italiadagustare settembre 2018

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Anno 6 - Settembre 2018

Genga -Tempio del Valadier

Cultura del territorio, Turismo e Benessere

PERSONAGGIO

GABRIELE SALVATORES CHE COS’È REALE OGGI

SCOPRI L’ITALIA

ESPERIENZE DA BRIVIDO A FABRIANO

[ TV DA GUSTARE]

RETEQUATTRO CAMBIA LOOK



Settembre 2018

indice [ PERSONAGGIO] 6

Gabriele Salvatores: «Che cos’è “reale” oggi?»

[ SCOPRI L’ITALIA]

10 Lajatico un piccolo borgo …e due “giganti”

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13 Fabriano e dintorni: esperienze “da brivido”

[ BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA] 16 Peschiera del Garda

[ GOURMET]

17 Felice Sgarra: “La stella di Andria”

[ SALUTE & BENESSERE]

18 Seguire una dieta varia ma equilibrata sin da piccoli

[ TV DA GUSTARE]

19 Retequattro si rifà il trucco!

[ LIBRI]

20 Gianluigi Nuzzi

21 Le nostre recensioni

[ AGENDA ITALIA]

22 Girando l’Italia a settembre

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Direttore Responsabile Dario Bordet Direttore Editoriale Evelina Flachi ViceDirettore Editoriale Alessandro Trani Art Director Patrizia Colombo Progetto grafico/Impaginazione Milano Graphic Studio S.r.l. Hanno collaborato Francesca Bastoni Valerio Consonni Edmondo Conti Francesco Garosci Carlo Kauffmann Sandro Nobili settembre 2018

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Stampa La Serigrafica Arti Grafiche Via Toscanelli 26 - Buccinasco Periodico mensile Reg. trib. di Milano n. 287 del 02/07/12 N°iscrizione ROC: 22250 Distribuzione Gratuita

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LA TUA CASA…

ANZI, MOLTO DI PIÙ!!

Esistono luoghi dove si sogna di poter vivere, posti dove la propria vita ed il proprio lavoro diventano un sogno realizzabile. La propria casa è il luogo centrale della vita quotidiana, il proprio microcosmo, il proprio nido, nella propria casa si trascorrono i momenti più belli, ci si rinfranca dallo stress quotidiano. L’importanza di vivere in una casa che ci rappresenti è forse pari al vivere in una casa che ci dia benessere e al tempo stesso rispetti l’ambiente facendoci anche risparmiare. Immaginate ora la gioia di veder nascere in poco tempo tutto questo.

www.casebio.it


SETTEMBRE 2018

Cari lettori, le vacanze, per chi le ha potute fare, sono ormai terminate ed eccoci ritornati alla vita di tutti i giorni, cercando di ripartire con energia e ottimismo! Nostra grande alleata è ancora una volta l’alimentazione, perché è nei cibi che troviamo i nutrienti utili per affrontare al meglio il cambio di stagione. Non dimentichiamoci di fare, grandi e piccoli, una sana colazione, continuando a consumare nella giornata almeno 5 porzioni tra frutta e verdura fresca nei vari colori. Ricordiamoci sempre di bere almeno 2 litri d’acqua al giorno anche sotto forma di infusi o bevande non zuccherate. Possiamo bere centrifugati o estratti di frutta e verdura fresca naturalmente ricchi di acqua oltre che di vitamine e minerali importanti per il benessere della nostra pelle soprattutto dopo l’estate. Sul tema della sana alimentazione non perdetevi, nelle prossime pagine alcuni consigli utili senza dimenticarvi di fare una quotidiana attività motoria per favorire un adeguato consumo calorico e il buonumore. Troverete anche una interessante intervista al grande regista Gabriele Salvatores, il nostro viaggio esperienziale a Fabriano e una visita a Lajatico, minuscola terra molto cara a ben due personaggi di calibro internazionale. Grande novità, a partire da questo numero troverete la rubrica “TV da gustare” curata da Edmondo Conti, produttore di programmi di successo delle principali reti tv ma soprattutto grande appassionato di Televisione. Buona lettura!

SCARICALO ORA! Hai il nostro numero precedente? Se non ce l’hai, non preoccuparti, puoi scaricarlo gratuitamente tramite il nostro sito: www.24orenews.it settembre 2018

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[ per s onaggio ]

Ph. Claudio Iannone

GABRIELE SALVATORES

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«CHE COS’È “REALE” OGGI?» settembre 2018


[ per s ona ggio ]

A cura di Dario Bordet

Come è nata questa collaborazione con il Festival di Milano?

Ho deciso di accettare l’invito del Festival, perché sento che è arrivato il momento di fare qualcosa per la città che mi ha fatto crescere, dove ho iniziato a fare teatro, e diretto i miei primi film. Insieme a Milano Film Festival, non vogliamo fare un festival “di Cinema” ma “sul Cinema”, cioè su tutto quello che c’è intorno - dalla musica al teatro, alle arti visive, al design… Il Cinema sta vivendo un momento molto particolare e bisogna fare riaffezionare il pubblico e in particolare il pubblico giovane che non ha l’abitudine di andarci.

una sala buia, dove non puoi essere collegato, non puoi cambiare canale e dove ti devi abbandonare come nei sogni - al sogno di un’altra persona. È così bello essere passivi ogni tanto. Poi esci e puoi dire “non mi è piaciuto”, ma è stato bello.

Da giovane sceglievi il Cinema d’autore?

Ad essere sincero, sono uno strano spettatore, non particolarmente cinéphile. Sono sempre andato al Cinema per cercare emozioni o indicazioni di vita. Quando sei giovane, ci vai anche perché magari ti puoi innamorare di un personaggio e dire: “Vorrei essere come lui”. Per tanto tempo ho portato, per esempio, degli occhiali simili al protagonista di ‘Fragole e sangue’ (The Strawberry Statement). La scoperta del Cinema d’autore, in particolare di quello italiano, è venuta in un secondo momento. Il mio primo approccio con il Cinema è stato da spettatore curioso e in cerca di emozioni. Come diceva Bertolucci, “Il Cinema è l’arte di tutte le arti”.

So che tra i film più recenti ti piace lo SpiderMan di Sam Raimi. Hai mai sognato di possedere un superpotere particolare?

Mi piacerebbe tanto l’invisibilità, soprattutto nelle giornate di presentazione del film e delle interviste. Forse, per il lavoro che faccio, sarebbe più utile il teletrasporto. E poi, anche se non è proprio un superpotere, quello che racconta bene Woody Allen in Zelig, quando la Ph. Claudio Iannone

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Con la sua macchina da presa ha raccontato storie coinvolgenti tra sperimentazione, fantascienza e attualità, regalandoci una fotografia dell’Italia contemporanea e del futuro: parliamo del grande regista Gabriele Salvatores (Napoli, classe 1950). I suoi film parlano dei cambiamenti della nostra società svelando i lati più oscuri quanto quelli più positivi. Tra i film più noti, oltre a ‘Mediterraneo’ (1991, vincitore del premio oscar al miglior film straniero), ricordiamo Marrakech Express (1989), ‘Sud’ (1993), ‘Nirvana’ (1997), ‘Io non ho paura’ (2003), ‘Come Dio comanda’ (2008) e le due avventure de ‘Il ragazzo invisibile’ (2014; 2018), per citarne solo alcuni. Pioniere dell’era del digitale sul grande schermo, non ama i social network poiché causano solitudine nei giovani. Il maestro Salvatores è il nuovo direttore artistico di Milano Film Festival, giunto alla XXIII edizione, che si svolgerà dal 28 settembre al 7 ottobre. Lo abbiamo intervistato per voi.

Un obiettivo non certo facile…

Beh, i giovani sono difficilmente interpretabili forse come eravamo difficilmente interpretabili noi per i nostri genitori, ma come diceva Miles Davis “se vuoi rimanere interessante suona con gente più giovane di te”. Bisogna quindi stare sempre sulla breccia, sempre in strada.

Cosa ci si deve aspettare da un pubblico tanto esigente come quello dei giovanissimi?

È un rischio affrontarli per il confronto con i comic movies americani, i blockbuster di supereroi di cui vanno pazzi… Ma anche perché sono molto diffidenti verso il Cinema in genere. Però se non si corrono dei rischi, il pericolo è di perdere veramente un’intera generazione, o più, di spettatori. Una o due generazioni, perché sono convinto che la gente tornerà in settembre 2018

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[ personaggio ] psicologa chiede “Ma perché lei si trasforma continuamente?” e lui dice “Perché voglio essere amato”. Ecco, avere un superpotere così sarebbe fantastico.

Come sta cambiando il Cinema italiano?

Come Cinema italiano abbiamo dei genitori importanti e molto difficili: la mamma si chiama “Commedia all’italiana”, il papà si chiama “Neorealismo”. Ci hanno nutrito, ci hanno fatto diventare grandi e ci hanno fatto diventare famosi nel mondo. Però il compito di qualsiasi persona è quello di superare i propri maestri di superare i propri genitori e per superarli devi conoscerli, devi amarli.

È arrivato il momento di superare questi genitori che ci hanno fatto grandi?

Credo di sì. Credo che si sta aprendo una strada diversa per raccontare la realtà non solo attraverso il realismo ma anche usando storie più fantastiche o, se vuoi, non strettamente realistiche. Del resto il termine realismo, dopo la scoperta dell’inconscio da parte di Freud, la realtà virtuale, le nuove tecnologie, le fake news… va ridefinito. Che cos’è “reale” oggi? Il Cinema deve tenere presente questa cosa. Non basta la ripresa della realtà come appare per raccontarla. Quindi sono molto contento che il Cinema italiano sta prendendo anche nuove strade o vecchie strade come quelle dei generi Cinematografici che erano non necessariamente non d’autore. Ci sono autori importanti che hanno frequentato tutti i generi. Sono contento che il Cinema italiano stia andando in questa direzione.

Cosa si può fare in Italia per incentivare questo tipo di produzioni?

Diciamo che una piccola crepa si è creata nel sistema del Cinema italiano. C’è chi riesce a pensare anche a delle storie diverse, che raccontano sempre la realtà, la nostra vita, la vita di noi su questo pianeta,

Gabriele Salvatores durante le riprese de ‘Il ragazzo invisibile Seconda generazione’

però in maniera diversa. Quindi una piccola crepa si è aperta. Il pubblico italiano è molto diffidente verso questo tipo di produzioni. Noi l’abbiamo visto con il primo “Il ragazzo invisibile”: il pubblico è cresciuto pian piano, perché si spargeva la voce che il film era interessante. Questa è una cosa che noi consideriamo ancora patrimonio degli americani… ma non è così: il mondo fantastico appartiene all’Europa e all’Italia da sempre.

Sei tornato quest’anno con ‘Il ragazzo invisibile - Seconda generazione’… Ci sveli il vero motivo di questo sequel? È stato più intimo che razionale. Non ho figli, ma, in qualche modo, da qualche anno ne sto allevando uno Cinematografico… Diciamo da “Non ho paura” in poi. Sinceramente spero che questo mio ‘ragazzo’ che cresce di film in film possa essere di esempio: il mio obiettivo è far capire che “ce la puoi fare…”.

Quali consigli daresti a un giovane che oggi ha come sogno nel cassetto quello di diventare regista? L’unico consiglio che riesco a dare è quello che ho fatto io. Ai miei tempi non era facile fare Cinema e neanche teatro, proprio come oggi. Io ho cominciato col teatro, con un gruppo di amici senza una lira… però insomma ci abbiamo provato. Vedi, oggi puoi girare avendo a disposizione tanti mezzi, un telefonino, una fotocamera… Basta trovare magari delle altre persone che hanno la tua stessa passione. Bisogna provare a farlo, perché se aspetti che qualcuno te lo faccia fare, uhm… puoi aspettare anche tutta la vita! I sogni bisogna provare a metterli giù su carta o “su pellicola”. “Ciak si gira”… Grazie Gabriele e buon lavoro! Grazie a voi. Corro a girare proprio sul set. Ciao ciao



Teatro del Silenzio

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Non è raro in Italia che un minuscolo, timido angolo - quasi nascosto - sia destinato inaspettatamente a salire alla ribalta, per motivi aver dato i natali a un personaggio diventato celebre. È ciò che è accaduto anche a Lajatico, un piccolo borgo toscano, che di personaggi famosi ne conta addirittura due. Qui ha mosso i primi passi ed è cresciuto uno dei più grandi tenori al mondo, Andrea Bocelli, il quale ha sempre mantenuto un forte legame con la sua terra natia. Per sua volontà nel luglio 2006 è stato eretto il “Teatro del Silenzio”, una suggestiva struttura montata e arroccata tra le colline vicine a Lajatico, nata per ospitare un solo spettacolo l’anno (da qui il nome). Al centro del “palcoscenico” circolare del raggio di svariati metri campeggia una scenografia diversa ogni anno: la più famosa, divenuta simbolo stesso del Teatro, è un’imponente scultura raffigurante un volto umano eseguita dal noto scultore polacco Igor Mitoraj e da lui in seguito donata alla fondazione del teatro. Quest’anno, a troneggiare in mezzo al lago, una riproduzione della “Pietà” di Michelangelo di Gualtiero Vanelli, di oltre 5 metri, realizzata dalla Robot City Italian Art Factory, azienda leader nella lavorazione di alta qualità del marmo di Carrara. Bocelli è tornato quest’estate nella sua terra per presentare ai fan in tutto il mondo il suo primo libro di poesie “Piccoli versi”, 46 composizioni inedite. Ciò è accaduto il 24 luglio in una piazza Vittorio Veneto affollatissima. La presentazione si inseriva nel programma di Extra 2018, le iniziative dedicate a Gillo Dorfles che hanno preceduto il concerto al Teatro del Silenzio (eccezionalmente in doppia data, il 28 e il 30 luglio) dove Bocelli ha portato in scena l’opera di Umberto Giordano “Andrea Chénier”, opera a lui particolarmente cara. Lajatico è legato ad un altro importante personaggio, Gillo Dorfles, uno dei maggiori intellettuali del’900, da poco scomparso. Il paese è stato per più di 80 anni (dal 1936) il luogo della scrittura di alcune delle sue opere più note che, non caso, portano il nome del piccolo borgo toscano, alla fine dell’introduzione. Nato a Trieste il 12 aprile del 1910, Dorfles si era occupato di tutte le forme d’arte sia da critico che da protagonista, come pittore (ricevendo

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LAJATICO UN PICCOLO BORGO …E DUE “GIGANTI” A cura di Alessandro Trani

Gillo Dorfles settembre 2018


[ s copr i

Lunart: rivisitazione della Pietà di Michelangelo

Veronica Berti legge una poesia di Bocelli

numerosissimi riconoscimenti internazionali sia come artista che come critico). «Vorrei essere ricordato come pittore, più che come critico d’arte», aveva spesso detto. Lajatico ha voluto rendere omaggio a questo indimenticabile e grande “amico” trasformandosi in un atelier con una serie di mostre e installazioni dal titolo «Tributo a Gillo Dorfles: l’artista segreto». Ad esse sono state riservate location speciali nelle strade, nei vicoli, nelle cantine e nella sala del consiglio comunale che accoglieranno i turisti e gli appassionati di arte contemporanea fino al 9 settembre. Alla serata inaugurale, insieme al padrone di casa - il sindaco Alessio Barfafieri - erano presenti alcuni critici d’arte e il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani. Ha curato gli eventi l’architetto Carlo Alberto Arzelà sotto l’egida del direttore artistico di ArtInsolite, Alberto Bartalini. Le esposizioni includono lavori di alcuni tra gli artisti più significativi operanti in terre toscane, ma non solo: Giannoni&Santoni, Gianni Lucchesi, Barbara Cardini, Paolo Fiorellini, Lunart, Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni di Studio 17, Alessandro Squilloni, Maria Lusia Squarcialupi, Mario Mulas, Aurelio Amendola, Gualtiero Vanelli. Fra le opere degli artisti che a Lajatico non potevamo non notare - noi di Milano 24orenews (e italiadagustare) - la produzione dell’artista milanese Lunart, seguita oggi dalla galleria di Pietrasanta “Laura Tartarelli Contemporary Art”. Lunart espone a Casa Ticciati la mostra “Magnetica”, una serie di opere ad acrilico e… magnete, una tecnica-non tecnica che consente all’artista di ottenere hegelianamente la sintesi degli opposti. Il colore acrilico consente di ottenere campiture piatte e decise, donando unità ed armonia al dipinto, mentre il magnete mescolato all’acrilico aggiunge all’opera di Lunart una tattile matericità. Grazie a questa tecnica l’artista crea soggetti netti e definiti che emergono dal fondo nero come fossero “scolpiti” e modellati. Così appare la sua rivisitazione della Pietà di Michelangelo (quasi 2 metri per 2), una figura maschile che tiene fra le braccia un corpo femminile. Di Lunart è anche un ritratto a Gillo Dorfles, su tavola di pioppo. Il sindaco Barfafieri e l’architetto Alberto Bartalini, che ogni anno in occasione di ArtInsolite selezionano un artista, hanno scelto Lunart per la creazione di un nuovo ritratto a Gillo Dorfles: l’artista milanese lascerà la propria impronta permanente su una saracinesca di fronte alla banca principale di Lajatico.

Le due opere che rivisitano la Pietà di Michelangelo non sono esposte per caso, ma in memoria di un avvenimento storico importante per la Toscana e per l’intero nostro Paese. 500 anni fa, infatti, Michelangelo stipulò a Pietrasanta il primo contratto per l’acquisto dei marmi destinati a alla Basilica di San Lorenzo: quella firma ha segnato il volto e la storia della Versilia. La “via del marmo”, dalla montagna al mare, dalle Apuane al Forte, l’ha aperta lui: Michelangelo Buonarroti.

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l’ita lia ]



[ s copr i l’italia ]

ESPERIENZE “DA BRIVIDO”

FABRIANO E DINTORNI A cura di Dario Bordet

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Il viaggio è spesso considerato sinonimo di fuga e relax ma di recente però sono cambiati i parametri di definizione. Da sinonimo di fuga è passato infatti a esperienza di viaggio basato su coinvolgimento, avventura e autenticità dell’esperienza, lontano dai percorsi più turistici per esplorare luoghi meno conosciuti. Capofila della splendida Regione Marche è indubbiamente Fabriano, nella provincia di Ancona, splendida cittadina che l’Unesco ha riconosciuto quale Città Creativa per il Network Crafts and Folk art, che a ben guardare ha tantissimo da offrire anche grazie al comprensorio, da Serra San Quirico a Sassoferrato, passando per le stupefacenti Grotte di Frasassi. Una esperienza da vivere almeno una volta nella vita. Fabriano è conosciuta per la produzione della carta: intere generazioni, almeno una volta, hanno disegnato su un album Fabriano. La città della carta ha però molto altro di cui vantarsi, a partire dall’impianto urbanistico che la fa annoverare tra i borghi medievali più belli d’Italia. Fabriano conserva ancora oggi la propria struttura medievale, raccolta intorno alla scenografica piazza del Comune, di forma quasi

triangolare, su cui si affacciano il Palazzo del Podestà, la Fontana Sturinalto, il Palazzo del Comune e il Loggiato di San Francesco che regala un sorprendente effetto scenico e prospettico. Alle spalle del Comune si erge il Teatro Gentile, uno dei più belli ed eleganti della regione, rinomato per la sua costruzione che facilita la propagazione del suono. Una passeggiata nel centro, lungo vicoli e vie del reticolo urbano, regala scorci di grande suggestione e permette di soffermarsi in particolare su alcuni complessi monumentali che ospitano le eccellenze museali fabrianesi, come il celebre Museo della Carta e della Filigrana o il meno noto, ma assolutamente emozionante Museo del Pianoforte storico. Questo piccolo museo, nato da una collezione pri-

vata di 18 pezzi di valore inestimabile, propone delle visite-concerto di un’ora, in cui assaporare l’evoluzione dal clavicembalo allo strumento che oggi conosciamo. Davvero unico nel suo genere, il Museo delle Arti e dei Mestieri in Bicicletta espone una vasta collezione di biciclette d’epoca utilizzate in antichi mestieri tra gli anni ‘20 e gli anni ‘60, come il norcino, il castagnaio e il barbiere. La più antica, la bicicletta dei pompieri, risale al 1905. Se poi vi hanno sempre affascinato le botteghe di una volta, non perdetevi il Museo della Farmacia Mazzolini-Giuseppucci, una delle più antiche d’Italia. Per completare un originale tour della città vi proponiamo le Cappelle Giottesche del 1300, nella Cattedrale di San Venanzo.

A destra: il loggiato di San Francesco a Fabriano

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[ scopri

l’italia ]

A venti minuti di auto da Fabriano, raggiungiamo il piccolo borgo di Genga, Bandiera arancione del TCI, che ospita uno dei più vasti e spettacolari complessi ipogei d’Italia, le Grotte di Frasassi. Una passeggiata di un’ora e un quarto ci porta a esplorare una serie di grotte suggestive: l’enorme cavità chiamata “Abisso Ancona” (che potrebbe contenere il Duomo di Milano), le bianche stalattiti chiamate “Cascate del Niagara” e le millenarie stalagmiti dei “giganti”. Uno spettacolo unico in natura. Alla visita turistica tradizionale si aggiungono, per gli escursionisti più esperti due percorsi più impegnativi, per provare le emozioni di esplorare una grotta, calarsi in una voragine profonda 30 metri (assicurati con una corda), muoversi a quattro zampe in stretti (ma sicuri) cunicoli. Nelle vicinanze, ai piedi della Gola di Frasassi, si trova lo stabilimento termale di San Vittore. L’acqua, caratterizzata da uno spiccato odore di uova marce dovuto a un alto contenuto di zolfo, è molto buone per le affezioni delle vie respiratorie e dei reumatismi. Un’altra esperienza che lascia senza fiato è il Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi, nel ventre della Terra, con la sua unica e spettacolare natura incontaminata. Oltre 10mila ettari di flora e fauna fanno da guscio alla Gola e alle sottostanti Grotte di Frasassi. La Gola è mistero a 360°, perché oltre allo spettacolo sotto terra ce n’è uno anche sopra. Qui, tra milleduecentocinquanta specie vegetali, nidificano ben 105 specie di uccelli, vivono 40 specie di mammiferi e 29 tra rettili e anfibi. Con un po’ di fortuna riusciamo persino ad accarezzare un cerbiatto o a parlare a un Nibbio reale che sembra ascoltarti, nonostante lo sguardo austero, minaccioso e scettico con cui ti osserva. Gli amanti dell’adrenalina possono provare lo “slackline”, una nuova disciplina ideata da un gruppo di ingegnosi ragazzi del posto. In pratica si cammina in bilico su una speciale corda, ovviamente in piena sicurezza, mettendosi in discussione, sfidando l’equilibrio

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Sessa San Quirico Sassoferrato Genga Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi

Fabriano


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Dall’alto in senso orario: il tempio del Valadier nella grotta di Frasassi; particolare delle grotte di Frasassi; l’Abbazia di Santa Croce a Sassoferrato; il borgo di Serra San Quirico; la Chiesa di Santa Lucia a Serra San Quirico

Per la gioia dei palati

Non potete tornare a casa senza aver gustato le prelibatezze della zona. Tante le specialità a km zero che offre questo territorio, dalle marmellate ai dolci secchi, dalla pasta con sugo “povero” ai tradizionali vincisgrassi, al salame di Fabriano, passando per un ottimo cinghiale, la porchetta magra, il tartufo e il calcione, un dolce-salato della zona. Il principe delle produzioni tipiche è il vino Verdicchio nelle sue varianti: il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Verdicchio di Matelica. Ugualmente genuini sono l’olio, l’ottimo miele e i gustosi formaggi. Buon appetito!

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psico-fisico, isolandosi dal resto del mondo per tuffarsi - ovviamente in modo figurato - in una indimenticabile esperienza. A strapiombo sul fiume e sulla montagna delle Grotte di Frasassi, percorribile solo a piedi dopo una salita a prova di polmoni, si arriva al Tempio (o Tempietto) del Valadier, costruito nel lontano 1828 in una caverna naturale. Annesso, eretto proprio sulla montagna, vi è l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa che era un monastero benedettino di clausura. Una roccia fa da parete alla Cappella. Uscendo dalla Gola della Rossa il nostro viaggio emozionale ci riporta indietro nel tempo a Serra San Quirico, le cui origini risalgono alle civiltà etrusca, picena e romana. Secoli di storia, arte e cultura ci guidano alla scoperta di tesori poco conosciuti, bellezze naturali incontaminate e prodotti di eccellenza che fanno rivivere emozioni dimenticate. Serra è una caratteristica città di pietra, adagiata su una costa rocciosa, dalle sembianze di una nave immersa in uno sconfinato “mare” di verde. Grande attrattiva sono le suggestive “Copertelle” di origine longobarda: passaggi coperti lungo le mura del paese, illuminate da grandi aperture con archi dove in tempo di guerra passavano i soldati e in tempo di pace si svolgevano i mercati. Se si è appassionati d’arte, non potete perdervi la meravigliosa Chiesa di Santa Lucia, autentico gioiello del ‘200. Ultima tappa del nostro itinerario, Sassoferrato, è piccolo centro abitato dominato dalla Rocca Albornoz, una massiccia costruzione militare del ‘300. A 2 km dal centro si trovano le rovine dell’antica città romana di Sentinum, con mura di cinta, strade selciate, alcuni pavimenti a mosaico e i resti di un tempio termale e colonne in granito. Anche Sassoferrato vanta preziosi tesori d’arte, di architettura e beni culturali, segni di un nobile passato, come la trecentesca Rocca Albornoz, che domina dall’alto il centro cittadino, e il Castello. Il borgo fu protagonista dell’eroica Battaglia delle Nazioni del 300 a.C., quando i Romani sconfissero i Galli e i Sanniti, rievocata ogni anno alla fine di luglio.

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[ bor ghi più belli d’italia ]

PESCHIERA DEL GARDA Una bomboniera in riva al lago

Ph. Bastione Tognon

A cura di Gabriella Poli

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Siede Peschiera, bello e forte arnese da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi, ove la riva ‘ntorno più discese. (Inferno, canto XX, 70-80)

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Così Dante parla di Peschiera del Garda, la città murata adagiata sulla sponda veronese dell’antico Benaco, nel XX canto dell’Inferno, per bocca di Virgilio, che descrive i suoi luoghi natali indicando dove origina il fiume Mincio per lui fonte di ispirazione. È “bello e forte arnese” perché fortificata, nella prima metà del sec. XIV, da Mastino II per far fronte a eventuali attacchi portati dai Bresciani e dai Bergamaschi (Benvenuto: “castellum satis novum, munitum multis turribus et

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arcibus quasi tutela totius contratae”); data la sua posizione era già stata fortificata dai Romani, e nel sec. X era stata munita di un castello, distrutto poi da Ezzelino da Romano. Peschiera oggi vanta le sue mura a forma di stella a 5 punte ancora intatte e riconosciute, recentemente, patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Città fiorita, è circondata da canali proprio dove il lago si trasforma in fiume. Il territorio è attraversato da piste ciclabili e pedonali che costeggiano il

Garda e il Mincio con le quali si raggiungono le vicine cittadine di Lazise, Bardolino, Valeggio. Possiede vedute meravigliose sul lago e i territori circostanti come si addice ad una vera e propria fortezza. Nel centro storico e nei dintorni ci sono numerosi casermaggi e fortilizi, e, in particolare, la caserma fatta costruire dal generale Radetzky tra il 1854 e il 1857, ora restaurata e adibita a vari servizi pubblici come la biblioteca, l’archivio storico, il museo della pesca, la banda cittadina, sede di varie associazioni, ospita spettacoli teatrali, concerti e mostre d’arte. Poco lontano c’è la Palazzina storica, ora sede di un museo militare, che, dopo la disfatta di Caporetto, ospitò il convegno interalleato, presieduto da Vittorio Emanuele III. Qui gli alleati fissarono la resistenza lungo la linea del Piave l’8 novembre 1917. Fuori dal centro storico, sulla direttrice verso Mantova, c’è il Santuario della Madonna del Frassino, meta costante di pellegrinaggi che, tra l’altro, conserva dipinti di pregevole fattura e perfettamente restaurati, di autori veronesi e bresciani, datati tra il Seicento e il Settecento come Andrea Bertanza, Paolo Farinati, Zenone da Verona, Saverio Dalla Rosa. settembre 2018


FELICE SGARRA

A cura di Dario Bordet

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Alle porte di Andria sulla strada che conduce a Trani, in Puglia, in una magnifica dimora storica dell’Ottocento in un ambiente raffinato, ma nel contempo sobrio e accogliente, sorge un prezioso ambasciatore del gusto italiano, il ristorante “Umami”. Un termine che in giapponese significa saporito: in realtà l’umami venne identificato come un gusto fondamentale - dopo il dolce, l’amaro, il salato, l’aspro - nel 1908, quando un professore di chimica all’Università imperiale di Tokyo isolò il gusto del glutammato monosodico mentre compiva ricerche sul sapore forte del brodo di alghe. E proprio la ricerca, il senso della scoperta, oltre al colore e l’originalità sono ingredienti alla base del successo del giovane e creativo chef Felice Sgarra, che nel 2011 ha dato il via al ristorante insieme a suo fratello Roberto, affabile maître e dotto sommelier, e a Gabriele Leonetti. In soli due anni l’executive chef di Umami è riuscito a conquistare la prima stella Michelin per il 2014, riconfermata anno dopo anno. Felice, che è nato ad Andria nel 1982, punta tutto sulla qualità delle materie prime e, con il suo tocco innovativo, rivisita con successo i collaudati abbinamenti della tradizione locale, prestando grande attenzione anche al “gusto” estetico: la sua cucina è indubbiamente tra le migliori della Puglia. Per incuriosirvi vi citeremo solo qualcuno tra i nostri piatti preferiti: lo “spaghettone, cicala, aglio nero e peperone crusco”, il “calamaro con mandorle di Toritto, cipollotto e il suo nero”, il “baccalà morro, pomodoro galatino e amaretto” e, per finire in dolcezza, il “soufflé dedicato a Gualtiero Marchesi” o la “cassata a mo’ di umami”. Credetemi, ogni piatto è da leccarsi i baffi e… è proprio il caso di dirlo… lascia “l’umami” in bocca!

“LA STELLA DI ANDRIA”

[ gour met ]

SPAGHETTONE “PRIMO GRANO” Ingredienti: Spaghettone Cicale/pannocchie Aglio Olio evo Brodo vegetale Peperone crusco Pepe di mulinello

Preparazione: Mondare cicale e aglio, poi in una padella fare sudare le cicale con l’olio e l’aglio e innaffiare con il brodo vegetale. Fare sobbollire per 10 minuti circa, profumando con del peperone crusco e pepe. Schiumare, se necessario, e infine filtrare con un colino, recuperando dalle cicale solo i filetti puliti. In una pentola versare l’acqua, salare, portare a ebollizione, gettare gli spaghettoni e portarli a 2/3 della loro cottura ideale. Scolarli, passarli in una padella di rame e terminare la cottura irrorandoli con il brodetto di cicale. Per la finitura mantecare gli spaghettoni, a fuoco spento, con olio extravergine di oliva, un pizzico di sale, pepe macinato e completare con i filetti di cicala. Umami Ristorante Via Trani 103, Andria (BT) www.umamiristorante.com

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[ s alute & benes s er e ]

SEGUIRE UNA DIETA VARIA MA EQUILIBRATA SIN DA PICCOLI A cura di Evelina Flachi

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Nella nostra alimentazione quotidiana, l’apporto calorico deve rispettare una specifica distribuzione percentuale delle sostanze nutritive per consentire al nostro organismo di affrontare la giornata senza carenze e senza eccessi. Un’alimentazione varia ed equilibrata è alla base di una vita in salute ancora di più quando parliamo di quella dei nostri bambini. La coscienza alimentare e il relativo comportamento si formano già durante l’infanzia quando il bambino inizia a conoscere gli alimenti. La sana alimentazione è una premessa fondamentale per una perfetta crescita del bambino, che favorisce la buona salute durante tutta la vita. La piramide alimentare è il simbolo della sana ed equilibrata alimentazione e raffigura tre elementi cardine: varietà, moderazione, proporzionalità. La piramide traduce in termini pratici i comportamenti alimentari che bisogna adottare per far seguire al bambino una sana alimentazione. È costituita da 5 sezioni contenti i gruppi alimentari. Ogni alimento di ciascun gruppo fornisce degli apporti nutritivi prevalenti e specifici. Nessun alimento, preso singolarmente può soddisfare le esigenze nutrizionali del nostro organismo. Per una crescita ottimale del bambino è necessario variare gli alimenti ogni giorno attingendo ai diversi gruppi alimentari. Ciascun gruppo alimentare deve essere presente in modo proporzionale alla grandezza della sezione. Alla base della piramide si trovano gli alimenti che si possono utilizzare più liberamente, mentre al vertice quelli che bisogna limitare (grassi, dolci, snack).

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Fonte: Quaderni del Ministero della Salute - 25 ottobre 2015

Quali regole per una corretta alimentazione del bambino? “Mantenere un peso corporeo adeguato e ridurre la sedentarietà” sono i cardini principali per favorire l’acquisizione di abitudini alimentari salutari. Il peso adeguato per un bambino che cresce dipende da molti fattori: sesso, altezza, attività fisica e fattori ereditari. Essere in sovrappeso da bambini significa aumentare il rischio di esserlo anche in età adulta. L’eccesso di peso è un fattore di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, ecc. Bisogna incentivare i bambini a uno stile di vita attivo, anche attraverso l’organizzazione di attività che coinvolgano tutta la famiglia (bicicletta, passeggiate all’aperto, piscina). È bene limitare le attività di tipo sedentario come la TV, videogiochi etc., mentre all’attività fisica quotidiana - come giocare, fare una passeggiata etc. - è importante associare un esercizio fisico programmato. Quest’ultimo è utile per favorire il dispendio energetico, limitare la sedentarietà e le occasioni di alimentazione eccessiva.

settembre 2018


[ TV da gustar e ]

RETEQUATTRO SI RIFÀ IL TRUCCO! E ALTRE NEWS A cura di Edmondo Conti Da questo numero di italiadagustare andremo alla scoperta anche di una “TV da gustare”. Eh sì, anche nella TV di oggi si possono trovare tanti programmi puliti, educati, interessanti e piacevoli… Ogni mese andremo a scovarli tra i tanti canali disponibili per darvi la possibilità di poterli guardare e assaporare, nella speranza che possano incontrare il vostro gradimento.

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Dall’alto: Gerardo Greco, Nicola Porro e Piero Chiambretti

etequattro

Questo mese inizieremo più che da un singolo programma da una rete che ha cambiato pelle dedicandosi a un avvicinamento molto forte all’attualità, all’informazione e al costume con 3 nuovi programmi di prima serata. Da giovedì 13 settembre alle 21.15 a inaugurare il nuovo corso di Retequattro sarà Gerardo Greco, già conduttore di Agorà su Raitre e Direttore di Rai Radio 1, che condurrà W l’Italia, un talk che ospiterà personaggi di spicco della società, che si propone di approfondire i temi più attuali e interessanti della nostra bella Italia. Da lunedì 17 settembre sarà la volta di Nicola Porro ad accendere il dibattito politico con Quarta Repubblica, in cui porterà il suo stile arguto ma nello stesso tempo pacato nell’affrontare le tematiche politiche ed economiche del nostro Paese con ospiti provenienti dal mondo politico e non solo. Infine da mercoledì 26 settembre farà il suo debutto sulla rete diretta da Sebastiano Lombardi, Piero Chiambretti che porterà tutta la sua ironia in Cr4: La repubblica delle donne, in cui siamo certi di ritrovare tanti personaggi divertenti che ci faranno trascorrere un paio d’ore in allegria con un intelligente intrattenimento.

R aidue

Ecco un gradito ritorno che arriverà sui vostri schermi da lunedì 10 settembre. Alle 14.00 su Raidue tornerà una nuovissima edizione di Detto Fatto, il tutorial show più amato della TV con una nuovissima conduttrice, l’attrice pugliese Bianca Guaccero, l’immancabile ironia di Giovanni Ciacci e tanti tutor tra cui arriverà la nostra amata nutrizionista la Dottoressa Evelina Flachi.

C anale5 Bianca Guaccero e Gerry Scotti

Sempre da lunedì 10 settembre alle 18.45 su Canale 5 tornerà invece Gerry Scotti con la settima edizione di Caduta Libera, il game show con le botole, che si presenterà con tante novità: una scena parzialmente rinnovata e un nuovo gioco da affrontare per non cadere nelle famose e temute botole - Superclassifica. Appuntamento al mese prossimo per tante novità televisive, tutte da GUSTARE.

settembre 2018

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LIBRI A cura di Valerio Consonni

Peccato Originale (2017) Chiarelettere

Via Crucis (2015) Chiarelettere 20

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GIANLUIGI NUZZI

Gianluigi Nuzzi ha una storia veramente curiosa e forte. Ha iniziato a scrivere a 14 anni per la rivista Topolino e poi molti anni più tardi, esattamente nel 2009, scrive ‘Vaticano S.p.A.’, tradotto in quattordici lingue. Nel 2010, un altro libro inchiesta sulla ‘Ndrangheta, dal titolo ‘Metastasi’. Dopo varie trasmissioni televisive in prima serata sull’argomento, pubblica nel 2015 in diverse lingue il libro-inchiesta ‘Via Crucis’, tratto da registrazioni e documenti inediti sulla difficile lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa. Nuzzi diventa così protagonista di una incredibile vicenda mai accaduta prima in Italia nel mondo dell’informazione, la sottoposizione a processo da parte delle autorità vaticane per la fuga e la pubblicazione di documenti riservati. Presa d’assalto dalla Stampa non solo nazionale, la notizia si è rapidamente diffusa suscitando grande sbigottimento nell’opinione pubblica. Nel novembre del 2017 esce il suo saggio “Peccato Originale” su sesso, soldi e sangue in Vaticano. Il libro a pochi giorni dall’uscita ha innescato diverse polemiche nel Vaticano. Gianluigi Nuzzi ricompone, attraverso documenti

inediti, carte riservate all’archivio Jor e testimonianze sorprendenti, i tre fili rossi, sangue, soldi e sesso, che collegano e spiegano una fitta trama di scandali, dal pontificato di Paolo VI fino ai nostri giorni. Dipinge una ragnatela di storie dagli effetti devastanti, che hanno suscitato nel tempo interrogativi rimasti insoluti, avvenimenti che paralizzano ogni riforma di Papa Francesco. L’autore ricostruisce molte verità rimaste oscure, dalla morte di Papa Luciani e il suo incontro segreto con Marcinkus alla trattiva riservata fra Vaticano e Procura di Roma per chiudere il caso di Emanuela Orlandi; dai conti presso lo Jor di cardinali, attori, politici, tra operazioni milionarie e lingotti d’oro all’evidenza di una lobby gay che condiziona le scelte del Vaticano. Storie per la prima volta documentate. Un potere che continua agire impunito, più forte di qualsiasi papa, sempre capace di rigenerarsi, che ostacola ogni tentativo di riforma. Insomma due libri da cui non ci si vorrebbe mai staccare e mai posarli sul tavolo! E in un qualche modo una serie di dubbi si insinuano nelle nostre teste e ci conducono a riflessioni e a nuove domande. settembre 2018


[ libri ]

GLI 80 DI CAMPORAMMAGLIA

Dopo il terremoto del 2009, “Camporammaglia di Sassa”, immaginario paese in provincia dell’Aquila, corre il rischio di diventare la capitale del dolore, e di attirare tutta l’attenzione dei media e dei politici. Attorno alla casa di Adelio, gli 80 abitanti si muovono come sull’aia di un cascinale, sospesi tra stupore e angoscia: figure di resistenza alla catastrofe naturale e alla mutazione sociale. Valerio Valentini (Editori Laterza)

LA GALASSIA DEI DEMENTI

In un futuro dai confini incerti, attorno al 6.000, un’invasione aliena ha distrutto le città e decimato la popolazione umana, che ora vive insieme ai robot. Tra funamboliche citazioni mitologiche, critiche sociali camuffate da spassose e improbabili vicissitudini, tra campagne distopiche e centri urbani devastati, Cavazzoni ci risucchia nella sua fantascienza ironica, surreale e delirante, dove il futuro ci sembra familiare in modo sospetto, e il paesaggio un posto vagamente conosciuto. Ermanno Cavazzoni (La nave di Teseo)

MIO PADRE LA RIVOLUZIONE

Una raccolta di racconti, ritratti, biografie impossibili e reportage di viaggio attorno alla storia e al mito della Rivoluzione russa, dai protagonisti dell’ottobre 1917 (Lenin, Stalin e Trozkij) a personaggi minori ma non per questo meno affascinanti. Orecchio lavora sulla storia e con questa sua «controstoria» offre una chiave di lettura particolare, per scardinare il passato, per fare i conti coi mostri politici e le speranze tradite del Novecento. Davide Orecchio (minimum fax)

LE ASSAGGIATRICI

Fino a dove è lecito spingersi per sopravvivere? È l’autunno del ‘43, Rosa è appena arrivata da Berlino. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Un frammento di storia poco noto questo raccontato mirabilmente dall’autrice. Rosella Postorino (Feltrinelli) settembre 2018

LA RAGAZZA CON LA LEICA

Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto 27 anni. Questo libro racconta la vita di questa ragazza ribelle, l’amore con Robert Capa, l’avventura di fotografare e la gioia di vivere nella Parigi degli anni Trenta. Helena Janeczek (Guanda)

LE VITE POTENZIALI

Un romanzo che racconta le vicende di tre informatici trentenni - Alberto, Luciano e Giorgio - diversi per carattere e approccio verso la vita, ma contraddistinti da una stessa insicurezza di fondo: insicurezza non correlata (ma comunque in rapporto con esse) alle evoluzioni di forma e di pensiero comportate da una tecnologia ormai onnipervasiva. Francesco Targhetta (Mondadori)

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[ a genda italia ] Avete l’impressione che l’estate sia quasi finita? Eppure settembre è un mese bellissimo e l’Italia di occasioni per vivere una piccola indimenticabile vacanza ce ne offre ancora tante. Ecco quali abbiamo scelto per voi. LA FESTA DELL’UVA A IMPRUNETA

Compirà 92 anni ma resta sempre più giovane e frizzante che mai: è la Festa dell’uva di Impruneta, il borgo sulle colline di Firenze che sin dal 1926 celebra la manifestazione legata alle tradizioni contadine. Una suggestiva sfilata di carri dei quattro rioni, accompagnati da balli e musica nella rappresentazione del tema scelto. L’ultima domenica di settembre l’appuntamento è nel centro storico del paese per ammirare la sfilata dei grandi carri allegorici con spettacoli, balli popolari ma anche degustazioni, mostra mercato del vino e dei prodotti tipici del territorio. FESTA DEL VINO E DEL MONFERRATO

WEEKEND NEI BORGHI AMIATINI

La vendemmia animerà le colline del Monferrato per due interi weekend, dal 14 al 16 e dal 21 al 23 settembre. Un lavoro significativo, perché darà vita, con l’anno nuovo, alla nascita di alcuni dei vini più pregiati e apprezzati al mondo. Sempre questo mese avverrà la mietitura del riso e, accanto a questi prodotti, si potranno gustare altre eccellenze come insaccati e dolci. Al Mercato Pavia a Casale Monferrato (in Piazza Castello) oltre 20 Pro Loco vi proporranno le tante “prelibatezze” del territorio: tanti gli eventi musicali, mercatini di prodotti, mostre… tutti “da gustare”.

Castagne, funghi, vino, olio sono il fil rouge di #AmiatAutunno, un calendario di feste popolari che per tre mesi animano i borghi amiatini. Da settembre a novembre gusto e tradizione si intrecciano e, ogni fine settimana, piccoli paesi ancora a misura d’uomo aprono le loro porte. L’olio è il primo protagonista nel fine settimana del 29-30 settembre quando Montegiovi (comune di Castel del Piano) propone la “45a edizione della Sagra della Bruschetta e dell’Olio Nuovo”. La visita ad uno dei frantoi tra Montegiovi e Montenero è obbligatoria così come la degustazione del Montecucco docg, il re dei vitigni di questo fazzoletto di Toscana. Info www.amiatautunno.it

LA TASSÈRA… “LA PICCOLA TOSCANA”

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La Tenuta La Tassèra sorge alla sommità di una dolce collina aperta da ogni lato sullo splendido panorama dell’Oltrepò Pavese. La struttura si colloca ai due lati del pianoro, lasciando al centro un’area di prato e di vigne che conserva l’atmosfera della raffinata campagna italiana. Prima di giungere alla tenuta si passa per il paese di Santa Giuletta, famoso per il Museo delle Bambole, per arrivare al piccolo borgo di Castello dove è possibile passeggiare nel silenzio e gustare i vini delle locali aziende agricole. Vedendola e visitandola si capisce perché Kikka Tabasso, una delle proprietarie, la definisce da sempre “la piccola toscana” in un magico angolo dell’Oltrepò Pavese. Info www.latasseraoltrepo.com settembre 2018




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