AL 8/9, 2006

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AL Mensile di informazione degli Architetti Lombardi

Direttore Maurizio Carones Comitato editoriale Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Redazione Igor Maglica (caporedattore) Irina Casali, Martina Landsberger, Anna Ramoni Direzione e Redazione via Solferino 19 – 20121 Milano tel. 0229002165 – fax 0263618903 e-mail Redazione: redazione@consulta-al.it

EDITORIALE

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FORUM ORDINI Brescia Como Cremona Lecco Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese

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OSSERVATORIO Argomenti Concorsi Mostre

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PROFESSIONE Legislazione Normative e tecniche Organizzazione professionale Strumenti

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INFORMAZIONE Dagli Ordini

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INDICI E TASSI

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8/9 AGOSTO/SETTEMBRE 2006

Direttore Responsabile Giuseppe Rossi

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Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti, tel. 02 29002174 www.consultalombardia.archiworld.it Segreteria: segreteria@consulta-al.it Presidente: Giuseppe Rossi; Vice Presidenti: Achille Bonardi, Ferruccio Favaron, Giorgio Tognon; Segretario: Sergio Cavalieri; Tesoriere: Umberto Baratto; Consiglieri: Emiliano Campari, Stefano Castiglioni, Angelo Monti, Biancalisa Semoli, Giuseppe Sgrò, Daniela Volpi Ordine di Bergamo, tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Presidente: Achille Bonardi; Vice Presidenti: Paola Frigeni, Angelo Mambretti; Segretario: Elena Zoppetti; Tesoriere: Gianfranco Bergamo; Consiglieri: Matteo Calvi, Enrico Cavagnari, Stefano Cremaschi, Vittorio Gandolfi, Alessandro Pellegrini, Attilio Pizzigoni, Francesca Rossi, Mario Salvetti, Italo Scaravaggi, Carolina Ternullo (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Brescia, tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Presidente: Paolo Ventura; Vice Presidente: Roberto Nalli; Segretario: Gianfranco Camadini; Tesoriere: Luigi Scanzi; Consiglieri: Stefania Annovazzi, Umberto Baratto, Franco Cerudelli, Laura Dalé, Antonio Erculani, Paola Faroni, Franco Maffeis, Donatella Paterlini, Silvia Pedergnaga, Enzo Renon, Roberto Saleri (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Como, tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Presidente: Angelo Monti; Vice Presidente: Chiara Rostagno; Segretario: Margherita Mojoli; Tesoriere: Marco Balzarotti; Consiglieri: Angelo Avedano, Antonio Beltrame, Alessandro Cappelletti, Laura Cappelletti, Enrico Nava, Michele Pierpaoli, Andrea Pozzi (Termine del mandato: 15.3.2010) Ordine di Cremona, tel. 0372 535411 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Presidente: Emiliano Campari; Vice Presidente: Gian Paolo Scaratti; Segretario: Federica Fappani; Tesoriere: Luigi Fabbri; Consiglieri: Luigi Agazzi, Giuseppe Coti, Davide Cremonesi, Antonio Lanzi, Fiorenzo Lodi, Fabio Rossi, Paola Samanni (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Lecco, tel. 0341 287130 www.ordinearchitettilecco.it Presidenza, segreteria e informazioni: ordinearchitettilecco@tin.it Presidente: Ferruccio Favaron; Vice Presidenti: Massimo Dell’Oro, Elio Mauri; Segretario: Marco Pogliani; Tesoriere: Vincenzo D. Spreafico; Consiglieri: Ileana Benegiamo, Fernando Dè Flumeri, Massimo Mazzoleni, Elena Todeschini, Diego Toluzzo, Alessandra Valsecchi (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Lodi, tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Presidente: Vincenzo Puglielli; Vice Presidente: Giuseppe Rossi; Segretario: Paolo Camera; Tesoriere: Cesare Senzalari; Consiglieri: Samuele Arrighi, Antonio Muzzi, Massimo Pavesi, Fabretta Sammartino, Ferdinando Vanelli (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Mantova, tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Presidente: Sergio Cavalieri; Segretario: Enrico Rossini; Tesoriere: Manuela Novellini; Consiglieri: Lara Gandolfi, Cristiano Guernieri, Filippo Mantovani, Giuseppe Menestò, Sandro Piacentini, Alberta Stevanoni, Luca Rinaldi, Nadir Tarana (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Milano, tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Presidente: Daniela Volpi; Vice Presidenti: Marco Engel, Silvano Tintori; Segretario: Valeria Bottelli; Tesoriere: Annalisa Scandroglio; Consiglieri: Federico Acuto, Antonio Borghi, Maurizio Carones, Adalberto Del Bo, Alessandra Messori, Emilio Pizzi, Franco Raggi, Alberto Scarzella, Giovanni Edoardo Zanaboni, Antonio Zanuso (Termine del mandato: 20.12.2009) Ordine di Monza e della Brianza, fax 039 3309869 www.ordinearchitetti.mb.it Segreteria: segreteria@ordinearchitetti.mb.it Presidente: Biancalisa Semoli; Vice Presidenti: Massimo Caprotti, Alberto Poratelli; Segretario: Pietro Giovanni CicardI; Tesoriere: Paolo Vaghi; Consigliere: Angelo Dugnani, Ezio Fodri, Clara Malosio, Maria Rosa Merati, Fabiola Molteni, Roberta Oltolini, Federico Pella, Giovanna Perego, Francesco Redaelli, Francesco Repishti (Termine del mandato: 1.2.2010) Ordine di Pavia, tel 0382 27287 www.pv.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Presidente: Marco Bosi; Vice Presidente: Lorenzo Agnes; Segretario: Paolo Marchesi; Tesoriere: Aldo Lorini; Consiglieri: Anna Brizzi, Fabiano Conti, Maria C. Dragoni, Maura Lenti, Gian Luca Perinotto, Giorgio Tognon, Alberto Vercesi (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Sondrio, tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Presidente: Giuseppe Sgrò; Vice Presidente: Giovanni Vanoi; Segretario: Aurelio Valenti; Tesoriere: Claudio Botacchi; Consiglieri: Giampiero Fascendini, Giuseppe Galimberti, Marco Ghilotti, Enrico Scaramellini, Laura Trivella (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Varese, tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it Presidente: Riccardo Papa; Segretario: Laura Gianetti; Tesoriere: Pietro Minoli; Consiglieri: Luca Bertagnon, Claudio Baracca, Maria Chiara Bianchi, Antonio Bistolettil, Emanuele Brazzelli, Claudio Castiglioni, Stefano Castiglioni, Orazio Cavallo, Giovanni B. Gallazzi, Matteo Sacchetti, Giuseppe Speroni, Adriano Veronesi (Termine del mandato: 15.10.2009)


Beppe Rossi, Presidente della Consulta Lombarda degli Ordini degli Architetti

3 EDITORIALE

Il forum di questo numero è incentrato sull’attività degli Ordini che rappresentano (piaccia o no) il punto di riferimento dell’operare dei professionisti, in un contesto legislativo e normativo che pare nel prossimo futuro debba subire forti cambiamenti. Dopo i molteplici tentativi ed attacchi degli ultimi anni pervenuti da più parti, tendenti alla eliminazione degli Ordini Professionali, sembrerebbe oggi definitivamente tramontata tale ipotesi, in quanto è stata recepita, dalla maggior parte delle forze politiche, l’utilità degli Ordini a tutela e garanzia del cittadino, anche in funzione del risultato intellettuale della prestazione. Il recente rinnovo dei Consigli degli Ordini Provinciali avvenuto lo scorso autunno, dopo una stasi dovuta ai continui rinvii delle elezioni che ne hanno frenato l’attività, porterà senza dubbio nuove energie utili per la programmazione e per il rilancio dell’azione e delle attività degli Ordini. Una attività che dovrà essere concertata, valorizzata e supportata anche dall’azione collegiale espressa dalla Consulta Regionale che, in quanto espressione degli Ordini Provinciali deve coadiuvarne l’azione con i mezzi e le risorse che le sono attribuite. Appare scontato, quindi, che nel prossimo futuro gli Ordini, oltre a proseguire nella istituzionale opera di sostegno alla professione, saranno chiamati ad accentuare alcune funzioni di supporto che dovranno tradursi sempre più in azioni tendenti a: • aggiornamento continuo professionale degli iscritti; • azione di controllo dei bandi di affidamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni; • incentivazione dell’attività concorsuale; • azione di stimolo culturale sul territorio di competenza; • “presenza” istituzionale tendente all’informazione, a garanzia della qualità prestazionale degli iscritti agli Albi. È di queste ultime ore la notizia dell’abolizione delle tariffe professionali (D.L. n. 238 del 4 luglio 2006), provvedimento inserito in una più ampia azione di Governo, che in qualche modo attendevamo, in quanto da tempo preannunciato anche se non ufficialmente. Non percepiamo ancora totalmente quanto questo possa cambiare per gli architetti e quanto ancora l’azione del nuovo Governo inciderà sull’attività ordinistica. Certo è che gli Ordini dovranno dare segnali e indicazioni forti in merito alla competenza, formazione e professionalità degli iscritti che a loro volta dovranno sempre più orientarsi in questa direzione, per affrontare un mercato che sempre più richiede specificità e professionalità. Non è certo quindi il momento di pensare ad un indebolimento degli Ordini, ma, a mio parere, è il momento di valorizzare le grandi risorse umane e professionali che da anni all’interno degli Ordini provinciali operano con competenza e dedizione fornendo un servizio (permettetemi di sottolinearlo) agli iscritti, che spesso, anche per colpa di uno scarso sistema di comunicazione, non viene sufficientemente utilizzato e recepito.


Brescia

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a cura di Laura Dalè e Paola Tonelli

L’attività dell’Ordine è stata presentata nell’annuale assemblea ordinaria tenutasi a Salò il 17 dicembre 2005. Dalla relazione presentata si evince la continuità di operato e di struttura del Consiglio, che è stato sostanzialmente riconfermato nella tornata elettorale dell’autunno 2005. L’attività dei vari dipartimenti e commissioni si è mantenuta sulla linea di quella svolta negli anni precedenti, per cui si è pensato di dar conto, qui di seguito, solo di alcune iniziative, svoltesi nell’anno passato. P. T.

L’attività dell’Ordine nel 2005 Commissione Concorsi Nel corso dell’anno la Commissione, ha proseguito il lavoro di analisi dei Bandi inviati, proponendosi quale consulente a favore di Enti pubblici. Come programmato nel 2004, ha inoltre affrontato il tema del Programmatore di Concorsi, secondo quanto emerso nel corso tenutosi presso la Consulta Regionale Lombarda nel 2003, al quale avevano partecipato cinque rappresentanti. Le riflessioni rispetto al tema del programmatore e, più in generale, sullo strumento concorsuale, si sono tradotte in una giornata-incontro, rivolta specificatamente agli Enti pubblici, tenutasi nel mese di Marzo 2005 con il contributo dell’Ordine di Bolzano. Obiettivo principe dell’incontro è stata la divulgazione di metodi, strumenti e strategie nell’uso dei concorsi in riferimento alla legislazione vigente. Il Convegno ha rappresentato anche l’occasione per ripercorre l’esperienza concorsuale a Brescia e provincia dal 1994 ad oggi, esperienza che ha trovato spazio all’interno di una pubblicazione titolata Il concorso di architettura prima e dopo il Dpr. 554/99 – esperienze a Brescia e provincia dal 1994 ad oggi. Dipartimento Cultura e Formazione Dal punto di vista dell’aggiornamento culturale, l’Ordine promuoverà una serie di incontri organizzati nei quattro anni futuri su temi specifici e/o su singoli progetti e/o architetti di grande rilevanza, con particolare interesse per il panorama dell’architettura, presenti nelle singole nazioni europee, promuovendo a supporto di tale interesse anche eventuali viaggi di aggiornamento. In tale progetto saranno coinvolte le energie di istituti culturali come l’INARCH e di associazioni come i Giovani architetti. Anche quest’anno è proseguita l’attività dell’Ordine in

materia di aggiornamento professionale, dando luogo, tra l’altro, a due corsi di formazione, organizzati in concomitanza con le sessioni per l’esame di abilitazione professionale. Grazie alla collaborazione di alcuni colleghi, sono state svolte comunicazioni ed esercitazioni sulle principali tematiche afferenti l’esercizio della nostra attività. L’Ordine ha organizzato, o ha in corso di organizzazione, i seguenti corsi direttamente: • corso di formazione alla professione di architetto 24°; • corso di preparazione all’Esame di Stato di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore; • corso di perfezionamento in Restauro Architettonico. Tra le iniziative future si registrano: • corso sulla normativa antisismica; • corso 818; • corsi brevi di aggiornamento sul tema della sicurezza sui cantieri; • corsi sull’edilizia sostenibile. Anche per l’anno 2006 è intenzione dell’Ordine seguire con particolare interesse il tema della nuova legislazione regionale in materia urbanistica. È prossima l’organizzazione di un corso di formazione, in collaborazione con la Regione Lombardia, per l’applicazione della recente legge urbanistica, dedicato ai colleghi liberi professionisti e pubblici dipendenti. Al fine di meglio offrire agli iscritti un qualificato servizio di formazione è intenzione dell’Ordine di promuovere la procedura della certificazione di qualità per l’Ordine stesso, offrendo anche agli iscritti le necessarie informazioni per l’ottenimento di tale certificazione. Premi e Borse di Studio Anche per l’anno 2005 è stato pubblicato il bando per l’assegnazione di una borsa di studio per tirocinio presso la Soprintendenza BB. Architettonici e Paesaggio delle Province di Brescia, Cremona e Mantova: destinatari giovani colleghi neoiscritti. Il tirocinio, che dura complessivamente 420 ore, è da espletarsi nell’arco di 6 mesi, non rinnovabili. Il Consiglio ha inoltre deliberato la pubblicazione del prossimo bando per dare corso all’assegnazione di una borsa di studio per l’anno 2006. La tempistica è tale per cui si assicura la continuità nella collaborazione con la Soprintendenza. Per il terzo anno consecutivo è stata rinnovata da parte del nostro Ordine, congiuntamente all’Ordine degli Ingegneri, la collaborazione con l’AAB per la promozione di un concorso annuale, finalizzato al conferimento di due borse di studio a studenti che abbiano elaborato tesi di laurea o ricerche nel corso dell’anno accademico 20042005, su un argomento relativo ad aspetti artistici, architettonici ed urbanistici in ambito bresciano nel Novecento. Commissione Protocollo d’Intesa Ministero Ambiente Agenda 21 La Commissione “Città sostenibile – Agenda 21” nel febbraio 2002 ha operato proficuamente partecipando a varie iniziative.


Il forum di questo numero è illustrato con le immagini del progetto di Renzo Piano per l’ampliamento del museo di Atlanta (Georgia, USA), vincitore della Medaglia d’Oro all’architettura italiana 2006. Il Museo di Atlanta ha il suo nucleo storico nell’High Museum of Art di Richard Meier inaugurato nel 1983: da elemento isolato, l’edificio di Meier è stato inserito da Piano in un vasto campus delle arti a testimoniare il bisogno di pensare il luogo dell’arte in termini di luogo urbano. La Medaglia d’Oro, istituita dalla Triennale nel 1923, dopo

un’interruzione di circa trent’anni, è stata ripristinata nel 2003. La giuria dell’ultima edizione promossa dalla Triennale insieme con la DARC era composta da Pio Baldi, David Chipperfield, Jean Louis Cohen, Fulvio Irace e Arata Isozaki. Si ringrazia lo studio RPBW per la gentile concessione dei disegni del progetto del Museo di Atlanta e la casa editrice Electa per il permesso a pubblicare le immagini del Catalogo della mostra dedicata al premio (a cura di Fulvio Irace, Medaglia d’Oro all’architettura italiana, TriennaleElecta, Milano, 2006).

FORUM ORDINI

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Fronte sulla piazza.


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L’Ordine ha inoltre aderito all’Agenda 21 delle Costruzioni promossa da Comune di Brescia, ACB e ideata da Brixia Expo con la collaborazione dell’Università IUAV; i membri della Commissione partecipano alle riunioni dell’Agenda 21 delle Costruzioni, relazionano al Consiglio dell’Ordine e promuovono azioni inerenti le problematiche amministrative, tecniche, ambientali che hanno come denominatore comune lo sviluppo sostenibile. In questo senso l’Ordine non si pone semplicemente come “portatore di interessi” dei suoi iscritti nelle concertazioni con gli operatori sul territorio, ma vuole contribuire attivamente alla crescita della sensibilità ad un agire tecnico consapevole degli effetti sui soggetti socialmente più svantaggiati e delle ricadute sull’ambiente locale e globale.

con integrazioni virtuose con un master lanciato dalla Accademia di Belle Arti Santa Giulia; • estensione dell’attività di aggiornamento tecnico ai collaboratori negli studi di architettura; • coordinamento delle iniziative con le associazioni culturali inerenti la nostra professione (INARCH, INU, AAB, ecc.); • svolgimento dei corsi in sedi decentrate o in videoconferenza per agevolare i colleghi residenti lontano dal capoluogo. P. T.

Como a cura di Roberta Fasola

Eventi svolti nel periodo maggio 2005 – maggio 2006

Il presidente dell’Ordine, arch. Paolo Ventura, durante l’assemblea annuale, dicembre 2005.

Conferenze e manifestazioni varie Nel corso di quest’anno sono state organizzate, direttamente o patrocinate dall’Ordine, varie conferenze su temi tecnici, legislativi e altro, tenutesi in città e provincia. L’Ordine ha, inoltre, aderito all’annuale “Giornata di orientamento scolastico e professionale”. La programmazione e l’organizzazione generale della manifestazione è stata curata dall’Amministrazione del Comune di Brescia in collaborazione con altri organismi impegnati nel mondo della scuola e del lavoro. Tutte le scuole superiori cittadine ed anche alcune della Provincia hanno aderito con la partecipazione di numerose classi degli ultimi anni. Continuazione e miglioramento delle attività formative Nell’ultimo anno, dopo quest’ultimo anno di affievolimento a causa delle incertezze elettorali, l’Ordine ha programmato, così com’è evidente nel bilancio preventivo, di sviluppare ulteriormente la propria attività nel campo formativo, per rispondere alla forte domanda di specializzazione post-laurea. Ricordiamo alcune iniziative ritenute prioritarie: • un corso tecnico sulla redazione degli strumenti urbanistici previsti dalla nuova legge urbanistica regionale; • un nuovo corso di alto livello sul tema infrastrutture e paesaggio con finanziamento della Provincia di Brescia e

Le attività presenti e future dell’Ordine sono da sempre caratterizzate dall’idea prima e dalla fatica poi di chi le ha realizzate, come valido spunto per parlare di territorio e architettura: dalla poesia del luogo alla qualità dei materiali. Proprio per l’importanza di mantenere accesa l’attenzione e la sensibilità nei confronti del nostro costruito e, di conseguenza, della qualità del nostro vivere, anche in un anno per così dire “di transizione” tra il vecchio ed il nuovo Consiglio, si è cercato di mantenere viva questa operosità. Di seguito sono raccolti gli spunti e le sintesi degli eventi organizzati dal nostro Ordine nel corso di quest’anno. R. F.

Premio Maestri Comacini Sono trascorsi oltre dieci anni dalla prima edizione del Premio Maestri Comacini e, rileggendo la prefazione dei colleghi che mi hanno preceduto, ho avuto conferma dell’attualità dell’iniziativa e dell’opportunità della sua continuità. Giunti alla settima edizione e pur con diverse valutazioni sulle opere presentate e sull’assegnazione dei premi, resta indiscutibile l’importanza dell’iniziativa quale evento più significativo a livello locale nell’ambito dell’architettura costruita che coinvolge non solo gli addetti ai lavori, ma tutta l’opinione pubblica. Già l’amico Damiano Cattaneo nella sua prefazione del 1995 evidenziava il ruolo fondamentale del “Premio” quale occasione di trovare nuovi stimoli per un migliore e più lucido impegno non solo nel progettare ma anche per ottenere la qualità del prodotto edilizio attraverso una costante e sempre più proficua collaborazione tra progettista, committente


Quest’anno la giuria è stata così composta: dott. prof. Kurt Foster; arch. prof. Marco De Michelis; arch. prof. Marco Brandolisio; ing. prof. Antonio Migliacci; ing. prof. Filiberto Finzi; dott. arch. Davide Maspero; rappresentante Gruppo vincitore edizione 2003 del premio per la categoria “nuove costruzioni”, arch. Massimo Ferrari; rappresentante Impresa Notaimpresa Novara vincitrice edizione 2003 del Premio per la categoria “nuove costruzioni”. • Vincitore – categoria Architettura d’interni e allestimenti: Negozio Castelli a Fino Mornasco, arch. Franco Tagliabue. Per la qualità architettonica, la sensibilità e l’attenzione ai dettagli e per la coerenza del suo pensiero architettonico. Il senso dello spazio, della profondità: il compimento di un’idea che viene sviluppata lungo tutto il progetto. • Menzione speciale – categoria Nuove costruzioni: Casa Pinna Banfi, Caglio (Co), arch.tti Maria Laura Negri e Sissi Castellano. Per l’esito fra vernacolare e tradizione dato dall’uso spregiudicato della forma e della modalità costruttiva adottate dai pilastri del loggiato. • Menzione speciale – categoria Recupero di costruzioni esistenti: Ristrutturazione di edificio anni ’60 a Como, arch.tti Marco Balzarotti e Renato Conti. Per la volontà di riportare un edificio démodé in attualità alquanto fittizia con aspetti tecnologici che rispecchiano atteggiamenti e preoccupazioni condivisi dall’architettura di oggi. • Menzione speciale – categoria Sistemazione di spazi urbani e di infrastrutture: Parcheggio Parco Franceschini a Brunate (Co), arch. Marco Castelletti. Archiettura che ricerca una dimensione pubblica con compostezza, coniugando materiali arcaici, tecnologia moderna e grande abilità inventiva.

Viaggio-studio 2005: Portogallo

Acquaforte di Giuliano Collina.

re tutta l’opinione pubblica perché la qualità architettonica è parte integrante della qualità ambientale. Mi auguro che anche i giovani colleghi, malgrado le attuali difficoltà, possano trovare gratificazioni e stimoli nel proprio lavoro, consapevoli comunque, come già Paolo Portoghesi ricorda nella prefazione al suo libro “I grandi architetti del Novecento”, che se i prodotti dell’architettura sono solo raramente prodotti artistici, sono sempre invece prodotti dell’azione trasformatrice che l’uomo esercita sulla crosta terrestre e implicano quindi una grande responsabilità che non riguarda la storia dell’arte, ma la storia della vita. Franco Gerosa

L’impegno del gruppo di lavoro formato da giovani colleghi architetti (in sintonia con il Consiglio dell’Ordine) da tempo teso ad un nuovo ruolo più incisivo ed efficace nella società, indirizzato a raggiungere una qualità diffusa attraverso un’azione che va ben oltre gli attuali compiti istituzionali previsti per gli Ordini, ha ancora una volta organizzato un viaggio culturale con meta il Portogallo. È questo un viaggio promesso al ritorno dalla Finlandia (2003), che conclude il ciclo di questo Consiglio, ma certamente non quello del gruppo “giovani architetti” sicuramente ben intenzionato a portare avanti un messaggio, una chiave di lettura che proverà a tradurre il nuovo modo di operare in paesi vicini per chilometraggio, ma distanti sul fare architettura, avvicinandoci ad opere che possono insegnare molto a noi architetti cercando di leggere nei progettisti presi in esame le intenzioni che li hanno motivati nel disegnare l’idea fondante dei loro progetti.

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ed esecutore. Renato Conti nella sua lucida prefazione del 1997 sottolineava come il Premio Maestri Comacini volesse rendere omaggio ai costruttori che, senza interventi singolarmente eccezionali, col loro “saper fare architettura” esercitarono e diffusero per secoli l’arte del costruire. Il Premio si conferma pertanto come momento di confronto e stimolo sul significato di fare architettura, certamente ancora poco presente nel nostro territorio nonostante gli illustri precedenti. Una sensibilità e passione che deve coinvolge-


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Uno fra tutti Alvaro Siza, l’architetto portoghese la cui attualità e universalità è probabilmente legata a quello che uno dei suoi critici ha definito “contestualismo non imitativo”, un approccio al progetto insieme poetico ed empirico, in cui l’architetto lavora continuamente sull’intersezione tra il proprio linguaggio “moderno” e le ragioni del sito. Noi professionisti stiamo vivendo un periodo di grandi trasformazioni che coinvolgono non solo il nostro sapere, ma l’esercizio stesso della nostra attività, progettare vuole essere una costante raccolta di stimoli ed esperienze che vengono create e sviluppate nei nostri territori, un continuo cammino per rendere veramente trasparente e il più possibile esaustiva la disamina di avvenimenti, di situazioni sociali, economiche e di innovazione presenti sul nostro territorio ma non solo, con un occhio attento alle rilevanti opere e alle novità tecniche, legislative e culturali che via via si stanno presentando sullo scenario internazionale. Questo è “progettare il mondo che cambia”, cercare di dare voce alle diverse esperienze, contribuendo ad una crescita collettiva che porti a migliorare la forma e la sostanza dell’ambiente che ci circonda e che ci vede protagonisti nella professione che svolgiamo ogni giorno. La complessità del processo progettuale richiede conoscenze enormi, necessità di aggiornamenti continui e tensione culturale che si ottiene attraverso il confronto, il dibattito, la riflessione, la ricerca continua. Questo è stato il ruolo del gruppo di lavoro dei giovani architetti comaschi. In tutti questi anni, con totale disinteresse, hanno prestato il loro tempo e la loro professionalità creando un percorso efficace, capace, cioè, di presa sulla realtà dello sviluppo culturale del nostro Ordine, per dare spinta e vigore nel dibattito interno e internazionale; a loro, quindi, il mio personale ringraziamento e un augurio per un futuro sicuramente ancora più prospero ed efficace. Franco Butti • Conferenze di architettura: 16 giugno 2005: arch. Nunes, Lisbona: “Paesaggio”; 30 giugno 2005, arch. Rocha, Oporto: “Obras e Projectos recentes”; 30 settembre 2005, arch. Byrne, Lisbona: “Gonçalo Byrne, opere recenti”. • Videoproiezioni: 22 settembre 2005, film Lisbon Story di Wim Wenders, • Programma di viaggio 11 ottobre – visita a Porto: recupero dell’antico palazzo comunale “Casa dei Ventiquattro” – Fernando Tavora; pavilhao Carlos Ramos da Faculdade de Arquitectura da Ia Universidade do Porto – Alvaro Siza; facoltà di Architettura – Alvaro Siza; atelier – Alvaro Siza; museo de arte contemporanea Serralves – Alvaro Siza; casa da Musica – Rem Koolhaas; casa del Cinema Manoel de Oliveira – E. Souto de Moura; Alfandega, Museo dos Transportes – E. Souto de

Moura; metro – E. Souto de Moura; bar Calem – De Campos + Guedes; cafè do cais – De Campos + Guedes. 11 ottobre – visita dintorni Porto: piscina Municipale de mares de Leca – Alvaro Siza; remodelacao e Beneficiacao do Pascete – João Alvaro Rocha; jardim da Quinta da Gruta/Escola de educação Ambiental – João Alvaro Rocha; complesso uffici e residenze – E. Souto de Moura; parque de Moutidos – João Alvaro Rocha: pousada S. Maria do Bouro – E. Souto de Moura; ristorante Boa Nova – Alvaro Siza. 11 ottobre – visita Aveiro: rettorato del campus universitario – Gonçalo Byrne e Aires Mateus: biblioteca de universidade – Alvaro Siza; facoltà di geologia – E. Souto de Moura; facoltà di Ingegneria e Casa dello Studente – Adalberto Dias; cantina e Completo de Refeitorios – Manuel e Francisco Aires Mateus; museo Maritimo – ARX; cafettaria no Castello de Montemor – João Mendes Robeiro. 11 ottobre – visita a Lisbona: padiglione del Portogallo – Alvaro Siza; padiglione della Conoscenza dei Mari – Carrilho da Graça; stazione d’Oriente – Santiago Calatrava Valls; scuola superiore di comunicazione sociale – Carrilho da Graça; centro di documentazione do Palacio de Belem – Carrilho da Graça. 11 ottobre – visita a Lisbona e dintorni: centro di coordinazione e controllo del traffico marittimo del porto di Lisbona – Gonçalo Byrne; rettorato nuova università – Mateus+Mateus; zona del chiado, ricostruita dopo un incendio nel 1988, sul masterplan di Siza – Alvaro Siza.

Convegni L.R. 12/2005, Governo del Territorio. Incontro inerente l’“Osservatorio dei PGT” L’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Como, l’Agenzia Speciale della Camera di Commercio di Como IFAC, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como e la Consulta Regionale Lombarda degli Architetti, hanno organizzato tre incontri/dibattiti, aventi come tema la nuova Legge Regionale di Governo del Territorio e le conseguenti applicazioni pratiche e l’evoluzione metodologica del fare urbanistica che questa apporterà nel lavoro quotidiano degli operatori del settore e dei comuni. L’evento è parte di un ciclo di tre appuntamenti indirizzati alla formazione di coloro che operano sul territorio. Il titolo di questo incontro sintetizza lo spirito della manifestazione, che è quello di promuovere un dibattito culturale che coinvolga tecnici, amministratori e cittadini, per meglio capire i rapporti fra la nuova legge urbanistica e la Pianificazione Comunale, il Piano Provinciale e il “progetto urbano” della città futura. La manifestazione nasce, dunque, come momento di confronto fattivo e di dibattito costruttivo con la Regione Lombardia e l’Amministrazione Provinciale di Como, la quale sta redigendo il suo Piano Territoriale di Coordinamento, primi attori del cambiamento. In un secondo


Prospetto e sezione su Arts Center Way.

Prospetto sud ingresso principale.

Sezione trasversale.

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momento il confronto sarà attivato con le amministrazioni comunali che dovranno, invece, attuare e gestire questa “rivoluzione” urbanistica. Il primo incontro ha approfondito le tematiche riguardanti il “Documento di Piano”, quale nuovo strumento urbanistico di pianificazione e programmazione tecnico-politica, e i contenuti della legge riguardanti la Perequazione Territoriale. Il secondo momento di approfondimento, ha invece analizzato e discusso la “Valutazione ambientale strategica (VAS – Art. 4 della L.R. 12/2005)” e i suoi rapporti con il monitoraggio e il progetto urbano del PGT. Il terzo incontro ha avuto come tema-guida i sottoetti e i chiarimenti sui contenuti della legge modificata nel dicembre 2005, sulla sua applicazione pratica e ulteriore momento di confronto tecnico-operativo fra gli operatori del settore. • 1° incontro del 13 aprile 2005: Il documento di Piano: Strumento strategico e di programmazione. I relatori: ing. Mario Rossetti (dirigente generale Settore Territorio ed Urbanistica, Regione Lombardia); arch. Giuseppe Cosenza (dirigente generale Settore Territorio, Provincia di Como); avv. Lorenzo Spallino (studio legale Spallino); ing. Riccardo Colombo (Ordine degli Ingegneri, Provincia di Como); arch. Gianfredo Mazzotta (Ordine degli Architetti Provincia di Como). • 2° incontro del 24 maggio 2005: La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) come strumento di monitoraggio e progetto. I relatori “Parte Generale”: ing. Alberto De Luigi (dirigente Struttura Valutazione Ambientale, Regione Lombardia); arch. Gianni Beltrame (urbanista e docente del Politecnico di Milano). I relatori “Casi studio”: Erba – arch. Sergio Dinale; Madesimo – arch. Marcello Magoni • 3° incontro del 16 febbraio 2006: Normativa in materia di recupero dei sottotetti. I relatori: avv. Lorenzo Spallino (studio legale Spallino); avv. Alberto Sala (Struttura Valutazione Ambientale, Regione Lombardia); avv. Bruno Mori (Struttura Valutazione Ambientale, Regione Lombardia).

Nascita dell’Osservatorio Provinciale dei PGT, L.R. 12/05 L’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Como, l’Agenzia Speciale della Camera di Commercio di Como IFAC, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como, il Collegio delle Imprese Edili di Como, la Provincia di Como – settore territorio, hanno costituito un nuovo “soggetto” non istituzionale volontario che prende origine dall’Art. 4 della L.R. 12/05. Esso è l’Osservatorio provinciale dei PGT. Obiettivi strategici sono: • il supporto dei comuni in questa nuova fase di “conoscenza” dei PGT.

• il supporto ai professionisti nella fase di redazione dei piani. • il monitoraggio “locale” dello stato di attuazione della legge e delle sue ricadute sociali, economiche e territoriali. Questo avverrà sia attraverso il sito internet www.osservatoriopgt.co.it, sia attraverso uno sportello di comunicazione attivo presso la camera di commercio di Como (agenzia IFAC). L’Osservatorio Provinciale L.R. 12/2005 è stato costituito per i seguenti scopi: • monitorare gli effetti sul territorio della LR 12/2005, in particolare per quanto riguarda il PGT e i rapporti tra Documento di Piano e PTCP, relazionandosi con tutti i comuni della Provincia di Como per capire le diverse strategie di lavoro intraprese; • offrire un’interfaccia istituzionale finalizzata a gestire e rappresentare – in modo propositivo ed organico – agli organismi regionali le eventuali criticità della L.R. 12/05; • offrire una sede di monitoraggio e gestione in chiave positiva delle possibili criticità tra enti locali e Provincia successivamente all’approvazione del PTC; • offrire la possibilità agli enti locali di accedere, via internet, ad un quadro completo dello stato di attuazione della L.R. 12/2005 nella provincia di Como, consentendo di utilizzare il materiale disponibile; • consentire alle amministrazioni locali interessate di comprendere i processi di gestione dei nuovi strumenti confrontandosi con gli enti che questi strumenti hanno già avviato.

Convegno “Il Sagrato e la Piazza” Il Convegno promosso e organizzato dall’Ente Sviluppo Porfido del Trentino, costituisce una concreta testimonianza della volontà di avviare un dialogo con le più evolute istanze progettuali, offrendo aggiornate informazioni, raccogliendo stimoli e utili suggerimenti. I vari relatori invitati hanno avuto un ruolo centrale all’interno dell’incontro in merito soprattutto a problematiche di tipo urbanistico, avendo affrontato temi inerenti il rilievo ed il recupero del paesaggio urbano e della memoria del sacro nel progetto dello spazio pubblico e nel dettaglio: Stefano Tomasi, direttore Ente Sviluppo Porfido del trentino, “Strumenti e servizi per la progettazione di qualità”; Mario Angheben, responsabile marchio Volontario di qualità e.s.PO, “Pavimentazioni in pietra: il porfido e la sua messa in opera”; Marcello Balzani, docente di Rilevo Urbano e Ambientale Università degli Studi di Ferrara, “La memoria del sacro nel progetto dello spazio pubblico”; monsignor Giuliano Signorelli, ex responsabile diocesano dei Beni culturali, “Il sagrato”; Chiara Rostagno, architetto docente di restauro urbano al Politecnico di Milano, “Il sagrato della casa del fascio di Como. Giuseppe Terragni e il taglio dei nodi Gordiani”. A completamento dello stesso è stata anche organizzata una visita al comprensorio estrattivo delle cave di porfido del trentino, quale valida occasione di aggiornamento


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Dettagli “Transition Panel”.


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tecnico-conoscitivo in merito all’estrazione ed alla lavorazione di questo importante materiale lapideo. Iniziativa che faceva parte di un organico piano di promozione rivolto alle principali realtà urbane del Paese. Il Consiglio dell’Ordine

• la riorganizzazione della Consulta Regionale con la formazione di nuove commissioni e l’attribuzione di nuove competenze; • costituzione di una commissione interna all’associazione professionisti della Provincia di Cremona per valutare la possibilità di cambio della sede per disporre di spazi più ampi per lo svolgimento dell’attività formativa a favore dei propri iscritti, anche alla luce delle recenti attribu-

Cremona a cura di Fiorenzo Lodi

I primi... sei mesi Come previsto in ottobre si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Cremona per il quadriennio 2005/2009. Nella prima riunione del 14 ottobre si provvedeva alla distribuzione delle cariche: arch. Emiliano Campari, presidente; dott. Gian Paolo Scaratti, vice presidente; arch. Federica Fappani, segretario; arch. Luigi Fabbri, tesoriere; arch. Luigi Agazzi, consigliere; arch. Giuseppe Coti, consigliere; arch. Davide Cremonesi, consigliere; arch. Antonio Lanzi, consigliere; arch. Fiorenzo Lodi, consigliere con delega “AL”; arch. Paola Samanni, consigliere; arch. iunior Fabio Rossi, consigliere. Durante la prima seduta, si è provveduto alla definizione delle linee guida riguardanti il nostro mandato che possono essere così sintetizzate: • regolamentazione degli istituti componenti l’Ordine, in particolare modo il regolamento per il funzionamento del Consiglio Direttivo dell’Ordine e il regolamento per il funzionamento della Commissione Parcelle dell’Ordine, con relativa modulistica; questo si è reso necessario per dare a tutti gli iscritti regole certe e uguali per tutti, per evitare fraintendimenti e rendere più efficiente la macchina burocratica; • promuovere la massima e tempestiva informazione a tutti gli iscritti; a tale proposito ha avuto ampio successo l’adesione alla “newsletter”, strumento indispensabile per diminuire la distanza tra l’Ordine e gli iscritti; • recuperare il ruolo che ci compete nel panorama socioculturale provinciale, promovendo iniziative e partecipando attivamente e concretamente alle scelte che interessano il nostro territorio; • qualificare la professionalità dell’architetto, dotandolo anche di dispositivi al passo con le nuove tecnologie, senza trascurare l’importanza degli strumenti a nostra disposizione; • promuovere iniziative (tramite il Consiglio e le commissioni) atte alla divulgazione e all’informazione degli enti e dei cittadini sul territorio. Il lavoro fino ad ora svolto ha seguito questa strada, ma altre importanti ed interessanti problematiche si stanno affacciando con urgenza, vorrei indicarne due:

Seduta del Consiglio dell’Ordine.

zioni all’Ordine di specifiche competenze in materia di preparazione all’accesso e di aggiornamento permanente obbligatorio al fine del mantenimento dei requisiti per il corretto esercizio dell’attività professionale. Crediamo che il lavoro fino ad ora prodotto sia orientato verso i princìpi sopra citati, certo, il tempo è stato poco, ma siamo sicuri che ulteriori risultati non tarderanno a venire. F. L.

Lecco a cura di M. Elisabetta Ripamonti

Viaggio in Olanda Delle attività promosse dall’Ordine degli Architetti nel corso del 2006 sicuramente il viaggio di studio in Olanda, svoltosi alla fine del mese di maggio, è stata tra quelle che hanno destato maggior interesse ed entusiasmo nei partecipanti. Più di qualsiasi convegno, incontro, tavola rotonda, assemblea, qualche giorno insieme ha significato molto in termini di confronto tra colleghi. L’itinerario scelto dall’organizzatore, l’architetto Guido de Novellis, responsabile viaggi per conto dell’Ordine, pur non seguendo un criterio cronologico o tipologico vero e proprio nella visita di Amsterdam, Rotterdam, Utrecht ed Hilversum, ha consentito una visione panoramica delle nuove tendenze architettoniche olandesi. Negli ultimi


porato una seppur esigua parte dell’enorme quantità di realizzazioni degli ultimi anni è stato sufficiente a comprendere come il benessere generale sia divenuto una priorità sia nell’edilizia privata che negli interventi pubblici delle città olandesi. Abbiamo avuto modo di ammirare capacità progettuali ed organizzazione di spazi con rigore, intelligenza e, al tempo stesso, fantasia ed estro progettuale; abbiamo riflettuto sull’impossibilità, nella nostra

Visita alla casa-museo di Brikman e Van del Vlugt costruita a Rotterman nel 1933.

provincia, di un allentamento delle regole in campo edilizio che impediscono quella propulsione verso un’espressività più libera che abbiamo avuto modo di osservare nel nostro viaggio. Ritengo che la buona dose di autocritica, che non ha risparmiato nessuno di noi, aiuti a formulare risposte. Il successo di queste sperimentazioni urbane che hanno scosso la vecchia pianificazione delle città conferendo maggiore originalità alle nuove aree, la capacità degli edifici di notevoli dimensioni di imporsi con un’identità che non crea dissonanze con le aree circostanti, la forte eterogeneità di unità abitative che costituiscono la tipologia dell’architettura innovativa, hanno consentito il superamento di canoni da sempre seguiti proponendo un’architettura d’avanguardia in Olanda in grado si superare un atteggiamento statico. Qui sono rimasti i mulini a vento, i tulipani e le mandrie al pascolo, ma le nuove realtà residenziali, gli spazi pubblici, il verde all’interno della città sono evoluti in termini di forme, materiali, tecniche costruttive, colori e proporzioni... L’auspicio è che il futuro possa accogliere colleghi d’oltralpe che arrivano a Lecco per ammirare, imparare ed esperire da noi la stessa piacevole sensazione di trovarsi a passeggiare tra la buona e vera architettura in un variegato panorama di nuovi scenari di trasformazione della realtà urbana, dove tradizione ed innovazione possano abitare la stessa città e non solo le riviste d’architettura! M. E. R.

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anni l’impressionante proliferare di edifici ed interventi hanno fatto di Amsterdam un punto centrale del dibattito architettonico contemporaneo, qui l’architettura sembra aver soppiantato la pianificazione urbana e l’attrattiva suscitata dal lavoro di architetti famosi a livello internazionale è divenuta di primaria importanza. La persistente pioggia, che ha caratterizzato i cinque giorni di viaggio ad un ritmo serrato, non ci ha dissuasi dalla gita in bicicletta alla volta del nuovo quartiere residenziale Borneo, uno degli esempi più suggestivi di urbanistica moderna dove hanno lasciato la loro impronta architetti del calibro di Adriaan Geuze di West 8 con il complesso residenziale denominato The Whale per il suo singolare profilo a coda di balena, l’edificio di imponenti dimensioni contenente 214 appartamenti risalente al 2001. Sempre ad Amsterdam degno di nota è l’aspetto fortemente variegato del complesso residenziale di 157 appartamenti del De Silodam del 1995-2002 di MVRDV, gli interventi di Rem Koolhaas e OMA, il progetto di Hertzberger per il Montessori College del 1999, il progetto di massima di Joe Coenen pel quartiere KNSM, all’interno del quale sono presenti interventi di Arets, Kollhoff & Rapp. Il bizzarro profilo del sorprendente edificio per la terza età di MVRDV, lo WoZoCo del 1997, l’involucro del nuovo spazio progettato per il Sarphatistraat Office di Steven Holl realizzato in rame forato, o la nuova ala espositiva del museo Van Gogh di Kurokawa del 1999 sono stati ulteriori oggetti di studio. Nel campus universitario di Utrecht abbiamo avuto modo di ammirare la splendida biblioteca universitaria di Weil Arets, l’edificio Minnaert di Neutelings e Riedijk dalla facciata color terracotta che sembra rivestita di una crosta grinzosa, l’Educatorium di OMA, la facoltà di economia aziendale dei Mecanoo. Altre mete di viaggio sono state il Municipio di Hilversum, dove la composizione di pieni e vuoti uniti a monocromia e sobrietà, scelte da W. M. Dudok nel 1915, conferiscono grande eleganza all’edificio, il palazzo VPRO per l’emittente radiotelevisiva di MVRDV, costruzione compatta e profonda distribuita su cinque piani e, sempre ad Hilversum, le singolari dodici residenze Cyclopes di NIO architecten. Ultima tappa è stata Rotterdam. La piazza Schouwburgplein su progetto di Adriaan Geuze è un esempio del rinnovamento del centro cittadino, insieme all’impatto forte e deciso dell’Ichthus College di Van Egeraat, al Luxor Theatre di Bolles & Wilson, al ponte stradale di Van Berkel, alla torre del World Port Center di Foster che costituiscono altrettanti punti focali, mentre la Sonneveld House, casa museo di Brinkman e Van der Vlugt del 1933, rappresenta un monumento dell’architettura funzionalista olandese. Ritengo che molti di noi abbiano riflettuto in quei giorni sul proprio ruolo e su quello dell’architettura. Liberi da onerosi obblighi professionali, qualche giorno senza pressanti telefonate di lavoro, è sembrato una sorta di ritiro spirituale in un mondo che è parso molto lontano dalla nostra quotidianità, ricco di spunti di riflessione in termini architettonici. L’aver assa-


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Mantova a cura di Nadir Tarana

Programmi e iniziative Questo è il quadro delle principali attività in corso di allestimento da parte dell’Ordine degli Architetti di Mantova. Corsi di formazione professionale • corsi di formazione a pagamento in collaborazione, e non, con società di servizi di geometri mantovani: - corso ANAB architettura bioecologica; - corso Legge 818 (prevenzione incendi); - corso CTU; - inquinamento acustico. • corso gratuito di formazione alla professione di architetto: - introduzione al corso; - il progetto urbanistico ed edilizio/rapporto con la P.A.; - il progetto edilizio/rapporto con il privato; - organizzazione dello studio professionale; - il progetto di restauro. Avviamento alla professione Nell’anno in corso è stata siglata una convenzione con la Soprintendenza, per l’istituzione di una borsa di studio per lo svolgimento del tirocinio professionale inerente il restauro degli edifici monumentali e la tutela del paesaggio. La borsa di studio avrà la durata di circa 390 ore, e sarà riservata agli architetti under 35. Rapporti con il territorio A partire da settembre 2005 si sono iniziati a svolgere i consigli aperti agli iscritti nel territorio mantovano per allargare la partecipazione. • Esercizio professionale La Commissione Parcelle, oltre al normale lavoro di assistenza agli iscritti ha intrapreso altre iniziative quali la collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri per la formazione di una parcella tipo, ed un lavoro di stesura delle linee guida per la redazione della parcella relativa ai nuovi strumenti di governo del territorio (PTG, documento di piano, ecc.). • Consulta Tecnica La Consulta Tecnica interprofessionale sta organizzando incontri di aggiornamento su tre grandi questioni legate al tema del costruire: ambiente, sicurezza ed energia. Bandi e concorsi Nel corso dell’anno l’Ordine ha svolto un’attività di controllo e di proposta rispetto ai bandi ed ai concorsi che sono stati indetti nel territorio mantovano, proponendo sia osservazioni preventive durante la fase di redazione, che giudizi di ammissibilità rispetto alla partecipazione dei propri iscritti.

Attività legislativa Nel corso del 2006 l’ordine di Mantova, insieme alla commissione tecnica della Consulta Lombarda, ha dato un contributo tecnico alla normativa, proponendo modifiche ed integrazioni alla Legge 12/2005. Attività culturali • Seconda Mostra sull’Architettura del Novecento nella Provincia di Mantova L’Ordine degli architetti della Provincia di Mantova, attraverso la Commissione Cultura, sta organizzando per la primavera del 2007, la seconda mostra sulle architetture moderne d’oggettivo valore situate nel territorio mantovano, realizzate dal 1900 in poi. L’intento è di valorizzare il territorio attraverso la conoscenza delle opere non soltanto del passato ma anche del nostro tempo. • Cinema e architettura: la trasformazione della città. In corso di preparazione un cineforum con 5 proiezioni in collaborazione con il Cinema del Carbone di Mantova • Mostra itinerante sull’architettura italiana “Italia 2001: grandi progetti della trasformazione urbana” presentata al festival dell’architettura di Parma nel 2005. È in corso di organizzazione un allestimento a Mantova, della mostra presentata al festival di Parma, che prende in rassegna i grandi progetti della città italiana con l’intento di registrarne le dinamiche di modificazione. N. T.

Milano a cura di Roberto Gamba

L’attività delle commissioni dell’Ordine di Milano è volontaristica: la Commissione Parcelle esamina la congruità degli onorari professionali esposti dagli iscritti in relazione alle leggi che determinano le tariffe e la loro applicazione; la Commissione Prevenzione Incendi promuove e aggiorna le problematiche relative alla sicurezza antincendio; la Commissione Bandi di Gara vaglia le occasioni professionali di ambito pubblico. Presso la sede di via Solferino, 19, si svolgono periodicamente servizi di consulenza gratuita per gli iscritti (sportello sulle tariffe professionali, per pareri relativamente a Inarcassa, procedure e normative edilizie, problemi fiscali, problemi legali sulla disciplina urbanistico-edilizia, diritto civile, utilizzo di software per la progettazione). Gruppi di lavoro si occupano della redazione del sito internet, della redazione e aggiornamento della lista dei concorsi, a cura di Europaconcorsi, di sicurezza dei cantieri, relativamente al D.Lgs. 494. Con i contributi redazionali ricevuti quest’anno e qui pubbli-


R. G.

2005-2006. Attività dell’Ordine Il costante aumento di complessità nella realtà di intervento degli architetti impone programmi precisi di supporto operativo. Il nostro impegno continuerà quindi ad essere quello di garantire efficienza nel funzionamento di un’istituzione che deve poter offrire servizi qualificati, mantenendosi, comunque, aperta e disponibile a recepire ed affrontare i temi connessi con le nuove leggi in materia di urbanistica e di edilizia e più in generale con la riforma delle professioni. Tra i compiti istituzionali dell’Ordine, poiché riteniamo che la convalida delle parcelle rappresenti un obiettivo prioritario per il riconoscimento del lavoro professionale, abbiamo potenziato lo sportello di consulenza, allargandolo a tutti i componenti la Commissione parcelle per migliorare il rapporto con gli iscritti e garantire uniformità e condivisione dei pareri. Sono state convalidate 129 parcelle e ricevuti 368 iscritti che hanno posto quesiti allo sportello. Dal prossimo mese di ottobre sarà a disposizione sul sito internet dell’Ordine, gratuitamente per tutti gli iscritti, un programma per la compilazione immediata delle parcelle secondo le norme attualmente in vigore. Stiamo provvedendo all’aggiornamento del software dell’albo per poter gestire correttamente la suddivisione nei 4 settori (Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) e nelle due sezioni (A per i laureati quinquennali, B per quelli triennali). Per rispondere alle richieste di designazione dei nostri rappresentanti abbiamo mantenuto il criterio di privilegiare il sorteggio a tutela della trasparenza e della rotazione degli iscritti. Nella promozione del concorso di progettazione per l’affidamento degli incarichi pubblici l’Ordine ha investito molte risorse. Sono molti anni, infatti, che l’azione di sensibilizzazione, promozione e informazione sui concorsi si è concretata in una serie di attività, tra le quali l’informazione tempestiva sui bandi, il rapporto di “consulenza” con gli enti banditori, l’analisi e le richieste di modifiche dei bandi. Prevediamo, inoltre, di realizzare, in collaborazione con l’Assessorato al Territorio della Provincia, il secondo CD

sui concorsi di architettura e di idee banditi nella Provincia di Milano dal gennaio 2004 al dicembre 2005. Il CD sarà, come il precedente, inviato a tutte le Pubbliche Amministrazioni con lo scopo di promuovere la pratica dei concorsi. È in programma l’istituzione di un premio ai migliori progetti di edilizia sociale realizzata negli ultimi 5 anni in ambito europeo. L’obiettivo è di contribuire al dibattito che il Comune di Milano, con il piano dei servizi e il piano casa, ha riaperto nel 2005 dopo molti anni di silenzio, offrendo un panorama delle più avanzate esperienze europee sugli sviluppi dell’abitazione pubblica. Sono stati invitati a collaborare all’organizzazione e diffusione del premio Federcasa, il Consiglio Europeo degli Architetti e il Cecodhas, Associazione europea degli enti per l’edilizia sociale. Con la Fondazione ADI per il disegno industriale e la Fondazione FAAR abbiamo, anche quest’anno, attribuito un premio alle migliori tesi di laurea delle Facoltà di architettura del Politecnico di Milano per l’anno 2004-2005. Continua la collaborazione tra l’Ordine e le Facoltà di architettura che fanno capo al Politecnico sul tema della riforma universitaria. Si tratta di una importante occasione di incontro e discussione, indispensabile tra istituzioni che si occupano degli stessi soggetti, nella fase di formazione culturale prima e in quella successiva della attività professionale. La Commissione che cura i rapporti con le Istituzioni di Milano e Provincia è intervenuta sia sugli eventi più significativi attinenti l’architettura della città, sia sui temi più specifici e strumentali alla professione, quali la Commissione Edilizia, le procedure per l’ottenimento delle autorizzazioni e il Regolamento edilizio. La stessa Commissione sta lavorando, insieme con l’Osservatorio, sulla bozza del nuovo Regolamento edilizio proposta dalla Amministrazione Comunale. Con la Consulta, organismo di rappresentanza degli Ordini Lombardi, sono stati approfonditi argomenti specifici di interesse regionale. Con il Consiglio Nazionale sono stati approfonditi i temi di interesse nazionale, come la recente proposta di legge sull’ordinamento della professione. Entrando nel merito più specifico dei servizi agli iscritti ricordiamo l’attività che si è svolta attraverso gli sportelli di consulenza gratuiti: per le tariffe professionali, tenuto dai membri della Commissione parcelle, per problemi fiscali e legali, per la presentazione delle pratiche edilizie e lo sportello Inarcassa, gestito direttamente da funzionari Inarcassa. È terminata l’indagine statistica sulla professione svolta da IPSOS per giungere ad una più approfondita conoscenza degli iscritti, dei loro problemi e delle loro aspettative nei confronti dell’Ordine. In continuità con l’analoga iniziativa del 1991, abbiamo raccolto in una pubblicazione il lavoro dei colleghi che hanno dedicato alla professione più di mezzo secolo

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cati, si delinea la molteplicità delle attività che si svolgono. Questi resoconti sono esemplificativi di quanto viene organizzato e attuato, affinché siano coinvolti e interessati il maggior numero possibile di iscritti. La nostra presidentessa Daniela Volpi definisce ancor meglio, con l’intervento qui proposto, oltre che le attività, i risultati ottenuti da questa struttura organizzativa, sia nei rapporti con gli iscritti che con le istituzioni locali e nazionali. Riguardo agli appuntamenti proposti ormai con intensità e successo dalla Fondazione, ci riferiscono i nuovi “addetti stampa”, Anna Celeste Rubino e Alessandro Sartori; per la Commissione Gare, il collega Francesco Collini.


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Dettagli del tetto e del “Transition Panel�.


Daniela Volpi

La Fondazione nella promozione di una cultura architettonica Al fine di tutelare i professionisti del settore dell’architettura, l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano e la sua Fondazione – nata nel 1998 – hanno proseguito anche questo anno il loro impegno nell’adempimento dei rispettivi compiti istituzionali. Se l’Ordine, in ottemperanza alle sue norme costitutive, si è occupato delle attività più strettamente connesse alla professione (aggiornamento dell’Albo, convalida delle parcelle, nomina dei rappresentanti nelle commissioni, interazione con gli organi pubblici e consulenza sulla deontologia professionale), la Fondazione ha invece rivestito il compito di organizzare iniziative culturali sull’architettura nell’obiettivo di rappresentare un ideale anello di congiunzione tra un pubblico di addetti ai lavori e un’utenza più ampia di appassionati del settore. Braccio operativo di una vasta serie di attività, la Fondazione ha instaurato nel corso degli anni una fitta rete di contatti tra professionisti, aziende, esponenti della comunità scientifica e istituzioni milanesi con l’intento di dar vita ad un meeting-point culturale ricco e variegato, in grado di stimolare un dibattito sui temi della storia urbanistica recente e, in ultima istanza, di incrementare una consapevolezza diffusa riguardante le discipline architettoniche. È, dunque, in questa logica che si collocano le

“Serate di Architettura”, a cui nel corso del 2005-2006 hanno partecipato architetti di fama internazionale oltre a docenti delle più importanti università italiane; gli “Itinerari di Architettura Milanese”, organizzati in concomitanza con la Festa dell’Architettura indetta dalla Triennale di Milano; gli “Incontri Aziendali”, che si pongono come momento d’incontro tra professionisti e mercato del settore, e i “Corsi di Formazione”, che mirano a fornire specializzazioni su recenti e innovativi aspetti della pratica architettonica. Tali iniziative scaturiscono dal lavoro di un’équipe coordinata da Giulia Pellegrino e composta da una Segreteria e da un Ufficio Stampa che, sotto la supervisione del Consiglio Direttivo, si occupa dell’organizzazione e della promozione degli eventi, mettendosi in contatto con i giornalisti della carta stampata e della rete. Per conferire la libera facoltà di effettuare una retrospettiva sul lavoro svolto negli ultimi tre anni, è stato recentemente messa on line, in una sezione del sito dell’Ordine, un archivio ragionato delle attività, a testimonianza dell’assiduo e continuo impegno della Fondazione nell’adempimento delle sue finalità istituzionali. Tali informazioni sono reperibili presso l’indirizzo: http://www.ordinearchitetti.mi.it/fondazione/fondazione.html. Anna Celeste Rubino e Alessandro Sartori

La Commissione Bandi Nella primavera del 2003 l’Ordine di Milano istituisce la “Commissione Bandi di Gara” con lo scopo di monitorare questo settore e di cercare un dialogo con le istituzioni. Ne entrano a far parte alcuni ex membri della Commissione Parcelle, che aveva ridimensionato le sue fila, ed era inizialmente composta da una decina di colleghi, sotto la “supervisione” di un membro del Consiglio. A tre anni di distanza, vorrei raccontare ai lettori che cosa facciamo, come funziona questa commissione e quali ne sono gli obiettivi. Oggi la Commissione è composta da cinque colleghi (Francesco Collini, Giovanni Galli, Roberto Gamba, Marco Engel, Gaetano Selleri) supportati dalla segreteria dell’Ordine (Laura Zacconi). I membri si incontrano con una certa regolarità e assiduità una volta alla settimana ed esaminano i bandi ricevuti o “trovati”. Il ritrovamento ha come fonte principale “Europaconcorsi” mentre la ricezione avviene o su segnalazione di colleghi o per invio da parte dell’ente banditore. Uno degli obiettivi è di riuscire a diventare così importanti che gli enti si sentano obbligati a mandare i loro avvisi. I bandi da esaminare sono quattro o cinque ogni settimana e nei casi più semplici vengono subito letti e valutati: se l’insieme è correttamente formulato, il bando viene “approvato” e inserito senza commenti nell’elenco, da poco disponibile sul sito. Quando si riscontrano

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della loro vita, contribuendo, a vario titolo, alla scrittura della storia dell’architettura moderna della nostra città e della sua provincia. Tra le diverse iniziative che vedono l’Ordine aperto agli iscritti sulle novità della cultura professionale contemporanea e sull’esercizio della professione, ci stiamo dedicando con particolare impegno al tema della legge sulla Riforma delle Professioni, la definizione della quale è per il nuovo Governo un provvedimento indifferibile e urgente, e che contiene importanti novità per la nostra professione. Nel quadro delle serate di architettura, sono stati avviati cicli di approfondimento sui temi dell’architettura museale, degli spazi aperti delle città e dell’edilizia sociale applicando un criterio che vede le esperienze milanesi poste a confronto con quelle europee e internazionali. Proseguiremo inoltre ad organizzare Corsi di formazione e incontri con le aziende. Per promuovere iniziative di concreto sostegno per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, abbiamo terminato la selezione dei progetti del Concorso “Under 40” che era stato bandito nel 2005 con la Consulta regionale. I progetti selezionati saranno pubblicati in un libro che verrà inviato a tutte le Amministrazioni dei comuni lombardi.


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piccole anomalie, si contatta l’ente banditore chiedendo precisazioni o una maggior attenzione per il futuro e la disponibilità a fornire consulenza. Se invece le anomalie potrebbero inficiare la validità della selezione, si scrive segnalando la situazione e chiedendo le necessarie modifiche. Quando le anomalie sono gravi o risultano contro la legge, o quando il problema è di carattere più generale, si pone un quesito all’autorità di vigilanza. E qui mi sembra doveroso evidenziare la tempestività e la competenza dell’autorità di vigilanza, la cui risposta in molti casi è diventata emblematica. Insieme a questo lavoro di routine si sono realizzati due interventi che mi sembrano di una certa rilevanza: la stesura di un “bando tipo” per gli incarichi sotto soglia, che si trova sul nostro sito, voluto sia per semplificare il lavoro degli enti banditori che per uniformare il lavoro di preparazione della documentazione da parte dei colleghi; la predisposizione della tabella sinottica dei bandi in corso, che pure si trova sul sito, e che tiene aggiornati sulla situazione. Francesco Collini

Monza e Brianza a cura di Francesco Redaelli e Francesco Repishti

Nuovi concorsi dell’Ordine Anticipiamo su “AL” due concorsi che, a numero pubblicato, sono stati promossi dall’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Monza e della Brianza e rivolti ai propri iscritti. Ricordiamo che una versione completa dei bandi sarà consultabile nelle pagine del sito web: http://www.ordinearchitetti.mb.it/. Concorso di idee per la progettazione di un logotipo L’Ordine della Provincia di Monza e della Brianza, in occasione della sua costituzione, indice un concorso per l’ideazione del proprio logo con l’obiettivo di favorire la partecipazione dei colleghi, in particolar modo dei più giovani, concretizzando la volontà di coinvolgere, fin dall’inizio, i propri iscritti alla costruzione di un nuovo Ordine: un Ordine dinamico e moderno, radicato nel suo territorio e strettamente in contatto con i propri iscritti. Oggetto del concorso è dunque l’elaborazione di un logotipo che identificherà l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Monza e della Brianza. Sono ammessi a partecipare al concorso i colleghi iscritti all’Ordine di Monza e della Brianza con età inferiore ai

35 anni. Sono esclusi dal bando i consiglieri, i partecipanti alla Commissione giudicatrice, gli organizzatori del concorso ed i propri collaboratori. È ammessa la partecipazione collettiva, anche di altre figure professionali, come grafici, pubblicitari, artisti ecc., purché all’interno di ogni singolo raggruppamento almeno un componente sia iscritto al nostro Ordine. Il progettista potrà proporre, sia nella progettazione del logotipo, sia nella sua applicazione, qualsiasi soluzione, sola immagine grafica, sola espressione testuale o una combinazione libera di parole e immagine grafica, purché non sia già esistente e siano rispettati i seguenti requisiti essenziali: • attinenza alle caratteristiche del soggetto proponente; • originalità, riconoscibilità, efficacia; • economicità di realizzazione e gestione; • riproducibilità su tutti i tipi di supporto e media; Possibilità di individuare chiaramente l’ente. Il logo dovrà essere progettato a colori, e di esso dovranno essere realizzate tutte le destinazioni di utilizzo: bianco e nero, positivo e negativo, scala di grigio, due colori, quadricromia, eventuale separazione “pantone”. Il progetto dovrà prevedere anche un bozzetto specifico per la per carta intestata e relativa busta, e il tesserino di riconoscimento Le proposte dovranno essere presentate in plico chiuso anonimo che dovrà essere consegnato presso la segreteria dell’Ordine entro la scadenza pubblicata nel bando ufficiale. La selezione sarà effettuata da una Commissione, appositamente nominata, formata dal Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Monza e della Brianza, tre Consiglieri dell’Ordine e tre esperti individuati dal Consiglio stesso. Il progetto vincitore diventerà di esclusiva proprietà dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Monza e della Brianza, che ne acquisirà tutti i diritti di utilizzazione economica e di riproduzione, registrazione, deposito, pubblicazione, senza limiti di spazio e di tempo, ovunque in Italia e nel mondo, con ogni mezzo di riproduzione, anche oggi non noto, con la sola riserva all’autore dei diritti morali. Concorso “Opera prima di architettura” L’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Monza e della Brianza, in collaborazione con alcune imprese, ha intenzione di bandire la prima edizione del concorso a premi “Opera prima di architettura”. Il premio sarà riservato a solo opere di architettura realizzate nei cinque anni precedenti il bando, senza limiti geografici, progettate da iscritti all’Ordine della Provincia di Monza e della Brianza.I partecipanti non dovranno avere più di 40 anni al momento della pubblicazione del bando e risultare iscritti al nuovo Ordine della Provincia di Monza e della Brianza o a quello della Provincia di Milano all’atto della presentazione del


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Deflettori a cono in fibra di vetro.


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progetto dell’opera messa a concorso. Per l’iscrizione si utilizzerà il sito dell’Ordine dove si potranno trovare il regolamento di concorso, i formati per le presentazioni e la composizione della giuria. Anticipiamo che il materiale da consegnare da parte dei candidati sarà costituito da due pannelli formato 70 x 100 cm su forex 3 mm contenenti, all’interno di una gabbia grafica predefinita, la cartografia, documenti grafici, testi, e immagini dell’opera. I pannelli dovranno contenere le motivazioni progettuali, illustrare il progetto e le soluzioni architettoniche e i materiali adottati. La scala, obbligatoriamente di tipo grafico, di tutti i documenti grafici sarà a scelta. L’uso del colore sarà lasciato alla libera scelta dei candidati. Le proposte potranno essere consegnate, entro la data di scadenza per l’invio, direttamente presso la sede della segreteria dell’Ordine durante gli orari di lavoro. La giuria esaminerà tutti i progetti conformi alle regole del concorso e sarà composta da cinque membri rappresentanti l’Ordine e da due personalità della professione. I membri della giuria potranno verificare in situ le opere presentate al concorso. I pannelli presentati saranno oggetto di una mostra itinerante di architettura organizzata dallo stesso Ordine. F. Repishti

Pavia a cura di Vittorio Prina

Iniziative 2006 Le iniziative dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Pavia stanno riprendendo il loro abituale scadenziario, dopo un periodo di naturale appannamento dovuto alla situazione di incertezza legislativa causata dalle continue proroghe relative al rinnovo del Consiglio. Nel marzo di quest’anno sono state realizzate due giornate di lavoro e di confronto con compagnie assicurative: la prima (organizzata da Inarsind – Sindacato provinciale Ingegneri ed Architetti liberi professionisti) intitolata “La responsabilità civile del progettista e del direttore lavori – Gestione del rischio per il professionista e soluzioni assicurative”, la seconda sul tema “Previdenza e Protezione – Come mantenere costante nel tempo il tenore di vita personale e familiare – Investimenti innovativi ad elevato potenziale ed a rischio contenuto”. Conseguentemente a questi incontri è stato dato incarico, ad una compagnia specializzata, senza nessun impegno di spesa, di individuare sul mercato nazionale

ed internazionale convenienti polizze relative alla tutela giudiziaria civile e penale. Si è svolta a maggio la presentazione della nuova versione di Allplan 2006, software per la progettazione ed il disegno architettonico, e della conseguente convenzione stipulata al fine di agevolare, a prezzi ridotti, l’acquisto da parte degli iscritti. È stato offerto il patrocinio ed una fattiva collaborazione ad una ditta locale di prodotti edili, specializzata in lattoneria e coperture, per l’organizzazione di un incontro nel quale si è voluto sottolineare l’utilizzo di nuovi materiali e nuove tecniche di posa alla luce di normative ASL di recente applicazione riguardanti i rischi di caduta dall’alto. È stata rinnovata la collaborazione con un libero professionista esperto di normative inerenti la privacy, al fine di fornire consulenza gratuita agli iscritti. La Commissione Cultura sta proseguendo il lavoro di stesura degli atti del convegno “La Chiesa e la luce”, organizzato nel 2005 con notevole successo di pubblico e di interesse da parte dei molti partecipanti. La Commissione Giovani, su insistenza del Consiglio, sta lavorando al miglioramento del sito internet al fine di facilitarne l’utilizzo e favorirne l’accesso in modo che diventi utile strumento di lavoro e di informazione, ma soprattutto possa costituire un rapidissimo collegamento tra la Segreteria dell’Ordine e tutti gli iscritti. La Commissione Opinamento Parcelle ha recentemente deliberato alcuni pareri in materia tariffaria legati alla stesura dei Piani di Governo del Territorio. Si sta svolgendo ed è in fase conclusiva un intenso lavoro di ricerca e raccolta di norme, atti, pareri legali, sentenze riguardanti le competenze professionali inerenti la progettazione e direzione lavori di strutture in cemento armato, conseguentemente alla sempre più diffusa presentazione, da parte di geometri, di progetti concernenti materia riservata ad Architetti ed Ingegneri. Approfittiamo di questa occasione per sottolineare, qualora fosse ancora necessario, l’importanza della partecipazione attiva degli iscritti nella vita dell’Ordine e per inoltrare un ulteriore invito ad aderire ai lavori delle varie Commissioni riguardanti Lavori Pubblici, Urbanistica, Cultura, Giovani, Consulenti tecnici dei giudici, Catasto. Come detto, a seguito del rinnovo del Consiglio, anche questi gruppi hanno subito un fisiologico cambio di partecipanti che stanno predisponendo diverse iniziative destinate agli iscritti, tuttora ancora in fase embrionale e programmate per il prossimo autunno. L’intento principale è quello di offrire agli architetti pavesi una serie di servizi che possano toccare le svariate sfaccettature della nostra professione; per questo motivo vengono anche accolte alcune proposte di collaborazione da parte di aziende o enti locali per diffondere, attraverso incontri e seminari, informazioni di qualsiasi natura inerenti l’architettura. Paolo Marchesi


a cura di Marco Ghilotti e Enrico Scaramellini

Attività 2006 L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Sondrio conta oggi più di 350 iscritti, il che conferma l’incremento esponenziale che ha caratterizzato l’ultimo decennio di attività. Il nuovo Consiglio dell’Ordine, insediatosi nell’ottobre 2005, ha assunto questo come dato prioritario per individuare i nuovi indirizzi programmatici al fine di consolidare e rilanciare il ruolo dell’architetto in un momento di importanti trasformazioni che riguardano l’esercizio della nostra professione. Tre gli obiettivi prioritari della struttura: fornire servizi agli iscritti, ossia provvedere all’invio delle comunicazioni, prestare consulenze sia in fase di avvio che durante tutta la vita professionale, erogare servizi di formazione ed informazione continua ai propri associati. Ma l’Ordine vuole essere anche una struttura di sensibilizzazione rispetto alle più significative tematiche professionali, volta alla promozione continua del progetto e della qualità architettonica mediante la promozione di mostre, convegni e viaggi di studio. Tra le attività più significative svolte si segnala: il potenziamento e la razionalizzazione della Commissione incaricata della vidimazione parcelle, alla luce delle crescenti discussioni tra professionista e privato; l’istituzione di un Osservatorio sui Lavori Pubblici, da parte della medesima commissione ed un costante capillare lavoro di analisi dei bandi di gara al quale si associa un’informazione continua sull’evoluzioni del quadro normativo; la promozione presso gli enti pubblici del concorso di progettazione, quale strumento indispensabile per elevare la qualità dell’edilizia italiana nonché elemento virtuoso di trasparenza nel conferimento degli incarichi; l’avvio, da parte della Commissione Professione, di un programma di formazione-informazione continua mediante il sito internet, ma anche l’organizzazione nel prossimo autunno di un corso per esperti ambientali; il monitoraggio delle trasformazioni territoriali in atto attraverso un’analisi critica degli strumenti di pianificazione di prossima adozione, un lavoro, quest’ultimo, svolto congiuntamente con l’Ordine provinciale degli Ingegneri; l’organizzazione di viaggi di studio e convegni mirati all’aggiornamento professionale degli iscritti; l’istituzione di una Commissione Comunicazione volta alla promozione dell’architettura e delle attività svolte dall’Ordine e dai propri iscritti. In coerenza con quanto sinteticamente annotato, si segnalano due eventi importanti che hanno contraddistinto il semestre scorso: il viaggio di studio a Merano in occasione della mostra “2000-2006 Architetture recenti in Alto Adige” e l’organizzazione del forum tra i consiglie-

ri nazionali del Consiglio nazionale architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, i membri del Consiglio direttivo della Consulta regionale lombarda e i presidenti di tutti gli Ordini della Lombardia, svoltosi il 19 maggio scorso a Tirano. M. G.

Viaggio studio a Merano L’Ordine degli Architetti della Provincia di Sondrio, all’interno delle iniziative della Commissione Architettura, in occasione della mostra “2000-2006. Architetture recenti in Alto Adige”, ha organizzato in data 1° aprile, un viaggio studio a Merano. La mostra, nata in occasione dell’anniversario di due istituzioni culturali (60 anni del Sudtiroler Kunstlerbund e 10 anni Merano Arte edificio Cassa di Risparmio), riassume lo stato dell’arte dell’architettura

Foto di gruppo a Merano.

contemporanea altoatesina. Una giuria eterogenea ha selezionato 50 progetti fra 400 edifici realizzati; dopo questa selezione, il fotografo Robert Fleischanderl ha intrapreso una ricognizione dei manufatti, fotografandoli con le persone che li abitano. Il frutto di questo lavoro è stato riassunto nella mostra e nel catalogo omonimo. L’interesse suscitato da quest’operazione ha indotto l’organizzazione del viaggio studio da parte dell’Ordine degli Architetti. L’individuazione di alcune affinità con la regione altoatesina, ha stimolato una serie di interrogativi a cui solo una mostra “antologica” poteva dare risposte certe. L’occasione di poter vedere, in un solo episodio, il meglio della produzione architettonica dell’Alto Adige si è rivelato un momento di confronto culturale per tutti i partecipanti al viaggio. La suddivisione della mostra in cinque aree (Val Venosta;

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Sondrio


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Merano/Bolzano; Bolzano/Termeno/Laives; Val d’Isarco; Val Punteria) ha permesso di focalizzare l’attenzione su tematiche proprie, appartenenti ad ambiti geografici determinati. Attraverso queste modalità di presentazione sono emersi vari temi di confronto, capaci di stimolare un approfondimento della realtà dell’Alto Adige. Le architetture in mostra si differenziano per tipologia funzionale, per dimensione e per committenza. Quello che colpisce è che cinquanta edifici raccontano la memoria collettiva, la cultura materiale e l’identità di un territorio, in modo esaustivo e fortemente attuale. L’architettura si fa portavoce di nuovi stimoli, di nuove aspettative ed innesca un processo. Si deduce la volontà di una nuova immagine, di un nuovo modo di identificazione culturale che passa attraverso l’architettura. Le stazioni della Val Venosta e del tratto Merano Malles, il museo di Castel Tirolo, gli edifici dell’istruzione, della residenza e dell’accoglienza costituiscono un insieme di eccezioni che focalizzano l’attenzione, stimolano degli interrogativi, minano le certezze ataviche del costruire in montagna, raggiungono il loro fine: sviluppare un dibattito. A conferma di questa volontà inespressa, ogni architettura in mostra è accompagnata da un commento di persone non addette ai lavori. Un esempio dei commenti viene da C.H. viticoltore e confinante del Pergola Residence dell’arch. Matteo Thun “Almeno non è un’architettura in stile pseudo-tirolese! E presenta una tecnica di costruzione più tradizionale di tanti altri edifici convenzionali”. Un paradosso, raccontato dai curatori della mostra, sta nel fatto che gli edifici presentati abbiano avuto un’ottima accoglienza da parte dei residenti e un grande rifiuto da parte dei turisti. Questa situazione puntualizza la volontà altoatesina di non rispecchiarsi in un’immagine storicamente consolidata e definisce l’intenzione di intraprendere un percorso di elaborazione di un nuovo modello di costruzione del territorio. In questo processo, la qualità architettonica rappresenta un elemento indispensabile ed imprescindibile. La visita alla mostra ha consentito di percepire il grande lavoro collegiale, espressione di una comunità. Una serie così vasta di realizzazioni è possibile, solo ed unicamente, grazie ad un lavoro di concerto fra architetti, committenza ed amministrazione pubblica. La differenza è che la qualità architettonica è un valore riconosciuto, di cui si fanno carico tutti gli attori del processo di trasformazione del territorio. Un viaggio studio presuppone la volontà di conoscere, apprendere e capire. Successivamente si sviluppa la volontà di confronto. L’Alto Adige rappresenta una realtà consolidata, culturalmente ed economicamente, una realtà che si è costruita una propria identità, una realtà capace di generare processi virtuosi; in questo scenario, l’architettura è divenuta un elemento primario. L’interrogativo che rimane, ai partecipanti al viaggio studio di Merano, è se, proprio l’architettura non possa

diventare una componente generalmente riconosciuta come indispensabile, all’interno dei processi di trasformazione del territorio della provincia di Sondrio. E. S.

“Nuove regole per il mestiere di architetto”. Forum straordinario degli architetti a Tirano Venerdì 19 maggio si è svolto straordinariamente a Tirano, nelle prestigiose sale del palazzo Salis, il forum tra i consiglieri nazionali del Consiglio nazionale architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, i membri del Consiglio direttivo della Consulta regionale lombarda e i presidenti di tutti gli Ordini della Lombardia. L’incontro, organizzato dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Sondrio con il patrocinio del Comune di Tirano, ha messo a fuoco alcuni importanti temi destinati a definire le nuove regole per il mestiere di architetto nel quadro di riferimento europeo e nazionale; le sfide che aspettano la categoria dei progettisti, e più in generale quella dei liberi professionisti, nei prossimi anni. zIl forum, introdotto dal sindaco Pietro Del Simone, che ha sottolineato l’importante ruolo degli architetti nella costruzione della città e del territorio, ha inaugurato un confronto tra i vari livelli di rappresentanza su alcuni argomenti importanti. Tra questi: la riforma degli Ordini professionali, più che mai necessaria in un momento di incertezze sul ruolo degli Ordini provinciali, sia nei confronti di enti e associazioni, sia nel rapporto con i propri iscritti e in un momento di forte disaffezione nei confronti del sistema ordinistico in tutti i suoi livelli; la riforma dell’accesso alla professione con tirocinio ed Esame di Stato con le nuove figure determinate dalla riforma universitaria ed i conseguenti nuovi scenari in cui si andrà a collocare la figura dell’architetto libero professionista. Si è anche discusso di argomenti scottanti, quali la nuova legislazione sugli appalti pubblici che indurrà una crescente affermazione delle imprese edili quali soggetti interlocutori unici per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione dell’opera a scapito delle specificità dei professionisti e della qualità dell’opera di architettura. Al riguardo, è stata ribadita l’attenzione degli architetti italiani nei confronti del concorso di progettazione, quale strumento indispensabile per elevare la qualità dell’edilizia italiana, quale elemento virtuoso di trasparenza nel conferimento degli incarichi, come modalità per valorizzare le professionalità emergenti e, in definitiva elemento di diffusione dei processi di democrazia urbana che estendono i diritti dei cittadini anche tramite la riqualificazione del patrimonio edilizio ed urbano. Il presidente del Consiglio nazionale, Raffaele Sirica, nel suo intervento ha infatti ribadito: “Noi dobbiamo puntare sulla qualità architettonica, è necessario guardare a quanto fatto in Fran-


M. G.

tuzionali dell’Ordine, agli elementi d’esercizio della professione. L’innovazione rispetto alle precedenti edizioni è stata l’introduzione di tre incontri aperti anche alla città di Varese con tre professionisti particolarmente distintisi nell’anno in corso che raccontano il loro percorso per raggiungere la qualità, correggendo il taglio tecnicistico reso obbligatorio dalla necessaria semplificazione che un

Varese a cura di Enrico Bertè e Claudio Castiglioni

Attività dell’Ordine Con l’entrata in vigore della nuova Legge per il governo del territorio e le nuove leggi riguardanti il paesaggio anche per le attività degli Ordini professionali il fine a cui tendere è mutato. Lo scenario urbanistico che si presenta davanti agli occhi dei professionisti che si occupano di territorio si pone ora come un universo tutto nuovo in cui grandi opportunità si prospettano per chi aspira ad operare correttamente nel rispetto della complessità. Le nuove prassi oggi introdotte, rimettono in gioco tutti gli attori collocandoli sulla stessa linea di partenza a prescindere dall’esperienza acquisita. Gli Ordini si trovano quindi ad essere investiti dall’impegno etico del sostegno dei propri iscritti in questa fase di profondo rinnovamento, ponendosi come riferimento certo e approdo sicuro nel mare dell’offerta formativa delle molteplici posizioni del mercato dell’aggiornamento professionale. Il Consiglio dell’Ordine Architetti P.P.C. di Varese, insediatosi dopo le elezioni d’ottobre, vive come tutti i colleghi la realtà presente e facendo proprie le istanze dei colleghi ha programmato una stagione corsistica che coglierà con tempismo le pressanti esigenze degli architetti, operando una sintesi tra attualità del tema trattato e qualità dei relatori, il tutto a costi il più possibile contenuti. Molto presto sarà inviato a tutti gli iscritti all’Ordine di Varese una scheda di pre-adesione con una serie abbastanza articolata di argomenti: Legge 12, PTCP della Provincia di Varese, presentazione PGT del Comune di Monza, vocazione turistica varesina, serate organizzate in collaborazione con l’associazione AIAPP. A questi primi temi principali saranno aggiunti corsi sulle questioni che vengono vissute con più attenzione dai colleghi: corso propedeutico all’iscrizione ai registri CTU, nuovi adempimenti normativa isolamento acustico, nuovi adempimenti e norme sul risparmio energetico, prevenzione incendi, 494 approfondimento 22 h, 494 corso completo120 h. Nel frattempo nelle sale dell’Ordine si sta svolgendo la quarta edizione del corso per neoiscritti “Professione Architetto” con circa un’ottantina di partecipanti. Le serate sono 10 e i temi trattati vanno dagli aspetti isti-

Vedute durante il corso per neoiscritti “Professione Architetto”.

corso d’avvio alla professione richiede. Su questo progetto di stagione corsistica s’innesta la ristrutturazione sia grafica sia di contenuti del sito, strumento sempre più indispensabile per l’incontro tra iscritti e Ordine. Si stanno studiando nuovi servizi da erogare attraverso la rete e soluzioni che rendano molto semplici ed intuitive le interfacce. Altro importante progetto allo studio è l’introduzione di un badge magnetico di riconoscimento da distribuire a tutti gli iscritti che diventerà il documento da esibire in caso necessità nei vari uffici, ma che conserverà anche le specificità d’ogni intestatario. Questo innovativo strumento faciliterà il controllo delle presenze ai corsi d’aggiornamento ed il conseguente rilascio degli attestati di frequenza, ma potrebbe essere d’aiuto anche nella raccolta di informazioni sugli interessi degli iscritti con una compilazione automatica di profili che meglio orienterebbero il Consiglio nelle nomine richieste dagli enti per le varie commissioni. Laura Gianetti e Emanuele Brazzelli

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cia o in Spagna, dobbiamo mettere in atto un processo virtuoso per realizzare il diritto fondamentale dei cittadini a un ambiente di qualità duraturo”.


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Carlo Scarpa, centenario della nascita “Il centenario della nascita di un architetto stabilisce un lasso di tempo ben diverso da quello della sua scomparsa (…) L’opera di Carlo Scarpa sta entrando in una fase fra decadimento e recupero che significano il definitivo passaggio alla storia. Questo transito è tema del centenario e marca una soglia simile alla porta che la morte dell’architetto ha chiuso, ma invece di troncarne il percorso sta oggi aprendo nuove prospettive”, ha scritto Kurt W. Foster presentando, per “il Giornale dell’Architettura”, le iniziative per la celebrazione della nascita di Carlo Scarpa (1906-78). Il Comitato paritetico tra Stato e Regione del Veneto attivo dal 2002 sotto la direzione di Pio Baldi, direttore generale della DARC, ha, infatti, istituito il Centenario Scarpiano. La novità di un Comitato, che rappresenta un’istituzione statale innovativa, in quanto composto da rappresentanti di nomina statale, appunto, e regionale, ha permesso di conseguire alcuni risultati importanti: il recupero di disegni, fotografie e oggetti conservati da collaboratori, artigiani e committenti scarpiani, la loro catalogazione, e una serie di iniziative editoriali, espositive e di formazione di cui accenniamo qui di seguito. A Treviso il 2 giugno è stato aperto il Centro Carlo Scarpa dove hanno trovato collocazione più di 30.000 disegni che nel 2001 la DARC ha potuto acquisire da Tobia Scarpa, per il futuro Museo nazionale di architettura di Roma (MAXXI architettura). Il Centro si trova presso l’Archivio di Stato e occupa una grande sala, progettata da Umberto Riva, dove il pubblico potrà, a rotazione, osservare e studiare serie tematiche di disegni autografi. Il Centro è inoltre pensato come “baricentro” di una rete di archivi, collegati online: quello del MAXXI Architettura, quello del Centro Internazionale Studi Andrea Palladio (CISA) di Vicenza e quello di Castelvecchio a Verona. Infatti, il MAXXI sta digitalizzando tutto

il materiale grafico conservato; il CISA già conserva la fototeca Carlo Scarpa che documenta le sue realizzazioni dal dopoguerra a oggi e, su incarico della DARC, sta avviando un censimento fotografico delle opere costruite mediante una nuova campagna fotografica affidata a Vaclav Sedy e Gianantonio Battistelli con la cura scientifica di Italo Zannier. Castelvecchio, invece, conserva il gruppo di

disegni che Scarpa ha realizzato per il museo. L’Archivio digitale che Castelvecchio sta costruendo dal 2002 è composto dalla collezione dei disegni riguardanti il restauro e il riallestimento del museo (1958-64; 1968-75) acquisiti intorno alla metà degli anni Settanta da Licisco Magagnato. Oggi questa è costituita da circa 650 documenti ed è consultabile all’indirizzo www.archiviocarloscarpa.it. Una serie di esposizioni accompagnano le celebrazioni. A Roma, presso il Museo Hendrik Christian Andersen (sede provvisoria del Centro archivi di architettura del MAXXI) è in corso Carlo Scarpa. Disegni mai visti. Lo spazio dell’abitare; a Vicenza sono esposte le fotografie che Gianni Berengo Gardin ha eseguito nel 1972 in occasione dell’inaugurazione della Tomba Brion a San Vito di Altivole. A Trieste, il Museo Rivoltella ha ripristinato gli spazi scarpiani della galleria d’arte moderna, liberando le grandi vetrate da lui realizzate e fino ad ora nascoste. A Verona fino al 3 settem-

bre, a Castelvecchio, prosegue Carlo Scarpa per Castelvecchio: una selezione dei disegni. I maggiori luoghi scarpiani d’Italia, nei giorni 2, 3 ,4 giugno sono stati aperti al pubblico: non solo i musei, ma anche le case e le ville private. L’elenco completo dei 30 e più luoghi che è stato possibile visitare è consultabile sul sito www.carloscarpa.it. Infine, una serie di iniziative editoriali, documentano le celebrazioni: a Vicenza è stato presentato il volume di Vitale Zanchettin Il complesso monumentale Brion, edito da Marsilio. Sullo stesso tema ElectaOperaDarc, pubblica, a cura di Erilde Terenzoni, Carlo Scarpa. I disegni per la Tomba Brion. A Trieste, il 29 maggio è uscito il volume Carlo Scarpa e il Museo Rivoltella, curato da Maria Masau Dan e Giovanni Ceiner per le edizioni del Museo e nello stesso giorno, a Vicenza, è stato presentato da Pio Baldi e Fulvio Irace il catalogo I disegni di Carlo Scarpa per Castelvecchio, edito da Marsilio. Martina Landsberger


Lo studio internazionale DGT, acronimo dei nomi dei 3 membri – Dan Dorell (Italia) classe 1973, iscritto all’Ordine di Milano – Lina Ghotmeh (Libia) e Tsuyoshi Tane (Giappone) – si è aggiudicato il concorso per la progettazione e costruzione del Museo Nazionale dell’Estonia. L’edificio sorgerà ai confini della città di Tartu, nello stesso luogo dove prima di essere distrutto dai fuochi della seconda guerra mondiale sorgeva il precedente Museo. Trasformato in un campo di aviazione militare durante gli anni dell’occupazione russa, durata più di mezzo secolo, il sito è rimasto a lungo abbandonato. Il progetto vincitore vuole evocare la memoria del luogo, ispirando al tempo stesso l’idea di libertà e indipendenza della società estone. Con una struttura a piano unico, di colore grigio-cemento e vetro e un’estensione di 28.000 metri quadri, l’edificio si ispira alla vecchia pista di atterraggio. Inserito in un ambiente desolato e aspro, forte del drammatico contesto, il progetto propone un’estensione dello spazio vuo-

to con una nuova struttura modellata come una lunga hall, un prolungamento dell’asse della pista. Il tetto è lievemente inclinato, a suggerire l’idea del decollo, e formerà una sorta di piazza coperta che permetterà la visione e interpretazione dell’ambiente, facendo allusione agli eventi del passato. Anche le rovine del deposito saranno riutilizzate, trasformate in negozi e cafè. Il museo è stato progettato come una lunga e aperta sala, che potrebbe essere ripartita e organizzata in diversi modi, prestandosi ad un’ampia gamma di attività museali e fungere da palcoscenico per manifestazioni e spettacoli. La conclusione dei lavori per il progetto “Mermory field” iniziati l’aprile di quest’anno, è prevista per il 2010. Irina Casali

Lo stilemilano a New York In occasione dell’International Contemporary Forniture Fair – la più grande fiera americana del mobile, che ospita anche il Salone del Mobile milanese in versione export – New York ha accolto la mostra-evento Milanomadeindesign che, inaugurata il 19 maggio, presso la Milk Gallery nel quartiere Chelsea, è rimasta aperta fino al 10 giugno. Questa la prima tappa di un itinerario che toccherà altre città del Nord e Sud America e dell’Asia, a partire da Toronto. Promossa dalla Provincia di Milano con la camera di Commercio e la Regione Lombardia, la mostra è stata allestita dello studio Origini e Steiner per un costo complessivo di un milione di euro. L’esposizione raccoglie 120 oggetti d’autore – selezionati da un comitato scientifico, presieduto da Gillo Dorfless e Aldo Colonetti – che illustrano la vita

la storia di un territorio, quello della Grande Milano, dove s’incrociano produttività e talento. L’intento è mostrare l’intreccio virtuoso tra persone, prodotti e spazi in cui si sviluppa il design. Una mappa del luogo che diviene cifra stilistica; un modello, non da esportare, perché impossibile, ma da conoscere e promuovere. Soprattutto in termini economici, se si pensa che “la fabbrica” del design coinvolge 500 imprese, migliaia di professionisti e produce un giro d’affari da un miliardo e seicento

milioni di dollari, solo per le esportazioni (di cui gli USA rappresentano il mercato più florido). L’evento è stato costellato da diverse iniziative curate dall’Agenzia di sviluppo Milano

Metropoli in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura per rendere un articolato stile di vita, che va dal bicchiere alla cultura.

Kiosk italiano nella City

zio di souvenirs e biglietteria per i battelli, situato presso il Victoria Embankment, nel centro di Londra, vicino al ponte pedonale realizzato in occasione del giubileo della Regina. Il locale, di ridotte dimensioni (50 mq circa), è già in corso di realizzazione e verrà completato entro l’autunno.

Riccardo Bianchini e Federica Lusiardi, architetti cremonesi, hanno vinto, sbaragliando oltre 200 partecipanti, il concorso internazionale indetto dal Royal Institute of British Architects, per la progettazione del “Cleopatra’s Kiosk”, un piccolo nego-

I. C.

Al via la nuova stazione di Pioltello Il 23 maggio scorso si è dato il via ufficiale ai lavori per la costruzione della nuova stazione ferroviaria di Pioltello. In questo modo, insieme alla stazione di Rogoredo e di Rho-Pero, Pioltello diverrà la terza “stazione-porta” della provincia di Milano, “punto di passaggio tra l’Italia e l’Europa centro-orientale” come ha detto il sindaco Mario De Gaspari durante la cerimonia. Il progetto fa parte del Comparto CIS 23 che prevede la realizzazione della stazione, di una piazza e di tutte le opere di urbanizzazione ed è firmato da Luciano Lussignoli e dallo studio Monestiroli. Il coordinamento dei lavori, in particolare quello delle opere complementari, è affidato a Marco Acquati, dirigente del Settore Pianificazione del Territorio del Comune di Pioltello. Fa parte, inoltre dell’intervento, anche la realizzazione di 8.000 mq di parcheggi a Limito e quella di un nuovo supermercato su iniziativa privata.

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Sino ad oggi i lavori si sono limitati alla demolizione di un ex magazzino, all’impianto di cantiere e alla rimozione della torre-faro oltre a quella di una serie di strutture impiantistiche ferroviarie. Inoltre si sono iniziati i lavori di costruzione del parcheggio di viale Lombardia. Sono, invece, state sospese le opere che riguardano la realizzazione del sottopasso ciclopedonale di via Monza che riprenderanno con l’apertura del sottopasso di via Don Amati, prevista per giugno-luglio. La convenzione tra la RFI e Altamira, società esecutrice dell’intervento, firmata a gennaio 2006, prevede la consegna dei lavori relativi al CIS 23 per luglio 2007.

OSSERVATORIO ARGOMENTI

Campo della memoria


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Milano Oltre Milano È in distribuzione gratuita presso le due librerie Clup di Milano (via Ampère 20 e via Andreoli 17) un giornale che anticipa i primi risultati della ricerca “Mercato urbano e sfera pubblica” del Consorzio METIS del Politecnico di Milano. La pubblicazione Milano Oltre Milano – Racconti della città che cambia: 1990 – 2005 è nata come un progetto di comunicazione, per contribuire a sviluppare in campo urbanistico una sfera pubblica ricca e consapevole delle trasformazioni della città negli ultimi 15 anni, interro-

La cultura del Paesaggio La riflessione sull’importanza del paesaggio assume oggi sempre maggiore rilievo culturale traducendosi in una assidua ricerca e un continuo perfezionamento degli strumenti utili alla conoscenza degli elementi paesaggistici, alla pianificazione e alla gestione paesistico-ambientale. Lo si desume, oltre che per l’accresciuto interesse manifestato dal moltiplicarsi di iniziative e convegni sul tema, anche da una serie di iniziative legislative concomitanti prodottesi recentemente. Nel quadro di questa rinnovata attenzione non solo italiana, ma anche a livello internazionale, per la cultura del paesaggio, si è tenuta alla Triennale di Milano, il 26 maggio 2006, la seconda edizione della Mostra – Conve-

gandosi sui processi decisionali, sugli attori coinvolti nella trasformazione e sugli effetti indotti sullo spazio urbano. La ricerca è promossa dal Diap – Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano in collaborazione con Cdrl – Centro Documentazione e Ricerche per la Lombardia, Unicredit Real Estate e Centro documentazione RCS, da EuroMilano Spa con il sostegno della Presidenza della Provincia di Milano, e con il supporto dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano, Hines Italia Srl, Mondo Immobiliare – Il Sole 24 Ore, Parisi Ferrandi: Eretici, Skira Editore.

gno Internazionale sul paesaggio, dal titolo Il paesaggio europeo – futuro anteriore, promossa da Paysage e dal Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Pianificazione e Dipartimento di Progettazione dell’Architettura, in collaborazione con la rivista “Architettura del Paesaggio” e partner istituzionali, tra cui la Regione Lombardia, la Provincia di Milano, l’Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo. Nell’ambito del convegno sono stati presentati i vincitori della Quarta Biennale di Architettura del Paesaggio di Barcellona. Sono intervenuti vari esponenti delle più importanti istituzioni, delle associazioni di professionisti e di quelle industriali del settore. Annalisa Maniglio Calcagno, neo presidente AIAPP, ha presieduto i lavori del Convegno. Hanno aperto i lavori,

l’assessore Davide Boni della Regione Lombardia e Pietro Mezzi, assessore della Provincia di Milano, a cui hanno fatto seguito Maria Grazia Cavenaghi Smith, direttore dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Milano, Daniela Volpi, presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano, Massimo Giuliani, INU, Giulio Crespi, direttore scientifico della rivista “Architettura del Paesaggio”. Dopo la parte preliminare delle relazioni

generali, si è tenuta una tavola rotonda, organizzata dal Politecnico di Milano, dedicata al tema “Per un governo del paesaggio in Lombardia”, introdotta dal professor Santino Langé e dalla professoressa Lionella Scazzosi. Nella mostra sono stati esposti un centinaio di progetti europei di architettura del paesaggio selezionati tra più di 500 progetti pervenuti da tutto il Continente. Manuela Oglialoro

Milano: riaperta Villa Reale Sono ormai passati circa tre mesi dalla riapertura al pubblico della ex Villa Reale di Milano, ora denominata Villa Belgiojoso Bonaparte, in omaggio al suo primo proprietario Lodovico Barbiano di Belgiojoso e alla successiva trasformazione in residenza reale durante il dominio francese, sede, oggi, del nuovo Museo dell’Ottocento. La Villa, progettato dal Pollack tra il 1790 e il 1796, sorge nei pressi dell’ottocentesca contrada di Porta Orientale, fra i viali di “pubblico passeggio” disegnati dal Piermarini e gli attuali Giardini Pubblici. Per tre anni l’accessibilità alla Villa è stata alternata a momenti di chiusura dovuti ai lavori di restauro che hanno interessato l’intero edificio. Il progetto architettonico è stato affidato alla Soprintendenza e la sistemazione museografica è stata coordinata da Fabio Fornasari. Solo per la sezione che accoglie, all’ultimo piano, la collezione Paolo Grassi, il cui progetto di allestimento era stato affidato,

Architettura sostenibile premiata Nella Terrazza Martini a Milano, il 28 giugno scorso si è celebrata la consegna del Premio Internazionale Architettura Sostenibile, ideato e promosso dalla Facoltà di Architettura di Ferrara con il sostegno economico dell’azienda Fassa Bortolo. Progetto vincitore: Stabilimento Enologico a Cinigiano (GR) di Edoardo Milesi. Presidente della giuria: Alfonso Acocella.

allora, a Ignazio Gardella, si è scelto di optare per un restauro “filologico” dell’allestimento originale rivolgendosi a Jacopo Gardella ed Edoarda De Ponti. La nuova Villa accoglie, a detta dei critici, una delle più belle e complete collezioni d’arte europee dedicate all’Ottocento. Il nuovo museo, che partecipa del generale piano di riassetto degli spazi espositivi per l’arte avviato dal Comune di Milano e affidato a Ermanno Arslan e Alessandra Mottola Molfino, segue la recente sistemazione della Pinacoteca del Castello Sforzesco e proseguirà con la realizzazione del Museo del Novecento all’Arengario di piazza Duomo, i cui lavori dovrebbero cominciare entro l’estate. M. L.


Il Pritzker torna in Brasile Il Premio Pritzker 2006 è stato assegnato a Paulo Mendes da Rocha. La cerimonia, presieduta da Lord Palumbo, chairman della Serpentine Gallery di Londra, si è tenuta il 30 maggio ad Istanbul, storico simbolo dell’incontro tra occidente ed oriente. Nella motivazione, la giuria elogia la purezza e il rigore dell’opera dell’architetto che ha disegnato “edifici noti nel mondo per la loro potenza espressiva”, contraddistinti da un “uso audace di materiali semplici e da una profonda conoscenza della poetica dello spazio”. Interprete dell’architettura brutalista, da tempo ritenuto il più importante architetto del Brasile (nel 1961 riceve il Premio VI Biennale di Architettura di São Paulo per il Club Atletico Paulistano), col Premio Mies van der Rohe dell’Architettura Latinoamericana nel 2000 conferitogli per restauro della Pinacoteca di Stato, Paulo Mendes da Rocha ottiene il definitivo riconoscimento internazionale. L’architetto, nato a Vitória 78 anni fa, è il secondo brasiliano ad aggiudicarsi il premio. Il primo fu

ti) e al processo edilizio, anche in virtù delle cogenti normative. Dalla prossima edizione il Premio si apre anche all’Università con una sezione dedicata ai progetti elaborati come tesi di Laurea su temi attinenti agli obiettivi del Premio.

Oscar Niemayer nel 1988. Due anche gli italiani vincitori: Aldo Rossi, nel 1990 e Renzo Piano, nel 1998. Tra le opere più conosciute di Mendes da Rocha il Museo Brasiliano di Scultura a São Paulo e, nella stessa città, il negozio Forma, considerato un’icona del suo sguardo sull’architettura. A livello internazionale è stato finalista per il Centro Pompidou di Parigi nel 1972 e autore del padiglione del Brasile per l’Expo ’70 di Osaka in Giappone. Attualmente è impegnato nel progetto per la Città Tecnologica dell’università di Vigo, in Spagna. Istituito nel 1979 dal magnate di Chiago Jay Pritzker, proprietario della catena Hyatt Hotels, il Premio Pritzker è il massimo riconoscimento in materia di Architettura e costituisce l’analogo del Nobel. La selezione del vincitore è strutturata sulla falsa riga del premio svedese, con la presentazione delle candidature e la scelta finale fatta da una giuria internazionale a votazione segreta. La ricompensa ammonta a 100.000 dollari. Lo scopo del Premio è onorare un architetto vivente le cui opere combinino talento, visione ed impegno. I. C.

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Premio Mies van der Rohe 2005 a Rem Koolhaas È stato assegnato lo scorso aprile a Barcellona il prestigioso premio Mies van der Rohe 2005, premio dell’Unione Europea per l’Architettura Contemporanea. Il primo posto è stato conferito ai due architetti olandesi Rem Koolhaas ed Ellen van Loon, per il progetto dell’ambasciata dei Paesi Bassi a Berlino. Una menzione speciale, per la categoria “Architetti emergenti under 40” è andata al gruppo olandese NL Architects, per il progetto del Basket bar realizzato a Utrecht. La giuria, presieduta da Zaha Hadid, vincitrice dell’edizione 2003, ha premiato entrambi i progetti per le relazioni straordinarie che riescono a creare con i rispettivi contesti. In particolare, il progetto Koolhaas – Van Loon ha colpito per il nuovo concetto di “traiettoria”, un percorso all’interno dell’edificio di otto piani, che collega gli spazi pubblici e semi-pubblici dell’ambasciata. Scopo del premio, assegnato ogni due anni,

è incoraggiare la comprensione da parte del pubblico, delle istituzioni e del settore privato del ruolo di opere architettoniche innovative, dal punto di vista teorico e tecnico, nelle costruzione delle città europee. Anna Ramoni

Derossi Associati, una mostra e un libro In occasione della mostra Derossi associati. Racconti di Architettura, allestita presso la Fondazione Merz di Torino (13 maggio – 23 luglio 2006), la casa editrice Skira di Milano, ha pubblicato un volume che raccoglie i progetti selezionati per l’esposizione. Il percorso del “fare architettura” viene “narrato” – e non spiegato – nella mostra come nel libro, a partire dalla considerazione sulle condizioni specifiche che hanno condotto all’opera finale. Cinque sono le “investigazioni” intorno a un tema su cui entrambi gli “eventi”, libro e mostra, si sono costruiti. La prima “investigazione” introduce il tema “spettacoli ed eventi”; la seconda si occupa degli interni, del rapporto architetturautente; la terza parla di “design”, quindi degli oggetti e del loro modo di occupare lo spazio. Nella quarta investigazione la

casa come elemento di costruzione della strada e di conseguenza della città diventa la protagonista. Da ultimo, il tema dei “grandi progetti”, quei progetti cioè che per dimensione e capacità di rappresentanza, sono, all’interno della città, elementi eccezionali, “sono monumenti perché ci ricordano un privilegio e un dovere collettivo”. M. L.

OSSERVATORIO ARGOMENTI

Giunto alla sua terza edizione, il Premio segnala l’urgenza di trovare risposte ai problemi ineludibili dell’inquinamento e dell’esaurimento delle risorse naturali del pianeta; questioni che si ripercuotono sull’approccio al progetto (forma struttura impian-


a cura di Roberto Gamba

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Riqualificazione di piazza Giovanni XXIII e via Mulini a Cerete (Bergamo) ottobre 2005 – dicembre 2005 Oggetto del concorso di idee è la riqualificazione di piazza Giovanni XXIII e via Mulini nel Comune di Cerete. Ai concorrenti si richiedeva la riqualificazione degli spazi del centro abitato di Cerete Basso per ricavare luoghi di aggregazione e di connessione sociale ed urbana, al fine di rivitalizzare i rapporti tra i cittadini e le strutture funzionali, abitative, ricreative e culturali. L’obiettivo era la ricerca di una soluzione progettuale (costo sommario euro 700.000) mirata alla riqualificazione urbanisticostorico-ambientale del centro storico, per il rilancio dei luoghi, sia sotto il profilo funzionale ed architettonico, che di polo di aggregazione sociale. Le ipotesi progettuali dovevano fornire indicazioni distributive, tecniche ed architettoniche mirate alla riqualificazione degli spazi, considerando gli aspetti funzionali della proposta progettuale, affrontando in particolare

lo studio di un intervento che mantenga la distribuzione attuale di vie e piazze, con eventuale diversa regolamentazione del traffico veicolare; la dotazione di sottoservizi e di impiantistica varia in grado di soddisfare le utenze presenti; la valorizzazione/rifacimento del sistema di illuminazione pubblica, garantendo un livello di illuminazione notturna soddisfacente, al fine di promuovere l’uso dell’intero spazio, soprattutto della piazza, anche durante le ore serali; la valorizzazione del centro storico attraverso idoneo arredo urbano, eventuali punti di sosta. La commissione giudicatrice era composta da Ivana Lazzaroni (presidente), Gian Franco Gabrieli, Fiorenzo Savoldelli, Nello Camozzi, Pietro Angelo Oprandi, Achille Bonari. I premi erano stati stabiliti in euro 3.000, 2.000 e 1.000. Oltre i due progetti presentati, si è classificata terza Anna Magrin di Venezia.

1° classificato (foto 1-3) Carlo Moscatelli (Cantù – Como), Matteo Moscatelli, Isabell Theobald

alcune tracce storiche: in questo senso è stato previsto il recupero del lavatoio esistente e l’inserimento di una struttura illustrativa attrezzata per la definizione culturale dei monumenti. Per quanto riguarda le aree esterne alla piazza, sul retrostante percorso di via Mulini è stata completata la pavimentazione e ricostruito il ponte intermedio, mentre nell’area prospiciente il Monumento ai Caduti è stata introdotta un’aiuola divisoria tra la piazza e la strada, con uno spazio sopraelevato di sosta delimitato da fioriere ed attrezzato con panche in pietra.

La piazza Giovanni XXIII è stata chiusa al traffico veicolare, attraverso una riconfigurazione funzionale della viabilità esistente. L’area è stata completamente pedonalizzata studiando una nuova pavimentazione in porfido e granito grigio, in modo da collegare visivamente al sagrato lo slargo sulla strada. Oltre l’illuminazione e l’arredo urbano, il progetto ha anche interessato la rivitalizzazione di

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2° classificato (foto 4-6) Claudio Longinotti (Chiari – Brescia), Tullio Lazzarini, Piergiorgio Cogi L’accesso alla piazza è pensato per i soli pedoni. L’area dei mulini viene trasformata in parco didattico e tutti i suoi percorsi vengono individuati come pedonali. Considerando che nel sottosuolo della piazza Giovanni XXIII probabilmente sono presenti i

resti dell’originario cimitero che attorniava la chiesa, il progetto considera di pavimentare a vetro strutturale gli eventuali reperti che dovessero emergere dagli scavi. La piazza viene prevista pavimentata con ceppo di Grè; il suo assetto è sottolineato da una passatoia in Tonalite dell’Adamello, che ne segue la pendenza e comprende anche il compluvio delle acque meteoriche. Sono previsti il ripristino del


meccanismo di frantumazione comprensivo della ruota, da lasciare in movimento (scultura mobile), nel parco didattico. Il secondo mulino invece dovrebbe essere rivestito in pietra, oppure schermato da barriere vegetali e movimenti del terreno.

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Riqualificazione di tre piazze a Cornate d’Adda (Milano) settembre 2005 – maggio 2006 Il concorso di progettazione riguardava la riqualificazione di tre aree distinte di Cornate d’Adda in Provincia di Milano, con graduatoria finale separata: 1) piazza Quindici Martiri; 2) piazza della Libertà, piazza s. Alessandro, nella frazione di Colnago 3) piazza don Ambrosiani nella frazione di Porto d’Adda. La partecipazione poteva riguardare una o tutte e tre le aree. Le somme a disposizione per l’esecuzione dei lavori sono rispettivamente di euro 750.000, 787.500, 300.000. Le proposte dovevano fornire soluzioni per la riorganizzazione degli spazi pubblici, la sistemazione delle pavimentazioni e l’arredo urbano. Erano richieste per ogni singola area tre tavole in formato A0. I premi, per ciascuna area, sono

stati di euro 5.000 al primo classificato; al secondo classificato euro 3.000; al terzo euro 2.000. L’ente banditore si è impegnato a conferire al vincitore un ulteriore incarico di progettazione. La Commissione giudicatrice, composta da Claudio Comi, Alessandro Ubertazzi, Maria Rosa Corigliano, Andrea Debernardi, Gaetano Lisciandra, Rodolfo Ranalli, Franco Resnati, Giuseppe Ripamonti, Domenico Sabadini, ha esaminato i progetti in due fasi. Nell’autunno 2005 è stata emessa la graduatoria per le aree 2 e 3, mentre per l’area 1, la graduatoria definitiva è stata emessa lo scorso maggio 2006 da otto dei giurati precedenti (tranne Claudio Comi), rinominati appositamente con una delibera comunale.

AREA PIAZZA QUINDICI MARTIRI 1° classificato (foto 7-8) Enrico Curti (Lecco), Davide Spreafico, Davide Maggioni Il nucleo storico costituito dallo spazio urbano della piazza XV Martiri e dalla eterogenea edificazione disposta attorno alla chiesa di S. Giorgio e lungo gli assi storici, si presenta come un vuoto notevolmente destrutturato nella sua organizzazione spaziale e funzionale. Il progetto ridefinisce l’area urbana secondo una geometria chiara e ordinata, tesa ad assicurare la leggibilità e la chiarezza funzionale dei diversi spazi di percorso pedonale, ciclabile e veicolare, oltre a conferire rinnovata rappresentatività alla chiesa e valore formale ad alcuni luoghi notevoli presenti

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sul perimetro edificato. Elemento distintivo è il disegno della pavimentazione dell’area pedonale e di mercato, strutturata in una trama di fasce parallele in pietra chiara e campi di porfido a cubetti che relaziona visivamente gli elementi esistenti con gli elementi di progetto e si risolve ortogonalmente sull’asse della chiesa e della direttrice storica di via Matteotti in un campo di pavimentazione chiara che individua il sagrato inferiore della chiesa. Il decoro formale dello spazio pubblico è perseguito attraverso l’uso di un linguaggio essenziale dove durevolezza, cura cromatica dei materiali e semplicità di forme tendono al raggiungimento di una migliorata qualità ambientale.

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lavatoio; sul lato ovest, gradoni, che salgono sulla terrazza del lavatoio; sul lato est, un gradone a due livelli, che scherma le finestre interrate della casa Marinoni, che prendono luce dalla piazza; la ricostruzione in legno della sagoma del mulino e del


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2° classificato (foto 9-11) Dong Sub Bertin (Cernusco s.N.), Anna Comi, Prisco Ferrara, Simone Marelli, Leonardo Oprandi Il progetto della nuova piazza di Cornate d’Adda nasce dalla volontà di instaurare relazioni architettoniche tra il disegno complessivo e la forma urbana, contraddistinta dalla presenza monumentale della chiesa di San Giorgio e dalla cortina edilizia continua. Obiettivo principale è definire uno spazio pubblico a vocazione pedonale, centro urbano del Comune, che rappresenti il baricentro verso cui converga il sistema di tracciati viari. Si forma in questo

modo uno spazio unitario, in cui assi costituiti da corsi di pavimentazione valorizzano gli edifici di pregio nonché la chiesa di San Giorgio, evidenziandone le relazioni prospettiche. Il progetto prevede inoltre la trasformazione dell’area del terrapieno, collocato a nord della chiesa, in una nuova piazza, dove un elemento d’acqua, come una sorta di antico lavatoio, diventa centro ideale dello spazio, luogo della sosta, vero e proprio spazio pubblico. Infine, anche la scelta di materiali lapidei di pavimentazione, vegetazione e arredi è indirizzata alla formazione di uno spazio omogeneo, coerente con il contesto.

3° classificato (foto 12-13) Luca Tonini (Basiano), Maurizio Di Lauro L’intervento progettuale evidenzia in modo inequivocabile il sedime della piazza e del sagrato tramite il percorso carrabile e ciclabile ubicato ai margini sudest dell’invaso. La via San Pietro e la via Volta 12

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risultano essere separate dagli spazi pedonali tramite un lieve dislivello di pochi centimetri Il parcheggio lungo la strada è sviluppato su un piano inclinato che raccorda dolcemente lo spazio del sagrato e della piazza con quello carrabile, in questo modo l’impatto visivo delle auto in sosta risulta essere mitigato.


1° classificato (foto 14-16) Guido Degli Esposti (Milano), Paolo Lazza, Lorenzo Degli Esposti, Stefano Antonelli, Stefano Cerri collaboratori: Gianluca Punzi, Valentina De Luca Il progetto articola un sistema di spazi pubblici, ampiamente pedonalizzati, caratterizzati dalla medesima pavimentazione ed arredo, per riportare la chiesa al suo ruolo di catalizzatore della vita urbana e connettere le attività e le residenze del paese. È stata prevista una nuova piazzetta polivalente, dotata di una quinta muraria che definisce il bordo occidentale dell’area di progetto 14

e può essere utilizzata come schermo per proiezioni o sfondo per recite o manifestazioni culturali; di fronte alla chiesa è stato ridefinito il sagrato, che assumerà forma quadrata e sarà dotato di una fontana a raso all’incrocio delle sue diagonali. Questa parte della piazza prende la sua misura dalla chiesa stessa e ne costituisce il prolungamento al di là della strada. La sagoma di piazza della Libertà viene ingrandita, per quanto riguarda il disegno della pavimentazione, a comprendere il fronte del palazzo comunale, che viene così integrato nel sistema degli spazi pubblici nonostante la sua posizione decentrata.

2° classificato (foto 17-19) Nicola Piacquadio (Pietrelcina – Benevento), Katia Vena, Massimiliano Lavorgna La chiesa parrocchiale dovrà costituire il legame funzionale tra le due piazze e le aree limitrofe, attraverso una serie di percorsi pedonali. Tutta l’area sarà arricchita dalla piantumazione di nuovi alberi. L’intenzione di modificare la percezione visiva della piazza dalla chiesa si è manifestata con la creazione di un quadrato, una sorta di prolungamento del sagrato e di 17

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invito alla piazza. La presenza dell’edificio sacro è stata sottolineata da un asse che fiancheggia la navata laterale, si insinua nel nuovo spazio-sagrato e termina nella piazza della Libertà. Lungo questo tracciato sono collocati dei cubi e dei tagli d’acqua illuminati da fibre ottiche. Agli estremi dell’asse, nella parte antistante la chiesa, è stato posizionato uno specchio d’acqua. Nella parte retrostante, ovvero in piazza della Libertà, sono previsti tre soffioni d’acqua a pavimento, illuminati.

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AREA P.ZZA DELLA LIBERTÀ – P.ZZA S. ALESSANDRO


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3° classificato (foto 20-21) Luigi Invernizzi (Ponte San Pietro – Bergamo) Le due diverse realtà delle piazze vengono connesse, anche attraverso la continuità determinata dai materiali e dall’assetto viabilistico, per divenire un unico spazio cittadino. In piazza sant’Alessandro, l’esistente monumento viene traslato e posto in asse con la facciata della Chiesa e la sua presenza è sottolineata e valorizzata dal gioco della pavimentazione. Piazza della Libertà viene racchiusa in un andamento quadrangolare che la 20

configura come spazio riservato, destinato alla sosta ed alla socializzazione. Le linee prospettiche indotte dalla sottolineatura delle diagonali in beola, pongono immediatamente al centro percettivo la fontana, volutamente lineare e sobria, in pietra d’Istria bocciardata; ampie sedute, sempre in pietra d’Istria bocciardata, l’attorniano. La progettazione è giocata su quattro diversi materiali: porfido, acciottolato, beola e granito. L’assetto viabilistico configura una viabilità “ad anello”, con una corsia a senso unico che permette la circolazione in senso orario.

AREA P.ZZA DON AMBROSIANI 1° classificato (foto 22-24) Paolo Redaelli (Milano), Massimo Chiodelli, Sara Ghirardini, Daniela Maturi, Federico Billo Si è scelto di riequilibrare lo spazio esistente dividendolo in due. Il livello del sagrato e della scuola vengono raccordati alla stessa quota. Una fontana, che è anche un gioco per i bambini, è il segno forte che raccorda i due livelli: un sistema di chiuse che ripropone in sedicesimo la spettacolare opera che segna la valle dell’Adda. Lo spazio rilevato, stretto tra la scuola e l’edificio della macelleria, sorta di balcone alberato, è 22

attrezzato con sedute e con una pensilina. Un’identica pensilina in metallo e vetro sarà posta sul fronte verso la piazza dell’edificio scolastico, a protezione dell’accesso al piano terra. Tutta la piazza è rilevata di quindici centimetri rispetto alla strada verso Porto inferiore. È stata prevista una piantumazione leggera al livello superiore, con essenze di tiglio dai fiori profumati, in continuità con le essenze già presenti. I materiali impiegati saranno il ceppo dell’Adda in blocchi per le murature in elevazione e la pietra piacentina mista a lastre di serizzo per le pavimentazioni.


scuola, tra la piazza e via Garibaldi. La forma essenziale dei suoi elementi quali l’acqua sgorgante dal muro e l’ampio bacino con i piani inclinati, richiamano senza intenti mimetici il tipo lavatoio.

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3° classificato (foto 27-29) Maurizio Di Lauro (Muggiò – Milano), Luca Tonini collaboratori: Luca Borsetti, Prisco Ferrara Piazza Ambrosiani mostra una notevole carenza di identità, il progetto ordina questa mancanza attraverso un bordo perimetrale di granito in grado di mettere a registro il sedime vero e proprio della piazza. Il cuore dello spazio pubblico è il piano di porfido che nel disegno pla-

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2° classificato (foto 25-26) Enrico Curti (Lecco), Davide Spreafico, Davide Maggioni Il progetto ordina l’impianto longitudinale esistente secondo una geometria di intersecazione e traslazione degli assi visivi della chiesa e della via Mazzini mirata ad una netta definizione degli spazi di sosta, pedonali e stradali. L’identità formale dei corpi illu-

minanti, dei dissuasori e del cordolo sul margine est, l’essenzialità costruttiva della seduta continua a contenimento del prato a raso e delle essenze arboree del margine ovest, le nuove pensiline dell’edificio scolastico, costituiscono, con l’utilizzo di materiali tradizionali, quali il ceppo e il porfido, i tratti distintivi del progetto e di un’idea di architettura essenziale, di lunga

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durata, orientata ad inserimenti misurati e privi di protagonismi linguistico-formali, semplice e in accordo al carattere del luogo. La vasca “Aqua mundans” segna e rivitalizza il nodo di incontro e la nuova entrata della

nimetrico ricorda quello di una facciata di edificio, o meglio, di una facciata che si rispecchia nel cielo e che prende spunto dal disegno del paramento murario del castello di Trezzo d’Adda e dalle torri che caratterizzano il territorio di Cornate d’Adda. L’area centrale della piazza è scandita dalla presenza cartesiana di fonti luminose ad incasso che, come degli squarci, sono in grado di definire un’identità geometrica e misurabile dello spazio.


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mato A1. La giuria era composta dal sindaco Giuseppe Locati, con Stefano Zanzottera, Michele Liguori, Riccardo Crespi, Giovanni Albanese, Angelo Bazzi,

Alberto Soncin, Roberto Gamba, Franco Caputo, Debora Albertini, Carlo Colombo, Laura Tronca, Roberto Manduci. I premi sono stati di euro 4.000; 500; 500.

1° classificato (foto 30-31) Luca D’Alessio (Parabiago Mi) collaboratori: Alessandra Businaro, Riccardo Gallone, Barbara Toscani, Ernesto Toscani, consulente per la storia locale: Gianangelo Berra

pale il sagrato della cattedrale. Si salvaguarda la viabilità esistente separando la circolazione stradale da quella pedonale. Gli elementi principali della composizione della piazza sono quelli tradizionali del sagrato, del monumento e della loggia. Una porzione rettangolare della piazza, rialzata dalla quota generale, delimita lo spazio del sagrato, mentre il monumento è rappresentato dalla colonna votiva di Castelletto di Cuggiono posta vicino al sagrato. Una struttura coperta, al modo delle logge rinascimentali fiorentine, ma che a Cuggiono è memoria dei numerosi lavatoi preesistenti, serve soprattutto gli utenti delle autolinee.

Il progetto tenta di ridefinire i limiti del centro, di organizzare in un sistema unitario i monumenti di Cuggiono e di restituire il carattere del luogo. Precisa nella villa Annoni (futuro municipio), nella basilica di San Giorgio e la relativa piazza, nella chiesa di San Rocco e nel largo chiesa Vecchia i capisaldi di un percorso. Viene riqualificata la piazza e le vie del centro storico, individuando quale elemento princi-

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Cuggiono (Milano): sistemazione di piazza San Giorgio agosto – dicembre 2005 Il Comune di Cuggiono aveva bandito questo concorso d’idee per la sistemazione viabilistica, arredo urbano, parcheggi, pavimentazione della sua piazza San Giorgio e vie limitrofe. I progetti dovevano tener conto delle esigenze della popolazione, delle attività commerciali presenti, delle funzioni pubbliche, delle manifestazioni che si svolgono nell’anno, del patrimonio storico-culturale esistente. Si dovevano prevedere soluzioni per la viabilità (sensi unici, percorsi ciclo-pedonali, elimina-

zione barriere architettoniche), per l’arredo urbano (panchine, verde, illuminazione pubblica, pavimentazione) per il miglioramento dei parcheggi. In particolare dovevano essere considerate: il mantenimento dell’attuale viabilità provinciale; il contesto architettonico ed ambientale esistente; la nuova pavimentazione e arredo urbano delle vie; il mantenimento di spazi di sosta; spazi per carico e scarico. La spesa stabilita dal Comune per la realizzazione delle opere è di 1.000.000 di euro. Erano richieste 2 tavole in for-


L’idea progettuale appare unitaria e comprensibile. Piazza San Giorgio è intesa come un grande invaso caratterizzato da quinte prospettiche interessanti: la chiesa, l’ex orfanotrofio ed i due fronti abitati; è letta come il “baricentro” del sistema, attraversato dalla provinciale, dal quale dipartono le vie del tessuto minore. Lo studio delle pavimentazioni diventa, insieme alle proposte di circolazione dei flussi, la materia espressiva del progetto. La pavimentazione prevista è uniforme, ben allineata rispetto ai fronti edilizi esistenti. Questa unitarietà è mantenuta

anche nello spazio prospiciente la chiesa, ma con alcuni segni evidenti a delimitazione del sagrato. Questi segni sono rappresentati dal filare di alberi lungo il lato della recinzione dell’ex orfanotrofio e dalle fontane luminose a raso. La giacitura del senso di posa della pietra pavimentale dà vita ad un suolo orientato, capace di contenere e riconnettere, in una nuova logica, gli oggetti dell’arredo urbano previsti dal progetto. Le sedute sono multi-funzione: ospitano la sede delle alberature; costituiscono la sede per il posizionamento dei porta biciclette e l’alloggiamento per i cestini porta rifiuti; evidenziano l’orientamento principale secondo il quale si articola il progetto.

3° classificato (foto 34-35) Gianluca Parotti (Arconate – Milano), Marco Rossi, Annalisa Sala La nuova organizzazione della piazza ha consentito di creare un unico spazio antistante la basilica privo di movimentazioni veicolari. L’introduzione di nuove alberature su un lato e le pregevoli cortine degli edifici esistenti sul lato opposto hanno contribuito a formare un cono visivo che insiste sulla facciata della basilica stessa, rafforzato dalla presenza dell’acqua con fontane a filo pavimento, per sottolineare e verticalizzare la percorrenza verso la basilica e per creare movimento, rompen-

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do la “staticità” della pavimentazione. Il progetto prevede inoltre lo spostamento della fermata dell’autobus, un piccolo teatro all’aperto, la creazione di un percorso ciclo-pedonale di raccordo e la riorganizzazione degli spazi di sosta breve in piazza, in modo che questi non interferiscano con le aree pedonali e di aggregazione e non costituiscano impedimenti fisici e visivi. Tutta l’area di progetto è impostata alla stessa quota, senza interruzioni né barriere architettoniche. Le percorribilità veicolare, pedonale e ciclo-pedonale si differenziano per l’impiego di materiali diversi nella pavimentazione.

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2° classificato (foto 32-33) Daniela Fizzotti (Novara), Elisa Airoldi, Serena Boaroli


a cura di Sonia Milone

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Tra singolarità e ripetizione Fumetto International Milano, Triennale viale Alemagna 6 18 maggio – 3 settembre 2006 Una gigantesca nuvola bianca sospesa al centro del lungo corridoio, strisce di fumetti incisi sulla sua bianca superficie; libri aperti avvolti in un foglio di pvc trasparente, anch’essi sospesi in aria; tavole appese ai muri.

Un’atmosfera ovattata, evanescente, a raccontare un mondo immaginario in cui le figure della fantasia divengono segno e racconto. Dal ventre della grande nube si aprono quattro piccole stanze che con disegni originali, schizzi, riproduzioni e libri raccontano il mondo di altrettanti personaggi del fumetto, tra i più rappresentativi della scena contemporanea internazionale: Igort, Joann Sfar, Jiro Taniguchi e Chris Ware. Si cammina avvolti dal silenzio, in una solitudine straniante: la dimensione privata della lettura. A parlare, gridare o sussurrare è la sola forza delle immagini. Col passare da un autore all’altro, mutano scenari ed emozioni che disegnano altrettanti universi psichici e poetici. Il fumetto, linguaggio di confine tra autentico e seriale, diviso tra il distinguersi come “arte pura” e il bisogno di inserirsi nel sistema dell’industria culturale, diviene cifra dell’estetica pop. Fausto Colombo e Matteo Stefanelli, curatori della mostra, esi-

biscono questa contraddizione interna al genere mettendo a confronto: la Graphic Novel Art – con la ricerca artistica e le innovazioni editoriali che hanno segnato il romanzo grafico contemporaneo – e la Asian Wave – con l’ibridazione culturale che ha accompagnato la diffusione del manga in Occidente. La trasformazione del fumetto in Grafic Novel, con l’abbandono della striscia di giornale per il supporto “libro”, fa del fumetto l’oggetto di una fruizione complessa, con testi lunghi ed immagini accurate, che oggi, in molte occasioni, incarna il tentativo di resistere all’omologazione indotta dalla globalizzazione culturale. Di contro sta il fenomeno geopolitico più dirompente dell’ultimo ventennio: l’onda asiatica cominciata con la “Japan invasion”. La contaminazione reciproca tra oriente ed occidente segna la perdita progressiva di riferimenti tematici e stilistici propri dei diversi Paesi a favore di una miscela di figure e atmosfere in cui si perde la singolarità. La sovrapposizione di forme rappresentative, più che convergere in un immaginario collettivo profondo, archetipico, sembra produrre una perdita di forza simbolica che si dissolve in un “un mercato multietnico di oggetti paradossalmente standard”. Irina Casali

Lo stato delle cose Laboratorio Italia 2006 Roma, ex Casa di correzione del San Michele 6 maggio – 4 giugno 2006 Nella piena consapevolezza della decadenza della cultura architettonica italiana, sempre più marginale non solo nel territorio specifico del progetto, ma anche nella sua capacità di contribuire al dibattito teorico internazionale, la mostra promossa dall’Agenzia Italiana d’Architettura e dall’In/Arch, consente una panoramica generale sulle recenti realizzazioni di qualità in Italia, stimolando una riflessione aggiornata riguardo lo stato delle cose presenti. La nuova generazione di proget-

e di orientamento culturale, ricostruendo radicalmente senso e ruolo di università, ordini professionali, istituzioni, imprese. A nulla, infatti, varrebbe anche la più impietosa delle analisi se non fosse poi in grado di contribuire alla rimozione di quelle cause. Amanzio Farris tisti che viene fotografata – esclusa dalle importanti trasformazioni urbane che lasciano tracce mediocri ma cospicue nelle nostre espansioni periferiche, gestite anonimamente da imprese pubbliche o private – non si rassegna all’astinenza costruttiva, e persegue la realizzazione con una singolare determinazione, percepibile dalle opere esposte. E mentre alcune tra queste rivelano l’ansia di apparire aggiornati, riproducendo lessici desunti da quei formidabili strumenti di omogeneizzazione e riverberatori di mode che sono le riviste di architettura, altri lavori pongono invece la questione più interessante della sopravvivenza di una “identità italiana”, fondandosi sulla qualità costruttiva e sul mestiere, rileggendo alcune vicende relegate ai margini del dibattito teorico degli anni Sessanta e Settanta – come le lezioni degli architetti professionisti Asnago e Vender, Caccia Dominioni, Moretti, Gardella, BBPR. Sarebbe però illusorio credere che questo rinnovato desiderio di architetture di finitezza tecnica e intensità formali comparabili alle “inattuali” lezioni di quei maestri, possa costruire automaticamente le condizioni operative idonee e necessarie alla loro concretizzazione. A prescindere da ogni intenzione di architettura, è infatti l’incontro perverso di effetti legislativi, politici, produttivi, speculativi a soffocare ogni proponimento di controllo della qualità, ad espellere ogni carattere di problematicità dell’intervento. Quella sulla crisi e sulla comprensione delle cause che l’hanno prodotta è una riflessione che implica come suo immediato corollario la necessità di trasferire la rilevanza numerica degli architetti italiani in una reale forza di pressione politica

Architetture dei Aires Mateus Aires Mateus architetture Mendrisio (Svizzera), Accademia di Architettura via Canavée 5 18 maggio – 23 giugno 2006 Esiste una certa affinità tra l’Accademia di Mendrisio e gli architetti portoghesi, e più in generale tra la cultura architettonica del Canton Ticino e quella lusitana, ossia la comune adesione ad una “resistenza architettonica” che rifugge le più recenti mode in cui la costruzione sembra esaurirsi in un fatto di pelle e superficie. Si tratta di un atteggiamento più o meno condiviso e consapevole che cerca di mantenere l’architettura nell’ambito del reale e non solo del virtuale, accentuandone la fisicità con tecniche e materiali mutuati dalla tradizione. Un approccio che, sia negli esiti concreti (articolazione di forme e volumi semplici), sia nella rappresentazione dei progetti (disegni al tratto, modelli di gesso, legno e cartoncino), manifesta una precisa idea sul mestiere dell’architetto e sul ruolo propedeutico della ricerca applicata. Il lavoro dei fratelli Manuel (Lisbona,1963) e Francisco (Lisbona, 1964) Aires Mateus ben rappresenta questo modo di fare architettura in cui lo spazio si trasforma in “cosa concreta” determinando una solidità e un’opacità che si contrappone in qualche modo alla fluidità e alle trasparenze proprie della produzione architettonica contemporanea. La loro architettura è fatta di masse più o meno pesanti e più o meno distanti dalla linea di terra che diventa il riferimento privilegiato dei loro progetti. Si tratta di architetture generate


rappresentativi per ricerca formale e concettuale della produzione recente dei due fratelli di Lisbona, docenti a Mendrisio dal 2001. La mostra si compone di plastici, disegni e fotografie di case, edifici pubblici e privati. Ma la visita diventa anche occasione per un’esperienza fisica degli e negli spazi creati dagli Aires Mateus; sarà, infatti, possibile camminare sotto volumi sospesi (è il caso del plastico della Casa Azeitâo), oppure percorrere le lastre d’acciaio corten del modello presentato al concorso per il Nuovo Museo Egizio del Cairo.

nale Costruttori Edili) per il suo sessantesimo anniversario e curata da Cecilia Bolognesi. Sullo sfondo di un parallelo tra opera e tecnica del fotografo e l’architettura e i suoi aspetti produttivi, si delinea un quadro necessariamente parziale, ma non per questo incoerente, anzi assolutamente attuale e penetrante, del processo di costruzione del paesaggio italiano attraverso i cantieri e gli artefici, che supera la retorica della celebrazioni critica, giungendo a testimoniare la continuità dell’operare come fondamentale chiave di lettura del processo di antropizzazione. Gabriele Basilico affronta il tema della residenza a Roma con una sezione storica delle realizzazioni del dopoguerra e del loro rapporto problematico con servizi e improbabili “monumenti” alla modernità, mentre Berengo Gardin legge il tentativo della “grande dimensione” come esplorazione di un’alternativa ormai storicizzata. Luca Campigotto propone un “notturno sinfonico” con l’illuminazione di grandi fabbriche solitarie, Dona-

Gianluca Gelmini

Il paesaggio dei cantieri Siteshots. Immagini del costruire Milano, Triennale viale Alemagna 6 17 maggio – 18 giugno 2006 La Triennale di Milano ha ospitato la prima edizione della mostra fotografica Siteshots. Immagini del costruire, voluta dall’ANCE (Associazione Nazio-

to Di Bello entra nella dimensione materiale del paesaggio interno dei luoghi della costruzione e l’iraniano Ramak Fazel mostra, attraverso l’isolamento sul luogo di lavoro, il ruolo individuale nella costruzione collettiva, sempre più affidato a immigrati, per i quali un volo di cornacchie a Posillipo è l’unico sogno di libertà domenicale. Alla laguna veneta di Armin Linke, con le opere del MOSE e le fabbriche della terraferma operosa, dei Benetton, dell’ospedale di Mestre, segue la

Campania di Mimmo Jodice, in cui la contrapposizione del colonnato interno dello stabilimento Olivetti di Pozzuoli di Luigi Cosenza, con la folle chimera dell’esterno del centro direzionale napoletano di Tange, diviene denuncia civile, mentre la giovane Angela Rosati racconta, nella dimensione serena del proprio viaggio nel Sud, l’attesa composta dello sviluppo. Il catalogo di grande dimensione, che si apre con una testimonianza di Giulio Andreotti, raccoglie Cantieri di Fulvio Irace e Un fare dimenticato di Carlo Olmo, denuncia dell’isolamento del processo costruttivo rispetto alla precarietà delle forme dell’ingegneria finanziaria oggi prevalenti. Stefano Cusatelli

In viaggio lungo il Ticino Architetture di Passaggio. Sguardi sull’architettura dal Ticino Milano, Centro culturale svizzero via del Vecchio Politecnico 3 11 maggio – 24 giugno 2006 Se riducessimo la superficie di tutta la Svizzera ad un quadrato, il lato di questo quadrato sarebbe di 203 km, la stessa lunghezza del frastagliato confine di stato fra il Canton Ticino e l’Italia. Il Ticino si addentra a cuneo nel territorio italiano attraverso una linea di contatto fra i due Paesi molto articolata. Come in un sistema frattale si moltiplicano le occasioni di scambio culturale e di realtà di frontiera. Si può evidenziare un orientamento preciso che è quello nord-sud, di passaggio fra il nord delle Alpi e l’area mediterranea. Ciò viene evidenziato

nella mostra “Architetture di Passaggio” su 6 studi di architettura ticinesi la quale presenta un filmato che ripercorre proprio questo viaggio lungo l’autostrada (celebre anche per i noti interventi di Rino Tami) verso il portale del tunnel del San Gottardo. A differenza degli anni ’70 (gli anni della “tendenza”), dove si poteva intuire un’influenza culturale determinata dall’asse Milano-Zurigo, oggi forse il Ticino si apre a 360° sul panorama internazionale. Alla domanda rivolta dal curatore Alberto Alessi agli architetti selezionati per questa mostra sull’esistenza o meno di un’architettura ticinese tutti negano la presenza di uno “stile ticinese”, ma sembra emergere l’idea di un “luogo forte” (Arassociati) dove è possibile leggere una continuità con la tradizione locale pur aprendosi ad un linguaggio più ampio, addirittura globale. Potremmo dire che dal regionalismo critico (espressione che Kenneth Frampton aveva dedicato anche all’esperienza di Botta-Snozzi-Galfetti negli anni ’70) siamo passati, usando l’espressione che Caspar Schärer ha pubblicato nella recensione alla mostra (Die Rebellion ist vorbei, “Tages Anzeiger” 19.5.06), ad un vero e proprio “pragmatismo critico”. La mostra partita dall’Istituto svizzero di Roma, e in procinto di spostarsi nello spazio culturale svizzero di Venezia dove sarà visitabile dal 22.9 al 28.10.06, presenta, attraverso un allestimento altamente mediatico, opere di Arassociati (architetti formatisi nello studio di Aldo Rossi a Milano), Andrea Bassi, Buzzi e Buzzi, Durisch+Nolli, Luca Gazzaniga, e Giraudi-Wettstein, una generazione di architetti nata nei primi anni ’60. Katia Accossato

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per sottrazione o addizione, dove il limite tra interno ed esterno non è una semplice soglia ma diviene un vero e proprio spazio dove, come afferma Gonçalo Byrne, “attribuire al vuoto la stessa importanza del pieno genera non una mera sommatoria, ma una terza entità, che porta a superare il raziocinio dialettico”. Con la mostra “Aires Mateus architetture”, l’Accademia propone una selezione di lavori


a cura di Walter Fumagalli

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Le norme sul rendimento energetico in Italia In Italia, la legislazione intesa a favorire il contenimento del consumo di energia negli edifici non è una novità. Essa, infatti, affonda le proprie radici nel Titolo II della Legge 9 gennaio 1991 n. 10, il cui Articolo 26 stabilisce fra l’altro che “gli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d’uso e gli impianti non di processo ad essi associati devono essere progettati e messi in opera in modo tale da contenere al massimo, in relazione al progresso della tecnica, i consumi di energia termica ed elettrica”. Tale Legge è stata seguita, a livello comunitario, dalla direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2002/91/CE del 16 dicembre 2002, le cui disposizioni dovevano essere recepite dagli Stati membri entro il 4 gennaio 2006. Una volta tanto l’Italia è stata puntuale, ed ha recepito dette disposizioni con il Decreto Legislativo 19 agosto 2005 n. 192, entrato in vigore l’8 ottobre 2005. Gli obiettivi perseguiti Come chiarito dall’Articolo 1 di tale Decreto, le norme in esso contenute si propongono di “migliorare le prestazioni energetiche degli edifici”, allo scopo di perseguire tre ordini di obiettivi: • “favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili e la diversificazione energetica”; • “contribuire a conseguire gli obiettivi nazionali di limitazione delle emissioni di gas a effetto serra posti dal protocollo di Kyoto”; • “promuovere la competitività dei comparti più avanzati attraverso lo sviluppo tecnologico”. Il campo di applicazione del decreto L’Articolo 3 individua il campo di applicazione della normativa dettata dal Decreto n. 192/2005. Essa si applica sia ai fini della realizzazione di edifici di nuova costruzione, vale a dire quelli per i quali “la

richiesta di permesso di costruire o denuncia di inizio di attività, comunque denominato, sia stata presentata successivamente” all’8 ottobre 2005 (Articolo 2.1, lettera “b”), sia ai fini della realizzazione di interventi sugli edifici esistenti. Per questi ultimi, tuttavia, valgono le regole riassunte nella Tabella 1 che segue, con la precisazione che per “involucro edilizio” si deve intendere “l’insieme delle strutture edilizie esterne che delimitano un edificio” (vedi la definizione contenuta nell’Allegato “A” del decreto).

zazione invernale (cioè, “la quantità annua di energia effettivamente consumata o che si prevede di consumare o che si prevede possa essere necessaria” per la climatizzazione invernale: vd. Articolo 2.1, lettera “c”), sia ai fini del calcolo del fabbisogno annuo di energia primaria (cioè “la quantità di energia primaria globalmente richiesta, nel corso di un anno, per mantenere negli ambienti riscaldati la temperatura di progetto, in regime di attivazione continuo”: vd. allegato “A” del Decreto, n. 9). In ogni caso, tuttavia, le norme sul

TABELLA 1: GLI INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA SOGGETTI AL DECRETO N. 192/2005 TIPOLOGIA DI INTERVENTI

NORME DA RISPETTARE

ristrutturazione integrale degli elementi edilizi le norme del decreto devono essere applicate costituenti l’involucro di edifici esistenti di integralmente a tutto l’edificio superficie utile superiore a 1.000 mq (Articolo 3.2, lettera “a”, n. 1) demolizione e ricostruzione “in manutenzione straordinaria” di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1.000 mq (Articolo 3.2, lettera “a”, n. 2)

le norme del decreto devono essere applicate integralmente a tutto l’edificio

ampliamenti volumetricamente superiori al 20 % dell’intero edificio esistente (Articolo 3.2, lettera “b”)

le norme del decreto devono essere applicate soltanto all’ampliamento dell’edificio

ristrutturazioni totali o parziali e manutenzione dell’involucro edilizio, al di fuori dei casi previsti dal numero 1 della lettera “a” dell’Articolo 3.2 (Articolo 3.2, lettera “c”, n. 1)

le norme del decreto devono essere limitate al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali e prescrizioni

installazione di nuovi impianti termici in edifici esistenti, o ristrutturazione degli impianti già installati (Articolo 3.2, lettera “c”, n. 2)

le norme del decreto devono essere limitate al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali e prescrizioni

sostituzione di generatori di calore (Articolo 3.2, lettera “c”, n. 3)

le norme del decreto devono essere limitate al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali e prescrizioni

Al momento di redigere il progetto degli interventi fin qui elencati, pertanto, il progettista dovrà tenere nel dovuto conto le norme dettate dal Decreto Legislativo n. 192/2005 e dai successivi decreti attuativi di cui all’Articolo 4. Fino all’entrata in vigore di questi ultimi, peraltro, ai sensi dell’Articolo 11 del decreto il progettista dovrà rispettare le disposizioni dettate dalla Legge 9 gennaio 1991 n. 10, dalle relative norme attuative, e dall’allegato “I” al D.Lgs. n. 192/2005, e ciò sia ai fini del calcolo della prestazione energetica degli edifici nella climatiz-

rendimento energetico non si applicano laddove gli interventi riguardino: • immobili rientranti fra i cosiddetti “beni culturali” tutelati in forza della Parte II del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42; • ville che, pur non essendo tutelate ai sensi della citata Parte II, siano state però protette in forza della Parte III del citato Decreto n. 42/2004; • immobili compresi entro complessi che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, protetti sempre in forza della Parte III del Decreto n. 42/2004; • fabbricati industriali, artigianali e


Le dichiarazioni di inizio e di ultimazione dei lavori Ai sensi dell’Articolo 28, primo comma, della Legge n. 10/1991 (espressamente richiamato dall’Articolo 8.1 del Decreto n. 192/2005), “il proprietario dell’edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare in comune, in doppia copia insieme alla denuncia dell’inizio dei lavori relativi alle opere di cui agli Articoli 25 e 26, il progetto delle opere stesse corredate da una relazione tecnica, sottoscritta dal progettista o da progettisti, che ne attesti la rispondenza alle prescrizioni della presente Legge”. Il successivo secondo comma specifica che, “nel caso in cui la denuncia e la documentazione di cui al comma 1 non sono state presentate al comune prima dell’inizio del lavori, il sindaco, fatta salva la sanzione amministrativa di cui all’Articolo 34 [sanzione non inferiore a lire un milione e non superiore a lire cinque milioni], ordina la sospensione dei lavori sino al compimento del suddetto adempimento”. Una volta completato l’intervento, poi, il direttore dei lavori deve asseverare la conformità delle opere realizzate rispetto al progetto e alla relazione tecnica di cui sopra, e detta asseverazione deve essere presentata al comune contestualmente alla dichiarazione di fine lavori, fermo restando che “il comune dichiara irricevibile la dichiarazione di fine lavori se la stessa non è accompagnata dalla predetta asseverazione del direttore dei lavori” (Articolo 8.2 del Decreto Legislativo 192/2005). La certificazione energetica degli edifici Fondamentale importanza, nel meccanismo delineato dal Decreto Legis-

lativo n. 192/2005 al fine di ottimizzare il rendimento energetico degli edifici, riveste l’attestato di certificazione energetica regolato dall’Articolo 6 del decreto stesso. Tale attestato deve essere redatto a cura del costruttore una volta ultimata la costruzione (oppure entro un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo, se la costruzione dovesse essere ultimata prima di tale termine), nel caso di: • edifici di nuova costruzione; • interventi di ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro di edifici esistenti aventi superficie utile superiore a 1.000 mq; • interventi di demolizione e ricostruzione “in manutenzione straordinaria” di edifici esistenti aventi superficie utile superiore a 1.000 mq. L’attestato deve essere redatto secondo i criteri e le metodologie stabilite dai decreti attuativi del decreto legislativo, ed in caso di appartamenti compresi in un complesso condominiale può essere redatto tenendo conto in modo specifico dell’appartamento interessato, oppure tenendo conto

complessivamente dell’intero edificio se dotato di un impianto termico comune, o infine tenendo conto di un altro appartamento compreso nel condominio, considerato rappresentativo ed avente la stessa tipologia. L’attestato deve essere allegato, in originale o copia autenticata, ai contratti di compravendita relativi all’intero fabbricato od a singole unità immobiliari, ed in caso di locazione deve essere messo a disposizione del conduttore, al quale può anche essere consegnata una copia che il locatore dichiari conforme all’originale. Le sanzioni Abbastanza numerose sono le sanzioni previste dall’Articolo 15 del Decreto Legislativo n. 192/2005. Buona parte di tali sanzioni è posta a carico dei progettisti e dei direttori dei lavori che tengano comportamenti contrari alle disposizioni del decreto. Dette sanzioni sono riassunte nella seguente Tabella 2. W. F.

TABELLA 2: LE SANZIONI PREVISTE DALL’ARTICOLO 15 DEL D.LGS. N. 192/2005 A CARICO DEI PROGETTISTI E DEI DIRETTORI DEI LAVORI SOGGETTO

COMPORTAMENTO

SANZIONE

progettista

rilascio della relazione di cui all’Articolo 8, senza rispettare le modalità prescritte

sanzione amministrativa pari al 30% della parcella calcolata secondo la tariffa professionale

progettista

rilascio della certificazione energetica senza rispettare i criteri e le metodologie prescritte

sanzione amministrativa pari al 30% della parcella calcolata secondo la tariffa professionale

progettista

rilascio della relazione di cui all’Articolo 8 non veritiera, o rilascio di un attestato di certificazione energetica non veritiero

sanzione amministrativa pari al 70% della parcella calcolata secondo la tariffa professionale, e applicazione di provvedimenti disciplinari da parte dell’Ordine di appartenenza

direttore lavori

mancata presentazione dell’asseverazione di conformità delle opere eseguite, contestualmente alla dichiarazione di fine lavori

sanzione amministrativa pari al 50% della parcella calcolata secondo la tariffa professionale, e applicazione di provvedimenti disciplinari da parte dell’Ordine di appartenenza

direttore lavori

presentazione al comune di una falsa asseverazione di conformità delle opere eseguite, rispetto al progetto ed alla relazione tecnica

reclusione fino a sei mesi o multa fino a 500 euro

39 PROFESSIONE LEGISLAZIONE

agricoli non residenziali, quando gli ambienti siano riscaldati per fare fronte ad esigenze del processo produttivo, oppure utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili; • fabbricati isolati, aventi una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati.


a cura di Emilio Pizzi e Claudio Sangiorgi

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I blocchi in calcestruzzo vibrocompresso Il blocco in calcestruzzo vibrocompresso è un materiale che, nonostante non sia propriamente di nuova generazione, ha fatto fatica in Italia ad imporsi sui materiali tradizionali, a dispetto di altri contesti come quello statunitense, in cui, fin dalla sua nascita, ha avuto e ha tutt’oggi notevole successo. Si tratta di un materiale duttile e affidabile che racchiude le qualità dei materiali legati alla memoria storica (la modularità e matericità della pietra, l’articolazione tipologica del laterizio, il vigore strutturale dei manufatti in cemento), ma che anche nelle scuole di architettura non ha ancora conquistato il debito conto, vittima dell’immagine poco accattivante e decisamente povera delle prime produzioni. Cenni strorici Gli antecedenti dei blocchi in calcestruzzo vibrocompresso si possono far risalire alla comparsa, nei primi anni del XIX secolo, delle cosiddette “pietre artificiali”, componenti edilizi a base cementizia di varia natura, pieni o forati, impiegati per muraglioni, coperture ed elementi decorativi. Dal 1850 inizia la ricerca tesa all’alleggerimento dei conci: prima con celle d’aria realizzate con l’impiego di casseri, poi nel 1900 Harmon S. Palmer ottiene il brevetto per la prima macchina portatile da cantiere per la produzione di blocchi cavi. Accanto a nuovi macchinari che portano alla standardizzazione dimensionale degli elementi, proseguono anche i tentativi per renderli più leggeri e quindi economici. È nel 1917 che Francis J. Straub ottiene il brevetto per il primo “blocco con ceneri” derivato dal riciclaggio delle ceneri residue del carbone, che conferiscono all’impasto resistenza al fuoco, oltre che appunto leggerezza. Furono gli Stati Uniti a sfruttare maggiormente tale materiale fin dalla Seconda Guerra Mondiale, mentre in Europa esso si affermò in Germania,

con un impiego massiccio per le necessità di ricostruzione postbelliche, favorendo oltretutto l’uso delle macerie sbriciolate come inerti. Fino agli anni ’60 si assiste a un perfezionamento delle tecniche produttive, introducendo la vibrazione per compattare meglio il calcestruzzo, mentre la svolta, anche semantica, per questo materiale avviene con la comparsa di inerti leggeri industriali, come l’argilla espansa, e delle nuove tecnologie per l’impermeabilizzazione, consentendo così l’impiego del blocco a vista. Caratteristiche generali La principale caratteristica dei blocchi in cls è la modularità che, integrata con la possibilità di ottenere finiture cromatiche e materiche svariate, consente di controllare e gestire con ampia libertà la composizione architettonica. Questa peculiarità, sommata alla notevole capacità portante, anche in zona sismica, alla buona durata e resistenza al fuoco, alla capacità di garantire agli ambienti abitativi equilibrio igrotermico, permette di definire i conci in cls una tecnologia economica e completa con cui realizzare murature. Tale materiale è definito dalla norma europea UNI EN 771-3/2005, la quale

comprende termini di classificazione, requisiti e prestazioni, limiti di accettazione e metodi di prova. La norma prevede dal 1° aprile 2006 l’obbligatorietà della marcatura CE, che riporta le dimensioni di fabbricazione e la categoria di tolleranza dimensionale. Le definizioni espresse dalla normativa sono: blocco di forma normale, blocco speciale, blocco correa, blocco mazzetta, blocco a incastro, blocco cassero, blocco pilastro, blocco cavo, blocco multicamera; ognuno realizzato per specifici usi. I blocchi sono inoltre suddivisi in categorie basate sui requisiti prestazionali che dipendono dallo spessore minimo delle costole perimetrali. La norma poi impone al fabbricante di dichiarare la massa volumica (che è determinata dall’uso, nella fabbricazione, di cls alleggerito o pesante), le caratteristiche meccaniche e la resistenza a compressione. Qualità prestazionali Nelle costruzioni di modesta entità dimensionale, fino ai due piani di altezza, i blocchi possono essere utilizzati semplici, mentre per raggiungere altezze maggiori è necessario ricorrere a un’armatura. Allo scopo si impiegano blocchi con una geometria specifica, inserendo


Caratteristiche energetiche in seguito all’emanazione della Direttiva 2002/91/CE da parte della Commissione Europea sul rendimento

energetico degli edifici di nuova costruzione o soggetti a forti ristrutturazioni, l’Italia si è adeguata con il D.L. n. 192 del 19.8.2005. Questo fissa un limite al fabbisogno energetico degli edifici (il FEP espresso in kwh/mq annuo) per il calcolo del quale ogni elemento di chiusura opaco deve essere calcolato in modo da ottenere la migliore risposta alla richiesta di soddisfacimento delle caratteristiche di isolamento termico, inerzia termica, eliminazione e riduzione dei ponti termici, permeabilità al vapore. Le prestazioni termiche di una parete sono date dalla trasmittanza U (w/mqh) che, nel caso dei blocchi in cls precompresso, viene fornita direttamente dal produttore, come per tutti i materiali non omogenei (murature in genere). Infatti, il D.M. 2.4.1998 vuole che i materiali termoisolanti siano dotati di certificazione energetica, che il produttore deve essere sempre in grado di fornire in seguito a richiesta. I blocchi hanno ottime caratteristiche di isolamento e inerzia termica, sfruttando le naturali doti isolanti dell’aria contenuta nei fori. Altri dati prestazionali Ulteriori requisiti fondamentali da conoscere per una corretta e consa-

Francesca Bergna Bibliografia: Alessandro Ubertazzi, Massimo Facchinetti, Paolo Alberto Zorzoli, a cura di, Murature di qualità in blocchi di calcestruzzo vibrocompresso, storia, caratteristiche, produzione e progettazione, Pubblicemento srl, Roma 2006.

Riferimenti e informazioni ANPEL – associazione Nazionale Produttori Elementi Leca che riunisce i principali produttori di blocchi in cls di argilla espansa Leca. www.lecablocco.it DS, rivista di Architettura in elementi in cls, è un organo di informazione on line ricco di pagine dedicate alle realizzazioni, tecnologie innovative, fiere e convegni che affrontano nel dettaglio l’argomento. www.d-s.it

41 PROFESSIONE NORMATIVE E TECNICHE

tralicci orizzontali o barre correnti ogni due o tre corsi nei giunti di malta e realizzando pilastrini verticali passanti tra le cavità dei conci, appositamente predisposte. In questo modo i blocchi possono essere adottati per costruzioni anche in zona sismica, purché rispondenti a determinate caratteristiche, soprattutto per evitare rotture dovute ad un’eccessiva fragilità conseguente a un incontrollato alleggerimento. A tale scopo i requisiti principali, espressi dall’Ordinanza 3431 del 3 maggio 2005 e dal D.M. 20 novembre 1987, riguardano: la percentuale volumetrica dei vuoti (che non deve superare il 45% del totale), oltre a una serie di dati relativi ai fori per alloggiamento di armature che non vengano poi riempiti con cls; viene inoltre considerata la necessità di avere continuità nei setti paralleli alla muratura principale, resistenza caratteristica a rottura nella direzione portante (fbk) non inferiore a 5 MPa al lordo delle forature, resistenza caratteristica a rottura nella direzione ortogonale a quella portante (fbk) non inferiore a 1,5 MPa.

pevole progettazione sono: l’assorbimento all’acqua che, in ottemperanza alla norma UNI 771-3/2005, il fabbricante in blocchi di cls deve considerare per dichiarare se il materiale può essere esposto all’acqua o meno; l’assorbimento per capillarità e stabilità dimensionale (normati sempre dalla UNI 771-3/2005); la resistenza al gelo/disgelo, che riguarda invece solo i blocchi faccia a vista. La resistenza al fuoco è invece contemplata dalla direttiva 89/106/CE che stabilisce i requisiti obbligatori per le opere da costruzione e ingegneria civile. Il D.M. maggio 1998 individua le modalità di presentazione delle richieste di avvio delle certificazioni; tra queste la “dichiarazione di corrispondenza in opera di elementi costruttivi portanti e/o separanti con quelli certificati”. Appositi blocchi poi vengono realizzati per rispondere a requisiti di fonoassorbenza, accentuando la porosità e la ridotta densità del cls. Tale fattore deve essere considerato per soddisfare i requisiti stabiliti dalla classificazione degli ambienti abitativi, che, secondo il DPCM 5/12/97, è suddivisa in sette categorie.


a cura di Sara Gilardelli

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Come lavorano i giovani architetti? L’Europa dell’architettura si divide grosso modo in tre: ci sono Paesi con pochi architetti (la maggioranza) e spesso sono proprio quelli noti per la loro grande attenzione per l’architettura (Regno Unito e Olanda 0,5 architetti ogni 1000 abitanti, Francia 0,4); ci sono Paesi con molti architetti (Germania e Danimarca 1,2) dove l’architettura per motivi storici o di tradizione culturale vive momenti di grande fermento; e c’è l’Italia, al primo posto per numero di architetti (2 ogni 1000 abitanti) Paese che vive quello che negli anni ’70 era un attimo, negli anni ’80 un momento, negli anni ’90 un periodo ed oggi un’intera epoca di stanca. Siamo quindi in una situazione atipica: nei Paesi con pochi architetti tutti gli architetti hanno la possibilità di esercitare, spesso in condizioni di grande stimolo intellettuale e a partire da subito, a laurea appena conseguita (curiosamente lavorano molto anche per l’estero, ad esempio per Paesi con molti architetti, come l’Italia). Nei Paesi con molti architetti, molti laureati hanno la possibilità di esercitare e chi non lo fa direttamente lo fa, per esempio, nell’indotto, scrivendo libri o facendo l’editore di riviste specializzate che poi hanno diffusione anche all’estero. In Italia, Paese con moltissimi architetti ed unica eccezione, molti architetti non fanno gli architetti e l’architettura sia teorica sia pratica viene spesso importata dall’estero, realizzata dalle stars dell’architettura mondiale contemporanea. Quindi di un esercito si tratta, senza nemico e senza difesa. Un esercito di 117.376 architetti italiani. Un esercito immenso, pari alla somma di tutti gli architetti presenti in Spagna, Portogallo, Regno Unito, Francia, Austria, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia (www.archieuro.archiworld.it). Ma chi è, come lavora e cosa fa questo vasto corpus di architetti? L’Ordine degli Architetti P.P.C. di Milano ha incaricato una delle primarie società di ricerca (Ipsos Public

Affairs) di realizzare un’analisi sulle condizioni lavorative dei propri iscritti, quasi 12.000 (compresi i 2.000 da poco trasferiti all’Ordine di Monza) distribuiti su un territorio molto vasto, al fine di cercare di conoscerne più da vicino caratteristiche ed esigenze attraverso un questionario compilato da un campione di oltre 6.000 iscritti. La ricerca è stata coordinata da Valeria Bottelli, Paolo Natale ne ha diretto con Franca Pistilli il supporto scientifico, Giovanna Piga ne ha infine contestualizzato i risultati a livello europeo. Vogliamo qui riportarne alcuni tratti. Chi sono? Tra i dati più interessanti rilevati dall’indagine risalta il continuo e progressivo ringiovanimento grazie ad un ritmo sempre crescente di nuove iscrizioni e la notevole femminilizzazione: negli ultimi 7 anni la maggioranza dei nuovi iscritti è donna, ed allo stato attuale il 49% degli iscritti ha meno di 40 anni, valore che sale al 76% per gli iscritti con meno di 50 anni. La provenienza scolastica vede maggiori discriminanti sul genere piuttosto che sull’età: gli uomini hanno principalmente una formazione tecnica o scientifica, mentre tra le donne prevale la formazione artistica o scientifica, una differenza di formazione che si riflette sulle attività professionali prevalenti. Un primo dato interessante si riferisce alla localizzazione dello studio professionale: i neo-iscritti (ultimi 3 anni) operano per circa la metà in provincia, mentre circa il 55% degli iscritti fino a 40 anni lavora in Milano città. Complessivamente si stima che l’indice di penetrazione nel capoluogo sia di 8 architetti su 1000 abitanti (intesi come popolazione attiva), dato che scende a 3 ogni 1000 indagando gli altri comuni della provincia. Come lavorano? Più difficile è capire come si lavora oggi da giovani architetti nella provincia di Milano. Uno dei problemi più spinosi e di difficile analisi è l’indagine della figura del libero professionista, che spesso cela la condizione di

praticante o collaboratore fisso presso studi altrui. Emerge infatti una forte prevalenza della condizione di libero professionista che svolge la professione singolarmente, condizione che si riduce progressivamente con l’anzianità di iscrizione (67/68% dei neo-iscritti e 47/48% degli iscritti fino a 40 anni). La condizione di associato acquisisce rilevanza solo in età più avanzata, mentre è limitata al 3% dei neoiscritti e a 10% degli under 40. Più frequente appare invece la condivisione di incarichi e spazi, frequentata dal 6/8% dei neo-iscritti e dal 12/16% degli iscritti fino a 40 anni, soprattutto donne. Questa scelta appare tutt’altro che casuale se ricordiamo che è proprio lo studio composto da più architetti con altri professionisti la soluzione organizzativa ritenuta di committenti e dagli stessi architetti il modello organizzativo più efficace per favorire lo sviluppo della professione. Per tutti i giovani la seconda attività per diffusione è il lavoro dipendente presso privati o nel settore pubblico. Cosa fanno? Indipendentemente dall’anzianità il 95% degli iscritti dichiara di svolgere attività inerenti l’architettura, ma di questi solo il 55% svolge la professione in via esclusiva. Il 20% degli intervistati è infatti occupato anche in altre attività inerenti l’architettura, mentre un altro 5% svolge anche altre attività non connesse. L’attività specifica prevalente è sempre la progettazione architettonica (56%) e di interni (51%) insieme alle attività specialistiche (41%), seguono quindi a distanza le attività di studio e ricerca e la progettazione urbanistica (16% ciascuna). Anche tra i giovani le attività prevalenti si concentrano nella progettazione architettonica e di interni. Tuttavia l’attività sembra prendere avvio solo dopo i 36 anni per stabilizzarsi oltre i 50 sia per la progettazione architettonica che urbanistica. Il numero di settori di attività dichiarati, trasversalmente rispetto all’età, rivela una notevole disuguaglianza nella


Un successivo approfondimento qualitativo, sempre affidato ad Ipsos, basato su focus group e su un successivo screening via web rivolto a tutti gli iscritti, ha evidenziato alcuni tratti specifici riguardanti il modo di operare nella nostra professione. È principalmente sulla spinta di un sogno, di una passione che la maggioranza degli intervistati dichiara di aver scelto la facoltà di Architettura; l’amore per la creatività, e la passio-

ne progettuale sono alla base di questo sogno, per alcuni ha però avuto un peso rilevante l’eredità di uno studio di famiglia o il desiderio di evolvere professionalmente in chi già aveva una formazione tecnica. Rispetto all’immaginario onirico la professione si è però rivelata molto appesantita da aspetti burocratici, al punto da invadere una parte considerevole del tempo di lavoro, che va così a superare di gran lunga lo spazio dedicato alla progettazione vera e propria. Anche l’incomprensione o la sottovalutazione della propria figura professionale, oltre che dell’operato, da parte di committenti e artigiani, è stata addotta quale fonte di grande delusione. Il passaggio dal mondo dell’università alla professione sembra dover necessariamente transitare per un periodo di tirocinio non pagato o pagato molto poco che viene messo in conto e, se le condizioni economiche lo consentono, lo si pianifica come una sorta di investimento sul proprio futuro professionale. È considerato un’esperienza fondamentale, vera fase di iniziazione durante la quale si impara davvero a fare e se si ha la fortuna di frequentare uno studio prestigioso, si accresce la formazione culturale, si sviluppa uno stile personale e ci si costruisce un curriculum spendibile altrove. La maggior parte dei giovani professionisti non cerca di specializzarsi in un ambito particolare, ma considera la possibilità di fare un po’ di tutto, o meglio, accettare tutto quello che arriva, come un valore, almeno nelle prime fasi della carriera; non sempre la specializzazione diviene poi il risultato di una scelta premeditata: ci si specializza nelle problematiche che capita più spesso di affrontare. In linea ideale molti giovani e soprattutto le donne propendono per lavorare stabilmente con dei soci, architetti, ma anche ingegneri e geometri, per avere maggiori occasioni di confronto, più stimoli alla creatività ed una migliore padronanza di tutto il processo, nonché la condivisione di responsabilità e difficoltà. Trovare il socio giusto non è però facile: occorrono idee

e sensibilità affini ed una buona sintonia caratteriale. Per questo motivo alcuni hanno scelto di lavorare stabilmente con il coniuge o con lo storico e collaudato compagno di studi. Lo strumento più efficace per acquisire nuovi incarichi è a giudizio unanime il passaparola, ma ugualmente utili, viene accennato con molti sottointesi, sono le conoscenze, le amicizie personali e i buoni rapporti con le amministrazioni locali. Le alternative al passaparola vengono indicate in un legame stretto con un’impresa di costruzioni o un’immobiliare, nella possibilità di diventare imprenditori edili o procacciatori d’affari in prima persona o partecipare ai concorsi non tanto per acquisire incarichi quanto per farsi conoscere. Lavorare in provincia sembra più facile: lo sostengono sia i diretti interessati sia i colleghi milanesi. La differenza sostanziale sta nel fatto che c’è meno concorrenza, l’inizio carriera è facilitato perché è più facile farsi conoscere, sia dalla committenza privata sia da quella pubblica, come pure mantenere proficue relazioni con le imprese costruttrici e con i tecnici comunali. Sono inoltre maggiori le opportunità di essere coinvolti in lavori importanti. Tuttavia riuscire a lavorare nel capoluogo è garanzia di un’immagine di maggiore prestigio e nel caso di rapporti con committenza pubblica è più probabile venire a contatto con interlocutori preparati e con una maggiore disponibilità economica. Riguardo alla relazione con l’Ordine di appartenenza, i giovani progettisti lo ritengono un importante punto di riferimento e chiedono con forza una maggiore salvaguardia e promozione dell’immagine della figura dell’architetto. Alla domanda a quale personaggio dovrebbe assomigliare maggiormente l’Ordine professionale il 51% risponde un manager. S. G. Sintesi dei risultati delle analisi Ipsos si trovano su www.ordinearchitetti.mi.it/news/ novita.html “L’Ordine degli Architetti di Milano: un ordine giovane”.

43 PROFESSIONE ORGANIZZAZIONE PROFESSIONALE

quantità e differenziazione di lavoro tra uomini e donne: nella fascia più giovane sono mediamente 6,3 le tipologie di attività dichiarate dai colleghi maschi contro le 5,2 delle donne. Indagando tra gli uomini fino ai 40 anni emerge la figura di un professionista singolo (48%) con studio sia in Milano (55%) sia in provincia (43%) dedito alla progettazione, ma con uno scarto positivo rispetto alla media nel disegno industriale, nella progettazione strutturale ed impiantistica e in attività specialistiche. Ben al di sotto della media risultano invece attività come il restauro, la progettazione urbanistica ed ambientale e le attività di studio e ricerca, tutte appannaggio dei professionisti più anziani. Le donne fino ai 40 anni emergono anch’esse come professioniste singole (47%) cui però segue un 16% in condivisione di incarichi e spazi. La sede dello studio è prevalentemente Milano (58%) e rispetto alla media hanno uno scarto positivo solo nell’ambito della progettazione di interni; scarsa, assai più che per i colleghi uomini è l’incidenza nelle attività specialistiche, nella progettazione ambientale e urbanistica, nel restauro e nel disegno industriale. La scarsità di commesse professionali per le donne si riflette nitidamente anche nel divario retributivo rispetto ai colleghi uomini. I dati di Inarcassa mostrano infatti un reddito medio dichiarato nel 2002 di 37.000 per gli uomini e di 19.000 per le donne: uno scarto tra il 40 e il 50%. Se poi ci focalizziamo sui redditi dei giovani passiamo dai 29.000 per gli uomini ai 17.700 per le donne.


a cura di Manuela Oglialoro e Camillo Onorato

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Legge G.U. n. 97 del 27.4.2006 Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 156 Disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 , in relazione ai beni culturali Il decreto apporta talune modifiche ed integrazioni al Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 in relazione ai beni culturali. G.U. n. 97 del 27.4.2006 Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 157 Disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio Il decreto apporta talune modifiche ed integrazioni al Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 in relazione al paesaggio. G.U. n. 108 del 11.5.2006 Serie generale Decreto 2 maggio 2006 Norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, ai sensi dell’Art. 99, comma 1, del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Il decreto stabilisce le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue domestiche, urbane ed industriali attraverso la regolamentazione delle destinazioni d’uso e dei requisiti di qualità ai fini della tutela delle risorse idriche limitando il prelievo di acque superficiali e sotterranee, riducendo l’impatto delle acque di scarico su corpi idrici recettori, e favorendo i consumi con l’utilizzo di acque reflue. G.U. n. 129 del 6.6.2006 Serie generale Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 2006, n. 204 Regolamento di riordino del Consiglio superiore dei lavori pubblici Il regolamento chiarisce la natura del Consiglio superiore dei lavori pubblici attribuendone le competenze. Esso è il massimo organo tecnico-consultivo dello Stato e svolge attività di consulenza facoltativa per le regioni, per le province autonome di Trento e Bolzano e per gli altri enti pubblici in materia di lavori pubblici. Il Consiglio è dotato di autonomia funzionale ed organizzativa che ne assicurano indipendenza di valutazione e di giudizio. Nell’ambito dei compiti attribuiti dallo Stato e nel rispetto delle prerogative delle regioni e delle province autonome, delle province e dei comuni esprime

pareri di carattere obbligatorio, su lavori pubblici di competenza statale o comunque finanziati al 50% dallo Stato e lavori pubblici in tema di infrastrutture tecnologiche a servizio di trasporto combinato terrestre e marino, dei sistemi portuali, degli interporti e della logistica al fine di agevolare con sistemi informatici l’accesso alle infrastrutture dei trasporti. Esprime altresì parere facoltativo, su richiesta delle amministrazioni competenti, sulle linee fondamentali di assetto del territorio nazionale in relazione alle infrastrutture. Il Consiglio pronuncia obbligatoriamente parere sui testi delle norme tecniche predisposte in attuazione del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia. Esercita un controllo, tramite la predisposizione di norme tecniche sulla sicurezza minima delle costruzioni da osservarsi sul territorio nazionale, anche in relazione alle normative europee. In merito a problematiche di particolare complessità il Consiglio può svolgere specifiche missioni. Inoltre, è organo consultivo per l’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici. Il regolamento, oltre alle competenze, stabilisce la composizione e la disciplina del Consiglio. G.U. n. 138 del 14.6.2006 Serie generale Decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 2006, n. 214 Regolamento recante semplificazione delle procedure di prevenzione incendi relative ai depositi di g.p.l. in serbatoi fissi di capacità complessiva non superiore a 5 metri cubi Il regolamento disciplina le procedure riguardanti la prevenzione incendi per la messa in esercizio di serbatoi di gas di petrolio liquefatti in serbatoi fissi di capacità complessiva non superiore a 5 mc denominati “depositi”. Sono esclusi dal presente regolamento i depositi non superiori a 5 mc al servizio di attività soggette ai controlli di prevenzione incendi ai sensi dell’Art. 36 del D.p.r. 27 aprile 1955, n. 547 e dell’Art. 4 della Legge 26 luglio 1965, n. 966. B.U.R.L n. 19 del 8 maggio 2006 Serie ordinaria D.c.r. 11 aprile 2006, n. VIII/149 Linee di indirizzo per la predisposizione del Piano generale triennale di programmazione degli interventi di edilizia scolastica ai sensi della Legge 11 gennaio 1996, n. 23 e della L.R. 3 gennaio 2000, n. 1 Il Consiglio regionale della Lombardia delibera di approvare le “linee di indirizzo

per la predisposizione del Piano generale triennale di programmazione degli interventi di edilizia scolastica, ai sensi della Legge 11 gennaio 1996, n. 23 e della L.R. 5 gennaio 2000, n. 1”. B.U.R.L. 1° Suppl. straordinario al n. 21 del 23 maggio 2006 D.g.r. 8 febbraio 2006, n. 8/1876 Rete natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell’Ambiente della proposta di aggiornamento della banca dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti La giunta regionale ha approvato il documento di proposta di modifica alla Banca Dati Natura 2000 per la Regione Lombardia, costituito da schede del Formulario Standard Natura 2000 riportanti gli aggiornamenti, dalla cartografia dei siti oggetto di modifica e dei nuovi siti proposti, dalla tabella di sintesi delle modifiche effettuate e delle nuove proposte.

Stampa Ambiente Codice verde a rischio sospensione. Intesa Pecoraro – autonomie sul fatto che la delega vada bloccata (ma ancora non è chiaro come). (da “Edilizia e Territorio” del 5-10.6.06) Nubi sempre più fitte si addensano sulla delega ambientale. Il D.Lgs. 152/2006 è operativo dal 29 aprile (fatta eccezione per le norme sulla Via che scattano dal 12 agosto). Il nuovo codice è sotto il tiro incrociato delle Regioni e del nuovo ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. A difenderlo restano le imprese che lo hanno accolto con favore fin dall’inizio. Appalti Codice appalti, riforma in corsa. In vigore senza rinvio dal primo luglio. Ma il governo è già al lavoro sulle correzioni. (da “Edilizia e Territorio” del 12-17.6.06) Nessun rinvio; al contrario, l’entrata in vigore del Codice degli appalti è confermata al primo luglio. Si faranno solo interventi “chirurgici” su trattativa privata, appalto integrato e offerta economicamente più vantaggiosa. Queste le decisioni del Consiglio dei ministri: la proroga


Edilizia Con le regole comunali spazio alle costruzioni sostenibili. (da “Edilizia e Territorio-Commenti e Norme” n. 20 del 22-27.5.06) Anche il settore dell’edilizia inizia a fare i conti con la crisi energetica. Si moltiplicano le iniziative degli enti locali per promuovere interventi di riduzione dei consumi energetici anche attraverso l’edilizia. Iniziative che si concretizzano in alcuni regolamenti edilizi innovativi a cominciare dal Comune di Carugate che tra i primi ha inserito alcuni criteri obbligatori per gli edifici di nuova costruzione tendenti ad indirizzare gli operatori e gli interventi verso un’edilizia sostenibile. Tre sono gli obiettivi centrali introdotti da questo regolamento: il contenimento dei consumi energetici, la valorizzazione delle fonti di energia rinnovabili e l’impiego di tecnologie bioclimatiche. Un manuale anti-rischi per gli immobili. Il documento non deve essere confuso con il “piano di manutenzione” né con il “fascicolo del fabbricato”. (da “Il Sole 24 Ore” del 5.6.06) Il D.Lgs. 494/96 prevede all’Articolo 4, comma 1, lettera b), la redazione a cura del coordinatore della sicurezza per la progettazione (Csp), oltre al piano di sicurezza e coordinamento, un “fascicolo dell’opera” contenente le informazioni utili ai fini della prevenzione e protezione dai rischi a cui saranno esposti i lavoratori all’atto di eventuali lavori successivi sull’opera stessa, rimandando ad un apposito decreto per la definizione dei contenuti. Fino ad oggi però la redazione del fascicolo è rimasta disattesa. Alcune regioni, come Piemonte e Toscana hanno introdotto norme ad hoc nella legislazione regionale. Milano Milano, blitz per tre maxiprogetti. Le iniziative sono promosse da Galotti-Hines-Ligresti, Pirelli Re-Fintecna e dalla Coop Spagna 82. (da “Edilizia e Territorio” del 12-17.6.06) L’ultimo pensiero di Gabriele Albertini –

prima di lasciare il posto alla nuova Giunta Moratti – è stato per gli investitori immobiliari. La Giunta del Comune di Milano ha, infatti, approvato in extremis delle delibere che danno il via a consistenti trasformazioni edilizie che interessano l’ex Manifattura tabacchi, l’area delle ex Varesine e il secondo lotto della Bicocca. È di oltre 1,2 miliardi di euro l’investimento totale. Normativa La nuova mappa antisismica non è un vincolo burocratico ma un’opportunità per i tecnici. (da “Edilizia e Territorio-Commenti e Norme” n. 20 – del 22-27.5.06) L’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 aprile 2006, numero 3519, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale l’11 maggio, contiene i criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone, definendo a tal fine una mappa di pericolosità sismica di riferimento, da utilizzare per eventuali aggiornamenti della classificazione sismica sul territorio nazionale. I nuovi criteri non hanno effetto immediato sulla classificazione sismica che resta quella vigente ma forniscono a progettisti e funzionari valori puntuali delle accelerazioni attese (le norme utilizzano come parametro fondamentale l’accelerazione massima al suolo su terreno rigido attesa con probabilità di superamento pari al 50% in 50 anni). Restauro linee guida antisismiche. pronte le direttive dei Beni culturali per il miglioramento strutturale di immobili vincolati. (da “Edilizia e Territorio” del 29.5-3.6.06) Le “linee guida” per l’applicazione della normativa antisismica sui beni vincolati, contenute in un’ordinanza della Protezione civile, sono state presentate a Milano nel corso di un convegno dell’Ate (Associazione Tecnologi per l’Edilizia). Ogni ristrutturazione di costruzioni d’epoca in muratura dovrà essere accompagnata da un progetto strutturale specifico per rendere gli immobili di pregio storico – artistico più resistenti ai terremoti, senza stravolgerne l’estetica. Le norme antisismiche divengono più elastiche al fine di temprare il patrimonio culturale esistente, evitando di adeguarlo a tutti i costi alle nuove regole previste dal testo unico per le costruzioni (D.M. del 14 settembre 2005)

Sistemi informativi Dati territoriali, l’on line è lontano. Lombardia e Toscana le regioni che hanno già fronteggiato la delicata questione dell’interoperabilità. (da “Edilizia e Territorio” del 22-27.5.06) La strada per l’informatizzazione complessiva dei dati territoriali è ancora lunga. Gli ostacoli, in particolare quello dell’interoperabilità dei sistemi, non contribuiscono certo a velocizzare il percorso nazionale. Un decreto approvato lo scorso 17 marzo dal Consiglio dei Ministri, a integrazione del codice dell’amministrazione digitale entrato in vigore nel 2006, ha di fatto riconosciuto alle banche catastali il valore di strumento di “interesse nazionale”. Il decreto prevede che “il direttore dell’Agenzia del territorio (...) definisca con proprio decreto le regole tecnico-economiche per l’utilizzo dei dati catastali per via telematica da parte dei sistemi informatici di altre amministrazioni”. Urbanistica Prusst, un “bolide” senza benzina. Per realizzare gli interventi manca il 50% delle risorse, e in particolare il 70% di quelle pubbliche (da “Edilizia e Territorio” del 5-10.6.06) I Prusst, programmi di riqualificazione urbana a sviluppo sostenibile del territorio, finiscono sotto la lente della Corte dei Conti che ha verificato l’impiego dei fondi ministeriali e il grado di attuazione, esaminando a campione nove piani sui 78 ammessi al finanziamento. “Lo strumento dei Prusst – scrive la Corte – è certamente interessante e ha avuto una massiccia diffusione” e si riconosce “l’evidente centralità del ruolo svolto dal Ministero delle infrastrutture nel promuovere lo sviluppo del settore”. Vincoli scaduti per metà dei Prg. Solo il 23% ha varato il piano urbanistico tra il 2000 e il 2005 (da “Edilizia e Territorio” del 29.5-3.6.06). In circa il 50% dei Comuni italiani, i piani regolatori hanno più di dieci anni, e dunque sicuramente sono scaduti e non più reiterabili i vincoli preordinati all’esproprio per servizi e opere pubbliche. L’effetto della sentenza 179/1999 della Corte Costituzionale, che ha appunto dichiarato non più reiterabili dopo 10 anni i vincoli di Prg, è monitorato nel “Rapporto Inu 2005 dal territorio”. L’Inu ha raccolto i dati sulla pianificazione di 8101 Comuni, 103 Province, 21 Regioni e Province autonome.

45 PROFESSIONE STRUMENTI

non si farà per evitare infrazioni comunitarie, e per volere del Presidente Napolitano che non intende controfirmare decreti legge di modifica delle riforme del governo Berlusconi.


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Ordine di Bergamo tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Ordine di Brescia tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Ordine di Como tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Ordine di Cremona tel. 0372 535411 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Ordine di Lecco tel. 0341 287130 www.ordinearchitettilecco.it Presidenza, segreteria e informazioni: ordinearchitettilecco@tin.it Ordine di Lodi tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Ordine di Mantova tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Ordine di Milano tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Ordine di Monza e della Brianza fax: 039 3309869 www.ordinearchitetti.mb.it Segreteria: segreteria@ordinearchitetti.mb.it Ordine di Pavia tel. 0382 27287 www.pv.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Ordine di Sondrio tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Ordine di Varese tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it

Milano

a cura di Laura Truzzi Designazioni • IMPRESA EDILE VIESSEVI DI CALCINATE (BG): richiesta di terna per collaudo di opere strutturali di edificio residenziale nel Comune di Basiano – Via Virgilio. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Carlo Maria BUTTINI, Luciano DE SANCTIS, Marco TURRI. • IDI Interior Design Institute & Ateneo Creativo di Milano: richiesta di designazione componente la Commissione esaminatrice per prove di accertamento finale dei corsi. Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Paolo Mariani. • COMUNE DI PARABIAGO: richiesta professionisti per nomina nella Commissione per il paesaggio ai sensi della L.R. 11 marzo 2005 n. 12. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Giovanni ALBERELLO, Roberto FRANZOSI, Andrea VARRONE. Serate • Quando l’architettura si occupava della casa popolare 29 giugno 2006 Ha presentato: Antonio Borghi Hanno partecipato: Matilde Baffa, Luciano Niero, Raffaele Pugliese, Silvano Tintori In concomitanza con la riproposta presso la sede dell’Ordine della mostra 100 anni di casa popolare a Milano, a tre anni dalla prima esposizione alla Triennale, si è svolta lo scorso 29 giugno la serata sul tema della casa popolare a Milano. Introdotto da Antonio Borghi, consigliere, il confronto tra i relatori viene proposto come un segnale di attenzione che l’Ordine vuole porre sui temi a rilevante impatto sociale, in questo caso caratterizzato da una forte connotazione problematica. Centro e connessione di molti aspetti, per Raffaele Pugliese, docente al Politecnico di Milano, il progetto della casa popolare è in realtà una riflessione sui modi di abitare e sul vivere sociale, sulle difficoltà della vita, oltre che una forma della composizione architettonica: parlare

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di caratteri architettonici della casa popolare si configura come un dibattito sui modi “interessati“, ovvero non intellettualmente neutri, dell’organizzare lo spazio. L’inizio del ‘900 vede un nuovo orientamento della casa popolare, caratterizzato da una riduzione della densità abitativa tipica degli interventi ottocenteschi, in una tendenza evolutiva più orientata verso la città giardino. Il compatto isolato ottocentesco viene rotto, trasformando in spazio urbano il vecchio cortile, connotando le facciate interne con un linguaggio precedentemente riservato ai fronti “di rappresentanza “su strada, in un passaggio tipologico che culmina nell’edificio a lama: la costruzione di un nuovo rapporto con lo spazio urbano segna un forte anticipo rispetto alle esperienze degli altri paesi europei, come ad esempio l’Olanda, dove De Klerk sperimenterà questa direzione solo una decina di anni dopo, e pone l’esperienza italiana in un rapporto di non suddi-

tanza nei confronti dei percorsi sviluppati all’estero. Segnato quindi dal rapporto tra costruito e verde, il tema architettonico della casa popolare evolve poi verso una progressiva perdita della connotazione forte dell’intervento edilizio che aveva caratterizzato i suoi esordi. Su questo percorso della casa popolare si innestano due fenomeni: il progressivo aumento dei costi di urbanizzazione e la progressiva contrazione degli spazi dell’unità abitativa, verificando un aumento del prezzo delle abitazioni inversamente proporzionale alla vivibilità degli spazi. La casa, luogo dell’abitare, non rende più possibile la sintonia con l’individuo, e la rottura di questo rapporto provoca la sua caduta: recuperando così il tema iniziale – la casa popolare come luogo dei molti temi – Pugliese rintraccia nella condizione della casa popolare la radice di un malessere sociale. La prof. Matilde Baffa interviene


ponendo subito un forte giudizio sulla storia della casa popolare: l’idea di casa popolare rimanda a un tempo passato che oggi non esiste più, associato ad un valore di dignità perduta che univa la qualità alla quantità, che andavano di pari passo generando felici soluzioni compositive. Baffa fa riferimento innanzitutto ai progetti portati avanti da Giovanni Broglio per l’ICPM, che manifestano un forte carattere “addizionale” rispetto al contesto urbano, dove lo sche-

ma a blocco aperto era orientato alla creazione di immagini urbane di qualità anziché di risulta dall’assemblaggio delle unità abitative. L’architetto non dimentica di citare anche Ignazio Gardella, che opera l’estrazione del corpo scala dal volume compatto dell’edificio animandone il suo linguaggio formale, e attua una contrazione del corridoio distributivo, collegando direttamente la connessione verticale con il cuore dell’edificio abitativo. Tali esempi attestano come nel-

Fig. 1. Ufficio tecnico IFACP Milano (G. Broglio), G. Baselli, P. Della Noce (lotto D), A. Morone, F. Natoli (lotto E), T. Tolio (lotto F), Quartiere Renzo e Mario Mina ora Lorenteggio, Milano, 1938-44. Veduta da via Lorenteggio. Fig. 2. Studio sociale di Architettura (C. Ceccucci, F. Marescotti), Quartiere Mangiagalli, Milano, 1946-49. F. Albini, I. Gardella, veduta del fronte nord, 1950-52.

Laura Rossi

Fig. 3. G. Pollini (coordinatore) e altri, Quartiere Feltre, Milano, 1957-63 (foto M. Introini). Fig. 4. L. Figini, G. Pollini, G. Ponti (progetto insediativo) e altri, Quartiere Harar, Milano, 1951-55. Veduta attuale da via Harar.

la vicenda milanese si siano costituite, a dispetto delle carenze normative, vere e proprie esperienze tipologiche nella storia della casa popolare. Dal rapporto tra casa popolare e contesto urbano si passa alla scala urbanistica, trattata dal prof. Silvano Tintori che sollecita, una riflessione ancora una volta di tipo qualitativo, oltre alle considerazioni meramente distributive delle connessioni funzionali. La città sostiene Tintori, è un testo che il fruitore non capisce

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Al termine della serata è stata inaugurata la mostra del patrimonio ALER a Milano con la proiezione del video di Piero Bottoni Una giornata nella casa popolare.

47 INFORMAZIONE DAGLI ORDINI

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e per questo si “inventa” un suo spazio: questo altro non è che la sequenza di immagini che accostiamo nei nostri percorsi all’interno della città, dove un dettaglio o un edificio costituiscono i nostri riferimenti visivi e la nostra inconscia lettura della città. Ecco quindi che emerge la necessità di una qualità caratterizzante, che offra questi “appigli mentali” affinché la città funzioni, oltre l’anonimato e l’appiattimento formale, per dar vita a quelle relazioni per cui la città si costruisce. È in tale luce che deve quindi essere riletto il tema della scelta insediativa, ovvero dove e come collocare il tema della casa popolare. A chiusura dell’incontro, l’intervento di Luciano Niero, presidente dell’ALER milanese, si colloca a riscontro con la realtà della casa popolare oggi.Un riscontro amaro, purtroppo: la situazione descritta da Miero è quella innanzitutto di una realtà fatta di numeri di bilancio intorno ai costi che gravano sull’edificazione di questo tipo di edilizia. La mancanza di un forte sostegno pubblico a favore della casa; la grossa difficoltà di integrazione degli interventi nel tessuto funzionale esistente, la sfida continua a rifuggire dalla creazione di quartieri dormitorio, la gestione delle assegnazioni che rischiano costantemente di ghettizzare anziché miscelare fecondamente la popolazione: queste le difficoltà che Niero tratteggia per la casa popolare oggi, a composizione di un orizzonte in cui gli spunti positivi – una su tutte la scelta della partecipazione come nuova frontiera per il superamento del disagio del recupero edilizio – sembrano soccombere, appannando la carellata, pur significativa, degli interventi presentati. Inevitabile l’impressione amara che tutto si risolva, con il favore delle norme, in un problema quantitativo, ben lontano dal felice connubio tra qualità e quantità di quando l’architettura si occupava della casa popolare.


A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dell’Ordine di Milano)

Variazione Indice Istat per l’adeguamento dei compensi Tariffa Urbanistica. Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969

Base dell'indice-novembre 1969:100

Anno 2003

Giugno

2004 2005 2006

48

Maggio

Luglio

1513,16 1514,42 1544,56 1548,32 1570 1570.93 1573,44 1600 1604,83

Agosto Settembre Ottobre Novembre 1520 1518,19 1520,70 1524,46 1525,72 1529,49 1550 1549,58 1552,09 1552,09 1552,09 1555,86 1580 1577,21 1579,72 1580,97 1583,48 1583,48

Tariffa stati di consistenza (in vigore dal dicembre 1982)

anno 1982: base 100

Anno 2004 2005

INDICI E TASSI

Gennaio Febbraio Marzo Aprile 1500 1510 1501,86 1504,37 1509,40 1511,91 1530 1540 1532 1537,02 1538,28 1542,04 1560 1555,86 1560,88 1563,39 1568,42 1590 1589,76 1593,53 1596,04 1599,81

Dicembre

Nota L’adeguamento dei compensi per le tariffe 1) e 2) si applica ogni volta che la variazione dell’indice, rispetto a quello di base, supera il 10%. Le percentuali devono essere tonde di 10 in 10 (come evidenziato)

1529,48

G.U. n° 163 del 13.07.1996 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA

1555,86 1586

Gennaio 260 264,74

Febbraio Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre Ottobre

Novembre Dicembre

265,61

266,48

266,91

267,56

267,78

268,21

268,21

268,21

268,86

268,86

268,86

269,73

271,03

271,47

271,90

272,55

272,99

273,20

273,64

273,64

274,07

265,82 270 270,17

2006

274,72 275,37 275,81 276,46 277,33 n.b. I valori da applicare sono quelli in neretto nella parte superiore delle celle

Legge 10/91 (Tariffa Ordine Architetti Milano) Anno 2004 2005 2006

Gennaio 117,08 118,90 121,49

Febbraio 117,46 119,28 121,78

Marzo 117,56 119,48 121,97

Aprile 117,85 119,86 122,26

anno 1995: base 100 Maggio 118,04 120,05 122,64

Giugno 118,33 120,24

Luglio 118,42 120,53

Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda)

anno 2000: base 100

Anno 2004 2005 2006

Giugno 108,73 110,49

Gennaio 107,58 109,25 111,64

Febbraio 107,93 109,61 111,90

Marzo 108,02 109,78 112,08

Aprile 108,28 110,14 112,34

Maggio 108,46 110,31 112,69

Luglio 108,81 110,75

Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda)

anno 1999: base 100

Anno 2004 2005 2006

Giugno 113,95 115,80

Gennaio 112,75 114,51 117,00

Febbraio 113,12 114,87 117,28

Marzo 113,21 115,06 117,46

Aprile 113,49 115,43 117,74

Maggio 113,67 115,61 118,11

Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno

2001 103,07

2003 108,23

2004 110,40

1997 108,33

1998 110,08

1999 111,52

2000 113,89

1998 101,81

Agosto 108,99 110,93

1999 103,04

2000 105,51

2001 117,39

2002 111,12

Settembre Ottobre 108,99 108,99 111,02 111,19

Novembre Dicembre 109,25 109,25 111,19 111,37

Settembre Ottobre 114,23 114,23 116,35 116,54

Novembre Dicembre 114,51 114,51 116,54 116,72

gennaio 2001: 110,50 2006 114,57 novembre 1995: 110,60 2002 120,07

2003 123,27

2003 113,87

2004 116,34

anno 1997: base 100 2001 108,65

Novembre Dicembre 118,90 118,90 121,01 121,20

gennaio 1999: 108,20 Agosto 114,23 116,26

anno 1995: base 100

Tariffa pratiche catastali (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno

2005 112,12

Settembre Ottobre 118,61 118,61 120,82 121,01

dicembre 2000: 113,40

anno 2001: base 100

2002 105,42

Tariffa DLgs 626/94 (Tariffa CNA) Indice da applicare per l’anno

Luglio 114,04 116,08

giugno 1996: 104,20 Agosto 118,61 120,72

2004 125,74

2005 127,70

2006 130,48

febbraio 1997: 105,20 2005 118,15

2006 120,62

Tariffa P.P.A. (si tralascia questo indice in quanto non più applicato)

Interessi per ritardato pagamento Con riferimento all’art. 9 della Tariffa professionale Legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l’elenco, a partire dal 1994, dei Provvedimenti della Banca d’Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Articolo 9 della Tariffa. Provv. della Banca d’Italia (G.U. 5.9.2000 n° 207) dal 6.9.2000 4,50% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 10.10.2000 n° 237) dal 11.10.2000 4,75% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 15.5.2001 n° 111) dal 15.5.2001 4,50% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 3.9.2001 n° 204) dal 5.9.2001 4,25% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 18.9.2001 n° 217) dal 19.9.2001 3,75% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 14.11.2001 n° 265) dal 14.11.2001 3,25% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 6.12.2002 n° 290) dal 11.12.2002 2,75% Provv. della Banca d'Italia (G.U. 12.3.2003 n° 59) dal 12.3.2003 2,50% Provv. della Banca d'Italia (G.U. 9.6.2003 n° 131) dal 9.6.2003 2,00% Con riferimento all’Art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro dell’Economia che fissano il “Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali” al quale devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Decreto.

Comunicato (G.U. 10.2.2003 n° 33) dal 1.7.2002 al 31.12.2002 dal 1.1.2003 al 30.6.2003

3,35% +7 2,85% +7

Comunicato (G.U. 12.7.2003 n° 160) dal 1.7.2003 al 31.12.2003

2,10% +7

Comunicato (G.U. 15.1.2004 n° 11) dal 1.1.2004 al 30.6.2004

2,02% +7

10,35% 9,85%

Comunicato (G.U. 9.7.2004 n° 159) dal 1.7.2004 al 31.12.2004 dal 1.1.2005 al 30.6.2005

9,10%

Per valori precedenti consultare il sito internet del proprio Ordine.

2,09% +7

Comunicato (G.U. 28.7.2005 n° 174) dal 1.7.2005 al 31.12.2005

9,02%

2,01% +7

Comunicato (G.U. 8.1.2005 n° 5)

2,05% +7

Comunicato (G.U. 13.1.2006 n° 10) dal 1.1.2006 al 30.6.2006

2,25% +7

9,01% 9,09% 9,05% 9,25%

Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dell’Art. 81 della legge 27 luglio 1978, n° 392, sulla diiplina delle locazioni di immobili urbani. 1) Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1979 è risultato pari a 114,7 (centoquattordicivirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1980 è risultato pari a 138,4 (centotrentottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1981 è risultato pari a 166,9 (centosessantaseivirgolanove). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1982, è risultato pari a 192,3 (centonovantaduevirgolatre). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1983 è risultato pari a 222,9 (duecentoventiduevirgolanove). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1984 è risultato pari a 247,8 (duecentoquarantasettevirgolaotto). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1985 è risultato pari a 269,4 (duecentosessantanovevirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1986 è risultato pari a 286,3 (duecentottantaseivirgolatre). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1987 è risultato pari a 298,1 (duecentonovantottovirgolauno). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1988 è risultatopari a 312,7 (trecentododicivirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1989 è risultato pari a 334,5 (trecentotrentaquattrovirgolacinque). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1990 è risultato pari a 353,2 (trecentocinquantatrevirgoladue). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1991 è risultato pari a 377,7 (trecentosettantasettevirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1992 è risultato pari a 398,4 (trecentonovantottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1993 è risultato pari a 415,2 (quattrocentoquindicivirgoladue). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1994 è risultato pari a 430,7 (quattrocentotrentavirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1995 è risultato pari a 455,8 (quattrocentocinquantacinquevirgolaotto). Ai sensi dell’Art. 1 della Legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abita-zione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’Art. 24 della Legge n° 392/1978, relativo al 1984, non si applica; pertanto, la variazione percentuale dell’indice dal giugno 1978 al giugno 1995, agli effetti predetti, risulta pari a più 310,1. Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1996 è risultato pari a 473,7 (quattrocentosettantatrevirgolasette). Ai sensi dell’Art. 1 della Legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abitazione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’Art. 24 della Legge n° 392/1978, relativo al1984, non si applica; pertanto, la variazione percentuale dell’indice dal giugno 1978 al giugno 1996, agli effetti predetti, risulta pari a più 326,2. 2) La variazione percentuale dell’indice del mese di maggio 1996 rispetto a maggio 1995 risulta pari a più 4,3 (quattrovirgolatre). La variazione percentuale dell’indice del mese di giugno 1996 rispetto a giugno1995 risulta pari a più 3,9 (trevirgolanove). Applicazione Legge 415/98 Agli effetti dell’applicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.


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