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Cistiti e prostatiti ricorrenti: meglio la prevenzione delle cure antibiotiche ripetute

Dr. Cristiano Messina Studi Medici Vercelli www.studimedicivercelli.it

CISTITI E PROSTATITI RICORRENTI

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meglio la prevenzione delle cure antibiotiche ripetute

Le infezioni della vescica maggiormente presenti nella donna e le prostatiti a carico ovviamente esclusivamente degli uomini sono tra le infezioni più comuni e tra quelle che più facilmente recidivano dando luogo anche ad episodi di cronicizzazione. Se l’ utilizzo degli antibiotici nei primi episodi acuti e con forte sintomatologia fino ad arrivare alla presenza di sangue nelle urine o nello sperma, è da preferire soprattutto con una scelta terapeutica guidata dal referto dell’ urino coltura o dello spermiogramma, nelle infezioni ricorrenti o cronicizzate per evitare alla lunga l’insorgenza di una antibioticoresistenza che rende totalmente vano poi l’ utilizzo del disinfettante è meglio pensare alla prevenzione. Le regole per ridurre il rischio di queste recidive sono state da poco sancite da uno studio multicentrico e sono: • bere molta acqua almeno 2 litri che tiene pulite le vie escretrici riducendo il rischio che i batteri si attacchino alle vie urinarie; • utilizzare l’integrazione con lattobacilli che ricolonizzano in

modo corretto le vie intestinali sede dove si formano la maggior parte delle infezioni urinarie spesso provocate da infezioni da escherichia coli o enterolactis fecalis; • stare attenti alla dieta limitando al massimo le sostanze che possono irritare la vescica o la prostata: cioccolato, alcolici, fritti, cibi piccanti, caffè, spezie; • assumere integratori che riducono la capacità dei batteri di penetrare nelle cellule urinarie: tra questi i più utilizzati sono il d-mannosio - zucchero monosaccaride a basso peso molecolare - o il mirtillo rosso. Il motivo per ridurre al minimo l’ uso degli antibiotici nelle infezioni ricorrenti è che si vanno se no a selezionare ceppi resistenti e sempre più aggressivi: nel caso delle infezioni da escherichia coli ormai la resistenza alle aminopenicilline è arrivato al 64,5% e al 41% per i fluorchinolonici. Pertanto, il compito del medico è quello di decidere se serve o no una terapia d’ attacco antibiotica nei casi più gravi, per il resto la prevenzione delle recidive rimane la mission principale. Nelle donne resta poi fondamentale la valutazione delle eventuali infezioni del partner essendo comuni le cistiti post-coitali ricorrenti.

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