Raimondo Villano - Paradigmi metodologici delle scienze storiche

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Raimondo Villano Cerimonia di Presentazione sotto l’Alto Patrocinio di: Ministero Beni e Attività Culturali

Edito con il Patrocinio di: Pontificia Accademia Tiberina Accademia di Storia Arte Sanitaria Nobile Collegio Chimico Farmaceutico Accademia Europea Relazioni Economiche e Culturali Norman Academy of State of Florida USA and of Republic of the Gambia

Presentazioni di: Ven. Balì Gran Croce di Giustizia del Sovrano Militare Ordine di Malta Ecc.mo Fra’ Franz von Lobstein Past District Governor del Rotary International 2100-Italia Prof. Antonio Carosella

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Copia n. _____________

L’autore __________________________

CHIRON FOUND. Praxys dpt

© Copyright Raimondo Villano. © Ricerche, elaborazioni, copertina a cura di Raimondo Villano. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta in pubblicazioni e studi senza citare la fonte. Nessuna parte del libro può essere diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso scritto dell’editore. All right reserved. No part of this book shall be reproduced in publications and studies without root’s citation. No part of this book shall be stored in a retrieval system, or transmitted by ani means, electronic, mechanical, photocopying, recording or otherwise, without written permission from the publisher. Realizzazione editoriale: Prof. Dott. Maria Rosaria Giordano. Redazione: mobile 338 59 60 222; e-mail: farmavillano@libero.it Advisor executive: Francesco Villano. Edizioni Chiron Found. - Praxys dpt. © 2010 Fondazione Chiron, via Maresca 12, scala A - 80058 Torre Annunziata (Napoli) Tel. 081 861 22 99 Fax 081 353 29 81 website: www.chiron-found.org Vendite: Prof. Dott. Annamaria Giordano mobile 347 61 71 669. E-mail: annamaria.g10@alice.it; http://www.chiron-found.org Stampa LP - Napoli. Prima edizione gennaio 2010. Prima ristampa marzo 2010. Seconda ristampa settembre 2010. Terza ristampa dicembre 2010. Quarta ristampa marzo 2011. Quinta ristampa gennaio 2012. Prima edizione inglese gennaio 2011. Finito di scrivere il ventiquattro dicembre 2009. Foto di copertina di Raimondo Villano (2005): busto dal Chiostro dei Procuratori della Certosa di San Martino in Napoli. Serie numerata. Questo volume, privo del numero di serie e della firma dell’autore, è da ritenersi contraffatto. ISBN 978-88-904235-36. CDD 177 VIL tem 2010. LCC BH 81-208.

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Ai Confratelli Cavalieri Professi e non e alle Consorelle Dame del Sovrano Militare Ordine di Malta a me particolarmente vicini, di cui apprezzo il talento che stimola anche taluni miei studi e di cui, soprattutto, amo la profonda spiritualitĂ che ispira ed orienta significativamente la mia vita.

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Cerimonia di presentazione del libro:

sotto l’Alto Patrocinio del Ministero dei Beni e Attività Culturali

Con la partecipazione di:

Sua Em.za Rev.ma il Signor Cardinale Paul POUPARD Presidente Emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura

Prof. Dott. Comm. Tito Lucrezio Rizzo Consigliere Capo Servizi del Quirinale

Studiorum Universitas Ruggero II State of Florida - U. S. A. and Republic of the Gambia

Gr. Uff. Prof. Dott. Giulio Tarro WABT c/o UATI-ICET / UNESCO House - Paris Chairman of International Committe Biothecnologies and VirusPhere

Coordinatore: Duca Riccardo Giordani di Willemburg Gran Cerimoniere Norman Academy

Cerimonia: Sabato 2 Ottobre 2010 – ore 17,00 Casa dell’Aviatore Circolo Ufficiali dell’Aeronautica - Roma

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Edito con il Patrocinio di:

ACCADEMIA

TIBERINA

Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori

Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria

Norman Academy RECOGNIZED BY THE LAW OF THE STATE OF FLORIDA U.S.A. AND OF THE REPUBLIC OF THE GAMBIA NOT POR PROFIT ASSOCIATION ARTS, LETTERS, HUMANITIES AND OF THE HUMAN RIGHTS DEFENCE IN THE WORLD

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Indice Presentazione

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Presentazione

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Prefazione

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Parte prima Il senso della storia e il dovere della memoria

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La memoria come percezione di identità collettiva

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Il senso della memoria nelle arti sanitarie

57

Essenza e logica della sottrazione dei fatti all’oblio

62

La sede delle Epifanie divine nell’intreccio fra tempo ed eternità

67

Parte seconda Paradigmi metodologici e tecnici delle scienze storiche

79

Concettualità e metodologia nell’approccio alla storia

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Euristica della storiografia della scienza

86

Problematiche di interdisciplinarità della storia della scienza

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Approfondimenti inerenti la storia dell’arte sanitaria

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L’archivio storico e l’area museale

95

Ruolo delle tecnologie informatiche nello sviluppo dello studio e della diffusione della storia sanitaria

99

Approfondimenti correlativi tra libro a stampa e opera multimediale

111

Studio sull’integrazione funzionale dei mezzi informatici:

114

1. Approfondimenti sulla biblioteca virtuale on-line

114

2. Approfondimenti sul museo virtuale on-line

116

3. Il progetto Minerva nell’ambito delle iniziative comunitarie di digitalizzazione del patrimonio culturale 4. Esempi di reti di supporto alla ricerca e alla consultazione storica

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ACCADEMIA EUROPEA per le RELAZIONI ECONOMICHE E CULTURALI Il presidente

Roma, 7 gennaio 2010 Carissimo Raimondo, facendo seguito alla tua richiesta di patrocinio AEREC per la pubblicazione della tua ultima fatica letteraria: “Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la memoria dell’homo faber”. sono lieto procedere con la concessione, in virtù dell’impegno straordinario profuso in quest’opera che, dai postulati programmatici, si propone come strumento di lettura del nostro Paese in un momento particolarmente delicato ma interessante di cambiamenti epocali e determinanti per il futuro. Augurandoti pieno successo per l’iniziativa, aspetto di leggere intanto ti giungano i più affettuosi e sinceri auguri di buon anno.

il libro ed

Ernesto Carpentieri

Via Sebino 11 – 00199 Roma - Tel. 0039-06.85.86.57.00 Fax 0039-06.84.14.531 Web site: www.aerec.org e-mail: info@aerec.org

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Presentazione

G

entiluomo di compositi interessi sociali e storici, dalla vasta e, oserei dire, addirittura imponente bibliografia, il confratello Raimondo Villano presenta alla nostra attenzione l’ultima sua opera di saggistica dal titolo “Il tempo

scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la memoria dell’homo faber”. Si tratta, in effetti, di un “agile” volumetto, giacché consta di appena poco più di cento pagine, che si distingue sia per consultabilità ed eleganza che per le scelte iconografiche, invero raffinatissime. Mi corre, tuttavia, l’obbligo di fare una precisazione, ovvero che non sia di inganno l’espressione adottata di “volumetto” giacché il fonema che ci siamo permessi di utilizzare, sia ben chiaro, si riferisce ad un’opera tutt’altro che di esiguo spessore non solo in virtù degli argomenti trattati, in effetti tutti, ma proprio tutti “tosti”, bensì anche per la profondità delle cognizioni e per la meditata attenzione. Per avere una vaga idea in proposito, del resto, appare sufficiente porre mente locale già ai soli titoli dei capitoli della Parte Prima e Seconda, benché vada confessato che per una lettura attenta alcuni di essi presuppongono, se non proprio impongono, un’immediata conoscenza dei relativi testi. Soffermandoci, poi, a riflettere sui principali temi portanti, intesi però nell’accezione più alta del termine, dal coacervo di un’ideale “summa”, l’opera ci riconduce, relativamente agli aspetti della “memoria”, all’aforisma frutto della saggezza antica che con Marco Tullio Cicerone suggerisce che la memoria diminuisce se non la si tiene in esercizio (“memoria minuitur nisi eam exerceas” in “De senectude”, VII VII. 21) mentre, per ciò che concerne la “storia e sua metodologia”, essa rimanda ancora a Cicerone là dove asserisce “historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, qua voce alia nisi oratore immortalitati commendatum ” (“De orat”, II, 9, 36) ma anche, impegnandoci in un ragguardevole “salto” nel tempo, a Massimo D’Azeglio, da cui apprendiamo che “la storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire”, a Francesco Domenico Guerrazzi che ne “Il buco al mare”

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ricorda come “la filosofia della storia è l’arte di cercare e scoprire le leggi regolatrici del mondo morale”, a Carlo Belgioioso che in “Scuola e famiglia” afferma che “la storia è il notaio della coscienza pubblica” e, inoltre, a Giacomo Bazzellotti che trattando di Francesco de Sanctis puntualizza come “i recenti progressi del metodo hanno allontanato sempre più la storia dall’arte dandole un carattere sempre più scientifico”. Soffermandoci, ancora, sugli aspetti della Storia della Scienza e, in particolare, della scienza sanitaria e sua diffusione, ci sovviene in mente sia la riflessione di San Gregorio Magno, “quando mundus ad extremum ducitur, tanto largior nobis aeternae scientiae aditum aperitur”, che quanto asserito da Carlo Cattaneo, ossia che “scienza è ricchezza” nonché la considerazione di Gaetano Negri che “il tratto fondamentale dello spirito moderno è che tutte le forze dell’intelligenza sono portate all’investigazione dei fenomeni fisici e morali considerati per se stessi all’infuori di ogni pregiudizio di ogni elemento metafisico” (“Segno dei tempi”, 125). Ma cosa che ci sta più a cuore, oltre che come storici, in qualità di membri Professi dei Giovanniti, infine, a proposito delle considerazioni sviluppate sulla sede delle epifanie divine nell’intreccio fra tempo ed eternità, desideriamo riservarci di partecipare un ultimo fondamentale rimando all’interessantissimo sintetico precetto di Giovenale che nelle “Satire” (10, 356) ricorda che “orandum est ut sit mens sana in corpore sano”: “bisogna pregare affinché una mente sana sia in un corpo sano”! Roma, 6 febbraio 2010 Fra’ Franz von Lobstein Ven. Balì Gran Croce di Giustizia del Sovrano Militare Ordine di Malta

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Presentazione

I

l libro, che si compone di due parti ben distinte e pur collegate nell’unità dell’idea di fondo, affronta l’arduo compito di accostare due ambiti disciplinari e scientifici tradizionalmente differenziati sia nell’interna

strutturazione che nelle finalità conoscitive: la Storia e l’Informatica. Lo scopo dell’accostamento è di ordine pratico-operativo, che, senza compromettere l’autonomia di entrambe le discipline e senza intaccarne gli statuti né alterarne le interne logiche, dispone le potenzialità dell’una (l’informatica) al servizio dell’altra (la storia) per dilatarne e potenziarne l’ampiezza degli orizzonti conoscitivi e per accrescerne la carica pedagogica. Alla base o alla radice di siffatta operazione, complessa e ardita al tempo stesso, v’è la ferma fiducia che la differenziazione delle “due culture”, tema dominante nella seconda metà del secolo scorso, sia destinata a lasciare il posto ad una auspicata integrazione in un “sapere”, nuovo e antico al tempo stesso, che pare profilarsi all’orizzonte non troppo lontano del tormentato nostro presente. All’attesa, ancora piuttosto smarrita e confusa, di un tale avvento sembra alludere persino il titolo del libro: “Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità”, dove l’immagine del tempo che faticosamente scolpisce i propri segni sulla sconfinata lastra dell’eternità non riesce neppure a scalfire, di essa, l’intatto e assorto silenzio. E così si ricompone, per noi uomini, il mistero del rapporto tempo-eternità. Allora: ha un senso il generoso sforzo dell’autore di richiamare la nostra limitata intelligenza di mortali a misurarsi ancora con il problema tempo-eternità, se esso problema è costitutivamente al di sopra delle possibilità intellettive dell’uomo? Certamente. Anzi si direbbe che il senso intimo e globale di tutto l’impegnato e impegnativo discorso che fa il Villano consiste proprio nella consapevolezza del limite e nello sforzo di spostarlo ancora più oltre utilizzando gli strumenti della moderna tecnologia. Ed è in questo sforzo che scienza e storia si ritrovano a collaborare al fine di far crescere l’uomo in conoscenza senza peraltro autorizzarlo al folle volo di Ulisse oltre le colonne d’Ercole della sua finitezza.

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La lunga e articolata riflessione sulla storia, sul suo senso e sui suoi fini è alimentata e sostenuta da una valida documentazione e da autorevoli riferimenti, ma non è fine a se stessa, perché è volta alla prospettiva, più limitata, dell’arte sanitaria e, più precisarmente, della storia della farmacia, di cui l’autore è appassionato cultore. Dall’affermazione dell’opportunità e dell’utilità di conoscere il passato per meglio vivere il presente e per più consapevolmente preparare l’avvenire deriva, come logica conseguenza, l’individuazione dell’informatica come la tecnica che oggi consente di ampliare straordinariamente, di facilitare, arricchire e diffondere i segni e le testimonianze del passato a tutto vantaggio sia dell’arricchimento culturale del presente che della propiziazione d’un più largo orizzonte conoscitivo per il futuro. E con in più i vantaggi offerti dallo strumento informatico, che consente di superare ed eliminare le due grandi difficoltà che hanno fino ad ora limitato le possibilità operative dell’uomo: gli ostacoli del tempo e dello spazio. Non è certo la conquista dell’onnipotenza, che appartiene soltanto a Dio, ma è un gigantesco passo avanti fatto dall’uomo nella graduale ma infaticata marcia di avvicinamento al “gran mare dell’Essere ” supremo. Ed è merito di Raimondo Villano averlo intuito e fatto oggetto della propria ricerca. C.mare di Stabia, 4 marzo 2010 Prof. Antonio Carosella Past District Governor del Rotary International 2100-Italia

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Prefazione

Q

uesto lavoro scaturisce da un particolare coacervo di elementi correlati alla mia condizione di cultore di storia, di cattolico giovannita, di professionista sanitario e di cittadino socialmente impegnato in una Nazione splendida

nella sua pur evidente complessità. Una lettura non sommaria dell’opera credo, invero, possa segnare un momento nel quale si fa memoria di importanti istanti e aspetti della nostra storia. Nel contempo, fuor d’ogni retorica, lo scorrere dei capitoli ritengo sia occasione che può far volgere lo sguardo al futuro riscoprendo l’opportunità, il valore e il dovere della testimonianza, della narrazione e dell’aiuto alla conoscenza. Una lettura, dunque, da cui emergono non soltanto solide architravi concettuali per sorreggere l’impalcatura del ricordo, per non dimenticare, bensì anche un lavoro letterario che si cimenta nel compimento di un’ulteriore opera altamente civile, putrellando elementi di riflessione di pacificazione sociale, di concorso al ravvivamento del sentimento di coesione nazionale, particolarmente bisognoso d’esser coltivato e diffuso nei tempi attuali, nonché di custodia e protezione delle autentiche radici che, sostanzialmente, riguardano tutto il Paese. D’altro canto, con profondo sentimento cristiano, ho inteso sviluppare coerenti riflessioni con il proposito di collaborare per la diffusione del regno di Dio nel mondo d’oggi e, in un fecondo metabolismo di fede e ragione, umilmente concorrere anche allo sforzo di aprire uno spazio per tutti i popoli e per quanti conoscono Dio da lontano o per i quali Egli è sconosciuto o addirittura estraneo: per aiutarli, in effetti, ad “agganciarsi a Dio”, al cui cospetto sta ogni creatura umana(1). In qualità di accademico, infine, ho approfondito taluni aspetti metodologici e di valorizzazione di comparti della disciplina storico-sanitaria. Raimondo Villano _________________ (1) I concetti di riferimento sono quello del “cortile dei gentili”, riservato nel Tempio di Gerusalemme ai pagani che volevano pregare l’unico Dio e che Gesù volle sgomberare da chi l’aveva trasformato in “un covo di ladri”, e le riflessioni di pertinenza espresse dal Santo Padre Benedetto XVI nel discorso alla Curia romana per la presentazione degli auguri natalizi (Vaticano, Sala Clementina, 21 dicembre 2009).

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“Timeo lectorem unius libri” San Tommaso d’Aquino

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Cigola la carrucola del pozzo l’acqua sale alla luce e vi si fonde. Trema un ricordo nel ricolmo secchio, nel puro cerchio un’immagine ride. Accosto il volto a evanescenti labbri: si deforma il passato, si fa vecchio, appartiene ad un altro... Ah che già stride la ruota, ti ridona all’atro fondo, visione, una distanza ci divide. Eugenio Montale

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P P arte

rima

“Voglio imparare i tempi della memoria perchè mi hai insegnato, dove sei, che il mio futuro è nel nostro passato (...) si perdono nel vento come cenere i segni della vita” Ugo Ronfani

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Paradigmi metodologici e tecnici delle scienze storiche

A

ll’origine di tutte le Storie in Erotodo, definito dai manuali “padre della storia”, è rintracciabile lo sviluppo del metodo aperto tipico del grande scrittore di reportage(115). Nei lavori di Tucidide sono riscontrabili gli elementi del primo cultore delle verità fattuali.

Sallustio a Roma incide l’impronta nell’invenzione di una storiografia latina che nel dramma degli eventi individua il prevalere dell’intelligenza politica. ______________ (115) Riszard Kapuscinski, In viaggio con Erodoto, Feltrinelli, 2005.

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A Roma si afferma l’immagine di Tucidide come autore sommamente intento alla verità unica dei fatti, prudente, severo, grave secondo il criterio di Cicerone, in opposizione alla tendenziosità dei giudizi individuali di altri storici, oltre che di retori, filosofi e poeti comici. L’incontrastata supremazia di Tucidide come modello di un autentico metodo storiografico ha inizio a Roma e da qui si diffonde con un moto di ritorno nella cultura di lingua greca, a spese di Erodoto campione di indagine “aperta” all’incrocio di possibili testimonianze alternative. Da Luciano agli autori cristiani dell’impero bizantino, nella verità solida e indiscussa di ciò che è realmente accaduto risiede l’impegno deontologico dello storico, refrattario alle seduzioni del successo contingente. L’ultima tappa di questo percorso trionfale è la storia della conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II, che il greco Michele Critobulo compone in una rigorosa maniera tucididea: fino alla paradossale esaltazione del vincitore, nel nome della realpolitik(116). Nel Quattrocento una certa modernità politica sostenuta da nuove classi dirigenti culmina in un sistema di Stati che, seppur fragile, induce Machiavelli e Guicciardini ad inaugurare la scienza politica in senso moderno. Nell’epoca del Guicciardini, come nelle successive fino a Croce, si può affermare che ogni età, ogni generazione, meditando una certa storia d’Italia, prese coscienza, in modo affatto peculiare, del proprio mondo: si trattasse di capire “le calamità d’Italia”, repentinamente sopraggiunte quando il paese viveva “in tanta prosperità” ed in uno “stato tanto desiderabile quando era quello nel quale sicuramente si riposava l’anno della salute cristiana mille quattrocento novanta(117)”, oppure si volessero mostrare polemicamente, in pieno regime fascista, i progressi compiuti e i valori e le energie dell’Italia liberale. Marco Tullio Cicerone nel “De oratore” parla di Historia magistra vitae, frase tuttavia da non leggere superficialmente, poiché la storia è certamente “maestra di vita” nel senso che aiuta a meditare ed a capire, ma non potrà mai indicare quale strada adottare quando ci si trova di fronte ad un bivio. Come se tutto ciò non bastasse, la ricostruzione del passato è resa ulteriormente difficile dal fatto che gli storici possono analizzare soltanto le idee ed i fatti dei quali sia rimasta qualche traccia documentaria mentre la grande maggioranza degli eventi accaduti nel passato non ha lasciato alcuna traccia e, dunque, non può essere più ricordato. Per giunta moltissimi documenti di straordinaria importanza sono stati deliberatamente distrutti. Là dove non ha provveduto la volontà dell’uomo, inoltre, possono essere intervenuti eventi calamitosi quali incendi, guerre, terremoti o banali negligenze. È evidente, pertanto, l’intrinseca preziosità di un antico oggetto o documento per il solo fatto di essere sopravvissuto e giunto fino a noi. La storia ci insegna a pensare e a vivere ma non a prevedere il futuro per la semplice ragione che non si ripete mai. Ogni evento storico, inoltre, dovrebbe essere sempre interpretato in base alla mentalità ed alle idee del suo tempo. Molti storici, ed anche molti lettori, omettono tale prassi avendo sempre quale termine di riferimento il presente. ______________ (116) Luciano Canfora, Tucidide tra Atene e Roma, Ed. Salerno, 2005. (117) F. Giucciardini, Storia d’Italia, a cura di S. Seidel Menchi, Torino, 1971, pp. 5-6.

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Studiare la storia di un individuo o di una collettività è, dunque, difficilissimo. Ma se la nostra mente non compisse lo sforzo di meditare sul passato, non saremmo persone e neppure nazioni.

Circa la questione, poi, se la storia sia maestra di vita o esercizio letterario va considerato che in ogni caso essa è una bussola per capire il presente. La storia, comunque, non può essere una “maestra di vita”, anche nel nel senso che non impartisce lezioni univoche e non può fungere da manuale per comprendere il presente.

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Rifacendosi, tuttavia, al pensiero del maestro francese dell’ermeneutica cristiana Paul Ricoer (1913-2005), il dovere della memoria, inducendo alla comprensione del passato, può anche comportare che, quantomeno, ci si illuda di non ripetere gli errori e di trovare la forza del perdono. Con la “tradizione” del testo, inoltre, si indicano tutte le diverse “strade” attraverso cui esso è giunto fino a noi. In epoca antica e medievale (prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili), però, i testi erano copiati a mano nei vari scriptoria. Il rischio di errore, pertanto, nonostante la perizia di alcuni copisti e la massima attenzione che essi vi potevano porre, era altissimo. Da un errore se ne generava quasi sempre un altro, poiché il successivo copista cercava di porre rimedio all’incomprensione, magari peggiorando il testo. Ciò si verificava quando le cose andavano bene; in molti casi, invece, i rari manoscritti originali andavano persi. Di tantissimi autori e opere, infatti, possediamo solo frammenti. Recuperare il testo, o avvicinarsi quanto più è possibile all’originale, è il delicato ed importante compito del filologo. Della Divina Commedia, per esempio, come di quasi tutti i testi medievali (per non parlare degli antichi), ci restano solo copie e nessun originale. Ed è attraverso il loro studio che ci rendiamo conto delle intenzioni dell’autore e delle distorsioni che il testo ha subito nel corso del tempo. Nel campo della formazione delle scienze sociali ed anche economiche, poi, gli storici propongono la loro disciplina come lingua comune e federatrice (ad esempio, con le presidenze di Lucine Febbre, Fernand Braudel, Jacques Le Goff e François Furet all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Francia). Gli storici dovrebbero accettare il dialogo con gli antropologi, che propongono nuove chiavi di lettura, strumenti metodologici e terreni di studio (ad esempio le parentele) per le società del passato. La microstoria non si occupa di piccola storia, si occupa di storia in maniera analitica, con uno sguardo ravvicinato. Sotto la lente del microscopio, ovviamente, si può mettere un’ala di insetto o un frammento di pelle di un grande mammifero: è lo sguardo che conta, le domande che si pongono. La microstoria, dunque, pone sempre, esplicitamente o implicitamente, un problema di generalizzazione; si parte da un caso circoscritto (tutti i casi, grandi o piccoli lo sono) per capire qualcosa di più generale. Magari si tratta di un caso anomalo: ma ogni anomalia contiene in sé la norma, non è vero l’inverso. Studio delle fonti storiche(118) Nel metodo di studio delle fonti la Critica storica si sviluppa in differenti tecniche. La critica ai documenti mira a determinare con rigore il valore di testimonianza e di informazione se del caso comparato ad altre fonti storiche. La prima tappa, la critica esterna o di autenticità, consiste nel determinare se un documento è autentico o falso o se si tratta di un originale o di una copia. In generale si suddivide in una critica di provenienza (che include la determinazione dell’autore, del luogo e della data di redazione) e una critica di ricostruzione (che ha lo scopo di ricostruire il testo originale di un documento contenente, ad esempio, errori di trascrizione). ______________ (118) R. Villano, Arte e Storia della Farmacia, Prefazione, Selecta Medica, Pavia 2006, pagg. 6-9.

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La critica interna o di credibilità si preoccupa di determinare la veridicità delle informazioni contenute in un documento attraverso cinque operazioni: critica di interpretazione (che si confonde in parte con l’ermeneutica e per mezzo della quale si preoccupa di apprendere il contenuto del testo), critica di competenza (che determina la qualità del testo attraverso la valutazione sulla capacità dell’autore di conoscere e comprendere i fatti), critica di veridicità (che esamina la possibile esistenza di falsi), critica di rigore (che individua gli errori involontari nella descrizione dei fatti), e la verifica delle testimonianze (in cui si comparano le informazioni contenute nel testo con le altre testimonianze disponibili). Il ricorso alla critica storica, congiuntamente al ricorso alle scienze ausiliarie conferisce alla storia il suo carattere di scienza che non deve essere confusa con la scienza sperimentale, data l’impossibilità di riproduzione dei fenomeni storici al fine di comprovare ipotesi al pari, ad esempio, di un fenomeno chimico.

Itinerari e strumenti per la ricostruzione delle linee genealogiche I documenti utili a ricostruire le figure sociali e le carriere politiche degli antenati sono, molto semplicemente, tutti. Da essi possono essere tratti anche elementi utili, più in particolare, per la ricostruzione genealogica. Vi sono, tuttavia, degli itinerari investigativi più specifici, ad esempio per rintracciare gli atti di battesimo o di nascita, di matrimonio e di morte di ogni singolo ascendente in line diretta e, per quanto possibile, in linea collaterale, tra cui:

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gli archivi dei servizi cimiteriali per gli atti di registrazione d’ingresso delle salme, recanti i dati di morte, il nome dei genitori e il luogo di nascita; i servizi demografici comunali per le informazioni su paternità e ascendenze; gli archivi parrocchiali contenenti i registri anagrafici; il Concilio di Trento (terminato nel 1563), rese obbligatoria la tenuta dei libri dei battesimi e dei matrimoni. All'inizio del Seicento, con Bolla papale, fu resa obbligatoria anche la tenuta da parte dei parroci dei registri dei defunti. Ovviamente la data di avvio della tenuta dei registri può differire anche di molto da parrocchia a parrocchia. Altri documenti parrocchiali importanti sono gli elenchi dei cresimati e gli stati delle anime (dalla seconda metà dell’Ottocento registrati anche dall’autorità civile). gli archivi storici diocesani contenenti gli archivi parrocchiali più antichi; vari archivi locali che conservano i testamenti, le "promesse di matrimonio" e gli atti notarili. gli archivi storici comunali che conservano una notevole quantità di documenti in alcuni casi risalenti fino al XIV secolo; lo Stato Civile comunale (che dal 1866 il Regno d'Italia rese obbligatorio in tutto il territorio nazionale); gli Archivi di Stato che raccolgono copia dei registri dello Stato Civile preunitario; gli archivi notarili, per testamenti e contratti di vario genere, a partire dal XIII secolo; il catasto; i necrologi religiosi e privati conservati negli archivi di numerosi conventi.

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“Oratio brevis cogitatio longa” Marco Tullio Cicerone

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CDD 177 VIL tem 2010 LCC BH 81-208

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ISBN 978-88-904235-36


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