RadiocorriereTv SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA numero 12- anno 91 21 marzo 2022
LELE ADANI
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Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997
PLAYOFF QATAR 20
LILLO E GREG 610
Valentina Bellè
POP O ROCK?
Nelle librerie e negli store digitali
È PRIMAVERA
Gli affluenti sono ai minimi storici dal 1972 ed è problematico dare il via alla stagione dell’irrigazione. Una severità idrica che investe gran parte del nostro Paese e che è la conseguenza di un inverno troppo mite. Purtroppo, solo nella temperatura. E mentre cerchiamo di resistere anche ai cambiamenti climatici, ci avviamo verso la fine dell’obbligo del Green Pass, con un occhio ai casi in aumento e uno alla mascherina, sempre ben attaccata al nostro viso. L’Italia, forse, uscirà dallo stato di emergenza Covid, ma rischia di entrare sempre di più in uno stato di emergenza dettato dall’unica pioggia che stiamo registrando, ovvero quella di bombe scagliate su innocenti in una guerra inaspettata, assurda e che da settimane ci tiene con il fiato sospeso. È come se la nostra vita fosse ormai un susseguirsi di stati di difficoltà dai quali rischiamo di uscirne sempre e comunque sconfitti. È tristissimo vedere quanto accade a poca distanza da noi. Le immagini che giungono ci riportano a un passato che pensavamo di aver relegato solo ai libri di storia. E invece, ci proiettiamo verso quella che dovrebbe essere la bella stagione profondamente colpiti nell’animo e nella testa. Se la nostra casa comune, quel Pianeta che da troppo tempo martoriamo violando delicatissimi equilibri, ci manda messaggi e insegnamenti inequivocabili, i fatti sociopolitici degli ultimi mesi (e non solo) a partire dalla catastrofe della guerra, mostrano palesemente l’umana incapacità di agire secondo ragione e buonsenso. Quella stessa ragione che ci ha permesso, nel tempo, di non essere più puro istinto, ma qualcosa di molto più evoluto.
Fabrizio Casinelli
Vita da strada
E così, senza accorgercene siamo entrati in primavera. Gli alberi sono più rigogliosi, gli animali escono dalle loro tane, i cinghiali continuano a girare per le nostre città, i fiori sbocciano e il sole inizia a riscaldarci. Forse troppo, perché si contano più di 100 giorni senza piogge significative in molte zone d’Italia e la siccità, come per il Po, “si fa grave”.
SOMMARIO N. 12 21 MARZO 2022
VITA DA STRADA 3
LUNETTA SAVINO È uno dei volti più popolari del grande e del piccolo schermo, veste i panni di Marina Battaglia nella serie del martedì sera su Rai1: “Cambiare pelle - dice – è un grande privilegio”
MATTEO OSCAR GIUGGIOLI
LELE ADANI
“Recito per sentirmi libero”: il giovane attore milanese è protagonista con Stefano Accorsi di “Vostro Onore” su Rai1 18
A pochi giorni dalla semifinale playoff, porta obbligata ai Mondiali di calcio per la Nazionale, intervista all’ex difensore oggi opinionista di Rai Sport 26
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VOLEVO FARE LA ROCKSTAR 2
MIRIAM DALMAZIO
LIVIO KONE
GENERAZIONE Z
Su Rai 2 la seconda stagione della family comedy diretta da Matteo Oleotto con Valentina Bellè. Dal 23 marzo in prima serata
Amica delle donne: la talentuosa attrice siciliana che presta anima e corpo all’avvocato Nina Battaglia si racconta
L’attore che in “Noi” interpreta il ruolo del figlio adottivo dei Peirò si racconta: “Non decidi tu dove nascere, ma decidi di quali persone circondarti”
Storie dei nostri ragazzi: da sabato 26 marzo per sei puntate alle 14.50 su Rai 2. Conduce Monica Setta
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RADIOCORRIERETV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 Numero 12 - anno 91 21 marzo 2022
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RadiocorriereTv
Capo redattore Simonetta Faverio In redazione Cinzia Geromino Antonella Colombo Ivan Gabrielli Tiziana Iannarelli
radiocorrieretv
Grafica Vanessa Penelope Somalvico
SPENCER
ANTEPRIMA
MUSICA
CULTURA
Kristen Stewart è Lady Diana nel film diretto da Pablo Larraín nelle sale dal 24 marzo
Al via a Ravenna le riprese di “Raul Gardini”, la docufiction interpretata da Fabrizio Bentivoglio e diretta da Francesco Miccichè
La mia rivoluzione senza compromessi: è uscito il nuovo album di inediti di Enrico Ruggeri
L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai
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LILLO E GREG
OSSI DI SEPPIA
MUSICA
BRAVE BUNNIES
La leggerezza migliora la vita: è una delle coppie più amate dello spettacolo, protagonista del programma di Rai Radio 2 “610 sei uno zero” in onda il sabato e la domenica alle 10.30
Sarajevo, l’assedio: le foto senza tempo della guerra. In esclusiva su RaiPlay dal 22 marzo
“30”, l’album di inediti della superstar Adele, è certificato Platino in Italia
Nonostante la guerra, a Kiev la produzione del cartoon ucraino non si ferma 64
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#EUROVISION
OMAGGIO A TOGNAZZI
PLOT MACHINE
Partiti i lavori per la costruzione del grande palco al Pala Olimpico di Torino. Lo spettacolo musicale in onda in eurovisione il 10, il 12 e il 14 maggio,
In occasione dei cent’anni dalla sua nascita tre film di uno dei principi della commedia all’italiana. Mercoledì 23 marzo dalle 19.10 su Rai Movie
Anteprima della puntata in onda su Rai Radio1
LE CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay
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PREMIO MORRIONE
BASTA UN PLAY
Tredici finalisti, cinque progetti di inchiesta: a Torino, dal 27 al 29 ottobre, le giornate della premiazione
La Rai si racconta in digitale
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TUTTI I PROGRAMMI SONO DISPONIBILI SU
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DONNE IN PRIMA LINEA Intervista al Vice Questore della Polizia di Stato Alessandra Verghetti, con incarico alla Direzione Centrale per gli Affari Generali e le Politiche del Personale 56
CINEMA IN TV Una selezione dei film in programma sulle reti Rai 68
VOLEVO FARE LA ROCKSTAR 2
IN LIBRERIA
TUTTE LE EMOZIONI DI
OLLI 6
TV RADIO
OCORRIERE
Divertente, ironica, romantica. Su Rai2 la seconda stagione della family comedy diretta da Matteo Oleotto. Con Giuseppe Battiston, Valentina Bellè, Angela Finocchiaro, Emanuela Grimalda. Dal 23 marzo in prima serata
“S
ono passati quasi due anni dall’ultima volta che Francesco mi ha dato un bacio. Non che mi sia annoiata nel frattempo eh! C’è stato il casino di Vittorio, che prima mi ha rubato una canzone e
poi ha pensato bene di rubare anche al fisco inglese, finendo in galera e coi beni sequestrati giusto un nanosecondo prima che potessi chiedergli un risarcimento. C’è stata la luuuunga trasformazione di Nice da arpia divora-proletari a dolcissima nonnina... e io faccio tanto la mona a prenderla in giro, ma … meno male che c’è lei, visto che senza i suoi “aiutini” non avrei saputo come mantenere i due alieni consumisti taglia extralarge che hanno preso il posto delle mie bambine”. È Olivia, interpretata da Valentina Bellè, a riportarci nel mondo di “Volevo fare la rockstar 2”, serie al via dal 23 marzo in prima serata su Rai 2. Dietro la macchina da presa, Matteo Oleotto. “Raccontare questa storia è stata una scommessa – afferma il regista – perché partivamo da un racconto di vita vera, un blog scritto da una mamma single con tre figlie ed era quindi fondamentale riuscire a non contaminare troppo la realtà con la finzione; perché avevamo scelto di raccontare personaggi umani, sfigati e nevrotici, per suscitare più l’empatia del pubblico che non l’astrazione in una dimensione edulcorata della vita; infine, perché abbiamo scelto di impiantare il racconto nella provincia del nord-est, una porzione di Italia che nasconde storie ed atmosfere incredibili ancora da scoprire. Per tutti questi motivi, mi sono impegnato a trovare una chiave giusta per raccontare in modo onesto e autentico una commedia family poco tradizionale”. Una serie caratterizzata da spaccati di vita intimi e “scomodi come mangiare il gelato a colazione perché non c’è altro in dispensa, farsi scappare una parolaccia quando ci sta bene o chiamare un amico non dal proprio ufficio, ma direttamente dal bagno” prosegue Oleotto. Realizzata da Pepito Produzioni e Rai Fiction, “Volevo fare la rockstar 2” riporta lo spettatore a Gorizia, nelle campagne e nei paesaggi del FriuliVenezia Giulia. “Il forte sentimento che nutro per questi luoghi ha sicuramente donato alla storia ancora più vita e realtà” conclude il regista friulano. Nel cast della serie Giuseppe Battiston, Valentina Bellè, Angela Finocchiaro, Emanuela Grimalda, Riccardo Maria Manera, Caterina Baccicchetto, Viola Mestriner, Anna Ferzetti, Francesco Di Raimondo, Sara Lazzaro. 7
Olivia (Valentina Bellè) Ritroviamo Olivia ancora mamma single, un po’ più matura e consapevole che il suo futuro non è stare su un palco a fare la rockstar. La sua bellezza è diventata più profonda ed evidente e il suo carattere anticonvenzionale la rende sempre una tipa davvero speciale, energica, instancabile, premurosa, impulsiva, lunatica e generosa. Ma certe cose non cambiano mai davvero e l’instancabile Olivia si ritrova sempre in equilibrio tra mille lavori. Oltre alla storia con Francesco, si aggiunge una novità che metterà Olli a dura prova: riuscirà a prendere l’agognato diploma di maturità?
Francesco (Giuseppe Battiston) Il nostro burbero milanese ormai si è stanziato a Caselonghe, dove continua a gestire un supermercato di prodotti a Km0. Nonostante il passato da motociclista bellicoso, è molto affidabile e ha un cuore d’oro. Per un po’ è stato con la figlia Martina in Canada, dove la ragazza frequenta l’università, ma poi è rientrato in paese per lasciarle il suo spazio. Il rapporto con Oli8
via non è mai stato semplice, ma sembra proprio che abbiano finalmente raggiunto una loro dimensione amicale, tanto che Francesco si è lanciato in una relazione stabile con Silvia, la sua nuova dirimpettaia.
Eros (Riccardo Maria Manera) Eros, il fratello di Olivia, è ormai iscritto all’università, più con l’idea di un parcheggio che con serie intenzioni culturali. È sempre carismatico, irriverente, brillante, un po’ codardo, disordinato e svogliato, senza alcun senso del dovere. A Casalonghe non è facile gestire il suo coming out, ma in tempi più recenti ha incontrato un ragazzo che sembra tenergli testa, Fabio.
Emma (Caterina Baccicchetto) Emma in questa stagione entra nel terribile mondo dei teenager quando compie 13 anni e, come la gemella, è vittima di inferociti ormoni adolescenziali. La nonna paterna, Nice, sta forgiando le due ragazze (Emma e la sorella Viola) a propria immagine e somiglianza e tra lezioni di chitarra, sedute
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consigliera (non sempre, anzi, quasi mai apprezzata) della famiglia Mazzuccato. Adesso la donna si trova però a battagliare per il cuore delle nipoti con una rivale dai potenti mezzi, Nice. Anche Olivia ed Eros sembrano non avere più bisogno di lei, ma Nadja non si lascia intimorire.
Nice (Angela Finocchiaro) La colta, elegante, altera e decisamente ricca Nice da quando ha scoperto, nella scorsa stagione, di essere la nonna delle gemelle, ha un vero debole per loro, nonostante la spremano e alle volte si approfittino di lei. E il fatto che glielo conceda, ci fa capire quanto bisogno abbia di loro. Nice, però, vuole trasformare le ragazze in degne eredi del suo cognome, motivo per cui le deve portare dalla sua parte nutrendole e viziandole con ogni mezzo
Silvia (Anna Ferzetti) È la nuova fidanzata di Francesco, un’avvenente 42enne, brillante e pragmatica. Professoressa alle scuole serali per scelta e per passione. Silvia è una giramondo e, sempre dietro al suo lavoro, finisce a Caselonghe dove l’incontro con Francesco le fa desiderare di poter finalmente mettere radici. È una donna forte e indipendente, ma nella relazione con Francesco, scopriamo anche la sua vulnerabilità e insicurezza. Per conquistare definitivamente il suo cuore, si troverà a battagliare con la sua alunna favorita e più brillante: Olivia.
Fabio (Francesco Di Raimondo)
di shopping e bon ton, stanno prendendo le distanze dal più selvaggio stile Mazzuccato. I geni però non tradiscono ed Emma, così come Olivia, è tenace e vitale e riesce a tenere testa a nonna e mamma per ritagliarsi un po’ di spazio ed esplorare il mondo.
Viola (Viola Mestriner) Viola, proprio come la sorella, è in piena trasformazione anche se sempre un piccolo passo avanti nello sviluppo, tanto che per lei i teen sembrano arrivati già da un po’. Con Emma, Viola beneficia delle attenzioni di nonna Nice ed esplora nuove possibilità, come l’equitazione, un armadio nuovo e un impensato universo di occasioni per il futuro. La ritroviamo affiatatissima con la sorella e in lotta con la mamma, alla ricerca di identità e indipendenza.
Nadja (Emanuela Grimalda) Nella precedente stagione Nadja è riuscita a riconquistarsi il ruolo di mamma e nonna, nonché di sciamana e personale
OCORRIERE
Ha poco più di vent’anni, è bello e affascinante, si trucca e non ha problemi a manifestare la sua sessualità fluida, né tantomeno a rendere noti i suoi sentimenti. Fabio è romantico, energico ed è un artista talentuoso: un writer che convive con i suoi amici, artisti come lui. L’incontro con Eros è per lui una svolta e non è disposto a cedere alle insicurezze del ragazzo che cerca di boicottare in tutti i modi il loro amore.
LA STORIA RIPRENDE COSÌ Olivia vuole riconquistare Francesco, ma non ha fatto i conti con Silvia, la sua nuova fiamma. Se Eros sembra preso dalla vita universitaria e dal flirt con Fabio, le gemelle hanno occhi solo per Nice. Sola, e con il cuore a pezzi, Olivia decide che è arrivato il momento di riprendere in mano la sua vita. Non può immaginare che si troverà ad affrontare una duplice sfida.
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LUNETTA SAVINO
©Matteo Graia
CAMBIARE PELLE, UN GRANDE PRIVILE 10
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EGIO
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È uno dei volti più popolari del grande e del piccolo schermo. Per l’attrice barese una nuova sfida (vinta): vestire i panni della cinica avvocata Marina Battaglia nella serie del martedì sera su Rai1. «Mi ha conquistato per il suo atteggiamento verso la professione, nei confronti della vita, delle figlie, per il suo modo di porsi» afferma. E aggiunge: «Quando un racconto è ben scritto, ben diretto, riesce a comunicare la complessità degli esseri umani, che non sono mai solo bianchi o solo neri»
C
ome è stato il suo incontro con Marina Battaglia e con il copione della serie? Sicuramente un incontro felice, come lo sono quelli con i personaggi non ancora incontrati sulla strada, per lo meno non così ben delineati e ben scritti. Marina Battaglia mi ha subito conquistato per il suo atteggiamento verso la professione, nei confronti della vita, delle figlie, per il suo modo di porsi. Noi, da attori, non giudichiamo i personaggi che interpretiamo, ma quello di Marina è finalmente un po’ scorretto, un po’ cinico, un po’ diverso da quelli che ho fatto sino a ora. Lei è una donna borghese, appartenente a un ambiente nordico. Tutto si svolge a Milano e per questo ho provato a utilizzare una leggerissima cadenza milanese. Dal copione al set… Un copione può essere scritto bene, poi ci vuole un bravo regista che riesca a metterlo in opera. Anche quello con Simone Spada è stato un primo incontro, ed è stato felice. Lui ha portato energia e positività sul set, mettendo insieme un gruppo di attrici così diverse l’una dall’altra e che non avevano mai lavorato insieme. Si è creata un po’ alla volta la famiglia Battaglia. Quanto è divertente, per un’attrice, calarsi nei panni di una donna così determinata e “battagliera” come Marina Battaglia? Lo è molto. Marina fa parte di quella tipologia di personaggi che appartiene all’immaginario collettivo de “Il diavolo veste Prada”, interpretati da attrici come Glenn Close che hanno avuto occasione di mettere in scena donne forti, ciniche, scorrette. Una madre tutta d’un pezzo e il rapporto non facile con le tre figlie… Anna (Barbora Bobulova), Nina (Miriam Dalmazio) e Viola (Marina Occhionero) sono diverse l’una dall’altra e hanno un rapporto non semplicissimo con la madre, anche perché Marina non è di certo una che fa passare le cose in silenzio, si capisce che ha formato e cresciuto le proprie figlie con affetto e con l’atteggiamento di chi non accetta la resa, la fragilità. È una madre che svicola dai sentimentalismi, vuole forgiare le figlie secondo il suo modello di donna, che corrisponde a quello che è lei. Anna, da un certo punto di vista, è la più forte, tanto è vero che va via dallo studio della madre per andare a lavorare in quello rivale. 11
©Matteo Graia
Le sarebbe piaciuto avere un po’ del cinismo di Marina da
moglie non ha mai perdonato quella scelta. Marina nel tem-
usare al momento giusto nella vita? (sorride) Mi diverte farla, ma non so se mi sarebbe piaciuto. È vero che ci sono momenti in cui avresti bisogno di essere un po’ più fredda rispetto agli incidenti di percorso. Non lo sono molto nella vita, mi faccio forse ancora un po’ ferire. Anche se poi, man mano che vai avanti, impari a farti scivolare addosso un po’ le cose. Non dico di essere come lei, ma forse un pochino ho imparato a essere più simile a Marina.
po si è creata una grande corazza, incontrando nuovamente
Sin qui abbiamo parlato delle donne, ma come escono gli
Un pochino me lo chiedo ma non mi faccio influenzare, so-
uomini da questo racconto? Bene e male al tempo stesso, proprio come accade con le donne. Come tutti i personaggi ben concepiti anche gli uomini hanno le loro zone d’ombra e quelle positive. Per cui c’è Alberto, il marito di Anna interpretato da Thomas Trabacchi, un bellissimo personaggio, molto legato alla moglie, alla famiglia che ha costruito, ha un bel rapporto con la suocera, ma anche lui combinerà qualcosa per cui il matrimonio traballerà un pochino. E poi c’è Massimo, il personaggio di Giorgio Marchesi, vecchio amico ma anche vecchia fiamma di Anna. Il loro reincontrarsi metterà un po’ in crisi la relazione matrimoniale di Massimo. Infine, c’è Giorgio, il mio ex marito e padre delle ragazze interpretato da Massimo Ghini: è il classico uomo fedifrago, andato via vent’anni prima con la baby sitter alla pari e al quale la 12
Giorgio tira fuori le unghie e l’ironia tagliente del caso. “Studio Battaglia” è un plot molto ben concepito, ricco di storie, di relazioni sentimentali e parentali complesse, di colpi di scena. Ed è anche molto divertente. Quando decide se accettare un ruolo, al cinema o in una serie, le capita di chiedersi se questo piacerà al pubblico, se gli spettatori la vedranno bene in quei panni? no sempre delle belle sfide. Penso che la cosa importante sia restituire con onestà e decisione i personaggi che si vanno a interpretare, in modo che le persone possano identificarsi in una madre, in una donna come Marina, che possano comunque apprezzarla. E comunque divertirsi o commuoversi con lei. Se l’attore non deve giudicare il personaggio, non deve nemmeno fare in modo che sia giudicato. Quando un racconto è ben fatto, ben scritto, ben diretto, riesce comunque a comunicare la complessità degli esseri umani, che non sono mai solo bianchi o solo neri. Questa serie, i suoi personaggi, riusciranno a trovare i propri fan, le proprie fan. Le è capitato di provare nostalgia nei confronti di un personaggio abbandonato alla fine di un film o di una serie?
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Soprattutto tenerezza. È come lasciare che vada per la propria strada. Paradossalmente ti puoi chiedere: “Chissà Cettina (Un medico in famiglia) cosa avrà fatto, cosa avrà combinato nel frattempo?”. Immaginare il futuro di un personaggio che hai interpretato può essere un gioco divertente. Certo, può succedere quando è stato così amato e ha avuto una vita così ricca. Ci sono personaggi che ti danno istruzioni per l’uso su come affrontare la vita, certe prove difficili. Penso a Lucia Frisone de “Il figlio della luna”, a Felicia Impastato, donne straordinarie, realmente esistite e che sono anche modelli di vita. E poi ci sono i personaggi di pura invenzione che hai la possibilità di esplorare, di fare vivere, con cui puoi fare un pezzo di strada. Un attore come evita il rischio di cadere nella routine? A volte c’è la stanchezza di tante ore di lavoro ma devo dire che in generale, anche rispetto alle esperienze meno coinvolgenti che ho fatto, ho sempre avuto un atteggiamento costruttivo, positivo, ho sempre evitato di andare con il piede sinistro perché tanto è mestiere, lavoro. Non capisco questo tipo di atteggiamento. Ogni cosa ha un suo valore, altrimenti la rifiuti. Tra i film che ho fatto ce ne sono alcuni a cui sono più legata perché erano oggettivamente di ottima qualità. Non basta fare un bel personaggio, devi stare anche in un contesto di valore: è l’insieme che deve funzionare. La popolarità, più un onere o più un onore?
OCORRIERE
Tutti e due. Ma diciamo la verità, è più un onore e anche una grande fortuna. Ti permette di scegliere di più e ti restituisce un amore e una stima da parte del pubblico di cui noi attori abbiamo bisogno assoluto. Non capisco i registi, gli attori, che recitano per se stessi, che fanno esercizi autoreferenziali, che non tengono conto del pubblico, per me non è così. Cerco sempre di unire l’alto e il basso e, anche quando sto facendo una cosa che apparentemente è di difficile comprensione, devo trovare il modo di farla arrivare al pubblico più vario possibile. Una cosa che possano capire gli adulti e i bambini, le persone più colte e quelle meno. Se non avesse fatto l’attrice sarebbe stata forse un avvocato? No, un avvocato proprio no (sorride). Non so cosa avrei fatto, forse la cantante. Adoravo cantare e quando posso canto. Ma siamo in un campo molto vicino. Tanti successi alle spalle, una carriera che prosegue a gonfie vele. Quali sono i sogni e le ambizioni di Lunetta? Continuare a fare quello che ho sempre fatto, anche rallentando un po’, senza dovere lavorare troppo, anche perché ho lavorato tanto e bisogna fare spazio ai giovani. Vorrei continuare a fare teatro e anche tutto il resto incrociando personaggi ancora diversi, nuovi compagni di lavoro. Poter cambiare pelle continuamente è un grande privilegio.
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MIRIAM DALMAZIO
©Matteo Graia
AMICA DELLE DONNE
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OCORRIERE
Bocca cucita sul nuovo progetto Rai che la vede impegnata in questi giorni, il RadiocorriereTv incontra la talentuosa attrice siciliana che presta anima e corpo all’avvocato Nina Battaglia: «È facile giudicarla severamente, dire che sia la classica borghesotta milanese, antipatica e snob. Sono andata a cercarla proprio nei suoi pochi momenti privati, andando a scovare la sua fragilità»
U
na siciliana a Milano, com’è andata? Un viaggio emozionante che ci ha impegnato molto nel riadattamento di una serie inglese, quasi introvabile in Italia. Uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare è stato proprio il non dover fare la siciliana, è un ruolo completamente nuovo per me, quello della milanese in carriera, divisa tra tailleur e aperitivi. È stato tosto, soprattutto dal punto di vista della dizione, anche perché sono una siciliana che vive da anni a Roma e ho dovuto compiere un doppio sforzo di correzione. Per me Milano è come New York, e dopo la serie ancora di più. Abbiamo girato tra i grattacieli della città, tra prospettive, linee così dritte e molto grigio a me sconosciuto. Che esperienza è stata sul set di “Studio Battaglia”? Un’esperienza molto serena, quando ti ricapita di lavorare con tutte queste donne? Ci siamo fatte simpatia subito, è stato molto facile entrare in sintonia. Devo ringraziare poi il regista, Simone Spada, professionista pazzesco, una persona davvero simpatica e aggregante. La novità è il racconto di una famiglia al femminile, ricrearla non è stato difficile grazie a tutte le condizioni favorevoli. Il pubblico, credo, non farà fatica a riconoscersi nei temi affrontati, trasversali e che riguardano tutti noi. Qual è stato il punto di incontro tra la scrittura ricca di Lisa Nur Sultan e il ritmo visivo di Simone Spada? La storia della famiglia, che appartiene alla cultura italiana. Su questo c’è stato accordo da parte di tutti, cast, sceneggiatori, regista. Abbiamo lavorato sul ritmo, ma soprattutto sull’ironia. È una serie che unisce molti generi, il family, il legal, il drammatico, quello che abbiamo voluto evitare è stato il mélo. L’aspetto ironico doveva essere il collante, il regista è stato molto bravo a orchestrarci e indirizzarci in questa direzione, tenendo un’ironia molto asciutta, stile british. Qual è stato il suo incontro con Nina, dalla prima lettura alla messa in scena? Nina ha bisogno di tempo per essere realmente compresa. Nella serie ci sono molti momenti in cui sta davanti alla gente, pochi invece quelli privati. Potrebbe essere facile giudicarla severamente, considerarla la classica borghesotta milanese, antipatica e snob. Anche io l’ho fatto, poi però le ho dato fiducia e sono andata a cercarla proprio nei suoi pochi momenti intimi, 15
andando a scovare la fragilità. È questa forse la caratteristica che accomuna tutte le donne Battaglia, non rinunciare mai alla propria femminilità in un contesto prettamente maschile, quello dell’avvocatura. Sono donne che si fanno strada e costruiscono la loro identità e forza non dimenticando fuori dal lavoro quell’universo caldo, amorevole, fragile. All’inizio non riuscivo proprio a trovare il cuore di Nina, quando è successo l’ho accolta. Dietro i personaggi “antipatici” a volte si nascondono belle sorprese… È vero, infatti sono andata a scovare la sua bellezza proprio dietro le crepe interiori.
Al centro della vita di queste donne, la famiglia e una madre come Marina, qual è il quadro che ne esce? La famiglia tradizionale non esiste più, ma trova i propri equilibri anche con un braccio amputato, nel nostro caso un padre che se n’è andato da casa molto presto. La famiglia Battaglia si adatta ai tempi e a ciò che di negativo succede nelle vite delle sue componenti, unite nonostante tutto. Si scontrano, in particolare con questa madre, ma quando si ritrovano insieme a casa si ricompattano. Un ritratto al femminile variegato. In quale di queste donne
Una storia “popolare” e allo stesso tempo originale e moder-
si riconosce di più? In questa fase della mia vita direi Anna, la sorella maggiore. Sono molto diversa da Nina, sono per la famiglia, ma non trascuro il lavoro, tengo ai sentimenti, agli amori e agli affetti e, come lei, mi piace manifestarli. Vivo un po’ come Anna, sulla fune, cercando di mantenere l’equilibrio tra carriera e famiglia.
na…
Si è parlato di questa serie come una storia di sorellanza.
Quali sono gli interrogativi che potrebbe porsi il pubblico? È una serie che ti permette di sbirciare le altre famiglie, di sollevare dubbi, ci riappacifica all’idea che tutti devono affrontare problemi, e che non siamo perfetti, ma va bene così (ride).
È quello che, fortunatamente, sta capitando in molte serie del Servizio Pubblico, in particolare quelle al femminile. Non si raccontano più modelli estetici, ma storie forti di donne che vivo©Matteo Graia
quello che succede nella nostra società: donne che affermano se stesse e le proprie scelte.
no per uno scopo fortissimo e non trascurano l’aspetto familiare. Sono donne che hanno un fuoco dentro, sono lo specchio di 16
Che rapporto ha lei con le donne? Non amo gli attriti, in particolare sul lavoro. In questo non faccio mai una distinzione tra uomini e donne, se percepisco un’energia strana cerco di capire il perché e di smussare gli angoli. Provo a cercare un punto in comune, in particolare con
TV RADIO
chi percepisco distante. Sono stata fortunata perché lungo il
rienza cinematografica, tutti mi riconoscevano, è stato strano
mio percorso ho sempre trovato donne affabili, mai competi-
e imbarazzante, anche perché prima nelle case degli italiani ci
tive. Penso di sembrare anch’io molto amichevole e con me la
entravo grazie alla televisione. È stato incredibile.
gente si pone sempre in una maniera molto morbida. Le donne non mi vedono come una rivale, ma come un’amica.
Il mondo della serialità è in continua crescita, anche il cinema si è avvicinato. In che direzione spera vada la sua car-
Quali sono le donne che hanno lasciato un’impronta nella
riera?
sua vita?
Non c’è più questo dislivello tra cinema e tv, a volte le produ-
Quando ero molto giovane ho fatto l’hostess nei villaggi Valtur
zioni di serie sono quasi più belle di molti film, e il mondo dei
e, una volta, in Marocco, incontrai una psicoterapeuta che mi ha
cortometraggi, che amo moltissimo, è in continua espansione.
iniziata a un mondo spirituale a me sconosciuto. Era buddista,
Ci sono nuove opportunità, io sono una onnivora, mi va bene
una donna piena di saggezza che ho seguito a casa sua vicino
tutto, purché ci sia un bel gruppo di lavoro e la voglia di andare
Roma per una settimana. Questo incontro mi ha aperto a nuove dimensioni, penso di poter dire che esiste una Miriam prima e una dopo quell’incontro. Purtroppo, non la vedo più da tempo,
insieme verso la verità, non finzione anche nella fiction. C’è un ruolo al quale si sente di dire grazie?
ma la porto sempre nel mio cuore.
Giada ne “Il Cacciatore”, una serie molto cinematografica e pie-
Quali sono i momenti di svolta nella sua carriera?
tenso, ero pronta ad affrontare quel personaggio, anche perché
L’ingresso al Centro sperimentale di cinematografia è stato determinante ha fatto da ponte tra la Sicilia e la mia vita a Roma. I tre anni trascorsi in questa scuola mi hanno permesso di sco-
na di talenti. È stato tutto perfetto, il mio ruolo era denso, inero appena diventata madre e il mio stato emotivo si allineava perfettamente alla storia.
prirmi come attrice e di conoscermi meglio come persona. È
Le capita mai di pensare alla sua vita senza un palco su cui
infatti un momento di grande introspezione, un viaggio intimo
esprimersi?
che ti spinge alla conoscenza di chi sei. Nella mia carriera, inve-
Assolutamente no. Ho sempre desiderato questo, spero di ave-
ce, una svolta importante c’è stata con Checco Zalone che mi ha
re per molto tempo la possibilità di esprimermi in questo mon-
voluta in “Sole a catinelle”. Dopo quel film, la mia prima espe-
do.
OCORRIERE
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MATTEO OSCAR GIUGGIOLI
Gli inizi a teatro, il cinema e poi tanta Tv per costruire esperienza. Il RadiocorriereTv incontra il giovane attore milanese, protagonista con Accorsi di “Vostro Onore” su Rai1: «È stata una grande prova. Stefano è stato molto generoso con me, mi ha levigato mantenendo integro il
©FRANCESCA CASSARO
mio modo di lavorare e di essere»
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RECITO PER SENTIRMI LIBERO
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osì giovane e così tanta esperienza. Com’è andata in “Vostro Onore”? È stata una grande prova, forse il personaggio che ho scavato più a fondo. Impegnativo perché andava a toccare delle corde molto basse che mi hanno portato a lavorare su livelli emotivi molto delicati. Cosa è rimasto in lei di Matteo Pagani? Non è un personaggio che alza mai la voce, non è fuoco, piuttosto acqua, mite, ferma in superficie, ma che nel profondo è attraversata da grandi scossoni, non sempre facili da controllare. Ha mai pensato “se questa esperienza umana fosse capitata a me”? Quando si parla di vita e di morte non ci sono più scelte giuste, ma solo quelle per la sopravvivenza. Davanti al commissariato padre e figlio ci arrivano con l’intento di fare la scelta “giusta”, costituirsi, ma quando Vittorio comprende che la vita di suo figlio è in pericolo, fa un passo indietro. In gioco c’è qualcosa di più grande per cui sei disposto a fare qualsiasi cosa. Il suo personaggio è chiamato a prove dure nella vita, come si pone lei davanti agli ostacoli della vita? Vanno affrontati, ci devi un po’ parlare. Se hai paura di viaggiare, devi prendere un aereo, se hai paura di uscire devi prendere le scale e andare. Una volta un amico mi ha detto che si cresce quando in vacanza, in un Paese straniero, ti si rompe una ciabatta e non potendola ricomprare riesci comunque ad aggiustarla con un filo interdentale. Solo affrontando un problema puoi provare a superarlo. Una produzione visivamente molto bella, un cast di altissimo livello. Qual è stato lo scambio professionale con Stefano Accorsi? Stefano è stato molto generoso con me, mi ha levigato mantenendo integro il mio modo di lavorare e di essere. Quando sei un attore così grande e affermato, aiutare un collega giovane a essere credibile è certamente un punto di arrivo importante. Non vedo l’ora di arrivare anch’io a questo livello, di avere un’esperienza tale da permettermi di dare dei consigli a qualcuno. Non è scontato fare quello che ha fatto Stefano, avrebbe potuto pensare “non devo insegnare niente a nessuno, mica siamo a scuola”. Lui invece è un uomo molto dolce. Stefano Accorsi ha detto che c’è stata molta alchimia tra voi… Sono molto felice delle sue parole. Pensa che in Italia gli attori giovani abbiano lo spazio che meritano? Forse bisognerebbe investire di più sui ragazzi, non solo nel nostro settore. Ho sentito un’intervista al filosofo Umberto Galimberti nella quale diceva che l’età in cui l’essere umano è più efficiente e brillante è quella che va dai 15 ai 30 anni. Puntare sui giovani è puntare sul futuro, questa la strada giusta, porta freschezza, novità. Il futuro è di nostra proprietà. Come nutre il suo futuro? Nella professione non ne ho la più pallida idea (ride), è sempre tutto molto in bilico. È pieno di ragazzi bravi che vogliono fare gli attori, 19
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io posso solo dire che continuerò a impegnarmi al massimo, ma quello che verrà domani non lo so. Sempre Galimberti sosteneva che i ragazzi sono i proprietari del futuro, ma quello di oggi è qualcosa che non si vede o che fa paura. A maggior ragione, visto tutto quello che sta capitando, la fiducia nei nostri confronti dovrebbe essere maggiore. Non ce la dobbiamo guadagnare, ci spetta di diritto. Dal cinema alla Tv. Qual è la strada che vuole percorrere? Il mio obiettivo rimane il cinema, ma la televisione, la serialità è una gran palestra necessaria per acquisire esperienza e precisione per affrontare percorsi ancora più ambiziosi. Lavorare in progetti lunghi come quelli seriali ti dà l’opportunità di stare sul set molto tempo e crescere. È come allenarsi in palestra per 20 giorni, il petto ti cresce un po’, ma se ci vai 100 giorni i muscoli si rafforzano ancora di più. Con quali maestri del passato avrebbe voluto lavorare? Ne potrei dire tanti, Fellini, Antonioni, Rossellini, impossibile sceglierne uno con una rosa di scelta così ampia. La nuova scuola di registi ne porta tutto il peso, il futuro del cinema italiano è in buonissime mani con professionisti che hanno fatto 20
tesoro del grande passato, realizzando oggi delle cose pazzesche. Da chi le piacerebbe essere diretto oggi? Spero di lavorare ancora con Francesca Mazzoleni che mi ha diretto in “Punta sacra”, uno dei film più belli del 2021. Mi piacerebbe avere esperienza con Matteo Garrone, ma anche con i fratelli Innocenzo per il tipo di percorso che potrei avere, chiudermi dentro e stare un po’ male (ride). Ricorda il momento in cui ha scelto di diventare un attore? Perfettamente. Ero appena tornato a casa dalla mia seconda lezione di teatro. Ero talmente su di giri per questa scoperta, per le sensazioni pazzesche provate, che a mia mamma ho subito detto “non ho più voglia di allenarmi a basket, voglio recitare”. Cosa significa recitare? Bisogno. È il modo più veloce per arrivare a tirare una boccata d’ossigeno, per sentirmi libero. È una sensazione che sento molto più forte quando sono a teatro, dove si suda, ti muovi e ti scarichi. È un po’ come andare dalla psicologa. Lo faccio perché ne sento il bisogno. Cosa prova intercettando lo sguardo del pubblico?
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Avere su di me gli occhi puntati del pubblico mi carica molto,
come un esame, come un ragazzo che frequenta l’università e,
e allo stesso tempo mi agita, una sensazione che si placa un
dopo aver studiato molto, non superarlo è uno sberlone, una
attimo dopo aver compiuto il primo passo fuori le quinte. Da
porta chiusa in faccia. Se qualcuno ti dice che non sei pronto,
quel momento in poi è libertà massima. Mi fa molta più paura il pubblico che segue cinema e Tv, molto più numeroso, più “cattivo”. A teatro forse la gente ti conosce meglio, ti sceglie, mentre con un intermediario come la telecamera l’attore porta
forse è più facile, ma se capisci che non sei abbastanza, allora ci stai male. A 20 anni è facile scambiare queste cose, il “non sei abbastanza” può ferirti. È una questione soggettiva, a me i no, i
solo un’altra persona.
rifiuti, mi fanno riflettere, mi buttano molto giù.
E lei che spettatore pensa di essere?
E se la voglia di dire no a un progetto venisse da lei?
Mi lascio affascinare e trasportare dalle cose, non sopporto le
Fortunatamente sono riuscito a dire no quando un progetto
persone che devono trovare sempre qualcosa da commenta-
non mi convinceva, anche se alla mia età è un attimo sbagliare.
re, non ce n’è bisogno. Non vuol dire non avere senso critico,
Bisogna stare attento a come ti muovi, sei sempre quello che
semplicemente lasciarsi accompagnare da quello che si vede senza pensare troppo al perché. A volte si dicono cose negative quando non si capisce, ma non significa che la stessa cosa non sia intellegibile da altri.
deve dimostrare qualcosa, non sempre ti credono e ti si chiede di stare a testa bassa. Io sono riuscito fino a oggi a “scegliere”, ma è sempre difficile e rischioso.
Come si pone davanti a un rifiuto, a un provino andato male?
Prossime tappe della sua carriera?
Il mio agente dice sempre: fai un provino e dimenticalo. Sug-
Sto girando “Billy” di Emilia Mazzacurati, ma non posso dire di
gerimento inapplicabile alla mia persona. Io vivo ogni provino
più.
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LIVIO KONE
L’attore che nella serie di Rai1 interpreta il ruolo del figlio adottivo dei Peirò si racconta al RadiocorriereTv: «Non decidi tu dove nascere, ma decidi di quali per-
©Jessica Guidi
sone circondarti: la famiglia può essere la scuola, l’oratorio, la comunità»
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IO, DANIELE,
NOI
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osa l’ha portata a prendere parte a questo progetto? La storia del mio personaggio, Daniele.
Cosa c'è di "speciale" in lui? È un uomo realizzato, che a 34 anni decide di rimettersi in gioco cercando il suo vero padre. È sempre stato il suo chiodo fisso, nonostante sia stato abbandonato. Ha messo da parte l’orgoglio ed è andato a cercarlo. Questo l’ha reso molto umano. Che cosa ha pensato una volta letto il copione e “conosciuto” Daniele? Questo sono io (sorride), mi sono riconosciuto in tante sue caratteristiche. Ho capito che il personaggio poteva essere una mia versione 34enne. Che cos’è per lei la famiglia? Non deve esserci per forza un legame di sangue. La famiglia la puoi anche scegliere. Non decidi tu dove nascere, ma decidi di quali persone circondarti: la famiglia può essere la scuola, l’oratorio, la comunità. Cosa significa per un attore dare forma a sentimenti potenti come quelli raccontati in “Noi”? Vuol dire avere anche coraggio. Con Daniele ho dovuto affrontare aspetti che, come Livio, non avevo ancora indagato. Calandomi nei suoi panni sono stato costretto ad andare a fondo, a guardarmi allo specchio. Cosa porterà con sé di questa esperienza? Siamo stati una bellissima famiglia sul set e anche fuori. Finito il lavoro ci si ritrovava a casa dell’uno o dell’altro per stare insieme, per mangiare una pizza. Tutti, anche dopo dieci ore di lavoro. Ho amato girare la serie, ma molte emozioni sono proprio legate ai momenti di condivisione. Di fronte a tutto questo, a questa grande sintonia, ho ricordi davvero bellissimi. Che scambio ha avuto con i suoi fratelli televisivi? 23
©Jessica Guidi
Di piena complicità, di sostegno. Qual è per lei il valore della parola “Noi”? L’Italia, il racconto della serie unisce. Qual è il "compito" della serialità, del racconto… Non so se una storia debba per forza finire bene o raccontare qualcosa di positivo. Una storia o un film devono solo testimoniare, raccontare la realtà, esserne una fotografia. Nella serie la musica è protagonista e accompagna le vite dei personaggi. Ci sono canzoni che hanno fissato i momenti clou della sua vita? Penso soprattutto a “Donne” di Zucchero, perché le donne hanno avuto un ruolo rilevante nella mia vita: sono cresciuto con mia mamma, mia zia.
Com’è nata la sua passione per la recitazione? Per caso. Ho sempre giocato a calcio, ma una volta attaccate le scarpe al chiodo ho dato sfogo alla curiosità nei confronti di questo mondo che già mi affascinava, anche grazie a un certo cinema americano. Feci domanda di audizione in un’accademia, mi chiamarono, andò bene e mi iscrissi. Da lì è stato un amore sempre più intenso. C’è una pellicola che porta nel cuore? Un film recente “Una famiglia vincente – King Richard”, che racconta la determinazione del padre-allenatore delle sorelle Venus e Serena Williams, interpretato da un grande Will Smith. Una storia che racconta come il “sentirsi già”, sia cosa molto potente, e di come avere un punto di riferimento, una famiglia, sia fondamentale per raggiungere un obiettivo.
Non rimuginando il passato, non proiettandosi troppo nel futu-
Un sogno nel cassetto? Riuscire a farmi una famiglia. Avere una compagna, dei bambini… ovviamente continuando a fare l’attore, facendo film (sor-
ro, ma vivendo il presente e seguendo il flusso della vita.
ride).
Come si costruisce la felicità?
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Nelle librerie e negli store digitali
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LELE ADANI A pochi giorni dalla semifinale playoff, porta obbligata ai Mondiali di calcio per la Nazionale, il RadiocorriereTv incontra l’ex difensore di Brescia, Fiorentina e Inter, oggi opinionista di Rai Sport e protagonista, insieme ad Alessandro Antinelli, del pre partita televisivo
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uglio 2021 la vittoria agli Europei, autunno 2021 l’Italia manca la qualificazione e finisce ai playoff. Che cosa è successo in quei mesi ai ragazzi di Mancini? È stata persa un po’ la magia legata alla voglia di stupire che agli Europei si è trasformata in realtà. L’analisi calcistica ci deve riportare a prima del campionato europeo: l’Italia è una squadra forte, ma non è la più forte. Avendo probabilmente 3, 4, 5 squadre che competono con lei, o anche superiori, perdendo quella meraviglia e quell’incastro che capita poche volte nella vita, e che spesso si rivela nei tornei corti, torni un po’ a livellarti. Ciò non toglie che la nostra Nazionale avesse prodotto cose sufficienti per passare il turno e andare ai Mondiali. Purtroppo, situazioni che vanno ad aggiungersi a questa magia scemata, hanno portato un po’ di paura: alla fine ci siamo trovati in un problema senza aspettarcelo e non siamo riusciti a risolverlo. Che cosa è mancato in campo negli ultimi incontri? Principalmente il concretizzare. Tolta l’ultima pagina, la partita in Irlanda del Nord, avevamo fatto sufficientemente bene per raccogliere ciò che ci sarebbe bastato. Arrivati lì abbiamo fatto errori vistosi, la sorte non ci ha aiutato e siamo arrivati corti.
TESTA, CUORE E QUALIT DI GIOCO
Il 24 marzo l’Italia scenderà in campo con la Macedonia del Nord, che partita sarà? Da vivere in maniera seria da tutti i punti di vista: tecnico, tattico, fisico, mentale, umorale. Penso che il connubio testa-cuore sarà determinante, accompagnato dalla qualità del gioco, dall’entusiasmo del nostro pubblico. Sarà la partita che dovrà richiamare le migliori qualità del calciatore e dell’uomo. L’Italia tenterà di riproporre l’ossatura dell’europeo, che squadra vedremo in campo? Una squadra che cercherà di dominare il gioco e di fare la partita con il pallone, cercando di trovare geometrie, ritmi, tempi, mettendo in condizione i nostri attaccanti di esprimersi al meglio. Quando hai avuto un problema in zona gol devi cercare di fare arrivare più palloni, più ne arrivano più agli attaccanti è concesso di andare in ritmo, di sbagliare qualcosa, ma di trovare anche la palla vincente. Noi possiamo fare il nostro calcio di proposte di palleggio, di ricerca di dominio, stando più attenti e non trascurando mai il campo. 26
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Che cosa dobbiamo temere della Macedonia? Non è più una squadra battibile in partenza, come poteva essere una volta. Le loro conoscenze si sono evolute. È una squadra discretamente organizzata, ma non possiamo preoccuparci di loro, la nostra prestazione, il nostro risultato vengono preoccupandoci di noi. Altra gara da tenere sott’occhio sarà Portogallo-Turchia, chi dobbiamo temere di più in una auspicabile finale playoff? Senza ombra di dubbio il Portogallo, che non avrà Ruben Dias, centrale forte del City, che è infortunato. Il Portogallo lo posso definire più forte dell’Italia, ma sul campo da calcio il gap si può colmare con tutte quelle qualità che l’Italia tira fuori quando sta bene, è concentrata. Un consiglio al CT Mancini? No, Mancini ha cambiato il modo di intendere il calcio e sicuramente ha le chiavi, le letture e la personalità per fare le scelte giuste. Abbiamo vinto gli Europei rivoluzionando il nostro stile. Dobbiamo essere noi stessi. Sono sicuro che il CT metterà tutti 28
sullo stesso piano, non possiamo permetterci di non far giocare chi se l’è guadagnato nelle ultime settimane. Non essendoci stata la possibilità di lavorare tanto sulla squadra, Mancini riceverà le indicazioni dal campionato, unendole a ciò che lui conosce dei suoi ragazzi. Farà la scelta giusta. Una grande carriera in campo, sta dando ora grande prova anche dietro al microfono. Che emozioni le dà raccontare il calcio ai telespettatori? Cerco di restituire quello che il calcio mi ha dato. Ho realizzato il sogno di fare il calciatore, non avrei mai pensato di riuscire a giocare a certi livelli e raggiungere certi obiettivi, dalla Nazionale alla Champions. Cerco di raccontare i protagonisti, le loro storie, e di portarle nelle case delle persone. È una piacevole missione dalla quale non mi sottraggo mai. Che cosa ha di tanto speciale il gioco del calcio? Accompagna le persone nel loro quotidiano, non fa distinzione tra ceti sociali, religione, sesso, arriva a tutti indistintamente. È una magia senza tempo.
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LA NAZIONALE SU RAI1, RAI RADIO1 E RAIPLAY
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ai Sport “esce” dal tradizionale studio del pre e post partita dei match degli Azzurri e scende in campo, per raccontarli direttamente dal cuore dell’evento. A partire dalla sfida del 24 marzo a Palermo contro la Macedonia del Nord, Alessandro Antinelli e Daniele Adani introdurranno la partita dalla postazione di commento, allestita questa volta sul prato del “Renzo Barbera”, e proporranno, grazie allo sforzo produttivo della Rai, una serie di immagini inedite per scandire pre partita, intervallo e post partita. La tele-
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cronaca del match sarà affidata ad Alberto Rimedio e Antonio Di Gennaro e, per la prima volta nella storia della Nazionale, a seguire la partita a bordo campo ci sarà una cronista, Tiziana Alla. In zona flash con i giocatori ci sarà Andrea Riscassi. A trasmettere la partita della Nazionale sarà anche Rai Radio1, la radiocronaca sarà affidata a Francesco Repice e a Daniele Fortuna. Da lunedì 21, dal ritiro di Coverciano, Radio1 realizzerà ampi resoconti delle conferenze stampa, interviste e servizi nei gr e collegamenti nelle trasmissioni.
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GENERAZIONE Z
Da sabato 26 marzo per sei puntate alle 14.50 su Rai 2. Conduce Monica Setta
©Assunta Servello
STORIE DEI NOSTRI
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RAGAZZI
n nuovo programma dedicato ai giovanissimi sta per andare in onda su Rai2 (dal 26 marzo alle 14.50), è “Generazione Z” condotto da Monica Setta. Uno spazio che racconta la generazione stretta tra pandemia e guerra in Ucraina, tra didattica a distanza, nuovi rapporti con le famiglie, la scuola e gli amici. Sei puntate per approfondire il grado di conoscenza che esiste fra genitori e figli dei rispettivi mondi, con l'obiettivo di cogliere che cosa le ragazze e i ragazzi sanno oggi della politica, delle guerre o dell'economia. Verranno inoltre interpellate le istituzioni per capire che cosa sono pronte a fare concretamente per i cittadini del futuro. Per
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Monica Setta è un periodo intenso perché, oltre a “Uno mattina in famiglia” su Rai1 e “Generazione Z” su Rai2, è in onda quotidianamente su IsoRadio, mentre è in uscita il 31 marzo il suo ultimo libro "Italia, domani" economia, famiglie e conflitti (Rai Libri). "C'è un filo conduttore tra la TV e il libro" dice Monica Setta "racconto nel libro la grande occasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e come sarà il futuro dei nostri figli tra ambiente, economia, famiglie allargate e lavoro". “Generazione Z” è un programma di Monica Setta, scritto con Marcello Villella e Giancarlo Cattaneo. Produttore esecutivo è Anna Santopadre mentre il regista è Francesco Ebner.
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Lady Diana, Lady D. Un nome che è diventato un marchio e un simbolo. La storia di una principessa che era entrata nel cuore di una favola ma che l’aveva rifiutata, scegliendo di non diventare regina per non rinunciare a se stessa. Dal 24 marzo sul grande schermo il film diretto da Pablo Larraín, interpretato da Kristen Stewart, presentato in anteprima mondiale all’ultimo Festival del Cinema di Venezia
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iana coraggiosa e ribelle. Diana che prende in mano il suo destino e rompe tutti gli schemi, rifiuta le liturgie soffocanti di un mondo che l’aveva imprigionata in un sogno fasullo e destruttura il mito della corona. Una donna generosa e amatissima, sofisticata e pop, coraggiosa e vulnerabile, che esce dalla corte reale ed entra nel mito per diventare icona universale ed emblema di modernità. “Spencer”, diretto da Pablo Larraín, che vede in scena una straordinaria Kristen Stewart, ci porta nell’Inghilterra di Carlo e Diana. Il matrimonio fra la Principessa e il Principe ereditario è in crisi da tempo. Malgrado le voci di presunti flirt e di un imminente divorzio, si cerca di preservare la pace in vista delle festività natalizie, tradizionalmente trascorse dai reali nella proprietà di Sandringham. Sono giorni in cui si mangia, si beve, si spara e si va a caccia. E sono i giorni cruciali della scelta non più negoziabile. Perché Diana conosce le regole del gioco, ma questa volta ha deciso. Quest’anno non sarà come gli altri e niente sarà più come prima. “Spencer”, distribuito in Italia da 01, immagina ciò che potrebbe essere successo in quei pochi, fatidici giorni. “Tutti noi conosciamo bene le favole e le sue icone idealizzate: Diana Spencer è riuscita a stravolgere questo noto paradigma, frutto della cultura popolare – afferma Larraín – ‘Spencer’ è la storia di una principessa che decide di non diventare regina, scegliendo di costruire da sola la propria identità. La sua storia è appunto il rovesciamento dello schema di una favola. Mi ha sempre colpito la decisione di Diana, proprio perché immagino quanto le sia costata. È questo è il fulcro del film. Volevo esplorare il percorso interiore che, fra dubbi e determinazione, l’ha condotta a scegliere la libertà per se stessa e per i suoi figli. La sua decisione ha caratterizzato anche ciò che ci ha lasciato: un patrimonio di onestà e umanità senza eguali”. Nel cast del film, presentato in anteprima mondiale all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, Timothy Spall, nel ruolo del maggiore Alistair Gregory, Jack Farthing, che ha vestito i panni del Principe Carlo, e ancora Sean Harris (Darren) e Sally Hawkins (Maggie). “Lasciare Carlo e la vita di corte – prosegue il regista – è una decisione intima a cui Diana giunge quando si rende conto che la propria identità è più importante di quella della famiglia reale e della sua stessa nazione. Ma non c’è inadeguatezza in questo: lo fa solo per necessità. Vive in un ambiente che la schiaccia, che la sminuisce, quindi si sente chiamata a difendere se stessa e i suoi figli. Può sembrare che l’esperienza di Diana a Sandrigham, offra solo uno scorcio della sua esistenza. In realtà non è così: lì c’è tutta la sua vita, riflessa in una manciata di giorni”. Accolta positivamente dalla critica nazionale ed estera, la pellicola rievoca il mondo interiore di Diana tra mistero e fragilità. “Su Diana è stato detto di tutto, nei giornali, nei libri, nelle riviste – conclude Pablo Larraín – un’infinità di storie, alcune vere, altre no. Abbiamo svolto una ricerca molto approfondita sulla sua vita, sulle tradizioni natalizie della famiglia reale e sulle storie dei fantasmi di Sandringham House. Eppure, i membri della Famiglia Reale sono estremamente discreti. Non appena concludono le apparizioni pubbliche, le porte del palazzo si richiudono e non si sa più nulla di loro. Questo ha alimentato la nostra fantasia e ci siamo messi al lavoro. Non aspiravamo a realizzare un docudrama, bensì a creare una storia basata sia su elementi reali che sull’immaginazione, per raccontare la vita di una donna con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Il fascino del cinema è proprio questo: c’è sempre spazio per la fantasia”. era che questo legame fosse vero, non volevamo usare effetti speciali. La relazione tra gli animali doveva essere reale”. 33
LILLO E GREG
LA LEGGEREZZA MIGLIORA LA V Il RadiocorriereTv incontra una delle coppie più amate dello spettacolo, protagonista, insieme a Carolina Di Domenico, del programma di Rai Radio 2 “610 sei uno zero” in onda il sabato e la domenica alle 10.30
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10” ha raggiunto ampiamente la maggiore età, all’inizio di questa bella avventura vi sareste mai immaginati che avrebbe goduto di così tanto successo? GREG: Era un programma pensato per l’estate, un buco di palinsesto e noi provammo ben volentieri. Saremmo dovuti andare in onda per tre mesi e invece, dopo 19 anni, eccoci qua. LILLO: Siamo entrati in modo molto soft, tra l’altro non avevamo mai fatto la radio. La vivemmo così (sorride). Ci accorgemmo che il linguaggio radiofonico era molto adatto al nostro tipo di umorismo, il programma ebbe una risposta immediatissima. Il pubblico ci fece diventare un programma duraturo. Protagoniste del programma sono da sempre l’ironia e la risata, l’una la causa l’altra l’effetto. Cosa devono avere un
©Eleonora Ferretti
racconto, una battuta, per fare esplodere una bella e sana risata? LILLO: Abbiamo sempre usato un metodo molto semplice, mettiamo in scena ciò che ci fa ridere. Siamo molto istintivi e naturali, se per noi una battuta o una situazione sono divertenti, le proponiamo, sperando che facciano ridere anche il pubblico. Con l’esperienza abbiamo sviluppato una sensibilità che ci consente di capire se cose che fanno ridere 34
TV RADIO
A VITA noi, perché riguardano nostre tematiche, possano arrivare anche agli altri, facendo ridere in modo universale. GREG: Credo sia fondamentale non lasciarsi prendere dall’angoscia di dover fare ridere per forza. Nel lavoro facciamo ciò che ci fa ridere nella vita di tutti i giorni (sorride), la battuta a volte la costruisci, altre volte viene spontaneamente, con una costruzione della situazione, bizzarra, che ti porta al divertimento. Vi siete conosciuti circa trentacinque anni fa, quando capiste che sareste diventati amici e che in due potevate essere esplosivi? GREG: Amici lo siamo diventati subito, avevamo lo stesso modo di concepire l’umorismo, cosa fondamentale. LILLO: È capitato tutto casualmente. Lavoravamo come fumettisti in una casa editrice e stavamo per realizzare una rivista comica tutta nostra di fumetto umoristico. GREG: Ci mettemmo a lavorare insieme a Paolo D’Orazio, che sarebbe poi diventato il batterista di Latte & i suoi derivati, il gruppo che con il quale ci esibivamo alle feste per guadagnare qualche soldo. La casa editrice fallì e ci impegnammo a portare avanti il gruppo. A mano a mano che facevamo gli spettacoli vedevamo che il pubblico rideva, che la cosa funzionava, che piacevano i siparietti che mettevamo in scena. Ci siamo resi conto che funzionavano. LILLO: Ci fu un momento in cui capimmo che stavamo facendo qualcosa che poteva portarci abbastanza lontano. Stavamo andando insieme a suonare al Fonclea, locale romano in cui ci esibivamo il mercoledì. Arrivando con la macchina, vedemmo una fila di persone che faceva il giro del palazzo e pensammo che avessero aperto una discoteca nei paraggi. Seguimmo la fila e ci accorgemmo che arrivava al locale in cui avremmo suonato noi.
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Come nasce il titolo “610”? LILLO: Ci proponevamo come un’agenzia di spettacolo, il programma doveva proporre artisti e personaggi assurdi, era l’agenzia “610 sei uno zero” (sorride). Poi questa cosa è stata naturalmente abbandonata e il programma è diventato più ampio. “610” ha sfornato negli anni tantissime rubriche, a quali siete più affezionati? LILLO: Sono talmente tante quelle che amo che rispondere mi mette in difficoltà. Potrei dire i trailer che facciamo alla fine del programma, è molto divertente inventarli. GREG: Penso ai radiodrammi, tra cui “Superpazza”, “Il trono degli anelli”. E poi mi diverte fare le improbabili ricette del conte Cotichelli Scianoia. Come si adatta la vostra cifra umoristica al mezzo radiofonico? 35
GREG: Si adatta bene. Il fatto di non avere l’obbligo di fare ve-
ospedale puoi trovare un astronauta, un serial killer e un pa-
dere le cose, ma solo di farle immaginare al pubblico, è vin-
gliaccio, chiamati tutti e tre all’ultimo momento. Questo mi af-
cente. Così come il pessimista vede sempre l’aspetto più amaro
fascina. Scrissi uno sketch ambientato in una ferramenteria che
della vita, a contrasto l’ottimista vede quello positivo e l’umo-
interpretai con Neri Marcorè nel quale il protagonista andava a
rista vede la parte divertente. È il nostro tipo di umorismo che
cercare il ricambio per una coscia di pollo che gli si era rotta. Fa
viene declinato di volta in volta con il mezzo che abbiamo a
ridere che tutto avvenga con il linguaggio di una ferramenteria.
disposizione. Se hai la cosiddetta cifra umoristica il resto viene abbastanza facile.
Cosa prova un attore comico quando si rende conto che il pubblico si diverte “così così”?
Cosa vi affascina dell’assurdo?
LILLO: Ci è capitato quasi sempre di riscontrare l’appoggio del
LILLO: L’assurdo, spesso e volentieri, è sempre un modo molto
pubblico, siamo stati molto fortunati. È capitato qualche volta
più interessante di raccontare la realtà. Da fruitori di comicità
che durante le prove abbiamo creato gag che a noi facevano ri-
abbiamo sempre amato quei comici, quegli autori, che affron-
dere alle lacrime, e poi, durante lo spettacolo, il pubblico rideva
tavano l’assurdo, il surreale, per raccontare la verità. Automati-
poco. A volte è successo il contrario.
camente ci viene da provare a fare lo stesso.
GREG: Se capita sei totalmente spiazzato. Facevamo una com-
GREG: Il fatto che possa verificarsi. L’aggettivo surreale è di-
media che si intitolava “La baita degli spettri” in cui si rideva
verso da irreale. Il surreale è qualcosa che sta più in alto, na-
dall’inizio alla fine e c’erano dei punti fissi in cui sapevamo che
scosto in qualche piega, e che però può capitare. Ce lo insegna
il pubblico si sarebbe sganasciato. Ci fecero fare una pomeri-
il teatro dell’assurdo. In una sala d’attesa di una sala parto in
diana della domenica per abbonati molto anziani. La facemmo
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ma molti dormivano, in sala c’era silenzio, e ci prese a ridere: quelle battute era come se urtassero contro il muro del proscenio e cadessero. Ricordo anche un concerto che facemmo come Latte & i suoi derivati a Verona. Finito lo spettacolo gli applausi furono normali, tiepidi. Andammo nei camerini, poi il nostro impresario dell’epoca ci disse che c’era il pubblico in fila in attesa di avere l’autografo. Non si evinceva assolutamente dal risultato del concerto. LILLO: Il bello del nostro lavoro è che non ci sono regole, altrimenti sarebbe noiosissimo. A decidere è il pubblico, non hai mai certezze e devi sempre metterti alla prova.
LILLO: … persone che hanno attraversato un periodo brutto.
Quanta quotidianità entra nel vostro lavoro? GREG: Tantissima, l’ispirazione viene tutta da lì. Le sinapsi si mettono in moto, da ogni cosa può nascerne un’altra.
per una vita migliore.
Il miglior complimento che abbiate mai ricevuto dal vostro pubblico… GREG: Quando qualcuno ci dice di averlo aiutato a ritrovare il buon umore…
che per qualcuno può corrispondere alla spiritualità, al ritorno
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Non c’è complimento più bello. In realtà è il vero senso di quello che facciamo. Come interviene la leggerezza nei momenti bui della vita? LILLO: Cerco di vivere tutto con leggerezza, credo che sia la chiave per vivere meglio. Sono riuscito perfino a vivere con una certa leggerezza, non totale, la mia malattia con il Covid. Ho cercato di sdrammatizzare persino lì e, comunque, secondo me i risultati li ha portati, tanto è che a un certo punto i miei anticorpi si sono mossi come dovevano. La leggerezza è la chiave GREG: La trovi concentrandoti sulle cose belle, classiche. Penso agli affetti, che sono fondamentali, e a un equilibrio interno ai ritmi naturali, staccandosi da una quotidianità ripetitiva e schiavizzante. E poi ci sono anche le altre cose belle, la musica, la lettura dei libri. Tutto questo mi dà armonia. 37
#EUROVISION
WORK IN PROGRESS Partiti i lavori per la costruzione del grande palco al
“Tutto è iniziato con una gara - spiega Montinaro - cosa che mi
Pala Olimpico di Torino. Lo spettacolo musicale, tra i
rende particolarmente fiera, e con il concept ‘Il sole dentro’, che
più seguiti al mondo, in onda in eurovisione il 10, il
però era limitativo, come chiudere il cielo in una scatola. Ho
12 e il 14 maggio,
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i siamo. Meno di due mesi e la grande kermesse musicale, uno degli eventi televisivi più seguiti al mondo, entrerà nel vivo. Al Pala Olimpico di Torino hanno preso il via i lavori di costruzione del palcoscenico e
pensato subito che parlare delle bellezze italiane era parlare in realtà della nostra creatività, che è essa stessa un assoluto artistico. Noi siamo sempre in movimento, in tutti i campi, siamo sempre alla ricerca di una soluzione che ci fa risorgere''. Una metafora che si è trasformata in una macchina scenica di 11 metri per 22 totalmente mobile. Gli executive producer di
della scenografia, disegnata da Francesca Montinaro, che vedrà
Eurovision, Claudio Fasulo e Simona Martorelli, hanno intanto
al centro un grande sole, costruzione di luce e tecnologia, che
annunciato il tema di “Eurovision”, la pace. “È un obbligo morale
rappresenterà il cuore italiano nel corso della manifestazione.
parlare della pace, sarà un tema centrale di questa edizione”.
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PREMIO MORRIONE
TREDICI FINALISTI, CINQUE PROGETTI DI IN Il Premio, riservato agli under 30, è dedicato alla memoria e all'impegno civile e professionale del giornalista Rai, fondatore di Rainews24. A Torino, dal 27 al 29 ottobre, le giornate della premiazione
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l Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo è alla sua 11a edizione. Promosso dall’associazione Amici di Roberto Morrione e dalla Rai, riservato ai giornalisti under 30, è dedicato alla memoria e all’impegno civile e pro-
fessionale di Roberto Morrione, giornalista Rai, fondatore di Rainews24 e di Libera Informazione. Trentanove i progetti di inchiesta candidati. La giuria, presieduta da Giuseppe Giulietti, ne ha selezionati cinque, proposti da 13 autrici e autori, scelti
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I finalisti dell’undicesima edizione del Premio sono: • Francesco Boscarol, Ludovica Iacovacci, Priscilla Ruggiero (categoria video inchiesta); tutor giornalistica Maria Cuffaro del Tg3; • Cecilia Fasciani, Andrea Giagnorio, Sofia Nardacchione (categoria video inchiesta); tutor giornalistico Cataldo Ciccolella e Giulio Valesini di Report Rai3; • Marika Ikonomu, Alessandro Leone, Simone Manda (categoria video inchiesta); tutor giornalistico Sacha Biazzo di Fanpage.it; • Francesco Tedeschi (categoria radio-podcast d'inchiesta); tutor giornalistico Arcangelo Ferri di Radio 1 Rai; • Margherita Capacci, Ludovica Meacci, Sofia Turati (categoria inchiesta multimediale); tutor giornalistico Francesco Piccinini di Deepinto.net Anche quest’anno, confermato il tutoraggio tecnico video audio di Francesco Cavalli, quello digitale di Stefano Lamorgese, mentre quello musicale è a cura di Pietro Ferri. L’avvocato Giulio Vasaturo garantisce una specifica consulenza legale. A ciascun progetto finalista viene assegnato un contributo iniziale di 4 mila euro da impiegare nello sviluppo e nella produzione dell’inchiesta. Un premio finale di 2 mila euro andrà all’inchiesta migliore di questa edizione tra le cinque in concorso. A Torino dal 27 al 29 ottobre 2022, le giornate della premiazione. La video inchiesta vincitrice sarà trasmessa da Rainews24, il podcast d’inchiesta da Radio Rai 1 e RaiPlay Sound. La Giuria del Premio è presieduta da Giuseppe Giulietti, promossa dall’associazione Amici di Roberto Morrione e dalla Rai, con il contributo dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, della Compagnia di San Paolo, della Fondazione Circolo dei lettori, della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, dell’UsigRai, di
NCHIESTA
IND-International Network Distribution, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte, dell’Associazione della Stampa Subalpina, dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro. Sono media partner Agenzia Dire, Domani, Fanpage.it, Libera Informazione, Impakter, Riforma.it, Radio Beckwith.
tra i 60 partecipanti. Novità di quest’anno, la categoria dedicata ai radio-podcast d’inchiesta in partnership con Rai Radio 1 e RaiPlay Sound. Nella realizzazione delle inchieste - tre video, una radio-podcast e una multimediale - i finalisti saranno affiancati da un pool di tutor di esperienza, composto da giornalisti, esperti e tecnici. I partecipanti arrivati in finale, hanno realizzato un video di un minuto di presentazione visibile sul canale YouTube del Premio. https://www.youtube.com/c/PremioRobertoMorrioneGiornalismoInvestigativo
OCORRIERE
Il Premio è realizzato in collaborazione con Rainews24, RAI Italia, RAI Radio1, RAI Radio3, TGR, RAI Per Il Sociale, Rai Teche, Report, Articolo21, Carta di Roma, Euganea Film Festival, Eurovisioni, Italian Contemporary Film Festival-Toronto, Fiera del Libro di Iglesias, I Siciliani, Libera Associazioni Nomi e Numeri Contro le Mafie, Libera Piemonte, Osservatorio di Pavia, Premio Città di Sasso Marconi, Scuola di giornalismo Lelio Basso, Scuola Holden, UCSI. 41
Nelle librerie e negli store digitali
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ANTEPRIMA
BENTIVOGLIO È RAUL GARDINI,
©P.Bruni
LA PRIMA FOTO DAL SET Al via a Ravenna le riprese della docufiction interpretata dall’attore milanese, coprodotta
OCORRIERE
da Rai Fiction e Aurora Tv Banijay
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unedi’ 7 marzo 2022 sono iniziate le riprese di “Raul Gardini”, la nuova docufiction coprodotta da Rai Fiction e Aurora tv Banijay, per la regia di Francesco Miccichè. La docufiction, interpretata da Fabrizio Bentivoglio, Pilar Fogliati, Helene Nardini, Sara D’Amario e Stefano Abbati, racconta la figura dell’imprenditore e finanziere romagnolo Raul Gardini attraverso la partecipazione del Moro di Venezia alla Louis Vuitton Cup e all’America’s Cup nei primi anni ’90. La sceneggiatura è di Denise Pardo, Giovanni Filippetto e Francesco Micciché. Le riprese si svolgeranno prevalentemente a Ravenna, città in cui Gardini nacque nel 1933. 43
OSSI DI SEPPIA
SARAJEVO, L L’ASSEDIO
Le foto senza tempo della guerra.
In esclusiva su RaiPlay dal 22 marzo
©Mario Boccia
' orrore comincia a Sarajevo il 5 Aprile del 1992 quando inizia il suo assedio. Lo stesso orrore si ripete, in questi giorni, in un’altra incredibile guerra. Orrore che si intuisce, senza distinzioni di tempo, nelle immagini delle bombe che fanno stragi, in quelle di famiglie distrutte, di bambini senza più sogni, di soldati armati, di città accerchiate e bombardate, ubriache di disperazione e sangue. Immagini come quelle scattate da Mario Boccia, fotoreporter di guerra, che nella venticinquesima puntata di
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OCORRIERE
“Ossi di Seppia, quello che ricordiamo”, dal 22 marzo su RaiPlay, presenta mentre racconta di quella città dove il tempo sembra essersi fermato. “Riesco a tornare a Sarajevo a metà dicembre del ‘92 seguendo una manifestazione di pacifisti italiani. Si chiamava la marcia dei 500. Era una colonna di autobus che parte dall’Italia e, dopo aver contattato tutte le parti in conflitto, ottiene il permesso di entrare nella città assediata per fare una manifestazione per la pace. La città è deserta, posti di blocco, cavalli di frisia, palazzi bucati da ogni genere di proiettili. Sarajevo in quel momento è così: c’è silenzio, interrotto da esplosioni. Ed è buio, senza luci per le strade…Facendo il fotografo, facendo il giornalista, facendo l’inviato di guerra tu sei per scelta davanti al dolore degli altri. Lo vedi. Lo puoi sentire. Lo puoi intuire. Ma la reazione è una tua scelta!” L’assedio di Sarajevo, durato fino al 29 febbraio 1996, durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, è stato il più lungo nella storia bellica della fine del ventesimo secolo. Si stimano oltre dodicimila vittime e oltre cinquantamila feriti. Per il grande numero di morti e per la migrazione forzata, nel 1995 la popolazione si ridusse del 64% rispetto a quella pre-bellica. “Ossi di Seppia, quello che ricordiamo”, la prima serie Tv non fiction dell’era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo, è una esplorazione emozionale del passato che, in ventisei puntate e altrettanti eventi (che si avvalgono del repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici) ripercorre quei fatti che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese, che hanno segnato le nostre vite e che rimarranno appunto… quello che ricordiamo.
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OMAGGIO A TOGNAZZI
UNA SERATA CON UGO In occasione dei cent’anni dalla sua nascita tre film
©Rai Cultura
di uno dei principi della commedia all’italiana. Mercoledì 23 marzo dalle 19.10 su Rai Movie
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OCORRIERE
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ttore, regista, comico e sceneggiatore, è da sempre considerato uno dei volti della commedia italiana che, con la sua sensibilità, la sua grandezza e il suo talento, ha attraversato la storia del ‘900 cinematografico nazionale. Tognazzi ha percorso il cinema in maniera semplice, gioviale, divertente e divertita lasciando una grande nostalgia per il garbo e la sincerità dei suoi personaggi, anche per i più biechi, e per lo spirito godereccio vissuto senza il minimo rimorso. Dall'esordio ufficiale del 1939 sul palcoscenico del Dopolavoro Ferroviario di Cremona, dove è nato, Ugo Tognazzi ha interpretato ruoli di ogni genere: teatrali, d'avanspettacolo, televisivi di fiction e varietà, pubblicitari e cinematografici. La commedia in Italia non avrebbe raggiunto il periodo d'oro se non ci fosse stato anche lui in quel ristrettissimo giro di grandi interpreti che il nostro Paese ha avuto la fortuna di possedere. Nella sua lunga carriera anche il Festival di Cannes lo ha premiato nel 1981 come miglior attore per il film “La tragedia di un uomo ridicolo” di Bernardo Bertolucci. Nei ricordi impressi nella memoria degli italiani ci sono i duetti televisivi con Raimondo Vianello, la satira dei film insieme a Vittorio Gassman, le zingarate del conte Mascetti di “Amici miei”, il suo strepitoso Renato Baldi de “Il vizietto” e tante altre memorabili interpretazioni. Rai Movie propone, nel ricordo dello straordinario attore, tre film diretti da uno dei registi più iconici del cinema italiano, Dino Risi. Si parte alle 19.10 con “I nuovi mostri”. Quindici anni dopo “I mostri”, Dino Risi affiancato da Monicelli e Scola, realizza un nuovo film satirico ad episodi che ha come filo conduttore le meschinità dell'italiano medio. Una commedia amara, tagliente e segnata dall'atmosfera opprimente dei cosiddetti anni di piombo. Accanto a Tognazzi, Vittorio Gassman e Alberto Sordi. In prima serata “Primo amore”. Ugo Cremonesi, in arte Picchio, è un ex comico decaduto che vive in un ospizio per artisti. Si tratta di una sistemazione temporanea perché l'uomo sta aspettando che gli venga consegnata una grossa quantità di denaro dovuta agli arretrati della pensione. Durante il soggiorno si innamora di Renata, interpretata da Ornella Muti, una bellissima ragazza che lavora lì come cameriera. Quando finalmente riceve i soldi che gli spettano, fugge insieme alla giovane promettendole una carriera di successo. Alle 23.15 “MovieMag”, il magazine di informazione cinematografica di Rai Movie che, in questa nuova puntata, ricorda Ugo Tognazzi con materiali di repertorio e testimonianze di chi con l’attore ha diviso vita e carriera. Chiude la serata, alle 23.40, il film “Telefoni bianchi”. Tognazzi è il gobbo Adelmo, losco contrabbandiere e delatore di ebrei, impegnato nel viaggio che riporta la cameriera Marcella al paesino natio, dopo un effimero successo come attrice a Roma, durante il regime fascista. 47
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LA PIATTAFORMA RAI
REVENGE THRILLER A LOS ANGELES
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uando sua sorella Mia scompare, Ethan capisce che il responsabile è il boss del crimine Kaien. Per avvicinarsi a lui, il ragazzo accetta l'incarico di autista personale del criminale. “Adverse” è ambientato sul crudo sfondo di Los Angeles. Un film drammatico che guarda nelle profondità dei legami dell’amore. Regia: Brian A. Metcalf. Interpreti: Penelope Ann Miller, Sean Astin, Mickey Rourke, Lou Diamond Phillips, Aaron Schwartz, Thomas Ian Nicholas, Andrew Keegan. Nella sezione dedicata ai film.
QUANDO IL CUORE NON È SOLO UN MUSCOLO
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orino, 1967. Cesare Corvara è il primario del reparto di Cardiochirurgia dell'ospedale "Le Molinette" col sogno di essere alla guida dell'equipe che realizzerà il primo trapianto di cuore della storia. Per farlo ha deciso di riportare in Italia l'astro nascente della cardiochirurgia Alberto Ferraris e Delia Brunello, cardiologa dotata di enormi capacità diagnostiche. Quello che Corvara non sa è che tra i due giovani dottori c'è stato, in passato, un grande amore. Regia: Riccardo Donna. Interpreti: Daniele Pecci, Matteo Martari, Pilar Fogliati, Andrea Gherpelli, Marco Bonini, Carmine Buschini, Benedetta Cimatti. Nella sezione dedicata alle fiction.
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asta un Play! GLI ENIGMI DEGLI OCEANI
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uasi tre quarti del nostro pianeta sono coperti d'acqua, ma fino ad oggi abbiamo esplorato solo il 6% circa di questo territorio. Nella parte sommersa del pianeta sono presenti tutte le caratteristiche tipiche di un territorio montuoso, caratteristiche comprendenti un sistema di dorsali medio oceaniche, dei vulcani sommersi, delle fosse oceaniche, dei canyon sottomarini, degli altopiani e delle piane abissali. Le telecamere si tuffano nei mari per esplorare la fauna, la flora e gli ecosistemi che vi abitano. Nella sezione dedicata ai documentari.
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I PUFFI
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a serie classica dei Puffi, diventata ormai un "cult", racconta le avventure delle piccole creature blu che abitano il tranquillo villaggio di "Pufflandia". Nelle caratteristiche casette a forma di fungo abitano i simpatici protagonisti: Puffetta, Brontolone, Tontolone, Coraggioso, Quattrocchi. Grande Puffo è il saggio della comunità e cerca di difendere i suoi piccoli Puffi dal terribile nemico, il malvagio e astuto Gargamella che, con il suo fedele gatto rosso "Birba", inventa ogni genere di stratagemmi per catturarli e appagare finalmente la sua avidità. Riuscirà nel suo intento? Nella sezione dedicata alle proposte in esclusiva.
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MUSICA
Oltre 40 anni di carriera, 37 dischi, 8 libri, 3.000 concerti: Enrico Ruggeri pubblica il suo nuovo album di inediti dedicato alla sua generazione. « La vita – dice - è diversa da come l’avevamo immaginata »
©ANGELO TRANI
LA MIA RIVOL SENZA COMPR
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a rivoluzione” è un album autobiografico su una generazione che ha affrontato anni di grandi cambiamenti sociali e culturali. Ce lo racconta? Intanto “La rivoluzione” parla della differenza tra
i sogni della nostra adolescenza e la realtà. La vita è diversa da come l’avevamo immaginata. Un occhio di riguardo è alla mia generazione, quella che ha visto più cambiamenti epocali. Siamo partiti con le lettere spedite per posta, i gettoni del telefono, Carosello, siamo passati dall’eroina e dall’Aids. Abbiamo vissuto cambiamenti storici, ma posso dire nel male e nel bene che la nostra è una generazione incredibilmente letteraria.
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Una generazione gonfia di ricchezze o di delusioni? Noi nati all’inizio degli anni ‘60 siamo partiti con le delusioni perché non abbiamo vissuto da ragazzi il ’68, non abbiamo vissuto la parte romantica della presa di coscienza giovanile. Abbiamo vissuto quella più sporca e la parte meno bella dal punto di vista storico e politico. Per lei però possiamo parlare di grandi soddisfazioni… Una vita piena la mia: 37 album, 8 romanzi, 3000 concerti e più. Certamente non esiste una vita “rose e fiori”, però se tengo conto che quando ho iniziato speravo di fare almeno 3 o 4 album, non posso che essere contento.
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“Parte di me” è una ballata ricca di pathos che già ascoltiamo. Com’è nata? Ho lavorato su una canzone di Massimo Bigi, un cantautore che era prima il mio tour manager al quale ho prodotto anche un album. Produrre un album ad un sessantenne agli esordi è un altro atto rivoluzionario. Insieme abbiamo scritto canzoni e questa è nata sul concetto delle mancanze. Il video è stato girato all’interno del Santuario di S. Maria dei Miracoli presso la Basilica di San Celso di Milano, in occasione della personale “Portraits” di Francesco Diluca. Perché questo luogo? Si trova vicinissimo a casa mia ed è un posto che ritengo bellissimo. Milano va scoperta, è discreta. Quello è un angolo molto suggestivo.
LUZIONE ROMESSI
I titoli di questo album sono molto forti. Solo per citarne alcuni: “La fine del mondo”, “Non sparate sul cantante”, “Che ne sarà di noi”, “Vittime e colpevoli”, “La mia libertà”… In realtà poi, ad esempio, “La fine del mondo” è molto meno lugubre di quanto il titolo possa dire. Tutto è stato scritto prima degli ultimi accadimenti. Si riferisce ad un istinto di sopravvivenza ed è una canzone decisamente positiva. Ha aperto il canale TikTok dove ripercorre la storia del rock, dei suoi personaggi e delle grandi opere, condensando in pochi minuti le lezioni tenute al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano nel periodo in cui aveva una Cattedra. I social, oltre ad un veicolo per far conoscere il suo lavoro, cosa rappresentano per lei? Su Tik Tok ci sono capitato per caso. Potenzialmente è un social molto interessante. Memore del fatto che ho insegnato, mi sono detto che poteva essere interessante raccontare determinati dischi e musicisti. Ed è andata bene, i numeri sono stati incoraggianti. Un bel veicolo, i social, con grandi potenzialità, ma anche grandi pericoli, perché possono essere molto violenti. Cantautore, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico, docente, manca qualcosa nella sua carriera?
Tornando al titolo del suo album, qual è stata la sua perso-
L’obiettivo è mantenere sempre questo momento magico che
nale rivoluzione? Fondamentalmente riuscire a fare con buoni risultati questo mestiere senza mai aver inciso una nota che non mi rappresentasse, senza compromessi, avanti per la mia strada. Questa la mia rivoluzione vinta.
dura da quarant’anni.
La cura del suono è inconfondibile nei suoi pezzi. In questo album ci sono delle novità? Chi sente questo album riconosce che è mio ancor prima che inizi a cantare. Il mio obiettivo è che si capisca subito che sono io. C’è un suono davvero particolare.
OCORRIERE
Pronto per un tour in diversi teatri a Roma, Crema, Milano, Catania... finalmente si torna ai live… Finalmente! Credo tutto stia andando nella direzione migliore e non vedo l’ora. In studio, chiuso per mesi, ho sempre pensato che effetto avrebbero fatto le mie canzoni nuove sul pubblico. Mi è mancato proprio il concerto, che è stare insieme, che è cultura, comunione, piacere, divertimento, saltare assieme tutti nello stesso momento. Un’emozione che non è surrogabile. 51
MUSICA
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ADELE
È PLATINO! “30”, l’album della superstar vincitrice di 15 Grammy Awards e trionfatrice ai Brit Awards 2021, è il più venduto al mondo nel 2021 per IFPI. In radio, intanto, è in rotazione il singolo “Oh my God!”
“3
0”, l’album di inediti della superstar Adele, che ha trionfato ai Brit Awards 2021 aggiudicandosi i premi “Artist of the year”, “Song of the year” e “Mastercard album of the year”, è certificato Platino in Italia. “30”, inoltre, è stato recentemente riconosciuto come album dell’anno 2021 per IFPI, la Federazione internazionale dell'Industria Fonografica, posizionandosi in vetta alle classifiche Global Album All Format, Global Album Sales e Global Album Vinyl Sales, quest’ultima una novità assoluta di quest’anno. Adele è attualmente in radio con il nuovo singolo estratto da “30”, “Oh my god” che ha già superato 300 milioni di stream e che ha raggiunto la TOP 10 dell’Airplay radiofonico. È online anche il videoclip ufficiale diretto da Sam Brown, già alla regia della sua super hit del 2010 “Rolling in the Deep”. “30” sta continuando a dominare le classifiche di tutto il mondo e attualmente è certificato: 3X Platino negli Stati Uniti e 2X Platino nel Regno Unito, Irlanda, Francia e Sud Corea, 1X Platino in Italia. Il disco, uscito a novembre 2021, è l’album più venduto nel 2021 negli Stati Uniti dove è rimasto per 7 settimane al #1 degli album più venduti della settimana. “30” è anche l’unico album del 2021 ad aver venduto, senza considerare gli streaming, oltre 1 milione di copie. Il primo singolo estratto dall’album “Easy on me”, certificato platino in Italia e arrivato alla #1 dell’Airplay radiofonico, ha anche debuttato al #1 della classifica dei singoli più venduti della settimana ed è entrato subito nei record, registrando il maggior numero di stream di sempre in 24 ore su Spotify e Amazon Music e il maggior numero di pre-add di sempre su Apple Music. Negli Stati Uniti, “Easy On Me” è rimasto per 8 settimane alla posizione #1 della classifica Billboard Hot 100 ed è attualmente al #1 della Top 40 radio per la sesta settimana, superando il precedente record di Adele con “Rolling In The Deep”, rimasta 5 settimane, nel 2011. “30” segue la pubblicazione di “25”, il suo terzo album uscito a novembre 2015, ed è stato prodotto dall’artista insieme ai suoi storici collaboratori Greg Kurstin, Max Martin, Shellback e Tobias Jesso Jr, e dai nuovi Inflo e Ludwig Göransson.
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RADIO1 PLOT MACHINE
“Non riusciamo a trovarla...”
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questo l’incipit della puntata di lunedì 21 marzo alle 23.05 con Daniela Mecenate e Lorenzo Opice. Ospite Gigi Marzullo. Scrivi subito il tuo Miniplot con un commento al post che trovi in alto sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine oppure invialo dalle 23 di stasera al numero 335/6992949. I Miniplot più originali saranno letti durante la trasmissione. Live streaming e podcast sulla nuova app RaiPlaySound.
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DONNE IN PRIMA LINEA
UNA DIVISA CUCITA NELL’ANIMO Il Vice Questore della Polizia di Stato Alessandra Verghetti, con incarico alla Direzione Centrale per gli Affari Generali e le Politiche del Personale, si occupa di concorsi e racconta la sua esperienza al RadiocorriereTv: “In più di venti anni di carriera – afferma - non mi sono mai sentita, e i miei superiori e collaboratori non mi hanno mai fatto sentire, penalizzata in quanto donna, ma semplicemente un poliziotto tra i poliziotti”
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età donna e metà guerriera, ci sono dettagli che indossa una donna che le appartengono in modo innato e la rendono unica. Elegante, raffinata, sorriso rassicurante, la dr.ssa Alessandra Verghet-
ti, con incarico alla Direzione Centrale per gli Affari Generali e le Politiche del Personale, si occupa di concorsi e racconta la sua esperienza di donna in Prima Linea nella Polizia di Stato. Un percorso professionale fatto di esperienze importanti e che hanno costruito giorno per giorno un nuovo volto e dato essenza alla propria amministrazione. Un modello, un esempio di donna in divisa che mostra il lato più intenso e profondo della Polizia di Stato. Abbiamo bisogno di donne che, come la dr.ssa Verghetti, sappiano dare una svolta pian piano alla nostra società, dando una spinta importante che serva a cambiare le dinamiche, per assicurarsi che le voci delle donne siano ascoltate e tenute in considerazione, mai trascurate e ignorate. Donne con la D maiuscola che sappiano dare un imprinting al presente e alle giovani generazioni. Dottoressa perché ha scelto di indossare la divisa della polizia di Stato?
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TV RADIO
OCORRIERE
Studiando diritto all’università ho capito che l’importanza della legge come strumento per garantire l’ordine sociale e la convivenza pacifica, ma soprattutto che l’efficacia di un sistema giuridico dipendono in gran parte dal fatto che chi applica le leggi non lo faccia in maniera asettica, ma sempre con la finalità esclusiva di essere di aiuto alle persone. Indossare la divisa della Polizia di Stato mi ha consentito di mettere in pratica questa convinzione, calare i miei studi nella realtà e farlo avendo sempre come obiettivo la tutela della collettività e dei singoli. In che anno è entrata in Polizia e in cosa è cambiata la Polizia di Stato? Sono entrata in polizia più di venti anni fa, nel 2000; già all’epoca del mio ingresso la Polizia di Stato aveva inaugurato una nuova stagione di vicinanza alla collettività che si è tradotta, nel corso degli anni, in quello che non vuole essere solo uno slogan, ma un impegno concreto e quotidiano…quello di essere “vicino alla gente”. Cosa vuol dire per lei “esserci sempre”? “Esserci sempre” per me vuol dire ricordare sempre, ogni giorno ed in qualunque contesto, che far parte della Polizia di Stato vuol dire essere al servizio della collettività, sentirsene parte integrante, con una responsabilità in più, di protezione, cura e rispetto nei confronti anche e soprattutto del singolo, cittadino o poliziotto che sia. Attualmente è presso la Direzione centrale per gli affari generali e le politiche del personale e si occupa di concorsi. Un incarico di responsabilità che mette le basi per un nuovo corso per la Polizia di Stato… Si tratta di un incarico di grande responsabilità, soprattutto in questa stagione concorsuale così fitta. La selezione delle nuove leve, in tutte le carriere ed i ruoli in cui si articola la Polizia di Stato, deve e di fatto si sta ispirando, da qualche anno a questa parte, alla “mission” di prossimità e professionalità che la Polizia di Stato si è data: i futuri uomini e donne della Polizia di Stato dovranno essere professionalmente preparati a svolgere il difficile compito di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica senza dimenticare il ruolo di protezione e vicinanza che ognuno di noi, singolarmente, è chiamato ad esercitare. C’è un episodio che porterà sempre nel cuore e che rappresenta l’emblema del Suo impegno in Polizia? Penso sempre con affetto e un po’ di rimpianto al periodo trascorso in Questura, a Reggio Emilia, dove ho iniziato la mia carriera appena uscita dal corso per vice commissario (oggi il corso è per Commissario). L’attività operativa, in un contesto difficile come l’Ufficio Immigrazione, mi ha dato tanto a livello professionale ma soprattutto umano. Probabilmente gli episodi che custodirò sempre nel cuore sono stati quelli in cui sono riuscita a mettere in atto lo spirito di servizio nei confronti del prossimo a cui deve ispirarsi l’agire di noi poliziotti. Quando 57
sono riuscita a comprendere, oltre che ad agire, ho ricevuto in
le soddisfazioni per i risultati ottenuti, nella vita professionale
cambio stima e vicinanza a mia volta… ed ancora oggi molti
ma soprattutto in quella personale e la nostra famiglia ne è
dei legami creati in quel periodo durano nonostante gli anni
uscita più unita e forte.
trascorsi. In quale aspetto una donna in divisa è diversa da un’altra professionista? Una donna in divisa, come tante altre professioniste che hanno scelto una carriera considerata, in passato, appannaggio soprattutto degli uomini, deve solo essere se stessa, non cercare di dimostrarsi migliore o al pari degli uomini, ma sentirsi tale. In più di venti anni di carriera non mi sono mai sentita, e i miei superiori e collaboratori non mi hanno mai fatto sentire, penalizzata in quanto donna, ma semplicemente un poliziotto tra i poliziotti. Quanti e quali sacrifici deve fare una donna in divisa per conciliare i ruoli naturali (mamma, moglie) e quelli scelti? Nel mio caso, avendo sposato un Ufficiale dei Carabinieri, ho avuto la fortuna di avere accanto, oramai da quasi trent’anni, una persona che non solo comprende profondamente quanto
La Polizia di Stato sostiene da sempre le donne. Come supporta le famiglie al suo interno? Da sempre nella nostra amministrazione vengono rigorosamente applicate, indifferentemente per uomini e donne, le norme a tutela della genitorialità e della famiglia. Il quadro di garanzia risulta rafforzato dai contratti di Polizia, ai lavori per la redazione di alcuni dei quali ho avuto la fortuna di prendere personalmente parte, con i quali sono state introdotte significative novità, al passo con i tempi attuali, in cui donne e uomini collaborano paritariamente all’interno della famiglia e che costituiscono ulteriori forme di tutela specifiche per i genitori che vestono la nostra divisa. Un consiglio alle donne che vogliono entrare in Polizia. Il consiglio che mi sento di dare a tutte le giovani donne che stanno pensando di partecipare ai nostri concorsi è di farlo
le responsabilità derivanti dal ruolo che ricopriamo rischino
con entusiasmo, se sono sostenute da una forte motivazione
a volte di sopraffarci anche a discapito della vita personale e
e dal desiderio di aiutare gli altri; occorre mettersi veramen-
familiare, ma che è stato sempre per me una spalla forte cui
te in gioco per la divisa, non quella ovviamente fatta di stoffa
appoggiarmi nella conduzione della vita familiare e nell’educa-
ma quella che ogni buon poliziotto porta con orgoglio cucita
zione e crescita dei figli. Abbiamo condiviso e diviso i sacrifici e
nell’animo.
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TV RADIO
OCORRIERE
Nelle librerie e negli store digitali
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@Astrid Ackermann
OPERA
TURANDOT In prima visione su Rai5 il capolavoro di Puccini
esperienza operistica. Per la nuova produzione dell’opera
firmato da Ai Weiwei con la direzione dell’ucraina
in scena al Costanzi di Roma Ai Weiwei cura regia, scene,
Oksana Lyniv. Dal Teatro dell’Opera di Roma, in prima tv giovedì 24 marzo alle 21.15 su Rai5
costumi e video, che mostrano immagini di manifestanti e rifugiati, con il pensiero alle grandi tragedie del mondo di
S
oggi. Sul podio è impegnata l’ucraina Oksana Lyniv, balzata
della prima rappresentazione e trasmesso in differita, nella
paese. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha
egna il debutto all’opera di Ai Weiwei, uno dei più celebri artisti del panorama contemporaneo, la “Turandot” di Giacomo Puccini in scena al Teatro dell’Opera di Roma, che Rai Cultura trasmette in
prima TV su Rai5 giovedì 24 marzo alle 21.15. Lo spettacolo, diretto dall’ucraina Oksana Lyniv, è registrato il giorno serata di Rai5 tradizionalmente dedicata all’opera. Figlio
agli onori delle cronache per essere stata la prima donna a dirigere al Festival wagneriano di Bayreuth, e la prima donna a essere nominata direttrice musicale di una fondazione lirico-sinfonica italiana, il Teatro Comunale di Bologna. Recentemente Lyniv si è fatta portabandiera nel mondo musicale internazionale contro la guerra scoppiata nel suo ricevuta al Quirinale l’8 marzo scorso, in occasione della
del poeta Ai Qing arrestato in Cina perché ritenuto rivo-
celebrazione della Festa Internazionale della Donna, de-
luzionario, Ai Weiwei stesso è stato arrestato dal governo
dicata quest’anno al tema “Giovani donne che progettano
cinese nel 2011. Attualmente vive in una sorta di esilio a
il futuro”. Protagonista dello spettacolo è un’altra musici-
Berlino, è attivista per i diritti umani, espone le sue ope-
sta ucraina: Oksana Dyka, impegnata nel ruolo della gelida
re nei principali centri d’arte contemporanea del mondo e
Principessa Turandot. Accanto a lei Michael Fabiano come
ha recentemente pubblicato un libro di memorie intitolato
Calaf, Francesca Dotto come Liù, Antonio Di Matteo nei
“1000 anni di gioie e di dolori”. Ha scelto di mettere in
panni di Timur, Alessio Verna, Enrico Iviglia e Pietro Picone
scena “Turandot” perché negli anni della gioventù lavorò
rispettivamente come Ping, Pang e Pong, e Rodrigo Ortiz
come comparsa proprio nell’opera di Puccini messa in sce-
nella parte dell’Imperatore Altoum. L’incompiuta opera di
na al Metropolitan di New York da Franco Zeffirelli. Nel-
Puccini è presentata nella versione completata da Franco
le sue intenzioni questa deve essere la sua prima e unica
Alfano. La regia televisiva è di Claudia De Toma.
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TV RADIO
La settimana di Rai 5
Sciarada Il circolo delle parole
Città segrete Lisbona
In occasione dei dieci anni dalla scomparsa dello scrittore toscano, il doc “Antonio Tabucchi. La vita non basta”. Lunedì 21 marzo ore 21.15
Gli storici dell’arte Janina Ramirez e
Martedì 22 marzo ore 20.20
L’epopea del gruppo protagonista della scena new romantic inglese anni ’80: la racconta il regista Zoe Dobson. Mercoledì 23 marzo ore 24.35
Tony Curtis
Serge Lifar: a passi di danza verso il futuro
Maratona per la Giornata mondiale del teatro
Parigi, inizi del XX secolo. Con un approccio radicale e coreografie rivoluzionarie, il maître de ballet ridefinisce il balletto neoclassico, e il futuro della danza. Venerdì 25 marzo ore 19.25
Dedicata ai maestri del Novecento con straordinari inediti. Si comincia con “The Tragey of Hamlet” di Peter Brook, nella versione originale sottotitolata in italiano. Sabato 26 marzo ore 21.15
L'uomo che ha influenzato Elvis Presley e James Dean, è stato uno dei primissimi idoli degli adolescenti e una delle ultime vere star del cinema. Giovedì 24 marzo ore 19.25
Alastair Sooke vanno alla scoperta della città nel primo episodio della serie.
Duran Duran There's Something You Should Know
L’inverno di Lampedusa Ultimo lembo di territorio italiano prima della costa africana. Terra di confine tra due mondi, l’isola è la protagonista del doc in prima visione di Lucrezia Lo Bianco. Domenica 27 marzo ore 22.00
OCORRIERE
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STORIE DELLA TV
UGO TOGNAZZI E’ stato uno dei primi a portare la comicità
ballerini, artisti – che venivano ospitate nel corso della tra-
e la satira in televisione: un documentario di
smissione.Con gli autori Scarnicci e Tarabusi, i due comici
Simona Fasulo ricorda uno dei più grandi attori italiani in occasione dei 100 anni dalla nascita. Mercoledì 23 marzo alle 21.10 su Rai Storia
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avevano avuto un'idea geniale: fare la parodia del linguaggio televisivo appena varato. Un'idea vincente finché, nel 1959, il programma non incappa nella censura e “Un due tre” deve chiudere, dopo aver trasmesso dal piccolo schermo sketch indimenticabili che ancora oggi sono celebrati. A raccontare quei momenti esaltanti c'è il regista di “Un
el centenario della nascita di Ugo Tognazzi, “Storie della TV”, in onda mercoledì 23 marzo alle 21.10 su Rai Storia, ricorda uno dei più grandi attori italiani, Da “Il Federale di Lizzani”, col
due tre”, Vito Molinari, che ricorda come venivano ideati gli
quale esordì nel cinema “serio”, a “La Grande Abbuffata” di
ci sono Nicola Fano, storico del teatro, che fa una breve
Ferreri, da “Amici miei” a “Il Vizietto”, è stato interprete di
disamina del tipo di comicità di Un due tre e della comicità
centocinquanta film, uno più bello dell'altro e regista di
di Scarnicci e Tarabusi, confrontata con quella di Garinei e
cinque pellicole di grande pregio – da “Il mantenuto” a “I
Giovannini, e c'è il critico cinematografico Mario Sesti che
viaggiatori della sera”.Ma Ugo Tognazzi - come racconta il
analizza l'uso del corpo che fa Tognazzi in teatro, in televi-
documentario di Simona Fasulo che si avvale della prezio-
sione e poi nel cinema. Ugo Tognazzi nell'immaginario de-
sa consulenza dello storico della televisione Aldo Grasso
gli italiani è soprattutto l'attore di cinema, il gourmet ante
- aveva esordito diciottenne nell'avanspettacolo e poi era
litteram, il tombeur de femmes, e per orientarci tra il per-
stato uno dei primi – con Raimondo Vianello - a portare la
sonaggio e l'uomo, il documentario ospita anche i racconti
comicità e la satira nel nuovo mezzo che era la televisione.
divertenti e a tratti commoventi di due dei suoi quattro
Il programma, del 1954, s'intitolava “Un due tre”, dalle tre
figli - Gian Marco e Maria Sole – e di quelli del regista Pupi
telecamere con cui veniva girato – rigorosamente in diretta
Avati, che fu sostenuto da Tognazzi quand'era un giovanot-
– e dal numero delle attrazioni internazionali – musicisti,
to senza arte né parte e ne divenne amico per sempre.
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sketch, il clima goliardico da cui nascevano; c'è Donata Tarabusi che, ancora bambina, andava ad assistere negli studi della Rai di Milano al programma scritto da suo padre; e
TV RADIO
La settimana di Rai Storia
Potere e Bellezza Gli Altavilla
La guerra segreta Una vera Bond girl
Cercasi Talento Catania
La famiglia normanna che seppe creare un importantissimo regno facendo del sud Italia il centro del Mediterraneo e la culla culturale d'Europa. Lunedì 21 marzo ore 22.10
Tra tutte le agenti dello Special Operations Executive inglese, nessuna è più coraggiosa e valida di Christine Granville. Martedì 22 marzo alle 22.10
Alla scoperta dell’ITS della città in cui i ragazzi possono diventare personale di bordo e di macchina oppure occuparsi della logistica. Mercoledì 12 marzo ore 22.10
Passato e Presente Fosse Ardeatine. La memoria
"Alighieri Durante, detto Dante" Vita e avventure di un uomo del Medioevo
Documentari d'autore Interno giorno
Una rappresaglia nazista in alcune gallerie sulla via Ardeatina uccide 335 persone. Una pagina tragica ricostruita da Paolo Mieli. Giovedì 24 marzo ore 20.30
Il racconto si propone di ricostruire la “carta d’identità” del sommo poeta attraverso le fonti disponibili agli storici. Con Alessandro Barbero. Venerdì 25 marzo ore 21.10
Un viaggio nel cinema, attraverso i provini di aspiranti attori e attrici, noti e sconosciuti, che hanno provato a entrare nella più antica scuola di cinema d’Europa: il Centro Sperimentale di Cinematografia. Sabato 26 marzo ore 23.00
DOMENICA CON TELMO PIEVANI Il filosofo della scienza, evoluzionista, comunicatore e saggista rende omaggio alla città di Padova e ai suoi luoghi della cultura. Domenica 27 marzo dalle 14.00 alle 24.00
OCORRIERE
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RAGAZZI
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TV RADIO
OCORRIERE
BRAVE BUNNIES,
LA PRODUZIONE DELLA SERIE UCRAINA NON SI FERMA Nonostante la guerra, a Kiev si lavora alla seconda stagione del cartoon che ha per protagonisti curiosi e coraggiosi coniglietti e il loro messaggio di amicizia e tolleranza
"B
rave Bunnies” è una delle serie animate più apprezzate dai bambini di tutto il mondo. Un successo tale anche in Italia, grazie alla programmazione che avviene su Rai Yoyo e RaiPlay. La serie è stata ideata a
Kiev, dalla autrice ucraina Olga Cherepanova. Per questo, il conflitto in corso tra Russia e Ucraina, ha destato subito preoccupazioni per la sorte delle persone che lavorano attorno alla serie. “Brave Bunnies” è una deliziosa serie animata per bambini di età prescolare che segue una famiglia di coraggiosi e curiosi coniglietti in cerca di avventura ed esplorazione, in viaggio sul loro Bunny Bus. La serie, in 52 episodi, è in onda su Rai Yoyo e Rai Play, dove ha debuttato lo scorso aprile, e su DeaJunior, canale tv del gruppo DeAgostini Editore, che con KidsMe, la children content factory del gruppo, ne firma la produzione insieme alla società ucraina Glowberry di Kiev e allo studio spagnolo Ànima Kitchent, con la collaborazione di Rai Ragazzi. “Brave Bunnies” è una serie sull’amicizia e sulla conoscenza del diverso. In ogni puntata, la grande famiglia dei coniglietti intraprendenti sale su un autobus a forma di coniglio e raggiunge una destinazione differente, dove fratelli e sorelle coniglietti incontrano animali diversi e creano nuovi giochi che aiutano a costruire amicizie. Grazie a un’animazione di grande qualità, nella sua apparente semplicità, la serie ha avuto un successo immediato ed è stata trasmessa in oltre 60 Paesi, trasformandosi nel primo successo globale della animazione ucraina. La società di produzione Glowberry era al lavoro a Kiev sulla seconda stagione della serie quando la guerra li ha sorpresi, ma i colleghi ucraini insieme ai loro partners non si fermano e si stanno organizzando per portare avanti la lavorazione perché il messaggio dei coniglietti coraggiosi di tolleranza e di rispetto è oggi ancora più importante. 65
CLASSIFICHE AIRPLAY per Radiocorriere TV IT - All Radio (Tutte le emittenti) Airplay Fri 11 - Thu 17 Mar 2022 Compared with Fri 04 - Thu 10 Mar 2022
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Brividi UMG 4,905 4,993 93.9 Ciao Ciao SME 4,843 4,901 93.9 Dove si balla UMG 4,350 4,401 87.5 La ragazza del futuro UMG 3,204 3,135 81.3 Clap Your Hands UMG 3,464 3,215 72.3 Tutte le notti UMG 2,908 2,508 70.2 Ovunque sarai WMG 3,445 3,491 69.5 Sacrifice UMG 3,061 3,013 69.4 - Artisti Italiani SME In The IT Dark 3,686 3,548 68.5 Insuperabile UMG 67.8 Airplay Fri 11 - Thu 17 Mar 20222,988 Compared3,135 with Fri 04 -
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1 2 1 6 Mahmood & Blanco Brividi 2 1 1 6 La Rappresentante Di L.. Ciao Ciao 3 3 3 6 Dargen D'Amico Dove si balla 4 4 4 8 Cesare Cremonini La ragazza del futuro 5 9 5 2 Tommaso Paradiso Tutte le notti 6 8 6 4 Rkomi Insuperabile 7 36 7 1 Elodie Bagno a mezzanotte IT - Indipendenti 8 5 1(per passaggi) 11 Marco Mengoni feat. Ma.. Mi fiderò Airplay Compared with Fri 04 - O Thu 10sei Mar 9 Fri 11 6 - Thu 3 17 Mar 6 2022 Elisa forse tu 2022 10 7 6 6 Achille Lauro Domenica
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Darin Sangiovanni iann dior Coez Ditonellapiaga e Rettore Francesco Gabbani Le Vibrazioni Imanbek, Wiz Khalifa, .. Coez Leony
Can't Stay Away Ind. 3,656 3,748 Farfalle Ind. 3,202 3,460 let you Ind. 2,645 2,891 Occhi rossi Ind. 1,877 1,797 Chimica Ind. 1,791 1,956 Volevamo solo essere f.. Ind. 1,715 0 Tantissimo Ind. 1,665 1,883 Ordinary Life Ind. 914 914 Come nelle canzoni Airplay Ind. 759 862 IT - Radio (Artisti Emergenti) Remedy Ind. 657 665
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Castelli di lenzuola Cartier Paranoie Shakerando Fuoriprogramma Chilometri Marecittà La libertà Le Geek Pioggia di CBD
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George Ezra Charli XCX feat. Rina .. Jax Jones feat. MNEK Ed Sheeran feat. Taylo.. Lost Frequencies feat... Becky Hill & Galantis Elton John & Dua Lipa Regard x Years & Years Becky Hill & David Guetta Kid LAROI, The & Justi..
Anyone For You SME 4,826 4,431 233 60.96 Beg For You WMG 4,057 4,033 204 60.22 Where Did You Go? UMG 3,920 3,761 184 56.70 The Joker & The Queen WMG 1,992 2,034 215 38.03 Where Are You Now SME/UMG 4,695 4,580 187 35.19 Run UMG 2,773 2,837 178 32.19 Cold Heart UMG/WMG 4,280 4,362 217 31.99 Hallucination SME 2,793 2,056 190 31.82 Remember US - All RadioUMG 3,620 3,560 193 31.81 STAY 3,142 148Fri 29.86 Airplay Fri 11 -SME/UMG Thu 17 Mar3,038 2022 Compared with 04 -
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GAYLE Jaymes Young Elton John & Dua Lipa Weeknd, The Purple Disco Machine &.. Ed Sheeran Coldplay X BTS Imagine Dragons feat. JID Kid LAROI, The & Justi.. Alesso & Katy Perry
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abcdefu WMG 22,440 22,707 1213 59 Infinity WMG 12,994 11,637 615 44 Cold Heart UMG/WMG 21,292 22,331 1574 41 Sacrifice UMG 19,006 20,139 1264 40 In The Dark SME 13,803 13,111 898 37 Shivers WMG 15,947 16,842 1339 36 My Universe WMG 13,390 14,461 1203 36 Enemy UMG 12,309 12,223 753 35 STAY SME/UMG 14,750 16,020 1152 34 IN - Latin America When I'm Gone UMG 17,319 17,043with1033 Airplay Fri 11 - Thu 17 Mar 2022 Compared Fri 0431 -
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Becky G feat. Karol G Elton John & Dua Lipa Sebastián Yatra Zzoilo & Aitana Rauw Alejandro Y Chenc.. Wisin, Camilo & Los Le.. Romeo Santos GAYLE Kid LAROI, The & Justi.. Rauw Alejandro
MAMIII Cold Heart Tacones Rojos Mon Amour Desesperados Buenos Días Sus Huellas abcdefu STAY Todo De Ti
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I FILM DELLA SETTIMANA
CINEMA IN TV Delphine è l'autrice di un romanzo molto intimo e dedicato a sua madre, che è diventato un best-seller. Già esaurita per lo stress e indebolita dai ricordi, Delphine si trova ben presto tormentata anche da alcune lettere anonime in cui viene accusata di aver dato la sua famiglia in pasto al pubblico. Inoltre, è paralizzata al solo pensiero di dover tornare a scrivere. Poi, Delphine incontra Elle, una giovane donna attraente, intelligente e intuitiva, che la capisce più di chiunque altro. Delphine si affeziona a lei, si fida e si abbandona fino a quando Elle si trasferisce da lei e la loro amicizia prende una piega inquietante. Presentato fuori concorso al 70° Festival di Cannes nel 2017 il film va in onda senza interruzioni pubblicitarie ed è disponibile in lingua originale. Tra gli interpreti, Emmanuelle Seigner, Eva Green, Vincent Perez, Damien Bonnard, Dominique Pinon.
“LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO” – LUNEDÌ 21 MARZO ORE 22.15 – ANNO 2018 – REGIA DI EMANUELE SCARINGI
Zero ha ventisette anni, vive nel quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente nella Tiburtina Valley. Zero è un disegnatore ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta dando ripetizioni di francese, cronometrando le file dei check-in all'aeroporto e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua vita scorre sempre uguale, tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza Roma, ma una volta tornato a casa, lo aspetta la sua coscienza critica: un Armadillo in carne e ossa, o meglio in placche e tessuti molli, che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna costantemente su cosa succede nel mondo. A tenergli compagnia l'amico d'infanzia Secco. La notizia della morte di Camille, una compagna di scuola e suo amore adolescenziale mai dichiarato, lo costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo spirito dissacrante, l'incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di certezze della sua generazione di "tagliati fuori".
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“QUELLO CHE NON SO DI LEI” – MARTEDÌ 22 MARZO ALLE 21.15 – ANNO 2017 – REGIA DI ROMAN POLANSKI
TV RADIO
Augusto Scribani torna a casa dopo aver trascorso diciotto anni in una casa di cura psichiatrica. La casa è ancora sua, ma vi abitano la nuora divorziata con figlia Rosa, il nuovo compagno di lei e la figlia di quest’ultimo. Augusto è a malapena sopportato, è un uomo innocuo, a volte un po’ bizzarro, e la sola persona con cui riesce a creare un rapporto è la nipotina. Certo l’uomo si lascia ancora andare a certe stravaganze come presentarsi in pigiama a una festa organizzata in casa con ospiti importanti o partecipare a un’inchiesta televisiva sui matti durante la quale fa un intervento clamoroso. Quando capisce che la nuora vorrebbe rispedirlo in clinica, Augusto si rifugia in un casale di periferia dove lo raggiunge Rosa, scappata di casa, che prova per lui un profondo affetto. Dopo pochi giorni felici, però, interviene la polizia: la bimba è messa in collegio e Augusto si ritira in una Comunità di suore. Nel cast, Vittorio Gassman, Dominique Sanda, Eva Grimaldi, Firmine Richard.
“CHIUDI GLI OCCHI” – GIOVEDÌ 24 MARZO ORE 21.20 ANNO 2016 – REGIA DI MARC FORSTER
In un incidente stradale avvenuto quando era ancora una bambina, Gina, oltre ad avere perso entrambi i genitori, ha subito gravi lesioni agli occhi ed ha praticamente perso la vista. Ora che è cresciuta riesce a sopportare il suo trauma grazie all’aiuto di suo marito, James, che l’accudisce e provvede a tutte le sue necessità. La sua vita dipende dunque in tutto e per tutto da lui. Un giorno però Gina si sottopone a un intervento chirurgico che le restituisce la vista da un occhio. E improvvisamente tutto cambia: quelle che prima erano solo debolissime ombre e percezioni indistinte di luci diventano corpi e colori definiti. La nuova consapevolezza di se stessa e del mondo che la circonda la fanno riflettere sulla sua vita e sulla relazione con suo marito che, da parte sua, non riconosce più la donna che ha sposato. Gina intanto, nella sua nuova condizione, scopre inquietanti verità sul suo matrimonio…
OCORRIERE
“TOLGO IL DISTURBO” – SABATO 26 MARZO ORE 21.10 – ANNO 1990 - REGIA DI DINO RISI
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ALMANACCO DEL RADIOCORRIERE CONSULTA L'ARCHIVIO STORICO DEL RADIOCORRIERE TV ALLA PAGINA radiocorriere.teche.rai.it
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