Italiadagustare milano 24orenews dicembre 2015

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Anno 2 - Dicembre 2015

Livigno (SO) - Photo di Sergio Colombo

Cultura del territorio, Turismo e Benessere

all’interno Personaggio

fatma ruffini la signora di mediaset

Ruote & Motori

fiat 500 Vs mini cluBman

[ STILE

ITALIANO

]

confetti papa la modernitĂ della tradizione



Con il patrocinio di:

Dicembre 2015

indice

[ personaggio ]

pag. 6

[ personaggio] 6

Intervista a Fatma Ruffini

[ gustare l’italia]

10 Regali di “sapore”

[ stile italiano] 13 ‘Global Startup ExPO’ la fiera si fa virtuale 14 Dolceamaro confetti Papa 16 Menabrea: un Natale da leccarsi i baffi

[ gourmet] 19 “Il segreto” di Granny’s 20 Il “rispetto” secondo Giuseppe d’Aquino 22 Ostriche… come baciare il mare

[ erBario magico] 24 Pungitopo per il benessere delle gambe

[ stile naturale] 25 Buon Natale “a impatto zero” 26 La tavola per le feste “leggeri ma con gusto” 28 Buona notte e sogni d’oro!

[ profit & noprofit]

36 Novità elettroniche per Natale

30 Nascono le “antenne” di Keynes

[ liBri]

37 Scelti per voi sotto l’albero

[ ruote & motori]

32 Nuova Subaru Forester 34 Icone di stile: Fiat 500 vs Mini Clubman Direttore Responsabile Dario Bordet Direttore Editoriale Evelina Flachi ViceDirettore Editoriale Alessandro Trani Art Director Patrizia Colombo Progetto grafico/Impaginazione Milano Graphic Studio S.r.l. Caporedattore Riccardo Lagorio Hanno collaborato Azadeh Asgari Marica De Bonis Riccardo Garosci Carlo Kauffmann dicembre 2015

[ Hi-tecH]

[ agenda italia]

38 Appuntamenti di dicembre

Luca Medici Alessandro Miani Sandro Nobili Alessia Placchi Momi Symon Alberto Zonna Media Partner Pubblicità, Promozione & PR Le Roy Advertising - Milano Edizioni Le Roy srl redazione@le-roy.it www.italiadagustare.com Stampa Bieffe Industria Grafica (Recanati – MC)

Periodico mensile Reg. trib. di Milano n. 287 del 02/07/12 N°iscrizione ROC: 22250 Distribuzione Gratuita Desideriamo informarLa che i suoi dati personali raccolti direttamente presso di lei o fornitici saranno utilizzati da parte di “Italia da Gustare” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 95/46/CE e dal D.lgs. 171/98 per la tutela della Privacy nelle Telecomunicazioni e dalla direttiva 97/07/CE e dal d.lgs. 185/99. Eventuali detentori di copywriting sulle immagini - ai quali non siamo riusciti a risalire - sono invitati a mettersi in contatto con: Le Roy srl

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[ editor ia le ]

Care Lettrici e Cari Lettori,

ricordarne alcuni. Ci siamo messi

siamo arrivati al termine del nostro

al servizio di Expo con tanti

primo anno trascorso insieme ed è

articoli per illustrare a tutti voi le

stata per tutti noi una bellissima

sue straordinarie potenzialità.

ed emozionante esperienza di vita.

Abbiamo organizzato, sempre sotto

Alla fine del 2014, sapendo

l’egida di italiadagustare, molti

dell’arrivo a Milano di Expo 2015,

eventi in Expo avendo sempre come

abbiamo immaginato di realizzare

filo conduttore il “territorio”.

la nostra “italiadagustare” non per

Stiamo preparando un 2016 ricco

replicare una ennesima rivista di

di sorprese; organizzeremo molti

cucina, ma per iniziare a parlare di

“incontri” per parlare soprattutto

un tema per noi fondamentale, la

ai giovani di “educazione

“cultura del territorio”, la voglia di

alimentare”, spiegheremo il

tornare ad amare la propria terra,

significato della Carta di Milano,

a riscoprire valori, identità

un documento che mi ha

culturali, tradizioni. È stato un

impegnato molto con tanti

lavoro che ci ha molto impegnato

protagonisti dell’edizione italiana

ma che ci ha anche regalato grandi

dell’Esposizione Universale. Carta

soddisfazioni. Come avrete potuto

che rappresenta la volontà

vedere, italiadagustare ha avuto

dell’impegno italiano per

l’onore di potersi fregiare del

contribuire a “Nutrire il Pianeta”.

Patrocinio del Padiglione Italia e

Mi sento di dire a tutti voi che

ha intervistato per voi personaggi

anche il 2016 vedrà

molto importanti come

italiadagustare ancora sotto i

Massimiliano Fuksas o Francesco

riflettori. Vi lascio con un augurio

Alberoni, o molto amati come

affettuoso di Buon Natale e di

Lorella Cuccarini, Antonella

Felice Anno Nuovo.

Clerici o Alberto Angela, solo per dicembre 2015

Evelina Flachi

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[ per s onaggio ]

FATMA RUFFINI

“La Signora di MediaSet” Intervista a cura di Luca Medici*

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dicembre 2015


[ per s ona ggio ]

S

Scegliere un personaggio da intervistare non è facile, soprattutto reputo che fare una bella intervista e trasmettere ai lettori delle emozioni sia sempre complicato. Prima di tutto si deve entrare in sintonia con l’intervistato, ma dopo spetta a chi scrive trasmettere quelle sensazioni che si sono provate dal vivo, con il personaggio di fronte! Ecco, io sono stato fortunato, poiché il personaggio che ho avuto l’onore di intervistare è lei, la Signora di Mediaset, Fatma Ruffini. Ho letto tutto di un fiato il suo ultimo libro, mi sono incuriosito, il personaggio era lei, chiamo il mio Editore, lui acconsente e fisso un appuntamento a Cologno Monzese. La Signora Ruffini mi riceve nel suo ufficio, mi siedo alla grande scrivania, dietro di lei ci sono tantissime piante, l’atmosfera è quella di un grande ufficio dirigenziale. Da subito scambiamo qualche battuta, cerco sul mio iPhone l’icona “memo vocali” per registrare l’intervista, la Signora Ruffini è interessata, mi dice che è una applicazione molto utile e prende appunti su un foglio (scappa una risata - ndr)… il ghiaccio è rotto, si comincia!

contro con Silvio Berlusconi?

Signora Ruffini, Lei è la persona che ha ideato più trasmissioni televisive di chiunque altro e ha saputo profondamente innovare la televisione italiana, come è iniziato il suo percorso televisivo?

Quando ha capito di aver raggiunto il successo?

Il mio primo incontro con Berlusconi è stato in Via Rovani a Milano. Allora Berlusconi aveva gli uffici nella ex villa Borletti, una bellissima villa situata in una piccola traversa di Via Vincenzo Monti. Ricordo ancora che ero nel salottino ad attendere, lui è arrivato e mi ha detto: «Buongiorno, sono Silvio Berlusconi!». È stato un bell’impatto, abbiamo parlato per circa un’ora e da quel momento è partita la mia avventura! È stato un incontro molto semplice, lui è così, molto cordiale, un uomo alla mano e disponibile, una persona molto affabile e simpatica, una persona che ti conquista.

Che tipo di editore è stato Silvio Berlusconi. Un uomo che imponeva le sue idee o che lasciava margini di autonomia si suoi collaboratori? Tutte e due le cose, lui dava la linea guida, sapeva trasmettere cosa desiderava e come voleva che le cose fossero realizzate, poi responsabilizzava i vari dirigenti e alle nostre proposte diceva “sì” oppure “no” …e quando arrivava il sì noi eravamo liberi di fare, ma se andava male non la faceva passare liscia (ride ndr).

Dipende da cosa intende per successo! Se lei intende il successo delle mie trasmissioni le rispondo che quando una trasmissione piace a milioni di telespettatori significa che è un successo… E di successi di questo genere ce ne sono stati tanti. Se invece intende il mio successo personale, visto che queste trasmissioni le ho fatte io ecco, allora le cose sono diverse. Il successo è quando hai la libertà di lavorare in autonomia e di sceglierti le persone con cui lavorare. Questa è la più grossa conquista poiché il gruppo di lavoro è fondamentale.

Incontrando Silvio Berlusconi! Questa televisione non era ancora nata, abbiamo cominciato a parlare, discutere e cercare idee per realizzare dei programmi. Berlusconi mi disse: “Lei vada e faccia!”. La prima cosa di cui mi sono occupata è stata quella di seguire un programma per il mattino, che ai tempi ancora non c’era, “Buongiorno Italia”. Poi è arrivato Mike Bongiorno e ho cominciato a seguire tutti i suoi programmi, quindi da lì è partito tutto.

Qual è il programma che le è rimasto nel cuore?

Ci può raccontare il suo primo in-

Sono tantissimi i programmi che ho fatto

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[ personaggio ]

però quello che ancora oggi ha successo è “Scherzi a Parte”, uno show che ho ideato io e che dunque ho nel cuore. Pensi che abbiamo fatto più di mille scherzi! (La Signora Ruffini ha fatto circa 120 programmi - ndr)

Quale personaggio ha meglio interpretato e condotto un suo show? E quale l’ha delusa? Vede, ogni personaggio viene scelto a seconda delle caratteristiche del programma. Se la scelta è giusta farà un buon lavoro, ma se sbagliamo noi nella scelta e mettiamo un personaggio che non è adatto a quel tipo di programma facciamo un cattivo servizio al conduttore e al programma stesso, dunque risponderle è difficile, è una decisione che viene fatta a monte. Un conduttore alla Mike Bongiorno, impostato sul fare bene i quiz non sarà mai adatto a un reality poiché ha un altro linguaggio.

Quanto è stata importante Milano nello sviluppo delle televisioni commerciali? È stata fondamentale, è nato tutto qui! Berlusconi è stato molto lungimirante, quando ha creato il bellissimo quartiere di Milano Due (scambiamo come dei veri appassionati qualche storia legata alla costruzione di questo quartiere - ndr) ha pensato di fornire agli abitanti del quartiere una televisione via cavo. Da questa idea si è domandato «ma perché non farla per tutti gli italiani?». Erano gli anni ‘70, un’idea all’avanguardia per quel periodo.

Cosa manca alla TV oggi e quale sono i suoi attuali progetti? Secondo me alla TV di oggi, che è molto ricca, manca un po’ di innovazione, un po’ di ricerca e un po’ di personaggi nuovi: manca un linguaggio nuovo, oggi dobbiamo costruire il domani e la ricerca continua è fondamentale! Ma parliamo adesso del suo nuovo libro, che racconta la storia di Fatma Ruffini, la “lady di ferro” di Mediaset che si intitola “La signora di Mediaset - La mia vita con Berlusconi e i divi della TV”. Edito da Mondadori questo libro è uno spaccato della più famosa azienda televisiva privata italiana. Per la prima volta si racconta fuori dagli studi di Cologno Monzese con tante storie interessanti, dal primo incontro con Silvio Berlusconi nel 1981 fino ai successi del Karaoke,

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Scherzi a Parte, Casa Vianello, Stranamore e molti altri ancora. Ha intercettato gusti, ha scoperto personaggi, ha acquistato e personalizzato format da tutto il mondo… ma, soprattutto, ha amato il dietro le quinte dei suoi programmi e la sua famiglia! Porgo alla signora Ruffini qualche domanda su questo bellissimo libro.

Come è nata l’idea di questo libro? Ero in barca, in vacanza con amici, e uno di loro, Nicola Sorrentino il famoso dietologo che ha scritto tanti bellissimi libri, mi ha detto: «Perché non scrivi anche tu un libro?». Detto e fatto, ha chiamato l’editore e al ritorno dalla vacanza mi hanno fissato un appuntamento e così è partita questa avventura!

A chi si rivolge? Credo che il libro si rivolga a tutti, addetti ai lavori e non. L’ultima parte è un po’ tecnica, ma racconto anche tante storie di personaggi famosi dunque è un libro che si rivolge ad un pubblico vasto.

Pensa che questo libro possa dare spunti agli attuali direttori TV per riportare quello spirito di entusiasmo e di sperimentazione nei palinsesti di oggi? Non sono così ottimista (sorride - ndr). Un libro non può fare tutto questo! Non bisogna vivere sul passato, bisogna vivere oggi avendo come obiettivo il domani… il passato siamo noi e tutto quello che abbiamo vissuto. Oggi siamo il frutto di tutto quello che abbiamo fatto nel passato, l’oggi è importantissimo e dobbiamo guardare avanti, sempre. Sono riuscito a stuzzicare la vostra curiosità? Spero di sì poiché penso che questo libro sia un’ottima idea da mettere sotto l’albero di Natale, da regalare a tutti i curiosi e agli appassionati di TV. Un libro facile, veloce e ricco di passione, uno spaccato della storia della televisione commerciale italiana, ricco di racconti. Pensate che la prima trasmissione che la Signora Ruffini ha acquistato negli Stati Uniti è stato “Ok il prezzo è giusto”, ma di questi aneddoti ce ne sono molti altri. Il mio consiglio è quello di fare questa lettura, che a me ha fatto ricordare momenti bellissimi della mia vita, sempre legati alla televisione, un mezzo che ancora oggi ha molto da raccontare! *www.my-home.biz dicembre 2015



[ gus tar e l’italia ]

REGALI DI “SAPORE”

A cura di Azadeh Asgari

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La pratica di scambiarsi doni durante il periodo di fine anno è quasi vecchia come il mondo. Risale al periodo dei Saturnali degli antichi Romani l’usanza di offrire a Saturno statue di argilla e ceri accesi, abitudine che si consolidò nella Roma degli imperatori, quando le attività lavorative venivano sospese e si cominciò a omaggiare candele, noci, datteri e miele.

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La festa del Fuoco e del Sole pagana si trasforma nel Natale cristiano nel IV secolo, mantenendo l’usanza di offrire doni alle persone più vicine. È così che in questo periodo dell’anno la dimensione simbolica del regalo acquista una valenza ancor più strategica: si ribadisce l’esistenza di rapporti sociali, fortificando quelli esistenti e costruendone dei nuovi. Negli ul-

timi anni il consumismo si è fatto strada, ma rimane sempre l’idea primigenia di regalare qualcosa in segno di rispetto e stima. Quindi se non avete ancora pensato a un regalo unico per il vostro Natale e cercate qualcosa di utile e sfizioso, magari suscitando curiosità e interesse in chi lo riceve e al tempo stesso volendo comunicare la ricercatezza del rapporto, ecco alcune idee gastronomiche per non essere facilmente dimenticati. Tra i gesti di riconoscenza più tradizionali ecco venire in soccorso Michelino Riva da Morozzo (CN) con i suoi capponi (telefono 0171772430). Lui e la moglie Margherita Maccagno coltivano l’allevamento di volatili codicembre 2015


[ gus ta r e

me passione; anzi è lei una delle poche persone che sanno eseguire, con esperta manualità, l’operazione, trasformando i galletti in futuri capponi quando hanno tra i 100 e i 130 giorni di età. Non sono più di 4.500 i capponi che allietano il Natale con la morbidezza della carne e con lo stupefacente brodo per cappelletti ripieni. Il cappone di Morozzo nasce dalla cosiddetta razza nostrana. Storicamente pare derivi da un incrocio di gallina bionda di Cuneo e galletti americani, selezionate le une e gli altri. La piccola pezzatura, le ossa sottili e il piumaggio particolarmente colorato rispetto alle altre razze sono i segni che la contraddistinguono. Raggiunta l’età di almeno 8 mesi e peso variabile tra 2,5 e 3 chilogrammi il cappone è pronto per essere messo sul mercato. Risiede invece nel modo di stagionarlo, l’idea miracolosa di quel prosciutto crudo della macelleria Ricci di Montegabbione (TR; telefono 0763837415) che farà rimanere a bocc’aperta chi lo riceverà come regalo. Il segreto, dicono, è la concia, dove compare oltre all’abituale sale un pizzico d’aglio. Il profumo e l’aroma dei cosci diventa unico, mentre la nadicembre 2015

turale attitudine dell’aria rende le carni sode, rosee e vellutate. Affettato grosso a coltello dà il meglio di sé con il suo gusto intenso, accompagnato da una fetta calda di pane sciapo. I prosciutti di questa piccola impresa familiare provengono da animali di razza cinta senese, ricercati e scelti da piccoli allevamenti locali. Una volta lavorati, stagionano per almeno tre anni. D’obbligo per le feste anche lo zampone o il cotechino con le lenticchie. Se ci si vuole affidare a regali gastronomici più consueti un panettone o un pandoro artigianale possono senz’altro colpire nella memoria chi li riceverà. Tra i panettoni da forno si potrà scegliere quello di Vanni Valci di Matelica (MC; telefono 3474399616), recentemente premiato come miglior panettone tradizionale d’Italia a Brescia. Per un pandoro di Vero-

l’ita lia ]

na d’autore bisognerà trasferirsi nella città di Romeo e Giulietta ed entrare nella Pasticceria Dall’Omo (telefono 045954959): la lunga lievitazione e le materie prime di grande bontà lo contraddistinguono. Dolce tradizionale delle feste natalizie è anche il torrone: quello del torronificio Deiana di Desulo (NU; tel 0784619246) contiene mandorle e nocciole locali e viene prodotto con lentezza grazie a macchinari di oltre 120 anni d’età. Dolce estivo, nato il giorno dedicato a Santa Elisabetta, ma altrettanto piacevole durante le festività natalizie, la fugascina. Si tratta del dolce tipico di Mergozzo (VB) e il Vecchio Fornaio (telefono 032380136) garantisce che la tradizione si consolidi in ogni momento dell’anno. La ricetta tradizionale vuole che l’impasto, a base di farina, zucchero, marsala, uova, limone e lievito, venga spianato e tirato a mano; infine tagliato a quadretti appena sfornato. Fascino esotico potrete ispirare regalandoo invece il caviale iraniano di Caviar Import (telefono 041961610), che propone caviale proveniente direttamente da Talesh nel sud ovest del Mar Caspio, lavorato da maestri salatori iraniani, e che si differenzia dagli altri presenti sul mercato per l’irregolarità della forma delle uova di storione, ancora premature e quindi non perfettamente sferiche. Per un Natale diverso…

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[ s tile ita liano ]

‘GLOBAL STARTUP EXPO’ La Fiera Si Fa VirtUaLe A cura di Francesco Garosci

«S

«Scegli il tuo outfit, muoviti a destra e a sinistra usando le freccette sulla tastiera, usa il tasto shift per muoverti più velocemente...». No, non sono le istruzioni di un gioco della Playstation, ma la ‘Global Startup Expo’. È l’idea di Francesco Mantegazzini e Giuseppe Ciuni che hanno realizzato la prima fiera virtuale al mondo per le startup. Il termine startup indica la versione di un progetto innovativo nei suoi primi due anni di sviluppo, in precedenza utilizzato solo Espositori 173 per le nuove imprese nel Ingressi totali 2.778 mondo di internet ma ora diClick sui contenuti 10.537 ventato un vero e proprio Conversazioni chat 3.207 must quando si racconta la Biglietti da visita scambiati 10.186 propria idea. Quest’anno i due fondatori hanno compiuto una padiglioni seguono tutti una strutvera e propria rivoluzione: creare un tura simile: piccole aree relax virmodello fieristico che permettesse tuali fungono da fil rouge tra i sina tutti, anche chi non fosse fisica- goli stand. Questo iter rende rapida mente in Italia, di partecipare. Tutto e semplice la visita. ciò è reso disponibile da Hyperfair, Per saperne di più, ho rivolto qualstartup made in Italy realizzata con che domanda a Francesco Mantecnologia italo-californiana. A que- tegazzini, ed ecco che cosa ci ha sto punto, dopo essermi registrato, detto. aver caricato il mio biglietto da visita Dopo il successo della Fiera dele aver scelto l’outfit del mio avatar le Startup, come è nata l’idea (controfigura digitale), vengo cata- della prima fiera virtuale? pultato in una location surreale po- L’Expo delle Startup nasce per risizionata sul Lago di Como. Una re- solvere i problemi riscontrati con la ception ampia con i soffitti alti, in fiera fisica poiché molti investitori perfetto stile espositivo, mi introdu- internazionali non venivano in Italia. ce al primo incrocio: 12 aree suddi- In secondo luogo la logistica della vise in 11 cluster dai quali visitare i fiera era molto complicata. A livello singoli stand ed un auditorium dove di costi cercavamo di renderla più ascoltare gli interventi dei relatori. I fattibile: anche se gratuita, consi-

ALCUNI DATI

dicembre 2015

derando costi di viaggio e allestimento dello stand, il risultato è più dispendioso di una fee d’ingresso.

Quanto tempo è passato dall’idea allo sviluppo digitale della fiera? Più di un anno: la piattaforma c’era, ma riuscire a capire come fare il setup e come svilupparla, ha richiesto molto tempo. Ho viaggiato per mezzo mondo a parlare con incubatori, acceleratori, investitori, per capire se il format funzionasse o meno.

Che outfit avete scelto per i vostri personaggi? Giacca blu, camicia bianca senza cravatta e pantaloni verdi. Si è poi rivelato l’outfit più utilizzato tra i miei colleghi nel settore dell’innovazione e, con simpatia, ci ha visto da tutti ribattezzati ‘La tribù dei pantaloni verdi’. In fondo, in particolare per gli startupper, il verde (colore della speranza) è il colore dei soldi...

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[ s tile italiano ]

PAPA CONFETTI E CIOCCOLATO LA MODERNITÀ DELLA TRADIZIONE A cura di Carlo Kauffmann

L

La tradizione dei confetti si perde nei meandri della storia ed è sempre stata una costante che ha accompagnato le varie epoche con usanze e tradizioni in continua evoluzione. Quella di Dolceamaro confetti Papa è una storia di famiglia che si tramanda da due generazioni e si intreccia alla tradizione confettiera tipica dell’area abruzzese-molisana. Una storia che papà Pietro e mamma Rosa iniziano a Cassino nel 1975: qualche anno dopo la famiglia si trasferisce a Isernia dove, verso la fine degli anni ‘80, i genitori lasciano la guida ai figli Claudio e Silvano Papa. Ciò segna l’avvio alla crescita dell’azienda, sia a livello produttivo che di confezionamento: grazie al perfetto connubio tra la tradizione artigiana e l’innovazione tecnologica introdotta dai due giovani fratelli, l’azienda acquisisce importanti quote di mercato sia in Italia che all’estero. Oggi l’azienda occupa un’area di oltre 3000 mq e adotta di sua iniziativa i modelli internazionali di sicurezza alimentare più elevati: inoltre la ricerca costante dell’eccellenza l’ha spinta nel tempo ad orientare la produzione interamente al senza glutine, ottenendo im-

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[ s tile

portanti certificazioni di processo e di prodotto come l’accreditamento A.I.C. (Associazione Italiana Celiachia). La produzione Papa utilizza esclusivamente materie prime pregiate e selezionate, prive di qualsiasi tipo di componenti artificiali e si basa su processi produttivi sostenibili. L’elevata qualità del prodotto è anche garantita mediante un controllo meticoloso della filiera, dal seme di cacao e dalla mandorla fino al confezionamento dei prodotti. Non a caso il Cluster del Cacao e del Cioccolato di Expo Milano 2015 ha scelto Papa confetti e cioccolato quale rappresentante della produzione confettifera italiana. Come capitò nell’ormai lontano 1975, l’azienda si prepara a nuove sfide progettando un nuovo moderno stabilimento e miglioramenti importanti per la sua filiera produttiva. Nascerà infatti in provincia di Isernia, un mandorleto che andrà ad occupare un’area di circa 250 ettari e nel lontano Madagascar una piantagione di ca-

ita lia no ]

cao. Oggi, con passione e creatività, Papa crea piccole dolcezze con sempre nuovi gusti, colori e ingredienti. I suoi confetti, i suoi dragees, i suoi macarons, le sue tavolette di cioccolato, saranno per tutti l’emblema dell’incontro fantastico fra tradizione ed esaltazione della lavorazione più attenta. È così che Papa permette l’arrivo dei semi di cacao e mandorla nei suoi inimitabili prodotti. Ma questa azienda di eccellenza lavora anche ad un progetto molto ambizioso, la creazione di un Polo del confetto e del cioccolato. Il Polo dovrà rappresentare la tradizione nella lavorazione di questi prodotti e come si è innovata tecnologicamente la loro produzione. Ma il Polo può anche rappresentare un forte segnale di sviluppo per il turismo di questa zona dell’Italia, tenderà ad ampliare una nuova realtà enogastronomica promuovendo una sempre necessaria educazione alimentare. Il Polo del confetto e del cioccolato deve rappresentare, secondo Papa, un impegno a spiegare alle nuove generazioni quanto sia fondamentale una “cultura” e un “amore” per il proprio territorio.

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[ gourmet ]

UN NATALE DA LECCARSI I BAFFI CON LE SPECIALITÀ GASTRONOMICHE AL GUSTO DI BIRRA MENABREA

Un ottimo connubio di raffinatezza e qualità: prodotti esclusivi dai sapori inediti e dagli aromi unici ed inimitabili, in cui la famosa birra biellese, apprezzata in tutto il mondo, si sposa con altre eccellenze della gastronomia locale. Come resistere alle gustose proposte firmate Menabrea, una bella idearegalo per le feste di Natale 2015. 16

Dolce novità, IL PANETTONE, senza canditi, alla Menabrea Christmas Beer prodotto da Acquadro Dolciumi, che nasce arricchendo l’impasto ed aromatizzando le uvette con la birra Rossa Speciale Menabrea disponibile solo nel periodo natalizio

“BIRRINO” di Gabba Salumi, il salametto di media grana aromatizzato alla birra Menabrea Top Restaurant 75 Bock. Un prodotto unico nel quale la birra arricchisce il gusto del salame conferendogli aroma, profumo e sapore delicati ed equilibrati dicembre 2015


[ gour met ]

“SBIRRO” di Botalla Formaggi, l’unico formaggio alla birra Menabrea, che regala al palato aromi e profumi unici. Solo per le feste natalizie ritorna lo Sbirro Gold, un’esclusiva ricetta, disponibile anche nella confezione con la Menabrea Christmas Beer

Per acquistare o prenotare i prodotti alla Birra Menabrea, contattare: La pralina “DOPPIO MALTO ICE” della pasticceria Coggiola di Biella, che regala al palato un delizioso contrasto di gusti: l’amaro della birra Menabrea Top Restaurant 75 Bock insieme alle calde note del puro cioccolato fondente

Nate dall’esperienza e dall’eccellenza artigiana biellese, queste proposte sono il frutto della collaborazione con aziende che con lo storico marchio Menabrea condividono la stessa passione per i gusti e i sapori del territorio, la ferma volontà di valorizzarli ma anche il desiderio di reinventarli per dar vita a sapori unici e indimenticabili. dicembre 2015

per “sbirro”, Botalla formaggi: Via Ramella Germanin, 5 - 13900 Biella Tel. 015 28163 E-mail: info@botallaformaggi.com www. botallaformaggi.com per “Birrino”, gabba salumi: Via Sandigliano, 43 - 13878 Candelo (BI) Tel. 015 2536189 E-mail: info@gabbasalumi.it www. gabbasalumi.it per “doppio malto ice”, pasticceria coggiola: Via Delleani, 13/f - 13900 Biella Telefono: 015 20655 E-mail: info@pasticceriacoggiola.com www.pasticceriacoggiola.com per “panettone alla christmas Beer” Acquadro Dolciumi Via Torino, 19 - 13900 Biella Tel: 015 29864 E-mail: info@acquadrodolciumi.it www.acquadrodolciumi.it

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[ gour met ]

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Benvenuti nell’oasi di Granny’s, una terra davvero speciale dove tra alberi da frutto e silenzio rotto solo dal canto degli uccelli, si producono ancora a mano prodotti unici. Succhi e conserve realizzati con frutta e ortaggi che crescono nei boschi, dove nulla viene aggiunto né tolto! Tutti i prodotti sono realizzati in una zona incontaminata alla base del monte di Kopaonik, dove tradizione e modernità si fondono. La frutta dei nostri nonni infatti nasceva spontanea nei boschi e nei prati incon-

taminati, senza l’utilizzo di prodotti chimici che certo hanno aiutato a far diventare più bella la nostra frutta ma molto spesso non più buona. Il segreto dei succhi Granny’s è questo, utilizzare solo frutta naturale senza interventi dell’uomo per modificarne il risultato finale, quindi senza nessuna aggiunta di qualsivoglia prodotto nè per la coltivazione nè per la trasformazione della frutta. Solo in questo modo si ha la garanzia di produrre e fornire un prodotto con caratteristiche uniche che ri-

“IL SEGRETO” DI

GRANNY’S dicembre 2015

sponda soprattutto alle domande del mercato: “ritorno alle tradizioni” e “ricerca del benessere”. Dopo aver visitato questa “fiabesca casa Granny’s”, IS’ Company ha deciso di portare in Italia questi prodotti diventandone il distributore esclusivo promuovendone le particolari proprietà: • la frutta utilizzata è sana, raccolta a mano, selezionata a mano, maturata sulla pianta in zone a bassissimo tenore di inquinamento; • la lavorazione è fatta sotto i 50° C rispettando tutte le normative HACCP; • non viene utilizzato nessun tipo di conservante; • non viene utilizzata nessuna aggiunta di zucchero; • ogni singola bottiglietta porta un “collarino” con il numero di pezzi di frutta utilizzati; • non esistono oggi altri succhi con queste caratteristiche. Troppe volte la frenesia del nostro modo di vivere ci fa dimenticare i “valori” che possono arrivare dal territorio nel quale viviamo. La terra e i boschi ci offrono, se amati e curati, mille risorse per il nostro benessere, basta pensare ai tanti frutti spontanei dei boschi, considerati erroneamente “frutti minori”. Sarà bene sapere che sono invece vere e proprie “miniere “ di vitamine e antiossidanti. Sono le tante piante “dimenticate” o “sacrificate” alle monoculture agricole che dobbiamo riscoprire come: l’Aronia, il Ribes nero, il Mirtillo rosso, il Sambuco, il Corniolo, la Mela Cotogna, il Lampone, la Mora selvatica, il Mirtillo selvatico e molte altre. Anche grazie a questa “riscoperta” è nata la “fiaba di Granny’s Secret” che da oggi siamo lieti di raccontare ai consumatori italiani.

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[ gour met ]

IL “RISPETTO” SECONDO D’AQUINO A cura di Riccardo Lagorio

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Vola alta l’Oseleta. Non poteva essere altrimenti, visto che conta sulla professionalità ed esperienza delle ali di due cavalli di razza: Giuseppe d’Aquino in cucina e Marco Andronico in sala. E l’aiuta non poco l’ambiente, incastonato seppur indipendente da Villa Cordevigo, una magione del Settecento nel cuore di 100 ettari vitati sulle colline veronesi che oggi è anche sede di un prestigioso hotel a 5 stelle. Di bianco vestita la sala, incoronata dal maestoso lampadario in vetro di Murano, e affacciata per mezzo di enormi vetrate sul quieto verde esterno di tassi e platani. Ampia carta dei cibi, articolata quella dei vini, inconsueta quella delle acque. Spicca un menu denominato “Dal 2010…” che racchiude molte esperienze golose dei primordi che da allora vivificano l’Oseleta. Tra questi l’altalena di contrasti bilanciati e nel contempo racconto personale di Giuseppe d’Aquino che, attraverso la lente di un viaggiatore attento alle pratiche dei fornelli, illustra l’identità italica: cappelletti di zucca, triglia, bagna cauda, nocciole. Un percorso dove convivono piatti e usanze che partono dalle colline piemontesi e arrivano alla cucina marinara partenopea, tanto cara al d’Aquino, attraverso i padani tortelli di zucca. Di questa carrellata che iniziò

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dall’apertura dell’Oseleta fa parte un altro piatto “Tonno, fegato grasso, salsa di soia” che, parafrasando un altro d’Aquino, Tommaso, “è di per sé necessario e che non trae da altri la propria necessità, ma è causa di necessità per gli altri”. Una preparazione che forse vale il viaggio, di certo sorprende con quell’ammansire il pescione nel grasso mondo del foie gras ed al quale la liquida salsa di soia, servita calda al tavolo, conferisce or-

dine e forma. Umido e secco, caldo e freddo si rincorrono in un piatto di concezione, insomma, di perfezione aristotelica. Ritorno alla sostanza con buona pace dell’apparenza che ha imperversato e continua a impadronirsi della tv, carta stampata e rete? In questa roccaforte del buon gusto pare che si vada in questa direzione, tanto che si celebra il “Primo Amore”, il pomodoro del piennolo. Scorrono le memorie di un giovane d’Aquino: dicembre 2015


“Spaghetti al pomodoro, burrata, scorza di limone” (altro simbolo del locale, gettonato come nessun altro dagli stranieri che ricercano l’essenza della cucina italiana); la “Spigola all’acquapazza, schiuma di mare”, e la “Melanzana, gamberi, mozzarella”, declinazioni attraverso profumi, colori e bouquet della cucina meridionale («Niente cloni: non sono giapponese, ma napoletano», rivendica con orgoglio). Non mancano gli omaggi alla terra che l’ha adottato nell’ “Anguilla, lumache, fonduta d’aglio polesano e riduzione di Riesling”; nella “frittura di Moeca ripiena di Parmigiano Reggiano e uova”; e nel “Croccante di mais e baccalà”, che è parte degli scenografici amuse bouche. Tra le pagine anche un menu (Rispetto) concepito, organizzato e gestito con l’intento di ridurre al minimo gli impatti ambientali, sociali ed economici di concerto con un’azienda locale. Per il Natale 2015 una sfera dorata cela il semifreddo di pandoro: la tradizione va preservata in uno scrigno inespugnabile. Seguirà il relax nella sala benessere per festeggiare la vita.

Ristorante Oseleta Località Cordevigo Cavaion Veronese (VR) Telefono 0457235287 dicembre 2015

FOIE GRAS, TONNO, SORBETTO AL RABARBARO, RAPA ROSSA, SALSA DI VITELLO E SOIA Ingredienti 1 scaloppa di foie gras da 50 gr Tonno fresco 30 gr 1 Cubo di rapa rossa Fondo di vitello 10 ml Salsa di soia 4 ml Rabarbaro 500 gr Destrosio 42 gr Glucosio 42 gr Zucchero 100 gr Acqua 120 gr Per il sorbetto: lavate e mondate il rabarbaro fresco, che inseriremo in un contenitore pacojet. Preparate uno sciroppo con acqua, zucchero, glucosio e destrosio. Mixate il composto al pacojet dopo che è stato abbattuto a - 20 °C. Scottate la scaloppa di foie gras da ambo i lati per 1 min, su una padella antiaderente ben calda. Tagliate una fetta di tonno, modellandola sulla scaloppa, conditela con sale maldon olio e pepe. Precedentemente preparate un fondo classico di vitello, utilizzando pancia e coda di vitello, ali di pollo e aromi, fate ridurre fino ad 1/10 e filtrate il tutto. In una piccola casseruola aggiungete la salsa di soia nelle proporzioni elencate e riducete ancora. Quest’ultima servirà a condire il piatto versandola alla fine. Componete il piatto guarnendo con un germoglio di pisello e versando la salsa ben calda.


[ gourmet ]

OSTRICHE… COME BACIARE IL MARE A cura di Riccardo Lagorio

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A 25 anni dalla scomparsa di Ugo Tognazzi, l’attore cremonese tra i massimi interpreti della commedia all’italiana, protagonista de La Grande Abbuffata, di lui rimane la memorabile scena della gara con Marcello Mastroianni a chi mangia più velocemente ostriche. E la frase (in alto a destra), che contribuì a rendere ancora più profondo il senso di attrazione delle ostriche nella gastronomia sfarzosa degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, per mezzo di una sferzata di ironia che solo i grandi umoristi riescono a confezionare. Cibo che si ama alla follia o alla follia si detesta, l’ostrica ha rappresentato cibo ricco, talvolta proibitivo, per buona parte dei nostri connazionali sino a quando non si è affacciata - recentemente - nei supermercati. Nel mondo antico simbolo di prosperità,

di rinascita e fertilità, le conchiglie erano infatti legate al culto pagano della riproduzione. Eppure benché già i Romani fossero dediti all’allevamento di ostriche e le considerassero una ghiotteria tanto da creare una moneta, il denarius, che doveva avere il peso di un’ostrica, fino a metà Quattrocento non si trovano specifiche tracce sulle virtù afrodisiache delle ostriche. Ora sappiamo che il presunto fervore deriva dall’assunzione di ostriche che contengono un’alta percentuale di zinco la quale favorisce la funzionalità degli ormoni e del testosterone. Ma, anche in virtù della profonda specializzazione gastronomica, da anni in Francia si distinguono le ostriche piuttosto sulla base del territorio di provenienza e delle modalità di allevamento. La tradizione transalpina viene da lontano:


[ gour met ]

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L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata

Ugo Tognazzi

fu infatti Napoleone III Bonaparte nella prima metà dell’Ottocento a rendersi conto della penuria di ostriche causata dall’eccessiva domanda a livello europeo e dalla mancata applicazione delle regole di sfruttamento marino, condotte che stavano impoverendo gli allevamenti e le coste. L’imperatore, amante del pregiato mollusco affidò al celebre biologo Victor Coste la ricerca della soluzione al problema delle ostriche. Coste visitò il lago Fusaro, dove le acque sono ricche di plancton. Dal tempo delle rilevazioni di Coste, e malgrado le disgrazie sopravvenute alla guerra francoprussiana, la Francia è senz’altro il più importante produttore mondiale di ostriche. Fine, SPeciAL o PoUSSe Così solo recentemente le ostriche sono divenute oggetto di disquisizioni e distinzioni relative alle diverse categorie anche da noi. In particolare Luca Nicoli (iloveostrica.it) sta da qualche anno introducendo una cultura dell’ostrica collegata alle differenze organolettiche dipendenti dall’ambiente di coltivazione. Spiega che “i francesi sono stati molto bravi a legare le ostriche al territorio, distinguendo tra Fine, Special o Pousse. Sono sempre molto ricercate le Belòn, ostriche piatte affinate nell’omonimo fiume, ma si stanno sempre più facendo strada nomi delle ostriche che fanno riferimento al modo con cui sono state confezionate o alla famiglia di ostricoltori”. Qualcosa di simile a quanto accade da decenni nel mondo del vino, insomma. Nomi ormai entrati a far parte delle conoscenze comuni sono ad esempio ‘Fine de claire’ o ‘Spéciale de claire’ mentre i palati più allenati potranno riconoscere come eccelsa la ‘Pousse en claire’. Innanzitutto la claire. Un tempo vasca scavata nei terreni argillosi utilizzata per trarne sale mediante l’evaporazione dell’acqua marina, da qualche decennio viene utilizzata come bacino di finissaggio dicembre 2015

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per alcune tipologie di ostriche. Vi rimangono in media per 4 settimane. Le ostriche Fine de claire vengono allevate in numero massimo di 20 per metro quadrato e sono apprezzate da coloro che amano un sapore equilibrato, iodato ma privo di picchi gustativi. Le Spéciale de claire godono invece di una polpa più croccante, un gusto che vira sul minerale grazie all’apporto di fitoplancton che è generato dall’entrata nelle insenature delle correnti atlantiche ricche di sostanze organiche. L’ostrica è di colore avorio e il bilanciamento tra gusto salato e dolce risulta gradevole, spiccato il retrogusto iodico e minerale, assai prolungato. Le ostriche Pousse en claire vengono affinate in numero variabile tra 3 e 5 per metro quadrato e rappresentano il vertice della piramide della categoria en claire. In questo caso l’affinamento dura almeno quattro mesi, ma spesso si arriva a otto e le conchiglie hanno un aspetto rugoso con linee bianche e nere orizzontali. L’ostrica che se ne trae ha una polpa molto croccante, il sapore di iodio è deciso, il retrogusto dolce di nocciola e frutta secca, prolungato sotto un’ombra di piacevole astringenza. A queste macrocategorie di ostriche ciascuna Casa applica piccoli o grandi accorgimenti che le fanno distinguere proprio come accade al vino. Vino che non potrà non essere, a questo punto, durante le festività natalizie, italiano.

Ostrica Fine de Claire Spéciale de Claire Pousse en Claire

Vino Pagadebit di Romagna DOC Verdicchio di Matelica DOC Lugana DOC

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[ erba r io magico ]

PUNGITOPO PER IL BENESSERE DELLE GAMBE A cura di Marica De Bonis

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Insieme a vischio e agrifoglio, il pungitopo è una delle piante più utilizzate a Natale per decorazioni e addobbi, essendo in grado di vivacizzare anche il più modesto albero di Natale o il più disadorno centrotavola. Si regala a Natale come portafortuna: il suo frutto, la bacca rossa, rappresenta l’allegria, la fortuna e l’augurio di fecondità e d’abbondanza per l’anno che verrà. Quello che forse in pochi sanno è che questa pianta, chiamata anche rusco (dal nome scientifico Ruscus aculeatus), oltre ad avere caratteristiche botaniche molto particolari, possiede proprietà mediche non indifferenti, note fin dall’antichità. Ne parlava Plinio dicendo che il decotto di radici con il vino veniva usato per le infezioni renali e Dioscoride la con-

siderava “una pianta capace di indurre il flusso urinario e il sanguinamento mestruale” e utile nel trattamento della calcolosi biliare, dell’ittero e del mal di testa. Di fatto il pungitopo si è rivelato avere proprietà diuretiche, sedative ed antinfiammatorie per le vie urinarie, effetti benefici nei confronti di calcoli renali, cistiti, gotta, artrite e reumatismi non articolari. È uno dei fitoterapici più utilizzati in medicina naturale e in erboristeria per il benessere naturale delle vene, in tutte le sue declinazioni. Infatti trova felice impiego, anche in associazione con altri analoghi prodotti di erboristeria, in ogni situazione in cui ci sia da stimolare il ritorno del sangue, nell’insufficienza venosa, quando le gambe sono gonfie e pesanti, stanche o doloranti, nelle emorroidi, nelle vene varicose, nella ritenzione idrica, nella

cellulite e più in generale nella cattiva circolazione. Queste benefiche proprietà del pungitopo sono racchiuse nelle sue radici, ricche di saponine, flavonoidi, tannini e oli essenziali dall’azione vasocostrittrice e antinfiammatoria. Nella medicina popolare, per le doti diuretiche che possiede, è usato nella “composizione delle cinque radici”, insieme al prezzemolo, al sedano, al finocchio e all’asparago. Insomma, il pungitopo sarà un bel regalo di Natale, soprattutto per il bene delle nostre gambe!

FogLie VeRe, FogLie FALSe Il nome pungitopo deriva dalla tradizione contadina di porlo attorno alle scorte alimentari per proteggerle dai topi. Quelle che a prima vista sembrano delle foglie (quelle che pungono) sono in realtà dei fusti modificati che in termini tecnici vengono detti “cladodi”: sono appiattiti e hanno sviluppato funzioni simili a quelli delle foglie, essendo anch’essi fotosintetici. Le vere foglie, di colore rossastro-bianco, caduche e prive di clorofilla, sono inserite al centro dei cladodi e sono lunghe solo alcuni millimetri. I fiori, inseriti isolati o più raramente appaiati all’ascella delle vere foglie, hanno un involucro composto da 6 petali e sono tutti di colore verdastro.

dicembre 2015


[ s tile natura le ]

« Prof. Alessandro Miani

Presidente SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale ONLUS info@simaonlus.it

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non ereditiamo la terra dai nostri avi, ce la facciamo prestare dai nostri figli Antoine de Saint exupery

BUon nATALe “A iMPATTo ZeRo”

Ridurre, riciclare e riutilizzare: dai regali alla tavola, dalla scelta dell’albero a quella degli addobbi, in un periodo così spirituale e delicato, evitare sprechi è possibile. Basta un po’ di fantasia green avendo sempre a cuore l’ambiente e il bene comune, del resto oggigiorno il risparmio è anche di moda! Arredi bio, cosmetici naturali, abbigliamento eco-fashion, carica batterie per cellulare a energia solare, prodotti per la pulizia della casa biodegradabili, ma soprattutto regalate un albero. Basta una busta biodegradabile contenente terriccio e semi di betulla. Oppure adottate un lembo di terra della foresta pluviale “world’s last great places” e naturalmente per chi sceglie l’albero naturale, preferitelo sempre con le radici e ripiantatelo una volta terminate le feste! Sì alle bottiglie di spumante, champagne e vino per festeggiare l’anno nuovo ma occhio alla raccolta differenziata: le lampadine per l’albero non vanno nel vetro. Riciclando il vetro in maniera corretta è possibile risparmiare l’energia sufficiente a illuminare giorno e notte gli alberi di Natale per oltre quattro milioni di Italiani, e se scegliamo carta riciclata per avvolgere i nostri regali, si abbattono meno alberi! Il fascino delle candele è indubitabile, prediligete quelle naturali, in cera d’api o di soia a quelle in paraffina. Anche gli addobbi possono essere ecologici: scegliete le decorazioni fatte con materiali riciclati, oppure createli voi, con ritagli di stoffa, foto, biscotti. Oppure utilizzando oggetti naturali come paglia, pigne, foglie secche, scorze d’arancia e noci. Per la tavola di Natale e Capodanno meglio prodotti locali, “a chilometro zero” e stagionali. Non lasciatevi tentare da quelli esotici, sempre costosi e il cui trasporto comporta l’utilizzo dicembre 2015

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di grandi quantità di combustibile. Inoltre acquistare cibo e dolci da produttori della propria regione aiuta l’economia locale e mantiene inalterata la tradizione! Programmate gli spostamenti, prediligendo i mezzi pubblici, sotto Natale tra i regali da acquistare e i preparativi per le cene in famiglia capita di essere sempre fuori per far compere. Fate un elenco delle cose che vi servono, così non dimenticherete niente e risolverete tutto in una volta sola. E per l’Epifania, al posto delle caramelle di zucchero raffinato, piene di coloranti e conservanti, scegliete piccoli agrumi, frutta secca, un buon cioccolato equo e solidale o un vasetto di miele e nocciole, tutte golosità che non danneggiano la salute.


[ s tile na tur ale ]

LA TAVoLA DeLLe FeSTe “LeggeRi MA con gUSTo” A cura di Evelina Flachi

TACCHINO AL FORNO, LIGHT E VELOCE Ingredienti - fette di tacchino - spinaci - 1 fetta di prosciutto cotto a porzione - aceto balsamico - sale q.b. - olio facoltativo

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Ce la faremo ad essere in linea per le feste? Riusciremo ad indossare il vestito o la giacca prescelta per Natale? Stringe tutto… Cosa fare? Non possiamo pretendere i miracoli all’ultimo momento ed i chili di troppo non si perdono in pochi giorni, ma possiamo evitare di aumentare ulteriormente di peso nei giorni di festa se almeno ci controlliamo nelle porzioni e nei condimenti senza perdere il gusto ed il piacere di ritrovarsi a tavola con amici e parenti. Ecco dieci consigli per non esagerare durante le feste. 1 Trattenersi con gli antipasti; 2 prima del pasto bevete lentamente un gran bicchiere d’acqua: depura e toglie il senso di vuoto allo stomaco. Iniziate il pranzo con una scodella

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Per una cena leggera ecco un secondo piatto che si prepara velocemente e con pochi ingredienti: fette di tacchino, spinaci, prosciutto, e aceto balsamico. Per la preparazione dovrete lavare bene gli spinaci e lessarli in pochissima acqua salata (o meglio ancora al vapore). Stendete le fette di tacchino e adagiatevi il prosciutto e poi gli spinaci. Quindi arrotolate e chiudere con stuzzicadenti; chiudere le fette di tacchino nella carta forno via in forno a 180° per 15-20 minuti. La ricetta è light, senza olio, ma se preferite potete aggiungete un filo d’olio prima di mettere il tacchino in forno. Togliete dal forno tagliate a fette e servite con crema di aceto balsamico. Potete accompagnare questo secondo piatto a base di carne bianca ad una bella insalata mista. dicembre 2015


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d’insalata mista e se potete colorata o con un minestrone; 3 limitare le porzioni dei diversi piatti, evitando soprattutto di chiedere il bis: non è il caso di rinunciare ai tradizionali tortellini né al cappone ripieno, ma è possibile controllare il quantitativo delle diverse pietanze, in modo da poter assaggiare senza troppi sensi di colpa tutte le portate; 4 controllare consumo di pane e grissini, per ridurre l’apporto totale di carboidrati, già presenti in numerosi piatti (dalle tartine alla pasta, fino ai dolci); 5 scegliere i dolci meno elaborati: è bene sapere, per esempio, che se si mangia una fetta piccola (100 gr) di panettone normale si introducono 330 calorie circa, mentre l’apporto calorico aumenta notevolmente (di almeno 200 calorie) nelle versioni farcite con crema al cioccolato o al mascarpone; 6 cercare di contenersi nei giorni successivi, prevedendo pasti molto leggeri, a base di verdura, frutta, passati e minestre in brodo. Occorre poi fare attenzione a non cedere alle golosità avanzate dai pranzi natalizi, dal panettone al torrone o alla frutta secca; 7 vino: bere bene e bere giusto. Evitare amari e superalcolici; 8 fare attività motoria: il movimento è il metodo migliore per contenere gli eccessi a tavola. Tra un pranzo e l’altro bisognerebbe prevedere, quindi, una camminata al giorno (a passo più o meno svelto, per circa 30 minuti) o una camminata continuativa e costante per 40 minuti a giorni alterni; 9 attenzione alla frutta secca dopo pranzo. In genere fa bene ma può essere di troppo perché 100 gr forniscono circa 600 kcal; 10 chiudere il pasto con infuso di zenzero o finocchio per favorire la digestione e per evitare altre tentazioni. Vi propongo un paio di ricette più light rispetto a quelle tradizionali, ma non per questo meno gustose. dicembre 2015

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VITELLO TONNATO SENZA MAIONESE Ingredienti - 700 gr di magatello (o girello) di vitello - 2 carote - 1 cosa di sedano - 2 cipolle - 1 spicchio di aglio - sale e pepe q.b. Per la salsa - 360 gr di tonno sottolio - 2 uova - 4 cetriolini sott’aceto - 80 gr di capperi sott’aceto - 2 cucchiai di olio extravergine - 4 cucchiaini di senape Lavate, asciugate e legate con uno spago il pezzo di carne. Ponete sul fuoco una casseruola con tanta acqua, quanto basta per coprire la carne, insieme alle verdure pulite e tagliate e lo spicchio d’aglio. Portate ad ebollizione ed immergetevi il pezzo di vitello, facendo cuocere per circa un’ora e mezzo. A cottura ultimata, lasciate raffreddare. Sgocciolate la carne e tagliatela a fettine sottili. Coprite con la salsa appena preparata. Potete decorare il piatto con foglioline di lattuga e pomodorini tagliati a fettine. Per la salsa, fate cuocere le uova alla coque (ca 3 minuti dall’ebollizione dell’acqua), e unite solo i tuorli agli altri ingredienti nel frullatore. Frullare e lasciare il composto a riposo per circa mezz’ora tenendo in frigorifero fino al momento di servire.

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I Vigna - Milano

BUONA NOTTE E SOGNI D’ORO! COME SCEGLIERE IL MATERASSO GIUSTO

A cura di Luca Medici*

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Singolo, matrimoniale o alla francese? Per dormire bene i fattori di scelta di un materasso sono molti, anzi, moltissimi. Per sostenere in modo adeguato e armonico il vostro corpo è meglio scegliere un materasso ergonomico e anatomico, ma anche elastico (per resistere alla pressione e alla trazione). Prima di tutto dovete valutare le misure. In passato le offerte erano poche, oggi i produttori hanno in listino diversi modelli e tutti personalizzabili. Il ‘singolo classico’ misura 80x190cm, ma possiamo averlo anche 195, 200 e oltre. Ci sono poi i materassi a ‘una piazza e mezza’, detti anche ‘alla francese’, che misurano 120x190cm (la lunghezza variabile è appannaggio di tutti i materassi). Questo materasso può essere considerato un singolo grande oppure un matrimoniale piccolo. Poi troviamo il ‘matrimoniale classico’,

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che misura 160x190cm e, se lo spazio non è un problema, possiamo anche esagerare con il “Queen size” (180x200cm) oppure con il grandissimo “King size” (200x200cm). Meglio il lattice o le molle? In Italia la cura del sonno negli ultimi anni è diventata non solo una moda, ma anche una vera cultura del benessere. Dormire bene significa affrontare meglio la giornata e il corpo beneficia di queste preziose ore di relax che si traducono in buon umore e forza fisica. Non dimentichiamo l’altezza, che non deve mai essere inferiore ai 18 centimetri, meglio se superiore ai 20, poiché il corpo deve stare ad una corretta distanza dalla rete (meglio se è a doghe). I tre materiali più utilizzati per realizzare un materasso sono il ‘poliuretano’, il ‘lattice’ e le ‘molle’. Il poliuretano è una schiuma con dicembre 2015


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ita lia no ]

I Vigna - Milano

Per le immagini si ringrazia: I Vigna - Via Gaudenzio Ferrari, 9 - Milano

cui si realizzano materassi che favoriscono la dispersione del calore e dell’umidità, sono anche traspiranti, flessibili e indeformabili. Il più famoso sul mercato è il poliuretano visco-elastico, più noto come ‘Memory Foam’. Chiamato così perché è in grado di modificare la sua struttura in funzione del peso, memorizzando di fatto la vostra posizione e garantendo una resistenza ottimale... ma, appena vi alzate, lui tornerà nella posizione di partenza! Altezza consigliata 20 centimetri (di cui Memory Foam fra i 3 e i 9 cm per lato). Troviamo poi il lattice, ricavato totalmente dall’albero Hevea. Questo materiale si differenzia dalla schiuma di lattice (che ha un prezzo inferiore e non garantisce la stessa qualità) poiché è traspirante ed è perfetto per reti sanitarie (reclinabili). Lo spessore consigliato va dai 19 ai 24 centimetri e dovete pretendere il certificato “100% naturale”, atossico, antimuffa e antiacaro, referenze indispensabili per questo tipo di materiale. I materassi in poliuretano e in lattice spesso si trovano in combinazione con molle insacchettate, questo per offrire un ulteriore comfort e migliori prestazioni di tenuta. Infine troviamo i materassi a molle, tradizionalmente a “molle Bonnel” (molle libere, normalmente 400) oppure a “molle insacchettate” (con garanzia fino a 10 anni poiché ogni molla è racchiusa in un tessuto tecnico che ne garantisce il movimento e la durata). Il numero di molle è molto importante, troviamo infatti

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modelli a 800 molle (insacchettate), 1.500 molle (micromolle) e anche a 3.000 molle (supermicromolle). Maggiore è il numero di molle, più sono i punti di appoggio e quindi la capacità di adeguarsi ai movimenti del corpo. In questo caso l’altezza minima consigliata varia fra i 22 e i 24 centimetri. Anche in questo caso non è difficile trovare modelli abbinati ai materiali sopra indicati. La scelta del rivestimento. Una scelta ampia poiché la superficie del materasso deve garantire traspirabilità, proteggere da allergie e durare nel tempo. Ecco un breve elenco di materiali adatti al rivestimento esterno: ‘Lino’, adatto d’estate per la capacità di assorbire l’umidità e mantenere fresco il materasso; ‘Lana’, antiallergica, anti umidità poiché ha un ottimo potere assorbente e adatta ad ogni clima poiché mantiene inalterata la temperatura corporea; ‘Cotone’, ottimo conduttore di calore e anti umidità; ‘Seta’, leggera e preziosa mantiene freschi d’estate e caldi in inverno; ‘Cachemire’, morbido e in grado di garantire un naturale rilascio del calore. Troviamo infine il ‘Bambù’, naturale, eco-compatibile e indicato a chi soffre di allergie. Oltre questi rivestimenti ci sono in commercio anche tessuti abbinati, per esempio il modello chiamato “due stagioni”, che presenta sui due lati del materasso tessuti adatti per la stagione estiva e per quella invernale, generalmente lana e cotone. Un consiglio, scegliete sempre un materasso sfoderabile, soprattutto se avete allergie! Prima di augurarvi la buona notte volevo ricordare ancora due cose: manutenzione e reti. Buona norma sarebbe di esporre il materasso all’aria almeno 10 minuti al giorno e girarlo spesso. Pulirlo è un’operazione semplice, utilizzate delle semplici spazzole elettriche una volta ogni 10 giorni e lavate spesso la fodera. La scelta della rete invece è più semplice poiché in commercio troverete molte soluzioni, adatte a qualsiasi esigenza. Le più comuni sono le reti a doghe in legno con giunti elastici che sono flessibili e si adattano bene al corpo. Non vi resta che scegliere un buon guanciale per garantirvi notti da favola! *www.my-home.biz

Dio benedica chi ha inventato il sonno, mantello che avvolge i pensieri di tutti gli uomini, cibo che soddisfa ogni fame, peso che equilibra le bilance e accomuna il mandriano al re, lo stolto al saggio dicembre 2015

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[ prof it & nopr of it ]

NASCONO LE “ANTENNE” DI KEYNES A cura di Carlo Kauffmann

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Una recente ricerca della Bocconi ci trasmette un messaggio molto chiaro: “la collaborazione fra aziende profit e associazioni no profit è ancora lontana, frenata da una scarsa conoscenza e fiducia reciproca”. Mancano vere competenze manageriali per instaurare nuove sinergie che spingano ad uno sviluppo di questo settore, nonostante in questi ultimi anni sia obiettivamente cresciuta in molte aziende una volontà di vera “politica etica”. Ci si rende conto che ad una società solo ed esclusivamente “egoista” si debba realizzare un profitto che tenga conto delle esigenze dei più in difficoltà. È altresì vero che si debba armonizzare il lavoro delle decine di migliaia di non profit che operano troppo spesso in involontaria concorrenza fra loro disperdendo in mille rivoli le forze a disposizione. Tenendo altresì presente che la frammentarietà degli interventi non porta mai a risultati efficaci, suscitando spesso riflessioni poco positive nell’opinione pubblica. Da qui la necessità di un piano “operativo” che unisca profit e non profit, con una visione

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chiara degli obiettivi da raggiungere per gli uni e per gli altri. La realtà impone ormai questa nuova visione perché il non profit può

agire, aiutare, costruire, per i meno fortunati solo se costantemente e stabilmente sostenuto da chi fa “profit” e comprende il valore dicembre 2015


[ pr ofit

& nopr of it ]

Informazioni linkedin: Diego Ernesto Almasio General Manager

ciali importanti porta riconoscenza da parte dell’opinione pubblica. Profit dunque, ma con un occhio sempre rivolto al non profit. Questa si va rivelando sempre più spesso una politica vincente anche in tempi di crisi che certamente non hanno aiutato le imprese a fare più profitti, ma a riorganizzarsi, migliorando la propria immagine e le loro relazioni sociali persino tra dirigenti e lavoratori. Oggi la situazione di molte organizzazioni di volontariato forse l’intero terzo settore, va ripensato nei suoi rapporti con il mondo delle imprese. Bisogna fare sempre più “squadra” usufruendo sempre di più delle competenze delle aziende e non pensando solo a raccogliere contributi. Tutto questo spingerà ad un inevitabile patto profit-non profit.

assoluto di una nuova etica della società. Le imprese da tempo hanno compreso che contribuire al raggiungimento di traguardi sodicembre 2015

KeYneS WoRLDWiDe coRPoRATe FUnDRAiSing Per dare una risposta efficace a quanto sin qui esposto nasce Keynes, con un progetto forte dove l’accordo fra i due mondi profit e non profit migliorerà il valore ge-

nerale fino ad oggi attribuito alla globalizzazione da tempo in atto. Keynes ideata da tre professionisti italiani è una struttura molto agile e dinamica che si svilupperà in tutto il mondo per sensibilizzare e promuovere questa partneship tra le imprese e le associazioni noprofit. A tale scopo Keynes sta anche attivandosi per importanti rapporti di collaborazione con le Università sia italiane che straniere. Il progetto porrà particolare attenzione agli aspetti di eco-sostenibilità e protezione ambientale, e sosterrà anche il settore aerospaziale che gioca un ruolo sempre più importante per il nostro futuro. Inoltre si strutturerà aprendo una serie di uffici “antenna” e con un gruppo di consulenti che dovranno gestire e sviluppare i rapporti con Fondi Sovrani, Private Equity, Venture Capital, Business Angels, Banche d’affari, Family Office e ovviamente con le Fondazioni Onlus. I fondatori di Keynes sono certi che le loro “antenne” nel mondo porteranno risultati efficaci per la costruzione di un universo globalizzato ma più giusto, equo e sostenibile.

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[ ruote & motori ]

NUOVA SUBARU FORESTER A cura di Riccardo Lagorio

Sicurezza. Difficile trovare di meglio, nella categoria suv, sulla strada: con quel suo baricentro basso a creare un legame pressoché indissolubile tra conducente e strada, la Nuova Forester Subaru offre stabilità e prontezza in grado di vincere ogni sfida d’asfalto e in mezzo ad ogni tipo di avversità atmosferica. All’interno dell’abitacolo la luce penetra profonda, per mezzo dei vetri ampi e la possibilità di tetto apribile. Lo spazio a disposizione delle persone che viaggiano è ampio e permette il viaggio comodo a 5 persone. Infatti se i sedili anteriori sono confortevoli e seguono l’anatomia dei passeggeri, quelli poste-

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riori garantiscono l’estensione delle gambe e la perfetta fruibilità del viaggio. Il guidatore e l’accompagnatore di destra possono anche scegliere di riscaldare la propria postazione. Nei 456 cm di lunghezza si è trovato il modo di organizzare un bagagliaio predisposto per accogliere un carico… generoso. Aspettatevi un’automobile versatile: perfetta per le percorrenze lunghe tramite la facilità della guida; altrettanto non manca dell’agilità necessaria per i percorsi in città grazie ad uno sterzo leggero. L’accelerazione e la ripresa sono adeguate, le vibrazioni all’interno dell’abitacolo inesistenti. La turbodiesel della

nostra prova ci ha accompagnato da Milano alle colline veronesi, percorrendo autostrada, tratti urbani e sterrati. Persino nel fuoristrada la Forester si impone con la rilevante altezza da terra ed il paraurti anteriore smussato. I parafanghi bombati la rendono possente e solida alla vista, le forme squadrate ricordano le classiche fuori strada. I 60 litri del pieno permettono un’elevata autonomia e a 130 all’ora si percorrono quasi 14 km per litro: una bella risposta a chi cerca consumi moderati. Ascolterete anche buona musica con un impianto Harman/Kardon, dotato di preciso navigatore satellitare. dicembre 2015



[ ruote & motori ]

ICONE DI STILE… A cura di Luca Medici*

Fiat 500 c

NUOVA 500, “QUALCOSA È CAMBIATO”

Ci sono auto che non hanno bisogno di grandi presentazioni poichè portano nel loro dna stile da vendere, ma soprattutto perchè sono delle vere icone su quattro ruote! Apparentemente sono due modelli molto differenti, si rivolgono ad un pubblico diverso ed anche il loro utilizzo non è lo stesso, ma hanno molte cose in comune, in primis il loro design accattivante e immediatamente riconoscibile. Vi presento la nuova Fiat 500, fresca di refresh stilistico, e la nuovissima Mini Clubman. Le “auto-icone” devono sempre restare fedeli a se stesse, ecco perché la nuova 500 è cambiata solo in qualche particolare, come il design dei gruppi ottici, buona parte della meccanica e altri piccoli dettagli che la rendono nuova, ma simile al modello precedente. Nuovi gruppi ottici dunque, ma anche qualche cromatura in più, un nuovo listello sotto a quello che integra il logo e altri due elementi cromati ai lati della presa d’aria inferiore. Ci sono due nuove tinte, il rosso corallo e il bordeaux Opera, oltre a due nuove varianti bicolore, nero/giallo e rosso/nero. L’abitacolo è sempre lo stesso, il passo in avanti è stato quello di aggiornare la dotazione elettronica. La nuova 500 si arricchisce infatti di un nuovo sistema infotainment meglio integrato nella plancia. Oltre ad integrare il navigatore, il nuovo pannello si affida alla tecnologia touchscreen e consente di connettere il proprio smartphone, riproducendo anche i brani archiviati nello stesso. Su richiesta è disponibile un quadro strumenti composto da un display digitale Tft da 7”, molto facile da consultare. Sono stati introdotti dei nuovi pannelli insonorizzanti all’interno dei parafanghi e nella zona che separa il vano motore dall’abitacolo a favore del comfort acustico e il motore da 1,2 litri e 69 Cv risponde ai limiti sulle emissioni Euro 6. Piacevole e soprattutto maneggevole da guidare, il cambio a soli 5 rapporti non risulta mai impacciato anzi, è molto progressivo e adatto anche a trasferimenti autostradali e sorpassi. Vogliamo trovare un neo, anzi, due? Per il prezzo di acquisto a cui è proposta, non proprio economico (da 15.100 Euro), mi sarei aspettato almeno il clima automatico e i fari fendinebbia di serie. Manca inoltre la versione ibrida, che per una cittadina come la 500 non sarebbe niente male!

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[ r uote

& motor i ]

Mini Clubman NUOVA CLUBMAN: “LA MINI DI FAMIGLIA”

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Passiamo ora alla nuova Mini, una Clubman che si scosta nettamente dal modello del passato. Le nuove dimensioni da piccola station wagon (425 cm contro i 398 del vecchio modello) creano maggior spazio all’interno, baule incluso, e le porte da cinque diventano sei (l’accesso al baule rimane con due ante a battente). Il design adesso è più serio, i fanali posteriori sono a sviluppo orizzontale e le due porte sulle fiancate la rendono “più classica” (ma anche molto più comoda). Sotto la carrozzeria troviamo l’architettura modulare Ukl, destinata anche ad altri modelli del gruppo BMW come l’Active e la Gran Tourer. Il Sistema infotainment segue la stessa tecnologia montata sulle BMW e fra le varie funzioni c’è anche quella di settaggio tramite il Drive Mode delle sospensioni, che configura la vettura in tre logiche diverse: Green, Mid e Sport. La gamma include il modello a benzina spinto da un motore di 1,5 litri con 136 Cv, la Cooper S mossa da un 2 litri con 192 Cv e la turbodiesel Cooper D spinta da un 2 litri da 150 Cv. Arriveranno a breve anche la One a benzina da 102 Cv e la turbodiesel One D da 116 Cv (manca anche in questo caso, molto strano per un’auto così di moda, la versione ibrida, un vero peccato!). I prezzi partono dai 24.800 Euro, ma per avere l’auto personalizzata, in perfetto stile Mini, bisogna ricorrere alla lunga lista di optional e a questo punto non è difficile superare (anche di parecchio) la soglia dei 30.000 Euro. L’abitacolo regala un bel colpo d’occhio, i materiali e gli assemblaggi risultano curati e il design è Mini al 100%.

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Insomma, sono due automobili davvero belle, diverse, ma con carattere da vendere. Due stili che non lasciano spazio a critiche poiché sono così distinguibili dalla massa che il solo pensiero di cambiarle sarebbe un reato. La 500 è rimasta fedele a se stessa nonostante il restyling mentre la Clubman ha saputo osare di più pur restando fedele al modello che l’ha resa famosa. Non sono auto per tutti, ma senza dubbio sono automobili che sapranno regalarvi grandi soddisfazioni! *www.my-home.biz dicembre 2015

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SCELTI PER VOI

[ hi-tech ] A cura di di Alberto Zonna La corsa ai regali di Natale è ufficialmente iniziata. Le donne sono pazze per gli acquisti e hanno le idee chiare: il loro sogno sarebbe quello di ricevere in dono un viaggio a sorpresa, seguito da qualche libro da portare magari in valigia. E non dimentichiamo, ovviamente, i vestiti. Gli uomini, invece, si illuminano con i gadget tecnologici, dai tablet agli iPhone di ultimissima generazione, fino ai braccialetti per il fitness. Ecco i nostri consueti suggerimenti hi-tech e libri.

goPRo HeRo4 SeSSion

È la più compatta delle GoPro, più piccola del 50% e più leggera del 40% rispetto alla serie precedente e non ha bisogno della custodia waterproof essendo resistente all’acqua fino a dieci metri di profondità. Grazie al suo unico pulsante (sul lato superiore) per avviare o interrompere la ripresa video e per fare le foto è davvero semplice da utilizzare e darà delle soddisfazioni un una lunga serie di utilizzi sportivi, dagli sport invernali al surf. Inoltre, grazie al Wi-Fi integrato consente facilmente di condividere i contenuti sui social. Costa €330 ca.

TReKSToR Picco SSD 3.0

Porta sempre con te il tuo mondo digitale! Un modo pratico, sicuro e discreto per portare in tasca tutti i giorni, anche in viaggio, i documenti di lavoro, dati personali, foto, video ecc.. TrekStor picco è un dispositivo molto compatto (solo 50 x 10 x 84 mm) e leggero (solo 36gr), ha funzionalità e performance al top ed è facile da usare. In più, viene proposto con un’elegante custodia nera in similpelle che oltre all’indispensabile cavo USB 3.0, lascia spazio anche per banconote e carte di credito. Disponibile da 120GB (€90) fino a 1TB (€550).

TecHMADe T-WATcH

T-Watch è molto più di uno smartwatch alla moda: grazie ai sistemi di geo-localizzazione è infatti progettato per la sicurezza della famiglia (bambini e anziani) e di tutti quei soggetti che per motivi personali o di lavoro possono essere più a rischio (donne, tassisti, vigilanza…). Il monitoraggio della posizione e del percorso dell’orologio intelligente avviene sia tramite smartphone e tablet che tramite PC: non è stato progettato solo per il controllo ma anche per la prevenzione, grazie alla funzioni SOS (di chiamata) e GeoFence. Al tempo stesso T-Watch è un fantastico partner per chi pratica sport. Costa ca €130.

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PARAcADUTe PeR DRone SKYcAT

I droni e le attrezzature di bordo, soprattutto quelli professionali, possono costare migliaia di euro. Per ridurre il rischio che qualcosa vada storto durante il lavoro aereo, creando danni a cose e persone al suolo oltre che a rivelarsi costosi, l’azienda finlandese SkyCat ha progettato un innovativo paracadute che entra in azione nelle situazioni di emergenza, rallentando la caduta. A distribuirlo in Italia è Masterdrone, brand commerciale del gruppo Hydro2power. Disponibile in diverse taglie, in base al peso del drone sul quale viene montato, il prezzo parte da €450.

TReKSToR BReeZe SMiLeY cHRiSTMAS eDiTion

È il tablet perfetto per i più giovani, ideale per un utilizzo nel tempo libero così come in ambito scolastico. C’è infatti tutto quello che serve come aiuto per i compiti o per le ricerche sul web: un display da 7 touchscreen ad alta definizione, doppia fotocamera, connessioni Wi-Fi, Bluetooth® 4.0 e il modulo 3G per essere sempre on-line ma anche per telefonare e un potente processore per prestazioni eccellenti. Il modello Christmas Edition è disponibile esclusivamente presso i punti vendita e gli ipermercati COOP al costo di €99 ca.


[ libr i ] LA SignoRA Di MeDiASeT

Trentacinque anni di televisione, vissuti “dentro la tv”. Si snoda così la storia di Fatma Ruffini, ideatrice di oltre cento trasmissioni, fra ricordi, aneddoti, incontri con tanti personaggi diventati parte della nostra storia televisiva a partire dall’incontro con Silvio Berlusconi nel lontano 1981. Fatma Ruffini si è sempre mossa con fascino discreto, dietro le quinte, lontana da feste e gossip, attenta nel preservare la sua privacy e quella della sua famiglia. fatma ruffini, (Mondadori Electa)

È TUTTA ViTA

Una stanza d’albergo, la porta con il cartello non disturbare. Chi sono oggi i due chiusi in quella camera? Di certo una volta stavano bene insieme, fra loro c’era passione, complicità… poi è arrivato un figlio e sembra si sia rotto un incantesimo. Fabio Volo racconta la vita, anche nostra, per questo leggendo ci commoviamo, perché queste pagine riguardano i sentimenti di tutti noi.

cHiRÙ

fabio Volo, (Mondadori)

inSegnAMi A VoLARe

Questa storia vive nel fascino di una straordinaria città spagnola come Barcellona. Tre donne si ritrovano e riscoprono l’intreccio dei loro destini. È appena scomparsa l’amatissima nonna Consuelo, colonna portante di una famiglia tutta al femminile. Solo la vecchiaia ha potuto abbatterla, neanche la guerra civile ci era riuscita. Nel ricordare le storie che hanno popolato la vita di Consuelo le tre donne scoprono quanto anche loro hanno da raccontare. Vanessa incontrada, (Rizzoli)

AMoRi DeLLA ZiA

Il grande dolore per la perdita della mamma ha spinto Mara Venier a raccontarsi in questo libro. Una vita percorsa a cento allora ricca di esperienze quasi incredibili, di amori veri e quasi veri, di grandi passioni. Mara è molto amata dal pubblico e sa che deve tutto al suo essersi mantenuta una donna normale, sempre attaccata alle sue radici “popolari”. Oggi il suo rifugio è il grande amore di Nicola Carraro, il centro della sua vita come afferma con emozione. mara Venier, (Mondadori) dicembre 2015

La brava autrice sarda ci racconta con questo suo ultimo libro, una storia d’amore nella quale i due protagonisti Eleonora, trentottenne e Chirù, solo diciottenne, si trovano coinvolti quasi senza volerlo, ma attratti da una forza interiore che porta lei a divenire la “guida” di Chirù. Michela Murgia scrive una storia dove l’amore è perdita totale di equilibrio, la più deformante delle idee che possiamo provare. michela murgia, (Einaudi)

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[ a genda italia ]

MERCATINI DI NATALE Era quasi scontato che in questo numero vi avremmo parlato di “mercatini di Natale” che occupano nel rispetto della tradizione quasi tutta la penisola. Abbiamo cercato quelli che secondo noi sono da visitare per originalità e atmosfera. Non troverete i già affermati mercatini dell’Alto Adige che compiono quest’anno vent’anni tenendo sempre alta la loro fama, ma che forse avete già visitato. Ecco quelli che vi suggeriamo di visitare: può essere un’ottima scusa per visitare le splendide città d’Italia. Buon viaggio e a tutti, care lettrici e lettori, Buon Natale!

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milano Il 4 dicembre apre a Milano nella nuova area della Darsena il “Darsena Christmas Village 2015” con un programma ricco di sorprese. Dovrete tornare a Milano dopo Expo per trascorrervi il Natale. Questo nuovo porto di Milano si trasformerà in una area di mille luci e di tante animazioni. Vi sorprenderà la possibilità di pattinare su una pista di ghiaccio sospesa sull’acqua, non mancherà la Casa di Babbo Natale, il Bosco delle Fiabe e naturalmente i mercatini natalizi. Vi aspetta un’ultima sorpresa il Cubo Led trasformato per queste feste in un magico Calendario dell’Avvento. Nell’area della Darsena ci sarà anche uno store Coca Cola (sponsor di questo eccezionale Natale milanese) che permetterà a chi lo vorrà di personalizzare la propria lattina di Coca Cola con il proprio nome o con quello della persona alla quale più si è legati.

Verona L’atmosfera natalizia di Verona è davvero imperdibile. La città scaligera diventa una vera e propria “città di luce” e poi si rinnova la Mostra Internazionale del Presepio nell’Arte e nella Tradizione. All’Arena si potranno ammirare oltre 400 presepi provenienti da tutto il mondo. Una sorpresa tutta nordica vi aspetta in piazza dei Signori. Grazie al gemellaggio VeronaNorimberga, troverete il mercatino della città tedesca dove si potranno gustare, dolci tipici, zuppe d’orzo, grappe, torte ecc.

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trento Vi consigliamo un giro a Trento, in piazza Fiera le casette in legno propongono oggetti per le decorazioni di casa in materiali rigorosamente naturali, come acini d’uva, bacche, pigne, resina d’abete, pietra.

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torino Al tradizionale mercatino di Borgo Dora, troverete negli chalet tutto ciò che occorre per rendere speciale questo Natale: composizioni floreali, sculture in argilla; e ancora, oggetti per la casa in ceramica, vetro e legno, ricami su stoffa, caldi maglioni provenienti dai paesi nordici e cappelli di feltro. Con espositori provenienti, oltre che dalle regioni italiane, da molte parti del mondo. Non perdete lo stand dei ricordi ufficiali della città, dove troverete un regalo da fare davvero originale la pendrive formato gianduiotto.

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firenze Anche a Firenze si parla tedesco, a Natale. Il gemellaggio che lega il capoluogo toscano con la città di Heidelberg riporta a Santa Croce. 40 casette che propongono soprattutto addobbi natalizi per la casa. Molti gli spettacoli di piazza e i concerti musicali. Würstel, birre, dolci e vino speziato la faranno da padroni.

rapallo eccovi un consiglio speciale per chi va per mercatini di natale con i bimbi. andate a rapallo, nella cittadina ligure vedrete come l’antico castello sul mare si trasformi grazie ad una fantastica installazione progettata e realizzata da oriana pagan e ilaria costa, che raffigura la casa di Babbo natale e nel percorso virtuale si potranno incontrare orsi, pinguini, elfi e tante altre sorprese!

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aosta Fino a gennaio 2016 un angolo storico di Aosta, presso il Teatro Romano, si trasforma in villaggio alpino, in occasione della apertura del mercato natalizio “Marchè Vert Noel”. Se pensate di trascorrere un fine settimana in Valle d’Aosta, non perdete l’occasione di una visita alla caccia di una idea regalo inconsueta… non avrete che l’imbarazzo della scelta! Potrete anche perdervi fra i profumi e i sapori delle tante prelibatezze valdostane, anche loro ottima idea regalo.

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rimini In occasione del prossimo Natale anche Rimini si accende di luce, chilometri di luminarie daranno un’aria festosa e di gioia in tutta la città per il ritorno dei tradizionali mercatini. Un grande albero di Natale in Piazza tre Martiri ed uno come consuetudine in Piazza Cavour. Come ogni anno se decidete di passare il Natale a Rimini, troverete tante iniziative, tanti oggetti artigianali, tante ottime specialità enogastronomiche per i vostri acquisti natalizi e di fine anno.

pesaro Durante tutto l’anno meriterebbero una visita almeno per un lungo weekend ma a Natale c’è davvero l’imbarazzo della scelta nel decidere dove recarsi fra i tanti paesi della provincia per il gran numero delle feste organizzate che vanno ben oltre i tradizionali mercatini natalizi. Non si può perdere il castello di Natale a Gradara, il castello di babbo natale a Frontone, il presepe vivente a Piobbico e quello di San Marco a Fano e le vie dei presepi a Urbino e la festa della candele a Candolara.

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Photo di Giovanni Gastel Anno 5 - Dicembre 2015 • Periodico di Cultura e Società

MASSIMILIANO FINAZZER FLORY

«Essere Leonardo» VIVIANE MAIER

Una fotografa ritrovata VALTELLINA

Non solo neve



STORIA & LEGGENDA

“SANT’AMBROEUS ANDÈMM” A cura di PAOLO MINOTTI

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l 7 dicembre Milano onora il suo grande Vescovo e amatissimo Patrono, Sant’Ambrogio, uno dei pochi santi la cui memoria

liturgica non ricorre il giorno della morte, bensì il giorno della consacrazione episcopale ( il 7 dicembre 374). Sant’Ambrogio è, insieme a San Girolamo, Sant’Agostino e San Gregorio, tra i massimi dottori della Chiesa. Non era nato a Milano (ove invece morì nel 397), ma a Treviri, in Germania, tra il 338 e il 340. Era figlio di un funzionario romano in servizio al di là delle Alpi e, dopo la morte del padre, la famiglia si trasferì a Roma ove intraprese la carriera giuridica e divenne un brillante avvocato. Mentre esercitava la sua professione fu nominato (intorno al 370) governatore della provincia romana dell’Emilia e Liguria la cui “capitale” era Milano, dove di trovava quando, nel 374, con la morte del Vescovo ariano Aussenzio scoppiarono tumulti tra cattolici e ariani per la nomina del successore. Ambrogio, da buon funzionario imperiale, cercando di evitare disordini esortò il popolo alla pace e alla concordia con tale successo che, appena un bambino si mise a gridare “Ambrogio Vescovo! Ambrogio Vescovo!”, la folla si unì con entusiasmo alla richiesta e Ambrogio fu nominato vescovo per acclamazione popolare. Egli accettò con una certa incertezza, in quanto all’epoca era ancora soltanto catecumeno e pertanto non

ancora battezzato. Nel giro di una sola settimana egli fu battezzato, ordinato e quindi consacrato vescovo il 7 dicembre. Racconta il biografo Paolino che, al fine di dissuadere il popolo di Milano dal farlo nominare vescovo, Ambrogio provò anche a macchiare la buona fama che lo circondava, ordinando la tortura di alcuni imputati e invitando in casa sua alcune prostitute. Dal momento che il popolo non recedeva nella sua scelta, egli tentò addirittura la fuga a cavallo di una mula nascondendosi invano in una spelonca nel bosco (in latino “nemus”) nei pressi di Milano, là dove ora sorge, tra le case di via Peschiera, la Chiesa di Sant’Ambrogio “ad Nemus”. La leggenda popolare che non capiva la dedica “ad Nemus” la storpiava in “Sant’Ambroeus andèmm” ...dove l’invocazione “andèmm” (“andiamo” in dialetto milanese) sarebbe stata fatta dal santo alla sua mula (Betta, da cui il toponimo Corbetta, secondo un’altra leggenda) mentre fuggiva per non farsi fare vescovo. Da qui anche il detto milanese “Vess come el caval de Sant’Ambroeus andèmm” (Essere come il cavallo di Sant’Ambrogio “andiamo”), con significato di “darsi molto daffare e concludere poco”. 24oreNews

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24 orenews.it

Milano Periodico di Cultura e Società

Anno 5 - No. 12 dicembre 2015 PERSONAGGIO

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Massimiliano Finazzer Flory: «Essere Leonardo»

In copertina: Massimiliano Finazzer Flory fotografato da Giovanni Gastel

Dicembre ARTE E CULTURA

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Teatro alla Scala: Giovanna d’Arco; Cinderella Dicembre: i teatri Vivian Maier. Una fotografa ritrovata Dicembre: le mostre

MILANO SI RACCONTA

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Una serata per celebrare la musica lirica Al gran ballo della famiglia Neri: 300 “Buon Natale” “Change your mind” “Adotta una mamma e il suo bambino”

FASHION

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Versace moda donna A/I 2015-2016 Moda bambini Fortura: giocattoli da più di 100 anni

BEAUTY

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I consigli di Marina Mazzolari

GIROMILANO

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Milano da scoprire

SPETTACOLI

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Dicembre: i concerti Una storia di “umana bellezza”

IL SESSUOLOGO

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Il vino e la seduzione

COME STAI?

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Quando il dolore è un amico È qui la festa?!!!

ANDATA E RITORNO

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Non solo neve in Valtellina Gillo Dorfles. Essere nel tempo

24oreNews

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on Expo, l’esposizione universale, Milano ha ospitato il mondo intero. Ora che la grande mostra è finita, è tempo che si inverta il processo e si rovesci l’idea: Milano deve correre ed espandersi in tutto il mondo. Milano e l’Italia, con la loro arte, il sapere, la storia, la scienza, la tradizione, devono andare fuori dai confini e raggiungere ogni angolo della Terra. Per questo, da tempo, ho incominciato il mio giro del mondo col teatro, la parola, l’immagine e la storia italiana». Chi parla è Massimiliano Finazzer Flory, multiforme artista, dopo il successo ottenuto con l’opera teatrale, scritta, diretta e interpretata da lui, Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista “impossibile”, replicata per mesi e mesi in concomitanza con Expo, con una lunga serie di rappresentazioni sempre esaurite al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, che parla dei suoi progetti futuri e degli innumerevoli appuntamenti coi teatri di mezzo mondo per i prossimi mesi. Nell’ambiente “scientifico” del Museo che di sicuro avrebbe affascinato Leonardo, Massimiliano diventa “fisicamente” Leonardo. Del grande artista scienziato italiano indossa i costumi dell’epoca, realizzati apposta per lui e grazie ad un trucco sapiente, vera e propria ricostruzione del volto del genio di Vinci, recitando in lingua rinascimentale un testo ispirato alle opere originali di Leonardo, fra le quali il celebre

MASSIMILIANO FINAZZER FLORY “ESSERE LEONARDO” A cura di RANUCCIO BASTONI 6

24oreNews


PERSONAGGIO

“Trattato di pittura”. È un’intervista col genio di straordinaria profondità quella che viene proposta da Finazzer Flory, che rivolge a Leonardo ben 67 domande sulla sua infanzia, sulle sue attività in campo civile e militare, su come si fa a diventare “bono pittore”, sul rapporto tra pittura e scienza, pittura e scultura, pittura e musica. E parla di anatomia, di psicologia e di fisica e della sua passione per il volo. Infine, ecco il legame stretto fra l’artista toscano e Milano, diventata ormai sua città d’elezione: commenta il Cenacolo e recita le battute del testo lanciandosi come in una danza suggestiva a mimare le figure degli apostoli, accennando anche al suo rapporto con la religione. Infine gli argomenti più vicini al suo tempo: affronta il tema dell’acqua, a lui tanto caro, allude alla moda dell’epoca, risponde agli attacchi dei nemici, spiega i moti dell’animo e dispensa sentenze e aforismi per vivere il nostro tempo.

nardo che l’università di Tokio aveva “prestato” al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano dove replicavo i miei spettacoli durante l’Expo, aveva la mia faccia! Attraverso le foto ed i filmati, gli scienziati giapponesi mi avevano “clonato” dando vita e il mio aspetto al robot interattivo di Leonardo che nel Museo di Milano colloquiava col pubblico e rispondeva alle sue domande. Avrà intenzione di fermarsi a lungo oltreoceano? In effetti non sto mai fermo… Subito dopo la visita negli Stati Uniti tornerò in Italia per un evento importante che riguarda un altro

Prima di tornare “a casa” a Milano, il suo Leonardo da Vinci aveva viaggiato molto… Sì, il mio Leonardo ha viaggiato parecchio. È stato a Osaka in Giappone, a Tokio, a New York ed a Chicago. Ma non ha certo alcuna intenzione di fermarsi. Sotto Natale il 12 dicembre, sarò ancora a Milano, al Museo della Scienza e della tecnica per poi volare in California, a San Francisco. Primo italiano nella storia di quell’istituzione, col mio Leonardo sarò ospite dell’ACT, “American Conservatory Theater, San Francisco’s Tony Award-winning Regional Theater”. So che a proposito di Leonardo in Giappone, c’è un curioso aneddoto… Sì, una storiella molto divertente, durante le repliche a Tokio. In quell’occasione venni avvicinato da alcuni illustri professori dell’Università giapponese che mi chiesero il permesso di studiare l’abbigliamento e il trucco leonardeschi che adottavo sul palco. Non ebbi alcuna difficoltà a dare il consenso sennonché dopo qualche mese feci una scoperta incredibile: l’androide con le sembianze di Leo24oreNews

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PERSONAGGIO

mio lavoro teatrale che mi è molto caro, l’opera ispirata a Marinetti ed al Futurismo. Il 12 e il 13 gennaio alle ore 19,30, a Milano, all’Hotel Gallia, l’albergo dove ebbe inizio il futurismo, presenterò la “Gran Serata Futurista”;il 14 si replicherà alle 21 al Palazzetto dello Sport di Monza ed infine il 28 gennaio, al cinema Arcobaleno, alle 19,30, sarà proiettato il film ispirato al mio spettacolo teatrale. Il film “Marinetti a New York” racconta la storia di un grande uomo che non si piegò al suo tempo. L’ho girato negli Stati Uniti due estati fa, con scene d’esterni a Manhattan e interni a Brooklyn, ricostruendo l’atmosfera dell’inizio del ‘900 ma avendo davanti agli occhi la realizzazione del futurismo, ovvero il senso della grande città. Il film vuol essere un omaggio al fondatore, il poeta Filippo Tommaso Marinetti. Senza di lui non ci sarebbe stato il Futurismo compreso e acclamato nella più importanti città d’Europa e negli Stati Uniti. In Italia, purtroppo, in passato, denigrato e calunniato.

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Lei, anche dopo i fatti di Parigi, continuerà comunque a calcare il palcoscenico ed a sfidare la sorte, in questi tempi di ISIS…? Nella vita un uomo deve fare le sue scelte. Io ho deciso di scegliere il coraggio di salire in palcoscenico e di rischiare. Non ci si può piegare ai diktat e sottostare alle paure. Io sono felice di affrontare i rischi. Gli artisti come me si fanno vedere e si offrono al rischio per se stessi e per gli altri. Al contrario dei politici che invece si rintanano al sicuro dietro le quinte e di solito lasciano lo spettacolo prima della fine. E immancabilmente, abbandonando il campo in anticipo, non capiscono mai il finale… Lei, quando non recita o scrive o dirige da regista, che cosa fa nella vita di tutti i giorni? Confesso di essere un grande appassionato di basket. Coi miei tre figli, Francesco di 20 anni, Federico di 15 anni e Filippo Tommaso di 6 anni, appena posso, giochiamo e ci alleniamo insieme. Preso da questa passione sportiva, sono diventato direttore artistico della NBA, la federazione della pallacanestro. “Immagini a canestro: ball don’t lie”, era il titolo della mostra milanese sul basket americano che ho organizzato tre mesi fa a Palazzo Reale. Per l’inaugurazione erano intervenuti dal Texas Ettore Messina dei San Antonio Spurs e Gianluca Pascucci dei Houston Rockets. Presenti anche Dan Peterson, Sandro Gamba, Dino Meneghin e Miss Italia. Lo sport è il rifugio mio e dei miei figli per vivere momenti felici. Penso che, dopo il grande successo di pubblico e di critica, proseguirò in questo esperimento di arte legata al basket e allo sport. Qual è il pensiero che dedica ai suoi figli? Con loro ho un rapporto stupendo che mi gratifica; dialoghiamo molto. Ai miei figli ripeto sempre questa massima: una parola ci salva. La salvezza di un uomo è avere un libro e una parola da esprimere. Una testa che pensa è sempre meglio di una testa vuota, anche se ben fatta.


ARTE E CULTURA

GIOVANNA D’ARCO Direttore Riccardo Chailly Regia Moshe Leiser, Patrice Caurier Coreografia Leah Hausman Dal 7 al 23 dicembre 2015 Durata spettacolo: 2 ore e 20 minuti incluso intervallo

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iovanna D’Arco, settima opera di Giuseppe Verdi, venne rappresentata per la prima volta alla Scala di Milano nel 1845, dopo il successo del Nabucco (1842) e de I Lombardi alla prima Crociata (1843), che resero celebre Verdi non solo in Italia ma anche all’estero. Vi tornò per la seconda (e ultima) volta il 23 settembre 1865, 150 anni fa. Nel frattempo da qualche parte nel mondo si è vista: in Italia nel 1989 al Comunale di Bologna, nelle vesti di direttore Riccardo Chailly, regia di Werner Herzog. E Chailly, che allora se ne innamorò, ha scelto quell’opera ingiustamente dimenticata per aprire la nuova stagione della Scala, il suo primo 7 dicembre da Direttore Principale. Il cast di Sant’Ambrogio promette bene: con Anna Netrebko-Giovanna ci saranno Francesco Meli e Carlos Alvarez. Il nuovo

CINDERELLA Direttore Michail Jurowski Coreografia Mauro Bigonzetti Musica Sergej Prokof’ev Etoile Roberto Bolle Dal 17 dicembre al 15 gennaio 2016 Durata spettacolo: 2 ore e 20 minuti incluso intervallo

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na nuova Cenerentola entra nel repertorio della Scala. A inaugurare la nuova Stagione di Balletto, il sipario della Scala si aprirà, per una prima assoluta, su un mondo popolato dai

allestimento sarà firmato in coppia da Moshe Leiser e Patrice Caurier, registi belgi amati da Pereira. L’inaugurazione della stagione torna ad essere per il Teatro un momento di forte identità e nello stesso tempo un’operazione culturale di riscoperta della vastità del repertorio italiano.

GIOVANNA D’ARCO: APPUNTAMENTI

3 Dicembre: 7,10 15, 18, 21, 23 - ore 20:00 personaggi della celeberrima favola di Perrault che ha affascinato da sempre la fantasia dei lettori e degli artisti. Cenerentola, il Principe, le Sorellastre, la Matrigna, le Fate delle stagioni… senza luogo e senza tempo, ma in tutti i luoghi e in tutti i tempi, le figure scaturiscono dalle note di Prokof’ev e abitano uno spazio visivamente evocativo ma non astratto, figurativo ma non didascalico.

CINDERELLA: APPUNTAMENTI

3 Dicembre: 19, 20, 30 - ore 20:00; 22 - ore 14:30; 31 - ore 19:00 3 Gennaio: 5, 7, 12, 14, 15 - ore 20:00

ALTRI APPUNTAMENTI DICEMBRE 3 3 - ore 17:00 | Solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici 3 4 - ore 18:00 | Giovanna d’Arco - Anteprima dedicata ai giovani 3 6 - ore 16:00, 14 - ore 11:00 | Il flauto magico per i bambini 3 17 - ore 18:00 | Prima delle Prime: “Cinderella”; ore 20:00 | Anteprima dedicata ai Giovani 3 22 - ore 20:00 | Concerto di Natale 3 31 - ore 11:00 e ore 15:00 | La Cenerentola per i bambini 24oreNews

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CARTELLONE TEATRI CREDOINUNSOLODIO Tre ritratti di donna, tre culture, tre religioni, tre percorsi di vita. Eden Golan, docente di storia ebraica. Mina Wilkinson, più o meno nascostamente in forza a un esercito straniero. E infine Shirin Akhras, ventenne studentessa palestinese. I loro punti di vista si intrecciano e si allontanano, fra improvvisi rischiosissimi incontri e vertiginose contrapposizioni, sfiorando talvolta il brivido inconsulto di una perfetta sintonia. 1-20 Dicembre 2015: Piccolo Teatro Studio Melato IL MALATO IMMAGINARIO Andrée Ruth Shammah porta in scena la commedia di Molière affidando il ruolo del protagonista a Gioele Dix, attore in grado di interpretare con intelligenza e ironia la paura e la solitudine del nostro tempo. Un Malato immaginario “di tutti i tempi”, privo di convenzioni, in tensione continua, costruendo con la parola e la sua densità tragicomica, un doppio livello di angoscia esistenziale e gioco teatrale. 1-20 Dicembre 2015: Franco Parenti - Sala Grande NEWSIES IL MUSICAL Ambientato a New York alla fine dell’800, lo spettacolo è ispirato dal vero “sciopero degli strilloni del 1899” e racconta l’esaltante storia di Jack Kelly, il carismatico leader di una banda sgangherata di giovani venditori di giornali. Quando i giganti dell’editoria alzano i prezzi della distribuzione a spese degli strilloni, Jack raduna i giovani strilloni della città per scioperare a favore dei propri diritti. 1-27 Dicembre 2015: Barclays Teatro Nazionale MR. PUNTILA E IL SUO SERVO MATTI Scritta nel 1940 e considerata una delle migliori commedie di Brecht, mette in scena una “variante” del dottor Jeckyll e Mister Hyde. Da sobrio Il ricco possidente Puntila è un tiranno che vessa i suoi dipenORMAI SONO UNA MILF Come cambia la vita a quarant’anni? Cambia che non puoi più mangiare quello che mangiavi prima… Che sei ancora troppo giovane per fare alcune cose, ma già troppo vecchio per farne altre… È il nuovo spettacolo di Angelo Pintus, reduce dal successo di “50 Sfumature di…Pintus”, record di incassi e di presenze in tutt’Italia. 1-8 Dicembre 2015: Manzoni

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denti, sfrutta i suoi operai e vuol dare in moglie la figlia Eva a un diplomatico inetto e a caccia di dote, mentre quando è ubriaco diventa amico di tutti e vuol far sposare Eva al suo autista Matti. 1-31 Dicembre 2015: Elfo Puccini - Sala Fassbinder NATALE IN CASA CUPIELLO Torna in scena a Milano l’originalissima “navigazione in solitario” del capolavoro di Eduardo De Filippo che Fausto Russo Alesi ha pensato per il Piccolo Teatro di Milano nel dicembre 2012 e che continua con successo ad essere in scena ininterrottamente da tre stagioni nelle città italiane. 4-20 Dicembre 2015: Piccolo Teatro Teatro Grassi DUE DONNE CHE BALLANO Una donna anziana e una giovane chiamata a farle da badante. Tutte e due schive, energiche, sarcastiche ed eroiche. Si odiano e si detestano perché sono simili, perché ognuna ha bisogno dell’altra, e, nella solitudine delle rispettive vite, sono l’una per l’altra l’unica presenza confortante. Consumano le poche ore alla settimana che passano insieme beccandosi, pungendosi e confessando di sé quello che solo a un estraneo si riesce a confessare. 9-20 Dicembre 2015: Carcano SOGNI E BISOGNI, INCUBI E RISVEGLI L’ultima fatica teatrale di Vincenzo Salemme ha come protagonisti Rocco Pellecchia e il suo “pene” che nella commedia si stacca materialmente dal corpo del suo “titolare” per diventare egli stesso uomo, rivendicando lo status di vero e proprio protagonista. Un duello teatrale tra i due che hanno visioni della vita completamente diversa: egli ritiene che la vita del grigio e mediocre Rocco Pellecchia mal si adatti alla grandeur del suo sottoutilizzato “tronchetto della felicità”. 10-31 Dicembre 2015: Manzoni


ARTE E CULTURA

VIVIAN MAIER. UNA FOTOGRAFA RITROVATA A cura di STEFANO DE ANGELIS

P

oche arti visive sanno essere tanto incisive e perforanti come la fotografia. È come se si leggesse un romanzo o una novella accompagnati dal fermo immagine di un istante colmo di pathos: un solo fotogramma, eppur capace di farti scorrere davanti agli occhi dalla prima all’ultima pagina. Questa è per me la fotografia. Tali sensazioni si ha la fortuna di provarle poche volte, ma quando accade, qualcosa dentro di noi cambia irrimediabilmente. Tata di mestiere, fotografa per vocazione, Vivian Maier non abbandonava mai la macchina fotografica, scattando compulsivamente con la sua Rolleiflex. Figura riservata, quasi segreta, ma al contempo imponente nello sguardo e negli scatti che quegli occhi e quella sensibilità femminile riuscivano a stampare nell’obbiettivo. La forza di Vivian è che ritraeva le città dove aveva vissuto - New York e Chicago - nei dettagli e nelle imperfezioni. E poi

la vita, dai bambini agli anziani, per immagini potenti, di una folgorante bellezza che rivelano una grande fotografa. Ma per tutta la sua vita fotografa di se stessa e solo per se stessa. E infine i suoi autoritratti, molti oggi direbbero selfie, ma che con questa pratica senz’anima non hanno nulla a che fare: i suoi sono autoritratti quasi per caso, un cenno al mondo che prima o poi si sarebbe accorta di lei. Non è accaduto in vita, e forse è stato un bene. Probabilmente tanto clamore l’avrebbero scossa come un filo d’erba, sebbene fosse una donna forte e intensa, austera e altrettanto delicata nello sguardo. La vita le scorreva davanti agli occhi, e lei creava il suo puzzle fatto di migliaia di clic, e centinaia di rullini mai sviluppati. È il 2007 quando John Maloof, all’epoca agente immobiliare, acquista durante un’asta parte dell’archivio della Maier confiscato per un mancato pagamento. Da quel momento non smetterà di cercare arrivando Sopra: New York, 10 settembre, 1955; a sinistra: New York Public Library, New York, 1952 ca

FORMA MERAVIGLI via Meravigli 5, Milano Sino al 31 gennaio 2016 Orari: lun-mar-mer ven-sabdom 11.00-20.00; gio 12.00-23.00

ad archiviare oltre 150.000 negativi e 3.000 stampe. La mostra milanese, a cura di Anne Morin e Alessandra Mauro, presentata 120 fotografie in bianco e nero anni Cinquanta e Sessanta insieme a una selezione di immagini a colori anni Settanta, oltre ad alcuni filmati in super 8 che mostrano come Vivian si avvicinasse ai suoi soggetti. Ma certo è che se oggi l’arte fotografica di Vivian Maier cattura tanta gente, vuol dire che ha attraversato il tempo con meraviglia e splendore, senza sbiadire mai. Marvin Heifermann nell’introduzione al catalogo edito da Contrasto scrive “Le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente”. Forse sì, ma più anche no. Il presente nulla c’entra. È l’infinito dentro ognuno di noi che Vivian Maier ha saputo toccare, come quelle sinfonie che ti aiutano a rasserenare la tua anima. Tu non sai come, ma accade. E allora continui ad ascoltarle. 24oreNews

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CARTELLONE MOSTRE DICEMBRE D’APRÈS MICHELANGELO Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco Piazza Castello, Milano Orari: mar mer gio ven sab dom: 9.30-17.30 Forse non tutti sanno che tra gli anni Venti e Quaranta del Cinquecento Michelangelo intrattiene importanti relazioni con la nobiltà romana che trovano testimonianza in elaborate composizioni grafiche a matita, oggi note come “fogli omaggio”. La mostra “D’après Michelangelo” intende documentare proprio questa parte meno nota della produzione dell’artista toscano. Articolata in tre sezioni cronologiche e tematiche, la mostra affianca agli originali di Michelangelo, quali la notissima Furia, la Zenobia, la Cleopatra, il Volo di Ganimede, la Caduta di Fetonte, dipinti, incisioni e diversi manufatti che testimoniano la fortuna iconografica riscossa da questa produzione più intima e privata del maestro del Rinascimento. Sino al 10 gennaio 2016 SPINOSAURO Palazzo Dugnani Via Daniele Manin 2, Milano Orari: lun 9.30-13.30; mar mer ven sab dom 9.30-19.30; gio 9.30-22.30 Un’occasione unica per tornare indietro di 75 milioni di anni e conoscere uno dei dinosauri più particolari che siano mai stati ritrovati, lo Spinosauro. Scoperto per la prima volta all’inizio del secolo scorso nell’oasi di Baharia, lo Spinosauro rappresenta una delle più stupefacenti creature mai vissute sulla Terra, i cui resti fossili sono a tutt’oggi oggetto di studio e di curiosità. La mostra, curata dai paleontologi del Museo di Storia Naturale di Milano, è l’occasione per osservare una moderna scoperta scientifica: dalla scoperta agli scavi, dalle analisi alle ricostruzioni, lo Spinosauro è noto per essere il più grande dinosauro mai vissuto sulla Terra, un gigante del Cretaceo che poteva raggiungere i 15 metri di lunghezza, nonché il primo dinosauro acquatico della storia della paleontologia. Sino al 10 gennaio 2016 GIANNI PIACENTINO Fondazione Prada Largo Isarco 2, Milano Orari: lun mer gio dom 11.00-19.00; ven sab 11.00-22.00 Un’antologica con oltre 90 lavori dedicata a Gianni Piacentino, artista torinese classe 1945, in un percorso espositivo a cura di Germano Celant anticronologico, dalle opere realizzate nel 2015 fino ai lavori datati 1965. Alla ricerca di un punto d’incontro tra Pop art e Minimal art, Piacentino trova una risposta nel mondo della velocità e dei mezzi di trasporto come l’automobile, la moto e l’aereo: prodotti della cultura popolare nonché testimonianza di un’estetica industriale. Come sostiene Germano Celant, l’avventura di Piacentino narra “un’uscita dall’imperfezione, dall’istantaneità e dalla casualità del fare arte, per accedere a un universo di perfezione, calcolo e concentrazione, così da poter competere, sul piano del sublime e dell’assoluto, con un veicolo da corsa o da volo”. Sino al 10 gennaio 2016 LA MAISON DU ROY 1690-1792 Palazzo del Senato Via Senato 10, Milano Orari: lun mar mer gio ven 10.00-18.00; sab dom 10.00-19.00 Un salto all’indietro nel tempo di oltre due secoli e mezzo. Un vero e proprio “Ritorno al futuro” nella Francia del ‘700, dal “Re Sole” Luigi XIV, che regnò per oltre settanta anni, alla Rivoluzione francese, passando per il regno illuminato di Luigi XV e dal “Re dei Francesi” Luigi XVI morto ghigliottinato insieme alla moglie Maria Antonietta. La splendida mostra “La Maison du Roy” è la ricostruzione perfetta fin nei minimi dettagli, attraverso ventisei manichini completi di uniformi, equipaggiamenti e armi, dei diversi corpi civili e militari che componevano la guardia del sovrano: figure emblematiche della Monarchia francese nel XVIII secolo, che non si distinsero solo sui campi di battaglia, ma parteciparono alla rappresentazione del potere dei re di Francia. La mostra è stata ideata interamente e fortemente voluta dal giovane “sarto d’epoca” milanese Gabriele Mendella. Dal 4 dicembre al 30 gennaio 2016 12

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UNA SERATA PER CELEBRARE LA MUSICA LIRICA

A cura di CINZIA BOSCHIERO

«D

opo 150 anni dall’ultimo allestimento nel massimo teatro milanese, sarà la Giovanna d’Arco di Verdi ad aprire la prossima stagione 2015-2016 della Scala», ha detto Alexander Pereira, Sovrintendente e Direttore Artistico de La Scala, ospite d’onore alla serata di gala organizzata dalla Associazione Amici della Lirica, «La Giovanna d’Arco per Verdi fa da ponte, lo porta verso le grandi opere successive. Credo che sia sbagliato collocarla tra le ‘opere della galera’, come le definì l’autore stesso». Così ha spiegato rispondendo alla sollecitazione del giornalista Alfonso Signorini. Oltre 300 persone tra vip quali l’artista Dessì, politici come il consigliere Andrea Mascaretti, consoli di vari Paesi, imprenditori di spicco a livello nazionale ed internazionale, signore dell’alta borghesia milanese, ma non solo, e molti affezionati soci dell’Associazione Amici della Lirica, giornalisti, fotografi hanno seguito la serata in cui è stata data una targa al Sovrintendente per il Suo impegno nella valorizzazione della Scala. I nomi delle personalità importanti presenti è davvero lungo ed è difficile poterli menzionare tutti in un unico articolo. Durante la serata è stata data inoltre una targa alla soprano Cristina Mondelli, Presidente della Associazione Lirica Europea, perché si è distinta

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nel promuovere e far comprendere meglio il valore della musica classica e della professione lirica. L’Associazione Lirica Europea ha fine solidaristico ed ha già assegnato delle borse di studio in diversi concorsi lirici, come il “Concorso Giacomotti” che si svolge a Pavia ogni anno ed ha inaugurato una rassegna di cinque iniziative musicali che si svilupperanno nel corso della stagione 2015/2016. Daniela Javarone, madrina dei City Angels e organizzatrice della serata, ha anche raccolto fondi con una gradevole lotteria ricca di prestigiosi premi, per l’Associazione Gomitolo rosa di cui è presidente Cinzia Sasso che, a fine serata, ha ringraziato i presenti ed ha ricordato le finalità ovvero: la promozione e la sensibilizzazione di tematiche medico-sanitarie e cultu-

rali attinenti alla salute; la raccolta fondi per la ricerca, la diffusione e la promozione della cultura della conservazione delle lane autoctone e del loro recupero ai fini della salvaguardia dell’ambiente; la promozione, il supporto e la realizzazione di percorsi formativi utili a diffondere la conoscenza dei mestieri d’arte, in particolar modo nel settore tessile relativo all’utilizzo delle lane autoctone. La formazione viene effettuata sia all’interno di strutture ospedaliere, sia in centri specializzati. Inoltre lavorare la maglia ha anche risultati terapeutici utili ed erano in mostra alcuni dei manufatti della Associazione Gomitolo Rosa tra i premi della lotteria assieme a libri di Signorini, ai gioielli di Marina Corazziari e ad altri prodotti offerti da aziende quali il gruppo Zepter.


Tutte le foto sono di Nick Zonna

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A sinistra: Daniela Javarone consegna il premio ad Alexander Pereira con Alfonso Signorini; dall’alto in senso orario: brindisi con Alfonso Signorini, Daniela Weisser de Sosa, Daniela Javarone, Cinzia Sasso e Alexander Pereira; gli ospiti durante la serata; Daniela Javarone premia Cristina Mondelli con Alexander Pereira; Cinzia Sasso prepara l’asta benefica con le organizzatrici; Alexander Pereira saluta gli ospiti; gioielli sculture di Marina Corazziari; Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta; Daniela Dessi e Fabio Armiliato

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300 “BUON NATALE”

AL GRAN BALLO DELLA

FAMIGLIA NERI

È

uno dei party più trendy di fine anno: l’esclusivo Galà di Natale di Alberto e Paola Neri si è svolto a Milano la sera del 29 novembre, anticipando le innumerevoli serate che coinvolgeranno senza tregua, fino al giorno di Natale, gran parte del jet set milanese e non solo. Serate in cui eleganza, 16

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glamour e puro divertimento si affiancano a momenti di grande solidarietà e riflessione. Lo stimato imprenditore lombardo Alberto Neri, dal 1979 al timone dell’azienda di famiglia, IAN, condivide con la moglie Paola e le figlie Federica e Marianna la passione e l’entusiasmo nella vita e nel lavoro. IAN è un’azienda dinamica che opera


nel settore dell’IT offrendo soluzioni innovative, tecnologicamente avanzate e sempre al passo coi tempi. Per festeggiare il Natale e nel contempo coronare le fatiche e i successi di un intero anno di lavoro i Neri organizzano da alcuni anni questo elegante Galà per trascorrere con amici, partner e clienti una serata esclusiva e carica di energia, ricca di sorprendenti emozioni, sempre nuove e originali. Anche quest’anno più di 300 persone, tra cui vip, imprenditori e personaggi dello spettacolo, si sono ritrovati sabato 29 nelle sale dell’Hotel Principe di Savoia. Dopo un breve ma sentito saluto di benvenuto del ‘padrone di casa’, Alberto Neri, ha avuto inizio la squisita e sofisticata

cena, che si è conclusa con una gigante torta fiammante. L’evento è stato condotto dal bravo Fabio Marchica, mentre Federica Neri (in una splendida mise rigorosamente firmata C-room) ha curato la direzione artistica della serata, arricchita da suggestivi momenti di spettacolo e animata dall’esibizione alla console del famoso Dj Molella, special guest della serata. Poi tutti in pista per le danze, tra effetti speciali e coloratissimi fasci di luci laser: l’incredibile allestimento hitech è stato come sempre curato da Marianna Neri. Instancabilmente tutti gli ospiti hanno continuato a ballare fino alle prime ore del mattino. Un evento a dir poco indimenticabile!

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“CHANGE YOUR MIND” «[…]

riusciranno a sopravvivere solamente quelle compagnie che, abbracciando in toto il cambiamento, sapranno aprirsi ai servizi digitali ed alle nuove tecnologie». Hanno destato un certo scalpore queste parole dell’ex AD di Cisco System, John Chambers, pronunciate lo scorso giugno a San Diego alla conferenza annuale riservata agli investitori dell’azienda di San José. Una cosa è certa. Mentre ci sono voluti più di 80 anni per passare dal telegrafo al telefono, più di 35 anni per passare dalle prime email all’iPhone, nell’ultimo decennio abbiamo assistito a molte più invenzioni, scoperte e innovazioni di tutto il secolo precedente. E il cambiamento tecnologico non è mai un fenomeno isolato. Infatti un importante aspetto legato alla natura di questa sorta di ‘rivoluzione’ è proprio l’interconnessione tra elementi diversi come l’innovazione tecnologica, la sicurezza, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile. Una rivoluzione che ha luogo all’interno di un complesso ecosistema che comprende i governi, le imprese, la società, la cultura e l’etica. Quindi, quando si cambia qualcosa, e nel caso della tecnologia il cambiamento è costante,

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è tutto il sistema che deve cambiare per stare passo. La rivoluzione tecnologica non cambia solo il nostro modo di operare, ma sta cambiando le nostre vite, il nostro modo di pensare e di vedere il mondo. Basta guardare a come internet ha cambiato il concetto di privacy, così si spiega il mercato dei droni che sta “prendendo il volo” nonostante l’era post-crisis che stiamo vivendo ormai da più di 8 anni. Infatti le leve su cui poggia la propria strategia I.A.N., impresa guidata da un management capace e dinamico che da sempre ama affrontare nuove sfide, sono rappresentate dalla scelta e dal mantenimento di un preciso posizionamento sul mercato della ‘system integration’ del mondo IT, grazie alla qualità e l’efficacia delle soluzioni proposte, la formazione del personale e la realizzazione di soluzioni taylor-made che creano con il cliente un rapporto di partnership più che un rapporto fornitore-cliente. L’azienda sta acquisendo sempre più rilevanza internazionale, motivo per il quale nonostante il quadro drammatico del mercato italiano riesce a perseguire con successo la propria strategia con un futuro ricco di sorprese e chissà… acquisizioni a breve!



MILANO SI RACCONTA

“ADOTTA UNA MAMMA E IL SUO BAMBINO” A cura di GLORIA MAURI

È

questo lo slogan dell’iniziativa charity promossa da ASM durante il tradizionale Gran Galà a favore della Fondazione ASM per la Salute dell’Infanzia, come sempre organizzato con cura dalla Presidente Marinella Di Capua. “Adotta una mamma e il suo bambino” propone la tutela della salute della futura mamma e del neonato, fin dal grembo materno, attraverso quella forma di prevenzione primaria associata ad una alimentazione sana ed equilibrata. Il progetto è rivolto in particolare a donne che si trovano in condizioni economiche disagiate: ad esse verranno infatti destinati dei buoni acquisto alimentari mirati e personalizzati sulla base di una consulenza medica, accompagnati da adeguato materiale informativo, di facile comprensione. L’iniziativa, che dopo Milano sarà estesa ad altre zone dell’Italia, è in linea con la crescente importanza attribuita da scienziati e studiosi all’aspetto nutrizionale nei primi mille giorni di vita, a partire dalla gravidanza. È infatti ormai accertato che le giuste scelte alimentari nei primi due anni di vita del bambino ne condizioneranno positivamente la salute durante l’intera esistenza.

IL GUSTO DELLA SOLIDARIETÀ L’evento si è svolto all’Hotel Principe di Savoia a pochi giorni dalla conclusione dell’Esposizione Universale di Milano, quasi un saluto ad Expo per una ulteriore riflessione sul cibo, questa volta in riferimento alle gestanti meno fortunate. Per l’occasione il menu del Galà, dedicato all’incontro con le cucine del mondo, ha proposto quattro buffet consacrati ai piatti tipici di Italia, Spagna, Stati Uniti e Cina. Nel corso di questo viaggio tra i sapori internazionali è svolto un breve ma importante momento istituzionale, per il conferimento di uno speciale Premio della 20

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Sopra: Marinella Di Capua, Paolo Tronca e Beatrice Mozzi

Fondazione ASM al Prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, per il suo decisivo apporto al successo di Expo 2015. Una premiazione che si è caricata di ulteriore significato, e si è trasformata anche in un caloroso saluto a seguito della nomina di Tronca alla carica di Commissario Straordinario del Comune di Roma, dove sarà impegnato per l’organizzazione di un altro grande evento mondiale che avrà come teatro l’Italia, il Giubileo della Misericordia. La partecipazione al Galà come sempre è stata alta, in più di


A sinistra: Marinella e Umberto Di Capua

Tutte le foto sono di Canio Romaniello

A sinistra: Paolo Limiti e Dalila Di Lazzaro; in basso: Donatella Brunazzi e il marito; un momento della sfilata; sotto a destra: Valeria Marini; a sinistra: Daniela Forcella, Barbara Funaro, Dora Invernizzi, Michela Rossi e Paola Neri

300 tra cui tantissimi ospiti illustri non hanno voluto mancare all’esclusiva serata, che ha visto alternarsi momenti di grande riflessione e solidarietà ad altri di puro gusto e divertimento. La consueta, ricca lotteria benefica è stata accompagnata da brani musicali, curati dal DJ Riccardo Noè, tratti da colonne sonore di celebri film dei quattro Paesi a cui è stato reso l’omaggio gastronomico, e da altri momenti musicali. Nel corso della serata, condotta dal brillante giornalista e conduttore Lapo De Carlo, il giovane e promettente stilista Pierre Prandini ha presentato le proprie originali creazioni nel campo della gioielleria e ha mostrato, durante un’apprezzata sfilata, le sue pellicce. In evidenza anche i gioielli ideati appositamente per Expo dalla Gioielleria Sandi di Padova. Diverse aziende hanno contribuito con la loro generosità al successo della serata: tra esse, Intesa Sanpaolo, Fondazione Berti per l’Arte e la Scienza, Salus Charity Foundation, Pierre Prandini Jewels & Furs, Dompé farmaceutici, Gioielleria Sandi, Azienda Agricola Le Torri, Vhernier, Elettronica Aster SpA, Hotel Principe di Savoia.


COLLEZIONE AUTUNNO INVERNO 2015/2016 22

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A cura di CAMILA RODRIGUES

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na donna sexy e grintosa ma mai volgare, sicura di sé ma anche dotata di una forte dose di ironia… una donna che guarda al futuro, interessata al domani e alla tecnologia: è questa la donna Versace nella collezione autunno inverno 2015 2016. Tutto è ‘estremamente’ Versace, le silhouette e le stampe fino al duvet che sperimenta nuove forme, mentre su felpe e abiti da sera appaiono loghi, lettere e simboli digitali che brillano di cristalli e che gridano a gran voce il nome della maison. I pantaloni hanno la vita alta, le giacche sono lunghe mentre gli abiti e i cappotti stringono sulla vita per scendere con una gonna svasata. I colori sono forti e decisi: rosso, verde e giallo illuminano i capi realizzati con il classico nero, le stampe e gli inserti danno un pizzico di ironia a minidress e completi. Nessun dettaglio è lasciato al caso, neppure per gli accessori. Splendidi sono i sandali Versace, minimal e in suede, colorati e in vernice con le cinture e fibbie over size.


FASHION

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FASHION BAMBINI

MONNALISA Abito smanicato broccato modello Party con cinta floreale LA STUPENDERIA Cappotto bebè 100% cashmere doppio petto celeste con cappuccio staccabile

MONCLER Morbidissimo giubbotto bimba in piume d’oca e deliziose rifiniture rouches

THUN Per dare l’immancabile tocco di rosso portafortuna al suo primo Natale

GOLDEN GOOSE Sneakers baby Golden Goose modello Francy di colore blu mirtillo in camoscio

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RALPH LAUREN Adorabile peluche diventerà ben presto l’animaletto preferito del tuo bebè ma anche della mamma

MARTIN ARANDA Cappottino beige con cappuccio e interni a contrasto celeste realizzato in morbida maglia di lana e cotone


FORTURA: GIOCATTOLI DA PIÙ DI 100 ANNI L’importanza del gioco da 0 a 99 anni

«L

a nostra attività è familiare e lavoriamo nel settore dei giocattoli da 101 anni.», dice Maria Teresa Dalavecuras, titolare di Fortura Giocattoli, «Tra i diritti è molto importante il diritto al gioco e noi desideriamo dare un segnale positivo e invitare le famiglie da noi per riscoprire il valore del giocare sano e in compagnia. Realizziamo laboratori creativi ludico-didattici e a gennaio ripartiremo con un ricco programma, ci si può iscrivere e avere informazioni dal nostro sito, la pagina facebook e la pagina Instagram». In questi anni l’educazione al gioco è stata sottovalutata e trascurarla inficia sia la crescita serena dei bambini che l’armonia familiare. «Scegliamo», prosegue Mar- un punto di riferimento a Milano nel settore dei giotina Scaccabarozzi, responsabile marketing di For- cattoli e della fornitura di articoli vari per le famiglie, tura, «e vendiamo giochi di qualità divertenti, edu- le aziende, ma anche scuole, nidi, enti, associazioni. cativi, di intrattenimento, con materiali, se possibile, Oltre al vastissimo repertorio di giochi fornisce prodotti ecosostenibili, adatti a tutte le età. Da noi si trova per arredi, psicomotricità, laboratori, accessori, prola tradizione dei giocattoli in legno, ma prodotti nel tezioni di sicurezza, addobbi, travestimenti a seconda pieno rispetto di una gestione responsabile delle ri- delle necessità. Il personale specializzato offre sugsorse forestali, e dei giocattoli di società sino alle gerimenti a chi è in cerca di un giocattolo o di un gadpiù moderne forniture con un ampio catalogo di at- get o di materiale per feste, pesche, lotterie, promotrezzi e strutture per attività ludico-didattiche, dif- zioni, didattica (giochi di imitazione e ambientazione ficilmente reperibili nei normali esercizi commerciali etc.). «Inoltre la consegna dei prodotti viene effettuata in modo che anche nel gioco i bambini anche a domicilio e abbiamo stilato un siano protetti, rispettati e soprattutto accordo con JouéClub, importante grupsiano a loro agio. Il gioco aiuta a vivere po francese con oltre 350 punti vendita, meglio». Giocare consente di creare un per arricchire l’offerta di prodotti a prezzi rapporto di rispetto reciproco fra bamveramente competitivi». Milano, via Olmetto 10 bini ed adulti; fa parte della educazione tel. 02 861670 Sopra: Maria Teresa Dalavecuras con Martina e crescita personale. «Nella nostra atScaccabarozzi; sotto: Maria Teresa Dalavecuras con Milano, via Pietrasanta 14 tività», continua Maria Teresa Dalaveil padre nel negozio di via Olmetto negli anni ‘60 tel. 02 55211907 curas, «da sempre sappiamo consigliawww.forturagiocattoli.com re in base all’età del bambino/a o del ragazzo/a quale sia il gioco più adatto e abbiamo anche un servizio di ‘A domanda, risposta’ sul nostro sito con il supporto di uno psicologo e psicoterapeuta per le famiglie». Grazie ai suoi due negozi storici, Fortura rappresenta


ASCOLTA MARINA… DOLCE & GABBANA The One Essence Eau de parfum Nuovo capitolo per The One di Dolce & Gabbana, con The One Essence, che mantiene l’impronta fiorita orientale dell’eau de parfum con una nuova intensità. Le note di testa combinano la dolcezza di litchi e pesca alle note agrumate e fresche di mandarino e bergamotto. Il cuore è un morbido bouquet di fiori bianchi di giglio, gelsomino e mughetto. Il fondo è avvolgente e caldo con resine ambrate e vaniglia.

COMPAGNIE DE PROVENCE Profumatori per ambiente Design colorato e minimal e qualità per i nuovi profumatori per ambiente firmati da Compagnie de Provence, il brand che dal 1990 crea saponi secondo il tradizionale metodo Marsiglia, che permette di ottenere prodotti senza tensioattivi industriali, e di non perdere costituenti importanti presenti negli ingredienti di partenza, come glicerina, polifenoli, vitamine. NICHE & CO Onyrico Fragranze Onyrico, la linea di profumi di nicchia della maison svizzera Niche & Co. L’ambasciatore ufficiale del marchio presenta nei nostri negozi e nel dettaglio la linea di profumi dedicata al genio ed alla bellezza italiana: un viaggio evocativo tra note, dipinti, poemi ed opere liriche, raccontato attraverso 7 diverse fragranze. THE LAUNDRESS Home Cleaning The Laundress, un lusso naturale per un bucato eco-chic, lo travate in profumeria. Fondatrici del marchio, nato nel 2004, Lindsey Wieber e Gwen Whiting che, dopo anni di ricerca e sviluppo, hanno lanciato questa collezione di prodotti per il lavaggio e la cura dei tessuti. Una grande idea regalo che farà stupire.

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È giunto anche quest’anno il momento dei regali di Natale e iniziamo a pensare a cosa far trovare sotto l’albero ai nostri famigliari e amici. Siete a corto di idee? Nei nostri punti Mazzolari, come ogni anno, abbiamo appositamente selezionato le migliori proposte tra creme, profumi e cofanetti beauty e tanti altri prodotti: scoprirete tante idee regalo per il Natale 2015, adatte a qualunque tipologia di persona, che vi faranno fare un’ottima figura.



NAP CUP - IL RITROVO ‘PRET A MANGER’ In questo locale moderno e colorato si accede da via Statuto e da corso Garibaldi. Nap Cup in realtà non è un ristorante ma si può mangiare, non è un bar, ma si può bere un buon caffè lavorando magari ad un tavolo con il proprio pc. Non è un negozio vero e proprio ma si può comprare tante cose diverse. Al Nap Cup si respira l’aria della “nuova” Milano. Da provare.

La nostra città ci sorprende ogni giorno con nuove “aperture” di locali sempre più in linea con le esigenze del mondo dei giovani che lavorano “online”, di tutti coloro che mangiano fuori casa, di quanti amano ritrovarsi verso sera a bere un aperitivo in compagnia. Nel nostro giro milanese di questo mese vi segnaliamo alcuni locali molto piacevoli che abbiamo visitato per voi 28

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MILANO DA SCOPRIRE BEDA HOUSE – L’INSOLITO PUB In questo angolo di città, tra viale Marche e via Murat, 10 anni fa c’erano un meccanico e un carrozziere. Oggi dopo tanti lavori, Gigi Beda, ha aperto la sua Beda House. Un pub, dove si possono trovare giovani e meno giovani, a bere o a mangiare. Il Beda non è un ristorante, è aperto solo di sera, ma come nei veri pub, birre, hamburger patatine, piadine, panini non mancano mai. Vale una visita! OPEN - PIACERI E SERVIZI Viale Montenero 6: ecco Open, una buona rifornita libreria, ma soprattutto un ampio spazio di 1000 mq dove accomodarsi a lavorare. 40 postazioni disponibili, wifi gratuito, iPad, stampanti e monitor, servizi davvero interessanti. Open è anche una piacevole caffetteria.

COFFICE - UN’IDEA ORIGINALE Coffice, è un nuovo locale in viale Caldara 1 a Porta Romana. È il primo bar di Milano dove si può rimanere quanto si vuole pagando un fee di ingresso fisso (la prima ora costa 4 euro, a seguire ogni mezz’ora 1,50): a disposizione dei clienti oltre ovviamente a tavoli e sedie troverete comode poltrone e per sorprendervi definitivamente anche un buffet da cui servirsi “all’infinito”!


GIROMILANO CERESIO 7 UNA VISTA DA FAVOLA Ve lo aspettereste in via Ceresio 7 di trovare sul tetto dello storico palazzo Enel un ristorante bar fra i più glamour della città? Qui potrete godere di una vista mozzafiato, bere un aperitivo sul bordo di una delle due piscine presenti. Una delle terrazze più belle di Milano. Qui c’è anche la sede del marchio Dsquared2 dei gemelli della moda Dean e Dan Caten. DI VIOLE DI LIQUIRIZIA DOLCI TENTAZIONI Se amate i dolci non potete sottrarvi ad una visita in questa originale pasticceria di via Madonnina, 10 nella zona di Brera, famosa in città per i suoi fantastici cupcakes, ed anche per altre sue specialità. In questi giorni che precedono il natale scambiatevi qui i regali, davanti ad una tazza di cioccolata calda. La location vi scalderà anche il cuore!

BISTRÒ DEL TEMPO RITROVATO Qui si respira la magia di una atmosfera unica. Siamo in via Foppa 4, durante l’estate potete godervi la pace e i colori del Parco Solari, accomodandovi in uno dei tavolini esterni. In inverno passate un po’ di tempo nella sala interna fra pareti di libri e giornali, godetevi una fetta di torta e lavorate sul vostro pc o scrivete un ricordo sul vostro diario del… “tempo ritrovato”.

YE OLDE ENGLAND MILANO BRITISH Se amate lo stile inglese dovete passare in questo locale di Corso Italia 11, nel centro di Milano, dove è quasi impossibile scegliere tra la quantità di the presenti. Naturalmente non possono mancare i “complementi” per un buon the dalle tazze alle teiere ai filtri. E poi ancora i vari tipi di zucchero, di biscotti, di marmellate. 24oreNews

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NEK

CARTELLONE CONCERTI

IMMANUEL CASTO

ANTONELLO VENDITTI

DICEMBRE

VINICIO CAPOSSELA

NEGRAMARO

ANTONELLO VENDITTI È uscito in aprile a 4 anni da “Unica” il nuovo album di inediti (19°) del cantautore romano. “Tortuga” è uno specchio sonoro nel quale Venditti si è riflesso e mostra, pur nella familiarità di uno stile riconoscibile, un Venditti mai sentito. Martedì 1 - Mediolanum Forum

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NEK “Fatti avanti amore”, che anticipava il 12° album del cantautore - “Prima di parlare” - si era classificato secondo al Festival di Sanremo 2015 mentre la reinterpretazione di “Se telefonando” di Mina vinceva il premio come “Miglior arrangiamento” e il “Premio Sala Stampa Lucio Dalla”. Mercoledì 2 – Legnano, Teatro Galleria

MARIO BIONDI Dopo lo straordinario successo dei live in Italia e all’estero degli scorsi mesi, registra il sold out il concerto dell’artista dell’8 ottobre al Teatro Augusteo di Napoli, anteprima della terza parte del “Beyond tour”. Il 13 ottobre l’artista si è esibito all’Open Air Theatre San Carlo all’Expo di Milano. Sabato 12 - Teatro Degli Arcimboldi VINICIO CAPOSSELA Venticinque anni di carriera, 14 dischi, centinaia di canzoni, migliaia di concerti e poi romanzi, documentari, racconti, infiniti progetti e un disco in uscita. È uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con quattro Targhe Tenco. Sabato 12 - Teatro Dal Verme MADH Classificato secondo all’edizione 2014 di XFactor, vinta da Lorenzo Fragola, si è esibito in tutta Italia da marzo a giugno con ben 50 apparizioni live per poi pubblicare il 10 luglio il suo primo album, “Madhitation”, dal brano “Sayonara”, uscito durante X-Factor. Domenica 13 - Alcatraz NEGRAMARO È partito a novembre il tour che segue la pubblicazione del nuovo album della band, ‘La Rivoluzione Sta Arrivando’, uscito lo scorso 25 settembre. L’album, già in vetta alla classifica di vendita e certificato Disco d’Oro, arriva a cinque anni dal multi platino ‘Casa 69’. Da Lunedì 14 a Mercoledì 16 Mediolanum Forum

IMMANUEL CASTO L’artista è attivo da una decina d’anni con composizioni dalle sonorità legate alla musica elettronica e tematiche incentrate sulla sessualità raccontata ironicamente. È uscito a maggio “Tropicanal”, il suo album più recente. Mercoledì 2 - Alcatraz

FLORENCE AND THE MACHINE La rock diva e la sua band tornano finalmente in Italia per un attesissimo concerto invernale. Dopo la consacrazione definitiva del grandissimo live del 20 novembre 2012, la rossa più potente dell’indie-rock è pronta a regalarci un altro show epico. Lunedì 21 - Mediolanum Forum

LUDOVICO EINAUDI Il pianista/compositore torinese ha pubblicato quest’anno il nuovo album “In a time lapse” composto da 14 brani e con una strumentazione che comprende pianoforte, archi, percussioni ed elettronica. Martedì 8 e Mercoledì 9 Teatro Degli Arcimboldi

PAOLA TURCI Dal 3 dicembre l’artista torna in tour nei teatri di tutta Italia, dove si esibirà in una dimensione più intima e raccolta, a contatto diretto con il suo pubblico. L’ultimo album “Io sono”, uscito lo scorso aprile, ha raggiunto la top 10 delle classifiche di vendita. Martedì 22 - Teatro Franco Parenti


Le voci e l’arte in generale di Rosaura Longa e Franco Morea sono la rappresentazione vivente di questa loro storia di “umana bellezza”

UNA STORIA DI “UMANA BELLEZZA” A cura di SANDRO NOBILI

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uesta storia nasce nel 1991 dall’incontro umano e artistico tra il soprano compositore Rosaura Longa, di origini Venezuelane e il tenore italiano Franco Morea, fine poeta e artista lirico. La grande intesa che si instaura magicamente fra i due artisti, crea una comunione spirituale che porterà risultati sorprendenti, come la nascita di composizioni originali per il teatro musicale e il teatro d’opera. Si può dire che i loro recenti cd, uno dedicato alla loro inedita opera “Incas e Tenea” e la raccolta di cd “Amore senza tempo”, contenente una selezione di brani interpretati dai due artisti in occasione di esibizioni in musical, opere, e recital di canzoni classiche italiane, si inseriscono di diritto in una ideale lista

di regali di Natale. Conosciamo meglio Franco Morea e Rosaura Longa. Tenore Italiano il primo, debutta nel 2008 all’Ateneo di Caracas in Venezuela nel ruolo di Mario Cavaradossi nella Tosca di G. Puccini. Nel 2003 a Milano al Teatro delle Erbe nel musical “La Principessa Neghito’”. A Pavia con il baritono Leo Nucci in una grande interpretazione. A Lallio (Bg) è primo interprete nel “LIBBÌ LIBBÌ”, Opera sacra contemporanea sulla Passione del Cristo. Nel 2016 sarà a Milano nell’opera lirica originale “Incas e Tenea”. Attualmente è Direttore Artistico di “Classico Infinito” per la cultura umana e musicale nel mondo. Rosaura Longa, soprano, venezuelana, debutta a Milano interpretando i ruoli di Mimì nella “Boheme” di G. Puccini e di Leonora nel “Trovatore”. Successivamente sarà Aida nella “Aida” di G. Verdi al Festival dell’Opera di Brescia. Degna di nota anche la sua interpretazione dallo “Stabat Mater” di G.B. Pergolesi. Calca i palcoscenici operistici di prestigiosi teatri in Italia e all’estero, dal “Carlo Felice” di Genova al “Fraschini” di Pavia, dal Teatro

dell’Opera di Monte-Carlo al Municipale di Caracas (Venezuela). Inaugura l’arena nella Valle degli Dei (Monte Sinai-Egitto). È autore e compositore (membro attivo della S.I.A.E.) e pubblica due Musical’s: “Mammifero con le ali” e “La Principessa Neghitò” con bebutto a Milano al Teatro delle Erbe nel 2001. I due cantanti stanno preparando una tourné americana tra Boston e New York per la presentazione delle loro ultime incisioni. Per potere apprezzare fino in fondo la loro partnership musicale bisogna tenere conto anche della loro profonda convinzione che “la musica e l’arte in genere rappresentano la massima unione fra Dio e l’uomo” che, secondo le loro più intime convinzioni, si raggiunge solo superando “prove” non sempre facili che comunque servono a cementare sempre più le idee, i sentimenti, edificando un ponte ideale che unisca gli uomini a Dio. Le voci e comunque l’arte in generale di Rosaura Longa e Franco Morea sono la rappresentazione vivente di questa loro storia di “umana bellezza”. www.mpnsystem.org 24oreNews

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IL SESSUOLOGO Prof. Willy Pasini Presidente A.I.S.P.A. Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata Via Marostica 35, Milano www.aispa.it

IL VINO E LA SEDUZIONE

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osa c’è di più seducente dell’idea di bere in un bicchiere modellato sulla forma di un seno e per di più regale? La leggenda, infatti, racconta che la mitica coppa di champagne sia stata foggiata ispirandosi ai celebri seni di Madame de Pompadour, amante “ufficiale” del re di Francia Luigi XV. Il vino fa parte della storia dell’umanità. Le sue valenze sociali oscillano regolarmente tra i valori positivi della civiltà del bere e gli eccessi malefici dell’alcolismo. Spesso si dibatte sul rapporto tra vino e eros: ma il vino fa bene o male al sesso? Il solo odore del vino influenzerebbe il desiderio sessuale: il suo profumo, infatti, replica la funzione dei feromoni umani, sostanze chimiche che hanno il fine di attrarre il partner. Questi, uniti alla bassa quantità di alcol, agiscono sui centri nervosi, facendo rilassare e disinibire il gentil sesso, fungendo da viagra naturale per gli uomini: in quanto vasodilatatore, fa infatti aumentare l’afflusso del sangue nei vari distretti, compresi quelli “importanti”. Ovviamente gli effetti positivi si possono avere solo a fronte di assunzione moderata di vino, oltre la quale si potrebbero ottenere effetti opposti per la salute e anche sotto le lenzuola, specie per gli uomini. La sfera sessuale sarebbe influenzata dai polifenoli, contenuti nel vino rosso in quantità 10 volte superiore rispetto al vino bianco: pertanto un buon rosso sarebbe un ottimo com-

plice per riscaldare più velocemente una serata intima. Psicologicamente il vino assolve svariate funzioni. Saffo lo considera il conforto supremo alla malinconia della vita e rifugio contro la tristezza della vita pubblica. “La vita è così amara, il vino così dolce. Perché non bere?”, sosteneva Umberto Saba. Per il poeta Baudelaire non ci deve essere moderazione. Bisogna quindi essere ebbri di tutto, di vino, di poesia, di passioni trasgressive. “Niente come il vino è in grado di creare quello stato di euforia, di controllata follia, di evasione necessaria alla creazione”. A parte quelli che hanno il vino triste o violento, in generale il vino toglie le inibizioni e mette di buon umore. Altre volte il vino fa scattare la molla della disinibizione e diventa il pretesto per quei comportamenti che il soggetto non oserebbe assumere a mente lucida. Anche il poeta Pascoli ricorda: «ha tre grappoli la vite, bevi del primo il limpido piacere, bevi dell’altro l’oblio breve, e più non bere ché sonno è il terzo…». Il vino è anche al servizio della seduzione. Ovidio, 20 secoli orsono, suggeriva il vino come strumento di conquista. Nel gioco della seduzione di coppia il vino è un complice eccezionale se il vostro concetto di seduzione pone il rapporto con la donna (o l’uomo) sullo stesso piano, quello di uno scambio alla pari di passione e erotismo. Questo perché il vino è seduzione cerebrale, prima che fisica.

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Dr. Paolo Mariconti Specialista in Anestesia e Farmacologia Esperto in Medicina del Dolore guarireildolore@gmail.com

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l dolore acuto serve per concentrare l’attenzione sulla malattia. È il segnale d’allarme lanciato dal nostro organismo quando ci troviamo in una situazione che mette in pericolo la nostra incolumità. Spesso è il primo segnale che porta il paziente dal medico, la sola ragione per cui si richiede l’intervento della cura. Innesca anche reazioni finalizzate all’allontanamento dalla causa nociva, ed è funzionale a preservare l’integrità del nostro

organismo. Esistono anche persone che non percepiscono dolore, quindi assolutamente indifferenti a traumi, fratture, lesioni, e a patologie di interesse medico o chirurgico. Si tratta di una ben definita patologia, qualche volta acquisibile durante la vita, il più delle volte dovuta a problemi genetici che impediscono lo sviluppo di particolari circuiti nel sistema nervoso centrale. In questi casi, già dalla prima infanzia ferite modeste o malattie facilmente cu-

QUANDO IL DOLORE

È UN AMICO 34

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rabili diventano pericolose perché trascurate. L’analgesia congenita è indubbiamente un fenomeno che sorprende e incuriosisce. Sebbene la casistica di individui insensibili al dolore risalga molto indietro nel tempo, il Puntaspilli Umano è stato il primo caso ad attirare l’attenzione dei medici. Nel 1932 presso la Società Neurologica di New York si impone prepotentemente all’attenzione la storia di un uomo che non prova dolore. Cinquant’anni, originario di Praga e cresciuto negli Stati Uniti, E. G. Gibson conduceva una vita tranquilla. Ma l’elenco degli incidenti nella sua vita a partire dai sette anni di età era lunghissimo, e annoverava gravi ferite e lacerazioni, fratture ossee e ustioni, mai accompagnate da dolore. Un giorno alcuni colleghi, testimoni dell’indifferenza con cui reagiva ad una ferita causata da un grosso chiodo che gli aveva perforato un dito, lo incitarono a tradurre questa sua caratteristica in una fonte di guadagno. Iniziò quindi ad esibirsi in pubblico diventando la principale attrazione in uno spettacolo teatrale. Il dolore acuto permette di riconoscere situazioni che, quando trascurate, diventano causa di ulteriori sofferenze. È il campanello d’allarme che spinge ad agire per ritrovare il benessere. Per evitare che il dolore diventi cronico bisogna ascoltarlo, perché rimanga un alleato e non si trasformi in nemico.


COME STAI? Gabriella Fiumani De Simone Erboristeria Officinale Mediolanum Via A. Volta 7 - 20121 Milano Tel. 02 6572882 www.erboristeriamediolanum.it

È QUI LA FESTA?!!!

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gni anno Dicembre è un mese che prepara la grande festa del S. Natale. Grandi e piccini scelgono i decori più belli per vestire la casa per i giorni di gioia. Si cercano idee originali e davvero uniche, ma l’unicità la troviamo solo nelle cose che riusciamo a realizzare da soli. Mai come quest’anno le persone riflettono sugli acquisti e li ponderano per benino per mettere a segno un regalo veramente giusto ed adatto al destinatario. Potreste realizzare con le vostre mani, ma con fantasia e creatività, diverse cose: - Cartoline di auguri realizzate con le piccole foglioline raccolte al parco: seccate tra le pagine di un vocabolario, poi fissate su un cartoncino e spruzzate con

dello spray d’oro o d’argento e con glitter di brillantini. - Confezionate i vostri regali con elementi veramente naturali. Usate della paglia di legno naturale, non tinto. Arricchite le vostre scatole-regalo con pigne e pignette di varie dimensioni, aggiungete rametti di bacche rosse che potrete acquistare dal fiorista… Tutta la scatola sarà più gioiosa e caratteristica, ma sopratutto, nello stile giusto. - Fate delle decorazioni tridimensionali per l’albero, la casa, i pacchetti. Ritagliate delle belle immagini di angioletti, pupazzi di neve, orsacchiotti, teiere, biscotti, folletti, scoiattoli o quanto altro vi piaccia. Basta incollarli su un cartoncino rigido ed arricchirli con dei nastri o passama-

nerie che ci sono avanzate e che abbiamo già in casa… - Mettete dei piccoli legnetti assieme a stecche di cannella e anice stellato intero, poi legati con del nastro. Si trasformeranno in segnaposto oppure incollati a caldo su di un cartoncino robusto, potrebbero diventare un portatovagliolo natalizio. - Pommander profumati di arance e chiodi di garofano. Il Pommander è un classico dell’inverno e adesso è proprio il momento giusto per farlo. Non solo è un deodorante buonissimo, ma vi potrete divertire a decorarlo a modo vostro come più vi piace. Materiale necessario: arancia fresca a buccia sottile, chiodi di garofano, tanti freschi e profumati (in erboristeria), cannella o radice di iride fiorentina in polvere (come fissatore del profumo), nastro che avete in casa, per separare le eventuali decorazioni e uno spillo per fare i “buchetti” che saranno poi riempiti dai chiodi di garofano. Create il disegno che vi piace (vedi esempi in figura). Finita la decorazione, rigirate l’arancia in un piatto fondo, con la cannella o l’iride fiorentina in polvere. Tenete il tutto chiuso in sacchetto di carta per 15/20 giorni, per fissarne la profumazione. A vostro piacimento potrete usarla come decorazione su un vassoio o legata con un nastro abbastanza lungo sull’albero di Natale. Buon lavoro! 24oreNews

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ANDATA E RITORNO

NON SOLO NEVE IN VALTELLINA A cura di ISABELLA RADAELLI

erra di sci tutto l’anno grazie alle splendide piste dello Stelvio, la Valtellina - nel cuore delle Alpi - è nota per la bellezza delle sue montagne e per essere destinazione prediletta dagli amanti degli sport invernali oltre a conservare testimonianze storiche di grande fascino. 400 km di piste sono dedicate allo sci alpino, sempre perfettamente curate, con un comprensorio che vanta località di fama internazionale come Livigno, Bormio, Santa Caterina Valfurva, Valdidentro, Valdisotto, Aprica, Teglio, Chiesa Valmalenco, Valgerola e Madesimo/Campodolcino. E 200 km sono dedicati allo sci nordico, con piste immerse in parchi e riserve come a Santa Caterina Valfurva e Pian Gembro, vicino all’Aprica, ampi dossi soleggiati a Livigno, in Valmalenco al Lago Palù o nella piana di Chiareggio, o in Valchiavenna, anelli adatti anche agli agonisti come quelli della pista “Viola” in Valdidentro, le possibilità sono molte. La stagione internazionale delle Granfondo ormai da anni si apre a Livigno con la “Sgambeda”, maratona di 43 km che coinvolge migliaia di appassionati. Non si può poi ripartire senza aver fatto un giro sul Trenino Rosso del Bernina, patrimonio Mondiale dell’Umanità, il mitico treno che unisce Tirano a St. Moritz, un’avventura magica tra

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montagne stupende con caratteristiche uniche, è la trasversale alpina più alta d’Europa e una delle ferrovie ad aderenza naturale più ripide del mondo. ARTE, CULTURA E …RELAX Oltre allo sport, in Valtellina si possono visitare numerosi musei, tra i più significativi il Museo Valtellinese di Storia e Arte ubicato presso Palazzo Sassi de’ Lavizzari, nel centro della città di Sondrio, pinacoteca ricca di opere di artisti locali che offre una panoramica della storia dell’arte valtellinese dal Medioevo al nostro secolo e il Museo del Tesoro in Valchiavenna con un vasto corredo di paramenti e arredi sacri, come croci astili in rame, una serie di calici e un rarissimo codice musicale dell’XI secolo. Pezzo forte è la “Pace di Chiavenna”, copertina di evangelario del XII secolo in oro sbalzato, gemme, perle e smalti, capolavoro dell’oreficeria medioevale. Non mancano luoghi più curiosi come il parco delle Incisioni Rupestri di Grosio (Gròos), prima e più antica testimonianza della presenza dell’uomo in Valtellina, oppure il Museo dell’Homo Salvadego, in Val Gerola, dedicato allo “Yeti delle Alpi”, o l’Osservatorio Ecofaunistico di Aprica dove è possibile quasi toccare stambecchi, cervi, caprioli e il gallo cedrone. E poi la Galleria dei Pompieri, a Mese e il Museo

Valtellinese della Moto d’Epoca a Sondrio. Una visita la meritano anche i tanti castelli arroccati nel cuore delle Alpi come il Castel de Piro al Grumello, nel Comune di Montagna in Valtellina, il Castel Paribelli di Albosaggia, il Museo - Castello di Masegra, arroccato su uno spuntone di roccia che domina Sondrio dall’alto. E poi gli eleganti palazzi Sertoli-Rajna e Guicciardi, che si trovano uno accanto all’altro nello storico quartiere Cantone di Sondrio, il barocco Palazzo Sertoli che si affaccia nella suggestiva piazza Quadrivio di Sondrio dalla


Da sinistra in senso orario: tipici prodotti valtellinesi: il trenino rosso del Bernina; manufatti di pietra ollare; il Santuario della Madonna di Tirano e le Terme di Bormio

caratteristica fontana rotonda. Per rilassarsi dopo una sciata o una visita culturale, cosa c’è di meglio che una sosta alle terme? In Valdidentro, sono presenti due impianti termali per il benessere ed il relax: i Bagni Nuovi, in direzione Livigno e i Bagni Vecchi, in direzione Passo dello Stelvio, un tuffo nella storia per rivivere le suggestive atmosfere della Roma imperiale. PROFUMI, SAPORI… E QUALCHE SOUVENIR Dopo una piacevole pausa di relax, è l’ora di scoprire i sapori della Val-

tellina attraverso i suoi prodotti. A partire dalla Bresaola, uno dei prodotti simbolo di questo territorio. Dall’alpeggio nascono formaggi unici come Bitto, Casera e Scimudin, gemme di sapore apprezzate dai buongustai e salvaguardati dal Consorzio Tutela Valtellina Casera e Bitto. La coltivazione delle mele in Valtellina arricchisce di colori e profumi il fondovalle da Sondrio fino alla zona intorno a Tirano. Le Golden Delicious e le Stark Delious sono le varietà più coltivate, ma si trovano anche la Gala, la Morgenduft e la Fuji. Piatto tipico della tra-

dizione valtellinese, sono i Pizzoccheri, tagliatelle di grano saraceno lavorate a mano, conosciuti e apprezzati in Italia e nel mondo. Ad accompagnare questa gustosa pietanza uno dei vini valtellinesi più conosciuti: lo Sforzato, espressione unica di un vitigno, il Nebbiolo, e del territorio di questa affascinante valle alpina. Sempre dal vitigno Nebbiolo nasce il Valtellina Superiore, suddiviso nelle cinque sottodenominazioni Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella che si fregia della docg al pari dello Sforzato. E, prima di rientrare a casa, non dimenticatevi di acquistare un souvenir del vostro viaggio. Per esempio una pietra ollare, che già Plinio il Vecchio cita nella sua Naturalis Historia, proprio in riferimento alla Valtellina, oppure un pezzotto, un colorato tappeto molto resistente confezionato usando ritagli di stoffa, ovvero le pezze, cucite a mano o al telaio. L’origine del pezzotto, che alcuni fanno risalire alla presenza dei monaci Umiliati in Valtellina, risiede nella povertà del mondo contadino e nell’artigianato casalingo che portava a costruirsi in casa tutti gli oggetti, abiti e utensili di cui si aveva bisogno. 24oreNews

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ANDATA E RITORNO

GILLO DORFLES. ESSERE NEL TEMPO A cura di STEFANO DE ANGELIS

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MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma Via Nizza 138, Roma Sino al 30 marzo 2016 Orari: da martedì a domenica 10.30-19.30 38

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on esistono parole adeguate per raccontare centocinque anni di storia di un uomo come Gillo Dorfles, vissuti nell’intensità di un soffio e che ancora oggi mostrano il desiderio e il bisogno di scrutare la realtà. Poche persone hanno avuto il privilegio e la caparbietà di essere nel tempo senza mai staccare, sempre fuori dal pentolone, accalappiatore vagabondo d’arte e di pensieri. Incapace di arrendersi alla vita, Dorfles ha aiutato generazioni intere a decifrare il bello per sconfiggere il brutto, lui scopritore del “kitsch” che ha combattuto a picconate con le idee e le parole senza tuttavia riuscire a estirparlo, perché il kitsch avanza magmaticamente ovunque, dall’architettura all’editoria attraversando arti e mestieri. Gillo Dorfles è professore d’estetica e critico d’arte, ma anche poeta, scultore, medico e artista. Le sue parole e i suoi pensieri, così come le sue mani, sono riusciti a costruire disegni senza tempo, la cui forza creativa si dovrebbe poter iniettare nei giovani, i primi a soccombere al brutto e al kitsch. Ecco perché la mostra “Essere nel tempo”, a cura di Achille Bonito Oliva, non dice nulla se la si pensa solo come un omaggio all’opera totale di un “padre storico” della cultura visiva italiana, tra produzione artistica, pensiero critico e

teorie estetiche. E tanto meno racconta se la si legge come un’antologica, termine a richiamo dei “Meridiani” Mondadori che, come ha detto Raffaele La Capria, altra mente essenziale della nostra cultura, sono una elegante collana destinata a defunti scrittori del passato. La mostra romana è invece il racconto presente di Gillo Dorfles, artista e critico d’arte: due anime distinte, due differenti modi di vivere la relazione con il tempo. Da un lato i tempi del mondo interiore: la sua vivacità espressiva, imperturbabile di fronte all’avvicendarsi di avanguardie e correnti artistiche. Dall’altro lato i tempi del mondo esteriore: il suo sguardo che indaga le oscillazioni del gusto. In esposizione a Roma oltre cento fra dipinti, disegni e opere grafiche, ma anche una selezione di ceramiche e gioielli. Il tutto accompagnato da un ricchissimo repertorio fotografico e da un corpo inedito di carteggi che testimoniano le affinità elettive di Dorfles con alcuni degli artisti e intellettuali più significativi del Novecento. Gillo Dorfles 2015 vive dignitosamente a Milano, ama il vino, scrivere per lui è un bisogno e fra gli amici più cari ricorda Bruno Munari. E poi sì, Dorfles è nel tempo, esattamente dal 1910. E ci si trova benissimo, sebbene a lui non piaccia parlare del tempo.




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