RASSEGNA
STAMPA
A cura del CENTRO CATTOLICO DI DOCUMENTAZIONE - Casella Postale 61 - 56013 MARINA DI PISA
A n n o X I , n . 60
In
questo
Gennaio-febbraio
numero:
1992
1 4 9 2 - 1 9 9 2 pag.
"E"
l'anno
delle
Americhe": Giovanni Paolo I I dedicherà g l i "Angelus" al quinto centenario d e l l ' evangelizzazione
Cristoforo
Colombo,
ammiraglio
Sfatare
leggenda
nera
In
nome
Fatti Dio
la
della
l a regina
Bibliografia
e "defensor
fidei"
spagnola
della
2-8 9-10
civiltà
e personaggi
salvi
genovese
1
11 scoperta
Isabella.
dell'
America
Le p o l e m i c h e
contro
12-25 la beatificazione
26 27
L o scopo dì questa «Rassegna Stampa» è di offrire ai cattolici ed a quanti reagiscono alla situazione attuale, spunti di riflessione e di documentazione che li aiutino ad affermare una sempre più i n c i s i v a presenza nella realtà i t a l i a n a , nella rospettiva della costruzione di una «società a misura d'uomo e secondo il piano di io» (Giovanni Paolo I I ) .
B
Si ringraziano coloro che vorranno aiutarci facendola conoscere e inviando materiale e notizie.
papa. Gli «Angelus» del '92 dedicati al quinto centenario dell'evangelizzazione
* 'anno delle Americhe»
Il 12 ottobre il Pontefice visiterà Santo Dom I II Papa dedicherà a l V Centenarie dell'evangelizzazione d e l l ' A m e r i c a L a t i n a i p r o s s i m i Angelus. Lo ha a n n u n c i a t o egli stesso a i fedeli domenica scorsa. Si apre così l'anno del continente americano. G i o v a n n i Paolo I I sarà nelle A n t i l l e dal 10 a l 18 ottobre. dalla nostra redazione R O M A . ( M . M U . ) Se i l 1 9 9 1 è
stato l ' a n n o d e l l ' E u r o p a , i l 1 9 9 2 sarà l ' a n n o d e l l ' A m e rica L a t i n a . L a p r e v i s i o n e è s i n t r o p p o facile, a n c h e perché p r o p r i o domenica scorsa i l Papa l e h a t o l t o g l i u l t i m i , piccolissimi residui d i incertezza. «Nell'anno del V C e n t e n a r i o d e l l ' i n i z i o dell'evangelizzazione del Nuovo M o n d o — ha detto d u r a n t e i l t r a d i z i o n a l e app u n t a m e n t o con i fedeli — m i riprometto d i p r o f i t t a r e della recita dell'Angelus per compiere u n pellegrinaggio spirituale a i santuari o l u o g h i d i c u l t o più s i gnificativi dell'America, molti dei quali ho visitato di persona durante i m i e i v i a g g i apostolici». G i o v a n n i Paolo I I , d u n que, dedicherà i p r o s s i m i Angelus a l l ' i m p o r t a n t e r i correnza, per preparare adeguatamente la visita pastorale a Santo D o m i n g o e i n Giamaica, i n programma dal 1 0 a l 1 8 ottobre prossimo. Questo " v i a g g i o " fatto d i p r e g h i e r a , m a non meno reale d i q u e l l o o t t o b r i n o , h a u n a sua p r e cisa g i u s t i f i c a z i o n e . «Se e s a m i n i a m o lo s v i l u p p o d e l l a Chiesa i n A m e r i c a — h a spiegato — v e d i a m o che. n e l corso d i q u e s t i c i n que secoli, l ' e v a n g e l i z z a zione s i è c o m p i u t a p a r t e n -
do da cattedrali, t e m p l i e s a n t u a r i che sono d i v e n t a t i — m e d i a n t e la predicaz i o n e , l a catechesi e l'azion e c a r i t a t i v a o sociale d i t a n t i i n s i g n i Pastori ed i n trepidi missionari — centri di diffusione e d i applicazione d e l Messaggio d i C r i sto». P r o p r i o da q u e i l u o g h i è s c a t u r i t a l a religiosità p o p o l a r e e l a spiritualità t i pica d e l l ' A m e r i c a Latina. E « a n c h e o g g i — h q proseguito — questi luoghi sacri c o n t i n u a n o a d essere sorg e n t i d i fede e d i s p e r a n z a p e r i p o p o l i latinò-american i e, d i r i f l e s s o , possono ess e r l o a n c h e p e r l a Chiesa universale». Il fine è sempre quello d i dare «un nuovo impulso all'evangelizzazione». « A c i ò si s t a n n o p r e d i s p o n e n d o — h a r i c o r d a t o a n c o r a i l Papa — l e Chiese d i q u e l vasto continente mediante la I V Conferenza Generale dell'Episcopato Latino A m e r i c a n o , c h e io stesso i n a u g u rerò, c o n l ' a i u t o d i D i o , a Santo D o m i n g o i l prossimo 1 2 ottobre». G i o v a n n i Paolo I I h a voluto anche sottolineare i l v a l o r e d i q u e l l a data e d i q u e l l a ricorrenza. Q u a n t o alla prima'si tratta naturalm e n t e «del g i o r n o i n c u i , a p p u n t o c i n q u e secoli o r sono, l e c a r a v e l l e d i C r i s t o -
Avvenire Martedì 7 eennaio
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foro Colombo, partite dalla Spagna, a p p r o d a r o n o n e l Nuovo Mondo, portandovi la Croce d i Cristo». M a la Chiesa n o n v u o l e celebrare «avvenimenti s t o r i c i più o m e n o discutibili», q u a n t o p i u t t o s t o « u n a realtà splend i d a e p e r m a n e n t e che n o n p u ò essere s o t t o v a l u t a t a : l ' a r r i v o della fede n e l c o n t i n e n t e , la p r o c l a m a z i o n e e la d i f f u s i o n e i n esso del messaggio evangelico». L a celebrazione, d u n q u e , v a letta «nel senso più p r o f o n do e teologico d e l t e r m i n e : c o m e s i c e l e b r a Gesù C r i sto, S i g n o r e della s t o r i a e dei d e s t i n i dell'umanità, " i l p r i m o e i l più g r a n d e e v a n g e l i z z a t o r e " , essendo E g l i stesso i l " V a n g e l o d i D i o " » . I n t a n t o sono i n preparazione a l c u n e i n i z i a t i v e collaterali. Verrà allestita u n a mostra d o c u m e n t a r i a su " I l n u o v o m o n d o t r a conq u i s t a e d evangelizzazion e " , che i n p r i m a v e r a esporrà t r a l ' a l t r o p r e z i o s i documenti d'archivio dei t e m p i d i C o l o m b o e d i epoche successive. E s u l l o stesso t e m a sarà o r g a n i z zato a n c h e u n c o n v e g n o m o n d i a l e , v o l u t o d a l Papa. G i o v a n n i Paolo I I a v e v a a n n u n c i a t o questo v i a g g i o i n S u d A m e r i c a già i l 1 2 ott o b r e 1 9 8 4 p r o p r i o a Santo D o m i n g o . I n q u e l l a occasione prese i l v i a i l " N o v e n nio d i preparazione" (una n o v e n a d i a n n i , anziché d i g i o r n i ) che c u l m i n e r à p r o p r i o c o n i l ritorno d e l Papa sull'isola antillana. E anche u l t i m a m e n t e egli è t o r nato numerose volte sull ' a r g o m e n t o . L o h a fatto, ad e s e m p i o , d u r a n t e i l recente v i a g g i o i n B r a s i l e , a l t e r m i n e d e l Sinodo s u l l ' E u r o p a e n e l l ' o m e l i a d i capodanno.
Cristianità
Nel quinto centenario della scoperta
A'. 203
marzo
1992
—
11
dell'America
Cristoforo Colombo, ammiraglio genovese e «defensor fidei» Tratti caratteristici e significativi delia personalità e della cultura dello straordinario uomo di mare, espressione della mentalità della civiltà cristiana nel tempo seguente la fine della Reconquista delia Spagna. f ^ j f ' f f : e ricorrenze di date più o meno memorabili Ì I , , sono diventate spesso, ai nostri giorni, occa_ j sione per celebrazioni di vario tipo, pretesti - : i per operazioni di carattere commerciale o di convenienza accademica; pertanto è giustificabile una possibile avversione per tali celebrazioni. Tuttavia, mentre non si può negare che queste ricorrenze possano anche portare a utili ripensamenti e a effettivi approfondimenti dei vari temi, è pure innegabile c h e — per dire il m e n o — c e r t i «giochi» dei numeri abbiano una forte suggestione, in specie per c h i , senza pretendere di decifrare i dettagli della Provvidenza storica, a essa crede. Basti ricordare l'impressionante rispondenza fra il 1789, data d ' inizio della Rivoluzione francese, e i l 1989, data d'inizio della fine della R i v o luzione comunista come mito e, entro certi l i m i t i , anche come potere ('). Nel caso, poi, del quinto centenario della scoperta dell'America, alla oggettiva importanza dell'argomento si aggiungono motivi d'intervento di fronte a una polemica crescente e artificiosa, priva di seri contenuti storici e che ha invece bersagli ben precisi, i l principale dei quali è senz'altro da identificare nella Chiesa cattolica e nella sua opera di evangelizzazione. Ne sono protagonisti ambienti protestanti, movimenti indianisti, terzomondismi marxisteggianti, nostalgici inguaribili del catto-comunismo alla disperata ricerca di nuove cause e di nuovi complessi di colpa. E poco sembrano valere g l i sforzi e i risultati d e l l ' a u tentica ricerca storica. Come ricorda Franco C a r d i n i , contro questa «tradizione pseudostoriografica [...] la voce ferma e autorevole di studiosi seri sembra impotente» ( 2 ); il che. aggiungiamo, conferma l'importanza della posta culturale in palio. Già chiara, peraltro, si è levata la voce del Magistero
pontificio. Nel suo secondo pellegrinaggio apostolico in Argentina, Papa Giovanni Paolo l i si è espresso sul significato storico della scoperta e della conseguente opera di evangelizzazione: «Negli uomini e nelle donne di questa terra, nei suoi costumi e nel suo stile di vita perfino nella sua architettura, si scoprono i frutti di quel!' incontro di due mondi che ebbe luogo quando giunsero i primi spagnoli ed entrarono in contatto con i popoli indigeni che vivevano in questa regione, e in modo particolare con la cultura quechua-aymarà. «Da questo incontro fruttuoso è nata la vostra cultura, vivificata dalla fede cattolica che, fin dall'inizio, si è radicata molto profondamente in queste terre» C). Appare perciò utile un'opera chiarificatrice, che deve cominciare proprio dalla personalità di Cristoforo Colombo, i l primo artefice della scoperta. Infatti, anche sulla sua figura si accaniscono nuovi detrattori, che riprendono vecchi tentativi di ridimensionamento, ipotesi prive di fondamento, interpretazioni non r i spondenti a quanto la ricerca storica ha ormai acquisito pur nella difficoltà oggettiva delle fonti ( 4 ). Né giovano a una buona comprensione della personalità d e l l ' A m m i r a g l i o certe prospettive insistenti su una sua presunta «modernità», che lo avrebbe portato a superare e a vincere i pregiudizi medievali ( 5 ). Queste prospettive riprendono la posizione largamente d o m i nante nella cultura illuminista, che esaltò i l personaggio Cristoforo Colombo e la sua scoperta, «triomphe de la raison», infamando, al tempo stesso, la Spagna e la civiltà cattolica ( 6 ). C) GIOVANNI PAOLO I I , Omelia a Salta, in Argentina. dell'S-4-1987. in Insegnamenti
di Giovanni
confronto
di Colombo
Hitler
in The Economist.
( 5 ) Dalle Capitulaciones strada
Cfr.
GIOVANNI CANTONI. URSS,
del postcomunismo,
seliembre-ottobre
agosto
in Cristianità,
1991:
una tappa
anno X I X ,
n.
sulla
197-198,
1991.
( J ) FRANCO CARDINI, Dio salvi la regina Isabella,
in il Giornale.
20-
1-1992.
1. p.
1178.
sembra
un delinquente of Columbus.
21-12-1991, p.
alle prime The troublc
armi» with
47).
de Santa Fé, cioè dagli accordi con i Re
Cattolici. Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, i l 17 aprile 1492, nel quartier generale dell'assedio di Granada, Cristoforo Colombo ha i l titolo di Ammiraglio, trasmissibile per via ereditaria. ( 6 ) Cfr. BARTOLOMÉ BENNASSAR e L U C I L E BENNASSAR, ¡492.
nouveau?.
z
II. voi. X ,
( F E L I P E FERNANDEZ-ARMESTO, In defencc Eden,
(')
Paolo
( 4 ) Esponenti del Movimiento Indianista sono giunti a dire che «al
Perrin. Parigi 1991. pp. 50-55.
Un
monde
12 —
N. 203
marzo
1992
Cristianità
Anche la formula adottata da Paolo E m i l i o Taviani, «unapsicologia moderna su base medievale», secondo cui Cristoforo Colombo si collocherebbe «in mezzo tra due età», perché medievali sarebbero «limpostazione teorica [...], la visione filosofica e teologica e gli stessi presupposti delle sue concezioni scientifiche», mentre rinascimentali «ilsuo ardore investigativo, il vivissimo sentimento della natura, la capacità di affrontare le spiegazioni dei fatti fino ad allora non ancora osservati o spiegati», paga un tributo non accettabile a una visione convenzionale della curiosità «scientifica» e dell'atteggiamento medievale verso le realtà della natura ( 7 ). In verità, è i m p o s s i b i l e comprendere l'uomo Cristoforo Colombo senza intenderne le profonde radici cattoliche e medievali, senza inquadrarlo nel suo tempo e senza porlo al punto cruciale di una generale espansione europea ( 8 ): piuttosto che tentare una biografia ( 9 ), ci sembra opportuno insistere proprio su questa chiave di lettura e su alcune questioni a essa connesse.
L a p a t r i a di C r i s t o f o r o C o l o m b o
Approfittando dell'assenza di un certificato di nascita e della non rarità, in tutto i l Mediterraneo, del cognome nelle diverse varianti linguistiche, la fantasia degli autori si è scatenata nell'attribuire a Cristoforo Colombo i luoghi di nascita più diversi: lo si è voluto francese, corso, catalano, galiziano, portoghese, greco, inglese, tedesco... M a l ' a l t e r n a t i v a più insistente, e nuovamente ripresentata anche in occasione del quinto centenario della scoperta d e l l ' A m e r i c a , è la sua origine ebraica; essa merita di essere brevemente esaminata perché, anche nella versione che lo vorrebbe di famiglia ebraica convertita, un converso, questa tesi lo riporterebbe, in parte, a una tradizione culturale diversa da quella da noi indicata come decisiva per la comprensione della sua figura.
(') PAOLO EMILIO TAVIANI, / viaggi di Colombo.
La grande
scoperta.
Istituto Geografico De Agostini. Novara 1 9 8 4 , 2 ° voi., p. 3 2 3 . (')
Cfr.
PIERRE CHAUNU, L'espansione
europea
dal XIII
al
XV
secolo, trad. i t . , Mursia, Milano 1 9 7 9 . (') A nostro parere la migliore, anche per l'inquadramento generale del periodo, resta quella di JACQUES H E E R S , Cristoforo
Già formulata, agli inizi del nostro secolo, da Henry Vignaud — in un'opera peraltro tesa alla demolizione della grandezza di Cristoforo Colombo ( 1 0 ) — , è stata ripresa nel 1939 da uno scrittore particolarmente sottile ed elegante, Salvador de Madariaga, all'interno di una concezione mirante a esaltare i l ruolo dei conversos nella Spagna del tempo, decisivi nella guida del regno, d e l l ' I n q u i s i z i o n e e dell'economia ( " ) . Dunque, Cristoforo Colombo sarebbe stato un ebreo catalano convertito, appartenente a una famiglia fuggita in Liguria, dopo i moti antiebraici avvenuti in Catalogna alla fine del secolo X I V . G l i argomenti di Salvador de Madariaga sono di singolare debolezza e soltanto l'accumulo delle ipotesi e l'ingegnosità dello stile possono disorientare e stordire un lettore troppo passivo. Basti dire che i m o t i v i principali sono i seguenti: — un'interpretazione ebraica del criptogramma con cui Cristoforo Colombo firmava le sue lettere; — il fatto che la madre si chiamasse Susanna, personaggio dell'Antico Testamento; — i l mestiere di tessitore del padre, Domenico, considerato «mestiere di elezione degli ebrei». M a del criptogramma lo stesso Ammiraglio ci invita a una lettura cristiana e strettamente collegata alla sua convinzione di avere avuto una precisa missione da Dio. Quanto ai nomi, dopo aver osservato che, pur raro, quello di Susanna era presente in tutte le principali casate nobili genovesi, Jacques Heers fa notare che Domenico Colombo dette a tutti i suoi figli nomi «perfettamente e inequivocabilmente cristiani: Cristoforo, Bartolomeo, Giacomo e Giovanni Pellegrino» C 2 ). Quanto all'argomentazione relativa al mestiere del padre, citiamo ancora Jacques Heers: «L'affermazione lascia alquanto sbalorditi se si pensa alle migliaia e migliaia di telai che a quei tempo tessevano la lana nelle città e nelle campagne d'Italia»; a Genova, poi, non v i è nessuna traccia di una presenza ebraica in questo settore, anzi, a differenza di altre città, come Venezia, la presenza ebraica in generale era, attorno al 1450, praticamente inesistente ( 1 3 ). Ancor meno serio — per riprendere i l severo ma giusto giudizio di Bartolomé e di Lucile Bennassar ( , 4 ) — è pretendere, come fa Simon Wiesenthal, che Cristoforo Colombo cercasse nelle Indie una patria per stabilirvi g l i ebrei iberici minacciati di espulsione ( l 5 ) : basti osservare che il progetto del navigatore genovese
Colombo,
trad. it., Rusconi, Milano 1983; per una lettura più rapida si raccomanda l'agile volumetto di C H A R L E S VERLINDEN, Cristoforo
Colombo.
(l0)
Visione e perseveranza, trad. it.. Edizioni Paoline, Roma 1 9 8 5 . Per la ricchezza di dati, e anche per le splendide illustrazioni, ricordiamo pure P. E. TAVIANI, Cristoforo
scoperta. IDEM, /
Colombo.
La
genesi
della
Cristophe
grande
(")
Istituto Geografico De Agostini, Novara 1 9 7 4 , 2 voli.; viaggi
di Colombo.
La
grande
scoperta,
cit.
A
SIMONETTA CONTI. Bibliografia
colombiana.
Cfr.
Colomb,
critique
Colomb
et la
de la grande
legende.
entreprise
de
Welter, Parigi 1911, 2 voli.
SALVADOR DE MADARIAGA, Cristoforo
Colombo,
trad. i t . ,
Dall'Oglio. Milano 1 9 8 5 . C 2 ) J . HEERS, op. cit., p. 26; l'autore, ordinario di storia medievale alla Sorbona, è i l maggior studioso contemporaneo della storia di Genova nel Quattrocento.
livello
giornalistico, ci sono apparsi sostanzialmente buoni gli articoli pubblicati da Cesco Vian sul quotidiano Avvenire, del 5, 12, 19, 3 0 10 e 6 e 1 1 - 1 1 - 1 9 9 1 . La bibliografia su Cristoforo Colombo è sterminata: cfr.
Cfr. HENRY VIONAUD, Le vrai Cristophe
Picard. Parigi 1 9 2 1 : IDEM, Histoire
1793-
1990. Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova 1990, che elenca 8 . 4 0 9 titoli.
pp.
(")
Ibid.,
(")
Cfr. B . BENNASSAR e L. BENNASSAR, op. cit.. pp.
(")
Cfr.
27-28.
SIMON WIESENTHAL, Operazione
Garzanti. Milano 1 9 9 1 .
3
Nuovo
184-185. Mondo,
trad. i l . .
Cristianità era stato formulato compiutamente almeno un decennio prima, mentre il provvedimento dei Re Cattolici fu una decisione quasi improvvisa. In realtà, oggi non si può seriamente dubitare che Cristoforo Colombo fosse genovese, di famiglia o r i g i naria della montagna ligure. Sappiamo che suo padre, di nome Domenico, esercitava i l mestiere di tessitore e, legato al clan familiare dei Fregoso, fu guardiano della porta dell'Olivella. Conosciamo anche i l nonno,
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marzo
1992
—
Giovanni, anch'egli tessitore. La ricerca d'archivio ha aggiunto vari documenti alla generale attestazione dei suoi contemporanei che lo indicano come genovese. E poiché allora i genovesi erano quelli che si muovevano su più ampi spazi m a r i t t i m i , assicurando i trasporti per mare dal M a r Nero alle Fiandre e all'Inghilterra, si possono ben comprendere le sue esperienze giovanili a Chio, i l lungo soggiorno in Portogallo, con le prime esperienze oceaniche e il concepimento del suo proget-
Cronologia della vita di Cristoforo C o l o m b o 1451.
4 marzo
Nasce a Genova tra i l 25 agosto e i l 31 ottobre.
L a Niña,
1493.
capitanata da C r i s t o f o r o C o l o m b o ,
g i u n g e a L i s b o n a , e i l 15 m a r z o , dopo 32 settimane, rientra nel C o m p i e i p r i m i v i a g g i i n mare aperto, a C h i o .
1474-1476.
p o r t o d i Palos, c o n c l u d e n d o così i l p r i m o v i a g g i o .
nell'Egeo, e, forse, un'impresa corsara a T u n i s i . Aprile 1476. Giunge fortunosamente i n P o r t o g a l l o d o p o
13 Agosto
Viene
1493.
t r i o n f a l m e n t e a c c o l l o dai s o v r a n i a
Barcellona.
un naufragio. 25 settembre Si stabilisce a L i s b o n a da dove c o m p i e v i a g g i
1476-1483.
A l c o m a n d o di 17 n a v i e 1700 u o m i n i ,
1493.
parte da Cadice per i l secondo v i a g g i o .
verso l ' I n g h i l t e r r a , l ' I r l a n d a , forse l ' I s l a n d a , g l i a r c i p e l a g h i 3
atlantici e le coste della Guinea.
novembre
Salpata i l 13 ottobre da Ferro, nelle
1493.
C a n a r i e , la flotta r a g g i u n g e la D o m i n i c a , e q u i n d i , i l 27 1479- 1480. Sposa Felipa M o n i z Perestrello; dalla loro u n i o n e
n o v e m b r e , la H i s p a n i o l a .
nascerà Diego. Aprile 1480- 1482. A questi anni dovrebbe risalire la corrispondenza
1494. C o m p i e e s p l o r a z i o n i l u n g o la costa m e r i d i o n a l e
d i C u b a e scopre la G i a m a i c a .
con Paolo dal Pozzo T o s c a n e l l i . 10 marzo 1484. Propone a G i o v a n n i I I , re d i P o r t o g a l l o , i l suo p r o g e t t o ,
1496.
Inizia
i l v i a g g i o di r i t o r n o , conclusosi
a
C a d i c e 1' 11 g i u g n o .
ma ne riceve un r i f i u t o . 30 1485. M o r t a la m o g l i e F e l i p a , si trasferisce i n Spagna, nella
maggio
Parte con
1498.
6 i m b a r c a z i o n i per i l terzo
v i a g g i o , g i u n g e n d o i l 31 l u g l i o i n vista di T r i n i d a d .
zona di Palos. 1498. T o c c a per la p r i m a v o l t a le sponde del continente
Agosto Gennaio
A d Alcalá de Henares, viene r i c e v u t o dai Re
I486.
sudamericano.
C a t t o l i c i , ai quali espone i l suo progetto. Autunno Agosto
1488. Nasce Ferdinando, figlio naturale d i C o l o m b o
1498-estate
1500. A H i s p a n i o l a deve far fronte alle
r i v o l t e d e g l i spagnoli e d e g l i i n d i g e n i .
e di Beatriz Enriquez de Harana. Agosto 2 gennaio
Re C a t t o l i c i entrano v i t t o r i o s i i n Granada,
1492.1
mettendo fine alla 17 aprile
1492.
¡500.
Francisco
de B o b a d i l l a . abusando del
I sovrani sottoscrivono
i n questa data le
1501.
S c r i v e i l cosiddetto Libro
de las
Profecías.
i
Capitolazioni nell'accampamento reale d i Santa Fé. 77 maggio 3 agosto
suo
i n c a r i c o , arresta C r i s t o f o r o C o l o m b o , che. incatenato, giunge i n Spagna alla fine di o t t o b r e .
Reconquista.
1492. A l comando d i 3 i m b a r c a z i o n i lascia i l porto
di Palos, iniziando i l p r i m o dei suoi q u a t t r o v i a g g i , e i l 6
1502.
L a s c i a C a d i c e e i n i z i a i l quarto v i a g g i o al
c o m a n d o di 4 c a r a v e l l e , a r r i v a n d o a H i s p a n i o l a alla fine di giugno.
settembre, dopo una sosta tecnica alle Canarie, la flotta i n i z i a 30 luglio
la vera e propria traversata oceanica.
1502. G i u n g e sulla costa d e l l ' H o n d u r a s ; fino al 16
a p r i l e 1503 esplorerà le coste d e l l ' A m e r i c a Centrale, toccando 72 ottobre
1492.
D o p o 33 g i o r n i d i n a v i g a z i o n e ,
viene
N i c a r a g u a , Costarica e Panama.
avvistata l ' i s o l a di Guanahanì, l ' i n d o m a n i ribattezzata San 2 5 giugno
Salvador, nell'arcipelago delle Bahamas.
1503-28
giugno
1504.
Si d i r i g e verso Cuba e poi
i n G i a m a i c a , d o v e attenderà per un anno i soccorsi. Ottobre-dicembre
1492. V e n g o n o scoperte Santa M a r i a de la
Concepción, Fernandina, Isabela, le Islas de A r e n a , C u b a , i l
72 settembre
27 ottobre, e H i s p a n i o l a , i l 6 dicembre.
d e f i n i t i v a m e n t e le I n d i e O c c i d e n t a l i .
25 dicembre
1492.
L a Santa
Maria
naufraga; con
i rottami
16 gennaio
7 novembre
1504.
G i u n t o i n agosto a H i s p a n i o l a , lascia
1504. Con l ' a r r i v o a San L u c a r de Barrameda ha
t e r m i n e i l quarto e u l t i m o v i a g g i o .
viene edificata la fortezza della N a v i d a d . 1493. Le due caravelle rimaste i n t r a p r e n d o n o i l
20 maggio
1506:
R i c e v u t i i sacramenti, circondato dai
figli,
dai f r a t e l l i , dai s e r v i t o r i e d a g l i a m i c i , m u o r e a V a l l a d o l i d .
viaggio di r i t o m o .
4
13
14 — A'. 203 marzo
1992
Crietianità
to, perfino certi aspetti del suo soggiorno in Andalusia, ove la presenza di uomini d'affari genovesi e fiorentini era, come in Portogallo, notevole.
II progetto. Rifiuti e approvazioni
Come l'esperienza marinara di Cristoforo Colombo si inquadra perfettamente nella storia della sua patria e del suo tempo, così il progetto di raggiungere l'Oriente passando, attraverso l'Oceano, per l'Occidente, si stava imponendo, sia pure in maniera sfocata e imprecisa, in diversi ambienti scientifici ed eruditi dell'epoca: basti ricordare 1 ' influenza di Paolo dal Pozzo Toscanelli. Il navigatore genovese ha i l merito di concepire con maggior precisione i l disegno, rafforzando le tesi di alcuni dotti con la personale esperienza di uomo di mare, che aveva osservato indizi significativi e raccolto anche alcune voci degli ambienti marinari; e quindi di perseguire con ostinazione la realizzazione d e l l ' i m presa condotta, poi, con le sue straordinarie doti nella guida delle navi e degli uomini ( l 6 ) . Tuttavia è bene ricordare che il suo progetto si basava su un duplice errore geografico, pur condiviso da sapienti di grande autorità, e verrebbe voglia di esclamare con la liturgia del Sabato Santo: felix culpa! : infatti egli riteneva la Terra molto più piccola e l ' A s i a molto più estesa verso l'Europa. Così gli potè apparire realizzabile un viaggio che, senza l'inattesa presenza di un altro continente, si sarebbe rivelato, evidentemente, impossibile. È importante ricordare questo fatto perché ci permette di comprendere i l parere negativo sia degli studiosi consultati dal re del Portogallo, Giovanni I I , sia di quelli spagnoli, in buona parte dell'università di Salamanca, interpellati dai Re Cattolici. Essi avevano, da un punto di vista matematico e geografico, ragione. E su questo piano avvennero, c o m ' è documentato, le discussioni. Naturalmente non era in questione la sfericità della Terra, dato pienamente acquisito dalla cultura geografica medievale, ma la sua dimensione; e non sarebbe stato necessario ricordarlo se non fosse ancora largamente diffuso questo luogo comune tipico della «leggenda nera» sul Medioevo. Dunque tali studiosi non erano, come spesso l i si immagina, i rappresentanti di una cultura vecchia, superata, «medioevale», contrapposta a quella nuova e «moderna» di Cristoforo Colombo. Ancor meno essi erano fanatici religiosi nemici della umanistica laicità del genovese, come, per esempio, ce li raffigurava uno sceneggiato televisivo realizzato alcuni anni or sono,
('*) Relativamente alle grandi qualità marinare di Cristoforo Colombo, consideralo dalla maggior parte degli storici uno dei più grandi navigatori di tutti i tempi, cfr. Colombo
ammiraglio
del Mare
SAMUEL E L I O T MORISON, Oceano,
Cristoforo
senza risparmiarci nessuno dei topoi che era, ahimé, prevedibile attendersi: facce incavate, occhi ardenti, voci stridule. Semmai era proprio Cristoforo Colombo a superare, di fronte agli altri e a sé stesso, le obbiezioni oltre che con argomenti razionali anche con una convinzione progressivamente crescente di una missione affidatagli dalla Provvidenza. U n ' u l t i m a considerazione: perché i l progetto di Cristoforo Colombo, che era stato giudicato negativamente da ripetuti autorevoli pareri, trovò quasi improvvisamente accoglienza da parte dei Re Cattolici nei p r i m i mesi del 1492? Indubbiamente pesarono i sostenitori e i finanziatori che il navigatore genovese era riuscito a procurarsi, ma la spiegazione essenziale è da ricercarsi nell'euforia dei sovrani, della Corte e del popolo spagnoli per l'avvenuto compimento del processo di Reconquista. avviato dalla metà del secolo V I I I e terminato i l 2 gennaio 1492 con la conquista di Granada: un quinto centenario, questo, che i l governo socialista spagnolo non ha avuto i l coraggio di celebrare o di commemorare.
L a religiosità di C r i s t o f o r o C o l o m b o
Certamente in Cristoforo Colombo e in coloro che lo seguirono, come in generale nell'espansione europea della fine del Medioevo, non sono da trascurare le motivazioni di tipo economico e, in particolare, la ricerca dell'oro, senza dimenticare che, a partire dagli anni Quaranta del secolo X V , per i portoghesi acquista crescente importanza anche la cattura di schiavi lungo le coste africane: ma questa motivazione economica è assente dal progetto del navigatore genovese; più in generale, in tale espansione si manifesta « / ' incoercibile bisogno, più o meno cosciente, di spazio» ( 1 7 ), non per eccesso di popolazione — le grandi epidemie di peste del secolo precedente avevano abbattuto di circa il 4 0 % la popolazione europea—, ma per la ricerca di orizzonti più ampi, anche in relazione al serrarsi del Mediterraneo Orientale per l'avanzata dei turchi ottomani e al completamento della Reconquista. Inoltre, per Cristoforo Colombo le motivazioni di ordine religioso avevano un peso notevole, che sarebbe estremamente ingiusto e arbitrario ridurre a giustificazioni strumentali o a residui poco significativi di riti o di pratiche a carattere magico e superstizioso. E ciò va ribadito contro g l i storici moderni poco propensi a prendere in considerazione i l richiamo religioso; essi, come ha osservato Jacques Heers, « s e ne parlano, vi vedono un elemento troppo trascurabile per evocarlo in maniera attenta, oppure un semplice pretesto. Molti pensano volentieri che il Genovese parlasse di dovere religioso, di servizio di Cristo e di
trad. i t . . i l M u l i n o , Bologna
1985; l'autore, un ammiraglio americano, all'inizio degli anni Quaranta condusse una serie di ricognizioni sulla scorta delle rotte colombiane.
5
C7)
P. CHAUNU, ap. dr..
p.
292.
Grietianità
prospettive di evangelizzazione solo per conciliarsi meglio le buone grazie della regina attraverso una manovra interessata» (l8). Già la lettura del Diario di bordo ci offre un'ampia esemplificazione di questi aspetti decisivi per c o m prendere la personalità d e l l ' A m m i r a g l i o ( ! 9 ) : ci l i m i tiamo a qualche esempio, per altro assai eloquente, circa la profonda religiosità di Cristoforo Colombo e la sua convinzione di svolgere una missione accompagnata dal favore divino.
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marzo
1992
—
15
terra dei Papa, che è una casa dove Nostra Signora ha fatto e fa molti e grandi miracoli»; «dopo di ciò l'Ammiraglio e tutto /' equipaggio fecero voto di andare, arrivando alla prima terra, tutti in camicia in processione a far preghiera in una chiesa che fosse dedicata a Nostra Signora» (23). V a inoltre ricordato che l ' A m m i r a g l i o tiene sempre presenti, anche nel corso delle sue esplorazioni, i l calendario liturgico, le solennità ecclesiastiche e i misteri della Fede ( 2 4 ). I l 6 dicembre 1492, giorno della festività di san Nicola, chiama con quel nome i l porto dell'isola Hispaniola — poi Haiti — in cui si trovava, come nel secondo viaggio un promontorio riceve i l nome di Cabo Cruz il 3 maggio, giorno del rinvenimento della Croce.
In data 23 settembre 1492 egli istituisce un parallelo fra sé e Mosé: come allora a Mosé, che conduceva g l i ebrei fuori dalla schiavitù egiziana, risultò utile il mare grosso in assenza di vento, così lo stesso straordinario fenomeno si è ripetuto a sua per tranquillizzare i marinai timorosi circa la possibilità di fare ritorno. Il problema della conversione degli indigeni è, fin dallo stesso primo contatto del 12 ottobre, al centro Cristoforo C o l o m b o , il Santo Sepolcro dell'attenzione dello scopritore: «Conobbi che era e la C r o c i a t a gente che meglio sì salverebbe e si convertirebbe alla 2<l nostra santa fede con l'amore che con la forza» ( ). E in data 27 novembre, rivolgendosi ai sovrani spagnoli, U n motivo ricorrente nei testi di Cristoforo Colombo dopo aver esposto la necessità di superare la barriera è quello della finalizzazione dei risultati della sua linguistica, scrive: «E poi si raccoglieranno i benefici impresa alla liberazione del Santo Sepolcro. e si lavorerà per fare cristiani tutti questi popoli, il che agevolmente si farà perché essi non hanno setta alcuN e l Diario di bordo, dopo aver narrato la costruzione na, né sono idolatri» (21). del primo insediamento, quello di Navidad — fondato il 25 dicembre del 1492, subito dopo i l naufragio della Sempre i l Diario di bordo ci informa sul comportaSanta Maria. — , afferma che intende ritornare in un mento e sui pensieri di Cristoforo Colombo durante la secondo viaggio dalla Castiglia e trovare oro e spezie spaventosa tempesta che coglie le due caravelle super«in tanta quantità che i re, prima di 3 anni, intraprenstiti a metà febbraio, durante i l viaggio di ritorno. dessero e preparassero [l'azione] per andare a conIn tali drammatici frangenti egli ha i l timore che D i o quistare la Casa Santa» confermando così l'impegno gli impedisca il ritomo e «attribuì questo alia sua poca preso «con fermezza» con i sovrani prima della sua fede e alia mancanza di fiducia nella Provvidenza partenza, e cioè «che tutto il guadagno di questa mia divina. D'altra parte io confortavano le grazie che Dio impresa si spendesse nella riconquista di Gerusalemgli aveva fatto, dandogli tanto grande vittoria, permetme». In quell'occasione — ricorda — i sovrani «sortendogli di scoprire quello che aveva scoperto. [...]£ risero e dissero che piaceva loro e che [anche] senza che, come nel passato aveva posto il suo fine e indirizquesto avevano quel desiderio» (25). zato tutta la sua impresa a Dio e lo aveva ascoltato [...] doveva credere che gli darebbe compimento di quanto Nell'atto con cui istituisce i l maggiorascato a favore cominciato e lo porterebbe a salvamento» (22). di don Diego, i l suo primogenito. Cristoforo Colombo ricorda nuovamente l'intenzione di spendere la rendita Da buon capitano medievale Cristoforo Colombo si delle Indie «per la conquista di Gerusalemme» e preoccupa «che si estraesse a sorte un pellegrino che impegna i l figlio, o i l suo erede, «ad andare con il Re andasse a Santa Maria di Guadalupe e portasse un cero di5 libbre di cera», e la sorte designa proprio lui. Nostro Signore, se andrà a Gerusalemme a conquistar(26). a questo santuario dell'Estremadura condurrà di perso- la, o anche solo, con la maggior forza possibile» na i primi indiani portati in Spagna a ricevere i l Dopo i l terzo viaggio, fra i l 1501 e i l 1502. l ' A m m i battesimo. raglio, temporaneamente caduto in disgrazia presso i sovrani, pone mano al Libro de las Profecias, una Poi viene deciso anche «di mandare un pellegrino a raccolta di passi biblici, di Padri della Chiesa e di Santa Maria di Loreto, clic è nella marca di Ancona,
('") J . HEERS, op. ci'/., p.
641.
(") Esso ci è giunto soltanto attraverso una riduzione fatta da Bartolomé de Las Casas. La migliore traduzione italiana è CRISTOFORO COLOMBO, Diario
dì bordo.
Libro
della prima
navigazione
delle ìndie, a cura di Gaetano Ferro, Mursia, Milano
e
Ibid., p.
Ibid.,
(34)
Cfr.
eripiogramma. p. 88.
scoperta
1985.
pp. 205-206. G E O PISTARINO.
scoperta
Cristofaro
Colombo:
l'enigma
di bordo.
Libro
della prima
navigazione
glio, cfr. JUAN G I L . Colón y la Casa Santa, in Historiografía y
108.
Bibliografia
X X I (1977). pp. 125-135.
( 3 H ) CRISTÓBAL COLÓN, Textos
y documentos
Consuelo Várela, Alianza, Madrid 1982, p. 199.
6
e
delle Indie, c i l . , p. 164. Su questa «idea fissa» dell'Ammira-
americanistas,
(-) Ibid.. pp. 206-208.
del
Accademia Ligure di Scienze e Lettere, Genova 1990,
( 3 5 ) C . COLOMBO, Diario
(*') ¡Ind., p. 46: Bartolomé de Las Casas trascrive testualmente il Diario, donde l'uso della prima persona: quando riassume utilizza la terza persona. (Jl)
(M)
completos,
a cura di
16 — A'. 203
marzo
Gr ietianità
1992
Seneca «circa maieriam recuperartele sancte civitatis et montis Dei Syon ac inventionis et conversioni insularum Indie et omnium gentium atquc nationum ad reges nostros Hispanos», come suona i l titolo del manoscritto conservato nella Biblioteca Colombina di Siviglia ( 2 7 ). Del resto, come orgogliosamente affermava, sempre nel 1501, in una lunga lettera ai Re Cattolici, non aveva forse scritto l'abate Gioacchino che «doveva uscire di Spagna chi avrebbe riedificato la casa dei monte Sion» (28)? Nella stessa lettera, pur amareggiato, umiliato, deluso, afferma chiaramente di considerarsi i l missionario predestinato a portare a Cristo g l i abitanti delle terre da lui scoperte, in «pieno compimento di ciò che disse Isaia» e grazie a «un miracolo evidentissimo che voile fare Nostro Signore in questo affare de! viaggio alle Indie» (29). E se indubbiamente il progetto crociato non fu realizzato, come dimenticare, comunque, che «l'oro dei Nuovo Mondo servirà a finanziare eserciti e armadas contro i Turchi» (30)? Negli anni Ottanta è stato scoperto un libro copiador, cioè un quaderno copialettere, contenente nove lettere di Cristoforo Colombo, sette delle quali inedite ( 3 1 )Alcune di esse, tutte indirizzate ai Re Cattolici e ricche di diverse informazioni nuove, confermano ulteriormente le profonde radici medievali e cristiane della personalità del navigatore e l'alta consapevolezza del significato storico dell'impresa compiuta. E ritorna, in una di esse, i l tema del ricupero della «Casa Santa» di Gerusalemme.
x a
La segnatura «Christo ferens», «che porta a Cristo», con cui Cristoforo Colombo firmava le lettere dal 1502.
Cristoforo C o l o m b o , il c r i p t o g r a m m a e la devozione alla S a n t i s s i m a Trinità
Geo Pistarino ha avanzato un'ipotesi interpretativa del famoso criptogramma o acronimo che Cristoforo Colombo crea probabilmente in occasione del secondo viaggio, di cui impone l'adozione ai suoi eredi nel testamento del 1498 e che adotta poi sistematicamente come firma, dopo aver pazientemente esaminato tutte le ipotesi, anche le più arbitrarie e strampalate, formulate nei secoli, con trascrizioni in ebraico o, addirittura, in linguaggio esoterico-massonico o pseudo-templare ( 3 2 ). Sulla base delle indicazioni date d a l l ' A m m i r a g l i o , bisogna ricercare la corretta interpretazione n e l l ' a m b i -
(") ¡bid., cloc. L . p. 261. (Jí) (")
¡bid., doc. X L I I 1 . p. 256. Ibidem. J. HEERS, op. cit., p.
(3I)
684.
Cfr. C. COLÓN. Manuscripto
del Libro
Copiador
de
y
to preciso della sua religiosità cattolica. Non a caso, a partire dal 1502. alla base del criptogramma egli pone, in sostituzione del precedente E l Almirante, la spiegazione del significato del suo nome: Christo ferens, che porta a Cristo. Secondo l'ipotesi di lettura prospettata da Geo Pistarino le tre « S » del triangolo superiore andrebbero lette come una ripetuta e circolare invocazione allo Spirito Santo, al Sanctus Spiritus mentre le lettere inferiori rimanderebbero ai nomi Christus, Maria, Yesus, ricordando che nella scrittura spagnola dell'epoca « Y » e «J» si identificavano. La « A » starebbe per Altissimus. La forma generale, poi, richiamerebbe il triangolo trinitario. Senza esaminare questa ipotesi in tutti i suoi aspetti, compreso i l problema dei rapporti fra Cristoforo Colombo ed eredità gioachimite, più o meno dirette, importa riprendere alcune osservazioni dell'autore su due cardini della spiritualità del genovese: la devozione mariana — si pensi ai toponimi da lui dati di Asunción, Concepción, Anunciación — e quella verso la Santissima Trinità. A questa, secondo quanto affermava in una lettera scritta dalla M / i a i l 15 febbraio 1493, tutta la Cristianità doveva dare «solenni grazie» con molte orazioni «per la grande esaltazione che avranno dall'accesso di tanti popoli alla nostra santa fede» ( 3 3 ). E «in nome della Santa Trinità» muove, in occasione del secondo viaggio, all'esplorazione di Cuba. D i più: all'inizio dell'atto del maggiorascato del 1498. Cristoforo Colombo attribuisce alla Santissima Trinità l'idea prima — «ci ha messo in meni e» — e poi la precisa concezione — «perfetta comprensione» — della possibilità di andare dalla Spagna alle Indie «passando il Mare Oceano a Ponente» ( 3 4 ). Nello stesso anno, nella lettera scritta dall'isola di Hispaniola ai Re Cattolici con la relazione del terzo viaggio, i l
Cristóbal
Colón, transcripción por Romeu de Armas. Collección Tabulae Americae, Ministerio de Cultura. Madrid 1989. 2 voll. (3:)
Cfr.
criptogramma,
G.
PISTARINO,
Cristoforo
Colombo:
¡'enigma
del
cit.
Cy)
C . COLÓN, Textos
(*) ¡bid., doc.
4
XX.
y documentos
p. 192. '
completos,
cit., p. 146, doc.
V.
Cristianità richiamo alla Santa Trinità è continuo: Essa ha mosso i sovrani ad appoggiare l'impresa di cui era i l messaggero; in Suo nome è partito ogni volta; con i l Suo aiuto compirà gli ordini che g l i verranno dati ( 3 5 ) .
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—11
C o n t r o la d i s i n f o r m a z i o n e i fatti che i mass media non dicono i giudizi che i mass media non enunciano i valori che i mass media non richiamano
Non santo ma defensor
Cristianità
fidei
Con quanto siamo venuti dicendo non intendiamo, certamente, proporre la causa di beatificazione di Cristoforo Colombo. Non mancano, del resto, nella sua vita aspetti sconcertanti, come la lunga convivenza more uxorio con Beatrice de Harana, o, pur comprensibili per g l i usi della sua epoca, ma condannabili — e non approvati dalla regina I s a b e l l a — , come la riduzione in schiavitù di alcuni indigeni. Ma intendiamo, questo sì, ricondurne la figura e la personalità alle dimensioni cattoliche e medievali che, a nostro parere e seguendo rispettosamente le fonti, le caratterizzano. In questo senso ci pare efficace la formula di Paolo Emilio Taviani: «non santo, ma defensor fidei» ( 3 6 ) . Ci sembra dunque giusto concludere riportando alcuni giudizi che sostanzialmente condividiamo. Secondo Samuel Eliot M o r r i s o n , se è vero che Cristoforo Colombo sembra spegnersi sotto i l segno della sconfitta, senza aver trovato i l Gran K h a n , senza aver convertito moltitudini di pagani, senza aver riconquistato Gerusalemme, senza aver saputo assicurare un futuro ai propri familiari, senza la partecipazione di nessun membro della Corte ai suoi funerali a Valladolid, è anche vero che «laprofonda convinzione che era in lui dell'immanenza, dell' onnipotenza e dell'infinita sapienza di Dio alleviò le sue pene ed esaltò i suoi trionfi. Non è quindi la pietà il sentimento che dobbiamo nutrire per VAmmiraglio del Mare 37 Oceano» ( ). Secondo Jacques Heers, «[...] lo scopritore del Nuovo Mondo si presenta a noi come un uomo di grande fede, profondamente attaccato alle proprie convinzioni, compenetrato di religiosità, accanito nei difendere e nell' esaltare il cristianesimo ovunque, nel promuovere una riconquista o una conquista contro i nemici di Dio, gii infedeli o i pagani. E perfino il solo tratto delia sua personalità che non ammette discussioni, che ci appaia chiaramente, mentre altri, sui quali si è tanto e gratuitamente ricamato, ci sfuggono quasi completa38 mente» ( ). E ancora: «Per Colombo ed altri, il viaggio, la peregrinazione, rimaneva, come ai tempi eroici dei-
Mensile
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una r i v i s t a indipendente d i c r i t i c a cattolica sulla soglia del terzo millennio cristiano dalla fede una cultura per la politica per una società a misura di uomo e secondo i l piano di Dio
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Insomma, alla domanda che oggi, con intenti spesso polemici, viene insistentemente ripetuta: «Fu vera gloria?» ( 4 I ) , riteniamo di dover rispondere affermativamente che sì, fu vera gloria. M a r c o Tangheroni e M a u r i z i o Parenti
(") Cfr. ibid., doc. X X V , pp. 204-223. C*) P. E . TAVIANI, / viaggi
di Colombo.
La grande
scoperta,
cil., p.
323; c ciò al di là delle riserve già espresse e di quelle relative a frasi che accompagnano la formula, come questa: «Fu fanatico, si direbbe (")
integralista».
S. E. MORISON, op. ci'/., p.
C*) J . HEERS, op. cit., p.
641.
682.
come
oggi
Ibid..
p.
669.
f 4 0 ) Ibid.,
p.
672.
(w) (4I)
Cfr.
il dibattito fra sei scrittori Disputa
Fu vera gloria?,
S
in Euros,
1, 5/6,
su Cristofaro
novembre-dicembre
1991.
Colombo.
SFATARE LA
LEGGENDA
NERA
SPAGNOLA
V&VE.TV
MeoMtro ^ l i indios . « l o , aftinché ci diventassero m o U j t o a m i c i , p o i c h é c o n o b b i che era g e n t e che m e g l i o si salverebbe e si. c o n v e r t i r e b b e alla nostra santa fede c o n l ' a m o r e che con la f o r z a , d i e d i ad a l c u n i d i essi a l c u n i b e r r e t t i rossi e d . a l c u n e . c o r o n a n e d i v e t r o che-si p o n e v a n o al c o l l o e a l t r e m o l t e . c o s e di poco valore.'di cui.ebbero m o l t o piacere e restarono t a n t o n o s t r i che '.era-unii m e r a v i g l i a . Essi v e n i v a n o •poi n u o t a n d o alle barche d e l l e navi dove, n o i -.stavamo e c i . p o r t a v a n o p a p p a g a l l i , filo d i c o t ó n e i n g o m i t o li e zagàglie e m o l t e a l t r e cose e ce le c a m b i a v a n o c o n a l t r e cose che n o i davamo' loro, c o m e perline-di vetro e.sonagli.,. Essi v a n n o . n u d i - c o m e t a , .madre l i partorì, anche le d o n n e . . . a l c u n i d i essi .si d i p i n g o n o *di scuro ed essi sono del c o l o r e d e g l i a b i t a n t i d e l l e Cài n a n e , né n e g r i né b i a n c h i , e altri si.dipingono d i libinon e altri d i rosso... e a l c u n i . s i d i p i n g o n o . ! v o l t i , e altri t u t t o il corpo e altri solo g l i ' o c c h i .e a l t r i s o l o i l naso... Essi n o n h a n n o a r m i né le c o n o s c o n o . . . Essi g e n e r a l m e n t e sono d i b u o n a stiitu-'.j ra. d i . g r a d e v o l i m o v i m e n t i e ben-, fatti..J Piacendo, a N o s t r o S i g n o r e io ne p o r t e r ò v i a . d i q i i i , al r i i o n t e n - . t o d e l l a p a r t e n z a , sei per le V o s t r e A l t e z z e , aftinché i m p a r i n o a p a r l a re..,».;»: . ;'-.•.*. '. ..V.; • 7; •'
r i d i e d i Stoccarda. D e v o d i r e s u l i i t o c u l t u r a d e l l a , cristianità ( d i c u i giù-»' che.si t r a t t a d i u n argomenti» m o l t o s t a m e n t e h a . p a r l a t o P r o s d ò c i m i ) ^ , interessante, ma anche p e r i c o l o s o g u g l i a . - d ' a l t r a p a r t e d i f f e r e n z i a t a . ' per la nostra c u l t u r a v e u r o p e a , i n delle p o p o l a z i o n i i h d j g e n e . T a n t o c e r t i s u o i i n d i r i z z i t r o p p o oppressa per fare u n e s e m p i o : i n q u a l e m a da sensi i l i c o l p a , t r o p p o s o r t i l e e d n u a l e si troverà d e t t o e s p l i c i t a m e n estenuata, t r o p p o p o r r a t a alla c r i t i t e che la p r i n c i p a l e causa della cataca anziché al c o m m e n t o . E c i ò si è s t r o f e demografi™ che, «ji proibisse n o t a t o anche a G e n o v a , sia i n a l c u t r a g l i i n d i g e n i f u d i g r a n l u n g a pei'-' n e - r e l a z i o n i , sia nella t a v o l a r o t o n stìtuita d a l l e m a l a t t i e n u o v e che i l d a , p r e s i e d u t a d a l senatore T a v i a n i c o n t a t t o tra gente abituata a c e n i e d e i l i e a r a , a p p u n t o , . a l'altro, t a n t o v i r u s e a certi m i c r o b i e g e n t e n o n ache'un autorevole studioso d i lettebituatà f a t a l m e n t e introdusse? ratura ispano-americana, Giuseppe Bellini, è a un certo m o m e n t o poleF o r t u n a t a m e n t e — va p u r d e t t o micamente intervenuto domandan.— m o l t i a l t r i s t u d i o s i si m u o v o n o d o c o m e m a i alla t a v o l a r o t o n d a più l i b e r a m e n t e e s e r e n a m e n t e , n o n fosse presenté a l c u n o s p a g n o senza lasciarsi frenare e o p p r i m e r e l o , v i s t o . e h e essa t e n d e v a , a causa d i dalle ideologie e dai m i t i . Cosi, a n qualche partecipante, a trasformarsi che a G e n o v a , si s o n o a f f r o n t a t e i n u n - p r o c e s s o alla S p a g n a . C o s i , q u e s t i o n i r e a l i . Più i n t e r v e n t i , per per e s e m p i o , i l n o t o arabista F r a n esempio, hanno sottolineato il ruocesco G a b r i e l i si è s p i n t o a p a r a g o lo m o l t o i m p o r t a n t e d e g l i intefj5fén a r e la Spagna del C i n q u e c e n t o a l ti,: u n a s p e t t o i n s i e m e tecnico e u l ' I r a n i l i K o m e i n i «ai Ila base d i u n a ; m a n o c h e , c o m e a b b i a m o v i s t o , lo p r e s u n t a c o m u n e d e m o n i z z a z i o n e " : stesso C o l o m b o si p o s e . f i n d a l p r i dell'avversario. Cosi l'antropologa m o g i o r n o . Q f a q d e prpfrjfofta', - b r i Ernesta C e r n i l i ha i n s i s t i t o , o l t r e o verità, q u e l l o H T p o t e r c o m u n i c a r e , g n i p r u d e n t e s c r u p o l o m c t o d o l ó g i - ' j d i p o t e r p a r l a r e . U n a d e l l e facce, i n co. sulla soggettività d e g l i s t u d i d i j f ò r i d o , d e l più generale p r o b l e m a !che g l i e u r o p e i del C i n q u e e e o r o si q u é s t o t i p o s e m p r e inevitabilmente» posero cori estrema serietà, q u e l l o proiezione di i m p e r i a l i s m o e c o l o - J di c o m p r e n d e r e ; storicamente e' n u d i s m o c u l t u r a l i . - una . p o s i z i o n e - c u l t u r a l m e n t e , c h i . e r a n o , q u e s t e , che, presa sul s e r i o , - p o r t e r e b b e e v i g e n t i che p o p o l a v a n o q u e l l o - c h e t u ' \ d e n t e m e n t e alla paralisi c o n o s c i t i va. M o l t o p i t i interessanti le r i f l e s - v h c r i p r e s t o c h i a m a t o Mondo nuovo. ! • E questa la t r a d u z i o n e d i una p a r s i o n i del francese M i c h e l " B a l a r d su ' N o n a caso u n o dei c a m p i d i s t u d i o te del r a c c o n t o f a t t o , i n c a s t i g l i a n o , più promettènti e interessanti è o g c o m e i g e n o v e s i , nei secoli, hanno" da C r i s t o f o r o C o l o m b o nel suo d i a visti) l'altro per eccellenza nei M e d i - . g i q u e l l o r e l a t i v o alle r i p e r c u s s i o n i 'rio d i b o r d o , tramandatoci,''-part<^ t e r r a n e o , i . m u s u l m a n i ; t r e , i n sucri / d e l l a scoperta d e l l ' A m e r i c a nella : d i r e t t a m e n t e , p a r t e i n riassunto, d a l cessione, f m o m e n t i i n d i v i d u a t i : ! c u l t u r a d e l V e c c h i ò m o n d o . I n t u t t i Easv.Gasas, alla data - 1 4 - o t t o b r e quello d e l l ' a n t a g o n i s m o ; q u e l l o ! i s e t t o r i la riflessione f u m o l t i ) s t i 1 4 9 2 , S o n o p a g i n e che l e g g i a m o , ! d e l l a scoperta e - q u e l l o d e l l ' o b l i o . . . Ú A m o l a t a d a l l a , g r a n d e novità; dalla o l t r e ' c h c ' c o ' n una certa e m o z i o n e , ' anche con interesse, giacché p r e s e n - :.. I n 'generale m a n c a i h t r o p p i . s t u - - c a r t o g r a f i a alla l i n g u i s t i c a , dalla f i t i n o i n s i e m e i vari m o t i v i ' c h e stava- d i o s i , t u t t i presi d a l l ' a n s i a d i libe?; J o s o f i a a l l a . t e o l o g i a , i v a r i r a m i del •no a l l a b a s e dèi disegno d i C i ì l o m - rarsi d e l peso, d i u n passato n o n a-; sapere, u m a n o d o v e t t e r o t r o v a r e guar-u • Una- risposta alla fida che nasceva ,lH>T7ir7TiHiisi()ne.della vera fede, I ' m a t o e r i f i u t a t o , la capacità arte n z i o n e a l l e possibilità d i c o n i - d a r e nella giusta p r o s p e t t i V ^ s t o r i c a ; •' d a l l a scoperta d i questa n u o v a realmercK), u n a . v i v a curiosità d i c o n o - ; espressioni e a z i o n i d e g l i / s p a g n o l i ; tà, n a t u r a l e e u m a n a ; e i n genere la seeré: -Esse, a n c o r a , et m o s t r a n o còri al m o m e n t o d e l l a scoperta e d e l l a j •risposta f u , t r o v a t a c o n rapidità, a n i c } i p m i ' t l j : i r a m e n r e . I;i~- <u;nprriai succè$siva..conquista. E assurdo e d j c o n f e r m a d e l l ' a p e r t u r a n\cnta|e e ; e r r a t o — ha osservato c o r r e t t a m e n - ; fiorv^'lCll pnirvieruaui^lìUjairttr . d ' a n i m i ) che "caratterizzava la civiltà te.Jacques Lafaye L? asS2ÍUti¿2ai£Í'¡ U-ulu-C-OtlUure c o n un-seiiso d i : h ó uscita d a l m e d i o e v o c r i s t i a n o . p r i n c i p i dglla Dich'iar?7Ìon' > dei A l ~ vità n o n . intaccato dal f a t t o che ^ o r i t t y d e l l ' u o m o d e l l ' A s s e r n h l f - r i v o - ' -^ A p p e n a s c o p e r t a , . l ' A m e r i c a fu l o m h o p e n s a v a d i aver r a g g i u n t o |a l u z i q n a r i a franresp o dell'Organ¡7r' a n c h e , per ' cosi d i r e , ' inventata i n narrc.più.orientale d e l l ' A s i a IQ /jfflf; u n a complessa f u s i o n e d i - m i t o e i z z a / i o n e ale! suo progetto-..>rag- 7 n~p 7 i o n r r i d i l i - n a T ; ^ n ; ^ i n i r « v r a v i t i - ' realtà. Còsi, t a n t o per c i t a r e , ' g l i eg i u n g e r e i l Levante p c r - i l Ponente.' ' n i e r l j a' c n t e n o - d i g i u d i z i o j ) j d L f i . Q n - , b r e i — che p r o p r i o nel 1492 f u r o n o O g g i ' q u e s t o contatto i l i culture, cacciati dalla Spagna — g u a r d a r o desta molti» interesse e, n o n a caso, dann4.di..Golòmb'a'.c,(li.jyiaB?.liaD. 0 i' d j . . C o r t é s H i - d L J i z a r r b . I n realtà, la n o a. essa, più che c o m e a u n n u o v o una b u o n a p a r t e de! q u a r t o C o n l e g g c p d a nera'costruirà,' y o n t r q 1 7 m o n d o , , c o m e a una terra r i t r o v a t a . gresso i n t e r n a z i o n a l e d i ' s t u d i c o l o m b i a n i , t e n u t o s i p o c h i g i o r n i fa a" S p a g n a , p r i m a d a H ' E u r q p a . p r o t e - i n . c u i r i p o r r e r i n n o v a t e e r a h h a l i s r i G e n o v a , è srat;i,dcdicatà ;i,qut*sto .Siante. p o i da q u e l l a J l l n r p i n j y n g o L chc s p e r a n e messianiche- C i ò sulja 1 t e m a ; l'altro. U n tenia,ch'e gra statò,' s t i t u i s c c un.serio o s t a c q l o , c h c d q b - : base d i u n a tesi che voleva g l i i n d i a : in m o d o : u n p o ' gcncricòf.anchc t r a ' U a m o e l i m i n a r e , alla sena r r f f i s t r u n i d ' A m e r i c a d i s c e n d e n t i da c m i - ' q u e l l i affrontati', i n agosto al C o n - 1 z i o n e e all'esatta F o m p r e n s i q n f ; i l i ; ; g r a n t i e b r e i ; una tesi che t r o v i a m o gresso i n t e m a z i o n a l e d i scienze s t o - q u a n t o avvenne, n e l l ' i n c o n t r o tra, la l a n c h e i n a u t o r i c r i s t i a n i e che u n o
s c r i t t o r e - n o n certo b e n e v o l o verso gli ebrei c o n f u t a v a sulla base del d i •sinteressc d e g l i i n d i a n i verso i l d e naro... S i n d a l l ' i n i z i o , i n s o m m a , I ' A m e r i c a 'divenne q u e l che è ancora in una certa m i s u r a : u n >og"Q m i t o , c a r a t t e r i z z a t i da uggiti o p p o s t i di v a l u t a z i o n e ; pro"ìezio"nc, anche, degli stati d ' a n i m o , delle fantasie. delle i d e o l o g i e e delle p o l e m i c h e * d e g l i e u r o p e i . Giù i p r i m i racconti sugli i n d i g e n i s o n o , spesso, intessut i , in m i s u r a n o n t r a s c u r a b i l e , d i tópoi l e t t e r a r i . D i questi, nia anche d i m o l t i s s i m i 'altri a r g o m e n t i si è discusso a G e n o v a , s y l l ' o n d a d e l l ' e n t u s i a s m o che ha i n v j s t a . i l g r a n d e a p p u n t a m e n t o
del q u i n t o centenario, Jacques H e e f s ha p a r l a t o dei p a t r o n i d i nave a G e n o v a liei Q u a t t r o c e n t o d e l i n c a n d o n e c o m p e t e n z a , esperienze <,• . r u o l o s o c i a l » ; Juan V.ila.ValentJ h a tracciato u n q u a d r o della Catalogna alla i m e d e l Q u a t t r o c e n t o : e fu p r o pri!) ne! salone J d Tinell, ne! palaz zo reale i l i Barcellona, che l ' a m m i raglio d i o r i g i n e genovese i n c o n t r o Un reyes catóiicos per a n t o n o m a s i a (e non n e l l ' A l h a m b r a di Granada t o m e i — i n c o m p r e n s i b i l m e n t e — ha v o l u t o lo sceneggiato t e l e v i s i v o ) . Luisa D ' A r i e n z o . b u o n a c o n o s c i t r i ce d e g l i a r c h i v i andalusi e lusitani, ha u l t e r i o r m e n t e a p p r o f o n d i t i ) i l t e m a d e l l ' a m b i e n t e i t a l i a n o in A n d a l u s i a , a m b i e n t e che f a v o r i la realizzazione d e l l ' i m p r e s a del 1492 e di v a r i successivi v i a g g i d i scoperta; O s v a l d o B a l d a c t i si è s o f f e r m a t o su alcune earte geografiche e sul m e stiere d i c a r t o g r a f o che fu a n c h e , per q u a l c h e t e m p o , q u e l l o d i C o - I l o m b o ; . A l d o A g o s t o , che con p a z i e n z a ' d i archivista da q u i n d i c i a n n i scheda t u t t i i C o l o m b o che gli òl
Ao
possibie t r o v a r e t r a le centinaia d i m i g l i a i a d i d o c u m e n t i conservati a l l ' A r c h i v i o d i stato d i G e n o v a , ha dato notizia dell'avvenuta identificazione d e l b i s n o n n o d i C o l o m b o . . . M a è ' q u i i m p o s s i b i l e pretendere di citare t u t t i g l i s t u d i o s i e t u t t i i tem i . N o n c tacile c o m u n i c a r e al lett o r e il f e r v o r e c o n c u i i l m o n d o d i g l i s t u d i g u a r d a al 1492 ; né la generosa e partecipe accoglienza di Gen o v a , una G e n o v a che i l sole d i o t t o b r e faccVa r i s p o n d e r e nella sua n o n scoperta bellezza e nella sua r i servata eleganza; né l'utilità dello s c a m b i o d i o p i n i o n i e d i idee tra s t o r i c i , s t o r i c i d e l l a letteratura e g e o g r a f i ; e n e p p u r e la confusione che f a t a l m e n t e d e r i v a v a dalla d i v e r sa specializzazione dei p a r t e c i p a n t i : m e n t r e s e n t i v o u n r e l a t o r e parlare di « s e g m e n t i » e d i «referenti» a p r o p o s i t o delle ||i v>-»pM| (-j m i j tlnmiintiaytJH^^irw ho -\ po' o almeno a n ^ ^ T i o n servisse, c o m e a C o lomlift, un interprete.
'
M a r c o Tangheroni
I n nome
della
civiltà
Franco Cardini
N.
o n f u « c o i n c i d e n z a » - le coincidenze esistono solo nelle s t a z i o n i f e r r o v i a r i e - , m a piuttosto u n o d i quegli appuntamenti della storia nei quali le t e n d e n z e d i « l u n g o p e r i o d o » e l'esplosione d i f a t t o r i emergenziali s i i n c o n t r a n o . N e l gir o d i p o c h i m e s i , n e l 1492, i due regni spagnoli d i Castiglia c Ar^gona^uniti nelle.pwsoue., idei-40*0 ^rispettivi.isovrani . •oh'etaiKHsposi e cugint;»safn3»--' roño a G r a n a d a - i l 2 gennaio - la raggiunta completa cristianizzazione a l m e n o politic a d e l Paese ( a n c h e se, c a n c e l lato i l regno m u s u l m a n o , i musulmani rimanevano); q u i n d i la Castiglia procedette all'espulsione d a l suo territorio degli ebrei n o n convertiti il che poneva i l p r o b l e m a dei marranos - i l 3 1 m a r z o success i v o ; e i l 12 o t t o b r e ( a n c h e se oggi si polemizza perfino sull'esattezza d i q u e s t a data) i n f i ne Cristoforo C o l o m b o dichiarava n e l n o m e d i D i o l'isola d i S a n S a l v a d o r possesso d e i r e cattolici Nascevano c o s i c o n t e m p o raneamente, i presupposti d i u n o d e i regni assoluti (la Spagna) che a v r e b b e r o d o m i n a t o l'età m o d e r n a ; q u e l l i d ' u n a lunga questione etnoreligiosa ( i l p r o b l e m a d e i moriscos e d e i marranos) c h e a v r e b b e c o n t r i buito nei secoli a diffondere l a «leggenda n e r a » d e l l a q u a l e - e n o n a caso - l a S p a g n a è s t a t a vittima; e quelli infine d'un i m pero «dove n o n t r a m o n t a v a i l s o l e » c h e s a r e b b e s t a t o secolare laboratorio d i e s p e r i m e n t i d i colonizzazione, d i acculturazione e d i convivenza t r a culture diverse. Ai g i o r n i n o s t r i si sta polemizzando t r o p p o attorno a l 1 cosiddetto genocidio spagnolo d e g l i indios, p e r q u a n t o l a s t o riografia più attendibile - da Pierre C h a u n u al nostro Marcello C a r m a g n a n i - abbia da tempo dimostrato, e i n modo inoppugnabile, che i l crollo d e m o g r a f i c o d e i native Americans n e l c o r s o d e l s e c o l o X V I v i f u , certo, m a si dovette alle epidemie delle q u a l i gli europei furono portatori involont a r i e n o n alle l o r o crudeltà. Della questione si è i m p a d r o nita u n a n o n disinteressata pubblicistica «indigenista», n o n senza l ' a p p o g g i o d i a m bienti d i pressione specie nordamericani, interessati a riesumare l a leggenda n e r a s p a g n o l a a n c h e f o r s e a l fine d i stornare l'opinione pubblica dai veri p r o b l e m i storici, polit i c i e sociali d e l c o n t i n e n t e latinoamericano, che obbiettivamente datano i n gran parte
n o n già d a i t e m p i d e l d o m i n i o d e l l a c o r o n a d i Spagna, bensì s e m m a i d a q u a n d o q u e s t o dom i n i o è venuto meno. È c o m u n q u e u n fatto che l a conquista d e l l ' A m e r i c a condusse n o n solo a q u e l l a crisi d i coscienza etica e politica dei conquistatori della quale è espressione la p o l e m i c a t r a L a s Casas e S e p u l v e d a , m a a n che a u n a seria e approfondita 1 r i f l e s s i o n e s u i l i m i t i d e l l a leI gittimità dell'evangelizzazione e s u i r a p p o r t i f r a q u e l l i che uno dei m a s s i m i specialisti dell'argomento, i l messicano i S i l v i o Z a v a l a (Jl pensiero polii tico della Conquista, P o n t e a l i l e G r a z i e ) , h a c h i a m a t o «servitù n a t u r a l e » , « l i b e r t à c r i stiana» e « u g u a g l i a n z a s e t t e c e n t e s c a » . L a s Casas, e s u l e e perseguitato nel N u o v o M o n do, era ascoltato i n Spagna; e tanto Carlo V quanto Filippo I
f o r t u n o s a m e n t e (e i n m o d o eff i m e r o ) u n i t o l a c o r o n a spagnola e quella portoghese, tent ò a p i ù riprese p r i m a d ' i m p a rentarsi c o n la cognata Elisab e t t a I (aveva d i f a t t i s p o s a t o , n e l '54, l a d i l e i s o r e l l a M a r i a ) e q u i n d i d i fiaccare u n a v o l t a per tutte la potenza dell'Ing h i l t e r r a . Se YInvencible Armada n o n avesse f a l l i t o n e l 1588 a l s u o c o m p i t o d ' i n v a d e re l ' I n g h i l t e r r a , l a s t o r i a avrebb e p o t u t o essere d a v v e r o m o l t o d i v e r s a . A n c h e se è b e n e rib a d i r e che u n a delle r a g i o n i del collasso d e l c o l o n i a l i s m o s p a g n o l o risiedette n e l s u o carattere diretto e centralistico: la corona era direttamente i m pegnata n e l governo e nell'am-
^dqve-il^diííwexae.raoííeUo. inglese s i giovavaànveced'imp r e n d i t o r i p r i v a t i Ciò p e r m e t t e v a a l g o v e r n o inglese d i t r a r I I i n t e r v e n n e r o p i ù v o l t e d u - I r e i m a s s i m i v a n t a g g i d a l sistem a coloniale con il m i n i m o d i r a m e n t e c o n t r o g l i encomenspese e d i responsabilità: l a coderos r e i d i n o n r i s p e t t a r e rona s p a g n o l a , a l c o n t r a r i o , q u e i d i r i t t i d e g l i indios a l l a v i iovette soccombere sotto i l ta, a l l a libertà e a l l a proprietà peso d e l l e i m e e d e l l e a l t r e . che Isabella d i Castiglia aveva Con le paci d i Westfaha del - affermato .in loro favore nel 1648, i l siglo de oro s a r e b b e fi. s u o . o t e s t a r o e u t Q . . iteL,.159.4Q u a n d o si legge l'accorai» de taito: e c o n esso l'età d e l p r e d o mmaiarttì L a » C à s a s >iBre*Assà- m i n i o s u l m o n d o d ' u n a Spama relazione sulla distruzione gna che n o n si sarebbe da allodelle Indie, E d i z i o n i C u l t u r a r a più ripresa, p u r restando della Pace), c i si d i m e n t i c a u n a grande potenza coloniale s e m p r e c h e essa è u n a d e n u n e - soprattutto - u n faro d i culz i a n o n già d e l l e c r u d e l t à spat u r a e d i spiritualità. gnole a l m o n d o i n t e r o , bensì delle crudeltà d i a l c u n i spagnoli a l re d i Spagna, che è ben d e c i s o a p u n i r l e . C'è d a chiedersi quali altre potenze colonizzatrici si siano comportate n e l l a stessa m a n i e r a : R a i mondo Luraghi ci ricorda ad esempio che i p u r i t a n i inglesi coloni nel settentrione del Nuovo Continente si comportarono con gli indigeni ben diversamente. Ma, insieme c o n le questioni r e l a t i v e a g l i indios, è u n a riflessione g e n e r a l e s u l l e c o n s e guenze della conquista che s'impone. Sappiamo d i quelle e c o n o m i c h e : i n f l a z i o n e i n seg u i t o alle eccessive i m p o r t a z i o n i d'oro e s o p r a t t u t t o d'argento dal N u o v o Continente, «rivoluzione dei prezzi», rovin a d i i n t e r e c a t e g o r i e , ri v a l u t a ..?ÌQD£. d e f l a t e w > . e¿¿tejU& £ffp: p r i e t à agraria* • B e p r a t t u t t o ^ p e rò, « r o l l o - d e i - s i s t e m i p o l i t i c i ] ed economici «a compartim e n t i stagno» e avvio d i quella che C h a u n u ha definito «economia-mondo». E f u appunto il mondo intero, e i l dominio sul mondo, la posta del conflitto ispanoinglese apertosi all o r c h é F i l i p p o I I , c h e aveva
Ai
Pure, l ' i m p r o n t a spagnola r i m a n e . L'hispanidad dell'Am e r i c a L a t i n a n o n è u n carattere v i o l e n t e m e n t e sovrappos t o a l l ' a u t e n t i c a c u l t u r a india che ne sarebbe r i s u l t a t a oppressa, bensì u n a d e l l e compon e n t i d ' u n a n u o v a s i n t e s i iberoamericana che h a dato frutti diversi dalla Florida e dalla California alla T e r r a del F u o co, m a t u t t i q u a l i f i c a n t i e d u raturi nel tempo. Oggi, i lre di Spagna viene a n c o r a accolto c o m e u n a s o r t a d i patrono-garante quando si reca i n Americ a L a t i n a , e l o s p a g n o l o è l a sec o n d a l i n g u a p a r l a t a n e g l i Stat i U n i t i . H e r n á n Cortés e i l c o n t e - d u c a d e O l i v a r e s possono d o r m i r e sereni, nelle l o r o cattolicissime tombe, il sonno dei giusti. I l loro lavoro n o n è s t a t o v a n o ; l a l o r o c a u s a è stat a q u e l l a d e l l a civiltà, n o n d e l la violenza e d e l l a soperchieria.
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CRISTOFORO COLOMBO. Fatti e personaggi della scoperta dell'America/1 Avvenire Sabato 5 ottobre 1991
, L'Infante guardava lontano
Dal Portogallo «rinascimentale» la nuova èra
(C.V.) L'approssimarsi del 500' anniversario della scoperta dell'America riporta in piena luce com 'era inevitabile, la sempre suggestiva —e sotto ceni aspetti sempre enigmatica —figura del suo primario protagonista quel Cristoforo Colombo che un testimone coevo di indiscutibile autorevolezza — l'umanista lombardo Pietro Manire di Anger a — definì esplicitamente «vir liguri', in lettera del 13 settembre scritta da Barcellona, residenza in quel momento dei Re Cattolici al vicecancelliere della Chiesa Ascanìo Sforza La Spagna, che si appresta a celebrare il V centenario con spettacolari manifestazioni di immenso richiamo turistico — l'Esposizione Universale di Siviglia, le Olimpiadi di Barcellona, la «capitalità culturale europea» di Madrid — sta dedicando ali 'impresa colombiana anche nuove e importanti pubblicazioni, a cominciare dal «Libro Copiador» che ha rivelato interessantissimi scritti dello Scopritore ai Re Cattolici Isabella e Ferdinando: ed altre ne va preparando, entro un rumoroso contesto di convegni conferenze ed articoli nei quali accade spesso — purtroppo — di avvertire qualche residuo dell 'antica re-
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ochi luoghi i n Europa sono più impressionanti e indimenticabili del Capo San Vicente. ultimo spigolo sudoccidentale della penisola iberica e del continente. Su u n alto promontorio perennemente flagellato dai venti dell'Atlantico e trenta m e t r i più i n basso eroso a fondo dall'assalto eterno delle ondate oceaniche, si apre uno spazioso tavolato d i pietra nuda proteso sul mare i n due chele di branchiopodo gigante: a ovest la Punta dei Corvi, dove u n potente faro si alza su una tozza fortezza, e a sudest la Punta della Pietà, dove declinando biancheggiano le poche case del villaggio d i Sagres. È YHeriòn Akroterion dei Greci, i l Promunturium Sacrum dei Romani, solitario e immutabile davanti al sole che «s'immerge nell'Oceano con uno strano rumore, come se si spegnesse precipitando nelle acque, cento volte più grande di quanto non sia nel corso del giorno. Nessuno può trattenervisi durante la notte, poiché dicono che gli Dèi lo occupano i n queste ore, né vi esiste tempio alcuno, ma solo gruppi di pietre dovunque sparse, le quali secondo un antico costume vengono capovolte dai visitatori e poi, offerta la libagione, rimesse nella posizione primitiva. Pernottano perciò i n u n villaggio prossimo, e solo di giorno visitano i l promontorio portando seco dell'acqua, perché qui non ce n'è...».
L'assolato asilo della scienza S tra bone, da greco razionalista, non crede alla maggior
torica nazionalista, intesa a ignorare banalmente la ranti in Andalusia ali epoca delle Scoperte Evidentenascita italiana di Colombo, a dispetto dell 'imponen- mente per opere cosi «inutili» e cosi poco «televisive», te raccolta di documenti genovesi pubblicata fin dal mancano ifondi Quanto alle iniziative private —sul 1892. e degli stessi apporti di insigni eruditi spagnoli genere dei due bei volumi del «Colombo» di Paolo Emilio Taviani (pubblicati anche in Spagna nella del nostro secolo, quali lo storico Ballesteros e il filologo Menéndez PidaL Dal canto suo. la patria del «vir magnifica edizione De Agostini- Teide del 1977) —, si primavera. ligur», l'Italia, sta spendendo allegramente (com'è tratta in genere di rondini che non fanno La serie di articoli che oggi iniziamo a pubblicare suo nazionale costume) molti miliardi per la costruzione del proprio padiglione dell'Esposizione di Sivi- non si propongono atiro fine che un ripasso somma glia (che. finite lefeste, resterà vuoti e muto): e moltis- rio e divulgativo di taluni più salienti dati — luoghi simi altri ne stanzia per manifestazioni festaiole di personaggi e idee, azioni e momenti —dell 'epopea dei gusti e qualità terzomondisti, canzonette balletti e si- «vir ligur», non già allo scopo di rivendicarne ancomili: né — almeno finora —si sente parlare di inizia- ra la nascita italiana, ma sulla base della convinzio tive meno effimere, quali potrebbero essere, per dirne ne che la rivelazione di «Novus Orbis»—atira decisiattendo comporsolo qualcuna, la pubblicazione di uno studio defini- va formula di Pietro Martire—pur tivo su Fernando Colombo, figlio e biografo dell 'Am- tato anche, come ogni altra grande impresa umana, miraglio e patetico e geniale umanista (gli ultimi li- aspetti tutt'altro che edificanti di violenza avidità bri superstiti della sua grande biblioteca, la Colom- del diabolico oro e sfruttamento (chi è senza peccato bina, giacciono pressocché sconosciuti presso la Cat- scagli la prima pietra), resta un evidente storico di tedrale di Siviglia): oppure la pubblicazione e lo stu- valenza e portata capitali, degno pertanto di essere riassudio dei molti documenti dell'Archivio sivigliano dei rievocato e vagliato, cinque tappe essenziali Protocolli Notarili relativi ai numerosissimi italiani mibili nei nomi di Portogallo, Stinta Fe, la Hispanio—banchieri e mercanti, artisti e tipografi, ecc. —ope- la, ti «Paradiso terrestre» e Valladolid
ESCO VIAN grandezza del sole all'occaso (mera illusione ottica, egli d i ce); ma non mette i n dubbio le I altre notizie che riferisce. M a sacro, i n altro modo, fu YAk- ' roterion anche per la tradizione medievale. Vincenzo, diacono della Chiesa di Valentia, vittima della persecuzione d i Diocleziano nel secolo EU, venne lasciato dopo i l m a r t i rio su u n campo deserto affinché i l santo corpo venisse divorato dagli animali selvatici; I ma —racconta i l buon frate : Jacopo da Varazze — u n gigantesco corvo lo difese dal-1 l'assalto delle bestie, e con i strida e morsi mise i n fuga u n lupo, volgendo poi i l capo verso i l Corpo «come se stesse ammirando i suoi angeli custodi». Raccolto q u i n d i dai cristiani d i Valenza, f u vene- . rato come patrono della città ! (e lo è tuttora, avendo dato i l 1 nome a molti valenzani, fra I cui i l taumaturgo moderno I Vincenzo Ferrer); e quando la l Spagna venne invasa dagli i n fedeli islamiti —continua l'agiografia ispanica — i cristian i trasportarono le sacre refi- I quie per tutta la penisola, sotto la scorta di uno stormo di corvi, deponendole finalmente sull'estremo Promontorio d'Occidente, i n u n santuariomonastero i v i fondato, che subito divenne meta di pellegrinaggi di t u t t i gli abitanti dell'Iberia, non solo cristiani ma anche m u s u l m a n i (raro se non unico esempio di tolleranza religiosa nel Medio Evo peninsulare), sicché si rese necessario costruire u n asilo (nucleo probabile del villaggio di Sagres, i l cui nome è di per sé rivelatore). M a quando, tre secoli più tardi, la penisola venne invasa dai fanatici Almoravidi, le reliquie del *
Santo r i p a r t i r o n o per Lisbona, dove Affondo Enriques, p r i m o re del Portogallo, le t u mulò nella Cattedrale (e tuttora v i riposano, mentre nell'attiguo chiostro vivono sempre i discendenti dei fedeli corvi custodi). Ecco perché l ' A k r o terion Hieròn si chiama ora Capo San Vincenzo'; e «per essere luogo dove raramente piove (dice i l cronista Fructuoso) e dove raramente si turba la serenità del cielo», f u scelto come asilo di scienza —non meno che di fede — da u n generoso e i l l u m i n a t o eroe dell'età moderna: Enrico i l Navigatore.
Il secolo d'oro in Lusitania Nato «meticcio» i n una circostanza medievale — i l matrimonio di Teresa, figlia illegittima del bellicoso re di Casti glia Alfonso V I con i l «crociato» francese Enrico d i Borgogna (1095) — m a su un'idea ben più antica (la Lusitania, terza provincia di Roma in Iberia), i l piccolo Portogallo assume proprie caratteristiche fin dal suo p r i m o ingresso nella Storia moderna grazie alla convergenza di due fattori determinanti: da una parte il difficile rapporto con la madre-padrona Cas t i glia (lo Stato più dinamico e più aggressivo dell'Iberia medievale), e dall'altra la propria peculiare collocazione fisica che. segregandolo in certo modo dal resto d'Europa (i suoi confini terrestri sono fermi, caso pressoché unico in Europa, dalla metà del sec. XTII ad oggi), gli «spalanca» 800 e più chilometri di costa sull'Atlan- i tico. N a t u r a e Storia lo «desti-
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navano», dunque, all'oceano «tenebroso». Non a caso quindi firmò nel 1308 i l suo p r i m o trattato di «libertà di commercio» con l'Inghilterra; mentre fin dal 1317 u n genovese, Emanuele Pessagno, veniva assunto dai re lusitani come capo e organizzatore generale della flotta col titolo di Grande A m m i r a g l i o , ereditato poi da diversi membri della stessa famiglia. Alla fine dello stesso secolo XTV. u n ennesimo scontro con la Castiglia «imperialista» determinò una profonda crisi politica e sociale che contribuì a dare al paese una vera «coscienza nazionale»: da cui i l primo trattato di alleanza con l'Inghilterra (1373. i l più antico e più solido trattato europeo), l'avvento della nuova dinastia degli Aviz. sostenuta da una borghesia o r m a i politicamente matura, e infine, i l 14 agosto 1385. la strepitosa vinoria di Aljubarrota sugli invasori castigliani. che inaugura i l regno di Giovanni 1 (1385-1433) ed è cantata ancora, in mirabili «strofe di pietra» dallo stupendo Monastero di Batallia. Fra il trionfo di Aljubarrota e la disfatta di Alcacer-qimir. in Marocco (4 agosto 1578), i n cui scomparve con i l giovane re Sebastiano i l fior fiore della nobiltà portoghese, i l piccolo paese iberico — poco più di u n milione di abitanti, in quel momento — visse uno supefacente, quasi incredibile secolo d'oro, conquistando le isole atlantiche, circumnavigando l'Africa, arrivando alle coste dell'India, della Cina e del Giappone e all'immenso Brasile, stabilendo rotte commerciali di portata mondiale ed esprimendo più generazioni Hcr*.\r
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di a r d i t i s s i m i esploratori (B. Dias. Vasco de Gama. Cabrai. Magellano), i l l u m i n a t i govern a n t i (Giovanni L G i o v a n n i I I . Alfonso V . Don M a n u e l o Venturoso. Alburquerque. Souza. Castro), u m a n i s t i di fama europea (Gouveia. Gois. A i r e s Barbosa. Liusa Sigea. Nimes. Cardoso). s c r i t t o r i e poeti (Camoes. il sommo epico dei Lusitani. G i i Vicente, fondatore del teatro. Sa de M i randa. Ferretra. Ribetro. Barrasi, evangelizzatori ( V i e i r a i e artisti (Nuno Goncaives. V Fernandes, F. de Hollanda. i m o l t i architetti e scultori del Mamtelino). t u t t i d i pieno rilievo europeo.
m o e instancabile viaggiatore i n t u t t a Europa e i n Asia (banalmente ucciso i n u n i n u t i l e conflitto civile). M a soprattutto decisiva dovette essere la tragica sorte del fratello m i nore, Fernando. Questi, caduto prigioniero dei M o r i nel fallito t e n t a t i v o della conquista di Tangeri (1436), avrebbe potuto essere riscattato solo i n cambio della restituzione di Ceuta, presa vent'anni p r i m a . Ma Ceuta o r m a i era cristiana; e la famiglia reale ebbe l ' i naudito coraggio morale d i respingere i l ricatto, condannando i n tal modo a m o r t e i l povero giovane, che si spense infatti dopo sette a n n i di orrenda prigionia (1443). (E popolo portoghese lo chiama t u t t o r a «l'Infante santo»; e due secoli dopo Calderon de la Barca gli dedicò uno dei suoi d r a m m i più forti e più umanamente patetici. I l principe costante). Enrico, p r i v o di una famiglia personale (era m e m b r o e G r a n Maestro dell'ordine religioso-cavalieresco del Cristo ) ed escluso dalla successione al t r o n o , trasse dalla propria coscienza cristiana la forza d i spiritualizzare i l dolore fraterno nel taleru de bien fere, e dal volontario ritiro sul P r o m o n t o r i o di Sagres divenne l'incarnazione | dello spirito e della mente del Secolo d'Oro portoghese. I m a n u a l i d i Storia ripetono che egli fondò a Sagres u n a «scuola nautica». M a i n realtà fu molto d i più: f u u n alto osservatorio del cielo e ! del mare, u n asilo d i astronom i , cartografi, navigatori d'ogni paese, u n laboratorio d i idee ed esperienze scientifiche liberamente aperto a chiunque avesse desiderio e capacità d i sapere, i l ponte d i comando d i u n a inaffondabile nave a m m i r a g l i a donde per decenni p a r t i r o n o o r d i n i di sempre più ardite spedizioni e dove si ritrovavano «a r a p : porto» i reduci, quando ce n'erano, per fare i l p u n t o sui r i sultati v i a v i a conseguiti e pianificare instancabilmente le imprese successive.
M a forse l a figura più alta, più completa e rappresentativa di questa Nazione rinascimentale per essenza f u i l quarto figlio del re G i o v a n n i I e dell'inglese Filippa di L a n caster (regina p u r e eccezionale, per le sue virtù): l'Infante Enrico, che i posteri avrebbero chiamato «il Navigatore» (1394-1460). Le m i g l i o r i qualità della sua s t r a o r d i n a r i a fam i g l i a — r e t t i t u d i n e morale, fede cristiana, intelligenza aperta, c u l t u r a , moderazione — rifulgono i n questo principe, che nello splendido p o l i t t i co di San Vincenzo (ancora quello dei corvi!) d i p i n t o da N u n o Goncaives per la catte: drale di Lisbona (ora al M u seo de A r t e A m i g a ) , appare modestamente vestito di scuro, i l volto setio e gli occhi pensosi, quasi incarnazione del p r o g r a m m a di vita espresso nel motto Talam de bien fere che spicca ancora sul suo sepolcro (monastero di Batalha, cappella del fondatore). E n r i c o , i n gioventù, f u soìdato, come i l padre e i fratelli e prese parte alla conquista d i Ceuta (1415) che parve (ma non f u ) i l p r i m o passo verso la realizzazione del sogno epico-religioso medievale: l a c r i : stianizzazione dell'Africa settentrionale che avrebbe portato, oltre alla «liberazione» del m i t i c o regno cristiano del Prete Gianni (l'Etiopia), alla riconquista di Gerusalemme (sogno caro, come si sa. anche I I «Navigatore» navigò fisial «mistico» genovese Colomcamente ben poco: m a spese bo). M a presto, sullo stimolo l'ingente p a t r i m o n i o proprio delle p r i m e scoperte porto-, e dell'Ordine, e l ' i n t e r a sua v i ghesi delle isole atlantiche, ta; e anche dopo la m o r t e i l maturò la sua più autentica suo spirito i n t r e p i d o e i l l u m i vocazione, quella scientifica: nato sospinse m o l t i eroi su il destino storico del Portogalt u t t e le vie degli Oceani. lo era sul mare. l ' A f r i c a dove- • va essere conosciuta prima che conquistata, la navigazio- 1 ne doveva essere pianificata e attuata con i mezzi tecnici i n Le n a v i girano oggi al largo dispensabili: .un'idea che non era più medievale ma compledelle pericolose scogliere del tamente moderna. Capo San Vincenzo, m a le piccole imbarcazioni mediterraIntervenne, inoltre, la 1 nee, trascinate dai venti e dal«provvida sventura»: la morle c o r r e n t i dell'oceano, vi te dei genitori e dei due amati naufragavano spesso. Per forfratelli maggiori: Don Duarte. tuna, poco più a est. sulla coper pochi a n n i successi ire del sta dell'Algarve, si apre l ' a m padre, e Don Pcdro. coltissipia baia di Lagos, e q u i Enrico creò la sua base sicura, porto.
Il grande mito del «navigatore»
cantiere e centro d i recluta- j mento. E poiché le n a v i a n t i - j che —galee e feluche, corra- j • che (da carico) e galere (da guerra) —, sebbene capaci d i navigazione costiera (nel 1371. ad esempio, le galere castigliane al comando del genovese Ambrogio Boccanegra sbaragliarono d a v a n t i a La RocheUe 36 fuste inglesi), non erano adatte alle rotte d i altura, venne ideata — sempre i n Portogallo — la barca che avrebbe legato i l p r o p r i o nome all'epoca gloriosa delle Scoperte: la caravella, leggera e rapida camminatrice anche di bolina. M a bisognava saper usare gli a n t i c h i s t r u m e n t i (l'astrolabio, l'italica bussola), e soprattutto disporre d i carte nautiche vere, cioè non ideate secondo le leggende e superstizioni arcaiche che d i s t r i buivano a caso nel «mare tenebroso» isole m i t i c h e ( V i n landia, Brasilia, San Branchino, A n t i l i a ) . L a riscoperta delle Fortunate (le Canarie) e i p r i m i avventurosi viaggi italiani (i V i v a l d i Malocello) e catalani (Ferrer) avevano permesso di identificare le coste atlantiche della M a u r i t a nia; e all'epoca del Navigatore i Portoghesi colonizzavano j Madera, le Azzorre e le isole : di Capo Verde ( p r i m o «signore feudale» della piccola Porto Santo, presso Madera, f u Bartolomeo PerestreUo, f u t u r o suocero d i Cristoforo Colombo). M a la gran meta sognata dal Navigatore era l ' I n d i a — e p r i m a ancora i l regno del Prete G i a n n i e Gerusalemme la Santa — ; e per a r r i v a r c i bisognava superare i l «terribile» Capo Bojador (dove, secondo la leggenda, i l cielo era nero, il mare d i pece, e prossimo l'ingresso all'Inferno), e aggirare l ' A f r i c a islamica, massim o ostacolo che sbarrava la via all'Oriente. Come t u t t i sanno, i l p r i m o Portoghese che realizzò i l grande sogno fu Vasco da Gama, sbarcato a Calicut i l 18 maggio 1498, quasi q u a r a n t ' a n n i dopo la m o r t e dell'infante precursore. M a se costui non fosse m a i esistito, la storia sarebbe stata diversa; e i n specie anche quella della scoperta dell'America, giacché è chiaro che gli a n n i decisivi della vita di Colombo furono quelli del suo soggiorno portoghese, fra l ' a r r i v o a Lagos, probabilmente a nuoto, nel 1476 e la fuga i n Spagna nel 1485. D i più: se la Storia potesse farsi con i se. sembra del t u t t o lecito affermare che ove i l Navigatore non avesse dedicato t u t t i i suoi sforzi, i l , suo talento e i l suo denaro a l la rotta africana rivolgendoli invece alle «isole» d'Occidente — a cominciare dalle Canarie, che i l francese Bethencourt conquistò i n parte per la Castiglia - . le caravelle
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portoghesi sarebbero a r r i v a te i n A m e r i c a m o l t o p r i m a d i quelle spagnole. E v i sarebbe potuto a r r i v a r e , i n concreto, il veneziano A l v i s e d i Cada mosto, che nel 1455 —Colombo era appena nato —. costretto dalla tempesta a prender terra a l Capo San V i n c e n zo mentre navigava verso le Fiandre, venne subito a r r u o lato a Sagres ( t r a m i t e Patrizio de Conti, console veneto e amico dell'Infante) fra gli «specialisti» di E n r i c o , e dirottato verso l ' A f r i c a «portentosa», dove realizzò i soggiorni e le scoperte riferite nella sua nitida Relazione. Negli a n n i oscuri ma certamente i m p o r t a n t i s s i m i vissuti fra Porto Santo e I J sbona. in pieno «clima» atlan beo e di ebbrezza portoghese di rivelazioni l'oscuro m a r i naio genovese, uno fra i t a n t i . divenne veramente l'unico, i l grande Cristoforo Colombo il.continuai
CRISTOFORO COLOMBO.
Fatti e personaggi della scoperta deirAmerica/2
Dall'Islanda al tuffo nell'Atlantico
Non ce nessuna prova che fosse un ebreo convertito
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di CESCO VIAN
parte la nascita genovese — 1451 —, confermata o r m a i dagli storici più qualificati —, scarseggiano dati s i c u r i della giovinezza d i C r i s t o f o r o C o l o m bo. Soltanto verso i l 1480 egli cominciò a s c r i v e r e ; e sempre, anche senza m e n t i r e , poco parlò d i sé e m o l t o tacque. I p r i m i biografi — suo figlio D o n F e r n a n d o e i l g r a n padre Las Casas — r i s p e t t a r o n o i l suo riserbo, q u a n d o n o n l o accentuarono proponendo ipotesi che dovevano sapere infondate (come g l i studi presso l'Università d i Pavia). I r r e f u t a b i l i d o c u m e n t i genovesi l o attestano c o m u n q u e presente — accanto al padre, Domenico, maestro «laniere» e oste d i scarsa f o r t u n a — fra i l 1470 e i l 1473 a Genova e a Savona: m a n o n dicono affatto che avesse stabile d i m o r a i n quelle città. E invece accertato che m o l t o presto, «di buon'ora» (egli scrisse), aveva c o m i n c i a t o a navigare, mozzo da p r i m a su barche d i piccolo cabotaggio ligure, presto m a r i n a i o m e r c a n t i l e , d a l l ' u n o a l l ' a l t r o dei m o l t i scali che i genovesi avevano stabilito da secoli n e l M e d i terraneo ed anche o l t r e le Colonne d'Ercole, sulla r o t t a delle prospere F i a n d r e e delle isole britanniche. G l i a r c h i v i d i Siviglia e L i s b o n a sono gremite d i nomi d i attivissimi m e r c a n t i i t a l i a n i : Spinola, Centurione, D i Negro, Berard i , Pinelli e cento a l t r i . S u l «mare nostro» d u n q u e , n o n all'Università d i Pavia, s i «laureò» Colombo: f r a g l i a n tichi scali d i L e v a n t e e le isole greche, sulle coste p r o v e n z a l i e nordafricane, e con magg i o r frequenza — q u a n t o più minacciosa si rivelava a Est la presenza t u r c a — su q u e l l a della penisola iberica.
Il mestiere del marinaio No era dodo mas era bien entendido, s c r i v e r à p i ù t a r d i l o s t o r i c o d e l l e I n d i e spagnòle Lopez d e G ó m a r a ; e p e r u n m a r i n a i o professionista «intendersene» d i nav i e porti, d i venti e correnti, è b e n più u t i l e c h e a v e r studiato Aristotele. L u i stesso, C o l o m b o , r i a s s u m e meglio d i chiunque altro i l proprio incomparabile «noviziato» i n u n a l e t t e r a d e l 1501: «il m e s t i e r e (del m a r i naio) induce l'uomo che v i si c o n s a c r a a conoscere i segreti di questo mondo, c o m e d a più d i q u a r a n t a n n i m i sforzo ( d i fare)». D a « p i ù d i quarant'anni»: ossia d a q u a n d o ne a v e v a d i e c i .
Quasi a tradurre i n atto lo splendido motto rinascimentale dell'Ulisse dantesco: « p e r s e g u i r v i r t ù te e conoscenza». «Un g i o r n o — s c r i v e n e l 1481 C o l o m b o a l r e F e r d i nando d'Aragona — i l re R e n a t o , c h e D i o h a testé c h i a m a t o a Sé, m i aveva mandato a T u n i s i per impadronirmi della galeazza Fernandina. Ora, mentre ci avvicinavamo all'isola d i San P i e t r o , i n S a r d e g n a , s e p p i d a u n a saettta c h e c o n l a galeazza c ' e r a n o d u e n a v i ( d a b a t t a g l i a ) e u n a caracca: l'equipaggio a l l o r a s i agitò e decise d i n o n c o n t i nuare il viaggio e d i tornare a Marsiglia. Io, vedendo che n o n potevo i m p e d i r e c i ò c h e v o l e v a n se n o n p e r mezzo d i u n a r t i f i c i o , accett a i l a l o r o richiesta, m a spos t a n d o l'ago d e l l a b u s s o l a alzai le vele a l c a l a r della notte e l ' i n d o m a n i all'alba ci t r o v a v a m o presso i l Capo d i C a r t a g e n a , m e n t r e essi erano tutti sicuri che andav a m o a Marsiglia».
Il naufragio del corsaro n raccontino, assolutamente di p r i m a mano, oltre a mettere i n luce l'astuzia d e l N a v i g a t o r e ( l a stessa c h e a p p l i c h e r à n e l 1492 p e r c a l m a r e i m a r i n a i d e l l e car a v e l l e i n rivolta), rivela d i passata u n a l t r o d a t o i m portante della sua giovinezza: l'essere s t a t o , v e n t e n n e o poco più, c o m a n d a n t e d i u n a n a v e corsara a l servizio d i R e n a t o d ' A n g i ò . C o s t u i — « c h e D i o h a testé chiamato a Sé» (era m o r t o i n f a t t i n e l 1480) — fece, come è noto, u n a l u n g a guerra «privata» nel M e d i t e r r a neo c o n t r o A l f o n s o d ' A r a gona c h e l o a v e v a spossessato del s u o r e g n o d i N a p o l i (e c o m e t u t t i s a n n o , l a g u e r r a « d a c o r s a » , ossia c o n « p a t e n t i reali», e r a d i v e r s a a f fatto dalla pirateria). Ora. proprio un'altra azione d i quella g u e r r a , avv e n u t a i l 13 a g o s t o 1476 dav a n t i a l Capo S a n V i n c e n zo, d e t e r m i n ò l a s v o l t a d e c i siva della v i t a d i C o l o m b o : l ' a r r i v o i n P o r t o g a l l o . Sec o n d o ifans c o l o m b i n i ( c h e t e n t a r o n o p e r f i n o , n e l secolo X I X , d i f a r l o c a n o n i z z a r e da P i o I X ! ) , i n q u e l l o scontro navale f r a la flottiglia corsara d i r e Renato d ' A n giò e t r e n a v i d a c a r i c o gen o v e s i , i l N o s t r o doveva t r o v a r s i , d a b u o n p a t r i o t a (ottocentesco) s u u n a d e l l e n a v i genovesi. Invece è più
che probabile che comandasse u n n a v i g l i o c o r s a r o angioino, affondato dalla reazione dei genovesi ( u n fatto, per quell'epoca, pressoché «di ordinaria a m m i nistrazione»). D che spiega, fra l ' a l t r o , c o m e , s a l v a t o s i a n u o t o sulla spiaggia d i Lagos, decidesse d i r e s t a r e i n Portogallo, rinunciando, venticinquenne o r m a i , alla rischiosa attività d e l l a corsa. G l i o t t o a n n i (1476-1484) trascorsi i n Portogallo furon o d e c i s i v i p e r i lfrit u r o scopritore: i n certo modo, u n a v e r a «nascita». A L i s b o n a , d o v e senza d u b b i o e r a s t a t o anche p r i m a , trovò conoscenti ed a m i c i , a c o m i n c i a r e d a l fratello B a r t o l o m e o , più t a r d i suo «braccio destro» i n A m e r i c a . E t r o v ò anche ricchi imprenditori e c o m m i t t e n t i genovesi, Centurione e D i Negro, che c o m m e r c i a v a n o c o n le A z zorre. M a d e r a e le Canarie, perfettamente consapevoli che l'Atlantico «lusitano» era i l mare «nuovo», i l mare dell'avvenire. I n quegli anni fervidissimi Colombo poté cosi r e a l i z z a r e l u n g h e navigazioni, dall'estremo N o r d (l'Islanda, a due passi p e r così d i r e d a l l ' A m e r i c a a n c o r a i g n o t a , m a già l a r g a m e n t e «presentita»), a l l e g r a n d i isole, e a s u d fino a l le coste d e l l a G u i n e a , ragg i u n t a i n quel m o m e n t o dagli instancabili pionieri l u sitani. Bartolomeo, buon dis e g n a t o r e d i m a p p e , l o associò a l p r o p r i o lucroso commercio cosmografico. E i n f i n e , a «fissarlo» d e l t u t to i n Portogallo, i n t e r v e n ne, i n circostanze m a i d e l tutto cltiarite (su questo p u n t o i l s u o r i s e r b o sarà s e m p r e assoluto), i l m a t r i m o n i o c o n Filippa Peres t r e l l o , figlia d i u n o r i u n d o i t a l i a n o ( d i Piacenza) c h e e r a s t a t o «pilota» d i E n r i c o U N a v i g a t o r e e aveva otten u t o i n «feudo» dal r e portoghese la piccola isola d i P o r t o S a n t o (42 k m - ' ) s i t u a t a a poca d i s t a n z a d a M a d e ra, i n f a c c i a a l l a c o s t a a f r i cana. C o n i l m a t r i m o n i o — e la s u c c e s s i v a n a s c i t a d e l figlio D i e g o f u t u r o v i c e r é «spagnolo» delle Indie — i l destin o portoghese d i Colombo poté s e m b r a r e d e f i n i t i v a m e n t e segnato: n a v i g a n d o da L i s b o n a a P o r t o S a n t o , d a l l ' I s l a n d a alle A z z o r r e , «respirando» l'Atlantico e l ' i d e a ( d e l t u t t o comune, i n quel momento, i n Portogall o ) d e l l a sfericità d e l l a t e r r a e q u i n d i d e l l a possibilità d i
ragfpungere ù Levante per la v i a d i P o n e n t e , l ' u o m o c h e fin d a ragazzo a v e v a vol u t o conoscere i segreti di questo mondo ebbe a n c h e i l tempo e i l modo d i nutrire la sua a p p a s s i o n a t a m e d i t a z i o n e c o n a p p a s s i o n a n t i letture. E l a «rivelazione» d e i l i b r i , tarda m a n o n perciò m e n o risolutiva e a n z i a d d i rittura t r a v o l g e n t e , accese nel suo spirito medievalm e n t e religioso alte fiamm e ideali destinate a i l l u m i nare interiormente tutto i l resto della sua vita. Conosciamo alcuni dei lib r i d a l u i letti e riletti i n q u e s t i a n n i : i l Milione di M a r c o P o l o , d o n d e trasse l'idea del m i t i c o Cipango, la Historia rerum e l a Cosmographia d i p a p a P i o I I Picc o l o m i n i , i l favoloso M a n deville, sintesi romanzesca d i a n t i c h i v i a g g i v e r i , YImago mundi del cardinale D ' A i l l y , geografi antichi, a r a b i e m o d e r n i : e soprat-1 tutto la Bibbia con i Profeti, sant'Agostino, Gioacchino da Fiore, e a l t r i religiosi, mistici, utopisti... l i b r i t u t t i i l c u i i m p a t t o d o v e v a necessariamente trasformare la b r a m a giovanile d i «conoscere i s e g r e t i d e l m o n d o » i n u n a fede p i ù f o r t e d i q u a l s i a s i avversità e d e l u sione.
Perché non scrisse in italiano? Com'è noto, i numerosi a u t o g r a f i c o l o m b i a n i perv e n u t i c i s o n o s c r i t t i i n castigliano, compresi quelli destinati a corrispondenti italiani, come i l Banco d i S a n G i o r g i o e le l e t t e r e a l padre Gorrizio, novarese, m o n a c o della C e r t o s a d i Siviglia; e anche quelli scritti i n Portogallo, p r i m a del tras f e r i m e n t o i n Spagna. O v viamente, g l i sciovinisti ispanici ne h a n n o dedotto che C o l o m b o e r a spagnolo: deduzione peraltro confutata d a l l ' i n s i g n e filologo ispanico Menéndez Pidal, i l c u i saggio c r i t i c o — i l più esauriente che m a i sia stato compiuto finora s u l linguaggio dell'Ammiraglio — conclude affermando c h e s i t r a t t a d i u n castiglian o i m p a r a t o i n Portogallo d a u n o c h e n o n e r a castigliano né portoghese d i nascita. M a p e r c h é , a l l o r a , Colombo imparò il castigliano prima ancora d i rifugiarsi i n Spagna?
Avvenire Sabato 12 ottobre 1991
S e c o n d o u n o d e i più provveduti biografi modern i , i l M a d a r i a g a , c'è u n ' u n i ca risposta possibile, che si t r a t t a s s e d i u n «sefardita», cioè u n ebreo c o n v e r t i t o che, s e b b e n e n a t o a G e n o va, p a r l a v a i l c a s t i g l i a n o i n f a m i g l i a . T a l e tesi t u t t a v i a non ha alcun sostegno documentale, n é d ' a l t r o n d e è l ' u n i c a risposta p o s s i b i l e , ten u t o conto che. p a r t i t o da Genova giovanissimo e q u a s i p r i v o d ' i s t r u z i o n e —e q u i n d i c o n o g n i probabilità ligureparlante —, Colombo navigò per decenni comm e r c i a n d o c o n la penisola i b e r i c a : e c h e a n c h e i n Portogallo i l castigliano era l i n gua d'uso c o r r e n t e (come fra l ' a l t r o d i m o s t r a i l caso : del g r a n d e commediografo i l u s i t a n o G i i V i c e n t e , che i n c a s t i g l i a n o scrisse b e n 35 d e i s u o i 42 l a v o r i t e a t r a l i ) . S i g n i f i c a t i v e — q u a s i paté- | fiche — r i s u l t a n o p e r c i ò le v e n t i e più n o t e a u t o g r a f e apposte da Colombo i n m a r g i n e a l l a Historia di Plinio, d i C r i s t o f o r o L a n d i n o ( V e n e z i a , 1489), d a l u i l e t t o dopo i l secondo viaggio: l ' u l t i m a delle q u a l i scritta, chissà perché, i n u n italian o t r a t t o a stento da u n a « m e m o r i a iberizzata»: « d e l a m b r a es cierto n a s c e r e i n I n d i a soto tierra... y ne o t r o u a t o p i e c a g r a n d e corno el capo, m a n o t o t a c h i a ra...». D o v e s i h a l a p r e c i s a s e n s a z i o n e d i udir p a r l a r e u n italofono disabituato da decenni a usare la propria lingua malamente nota e p r e s s o c h é d i m e n t i c a t a (com e a c c a d e spesso, a d e s e m pio, agli odierni italo-americani).
A Levante perii Ponente È n o t o che i l p r i m o progetto del viaggio «a L e v a n t e per i l Ponente» venne pres e n t a t o da C o l o m b o a l r e Giovanni I I d i Portogallo n e l 1483; e c h e , r e s p i n t o d a l la c o m m i s s i o n e r e a l e i n c a ricata d i e s a m i n a r l o , decise i l G e n o v e s e a «fuggire» i n Spagna ( m e n t r e Bartolomeo veniva mandato dal fratello a p r o p o r r e l o stesso progetto ai re d i Francia e d'Inghilterra). E altrettanto c o m u n e è l ' i d e a che a s u g gerire a C o l o m b o quel prò- j getto d i s c o p e r t a fosse i l pa- ! re r e d e l più f a m o s o m a t e m a t i c o e « a s t r o l o g o » (ossia a s t r o n o m o ) dell'epoca: i l fiorentino P a o l o d e l Pozzo Toscanelh" (1397-1482), acerrimo s o s t e n i t o r e d e l l a f a c i l e accessibilità d e l l e i s o l e d ' O riente «fertilissime d ' o g n i specie d i a r o m i e d i g e m me», per «coloro che n a v i gheranno continuamente a p o n e n t e » (isole che, p e r u n e r r o r e d i calcolo, lo scienziato ubicava pressappoco n e l l a stessa zona i n c u i Col o m b o t r o v e r à le A n t i l l e ) . Toscanelli era famoso i n
tutta l'Europa, e anche i n P o r t o g a l l o (già n e l 1459 g l i fece v i s i t a a F i r e n z e u n ' a m basciata portoghese i n v i a t a probabilmente da Enrico i l N a v i g a t o r e ) ; e a L i s b o n a ebbe a m i c i e c o r r i s p o n d e n t i , q u a l i i l canonico Fernào M a r t i n s , « f a m i l i a r e d e l re G i o v a n n i II», e i l c o s m o g r a fo tedesco M a r t i n B e h a i m . E appunto al Martins era diretta u n a sua lettera del 25 g i u g n o 1474, a c c o m p a gnata da u n a m a p p a (con i c a l c o l i s b a g l i a t i ) , i n c u i ribadiva quella sua teoria che. felix culpa, f u l a goccia c h e fece t r a b o c c a r e i l v a s o della decisione c o l o m b i a n a . Ma come m a i Colombo — che n e i p r o p r i s c r i t t i n o n nomina m a i Toscanelli — v e n n e a conoscenza della corrispondenza p r i v a t a dell o s c i e n z i a t o fiorentino c o n la Corte portoghese? Che l a conoscesse i n f a t t i è d i m o strato dalla trascrizione d i u n a parte della lettera, fatta d i s u o p u g n o —e c o n s i g n i ficative m o d i f i c h e a proprio favore — s u l f o g l i o d i g u a r d i a d i u n a c o p i a d e l l a Historia d i p a p a P i o I I c h e p o r t ò seco, d i e c i a n n i d o p o , n e l l a fuga i n Spagna.
Quelle navi rifiutate Qualcuno h a ipotizzato una corrispondenza diretta fra T o s c a n e l l i e C o l o m b o ; m a è altamente improbabile, a n c h e perché i l L i g u r e ne a v r e b b e fatto parola. F e r n a n d o C o l o m b o — eco fedele d e l l a v o c e d e l p a d r e — riferisce c h e G i o v a n n i E , a p p e n a a v u t o i l p r o g e t t o col o m b i a n o , m a n d ò segretam e n t e u n a spedizione nav a l e ( c h e , se avesse a v u t o successo, a v r e b b e p r i v a t o i l genovese della gloria della scoperta); m a l a spedizione falli dopo «aver vagato per m o l t i g i o r n i i n m a r e » perché «a q u e l l i che m a n d ò m a n c a v a i l s a p e r e , l a co- ; stanza e la persona dell'Ammiraglio». D quale a v e n d o l o s a p u t o « e d essend o già m o r t a s u a m o g l i e , prese t a n t o o d i o a quella città e n a z i o n e c h e decise d i a n d a r s e n e i n Castiglia». D che è forse v e r o (la m o r t e p r e m a t u r a della moglie n o n poté n o n affliggere u n o spirito sensibile come i l s u o ) , m a n o n è f o r s e tutta l a verità. A p a r t e i n f a t t i l ' i potesi a l q u a n t o r o m a n z e sca (da q u a l c u n o a v a n z a t a ) che C o l o m b o fuggisse per e v i t a r e d i essere a r r e s t a t o avendo sottratto dall'archiv i o reale l a l e t t e r a e l a m a p pa d i T o s c a n e l l i , è p r o b a b i le c h e G i o v a n n i I I e i s u o i « e s p e r t i » g l i r i f i u t a s s e r o le n a v i r i c h i e s t e s i a p e r le r e t i c e n z e e le eccessive r i c o m pense d a l u i p r e t e s e ( c o m e poi avverrà i n Spagna), sia anche — e soprattutto — p e r c h é i l l o r o g r a n d e dise-
gno storico, perseguito da m e z z o secolo o r m a i , e r a q u e l l o d i a r r i v a r e a l ricco Oriente circumnavigando l ' A f r i c a : e n e l 1482, o s t i n a t a mente attuandolo, erano p e r v e n u t i già a l « f o r t e » d i San G i o r g i o della M i n i e r a , i n fondo a l Golfo d i Guinea, c h e g l i r e n d e v a già c o s p i c u i benefici economici i n oro, avorio e schiavi. Questa era la l o r o realtà, m e n t r e i l p r o getto c o l o m b i a n o n o n e r a — o non appariva —che u n ' a l e a . Sta d i f a t t o , c o m u n q u e , c h e l ' I l l u m i n a t o prese la d e c i s i o n e (e c i v o l e v a d e l coraggio, perché significava «ricominciare t u t t o da c a p o » , i n u n a l t r o paese s t r a n i e r o ) d i lasciare i l Portogallo, dopo u n soggiorno di otto a n n i che g l i aveva d a t o u n a f a m i g l i a e u n a pos i z i o n e sociale d i rispetto. M a l o s o s t e n e v a — e l o sosterrà fino a l l ' u l t i m o — l a religiosa certezza d i essere stato scelto da D i o p e r c o m piere quella profezia che p e r f i n o u n poeta pagano, l ' i b e r i c o Seneca, a v e v a p o t u to ripetere n e i versi famosi: «Verrà n e i secoli f u t u r i u n t e m p o i n c u i l ' O c e a n o spezz e r à le c a t e n e d e l l ' u n i v e r so, e a p p a r i r à u n ' i m m e n s a t e r r a , e T e t i rivelerà n u o v i m o n d i , n é più esisterà s u l globo terrestre u n ' u l t i m a Tuie». (2,
continua)
CRISTOFORO COLOMBO. Avvenire Sabato 19 ottobre 1991
Fatti e personaggi della scoperta del l'America/3
II don Chisciotte dell'Atlantico Sette armi spesi a convincere i re di Spagna di CESCO VIAN
A
l l a fine d e l 1484, d u n - anticamere; i l secondo, inveque, o principio ce, M e d i n a c e l i l o ospitò addidell'85. C o l o m b o sbar- rittura per u n a n n o (fino agli ca i n Spagna, q u a s i certai n i z i d e l 1486) n e l p r o p r i o pamente a Paios, i n c o m p a g n i a lazzo del P u e r t o de Santa M a del figlioletto Diego ( d i 5 a n n i ria, presso Cadice (sempre circa) e c o n pochissime cose sul litorale atlantico). Pare p r o p r i e o l t r e a qualche l i b r o , persino che s i cominciassero fra c u i c e r t a m e n t e i l Pio I I ad allestire, n e i c a n t i e r i d e l c o n i preziosi a p p u n t i auto- Puerto, le caravelle che i l m a g r a f i . A v e v a più d i t r e n t ' a n n i gnate destinava a l l ' i m p r e s a ed e r a ancora a l l ' A n n o Zero. colombiana. A r r i v a v a nella «contea d i Niebla», u n angolo d ' A n d a l u sia eccentrico, u n centinaio d i c h i l o m e t r i a ovest dalla p i a n a d e l G u a d a l q u i v i r dove M a poi accadde qualcosa sorgevano (e sorgono) d u e città c a r i c h e d i Storia, Sivi- che l o «fermò»: forse, ancora glia e Cordova; e sempre sul- una volta, le esorbitanti pretela riva dell'oceano dei suoi so- ! se d i compensi e p r i v i l e g i g n i , l ' A t l a n t i c o . G l i a b i t a n t i avanzate d a l Genovese scod i Palos, m a r i n a i e pescatori, raggiarono l o sponsor. Sei anavevano c o n t i n u i c o n t a t t i n i più tardi, concluso con succ o n i l Portogallo contiguo; cesso i l p r i m o viaggio d i Coi n o l t r e d u e c o n g i u n t i della lombo, i l duca scriverà a l defunta m o g l i e d e l Genovese Grande Cardinale d i Spagna, abitavano nella Contea, e a d Pedro González de Mendoza, essi forse l'esule pensava d i che aveva preferito «cedere alpoter affidare i l b a m b i n o la Regina» i l privilegio del pa(uno d i l o r o e r a stato a d d i r i t - trocinio della grande scopert u r a pilota d i E n r i c o i l N a v i - ta; m a forse n o n e r a che u n elegante modo cortigianesco gatore). d i applicare i l proverbiale senE a q u a t t r o c h i l o m e t r i d a no del p o i Quando c o m u n q u e Palos, sempre i n riva all'O- Colombo stesso affermerà d i anni ceano del destino, c'era — c ' è «aver trascorso sette presso la Corte d i Castiglia», — L a Ràbida. indirettamente conferma che Medinaceli lo «scaricò» a p r i n cipio del I486: m o m e n t o i n c u i , per l a verità, le circostanze politiche n o n sembravano affetA p p a r t a t o , su u n a collinet- to favorevoli alla realizzaziota che sovrasta l'oceano, ne dell'impresa. francescanamente candido e semplice, L a Ràbida è l ' u n i c o luogo colombiano r i m a s t o pressoché i n t a t t o (solo indice d i «progresso», a m m o r b a n o ora l'atmosfera i f u m i i n d u Isabella, r e g i n a d i Castis t r i a l i della v i c i n a città d i i glia, n a t a (come C o l o m b o ) H u e l v a , l a fenicia e r o m a n a nel 1451, sposa a 18 a n n i delOnuba, p o r t o d i partenza d e l l'accorto c u g i n o F e r d i n a n d o r a m e d i Rio T i n t o ) . Nelle n u - d'Aragona, e r a succeduta n e l de celle, nella chiesetta t r e - 1474 — c o n d u b b i a legittimità centesca e nell'affascinante — a l l o s v e n t u r a t o fratello E n c h i o s t r i n o mudéjar d i questo rico I V , s o p r a n n o m i n a t o sarconvento i l sognatore e r r a n - casticamente dagli a v v e r s a r i te visse i p o c h i g i o r n i d i pace ; i n t e r n i «l'Impotente». N e l della sua v i t a , e trovò due dei j 1482, q u a s i p e r f a r d i m e n t i c a pochissimi (4) a m i c i v e r i che ! r e l a t o r b i d a g u e r r a c i v i l e e sempre l o sostennero i n Spa- ! fratricida che l e a v e v a a p e r t o gna: i francescani J u a n Pèrez j la v i a del t r o n o , l a r e g i n a avee A n t o n i o de Marchetta, «cu- v a b a n d i t o u n a «crociata» stode» d i Siviglia. ( F r a t i , vedi ! contro i l piccolo r e g n o d i Gracaso, s a r a n n o anche g l i a l t r i nada, u l t i m o superstite della due; i l domenicano Deza e i l Spagna m u s u l m a n a : e l ' i m certosino Gorrizio). p a r i conflitto — u n a t i g r e contro u n gatto —sarebbe d u Marchetta cominciò c o n r a t o dieci a n n i (82-92), disseYintrodurlo presso i due più stando le già stentate r i s o r s e ricchi e potenti s i g n o r i «feueconomiche della corte, ossia dali» d ' A n d a l u s i a : i d u c h i d i (allora) dello Stato castigliaMedina-Sidonia e d i M e d i n a no. E r a u n a g u e r r a tipica d i c e l i I I p r i m o n o n s i degnò d i «autunno del M e d i o E v o » , «distinguerlo» fra g l i (probacondotta dagli a r i s t o c r a t i c i bilmente molti) aspiranti a f a v o r i che g r e m i v a n o le sue
Alla corte di Castiglia
Il convento francescano
La guerra di Granada
c o n s p i r i t o cavalleresco e s p o r t i v o , da Isabella con ideal i s m o religioso e d a F e r d i n a n do con astuzia politica e spiccato senso «fenicio» degli aff a r i . L a r e g i n a dava r e t t a spec i a l m e n t e a consiglieri ecclesiastici — p o l i t i c i come i l Gran Cardinale Mendoza, detto anche «il terzo r e d i Spagna», e religiosi c o m e l ' a r civescovo Cisneros e i l p i o frate T a l a v e r a — ; i l r e soprattutto a banchieri e tecnici (Santangel, Q u i n t a n i l l a ) .
Una folla di faccendieri E i n t o r n o a i protagonisti, naturalmente, si agitava u n a fitta rete d i c o m p r i m a r i e comparse, con p a r t i t i e clientele spesso operanti i n m o d i oscuri, dissociati ed opposti, fra u n a folla d i segretari, faccendieri e persino «spettatori» curiosi, come l'umanista l o m bardo Pietro M a r t i r e d'Angel a , che oltre al p r i m o l i b r o s u l l ' A m e r i c a (De Orbe Novo) diede i n 812 epistole latine u n a «cronaca» d i p r i m a m a n o dell'esistenza d i questa Corte. Penetrare e muoversi i n tale l a b i r i n t o doveva essere più a r d u o che affrontare u n oceano sconosciuto; tanto più che mancava u n a capitale stabile e t u t t i g l i «uffici» e r r a v a n o a l séguito dei sovrani da u n a città a l l ' a l t r a — S i v i g l i a e Cordov a , Màlaga e Burgos — , i n lunghe carovane per le malagevoli strade d i Spagna. L ' i n t e r m i n a b i l e guerra d i Granada, che si aveva l'igienica abitudine d i attivare soltanto nella buona stagione, ric h i a m a v a spesso i s o v r a n i s u i v a r i fronti dell'Andalusia sudorientale: fino a quando — s i era o r m a i n e l 1490 e l a città m o r a resisteva sempre — , l'accampamento reale andò i n fiamme i n u n a notte d i luglio (la regina e le dame del seguito c i rimisero i loro ben f o m i t i guardaroba), e n e i t r e mesi successivi, p e r ordine della ferrea Isabella, sorse a tempo d i record s u l medesimo posto, a m e n o di dieci c h i l o m e t r i dalla città concupita, i l borgo-fortezza d i Santa Fe: dove quasi inattesamente i l faticoso t r a vaglio colombiano trovò u n a svolta d e c i s i v a
Tutti dissero ch'era una burla Per sette l u n g h i a n n i , inseg u e n d o u n a Corte vagabonda e squattrinata e tentando
o g n i v a r c o nelle fitte m a g l i e di u n a burocrazia anguillesca, c a r r i e r i s t a e venale, i l « d o n Chisciotte dell'Oceano» si spostò a f f a n n o s a m e n t e d a l l'assolata A n d a l u s i a alla pet r e a Castiglia e viceversa; m a « c o n q u a n t i s i parlò d i questa impresa» — r i c o r d a v a e g l i a n cora a i Re C a t t o l i c i n e l 1503 — t u t t i d'accordo «dissero che era u n a burla». L u i , però, n o n scherzava, poiché « c o n questo fuoco (era) v e n u t o alle v o s t r e altezze», e q u e l fuoco era i n e s t i n g u i b i l e . L i potè vedere, p e r l a p r i m a v o l t a , n e l l a p r i m a v e r a del 1486, n e i saloni m o r e s c h i delYaloazar d i Cordova G l i « m o s t r ò l a carta d e l m o n d o » , attesta i l c r o n i s t a B e r n a l d e z , m a «non g l i accordarono m o l t o credito», t a n t o p i ù c h e i l tesoro r e a l e e r a , c o m e a l solito, a secco. I n e v i t a b i l e , q u i n d i , i l ricorso evasivo classico, già adottato d a l collega porto- : ghese: «deferire i l caso» a un'apposita commissione, riunita nella capitale della c u l t u r a , Salamanca, u n a delle più a n t i c h e università, d'Europa. L a leggenda che procede d i p a r i passo c o n l a storia col o m b i a n a a t t r i b u i s c e i l finale «parere negativo» della C o m missione all'ottusità m i s o n e i sta d i u n s i n e d r i o d i vecchi incartapecoriti negati ad ogni «novità» d i progresso scientifico. I n realtà, invece, f r a i c o m m i s s a r i d i Salamanca fig u r a v a n o , o l t r e a i «filosofi» antiquati, cosmografi ed esperti d i n a u t i c a t u t t ' a l t r o che s p r o v v e d u t i M a questi, ; soprattutto, si d i c h i a r a r o n o c o n t r a r i , perché C o l o m b o — attesta i l padre L a s Casas, «colombista» c o n v i n t o e fedele — «tacque le proprie ragioni di maggior peso, p e r t i m o re che g l i succedesse l o stesso che c o l r e d i Portogallo». I n a l t r i termini a sostegno del p r o p r i o progetto i n v o c ò i suoi d i l e t t i a u t o r i religiosi e profan i d a i P r o f e t i a i s a l m i da Seneca a P i o n e d ' A i l l y , m a s i guardò bene — p e r evitare che q u a l c u n o l o precedesse nella Scoperta — d a l gettare sul tavolo l a «carta segreta» che avrebbe p o t u t o convincere g l i esperti «laici»: i l parere (erroneo) d i T o s c a n e l l i c i r c a la «vicinanza» dell'Asia per la v i a d i Ponente. I l suo «ftioc o » conquistò solo u n «Illuminato» come l u i , i l domeni-
cano Diego Deza che p r o p r i o a Salamanca e r a appena stato scelto d a i Re Cattolici com e educatore del l o r o u n i c o figlio m a s c h i o , G i o v a n n i (e che sarà più t a r d i arcivescov o d i Siviglia e I n q u i s i t o r e generale). «Fu m e r i t o s u o ( d i Deza) —scriverà p o i C o l o m bo, c o n piena verità —se i Sov r a n i h a n n o a v u t o le I n d i e , ed i o sono r i m a s t o i n Castìg l i a , essendo già sul punto di andarmene». D che t r o v a piena conferm a n o n solo nella «missione» i n F r a n c i a e i n I n g h i l t e r r a affidata a l fratello B a r t o l o m e o , m a anche q u e l l o s t r a n o salv a c o n d o t t o r i l a s c i a t o i l 20 m a r z o 1488 a l Genovese d a l re Giovanni I I d i Portogallo,
nacque i l secondo e u l t i m o figlio, F e r n a n d o — compagno p o i , q u a t t o r d i c e n n e appena, n e l suo q u a r t o viaggio, u m a nista coltissimo e biografo del padre —, da u n a donna, Beat r i z A r a n a , che per m o t i v i o s c u r i lo Scopritore n o n sposò (se ne ricorderà nel testam e n t o , menzionando i l prop r i o «carico d i coscienza» nei c o n f r o n t i d i essa). M a da Cordova dovette recarsi spesso a Siviglia, l a più attiva prosper a e colta città d i Spagna — dove i genovesi godevano i s i n g o l a r i p r i v i l e g i fin d a i t e m p i della conquista cristiana (1248) — ; e risiedervi spesso nella Certosa (finalmente restaurata ora, i n occasione dell'Esposizione del 1992), ospite del m o n a c o novarese c o n l a f o r m a l e promessa d i , Gaspare G o r r i z i o . I c o n t a t t i con l a Corte n o n e r a n o del p i e n a libertà d i azione. E r a t u t t o i n t e r r o t t i , se i l 12 magd u n q u e disposto, p u r d i reagio 1489 u n r e s c r i t t o reale d i lizzare i l g r a n sogno, a t o r n a spone che g l i vengano f o r n i t i r e n e l P o r t o g a l l o donde era v i t t o e alloggio g r a t u i t i , dato fuggito, «odiandolo», q u a t t r o che «Cristoval Colomo (sic) anni prima. deve v e n i r e a questa n o s t r a corte e a d a l t r e p a r t i e l u o g h i dei n o s t r i r e g n i per occuparsi d i cose r e l a t i v e a l n o s t r o servizio». V o l e v a n o , d u n q u e , S u dove e come vivesse i n i che restasse i n Castìglia, p r o Castìglia fino a l fatidico 1492, 1 b a b i l m e n t e i n attesa che fin o n a b b i a m o c o m p i u t a n o t i - nisse l a g u e r r a d i Granada. zia. Sappiamo d i q u a l c h e v e r - N e l 1491 i l L i g u r e testardo s a m e n t o d i d e n a r o fatto a l u i , compiva i q u a r a n f a n n i e c o l contagocce, dalla tesore- aveva — r i f e r i s c o n o F e r n a n ria regia; e q u a l c h e a i u t o per do e Las Casas — i capelli t u t t i v i v e r e ebbe forse anche, d a i b i a n c h i N e l l ' a u t u n n o , esauricchi c o m m e r c i a n t i i t a l i a n i sto e, a l l a lettera, affamato, r e s i d e n t i i n A n d a l u s i a . A tornò dagli a m i c i francescani C o r d o v a , i l 15 agosto 1488, g l i della Ràbida, donde p a r t i per la r e g i n a , a Santa Fe, u n a lett e r a che doveva essere u n a specie d i u l t i m a t u m ( p u r t r o p po n o n n e conosciamo i l contenuto). E c o m e accade sugli oceani (e anche quello lo era), q u a s i a l l ' i m p r o v v i s o il vento cambiò. M u t a v a , o v v i a m e n te, l a circostanza politica. I portoghesi — f o r t i concorr e n t i della rivale Castìglia — si a v v i c i n a v a n o sempre d i più alla «ricca» I n d i a (Barto-
Da Cordova a Siviglia
Al
lomeo Dias aveva doppiato i l Capo delle Tempeste); e l ' i m m i n e n t e , o r m a i resa d i G r a n a d a p r o m e t t e v a ricco b o t t i n o e n u o v i c r e d i t i da p a r t e dei b a n c h i e r i . N e l g i r o d i appena 14 g i o r n i l a r e g i n a rispose i n v i t a n d o a Santa Fe frate J u a n Pérez e poco dopo lo stesso Colombo; che potè così presenziare, i l 2 gennaio 1492, al t r i o n f a l e ingresso dei v i n c i t o ri a G r a n a d a (storico t e r m i n e d i q u a s i otto secoli d i Riconquista della Spagna). I plenipotenziari r e g i — i l solito c a n i i n a l Mendoza, i l finanziere L u i s de Santàngel «ministro delle finanze» del r e F e r d i n a n d o , e i l toscano Alessandro G e r a l d i n i (ancor a u n italiano!) che presto sarebbe d i v e n t a t o i l p r i m o vescovo d ' A m e r i c a , a Santo Dom i n g o — erano o r m a i p r o n t i a firmare l'accordo con i l navigatore. M a a condizione che Colombo rinunciasse a l m e n o a u n a p a r t e delle sue e s o r b i t a n t i esigenze. N o v a n tanove s u cento avrebbero acconsentito. M a i l L i g u r e era i l centesimo. «Pensando a q u e l l o che ero, l a m i a umiltà • m i confondeva, m a pensando a quello che io portavo, m i sentivo uguale alle due corone». Parole stupefacenti e pressoché i n c r e d i b i l i a legg e r s i I n verità, q u e l l ' u o m o portava ilfuoco. D resto — a u tentico «colpo d i scena» d i d r a m m a o romanzo — è risap u t o : b r u s c a r o t t u r a delle t r a t t a t i v e , partenza dell'eroe pallido e disperato, i l messaggero che lo insegue a b r i g l i a sciolta e l o raggiunge a Puente Pinos, 22 c h i l o m e t r i a n o r d ovest d i G r a n a d a : torni subito indietro. L ' i n v a s a t o h a v i n t o , i p o t e n t i s o v r a n i h a n n o capitolato.
Il Viceré delle Indie A Santa Fe, i l 17 a p r i l e 1492, i l segretario reale J u a n de Coloma (quasi o m o n i m o del Genovese) e i l francescano J u a n Pérez, i l s u o p r i m o amico, firmano l'inaudito c o n t r a t t o : l o s t r a n i e r o Col o m b o d i v e n t a n o b i l e d i Spagna — con d i r i t t o a l D o n —, A m m i r a g l i o dell'Oceano — forse n o n lo sapeva, m a A m m i r a g l i d i Castìglia, d e i q u a l i consapevolmente ricalcava titolo e p r i v i l e g i e r a n o stati prima di l u i altri genovesi Zaccaria e due B o c c a n e g r a — , Viceré d i t u t t e le I n d i e da scoprire, g o v e r n a t o r e e m a g i strato s u p r e m o , c r e d i t o r e p r i vilegiato del 10% s u q u a l s i a s i transazione c o m m e r c i a l e , i n teressato a l l ' 8 % i n o g n i eventuale spedizione f u t u r a , eccetera. I n u n a p a r o l a , s o v r a n o — d i f a t t o — d i u n i n t e r o Continente... che n o n «esisteva» ancora! Che d u e S o v r a n i ( m o d e r n i ) concedessero t a n t o a u n o sconosciuto allogeno, s e m b r a completamente i n v e r o s i m i l e ; m a è vero. U n i c h e postille i p o t i z z a b i l i l a c o p p i a reale n o n c i rimetteva u n moravedì (ebrei e genovesi a n t i c i p a v a n o o g n i spesa: a l t r o che i gioielli d e l l a r e g i n a d a t i i n pegno, come reciterà p o i u n a p i a leggenda nazionalista!); e i n o l t r e — o soprattutto? — c'erano m o l t e probabilità che i l noveDo Ulisse finisse presto, come q u e l l o d i D a n t e , i n ghiottito p e r s e m p r e d a l m a re tenebroso. Solo così i l D o n Chisciotte d e l l ' A t l a n t i c o potè salpare per i l suo s t r a m p a l a to Cipango. (3,
continua)
CRISTOFORO COLOMBO.
Vicende e personaggi della scoperta deH'America/4
E la storia cambiò in trentatré giorni
E il 12 ottobre: le tre caravelle approdano a Guanahani Orieniandosi su primitivi strumenti di bordo, lottando senza tregua contro i sargassi e venti sconosciuti, tenendo a bada l a una una ciurma esasperata dal lungo viaggio il genovese guidò le navi con fede incrollabile. Finché ecco ali orizzonte comparire le isole: Cuba, Haiti, Santo Domingo. M a del Gran Khan nessuna traccia...
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Oceanica
V
di CESCO WAN
enerdì 3 agosto 1492, a l l ' a l b a , n e l porticciol o d i Palos, n o n nacque s o l t a n t o a l l a g r a n d e Stor i a u n finallora i n a u d i t o A m m i r a g l i o d e l M a r e Oceano m a anche u n o s c r i t t o r e c h e m a i seppe d i esserlo: i l m a r i naio q u a r a n t u n e n n e C r i s t o foro C o l o m b o .
F i n dall'adolescenza q u e l l ' u o m o e r a avvezzo a g l i sconfinati o r i z z o n t i d e i m a r i i n s t a n c a b i l m e n t e solcati; m a da u n a dozzina d ' a n n i a l m e no, esule i n P o r t o g a l l o e i n Spagna, a v e v a «scoperto» b e n più a m p i o r i z z o n t i i d e a l i i n l i b r i d i v e n t a t i a l i m e n t o del suo s p i r i t o d i credente e sognatore: i l l i b r o sacro, i n p r i m o luogo, l a B i b b i a ( S a l m i , P r o f e t i e P a r a l i p o m e n i i n specie), e q u i n d i s a n t ' A g o s t i n o e papa P i o E , M a r c o Polo e M a n d e v i l l e , d ' A i l l y . . . Se n e nutrì c o n i n t e n s a e p e r e n n e partecipazione; m a senza pensare m a i , d i certo, a l l a possibilità d i d i v e n t a r e e g l i stesso s c r i t t o r e . E invece l o f u , i n c o n f o n d i bilmente o r i g i n a l e , d a l m o m e n t o i n c u i — alzate finalmente l e vele e salpate l e àncore —, solo n e l l a m i n u s c o l a cabina del cassero della Santa Maria, c o m i n c i ò a s c r i v e r e i l suo G i o r n a l e d i B o r d o c o n u n a n i t i d a esposizione d e i m o t i v i , delle circostanze e deg l i scopi d e l m e r a v i g l i o s o Viaggio verso i l Ponente ignoto, c o n c l u d e n d o l a c o n u n impressionante ammonim e n t o a sé stesso: y sobre todo compie macho queyo olvide el sueho y dente macho el navegar, porque osi compie, las cuales seràn gran trabajo. A n a r c h i c a sintassi d i m a r i naio, certo: r e i t e r a z i o n i secche (cumple, macho) e u n te cuales che resta n e l v u o t o , m a n c a n d o del necessario sostantivo cosas, m a idee nette: «Io dovrò d i m e n t i c a r e i l sonno» (e si n o t i che sueho i n castigliano s i g n i f i c a sonno m a anche sogno), e «tentare m o l to i l navigare», dove u n a sola parola, dente (congiuntivo del v e r b o tentar), r i a s s u m e stupendamente tutta la travagliata «preistoria» e i l p r e sente e i l f u t u r o e i l rischio t o tale della «folle» i m p r e s a . I n verità doveva d i m e n t i c a r s i d i
Un» delti tir c»r»ve«e: «Uocrjfu dlFldMüM basitemi della relazione Inviata da Colombo al Re cattolici (1*95-9*)
d o r m i r e c o l u i che osava sfid a r e secoli d i leggendari t i m o r i del tenebroso r e g n o dei morti. ( Q u a l c h e mese più t a r d i , i n f a t t i , i l 25 d i c e m b r e , alle 23 d i u n a notte calma, l ' A m m i r a g l i o — che n o n d o r m i v a d a due g i o r n i e u n a notte — s i concesse u n p o ' d i riposo: e i l t i m o n i e r e della Santa Maria, violando gli ordini ricevuti, cedette l a b a r r a a u n mozzo inesperto, per c u i l a n a v e fini s u u n b a n c o d i sabbia e si dovette a b b a n d o n a r e ) . Las cuales seràn gran trabajo... I l m a r i n a i o che leggev a i P r o f e t i n o n si faceva i l l u s i o n i : «gran travaglio» davver o f u r o n o i viaggi, e l'intera esistenza, d i c h i a caro prezzo pagava l a gloria. Q u a n t o difficile fosse «navigare» fra l a corte e l a b u r o crazia d i Castiglia, Colombo lo seppe, eccome, n e i sette ann i a n t e r i o r i . M a da q u a n d o , i l 23 m a g g i o 1492, arrivò a Palos
avendo i n m a n o u n decreto reale che i n g i u n g e v a a g l i a b i t a n t i del borgo d i f o r n i r g l i n e l t e r m i n e p e r e n t o r i o d i dieci giorni due caravelle perfetta-¡ mente equipaggiate (a costoj persino a i a r r u o l a r e , se necessario, q u a l c h e «ospite» del carcere locale), dovette sperim e n t a r e l a realtà d e l l ' a n t i c o detto spagnolo che «le leggi si rispettano ma non si {seguono». U n mese più t a r d i — a l t r o che dieci g i o r n i ! — u n secondo decreto reale o r d i n a v a a t u t t e l e autorità della costa atlantica ( n o n più a i soli a b i t a n t i d i Palos) d i f o r n i r g l i tre caravelle; m a a n c o r a c i n q u e
u n a l t r o Pinzón, Vicente, a l comando. L a terza nave venne scovata sulla costa del Cantábrico, e noleggiata col suo p r o p r i e t a r i o e pilota J u a n de la Cosa: era più del doppio delle altre, q u a n t o alla stazza e all'equipaggio (36 m . d i lunghezza e 20 d i coperta; 40 u o m i n i o poco più).
L ' a m m i r a g l i o ne assunse i l comando, dopo a v e r l a ribatezzata piamente Santa Maria (si c h i a m a v a p r i m a la Mariagalante): e con lui s'imbarcarono due burocrati-custodi il veedor (ispettore) Sánchez de Segovia e i l regio notaio Escobedo, o l t r e alTe0 sei settimane d i concitate breo c o n v e r t i t o L u i s de Tor«trattative», promesse, m i - res che sapeva u n po' l'arabo nacce, trascorsero p r i m a che e q u i n d i avrebbe p o t u t o ser1 più facoltosi a b i t a n t i d i Pa- v i r e d a interprete col G r a n los e d i M o g u e r — i Pinzón e i K h a n dei T a r t a r i (supposto Niño —allestissero d u e bar- beninteso che costui esistesse chette d i 60/70 tonnellate d i e capisse l'arabo!). Dei n o v a n stazza e u n a v e n t i n a d ' u o m i - ta u o m i n i , i n t u t t o , della spen i d'equipaggio ciascuna: l a dizione, tre, o l t r e a Colombo, Pinta al comando di M a r t i n erano i t a l i a n i , u n o portogheAlonso Pinzón, e la Niña con se, u n a decina galiziani e ba-
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schi, e l a m a g g i o r p a r t e andal u s i (facili perciò all'eloquio, al sospetto, a l l ' e n t u s i a s m o e alla disperazione). N o n c'eran o p r e t i n é donne. M a r t i n A l o n s o Pinzón, «ca-1 po» i n d i s c u t i b i l e degli e q u i paggi, e r a u n m a r i n a i o esperto: m a , d i q u a l c h e a n n o più «vecchio» dell'ammiraglio i che, per g i u n t a / e r a s t r a n i e r o , non nutriva alcuna simpatia I per l u i . M o t i v i d i tensione e ! m o m e n t i d i a p e r t o dissenso e r a n o d u n q u e destinati a m a nifestarsi spesso fra i due. Storici spagnoli r e c e n t i ( m a i l vizietto sciovinistico è antico) enfatizzano i l r u o l o svolto d a i t r e fratelli Pinzón n e l g r a n viaggio. I l G i o r n a l e d i B o r d o — p e r v e n u t o c i i n u n a versione, a m o m e n t i a b b r e v i a t a , d i Las Casas, essendosi p u r troppo p e r d u t o l ' o r i g i n a l e , m a n o n perciò m e n o a u t e n t i co e v e r i t i e r o — r i v e l a c h i a r a mente che se l a navigazione f u , i n complesso, facile e fort u n a t a s u l l a «falsariga» del 28° p a r a l l e l o ideata e seguita da C o l o m b o , le difficoltà m a g g i o r i v e n n e r o dalle c i u r m e raccogliticce, discole e o m brose. I l q u a r t o g i o r n o , n o n e r a n o n e m m e n o i n v i s t a delle Canarie, c a p i t a v a già u n j grosso guaio: l a r o t t u r a del t i - , m o n e della Pinta H sospetto I d i u n sabotaggio, s u b i t o b a i e - j nato alla mente dell'ammira- 1 glio, e r a fondato, giacché po- ! co p r i m a della partenza c'eran o stati fra l u i e i l p r o p r i e t a rio della n a v e ciertos revesesy grisquetas, dice i l D i a r i o ( i n p a r o l e povere, u n forte alterco). I l g i o r n o seguente, i l timon e riparato a l l a m e g l i o saltò d i n u o v o e l a c a r a v e l l a cominciò a i m b a r c a r acqua. Per f o r t u n a s i e r a i n v i s t a delle Canarie, recente conquista castigliana e u l t i m o «termine» conosciuto dell'Occidente; m a u n a l t r o mese dovette t r a s c o r r e r e p r i m a d i spiegare v e r a m e n t e «le a l i a l folle volo». D 6 settembre, i n f i n e , si salpò dall'isola della G o m e r a ; m a da u n a caravèlla che ven i v a dalla p r o s s i m a isola d i H i e r r o l ' a m m i r a g l i o seppe della presenza i n quelle acque d i t r e caravelle portoghesi, e sospettò che fossero mandate contro d i l u i dalla «invidia forse d i q u e l r e , perché se n'era andato i n Castiglia». Solamente i l g i o r n o 9 si t r o v a r o n o soli i n pieno oceano, r o t t a all'ovest; m a «i m a r i n a i g o v e r n a v a n o male, deviando sulla quarta d i NordEst, del che l ' a m m i r a g l i o l i rimproverò m o l t e volte» (esitavano a n c o r a , e v i d e n t e m e n te, a l a n c i a r s i verso l'ignoto). Decise perciò d i n a s c o n d e r g l i u n a parte della verità, segnando « m e n o m i g l i a d i quante se ne p e r c o r r e v a n o , affinché se i l viaggio fosse stato l u n g o la gente n o n s'intimorisse e perdesse i l coraggio». N e i trentatré g i o r n i seguenti, o r i e n t a n d o s i s u i p r i mitivi strumenti di bordo (la bussola e i l quadrante), lottando senza u n a t t i m o d i t r e gua c o n t r o g l i e l e m e n t i «nuovi)) — i sargassi, i v e n t i sconosciuti (gli alisei, che solo più t a r d i sarebbero stati identifi-
cati), l ' i m p r e s s i o n a n t e inspiegabile deviazione dell'ago dell a bussola (scoperta d a l u i e t a c i u t a a g l i equipaggi) — , m a sorretto sempre dal suo infallibile istinto d'uomo d i m a r e e s o p r a t t u t t o dalla sua fede i n c r o l l a b i l e , C o l o m b o portò a t e r m i n e l ' i m p r e s a destinata a cambiare, letteralmente, la storia. A sé p e n s a v a s o l t a n t o a l cal a r del sole, q u a n d o , dopo a v e r cantato i n s i e m e c o n i s u o i u o m i n i l a Salve Regina poteva ritirarsi n e l l a piccola c a b i n a del cassero a s c r i v e r e i q u o t i d i a n i a p p u n t i del Giornale d i bordo. Q u e s t i sono b r e v i , i n genere, e s o p r a t t u t t o «tecnici»: leghe percorse — quelle v e r e e quelle false — , i v e n t i , le c o r r e n t i , le piogge (poche), i s i n t o m i ( a p p a r e n t i ) della prossimità d i t e r r a , g l i uccelli d i e i n c o n t r a v a n o . . . M a d i t a n t o i n t a n t o affiora u n a v e r a sensibilità l i r i c a : «il t e m p o e r a come a p r i l e i n A n dalusia... piacere g r a n d e e r a i l gusto del m a t t i n o . . . n o n m a n c a v a d i e u d i r e g l i usig n o l i . . V e n n e r o a l l a nave, s u l f a r del g i o r n o , d u e o t r e uccellini d i terra, cantando, s c o m p a r v e r o p o i p r i m a che spuntasse i l sole... L ' a r i a sempre p i ù dolce... i l m a r e t r a n q u i l l o come u n fiume, l ' a r i a , l a m i g l i o r e d e l mondo...» (navigava da oltre trent'anni m a o g n i p o r n o e r a a n c o r a nuovo per l u i ) . I l 19 settembe a 400 leghe dalla C a n a r i e , l a gente com i n c i a v a a v e d e r isole (inesistenti), q u a l c u n o a m o r m o r a re che c o n q u e l v e n t o d i poppa n o n a v r e b b e r o più p o t u t o t o r n a r e i n d i e t r o . I l 22 (evidentemente i m o r m o r i i s'intensificavano), l ' a m m i r a g l i o trasmise a M a r t i n Alonso u n a c a r t a « d o v e a q u a n t o pare a v e v a segnato certe isole d a q u e l l e parti» (sarà stata
à
uella d i T o s c a n e l l i copiata i nascosto a Lisbona?); e t r e g i o r n i dopo, a v e n d o replicato Pinzón che quelle «isole» n o n si vedevano, rispose che forse le c o r r e n t i l i a v e v a n o f a t t i dev i a r e , e c o m u n q u e n o n avev a n o percorso che 584 leghe ( i n realtà e r a n o più d i 700). M a le proteste delle c i u r m e o r m a i d i l a g a v a n o . I l 7 ottob r e , l a Niña che essendo più veloce precedeva l a f l o t t i g l i a sparò u n a c a n n o n a t a , segnale d i a v v i s t a m e n t o t e r r a : m a era u n falso a n n u n c i o , e l a delusione dovette accrescere i l m a l c o n t e n t o . A questo p u n to, avendo osservato p a n d i s t o r m i d i uccelli v o l a n t i i n d i rezione n o r d - s u d , l ' a m m i r a glio decise d i m o d i f i c a r e l a r o t t a d a ovest a s u d - o v e s t e f u decisione capitale, giacché se avessero proseguito i l G u l f S t r e a m l i avrebbe s p i n t i sulle coste della F l o r i d a e nella m i g l i o r e delle ipotesi rimandati v e r s o l ' E u r o p a senza a v e r scoperto n u l l a . D 10 o t t o b r e , e r a n o a 200 m i g l i a dalle B a h a m a s , l a tem u t a sommossa s c o p p i ò e l ' a m m i r a g l i o dovette p r o m e t tere che avrebbe o r d i n a t o i l ritorno se n o n si fosse a v v i stata l a t e r r a n e i d u e o t r e g i o r n i seguenti. «Qui l a gente n o n poteva più s o p p o r t a r l o — a n n o t a i l G i o r n a l e —, s i lam e n t a v a del l u n g o v i a g g i o ,
m a l'ammiraglio l i incoraggiò come m e g l i o poteva... e aggiungeva che l a m e n t a r s i era i n u t i l e poiché l u i e r a Den o t o alle Indie e avrebbe continuato fino a trovarle, con l'aiuto di Nostro Signore... ». D v e n t o rinforzò. I l g i o r n o seguente, a l calar del sole, ripresero la r o t t a verso ovest, e alle dieci (era u n a notte chiar a di luna) l'ammiraglio dall'alto del castello d i poppa v i de balenare u n a luce l o n t a n a , e a l t r i c o n l u i (non però l ' i spettore Sánchez de Segovia). Q u a t t r o o r e più t a r d i — alle due del m a t t i n o del venerdì 12 o t t o b r e — u n m a r i n a i o della Pinta R o d r i g o de T r i a n a , «vide t e r r a e fece i segnali che l ' a m m i r a g l i o aveva o r d i n a to»; m a i l t i m o r e d i scogli i n dusse a d a m m a i n a r e le v e l e e ad attendere i n p a n n a l'alba». «Poi v i d e r o gente n u d a e l ' a m m i r a g l i o scese c o n l a barca a terra e insieme a l u i M a r t i n A l o n s o Pinzón e V i cente A n e s suo fratello». E r a Guanahanì, u n ' i s o l a delle Bahamass, subito ribattezzata San Salvador (nel 1986, g l i esperti a m e r i c a n i del National Geqgraphic sostennero t r a t t a r s i invece d i Cayo Sam a r i a , isolotto a 65 m i g l i a nord-ovest d i San Salvador; m a senza p r o v e certe che smentiscano i l G i o r n a l e d i bordo). E poiché l a s t o r i a del Secolo d'Oro spagnolo è u n a s t r a n a miscela d i i m p r e s e anarchiche e d i pignoleria b u r o c r a t i c a , scese anche i l regio notaio, a r m a t o d i p e n n a e calamaio, e redasse secondo le regole u n «atto» d i presa d i possesso, u f f i c i a l m e n t e « c o municato» p o i agli i n d i g e n i allibiti. U r g e v a p e r a l t r o consegnar e l a lettera a l G r a n K h a n , ricco signore del Cipango: perciò C o l o m b o riparti s u b i t o ( i l 14 o t t o b r e ) a r u o t a liber a , scoprendo Santa M a r i a de l a Concepción ( R u m C a y ) , l a F e r n a n d i n a ( L o n g Island), C u b a ( t a l m e n t e g r a n d e che, se n o n e r a i l Giappone, dovev a essere l a Cina), e i n f i n e «la Spagnola» (Haiti-Santo D o m i n g o ) . M a r t i n A l o n s o scomp a r v e c o n l a P i n t a i l 22 nov e m b r e p e r ricomparire solo i l 6 gennaio, r a c c o n t a n d o u n m u c c h i o d i frottole. I l 25 d i cembre, p e r i l sonno del timoniere, naufragò l a Santa Maria e c o n i r e s t i d i essa v e n n e costruito Navidad, i l p r i m o «porto» europeo d ' A m e r i c a , c o n b e n 39 a b i t a n t i , t u t t i vol o n t a r i (e d e s t i n a t i a t r a g i c a fine). M a i l famoso G r a n K h a n n o n c o m p a r i v a d a nessuna p a r t e , e n e m m e n o i «mostri» d e s c r i t t i d a i l i b r i c'erano solo isole v e r d i s s i m e , c l i m a «andaluso», m o l t i pappagalli, m i t i «selvaggi» n u d i e poveri con qualche minuscolo pezzetto d'oro ( a l t r o che le m i n i e r e sognate!), e — u n i che «americanate» — canoe, amache e s t r a n i s s i m i «tizzoni» f u m a n t i i n bocca a q u a l che i n d i g e n o (niente faceva sospettare i l f u t u r o « m o n o p o l i o d i stato», dannoso alla sal u t e dei f u m a t o r i m a m o l t o u t i l e ai M i n i s t e r i delle F i n a n ze).
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C h e a l t r o restava da fare, se n o n t o r n a r e indietro? R i c o m p a r s o d u n q u e i l discolo M a r t i n A l o n s o c o n l a sua Pinta ( i l p r i m o colloquio fra i d u e c a p i dovette essere a l q u a n t o tempestoso), le caravelle s u p e r s t i t i presero finalmente la via dell'Est L a tempesta le separò (Ji n u o v o , q u a si i n vista delle A z z o r r e (talm e n t e forte che i l p i o a m m i r a g l i o si votò alla M a d o n n a d i Guadalupe e a quella d i Loreto, i m p a r z i a l e omaggio alle sue «due patrie»); e m e n t r e M a r t i n A l o n s o toccava t e r r a a B a y o n a , s u l l a costa galiziana, l a Niña sconquassata, fin i v a , i l 4 m a r z o 1493, dove Col o m b o n o n v o l e v a affatto sbarcare: a L i s b o n a . D re p o r toghese, suo ex « a m i c o » (dubbio), lo ricevette i l g i o r n o 9, facendogli g e n t i l m e n t e osserv a r e che t u t t e le n u o v e t e r r e scoperte a p p a r t e n e v a n o a l u i i n virtù d i u n suo t r a t t a t o c o n i l re d i Castiglia: a l che l ' a m m i r a g l i o rispose con a l t r e t t a n t a cortesia che d i q u e l t r a t t a t o , l u i n o n aveva n o t i zia. D 12, i l portoghese g l i offerse i mezzi per t o r n a r e i n Castiglia v i a t e r r a , m a i l Genovese aveva buone r a g i o n i d i diffidenza e p r e f e r i salpare per l a Spagna, l a m a t t i n a del 13 m a r z o . D u e g i o r n i più tard i a t t r a c c a v a a Palos (era u n v e n e r d ì come i l g i o r n o della partenza e i l g i o r n o delia scoperta d e l l ' A m e r i c a ) , donde era p a r t i t o 7 m e s i e 13 g i o r n i prima. N o t i z i a «da sbattere i n p r i m a pagina» p e r l a s t a m p a dell'epoca, se fosse esistita; m a l a Stampa ( n e l senso p r i m a r i o e più nobile del t e r m i ne) se n e impadronì subito, s o p r a t t u t t o i n Italia. P r i m a che finisse i l 1493 s i p u b b l i c a v a n o a R o m a q u a t t r o edizioni della p r i m a lettera d i C o l o m bo a Rafael Sánchez, t r a d o t t a i n l a t i n o d a L e a n d r o de cosco; e a Firenze t r e edizioni del poemetto d i G i u l i a n o Dati, da essa derivato. F i n d a l frontespizio delle p r i m e s i d i ceva d i Colombo cui aetas nostra multum debef e, u n a v o l t a tanto, n o n si faceva, i n I t a lia, della retorica. (4. continua)
Avvenire Mercoledì 30 ottobre 1991
CRISTOFORO COLOMBO.
Vicende e personaggi della scoperta dell'America/5
Nemmeno per tutto l'oro del mondo
Ferdinando voleva ricchezze, ma snobbò quelle della terra
F
r a i l 15 m a r z o e fi 25 sett e m b r e del 1493, i l vision a r i o l i g u r e che inventò l ' A m e r i c a trascorse, i n Spagna, i g i o r n i s u p r e m i della sua vita. Da Siviglia a Barcellona, folle attonite facevano a l a a l passaggio dell'incredibile corteo, che — a parte l ' o r o e i m a r i n a i superstiti — e r a t u t t o «nuovo come la t e r r a dove nasceva» (attesta Gomara). C'erano dieci indios con cerchietto d'oro nelle orecchie e n e l naso, n o n b i a n c h i , n e r i o m u l a t t i bensì «color itterizia o cotogna cotta»; e stupendi pappagalli v e r d i , rossi, g i a l l i e d i «trenta c o l o r i diversi»; e batate («che sono r a d i c i dolci») e gallo-pavoni, « c h e sono più b u o n i dei p a v o n i e delle galline» (i f u t u r i n o s t r i t a c c h i n i ) e hutia, s i m i l i a i topi, e aji ( v u l go peperoni) «che b r u c i a n o l a lingua», e pane, s t r a n o a d i r s i d i maiz... Quando Colombo entrò n e l salone del palazzo reale d i Barcellona ( g r e m i t o d i questi stessi c o r t i g i a n i che per sette a n n i s i erano fatti beffe d i l u i , e adesso tacevano sgomenti) e si avvicinò a l t r o n o dei Re Cattolici, accadde u n fatto m a i v i s t o — n è p r i m a nè p o i — i n t u t ta l a storia spagnola; i potenti S o v r a n i si alzarono in piedi d a v a n t i a l u i e lo fecero sedere accanto a loro (sia p u r e s u u n subalterno sgabello). I n quell'istante, forse, i l Genovese f u c o n v i n t o d'aver t r i o n f a t o p e r sempre ( i g n a r o che u n a t t i m o simile s i paga m o l t o caro, a questo mondo). E m e n t r e ascoltavano i l racconto d i l u i — «meravigliandosi a l l ' u d i r e c h e g l i indios n o n avevano vestiti nè s c r i t t u ra nè moneta nè f e r r o nè frumento nè v i n o nè a n i m a l e a l cuno più grande d i u n cane... e che i n quelle isole e t e r r a nuove certi u o m i n i ne m a n giavano a l t r i e t u t t i erano idolatri...» — , la pia Isabella ringraziò forse i l Signore Iddio del g r a n dono d i u n M o n d o Nuovo, m e n t r e i lfenicio Ferdinando pensava ai p i n g u i benefici f u t u r i , r a m m a r i c a n d o s i d i aver concesso troppo, nei Capitolati d i Santa Fe, a quello straniero folle che inspiegabilmente aveva azzeccato i l n u mero vincente alla roulette della Storia.
Avventurieri e cortigiani Evidente, c o m u n q u e , e r a l ' i m m e d i a t o da farsi: u n a seconda e ben più n u t r i t a spedizione, ovviamente capeggiata dal fiammante «Ammiraglio delle Indie», ma controllata da uomini del Re, scelti n o n sulla
base d i capacità ed esperienza, m a per l a l o r o docilità agli o r d i n i regi. I n t a l modo si profilava fin dal «secondo momento» l a fondamentale e fatale divaricazione della storia d e l l ' i m p e r o spagnolo: scopritori/conquistatori/«adelantados» (gente d'avanguardia, d'assalto, r a d i c a l m e n t e i n d i v i dualista e indisciplinata, spericolata e spietata) versus f u n zionari e burocrati, nominati «a dito» (tipica espressione castigliana t u t t o r a v i v a e operante) e sempre devoti — quanto meno formalmente — a u n a sacra Maestà poco accessibile e l o n t a n a m i g l i a i a d i m i g l i a dalle s t e r m i n a t e e i n certe Indie, nonché sempre spaventosamente indebitata e i n b e n a l t r e faccende affaccendata che i n quelle americane. I n d e f i n i t i v a : a n a r c h i a congen i t a scatenata s u m i l i o n i d i chilometri quadrati contro m o n a r c h i a d i f e r r o congelata i n u n e r m e t i c o Palazzo castigliano. ( G u a i s i c u r i i n vista). N o n f u necessaria, l a seconda volta, un'affannosa ricerca d i soldi, u o m i n i e n a v i . Tracciata l a «linea d i demarcazione» c o l Portogallo a 370 leghe a ovest delle isole d i Capo V e r de (bolla d i papa Alessandro V I , 26 settembre 1493, e trattat o d i Tordesillas), l'arcidiacon o Fonseca, delegato reale, riunì xm'armada d i 17 n a v i , fra g r a n d i e piccole, e circa 1500 u o m i n i : m a r i n a i , soldati, «caballeros y criados» della Casa Reale (con l a bellezza — i n u t i l e — d i 200 hidalgos, vol o n t a r i ) , d o d i c i frati (fra c u i i l benedettino B u f i , i n possesso d i u n «breve» apostolico, e i l g e r o l a m i t a R a m o n Panér, catalano, p r i m o etnografo p o i degli I n d i o s , e d u e «storici» della spedizione — i l savonese M i c h e l e d i Cuneo e i l medico s i v i g l i a n o Chanca — ; nonché diversi artigiani e contadini, e u n b u o n n u m e r o d i cavalli e a s i n i , vacche, pecore e porci, e i n o l t r e «gran quantità d i frum e n t o e orzo e l e g u m i da sem i n a , e ceppi d i vite potati, canna da zucchero e piante di frutti dolci e a g r i , m a t t o n i e calce per c o s t r u i r e , e insomma m o l t e a l t r e cose necessarie a fondare e m a n t e n e r e i l paese o paesi che si sarebbero costruiti...» (Gò m a r a l . D 25 settembre 1493. quando l ' A m m i r a g l i o , dopo l u n g h i mesi d i ricevimenti solermi e colloqui ufficiali e ufficiósi. )* tè finalmente, nel p o r t o d i Càdice, o r d i n a r e alla sua flotta d i salpare le àncore, dovette sent i r s i pienamente felice. D 13 ottobre, lasciata l ' u l t i m a della Canarie, H i e r r o , fece r o t t a più a s u d della p r i m a volta, col risultato d i abbre-
viare il viaggio d i una settimana. Buono anche i l tempo (una sola burrasca, di quattro ore), i l 3 novembre toccava u n ' a l t r a delle piccole A n t i l l e . la Domenicale (o Dominica, oggi inglese). M a le isole erano troppe, i n quei paraggi, e molta la fretta d i raggiungere la grande Spagnola (Haiti), dove erano r i m a s t i i 40 d i Navidad, la p r i m a fondazione; per c u i l ' A m m i r a g l i o tirò d i r i t t o , accontentandosi d i sei g i o r n i di tappa nella vicina Guadalupa (dove salvò alcuni indigeni che venivano ingrassati par servire da pranzo a i Caraìbi, ossia par antonomasia i Cannibali), e battezzando le i n n u merevoli isole rióne con i nom i della Madonna (Monserr a t , l'Antica, l a Rotonda, ecc.) e d i Santi (S. Cristoforo, S. M a r t i n o , Santa Lucia, S. Giov a n n i d i Portorico, ecc.). I n nessuna d i esse lasciò coloni suoi; i l che si risolse poi i n u n danno par l'imparo spagnolo, giacché furono occupate dai nemiri (Francesi, Inglesi, O l a n d e s i p i r a t i e bucanieri), con g r a v i conseguenze par le comunicazioni fra la Spagna e le sue colonie americane. ( A l t r i guai i n vista). D 27 novembre, finalmente, la flotta giunse al punto della costa settentrionale d i Haiti dove paco meno d i u n anno p r i m a era stato fondato i l forte d i Navidad: e l'illusione, se m a i c'era stata, fini i n tragica delusione, giacché del forte restavano pache rovine, e dei 40 (volontari) cercatori d'oro, poc h i cadaveri. U n disastro! B i sognava ricominciare da capo.
temuto dagli indigeni perchè nessuno, i n America, aveva mai risto g l i s t r a n i m o s t r i chiamati cavalli), penetrò di là dai m o n t i , nella fertile Vega (che si chiama ancora così) dove fondò i l forte d i San Tommaso e raccolse infatti, con le buone o più spesso con le cattive, u n po' d'oro. D 2 febbraio 1494 decise inoltre d i sbarazzarsi di alquanta gente superflua, e rispedì i n Spagna 12 navi, al comando d i Antonio de Torres, che rifecero la traversata i n 25 giorni -por tandovi 30.000 ducati i n oro. u n po' di (false) spezie. 60 p>ap> papalli e 26 indigeni, fra c u i tre cannibali-. A l t r i 400 agitati destino poi a S. Tommaso, al comando di Alonso rie (liedn (che poi scoperse Curaçao e navigò con Vespucri); ed egli stesso, stanco d i l i t i con i d i scoli subordinati, e deciso a t r o v a r e finalmente i l fantomatico G r a n K h a n signore dell'Asia (!), s'imbarcò sulla «storica» Nina e piarti alla scoperta di Cuba, della Giamaica e di altre isole (ne ride addirittura 164 i n u n giorno solo, e n o n riuscendo a t r o v a r e u n nome p>er ciascuna le chiamò spicciamente e poeticamente («il giardino della Regina»). Da nessima parte, purtroppo, trovò tracce del gran K h a n né del Prete Gianni, ma Cuba n o n poteva essere altro che i l Chersnnesn r/'Ofoestremità dell'Asia, da cui sj poteva tornare i n Spagna doppiando il capo d i Buona Speranza oppure a r r i v a r e a Gerusalemme risalendo i l M a r Rosso! L'inventore n o n demordeva.
Sfinito dalle veglie e dalle i n u t i l i affannose ricerche, l o ri portarono a Isabella (settemSbarcati t u t t i . l ' A m m i r a g l i o bre 94); dove nel frattempo la ordinò la costruzione d i u n a situazione era peggiorata annuova «città». Isabella: e par cora, per la feroce resistenza sino i 200 hidalgos. che era tut dei «Cannibali» (Michele d i to dire, dovettero darsi da fa Cuneo l i chiama già cosi d i re. brontolando s'intende, per stinguendoli dagli Indios parichè il clima tropicale era catti firi), e soprattutto per gli sconVII. il r i h o j w ^ i m " I|VS<T. f a n t r i c o n t i n u i t r a i fratelli di Conata di mais e di manioca) i n lombo -Giacomo, detto Diego, attesa —campa, cavallo -che e Bartolomeo da poco sopragfruttificassero i semi impattagiunto -e gli spagnoli rivoltosi, t i dall'Europa lontana; e i l lacapitanati dai catalani Margav o r o d u r o . E pai. quando m a i rit e Bufi. L ' A m m i r a g l i o -semu n hidalgo aveva lavorato? pre meno l u d d o e abile sulla terraferma d i quanto n o n lo Testardo come u n m u l o . fosse s u l cassero d i una nave l ' A m m i r a g l i o sapeva, fin dal i n mare -distribuì d u r i castip r i m o viaggio, che a sud della ghi ( u n certo Ferriz finì addiCordigliera costiera c'era una rittura impiccato) e rispedì i n fertile valle chiamata dagli i n Spagna i due u l t i m i con a l t r i digeni Cibao.' Ora, manco a ma fi rimedio f u peggio del farlo apposta CÌIKM somiglia a male perchè i r i m p a t r i a t i Cipango. e Cipangi > - - chi non sparsero le v o d più tendenziolo sa? - -era la favolosa «terra se sugli odiati «Genovesi». Per dell'oro» descritta isi fa per di cui finalmente i Sovrani derire) da M a r a ) Polo Perciò, cosero d i mandare u n «ispettostruite alla meglio le duecento re», J u a n de Aguado, che capanne di Isabella. Colombo sbarcò a Isabella nell'ottobre i n persona alla testa di u n pic- I del 1495. (Cosi invariabfimencolo esercito (con qualche hi- I te,fiPalazzo pensa di poter ririaIgo a cavitilo, specialmente
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solvere i guai; e così, p u n t u a l mente, l i complica). Per c i n que mesi Colombo e Aguado discussero sulle rispettive «facoltà», m e n t r e le malattìe, l a guerriglia e l a f a m e imperversavano nella disgraziata colonia. I c i t t a d i n i ogni giorno "avevano u n a scodella di grano dei granai del re. che dovevano macinare con u n m o l i n o a m a n o , u n a fetta d i lardo r a n cido o di formaggio i m p u t r i d i to e non so q u a n t i fagioli o ceri, e v i n o come peggio non ce n'è al mondo"; e l'imprecazione favorita era "possa Dio farm i tornare i n Castiglia!". U n tremendo uragano (una delle poche parola americane entrate nelle lingue europee) d i strusse le q u a t t r o n a v i che Aguado aveva portato seco, sicché Colombo dovette far cos t r u i r e due caravelle (le p r i m e " n a t e " nei c a n t i e r i d ' A m e r i ca), sulle q u a l i finalmente « i m h a r r ò il in marzo 1496. ppr
Avvenire
Mercoledì 6 n o v e m b r e 1991
a r r i v a r e a Càdice sólo t r e mesi più t a r d i , dopo u n viaggio funestato dalie tempeste e dalla fame. «Poiché era m o l t o devoto d i San Francesco - dice Las Casas - si vestì di bigello, e io lo v i d i a Siviglia, dove allora tornò, vestito quasi come u n frate d i San Francesco». E r a tutto u n simbolo: lo stesso saio, forse, che dieci a n n i dopo avrebbe rivestito la sua salma. Come precisamente lo accogliessero, questa volta, i Reali Padroni, a M e d i n a del Campo, n o n sappiamo; m a è certo che n o n si alzarono i n piedi come a Barcellona. «Gli portò - nota Gòmara m o l t i g r a n i d'oro, a l c u n i da q u i n d i c i a v e n t i once; grossi pezzi d ' a m b r a cagliata, i n f i n i to brasile degno d a c u i si ricav a u n a t i n t u r a rosso-brace) e madreperla, p i u m e e stoffe d i cotone che vestivano g l i i n dios. G l i raccontò le scoperte fatte, lodando grandemente quelle isole ricche e m e r a v i gliose dove i n dicembre, quando i n Spagna è i n v e r n o , a n n i dano ¿ i uccelli sugli a l b e r i della campagna, e a m a r z o m a t u r a n o le uve selvatiche, i l frumento granisce i n settanta g i o r n i u n a volta seminato i n gennaio, e i m e l o n i m a t u r a n o i n q u a r a n t a g i o r n i , le lattughe e i ravanelli i n meno di venti, e l a carne d i piccione odora d i muschio e anche quella d i coccodrillo, dei q u a l i ce n'erano m o l t i i n ogni fiume, e i n m a r e si pescano pesci grandissimi con u n o m o l t o piccolo che c h i a m a n o guaicán e gli spag n o l i rovescio, e pensava che c'era cannella, chiodi d i garo-
debole: condividendo i l pregiudizio d i tutta l'Europa dell'epoca, l a Spagna faceva dell'oro i l supremo scopo d i ogni impresa. Secondo un'opinione t u t t o r a molto comune, anche per Colombo lo sarebbe stato; m a non è così, n suo " d i scorso" d i M e d i n a del Campo ai Re Cattolici, quale lo sintetizza lo storico Gòmara. non f u . come può sembrare ai furbi, u n a più o meno goffa autodiscolpa, perchè innumerevol i luoghi dei suoi scritti confermano le sue convinzioni circa le eccezionali possibilità degù sfruttamenti agro-pecuari nella vergine natura a m e r i c a n a Basti pensare a quello che ha significato e significa per l'America i l trapianto di specie vegetali e animali europee come i b o v i n i e gli o v i n i , gli equin i e i suini, i l caffè e l a canna da zucchero, la vite e l'olivo, i l riso e i cereali, gli ortaggi e le piante da frutto (per non dire del ferro e del cuoio, della ruota e dell'aratro) ecc. ecc. Una ricchezza molto più i m p o r t a n te dell'oro e dell'argento delle miniere americane (ma solo i l senno del poi l'avrebbe dimostrato). Meno di u n anno prima del discorso colombiano di Medina del Campo, i l 15 ottobre 1495. u n a l t r o italiano - testimone disinteressato -, M i chele di Cuneo, scriveva da Savona a u n amico. Gerolamo A r m a r i , una lettera che costituisce, oltre al resto, i l più rivo racconto del 2.0 riaggio di Colombo. Della "aridità dell ' o r o " ri si fa cenno appena, ma lungo, particolareggiato ed entusiastico è l'elogio della ricchezza e bellezza dei proQuesto infatti era i l p u n t o dotti della terra americana e della tropical» fertilità di essa.
fano e altre spezie, dall'odore che molte v a l l i emanavano. E dopo d i ciò, gli mostrò i processi degli spagnoli che aveva giustiziato, per scolparsi meglio...» (si sarà schiarito molto i l d u r o ripiglio d i re Ferdinando mentre ascoltava i l lungo discorso lirico sui meloni, le lattughe, i piccioni e i coccodrilli? È lecito dubitarne). M o l t o più brevemente i sov r a n i " l o ringraziarono per i suoi servizi e travaglio, biasimandolo per i castighi che i m pose, e lo esortarono a trattare più indulgentemente, da allor a i n poi, g l i spagnoli che andavano a servire i n così lontane terre. E g l i a r m a r o n o otto n a v i con cui tornasse a scoprire, e portasse gente, a r m i , ves t i t i e altre cose necessarie". Per i l momento, dunque, i Cattolici g l i confermavano i l loro appoggio; ma n o n perciò d i m i n u i v a n o le difficoltà e i p r o b l e m i dell'enorme i m p r e sa appena iniziata; e i n Spagna l'opinione pubblica -e, ciò che più i m p o r t a v a , quella dei potenti b u r o c r a t i come i l vescovo Fonseca - si manifestav a sempre meno favorevole a l l ' A m m i r a g l i o e ai fratelli d i l u i , anche e soprattutto per l'avversa testimonianza d i quegli Spagnoli che, dice Oviedo, " p a r t i t i alla ricerca dell'or o erano t o r n a t i con i l colore dell'oro (nella faccia s m u n t a per le sofferenze) ma senza lo splendore d i esso".
Meloni e lattughe fanno un regno?
t-ihinrinuai
CRISTOFORO COLOMBO.
Vicende e personaggi della scoperta dell'America/6
Fulmini, brume e la collera di Eolo
Le catene dei burocrati anticiparono una sorte avversa
I
ncatenato come u n volgare malfattore, insieme a i suoi fratelli, dalla sadica brutalità del burocrate Bobadilla, lo scopritore d e l l ' A m e r i ca rientrava i n Spagna alla fine d'ottobre del 1500. D suo terzo viaggio n o n poteva finir peggio. L u n g i dal fruttare alla Corona i l favoloso o r o sperato, i l suo governo della Spagnola aveva scatenato la rivolta degli a v i d i e anarchici hidalgos c o n t r o i tre Genovesi che pretendevano d i govern a r l i ; e l a rozza calunnia d i «alto tradimento», cioè d i aver inteso crearsi nell'isola u n «regno» personale indipendente, trovò presto eco alla corte nel partito dei «falchi» guidato dal potente Fonseca, che n o n aveva m a i avuto simpatie per ti visionario straniero. Donde i l r i m p a t r i o forzato. Appena sbarcato a Cadice, Colombo venne liberato dalle catene per ordine dei Re Cattolici (le conserverà però sempre, nei sei a n n i che gli restavano da vivere, come ascetico ricordo dell'ingiustizia patita e del «sic transit gloria mundi»); e stette ad aspettare l ' i n v i t o a Corte, che giunse solo i l 12 d i cembre. Nel frattempo però scrisse a uno dei pochi amici che gli restavano presso la corte, J u a n a de l a T o r r e , già n u t r i c e del defunto principe ereditario Giov a n n i , e i n t i m a della regina, una lettera che è u n capolavoro d i dignità e di dolente fermezza. C'è i n p r i m o luogo l o sgomento del galantuomo che «scopre» quasi a l l ' i m p r o v v i s o l'enorme estensione e profondità dell'irrazionalità u m a n a : «Non m i odierebbero d i più, i n Spagna, se avessi r u b a t o le I n die per darle ai Mori» (i n e m i ci religiosi d i sette secoli d i Riconquista). Com'era possibile che lo odiasse u n popolo che pochi a n n i p r i m a lo aveva acclamato per tutte le strade d i Spagna per aver dato al Paese, quasi gratuitamente, u n M o n do Nuovo?
«Non sono un traditore» Destinata, idealmente, a l «politico» r e Ferdinando, una parte della lettera smentisce poi luridamente l'assurda accusa d i tradimento. A parte i l fatto che i due figli d e l l ' A m m i raglio, Diego e Fernando, v i vevano alla Corte come criados ( i n pratica, q u i n d i , «ostaggi» nelle m a n i del Re), c h i m a i poteva giudicare Colombo così stupido (torpe) da non capire «che anche se le Indie fossero mie. io non m i potrei soste-
nere senza l'aiuto d i u n P r i n cipe?». (Idea, questa, d i un'evidenza schiacciante: senza ti sostegno «europeo», la colonizzazione — appena iniziata e perciò fragilissima — d e l l a Spagnola sarebbe fallita inesorabilmente). Tantopiù — e q u i i l dito d e l l ' A m m i r a g l i o centra i l nocciolo della questione — che i p r e s u n t i «colonizzatori» sono «una gente dissoluta, piena di v i z i e d i m a lizia, che n o n teme D i o né i l suo Re né la Regina»; e fra tutt i essi «non ce n'è sei che n o n abbiano i l propasito d i mettere insieme (leggi «arraffare») quanto possono e andarsene v i a a l più presto» (questo i n fatti era i l peccato d'origine della conquista spagnola!). I n tali condizioni, l'aver m a n d a to come «giudee» u n a persona «di scarsa intelligenza e g r a n de viltà, con disordinata cupidigia» (qual e r a Bobadilla) rappresentava u n «cattivo esempio per i l presente e per il futuro» (facile profezia, c h e si sarebbe poi verificata molte volte nella violenta s t o r i a ibero-americana; cfr. Balboa, Pedrarias, Cortés, P i z a r r o , ecc.). I n f i n e — i d e a l m e n t e destinata alla pia regina Isabella — era altrettanto contundente l'argomentazione m o r a l e : se l o scopo supremo era l a cristianizzazione degli indios, come si sarebbe potuto conseguirla con l'ingiustizia di «governan- I ti» come Bobadilla e conqui- 1 statori avidi, dissoluti e ribelli contro i loro stessi capi legittimi? N e l colloquio che i Re Cattolici g l i accordarono, finalmente, a Granada, i l 12 d i c e m b r e 1500, Colombo dovette i l l u strare questi stessi concetti n i tidamente esposti nella lettera a J u a n a de la T o r r e . E se lo ascoltarono «benignamente», come attesta Gómara, significa indubbiamente che ne f u rono convinti. M a ti p a r t i t o «antigenovese» era t r o p p o forte per n o n pretendere soddisfazione. Perciò, p u r confermandogli i n sostanza i p r i v i l e g i riconosciutigli d a i Capitolati d i Santa Fe. a Colombo venne tolto i l governo della Spagnola, «cosa che m o l t o g l i dispiacque», dice Gómara; e con piena ragione, perché era u n ' i n g i u s t i z i a oltre che u n er- | r o r e politico. Che cosa poteva fare u n viceré che n o n era più governatore? La fretta come è ben noto, n o n f u m a i u n «vizio» della Corte di Spagna. I Portoghesi erano a r r i v a t i nell'India — quella vera e «ricca» —con Vasco de Gama, e perfino nel Brasile con Cabrai, q u a n d o finalmente, i l 3 settembre 1501.
di CESCO VI A N Nicolás de Ovando, cavaliere di Calatrava, venne n o m i n a t o governatore della Spagnola; e a l t r i cinque mesi trascorsero p r i m a che costui salpasse da Sanificar (13 febbraio 1502) con u n a magnifica flotta d i t r e n t a n a v i , 2500 m a r i n a i , sold a t i e coloni, e 12 frati frances c a n i Colombo n o n aveva m a i potuto ottenere mezzialtrettanto i m p o n e n t i ; m a , avvezzo com'era alle tempeste m a r i n e (sempre meno pericolose, comunque, d i quelle terrestri), n o n s i rassegnò all'emarginazione. Insistendo testardamente s u i p r o p r i d i r i t t i (reali) e sulle profezie (dubbie), ottenne infine ti permesso d i organizzare u n a n u o v a spedizione d i scoperta, verso i l ponente delle isole o r m a i note e i l fantomatico regno del G r a n K h a n asiatico. Circa t r e mesi dopo l a partenza d i Ovando, ti 9 maggio 1502, salpò a sua volta da Càdice con 4 navicelle e 140 u o m i n i fra c u i suo fratello Bartolomeo, esperto ed energico, e ti quattordicenne suo figlio Fernando, f u t u r o storico del padre. L a q u a r t a traversata dell ' A t l a n t i c o f u rapida e felice: v e n t i g i o r n i dalle Canarie alla M a r t i n i c a I guai cominciarono però subito. D 23 giugno l ' A m m i r a g l i o era i n vista della sua — o piuttosto ex sua — Spagnola; m a i l governatore Ovando, eseguendo o r d i n i regi, g l i vietò lo sbarco nel porto d i Santo Domingo. G l i occhi esperti del Navigatore lo avvertirono dell'imminenza d i u n a tempesta, e perciò ordinò alla sua flottiglia d i rifugiarsi i n u n porticciolo (Escondido), poche m i g l i a a est della capitale, n o n senza darne avviso a l governatore. Ovando però aveva deciso, nella sua o n n i scienza d i hidalgo, l a partenza della grande flotta d i trenta n a v i che doveva riportare i n Spagna i l suo predecessore Bobadilla, con u n grosso carico d'oro destinato alla L o r o Maestà. N o n fece perciò a l c u n caso dell'avvertimento del detestato genovese e le navi salparono. Risultato: poco oltre l'estremità orientale dell'isola, i l ciclone le colse i n pieno e
Avvenire Sabato 16 n o v e m b r e 1991
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nel giro di pochi m i n u t i venti dei bei vascelli fra c u i quello che portava Bobadilla. colaron o a picco con t u t t i i loro equipaggi (500 u o m i n i ) e l'oro del Re. I superstiti rientrarono malconci a Santo Domingo, salvo u n o che — m e r o caso o nemesi storica? — portava 4000 pesos d'oro, sequestrati a l l ' A m m i r a g l i o due a n n i p r i ma, al momento del suo arresto, m a restituiti a l u i i n virtù d i u n ordine reale. Così l'oro d i Colombo arrivò intatto i n Spagna; m e n t r e alla Spagnola si diffondeva la voce che l'uragano era stato suscitato da u n atto d i stregoneria d e l l ' A m m i raglio, d i ciò formalmente accusato dalle famiglie dei 500 inabissati! L a scomparsa del suo antico persecutore n o n cambiò tuttavia l a sorte d i Colombo, perché Ovando apparteneva alla stessa razza — i m m o r t a l e — d e i Bobadilla.
I testimoni della tragedia Sul quarto viaggio colombiano, u l t i m o atto d i una grande tragedia storica, abbiamo diverse testimonianze d i p r i missima mano: la lettera dell ' A m m i r a g l i o ai Re C a t t o l i c i datata «nell'isola d i Giamaica, addi 7 d i luglio del 1503»; il racconto del figlio Fernando, che partecipò all'avventura (ma scrive parecchi anni più tardi), e le relazioni parziali d i due a l t r i testimoni: Diego de Porras, che nel 1503 capeggiò u n a rivolta anticolombiana, e Diego Méndez, che f u invece u n «colombiano» fedele ed eroico, m a «parla» solo nel 1536 dettando i l proprio testamento, ossia i n circostanze molto particolari (si spiega così che dimentichi affatto i l nome d i u n altro eroe della stessa avventura, il genovese Bartolomeo Fieschi). F r a t u t t i , i l documento più alto e sconvolgente è la lettera dell'Ammiraglio, che non solo rende con meravigliosa vivezza le angosce d i u n intero anno segnato dalla tragedia, ma esprime — unico (giacché gli altri, benché c o m p r i m a r i e testimoni
oculari, i n sostanza non lo videro) — i l significato storico dell'impresa. Nel corso dei secoli, m o l t i hanno fatto dello spirito, scioccamente, s u l l ' u o m o che, volendo a r r i v a r e i n A s i a , scoprì per sbaglio l ' A m e r i c a , e si rifiutò poi sempre d i rendersene conto. M a i , peraltro, come i n q u e s t ' u l t i m o viaggio — apparentemente più «fallito» che m a i — risalta la sua grandezza epica. C o n t r o i r e spagnoli che desideravano oro e terre, c o n t r o t u t t i i b u r o c r a t i che b r a m a v a n o potere e oro, contro gli hidalgos che cercavano oro e s c h i a v i , c o n t r o gli indios c a n n i b a l i , c o n t r o g l i oceani i n tempesta, c o n t r o i f u l m i n i che squassavano le barche scalcinate rose dalle terenidi, c o n t r o i d u e m i l a chil o m e t r i d i costa malsana dell'istmo, c o n t r o le rivolte dei suoi u o m i n i d e c i m a t i e sfiniti, contro l ' a r t r i t e che lo i n c h i o dava nella cabina costruita alla meglio sulla coperta della sua nave, i l Genovese incrollabile p r o c l a m a v a la sua fede: parece que estas tierras están con Veragua como Tortosa con Fuenterrabia o Pisa con Veneeia I n s o m m a : l a «terraferma» (americana) n o n e r a che u n a penisola (come l a Spagna e l ' I talia, le sue due patrie), doppiata l'estremità della quale ci doveva essere l'Asia. Qualcuno, salpando da Venezia, era a r r i v a t o v i a m a r e a Pisa, no? E q u a l c u n o , analogamente, sarebbe a r r i v a t o i n Asia da Veragua! (H qualcuno esisteva già: si c h i a m a v a M a galhàes, v u l g o Magellano). L'istinto colombiano era t a l mente profondo e certo che — fra le tempeste del t e r r i b i l e i n v e r n o 1502-1503 — identificò perfino i l p u n t o d e l l ' i s t m o d i Panamá m e n o l o n t a n o d a l Pacifico (partirà da q u i , i n f a t t i , Balboa nel 1513 per scoprire i l grande Oceano), dove q u a t t r o BeooU dopo sarebbe nato i l grandioso canale interoceanico, dalla città p o r t u a l e che perpetua i l n o m e (spagnolo) dello scopritore: Colon. Q u i , alla foce d i u n fiume che gli parve t r a n q u i l l o e sicuro. l ' A m m i r a g l i o fondò u n a nuo-
va «città» che chiamò Betlemme (Belén) come aveva chiam a t o San Salvador la p r i m a isola scoperta, e Navidad, Natale, l a p r i m a città fondata i n A m e r i c a . E r a i l 6 gennaio 1503. e mesi i n t e r i d i uragani avevano perseguitato e avariato le q u a t t r o fragili barche partite nel luglio 1502 dalla Spagnola, e ridotto gli equipaggi alla fame e alla disperazione. L a prosa colombiana, sempre efficace, raggiunge qui u n ' a l l u c i n a n t e icasticità. «Ottantotto g i o r n i n o n cessò spaventevole t o r m e n t a , che non v i d i i l sole né stelle s u l m a r e , e le n a v i avevo aperte, le vele strappate, perdute àncore e a l b e r a t u r a , con le scialuppe m o l t i v i v e r i , l a gente molto inferma, tutti contriti, m o l t i con promessa d i farsi frati, t u t t i con a l t r i v o t i e promesse d i p e l l e g r i n a g g i M o l t e volte erano a r r i v a t i a confessarsi g l i u n i con gli a l t r i . A l t r e t o r m e n t e si sono viste, m a non d u r a r e tanto né altrettanto o r r i b i l i . . I o ero a m m a l a t o e più volte g i u n t o v i c i n o alla m o r t e . D a u n a piccola cabina che m i feci fare sopra coperta o r d i n a v o l a rotta... C h i m a i nacque, senza eccettuare Giobbe, che n o n morisse d i sperato?...».
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Fra t a n t i p e r i c o l i lo scopritore n o n cessava però di scrutare i l m o n d o nuovo. Sulla p r i m a costa t o c c a t a quella dell'attuale H o n d u r a s , ebbe la notizia d i u n popolo sconosciuto e t u t t ' a l t r o che «selvaggio», quello dei M a y a e delle ricchezze d i u n a t e r r a n o n lont a n a che sarebbe p o i stato i l Messico d i Cortés. Più oltre, cercò fugaci contatti con a l t r i indigeni che possedevano begli oggetti d'oro e i c u i capi sapevano d i m i n i e r e auree (scrivendo ai Re Cattolici n o n m a n c a m a i d i p a r l a r e d i oro, argomento di c u i ben conoscev a l a validità). M a la sosta più l u n g a (circa q u a t t r o mesi) f u quella, come si diceva, d i Belén, sulla costa d i Veragua (Panama), che avrebbe potuto rappresentare l'inizio d i u n a v e r a colonia n u o v a se n o n fosse stata frustrata, più che dall'inclemenza costante del clima tropicale, dall'aggressiva avidità dei conquistatori iberici. Come i n t u t t i i casi preced e n t i , g l i indios del luogo n o n si d i m o s t r a r o n o i n u n p r i m o m o m e n t o ostili agli i n t r u s i , ed accettarono i d o n i che gli venivano offerti. «Ma io ben sapevo — annota a m a r a m e n t e l ' A m m i r a g l i o —che la concordia n o n sarebbe durata: molto rozzi l o r o (cioè gli indios), e la nostra gente molto i m p o r t u -
ni» (eufemismo, questo, per non dire avidi e violenti). Dopo aver saputo dal Quibian («così chiamano i l signore della regione») che ricche miniere d'oro si trovavano «a venti giornate di distanza verso ponente» (notizia, forse, del favoloso Perù?), c h i poteva trattenere quegli avventurieri che si giocavano la vita sulla speranza della sicura e facile ricchezza rappresentata dall'oro? Presto quindi cominciarono gli screzi, gli scontri anche violenti. I l Cacicco, catturato con u n trucco (Diego Méndez si vanta, nel testamento, di averlo preso lui), riuscì a fuggire e tornò i n forze per assalire l'accampamento spagnolo. M a era intervenuto intanto un a l t r o guaio: «In gennaio — scrive Colombo — si era chiusa la bocca del fiume (cioè l'avevano otturata i venti e le maree oceaniche); i n aprile le navi erano t u t t e tarlate dalla teredine (detta anche brume, i l mollusco che corrode le carene), e n o n potevano stare a galla. I n questo tempo i l fiume si scavò u n canale, attraverso i l quale tirai f u o r i t r e di esse, vuote, con grande difficoltà» (la quarta, chiamata la Gallega, restò insabbiata e f u perduta). All'attacco degli indios fece fronte q u i n d i u n gruppo di spagnoli, parecchi dei quali vennero uccisi, fra c u i T r i stàn, comandante della Gallega, m e n t r e a l t r i infine riuscivano fortunosamente a i m barcarsi
Quella voce misteriosa I n tal modo l'infelice A m m i raglio si ritrovò i n mare su due barche sgangherate («con tre pompe, catini e pentole, non si riusciva ad aggottare l'acqua che entrava a bordo»), avendo perduto m o l t i u o m i n i e quasi t u t t i i v i v e r i e r i f o r n i menti; e senza alcuna possibilità d i soccorsi, dato che la prossima colonia spagnola, Santo Domingo, gli era vietata dall'ottusità dei b u r o c r a t i avversi. C'era d i che disperare davvero. Né si può leggere senza emozione la splendida pagina della lettera dalla Giamaica i n c u i Colombo —«con forte febbre, i n tanta stanchezza, la speranza d i scampo era morta» — i n v o c a l'aiuto «dei quattro v e n t i , che mai m i risposero». G l i risponde soltanto una voce misteriosa, «chiunque fosse», con parole certe «non temere, confida, tutte queste tribolazioni sono scritte su pietra di m a r m o , e non senza causa». (fi continua)
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C r i s t o f o r o c o l o m b o . Vicende e personaggi della scoperta dell'America//
Uno scomodo testimone
Gli ultimi giorni dell'eroe, umiliato e offe I di CESCO VIAN
l 25 g i u g n o 1503, dopo aver errato disperatam e n t e per d u e m e s i n e l M a r dei Caraìbi, toccando le coste m e r i d i o n a l i d i C u b a («nella p r o v i n c i a d i M a g o che confina c o n q u e l l a d e l Catay») e sfiorando q u e l l e p r o i bite della Spagnola, s e m p r e accompagnato d a l m a l t e m p o che u n a v o l t a fece p e r f i n o sbattere l ' u n a c o n t r o l ' a l t r a le scassate caravelle, s e m p r e «con v e n t i d i p r u a e le n a v i n e l peggiore stato», C o l o m b o arrivò finalmente s u l l a costa s e t t e n t r i o n a l e della G i a m a i ca, i n u n ' a n s a c h e e g l i stesso a v e v a c h i a m a t o P o r t o Santa G l o r i a , scoprendo l a b e l l a isola n e l 1494 (all'isola stessa a v e v a dato fi n o m e d i Santiago, m a q u i prevalse p o i , s u l nome cristiano, quello indigeno — a r a w a k —Xaimacà, «terra d i b o s c h i e d i a c q u e » , che s i addice a n c o r oggi alla lussureggiante n a t u r a t r o p i cale).
P e r i l m o m e n t o e r a n o salv i m a i s o l a t i — le d u e n a v i celle e r a n o o r m a i i n u t i l i z z a t e — i n u n paese selvaggio, popolato d a t n d i o s (pochi) t u t t ' a l t r o che m i t i , c o n 116 «naufraghi» — t u t t ' a l t r o c h e m i t i , anch'essi — d a s f a m a r e . P e r p r i m a cosa, l ' A m m i r a g l i o scrisse a i s u o i S o v r a n i l a s t u penda l e t t e r a d i c u i a b b i a m o precedentemente riportato a l c u n i passi d r a m m a t i c i ; e che s i c o n c l u d e i n t o n i ancor a più s c o n v o l g e n t i : « i o sono tanto annientato come h o detto: i o h o p i a n t o finora p e r altri, abbia o r a misericordia d i m e i l cielo e p i a n g a p e r m e la t e r r a . S u l p i a n o m a t e r i a l e , n o n possiedo n e p p u r e u n a m o n e t a p e r l'offerta; s u q u e l lo s p i r i t u a l e , sono finito q u i nelle I n d i e n e l l o stato c h e h o detto: isolato i n questa pena, a m m a l a t o , aspettando o g n i giorno la morte, circondato da u n a m o l t i t u d i n e d i selvagg i e p i e n i d i crudeltà e n e m i c i n o s t r i , e così l o n t a n o d a i Santi S a c r a m e n t i d e l l a Santa Chiesa c h e (essa) s i d i m e n t i cherà d i q u e s t ' a n i m a se si a l lontana q u i d a l corpo. P i a n g a per m e c h i h a carità, verità e giustizia...».
I morsi della fame U n a d d i o disperato. M a c h i l'avrebbe letto? Come recapitarlo? L e n a v i e r a n o i r r e c u p e r a b i l i le scialuppe p e r d u t e , mancavano g l i arnesi e g l i u o m i n i capaci d i c o s t r u i r e un'imbarcazione, scomparsi sulla costa d i V e r a g u a . Restav a u n ' u n i c a possibilità: m a n dare q u a l c u n o a chiedere soc-
«Veduta di Genova», Schedel, 1493 Liber Chronicorum c o r s i a l l a Spagnola: m a c'eran o d i mezzo 450 m i g l i a d i m a re, c o r r e n t i , v e n t i e possibili tempeste. C h i poteva osare? E c o n che mezzo? D i s t r i b u i t a l ' u l t i m a razion e d i biscotto e v i n o , i n a u f r a g h i c o l o m b i a n i dovevano, i n t a n t o , f a r fronte a l l a fame. Diego Méndez, l ' u o m o d i fegato c h e aveva salvato m o l t i c o m p a g n i nella «battaglia» d i Belén, e per questo era stato n o m i n a t o capitano da C o l o m bo a l posto dell'ucciso T r i stàn, r a c c o n t a n e l suo straord i n a r i o t e s t a m e n t o d i essere stato i l p r i m o ad a v v e n t u r a r si i n u n v i l l a g g i o indigeno, poco d i s t a n t e da P o r t o Santa G l o r i a , p e r acquistare dei v i v e r i , p a g a t i c o n «perline b l u , p e t t i n i c o l t e l l i , a m i e a l t r i oggetti d i scambio che p o r t a v a m o p e r questo»; e d i a v e r otten u t o da u n Cacicco A m e y r o , d i v e n u t o suo a m i c o , u n a sorta d i c o n t r a t t o per l ' i n v i o periodico d i vettovaglie, pagate s'intende, a l l ' a c c a m p a m e n t o c r i s t i a n o . I n o l t r e , «gli comp r a i ( a l Cacicco) u n a canoa m o l t o b u o n a che l u i aveva d a n d o g l i per essa u n a bacinella d i latta che p o r t a v o nella m a n i c a (sic) e i l m a n t e l l o e u n a c a m i c i a delle d u e che avevo». (1 p a r t i c o l a r i d i questa s t o r i a possono sembrare r o m a n z e s c h i alla Salgari: e — a t r e n t ' a n n i d i distanza —
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f u r o n o certamente «abbelliti». M a i l n a r r a t o r e era i n p u n t o d i m o r t e , e d'altra parte t u t t o f u r o m a n z o d'avvent u r e vere, nella storia della conquista d'America). N e l racconto d i Méndez, l a voce d i Colombo «si ascolta» c o m e se fosse «registrata». L ' A m m i r a g l i o si rallegra per l a felice soluzione del p r o b l e m a d e i vettovagliamenti; m a lascia passare dieci g i o r n i p r i m a d i accennare a l p r o b l e m a capitale, n o n osando evidentemente — tipico t r a t t o colomb i a n o — i m p o r r e a Méndez l a missione disperata - «Diego Méndez, figlio m i o : nessuno fra q u a n t i i o h o q u i s i rende conto d e l pericolo i n c u i c i t r o v i a m o , salvo v o i ed io...» ecc. ecc. Méndez capisce a l volo, m a fa finta d i n o n capire; e propone d i cercare u n volontario consultando t u t t i g l i u o m i n i del gruppo. M a nessuno «fa u n passo avanti», e solo a questo p u n t o si offre l u i Parte a p i a l i per raggiungere i l p u n t o dell'isola dove stava l a canoa vendutagli dal Cacicco, m a viene catt u r a t o da a l c u n i indios «briganti» che «si giocano alla palla l a sua v i t a , per vedere a quale d i loro toccasse l'esecuzione» (del povero prigioniero). Méndez però scappa e
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t o r n a all'accampamento, deciso p e r a l t r o a ritentare l ' i m presa; e poco dopo i n f a t t i s'imbarcò con a l t r i c o m p a g n i e a l c u n i i n d i o s , e i n cinque g i o r n i soffrendo l a sete e la fame, attraversò i l pericoloso Canale d i Giamaica, sbarcando presso i l Capo Tiburón, a l l'estremità occidentale della Spagnola (oggi Haiti). Questo vivace racconto d i Diego Méndez t r o v a c o n f e r m a negli a l t r i p r i m i storici colombian i è s t r a n o soltanto che v i m a n c h i u n particolare i m portante, i l n o m e d i u n a l t r o oscuro q u a n t o autentico eroe che condivise con l u i i r i s c h i e i l m e r i t o dell'avventura: i l genovese Bartolomeo Fieschi (chiamato n e i d o c u m e n t i Fresco), che era stato, fino a Portobello, comandante della caravella Vizcaína e f u poi sempre v i c i n o a l l ' A m m i r a glio, t a n t o da figurare fra i tes t i m o n i d e l l ' u l t i m o testamento d i l u i (1506). A n c h e i l coraggioso Méndez l o f u sempre. N o n bastava però essere sbarcati alla Spagnola: bisognava raggiungere Santo Dom i n g o (500 k m . a est), e i l temibile governatore Ovando, il quale a l l o r a stava «pacfvicando» (a modo suo, s'intende) l ' i n t e r n o dell'isola. Cosi, m e n t r e Fieschi cercava u n mezzo per t o r n a r e alla Già-
(ít<¡i*)
m a i c a ( m a n o n ne trovò, e Col o m b o r i m a s e a rodersi d ' i m pazienza, p r i v o d i notizie), Méndez a n d ò alla r i c e r c a d i Ovando, trovandolo finalm e n t e a J a r a g u a Così i l gov e r n a t o r e seppe c h e fi Viceré e r a a n c o r a v i v o , sebbene confinato a l l a G i a m a i c a e se ne rallegrò t a l m e n t e poco che n o n solo n o n mosse u n dito per soccorrere Colombo, m a t r a t t e n n e presso d i sé Méndez per ben sette mesi, finché — a n n o t a Méndez c o n l a mass i m a freddezza — «fece b r u ciare e i m p i c c a r e 84 C a a c c h i , s i g n o r i vassalli, e fra essi Nacaona, l a m a g g i o r Signora dell'isola, a c u i t u t t i ( g l i i n dios) o b b e d i v a n o e s e r v i v a no». C o n q u e s t i s i s t e m i umanitari i l s o m m o b u r o c r a t e — m a n d a t o d a M a d r i d per «rip a r a r e le ingiustizie commesse d e i Genovesi» — pacificava l a p r i m a colonia spagnola! «Finito d ò , scrive ancora Méndez, a n d a i a p i e d i a Sant o D o m i n g o , che dista d i l i 70 leghe (circa 400 c h i l o m e t r i ) , e stetti a d aspettare che a r r i vasse q u a l c h e nave dalla Cas t i g l i a c h e da o l t r e u n a n n o n o n ne e r a n o più venute». Sec o n d o a l t r e f o n t i , invece, q u a n d o Méndez r a g g i u n s e Santo D o m i n g o ( m a r z o 1504) c'era n e l p o r t o u n a caravella spagnola, m a O v a n d o , i m p l a cabile, g l i proibì d i p r e n d e r l a a n o l o . ( A n c h e la s t o r i a della p o v e r a «cacicca» Nacaona è u n romanzo t r a g i c o e vero: e v a r r e b b e l a p e n a avendone modo, d i raccontarlo).
Il complotto dei Porras
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A l l a G i a m a i c a , n e l frattempo, l ' i n f e l i c e A m m i r a g l i o , isolato e i n f e r m o , s i ritrovava i n u n a situazione analoga a q u e l l a verificatasi c i n q u e a n n i p r i m a alla Spagnola, se n o n peggiore. Soccorsi n o n ne a r r i v a v a n o , e i s u o i cento o poco più Spagnoli ribollivan o d i r a b b i a i n quell'isola, piccola ( r e l a t i v a m e n t e ) e pov e r a (neanche u n a b r i d o l a d oro). B m a l c o n t e n t o serpeggiava fra q u e g l i e n e r g u m e n i c o s t r e t t i all'inattività e o v v i a m e n t e s i sfogava s u g l i indios che n o n potevano n o n reagire. Presto g l i scontenti t r o v a rono u n capo nella persona d i F r a n c i s c o P o r r a s , che era stato i l c o m a n d a n t e della carav e l l a Santiago piuttosto p e r le i n f l u e n t i a m i c i z i e d i c u i godeva i n Spagna che p e r le sue capacità d i u o m o d i m a r e , per c u i l ' A m m i r a g l i o g l i aveva i n p r a t i c a t o l t o B comando, fin d a l l ' a n n o a n t e r i o r e , fidandosi d i più, c o n ragione, del prop r i o energico frateUo Bartolomeo Colombo. Porras inolt r e aveva u n frateUo, Diego, burocrate di professione (escribano), che era stato sulla Santiago come «oficial de la A r m a d a » ( u n i c o così defin i t o n e l l a lista, che d è pervenuta, dei partedpanti al
q u a r t o viaggio colombiano). I due Porras a v e v a n o q u i n d i m o t i v i anche p e r s o n a l i p e r guidare l ' a m m u t i n a m e n t o , che d i v e n n e presto u n a vera congiura p e r assassinare l ' A m m i r a g l i o , spesso i n c h i o dato a letto p e r g l i attacchi deUa sua c r o n i c a a r t r i t e . A l l a fine, n o n riuscendo nel c r i m i nale i n t e n t o , cercarono d i " fuggire aBa Spagnola costringendo dei r e m a t o r i indios a p o r t a r l i sulle l o r o canoe; m a , m e n o f o r t u n a t i d i Méndez e Fieschi, n o n poterono effettuare la perigliosa traversata, sebbene avessero gettato i n m a r e l a metà dei disgraziati indigeni p e r alleggerire le canoe! Dopo t r e t e n t a t i v i f a l l i t i , s i misero a e r r a r e per t u t t a l'isola saccheggiando i villagg i indigeni, senza che l ' A m m i r a g l i o glielo potesse i m p e - ' d i r e , p e r mancanza d i m e z z i I n u n a breve relazione a l u i a t t r i b u i t a , Diego de Porras s i guarda ben d a l p a r l a r e d i t u t to d ò : s i l i m i t a a c r i t i c a r e l ' A m m i r a g l i o che aveva fatto t r o p p i «giri» p e r le isole, p e r concludere che n o n si capiva perchè fosse finito a l l a Giam a i c a né che cosa volesse farci (la causa desta ida no hay quien lo sepa). Evidentemente i l b u r o c r a t e voleva dar e u n a lezione d i a r t e m a r i n a r a a Colombo, «ignorando» (o fingendolo) che g l i e r a stata vietata la Spagnola. A l l a fine d i m a r z o del 1504 u n a caravella m a n d a t a da O v a n d o c o m p a r v e a Santa G l o r i a , m a i l capitano aveva o r d i n e d i n o n prendere a bordo nessuno. E v i d e n t e m e n t e d ò che voleva i l magnanimo governatore era soltanto sapere se Colombo fosse m o r t o u n a buona volta. A p p r o f i t t a n d o della circostanza. Porras e i s u o i attaccarono l'accampamento deU'Ammiraglio, m a l ' i n t r e p i d o Bartolomeo l i respinse con perdite u m a n e e l i catturò ( t u t t i , salv o i l caporione, v e n n e r o p o i rilasciati). L a nave d i soccorso giunse finalmente i l 28 giugno; m a a Santo D o m i n g o poterono ent r a r e solo i l 3 agosto. B governatore, bontà sua, l i ricevette, per p r i m a cosa o r d i n a n d o — n o n so se m i spiego — la l i berazione d i P o r r a s , i l caporione dei ribelli N o n u n a sola umiliazione f u risparmiata a B ' A m m i r a g l i o , «in queUe I n die che, posso d i r l o , erano mie». L'11 settembre, accompagnato d a l frateUo, d a l figlio F e r n a n d o e da 22 u o m i n i fed e l i Colombo ripartì per la Spagna s u u n a nave noleggiata a p r o p r i e spese. E quella t r a v e r s a t a — che sarebbe stata l ' u l t i m a — f u u n a deUe più d i f f i c i l i , giacché terminò a Sanlùcar dopo c i n q u a n t a sei g i o r n i i l 7 n o v e m b r e . L o t r a s p o r t a r o n o a Siviglia, i n condizioni d i salute pessime, m a deciso a difendere fino a l l ' u l t i m o i p r o p r i beni m o r a l i e materiali. Purtroppo l'unica protettrice che aveva i n Spa-
gna, l a regina d i Castiglia Isabella l a Cattolica, m o r i p o c h i g i o r n i più t a r d i i l 26 n o v e m bre 1501 a M e d i n a del C a m po. A n c h e per l u i o r m a i era la fine. A Siviglia — «città deU'et e r n a primavera», secondo le agenzie t u r i s t i c h e — g l i i n v e r n i sono freddissimi, q u a n to t o r r i d e le estati. QueUo del 1504-5 l o f u p a r t i c o l a r m e n t e . Colombo aveva 55 a n n i m a il b u o n c u r a t o Bernaldez gliene a t t r i b u i v a 70. L a notte, i dolori deU'artrite e della gotta g l i davano u n po' d i tregua, e a l lora scriveva: i n p r i m o luogo al figlio ed erede Diego, «ospite» della Corte, e ad a l t r i poc h i a m i c i sempre ribadendo la rettitudine della p r o p r i a condotta, richiamandosi aBe promesse f a t t e g l i a i p a t t i firmati dai Sovrani M a r e F e r d i n a n d o , vedovo poco dolente, aveva a l t r o a c u i pensare ( i l genero, F i l i p po d ' A u s t r i a , e r a i n rotta aperta c o n l u i l a figlia, Giov a n n a , dava segni sempre più e v i d e n t i d i foUìa). N e l maggio del 1505, dopo a v e r ottenuto a stento i l permesso d i 1 m o n t a r e u n a m u l a ( u n a vecc h i a legge d e l tempo della g u e r r a c o n t r o i M o r i n e consentiva l'uso solo a i sacerdoti e alle donne), l ' A m m i r a g l i o si decise a lasciare Siviglia p e r raggiungere la l o n t a n a Segov i a , dove i n q u e l m o m e n t o s i t r o v a v a l a Corte. B re l o ricevette cortesemente, l o ascoltò, m a n o n g l i concesse n u l l a ; a l l a fine g l i fece p r o p o r r e u n baratto: u n feudo i n Castiglia (il m i n u s c o l o paese d i C a r riòn de los Condes) i n c a m b i o della rinuncia, d a parte d i Col o m b o , a u n feudo a l q u a n t o più vasto: le Indie! M a l ' u o m o che fin d a l l o n t a n o 1492 avev a detto a i re cattolici « o t u t t o o nulla» n o n era affatto disposto a rinunciare a i diritti — concessigli a Santa Fe — p e r conservare privilegi e innoc u i titoli (come queUo d i «Ammiraglio deB'Oceano», generosamente riconosciuto anche a i s u o i eredi); e come la p r i m a v o l t a rifiutò.
25
Il politico e il visionano «Era u n ' a n i m a a r d e n t e , non un'intelligenza fredda (scrive i l M a d a r i a g a , c h e n o n h a m o l t a simpatia p e r l u i ) . Soffriva e i m m a g i n a v a , e soffriva a n c o r a N o n pensava». (La controversia — m e r a mente «platonica», se s i v u o l e — resta aperta t u t t o r a g l i s p i r i t i «colombiani», da L a s Casas i n p o i n o n p e r d o n a n o al «politico» re F e r d i n a n d o la sua d u r e z z a g l i s t o r i c i «realisti», n o n p e r d o n a n o a l «visionario» Colombo l a sua ostinazione. Senza d u b b i o , p e r essere Italiano, g l i m a n c a v a l a nazionale furberia. E perciò, sia sommessamente aggiunto, l o a m m i r i a m o d i t u t t o cuore). L ' e r r a n t e Corte spagnola s i spostò p o i a S a l a m a n c a a V a l l a d o l i d e Colombo l a seguì, sempre soffrendo o r r i b i l m e n t e e sperando i n u t i l m e n te. Scrisse u n ' u l t i m a lettera d i omaggio a F i l i p p o e Giov a n n a , sbarcati i n Spagna neU 'aprile 1506 p e r reclamare i l t r o n o d i C a s t i g l i a m a g l i andò male u n ' a l t r a v o l t a perchè Filippo m o r ì s u b i t o e Giovanna farneticava. N o n restò, a l vecchio m a r i n a i o , c h e p r e p a r a r s i a B ' u l t i m o viaggio, forte della fede d i sempre. A V a l l a d o l i d , i l 20 maggio 1506, salpò verso l a pace, verso l a gloria. (7. Fine • Iprecedenti articoli sono stati pubblicati il 5,12 19.30 ottobre, e il 6 e 11 novembre)
Avvenire
Sabato 30 novembre 1991
I 9
G ' h i h a p a u r a d i Isabella d i Castiglia? E p e r c h é m a i - s i a p u r e i n u n a n n o c o m e i l 1992, segnato d a l l e b u r r a s c o s e celebrazioni della scoperta dell'Am e r i c a - u n personaggio vissuto mezzo secolo fa dovrèbbe preoccupare n o n , si b a d i bene, g l i s t o r i c i , m a a d d i r i t t u r a i pal a z z i v a t i c a n i e le sedi d i p l o m a t i c h e d i m o l t i Paesi? H a davver o u n senso la p o l e m i c a s u u n personaggio storico, i n u n contesto c i o è n e l q u a l e d o v r e b b e r o v a l e r e s o l o le p a c a t e r a g i o n i d e l l a ricerca s c i e n t i f i c a ? A qualcuno potrà anche sembrare strano, m a u n processo d i c a n o n i z z a z i o n e p u ò ancora far notizia, eccome. Isabella è «serva d i Dio»: è i l p r i m o g r a d i n o p e r l'accesso a l la venerazione sugli altari. M a d a l 1958 s i v a n n o r a c c o g l i e n d o d o c u m e n t i p e r l a sua beatificazione: i l fascicolo, i m p o n e n t e , comprende ormai centomila a t t i riuniti i n v e n t i s e t t e v o l u m i e i l p o s t u l a t o r e d e l l a causa, i l canonista della Pontificia università l a t e r a n e n s e , A t a n a s i u s Gutierrez* procede i n s t i e c e h K le. M a d a u n a n n o l a c a u s a m a r c a i l passo. Isabella sarebbe u n a beata s c o m o d a . H s u o r u o l o d i «sant a nazionale» della Castiglia e di regina-guerriera l'avvicinerebbe a d a l t r i t i p i d i canonizzat i (da L u i g i I X a Giovanna d'Arco) che sono esponenti d i u n a santità che o g g i a l c u n i r i t e n g o n o desueta. U n a santità «armata». I n o l t r e a Isabella si è t r i b u t a t o u n a specie d i c u l t o patriottico-religioso m o l t o forte durante la guerra civile da parte nazionalista e q u i n d i d u rante i l franchismo: il che le h a conferito l'immagine d i u n a santa i n camicia azzurra, u n a santa «falangista». A l t e m p o d i Paolo V I , l a Chiesa affossò alcune cause d i santificazione o dì b e a t i f i c a z i o n e d i religiosi piartiri durante l a guerra del 136-39 p e r c h é u n a scelta d e l genere a v r e b b e p o t u t o s e m b r a r p o l i t i c a : m a i n realtà p a r v e p o l i t i c o a n c h e i l rifiuto. O r a , p e r I s a b e l l a , c'è c h i ritiene l a s u a beatificazione u n a m o s s a che nuocerebbe allo spirito ecumenico: n o n ha fermamente contribuito, la regina d i Castiglia, a l l a f i n e d e l regno m o r o d i Granada e alla cacciata d i ebrei e d i m u s u l m a n i dalla Spagna? E i n e f f e t t i v i s o n o com u n i t à e b r a i c h e e i s l a m i c h e le q u a l i n o n hanno esitato a far sapere a l l a Chièsa che l a b e a t i ficazione d e l l a s o v r a n a n o n sar e b b e g r a d i t a né c o s t i t u i r e b b e u n aiuto alla politica d i dialogo. F i n q u i si può parlare d'incidenti di percorso diplomatico. M a c'è d i più. S u I s a b e l l a , s i è scatenata u n a b a t t a g l i a a c o l p i di memoriali e di contromem o r i a l l d a l V a t i c a n o a l l a Spagna all'America L a t i n a è o r m a i guerra a p e r t a Ci si sono messi •anche i mass media, e con -un'improntitudine allucinante. Sembra ormai una n o r m a che, q u a n d o a l t r o v e l a p o l e m i -
LE POLEMICHE CONTRO LA BEATIFICAZIONE
DIO SALVI LA REGINA ISABELLA di Franco C a r d i n i c a c o m i n c i a a t o c c a r e t o n i bassi, da n o i arriva quasi i m m e 'diatamente al cialtronesco. È successo c o s i I n o s t r i giornali n o n h a n n o p e r s o l'occasione p e r f a r l e v a s u l l ' i g n o r a n z a (o, •peggio, s u l l a s e m i c u l t u r a ) dell a gente p e r a d d i t a r e a l l u d i b r i o i l f a t t o che i l confessore d i I s a b e l l a fosse i l p e r f i d o T o m a s -de T o r q u e m a d a e c h e I s a b e l l a avesse l e g i t t i m a t o n e l suo re•gno l ' i n q u i s i z i o n e (aveva c i o è f a t t o q u e l che a v e v a n o f a t t o e f a c e v a n o t u t t i i s o v r a n i d e l suo t e m p o ) . L e p r o v e d i religiosità sincera d i Isabella sono moltep l i c i e n o n solo m i s t i c h e , m a anche concrete: i l suo impegno nel fondare ospizi e nelJ ' o r g a n i z z a r e o p e r e d i carità, a d e s e m p i o ; o p p p u r e i l suo zel o n e l d i f e n d e r e g l i indios d e l N u o v o M o n d o c o n t r o le v i o l e n z e e i s o p r u s i che i p r i m i scopritori infliggevano loro. M a l ' u n a cosa è s t a t a m i n i m i z zata e l'altra totalmente strav o l t a . S i è ricordato c h e I s a b e l l a f i r m ò i l 3 1 m a r z o 1492 i l d e creto d i espulsione degli ebrei che n o n intendevano convert i r s i d a l l a Spagna, i l c h e è v e r o : m a c i s i è «scordati» d i aggiungere q u e l che la s t o r i a h a orm a i a p p u r a t o a l d i là d i o g n i ragionevole dubbio e che anc h e s t o r i c i n o n c e r t o sospettab i l i d i simpatie isabelline - ad esempio Léon Poliakov - hann o ammesso, che cioè l'espuls i o n e f u u n a d o l o r o s a necessità d ' o r d i n e che i R e C a t t o l i c i p r e s e r o obtorto collo (sapevano bene, o l t r e t u t t o , quale dann o ne s a r e b b e d e r i v a t o d a l p u n t o d i v i s t a e c o n o m i c o a i loro regni) d a l m o m e n t o che da o l t r e u n secolo scoppiavano contro g l i ebrei d i Spagna t u multi popolari ferocissimi, c h e l a c o r o n a n o n s o l o n o n app o g g i a v a , m a che a v e v a a n c h e cercato i n u t i l m e n t e d i reprim e r e . M a tant'è: a l c o r o a n t i isabellino si sono accodati an-" i phe alcuni a m b i e n t i protestanì J i v Q u e ì i h w a m t i n t o di-disnez?» ticare c h e , q u a n t o a f e r o c i a a n tigiudaica, M a r t i n Lutero n o n era secondo a nessuno. E infine c i s i è a n c h e m e s s o D a r i o F o , c h e , d a l l ' a l t o d e l l a s u a celeb r e c o m p e t e n z a s t o r i c a , assic u r a che Isabella f u u n a ladra sanguinaria e che confiscò i b e n i d e g l i e b r e i c a c c i a t i Peccato che la documentazione d i m o s t r i che, a l c o n t r a r i o , essa si a d o p e r ò affinché t a l i b e n i seguissero i loro legittimi prop r i e t a r i . Se a b u s i v i f u r o n o , l a regina n o n ne f u responsabile.
M a è s u l f r o n t e del N u o v o M o n d o che p r o v e n g o n o a Isab e l l a le accuse più g r a v i e più gratuite. A proposito dell'America L a t i n a s i sta m o n t a n d o orm a i d a p a r e c c h i m e s i u n vero e p r o p r i o processo sia a l l a C h i e s a sia a l l a c o r o n a d i Spagna, accusate l ' u n a d i aver leg i t t i m a t o e l'altra provocato la f i n e delle c u l t u r e i n d i e , l o sfruttamento e i l genocidio dei nativi a m e r i c a n i / A l riguardo esiste t u t t a u n a t r a d i z i o n e pseudostoriografica, contro la q u a l e l a voce f e r m a e a u t o r e vole degli studiosi seri - quali, da noi, Marcello Carmagnani - sembra impotente. È u n fatt o che i l c r o l l o d e m o g r a f i c o i n A m e r i c a L a t i n a n e l X V I secolo c i f u : m a è d i m o s t r a t o che esso f u c a u s a t o s o p r a t t u t t o dalle e p i d e m i e . V e r o è che g l i occidentali portarono nel nuovo c o n t i n e n t e g e r m i che si rivelar o n o letali per i nativi: m a i n ciò n o n vi f u intenzione alcuna. E p i s o d i d i violenza? Certo, ve ne f u r o n o : e g l i indigenista d'oggi c i t a n o a m p i a m e n t e l a d e n u n z i a d i B a r t o l o m é de L a s Casas, d i m e n t i c a n d o che l a sua voce f u immediatamente ascoltata d a l l ' i m p e r a t o r e Carl o V e che l a c o r o n a d i Spagna fece d i t u t t o p e r t u t e l a r e g l i indios e p e r p u n i r e c h i s i rendeva responsàbile d i v i o l e n z e n e i lor o c o n f r o n t i . I l che n o n s e m b r a c e r t o a c c a d u t o i n A m e r i c a settentrionale, dove lo sterminio d e i pellerossa f u r a d i c a l e o q u a s i e restò i m p u n i t o . I l f a t t o è q u e l l o che o r m a i d a anni denunziano storici come P i e r r e C h a u n u , che p u r e - com e p r o t e s t a n t e - n o n è sospettabile d i partigianerie cattoliche. C o n t r o l a S p a g n a s i è sviluppata f i n dal t a r d o Cinquec e n t o u n a «leggenda nera» g l i i n g r e d i e n t i d e l l a q u a l e sono g l i o r r o r i d ' u n ' i n q u i s i z i o n e che i n vece - l o h a d i m o s t r a t o B a r t o l o m é B e n n a s s a r - f u m o l t o più d c o r r e t t a e m o d e r a t a che a l t r o ve, l a t r a g e d i a d i u n genocidio i n d i o che s e m m a i f u c o n s u m a t o d a i c o l o n i inglesi a l n o r d e n o n d a q u e l l i s p a g n o l i a l s u d , le prevaricazioni d i u n a Compag n i a d i G e s ù che invece prese c o n fermezza, c o n le reducciones d e l G u a r a n i le difese dei n a t i v i e i n f i n e u n cieco e o t t u s o f a n a t i s m o confessionale (che m a g a r i si potrebbe contrapp o r r e a l n o t o e generoso s p i r i t o d i t o l l e r a n z a d e l q u a l e dava p r o v a , a d esempio, G i o v a n n i C a l v i n o a G i n e v r a ) . M a q u a l è, oggi, l a posta i n gioco p e r l a r i -
presa d i queste m a l d e s t r e calunnie? L a risposta appare difficile: m a è u n f a t t o che i n A m e r i c a L a t i n a u n f o r t e i m p u l s o »iip decattolicizzazione e a l l ' a l l o n t a n a m e n t o c u l t u r a l e dalle r a d i c i ispaniche viene p r o m o s s o da centri culturali e proselitis t i c i che h a n n o le s e d i i r r a d i a n t i negli Stati Uniti. L a lotta è serrata, e l a posta i n g i o c o s e m b r a un'egemonia culturale sul continente latinoamericano, che n o n v a d i s g i u n t a d a u n p r o getto d i c o n t r o l l o p o l i t i c o . È o v v i o che I s a b e l l a r a p p r e s e n t i , i n q u e s t o senso, u n facile obbiettivo polemico. M a i dati obbiettivi d i c u i disponiamo ci d i c o n o c h e essa s i o p p o s e cos t a n t e m e n t e e c o n energia alle c a m p a g n e d i c o n v e r s i o n e forzata d i e b r e i c o m e d i m u s u l m a n i e d i i n d i o s . Q u a n t o a ques t i u l t i m i l a s u a c e d o l a d e l 20 g i u g n o 1500 e i l suo t e s t a m e n t o d e l 1504 a n t i c i p a v a n o f e r m a m e n t e sia l a b o l l a Sublimis Deus d i P a o l o D I s i a l a f o r m u l a z i o n e d e l D i r i t t o delle g e n t i d i Francisco Viteria, entrambe tese a r i c o n o s c e r e i l d i r i t t o deg l i indios a l l a v i t a , a l l a libertà e alla proprietà e a s a n c i r e i l d i v i e t o d i c o n v e r s i o n i forzate. S i legga u n passo r i s o l u t i v o d e l tes t a m e n t o d e l 1504, t e n e n d o presente che si t r a t t a n o n d ' u na formulazione moralistica e ottativa, m a d i u n d o c u m e n t o g i u r i d i c o c o n valore d i s p o s i t i vo: « I o s u p p l i c o i l m i o s i g n o r e e re, e r a c c o m a n d o e o r d i n o a l l a p r i n c i p e s s a m i a f i g l i a e ai p r i n c i p e suo m a r i t o . . . d i n o n a m m e t t e r e né p e r m e t t e r e che g l i i n d i g e n i delle isole e d e l l a terr a f e r m a conquistate o da conq u i s t a r e subiscano i l m i n i m o •torto n é n e l l a l o r o - p e r s o n a né nei loro beni, m a al contrario d i comandare^ che. siano., t r a t t a t i ' bòri l i i f é à é i a se* btSn *ÌÌfnanità'' è che i t o r t i che essi possano e v e n t u a l m e n t e avere s u b i t o s i a n o riparati». Se g l i a r c h i v i s p a g n o l i riguargitano d i p r o v e d i violenze c o n t r o g l i indios è p r o p r i o perché g l i spagnoli stessi s i sforzarono d i tener fede a l t e s t a m e n t o d i I s a b e l l a doc u m e n t a n d o e perseguendo g l i a b u s i A l t r o v e , i l silenzio c o p r e la distruzione d i intere comunità, l a cancellazione d i i n t e r e c u l t u r e . N o n accorgersi dell'el o q u e n z a tragica d i questo silenzio è p e r l o m e n o spaventoso. IL
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Le navigazioni lusitane n e l l ' A t l a n t i c o e C r i s t o f o r o Colombo i n P o r t o g a l l o , M u r s i a , M i l a n o , 1984
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