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Bello spot per Ravenna tra rigassi catore e carovita
di Federica Angelini
Alla fine sono arrivati anche i dati a certificare una certezza che molti ravennati avevano acquisito empiricamente più o meno ogni volta che per qualche motivo sono andati altrove in Italia: la nostra è una città carissima. Inspiegabilmente cara, per certi versi, non essendo una metropoli come Milano né una meta internazionale come Venezia. Ora sappiamo anche che è quella dove i prezzi sono cresciuti di più in assoluto nel momento in cui l’inflazione ha cominciato a erodere stipendi, ci dicono sempre i dati, fermi da vent’anni, qui come nel resto d’Italia. Come a dire che chi vive a Ravenna a parità di stipendio è quindi un po’ più povero di chi vive in gran parte del resto d’Italia o comunque spende più di altri per gli stessi beni e servizi.Sarebbe quindi interessante cominciare a capire esattamente perché succede questo, leggere qualche analisi che spieghi il bizzarro fenomeno. Stranamente al momento nessuno sembra interessarsene più di tanto, al contrario per esempio di quando, ogni anno, puntuale arriva la classifica che ci vede primi come furti in appartamento (a proposito di medaglie...). Eppure anche quello di città con l’inflazione più alta d’Italia è uno di quei primati di cui davvero si farebbe a meno, per più ragioni. Ultima forse, ma comunque di una certa importanza, è l’immagine che diamo di noi a eventuali visitatori, studenti universitari, turisti che debbano scegliere una meta. Perché mai in epoca di inflazione uno dovrebbe avventurarsi, nel paese delle meraviglie che è l’Italia, ad andare a visitare proprio Ravenna, bella, bellissima, ma scomoda da raggiungere e pure cara come fosse Milano ma senza nemmeno un servizio d’autobus notturno, un ristorante stellato o un cinque stelle? Con una rete di negozi in centro così simile a quella di tante altre città?
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Certo, non è questa l’unica ragione per cui Ravenna negli ultimi mesi è salita alle cronache nazionali. Il nome della città è stato infatti citato forse migliaia di volte parlando dei rigassificatori. Anche questo, c’è da scommettere che, senza nulla togliere al Parco marittimo nascente, per qualcuno che debba scegliere una meta estiva non è proprio un’attrattiva da cartolina per le vacanze e tanto meno lo sarà se gli impianti dovessero essere due.
A questo punto l’unica speranza è che almeno royalties e compensazioni per il territorio vadano a incidere positivamente sul costo della vita dei ravennati e che possiamo almeno dire addio al primato sul costo della vita e dell’inflazione.
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