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ALESSANDRA LONARDO al Salone del Libro

Lucia Cadei

avuto a che fare con la sua vita e tra queste molte trovano un parallelismo con l’inferno di Dante. «Anche il protagonista, come nella Commedia, viene affiancato dal suo Virgilio, e non solo. Ho deciso di inserire molti personaggi e situazioni simili che sicuramente gli appassionati di letteratura e di Dante potranno cogliere».

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All’inizio del libro la caduta sembra essere scaturita da una banalità, da un semplice litigio che il protagonista avrebbe avuto con la propria ragazza, ma è proprio grazie al percorso che egli compie che ritrova la reale causa della sua condizione: l’incapacità di scegliere, o, in termini danteschi, l’ignavia.

La scrittrice carmagnolese Alessandra Lonardo ha presentato al Salone internazionale del Libro di Torino il suo romanzo d’esordio perse la retta via, ed è stato quasi naturale sentirmi affascinato e attratto da tutta l’opera». Il protagonista, come Dante, si trova “per una selva oscura ché la diritta via era smarrita” e in quei suoi ultimi attimi intraprende un viaggio di scoperta, la scoperta del male che lo circonda e dei vizi che lo hanno condotto fin lì. Precipitando verso terra, ad ogni piano del palazzo vengono introdotti dei personaggi, alter ego dei dannati Danteschi, sempre più colpevoli e disdicevoli più ci si avvicina al suolo. Nei pensieri e ricordi del protagonista prendono inoltre forma figure che hanno

“La neve di Astania –L’Antibolla- La polvere di diamanti di Andria e Naleodo”.

Un romanzo particolare, ricco di personaggi con un retrogusto Dostoevskiano, rinchiusi nella propria gabbia, incapaci di fare pace con se stessi. Un libro che oscilla nel binomio “caduta e redenzione”, binomio che accompagna l’autore sin dal suo primo romanzo.

«Ho scritto questo libro per raccontare una storia, così come ogni autore, una storia che poi porta con sé dei significati e dei messaggi –conclude l’autoreTra questi sicuramente il più importante è quello di evidenziare che l’incapacità di prendere decisioni in prima persona può portare ad un abisso dal quale spesso diventa difficile risalire».

Una raccolta di storie personali, angosciose e problematiche

Donna in carriera in uno studio legale, volontaria della croce rossa e mamma di una bimba dal 2019, Alessandra è da sempre stata anche una grande sognatrice, appassionata di lettura e piena di creatività. «La fantasia è un dono immenso che va condiviso», le ripeteva la nonna quando era piccola: una frase rimasta ben impressa ad Alessandra, che fa infatti della creatività e dello spirito fantasioso lo sfondo di tutto il suo romanzo: «Con il mio libro voglio che sia la fantasia a trasportare il lettore nel racconto e a condurlo, mano nella mano, in un mondo parallelo, in cui le emozioni diventano le vere protagoniste». Sono infatti queste ultime il tema centrale di tutto il romanzo, come lo sono nella vita reale, e un’indagine su di esse e sulla loro natura accompagna l’intera storia. «Mi sono domandata come l’Uomo provi le emozioni e ho cercato di scavare a fondo nella ricerca. Nel mio lavoro ho assistito a reazioni emotive forti e spesso incontrollabili e da un’osservazione prima esterna e poi interna si è sviluppata la mia indagine».

Tema focale di tutto il libro è inoltre l’amore, nel senso più ampio del termine: «Scrivo del bene di dare e ricevere senza aspettative. Scrivo di un amore che avvolge ogni cosa e cerco di capire come si possa raggiungere un proprio equilibrio».

Un romanzo ricco di creatività e spontaneità, il libro di Alessandra Lonardo nasce dal confronto con la realtà che la circonda e dal desiderio di scavare più a fondo nelle emozioni dell’uomo. È un romanzo in cui l’autrice parla indubbiamente di sé, ma attraverso un linguaggio universale capace di coinvolgere ogni lettore.

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