Italiadagustare aprile 2018

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Anno 5 - Aprile 2018

Porto San Giorgio (FM)

Cultura del territorio, Turismo e Benessere

PERSONAGGIO

GENNARO ESPOSITO RICORDARE LE PROPRIE ORIGINI

SCOPRI L’ITALIA

IL 45° PARALLELO NELL’OLTREPÒ PAVESE

[ STILE ITALIANO]

ELETTO PRODOTTO DELL’ANNO 2018


Follia è fare se m pre la stessa

cosa aspettandosi risultati diversi Albert Einstein

www.geniumsrl.com


Aprile 2018

indice

[ PERSONAGGIO] 6

Gennaro Esposito: «Nel mio mestiere dimenticare le proprie origini è un “peccato mortale”»

[ SCOPRI L’ITALIA]

10 La magia del 45° parallelo: nelle terre dell’Oltrepò

13 Fermo e dintorni: alla scoperta del sud marchigiano

16 È nato ‘Discover Italy’

[ GOURMET]

17 Andar per asparagi tra i colori dell’Istria

[ STILE ITALIANO]

18 L’innovazione protagonista di “Eletto prodotto dell’anno 2018”

[ LIBRI]

20 Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia

21 Le nostre recensioni

[ AGENDA ITALIA]

22 Aria di primavera Direttore Responsabile Dario Bordet Direttore Editoriale Evelina Flachi ViceDirettore Editoriale Alessandro Trani Art Director Patrizia Colombo Progetto grafico/Impaginazione Milano Graphic Studio S.r.l. Caporedattore Riccardo Lagorio Hanno collaborato Francesca Bastoni Valerio Consonni Francesco Garosci Carlo Kauffmann aprile 2018

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Luca Medici Sandro Nobili Milena Passigato Alessia Placchi Momi Symon Media Partner Pubblicità, Promozione & PR Le Roy Advertising - Milano Edizioni Le Roy srl redazione@le-roy.it www.italiadagustare.com Stampa La Serigrafica Arti Grafiche Via Toscanelli 26 - Buccinasco

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Desideriamo informarLa che i suoi dati personali raccolti direttamente presso di lei o fornitici saranno utilizzati da parte di “Italia da Gustare” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 95/46/CE e dal D.lgs. 171/98 per la tutela della Privacy nelle Telecomunicazioni e dalla direttiva 97/07/CE e dal d.lgs. 185/99. Eventuali detentori di copywriting sulle immagini - ai quali non siamo riusciti a risalire - sono invitati a mettersi in contatto con: Le Roy srl

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A P R I L E

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Aprile dolce dormire… Nei proverbi, si sa, risiedono grandi verità. In effetti, quando i primi caldi primaverili si fanno sentire, è normale avvertire una sensazione di sonnolenza e stanchezza diffuse, soprattutto in aprile. Per contrastare questo senso di spossatezza, la soluzione ideale è passare del tempo all’aria aperta e preferire una dieta equilibrata e ricca di vitamine, sali minerali, proteine e potassio. Questo mese vi parleremo dello chef campano Gennaro Esposito, due stelle Michelin e già giudice della terza edizione di Junior MasterChef Italia. La sua cucina è un trionfo di profumi, sapori, equilibri, innovazione. I nostri itinerari vi guideranno alla scoperta dei profumi e dei sapori nelle terre dell’Oltrepò pavese e in quelle del fermano, il paradiso dello shopping per chi ama le scarpe. Non perdetevi i “prodotti dell’anno 2018”, “Discover Italy” - la nuova piattaforma online lanciata da Alitalia in collaborazione con Touring Club Italiano e Gambero Rosso - le consuete rubriche dei libri scelti per voi e la nostra Agenda Italia, che vi propone per il weekend sport e relax in completa armonia con la natura e i suoi mille colori, tra verdi distese, laghetti, e corsi d’acqua di magiche oasi popolate da tante varietà di fiori e graziosi animali. Buona lettura!

SCARICALO ORA! Hai il nostro numero precedente? Se non ce l’hai, non preoccuparti, puoi scaricarlo gratuitamente tramite il nostro sito: www.24orenews.it aprile 2018

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[ per s onaggio ]

GENNARO ESPOSITO

«NEL MIO MESTIERE DIMENTICARE LE PROPRIE ORIGINI È UN ‘PECCATO MORTALE’» 6

aprile 2018


[ per s ona ggio ]

Intervista di Alessandro Trani

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Due Stelle Michelin, tre Forchette Gambero Rosso e tre Cappelli della Guida dell’Espresso. Ne ha fatta di strada Gennaro dalle cucine di Vico Equense, ancora giovanissimo, all’alta cucina di Montecarlo e Parigi, passando da quelle di Giancarlo Vissani e Alain Ducasse. Ma la nostalgia per la sua terra e per il suo mare è stata più forte, e dopo Montecarlo e Parigi - dove ha imparato la ferrea disciplina del lavoro e la cura maniacale dei dettagli - sceglie la sua terra natale, Vico Equense, dove nel 1992 inizia l’avventura della sua Torre del Saracino. È stato uno dei primi cuochi ad affacciarsi in Tv, nel ‘94, nel programma Numero Uno condotto da Pippo Baudo. Poi hai partecipato a tanti programmi sporadici da Uno Mattina, a La vita in diretta, La prova del cuoco, fino a Junior MasterChef e persino Un posto al sole. Gennaro ama le sfide, e riesce ogni volta a stupirci con i suoi menù perché è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.

Qual è il momento in cui hai detto “da grande farò lo chef”?

Frequentavo la scuola alberghiera e la prima volta che entrai in cucina, durante una esercitazione, il mio insegnate mi disse che era meglio che cambiassi mestiere, che non sarei mai diventato un bravo cuoco. Fu lì che decisi che quello sarebbe stato il mio mestiere. Adoro le sfide.

Sei stato nella cucina di Vissani, di Alain Ducasse e in quella del Plaza Athènèe a Parigi. Nella tua cucina c’è traccia di ognuno?

Direi di sì. Ora non potrei indicarne una in particolare, ma tutte le esperienze che ho fatto sino ad oggi sono sicuramente “dentro” la mia cucina. Penso che anche nelle cucine di questi grandi Chef c’è una traccia più o meno visibile di quelle che sono state le loro esperienze, è tutto un insieme.

le verdure, la freschezza, la stagionalità, la coerenza con il territorio, la cucina con un anima mediterranea. Questo per gli abituè. Chi invece viene per la prima volta è curioso ma si lascia consigliare.

Per i tuoi bimbi, Emanuele e Isabella, cucini tu?

Diciamo che a casa faccio volentieri l’ospite, mi lascio molto volentieri coccolare. Ai bambini di solito ci pensa Ivana, mia moglie. Mi capita ogni tanto di cucinare per loro, mi piace solleticare la curiosità e il palato dei miei bambini, anche se il mio compito è quello della ricerca delle materie prime.

Usi ancora le terracotte della nonna?

Certo, le adoro. Per alcuni piatti uso solo quelle. Io penso che la buona cucina presuppone l’utilizzo di strumenti e tecniche di cottura tradizionali ma anche il saper usare con intelligenza le novità della tecnologia per cucinare meglio la tradizione.

C’è un piatto, una ricetta particolare, che hai nel cuore?

Mio nonno, che era un bravissimo cuoco, faceva una linguina con la “pera ‘e Mast’Antuono”, che è una piccola pera selvatica delle colline vicane. È una pera in via di estinzione, se ne trovano poche e poi tra l’altro maturano in fretta. È una pera molto gustosa, croccante, soda e lui la preparava ripiena con del formaggio, uovo, prezzemolo, uva passa, pinoli e la cuoceva nella salsa di pomodoro. Un piatto straordinario, stranissimo ma di un sapore antico che non dimenticherò mai. Purtroppo faccio questo piatto a fatica, anche perché queste pere maturano tutte in una settimana.

Oltre alla Cucina, c’è qualche altra passione che coltivi o avresti voluto coltivare? La musica e il cinema sono le mie due grandi passioni ma, ahimè, ora non riesco a coltivarle per mancanza di tempo.

Quali emozioni ti dà la TV?

Sì, per me è molto importate restare qua, raccontare la mia terra in cucina e lo sarà sempre di più, anche se talvolta appare una missione impossibile. È innegabile che fare impresa al sud comporta certe difficoltà.

La trovo un’esperienza divertente. C’è sempre qualcosa da imparare, qualcosa che ti incuriosisce e io sono un curioso di natura. La televisione è una cosa importante ma anche impegnativa. Apparire in tv è anche una grande responsabilità, perché tu parli a tanta gente che ti prende sul serio.

I miei clienti sono sempre più curiosi, vogliono sempre qualche cosa di nuovo. I piatti più richiesti sono quelli che rappresentano la filosofia della “Torre”, il pesce,

Ogni tanto sì. Viene spesso a trovare i genitori, che abitano non molto lontano da me e ogni volta che viene passa a trovarmi.

Alla fine hai deciso di fare questo mestiere nel tuo territorio… lo senti un po’ come una missione?

Parliamo della Torre del Saracino. Quali sono i tuoi piatti più richiesti?

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So che tu e Antonino Cannavacciuolo siete amici. Riuscite a frequentarvi?

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[ personaggio ]

Hai ideato anni fa la “Festa a Vico”, e l’edizione 2017 si intitolava “Non siamo di un altro mondo”. Ci spieghi il messaggio?

Sì. Praticamente si parlava dello chef che oggi viene visto un po’ come una star, una figura di un altro mondo. Siamo degli artigiani che ogni giorno si mettono al lavoro in cucina. I media mostrano soltanto la copertina di quello che realmente siamo. Sono sempre di più gli chef impegnati sul fronte sociale. La grande partecipazione di tanti colleghi a quest’evento di beneficenza del 2017 ne è stata una grande dimostrazione.

Aumentano ogni i giovani che aspirano a diventare chef… Secondo te è più una moda che una reale passione?

Diciamo che negli ultimi anni i media hanno puntato molto i riflettori sulla figura dello chef intesa come professione, creando di sicuro molta curiosità e attenzione anche nei giovani. Comunque anche qui, come per altre mode o simili fenomeni, ci si aspetta un momento di assestamento.

A questi giovani aspiranti chef che messaggio ti sentiresti di dare?

Dico che è un mestiere meraviglioso, che ti premia e ti restituisce tutti i sacrifici che fai, e non sono pochi. Io consiglio sempre di approcciarsi con grande curiosità, con spirito di divertimento, con passione, con serietà e con lealtà, soprattutto nei confronti dei clienti. Noi portiamo a tavola un piatto che la gente mangerà. Cucinare per qualcuno è un atto d’amore e per me è anche un po’ un rito sacro. Questo non deve mai essere dimenticato.

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CANDELE SPEZZATE CON TRIPPA DI BACCALÀ E CARCIOFI ARROSTITI

Tempi di preparazione: 90 minuti Ingredienti per 4 persone: Per i carciofi arrostiti 4 carciofi di media grandezza 10 gr di strutto 10 gr di aglio novello 10 gr di prezzemolo 15 gr di olio extravergine di oliva sale grosso q.b. Per le braciolette d trippa di baccalà 180 gr di trippette di baccalà (pulite) 10 gr di aglio novello 10 gr di prezzemolo 20 gr di uva passa (reidratata) 20 gr di pinoli 20 gr di pecorino 10 gr di olio extravergine di oliva sale q.b. pepe q.b. Per le candele spezzate 320 gr di Candele Spezzate 80 gr di Olio extravergine di oliva aglio novello peperoncino erbette aromatiche miste (timo, rosmarino, basilico, mentuccia e finocchietto).

Preparazione Per i carciofi arrostiti Tritare grossolanamente l’aglio ed il prezzemolo, aggiungere lo strutto ed il sale grosso. Farcire il cuore dei carciofi con il trito ottenuto e cuocere sulla brace a carbonelle per circa 20 minuti. Una volta cotti privare i carciofi delle foglie esterne e tagliare a jiulienne. Per le braciolette d trippa di baccalà Farcire le trippette di baccalà con il prezzemolo, i pinoli, l’aglio tagliato a fettine, l’uva passa, il pecorino, sale, pepe, chiudere a modi involtino e legare con dello spago da cucina. Cuocere in un coccio a fuoco lento per circa 40 minuti. Per le candele spezzate Soffriggere in una padella aglio, olio e peperoncino, avendo cura di eliminarli quando imbionditi. Aggiungere i carciofi, le erbette, un mestolo di brodo e le trippette tagliate a julienne. Cuocere le candele in abbondante acqua salata, scolare e saltare nella salsa.

Composizione del piatto: Porre al centro di un piatto le candele e decorare con qualche fogliolina di basilico. Terminare il tutto con un con un filo d’olio.



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LA MAGIA DEL 45° PARALLELO

NELLE TERRE DELL’OLTREPÒ

A cura di Riccardo Lagorio

Il Castello Visconteo di Voghera

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A guardarlo sulla mappa, l’Oltrepò pavese appare come un imbuto, un fluido territorio - lombardo di bandiera - incuneato tra le abitudini e i sapori emiliani e piemontesi che stringono da est e da ovest, con le brezze marine della Liguria che spirano da mezzogiorno. Colline, valli, borghi silenziosi e sparsi sempre più minuscoli man mano che si scende verso sud e i valichi si impennano. Ancora in pianura, Stradella fa rima con fisarmonica. Le sue note si spandono tutto intorno e hanno come sottofondo il fruscio del torrente Versa, che porta in pianura il profumo dei vini. Una delle più antiche cooperative vitivinicole d’Italia è nata sulle sue rive, a Santa Maria della Versa. A Broni si pas-

seggia sotto i portici alla ricerca delle pasticcerie che sfornano i ‘brasadè’, una sequenza di biscottini rotondi tenuti insieme da filo di cotone. Anche Voghera è porticata, ma bisogna spostarsi al Castello Visconteo, del Trecento, per allungare lo sguardo su uno dei monumenti meglio conservati di questo periodo. Da sempre centro di produzione di frutta e verdura, la spesa a Voghera si fa presso la ‘Butega di urtlan’, con prodotti provenienti da attività di agricoltura sociale. Lungo la Valle Staffora è d’obbligo una pausa “remise en forme” pre estiva presso le terme di Godiasco Salice Terme prima di arrivare a Cecima. Nelle formelle del portale in cotto della chiesa dei Santi Martino e Lazzaro aprile 2018


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l’ita lia ]

Prime Alture

Un territorio attraversato dal 45° parallelo, lo stesso che in Francia attraversa Bordeaux, in California la Napa Valley e in Italia le migliori zone vinicole del Piemonte per poi proseguire attraverso la fascia collinare dell’Oltrepò Pavese. In questa terra, da oltre quattromila anni vocata al vino - in particolare il Pinot Nero - sorge tra le colline di Casteggio Prime Alture Wine Resort, un’azienda famigliare che sa combinare alla produzione del vino il piacere di un ambiente caldo e accogliente. La cultura di una vita semplice e sana, scandita dagli affetti, dal prendersi cura di ogni dettaglio, dal voler assaporare ad occhi socchiusi i piaceri della vita circondandosi di tutto ciò che è bello, è da sempre la filosofia di Roberto Lechiancole, patròn di Prime Alture. Il “colpo di fulmine” arriva casualmente nel 2006, durante una gita nell’Oltrepò Pavese in cui l’ imprenditore milanese e sua moglie Anna restano totalmente affascinati dalla bellezza di quei luoghi. Sono nate così le Prime Alture, dall’idea di trasformare un’antica cascina in un’elegante dimora per riunire gli affetti, gli amici più cari e altri ospiti. Qui si è in definitiva trasferita l’intera famiglia, Roberto, Anna, la figlia Simona col marito Fausto e i loro figli. Un’oasi di qualità, in un’elegante atmosfera accogliente, calda, famigliare. Un autentico tempio dei vini e del soggiorno agreste, in un panorama mozzafiato che corre dal Monviso al Resegone. Tutto questo, oggi, è Prime Alture. aprile 2018

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[ scopri

l’italia ]

Dove dormire Prime Alture Wine Resort Strada Vicinale Madonna Casteggio (PV) Telefono 038383214 La posizione, sulle prime alture, dà il nome alla struttura. L’eleganza e i dettagli delle camere si ritrovano nella sala pranzo. Si acquistano i vini della proprietà.

Dall’alto in senso orario: il Salumificio Magrotti; i biscotti ‘brasadè’ di Broni; l’eremo di Sant’Alberto di Butrio; Maurizio Tombornini con il Montecorno

si può leggere la testimonianza della vocazione vitivinicola di queste colline sin dal Quattrocento. La perpendicolare Valle Ardivestra conserva il Castello di Montesegale. Nasce come fortezza militare intorno al Mille, ora è utilizzato come residenza privata e, in alcune sale, a Museo di Arte Contemporanea. Poche centinaia di metri lo dividono dal Salumificio Magrotti, dove si fa provvista di Salame di Varzi DOP. Chi va alla ricerca di pace interiore può bussare alle porte dell’eremo di Sant’Alberto di Butrio, a Ponte Nizza, immerso in boschi di castagni. Fratel Ivan e i confratelli svelano volentieri i segreti delle api da cui traggono il miele venduto nel piccolo spaccio. Sosta nel piccolo

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centro di Pizzocorno, dove in posizione isolata Maurizio Tambornini alleva capre. Ha dato nome Oranami alla propria azienda: squisito il formaggio Montecorno. Sempre verso sud, Varzi sorge in posizione soleggiata. Il centro storico è delimitato dalle due torri, un tempo le porte del borgo. Bisogna salire alle frazioni di Pietragavina e Bosmenso per la visita al Castello Dal Verme e alla chiesa di San Giorgio, del XII secolo. Lasciato il fondovalle, la strada s’impenna e sfiora i 1000 metri di Brallo di Pregola. Presso la chiesa di San Lorenzo, il 3 maggio si tiene la Questua, ancestrale cerimonia che, al ritmo di pifferi e fisarmoniche, dona ai visitatori strofe beneauguranti. Un’occasione in più per visitare l’Oltrepò pavese. Per approfondimenti: oltrepopavese.com

Park Hotel Olimpia Località Pregola Brallo di Pregola (PV) Telefono 0383500425 Da prenotare la Suite nel Bosco. Lo stile alpino delle camere e la cordiale ospitalità sono solo il preludio ai momenti di relax nella Spa. Dove mangiare Ristorante Bazzini Via Roma, 11 Canneto Pavese (PV) Telefono 038588018 I due giovani gestori puntano sui piatti classici. Voi puntate sui ravioli al brasato. Acquisti di prodotti locali nella bottega. Osteria del Giuse Via Mazzini, 4 Stradella (PV) Telefono 038540612 Il piatto: il Risotto giallo. Si dorme nelle camere ai piani superiori: fanno parte dell’Hotel Italia.

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[ s copr i l’italia ]

> FERMO E DINTORNI ALLA SCOPERTA DEL SUD MARCHIGIANO Le Marche sono una regione ricca di meraviglie da scoprire: dai piccoli incantevoli borghi sparsi lungo la costa e nell’entroterra alle grandi città, dai sapori della cucina tradizionale al profumo dei vini locali, dalle pennellate di giallo e verde delle campagne al blu profondo del mare Adriatico, dove Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, Pedaso e Fermo da anni si fregiano delle prestigiose bandiere blu del Touring Club Italiano A cura di Sandro Nobili aprile 2018

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Porto San Giorgio

Porto San Giorgio Comincia qui il nostro viaggio. I marchigiani doc lo chiamano semplicemente ‘Lu Portu’, ricordando la storia ma anche il presente perché il suo porto resta tra i più grandi della costa. Era in passato il porto di Fermo; oggi è una bella località balneare dalla spiaggia di sabbia con un lungomare arricchito di palme centenarie e un tripudio di ville Liberty ed edifici storici di grande bellezza. Risalgono al ‘400 i grandi archi ogivali che delimitano il Castello, oggi centro storico della cittadina, circondato da torri merlate. Qui possiamo ammirare le testimonianze del ricco passato di questa città come la splendida Rocca Tiepolo, costruita nel 1200 per difendersi dai pirati, che oggi è un meraviglioso teatro all’aperto, l’arco gotico del castello medievale, o la magnifica Villa Bonaparte, costruita da Girolamo Bonaparte per la moglie. Non potete lasciare Porto san Giorgio senza aver assaggiato il tipico brodetto ed esservi fermati nei bar per giocare a Trucco, il gioco di carte dei marinai. Raggiungiamo Porto Sant’Elpidio. Qui, incamminandosi nel cuore del paese, si possono ammirare l’antica Torre dell’Orologio, simbolo della città, e la settecentesca Villa Baruchello. Di grande interesse sono anche la Pinacoteca Civica e la suggestiva Basilica Lateranense di Maria SS.ma della Misericordia, riedificata a partire

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Sant’Elpidio

dal 1575, ricca di dipinti e affreschi. L’economia di Sant’Elpidio a Mare è oggi fortemente caratterizzata dalla produzione calzaturiera, sviluppatasi essenzialmente nel secondo dopoguerra. Sono numerosi i negozi e gli outlet di grandi marchi dove poter acquistare scarpe di grande qualità. Collegato a tale ormai storica attività manifatturiera è il Museo della Calzatura. Una curiosità: è di questa zona anche Armando Di Rocco, l’autore della scarpa più grande del mondo e l’artigiano personale delle scarpe di George Clooney. Proseguiamo nel piccolo comune di Pedaso, 15 km a sud di Fermo, dove si possono fare lunghe passeggiate e godere il magnifico panorama in ogni stagione. Dai pendii del borgo spuntano la “Chiesolina”, una deliziosa chiesetta settecentesca, l’osservatorio astronomico e il faro, che ospita in estate suggestivi concerti, mentre in centro si trova la Chiesa di Santa Maria e San Pietro apostolo, sulla cui facciata è visibile San Pietro pescatore di uomini, che getta le reti in mare, quasi a testimoniare la lunga tradizione della pesca di Pedaso. Curioso è il bel “Lungomare dei cantautori”, al quale si accede attraverso diversi sottopassaggi intitolati appunto a diversi cantautori del nostro secolo. Ci addentriamo a circa 10 km dalla costa, per raggiungere, sulla cima di un colle, la bella città di Fermo. La città medievale possiede un magnifico centro storico racchiuso all’interno di una cinta muraria quattrocentesca, in parte ancora visibile. I vicoli del centro svelano scorci di rara bellezza, tra palazzetti quattrocenteschi ed edifici d’epoca rinascimentale che s’alternano a emozionanti vedute panoramiche che fanno da cornice alla città, sui vicini monti e sul mare. Il cuore della città è la rinascimentale Piazza del Popolo, già Piazza Grande, dominata dal cinquecentesco Palazzo dei Priori, che ospita la Pinacoteca Civica (con importanti dipinti di scuola veneta e marchigiana e la “Natività” del Rubens) e la Sala del Mappamondo (che prende il nome dal mappamondo disegnato dal cartografo Amanzio Moroncelli di Fabriano nel 1713). Fermo custodisce un preziosissimo teatro storico, il Teatro dell’Aquila, che si colloca tra i più imponenti teatri del ‘700 delle Marche. Me-

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San Marcello

ANCONA

Jesi

Porto Sant’Elpidio Fermo Montappone Pedasso

Fermo

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Porto San Giorgio


[ s copr i

Antonio Trionfi Honorati nella sua piantagione di canapa

San Marcello

l’ita lia ]

rita una visita il Museo diocesano, dove è custodita la preziosa casula di San Tommaso di Canterbury, ricamata in oro e seta. Testimonianza della Fermo romana sono le Cisterne Romane, un’opera edilizia ipogea di età augustea (40 d.C.), della superficie di circa 2mila mq, formata da 30 camere comunicanti, poste su 3 file parallele, realizzate per raccogliere e depurare l’acqua piovana e sorgiva che alimentava l’acquedotto cittadino. Proseguiamo nell’entroterra del Fermano per giungere a Montappone, un grazioso paesino famoso in tutta Italia e non solo per la sua produzione di cappelli. Qui è infatti possibile visitare il Museo del Cappello, il quale raccoglie tutte le fasi della lavorazione e rappresentazioni singolari di cappelli di ogni tipo, da quelli storici, come quello indossato da Federico Fellini, al cappello più piccolo, quello di una bambola, a quello più grande, l’eccentrico parasole largo due metri. Ci trasferiamo più a nord a Jesi, per visitare l’azienda agricola di Giulia e Antonio Trionfi Honorati. Da ormai 15 anni Antonio ha lasciato il lavoro di architetto a Roma per dedicarsi all’azienda di famiglia. Così oggi, che ha un grosso allevamento a stabulazione libera di vacche e bufale, produce latte che rivende alla sorella Giulia che a sua volta produce più di 30 tipi di formaggi. Antonio è una fucina di progetti. Ha creato una filiera corta della canapa nella Vallesina dove, fino agli Anni ‘60, era una coltura tradizionale. Da sette anni coltiva la canapa e la trasforma in diversi prodotti: pasta, farina, pane, biscotti, cioccolata, grissini, sapone, creme e olio, dalla molitura del seme, ricco di omega3. Si dedica persino alle energie rinnovabili, sui tetti aziendali c’è un impianto fotovoltaico e con il letame dei suoi animali alimenta l’impianto di biogas, soddisfacendo il fabbisogno energetico dell’azienda. Non perdetevi l’occasione di visitarla! Il nostro viaggio termina a San Marcello, in provincia di Ancona, sul più alto colle a sinistra dell’Esino. Il paese è dotato di mura castellane con grandi torrioni quadrangolari e cilindrici. Qui è d’obbligo una visita al Museo del Telefono, dove sono esposti apparecchi telefonici provenienti da tutto il mondo. Il territorio collinare, di notevole interesse paesaggistico, è particolarmente vocato alla coltivazione della vite. Qui infatti si producono I’Esino, il Rosso Piceno, il Verdicchio dei Castelli di Jesi classico e il Lacrima di Morro d’Alba.

Fermo, ospita da ormai 26 anni l’evento “Tipicità”, la fiera dei migliori sapori e prodotti tipici marchigiani. Citiamo, tra i piatti tipici del fermano, le paste all’uovo - come i vincisgrassi, versione marchigiana delle lasagne, e i maccheroncini di Campofilone - e il fritto misto composto da carni impanate e fritte e dalle olive all’ascolana. La caciotta del fermano, il ciauscolo, il salame fermanello, il vino cotto del fermano e l’anisetta sono tra i prodotti tipici più famosi. Tra i dolci, il ciambellotto della trebbiatura e il frustingo, tipico dolce natalizio di Fermo, a base di frutta secca e fichi.

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È NATO ‘DISCOVER ITALY’

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Idee di viaggio e itinerari tematici per promuovere il Belpaese e le sue eccellenze, e incrementare il turismo in Italia, soprattutto dall’estero. È questo l’obiettivo di ‘Discover ltaly’, la nuova piattaforma editoriale lanciata da Alitalia in collaborazione con Touring Club Italiano e Gambero Rosso. Il nuovo portale è stato presentato il 21 febbraio a Milano nella sede del Touring Club Italiano dal Chief Commercial Officier di Alitalia - Fabio Maria Lazzerini, dal Presidente del Touring Club Italiano - Franco Iseppi e dal Presidente di Gambero Rosso - Paolo Cuccia. ‘Discover Italy’ contiene informazioni, consigli, guide ed esperienze di viaggio e offre un’attenta e ampia selezione di destinazioni del nostro Paese. I diversi itinerari tematici con cui viene narrata ogni località spaziano dall’enogastronomia all’architettura, dal cinema alle feste popolari, dal Iifestyle allo sport. Editoriali, ricette, suggerimenti sulle migliori esperienze da vivere, tutorial, foto, video, test e altri contenuti interattivi: sono questi gli strumenti con cui vengono raccontati i territori italiani su ‘Discover Italy’, in un’ottica di continuo coinvolgimento emotivo dell’utente. Un tool di ri-

cerca degli argomenti, inoltre, aiuterà il viaggiatore a farsi ispirare nella scelta della prossima vacanza in Italia. L’obiettivo di Alitalia è di promuovere il nostro Paese in un modo coinvolgente ed emozionale, e attirare sui propri voli più turisti, soprattutto dall’estero, offrendo al visitatore un racconto emozionale delle tipicità e delle unicità delle diverse località turistiche italiane, attraverso il nuovo portale. «Abbiamo lavorato a lun-

go per essere partner di questo accordo che abbiamo condiviso - ha affermato Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano - consapevoli che sia fondamentale promuovere con autorevolezza le eccellenze del nostro Paese». Gli ultimi dati del settore turistico confermano l’attenzione e l’interesse crescente per l’enogastronomia made in Italy e come questa sia diventata una spinta motivazionale per l’incoming nel nostro Paese, rivestendo la stessa importanza della storia, della cultura e dei beni archeologici che ogni anno richiamano milioni di turisti. L’Italia è incomparabile per la straordinaria presenza di eccellenze legate ai territori, unici nei loro paesaggi e nella loro biodiversità.

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ANDAR PER ASPARAGI Un salto nel passato tra i colori dell’Istria A cura di Riccardo Lagorio

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A meno di 50 km da Trieste, in Istria, si trova Umago. Residenza estiva degli antichi romani, l’entroterra presenta ancora tracce dello sfarzo di tempi passati, che si fonde con le case che ricordano Venezia e che colorano il centro storico. Proseguendo lungo la costa, a una quindicina di chilometri si raggiunge Cittanova, cinta dalle mura cittadine che ne hanno conservato il patrimonio artistico, storico e culturale. Cittanova ha mantenuto il fascino del tranquillo borgo di pescatori, fatto di vita legata al mare. Volgendo verso l’entroterra ettari di vigneti e uliveti si alternano a distese di prati e boschi. Qui si trova Verteneglio, con chiese e cappelle ben conservate e località alla giusta distanza dal mare,

appena una decina di chilometri. Ancora più nel cuore dell’Istria nord occidentale e a 15 minuti d’auto si incontra Buie. D’obbligo la vista da lontano, con i due campanili e una sorta di anfiteatro di costruzioni caratteristiche strette intorno alla chiesa. Nei dintorni si trova anche una delle più famose strade del vino della Croazia. In queste contrade quando arriva la primavera è tempo di asparagi. Quelli istriani sono irrinunciabili per sapore. Così le quattro cittadine organizzano sino al 13 maggio le “Giornate dell’asparago istriano”. 25 ristoranti e trattorie, per un totale di 47 menu, propongono tanto i grandi classici della tradizione istriana come frittate, zuppe, pasta fatta in casa e risotti, quanto originali combinazioni che vedono gli asparagi preparati con carne e pesce o addirittura come dessert. L’abbinamento tra il gusto leggermente amarognolo che contraddistingue l’asparago selvatico con la freschezza dei prodotti tipici dell’Istria può entusiasmare chiunque. Si va da piatti dell’entroterra come a Buie (Da Sergio propone la vellutata di asparagi e tarassaco mentre San Servolo le costolette d’agnello con salsa d’asparagi) alle pietanze marinare di Cittanova e Umago (San Benedetto a Daila offre il risotto d’asparagi e canestrelli mentre Melon a Petrovia l’insalata di seppie con asparagi sbollentati). Maggiori informazioni su: www.coloursofistria.com

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L’INNOVAZIONE PROTAGONISTA DI

ELETTO PRODOTTO DELL’ANNO 2018 A cura di Alessandro Trani Eletto Prodotto dell’Anno continua a crescere e rag

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Eletto Prodotto dell’Anno continua a crescere e raggiunge più di sessanta categorie. Il 42% degli iscritti è rappresentato da realtà nuove: il dato interessante è che oltre il 40% del totale è costituito da piccole e medie imprese, una parte essenziale del nostro tessuto imprenditoriale. Probabilmente le PMI, grazie alla propria flessibilità, sono capaci di adeguarsi ai cambiamenti e raccogliere per prime le esigenze del consumatore. Guardando ai comparti, il più rappresentato si conferma il cibo, che raggiunge la metà circa del totale. Segue il “non-food” con un 20%, e a scalare personal care, elettronica e farmaceutica. Una bella sorpresa sono i Servizi. L’esordio è dello scorso anno e nel 2018 c’è stato un incremento delle adesioni, tanto che sono state create tre categorie ad hoc. Questo è il segno dei tempi e della rivoluzione digitale. Si sono moltiplicati quei servizi innovativi che grazie alla tecnologia semplificano la nostra vita quotidiana.

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La cerimonia di premiazione dei prodotti e servizi che possono fregiarsi del Logo “Eletto Prodotto dell’Anno 2018” si è svolta il 15 marzo a Milano nell’elegante Spazio Alcatraz. I 63 premiati sono stati eletti da dodicimila consumatori attraverso la più importante ricerca di mercato sull’innovazione. Dall’indagine, condotta a settembre da IRI, istituto indipendente e leader mondiale, emerge come per gli italiani l’innovazione sia un elemento fondamentale per il successo dei nuovi prodotti. «Per gli italiani - spiega Simonetta Flores, Amministratore unico di Marketing e Innovazione Italia - il contenuto di innovazione è un elemento essenziale. I consumatori, rispetto al passato, sono sempre più consapevoli e informati. Hanno voglia di sperimentare e sono disposti a cambiare punto vendita per trovare un assortimento più ampio e persino a pagare qualcosa in più». La vera star di questa edizione sono i superfood, presenti come ingredienti in numerosi prodotti candidati: dalle farine alla frutta secca, al cioccolato, ai preparati per bevande calde, agli estratti freschi, ai burger vegetali, agli olii di semi e perfino negli integratori, rivolti non solo ai vegani ma a un pubblico molto più ampio. aprile 2018


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Nell’altra pagina da sinistra: la premiazione di yoyo, il sistema estensibile di FITT per innaffiare e lavare che è stato eletto “prodotto dell’anno 2018”; tutti i premiati delle varie categorie; un momento della serata e a fianco: Simonetta Flores

Qualità al giusto prezzo Lo scenario dei consumi

è mutevole e frenetico e impone alle imprese di adattarsi alla nuova domanda del consumatore. Consumatore che è più consapevole nelle scelte e più informato, disposto a sperimentare nuovi prodotti, a cambiare punto vendita e a pagare di più per godere di una vera innovazione. “Qualità al giusto prezzo” resta il primo driver d’innovazione per il 40% dei consumatori, che però sceglie prodotti innovativi sempre più in base alla qualità e al valore percepito del prodotto oltre che al prezzo. È emerso inoltre che il 33% dei consumatori si informa sul web prima di fare acquisti, documentandosi online da casa e attraverso lo smartphone all’interno dei punti vendita. La scelta del bio Le abitudini alimentari stanno cambiando, si registra una forte tendenza a consumare prodotti biologici. I consumatori orientano le proprie scelte anche in base alla provenienza e alla sostenibilità delle materie prime. La scelta del bio ha aprile 2018

preso sempre più piede anche grazie agli assortimenti più ampi, con scaffali dedicati e prezzi sempre più accessibili grazie alle economie di scala. I nuovi stili alimentari sono una realtà evidente: vegetariano, vegan, organic, raw, free from, nuove parole che entrano ogni giorno nei nostri carrelli e sulle nostre tavole. L’Healthy food è ormai sdoganato e oggi si presenta con packaging molto attrattivi. I consumi veg infatti, oltre ai risaputi aspetti nutrizionali e salutistici, sono diventati un “fenomeno cool”: non si tratta più di un consumo di nicchia, limitato a pochi fobici, che sostengono esclusivamente il vecchio motto “perché fanno bene”, ma siamo passati a una strategia del “sono buoni e attraenti” dove non sono solo ragioni etiche o salutistiche a facilitare la prova e l’acquisto. Infatti, quella che a prima apparenza poteva sembrare solo una moda di passaggio, si sta affermando come una vera e propria cultura alimentare che sta mutando radicalmente l’offerta e la domanda nel mercato.

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LIBRI A cura di Valerio Consonni

DÜRER E IL RINASCIMENTO TRA GERMANIA E ITALIA

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Ecco un libro-catalogo che merita di essere nella libreria di ciascuno di noi. La mostra “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, curata da Bernard Aikema, professore di Storia dell'arte moderna all'università di Verona, sarà visitabile a Palazzo Reale di Milano fino al 24 giugno 2018. Promossa dal Comune di Milano-Cultura, espone circa 130 capolavori dell’acmè del Rinascimento tedesco nel suo momento di massima apertura verso l’Europa, sia al Sud (soprattutto Italia settentrionale) sia al Nord (Paesi Bassi), in una magnifica e rappresentativa selezione di opere di Dürer e di alcuni dei suoi più importanti contemporanei tedeschi e italiani. Albrecht Dürer, artista universale di Norimberga, che visse tra il 1471 ed il 1528, è da considerare un protagonista assoluto del Rinascimento tedesco ed europeo all’epoca della sua più alta espressione, attorno al 1500. Questo libro, oltre alla sua grande figura, racconta anche l’affascinante quadro dei rapporti artistici tra i molti pittori europei tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, il dibattito religioso e spirituale come substrato culturale delle opere di Dürer, il suo rapporto con la committenza attraverso l’analisi della ritrattistica, dei soggetti mitologici, delle pale d’altare, la sua visione della natura

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e dell’arte tra Classicismo e Anticlassicismo, la sua figura di uomo e le sue ambizioni d’artista. Portò l'arte dell'incisione a vette mai raggiunte prima, realizzando il primo libro pensato, illustrato, stampato ed edito da un artista occidentale. Il suo “Leprotto” e la sua “Zolla di terra” oggi a Vienna, sono considerati da molti studiosi i più begli acquarelli mai creati da mano umana. I suoi bellissimi effetti cromatici precorrono di 4 secoli gli impressionisti. Questi brevi accenni permettono di entrare nel vivo del libro-catalogo che, articolato in sei sezioni e supportato da più di cento immagini, si pone appunto l’obiettivo di inquadrare i molteplici rapporti culturali e artistici che intercorrono fra la Germania meridionale e il nord Italia, nel periodo del pieno Rinascimento. E poi ancora le incisioni, i quadri, le lettere e i diari di viaggio restituiscono con grande freschezza, a cinque secoli di distanza, il ritratto di un personaggio magnetico, di straordinaria attualità, del tutto consapevole del proprio ruolo e del proprio irresistibile fascino. Un Dürer dotato di una personalità aperta e sensibile, di una intelligenza vivace e di una capacità di giudizio libera e autonoma. Un libro veramente splendido da essere letto e contemplato fino all’ultima pagina! aprile 2018


[ libri ] STORIA DELLA MIA ANSIA

La malattia, un tumore al seno, arriva all’improvviso e apre a una nuova vita. C’è tanto di autobiografico e dalle prime pagine la Bignardi svela come sarà il racconto: “senza pelle le emozioni si sentono di più e la mia ansia era la benzina per tutto: scrivere e vivere. Quando viene un tumore si è costretti a farsi un esame di coscienza”. È un racconto autentico, doloroso, bellissimo, che va oltre la malattia alla scoperta di se stessi. Daria Bignardi (Rizzoli)

ANCHE LA SOFFERENZA HA LA SUA DATA DI SCADENZA

Francesca Genti, poetessa, curiosa e divertente, adora osservare le donne che incontra ogni giorno e trasformarle in poesie. Questo volume è una raccolta di folgoranti istantanee sul variopinto e volubile mondo femminile. Un percorso originale, dolce e amaro, spesso umorale come le sue protagoniste, da leggere saltando da una pagina all’altra in cerca di piccole verità che fanno sorridere e riflettere. Francesca Genti (Harper e Collins)

LA LIBRERIA DOVE TUTTO È POSSIBILE

Nel cuore di York, nel Nord dell’Inghilterra, c’è una piccola e fornitissima libreria. È il rifugio preferito di Loveday Cardew, l’unico luogo che sia mai riuscita a chiamare “casa”. Qui si prende cura dei libri proprio come i libri si prendono cura di lei, perché è attraverso le loro pagine che la giovane libraia riesce a comunicare le emozioni e i sentimenti più profondi: la solitudine di Anna Karenina; la gioia di vivere di La fiera della vanità; le passioni travolgenti di Cime tempestose… Stephanie Butland (Garzanti)

UOMINI CHE RESTANO

Fosca e Valeria s’incontrano per caso, svuotate entrambe da due dolori simili inflitti loro da due uomini che non hanno mai saputo essere compagni. Quel vuoto le avvicina, ma a unirle più profondamente sarà ben presto un’amicizia vera, di quelle che fanno sentire a casa. Perché la stessa vita che, senza preavviso, ti strappa ciò a cui tieni, non esita a stupirti con tutto il buono che può nascondersi dietro una fine. Sara Rattaro (Sperling e Kupfer)

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SONO SEMPRE IO

È il terzo capitolo della saga che ha per protagonista Mary Louisa Clark, uno dei personaggi più amati usciti dalla penna della scrittrice inglese. Se nel bellissimo “Io prima di te” la vita di Louisa era cambiata grazie alla sua relazione con Will Traynor, un uomo che aveva amato ma che non aveva potuto salvare, in “Dopo di te” ritroviamo una Lou più consapevole ma comunque ferma ed ancorata al passato, in “Sono sempre io” finalmente assistiamo a quel cambiamento che Will aveva così tanto desiderato per lei. Joio Moves (Mondadori)

GLAM A 40 ANNI

I 40 anni sono i nuovi 30. Riviste, studi sociologici, top model lo ripetono sempre. “Glam a 40 anni” è un manuale dettagliato in 10 capitoli di dritte e consigli. Non c’è niente da temere al risveglio degli “anta”, va tutto bene! Le lancette dell’orologio funzionano, il little black dress si può portare ancora sopra il ginocchio. Ci si scopre più consapevoli, più serene, a volte addirittura in attesa di un nuovo amore. Si è diventate giovani adulte e inizia forse il periodo più interessante della vita. Michaela K. Bellisario (Morellini)

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[ a genda italia ]

ARIA DI PRIMAVERA

Finalmente è finito l’inverno e per questo vogliamo proporvi alcuni luoghi dove famiglie, bambini e sportivi possono praticare nel weekend attività nella natura, e nel contempo osservare tra i boschi magici laghetti, piccoli fiumi e tante varietà di fiori, alberi, uccelli e altri graziosi animali. Piemonte, Liguria e Lombardia ospitano le aree che vi segnaliamo questo mese OASI ZEGNA (BI)

A circa 5 chilometri da Trivero nelle Alpi Biellesi, si trova questo meraviglioso parco naturale, costruito da Ermenegildo Zegna che riqualificò le alture piantumando oltre 500 mila conifere, centinaia di rododendri di varie specie e coloriture ed ortensie blu, spettacolari grazie alle condizioni climatiche e alla composizione del terreno. Da non perdere la Conca dei Rododendri, che da maggio a giugno si trasforma tra in una tavolozza di straordinari colori, e il Bosco del Sorriso, sentiero ad anello, per scoprire i benefici bioenergetici delle piante sull’organismo. PARCO DELL’AVETO (GE)

Questo Parco è nell’entroterra del Tigullio e tutela una delle zone più bella dell’Appennino Ligure che comprende le valli d’Aveto, di Sturla, di Graveglia. Da non perdere gli “Alberi monumentali”, esemplari plurisecolari come il cipresso di Borzone, il castagno del Poggio, la sequoia gigante di Allegrezze. Tra la ricca fauna presente, il Lupo rappresenta un richiamo per migliaia di visitatori, grazie ai sentieri che consentono di avvicinarsi in sicurezza sulle sue tracce.

PARCO DI MONTEVECCHIA E DELLA VALLE DEL CURONE (MB)

A meno di un’ora da Milano si trova questo luogo incantevole dove uomo e natura convivono in perfetta armonia. Qui troverete zone di grande interesse ambientale, centri urbani, zone agricole e zone per l’allevamento. Non mancano monumenti architettonici di grande valore artistico. Il Parco del Curone rappresenta l’estremo lembo verde della Brianza tra la pianura e le alture del Triangolo Lariano. Nel borgo di Montevecchia Alta si erige il Santuario della Beata Vergine del Carmelo, da cui si gode uno splendido panorama. Nel Parco potrete percorrere anche a cavallo o in mountain bike ben 11 percorsi in un’area protetta.

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BOSCO NEGRI (PV)

Quest’oasi naturalistica situata all’interno del Parco del Ticino, alle porte di Pavia, è un posto ideale dove trascorrere tempo di qualità nella natura, insieme ai bambini. Qui possiamo notare la Quercia farnia, che raggiunge dimensioni notevoli, il Biancospino e il Ciliegio a grappoli, dalle spettacolari e profumatissime fioriture all’inizio della primavera, oltre alle stupende fioriture di Anemone dei boschi e di Mughetto. Molte le specie di animali da ammirare, dalle volpi ai tassi, alle donnole, alle puzzole, alle faine. Una curiosità è poi nidificazione del Martin pescatore, che scava in pieno bosco le gallerie-nido nel terriccio trattenuto dalle radici dei grossi alberi abbattuti dal vento.

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LA TUA CASA…

ANZI, MOLTO DI PIÙ!! www.casebio.it



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