Carte, mappe, sestanti, atlanti e bussole
L’altlante dell’ignoto avanza a tentoni La nuova mappa legge la complessità del quotidiano Mappe, sestanti, bussole indicano la direzione da non prendere La nuova carta collega antico e moderno, ciò che è stato e ciò che ritornerà Gira la mappa. Il nord diventa sud e l’equatore non taglia a metà il globo Segna l’archivio degli abissi, l’alfabeto delle nuvole, le piste del deserto, i sentieri nella boscaglia La carta si affida al cielo e all’immaginazione del compilatore Ogni mappa deve contenere il paese di utopia, come scriveva Oscar Wilde Le vere mappe nascono nell’Hortus Conclusus
Nuove mappe (Atlas maior, nuovo atlante, caput mundi… ) Una mappa ben lungi dall’essere una fedele rappresentazione dell’esistente non è mai neutrale è sempre un’elaborazione una carta dice ciò che le si vuol far dire Sono un distruttore di atlanti. Nelle mie mappe ci sono mostri, animali, scene di vita quotidiana, segni e segnali, visioni ancestrali, vie strade sentieri, fiumi laghi montagne e terre immaginarie, bestiari medioevali e rotte di portolani… anche il paradiso, quello perduto, e l’inferno della disumanità, c’è anche un hortus conclusus. Ogni mappa è molto incasinata, come l’umanità sempre incerta, confusa e migrante, non ha direzione né nord né sud o viceversa non destra e sinistra, non sopra e sotto, piatta come la concezione della terra tolemaica, tabula di simboli etnici che si sovrappongono alla babele dei linguaggi, dalle grotte di Lascaux al medioevo all’illuminismo al modernismo fino alle teorie aberranti delle mostruosità escludenti dell’oggi. Con le mappe nuove il cervello danza e cerca di mettere in moto le sinapsi dei collegamenti, la visione non misurata della realtà, senza il metro o il contachilometri, senza google map e le distanze anche le più misurate non sono mai esatte. Le mappe sono anche il tentativo, impossibile a realizzarsi, di ordinare il mondo attraverso nuovi disordini, scompaginando le rappresentazioni fisiche o mentali, strappando pagine dalla storia e incollandone di nuove perché tutto cambia, oh sì, tutto cambia e dispiace sempre andarsene da questo mondo incompiuto senza aver mai fatto appieno la nostra minuscola parte. Sem Galimberti, dall’Hortus Conclusus – Bergamo 2019-08-01
Futuro, presente e passato si amano
Nova et vetera universi orbis
Mappa ragnatela del tempo che fugge
Mappa del mondo che ruota
Mappa caput mundi
Mappa della terra piatta
Mappa che vaga nel tempo e nello spazio
Mappa dei tanti passati che ritornano
Mappa del mare irato
Mappa della nuova umanità
Mappa che non porta a destinazione
Mappa di antichi e nuovi costruttori
Mappa dei rilievi
Il verde non invade la mappa ecologica
Mappa archivio degli abissi
Mappa senza scala
Mappa dell’Apokalisse
catalogo e mostra a cura di cento4 in collaborazione con
Bergamo, novembre 2019