Vittorio Messori
A-venire
QUOTIDIANO DI ISPIRAZIONE CATTOLICA
Vittorio Messori
Vivaio
in certi Paesi, come la LO OSSerVaVa, tii re- gere una religione che non Francia, sembrano divencente, anche il card. Marti- solo toglie a Gesù i l suo catare un fenomeno quasi di ni, arcivescovo di una dio- rattere divino ma, pur promassa. fondendosi i n rispettosi cesi dove gli immigrati da E ciò perché, nella noAfrica e Asia sono ormai omaggi per lui, lo relega , stra prospettiva "progres- Ma, altrove, la mezzacentinaia di migliaia: quel addirittura alla condizione ] sista", ciò che viene dopo luna è sembrata più forte confronto che, nei decenni di penultimo profeta, di an- appare sempre meglio di della croce: e non solo sul scorsi, i cattolici ebbero nunciatore di una parte ciò che c'era prima. Dalla . campo di battaglia (il che, con i marxisti, diventerà ma non di tutta la volontà stella di David, alla croce, in una prospettiva religiosempre più un confronto divina, completata solo alla mezzaluna non è forse sa, significa poco o nulla) con i musulmani. Così, nelle parole fatteci giunge- un continuo progredire? ma, quel che più conta, nei smentendo tutte le previ- re attraverso l'ultimo e de- Proprio perché venuto do- cuori. Conquistati alla dei rivelatori, po Mosé e Cristo, Muham- nuova fede, quei popoli le sioni di chi pensava che i l finitivo sono rimasti sino ad oggi problema del terzo millen- Muhammad. Con lui, i cri- mad non sarà il migliore? incrollabilmente fedeli. E nio sarebbe stato — per i stiani sono ridotti al passaIn fondo, sono gli stessi successo persino per le credenti superstiti — la sfi- to: gente aa compatire perda dell'ateismo, ecco che ché giunta sì dall'Antico al cristiani che hanno punta- Chiese fondate sulla costa sarà invece la sfida di Nuovo Testamento ma fer- to proprio su questa idea di siriana e nell'attuale Turun'altra religione. E la me- matasi lì, senza passare-al progresso, di superamento chia da San Paolo stesso. E Corano, visto come la terza dell'ebraismo per aprirsi al se la moschea di Cordoba, no "secolare" di tutte. parte della Scrittura che [ nuovo. È in questo passag- in Spagna, è da secoli traPoco si è notato che, inizia con la Torah ebraica. gio dalla Torah agli Evan- sformata in chiesa cattolimentre i l marxismo è (o In effetti, laddove giunge- geli che ha la sua origine la ca, da altrettanti secoli la era) un giudeo-cristianesi- va, nei primi secoli dell'e- prospettiva, che l'Occiden- chiesa di Santa Sofia nella mo laicizzato, l'islamismo spansione, l'orda musul- te ha fatta sua, finendo per Costantinopoli ribattezzaè un giudeo-cristianesimo mana, soltanto i politeisti, i laicizzarla nelle ideologie ta Istambul è tra le più vesemplificato. Entrambi, pagani, erano posti di fron- "progressiste", di una sto- nerate moschee musulmasenza il messaggio dei pro- te al dilemma: o convertir- ria come salita che porta a ne. feti di Israele — da Abra-. si, abbandonando gli idoli, sempre nuove conquiste. Lo stesso Annuario Ponmo sino a Gesù compreso ! o essere sterminati Non Dunque, il Corano può fare — non sarebbero sorti o sa- così per ebrei e cristiani, leva sulla convinzione tificio porta ancora i segni rebbero stati assai diversi. ! "la gente del Libro": sotto- —che è ormai carne e san- del dramma: vi sono in efE dunque, per i l cristiano, messi a tributo, erano gue dell'uomo moderno fetti elencati, accanto ai vela sfida è ancora una volta chiusi nei loro ghetti ana- —del nuovo che è sempre scovi "residenziali", quelli "in famiglia": cosa che po- cronistici, aspettando che meglio del vecchio. Se i l cioè a capo di una diocesi co consola, visto che pro- si decidessero ad accettare proselitismo musulmano . effettivamente esistente, i prio questi sono i confronti la realtà, a riconoscere che saprà utilizzare questa ca- [ vescovi "titolari": quei prepiù insidiosi e accaniti. la storia della salvezza era tegoria fondamentale dello suli, cioè, cui è attribuito il andata avanti, che Abra- spirito occidentale, la pro- "titolo" di una diocesi che A cominciare da oggi, e mo e Gesù non erano da spettiva di un'Europa se da oltre mille anni non è riper qualche "puntata", dotta che a un nome, senza vorremmo scrivere qui abbandonare ma da supe- non islamizzata almeno più fedeli, passati tutti al permeata a fondo da querare. . qualcuna delle riflessioni sto Credo potrebbe non ap- verbo del Corano. Pare che raccolte i n molti anni sulla solo i l Nord Africa — illuparire così incredibile. fede proclamata da stre per santi, padri della Muhammad, " i l degno di Del resto, questo passag- Chiesa, papi — contasse lode", che la nostra lingua gio è già più volte avvenu- quasi 600 vescovadi e alme-, chiama impropriamente QlieStO, dunque, lo to. Dodici o tredici secoli fa, no altrettanti le regioni a "Maometto". Ci sembra scandalo — e i l mistero erano cristiani gli antenati Oriente dell'Egitto: a parte che la storica migrazione, —del Corano e della fede di quei musulmani norda- qualche nucleo di resistendi cui ora non vediamo che poderosa che riuscì a susci- fricani che vediamo popò-, za (e proprio oggi, con la gli inizi, che sta portando a tare. Abituati a guardare lare le nostre strade. In crisi mediorientale, in via una nuova invasione mu- agli ebrei restati tali come Egitto, nel Maghreb, i n Si- ! di sparizione) non è rimasulmana dell'Europa giu- a gente dalla vista appan- ria, in Anatolia, nei Balca- sto nulla di una così abbonstifichi lo spazio che inten- nata, incapaci di scorgere i ni, nella Palestina stessa, dante seminagione del diamo riservare all'argo- tempi nuovi, i cristiani si popoli interi hanno fatto Vangelo. E ogni sforzo per mento. Ma, attualità quoti- sono trovati a essere guar- —e per sempre, almeno a ripiantarlo si è rivelato stediana a parte, interrogarsi dati a loro volta come fer- viste umane — il passaggio rile. In poco più che vensull'Islam è da sempre uno matisi alla penultima tap-j dal Nuovo al Nuovissimo t'anni, dal 632 al 656, sotto i dei doveri primari del cri- pa, senza saper giungere Testamento, da Gesù a primi quattro califfi succestiano consapevole della all'ultima. Proprio per que- Maometto. Isole di resi- duti a Maometto, gli uomisua fede. sto l'islamismo potrebbe ( stenza cristiana, durate si- ni del Corano dilagano dalD Corano, i n effetti, è i n : apparire come più credibi-1 no ad ora, l'Islam le ha co- la Tripolitania a Ovest sino nanzitutto uno scandalo: Io le del cristianesimo agli ' nosciute: gli Armeni, i Co- all'Indo a Est e a Nord sino scandalo di un "Nuovissi- Occidentali che adesso pti monofisiti i n Egitto e in al Mar Nero. Regioni in mo Testamento" che di- l'hanno tra loro. Un tempo Medio Oriente, i Mozarabi gran parte già cristiane e chiara superato i l Nuovo era la religione dei disprez- iberici. E ha dovuto ritirar- che la fede in Gesù perdeTestamento cristiano. zati popoli coloniali, con- si da alcune regioni dove la rà. Come è potuto avveniMentre i credenti i n Gesù vertirsi ad esso sarebbe vita cristiana è ritornata j re? Quale enigmatico signierano certi che con lui fos- sembrata una bizzarria in- prepotente, senza che l'i-1 ficato può scorgere qui il se terminata la rivelazione degna di un civilizzato eu- slamizzazione riuscisse i n • credente? È ciò che martedivina cominciata con ropeo. Ora, invece, le con- profondo: la Spagna, la dì e giovedì vorremmo vedere. (- 388 - ) Abramo e Mosé, ecco sor- versioni sono cominciate e Grecia, la Sicilia, Malta.
Vittorio Messori Per rapire, dobbiamo in-
Vivaio
no investiti non sapevano bene di che si trattasse, scorso (Iniziato domenica) mediterranea ha caratteri probabilmente doveva sull'Islam, interrogandoci diversi nell'Egitto e nella sembrare loro un'altra sul "mistero", e lo "scanda- restante parte sino all'A- chiesa giudeo-cristiana, in lo", del passaggio alla nuo- tlantico. Le due parti erano ogni caso era chiaro il suo va fede di Muhammad- state divise dalla linea di monoteismo e la sua rivenMaometto di popoli già cri- demarcazione tra Impero dicazione dei profeti biblistiani. Romano di Occidente e di ci, anzi di Gesù e di Maria D profeta muore nell'an- Oriente. L'Egitto parlava stessi. no 632. Già sei anni dopo il greco e aveva rapporti con Così, ci furono accordi e Califfo (cioè "successore") Costantinopoli; le regioni a le porte dell'Egitto furono Omar strappa Gerusalem- Occidente parlavano lati- I spalancate: rispettando i me ai Bizantini e nel 640 i no e guardavano a Roma. ! patti gli arabi tra le prime musulmani entrano in Con la caduta di Roma, tut- misure soppressero la Egitto dove Alessandria, la ta l'Africa settentrionale chiesa imperiale melchita grande metropoli divenuta ricadeva nell'impero bi- e i vescovi monofìsiti poteimportantissimo patriar- zantino che però non ave- rono prendere i l comando cato cristiano, è conquista- i va, e nei casi migliori, che della cristianità. Vittoria di ta un anno dopo. La corsa a i il controllo di qualche città Pirro, perché fu anche apovest continua e, dopo es- costiera. plicato il diritto religioso sersi spinti per le migliaia > Gli arabi non ebbero dif- musulmano che proprio aldi chilometri del litorale lora faceva le prime prove: mediterraneo, nel 711 gli ficoltà a invadere questi mentre i musulmani erano arabi varcano lo stretto di territori perché, caduta già tenuti ai solo versamento Gibilterra e sbarcano in in mano loro la Siria. Bi- dell'elemosina legale, la coSpagna. Occorreranno più sanzio non poteva inviare i munita cristiana —in camdi 7 secoli di lotte per scac- rinforzi. In realtà, la resi- , bio della "protezione" e del stenza fu fiacca perché fuciarli rono i cristiani egiziani diritto di continure e risieRiservandoci di parlare stessi ad accogliere i mu- , dere in zona occupata dagli in seguito delle altre con- sulmani come liberatori. islamici — doveva versare quiste di vastissimi territo- Qui, come altrove, gli arabi tasse esorbitanti, il cui redri già cristiani in Asia, oggi trovarono popolazioni dito era a favore dei soli vorremmo esaminare la pronte ad aprire loro le musulmani. Non solo: i crisorte del Nord Africa, una j porte in nome dell'antica stiani non erano cittadini tra le prime regioni a esse- I rivolta dell'Oriente, e dei ma sudditi, tutte le carriere evangelizzate. San Mar- popoli semitici in particola- re nell'amministrazione e co stesso, stando alla Tra- re, contro l'Occidente che, nell'esercito essendo riserdizione, avrebbe predicato dalla Grecia e da Roma, vate ai credenti in Allah, la fede in Egitto e nelle sedi aveva esercitato la sua ege- trasferitisi tra l'altro in vescovili di quell'Africa monia su popolazioni già massa in Africa a infoltire mediterranea c'erano pa- fiere della loro indipenden- l'esigua schiera dei primi stori del calibro di sant'A- za. In Egitto, poi. c'erano conquistatori. gostino. L'attività teologica condizioni particolari: i l Non va poi dimenticato nelle città, soprattutto ad patriarcato di Alessandria Alessandria, era sin troppo si era staccato da Costanti- il diritto matrimoniale araricca e vivace, n deserto nopoli per ragioni teologi- bo che è sempre stato fattopullulava di eremi e di mo- che, dietro le quali si na- re potente di lenta ma imnasteri dove si viveva l'a- scondeva anche l'antica ri- ' placabile islamizzazione: scesi con drammatica se- valità. Gli egiziani, cioè, una musulmana, cioè, non rietà. Com'è potuto avveni- avevano scelto il monofisi- può sposare né un cristiare che una simile vita cri- smo (una sola natura, in no né un ebreo. Mentre lo stiana abbia potuto spe- Cristo: quella divina), resi- può fare un musulmano e i gnersi e che la fede nata stendo al governo imperia- figli, per legge, sono musuldal Corano abbia potuto le che, richiamandosi ai de- mani anch'essi. Inoltre, a tutto ricoprire? creti conciliari, voleva af- erodere ancor più le difermare il dogma delle due mensioni della comunità, nature. La maggioranza vigeva per i cristiani i l didel popolo era con il clero vieto di far proseliti, nonmonofisita, mentre Bisan- ché la proibizione di costruire nuove chiese e perIn realtà, le cose sono zio aveva imposto la sua sino di restaurare le esigerarchia, detta "melchiben più complesse di certe stenti. Condizioni che pegta". Si sa che, per una logipresentazioni che di esse giorarono, tra l'altro, sono ancora fatte. Non è ca costante, quando due fa- quando agii arabi si sostizioni della stessa religione che. come folgorati dal tuirono i turchi. Nuovissimo Verbo portato sono in lotta, ciascuna predagli arabi, i cristiani ab- ferisce la vittoria di un'alIl risultato fu quello che tra religione piuttosto che è ancora attualmente: la biano ripudiato i l Vangelo quella della parte avversa. scoprendo che la verità stapopolazione cristiana si Così ragionarono anche i stabilizzò attorno al dieci va nel Corano. A portare al monofìsiti in odio ai melcambio religioso furono per cento della popolaziochiti. L'islamismo era tra ne. Dunque, malgrado tut(dopo secoli, e talvolta non l'altro ancora in formazio- to, il Vangelo non fu mai del tutto) le vicende militane, i popoli che ne veniva- sradicato completamente ri e poi la politica sociale, fiscale, matrimoniale. dall'Egitto in più di 13 seco-
Proseguiamo
ricordare che u di- nanzitutto l'islamizzazione dell'Africa
li di dominazione musul- I mana. Accanto alle con- I versioni per convenienza, vi furono anche i molti che preferirono, nei secoli, il martirio piuttosto che rinnegare Gesù per Maometto.
NOIl COSÌ nella zona a Occidente dell'Egitto. nell'Africa "latina", dove l'islamizzazione fu completa, anche se non rapida come molti affermano. Da storici arabi sappiamo che ancora nell'XI secolo c'erano vescovi in quelle zone e qualche tribù dell'interno non aveva rinunciato al cristianesimo. Le province imperiali di Africa (l'odierna Tunisia e parte dell'attuale Algeria) e di Numidia (il resto dell'Algeria) " erano cristianizzate, ma quasi solo nell'elemento cittadino di origine latina. Le popolazioni berbere spesso non erano state ancora raggiunte dall'evangelizzazione. Soprattutto, il cristianesimo non era quasi giunto nelle due Mauretanie, la vastissima regione cioè a Occidente della Numidia sino all'Atlantico, che costituisce i l Maghreb e che corrisponde alla parte più a ovest dell'attuale Algeria e tutto i l Marocco. Questa era "l'Africa dimenticata". La colonizzazione romana si era estesa facendo perno sulla penisola tunisina, a destra e a sinistra di Cartagine. Soltanto tardi, quando già l'Impero scricchiolava, ci si era decisi a creare le due province di Mauritania, sino ad allora regni più o meno federati. Quale fosse la situazione lo mostra i l fatto che questa era una delle tre zone dell'Impero dove i Romani avevano costruito un limes, una frontiera fortificata, per difendersi contro le incursioni a Sud. Pochissimi anni dopo la conquista dell'Egitto, i musulmani sferrarono l'attacco contro le province d'Africa, di Numidia, di Mauretania. Troveranno una cristianità indebolita e travagliata, malgrado gli apparenti splendori. Non ne rimarrà nulla: i l perché contiamo di vederlo giovedì. (•389 )
45-U ''ito A partire
Vittorio Messori
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dalla metà del 600 (continuiamo i l dire a mare gli stranieri che scorso iniziato domenica e avevano vinto Cartagine. proseguito martedì) gli Molti dei cattolici latini, viarabi musulmani partono sta l'impossibilità di arredalle basi egiziane e pene- QuantO ai cristiani, la stare l'orda musulmana, si trano nel Nord Africa "lati- loro condizione era diffici- reimbarcarono davvero no", varcando quelli che lissima. Poco più di un se- verso l'Italia. Molti altri erano stati i confini tra Im- colo prima, era terminata caddero sulle mura delle pero Romano di Oriente e la durissima dominazione città assediate, prese spesdi Occidente. Come già in dei Vandali che, dalla Spa- so per il tradimento non soEgitto, le truppe dell'impe- gna, avevano fatto irruzio- lo di ebrei, ma anche di puro bizantino quasi non si ne nell'Africa romana, nel nici e di berberi "civilizzaoppongono, tra l'altro per- V secolo, devastando tra t i " . ché del tutto isolate dalle l'altro l'Ippona di Agostiloro basi sul remoto Bosfo- no, morto proprio mentre ro. Cercano invece di orga- assediavano la città. Come nizzarsi a difesa le comuni- molte popolazioni barbarità cristiane locali, forse più che, pure i Vandali aveva- Avvenne dunque ciò preoccupate della fama di no accettato il Vangelo, an- che era inevitabile: prima saccheggiatori degli arabi che se — conforme al loro la Cirenaica, poi la Tripoliche degli aspetti religiosi. diritto — la conversione tania, poi le province di Infatti — lo abbiamo già ri- non era certo personale: Africa, Numidia, Mauretacordato ma converrà non era i l capo che decideva nia caddero come castelli dimenticarlo — l'islami- per tutta la tribù. Ma, alla di carta in mano all'Islam. smo era una novità assolu- pari anche qui di numerosi Poiché qui, a differenza ta, non ben comprensibile, altri popoli germanici, il lo- che in Egitto, non c'erano il Profeta era morto da po- ro cristianesimo era quello stati accordi con le comuco più di un decennio sol- ariano (il contrario, cioè, nità dei cristiani, molti di tanto, i l Corano stesso in ! del monofisismo che abbia- essi vennero massacrati, molte sue parti non era an- mo visto in Egitto: il Figlio, riducendo ancor più il loro cora fissato per iscritto, af- qui. è sottomesso al Padre, numero. I superstiti furofidato com'era alla memo- Gesù non è di natura divi- no ridotti al rango di uomiria dei discepoli, non si era na). L'arianesimo era fero- ni di seconda scelta e, soformato i l complesso di cemente avverso al cattoli- prattutto, schiacciati da scrittura e di tradizioni che cesimo di obbedienza ro- tasse impietose. Le quali noi ora, col senno di poi, mana professato in quelle sembravano (ed erano) anben conosciamo. Comun- province africane: da qui, cor più inique di quelle, que, ad appoggio occulto una devastazione, durata pur pesanti, imposte dai fidegli invasori si schierano più di cento anni da parte sco bizantino perché andale numerose comunità dei Vandali, delle comuni- vano a totale beneficio dei ebraiche: un po' per odio ai tà cristiane preesistenti. soli musulmani. cristiani e soprattutto a CoNé era tutto: a partire Convertirsi alla nuova stantinopoli che li vessava, dai 300, quelle stesse regioun po' per solidarietà semi- ni avevano conosciuto fede significava diventare tica, essendo gli arabi dello un'altra fanatica eresia, cittadini a pieno titolo, avestesso ceppo linguistico ed quella di Donato, i l vesco- re aperte tutte le carriere, etnico. Gli ebrei furono vo che si era ribellato al | non pagare più imposte; anzi, godere di quelle estorspesso la quinta colonna I te a coloro che erano rimache minò la resistenza cri- confratello di Cartagine. Quando gli arabi sbuca- sti cristiani (o ebrei). In stiana. Di origine semitica erano anche i fieri e belli- rono dai litorale, venendo queste condizioni non stucosi Berberi che ne'ppure i dall'Egitto, la Chiesa non pisce che la massa dei rinRomani erano riusciti a do- aveva ancora medicato tut- negati divenisse tale da mare. Malgrado la comu- te le ferite inferte dai Van- mettere in difficoltà i munanza "razziale" con gli dali e conosceva tuttora al sulmani stessi, poiché ogni arabi, i Berberi si opposero suo interno la guerriglia cristiano (o giudeo) in meloro, a difesa della loro in- del donatismo. Inoltre, i no era un contribuente da dipendenza e delle loro tra- cattolici davvero convinti spremere in meno. Anche dizioni politeistiche, non rappresentavano lo strato qui, inoltre, si spostarono essendo stati ancora evan- sottilissimo delia popola- masse di immigrati arabi e gelizzati o essendolo stati zione urbana di origine la- fu introdotto quel diritto soltanto superficialmente. tina, spesso discendenti dei matrimoniale che si diceQuesti Berberi, che la tra- veterani installati da Roma va, stando al quale ogni dizione occidentale consi- nelle colonie. La popolazio- matrimonio misto signifidererà tra i più fedeli mu- ne indigena, spruzzata ap- cava nuove generazioni sulmani, in realtà lottaro- pena di cristianesimo (o musulmane. La stessa resino lungamente contro l'i- nemmeno toccata dal Van- stenza dei Berberi, pur duslamizzazione e poi fecero gelo, come in quasi tutto rata assai a lungo, finì colsanguinose rivolte. Alla fi- l'attuale Marocco, escluso l'essere spezzata. Anche se ne, convertitisi, passarono qualche porto), fu pronta gli storici narrano di tribù però (a marcare la loro in- ad accogliere l'invito di cristiane che resistettero dipendenza) a uno scisma quegli altri semiti che eroicamente nel deserto fanaticamente nemico del- giungevano dall'Arabia e per più generazioni. l'islamismo ufficiale degli che facevano balenare la Ma, alla fine, cadde il sipossibilità di un sogno lunarabi. gamente coltivato: ributta- pario su quella cristianità, anche perché non va mai
dimenticato che l'islamismo non e solo una fede ma un modo di vita che informa tutti gli atti non solo del culto ma della esistenza quotidiana. Inoltre, poiché il Corano non è traducibile, ognuno doveva mettersi in condizione di comprendere l'arabo. Quella lingua era imposta non solo ai credenti in Allah, ma a tutti coloro — quale che fosse la loro religione —che vivevano in quei territori. E arabizzazione significava necessariamente, prima o poi, islamizzazione. Queste, dunque, le ragioni storiche della totale scomparsa (gli ultimissimi vescovi indigeni, lo vedemmo, sono attorno all'anno Mille) del cristianesimo nell'Africa latina. Fu, questa, la sola "soluzione finale". In Egitto un "resto" non indifferente di vita cristiana restò tra i Copti. E anche in Asia la sparizione non fu completa: i monofìsiti di Siria, i maroniti del Libano, i nestoriani (poi caldei) della Mesopotamia e della Persia, gii armeni del Caucaso sono restati cristiani sino ai giorni nostri. Così come rimase eroicamente fedele al Vangelo (seppure anch'esso nella versione monofìsita) l'Etiopia, che seppe resistere ai molti tentativi di islamizzazione violenta condotti da Nord, lungo i l Nilo o da Est, attraverso il Mar Rosso. Tra gli storici, molto si parla della fine del cristianesimo nell'Africa occidentale mediterranea, ma spesso si tace del tutto sulla resistenza incalcolabile dello stesso cristianesimo tra i poverissimi, disprezzati (il loro nome significa "faccia bruciata") etiopi che, accettato i l Vangelo, non vollero più abbandonarlo. Ma, se tutto questo forma un quadro storico che ciascuno può ricostruire, i l credente è chiamato ad andare al di là dei meri dati per interrogarsi sul loro significato, sul mistero della Provvidenza. In questa prospettiva, perché Muhammad? Perché tanto successo, spesso a spese della croce, della sua mezzaluna? È un tentativo di capire al quale i l cristiano non può sottrarsi. Ecco, dunque, che cercheremo di tarlo domenica. (- 390 -)
Avvenire Domenica 25 novembre 1990
Saltata
: settimana per qualche imprevisto problema di salute, eccoci qui di nuovo a continuare le nostre "ipotesi su Maometto". E vorremmo continuare scendendo dai puri e semplici dati della storia (molti ne abbiamo elencati nelle tre precedenti "puntate") alla riflessione di fede su quei dati medesimi. Ponendoci dal punto di vista cristiano, perché l ' I slam? Se davvero la storia è guidata dal Dio cristiano, è possibile intuire almeno un poco, anche qui. del Suo misterioso disegno? Pur «tra le ombre e gli enigmi, vedendo come in uno specchio», per dirla con san Paolo, che riflessione trarre dallo scandalo della straordinaria fortuna di una fede che proclama Gesù un semplice profeta, per giunta sorpassato? Innanzitutto, va notato che l'erompere subitaneo dal vuoto del deserto delle orde di cavalleria dietro i verdi stendardi di Muhammad, "l'ultimo dei rivelatori", dà inizio a una costante che sarà sempre — ed enigmaticamente — realizzata in tutta la storia della Chiesa. Quella costante, cioè, che vuole che la chiusura di una regione sia accompagnata dall'apertura contemporanea di altre regioni dove si rivela possibile un nuovo, abbondante raccolto. Così, in quello stesso VII secolo in cui il cristianesimo perde la pane meridionale del Mediterraneo, la Chiesa realizza una spettacolare espansione nel Nord e nell'Est dell'Europa. I territori conquistati dai musulmani in Asia Minore e nel Nordafrica sono amplissimamente compensati dai territori evangelizzati nell'oriente europeo dai missionari partiti da Costantinopoli e nel nord da quelli inviati da Roma (e la cristianità, allora, era ancora unita). In Europa la Chiesa non copriva che la penisola greca e la Tracia e quella striscia, poco più che un corridoio, che anda-
Vivaio
va dall'Italia all'InghilterLa conquista musuldi nuovo ridotta ai minimi mana cu lutto il litorale dalra passando per i paesi termini agli inizi del XIX l'Anatolia allo Stretto di tranciti. A causa dei primi secolo, a causa della bufera Gibilterra spezza per la prisuccessi musulmani mai giacobina prima e napoleo- ma volta l'unità del Medinella storia la presenza crinica poi che avevano deva- terraneo: il Mare Nostrum, stiana fu ridotta in uno stato quasi tutto ciò che si il bacino cioè di libera cirspazio così esiguo. Eppure, era costruito in secoli di la- colazione per uomini, idee, mentre i l sipario cala sul voro. L'Europa, per giunta, merci. L'Europa non ha Sud, i l sipario si alza sul cominciava quel processo più collegamento con l'ANord e l'Est, tanto che la cristianizzazione della re- • di allontanamento del cri- frica e con l'Asia, chiuse stante Europa è altrettanto I stianesimo che avrebbe dai muro islamico. Bloccarapida delle conquiste asia- condotto a una secolarizza- ta così verso il Mezzogiorzione radicale. Eppure, è no e l'Oriente, la missione tiche e africane dell'Islam. Il giovanile ardore dei ca- proprio a partire da quel è costretta a proiettarsi valieri di Allah lanciati povero "resto" che la Chie- verso il Nord e il Nord Est. nella guerra santa è paral- sa — per la prima volta nel- Effetto dell'islamismo è lelo all'altrettanto impe- la sua storia — diventa dunque la creazione di una tuoso sforzo di evangelizza- davvero "cattolica", cioè compatta cristianità neluniversale, con l'espansio- l'Europa: e questa parte zione — coronato da immensi successi, storica- ne negli ancora vergini ter- del mondo (lo vedemmo mente quasi inspiegabili,, ritori dell'Africa Nera e proprio qui. tempo fa) sem—dei missionari di Gesù il | dell'Estremo Oriente asia- bra essere oggetto d'attentico. Il massimo del succes- zione privilegiata e non caCristo. Dalla Siria alla so missionario si ha nei de- suale nei misteriosi piani Mauretania cadono sotto il dominio musulmano anti- Ii cenni in cui il Papa, prigio- della Provvidenza. Sarà che Chiese lacerate da grò- • niero in Vaticano, medita forse questo "prima l'Euvigli ereticali: ma, ai con- addirittura di fuggire da ropa e poi il resto del montempo, ecco sorgere altre Roma e la casta di incredu- do" uno dei motivi "segreCliiese tutte nuove, fedeli, li borghesi che ovunque ha t i " che spiegano l'imprevipiene di vita e cariche di fu- in mano i l potere guarda sto blocco che la mezzaluturo. Per fare un solo i con sarcastica compassio- na impone all'espansione esempio: quasi nell'anno ne a una Chiesa che consi- missionaria cristiana? stesso dello sbarco islami- dera un relitto del passato, A far riflettere ulteriorco in Spagna, quel monaco in via di fatale estinzione. mente, sta il fatto che. meninglese che prenderà il no- E. invece, proprio quei tre le Ghiese d'Africa e d'Ame latinizzato di Bonifacio tempi sono quelli dell'e- sia caddero in quel modo comincia l'evangelizzazio- spansione inaudita delle facile che abbiamo visto, la cattoliche. E ne della Germania, crean- frontiere Chiesa d'Europa fu salvata do una solidissima Chiesa mentre nell'Occidente eu- da due autentici "miracoesemplare per fedeltà a Ro- ropeo i "papisti" sono di- l i " . David Knowels: «Prosprezzati quando non perma. seguitati, in quell'Estremo prio nel preciso momento Occidente che è l'America in cui la tenaglia stava per del Nord la Chiesa, da po- chiudersi da Ovest e da chissime migliaia di fedeli, Est. la flotta e l'esercito Ebbene: come diceva- giunge impetuosamente a musulmani furono battuti mo, la dialettica, inauguracomprendere oltre un davanti a Costantinopoli ta allora, di "chiusura di quarto della popolazione. (anno 717) e Carlo Martello una porta — apertura di Per fare qualche altro sbaragliava i saraceni a un'altra", diverrà una coesempio tratto dai nostri Poitiers (anno 732). L'Eurostante della storia della pa fu salva. A Ovest i Piretempi: la chiusura, a causa Chiesa. Si verificherà, per nei segnarono il limite dei della rivoluzione comunifare uno degli esempi più territori musulmani. A Est sta, della promettente misnoti, anche nel XVI secolo, sione in Cina si accompa- l'impero bizantino poté soquando la Riforma protegnerà alla contemporanea, pravvivere ancora 7 secoli. stante ridurrà la Chiesa Il che. tra l'altro, permise straordinaria (e imprevicattolica in uno spazio quala cristianizzazione delsta) recettività al Vangelo si altrettanto esiguo di l'Europa orientale. Russia della contigua Corea. quello dopo le prime invacompresa. Se CostantinoC'è. dunque, nella storia sioni dei maomettani. Ma poli fosse caduta allora, la anche qui. con una con- della Chiesa, una dialettica fede non avrebbe mai potutemporaneità perfetta che di "perdita-conquista", di to essere divulgata tra il "chiusura-apertura" che Danubio e gli Urali». Ma fa riflettere, ciò che fu per duto in Europa fu compen- costituisce una misteriosa non è che un assaggio delsato dallo spalancarsi del costante che inizia proprio l'enigma posto dall'Islam. con l'invasione islamica. Nuovo Mondo. Martedì e giovedì occorreLa presenza cattolica fu rà continuare. ( •391 )
Avvenire M a r t e d ì 27 novembre 1990
Sembra
ceno che Maometto non abbia previsto la diffusione del suo messaggio al di là dell'Arabia e degli arabi. Furono probabilmente i suoi successori che. di fronte alle conquiste, si convertirono alla prospettiva dell'islamismo come religione universale. Ritoccando, a tal fine, quel Corano che Maometto non scrisse (pare fosse analfabeta) né scrissero i suoi discepoli limitandosi a qualche appunto preso su foglie di banano, pietre o addirittura ossa di cammello, "Corano" significa "recitazione orale", nacque "a voce" e per essere imparato a memoria. Soltanto alcuni decenni dopo la morte del Profeta, i Califfi fecero fissare per scritto il testo tramandato. Non mancarono, così, gli "adattamenti", tra i quali sembra anche quello di considerare diretto a tutti i popoli —e non solo all'arabo — quel messaggio, mantenendone però immutabile la lingua originale. Ciò che il Profeta probabilmente si proponeva era solo strappare il suo popolo al politeismo, per condurre anch'esso al monoteismo dei giudei e dei cristiani che vivevano numerosi in Arabia. Per far questo, collegò abusivamente ad Abramo la sua religione, entrando così in contrasto con gli ebrei, dai quali sperava di essere riconosciuto come profeta legittimamente inserito nella genealogia di Israele. È proprio sui rapporti tra islamismo e giudaismo che oggi vorremmo concentrare la nostra attenzione. Il problema ha una bruciante attualità, visto ciò che quasi ogni giorno si verifica in Israele tra le due comunità. Ma è una questione importante anche dal punto di vista dei cristiani. Contro di essi si appunta spesso la polemica ebraica, convinta che i l Vangelo stesso (con quella sua vicenda di passione e morte di Gesù anche per responsabilità del Sine-
drio) costituisca una tonte perenne di ostilità antigiudaica. Per dirla con la brutale sincerità di uno scrittore ebreo: «Fino a quando qualcuno prenderà come storico i l racconto evangelico della passione di Gesù, vi sarà pericolo per noi». L'islamismo non è invece considerato altrettanto "rischioso" e si tende ad attribuire solo alle particolari circostanze storiche lo scontro tra stella di David e mezzaluna musulmana in quella che per gli uni è ancora Palestina e per gli altri è di nuovo Israele. Anche al di fuori dell'ambiente ebraico, predomina i l pregiudizio — alimentato anche da quasi tutti i testi scolastici — di un fecondo incontro, nella storia, tra le due fedi semitiche: e non manca chi. ad esempio, dipinge la Spagna islamica come una sorta di paradiso per gli ebrei, bruscamente finito quando la riconquista cristiana venne a interrompere l'idillio.
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Anche
qui ci troviamo di fronte a uno dei tanti miti della vulgata dell'uomo medio occidentale. A contrastare questa mentalità, c'è adesso una fonte insospettabile, l'Associazione per l'amicizia ebraico-cristiana, che ha curato una "Cronologia delle persecuzioni anti-ebraiche nei Paesi arabi", dall'inizio sino ai giorni nostri. Ecco le parole testuali con cui si apre: «La presenza ebraica nei Paesi arabi risale a 500 o 600 anni avanti l'Era Volgare. Per mille anni, sino alla comparsa di Maometto, gli ebrei vivevano in condizioni di parità con le popolazioni locali. Ma, con il Profeta, le cose cambiarono in modo tragico. Già nel 625-627 Maometto e i suoi annientarono le tribù ebraiche che rifiutavano la nuova fede. Da quel momento, insopportabili balzelli, umiliazioni, saccheggi, distruzioni e omicidi hanno costituito il filo conduttore della storia ebraica
Vivaio nel mondo islamico». È una storia sanguinosa che inizia, dunque, con il Profeta stesso che proprio qui si macchiò di uno dei crimini peggiori. Fuggito a Medina da La Mecca, si scontrò con l'opposizione delle popolose tribù ebraiche locali che non trovava, no traccia nella Scrittura delle interpretazioni che quell'arabo voleva darne o degli episodi che voleva aggiungervi. Da qui, prima espulsioni e poi il massacro. La tribù giudaica medinese dei Quraiza (che pure lo aveva aiutato nel respingere l'assalto dei meccari), l'ultima rimasta in città, fu sterminata a freddo. I suoi discepoli impiegarono parecchie ore per sgozzare tutti i maschi adulti (oltre 600) mentre le donne e i bambini furono venduti schiavi. Come scrive uno dei nostri maggiori arabisti, Francesco Gabrieli, «questo inutile bagno di sangue resta come la più perturbante macchia sulla carriera religiosa del Profeta. Non condividiamo le disinvolte spiegazioni di chi se la sbriga sentenziando che "l'etica di Maometto non è la nostra" (...) È anche da quell'episodio che ne conseguì che chi, allora e poi, sparse sangue umano per la causa dell'Islam, non agì affatto contro lo spirito di Maometto, mentre chi lo sparse in nome delia fede cristiana ha sempre agito contro lo spirito di Gesù. D principio "l'etica di Maometto non è la nostra " può bastare a spiegare l'aspetto guerriero dell'Islam, ma non gli assassini individuali e i massacri di inermi di cui il Profeta si macchiò».
politica del distintivo umiliante, così come è araba un'altra "invenzione", quella del ghetto (mellaha,. in arabo) imposto in Marocco nel 1434. un secolo prima delia sua istituzione a Venezia. Ma già nel 900 i musulmani avevano vietato agli ebrei di costruire case più alte delle loro, di salire a cavallo, di bere vino in pubblico, di pregare a voce alta. In qualche parte ci si sbizzarrì in capricci sadici, come al Cairo neli'XI secolo, dove i giudei, oltre all'abito colorato, dovevano portare al collo pezzi di legno di tre chili II tutto unito sempre in ogni Paese islamico alla "tassa di protezione" (cui erano tenuti anche i cristiani) a favore dei soli credenti in Allah i quali così, spesso, campavano oziosi sul lavoro dei discepoli di Musè e di Gesù. Tassa che comportava la confisca della metà di ogni provento in denaro o in natura. Ogni tanto, qualche taglia straordinaria, tale da provocare la rovina economica. Quando non si procedeva alla confisca totale o ai program che, come nel Nord Africa o come, nel 1006. nela "felice" Spagna, a Granada, portarono a migliaia di morti. Talvolta la persecuzione era culturale: come, ancora nel 1934, in Iraq, dove il governo vietò, sotto pena di morte, lo studio dell'ebraico.
La lunga, impressionante catena di violenze aiuta a capire perché il mondo arabo, prima e durante il secondo conflitto mondiale, si schierò dalla parte del nazismo. Molte testimonianze concordano sui fatto che sui tavolo di Himmler, il capo delle SS. stavano due soli libri: il Mein Kampf di Hitler e il Corano. Naturalmente, la violenza musulmana non giuLa storia che seguì fu stifica di certo quella cridegna del massacro di Me- stiana. Ma è comunque sidina. Quanti sanno che fu gnificativo che tutto ciò un capo islamico, El Muta- che in Occidente si fece wakil. che nell'anno 845 contro i l popolo ebraico "inventò" l'obbligo per i non fu che una copia sciagiudei di portare un abito gurata di ciò che i credenti giallo? Non dunque i cri- in ' Maometto iniziarono stiani — né i nazisti — ma i per primi. (-392 ) musulmani iniziarono la
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Avvenire Giovedì 29 novembre 1990 mondo ni due pam: "terriuna delle chiavi torio dei musulmani" e per. capire anche il mistero "territorio di guerre". Quedell'Isiàm è celata in alcuni st'ultimo è ogni luogo dove versetti del capitolo 24 di il messaggio di Maometto Matteo. Innanzitutto, in non sia ancora accettato e quell'avvertimento "esca- dove è sacro dovere i l portologico" di Gesù ai disco tarlo con l'invasione armapoli: «Guardate che nessu- ta. Guerra e Conino sono, no vi inganni. Molti ver- dagli inizi sino ad oggi, un ranno nel mio nome dicen- trinomio ferreo. do: "Io sono i l Cristo", e Pochi versetti dopo, Getrarranno molti in ingan- sù npote, come a ribadire no. Sentirete poi parlare di un concetto che corto doveguerre e di rumori di guer- va suonare scandaloso alle re. Guardate di non allar- orecchie dei discepoli: marvi: è necessario che «Sorgeranno molti falsi tutto questo avvenga...». profeti e inganneranno (21. 1 ss.). Ora: Maometto si jnolti» (24, i l ) . Ammoniè davvero presentato ai mente "che ritorna spesso suoi connazionali arabi co- anche in altri luoghi dei rnei "Cristo", come "Mes- vangeli, oltre che nelle letsia", nel senso almeno di rivelatore atteso e annun- . tere di Pietro, di Giovanni, ciato dalle Scritture giu- noli'Afxicalis.se. Ma, mistedeo-cristiane, fino al punto riosamente, «è necessario di falsificare (come vedre- che tutto questo avvenga». mo in altra puntata) il Van- Come gli altri scandali, angelo stesso. per dimostrare che i Calsi profeti, i Cristi che la sua comparsa ora menzogneri, i messaggeri predetta. E si è presentato ingannatori sono indispen"nel nome di Cristo", nel sabili nell'enigmatica ecosenso che quella presunta nomia evangelica. Forse, predizione fu dal Corano per mettere alla prova la attribuita a Gesù stesso, fede, per permetterle di de(fesi, «molti furono tratti in finirsi, di depurarsi, di fortificarsi nello scontro con inganno». le deviazioni, le "imitazioEd è singolare il fatto che ni". Matteo parli subito di "guerre e rumori di guerre". Come è stato più volte osservato e non cerio pt?r diffamazione, ma ba- Ma, proseguendo sandosi sui testi musulma- nel discorso che, in questo ni e sugli effetti storici di ventiquattresimo capitolo, quei ti-sti islamismo e Matteo riferisce, ci imbatguerra sono inscindibil- tiamo in un'altra parola di mente uniti. Si tratta certa- Gesù: «Frattanto, questo mente del messaggio reli- vangelo del regno sarà angioso (prima del comuni- nunciato in tutto U mondo, smo e del nazismo, "reli- perché ne sia resa testimogioni guerriere" anch'esse) nianza a tutte le genti...» che più ha sollecitato l'ag- (14). Parola che va però afgressività umana. Persino fiancata a quell'altra, di la poligamia quattro mo- Luca: «Ma i l Figlio dell'uogli più un numero illimita- mo, quando verrà, troverà ¡ to d i sch uive ci incubine per la fede sulla terra?» (Le 18, ogni musulmano è pre- 8). Ciò che è predetto, dunvista innanzitutto per JM.Tmettere al credente di far que, è che i l vangelo «sarà molti figli prima di cadere annunciato in tutto il monancor giovane nelle batta- do», che «ne sarà resa testiglie per la fede. E lo stesso monianza a tutte le genti». paradiso è presentato co- Ma non è affatto assicurato me luogo di delizie per i l che a questa seminagione "riposo del guerriero". seguirà una mietitura adeQuei cristiani di oggi che si guata né che da quali'ancompiacciono al pensiero nuncio verrà una fedeltà non solo di un dialogo ma indefinita tra coloro che di una collylxirazione frut- l'accetteranno. Anzi, l'apotuosi» e pacifica con l'isla- stasia sarà una realtà tale mismo, dimenticano tra (Paolo: «Prima, infatti, dol'altro che questo divide il vrà venire l'apostasia...», 2
Forse,
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Vivaio
quotidiano, la prencciipaTess 2, 3) che non è neppu- zione per tutte le Chiese...» re certo che la fede soprav- (2 Cor 11, 24-28). E tutto \ viva sino ai ritorno del Cri- questo per fondare comu- | sto. Ci saranno, dunque, nità che furono poi travol- . anche popoli già cristiani te e soffocate da una fede che l'abbandoneranno per che, in nome di Maometto. I l'agnosticismo o per le sèt- proclamava Gesù un sor- 1 te e quiìsto sembra avveni- passato. Quelle lettere ai ' re nell'Occidente d'oggi) o Calati, agli Efesini, ai Coche passeranno a un'altra fessesi: quei suoi rendi- l fede. Non è questo i l caso menti di grazie e lodi per la \ delle ampie zone in Asia e loro generosa ed entusia | in Africa che (vedemmo sta acccttazione del vangecome e quando) hanno fini- lo del Cristo... Da secoli, da 1 to fier abbandonare il Van- quello parti, più volte ogni gelo per il Girano? In que- giorno il muezzin ricorda sta prospettivo, lo scandalo ai muslim, i "sottomessi", ; e non solo quello provo- che non c'è altro Dio che ' cato dalle conquiste mu- Allah e che Maometto è il sulmane, ma da ogni arre- suo profeta. D contadino tramonto se non disfatta turco che si prosterna a del cristianesimo -si atte- quel richiamo, forse nean- ! nua, anzi, può sciogliersi che sospetta che da queliti i nell'accettazione di una stesse patii qualcuno ave- , misteriosa necessità. Qui. va un giorno accettato una come altrove, il cristiano è fede —che gli fa orrore e | chiamato alla croce dello che giudica blasfema - di | scacco, del fallimento, del Dio che si fa uomo e muore lavoro apparentemente in modo infamante. Inutile: non al trionfo del successo, conquistato una volta fier tutte. E un "servo inutile" che deve annunciare la fede, darle testimo- Una disfatta? Certo. ;! nianza, consapevole che sarebbe tale per il "monquei semi potranno essere rio"; e lo sarebbe anche iter , infecondi o potranno svi- l'islamismo, religione che lupparsi in fiori e piante non ha {xtsto iter la croce e destinate poi a essere sra- che vuole il successo in terra per provare la forza e la dicate. potenza di Dio. La cristiaL'apostolato è un dovere nità ha finito coli'accettare ' assoluto indipendente che persino i luoghi della 1t ménte dai risultati che, a passione e risurrezione di viste umane, potrebbero Gesù restassero in mano anche indurr» 1 al massimo ad altri (Deus non vult. Dio dello scoraggiamento: ma non vuole, fu la conclusio- ' «occorre che questo avven- ne di mistici e teologi riaga». Non è avvenuto, forse, vanti al fallimento delle anche con lo stesso "apo- crociate). La umrna. la costolo delle genti", con Pao- munità islamica, non si è lo di Tarso? Rileggiamo ciò rassegnata - né può farlo che. nelle sue parole stesse, -- all'essere stata costretta la predicazione del Vange- ad arretrare talvolta le sue lo gli è costata: «Cinque frontiere. Il motto di battavolte dai Giudei ho rieevti- i glia dei "fratelli musulmato i trenlanove colpi; Ire ni" è duplice: "Palestina ed volle sono stato battuto Andalusia". Cacciare gli con le vergile; una volta NO- ebrei da Gerusalemme; ma IVI stato lapidato; tre volte ' anche i cristiani da CordoIlo fatto naufragio; ho Ira- ba. Granada. Malaga. Cadiscorso un giorno e una not- ce, da quei luoghi dove per te in balia delle onde. Viag- sette secoli la moschea ave gi innumerevoli; pericoli di va sostituito la croci.'. U Dio fiumi, di briganti, pericoli di Maometto si manifesta dai miei connazionali, dai nel guerriero vittorioso; il pagani, nelle città, nel de- Dio di Gesù nel servo sconserto, sul mare, da parte di fitto e inutile. Il Corano esifalsi fratelli; fatica e trava- ge la vittoria; al Vangelo glio, veglie senza numero, basta la testimonianza. fame e sete, frequenti di- Non va dimenticato, prima giuni, freddo e nudità. E, di scandalizzarsi dei sucoltre a questo, il mio assillo cessi islamici.*- 393 -)
Avvenire Domenica 2 dicembre 1990
«Il segreto
per annoiare è dire tutto», ammoniva Voltaire. Il quale aveva torto in molte cose, ma ragione in questo. Rinuncerò, dunque, a utilizzare "tutto" ciò che sta nelle mie cartelle di appunti sull'Islam, limitandomi a qualche considerazione finale. Che, poi, finale non sarà: • u l tema verrà certo modo di ritornare in qualcuna delle prossime puntate. Oggi che i "saraceni" non dobbiamo più andarli a cercare al di la del mare, come ai tempi delle Crociate, ma che l i abbiamo — e | sempre più avremo — in casa — dovremmo essere consapevoli (ad evitare illusioni e relative delusioni) di una realtà amara ma confermata da 1300 anni di storia: con l'islamismo è impossibile "dialogare". In questi decenni, molti cattolici hanno parlato di "dialogo" sempre e comunque, quasi fosse un magico passe-partout in grado di aprire qualsiasi porta. Checché ne sia delle altre porte, quella musulmana è impenetrabile a questo tipo di chiave. Come, appunto, dimostra tutta la storia che abbiamo alle spalle. La Umma, la comunità musulmana, è un blocco chiuso innanzitutto perché nega ogni distinzione tra temporale e spirituale: i l Corano e gli7iaói'f, i detti riferiti a Maometto, sono la base unica non solo religiosa ma anche sociale e politica. Sono la fonte persino del diritto di successione, del "galateo", del diritto elettorale, delle prescrizioni alimentari, delle norme di guerra. I pochissimi convertiti dall'Islam ai cristianesimo o erano degli isolati, degli emarginati sociali o lo sono divenuti in seguito, ripudiati con violenza dal loro popolo. Cacciati non solo dalla moschea ma dalla vita stessa, essendo questa tutta regolamentata dalle prescrizioni coraniche. In alcuni luoghi (ad esempio, quell'Arabia Saudita che ora ci chiedono di difendere con la guerra) per chi abbandona l'islamismo è prevista la pena di morte. Ma la morte civile è, ovunque, la condanna di chi lascia quello che non è soltanto né innanzitutto un complesso di credenze, dogmi, riti ma un modo di vivere, una visione totalizzante del mondo.
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QueStO aspetto è abbastanza noto. Ma, forse, meno nota è un'altra delle ragioni dell'impossibilità di "dialogo" con un musulmano. Dialogare significa confrontarsi, esaminare assieme all'interlocutore le ragioni reciproche. Nel caso cristiano-islamico occorrerebbe mettere a confronto Vangelo e Corano. Ma è proprio questo che i l musulmano nega e negherà sempre, se non a rischio di smentirsi, anzi di distruggersi. I l maomettano afferma di venerare le Scritture degli ebrei e quelle dei cristiani, ma rifiuta di leggerle: gli basta i l Corano. E non soltanto perchè è i l culmine della Rivelazione, il testo che tutti gli altri contiene. Ma perché Maometto lo ha messo in guardia: là dove Torah e Vangelo non coincidono con la Scrittura islamica, è perché ebrei e cristiani hanno falsificato i loro libri. Li hanno falsificati, soprattutto, dove annunciavano l'arrivo di lui, i l cammelliere della Mecca, l'inviato che Dio aveva scelto come "sigillo dei profeti". Già accennavamo alla delusione di Maometto che sperava di essere accolto a braccia aperte dalle comunità ebraiche e da quelle cristiane, le quali avrebbero dovuto riconoscerlo come colui che completava la legge di Mosé e di Gesù. Quando invece del trionfo si trovò di fronte ai rifiuto perché né ebrei né cristiani trovavano traccia di l u i nella Bibbia, si lanciò in una polemica virulenta (che continua ancora adesso) componendo molte Sure di maledizione contro costoro che "adulteravano i libri di Dio". Già nella seconda Sura sta un appello di Allah agli ebrei: «Oh figli di Israele (...) credete a ciò che ho fatto scendere a conferma di quanto è nelle Scritture presso di voi (.,.). Pure voi leggete i l Libro: non comprendete, dunque?». E poiché non era ascoltato, eccolo passare all'ira: «Guai a quelli che trascrivono i l Libro alterandolo!». Spesso ci si è chiesti se Maometto sia stato "sincero". Per dirla brutalmente: se lo è inventato lui, questo
Vivaio
Corano che afferma essergli stato dettato, parola per parola, dall'Arcangelo che ripeteva i l testo originale posto da sempre accanto ad Allah? C'è ormai accordo sul fatto che, almeno agli inizi —quando non poteva prevedere dove lo avrebbe portato la sua avventura e dovette sopportare dure prove — fu protagonista di fenomeni mistici dei quali nulla sappiamo ma che, soggettivamente, dovette vivere con sincerità. Le cose, forse, cambiarono in seguito, quando scomodò la Rivelazione divina per r i solvere suoi problemi personali, magari non nobilissimi (come l'eccezione soltanto per lui, datagli direttamente da Allah, di avere dodici mogli — ma pare se ne prendesse almeno quindici — oltre a un numero illimitato di concubine). Soprattutto, fu costretto a scomodare la voce di Dio stesso per costruire al suo messaggio una sorta di albero genealogico che gli desse legittimità, inserendolo nel monoteismo giudeo-cristiano. Eccolo dunque assicurare che la Kaaba, il santuario pagano della Mecca, era stato costruito da Abramo stesso, aiutato da Agar, la moglie schiava, e dal figlio Ismaele. Eccolo costruire quella che Francesco Gabrieli chiama «una fantastica, incredibile protostoria araba» della quale tutto il Corano risuona, per inserire l'isolato profeta nella storia precedente.
Se agli ebrei assicurò (seppure con scarso successo) di essere nella linea stessa di Abramo e poi di Mosé, ai cristiani cercò di far credere che Gesù stesso ne avrebbe predetto l'arrivo. Leggiamo la Sura 61, versetto 6: «Ricorda quanto Gesù, figlio di Maria, disse: «O figli di Israele, io sono l'apostolo di Dio inviato a voi per confermare i l Pentateuco che vi è stato dato prima di me e per annunziare un apostolo che verrà dopo di me e i l cui nome sarà Ahmad...». U Profeta, in effetti, aveva due nomi: Muhammad e Ahmad. Entrambi derivano dal verbo "lodare". Ahmad è un superlativo e significa "lodatissimo". Ma dove mai Gesù annuncia ,
l'arrivo di Ahmad? Nel Vangelo di Giovanni, risponde l'Islam, prima che i cristiani lo manipolassero per non riconoscere l'apostolo arabo. Leggiamo in effetti in Giovanni 14,16s. nel discorso di addio di Gesù ai suoi: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Sparito di verità che i l mondo' non può ricevere, perchè non lo vede e non lo conosce». Quel Consolatore (che, come spiegano ancor meglio altri passi evangelici, è lo Spirito Santo) si dice in greco Paràkleton, da cui il nostro "Paraclito". Ma, nello stesso greco, c'è una parola dal suono simile, periclytòs, che vuol dire "nobilissimo" o anche "lodatissimo": in arabo, Ahmad, il nome di Maometto. Ecco qui, dunque, la falsificazione operata da quei cattivi dei cristiani! Gesù annunciava, chiamandolo per nome, i l profeta arabo e i suoi falsi discepoli hanno adulterato i testi perché non fosse conosciuto, mettendo | un "consolatore" al posto di un "lodatissimo"!
La verità oggettiva è che non sono i cristiani ma semmai Maometto a "truccare" i l Vangelo. Ciò con cui i l Profeta venne in contatto era i l cristianesimo eretico, apocrifo che circolava allora nella penisola araba. Analfabeta, ingannato da quanto sentiva dire da quei "cristiani" presunt i con cui veniva in contatto, Maometto ci ha lasciato nel Corano non un'immagine autentica della fede ih Gesù ma una sua caricatura. E* convinto, ad esempio, che la Trinità sia composta di Padre, Figlio e Maria. Crede che l'Eucaristia sia stata istituita facendo scendere dal cielo una tavola imbandita. Confonde Maria, madre di Gesù, con Miriam, sorella di Mosé. Afferma che al posto di Gesù fu crocifisso un sosia: Il Corano è insostenibile in ciò che dice del cristianesimo. Ma, d'altro lato, per i l fedele quel libro è infallibile, perfetto, dettato'parola per parola dal Cielo stesso. Dunque chi sbaglia non è questo dono di Dio: sbagliano le Scritture giudeo-cristiane, ma perchè sono state manipolate. Inutile, dunque, leggerle. Inutile, dunque, il dialogo con dei falsari. (-394)