Milano 24orenews italiadagustare - magazine Aprile 2021

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LADY GAGA

Ciak a Milano per “House of Gucci”

UN ANGOLO DI GIAPPONE

Anno 11 - Aprile 2021 • Periodico di Cultura e Società

Nel cuore di Milano

ERMITAGE MEDICAL HOTEL Alla salute si pensa in vacanza



MILANO TRA STORIA E LEGGENDA Milano nasconde perle di architettura che parlano linguaggi diversi, rispecchiando diversi stili e culture. Vi abbiamo già raccontato le storie della Cà di ciap di Corso Venezia, della Casa 770 di Via Poerio e delle case a fungo del quartiere Maggiolina. Riprendiamo il nostro viaggio nella Milano insolita e misteriosa. A cura di PAOLO MINOTTI

LA CASA DELLE FATE ell’elegante quartiere di San Siro, nelle vicinanze dell’Ippodromo, noto per l’eleganza delle sue costruzioni, la tranquillità e il verde, non si può non notare una casa dall’aspetto a metà tra Disneyland e il castello delle principesse, che sembra uscita dal mondo delle fiabe. Si trova in Via Odescalchi, nella parte del quartiere tra Viale Caprilli e Segesta dove sorgono molte graziose villette. La principessa del quartiere è lei, ben nota tra gli abitanti della zona. È chiamata la “Casa delle fiabe” e sono molti i genitori che portano i loro bimbi ad ammirarla dalla strada. Tuttavia pare che un tempo avesse tutta un’altra fama e nasconda un passato alquanto inaspettato e “piccante”. Infatti negli anni ‘80 e ‘90 - e qui siamo ai “si dice” - sembra sia stata una sorta di casa di appuntamenti con al suo interno una iconica piscina a forma di cuore, che ora non c’è più. Che siano verità o soltanto leggende metropolitane, quello che è certo è che oggi la villa è divisa in appartamenti e non c’è più traccia di questa memoria. Per la gioia dei più piccoli anche se, forse, non di tutti i più grandi!

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VIA LINCOLN E “IL QUARTIERE ARCOBALENO” urano? Londra? Cuba? No, non siamo nell’isola dei merletti e delle case colorate, e nemmeno nei quartieri pittoreschi di Notting Hill o dell’Avana: questo tripudio di colori inaspettato si trova a Milano. La storia di questo quartiere inizia alla fine del 1800 quando un gruppo di amici, che sognano un quartiere dove gli abitanti possano vivere in piccole villette a prezzi accessibili, in una zona tranquilla, danno vita al progetto del “Quartiere Giardino” (detto “Arcobaleno”). Nasce così una cooperativa operaia che progetta di estendere il quartiere in tutta l’area di Porta Vittoria, edificando una grande zona popolata da graziose casette nel cuore di Milano. Purtroppo però l’arrivo delle due guerre mondiali stravolge questo piano e il quartiere resta confinato in Via Lincoln. Nel corso degli anni, gli abitanti si sono sbizzarriti in una sorta di sfida con i colori delle facciate: dai pastelli alle tonalità più accese, ogni casa ha un proprio diverso colore. Via Lincoln e il Quartiere Giardino sono un angolo di Milano fuori dal tempo, un susseguirsi di vegetazione e villette colorate, un’oasi segreta di poesia, colore e natura.

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Milano Periodico di Cultura e Società

Anno 11 - N. 4 Aprile 2021

PERSONAGGIO

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Lady Gaga, ciak a Milano per “House of Gucci”

MILANO SI RACCONTA

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Francesco Lenoci, presidente onorario “pugliesi” a Milano; Il CMAE a fianco del CAPAC per la formazione dei giovani Marlene® trasforma i tram di Milano in opere d’arte; Milano Digital Week La Fiera di Milano. Cento anni, infinite storie Pasqua solidale LILT 2021

MILANO INCONTRA

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Saeed Ahmadvand «Il mio sogno? Un match Italia-Iran» Un angolo di Giappone nel cuore di Milano

FASHION

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Il soprabito Accessori: la rafia naturale

BEAUTY

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I consigli di Marina Mazzolari

RUOTE & MOTORI

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Audi E-Tron GT

DESIGN

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Design a colori

VIAGGI

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Bonjour Paris!

HI-TECH

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Novità hi-tech

FINANZA & FUTURO

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La tutela del patrimonio familiare un aspetto culturale

AMICI A 4 ZAMPE

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Perché un cane di razza?

ERBARIO MAGICO

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“Dal cielo e dalla terra”

COME STAI?

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L’Ermitage Medical Hotel di Abano Terme Ritrovare se stessi attraverso il Tai Chi Vene trasversali

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In copertina: Lady Gaga

Aprile Direttore Responsabile Dario Bordet Direttore Editoriale Alessandro Trani Art Director Patrizia Colombo Impaginazione Milano Graphic Studio S.r.l. Hanno collaborato Samina Abedini Giovanni B. Agus Ferdinando Asnaghi Anna Zara Beretta Roberto Bonin Patrizia Colombo Jacques Cruasier Carlo Kauffmann Antonello Martinez Marina Mazzolari Luca Medici Andrea Pitrelli Viridiana Schmidt Momi Symon Edizioni Le Roy srl - Milano | Roma redazione@24orenews.it redazione@le-roy.it www.24orenews.it Telefono: 377.4695715 Promozione & PR Anna Nannini, Dante Colombo, Carlo Kauffmann info@le-roy.it Stampa La Serigrafica Arti Grafiche Via Toscanelli, 26 - Buccinasco MI Periodico mensile Reg. trib. di Milano n. 321 del 10/06/11 N° iscrizione ROC: 22250 Distribuzione Gratuita Desideriamo informarLa che i suoi dati personali raccolti direttamente presso di lei o fornitici saranno utilizzati da parte di “24orenews.it Milano” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 95/46/CE e dal D.lgs. 171/98 per la tutela della Privacy nelle Telecomunicazioni e dalla direttiva 97/07/CE e dal d.lgs. 185/99 Eventuali detentori di copywriting sulle immagini - ai quali non siamo riusciti a risalire - sono invitati a mettersi in contatto con: Le Roy srl


EDITORIALE

“LA MILANESE” Avete provato almeno per una volta a guardare le donne che popolano questa nostra città? Non prendetemi per matto, tutti risponderete “certo!”, e allora come mai vi è sfuggito che Milano è la città più femminile che si possa immaginare? Qui ci vivono donne di ogni età e di ogni parte del mondo con la stessa frenesia, con gli stessi impegni a scuola, al lavoro, a casa, e poi - prima della dannata pandemia - molte di loro impreziosivano i bar, i ristoranti o le trattorie alla moda, le boutique, le palestre a fare pilates per restare in forma. Negli uffici, nei giornali, nel magico mondo della televisione, ormai giustamente, dirigono, sono abili sceneggiatrici, registe. Già, tutto normale direte voi… No! Milano si identifica con una donna forte, piena di vita, ricca di interessi, single per scelta con o senza figli senza alcun problema o sposata per scelta, con figli o senza, amante degli animali e delle scarpe con il tacco 12 per le serate o le sneakers per correre nei parchi cittadini alle 6 del mattino, ma anche per andare in ufficio o all’università. Quante ricercatrici, fotografe, inviate, ci sono nei giornali e nelle tv della nostra città? E quante stiliste, design, architette, arredatrici di interni ci sono a Milano negli studi intorno a Brera o all’Isola… persino la nostra rivista ha un Art director donna che guida e incanala ogni nostra opinione con tutta la fermezza possibile, perché lei è “l’Art” e se non va bene… Infatti è con noi da 10 anni! Milano è donna e forse per questo le studentesse fuori sede, le modelle, la vivono come se fosse casa loro. Le vedete in metrò spesso con la cartina in mano per scendere alla fermata giusta. Le donne di Milano vanno oltre il giorno della donna e amano tutti i colori dei fiori e non solo il giallo della mimosa, si sentono nella loro città anche se arrivano da Londra, Parigi, Tokio, Amsterdam, Berlino o più banalmente dai centri della città metropolitana! Non sono nate qui ma si sentono “la milanese” perché questa è Milano, l’interprete unica di un vero modo di vivere. Carlo Kauffmann 24oreNews

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LADY GAGA

CIAK A MILANO PER “HOUSE OF GUCCI”

RITORNA IL GRANDE CINEMA A cura di VIRIDIANA SCHMIDT

n via Montenapoleone, nel celebre “quadrilatero della moda”, passeggia Lady Gaga, il personaggio più glamour di Hollywood; recita sotto i riflettori, davanti alla macchina da presa, indossa i panni di Patrizia Reggiani, l’ex moglie di Maurizio Gucci, lo stilista-imprenditore ucciso da un sicario assoldato da lei la mattina del 27 marzo 1995, intorno alle 8.30, mentre usciva dalla sua casa in corso Venezia 38. A Brera, invece, nel cortile dell’Accademia, Napoleone Bonaparte ammira l’immaginifica statua del Canova che lo ritrae nudo, in piedi, come il dio greco Marte Vincitore. Intanto si blocca il traffico al Cimitero Monumentale: passa una imponente processione di tir, camper, roulotte, scortata da pattuglie di vigili motociclisti; la precedono a sirene

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© thehouseofgucci @Instagram

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PERSONAGGIO Nella pagina a fianco: Lady Gaga e Adam Driver durante le riprese del film sulla saga dei Gucci, firmato Ridley Scott; a sinistra Lady Gaga con Al Pacino; sotto: Gianina Facio

© thehouseofgucci @Instagram

della Mondadori, della Rusconi e della Rizzoli. Nel corso della sua vita giornalistica ha incontrato innumerevoli personaggi della cultura e dello spettacolo. A Milano ha visto e intervistato e ripreso nel suo studio fotografico, cantanti, attori, sportivi, scrittori.

arditi grattacieli del terzo millennio, costruzioni fantascientifiche di vetro, piazze sospese in aria, passerelle sinuose e boschi verticali. Ne ho parlato con Ranuccio Bastoni, giornalista e reporter, versiliese (ha anche diretto l’ufficio stampa della Bussola di Focette e della Capannina di Forte dei Marmi), vive a Milano dai tempi del boom economico. Ha scritto per numerose testate, dal Corriere della Sera, al Giorno, ai settimanali

Photo New Reporter Press

spiegate sotto i grattacieli della zona Garibaldi. È la troupe de “L’amica geniale 3”, la cui uscita è prevista nell’autunno 2022. Molte scene sono state ambientate tra la Galleria e corso Vittorio Emanuele, dove, magia del cinema, sono comparse decine e decine di auto e motociclette anni Settanta. Milano è tornata ad essere capitale del cinema. Fra i produttori di “House of Gucci”, (in Italia sarà solo “Gucci”) accanto a Ridley Scott, anche regista, spicca il nome di sua moglie, Gianina Facio. L’avvenente produttrice la ricordiamo giovanissima, quando calcava le passerelle dell’alta moda, appariva sulle televisioni Mediaset in divertenti varietà al fianco di Gaspare e Zuzzurro e tifava Milan. Sempre più registi e produttori oggi scelgono Milano per ambientarvi le loro storie. Fa gola lo spettacolare contrasto urbanistico e architettonico che la caratterizza: accanto agli storici Navigli di Leonardo, oggi ritrovo obbligato della mondanità giovane, convivono i magnifici palazzi ottocenteschi austroungarici e risorgimentali, seriosi e imponenti, mentre sul nuovo skyline della città svettano gli

Milano si ripropone dunque come “location” di successi cinematografici e televisivi? Sì, Milano nell’immaginario cinematografico internazionale, grazie alla moda, all’economia ed all’industria, è diventata un luogo dove è possibile ambientare di tutto: commedie, thriller, fantascienza, politica e pellicole a sfondo sociale. Soprattutto Milano offre le infrastrutture e i collegamenti necessari alla realizzazione di un film. Eppoi a Milano c’è una grande tradizione storica cinematografica. Nel 1879, due anni dopo la presentazione a Parigi della prima pellicola dei fratelli Lumiere, venne presentato a Milano il primo “cinegiornale”: la cronaca di una corsa di cavalli, girata a San Siro e proiettata nel neonato Cinematografo Centrale in Galleria Vittorio Emanuele 23. Infine a Milano in quegli anni nacquero i primi “studios” cinematografici del mondo. Il signor Montuori ideò una sala posa con illuminazione artificiale, dove poter girare in qualsiasi momento, senza dover aspettare la luce del giorno. Per inseguire e sfruttare la luce solare si erano dovute trasferire in Cali24oreNews

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Photo New Reporter Press

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PERSONAGGIO

A sinistra Lady Gaga e Adam Driver a Champoluc durante le riprese di “House of Gucci”; a destra: Sophia Loren

fornia, a Hollywood, tutte le maggiori case cinematografiche. Anche il primo lungometraggio “kolossal” fu girato a Milano. Era “Inferno”, ispirato dalla Divina Commedia di Dante, diretto dal regista Franco Bartolini. La presentazione ufficiale avvenne il 21 marzo 1911 nella sala dei Filodrammatici. Un vero e proprio film colossale, se si pensa che la lunghezza della pellicola era più di 1000 metri, un’enormità per quell’epoca in cui un film standard non superava i 200 metri! Ma solo agli inizi Milano si è distinta nel cinema? Negli anni settanta e ottanta c’è stato il boom del cinema. Milano era diventata un grande set cinematografico. Allora, registi importanti girarono film come “La classe operaia va in paradiso” e “Sbatti il mostro in prima pagina” ambedue interpretati da Gian Maria Volonté, “Revolver” con Fabio Testi e Oliver Reed, che avevo conosciuto in Bulgaria sul set del film “I giorni del furore” con Claudia Cardinale e infine i film diventati dei cult, “Rocco e i suoi fratelli” con Delon e la Cardinale, “I soliti ignoti” con Ma8

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stroianni, Gassman e Totò, “Il caso Venere privata” con Raffaella Carrà, tratto dal romanzo di Scerbanenco (che faceva il giornalista alla Rizzoli), “Miracolo a Milano”, “Il generale della Rovere”, oppure “Via Montenapoleone” con Valentina Cortese”. E in quel periodo a Cologno Monzese, dove ora ci sono gli studi di Mediaset, c’erano i capannoni della De Paolis, la Cinecittà milanese, tutti in grande fermento. Parliamo di Lady Gaga… Stefani Joanne Angelina Germanotta, Lady Gaga, newyorkese di nascita ma di chiare origini siciliane da parte di padre, è la nuova icona glamour del mondo della musica leggera che lei ha saputo legare al cinema. Infatti la canzone “Shallow” tratta dalla colonna sonora di “A star is born”, un film che l’ha vista protagonista anche sul set al fianco dell’attore e regista Bradley Cooper, le ha fruttato un Oscar. Lady Gaga, tornata a Milano per girare questo nuovo film, ha sempre affermato l’orgoglio delle sue origini italiane che ha ribadito col suo ultimo album “Chromatica” dove Il duetto con Ariana Grande “Rain on

me”, è arrivato ai vertici di tutte le classifiche digitali ed è stata la prima collaborazione tra le due artiste multiplatino. Successo talmente grande che in questi giorni a Milano dove sta girando il film “Gucci”, è stata messa in vendita nei negozi una confezione speciale di biscotti Oreo attraverso la quale lancia un’iniziativa per tutte le superstar in divenire, sfidando i “Little Monsters” e gli amanti di Oreo a condividere la loro interpretazione di “Stupid Love”, il brano principale dell’album, ampiamente acclamato dalla critica. I video delle interpretazioni più belle potranno essere modificate per creare un video “duet”, un duetto musicale virtuale insieme a Lady Gaga! Insomma, Milano è una città straordinaria, come dice Lucio Dalla nella canzone che le ha dedicato:

Milano sempre pronta al Natale Che quando passa piange E ci rimane male Milano sguardo maligno di Dio Zucchero e catrame



MILANO SI RACCONTA A cura di MOMI SYMON

IL CMAE A FIANCO DEL CAPAC PER LA FORMAZIONE DEI GIOVANI

FRANCESCO LENOCI, PRESIDENTE ONORARIO “PUGLIESI” A MILANO «Nella vita di un uomo ci sono alcuni momenti indimenticabili: grazie, grazie di cuore, per avermene regalato uno», sono state le parole del prof. Francesco Lenoci nell’accogliere con entusiasmo la nomina conferitagli. L’Associazione (www.pugliesiamilano.it), presieduta da Nicola Tattoli, è stata fondata nel 2013 da alcuni giovani professionisti pugliesi che vivono e lavorano a Milano, allo scopo di fare networking e valorizzare le eccellenze della loro terra di origine. Il prof. Lenoci, Patriae Decus di Martina Franca, vive, lavora e insegna a Milano (viene definito “Il miglior ambasciatore della Puglia a Milano”). È Docente di “Metodologie e determinazioni quantitative d’azienda” nell’innovativo Corso di Laurea Blended “Direzione e Consulenza Aziendale” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Quando non fa lezione all’Università, o non lavora nel suo studio a pochi metri dal Duomo, Francesco Lenoci fa attività di sviluppo, incontrando in Puglia, al Vinitaly di Verona, al Cibus di Parma, al Pitti di Firenze, alla Milano Fashion Week, al TuttoFood, alla Bit, al Salone del Mobile, al BookCity... produttori di salumi, maestri frantoiani, panificatori dalla storia decennale, titolari di caseifici e di masserie, artisti della ceramica, stilisti... E li racconta con sapienza mediante storie di creazione di valore, che emozionano e appassionano. 10

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Il CMAE (Club Milanese Automotoveicoli d’Epoca) lavora da 4 anni a fianco del CAPAC (Politecnico del Commercio e del Turismo) per la formazione dei giovani nell’ambito del corso di “Tecnico riparatore veicoli a motore auto e moto d’epoca”, volto alla formazione di giovani restauratori appassionati, desiderosi di imparare a conservare la cultura e l’importante eredità del motorismo storico. Istituito dal CMAE insieme al Registro Italiano Porsche 356 e ASI e con il supporto di Confcommercio, il corso quest’anno è giunto alla sua 4ª edizione e prevede complessivamente 990 ore. È rivolto agli studenti in possesso della qualifica triennale di Operatore alla riparazione dei veicoli a motore. La formazione ruota attorno a 4 moduli che rappresentano le altrettante macro aree tematiche del restauro dei veicoli d’epoca: la meccanica, la carrozzeria, l’impianto elettrico e la tappezzeria. Durante la prima fase gli allievi iniziano con l’apprendere i presupposti fondamentali del restauro, esercitandosi presso l’officina scolastica su vetture storiche generosamente messe a disposizione da alcuni soci delle Associazioni sostenitrici. Successivamente gli studenti iniziano il periodo di tirocinio formativo presso le aziende partner. Il corso ogni anno porta al diploma professionale 16 giovani altamente specializzati. Molti di loro, infatti, riescono immediatamente a inserirsi nel mondo del lavoro, spesso all’interno delle aziende presso cui avevano svolto il tirocinio formativo. Info: www.cmae.it


MILANO SI RACCONTA

MILANO DIGITAL WEEK

MARLENE® TRASFORMA I TRAM DI MILANO IN OPERE D’ARTE È stata una vera e propria mostra itinerante a cielo aperto quella che ha attraversato a marzo le vie di Milano. Le opere finaliste del Digital Contest lanciato da Marlene® per festeggiare i suoi 25 anni hanno infatti completamente vestito i tram Sirietto in esercizio sulla linea 14 di ATM. Sono state oltre 6mila le immagini provenienti da ben 36 Paesi del mondo a ritrarre la gustosa mela altoatesina “figlia delle Alpi”. Per tutto il mese di marzo i milanesi hanno potuto ammirare le 25 idee più belle selezionate in onore della tipica mela dell’Alto Adige Südtirol a partire dall’opera vincitrice realizzata dall’artista Francesca Cito, scelta come la nuova immagine di Marlene® per tutta questa stagione commerciale: una ninfa sognante immersa in un’atmosfera fiabesca a colori vivaci, tipica del paesaggio altoatesino. Tra le opere che i milanesi hanno potuto ammirare sui tram, c’è anche quella di una loro giovane concittadina, l’illustratrice Laura Tavazzi, una delle 25 finaliste del Digital Contest, e si intitola “Un dolce abbraccio”. «Ho voluto illustrare l’abbraccio tra l’uomo e i frutti della natura, e la mela ne è un simbolo per eccellenza.» spiega l’artista milanese, molto soddisfatta per il traguardo raggiunto «Mettersi in gioco, competere e emergere tra 6mila opere è davvero una grossa ricompensa emozionale e professionale. Ognuno dei 25 finalisti del Contest potrà usufruire di un soggiorno nei masi di montagna del Gallo Rosso».

Dal 17 al 21 marzo 2021 è tornata la Milano Digital Week, il più grande evento full digital d’Italia, per poter continuare a parlare di evoluzione digitale anche in questa situazione di cambiamenti dovuti alla pandemia. “Città Equa e Sostenibile” è stato il tema caratterizzante questa quarta edizione, ed era riferito a una Milano che vede un suo nuovo orizzonte delinearsi sotto il profilo economico, sociale e ambientale. Vuole ribadire l’importanza di un confronto aperto, inclusivo ed equo su molti tra i temi che sono oggi veicolati e supportati dal digitale: dal lavoro alla formazione, dall’uguaglianza allo sviluppo sostenibile, all’arte, alla cultura. Il palinsesto di più di 650 eventi gratuiti è stato come sempre organizzato in sezioni: Educazione; Lavoro; Diritti, uguaglianza e inclusione; Arte, musica e cultura; Sviluppo sostenibile e ambiente; Tech; Media; Salute e sport; Nuove generazioni. Anche in questo difficile anno la Milano Digital Week ha mostrato da parte di tutti, organizzatori e partecipanti, grande volontà, intensa partecipazione ed esplosione di idee. Una Città viva come sempre, impegnata a riprendersi il ruolo che la pandemia ha solo annebbiato e non certo abbattuto.

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LA FIERA DI MILANO

CENTO ANNI, INFINITE STORIE A cura di MOMI SYMON

Folla di visitatori lungo Viale dell’Industria alla Fiera Campionaria di Milano del 1934

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utto ebbe inizio il 12 aprile 1920 quando, su iniziativa di otto imprenditori, nacque la prima Fiera Campionaria, che si tenne ai Bastioni di Porta Venezia, con 1200 espositori, di cui quasi un terzo stranieri. Ci vollero altri tre anni perché approdasse in quella che all’epoca veniva chiamata Piazza d’Armi e che, per decenni, diventerà semplicemente la Fiera, nome con cui i milanesi identificavano sia le esposizioni che il quartiere. Oggi Fiera Milano è uno dei più grandi player fieristici e congressuali a livello internazionale e ha

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il compito coraggioso di accompagnare le imprese nel futuro “piantando” dentro e fuori i padiglioni i semi dell’innovazione e della creatività che derivano dall’incontro delle diverse culture aziendali, dallo scambio di conoscenze ed esperienze. Un anno fa quindi la Fiera di Milano compiva cent’anni, ma a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 Milano quasi non s’accorse dello speciale compleanno di quei giorni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva però voluto ricordarlo con un messaggio (inviato al presidente di Fiera Milano Enrico


MILANO SI RACCONTA

Pazzali): «La ricorrenza dei 100 anni dalla prima edizione della Fiera Campionaria di Milano è ragione di orgoglio, oltre che di spinta a un ulteriore impegno, per la città, per la Lombardia e per l’Italia intera. Nelle vicende di un secolo così intenso la Fiera di Milano è stata protagonista nei processi delle trasformazioni economiche e sociali, aprendo l’Italia al mondo, ponendo in relazione industria, commercio e società. Il made in Italy ha vissuto nella Fiera momenti generativi e dagli spazi espositivi ha ricevuto un forte impulso […]». «Nella prospettiva della ripresa della nostra attività produttiva la Fiera Campionaria si confermerà certamente un punto propulsivo di primaria importanza su cui l’Italia sa di poter contare» concludeva il messaggio del Presidente della Repubblica. Purtroppo, dopo un anno, ci troviamo ancora in piena pandemia e le celebrazioni

Sopra: veduta di Piazzale caccia e pesca attraverso una suggestiva ruota a raggi del punto espositivo “Pirelli per le vacanze” alla Fiera Campionaria di Milano del 1962; sotto: lavori di costrizione del Portello, 1996-1997

Veduta aerea della Fiera di Milano del 1926

sono ancora tutte rinviate. Tuttavia i 100 anni della Fiera rimarranno nella storia grazie anche a “La Fiera di Milano. 1920 - 2020. Cento anni, infinite storie”, un libro che celebra questa importante ricorrenza, ricco di storie, notizie, immagini, curiosità, approfondimenti e dati storici. Un patrimonio collettivo di valore, uno specchio della società conservato nell’immenso archivio di Fondazione Fiera Milano. Il volume, edito da Skira, è stato curato da Luca Masia - scrittore, autore, saggista, esperto in storia d’impresa - che si è avvalso di contributi eccellenti tra cui quelli di Ferruccio de Bortoli, Giampietro Borghini, Ferruccio Resta, Stefano Baia Curioni, Luca Molinari, Roberto Arditti. Sfogliando il testo, si scopre come la Fiera non fosse solo industria, produzione, commercio: un capitolo è dedicato alla Moda, uno all’Arte, uno all’Architettura, un altro alla Comunicazione pubblicitaria e ai manifesti d’epoca. «Il progetto del volume nasce dalla ricorrenza del centenario, ma il suo non è un significato solo celebrativo, lontano dalla realtà odierna - spiega Masia -. Si guarda al passato con calore e con affetto, ma senza nostalgia, perché adesso il piacere di ritrovare la storia dev’essere un incentivo alla rigenerazione». Del resto, come scrive il curatore, la Fiera ha sempre saputo interpretare i tempi ed evolversi con successo. Dalla fondazione nel 1920 (otto imprenditori coraggiosi e mille espositori sui Bastioni di Porta Venezia) fino alla scelta di chiudere la Campionaria nel 1990 per sviluppare le manifestazioni di settore. Dalla rinascita tra le distruzioni dei bombardamenti al trasferimento fuori città e all’auspicata ripresa post pandemica. 24oreNews

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MILANO SI RACCONTA

PASQUA SOLIDALE e colombe LILT 2021 perUovasostenere le attività ludicodidattiche dell’Istituto Tumori di Milano

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a Pasqua solidale 2021 della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Milano Monza Brianza è a sostegno dei piccoli pazienti oncologici dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Per Pasqua ci sono quattro tipologie di regali solidali LILT: • Uovo di Pasqua fondente: uovo artigianale con un peso di 250 grammi, realizzato con cioccolato extra fondente (€10). • Uovo di Pasqua al latte: uovo artigianale con un peso di 250 grammi, realizzato con finissimo cioccolato al latte (€10). • Koà: quattro uova di cioccolato artigianale al latte con peso complessivo di 80 grammi (€7). • Colomba artigianale: colomba handmade con un peso di 750 grammi (€15). Le uova e la colomba LILT sostengono le attività ludico-didattiche nel reparto di Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori. I bambini, seguiti da educatori LILT, vengono accompagnati nei momenti di gioco, svago e studio. Partecipano a momenti ludici e a laboratori creativi: pittura su carta e altri materiali, découpage, lavorazione del cuoio, realizzazione di spille e collane, cucina, laboratorio musicale e laboratori con materiali di riciclo, giochi di società e tombola sono solo alcune delle tante attività proposte. Vengono coinvolti i bambini dai 2 anni in su a cui viene, inoltre, garantita la continuità

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didattica per permettere loro di rimanere al passo con i compagni, favorendo così anche il reinserimento scolastico alla fine delle cure. I regali pasquali si trovano all’interno degli ambulatori LILT e del Charity Shop dell’Istituto Nazionale dei Tumori oppure online su www.legatumori.mi.it. Per ulteriori informazioni: sostieni@legatumori.mi.it La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – Associazione Provinciale Milano Monza Brianza APS – è nata nel 1948 sulla spinta di una forte cultura della solidarietà e dell’educazione alla salute. Opera sul territorio di Milano e Monza Brianza per promuovere e realizzare iniziative volte a far conoscere, potenziare e valorizzare la prevenzione, la diagnosi precoce e la ricerca in campo oncologico e rispondere ai bisogni dei malati e delle loro famiglie, in condizioni economicamente disagiate, con concreti servizi di assistenza. L’Associazione, riconosciuta dalla Regione Lombardia come organizzazione senza fini di lucro e di attività sociale, fa parte di un Ente Pubblico su base associativa che opera sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e sotto la vigilanza del Ministero della Salute.



MILANO INCONTRA

«IL MIO SOGNO? UN MATCH ITALIA-IRAN»

SAEED AHMADVAND

A cura di SAMINA ABEDINI

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aeed Ahmadvand è il capitano della nazionale iraniana di tennis da ben 8 anni, dopo aver allenato il junior team dal 2011 al 2013. Saeed nacque nel 1976 ad Ahvaz, nell’Iran del sud, terra di grande cultura tennistica,

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in una famiglia dell’alta borghesia, ma dopo pochi anni si trasferì con la famiglia a Teheran e a soli 10 anni iniziò la sua carriera da giocatore professionista, non impiegando molto a farsi notare da giocatori e appassionati del suo Paese per la sua agilità e leggerezza. Con l’Iran ha

vinto la medaglia d’argento al torneo delle migliori nazioni asiatiche in Qatar nel 2012. Tuttavia il team non è mai entrato nel Gruppo Mondiale della Coppa Davis, quello delle squadre più prestigiose, e solo nel 2010 è stato promosso al Gruppo II della Zona Asia/Oceania. Pro-


prio per questo uno dei suoi progetti è l’organizzazione di partite o tornei di esibizione tra i suoi tennisti e quelli italiani, molto più in alto nel ranking, in modo da dare ai giovani talenti iraniani l’opportunità di confrontarsi, perfezionarsi e salire di livello. L’iniziativa, inoltre, potrebbe essere finanziata da alcuni sponsor, senza alcun onere per le finanze pubbliche. Infatti in Iran il tennis non è popolare quanto il calcio, e quindi riceve meno attenzioni e supporto economico. E Saeed conosce bene le esigenze del tennis professionistico di alto livello, avendo tra l’atro allenato campioni come Amirvala Madanchi (miglior ranking ATP n° 837) e Anoosha Shahgholi (miglior ranking ATP n° 847), ed essendo in possesso dei certificati ITF Level 2 e GPTCA e International. A questo proposito Ahmadvand racconta che i limitati mezzi economici a disposizione gli hanno creato diversi problemi nella gestione del team. Ma al di là di questo, Saeed è convinto che tutti i Paesi, anche le economie industriali più sviluppate, hanno difficoltà a formare i tennisti in quanto

un professionista, per poter affrontare i grandi tornei internazionali, ha bisogno di allenarsi per almeno 25 settimane l’anno con un coach privato professionista, oltre ad aver bisogno di un preparatore atletico e anche di un massaggiatore. Ahmadvand è fermamente convinto che un tennista per arrivare ai piani alti del ranking mondiale debba comunque essere seguito e controllato da un team completo esattamente come Djokovic o Nadal, che nonostante la brillantezza fisica comunque si allenano con i rispettivi coach. Tutto questo costa, ed è il principale motivo per cui ogni professionista di livello, diciamo tra i primi 200 del ranking ATP, ha degli sponsor personali. Da questo punto di vista, tuttavia, l’Iran è in una situazione particolare. Essendo il Paese isolato e chiuso a quasi tutti i contatti con l’estero, difficilmente i tennisti iraniani possono accedere a sponsor stranieri. Continua Saeed: «Credo che i player miei connazionali debbano abbandonare la convinzione che la Federazione iraniana debba provvedere al 100% alle loro necessità.

Devono invece cercare di farsi notare e avere visibilità presso gli sponsor». Oggi il movimento tennistico iraniano ha poco da offrire, non solo perché mancano la simpatia e l’abilità di campioni come Mansour Bahrami, arrivato a essere n° 192 del ranking ATP, ma perché oggi i suoi giocatori non hanno opportunità di confronto. «Non mi aspetto che un giocatore iraniano abbia gli stessi risultati dei più forti al mondo, perché questi hanno la possibilità di confrontarsi e perfezionarsi nei tornei più importanti. Ma basta guardare a cosa era il tennis in Iran prima dell’avvento della Repubblica Islamica. Alla fine degli anni ‘50 la disciplina era molto praticata poiché in quegli anni al sud del Paese vivevano molti inglesi e francesi, tecnici delle grandi aziende petrolifere, super appassionati delle gesta dei campioni di Wimbledon e del Roland Garros ben impresse nella memoria. Ci volle poco al tennis per diventare la passione dell’alta borghesia locale. Risultato, l’Iran entrò in Coppa Davis nel 1962 disputando 64 partite. E vincendone la metà». 24oreNews

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UN ANGOLO DI GIAPPONE NEL CUORE DI MILANO A cura di ANNA ZARA BERETTA

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n Giappone, la cura di sé e della propria pelle è un fatto culturale legato al rispetto per la persona, sia propria che altrui. Una vera e propria ritualità per cui si è istruiti fin da bambini e che continuerà per tutta la vita. Per ogni famiglia giapponese la sala da bagno è un ambiente fondamentale ed estremamente caratteristico della casa, un elemento unico anche rispetto al resto dell’Asia. Vi si passa molto tempo coniugando la cura del corpo alla rigenerazione dello spirito. È così che le donne giapponesi diventano famose nel mondo per la loro pelle “di porcellana”, levigata e luminosa, che pare non invecchiare mai. Una cultura così radicata e attenta alla cura della persona si riflette in consumatori estremamente selettivi che sanno scegliere prodotti di elevata qualità, controllati da una ferrea legislazione. Se l’Europa rappresenta una eccellenza cosmetica in occidente, può certamente guardare con interesse alla filosofia giapponese della bellezza. Da qui origina la missione del concept store giapponese che, unico nel suo genere, nell’autunno del 2019 ha scelto Milano per aprire il primo punto di connessione culturale tra Europa e Giappone per la cura della persona. Oggi, nel cuore di Milano è possibile

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fare un viaggio esperienziale in un affascinante angolo di Giappone: una immersione totale nelle tradizioni del Sol Levante, dove tutto è esclusivo, 100% made in Japan e pensato per trasmettere i rituali e i segreti di bellezza della centenaria tradizione giapponese. Noren di lino bianco, le tipiche tende che in Giappone segnalano l’ingresso dei negozi, sembrano voler nascondere in parte la vista interna, come vuole la tradizione secondo cui le cose belle non devono essere svelate troppo in fretta. All’interno ci accolgono le warew Beauty Master, consulenti Giapponesi che, in un’atmosfera leggera e distesa, ci accompagnano alla scoperta dell’approccio tradizionale alla cura della persona. Una estesa parete Shoji di oltre sette metri in autentica carta di riso giapponese domina la stanza al cui centro si erige l’albero della bellezza: una struttura di legno con 15 braccia che salgono al soffitto per ricadere morbidamente lungo le pareti come un grande salice piangente. Protagonista del concept store è l’esclusiva linea di cosmetici warew proveniente direttamente dai laboratori del brand a Yokohama. Le formulazioni, efficaci e sicure, combinano estratti da erbe medicinali locali e ricerca scienti-

fica d’avanguardia. Ci promettono un trattamento olistico della persona attraverso l’uso omeopatico di erbe medicali e oli essenziali unito a texture appaganti. La filosofia del brand è semplice: la pelle è un organo, uguale per tutti, con un delicato equilibrio biotico che deve es-


MILANO INCONTRA linea warew caratteristiche uniche. La missione di warew è di essere ambasciatore nel mondo della autentica Japanese Beauty: l’approccio olistico alla cura della persona tipicamente giapponese dove bellezza esteriore e benessere fisico e spirituale sono interdipendenti. Warew sceglie Milano come punto di partenza nel mondo grazie all’affinità culturale tra Giappone e Italia quando si parla di stile di vita. La cura della pelle rientra nel più ampio rituale di cura della persona che prevede lo scarico dello stress che accumuliamo tutti i giorni. Per raggiungere lo scopo, le Beauty Master di warew ci insegnano a creare una skincare routine personalizzata in base alla nostra tipologia di pelle e al nostro stile di vita perché possano trarne beneficio anche lo spirito e il corpo intero. Presso il concept store è possibile provare il trattamento “Zen Rew”, all’interno di un’autentica tatami-room celata dalla parete Shoji. L’esperienza è condotta seguendo la pratica dell’omotenashi, la tradizionale accoglienza giapponese, e prevede un massaggio linfodrenante molto particolare eseguito con i prodotti warew. Si parte dal cuoio capelluto a scendere fino al décolleté, stimolando i punti dell’agopuntura e agendo direttamente sull’attivazione muscolare per restituire un effetto immediato di luminosità ed elasticità della pelle. Il trattamento si conclude con una tazza di tè caldo giapponese.

sere sempre rispettato. L’efficacia dei prodotti è ricercata negli estratti dell’erboristeria giapponese utilizzati da secoli nella medicina orientale: il succo fermentato della famosa prugna giapponese, “ume”, un potente antibatterico naturale con forti proprietà dermo-equili-

branti, gli estratti di corteccia di ciliegio e magnolia giapponesi, di radici di pruno e di aghi di pino rosso, le acque termali giapponesi ricche di elettroliti naturali, vari tipi di alghe, funghi, tuberi e molte altre erbe sapientemente combinate in miscele brevettate che conferiscono alla

Il design lineare ed elegante degli spazi, i delicati profumi floreali dei prodotti warew, l’ospitalità amichevole e discreta del personale: ogni dettaglio all’interno del concept store warew contribuirà alla sensazione di esservi ritrovati in un angolo di Giappone, in centro a Milano. 24oreNews

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MONC LER

LOUIS VUITTON

ISABEL MARA N

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BUREBERRY

SPORTM AX

IL SOPRABITO

RALPH LAURE

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ASPESI

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Fu la Hollywood degli Anni ‘40 a renderlo celebre, poiché lo sfoggiarono sul grande schermo le più grandi star dell’epoca. Humphrey Bogart in Casablanca, Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, Marlene Dietrich in Scandalo internazionale, Meryl Streep in Kramer contro Kramer. E anche quest’anno eccolo immancabile con due regole da non trasgredire: lunghezza sotto il ginocchio e cintura in vita.

A cura di PATRIZIA COLOMBO


HERMÈS

FASHION

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La rafia naturale è una fibra che si ricava da un tipo particolare di palme, perfetta per essere intrecciata si presta alla lavorazione a maglia o all’uncinetto. Talmente in voga negli ultimi anni che i più grandi marchi di moda la propongono sulle loro passerelle: a mano o a tracolla, sarà l’assoluta protagonista sia di outfit vacanzieri molto chic che di look metropolitani davvero glamour. Una scelta assolutamente sicura sulla quale puntare! 24oreNews

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BEAUTY LIFT-FERMETÈ CLARINS Crema Rigenerante Tonificante Corpo Questa crema voluttuosa, arricchita con burro di karité e olio di jojoba, idrata e nutre anche la pelle più secca ed esigente, levigando all’istante rugosità e segni del tempo. Regala al corpo giovinezza e tonicità: una formula adatta a tutti i tipi di pelle, ricca di estratti vegetali rigeneranti e tensori. Ideale per contrastare il rilassamento cutaneo causato da età, cambiamenti di peso o maternità.

La primavera è arrivata e le giornate continuano ad allungarsi. Oltre a rinnovare i nostri armadi, è importante preparare la pelle al cambio di stagione: anche la beauty routine ha bisogno di essere rinnovata e adattata alle nuove temperature miti. Finalmente splende il sole e la nostra pelle ha bisogno di trattamenti ad hoc per non smettere mai di splendere. Vi aspetto!

PATCHOULY ETRO Eau de Toilette Una fragranza del gruppo Orientale Legnoso unisex, una vera e propria pozione magica: un classico dell’Oriente e dell’esotismo, rivisitato da Etro in chiave moderna. Dopo un esordio che evoca il vigore dei legni e degli agrumi, si arrotonda e acquisisce all’interno della trama olfattiva una consistenza di velluto. Ottima durata sulla pelle, lascia una bellissima sensazione di freschezza.

ROYAL GOLD ESSENCE ARVAL Crema anti-età Per chi vuole dimenticare il grigiore invernale e trovare luce e splendore. Emulsione ricca e vellutata, studiata per le pelli che stanno perdendo luminosità e splendore. Utilizzata quotidianamente, Royal Gold Essence migliora la qualità del tessuto cutaneo assicurando una corretta idratazione e una progressiva azione rinnovatrice e ristrutturante.

SYSLEY PARIS Rossetti Iconico, femminile, intramontabile… il rossetto è un elemento immancabile del maquillage, l’emblema per eccellenza di una donna. Per valorizzare e idratare le labbra in un solo gesto, scoprite la linea di rossetti Sisley. Precisi e ricchi di attivi di origine vegetale, questi rossetti non si limitano a valorizzare le labbra: se ne prendono cura giorno dopo giorno.

RADIANCE MAZZOLARI BY MARINA MAZZOLARI Olio viso rimpolpante Questo olio per il viso soffice e ricco è stato progettato per coadiuvare il rassodamento della pelle e rimpolparla. L’olio Radiance rappresenta il “jolly” da unire a creme e maschere, un siero rimpolpante, per potenziare l’azione della beauty routine e idratare in profondità: arriva quindi come rinforzo e funge da booster per rigenerare e nutrire la pelle.⠀

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Bracciali bangles a manetta Accessori in argento 925 placcati oro 24KT interamente realizzati a mano da abili orafi italiani locali - Valenza, Vicenza. Anelli e bracciali personalizzati. INFO Instagram @fmaccessori


AUDI E-TRON GT

Seducente e audace granturismo del futuro A cura di LUCA MEDICI

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a strada è segnata, il futuro, neppure troppo lontano, sarà caratterizzato da una mobilità sempre più green, automobili ecologiche e sempre più performanti, un esempio su tutti la nuova GT di casa Audi. Dimentichiamo olio, benzina e molti altri elementi che contraddistinguono le “vecchie” auto a combustione e pensiamo invece al silenzio di marcia, zero emissioni e prestazioni da favola. Potremmo concentrare in poche righe questa nuova Audi, presentata a febbraio 2021, ma voglio andare oltre perché c’è tanto da raccontare. Questa nuova GT nasce sull’architettura J1, la stessa che ha dato i natali alla Porsche Taycan e dunque nata su una piattaforma pensata solo per auto elettriche. Il powertrain, capace di ben 598 cavalli che, attivando il launch control, possono avere un picco di ben, udite udite, 646 cavalli. Questo per la versione RS, nella versione e-tron GT quattro possiamo comunque contare su 476 cavalli, niente male! I prezzi di lancio non sono alla portata di tutte le tasche, stiamo parlando di ben 140mila euro per la RS e 100mila per la GT quattro, ma i contenuti sono tanti e tutti da prima della classe. Troviamo cerchi in lega fino a 21” in alluminio e freni carboceramici, un volume di carico di 486 litri (somma del vano anteriore e di quello posteriore), due


RUOTE & MOTORI

prese di ricarica (sul parafango anteriore destro troviamo la presa per la corrente continua delle ricariche rapide), una percorrenza stimata di quasi 500 km (488 per la precisione), interni eleganti ed avvolgenti in perfetto stile Audi, un coefficiente di penetrazione di 0,24, un’aeroacustica perfetta che include anche il parabrezza insonorizzato, trazione integrale e all’interno, oltre alle consuete finiture di alto livello, troviamo anche rivestimenti realizzati con materiali riciclati e pelli sintetiche. Il virtual cockpit da 12,3” e lo schermo da 10,1” sono gestibili tramite i comandi al volante oppure con un touch aptico e piattaforma Mia 3 integrata nell’impianto di infotainment, il tutto orientato verso il pilota. Per riuscire a mettere nel garage questa GT non serve solo avere un portafogli adeguato allo status del brand, ma dovete considerare anche le sue dimensioni: cinque metri di lunghezza (499 cm per la precisione), quasi due di larghezza (196 cm) e 141 cm di altezza. Bassa, potente e dinamica, così possiamo descrivere questa

belva elettrica che è nata per macinare chilometri in tutto relax. Un’auto divertente, considerate che lo 0-100 viene risolto in soli 4,1 secondi (3,3 per la versione RS), ma non solo, le sospensioni con sistema pneumatico a tre camere (di serie sulla versione RS e a richiesta sulla GT quattro) regalano una tenuta di strada superlativa in ogni condizione di asfalto e sulla versione GT quattro possiamo avere anche le quattro ruote sterzanti. Insomma, non solo bellezza estetica, un design curato in ogni dettaglio e tecnologia da vendere, ma anche potenza, controllo e sapiente cura nelle soluzioni specifiche, Vi faccio un esempio, le prese d’aria frontali attive che, aprendosi e chiudendosi, possono modificare l’afflusso dell’aria e grazie alle prese laterali è possibile dirigere l’aria lungo le fiancate ottenendo un miglioramento notevole delle portanze. Auto da sogno, auto sportiva, ma soprattutto una GT totalmente elettrica ad emissioni zero dove il piacere di guida si sposa con l’anima green del nuovo modello di casa Audi.

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PRIMAVERA

i Desgn colori a

Il 20 marzo è cominciata ufficialmente la primavera e anche il design si preparare ad accogliere questa stagione con un’esplosione di colori per rallegrare le nostre case con note di serenità. Ho selezionato per voi cinque complementi di arredo che sprigionano allegria

A cura di LUCA MEDICI

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DESIGN

George Nelson nel 1956 progettò per Herman Miller il sofà Marshmallow, una simpatica seduta dedicata al relax caratterizzata da una semplice struttura in tubi di acciaio verniciati che sorreggono una trama di soffici “pastiglie imbottite” che fungono da seduta e da schienale. In origine le parti imbottite erano realizzate in tessuto, ma successivamente i cuscini vennero confezionati in vinile colorato rendendo ancora più squillante l’effetto cromatico. Un pezzo di design che ancora oggi evoca simpatia! Arne Jacobsen nel 1958 realizzò per Fritz Hansen la poltrona The Egg, un oggetto che condensa in una sola forma una seduta, uno schienale e due braccioli. La scocca, realizzata in poliuretano, è caratterizzata da forme morbide e sinuose ed è rivestita da coloratissimi tessuti elastici che rendono la confezione della stessa più facile da realizzare. Le sue forme concave e convesse si sposano bene con colori accesi ed azzardati così da sottolineare gli effetti di chiaro/scuro creati dalle forme stesse. J. De Pas, D. D’Urbino e P. Lomazzi crearono nel 1967 per Zanotta il gonfiabile Blow, una sorta di poltrona galleggiante creata con una struttura fatta di aria racchiusa in un contenitore coloratissimo in PVC trasparente. Le giunture sono saldate elettronicamente ad alta frequenza, si può sgonfiare e la puoi portare dove desideri. Questa poltrona è nata per sovvertire il modello borghese e tradizionalista legato al mondo dell’arredamento di quegli anni, introducendo non solo un materiale innovativo per l’epoca, ma anche il colore. Philippe Starck disegno nel 2002 per Kartell la sedia Louis Ghost, una sedia che riprende le linee classiche stile Luigi XV, ma destrutturata di tutto ciò che non serve arrivando dritti alla pura e semplice struttura realizzata in coloratissimo e trasparente Policarbonato. Una vera e propria sfida per l’azienda poiché la seduta venne realizzata in un unico stampo a iniezione nonostante l’enorme complessità della forma dello schienale e dei braccioli. Ron Arad progettò nel 1989 per One Off la poltrona Big Easy, un’evoluzione del modello Well Tempered Chair disegnato per Vitra nel 1986. Nel 1988 e il 1989 il workshop “One Off” di Arad produsse un’intera serie di poltrone della famiglia Big Easy, questo progetto segna il passaggio da un’idea di tipo meccanico ad un approccio scultoreo che si basa sulla continuità dei volumi e su un virtuosismo di forme che si rincorrono fino a creare delle sedute ergonomiche. Il colore, anche in questo caso, è l’elemento distintivo del progetto, che regala alla Big Easy un’impronta pop e diventa esso stesso un elemento essenziale di comunicazione visiva legata al design dell’oggetto. 24oreNews

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BONJOUR PARIS! A cura di JACQUES CRUASIER

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d aprile, la meta dei sognatori dell’aristocratica Europa, un tempo (o lo è tuttora?) il luogo dell’arte tout court! “Bonjour Paris” cantavano Audrey Hepburn e Fred Astaire negli anni ‘50; il fascino, per molti versi, è il medesimo nell’immaginario dei luoghi comuni. A guidarci, è un artista singolare, il regista di teatro contemporaneo Salvino Raco, italiano di nascita, parigino di adozione e di formazione. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua visione della metropoli: «Dai café ai grandi boulevards, ai quartieri di Montmarte di Belleville, del Marais, la città diventa un villaggio; qui, i Parigini si ritrovano nei cafè nei 28

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pomeriggi d’ogni stagione, dopo aver camminato dalla Goutte d’Or alla rue Oberkampf nel IX. I giovani alternativi o gli scrittori avidi di storie si raggruppano nei vari café della città, o nei piccoli bistrò, o brasserie, come la “Brasserie Polidor”, vicino al teatro dell’Odeon, teatro d’Europa», il locus d’arte dove il regista ha iniziato a lavorare quando era giunto a Parigi. «Invece, negli Atelier Berthier, (sede distaccata del Teatro dell’Odeon) vanno in scena gli spettacoli più innovativi di registi audaci. Al Teatro della Ville vengono rappresentati gli spettacoli di fama mondiale. Il Palace, luogo storico della mondanità underground della fine anni ‘70, ora è

un semplice teatro club nel quartiere IX. Ci spostiamo sui canali Saint Martin, Quai des Jemmapes et Quai de Valmy: in primavera sono i luoghi più frequentati da generazioni miste e diverse. Risalendo, arriviamo nel XIX, dove i profumi dell’India e dell’Africa si uniscono e le strade come la rue Louis Blanc e le Boulevard de La Chapelle ci portano al Teatro Bouffes du Nord, il teatro più magico di Parigi. Camminare di notte a Parigi è una delle sensazioni più belle di libertà, nel quartiere del Marais, alle spalle del Centro Georges Pompidou, storico Museo di Arte Contemporanea, che in questi ultimi anni, come il Palais de Tokyo, nel XVI, di fronte al Museo


VIAGGI

d’Arte Moderna (MAM), espone gli artisti contemporanei con performance, installazioni ed esposizioni. Se si percorre la Rue Francs Bourgeois, e si arriva a Place des Vosges, l’incanto rende silenziosi i più chiassosi! La notte è anche luogo di festa nei bar e nelle brasserie: il “Select” o la “Coupole” del Viale Montparnasse sono aperte fino all’alba; si può cenare o gustare la prima colazione con caffè e tartine (Baguette fresca imburrata); tutto dipende da che ora si arriva! In primavera e d’estate la città diventa più emozionante, le terrazze dei café, come il “café Flor” a Saint Germain-des-Prés, o il “café Beaubourg”, di fronte al Centre Pompidou, diventano piaz-

ze e luoghi d’incontro. Le strade si affollano come nelle grandi città del Mediterraneo. Dal 21 giugno, giorno della festa della musica, fino al 14 luglio giorno della Festa Nazionale, i Parigini fanno vacanza in città. Parigi diventa “festa mobile”. Trovare un posto per cenare alla “Brasserie Chartier” diventa quasi impossibile, bisogna stare in coda almeno un’ora. Ma, la gente è paziente e aspetta, bevendo un bicchiere di vino e chiacchierando con il vicino della fila d’attesa. Dopo i teatri, i musei, i ristoranti e le brasserie, per i più curiosi, il bar rock, come “Les Furieux” nel fine settimana accoglie fino alle 5 di mattina in un’atmosfera, di musica rock, metal punk

e gothique. In tutta la zona di rue de la Roquette nei pressi della Bastille, la notte è molto avvolgente anche perché a pochissimi passi, il quartiere Marais tiene alta la testa per i luoghi della notte, le cosiddette Boites de Nuit. E per non dimenticare Pigalle, la notte è quasi come il giorno; si trova di tutto e di più per poi ritrovarsi all’alba, davanti a un caffè e un croissant caldo alla prima boulangerie aperta». E si è pronti a tuffarsi in un bagno d’arte in uno dei centociquanta musei cittadini o semplicemente attendere che le boutique di lusso o i “marchés aux puces” ci incantino ancora quando questa terribile pandemia l’avremo lasciata alle spalle? 24oreNews

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HI-TECH by VILLAGGIO TECNOLOGICO www.villaggiotecnologico.it

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FITBIT ACE 3

TEUFEL RADIO 3SIXTY

HUAWEI SOUND

STEAMONE DTC

Questo tracker di attività e sonno di ultima generazione aiuta i bambini dai 6 anni in su a sviluppare sane abitudini. Grazie alle funzioni di monitoraggio del sonno, promemoria per andare a dormire e sveglie silenziose, i genitori possono incentivare i loro figli a seguire una routine di riposo più regolare e aiutarli a sviluppare abitudini sane. Nell’app Fitbit, inoltre, i bambini possono connettersi con amici e familiari approvati dai genitori, partecipare alle sfide di famiglia e festeggiare i traguardi raggiunti con medaglie e trofei virtuali. Con i nuovi quadranti Coniglietto, Marziano e Navicella spaziale, oltre a 20+ quadranti orologio classici, è poi possibile personalizzare il dispositivo.

Un dispositivo versatile e innovativo che unisce il design delle radio classiche con la tecnologia più all’avanguardia che rende possibile riprodurre al meglio musica e podcast dalle sorgenti più disparate. A partire dall’accesso a più di mille stazioni radio con DAB+, Internet Radio e FM, che permette di espandere la propria scelta di ascolto. Sul fronte delle piattaforme digitali, permette di ascoltare la propria musica e i podcast preferiti attraverso Amazon Music e Spotify, con la possibilità di memorizzare fino a 60 canali streaming preferiti. I controlli sono all’insegna della massima versatilità: si va dal comodo telecomando, alla app dedicata Teufel Remote App, fino ai pulsanti e manopole caratteristici di ogni radio posti sulla parte frontale del dispositivo.

Il nuovo speaker Hi-Fi wireless è dotato di 4 altoparlanti, un woofer da 40 W da 4 pollici e tre altoparlanti da 5 W full-range. Compatto ma potente: la tecnologia SAM offre un’immersione a 360° nel suono, garantendo un’esperienza acustica avanzata, emozionale e che genera un suono potente. I tre diversi altoparlanti ricevono il segnale in base alla posizione dell’ascoltatore e insieme creano effetti sonori surround da un singolo dispositivo, trascendendo i limiti spaziali intrinseci di qualsiasi stanza. Attraverso la funzione tap-to-transfer, infine, l’utente può dirigere la riproduzione audio del telefono all’altoparlante, semplicemente toccando il telefono contro il corpo dell’altoparlante.

Steamone ha ampliato la gamma dei propri stiratori a vapore portatili con due modelli compatti che permettono di eliminare ogni piega dai capi d’abbigliamento velocemente e direttamente sulla gruccia, senza l’uso dell’asse da stiro. Il modello DTC75B è dotato di una caldaia da 1.600 W e di un contenitore dalla capacità di 75 ml, mentre il fratello maggiore DTC120B raggiunge i 1.800 W e integra un serbatoio 120 ml. La fuoriuscita del vapore può essere regolata attraverso la pressione di un grilletto sul manico dello stiratore verticale, così da eliminare immediatamente ogni piega, preservando le fibre e la bellezza dei capi. Inoltre, anche i due nuovi arrivati hanno la certificazione anti-Covid19 perchè in grado di sconfiggere il 99,99 % dei batteri e delle particelle virali.

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AB OIL & GAS SRL è una società di ispezioni, certificazioni e collaudi fondata nel 2014 in base ad un’esperienza specifica principalmente nell’ambito oil & gas ed energia. Società giovane, dinamica, motivata e professionale si avvale della collaborazione di professionisti del settore, opera sul mercato con sistema di qualità certificato ISO 9001:2015 (TUV) al fine di assicurare la massima performance ai clienti a livello mondiale. Le sedi operative sono a: Busto Arsizio (VA) Bergamo (BG) China (Suzhou)

In funzione della consolidata esperienza e competenza siamo in grado di poter soddisfare le più restrittive richieste dei clienti nel settore OIL & GAS, valvole ed attuatori, Impianti industriali, componentistica elettrica/pneumatica/idraulica, skid completi, imballi, pompe, verniciature, energia rinnovabile, materiali metallici anche con servizi di verifica qualitativa.

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LA TUTELA DEL PATRIMONIO FAMILIARE

UN ASPETTO CULTURALE

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i avvertono diffusi timori per il futuro che sembrano incoerenti con i dati rilevati: il pessimismo per le sorti del collettivo (Paese, Economia, PIL) indotto o meno che sia dalla pandemia, contrasta in maniera stridente con le rilevazioni della ricchezza privata che sembra aver raggiunto livelli mai conosciuti. Posto che in questo mondo nulla è eterno, il Quaderno 23 della Fondazione Cariplo (uscito nel 2016) ci ricordava che nei 15 anni a seguire, circa un quinto della ricchezza netta del Paese, stimata in quasi 2mila miliardi di euro, sarebbe stata destinata ad essere trasferita mortis causa con coinvolgimento di un numero stimato di 6 milioni di famiglie, cioè 1 ogni 4. L’argomento è antipatico perché passa necessariamente attraverso un episodio (fortunatamente unico) della vita terrena che alimenta un fiorente mercato di amuleti e un’antologia di scongiuri. Forse anche per questo, sembra che il 60% dei nuclei familiari non abbia ancora preso in considerazione l’utilizzo di un qualsivoglia strumento di gestione del passaggio generazionale e così il tema della destinazione del patrimonio familiare comunque composto. In altre parole, l’impopolarità dell’argomento “passaggio a vita migliore” porta a non prendere affatto in considerazione la sorte del compendio patrimoniale finendo a demandarlo esclusivamente al “dopo” quando il problema sarà esclusivamente di chi è rimasto, non considerando che la successione tradizionale è tendenzialmente paritaria ma non è sempre detto che “tutti insieme e tutti eguali” sia il principio premiante. Qualcosa, però sembra che cambi. Un osservatorio privilegiato di tale fenomeno è certamente la Divisione di Pianificazione Patrimoniale, Trust e Attività Fiduciarie del nostro Studio, intento, da anni, a prestare assistenza e consulenza a imprenditori e non in questa delicata scelta. Aumenta, infatti, la percezione del-

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l’opportunità di scelte anticipate assistite da figure professionali che abbiano sviluppato la conoscenza di normative, di strumenti tradizionali e innovativi ma dotati anche di capacità di mediazione perché si opera in settori dove gli stati d’animo, l’affettività e la situazione complessiva non sono riducibili a formule ripetitive. Tra gli strumenti e gli istituti offerti dal nostro ordinamento giuridico, sta assumendo rilevanza l’impiego del Trust in funzione cd successoria. Sono molte le ragioni per scegliere tale soluzione rispetto ad altri strumenti previsti dal nostro ordinamento giuridico, sia che si tratti di negozi più consolidati nella tradizione quali la donazione o il testamento, sia che si tratti di soluzioni più recenti quali il Patto di Famiglia, rispetto ai quali offre l’ulteriore vantaggio di consentire di stabilire i tempi, le modalità e le condizioni del passaggio del patrimonio alle generazioni successive, senza il rischio che ciò si compia all’improvviso e in modo automatico. Insomma ciascuno deve domandarsi se, nella situazione che lo riguarda, il tema successorio sia da affrontare in termini di programmazione razionalizzabile (e nella pienezza delle energie intellettuali del Disponente) ovvero ci si debba rimettere a qualcosa che verrà.


AMICI A 4 ZAMPE Dr. Ferdinando Asnaghi Medico Veterinario Specialista in Patologia e Clinica Animali da affezione Clinica Veterinaria Beatrice D’este V.le Beatrice d’Este, 47 - Milano Via Sedone, 10 - Zerbolò - PV

PERCHÈ UN CANE DI RAZZA?

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embra incredibile ma durante il lockdown la vendita di cani di razza da allevatori italiani è aumentata vertiginosamente, certamente complice la chiusura delle frontiere e dell’importazione massiccia di cuccioli da Paesi stranieri. Insomma qualcosa di positivo questo maledetto Covid-19 l’ha portato. Quando una persona desidera prendere un amico a quattro zampe da tenere in casa, può decidere o di adottare un cane presso i tanti canili di organizzazioni diverse tipo la Lega Nazionale per la Difesa del Cane (www.legadelcane.org) oppure scegliere di acquistare un cucciolo di razza pura possibilmente da un allevatore serio. Ambedue le scelte sono assolutamente condivisibili ma qui, senza entrare nel merito di quale sia la scelta migliore, cercherò di spiegare le caratteristiche da valutare per l’acquisto di un cane di razza pura. Molto spesso i futuri proprietari di cani di razza scelgono la razza in di-

pendenza dall’aspetto esterno: mai errore più comune viene fatto. Una razza va scelta innanzitutto per la propria attitudine. A questo scopo la FCI (Federazione Cinofila Internazionale) ha correttamente suddiviso le razze in gruppi non secondo l’aspetto esteriore ma secondo il compito che svolgerà, con tutte le caratteristiche fenotipiche proprie per svolgere quel lavoro. È il caso, ad esempio, dei cani da caccia dotati di grande fiuto e quindi di musi lunghi con lunghe canne nasali, o dei cani da riporto in acqua tipo il Labrador con caratteristico pelo e sottopelo che li difende dall’acqua fredda, e così via. Un’altra caratteristica da tenere sempre in considerazione è

il carattere. Un cane del gruppo “cani da compagnia”, per esempio avrà la caratteristica di essere dolce e mansueto con il proprietario e raramente mordace. Ma allevare cani con le caratteristiche tipiche di razza sia esteriori che caratteriali non è impresa semplice, anche perché negli ultimi anni anche l’esenzione delle patologie genetiche è stata accurata. Insomma, in confronto al meticcio, il cane di razza ha molte caratteristiche da non sottovalutare. Ma spero che abbiate tutti compreso che quando si sceglie una razza, grande importanza va data all’utilizzo che desideriamo avere; solo così avremo nella nostra vita il compagno perfetto. 24oreNews

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Dott. Andrea Pitrelli Farmacista antroposofo Farmacia Duomo www.cofa.it • duomo@cofa.it

“DAL CIELO E DALLA TERRA” Doni terapeutici per la salute dell’uomo partire da questo numero, la nostra rubrica “Erbario magico” si arricchisce con una serie di riflessioni sull’armonia tra uomo - natura farmaco. In tutte le antiche civiltà vi era una conoscenza medica fondata sulla relazione reciproca tra forze terrestri e forze cosmiche; tale consapevolezza si è estinta, riducendo il proprio sguardo, all’ambito puramente fisico chimico perdendo così la tradizione millenaria di correlazioni uomo-terra-cosmo. Negli scritti di Ippocrate abbiamo un ultimo residuo di antichissime concezioni mediche basato sull’antica veggenza atavica. Fino al XVI sec. composizione e mutamenti della materia erano spiegati sulla base della dottrina empedoclea degli elementi: acqua, aria, terra e fuoco. Paracelso, per la prima volta, ampliò questo ambito con una teoria che contemplava tre nuovi princìpi della materia, ossia zolfo, sale e mercurio, in relazione alla tripartizione funzionale dell’organismo considerato come corpo, anima e spirito.

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Se conosciamo l’anatomia dell’uomo interiore, possiamo vedere la natura delle sue malattie al pari dei rimedi. Ciò che vediamo con gli occhi esterni è solo il corpo fisico dell’uomo Paracelso Egli ampliò l’insegnamento della medicina tradizionale, dando inizio alla iatrochimica, fondata sulla cura delle malattie attraverso l’uso di sostanze minerali, comprese e utilizzate come medicinali. Ma cos’è veramente un farmaco? Sempre secondo Paracelso, il farmaco è ciò che la Natura prepara e che offre alla conoscenza dell’uomo affinché egli porti a compimento l’opera. Tutta la teoria paracelsiana si fonda sulla relazione tra micro

e macrocosmo mettendo in stretta relazione i pianeti, la natura e gli organi del corpo umano. La massima latina “natura sanat, medicus curat”, ricorda come la Natura produca ed esprima, le sostanze e le forze terapeutiche, con le quali il medico può curare, mettendole gratuitamente a disposizione dell’uomo. L’azione delle piante medicinali non è dovuta solo alla presenza di molecole specifiche, ma anche al fatto che queste piante crescano in un contesto naturale tipico, su terreni adatti, in specifiche condizioni di luce, e in una definita stagione dell’anno. Pertanto, ci chiediamo per quale via divenga possibile comprendere l’azione di una pianta medicinale a partire dalla sua immagine. Steiner, fondatore dell’antroposofia, definì Goethe come “il Keplero ed il Copernico del mondo organico” che ha donato all’umanità, con la sua dottrina delle metamorfosi, un’immagine dinamica della pianta che permette di coglierla come essere “sensibile-sovrasensibile”. La fitoterapia moderna utilizza gli elementi fisico-chimici delle so-


ERBARIO MAGICO

stanze, non considerando la pianta come essere vivente e dotata di un ritmo di nascita, crescita e morte simile all’uomo. Può servire da paradigma l’analisi dei principi terapeutici della pianta che tratteremo per chiarire l’analogia tra di essi ed alcuni processi di risanamento dell’uomo. Esiste quindi una relazione tra i processi interni dell’organismo e quelli che avvengono in Natura. L’Amamelide (Hamamelis virginiana) L’amamelide, che in inglese viene chiamata “witch-hazel” (noce magica), cresce come sottobosco nelle umide foreste di latifoglie, o come pianta saliciforme lungo i ruscelli nell’America nord-occidentale e in quelle atlantiche. In estate accoglie al suo interno ciò che le piante solitamente diffondono esternamente, fiorendo quando tutta la terra e tutte le creature si rinchiudono nel riposo invernale. Questo processo di fioritura “raffreddato” è qualcosa che si contrappone al normale processo di fioritura estiva. L’amamelide ha

Ogni uomo ha in sé il firmamento intero che riproduce le costellazioni, e gli consente d’integrarsi nel ritmo e nel soffio eterno del cosmo Paracelso un alto contenuto di tannino (circa del 10%) legato all’acido gallico. Questo principio attivo viene utilizzato in diverse preparazioni di medicinali. Le foglie presentano delle qualità astringenti, provocano cioè una contrazione delle mucose e dei tessuti. Inoltre, hanno proprietà antinfiammatorie e favoriscono la cicatrizzazione. L’azione dei tannini si basa sulla loro affinità alle molecole proteiche; le loro proprietà concianti, ossia “impregnanti”, comportano una maggiore difesa degli strati più esterni della cute e della mu-

cosa, proteggendo anche i vasi capillari. Foglie e corteccia contengono molti tannini; per la pianta, la produzione di acido tannico costituisce un processo dinamico attraverso il quale avviene l’impulso verso la fioritura. I tannini condensati (proanticianine) causano la contrazione delle fibre della parete venosa, aumentandone il tono. Inoltre, essi contrastano l’azione dei radicali liberi per la cui caratteristica sono indicati principalmente nel trattamento di vene varicose, disturbi della vascolarizzazione, senso di pesantezza alle gambe ed emorroidi. A conclusione di queste considerazioni va ricordato l’effetto tonico e delicatamente stimolante della circolazione epidermica degli estratti di amamelide che ne ha permesso l’utilizzo in cosmetologia. Un arbusto che ha la forza di fiorire “primaverilmente” nel cuore dell’inverno, e che è in grado di concentrare nella propria sfera gli elementi di luce e di calore, ci offre l’immagine della propria vitalità, traendo così benefici per l’organismo umano. 24oreNews

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«ALLA SALUTE SI PENSA IN VACANZA»

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ura, prevenzione e vacanza convivono armoniosamente all’Ermitage Medical Hotel. Con i suoi 120 anni di storia, è una delle prime strutture termali di Abano Terme, pioniere nel settore dell’accoglienza senza barriere: non a caso eletto hotel più accessibile d’Italia all’Hospitality Day di Rimini per 4 anni consecutivi. Le sue proposte nel settore del turismo accessibile costituiscono un’opportunità unica in Italia per quanti - in presenza di piccoli o gravi deficit motori - fino ad oggi hanno pensato di dover rinunciare al piacere della vacanza o di non poter accedere a una offerta di terme e benessere davvero per tutti. Mai come oggi è attuale, e concreto, il principio “Alla salute si pensa in vacanza” che la famiglia Maggia, proprietaria da 4 generazioni, ha messo alla base della sua filosofia e del suo lavoro, scegliendo 15 anni fa di arricchire la tradizionale offerta termale con la creazione del primo Medical Hotel in Italia. Un concetto innovativo sviluppato dall’ingegnere Marco

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24oreNews

Ad Abano Terme un nuovo modello di sanità e di turismo: il Medical Hotel. È per tutti A cura di ALESSANDRO TRANI

Maggia a partire dal 2006, dopo aver affiancato il padre alla guida dell’albergo: alla base di questo modello vi è il superamento delle le barriere culturali che oggi dividono le persone. «Veniamo da una cultura secondo cui i “luoghi della salute” e i “luoghi della vita” sono separati - spiega Marco Maggia -. Prima dell’avvento del nostro Me-

dical Hotel, tutti i presidi dedicati alla tutela della salute erano luoghi dove andavano solo i disabili, le persone fragili, gli ammalati». L’Ermitage Medical Hotel è un nuovo presidio sanitario che crea un modello innovativo con due grandi caratteristiche: è completamente integrato e inclusivo. È un luogo per tutti: vi accedono sia le persone sane sia gli ammalati, sia gli anziani sia i giovani, sia gli abili sia i disabili. «Avevo riconosciuto - continua Maggia - nell’invecchiamento della popolazione, nell’aspirazione ad avere una vita gratificante inclusiva anche quando si è avanti con gli anni… dei bisogni crescenti della nostra società verso un modello di salute che non fosse ospedalocentrico. Con la convinzione che nella tradizione termale si trovassero tutti gli elementi per poter rispondere a queste nuove esigenze, nel 2006 decisi di affiancare al nostro stabilimento termale un centro medico specialistico di riabilitazione e di iniziare un dialogo integrato tra la medicina termale classica e la medicina specialistica». «Wel-


COME STAI?

Marco Maggia proprietario dell’Ermitage Medical Hotel alla 4a generazione

lness, cosmesi, ospitalità alberghiera e relax sono elementi che rendono più gradevole il soggiorno, ma la motivazione del viaggio è invece connessa ad esigenze di prevenzione o riabilitazione. In un primo caso, prevenire l’infarto, l’ictus, migliorare lo stato di benessere e di salute, correggendo lo stile di vita. In un secondo caso, superare un evento acuto come un trauma, un intervento chirurgico o le fragilità connesse con invecchiamento e disabilità. Per queste persone diventiamo il luogo della riabilitazione, l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il rientro a casa. Le persone vengono infatti dimesse dagli ospedali perché clinicamente stabili ma spesso non sono pienamente pronte per una vita autonoma». Ma perché delle persone “sane”, che cercano relax, il benessere, le terme… accettano di condividere l’ambiente con persone ammalate, con delle patologie o delle disabilità? «Chi cerca la prevenzione - spiega Maggia - oltre a condividere la nostra filosofia inclusiva e ad avere una forte consapevolezza in materia di salute, sa che per prevenire efficacemente l’insorgere di una patologia è meglio rivolgersi a chi quelle malattie le cura in modo qualificato e competente. Quindi la persona sana che viene al Medical Hotel sa che si godrà la sua vacanza… potendo anche fare un checkup cardiologico, o trattare delle piccole patologie ortopediche e cardiovascolari legate all’invecchiamento e allo stile di vita con la consulenza di un vero presidio medico specialistico - la lombalgia,

la sciatalgia, i problemi di postura, il sovrappeso, la colesterolemia». Esistono poi delle situazioni in cui i due mondi delle persone sane e ammalate (fragili o disabili) si uniscono: è il mondo delle famiglie. «Ci sono famiglie o coppie in cui la fragilità o la disabilità colpiscono un solo elemento del nucleo familiare. Quindi capitano un marito e una moglie, un genitore e un figlio, un nonno e un nipote… Situazioni in cui c’è un nucleo familiare dove ci sono delle relazioni, degli affetti che hanno piacere di andare in vacanza insieme e questa doppia natura della nostra struttura consente di soddisfare in modo specifico i bisogni di ciascuno dei componenti di quel nucleo senza mai dividere le persone. Nel 2020 abbiamo dimostrato che si può tutelare la salute in totale sicurezza superando l’emarginazione. Nel 2021 speriamo non solo di poter promuovere ancora la vita attiva ed autonoma per tutti, ma anche di contribuire alla rinascita del Paese con il nostro lavoro e impegno quotidiano» conclude Marco Maggia «i nuovi protocolli dedicati alla sindrome long covid ne sono un esempio. Il nostro approccio terapeutico multi-assiale capace di rispondere sia alle esigenze neuro motorie che cardio-polmonari e l’ambiente extra ospedaliero pienamente inclusivo sono ingredienti essenziali per tornare a vivere con gli altri nel rispetto anche dei bisogni emotivi e psicologici di ogni singolo cliente». Informazioni: www.ermitageterme.it 24oreNews

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COME STAI?

RITROVARE SE STESSI CON IL TAI CHI A cura di LUIGI CLELIA

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l Tai Chi Chuan è un’antica arte marziale, di origine cinese, arrivata ai giorni nostri come prezioso esercizio per la salute e il benessere. È una forma di Qi Gong, “lavoro sull’energia”, che secondo la Medicina Tradizionale Cinese favorisce in noi la circolazione energetica e quindi il benessere di mente e corpo; più semplicemente ci aiuta a respirare meglio. È un’attività piacevole e rilassante, che si pratica con movimenti lenti, consapevoli, al ritmo del respiro (viene anche definito meditazione in movimento). La postura si riallinea (e migliora il mal di schiena), la respirazione diviene più profonda, migliorano equilibrio e flessibilità ma anche concentrazione e memoria, e si riduce lo stress. La sua espressione più completa e più nota è la cosiddetta “forma”, quella sorta di lenta danza che i cinesi praticano nei parchi la mattina. Non ha controindicazioni e può essere di aiuto a qualsiasi età per migliorare o comunque mantenere il benessere psicofisico, ma anche nel caso di numerose patologie. La chiave della sua efficacia sta forse proprio nella definizione di “meditazione in movimento”. Partiamo dal movimento: è dolce, modulabile sulle condizioni e le esigenze della singola persona, ma molto efficace nel mobilizzare partendo da un buon allineamento posturale e dal rilassamento muscolare, sempre guidato dal respiro che permette la corretta esecuzione e ne è a sua volta potenziato. La lentezza ci aiuta ad essere sempre più consapevoli del nostro corpo, delle sue difficoltà e rigidità che possiamo imparare a correggere, scoprendo potenzialità che non pensavamo di avere, senza fretta, dandoci tempo… Ed è qui, nell’ascoltare il proprio corpo, senza giudizio, ma possibilmente con “simpatia” che anche la mente può

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24oreNews

trovare spazio per rallentare, scendere nel “qui e ora”, come succede appunto in meditazione, ognuno secondo le proprie esigenze e i propri tempi. Attivecomeprima Onlus propone un corso di Tai Chi e Qi Gong dedicato alle persone colpite dal cancro. Attualmente si svolge solo online, modalità questa che, con tutte le limitazioni del caso, ha comunque permesso di continuare le lezioni e ha dimostrato che è possibile anche così condividere sia la pratica, sia il piacere di partecipare a un gruppo. Per quanto riguarda la patologia oncologica, e i tumori del seno in particolare, chi pratica riferisce un miglioramento della qualità di vita in termini di aumento dell’autostima, riduzione della sintomatologia depressiva, riduzione della “fatica” secondaria a chemioterapia ma anche effetti sul linfedema e sui disturbi della circolazione dopo mastectomia. Le partecipanti sono molto motivate e dimostrano una capacità di autoascolto in genere maggiore rispetto ad allievi che non hanno problemi particolari di salute, segno che l’attenzione al corpo, sollecitata in modo anche doloroso dalla malattia, può evolvere in qualcosa di positivo, in competenze che possono esserci utili in tante occasioni della vita di tutti i giorni. Per contattare Attivecomeprima: www.attive.org - Tel. 026889647 mail: segreteria@attive.org • supportoinrete@attive.org


COME STAI?

Dott. Prof. Giovanni B. Agus giovanni.agus@unimi.it www.studimedicivercelli.com

VENE TRASVERSALI

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e vene, come è noto, sono le vie del sangue per il ritorno al cuore e polmoni. Anatomicamente, trasversali lo possono essere nelle loro numerose intersezioni, quasi una mappa stradale. Ma la trasversalità del titolo di questa breve nota, è da riferirsi alle malattie delle vene che tanto si ritrovano in gran parte della popolazione e interessando più specializzazioni mediche. A partire dalla Flebologia naturalmente. Se flebs, parola dell’antico greco, significa appunto vena, ad ogni lettore verranno immediatamente in mente vene varicose, tromboflebiti, capillari dilatati e inestetici e tante altre malattie vascolari. La malattia venosa cronica è infatti assai frequente, interessando ampie fasce di popolazione nel mondo (ne soffrono circa il 60% delle donne e il 30% degli uomini), e ha un rilevante impatto sia clinico che socioeconomico, senza voler trascurare il valore dell’inestetismo. Problemi di vene patologiche legano comunque il flebologo a specialisti diversi, quali il ginecologo, l’ortopedico e altri ancora, perché condizioni quali la gravidanza, i traumi e la chirurgia ortopedica, le malattie croniche con difficoltà motorie o respiratorie, possono far precipitare quadri lievi di stasi venosa in complicanze temibili. Da qui l’importanza di lavorare gomito a gomito tra specialisti diversi - trasversali appunto - ma in sintonia. Condizione che più facilmente può ritrovarsi in Studi Medici polispecialistici. Oggi, in più, deve essere conosciuto il coinvolgimento vascolare nella stessa pandemia da Covid-19. Noto agli esperti sin dalla prima epidemia di SARS di dieci anni fa, solo in parte si è “scoperto” come questo tipo di virus

crei condizioni favorevoli alla trombosi. E non solo alle tromboflebiti delle gambe, ma anche alle arterie e alla più piccola circolazione fino al gravissimo stato di trombosi polmonari. Situazioni che devono essere evitate con indispensabile prevenzione vascolare delle trombosi ed embolie, in questi nuovi malati, sia per condizioni di allettamento e defedamento sia per le alterazioni patogenetiche del virus su micro e macrocircolo: l’eccessiva infiammazione, l’attivazione piastrinica, la disfunzione endoteliale, e la stasi. La profilassi e la terapia vascolare anche in questo campo è divenuta basilare. Dal mio vissuto personale, partecipando a un programma di cura domiciliare di pazienti Covid, dove uniti a criteri di cura basati su concetti quali l’infiammazione prodotta dal virus e la sua termolabilità, e altri, l’uso dei farmaci antitrombotici (eparine a basso peso molecolare, e altrettanto altri farmaci antitrombotici) si è potuto evitare ab initio l’evolversi della malattia virale verso così tante ospedalizzazioni e aggravamenti (dati pubblicati: Belcaro G, Corsi M, Agus GB et al. Thrombo-prophylaxis prevents thrombotic events in home-managed COVID patients. A registry study. Minerva Medica 2020 Aug;111(4):366-368). La chiave del successo è evitare che i pazienti infetti arrivino in ospedale e dunque creare percorsi di cura alternativi. 24oreNews

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Anno 8 - Aprile 2021

Gallucci Photo

Teatro greco di Taormina

Cultura del territorio, Turismo e Benessere

PERSONAGGIO

BUON COMPLEANNO FRANCO MUSSIDA!

AUTO D’EPOCA A CORTINA PER IL WINTER RACE 2021

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[STILE ITALIANO]

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Aprile 2021

indice [ PERSONAGGIO] 6

Buon Compleanno Mussida!

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Un premio dal Giappone al jazz italiano

[ STILE ITALIANO]

[ SCOPRI L’ITALIA]

10 Cortina Winter Race 2021 12 Caserta e la sua Reggia: sulle orme di Luigi Vanvitelli

[ SALUTE & BENESSERE]

15 La soluzione dermoestetica per nascondere le cicatrici 16 Lo zucchero 100% italiano protegge le api

[ GOURMET]

17 La ricetta del mese

[ TV DA GUSTARE]

18 Carlo Conti conduce “Top Dieci” 19 Zecchino d’Oro: aperte le selezioni per i solisti della 64a edizione

[ LIBRI]

20 Il libro: Letteratura Assoluta 21 Libri da gustare

[ STILE ITALIANO]

22 Moto Guzzi: 100 anni per un mito

Direttore Responsabile Dario Bordet Direttore Editoriale Evelina Flachi ViceDirettore Editoriale Alessandro Trani Art Director Patrizia Colombo Progetto grafico/Impaginazione Milano Graphic Studio S.r.l. Hanno collaborato Alessandro Colombo Francesca Bocchi Valerio Consonni Edmondo Conti Aprile 2021

Franco D’Alessandro Carlo Kauffmann Sandro Nobili Marco Riva Edizioni Le Roy srl Redazioni: Milano | Roma redazione@le-roy.it www.italiadagustare.com Telefono: 377.4695715 Promozione & PR Anna Nannini Dante Colombo Carlo Kauffmann info@le-roy.it

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Il Teatro di Corte della Reggia di Caserta non era previsto nel progetto originario del palazzo, infatti non si trovano informazioni relative all’edificio né nei primi disegni preparatori del Vanvitelli, né nelle prime tavole della prima edizione della Dichiarazione. Quindi la sua costruzione iniziò nel 1756, tre anni dopo l’inizio dei lavori per la Reggia Stampa La Serigrafica Arti Grafiche Via Toscanelli 26 - Buccinasco Periodico mensile Reg. trib. di Milano n. 287 del 02/07/12 N°iscrizione ROC: 22250 Distribuzione Gratuita

Desideriamo informarLa che i suoi dati personali raccolti direttamente presso di lei o fornitici saranno utilizzati da parte di “Italia da Gustare” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 95/46/CE e dal D.lgs. 171/98 per la tutela della Privacy nelle Telecomunicazioni e dalla direttiva 97/07/CE e dal d.lgs. 185/99. Eventuali detentori di copywriting sulle immagini - ai quali non siamo riusciti a risalire - sono invitati a mettersi in contatto con: Le Roy srl

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A P R I L E

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Care Lettrici e Cari Lettori, per questo numero mi viene spontaneo l’augurio di… “buona primavera”!!! Speriamo di poter veder rifiorire assieme a violette e margherite anche il nostro entusiasmo e soprattutto la fiducia per una buona ripresa in tutti i settori in cui deve rinascere la nostra amata “Italia da gustare”. In questi mesi, anche nel nostro sito, abbiamo cercato di non farvi perdere il contatto con la nostra meravigliosa realtà italiana, fatta di bellezze naturali ed eccellenze produttive! Continueremo a farlo per invogliarvi a percorrerla e a “gustarla”, appena sarà possibile, per apprezzare la maestria dei nostri grandi cuochi nel proporci ricette della tradizione, come ogni giorno potete vedere nel programma su Rai “È sempre mezzogiorno”, a cui partecipo quotidianamente. Il primo giorno di primavera è stato il compleanno del bravo chitarrista, compositore e cantante Franco Mussida, di cui vi parleremo questo mese. Scopriremo i vincitori della Winterace 2021 di Cortina e viaggeremo nei dintorni di Caserta seguendo le orme e i capolavori dell’architetto del ‘700 Luigi Vanvitelli. Vi parleremo di cicatrici, dello zucchero 100% italiano… E poi non perdetevi la ricetta della brava chef romagnola Cristina Lunardini su cui potrete cimentarvi a Pasqua, quando rimarremo tutti rigorosamente in casa per l’emergenza sanitaria! Con tutto il cuore vi auguro una serena Pasqua!

SCARICALO ORA! Hai il nostro numero precedente? Se non ce l’hai, non preoccuparti, puoi scaricarlo gratuitamente tramite il nostro sito: www.24orenews.it Aprile 2021

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[ per s onaggio ]

Photo: Omar Cantoro

BUON COMPLEANNO MUSSIDA!

UNA VITA AD ACCAREZZARE LE CORDE DELL’ANIMA PROG DELLA PFM A cura di Dario Bordet

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Era il 1971 quando la Premiata Forneria Marconi pubblicava con l’album d’esordio “Storia di un minuto” una delle canzoni più famose della band, “Impressioni di settembre”, che li consacrò come portabandiera del prog tricolore. È nato a Milano il 21 marzo il cantante e chitarrista Franco Mussida, noto per essere tra i fondatori della PFM e per la sua lunghissima militanza nella band, per cui ha firmato i più importanti brani. Appassionatosi alla sei corde sin da giovanissimo grazie al padre musicista, Mussida viene mandato a studiare la chitarra classica anche se continua nel perfezionamento delle tecniche relative alla chitarra elettrica. Sin da ragazzo è già un musicista e turnista affermato tanto che, alla fine degli anni ‘60, lo ritroviamo tra le fila de “I Quelli” e poi negli studi di registrazione accanto a Francesco Guccini, Lucio Battisti, Angelo Branduardi e tanti altri. Dal 1984, anno in cui concorre a fondare a Milano il Centro Professionale Musica - CPM, lavora e studia i poteri emotivi ed evocativi della Musica sulla persona. Lo fa dal 1988 in luoghi di disagio sociale e

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attraverso progetti come CO2, supportato da un comitato scientifico a livello universitario, dal Ministero della Giustizia e dalla SIAE. Si tratta di laboratori di formazione in contesti carcerari ed audioteche di Musica strumentale di tutti i generi ed etnie, divise Aprile 2021


Photo: Agostino Osio

[ per s ona ggio ]

per stati d’animo, oggi presenti in una rete che comprende tanti istituti di pena italiani. I risultati di osservazioni, elaborazione dei dati e delle esperienze di 35 anni di lavoro, lo portano ad inquadrare una strada che vede la Musica come un elemento sacro ancora tutto da scoprire. Osservazioni e studi sono riassunti in opere artistiche, installazioni visive, e in diversi suoi libri tra cui: La Musica Ignorata (Skira, 2013), Le Chiavi nascoste della Musica (Skira, 2013), Il Pianeta della Musica (Salani Editore, 2019).

Il CPM Music Institute, riconosciuto Istituto di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica dal MIUR, vanta un programma didattico ricco e articolato di corsi specializzati nella formazione strumentale, vocale e professionale curati da insegnanti professionisti e propone percorsi Accademici, Pre-Accademici, Multi e Mono Stilistici, Individuali. È inoltre possibile intraprendere il Triennio AFAM per conseguire il Diploma Accademico di I livello, un titolo equivalente Aprile 2021

ad una Laurea triennale riconosciuta su territorio nazionale e in tutti i Paesi europei. Molti di coloro che si sono diplomati al CPM lavorano oggi in orchestre prestigiose, suonano e cantano come coristi o musicisti all’interno di band di importanti artisti (da Laura Pausini alla PFM), altri hanno intrapreso carriere artistiche proprie (tra i quali Mahmood, Chiara Galiazzo, Renzo Rubino, Cordio). Tra le sue principali attività, il CPM dal 1988 si occupa anche di portare la Musica in luoghi estremi (la più recente iniziativa è CO2 “Controllare l’odio” che consiste nell’installazione di speciali audioteche di sola musica strumentale divisa per stati d’animo, attive in 11 carceri italiane), realizza progetti musicali educativi per l’industria, e i corsi formativi per i partecipanti ad Area Sanremo. Nel periodo di emergenza sanitaria, il CPM Music Institute ha potenziato il proprio sistema scolastico proseguendo i programmi didattici già in corso con lezioni virtuali interattive (sia teoriche che strumentali) e attivando specifici corsi online di Basso, Batteria, Canto, Chitarra e Pianoforte&Tastiere ai quali si accede previa audizione. I corsi online offrono un percorso di studi Pre-Accademico sviluppato in tre annualità, suddivise a loro volta in 8 livelli, che prevedono un esame e una certificazione a fine livello, il materiale didattico digitale, un account Teams dedicato, l’accesso alla piattaforma MyCPM e agli incontri riservarti delle prestigiose Open Week, un kit dello studente (zaino, t-shirt, quaderno pentagrammato).

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[ s tile ita liano ]

UN PREMIO DAL GIAPPONE AL JAZZ ITALIANO

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Arriva dal Giappone un importante riconoscimento per il jazz italiano: con il progetto “Islands” l’Alboran Trio si è aggiudicato il prestigioso “Golden Prize”, assegnato dai critici della rivista specializzata “Jazz Hyhyo”, per il miglior album del 2020. La formazione composta da Paolo Paliaga (pianoforte), Dino Contenti (contrabbasso) e Ferdinando Faraò (percussioni e batteria) ha registrato “Islands” nel mese di gennaio dell’anno scorso, poco prima del lockdown, presso lo studio Artesuono di Stefano Amerio, a Cavalicco (Udine), tra i più noti a livello europeo. Il risultato 14 brani originali - è un disco dalla forte complicità, caratterizzato da una comunicazione e da un’interazione istantanee. Lavorando alla realizzazione dell’album, Paliaga, Contenti e Faraò si sono scambiati di continuo i ruoli, sono entrati in una dimensione di totale relazione e ascolto e hanno dato vita a una musica che si è generata nel momento stesso in cui il suono ha preso forma. Una parte delle composizioni di “Islands”, tutte scritte da Paliaga, è nata da un lavoro di improvvisazione collettiva, avendo pur sempre come imprescindibile punto di riferimento la ricerca e l’esplorazione della melodia. L’album, autoprodotto, è uscito lo scorso novembre ed è disponibile su tutte le piattaforme digitali. Fin dagli

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esordi (il gruppo, fondato da Paolo Paliaga, è nato nel 2004), l’Alboran Trio si è posto l’obiettivo di cercare un nuovo suono e un modo nuovo di far suonare la più tradizionale delle formazioni jazz e ha riscosso grande apprezzamento da parte della critica e del pubblico, anche a livello internazionale. Paliaga e soci si sono esibiti in Italia (al Festival Jazz di Roma) e sui palcoscenici di numerose manifestazioni europee. Classe ‘61, varesino, nel corso della sua carriera Paolo Paliaga ha suonato e collaborato con artisti del calibro di Gianni Basso, Ares Tavolazzi, Clark Terry, Luis Agudo ed Enrico Rava. Ha all’attivo anche un sodalizio con il pianista classico Roberto Plano. Alla professione di musicista affianca quella di docente (ha un dottorato di ricerca in Sociologia e insegna Economia politica alla Scuola Europea di Varese): «Per noi è un onore e un piacere aver ricevuto il premio per il miglior disco del 2020 dalla prestigiosa rivista nipponica “Jazz Hyhyo”. Abbiamo già diverse richieste per suonare all’estero, dalla Germania alla Gran Bretagna, dall’Irlanda alla Bulgaria. Ci auguriamo che questo riconoscimento ci offra l’opportunità di portare la nostra musica anche in Giappone, affascinante Paese che mescola tradizione e modernità senza rinunciare a una forte spiritualità». Aprile 2021



[ s copri l’ita lia ]

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Ph. Roberto Deias

CORTINA WINTER RACE 2021

AUTO D’EPOCA E PORSCHE MODERNE A cura di Sandro Nobili Ph. Roberto Deias

Cortina d’Ampezzo e i meravigliosi scenari dolomitici hanno fatto da sfondo alla WinteRace 2021, la Super Classica ACISPORT che ha radunato in città 50 vetture storiche costruite entro il 1976 e 20 Porsche moderne iscritte alla V Porsche WinteRace. La gara, attesissima come ogni anno soprattutto dagli appassionati di motori e di auto storiche, organizzata da Rossella Labate, si è svolta in totale sicurezza dal 5 al 6 marzo. Giunta all’ottava edizione, la competizione di regolarità è tra le più attese del calendario invernale per vari motivi: la bellezza unica del paesaggio delle Dolomiti, considerato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, l’esclusiva ospitalità di Cortina e la grande passione per le vetture storiche che accomuna tutti i partecipanti. Niente e nessuno ha infatti piegato la gioia di piloti e navigatori che, in un anno difficile, si sono comunque ritrovati e sfidati in due tappe impegnative da 200 km l’una, valicando 10 passi dolomitici e affrontando 66 prove cronometrate e 6 prove di media che hanno messo a dura prova anche i top driver più esperti. Delle sette vetture anteguerra iscritte in gara, solo una non ce l’ha fatta, l’Alfa Romeo 6C 1500 SS del 1929, che purtroppo si è ritirata a metà della seconda tappa a causa di un guasto meccanico. Le tre Lancia Aprilia, una del 1937, una del 1938 e una del 1939, oltre alle due Fiat 508 C del 1937 e una FIAT 508 S del 1935 hanno tutte concluso la gara e sono state molto ammirate lungo tutto il percorso, come del resto anche le Porsche moderne. Tra le altre vetture particolarmente prestigiose ricordiamo la Ferrari 330 GTC del 1967, la Porsche 356 C del 1964, la Porsche 911 ST del 1970 e la FIAT 131 Panorama del 1980. Due giorni di sole e cielo terso hanno regalato panorami da cartolina agli equipaggi che hanno attraversato monti, passi, valli e città storiche, come Arabba, Dobbiaco e Corvara e, novità di quest’anno, l’incantevole villaggio di Siror, dov’è nato il mercatino di Natale più antico del Trentino.

In alto: una suggestiva immagine di Cortina durante la gara; sopra: Piona, Battagliola su FIAT 508S del 1935

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Ph. Roberto Deias

[ s copr i

Gallucci Photo

Gallucci Photo

Sopra e a sinistra: i vincitori della WinteRace 2021, Gianmario Fontanella con la moglie Annamaria Covelli, su Lancia Aprilia del 1939. Sotto: Sala, Sala su Porsche 356C del 1964; in basso a sinistra: Gennaro, Giacomello su Alfa Romeo 6C 1500SS del 1929 e a destra: Crugnola, Vida su Fiat 508C del 1937

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l’ita lia ]

Il meteo ha permesso un regolare svolgimento della gara, con un unico cambiamento: a causa della chiusura del Passo Sella il percorso è stato deviato verso Passo Campolongo. Le prove sono state molto tecniche e impegnative - a detta dei top driver più esperti - ma è anche questa la bellezza della WinteRace, una competizione che esalta le capacità sportive e tecniche dei suoi partecipanti, soprattutto di coloro che si contendono il primo posto. Sabato sera occhi puntati sui risultati per conoscere i vincitori. Gianmario Fontanella con la moglie Annamaria Covelli, della scuderia Classic Team ASD si sono aggiudicati per la terza volta in otto edizioni la vittoria della gara. Secondo classificato, il compagno di scuderia Sergio Sisti navigato da Anna Gualandi, su Lancia Aprilia del 1937 e terzi assoluti il team Piona-Battagliola su Fiat 508 S del 1935. La prima scuderia classificata è la Classic Team ASD, grazie ai risultati dei suoi top driver Fontanella, Sisti, Salvetti. Ben otto gli equipaggi “under 40” iscritti quest’anno. Primi di questa categoria sono stati Battagliola-Nodari su Austin Healey BN1 del 1955. Premiato l’equipaggio femminile Maddalena Salvadori e Silvia Marini, le anime “rosa” di Auto e Moto d’Epoca di Padova, partner della WinteRace 2021 al loro esordio su FIAT 1100/103 del 1957. Nessuna sorpresa per i primi due classificati della V Porsche WinteRace. L’equipaggio Perletti-Bachechi della Scuderia Brescia Corse su Porsche 911 Carrera del 2012 si è confermato il più “regolare” tra i porschisti, aggiudicandosi il podio, seguito da Parolaro Fullin-Ferrari su Porsche 911 4S del 1996; terzo il team bresciano Ruggeri Gnutti-Santin su Porsche 911 GT2 RS del 2018. Ai vincitori assoluti della WinteRace è andato l’ambito premio messo in palio dallo sponsor GirardPerregaux: il prezioso orologio “Laureato”. Le premiazioni si sono svolte secondo le regole della federazione ACISPORT, ma l’importante è che si sia potuto svolgere l’evento, nonostante tutto.

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[ s copri l’ita lia ]

CASERTA E LA SUA REGGIA SULLE ORME DI LUIGI VANVITELLI

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La Reggia o Palazzo Reale di Caserta, vero e proprio simbolo e orgoglio artistico italiano (definita l’ultima grande realizzazione del Barocco italiano), nacque dalla volontà del sovrano Carlo di Borbone di creare un complesso che emulasse l’insieme del Palazzo e dei Giardini di Versailles. Questo grandioso complesso, che occupa un’area di 47mila m² e oltre un milione di m³, è la residenza reale più grande al mondo. Delle oltre 1200 stanze che la compongono, “solo” 134 erano occupate dalla famiglia reale. Di giorno lo spettacolo è assicurato dalle luci che filtrano dalle finestre, 1742 in totale e tutte disposte secondo un ordine rigoroso. Gli interni sono un inno al lusso e allo sfarzo, ma anche all’eleganza: degli arredamenti e degli affreschi si occuparono infatti i principali ar-

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tisti del regno. Uno degli interni più belli della Reggia di Caserta, la Cappella Palatina, fu realizzato e decorato personalmente dal Vanvitelli. Splendido anche il Teatro di Corte, autentico gioiello dell’architettura del XVIII secolo. Il progetto per l’imponente costruzione fu affidato, dopo alterne vicende, all’architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773), figlio del più importante pittore di vedute, Gaspar Van Wittel, già attivo a Roma sotto Benedetto XIV nel restauro della cupola di S. Pietro. Oltre al prestigio che la costruzione di una tale residenza avrebbe portato ai Borbone, innalzandoli al rango delle grandi case regnanti europee, l’edificazione di un nuovo palazzo era dovuta anche a esigenze di carattere militare. Il Palazzo Reale di Napoli si era infatti dimostrato vulnerabile alle artiAprile 2021


[ s copr i glierie navali a causa delle sua vicinanza alla costa e nel 1742 era stato minacciato seriamente dai cannoni di una squadra navale inglese. I primi lavori di costruzione della Reggia partirono il 20 gennaio 1752, giorno del compleanno del re. Si sarebbero conclusi definitivamente nel 1845 dopo quasi cento anni (e senza la costruzione della cupola e delle torri perimetrali). Per i lavori più pesanti fu utilizzata manodopera nordafricana, i cosiddetti barbareschi. Nel 1997 la Reggia e il suo Parco, che comprende anche il Giardino Inglese, sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Del sito Unesco fa parte anche il Belvedere di San Leucio, di proprietà del Comune di Caserta e gestito dall’Ente proprietario. Alla Reggia si aggiungono il Bosco di San Silvestro e l’imponente Acquedotto Carolino, lungo 41 km, realizzato per assicurare alla nuova residenza, al parco e alle fontane il necessario approvvigionamento idrico. Di acqua ne serviva davvero tanta, soprattutto per alimentare le fontane, le vasche, la pescheria ed i corsi d’acqua dell’ampio parco, suddiviso in due grossi blocchi: il “giardino all’italiana” e il “giardino all’inglese”. Un angolo paradisiaco alle estreme propaggini del Giardino inglese e della Reggia è il Bagno di Venere, un’oasi di rara bellezza in un luogo appartato e incantato, dove una statua della dea della bellezza fa capolino tra le piante, prima di un

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l’ita lia ]

PLAZA CASERTA UN CONCEPT INNOVATIVO

A soli 5 minuti da Caserta e dalla sua splendida Reggia si trova il Plaza Caserta, un elegante hotel dall’innovativo concept. Coperta da una grandiosa cupola di vetro trasparente, la hall - dall’atmosfera sofisticata, con giardini e pareti d’acqua scenograficamente illuminate - è il cuore dell’albergo, su cui si affacciano le 312 camere, i ristoranti, i bar e il Centro congressi. Indiscutibile punto di forza dell’hotel, il moderno ed elegante Centro Congressi è dotato di 13 sale tutte modulari che offrono la massima flessibilità degli spazi, per una capacità totale di oltre 1500 persone. La sala plenaria di oltre 800 m2, divisibile in tre, può ospitare fino a 1000 persone e può essere allestita, oltre che per convegni e congressi, per ogni tipo di evento. Il comfort degli ambienti, l’alto standard dei servizi e dell’accoglienza rendono il Plaza Caserta una sede ideale per meeting, congressi e eventi, ma anche per soggiorni business o all’insegna dello svago. Il Centro Congressi dispone inoltre di altre otto sale più piccole da 50 a 80 posti e due boardroom. Una cucina contemporary dal gusto innovativo che coniuga i sapori della tradizione mediterranea con quelli internazionali. Due ristoranti e due bar, dislocati su due livelli, sono caratterizzati da arredi eleganti, moderni, con spazi adatti a favorire qualsiasi tipo di richiesta dal businesslunch alla cena di gala. Il Plaza Caserta ha un luogo strategico per escursioni culturali alla scoperta di Napoli, Pompei ed Ercolano. Gli ospiti hanno inoltre a disposizione un servizio di autonoleggio con conducente.

La Cappella Palatina della Reggia Aprile 2021

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[ scopri

l’ita lia ] Sotto: il borgo di Caserta Vecchia; a destra: la Basilica di Sant’Angelo in Formis; in basso: le cascate della Reggia

CURIOSITÀ

• Uno degli aneddoti più noti legati alla Reggia di Caserta è quello relativo alla catalogazione degli oggetti da parte dei funzionari piemontesi dopo l’annessione (nel 1861) del Regno delle Due Sicilie. Di fronte a un oggetto mai visto prima, un ufficiale sabaudo annotò: “strano oggetto sconosciuto a forma di chitarra”. Era il bidet! • Nella Reggia di Caserta sono state girate alcune scene di due film della saga di Star Wars: Episodio I – “La minaccia fantasma” (1999) e Episodio II - “L’attacco dei cloni” (2002). In particolare, gli interni del Palazzo Reale sono serviti da ambientazione per il palazzo della regina di Naboo, un pianeta fantastico ricco di zone verdi e di costruzioni eleganti. • Quel grosso vialone che parte dalla Reggia, conosciuto oggi come Viale Carlo III, inizialmente doveva arrivare fino a Napoli. In questo modo il re avrebbe avuto una strada veloce e diretta per raggiungere la capitale in pochissimo tempo. Il progetto però non fu completato per vari motivi. • La stazione ferroviaria di Caserta venne costruita proprio dinanzi alla Reggia nel 1843. Il motivo era semplice: permettere ai sovrani borbonici di raggiungere il palazzo direttamente con il treno.

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tempietto a thòlos. Non si può fare a meno di visitare il borgo di Caserta Vecchia, con la bellissima Cattedrale romanica dedicata a San Michele Arcangelo, così come è fondamentale una tappa alla famosissima Basilica di Sant’Angelo in Formis, edificata nel VI secolo, luogo di intensa spiritualità e profonda cultura espressa anche dall’importante ciclo di affreschi che ne decorano l’interno. Decisamente neoclassiche sono le raffinate architetture progettate da Luigi Vanvitelli e dai suoi allievi per le residenze dei sovrani borbonici. A partire dalle scoperte emerse durante gli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano, avviati nel 1740 da Carlo di Borbone, si afferma a Napoli un nuovo gusto per il classico. A quest’ultimo si conforma la nuova scuola di architetti e artisti che, sotto la supervisione del Vanvitelli, lavorarono nella seconda metà del Settecento sul territorio casertano. Notevoli testimonianze sono oltre alla Reggia di Caserta, i siti reali progettati da Francesco Collecini (uno dei migliori allievi del Vanvitelli) - come il Casino di San Leucio con i Quartieri di San Carlo e San Ferdinando -, il limitrofo quartiere della Vaccheria e Carditello, in località San Tammaro, a metà strada tra Napoli e Caserta. Aprile 2021


[ s alute & benes ser e ]

Dr.ssa Francesca Bocchi Medico Estetico Medico di Medicina Generale Consulente in sessuologia clinica www.dottoressafrancoise.com

LA SOLUZIONE DERMOESTETICA PER NASCONDERE LE CICATRICI

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Incidenti, ustioni, interventi chirurgici ... tanti eventi che possono lasciare segni sulla nostra pelle e interferire nel modo in cui guardiamo noi stessi. Le cicatrici, sebbene comuni, sono una vera fonte di complessi. Tuttavia, non scompaiono mai completamente e solo poche tecniche possono ridurle.

Guarigione, un processo a lungo termine La cicatrizzazione è un processo evolutivo naturale che si verifica a seguito di una ferita, traumatica o chirurgica e si svolge in più fasi. È fondamentale che ogni fase si svolga correttamente, per sperare di ottenere una cicatrice di qualità. Ma anche attuando tutte le precauzioni, proteggendole dal sole e massaggiandole regolarmente, è impossibile prevederne l’aspetto finale, poiché il processo dipende da fattori diversi come l’età, l’alimentazione e la sua posizione. Una cosa è certa, una cicatrice permanente richiede da 6 mesi a un anno o più per formarsi e solo allora si può valutarne l’aspetto. Nel caso di ferite superficiali la guarigione è Aprile 2021

sufficiente per riparare la pelle senza lasciare traccia, ma non appena l’epidermide viene colpita, la cicatrice è inevitabile. È quindi impossibile farla scomparire ma in alcuni casi possiamo migliorarne l’aspetto. Per ridurre le cicatrici sono disponibili diverse tecniche quali laser, chirurgia estetica, dermoabrasione, iniezione di corticosteroidi, compressione continua, tecniche che però possono generare esse stesse nuove cicatrici. Pigmentazione correttiva Un altro modo per ridurre una cicatrice è “camuffarla” per renderla il più invisibile possibile. La dermopigmentazione permette così di ricolorare una zona depigmentata in caso di cicatrice bianca o di schiarire una cicatrice troppo scura, per un risultato raffinato, discreto e armonico grazie alla scelta dei pigmenti tono su tono. Al di là del camouflage, l’atto di pigmentazione, svolto mediante aghi finissimi, funge da benefico stimolo al rinnovamento cellulare e quindi al naturale processo di guarigione della pelle. Sebbene ciò possa essere

previsto in tutte le aree, la pigmentazione correttiva è particolarmente raccomandata dopo interventi di chirurgia estetica (interventi al seno, lifting, ecc.) o di restauro (post mastectomia, labbro leporino). Infine, aiuta a mimetizzare e ammorbidire le cicatrici da ustioni, anche innestate, o smagliature, altri segni indelebili sulla pelle. Per eseguire la pigmentazione correttiva su una cicatrice, è necessario attendere che abbia raggiunto la maturità e abbia assunto il suo aspetto finale, generalmente da uno a due anni dopo l’inizio della guarigione. Quando si lavora su una pelle danneggiata, la scelta dei pigmenti non dovrebbe essere banale. È quindi preferibile privilegiare pigmenti organici di altissima qualità. Frutto della continua innovazione del leader nel trucco permanente, la correzione delle macchie cutanee Life Repair® è oggi la soluzione estetica più efficiente e sicura per nascondere le cicatrici e renderle quasi invisibili!

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[ s alute & benes s er e ]

LO ZUCCHERO 100% ITALIANO

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Lo zucchero è una materia prima importante per tutto il settore agroalimentare nonché per la produzione industriale: un ingrediente quasi invisibile ma che influisce positivamente sulla qualità complessiva di tutti quei prodotti di cui fa parte. Ne valorizza le proprietà organolettiche, qualitative e di sostenibilità ambientale per trasformarle in elementi di garanzia imprescindibili. Senza dimenticare il valore delle sue origini: la coltivazione della barbabietola da zucchero, infatti, oltre ad essere una delle più virtuose in termini di emissioni di gas serra (coltivarla è come se ogni anno avessimo 30.000 ettari di bosco in più) è di importanza strategica nell’ambito della rotazione agricola grazie alla sua capacità di rilasciare elementi nutritivi organici e minerali nel terreno. Con una sensibile riduzione dell’impatto ambientale dell’attività agricola. Per questo, Coprob-Italia Zuccheri (unico produttore di zucchero 100% italiano con la sua filiera tracciata e certificata dal campo alla tavola) - che pone da sempre grande attenzione all’ambiente - ha deciso di non richiedere la deroga sull’utilizzo di neonicotinoidi per la produzione di tutta la gamma Nostrano, Nostrano Bio e Semolato 100% Italiano. E mentre altri Stati europei riammettono l’utilizzo di questi fi-

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PROTEGGE LE API

tofarmaci, lo zucchero italiano (rappresentato da Coprob-Italia Zuccheri) non utilizzerà i neonicotinoidi che, se pur importanti per la coltivazione delle barbabietole, rappresentano una forte minaccia alle api e al loro importante ruolo nel mantenimento della biodiversità, come confermato anche da uno studio EFSA del 2018. Scelta appoggiata anche da Legambiente, fortemente impegnata nel sostegno alle pratiche agricole che non fanno ricorso all’impiego dei neonicotinoidi. Ma cosa sono i neonicotinoidi? Si tratta di insetticidi che vengono inseriti nella concia del seme e utilizzati in agricoltura e per questo fortemente dannosi per alcune specie animali e in particolare per la sopravvivenza delle api. L’uso, in alcuni casi non razionale, dei fitofarmaci in agricoltura e l’aumento dell’inquinamento hanno, infatti, causato una riduzione enorme nel numero di

questi insetti nel mondo. La preoccupazione è molto elevata tanto che anche l’ONU ha lanciato l’allarme con una campagna di sensibilizzazione verso l’opinione pubblica che ha visto la creazione di una giornata apposita da dedicare alla salvaguardia di questi preziosi insetti. In questa situazione di emergenza, la decisione di Coprob-Italia Zuccheri rappresenta un’azione concreta a supporto della protezione delle api e della biodiversità, ma nel contempo è necessario tutelare gli agricoltori che, sposando questa scelta di valore, rischiano di sostenere spese maggiori dovute all’impiego di tecniche alternative. Investimenti aggiuntivi che rischiano di riflettersi sull’aumento del costo dello zucchero italiano, risultando dunque più caro rispetto a quello dei Paesi che continueranno a utilizzare i neonicotinoidi per la produzione delle barbabietole da zucchero. Aprile 2021


[ gour met ] CAPELLACCI SQUACCHER ASPARAGI E GUANCIALE ONE, CROCCAN

LA RICETTA DEL MESE A cura di Franco D’Alessandro

di Cristina Luna rdini INGREDIENTI

Per la pasta • 270 g farina 00 • 3 uova • 1 cucchiaio d’ olio d’oliva • 1 pizzico di sa le

Per la farcia • 150 g ricotta • 150 g squacc herone • 80 g parmigia no • pepe nero e sa le qb

Per il condimen to • 100 g guanci ale stagionata • 1 spicchio d’ag lio • olio d’oliva • 1\2 bicchiere di vino bianco • 300 g aspara gi

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È uno dei volti più amati che affiancano Antonella Clerici nel seguitissimo programma di Rai Uno ‘È Sempre Mezzogiorno’, insieme alla nota nutrizionista Evelina Flachi, al factotum Alfio Bottaro e al maestro panificatore Fulvio Marino. Parliamo della brava, simpatica e solare chef Cristina Lunardini, ‘zia Cri’ come affettuosamente la chiama la bionda padrona di casa. Romagnola doc, Cristina e riesce ad ammaliare il pubblico con il suo pacato modo di illustrare le ricette che realizza. Dopo gli studi ha compiuto stage e corsi di specializzazione all’estero e in Italia, presso importanti strutture internazionali. Dal 1989 è entrata in ruolo come docente ITP di cucina presso I.P.S.S.A.R. “S. Savioli” di Riccione (ove conseguì il diploma di maturità alberghiera). Svolge anche attività di consulenza nel settore pasticceria presso gestioni ristorative alberghiere e attività di formazione presso scuole professionali pubbliche e private e la comunità San Patrignano. La cucina per Cristina non è mai stata solo un lavoro, ma una parte molto importante della vita. Per lei «Regalare del cibo cucinato con le proprie mani è forse tra i più bei gesti d’affetto». Aprile 2021

Disporre la farin a a fontana, rom pere le uova, un l’olio e il pizzico di ire sale, impastare be ne, far riposare la pasta per trent a minuti, copert a con della pelli cola. In una ciotol a amalgamare la ricotta, lo squaccherone e il parm igiano grattugiat o, salare e abbondare di pepe ne ro macinato al m omento. Tirare la pasta, ritagliare dei quadrati abba st anza grandi, circa 7 cm di lato, mettere una be lla noce di farcia, chiudere come un cappelletto, sara nno grandi ma ne vanno cinque a testa, finire la farcia. Portare a ebollizione dell’a cqua, salare e cu oc ere i cappellacci, nel frattempo in una padella far ro so lare lo spicchio d’aglio con un fil o d’olio, unire la pa nc a striscioline sotti etta tagliata li, gli asparagi pu liti tagliati a rondelle. Far rosola re, sfumare con il vino, se occorr unire un po’ di ac e qua di cottura; un ire i cappellacci tenuti al dente, co spargere una sp olverata di pepe macinato al mom ento, saltare e se rvire caldissimi.

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[ tv da gusta r e ]

Finalmente la primavera è arrivata ma, nonostante le temperature gradevoli ci invoglino ad uscire, la situazione pandemica costringe il Governo a non allentare le misure restrittive ancora per qualche tempo. Dunque perché non goderci ancora per qualche settimana la nostra cara, vecchia tv? A cura di Edmondo Conti

E noi siamo qui proprio per offrirvi qualche spunto e, in particolare, per il mese di aprile vi suggerisco un gioco-spettacolo che dal 10 ci terrà compagnia su Raiuno ogni sabato sera per 6 settimane. Sto parlando di “Top Dieci”, condotto per la seconda stagione consecutiva, dal bravissimo conduttore toscano Carlo Conti. In ogni puntata si sfidano due squadre ognuna composta da tre personaggi famosi, i quali devono indovinare i primi 10 elementi di classifiche di ogni genere riguardanti gli argomenti più disparati: dalla musica allo sport, dalla tv all’attualità. Per ogni elemento individuato la squadra guadagna un punto, ma se individua la prima posizione la squadra si aggiudica ben 2 punti. Ecco un esempio di una delle

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classifiche della scorsa edizione. “Quali sono gli indumenti maschili più’ odiati dalle donne”: al 10° posto c’era la maglietta a V nera, al 9° i pantaloncini a pinocchietto, all’8° la camicia a mezze maniche, al 7° i sandali da frate, al 6° posto il marsupio, al 5° la maglia della salute, al 4° i jeans con cavallo basso, al 3° la canottiera, al 2° le mutande bianche e al 1° posto i famigerati calzini bianchi. Naturalmente tra una manche e l’altra sono presenti vari ospiti che raccontano le classifiche della loro vita e la partecipazione del pubblico a casa che ha la possibilità di formulare, attraverso i social, la classifica su un tema lanciato a inizio puntata. Ogni squadra è caratterizzata da un nome che in qualche modo accomuna i tre personaggi celebri che la compongono: ad esempio i “Tali e Quali”, composta da tre partecipanti del “Tale e Quale Show” (Sergio Friscia, Paolo Conticini e Gabriele Cirilli), o i “Don Matteo” con tre elementi del cast della popolare fiction (Flavio Insinna, Maria Chiara Giannetta e Nino Frassica).

Questo divertente gioco-spettacolo ideato e prodotto da Banijay Italia sarà chiamato dunque a confrontarsi con i temibili “Amici” di Maria De Filippi, contemporaneamente in onda su Canale 5. Sarà una bellissima sfida che ci farà vivere l’aria del sabato sera in una primavera che sarà… tutta da gustare.

Aprile 2021


[ tv da gus ta re ]

ZECCHINO D’ORO APERTE LE SELEZIONI PER I SOLISTI DELLA a 64 EDIZIONE

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Zecchino d’Oro è alla ricerca dei piccoli cantanti che daranno voce alle canzoni della 64a edizione, in programma il prossimo dicembre. Dopo l’esperimento riuscito del 2020, messo in campo a causa dell’emergenza Covid-19, il casting di Zecchino d’Oro torna quest’anno online per dare a tutti i bimbi d’Italia la possibilità di partecipare senza rischi: gli aspiranti solisti possono caricare, fino al 10 maggio, i propri video su una piattaforma web dedicata. Partecipare allo Zecchino d’Oro è un’esperienza indimenticabile da vivere insieme al Piccolo Coro dell’Antoniano e alla sua direttrice Sabrina Simoni, che non si esaurisce con la trasmissione televisiva e la registrazione della compilation, ma comprende tante altre avventure insieme a tutto il mondo di Antoniano e Zecchino d’Oro. La procedura di selezione, totalmente gratuita, è rivolta a tutte le bambine e i bambini tra i 3 e i 10 anni. L’obiettivo non è quello di trovare vocalità straordinarie o piccoli talenti, ma gli interpreti per i brani in gara al prossimo Zecchino d’Oro. Fino al 10 maggio, accedendo al sito zecchinodoro.org è Aprile 2021

La finale del 2019

possibile inviare un video della durata di un minuto in cui i piccoli interpreti eseguono una canzone da scegliere tra un gruppo di canzoni del repertorio dello Zecchino d’Oro (la playlist è disponibile sul sito). I video raccolti saranno esaminati dallo staff dell’Antoniano in modo da riascoltare, in una seconda fase, le bambine e i bambini selezionati. I solisti che supereranno il Casting 2021 interpreteranno, per l’edizione di dicembre, le canzoni selezionate da una commissione di qualità composta da professionisti del settore musicale e del mondo dello spettacolo. In giuria, oltre ai rappresentanti dell’Antoniano: Cristina D’Avena (cantante), Calcutta (cantautore), Arianna (cantante pop e musical), Arianna Salomoni (Rai1), Sonia Farnesi (Rai Ragazzi), Alessia Riccardi (Sony Music Entertainment Italy), Marco Rossi (Rainbow), Michela Carrara (Rai

Radio Kids), Rudy Zerbi e Laura Antonini (Radio Deejay), Duccio Pasqua (Radio Rai 1), Maria Grazia Novelli (insegnante), Nicole Bianchi (giornalista Istituto Luce Cinecittà, autrice tv), Federico Fiecconi (Graffiti), Sarah Pozzoli (Focus Junior), Francesca Agrati (Topolino), Eddy Anselmi (giornalista), Mussi Bollini (Rai Ragazzi), Lucio Fabbri (Direttore Musicale Compilation 64° Zecchino d’Oro). In attesa di scoprire chi saranno i piccoli solisti che daranno voce alle nuove canzoni della 64a edizione, l’Antoniano dà appuntamento a maggio con la grande festa in cui arriveranno, per la prima volta in tv, le canzoni della 63a edizione dello Zecchino d’Oro, che non ha potuto svolgersi in diretta a dicembre 2020 a causa della situazione sanitaria.

Informazioni: www.zecchinodoro.org www.antoniano.it

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LIBRI

LETTERATURA ASSOLUTA

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A cura di Valerio Consonni

LETTERATURA ASSOLUTA Le opere e il pensiero di Roberto Calasso Elena Sbrojavacca Feltrinelli Editore, 2021

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“Letteratura Assoluta”, risultato di una ricerca durata sette anni, è il primo grande studio su Calasso, figura di enorme rilievo nel panorama culturale contemporaneo. Entrato a far parte della casa editrice Adelphi fin dagli esordi, ha svolto un ruolo di primo piano nella sua crescita, arrivando in breve tempo a reggerne le fila, presidente dal 1999. All’attività editoriale Calasso affianca quella di critico e scrittore. Chi non ricorda negli anni ‘80 “Le nozze di Cadmio e Armonia”, tradotto in più di venti Paesi? Le sue prime opere hanno suscitato la curiosità di critici d’eccezione come Italo Calvino o Giorgio Manganelli. Il libro della Sbrojavacca, dottoressa di ricerca in italianistica presso l’Università Ca Foscari di Venezia, in questo libro svolge un’indagine critica, storica e letteraria dello spazio che l’opera e il pensiero di Calasso occupano nell’intreccio della letteratura del nostro tempo. A partire dal 1983, Calasso sta pubblicando un’opera in varie parti, che consta di 5mila pagine e 11 volumi. Si tratta di un’impresa senza precedenti per la fermezza del pensiero centrale e per la varietà degli argomenti e delle epoche coinvolte. L’autrice ripercorre per la prima volta la trama di quest’opera prima di rimandi interni sconcertanti, che vengono analizzati con estrema chiarezza. La qual cosa era alquanto ardua. Ella ci accompagna attraverso un labirinto di testi che comprende l’India dei Veda come la Parigi degli Impressionisti. L’opera si presenta come un vero e proprio ventaglio di forme, in cui taglio saggistico e narrativo, citazioni dotte e invenzioni romanzesche si intrecciano in una formidabile ragnatela non ascrivibile a un determinato genere letterario. La seconda parte del libro è dedicata al macro-tema della mente, uno dei più ricorrenti del testo. Il tentativo è quello di individuare alcuni snodi cruciali, come il mistero della conoscenza o la coscienza, fenomeni entrambi indecifrabili. L’indagine su due figure del mito, la Sfinge e Edipo, è servita a far luce su alcune convinzioni di Calasso sulla natura simulativa del nostro conoscere, cioè che noi ci affidiamo alle nostre rappresentazioni parziali della realtà illudendoci di poterla interamente comprendere. L’autrice non poteva esimersi dal mettere in rilievo la componente religiosa che contraddistingue l’idea di Letteratura assoluta. Religiosità vista come una professione di fedeltà a un’idea, altissima, dello stile: per Calasso la letteratura è forma suprema di conoscenza, uno spazio mentale di comunione con qualcosa che ci appartiene ma anche che ci sopravanza. Questo è il senso profondo dell’Opera di Calasso e il fascino che essa esercita sul lettore, scrive l’autrice. «Oramai, il legame fra divino e scrittura è completamente celato. Nessuno consulta più il cielo per conoscere il momento propizio per celebrare le cerimonie, nessuno ritiene di poter individuare un segno dell’ordine invisibile nella rete delle coincidenze che costellano il manto del Caso!». Aprile 2021


[ libr i ]

VETRINA BUFALE BESTIALI

Un viaggio curioso e sorprendente tra le bufale più diffuse sul regno animale che ci aiuta a svelare le verità nascoste e a guardare con stupore e rispetto le creature che ci circondano. Graziano Ciocca, biologo e divulgatore scientifico, ci guida alla scoperta di un mondo straordinario: perché gli animali non sono quelli che crediamo. Graziano Ciocca (De Agostini)

LA CAREZZA DELLA MEMORIA

La memoria è una scatola. Aprirla, guardare, ricordare, raccontare sono atti naturalmente concatenati in questa raccolta di storie di Carlo Verdone. Ogni racconto è un momento di vita vissuta rivisitato dopo tanto tempo. Leggendo queste pagine si ride, si sorride, ci si commuove, si riflette; si torna indietro nel tempo, si viaggia su treni lentissimi con compagni di viaggio sorprendenti, si incontrano celebrità e persone comuni. Carlo Verdone (Bompiani)

LUCIO DALLA

Aveva dita troppo corte per suonare il piano, non conosceva abbastanza la musica per comporre, aveva un fisico lontano da ogni canone, aveva collezionato insuccessi discografici, non aveva una cultura da intellettuale. Eppure è diventato uno dei più grandi cantautori della storia della musica italiana. Gli autori hanno recuperato tutte le tracce e le note di Lucio Dalla per ricostruire il ritratto che non c’era, e che decisamente mancava, dell’artista nato il 4 marzo del 1943. Ernesto Assante e Gino Castaldo (Mondadori)

UMANIZZARE IL BRAND

Troppo spesso i consumatori sono visti dal brand come strumenti per aumentare il proprio fatturato annuo e non come persone alle quali parlare in maniera diretta ed empatica, fornendo loro gli strumenti prima per conoscere, e poi per scegliere, i prodotti di un’azienda. In questo libro l’autrice ci fa riscoprire l’importanza del “lato umano”, della visione, e della conseguente strategia operativa, che conduce un brand al successo. Samantha Visentin (Maggioli) Aprile 2021

IL SISTEMA

Il “Sistema” è il potere della magistratura, che non può essere scalfito: tutti coloro che ci hanno provato vengono abbattuti a colpi di sentenze, o magari attraverso un abile cecchino che, alla vigilia di una nomina, fa uscire notizie o intercettazioni sulla vita privata o i legami pericolosi di un magistrato. È quello che succede anche a Palamara: nel momento del suo massimo trionfo (l’elezione dei suoi candidati alle due più alte cariche della Corte di Cassazione), comincia la sua caduta. «Io non voglio portarmi segreti nella tomba, lo devo ai tanti magistrati che con queste storie nulla c’entrano».

Alessandro Sallusti Luca Palamara (Rizzoli)

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MOTO GUZZI 1921-2021 100 ANNI PER UN MITO

È un semplice, quasi banale cancello rosso di metallo con il marchio dell’aquila, a nascondere un mondo magico, frutto di cento anni di intuizioni, passione, competizioni, innovazione tecnologica, stile, e capacità di stare al passo coi tempi senza mai abbandonare le proprie origini. Da Mandello del Lario al mondo, come simbolo delle due ruote e del made in Italy. Moto Guzzi compie 100 anni e li festeggerà lungo tutto il 2021 con una serie di iniziative che culmineranno nelle Giornate mondiali Moto Guzzi, in programma a dal 9 al 12 settembre nel cuore del sito produttivo delle storiche due ruote.

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Dal 2004 fa parte del gruppo Piaggio, primo produttore europeo di moto e scooter, che ne ha curato il rilancio in chiave di innovazione sempre in continuità con i valori storici del marchio. Già, perché se è vero che Guzzi è 100% orgoglio italiano, è altrettanto indubitabile che il marchio dell’aquila abbia una forza straordinaria anche dall’altra parte del pianeta. Provate a chiedere a un americano o a un australiano cosa pensa delle moto di Mandello... e poi non si può tralasciare il ruolo che hanno avuto certi indimenticabili modelli come Airone 250 e Galletto nel processo di motorizzazione di massa del nostro Paese negli Anni ‘50. Guzzi è anche stata la moto di 14 titoli mondiali, di record di velocità, il marchio è entrato nell’immaginario collettivo perché utilizzato dalle Forze dell’Ordine, dall’Esercito, dalla Polizia californiana, tedesca e di molte città d’Europa, oltre che dal corpo di guardia del re di Giordania e dai nostri mitici Corazzieri, scorta del Presidente della Repubblica. L’aquila della Guzzi ha dato anche la sua impronta su tanti grandi viaggi a partire dal 1928 quando Giuseppe Guzzi, fratello del fondatore, raggiunse il circolo polare artico in sella alla GT 500 Norge, e quella tradizione continua con viaggiatori che ogni giorno, e in ogni parte del mondo, partono in sella alla loro Moto Guzzi verso mete lontane. Aprile 2021




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