AL 12, 2008

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AL Mensile di informazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Lombardi

Ordini degli Architetti P.P.C. delle Province di: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio, Varese

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dicembre 2008

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EDITORIALE

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FORUM Energia e ambiente interventi di Beppe Rossi, Martin Haas, Alessandro Trivelli, Adalberto Del Bo

Energia e ambiente

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OSSERVATORIO Argomenti Riletture Concorsi Mostre

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PROFESSIONE Legislazione Normative e tecniche Strumenti

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INFORMAZIONE Dagli Ordini Dalla Regione

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INDICI E TASSI

€3,00

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FORUM ORDINI Bergamo Brescia Como Lecco Lodi Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Varese

Direttore Responsabile Ferruccio Favaron Direttore Maurizio Carones Comitato editoriale Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Redazione Igor Maglica (caporedattore) Irina Casali, Martina Landsberger, Fabiana Pedalino Direzione e Redazione via Solferino, 19 - 20121 Milano tel. 0229002165 - fax 0263618903 e-mail Redazione: redazione@consulta-al.it

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12 DICEMBRE 2008

Mensile di informazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Lombardi


Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, tel. 02 29002174 www.consultalombardia.archiworld.it Segreteria: segreteria@consulta-al.it Presidente: Ferruccio Favaron; Past President: Giuseppe Rossi; Vice Presidenti: Giorgio Tognon, Paolo Ventura; Segretario: Sergio Cavalieri; Tesoriere: Emiliano Ambrogio Campari; Consiglieri: Achille Bonardi, Stefano Castiglioni, Angelo Monti, Biancalisa Semoli, Giuseppe Sgrò, Daniela Volpi Ordine di Bergamo, tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Presidente: Achille Bonardi; Vice Presidenti: Paola Frigeni; Segretario: Stefano Cremaschi; Tesoriere: Matteo Calvi; Consiglieri: Francesca Rossi, Mario Salvetti, Carolina Ternullo, Elena Zoppetti (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Brescia, tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Presidente: Paolo Ventura; 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Vice Presidenti: Massimo Dell’Oro, Elio Mauri; Segretario: Marco Pogliani; Tesoriere: Vincenzo Spreafico; Consiglieri: Ileana Benegiamo, Fernando Dè Flumeri, Massimo Mazzoleni, Elena Todeschini, Diego Toluzzo, Alessandra Valsecchi (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Lodi, tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Presidente: Vincenzo Puglielli; Vice Presidente: Giuseppe Rossi; Segretario: Paolo Camera; Tesoriere: Cesare Senzalari; Consiglieri: Samuele Arrighi, Erminio Antonio Muzzi, Massimo Pavesi, Fabretta Sammartino, Ferdinando Vanelli (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Mantova, tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Presidente: Sergio Cavalieri; Segretario: Enrico Rossini; Tesoriere: Manuela Novellini; Consiglieri: Lara Gandolfi, Cristiano Guernieri, Filippo Mantovani, Giuseppe Menestò, Sandro Piacentini, Alberta Stevanoni, Luca Rinaldi, Graziella Trippini (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Milano, tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Presidente: Daniela Volpi; 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Ferruccio Favaron

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Stiamo vivendo una rivoluzione epocale, paragonabile a quella conosciuta fra l’800 e il ‘900 con l’introduzione dell’uso del ferro e del cemento armato nelle costruzioni. La domanda di qualità architettonica diffusa non può più, oggi, non coincidere con la sostenibilità ambientale del progetto. Qualità che va cercata nell’alloggio, nell’edificio, ma anche nell’ambiente urbano e nell’immagine del quartiere, nei rapporti sociali, nella verifica del consumo energetico e nella scelta dei materiali. Anche il complesso tema del rispetto e dell'interpretazione delle identità locali deve essere affrontato con la ricerca di coerenza con i valori espressi dal luogo, che non significa necessariamente il ricorso alla “mimesi”, ma una attenta riflessione sull'impiego del linguaggio e delle aggregazioni spaziali, nel rispetto delle specificità della nostra tradizione architettonica. L’architettura si fonda, infatti, su un complesso sistema di elementi strutturali, componenti funzionali e formali che costituiscono il repertorio del suo “linguaggio” legato alle caratteristiche della identità culturale della società civile di appartenenza nei vari momenti storici. Al raggiungimento di questo obiettivo di qualità devono concorrere tutti: i committenti, i progettisti, le pubbliche amministrazioni e il mondo produttivo, così che, in un’auspicabile virtuosa sinergia, si possa cambiare il prodotto offerto al mercato attraverso scelte rispettose dei più elementari principî della vita. In questo scenario appare più che mai ovvio che per redigere un progetto, il cui obiettivo sia quello della sostenibilità, si debba ricorrere ad un approccio diverso da quello usato sino ad ora. Una riflessione sulle possibilità offerte dalla diffusione delle “tecnologie sostenibili” e, in modo particolare, sul condizionamento che queste determinano nei principî generatori stessi del progetto di architettura, suggerisce, inevitabilmente, ricerche volte alla definizione di “nuovi linguaggi”. È richiesto l’approfondimento degli aspetti legati alla composizione architettonica, alla tecnologia, alla costruzione, ai materiali, alle tecniche del controllo ambientale adottate, in riferimento agli scenari della sostenibilità. Occorre quindi arricchire la formazione degli architetti in materia di sostenibilità del costruire, promuovendo una nuova generazione di professionisti, sia nel privato che nel pubblico, consapevoli e sensibili alle tematiche dell’ambiente e dell’energia. Per raggiungere questo obiettivo non ci si può limitare al momento della formazione universitaria. Un programma così articolato deve essere sostenuto da un forte impegno in termini di informazione e divulgazione, oltre che dal confronto con le piccole e medie imprese produttrici di materiali edilizi e di tecnologie ecocompatibili, per stimolare l’incessante ricerca nel settore. Spetta in particolare agli Ordini, nell’esercizio del loro compito di formazione permanente, fornire il necessario supporto a tutti gli iscritti che intendono avviare nei loro ambiti di attività le “buone pratiche” di ecosostenibilità: in questo la Consulta, in rappresentanza degli Ordini della Lombardia è sicuramente da tempo in prima fila ed il successo della manifestazione di Monza lo ha dimostrato.


Energia e ambiente

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Il Forum di questo numero è composto dagli interventi di: Beppe Rossi, coordinatore della “Commissione Energia” della Consulta regionale lombarda degli Ordini degli Architetti PPC; Martin Haas, partner di Behnisch Architekten di Stoccarda ed esperto in architettura eco-sostenibile, Alessandro Trivelli, dottore di ricerca in Ingegneria Edile e docente a contratto presso la sede di Lecco della Facoltà di Ingegneria Edile/Architettura del Politecnico di Milano; Adalberto Del Bo, ordinario di Composizione Architettonica e Urbana presso la Facoltà di Architettura civile del Politecnico di Milano. Ringraziamo tutti i partecipanti per la loro collaborazione.

Progetto ed energia: un primo bilancio di Beppe Rossi

Grande attenzione, vista la numerosissima partecipazione da parte degli addetti ai lavori, al convegno “Architetti ed Energia” svoltosi lo scorso 8 novembre a Monza. Dagli interventi è emersa chiaramente la volontà di perseguire obiettivi sempre più mirati ad ottenere il massimo risultato attraverso una progettazione attenta ai vari elementi che contribuiscono al contenimento degli sprechi energetici degli edifici. Dopo diversi anni di sperimentazione e di utilizzo di materiali e tecnologie più o meno efficaci, è infatti giunto il momento di fare un primo punto sulla situazione per meglio calibrare l’orientamento dei progettisti. Dal confronto in corso emerge chiaramente quanto le componenti siano molteplici e complementari per ottimizzare il risparmio energetico che forzatamente deve tener conto di tutti gli elementi in gioco. Non a caso il convegno ha affrontato in primis la connessione con l’aspetto urbanistico, dove è emersa l’importanza di una corretta valutazione ambientale finalizzata all’inserimento dell’edificio nell’ottica energetica. La normativa urbanistica della Regione Lombardia assegna premialità volumetriche agli edifici che rimangono al di sotto del 10% della soglia di legge, ed il Convegno ha indicato la strada da percorrere e da suggerire alle amministrazioni comunali per incentivare una progettazione attenta al risparmio energetico. Siamo in questo senso solo agli inizi; far comprendere agli amministratori comunali l’importanza di scelte consapevoli anche a scapito di introiti sicuri, (si pensi allo scomputo degli oneri di urbanizzazione ed agli incentivi volumetrici), per realizzare abitazioni a basso consumo, risulta non sempre di facile attuazione. L’ottimizzazione tra edificio, progettato in maniera adeguata e impianti, deve assumere sempre di più la massima importanza per il progettista, che non può esimersi dal progettare in maniera coordinata l’involucro e l’impiantistica. Un nuovo modo di concepire la progettazione globale dell’opera ed una nuova attenzione alla progettazione degli impianti non

può essere relegata a “complemento architettonico”, ma deve essere concepita dall’architetto con uguale dignità. Vero è che le strategie di progettazione vanno in tal senso. La complessità degli impianti e delle soluzioni tecnologiche finalizzate alla realizzazione di edifici in quanto “macchine” per il risparmio energetico, costringono l’architetto ad avere una più ampia percezione del progetto che deve assumere connotati diversi in funzione del clima in cui l’edificio è inserito. L’importanza di edifici pensati in funzione delle temperature esterne e degli apporti energetici deve costringere il progettista a scelte conseguenti. La consapevolezza da parte degli architetti che molta strada sia ancora da percorrere per raggiungere finalità di massimo risparmio energetico, costringono al continuo aggiornamento, alla ricerca ed alla sperimentazione, azioni che senza dubbio daranno nel prossimo futuro ottimi risultati. Per quanto ci riguarda, ed in particolare per il ruolo che gli Ordini Lombardi devono assumere in funzione del continuo aggiornamento degli iscritti, ritengo che la Consulta Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori dovrà inevitabilmente per il prossimo anno affrontare, con un ulteriore momento di riflessione, l’evolversi delle tendenze progettuali in ambito energetico.

Sustainable design di Martin Haas

1. The term “sustainable design” has many interpretations. The Bruntland Report, which illustrated the widespread concern for the state of the environment and popularized the phrase “sustainable development”, defined it as a way to “meet the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs”. The political definition of sustainable development has since been extended to include social development and economic progress. However, sustainability is less of a political issue than it is a humanistic one. Recognizing that qualities are just as important as quantities, sustainable architecture focuses on environmental constraints while celebrating the wealth and diversity of nature. Our approach to sustainable design is holistic and extends well beyond the use of sustainable materials and energy savings. It addresses aspects such as quality of life, health and inclusiveness for a diverse community. While technical aspects such as methods of construction and building systems must be carefully assessed in terms of both short and long term costs/performance, perhaps the most significant aspect to address with the project is that of “civic sustainability”, i.e. the ability of the new development to contribute towards sustaining the needs and ambitions of a larger community. 2. In recent years increasing attention has been paid to the fact that architecture plays a major role in defining how humans use


Le immagini che illustrano il Forum di questo numero di “AL” ci sono state gentilmente concesse dall’architetto Martin Haas che ha partecipato alla sessione pomeridiana del convegno “Architetti ed energia - verso una progettazione consapevole”. Lo studio cui Haas appartiene viene fondato nel 1952 da Günter Behnisch. Nel 1989 il figlio di Günter Behnisch apre un secondo studio che prende il nome di Behnisch und Behnisch. Martin Haas insieme a Stefan Behnisch e David Cook, diviene parte integrante di questo nuovo studio che oltre alla sede consolidata di Stoccarda apre ulteriori sedi operative negli USA, a Venice (California), e a Boston (Massachusetts). Lo studio si occupa di progettazione sia in campo pubblico che privato riservando una particolare attenzione al progetto sostenibile. Le immagini che qui di seguito pubblichiamo riguardano tre progetti che Martin Haas ha illustrato nel corso del proprio intervento al Convegno. Precisamente: Haus in Haus, Hamburg Chamber of Commerce, Hamburg, Germany, 2003 (copertina e pag. 6); Marco Polo Tower, Hamburg, Germany, in corso di realizzazione (pag. 5 e 7); Ozeanum, German Oceanographic Museum, Stralsund, Germany, 2002-2008.

FORUM GLI INTERVENTI

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and preserve the world’s natural resources. This has triggered an important architectural development which aims to weigh human beings, space and the environment in a more balanced manner. Architecture today must be defined by the quality of its content rather than by a cipher-like appearance. What matters is to not only reduce the energy consumption of our buildings or to use environmentally conscious materials, but rather to create built environments that are a pleasure to live in. This approach can generate a new development with positive influences on all aspects of construction. We believe that this is the future of architecture.

Più involucro, meno energia di Alessandro Trivelli

Il rapporto fra l’architettura e l’energia non si esaurisce mai. Alcune architetture, fortunatamente non necessitano di energia per essere vive, attuali, accessibili, comprensibili. Nonostante da alcuni anni il tema del risparmio energetico accompagni il progetto di architettura in modo sensibile, è certo che non possiamo parlare di evoluzione significativa, anche se i temi della sostenibilità ambientale sono ormai

quasi la consuetudine della pratica professionale o per molti lo saranno nei prossimi anni. Ciò che rimane sostanzialmente immutato è che di fronte alle necessità di energia degli spazi abitativi non si è ancora risolto il problema di come rispondere alle richieste in modo sostanzialmente differente rispetto a quanto fatto nel passato. I progressi ottenuti negli ultimi anni sembrano molto significativi, ma siamo sempre in continuità con il passato. Anche quando ci sembra di aver fatto grandi passi in avanti nell’innovazione e nella tecnologia, nel risparmio energetico e nella gestione dell’energia nell’architettura contestualmente ci accorgiamo che il progresso fatto non modifica sostanzialmente le proiezioni future. Agiamo in un contesto dinamico in cui guardando i problemi a scale geografiche e temporali differenti i nostri sforzi possono sembrare importanti o insignificanti rispetto ai problemi ambientali. Sappiamo, che il mondo occidentale utilizza le risorse in modo disequilibrato e che esporta nei paesi in via di sviluppo la tecnologia obsoleta che non può più utilizzare sul proprio territorio, creando un effetto moltiplicatore del danno ambientale. Sappiamo, che per quanto possiamo ancora crescere nei paesi sviluppati i margini di miglioramento, secondo questo modello, non sono molti e che gran parte dell’energia che


importanti sarà necessario cambiare la modalità di produzione dell’energia, cambiare la fonte energetica, verso una fonte più “immateriale”, flessibile e democratica; oltre ad avere edifici più efficienti. L’architettura spesso è insensibile a certi aspetti, forse anche a ragione; e tutt’oggi parte dell’architettura non considera la “sostenibilià ambientale” come un valore architettonico ma come un valore economico. Credo che i temi legati alla sostenibilità possano essere in realtà uno stimolo progettuale e possano essere un approccio integrato al processo progettuale e che gli stessi non necessariamente debbano condurre il progetto in modo che lo stesso sia aggettivabile solo per questa qualità, oltre la moda del momento. La strada è ancora lunga e gli esseri viventi avranno sempre necessità di un luogo in cui vivere… in questo pianeta.

Architettura, natura, energia di Adalberto Del Bo

La questione dell’energia costituisce per l’architettura e per gli architetti un tema decisivo per importanza, dimensione e significato. Si tratta di un’autentica sfida per la quale ad un mestiere gratificato anche recentemente dell’appellativo di

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utilizziamo nelle costruzioni va (per circa l’80%) in edifici costruiti prima del 1980, e che quanto, e poco, potremmo costruire energeticamente efficace, non avrà molto peso nei bilanci delle risorse e delle emissioni per diversi anni. Nelle nuove costruzioni sappiamo cosa dovremmo fare, per gestire l’energia durante il periodo invernale, molto si può ancora fare, gli obiettivi e la strada sono chiari a molti e i risultati sono raggiungibili. Il periodo invernale è il problema energetico del mondo sviluppato, e per questo è stato fatto molto. Ma dato che non è più possibile affrontare i problemi energetici da un solo punto di vista, ci dovremmo impegnare molto anche per risolvere anche i problemi dati dal periodo estivo che riguardano in modo significativo tutti i paesi in via di sviluppo, e in parte anche l’Italia. Se guardiamo i consumi nelle abitazioni a scala mondiale, possiamo notare che i consumi invernali sono sostanzialmente equivalenti a quelli estivi, se consideriamo che parte della popolazione mondiale vive in stato di disagio abitativo in aree di grande sviluppo possiamo immaginare che il sorpasso sia a breve. L’effetto moltiplicatore verrà dalla inurbazione delle popolazioni di queste aree. La città è il luogo meno predisposto per l’attuazione delle strategie bioclimatiche passive, per cui ci possiamo immaginare che, nonostante gli sforzi e l’impegno delle società più avanzate, i consumi delle risorse e le emissioni inquinanti non possano diminuire per molto tempo. Per ottenere dei risultati


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“creatore di trend, di brand di logo e di oggetti alla moda” viene ufficialmente riconosciuta la responsabilità di rifare il mondo, come titolava un quotidiano a commento del discorso del presidente della Repubblica francese in occasione della inaugurazione della Cité de l'Architecture et du patrimoine lo scorso settembre a Parigi. La necessità di fronteggiare con urgenza una grave situazione di crisi attribuisce una ancor più forte responsabilità sociale ad un mestiere che deve riconquistare, insieme alla progettazione tecnicamente aggiornata degli edifici, il progetto razionale e storicamente consapevole delle città, dando luogo a insediamenti in grado di ridurre i consumi di energia e di suolo attraverso vasti programmi di sostituzione edilizia e di nuove e vaste concentrazioni urbane (come, ad esempio, il recente caso avviato delle eco-towns inglesi). Nel rifare il mondo, quindi, occorre assegnare un maggiore e rinnovato impegno alla definizione di un più attento rapporto con la natura e i suoi elementi allo scopo di affinare i sistemi di contenimento dell’energia impiegata, posto che le variazioni un tempo giudicate irrilevanti possono, oggi, avere conseguenze sensibili in termini di consumo di risorse, di costi e di aggravamento della condizione climatica. Il tema riguarda in modo diretto i caratteri e le tecniche dell’architettura, senza che vi sia bisogno di aggettivazioni o di prefissi: i bio e gli eco non aggiungono nulla di nuovo ad una disciplina che non può che porsi come integrale, unitaria e organica risposta ai problemi che la riguardano dalla sua origine. Ciò vale anche per gli aspetti tecnologici e tecnici che, per quanto rilevanti, non possono sostituirsi all’architettura la quale, in stretta e naturale relazione con l’innovazione, ha il compito di tradurre l’insieme degli elementi in forma architettonica e in rapporti determinati. La necessità di concentrare l’edificazione per favorire un razionale impiego delle risorse mette ancor più in primo piano (insieme all’esigenza di un quadro scientificamente fondato di verifiche e controlli pubblici) l’apparato squisitamente architettonico costituito dal complesso delle scelte tipo-morfologiche e formali legate ad aspetti quali la densità edilizia, il microclima, il regime dei venti, la presenza e il ruolo dell’acqua, la formazione di isole di calore, il rapporto con il verde e il suo disegno, gli orientamenti, le ombre portate, le schermature, la ventilazione naturale, i materiali, l’isolamento, l’involucro, i componenti, gli apparati di produzione di energia integrati agli edifici, ecc. Il ricco e articolato quadro che emerge sembra indicare per il campo dell’architettura e della città la necessità di una sorta di palingenesi e comunque di profonda revisione delle modalità attraverso le quali è avvenuto lo sviluppo, in particolare negli ultimi decenni; posizione che, per quanto possa sembrare millenaristica, in buona parte corrisponde al pensiero dei molti ai quali sempre più appare manifesta la dimensione del cambiamento imposto dal nuovo millennio al destino del

pianeta e la necessità di proporsi, secondo i termini di una nuova austerità, in modo responsabile e storicamente consapevole di fronte ad esso. Al difficile quadro del presente corrisponde, come è evidente, una prospettiva ricca di opportunità civili e professionali per chi opera nel settore della progettazione e della costruzione e pone la necessità, per chi si occupa istituzionalmente di queste figure (in primo luogo gli Ordini professionali), di inquadrarne adeguatamente le modalità e gli ambiti di ridefinizione. Si tratta di questioni sulle quali in Italia si è sedimentata (specie a partire dalla metà degli anni ‘70) una tradizione di studi tecnici e di esperienze che costituiscono una solida base da cui muovere, insieme alla forte tradizione degli studi architettonici di genere morfologico sui caratteri delle città e degli insediamenti e di genere tipologico-costruttivo sui caratteri degli edifici e degli elementi. Si tratta anche di favorire un’estensione dei temi sviluppati nei centri di ricerca e nell’insegnamento universitario a tutti gli interessati, in primo luogo ai professionisti, chiamati a sperimentare e verificare sul campo sistemi, forme, materiali ed apparati che la ricerca e il mercato mettono progressivamente a punto in tema di energia. Si deve avviare, quindi, un rapporto virtuoso tra ricerca e professione in grado di attribuire un fondamento reale ai processi di formazione continua, riconoscendo anche il valore e il ruolo della professione nel processo di crescita della conoscenza che la società richiede per risolvere il problema cruciale della sua stessa sopravvivenza. Occorre riconsiderare, quindi, insieme alle esperienze contemporanee più avanzate, i contributi della tradizione costruttiva che giunge fino ai moderni e di cui è testimonianza, tra le altre, l’opera sviluppata nel Movimento Moderno, straordinaria fase di approfondimento tecnico-scientifico e momento di rinnovato legame con la tradizione, la classicità e la natura. È a tutti noto il ruolo attribuito agli aspetti climatici nel periodo tra le due guerre dalle migliori elaborazioni di architetti che, ben oltre i funzionalismi ingenui, hanno saputo consegnare alla costruzione della città ipotesi e alternative scientificamente e storicamente fondate sulla cui attualità occorre oggi riflettere: è il caso della straordinaria produzione di maestri come Hilberseimer, Le Corbusier e Klein, veri scienziati dell’architettura e della città. Anche sotto questa luce, l’insegnamento del Movimento Moderno continua ad essere un riferimento decisivo, uno snodo tuttora ineludibile della vicenda architettonica e un giacimento sempre ricco di contributi, con buona pace dei supposti iper-modernisti attuali, appunto i “creatori di trend, di brand, ecc.”, le cui immagini hanno efficacemente rappresentato in questi anni, insieme all’indecorosa “estetica del consumo”, il disastro della finanza creativa di cui sono stati al soldo.


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Approfondimenti bibliografici Sergio Croce, Tiziana Poli (a cura di), La casa a basso consumo energetico, strategie progettuali per edifici a climatizzazione spontanea in Italia, Il Sole 24 ore, Milano, 2007 Docenti della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, Tiziana Poli e Sergio Croce - coordinatore del Dottorato di Ricerca dei Sistemi Edilizi - sono responsabili di corsi di Architettura Tecnica e di numerose attività di ricerca e consulenza scientifica nell’ambito dell’edilizia low-energy. In questo testo presentano in modo scientifico il tema della climatizzazione spontanea dell’edificio che, sfruttando opportunità fornite dalla conoscenza approfondita dell’edificio, della sua morfologia e del suo comportamento fisico, in relazione anche allo studio delle condizioni microclimatiche, riserva agli impianti un ruolo limitato alle sole situazioni critiche. Mat Santamouris, Energy and climate in the urban built environment, James & James (Science Publishers), London, 2002 Mat Santamouris, professore di Fisica dell’edificio del Dipartimento di Fisica dell’Università di Atene, propone in questo testo un’analisi scientifica approfondita del concetto di isola di calore e della relazione mutua tra sviluppo urbano e clima locale. Dello stesso autore sono disponibili numerose pubblicazioni sul medesimo tema con approfondimenti ed efficaci casi studio. Steven V. Szokolay, Introduction to Architectural Science, Elsevier Ltd, Kidlington, 2004; ed. It. Introduzione alla progettazione sostenibile, Hoepli, Milano, 2006, con un’introduzione di Sergio Croce Fondatore e direttore del Dipartimento di Scienza dell’Architettura del Queensland, in questo testo tradotto e pubblicato in Italia nel 2006, Szokolay riprende e approfondisce tematiche trattate nelle sue prime pubblicazioni degli anni ’70, veri e propri manuali sul tema della progettazione dell’architettura nei suoi aspetti fisici in rapporto all’igrotermia, all’acustica e alla luce (Solar energy and building ed Environmental science handbook for architects and builders). Fornisce qui in modo scientifico quegli strumenti indispensabili per lo sviluppo di edifici efficienti dal punto di vista energetico, nella loro necessaria relazione con principî bioclimatici senza affidarsi a energie non rinnovabili. Alessandro Rogora, Valentina Dessì (a cura di), Il comfort ambientale negli spazi aperti, EdicomEdizioni, San Dorigo della Valle (TS), 2005 Anna Elisa Chiuppani, Tatiana Prest (a cura di), La progettazione del verde per il controllo bioclimatico, EdicomEdizioni, Manzano (UD), 2008 La collana Documenti della sezione Architettura sostenibile di Edicom (www.edicomedizioni.com) raccoglie saggi, studi, ricerche e atti di convegni sulle tematiche del costruire sostenibile, tra i quali sembra interessante sottolineare questi due testi rivolti al tema del microclima urbano e al ruolo della progettazione del verde. Thermie Program of the EC DGXVII, A green Vitruvius. Principles and practice of sustainable architectural design, James & James, Londra, 1999

Esito di una ricerca finanziata dal programma Thermie della Comunità Europea il testo propone un sistema di riferimenti sul tema dell’uso razionale dell’energia che riguardano tutte le diverse aree di competenza del mestiere dell’architetto. Con un preciso punto di vista rispetto all’inquadramento storico del tema e della sua riconosciuta piena appartenenza alla disciplina dell’architettura già sottolineato nel titolo, vengono trattati in modo semplice ma efficace aspetti legati alla progettazione dell’edificio solare passivo e della pianificazione urbana sostenibile. Paolo De Pascali, Città ed Energia. La valenza energetica dell’organizzazione insediativa, Franco Angeli, Milano, 2008 De Pascali, professore di Urbanistica presso la Facoltà “Valle Giulia” dell’Università La Sapienza di Roma, propone un esame di alcuni degli elementi che concorrono a creare un rapporto tra città ed energia. Affronta in particolare la relazione tra consumo di energia e organizzazione fisica e funzionale degli insediamenti in relazione alle principali posizioni teoriche di riferimento di cui riporta utili riferimenti bibliografici. Uwe Wienke, Aria – Calore – Luce. Il comfort ambientale negli edifici, Alinea, Firenze, 2002 Autore negli ultimi anni di numerose pubblicazioni sul tema del comfort ambientale e degli edifici passivi (Manuale di Bioedilizia, alla sua quarta riedizione, ed Edifici passivi. Standard – requisiti – esempi) Uwe Wienke ha fondato MiniWatt.it. Il sito, oltre a costituire un utile servizio di informazione on-line dedicato all’energia, all’efficienza energetica degli edifici e alle relative tecnologie raccoglie e mette a disposizione dossier di approfondimento sul rapporto tra energia ed architettura nella storia della città ed in particolare nella città antica. Dominique Gauzin-Müller, L’architecture écologique, Le Moniteur, Parigi, 2001, ed. it. Architettura sostenibile, Edizioni Ambiente, Milano, 2003 Il testo, di carattere tecnico, ha visto la sua traduzione, a due anni dalla sua prima pubblicazione, oltre che in italiano in inglese, tedesco, spagnolo e greco; un successo che ha dimostrato un interesse rinnovato per il tema e la necessità dei professionisti di venire a conoscenza di tematiche, ricerche ed esempi internazionali. Architettura Sostenibile rimane oggi una raccolta utile di esempi realizzati ed analizzati anche in rapporto alle normative vigenti, alle soluzioni morfologiche, tecnologiche e impiantistiche adottate. Christian Schittich (a cura di), Solar Architecture. Strategies, visions, concepts, Edition Detail, Basel, 2003 Secondo l’impostazione tipica delle pubblicazioni legate alla rivista “Detail” il testo presenta un catalogo di esempi di architetture in cui è particolarmente espresso il punto di vista tecnico, qui studiato in stretto rapporto con il tema dell’energia. Concentrati principalmente sul tema dell’architettura solare gli esempi riportati mostrano e analizzano sperimentazioni sui sistemi di ombreggiamento e di produzione dell’energia con attenzione allo sviluppo del dettaglio degli elementi architettonici impiegati. a cura di Francesca Scotti


“Architetti ed energia – verso una progettazione consapevole” è il titolo che sintetizza il tema del convegno che l’8 e il 9 novembre scorsi ha preso luogo presso l’Autodromo Nazionale di Monza. L’appuntamento è stato organizzato dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti P.P.C. e patrocinato dal Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. L’attualità del tema ha richiamato l’attenzione di un gran numero di professionisti provenienti da tutta Italia, dando l’occasione di creare un importante momento di confronto ricco di spunti di riflessione su un tema particolarmente importante e delicato. Nella giornata di sabato 8 novembre è stato dato spazio a un ciclo di conferenze durante le quali docenti ed esperti sono intervenuti come relatori di questo importante appuntamento dedicato alla formazione professionale: i temi individuati hanno favorito a creare un quadro complessivo delle attuali tendenze progettuali. Le due sessioni di lavoro sono state coordinate dall’architetto Giuseppe Rossi della Commissione “Certificazione Energetica” della Consulta Regionale Lombarda e presidente uscente della Consulta stessa, che ha gentilmente espresso la sua opinione alla pagina 4 di questo numero. Il convegno è stato inaugurato dal neopresidente della Consulta architetto Ferruccio Favaron, che ha messo in luce la necessità di iniziare a progettare in maniera nuova al fine di creare una simbiosi con la natura. Secondo Favaron, in quest'epoca in cui l’ambiente è messo a dura prova andrebbero modificate le norme costruttive, favorendo l’uso di strumenti e metodologie costruttive innovative al fine di creare edifici il più possibile autosufficienti, settore che vede l’Italia in ritardo rispetto al nord Europa. Nella sessione mattutina sono stati trattati due temi, ciascuno dei quali è stato introdotto dall’architetto Emilio Pizzi. L’architetto ha voluto sottolineare che per creare edifici a basso impatto ambientale si deve valutare la qualità propria dell’edificio tenendo conto soprattutto del suo contesto ambientale. Pizzi è docente presso il Politecnico di Milano, dove copre la carica di vice direttore del dipartimento BEST, per il quale nel 2007 ha dato vita al progetto sperimentale della Scuola materna e asilo nido di via Brivio con la collaborazione con l’arch. Ettore Zambelli e l’ing. Enrico Boccardo. L'obiettivo era quello di creare livelli di comfort elevato con il minimo impegno energetico e sfruttando al massimo le caratteristiche dell’involucro. Per la trattazione del primo tema, “Scenari urbanistici, normativa e regolamenti in Lombardia per la progettazione ecosostenibile”, è intervenuto l’architetto Alberto Steidl, il quale ha suggerito un nuovo metodo di classificazione degli edifici che sostituisca le convenzionali lettere dell’attuale classificazione con un sistema a “stelle” indicanti il livello qualitativo dell’edificio dal punto di vista ambientale. Con la carica di Assessore all’Urbanistica e all’Edilizia Privata presso il Comune di Morazzone (Va) dal 2004 al 2008, Steidl ha dato impulso a solide politiche di sostenibilità ambientale e ha coniato il progetto RECENS21 (Regolamento Edilizio e Certificazione ENergetica e Sostenibile del XXI secolo), strumento di governance del territorio che dal 2005 fa parte del Piano d’Azione Sostenibile Provinciale. Nel 2006, dopo essere stato selezionato nel concorso nazionale Building Best Practices, il RECENS21 è diventato una delle dieci “Azioni menzionate” a livello nazionale per la sostenibilità e viene inoltre presentato presso il Politecnico di Milano dipartimento BEST. Il secondo tema, “Progettazione dell'involucro-tendenze tecnologiche” è stato discusso dall’architetto Matteo Guardini, attivo nel mantovano e docente presso lo IUAV di Venezia. I suoi progetti riguardano soprattutto l’ambito dell’edilizia pubblica e dei piccoli edifici, caratterizzati da materiali a basso impatto e l’uso di sonde geotermiche e pompe di calore per il riscaldamento e raffreddamento degli ambienti. Gli edifi-

ci vengono pensati per contenere al massimo i consumi energetici, anche attraverso lo studio di involucri pensati per contenere al massimo le dispersioni termiche. Altri esempi costruttivi: il nuovissimo asilo nido di Gazoldo degli Ippoliti (Mn), progettato con l’arch. Bianca Ferrari; il nuovo liceo Manzoni di Suzzara (Mn) e l’annessa palestra olimpionica, con gli arch. D’Ambrogio e Lucchin e l’ing. Corradini; l’asilo “Le coccinelle” di San Giorgio di Mantova, edificio realizzato interamente in legno e quasi del tutto autonomo a livello energetico. Nella sessione pomeridiana hanno dato il loro contribuito altri due importanti professionisti del settore che hanno illustrato la loro esperienza. Il tema “Ottimizzazione Edificio/Impianti” è stato affrontato attraverso l'intervento dell’ingegnere Federico Butera, professore ordinario presso il Politecnico di Milano e coordinatore dell’unità di ricerca “Energia e ambiente costruito” del dipartimento BEST. Da circa un trentennio Butera svolge attività di ricerca e di progettazione nel settore dell’uso responsabile dell’energia e delle fonti rinnovabili. I progetti di ricerca relativi alla sostenibilità in architettura lo hanno portato a collaborare nella progettazione di edifici e insediamenti a basso impatto energetico e ambientale in Italia e all’estero, oltre a svolgere attività di consulenza in relazione alla problematiche del trasferimento e la diffusione delle tecnologie di conversione delle fonti energetiche rinnovabili nei paesi in via di sviluppo e dello sviluppo urbano sostenibile. Un quadro generale della situazione internazionale è stato offerto dall’architetto Martin Haas dello studio Behnisch Architekten, intervenuto sul tema “Strategie di progettazione in Europa” e che ha contribuito con un suo intervento a questo numero di AL. La firma dello studio tedesco, con sede a Stoccarda, è noto a livello internazionale per i criteri di ecosostenibilità adottati nei progetti architettonici, caratterizzati da spazi contemporanei e coerenti con le necessità umane e con l’ambiente. Una filosofia che viene mantenuta da anni e ha dato la luce a progetti di rilievo premiati con prestigiosi riconoscimenti tra i quali, nel 2005, il Leed Platinum dell’US Green Building Council. Al termine di entrambe le sessioni di lavoro, i partecipanti sono stati invitati a visitare la rassegna di alcuni progetti realizzati sul territorio lombardo e dedicati al risparmio energetico. Esposti su dei pannelli ospitati all’interno della fiera commerciale, i progetti selezionati sono stati sinteticamente riproposti e raccolti nella sezione “Forum ordini” di questo numero di “AL”. Per la giornata di domenica 9 novembre la Fondazione dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Monza e della Brianza ha organizzato un happening nelle sale dell’Hospitality Building dell’Autodromo. Ad accesso libero e rivolto a chiunque volesse partecipare, non solo ai professionisti del settore, l’evento è stato tenuto al fine di sensibilizzare la cittadinanza al problema del riscaldamento globale, trattato attraverso un ciclo di proiezioni del film-documentario “Una scomoda verità - An Inconvenient Truth”, diretto da Davis Guggenheim. Il documentario passa in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui cambiamenti climatici, inframezzato da eventi della vita personale di Al Gore, l'ex vicepresidente degli Stati Uniti d'America protagonista del film. Gore riesamina la posizione degli scienziati, discute le implicazioni politiche ed economiche, e illustra le probabili conseguenze del riscaldamento del pianeta nel caso in cui non si dovesse intervenire a livello globale. Il film, presentato per la prima volta nel 2006 al Sundance Film Festival, ha vinto il premio Oscar 2007 come miglior documentario e per la migliore canzone originale. I partecipanti al convegno sono stati omaggiati del volume "Le cento parole dell'energia", dedicato al tema del risparmio energetico, la cui pubblicazione è a cura dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Monza e della Brianza. Fabiana Pedalino

11 FORUM GLI INTERVENTI

Il convegno della Consulta


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Il convegno “Architetti ed energia” dello scorso 8 novembre 2008 ha presentato, oltre alla sessione dedicata agli interventi, anche una seconda sessione detta “Poster” – secondo l’usuale dizione adottata generalmente nei simposi a carattere scientifico. Nell’edificio dell’Autodromo di Monza, per l’occasione, alla sala convegni, è stata affiancata una vasta porzione di spazio in cui è stata predisposta una sorta di mostra dell’energia: una raccolta di stand di produttori di elementi dedicati all’edilizia sostenibile. In ognuno degli stand, poi, era presentato un pannello relativo ad un particolare progetto “sostenibile” realizzato in Lombardia. Gli Ordini lombardi, infatti, per questa occasione, hanno predisposto la raccolta di esempi di architetture realizzate. I progettisti interessati hanno avuto l’occasione di raccogliere ognuno dei loro lavori su una tavola in formato A1. Queste tavole, inviate agli Ordini provinciali, sono state selezionate

Gianpaolo e Andrea Gritti Architetti con Andrea Martiradonna e Yuri Colleoni Case in Classe A a Bergamo ORDINE APPC BERGAMO Il progetto prevede 2 blocchi edilizi con 4 unità aggregate su quattro livelli. Le unità hanno ingressi indipendenti, diversa colorazione delle facciate, discontinuità delle coperture con alternanza del sistema tetto/terrazza giardino. Con esposizione sudest e sudovest sono state realizzate serre solari che accumulano calore in inverno e possono essere schermate in estate. La tipologia costruttiva adottata è del tipo a secco con elementi connessi in modo non permanente e a ciclo produttivo reversibile. Gli edifici, in classe energetica A, sono certificati Casa Clima.

dai singoli Consigli e quindi portate alla Commissione Certificazione Energetica della Consulta Regionale Lombarda degli Architetti PPC che ha provveduto alla realizzazione dei pannelli. A conclusione dei lavori della mattinata si è svolta la cosiddetta “Sessione Poster” in cui ai partecipanti al Convegno è stata data la possibilità di visitare sia la mostra dei materiali che di discutere con gli autori dei progetti esposti o di chiedere semplicemente alcuni chiarimenti in merito agli stessi. AL ha pensato di riservare uno spazio a questa iniziativa, dedicando la sezione Forum Ordini, alla pubblicazione dei progetti presentati dalle singole province. Motivi di spazio e convenienze editoriali ci hanno indotto a selezionare ogni volta una o due immagini rappresentative dei progetti di ognuno dei dodici Ordini lombardi. Nella pubblicazione, ad ogni progetto, è stata affiancata una breve scheda descrittiva che consente l’individuazione del luogo in cui ognuno di essi si colloca e alcune brevi caratteristiche tecniche.


Paolo Boni Unita abitative ad alta sostenibilità ambientale Acquafredda (Bs)

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Si tratta di unità abitative in bioedilizia ad alta efficienza energetica con attenzione all’utilizzo delle risorse impiegate. Si sono adottate le linee guida per la certificazione della sostenibilità ANAB SB100. L’utilizzo del legno, dei suoi derivati e di materiali atossici garantiscono la quasi totale prefabbricazione. Volumi compatti e accorpamento delle aperture di facciata semplificano le lavorazioni e la realizzazione. L’assemblaggio a secco favorisce, in fase di demolizione, un attento piano di dismissione delle materie prime.

Claudio Gasparotti STUDIOAURA Cons. bioclimatica: Alessandro Rogora Cantina Barone Pizzini San Carlo, Provaglio d’Iseo (Bs) ORDINE APPC BRESCIA A pianoterra l’area espositiva e la vendita con una parte, a doppia altezza, destinata alla vinificazione, si estende per un livello sotto terra dove, a -10,40, si trova la barricaia. Un sistema di tubi interrati recupera la fresca energia del terreno garantendo una temperatura costante. Impianti di domotica, di recupero delle acque piovane per l’irrigazione e per processi di pulizia e di fitodepurazione uniti a materiali locali e di tecnologia a secco per le parti fuori terra completano l’edificio nel rispetto del territorio.

FORUM ORDINI

ORDINE APPC BRESCIA


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Maria Paola Montini, Roberto Pellegrini Progetto di riqualificazione edificio O.D.A.L. Opera Diocesana “Ven. A. Luzzago” Convitto vescovile S. Giorgio Brescia ORDINE APPC BRESCIA Si tratta della manutenzione straordinaria di un edificio esistente da porre in classe B. Si è riqualificato l’involucro esterno con pareti ventilate costituite da pannelli di isolamento e lastre di pietra. Canali di ventilazione innescano moti d’aria verticali che concorrono al raffrescamento naturale dell’edificio. L’uso del verde pensile favorisce l’inerzia termica. Energie alternative come l’impianto solare termico, i pannelli fotovoltaici e la raccolta dell’acqua piovana per un riutilizzo nell’edificio, completano il progetto.

Fausto Redondo Lavori di ampliamento e di ristrutturazione della scuola secondaria di primo grado “L. Da Vinci”. Castenedolo (Bs) ORDINE APPC BRESCIA L’intervento, progettato nel 2006 con lo scopo di raggiungere elevati obiettivi di eco-sostenibilità, è in fase esecutiva. L’edificio, a fronte di un ottimale risparmio energetico e utilizzo dell'energia solare mediante schermi solari e aperture vetrate a sud, garantirà all’A.C. un risparmio nei costi di gestione. Una centrale di miniteleriscaldamento e condizionamento estivo prodotto con energie rinnovabili servirà anche altri edifici comunali. Il riscaldamento a pavimento e lo sfruttamento della ventilazione naturale garantirà il comfort interno.


ORDINE APPC BRESCIA Il progetto CEERL si pone come polo tecnologico accessibile a tutti e con una doppia valenza: sperimentazione di nuovi impianti rinnovabili e divulgazione delle soluzioni esistenti. L’edificio si svilupperà su più livelli. Sorgerà presso l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “Vincenzo Dandolo” e applicherà, mostrandole, tecnologie costruttive e impiantistiche innovative. Al progetto voluto da Re.future partecipano: Comune di Lonato, Provincia di Brescia e le aziende coinvolte nella realizzazione.

Giovanni Cavalleri e Stefano Cocquio Nuovo Oratorio Parrocchiale Uggiate Trevano (Co) ORDINE APPC COMO La nuova costruzione è quasi completamente interrata. L’unica facciata sfrutta l’orientamento a sud per l’apporto di luce ed energia solare. La copertura recupera e amplia la parte terrazzata della casa parrocchiale e della chiesa, ampliandone l’apertura sul paesaggio. Si sono utilizzate: tecnologie bioclimatiche, collettori solari nella copertura a prato, un sistema di 4 sonde geotermiche nel terreno a una profondità maggiore di 114 m affiancate a una pompa di calore e un sistema di ventilazione dolce a recupero di calore.

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Sira Savoldi, Marco Pellegrino Collaboratore: Claudio Arivetti, Ass. Re.future CEERL (Centro Eccellenza Energie Rinnovabili) S. Tomaso di Lonato d/G (Bs)


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Giovanni Cavalleri, Albino Pozzi, Natalia Rossi, Maurizio Tassi Scuola materna e asilo-nido Porlezza (Co) ORDINE APPC COMO L’edificio si sviluppa su 2 livelli per ottimizzare lo sfruttamento della luce. Le caratteristiche costruttive secondo criteri ecosostenibili si realizzano mediante la coibentazione, la qualità tecnica dei materiali, l’orientamento, la forma compatta, lo sfruttamento degli apporti solari attraverso vetrate e pannelli solari, lo sfruttamento dell’energia geotermica, l’impiego di specifiche modalità e tipologie di riscaldamento, l’impiego di ventilazione dolce in tutti gli ambienti.

Giovanni Cavalleri Media struttura commerciale via Vecchio Forno Valmorea (Co) ORDINE APPC COMO


ORDINE APPC COMO Si tratta della riqualificazione architettonica e tecnologica di una vecchi a centrale termica. L’intero progetto riprende l'inclinazione del sole in estate, segno che rimarrà presente in tutta la fase progettuale, tramutandosi, in fase esecutiva, nella posizione dei tubolari in ferro. Una linea inclinata metallica sorreggerà strutturalmente il piano intermedio proseguendo fino alla copertura piana; qui si concluderà mantenendo l'aggetto per il controllo solare della vetrata dell'attico.

Franco Ventura Casa ad energia rinnovabile via Corinto Fecchio (Co) ORDINE APPC COMO Si tratta di una casa unifamiliare, in corso di ultimazione. L’edificio è composto da un piano interrato uso autorimessa e accessori, un piano terra con soggiorno e cucina e un piano primo con camere da letto. L’immobile presenta le seguenti caratteristiche: impianto geotermico di riscaldamento e raffrescamento dell’ambiente; pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica; pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua; giardino pensile tipo sedum per isolamento termo-acustico e la dispersione delle polveri sottili.

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TME Architects Edoardo Fioramonte, Alessandro Rogora Edificio per uffici a Pero (Mi)


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Roberto Andreotti Casa unifamiliare Verderio Inferiore (Lc) ORDINE APPC LECCO La tipologia costruttiva è caratterizzata da una struttura a telaio in legno con materiale isolante a pannelli di fibra di legno. L’interrato è in c.a. e muratura con materiale isolante in fibra di legno. Il progetto racchiude elementi innovativi volti a ridurre il fabbisogno energetico dell’abitazione. Il grado di utilizzo degli apporti di calore è del 93%. Un impianto di ventilazione controllata con recuperatore di calore, la caldaia a condensazione integrata con pannelli solari e serbatoi di accumulo e pannelli radianti a pavimento migliorano il comfort.

Claudio Boffelli Casa solare Cisano Bergamasco (Bg) ORDINE APPC LECCO L’orientamento è sull’asse nordsud con facciate aperte a sudovest per godere della vista. L’ampio sbalzo porticato del tetto scherma il sole estivo consentendo a quello invernale di irraggiare i locali. La serra solare capta il massimo della radiazione solare accumulando calore che in inverno viene ceduto per irraggiamento ai locali di diretto affaccio e per convenzione a tutto l’edificio tramite idonee canalizzazioni. In estate l’apertura delle luci più alte della serra innesca una corrente ascendente che provoca l’aspirazione dell’aria degli ambienti esterni.


Guido De Novellis ed Enrico Scaramellini Residenza privata Madesimo (So)

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L’edificio si trova in Valchiavenna a 1400 slm. Mentre la piantumazione con alberi a medio e alto fusto protegge il prospetto a nord più esposto ai venti e alle slavine, la stratigrafia dei muri perimetrali e l’attenzione alla riduzione dei ponti termici, garantiscono minime perdite di calore attraverso l’involucro. La copertura è costituita da un tetto ventilato, isolato con pannelli di fibra di legno e coperto con le classiche “piode”. Una centrale di teleriscaldamento convoglia acqua ad alta temperatura alle singole abitazioni per riscaldarle.

Studio Associato Segesta Progetti progett. arch.: Nicola Bottoni prog. energetica: Stefano Ronsivalle Recupero all’uso residenziale di ex opificio a Lodi ORDINE APPC LODI La struttura dell’edificio è costituita da muratura portante e legno lamellare con isolamento a cappotto. I serramenti sono a taglio termico in legno, con tripli vetri con Argon. L’impianto termico è realizzata tramite una caldaia a condensazione dei pannelli radianti a pavimento e impianto di ventilazione con scambiatore di calore. L’acqua sanitaria è riscaldata tramite pannelli solari. L’energia elettrica è fornita da una turbina azionata da ruota idraulica.

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ORDINE APPC LECCO


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Nicola Salami Collaboratori: Isabella Confalonieri, Simone Cacciamani, Luca Lazzarini Consulenti: Studio Messola Geologa (Mn);; studio Simone Soffiati Per. Ind. (Villafranca di Verona); studio Antonio Rossini Per. Ind. (Mn);; ing. Amerigo Berto (Mn);; ing. Marco Bernabeni (Mn) Corte Benedetta. Recupero corte agricola dismessa per fini abitativi, Mantova ORDINE APPC MANTOVA Il progetto risponde ad indici di grande rilevanza quali minor impatto ambientale, comfort termico, economicità e sostenibilità dei consumi energetici, grazie alla particolare attenzione dedicata agli impianti e alle tecnologie: isolamento termico ed acustico degli ambienti, impianti di climatizzazione e riscaldamento geotermici.

Emilio Battisti Consulenti: Maria Grazia Folli, Paolo Oliaro, Giovanni Buzzi, Paolo Motti, Giorgio Giurdanella, Giorgio Mazzoleni Modelli residenziali sostenibili; edificio prototipo a Milano e Perth ORDINE APPC MILANO Si tratta della realizzazione di un edificio a consumo energetico nullo. L’edificio è costituito da due corpi di fabbrica di altezze differenti che si fronteggiano. Il fronte meridionale, di altezza inferiore, è caratterizzato da un sistema di serre per ottimizzare l’irradiazione del sole durante l’inverno e raffrescare nei periodi caldi. Lo spazio vuoto si comporta come un plenum (spazio chiuso usato per i flussi d’aria per il riscaldamento, la ventilazione e/o per il condizionamento) e come un camino solare.


ORDINE APPC MILANO Due grandi contenitori accolgono contenitori di servizi e attività espositive. L’involucro è strumento di scambio energetico. I materiali sono polipropilene per il rivestimento, cotto per le pavimentazioni. Si è privilegiata illuminazione e raffrescamento naturale o a basso impatto energetico. L’acqua piovana e di condensa degli impianti è riutilizzata per i servizi e la fontana.

Francesco Latis Consulente: Angelo Ferraresi Edificio per uffici via Russoli 5, Milano ORDINE APPC MILANO Si tratta della sostituzione di un capannone con un edificio per uffici. Una piastra seminterrata è coperta da una corte privata; un corpo basso in travertino riprende le altezze del fronte stradale e risvolta a sud; un corpo alto, ortogonale al primo e arretrato, forma una fascia di verde privato ad uso pubblico. Il fronte sud è protetto da una doppia facciata in vetro; la seconda pelle è costituita da grandi lastre in vetro temperato e serigrafato. Le parti cieche sono rivestite da lastre di cotto montate a secco su isolamento a cappotto. Involucro in classe B consumo <50 kWh/mq anno.

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R.T.I. Mauricio Cardenas, Gabriele Del Mese, Giampiero Aresi, Giovanni Paolo D’adda; Design team: Simone Marchionne, Sara Perretta, Delaram Bolourchi, Jorge Cendejas Ayala; Consulenti: Alberto Meda, Nicoletta Rossi LDW, Daniela Amato, Simona Giorgetta, Marco Bellone, Mikkel Kragh, Florence Collier, Paolo Micucci. Expo 2010, Padiglione italiano Shanghai


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Filippo Taidelli Design Team: A. Cattaneo, S. Giorgetta, J. Bove, C. Zanetti, M. Brambilla, P. Pais, F. Caraci, A. Albini in collaborazione con: P. Castellini, M. Cardenas, S. Tagliacarne progetto strutturale: FV Progetti, Milano impianti: Manens Intertecnica, Verona cons. energetico: Ifec Consulenza, Rivera, Svizzera Centro sportivo ORDINE APPC MILANO Il progetto prevede l’ampliamento di un centro edificato negli anni 60. Il risultato è una “cascina tecnologica”. Il progetto integrato è stato sviluppato secondo lo standard MINERGIE svizzero. L’applicazione scrupolosa di questi criteri, estremamente restrittivi, ha consentito di ridurre i consumi dell’edificio fino a ¼ nel periodo invernale e a contenere quelli del periodo estivo.

Giovanni Dario Borgonovo, Enrico Micelli, Alessandro Fassi Ampliamento refettorio istituto scolastico e realizzazione nuovi laboratori ad Albiate (Mi) ORDINE APPC MONZA E BRIANZA Le soluzioni distributive, architettoniche e tecniche sono volte alla riduzione dei consumi energetici. Si sono adottate tecniche e materiali di bioedilizia (pannelli portanti in legno prefabbricati, isolamento con fiocchi di cellulosa, pareti interne in fibrogesso, rivestimento in legno, impianto riscaldamento radiante a pavimento), un impianto di ventilazione meccanica controllata in grado di recuperare calore, una qualità acustica tramite specifiche stratrigrafie di pareti e solaio e la qualità dell’illuminazione naturale attraverso i camini solari.


Eros Colzani, Sandro Rossanese Asilo San Bernadetta, Parrocchia Beata Vergine, Barruccana di Seveso (Mi))

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Il nuovo edificio amplia una precedente struttura attraverso la costruzione di una sala polifunzionale e di una stanza sonno per lattanti. Il nuovo intevento è realizzato con una struttura intelaiata in legno (telaio in abete 6 x 16 cm; isolante in cellulosa riciclata insufflata; facciata ventilata con doghe di cedro preossidato), ventilazione meccanizzata e riscaldamento a pannelli radianti, mentre la parte preesistente (ingresso, area sonno, area primavera e servizi) presenta una struttura tradizionale e pareti in cartongesso.

Studio Fumagalli Casa passiva a Mariano Comense (Co) ORDINE APPC DI MONZA E BRIANZA L’edificio, su tre piani, adotta sistemi e tecnologie per l’abbattimento dei consumi energetici e per l’autoproduzione dell’energia necessaria: ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore, riscaldamento ad aria mediante una batteria alimentata da una pompa di calore di 3 kw inserita nel sistema di ventilazione, sistema solare termico in copertura con pannelli solari vetrati, impianto fotovolatico in copertura a film sottile amorgo con una potenza erogata di 5,5 kw. Inoltre, è previsto un sistema di recupero dell’acqua meteoritica per uso domestico, serramenti in legno con un triplo vetro emissivo con gas argon.

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ORDINE APPC DI MONZA E BRIANZA


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Cesana e Fumagalli associati Nuova scuola media a Macherio (Mi) ORDINE APPCI MONZA E BRIANZA L’edificio è realizzato in c.a. e pareti a cassa vuota (dall’esterno all’interno: blocchi splittati cavi in cls. vibrato, pannello rigido di fibra di vetro, blocchi lisci cavi in cls. vibrato) un solaio tipo predalles, una copertura piana (solaio nervato in c.a. gettato in opera con soprastante strato isolante in fibra di vetro, camera d’aria di spessore variabile e lastre di copertura in alluminio preverniciato) e superfici trasparenti (serramenti a taglio termico in alluminio preverniciato con vetrocamera antinfortunistica e veneziana oscurante). Alle caldaie ad alto rendimento a condensazione si abbina un impianto fotovoltaico integrato.

Luca Micotti e Lorenza Aprici strutture: Carlo A. Negri D.L.: Andrea Malusardi Villa a Travacò Siccomario (Pv) ORDINE APPC PAVIA Confluenza tra Po e Ticino. Ghiaie, sabbie, argille, rare farnie, pioppi, olmi, aceri, ontani. Prezioso paesaggio agricolo compromesso dalle robinie e da un’estesa edificazione residenziale di anestetico gusto locale. Casa unifamiliare terragna, elementare. Variazione sul tema dell’abitazione rurale. Progetto sostenibile anche per abitare e radicarsi. Muratura, inerzia termica, cappotto, controllo dell’irraggiamento, minime dispersioni e ponti termici. Pannelli solari e celle fotovoltaiche sulla falda sud.


ORDINE APPC PAVIA Villa Airosa è stata realizzata senza adoperare un solo mattone. Per il tamponamento è stato utilizzato un sistema a secco costituito da pareti a doppia orditura metallica con rivestimento esterno in lastre di cemento rinforzato, interno in doppio strato di lastre di gesso rivestito e intercapedine riempita con 18 cm di lana di roccia. Il sistema consente di abbattere del 30-40% i costi rispetto ad un sistema tradizionale. La casa, con pareti di soli 25 cm, risulta in classe B.

ECOARCH, Fulvio Miatello, Mauro Rivolta, Fabio Vanerio Studio Giani: Marco Giani, Alberto Carrù Insediamento in via Lazio a Varese ORDINE APPC VARESE Gli edifici ospitano negozi, uffici e una torre residenziale. Alla parte terziaria si accede attraverso una serra solare che contiene i collegamenti verticali. La serra contribuisce a riscaldare gli uffici nel periodo invernale, mentre in estate è ombreggiata da tende esterne e raffrescata con ventilazione naturale. Gli ambienti di lavoro sono esposti a sud, est e ovest; a nord gli spazi di servizio e di collegamento. Tutte le pareti sono schermate dal sole estivo attraverso pareti ventilate o sistemi ombreggianti mentre un cappotto termico di 12 cm coibenta gli edifici senza soluzione di continuità.

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Domenico Papalia Tamp. a secco: Massimo Pinelli Villa Airosa, Borgo Priolo (Pv)


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Uno dei quattro BBPR: Enrico/Aurel Peressutti “Eravamo come quattro muratori: Giangio predisponeva le fondazioni del muro, Aurel disponeva le pietre, io mettevo il cemento per tenerle assieme e Ernesto reggeva il filo a piombo, perché il muro venisse su dritto”, così ricordava Lodovico Belgiojoso l’individualità di ognuno nell’unità dei BBPR, il gruppo inteso fin dalla laurea (1932) come strumento di continua dilatazione dell’esperienza, di elaborazione della molteplicità e della complessità nel costante rinnovamento del linguaggio dell’architettura e del ruolo dell’architetto. Anomalo è il gruppo BBPR per la volontà fortemente sperimentale, incessantemente interlocutorio verso luoghi, temi, linguaggi, generazioni, ed eccezionale è il loro percorso, tra i più vivi e incisivi in Italia, certamente il più europeo: “Anche durante gli anni oscuri – ricordava Rogers – avevamo sempre sentito che il nostro compito culturale era duplice: da un lato dovevamo affrontare i problemi della cultura nazionale, dall’altro dovevamo nutrirci alle migliori fonti di quella straniera. Il nostro compito era di tramite”. La riflessione e la sperimentazione dei BBPR sono da subito orientate verso la formazione del linguaggio contemporaneo dell’architettura, un linguaggio che si definirà come comunicativo e dialogante, sintetizzando temi e scale dell’architettura, dell’urbanistica e del

1954, Sala di esposizione per la Olivetti Corporation of America, New York.

design nella costruzione dello spazio dell’uomo, dell’architettura intesa come “misura dell’uomo”. L’attività espositiva e la collaborazione con i migliori tra gli architetti e gli artisti attivi a Milano, soprattutto in occasione delle Triennali, costituiscono per i BBPR il fertile avvio di un itinerario coerente, perchè dinamicamente inteso: “Bisogna assolutamente ricollegare il fenomeno dell'arte alla sostanza della cultura, alla civiltà di cui ogni epoca ha saputo impossessarsi” scrivono nel 1936. La vasta sperimentazione nel progetto architettonico e urbanistico, nell’arredamento e nelle esposizioni consentono ai BBPR di giungere a un linguaggio ben presto maturo, cui è rivolto il riconoscimento internazionale: sono tra i più giovani membri del CIAM, la colonia elioterapica è la sola architettura italiana pubblicata in La nouvelle architecture di Alfred Roth. Con l’anonimato, la deportazione, l’esilio, la morte, la seconda guerra mondiale colpisce i BBPR, attivi nella resistenza: Peressutti partecipa alla lotta clandestina, diviene membro del Comitato militare del CLN, vicecommissario del CLN per l’Alta Italia. La fine della guerra lo vede principale progettista del Monumento ai caduti nei campi in Germania: “I nostri migliori sono morti – afferma –: oggi al centro di questo mondo sta la terra fecondata dalle loro sofferenze”. Attraverso gli scritti e la collaborazione al Piano AR e al Piano Regolatore di Milano egli è impegnato nella ricostruzione della città, nella riflessione sul suo destino industriale e infrastrutturale: “non preoccupiamoci - indica per il momento di questa o quella strada, di questo o quel problema estetico, del tal viale o di talaltra piazza, ma alziamoci più in alto, guardiamo Milano nel complesso dei suoi rapporti con i suoi vicini, alziamoci tanto da vedere non solo i confini del comune, ma la provincia, la regione, l’Italia tutta, l’Europa e forse anche più”. Nella rubrica L’uomo e gli oggetti, con cui collabora alla “Domus” di Rogers, Peressutti concorre alla formazione del design italiano, superando le tradizioni nella sincerità costruttiva e funzionale e rispondendo al moto rogersiano

1958, Padiglione del Canada alla Biennale, Venezia. di qualificare la quantità, quantificare la qualità: “Il risultato morale del progresso tecnico di migliaia di anni è avvilente: tutta la nostra civiltà consiste per lo più in quella inutile deleteria finzione con la quale rivestiamo le semplici necessità di vivere (…) La nostra sapienza deve creare per tutte le sue necessità i mezzi idonei a soddisfarle senza finzioni”, scrive. Il costante ampliamento tematico, l’eccezionale apertura professionale, il vasto scambio con artisti e architetti, la vivacità nel dialogo internazionale attivato dai CIAM (Peressutti partecipa all’organizzazione del 7 CIAM, a Bergamo), rendono le opere dei BBPR tappe essenziali del percorso dell’architettura italiana: dall’ampliamento del Guggenheim a Venezia e dal Labirinto dei ragazzi alla X Triennale, al Restauro e allestimento del Museo al Castello Sforzesco, alla tomba di Rocco Scotellaro e alla Torre Velasca, esse portano il segno della ricchezza figurativa impressa da Peressutti, nelle cui mani l’architettura, intesa negli anni razionalisti quale arte della geometria, si plasma, mobile, disponibile, generosa, umana, al flusso della sperimentazione e dell’invenzione. Così la Sala di esposizione per la Olivetti a New York, che vede principalmente impegnato Peressutti, orchestra il dialogo tra architettura, design e scultura per costruire un ambiente per il lavoro, evocatore del mediterraneo: “Mi direte che facciamo, con una parete simile, eseguita completamente da Nivola, un’architettura attorno a una parete. Avete ragione, – scrive – ma proprio perciò penso che

sia più eccitante aver da contenere la parete con la nostra architettura e se ci riusciamo può divenire una cosa meravigliosa”. Interprete di atmosfere qui canadesi è il padiglione del Canada a Venezia, nella cui tenda di ferro e vetro avvolta attorno a un albero del parco della Biennale Peressutti, di nuovo protagonista del progetto, evolve i lasciti antagonisti, europei ed americani, di Le Corbusier e di Wright. Docente all’Architectural Association School di Londra (19501952), al MIT di Boston 1952, a Yale (1957,1962), all’University of Illinois (1968), un forte senso del valore morale dell’insegnamento ne determina le dimissioni (che ebbero risonanza) da Princeton (1953-1959), originate dal contrasto tra i valori proposti dal suo insegnamento e la politica edilizia dell’ateneo: “le opinioni architettoniche più moderne – ci propone – dovrebbero mostrare alla generazione presente e a quella futura la nostra preoccupazione di essere i leaders, in ogni settore, del profondo amore per la qualità”. Il Comune di Pinzano al Tagliamento ha ricordato Enrico Peressutti con la mostra: Enrico Peressutti. L’uomo, l’architetto, l’artista, nel centenario della nascita, tenuta nei mesi di agostosettembre 2008 e conclusa da un seminario di studio, cui hanno partecipato: Alberico Barbiano di Belgiojoso, Serena Maffioletti, Isabella Reale, Silvano Tintori. Serena Maffioletti


Una lingua di terra, alta, protesa verso la confluenza del torrente Scrivia con lo Spinti; un prato e un bosco: questi gli ingredienti di cui si compone il progetto per una cappella commemorativa ai caduti delle due guerre, disegnata da Ignazio Gardella nel 1936, costruita nel 2006, e inaugurata sabato 18 ottobre a Varinella, frazione di Arquata Scrivia (Al). Due muri in pietra di fiume, un terzo muro traforato in mattoni faccia a vista e una copertura piana in cemento armato compongono il piccolo edificio a C che si apre verso la campagna e che al suo interno accoglie un altare – un parallelepipedo in pietra di lavagna levigata – e, quale unico elemento ornamentale, un’alta croce in legno appoggiata al muro in mattoni. La cappella appoggia direttamente a terra, nessun basamento, neppure di uno spessore minimo, la separa dal prato su cui poggia. L’idea è quella di costruire un continuum fra la “natura naturale” e la natura artificiale dell’architettura. In questo modo i rami degli alberi con le loro foglie costituiscono una seconda copertura che amplifica le dimen-

sioni del piccolo edificio. E la natura, il bosco, prosegue anche sul retro della cappella manifestandosi, in trasparenza, attraverso il grigliato dei mattoni. Gardella disegna, agli inizi della propria carriera, una cappella commemorativa per i caduti della prima guerra mondiale. Sceglie per la sua collocazione, un luogo che gli è famigliare e caro – a Varinella infatti, i nonni paterni avevano una casa. La cappella, nell’idea di Gardella, dovrebbe poter essere costruita dagli stessi cittadini di Varinella e quindi deve essere caratterizzata da una grande semplicità tipologica e costruttiva. Poi scoppia la seconda guerra mondiale e il progetto resta sulla carta. A settant’anni di distanza, Maurizio Tavella, professore e amico di famiglia, ne suggerisce la realizzazione all’allora Sindaco di Arquata Scrivia Maria Grazia Morando. Il sostegno della popolazione all’iniziativa, successivamente, rende realizzabile l’opera. Due anni dopo la conclusione dei lavori, sotto un cielo grigio autunnale, in un bosco povero di foglie, la cappella, “dov’era com’era”, dedicata ai caduti delle due guerre, è stata inaugurata alla presenza delle autorità. Nella stessa occasione è stato presentato il piccolo volume Due guerre, una cappella, edito dalla Clup di Milano. Martina Landsberger

Giardini da leggere La casa editrice Bollati Boringhieri arricchisce il proprio catalogo del 2008 con una nuova collana dedicata al paesaggio. Non c’è dubbio che l’argomento sia “un importante nodo del nostro tempo”, come spiega la curatrice Michela Pasquali, paesaggista e botanica. L’intuizione di questo progetto editoriale sta nel rinunciare a una definizione univoca del termine, aprendo lo sguardo alle esperienze eterogenee che ruotano attorno al paesaggio e contribuiscono alla sua continua evoluzione. Da qui il titolo della collana, “Oltre i Giardini”, una volontà:

sconfinare in altri campi, quali la filosofia, la società, l’arte, le scienza, le letteratura. Anche l’impostazione grafica dei volumi rispecchia l’apertura disciplinare dei contenuti: pur maneggiando sempre lo stesso formato, il lettore si confronta, a seconda dei casi, con un romanzo, un saggio, un libro illustrato, o una monografia di architettura. I testi pubblicati finora sono sei: La quercia. Storia sociale di un albero di William B. Logan, Il bello di essere pianta di Patrick Blanc, Il giardino come spazio interiore di Ruth Ammann, Archipel. L'arte di fare i giardini di Atelier

Le Balto, I giardini di Manhattan. Storie di guerrilla gardens di Michela Pasquali, Storia dei boschi dalle origini a oggi di Hansjörg Küster. E i semi sembrano attec-

chire con rapidità, dato che nei prossimi mesi sono previsti molti nuovi titoli, che spazieranno sempre tra teoria e opere realizzate. La nuova proposta editoriale offre un convincente approccio alla sensibilità attuale sul paesaggio, indagandone sia concetti stabili ma rizomatici (pianta, quercia, bosco), sia nuove sperimentazioni sul rapporto uomo-natura (giardini di comunità, colonizzazione degli interstizi, arte come natura). Inoltre ci ricorda che un giardino è soprattutto uno spazio interiore e, in quanto tale, non è un campo d’azione riservato esclusivamente agli architetti. Mina Fiore

Portici (Na): al via la riqualificazione del fronte mareo Il programma di riqualificazione del Porto del Granatello e della fascia costiera napoletana di Portici, da Pietrarsa fino a Ercolano, si accinge ad essere realizzato. L’obiettivo è superare la frammentazione della costa, proponendo un disegno unitario capace di valorizzare le preesistenze storico-paesaggistiche. A tal fine era stato bandito, nel 2006, un concorso internazionale e tra i progetti selezionati è risultato vincitore quello del gruppo composto da Edoardo Guazzoni, con Fabrizio Mirarchi, Valeria Pezza, Uberto Siola, Francesco Bocchino, Edzard Gunther, Friedrich Schultz, Emma Buondonno, Giancarlo Battista, Goffredo Di Rienzo, Salvatore Solaro, Renato Capozzi, Angelo Paolo Albano, Antonio Capone, Emmanuel Cecchi, Federica Visconti. Il progetto utilizza i salti di quota tra binari e suolo urbano per coprire la ferrovia, facendo avanzare, ove possibile, tutti i muri di contenimento esistenti tra Pietrarsa e Granatello. Si ottiene così la ricostruzione dell’impronta della gobba lavica, la riconnessione

funzionale col mare e quella figurativa e architettonica con la costruzione storica della villa d’Elboeuf. All’asse di quest’ultima è riferito il bacino portuale, l’elemento, insieme al muro, più visibile del progetto, attestato a terra sulla nuova stazione/porta e verso il mare su una diga foranea, quasi parallela alla costa. 530 posti barca garantiscono fattibilità finanziaria all’operazione; scale e ascensori del parcheggio ricavato sotto la copertura dell’area FS dismessa, scandiscono il suolo insieme agli elementi di arredo. L’avanzamento oltre i binari del terrapieno, attuato con interventi murari, realizzati con elementi tradizionali, mattoni di cotto e lastre di pietra locale, è una scelta strategica che consente la riconnessione e l’integrazione delle architetture di riferimento e del tessuto urbano col mare e la definizione di un fronte nel quale trovano più giusta collocazione il bastione di villa Menna e il kaffee haus di Villa Lauro Lancellotti. Roberto Gamba

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Una cappella nel bosco


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Un capolavoro del rinascimento fiorentino al Museo Diocesano

Nell’ambito del progetto: ”Un Capolavoro per Milano”, al Museo Diocesano è esposta fino al 14 dicembre 2008, un’opera di Sandro Botticelli, “Giuditta”, proveniente dalla Collezione della Galleria degli Uffizi. L’evento sponsorizzato da Bipiemme Gestioni, giunge già alla sesta edizione, dopo quelle degli anni passati che hanno visto la presentazione di dipinti di grandi maestri tra cui si citano, tra gli altri, la “Cattura di Cristo” di Caravaggio e, recentemente, l’“Annunciata” di Antonello da Messina. Il Museo, sorto nei chiostri dell’antica Chiesa di S. Eustorgio, è un’istituzione creata dalla Diocesi ambrosiana per permettere la fruizione pubblica del proprio patrimonio artistico. Tale istituzione si è contraddistinta perché in pochi anni ha saputo diventare un punto di riferimento per la vita culturale milanese. Il Museo

conserva preziosi beni artistici e li espone quale testimonianza della storia e dell’identità della fede cristiana con particolare riferimento alla città di Ambrogio, offrendo non solo ai fedeli, ma a tutti gli studiosi e agli appassionati d’arte la possibilità di ammirare opere di grande rilievo. Oltre al particolare interesse delle raccolte permanenti, ogni anno si aggiunge un motivo ulteriore per visitare il complesso, in riferimento all’iniziativa “Un Capolavoro per Milano”. Attualmente si può ammirare un gioiello pittorico dell'arte rinascimentale, realizzato dall’artista fiorentino Alessandro Filipepi (Firenze, 1445-1510), detto Botticelli, Il ritorno di Giuditta a Betulla databile al 1470 circa. Per l’occasione, viene esposto anche il pendant della Giuditta, La scoperta del cadavere di Oloferne. Nella rappresentazione artistica Botticelli resta fedele alla narrazione biblica, articolando l’episodio in due scene distinte. Le due pitture, di grande ricercatezza espressiva ed eleganza stilistica, dal piccolo formato (cm 31x25), in origine probabilmente destinate ad una devozione privata, mostrano nella prima tavoletta, l’eroina biblica che torna verso la città di Betulla dopo l’uccisione di Oloferne, accompagnata dall’ancella, nella seconda, i soldati che, entrati nella tenda di Oloferne, ne scoprono il cadavere decapitato. Manuela Oglialoro

Per una progettazione consapevole Le Direttive Europee degli ultimi anni indicano come prioritario il risparmio energetico e l’utilizzo di energie e materiali rinnovabili nel campo dell’edilizia. Per rispondere a questa esigenza la ricerca nel mondo delle costruzioni ha prodotto una vasta manualistica aggiornata alle nuove necessità. Con questo scopo la casa editrice sistemi editoriali Se pubblica una collana di manuali dal titolo

Architettura sostenibile dedicata alla progettazione degli edifici, progettazione che tiene conto dell’attenzione all’impatto ambientale delle tecniche costruttive, dei materiali ˇ impiegati e dell’intero processo produttivo. Il termine architettura sostenibile sta ad indicare come anche nell’edilizia il rispondere a bisogni attuali non debba pregiudicare o compromettere la possibilità alle generazioni future di rispondere ai

loro. Sotto questo aspetto i manuali di costruzioni di questi ultimi anni differiscono da quelli delle epoche passate perchè non prendono più spunto solo dall’economicità o dall’appropriatezza tecnica delle soluzioni adottate. Risparmio energetico, materiali rinnovabili, divengono così nuovi parametri che conducono a nuove soluzioni tecniche e, a volte, a nuove soluzioni formali. I vari titoli della collana, definiscono i principî ed illustrano i dettagli costruttivi come nel Manuale Pratico di Edilizia Sostenibile; si occupano di singoli materiali da costruzione a partire dalle caratteristiche fisiche e meccaniche, mostrando le tecnologie costruttive specifiche, come nel caso del manuale Il Bambù come materiale da costruzione; oppure indaga-

no e descrivono, attraverso schede relative alla progettazione sostenibile, le nozioni di ambiente, di fonti rinnovabili e di risorse come nel testo Sostenibile dalla A alla Z. L’interesse di questi manuali per un progettista è da un lato ovvia costituendo una raccolta di esempi sulle possibilità legate a nuovi materiali e le nuove tecniche; ma essi introducono anche un altro punto di interesse e cioè quanto sia necessario essere consapevoli del ruolo dell’edilizia nella più generale questione della sostenibilità. Ilario Boniello collana Architettura sostenibile sistemi editoriali Se - Gruppo Editoriale Esselibri-Simone, Napoli

Lezioni di progettazione Videoagorà è un’iniziativa organizzata da La Triennale di Milano e curata da Silvana Annicchiarico, direttore di Triennale Design Museum. Si tratta di un appuntamento settimanale durante i quali sono proiettati immagini, film, documentari, materiali inediti e rari riferiti al mondo del design e della comunicazione. Il mese di novembre ha visto la proiezione di una serie di video su lezioni tenute da Achille Castiglioni al Politecnico di Milano nel 1990 e di una conferenza del 1993 presso l’Université di Montréal. Per Castiglioni ogni lezione era un’occasione per “la messa in scena” del processo cre-ativo, uno spettacolo, una grande prova di possibilità di trasmissione del sapere. La rassegna è stata curata da Eugenio Bettinelli del Politecnico di Milano; i video sono stati realizzati da Studio Azzurro. Le proiezioni si sono svolte ogni giovedì sera dalle 19 con ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti e si sono concentrate sui seguenti temi: il rapporto for-

ma/funzione (30 ottobre); il componente principale della progettazione (6 novembre); la comunicazione nella ricerca di produzione (13 novembre); il progetto effimero (20 novembre). Nel mese di dicembre l’iniziativa è proseguita con la proiezione di una serie di filmati incentrati sulla figura di Bruno Munari designer e maestro insuperato nell’avvicinare all'arte i bambini tramite il gioco. Una lezione quindi, soprattutto per noi adulti.

Giorgio Casati a Vigevano Con UNIVERSI & PLURIVERSI Architettura e pittura di Giorgio Casati il Palazzo Roncalli di Vigevano ha offerto, in novembre, una

dimostrazione di come l’architettura si possa coniugare all’espressione puramente artistica. Giorgio Casati è un archipittore


se particolare per gli interventi di recupero urbano e per il loro completamento con architetture dagli stilemi contemporanei, che riescono a dialogare con quelli esistenti. Un sintetico volume, titolato Gli universi di Giorgio Casati – Architettura e pittura, edito da Nodo libri di Como, fa da catalogo alla mostra.

Cinque architetti in mostra

L’11 dicembre presso la Facoltà di Architettura Civile del Politecncio di Milano si è inaugurata la mostra Architetti italiani a confronto. La mostra nasce con l’obiettivo di mettere a confronto il lavoro di architetti impegnati sia in campo professionale che in quello della didattica universitaria. Il tema con cui ci si è voluti confrontare riguarda il problema della costruzione di un atteggiamento relativo alla prassi progettuale e della sua identificazione con un pensiero “prevalente” che diventi distintivo di una “Scuola”. In sintesi, la questione affrontata, anche durante il dibattito tenutosi all’apertura della mostra, è stata quella del rapporto con i Maestri e in particolare con la cultura del Razionalismo. “La Facoltà di Architettura Civile – scrive, infatti, Angelo Torricelli, preside della Facoltà - fin dal suo momento fondativo si è proposta come scuola interrogandosi allo stesso tempo sulla possibilità di riconoscere la propria identità in

alcuni ascendenti, tracciando criticamente una linea di continuità con l’eredità dei maestri: in particolare con la cultura del Razionalismo che, informando la “Scuola di Milano” nel modo di intendere il sapere architettonico e la sua trasmissione, contraddistingue, ancora oggi, il nostro sistema di insegnamento”. Alla mostra hanno partecipato cinque architetti – Armando Dal Fabbro, Gino Malacarne, Bruno Messina, Carlo Moccia, Efisio Pitzalis – in rappresentanza di cinque diversi atenei – rispettivamente Venezia, Cesena, Siracusa, Bari, Napoli 2, che sono stati invitati a selezionare alcuni dei loro lavori e a comporre un breve testo, a carattere teorico, esplicativo del proprio particolare atteggiamento progettuale e compositivo. Risultato del confronto fra lavori e atteggiamenti differenti è stato, come scrive Antonio Monestiroli, la conferma di una “tradizione, propriamente italiana, che affida all’architettura il compito di costruire un contesto civile in cui sia possibile riconoscere una propria cittadinanza”. Architetti italiani a confronto Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano 11-22 dicembre 2008 catalogo edito da Edicit, Foligno, 2008 pp. 72, € 19,00 M. L.

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Royal Gold Medal 2009 Il Royal Institute of British Architects ha assegnato, quest’anno, la propria maggiore onorificenza ad Álvaro Siza con le seguenti motivazioni: “Álvaro Siza è un architetto tanto completo e profondo da sfuggire ad ogni sorta di categorizzazione. Una delle peculiari caratteristiche dell’architettura di Siza consiste nella costruzione di progetti assolutamente necessari al luogo in cui si collocano. Egli traduce le sue letture dello spazio in forme scultoree mai prevedibili od ordinarie senza che ne sia mai consentita una lettura prettamente funzionale né tipologica. Negli edifici di Siza, come in nessun altro caso, è di primaria importanza la relazione fra gli elementi piuttosto che la forma o la “texture” degli elementi stessi. La sua è un’architettura in cui l’“economicità” di espressione si combina ad una grande esperienza spaziale. Álvaro Siza è, ed è sempre stato, un maestro impegnato. Egli, infatti, ha aiutato tanti giovani architetti nelle loro prime esperienze progettuali. Diversamente da altri architetti della sua levatura, Siza ha deliberatamente mantenuto una dimensione pic-

cola del proprio studio assicurandosi in questo modo la possibilità di seguire dettagliatamente ogni progetto. Per la gran mole di lavoro entusiasmante e altamente istruttivo prodotto nell’arco di 40 anni di attività, e per il suo enorme contributo all’architettura realizzato attraverso il dialogo e l’insegnamento, il RIBA, a nome di Sua Maestà la Regina, è onorato di conferire ad Álvaro Joaquim Melo Siza la Medaglia d’Oro 2009”.

Vincolo ambientale sul QT8 In via Versilia 16 a Milano, nel quartiere storico QT8, una villetta di due piani è stata abbattuta per far spazio ad una palazzina di 4 (nel 2004 i proprietari avevano presentato e ottenuto una DIA per “lavori di ampliamento”). Il consigliere di zona dei Verdi Enrico Fedrighini (osservatorio ambiente e legalità Milano) ha presentato una mozione urgente alla sopraintendenza Regionale della Lombardia ai Beni Architettonici e Paesaggio per apporre al Quartiere Ottava Triennale e all’annesso parco Monte Stella il vincolo paesistico. Ciò impedirebbe una reazione a catena di speculazioni edilizie da parte delle diverse proprietà incluse nel comparto, destitata a stravolgere l’area. Il quartiere QT8, progettato da Piero Bottoni nel 1945 in occasione dell’ottava Triennale (da qui la sigla), è uno dei quartieri d’autore del dopoguerra, studiato nelle facoltà di architettura per le sue

caratteristiche sperimentali. Si estende su 18 mila metri quadri; ogni lotto abitativo è occupato per tre quarti da verde e gli edifici sono costruiti secondo canoni prestabiliti; le strade residenziali sono vicoli ciechi per evitare il traffico. Con soluzioni monofamiliari a schiera, percorsi per la mobilità ciclo-pedonale e ampie aree verdi, avrebbe dovuto costituire un modello per lo sviluppo delle aree periferiche. Le cose sono andate diversamente. Tuttavia, rimane un modello sperimentale di quartiere moderno, con bassa densità edilizia e ampi spazi pubblici. Irina Casali

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che ha stabilito un rapporto con artisti quali Alik Cavaliere, Bruno Munari, Gillo Dorfles, Nicola Salvatore, Angelo Casciello; segnando un percorso che parte dal lago di Como, passa per Milano e si dirige a Vigevano e Pavia, ma anche e in altre regioni italiane. Il suo lavoro si apre a diversi linguaggi, sia in architettura sia in pittura, mantenendo però un interes-


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Samsung Young Design Award 2008 Al Museo di Scienza e Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano si è concluso il Samsung Young Design Award 2008 il cui tema è stato: "Digital Solutions for a Sustainable Life". Il primo premio è stato assegnato al Gruppo Diaby, Kinran Maral e Stefania Berselli, – ex aequo con il progetto “Giramondo” di Giuseppe Velocci – che ha progettato un bracciale orologio per bambini in grado di rilevare il livello di glicemia nel sangue. Il SYDA (Samsung Young Design Award) 2008, rappresenta la seconda edizione di un concorso riservato ai giovani designer organizzato da Samsung con il patrocinio dell'ADI (Associazione per il Disegno Industriale). La prima edi-

zione, cha ha visto oltre 160 iscrizioni, è culminata con la premiazione dei progetti vincitori presso la Triennale di Milano. I buoni risultati ottenuti l'anno scorso hanno spinto Samsung a confermare il proprio impegno nel partecipare attivamente alla formazione delle nuove generazioni di designer, rinsaldando ulteriormente il legame tra il proprio marchio e il mondo del design italiano. Al SYDA (Samsung Young Design Award) 2008 hanno potuto partecipare tutti gli studenti che, al momento dell'apertura delle candidature (15 marzo 2008), risultavano iscritti ad un corso di design di livello universitario o post-universitario in Italia.

1° Premio del Paesaggio Il 12 dicembre scorso è scaduto il termine di presentazione delle candidature per partecipare alla Prima Edizione del Premio del Paesaggio promosso dal consiglio d’Europa nell’ambito della Convenzione Europea del Paesaggio, sottoscritta nel 2000 a Firenze. Il Premio biennale, la cui prima edizione si terrà nel 2009, riguarda i progetti realizzati almeno da tre

anni che costituiscano il risultato di politiche sostenibili e integrate con il territorio di appartenenza, che rappresentino modelli di buone pratiche e che rilevino una presenza pubblica deducibile dall’integrazione dei livelli amministrativi e dal coinvolgimento delle popolazioni nelle varie fasi di realizzazione. Il premio è rivolto alle amministrazioni pubbliche anche organizzate in forma di consorzi e ONG.

Zingonia sarà abbattuta dalle ruspe Agli inizi degli anni 60, sull’onda del boom, nacque Zingonia. L’idea era una cittadina, in cui una zona industriale e un'area urbanistica s’integrassero, per-

mettendo ai lavoratori di risiedere vicino alle unità produttive e insieme disporre di tutti i servizi. La zona fu individuata in provincia di Bergamo, vicino ad auto-

strada e ferrovia, a cavallo tra i comuni di Boltiere, Ciserano, Osio Sotto, Verdello e Verdellino. Nel 1964 iniziò la costruzione: furono realizzati capannoni industriali, centro sportivo, Grand Hotel, ospedale, appartamenti e villette. La popolazione avrebbe dovuto aggirarsi intorno alle 50.000 persone. Le aree industriali furono quasi tutte realizzate già nei primi anni, ma l'incremento di popolazione previsto non avvenne e il progetto fu ridimensionato al principio degli anni '70. Lo squilibrio portò ad un degrado della zona. A partire dagli anni '80 Zingonia

si popola di immigranti, il lavoro nelle tante fabbriche dei dintorni non manca. Oggi il quartiere è un vero e proprio ghetto, centro di prostituzione, spaccio di droga. Gli edifici, sovraffollati, versano in pessime condizioni; Per decisione del sindaco di Ciserano Natale Zucchetti le 6 torri di Ciserano saranno abbattute, al loro posto saranno ricostruiti altri alloggi secondo nuovi criteri urbanistici. Le famiglie che vi abitano saranno ricollocate in alloggi temporanei. I. C.

“Under 40” in Triennale L’11 dicembre 2008, alle ore 18.30, presso La Triennale di Milano (sala Triennale Lab) si è svolta la premiazione dei vincitori della seconda edizione del Premio “Rassegna lombarda di Architettura Under 40. Nuove proposte di architettura” alla presenza di Ferruccio Favaron, Presidente della Consulta, di Giacomo Polin, in rappresentanza della Giuria, e dei progettisti premiati e selezionati al concorso. Diversamente da quanto avvenuto nella prima edizione del 2005, questa volta il premio ha riguardato due categorie: “Architettura realizzata” e “Architettura progettata”. I 64 partecipanti, che hanno affrontato con successo la prima selezione operata dalle giurie provinciali - costituite dai delegati degli Ordini - sono stati esaminati da una Giuria composta da Gae Aulenti, Alfonso Femia e Giacomo Polin che ha scelto 6 vincitori, tre per ogni categoria. E precisamente: • Architettura realizzata: Doriana Biaggi, Riconversione di un fienile ad uso abitativo a Teglio (Sondrio); Pier Francesco Seclì, Casa unifamiliare a Cantello (Varese); Marco Cristiano Valsecchi, Monumento al Maresciallo Capo Stefano Piantadosi, Locate Triulzi (Mi). • Architettura progettata: Emanuela Bartolini e Paolo Cardin, Edificio residenziale a Cork (Irlanda); Maurizio Di Lauro e Riccardo Dossi, Riqualificazione dell’accesso all’abitato di Civita di

Bagnoregio (Viterbo); Sara Lonardi ed Enrico Maria Raschi (IR Architetti), Addizione di un volume tecnico, ridefinizione degli spazi interni ed esterni, ex convento di S. Maria a Gonzaga (Mantova). Sono stati, inoltre, segnalati 58 progetti (29 per ogni categoria). In occasione della premiazione, Ferruccio Favaron ha presentato al pubblico il secondo volume del Premio Under 40 in cui sono dettagliatamente illustrati i 6 progetti vincitori e sono pubblicati i 58 progetti segnalati. Il libro si offre come un’importante testimonianza sulla realtà professionale dei giovani architetti attivi nel territorio lombardo e può essere ritirato presso le segreterie provinciali degli Ordini Lombardi.


La questione dei limiti dello sviluppo fu affrontata in Italia fin dagli anni Settanta con le prime iniziative di studio avviate dal Club di Roma e in seguito dall’Associazione Italia Nostra. A distanza di quasi quaranta anni, le fosche previsioni relative all’irreversibilità dei danni ambientali prodotti da un uso indiscriminato delle risorse e quelle riguardanti la fine dell’era dei combustibili fossili si rivelano drammaticamente fondate. La situazione globale del pianeta esige un ripensamento delle politiche economiche ed energetiche. La difesa dell’ambiente diventa un settore strategico per assicurare le condizioni di sopravvivenza dell’umanità stessa. Il settore edilizio può svolgere un ruolo molto importante nel limitare l’impatto ambientale dei nuovi interventi, ridurre le emissioni inquinanti, responsabili dei cambiamenti climatici, utilizzare nuove tecnologie e fonti energetiche alternative. La progettazione di nuovi edifici deve confrontarsi con soluzioni architettoniche innovative e sperimentali dal punto di vista dell’eco-compatibilità, dando la preferenza a tecnologie in grado di contenere gli sprechi energetici. Recentemente sono apparsi una serie di articoli riguardanti il tema della sostenibilità in architettura, con riferimento a diverse iniziative nate per ridurre il consumo delle risorse, combattere l’inquinamento e ricercare alternative ai combustibili fossili. In Lombardia sono stati avviati due progetti di edifici ispirati ai principî di eco-compatibilità. A Settimo milanese è stata inaugurata la sede della Nuncas, uno stabilimento industriale progettato all’insegna dell’auto sufficienza energetica, con impianti fotovoltaici che permettono di produrre l’energia occorrente: il primo edificio in Lombardia che applica i principî della casa passiva, in grado di produrre l’energia che consuma, spiega l’a. d. di Nuncas Italia Luca Manzoni. Un impianto fotovoltaico da 135 KW di potenza, le pompe di calore per riscaldare o raffreddare l’aria sfruttando la falda acquifera, un sistema di ventilazione naturale e le finestre schermate (Ansa, Primo edificio ecosostenibile in Lombardia, www.rinnovabili.it/primo-edificio-ecosostenibi-

le-in-lombardia, 4.3.08). Il secondo esempio si riferisce ad un edificio, dedicato al terziario, con certificazione energetica, che sta per essere realizzato a Milano su un’ex area industriale nel quartiere Famagosta, a sud ovest della città. L'edificio avrà un originale sviluppo in orizzontale con una corte aperta attrezzata con circa 4mila mq di giardino: Sulla copertura sarà installato un impianto fotovoltaico con 2.500 mq di pannelli ad alta efficienza (270 kWp). Inoltre, sono previste pompe di calore che utilizzano l'acqua di falda per il riscaldamento e raffreddamento. L'involucro esterno vetrato avrà pannelli in vetro trasparenti sul fronte nord e schermature esterne composte da un tessuto metallico in acciaio inox a passo variabile sul fronte sud ovest e ovest, al fine di massimizzare lo sfruttamento dell'energia della luce solare nei periodi invernali e schermare dal calore eccessivo nei mesi estivi (Cristina Ciusa, Milano, eco-edificio di Cucinella, “Italia Oggi” 8.10.08). La nostra Regione si distingue nell’impegno per contenere i consumi energetici e per promuovere l’utilizzo delle fonti alternative. Il lavoro svolto in questo campo ha già dato i suoi frutti: Il presidente Formigoni (…) ha affermato che la Lombardia produce già il 20% di tutta l’energia rinnovabile generata in Italia, che un terzo delle reti di teleriscaldamento del Paese sono in Lombardia (con un risparmio di 217.122 Tonnellate Equivalenti di Petrolio) e che l’intensità energetica dell’industria lombarda, sostenuta da misure di incentivazione, è notevolmente inferiore a quella della media nazionale (Ansa, Primo edificio ecosostenibile in Lombardia, www.rinnovabili.it/primo-edificio-ecosostenibile-in-lombardia, 4.3.08). La Lombardia è anche la prima regione italiana, oltre alla Provincia autonoma di Bolzano, ad avere introdotto la certificazione energetica obbligatoria per gli edifici di nuova costruzione o in ristrutturazione, (secondo il metodo di calcolo CENED). La normativa lombarda ha anticipato al 1° gennaio 2008 l’introduzione dei limiti nazionali relativi ai requisiti di prestazione energetica delle costruzioni che entreranno in

vigore definitivamente il 1° gennaio 2010. Questo provvedimento è di estrema importanza in quanto mira a definire il profilo energetico di ogni costruzione in termini di consumi e di emissioni inquinanti. A tale scopo sono già state previste in Lombardia le figure professionali che saranno preposte a certificare gli edifici. Quando la Direttiva Europea 91/2002 sarà operativa (e lo dovrà essere entro il 2009 per tutt’Italia, altrimenti scatteranno multe UE) partirà un giro d’affari impressionante: 12 miliardi in vent’anni di sole certificazioni più il costo di formazione dei Certificatori più le ristrutturazioni per migliorare la classe energetica del proprio immobile. Una professionalità utile o l’ennesima casta di burocrati? ‘Il 40 per cento dell’energia europea - dice Antonello Pezzini, imprenditore e consulente per l’Italia nell’Ue - si consuma negli edifici (...) I margini per migliorare sono ampi e in linea con la riduzione del 20% entro il 2020 come richiesto dal Pacchetto Energia votato dall’UE il 23 gennaio. Il sistema di certificazione aiuta a prendere coscienza’. (Andrea Nicastro, Ora arriva il certificatore energetico. “Pagelle dei consumi a mille euro”. In Lombardia e a Bolzano è già un obbligo, nel resto d’Italia lo sarà entro il 2009, “Corriere della Sera” del 7.2.08). In generale le indicazioni normative delle amministrazioni locali sono determinanti nell’indurre comportamenti corretti in campo di risparmio energetico. A questo proposito, al Saie 2008 di Bologna, è stata presentata un’interessante ricerca a cura dell’Osservatorio Nazionale Regolamenti Edilizi di Legambiente e del Cresme dal titolo: “Analisi dei regolamenti edilizi comunali, delle linee guida provinciali e delle normative regionali in materia di risparmio ed efficienza energetica e produzione di energia da fonti alternative a quelle fossili”. L’indagine dimostra come i regolamenti edilizi di nuova generazione possano introdurre innovazioni nel modo di progettare e realizzare i nuovi edifici comportando, oltre ad un’apprezzabile diminuzione dei consumi elettrici e termici, anche la possibilità di produrre autonomamente energia. La prima indagine di Cresme e Legambiente sul regolamento edi-

lizio come motore del cambiamento, ha preso in considerazione un campione di 1000 comuni raccogliendo e catalogando 188 regolamenti edilizi, che, attraverso l’obbligo (104) o con i soli incentivi (85), promuovono un diverso modo di costruire che guarda alla sostenibilità ambientale. Il principale indirizzo che emerge dall’analisi dei 188 regolamenti edilizi è quello che riguarda l’obbligo di progettare e realizzare l’impianto di produzione di energia termica in modo di coprire con fonti rinnovabili almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia per la produzione di acqua calda e di prevedere l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica non inferiore a quantità definite con valori diversi per unità abitativa dai vari regolamenti. (Presentato al SAIE 2008 il rapporto dell’Onre di Legambiente e del Cresme, fonte: www.legambiente.eu, 17.10.08). Tra le misure prese dalle pubbliche amministrazioni nel quadro di un’ottimizzazione del risparmio energetico e dell’utilizzo di tecnologie innovative, si segnala l’ultimo eccezionale provvedimento con cui la Regione Toscana finanzierà l’installazione di pannelli solari su ogni casa: “Il sole in casa”, un megaprogetto per trasformare il consumo elettrico di base delle famiglie nel più grande business ecocompatibile d'Italia. L'idea, mai sperimentata su un territorio vasto come quello regionale, è quella di anticipare i soldi del costo e dell'installazione dei pannelli fotovoltaici per le famiglie toscane, un milione circa, e abbattere i consumi energetici tradizionali e dunque l'inquinamento (Marco Gasperetti, Un pannello solare su ogni casa Il regalo ‘verde’ della Toscana, “Corriere della Sera”, 15.11.08). Manuela Oglialoro

31 OSSERVATORIO RILETTURE

Architettura eco-compatibile in Lombardia


a cura di Roberto Gamba

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Realizzazione di un impianto sportivo ad uso palestra a Comerio (Varese) marzo – giugno 2008

Il concorso di idee era finalizzato alla realizzazione di una palestra per competizioni ufficiali della F.I.B.A, con utilizzo scolastico, associativo sportivo e come auditorium. Essa era da porre in rapporto all’abitato del nucleo storico di Comerio, ma non era da escludere prioritariamente una soluzione di “rottura”. Si dovevano salvaguardare i passaggi pedonali e carrai; indicare

le soluzioni adottabili per le sistemazioni esterne, per l’arredo urbano e per parcheggi. Dal Comune erano richieste 2 tavole in formato A1. I tre premi erano di euro 7.000; 2.000; 1.500. La giuria era composta da Giuseppe Papa (presidente), Matteo Sacchetti, Luigi Civelli, Sergio Triolo. Quarto si è classificato il progetto di Enrico Bergonzoni.

1° classificato Benigno Cuccuru (Varese), Angelo Del Corso Le premesse progettuali hanno tenuto conto di un contenuto impatto ambientale, in modo da interessare la minima superficie dell’area a disposizione, oggettivamente limitata. Allo scopo di limitare in altezza il volume, la proposta ha previsto di incassare di circa 2 m la palestra, interponendo tra l’edificio scolastico e il corpo principale della palestra, il ridotto volume dei servizi. Tale soluzione ha

consentito, inoltre, di realizzare un collegamento mediante un accesso diretto interno, dal seminterrato del corpo aule. Avendo previsto una zona gradinata per accogliere un centinaio di spettatori, l’accesso dall’esterno è stato studiato in modo da evitare la presenza di barriere architettoniche. Per quanto attiene al flusso veicolare attualmente vincolato in un fondo cieco, la proposta del breve collegamento con la piazza della chiesa consentirà un deflusso agevole dall’area della scuola.


L'edificio è formato dall'accostamento di due volumi diversi per materiali e geometrie. Il corpo d'ingresso, con la zona spettatori, dialoga con il fronte edificato, al di là del quale si trova il sistema irregolare di vie e di corti del centro storico. Il volume della zona gioco si rapporta con la mole della chiesa e della scuola, inserite in visuali aperte verso i colli a nord. Il corpo d'ingresso, movimentato

in pianta e alzato, allude alla morfologia del territorio ed al centro storico, caratterizzato da sequenze di spazi irregolari, con gran varietà di punti d'osservazione. Il prospetto conferma per dimensioni gli edifici esistenti, in modo da completare il fronte edificato fino a formare una piazza che conclude il sistema delle corti e delle vie in uno spazio rappresentativo. Il volume che copre il piano di gioco è caratterizzato da grandi vetrate, aperte al paesaggio circostante ed è parzialmente interrato per ridurne l'impatto.

3° classificato Unastudio (Milano) - Lorenzo Mazza, Angela Baila collaboratori: Mara Biffi, Sergio Gagliardi, Alessandro Pol, Roberta Tongini Folli La proposta prevede l’inserimento di un manufatto armonico con il contesto, con altezze contenute e dalle forme nuove, rivestite con materiale riflettente, così da assumerne la carica espressiva e riproporla trasformata, immersa in un contesto verde fittamente alberato.

L’edificio, capace di accogliere fino a 160 persone sedute, si sviluppa in quota solo per la copertura del campo di pallacanestro (h max 5.50 m) e per un piccolo ingresso lato scuola; la zona servizi è completamente interrata e connette il nuovo intervento con l’edificio scolastico. Il connettivo tra residenza, scuola, chiesa e oratorio è assicurato dal fondo del parco e dalle alberature che spiccano a non meno di due metri, così da permettere la percorribilità in tutte le direzioni.

33 OSSERVATORIO CONCORSI

2° classificato Nives Seminati (Bergamo), Stefano Sichich


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Sistemazione aree pubbliche del centro storico di Gorgonzola (Milano) ottobre – novembre 2007

Il Comune di Gorgonzola aveva indetto questo concorso di idee relativo agli spazi pubblici adiacenti il nuovo edificio comunale. L’area interessata dal progetto di arredo urbano comprende la piazza S. Pietro e l’area del centro storico, tra i due ponti sul Naviglio della Martesana, parte urbana fondamentale per la città, luogo dove hanno sede l'istituzione amministrativa comunale e le principali attività commerciali. Il Comune, con questo intervento, porterà a compimento il processo di riqualificazione urbana del centro storico, iniziato con il Piano particolareggiato di via Marconi, il Piano di recupero di

Vicolo Corridoni e l’ampliamento degli uffici comunali. Nell’insieme, il complesso municipale si presenta con il Palazzetto originale, affacciato su via Italia, con ruolo di propileo, seguito in sequenza articolata del nuovo ampliamento. Le aree oggetto di intervento sono sottoposte a vincolo ambientale e sono soggette ad autorizzazione paesistica. Erano richiesti grafici in formato A0. I premi erano stabiliti in € 8.000, € 5.000 e € 3.000. La giuria era composta da Michele Achilli, Guido Fochi, Massimiliano Innocenti e Guido Rossi.

1° classificato Daniele Coppi – Offarchitetti (Milano), Giano Donati, Carlo Angelo, Fabio Giovanni Arrigoni, Luca Mattavelli, Davide Sala collaboratori: Sara Perego, Azzurra Pizzagalli, Gisella Martinazzoli Il progetto vuole creare un sistema composto da pochi elementi ripetibili e ben riconoscibili, combinati tra loro in maniera differente per meglio adattarsi alle casistiche del contesto. Gli elementi, volutamente autonomi nella loro forma planimetrica, si pongono come sfondo del contesto senza entrare mai in assonanza con le forme storiche;

il vecchio e il nuovo rimangono sempre distinti, evitando la formazione di una qualsivoglia mimesi. Il “percorso carrabile” conferma la sua funzione e mantiene la sua quota attuale. La “piastra pedonale” è concepita quale somma di placche su cui poggiano gli isolati. La forma planimetrica delle piastre non segue l’andamento degli edifici, ma presenta sempre un discreto grado di autonomia. Lo “spazio urbano” identifica i luoghi più significativi dello stare e dell’incontro; sono costituiti da elementi geometricamente regolari e orientati, attraverso il disegno della pavimentazione, secondo la direzionalità dettata dalla propria specificità.


Il progetto riconosce come primo elemento di unitarietà la pavimentazione. Si è pensato ad una maglia “urbana”, capace di legare tutti gli spazi, ma volutamente non coerente con il disegno della struttura urbana. La pavimentazione continua, in cubetti di porfido, in armonia per uso di materiale con altre parti del

centro storico, si sovrappone ad un reticolo disegnato da lastre in granito di Montorfano. In secondo luogo, si è pensato al “verde” come ulteriore elemento di connessione e all’acqua come elemento di forte connotazione in relazione alla presenza del Naviglio. Da esso la volontà di richiamare in alcune parti la sua memoria come citazione della presenza dell’acqua e come fattore capace di dare continuità linguistica al percorso di riqualificazione urbana.

3° classificato Sara Kashbur (Milano), Federico Bergonzi, Alessio Barbieri, Giulia Bargna, Michela Mascherpa La proposta è un preciso riferimento, un “omaggio” al Naviglio, intesa come “canale/percorso”, simbolico/reale. Tale percorso, passando e toccando le vie, le piazze e gli edifici salienti della città, dà una lettura del contesto e indicazioni utili per il migliore utilizzo.

La proposta intende individuare un criterio d’intervento attorno al quale sviluppare soluzioni più articolate e circostanziate in fasi successive ed esecutive. La scelta persegue l’idea di un “finto” corso d’acqua integrativo del Naviglio Martesana. Lungo il percorso sono individuate aree specifiche d’intervento: vie, piazze, edifici pubblici e d’interesse storico; inoltre, elementi architettonici per la definizione del progetto: pannelli, sedute, portabiciclette, specchi d’acqua.

35 OSSERVATORIO CONCORSI

2° classificato Gabriele Brambilla (Gorgonzola), Marco Andreoni, Roberto Della Fontana


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Nuova biblioteca per Legnano (Milano) gennaio – maggio 2008

Il comune di Legnano ha indetto un concorso di progettazione per la realizzazione della nuova biblioteca, prevista nel centro cittadino, in prossimità di piazza IV Novembre, nelle aree destinate a standard, cedute al Comune nell’ambito del Piano Integrato d’Intervento “ex Cantoni”. Da quando nel 1985 il Cotonificio Cantoni ha smesso la sua attività, l’area, di circa 108.000 mq, è caduta in completo abbandono, diventando pericolosa per lo stato di degrado strutturale dei vecchi stabilimenti. Si prevede la realizzazione di palazzine residenziali di 3-4 piani, commerciali e terziario, su più livelli (mantenendo in parte le pregevoli facciate dei due edifici prospicienti il Sempione), strutture ad uso pubblico e 60.000 mq di verde. Il bacino di utenza potenziale della nuova Biblioteca deve essere identificato in ragione del numero di abitanti attuali (circa 57.000) e presunti futuri (67.000). Si intende insediare, unitamente al servizio bibliotecario classico, biblioteca per bambini e ragazzi; emeroteca; fonoteca e mediateca; spazi di aggregazione per gruppi;

servizio di ristorazione; uffici. I partecipanti dovevano possedere significativi livelli di esperienza e specializzazione; essere abilitati per il calcolo delle strutture; dell’impiantistica; per la sicurezza dei cantieri. Gli elaborati dovevano essere redatti con un approfondimento di livello preliminare. La realizzazione sarà finanziata dall’ente, tramite fondi propri (importo presunto euro 3.900.000). Era richiesta una sola tavola in formato A0, con eventuale rappresentazione tridimensionale. I premi sono stati di euro 23.000; 7.000 e 4.000. Ai vincitori verrà affidato l’incarico per la progettazione esecutiva dell’intervento. La giuria era composta da E. Zanotta (presidente), A. Colombo, S. Conti, R. Gallo Stampino, M. Salmoiraghi. Oltre ai progettisti premiati, sono state attribuite menzioni speciali a: Mt.architects - Arch. Oliver Mantinger; Roberto Mascazzini con Paolo Corbetta, Emilio Panzeri, Giuseppe Cerrano, Luca D'alessio, Paolo Favole; Offarchitetti, Roberto Bettinelli, IBIS Progetti Srl, SCE Project Srl.

1° classificato Lombardini 22 srl – Alessandro Longo (Milano), Valentina Corradini, Domenico Ghirotto, Lorenzo Monarca, Julie Djohan, Andrea De Cet, Paolo Brazzoli La Biblioteca può sfruttare l’occasione di inserirsi nel complesso sistema di relazioni urbane, completando una parte del PII che prevede la creazione di un

elemento simbolico come nuova “porta della città”, senza la realizzazione di nuove volumetrie. Si pone come libro aperto sulla città, edificio poroso, attraversabile. Grazie alla pianta a corte tipica degli impianti lombardi, si apre sul parco e lo abbraccia. Interagisce con il parco creando un luogo in cui la qualità della vita dipende dalla sinergia tra il verde e la qualità architettonica dell’impianto.


Si è volutamente creato un impianto estremamente flessibile: la struttura portante prevede un’unica campata libera su tutti i piani, in modo da poter permettere varie soluzioni distributive. Il corpo biblioteca è concepito come un semplice parallelepipedo a tre livelli fuori terra (più uno inter-

rato) con due facciate “dense” (verso l’arteria di traffico principale a nord e verso est) e due “permeabili” (per un rapporto di continuità verso il parco a sud e la piazza ad ovest). A questo primo volume si “appoggia” il corpo della caffetteria, ad un solo piano. Riguardo all’aspetto tecnologico, il nuovo organismo edilizio è stato pensato per offrire il massimo in termini di illuminazione, naturale ed artificiale, di clima, in termini di temperatura e gestione dell’umidità relativa e di acustica.

3° classificato Paolo Caputo (Milano) – Caputo Partnerships Srl – Sering Srl, Ariatta Ingegneria Dei Sistemi Srl, Alessandro Finozzi, Simona Cornegliani, Federico Pella Una lama stereometrica verso nord costruisce il fondale della piazza e si rapporta allo spazio della città con austerità propria di un “edificio pubblico”; ospita la circolazione verticale e orizzontale, tutti gli ambiti di servizio e parte delle attrezzature impiantistiche.

Un insieme di volumi a sud si organizza in un’articolazione più libera in relazione al parco; ospita, su piani affacciati gli uni sugli altri, attraverso ampi vuoti, gli spazi destinati alle principali funzioni collettive, quali la hall-reception, gli ambiti comuni, le sale di lettura, la mediateca, la sala polivalente, gli spazi espositivi, la ristorazione e gli uffici. Una quinta trasparente in vetro ed acciaio, tesa tra i tre volumi a sud, racchiude due patii, che contribuiscono al controllo ambientale degli spazi interni.

37 OSSERVATORIO CONCORSI

2° classificato Roberta Fasola (Como), Luca Balestreri, Paolo Roncoroni, Studiogamma s.r.l e Francesca Miano


a cura di Sonia Milone

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Fanta-architettura Dalle città dell’aldilà Torino, MIAAO 4 ottobre – 31 dicembre 2008 Il Museo per le Arti Applicate Oggi di Torino ha il merito di proporre mostre davvero originali che nascono da una attenta ricerca su tematiche poco battute, spesso al confine fra linguaggi differenti della creatività. Lo conferma l’esposizione Dalle città dell’aldilà, dedicata a quattro “creatori di visioni urbane estreme”, come scrive il direttore del museo Enzo Biffi Gentili. Il titolo della mostra è volutamente ambiguo e allude sia al fatto che molti dei soggetti esposti sono luoghi dell’eterno riposo (e dell’eterna inquietudine che la morte e il tema spettrale del doppio da sempre suscitano) sia a un “aldilà” inteso in senso temporale come scenari urbani aldilà del nostro tempo. Ma, alla luce delle opere in mostra, aggiungerei che la parola “aldilà” rimanda, più in generale, alla capacità di immaginare un ambiente che va oltre l’orizzonte culturale immediato e i limiti imposti dalla realtà per proporre la progettazione di mondi e modi di vita differenti. Da tale punto di vista, allora, la disciplina architettonica ha sempre in sé qualcosa di visionario, in quanto ogni progetto manifesta l’arte di immaginare luoghi quando ancora non esistono, e, di contro, la cosiddetta architettura fantastica possiede sempre qualcosa di profondamente realistico, in quanto forma di critica radicale verso lo status quo consolidato. Gli scenari urbani proposti oscillano, tanto per rifarmi a un celebre capitolo di Lewis Mumford ne La

città nella storia, fra “Utopia” e “Necropoli”, cioè fra la città perfetta e la città dei morti. Al polo della “Necropoli” appartengono i lavori di Simon Marsden (Lincoln, 1948) che, riprendendo la tradizione romantica del pittoresco, fotografa nebbie, cimiteri e abbazie, conferendo loro l’aura fantasmatica e misteriosa dell’edificio in decadenza. Il fascino della rovina predomina anche quando essa è rappresentata dalle grandi aree industriali dismesse di oggi, come nelle opere del giovane illustratore digitale Aurélien Police (Compiègne, 1978). Al polo dell’”Utopia” possiamo ascrivere, invece, il parigino Pierre Clayette (1930-2005), pittore di architetture dalla geometria vertiginosa, e il torinese Toni Cordero (1937-2001), esponente di quella tradizione subalpina di architetti eccentrici insieme a Mollino, Soleri, Venturelli, anche se, per entrambi gli autori, sarebbe corretto parlare più che di utopie, che – come scrive Foucault – sono consolatorie, di eterotopie, che sono, all’opposto, sempre inquietanti. Sonia Milone

“Terrazzo” con vista Terrazzo 1988-1996. Ettore Sottsass Milano, Palazzo dell’Arte 25 settembre – 26 ottobre 2008 Il “cubo”, lo spazio ricavato al primo piano del palazzo e un tempo occupato dall’impluvium di Giovanni Muzio, è oggi un ambiente raccolto che spesso ospita piccole, ma significative

esposizioni. È questo il caso di “Terrazzo”, l’ultima intensa avventura editoriale avviata da Ettore Sottass con Barbara Radice, Christoph Radl, Anna Wagner e Santi Caleca. Seguita alle esperienze di “Room 128 West” (tre numeri ciclostilati a Palo Alto nel 1961) e di “Pianeta fresco” (1967-68), la rivista “vive” otto anni generando tredici numeri di cui gli ultimi tre monografici. La sua peculiarità consiste nell’aver compreso che il testo scritto non è sufficiente come forma di comunicazione e deve, quindi, giocare con la grafica, il colore, le immagini ed aprirsi alla contaminazione delle discipline. Articoli dedicati ad architettura, design, fotografia, antropologia, commenti di viaggio convivono tra pagine dedicate interamente all’illustrazione di piante o sezioni di edifici storici (da palazzo Medici Riccardi di Michelozzo a Santa Maria presso San Satiro di Bramante) e si alternano ad inserti pubblicitari dal forte impatto visivo (come il paesaggio alieno creato dagli spremiagrumi di Philip Starck per Alessi). Andrea Branzi sottolinea, infatti, l’ampiezza di interessi dell’architetto e tanto nella composizione quanto nella concezione di “Terrazzo” legge elementi anticipatori degli sviluppi editoriali dei periodici del presente. L’allestimento, opera di Michele De Lucchi con Christoph Radl, ingigantisce alcuni numeri della rivista “impaginandoli” su pannelli verticali che fiancheggiano una teca di vetro nella quale sono esposti gli originali. Copertine e contenuti si specchiano gli uni negli altri in un susseguirsi di argomenti diversi: dagli studi sulla policromia dei templi greci di Joseph Ryckwert alla necessità che il verde si riappropri delle aree urbane proclamato dai Site e dal disegno The Greening of Manhattan di James Wines. La redazione della rivista – discretamente presente grazie agli scatti in bianco e nero dello stesso Sottsass e di Caleca – accompagna dalle pareti i visitatori. Il catalogo della mostra è studiato da Christoph Radl – già collaboratore della rivista – per le edizioni Electa e, forse proprio per il piccolo formato scelto,

riesce a comunicare quanto fosse intensa la concentrazione delle tematiche trattate dall’originale e la fascinazione della grafica utilizzata. Maria Teresa Feraboli

Antico e moderno Bonacolsi, L'Antico Mantova, Palazzo Ducale 13 settembre 2008 – 6 gennaio 2009 Fa piacere da architetti riscontrare in una mostra sulle opere di uno scultore della fine del Quattrocento atteggiamenti per così dire anti-moderni che si potrebbero considerare attuali per chi persegue una certa idea di architettura. Bonacolsi detto propriamente l'”Antico” è uno che partecipa certamente al rinnovamento culturale del primo rinascimento e lo fa in una postazione rilevante come annesso alla corte gonzaghesca e alla scuola mantegnesca; guarda però al passato romano con una idea di identificazione totale, con l'idea della copia, della emulazione e della imitazione più che della reinvenzione e della rigenerazione o della sua annessione citazionista (il che gli ha guadagnato presso certi storici i giudizi di freddo, accademico, noioso, ecc.). Non lo fa da ideologo modernista della ripresa nostalgica, si immedesima nel


Senza considerare che il passato alleva la normalità delle cose, le forme e le tecniche elementari, la riconoscibilità dei significati. La mostra presenta tutti pezzi di una qualità altissima tenendo a specchio l'opera dell'autore con le opere antiche integrando l'appartamento della grande collezionista Isabella d'Este (per gli architetti: primo appartamento da existenz minimum di lusso). Si possono contemplare dei busti realisti alla maniera romana che per uno come me che ha sempre preferito il realismo romano all'idealismo greco sono modelli per il fare e il pensare. Come le due teste di Cesare e di Augusto talmente ben copiate che possono suggerire e rievocare tutte le malizie del passaggio dalla repubblica all'impero. Onore e lode agli ideatori e ai curatori. Giovanni Iacometti

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Lʼarchitettura di Michele Arnaboldi Michele Arnaboldi Architetto Cernobbio (Co), Archivio Cattaneo 25 ottobre – 23 novembre 2008 La città, nel contesto morfologico entro il quale lavora Michele Arnaboldi, è il paesaggio, non quello romantico ed estetico di concezione settecentesca, bensì quello di memoria “corbuseriana”, costituito dalle forme della natura e dalle forme costruite dall’uomo, edifici, strade, infrastrutture. Si comprendono meglio le quattro case (casa Katz 2003, casa Pegurri 2006, casa Thur 2001, e casa Vignascia 2005) esposte nella piccola mostra all’Archivio Cattaneo di Cernobbio, quattro case che l’architetto ticinese, allievo di uno dei maestri di questa corrente, Luigi Snozzi, svolge nella completa espressione del rapporto tipo-morfologico. Le case hanno volumetrie semplici, tetti piani e non hanno né interrati né seminterrati, volumi puri, neppure incisi dai residui delle normative urbanistiche, che spingono il progettista a calcoli volumetrici più che geometrico-formali. Ogni casa possiede degli spazi terrazzati, definiti dal rapporto tra spazio interno ed esterno della casa stessa, spazi questi nel quale si è riparati da una sorta di visiera, ma si è sostanzialmente proiettati nel paesaggio, al di fuori dello spazio domestico. A dire il vero, questo carattere del linguaggio risulta, a volte, secondo la mia interpretazione, un poco forzato, più spostato sulla ricerca formale che verso quella spaziale. Forse queste grandi vetrate continue, soprattutto quella di casa Katz risulta poco selettiva, ma comunque rimane una ricerca di pregio e sicuro valore architettonico che dovrebbe far riflettere soprattutto noi architetti a sud delle Alpi. La mostra è corredata da disegni, planimetrie, sezioni e prospetti, da modelli delle opere e soprattutto da grandi foto che individuano i temi dominanti e la forza di questa architettura, il sopra citato rapporto con il paesaggio di matrice razionalista e la cura per la costruzione, dalla chiarezza di pianta fino all’esecuzione di cantiere. I materiali sono quelli della tradizione del moderno, cemento armato, ferro, vetro, la costruzione non ha ammiccamenti o sbavatu-

re, al suo interno viene riprodotto un contesto più caldo e domestico attraverso il controllo della luce naturale insieme a quella artificiale. Questa questione fa riflettere sul valore del nostro processo proget-

tuale, dalla concezione alla produzione di cantiere che diviene momento di verifica e qualche volta di rinuncia.

Ad Artandgallery va in scena lʼarte

versione di un teatro d'opera della Cooperativa Filocantanti, fondato nel 1932, di cui la ristrutturazione ha cercato di mantenere la conformazione originale, pur adattandola alle nuove esigenze. Così la vecchia zona della platea è stata riqualificata come ampio spazio funzionale per accogliere ogni tipo di esposizione multimediale, ma anche l'androne dell’ex teatro è stato adattato per creare un’ulteriore area utilizzabile. Nella zona dove c’era il palco è stato, invece, ricavato lo spazio per il lounge bar e le proiezioni video, mantenendo le antiche quinte con le carrucole in porcellana. Dalla balconata si può godere una spettacolare vista su tutto lo spazio sottostante, in un ambiente suggestivo in cui il progetto architettonico ha “ascoltato” il richiamo della storia dell’edificio, curando con attenzione il passaggio dalle arti musicali alle arti visuali. Infine, all’esterno, un giardino di piccole palme ospita una zona bar open air per offrire un altro punto di ritrovo in un mix di creatività e socialità.

Nell’epoca del virtuale anche l’arte si stacca dai suoi tradizionali supporti fissi (tele, piedistalli e, in generale, i confini delle mura dei musei) per fluttuare in una deterritorializzazione continua. Se la Nike di Samotracia è greca per definizione, le opere di Andy Warhol sono, profeticamente, già create per poter essere dappertutto. Oggi le immagini viaggiano in tutte le direzioni, su qualsiasi supporto: internet, cartoline, tazzine del caffè, ecc., e anche le gallerie d’arte si moltiplicano, come per tenere testa a questa nuova accelerazione e moltiplicazione dei punti di accesso all’arte. In quanto sedi fisiche, però, gli spazi espositivi aprono, di fatto, zone di contatto, incontro o frizione fra contenuto e contenitore, arte e architettura, creatività e territorio. La nostra indagine sui rapporti fra arte, architettura e città messi in atto dalle gallerie espositive della Lombardia prosegue oggi entrando in uno spazio davvero suggestivo. Siamo nella sede di Artandgallery, associazione culturale che sorge nel cuore del quartiere Isola di Milano occupando una superficie di 600 mq. La galleria è nata nel 2002 dalla ricon-

Francesco Fallavollita

S. M. Artandgallery Milano, via Arese 5 www.artandgallery.it

OSSERVATORIO MOSTRE

fare romano ma senza archeologismi ammiccanti e gusto del repechage. Semplicemente copia, si immedesima. “Come lui fa l'avrebbero fatto i romani”, per parafrasare una frase di Adolf Loos. L'antico fare è un sogno completamente rinnovabile nelle tecniche, nelle forme e nei significati. Le sue opere sono romane. Una mostra che fa pensare per contrasto alla condizione attuale delle arti visive che inseguono il modernismo progressivo più sfrenato e fuggono da ogni contagio con l'antico dopo che l'antico è stato motore di propulsione per secoli e rinunciano via via a ogni dialogo col passato e a ogni idea di continuità, almeno nella visione roboante del progresso formale irrefrenabile patrocinata dalle riviste.


a cura di Walter Fumagalli

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La “tolleranza zero” e il paesaggio Il mito della “tolleranza zero” “Tolleranza zero” è una delle parole d’ordine che, da un po’ di tempo in qua, il mondo politico ed il mondo dell’informazione sembrano amare di più. Forse chi la pronuncia non si rende però conto che, se ripetuta troppo spesso con riferimento ad uno stesso fenomeno (si pensi solo alle morti sul lavoro, alla violenza sulle donne, alla violenza negli stadi), questa parola d’ordine finisce in realtà per rivelare la sostanziale impotenza delle istituzioni, nonché la loro incapacità di far fronte in modo efficace a certi fenomeni e di far rispettare determinate regole. Emblematica a questo proposito è la vicenda delle disposizioni sul condono edilizio. Nel 1985 venne giustificato con il fatto che, contestualmente, con la stessa Legge n. 47 veniva introdotta una normativa che avrebbe sicuramente impedito il perpetuarsi dell’abusivismo edilizio, una normativa ispirata appunto alla “tolleranza zero”. Una normativa tanto drastica e tanto efficace nell’impedire ulteriori abusi, che nel 1994 lo stesso legislatore ritenne necessario approvare un secondo condono edilizio per sanare quelli commessi tra il 1° ottobre 1983 ed il 31 dicembre 1993, e nel 2003 un terzo per sanare quelli compiuti tra il 31 dicembre 1993 ed il 31 marzo 2003. Se questi sono gli effetti della “tolleranza zero”, Dio ce ne scampi e liberi! Un po’ di storia Anche le più recenti regole dettate a tutela del paesaggio, con l’intento di disincentivare la realizzazione di opere prive di autorizzazione paesaggistica o difformi dalla stessa, sembrano ispirate al principio della “tolleranza zero”. Vigente la gloriosa Legge 29 giugno 1939 n. 1497, dopo alcune titubanze la magistratura aveva riconosciuto la possibilità di rilasciare l’autorizzazione paesaggistica in sanatoria per opere in tutto o in parte già eseguite, sempre ovviamente che le stesse fossero rispettose

del vincolo gravante sull’area di intervento. Questo con la precisazione però che, a differenza di quanto previsto per le concessioni edilizie, il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica in sanatoria non avrebbe estinto il reato punito dall’Articolo 1-sexies della Legge 8 agosto 1985 n. 431, commesso per effetto della realizzazione delle opere abusive, e non avrebbe impedito l’applicazione della sanzione pecuniaria prevista dall’Articolo 15 della stessa Legge n. 1497/1939. La situazione era rimasta sostanzialmente immutata con il Decreto Legislativo 29 ottobre 1999 n. 490, di approvazione del testo unico delle disposizioni sui beni culturali e ambientali. Con il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, di approvazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio, si faceva invece un primo passo verso la mitica “tolleranza zero”: per la prima volta, infatti, l’Articolo 146 di tale decreto stabiliva fra l’altro che “l’autorizzazione paesaggistica (…) non può essere rilasciata in sanatoria successivamente alla realizzazione, anche parziale, degli interventi”. Tale drastico divieto risultava peraltro temperato da altre due disposizioni del medesimo Decreto: dall’Articolo 159 che, secondo l’autorevole interpretazione del Consiglio di Stato (Consiglio di Stato, Sezione VI, 2 maggio 2007 n. 1917; 22 giugno 2007 n. 3483; 25 febbraio 2008 n. 653), rinviava nel tempo l’applicazione del citato Articolo 146 e quindi anche l’applicazione del divieto di cui si tratta, e l’Articolo 167 che, ribadendo la tradizionale normativa repressiva delle opere eseguite senza autorizzazione paesaggistica o in difformità dalla stessa, in alternativa alla rimessione in pristino prevedeva il “pagamento di una somma equivalente al maggiore importo tra il danno arrecato e il profitto conseguito mediante la trasgressione”. Ma è con il Decreto Legislativo 24 marzo 2006 n. 157 che il percorso verso la “tolleranza zero” si è compiuto attraverso l’eliminazione dei due temperamenti di cui si è detto: da un lato, infatti, l’Articolo 26 ha sostituito l’Articolo 159 del Decreto Legislativo n. 42/2004

ed ha reso immediatamente applicabile il divieto di rilasciare le autorizzazioni paesaggistiche in sanatoria, dall’altro il successivo Articolo 27 ha sostituito l’Articolo 167 dello stesso Decreto Legislativo n. 42/2004, ed ha stabilito che, salvo per alcuni abusi minori, in caso di violazione delle norme che impongono la preventiva acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica “il trasgressore è sempre tenuto alla rimessione in pristino a proprie spese”. Il più recente Decreto Legislativo 26 marzo 2008 n. 63 non ha sostanzialmente innovato la normativa di cui si tratta, salvo aver sostituito l’Articolo 159 del Decreto Legislativo n. 42/2004, il quale nel nuovo testo dispone che la disciplina dettata dal Capo IV, ivi compresa quindi quella contenuta nel precedente Articolo 146, “si applica anche ai procedimenti di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica che alla data del 31 dicembre 2008 non si siano conclusi con l’emanazione della relativa autorizzazione o approvazione”. Le conseguenze della “tolleranza zero” Ma se queste sono le regole ispirate alla “tolleranza zero”, si può dire che siano regole sensate? Più di un dubbio appare lecito. Intanto si deve sottolineare che il divieto di rilasciare le autorizzazioni paesaggistiche in sanatoria non distingue tra violazioni sostanziali, vale a dire quelle produttive di un concreto ed effettivo danno ambientale, e violazioni meramente formali, consistenti cioè nella mera inosservanza dell’obbligo di munirsi dell’autorizzazione, prima di eseguire opere edilizie che però non provocano alcun pregiudizio al paesaggio. Anzi, tale divieto di fatto opera proprio con riferimento alle opere per le quali sarebbe possibile ottenere l’autorizzazione, cioè alle opere dotate di caratteristiche compatibili con i valori ambientali della zona di intervento: per le altre opere, infatti, la sanatoria andrebbe negata anche in assenza del divieto di cui si tratta, proprio a causa del loro contrasto con i predetti valori. La normativa in esame, quindi, in realtà non è preordinata a salvaguardare il paesaggio (paesaggio che per definizio-


norme che vietano il rilascio delle autorizzazioni in sanatoria anche per le cosiddette “violazioni formali”, siano coerenti con i principî della Costituzione, oppure no. Anche da questo punto di vista, più di un dubbio sembra lecito. • Se è vero che l’Articolo 9 della Costituzione sancisce il principio fondamentale per cui la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, è altrettanto vero che il divieto di sanare le opere realizzate in assenza di autorizzazione ma compatibili con i valori paesaggistici tutelati, generando il conseguente obbligo di procedere alla loro indiscriminata demolizione, non sembra molto coerente con il fine di tutela del paesaggio, tanto più che come si è visto tali opere potrebbero in concreto migliorare il paesaggio stesso, e quindi la loro distruzione e la conseguente riduzione in pristino potrebbero addirittura nuocere ai valori protetti mediante il vincolo paesaggistico. • Se è vero che, ai sensi dell’Articolo 3 della Costituzione, tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, appare decisamente irrazionale rispetto alle finalità perseguite un divieto che finisce per assoggettare ad un medesimo regime sanzionatorio (la demolizione) situazioni fra loro profondamente diverse, e cioè tanto le opere incompatibili con i valori paesaggistici della zona, quanto quelle compatibili con detti valori, e perfino quelle migliorative degli stessi. A ciò si aggiunga che il divieto di autorizzazione in sanatoria, mentre opera per i beni paesaggistici, non opera per il patrimonio storico e artistico, anch’esso tutelato dall’Articolo 9 della Costituzione, il che potrebbe configurare un’ulteriore forma di irrazionale disparità di trattamento, costituzionalmente inammissibile. • Se è vero che l’Articolo 76 della Costituzione impone al Governo di emanare i decreti legislativi nel rispetto dei principî e dei criteri direttivi fissati dalla legge di delega, e se è vero che l’Articolo 10.2, lettera “d”, della Leggedelega 6 luglio 2002 n. 137 stabiliva La “tolleranza zero” e la Costituzione che, nell’aggiornare gli strumenti di conResta comunque da stabilire se le servazione e protezione dei Beni cultu-

rali e ambientali, il Governo non poteva “determinare ulteriori restrizioni alla proprietà privata, né l’abrogazione degli strumenti attuali”, il divieto di rilasciare le autorizzazioni paesaggistiche in sanatoria pare confliggere con questi due limiti. Esso sembra infatti comportare una “restrizione alla proprietà privata” ulteriore (e per di più scarsamente razionale) rispetto a quelle previste dalla normativa previgente, ed inoltre determina l’abrogazione dell’istituto dell’autorizzazione paesaggistica in sanatoria, pacificamente ammesso da tale normativa. W. F.

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ne non può essere pregiudicato da opere con esso compatibili), ma è finalizzata a sanzionare la violazione formale compiuta dai cittadini che, senza acquisire il preventivo benestare, abbiano realizzato opere che sarebbero state legittimamente assentite se l’autorizzazione paesaggistica fosse stata chiesta prima della loro esecuzione. E le conseguenze della sua applicazione sono davvero curiose: le opere costruite senza autorizzazione, non potendo essere sanate ancorché compatibili con il paesaggio, devono essere necessariamente demolite, ma una volta demolite possono essere autorizzate e ricostruite tali e quali stante la loro conformità ai pregi paesistici della zona circostante. Ma non solo: determinati interventi, ancorché non autorizzati preventivamente, possono comportare un sostanziale miglioramento del paesaggio (si pensi solo alle opere preordinate a “mitigare” certe brutture realizzate prima della data di imposizione del vincolo paesaggistico, o addirittura eseguite dopo tale data con il compiacente assenso della competente autorità). La “tolleranza zero” imporrà di procedere inderogabilmente alla “rimessione in pristino” (e quindi a ripristinare una situazione pregiudizievole per il paesaggio), sperando che dopo questa esperienza il cittadino non sia definitivamente esasperato, ma sia ancora disposto a spendere tempo e denaro per munirsi dell’autorizzazione paesaggistica e realizzare nuovamente ciò che è stato appena obbligato a demolire. Davvero un bel fiore all’occhiello della “tolleranza zero”! Forse meno tolleranti si dovrebbe essere con quelle amministrazioni locali che autorizzano interventi manifestamente incompatibili con i provvedimenti di vincolo, e con quelle autorità che su dette autorizzazioni non esercitano un’adeguata sorveglianza (autorità che, per poter adeguatamente esercitare il proprio delicatissimo compito, avrebbero probabilmente bisogno di maggiori risorse).


a cura di Verena Corrà. Emanuele Gozzi, Umberto Maj, Ilaria Nava, Claudio Sangiorgi

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Scenari urbani e costruttivi nel nuovo quadro esigenziale energetico Quale forma possiamo immaginare per lo sviluppo sostenibile della città e del suo tessuto? Quali le implicazioni tecnico-normative che il nuovo quadro esigenziale, facente capo alla finalità del risparmio energetico, propone e richiede per poter stabilire un corretto e proficuo rapporto con l’ambiente, rifondando la relazione fra noi, il costruito e il nostro contesto accantonando il concetto di aestethics without ethics? Ciò che ci si pone di fronte è la richiesta di un approccio che conduca a una visione innovativa dal punto di vista etico e scientifico, e che caratterizzi una significativa evoluzione sul duplice livello culturale ed economico. Il settore edilizio, responsabile del 40% dell’emissione di inquinanti in atmosfera, è il primo attore a dover intraprendere un cambio di rotta, e a dover essere reinterpretato in chiave sostenibile: sostenibilità intesa come tentativo di evitare l’esaurimento delle riserve di materiali combustibili fossili, di promuovere il risparmio energetico, di ridurre i fattori inquinanti al fine di creare un nuovo equilibrio fra sviluppo e ambiente. Lo studio di un approccio sostenibile al processo costruttivo, teso a favorire il contenimento dei consumi energetici e la salubrità del prodotto edilizio e urbano alle diverse scale, ha condotto alla ridefinizione del sistema esigenziale di riferimento, che obbliga l’edificio a dover rispondere a nuovi e sempre più performanti requisiti prestazionali. Lo sviluppo della normativa comunitaria, nazionale e regionale ha come obiettivo generale l’orientamento delle trasformazioni territoriali, economiche, produttive verso modelli edilizi impostati sulla sostenibilità degli ecosistemi ambientali e parallelamente su un elevato standard qualitativo del sistema edilizio. Come è noto, a determinare una forte spinta in questa direzione è stato il D.Lgs 192/05, recante attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendi-

mento energetico in edilizia, e le cui disposizioni correttive e integrative sono contenute nel D.Lgs 311/06. A tali importanti normative segue il D.Lgs 115/08, attuativo della Direttiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della Direttiva 93/76/CEE. In particolare, poi, in Lombardia il D.G.R. 8/5018 ha determinato parametri inerenti la certificazione energetica degli edifici, in attuazione al D.Lgs 192/05. Il risvolto più significativo di tali normative è la loro attuabilità a livello locale, attraverso strumenti di pianificazione (PGT, VAS) e di gestione (Regolamento Edilizio) che permettano un agire concreto sul territorio, grazie alla capacità di recepire e di regolamentare, da parte dei comuni, gli indirizzi e le norme nazionali e comunitarie. In particolare il Regolamento Edilizio si rivela in questo settore un fondamentale strumento di governance per le pubbliche amministrazioni, in quanto insieme di norme tecniche di tipo esigenziale, prestazionale, procedurale e sanitario connesse all’attività edile, contenenti fra le altre disposizioni inerenti requisiti tecnici delle opere edilizie. Tali requisiti si suddividono in cogenti, obbligatori e tesi a soddisfare la legislazione vigente, e volontari, tesi a garantire una più elevata qualità delle opere edilizie (ora con particolare riguardo al concetto di sostenibilità energetica). A determinare la funzione principe del R.E. in ambito prestazionale energetico sono normative quali la L.R. 26/03 (Art. 27), la L.R. 39/04 (Art. 4), la L.R. 12/05 (Art. 44). Tale strumento, a partire dal precursore Regolamento Edilizio Tipo della Regione Emilia Romagna, (predisposto con il D.G.R. 593/1995), si è dimostrato fondamentale per l’indirizzo della qualità delle costruzioni e, anche grazie all’aggiornamento dei suoi requisiti volontari aggiornati con D.G.R. 16/2001 per meglio rispondere alle esigenze di sostenibilità, per l’indirizzo della loro efficienza energetica, attraversando esperienze come quella della Regione Toscana, che con il D.G.R.

322/2005 ha approvato “Le linee guida per la valutazione della qualità energetico ambientale degli edifici in Toscana” e approdando, anche attraverso strumenti quali Agenda 21, Protocollo Itaca, Recens 21, fra altri a progetti quali i R.E. dei comuni di Carugate, Morazzone, Rozzano, che hanno adottato misure cogenti o volontarie volte allo sviluppo sostenibile ambientale, economico, sociale. I requisiti di sostenibilità indicano gli obiettivi e gli interventi operativi da portare a compimento nei progetti di edilizia ecosostenibile: per tale motivo devono concretizzarsi con misure e azioni facilmente individuabili. Ma la diffusione di costruzioni di questo genere, dipendente dal mercato dell’offerta ma soprattutto da quello della domanda, può avere luogo solo attraverso la creazione di una cultura sociale nuova, la quale a sua volta dipende dalla diffusione di tali prodotti e comportamenti virtuosi. Per tale motivo un sistema incentivante che premi gli operatori che affrontino soluzioni extra-ordinarie è uno dei fattori alla base dell’innesco di un processo culturale che modifichi la prassi edilizia corrente. Tale sistema di incentivi, per chi costruisca edifici a basse emissioni, coincide in molti comuni con sconti sull’ICI, con bonus volumetrici, con corsie preferenziali nelle procedure burocratiche per le concessioni edilizie, con finanziamenti attraverso bandi di concorso, con priorità nella concessione di aree, e soprattutto con sconti sugli oneri di urbanizzazione. Per poter controllare e valutare il livello di performance dei sistemi energetici e delle nuove tecnologie nei casi di nuova costruzione così come di intervento sugli edifici esistenti, si sono sviluppati strumenti multicriteria che considerano diversi fattori suddivisi in classi e categorie, ai quali viene attribuito un giudizio in scala numerica proporzionato al grado di soddisfacimento dello stesso. Il giudizio contribuirà mediante sommatoria semplice o pesata a creare una sorta di “pagella ambientale” che possa esprimere il grado di sostenibilità dell’intervento. Tra i metodi di valutazione più cono-


bliche amministrazioni alla definizione di interventi (quali ad esempio i contratti di quartiere) che prevedano la rispondenza a requisiti finalizzati al risparmio energetico. Solo questa ampia visuale coordinata potrà infatti farsi garante della qualità progettuale e della reale sostenibilità degli insediamenti. Ilaria Nava Siti intenet www.minambiente.it www.regione.lombardia.it www.itc.cnr.it www.enea.it Bibliografia D. Gauzin-Muller, Architettura sostenibile, Ed. Ambiente, 2003 R. Teneggi, Bioarchitettura. Tra norma e progetto, Edicom, 2003 A. Rogora Architettura e bioclimatica. La rappresentanza dell'energia nel progetto, Sistemi Editoriali, 2003 P. Rava, Tecniche costruttive per l'efficienza energetica e la sostenibilità, Maggioli, 2007 A.S. Travisi, D. La Forgia, F. Ruggiero, Efficienza energetica in edilizia, Maggioli, 2007 Richartz, Clemens, Detail Practice: EnergyEfficiency Upgrades, Principals Details Examples, Ed. Detail, 2007 AA.VV., Normativa sul fotovoltaico e sulle fonti energetiche rinnovabili, DEI, 2007 E. Nuzzo, E. Elisa Tomasinsig, Recupero ecoefficiente del costruito, Edicom, 2008 D. Nicoletti, Requisiti energetici per la certificazione degli edifici, Sistemi Editoriali, 2008 A. Foglio, Il marketing ecologico. Crescere nel mercato tutelando l'ambiente, Franco Angeli, 2008 V. Dessì, Progettare il comfort urbano. Soluzioni per un'integrazione tra società e territorio, Sistemi Editoriali, 2008 V. Corrado , S. Paduos, La nuova legislazione sull'efficienza energetica degli edifici. Requisiti e metodi di calcolo, Celid, 2008

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sciuti e applicati a livello internazionale per la valutazione dell’ecocompatibilità in edilizia si ricordano il BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method), il LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), il GBTool (Green Building Tool); in Italia i metodi di riferimento per la valutazione della compatibilità ambientale dei progetti edilizi sono, fra altri, il Protocollo ITACA, istituito presso ITACA (Istituto per la trasparenza, l’aggiornamento e la certificazione degli appalti), e l’SB100Sustainable building in 100 azioni, sistema definito da ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica). Ma quali azioni alla base di una progettazione ecosostenibile? Al di là della necessarietà di una progettazione integrata fra architetti e impiantisti, per evitare la dicotomia del sistema edificio-impianto, e di una progettazione interdisciplinare su tutte le competenze che intervengono nei processi di trasformazione e negli interventi improntati al risparmio energetico, l’approccio metodologico che porta alla realizzazione di edifici ad alta qualità energetica e ambientale si basa su pochi fattori di base: la minimizzazione della domanda di energia (per esempio correttezza nella scelta dei materiali a bassa energia grigia inglobata), la minimizzazione del consumo di energia primaria (attenta progettazione e impiego di tecnologie bioclimatiche che tengano correttamente conto di soleggiamento, ventilazione, isolamento, inerzia termica delle murature, rapporto con l’acqua, valutazione preliminare delle caratteristiche del sito, corretta collocazione dell’edificio, sistemi solari e di raffrescamento passivi), la massimizzazione dell’uso delle risorse rinnovabili (impianto solare termico, fotovoltaico, eolico, geotermico, a biomasse). Portare alla corretta definizione degli interventi a scala edilizia senza però garantire un coordinamento superiore porterebbe, in molti casi, alla vanificazione degli stessi. Per tale motivo si rivela necessario un continuo richiamarsi alla sostenibilità fra scala architettonica e scala urbana, che porti le pub-


a cura di Camillo Onorato

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Rassegna legislativa G.U. n. 246 del 24.10.2008 Serie generale Decreto Legge 20 ottobre 2008, n. 158 Misure urgenti per contenere il disagio abitativo di particolari categorie sociali Il decreto risponde alla "necessità ed urgenza" di contenere il disagio abitativo relativamente a categorie sociali di conduttori assoggettati a procedure esecutive di rilascio nei comuni capoluogo delle aree metropolitane e dei comuni ad alta tensione abitativa con essi confinanti. Il Piano nazionale di edilizia abitativa all'Art. 11 del Decreto Legge del 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni dalla Legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevedeva che per particolari categorie sociali, individuate dalla Legge dell'8 febbraio 2008 n. 9, l'esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione di immobili adibiti ad uso abitativo, fosse sospesa fino al 15 ottobre 2008. Il Decreto differisce al 30 giugno 2009 tale termine, limitatamente ai comuni di cui all'Art. 1 del Decreto Legge del 27 maggio 2005 n. 86, convertito dalla Legge del 26 luglio 2005 n. 148. Permangono pertanto tutte le disposizioni previste dalla Legge dell'8 febbraio n. 9, fra cui i benefici fiscali di cui all'Art. 2 della legge medesima. Alle minori entrate previste per il 2009 e 2010, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa al Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui al Decreto Legge del 29 novembre 2004 n. 282, convertito, con modificazioni, dalla Legge del 27 dicembre 2004 n. 307. G.U. n. 247 del 21.10.2008 Serie generale Decreto 27 giugno 2008 Delega ai soprintendenti di settore, della funzione di autorizzazione degli interventi d i demol izione e rimoz ione definiti va ricompresi nell'Articolo 21, comma 1, lettere a) e b) del Codice, da eseguirsi su beni architettonici, storici ed etnoantropologici Il decreto del Presidente della Repubblica del 26 novembre 2007 n. 233 concernente il "Regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali", a norma dell'Art. 1, comma

404, della Legge 27 dicembre 2006, n. 296, individuava le funzioni ed i compiti del Direttore generale per i beni architettonici, storico-artistici ed etnoantropologici prevedendo che quest'ultimo autorizzi gli interventi di demolizione e rimozione definitiva da eseguirsi su beni architettonici, storici-artistici ed etnoantropologici ai sensi dell'Art. 21, comma 1, lettere a) e b) del Codice n. 42/2004. La Legge n. 241/1990 inoltre ha fissato i criteri in tema di azione amministrativa, in quanto consente di completare l'attività tecnica dei dirigenti periferici e tiene conto dei principî di sussidiarietà e della omogeneità, collegati ai principî della responsabilità e dell'unicità dell'azione amministrativa. La Legge inoltre fissava i criteri circa la delega dell'attività amministrativa (procedimentale e provvedimentale) volta all'autorizzazione degli interventi di demolizione e rimozione definitiva ricompresi nell'Art. 21, comma 1, lettere a) e b) del Codice, da eseguirsi su beni architettonici, storici-artistici ed etnoantropologici, ai soprintendenti di settore per i beni architettonici e paesaggistici, e per i beni storici-artistici ed etnoantropologici. L'Art.1 del Decreto del 27 giugno, in relazione alle leggi e normative vigenti, delega ai Soprintendenti per i beni architettonici e paesaggistici ed ai Soprintendenti per i beni storici, artistici ed etnoantropologici la funzione di autorizzare ai sensi dell'Art. 21, comma 1, lettere a) e b) del Codice gli interventi di demolizione e rimozione definitiva da eseguirsi su beni architettonici, storici-artistici ed etnoantropologici. B.U.R.L. del 19.5.2008 1° Suppl. straordinario al n. 24 D.g.r. 19.5.2008, n. 8/7309 Comune di Milano. Dichiarazione di notevole interesse pubblico delle aree di Porta Ticinese, Parco delle Basiliche, piazza Vetra ed ex Conca del Naviglio (D.Lgs 42/2004, Art. 136 lett. c) e d)) La Giunta regionale ha dichiarato di interesse pubblico, quale bene paesaggistico, ai sensi del D.Lgs 22 gennaio 2004 n. 42 l'area di Porta Ticinese, Parco delle Basiliche, piazza Vetra ed ex Conca del Naviglio in Comune di Milano, assogettandola alle relative norme di tutela. Tale ambito rappresenta un paesaggio urbano di notevole valore storico, architettonico ed ambientale articolato e forte-

mente stratificato. Il paesaggio, nel suo complesso, testimonia il sovrapporsi delle diverse fasi di costruzione della città con presenze di elementi monumentali ed archeologici che si alternano a interventi di più recente trasformazione. Il sistema verde, caratterizzato dal Parco delle Basiliche e dal giardino della ex Conca del Naviglio, equilibra le pregevoli testimonianze architettoniche attribuendo carattere di monumentalità alla zona. Le indicazioni relative alla tutela paesaggistica, corredate da puntuali criteri di gestione, contribuiscono all'orientamento dell'attività edilizia e ai progetti di sistemazione degli spazi aperti in relazione alle nuove trasformazioni in un'armoniosa valorizzazione dell'area. La deliberazione fissa l'esatta perimetrazione dell'area di Porta Ticinese, piazza Vetra, Parco delle Basiliche ed ex Conca del Naviglio. Il perimetro abbraccia l'intera zona compresa fra via De Amicis e via Cesare Correnti, attraverso il Carrobbio e Porta Ticinese fino ad incontrare piazza Vetra per poi proseguire in via Molino delle Armi e via S. Croce. Gli interventi da attuarsi in tale ambito, assoggettato a dichiarazione di notevole interesse pubblico, dovranno rispondere a criteri specifici che riguardano le aree verdi, gli spazi pubblici e di pubblica circolazione, gli edifici e cortine edilizie, le coperture e gli interventi sui piani terra. In particolare, gli interventi sulle aree verdi dovranno rispettare la salvaguardia delle essenze arboree presenti, la cura della scelta di arredi e materiali, la salvaguardia delle visuali relativamente agli inserimenti di cartelloni pubblicitari, il rigido controllo sull'inserimento di strutture di servizio. Tutti gli interventi su edifici esistenti, compresi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, dovranno rispettare le caratteristiche stilistiche ed i materiali originari degli edifici, rispettando colori e materiale di finitura. Eventuali modifiche di facciata dovranno essere studiate in un contesto organico di sistemazione dell'intera facciata, tenendo in considerazione gli aspetti compositivi della stessa come la partizione, i caratteri stilistici, materici e cromatici. Gli interventi di modifica potranno prevedere la rimozione di elementi superfetativi invasivi ed il recupero dell'aspetto originario degli edifici. Gli interventi di recupero dei sottotetti


C. O. Siti internet di consultazione www.gazzettaufficiale.it www.ordinearchitetti.mi.it www.infrastrutture.gov.it www.regionelombardia.it www.edilportale.it

dovranno rispettare il contesto del valore del paesaggio urbano, pertanto evitando soluzioni compositive e stilistiche estranee agli stili presenti. Le disposizioni riguardano inoltre l'apertura di finestre, lucernari ed abbaini che dovranno seguire specifiche indicazioni e prescrizioni relativamente alla loro realizzazione in particolare su allineamenti, distanze, tipologie e vedute. Gli interventi di trasformazione dei piani terra dovranno essere realizzati sulla base di un progetto generale relativo all'intero edificio, in stretto rapporto con gli aspetti stilistici degli edifici contigui. B.U.R.L. del 19.5.2008 1° Suppl. straordinario al n. 24 D.g.r. 19 maggio 2008, n. 8/7310 Comune di Milano. Dichiarazione di notevo le i n te r es s e p u bb li co d el le pi az ze Bernini, Aspromonte, Guardi, Carlo Erba, e Aspari (D.Lgs 42/2004, Art. 136 lett. c) e d)) La Giunta regionale ha dichiarato di interesse pubblico, quale bene paesaggistico, ai sensi del D.Lgs 22 gennaio 2004 n. 42 le piazze Bernini, Aspromonte, Guardi, Carlo Erba e Aspari nel Comune di Milano, assogettandole alle relative norme di tutela. L'individuazione cartografica perimetra le citate piazze compreso il sedime delle

stesse ed i prospetti degli edifici ad esse prospicienti. Le motivazione della tutela rispondono al riconoscimento di molteplici aspetti di notevole valore comuni alle piazze. Il contesto ambientale, valorizzato dalla presenza di vegetazione arborea, in una fusione di architetture di pregio risalenti ai primi del '900, offre coni ottici di ragguardevole bellezza paesistica. I criteri generali che perseguono la realizzazione della tutela paesistica sono la conservazione e valorizzazione degli impianti originali delle singole piazze e delle caratteristiche tipologiche e percettive. Gli interventi pertanto dovranno rispettare la tutela e conservazione dell'area, con puntuali operazioni di cura e manutenzione delle specie arboree storiche; dovrĂ essere posta attenzione nella scelta degli elementi d'arredo, sarĂ esercitato un rigido controllo sull'apposizione/installazione di cartellonistica pubblicitaria. Relativamente agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sarĂ necessario rispettare gli aspetti tipologici e stilistici degli edifici, gli aspetti cromatici, la riproposizione dei materiali originali. In particolare, relativamente al recupero dei sottotetti, gli interventi dovranno rispettare gli aspetti architettonici dell'edificio e del contesto urbano.

45 PROFESSIONE STRUMENTI

Relativamente all'apertura di finestre, lucernari ed abbaini, esse saranno consentite in accordo alle indicazioni e prescrizioni riguardanti allineamenti, distanze, tipologie e vedute.


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Ordine di Bergamo

tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it

Ordine di Brescia

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Ordine di Como

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Ordine di Lecco

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Ordine di Lodi

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Ordine di Mantova

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Ordine di Milano

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Ordine di Monza e della Brianza fax: 039 3309869 www.ordinearchitetti.mb.it Segreteria: segreteria@ordinearchitetti.mb.it

Ordine di Pavia

tel. 0382 27287 www.ordinearchitettipavia.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it

Ordine di Sondrio

tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it

Ordine di Varese tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it

Como

Novembre-dicembre 2007: testimonianza di unʼattività attenta da parte dellʼOrdine A seguito dell’emanazione del D.Lgs 311/2006 e dell’entrata in vigore del successivo D.G.R. n. 8/5018 del 26 giugno 2007 della Regione Lombardia in materia di efficienza energetica, il Consiglio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Como (con il patrocinio del Comune di Como, di Agenda 21-Como, del punto Energia e con il contributo di Filca Cooperative) ha promosso, tra novembre e dicembre 2007, un ciclo di seminari di approfondimento e aggiornamento sul tema della sostenibilità e dell’energia in architettura, dal titolo: “Architettura e sostenibilità. I progettisti si confrontano con la normativa nazionale e regionale vigente in materia di efficienza energetica”. È forse inutile evidenziare l’attualità di tali argomenti, come pure la necessità di aprire un confronto — per momenti di discussione costruttiva che si fanno sempre più necessari all’interno della nostra attività professionale — per trovare punti di incontro dove l’architettura sappia adattarsi all’innovazione tecnologica pur rimanendo un atto di intelletto e cultura. Pare necessario muoversi attraverso una ricerca sulla qualità del linguaggio della composizione, in sinergia con la tecnologia: una “buona architettura” è di per sé un’architettura sostenibile e tutto quello che concerne la sua sostanza accresce il suo cambiamento culturale. La pianificazione di un progetto risulta, in tale impostazione del pensiero, condotta in funzione di un risultato finale. Il Convegno, nel dettaglio, è stato suddiviso in tre giornate, all’interno di ciascuna delle quali si è inteso affrontare — insieme a docenti universitari, ricercatori ed esperti in materia legislativa — gli scenari e i cambiamenti che i recenti dispositivi di legge hanno introdotto, per affrontare sia i temi della progettazione sostenibile, con richiami tecnici e pratici, che quelli normativi e fiscali, accompagnati da una serata in cui si sono incontrati i giovani professionisti vincitori delle due edizioni del Premio "Architettura Sostenibile" Fassa Bortolo, promosso in collaborazione con la Facoltà di Architettura di Ferrara. Nello specifico i lavori sono stati condotti entro tre principali ambiti

tematici (il risparmio energetico nel progetto di architettura, esempi virtuosi, normativa ed economia), (1) con il seguente programma: • sabato 24 novembre 2007 - P. Brack, Il ruolo dell'architettura nel risparmio energetico - B. Vitali, Come progettare con criteri sostenibili - G. Guarisco, La conservazione del patrimonio architettonico esistente e il contenimento energetico - G. Chiesa, Il ruolo del progetto per la sostenibilità energetica - G. Fontana, La pianificazione energetica che non c'è - Impianti particolari per edifici virtuosi • martedì 27 novembre 2007 - E. Milesi, Progetto e sostenibilità - Diverserighestudio, Architettura sostenibile è anche maggiore efficienza • sabato 1 dicembre 2007 - P. Rava, L'architettura dell'energia - G. Bartesaghi, Edilizia eco-sostenibile, aspetti normativi e applicativi - F. Baragiola, La normativa regionale, la figura del certificatore e il ruolo dei comuni - A. Martelli, Gli incentivi per le spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio - F. Biffi, Biocasa Filca - Innovazione e sostenibilità. Il Convegno si è poi ulteriormente concretizzato nei mesi di febbraio/marzo/aprile 2008 con il primo corso (della durate di 72 ore didattiche oltre a quelle di verifica) per l’abilitazione alla certificazione energetica organizzato dal nostro Ordine ed erogato dal Politecnico di Milano, Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito (BEST), in collaborazione col Cened, a dimostrazione dell’emancipazione della nostra città nei confronti della politica di convergenza che, a scala regionale, ha coinvolto molti altri Ordini. Tra le iniziative in programma è da porre in evidenza l’impegno da parte dell’Ordine di attivare uno spazio di discussione, attraverso la sezione “Forum” del proprio sito, di recente rinnovato, in cui approfondire tematiche e condividere esperienze; un luogo d'incontro per i professionisti che fornisca aggiornamento e confronto attorno ai temi più significativi che risultano strettamente interconnessi all’attività svolta sul territorio della provincia di Como. Da tali iniziative emerge una nuova consapevolezza del progetto di architettura. L’efficienza energetica

deve diventare una nuova opportunità per il progetto architettonico, attraverso cui trovare il giusto equilibrio tra innovazione tecnologica e poetica del costruire, esaudendo le richieste base di protezione e stabilità. Partendo dal presupposto che i grandi edifici della storia hanno spesso assunto la vocazione della sperimentazione, da sempre l’architettura vive di scelte coraggiose: gli edifici “sostenibili” possono essere delle nuove occasioni di sperimentazione ed al punto in cui siamo è abbastanza naturale affermare che non è più possibile, per il benessere del nostro pianeta, ignorare la questione energetica. Ed in nostro aiuto interviene la normativa, non più vissuta come assillante o sterile, ma come momento di profonda riflessione, generatrice di nuovi stimoli progettuali per tutti quei professionisti convinti della responsabilità del proprio operato, nella valorizzazione dei luoghi e del progetto che vi è insito, per il bene fisico delle persone che li vivono. Per meglio chiarire l’attenzione ed il sensibile interesse da parte dell’Ordine degli architetti di Como, si è deciso di contattare l’architetto Stefania Borsani, nostro rappresentante a livello regionale, la quale afferma la rilevanza del convegno organizzato dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti P.P.C, dal titolo “Architetti ed energia – verso una progettazione consapevole”, che si è tenuto nella giornata dell’8 novembre a Monza. Il convegno costituisce l'occasione per fare il punto sui nodi e gli scenari ad oltre un anno di distanza dall’entrata in vigore in Lombardia dei provvedimenti in materia di efficienza energetica, nonché per avviare un costruttivo confronto tra gli Ordini sui vari aspetti legati attorno a questo tema. L’organizzazione della rassegna di progetti realizzati da architetti operanti sul territorio lombardo è finalizzata a diffondere la cultura della sostenibilità. I progetti che comporranno la “sessione poster”, rappresentano una selezione di best practice e nuove visioni attraverso l’utilizzo di soluzioni e sistemi per il risparmio energetico e l’uso di tecnologie di produzione energetica da fonti rinnovabili, con una forte integrazione nella composizione architettonica degli elementi tecnologici, pur conservando i caratteri tipologici legati al territorio, per un nuovo approccio etico al


Roberta Fasola e Stefania Borsani Note 1. Il programma del ciclo di seminari e le schede sintetiche dei vari interventi sono disponibili sul sito dell’Ordine www.ordinearchitetticomo.it, nella sezione “Professione Seminari”. Cesare Cattaneo e i Littoriali della Cultura e dell'Arte 1934 e 1935 La mostra Cesare Cattaneo e i Littoriali della Cultura e dell’Arte 1934 e 1935 organizzata dall'Associazione Archivio Cattaneo, in partenariato con l'Università La Sapienza di Roma e con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Lissone, viene presentata in un luogo significativo dell’architettura razionalista, la Casa del Fascio di Lissone, realizzata tra il 1937 e il 1940 su progetto di Giuseppe Terragni e Antonio Carminati. L’iniziativa riunisce virtualmente Terragni e Cattaneo — esponenti insigni del razionalismo italiano, entrambi attivi a Como, in stretto rapporto tra loro — in un edificio che rappresenta uno degli episodi conclusivi della ricerca architettonica di Terragni. La rassegna è dedicata alla partecipazione di Cesare Cattaneo ai Littoriali dell’Arte e della Cultura, competizioni giovanili organizzate dai Gruppi Universitari Fascisti (Guf) e articolate negli ambiti sportivo, culturale e artigianale, che videro la realizzazione di sette edizioni in altrettante città d’Italia: a Firenze nel 1934, a Roma nel 1935, a Venezia nel 1936, a Napoli nel 1937, a Palermo nel 1938, a Trieste nel 1939, a Bologna nel 1940. Tre le sezioni della mostra. Nella prima vengono presentate – attraverso la riproduzione di documenti originali quali manifesti, pubblicazioni su giornali e quotidiani d'epoca, francobolli dei Littoriali e altro materiale, in buona parte reperiti presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma e la Biblioteca universitaria di Bologna – le singole edizioni dei Littoriali nelle varie sedi di Firenze, Roma, Venezia, Napoli, Palermo, Trieste e Bologna, consentendo così al visitatore di entrare nel contesto particolare di queste “compe-

Lecco

tizioni” studentesche. L'architetto razionalista comasco Cesare Cattaneo (1912-1943) partecipa, ormai a conclusione della sua carriera universitaria (si laurea proprio in quell’anno), ai Littoriali del 1935 con un progetto di grande impatto e di particolare valore innovativo, se confrontato con gli altri progetti a concorso. Presenta, infatti, un progetto di Casa dell'Assistenza Fascista per una città di 100.000 abitanti che denota le capacità architettoniche che il giovane studente del Regio Politecnico di Milano non avrà occasione di esprimere pienamente durante la brevissima carriera professionale conclusa prematuramente nel 1943. Cattaneo aveva preparato un progetto — non presentato — anche per l'edizione del 1934 dei Littoriali. Nell’Archivio Cattaneo sono conservate le tavole di quel lavoro che aveva come tema una Casa dello Studente. La seconda sezione della mostra illustra entrambi i progetti di Cattaneo, con le tavole originali dei due progetti e i quattro plastici di corredo, che vengono inquadrati nell’insieme dei Littoriali con immagini tratte da riviste di architettura dell'epoca che documentano alcuni dei progetti presentati dagli altri studenti di architettura partecipanti alle due edizioni di Firenze e Roma. Il confronto con le altre architetture consente al visitatore della mostra di comprendere meglio la potenza innovativa del linguaggio architettonico utilizzato da Cattaneo ancora studente e che verrà poi sviluppato ed articolato negli anni successivi. Sei maquettes completeranno l'esposizione di disegni e altro materiale grafico. Tra queste, spicca il grande plastico del progetto di Cattaneo, Lingeri e Terragni per il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi all'E42 la grande Expo prevista a Roma per il 1942. L'ultima sezione della mostra, infine, si occupa nello specifico dei Littoriali di Architettura, entrando in modo dettagliato nel contesto specifico dei Littoriali: sono presentati i progetti più significativi che hanno concorso alle singole manifestazioni. I pannelli consentiranno, infatti, di illustrare con immagini delle princi-

pali riviste di architettura dell'epoca – “Architettura”, “Casabella”, “L'Architettura Italiana” - l'ampia partecipazione ai Littoriali per inquadrarne ed analizzarne i risultati e il dibattito architettonico che in quelle occasioni si sviluppò, oltrepassando il puro grado di discussione nell'ambiente scolastico e invadendo il contesto artistico ed architettonico nazionale. La mostra, curata da Alessandra Muntoni, docente di Storia dell’Architettura all’Università La Sapienza di Roma, con la collaborazione di Damiano Cattaneo, presidente dell’Associazione Archivio Cattaneo, e Maddalena Cavadini si avvale del sostegno della Provincia di Como (Assessorato alla Cultura), e della collaborazione del Comune di Como (Assessorato alla Cultura), dell'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Como, dell'Associazione Margherita Ripamonti e della Comunità Montana Lariointelvese. Accompagna la rassegna un catalogo che raccoglie contributi di vari autori, pubblicato nell’ambito dei Quaderni di Architettura dell'Archivio Cattaneo. Cesare Cattaneo e i Littoriali della Cultura e dell'Arte 1934 e 1935 Palazzo Terragni (già Casa del Fascio), Lissone (Milano) 17 gennaio - 22 febbraio 2009 orari: da martedì a venerdì 15.00-18.00, sabato e domenica 10.00-12.00 / 15.00-18.00 lunedì chiuso - ingresso libero • sabato 17 gennaio, ore 17.00: conferenza di Alessandra Muntoni sul tema dell’esposizione, presso l’auditorium di Palazzo Terragni; ore 18.00: inaugurazione della mostra • catalogo: AA.VV. (a cura di A. Muntoni), Cesare Cattaneo e i Littoriali della Cultura e dell'Arte 1934 e 1935, Quaderni di Architettura dell'Archivio Cattaneo, 2009 • informazioni: Associazione Archivio Cattaneo, tel. 031342396 archiviocattaneo@libero.it Uessearte, tel. 031269393 info@uessearte.it

Carlo Wilhelm Nel silenzio della sua camera, dove trascorreva gli ultimi periodi della sua lunga vita si è spento l’architetto Carlo Wilhelm. Era nato a Milano il 27 febbraio 1917 e si era laureato al Politecnico di Milano nel 1946. Nella sua stagione professionale, le progettazioni nel periodo tra gli anni ‘50 e ‘70 nella città di Lecco e nel più ampio territorio della Provincia restituiscono l’intensa passione ideale che ha accompagnato l’architetto nell’arco delle sue sperimentazioni architettoniche. L’interesse per la tecnologia, per la materia, per le strutture edilizie e l’abile capacità di definirne e plasmarne le forme, risultano facilmente percepibili come costanti del suo lavoro nel corso degli anni. Ricorderanno molti l’arco parabolico in cemento armato della copertura della chiesa di San Giuseppe al Caleotto del 1946, dove il solaio curvilineo sembra aleggiare nell’aria, e trova congiunzione in un secondo arco a definire gli spazi del presbiterio. L’attenzione invece per il fatto costruttivo trova sicuramente un elemento di riferimento tra i tanti, nella palazzina per abitazioni e negozi di piazza Manzoni del 1957 dove l’ossatura portante è in struttura metallica di acciaio, realizzata dalla Società Badoni e montata e saldata in loco su di una tipologia a torre, a “case alte” che vedrà Wilhelm convinto assertore nell’ambito cittadino, tipologie queste che definiscono ancora oggi il profilo urbano della città di Lecco. La passione e il coraggio accompagnano Wilhelm anche nelle sue esperienze politico-amministrative, che negli anni ‘50 gli hanno permesso di seguire fattivamente da vicino interventi come l’edificazione del Ponte Nuovo (1955) e il quartiere residenziale INA Casa nel rione di Germanedo (1953-1956). Negli anni ‘60 al tema privilegiato dell’architettura residenziale, Wilhelm sempre valorizzando l’aspetto di ricerca materica, interpreta una serie di edifici di interesse collettivo come il Palazzo delle Poste in viale Dante, la Scuola per geometri e ragionieri e, infine, il Cinema Marconi nel 1967. La forte tensione ideale lo ha sempre accompagnato durante la sua ricca esperienza di vita e mi piace ricordare di Carlo, della sua figura,

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progetto. In particolare Como ha partecipato al convegno esponendo cinque progetti pubblicati in questo stesso numero di “AL” nella sezione Forum.


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quando nel 1994, in occasione della formazione del nuovo Ordine provinciale degli Architetti era stato acclamato ed eletto primo Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Lecco dopo il naturale distacco dall’Ordine di Como. Si doveva cercare una sede appropriata e mi rimarrà impresso il suo sguardo limpido e soddisfatto quando in Consiglio si deliberò che la sede avrebbe occupato i locali del quinto piano di quell’edificio di via Roma a Lecco, conosciuto come edificio del Credito Italiano, che nel 1957 lui stesso, un giovane Wilhelm, aveva ideato per la proprietà Muttoni. Sembrava in quei momenti avesse ritrovato una sua creatura, la sua casa, quello che nella la sua vita di architetto, aveva sempre ricercato con passione e tenacia. Massimo Dell’Oro

Milano

a cura di Laura Truzzi Designazioni • COMUNE DI MAGENTA: richiesta di nominativi quali esperti in materia paesaggistica ambientale per Commissione del Paesaggio ed esperti per Commissione Edilizia. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi esperti in materia paesaggistica ambientale: Giuliana GATTI, Franca RAVARA. Esperti per Commissione Edilizia: Giovanni COPPADORO, Flavio FERRARIO, Cornelia SIEVERS. • COMUNE DI VIMODRONE: richiesta di nominativi quali esperti in materia paesaggistica ambientale per Commissione del Paesaggio ed esperti in progettazione architettonica per Commissione Edilizia. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi esperti in materia paesaggistica ambientale: Angela CECCATO, Stefania MAGNI, Beatrice OTTOLINI. Esperti in progettazione architettonica: Federico COLOMBO, Ennio MAZZOLI, Eugenio MEMEO. • COMUNE DI CESANO BOSCONE: richiesta di rappresentante dell’Ordine per la Commissione Giudicatrice “bando di gara mediante procedura aperta per la costruzione di un complesso polifunzionale con scuola di musica in via Kennedy, 1 a Cesano Boscone”. Il Consiglio ha nominato: Alberto

SCARZELLA. • CONTROVERSIA ENNEVI COSTRUZIONI S.N.C. /COMUNE DI AICURZIO: istanza di nomina del Terzo Arbitro in funzione di Presidente del Collegio Arbitrale. Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Paolo Donato FARÈ. • POLITECNICO DI MILANO. Sono stati effettuati i sorteggi per le nomine dei membri dell’Ordine per le commissioni di laurea per l’anno accademico 2007-2008. In seguito alla verifica delle disponibilità si nominano i seguenti architetti: - Laurea “Specialistica in Architettura Milano” e “Vecchio Ordinamento” del 24 ottobre 2008. In ordine progressivo di commissione: Pierluigi BULGHERONI, Roberto RIBAUDO, Daniela A. PULCINI, Lorenzo BARONI, Marco Francesco BIANCHI, Claudio REATO, George Alfredo LATOUR HEINSEN, Sandro VERGA, Matteo Piero CASATI, Daniela Paola PIETROBONI, Riccardo SALA -“Laurea Specialistica in Architettura” del 23-24 ottobre 2008. Iª Commissione: Giorgio Raniero AMENDOLA. - Laurea per il “Corso di Studio in Architettura Ambientale D.M. 509/99” del 22 settembre 2008. In ordine progressivo di commissione: Fausto MASSIRONI, Carlo MILICIANI. - Laurea per il “Corso di Studio in Architettura Ambientale – Piacenza D.M. 509/99” del 22 settembre 2008. Iª Commissione: Laura Sabrina CARONNI. - Laurea per il “CDS in Architettura e Produzione Edilizia - Milano D.M. 509/99” del 22 settembre 2008. Iª Commissione: Maurizio LO PRESTI. - Laurea Specialistica in P.U.P.T. e P.T.U.A. Vecchio Ordina-mento del 24 ottobre 2008. In ordine progressivo di commissione: Giuseppe BROLLO, P.T. Riccardo Luca CACATIELLO. - Laurea per il “Corso di Studio in Scienze dell’Architettura D.M. 509/99” del 23 settembre 2008. In ordine progressivo di commissione: Giuliano FRIGERIO, Andrea SPINA, Evasio TURCHI, Maurizio LIMONGELLI, Alessandro FERRARI, Roberto MANGIAROTTI, Michele Angelo FERE’, Massimo MARTELLI, Agostino POLITI, Riccardo NANA. - Laurea “Corso di Studi Urbanistica D.M. 509/99” del 23 settembre 2008. In ordine progressivo di commissione: Giovanni RIZZI, Giorgia

CERESA. - Laurea Triennale in Architettura delle Costruzioni del 22-23 settembre 2008. Iª Commissione: Michelangelo ACCIARO. - Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura del 22-23 settembre 2008. Iª Commissione: Chiara Maria FREYRIE. - Laurea in Architettura Vecchio Ordinamento del 23 ottobre 2008. In ordine progressivo di commissione: Cristina BERNO, Michelangelo ACCIARO, Sergio DANESE. - “Laurea Magistrale - Design degli Interni” del 23 ottobre 2008. In ordine progressivo di commissione: Giuseppe AGATA-GIANNOCCARI, Ilaria Carolina NISIVOCCIA. - “Laurea Design degli Interni” del 22 settembre 2008. In ordine progressivo di commissione: Carlo Saverio PENSOTTI, Valeria ARMANI, Adele BUGATTI. Serate London calling – urban renovation 10 dicembre 2008 ha presentato: Antonio Borghi, consigliere dell’Ordine sono intervenuti: Simona Galateo, Robert Sakula, Paul Mo-naghan Morris, Matt Watts Interessante serata presso la sede dell’Ordine che inaugura una nuova collaborazione tra la Fondazione dell’Ordine e lo Spazio FMG per l’Architettura. Lo Spazio FMG, nato dalla volontà di Fabbrica Marmi e Graniti di abbracciare e sviluppare il tema dell’architettura che si comunica e che dialoga con la città e la società, ospita un fitto programma di mostre e incontri. Oggi, e fino al 18 gennaio, è la volta di Londra, esposta all’insolita scala dei micro interventi di rinnovamento in alcuni dei quartieri periferici della città, lontano dalla Londra delle Olimpiadi del

2012 sempre sotto i riflettori. La Fondazione dell’Ordine ha colto l’occasione dell’inaugurazione dell’esposizione per invitare i progettisti di questi interventi a raccontare le proprie esperienze. Volti nuovi quindi all’Ordine per una serata che ha intrattenuto il pubblico con lo scorrere delle immagini e il racconto dei protagonisti. Ha iniziato Robert Sakula, cotitolare dello studio Ash & Sakula, sottolineando la necessità della bellezza che loro tentano di raggiungere sempre con un’architettura integrata alla natura, a basso impatto, mediante il riutilizzo innovativo dei materiali. Mostrando in sala alcune passeggiate virtuali e simpatiche animazioni, Sakula ha sottolineato come ogni intervento debba essere integrato nella vita del quartiere senza mai esulare da un preliminare studio delle dinamiche urbane che lo coinvolgono. Mentre alla mostra ha esposto soltanto il progetto del centro d’arte contemporanea HOT-HOUSE (vedi foto di Nick Guttridge), alla serata ha mostrato anche altri interventi di recupero di interi quartieri realizzati in tutta l’Inghilterra. Paul Monaghan Morris, cotitolare di uno tra i più importanti studi londinesi, Allford Hall Mo-naghan Morris, per la realizzazione di edilizia scolastica ha mostrato il progetto, esposto anche allo spazio FMG, della Westminster Academy del Naim Dangoor Center e il suo percorso progettuale passato attraverso la realizzazione di altre scuole. Importantissimo per lui è lo studio del colore e dei materiali che possono essere impiegati per dare la maggior evidenza possibile. La Westminster Academy fa parte, infatti, di un programma per la ristrutturazione di tutte le scuole secondarie di Londra anche per l’adeguamento ad un nuovo modo di


Cremona Risparmio energetico: due realizzazioni nella provincia di Cremona Il risparmio energetico è una scelta di vita che non dovrebbe essere abbracciata solamente per obbligo di legge. Nel settore edilizio negli ultimi anni sono stati compiuti molti passi avanti anche se il cammino appare ancora lungo. Già il fatto che le norme esistenti in materia non siano disattese rappresenta una conquista, anche se spesso è il regime sanzionatorio che determina il “successo” di una norma. L’architettura abbraccia varie discipline ed in ciascuna di esse l’aspetto del “risparmio energetico” è fondamentale. Se si è ormai abituati a vagliare, per un elettrodomestico o un’automobile, la migliore prestazione energetica in termini di basso consumo di elettricità o di carburante, non si è ancora portati a considerare il costruito come un agente inquinante. Gli impianti di riscaldamento in cattive condizioni e gli involucri edili-

zi con eccessive dispersioni di calore nocciono pesantemente all’ambiente. Le norme riguardanti il risparmio energetico degli edifici agiscono proprio sul progetto impiantistico e dell’involucro edilizio. Se un alloggio riesce a scaldarsi velocemente e a mantenere il calore ricevuto dall’impianto di riscaldamento, questo ultimo consumerà poca energia primaria, inquinando meno. Questi concetti fondamentali, accolti favorevolmente dagli addetti ai lavori e non, quando generano problemi esecutivi o economici, se possibile vengono tralasciati, sfruttando l’interpretazione o i vuoti legislativi. La normativa riguardante il risparmio energetico nel settore edilizio è ancora in profonda evoluzione, ma gli strumenti per costruire o ristrutturare nel rispetto dell’ambiente esistono da tempo. Il mercato offre prodotti all’avanguardia, più prestanti rispetto al minimo previsto per legge, ma l’informazione capillare ancora manca. Le metodologie costruttive tradizionali faticano ad evolvere verso nuove tipologie di struttura edilizia, e il sistema edificio-impianto non è ancora percepito come un tutt’uno. Sul territorio cremonese la maggior parte degli interventi edilizi riguardano edifici esistenti. Se intervenire su edifici relativamente recenti può essere facile e l’isolamento delle diverse parti dell’edificio non particolarmente problematico, intervenire su edifici con più di cent’anni può generare qualche difficoltà. Edifici in muratura portante in mattoni pieni, considerati ottimi dal punto di vista dello sfasamento termico delle pareti, devono essere comunque isolati poiché inefficienti dal punto di vista della trasmittanza. Si pensi anche all’edilizia rurale e agli edifici di pregio situati nei centri storici, in cui l’isolamento termico delle strutture deve essere spesso posizionato all’interno, con conseguente difficoltà nell’eliminazione dei ponti termici e riduzione della superficie utile. I nodi da sciogliere sono molti, ma la tecnologia è d’aiuto e la fase progettuale deve essere più che mai approfondita. Dal punto di vista impiantistico è necessario confrontarsi con le condizioni climatiche del sito. Il nostro territorio possiede un clima estremamente umido, pertanto l’isolamento efficace dell’involucro può generare situazioni contrarie al comfort abitativo se non supportato da adeguati impianti di deumidifi-

cazione. Essi possono anche essere affiancati a sistemi di ventilazione meccanica controllata, come spiega l’arch. Stefano Corbari, professionista cremonese che progetta e realizza edifici a basso consumo energetico nella nostra provincia. Egli ha recentemente ultimato la realizzazione di un intervento a Cremona, via Tonani (vedi foto a fianco), ove è stato utilizzato un impianto di questo tipo. L’intervento è stato effettuato su una costruzione isolata a destinazione artigianale, edificata negli anni Sessanta e sopralzata nel decennio successivo per ricavare unità im-mobiliari a destinazione residenziale. Pur possedendo già una struttura isolata al piano primo, l’edificio, prima dei lavori, si collocava in una classe energetica molto bassa con i suoi 2 152 kwh/ma di fabbisogno specifico di calore. La committenza, costituita da soggetti privati, col desiderio di recuperare l’intero edificio trasformandolo interamente in residenziale, ha abbracciato la proposta del progettista che tendeva ad “un recupero più consapevole” fino “all’ottenimento di un grado di efficienza energetica elevato” e “l’uso di materiali naturali e a basso impatto ambientale”. Non solo quindi alto risparmio energetico, ma applicazione dei principî della bio-architettura. Tutti i componenti dell’involucro edilizio oggi possiedono trasmittanze ben al di sotto dei limiti di legge, non solo di quelli in vigore alla presentazione della D.I.A. che ha permesso la realizzazione delle opere, ma anche di quelli che saranno cogenti nel 2010. La copertura possiede un “manto in tegole in zinco-titanio posate su di una struttura leggera in legno a “tolda di nave” a lieve pendenza per ospitare collettori solari che coprono circa il 70% del fabbisogno di acqua calda “e pannelli fotovoltaici”; questi ultimi con contratto “conto energia”. L’impianto di riscaldamento e raffrescamento è costituito da una caldaia a condensazione e da pannelli radianti a pavimento, con deumidificatore abbinato a ventilazione meccanica controllata. Oggi l’edificio si colloca in classe A metodo CasaClima - e, con i suoi 2 26 kwh/ma, “è il primo della Provincia di Cremona a possedere la tale certificazione. Il primato lo raggiunge anche a livello regionale come risanamento di edificio esistente”. L’impresa edile che ha eseguito i lavori, in attività da anni in

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Cremona e provincia, pur affrontando le problematiche della costruzione di un edificio a basso consumo per la prima volta, ha accettato la sfida dimostrandosi all’altezza degli obiettivi da raggiungere. Per il futuro gli impegni dell’arch. Corbari in tema di risparmio energetico sono due: la costruzione di una nuova palazzina in classe B CasaClima e la ristrutturazione di una porzione di un edificio rurale vincolato, sempre in classe B CasaClima, entrambe a Cremona. In base all’esperienza maturata, sia come progettista che come direttore dei lavori, egli auspica una maggiore sensibilità verso il risparmio energetico, non solo da parte dei soggetti privati, sia che costruiscano per sé o per investimento immobiliare, ma anche da parte dei soggetti pubblici: i Comuni potrebbero incentivare opere di risanamento o nuova costruzione per la realizzazione di edifici a basso consumo a fronte di una riduzione degli oneri di legge. Così sta facendo, ad esempio, il Comune di Casalmaggiore, che ha in essere una convenzione con l’Agenzia CasaClima. La risposta del mercato immobiliare, ancora poco attento alle prestazioni energetiche degli immobili, potrebbe costituire un fattore importante per riuscire a migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Per questo l’informazione capillare, che deve raggiungere ogni cittadino, è fondamentale. Il Comune di Soresina si è attivato per aprire uno “sportello energia” che fornirà risposte ai cittadini su questo tema. Sono piccoli passi, ma compiuti nella direzione giusta. Un progetto che ha fatto e farà parlare molto di sé, permettendo così la divulgazione dei concetti sopra esposti, è quello della nuova sede di AEM Cremona, realizzato dall’arch. Gian Carlo Magnoli, professionista cremonese, con i collaboratori ing. Silvia Fara, dott. Andrea Buonocore, arch. Elena Valentina Torresani, arch. Chiara Dellanoce, ing.

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imparare più personalizzato: servono quindi spazi flessibili — come per gli uffici — e un’atmosfera più divertente, colorata dalle forme semplici ma che fanno pesare la loro presenza. Chiude la serata Matt Watts, associato dello studio Haworth Tompkins attivo a Londra solo dal 1991 ma già vincitore di diversi premi nazionali e internazionali, con il progetto del Young Vic Theatre (vedi foto sopra di Phillip Vile). Il teatro, ultimato nel 2006, è stato realizzato con grandissimo rispetto della struttura esistente di un teatro costruito 30 anni fa, ma subito deterioratosi. Divenuto luogo di incontro e fulcro del quartiere, gli architetti hanno voluto adattare la vecchia struttura alle nuove esigenze del pubblico e creare un vero e proprio teatro d’avanguardia con il palco centrale. L’auditorium viene sostanzialmente mantenuto ma con una nuova “pelle” – una rete d’alluminio - e una copertura più alta mentre il foyer viene considerato come un’estensione della strada, uno spazio di comunicazione tra gli studi e l’auditorium, una sorta di spazio democratico: punto di riferimento urbano importante, luogo di incontro e scambio per giovani artisti e non, di tutta la città.


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vigore su questo tema devono essere considerate come il punto di partenza, e non quello di arrivo, per avere edifici a basso consumo e a basse emissioni di anidride carbonica. Il risparmio energetico è una scelta di vita… Saba Rivaroli Renato Rota e l’artista Federico Bianchi, vincitore del Concorso nazionale di progettazione, presentato dal raggruppamento composto dall’arch. Magnoli, dall’ing. Silvano Pedrabissi e dall’ing. Piergiorgio Elidoro (vedi foto sopra). Convincente per le tecnologie, i sistemi costruttivi e i materiali impiegati, questo edificio si colloca in Classe A secondo il metodo CasaClima e Cened e, con i suoi 21 2 kwh/ma, verrà valutato anche secondo il metodo Ecoabita e probabilmente anche secondo il metodo svizzero Minergie. La sua ecosostenibilità è dovuta anche alla produzione, grazie all’utilizzo del fotovoltaico, di energia elettrica in quantità doppia rispetto a quella necessaria agli uffici in esso contenuti. I lavori della nuova sede AEM, che sorgerà in via Postumia, sono da poco iniziati ed è già stato realizzato il vano tecnologico. L’arch. Magnoli, specializzatosi negli Stati Uniti in edifici a basso consumo, ha realizzato in provincia di Cremona edifici definiti “Zero CO2”, ed in particolare una villa di circa 400 mq, ultimata nel 2004, che, rispetto alle previsioni della Classe A - metodo CasaClima - di 30 2 2 kwh/ma, ha raggiunto i 10 kwh/ma di fabbisogno specifico. Per ottenere questo risultato sono stati utilizzati elementi dell’involucro fortemente isolati, è stata sfruttata l’inerzia termica della muratura in lato sud e l’apporto di una bussola vetrata che funziona come una serra captante; con attenzione alla protezione nei mesi estivi, sono stati adottati sistemi passivi, come l’ombreggiamento dei lati sud ed ovest con la realizzazione di porticati. L’impianto è costituito da una caldaia a condensazione con riscaldamento a pavimento ed è stata realizzata la predisposizione per il solare termico ed il fotovoltaico. L’impegno verso il risparmio energetico non è poi così oneroso come sembra e non pregiudica l’utile d’impresa, anzi, conferisce un valore aggiunto al costruito; le norme in

Si ringrazia per la collaborazione Lorenzo Bocca

Mantova Tecnologie efficienti: un percorso di studio per innovare la tradizione Il lavoro presentato è il prodotto di una tesi di laurea in Architettura, discussa al Politecnico di Milano, presso la sede di Mantova, da Giusi Leali, Silvia Mirandola e Lisa Modenini, con il contributo dei relatori Ugo Bernini, Giacomo Boffi e Matteo Guardini. L’obiettivo della tesi è stato la definizione di un intervento efficiente dal punto di vista energetico, possibile dal punto di vista costruttivo ed accessibile dal punto di vista gestionale. La crescente sensibilità nei confronti delle tematiche di carattere ambientale, unita ad una sempre maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sul tema della sostenibilità, fa sì che le questioni inerenti il risparmio energetico divengano sempre più elemento di riflessione e attenzione per una reale progettazione nel presente; tutto questo ha costituito lo spunto per un approfondimento tecnologico ed energetico legato ad un tema progettuale che riguarda la città di Mantova e in particolare Porta Mulina, intesa come moderna porta urbana, in cui insediare un edificio ponte adibito a biblioteca. In fase di progetto si sono studiati i caratteri ambientali e gli aspetti relativi al rapporto tra edificio e ambiente, intesi come insieme dei flussi energetici e dei parametri fisici che contribuiscono a definire le caratteristiche termiche, luminose ed acustiche del luogo, elementi fondamentali nella progettazione energeticamente sostenibile. Lo studio è partito dal confronto dello stesso edificio realizzato con due differenti tipi di approccio: tecnologie costruttive tradizionali e tecnologie innovative. Il primo approccio analizzato fa riferimento ai valori

limite stabiliti dal D.Lgs 19 agosto 2005, n.192 per il 2008. Il secondo edificio è stato progettato come edificio passivo, in grado cioè di contenere al massimo il fabbisogno energetico. I parametri sono riferiti ai valori teorici stabiliti per gli edifici passivi (Wienke, Uwe, L’edificio passivo, Standard – Requisiti – Esempi, Alinea, Firenze 2005, p. 59). Al fine di garantire un buon comportamento energetico del sistema edificio, è necessario non solo scegliere materiali con buone prestazioni, ma, anche, ottimizzare gli elementi che compongono la costruzione ponendo molta attenzione al corretto studio delle partizioni e definendo possibili strategie per migliorare le prestazioni del sistema edificio. La definizione dell’involucro è risultata da un processo di analisi del comportamento termoigrometrico dei materiali che compongono le partizioni, condotta considerando quattro aspetti: materiali utilizzati, funzione dell’edificio, posizione dell’isolante, colore della finitura esterna. Le due soluzioni tecnologiche sono state in seguito valutate in relazione alla risposta che sono in grado di fornire alle sollecitazioni climatiche esterne e alle condizioni di comfort che possono garantire sia in regime invernale che in regime estivo. Per quanto riguarda la situazione invernale, il rispetto dei parametri di legge nel progetto tradizionale garantisce il contenimento dei consumi per riscaldamento all’interno di standard accettabili. La seconda soluzione, caratterizzata da massicci spessori d’isolante, contiene maggiormente i consumi, riducendo di almeno tre mesi il periodo di riscaldamento e dimezzando le emissioni. È evidente che l’edificio passivo minimizza i consumi e la seconda soluzione sembra essere la scelta migliore. Lo stesso confronto è stato fatto per il periodo estivo. L’involucro del-

l’edificio tradizionale presenta in regime estivo significative dispersioni del calore accumulato verso l’esterno. Ciò significa che esso consente di dissipare buona parte del calore in eccesso attraverso le chiusure. Le scarse dispersioni verso l’esterno mettono invece in crisi la soluzione innovativa. È stato quindi necessario trovare un giusto equilibrio tra una misura efficace dal punto di vista sia della riduzione dei flussi invernali in uscita sia della dissipazione del calore in eccesso in estate. Le partizioni dell’involucro sono state quindi modificate in base a nuovi valori di trasmittanza fissati sperimentalmente per favorire il flusso estivo dall’interno all’esterno. L’impianto dell’edificio evoluto è un impianto a bassa potenza e ad alto rendimento, alimentato da una pompa di calore geotermica collegata ad un sistema di pannelli radianti a pavimento. Il sistema di ventilazione è composto da un sistema di canalizzazioni ad aria, migliorato grazie a uno scambiatore di calore, che recupera parte del calore trasmettendolo all’aria in entrata e riducendo il fabbisogno per il suo riscaldamento nell’UTA. La valutazione degli aspetti economici, unita alla stima delle emissioni annuali di CO2, ha consentito infine di confrontare le due soluzioni tecnologiche nel corso della loro vita utile, per comprendere come l’efficienza e il risparmio possano coincidere in un edificio che, rispettando la natura, sia in grado di coniugare i caratteri dell’ambiente e le esigenze della società. Giusi Leali, Silvia Mirandola, Lisa Modenini


a cura di Francesca Patriarca a cura di Francesca Patriarca

Piano Territoriale Paesistico Regionale - aggiornamenti e integrazioni 2008 Nel luglio di quest’anno è stato pubblicato il dvd contenente gli aggiornamenti e le integrazioni al Piano Territoriale Paesistico Regionale del 2001. Tale iniziativa, nell’ambito della revisione generale del piano, rientra nell’obiettivo di considerarlo come sezione specifica della proposta di Piano territoriale regionale, che ha natura ed effetti di Piano Territoriale Paesaggistico ai sensi della L.R. 12/2005. Pertanto, contemporaneamente alla definizione della proposta di PTR (di cui abbiamo riferito in “AL” 10, ottobre 2008) si è proceduto ad integrare ed aggiornare il precedente Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001 in linea con la “convenzione europea del paesaggio” e con le indicazioni del D.Lgs 42/2004. L’elaborazione congiunta della revisione del PTPR e del PTR rafforza la visione integrata e sussidiaria della pianificazione paesaggistica lombarda, che viene così caratterizzata da una forte correlazione tra strategie di sviluppo territoriale e politiche di tutela, valorizzazione e riqualificazione del paesaggio. Il quadro della pianificazione territoriale e paesaggistica regionale diventa quindi riferimento unitario e coerente per la pianificazione territoriale e urbanistica degli enti locali già chiamati ad integrare la pianificazione del paesaggio nei propri strumenti di governo del territorio. L’aggiornamento del PTPR è un’operazione che prevede due tempi di attuazione: il primo consistite nell’aggiornamento e integrazione del “quadro conoscitivo” e degli “indirizzi di piano”, approvati dalla Giunta a gennaio e già efficaci; il secondo nell’aggiornamento e integrazione della normativa dell’attuale PTPR quale disciplina paesaggistica del PTR, ora all’esame del Consiglio Regionale. Le integrazioni e gli aggiornamenti già approvati dalla Giunta sono quindi un primo significativo “pacchetto” di riferimenti conoscitivi, operativi e di indirizzo a disposizio-

ne di enti e cittadini per migliorare l’efficacia delle proprie azioni per il paesaggio. Il dvd richiamato in apertura contiene i nuovi elaborati e quelli aggiornati raccolti in un unico strumento di agevole utilizzo. Vediamo in sintesi le novità dell’aggiornamento. Fermo restando che sono pienamente operative la struttura normativa generale e le letture dei differenti paesaggi regionali per unità tipologica di paesaggio e ambiti geografici, con i correlati indirizzi di tutela, si sviluppano però maggiormente tre temi: • l’integrazione del quadro conoscitivo e delle letture dei paesaggi con elaborati a maggiore valenza iconografica. Risponde a questa finalità il nuovo articolato documento “Osservatorio dei paesaggi lombardi”; • la descrizione del complesso tema del degrado paesaggistico e la declinazione dei conseguenti indirizzi per la riqualificazione delle parti già compromesse e il contenimento di futuri rischi di degrado del paesaggio regionale. Viene a tal fine introdotta una nuova serie di tavole, un capitolo specifico che va ad integrare le letture dei paesaggi lombardi e la nuova Parte di Indirizzi di Tutela che guiderà in tal senso l’azione regionale e degli altri enti di governo del territorio; • una maggior enfasi alla valorizzazione dei percorsi e dei luoghi che possono contribuire a sviluppare ulteriori modalità di fruizione e apprezzamento del paesaggio. Corrisponde a questa voce il complessivo aggiornamento delle tavole B, C, ed E e correlati Repertori. Sono qui elencati tutti gli elaborati che compongono attualmente il PTPR a seguito della DGR 6477 del 16 gennaio 2008. Gli elaborati aggiornati o di nuova introduzione sono evidenziati in neretto; gli elaborati già in vigore dal 2001 ad oggi confermati integralmente, senza modifiche, sono evidenziati in corsivo e non sono contenuti nel dvd .

Elaborati del Quadro di riferimento Paesistico Regionale: a) I paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici (Volume 2 –PTPR 2001) b) L’immagine della Lombardia (Volume 2 – PTPR 2001) c) Osservatorio paesaggi lombardi d) Principali fenomeni regionali di degrado e compromissione del paesaggio e situazioni a rischio di degrado e) Analisi delle trasformazioni recenti (Volume 3 – PTPR) f) Cartografia di piano: Tavola A – Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio Tavola B – Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico Tavola C – Istituzioni per la tutela della natura Tavola D – Quadro di riferimento degli indirizzi di tutela e di operatività immediata Tavola E – Viabilità di rilevanza paesaggistica Tavola F – Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale Tavola G – Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale Tavola H – Contenimento dei processi di degrado paesaggistico: tematiche rilevanti Tavole I – Quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge – articoli 136 e 142 del D.Lgs 42/04 Repertori Repertori – parte inerente “aree di particolare interesse ambientalepaesistico” e) Abaco delle principali informazioni di carattere paesisticoambientale articolato per comuni: • volume 1 – “Appartenenza ad ambiti di rilevanza regionale” – (Volume 5 – PTPR 2001) • volume 2 – “Presenza di elementi connotativi rilevanti” –Volume 5 – PTPR Elaborati dei Contenuti dispositivi e di indirizzo: a) Indirizzi di tutela articolati per: 1. Parte Prima – Unità tipologiche di paesaggio, elementi costitutivi e caratteri connotativi (Volume 6 – PTPR 2001) 2. Parte Seconda – Strutture insediative e valori storico culturali del paesaggio (Volume 6 – PTPR

2001) 3. Parte Terza – Ambiti territoriali di successivo approfondimento paesistico (Volume 6 – PTPR 2001) 4. Parte Quarta – riqualificazione paesaggistica e contenimento dei potenziali fenomeni di degrado b) Piani di sistema (Volume 7 – PTPR 2001) 1. Infrastrutture a rete 2. Tracciati base paesistici c) Normativa.

51 INFORMAZIONE DALLA REGIONE

Relazione a. Relazione generale e relativi allegati (volume 1- PTPR 2001)


A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dell’Ordine di Milano)

Variazione Indice Istat per lʼadeguamento dei compensi 1) Tariffa Urbanistica. Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969

Base dell'indice - novembre 1969:100

Anno

Luglio

2005 2006 2007

52

2008

Aprile

1560 1555,86 1560,88 1563,39 1568,42 1590 1589,76 1593,53 1596,04 1599,81 1620 1613,62 1617,39 1619,9 1622,41 1660 1670 1660,08 1663,85 1672,64 1676,41

Maggio

Giugno

1570 1570.93 1573,44 1577,21 1600 1604,83 1606,09 1609,85 1630 1627,44 1631,2 1634,97 1680 1690 1700 1685,2 1692,73 1700,27

Agosto

Settembre Ottobre

1580 1579,72 1580,97 1583,48 1610 1600 1612,37 1612,37 1609,85 1640 1637,48 1637,48 1642,5 1690 1701,52 1697,76 1697,76

Novembre Dicembre

1583,48 1586 1610 1611,11 1612,37 1650 1648,78 1655,06 1691,48

2) Tariffa stati di consistenza (in vigore dal dicembre 1982) anno 1982: base 100 Anno

2006 2007

INDICI E TASSI

Gennaio Febbraio Marzo

2008

Gennaio Febbraio Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre Ottobre

Novembre Dicembre

274,72

275,37

275,81

277,33

277,54

278,19

278,63

278,63

278,19

278,41

278,63

278,85

279,5

279,93

276,46 280 280,36

281,88

282,53

282,97

282,97

283,84

284,92

286,01

286,87

287,53

289,04

289,7

281,23 290 291,21

292,52

293,82

294,04

293,38

293,38

292,3

n.b. I valori da applicare sono quelli in neretto nella parte superiore delle celle

3) Legge 10/91 (Tariffa Ordine Architetti Milano) Anno

2006 2007 2008

Gennaio Febbraio Marzo

121,49 123,32 126,87

121,78 123,60 127,15

121,97 123,80 127,83

Aprile

122,26 123,99 128,11

anno 1995: base 100

Maggio

Giugno

Luglio

122,64 122,74 124,37 124,66 128,79 129,36

123,03 124,95 129,94

Agosto

giugno 1996: 104,2

Settembre Ottobre

123,22 123,22 125,14 125,14 130,03 129,75

123,03 125,52 129,75

4) Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) anno 2000: base 100 5) Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno

2006 2007 2008

Gennaio Febbraio Marzo

111,64 113,31 116,57

111,9 113,58 116,84

112,08 113,75 117,46

Aprile

112,34 113,93 117,72

Maggio

112,69 114,28 118,34

Giugno

Luglio

112,78 114,55 118,87

113,05 114,81 119,40

6) Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno 2006 2007 2008

Gennaio Febbraio Marzo

117 118,76 122,18

117,28 119,03 122,45

117,46 119,22 123,10

Aprile

117,74 119,40 123,38

Maggio

118,11 119,77 124,02

7) Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per lʼanno 2001 103,07

2002 105,42

8) Tariffa Dlgs 626/94 (TariffaCNA) Indice da applicare per lʼanno 1999 111,52

2000 113,89

9) Tariffa pratiche catastali Indice da applicare per lʼanno 1999 103,04

Luglio

118,2 120,05 124,58

Agosto

118,48 118,66 120,33 120,51 125,13 125,23

Settembre Ottobre

113,22 114,99 119,22

2004 110,40

2001 117,39

2002 120,07

118,66 120,51 124,95

2005 112,12

2006 114,57

2003 123,27

2002 111,12

2003 113,87

2004 125,74

118,48 120,88 124,95

113,22 116,22

Novembre Dicembre

118,57 121,34 124,49

118,66 121,81

gennaio 2001: 110,5

2007 2008 116,28 119,63 novembre1995:110,6 2005 127,70

2006 130,48

anno 1997: base 100 2004 116,34

Novembre Dicembre

113,13 115,78 118,78

gennaio 1999: 108,2

Settembre Ottobre

anno1995:base100

2001 108,65

113,05 115,34 119,22

anno 2001: base 100

2003 108,23

123,22 126,48

dicembre 2000: 113,4

anno 1999: base 100

Giugno

(Tariffa Ordine Architetti Milano)

2000 105,51

Agosto

113,22 114,99 119,48

Novembre Dicembre

123,12 126,00 129,27

2005 118,15

2006 120,62

2007 2008 132,44 136,26 febbraio 1997:105,2 2007 122,43

2008 125,95

Tariffa P.P.A. (si tralascia questo indice in quanto non più applicato) Con riferimento all'art. 9 della Tariffa professionale legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l'elenco, relativo agli ultimi anni, dei Provvedimenti della Banca d'Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato articolo 9 della Tariffa. Dal 2004 determinato dalla Banca Centrale Europea.

Provv. della B.C.E. (6.6.2007) dal 13.6.2007 Provv. della B.C.E. (3.7.2008) dal 9.7.2008 Provv. della B.C.E. (8.10.08) dal 15/10/08 Provv. della B.C.E. (6.11.08) dal 12/11/08 Provv. della B.C.E. (4.12.08) dal 10/12/08

4,00% 4,25% 3,75% 3,25% 2,50%

Con riferimento all'art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro dellʼEconomia che fissano il “Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali” al quale devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Decreto. dal 1.1.2006 al 30.6.2006

2,25% +7

9,25%

dal 1.7.2006 al 31.12.2006

2,83% +7

9,83%

dal 1.1.2007 al 30.6.2007

3,58% +7

10,58%

dal 1.7.2007 al 31.12.2007

4,07% +7

11,07%

dal 1.1.2008 al 30.6.2008

4,20% +7

11,20%

Comunicato (G.U. 10.7.2006 n° 158) Comunicato (G.U. 5.2.2007 n° 29)

Comunicato (G.U. 30.7.2007 n° 175) Comunicato (G.U. 11.2.2008 n° 35)

per valori precedenti consultare il sito internet del proprio Ordine.

Comunicato (G.U. 21.7.2008 n° 169) dal 1.7.2008 al 31.12.2008

2.176 iscritti dell’Ordine di Bergamo; 2.209

iscritti dell’Ordine di Brescia;

1.624 iscritti dell’Ordine di Como;

666 iscritti dell’Ordine di Cremona; 889

iscritti dell’Ordine di Lecco;

382 iscritti dell’Ordine di Lodi:

652 iscritti dell’Ordine di Mantova; 11.407 iscritti dell’Ordine di Milano; 2.312 iscritti dell’Ordine di Monza e della Brianza;

820 iscritti dell’Ordine di Pavia; 343 iscritti dell’Ordine di Sondrio; 2.152 iscritti dell’Ordine di Varese. Ricevono inoltre la rivista:

90 Ordini degli Architetti PPC d’Italia;

Interessi per ritardato pagamento

Comunicato (G.U. 13.1.2006 n° 10)

La rivista AL, fondata nel 1970, oggi raggiunge mensilmente tutti i 25.632 architetti iscritti ai 12 Ordini degli Architetti PPC della Lombardia:

4,10% +7

11,10%

Per quanto riguarda: Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dellʼArt. 81 della Legge 27 luglio 1978, n. 392, sulla disciplina delle locazioni di immobili urbani consultare il sito internet dell’Ordine degli Architetti PPC di Milano. Applicazione Legge 415/98 Agli effetti dell’applicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.

1.555 Amministrazioni comunali lombarde;

Assessorati al Territorio delle Province lombarde e Uffici tecnici della Regione Lombardia; Federazioni degli architetti e Ordini degli ingegneri; Biblioteche e librerie specializzate; Quotidiani nazionali e Redazioni di riviste degli Ordini degli Architetti PPC nazionali; Università; Istituzioni museali; Riviste di architettura ed Editori.


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