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LAURA ANTONELLI, la diva malinconica
zia” sbanca i botteghini: 6 miliardi di lire di incassi e il cachet della “Divina” passa da 4 a 100 milioni di lire. Finiscono però le interpretazioni serie, come l’intrigante “Gradiva” di Giorgio Albertazzi o la misteriosa Juliette Vaudreuil in “Sans mobile apparent” di Philippe Labro: il ruolo che le viene sempre affi dato è quello della bambolina, della donnina leggera, a volte puttana, che non esita a esibire le sue parti intime. Sono gli anni della vita mondana, del successo e delle copertine dei rotocalchi. I viaggi da Roma a Parigi e a Londra, i flirt veri e presunti, il grande amore con Jean-Paul Belmondo. Le viene così cucita addosso la pelle del sex-symbol, preda facile di uomini vogliosi e senza scrupoli o di ragazzotti in pieno turbamento adolescenziale, un’immagine che delizierà il pubblico maschile di mezza Europa. Luchino Visconti la definiva "la donna più bella dell'Universo", i maggiori registi italiani Risi, Comencini, Bolognini, Scola, se la contendevano, ma quasi sempre con il ruolo che il pubblico aspettava da lei. E poi è successo quel che succede spesso. L’età, quella bellezza, che era il suo fascino, diventa la sua dannazione. Lo stesso strepitoso successo che ne morfosi fisica e psicologica che la rende di fatto, negli ultimi anni della sua vita, irriconoscibile anche a chi la conosceva bene. Quando smette di recitare, nel 1991, ha solo 50 anni. Profondamente disgustata dal mondo dello spettacolo che l’aveva osannata, vive gli ultimi anni della sua esistenza reclusa in un modesto appartamento di Ladispoli, tra santini e statue della Madonna. Bernard Bédarida e Nello Correale hanno rac- colto le testimonianze di alcune personalità del mondo del Cinema che hanno recitato con lei, tra cui Jean-Paul Belmondo, Giancarlo Giannini, Michele Placido, Claudia Gerini e Daniela Poggi; i ricordi dei suoi rari amici, Marco Risi, Francesca D’Aloja, Ivan Pavicevac e Simone Cristicchi.
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