
Luigi Ramini











Luigi Ramini
Editor: Patrizia Ceccarelli
Coordinamento redazionale: Emanuele Ramini
Coordinamento grafico: Mauro Aquilanti
Teamgrafico: Raffaella De Luca, Valentina Mazzarini
Autore: Luigi Ramini
Illustrazioni: Luca Poli
I Edizione 2022
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Luigi Ramini
Illustrazioni di Luca Poli
Tanti anni fa, un noto scrittore francese, riguardo al gioco degli Scacchi, ebbe a dire: “Ci sono più avventure su una scacchiera che su tutti i mari del mondo”.
Io non ho avuto la fortuna di vivere grandi avventure marine, ma vi assicuro che l’affermazione, in apparenza esagerata, contiene una verità assoluta, una descrizione precisa ed efficace di quanto si nasconde dietro al millenario gioco di cui parleremo in questo testo.
Gli Scacchi sembrano dotati di una energia e di una vitalità tali da finire inevitabilmente per attrarci, spingendoci verso lo studio e le soluzioni delle infinite sfide che si presentano sulle 64 caselle bianche e nere.
Nel corso degli ultimi anni, l’attenzione nei confronti degli Scacchi è andata progressivamente aumentando, oggi si contano sempre più appassionati del nobil giuoco, e una nota significativa riguarda anche l’aumento della diffusione degli Scacchi tra i ragazzi e le ragazze, anche molto giovani. Ci si è resi conto che non si tratta di un gioco qualunque, ma di una vera e propria attività che comporta benefici di vario genere, oggettivamente verificabili.
Gli stessi Istituti Scolastici stanno sempre più favorendo l’introduzione, nella propria offerta formativa, di progetti legati agli Scacchi, evidenziando i collegamenti esistenti tra le valenze del gioco e gli obiettivi di apprendimento più strettamente curricolari della scuola.
Gli Scacchi permettono infatti di sviluppare le capacità logiche e di ragionamento; di stimolare la creatività, la fantasia e lo spirito d’iniziativa; di aumentare la capacità di concentrazione e di controllo dell’impulsività; di favorire l’autovalutazione, la sana competitività e la fiducia in se stessi; di contribuire ad accrescere il senso di responsabilità e la maturità individuale.
Inoltre accade spesso che ragazze e ragazzi siano talmente entusiasti di questo gioco da voler condividere con altri la loro conoscenza, contribuendo così alla diffusione degli Scacchi tra amici, amiche e parenti.
Ed è proprio questo lo scopo che anch’io mi sono proposto scrivendo questo libro: far sì che la nuova avventura che vi apprestate a vivere vi fosse narrata da vostri coetanei che hanno conosciuto gli Scacchi e che non vedono l’ora di parlarvene.
L'autore
primi giorni di settembre.
Solo una settimana fa Jacopo, Mattia, Alice e Rossella (detta “Ross”) erano ancora immersi nelle loro occupazioni vacanziere e i loro unici dilemmi sembravano consistere nella scelta di quanti bagni fare al pomeriggio e se andare al mercatino o in piscina (tanto per i compiti c’è ancora tempo!) mentre adesso, trascorsa appena una manciata di giorni, tutto ciò appariva già lontanissimo.
Le famiglie erano rientrate in città e con la fine di agosto erano riprese tutte le attività, così le giornate spensierate, l’euforia e l’aria di vacanza sembravano soltanto un ricordo distante nel tempo.
Si ritornava alle abitudini consuete: presto un nuovo anno scolastico avrebbe avuto inizio, poi sarebbero ripartite le attività sportive, insomma il solito tran tran.
In verità quel pomeriggio sarebbe stato il primo ritrovo “reale” dei quattro amici dopo i lunghi mesi estivi e, anche se avevano continuato a scambiarsi quasi quotidianamente foto e video su WhatsApp, rivedersi di persona è sempre tutt’altra cosa. In quanto a questo i quattro ragazzi non avevano dubbi!
Quel primo incontro era particolarmente carico di emozioni: non c’era solo la voglia di rivedersi, ma anche il desiderio di raccontare le avventure estive, di rendere partecipi gli altri di quanto si era vissuto nei mesi precedenti.
Mattia, a esempio, non vedeva l’ora di raccontare al gruppo le innumerevoli partite di calcio sulla battigia che terminavano inevitabilmente con un bagno rinfrescante e un ghiacciolo al baretto della spiaggia: – Ho partecipato a un torneo – si vantava – in cui abbiamo giocato persino la mattina di Ferragosto.
Evitò di sottolineare il fatto che i genitori, a causa di questo “evento”, avevano dovuto saltare il pranzo e la gita già organizzati con gli amici, e non ne furono affatto contenti. D’altro canto le visite ai vari paesini della splendida Costiera Amalfitana passavano per lui in secondo piano rispetto ai goal segnati.
Rossella, dal carattere apparentemente scortese, ma di una dolcezza senza pari, lo apostrofò immediatamente:
– Adesso non iniziare a parlare di calcio! L’anno scorso tra Fantacalcio e partite di campionato ci avevi proprio stufato.
Mattia per un breve istante si mostrò offeso, poi sorrise alla compagna, perché doveva riconoscere che, in fondo, Ross tutti i torti non li aveva!
Poi fu proprio Rossella a descrivere le sue giornate di vacanza in montagna (per la verità ci era rimasta quasi un mese). Aveva fatto lunghe passeggiate ed escursioni sulle splendide Dolomiti, tutto all’aria fresca che faceva dimenticare i 40 gradi della città.
Era piacevole, d’accordo, ma Ross non sembrava particolarmente entusiasta del suo periodo fuori città, in quanto era già il terzo anno consecutivo che la sua famiglia si recava in montagna, e a lei non sarebbe affatto dispiaciuto cambiare tipo di vacanza.
Arrivò poi il turno di Alice che aveva trascorso, come Mattia e Jacopo, le giornate estive al mare, ma per lei l’esperienza era stata opposta a quella dei due amici.
Alice aveva infatti “vissuto il mare pienamente” come amava dire lei e, insieme ai genitori, aveva visitato l’isola D’Elba in lungo e in largo, facendo le sue prime immersioni con tanto di maschera e pinne.
Un’esperienza nuova di cui andare fiera!
Jacopo se ne stava in disparte e ascoltava con attenzione gli amici, ma non aveva ancora proferito parola. Non sembrava però disinteressato alla discussione, anzi, il suo sguardo era carico di
eccitazione… aveva insomma il tipico atteggiamento di chi ha in mano la carta vincente da giocare e attende il momento giusto per farlo.
Questo inconsueto atteggiamento non poteva ovviamente sfuggire alla solita Ross, che da alcuni minuti lo guardava con attenzione.
– E tu Jacopo, non hai nulla da dirci!? Hai dormito tutta l’estate!?
Il ragazzino non attendeva altro.
Iniziò a raccontare e, per la verità, non sembrava avere scoop clamorosi da rivelare. Anche per lui soliti bagni, solite partite (non a calcio come Mattia ma a Beach Volley) e lunghe passeggiate (una volta anche 3 km!) sulla battigia.
Mattia, Alice e Ross sembravano delusi, ma sentivano che di lì a breve sarebbe arrivato altro.
Jacopo infatti continuò:
– … per la verità, mi stavo anche annoiando, perché al mare non avevo ancora fatto tante amicizie e i nostri vicini di ombrellone sono tutti adulti, così spesso e volentieri mi ritrovavo da solo. Poi un bel pomeriggio cambiò tutto!
L’attenzione del gruppo stava crescendo e Jacopo proseguì il suo racconto:
– Come stavo dicendo, era un pomeriggio grigio e nuvoloso ma io e mio padre andammo ugualmente
in spiaggia, sperando in un rasserenamento. Il tempo però non sembrava migliorare, i pochi bagnanti se ne stavano sotto l’ombrellone e in quello di fianco al nostro c’era un signore anziano che stava leggendo un libro…
Inutile dire che si era creata una certa suspence intorno al racconto di Jacopo e l’interesse del gruppo stava crescendo. In gran silenzio (ce ne fosse uno così a scuola durante le ore di lezione!) tutti attendevano la conclusione della storia.
– Non si trattava di un libro normale – proseguì il ragazzo, – in quanto il mio vicino di ombrellone leggeva alcune righe, poi sospendeva la lettura e muoveva alcuni pezzettini di plastica su una specie di tavoletta, divisa in quadrati bianchi e neri.
Alice interruppe il racconto:
– … beh, sarà stata una scacchiera! Ne abbiamo una in casa, è la Dama?
Jacopo proseguì:
– No! Non Dama! Il signore anziano stava studiando gli Scacchi e quella su cui muoveva i pezzetti di plastica era appunto una scacchiera. Ma cavolo, lasciatemi continuare!
Persino Ross, contrariata da quelle interruzioni, apostrofò Alice:
– E dai, stai zitta! Ascoltiamo il racconto!
Jacopo, ancora più convinto del suo “sapere”, continuò:
– … il signore anziano, che ho poi scoperto chiamarsi Edoardo, si era accorto dell’attenzione con cui osservavo i suoi movimenti, così si rivolse a me: “Ciao! … Come ti chiami?! Non ti preoccupare, non sono matto!” e scoppiò a ridere.
– E tu? – chiese Mattia.
– Edoardo – continuò Jacopo, – mi spiegò che stava studiando alcune partite giocate da campioni di Scacchi e che stava leggendo appunto un manuale sul gioco degli Scacchi. Mi raccontò che sapeva giocare da quando era più piccolo di me e che di tanti giochi che conosceva, mai nessuno lo aveva appassionato così. Intanto il tempo non voleva saperne di migliorare ma per fortuna non pioveva e così restammo lì quasi un’ora a parlare: Edoardo mi disse che gli Scacchi sono un gioco antichissimo, che risale a quasi duemila anni fa, e iniziò a mostrarmi il movimento dei pezzi. Dal nostro ombrellone, anche mio padre ascoltava e sorrideva.
– E tu non ti sei annoiato per tutte quelle spiegazioni!? – chiese Alice.
– Annoiato!? Ma stai scherzando? – rispose Jacopo. – Quando venne il momento di tornare a casa, Edoardo mi salutò promettendomi che, se avessi
voluto imparare il gioco che tanto mi aveva attratto, me lo avrebbe insegnato volentieri, magari nei giorni successivi, invece di perdere tempo prezioso con i bagni e le partite a Beach.
– E tu? – chiese Ross.
– Il pomeriggio successivo io non vedevo l’ora che Edoardo tornasse per continuare la lezione e, non ci crederete, ma in pochi giorni ho imparato questo gioco appassionante! Ho anche quasi battuto Edoardo che, però, in quella sfida mi è sembrato piuttosto distratto. Un pomeriggio ero talmente preso dalla partita che mi sono dimenticato persino di fare il bagno.
– Ma dai, stai esagerando!
Ross non poteva credere che Jacopo rinunciasse ai bagni al mare e alle partite di pallavolo per stare sotto l’ombrellone con un signore anziano a giocare a Scacchi.
– Non esagero, quel gioco è davvero incredibile, credetemi! Sembra di partecipare a una battaglia medioevale, dove cavalieri e arcieri si affrontano, il re è anziano e debole e deve essere protetto, mentre la regina è un pezzo fortissimo, i pedoni si muovono in maniera particolare, ma il loro movimento non è strano come quello del cavallo… Jacopo parlava ormai come un fiume in piena e sembrava inarrestabile.
– … Pensate che l’ultimo giorno di vacanza Edoardo mi ha regalato una scacchiera, in modo che continuassi a giocare durante tutto l’anno!
– Se hai la scacchiera e mi insegni il gioco, giuro che ti batto alla prima partita! – intervenne Mattia strafottente.
– Ma sì, dai – ribatterono Alice e Ross, – vediamo se davvero è così divertente. Insegnaci a giocare!
– Va bene, se proprio lo desiderate – rispose con atteggiamento saccente Jacopo (che in realtà non aspettava altro!). – Ma non è un gioco che si impara in dieci minuti.
– Non ti preoccupare! Magari ci incontriamo alle 17 qui in piazzetta tutti i giorni finché non impariamo. Possiamo iniziare domani – propose Alice.
– Perché allora non iniziamo subito? Sono troppo curiosa. – ribatté Ross.
– Sì, dai, iniziamo adesso! – fece eco Mattia. – Hai detto che Edoardo ti ha regalato una scacchiera, e abiti a soli cinque minuti da qui, quindi…
– Ho capito, corro a prenderla. Intanto voi preparatevi a seguirmi con attenzione che tra cinque minuti si parte.
Jacopo pedalò come un fulmine fino a casa, l’avventura stava per iniziare...
più puntuale di un orologio svizzero, cinque minuti dopo appariva all’orizzonte la sagoma di Jacopo in sella alla sua bici.
Con fare trafelato teneva trionfante, in un equilibrio un po’ precario, una scacchiera con la mano destra e un sacchetto colorato con la sinistra.
La sgommata con tanto di bici adagiata a terra era un obbligo nel gruppo e il cavalletto era considerato un accessorio decisamente fuori moda. In quel momento poi non c’era tempo da perdere per le regolari operazioni di parcheggio.
Un minuto dopo erano tutti seduti sul prato, in semicerchio di fronte a Jacopo, che aveva l’atteggiamento autorevole del professore di turno.
Aveva appoggiato la scacchiera a terra di fronte a sé e sistemato il sacchetto colorato al suo fianco, senza ancora aprirlo.
Il solito Mattia non si fece attendere:
– Dai, non perdiamo tempo, tira fuori i pezzi, che tutti sappiamo come è fatta una scacc..
Ma Jacopo non lo fece concludere:
– Inizi male, Mattia! Ricordati che anche riguardo
alla scacchiera ci sono cose importanti da imparare, anzi direi molto importanti.
E continuò, invitando gli amici a osservarla in silenzio per alcuni secondi.
8 7 6 5 4 3 2 1
Poi improvvisamente iniziò a fare domande:
– Quante caselle ci sono in tutto?
Alice, rapida nei conti, fu la prima: – 64
– Esatto! Allora quante caselle bianche e nere ci saranno sull’intera scacchiera?
Alice rispose:
– 32 caselle bianche e 32 nere. Facile!
– Molto bene. Adesso guardate attentamente i bordi della scacchiera, fuori dalle caselle. Cosa vedete?
Mattia, che non voleva restare indietro, disse:
– Lettere e numeri!
– Bravo Mattia. E secondo voi a cosa servono? Pensate a un gioco che abbiamo fatto molte volte per divertirci. Battaglia…?
– Battaglia navale! – gridò Ross, fino a quel momento rimasta in silenzio. Era entrata in scena battendo una mano per terra e con gli occhi decisi.
Questo atteggiamento di sfida provocò le risate dei quattro amici, soddisfatti del clima positivo che si stava creando.
Jacopo continuò a spiegare che il sistema per indicare una casella era esattamente quello del gioco della Battaglia Navale, dove ogni casella è appunto definita dall’incrocio di lettere e numeri (prima si indica la lettera, poi il numero).
Quando le riflessioni riguardo alla scacchiera sembravano concluse, Jacopo stupì ancora gli amici: – Adesso siete convinti di sapere tutto riguardo alla scacchiera!? Ebbene io invece vi dico che non abbiamo ancora detto la cosa più importante. Forse l’avete data per scontata grazie a lettere e numeri che vi aiutano, ma ricordate che non li troverete in tutte le scacchiere. – Appunto, stavo giusto per dirlo! – intervenne Alice, – a casa i miei genitori hanno una bellissima scacchiera in legno, ma non ci sono lettere e numeri. Questo cosa cambia?
– Se non si fa molta attenzione può cambiare TUTTO, perché si può sbagliare facilmente e mettere la scacchiera dal lato sbagliato – spiegò Jacopo.
ricordatevi sempre cHE a scacchi si gioca Con Il bIanco a dEstra.
Cioè la casella bianca deve essere l’ultima casella alla destra di ogni giocatore, mentre a Dama si gioca con il Nero a destra, ma noi stiamo imparando a giocare a Scacchi, perciò se giochiamo con il nero a destra la nostra partita non sarà regolare. Ripeto, se ci sono lettere e numeri è tutto più semplice, ma bisogna fare comunque attenzione!
Mattia, Ross e Alice restarono sorpresi da quanto appreso e ammisero che non avrebbero mai pensato che questo particolare fosse così importante al punto da invalidare una partita di Scacchi già al momento della partenza.
Forse cominciavano a rendersi conto che nel gioco degli Scacchi nulla deve essere dato per scontato.
l’incontro successivo in piazzetta era previsto per il pomeriggio seguente, ma a causa di un improvviso temporale settembrino, venne spostato al giorno dopo. Questo permise ai tre “allievi” di riflettere sulle (in verità ancora poche) nozioni ricevute dal loro amicoinsegnante e di accrescere l’interesse verso gli Scacchi.
Per ora avevano parlato solo della scacchiera, eppure già c’erano diverse cose interessanti e curiose. Inutile aggiungere che l’attesa per il secondo appuntamento si era già fatta fortissima.
Alle 17 del giorno stabilito Mattia, Ross Alice e naturalmente Jacopo si incontrarono puntuali al solito posto. Dopo un rapido saluto, Jacopo mise in atto il colpo da prestigiatore che si era preparato: invitò ancora una volta gli amici a guardare la scacchiera in silenzio e, mentre tutti erano assorti in quell’operazione, spostò la mano verso un involucro.
Il silenzio venne interrotto dal frastuono dei pezzi che schizzavano fuori dal sacchetto che Jacopo aveva rovesciato sopra la scacchiera.
Il rumore dei pezzi che cadevano gli uni sopra gli altri, disegnando tante sagome ingegnose e variegate era il suono stesso dell’energia che scaturiva dai protagonisti del gioco, i pezzi, che, usciti dal loro nascondiglio, non vedevano l’ora di darsi battaglia sulle 64 caselle bianche e nere.
Mattia, Ross e Alice avrebbero ricordato a lungo l’emozione e lo stupore che provarono in quel momento. Ma Jacopo non intendeva perdere tempo e riprese subito i suoi insegnamenti:
– Nelle prossime lezioni vi presenterò i protagonisti degli Scacchi, cioè i “pezzi” e vi insegnerò i movimenti che ognuno di loro può fare, cioè conoscerete le principali regole del gioco. Tutti i pezzi che avete appena visto non si differenziano solo per la forma ma hanno delle possibilità di movimento particolari, dei “superpoteri”… ognuno diverso dall’altro.
Ross, a questo punto, non poté fare a meno di intromettersi:
– Oh! Qui la cosa si fa seria!
E come sempre quando la ragazzina interveniva con le sue battute, le risate da parte dell’intero gruppo erano inevitabili.
– Ebbene sì – riprese Jacopo, – adesso la cosa si fa seria! D’ora in poi seguitemi bene e interrompetemi solo se qualcosa non è chiaro, in modo che in pochi pomeriggi impareremo tutto.
Mattia, Ross e Alice ubbidirono e si misero ad ascoltare Jacopo in religioso silenzio.
Se in quel momento i loro insegnanti di storia, matematica o inglese li avessero potuti vedere... non avrebbero creduto ai propri occhi.
Jacopo mostrò i vari pezzi facendo riflettere il gruppo sul fatto che, come tutte le caselle della scacchiera sono divise in due colori, allo stesso modo, i pezzi degli Scacchi sono divisi in due colori: metà sono pezzi bianchi e metà sono pezzi neri.
Il nostro istruttore raggruppò i pezzi bianchi da una parte e i pezzi neri dall’altra, poi chiese ad Alice di contarli: risultarono 16 i pezzi neri e ancora 16 quelli bianchi. A questo punto venne il turno di Ross, a cui fu affidato il compito di dividere i pezzi bianchi per omogeneità, cioè facendo dei sottogruppi con tutti i pezzi uguali fra loro e la stessa cosa fece Mattia con i pezzi neri.
Ecco il risultato delle operazioni:
1 re bianco e 1 re nero
1 regina bianca e 1 regina nera
che su tutti i mari del mondo “
i
sono più
avventu su una cacchiera
”
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
Alice, Mattia, Ross e il loro abilissimo amico-istruttore
Jacopo vi guideranno alla scoperta degli Scacchi, un gioco appassionante e istruttivo, che sviluppa le capacità logiche e di concentrazione, stimolando anche la creatività e la fantasia.
Di pagina in pagina imparerete le regole, le leggende, i segreti e le strategie degli Scacchi, conoscerete le incredibili storie di vita di grandi campioni del passato e sarete presto in grado di affrontare sulla scacchiera “battaglie” sempre nuove.
Luigi Ramini è nato e vive nelle Marche. Istruttore FSI (Federazione Scacchistica Italiana), da anni si occupa dell’insegnamento del gioco presso scuole, librerie, club, circoli privati e università. Ha dato vita a molti progetti, studi storici e conferenze collegati al tema degli Scacchi.
Con videolezioni a cura dell'autore per approfondire le tecniche di gioco.
Consigliato a partire dai 9 anni
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