r a s s e g n a A
cura
s t a m p a
d e l CENTRO C A T T O L I C O D I Casella
Postale
DOCUMENTAZIONE
61
Marina d i P i s a
Giugno-luglio 1988
In questo numero:
Lo scisma di Econe: la severa risposta tradizionalisti i t a l i a n i fedeli al Papa in una intervista Giovanni Cantoni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica Iniziative dell'Albania
per
i
fratelli
Popa
e
per
la
dei con
liberta 1
Nicaragua: le confessioni di un capo sandinista Razzismo e reati sessuali nel commento di Federico Orlando Quali interessi Benedetti?
s i celano
dietro la
sconfitta belga
di
De
L'inquietante caso di Odeon TV, legata all'establishment democristiano, c l a s s i f i c a t a come la tv piĂš' violenta d ' I t a l i a I l ruolo destabilizzante del rtossad israeliano I dogmi dell'ideologia del piacere v i s t i da Maurizio Blondet Disinformazione e infilitrazione negli organisti ecumenici
Lo s c o p o di questa r a s s e g n a stampa e' d i o f f r i r e a i cattolici e a quanti reagiscono alla situazione attuale s p u n t i d i r i f l e s s i o n e e d i documentazione, che l i a i u t i n o ad a f f e r m a r e u n a s e m p r e piĂš' i n c i s i v a presenza nella realta' italiana, nella prospettiva della costruzione di una "societĂ ' a misura d'uomo e secondo i l piano di Dio" (Giovanni Paolo I I ) . Si ringraziano c o l o r o che vorranno a i u t a r c i facendola conoscere e inviando m a t e r i a l e e n o t i z i e .
A colloquio con Gianni Cantoni di Alleanza Cattolica
Severi i tradizionalisti italiani: «Ad Econe hanno sbagliato tutto» di Maurizio Blondet «I,efebvre ora sbaglia. Ma la protesta che ha opposto per anni a certi abusi postconciliari è giustificata; le domando che ha posto sono legittime. D rischio è che adesso il suo scisma aiuti chi vuol liquidare quelle domande e quelle proteste». Chi parla è Gianni Cantoni, responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, una piccola ma agguerrita associazione che. su posizioni tradizionali, studia e diffonde la dottrina sociale della Chiesa. Alleanza cattolica non ha aspettato questi giorni per rompere i ponti con Ecóne: l*ha fatto otto anni fa. quando Lefebvre compì due atti che già erano scismatici nella sostanza: ordinò che fosse amministrata una seconda volta la Cresima a tutti i suoi seguaci che erano stati cresimati dopo i l Concilio, e dichiarò pubblicamente che seguire la Messa «nuova» era peccato: veniale, in caso di frequentazione occasionale, mortale se abituale. Per quanto tempo siete stati lefebvriani? «Lefebvriani non lo siamo stati mai — replica Cantoni —. Ma negli anni 70, monsignore ha rappresentato i l testimone, gerarchicamente più elevato, del disagio che molti (noi compresi) vivevano dopo il Concilio. Era ovvio che facessimo riferimento a lui. collaborando con la sua Fraternità». E quali erano i v o s t r i «disagi»? «Ricordo benissimo la prima Messa "nuova" che ascoltai, nella parrocchia di San Giovanni nella mia Piacenza. D parroco, nel presentare il Novus Ordo. disse: "Oggi finalmente il Signore discende sugli altari": come se duemila anni di liturgia precedente fossero stati inefficaci. Assurdo. Nelle chiese si tentavano le sperimentazioni più discutibili all'insegna dell' "aggiornamento". In Quegli stessi giorni. Lefebvre diceva: "Fra tanti esperimenti, lasciateci fare l'esperimento della Tradizione". Era una posizione degna di rispetto. Gli abusi postconciliali li; i n o avuto in questi anni critici serissimi, di grande valore: dal professor Luciano Amerio, l'autore di Jota Unum, uno studio di 800 pagine sui mutam. nti postconciliari, a Michael Davis,
uomo può giungere con la i insegnati dal Vaticano I I o delle riforme posteriori che propria intelligenza. Per superficialità, ancora. lefeb- ' parevano difficilmente convre ha a lungo tollerato nel : ciliabili con la Tradizione", suo gruppo i "sedevacanti- i Se non è apertura questa! sti"...». Ma Lefebvre ha poi sconfesj sato quel protocollo, da lui , C h i sono i sedevacantistì? Lefebvre. che con le sue spafirmato. M i chiedo se non ha rate sul "ci cambiano la reli- «Sono l'ala estremista del le : gione" e sulla "Roma degli • febvrismo, oggi staccatasi avuto paura di dover studiare e argomentare». scandali ". offre il fianco alla persino da Lefebvre. Essi T u t t i i cattolici tradizioridicolizzazione del proble- , proclamano che in Vaticano nalisti che ho interpellato - non siede u n vero Papa, i n ma». i n Italia, a proposito d i jbase al seguente perverso Sparate ad effetto, buone sillogismo: U Papa è per dogLefebvre hanno la sua per fare tìtoli clamorosi. j ma infallibile: "questo" Papa stessa posizione: i n caso «Proprio in quanto queste dice cose sbagliate; dunque d i scisma, restano col Pasparate sono "giornalisti- ; questo Papa non è un vero pa. M a a l l o r a non esistoche", rivelano i l grande di- Papa, è solo una presenza no lefebvriani i r r i d u c i b i fetto della comunità di Ecó- materiale, non sostanziale. l i da noi? ne: la mancanza di studio e A suo tempo. Alleanza catto«Direi di no. Non ne esistono di approfondimento critico lica presentò a Lefebvre uno nemmeno in Spagna. Esistodei risultati del Concilio, la studio demolitore di questa no in Francia, dove oltretutsuperficialità della protesta tesi; monsignore lo rifiutò, to il lefebvrismo eccita una lefrbvriana. Il seminario di definendolo un esempio di segreta vena di gallicanesiEcone aveva, al principio a l - razionalismo. Chi poneva meno, insegnanti cospicui: domande, che richiedevano | mo: in Argentina, dove esicito per'tutti padre Spicq. bi una risposta ricca di cultura ste una mentalità i n certo Mista notevole. A poco a po- e dottrina, veniva espulso modo simile al gallicanesico, questi si sono ritirati. E D u n q u e lo scisma d i Le- mo; i n Germania e i n Svizzead Econe non e mai nata una febvre n o n p r o c u r a i n v o i ra, dove la vicinanza con i "scuola" teologica e liturgi- lacerazioni d i coscienza. protestanti rende incandeca, capace di avviare un con- «Dolore, questo si. M a in scente il problema della l i fronto di idee seriamente ar- questa occasione più che ; turgia. della nuova messa. gomentato. Tutto si esauriva mai noi vogliamo esprimere Ma in Italia no». nelle invettive di monsigno- la nostra gratitudine al PonE perchè no? re. Mancava perfino l'infor- tefice, che nella lettera dell'8 «Per una serie di motivi stomazione: Econe non è abbo- aprile scorso al cardinale i liei. L'Italia ha dato teologi nato all'Osservatore Roma- Ratzinger, proprio sul caso , dogmatici — a cominciare no. Così, a poco a poco, nella Lefebvre. evita di chiamare ! da San Tommaso d'Aquino Fraternità di Lefebvre han- Lefebvre "tradizionalista", — e teologi moralisti, come no preso piede pericolose fol- definendo piuttosto "conserSant'Alfonso de' Liguori, ma lie, passate inavvertite i n vatore" i l suo atteggiamento, non grandi liturgisti. L'atquesto clima di incultura e opposto a "progressista": tenzione è sempre stata conrozzezza». con ciò. riconosce che esiste centrata sulla vita personaun tradizionalismo degno di le, più che sugli aspetti del Q u a l i foUie? rispetto, che non si identifica culto. Da noi c'è stata la Con«Per esempio, s'è infiltrato col lefebvrismo. E la nostra troriforma, "guidata" dai genella comunità un ceito gratitudine si estende al carsuiti, da sempre poco sensigiansenismo, che implica fi- dinale Ratzinger stesso, per bili alla liturgia, senza che ci deismo, una sopravvaluta- come ha condotto la trattatisia stata la Riforma protezione della fede sulla ragio- va: Lefebvre non ha capito di stante, che in Germania inne. 1 lefebvriani dicono: " I l aver davanti un cardinalefuriò appunto sulla natura Dio dei filosofi, il Dio la cui teologo aperto a discutere della Messa come "cena" o esistenza può arguirsi con la con serietà tutti i punti di come "Sacrificio". In Italia, ragione, non è lo stesso Dio dubbio dottrinale. Nel protol'eresia non si è espressa neldella Rivelazione". Per que- collo del 5 maggio. lefebvre ; la religione, ma nella politisto non hanno capito l'incon- si era impegnato "ad u n at- ca: non a caso lo stesso tro del Papa ad Assisi con le teggiamento di studio e di co- , Gramsci, volendo ricercare altre religioni; essi negano municazione con la Sede il corrispettivo della Riforche le religioni naturali con- apostolica, evitando ogni poma protestante in Italia, lo tengano un nucleo di verità, lemica, a proposito di punti i quella verità su Dio cui ogni trova nella fondazione del Partito popolare, nella "Democnizia cristiana" permeata di modernismo». convertito dall'anglicanesimo, i l massimo dei liturgisti viventi. Personalità, voglio notare, di cui la grande stampa non parla mai: i giornali preferiscono parlare di
Avvenire Martedì 28 giugno 1988
Aiuto alla Chiesa che soffre
L'ECO DELL'AMARE
Periodico Bimestrale No. 4 — G i u g n o 1988 Antwerpen X
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Con gioia e gratitudine Vi presento il rendiconto dell'anno scorso. Risultano evidenti, dalle tabelle e dai commenti che le accompagnano, la straordinaria generosità con cui avete aiutato la Chiesa che soffre e le abbondanti benedizioni di Dio sulla nostra Opera. Le entrate, che nel 1987 hanno superato per la prima volta i 50 milioni di dollari, dimostrano la Vostra fiducia nella nostra missione. Il nostro obiettivo pastorale, la nostra fedeltà a Roma e il nostro quarantennale confronto con il comunismo ci hanno preservati dall'infezione marxista che invece ha fatto dimenticare ad alcune organizzazioni ecclesiali il loro vero compito. Anche per questo siete rimasti fedeli a noi. Vi ringrazio, quindi, per questa fedeltà e per la Vostra disponibilità a rispondere al nostro appello di amare Cristo nei più poveri tra i Suoi. Non è possibile che questo amore per il Cristo sofferente non produca conseguenze nel Corpo Mistico. La Chiesa è un sistema di vasi comunicanti. Nessuno vive solo per se stesso. Possiamo supporre che la sorprendente perseveranza di innumerevoli fratelli oltre Cortina sia dovuta anche alle Vostre preghiere ed ai Vostri sacrifici. E da numerose lettere so quanto l'esempio della cristianità perseguitata Vi aiuti a seguire le tracce di Gesù nell' odierna crisi religiosa. E' l'unica via d'uscita dalla grave situazione in cui si trova il mondo.
Nonostante la crisi ecclesiale, in Italia, Francia, Nordamerica e, come in questa foto, in Spagna, Padre Werenfried ha scoperto una nuova gioventù che capisce ed accoglie il suo messaggio. Giovani forze sempre più numerose rinsaldano le file diradate dei benefattori anziani. Inoltre il nostro anniversario ha fatto registrare un record di entrate che sono salite da 41.473.189 dollari (1986) a 50.683.898 nel 1987. E' un aumento del 22 per cento! Speriamo che voi sarete pieni di gioia quanto noi nel leggere questo resoconto. Bilancio
dell'amore
1 9 8 7
In dollari
Percentuale
Saldo al 01.01 87 Offerte
534 732 50.683.898
1,049-0 98.96°,'o
A disposizione
51 218.630 100.00%
Entrate
Uscite Aiuti dati Spese Investimenti Saldo a! 31.1287
45465.941 4.812 239 516 994 423456
88.77% 9.40% 1.00% 0.83%
Totale in dollari USA 51.218 630 100,00%
Infatti non c'è nessuna prova che il sorridente Gorbaciov porterà al mondo la libertà, che egli ha recentemente negata alla Chiesa martire ucraina con argomentazioni menzognere. Dobbiamo piuttosto temere che questo comunista convinto miri, con inquietante genialità, a sostituire la pace atlantica con una 'pax sovietica' per ridurre i paesi industrializzati dell'Europa libera sotto la sferza di dominatori atei. Solo così gli sarebbe possibile sanare la dissestata economia sovietica e prepararsi alla battaglia finale per distruggere il Regno di Dio sulla terra.
Golia, sfidavano il popolo di Dio. Gli israeliti erano paralizzati dalla paura, ma Davide sapeva: "Dio mi libererà dalla mano del filisteo." Quante volte la Chiesa ha visto avanzare verso di sé dei Golia con l'armatura, la spada e di forza superiore! Anche adesso non mancano i tiranni che fanno orgogliosamente affidamento sulle loro divisioni corazzate e sulle armi atomiche. Anche adesso il provocatore di Dio ci atterrisce. Ma Dio è il Re di tutte le genti. Egli le ha create e disseminate sulla terra. Egli mobilita un popolo allontanatosi da Lui per richiamarne all'ordine un altro in procinto di dimenticarlo. I salmi non parlano invano della verga di ferro di Dio.
Ma non temete! Sono sempre apparsi uomini violenti che, come
I più anziani tra noi hanno mentato ciò personalmente.
speriE'forse
mai esistito qualcuno che abbia sfidato Dio con lo stile di Golia come fece Hitler? Com'era impressionante vederlo preparare i piani di dominio nel suo nido d'aquila, al cospetto del panorama alpino, ampio e grandioso, come quello che Satana mostrò a Cristo dal pinnacolo del tempio. C'era forse il diavolo al suo fianco a sussurrargli: "Tutto questo ti darò se. prostratoti, mi adorerai"? Per anni mobilitò tutte le energie del suo popolo per far muovere un gigantesco meccanismo di violenza. Ma chi, pochi anni più tardi, si aggirò tra le macerie del "Reich millenario" e forse si chiese cosa non avesse funzionato nei piani di Hitler, trovò subito la risposta nel Magnificat: "Ha spiegato la potenza del Suo braccio; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni; ha innalzato gli umili". L'umanità l'ha sperimentato tante volte! Perciò nessun pericolo, nessuna minaccia di guerra, nessun attacco contro il Regno di Dio devono scoraggiarci. Un tempo, l'immensa potenza dell 'impero romano si misurò con la giovane Chiesa. Il sangue scorreva a fiumi. Assassini, boia e traditori infierivano sul piccolo gregge. Ma, malgrado tutte le tribolazioni, questo crebbe. Della Roma imperiale sono rimaste solo rovine. Da allora le forze delle tenebre sempre di nuovo si sono alleati contro la Chiesa. Ma essa è invincibile. Siano pure pronti i carri armati ad aggredirci come tigri. Venga persino Roma sommersa dalla marea rossa. Verrà il tempo in cui questo incubo finirà. I giganteschi ritratti dei moderni Golia, che dall'alto di tutti i Cremlini guardano le folle in modo arrogante, verranno lacerati. I ritratti saranno sostituiti dalle icone e nei secoli dei secoli si verificherà ciò che la Chiesa a Pasqua fa dire a Cristo e a noi: "Sono risorto e sono ancora presso di te, alleluia. Hai posto la tua mano su di me, alleluia. Meravigliosa è la tua saggezza, alleluia, alleluia, alleluia."
LA CHIESA E L'IMPERATORE a n n o che sta t r a s c o r r e n d o è, a l i v e l l o d i v i t a p o l i t i c a i n t e r n a z i o n a l e , t u t t o costellato da a p p u n t a m e n t i l e g a t i da u n c o m u n e d e n o m i n a t o re: elezioni presidenziali. Francia, Usa, B r a s i l e , M e s s i c o e C i l e s o n o i Paesi che rinnovano la l o r o leadership p o l i t i c a . Si t r a t t a d i n a z i o n i i n c u i la presenza cattolica, a n a g r a f i c a m e n t e p a r l a n d o , è p i u t t o sto r i l e v a n t e : la Francia è l a cosiddetta «fig l i a p r i m o g e n i t a d e l l a Chiesa», n e g l i U s a i c a t t o l i c i c o s t i t u i s c o n o i l g r u p p o confessionale n u m e r i c a m e n t e più c o n s i s t e n t e (52 m i l i o n i ) , M e s s i c o B r a s i l e e C i l e r a p p r e s e n t a n o le v a r i e l a t i t u d i n i d i q u e l cos i d d e t t o «continente della speranza» che r i s p o n d e a! n o m e d i A m e r i c a l a t i n a . Q u a l e c o m p o r t a m e n t o a s s u m e la C h i e sa d i f r o n t e a queste d i v e r s e scadenze elettorali? La t e n d e n z a p r e v a l e n t e n e i circ o l i i n t e l l e t t u a l i c a t t o l i c i , a n c h e ecclesias t i c i , è q u e l l a d i p r o p o r r e «riflessioni» o suggerire «principi etici» v a l i d i p e r t u t t i , magari elencandoli i n o r d i n e alfabetico per n o n far t o r t o a nessuno (vedi ad esemp i o i l d o c u m e n t o sulle elezioni americane redatto d a l l ' U n i t e d States Catholic Conference, i l «braccio civile» d e i v e s c o v i stat u n i t e n s i ) . L a Chiesa, si dice, n o n è u n a l o b b y , u n «gruppo d i pressione», «non ha interessi p r o p r i da difendere». La sua m i s s i o n e u n i v e r s a l e n o n le c o n s e n t e d i p r e n dere parte al m o n d a n o gioco della p o l i t i ca. Se p r o p r i o si v u o l cercare u n «programma», ecco, lo s i può t r o v a r e n e l l a Carta dei D i r i t t i d e l l ' u o m o adottata dalle N a z i o n i U n i t e q u a r a n t a n n i fa. I c a t t o l i c i p o t r e b b e r o forse s o t t o l i n e a r e , u n p o ' più degli altri, i l valore della vita.
o ra, alcune d i queste a f f e r m a z i o n i , a s t r a t t a m e n t e considerate, possono *»<;<;<»rp f a c i l m e n t e (r.nzi, ovv i a m e n t e ) c o n d i v i s e . I l p r o b l e m a è u n alt r o . E l ' i m p r e s s i o n e , e v i d e n t i s s i m a i n alc u n i casi, che esse n a s c o n d a n o (o r i v e l i no, a seconda d e l l ' a n g o l o v i s u a l e ) u n a realtà d i f a t t o : l'assoluta evanescenza d e l la presenza c r i s t i a n a a l l ' i n t e r n o d e l l a società. U n c o r p o u m a n o , q u a n d o è v i v o e sano, e s p r i m e d e l l e esigenze, m a n i f e s t a d e g l i interessi, è pressato da b i s o g n i . I l d r a m m a della Chiesa o d i e r n a è che h a perso tale corporeità u m a n a ( d ' a l t r a parte questa è la t e n t a z i o n e d i a b o l i c a r i c o r rente nella s t o r i a d e l l a C h i e s a : e l i m i n a r e la realtà c r i s t i a n a c o n s e r v a n d o n e le pa-
r o l e e le f o r m e . Si c h i a m a gnosi). D a q u i d e r i v a q u e l l ' i m p r e s s i o n e d i astrattezza, d i i m p o s s i b i l e «neutralità» (perché i l potere p o l i t i c o e d e c o n o m i c o è più f o r t e delle b u o n e i n t e n z i o n i ) , d i vago m o r a l i s m o che e m a n a da t a n t e d i c h i a r a z i o n i , i n t e r v i s t e , messaggi s u l t e m a «Chiesa ed elezioni». L a cosa g r a v e è che q u e s t o atteggiamen t o d i asetticità, d i «imparzialità», v i e n e teorizzato c o m e b u o n o e c a l d a m e n t e suggerito («è più puro» si dice). Viene i n m e n te q u e l che s c r i v e v a n e l secolo scorso J o h n H e n r y N e w m a n ne Gli ariani del IV secolo: «Dal m o m e n t o che è d i f f u s a l'err a t a o p i n i o n e che i c r i s t i a n i , e specialm e n t e i l c l e r o , i n q u a n t o t a l i n o n abbian o n e s s u n a r e l a z i o n e con g l i affari t e m p o r a l i , è o p p o r t u n o cogliere o g n i occasione p e r n e g a r e f o r m a l m e n t e tale posizione... È v e r o i n v e c e che la Chiesa è stata s t r u t t u r a t a a l fine s p e c i f i c o d i o c c u p a r s i 0 (come direbbero i n o n credenti! di i m m i s c h i a r s i nel mondo». I l problema n o n è, s i b a d i bene, la r i c o m p a t t a z i o n e com a n d a t a d e l l e f i l e c a t t o l i c h e (peraltro s e m p r e più esigue), né t a n t o m e n o l ' a d o zione su scala p l a n e t a r i a d e l m o d e l l o part i t i c o d e m o c r a t i c o - c r i s t i a n o (la storia presente i n s e g n a che a n c h e t a l i p a r t i t i possano d i v e n t a r e f u n z i o n a l i a strategie a n t i c a t t o l i c h e ) . Q u e l che è i n g i o c o è la concretezza umana della v i t a c r i s t i a n a . C o m p r e s i g l i i n e v i t a b i l i r a p p o r t i c o n g l i assett i d e l potere m o n d a n o che u n c r i s t i a n o v i v o e protagonista d e n t r o i l m o n d o stabilisce.
A 1 tempo dell'imper a t o r e r o m a n o C o m m o d o ( I I secolo d.C.) 1 cristiani subivano persecuzioni; alcuni d i l o r o v e n i v a n o m a n d a t i a i l a v o r i forzat i i n Sardegna. La comunità c r i s t i a n a d i Roma, i l Papa V i t t o r e i n testa, trovò i l m o do d i aiutare i fratelli deportati, interced e n d o presso M a r c i a , l ' a m a n t e deh i m p e r a t o r e , forse u n a c r i s t i a n a e s i c u r a m e n t e u n a «simpatizzante», per la l o r o liberazion e . I n t a l m o d o r i u s c i r o n o a far t o r n a r e l i b e r o a R o m a C a l l i s t o , che più t a r d i d o v e v a d i v e n t a r e Papa. O g g i u n r a p p o r t o così c o n c r e t o e d a l l o stesso t e m p o p u r o c o n i l p o t e r e n o n é più n e m m e n o concep i b i l e ; oggi si sarebbe t e n t a t i d i a p p l i c a re i l c r i t e r i o d e l l a «coerenza morale» d e l l ' i m p e r a t o r e p a g a n o e n o n q u e l l o (applicato d a i p r i m i cristiani) della «Libertas ecclesiae», c o n i l r i s u l t a t o che i c r i s t i a n i starebbero ancora marcendo nelle miniere sarde.
GI 3 B3A0 S N. 5 - MAGGIO 1066
Intervista allo scrittore sovietico
Zinoviev: per la seconda volta si stanno spartendo il mondo di A r r i g o B o n g i o r n o MILANO. Vorrei che i fatti m i smentissero, ma temo che ci troviamo d i fronte a u n evento più astuto e grave della conferenza di Yalta. Una nuova spartizione del mondo tra Urss e Usa è matematica, e può essere contrastata soltanto da un'Europa unita e forte, con un preciso senso della realtà. Gli Stati Uniti, le loro forze finanziarie, inseguono p r o p r i particolari interessi, che per ora coincidono con quelli della controparte sovietica. L'errore che tutto l'Occidente sta compiendo, i l più rischioso, è quello di non capire la strumentalità della «perestrojka». La «Cassandra» Aleksandr Zinov'ev, scienziato e scrittore espulso dall'Urss nel 1976 per avere pubblicato all'estero «Cime abissali», è •a Milano per l'uscita, nelle edizioni Spirali, di un suo l i bro preciso come u n teorema: «Il gorbaciovismo». E' un'opera che si aggiunge ad altri sàggi e romanzi che Zinov'ev va pubblicando da un decennio i n tutti i maggiori Paesi, e che hanno la prorietà, difficilmente accettaile sul piano psicologico, di smontare dall'interno i meccanismi della perpetuabilità, dell'autorinnovamento del comunismo: un'idra che si avvale di tutte le debolezze, di tutte le illusioni, di tutte le superficialità di cui è capace l'uomo. Zinov'ev ha questa caratteristica che rischia di renderlo indisponente: non indulge minimamente sui sentimenti: è un logico, un filosofo, un analista che chiama le cose e i fatti col loro nome preciso e indiscutibile. Non a caso nel]'Urss della «glasnost» è considerato la bestia nera del dissenso; su lui la calunnia e il disprezzo sono elargite con prodigalità illimitata.
E
Professor Zinov'ev — domando a questo difficile interlocutore, dopo una schoccante conferenza da lui tenuta, davanti a un pubblico numeroso nonostante lo sciopero dei quotidiani, presso la sede delle Edizioni Spirali —; nel suo Paese d'origine, la filosofia del "bisogna pur vivere" è stata mascherata, per settant'anni, dietro gli slogan inneggianti al "radioso avvenire" del socialismo. Osa l'Urss è a una svolta
Ma i l "bisogna p u r vivere" può coincidere, finalmente, con i progetti della perestrojka? «La perestrojka di Gorbacioc — risponde Zinov'ev — svolge la stessa funzione dei vecchi slogan, ma in condizioni nuove. E' una nuova forma di demagogia, un nuovo linguaggio che crea illusioni solo i n Occidente. A l riguardo, i popoli dell'Urss nutrono speranze molto scarse. La perestrojka, infatti, non è architettata a beneficio della popolazione. Ammesso e non concesso che le riforme trovino spazio e non siano soffocate dagli ostacoli connaturati nel sistema, le riforme gorbacioviane sono sopravvalutate soltanto i n Occidente. A parole sembranp un passo verso le necessità umane dei cittadini, i n realtà sono una forma nuova di sfruttamento della popolazione, a beneficio della classe privilegiata del comunismo reale».
re la politica della carota con la vecchia politica del bastone, molto più adeguata alla natura della società da gestire».
Signor Zinov'ev, da pochi g i o r n i sono t o r n a t o d a l suo Paese. I n dieci g i o r n i ho a v u t o m o l t i i n c o n t r i , con a l t i d i r i g e n t i p o l i t i c i d i Mosca, con d i r e t t o r i d i g i o r n a l i e responsabili d i kolchoz dell'Asia centra: le. H o a v u t o modo d i o v servare le condizioni d i ; v i t a dei c i t t a d i n i . Negozi semi v u o t i , fabbriche obsolete, strade sfondate da u n traffico d i mezzi d a cim i t e r o delle macchine, paesi c o n t a d i n i cadenti e desolati. I n s o m m a i l divario t r a progetti ambiziosi d i perestrojka e condizion i dei c i t t a d i n i , m i è semb r a t o enorme. Chi e quale i n i z i a t i v a potrà r i m e t t e r e i n piedi questa vostra nazione stanca e avvilita? «Le condizioni di vita del nostro popolo potrebbero essere migliorate senza i l trucco A b b i a m o t u t t i i m p a r a t o della perestrojka: basterebalcune parole-chiave: sta- be recuperare i l senso della gnazione, per esempio, si realtà. L'Urss è una superporiferisce a l lungo periodo tenza sottosviluppata, come brezneviano. I n quell'e- ha già detto qualcuno. Bastepoca lo sviluppo dell'Urss rebbe fossero fermate le spesembra essersi fermato. se i n sostegno di Cuba, del «No. Fu l'epoca del potenzia- Nicaragua e di altre regioni mento militare dell Urss, nevralgiche dove Mosca è che poi era iniziata con Kru- impegnata con un ruolo imsciov, nonostante la sua de- periale. I gorbacioviani, solo nuncia clamorosa del "culto a parole perseguono i l midella personalità" di Stalin. glioramento della vita in Quello attuale è soltanto l'inizio di un'evoluzione della dirigenza sovietica in dire- Urss. Il loro obiettivo è diverzione di un breznevismo me- so, anzi lo stesso del passato glio mascherato, fi "nuovo di Stalin, Krusciov, Breznev pensiero" preteso dai gorba- e Andropov: i l rinnovamencioviani è soltanto la nuova to dell'industria militare, e forma demagogica di u n vec- anche di quella civile, possibile ora grazie alla jointvenchio comportamento». ture con l'Europa occidentaI n che senso? D discorso, 1 le, fi rinnovamento tecnoloprogetti su cooperative e gico di questi settori è indiiniziative private, sono spensabile ali'Urss invecchiata e stanca, ma i dirigenpur sempre novità d i r o m ti non sono affatto convinti penti i n u n sistema che da settant'anni ha dimostra- della necessità di convertirsi alla democratizzazione tanto to la sua pervicace fedeltà conclamata. I gorbacioviani a l rigorismo statale e colsono decisi a rilanciare il lettivista. Paese sulla scena interna/io «Sono soltanto droghe i n naie, benché i cittadini soviegrado di dare successi temtici non riescano a credere poranei. Un enorme Paese, più a nulla». multinazionale e multietnico, non può vivere a lungo di droghe gorbaciovane. La loro azione, presto o tardi, si indebolirà e cesserà del tutto. E allora sarà i l momento in cui la dirigenza sovietica si vedrà costretta a combina-
La sua è una tesi condivisa da m o l t i emigrati. Solo che oggi quasi tutta l ' i n tellighentja sembra schierata con Gorbaciov. Vuole credere n e i suoi programmi e aiutarli a crescere. «In realtà i l dissenso classico è stato schiacciato o neutralizzato. E appena affiora qualche fenomeno degno di attenzione, come i l ventilato Movimento democratico, ecco che la repressione scatta inesorabile. Grigoiiants e compagni lo hanno verificato sulla propria pelle. Questi fatti confermano l'immutabilità del sistema, che si esprime cambiando solo la scorza. Nella sostanza, anche chi in buona fede crede di portare u n contributo di rinnovamento i n senso democratico, viene fagocitato dai meccanismi di u n sistema incompatibile con qualsiasi germe di liberalismo». L'Europa, i l mondo inter o guardano a l vertice Reagan-Gorbaciov con m o l t o interesse (forse con qualche illusione). M a le sembra giusto immaginar e che la distensione, i l disarmo siano u n a l t r o momento dell'inganno, e non u n a fase obbligata — dati i mezzi diabolici d i cui dispongono le grandi potenze — s u l cammino della pace e la liberazione dell'uomo? «Capisco i l desiderio di pace, c lo condivido. Ma conosco troppo bene i l sistema sovietico. Bisogna essere molto ingenui pei - credere nella buonafede di Mosca. Oggi ci troviamo di fronte a una forma nuova di spaninone del mondo, molto più insidiosa di quella pattuita a Yalta. Vorrei tanto sbagliarmi, ma la logica in cui siamo coinvolti è questa. La logica del potere non lascia vie di scampo».
Appelli a De Mita e all'Orili per la libertà dei fratelli Pepa Roma - «Libertà per i frat e l l i Popa», chiede l'appello a De M i t a e Andreotti presentato ieri d a l «Comitato per i dir i t t i u m a n i i n Albania». I n questa moderna tragedia greca le colpe dei p a d r i ricadono sui figli u i sei rifugiati presso la nostra ambasciata a Tirana attendono dal 12 dicembre '85 l'asilo politico nel nostro paese. Sono perseguitati dal governo albanese perché sul capofamiglia pesa l'accusa d i aver simpatizzato con g l i «occupanti» all'epoca dell'annessione all'Italia. E poi per la fuga i n Canada d i u n loro fratello nel '52. Per ritorsione i Popa furono deportati i n una colonia agricola d i Du1 razzo. I sei fratelli continuano a sperare che i l nostro governo faccia i passi d i p l o m a t i c i necessari per la loro partenza. «Ma i l ministero degli Esteri - spiega Marco Invernizzi, responsabile d i "Alleanza Cattolica", che conduce la battaglia per gli esuli - continua a chiedere silenzio e discrezione a c h i sollecita concrete ini-
ziative. Da due anni nessuna dichiarazione ufficiale è stata fatta al riguardo, nemmeno per confermare se sia stata costituita la Commissione italo-albanese per i negoziati, come da tempo annunciato». Così, i l «Comitato per i dir i t t i u m a n i i n Albania» promosso nell'87 da «Alleanza Cattolica» ha deciso d i alzare la voce e ha raccolto molte firme. La petizione per i fratelli Popa è sottoscritta dai vescovi Michele M i n c u z z i d i Lecce e Giuseppe Casale d i Foggia, da magistrati come Piero Pajardi, presidente della Corte d'Appello d i Milano, da docenti universitari come Rosario Assunto, Cesare Ribolzi e Raffaello F r a n c h i n i . L'albanese i n esilio Zef Margjinaj, segretario generale del movimento «Albanesi per i d i r i t t i umani», ha diffuso ieri, nel corso della conferenza-stampa, anche un appello alle Nazioni Unite, ai capi d i stato e ai governi dei paesi liberi per far conoscere «la dura d i t t a t u r a che subisce
i l Giornale
oggi i l popolo d'Albania». Margjinaj ha detto che per «reati d'opinione» i l governo comunista albanese ha fatto fucilare, impiccare e torturare o l t r e 70.000 persone. Oggi sono più d i 150.000. secondo l'esule, i detenuti i n campo di concentramento e d i lavoro forzato e 12.000 ì prigionieri p o l i t i c i . I l continuo, anche se difficile e pericoloso esodo degli albanesi verso i l mondo libero ha portato fuori dai paese t r e n t a m i l a rifugiati. T u t t o questo su una popolazione complessiva d i 2 milion i e mezzo d i persone. «Ma i l sistema marxista ha detto ancora Zef Margjinaj - n o n p u n t a solo alla soppressione fisica, n o n costringe solo alla fuga dalla patria: annienta i valori della nostra c u l t u r a e tradizione, proibisce le più antiche usanze, distrugge le biblioteche, vieta la vita religiosa». «Per t u t t i questi m o t i v i - ha concluso combattere per la libertà dei fratelli Popa è combattere per la libertà d i t u t t o i l popolo albanese». Anna Maria Greco
• MERCOLEDÌ • 6 LUGLIO
1988
:
77 dramma dei sei fratelli albanesirifiigiatinell'ambasciata italiana a Ti
Popa, la Farnesina sta a guardare Dopo due anni e mezzo ancora nessuna soluzione di STEFANO MENSURATI R O M A — « E le stelle stanSoluzione della quale non no a guardare», intitolò Cro- si" vede l'ombra. Non solo. 11 nin nel 1934 uno dei suoi ro- «Giornale» ha ammesso di manzi più riusciti; « E la Far- aver ricevuto pressioni dalla nesina sta a guardare» po- Farnesina d i non enfatizzare trebbe essere intitolata l'av- la vicenda perché Tirana conventura che dal 12 dicembre sidererebbe alla stregua d i provocazione 1985 vede protagonista la fa- una volgare miglia Popa, sei fratelli alba- qualsiasi pubblicità data nesi che da quel lontano gior- all'argomento. Ora se è comno di due anni e mezzo fa vi- prensibile che in determinate vono rifugiati nella amba- situazioni i l «silenzio stamsciata italiana d i Tirana, i n pa» possa risultare utile per attesa d i un improbabile ac- non intralciare la trattativa in coglimento della loro richie- corso, gli organismi compesta di emigrare in Canada, tenti non possono tenere per raggiungere i l loro fratel- eternamente all'oscuro Topi- ; nione pubblica su una vicenlo maggiore. da così grave e singolare, doPer ricordare l'incredibile po che negli ultimi rempi si è vicenda dei Popa, i l Comita- addirittura parlato d i una to per i diritti umani in Alba- prossima visita ufficiale del nia e «Alleanza Cattolica» nostro presidente della Rehanno tenuto ieri una confe- pubblica in Albania. renza stampa nei locali del Centro Russia Ecumenica. Proprio ieri è stata presenZef Margjinaj, presidente del tata al presidente del ConsiComitato per i diritti umani glio ed al ministro degli Estein Albania, ha esauriente- ri l'ennesima petizione in famente illustrato la situazione vore dei Popa. Essa si avvale dei Popa: le trattative tra i l delle firme d i vescovi, magigoverno italiano e quello al- strati e docenti universitari banese non hanno finora da- ma non di politici, ai quali to alcun esito positivo e gli viene richiesto un impegno appelli per una positiva con- diretto nelle opportune sedi clusione della vicenda sono istituzionali. praticamente caduti ne! vuoAnche negli Enti Locali, to, dato i l comportamento spesso per iniziativa di considella Rai e della quasi totalità glieri missini, sono stati predegli organi d i stampa che sentati numerosi ordini del hanno s i s t e m a t i c a m e n t e giorno in favore dei fratelli Popa, due dei quali, per diignorato il caso. In una interrogazione pre- sperazione, pare abbiano recentemente tentato i l suicisentata nell'estate de! 1986 dio. dal deputato missino Parlato e sottoscritta oltre che Del resto per i due fratelli dall'intero gruppo anche da A k i l ed Ermione e le quattro alcuni deputati di altri parti- sorelle Irene, Ileana, Nikal e t i , si faceva presente al mini- Zhanetas, l'alternativa alla stro degli Esteri Andreotti libertà è rappresentata da che non era più possibile una pena minima di 10 anni temporeggiare «nei confronti in un campo di lavoro fino di uno Stato che è già larga- alla pena capitale, alla quale, mente beneficiario delle rela- date le «aggravanti» d i cui zioni economiche con l'Ita- sarebbero responsabili, diffilia» e si auspicava una solle- cilmente potrebbero sottrarcita soluzione dello spinoso si. Coloro che vengono arreproblema. stati nel tentativo d i lasciare clandestinamente i l paese sono infatti condannati in base all'articolo 47 del Codice Pe-
nale, che punisce i l reato d i .tradimento. 11 paragrafo 11 fa riferimento alla «fuga dallo Stato», reato al quale per i fratelli Popa ne andrebbero aggiunti altri, tra cui quello di cospirazione e d i incitamento all'odio nazionale. Quella dei fratelli Popa non è che la punta dell'iceberg cui è sottesa una sistematica azione repressiva dello Stato albanese nei confronti dei suoi sudditi: si pensi che su d i una popolazione di poco più d i due milioni e mezzo di abitanti, oltre 150 mila sono rinchiusi nei campi di concentramento e di lavoro forzato. D i questi oltre 12.000 sono ufficialmente agli arresti per motivi politici, ma in realtà i detenuti comuni sono un'esigua minoranza, in quanto ai dissidenti viene quasi sempre appioppato anche qualche altro reato, tanto per giustificare le condanne. 1 processi infatti sono pubblici, visto che secondo l'art. 4 della legge sull'Ordinamento giudiziario del 1968 «Nello svolgimento della loro azione i Tribunali del Popolo sono guidati dall'indirizzo politico del Partito. Nell'assolvimento dei loro compiti essi sono sostenuti dalle masse lavoratrici e sono soggetti alla loro critica ed al loro controllo». A salvaguardia della regola-
Secolo
d'Italia
rità dei processi è comunque «garantito» i l diritto alla d i fesa, anche se poi. nei casi politici l'avvocato è tenuto a fornire alle autorità informazioni sul proprio assistito e può essere persino chiamato a fornire prove a carico! Questo è i l «paradiso» dal quale fino ad oggi sono riusciti a fuggire in 40 mila, dove la paga di un operaio è di circa 400 Lek e una bicicletta ne costa 900. Dove i fagioli, «piatto nazionale» sono razionati, dove tutte le importazioni non arrivano alla popolazione ma si fermano nel quartiere dei dirigenti di Part i t o , costruito a Tirana nell'anteguerra dagli italiani ed ora guardato a vista dagli agenti della famigerata «Sigurimi», la polizia segreta. Questa è oggi l'Albania, le cui coste sono visibili a occhio nudo da Otranto, dove sino ad un mese fa — non si hanno notizie più recenti — la nostra ambasciata era divenuta una sorta di bunker, sottoposta al razionamento di viveri da parte del governo, ed alla quale nel dicembre scorso era stato rifiutato persino l'ingresso di un medico per curare uno dei sei PO-N pa ammalato. Una situazione che disonora i l regime albanese — i l che poco importa — ma che non fa onore neanche al nostro paese.
Mercoledì 6 luglio 1988
Caro direttore, mi rivolgo a lei perché il suo giornale, pur non rinunziando neanche lui a sparare titoloni sulle riabilitazioni in corso a Mosca, che sono altrettante condanne per me, è fra quelli che fanno meno sforzi per mostrarsi sorpresi e indignati dalle rivelazioni sulla innocenza delle vittime. E fa bene. Che le vittime fossero innocenti non ne ha mai dubitato nessuno, e nessuno ha mai dubitato che qualcuno ne dubitasse. Lei potrà d i r m i che sorpresa e indignazione fanno parte della sceneggiata. Se è così, passi. Purché siamo d'accordo che solo di sceneggiata si tratta. Ma non vorrei essere frainteso. Non ho nessuna intenzione di stendere un memoriale di difesa. Come potrei? Fui io a introdurre la regola che fa obbligo all'epurando non solo di confessare le colpe che non ha commesso, ma anzi di aggiungervene d i suo. qualche altra, supremo sacrificio agl'interessi del partito. Ora che tocca a me, devo dare il buon esempio. Per cui sottoscrivo tutto. Non solo i falsi commessi a carico di Bucharin (il mio caro, povero, vecchio Bucharin cui volevo tanto bene), di Kamenev, di Z i noviev (a cui volevo molto meno bene), di Radek ecc. Ma sottoscrivo anche l'accusa che mi è stata lanciata dalla Komsomolskaya Kultura, e che i l suo giornale si è affrettato a riprendere dandole i l giusto risalto, secondo cui io sarei stato al tempo della deportazione in Siberia, un agente al soldo della polizia zarista. Secondo quanto confidò un vecchio bolscevico, Ivan Borisov, al giornalista Alexandr Lazebnikov. E come sarebbe dimostrato dal fatto che io fui i l solo deportato che riuscì ad evadere: cosa impossibile senza l'aiuto della polizia, visto che il lager era al centro di un deserto di 500 chilometri di raggio. Purché la cosa resti tra noi, le dirò che in questo racconto del compagno Borisov, qual"cosa di vero c'è. Ricordo benissimo che Borisov e tutti gli altri prigionieri diffidavano di me, come io e tutti gli altri prigionieri diffidavamo di Borisov: ognuno diffidava dell'altro, e con piena ragione perché ognuno di noi aveva nella polizia qualche protetto- : re, e nessuno di noi ha mai saputo se questo protettore lavorava per lui, o se lui lavora-
va per i l protettore, cioè per la polizia. Questo era i l clima in cui si è sempre svolta la cospirazione: nelle cui pieghe, capirà, si può pescare a piene mani quanto occorre, e ne avanza, per mandare al muro o mettere alla gogna chiunque, vivo o morto, a cominciare da Lenin. Vedrà, quando toccherà a lui. L'unica cosa su cui le chiedo giustizia e riparazione è la frase usata da un suo collaboratore: «Stalin si rivolterà nella tomba». Eh no, caro direttore, questo no. Le assicuro che io nella tomba non m i r i volto affatto, e se potessi farlo, lo farei solo per applaudire coloro che m i stanno intentando i l processo. Lo.fanno, secondo me, i n maniera un po' precipitosa, mettendo troppa carne al fuoco, e dando l'impressione di una gara tra loro a chi la dice più grossa per arrivare primo al traguardo dell'antistalinismo e guadagnarsene un brevetto antemarcia. Ma lo fanno secondo i più puri canoni dello stalinismo: tutti insieme, e dopo averne ricevuto licenza dall'alto, come usava ai miei tempi.
Nella tomba m i rivolto, sì, ma di felicità. Perché fin quando l'antistalinismo sarà in mano a loro, Stalin potrà anch'essere disseppellito e mandato al rogo. Ma lo stalinismo può dormire sonni tranquilli: ha trovato i suoi eredi. Josif Vissarionovic Stalin
E' da me che hanno imparato a usare i morti per fregare i v i v i . E' da me che hanno i m parato a dare la parola all'imputato solo dopo avergli strappato la lingua. Nessun padre - me lo lasci dire - è rivissuto nei propri figli come rivivo io nei miei persecutori. Bravi ragazzi. Ancora un po' immaturi e avventatelli (sento che stanno per tirar fuori dalla tomba anche Trotzki: un po' di calma, vorrei raccomandargli, prima digerite l'ultima infornata). Ma devo r i conoscere che nella demolizione del mito mio, la loro tecnica è impeccabile. Altro che Kruscev. Kruscev, povero contadinaccio ucraino, si l i mitava a denunciare le mie nefandezze contro la Nomenclatura, che era i l modo m i gliore per rendermi simpatico alla gente: i l «piccolo padre» che picchia i cattivi boiardi è la figura più amata dai russi. I miei ragazzi hanno capito che per demolire Stalin, bisogna cominciare dalla culla, e lo fanno, come lo faceva Stalin coi suoi avversari, anche quando non lo erano. No no, caro direttore, me lo lasci dire: sono fiero di loro. Si faranno, vedrà, si faranno.
i l Giornale •
19 G I U G N O 1988
Roger Miranda e i sandinisti Già alto funzionario del governo nicaraguense, Miranda lo scorso autunno decise di lasciare i sandinisti e di vuotare il sacco. Ecco quel che raccontò agli agenti americani. TREVOR ARMBRISTER
L
o
i n una casa ben sorvegliata nei s o b b o r g h i A d i W a s h i n g t o n , a l c u n i agenti americani ascoltarono a l u n g o quel che aveva da raccontare l ' a l t o funzion a r i o del g o v e r n o sandinista appena fuggito negli Stati U n i t i . A p p r e s e r o cosi t r a l ' a l t r o che i sandinisti avevano p r o c u r a t o fucili sovietici AK-47 ai g u e r r i g l i e r i c o m u n i s t i d e l P a r t i t o di avanguardia popolare d e l Costa Rica; addestrato m i l i t a r m e n t e nelle file dell'esercito nicaraguense i ribelli g u a t e m a l t e c h i ; insegnato ai ribelli d i sinistra del Salvador l'uso d e g l i A r r o w , missili p o r t a t i l i a u t o g u i d a t i a raggi infrarossi f o r n i t i d a l l ' U n i o n e Sovietica per l ' a b b a t t i m e n t o d i aerei a bassa quota. Ma la cosa più i m p o r t a n te era che il g o v e r n o sandinista aveva SCORSO AUTUNNO,
o t t e n u t o dai sovietici l'approvazione per u n considerevole potenziamento del p r o p r i o apparato m i l i t a r e in violazione del piano d i pace d e l l ' A m e r i c a Centrale appena sottoscritto. La raccolta delle i n f o r m a z i o n i durò settimane. Ma le rivelazioni del maggiore Roger M i r a n d a Bengoechea, che a soli 34 a n n i era già stato capo del seg r e t a r i a t o del m i n i s t e r o della Difesa del Nicaragua, confermavano ciò che i f u n z i o n a r i americani sospettavano già da un pezzo: il regime sandinista stava preparando una massiccia opera d i sovversione nei c o n f r o n t i dei governi d e l l ' A m e r i c a Centrale. Le credenziali di Miranda sono i n contestabili. M e m b r o dell'Assemblea nazionale - il parlamento sandinista - era stato il principale collaboratore del generale H u m b e r t o Ortega Saavedra, capo del ministero della Difesa e fratello del presidente del Nicaragua, Daniel Ortega Saavedra. Secondo il New York Times le rivelazioni d i M i r a n d a erano «sorprendenti» perché indicavano che Managua stava già violando il piano di pace d e l l '
elezione
Giugno 19C8
óoi Rf adcrè Digest
I
r i b e l l i uccisero Pedro Joaquín Cham o r r o , il c o m b a t t i v o d i r e t t o r e del q u o t i d i a n o La Prensa d i Managua. L ' o m i c i d i o fece scoccare la scintilla di u n ' i n s u r r e z i o n e che s'intensificò • v je m t é •• g i o r n o d o p o g i o r n o . « T o r n a in patria» chiese a M i r a n d a il leader dei r i belli Tomás Borge Martínez, attuale m i n i s t r o d e l l ' I n t e r n o del Nicaragua. «Abbiamo bisogno d i te.» M i r a n d a tornò e ben presto d i v e n n e viceA m e r i c a Centrale. Ma c'era d i più: c o m a n d a n t e delle forze r i b e l l i nella m e n t r e M i c h a i l Gorbaciov i n c o n t r a regione d i Masaya dove si. distinse va i l presidente Reagan a Washingnei c o m b a t t i m e n t i c o n t r o la G u a r d i a t o n , impegnandosi solennemente a Nazionale. Poi, nel l u g l i o del 1979, osservare il c o n t r o l l o sugli a r m a m e n Anastasio Somoza fuggi e i sandinisti ti e a r i d u r r e le tensioni nel m o n d o , presero i l p o t e r e . n e l l ' A m e r i c a Centrale era i n a t t o una C o n v i n z i o n i e realtà. D u e mesi corsa al r i a r m o patrocinata da Mosca. d o p o , i capi sandinisti si r i u n i r o n o D a l C i l e a l Messico. N e l 1956, in segreto per redigere q u e l l o che q u a n d o Roger M i r a n d a n o n aveva è stato c h i a m a t o i l D o c u m e n t o delle ancora t r e a n n i , u n sicario assassinò i l 72 O r e . La carta stabiliva le d i r e t t i v e presidente del Nicaragua, Anastasio per edificare u n o stato c o m u n i s t a nel Somoza G a r d a . (A succedergli furoNicaragua. Pubblicamente i sandinino p r i m a i l figlio maggiore L u i s , e sti avrebbero perseguito una politica p o i i l figlio m i n o r e Anastasio.) Lq esterna d i «non allineamento», u n ' G u a r d i a Nazionale arrestò il n o n n o economia d i t i p o «misto» e una polid i M i r a n d a - del t u t t o estraneo al tica i n t e r n a caratterizzata d a l «plurad e l i t t o - e lo condannò a m o r t e con lismo». D i e t r o questa c o r t i n a f u m o sentenza sommaria. La tragedia accegena, a v r e b b e r o p o t u t o «costruire i l se nella coscienza del ragazzo un o d i o socialismo con i d o l l a r i d e l capitaliimplacabile per la famiglia Somoza. smo», spiegò B a y a r d o A r c e , u n o d e i N e l 1969 M i r a n d a era o r m a i diventanove comandantes d e l consiglio i n t e r to un r i v o l u z i o n a r i o , i m p e g n a t o nelle n o sandinista. Funzionò. I I presidente violenze d i strada e nei sabotaggi. degli Stati U n i t i , J i m m y C a r t e r , e i l Si sposò u n anno d o p o ed ebbe Congresso i n v i a r o n o ai sandinisti 118 una figlia. Poi, q u a n d o seppe che la milioni di dollari di aiuti. G u a r d i a Nazionale lo stava cercando, I n t a n t o l'autorità d i M i r a n d a crefuggi all'estero. Nel febbraio del 1973 M i r a n d a ar- sceva. Cominciò a fare viaggi con rivò all'Università del Cile. A b b a n - incarichi m i l i t a r i a C u b a , i n Corea del donò i l cattolicesimo e si proclamò N o r d , G e r m a n i a O r i e n t a l e e U n i o ne Sovietica. Fu a l l o r a che le sue marxista. N e l settembre d i quell'anno convinzioni politiche cominciarono a u n c o l p o d i stato m i l i t a r e rovesciò il «scontrarsi con la realtà». Nella Cuba presidente del Cile Salvador A l l e n d e . d i Castro, M i r a n d a si aspettava d i I soldati setacciarono la capitale, Sant r o v a r e «il paradiso in terra». M a n o n tiago, i n cerca d i studenti d i sinistra. finiva d i n u t r i r e sospetti su u n r e g i m e Facendo i r r u z i o n e i n una casa dove politico nel quale si subiva u n i n t e r r o M i r a n d a si trovava con degli amici, g a t o r i o o g n i volta che si usava l'ascenu n soldato a p r i il fuoco. U n a pallottosore d i un albergo. Nella R e p u b b l i c a la c o l p i all'anca M i r a n d a che dovette Democratica Tedesca, le autorità gli r i m a n e r e i n ospedale tre mesi. (Oggi, spiegarono che i l M u r o d i B e r l i n o d o p o sei o p e r a z i o n i , p o r t a un'anca era stato c o s t r u i t o per f e r m a r e g l i artificiale.) M i r a n d a andò q u i n d i in «infiltrati» d a l l ' O c c i d e n t e . M i r a n d a Messico, dove si laureò i n economia era perplesso. A Mosca i sovietici g l i all'Università a u t o n o m a d i Puebla. p r o m i s e r o d i spedire nel suo paese Nel gennaio del 1978, u n g r u p p o d i (56Ck/Fj
ROGER MIRANDA E I SANDINISTI m o n t a g n e d i f o r n i t u r e m i l i t a r i , ma i n t a n t o vedeva lunghe file d i persone in attesa davanti a negozi con scaffali quasi v u o t i . D i v e n u t o maggiore, M i r a n d a guadagnava l'equivalente di 90 d o l l a r i al mese. Apparteneva però alla élite privilegiata marxista. A b i t a v a i n una villa protetta da u n alto m u r o , insieme a Graciela, la sua seconda moglie, ai genitori e al figlio. I n garage aveva due auto nuove e, i n caso di necessità, poteva disporre d i u n autista. Aveva anche dei servitori e i l regime sandinista provvedeva alle spese per v i t t o , bevande, affitto, gas e vestiario. I comandantes vivevano ancora meglio, e M i r a n d a rimase sconvolto nell o scoprire che erano c o i n v o l t i n e l traffico d i droga. «Questo è competenza d i Borge» disse un g i o r n o a M i randa H u m b e r t o O r t e g a , riferendosi al m i n i s t r o d e l l ' I n t e r n o . «È u n m o d o d i fare la g u e r r a agli Stati U n i t i . E i n o l t r e dà b u o n i profitti.» Poi c'era i l c o n t o i n banca, ovviamente segreto. C o m e braccio destro d i H u m b e r t o O r t e g a , M i r a n d a amministrava i suoi affari personali. Sapeva q u i n d i d e l d e n a r o che i l suo capo prelevava o g n i mese dal bilancio delle forze a r m a t e per depositarlo a Panama. N e l 1985, i n t u e n d o che Panama stava d i v e n t a n d o p o l i t i c a m e n t e instabile, H u m b e r t o O r t e g a g l i fece trasferire i l suo p r o p r i o c o n t o d i u n m i l i o n e e mezzo di d o l l a r i ( N ° 58946) alla sede della Banca Nazionale d i Parigi i n Svizzera. Questo e un reato, pensò M i r a n d a . // mio paese viene saccheggiato. E p p u r e i comandantes si presentavanó in televisione per chiedere a l t r i sacrifici al p o p o l o del Nicaragua. B a n d a d i assassini. Da q u a n d o era cominciata la resistenza dei contras. M i r a n d a si era sempre presentato al ministero della Difesa o g n i m a t t i n a p r i m a delle sette e lavorava sodo fino alle 22. M a o r a decise d i uscire d a l suo ufficio e girare per le campagne in cerca d i quei «mercenari al soldo degli americani» d i c u i parlavano t a n t o i fratelli O r t e g a . D o p o più d i un mese M i r a n d a concluse che n o n esistevano. Questa non 'e una guerra d'aggressione, ma una guerra civile, pensò. Famiglie intere si sollevano in armi contro il governo. I n u n piccolo villaggio nel Nicaragua settentrionale, M i r a n d a interrogò i campesinos p r i g i o n i e r i . L o g u a r d a r o n o con o d i o e Miranda si senti a l l ' i m p r o v v i s o u n o «straniero in patria». Chiese l o r o perché si fossero u n i t i ai contras e la risposta era sempre la stessa: il r e g i m e non li rappresentava e n o n avevano a l t r o m o d o d i resistere. T o r n a t o a Managua, M i r a n d a riferì al suo capo t u t t o quel che aveva visto. « T i sbagli»
urlò O r t e g a . «Erano m e r c e n a r i . N o n un fascio d i d o c u m e n t i segreti. Quel esiste g u e r r a civile.» M i r a n d a cambiò p o m e r i g g i o portò Graciela a fare una tasto. La politica del governo che i m passeggiata nel parco. « H o deciso poneva ai c o n t a d i n i l'allontanamento di r o m p e r e c o n i sandinisti», esordi. dalle zone che davano appoggio ai « N o n tornerò i n Nicaragua.» Graciecontras, disse, aveva i r r i t a t o t u t t i . la g l i chiese spiegazioni e Miranda O r t e g a esplose d i n u o v o . «È il prezzo le rivelò q u e l l o che aveva saputo sul da pagare alla rivoluzione» sbottò. regime, c o r r o t t o e repressivo. « T i vo«Dobbiamo far sentire la nostra forg l i o bene» lei gli disse alla fine. « N o n za. F i n o r a siamo stati t r o p p o deboli. tornerò n e m m e n o io.» Due giorni La repressione dovrà aumentare.» d o p o M i r a n d a si mise in contatto con M i r a n d a n o n rispose, ma pensò: un f u n z i o n a r i o dell'ambasciata ameUccidono 1 contadini. Come posso essere ricana. E poco dopo arrivò negli Stati loro complice? U n i t i con la moglie. L o scorso agosto i n Guatemala, I n Nicaragua, la notizia della defei presidenti d i cinque nazioni d e l l ' zione d i M i r a n d a «esplose come una A m e r i c a Centrale sottoscrissero u n b o m b a negli a m b i e n t i governativi, accordo per p o r t a r e la pace nella rep r o v o c a n d o scalpore». Stando alle gione. Appena r i t o r n a t o a Managua, reazioni della stampa nicaraguense, il presidente Daniel O r t e g a convocò H U m b e r t o O r t e g a inveì furiosamenl'Assemblea nazionale a p o r t e chiuse. te c o n t r o «quel piccolo verme». Ma in «Il piano d i pace è u n ' a r m a per e l i m i u n discorso a Managua i l 12 dicembre nare i contras» disse O r t e g a ai conven u t i . Prima d i t u t t o bisognava usarlo ammise che m o l t e delle accuse d i M i per i n d u r r e i l Congresso americano randa sul p r o g e t t a t o rafforzamento a tagliare i f o n d i ai r i b e l l i . D i con- m i l i t a r e e r a n o vere. N e l f r a t t e m p o , la disponibilità d i seguenza, i contras a v r e b b e r o cessato d i esistere. Poi i sandinisti avrebbero t a n t i a c r e d e r e alle promesse dei sandinisti ha sorpreso M i r a n d a che si costituito forze attive e d i riserva con è c o m u n q u e ripromesso d i insistere 600.000 u o m i n i . E n t r o il 1995 avrebnella sua d e n u n c i a della doppiezb e r o r i c e v u t o d a l l ' U n i o n e Sovietica za sovietico-sandinista. « I sandinisti lanciafiamme, obici semoventi da 122 m m e MÌG-21B. Questa forza m i l i t a r e h a n n o i n s t a u r a t o u n regime d i tersarebbe servita a realizzare u n ' A m e - r o r e , t o t a l i t a r i o e antidemocratico» rica Centrale Sovietica. I l Salvador egli ha d i c h i a r a t o . «Hanno t r a d i t o doveva essere il p r i m o a cedere. Poi, la rivoluzione, d i s t r u t t o l'economia e con l ' a i u t o dei g u e r r i g l i e r i d e i vari m i l i t a r i z z a t o la società a t u t t i i livelli. paesi, i sandinisti avrebbero sovverti- Il p o p o l o d e l Nicaragua n o n vuole un to i g o v e r n i del Guatemala, del Costa r e g i m e comunista.» Rica e d e l l ' H o n d u r a s . I sovietici avevano già approvato il piano nelle sue linee d i massima. Adesso aspettavano proposte dettagliate. Per t u t t o settembre e o t t o b r e , M i randa lavorò, com'era suo dovere, su u n r a p p o r t o d i 68 pagine che conteneva le richieste m i l i t a r i da sottoporre il 17 n o v e m b r e ai cubani e ai sovietici. M a m e n t r e rileggeva il d o c u m e n t o e afferrava tutta la doppiezza dei sandinisti e dei sovietici, maturò la decisione d i f u g g i r e . Capiva finalmente che cosa erano d i v e n t a t i i suoi compagni d ' a r m i : «una banda d i dittatQri, ladri e assassini». L a d e n u n c i a . La segretezza doveva essere assoluta: M i r a n d a n o n poteva parlare c o n nessuno. A causa della p r o p r i a infermità e d e i p r o b l e m i d i salute d i sua moglie che richiedevano le visite d i specialisti all'estero, potevano e n t r a m b i uscire dal paese senza destare sospetti. N o n cosi i g e n i t o r i e il figlio d i 14 a n n i , Roger (che sono ancora i n Nicaragua). E cosi domenica 25 o t t o b r e , d o p o aver detto ai familiar i e a m i c i che sarebbero t o r n a t i e n t r o tre g i o r n i , Roger e Graciela M i r a n d a salirono su u n aereo i n partenza per Città d i Messico. L u i portava c o n sé
Ma un'industria Usa rifiuta il pesticida da irrorare sui campi in Perù
NOSTRO SERVIZIO WASHINGTON — Nel plano d i battaglia dell'Amministrazione Reagan cont r o la droga, era una delle operazioni-chiave: u n blitz con u n potente erbicida che avrebbe dovuto cancellare dalla mappa della produzione degli stupefacenti una delle zone più ricche, la valle di Huallaga, nelle Ande peruviane. Per preparare 11 •bombardamento» che avrebbe dovuto privare i ne reo trafican tes d i u n raccolto che rende milioni di dollari, si era mosso ad a p r i le perfino 11 ministro della Giustizia E d w i n Meese: i n elicottero aveva compiuto u n a perlustrazione e aveva ottenuto i l consenso del governo peruviano. M a la Casa Bianca non aveva previsto u n ostacolo: l a «Eli Lilly», u n gigante dell a chimica Usa con sede a Indianapolis, produttrice del potente erbicida da Irrorare
sui campi d i coca, ha comunicato che «per uno serie di ragioni pratiche e politiche* non fornirà al governo i l d i serbante. Dietro i l no, ci sono i t i m o r i che dall'operazione possano derivare pericolose rappresaglie contro i consistenti interessi della compagnia nell'America L a tina. I l D i p a r t i m e n t o d i Stato ha accusato i l colpo, dopo che per mesi aveva predisposto t u t t i i particolari dell'operazione che aveva u n costo d i alcuni milioni d i dollari. Anche la scelta dell'erbicida era stata preceduta da una lunga serie d i analisi scientifiche e d i test d u r a t i tre anni su più d i trenta t i p i di prodotti. H prescelto, noto con la denominazione d i «8pike», è utilizzato dagli agricoltori americani per l i berarsi di erbacce e sterpaglie. D bersaglio dell'operazione era l a valle d i Huallaga, 310
chilometri quadrati d i foresta tropicale sul versanti orientali delle Ande. Negli ultimi anni i narcotraficantes hanno trasformato ettari di foresta i n campi per produrre cocaina. E' un vero santuario della droga perché la zona è sotto controllo di u n a formazione della guerriglia maoista che, i n cambio di finanziamenti, tiene lontane le forze regolari. Per altro la campagna anti-coca condotta dal governo di L i m a non ha certo raggiunto, nonostante i finanziamenti e le pressioni americane, grossi risultati: lo scorso anno sono stati d i s t r u t t i 340 e t t a r i di campi di coca su una superficie che è stimata i n quarantamila ettari. L'unico modo per superare i l controllo dei guerriglieri alleati dei narcotraficantes, secondo gli esperti dell'Amministrazione Usa, era d i r i correre a u n bombardamen-
to aereo a base d i erbicida. M a decine d i organizzazioni ambientaliste hanno tempestato d i proteste l'azienda chimica d i Indianapolis r i cordando che i l diserbante avrebbe potuto non solo d i struggere 1 campi d i coca ma provocare nella regione u n a catastrofe ecologica dagli effetti incalcolabili. H rischio di diventare una nuova Union Carbide, l'azienda chimica responsabile della catastrofe indiana d i Bophal, deve essere apparso ai dirigenti del colosso d i I n dianapolis superiore anche al consistente pacchetto d i miliardi della commessa governativa. A l portavoce del D i p a r t i mento di Stato non è r i m a sto che consolarsi con u n po' di ironia per questa sconfit a : «Non si capisce perché questo prodotto possa essere usato tranquillamente nelle campagne americane e non in Perii*. e. s t .
In un libro uscito in questi giorni, scrìtto da un ex militante, rivelazioni sul gruppo armato
Armata rossa, in Corea i campi di addestramento Nelle Filippine sono rifugiati i leaders dei kamikaze ricercati in tutto il mondo R o m a - Ancora notizie sull'Armata rossa. 11 gruppo a cui appartiene* 11 terrorista autore della strage di Napoli. E ' un ex appartenente all'Armata rossa giapponese a descrivere l'attività di quel gruppo terroristico nella Corea del Nord, In un libro di 180 pagine dal titolo «Duecento giorni nella Corea del Nord». Sei Takano racconta le sue esperienze. Il giovane entrò nella Corea del Nord uscendo dal Giappone con un falso passaporto fornitogli dall'Armata rossa. Nel 1970, 1 componenti del gruppo armato giapponese da poco costituito, scrive T a kano, dirottarono un aereo giapponese a Pyonglang. Da allora l'Armata rossa ebbe 11 suo maggior centro di addestramento nella Corea del Nord dove trovò molU aiuti. 81 legge nel libro: 11 Paese è U paradiso dei terroristi di tutto 11 mondo; U loro capo spirituale, nonché organizzatore e animatore delle missioni terroristiche più deUcate, è K l m Il S u n g Junior, U figlio di K l m I l Sung senior, 11 fondatore della prima i H n m u comunista.
E ' stato K l m II Sung ad organizzare l'attentato contro C h u n Do (oggi salito alla presidenza), quando nell'83 si recò In visita a Rangoon. E fu sempre K l m II Sung ad ordinare di mettere una grossa carica esplosiva nell'aereo sudcoreano che scoppiò In volo nel novembre scorso, con 115 passeggeri a bordo: lo confessò K l m Hyon Huk, l a giovane nordcoreana autrice materiale dell'attentato. K l m II Sung sovnntende anche al partito nordcoreano del lavoratori, c u i è affidato l'addestramento militare del giovani dell'Armata rossa giapponese. L'autore del llbro-docu mento sostiene che sono molti ancora gli esuli giapponesi dell'Armata rossa che studiano nella Corea del Nord. L'Armata rossa giapponese però, non solo ha collegamenti In Corea: a Manila esi ste la cellula più Importante del Sud E s t asiatico con a capo Hlroahl Sensui e Norio S a aaki. Sensui non professa alcuna Ideologia di sinistra: è soltanto un criminale reclutato nell'Armata rossa per la sua abilità ad organizzare ri-
volte di detenuti nelle carceri In c u i è stato rinchiuso, condannato per l'assassinio di una donna e per furti con scasso. Entrò nell'Armata rossa nel 1977, in seguito a u n scambio di ostaggi durante
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un dirottamento: lo scambio venne organizzato e diretto da Sasaki Norio, leader di primo plano dell'Armata rossa. S a s a k i ha tentato di stringere alleanze con U nuovo esercito del popolo, 11 braccio armato del partito comunista filippino; ma 11 fronte nazionale democratico, l'organizzazione politica del partito, si è espresso negativamente su questa alleanza. Tuttavia S a aaki ha avuto contatti e ha partecipato alle azioni delle unità del «Passeri rossi», le squadre omicide della guerriglia, protagoniste adesso del terrorismo urbano a Manila. E ' un'altra prova che la guerriglia è sfuggita di mano allo stesso partito comunista. L'altro capo della cellula di Manila, Sensui. h a vissuto per qualche tempo In un sordido alberghetto della China town di Manila assieme alla moglie filippina Lourdes: adesso non si s a più dove sia 11 suo nascondiglio e non lo sa neanche l'Armata rossa che lo sta cercando. Una defezione? Sensui non k certo animato da spirito rivoluzionarlo, s Manila ha condotto una vita
lussuosa frequentando c a m pi da golf e locali notturni, favorito da certe complicità con alcuni elemenU della polizia locale. S e n s u i sapeva che la sua dolce vita era stata criticata dal comitato centrale dell'Armata rossa e temeva di dover essere vittima delle sue «purghe» Adesso l a ceUu la di Manila é nelle mani dj Norio S a s a k i e a lui che 11 comitato direttivo dell'Armata rossa si è sempre affidato per le azioni operative. S e n s u i era considerato soltanto u n killer. S a s a k i aveva consigliato alla guerriglia filippina di boicottare con atti terroristici il vertice del Paesi deU'Asean tenutosi a M a n i l a nel dicembre scorso. F u r o n o gU stessi comunisti filippini a sconsigliarlo, consapevoli delle enormi m i s u r e di sicurezza che erano state prese per quel vertice Seoondo gU ultimi rapporti, l'attività della cellula filipp i n a dell'Armata r o s s a sarebbe ora concentrata nello stringere alleanze con 1 movimenti m u s u l m a n i separatisti dlMlndanao.
Certo MenereUe
OBBIETTIVO
RAZZISMO E TRUFFA di Federico
Orlando
Sulla cattedrale valdese, a pochi metri dal Teatro Adriano, dove L e Pen e Fini hanno aperto domenica l a campagna elettorale del «Msl», c'era uno striscione con un versetto del Levitico: «L'Immigrato che sta tra voi, l'amerete come voi stessi». Nella stessa ora, negli studi del Tg3 avveniva l'Incontro di purificazione tra 1 bambini della scuola elementare di Villongo, Bergamo, e quelli di Palma di Montechlaro, Agrigento, dopo ohe 1 genitori del primi avevano Imposto ai figli di cessale l a corrispondenza coi ter1 oni di laggiù. E veniva reso noto un doumento di studenti delle cuole superiori genovesi, he ribadivano l'opposizione « l i Immigrati terzomondlti, già emersa dall'Inchiesta Iella Comunità Sant'ElplliodlRoma. I tre episodi la dicono lunja s u l problema del razziimo In Italia. Esiste un razzismo storico interno, Nord contro Sud, cui ora si affianca, sempre silenzioso ma diffuso, 11 razzismo contro africani, asiatici, latino-americani, genericamente definiti «marocchini», termine già usato contro i meridionali. Affianco ai due razzismi, esiste poi una strana cultura di sinistra, che nulla ha fatto per rimuovere i l razzismo interno, ma molto ora si preoccupa per i l manifestarsi di un razzismo antiterzomodista. E se ques'ultlmo avesse avuto proprio In quella cultura una della sue incubatrici? Apprendiamo che, per Iniziativa degli intellettuali della Sinistra Indipendente, sta nascendo un «Progetto Italia-Razzismo» che vuol combattere le tendenze xenofobe. L'iniziativa potrebbe avere qualche utilità, per esemplo se denunciasse 1 racket del vu cumprà, organizzati, sul modello della prostituzione, da prosseneti nazionali e terzomondisti. Fenomeno di cui gli antinazisti rituali non parlano, perchè, si sa, 1 terzomondisti hanno solo virtù, in quanto vittime dell'Imperialismo. 1
i l Giornale
• MARTEDÌ •
1o MAGGIO
1988
Ora, è proprio questa l'Insincerità della cultura antirazzista, i l suo prosternarsi pluridecennale al piedi del Terzo Mondo, simbolo delle virtù e dello sfruttamento altrui, ad aver favorito l'esplodere di un neorazzismo fra gli studenti, primi testimoni della divaricazione fra la propaganda e la realtà, apertasi non appena la cultura sessantottesca del guevari-
smo, del maoismo, del vietnamismo, del sandinismo è naufragata davanti all'Immagine di nuovi Paesi non più «liberatori» ma totalitari, guerrafondai, concentrazionari, Intolleranti, persecutori delle proprie minoranze e delle popolazioni soggiogate. H a scritto Mario Spinella, intelletuale del Pel, nel commentare le opinioni degli studenti di Roma e di Genova, che «la cultura è chiamata a combattere l'irrazionale» cui l'estrema destra ricorre per farsi una base di massa; e si domanda se l a scuola abbia fatto quanto poteva «per contrastare e combattere tali latenti o esplicite spinte allo sciovinismo e al razzismo». Glielo diciamo noi cosa ha fatto la scuola: ha stravolto i testi di letteratura, di storta, di geografia per dare ai giovani un'Immagine di popoli del Terzo Mondo sfruttati dal capitalismo, liberati dalle rivoluzioni socialiste, protesi alla costruzione del nuovo millennio. Questo l a scuola h a insegnato, e con essa la tv, i l cinema, le arti varie. Poi 1 giovani hanno visto la realtà: palestinesi massacrati da tutti 1 «fratelli» arabi; kmer rossi dimezzare l a popolazione della Cambogia; vietnamiti ed etiopi sterminare le loro stesse popolazioni; iraniani trasformarsi In fanatici terroristi di Allah; imperatori e duci negri mangiarsi cannibalescamente 1 nemici; guerre tribali sterminare le popolazioni (anche se, quando Gualtiero Jacopetti lo denunciò nel '66 In Africa addio, fu messo al bando come fascista); e così via, dall'Hlmaiala alle Ande. Quando 1 giovani hanno scoperto questa truffa Intellettuale, è stato facile, data l'età, scivolare nell'eccesso opposto, cioè nel razzismo: tanto più che già in una parte del Paese c'era, endogeno, 11 morbo del razzismo Interno: non per altro, i l 60 per cento degli studenti genovesi s'è detto contro l'Immigrazione dal Sud. Come meravigliarsi se ce l'hanno anche col nordafricani, che «portano via 11 lavoro»? Invece di stupidi moralismi, meglio faremmo a disciplinare le Immigrazioni dal Terzo Mondo nel quadro di un'intesa comunitaria; e a fare il nostro dovere di «intellettuali» non creando 11 mito del «negro buono» ma dicendo tutta la verità sul prossimo e valorizzandolo solo in quanto prossimo. Cosi 11 versetto del Levitico sarebbe accettabile.
i l Giornale
- LUNEDÌ • 6 GIUGNO
1988
OBBIETTIVO
REATI SESSUALI RIFORMA ZOPPA di Ombretta Fumagalli Carulli
Se si leggono le lamentele del soliti progressisti, quanto al ritardi del Parlamento nel punire la violenza sessuale, può sembrare che questo grave reato oggi non sia disciplinato. Non è cosi. I l codice vigente prevede pene severe: da tre a dieci anni di reclusione. CU stiamo invece avviando ad una futura legger che abbasserà li livello delle pene In modo che sarà possibile (come oggi invece non è) applicare al condannato la sospensione condizionale con la conseguenza di consentirgli di non fare neppure un giorno di detenzione. Con questa osservazione non Intendo bocciare 11 nuovo Indirizzo legislativo. L a detenzione è comunque da tenere sempre quale estremo rimedio, tanto più con la situazione carcerarla che abbiamo, scarsamente finalizzata a quella rieducazione del condannato di cui da quarant'annl parla la Costituzione. Intendo Invece porre In guardia da inutili drammatizzazioni. In assenza della nuova legge, gli stupratori non hanno alcun diritto di perpetrare 1 loro atti volgari e violenti, facendosi scudo di impunità garantite dall'ordinamento. E ' bene ricordarlo, una volta per tutte, non solo per leale applicazione del dovere di informare, ma anche per tranquillizzare una opinione pubblica ormai disorientata. Disorientata è pure quanto ad altri aspetti del grave fenomeno, che costituiscono altrettanti punti di disaccordo all'Interno del Parlamento: violenza al minori, violenza tra coniugi, connessione tra pornografia e violenza. Si vuole cambiare la disciplina attuale che presume violento un atto carnale compiuto su un minore. E al Invoca i l diritto alla maturità affettiva degli adolescenti. Ma, allora, si deve dire chiaramente che cosa ciò significherà nelle aule giudiziarie. Se la nuova disciplina passerà, l'adulto, per non essere condannato, affermerà In giudizio che 11 minore «ci stava», che era talmente maturo e smaliziato da essere egli (o ella) 11 seduttore (o la seduttrice). Né può bastare la proposta di sottrarre al giudice la facoltà di fare domande sulla vita privata o sulle relazioni sessuali della persona offesa. I l difensore dell'adulto andrà comunque a caccia di episodi che dimostrino maturità o financo corruttela del ragazzo. I l processo, cosi impostato, potrà costituire una seconda forma di violenza che finirà con l'Incidere sulla psiche dell'adolescente dalla quale,
dopo lo strepito giudiziario, sarà ben difficile cancellare 11 ricordo di momenti quanto meno squallidi. Né pare azzeccato auspicare tutto ciò proprio nel momento In cui la scienza medica concordemente ritiene che l'infraquattordicenne non possa avere una nozione sufficientemente matura del significato della disponibilità del proprio corpo. Quanto alla violenza tra coniugi, il dissenso riguarda la procedibilità. GU smaniosi Innovatori vogliono porre fine alla procedibilità a querela, cioè su denuncia della moglie. A loro dire 11 nuovo sistema dovrebbe essere imperniato sulla procedibilità d'ufficio. Se la proposta passerà, 11 magistrato, informato (ad esemplo dal vicino di casa, magari astioso per beghe condominiali, o Interessato sentimentalmente a scardinare l'unione coniugale) di un presunto episodio di violenza avvenuto tra coniugi, dovrà iniziare 11 processo. Non starò ora, anche se sarebbe giuridicamente interessante, a ricordare che il principio costituzionale dell'unità della famiglia dovrebbe Imporre cautela. MI limito ad osservare che è grottesco presumere l a minore tanto evoluta da poter dare un consenso valido per un atto di disponibilità del proprio corpo, ed invece la donna sposata (le conquiste femministe dunque sono solo sulla carta?) così poco matura e tanto timorosa da non poter da sola decidere se un episodio capitato tra le mura domestiche debba o no essere denunciato. Tanto più che la donna in giudizio non sarà lasciata sola, essendovi, sembra, accordo politico sulla possibilità per le associazioni femministe di costituirsi parte civile. L'ultimo dissenso riguarda le cause della violenza e la loro repressione. T r a esse, non unica ma spesso scatenante (lo dimostrano molti casi giudiziari) è la pornografia, tra l'altro veicolo e fine di traffici Infami a danno dei bambini. Le forze laiche e progressiste continuano a ritenere la pornografia forma di liberazione. Guai perciò a parlar loro di una politica di repressione. Al più, quando proprio vogliono essere concilianti, dicono che la legge sulla violenza sessuale non è l'adeguata «sedes materlae». Sarà: ma intanto il dilagare di materiale pornografico di ogni genere non avvantaggia il cammino di civiltà. Né esalta la dignità della persona, a presidio della quale la nuova disciplina della violenza (su ciò l'accordo è totale) dichiara di volersi porre.
I retroscena della guerra
finanziaria
i n corso
D i e t r o la s c o n f i t t a dell'Ingegnere i n Belgio c i sarebbe la p o t e n t ' s s i m a Banca L a z a r d d i N e w Y o r k . La posta i n gioco è la guida d i u n « P i a n o M a r s h a l l per l'Est» f i n a n z i a t o d a l l a Cee, grazie al quale la Russia entrerebbe nel g i r o del grande capitale
De Benedetti ha perso l'appuntamento con l'Urss Di questa ricostruzione del grande ordito della Finanza Internazionale, lasciamo Intera la responsabilità al nostro collaboratore Maurizio Blondet. Se è romanzo, è romanzo plausibile e accattivante. di Maurizio Biondet
ista dall'Italia, la guerra finanziarla i n corso appare uno scontro fra due generazioni d i capitalisti: i l «giovane» Carlo De Benedetti cont r o i «vecchi» che siedono nel salotto buono. Come i n una partita a scacchi difficile da risolvere, i contendenti si battono con mosse simmetricamente uguali e contrarie, di quelle che mirano a ridurre lo spazio d'azione dell'avversario. Contrato De Benedetti nella battaglia del Belgio, è un «vecchio» del salotto buono a fare un colpo all'estero: Pirelli incamera la Armstrong Tyres, fabbrica americana d i pneumatici. Non è u n grandissimo affare, specie se si pensa a quello, non riuscito, cui ha mirato P i r e l l i solo poche settimane fa, i l «matrimonio» con la Flrestone; ma ha un valore simbolico, vuol dimostrare che i «vecchi» hanno ancora 1 riflessi pronti e non rinunciano ad ambizioni internazionali.
Benedetti, ma d i aprire cordialmente le porte ad u n signore ben presentato: la Com i t ha avuto come consulente la Lazard. Ecco u n nome degno d i attenzione. Lazard Brothers & Co. d i New York. Da u n trentennio consulente e amministratrice dei p a t r i m o n i p r i v a t i della famiglia Agnelli. I l «socio» che Cuccia tentò d i far entrare nel suo fallito progetto d i «privatizzazione d i Mediobanca» nell'84, manovra che fu mandata i n fum o da Cesare Merzagora, presidente delle Generali. La banca da c u i David Rockefeller ha dichiarato d i aver ricevuto sempre «buoni consigli». L'ente che gestisce i pat r i m o n i dei Graham (gli edit o r i del giornale liberal «Washington Post»), che è i n cordiali rapporti coi Bronfm a n (della Seagram, la m u l t i nazionale del whisky), che ha avuto b u o n i r a p p o r t i d'affari con la Allied Chemical (una delle società del m i l i a r d a r i o rosso A r m a n d H a m m e r ) . La banca che vanta una tradizionale amicizia con la famiglia Kennedy e col p a r t i t o democratico Usa, nonché fortissime relazioni con i l mondo politico francese. Lazard, insomma, è i l salotto buono del salotti buoni, i l discreto luogo d'incontro della più riservata élite d i famiglie che si chiamano «l'alta finanza internazionale».
Accendiamo 1 riflettori su Le mosse e contromosse questo incredibile oggetto. E diventano rapide: le Generali vediamo che senso assume, tentano l'assalto alla M i d i , dal suo punto d i vista, la batcompagnia francese d'assi- taglia tra i l «giovane» e i «veccurazione, e subiscono i n chi» che si sta svolgendo da Francia un'offensiva che r i - noi. Un fatto è certo: De Benecorda fin troppo quella che detti ha sfidato apertamente ha fermato De Benedetti sul- questo granitico centro d i pole trincee della Société Géné- tere. G l i ha attraversato la rale de Belgique. E Intanto strada nell'85: quando, al moanche la Comit di Braggiotti, mento i n cui gli u o m i n i della devotissimo di Enrico Cuc- Lazard Frères di Parigi stavacia, mette a segno un suo col- no per firmare la cessione po i n America: l'acquisto del- della B u i t o n i al loro clientela grossa Irving Trust Bank, protetto Bsn Danone, e si senu n affare da 800 m i l i a r d i di tirono dire da B r u n o B u i t o n i lire. I n questo caso, annun- che aveva appena venduto l'aciano le voci da W a l l Street, zienda alla Cir dell'Ingegnere non ci sarà u n rilancio «osti- di Ivrea. A l t r a puntura d i spille»: q u i non si tratta di ferma- lo più recente: De Benedetti re un «condottiero» come De
compra (e subito rivende) i l Nel firmamento della fi4,9% del gruppo inglese Pear- nanza, la Shearson Lehman son, che a sua volta possiede rappresenta u n corpo celeste metà del capitale della La- colossale. Le cifre che le si rizard d i New Y o r k . feriscono hanno qualcosa La goccia finale però è stata delle misure astronomiche: i l modo i n c u i «il condottie- la Shearson. che fa parte del ro» ha tentato l'assalto alla gruppo American Express, Sgb, colossale, defilata, son- a m m i n i s t r a fondi per 158 minacchiosa h o l d i n g d i 1.200 l i a r d i d i dollari, circa 200 miimprese, sacrario della finan- la m i l i a r d i d i lire. Cinque meza beiga. Non s'era accorto, si fa, per u n m i l i a r d o d i dollaDe Benedetti, che la Lazard ri, ha comprato la H u t t o n , diera i l maggior singolo azioni- ventando probabilmente i l sta della Sgb con i l 4%, p r i m a più grande centro d i brokedi essere b u t t a t a i n seconda raggio del mondo: u n capolalinea dal 18% e passa rastrel- voro firmato dal presidente lato dall'Ingegnere? Quel 4% della Shearson, Peter Cohen, della Sgb In mano alla Lazard anni 41, personaggio vicino a attraverso la controllata Gaz De Benedetti per carattere, et Eaux può sembrare picco- audacia e rapidità. la solo agli inesperti: i n u n Non è certo senza il-oonsimondo rarefatto, dove più i glio del gigante americano se che m a i le azioni «si pesano e De Benedetti ha venduto Te non si contano», aveva invece sue azioni Usa proprio pochi i l significato essenziale d i u n giorni p r i m a del crollo di cartello Indicatore, d i una W a l l Street del 19 ottobre messa i n guardia per qualun1987, trovandosi così i n mano que estraneo malintenzionai l liquido necessario per rato: questa roba non si tocca, strellare i t i t o l i della Socie'te' c'è sopra la bandiera dei LaGénérale de Belgique. Vero è zard. Segnale tanto più siche poi, nella battaglia del gnificativo, quanto più insoliBelgio, gli amici americani to: specialista d i fusioni e hanno lasciato solo i l «conacquisizioni, la Lazard non dottiero»; i n lunghe, convulha l'abitudine d i impegnare se e confuse settimane, nuovi capitali p r o p r i nei m a t r i m o n i alleati hanno così avuto i l d'affari che combina per i tempo d i riunirsi alla cordata suoi clienti: i n quelle u n i o n i , anti-De Benedetti. Alleati delche possono anche f i n i r mal ' u l t i m a ora, che devono molle, la banca mette d i suo solo i to alla Lazard: dalla Saint Gob u o n i consigli e i suoi b u o n i bain, privatizzata con la conuffici d i pronuba. La Lazard è sulenza della banca anglo«puro spirito» (come ripete i l franco-americana, alla Cge, suo capo supremo M i c h e l che la Lazard unì i n matrimoDavid-Weill), che l u c r a dalle nio con i l settore europeo di commissioni e non dagli intelecomunicazioni della I t t . vestimenti. E ' una sconfitta cocente, che inchioda De Benedetti (a cui I l fatto è che anche l'Inge- sono state imposte battute gnere conta qualche amico d'arresto anche nel Credito americano, da Nat Samuels Romagnolo, e nel caso Sme) (della storica banca K u h n & al ruolo scomodissimo di Loeb) a M i k e B l u m e n t h a l , grande «socio d i minoranza» poi sottosegretario al tesoro europeo. Ma probabilmente Usa, che una ventina d'anni nemmeno la Shearson s'è fa gli fecero avere la licenza sentita di spingere sino in dei f i l t r i F r a m , e cosi ne fecefondo la sfida alla Lazard. ro u n a figura internazionale; fino alla Shearson Lehman, Non importa. Quel che concon cui la Cofide d i De Beneta, dicono molte voci dall'Adetti ha creato l'anno scorso merica, è che due corpi stellaITtaly Fund, 11 p r i m o fondo r i d i quelle dimensioni abbiad'investimento americano no rischiato la collisione: specializzato nella Borsa d i vuol dire che l'affare In ballo Milano.
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è grosso, m o l t o grosso. Big business. L'affare, anzi l'Affare, lo ha descritto p r o p r i o De Benedetti d i recente alla televisione francese, accanto a Valéry Giscard d'Estaing: «un piano Marshall per i Paesi dell'Est», finanziato «dalla Comunità Europea» (cioè dai contribuenti della Cee) per massicci investimenti nei Paesi c o m u n i s t i . Un affare con m o l t i vantaggi, per chi lo guiderà: e De Benedetti, dall'alto della Sgb, sperava appunto d i guidarlo. I Paesi del Comecon sprofondano da anni i n una crisi senza fondo, alcuni - come Polonia e Romania - hanno superato i l l i m i t e della fame; proprio per questo, hanno bisogno d i tutto: t u t t o ciò che gli industriali occidentali possono vendere, se i disperati dell'Est possono comprare a prestito. Inoltre, i l Comecon ha verso 1 ; banchieri europei debiti per ; 125 m i l i a r d i d i dollari, che i non sa come pagare: massicci Investimenti occidentali al- ! l'Est potrebbero rendere più 1 esportabili i p r o d o t t i comunisti, fornendo ai Paesi est- j europei la valuta per pagare i loro debiti ai banchieri. Questo sogno dell'alta finanza diventa oggi realizzabile, nella prospettiva della perestroika gorbacioviana, ! che promette d i iniettare eie- ! m e n t i d i capitalismo nella m u m m i f i c a t a economia socialista, d i fare repulisti degli intralci b u r o c r a t i c i , d i prò- ; muovere società miste. Nello sfondo, c'è i l soccorso economico per la stessa Russia, u n super-piano Marshall lucrosissimo per c h i è i n buona posizione. D i «un piano Marshall per aiutare Gorbaciov e l'Est europeo» aveva parlato già nell'aprile dell'87 Gianni Agnelli a «Panorama», all'indomani della riunione del Bilderberg a Cernobbio. Da quel che si potè capire, quello era stato i l tema della sessione del clan supercapitalista; Agnelli r i portava decisioni non sue, e lo faceva perfino a malincuore («Possiamo fidarci d i Gorbaciov?» disse allora; e i n altre sedi ha lasciato intendere che u n piano Marshall, per lui, bisognerebbe farlo per l'Europa). Agnelli, infatti, aveva puntato molto sullo «Scudo stellare» d i Reagan, che al piano pro-Gorbaciov si opponeva specularmente. Ma aveva dovuto piegarsi ad una maggioranza assai vasta. Lo dimostra la rapida successione degli eventi. Nel settembre '87 si forma a Washington un «bi-partisan group», ossia un'accolta d i deputati repubblicani e democratici, che si danno lo
scopo d i «consigliare» la Casa Bianca «per rispondere creativamente alle opportunità offerte dal nuovo orientamento sovietico»: i «consigli» sono d i spalancare ali'Urss le porte del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, del Gatt. T r a la quarantina d i m e m b r i del gruppo bi-partito, 27 sono soci del «Council for Foreign Relations» e quattro della Trilaterale, i due «serbatoi d i cervelli» finanziati dai Rockefeller. Contemporaneamente, diventa segretario del Commercio estero statunitense W i l l i a m C. Verity, caldeggiatore delle aperture all'Est: nel suo ufficio si studia subito «come allargare i l credito all'Urss», si parla - come misura provvisoria - d i integrare l'Unione Sovietica nei c i r c u i t i degli eurobond, che sfuggono alle statistiche della Banca dei Regolamenti, cioè alla pubblicità. C'è una gran fretta. «Per-' ché aver paura d i cooperare' con l'Urss?», domanda i l 28; novembre '87 Franz vonj Weizsaecker (è i l fratello del presidente della Repubblica federale tedesca) i n una r i u nione dell'Aspen a Berlino Ovest; l'Aspen è u n altro club supercapitalista, ne fa parte come socio fondatore Felix Rohatyn, magna pars della Lazard americana. Persino i l cancelliere della Baviera, Franz Joseph Strauss, anticomunista sfegatato, si converte improvvisamente: «L'essenziale è rafforzare la cooperazione», dichiara d i r i torno da u n viaggio a Mosca i l 30 dicembre. I l 9 dicembre, mentre Gorbaciov parla ad u n gruppo d i industriali americani all'ambasciata sovietica a Washington, u n anziano signore alza la mano per fare una domanda: «Mi chiamo David Rockefeller - dice - e chiedo: n o n sarebbe una buona idea convertire i l rublo i n valuta internazionale?». Sì, risponde pronto Gorbaciov, è u n ' o t t i m a idea, anche se r i chiederà tempo. «Quei due sembravano Stanilo e Olilo», commenta u n giornalista televisivo. T u t t o combinato? Certo, i vantaggi dell'entrata della Russia nel giro del grande capitale sarebbero reciproci. «Per l'Urss - ha spiegato Margherita Makslmova, economista sovietica - sarebbe importante avere linee d i credito e aver finalmente voce i n capitolo sulla grande strategia mondiale, per esempio sui debiti del Terzo mondo, giustamente considerati una mina vagante. Per l'Occidente 1 vantaggi sarebbero n o n m i n o r i , sia perché l'Urss potrebbe assicurare una mag-
giore stabilità a l sistema rao- i netario mondiale, sia perché è u n partner affidabile, con grandi riserve auree». Questa è musica per le orecchie dell'Alta Finanza. E specialmente per la Lazard, che è una della decina d i banche ultraprivate e familiari storicamente dedite al traffico dei debiti d i Stato, i l più sicuro e lucroso degli affari bancari, e i l più redditizio i n t e r m i n i d i potere politico. Pochi sanno, per esempio, che la Lazard fa parte del r i strettissimo gruppo di «acquirenti primari» (primary dealers) del debito pubblico americano: ossia compra tranches colossali d i B u o n i del Tesoro Usa con u n o sconto e l i rivende s u i mercati i n ternazionali, ovviamente senza sconti. Nel rivendere, Lazard lucra frazioni d i punto, m a su i m p o r t i e n o r m i ( i l mercato quotidiano dei B o t americani è dieci volte superiore al v o l u m i azionari, p u r astronomici, t r a t t a t i a W a l l Street); guadagna, nel frattempo, gli interessi s u i B o t che non ha ancora venduto; soprattutto, n o n paga con denaro sonante i B o t che compra. S i l i m i t a ad aprire u n conto a favore dello Stato s u i suoi l i b r i contabili, fidando sul fatto che lo Stato attingerà a quel conto a poco a poco. Per cento d o l l a r i d i B o t comp r a t i basta avere realmente i n cassa dieci dollari ogni giorno, e i l gioco è fatto.
tutte le banche che prestano agli Stati, 1 Lazard sono ferocemente deflazionisti. Per loro «deflazione» è sinonimo di «economia sana». Ma la deflazione, e l'instabilità dei camb i , rischia d i creare recessione. Dunque è tanto più urgente cambiare cavallo, trovare ; u n «partner affidabile», cioè u n altro Stato «con ampie riserve auree» a c u i fare credito, e mobilitare per esso tutto i l sistema d i clientele industriali d i c u i la Lazard dispone. Ecco perché da qualche mese la Lazard assume u n profilo alto da interlocutore politico, ecco perché Felix Rohatyn (che i n passato ha risanato lo Stato d i New Y o r k sull'orlo della bancarotta) si fa proporre, dai giornali «amici», come i l futuro ministro del Tesoro d i u n possibile governo democratico. Ecco perché, soprattutto, la guida del «piano Marshall per l'Est» sarà la Lazard e i l suo sistema d'interessi D i q u i - da quanto si dice i n certi ambienti e sembra di capire la spallata a De Benedetti: via ragazzino, lasciaci lavorare.
C'è u n a fretta tremenda, nel salotto buono del mondo, i Anche perché Gorbaciov, la ! speranza d i t u t t i , potrebbe n o n durare: già si levano i n Urss voci - a c u i non sarebbe estraneo i l numero due, Egor Ligaciov - che lo accusano d i «collusione con la finanza cosmopolita»; l'accusa che portò B u c h a r i n al plotone d'esecuzione. Bisogna tenerlo i n M a tale privilegio del «deasella, questo Gorbaciov, forler» ha i m a contropartita: n i r g l i successi internazionali può darsi che lo Stato debba i n politica, dargli una mano a dare fondo d'improvviso a l rimettere i n sesto l'economia suo credito, e s i presenti a ininterna, creare u n po' d i becassare t u t t i i cento d o l l a r i In nessere all'Est. «Aiutiamo u n colpo solo: i l «dealer» non Gorbaciov», appunto. può rifiutarsi d i darglieli. E ' u n rischio che, per u n secolo, è stato del t u t t o teorico, dato che gli Usa erano la p r i m a potenza economica del pianeta. Ma ora le cose sono cambiate. G l i Stati U n i t i sono i l più grande debitore mondiale: «Un debito d i u n t r i l i o n e e mezzo d i dollari», quasi due m i l i o n i d i m i l i a r d i d i lire, coIL ¿-lORAJbLíL me ha detto allarmato Felix Rohatyn, «senior partner» della Lazard. Si capisce dunque perché la Lazard - l'ha rivelato «Business Week» - proponga d i allargare a chiunque i l ristretto cerchio dei «primary dealers» del debito Usa a chiunque, e soprattutto agli investitori istituzionali giapponesi. E' come dire: siano loro a garantire i l debito americano, noi non vogliamo più farlo. E ' urgente: Felix Rohatyn spia preoccupato 1 segni d i una ripresa dell'inflazione. L'Inflazione favorisce i l debitore (lo Stato, i n questo caso) e inguaia i l creditóre. Come
Violenza e tv/1. Quando un'emittente abusa. U n caso tutto italiano
ion, la telespazzatura 35"- **9» La t v più v i o l e n t a ? Odeon. È questo uno degli esiti della ricerca «La violenza i n tv» che la Rai ha svolto i n collaborazione con l ' I s t i t u t o Pragma. Una sorpresa? A veder bene, scorrendo i l palinsesto dell'emittente d i Tanzi, la cosa appare i n realtà f i n t r o p p o evidente. È vero che i l terzo polo televisivo, sin d a l l ' a t t o d i nascita, è più i l fantasma d i se stesso che u n i n t e r l o c u t o r e importante nel sistema dell'etere. E d è dunque del t u t t o conseguente una strategia d i basso p r o f i l o tesa a g a r a n t i r s i la mera sopravvivenza i n attesa d i t e m p i m i g l i o r i ( i d e n t i f i c a b i l i nel patto d'acciaio con Tmc, m a r c i a n d o u n i t i sotto l ' o m brello Rai?). Però non t u t t i i mezzi giustificano l ' u n i c o fine. S o p r a t t u t t o quando, per bocca dello stesso p a t r o n Calisto Tanzi, i l terzo polo rappresentato da Odeon veniva identificato né più né meno come i l «polo cattolico». Quello, cioè, che si sarebbe distinto per u n t i p o d i p r o g r a m m a z i o n e i n t a l senso o r i e n t a t a . T a n z i , i n realtà, deve essersi fatto prendere la m a n o , enfatizzando i n una definizione t r o p p o i m p e g n a t i v a quella che è u n a realtà m o l t o più concreta e prosaica: i l terzo polo è (doveva essere) i l «polo democristiano». M e g l i o : i l polo privato d i una certa De, i n risposta al polo filosocialista rappresentato da Berlusconi. Cose note. Così note che i n m o l t i hanno ironizzato sulla risposta ben m i sera che De M i t a , a l l ' a t t o d i nascita d i Odeon, poteva dare (con l ' o b i e t t i v o d i chiarato d e l 5% d i audience) a u n Craxi berlusconiano (visto i l 4 5 % d i audience della F i n i n v e s t ) . Senonché, i l concetto d i cattolicità d i T a n z i , forse n o n era semplicemente u n a boutade: era l'applicazione, anche s u l terreno dell'etere, del progetto liberal-tecnocratico la c u i «santa alleanza» sarebbe stata garantita dall'ingresso di A g n e l l i nella televisione: l'Avvocato sarebbe stato visto m o l t o d i b u o n occhio, e anche qualcosa d i più, dai maggiorenti d i Odeon, che ne avrebbero fav o r i t o e accompagnato l ' e n t r a t a attraverso T m c . I l terzo polo allo stadio finale poteva e doveva essere dunque OdeonTmc, con la p r i m a i n funzione d i a p r i p i sta, m a n o n allo sbaraglio, perché accudita (evidentemente con g l i interessi) dal p a r t i t o Rai. E la c u i c o n t i n u a p r o c r a s t i nazione d i una legge d i regolamentazione dell'emittenza, serviva p r o p r i o a far crescere i l neonato terzo polo. I l quale però sembra n o n volerne sapere d i crescere, e n o n solo perché perde «pezzi» per strada (poi consorziatisi i n I t a l i a 7), m a anche perché n o n riesce a c o s t i t u i r s i in n e t w o r k (nessuna delle e m i t t e n t i v u o l perdere la proprietà), e deve tornare ad essere una syndication (è la p r i m a sconfitta d i D i T o n d o , l ' a m m i n i s t r a t o r e delegato, «mente» d i Odeon), costringendo fra l ' a l t r o i Cinque — e siamo alla storia
di oggi — ad acrobazie g i u r i d i c h e nello stendere la legge sulle tv per annoverare Odeon (benché syndication) t r a le tv nazionali. I l fatto è che Odeon non decolla: l'obiettivo d i share promesso è lontanissim o : invece del 5%, n o n si va oltre i l 2,5% (con la beffa dei «traditori» d i Italia 7 che riescono a far d i più). Ora, poi, con l'opzione zero, Agnelli resta al palo (da q u i la protezione d i m a m m a Rai). Prospettive funeste, certo. I l terzo polo boccheggia. M a basta questo a far sì che per vendere, o a d d i r i t t u r a soltanto per poter esistere, si passi a u n a linea editoriale che è già a r d u o e i m p r o p r i o c h i a m a r così? Vediamola, l ' o f f e r t a d i Odeon. M a g l i a nera delle tv a l i v e l l o nazionale, secondo la ricerca Rai-Pragma. A parte i l tentativo, p o i a b o r t i t o , d i pubblicità s u b l i m i n a l e , scatta la grande operazione Captain Power: i l p r i m o t e l e f i l m i n t e r a t t i v o . Per ragazzi. Con u n pistolone a f o r m a d i astronave si può sparare d i rettamente contro la tv (negli Usa è stato u n successo, si dice). A parte la mediocrità del t e l e f i l m (non si fa a l t r o che sparare d a l l ' i n i z i o alla fine), succede che per la p r i m a volta nella storia dell'etere, la televisione diventa l o sponsor d i u n p r o d o t t o ( i l giocattolo, caro assai, va i n fatti acquistato negli a p p o s i t i p u n t i vend i t a assegnati dalla M a t t e l ) . M a neanche le schiere celesti d i Captain Power portano ossigeno a u n polo già i n odore d i liquefazione. Parte allora la campagna c o n t r o A u d i t e l : i dati n o n sono attendibil i (perché t r o p p o penalizzanti nei conf r o n t i d i Odeon!). Anche questa, però, dopo assalti f u r e n t i , si placa i m p r o v v i s a mente. Che è successo? È successo che, provatele tutte (ma p r o p r i o t u t t e : t i p o i l f i l m Entity, i n p r i m a serata, sulla possessione d i una ragazza o la pubblicità sulla carta stampata t r a p u g n a l i che g r o n d a n o sangue e i n v i t o alle f o r t i emozioni), c i si è r i t u f f a t i nel sempiterno salvagente del p o r n o , nonostante u n già cospicuo magazzino d i «commediaccia» all ' i t a l i a n a (anch'essa i n prime time): parte i l ciclo « I classici dell'erotismo». E g l i i n d i c i salgono. F a c c i a m o u n po' di conti? S u b i t o . La fascia n o t t u r n a d i sabato, q u a n d o esplode l'eros su Odeon, ha una media d i share del 5,6% (nello stesso periodo la fascia n o t t u r n a degli a l t r i g i o r n i della settim a n a ha una media del 3,9). La fascia 20,30-23, che comprende la collocazione dell'eros-porno al venerdì e alla domenica, vede questi due g i o r n i con una media del 4,5, superiore a t u t t i gli a l t r i prime time d i Odeon (lunedì 2,7, martedì 4,0, mercoledì 2,8, giovedì 2,9 e sabato, q u a n d o va Captain Power, 2,9. Basterà questo a salvare la traballante p o l t r o n a d i M a r c e l l o Di Tondo? Marcello Fredianl // Sabato
18-24 giugno
1988
LA STAMPA
Com'è maturato l'accordo tra Goria e Casaroli nell'incontro in casa del proprietario della Parmalat
Tanzi, l'elicottero di Dio
R O M A — L a telefonata di un vecchio amico democristiano lo h a raggiunto l u nedi m a t t i n a , all'indomani 1 atlerTJimki del presule «dia villa di Alberi è volo l'ultimo di una serie di i ioli illustri" • De Mita arrivò deUo «storico* colloquio fra per festeggiare l'elezione a segretario • Il presidente del Consilio pani pe rriceverel'incarico da Cossiga Goria e Casaroli nella villa di Alberi di Vigatto. vicino a contraddice l'immagine a m i Parma. «A Cali', stmolta Santa Sede e trascinando dei pochi posti in cui ritrovo cale, mite, disincantata che t'hanno stanato.stai su tutti t u t t o i n uno scambio risenti- serenità-. A tavola ha trova- Tanzi h a sempre dato a i i giornali...*. «St. lo so — ha to d i smentite f r a Palazzo to quasi sempre qualche av- suoi rapporti. risposto Callisto Tanzi. l'in- Chigi e Vaticano alla vigilia versario -degno- di tressetA poco a poco cosi è emerdustriale della Parmalat — della t r a t t a t i v a finale. te, i l suo gioco a carte prefe- so i l Tanzi democristiano, ma io non ho avuto alcun Anche Callisto Tanzi non rito. Accanto, spesso, gli si è uomo con tessera, ma che si ruolo. Tu mi conosci: ho sol- si aspettava t a n t a pubblicità seduto Rino Maggiali. u n considera «estemo, al p a r t i tanto offerto la mia casa a per u n tranquillo pomerig- vecchio amico d i Tanzi che to. A l fondo c'è sempre u n due amici Quando si son se- gio domenicale, non pensava condivide con l u i la passione elemento personale: la forte duti e hanno incominciato a che u n gesto d'ospitalità po- per i l volo e ha mano libera fede cattolica, l'amicizia con parlare, mi sono ritirato in tesse trasformarsi i n u n nel movimento aereo della «Albertino. Marcora. l o disparte-. passaggio decisivo d i questi Parmalat: per f a r partire un scomparso m i n i s t r o dell'InQualche ora dopo la storia u l t i m i giorni t o r m e n t a t i di jet o decollare u n elicottero, dustria, fondatore della sinidell'Incontro «riservato» fra rapporti fra Stato e Chiesa. basta una sua telefonata ai stra de e padrino della seil presidente del Consiglio e Chi l o conosce spiega che piloti. greteria De M i t a , porta T a n il segretario di Stato doveva Tanzi non ha alcun interesEd è andata cosi anche 11 zi a u n rapporto più stretto complicare l a vicenda, già se per la politica, meno che 13 luglio d i quest'anno, i l con l'attuale leader della detormentata, dell'ora d i reli- mai ad apparire mediatore giorno dell'incarico inatteso mocrazia cristiana. -E' un gione. Goria, davanti al suo i n u n a storia i n cui ce ne per Goria. Nella confusione amico, lo stimo, ha rinnovato partito, non celava le sue sono già troppi. M i t e e schi- di quel pomeriggio, i l presi- e ridato orgoglio alla de, ma preoccupazioni per i con- vo com'è — spiegano i suoi dente era a Parma, reduce da questo a dire che mi contraccolpi che poteva avere amici — cautissimo nei suoi da una vacanza al mare, ed cedo solo a lui...-, dice mister sulla maggioranza. Dei sette rapporti personali, preferi- aveva bisogno d i t u t t o . F u Parmalat di De M i t a . m e m b r i del vertice de impe- sce occuparsi del suo lavoro. Andrea Borri, deputato de Poi c'è i l legame con Gognati a giocare la partita E h a già abbastanza da pen- parmigiano, a sfilarsi la cradell'ora di religione, uno solo sare, con un'azienda cresciu- vatta e a far comperare una ria, che h a solo qualche anno i n meno d i Tanzi. A n sdrammatizzava: -Ma no, ta negli u l t i m i a n n i a dimen- camicia per l'incaricato. ma no. cosa vuoi che importi sioni multinazionali, cinque L'aereo che doveva portarlo che i n questo caso i collabor a t o r i del presidente del — sussurrava i n u n orecchio stabilimenti i n Italia, a l t r i In a Roma per salire a l Q u i r i Consiglio parlano di -amicial presidente del Consiglio Francia. Spagna, Germania. nale decollò da Bologna: fu eia stretta, personale, fami— in questa storia il diavolo Usa, Brasile e Nigeria, u n Tanzi a metterlo disposizioliare-: la signora A n i t a T a n ci ha già messo la coda. Al- f a t t u r a t o d i oltre mille m i - ne. zi e la signora Eugenia Gòmeno Dio ci ha mandato l'e- liardi, u n approdo recente I n mezzo a questi due epinella t v commerciale con sodi ce n'è u n altro che nes- ria si conoscono, si frequenlicottero'-. tano, d i t a n t o i n tanto t r a Quell'elicottero guidato -Odeon-, network che si pro- suno f r a gli amici d i Tanzi scorrono Insieme brevi dal Signore e atterrato nel pone d i far concorrenza a vorrebbe ricordare: i l misteperiodi di vacanza. giardino della villa di Tanzi Berlusconi. rioso volo dell'ex ambasciaE Andreotti? Mister Parcon a bordo i l segretario di Eppure non è la prima vol- tore Usa W i l l i a m Wilson i n malat n o n fa mistero di s t i Stato vaticano. Goria i n ta che la cronaca intreccia la Libia scoperto a dicembre marlo: -Gli è stata costruita cuor suo avrebbe preferito passione per aerei ed elicot- dell'86. Una strana storia, addosso un'immagine meno cancellarlo. I n una t r a t t a t i - teri di Tanzi con le sue ami- mai definitivamente chiaribella di quel che merita. Inva cosi delicata, condotta cizie politiche. Solo i n u n t a : con l'autorizzazione del vece no. Andreotti ha una per canali informali e nel caso t u t t o è venuto allo sco- consigliere per la sicurezza vita privata specchiata, ama più assoluto riserbo, l'incon- perto: i l resto è ancora da Usa Me Farlane e la mediala famiglia, è un marito pert r o d i domenica con i l cardi- raccontare. Come quel gior- zione d i A n d r e o t t i Wilson fetto-. nale Casaroli doveva restare no d i cinque anni fa: era l ' i - andò da Gheddafi (a bordo M a i l rapporto con la de segreto: ma i l Vaticano, a nizia d i maggio. De M i t a era del j e t di Tanzi) nel momensorpresa, già lunedi ne ave- appena stato eletto segreta- to d i più forte tensione f r a non è esclusivo. A parte i comunisti, dei quali pensa sia va dato notizia. rio della de. i f u m i ed i furori l'amministrazione reagania- meglio -che restino all'oppoMartedì, per t u t t o i l gior- di u n congresso difficile, na e i l colonnello libico, alla sizione-, Tanzi coltiva rapno, i collaboratori del presi- spaccato a metà sulla scelta • ricerca di un canale riserva- p o r t i con t u t t i i p a r t i t i di godente del Consiglio si erano del nuovo leader, non si era- to- con la Libia. G l i Usa,verno, conosce Craxi persoaffannati a ridimensionarne no ancora diradati. D bireat- dopo le dimissioni improvvi- nalmente, h a u n canale d i la portata, parlando di -visi- tore «Cessna Citation» della se di Me Farlane, smentiro- retto con i l psi attraverso i l ta amichevole-.-contatto in- Parmalat attendeva De no i l loro ambasciatore e sottosegretario all'istruzione formale-, davanti a una M i t a sulla pista d i Ciampi- chiesero spiegazioni al go- L u i g i Covatta. che è stato maggioranza rumorosa e ai no: nella villa di Alberi d i verno italiano. A malincuo- senatore di Parma. A l d u n segretari dei p a r t i t i laici che Vigatto era già pronto u n re, anche T a n z i si trovò que, di una sola cosa finora temevano che la trattativa pranzo d i festeggiamento, coinvolto nell'a//aire, e si d i - mister Parmalat era rimasto passasse sulla loro testa culatello, pasta fatta i n casa fese cosi: -Wilson è un mio geloso: le sue frequentazioni Però, a sera, l'annuncio-gaf- e vino leggero. caro amico personale. Ogni vaticane, la consuetudine fe del Vaticano d i «accordo D a allora In poi il segreta- tanto mi chiedeiv in prestito con Casaroli (che prima f a t t o , aveva cancellato d'un rio de è tornato altre volte l'aereo. Dove andasse erano d ora era stato già suo ospite colpo ore e ore di diplomazia, nella villa parmigiana) e alnella villa di Tanzi, f r a u n affari suoi.. mettendo sull'allarme gli alDa allora i n poi i l ritratto t r i alti prelati della Curia comizio, u n a riunione d i leati, in imbarazzo Goria. in partito e un pezzo di campa- di u n Tanzi riservato, chiu- wojtyliana. Domenica, quelpericolo l'incontro vero, uffigna elettorale: «Li — ha rac- so.restlo anche ai contatti l'elicottero guidato dal S i ciale all'ambasciata italiana contato agli amici — è uno con la sua città h a subito gnore ha scoperto i l suo u l t i con i rappresentanti della qualche colpo. E ' emersa mo segreto. una ragnatela di legami che M a r c e l l o Sorgi
— '1 i ' » Tocqueville scrisse che Napoleone «era costretto a mettere la francia i n pericolo per poterla p o i salvare». Bonaparte stesso era cosciente di questa costrizione. E sapeva che essa scaturiva d a l l a sua illegittimità d i d i t t a t o r e , se u n g i o r n o confessò a Rumjancev, d i p l o m a t i c o d e l l o zar: « I v o s t r i sovrani, nati per i l t r o n o , possono subire venti sconfitte e tornare t r a n q u i l l i nelle l o r o c a p i t a l i . I o n o n posso. I o sono u n soldato venuto dal n u l l a . I l m i o d o m i n i o n o n sopravviverà al giorno i n c u i cesserò d i essere forte e temuto». I l «manifesto» contro S h a m l r stilato da 300 intellettuali ebrei a m e r i c a n i mostra che oggi m o l t i , nelle comunità ebraiche sparse per i l m o n d o , cominciano a domandarsi se Israele, lo stato della Promessa, n o n sia per caso caduto nelle mani d i soldati venuti dal nulla, costretti a mettere Israele i n per i c o l o da quella fatale «irrequietezza dei governanti illegittimi» che già A r i stotele indicava come la causa dell'inevitabile rovina d i ogni t i r a n n i a . Sensazione accresciuta dai fatti che i n queste recenti settimane hanno visto coinvolto i l Mossad. Nonostante i l malessere che ciò provoca, è forse u n bene: il problema della legittimità d e l potere è uno dei più misconosciuti nel nostro tempo. I n genere, i l p r o b l e m a viene r i solto (o meglio, nascosto) c o n tecnologie politico-diplomatiche: è «legittimo» un potere r i c o n o s c i u t o come tale da altri Stati. È forse venuto i l m o m e n t o d i guardare al d i sotto d i questa convenzione. Dopo la guerra fra Israele ed E g i t t o nel "73, trentuno Stati africani r u p p e r o le relazioni d i p l o m a t i c h e c o n Gerusalemme. Nell'87 tuttavia sette d i quei Paesi hanno riallacciato r a p p o r t i u f f i c i a l i c o n Israele: dalla Costa d ' A v o r i o al Togo, d a l Camerún al Lesotho, dal M a l a w i al Botswana. Quale la causa d i questo m u t a t o atteggiamento? I l caso della L i b e r i a può essere esemplare: nell'85 nella capitale, M o n r o v i a , fallì u n tentato putsch contro l ' u o m o forte liberiano, Samuel Doe. I r i b e l l i , capeggiati d a l sergente Thomas Q u i n k w o pa, f u r o n o sanguinosamente r e s p i n t i nello stesso palazzo presidenziale da u o m i ni a r m a t i con granate a m a n o e a r m i automatiche. Questi u o m i n i erano israel i a n i . Secondo André Babacar, u n ufficiale keniota che lavora a l l ' O n u come ufficiale d i collegamento m i l i t a r e , «gli israeliani erano entrati nel Paese alla spicciolata, come u o m i n i d ' a f f a r i , e i n pochi mesi hanno i n f i l t r a t o i g r u p p i d'opposizione l i b e r i a n i . Quando i r i b e l l i attaccarono, i p r o t e t t o r i d i Doe erano lì ad attenderli». Nove mesi d o p o la Liberia ha scambiato ambasciatori c o n Gerusalemme, dopo tredici anni d ' i n t e r r u z i o ne. Anche i l dittatore del Togo, Gnassinbe Eyadema, deve agli u o m i n i del Mossad se si è salvato da u n golpe m i l i t a r e . Si è sdebitato riallacciando i r a p p o r t i diplom a t i c i con Israele. I l presidente del Camerún, M i k o Bya, ha u n a guardia del corpo israeliana; pare che anche i l re del Marocco, Hassan I I , si valga d i «esperti» e «consiglieri» d i Tel A v i v . Quanto a Mo-
Israele e i suoi servizi segreti
I m p u t a t o M o s s a d Maurizio B l o n d e t b u t u Sese Seku, i l satrapo dello Zaire, «da tempo penzolerebbe d a l balcone della sua reggia» come dice una fonte diplomatica d e l l ' O n u che n o n intende essere n o m i n a t a «se u n battaglione d i israeliani non g l i facesse scudo c o n t r o i l suo stesso popolo». «Fin dagli anni Settanta» sostiene M a n i r A l i Sankari, un economista dell'On u esperio i n Paesi i n via d i sviluppo «uomini d i Israele han preso a percorrere i l continente nero offrendo ai d i t t a t o r i locali guardie del corpo, addestratori per la p o l i z i a , e s p e r t i anti-guerriglia». I «mercati» i n c u i Israele esporta i l suo r i n o m a t o know-how repressivo sono vasti. A Londra, i l 4 luglio 1985, fu r a p i t o per strada i l d o t t o r U m a r u D i k k o , già m i n i s t r o delle Finanze i n Nigeria, che dall'esilio si ostinava a denunciare la corruzione della casta al potere nel suo Paese. Scotland Y a r d riuscì a salvarlo fortunosamente poche ore dopo mentre, drogato e chiuso i n una cassa da i m b a l laggio, stava per esser fatto salire su u n aereo d i linea nigeriano. Due o tre u o m i ni del Mossad f u r o n o arrestati (e p o i , pare, discretamente rilasciati) «in flagranza d i reato». I l Sudan è i l più vasto Paese africano, un quarto degli Stati U n i t i . Ha u n problema cronico d i r i b e l l i o n e nella fascia meridionale, dove le tribù l o c a l i , cristiane o pagane, si oppongono all'islamizzazione forzata del regime centrale. Nel 1984, dopo una visita del vice-presidente americano George B u s h , i l d i t t a t o r e d e l Sudan, Gafaad N i m e i r i , assoldò u n team di «esperti d i repressione» del Mossad israeliano. «Da allora» ha d i c h i a r a t o i l giornalista Claus Kochel, « è stata u n ' o r gia d i arresti e fucilazioni d i sospetti». Risultato: l'instabilità endemica d e l Sudan meridionale è divenuta guerra aperta, i l sud del Paese è i n m a n o al colonnello Joseph Garang, capo dei r i b e l l i , u n m i l i t a r e addestrato i n Usa, ma oggi affiancato da cubani ed e t i o p i c i . Israeliani sono anche a S r i Lanka (Ceylon), i l paradiso tropicale travagliato dall'annosa ostilità fra Cingalesi b u d d h i sti e T a m i l indù. N e l 1982 f u i l generale V e r n o n Walters, ex vicedirettore della Cia, a consigliare i l presidente cingalese Jayavardene ad «affidare agli israeliani la faccenda dei Tamil». L'anno seguente, f i r m a t o u n contratto d i 28 m i l i o n i d i doll a r i , g l i specialisti del Mossad h a n com i n c i a t o ad addestrare m i l i t a r i cingalesi da impiegare nella repressione. È opera l o r o la nascita dello Special task force
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(segue M o s s a d )
(Stf), un corpo para-militare che si è macchiato d i atrocità e t o r t u r e denunciate anche da Amnesty international. Soprattutto, la turbolenza endemica dei T a m i l si è mutata in guerra sanguinosa, che ha determinato l ' a n n o scorso l ' i n t e r v e n t o d i u n «corpo d i pace» della vicina Confederazione I n d i a n a . Fatto taciuto dalla stampa occidentale: come condizione per deporre le a r m i , i n quell'occasione i T a m i l chiesero a Rajiv Gand h i che fosse formato un t r i b u n a l e speciale per c r i m i n i d i guerra allo scopo di giudicare «i comandanti regionali e d i d i s t r e t t o dell'Stf e i loro ufficiali di collegamento stranieri». I r i b e l l i lamentano centinaia d i desaparecidos, esibiscono testimonianze o c u l a r i d i violazioni dei d i r i t t i u m a n i . I l colonnello A b d u l K a h i m K u n t j o r o , attaché dell'Indonesia a l l ' O n u , ha auspicato che «i consiglieri israeliani (a Ceylon) possano essere giudicati come c r i m i n a l i d i guerra». A n c o r m e n o n o t o è i l fatto che esperti m i l i t a r i d'Israele operano dall'85 a Formosa. Precisamente nella scuola m i l i t a r e (Politicai warfare cadre academy) situata a Peitu, presso Taipei, un centro «riservato» gestito congiuntamente da Formosa e Corea del Sud. Nel centro, g l i spec i a l i s t i del Mossad addestrano anche q u a d r i m i l i t a r i provenienti dal Guatemala, H o n d u r a s , Cile, E l Salvador e Sudafrica. Ciò non impedisce che nel frattempo Israele intrattenga c o r d i a l i r a p p o r t i con la Cina Popolare, che costruisce su licenza l ' o t t i m o m i t r a israeliano Uzi ed ha r i c e v u t o da Israele i p i a n i per la fabbricazione del missile statunitense Hawk.
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Da questa m a p p a delle i n g e r e n z e israeliane — mappa inedita i n Italia, e certamente incompleta — parrebbe che i l Mossad agisca nelle diverse p a r t i del m o n d o come una Cuba d e l l ' A m e r i c a , i m pegnandosi nei «lavori sporchi» che gli Usa non possono sobbarcarsi direttamente. È la valutazione dei fatti che — q u a n d o ne viene a conoscenza — suol dare l ' o p i n i o n e pubblica statunitense, abituata a considerare Israele «our hest ally», i l nostro m i g l i o r alleato. T u t t a v i a da qualche anno serpeggia i l d u b b i o che i l «miglior alleato» stia, al c o n t r a r i o , trascinando l ' A m e r i c a in giochi suoi p r o p r i , e pericolosi. I l 21 novembre 1985 fu arrestato i n Usa Jonathan Jay Pollard, esperto dell'US Naval investigative Service anti-terrorist alert center d i S u i t l a n d , M a r y l a n d , il quale confessò d i aver venduto i n f o r m a z i o n i riservate americane ad Israele. La confessione d i Pollard chiamò in causa Illan Ravid, attacché dell'ambasciata israeliana a Washington, agente pagatore (e fornitore d i cocaina) della spia americana. L a s c i a g u r a t a e c o m p l i c a t a vicenda dello scandalo Irangate ha rivelato a l t r i fatti, che la stampa liberal americana ha tentato d i nascondere sotto un fiume d i «rivelazioni»: la parte che nella vicenda hanno avuto agenti israeliani. Nell'85 fur o n o i l d i r e t t o r e delle operazioni «Emisfero Occidentale» del Mossad. D a v i d
L i chiamano i «soldati venuti dal nulla». Gestiscono un immenso potere. Ecco una mappa inedita dei loro interventi K i m c h e , e lo specialista per i l Mossad degli A f f a r i del Golfo, Moshe M a n d e l , a fare al presidente Reagan un r a p p o r t o sulla situazione interna d e l l ' I r a n tale da i n d u r r e la Casa Bianca i n errore. D i p i n sero un I r a n diviso i n fazioni pronte a lottare per la successione a K h o m e i n i , f r a le q u a l i gli Usa potevano intromettersi per giocare un r u o l o . N e l l ' a m b i t o della vicenda fu montata cosi la t r a t t a t i v a «armi contro ostaggi», i n cui soldi iraniani servirono a pagare a r m i da mandare ai Contras del Nicaragua: a r m i che v e n i v a n o d a l b o t t i n o a c c u m u l a t o da Israele nelle sue guerre con g l i a r a b i . I n realtà, un lucroso c o m m e r c i o d i arm i da Israele a l l ' I r a n data da m o l t o p r i m a . I l settimanale di destra Spotlight ha p u b b l i c a t o la fotocopia d i u n c o n t r a t t o , f i r m a t o da plenipotenziari d i Teheran che si impegnavano a pagare 135 m i l i o n i d i d o l l a r i alla International desalination equipments — ditta con sede i n Tel Aviv, p r o p r i e t a r i o Jacob N i m r o d i — u n carico che comprendeva 68 m i s s i l i Hawk amer i c a n i e c i n q u e m i l a «proiettili ad alta velocità con propulsione a razzo» da 155 m i l l i m e t r i . I l d o c u m e n t o è datato 1981: anno i n cui gli Usa avevano decretato 1' embargo contro l ' I r a n , i n r i t o r s i o n e per la detenzione degli ostaggi nella l o r o sede d i p l o m a t i c a a Teheran. SI è t a c i u t o m o l t o sul fatto che Israele è fra i maggiori f o r n i t o r i d ' a r m i a Teheran. Perché? I l p r o b l e m a è stato recentemente sollevato da A m m o n Netzer, esperto i n questioni medio-orientali della H e b r e w University. Netzer s'è chiesto se tale «aiuto» a l l ' I r a n non debba essere interrotto, dato che i l regime i r a n i a n o non ha m u t a t o affatto i l suo atteggiamento ferocemente anti-ebraico. Ma la vendita d i a r m i a l l ' I r a n non ha affatto lo scopo d i a m m o r b i d i r e K h o m e i n i . A l c o n t r a r i o — come sanno e dicono i d i p l o m a t i c i sauditi — ha lo scopo di mantenere acuta la minaccia del fondam e n t a l i s m o khomeinista sui r i c c h i , deb o l i e m o d e r a t i Paesi del Golfo (gli stessi che finanziano l ' O l p ) : i n p r i m o luogo l ' A r a b i a Saudita, sede dei L u o g h i Santi islamici e cassaforte petrolifera dell'Occidente. Perché quanto più la riserva petrolifera euro-americana è minacciala, quanto più i l Golfo è instabile, tanto più Israele «giustifica» la sua esistenza, agli occhi degli Usa, come alleato-chiave in quell'area, e come destinatario privilegiato della copertura p o l i t i c a , m i l i t a r e e finanziaria americana. M a cosi i soldati venuti dal nulla mettono i n pericolo non solo Israele, ma g l i stessi interessi amer i c a n i . Finiscono così per aver ragione i d i p l o m a t i c i di Ryad che considerano l'America — senza alcuna ironia — «una creatura d i Israele». Maurizio B l o n d e t
Obbiettivo
Il consumo come dogma
«Dobbiamo risolverci ad abbandonare i dogmi economici che ci impediscono di alzare una diga contro l'alluvione che ci minaccia. E' improrogabile che i governi occidentali si accordino al pili presto su un nuovo concetto di crescita economica: un concetto che implica la soluzione del problema de! debito del Terzo Mondo». Ha avuto non poco coraggio Edzard Reuter, il neo-presidente della Daimler-Benz. a pronunciare queste parole nel recente convegno dell'American Council of Germany, tenutosi a New York. I «dogmi» economici contro cui s'à scagliato sono potenti, e potentemente difesi nel mondo finanziario internazione le, e fortemente legittimati dalla dottrina. Il centro di questi dogmi è l'idea che il fine ultimo dell'economia sia una sorta di gratificazione edonistica che ciascuno si procurerebbe comprando o vendendo beni e servizi. Questa teoria ha padri illustri fra gli economisti, da John Stuart Mill a Keynes: e ha finito per ipnotizzare il pensiero economico contemporaneo concentrandolo sui consumi. L'aumento dei consumi privati visto come «fine» e «locomotiva», anziché come «risultato»di un'economia sana. E' in ossequio a questa teoria che oggi il mondo sviluppato invita Germania e Giappone a «consumare di più», come unico rimedio ai timori di cessione. Ma è anche a causa della (come chiamarla?) indifferenza etica di questa teoria se oggi attività economiche criminali, e un tempo marginali come il traffico di droga, la pornografia, sprechi e parassitismi, il gioco d'azzardo (anche borsistico), stanno entrando a pieno titolo nella legittimità economica. La fede che solo gli acquisti dei consumatori generano la crescita industriale è anche madre della sciagurata teoria, bandita dal Club di Roma negli anni '70, secondo la quale si può compensare ima «crescita zero» (demografica e degli impieghi di materie prime) con un 'accelerazione di consumi più sofisticati, soprattutto costituiti da «servizi» che migliorino «la qualità della vita». Da qui è nata la «razionalizzazione» di un'industria che s'è risanata riducendo, non aumentando, i volumi prodotti;da qui lo sviluppo della terziarizzazione. Da qui anche il fatto che la cerchia dei consumatori si fa sempre più ristretta: non più di mezzo miliardo di uomini, su una Terra popolata da cinque miliardi di abitanti, «tira» lo sviluppo coi suoi consumi. Registriamo lo strano fenomeno per cui enormi surplus alimentari coesistono con popoli che muoiono di fame. O l'altro, non metto strano fenomeno, per cui nel mondo si produce troppo acciaio, mentre il mondo ha ancora bisogno di grandi opere: strade, canali, ferrovie, cui però si guarda bene dal mettere mano. Il nostro secolo non ha ancora fatto nulla che sia paragonabile al Canale di Suez o al Canale di Panama che il secolo scorso realizzò pur con tecnologie tanto inferiori. L'Ottocento era forse più ricco? No: aveva solo fatto proprio un concetto di crescita economica che il presidente della Daimler-Benz chiama «nuovo», ed invece è vecchissimo. Il concetto cioè che alla lunga e storicamente, ciò che fa crescere i mercati (i consumi) e l'aumento della popolazione e dell'occupazione; è lo sviluppo verticale dell'industria, che rende possibile la sua espansione orizzontale; sono.glf avanzamenti tecnologici «grandi», non le innovazioni il cui scopo è risparmiare micragnosamente energia J< e r&*&*~ • - "' " - ' • '1 ; " Tutte cose che potremmo fare da domani, se non ci ipnotizzasse il «consumismo dottrinario». Aerei che volano da New York a Tokio in tre ore, irrigazione de! Sahara, fusione nucleare, son tutte «meraviglie» alla portata delle nostre possibilità tecnologiche: se non le realizziamo, è perché — consapevolmente ono — s'è latta una scelta per i computer «che risparmiano lavoro ed energia», per l'ecologismo, per la terziarizzazione consumistica, che son tutte forme di edonismo egoistico e miope. Il presidente della Daimler ha protestato contro tutto questo: rimettere il debito del Terzo Mondo e aiutarlo ad aumentare il suo sviluppo, ha detto, è la vera soluzione. Perché questo aumenta il consumo, aumentando i consumatori possibili: cosi si fa un'economia sana. Basterà stare attenti che il prodotto fisico pro-capite sia sempre maggiore del consumo fisico pro-capite. Ciò che non avviene, è ovvio, in una società post-industriale, una società terziaria, dove molta gente guadagna molto, ma non produce niente. M a u r i z i o Blondet
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Disinformazione. U n libro uscito in F r a n c i a ricostruisce le mosse del Cremlino su sette e chiese occidentali
Reverendo fratello M a r x wmmmmmmmmmm^i La s o c i o l o g a B r i g Ma i t t equante volte abbiamo letto sui giornaU n a vera e propria Vassort-Roussel, sottoponendo appositi l i t i t o l i come questo: «Vibrante appello macchina d'influenza, questionari all'episcopato f r a n c e s e per i l d i s a r m o del Consiglio Mondiale potente soprattutto nell'87, ha scoperto e reso noto (nel suo della Pace»? Sicuramente m o l t e . E quansotto Andropov. G i i Evèques de France en Politique, tesi d i te volte i g i o r n a l i hanno precisato che i l interventi sono tanti. laurea a Yale, ediz. Fondation Mattonale Consiglio Mondiale della Pace è un organiEcco i più clamorosi des Sciences Politiques, Parigi 1987), che smo interamente sovietico? Certamente «66 vescovi su 100 condividono l'analisi m a i . m a r x i s t a del conflitto sociale», e 23 su Eppure è p r o p r i o cosi. Fondato nel cento, quasi un quarto del totale, «accet- 1949 come quartier generale propagandi- Subito dopo (Assemblea di N u o v a D e l h i , tano apertamente i l marxismo-leninismo stico contro i l Piano M a r s h a l l , d i r e t t o 1961), anche la Chiesa russa si è affrettae la violenza che presuppone». I n d a g i n i i n i n t e r r o t t a m e n t e dal '53 da Romesh ta ad entrare nell'organismo. Oggi le des i m i l i condotte fra altri episcopati nazio- Chandra, dirigente del Partito c o m u n i s t a n o m i n a z i o n i religiose dell'Est v i p u l l u l a nali, darebbero, probabilmente, n o n dis- i n d i a n o pro-moscovita, i l Consiglio è oggi n o : sono i n t u t t o d i c i o t t o , persino quelle s i m i l i percentuali. Del resto, i n anni i n la p r i n c i p a l e organizzazione d i facciata ( perseguitate o l t r e c o r t i n a (come la Chiesa c u i l'ideologia marxista ha perso parec- front organization) destinata all'influenza battista sovietica, rappresentata dal revechio del suo prestigio c u l t u r a l e , essa degli a m b i e n t i pacifisti e religiosi. Dei rendo Aleksei B i c h k o v ) , e persino le cocontinua ad influenzare vasti a m b i e n t i suoi 23 vice-presidenti, tre sono funziona- munità microscopiche («Chiesa ortodosreligiosi, non solo c a t t o l i c i . «Teologie r i dell'Est (un polacco, un russo, u n tede- sa autocefala d i Polonia») o sette estinte, della liberazione» sostanzialmente filoso- sco-orientale); tre vengono da Cuba, dal- prive d i fedeli ( m a n o n d i clero). Forte di u n bilancio d i 85 m i l i o n i d i vietiche corrono f r a i l clero protestante l'Angola, dal V i e t n a m ; due dalla Federae persino nelle gerarchie non-cristiane: zione Sindacale Mondiale d i Praga e dalla d o l l a r i , i l Consiglio si dedica a denunce le dichiarazioni del pastore giamaicano Federazione Internazionale Donne Demo- ispirate ad u n t e r z o m o n d i s m o sovietizP h i l i p Potter, segretario generale del cratiche d i B e r l i n o Est; g l i a l t r i sono scel- zante. A l t e m p o dell'Assemblea d i NairoConsiglio Ecumenico delle Chiese («A ti t r a d i v e r s i p a r t i t i c o m u n i s t i europei. bi (1975) d o c u m e n t i «contro le m u l t i n a B e r l i n o n o n esiste uno sbarramento fra D i rado i l Consiglio agisce i n p r o p r i o ; zionali che o p p r i m o n o i Paesi africani» le due Germanie»), o quelle del signor per lo più lancia le sue campagne attra- redatti da p r e t i s u d a m e r i c a n i e non difurono distribuiti Sato, presidente dei b u d d h i s t i giappone- verso le numerose organizzazioni pacifi- scussi dall' assemblea, si («Da testimone oculare posso dichia- ste a c u i è collegato, scelte secondo i l attraverso i canali del Consiglio stesso. D i rare che i credenti i n Urss godono della seguente c r i t e r i o stabilito dal presidente recente ha p u b b l i c a t o u n elenco d i 202 più completa libertà d i culto») sono solo Chandra: «Una organizzazione pacifista banche occidentali «colpevoli» d i aver due t r a g l i esempi p o s s i b i l i . che a d o t t i una posizione anti-sovietica concesso prestiti al Sudafrica. Per conFino a che punto le personalità che cessa automaticamente d i essere una or- t r o , nel 1983 (Assemblea d i Vancouver) fanno tali dichiarazioni sono consapevoli ganizzazione d i pace. Ciò perché, per la la proposta d i u n vescovo pachistano, d i di mentire? Sicuramente poche. Esse so- p r i m a volta nella storia del m o n d o , la una mozione d i condanna all'invasione i n no piuttosto «fonti inconsapevoli» (tyom- forza m i l i t a r e , i n m a n i socialiste, è dive- Afghanistan, fu respinta sotto la minaccia delle «Chiese» dell'Est d i abbandonahaya verbura, secondo la t e r m i n o l o g i a nuta una forza d i pace». tecnica sovietica): così spiega u n n u t r i t o L a p r i m a istituzione d i r a c c o r d o è la re la conferenza. A l suo posto infine fu saggio pubblicato a Parigi, Les Onagres, Conferenza Cristiana per la Pace, con sede approvata, su proposta d i W i l l i a m T h o m Council d i Jacques Vindex e Gabriel Véraldi, de- a Praga, che pubblica un t r i m e s t r a l e i n pson, ex presidente del National dicato ai «portavoce inconsci» della mac- inglese e tedesco e organizza s e m i n a r i su of Churches, una mozione d i condanna china d'«influenza» organizzata dall'Est argomenti u t i l i alla propaganda pro-so- della politica statunitense i n Nicaragua. I l National Council of Churches (Ncc) europeo. Pubblicato dalle edizioni Age de vietica, cerca d i provocare prese d i posil'Homme, i l l i b r o d i Véraldi e Vindex è zione, crea c o m i t a t i nazionali, cercando è l'emanazione americana del Concilio la p r i m a descrizione apparsa i n Occiden- di far giungere notizie d i tutta questa Ecumenico delle Chiese, e suo p r i n c i p a l e te sugli apparati d i tale «macchina d ' i n - attività ai mass media. U n ' i n d a g i n e su finanziatore, grazie all'assidua raccolta fluenza» che, separata ed indipendente quest'organismo, condotta nel 1982 da di fondi (20 m i l i a r d i d i d o l l a r i l'anno) che dagli organismi d i spionaggio e d i disin- una sottocommissione del Senato ameri- l'Ncc opera t r a i c o m u n i fedeli a m e r i c a n i . formazione dell'Est, farebbe capo diretta- cano, ha appurato che «tutti i posti d i La segretaria dell'Ncc, Claire R a n d a l l , è mente al D i p a r t i m e n t o Internazionale del responsabilità i n essa sono riservati a una delle donne più i n f l u e n t i e ricche C o m i t a t o Centrale del Pcus. persone i n d i s c u t i b i l m e n t e leali al Cremli- d'America. Nel 1981, d i r i t o r n o da u n a Affiancato dall'Istituto Arbatov d i Le- no: i l m e t r o p o l i t a Filarete d i Kiev presie- visita in Cina popolare, dichiarò di avervi n i n g r a d o (che formalmente si occupa d i de i l c o m i t a t o d i direzione; i l sovietico trovato: «Una Chiesa forte, vigorosa e ricerche sociologiche), e affidato succes- Sergei F o m i n è segretario generale; fra attiva». I n compenso s'è battuta per l ' i n sivamente a B o r i s Ponomariev (numero i d i r i g e n t i appare i l ceco Joseph H r o d w a - troduzione d e l l ' a b o r t o i n Usa. Attivissitre della gerarchia sotto A n d r o p o v ) ed ka, p r e m i o Lenin». I l g r u p p o «si dedica ma contro l ' i n t e r v e n t o i n V i e t n a m , la oggi ad Anatoly D o b r i n i n , già ambascia- alla manipolazione delle comunità reli- Randall ha tenuto f u o r i l'Ncc da ogni tore sovietico a W a s h i n g t o n e perfetto giose», operando «in stretto collegamento azione d i soccorso al «boat people» vietconoscitore dei g r u p p i d i pressione e dei con o r g a n i s m i similari», q u a l i la Confe- namita. La Riverside Church Disarmament Cenmezzi d'informazione occidentali, i l Di- renza dei Cristiani Cattolici ( B e r l i n o Est), p a r t i m e n t o ha lo scopo d i «modificare nel la Conferenza delle Chiese Europee (con tre è invece una filiale diretta dell'Ncc senso voluto i l m o d o d i pensare, la sensi- sede in Danimarca), la Conferenza delle (che ha a p p u n t o sede i n Riverside Drive, bilità e i l c o m p o r t a m e n t o dell'opinione Chiese Africane, la Pax Christi Internatio- New Y o r k ) . Nel 1984 tale organismo ha raccolto, con a l t r i enti, u n m i l i o n e di firpubblica occidentale». Esso opera «per nal, l'US Peace Council, eccetera. mezzo d i o r g a n i s m i d i facciata creati ad I l Concilio Ecumenico delle Chiese, con hoc, collegati a m o v i m e n t i e istituzioni sede a Ginevra, è un caso più complicato. più o meno " s p o n t a n e i " , capaci d i acce- Creato nel 1948 ad A m s t e r d a m da diverse dere ai mass media e d i manipolare la denominazioni protestanti e ortodosse mentalità d i personalità note e d i opinion per «lavorare all'unità», solo d o p o i l Conleaders occidentali». c i l i o Vaticano I I (e dopo anni d i r i f i u t o ) Il Sabato 11-17 giugno 1988 Detto così, ovviamente, sembra una ha visto aggregarsi la Chiesa Cattolica. fantasia spionistica alla John Le Carré.
JACQUES VINDEX GABRIEL VERALDI
LES ONAGRES
L'AGE D'HOMME
me per una «petizione d i pace» che è stata consegnata a Gorbacev a Ginevra dal reverendo Jesse Jackson.Uno dei suoi d i r i genti, Cora Weiss, è anche m e m b r o d e l l ' Institute fot Policy Studies, una «fondazione senza scopo d i lucro» d i Washington i c u i a n i m a t o r i sono R i c h a r d Barnet e M a r k u s Raskin, due n o t i intellettuali della sinistra radicale Usa. Fatto notevole: Richard Barnet è stato spesso i n v i t a t o in I t a l i a da Lotta continua, p u r essendo u n o degli estensori dei discorsi (ghost writer) del presidente Carter. I l National Council of Churches ha tuttavia difficoltà a i n f l u i r e sugli a m b i e n t i cattolici statunitensi, essendo un'organizzazione essenzialmente protestante. Per questo Claire Randall ha fondato un altro ente, Interfaith Centre for Corporate Responsibility. Diretto da un sacerdote canadese, T i m o t h y S m i t h , l'Interfaith è riuscito a far aderire alle sue iniziative 24 fra diocesi e o r d i n i religiosi c a t t o l i c i . Le sue iniziative consistono i n campagne «cont r o le multinazionali», a favore del m a t r i m o n i o dei preti, a favore delle suore femministe o lesbiche, eccetera. Da u l t i m o s'è d i s t i n t o per attacchi v i o l e n t i contro i l pontefice Giovanni Paolo I I . Parte dei m e m b r i dell' Interfaith sono c o n f l u i t i oggi nella Catholic Conference of Us (Uscc), che sostiene e finanzia t r a l'alt r o i l Fronte Farabundo M a r t i i n Salvador. Insieme all'Ncc e ad a l t r i enti consim i l i ha fondato i l Cispes, Comitato di Solidarietà con le Forze Popolari in Salvador, che nell'81 è stato sorpreso i n flagrante atto d i falso. I l Cispes fabbricò u n finto documento del D i p a r t i m e n t o d i Stato e della Difesa Usa, da c u i a p p a r i v a che questi due m i n i s t e r i «consigliavano» alla Casa Bianca l'uso della b o m b a atomica i n A m e r i c a Latina. I l falso documento f u p u b b l i c a t o con clamore sul New York Times dalla giornalista Flora Lewis. Costei, i l 9 marzo 1981, pubblicò u n a r t i c o l o di rettifica i n cui spiegava che i l documento era una contraffazione e chiedeva
scusa ai l e t t o r i : ma la p r i m a n o t i z i a era o r m a i stata ripresa da tutta la stampa europea. L'Uscc è infine i n stretta collaborazione con l'Ordine di Maryknoll. Questa congregazione missionaria, u n t e m p o d e d i t a all'evangelizzazione della Cina, è oggi apertamente alleata della p o l i t i c a m a r x i sta. Appartengono a questo o r d i n e i due p r e t i - m i n i s t r i del governo sandinista n i caraguense, padre M i g u e l d'Escoto ( m i n i stro degli Esteri) e padre Ernesto Cardenal, m i n i s t r o della C u l t u r a , nonché fondatore della Iglesia Popular i n Nicaragua, a c u i aderiscono una c i n q u a n t i n a d i sacerdoti che r i f i u t a n o obbedienza al c a r d i nale d i Managua Obando y B r a v o . La sede americana d i M a r y k n o l l a N e w Y o r k pubblica in varie lingue i l l i b r o Communism and The Bible, i n c u i si leggono frasi di questo genere: «Gesù era c o m u n i s t a , piaccia o no ai c o n s e r v a t o r i : Giuda teneva la cassa comune e ciascuno dei discepoli riceveva secondo i suoi bisogni». Oppure: «Un cristiano n o n può d i c h i a r a r s i anticomunista». L'Ordine non è, infine, senza collegam e n t i con l'olandese Interchureh Peace Council, che ha condotto i n E u r o p a u n ' a t tiva campagna contro la b o m b a al neutrone e, insieme al m o v i m e n t o Pax Christi, esercita una forte influenza s u l P a r t i t o democristiano olandese. Due a n n i fa i l m i n i s t e r o degli I n t e r n i dei Paesi Bassi ha svolto un'inchiesta s u l l ' T n t e r c h u r c h , per i contatti troppo stretti che questo organismo m a n t e n e v a con A n a t o l y P o p o v , m e m b r o itinerante del D i p a r t i m e n t o I n ternazionale del C o m i t a t o Centrale del Pcus. Così i l cerchio si chiude. T u t t o i n obbedienza alla direttiva che C i c e r i n , c o m m i s sario del popolo agli A f f a r i E s t e r i sotto Stalin, emanò nel '48 ai p r o p a g a n d i s t i m a r x i s t i : « I sovietici devono organizzarsi per sfuttare la credulità e l ' i d e a l i s m o dei sordi, che lavoreranno al l o r o p r o p r i o suicidio». Maurizio B l o n d e t
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di M a u r i z i o Blondet
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Supplemento
questi anni nella stampa italiana, mentre II Sabato nasceva e cresceva? La grande funzione critica si edulcora nella riscoperta del privato. E i torinesi intanto avanzano
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del
Sabato
28 moggio
n
22
1988
no al Privato, essendo la fede, com'è noto, il contrario dell'Impegno). I l 14 dicembre, un pezzo su un ricevimento a Palazzo D u r i n i («Novecento cuscin di raso...», comincia l'articolo) e un — sulla «febbre dei dischi volanti» (Titol del commento. La spiegazione è dentro di noi). 15 dicembre: Nasce la febbre dell'oro al self-service del lingotto. 11 30 Si può violentare la moglie?. I l 12 gen naio, un articolo sulla «nuova moda del diavolo», con i l titolo: Incremento di interesse per le pratiche pertinenti alla rea del demoniaco. Seguono, a pioggia, altri titoli significativi: / nuovi giacobini dopo Marcuse hanno scoperto Tra volta (quello della «febbre» del sabato segno de) Riflusso: la lettera d i un sera: la parola «febbre» sostituisce, per adultero (di Cinisello Balsamo) con frequenza, la parola «lotta»). Le donne: r i m o r s i d i coscienza. Poco dopo, Pa- Tornano donne-oggetto e casalinghe norama fa d i più. M o n t a u n caso con soddisfatte. A m p i o spazio alla storia di mobilitazione d i G r a n d i F i r m e sulla P e p p i n e d d u , u n c o n t a d i n o siciliano lettera d i una sposina che d i c h i a r a , «con un h a r e m : aveva sette mogli». Su pubblicamente, d i essere felice perché cui i l Corriere domanda: «Peppineddu i l m a r i t o (e qualche volta la suocera) è un erotomane, uno sfruttatore o uno la sculacciano col b a t t i p a n n i . O d d i o , che ha capito i l vero senso della vita, dove sono finite «le conquiste delle anche se i n modo grezzo?», donne», le lotte femministe? I n s o m m a , i l Riflusso è fabbricato. I Che la gente sia stufa è u n fatto. Peg- c o m u n i s t i d i Numero Zero ipotizzano gio: anche i l «movimento» dei c o n t i g u i che la nuova gestione del Corriere voe fiancheggiatori del t e r r o r i s m o si sta glia fare del giornale «una vetrina ad sbrindellando. Ne prende atto ( i l 23 alto livello d i sofisticazione senza però marzo 1979) Lotta continua: «Siamo lo spazio per un impegno troppo coinarrivati al punto che diversi c o m p a g n i volgente nel sociale», dato che «l'impespacciano eroina, t r o p p i si bucano, al- gno e incontrollabile». A ciò si aggiunt r i vanno a rubare, espropriano troppe gerebbe la volontà d i Franco Di Bella volte un povero c r i s t o qualsiasi. I l " R i - d i «togliere spazio al futuro giornale di prendiamoci la v i t a " (uno slogan del- Costanzo». l ' A u t o n o m i a , ndr) viene i n t e r p r e t a t o M a u r i z i o Costanzo, infatti, è stato come un r i t o r n o a l l ' i n t e r n o d i se stessi appena assunto dalla Rizzoli con i l o alla coppia, vivendo tutto ciò distac- c o m p i t o d i creare e lanciare L'Occhio, catamente dal resto dei compagni». I m - un «popolare» «dedicato a quei famosi perdonabile, per un giornale i cui letto- quarantenni che non hanno fatto né la r i che avevano provato a «gestire i l p r i - guerra né la Resistenza né i l '68», «un vato nel collettivo», e per un decennio giornale non ansiogeno», con «fatti che avevano creduto che i p r o b l e m i perso- esprimono i sentimenti della gente» e nali ( a m o r i , infelicità sessuali, acne niente politica. I n s o m m a , l'organo del) giovanile e forfora) fossero creati a bel- Riflusso. la posta dalla società repressiva, e che Occorre d i r e che L'Occhio sarà un sarebbero stati r i s o l t i per m i r a c o l o buco nell'acqua. Peggio: pochi mesi quando fosse dato d i «vivere i l c o m u n i - d o p o , si scoprirà che M a u r i z i o Costansmo». Lo stesso M a u r o Rostagno, u n o " > era nelle liste della P2, e che s'era dei leader della Contestazione con Cur- guadagnato i galloni d i direttore dopo ciò e Franceschini, è f i n i t o a d d i r i t t u r a aver intervistato, in posizione genuflesnegli «arancioni», seguaci d i guru Ra-sa, Licio Gelli. (L'intervista era appar jneesh. Lotta continua lo accusa d i sa sul Corriere). Costanzo stesso con^ «stronzificazione dell'esperienza misti- fesserà tutto in una memorabile interca», ma Rostagno r i f i u t a d i fare auto- vista televisiva, interrogato da Giam critica: «Non c'è più i l p a r t i t o che t i paolo Pansa: «Sono stato un cretino», dice cosa devi fare», risponde baldan-dirà asciugandosi ruscelli di sudore, zoso. A parlare della P2, oggi, si rischia Il fenomeno dunque esiste. Ma c'è i l immediatamente d i perdere lettori, tansospetto che i l Corriere l ' a b b i a promos- ' ° la vicenda è stata oscurata dal polveso, ingigantito. É u n «complotto» che r o n c informativo. Non tema i l lettore: vien denunciato, d i lì a poco da Numero n c parleremo solo quel tanto che basta Zero, una rivista per g i o r n a l i s t i (ora P c r dare le coordinate necessarie a l l a scomparsa), scritta da g i o r n a l i s t i di comprensione dei fatti. La P2 fu — esarea comunista. A/umero Zero del mar s e n / i a l m e n t e — la creazione d i u n zo '79 fa l'elenco degli argomenti atti gruppo di signori, che godendo d e l l a nenti al Riflusso che i l Corriere ha fatto apparire in p r i m a pagina negli u l t i m i mesi. I l 9 d i c e m b r e , un pezzo su Un (SÍC-0Í) tragico amore del Papa (Papa W o j t y l a è considerato uno degli araldi del Ritor-
RAZZA PADRONA E GLI IDEOLOGI DEL PIACERE l Ritorno al Privato (detto anche Riflusso) fu p r o c l a m a t o i l 13 settembre 1978. Precisamente quel giorno, i l Corriere della Sera p u b b l i c a i n p r i m a pagina — dunque con i l r i l i e v o d i una notizia p o l i t i c a — la lettera d i u n lettore che espone un suo p r o b l e m a privatissimo: cinquantenne, agiato borghese (così si descrive) i l lettore è i n n a m o r a t o d i una ragazza m o l t o più giovane, che non lo r i a m a . Per questo, n u t r e p r o p o s i t i d i s u i c i d i o . M a chiede c o n s i g l i o e c o n f o r t o a l Corriere. Oggi può sembrare i n c r e d i b i l e : ma quel fatterello crea scalpore. Per u n decennio, la p r i m a pagina del Corriere è stata esclusivamente dedicata a l l ' I m p e gno Collettivo: alle «lotte» dei lavoratori (o «delle donne»), alle esecrazioni per i l t e r r o r i s m o nero e alle i n q u i e t u d i ni c i v i l i per quello rosso, alle R i f o r m e , all'Antifascismo, al b o l l e t t i n o degli u l t i m i gambizzati o giustiziati dalla Giustizia Proletaria, ai sospetti d i Strategia della Tensione. La lettera d e l l ' i n n a m o rato m a t u r o e infelice r o m p e , dunque, una tradizione. E non è un caso. Si dice che lo stesso Franco Di Bella, nuovo d i r e t t o r e , abbia insistito con i suoi c o l l a b o r a t o r i perplessi per mettere quella lettera i n p r i m a pagina. E nei g i o r n i seguenti è ancora l u i a «montare l'evento»: con interventi d i Grandi Firme (da A l b e r o n i a Zincone) sul «grosso problema» che la lettera ha rivelato: la gente è stanca dell'Impegno? E perché? « I g i o v a n i sono orfani», risponde Zincone: del '68, del Vietnam, del maotsetungpensiero. Hanno perso le speranze nella Rivoluzione. É un bene o un male? Bene, replica A l b e r o n i i n un articolo intitolato Ma è l'amore la prima rivoluzione. E spiega: l ' i n n a m o r a m e n t o è «un m o v i m e n t o c o l l e t t i v o a d u e » ; dunque i l «ritorno alla coppia» ha la stessa dignità r i v o l u z i o n a r i a del partecipare allo «stato nascente» dei movimenti c o l l e t t i v i . Valanghe d i lettori rispondono. Non ad A l b e r o n i , ma all'aspirante suicida: lettere d i conforto, racconti d i «esperienze personali». I l Corriere, generosamente, p u b b l i c a . Anzi, pochi g i o r n i dopo, mette i n p r i m a pagina un altro
a fi
fiducia dell'Alleato Americano, proposero all'Alleato d i creare in Italia le condizioni per u n «governo forte». Un governo non di destra né d i sinistra, ma «di centro», magari «bianco». Gli americani si convinsero: i n Italia c'era i l t e r r o r i s m o rosso, e c'era quello nero (quando poi non ce n'era abbastanza, qualcuno si affrettava a crearlo con qualche strage). L ' A m e r i c a mandò sold i . Che dovevano servire, fra l ' a l t r o , al grande progetto d i «comprare» la stampa italiana per farla servire alla strate-
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giàDi fatto, C e l l i riesce — grazie ai q u a t t r i n i del disperato Calvi, e promettendone al disperatissimo e inde b i t a t i s s i m o Angelo Rizzoli junior — a mettere le mani sul Corriere. Prima, con Piero Ottone (che se ne andò nel ' 7 7 ) il Corriere aveva cavalcato il sin i s t r i s m o movimentista, al suo interno si sbranavano gruppuscoli ultrarossi che lo rendevano ingovernabile. Sotto Gelli. gli ultrarossi continuarono la loro rivoluzione i m m a g i n a r i a , mentre la direzione de // Corriere e q u e l l a de L'Occhio aprivano gli i d r a n t i del Riflusso, per raffreddare le scorie ancora incandescenti della Contestazione. I l fatto che Di Bella e Costanzo risultassero egualmente i s c r i t t i alla P2 va inteso nella sua giusta proporzione: Licio Gelli attrasse insieme b u o n i professionisti e incredibili m i s i r i z z i , onesti e cialt r o n i , agli u n i descrivendo u n progetto vagamente a n t i c o m u n i sta (e per d i più garantito da personalità delle I s t i t u z i o n i ) e agli alt r i facendo balenare carriere. Non si deve fare d i ogni erba un fascio. Va detto anche che i l raffreddamento non fu immediato. Nel marzo 1 9 7 9 , ci fu ancora i l rapimento d i A l d o M o r o , d i lì a poco, l'assassinio d i Walter Tobagi, giornalista del Corriere, per opera d i t e r r o r i s t i . Ma già q u e s t ' u l t i m o delitto denotava una certa intrusione del Privato nel grande disegno d e l l ' I m p e g n o Collettivo. Restò il sospetto che ad indicare Tobagi, socialista moderato, come bersaglio dei t e r r o r i s t i , fossero stati (s'è scritto anche questo) «taluni a m b i e n t i giornalistici» desiderosi «di liberarsi d i un collega scomodo». Uno dei tre assassini d i Tobagi era figlio d i un giornalista abbastanza noto. Del resto, i l R i t o r n o al Privato m i rava sì a raffreddare g l i effetti sanguinosi della Contestazione, ma senza pregiudicarne le «conquiste», giudicate funzionali al potere costituito: come i l divorzio, l'aborto, la tolleranza per l'uso d i droghe e per i «diversi». Non a caso L'Espresso, d a p p r i m a sospettoso («Ci si d o m a n d a con una punta di a l l a r m i s m o : quali valori farà riscoprire i l privato? Le previsioni sono catastrofiche: la verginità, i l nonno, la tomba d i famiglia...») potrà t i -
rare un sospiro d i sollievo poco dopo: una sua i n d a g i n e d e m o s c o p i c a sulla «nuova morale» d i m o s t r a che «i confini t r a le zone del bene e quelle del male» sono m u t a t i in m o d o o r m a i permanente. «Agli a n n i C i n q u a n t a non si torna», proclamerà su Repubblica Giorgio G a l l i : la moralità cattolica e la decenza p r i v a t a appartengono i r r i mediabilmente al passato. La carica di reazione anti-totalitaria che è i m p l i cita nel Riflusso si potrà deviare verso scopi i n n o c u i : come la lagna degli ecologisti e la protesta c o n t r o le centrali nucleari. La voglia d i libertà personale sarà esaudita con sbocchi nell'insignificante (la febbre del sabato sera) o nella camera da letto ( i l «privato» lecito è quello degli adultèri, delle sculacciate c o n i u g a l i , delle «diversità» sessuali). É l ' a v v e n t o della grande Cretinopoli che a b b i a m o sotto gli occhi. Nel frattempo, i l Potere ha ripreso posizioni. Anche nella stampa, anzi più che mai nella stampa. Cacciati figuri e cialtroni dalla Rizzoli, la Gemina, i l «salotto buono», è diventato proprietar i o del Corriere. E nella Gemina, i l «socio di riferimento» è Fiat. L'Avvocato trasferisce dalla Stampa al Corriere Giorgio Fattori, mette alla direzione un suo u o m o d i fiducia, Ugo Stille; R o m i t i promette repulisti t r e m e n d i nel quotidiano. Sono anni, i n verità, che i repulisti tanto m i n a c c i a t i continuano a tardare. Dal nuvolone della Fiat escono t u o n i , ma non f u l m i n i . Giorgio Fattori verrà presto sostituito; anche Ugo Stille ha deluso la Proprietà. Nell'insieme, la gestione «manageriale» dei piemontesi al Corriere rivela, sotto l'arroganza, inefficienza e incertezza. Pare che — assente Stille, che non si fa mai vedere — R o m i t i in persona d i s t r i b u i s c a cicchetti caporaleschi ai v i c e d i r e t t o r i . I g i o r n a l i s t i , però, si lamentano che dalla Proprietà n o n venga «la linea». 11 Corriere attacca De Benedetti che sta scalando la Sociétc Géncrale de Belgique? A l l ' A v v o c a t o farà piacere. Invece no: l'Avvocato trova l'attacco t r o p p o scoperto, t r o p p o servile. Ma questi g i o r n a l i s t i n o n sanno essere liberi? Grattacapi. M a da non sopravvalutare. La mappa del potere g i o r n a l i s t i c o in mano alla Fiat è tale, quale Gelli non poteva i m m a g i n a r e nemmeno nei suoi sogni più m e g a l o m a n i . La Fiat n o n ha solo la Stampa, i l Corriere e la caterva dei periodici-Rizzoli. Può contare anche su 24 Ore. i l q u o t i d i a n o della Confindustria, sulle Gazzette del principe Caracciolo, su // mattino, su Gazzetta del Mezzogiorno, e sulle questioni d i fondo, sull'idea d i quale Italia voglia la Fiat, anche su Repubblica. Se n'è avuto un indizio recente. Nel dicembre del 1 9 8 7 , a M i l a n o , g r u p p i d i versi c o m i n c i a n o ad inquietarsi dell'eccesso di «potere piemontese» che si stende sull'ex capitale morale. Si fa i l conto dei beni milanesi passati a Torino; RizzoliCorsera, Alfa Romeo, Rinascente, Telet-
tra, Magneti M a r e 1 1 i eccetera. Si allarmano i sindacati, Dario Fo ridicolizza la «filosofia», persino // Giornale Nuovo manifesta i n q u i e tudine in qualche articolo. Si parla d i leggi anti-trust. I n s o m m a , rischia d i crearsi un movimento d'opinione anti-Fiat. A quel punto, l'Avvocato e R o m i t i convocano un giornalista di f i d u c i a . Del Corriere? No. Della Stampa? M e n che meno. A ricevere l ' i n v i t o è Giorgio Bocca, che accorre lusingato con b i r o e taccuino. Descriverà il colloquio su Repubblica del 1 7 dicembre 1 9 S 7 , sotto i l t i t o l o : «Quei tori nesi mettono soggezione», spiegato dal sottotitolo «Il c a m p a n i l i s m o anti-piemontese dei milanesi». «In un amiche volo incontro torinese» scrive Giorgio Bocca «abbiamo avuto l'occasione d i parlarne con i m a s s i m i d i r i g e n t i Fiat, i n testa l'avvocato Agnelli, poi Cesare Rom i t i e V i t t o r i o Ghidclla». «A n o i - ci d i ceva R o m i t i «sembra una querelle piuttosto provinciale. Siamo a M i l a n o da sempre...». E D a r i o Fo? Ci f u r o n o t e m p i in cui Giorgio Bocca parlava i n t u t t ' a l tro modo di D a r i o Fo. M a ora è per l u i un «supercretino d i talento», rappresenta la «voglia d i passato che passa per l ' I t a l i a che cambia». Che c a m b i a — beninteso — nel senso della Modernità e dell'Efficienza targate Fiat. Però, qualcosa ha lasciato a Bocca la bocca a m a r a : lo agita la sensazione oscura d i aver subito una sorta d i violenza carnale alla sua professionalità. E lo dirà, per scarico di coscienza, non su Repubblica, ma su u n periodico molto meno diffuso, destinato ai giornalisti addetti ai l a v o r i : Prima Comunicazione del gennaio, un mese dopo «il cordiale i n c o n t r o torinese». «Faccio parte delle cosiddette g r a n d i firme, cioè di quel giornalismo privilegiato» spiega Bocca «che non ha bisogno d i inseguire i personaggi, perché è da essi ricercato». Un tempo, spiega ancora, «nessun gazzettiere sano di mente pensava d i poter chiedere un'intervista al senatore A g n e l l i o al professor Valletta. Adesso invece...». Adesso invece i n u o v i p a d r o n i sono «perfettamente attrezzati. L ' i n t e r v i s t a non è m a i un tète-à-tète: è sempre presente, come istanza superiore del prod u t t i v i s m o . i l capo delle p u b b l i c h e relazioni...». Per cui, «preparati a l l ' i n c o n t r o e age-
volati dal fatto di essere
i padroni
della
stampa», i N u o v i P a d r o n i « s c e l g o n o i l g i o r n a l i s t a d o c n o n per s o t t o p o r s i a u n i n t e r r o g a t o r i o di terzo grado e n e p p u r e per confessarsi, m a per u s a r l o c o m e u n trasmettitore, come forte e prestigiosa cassa d i risonanza». I n s o m m a : «Per il giornalista c u n p o ' come andare alla caccia di Sua M a e s t à : si siede s u u n a p i e t r a e a s p e t t a che i guardacaccia gli p o r t i n o a t i r o i l camoscio. C o n la d i f f e r e n z a c h e q u i . . . i l p e r s o n a g g i o e c o n o m i c o ti chiama per dirti
quello che gli fa comodo cui gli fa comodo.
nel momento
in
Ne d e r i v a n o r a p p o r t i b e n o l i a t i e pers i n o i n f o r m a t i v i ( p e r c h é g l i a d d e t t i ai l a v o r i poi sanno' c o m u n q u e leggere t r a le r i g h e o s o p r a le r i g h e ) m a a l u n g o andare piuttosto noiosi. T u t t o si c o m p e r a e si vende a questo m o n d o , m a l a verità è u n a m e r ce s p e c i a l e . Se c e r c h i d i m a n i p o l a r l a si d e p r e z za».
Grazie, Bocca, d i ques t a c o n f e s s i o n e « t r a le r i g h e » . Che n o n fa i n o m i , m a l i lascia intendere Che s p i e g a b e n e i meccanismi con cui i giornalisti vengono «comprati e venduti». A l t r i g i o r n a l i s t i doc n o n hanno nemmeno questa franchezza Giampaolo Pansa ( a u t o r e a p p u n t o d i u n l i b r o i n t i t o l a t o Comprati e Venduti) s'è v i s t o a d d i r i t t u r a c o m m i s s i o n a r e un volume contenente un'intervista a R o m i t i , u n a s t e r m i n a t a autodifesa della f i l o s o f i a t E l u i h a e s e g u i t o senza i l m i n i m o s c r u p o l i di coscienza m i r a c o l i della nuova m o r a l e laica. D o v e a c h i fa il B e n e — c o m e l o i n t e n d o n o l o r s i g n o r i — sono p r o m e s s e felicita n o n nel cielo, ma nell'aldiquà. I n t a n t o , il l i b r o vende bene. E d o m a n i potrà f r u t t a r e u n p o s t o i m p o r t a n t e a l Corriere, chissà.
Maurizio
Blondet
IL
50Cé
La «pax afghana» passa ^ M sulla testa dei guerriglieri A
bbiamo provato n o n poco disagio, registrando le reazioni che da più parti si sono avute al duplice a n n u n c i o — di Tashkent e d i G i n e v r a — d e l l ' o r m a i certa firma degli Accordi afghano-pachistani garantiti da Urss e Usa. Nel generale t r i p u d i o la Resistenza afghana è stata relegata in un angolo. Il fatto che la Resistenza, come hanno affermato suoi autorevoli rappresentanti, respinga gli accordi, viene guardato con mal celalo fastidio. « I soli a n o n accettare sono i guerriglieri», si rammarica, a esempio, «l'Unità» (9 aprile): quasi la cosa fosse un trascurabile dettaglio di fronte a u n altro dato che emerge dalle conclusioni di G i n e v r a : un nuovo rapporto tra le due superpotenze, nella prospettiva d i accordi più a m p i , che saranno verificati i n occasione del s u m m i t d i Mosca, alla fine d i maggio. Ora, è fuori discussione l ' i m p o r t a n z a di un progresso sostanziale nelle relazioni UsaUrss; tuttavia, ciò non può far mettere da pane ragioni e m e r i t i della Guerriglia. Questi u l t i m i sono epocali: la resistenza islamica afghana, infatti, ha mostrato al m o n d o che un regime comunista, ancorché installalo e protetto dalle a r m i sovietiche, può " r u m a re", che non è ineluttabile, e che la " d o t trina Brezhncv" è stata, d i fatto, sconfitta sul campo dagli afghani. Scriveva q u a t t r o anni fa uno dei maggiori specialisti europei dell'Afghanistan, O l i v i e r Roy, a conclusione d i una sua esemplare monografia {Afghani-
stan-Islam et modermtc pohtique) «La guer-
ra d'Afghanistan... non segna una semplice peripezia dell'espansionismo sovietico, ma una svolta q u a l i t a t i v a . Da guerra locale d i viene forse il simbolo di un nuovo t i p o di guerra popolare che non prende il suo m o -
dello da u n m a r x i s m o più o meno adattato, ma segna una rottura d e f i n i t i v a tra sollevam e n t i popolari e attrazione per l'Urss». S o r v o l i a m o gli apprezzamenti sul presunto irenismo d i Gorbaciov, cosi decantato i n questi g i o r n i : preferiamo elogiarne, se n o n ci sono m a c h i a v e l l i s m i , i l realismo, cioè la presa d'atto d i un'impossibilità d i vincere a prezzi ragionevoli e non destabilizzanti (anche se le ipotesi d i spartizione del Paese sono t u t t ' a l t r o che irrealistiche). A b b i a m o , invece, i l dovere morale d i dare alla guerriglia i riconoscimenti che m e n t a : tanto più che per quattro-cinque anni la sua lotta è stala isolala, i m p a r i e disperata. G l i aiuti a m e n c a n i datano infatti solo dall'ottobre '84. Adesso, cunosamente, i g i u d i z i sulla guerriglia sembrano invertirsi: su un giornale autorevole come il « N e w Y o r k Times» ci si rammarica dell'esborso di due m i l i a r d i d i d o l l a r i in aiuti ai mujahiddin da parte del c o n t n b u e n t e americano e si mostra una sorta d i ripugnanza di fronte alla prospettiva che a K a b u l si insedi " u n a teocrazia a l l ' i raniana". Ce. i n t u t t o questo, u n ' i n c o m prensione palese dell'aspetto saliente della guerriglia: la sua capacità di contenimento d i u n espansionismo comunista che pareva, nei decennio passato, inarrestabile sul piano planetario. Ora. il fatto che i nostri v a l o r i non si i d e n t i f i c h i n o con quelli d e l l ' i s l a m i smo afghano, non dovrebbe far dimenticare una grande lezione che un piccolo popolo ha dato, con coerenza e spirito d i sacrifìcio i n c o m p a r a b i l i , al m o n d o intero.
Piero Sinatti