3 minute read

di euro per rimettere in produzione le saline di Cervia nel 2024 alcuni

Quest’anno non ci sarà il raccolto. Il sindaco propone un gruppo di esperti per il ripristino. Riaperta la Sp254

Tra la ne di agosto e l’inizio di settembre del 2023 non ci sarà la raccolta del sale alle saline di Cervia per via dell’alluvione di maggio, ma l’obiettivo del Comune è tornare alla produzione nel 2024. Serviranno alcuni milioni di euro, fa sapere il sindaco Massimo Medri. Che ha accompagnato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in un sopralluogo e ha avanzato la proposta di costituire un gruppo di esperti dedicato alla missione saline.

Advertisement

La Salina di Cervia esiste da duemila anni, si estende per 827 ettari ed è la porta sud del Parco regionale del Delta del Po, da sempre riserva naturale di popolamento e di nidi cazione per molte specie animali e vegetali, oltre che luogo produttivo dove lavorano una trentina di persone.

«La salina ha salvato la città di Cervia perché ha contenuto una quantità straordinaria di acqua – ha dichiarato il sindaco –. Oggi stiamo ancora intervenendo e parte dello stabilimento non è ancora stato liberato dall’acqua. Conclusi questi primi passaggi si dovrà intervenire per ripristinare la nostra salina. Deve essere messa in piedi una task force che impegni tutte le istituzioni, Comune, Provincia, Regione e Stato per il ripristino di un luogo non solo produttivo, ma un’oasi ambientale di enorme valore».

Bonaccini concorda: «È necessario mettere in campo, e in tempi brevissimi, un progetto per il suo rilancio dal punto di vista economico e turistico. Parliamo, infatti, non solo di un’attrazione di questa zona e di uno dei luoghi più magici dell’Emilia-Romagna, ma di un patrimonio culturale, naturalistico e produttivo di valore nazionale. Per questo, porteremo la situazione all’attenzione del Governo: in gioco ci sono oltre una trentina di posti di lavoro».

Intanto dal 7 giugno è di nuovo percorribile la strada provinciale 254: è stato rifatto l’asfalto danneggiato dagli allagamenti.

IMU: il 16 giugno in scadenza la prima rata

Le scadenze di pagamento dell’IMU sono stabilite dalla legge e devono essere rispettate dai proprietari degli immobili soggetti a questa tassa. In particolare, la prima rata dell’IMU deve essere pagata entro il 16 giugno di ogni anno, mentre la seconda rata entro il 16 dicembre. È importante sottolineare che il mancato pagamento delle rate dell’IMU comporta l’applicazione di interessi di mora e sanzioni amministrative, oltre alla possibilità per il comune di procedere alla riscossione coattiva del debito. In sintesi, per evitare sanzioni e conseguenze negative sul proprio patrimonio, è importante rispettare le scadenze di pagamento dell’IMU e verificare periodicamente la situazione dei propri immobili per non incorrere in eventuali omissioni o errori. Sei sicuro di aver calcolato correttamente l’IMU da pagare? Lo Sportello CAF di OpenOffice Ravenna fornisce un servizio di calcolo dell’IMU.

Ciro Di Maio - Consulenza del Lavoro, Tributaria e Sindacale.

Legam iente lascia il atto per il clima La Regione manca di coeren a La replica os non si aiuta la causa

L’accordo è nato due anni fa per il rilancio dell’ milia omagna verso la decar onizzazione: «Il rigassificatore va in direzione opposta»

La sezione regionale di Legambiente in Emilia-Romagna ha deciso di uscire dal gruppo di organizzazioni rmatarie del cosiddetto “Patto per il lavoro e il clima” sottoscritto dalla Regione insieme a enti locali, sindacati, imprese, scuole, atenei, associazioni ambientaliste, terzo settore e volontariato, professionisti, Camere di commercio e banche. L’obiettivo dichiarato è il rilancio e lo sviluppo dell’Emilia-Romagna fondati sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale con l’obiettivo della completa decarbonizzazione entro il 2050. «La scelta di uscire – si legge in una nota di Legambiente –è maturata a seguito del confronto tra i livelli dell’associazione dopo un’esperienza durata due anni e mezzo ed è legata soprattutto alla mancanza di coerenza tra gli obiettivi indicati nel Patto e le azioni realizzate dalla Regione». L’episodio più emblematico, secondo l’associazione ecologista, è stata l’accoglienza al nuovo rigassi catore di Ravenna: «Un impianto che ben poco ha a che fare con la transizione energetica che invece imporrebbe l’abbandono dei combustibili fossili in tempi rapidi». La concessione per il rigassi catore al largo di Punta Marina è infatti di 25 anni. Tema ulteriore rispetto al quale Legambiente ha manifestato preoccupazione nel tempo è il consumo di suolo: «Un segnale particolarmente negativo in questo senso è l’approvazione di proroghe ai termini di attuazione delle previsioni urbanistiche previgenti alla nuova legge che, negli anni passati, hanno consentito di prolungare la validità dei vecchi Prg e Psc: questo ha portato alla prosecuzione di interventi urbanistici previsti da anni che, tra l’altro, non verranno nemmeno computati nell’ammontare del consumo di suolo consentito dalla nuova legge».

Davide Baruf , sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, si dice stupito e perplesso: «Nel corso delle numerose riunioni degli ultimi due anni e mezzo, non abbiamo mai appreso di particolari contrarietà o controproposte da parte del rappresentante di Legam- biente». Secondo Baruf sono state realizzate molte cose importanti: gratuità dei bus per gli studenti, potenziamento del servizio ferroviario metropolitano, estensione della rete delle piste ciclabili, sostegno delle comunità energetiche rinnovabili. «Tirarsi fuori dal lavoro comune non renderà più forti né le ragioni di Legambiente, né il lavoro corale che in ogni caso proseguiremo».

This article is from: