i vari passaggi utili per realizzare le attività laboratoriali. Zoom fotografici Grazie a una specifica funzione del software, è possibile approfondire e rendere più “dinamico” il lavoro di analisi dei quadri d’autore, coinvolgendo e stimolando l’attenzione dell’alunno: si tratta di uno zoom potente che permette di visionare il dipinto in tutti i suoi particolari, mantenendo sempre un’ottima risoluzione. Risorse audio di supporto all’attività didattica Il testo digitale è arricchito da risorse audio utili a condurre le attività didattiche: laboratori di ascolto e brani musicali costituiscono un validissimo supporto al docente. Audio a supporto delle pagine CLIL Le pagine CLIL sono corredate da audio per l’apprendimento della corretta pronuncia. Esercizi interattivi I Learning Object, ossia gli Oggetti di Apprendimento, sono contenuti digitali integrativi per l’approfondimento, lo studio e la didattica multimediale e interattiva, in classe o a casa, che hanno come obiettivo quello di favorire l’ingresso dell’innovazione nei processi d’insegnamento-apprendimento. Sono strumenti dotati di una potenziale multifunzionalità poiché possono aiutare gli studenti a diventare protagonisti dei loro percorsi di apprendimento; inoltre presentano caratteristiche interessanti per gli aspetti relativi al potenziamento delle esperienze di autoapprendimento, poiché, grazie alla loro struttura, sono flessibili e dinamici, e ciò favorisce, in chi apprende, l’associazione del contenuto dell’istruzione con le conoscenze pregresse e le esperienze personali. I LO possono essere utilizzati sia da docenti sia da studenti, in modo indipendente e senza una sequenza predefinita. Come sostiene Howard Gardner, noto per aver scritto alcuni importanti testi di psicologia e per aver elaborato la più importante storia classica della nascita della scienza cognitiva, “In questa prospettiva, si modifica il concetto di apprendimento che diventa processo sociale, grazie anche agli strumenti tecnologici e alle componenti multimediali impiegate, capaci di attivare situazioni didattiche a elevata interattività. In questo contesto l’utilizzo dei LO integra e non sostituisce il lavoro dei docenti; possono altresì consolidare l’attività didattica dell’insegnante e accrescere la motivazione degli studenti per gli aspetti riguardanti il potenziamento delle esperienze di auto-apprendimento, favorendo le intelligenze multiple.” Per quello che riguarda nello specifico il materiale messo a disposizione nel M.I.O. Book, si può parlare a tutti gli effetti di LO, micro entità digitali o non, che possono essere utilizzati, riutilizzati per un numero illimitato di volte durante l’apprendimento supportato dalle nuove tecnologie. Sono infatti idonei all’utilizzo in classe, in videoproiezione, ma soprattutto con la LIM. Ogni “esercizio” può essere eseguito dall’alunno con l’impiego di diverse modalità: • touch (determinate aree sensibili vanno “toccate” per dare una risposta); • drag and drop (con il “trascinare e rilasciare” si associano concetti complementari); • cloze (completamento di frasi, di sillabe o concetti da scrivere direttamente con la tastiera); • corrispondenze (immagini o parole da mettere in relazione con il trascinamento); • sequenze (gruppi di parole o numeri vanno organizzati seguendo un determinato ordine); • s celte multiple; •v ero o falso.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK I Learning Object sono totalmente indipendenti l’uno dall’altro. Ciascuna tipologia di “oggetto” è interattiva, fornisce all’allievo una risposta utile e contiene un obiettivo e una valutazione finale. Soltanto al termine, dopo che avrà terminato tutti gli esercizi, potrà visualizzare il punteggio totalizzato e rivedere tutto il percorso effettuato con i relativi marcatori di “risposta esatta” o “risposta sbagliata”, utile per autocorreggersi e riflettere sul proprio operato. Risorse per la didattica inclusiva Alcune pagine del testo delle letture presentano anche la versione appositamente pensata per la didattica inclusiva. Letture integrative Si offre all’insegnante una ricca raccolta di testi organizzati per tipologie, che segue la scansione delle unità presentate nel libro: una piccola biblioteca da cui attingere nuove proposte di lettura. Approfondimenti Alcune pagine speciali offrono pdf di approfondimento delle tematiche e delle letture presentate. Lezioni preimpostate in PowerPoint Slide con lezioni organizzate per presentare alla classe in modo schematico, preciso e immediato, ciascuna tipologia testuale presa in esame dal programma ministeriale. Le lezioni illustrano ogni aspetto delle tipologie, permettendo così il ripasso e la sintesi. Lezioni preimpostate per la didattica inclusiva Tra le risorse a disposizione, si trova una serie di lezioni pensate per alunni BES e DSA, disponibili in versione studente (pdf ) e in versione docente (in PowerPoint modificabile dall’insegnante). Classe Capovolta In corrispondenza di argomenti selezionati è presente un link di collegamento ai materiali digitali utili alle attività didattiche in modalità Classe Capovolta. Percorsi digitali multidisciplinari per la LIM L’insegnante ha a sua disposizione tre percorsi multidisciplinari, due per la quarta e uno per la quinta: PICCOLI CHEF, PIANETA TERRA e UN VECCHIO LUPO DI MARE. Nelle pagine a seguire vi mostriamo parte del materiale di quarta: si tratta delle introduzioni ai due percorsi e delle miniature di PICCOLI CHEF, che l’insegnante trova inserite in versione digitale all’interno del percorso. Ogni pdf può essere visionato sul MIO BOOK docente, scaricato e/o stampato. Questo materiale introduce e guida, clic dopo clic, anche l’insegnante meno esperta che, grazie a queste indicazioni dettagliate, potrà usare i percorsi multidisciplinari per la LIM con facilità ed efficacia.
Piccoli Chef Guida per lʼinsegnante
Area dei linguaggi - Introduzione In “Piccoli Chef” il cibo e la cucina costituiscono il motivo conduttore per una serie di innovative proposte di attività destinate a bambini di classe quarta della Scuola Primaria. Questo segmento, in particolare, è dedicato allʼambito dei «linguaggi» e si articola in percorsi che coinvolgono Italiano, Arte e immagine ed Educazione motoria. Alla base del progetto vi è lʼintima convinzione che la LIM effettivamente costituisca un valido ausilio per innovare ambienti e strategie di apprendimento, per attivare nuove dinamiche relazionali e motivazionali, per offrire ai bambini ulteriori e preziose occasioni di esperienza. Di qui il proposito di mettere a disposizione dellʼinsegnante degli strumenti che consentano un impiego quanto più possibile efficace e autenticamente proficuo della lavagna nella didattica di classe. In questo senso, la riflessione sulle diverse tipologie testuali e, in particolare, sul testo regolativo, lungi dallʼappiattirsi sulla mera trasmissione di nozioni, si caratterizzerà invece per un approccio problematico in cui il bambino sarà anzitutto chiamato a valutare criticamente, recuperare e condividere quanto nelle sue conoscenze pregresse potrà risultare utile. Nello stesso ordine di idee, lʼanalisi dei modi infinito, imperativo e congiuntivo sarà anche occasione per soffermarsi a esaminare come cambi il “registro” della comunicazione al variare del modo del verbo. La considerazione del soggetto “cibo” nelle opere pittoriche di epoche diverse proiettate alla LIM permetterà alla classe di confrontarsi con valutazioni e commenti in una proficua interazione. Dopodiché la lavagna diventerà strumento per un lavoro condotto in parallelo da tutti gli alunni, allʼesito del quale si saranno apprese le nozioni di una particolare tecnica di disegno. A conclusione del percorso, i bambini saranno coinvolti in un divertente gioco motorio a tema, di cui dovranno aver previamente determinato nel dettaglio le caratteristiche, cooperando nella sua progettazione e predisposizione.
02 Italiano - Il modo giusto per cucinare Riconoscere caratteristiche e funzione linguistica dei verbi nei modi infinito, imperativo e congiuntivo. Trasformare i verbi passando dal modo infinito al modo imperativo e dal modo infinito al modo congiuntivo operando su testi regolativi.
03 Arte e Immagine - Artisti ai fornelli Riconoscere l’importanza del cibo come soggetto nelle arti figurative. Individuare ruoli e funzioni delle rappresentazioni pittoriche del cibo in autori ed epoche diversi.
04 Arte e Immagine - Cuciniamo alla griglia Conoscere tecnica e funzioni del disegno con l’ausilio di una griglia. Riprodurre un’opera figurativa sul tema “cibo” con la tecnica della griglia.
05 Educazione Motoria - La dura vita del cameriere Esaminare e comprendere le regole di un gioco motorio come esempio di testo regolativo. Contribuire nella progettazione e nella predisposizione di un gioco. Partecipare ad un gioco motorio a squadre nel rispetto delle regole.
Pulsanti e icone nel multimedia
Tutte le attività sono concepite in modo da favorire la massima interazione con la LIM da parte del maggior numero possibile di bambini e comunque in modo da coinvolgere attivamente anche quelli al momento non impegnati in prima persona alla lavagna. Vengono inoltre messi a disposizione materiali e spunti per attività individuali da svolgersi a casa o a scuola e suggerimenti per approfondire o integrare i percorsi didattici.
Competenze attese all’esito delle attività 01 Italiano - Testi, regole e ricette Riconoscere le diverse tipologie testuali in relazione alle loro funzioni. Riconoscere le funzioni e i settori di impiego del testo regolativo. Riconoscere le caratteristiche principali di un testo regolativo. Creare testi regolativi lavorando cooperativamente e individualmente.
N.B.: Agire sui pulsanti con un singolo clic / singolo tocco alla LIM. In caso di doppio clic la risorsa potrebbe non essere visibile in quanto collocata in secondo piano. Per renderla visibile senza chiudere il programma procedere come segue: - fare clic con il pulsante destro del mouse in un punto qualsiasi dello schermo; - dal menù contestuale selezionare Schermo – Cambia programma; - cliccare dalla barra delle applicazioni sullʼicona del file da visualizzare.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Piccoli Chef Piccoli Chef Piccoli Chef Piccoli Piccoli Piccoli Chef Piccoli Chef Piccoli Chef ccoli Piccoli Chef Chef Piccoli Chef Guida lʼinsegnante Guida per per lʼinsegnante
Guida per lʼinsegnante
Guida per lʼinsegnante
Guida per lʼinsegnante Guida Guida Guida Guidaper per per perlʼinseg lʼinse lʼinse lʼins
Guida per lʼinsegnante 03 03 Arte ee Immagine Immagine -- Artis Artis Arti 01 Italiano Testi, regole e ricette 02 Italiano Il modo giusto per cucinare 04 Arte e Immagine Cuciniamo allaArte griglia Guida per lʼinsegnante Guida per lʼinsegnante Guida per lʼinsegnante Arteingiusto ecaratteristiche Immagine -griglia. Artisti ai dei fornelli Riconoscere Riconoscere Riconoscere Riconoscere l’importanza l’importanza l’importanza l’importanza del del del del cibo cibo cibo cibonei come come come come sog so so so Riconoscere le tecnica diverse tipologie testuali relazione alle loro funzioni. 1 Italiano - Testi, regole e ericette Riconoscere euna funzione linguistica verbi modi 02 Italiano - Il03 modo per Conoscere funzioni del disegno con l’ausilio dicucinare imperativo e congiuntivo. Individuare Individuare Individuare Individuare ruoli ruoli ruoli ruoli eeeefunzioni funzioni funzioni funzioni delle delle delle delle rappresenta rappresent rappresen le un’opera funzioni efigurativa i settori disul del testo regolativo. del cibo soggetto nelle artirappresenta figurative. 03 Arte eRiconoscere Immagine -con Artisti aicome fornelli Testi, e-ricette 02 regole Italiano Il Riconoscere modo per cucinare Riprodurre temal’importanza “cibo” la tecnica della griglia. conoscere le diverse Riconoscere tipologie testuali ingiusto relazione alle loro funzioni. caratteristiche eimpiego funzione linguistica dei verbi nei modi infinito,
epoche epoche epoche epoche diversi. diversi. diversi. Trasformare itesto verbiregolativo. passando daldiversi. modo infinito al modo imperativo e imperativo e congiuntivo. Riconoscere le caratteristiche principali di ruoli un Individuare e funzioni delle rappresentazioni pittoriche del cibo in le funzioni e i settori di impiego del testo regolativo. Riconoscere l’importanza del cibo come soggetto nelle figurative. econoscere tipologie testuali in relazione alle loro funzioni. Riconoscere caratteristiche e funzione linguisticainfinito dei verbi nei modi infinito, operando al modo congiuntivo suarti testi regolativi. epoche diversi. Trasformare passando dal modo infinito al modo imperativo e dal modo imperativo e congiuntivo. Creareprincipali testi regolativi lavorando e individualmente. conoscere di uni verbi testo regolativo. Individuare ruoli cooperativamente e funzioni delle rappresentazioni pittoriche del cibo in autori ed ni e i settoriledicaratteristiche impiego del testo regolativo. Attività Attività Attività Attività preliminari preliminari preliminari preliminari 03 Arte e Immagine - Artisti ai fornelli infinito al modo congiuntivo operando su testi regolativi. 01 Italiano - Testi,Attività regole e ricette 02 Italiano - Il modo giusto per cucinare preliminari diversi.al modo imperativo e dal modo i verbi passando dalepoche modo infinito reare Trasformare testi regolativi lavorando cooperativamente e individualmente. eristiche principali di un testo regolativo. Attività preliminari 1. 1. 1. 1.Avviare Avviare Avviare Avviareililililsoftware software software softwarein in in indotazione dotazione dotazione dotazionealla alla alla allaLIM. LIM. LIM. LIM. Attività preliminari infinito al modo congiuntivo operando su testi regolativi. 1. Avviare il software in dotazione alla LIM. (es. (es. (es. (es. Start Start Start Start --Tutti -Tutti -Tutti Tutti i iprogrammi iprogrammi iprogrammi programmi --Active -Active -Active Active Software Software Software Software --Active -Active -Active Active Inspire Inspire Inspire Inspire --Activ -Acti -Ac Ac Attività preliminari Attività preliminari (es. Start - Tutti i programmi - ActiveAttività Software - Active Inspire - Active Inspire) lavorando cooperativamente e individualmente. preliminari 1. Avviare il software in dotazione alla LIM. 1. Avviare il software in dotazione alla LIM. Attività preliminari
Piccoli Chef
Piccoli Chef
Guida per lʼinsegnante
Piccoli Chef
Guida per lʼinsegnante
Riconoscere le diverse tipologie testuali in relazione alle loro funzioni.
Guida per lʼinsegnante
Riconoscere l’importanza del cibo come soggetto nelle arti figurative.
Riconoscere caratteristiche e funzione linguistica dei verbi nei modi infinito, imperativo e congiuntivo.
Riconoscere le funzioni e i settori di impiego del testo regolativo.
Individuare ruoli e funzioni delle rappresentazioni pittoriche del cibo in autori ed epoche diversi.
Trasformare i verbi passando dal modo infinito al modo imperativo e dal modo infinito al modo congiuntivo operando su testi regolativi.
Riconoscere le caratteristiche principali di un testo regolativo.
Creare testi regolativi lavorando cooperativamente e individualmente.
Attività preliminari Attività preliminari 2. 2. 2. 2.Selezionare Selezionare Selezionare Selezionare la la la funzione funzione funzione di didi diannotazione annotazione annotazione annotazionesul sul sul suldes des de de (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire -funzione Active Inspire) (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire -la Active Inspire) 1. Avviare il software in dotazione alla LIM. Attività preliminari 2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli degli degli degli strumenti strumenti strumenti strumenti con con con con i i pulsanti i pulsanti i pulsanti pulsanti per per per per passare passare passare passare da da da da uno uno uno uno st ss (es. Start - Tutti i programmi Active Software Active Inspire Active Inspire) Avviare1.ilcon software dotazione alla LIM. Avviare il in software in dotazione alla LIM. Attività preliminari degli1.strumenti i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. 2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola (es. (es. (es. (es. Strumenti Strumenti Strumenti Strumenti Annotazione Annotazione Annotazione Annotazione sul sul sul sul desktop) desktop) desktop) desktop) 2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola C (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire- Active - ActiveInspire Inspire) (es. Start -sul Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire) Avviare il software in dotazione alla LIM. (es. Strumenti desktop) inari 2. Selezionare la- Annotazione funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare uno strumento allʼaltro. degli strumenti con i pulsanti per passare dada uno strumento allʼaltro. . Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire) 1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro.
1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro.
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. (es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
(es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
(es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva
4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva
1. Avviare il software in dotazione alla LIM. 3. 3. 3. 3.Se Se Se Senecessario, necessario, necessario, necessario, passare passare passare allo allo allo allostrumento strumento strumento strumentoSelezion Selezio Selezio Selezi (es. Strumenti - strumento Annotazione desktop) Strumenti - Annotazione sulsul desktop) degli 3. strumenti con i pulsanti perallo passare da uno 2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. visibile la passare sola 2. Selezionare la(es. funzione di annotazione sul Resterà desktop. Resterà visibile Se necessario, passare strumento Seleziona (inallʼaltro. genere contrassegnato da Casella unala sola Casella (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire) dotazione alla LIM. freccetta freccetta freccetta freccetta analoga analoga analoga analoga a a a a quella quella quella quella del del del del puntatore puntatore puntatore puntatore del del del del mouse mouse mous mous (es. Strumenti Annotazione sul desktop) Selezionare la funzione di annotazione sul degli desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti i pulsanti per passare dapassare uno strumento allʼaltro. strumenti i Se pulsanti per da uno strumento allʼaltro. ve Software - Active Inspire - Active Inspire) freccetta analoga acon quella delcon puntatore del mouse). Tenere presente cheSeleziona questo 3. necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato 3. Se necessario, passare allo strumento (in genere contrassegnato d strumento strumento strumento strumento dovrà dovrà dovrà dovrà sempre sempre sempre sempre essere essere essere essere in in in in uso uso uso uso per per per per passare passare passar passa (es. Strumenti Annotazione sul desktop) (es. strumento Strumenti - Annotazione sul desktop) 2. Selezionare la funzione di annotazione sulallo desktop. Resterà visibile la sola Casella egli strumenti con i pulsanti per passare da uno allʼaltro. Diapositiva 1 strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. 3. Se necessario, passare strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che ques freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo - Annotazione desktop) Diapositiva 1 Diapositiva 1 e. Strumenti di annotazione sulsuldesktop. Resterà visibile ladasola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare uno strumentodel allʼaltro. freccetta analoga a3.quella del puntatore mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼalt 4. 4. 4. 4. Chiudere Chiudere Chiudere Chiudere eventuali eventuali eventuali eventuali finestre finestre finestre finestre presenti presenti presenti presenti sul sul sul suldesktop desktop desktop desktop strumento sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra 3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato una Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una (es. Strumenti Annotazione sul desktop) anti per passare da uno strumento allʼaltro.eventuali finestre presenti suldovrà 4. Chiudere desktop in modo che resti visibile la sola Casella strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. degli degli degli degli strumenti. strumenti. strumenti. strumenti. Trascinarla Trascinarla Trascinarla Trascinarla e e e e ancorarla ancorarla ancorarla ancorarla al al al al lato lato lato lato dest dest des des Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a analoga quella dela puntatore del mouse). presente questoche questo freccetta quellaaldel puntatore delTenere mouse). Tenereche presente desktop) degli strumenti. Trascinarla e ancorarla lato destrofinestre della diapositiva 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la 4. Chiudere eventuali presenti sul desktop in modo che resti visibile la sols Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una eccetta3.analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento strumento dovrà sempre essere in uso per in passare dapassare una diapositiva ad unʼaltra.ad unʼaltra. dovrà sempre essere uso per da una diapositiva 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva 5. 5. 5. 5. Avviare Avviare Avviare Avviare il il il il software software software software LIM LIM LIM LIM Raffaello. Raffaello. Raffaello. Raffaello. degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva e allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo rumento dovrà sempre essere 5. in Avviare uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. il software Raffaello. degli strumenti. eLIM ancorarla aldiapositiva latolʼinsegnante destro della diapositiva Guida per 4.presente Chiudere eventuali finestre presenti sulpresenti desktop in desktop modo che resti visibile la sola Casella Chiudere eventuali finestre sul in modo che resti visibile la sola Casella a del puntatore deldovrà mouse). Tenere che questo strumento sempre essere in Trascinarla uso4. per passare da una ad unʼaltra. Guida per 5. Avviare il software LIM Raffaello. 6. 6. 6. 6. Selezionare Selezionare Selezionare Selezionare ilililcollegamento ilcollegamento collegamento collegamento aalʼinsegnante aa“Piccoli “Piccoli “Piccoli “Piccolichef” chef” chef” chef”---“03 -“0 “0 “ 5. Avviare il software LIM Raffaello. Chiudere eventuali finestreda presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva essere in uso per passare una diapositiva ad unʼaltra. 6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “04 Arte e Immagine” - “Vai allʼattività”. 5. Avviare il software LIM Raffaello. Guida pere lʼinsegnante 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modoGuida che resti visibile la sola Casella egli strumenti. Trascinarla ancorarla al lato destro della diapositiva per 6. Selezionare illʼinsegnante collegamento aNel “Piccoli chef” - “02 Italiano” - “Vai allʼattività”. 7. 7. 7. 7.Nel Nel Nel gruppo gruppo gruppo gruppo di didi di-pulsanti pulsanti pulsanti pulsanti semitrasparenti semitrasparenti semitrasparenti semitrasparenti visibile visibile visibile in inin i 6.Raffaello. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” “03 Arte e Immagine” - visibile “Vai allʼatt 5. Avviare ilal software 5. Avviare il LIM software LIMvisibile Raffaello. estre presenti sul desktop in modo che resti visibile la destro sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla lato della diapositiva 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti in basso a sinistra della 6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” “01 Italiano” “Vai allʼattività”. diapositiva, diapositiva, diapositiva, diapositiva, fare fare fare fare clic clic clic clic con con con con il il il pulsante il pulsante pulsante pulsante destro destro destro destro sul sul sul sul terz terz ter te Avviare il software Raffaello. la e ancorarla al lato LIM destro della diapositiva diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile basso afreccia sinistra 7. Nel di in-in a sinistra della Opzioni Opzioni Opzioni puntatore puntatore puntatore -basso -Opzioni -Opzioni Opzioni Opzioni freccia freccia freccia --della -Visibile. -Visibile. Visibile. Visibile. 6. Selezionare il collegamento a gruppo “Piccoli chef” - “02semitrasparenti Italiano” - “Vai allʼattività”. 6. Selezionare collegamento apulsanti “Piccoli chef” -Opzioni “03 Artepuntatore evisibile Immagine” - “Vai allʼattività”. 5. Avviare il software LIM Raffaello. Opzioni puntatore -semitrasparenti Opzioniildiapositiva, freccia - Visibile. 7. Nel gruppo di pulsanti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” “01 Italiano” “Vai allʼattività”. M Raffaello. Conoscere tecnica funzioni del disegno conpulsante l’ausilio difreccia una griglia. Esaminare comprendere regole di un gioco motor diapositiva, fare clic7.con pulsante destro sul terzo e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia -della Opzioni puntatore - Opzioni - Visibile. 7. Nel gruppo dieilpulsanti semitrasparenti visibile in basso ae sinistra Nel gruppo pulsanti semitrasparenti visibile in basso aVisibile. sinistrale della 6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “02 di Italiano” - “Vai allʼattività”. Opzioni puntatore Opzioni freccia Visibile. regolativo. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso afare sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante sul terzo pulsante selezionare diapositiva, clic con il destro pulsante destro terzoepulsante e selezionare mento “Piccoli chef” -disegno “01 Riprodurre Italiano” - l’ausilio “Vai allʼattività”. un’opera figurativa sul tema “cibo” lasultecnica nica ea7.funzioni con di una griglia. Esaminare evisibile comprendere regole di uncon motorio della comegriglia. esempio di testo Nel di ilpulsanti semitrasparenti basso a sinistra della apositiva, faregruppo clicdel con pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - in Opzioni freccia - Visibile. Opzioni puntatore - le Opzioni freccia -gioco Visibile. Contribuire nella progettazione e nella predisposizione regolativo. semitrasparenti visibile in basso sinistra diapositiva, clic con il apulsante destro sul terzo pulsante pzioni puntatore -fare Opzioni freccia - Visibile. ’opera figurativa sul tema “cibo” condella la tecnica della griglia.e selezionare Lo Lo Lo Loscopo scopo scopo scopodel del del delpp l pulsante destro sul terzo- pulsante e selezionare Opzioni puntatore Opzioni freccia - Visibile. 05 Educazione Motoria - La dura un vita delgioco cameriere 04 Arte e Immagine - Cuciniamo alla progettazione griglia Partecipare ad motorio a squadre nel rispetto evidenza evidenza evidenza evidenza come com com com Contribuire nella e nella predisposizione di un gioco. zioni freccia - Visibile. Dopo aver tipologia “testo Lo scopo dellavorato percorso è quello di mettere I bambini stati già delle Doposaranno aver illustrato nelavvertiti precedente segmento dialla 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva 5. Avviare il software LIM Raffaello.
5. Avviare il software LIM Raffaello.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “03 Arte e Immagine” - “Vai allʼattività”.
5. Avviare il software LIM Raffaello.
7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “02 Italiano” - “Vai allʼattività”.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “01 Italiano” - “Vai allʼattività”.
Piccoli Chef Piccoli Ch Piccoli ChefPiccoli Chef 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
I bambini saranno stati già avvertiti delle caratteristiche complessive del percorso interdisciplinare “Piccoli chef” (Start - Vai alla presentazione del percorso). Chiarite che, in questa prima sessione, ci si occuperà delle caratteristiche dei diversi tipi testuali, già noti ai bambini dalla classe terza. Prima di passare alla Diapositiva 2 , chiedete ai bambini se ricordano alcuni fra i diversi tipi di testo e se ne sanno indicare funzioni e caratteristiche.
Dopo aver lavorato alla tipologia “testo regolativo” in “Testi, regole e ricette”, si attiverà in questa sede una sessione di riflessione linguistica. Quali sono “modi” e “tempi” del verbo utilizzati nelle ricette? Chiedete ai bambini se ricordano quali sono i modi dei verbi già noti, oltre allʼindicativo, domandando se ne rammentano funzioni e modalità di impiego. Approfittatene per chiedere di coniugare un verbo in tutti i modi e tempi conosciuti.
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Lo scopo del percorso è quello di mettere in evidenza come il cibo, elemento necessario alla sopravvivenza dellʼuomo, sia stato anche da sempre presente nelle rappresentazioni artistiche e, in particolare, in quelle pittoriche. E di sottolineare come questa presenza abbia assolto via via a funzioni diverse, a seconda delle peculiarità storico-culturali delle varie epoche e della sensibilità e delle intenzioni dellʼautore. Lʼattività, inoltre, è propedeutica rispetto a quella del secondo percorso di Arte e immagine “Cuciniamo alla griglia” in cui ai bambini si richiederà di riprodurre un disegno con il cibo, appunto, per soggetto. 1
04 Arte e Immagine - Cuciniamo alla griglia 05 Educazione Motoria - La dura vita e Immagine - Cuciniamo alla griglia 05 Educazione Motoria - La dura vita del cameriere Piccoli Chef Guida per lʼinsegnante
Piccoli Chef
Diapositiv Diapositiv Diapositi Diapositi
Diapositiva11 Diapositiva 1 1 - 2 Diapositiva Diapositive sopravvivenza sopravvivenza sopravvivenza sopravvivenz Attività preliminari Diapositiva 1rispetto Diapositiva 1 opere Diapositiva 1 gioco regolativo” in “Testi, regole e ricette”, si Partecipare ad un motorio a squadre neldel delle regole. evidenza come il cibo, elemento necess caratteristiche complessive del percorso attività lʼimportanza cibo nelle sempre sempre sempre sempre prese prese pres pres Dopo aver lavorato alla tipologia “testo Lo scopo del percorso è quello di mettere in I bambini saranno stati già avvertiti delle in questa sede una sessione di riflessio sopravvivenza dellʼuomo, sia stato anche pittoriche di tutte le epoche, spiegate ai bambini interdisciplinare “Piccoli chef” (Start Vai alla ilDiapositiva software in dotazione alla LIM. reliminari 1- del Attività preliminari Diapositiva1. 1Avviare artistiche artistiche artistiche artistichee, e, e, e,in in i regolativo” in “Testi, regole earte” ricette”, si attiverà evidenza come il cibo, elemento necessario percorso (es. caratteristiche Start - Tutti i programmicomplessive - Active Software Active Inspire - Active Inspire) linguistica. sono “modi”alla e “tempi sempre presente nelle rappresentazio che ora toccherà a loro “fare sul presentazione del“testo percorso). Chiarite che, in Quali Dopo aver lavorato alla tipologia E E E E di di di di sottolinear sottolinea sottolinea sottoline I bambini saranno già avvertiti delle in questa sede una diin riflessione sopravvivenza dellʼuomo, sia stato daChiedete tware in dotazione alla LIM.stati interdisciplinare “Piccoliquesta chef”soggetto (Start - Vai alla 1. Avviare iloccuperà software dotazione allaanche LIM. in verbo utilizzati nelle ricette? a Attività preliminari artistiche e, in particolare, quelle pitto alimentazione. prima ci sisessione delle 2. Selezionare funzione annotazione sul desktop. Resterà visibile la- Active sola Casella regolativo” indi“Testi, regole e sessione, ricette”, si attiverà assolto assolto via via via viavia via via vi rammi - Active Software - Active complessive Inspire - Active Inspire) caratteristiche dellapercorso (es. Start - Tutti i programmi Software - Active Inspireassolto -assolto Active Inspire) Conoscere tecnica e funzioni del disegno con l’ausilio di una griglia.
Riprodurre un’opera figurativa sul tema “cibo” con la tecnica della griglia.
Guida per lʼinsegnante
Esaminare e comprendere le regole di un gioco motorio come esempio di testo regolativo. Contribuire nella progettazione e nella predisposizione di un gioco.
Partecipare ad un gioco motorio a squadre nel rispetto delle regole.
Attività preliminari
1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
Attività preliminari
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. (es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. (es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
sempre presente nelle rappresentazioni presentazione del percorso). che, invalida quali sono i modipresenza dei verbi Ese di ricordano sottolineare come questa EChiarite chedasarà una occasione pernoti caratteristiche dei diversi tipi testuali, già ai degli strumenti conil isoftware pulsanti per passare uno strumento allʼaltro. in (Start questa sedealla una sessione di riflessione delle delle delle delle peculiarità peculiarità peculiarità peculiarità storico-culturali storico-culturali storico-culturali storico-culturali delle delle delle dellevarie varie varie variee interdisciplinare “Piccoli chef” Vai 1. Avviare in dotazione alla LIM. verbo utilizzati nelle ricette? Chiedete ai bambini artistiche e, in particolare, in quelle pittoriche. questa sessione, ci si occuperà delle (es. desktop. Strumenti - prima Annotazione sul desktop) oltre allʼindicativo, domandando seaReste ne a funzione di annotazione sul Resterà visibile la sola Casella assolto via via a funzioni diverse, sec 2.- Active Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. bambini dalla terza. Prima diconsente passare apprendere una tecnica che dialla (es. Start - Tutti i programmiQuali - Active Software - Activeclasse Inspire Inspire) linguistica. sono “modi” e “tempi” del intenzioni intenzioni intenzioni intenzioni dellʼautore. dellʼautore. dellʼautore. dellʼautore. presentazione del percorso). Chiarite che, in se ricordano quali sono i modi dei verbi già noti, on i pulsanti per passare Diapositiva da uno strumento allʼaltro. E di sottolineare come questa presenza abbia caratteristiche dei diversi tipi testuali, già noti ai degli strumenti con i ipulsanti per passare uno sensibilità strumento alle rammentano funzioni e modalità di impiego. Approfittatene per chied delle peculiarità storico-culturali varie epoche edadella riprodurre in modo molto preciso. 2 unpassare ,disegno-modello chiedete ai bambini seChiedete ricordano alcuni fradelle diversi tipi 3. Se necessario, allonelle strumento Seleziona (inStrumenti genere contrassegnato da è una utilizzati ricette? ai bambini Lʼattività, Lʼattività, Lʼattività, inoltre, inoltre, inoltre, inoltre, èèèpropedeutica propedeutica propedeutica propedeutica rispetto rispetto rispetto rispettoaa azione sulquesta desktop) prima sessione, siverbo occuperà delle (es. -Lʼattività, Annotazione sul desktop) 2.ciSelezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella oltre allʼindicativo, domandando se ne assolto via via a funzioni diverse, a seconda bambini dalla classe terza. Prima di passare alla coniugare un verbo in tutti i modi e tempi conosciuti. intenzioni dellʼautore. di testo eanaloga sese ne sanno funzioni e caratteristiche. a quella puntatore del mouse). Teneregià presente che questo Diapositive 1 - 2 indicare Diapositive 1e -e 2immagine ricordano quali i modi dei verbi noti, Arte Arte Arte Arte e e immagine immagine immagine “Cuciniamo “Cuciniamo “Cuciniamo “Cuciniamo alla alla alla allagriglia” griglia” griglia” griglia”in in ii caratteristiche deifreccetta diversi tipistrumenti testuali, giàidel noti aisono degli con pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. rammentano funzioni ein modalità di impiego. Approfittatene per chiedere di del delle peculiarità storico-culturali delle varie epoche e allo della sensibilità esecondo delle iapositiva 2 strumento , chiedete ai bambini se ricordano alcuni fra i diversi tipi o, passare allo Seleziona (in genere contrassegnato da una strumento dovrà sempre essere uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. Lʼattività, inoltre, è propedeutica rispetto astrumento quella perc 3. Se necessario, passare Seleziona (in gener (es. Strumenti -allʼindicativo, Annotazione sul desktop) oltre domandando se ne riprodurre riprodurre riprodurre riprodurre un un un un disegno disegno disegno disegno con con con con ililililcibo, cibo, cibo, cibo,appunto, appunto, appunto, appunto, pp bambini dalla terza. Prima di passare alla coniugare verbo inArte tutti ei modi e tempi conosciuti. atesto a quella puntatore del mouse). Tenere presente che questo intenzioni dellʼautore. e del se ne sannoclasse indicare funzioni e un caratteristiche. freccetta analogaalla a quella del in puntatore del mouse). Tenere pr immagine “Cuciniamo griglia” cui ai bambini si richieder 1 rammentano funzioni e modalità di impiego. Approfittatene per chiedere di iedete ai bambini se ricordano alcuni fra i diversi tipi 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella 1 sempre essere in uso per passare3.da diapositiva ad unʼaltra. Seuna necessario, passare alloèstrumento Seleziona (indovrà genere contrassegnato da una strumento essere in uso perpercorso passare dadiuna dia Lʼattività, inoltre, propedeutica rispetto a sempre quella del1 secondo riprodurre disegno con il cibo, appunto, per soggetto. 1111 degliin strumenti. Trascinarla e conosciuti. ancorarla al latoun destro della diapositiva coniugare une verbo tutti i modi e tempi o indicare funzioni caratteristiche. freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo Arte e visibile immagine “Cuciniamo alla griglia”eventuali in cui aifinestre bambini si richiederà di in modo che ntuali finestre presenti sul desktop strumento in modo 1che resti la sola Casella 4. Chiudere presenti sul desktop dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad 1 1 unʼaltra. riprodurre un disegno con il cibo, soggetto. 5. Avviare il software LIM Raffaello. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva degliappunto, strumenti.per Trascinarla e ancorarla al lato destro della diap 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella 1 1 6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “04 Arte e Immagine” - “Vai allʼattività”. tware LIM Raffaello. 1 il software Avviare degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato5.destro della diapositivaLIM Raffaello. 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva
linguistica. Quali sono “modi” e “tempi” del
5. Avviare il software LIM Raffaello.
4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “04 Arte e Immagine” - “Vai allʼattività”.
5. Avviare il software LIM Raffaello.
7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “05 Educazione motoria” - “Vai allʼattività”.
Dopo aver illustrato nel precedente segmento di attività lʼimportanza del cibo nelle opere pittoriche di tutte le epoche, spiegate ai bambini che ora toccherà a loro “fare arte” sul soggetto alimentazione. E che sarà una valida occasione per apprendere una tecnica che consente di riprodurre un disegno-modello in modo molto preciso.
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7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
A conclusione del percorso “Piccoli chef” potrete proporre ai bambini un divertente gioco motorio sempre in tema “alimentare”. Si tratta di organizzare una gimcana che riproduce scherzosamente le traversie di un cameriere di ristorante. I bambini saranno coinvolti anche nella pianificazione del gioco oltre che, ovviamente, nella fase esecutiva.
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275 7. Nel gruppo pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra ildella collegamento a “Piccoli chef” - “04 ediImmagine” - “Vai 6. Selezionare collegamento a “Piccoli chef” - “05 Educazion 5.Arte Avviare il software LIMallʼattività”. Raffaello. diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare pulsanti semitrasparenti visibile in6. basso a sinistra della freccia -a Visibile. Opzioni puntatore - Opzioni di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sin Selezionare il collegamento “Piccoli chef”7.- Nel “05 gruppo Educazione motoria” - “Vai allʼattività”. clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante ore - Opzioni freccia - Visibile. 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Pianeta Terra! Guida per lʼinsegnante
Area dei Linguaggi - Introduzione Il filo conduttore di “Pianeta Terra!” è quello della visita di un alieno con cui, in qualche modo, i bambini sono entrati in contatto. Questa situazione offre il destro per una serie di innovative proposte di attività destinate a bambini di classe quarta della Scuola Primaria. Questo segmento, in particolare, è dedicato allʼambito dei «linguaggi» e si articola in percorsi che coinvolgono Italiano, Musica ed Educazione motoria. Alla base del progetto vi è lʼintima convinzione che la LIM effettivamente costituisca un valido ausilio per innovare ambienti e strategie di apprendimento, per attivare nuove dinamiche relazionali e motivazionali, per offrire ai bambini ulteriori e preziose occasioni di esperienza. Di qui il proposito di mettere a disposizione dellʼinsegnante degli strumenti che consentano un impiego quanto più possibile efficace e autenticamente proficuo della lavagna nella didattica di classe. In particolare, la necessità di stabilire una proficua comunicazione con lʼamico extraterrestre costituirà una preziosa occasione per affrontare alla LIM lʼintero programma relativo alla sintassi generalmente considerato in classe quarta. Lʼapproccio del primo percorso di Italiano è tale per cui ad ogni concetto proposto allʼattenzione dei bambini farà immediatamente seguito una fase operativa, in cui il concetto troverà applicazione pratica, con evidenti ricadute in termini di interiorizzazione e consolidamento degli apprendimenti. In coerenza, il secondo percorso di Italiano riprenderà complessivamente in considerazione le conoscenze acquisite, guidando anzitutto il bambino nella ricostruzione dellʼalgoritmo dellʼanalisi logica. Dopodiché lʼestesa attività esercitativa proposta potrà essere svolta in parallelo alla LIM e sul quaderno, in modo che tutti i bambini acquistino la necessaria sicurezza nellʼesecuzione. Il percorso dedicato alla Musica andrà introdotto evidenziando la valenza comunicativa del linguaggio musicale, unʼaltra preziosa risorsa a disposizione per comunicare con lʼalieno. Lʼattività alla LIM consentirà, in particolare, di prendere confidenza con strutture ritmiche che gli alunni saranno invitati ad ascoltare e a riprodurre, singolarmente o collettivamente. Lʼimpianto ludico-informativo prosegue con la conclusiva sessione dedicata al linguaggio corporeo e, quindi, allʼEducazione motoria. I bambini saranno coinvolti in un divertente gioco a squadre, da svolgersi allʼaperto e occasionato dalla necessità di rifornire di carburante lʼastronave dellʼalieno che, ormai giunto al termine della sua visita, si appresta a tornare sul suo pianeta. Tutte le attività sono concepite in modo da favorire la massima interazione con la LIM da parte del maggior numero possibile di bambini e comunque in modo da coinvolgere attivamente anche quelli al momento non impegnati in prima persona alla lavagna. Vengono inoltre messi a disposizione materiali e spunti per attività individuali da svolgersi a casa o a scuola e suggerimenti per approfondire o integrare i percorsi didattici.
Competenze attese all’esito delle attività
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Pulsanti e icone nel multimedia
Italiano 1 - Un problema di favella Distinguere una frase da una non-frase. Ricostruire una frase a partire da una non-frase. Individuare l’informazione contenuta in un sintagma. Dividere una frase in sintagmi. Individuare frase minima e frase espansa. Individuare il soggetto e il soggetto sottinteso. Individuare il predicato. Distinguere predicato verbale e nominale. Formare il predicato nominale con i verbi copulativi. Riconoscere il verbo essere come predicato verbale. Ricondurre le espansioni al Gruppo del soggetto o al Gruppo del predicato. Individuare il complemento oggetto. Individuare i complementi indiretti. Ricostruire l’algoritmo dell’analisi logica.
Italiano 2 - Una lingua "fatta a pezzi"!
N.B.: Agire sui pulsanti con un singolo clic / singolo tocco alla LIM. In caso di doppio clic la risorsa potrebbe non essere visibile in quanto collocata in secondo piano. Per renderla visibile senza chiudere il programma procedere come segue: - fare clic con il pulsante destro del mouse in un punto qualsiasi dello schermo; - dal menù contestuale selezionare Schermo - Cambia programma; - cliccare dalla barra delle applicazioni sullʼicona del file da visualizzare.
Ricostruire e interiorizzare l’algoritmo dell’analisi logica. Eseguire l’analisi logica di semplici frasi (divisione in sintagmi, riconoscimento del soggetto, del soggetto sottinteso, del predicato verbale e nominale, del complemento oggetto e dei complementi indiretti).
Musica 1 - Se ci sei... batti un colpo! Ascoltare sequenze ritmiche in due, tre o quattro tempi. Riprodurre sequenze temporali marcando l’accento ritmico e rispettando le pause.
Storia 1 - Un pieno di simpatia! Organizzare un gioco motorio all’aperto, reperendo i materiali e disponendoli opportunamente. Eseguire un gioco di squadra all’aperto.
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Elenco delle risorse digitali
LABORATORIO DI ITALIANO classe IV: risorse digitali studente Pagina 14 18 20 24 26 30 32 36 38 42 44 51 56 60 64 65 72 82 83 86 99
Descrizione della risorsa Approfondimento: Ecco che cosa succede, pdf di pagina 48 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo un racconto d’avventura Approfondimento: Ecco che cosa succede, pdf di pagina 64-65 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo un racconto di paura Approfondimento: Ecco che cosa succede, pdf di pagina 76-77 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo un racconto storico Approfondimento: Ecco chi ha scritto la lettera, pdf di pagina 91 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo una lettera Approfondimento: Ecco come va a finire lo scherzo, pdf di pagina 101 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo una pagina di diario Approfondimento: Ecco altre informazioni sul gufo, pdf di pagina 128 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo una descrizione Approfondimento: Ecco informazioni su cuccioli di altre due specie, pdf di pagina 180 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo un testo informativo Modello di scrittura: Scrivo una ricetta Modello di scrittura: Scrivo un regolamento Modello di scrittura: Scrivo un riassunto Esercizio interattivo: Raddoppiamenti Esercizio interattivo: Divisione in sillabe Esercizio interattivo: Cene, ce ne, ce n’è Esercizio interattivo: I contrari
LETTURE classe IV: risorse digitali studente Pagina 10 12 18 28 30 34 36 40 42 43 44
Descrizione della risorsa Risorsa per la didattica inclusiva: Gara di ciclocross Risorsa per la didattica inclusiva: Una bambina delle fiabe Audio CLIL: It’s autumn Risorsa per la didattica inclusiva: Ciro in cerca d’amore Risorsa per la didattica inclusiva: Il singhiozzo Risorsa per la didattica inclusiva: Mio fratello è sonnambulo Risorsa per la didattica inclusiva: La mamma nella cartella Risorsa per la didattica inclusiva: Il nuovo ospite Laboratorio ascolto: Il gioco delle trasformazioni Approfondimento: Ho visto il film “Il libro della giungla”, pdf di pagina 19 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto di avventura
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Elenco delle risorse digitali
50 52 56 59 60 66 70 72 73 80 84 86 87 88 90 95 96 97 98 100 105 111 114 116 126 126 128 130 132 134 136 137 140 144 146 148 163 168 173
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Risorsa per la didattica inclusiva: Uno strano risveglio Risorsa per la didattica inclusiva: Sopravvissuti Risorsa per la didattica inclusiva: Discesa nella grotta Approfondimento: Ho visto il film “La sposa cadavere”, pdf di pagina 25 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto di paura Risorsa per la didattica inclusiva: Un incontro terrificante Risorsa per la didattica inclusiva: Nell’isola del brivido Laboratorio ascolto: Il coniglio horror Approfondimento: Ho visto il film “Il principe d’Egitto”, pdf di pagina 31 del Laboratorio di Italiano Risorsa per la didattica inclusiva: L’oro di Tiro! Risorsa per la didattica inclusiva: L’esercito di terracotta Laboratorio ascolto: Azer Approfondimento: Ho visto il film “Una lettera per Momo”, pdf di pagina 37 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La lettera Risorsa per la didattica inclusiva: Amigo de pluma Risorsa per la didattica inclusiva: Baci da lontano Laboratorio ascolto: Un grandissimo CIAO dall’Africa Approfondimento: Ho visto il film “Il giornalino di Gian Burrasca”, pdf di pagina 43 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il diario Risorsa per la didattica inclusiva: Una mamma ficcanaso Risorsa per la didattica inclusiva: Caro Dis Audio CLIL: It’s winter Risorsa per la didattica inclusiva: Il pappagallo e l’albero Risorsa per la didattica inclusiva: Uguali e diversi Risorsa per la didattica inclusiva: Il gufo comune Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione di animali Risorsa per la didattica inclusiva: Bianconiglio Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione di persone Risorsa per la didattica inclusiva: Zia Doroty Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione di oggetti Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione di ambienti Risorsa per la didattica inclusiva: La soffitta Risorsa per la didattica inclusiva: La maestra Tiramisù Risorsa per la didattica inclusiva: Nelle praterie del Kansas Laboratorio ascolto: Uno sconosciuto Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo poetico Audio CLIL: It’s spring Risorsa per la didattica inclusiva: Giò denti di ferro Risorsa per la didattica inclusiva: Miss simpatia
Elenco delle risorse digitali
175 176 181 183 188 190 192 195 196 197 199 201
Approfondimento: Ho visto il film “La marcia dei pinguini. Il richiamo”, pdf di pagina 61 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo informativo Risorsa per la didattica inclusiva: Animali che vincono il freddo Risorsa per la didattica inclusiva: La storia della danza Risorsa per la didattica inclusiva: La salsa scarlatta Laboratorio ascolto: L’uomo e la montagna Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo regolativo: le istruzioni Risorsa per la didattica inclusiva: Attenti al pozzo Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo regolativo: le regole Risorsa per la didattica inclusiva: Buona visione! Risorsa per la didattica inclusiva: A piedi Audio CLIL: It’s summer
LETTURE classe IV: risorse digitali docente Pagina 42 43 44 59 60 72 86 96 97 98 87 88 121 126 130 134 136 146 147
Descrizione della risorsa Laboratorio ascolto: Il gioco delle trasformazioni (pdf ) Lezione disciplinare: Il racconto di avventura (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto di avventura (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: Il racconto di paura (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto di paura (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: Il coniglio horror (pdf ) Laboratorio ascolto: Azer (pdf ) Laboratorio ascolto: Un grandissimo CIAO dall’Africa (pdf ) Lezione disciplinare: Il diario (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il diario (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: La lettera (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La lettera (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: Il testo descrittivo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione di animali (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione di persone (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione di oggetti (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione di ambienti (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: Uno sconosciuto (pdf ) Lezione disciplinare: Il testo poetico (risorsa modificabile in Power Point)
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Elenco delle risorse digitali
148 175 176 190 191 192 196
Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo poetico (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: Il testo informativo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo informativo (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: L’uomo e la montagna (pdf ) Lezione disciplinare: Il testo regolativo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo regolativo: le istruzioni (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo regolativo: le regole (risorsa modificabile in Power Point)
ARTE E MUSICA classe IV: risorse digitali studente Pagina 3 4 6 8 10 13 15 16 18 20 23 24 25 26 28 30 31 32
Descrizione della risorsa Zoom interattivo: K. Hokusai, L’onda Zoom interattivo: Il naufragio della speranza Zoom interattivo: E. Degas, Sky studio Zoom interattivo: P. Signac, Saint Tropez le quai Zoom interattivo: G. Fattori, La libecciata Zoom interattivo: P. Cézanne, Mont Sainte-Victoire visto da Bellevue Zoom interattivo: M. Ernst, Foresta e sole Zoom interattivo: K. Haring, L’albero della vita Zoom interattivo: J. Mirò, Il sentiero a Ciurana Zoom interattivo: C. Monet, I papaveri Zoom interattivo: Caravaggio, Canestra di frutta Zoom interattivo: L. Da Vinci, Adorazione dei Magi Zoom interattivo: H. Matisse, La danza Zoom interattivo: H. Fantin-Latour, White cup and saucer Zoom interattivo: C. Demuth, Ancora la vita con mele e un verde vetro Zoom interattivo: G. Morandi, Natura morta Zoom interattivo: E. Baschenis, Strumenti musicali da Trittico Agliardi Zoom interattivo: Anonimo, Fiasca di Forlì Zoom interattivo: Bisonte di Altamira (ca. 14 000 anni fa) Zoom interattivo: La Dama di Brassempouy (ca. 22 000 anni fa) Zoom interattivo: Cromlech di Stonehenge (ca. 3200 anni fa)
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Zoom interattivo: Il re Assiro Assurbanipal caccia su un carro (645-635 a.C.), British Museum, Londra Zoom interattivo: Leone grifone dal Palazzo di Dario a Susa (VI sec. a.C.), Museo del Louvre, Parigi Zoom interattivo: Statua di Ebih-Il (ca. 2500 a.C.), Museo del Louvre, Parigi Zoom interattivo: Modello della Ziggurat di Ur (III Millennio a.C.)
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Zoom interattivo: Il tempio di Luxor Zoom interattivo: Il faraone Ramesse tra gli dei Horus e Anubi, Valle dei Re, Luxor
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Elenco delle risorse digitali
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Zoom interattivo: Busto di Nefertiti, Museo Egizio, Berlino Zoom interattivo: Maschera funeraria di Tutankamon, Museo Egizio, Il Cairo Zoom interattivo: Statua di Ramses II, Museo Egizio, Torino Zoom interattivo: Piero della Francesca, Polittico di Sant’Antonio, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia Zoom interattivo: Anonimo, Trionfo della morte, Palazzo Abatellis, Palermo Risorsa audio: Rumori Risorsa audio: The muffin man Risorsa audio: M. Mussorgskij, Due Ebrei polacchi Risorsa audio: Inno di Mameli Risorsa audio: G. Rossini, Tarantella Risorsa audio: F. F. Chopin, Valzer
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GRAMMATICA classe IV: risorse digitali studente Pagina 5 7 11 12 15 17 22 30 34 44 47 50 55 60 62 63 64 82 91 93 95 99 109 118 120
Descrizione della risorsa Esercizio interattivo: Ce o cie Esercizio interattivo: Ge o gie Esercizio interattivo: Deriva da acqua? Esercizio interattivo: Gl-gli o li Esercizio interattivo: Uso dell’H Esercizio interattivo: Crucidoppie Esercizio interattivo: L’apostrofo Percorso di classe capovolta: Uso della punteggiatura Video tutorial: Il discorso diretto e indiretto Esercizio interattivo: Generico e specifico Esercizio interattivo: Il sinonimo corretto Audio CLIL: False friends Esercizio interattivo: Nomi concreti e nomi astratti Esercizio interattivo: Nomi collettivi Esercizio interattivo: Falsi derivati Esercizio interattivo: Falsi alterati Audio CLIL: I nomi in inglese Esercizio interattivo: Aggettivi in tabella Esercizio interattivo: Essere e avere ausiliari Esercizio interattivo: Indicativo tempi composti Esercizio interattivo: Esprimersi con il congiuntivo Audio CLIL: To be Have got Esercizio interattivo: Congiunzioni Esercizio interattivo: Soggetto, predicato, complemento oggetto Esercizio interattivo: Complementi indiretti
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Elenco delle risorse digitali
LABORATORIO DI ITALIANO classe V: risorse digitali studente Pagina 9 10 14 16 20 22 26 28 29 32 33 36 40 42 45 46 49 54 57 59 61 68 80 89 99 110
Descrizione della risorsa Percorso di classe capovolta: Flashback e Flashforword Approfondimento: Ecco com’è fatto uno Hobbit, pdf di pagina 38-39 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo un racconto fantasy Approfondimento: Ecco altre notizie su Pleskit, fornite da lui stesso, pdf di pagina 54 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo un racconto di fantascienza Approfondimento: Il dottor Watson, che condivide l’abitazione con l’investigatore, ce lo presenta pdf di pagina 66-67 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo un racconto giallo Approfondimento: Ecco un’altra buffa vicenda del Signor Veneranda, pdf di pagina 82 del libro di lettura Modello di scrittura: Il signor Veneranda ha troppo caldo Approfondimento: Ecco che cosa fa la ragazzina, pdf di pagina 94-95 del libro di lettura Modello di scrittura: Il diario Approfondimento: Ecco altre informazioni su Federica Pellegrini, pdf di pagina 108-109 del libro di lettura Modello di scrittura: Scrivo un racconto biografico Approfondimento: Ecco l’interno della casa…, pdf di pagina 136-137 del libro di lettura Modello di scrittura: Descrivere un animale Modello di scrittura: La descrizione nel racconto Modello di scrittura: Mi descrivo Approfondimento: Ecco la storia della bicicletta, pdf di pagina 190-191 del libro di lettura Modello di scrittura: Le grotte carsiche in Italia Modello di scrittura: Scrivo un articolo di cronaca giornalistica Modello di scrittura: Scrivo un testo informativo Esercizio interattivo: Difficoltà ortografiche 1 Esercizio interattivo: Parole variabili e invariabili Esercizio interattivo: I determinativi e l’analisi grammaticale Esercizio interattivo: Infinito, participio, gerundio Esercizio interattivo: Pronomi e complementi
LETTURE classe V: risorse digitali studente Pagina 10 16 21
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Descrizione della risorsa Risorsa per la didattica inclusiva: La mia prima festa da ballo Audio CLIL: It’s autumn Risorsa per la didattica inclusiva: Troppo imbarazzante!
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Risorsa per la didattica inclusiva: Ciro il bullo Risorsa per la didattica inclusiva: Da un giorno all’altro Risorsa per la didattica inclusiva: Tre promesse Laboratorio ascolto: Gli arcobaleni Approfondimento: Ho visto il film “La Storia Infinita”, pdf di pagina 15 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto fantasy Risorsa per la didattica inclusiva: Il risveglio del drago Risorsa per la didattica inclusiva: Una paziente attesa Laboratorio ascolto: Nel labirinto di ghiaccio Approfondimento: Ho visto il film “E.T. l’extra-terrestre”, pdf di pagina 21 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto di fantascienza Risorsa per la didattica inclusiva: Viaggio nel tempo! Risorsa per la didattica inclusiva: Che strana mela! Risorsa per la didattica inclusiva: Le scarpe antigravità Laboratorio ascolto: A scuola nel 2155 Approfondimento: Ho visto il film “Le avventure di Tintin”, pdf di pagina 27 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il romanzo giallo Risorsa per la didattica inclusiva: Gli occhialini d’oro Risorsa per la didattica inclusiva: Furto alla galleria Approfondimento: Ho visto il film “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori”, pdf di pagina 31 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto umoristico Risorsa per la didattica inclusiva: Dov’è il secchiello? Risorsa per la didattica inclusiva: Spaghetti per due Laboratorio ascolto: Che vista! Approfondimento: Ho visto il film “Il gladiatore “, pdf di pagina 35 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto storico Risorsa per la didattica inclusiva: Un ritrovamento inaspettato Risorsa per la didattica inclusiva: Una grande perdita Laboratorio ascolto: Il cavallo di Alessandro Approfondimento: Ho visto il film “Wonder”, pdf di pagina 41 del Laboratorio di Italiano Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La biografica Risorsa per la didattica inclusiva: Sono una creatura di acqua dolce Risorsa per la didattica inclusiva: Albert Risorsa per la didattica inclusiva: Voglio imparare a scrivere Audio CLIL: It’s winter Risorsa per la didattica inclusiva: Piccolo e coraggioso Risorsa per la didattica inclusiva: Ti scrivo… perché nessuno dimentichi Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La descrizione Risorsa per la didattica inclusiva: La fattoria della nonna Risorsa per la didattica inclusiva: Una piazzetta
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Elenco delle risorse digitali
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Risorsa per la didattica inclusiva: Quattro sorelle Risorsa per la didattica inclusiva: La timida Laboratorio ascolto: Una vera amica Audio CLIL: It’s spring Risorsa per la didattica inclusiva: Aiuto, ho paura di cambiare! Risorsa per la didattica inclusiva: Ce l’ho fatta! Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo informativo Risorsa per la didattica inclusiva: La bicicletta Risorsa per la didattica inclusiva: Storia della mozzarella Risorsa per la didattica inclusiva: Fresco cremoso gelato Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La cronaca Risorsa per la didattica inclusiva: Il Coro dell’Antoniano di Bologna per il quarto anno consecutivo vola in Cina Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo argomentativo Risorsa per la didattica inclusiva: TV e nuove tecnologie Risorsa per la didattica inclusiva: Come nasce la pace? Audio CLIL: It’s summer
LETTURE classe V: risorse digitali docente Pagina 17 34 35 36 48 49 50 62 63 64 79 80 90 91 92 102
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Descrizione della risorsa Lezione disciplinare Il testo narrativo (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: Gli arcobaleni (pdf ) Lezione disciplinare: Il racconto fantasy (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto fantasy (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: Nel labirinto di ghiaccio (pdf ) Lezione disciplinare: Il racconto di fantascienza (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto di fantascienza (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: A scuola nel 2155 (pdf ) Lezione disciplinare: Il racconto giallo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il romanzo giallo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: Il racconto umoristico (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto umoristico (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: Che vista! (pdf ) Lezione disciplinare: Il racconto storico (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il racconto storico (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: Il cavallo di Alessandro (pdf )
Elenco delle risorse digitali
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Lezione disciplinare: Il racconto autobiografico (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La biografica (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: Il testo descrittivo (risorsa modificabile in Power Point) Laboratorio ascolto: Una vera amica (pdf ) Lezione disciplinare: Il testo narrativo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: Il testo informativo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo informativo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: L’articolo di cronaca (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: La cronaca (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: Il messaggio pubblicitario (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare: Il testo argomentativo (risorsa modificabile in Power Point) Lezione disciplinare per la didattica inclusiva: Il testo argomentativo (risorsa modificabile in Power Point)
ARTE E MUSICA classe V: risorse digitali studente Pagina 51 52 53 54 55 56 58 61 62 63 64 66 68 69 71 72 73
Descrizione della risorsa Zoom interattivo: L. Da Vinci, Studi di cavallo Zoom interattivo: L. Da Vinci, Dama con l’ermellino Zoom interattivo: Pisanello, San Giorgio e la principessa Zoom interattivo: G. De Chirico, Le muse inquietanti Zoom interattivo: Colombe, mosaico dal Mausoleo di Gallia Placidia Zoom interattivo: A. Gaudì, particolare Parco Guell Zoom interattivo: F. Marc, Grandi cavalli blu Zoom interattivo: C. Fabritius, Il cardellino Zoom interattivo: L. Lotto, Ritratto di un uomo Zoom interattivo: A. Bronzino, Eleonora da Toledo Zoom interattivo: S. Botticelli, Nascita di Venere Zoom interattivo: H. Holbein, Enrico VIII Zoom interattivo: A. Warhol, Marilin Monroe Zoom interattivo: F. Boucher, Madame de Pompapadour Zoom interattivo: A. Derain, Barche nel porto di Collioure Zoom interattivo: J. Vermeer, Ragazza con l’orecchino di perla Zoom interattivo: V. Van Gogh, Autoritratto Zoom interattivo: Michelangelo, David Zoom interattivo: Giustiniano e la sua corte, mosaico dalla Basilica di San Vitale, Ravenna Zoom interattivo: Cimabue, La Maestà di Santa Trinità Zoom interattivo: Tarquinia, Tomba dei Leopardi (ca. 473 a.C.)
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Elenco delle risorse digitali
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Zoom interattivo: Anfora greca a figure nere, Vaso con lottatori (V sec. a.C.) Zoom interattivo: Anfora greca a figure nere, Achille e Aiace giocano ai dadi (VI sec. a.C.)
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Zoom interattivo: E. Munch, L’urlo Zoom interattivo: E. Degas, Ballerine in verde Zoom interattivo: J.L. David, Il giuramento degli Orazi Zoom interattivo: Prassitele, Ermes con Dioniso bambino, (ca. 350 a.C.) Zoom interattivo: Nike di Samotracia (ca. 180 a.C.) Zoom interattivo: Agrigento, Tempio della Concordia (ca. 430 a.C.) Zoom interattivo: Tarquinia, Tomba dei Leopardi (ca. 473 a.C.) Zoom interattivo: Apollo di Veio (VI sec. a.C.) Museo di Villa Giulia, Roma Zoom interattivo: Fibbia in oro (VII-VI a.C.)
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Zoom interattivo: Roma, Anfiteatro Flavio (Colosseo) Zoom interattivo: Piazza Armerina, Villa del Casale, Mosaico delle atlete (IV sec. a.C.) Zoom interattivo: G. Pellizza da Volpedo, Ricordo di un dolore Zoom interattivo: G. Bernini, Francesco I d’Este Zoom interattivo: Pompei, Villa dei Misteri Risorsa audio: suono tromba Risorsa audio: suono sassofono Risorsa audio: suono flauto traverso Risorsa audio: suono clarinetto Risorsa audio: suono corno Risorsa audio: suono piatti Risorsa audio: suono tamburo Risorsa audio: suono timpano Risorsa audio: suono triangolo Risorsa audio: suono gong Risorsa audio: suono xilofono Risorsa audio: suono pianoforte Risorsa audio: suono organo Risorsa audio: suono clavicembalo Risorsa audio: suono violino Risorsa audio: suono chitarra Risorsa audio: suono violoncello Risorsa audio: suono arpa
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Risorsa audio: J. S. Bach, Concerti Brandeburghesi Risorsa audio: R. Wagner, La cavalcata delle Walchirie Risorsa audio: M. P. Mussorgsky, Quadri di un’esposizione Risorsa audio: F. J. Haydn, Sinfonia n. 100-Rullo di tamburi Risorsa audio: L. Van Beethoven, Concerto per violino e orchestra Risorsa audio: L. Van Beethoven, Scherzo della Sinfonia n. 9 Risorsa audio: P. D. Paradisi, Toccata in LA per arpa sola Risorsa audio: Flamenco
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Risorsa audio: Caos Rap
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Elenco delle risorse digitali
GRAMMATICA classe V: risorse digitali studente Pagina 4 5 10 16 20 23 27 32 34 40 41 43 45 49 50 56 61 62 66 69 74 76 90 92 94 99 101 102 112 123
Descrizione della risorsa Esercizio interattivo: GN Esercizio interattivo: Difficoltà ortografiche Esercizio interattivo: Doppie con errori Esercizio interattivo: Registro formale e informale Audio CLIL: Emoticons Risorsa audio: Italiano... ma non solo Esercizio interattivo: Il gergo Esercizio interattivo: Il senso figurato Audio CLIL: Idioms Esercizio interattivo: Il nome Esercizio interattivo: Nomi primitivi e derivati Esercizio interattivo: Gli articoli Esercizio interattivo: Aggettivi possessivi Esercizio interattivo: Attenzione ai pronomi Audio CLIL: Pronomi personali in inglese Esercizio interattivo: Pronomi relativi Esercizio interattivo: Essere e avere: l’ausiliare giusto Esercizio interattivo: Infinito presente e infinito passato Esercizio interattivo: Modo congiuntivo Esercizio interattivo: Modo imperativo Esercizio interattivo: Forma passiva o attiva Video tutorial: Forma passiva e riflessiva del verbo Esercizio interattivo: Gli avverbi Esercizio interattivo: Preposizioni Audio CLIL: Preposizioni di luogo Esercizio interattivo: Analisi grammaticale dei verbi Esercizio interattivo: Analisi logica Esercizio interattivo: Complemento oggetto Esercizio interattivo: Complemento di fine Esercizio interattivo: Frasi principali e secondarie
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E INOLTRE...
Classe 4
a
• I taMAP allegato alle letture: per lavorare con le tipologie testuali grazie alle mappe. Antologia di letture • Tipologie testuali • Sezioni tematiche • Cittadinanza e Costituzione • ItaMAP
Laboratorio di Italiano • Percorso di scrittura • Eserciziario di grammatica • Prove modello INVALSI • Verifiche a livelli
Grammatica • Giochi linguistici • GrammaMAP
•G rammaMAP allegato alla grammatica: per lavorare con le principali parti del discorso grazie alle mappe.
Classe 5
a
Per i primi giorni di scuola, per ricominciare gradualmente a parlare, ascoltare, scrivere e riflettere sulla lingua. Con autovalutazione e mappe.
Antologia di letture • Tipologie testuali • Sezioni tematiche • Cittadinanza e Costituzione • ItaMAP
Laboratorio di Italiano • Percorso di scrittura • Eserciziario di grammatica • Prove modello INVALSI • Verifiche a livelli
PER L’INSEGNANTE E LA CLAS
Grammatica • Prove INVALSI • GrammaMAP
SE
Guida al testo: Guida alle verifiche a livelli con rubriche valutative; programmazioni annuali per competenze; didattica inclusiva; laboratorio d’ascolto; test d’ingresso e schede operative; didattica e nuove metodologie: Coding e Tinkering, Classe capovolta, STEAM Poster: Le tipologie testuali; La Grammatica attiva
Percorsi approfonditi sui linguaggi espressivi.
il M.I.O. BOOK docente CD audiolibro Biblioteca di classe
fficina dei Lettori
• Audiolibro integrale a cura di speaker professionisti • Alta leggibilità (formato ePub) con testo modificabile • Servizio di traduzione e dizionario di italiano integrato
www.raffaellodigitale.it www.raffaelloscuola.it
A richiesta i volumi con i percorsi semplificati di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audiolibro
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Omaggio