Be llo P Gu i IS tti-P rim da D BN e -9 nn i idat 78 a- P ti -8 Fe a ca 8- nz s 47 io s 2- -G i 28 io 65 rd -8 an i
Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art. 4 n° 6).
La Guida Primi
Passi
parte introduttiva
con riferimenti normativi e approfondimenti teorici: • Verso il servizio integrato 0/6; • Decreto legislativo n. 380/2017; • Tematiche di rilievo.
settore
parte teorica
con spunti organizzativi e modalità di funzionamento: • Carta dei servizi; • Questionario di gradimento (customer satisfaction); • Progetto Pedagogico Primi Passi.
Il Quaderno Operativo Primi
parte pratica
con programmazione e proposte progettuali suddivise in: • 3 macroprogetti annuali: • progetto ALIMENTAZIONE; • progetto COLORI; • progetto FATTORIA. • 3 microprogetti annuali: • progetto AUTONOMIA; • progetto STAGIONI; • progetto FESTE.
Passi
E. Bellotti - M. S. Penna - F. Fenzio - M. E. Giordani
si rivolge agli operatori dei servizi educativi per l’Infanzia come strumento di riflessione, di approfondimento e di progettazione per accompagnare e promuovere la qualità dell’offerta educativa all’interno del .
settore
è studiato per i bambini del sia che frequentino l’Asilo Nido, le Sezioni Primavera o che anticipino l’ingresso alla Scuola dell’Infanzia.
progetto autonomia
CIAO! ECCOMI QUA
progetto
autonomia
Colora la felpa del bambino con il pennarello ROSSO.
NOME DATA
TRACCE n. 20
Colora la felpa del bambino con il pennarello ROSSO.
progetto colori progetto feste
progetto stagioni progetto fattoria
Inoltre: • F ORMATO DI GRANDI DIMENSIONI che favorisce l’operatività del bambino; • I MMAGINI ACCATTIVANTI e VARIETÀ DI TECNICHE che sviluppano le potenzialità, la creatività e l’apprendimento dei piccoli in questa fase della loro crescita; •C OLLEGAMENTO con la Guida Primi Passi per progettare, sviluppare e approfondire i Progetti, promuovendo così la qualità dell’offerta educativa; • F OGLI STACCABILI da appendere per lasciare traccia della produzione individuale e per la documentazione alle famiglie; •C ANZONI A TEMA nel CD audio allegato alla Guida, per accompagnare in modo giocoso l’attività.
CIAO! ECCOMI QUA
NOME DATA
€ 35,00 Guida Didattica
Primi Passi + CD Audio
www.raffaelloscuola.it www.grupporaffaello.it
settore
progetto autonomia progetto alimentazione
Guida
Le proposte si sviluppano in 6 progetti vicini al mondo dei bambini in questa fase di crescita:
Guida
per i Servizi Educativi del
settore E. Bellotti M. S. Penna F. Fenzio M. E. Giordani
•C arta dei servizi •P rogetto Pedagogico •3 macroprogetti annuali: Alimentazione, Colori, Fattoria •3 microprogetti annuali: Autonomia, Stagioni, Feste •A pprofondimenti sul Sistema Integrato di educazione e di istruzione 0-6
Guida
per i Servizi Educativi del
settore E. Bellotti M. S. Penna F. Fenzio M. E. Giordani
Guida
settore
• Carta dei servizi • Progetto Pedagogico • 3 macroprogetti annuali: Alimentazione, Colori, Fattoria • 3 microprogetti annuali: Autonomia, Stagioni, Feste • Approfondimenti sul Sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6
Dedica e ringraziam
enti
La dedica di questa Guida viene fatta, con piacere, a tutti quei genitori che, in questi sette anni, hanno scelto il nostro Nido come luogo educativo e di crescita per i loro figli. Il primo pensiero va così a tutte le mamme e a tutti i papà che ci hanno permesso di far parte della vita dei loro figli, lasciando in noi una traccia permanente dei momenti di crescita dei piccoli. Però un "grazie" davvero speciale va ai "nostri bambini" che, ogni giorno, ci fanno riscoprire, attraverso il loro modo di essere e di comportarsi, la semplicità delle cose e motivano in noi la voglia di essere guida e stimolo per i loro PRIMI PASSI di vita. Elena e Stefania
team grafico AtosCrea, Mauda Cantarini, Ester Ciceroni copertina Ester Ciceroni coordinamento M. Elisabetta Giordani redazione Maria Grazia Belli illustrazioni e colore Roberta Gherardi stampa Gruppo Editoriale Raffaello
In collaborazione con Double Arch
© 2017 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloscuola.it - www.grupporaffaello.it Ristampa: 6
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2022 2021 2020 2019 2018 2017
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica se non espressamente autorizzate dal titolare del copyright. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.
I DIRITTI NATURALI DI BIMBI E BIMBE
1 2 3 4 5
IL DIRITTO ALL’OZIO a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti
IL DIRITTO A SPORCARSI a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti
IL DIRITTO AGLI ODORI a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura
IL DIRITTO AL DIALOGO ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare
IL DIRITTO ALL’USO DELLE MANI a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco
6 IL DIRITTO ALLA STRADA 7 IL DIRITTO AL SELVAGGIO 8
IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi
9 IL DIRITTO ALLE SFUMATURE 10 IL DIRITTO AL SILENZIO
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle. Gianfranco Zavalloni da www.scuolacreativa.it
3
PRESENTAZIONE DELLA GUIDA
«
La crescita di ciascun bambino e bambina avviene all’interno di un contesto educativo che stimola e sviluppa le funzioni di base, promuove la libera espressione, la socialità e l’apprendimento cooperativo, lo sviluppo della creatività e dello spirito critico, l’interrogarsi sugli eventi e i fenomeni del mondo naturale e sociale, al fine di raggiungere l’autonomia di pensiero e comportamento. Edgar Morin, I sette saperi
«
La Guida Primi Passi si rivolge agli operatori dei servizi educativi per l’infanzia come strumento di riflessione, di approfondimento e di progettazione per accompagnare e promuovere la qualità dell’offerta educativa all’interno del settore zero-tre in questo momento storico, in cui i servizi per l’infanzia sono protagonisti di un grande cambiamento; cambiamento che modifica sicuramente l’ottica con cui si guarda a questi servizi, non più a domanda individuale ma come diritto per ogni bambino. Alla base della proposta della Guida c’è la consapevolezza, che fin dalla nascita, le bambine e i bambini devono poter «sviluppare potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo», ma anche la responsabilità che a loro venga garantito il diritto ad avere «pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali». Le modalità organizzative e di funzionamento, ma anche le proposte progettuali della Guida rispettano la personalità, i ritmi di vita e di crescita e promuovono «il benessere e lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia e delle competenze» dei bambini da tre e trentasei mesi, valorizzando la loro esperienza educativa fin dai primi mesi di vita. Non va dimenticato, inoltre, che un contesto educativo, come il Nido, è sicuramente il luogo ideale per prevenire situazioni di disagio e di difficoltà e per accompagnare tutti i bambini, ma in particolare quelli con Bisogni Educativi Speciali, a vivere con serenità sia questa prima esperienza nel sociale che i successivi cicli scolastici. (dal Decreto Legislativo n. 380, recante istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni)
4
La Guida è così strutturata:
parte introduttiva - con riferimenti normativi e approfondimenti teorici:
il servizio integrato 0/6; • Verso Decreto Legislativo n. 380/2017; • Tematiche di rilievo. •
parte teorica - con spunti organizzativi e modalità di funzionamento:
dei servizi; • Carta di gradimento (customer satisfaction); • Questionario • Progetto Pedagogico Primi Passi.
5
parte pratica - con programmazione e proposte progettuali suddivise in:
• 3 macroprogetti annuali :
• progetto ALIMENTAZIONE; • progetto COLORI; • progetto FATTORIA.
• 3 microprogetti annuali :
• progetto AUTONOMIA; • progetto STAGIONI; • progetto FESTE.
6
PRESENTAZIONE DELL'ALBUM L’album PRIMI PASSI si propone come strumento operativo per i bambini che, all’interno del Sistema integrato di educazione e istruzione 0/6, frequentano l’Asilo Nido e le Sezioni Primavera o che anticipano l’ingresso alla Scuola dell’Infanzia. Le proposte si sviluppano in 6 progetti vicini al mondo dei bambini in questa fase di crescita:
progetto
progetto
alimentazione
colori
TRACCIA 3
IL TRENINO COLORATO
TRACCIA 2
prog etto
ali
W LA COLAZIONE
LA TAZZA
mentazione
VA LA LOCOMOTI
prog etto
colori
RIT: Latte e biscotti, biscotti e latte. W la colazione!
RIT: Ciuf, ciuf la locomotiva rossa, gialla e blu. Ciuf, ciuf, ciuf… il trenino va su e giù!
Che bello spalmar la marmellata su una fetta biscottata.
Il trenino giallo giallo
RIT: Latte e biscotti, biscotti e latte. W la colazione!
incontra un pappagallo , poi si ferma alla stazione e non fa confusione.
Che bello nel latte inzuppare i biscotti a forma di orsacchiot ti.
RIT: Ciuf, ciuf la locomotiva
rossa, gialla e blu. Ciuf, ciuf, ciuf… il trenino va su e giù!
RIT: Latte e biscotti, biscotti e latte. W la colazione!
Il trenino blu blu blu sale fino a lassù, poi fa una giravolta e la fa un’altra volta.
Che bello mescolare i cereali con pezzetti di frutta tutti uguali. RIT: Latte e biscotti, biscotti e latte. W la colazione!
della colazione
con tempera
rossa, gialla e blu. Ciuf, ciuf, ciuf… il trenino va su e giù!
Il trenino rosso rosso che va a più non posso, entra in galleria, la più lunga che ci sia.
Che bello iniziare la giornata con una torta appena sfornata. RIT: Latte e biscotti, biscotti e latte. W la colazione!
Colora la tazza e pennellone.
RIT: Ciuf, ciuf la locomotiva
RIT: Ciuf, ciuf la locomotiva rossa, gialla e blu. Ciuf, ciuf, ciuf… il trenino va su e giù!
NOME DATA
, GIALLO e BLU. Colora di ROSSO
progetto
NOME DATA
progetto
fattoria
autonomia
TRACCIA 5
IL MAIALINO
IL MAIALE
prog etto
fattoria
... SONO GRANDE
prog etto
autonomia
RIT: Oinc oinc oinc fa il maialino e muove felice il suo codino. Oinc oinc oinc fa il maialino.
TRACCIA 9
FACCIO LA PIPÌ RIT: Faccio la pipì, la faccio qui. Faccio la pipì, la faccio qui. Qui!
È molto strano il suo codino arricciato e un po’ cortino. RIT: Oinc oinc oinc fa il maialino e muove felice il suo codino. Oinc oinc oinc fa il maialino.
Quando ero piccolino per fare cacca e pipì avevo il pannolino tutto il dì.
Il suo naso è proprio rotondo e ha due buchi a tutto tondo. RIT: Oinc oinc oinc fa il maialino e muove felice il suo codino. Oinc oinc oinc fa il maialino.
RIT: Faccio la pipì, la faccio qui. Faccio la pipì, la faccio qui. Qui!
È davvero un mangione e ha un gran pancione.
RIT: Faccio la pipì, la faccio qui. Faccio la pipì, la faccio qui. Qui! Vado in bagno anche da solo e cacca e pipì …la faccio qui, la faccio qui! RIT: Faccio la pipì, la faccio qui. Faccio la pipì, la faccio qui. Qui!
Poi sono cresciuto un pochettino e per fare cacca e pipì usavo di giorno il vasino e di notte il pannolino.
RIT: Oinc oinc oinc fa il maialino e muove felice il suo codino. Oinc oinc oinc fa il maialino. Se ha caldo caldo si rotola nel fango.
RIT: Faccio la pipì, la faccio qui. Faccio la pipì, la faccio qui. Qui!
RIT: Oinc oinc oinc fa il maialino e muove felice il suo codino. Oinc oinc oinc fa il maialino.
Ora sono più grandino e per fare cacca e pipì non uso né il pannolino né il vasino.
o con zucchero colorat Incolla sul maiale ROSA. il pennarello
NOME DATA
Colora con i
progetto
stagioni prog etto
stagioni
progetto
feste
TRACCIA 11
FOGLIE D'AUTUNNO
È AUTUNNO!a La fogli
NOME DATA
pastelloni.
RIT: Foglie d’autunno magia di colori, foglie d’autunno come tesori. Gialla gialla, la foglia è gialla.
prog etto
Marrone, marrone, la foglia è marrone.
IL PAGLIACCIO PA il pagliaccio Pa
feste
RIT: Foglie d’autunno magia di colori, foglie d’autunno come tesori.
TRACCIA 19
... A CARNEVALE
Perde una scarpa e indossa la sciarpa. Poi suona l’arpa fino ad ora tarda. RIT: Il pagliaccio Pa è un po’ strano Pa, Pa, Pa, Pa…
RIT: Foglie d’autunno magia di colori, foglie d’autunno come tesori. Arancione arancione, la foglia è arancione.
Gira la carta e trova la mappa. Sale sulla barca e pesca una carpa.
RIT: Foglie d’autunno magia di colori, foglie d’autunno come tesori.
RIT: Il pagliaccio Pa è un po’ strano Pa, Pa, Pa, Pa… Incontra una talpa e che gli dà la zampa. Appoggia la zappa e poi scappa.
Verde verde, la foglia è verde. RIT: Foglie d’autunno magia di colori, foglie d’autunno come tesori.
RIT: Il pagliaccio Pa è un po’ strano Pa, Pa, Pa, Pa… Pa, Pa, Pa, Pa…
Rossa rossa, la foglia è rossa. RIT: Foglie d’autunno magia di colori, foglie d’autunno come tesori.
ra ROSSA con la tempe Colora la foglia NE. un po’ di MARRO e spugnala con
RIT: Il pagliaccio Pa è un po’ strano Pa, Pa, Pa, Pa…
NOME DATA
cio Pa con la Colora il pagliac . GIALLA e ROSSA
7
digitopittura
NOME DATA
Il formato di grandi dimensioni e i fogli staccabili consentono ai bambini di operare più agevolmente e, nel contempo, danno l'opportunità alle educatrici di esporre l’attività all’interno della struttura educativa, arricchendola delle tracce dei piccoli, favorendo anche la condivisione delle attività educativo-didattiche con le famiglie in corso d’anno. A conclusione del percorso, le creazioni di ciascun bambino possono essere rilegate tutte insieme nell’album personale da portare a casa.
Novità •F ORMATO DI GRANDI DIMENSIONI che favorisce l’operatività del bambino. • IMMAGINI ACCATTIVANTI E VARIETÀ DI TECNICHE che sviluppano le potenzialità, la creatività e l’apprendimento dei piccoli in questa fase della loro crescita. • FOGLI STACCABILI da appendere, per lasciare traccia della produzione individuale e per la documentazione alle famiglie. •G UIDA OPERATIVA PRIMI PASSI per sviluppare e approfondire i Progetti, promuovendo così la qualità dell’offerta educativa.
•C ANZONI A TEMA nel CD audio allegato alla Guida, per accompagnare in modo giocoso l’attività. 8
parte introduttiva INDICE INTRODUZIONE di Federico Fenzio ......................................................................................................... pag. 10
1
VERSO IL SERVIZIO INTEGRATO 0-6 ........................................................................................ pag. 15
2
SISTEMA INTEGRATO DI EDUCAZIONE
3
Box Curricolo è responsabilità ................................................................................................................................................. pag. 19
E DI ISTRUZIONE 0-6 .......................................................................................................................................................... pag. 21 TEMATICHE DI RILIEVO .............................................................................................................................................. pag. 34 ............................................................................................................................
pag. 34
......................................................................................................................................................................................
pag. 37
PERCHÉ UN PERCORSO ZEROSEI CONTINUITÀ 0-6
IL BISOGNO DI FORMAZIONE
........................................................................................................................................
pag. 39
Box La formazione e la supervisione al Nido di Federico Fenzio ................................... pag. 40 ...............................
pag. 42
.........................................................................
pag. 42
.......................................................................................................
pag. 43
I BISOGNI FORMATIVI IN UN PERCORSO DI CONTINUITÀ La conoscenza delle competenze dei bambini La costruzione di un gruppo di lavoro
La valorizzazione dei momenti della cura
..........................................................................................
pag. 43
Box La pedagogia della cura di Rosanna Bosi .............................................................................................. pag. 45
Il pensiero riflessivo
...........................................................................................................................................................................
IL RUOLO DEL FORMATORE
...............................................................................................................................................
9
pag. 46 pag. 48
parte introduttiva
INTRODUZIONE
«
I bambini non si chiedono se esista un’altra Esistenza. E hanno ragione. Quel nòcciolo duro non è semenza. Eugenio Montale, Un mese tra i bambini
«
Nell’azione educativa intesa come attività intenzionale 1 esercitata dagli adulti nei confronti dei bambini sembra celarsi una velata dimensione paradossale. Quando il genitore, l’educatore o l’insegnante si pongono a fianco del bambino attraverso finalità educative, l’orizzonte ultimo è accompagnare alla crescita costruendo la struttura di ciò che renderà “adulto” il bambino. In una parola, l'adulto educa per generare, a "piccoli passi", altri adulti. Così, attraverso un’azione educativa, il bambino deve: • c rescere, abbandonando quella manifestazione di elementi “irrazionali” che la società adulta biasima 2 e rimuove; • a cquisire gli apprendimenti specifici dell’età affinché possa progressivamente vivere in modo adeguato all'interno di una comunità con un bagaglio di conoscenze necessarie e richieste; • superare il suo “individualismo”, maturando emotivamente al fine di interagire con altri simili in una società dove l’empatia, l’etica, il rispetto delle regole sono fondamentali per la salvaguardia della società stessa; • i mparare tecniche e strumenti (leggere, scrivere, far di conto) che gli serviranno da adulto per integrarsi portando avanti la “baracca”. 1
2
L’intenzionalità è una delle caratteristiche fondamentali della relazione educativa. Agire intenzionalmente, in ambito pedagogico, significa prendersi cura di un “setting” favorevole al raggiungimento delle finalità educative preposte. Così, in un Nido, lo staff educativo predispone spazi, tempi, attività e progettualità specifiche per i bambini, monitorandone progressi e risultati. Allo stesso modo, anche il genitore agisce “intenzionalmente” non in spazi dai confini così formalizzati ma nella vita quotidiana. Quando un bambino picchia o morde un altro bambino, l’educatrice al Nido interviene facendo sì che ciò non si verifichi, tutelando gli altri bambini, le loro famiglie e le emozioni del bambino attore di tali comportamenti. Si noti anche come nel senso comune si utilizzi l’espressione “sei peggio di un bambino” oppure “sei troppo infantile” per categorizzare un adulto che mette in atto comportamenti considerati inadeguati e inopportuni. Oppure quando un’insegnante di scuola d’infanzia ammonisce un bambino dispettoso dicendogli che, se continua così, “lo rimanda al Nido”.
10
3
4
on tale espressione, nelle teorie comunicative si intende una contraddizione espressa tra il C livello del discorso esplicito (il verbale, cioè il messaggio che viene emesso) e il livello metacomunicativo (il non verbale, cioè il come il messaggio viene espresso). Un esempio di “doppio legame” è la persona che, sbattendo i pugni sul tavolo e corrucciando le sopracciglia, affermi a voce alta di “non essere arrabbiato”. Secondo Deleuze e Guattari, il “doppio legame” pervade l’intera società (“L’anti-Edipo”, Einaudi, 2002). È d’importanza fondamentale che chiunque svolga un’attività educativa (sia come funzione informale che professionale) possa mantenere uno sguardo su di sé al fine di tenere aperta una riflessione costante sul senso dell’agire educativo in atto. Per evitare automatismi che producono bruttezze come il burn-out, l’educatrice del Nido può e deve innanzi tutto non perdere il piacere della fatica di ridiscutere continuamente i significati del progetto pedagogico e delle attività che lo rappresentano. Sicuramente ciò solleva il problema delle difficoltà fisiche e cognitive che un’educatrice prossima alla pensione (di volta in volta prorogata dai vari Ministri del Lavoro) può incontrare sul lavoro in trincea con i bambini al Nido al fine di mantenere vivo questo processo di riflessione pedagogica intenzionale.
11
parte introduttiva
Tuttavia, attraverso ciò che, a livello dell’intenzionalità pedagogica, richiama un “doppio legame”, 3 l’adulto sembra voler salvaguardare il più possibile il bambino, tutelandolo come entità e promuovendo tutto ciò che meglio lo contraddistingue in quanto bambino (fantasia, gioco, libertà, spensieratezza ecc.). La stessa espressione “Nido”, con le sue implicazioni di accudimento e di luogo “bucolico”, sembra rimuovere tutti quegli aspetti di fatica e di frustrazione che necessariamente connotano l’apprendimento di contenuti emotivi, cognitivi e comportamentali (ad esempio le cosiddette e super-inflazionate “regole”). Di tale atteggiamento, ne sono testimonianza il diffuso “bambinocentrismo” e l’iperprotezionismo che connotano a vari livelli la relazione adulto/bambino. Con il concetto di “bambinocentrismo” intendo il presupposto che l’attività educativa debba avere il bambino come indiscutibile e principale oggetto di attenzione. Ricordo durante una supervisione pedagogica in un Nido, un improvviso cambiamento di paradigma dello staff riguardante la riflessione sul senso 4 di un gioco che ovviamente poneva i bambini al centro dell’attenzione pedagogica. Si trattava di un gioco basato sulla “scoperta” dell’acqua: i bambini venivano lasciati per più di un’ora a giocare con l’acqua che scorreva dai rubinetti del Nido in modo tale da sperimentare il contatto con tale elemento. Tuttavia, in tale slancio pedagogico veniva messo tra parentesi l’elemento “Natura” in un mondo dove il bambino deve imparare anche a riconoscerla e ad interiorizzarla come dimensione non inesauribile. Per quanto concerne l’iperprotezionismo, basti pensare alle insistenti richieste alle quali spesso lo staff di un Nido è sottoposto da parte di alcuni genitori, richieste che hanno per oggetto spesso e volentieri il cibo e/o l’incolumità dei propri figli. Inoltre, più in generale, ricordiamo come il Nido in quanto servizio, nonostante un certo negazionismo di settore a riguardo, soddisfi principalmente un’esigenza organizzativa
parte introduttiva
delle famiglie 5 . Il Nido, in quanto iniziativa privata, è diventato innanzi tutto una forma di business dove la qualità e il senso del progetto pedagogico sembrano assumere un’importanza secondaria rispetto ai temi della sicurezza 6 e del generale benessere del bambino, salvo poi l’introduzione di parole magiche quali “psicomotricità” o “bilinguismo” che sembrano avere il potere di incantare l’anima radical chic che c’è in noi. Il paradosso sembrerebbe quindi risiedere nel fatto che da un lato chiediamo al bambino di essere/restare bambino il più possibile chiedendogli tuttavia di imparare a diventare adulto. Durante le mie frequenti attività di osservazione al Nido, ad esempio, ho spesso sentito l’espressione di rimprovero “fai il grande” rivolta a bambini di 3 o 4 anni. Tuttavia, cosa significa per quel bambino essere “grande”? Proprio come ci ricorda Montale, il bambino non può strutturalmente possedere le categorie “scientifiche” per vedere un albero “dentro” un seme o per vedersi “grande” in mezzo ad altri bambini. E anche in questo caso, come avrebbe detto Montale, il bambino ha ragione. Così, per evitare “doppi legami”, è necessario innanzi tutto ripartire, al Nido ma anche come comunità educante, dalla rappresentazione di “bambino” che in quanto adulti 5
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L ’attuale promozione del Nido in quanto servizio ad opera della Regione Lombardia si basa sull’espressione “Nidi Gratis”. Tale espressione fortemente connotata da un linguaggio da supermercato rappresenta il problema principale che i Nidi cercano di soddisfare, vale a dire risolvere un problema organizzativo e allo stesso tempo economico delle famiglie. Con ciò non si vuole esporre una critica astorica in quanto i cambiamenti sociologici in seno alla famiglia, come ad esempio il decisivo aumento dell'occupazione femminile, hanno reso oggettivamente indispensabile una presa in carico del problema economico, proprio attraverso il potenziamento del Nido come servizio anche se tale dimensione dovrebbe essere accompagnata da una riflessione altrettanto accesa sugli standard di qualità e sul senso del progetto pedagogico ivi presente. A Milano, in zona Bicocca, quella dove sorge il Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione nell’omonima Università, le cronache estive hanno parlato dei maltrattamenti del Nido privato BabyWorld, come al solito scatenando rabbia, sgomento e sospetto. Da qui le ipotesi populiste dell’introduzione obbligatoria di telecamere e di test psicoattitudinali alle educatrici nei Nidi e nelle scuole. Non posso soffermarmi più di tanto su tale tema delicato che richiederebbe un’ampia trattazione, ricordo solo come all’interno della dimensione pedagogica si ponga necessariamente il tema etico della fiducia nei confronti della “comunità educante”: capacità del genitore di “lasciar andare” il bambino e possibilità del bambino di “lasciarsi andare” in una relazione positiva. Ancora una volta, il problema trova una sua risoluzione all’interno di una condivisione del progetto pedagogico in atto. È chiaro che un’educatrice "psicopatica" potrebbe sempre nascondere il “mostro” che c’è in lei, ma ciò sarebbe più complesso se Nido e famiglia condividessero, in più occasioni possibili il senso della progettualità educativa specificatamente in atto. Analogo problema, nell’ambito della pedagogia dell’adolescenza, è quello del vandalismo: se i “bulli” distruggono un parchetto, una soluzione superficiale sarebbe quella di introdurre telecamere, una soluzione più profonda sarebbe quella legata alla condivisione di quel “progetto sociale” chiamato “società”.
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parte introduttiva
abbiamo nella testa: un’Idea di bambino che possa fornire solide basi attraverso cui operare educativamente, una bussola comune in grado di allineare azioni e linguaggi lungo significati condivisi. Mi sembra che ad ogni livello, sia politico che tecnico, vengano messe in atto innumerevoli ed entusiasmanti iniziative senza una riflessione sui significati dell’educare, i quali sono strettamente collegati all’Idea di bambino cui una società vuole farsi carico. Basta leggere il primo comma dell’art. 1 del Disegno di Legge n. 1260 del 27 Gennaio 2014 (Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento): «Le bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni, devono poter sviluppare pienamente le loro potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, in un adeguato contesto cognitivo, ludico e affettivo. A tal fine è garantito loro il diritto ad avere pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali», per rendersi conto che i concetti citati quali “relazione”, “autonomia”, “creatività”, “disuguaglianze” e “barriere territoriali”, devono essere tradotti, interpretati e agiti all’interno di un contesto educativo condiviso. Quando si può affermare che un bambino “entra” in relazione e come viene interiorizzata nel bambino in quanto modello? Quali sono le tappe entro cui considerare autonomo un bambino di 18 mesi rispetto ad un bambino di 36 mesi? La creatività va intesa come libera espressione oppure va canalizzata entro specifiche progettualità? Cosa significa essere diversi? Non siamo forse tutti diversi l’uno rispetto all’Altro e non abbiamo forse ognuno dei bisogni "speciali"? Senza cadere in elucubrazioni linguistiche che, nel loro potere relativizzante, avrebbero il potere di invalidare ogni categoria pedagogica istituzionalmente riconosciuta dalla comunità scientifica, è necessario mantenere una riflessione costante su tali concetti all’interno dello staff e con le famiglie. A tale riguardo, il progetto pedagogico è ciò che meglio rappresenta tale processo dialogico permanente. Vissuto a volte come formalità burocratica o come referto archeologico in cui gli acari della polvere possono trovare un ecosistema a loro funzionale, il progetto pedagogico può elevarsi a vera carta d’identità del Nido laddove sappia farsi carico dei leitmotive che accompagnano l’agire pedagogico quotidiano, rimanendo ancorati alla specifica realtà educativa in atto. Noto ad esempio come molto spesso, alla consueta riunione iniziale di presentazione tra Nido e famiglie, non venga dato spazio ad una minima discussione sulle finalità pedagogiche del Servizio, evitando così di far comprendere quali sono i significati e le relative implicazioni dei principali obiettivi delle attività svolte e dello stare
parte introduttiva
al Nido. In altre parole, il Nido è un laboratorio di vita 7 per il bambino all’interno del quale uno staff deve mantenere uno sguardo costante sul mandato pedagogico in atto 8 : dove stiamo conducendo i nostri bambini? Di quale idea di bambino e di adulto siamo in possesso? Abbiamo la certezza di essere allineati su tali concetti basilari? Siamo in grado di farci comprendere dai genitori nella nostra intenzionalità educativa? Ogni attività svolta al Nido ha un contenitore di senso entro cui viene collocata in termini di continuità progettuale? Se la risposta a queste domande non esiste o non è chiara, lo staff educativo dovrebbe adottare quella parola magica che si usava da bambini: “Arimo”. Essa aveva la funzione di creare un break all’interno di un gioco in corso al fine di farsi carico di qualche incidente di percorso (il richiamo alla merenda, una stringa slacciata o semplicemente una scusa per respirare un attimo e gestire un’emozione). Arimo! Saper “fermarsi” ogni tanto, sospendere il fluire della routine e riflettere sull’esperienza educativa, interrogarsi e interpretare i fatti all’interno di una cornice progettuale entro cui viene agito quello specifico mandato pedagogico in corso. Senza tale operazione, ritornando alla poesia di Montale, il nòcciolo della nostra azione educativa non potrà elevarsi a semenza poiché, senza un terreno fertile ove collocare i significati del proprio lavoro, esso resterà fine a se stesso. E in questo caso, non avremmo per niente ragione. È in tale ottica che questa Guida può essere uno spunto, anche con attività pratiche che possono essere tradotte nella propria realtà educativa all’interno di una specifica cornice progettuale di senso. di Federico Fenzio Magistrato Onorario al Tribunale di Sorveglianza di Torino Professore a Contratto in Pedagogia Generale e Sociale all'Università Statale di Milano. http://www.federicofenzio.com 7
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esempio, si dedica tempo a far comprendere come avviene un inserimento dal punto di vista orAd ganizzativo senza magari affrontare l’importanza della separazione per il bambino dal genitore o sviscerare i motivi per cui l’inserimento possa essere un problema in più per il genitore, aprendo così un possibile spazio a luoghi comuni e a manifestazioni emotive fine a se stesse. Così come sarebbe importante soffermarsi sull’aggressività, sempre che possa essere definita tale, come modalità relazionale che può esprimersi attraverso morsi e graffi, anche solo per creare una cornice preventiva che possa mettere il genitore nella condizione di prepararsi a tali “occasioni educative”. Ovviamente con ciò non voglio affermare che i morsi al Nido sono “necessari” e che l’educatrice non può e non deve far nulla per evitarli: il Nido non è una realtà astorica rispetto al Diritto (ad esempio art. 2048 Codice Civile, responsabilità dei precettori) e tantomeno la pedagogia non può giustificare incompetenza o incuria. I l mandato pedagogico si pone all’interno della relazione educativa in quanto condizione generale indispensabile per attribuire all’azione esercitata da un Educatore (genitore, educatore in Servizio, insegnante) un carattere prettamente pedagogico. Nel mio libro Che cosa significa educare?, edito da Junior nel 2013, ho cercato di individuare gli elementi che imprescindibilmente rendono “educativa” una relazione. Secondo la mia definizione, si definisce tale «la relazione tra uno o più Educatori e uno e più Educandi, all’interno della quale l’Educatore riveste un ruolo di guida, accompagnando consapevolmente l’Educando verso il raggiungimento di determinate finalità e con l’orizzonte ultimo di rendere l’Educando un soggetto autonomo e compiuto, intervenendo sull’ambiente e modulando il proprio stile relazionale».
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VERSO IL SERVIZIO INTEGRATO 0-6 Con la Legge 107/2015 vengono definiti i livelli essenziali dei servizi educativi, dai Nidi alle Scuole dell’Infanzia e viene delineata l’unitarietà del percorso curricolare 0/6. Questo comporta l’avvio di una fase di grande cambiamento, che va a modificare non solo gli elementi strutturali, organizzativi e qualitativi del servizio, ma anche e soprattutto la politica e la cultura dell’infanzia. Infatti, nel testo di legge, meglio conosciuto come “Buona scuola”, è declinata delega al Governo in materia di «istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni, costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia, al fine di garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali, nonché ai fini della conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, della promozione della qualità dell’offerta educativa e della continuità tra i vari servizi educativi e scolastici e la partecipazione delle famiglie, attraverso: 1) la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni della scuola dell’infanzia e dei servizi educativi per l’infanzia previsti dal Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, prevedendo: 1.1) la generalizzazione della scuola dell’infanzia; 1.2) la qualificazione universitaria e la formazione continua del personale dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia; 1.3) gli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia, diversificati in base alla tipologia, all’età dei bambini e agli orari di servizio, prevedendo tempi di compresenza del personale dei servizi educativi per l’infanzia e dei docenti di scuola dell’infanzia, nonché il coordinamento pedagogico territoriale e il riferimento alle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, adottate con il regolamento di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 16 novembre 2012, n. 254; 15
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2) la definizione delle funzioni e dei compiti delle regioni e degli enti locali al fine di potenziare la ricettività dei servizi educativi per l’infanzia e la qualificazione del sistema integrato di cui alla presente lettera; 3) l’esclusione dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia dai servizi a domanda individuale; 4) l’istituzione di una quota capitaria per il raggiungimento dei livelli essenziali, prevedendo il cofinanziamento dei costi di gestione, da parte dello Stato con trasferimenti diretti o con la gestione diretta delle scuole dell’infanzia e da parte delle regioni e degli enti locali al netto delle entrate da compartecipazione delle famiglie utenti del servizio; 5) l’approvazione e il finanziamento di un piano di azione nazionale per la promozione del sistema integrato di cui alla presente lettera, finalizzato al raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni; 6) la copertura dei posti della scuola dell’infanzia per l’attuazione del piano di azione nazionale per la promozione del sistema integrato anche avvalendosi della graduatoria a esaurimento per il medesimo grado di istruzione come risultante alla data di entrata in vigore della presente legge; 7) la promozione della costituzione di poli per l’infanzia per bambini di età fino a sei anni, anche aggregati a scuole primarie e istituti comprensivi; 8) l’istituzione, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, di un’apposita commissione con compiti consultivi e propositivi, composta da esperti nominati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dalle regioni e dagli enti locali (...)». Si prevede quindi la costituzione di un “sistema integrato, di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni” e di “poli per l’infanzia”, all’interno del quale ciascuna agenzia educativa, Nido e Scuola dell’Infanzia, possa trovare la propria collocazione, in stretto collegamento, ma mantenendo comunque la specificità dei due settori 0-3 (Nido) e 3-6 (Scuola dell’Infanzia).
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Ciò può costruire un sistema coordinato di servizi con la definizione di un percorso formativo sinergico e unitario offerto ai bambini e alle bambine da zero a sei anni, che porta alla nascita di un curricolo 0/6 unitario. A tale proposito, come momento di riflessione, si riporta uno stralcio dell’intervista a Nice Terzi, Presidente del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia in relazione al XX Convegno del Gruppo (Milano 26-28 febbraio 2016) dal titolo “Curricolo è responsabilità. La sfida del progetto 0/6 e oltre”. Perché avete scelto il titolo Curricolo è responsabilità? «Il curricolo è un tema che è stato poco visitato in questi anni soprattutto in relazione alla fascia d’età 0/6. Fin dall’inizio del Novecento, riferendoci quanto meno a Dewey, il termine curricolo è stato presente nella riflessione pedagogica con diverse interpretazioni. (...) In un momento in cui l’attenzione nazionale è centrata sulla costruzione del sistema integrato 0/6, non ci si può sottrarre dall’affrontare questa sfida poiché un curricolo 0/6 anni al momento attuale in Italia non c’è. La normativa recente ha riconosciuto l’unicità, la specificità e l’importanza di questo periodo. Parlando di curricolo, ci riferiamo ad un atteggiamento mentale che si apre ad una costellazione di componenti, che non restringe la prospettiva ai saperi disciplinari, che afferma la centralità del bambino e della qualità delle sue esperienze, che puntualizza la funzione dell’adulto e dei suoi saperi. Il termine responsabilità – che abbiamo affiancato a quello di curricolo – ci richiama alla volontà di esprimere con chiara consapevolezza le intenzionalità che guidano gli interventi degli adulti. (...) Questo titolo ha suscitato reazioni ed interessi differenti? In effetti temevamo che questo argomento potesse essere poco sentito. In realtà si è verificato un fenomeno molto interessante: sono arrivate più di 250 esperienze da tutte le parti d’Italia, più del doppio rispetto ai convegni precedenti, un numero altissimo e inaspettato. 17
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Una lettura che mi piace dare è che nei servizi e nelle scuole, nonostante le difficoltà che si vivono in questi tempi, si continui a sentire forte la motivazione e il desiderio di occuparsi dei contenuti del proprio lavoro con un entusiasmo genuino e vitale. (...) Il convegno si colloca in effetti in un momento strategico sul piano normativo e culturale. Lei pensa che possa dare un contributo? Effettivamente siamo in un momento in cui si dovranno definire i criteri attuativi della Legge 107/2015 in relazione al sistema integrato 0/6 anni. Questo è un fatto importante per il mondo dei servizi perché toglie il nido d’infanzia dai servizi a domanda individuale, riconosce il diritto dell’educazione di tutti i bambini e le bambine fin dalla nascita e sancisce l’unitarietà e la specificità del percorso 0/6 nel rispetto di ogni singolo bambino e di ogni diversa età. Noi affrontiamo lo 0/6 da tutti i punti di vista e siccome il tema è ampio e articolato ci piace pensare che il convegno costituisca l’avvio di una riflessione che non si concluderà in queste giornate, ma si svilupperà anche in seguito sul piano pedagogico e politico nel mondo della ricerca e nelle iniziative, che come Gruppo porteremo avanti a livello nazionale e nei diversi territori (...)». da convegnocurricolo06.org
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Curricolo è responsabilità Queste le 5 macroaree in cui sono state affrontate le tematiche sul curricolo 0/6 durante il Convegno Curricolo è responsabilità. Il filo conduttore è l’innovazione nel curricolo Il curricolo è il costrutto culturale intenzionale che disegna l’architettura all’interno della quale si collocano la strutturazione degli ambienti, le proposte di esperienza per i bambini e le bambine, i progetti emergenti eco-costruiti. Implica valori, fini, prospettive temporali, condizioni di benessere, organizzazione, procedure e proposte, obiettivi generali e specifici, verifica continua del processo messo in atto, delle scoperte che provoca, degli apprendimenti raggiunti.
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Curricolo è apprendimenti Apprendere è vivere e crescere, acquisire autonomia, riconoscere e riconoscersi, sperimentare e articolare la propria identità, sentirsi competenti, responsabili, interdipendenti, avere la voglia di apprendere ancora. Progettare, proporre e valutare un curricolo olistico, inclusivo ed equilibrato significa allora imparare a vedere in azione le infinite potenzialità dei bambini e delle bambine nel vivere insieme e nell’apprendere; è prendere decisioni sulla loro vita quotidiana, su come attrezzarli per il futuro; è immaginarli come cittadini del mondo ed è dunque assumersi una grande responsabilità.
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Curricolo è connessioni Il curricolo, nella sua natura di proposta educativa e formativa, coerente, sistematica, si sviluppa a partire da connessioni e intrecci tra valori, obiettivi culturali e politici, idee sullo sviluppo dei bambini e sulle sfide del futuro. C’è, oggi, un’esigenza ulteriore rispetto al passato: i servizi educativi e le scuole dell’infanzia sono luoghi “in apprendimento” se collegati e in interazione con altre intelligenze, con punti di vista molteplici e saperi di diversa natura. Un’offerta di qualità per tutti collega nella progettazione della quotidianità e nel lavoro con i bambini saperi, modalità relazionali innovative, metodologie attive e coinvolgimento del territorio, assumendo il paradigma dei diritti e della complessità. Realizzare un curricolo 0/6 implica: ripensare, connettere e integrare tradizioni ed esperienze diverse e nuove proposte verso una comunità educante, cercare nuovi equilibri tra il tempo di vita del singolo bambino e del gruppo dei bambini, tra il “dentro” e il “fuori”. L’azione educativa cerca e sperimenta nuove connessioni tra apprendimento, cura ed educazione.
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Curricolo è culture organizzative Il curricolo, nelle sue dimensioni implicite e nei significati, è profondamente connesso alla cultura organizzativa di ogni servizio. Per generare esperienze innovative è necessario individuare ipotesi organizzative e gestionali, forme e sperimentazioni di organizzazione dei gruppi dei bambini, predisposizione di spazi e ambienti educativi e modulazione dei tempi della giornata attraverso processi condivisi tra bambini e adulti.
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Queste dimensioni portanti della vita quotidiana chiedono di essere costantemente messe a tema, monitorate e confrontate con altre ipotesi e soluzioni attraverso strumenti condivisi, agili e flessibili, con l’obiettivo di trovare equilibri dinamici, innovativi e sostenibili.
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Curricolo è professionalità La professionalità di insegnanti ed educatori è il fattore chiave per garantire i diritti dei bambini a vivere esperienze di qualità. La cultura dell’infanzia si è sviluppata nei servizi attraverso l’investimento e la storia della formazione in servizio e dell’evoluzione della formazione di base. I cambiamenti normativi e sociali, il ricambio generazionale, le sfide culturali, le esigenze di confronto e di valorizzazione dei saperi dei genitori, le condizioni di lavoro e le prospettive del sistema integrato chiedono di ripensare la formazione. La formazione e il lavoro collegiale si pongono in una prospettiva di ricerca in dialogo con altri livelli di ricerca e con iniziative capaci di far circolare il capitale di saperi ed esperienze educativi in forme rinnovate, sostenibili e capaci di generare una nuova motivazione professionale.
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Curricolo è reti e relazioni Per interpretare le attuali vicende culturali e generare cambiamento, i servizi educativi e la scuola dell’infanzia hanno bisogno di mettersi in collegamento con altri soggetti, con punti di vista e approcci metodologici diversi, per confrontarsi ed elaborare insieme strategie di conoscenza più efficaci. I luoghi nei quali i bambini crescono e apprendono devono oggi rispondere a esigenze nuove. Sono necessarie prospettive che consentano l’espressione e la messa a disposizione di modalità di pensiero diverse, punti di vista molteplici e flessibilità culturale. Tutto questo si avvale di diverse forme di incontro, di ascolto e di relazione tra bambini, bambini e adulti, istituzioni educative, famiglie, comunità. da convegnocurricolo06.org
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SISTEMA INTEGRATO DI EDUCAZIONE E DI ISTRUZIONE 0-6 Decreto Legislativo recante istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino ai sei anni (380) Per una riflessione e un approfondimento, si riporta il testo integrale del D.LGS. n. 380, qui riassunto nei punti più significativi che interessano prioritariamente la fascia 0-3. Considerato che l’obiettivo del progetto 0/6 è in primis «estendere in maniera omogenea l’intervento pubblico a favore dei bambini dalla nascita fino al compimento dell’età dell’obbligo», questi sono i riferimenti da tenere in considerazione:
livelli essenziali delle prestazioni standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi
coordinamento pedagogico territoriale
formazione continua del personale
qualificazione universitaria
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«Per assicurare l’effettiva attuazione dei diritti di ogni cittadino fin dalla nascita, la promozione delle pari opportunità e dell’inclusione sociale, l’educazione prescolare deve ricevere un’attenzione particolare e l’investimento per un’offerta di servizi educativi prescolari di qualità deve essere riconosciuto come interesse generale di tutta la comunità nazionale. (...) I nidi, che si rivolgono ai bambini e alle bambine sotto i tre anni, fanno tuttora riferimento alla legge n. 1044 del 1971 istitutiva del nido, che ne affidava la programmazione e regolamentazione alle regioni e la loro costruzione e gestione alle amministrazioni comunali. Ciò ha prodotto, com’è noto, sia una diversificazione crescente delle normative, sia una diffusione ineguale dei nidi e degli altri servizi per l’infanzia sul territorio nazionale secondo la diversa capacità degli enti locali di rispondere alla domanda delle famiglie. (...) Questo nuovo testo propone dunque un nuovo quadro normativo che: – sappia valorizzare l’esperienza educativa dei bambini nei primi sei anni di vita e la sua continuità ricollocandola adeguatamente nell’intero percorso di formazione nell’arco della vita; – definisca per tutti i servizi per l’infanzia, ivi compresi i servizi in contesto domiciliare, e per le scuole dell’infanzia le età di accesso dei bambini e le principali caratteristiche funzionali; – cancelli la definizione dei nidi come servizi a domanda individuale e li riconosca come servizi di interesse generale con funzione fondamentale e per tutti i bambini; – riconosca come princìpi fondamentali che assicurano la qualità dell’offerta ai bambini e alle famiglie: la partecipazione delle famiglie, l’unicità della dimensione di cura e di educazione negli interventi rivolti ai bambini, adeguati rapporti numerici tra personale educativo e bambini accolti nelle diverse fasce di età, la qualificazione a livello universitario e la formazione continua di tutto il personale educativo, la collegialità del lavoro educativo e il coordinamento pedagogico; – indichi i livelli essenziali di prestazione che devono essere raggiunti dai servizi prescolari stabilendo il progressivo riequilibrio tra aree territoriali; – identifichi le competenze dei diversi livelli istituzionali nel regolamentare, programmare, gestire e monitorare l’offerta educativa per i bambini da zero a sei anni; – orienti verso la costruzione di sistemi territoriali integrati di tutti i servizi educativi prescolari». (dal Disegno di Legge n.1260)
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 3, 30, 31, 33, 34, 76, 78, 117, e 118 della Costituzione; Vista la legge 13 luglio 2015 n. 107, recante “Riforma del sistema nazionale d’istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, ed in particolare i commi 180, 181 lettera e), 182 e 184 e successive modificazioni; Vista la legge 6 dicembre 1971, n. 1044, recante "Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato"; Visto il decreto-legge 28 febbraio 1983, n. 55, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 1983, n. 131, recante "Provvedimenti urgenti per il settore della finanza locale per l'anno 1983"; Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante "Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri", e successive modificazioni, ed in particolare l'articolo 14; Vista la Convenzione sui diritti del fanciullo, approvata a New York il 20 novembre 1989, resa esecutiva ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 176; Vista la legge 5 febbraio 1992 n. 104, recante legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate; Visto il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, recante "Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione", e successive modificazioni; Vista la legge 15 marzo 1997, n. 59, recante "Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa" ed in particolare l'articolo 21 sull'autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi; Vista la legge 10 marzo 2000, n. 62, recante “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione"; Visto il decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 recante "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"; Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche; Vista la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) ed in particolare l'articolo 1, comma 630; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009 n. 81, recante "Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133"; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89, recante "Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133"; Vista la legge 8 ottobre 2010, n. 170, recante "Norme in materia di disturbi specifici di apprendimento
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DECRETO LEGISLATIVO RECANTE ISTITUZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI EDUCAZIONE E DI ISTRUZIONE DALLA NASCITA FINO A SEI ANNI
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in ambito scolastico"; Visto il decreto ministeriale 16 novembre 2012, n. 254, recante "Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, a norma dell'articolo 1, comma 4, del decreto del Presidente della repubblica 20 marzo 2009, n. 89"; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, che adotta il "Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione"; Vista la legge 13 luglio 2015 n. 107, recante "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti", ed in particolare i commi 180, 181 lettera e), 182 e 184 e successive modificazioni; Visto il "Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali" approvato il 29 ottobre 2009 in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 14 gennaio 2017; Acquisito il parere della Conferenza Unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, espresso nella seduta del 9 marzo 2017; Acquisiti i pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 7 aprile 2017; Sulla proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione e con il Ministro dell’economia e delle finanze; EMANA Il seguente decreto legislativo: ART.1 (Principi e finalità) 1. Alle bambine e ai bambini, dalla nascita fino ai sei anni, per sviluppare potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo, sono garantite pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali. 2. Per le finalità di cui al comma 1 viene progressivamente istituito, in relazione all'effettiva disponibilità di risorse finanziarie, umane e strumentali, il Sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini in età compresa dalla nascita fino ai sei anni. Le finalità sono perseguite secondo le modalità e i tempi del Piano di azione nazionale di cui all'articolo 8 e nei limiti della dotazione finanziaria del Fondo di cui all'articolo 12. 3. Il Sistema integrato di educazione e di istruzione: a) promuove la continuità del percorso educativo e scolastico, con particolare riferimento al primo ciclo di istruzione, sostenendo lo sviluppo delle bambine e dei bambini in un processo unitario, in cui le diverse articolazioni del Sistema integrato di educazione e di istruzione collaborano attraverso attività di progettazione, di coordinamento e di formazione comuni; b) concorre a ridurre gli svantaggi culturali, sociali e relazionali e favorisce l'inclusione di tutte le bambine e di tutti i bambini attraverso interventi personalizzati e un'adeguata organizzazione degli spazi e delle attività; c) accoglie le bambine e i bambini con disabilità certificata ai sensi della legge 5 febbraio 1992 n. 104 nel
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d) rispetta e accoglie le diversità ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana; e) sostiene la primaria funzione educativa delle famiglie, anche attraverso organismi di rappresentanza, favorendone il coinvolgimento, nell'ambito della comunità educativa e scolastica; f) favorisce la conciliazione tra i tempi e le tipologie di lavoro dei genitori e la cura delle bambine e dei bambini, con particolare attenzione alle famiglie monoparentali; g) promuove la qualità dell'offerta educativa avvalendosi di personale educativo e docente con qualificazione universitaria e attraverso la formazione continua in servizio, la dimensione collegiale del lavoro e il coordinamento pedagogico territoriale. 4. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nel rispetto delle funzioni e dei compiti delle Regioni, delle Province autonome di Trento e di Bolzano e degli Enti locali, indirizza, coordina e promuove il Sistema integrato di educazione e di istruzione su tutto il territorio nazionale. ART. 2 (Organizzazione del Sistema integrato di educazione e di istruzione) 1. Nella loro autonomia e specificità i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell'infanzia costituiscono, ciascuno in base alle proprie caratteristiche funzionali, la sede primaria dei processi di cura, educazione ed istruzione per la completa attuazione delle finalità previste all'articolo 1. 2. Il Sistema integrato di educazione e di istruzione accoglie le bambine e i bambini in base all’età ed è costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia statali e paritarie. 3. I servizi educativi per l'infanzia sono articolati in: a) nidi e i micronidi che accolgono le bambine ed i bambini tra tre e trentasei mesi di età e concorrono con le famiglie alla loro cura, educazione e socializzazione, promuovendone il benessere e lo sviluppo dell'identità, dell'autonomia e delle competenze. Presentano modalità organizzative e di funzionamento diversificate in relazione ai tempi di apertura del servizio e alla loro capacità ricettiva, assicurando il pasto e il riposo e operano in continuità con la scuola dell'infanzia. b) sezioni primavera, di cui all’articolo 1, comma 630, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, che accolgono bambine e bambini tra i ventiquattro e trentasei mesi di età e favoriscono la continuità del percorso educativo da zero a sei anni di età. Esse rispondono a specifiche funzioni di cura, educazione e istruzione con modalità adeguate ai tempi e agli stili di sviluppo e di apprendimento delle bambine e dei bambini nella fascia di età considerata. Esse sono aggregate, di norma, alle scuole per l’infanzia statali o paritarie o inserite nei Poli per l’infanzia. c) servizi integrativi che concorrono all’educazione e alla cura delle bambine e dei bambini e soddisfano i bisogni delle famiglie in modo flessibile e diversificato sotto il profilo strutturale ed organizzativo. Essi si distinguono in: 1. spazi gioco, che accolgono bambine e bambini da dodici a trentasei mesi di età affidati a uno o più educatori in modo continuativo in un ambiente organizzato con finalità educative, di cura e di socializzazione, non prevedono il servizio di mensa e consentono una frequenza flessibile, per un massimo di cinque ore giornaliere; 2. centri per bambini e famiglie, che accolgono bambine e bambini dai primi mesi di vita insieme a un adulto accompagnatore, offrono un contesto qualificato per esperienze di socializzazione, apprendimento e gioco e momenti di comunicazione e incontro per gli adulti sui temi dell'educazione e della geni-
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rispetto della vigente normativa in materia di inclusione scolastica;
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torialità, non prevedono il servizio di mensa e consentono una frequenza flessibile; 3. servizi educativi in contesto domiciliare, comunque denominati e gestiti, accolgono bambine e bambini da tre a trentasei mesi e concorrono con le famiglie alla loro educazione e cura. Essi sono caratterizzati dal numero ridotto di bambini affidati a uno o più educatori in modo continuativo. 4. I servizi educativi per l'infanzia sono gestiti dagli Enti locali in forma diretta o indiretta, da altri enti pubblici o da soggetti privati; le sezioni primavera possono essere gestite anche dallo Stato. 5. La scuola dell'infanzia, di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 e dell’articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89, assume una funzione strategica nel Sistema integrato di educazione e di istruzione operando in continuità con i servizi educativi per l’infanzia e con il primo ciclo di istruzione. Essa, nell'ambito dell'assetto ordinamentale vigente e nel rispetto delle norme sull'autonomia scolastica e sulla parità scolastica, tenuto conto delle vigenti Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, accoglie le bambine e i bambini di età compresa tra i tre ed i sei anni. ART. 3 (Poli per l'infanzia) 1. I Poli per l'infanzia accolgono, in un unico plesso o in edifici vicini, più strutture di educazione e di istruzione per bambine e bambini fino a sei anni di età, nel quadro di uno stesso percorso educativo, in considerazione dell'età e nel rispetto dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascuno. I Poli per l'infanzia si caratterizzano quali laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio, anche al fine di favorire la massima flessibilità e diversificazione per il miglior utilizzo delle risorse, condividendo servizi generali, spazi collettivi e risorse professionali. 2. Per potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo e scolastico delle bambine e dei bambini di età compresa tra tre mesi e sei anni di età, le Regioni, d'intesa con gli Uffici scolastici regionali, tenuto conto delle proposte formulate dagli Enti locali e ferme restando le loro competenze e la loro autonomia, programmano la costituzione di Poli per l'infanzia definendone le modalità di gestione, senza dar luogo ad organismi dotati di autonomia scolastica. 3. I Poli per l'infanzia possono essere costituiti anche presso direzioni didattiche o istituti comprensivi del sistema nazionale di istruzione e formazione. 4. Al fine di favorire la costruzione di edifici da destinare a Poli per l'infanzia innovativi a gestione pubblica, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), nell'ambito degli investimenti immobiliari previsti dal piano di impiego dei fondi disponibili di cui all'articolo 65 della legge 30 aprile 1969, n. 153, destina, nel rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, fino ad un massimo di 150 milioni di euro per il triennio 2018-2020 comprensivi delle risorse per l'acquisizione delle aree, rispetto ai quali i canoni di locazione che il soggetto pubblico locatario deve corrispondere all’INAIL sono posti a carico dello Stato nella misura di 4,5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019. 5. Agli oneri derivanti dal comma 4, pari a 4,5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo «La Buona Scuola», di cui all'articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107. 6. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con proprio decreto, sentita la Conferenza Unificata, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, provvede a ripartire le risorse di cui al comma 4 tra le Regioni e individua i criteri per l'acquisizione da parte delle stesse delle manifestazioni
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7. Per i fini di cui al comma 4, Le Regioni, d'intesa con gli Enti locali, entro novanta giorni dalla ripartizione delle risorse di cui al comma 6, provvedono a selezionare da uno a tre interventi sul proprio territorio e a dare formale comunicazione della selezione al Ministero dell’istruzione, dell'università e della ricerca. Le aree individuate sono ammesse al finanziamento nei limiti delle risorse assegnate a ciascuna Regione. 8. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con proprio decreto, sentita la Conferenza Unificata, indice specifico concorso con procedura aperta, anche mediante procedure telematiche, avente ad oggetto proposte progettuali relative agli interventi individuati dalle Regioni ai sensi del comma 7, nel limite delle risorse assegnate ai sensi del comma 6 e comunque nel numero di almeno uno per Regione. I progetti sono valutati da una commissione nazionale di esperti, disciplinata ai sensi dell’articolo 155 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, la quale comunica al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per ogni area di intervento, il primo, il secondo e il terzo classificato ai fini del finanziamento. Ai componenti della commissione di esperti non spetta alcun compenso, indennità, gettone di presenza o altra utilità comunque denominata, né rimborsi spese. Gli Enti locali proprietari delle aree oggetto di intervento possono affidare i successivi livelli di progettazione ai soggetti individuati a seguito del concorso di cui al presente comma, ai sensi dell'articolo 156, comma 6, del decreto legislativo n. 50 del 2016. 9. Nella programmazione unica triennale nazionale di cui all'articolo 10 del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, a decorrere dall'anno 2018, sono ammessi anche gli interventi di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico, efficientamento energetico, riqualificazione di immobili di proprietà pubblica da destinare a Poli per l'infanzia ai sensi del presente articolo.
ART. 4 (Obiettivi strategici del Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni) 1. Lo Stato promuove e sostiene la qualificazione dell'offerta dei servizi educativi per l'infanzia e delle scuole dell'infanzia mediante il Piano di azione nazionale pluriennale di cui al successivo articolo 8, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi strategici, in coerenza con le politiche europee: a) il progressivo consolidamento, ampliamento nonché l'accessibilità dei servizi educativi per l'infanzia, anche attraverso un loro riequilibrio territoriale, con l'obiettivo tendenziale di raggiungere almeno il 33 per cento di copertura della popolazione sotto i tre anni di età a livello nazionale; b) la graduale diffusione territoriale dei servizi educativi per l'infanzia con l'obiettivo tendenziale di raggiungere il 75 per cento di copertura dei Comuni, singoli o in forma associata; c) la generalizzazione progressiva, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, della scuola dell'infanzia per le bambine e i bambini dai tre ai sei anni d'età; d) l'inclusione di tutte le bambine e di tutti i bambini; e) la qualificazione universitaria del personale dei servizi educativi per l'infanzia, prevedendo il conseguimento della laurea triennale in Scienze dell'educazione e della formazione nella classe L19 ad indirizzo specifico per educatori dei servizi educativi per l'infanzia o della laurea quinquennale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria integrata da un corso di specializzazione per complessivi 60 crediti formativi universitari, da svolgersi presso le università, senza oneri a carico della finanza pubblica, le cui modalità di svolgimento sono definite con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, entro
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di interesse degli Enti locali proprietari delle aree oggetto di intervento e interessati alla costruzione di Poli per l'infanzia innovativi.
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novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Il titolo di accesso alla professione di docente della scuola dell’infanzia resta disciplinato secondo la normativa vigente. f) la formazione in servizio del personale del Sistema integrato di educazione e di istruzione, anche al fine di promuoverne il benessere psico-fisico; g) il coordinamento pedagogico territoriale; h) l’introduzione di condizioni che agevolino la frequenza dei servizi educativi per l’infanzia. 2. Gli obiettivi strategici di cui al comma 1 sono perseguiti nei limiti delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili. ART. 5 (Funzioni e compiti dello Stato) 1. Per l'attuazione del presente decreto, lo Stato: a) indirizza, programma e coordina la progressiva e equa estensione del Sistema integrato di educazione e di istruzione su tutto il territorio nazionale, in coerenza con le linee contenute nel Piano di azione nazionale pluriennale di cui all'articolo 8 e nei limiti del Fondo di cui all'articolo 12; b) assegna le risorse a carico del proprio bilancio nei limiti del Fondo di cui all'articolo 12; c) promuove azioni mirate alla formazione del personale del Sistema integrato di educazione e di istruzione, anche nell'ambito del Piano nazionale di formazione di cui all'articolo 1, comma 124, della legge 13 luglio 2015, n. 107; d) definisce i criteri di monitoraggio e di valutazione dell'offerta educativa e didattica del Sistema integrato di educazione ed istruzione, d'intesa con le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e gli Enti Locali, in coerenza con il sistema nazionale di valutazione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80; e) attiva, sentito il parere del Garante per la protezione dei dati personali, un sistema informativo coordinato con le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e gli Enti locali secondo quanto previsto dagli articoli 14 e 50 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante "Codice dell'amministrazione digitale"; f) per assicurare la necessaria continuità educativa, definisce, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, gli orientamenti educativi nazionali per i servizi educativi per l'infanzia sulla base delle Linee guida pedagogiche proposte dalla Commissione di cui all' articolo 10, in coerenza con le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione. Art. 6 (Funzioni e compiti delle Regioni) 1. Per l'attuazione del presente decreto, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili nei propri bilanci: a) programmano e sviluppano il Sistema integrato di educazione e di istruzione sulla base delle indicazioni del Piano di azione nazionale pluriennale di cui all'articolo 8, secondo le specifiche esigenze di carattere territoriale; b) definiscono le linee d'intervento regionali per il supporto professionale al personale del Sistema integra-
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c) promuovono i coordinamenti pedagogici territoriali del Sistema integrato di educazione e di istruzione, d'intesa con gli Uffici scolastici regionali e le rappresentanze degli Enti locali; d) sviluppano il sistema informativo regionale in coerenza con il sistema informativo nazionale di cui all’articolo 5, comma 1, lettera e); e) concorrono al monitoraggio e alla valutazione del Sistema integrato di educazione e di istruzione di cui all’articolo 5, comma 1, lettera d). f) definiscono gli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei Servizi educativi per l’Infanzia, disciplinano le attività di autorizzazione, accreditamento e vigilanza di cui all’articolo 7, comma 1, lettera b) effettuate dagli Enti Locali, individuano le sanzioni da applicare per le violazioni accertate. Art. 7 (Funzioni e compiti degli Enti locali) 1. Per l'attuazione del presente decreto, gli Enti locali, singolarmente o in forma associata, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili nei propri bilanci: a) gestiscono, in forma diretta e indiretta, propri servizi educativi per l'infanzia e proprie scuole dell'infanzia, tenendo conto dei provvedimenti regionali di cui all'articolo 6 e delle norme sulla parità scolastica e favorendone la qualificazione; b) autorizzano, accreditano, vigilano sugli stessi, applicando le relative sanzioni, i soggetti privati per l'istituzione e la gestione dei servizi educativi per l'infanzia, nel rispetto degli standard strutturali, organizzativi e qualitativi definiti dalle Regioni, delle norme sull'inclusione delle bambine e dei bambini con disabilità e dei contratti collettivi nazionali di lavoro di settore; c) realizzano attività di monitoraggio e verifica del funzionamento dei servizi educativi per l'infanzia del proprio territorio; d) attivano, valorizzando le risorse professionali presenti nel Sistema integrato di educazione e di istruzione, il coordinamento pedagogico dei servizi sul proprio territorio, in collaborazione con le istituzioni scolastiche e i gestori privati, nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, ivi comprese quelle di cui al comma 1 dell’articolo 12; e) coordinano la programmazione dell'offerta formativa nel proprio territorio per assicurare l’integrazione ed l’unitarietà della rete dei servizi e delle strutture educative; f) promuovono iniziative di formazione in servizio per tutto il personale del Sistema integrato di educazione e di istruzione, in raccordo con il Piano nazionale di formazione di cui alla legge n. 107 del 2015; g) definiscono le modalità di coinvolgimento e partecipazione delle famiglie in considerazione della loro primaria responsabilità educativa; h) facilitano iniziative ed esperienze di continuità del Sistema integrato di educazione e di istruzionecon il primo ciclo di istruzione.
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to di educazione e di istruzione, per quanto di competenza e in raccordo con il Piano nazionale di formazione di cui alla legge n. 107 del 2015;
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ART. 8 (Piano di azione nazionale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione) 1. Il Governo, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, adotta un Piano di azione nazionale pluriennale che, progressivamente e gradualmente, estenda, in relazione alle risorse del Fondo di cui all'articolo 12 e a eventuali ulteriori risorse messe a disposizione dagli altri enti interessati, il Sistema integrato di educazione e di istruzione su tutto il territorio nazionale, anche attraverso il superamento della fase sperimentale delle sezioni primavera di cui all'articolo 1, comma 630 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, mediante la loro graduale stabilizzazione e il loro progressivo potenziamento, con l'obiettivo di escludere i servizi educativi per l'infanzia dai servizi pubblici a domanda individuale di cui all'articolo 6 del decreto-legge 28 febbraio 1983, n. 55, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 1983, n. 131. 2. Il Piano di azione nazionale pluriennale definisce la destinazione delle risorse finanziarie disponibili per il consolidamento, l'ampliamento e la qualificazione del Sistema integrato di educazione e istruzione sulla base di indicatori di evoluzione demografica e di riequilibrio territoriale di cui al comma 4 dell'articolo 12, tenuto conto degli obiettivi strategici di cui all'articolo 4 e sostenendo gli interventi in atto e in programmazione da parte degli Enti locali nella gestione dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia. 3. Il Piano di azione nazionale pluriennale, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, è adottato con deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. 4. Gli interventi previsti dal Piano di azione nazionale pluriennale sono attuati, in riferimento a ciascuno degli enti destinatari e a ciascuna delle specifiche iniziative, in base all'effettivo concorso, da parte dell'ente medesimo, al finanziamento del fabbisogno mediante la previsione delle risorse necessarie, per quanto di rispettiva competenza. ART. 9 (Partecipazione economica delle famiglie ai servizi educativi per l'infanzia) 1. La soglia massima di partecipazione economica delle famiglie alle spese di funzionamento dei servizi educativi per l'infanzia, pubblici e privati accreditati che ricevono finanziamenti pubblici, è definita con intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tenuto conto delle risorse disponibili a legislativa vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. 2. Gli Enti locali possono prevedere agevolazioni tariffarie sulla base dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2013, n. 159, nonché l'esenzione totale per le famiglie con un particolare disagio economico o sociale rilevato dai servizi territoriali. 3. Le aziende pubbliche e private, quale forma di welfare aziendale, possono erogare alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno figli in età compresa fra i tre mesi e i tre anni un buono denominato «Buono nido», spendibile nel sistema dei nidi accreditati o a gestione comunale. Tale buono non prevede oneri fiscali o previdenziali a carico del datore di lavoro né del lavoratore, fino a un valore di 150 euro per ogni singolo buono. ART.10 (Commissione per il Sistema integrato di educazione e di istruzione) 1. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, emanato entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, è isti-
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2. La Commissione svolge compiti consultivi e propositivi ed è formata da esperti in materia di educazione e di istruzione delle bambine e dei bambini da zero a sei anni di età designati dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dalle Regioni e dagli Enti locali. 3. La Commissione, nell’esercizio dei propri compiti, può avvalersi della consulenza del Forum nazionale delle associazioni dei genitori di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1996, n. 567, e di altri soggetti pubblici e privati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. 4. La Commissione propone al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca le Linee guida pedagogiche per il Sistema integrato di educazione e di istruzione di cui all'articolo 5, comma 1, lettera f). 5. La Commissione dura in carica tre anni ed entro tale termine deve essere ricostituita. L'incarico può essere rinnovato allo stesso componente per non più di una volta. Ai commissari non spetta alcun compenso, indennità, gettone di presenza, rimborso spese e altro emolumento comunque denominato. ART. 11 (Relazione sullo stato di attuazione del Piano di azione nazionale pluriennale) 1. II Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca presenta al Parlamento, ogni due anni, una Relazione sullo stato di attuazione del Piano di azione nazionale pluriennale di cui all'articolo 8, sulla base dei rapporti che le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano devono annualmente trasmettere al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. ART. 12 (Finalità e criteri di riparto del Fondo Nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione) 1. Per la progressiva attuazione del Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione è istituito, presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Fondo Nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione, da ripartire per le finalità previste dal presente decreto. 2. Il Fondo Nazionale finanzia: a) interventi di nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza meccanica e in caso d'incendio, risparmio energetico e fruibilità di stabili, di proprietà delle Amministrazioni pubbliche; b) quota parte delle spese di gestione dei servizi educativi per l'infanzia e delle scuole dell'infanzia, in considerazione dei loro costi e della loro qualificazione; c) la formazione continua in servizio del personale educativo e docente, in coerenza con quanto previsto dal Piano nazionale di Formazione di cui alla legge n. 107 del 2015, e la promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali; 3. Il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, fatte salve le competenze delle Regioni, delle Province autonome di Trento e di Bolzano e degli Enti locali, di cui agli articoli 117 e 118 della Costituzione, promuove, un'intesa in sede di Conferenza Unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, avente ad oggetto il riparto del Fondo di cui al comma 1, in considerazione della compartecipazione al finanziamento del Sistema integrato di educazione e di istruzione da parte di Stato, Regioni,
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tuita la Commissione per il Sistema integrato di educazione e di istruzione.
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Province autonome di Trento e di Bolzano e Enti locali. 4. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sulla base del numero di iscritti, della popolazione di età compresa tra zero e sei anni e di eventuali esigenze di riequilibrio territoriale, nonché dei bisogni effettivi dei territori e della loro capacità massima fiscale, provvede all'erogazione delle risorse del Fondo di cui al comma 1, esclusivamente come cofinanziamento della programmazione regionale dei servizi educativi per l'infanzia e delle scuole dell’infanzia, operando la ripartizione delle risorse tra le Regioni. Le risorse sono erogate dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca direttamente ai Comuni previa programmazione regionale, sulla base delle richieste degli Enti locali, con priorità per i Comuni privi o carenti di scuole dell’infanzia statale, al fine di garantire il soddisfacimento dei fabbisogni effettivi e la qualificazione del Sistema integrato di educazione ed istruzione, secondo i seguenti principi fondamentali: a) la partecipazione delle famiglie; b) la dotazione di personale educativo tale da sostenere la cura e l’educazione delle bambine e dei bambini in relazione al loro numero ed età e all’orario dei servizi educativi per l’infanzia; c) i tempi di compresenza tra educatori nei servizi educativi per l’infanzia e tra docenti nella scuola dell’infanzia, tali da promuovere la qualificazione dell’offerta formativa; d) la formazione continua in servizio di tutto il personale dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia; e) la funzione di coordinamento pedagogico; f) la promozione della sicurezza e del benessere delle bambine e dei bambini; g) la modalità di organizzazione degli spazi interni ed esterni e la ricettività dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, che consentano l’armonico sviluppo delle bambine e dei bambini. 5. Con intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 possono essere concordate le risorse, anche con interventi graduali, a carico dei diversi soggetti istituzionali, al fine di raggiungere gli obiettivi strategici di cui all'articolo 4, fatte salve le risorse di personale, definite, ai sensi dell’articolo 1, comma 64 della legge n. 107 del 2015 , con decreto del Ministro dell’istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, nonché delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente per la scuola dell'infanzia statale. 6. Per le scuole dell'infanzia, la progressiva generalizzazione dell'offerta è perseguita tramite la gestione diretta delle scuole statali e il sistema delle scuole paritarie, come previsto dalla legge 10 marzo 2000, n. 62. 7. Per attuare gli obiettivi del Sistema integrato di educazione e di istruzione di cui al presente decreto viene assegnata alla scuola dell'infanzia statale una quota parte delle risorse professionali definite dalla Tabella 1, allegata alla legge 13 luglio 2015 n. 107, relativa all'organico di potenziamento. La disposizione di cui al presente comma non deve determinare esuberi nell'ambito dei ruoli regionali. ART. 13 (Copertura finanziaria) 1. La dotazione del Fondo Nazionale di cui al comma 1 dell'articolo 12, è pari a 209 milioni di euro per l'anno 2017, 224 milioni di euro per l'anno 2018 e 239 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019. 2. Gli incrementi del livello di copertura dei servizi educativi per l'infanzia, delle sezioni primavera e delle scuole dell'infanzia, potranno essere determinati annualmente con apposita intesa in sede di Conferenza
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3. Ai maggiori oneri di cui al comma 1, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107. ART. 14 (Norme transitorie e finali) 1. A seguito della progressiva estensione del Sistema integrato di educazione e di istruzione su tutto il territorio nazionale attraverso l'attuazione del Piano di azione nazionale pluriennale di cui all’articolo 8, a decorrere dall'anno scolastico 2018/2019 sono gradualmente superati gli anticipi di iscrizione alla scuola dell'infanzia statale e paritaria di cui all'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89. 2. Il superamento degli anticipi di cui al comma 1 è subordinato alla effettiva presenza sui territori di servizi educativi per l'infanzia che assolvono la funzione di educazione e istruzione. 3. A decorrere dall'anno scolastico 2019/2020, l'accesso ai posti di educatore di servizi educativi per l'infanzia è consentito esclusivamente a coloro che sono in possesso della laurea triennale in Scienze dell'educazione nella classe L19 a indirizzo specifico per educatori dei servizi educativi per l'infanzia o della laurea quinquennale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, integrata da un corso di specializzazione per complessivi 60 crediti formativi universitari. Continuano ad avere validità per l'accesso ai posti di educatore dei servizi per l'infanzia i titoli conseguiti nell'ambito delle specifiche normative regionali ove non corrispondenti a quelli di cui al periodo precedente, conseguiti entro la data di entrata in vigore del presente decreto. 4. A decorrere dall’aggiornamento successivo all’entrata in vigore del presente decreto, con provvedimento del Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca sono definite le modalità di riconoscimento del servizio prestato a partire dall’anno scolastico 2007/2008 nelle sezioni primavera di cui all’articolo 1, comma 630, della legge n. 296 del 2006 da coloro che sono in possesso del titolo di accesso all’insegnamento nella scuola dell’infanzia ai fini dell’aggiornamento periodico del punteggio delle graduatorie ad esaurimento di cui all’articolo 1, comma 605, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e delle graduatorie d’istituto del personale docente a tempo determinato. 5. I servizi socio-educativi per la prima infanzia istituiti presso enti e reparti del Ministero della difesa restano disciplinati dall’articolo 596 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66. 6. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano compatibilmente con i rispettivi Statuti speciali e le relative norme di attuazione, nel rispetto della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. 7. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono individuate, avvalendosi dell’Ufficio per l’istruzione in lingua slovena le modalità di attuazione del presente decreto per i servizi educativi e le scuole dell’infanzia con lingua di insegnamento slovena e bilingue sloveno-italiano del Friuli Venezia Giulia. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta uffìciale degli atti normativi della Repubblica Italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
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Unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, in relazione alle risorse che si renderanno disponibili, anche in considerazione degli esiti della Relazione di cui all'articolo 11.
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TEMATICHE DI RILIEVO In questa sezione affrontiamo alcune tematiche “calde” che, in questo momento storico di cambiamento dei servizi per l’infanzia, invitano ad un’attenta e riflessiva lettura, al fine di comprenderle e interpretarle prima e applicarle poi al meglio nella pratica quotidiana. Per dare maggior scientificità al pensiero, offriamo alcuni stralci e interventi tratti da convegni, incontri a tema, pensieri di “esperti”.
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«L’educazione per la prima infanzia è un servizio imprescindibile che, fornito a tutta la popolazione infantile, favorisce la formazione globale del cittadino. L’educazione per l’infanzia di qualità realizza interventi precoci di inclusione sociale e di sviluppo, riducendo le disuguaglianze di partenza: è quindi un servizio indispensabile per “spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”». Raccomandazione europea 20.02.2013
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PERCHÉ UN PERCORSO ZEROSEI Questo documento è tratto dal seminario di approfondimento e discussione con la presentazione di esperienze, dal titolo “Per un percorso zerosei nel sistema d’istruzione”, tenutosi sabato 18 aprile 2015 a Roma al Teatro Arcobaleno e al quale sono intervenuti: Tullia Musatti (Gruppo nazionale nidi-infanzia), Anna Bondioli (Università di Pavia), Claudia Giudici (Presidente dell’Istituzione Nidi e Scuole dell’infanzia del Comune di Reggio Emilia), Diana Penso (formatrice M.C.E.), Patrizia Piomboni (Dirigente della U.O. Programmazione e Monitoraggio del Sistema Pedagogico 0-6 anni del Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici, Giovani e Pari Opportunità di Roma Capitale). Conclusioni: Cinzia Mion (Formatrice, Proteo, ANDIS – MCE). 34
È stata sicuramente un’occasione per «fornire uno spazio di scambio di idee, pratiche e proposte, al fine di contribuire allo sviluppo di linee programmatiche e “buone prassi” per l’infanzia (...) altresì far emergere l’originalità dell’esperienza educativa italiana a partire dai nidi e dalle scuole dell’infanzia, internazionalmente riconosciuti come istituzioni educative di qualità.» È stato valorizzato «il lavoro di ricerca educativa, di riflessione pedagogica, di impegno civile e professionale degli educatori e dei pedagogisti dei nidi e delle scuole dell’infanzia di diverse città, fra cui Carcare, Pistoia, Reggio Emilia, Roma, Scandicci, Venezia, ecc... In tali contesti è particolarmente significativo l’impegno per promuovere la partecipazione delle famiglie, il lavoro collegiale, la cura dell’ambiente e la sua estetica, la varietà percettiva dei materiali, degli arredi, della disposizione spaziale, della successione delle attività, la pluralità di opportunità formative rintracciabili nelle progettualità che, anche attraverso ateliers e laboratori, sostengono processi di conoscenza aperti e rafforzano le competenze. Il dialogo e la co-costruzione di procedure e scelte condivise fra i vari livelli (amministrativo, politico, pedagogico) garantendo continuità socio-affettiva e organizzativa al sistema educativo, possono aiutare lo sviluppo di identità competenti e ciò costituisce crescita orizzontale e verticale per tutti/e.» Per una nuova prospettiva dello zero-sei che passi «dall’erogazione di un servizio a domanda individuale alla garanzia di un diritto socialmente riconosciuto vi sono condizioni irrinunciabili, infatti: • s erve un servizio educativo adeguato alle diverse età e fasi (senza artificiosi anticipi che stravolgono il ciclo naturale di vita così come la psicologia dello sviluppo e le scienze umane hanno declinato nell’arco di oltre un secolo di ricerche comparate); • s erve un raccordo e una continuità educativa fra servizi/scuole calibrando accuratamente analogie e differenze di contesti, la loro organizzazione spaziale e scansione temporale, i passaggi, curando la stabilità affettiva e l’esplorazione, ma altresì la varietà e la novità; • f ondamentale è la formazione delle professionalità e la “mescolanza” di competenze fra operatori dei diversi ambiti di intervento (socio-educativi, scolastici, neuropsichiatrici...) per il raccordo e la coerenza fra i diversi stili e modelli educativi; anche 35
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«Il Seminario propone una conversione di ottica: da un’idea di “minori” bisognosi di cura e tutela a un’idea di soggetti titolari di diritti - nel quadro della Convenzione ONU ratificata dall’Italia con legge n. 176/’91- in qualità di cittadini che partecipano attivamente alla vita sociale e culturale con possibilità di ascolto, di parola, di coinvolgimento nelle scelte, di crescita integrale e armonica.»
parte introduttiva
la formazione deve essere rivolta a gruppi eterogenei di educatori/trici e insegnanti, accudienti, collaboratrici; va decisamente superata la divaricazione della formazione iniziale che separa le due professionalità riservando la laurea solo alle insegnanti di Scuola dell’Infanzia, condizionando scelte e parità di funzioni e dignità, pur nella necessaria discontinuità di interventi; • v a coordinata a livello nazionale e regionale la costruzione del nuovo sistema integrato dei servizi educativi per l’infanzia».
I Nidi e Scuole d’Infanzia devono diventare come laboratori sociali perché la «partecipazione delle famiglie e della comunità al progetto educativo è stata il punto di forza delle migliori esperienze. Il Nido e la Scuola dell’Infanzia funzioneranno tanto meglio quanto più diverranno luoghi aperti di scambio, confronto, progettualità, solidarietà familiare, pratiche partecipative. Vi si dovranno affrontare e condividere problemi comuni socializzandoli. Il Nido e la Scuola dell’Infanzia costituiscono il primo spazio pubblico che i piccoli cittadini frequenteranno, ne costituiranno l’imprinting alla vita sociale, le prime esperienze di spazi pubblici e di azioni sociali con altri. Per le prime volte vi si misureranno con la collettività esterna alla famiglia, vi si confronteranno con le diversità, condurranno le prime esperienze di costruzione di legami sociali. Lo stesso percorso in forma “protetta”, in strutture che si prendono cura dei loro figli, potranno compiere gli adulti. Se le occasioni di incontro saranno autentiche e non ridotte a procedure burocratiche, l’intera comunità potrà crescere (...)». In collaborazione con Dipartimento Servizi educativi e scolastici - Comune di Roma/ Coordinamento nazionale per l’infanzia e le sue politiche
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Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art. 4 n° 6).
La Guida Primi
Passi
parte introduttiva
con riferimenti normativi e approfondimenti teorici: • Verso il servizio integrato 0/6; • Decreto legislativo n. 380/2017; • Tematiche di rilievo.
settore
parte teorica
con spunti organizzativi e modalità di funzionamento: • Carta dei servizi; • Questionario di gradimento (customer satisfaction); • Progetto Pedagogico Primi Passi.
Il Quaderno Operativo Primi
parte pratica
con programmazione e proposte progettuali suddivise in: • 3 macroprogetti annuali: • progetto ALIMENTAZIONE; • progetto COLORI; • progetto FATTORIA. • 3 microprogetti annuali: • progetto AUTONOMIA; • progetto STAGIONI; • progetto FESTE.
Passi
E. Bellotti - M. S. Penna - F. Fenzio - M. E. Giordani
si rivolge agli operatori dei servizi educativi per l’Infanzia come strumento di riflessione, di approfondimento e di progettazione per accompagnare e promuovere la qualità dell’offerta educativa all’interno del .
settore
è studiato per i bambini del sia che frequentino l’Asilo Nido, le Sezioni Primavera o che anticipino l’ingresso alla Scuola dell’Infanzia.
progetto autonomia
CIAO! ECCOMI QUA
progetto
autonomia
Colora la felpa del bambino con il pennarello ROSSO.
NOME DATA
TRACCE n. 20
Colora la felpa del bambino con il pennarello ROSSO.
progetto colori progetto feste
progetto stagioni progetto fattoria
Inoltre: • F ORMATO DI GRANDI DIMENSIONI che favorisce l’operatività del bambino; • I MMAGINI ACCATTIVANTI e VARIETÀ DI TECNICHE che sviluppano le potenzialità, la creatività e l’apprendimento dei piccoli in questa fase della loro crescita; •C OLLEGAMENTO con la Guida Primi Passi per progettare, sviluppare e approfondire i Progetti, promuovendo così la qualità dell’offerta educativa; • F OGLI STACCABILI da appendere per lasciare traccia della produzione individuale e per la documentazione alle famiglie; •C ANZONI A TEMA nel CD audio allegato alla Guida, per accompagnare in modo giocoso l’attività.
CIAO! ECCOMI QUA
NOME DATA
€ 35,00 Guida Didattica
Primi Passi + CD Audio
www.raffaelloscuola.it www.grupporaffaello.it
settore
progetto autonomia progetto alimentazione
Guida
Le proposte si sviluppano in 6 progetti vicini al mondo dei bambini in questa fase di crescita:
Guida
per i Servizi Educativi del
settore E. Bellotti M. S. Penna F. Fenzio M. E. Giordani
•C arta dei servizi •P rogetto Pedagogico •3 macroprogetti annuali: Alimentazione, Colori, Fattoria •3 microprogetti annuali: Autonomia, Stagioni, Feste •A pprofondimenti sul Sistema Integrato di educazione e di istruzione 0-6