AL 7, 2006

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AL Mensile di informazione degli Architetti Lombardi

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FORUM Architetti e internet interventi di Stefania Garassini, Giancarlo Motta, Luigi Prestinenza Puglisi, Edoardo Salzano Architettura on line Le parole della rete

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FORUM ORDINI Como Cremona Lecco Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese

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OSSERVATORIO Concorsi Libri Mostre

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PROFESSIONE Legislazione Normative e tecniche Organizzazione professionale Strumenti

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INFORMAZIONE Dagli Ordini Lettere

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EDITORIALE

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INDICI E TASSI L’aggiornamento degli onorari con l’applicazione dell’indice ISTAT

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LUGLIO 2006

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Gallazzi, Matteo Sacchetti, Giuseppe Speroni, Adriano Veronesi (Termine del mandato: 15.10.2009)


Maurizio Carones

3 EDITORIALE

Sino a quasi tutto il Novecento gli strumenti pratici che l’architetto aveva a disposizione per dare forma al suo pensiero progettuale sono stati sempre gli stessi. È invece molto evidente come negli ultimi dieci-quindici anni le tecnologie digitali abbiano profondamente cambiato le componenti strumentali del nostro lavoro. Ciò sta determinando interessanti trasformazioni nell’organizzazione degli studi di architettura, nella stessa redazione del progetto, così come, più in generale, in ogni attività professionale. In questo periodo gli architetti hanno compreso le potenzialità dei nuovi strumenti, con i quali si confrontano in maniera diretta; si può forse dire che, fra le differenti professioni, la nostra sia quella che in modo più strutturale sta progressivamente adeguandosi alle nuove tecnologie. Fra gli strumenti che oggi possiamo utilizzare, internet è senza dubbio il più rivoluzionario ed è, in un certo senso, capace di riassumere anche tutti gli altri. Attraverso la risorsa del “motore di ricerca”, potentissima macchina di indagine, la rete che collega gli innumerevoli calcolatori di tutto il mondo può, infatti, ridefinire alcuni degli stessi meccanismi di acquisizione del sapere. Internet produce una circolarità dell’informazione che rende più conosciuto ciò che è più comunicato, generando un sapere diffuso, frammentato, non più gerarchizzato in modo riconoscibile. E se è evidente come internet stia diventando il principale mezzo attraverso cui passano comunicazione e informazione – e quindi anche conoscenza – è inevitabile che ciò riguardi profondamente anche l’architettura. La rete è attualmente il più grande archivio di notizie, anche tecniche, mai esistito e quindi il nostro lavoro può utilmente alimentarsi di tali conoscenze, come in una sorta di grande biblioteca a scaffale aperto, la cui percorribilità non è preordinata. D’altra parte, internet è anche lo strumento per stabilire relazioni, per organizzare il proprio lavoro, magari in connessione con sedi lontane, e anche per renderlo pubblico e per promuoverlo. Ciò comporta un diverso modo di pensare alla mobilità fisica, oggi meno necessaria che in passato. Così come la rete può riguardare, almeno in prospettiva, anche la didattica, andando a modificare costumi di insegnamento radicati nel tempo. Allo stesso modo, internet permette sistemi di discussione, partecipati e “orizzontali” che possono favorire il confronto, creando scambi e “comunità”, non più necessariamente raccolte in un luogo fisicamente individuato. Tutto ciò per qualcuno dovrebbe modificare la stessa forma dell’architettura, per altri invece, indifferenti od ostili a tali cambiamenti, l’architettura deve essere ancora disegnata a mano. Al di là di tali contrapposizioni, probabilmente schematiche, i contributi che abbiamo raccolto sono importanti spunti per riflettere su come gli strumenti di cui disponiamo possano contribuire a migliorare il nostro lavoro, il quale, fondandosi su una tradizione millenaria, è certamente in grado di confrontarsi anche con le novità apparentemente più rivoluzionarie.


Architetti e internet

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Nel forum di questo numero intervengono Stefania Garassini, docente di Tecniche di scrittura multimediale presso l’Università Cattolica di Brescia; Giancarlo Motta, professore ordinario di Composizione architettonica e urbana presso la 1a Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino; Luigi Prestinenza Puglisi, critico di architettura; infine, Edoardo Salzano, urbanista e direttore di Eddyburg.it, è stato intervistato da Irina Casali lunedì 8 maggio 2006. Ringraziamo tutti i partecipanti per i loro contributi.

Evoluzione di internet di Stefania Garassini

Internet, la rete delle reti, che ormai oggi milioni di persone utilizzano per comunicare, lavorare e divertirsi, è nata alla fine degli anni ’60 con scopi molto diversi rispetto a quelli per cui è usata attualmente. Si trattava di un progetto finanziato da un organismo di ricerca del Pentagono, l’ARPA (Advanced Research Projects Agency), da cui il nome – Arpanet – del primo nucleo che poi avrebbe originato Internet. L’intento era sperimentare un sistema di comunicazione fra computer assolutamente innovativo dal punto di vista tecnologico, e che fosse in grado di resistere a un possibile attacco militare (si era in piena Guerra Fredda) per la sua particolare struttura, priva di un centro di controllo unico e capace di funzionare anche nel caso in cui uno o più nodi della rete fossero stati disattivati. La posta elettronica – applicazione oggi utilizzata universalmente – fu inventata quasi per caso (la rete era stata pensata soprattutto per la trasmissione dati) da un ingegnere che provò a utilizzarla per una sua comunicazione personale. E il World Wide Web, l’innovazione che più radicalmente ha cambiato il volto stesso di internet, trasformandola da strumento straordinario, ristretto però all’uso di un’élite, in tecnologia a disposizione di un pubblico molto ampio, nacque anch’esso con tutt’altre intenzioni. Il suo inventore, il fisico inglese Tim BernersLee, lo introdusse mentre era ricercatore al CERN di Ginevra per consentire alla comunità degli studiosi di fisica di comunicare e scambiarsi i documenti in modo più agevole. Eravamo alla fine degli anni ’80. Si dovette aspettare fino alla metà del decennio successivo per vedere la diffusione massiccia di questo strumento, quando i primi browser, i programmi per navigare nel web, furono introdotti sul mercato rendendo così molto più semplice l’uso della rete. Internet, dunque, ha cambiato la nostra vita, il nostro modo di comunicare e di lavorare a tappe successive e sempre con strumenti che, come spesso è accaduto nella storia della tecnologia, erano nati con obiettivi completamente diversi. Si sono commessi molti errori nel modo di intendere la rete soprattutto dal punto di vista economico, cioè dei modelli di business che si potevano applicare al nascen-

te medium. Alla fine degli anni ’90, con il boom di internet e l’impennata di tutti i titoli borsistici relativi alla rete, si diffuse la convinzione che il modello vincente fosse quello di costruire siti imponenti, molto frequentati, che offrissero contenuti generalisti, buoni per un pubblico indifferenziato e che per questo sarebbero stati in grado di attrarre ingenti investimenti pubblicitari. Per due o tre anni un simile modello sembrò funzionare. Nascevano di continuo nuovi portali, monumentali siti zeppi di contenuti, che dovevano svolgere una funzione non dissimile da quella della tv “di flusso”: attrarre un pubblico il più ampio possibile, puntando sul finanziamento della pubblicità. Le cose non andarono proprio così. Il boom della rete finì clamorosamente nel 2001, con il repentino e inatteso scoppio di quella che poi fu ribattezzata la “bolla speculativa di internet”. Si dovettero cercare nuovi modelli di sviluppo e di sostenibilità finanziaria per quel mezzo che mal si adattava, proprio per la sua natura, a scimmiottare altri media, tanto meno la tv. Il cambiamento portato da internet va molto più in profondità di quanto quei primi tentativi di interpretarne il ruolo lasciassero intendere. Proprio per la sua particolare struttura di rete priva di un centro (tecnicamente viene definita “rete distribuita”), internet promuove un tipo di comunicazione totalmente nuova, dove non necessariamente vince chi ha più risorse economiche per diffondere il proprio messaggio e dove invece spesso prevale chi sa sfruttare al meglio le caratteristiche reticolari e personali di questo nuovo mezzo. Pensiamo al fenomeno dei blog, sorta di diari personali e collezioni di link dove prevale l’aspetto umano della rete (non a caso sono stati ribattezzati proprio “portali umani”): il loro valore risiede nel fatto che una persona che ha interessi presumibilmente simili ai nostri ci fornisce consigli di navigazione sulla rete, percorsi di link già sperimentati che possono diventare per noi estremamente preziosi. È vero che oggi assistiamo a una proliferazione esagerata di blog, talora del tutto autoreferenziali. Ciò non toglie però che la formula di questi siti resti decisamente innovativa e assecondi la natura stessa della rete: comunicare nel modo più semplice possibile a un pubblico potenzialmente ampio quanto il mondo. Ma il cambiamento forse più radicale che il web sta introducendo nel nostro modo di lavorare, comunicare e divertirci, è legato all’utilizzo sempre più massiccio dei motori di ricerca. Ormai sappiamo che su internet c’è praticamente tutto quanto ci può servire per qualsiasi tipo di attività: si tratta soltanto di riuscire a trovarlo. E visto che un’informazione introvabile è un’informazione inutile, diventa oggi determinante per la crescita della rete l’affinamento delle tecnologie per reperire on line nel più breve tempo possibile quanto si sta cercando, con il minor margine di approssimazione possibile. Esemplare e perfettamente sintomatico di questa più recente tendenza di internet è lo sviluppo di un’azienda come Google che ha saputo sfruttare al meglio la sua superiorità


Particolare dell’antenna per radioricevitore, anni ’20 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

FORUM GLI INTERVENTI

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Tra le collezioni del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, la sezione Telecomunicazioni, recentemente riallestita e qui presentata da una serie di immagini, ha un percorso espositivo che rappresenta l’evoluzione delle tecnologie per comunicare a distanza e che si articola in quattro aree tematiche. La prima, Modi e luoghi della comunicazione, è dedicata al rapporto tra società e strumenti per comunicare; la seconda, Le reti, analizza la struttura delle reti di comunicazione e la loro evoluzione; Marconi e la radio, presenta lo sviluppo dei

radioricevitori a partire dai primi esperimenti di Guglielmo Marconi; infine la sezione Sala del broadcasting, espone tre emittenti storiche della radiofonia italiana. La collezione del Museo, composta da oltre 1500 oggetti, rappresenta una delle più importanti e complete raccolte visitabili in Europa. Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” si trova a Milano in via San Vittore 21. Informazioni possono essere richieste al numero 02 485551, all’indirizzo Email: info@museoscienza.it, oppure collegandosi al sito: www.museoscienza.org.

nel settore della ricerca senza lasciarsi attrarre dal modello del portale, ma continuando a offrire ai suoi utenti una sola funzionalità, però estremamente efficiente. Google ha saputo anche individuare un modello di business adeguato, che non ha più nulla in comune con quello generalista, legato ai banner pubblicitari proposti a un pubblico ampio ma che, anche in questo caso, sfrutta al meglio le caratteristiche di comunicazione personale della rete. Con la vendita di parole chiave agli inserzionisti (ad esempio, un’azienda che fabbrica divani potrebbe acquistare parole come “divani”, “sofà”, “soggiorni” o simili), Google guadagna ogni volta che qualcuno clicca sugli annunci pubblicitari visualizzati sulla destra delle proprie pagine recanti i risultati della ricerca. L’inserzione così arriva soltanto a chi è già interessato all’argomento perché questi ha inserito una precisa parola nella finestra di ricerca. È l’equivalente di una rivoluzione copernicana nel mondo della pubblicità. E siamo solo all’inizio. Sempre di più ci serviamo e ci serviremo dei motori di ricerca per trovare ogni tipo di contenuti, dai testi alle immagini, dai brani musicali a quelli video. E sempre di più, dunque, dovremo affidarci ai motori, che cercheranno di

venire incontro in modo efficiente alle nostre richieste, rendendo così sempre più “intelligente” la rete cui siamo abituati. Quasi un’estensione tecnologica della nostra volontà.

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I meccanismi collaudati dell’e-learning e la ricerca Winds di Giancarlo Motta

La ricerca Winds (Web based INtelligent Design Support) è stata la prima ricerca finanziata dall’Unione Europea che ha riguardato le modalità di trasmissione della conoscenza e l’e-learning nel campo della progettazione architettonica. Coordinata dal professor Mario De Grassi dell’Università Politecnica delle Marche, la ricerca Winds nasce inizialmente per la messa a punto, la sperimentazione, l’insegnamento e l’apprendimento a distanza di una disciplina, o meglio di una “pratica” disciplinare che potremmo definire “Progettazione architettonica”: organizzata secondo le sue componenti più propriamente progettuali, tecnologiche e costruttive. Nell’impostazione


Radioricevitore Detector Magnetico Marconi, Londra, 1910 circa (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

La ricerca che ho diretto nella sede di Torino, non ha dunque riguardato la soluzione dei problemi tecnici che nascono dall’insegnamento a distanza quanto la messa in causa dei procedimenti del pensiero che si riconoscono nello svolgersi della costruzione del progetto di architettura e l’indagine su quanto essi siano già connotati da alti livelli di meccanicità e perciò predisposti ad essere ripensati e ricollocati dentro la costruzione di sistemi operativi informatizzati che siano in grado di favorire e accompagnare la progettazione come delle vere e proprie “macchine”. Già da tempo ho in corso ricerche nelle quali è l’architettura stessa la macchina capace di organizzare il pensiero nel progetto; è così da sempre e lo è oggi soprattutto in relazione agli strumenti informatici che consentono di controllarne la complessità.

Questo modo di intendere l’insegnamento a distanza del progetto di architettura può essere considerato efficace solo nei casi in cui l’impossibilità di frequentare l’università da parte di studenti “fuori sede” richieda l’erogazione di questo “servizio”. Nel nostro caso e nel caso di Winds in generale non si è trattato tanto di erogare un servizio, ma di fare ricerca nel campo delle modalità di trasmissione della conoscenza e, di conseguenza, sulla possibile innovazione dei presupposti teorici e dei procedimenti operativi per ciò che riguarda il Progetto in Architettura.

l’ordinamento dei suoi passaggi sotto forma di luoghi inseriti dentro un’architettura. Questo impiego di un edificio per rappresentare il movimento del pensiero o per aiutare la conservazione della memoria appartiene ad una tradizione antica nella quale la nostra griglia Winds si vuole inserire pienamente proponendo di sviluppare la conoscenza del ruolo dell’architettura nel funzionamento del pensiero. Per questo la griglia è stata pensata come una macchina che, dovendo insegnare a progettare architetture, si presenta essa stessa come un’architettura.

La Griglia Interattiva Winds La griglia interattiva da noi prodotta per la ricerca Winds è stata sviluppata come un ambiente web ipertestuale accessibile da una griglia principale che mantiene, anche se nei suoi tratti semplificati, la forma di un edificio. Da questa prima pagina non solo è possibile accedere ad un sistema integrato di dati, indicazioni di programma e di lezioni in cui sono spiegati i principi teorici che guidano i diversi passaggi del progetto e le relative operazioni da compiersi, ma in essa lo studente è chiamato a collocare e ordinare gli elaborati di progetto. In tal modo la griglia ha dunque una doppia valenza: la prima di carattere teorico poiché in essa lo studente trova le lezioni e le spiegazioni relative alle esercitazioni, la seconda, invece, ha un carattere applicativo e permette allo studente di svolgere il vero e proprio esercizio progettuale in cui è chiamato a descrivere tutti i passaggi logici compiuti attraverso la collocazione degli elaborati prodotti nella griglia. Conferendo uno spazio ordinato alle operazioni di progetto la griglia si comporta come un grande Edificio della Memoria che mostra la struttura logica del progetto e

7 FORUM GLI INTERVENTI

iniziale della ricerca Winds, si trattava di partire da corsi tradizionali di progettazione e, senza modificarne la natura o le modalità consuete di svolgimento, semplicemente traghettarli in un meccanismo collaudato come quello che si era precisato in rapporto alla questione dell’e-learning. L’impiego della rete nell’insegnamento, la possibilità di interrogare il materiale teorico ed informativo con l’aiuto di metadata, le interrogazioni dirette e le verifiche periodiche, la velocità di risposta di docenti e tutors sono tutti aspetti che sono stati posti al di fuori delle discipline di volta in volta interessate dall’offerta, in una sorta di format collaudato ed in continua evoluzione capace di adattarsi ad un numero significativo di campi di applicazione. Soprattutto quelli, sia umanistici che scientifici, che godono di uno statuto disciplinare e di un supporto propedeutico largamente condiviso anche in ambito internazionale e che non necessitino di una strumentazione molto particolare di trasmissione della conoscenza, di verifica dell’apprendimento e dello stato di avanzamento del lavoro individuale. Si potrebbe concludere che il successo di un corso universitario impartito mediante e-learning è misurabile in base al grado di avvicinamento ai risultati che si ottengono quando lo stesso corso è svolto in termini tradizionali, ma è molto più raro trovare applicazioni di ricerca che abbiano come obiettivo l’indagine su un possibile valore aggiunto dell’elearning nei confronti della disciplina di riferimento. Nel caso dell’insegnamento del Progetto in Architettura esistono in primo luogo difficoltà tecniche dovute alla particolarità di un tale insegnamento: non è solo il caso della quantità di figure, animazioni e disegni necessari a sviluppare i diversi corsi, ma la comunicazione tra studenti e tutors avviene soprattutto attraverso lo scambio di disegni anche molto complessi sui quali si è ritenuto necessario intervenire con meccanismi di “revisione” informatizzata che richiedono l’impiego di software particolari. Tutto questo per riuscire a “simulare” il rapporto personale e diretto tra tutor e studente nella costruzione del progetto. La “revisione” in tempo reale dello stato di avanzamento del lavoro, che avviene tradizionalmente nelle sedi universitarie, sarà “avvicinata” il più possibile (ma mai raggiunta) mediante tecnologie informatiche sempre più evolute e tempi di risposta il più possibile brevi (ma proprio per questo anche costosi) da parte della struttura che garantisce il servizio.


Radioricevitore a valvole e cristalli con ascolto in cuffia, Officine Marconi, Genova, 1915 circa (coll. M.N.S.T: “Leonardo da Vinci”, Milano).

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Internet e le opportunità della rivoluzione informatica di Luigi Prestinenza Puglisi

Esauritasi la prima fase della rivoluzione informatica, credo che possiamo tentare un’analisi che eviti, da un lato, il facile entusiasmo di chi pensava che i cambiamenti tecnologici avrebbero portato a una architettura totalmente nuova rispetto al passato e, dall’altro, il pessimismo di chi ha sempre avversato le novità proclamando una patetica quanto ottusa resistenza alle sperimentazioni in atto, in nome di non ben compresi valori disciplinari. Con la cautela di una certa distanza critica, possiamo oggi affermare che le nuove tecnologie determinano alcuni cambiamenti nel modo di progettare grazie alla produzione di forme più accattivanti, spazialmente più coinvolgenti e soprattutto più interattive. Basta del resto osservare la differenza tra un’opera della Hadid o di Koolhaas e quelle che si producevano in Italia negli anni Ottanta, in piena deriva post-rossiana, per avere un’immagine immediata del mutamento in atto, un mutamento

che – vorrei sottolinearlo – non ha esitato a riprendere, reinterpretandoli e riaggiornandoli, temi e problematiche dalla tradizione più avanzata del Movimento Moderno: penso alle sperimentazioni dei primi anni del secolo ad opera della prima avanguardia e quelle degli anni Sessanta e Settanta ad opera della seconda. Non a caso, infatti, da parte di molti storici si parla di una terza avanguardia, in continuità con le precedenti, che da alcuni anni ha cominciato a produrre numerose opere rilevanti e anche alcuni capolavori. Questo dal punto di vista formale. I meriti delle nuove tecnologie sono però più numerosi, investono il modo di produrre e diffondere cultura e l’organizzazione stessa degli studi professionali. Internet, in particolare, ha reso più vicini i luoghi e, insieme ai voli a basso costo, ha permesso il crearsi di relazioni che prima sarebbero state problematiche. Penso, per esempio, al fenomeno dei laureati che vanno all’estero per un master o un dottorato e là trovano giovani di altre nazionalità con i quali decidono di aprire studi transnazionali, per rispondere alle sempre più complesse richieste di un mercato globalizzato. È il


Stampante Morse per ricevitore a coherer, Marconi, Londra, 1900 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

FORUM GLI INTERVENTI

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caso, per esempio, del gruppo UFO che oggi ha sedi a Messina, Londra, Atene, Seul ed è composto da architetti che si sono conosciuti all’Architectural Association. Lavorano da professionisti indipendenti quando si presenta qualche piccola commessa locale e agiscono insieme nel caso di incarichi più interessanti o di concorsi internazionali. Si vedono per tre o quattro giorni in una delle loro città base e, poi, comunicano via internet sino al completamento del progetto. Sfruttando la facilità di collegamento telematico, alcuni studi stanno sperimentando la possibilità di ottimizzare i costi o i tempi: delegando le operazioni di disegno a sedi magari ubicate in oriente, dove la manodopera è altamente qualificata ma più a buon mercato, oppure sfruttando i fusi orari per lavorare allo stesso progetto ventiquattro ore su ventiquattro, palleggiandosi gli elaborati da una parte all’altra del globo. E veniamo alla critica e alla diffusione delle notizie. Non è azzardato dire che internet ha rotto mafie e mafiette che prosperavano gestendo oculatamente e con il contagocce le informazioni. Oggi chiunque può aprire un sito o far

sentire la propria voce approfittando, tra l’altro, del fatto che i costi di comunicazione via internet sono prossimi allo zero. Certo, dare la parola a tutti vuol dire anche aumentare l’entropia del sistema; ma chiunque ha una minima esperienza sa come selezionare le notizie che lo riguardano e come cestinare lo spam. Per i critici, un nuovo approccio più interattivo implica anche un cambiamento che definirei esistenziale: li trasforma da grilli parlanti ( adopero il termine con simpatia e senza nessuna connotazione negativa) a nodi della rete. Il nodo è l’elemento del sistema verso cui convergono le informazioni e che, con il suo funzionamento, può accelerarle rielaborandole o rallentarle. Nella società di internet sono premiati quelli attivi, mentre quelli passivi ( coloro cioè che impediscono gli scambi, che costruiscono cancelli dei quali si proclamano guardiani…) vengono velocemente bypassati. Ecco un motivo per il quale molta editoria tradizionale, che punta sul suo essere elitaria, è in crisi mentre quella elettronica naviga a gonfie vele. Internet ha, infine, aumentato la domanda di servizi gratuiti. Chi accede alla rete si aspetta di non pagare le notizie


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e vede con sempre maggior fastidio i mezzi tradizionali che le offrono a pagamento: per esempio libri e riviste. Ciò non vuol dire che, alla fine non li voglia comperare, ma solo che non vuole essere forzato a farlo. Ancora non lo si vuole capire, ma metter libri in rete dando a tutti, e in particolare agli studenti, la possibilità di scaricarli gratuitamente non fa perdere una sola copia nelle vendite. Anzi, la diffusione elettronica giova al cartaceo perché lo fa conoscere e lo pubblicizza. A un livello economicamente molto più rilevante ciò sta succedendo con la musica e con altri prodotti che si credevano messi in crisi dalla diffusione su internet. Le grandi corporation si sono accorte che il fenomeno non è da esorcizzare ma da capire individuandone le potenzialità. Potenzialità, a tutti i livelli, che – sono convinto – ancora noi architetti non siamo riusciti a cogliere appieno per migliorare la qualità e l’efficienza del nostro lavoro.

Piazza vera e piazza virtuale di Edoardo Salzano

Eddyburg è una piazza virtuale, luogo di incontro e confronto pubblico. Da quale urgenza nasce? Avevo un piccolo sito nell’ambito del sito della mia università, lo IUAV. Oltre alle lezioni e all’altro materiale didattico, ho cominciato a inserire altre cose, nelle “pagine personali”: articoli che mi sembravano interessanti e altre cose che volevo condividere. Questa parte ha cominciato a diventare via via più ampia e a interessare molti navigatori. Allora, gli stessi responsabili del sito web dello IUAV, mi hanno consigliato di rovesciare la struttura e di rendere autonomo il sito a partire dalla “pagine personali”. Così è nato Eddyburg. L’abbonamento a un servizio di statistiche e la realizzazione di una newsletter, a cui i lettori si abbonano automaticamente, mi ha permesso di constatare che il numero di frequentatori è aumentato a dismisura: oggi tocca i 2000 visitatori “unici” al giorno, e la media supera i 1000. Io mi limito a pubblicare quello che mi interessa e che trovo sui giornali, sulle riviste, sui libri di poesia, ricette, commentando brevemente nella presentazione, più ampiamente nelle postille, quando mi sembra necessario. Ma il motore, da parte mia, è un desiderio di condividere quello che mi interessa e che mi sembra utile. Poi ci sono le reazioni degli altri, a cui rispondo. Devo dire che non sono moltissime rispetto a quelli che leggono giornalmente il sito. Quelli che si fanno vivi non sono molti, è come se acchiappare la penna e scrivere fosse faticoso. La sua è una “comunità” di amici, di pensiero, che esprime insieme un modo di guardare e di “essere nel mondo”… Direi che la comunità è limitata: quelli che condividono le mie idee, collaborano spesso e mi mandano materiale, saranno tra le trenta e le cento persone.

Che rapporto c’è con i lettori? Ricevo molte mail, alcune le inserisco nel sito. Molti mi segnalano materiale da inserire nel sito. La grande maggioranza sono persone che non conosco, o non conoscevo: spesso diventiamo amici, e magari non ci siamo mai visti. Io credo di aver colto un bisogno di informazione, documentazione, orientamento – che è latente nel mondo di quelli che si occupano di pianificazione, urbanistica, città, territorio – che non trova espressione in nessuno strumento di informazione e di formazione dell’opinione pubblica e nemmeno nelle associazioni. Ormai l’associazionismo è quasi tutto locale. Neanche l’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), di cui sono stato presidente dieci anni, è più un luogo di discussione aperta. Non ci sono più luoghi – pensiamo ai partiti – in cui si discute. Quindi chi è sveglio si accontenta dei siti virtuali che trova, nonostante la loro modestia. Internet consente un’espressività diversa da parte della società. In che modo l’anonimato modifica la comunicazione? L’anonimato è scarso. Tutto quello che ricevo è sempre firmato. Io credo che, anzi, ci sia un bisogno di espressione firmata. Chi scrive vuole che si sappia che è lui che si esprime. Lei dice che “Un politico che ignora la città e la società è un cattivo politico. Come è un cattivo urbanista chi trascura la società”. Si può fare politica in rete? In che modo l’architettura “dialoga” con la realtà attraverso internet? Domanda difficile… Se devo dirle il mio pensiero fino in fondo, internet è uno strumento secondario, la cui importanza supplisce ad una carenza. La piazza virtuale è una piazza che, in una società giusta, dovrebbe integrare la piazza reale. La piazza reale non c’è, e allora la piazza virtuale si carica di aspettative, attese e bisogni che non trova soddisfatti nella piazza reale. Nel sito c’è un’attenzione all’attualità, non solo dell’architettura. Mettendo in rilievo alcuni fatti, s’interviene sulla realtà stessa, sulla coscienza che si ha di essa. C’è uno scambio osmotico tra la realtà e il modo di guardarla, di percepirla… Sì certo. Noi ci facciamo condizionare da quello che leggiamo, e comunicando quello che vediamo, che selezioniamo – comunicare significa selezionare: privilegiare certe cose e trascurarne molte altre – modifichiamo la consapevolezza comune su quelle cose. Almeno nel piccolo universo che ci segue. Quindi c’è un’interattività in questo senso. La fisica insegna che qualunque strumento di misura modifica il fenomeno a cui si riferisce. In che modo la sua formazione, anche politica, l’ha portata a interpretare il ruolo di internet… Il rapporto con internet è quello di chi vede uno strumento


Altoparlante per radioricevitore, anni ’20, Safar, Milano (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

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e riesce ad usarlo; all’inizio quasi per gioco e, mano a mano, grazie alla curiosità ne scopre le possibilità e riesce ad applicarle. È uno strumento come un altro, non sono un apologeta di internet. Lo uso come una volta usavo la penna a sfera. È uno strumento che offre una possibilità di scambio con la realtà… È una possibilità che mi lascia sempre qualche perplessità. È troppo casuale per essere del tutto vera. Avrebbe bisogno di strumenti di verifica reali. La piazza reale…ma il problema è che le piazze oggi non ci sono più. Che ruolo svolge Eddyburg nei confronti dell’architettura e della città? Non mi occupo molto di architettura, non sono architetto. Ieri ho letto un intervento – che mi sarebbe piaciuto moltissimo mettere nel sito, ma non sono riuscito a scaricarlo – di Vittorio Gregotti in Laboratorio Italia; condivido pienamente quello che dicono persone come lui, Carlo Melograni e pochi altri, e cioè che l’architettura svolge il suo ruolo se rende migliore la città. Mentre oggi l’architettura tende a costruire la città come un insieme di oggetti disparati. I miei interventi sull’architettura, dove non valorizzano posizioni di architetti come quelli che ho citato, è un intervento critico. In che modo la società civile e politica raccoglie le istanze che vengono segnalate sul sito? Avete avuto delle risposte? No. La politica oggi è sorda e cieca. Cammina a tentoni. Guarda, non dico al breve periodo, ma a quello che succede domani. Punto e basta. Rarissime eccezioni. Io spero che siamo in una fase in cui si cominci a capire che, se la politica continua ad andare avanti così, perde completamente il contatto con la società. E, dato che in natura non esiste il vuoto, qualche potente barbarie si affaccerà e vincerà definitivamente... Spero che la politica capisca questo. Pochi gli esiti dalla comunità virtuale a quella reale? C’è uno scollamento? Qualche esito c’è, per l’amor di Dio, almeno si dà un po’ di volontà di resistere a chi è propenso a resistere. Senza falsa modestia, sono convinto che sulla non approvazione della Legge Lupi Eddyburg abbia influito. Non perché abbia smosso i gruppi parlamentari, ma perché ha fatto capire a qualcuno che resistere si doveva; qualcuno ha resistito e qualche granello di sabbia, e magari qualcosa di più, nelle ruote della privatizzazione dell’urbanistica è stato messo. Internet è democratica, libera, accessibile. Entrando nella rete si e è al tempo stesso visibili e sommersi da milioni di voci… come si fa a differenziarsi, è una questione di qualità, di stile?

Intanto, deve far parte del proprio stile quello di essere attenti al potenziale lettore o ascoltatore: esprimersi per gli altri, non per se stessi. Poi bisogna ricordare che internet è solo uno strumento e che gli strumenti che devono essere usati per comunicare con gli altri sono numerosi. Non ci si può limitare ad uno soltanto. Per esempio noi, il gruppetto di amici che mi dà una mano, che mi consiglia, l’anno scorso abbiamo organizzato una scuoletta, l’abbiamo chiamata la Scuola di Eddyburg; abbiamo fatto una settimana di lezioni, di studio comune sul consumo dei suoli e abbiamo costruito una piccola comunità, che poi si è consolidata nel tempo, ha mantenuto dei legami e così via. Adesso il settimanale “Carta” mi ha chiesto di pubblicare, ogni settimana, un pezzo firmato Eddyburg… ecco, io credo che bisogna non contentarsi di adoperare un solo strumento, e ogni strumento deve essere integrativo di altri. Internet è uno strumento “di massa”, la stampa non lo è mai stato. Tuttavia, scrivere su un giornale, può offrire una visibilità maggiore? Adesso sono felicissimo, per esempio, del fatto che Eddyburg abbia dato luogo a più di un libro: un libro di Fabrizio Bottini su quello che succede nel campo della distribuzione e del commercio, un libro di Lodo Meneghetti in cui raccoglie i suoi scritti su Eddyburg, il libretto di critica alla Legge Lupi in cui Cristina Gibelli raccoglie i materiali di critica usciti su Eddyburg, fra poco un libro sul consumo di suolo, “Carta”… bisogna sempre usare più strumenti, perchè ogni strumento ha il suo pubblico e il suo specifico. Abbiamo detto delle potenzialità, quali limiti dell’uso di internet? È un potentissimo mezzo di comunicazione il cui rischio è l’immensità. C’è tutto dentro internet. Bisogna costruirsi delle nicchie, mettere in rete le proprie nicchie con quelle altrui, rendere identificabile il proprio sito e metterlo in comunicazione con altre realtà analoghe. Io credo che la forza di internet sia nella sua capacità di mettere in rete. Oltre ai suoi “Scritti”, “Società e politica”, “Città e territorio”, tra le più visitate, su Eddyburg c’è un’area dedicata alle ricette di cucina e una dal titolo “Poesia e non poesia” in cui raccoglie frammenti di bellezza; è un modo molto affettuoso di condividere… L’intento è proprio questo. La presenza di cose diverse, che caratterizzano una realtà di vita complessa, non appiattita su una sola dimensione. Penso che “l’uomo a una dimensione” non piaccia più. Dunque, politica, verità e bellezza stanno assieme… E certo, devono stare insieme! Un augurio… Che la politica riapra le orecchie e gli occhi.


a cura di Anna Ramoni

Selezione di siti, per lo più italiani, tra le numerose proposte che il web dedica al mondo dell’architettura, organizzati per categorie, per un’esplorazione guidata della rete. Alcune indicazioni sono tratte dal libro Siti internet per l’architettura. Guida 20042005, Celid, Torino, 2004. Ordini Lombardi - Bergamo: www.bg.archiworld.it - Brescia: www.bs.archiworld.it - Como: www.co.archiworld.it - Cremona: www.architetticr.it - Lecco: www.ordinearchitettilecco.it - Lodi: www.lo.archiworld.it - Mantova: www.mn.archiworld.it - Milano: www.ordinearchitetti.mi.it - Monza e Brianza: www.ordinearchitetti.mb.it - Pavia: www.pv.archiworld.it - Sondrio: www.so.archiworld.it - Varese: www.va.archiworld.it Associazioni, Enti e Istituzioni - www.aipi.it Sito dell’associazione italiana progettisti in architettura d’interni. - www.archiworld.it Network del C.N.A., che contiene il link a tutti i siti dell’ordine delle province italiane. - www architetturaitalia.it Portale del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. - www.consultalombardia.archiworld.it Sito della Consulta lombarda degli ordini degli architetti. - http://oberon.iuav.it/aaa.html Associazione nazionale degli archivi di architettura contemporanea, con sede a Venezia. - www.pcn.minambiente.it Portale Cartografico Nazionale dedicato alla visione on line della cartografia dell’intero territorio Italiano. Blogs - www.archilink.it Laboratorio digitale di architettura: è un blog, un luogo di discussione, un database di progetti e di tesi inerenti il progetto architettonico e urbano. - www.architetturadipietra.it Blog sull’architettura di pietra nato

dalla volontà di espansione nel web dei contenuti del volume omonimo di Alfonso Acocella. - http://edilizia.blog.excite.it Blog dell’edilizia con sezoni dedicate alle novità, agli appuntamenti, ai prodotti e alle normative. - www.estmodusinrebus.com Un collettore di informazioni e links che offre alla pubblica attenzione una selezione periodica di eventi e riflessioni sull’architettura contemporanea. - www.estropia.it Blog di architettura, design, arte. Tratta di attualità disciplinare con un profondo e motivato approccio sociale. Design - www.design.it Sito dedicato al design e alla grafica, con diverse sezioni dedicate a designer, prodotti, aziende, organizzazioni, definizioni, musei, riviste, libri, materiali e scuole. - www.design-italia.it Portale per la diffusione della cultura italiana del progetto e la promozione del design italiano nel mondo. - www.designvillage.it Portale dedicato al design industriale che fornisce informazioni costantemente aggiornate sul panorama internazionale di settore. Presenta una ricca gallery di associazioni, aziende e professionisti. - www.ideamagazine.net Muovendo dal mondo del design, si prefigge, attraverso escursioni transdisciplinari nei settori del marketing, del management, della ricerca, di esplorare le possibilità delle aziende di piccola dimensione. - www.italianidea.it Sito in cui si cerca di rappresentare tutte le informazioni possibili sul design italiano, e di aprire spazi, modi ed occasioni di consultazione e dibattito. Per gli studenti - www.archi-students.org Portale europeo per gli architetti di domani. Informa su scala internazionale in merito agli eventi educativi, culturali e professionali legati al mondo dell’architettura; aggiorna sugli ultimi prodotti, sviluppi e norme del settore; favorisce nella ricerca di lavoro. - www.bifora.it Una “finestra” sul mondo dell’architettura, legata al sito della Facoltà di Architettura di Firenze e rivolta principalmente agli studenti.

Portali - www.archandweb.com Laboratorio virtuale di architettura, design, arte - www.archi-europe.org La più importante e riconosciuta rete di comunicazione europea per architetti - www.archilia.it Riunisce una comunità d’ingegneri, architetti, geometri, geologi, avvocati, sociologi con la passione “viscerale” per l’architettura. - www.archimagazine.com Dedicato alla cultura del progetto, all’architettura, all’arte e al design. - www.archinfo.it Portale dedicato all’architettura, curato dal gruppo editoriale Motta. - www.archinweb.com Un sito su architettura e progettazione da cui scaricare blocchi cad. Contiene una directory di siti del settore, pubblicizza i concorsi di progettazione, permette di discutere di architettura e di trovare approfondimenti in materia. - www.archipedia.org Enciclopedia libera dedicata all’architettura, in lingua inglese. - www.architecture.it Guida all’architettura in rete molto completa, costituita come un vero e proprio motore di ricerca interamente dedicato all’architettura. Aggiornato quotidianamente, offre recensioni di siti di settore, eventi, concorsi di progettazione, risorse hardware e software. - www.architettando.org Associazione culturale con una propria newsletter che costantemente informa su mostre, convegni, concorsi, eventi nel campo dell’architettura a livello internazionale. - www.architetti.org Sito organizzato in sezioni dedicate a: leggi e normative, aziende e servizi per l’architettura, eventi, concorsi, fiere e mostre, hardware e software. - www.architetto.info Una guida alle risorse per i professionisti del settore. - www.architettoinrete.it Il sito offre servizi di progettazione e consulenza architettonica on line, news su eventi di settore, informazioni su aziende e prodotti ed un glossario di oltre 1000 lemmi tecnici. - www.architetturaorganica.org Portale internazionale di architettura organica. - www.architetturaweb.it Fornisce informazioni, notizie, normative,

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Architettura on line


Scala parlante del radioricevitore Pangamma, ImcaRadio, fine anni ’30 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

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preziari dell’edilizia, links ad altri siti. Pubblica articoli culturali e professionali, permette il libero download di oggetti 3d, retini e blocchi per autocad, promuove l’interattività con forum, chat e sondaggi. - www.arredo-urbano-oggi.it Portale business oriented sull’arredo urbano che mira a porsi come nodo informativo di scambio tra pubbliche amministrazioni, progettisti ed aziende. - www.buildlab.com È un portale tematico dedicato alla progettazione architettonica, all’arredamento e al design e si rivolge ai professionisti del settore e agli appassionati. - www.channelbeta.net Canale d’informazione sull’architettura contemporanea gestito dalla redazione di b-e-t-a (bollettino ermeneutico tri-

mestrale d’architettura). Presenta progetti, documenti, saggi, approfondimenti, forum e links. - www.europaconcorsi.it Sito nato per monitorare i concorsi di architettura nazionali e diventato una delle più ampie e complete risorse informative per l’architettura. Servizio gratuito in massima parte, a pagamento per usi professionali. - www.frammenti.tk Sito di architettura e altre arti, con link a software gratuito, riviste, monografie, musei, concorsi, notizie, mostre, free sms, chat… - www.luoghi.net Sito che raccoglie una serie di segnalazioni di eventi editoriali, espositivi, di cronaca, accompagnati da un forum tematico.

- www.newitalianblood.com Network interattivo di architettura, paesaggio e design, che pubblica in tempo reale informazioni su concorsi, progetti e idee. - www.prestinenza.it Il sito permette la consultazione di numerosi articoli e il download di tutti i libri pubblicati e offre l’iscrizione gratuita alla presS/Tletter, una sperimentale newsletter a cadenza settimanale scritta dall’autore (Luigi Prestinenza Puglisi) per informare e creare dibattito sui principali avvenimenti di architettura che si svolgono in Italia. - www.professionearchitetto.it Strumenti di supporto alla professione di architetto, con motore di ricerca e rassegna di materiali per l’edilizia, l’arredamento, l’architettura.


Riviste on line - www.antithesi.info Giornale di critica dell’architettura. - www.architettare.it Sito-portale dedicato all’architettura e alle arti visuali. Pubblica articoli sull’architettura contemporanea, commenta produzioni architettoniche recenti, segnala concorsi, news e siti di interesse. La postazione è dotata di forum e bacheca. - www.architettura.it Arch’it, rivista digitale di architettura. - www.archphoto.it Rivista digitale di architettura, arti visive e culture. - www.b-e-t-a.net Bollettino ermeneutico trimestrale d’architettura - www.ilprogettosostenibile.it Versione on line dell’omonima rivista trimestrale, dedicata alla cultura e agli aspetti concreti dello sviluppo sostenibile nel campo dell’architettura, della produzione edilizia ed, in generale, dell’ambiente costruito. - www.ioarchitetto.it È un magazine on line dedicato alla comunità degli architetti e contiene brevi recensioni di eventi di attualità nel settore della progettazione. - www.iperspazio.net Rivista digitale di architettura e teoria architettonica contemporanea. - www.planum.net Rivista digitale europea di urbanistica, promossa dall’omonima associazione. Urbanistica - www.eddyburg.it Nato dallo sviluppo di una piccola sezione che Edoardo Salzano aveva nel sito della sua università, si occupa di urbanistica, società, politica e di “argomenti che rendono bella, interessante e piacevole la vita”. - www.rapu.it Il sito è un archivio virtuale di strumenti di pianificazione urbanistica e dei relativi documenti. - www.urbanistica.it Portale per gli operatori del settore urbanistica ed edilizia privata. - www.webstrade.it Portale di cultura del progetto, urbanistica, trasporti, ambiente.

Le parole della rete a cura di A. R.

Raccolta di definizioni, tratte da Wikipedia, libera enciclopedia on line, di alcuni termini ricorrenti nel gergo di internet. Un blog è un diario in rete. Il termine blog è la contrazione di web log, ovvero “traccia su rete”. Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America; nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog. Il blog permette a chiunque sia in possesso di una connessione internet di creare facilmente un sito in cui pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa autonomia, in cui i lettori possono scrivere i loro commenti e lasciare messaggi all’autore (in alcuni casi solo se si è registrati). Un blog è personale ma pubblico: personale nel senso che lo gestisce il suo creatore come vuole; pubblico nel senso che possono leggerlo tutti. Vi si può pubblicare qualunque cosa. È gratuito, facile da usare, non necessita di competenze tecniche particolari. Tutte le pubblicazioni (post) vengono “etichettate” con la data e l’orario di inserimento e visualizzate in ordine cronologico inverso (dal più nuovo al più vecchio). Un blog mantiene l’archivio storico di tutto quello che è stato pubblicato. Lo si può aggiornare da qualsiasi parte del mondo, basta avere un pc ed un collegamento alla rete telefonica. Il termine chat (in inglese, letteralmente, “chiacchierata”) viene usato per riferirsi a un’ampia gamma di servizi sia telefonici che via internet. Questi servizi, anche piuttosto diversi fra loro, hanno tutti in comune due elementi fondamentali: il fatto che il dialogo avvenga in tempo reale, e che il servizio possa mettere facilmente in contatto perfetti sconosciuti, in genere in forma essenzialmente anonima. Queste due caratteristiche fanno sì che, nel sentire comune soprattutto dei non informatici, il termine chat sia spesso associato più o meno esplicitamente all’uso di questi mezzi per la ricerca di nuove amicizie o di avventure romantiche o sessuali. Con i termini comunità virtuale, comunità on line o (in lingua inglese) community si definisce una comunità di persone interessate ad un determinato argomen-

to che comunicano attraverso internet. Tale aggregazione non è legata al luogo o paese di provenienza; essendo, infatti, questa una comunità on line, chiunque può partecipare ovunque si trovi grazie all’uso dalla rete lasciando messaggi su forum (in inglese Bullettin Board) o attraverso le chat room e programmi di instant messaging (messaggistica istantanea) come MSN Messenger, Yahoo! Messenger, ICQ e altri. Nel mondo dell’informatica il download è l’azione di scaricare o prelevare dalla rete (es. da un sito web) un file, trasferendolo sul disco rigido del computer dell’utente. L’azione inversa è l’upload. Ogni volta che un computer connesso ad internet richiede una pagina o un qualsiasi contenuto su internet, un computer remoto invia l’oggetto richiesto attraverso una rete di calcolatori fino al computer che aveva inviato la richiesta, il quale riceve i dati sotto forma di pacchetti da ricostruire. La banda di download, o downstream è la velocità massima con la quale si possono scaricare pacchetti. A seconda del tipo di linea, è divisa rigidamente (Adsl) o dinamicamente (fibre ottiche) dalla banda di upload, l’upstream. Spesso il download si effettua attraverso tecniche di compressione dei file, per ridurre la dimensione dei file da scaricare e quindi il tempo di scaricamento. Il forum è un particolare strumento di comunicazione telematico in cui l’utente può scrivere dei messaggi (post) che verranno pubblicati in uno spazio comune insieme ai messaggi degli altri utenti. Ad ogni messaggio potranno seguire diverse risposte (reply), che seguiranno l’argomento del messaggio originario (topic), costituendo un thread, abbreviato in 3D. Spesso i forum vengono utilizzati come strumenti di supporto on line per applicativi informatici, ma possano anche trattare tematiche diverse, come attualità, politica, sport, hobby e molto altro. Da non confondere con la chat, che è uno strumento di comunicazione sincrono, il forum è asincrono in quanto i messaggi possono essere letti e ricevere risposte anche a distanza di tempo. I forum sono generalmente frequentati da persone con le medesime passioni, per stringere amicizie, o per cercare aiuti di qualsiasi tipo nella comunità virtuale che il forum stesso crea. Comportamenti offensivi o che esulino dalle regole di un forum vengono

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- www.vitruvio.ch Sito svizzero che raccoglie informazioni sull’architettura: immagini, disegni, testi e links che riguardano l’architettura di tutti i tempi, ordinati cronologicamente.


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moderati da figure preposte per il controllo e rispetto delle stesse regole, i cosiddetti “moderatori”, i quali vengono scelti dall’amministratore come persone fidate e generalmente equilibrate. In informatica, l’hyperlink (spesso chiamato link o collegamento) indica un collegamento ipertestuale fra unità informative su supporto digitale. È ciò che caratterizza la non linearità dell’informazione, propria di un ipertesto. Il link ha lo scopo di fornire maggiori unità informative (documenti, immagini, ecc.) in relazione ad una prima unità. L’hyperlink viene indicato all’interno delle pagine web, per standard, con una parola di colore blu sottolineata, e dal cambiamento della forma del cursore del mouse al passaggio sopra di essa. Può essere applicato anche su immagini. Un sistema di instant messaging o messaggistica istantanea è un sistema di comunicazione client-server per computer che consente di scambiare in tempo reale, fra utenti di due computer connessi in rete, frasi e brevi testi: è la moderna versione del vecchio servizio talk di Unix. È differente dalla e-mail perché lo scambio è istantaneo, ed è più evoluto del suo predecessore perché le frasi compaiono istantaneamente e non lettera per lettera: inoltre, spesso vengono offerti anche altri servizi oltre al semplice invio di messaggi. Alcune applicazioni di instant messaging (come ICQ) danno inoltre la possibilità di usufruire di un servizio analogo agli SMS: se un utente contattato non è connesso in quel momento, il server lo memorizza per alcune ore e lo recapita all’utente chiamato appena questi si connette, se lo fa entro il tempo limite. I software di instant messaging si sono diffusi rapidamente e i maggiori, come ICQ, MSN e Yahoo, raccolgono ormai la maggior parte degli utenti. Un motore di ricerca è un sistema automatico che analizza un insieme di dati spesso da lui stesso raccolti e restituisce un indice dei contenuti disponibili classificandoli in base a formule matematiche che ne indichino il grado di rilevanza data da una determinata chiave di ricerca. Esistono numerosi motori di ricerca attivi sul web. Quello attualmente più utilizzato su scala mondiale, con un indice che supera gli 8 miliardi di pagine, è Google.

La netiquette, termine derivato dalle parole della lingua francese etiquette (buona educazione) e net (rete) o network, è un insieme di regole che guidano il comportamento di un utente su un newsgroup, mailing list, forum o email in genere. Il rispetto della netiquette non è imposto da alcuna legge, ma si fonda su una convenzione ormai di generale condivisione. Il mancato rispetto della netiquette comporta una generale disapprovazione da parte degli altri utenti della rete, con frequentemente un isolamento del soggetto “maleducato” e talvolta la richiesta di sospensione di alcuni servizi utilizzati per compiere atti contrari ad essa (solitamente la e-mail e usenet). Una newsletter è un notiziario scritto o per immagini diffuso periodicamente per posta elettronica. Oggi è spesso in formato html. Solitamente è richiesta da quanti la ricevono (a guisa di un abbonamento) ed ha scopi che vanno dall’informazione all’intrattenimento, ma diversi portali e provider ne fanno un uso invadente con fini pubblicitari che si collocano fra il mailing e lo spam vero e proprio. Una password (“parola chiave”, “parola d’ordine”, o anche “parola d’accesso”) è una forma di autenticazione che usa dei dati segreti per controllare l’accesso a una risorsa. La password dovrebbe rimanere segreta a coloro i quali non sono autorizzati ad accedere alla risorsa in questione. Le password sono usate per controllare l’accesso a servizi di varie tipologie, ad esempio quelli di natura informatica, come l’accesso ad una casella e-mail, ad aree riservate di computer, siti internet e reti. In questo caso, la password può avere un suggerimento tale da farla ricordare all’utente. Esse dovrebbero essere formate da una serie di almeno 8 caratteri e cifre, maiuscoli e minuscoli, scelti casualmente. Il podcasting è un sistema che permette di scaricare in modo automatico risorse audio o video, chiamate podcast, utilizzando un programma (client) gratuito chiamato aggregatore o feeder. Un podcast è una registrazione digitale audio o video, scaricabile automaticamente da un apposito programma, messa a disposizione su internet per chiunque si abboni ad una trasmissione periodica.

Un Internet Service Provider (ISP) o, semplicemente provider è una struttura commerciale o un’organizzazione che offre agli utenti (casalinghi o ad altre imprese) accesso a internet con i relativi servizi. In italiano è detto anche fornitore d’accesso. La maggior parte degli operatori di telecomunicazioni sono anche ISP e forniscono servizi come accesso internet, registrazione di dominio, hosting, e-mail, ecc. Gli ISP formano i nodi nella struttura a ragnatela di Internet e non sono uguali. Ci sono ISP di primo livello che hanno una rete di interconnessione velocissima, sono internazionali e sono direttamente connessi ad altri ISP di primo livello. Tali ISP hanno connessi a loro un certo numero di ISP di secondo livello (di cui sono fornitori) che vengono detti, in questo caso, utenti. Gli ISP di primo livello formano, quindi, la dorsale di Internet. All’interno di una rete ISP i punti di connessione tra ISP diversi si chiama POP (Point of Presence) e fisicamente si compongono di router a cui si connettono i router di altri ISP. Un sito web o sito internet (spesso abbreviato in sito) è un insieme di pagine web, ovvero di documenti accessibili tramite World Wide Web su Internet. I siti web si possono distinguere in due tipologie principali: siti statici e siti dinamici I siti statici presentano contenuti di sola ed esclusiva lettura. Solitamente vengono aggiornati con una bassa frequenza e sono mantenuti da una o più persone che agiscono direttamente sul codice della pagina (tramite appositi editor web). I siti dinamici presentano invece contenuti redatti “dinamicamente” (per esempio grazie al collegamento con un database) e forniscono contenuti che possono variare in base a numerosi fattori. I siti web dinamici sono caratterizzati da un’alta interazione fra sito e utente. Alcuni elementi che caratterizzano la dinamicità di un sito possono essere: l’interazione con uno o più database, la presenza di moduli per l’invio di e-mail o altre operazioni, la visualizzazione dell’ora del server, operazioni varie sul file system (tipo scrittura di file testuali), ecc. La modifica dei contenuti, che di solito possono essere aggiornati grazie ad interfacce grafiche (dette shell) anche senza agire direttamente sul codice, è generalmente frequente.


Telefono con chiamata a generatore e batteria locale, 1890 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

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Lo spamming (detto anche “fare spam”) è l’invio di grandi quantità di messaggi elettronici non richiesti, generalmente commerciali. Usenet è una rete mondiale formata da migliaia di newsgroup. Esistono nel mondo moltissimi newsgroup, ognuno dedicato ad un argomento particolare, e la maggioranza fa parte di Usenet. Il termine è impiegato per descrivere la rete di sistemi Unix su scala mondiale con amministrazione decentralizzata, impiegata per lo scambio di messaggi da parte di gruppi di discussione legati da interessi comuni. A seguito dell’esplosione del web e con l’avvento di nuove tecnologie di comunicazione (come i forum) Usenet ha iniziato ad essere meno utilizzato, pur restando un impor-

tante strumento di comunicazione per moltissimi utenti. La webzine è una rivista pubblicata sul web, ovvero la trasposizione su internet del comune formato rivista, acquistabile in edicola. La webzine, contrariamente alle riviste cartacee, permette due sviluppi particolari: il confronto con il lettore e l’intervento del lettore stesso nella crescita del sito. Ciò vuol dire che, per esempio, da una notizia pubblicata sulla webzine può nascere un confronto all’interno della comunità degli utenti e successivamente uno o più utenti potrebbero inviare altre notizie correlate che lo staff del sito potrebbe pubblicare all’interno delle proprie pagine.

Wikipedia è un’enciclopedia on line, multilingue, a contenuto libero, redatta in modo collaborativo da volontari e sostenuta dalla Wikimedia Foundation, un’organizzazione non-profit. Attualmente è pubblicata in oltre 200 lingue differenti (di cui circa 100 attive; quella inglese è la più sviluppata) e contiene voci sia sugli argomenti propri di una tradizionale enciclopedia che su quelli di almanacchi, dizionari geografici e di attualità. Il suo scopo è quello di creare e distribuire una enciclopedia internazionale libera nel maggior numero di lingue possibili. Wikipedia è già uno dei siti di consultazione più popolari del web, ricevendo circa 60 milioni di accessi al giorno e contiene in totale approssimativamente 3,7 milioni di voci. A causa della sua natura aperta, vandalismi ed imprecisioni sono problemi riscontrabili.


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Como a cura di Roberta Fasola

Per una geografia del rapporto tra architetti comaschi ed internet Tre sono le principali forme all’interno delle quali è possibile descrivere, seppure per grandi semplificazioni, il rapporto tra gli architetti della Provincia di Como ed internet. Tre forme che, a ben guardare, coincidono con le differenti ragioni per le quali gli architetti prediligono l’impiego della rete, che permette d’ottenere e veicolare informazioni e materiali che non sarebbe possibile divulgare – con altrettanta facilità – attraverso strumenti e canali più tradizionali. Si tratta, in breve, dell’acquisizione di documenti funzionali per l’esercizio della professione, della pubblicazione di opere e scritti e, in fine, della diffusione di studi ed iniziative promosse da Centri di studio ed associazioni dedicate a figure d’architetti o alla storia del territorio comense. Ai fini della documentazione per l’esercizio della professione occorre segnalare, nel quadro della provincia di Como, la presenza di un numero cospicuo di amministrazioni locali che pubblicano materiali, documentazione di base e dai quali i colleghi attingono nell’esercizio della propria professione. Di particolare rilievo, per l’articolazione del progetto informativo e il tenore del materiale pubblicato, risulta essere il portale dell’Amministrazione municipale di Como ove, per il settore dell’edilizia privata e dell’urbanistica, risultano collezionati materiali informativi (normative, regolamenti e planimetrie anche in serie storica) e l’intero repertorio di moduli e certificazioni necessari per il professionista che intenda intraprendere attività edilizie sul suolo della città di Como. Tale progetto è esito di un lavoro congiunto dell’Amministrazione municipale e del Politecnico di Milano, Polo regionale di Como. La stessa Amministrazione provinciale di Como ha provveduto a pubblicare, ad uso dei professionisti a vario titolo coinvolti nel mondo dell’architettura, un numero cospicuo di documenti e materiali tesi a facilitare l’esercizio della professione. In questo solco, sebbene riguardi unicamente il fronte dell’Urbanistica, risulta d’interesse l’osservatorio Provinciale sulla Legge Regionale 12/2005, in corso di realizzazione per opera della Provincia di Como con CCIAA; dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori; dell’Ordine degli ingegneri; l’Istituto per la Formazione, l’Arbitrato e la Conciliazione; Collegio delle Imprese Edili e Affini della Provincia di Como. Il campo dei siti personali dei colleghi risulta essere ampio ed articolato. La consultazione dei siti rintracciati – manca ad oggi una chiara geografia tesa a delineare i limiti ed i caratteri del fenomeno – ha permesso d’indivi-

duare due grandi categorie entro cui avviare una prima tematizzazione del lavoro in tal senso prodotto dagli architetti comaschi. Da un lato, vi sono le pagine web strettamente dedicate all’opera dei professionisti, alla specificità del loro approccio al progetto e all’esibizione dell’opera compiuta che, talvolta, s’integra al curriculum professionale e scientifico. Dall’altro, si pone l’ampio panorama di colleghi che, oltre alla propria produzione individuale, adottano lo strumento delle pagine internet per proporre approfondimenti su tematiche inerenti – tra le molte che l’esplorazione condotta ci ha portato ad individuare – l’architettura, l’arte e la fotografia o per l’avvio di forum su temi di più ampio respiro quali, in particolare, il tema della sostenibilità ambientale, della qualità del progetto e della ricerca compositiva. La terza categoria con la quale si è inteso tracciare una prima geografia del rapporto tra architetti comaschi ed internet, comprende i siti d’importanti istituzioni locali e d’iniziative intraprese sul suolo della provincia di Como per fini culturali e di promozione delle conoscenze sul territorio. In questo quadro di riferimento, pare d’interesse ricordare al lettore il Centro studi Giuseppe Terragni (www.csgt.org), l’Archivio Cesare Cattaneo (www.cesarecattaneo.it) e la sezione nel portale del Comune di Como dedicata all’iniziativa RAPu della Fondazione Triennale di Milano e del Politecnico di Milano (si veda al riguardo la sezione dedicata Piani urbanistici storici del territorio comunale). Il tenore delle informazioni e dei materiali per l’architettura che i tre casi consegnano è eterogeneo. Nell’impo-

Spinterometro per le prime stazioni radiotelegrafiche, Marconi, 1898 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).


a cura di Chiara Rostagno

Cremona a cura di Fiorenzo Lodi

Ordine e internet L’Ordine di Cremona sta affrontando il tema della promozione della professione e del valore dell’architettura nel mercato delle costruzioni. C’è anche la volontà di intervenire nel dibattito sulla divulgazione della pubblicità professionale degli studi di architettura. Affrontiamo, ora, queste problematiche spiegando anche il loro collegamento con internet come mezzo di divulgazione. Le norme del codice deontologico impongono una pubblicità solo a carattere informativo e non persuasivo, pubblicità che deve avere l’autorizzazione dell’Ordine provinciale o dell’organo a questo delegato. Da qui l’esigenza di organizzare siti web degli Ordini dove gli iscritti, tramite la ricerca, possono accedere a un collegamento gratuito con siti come “Europa Concorsi” o a portfoli di professionisti che possono permettersi anche costi elevati per grafiche e navigabilità più importanti. L’utilizzazione di internet può permettere a tutti, specialmente ai giovani, di farsi conoscere rendendo molto più democratica la presentazione e la divulgazione delle proprie professionalità. In un mondo in cui l’immagine e la rapidità di comunicazione diventano fondamentali, l’Ordine può essere solo un canale di divulgazione e di corretta analisi della presentazione professionale di tutti i suoi iscritti. Il lavoro, i concorsi, la reperibilità dei documenti o della modulistica

vengono svolti oggi interamente tramite internet. Questo, oltre a creare spazi professionali nuovi, a diversificare o completare la specializzazione di ognuno, rende possibili collegamenti con altre figure professionali promuovendo la multidisciplinarietà. L’operare in velocità è una caratteristica di internet che permette di arrivare direttamente nel territorio provinciale ed extra provinciale, riducendo i costi di spostamento e di materiale. Però, tutta questa disponibilità di utilizzazione deve essere al servizio di tutti i professionisti, specialmente di chi inizia l’attività, e deve prevedere una corretta partecipazione degli Ordini, partecipazione che non si riduca a mero controllo, ma che contribuisca ad ammortizzare anche attraverso incentivi, le spese che un professionista deve affrontare per l’immagine del proprio operare. Ciò significa, fra l’altro, riconoscergli una funzione sociale, non solo di immagine. Se questo problema non verrà affrontato ora, e subito, sarà stata persa un’occasione importantissima per uscire dal ristretto circolo in cui ci siamo cacciati. Susi Zagheni

Lecco a cura di M. Elisabetta Ripamonti

Il nuovo sito web dell’Ordine L’avvento di internet e la conseguente accessibilità a dati e documenti su vastissima scala sembra aver rivoluzionato anche la nostra professione; la possibilità di comunicare e trasmettere informazioni in tempo reale ha costituito un epocale cambiamento anche per gli architetti. Chiediamo all’architetto Marco Pogliani, segretario dell’Ordine degli Architetti di Lecco, di illustrarci come questa rivoluzione abbia interessato la nostra provincia. Ringrazio, con l’occasione, l’arch. Pogliani sia per la collaborazione, sia per l’utilissimo lavoro svolto al fine di rendere possibile la realizzazione del nostro nuovo sito web. Quanto internet ha modificato il nostro modo di lavorare e le nostre modalità di archiviazione dati? Quale ruolo detengono, a tuo parere, i testi e le riviste di architettura all’interno dei nostri studi? Che fine hanno fatto gli innumerevoli cataloghi che riempivano i nostri scaffali? Internet in pochi anni non ha solo modificato, ma oserei dire che ha proprio rivoluzionato il modo di lavorare di noi architetti. È finito il tempo che ci vedeva tutti cercare

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stazione del sito del Centro Studi Giuseppe Terragni, prevale il tentativo di corredare gli scritti e le note storiografiche con un ampio repertorio documentario che viene descritto e, per una parte significativa, riprodotto ad uso degli studiosi e dei cultori dell’opera di Terragni. Il lavoro intrapreso dall’Archivio Cesare Cattaneo, privilegia la descrizione dei contenuti e della consistenza dei documenti che costituiscono il giacimento documentario dell’architetto. Il sito dell’iniziativa RAPu costituisce un archivio digitale dei documenti degli strumenti urbanistici (disegni, relazioni, norme, allegati, documenti di ratifica e di processo) della città di Como dal 1888 al 2001. A tali iniziative, dal marzo 2006, s’aggiunge la rivista Taleaonline (www.taleaonline.com) – mensile digitale di ambiente, paesaggio, architettura, edilizia del territorio lariano teso ad approfondire alcuni temi d’interesse per coloro che praticano l’architettura.


ne, così come deve essere! Una verifica? Facile! Provate ad andare sul sito della “Shinistat”, categoria “Politica e Istituzioni/Enti & Istituzioni”, e cercate il nostro sito, vedrete i contatori delle visite aggiornati. Per chi ne avesse voglia l’indirizzo completo è: http://s2.shinystat.com/cg-bin/shinystatv.cgi?L=0&USER =oalc&NH=1 Dal 31.3.2006, data di creazione del sito, abbiamo più di 2000 pagine visitate e quasi 2000 visitatori, ed i dati sono in costante aumento!

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Sintonizzatore Multituner, Marconi, 1907 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

qualche cosa in mari di polverosa carta e infiniti archivi, dove mai quella rivista era là dove doveva essere… Oggi bastano pochi gesti mirati e riesci a trovare anche più di quello che cercavi. Intendiamoci, questa modernizzazione è, e deve restare, solo una semplificazione del lavoro, non potrà mai sostituire il profumo della carta, quella sensazione così particolare di sfiorare le pagine, di “possedere” libri, riviste, testi… I nostri scaffali sono sempre pieni, forse un po’ più polverosi di prima. Noi architetti siamo dei tecnici e come tali ci dobbiamo tenere sempre aggiornati con le novità tecnologiche, ma in fondo all’anima siamo un pò conservatori e forse anche un po’ nostalgici… L’Ordine degli Architetti ha un nuovo sito: ci descrivi, in qualità di promotore, quali aspetti lo caratterizzano e quale ritieni sia la sua maggiore utilità? Quale riscontro ha avuto tra gli iscritti? Il nuovo sito è giovane e come tale ha piccoli difetti di “gioventù” che pian piano elimineremo. È sicuramente un motivo d’orgoglio ed è frutto di un grosso lavoro di squadra: per primi il Presidente e tutti i consiglieri con cui abbiamo deciso di rinnovare il sito; poi il grande apporto tecnico e soprattutto logistico della nostra segretaria Raffaella che ha contattato, sollecitato, proposto ed in effetti coordinato il lavoro della società che ha fisicamente realizzato il sito, la Datatronics. Sono molto soddisfatto di tutti. Non dimentichiamo però che non siamo partiti da zero; il “vecchio” sito, frutto della pazienza e della dedizione di un solo collega, l’amico Paolo Rughetto, ha funzionato per un po’, certo i mezzi erano pochi, però questa esperienza ci ha insegnato tanto, tutto quello che poi abbiamo voluto nel sito nuovo. Abbiamo tutti investito tanto affinché anche il nostro Ordine avesse un sito web completo ed aggiornato! Ogni settimana vengono pubblicati in media 80 nuovi documenti inerenti la professione. E non mi pare cosa da poco… Gli iscritti, adesso, devono solo acquistare fiducia ed abituarsi ad aprire il sito (www.ordinearchitettilecco.it) e cercare qualcosa che sicuramente troveranno! Il successo c’è stato, tanti, tantissimi colleghi hanno scoperto che sul sito si trovano leggi, modulistica, notizie di ogni genere. Tutto sempre e costantemente in evoluzio-

A proposito di sito web, quanti dei nostri iscritti ne sono titolari? Alla luce dei nuovi codici deontologici ritieni che il sito sia un utile strumento di propaganda? Oppure pensi che la consultazione del sito web sia conseguente l’incontro personale con il professionista? Sappiamo che molti iscritti posseggono un proprio sito web, ma non abbiamo alcun dato ufficiale. Il sito personale rientra nelle possibilità e responsabilità che il singolo professionista, se vuole, può assumersi. In quanto iniziativa privata, il professionista non è tenuto a comunicare alcunché all’Ordine, ma ovviamente è totalmente responsabile dei contenuti che non possono contravvenire alle nostre norme deontologiche. Certo, se correttamente impostato, un sito può essere una specie di curriculum vitae grafico ed interattivo. Personalmente, però, credo che il contatto umano non sia ancora, fortunatamente, passato di moda. I siti professionali ritengo siano solo un’immagine della propria professionalità, un po’ fine a se stessa. Quanto è in grado d’influenzare il potenziale committente un’immagine o un’informazione apparsa su internet? Dalla mia esperienza ogni nuovo cliente non è mai un pianeta a sé, ma è sempre satellite di qualche tua ”vecchia conoscenza”. E, come dicevo prima, può far di più un buon passaparola che una brutta informazione trovata in internet…o almeno lo spero! Ritieni che internet costituisca uno strumento di lavoro quotidiano per la maggior parte dei nostri colleghi a Lecco? Si, ritengo che sia così ed ovviamente non solo a Lecco. Nonostante qualche reticenza, la maggior parte degli iscritti all’Ordine di Lecco possiede un indirizzo di posta elettronica e di conseguenza anche un collegamento ad internet. Noi continuiamo a sollecitare la necessità che tutti si dotino di Internet e quindi della posta elettronica, così facendo l’Ordine potrà essere sempre più efficiente garantendo le comunicazioni con gli iscritti in tempo reale. Non dimentichiamo poi il grande aiuto che la comunicazione telematica ci dà: trasmissione di documenti, files grafici tra colleghi che collaborano e clienti, tutto sempre in tempo reale. Una volta si portava il floppy con i files dal collega a mano o per posta, oggi basta un click! Una volta per redigere o correggere un documento da comunicare ci si trovava in riunione, si discuteva e poi qualcu-


no scriveva testo o modifiche. Oggi basta una serie di mail con il testo base a cui tutti possono rispondere con modifiche ed osservazioni. Basti pensare alla stesura di un compromesso, di un contratto o di un capitolato che deve essere concordato tra il professionista, il cliente ed il notaio che magari risiedono in tre città diverse! E così anche ogni ufficio pubblico e commerciale. Risulta molto semplificata la ricerca di informazioni o documenti. Unico inconveniente? Gli uffici di internet non chiudono mai… e tu ti ritrovi a lavorare anche di sera o nel fine settimana. Insomma, ancora più del solito!

a cura di Nadir Tarana

Architettura e web L’architettura e il fare artistico in generale sono da sempre sottoposte a molteplici minacce di tipo tecnico: basti pensare al monito di Walter Benjamin riguardo la perdita dell’aura dell’opera d’arte (in cui includiamo a pieno titolo anche l’architettura) una volta inserita nel circuito della sua riproducibilità tecnica, oppure, ancor prima, alla paura di Victor Hugo che in Nôtre dame de Paris fa dire all’abate Frollo che l’invenzione della carta stampata avrebbe ucciso il “libro di pietra”, riferendosi all’immenso libro dell’architettura costruita, delle città, degli edifici. Tutto ciò sappiamo che non è avvenuto. Ma l’invenzione della rete Internet e la sua pervasività, da un lato potrebbe proporlo come ulteriore minaccia anziché strumento. Ma è necessario chiarire alcuni punti. L’avvento di Internet se da un lato offre all’architettura una serie di supporti entrati oramai a pieno titolo nel fare professionale (cataloghi, banche dati sui concorsi, sulle normativa, sugli strumenti di previsione urbanistica) che potremmo definire supporti di informazione, dall’altro lato si candida a vero e proprio supporto di formazione, con la proposta, continua ed inesorabile, di immagini (a tutti gli effetti Internet è da considerare uno strumento mediatico) che si prestano ad essere prese come riferimento poco interpretato per architetti con assoluta mancanza di etica professionale. Se un tempo la diffusione dell’architettura avveniva solamente attraverso le riviste specializzate, ora queste tendono ad arrendersi al proliferare di siti Internet carichi di immagini. Siamo già nel campo della globalizzazione e omologazione dei linguaggi che tendono ad annullare qualsiasi specificità personale e legame con la storia del proprio paese. Internet ci consente di vedere in tempo reale le fasi di costruzione di un’opera dall’altra parte del mondo, con una semplice webcam installata sul cantiere. Come consente lo scambio di documenti, con enti pub-

Particolare del Pantelegrafo Caselli, primo sistema per trasmettere a distanza disegni e scritti, 1854 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

blici e professionisti a tal punto che molte parti del progetto vengono sviluppate in diversi paesi o addirittura continenti, tramutando in realtà quell’ideale gruppo di lavoro auspicato da tempo. In conclusione la rete Internet, annullando le distanze e offrendoci una quantità infinita di informazioni, andrebbe utilizzata per i suoi lati positivi, ma assolutamente allontanata dalla fase ideativa-progettuale: in definitiva Internet non va assolutamente preso come “strumento per progettare”. Enrico Prandi e Manolo Terranova

Milano a cura di Roberto Gamba

Geografia dei siti della Provincia di Milano Sul sito www.provincia.milano.it – che comprende ancora tutto il territorio oggi trasferito alla nuova provincia di Monza (che non ha, per il momento, un suo portale autonomo) – sono rilevabili gli indirizzi internet di ben 173 – su 189 – amministrazioni comunali della Provincia di Milano. I siti istituzionali delle realtà locali, soprattutto quelli che propongono in maniera efficiente notizie e servizi on line da parte degli uffici tecnici comunali, sono tra gli strumenti più validi, per lo svolgimento della professione. Tra essi, il sito del comune di Milano appare particolarmente vasto e articolato. Numerose parti vi trattano i temi inerenti l’edilizia, l’architettura, l’urbanistica. Si può citare all’indirizzo www.comune.milano.it, nel rigo “dai settori”, nella colonna in alto a sinistra: Arredo urbano; Parchi e giardini (riporta dati, elenco, progetti e realizzazioni, una mappa degli uffici preposti); Periferie (uffici e progetti); Piani e Programmi esecutivi per l’Edilizia (Programmi Integrati di Intervento, Documenti di Coordinamento Progettuale Unitario, Piani di Lottizzazione, Piani

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Mantova

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di Recupero di iniziativa privata); Piani e Programmi Esecutivi per l’Edilizia Pubblica (documenti di inquadramento delle politiche urbanistiche comunali; Programma per l’Edilizia Residenziale Universitaria; Programma di Recupero Urbano; Società di Trasformazione Urbana – STU); Pianificazione urbanistica generale (con una redazione web che si occupa della gestione delle pubblicazioni); Sportello Unico per l’Edilizia (propone fra l’altro la Commissione Edilizia; la raccolta sistematica delle circolari edilizie; pubblica il regolamento edilizio; gestisce il settore “Pratiche edilizie on line”); Sportello Urbanistico (fornisce documentazione e informazioni per l’ottenimento di certificazioni); Ufficio Concorsi di Progettazione (archivia bandi, risultati, immagini); Urban Center (propone e archivia notizie e iniziative; espone temporaneamente le mostre in corso). Inoltre è ormai on line il nuovo Sistema Informativo Territoriale (SIT), che raccoglie i dati economici, sociali, ambientali, geografici del territorio, georeferenziati. Di esso fa parte anche “Mi.Porti”, portale multiservizi geografico, per l’accesso ai dati urbanistici della città, ai servizi e alla storia del territorio milanese, con l’Info-Prg. SIAT è il servizio cartografico per la consultazione dei progetti di riqualificazione urbana attraverso le schede di Urban Center; Mi-Fly visualizza simultaneamente le ortofoto digitali e la cartografia tecnica comunale. Ci ha inviato un contributo la collega Elena Sterle, responsabile in Comune a Milano del “Servizio sistema informativo area edilizia urbanistica” che ha affiancato i dirigenti comunali nell’analisi dell’applicativo informatico prodotto e reso operativo già da alcuni anni con il nome di “only one – pratiche edilizie”, quindi lo ha testato e lo gestisce, ora, quotidianamente. Per il sito del nostro Ordine, Enrico Togni, che lo coordina, ne presenta di seguito gli obiettivi. La redazione del sito è composta da Valeria Cosmelli e Luca Ranza con Claudia Rossi, segretaria. R. G.

OnlyOne Pratiche Edilizie: gli sviluppi in corso Ormai dal 2003 i professionisti hanno imparato a conoscere – e ad usare – OnlyOne Pratiche Edilizie, il sistema on line del Settore Sportello Unico per l’Edilizia del Comune di Milano. Indubbiamente è stato un grande cambiamento, che ha richiesto uno sforzo notevole sia per gli operatori esterni che interni alla struttura comunale, ma che ha facilitato, snellito e reso più trasparenti molte procedure amministrative. È obiettivo del Settore Sportello Unico per l’Edilizia continuare in questa direzione. Queste le principali novità, che saranno disponibili a breve, elaborate anche facendo tesoro delle critiche e dei suggerimenti pervenuti dai progettisti nel corso del tempo: • attualmente la creazione e consultazione di pratiche e

la prenotazione di appuntamenti via internet riguarda solo grandi e piccole opere; a breve il servizio sarà esteso anche alle istanze relative ad autorizzazioni ambientali e a opere in attuazione di piani urbanistici; • se ricorre il caso, con un’unica domanda web sarà possibile dare avvio a due procedimenti distinti – edilizio e ambientale – che saranno gestiti in modo congiunto dal programma in dotazione agli uffici comunali • per fornire maggiore supporto durante la fase di immissione di una istanza edilizia un collegamento con Mi.Porti (il Sistema Informativo Territoriale del comune di Milano) consentirà la verfica dei parametri di PRG e segnalerà la presenza di vincoli ambientali: il professionista, senza uscire dal programma, potrà vedere la mappa della zona interessata dall’intervento con evidenza della zona vincolata e consultare il testo del decreto di vincolo; • alla nuova domanda elettronica si potranno allegare documenti digitali di qualsiasi tipo, ad esempio tavole di progetto redatte secondo gli standard stabiliti dal Comune di Milano. Questa novità apre la strada a molteplici futuri sviluppi, ancora da pianificare; • per favorire la gestione di tempo e scadenze, in fase di prenotazione sarà possibile verificare la disponibilità di nuove date prima di rinunciare ad un appuntamento già fissato; • il professionista potrà rivedere, modificare, completare o cancellare domande elettroniche fino al giorno precedente l’appuntamento per la consegna del progetto; • il pagamento degli oneri potrà avvenire con una nuova modalità: il “Bollettino Freccia”, che consentirà di effettuare i versamenti presso un qualsiasi sportello bancario. Elena Sterle

www.ordinearchitetti.mi.it Il sito dell’Ordine degli Architetti di Milano, che il 1° gennaio del 2007 varcherà la soglia dei 10 anni on line, come obiettivo si è sempre posto quello di convogliare l’Ordine, come istituzione e come distributore di servizi verso i propri iscritti. I numeri sembrano dare ragione a questa politica, infatti dalle 48.000 pagine richieste mensilmente nel lontano 2000 siamo arrivati ormai alle 268.000 pagine richieste dello scorso marzo. Con grande soddisfazione, senza perdere di vista l’obiettivo sopracitato e nonostante le difficoltà incontrate, sia per mancanza di risorse sia per le lentezze decisionali non dipendenti dalla volontà di chi opera per il suo funzionamento, finalmente quest’anno ci approntiamo a rivedere tutto il sito con l’intezione di renderlo più dinamico e conforme dal punto di vista tecnologico, dei contenuti e della sua navigazione, alle attuali esigenze. Tutto questo si tradurrà in uno strumento operativo per chi gestirà i contenuti e per chi ne potrà usufruire, favorendo in primo luogo i colleghi iscritti all’Ordine. Negli intenti iniziali si pensa alla possibilità di avere parti pubbli-


Telefono automatico modello unificato, Siemens Italia, 1936 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

Enrico Togni

Monza e Brianza a cura di Francesco Redaelli e Francesco Repishti

www.ordinearchitetti.mb.it Tra le preoccupazioni maggiori espresse dal nuovo consiglio dell’Ordine degli Architetti di Monza e della Brianza, quella della comunicazione è stata considerata come una parte prioritaria, essenziale dell’attività e dei servizi offerti agli iscritti. Rispetto solo a pochi anni fa, oggi, grazie alla “rete globale” internet, è possibile lo scambio di informazioni e quindi la comunicazione in tempo reale, ovviando così alla tempistica e all’onerosità del sistema postale. Nella progettazione della comunicazione telematica si è da subito tenuto conto del fatto che la comunicazione o lo scambio di informazioni avverrà secondo due flussi: in entrata (dall’iscritto all’ordine) e in uscita (dall’ordine all’iscritto). Il sito dell’Ordine deve quindi essere funzionale ad entrambi i flussi di informazione. Per il sito si è proposta una denominazione che sia in linea con quelle di tutti i siti degli enti pubblici, quindi un nome composto dalla denominazione dell’ente (ordinearchitetti), dalla sigla della provincia di appartenenza (mb), dalla sigla della nazione di appartenenza (it); pertanto: http://www.ordinearchitetti.mb.it. Dalla denominazione

del sito sono stati creati anche gli indirizzi e-mail di tutti gli iscritti che hanno il suffisso ordinearchitetti.mb.it generati per ovviare al problema della difficile gestione della mailing list. Infatti, per evitare ed annullare le problematiche legate alla proliferazione di indirizzi e-mail che sono spesso cambiati dagli utenti e rendono estremamente difficoltosa la redazione e la tenuta di una mailing list si è deciso di assegnare ad ogni iscritto all’Ordine un indirizzo e-mail direttamente legato al sito, utilizzando il semplice sistema del prefisso e del suffisso. Quindi si è deciso di realizzare una serie di indirizzi e-mail così composti: dal cognome, da un numero generato attraverso un logaritmo per ovviare al riconoscimento, alla ricostruzione e utilizzo da parte di altri della mailing list, dal suffisso della denominazione del sito dell’ordine. Ormai registrato il nickname del sito e create tutte le mailbox necessarie, si è provveduto a comunicare ad ogni iscritto la e-mail assegnata che sarà utilizzata per le comunicazioni da e per l’ordine. Questo sistema potrà consentire l’agevole realizzazione di un data base per l’archiviazione di tutte le comunicazioni elettroniche sia in entrata che in uscita. L’Architetto iscritto all’Ordine, una volta ricevuta la comunicazione della propria e-mail personale potrà utilizzarla con un qualsiasi programma di posta elettronica utilizzando la propria password personale al fine di garantire la segretezza dei dati. Il nuovo sito creato è sostanzialmente un sito di “informazione” al quale gli utenti accederanno normalmente per attingere notizie e informazioni relativi alla loro professione (o da parte di esterni che ricercano velocemente un contatto con la nostra istituzione). Per questo, l’impostazione sia grafica che di layout ha cercato di garantire la coerenza delle pagine, la rapidità di adattamento degli utenti, la velocità e la sicurezza nella ricerca della posizione delle notizie, optando così per una soluzione di un doppio menù a tendina. Le pagine web istituzionali e statistiche sono state così inizialmente strutturate: home (pagina di presentazione con animazione flash e menù di navigazione/selezione); quadro istituzionale (deontologia: norme che regolano la professione, Consiglio: presentazione del consiglio, Commissioni: presentazione delle commissioni); albo on line (pagina dedicata all’albo ufficiale); contatti (informazioni di contatto, indirizzi postali, telefonici, elettronici, cartografici); news (dedicata alla presentazione di eventi, appuntamenti e novità generali, inserimento di immagini ridimensionabili in formato jpg e didascalie); link (dedicata ai

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che e parti ad accesso riservato agli iscritti, in cui trovare materiali e informazioni dedicate e risposte ai propri quesiti, utilizzando inoltre servizi che si andranno via via delineando una volta approntate le pagine esistenti ed integrate anche con quelle che verranno richieste dagli utenti, una sorta di progettazione comune del sito e dei suoi contenuti a cui speriamo tutti vogliano partecipare. Un’altra implementazione importante riguarderà le pagine della fondazione, che a poco a poco, prenderanno la consistenza di un vero sito dedicato alle sue attività ed in cui la componente dinamica del sito e l’accesso a sezioni, tramite user id e password, permetterà la realizzazione di ulteriori servizi e strumenti dedicati. Si stanno gettando in questi giorni le basi per la realizzazione del nuovo sito e si ha la speranza e l’obiettivo di mettere tutto in funzione il 1° gennaio 2007.


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link di interesse comune dell’Ordine e degli iscritti); professione (Formazione: notizie sui corsi di formazione, Mostre e Convegni: notizie su mostre e convegni, Scadenze: notizie sulle scadenze legate alla professione); utilità (Parcelle consultazione e download norme sulla parcellazione e schemi di parcella); modulistica (consultazione e download della modulistica dell’Ordine); normative (Comunale, provinciale, regionale, nazionale); press (dedicata alle pubblicazioni su riviste specializzate). Oltre all’ideazione del sito è stato studiato un secondo programma informatico: la raccolta dei dati con le schede di “raccolta dati e disponibilità” (cartacee o digitali); essa è stata finalizzata alla realizzazione di un database che consenta al consiglio dell’Ordine di poter rispondere in tempi rapidi sia alle richieste da parte di enti pubblici o di privati per la nomina di componenti in commissioni o in terne, sia alle proprie esigenze interne per il coinvolgimento degli iscritti nelle proprie attività. Alberto Poratelli

Pavia a cura di Vittorio Prina

Il nostro breve viaggio parte da una presenza istituzionale: si tratta del sito, a livello provinciale, dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, on line all’indirizzo www.pv.archiworld.it, che ci presenta una panoramica della struttura e degli enti direttamente o indirettamente connessi con il mondo dell’architettura. Esso rappresenta una buona base per soddisfare la domanda informativa, poiché contiene link a università, musei, riviste e portali, ma soprattutto notizie – a livello regionale – su corsi, gare e bandi. Questi ultimi, che costituiscono un elemento importante nel nostro lavoro, rappresentano però anche una criticità, poiché spesso per risalire a bandi di concorso di opere pubbliche si passa attraverso il sito del Comune proponente. Per facilitare la ricerca segnalo la sezione (gratuita) “Osservatorio Concorsi” del sito www.architetturaitalia.it, che contiene i bandi emanati dalle amministrazioni locali e che si integra con la sezione omonima presente su www.europaconcorsi.com (ottimo strumento, con un database di anni). Altri strumenti interessanti, non solo a questo scopo, sono poi www.professionearchitetto.it e www.archiworld.it. Ritorniamo però alla dimensione locale: da parte degli architetti, in provincia di Pavia, vi è una limitata visibilità on line (estendendo il raggio geografico di ricerca i risultati cambiano). Tutti sappiamo che, in base al codice deontologico non è ammessa concorrenza pubblicitaria: penso però che il rafforzamento e il potenziamento della trasparenza, anche attraverso la pubblicazione di un sito

Andrea Vaccari vive e lavora a Pavia, è esperto di internet, ha organizzato nel 2004 e 2005 il concorso relativo al Premio Internazionale di Architettura Sacra Frate Sole curandone il sito e cura il cospicuo database sul sito della Fondazione Frate Sole di Pavia che contiene circa duecento progetti di chiese realizzati in tutto il mondo oltre ai progetti relativi alle tesi di laurea su edifici sacri. V. P.

Architetti e internet in provincia di Pavia Internet è oggi uno dei principali canali di comunicazione e, come tale, sta diventando una risorsa indispensabile per aziende, enti, associazioni e, in generale, per tutti quei settori dove l’accesso alle informazioni e la divulgazione su vasta scala possono fare la differenza in un contesto di per sé molto affollato. Parlare di queste cose sulle colonne di “AL” può sembrare inutile solo se si continua a percepire il web come un corpo estraneo al panorama dell’architettura: basta pensare alla possibilità, navigando in rete e in modo semplice, veloce e approfondito, di accedere a nuove informazioni relative alle attività svolte sul territorio, per avere una ragione in più per discutere di questo tema.

Radioricevitore a consolle, Unda Radio, fine anni ’30 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).


Telefono con chiamata a generatore e batteria locale, 1905 circa (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

web non comporti necessariamente l’infrazione di alcuna regola. Sapere chi ha fatto cosa non è pubblicità, è informazione; creare un sito internet che dica qualcosa di più sulla professionalità di un soggetto che esercita in questo settore non è concorrenza sleale, ma permette anzi una scelta più consapevole. Per il committente è infatti importante poter vedere, prima del conferimento di un progetto, i lavori già svolti (chiaro che se ci si chiama Àlvaro Siza – www.alvarosiza.com – ci si può permettere di pubblicare un sito con un’unica pagina contenente uno schizzo e l’indirizzo dei propri studi professionali). Questa riflessione nasce spontaneamente dal confronto fra il numero dei siti di architetti nella provincia di Pavia e il numero degli iscritti all’ordine. Il rapporto è imbarazzante: ne ho trovati circa 20 su 753 iscritti. La stessa difficoltà nella circolazione dell’informazione relativa a bandi e gare è riscontrabile anche nel settore degli eventi culturali: oltre alla pubblicità sui media, spesso si viene a conoscenza di convegni, premiazioni, mostre solo se si capita sui siti dei Comuni ospitanti o degli enti organizzatori, nonostante siano la continuazione del lavoro dell’architetto (forse addirittura parte integrante). Tutti traiamo indistintamente beneficio dalla pubblicità data a questi eventi: la buona riuscita di un convegno, di una mostra è un riconoscimento per gli organizzatori e un successo per chiunque operi in questo ambito. A livello nazionale, segnalo a questo proposito www.architecture.it e ancora www.architetturaitalia.it, questa volta alla sezione “Osservatorio Premi”, in cui,

Andrea Vaccari viex@email.it

Sondrio a cura di Marco Ghilotti ed Enrico Scaramellini

Il “luogo virtuale” del progetto I recenti mutamenti della pratica professionale e della nostra disciplina nel suo complesso, testimoniano una crescente virtualizzazione di molte consolidate operazioni progettuali, che fino al decennio scorso erano parte integrante di una diffusa attività manuale ed artigianale caratterizzante il nostro mestiere. Tecnologie informatizzate supportano il progetto fin dal momento ideativo e le nuove modalità di comunicazione amplificano a scala planetaria i risultati ottenuti. Il world wide web, ossia Internet, è così diventato autorevolmente negli ultimi anni un “luogo” privilegiato ove è possibile acquisire informazioni, presentare il proprio lavoro, avviare un dibattito sul progetto alle diverse scale di intervento. Anche la realtà professionale della nostra provincia non è esente a questo cambiamento e molti sono gli studi di architettura che utilizzano il web come un utile strumento di lavoro e di promozione della propria immagine, pur persistendo ancora un forte legame fiduciario tra committente e progettista, dovuto alle esigue dimensioni delle città della nostra valle. Molto diffuso è, invece, l’utilizzo della e-mail come strumento di scambio di idee e di

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nella colonna dedicata ai link, troviamo un collegamento verso una realtà pavese. Si tratta della Fondazione Frate Sole di Pavia, on line all’indirizzo www.fondazionefratesole.org, che opera per valorizzare la chiesa costruita e promuove dal 1996 il Premio Internazionale di Architettura Sacra Frate Sole. Proprio questa Fondazione, nel 2005, ha istituito un ulteriore premio rivolto ai neolaureati in architettura, in ambito europeo, con una tesi di progettazione su uno spazio sacro: la partecipazione al concorso prevede modalità di consegna del materiale in formato esclusivamente digitale, evitando così il supporto cartaceo. Molto utile poi per essere aggiornati, a livello culturale e professionale, sulle ultime novità del settore è l’iscrizione a newsletter tramite e-mail: a titolo puramente esemplificativo, non essendo a conoscenza di realtà locali, segnalo il già citato www.professionarchitetto.it e www.archilia.it. Un ultimo consiglio: per evitare spamming e mail indesiderate nelle caselle di posta usate quotidianamente, conviene utilizzare per l’iscrizione alle mailing list un indirizzo e-mail riservato esclusivamente allo scopo. Buona navigazione!


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disegni informatizzati ed efficace strumento per limitare le avverse condizioni logistiche che caratterizzano il nostro territorio, isolandoci dai grandi centri urbani ove lo scambio di informazione e di idee è pratica urbana reale e consolidata. La comunicazione via internet, dunque, quale mezzo per accorciare le distanze di una provincia che si sviluppa per chilometri dalla Val Chiavenna a Livigno, e strumento indispensabile per il nostro lavorare, per stare al passo con i tempi e per allacciare nuovi contatti con le realtà esterne alla provincia. In questo quadro, l’avvio di un’accurata azione di rinnovo del sito dell’Ordine degli Architetti provinciale assume un rilievo particolare. Non solo per gli utili servizi offerti agli iscritti, ma anche per il proprio ruolo di progetto pilota, capace, almeno nelle nostre intenzioni, di suscitare curiosità ed interesse nei confronti dei colleghi sollecitati nell’utilizzo sempre più diffuso di questa risorsa. Più che la realizzazione di un nuovo sito, si è trattato di rinnovare nella grafica e nei contenuti quello già esistente ed attivo. Quest’ultimo, sia pure creato in maniera semplice, senza particolari effetti grafici, ha permesso sino ad oggi all’iscritto di trovare diverse informazioni e link utili per la propria attività, rimanendo informato sugli eventi organizzati presso l’ordine. Oggi, la necessità di un maggiore dinamismo nella raccolta di informazioni utili all’attività professionale ed il crescente quantitativo di comunicazioni trasmesse dalla segreteria, hanno suggerito la realizzazione di una “luogo virtuale” più dinamico, vivo ed aggiornato in tempo reale. Quest’ultimo aspetto è fondamentale per fare sì che un sito sia veramente funzionale, dia cioè informazioni “fresche”, usufruibili nell’immediato ed aggiorni in tal modo l’immagine ed i servizi offerti dal nostro Ordine. Il sito rappresenta in parte anche l’immagine, il volto dell’Ordine degli Architetti che si offre agli utenti ed ai numerosi navigatori della rete. In quanto sito istituzionale, deve dare una immagine adeguata di sè, a partire dall’interfaccia grafica della home page, che deve avere un suo stile, una sorta di “logo grafico” riconoscibile (tramite la disposizione delle immagini e la scelta dei colori) che deve poi ripetersi anche nelle schermate successive. Il sito vuole anche essere un “luogo virtuale” ove innescare un dibattito sull’architettura e sulla professione. La periodica pubblicazione di architetture significative realizzate nel nostro territorio, riteniamo possa offrire un monitoraggio costante dei risultati raggiunti, costituire un occasione di aperto confronto sulle pratiche del progetto e forse suggerire modelli insediativi più in linea con una contemporanea interpretazione del rapporto tra l’uomo ed il proprio territorio. Ma il nostro sito vuole anche essere un utile strumento per le Commissioni istituite all’interno dell’Ordine: per promuovere le attività, per archiviare dati e per segnalare eventi di interesse generale. Grande attenzione è stata rivolta ai giovani iscritti, per

formazione più inclini ad utilizzare le nuove tecnologie. Per loro, il sito non sarà solo un “luogo” dove ottenere tutte le informazioni strettamente inerenti la professione (avvisi, bandi, mostre, parcelle, concorsi, ecc.) ma offrirà anche la possibilità di ottenere la stessa visibilità e la stessa attenzione di colleghi già affermati ed è questa una opportunità da non sottovalutare; sappiamo, infatti, quanto è difficile emergere e avere visibilità per chi deve partire da zero. La possibilità di pubblicare on line un portfolio delle proprie opere (con un link ad un eventuale sito personale o al proprio indirizzo e-mail al posto del vecchio biglietto da visita) è, infatti, una grande occasione di promozione a costo zero! Il nostro sito è oggi on line, attende di essere scoperto con un solo click! Filippo Crucitti ed Emanuele Tagliabue Commissione Comunicazione

Varese a cura di Enrico Bertè e Claudio Castiglioni

L’architetto Maria Chiara Bianchi è consigliere dell’Ordine Architetti PPC di Varese ed è stata investita, dall’Ordine stesso, del coordinamento del gruppo di lavoro che si è occupato di progettare e rendere operativo il nuovo sito web. E. B. e C. C.

Facciamo un po’ di… Ordine Internet è luogo non-luogo di rappresentazione di comunità reali e virtuali. Nel territorio della rappresentazione, agli ordini compete l’impegno di individuare un percorso, una mappa di navigazione in grado di autenticare se stessi e il proprio ruolo istituzionale, attraverso una pluralità di mezzi, espressioni e servizi. E l’efficacia comunicativo/rappresentativa viene garantita solo attraverso un processo di ascolto attivo. Come dire: andiamo in rete, ma dobbiamo pur scegliere in questa rete che pesci pescare. Il ruolo istituzionale dell’ente rende in certo modo “impostato” il contenuto, preoccupato spesso di rappresentare se stesso come centro piuttosto che come organismo che presenta, raccoglie e lavora per una comunità di professionisti. Andare in rete, per una comunità come quella di un ordi-


Ricevitore per televisione sperimentale con visione a specchio, Magneti Marelli, Milano, 1938 (coll. M.N.S.T. “Leonardo da Vinci”, Milano).

tive (la mappa delle esigenze), per disponibilità ad assumere incarichi (la mappa delle commissioni). Volevamo comunicare che l’ordine può essere vicino agli iscritti solo se gli iscritti sono vicini all’Ordine. Una sorta di “abbiamo bisogno di voi”, perché insieme “facciamo Ordine”. In quest’ottica, tra gli ambiti tematici abbiamo sviluppato una sezione dedicata ai “quasi architetti”, riferendoci a quel mondo di confine tra la laurea e la professione, che merita molta attenzione per una pluralità di motivi. Innanzi tutto per dare chiarezza, per informare sulle procedure connesse all’abilitazione alla professione nei due corsi di laurea previsti dalla legge attuale e poi per cominciare un processo di avvicinamento e di fidelizzazione al “sistema prodotto” che l’Ordine vuole diventare. E anche perché è indubbio che le risorse del “sistema prodotto ordine” sono da ricercare nei più giovani. Infine, essere in rete ha significato essere sul territorio, meglio e con più forza di prima. L’attenzione dell’Ordine alle dinamiche locali della provincia corrisponde alla volontà di tenere aperte della vetrine sul territorio, dando così voce ai concorsi promossi, ai progetti tematici di monitoraggio, studio, strategici, sviluppati anche in cooperazione con l’Ordine stesso. Insomma, il processo che ha interessato il sito del nostro ordine è stato molto di più di una “manutenzione straordinaria”. Direi che è stato un progetto di ristrutturazione integrale, che ha riguardato innanzi tutto l’individuazione di contenuti strategici, che ha rivisto integralmente la forma grafica e che è poi culminato nella definizione di un’immagine coordinata coerente e chiara. E adesso tra il serio e il faceto arriviamo ai ringraziamenti. Prima di tutto grazie al Presidente, Riccardo Papa, coraggioso (e paziente) regista, ovvero “direttore lavori” di uno staff con tante idee, a volte un po’ confuse… Grazie ai consiglieri Laura Gianetti (ottima segretaria del presidente) per avere trovato le persone giuste al momento giusto; Emanuele Brazzelli (già ottimo segretario del presidente) per avere trovato i posti giusti dove incontrarci con le persone giuste. Grazie a Emanuela Cappio (segretaria dei segretari) responsabile operativa e addetta alle comunicazioni, senza la cui pars destruens non avremmo potuto costruire molto di nuovo. Grazie a Martin Nedbal, graphic designer argentino che ha strutturato una progetto ordinato e pulito, con un tocco rosso di tango e passione. Grazie all’ottimo Davide Consonni, software developer, ovvero la persona giusta al momento giusto che ha sopportato tutti i nostri quesiti, ha tollerato le nostre teste dure a capire, ha retto a qualche riunione a stomaco vuoto e, infine, ha realizzato un eccellente Content Management System, ovvero i nostri progetti. Grazie di cuore. E buon Ordine a tutti. Maria Chiara Bianchi

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ne professionale, deve significare ben più che volersi presentare e rappresentare verso il mondo degli iscritti. E il territorio della sfida per gli ordini professionali risiede proprio nella capacità di saper guardare oltre, esattamente nella direzione di creare una un’associazione attiva. Cercando di “fare un po’ di ordine”, appunto, l’Ordine degli Architetti di Varese ha concepito l’ente come un “sistema prodotto”, e su questo ha calibrato una comunicazione strategica. “Sistema prodotto” innanzi tutto ha significato per noi individuare ambiti tematici e servizi puntuali per creare questa community. E penso, in primis, al “censimento”, come è stato messo a punto dalla Consulta Lombarda, che trova nel nostro sito uno specchio calibrato su un data base impegnato ad avvicinare gli iscritti e a conoscerli. Essere vicini agli architetti, vuole dire avere una rappresentazione della popolazione degli iscritti censita per ambiti territoriali (la mappa dei luoghi), per ambiti professionali (la mappa delle competenze), per richieste forma-


a cura di Roberto Gamba

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Brescia: nuovo impianto natatorio luglio 2005 – novembre 2005 Il Comune di Brescia ha bandito un concorso per la progettazione preliminare, su un’area di sua proprietà, in località Mompiano, di un nuovo complesso natatorio, costituito da impianto coperto, dotato di vasche interne, tribuna spettatori da 1.000 posti e servizi, nonché da lido estivo con vasche esterne e attrezzature di carattere ludico e di svago, come previsto dal Piano Regolatore. Il progetto doveva essere articolato in modo da consentire la suddivisione, in fase attuativa,

in due lotti funzionali. Il costo previsto è di euro 4.300.000. Per partecipare, i concorrenti dovevano possedere determinati requisiti relativi al fatturato professionale; all’espletamento di servizi di progettazione, di direzione lavori e contabilità, coordinamento sicurezza; al proprio personale tecnico utilizzato. La giuria era composta da Aurelio Galfetti, Claudio Marianini, Roberto Nalli, Enzo Ragni, Giovanni Ziletti. I premi sono stati di euro 30.000, 9.000, 4.500 e altri cinque del valore di 2.500 euro ciascuno.

1° classificato (foto 1-3) Camillo Botticini (Brescia), Francesco Craca, Arianna Foresti, Nicola Martinoli, Studio Montanari collaboratori: Michela Cibaldi, Paola Bettinsoli

con lo spazio della strada, dove un accesso separato per giocatori e pubblico scava l’angolo, mostrando una loggia, mentre verso l’ingresso alle piscine coperte e al bar–centro fitness, l’erosione del volume apre una piccola piazza. Lo spazio aperto del lido e delle piscine esterne si lega con quello interno, caratterizzandosi come un parco, dove il piano verde si inclina secondo geometrie che ne enfatizzano i caratteri, permettendone un’agevole fruizione in rapporto all’esposizione al sole dei bagnanti, costituendo un’integrazione tra il disegno dei percorsi, dei piani verdi e degli specchi d’acqua.

La logica che caratterizza il complesso sistema di luoghi destinati all’attività natatoria, ricerca una condizione di porosità, intesa quale integrazione tra piscine interne e lido attraverso l’utilizzo di patii e nel trattamento della copertura che valorizza al meglio la luce zenitale. La compattezza del sistema è contrapposta ad un’assoluta permeabilità, capace di dialogare

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2° classificato Klaus Schuwerk (Napoli-Berlino), Giampiero Lagnese, SM Ingegneria srl (Claudio Modena), Itaca Spa (Roberto Bellucci Sessa) 3° classificato (foto 4-6) Franco Garbari (Brescia), Alessandro Barbieri, Giulia Saleri, Giovanni Dal Pozzolo, Edoardo Bignetti La composizione dei fronti deriva dall’utilizzazione dell’intera facciata sud-ovest come “muro di Trombe”, pelle permeabile agli infrarossi e muro interno accumulatore di calore ad alta inerzia termica; quindi elemento bioclimatico passivo. Le aree verdi e gli elementi naturali diventano parte integrante del progetto. Lo sviluppo su più piani è indispensabile per salvaguardare un’area esterna dimensionalmente insuf-

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ficiente. Le pareti vetrate sono rivolte quasi tutte a nord-nordovest. Molti sono gli accorgimenti bioclimatici: i rilievi artificiali, inverditi con piante a foglie caduche; il terreno accostato ad alcune pareti, la consistente sporgenza della gronda e il “muro di Trombe”; i serramenti apribili, lungo tutto il perimetro delle vasche interne; la vetrata dell’ingresso posta in arretrato rispetto al corpo murario e i consistenti aggetti sopra di essa; la copertura della piscina apribile per la luce e la ventilazione; il giardino pensile sulla copertura; il verde e la superficie di evaporazione dell’acqua.


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Edificio polifunzionale dell’Istituto zooprofilattico “Bruno Ubertini” di Brescia agosto – novembre 2005 Era richiesta la progettazione preliminare di un nuovo edificio polifunzionale, costituito da sala conferenze, locali di pertinenza, sala riunioni, uffici amministrativi e accessori, che potesse essere rappresentativo per l’ente banditore (Istituto zooprifilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, “Bruno Ubertini”) e consentire di ospitare convegni, corsi di formazione e giornate di studio. Era richiesta attenzione ai princìpi della biocompatibilità (alla salute delle persone) ed alla ecosostenibilità (risparmio di energia e risorse naturali).Il costo com-

plessivo previsto per l’opera era di euro 3.680.000. Potevano partecipare progettisti in gruppo, dotati di requisiti di fatturato, di un’esperienza decennale in servizi di progettazione, di direzione lavori, contabilità, coordinamento sicurezza, di personale tecnico utilizzato. La commissione giudicatrice era composta da Paola Copeta, presidente, Gianfranco Matelloni, Francesco Pezzagno, Gaetano Bertolazzi, Davide Pedretti. Erano previsti premi di euro 24.000 per il vincitore; al secondo classificato euro 9.000; al terzo euro 7.000.

1° classificato (foto 7-8) Giulia de Appolonia (Pordenone) con Gabriele Del Mese (Arup srl), Gaetano Miccichè, Paolo Mestriner, Andrea Busi

135 metri, e fa da fondale ad un’area pubblica destinata a parco urbano tra via Bianchi e via Lamarmora: una sorta di “muro abitato” che sul fronte ovest permette la crescita di edera stagionale. Per quanto riguarda gli spazi aperti ed il parcheggio, si è scelta una soluzione che consente la convivenza tra il verde e la sosta dei veicoli: il parcheggio, arricchito da ampie zone d’erba, è ombreggiato da strutture metalliche a sostegno di rampicanti fioriti (glicine, gelsomino, bouganville). Il disegno del suolo, oltre a diventare uno degli elementi ordinatori di questa parte di città, si rende leggibile anche dagli edifici limitrofi.

Il progetto sviluppa un edificio polifunzionale che ospita direzione, area amministrativa e tre spazi per conferenze distinti: una sala da 300, una da 80 e una da 50 posti. Il centro convegni è trattato come una struttura flessibile e trasformabile, a seconda delle esigenze, in una sala da 600 posti, in due da 300, o in quattro sale da 100. Il corpo uffici si presenta, invece, come una lunga “stecca” di

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2° classificato (foto 9-11) Franco Garbari (Brescia) con Alessandro Barbieri, Giulia Saleri, Giovanni Dal Pozzolo, Edoardo Bignetti Il progetto ricerca una possibile integrazione con le aree verdi e gli spazi a giardino previsti dalla programmazione a scala urbanistica. L’integrazione compositiva è perseguita con le prospettive, ben diverse, di naturalità e con assi principali pedonali, che vengono separati dai flussi veicolari, evidenziati e resi coerenti con l’insieme. 9

L’intervento diventa un segno di discontinuità con l’esistente agglomerato ma, allo stesso tempo, elemento ordinatore del futuro verde pubblico, sul quale si apre con la massima permeabilità, chiudendosi invece, con una lunga collina alberata e fiorita, verso l’edificato esistente. Due edifici distinti, di tipologie diverse: uno per convegni/istruzione, l’altro per la funzione amministrativa/ricreativa. Volumi tipologicamente diversi per rispondere a esigenze e usi differenziati e autonomi, ma che si trovano sotto la stessa copertura, che li unifica nella diversità.

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4° classificato Gianni Fornarini, Stefano Bulgaro, Pierfrancesco Derelli, Eugenio Fausti, Nevio Gamba, Fabio Gatti, Roberto Gringiani, Cristina Fornarini, Paola Testa, Fabrizio Malara 5° classificato Laboratorio di Ricerca Metropolitana (Manuel Lodi, Danilo Cupioli, Silvia Rizzo, Paola Pilotto), Studio Ferrari Brocajoli srl 6° classificato Piola Engineering srl, Studio Altieri srl, Giulio Altieri 7° classificato Luigi Fioramanti, Lenzi Consultant srl, Giancarlo Battista, Giulio Serafini, Maria Elena Fisicaro, Giovanni Mattia Urso, Gabriele Pugliesi 11

3° classificato (foto 12-13) Camillo Botticini (Brescia), Franco Sangalli, Stefano Ferracini, Nicola Martinoli, Studio Montanari Viene superato il concetto di edificio isolato a favore di un sistema di spazi che definisca una realtà insediativa di riferimento dove l’architettura divenga un’occasione di natura non solo funzionale e formale, ma anche integrativa. Per ottenere questo risultato si è operato sui tre elementi fondamentali che rappresentano il sistema insediativo: la collocazione sul lato est del lotto di un limite fisico costi-

tuito dal corpo da adibire a uffici. Secondo elemento dell’insieme è il corpo del Centro conferenze che esprime e sintetizza nella forma la propria funzione. Terzo elemento del sistema, importante per restituire una rinnovata condizione all’area, è la possibile interrelazione con il parco previsto tra via Lamarmora e gli edifici rivolti verso via S. Zeno. L’impianto è concepito come un insieme in cui i diversi elementi che lo compongono, pur mantenendo un’autonomia formale, nell’aggregarsi assumono un’articolazione spaziale ed architettonica dalla forte caratterizzazione identitaria e unitaria. 12

8° classificato Eugenio Sagliocca, Cantarelli Moro & Partners srl, ITECS srl, Tesis srl, Studio ass. Capriotti e Galli, Mariachiara Bonetti

Brivio (Lc): sistemazione della “Tromba di Beverate” maggio 2005 (iscrizione) novembre 2005 (esito) La “Tromba”, una piccola vasca di raccolta delle acque dell’antico pozzo, è stata una delle principali fonti di approvvigionamento di acqua fino agli anni ’60 per gli abitanti di Beverate (frazione di Brivio). Il suo particolare funzionamento è stato sostituito negli anni ’70 da un semplice rubinetto, tutt’oggi collegato e rifornito dall’acquedotto comunale. Con questo concorso di progettazione è stata chiesta una proposta per la realizzazione di un nuovo alloggiamento dell’antica vasca, per darle valore come luogo di approvvigionamento dell’acqua, ma anche come luogo d’incontro e di socializzazione. La spesa massima per la realizzazione è stata fissata in euro 17.000.

In considerazione del fatto che il tema di progetto non è esclusivamente architettonico, è stato obbligatorio il coinvolgimento nei gruppi di lavoro di artisti. È stata richiesta una tavola in formato A1. La giuria era composta da: Ugo Panzeri, Roberto Bonfanti, Marco Manzoni, Aldo Consonni, Giovanni Casati, Sergio Fumagalli, Giuseppe Riva, Silvano Mariani, Enrico Sesana. I premi sono stati di 4.500, 1.000 e 500 euro. Il bando è stato redatto in conformità con il “Decalogo dei Concorsi” approvato dall’Assemblea dei Presidenti degli Ordini degli Architetti lombardi. Terzo classificato è risultato Rodolfo Sicilia, con Francesco Gemelli; segnalato il progetto di Paola Mencacci, con Tonino Mattioli, Gabriele Troisi, Tonino Bucciarelli.


Anche se la fontana è già stata spostata in passato, ora si è voluto mantenerla nell’attuale sito, asimmetrico rispetto all’accenno di ninfeo. Questo per il fatto che oggi viene vissuta come storica la posizione attuale. Si è, quindi, enfatizzata la mancanza di simmetria tra il ninfeo e il muro di recinzione e tra la fontana e il ninfeo. Sedute di forma linearmente degradante sono state collocate lateralmente alla fontana come completamento. È stato realizzato un getto d’acqua a forma di lama

che cade nel bacino in pietra, scorrendo su un piano inclinato fissato all’interno del muro. Il muro alle spalle della fontana è stato sagomato in modo da ricavare un vuoto che riprende la forma del suo contorno. Si è ricavata la sagoma del “riflesso” svuotando il muro e ponendo la fontana sotto-sopra: l’acqua esce dal riflesso per entrare nel catino della fontana. A completamento del ninfeo viene sostituita una parte della recinzione metallica, con muratura della stessa tipologia dell’esistente. Una leggera copertura definisce il volume impegnato dalla fontana e dalla pertinente zona in cui le persone possono vivere il luogo.

2° classificato (foto 17-19) Mattia Colombo (Lecco), Bruno Cesana collaboratori: Barbara Dell’Oro, Maurizio Romanò (collaboratore-artista), Moreno Marrazzo La vasca esistente viene affiancata, ai lati, da tre copie identiche realizzate in rame, le cui lente, costanti e progressive modificazioni cromatiche sottolineano, con la loro ripetizione, la forma e la funzione della fontana originaria. Le quattro vasche sono accolte nella concavità attualmente in essere; questa viene rivestita con cemento lisciato, scandito da fughe, che di notte diventano

gli elementi che illuminano l’installazione. La veletta viene rimossa: in questo modo è possibile “riprendere” in altezza la concavità esistente, al fine di segnalare verticalmente l’intervento. Una quinta, realizzata in calcestruzzo colorato in pasta con toni rosa chiaro, segue per un tratto l’arco che costituisce il limite dell’area d’intervento, identificato e marcato da un bindero di porfido a lastre. Questo setto, leggermente arcuato, oltre a delimitare lateralmente il fronte dell’intervento, individua quasi una porta d’ingresso alla “Tromba” e protegge l’area dal flusso veicolare più intenso.

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1° classificato (foto 14-16) David Sotomayor (Torino), Francesco Cottone, Alberto Samarotto, Emiliano Coccolo


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Lo spirito catturato della fabbrica Guido Morpurgo (a cura di) Progetto Bicocca. Headquarter Pirelli Real Estate Skira, Milano, 2005 pp. 154, € 36,00 Il quarto volume dei “Quaderni della Bicocca” è dedicato alla sede generale della Pirelli R.E., l’edificio progettato da Gregotti Associati che segna simbolicamente il compimento del ventennale processo di trasformazione della grande area industriale milanese.

Un progetto emblematico per la sua capacità di riassumere l’intero intervento urbano di cui è caposaldo, traducendo in architettura la strategia di piano che fonda il disegno del nuovo insediamento sulle tracce del vecchio. Un edificio sorprendente, risultato di una sofisticata operazione architettonica che ha portato a includere nel corpo del nuovo “quartier generale” della Pirelli un componente vitale della fabbrica sottratto al decadimento della sua funzione tecnica per vigilare, come lo spirito antico di un antenato, sull’area rigenerata. Il libro, costruito con un raffinato montaggio di testi e immagini da Guido Morpurgo (autore, tra l’altro, del volume Gregotti Associati 1953-2003, Rizzoli-Skira 2004) assume l’Headquarter come punto di vista per rivisitare la complessa vicenda del Progetto Bicocca ma va ben oltre l’oggetto specifico della sua trattazione. Superando l’im-

postazione più compassata dei volumi precedenti, propone un’approfondita riflessione critica a più voci lungo i diversi sentieri tematici che intorno all’opera si intrecciano. In apertura il saggio di Salvatore Veca registra il trasferimento di valori operato dal progetto e pone in termini filosofici la questione del rapporto tra persistenza e metamorfosi, che forma l’asse concettuale delle pagine successive. La ricostruzione dello “stato di fatto” è affidata alla descrizione della Bicocca abbandonata di Reyner Banham (1986), alla rievocazione dei “paesaggi urbani” di Sironi, e ad una ricca rassegna antolo-

gica che scava nella memoria della Milano industriale e del suo declino. Tra gli autorevoli contributi spiccano i commenti ispirati degli amici architetti. In modi diversi Ungers, Bohigas, Snozzi, Siza, Ciriani, Purini e Piano interpretano i molteplici significati associati alla “cattura” della vecchia torre evaporativa rimisurata nel nuovo volume cartesiano, richiamando i riferimenti architettonici della figura morfologica finale. L’ampia analisi critica è integrata da una sequenza di testimonianze degli architetti e degli ingegneri che hanno preso parte alle diverse fasi del progetto e all’evento della sua realizzazione. Ne traspare l’ostinata ricerca di sintesi e coerenza tecnica che ha consentito di dare sostanza ed esattezza all’idea iniziale verificandone la tenuta nel corso del tempo. Carlo Alberto Maggiore

Una terra di “produttiva bellezza” Marida Brignani, Luciano Roncai, Luigi Briselli Un giardino nell’Europa. La provincia di Cremona Delmiglio, Persico Dosimo (Cr), 2005 pp. 320, € 55,00 Il suggestivo titolo del libro si ispira al pensiero dei riformatori milanesi del “Caffè” che avevano ipotizzato la trasformazione della pianura lombarda in una “sequenza ininterrotta di giardini”, ovvero di luoghi capaci di unire valore estetico e funzione produttiva. In effetti, il termine “giardino” ben si adatta al territorio agricolo Cremonese, che con la regolare geometria delle sue campagne e la sua “utile bellezza” ha tanto affascinato i visitatori stranieri (persino Thomas Jefferson). Delimitato dal tracciato di tre importanti fiumi come Po, Adda e Oglio, il Cremonese è però un “immenso deposito di fatiche”, come scriveva Cattaneo nel XIX sec., che “per nove decimi non è opera della natura; è opera delle nostre mani”. A partire dall’antica trama centuriale disegnata dai Romani, si sono via

via innestati i successivi interventi di antropizzazione e infrastrutturazione del territorio secondo parametri razionali intrinsechi alle condizioni morfologiche del territorio. È il caso, ad esempio, della fittissima rete dei canali di irrigazione e delle molteplici tecniche di gestione delle acque, “patrimonio tipico della cultura lombarda”, ricorda Luciano Roncai, o del sistema viario, coerentemente incardi-

nato al reticolo delle acque. Tutte opere realizzate grazie anche a un particolare regime di proprietà fondiaria vigente fin dal Medioevo e talmente efficace da non essere modificato nemmeno dal governo napoleonico e austriaco. Dall’Ager Cremonensis ad oggi, il testo ci porta alla scoperta di una delle poche aree d’Europa in cui, scrive Marida Brignani, il paesaggio agrario “si è autodifeso, conservando una struttura antichissima, stratificata e perfettamente leggibile”, senza rinunciare a una equilibrata modernizzazione. Gli autori accolgono una “pluralità di sguardi” per offrire una “visione stereoscopica” quanto più fedele alla complessità del reale, ritrovando, così, capitoli “ufficiali” della storia (dagli studi di Leonardo sull’Adda alle moderne opere idrauliche come lo stabilimento di San Matteo delle Chiaviche del Portaluppi) e cronache “minori” (come l’ingegnosa tecnica contadina della marcita o la funzionale organizzazione delle antiche ville e cascine, simile al modello veneto). La raffinata e curatissima edizione valorizza bene le splendide fotografie di Luigi Briselli, coautore, a pieno titolo, del volume. Sonia Milone

Lingua e architettura Adrian Forty Parole e edifici. Un vocabolario per l’architettura moderna Pendragon, Bologna, 2005 pp. 362, € 32,00 Il sottotitolo Un vocabolario per l’architettura moderna riassume, in poche parole, il senso di questo studio che si concentra sul-


un discorso teorico, così come di un’opera architettonica (Viollet le Duc e Quatremère de Quincy, i più importanti), l’autore sceglie alcuni termini, quelli utilizzati più frequentemente dalla critica “modernista”, e li analizza a partire dal senso che essi hanno assunto nel corso della storia per arrivare a spiegarne il significato odierno. Ed è forse, proprio in quest’ultima parte che è facile capire quanto le parole e la costruzione del progetto si completino e compenetrino vicendevolmente, quanto cioè la lingua non possa essere pensata come un ente accessorio all’architettura. Martina Landsberger

Album Milano AA. VV. Milano Architettura città e paesaggio Mancosu, Roma 2006 pp. 192, € 6,00

a quella moderna. In questo itinerario i personaggi con cui ci si imbatte sono rappresentati da alcune parole chiave – maschile, femminile, disegno, forma, ecc. – che sono state utilizzate per descrivere le opere di ogni tempo. La parola, la lingua, in questo viaggio è la protagonista in quanto, diversamente dal disegno comprensibile solo da pochi, risulta accessibile a tutti. Infatti, per citare Lewis Carroll, ogni parola viene utilizzata per il preciso significato che le è stato attribuito: “significa esattamente quello che ho scelto di farle significare”. Lo studio di Forty, comprende però, oltre a questo particolare viaggio nel parlare e nello scrivere, anche una sorta di dizionario. A partire, sicuramente, dalla conoscenza e dallo studio delle precedenti opere che si sono cimentate con la definizione dei termini utili alla costruzione di

Con questo bel volume tascabile e popolare si può percorrere e scoprire la storia, gli episodi della vita “moderna” della nostra città, le relazioni del tempo e dei luoghi. Come si fa per avvicinarsi ad uno scrittore attraverso le immagini raccolte negli “album” della Pleiade. È raccolta qui una “storia” raccontata da figure che può ben completare la serie essenziale di testi e di guide su Milano. Un libretto da raccomandare ai visitatori più colti, come ai più distratti lettori di fumetti o cacciatori di icone, sicuramente indispensabile agli architetti e agli studenti. Si tratta in primo luogo di una serie di immagini di riferimento che si articola in schede per temi e periodi dal XIV al XXI secolo. Una scelta che indica la necessità di soffermarsi sui caratteri originari della forma della città e del territorio, dal suo immaginario, testimoniati dalle tracce permanenti nell’edificato, per potere dare un giudizio sul tempo presente e sulla forma della città. Per poterne dare ragione. Un giudizio partigiano sintetizzato nella pianta del progetto del Pistocchi per la piazza del Duomo che apre il testo. Ma non mancano sette itinerari per anda-

re a zonzo fra gli edifici moderni. E poi ci sono delle schede che provano a descrivere la modificazione più recente, non tanto quella dei progetti in corso, ma quella degli usi che hanno mutato la città e l’architettura dall’interno. Né manca una chiosa fuori sacco sulle riscritture del restauro... E altro ancora. Tutto ciò nel tentativo di uscire da un’impasse ben descritta da un piccolo scritto di De Carlo che interrompe la narrazione laddove il Beruto delinea il suo piano nel testo. Sembrerebbe un po’ troppo per un libretto così piccolo ma non mi pare proprio vista la chiarezza minimalista del risultato, la confusione e la poca generosità editoriale che ci circonda. Giulio Barazzetta

Storie di colori Manlio Brusatin Colore senza nome Marsilio, Venezia, 2006 pp. 164, € 18,00 Manlio Brusatin torna, dopo più di venti anni dalla pubblicazione della sua Storia dei colori, sull’argomento cromatico. Là l’indagine era anche rivolta all’aspetto materiale dei colori, quale saluto al “ritorno alla pittura”, qui il ragionamento del critico si fa ancora più ampio e riguarda in generale i rapporti con l’arte: “Il colore ci parla di come è e di come sarà fatta l’arte, anche se essa non ha ancora un nome per quello che

sarà”. Il discorso si riferisce ad una concezione estensiva dell’arte stessa, evidenziando l’incertezza delle sue differenti definizioni che potranno forse utilizzare proprio il colore quale comune campo di azione. Dal nero lezione di tenebre, Arte abissale, L’uomo dei colori, Il colore cieco, Un colore mai visto, Colori supplementari sono i capitoli in cui il libro è strutturato. La presentazione Storia dell'uomo dei colori, in forma di racconto breve, e il saggio conclusivo Per un’arte senza nome, sorta di manifesto critico, costituiscono gli estremi della sua composizione. Libro non facile poiché, in costante oscillazione fra vari campi del sapere, dalla filosofia, all'estetica, alla storia dell’arte e a tratti riferito alla stessa opera complessiva di Brusatin, propone, in questa ricchezza di riferimenti e aperture tematiche suscitati dal tema del colore, la sua più evidente caratteristica. Fonte continua di suggestioni, il libro affronta la questione del colore in termini complessi sostenendo con forza argomentativa come “il colore non viene dopo la forma né è un effetto del movimento, ma trascina la forma e il movimento, rendendo tali movimento e forma, oltre che rendendosi tale”. Dopo una lunga cromofobia, “da parti opposte sia dalle tecniche del restauro che dal colore pubblicitario del design, il colore ha ripreso il suo corpo e la sua immagine, quasi esageratamente”, conclude Brusatin in un passaggio riferibile anche alla stessa architettura, in cui la questione del colore non sembra sempre essere oggetto di una riflessione particolarmente approfondita. Maurizio Carones

33 OSSERVATORIO LIBRI

l’analisi della “lingua” – e non del linguaggio – dell’architettura. L’ipotesi da cui parte Adrian Forty, professore di Storia dell’Architettura presso la Barlett School of Architecture, University College di Londra, è che esista una relazione tra architettura e lingua, che, in sostanza, le parole che vengono utilizzate per parlare dell’architettura la descrivano tanto precisamente da influenzare il nostro modo di leggere e pensare l’edificio. A riprova di questa teoria, l’autore compie una sorta di viaggio attraverso temi e questioni che hanno contraddistinto “il linguaggio, scritto e parlato” dell’architettura, da quella classica


a cura di Sonia Milone

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Good luck architecture! Good N.E.W.S. Milano, Palazzo della Triennale viale Alemagna 6 16 maggio – 20 agosto 2006 Good N.E.W.S. è la complessa e coraggiosa avventura che inaugura la terza edizione della “Festa per l’architettura” presso la Triennale di Milano: gli interrogativi formulati da Philippe Daverio accompagnano il percorso

informale, spettacolare e colto, ideato dai curatori, Fulvio Irace e Italo Rota con la collaborazione di Fausto Colombo e Luciano Patetta. L’esposizione, rutilante di suggestioni antiche e contemporanee, è animata dalla volontà di stupire ogni tipo di pubblico – dai conoscitori ai non specialisti – e coinvolgerlo nelle problematiche dell’architettura, riaffermando la centralità dell’uomo, osservatore e artefice del mondo che lo circonda. Muovendosi dalla convinzione che edifici e città vanno conosciuti “dal vivo”, i curatori hanno selezionato un migliaio di immagini che, coadiuvate da modelli, strumenti, trattati, oggetti di design e installazioni, invitano il visitatore a cercare una risposta ai quesiti che affollano ogni sala, ordinata per temi, senza distinzioni cronologiche. Che cos’è l’architettura, qual è la sua origine, come la si comunica? Otto ambienti rappresentano la condensazione di tali domande e delle loro possibili risposte, a partire dalla “sala delle proporzioni”, sinonimo di un ordine

che si raccorda al corpo umano, per arrivare alla “sala dei ritratti degli architetti”, uomini che aspirano demiurgicamente a creare un ordine nel caos. A conferma di questa necessità, il titolo della mostra: Good N.E.W.S. che unisce l’auspicio di fruttifere stagioni architettoniche all’acronimo dei segni cardinali, north, east, west, south, che orientano e quindi danno ordine al progetto architettonico. Immagini di edifici e di città, frammenti visivi della realtà colti dai fotografi Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Paolo Rosselli, si confrontano con le loro miniature evocate dai servizi da te e caffé di Aldo Rossi per Alessi. Intorno sfilano le “architetture” contenitive e illustrative dei temi che animano le diverse sale, come lo studiolo ligneo associato alle proporzioni, la tenda in acciaio per le origini, la struttura in giunco per la casa e la torre in acciaio di Alessandro Mendini. Le immagini appese alle pareti si sollevano per fare luce su ulteriori interrogativi o altre possibili risposte e costituiscono un preludio al Manipolo di Fausto Colombo, che permette di lavorare direttamente su immagini digitali, spostandole e ingrandendole virtualmente. È una mostra interattiva che addolcisce, dietro un’immagine vivace e brillante, la difficoltà del rigoroso lavoro intellettuale sotteso. Maria Teresa Feraboli

Figura e persuasione Il Medioevo delle Cattedrali Parma, Salone delle scuderie in Pilotta 9 aprile – 16 luglio 2006 Curata da Arturo Carlo Quintavalle, in occasione dei 900 anni dalla consacrazione della cattedrale di Parma, si apre nel palazzo della Pilotta una grande mostra sulla architettura, scultura, pittura, mosaico, miniatura delle cattedrali fra secolo IX e secolo XII. L’esposizione riunisce eccezionalmente una sequenza straordinaria di oltre 100 opere, molte delle quali mai uscite dalle loro sedi e non poche del tutto inedite. Ad essere raccontata attraver-

re, a fissare i fedeli con gli occhi spalancati e le sue brillanti pupille di metallo, nell’imposizione di un intenso, impressionante dialogo a distanza. Amanzio Farris

Magritte a Como René Magritte. L’impero delle luci Como, Villa Olmo via Cantoni 1 24 marzo – 16 luglio 2006

so questi capolavori è la storia delle generazioni che portarono avanti, durante la riforma Gregoriana, la più grande trasformazione di modelli e di racconto della Chiesa di Roma. Nel duro confronto allora in atto tra Chiesa e Impero, fu infatti assegnato alle forza dell’immagine il compito strategico della persuasione di un intero popolo di fedeli che non sapeva leggere. Le figurazioni di un fascino strano, barbarico, i mostri bizzarri e grandiosi, l’aspra decorazione impostata sulle dimensioni di architetture possenti: una straordinaria offensiva della persuasione, appunto, sostanziata nella dura pietra da artisti animati da una fede ardente, come Wiligelmo o Nicholaus, con le loro officine e i loro collaboratori. E se nelle opere può risultare grottesco qualche aspetto – per l’accentuazione tipica del modo romanico di gesti umani tanto espliciti da sembrare caricaturali – questa rude, quasi elementare grammatica figurativa – sembra proprio costituire il segreto della loro sublime, terribile eloquenza. Interrogandoci, infine, se e in quale misura quest’arte abbia compiuto gli obiettivi emozionali che ne costituivano la grandiosa premessa, una risposta potrebbe esserci suggerita dall’imponente Cristo Crocifisso ligneo proveniente da S. Savino di Piacenza, che possiamo immaginare con la sua enorme, tesa figura sospesa al di sopra dell’alta-

Con una media giornaliera di oltre mille visitatori, la mostra dedicata a Magritte si appresta a superare il successo ottenuto dalle due precedenti esposizioni dedicate a Miró e Picasso, confermando l’importanza che Como, in soli tre anni, ha assunto nell’ambito del circuito degli appuntamenti d’arte. Ospitato nelle suggestive sale della settecentesca Villa Olmo, l’evento è stato organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con la Fondation Magritte e i Musées Royaux des Beaux Arts di Bruxelles. Il titolo della mostra deriva da una delle opere esposte, il celebre Impero delle luci del 1961, dove il paesaggio notturno di una casa con le finestre illuminate contraddice un cielo in pieno giorno, creando un’atmosfera di inquietante sospensione che realizza perfettamente, anche nella scelta del titolo, la volontà di Magritte di impedire di situare i suoi quadri “in una regione rassicurante”. Artista unico, ha indagato come pochi altri la crisi dei linguaggi moderni (Ceci n’est pas une pipe:


Sonia Milone

Città senza architettura Metropolitanscape. Paesaggi urbani nell’arte contemporanea Torino, Palazzo Cavour 31 marzo – 2 luglio 2006 L’architettura sembra aver definitivamente abbandonato la scena del paesaggio urbano. Se nella veduta della città antica e moderna l’architettura era assoluta protagonista (da Piero della Francesca a Canaletto, fino al vedutismo tardo settecentesco, il paesaggio urbano è il ritratto, reale o ideale, dell’architettura del suo tempo), già nelle

vedute urbane del tardo ’800 e del ’900, l’architettura è una presenza sfuggente, che lascia spazio al movimento, alle tensioni e alle contraddizioni della città industriale (che cresce, sale, perde il centro e lo ritrova altrove, dall’impressionismo al futurismo, dall’espressionismo alla metafisica), fino a scomparire quasi del tutto nella rappresentazione della città metropolitana contemporanea. Il paesaggio urbano di oggi, nella scelta dei curatori, sembra aver perso ogni interesse per la città come fatto architettonico in sé, capace di suscitare sentimenti estetici ed emozioni, per ritrarre una realtà mutevole, informe e discontinua, come scena in cui si dibattono le inquietudini dell’uomo di oggi. La mostra si costruisce sull’assenza dell’architettura e sulle tensioni che da questa assenza sono generate: costruzione-distruzione (A. Rainer, F. Thiel); realtà-sogno (N. De Maria, F. Melotti, I. Kabakov); luciombre (L. Kim e M. Wesley, G. Matta-Clark); frammentarietàtotalità (M. Mullican); identitàestraneità (V. Export, A. Fridel, D. Spaziani); sono le dicotomie su cui si sviluppa e cresce quel senso di spaesamento che sembra essere il segno della città contemporanea, senza differenze di tempo e di luogo (D. Graham, S. Naim, P. Blake, F. Jodice). L’architettura è solo memoria, testimonianza del passato (B. e H. Becker, T. Ruff, T. Struth, A. Gursky), oppure è altro da sé (Christo, M. Merz), mentre entrano a far parte della rappresentazione materiali sensibili, ma invisibili all’occhio, planime-

trie, stradari, mappe, mappamondi, reali o mentali (Gilbert & George, G. Kuitka, W. Kentridge, T. Hirschhorn, M. Pistoletto). Unica eccezione la torre, cui è dedicata una ricca e suggestiva sezione: una sorta di icona del paesaggio urbano globale da Babele alle torri gemelle (T. Cragg, R. Fetting, E. Allchurch, M. Bajevic). Tutti i linguaggi sono presenti (fotografia, video, pittura, scultura, installazioni e ogni forma di contaminazione) con opere talvolta assai poco “paesaggistiche”, ma di inquietante bellezza. Silvia Malcovati

Paolo Portoghesi a Vicenza Paolo Portoghesi architetto. Natura e storia. Omaggio a Palladio Vicenza, Basilica Palladiana piazza delle Erbe 22 aprile – 25 giugno 2006 “Una teca preziosa che racchiude la modernità, rispettando la mia passione per l’Umanesimo e la curiosità che è sempre alla base della mia creazione artistica”. Così Paolo Portoghesi definisce la Basilica Palladiana di Vicenza che ospita la mostra con la quale l’architetto romano si racconta. Accolti da una musica d’organo, la prima sensazione è di entrare all’interno dello strumento stesso, le cui canne sono simulate da tubi di cartone bianco modulati in altezza; successivamente ci si rende conto che l’ambiente ricreato corrisponde ad una chiesa, la Chiesa del Redentore di Venezia, un esplicito omaggio a Palladio, con cui Paolo Portoghesi condivide la nozione d’armonia delle forme architettoniche. Questa scelta, oltre a dare una centralità ad uno spazio longitudinale, articola il percorso espositivo in diverse sezioni tematiche: l’abside è costituita dai pannelli illustrativi; nella navata centrale sono disposti i modelli; le vetrine laterali, come piccole edicole, raccolgono i disegni, i libri e gli oggetti “di design”; ai quattro angoli della sala sono proiet-

tate le sue foto di viaggio e sequenze di schizzi selezionati. Il ritratto di Paolo Portoghesi che ne emerge è quello di una personalità poliedrica: architetto, storico, teorico, animatore, fotografo. La sua esperienza trentennale, raccontata attraverso settanta opere e numerose fotografie che svelano la sua attenzione per le linee e le forme degli archetipi naturali, è finalizzata alla ricerca di un equilibrio tra architettura, natura e storia. La stessa ricerca si può riscontrare in questa esposizione, dove l’attenzione alla proporzione tra involucro e allestimento, modulazione spaziale e riferimenti storici, testimoniano ancora una volta il metodo progettuale dell’architetto romano. Un’armonia che viene completata sia dalla musica sia dall’illuminazione, nella quale la luce naturale e quella artificiale si integrano perfettamente. Ogni modello è illuminato da faretti alogeni, mentre lampadari circolari giganti, sospesi al soffitto, richiamano la luce diffusa di un luogo sacro, cui tutto il modello spaziale fa riferimento. Maria Chiara D’Amico

35 OSSERVATORIO MOSTRE

M. Foucault ci scriverà un libro), lo sdoppiamento fra realtà e rappresentazione, l’evaporare del mondo dietro a segni che non sono più in grado di “affermare”. In questo senso, il suo è un Surrealismo sui generis, che non mira a liberare le pulsioni dell’inconscio, ma ad analizzare le strutture della visione: le sue opere sono sguardi gettati sul limite, sul punto estremo di non ritorno della rappresentazione occidentale, al confine fra senso e non senso, logicità e illogicità, verità e falsità. È stato maestro insuperato nel declinare in modi sempre sorprendenti la tecnica della “dislocazione”, che consiste, come lui stesso ha spiegato in una conferenza del 1938, nel “far urlare il più possibile gli oggetti più familiari”, grazie allo “choc provocato dall’incontro di oggetti estranei fra loro”. Così ecco apparire lungo il percorso espositivo della mostra la sua ricca ricerca di spostamenti a catena, incroci semantici e destabilizzazioni varie di ogni legge di congruenza rispetto al reale, che conduce lo spettatore in un universo enigmatico e affascinante fatto di rocce che volano a dispetto della gravità; di mutamenti innaturali di scala; di dispositivi ottici (specchi, quadri, finestre, ombre) che tradiscono anziché rifare il doppio; ecc. Ogni visione è un sogno e potrebbe svanire all’improvviso...


a cura di Walter Fumagalli

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Perché nasce

da tempo accade ha deciso di pren-

sione edilizia convenzionata per gli aspetti planivolumetrici risulta chiaramente enunciata nella Circolare Regionale n. 41 del 13 luglio 2001, con la quale sono stati dettati criteri ed indirizzi per l’applicazione della Legge Regionale n. 1/2001: con tale strumento si è perseguito lo scopo di “semplificare al massimo le possibilità operative nei centri storici e, quindi, di favorirne il recupero attraverso una snellezza amministrativa che è anche economicità d’azione e garanzia di buon risultato”, e ciò nella convinzione che “la concreta salvaguardia dei centri storici è strettamente connessa a modalità di intervento più semplici”. Un’analoga motivazione ha spinto il legislatore regionale del 2005 ad estendere la possibilità di ricorrere al permesso di costruire convenzionato in tutto il tessuto urbano consolidato. Di fatto, la nuova regola si pone in sintonia con il consolidato orientamento interpretativo maturato dai giudici amministrativi, secondo cui la preventiva approvazione di un Piano attuativo è indispensabile solamente quando si tratta di edificare per la prima volta un’area non urbanizzata, mediante le realizzazione di una o più costruzioni che esigano la realizzazione delle opere di urbanizzazione od il potenziamento di quelle esistenti.

edilizio accenna di sfuggita alla concessione edilizia convenzionata come strumento per l’attuazione degli interventi edificatori più complessi, ha deciso di introdurre la possibilità di utilizzare tale concessione (ed oggi, il permesso di costruire convenzionato) in luogo del piano attuativo, attraverso due semplici delibere della Giunta comunale. Prima è stata approvata la Delibera n. 1490 del 4 giugno 2002, mediante la quale sono stati individuati i criteri per l’approvazione delle concessioni edilizie convenzionate in sostituzione di piani attuativi nei centri storici e nelle zone ad essi assimilate. Poi è stata approvata la Delibera n. 1547 del 21 giugno 2005, con la quale la possibilità di operare mediante permesso di costruire convenzionato è stata estesa a parti del territorio classificate dal piano regolatore come zona “B”, nonché alle parti di territorio ricadenti nell’ambito compreso fra il Naviglio Grande ed il Naviglio Pavese, sottoposto a vincolo paesistico/ambientale in forza della Delibera della Giunta regionale n. 62221 del 30 dicembre 1994, come integrata con la Delibera n. 24912 del 18 febbraio 1997.

Il permesso di costruire La ragione per cui il legislatore del dere una scorciatoia che però, forse, convenzionato, in Lombardia 2001 ha ritenuto utile introdurre nel- tanto regolare non è. Approfittando del l’ordinamento l’istituto della conces- fatto che l’Articolo 4 del Regolamento e a Milano Come nasce Per individuare l’origine del permesso di costruire convenzionato nella legislazione lombarda è opportuno prendere le mosse dalla Legge Regionale n. 51, 15 aprile 1975. L’Articolo 17 di tale Legge, nel fissare le regole cui i piani regolatori avrebbero dovuto attenersi nel disciplinare gli interventi edilizi da realizzare nei centri storici, aveva stabilito fra l’altro che “i nuovi interventi edilizi”, ivi compresi quelli di ristrutturazione edilizia, dovevano essere assoggettati all’obbligo della preventiva approvazione di un piano particolareggiato esteso almeno ad ogni isolato o ad ogni unità di azzonamento. Nel corso dei successivi venticinque anni, però, l’applicazione rigorosa di tale regola aveva generato parecchi inconvenienti. Per questa ragione il legislatore aveva sostituito il citato Articolo 17 con l’Articolo 5 della Legge Regionale n. 1, 15 gennaio 2001, stabilendo, per la parte che qui interessa, che nei centri storici “per gli interventi di ristrutturazione urbanistica e di nuova edificazione il Piano regolatore generale prevede il ricorso al Piano attuativo o alla concessione edilizia convenzionata per gli aspetti planivolumetrici”. La Legge Regionale n. 1/2001 (al pari della Legge Regionale n. 51/1975) è stata peraltro abrogata dall’Articolo 104 della Legge Regionale n. 12, 11 febbraio 2005, la quale, fra l’altro, ha istituito il Piano di governo del territorio come strumento urbanistico sostitutivo del Piano regolatore generale (Articolo 6); ha stabilito che il Piano di governo del territorio è articolato nel Documento di Piano, nel Piano dei servizi e nel Piano delle regole (Articolo 7); ed ha precisato che “entro gli ambiti del tessuto urbano consolidato (…) il Piano delle regole definisce (…) le modalità di intervento, anche mediante pianificazione attuativa o permesso di costruire convenzionato” (Articolo 10).

Come ha deciso di applicare la nuova regola il Comune di Milano Come si è visto, tanto l’Articolo 5 della Legge Regionale n. 1/2001 quanto l’Articolo 10 della Legge Regionale n. 12/2005 hanno demandato allo strumento urbanistico generale (prima il Piano regolatore, ora il Piano di governo del territorio) il compito di introdurre e regolare la concessione edilizia ed il permesso di costruire convenzionati. Il Comune di Milano, avendo ritenuto utile attivare tale strumento senza attendere l’espletamento delle procedure indispensabili per approvare una variante di Piano regolatore od il Piano di governo del territorio, come

La circolare del Comune di Milano n. 1/2006 del 22 marzo 2006 Vista la sovrapposizione delle varie norme susseguitesi nel corso degli anni, il Comune di Milano ha pensato bene di emanare una circolare per sintetizzare lo “stato dell’arte”. Si tratta di una circolare quanto mai articolata e per certi versi complessa, che riguarda anche specifiche problematiche attinenti i procedimenti e le competenze dei vari uffici. Chi volesse approfondirne il contenuto complessivo, quindi, potrà esaminarne il testo accedendo al sito internet del Comune di Milano, Settore sportello unico per l’edilizia, sotto la voce Circolari del Settore. Lo spazio concesso da questa rubrica consente solamente una sintesi dei principali contenuti sostanziali di tale circolare.


• I parametri d’intervento nelle zone “B2” Nelle porzioni di territorio classificate “B2” e che il piano di inquadramento operativo eventualmente esistente assoggetta alla pianificazione attuativa, il permesso di costruire convenzionato deve rispettare i parametri stabiliti dal piano stesso per la pianificazione attuativa. Nelle porzioni di territorio che il piano

TABELLA 1: DOVE E QUANDO È AMMESSO IL RICORSO AL PERMESSO DI COSTRUIRE CONVENZIONATO DOVE

QUANDO

nelle porzioni di territorio individuate dal Piano regolatore come zone “A” ed in quelle classificate come “aree di salvaguardia ambientale”

allorquando si intendono realizzare interventi di nuova costruzione, oppure di ampliamento, oppure di ristrutturazione edilizia con modifica dell’involucro edilizio

nelle porzioni di territorio ricadenti nell’ambito compreso fra il Naviglio Grande ed il Naviglio Pavese, sottoposto a vincolo paesistico/ambientale in forza della delibera della Giunta regionale n. 62221 del 30 dicembre 1994

allorquando si intendono realizzare interventi non conformi ai criteri di gestione del vincolo, approvati in forza della delibera della Giunta regionale n. 62221 del 30 dicembre 1994, come integrata con la delibera n. 24912 del 18 febbraio 1997 allorquando si intendono realizzare interventi di demolizione e ricostruzione

nelle porzioni di territorio individuate dal piano regolatore come zone “B2” per le quali sia stato approvato un piano di inquadramento operativo, e che il piano di inquadramento operativo assoggetta a panificazione attuativa nelle porzioni di territorio individuate dal piano regolatore come zone “B2” per le quali sia stato approvato un piano di inquadramento operativo, e che il piano di inquadramento operativo non assoggetta a panificazione attuativa

Il permesso di costruire convenzionato è ammesso solamente allorquando si tratti di realizzare interventi di modesta entità, e che prevedano una capacità insediativa priva di rilevanza sotto il profilo urbanistico. A titolo di esempio, la circolare elenca i seguenti interventi per i quali il permesso di costruire è ritenuto ammissibile: – tutti gli interventi di ristrutturazione edilizia, ivi compresi quelli consistenti nella demolizione di un edificio e nella sua ricostruzione anche non fedele; – tutti gli interventi di nuova costruzione, relativi ad un solo edificio; – gli interventi di nuova costruzione o di demolizione e ricostruzione relativi a più edifici, che essendo volti al completamento o alla riorganizzazione di un isolato di impianto urbano consolidato, pur potendo contemplare la creazione di nuovi spazi pubblici, non configurino un disegno urbano nuovo e un nuovo assetto infrastrutturale.

allorquando si intendono realizzare interventi di ristrutturazione mediante demolizione e ricostruzione, con modifica della sagoma e con modifica della destinazione d’uso di una quota di superficie lorda di pavimento superiore al 25% di quella esistente

di inquadramento operativo non assoggetta invece alla pianificazione attuativa, il permesso di costruire convenzionato deve rispettare la volumetria esistente. • Le aree di standard Il permesso di costruire convenzionato, essendo alternativo allo strumento urbanistico attuativo, al pari di quest’ultimo deve prevedere che venga ceduta gratuitamente al comune una dotazione di aree di standard al servizio della superficie di pavimento oggetto di intervento, con la sola esclusione di quella relativa ad edifici o a porzioni autonome di edifici soggetti esclusivamente ad opere di manutenzione straordinaria, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia. Tale dotazione deve essere calcolata secondo i seguenti parametri: – 26,5 mq/100 mc residenziali; – 100% della superficie di pavimento

destinata ad uffici, attività commerciali o attività ricettive; – 10% della superficie di pavimento destinata ad attività industriali o artigianali. Laddove la cessione gratuita delle aree di standard risulti impossibile od inopportuna per il pubblico interesse, è possibile procedere alla loro monetizzazione. • Il convenzionamento degli alloggi nella zona “B2” Gli interventi di nuova edificazione da realizzare in zona “B2” devono prevedere il convenzionamento di una parte degli alloggi ai sensi dell’Articolo 32 della Legge n. 457, 5 agosto 1978, in forza del quale, “nei comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti, per gli interventi di rilevante entità (…) la concessione può essere subordinata alla stipula di una convenzione speciale mediante la quale i proprietari assumono (…) l’impegno di dare in locazione una quota delle abitazioni recuperate a soggetti appartenenti a categorie indicate dal comune, concordando il canone con il comune medesimo”. In applicazione del criterio sancito dall’Articolo 19 bis delle norme del Piano regolatore definitivamente approvato con la delibera del Consiglio comunale n. 33 del 6 marzo 2006, tale obbligo sussiste solo per gli interventi che prevedono una s.l.p. complessiva superiore a 10.000 mq, di cui almeno il 50% con destinazione residenziale. Nella tabella 2 sono indicate le varie possibilità di convenzionamento degli alloggi. TABELLA 2: IL CONVENZIONAMENTO DEGLI ALLOGGI mantenimento in locazione per 15 anni di una quota di alloggi variabile dal 15% al 20% della s.l.p. oggetto di intervento, da riservare a soggetti appartenenti alle categorie a tal fine indicate dal comune, ad un canone determinato sulla base degli Accordi locali della Città di Milano cessione gratuita al comune di una quota di alloggi, variabile dal 10% all’8% della s.l.p. oggetto di intervento determinazione di prezzi di vendita e di canoni di locazione, concordati con il comune sulla base del piano finanziario dell’intervento

W. F.

37 PROFESSIONE LEGISLAZIONE

• Dove e quando si può operare con il permesso di costruire convenzionato Nella tabella 1 sono indicate le parti del territorio del Comune di Milano in cui è ammesso il ricorso al permesso di costruire convenzionato, ed i casi in cui in ciascuna di esse ciò è consentito. • L’entità degli interventi per i quali è ammesso il ricorso al permesso di costruire convenzionato


a cura di Emilio Pizzi e Claudio Sangiorgi

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Le pavimentazioni lapidee per il luogo pubblico Riferimenti legislativi per la corretta scelta di soluzioni di finitura e materiali per la pavimentazione di luoghi ad alta frequentazione d’uso. Una prima necessaria distinzione, per orientarsi nel variegato panorama di possibilità che si offre oggi al progettista che intenda impiegare un materiale lapideo per la pavimentazione di una propria realizzazione, è senz’altro legata alla natura del luogo: esterno o interno. La principale caratteristica cui deve rispondere un pavimento esterno è la resistenza a sollecitazioni consistenti, elemento che limita la gamma delle pietre utilizzabili, rispetto invece a un uso ristretto a una pavimentazione interna. Nel primo caso sarà fondamentale conoscere la durezza, la compattezza strutturale, la lavorabilità e, data la necessità di solito di coprire più ampie superfici, la disponibilità della quantità da utilizzarsi con buona uniformità cromatica e continuità di produzione, del materiale che si intende impiegare. La scelta della categoria petrografia, inoltre sarà legata alle condizioni climatiche e di esercizio cui il luogo pubblico sarà soggetto: le città italiane, con le proprie pavimentazioni storiche, suggeriscono un ampio ventaglio di opportunità, di cui peraltro si conoscono i comportamenti a lunga scadenza e delle quali le tipologie dimensionali sono particolarmente definite (tutta la gamma dei lavorati in porfido risponde a criteri di dimensionamento determinati dalla tecnica di estrazione e lavorazione, così come le beole dell’Ossola, le quarziti del Piemonte, le ardesie del Bergamasco, i serpentini della Valtellina, la lavagna ligure, ecc.). Altro fattore determinante è la finitura superficiale che deve rendere il calpestio sicuro, anche in condizioni di pioggia o basse temperature: la ruvidità pertanto dovrà variare, da accennata a marcata a seconda del luogo e della

pendenza del camminamento. Il giunto dovrà essere impermeabile alle infiltrazioni, quindi sigillato da materiali ad alta elasticità, e soprattutto oggetto della massima precisione in fase di posa in quanto elemento garante della durabilità dell’intera pavimentazione. Utilizzare grandi formati e forti spessori consente di ridurre il numero di giunti di posa, aumentando il peso degli elementi, così da garantirne la stabilità e minimizzare i fattori di errore di esecuzione. Uno strumento di riferimento per il progettista, che permette di controllare che i requisiti fin qui descritti siano riscontrabili sui prodotti disponibili sul mercato e rispondenti alla normativa vigente è la marcatura CE. Tale marcatura, poco conosciuta nel settore edilizio, è diventata obbligatoria a norma di legge (Decreto del 7 aprile 2004 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 95 del 23 aprile 2004, in Ap-

plicazione della Direttiva n. 89/106/CE) per i prodotti lapidei ad uso esterno. Conformemente alla norma UNI EN 1341:2003, applicata sulle lastre ad uso pedonale e veicolare, i marmi marchiati CE devono essere sottoposti ad analisi di laboratorio relative a resistenza a flessione (EN 12372), assorbimento d’acqua a pressione atmosferica (EN 13755), massa volumica apparente (EN 1936), porosità aperta (EN 1936), resistenza al gelo e flessione dopo 48 cicli (EN 12371), resistenza allo scivolamento (EN 14231), resistenza all’abrasione (EN 1341), descrizione macroscopica della roccia (EN 1341), analisi petrografica (EN 12407). Per potere apporre la marcatura CE ai prodotti da costruzione di pietra naturale, i produttori devono garantire che i loro prodotti siano conformi alle prescrizioni delle norme, devono procedere all’esecuzione delle prove iniziali che riguardano la determina-


Vanina Sartorio

zione delle caratteristiche geometriche, fisico meccaniche e di aspetto citate nella norma di riferimento. Esse devono essere eseguite quando si sviluppa un nuovo tipo di prodotto e quando si verifica una variazione significativa nel materiale grezzo o nel processo produttivo che potrebbe alterare le caratteristiche del prodotto finito. I risultati delle prove iniziali devono essere registrati. Sulla base dei risultati di queste prove il produttore prenderà una decisione sui valori da dichiarare per ciascuna caratteristica, tenendo conto del fatto che essi devono essere rappresentativi della produzione corrente. È sempre compito dei produttori il controllo di produzione in fabbrica, cioè, per essere certi che i prodotti immessi sul mercato siano conformi ai valori dichiarati, i produttori devono stabilire e documentare procedure per il controllo interno dei materiali, delle attrezzature, del processo

di produzione e dei prodotti finiti. Le pavimentazioni interne, invece godono di maggiore libertà d’impiego, ferme restando comunque le considerazioni relative alla uniformità delle partite e alla sicurezza del calpestio nei luoghi di lavoro. Queste fanno capo alle norme europee EN 12440 e EN 12670 per quanto concerne le caratteristiche fisico meccaniche che abbiamo già visto anche per i prodotti da esterno, ma richiedono forse una più accurata analisi sotto il profilo della sicurezza sui luoghi del lavoro; in questo caso la scelta del materiale più idoneo dovrà tenere conto anche delle prescrizioni dettate dalla Legge 626/94. In particolare, in allegato alla suddetta Legge interessante è il punto 9 che va a sostituire l’Art. 7 del Decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n. 303, in cui si sottolinea la necessità, nei luoghi di lavoro, di avere “le superfici dei pavi-

Un aiuto in più Il Marble Institute of America da sessant’anni rappresenta un’autorevole organo di informazione riguardo gli standard dimensionali delle pietre naturali. L’associazione promuove l’uso e la conoscenza dei materiali lapidei attraverso la pubblicazione di bollettini tecnici sul proprio sito, l’organizzazione di seminari, workshop e corsi di formazione con l’intento di creare un gruppo sempre più folto di professionisti del settore che lavorino a stretto e diretto contatto con le industrie produttrici. Di particolare interesse risulta il Dimension Stone Design Manual, un vero e proprio strumento dedicato al progettista nell’analisi dei requisiti fondamentali per un corretto impiego delle pietre naturali in istallazioni interne ed esterne e nell’individuazione di standard prestazionali volontari per i produttori. Marble Institute of America, Inc. 28901 Clemens Rd. Suite 100 Cleveland Ohio 44145 U.S.A www.marble-institute.com info@marble-institute.com tel. 440.250.9222 fax 440.250.9223 Ulteriori contatti UNI, Comparto Costruzioni costruzioni@uni.com www. 626.cisl.it

39 PROFESSIONE NORMATIVE E TECNICHE

menti, delle pareti, dei soffitti tali da poter essere pulite e deterse per ottenere condizioni adeguate di igiene”, “I pavimenti dei locali devono essere esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi, devono essere fissi, stabili e antisdrucciolevoli”, “Nelle parti dei locali dove abitualmente si versano sul pavimento sostanze putrescibili o liquidi, il pavimento deve avere superficie unita e impermeabile e pendenza sufficiente per avviare rapidamente i liquidi verso i punti di raccolta e scarico”.


a cura di Sara Gilardelli

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Le associazioni di categoria In questo numero, intendendo delineare un quadro delle organizzazioni sindacali degli architetti liberi professionisti, abbiamo chiesto ai rappresentanti delle associazioni di categoria a scala nazionale di illustrare sinteticamente i loro programmi. Li ringraziamo per i contributi inviati. ALA Assoarchitetti: Associazione Liberi Architetti • La costituzione e la mission: ALA è la più giovane organizzazione italiana degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti, ma è già quella maggiormente rappresentativa a livello nazionale. Fondata nel 1999 come organismo autonomo, indipendente e apartitico è presente in tutte le regioni. Intende rappresentare e promuovere i legittimi interessi diffusi dei liberi professionisti presso il Governo, le pubbliche amministrazioni, le forze economiche e sociali del Paese, per favorire lo sviluppo dimensionale e organizzativo degli studi italiani, per consentire loro di competere e di partecipare al processo di rinnovamento dell’architettura italiana, sui mercati nazionali e internazionali. L’Associazione ricerca e aggiorna le ragioni che costituiscono il denominatore comune per rifondare un patto di colleganza intorno alla professione d’architetto, comunque svolta, e ad obiettivi disciplinari, culturali, economici e sociali più elevati possibili. • Il riconoscimento e i rapporti: ALA è riconosciuta “parte sociale” dal Ministero del Lavoro e da numerose Amministrazioni regionali e locali, attraverso la Confederazione Italiana Libere Professioni, CONFPROFESSIONI, alla quale aderisce e con la quale partecipa a numerosi tavoli di concertazione nazionali, nonché al CEPLIS, Comité Européen des Professiones Liberales, con sede a Bruxelles presso l’Unione Europea, dov’è attiva nel campo della regolamentazione delle professioni intellet-

tuali. ALA partecipa inoltre con una propria delegazione, alle trattative di Parigi per il rinnovo del trattato GATT, sul riconoscimento internazionale delle qualifiche professionali. ALA è membro del Forum delle Associazioni, presso l’Autorità di Vigilanza del Ministero dei Lavori Pubblici e mantiene ampi e privilegiati rapporti con il CNA, con Inarcassa e con numerosi Ordini professionali, ai quali riconosce un fondamentale ruolo di garanzia istituzionale. • I soci e gli associati: Sono soci effettivi di ALA gli architetti, gli ingegneri civili edili, i paesaggisti, i pianificatori e i conservatori liberi professionisti italiani, che vi aderiscono spontaneamente secondo lo statuto. Sono ammessi gratuitamente, come associati senza diritto di voto, i cittadini italiani e stranieri e le persone giuridiche cultori delle discipline architettoniche o, a vario titolo, coinvolti nei processi di progettazione integrata e di realizzazione delle costruzioni, se interessati a ricevere informazioni e servizi relativi al mondo dell’architettura, della progettazione e della professione. La formula dell’associazione gratuita ha permesso di creare un grande network telematico di oltre 100.000 architetti e operatori italiani e stranieri, che attraverso l’ALA mantengono contatti e scambiano esperienze e opportunità. • L’attività e i servizi: ALA svolge istituzionalmente attività d’informazione, formazione e aggiornamento professionale. Promuove il Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza d’Architettura, giunto quest’anno alla sesta edizione, da tempo ritenuto uno dei più importanti del settore a livello mondiale. ALA fornisce alcuni servizi ai propri soci: pubblica gratuitamente i curricola professionali nella apposita rubrica on-line; favorisce lo scambio di referenze ed esperienze, per promuovere la costituzione di raggruppamenti temporanei per la partecipazione a concorsi e gare di progettazione; favorisce la pubblicazione delle opere dei soci sulle riviste d’ar-

chitettura italiane; organizza corsi e incontri di formazione permanente e di aggiornamento professionale di alto livello. Il progetto di ALA è volutamente parziale: non è offerto erga omnes, poiché pur essendo l’invito rivolto a tutti i colleghi, l’adesione richiede la condivisione d’una visione dinamica e innovativa, d’una professione dalle tradizioni antiche e nobili, che gioca anche a i nostri giorni un ruolo preminente, sullo scenario globale. Bruno Gabbiani, presidente www.assoarchitetti.it tel. 0444.235476 Federarchitetti: Libero Sindacato Architetti Federarchitetti è stata fondata con l’intento di rappresentare e promuovere i legittimi interessi degli architetti liberi professionisti. È rappresentata su tutto il territorio nazionale ed è apartitica. Si occupa prevalentemente di operare sui temi della politica professionale cercando di proporre un modello organizzativo per lo sviluppo dei piccoli studi e la loro evoluzione verso il segmento più interessante degli incarichi di progettazione. A fianco di ciò promuove l’architettura quotidiana, ponendola entro la prestigiosa cornice delle grandi committenze. Confedertecnica e Federarchitetti sono state riconosciute come parti sociali e sono state invitate a partecipare al tavolo delle trattative a seguito di un’intesa siglata lo scorso 11.5.2001 alla presenza di rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministro del Lavoro Cesare Salvi. Come Sindacato vogliamo essere protagonisti del nostro futuro e presenti a tutte le trattative dove si discute della nostra professione, lavorando in sinergia con Ordini e Inarcassa, definendo programmi unitari, coordinati e rappresentativi delle tre forze sinergiche che devono essere ratificati e approvati in una assemblea costituente. I principali punti programmatici:


della sua funzione, in rapporto alle trasformazioni tecnologiche, sociali e culturali contemporanee; • unificazione normativa per tutto il territorio della Lombardia (N.T.A., Regolamento edilizio e Regolamento d’Igiene). Edo Zanaboni, presidente sezione territoriale provinciale Milano-PaviaComo www.federarchitetti.it tel 02.89057439 Inarsind: Sindacato degli Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti Mi viene richiesto un breve contributo per delineare un profilo di Inarsind, così, più che elencare i numeri dei Sindacati provinciali aderenti in tutto il territorio nazionale, la rappresentanza nel comitato dei delegati della Cassa di previdenza, le qualifiche, le referenze, le convenzioni, i servizi e ogni altro dato che possa dare idea della “materiale” consistenza di Inarsind, vorrei mettere in rilievo solo alcuni fatti. La panoramica della attuale “offerta” descrive ben tre organizzazioni sindacali, tutte che si occupano di libera professione. Questo, da un lato pensando sia al confronto con le altre parti sociali, sia al contributo nella determinazione dei principali indirizzi politici del Paese - non può che testimoniare sia l’ampiezza della richiesta diffusa di Sindacato, sia la varietà delle risposte che una categoria di individualisti come la nostra è portata istintivamente a dare; dall’altro, la presenza di ben tre sigle sindacali scollegate (e per una sola delle libere professioni!), non fa che testimoniare lo stato ancora insoddisfacente della nostra capacità di essere rappresentati e di rappresentarci. L’Europa avanza, professionisti che vengono dal sud e dal nord del mondo occupano sempre più rilevanti spazi nel ridisegno delle nostre città; il sistema ordinistico è in una crisi (naturale) che pare ormai pacificamente accettata e oggi la libera

professione non trova il modo di offrire risposte adeguate a queste grandi sfide che rischiano di portare una intera parte sociale ai margini dello sviluppo economico! Mentre tempo fa, per moltissime ragioni, lo spazio della libera professione era di per sé “protetto”, oggi non lo è più. Oggi è assolutamente necessario un centro di dibattito sul presente e sul futuro della nostra attività; è necessario un centro di incontro di esperienze professionali e di dialogo tra le attese dei più giovani e dei più affermati, un centro in cui sia possibile confrontare i nostri problemi professionali e intervenire attivamente nella società di oggi per cambiarla. In fin dei conti, veniamo da cinquant’anni di solitudine… e il Sindacato oggi rappresenta un’occasione – non sostituibile da altre forme – di baricentro per il necessario incontro sociale, altra faccia della medaglia dell’individualismo della libera professione. Consapevoli di ciò, noi iscritti a Inarsind abbiamo modificato la realtà per quanto possibile, “suicidando” l’organizzazione che esisteva prima, Snilpi, per far nascere Inarsind. Ancor prima di averne definito statuto, regole, ecc., abbiamo proposto agli altri due soggetti, ALA e Federarchitetti, di confluire in un’unica organizzazione, più forte, più ramificata, più presente: semplicemente quello che viene richiesto a un sindacato moderno. Purtroppo la risposta a questa offerta è stata in vario modo negativa, sembrano aver prevalso altre motivazioni, più forti dell’esigenza di essere effettivamente robusti, rappresentativi, efficienti, all’altezza che il mondo moderno assegna alle organizzazioni del lavoro. Persisteremo nel nostro progetto, perché sentiamo che è fortemente condiviso, ma è chiaro che più vi saranno adesioni a Inarsind più il progetto rapidamente si realizzerà in una grande organizzazione sindacale a vantaggio di tutti. Giuseppe Bassi, segretario nazionale www.inarsind-milano.it 02.43988299

41 PROFESSIONE ORGANIZZAZIONE PROFESSIONALE

• rivendicazione di un nuovo equilibrio nei rapporti tra professionisti e committenza pubblica o privata, imprese di settore, per favorire, entro un quadro di pari dignità, il contributo paritetico dei diversi soggetti, finalizzato ad un più facile conseguimento di un prodotto finale di qualità; • istituzione di nuovi rapporti fra professione e università nel rispetto reciproco delle specifiche competenze; • eliminazione degli incarichi pubblici ai professionisti dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche, rivendicando la potenzialità dell’istituto del concorso pubblico, purché rivisto nei criteri e nelle garanzie di selezione; • eventuale difesa dei minimi tariffari con la richiesta di adeguamento delle tariffe professionali per i lavori privati, in analogia a quelle per i lavori pubblici e l’obbligatorietà della registrazione del contratto professionale all’Ufficio del Registro e la ricerca di una soluzione per una più efficace formula di recupero delle competenze professionali insolute; • rivendicazione di un significativo alleggerimento della pressione fiscale, anche in riferimento agli “studi di settore”; • abolizione dell’IRAP che costituisce un surrettizio e ingiustificabile aggravio dell’aliquota IRPEF; • riconoscimento di tutte le reali spese professionali da poter dedurre dal reddito imponibile; • sostegno, attuato mediante opportuni accordi economici con istituti di credito, finalizzato a garantire il credito al professionista, giovane e non, in situazioni di contenzioso, nello svolgimento dell’attività professionale; • necessaria sinergia istituzionale tra Ordine, Sindacato e Inarcassa; • promozione di nuove funzioni da attribuire all’Ordine per favorire una tempestiva elaborazione e diffusione di contributi attinenti i molteplici aspetti della professione; • impegno per una vera riforma della previdenza e una migliore sinegia con Inarcassa; • salvaguardia del nostro ruolo nella società, nella consapevolezza dell’importanza e della insostituibilità


a cura di Manuela Oglialoro e Camillo Onorato

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Legge G.U. n. 88 del 4.4.2006 Serie generale Decreto Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale La parte Ia del decreto enuncia le disposizioni comuni. In attuazione della Legge 15 dicembre 2004, n. 308 nella parte seconda sono disciplinate le procedure per la Valutazione ambientale strategica (VAS), per la Valutazione d’impatto ambientale e per l’Autorizzazione ambientale integrata (IPPC). I contenuti e gli obiettivi delle norme costituiscono attuazione della Direttiva “2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente e perseguono il fine di garantire la protezione dell’ambiente, in modo da contribuire nella fasi di elaborazione dei piani con criteri di sviluppo sostenibile assicurando il rispetto della valutazione ambientale. Inoltre, il decreto risponde alla Direttiva 85/337/CE del Consiglio del 27 giugno 1985, che riguarda la valutazione d’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati garantendo il pieno recepimento delle direttive comunitarie in materia di valutazione d’impatto ambientale e l’ordinamento delle procedure della valutazione. Nella parte terza sono regolamentate le materie relative la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle risorse idriche; nella parte quarta la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati, nella parte quinta la tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera, nella parte sesta la tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente. G.U. n. 100 del 2.5.2006 Serie generale Decreto Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE La parte Ia del decreto tratta i princìpi, le disposizioni comuni e contratti esclusi in tutto o in parte dall’ambito di applicazione del codice. Il codice disciplina i contratti delle stazioni appaltanti, degli enti dei soggetti aggiudicatori, aventi per oggetto l’acquisizione di servizi, prodotti, lavori e opere. Nel caso in cui la normativa vigente consenta la costituzione di società miste per la realizzazione e/o gestione di un’opera pubblica o di un servizio, la scelta del socio privato avviene con procedure di evi-

denza pubblica. L’affidamento e l’esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture, ai sensi del codice deve garantire la qualità delle prestazioni in armonia con princìpi di economicità, efficacia, correttezza rispettando la libera concorrenza, la parità di trattamento, la trasparenza. La parte IIa riguarda i contratti relativi a lavori, servizi e forniture nei settori ordinari: definisce gli importi delle soglie dei contratti di rilevanza comunitaria, stabilisce i requisiti dei partecipanti alle procedure di affidamento dei contratti pubblici, regola l’oggetto dei contratti, le procedure di scelta del contraente e la selezione delle offerte. Inoltre, sono disciplinati i contratti di importo inferiore alla soglia comunitaria. La parte IIIa considera i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture nei settori speciali. B.U.R.L. 1° Suppl. ordinario al n. 17 del 27 aprile 2006 Regolamento Reg. 24 aprile 2006, n. 7 Norme tecniche per la costruzione delle strade Il regolamento ha per oggetto la definizione dei criteri nella determinazione della geometria e funzionalità per la costruzione di nuovi tronchi viari ed ammodernamento e potenziamento dei tronchi viari esistenti situati nel territorio lombardo e le eventuali deroghe. Tali criteri tendono a garantire sicurezza per gli utenti della strada e la riduzione di inquinamento acustico ed atmosferico assicurando il rispetto dell’ambiente. In particolare sono stabilite le regole riguardanti la progettazione degli elementi geometrici dell’asse e della piattaforma delle strade urbane ed extraurbane e la progettazione di aree di intersezione. La progettazione deve assicurare omogeneità tecnica dei tronchi di rete in relazione alla loro classificazione di ordine costruttivo e tecnico prevista dal D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada) e all’ordinamento regionale. Il regolamento chiarisce le definizioni di zona d’intersezione, ammodernamento, potenziamento e altre precisazioni. Inoltre il soggetto proponente l’intervento, al fine della definizione della tipologia degli interventi di nuova costruzione o riguardanti la rete viaria esistente, individua il livello di rete corrispondente all’infrastruttura in progetto, la classe funzionale regionale associata, la classe stradale degli assi secondo la classificazione del codice della strada e le caratteristiche delle intersezioni. La determinazione della classe stradale tiene in considerazione l’entità e la tipologia dei flussi che impegnano l’arteria in progetto. I criteri per le deter-

minazioni delle caratteristiche funzionali e geometriche per la costruzione dei nuovi tronchi viari e l’ammodernamento dei tronchi esistenti fissano le caratteristiche funzionali e geometriche per la costruzione di assi stradali, zone di intersezione, elaborati progettuali, modalità per lo sviluppo delle analisi del traffico. B.U.R.L. 1° Suppl. ordinario al n. 18 del 4 maggio 2006 Legge Reg. 2 maggio 2006, n. 10 Istituzione del Parco naturale Spina Verde di Como La legge istituisce il Parco naturale Spina Verde di Como al fine di: tutelare la biodiversità, conservare e incrementare le potenzialità faunistiche, floristiche, vegetazionali, geologiche, idriche, ecosistemiche e paesaggistiche dell’area, tendere alla ricostruzione dell’ambiente, realizzare integrazione tra uomo e ambiente, promuovere attività culturali, realizzare la tutela e il recupero faunistico. Viene designato l’Ente di gestione del Parco, tutore dei valori ambientali che si attuano attraverso lo strumento del piano e del regolamento del Parco. C. O.

Stampa Ambiente Ambiente, entra in scena il Testo unico (da “Il Sole 24 Ore” del 29.4.06) Il Codice ambientale è operativo. A eccezione delle norme contenute nella parte seconda (Valutazione dell’impatto ambientale di singole opere e dei piani e programmi) la nuova disciplina contenuta nel Decreto Legislativo 152/06 è entrata in vigore. Il decreto recepisce la direttiva 2001/42/CE sulla Vas (valutazione ambientale strategica) e introduce nell’ordinamento statale italiano la valutazione ambientale dei piani e programmi di opere. La Via (Valutazione di impatto ambientale) delle singole opere viene anticipata al progetto preliminare, che deve contenere l’esatta indicazione delle aree impegnate e delle caratteristiche prestazionali delle opere. Sia le norme sulla Via che quelle sulla Vas entrano in vigore il 12 agosto. A entrare in vigore subito è l’Articolo 49 che riguarda la Commissione tecnico – consultiva incaricata di svolgere le valutazioni ambien-


Per l’ambiente necessaria una nuova governance (da “Il Sole 24 Ore” del 17.5.06) È positivo il primo commento dell’Anbi (Associazione bonifiche irrigazioni e miglioramenti fondiari) al Decreto Legislativo 152/06 in materia ambientale. Il provvedimento varato dal Governo conferma le competenze attribuite ai Consorzi di bonifica in materia di difesa del suolo, di gestione delle acque, di salvaguardia ambientale e di riscossione dei tributi per le acque per usi multipli. Il presidente dell’Anbi, Massimo Gargano sostiene che è strategico puntare alla “cultura della concertazione” per assicurare un futuro migliore al Paese, un patto culturale che si ritiene indispensabile attivare e consolidare tra tutti i soggetti preposti alla gestione del territorio. Appalti Debutto da confermare per il Codice degli appalti (da “Il Sole 24 Ore” del 4.5.06) Sul Codice degli appalti pende il rischio di un rinvio. Il testo del Decreto Legislativo 163/2006, pubblicato sulla Gazzetta del 2 maggio scorso, dovrebbe entrare in vigore dopo sessanta giorni a partire dal 1° luglio, ma questa scadenza è messa in dubbio dall’avvio del nuovo Governo. Dopo la pubblicazione continuano le pressioni per uno slittamento dell’entrata in vigore. Incarichi diretti, fioriscono gli stratagemmi per aggirare l’obbligo di concorrenza (da “Edilizia e Territorio. Commenti e Norme” n. 14/2006) Anche se è illegittimo affidare incarichi di progettazione di valore inferiore ai 100 mila euro in modo fiduciario, con pratiche anticoncorrenziali preordinate a dissimulare l’affidamento diretto dell’incarico al progettista di fiducia, si registrano numerose resistenze da parte delle stazioni appaltanti nell’applicazione di nuove norme. Per tornare all’affidamento fiduciario si utilizzano diversi strumenti: dai contratti di consulenza, allo scorporo delle spese accessorie o dei diritti di rinnovo.

Beni culturali Dal 12 maggio sparisce il silenzio-assenso per le verifiche d’interesse su beni pubblici (da “Il Sole 24 Ore” del 8.5.06) Entra in vigore il D.Lgs 156/2006 che modifica l’Articolo 12 del D.Lgs 42/2004 in quanto elimina il termine perentorio di 120 giorni entro il quale le Soprintendenze devono concludere le pratiche di verifica dell’interesse culturale su immobili pubblici, o per autorizzare interventi edilizi su beni vincolati. Sparisce il silenzio-assenso anche per gli interventi edilizi sui beni vincolati, previsto dall’Articolo 22. Passati i 120 giorni senza avere risposta, il richiedente può solo diffidare l’amministrazione, e dopo 30 giorni di ulteriore inerzia, può ricorrere al Tar. Paesaggio La regione delega l’autorizzazione. Tutela del paesaggio (da “Il Sole 24 Ore” del 8.5.06) Il Codice Urbani è stato modificato anche nella parte che riguarda il paesaggio, dal D.Lgs 157/2006. Le novità sono due: la prima prevede che le Regioni che non intendano esercitare direttamente la funzione autorizzatoria posano delegarla alle Province, a unioni tra Comuni o a consorzi di enti locali. La seconda novità riguarda la possibilità di rilasciare l’autorizzazione in sanatoria, successivamente alla realizzazione degli interventi. Possibile regolarizzare mini abusi realizzati su beni soggetti a tutela (da “Edilizia e Territorio” del 8-13.5.06) La mini-sanatoria consente di regolarizzare i piccoli abusi commessi su beni tutelati ma che non hanno comportato aumenti di volumetria o di superficie. Non si tratta di un condono poiché non ha un termine di scadenza, ma di una sanatoria permanente sulla falsariga dell’adeguamento in conformità previsto dal testo unico per l’edilizia. La novità arriva dalle modifiche apportate al Codice dei beni culturali dal D.Lgs 157/2006. Parchi “Un sistema di parchi per far respirare Milano” (dal “Corriere della Sera” del 5.5.06) L’idea di un grande parco di cintura urba-

na intorno a Milano è stato lanciato nel mese di settembre 2005 e in questi mesi è cresciuta e si è perfezionata con proposte e progetti. Molti gli enti coinvolti che dovrebbero partecipare congiuntamente alla realizzazione dell’anello verde: la Provincia, cui spetta il governo del Parco Sud, sta formando un tavolo di raccordo tra tutte le iniziative e ha proposto un progetto pilota; la Regione sta predisponendo un piano per localizzare intorno a Milano parte dei diecimila ettari previsti di nuova forestazione; il Comune sta ragionando sulle aree boschive nell’ambito del nuovo Piano dei Servizi. Procedure Dia e permessi in libertà. In sette regioni e province è stata utilizzata l’autonomia normativa (da “Il Sole 24 Ore” del 24.4.06) L’autonomia delle Regioni in campo di edilizia e urbanistica, riconosciuta dalla riforma del titolo V della Costituzione, è ormai una consolidata certezza. Nonostante ciò, non sono molte le regioni che hanno varato una propria disciplina organica che deroghi o integri il Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001). Le regioni a statuto speciale Sardegna e Valle d’Aosta e le Province di Trento e Bolzano sono dotate di uno strumento normativo alternativo al testo unico. Tra le regioni a statuto ordinario solo Lombardia, Emilia Romagna e Toscana hanno varato una disciplina organica sostitutiva del TU edilizia, anche se Umbria e Campania hanno comunque operato modifiche nel campo dei permessi edilizi. Professione Nel diritto d’autore risarcimenti ampi. Per effetto del recepimento della direttiva UE (da “Il Sole 24 Ore” del 5.5.06) Con il D.Lgs 140/06 è stata recepita nel nostro ordinamento la direttiva “enforcement” con modifiche significative alla legge sul diritto d’autore e al Codice della proprietà industriale. La nuova normativa accresce il diritto di ottenere nel corso del giudizio, prove ed informazioni utili all’individuazione dell’origine della contraffazione e della ricostruzione della filiera dei soggetti coinvolti, comprese documentazioni bancarie, finanziarie o commerciali. M. O.

43 PROFESSIONE STRUMENTI

tali. Rispetto alla difesa del suolo e la tutela delle acque, vengono individuati sette nuovi bacini idrografici. Per ciascun bacino viene istituita una nuova autorità distrettuale, quelle vecchie sono soppresse.


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Ordine di Bergamo tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Ordine di Brescia tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Ordine di Como tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Ordine di Cremona tel. 0372 535411 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Ordine di Lecco tel. 0341 287130 www.ordinearchitettilecco.it Presidenza, segreteria e informazioni: ordinearchitettilecco@tin.it Ordine di Lodi tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Ordine di Mantova tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Ordine di Milano tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Ordine di Monza e della Brianza fax: 039 3309869 www.ordinearchitetti.mb.it Segreteria: segreteria@ordinearchitetti.mb.it Ordine di Pavia tel. 0382 27287 www.pv.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Ordine di Sondrio tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Ordine di Varese tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it

Milano

a cura di Laura Truzzi Designazioni • Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Milano: richiesta rappresentanti all’interno della Commissione Prezzi Il Consiglio dell’Ordine ha confermato, quali propri rappresentati all’interno della Commissione Prezzi, gli architetti Danilo Bettoni, Gianclaudio Di Cintio, e Mario Tagliapietra. In sostituzione dell’architetto Luigi Mario Fiocca, il Consiglio ha segnalato l’architetto Alberto Pavan. • ISAD Istituto Superiore di Architettura e Design di Milano: richiesta del Commissario d’esame per le prove di accertamento finale anno formativo 2005/2006 – Assistente Interior Designer; – Interior Designer Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Maurizio De Caro. • COMUNE DI BUSTO GAROLFO: richiesta nominativi per integrazione della Commissione Edilizia Comunale come esperti in materia di tutela paesisticoambientale Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Valter Gervasi, Giorgio Tagini, Laura Truzzi. Serate • L’Ordine degli Architetti ha incontrato, l’8 e il 18 maggio scorso, i candidati Sindaci al Comune di Milano, Bruno Ferrante e Letizia Moratti. Sono state due serate molto partecipate che hanno visto numerosissime domande ai candidati sul futuro di Milano ed in particolare sulla futura politica urbanistica della nostra città. Ringraziando i candidati per aver partecipato alle serate auguriamo buon lavoro al nuovo sindaco. Le serate di Architettura sono poi proseguite nel mese di maggio con tre appuntamenti dedicati ad una tipologia di architettura nata solo negli ultimi due secoli: l’architettura museale. Mario Bellini e Gae Aulenti, due architetti italiani tra i più apprezzati anche all’estero, si sono succeduti l’11 e il 22 maggio; mentre la serata del 25 maggio

è stata dedicata al MAAM di Ivrea, un esempio unico nel suo genere di museo open air. • Uno fatto uno vinto. Mario Bellini racconta il progetto costruito della National Gallery of Victoria a Melbourne e il progetto di concorso per il Musèe des Arts de l’Islam al Louvre di Parigi 11 maggio 2006 Ha presentato: Antonio Borghi Dopo aver mostrato alcune immagini dei suoi allestimenti dagli anni ’80 al 2004, Mario Bellini entra nel merito del concorso vinto per la National Gallery of Victoria il cui iter progettuale è durato dal 1996 al 2003. Il progetto ha voluto valorizzare l’edificio esistente degli anni ’70: un edificio senza tempo e dalla straordinaria capacità iconica per tutta la popolazione di Melbourne. L’edificio è stato svuotato, salvandone solo la struttura ed alcuni soffitti costituiti da vetri colorati, opera di un artista locale. Senza tralasciare i particolari simpatici delle trasferte australiane, Bellini trascina i presenti all’interno del progetto e dell’opera realizzata, accompagnandoli tra i volumi della galleria e i materiali impiegati. Una vecchia parete vetrata sulla quale scorreva l’acqua, ritenuta “intoccabile” dai tutti gli abitanti di Melbourne, è stata ricreata nello stesso punto in quanto l’architetto ha riscontrato che, oltre al valore affettivo dichiarato dai cittadini, la stessa aveva anche un’importante funzione di stacco tra l’interno della galleria e la strada di cui è possibile percepire la presenza. Allo stesso modo, Bellini conduce i presenti all’interno del pro-

getto con il quale ha vinto il concorso per il Musèe des Arts de l’Islam al Louvre di Parigi. I nuovi spazi museali suddivisi in due livelli (interrato e livello corte) nella Cour Visconti saranno coperti da una grande vela a doppio strato vetrato che flotterà delicatamente sull’allestimento museografico e ne costituirà il nuovo ingresso. Grazie a questo “velo” dall’interno dei nuovi spazi museali si avrà la percezione delle facciate della corte. Dall’interno delle sale, il visitatore potrà ammirare il gioco di pieghe e onde della copertura che darà a tutto l’insieme una poetica suggestione. “La Cour Visconti non sarà coperta, ma resterà visibile”: questa è la scelta architettonica affermata con forza da Mario Bellini, insieme a Rudy Ricciotti, alla ricerca d’una “integrazione dolce e senza violenza” tra un progetto architettonico risolutamente contemporaneo e un sito storico. Internamente il progetto museografico rifiuta la parcellizzazione spaziale per privilegiare la continuità del percorso di visita. L’assenza di interruzioni nello scorrere della visita rinforzerà il senso di un discorso ritmato solo dai tempi di permanenza davanti agli oggetti, dalla meditazione e dal riposo voluti e favoriti dal progetto. La luce naturale sarà largamente diffusa dal “velo” di copertura, la cui pelle iridescente sarà trattata in modo da poterne graduare l’intensità, ed evitare l’abbagliamento. Nel mezzo dell’estate, l’intensità luminosa all’interno delle sale espositive non supererà il livello di lux previsti per la buona conservazione dei reperti esposti e per il comfort dei visitatori.


Mario Bellini, Musèe des Arts de l’Islam a Parigi e National Gallery of Victoria a Melbourne.

Al livello più basso delle sale, la vista del “velo” sarà possibile in numerosi punti, grazie alle aperture previste nelle solette lungo il perimetro della corte, confermando così al “velo” stesso il ruolo di elemento unificatore delle collezioni. Facendo eco al “velo”, il pavimento del livello più basso si coprirà di schegge di vetro dorato, formando un mosaico discreto nel quale la luce del giorno troverà una nuova profondità e preziosità. Adesso il progetto è in fase di approfondimento con la redazione dei dettagli esecutivi e delle ultime scelte progettuali. Il pubblico chiede all’architetto come pensa di chiudere le pareti verticali della vela vetrata ancora in fase di studio. Bellini in questa fase auspica di trovare tutte le giuste soluzioni funzionali ed estetiche in quanto afferma di sentire il peso dell’importante incarico anche perché è uno dei pochissimi architetti italiani, dopo Renzo Piano per il Centre Pompidou e Gae Aulenti per il museo d’Orsay, cui sia stata affidata una grande opera a Parigi. Chiude l’incontro Antonio Borghi facendo notare come sia evidente in questi progetti la mano del designer: questa dà forza ed energia alla forma. • Asian Art Museum of San Francisco – Museu Nacional d’Art de Catalunya. Gae Aulenti

racconta i due recenti progetti di architettura museale 22 maggio 2006 Ha presentato: Franco Raggi Franco Raggi, consigliere dell’Ordine, introduce il tema della serata, il recupero di due edifici del diciannovesimo secolo nati per scopi diversi dal museo, e pone la domanda se si possano identificare nelle città storiche gli edifici nati tipologicamente come musei. Gae Aulenti, supportata dalle immagini del museo dedicato all’arte asiatica a San Francisco, sostiene di aver vinto il concorso solo per il fatto di aver già realizzato a Parigi il museo d’Orsay recuperando un’antica stazione. A San Francisco, Aulenti è stata in difficoltà all’inizio della redazione del progetto, per il fatto che si è trovata di fronte a un edificio storico discretamente brutto nella sua banalità ma che veniva difeso da tutti i cittadini, riuniti in comitati ed associazioni. Le è stato posto anche il vincolo di integrare il gruppo di lavoro con i rappresentanti di due minoranze. Il progetto ha perforato le pareti longitudinali per dilatare lo spazio trasversale del museo e ha posto coperture vetrate alle corti interne per aumentare lo spazio a disposizione. Per gli allestimenti interni, dopo che l’architetto milanese li aveva già progettati a una scala di disegno di 1:50, è stato chiama-

to un allestitore del Metropolitan Museum: negli Stati Uniti, infatti, non si ritiene che un architetto sia in grado di progettare allestimenti. L’esempio del Museu Nacional d’Art de Catalunya a Barcellona ha un iter di 18 anni tra progettazione e realizzazione divisi in lotti funzionali. Si è trattato del recupero dell’edificio sorto sulla collina del Montjuic nel 1929 per l’Expo Universale che avrebbe dovuto essere demolito ma che divenne un emblema per Barcellona rappresentando tutti gli stili nazional-popolari delle diverse regioni spagnole. Questo linguaggio della provvisorietà pone due esigenze al progetto: portare luce all’interno dell’edificio completamente cieco, e creare i giunti di dilatazione strutturali. A queste esigenze Gae Aulenti risponde trasformando Le Grand Salon di circa 2000 mq nella piazza di una grande città, progettando quattro patii per portare la luce all’interno dell’edificio e realizzando un nuovo sistema di pilastri. All’interno Aulenti ha ambientato gli affreschi che sono stati strappati negli anni ’30 dalle chiese romaniche sui Pirenei, posizionandoli in absidi realizzate appositamente in legno. Il problema più importante trovato da Gae Aulenti è stato il susseguirsi dei direttori del museo nei 18 anni intercorsi tra l’inizio del progetto e l’inaugurazione dell’ultimo lotto funzionale

avvenuta quest’anno. Ritornando quindi alla domanda iniziale di Franco Raggi, Gae Aulenti, sulla scorta dell’esperienza iniziata a Parigi con la realizzazione del museo d’Orsay e proseguita con i presenti musei, conclude che nel museo è indispensabile difendere l’architettura più che la tipologia in sé. Invece nel caso di edifici costruiti per le Expo universali è più importante difendere la tipologia dell’edificio in quanto architettura effimera: il museo recupera il proprio carattere al termine dell’Expo. Non bisogna quindi, secondo Aulenti, parlare di tipologia del museo ma di architettura del museo. Non dobbiamo dimenticare che il museo è un’istituzione che ha delle responsabilità costanti nel tempo: difendere, studiare e diffondere la conoscenza del patrimonio. Le opere esposte condizionano l’architettura del museo nel senso che sono qualificanti per la stessa: l’opera diventa protagonista. Numerose, come al solito, le domande dei presenti in sala; dalle risposte emerge l’importanza che Gae Aulenti ha dato all’esperienza del museo d’Orsay a Parigi dove ha lavorato con i conservatori del museo formatisi alla scuola del Louvre e dai quali ha imparato un metodo di lavoro che applica ogniqualvolta si deve confrontare con il tema del museo. Chiude Franco Raggi considerando come, nonostante

INFORMAZIONE DAGLI ORDINI

45


INFORMAZIONE LETTERE

46

la scuola italiana di Scarpa e Albini, il rapporto tra la cultura del nostro Paese e l’innovazione museale sia ancora molto contraddittorio. • Il MAAM di Ivrea. Il museo e la città 25 maggio 2006 Sono intervenuti: Giulio Barazzetta, Patrizia Bonifazio, Francesco Dal Co, Carla di Francesco, Enrico Giacopelli, Fulvio Irace Giulio Barazzetta, architetto milanese, introduce la serata incentrata su un tema molto interessante che si può sviluppare a partire da tre argomenti importanti: la natura del museo e della città depositaria della memoria; la cultura attiva della città; la conservazione e classificazione ad essa legata e gli incentivi che possono essere attuati per incentivare la conservazione. Patrizia Bonifazio, Curatore Generale del MAAM ed Enrico Giacopelli, Curatore Scientifico del museo, espongono una panoramica sul grande lavoro di ricerca, classificazione e valorizzazione iniziato nel 1997, alla chiusura dell’immenso patrimonio industriale dell’Olivetti, molto sentito e partecipato da tutti. Il MAAM, inaugurato nel 2001, si sviluppa lungo un percorso di circa due chilometri che interessa le aree su cui sorgono gli edifici più rappresentativi della cultura olivettiana. La sua costituzione consente di offrire una risposta organizzata alla domanda di conoscenza del patrimonio architettonico moderno di Ivrea e rappresenta un vero e proprio museo a cielo aperto la cui collezione coincide con la città stessa. Lungo i percorsi pedonali pubblici che collegano gli edifici sono collocate sette stazioni informative che suggeriscono un possibile itinerario di visita della città. I temi illustrati riguardano le vicende inerenti l’impegno della Olivetti nel campo dell’architettura, dell’urbanistica, del disegno industriale e della grafica pubblicitaria e dei contesti culturali in cui queste vicende si collocano. Assieme alle stazioni, è stato allestito un Centro di Informazione, ospitato all’interno del centro Servizi Sociali e pensato come vera a propria testa del museo, dove i supporti cartacei, fotografici e filmati possono

consentire al visitatore un approfondimento sui contenuti acquisiti durante la visita. Enrico Giacopelli, infine, sottolinea come tanti edifici siano in stato di degrado a causa di una diffusa anarchia gestionale e manutentiva dovuta alla vendita degli alloggi a privati e a errori progettuali dovuti sia al fatto che si trattava di sperimentazione che alla realizzazione avvenuta in piena crisi economica, quindi con materiali estremamente poveri. Giulio Barazzetta passa la parola a Francesco Dal Co, docente di Storia dell’Architettura a Venezia, che riflette sul senso di un museo a cielo aperto: solitamente i musei sono depositari dei relitti, dei naufragi della storia; in questo caso dobbiamo decidere cosa riutilizzare o cosa dobbiamo conservare, e ciò che va conservato deve conquistare nuovamente significato, senza che sia necessaria una riconversione. Ad Ivrea sono da conservare alcuni spazi della Olivetti in quanto monumenti al lavoro, non dimenticando ciò che hanno rappresentato per l’Italia. Carla di Francesco, Soprintendente regionale della Lombardia ai beni Architettonici e Paesaggisti, concorda con Dal Co e aggiunge che la realtà è ben più complessa di come la si espone teoricamente: secondo lei l’esempio di Ivrea è un caso unico per fondazione, storia, committenza, ma è necessario riflettere anche sui grandi valori riconosciuti e non riconosciuti dell’architettura moderna. Ad esempio, per il Soprintendente anche il quartiere QT8 a Milano merita attenzione e una riflessione per un suo recupero. Fulvio Irace, docente di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano, pone invece il problema di come si debba intervenire là dove, come nel caso di Ivrea, la coscienza storica non è ancora sedimentata. Secondo Irace bisogna procedere per creare un archivio dell’architettura moderna con la consapevolezza del riconoscimento del suo valore. La chiusura di Barazzetta alla serata vuol essere un’apertura verso l’approfondimento del tema del recupero del moderno: è necessario riprendere il discorso sulla cultura attiva e vedere come cambiano i valori all’aumentare della conoscenza.

A proposito dell’intervista a Gigi Mazza Leggo un po’ stupito su “AL” n. 3/2006 l’intervista a Gigi Mazza, persona colta e simpatica, e proprio per questo ancora più sconcertante. Dunque, sul traffico a Milano “le cose che sappiamo sono ancora poche” e “in cinque anni di lavoro non sono riuscito ad ottenere che si facesse un’indagine seria sui grandi attrattori”; se ne deduce quindi che il “Documento di Inquadramento” del 2000 abbia dato il via libera a grandi interventi urbanistici senza nessuna valutazione sul tema (a Milano, come noto, particolarmente rilevante). Ma fa niente. Sulle trasformazioni edilizie recenti “intere parti di città si sono trasformate nell’ignoranza di tutti” e “la deregolamentazione è stata sistematica soprattutto negli ultimi venti o trent’anni”. Notoriamente ciò invece è avvenuto soprattutto grazie alle modifiche al PRG apportate dal Regolamento Edilizio approvato, negli stessi tempi, dalla stessa amministrazione e con il contributo degli stessi tecnici comunali che si sono applicati al “DdI” di Mazza. Il “DdI” avrebbe invece “ridotto a un terzo le densità medie del Piano Regolatore”. Ciò semplicemente non è vero, forse si tratta di una svista. Ma la spiegazione forse è più avanti, dove si dice “sarebbe interessante sapere cosa ha prodotto in passato l’attuazione del Piano Regolatore e fare un confronto”: semplice, indici normalmente più bassi e quasi sempre maggiori dotazioni di opere pubbliche, credevo fosse un fatto noto (andrebbe magari specificato, con un certo tecnicismo, che molto dello “standard qualitativo” è semplicemente quello che una volta si chiamava un extra oneri, enfatizzato dal fatto che questi non vengono aggiornati dal 1991 mentre i valori di monetizzazione non vengono aggiornati dal 1996). Infine, nel progetto della Fiera “la mia convinzione è che su quell’area si siano accumulate troppe volumetrie” e che su questo “la professione dovreb-

be mostrarsi più competente ed esercitare un maggiore controllo”. Ma come? Ma Mazza non è stato doppiamente consulente, sia dell’Ente Fiera, sia del Comune di Milano nella valutazione del PII? Come mai solo adesso si accorge che “bisogna chiedersi quale fosse la soglia da non superare in questa speculazione”? E poi: per Santa Giulia “ho dato invano due indicazioni”, non rispettate; per il PGT, “ho cercato di fare una carta degli usi dei suoli, senza successo”. Un tempo ci si dimetteva per molto meno. Giusto ad essere benevoli, mi sembrano considerazioni un po’ tardive; anzi proprio fuori tempo massimo. Gregorio Praderio Milano, maggio 2006


L’aggiornamento degli onorari con l’applicazione dell’indice ISTAT cremento dei prezzi dei mesi successivi porta all’aumento dell’indice. Nel dicembre del 1966 l’indice raggiunse il valore 128,6. Si decise di considerare nuovamente pari al valore 100 quest’ultimo dato: perciò al gennaio 1967 l’ISTAT comunicò un valore di 101,2. Ciò è avvenuto alla fine del 1966, del 1970, del 1976, del 1980, del 1985, del 1989, del 1992, del 1995. La curva che rappresenta l’indice non è quindi continua, ma di tanto in tanto torna a 100, riprendendo in genere a salire nei mesi successivi. Per conoscere comunque il valore che l’indice avrebbe se non ci fossero questi “salti”, vengono utilizzati dei “coefficienti di raccordo” (forniti dall’ISTAT). Esempio dei coefficienti di raccordo per il cambiamento delle basi: da base 1966 a base 1970 = 1,1173; da 1966 a 1976 = 2,2531; da 1966 a 1980 = 4,2169; da 1966 a 1985 = 8,0416; da 1966 a 1989 = 9,9877; da 1966 a 1992 = 11,8861; da 1966 a 1995 = 13,5620. Così con l’indice 121,8 relativo al mese di novembre 2003 si certifica un aumento dei prezzi del 21,8%

to alle variazioni dell’indice generale dei prezzi stabiliti dall’Istituto Centrale di Statistica ogni qualvolta le variazioni di detto indice, rispetto a quelle corrispondenti alla data di approvazione della tariffa ed ai successivi scatti, superi il 10%. (…) Per offrire un quadro certo delle operazioni necessarie per applicare correttamente la norma, è utile esporre nel dettaglio la successione logica che bisogna seguire. Ciò è necessario poiché alcune pubblicazioni, anche di organismi pubblici, riportano dati errati in quanto, forse, non si conoscono i giusti criteri di calcolo e si divulgano quindi notizie non controllate. Innanzitutto bisogna chiarire che cos’è l’indice ISTAT da assumere a base dei conteggi. Ogni mese l’Istituto pubblica numerosi indici riferiti a diverse situazioni economiche nazionali tra cui l’ “Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati” che, per quanto ci riguarda, si è deciso di utilizzare nella sezione “senza tabacchi”. L’ISTAT fornisce questi indici in base 100. Ciò significa che, fissato per il giugno del 1961 il valore 100, l’in-

rispetto ai prezzi del dicembre 1995, quando l’indice è stato fissato per l’ultima volta a 100: ma, per conoscere l’incremento dei prezzi dal dicembre 1966 (mese in cui fu fissato un precedente valore 100) al novembre 2003, l’Istituto fornisce il coefficiente 13,562. Il valore 121,8, moltiplicato per il coefficiente, diviene 1.651,8516 che corrisponde ad un incremento dei prezzi del 1.551,8516%. Questo ragionamento è necessario in quanto il valore che noi dobbiamo applicare per aggiornare i compensi deve seguire una linea continua (senza complicare i conti con i coefficienti di raccordo) facendo riferimento a quell’indice ufficiale pubblicato, ma aggiornato moltiplicandolo per il relativo coefficiente. Un altro elemento importante per il calcolo è legato al momento in cui dobbiamo iniziare il nostro conteggio: infatti nel mese di novembre 1969 da cui si inizia la valutazione per la tariffa urbanistica in quanto è la data di approvazione della Circolare ministeriale, l’indice ISTAT era pari a 108 (base 100, dicembre 1966) che per il nostro scopo deve essere considerato pari a 100. Il criterio di calcolo è quindi:

Indice del mese pubblicato dall’ ISTAT per Novembre 2003

x

Coefficiente di raccordo al 1966

/

valore ISTAT dicembre 1969

x

100

=

Indice per urbanistica

da applicare

121,8

x

13,562

/

108

x

100

=

1.529,49

1.520

Il parametro da applicare è arrotondato alla decina inferiore (a 1.529,49 corrisponde 1.520,00). La tabella che riporta gli indici ISTAT dal 1947, i coefficienti di raccordo, i corrispondenti valori del parametro di adeguamento dei compensi per le prestazioni urbanistiche è pubblicata nel sito della Consulta www.consultalombardia.archiworld.it. Nell’apposita rubrica all’interno di questa rivista mensile, viene pubblicata una scheda in questa forma: Variazione Indice Istat per l’adeguamento dei compensi, Tariffa urbanistica, Circ. Minist. n° 6679 1.12.1969, Base dell’indice – novembre 1969: 100.

Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Gennaio 1430 1430,30 1460 1462,90 1500 1501,90 1530 1532

Febbraio Marzo

Giugno

1435,30

1446,61 1480 1548,32

1468 1504,40

1537,02 1560 1555,86 1560,88 1590 1589,76 1593,50

Aprile Maggio 1440 1436,60 1411,59 1445,4 1470 1471,70 1475,49 1478 1510 1509,40 1511,91 1513.20 14540 1538,28 1542,04 1544,56 1570 1563,39 1568,42 1570.93

1514,42 1548,32 1573,44

Luglio

Agosto

Settembre Ottobre Novembre Dicembre 1450 1447,90 1447,86 1449,12 1452,90 1455,40 1456,70 1490 1481,80 1484,28 1486,79 1490,60 1494,33 1495,60 1520 1518,20 1520,70 1524,46 1525,70 1529,49 1529,49 1550 1549,58 1552,09 1552,09 1552,09 1555,86 1555,86 1580 1577,21 1579,72 1580,97 1583,48 1583,48 1586

n.b. I valori da applicare sono quelli in neretto collocati nella parte superiore delle celle

Identico procedimento si applica per gli altri indici relativi alle altre tariffe pubblicate Indice del mese corrente pubblicato dall’ ISTAT

x

/

Indice ISTAT al mese di prima applicazione della tariffa

x

100

=

Indice specifico da applicare

13,5620

/

108,0

x

100

=

Indice da applicare

6,0192

/

138,5

x

100

=

Indice da applicare

1

/

104,2

x

100

=

Indice da applicare

1,141

/

110,7

x

100

=

Indice da applicare

1

/

105,2

x

100

=

Indice da applicare

/

113,4

x

100

=

Indice da applicare

/

108,2

x

100

=

Indice da applicare

/

148,2

x

100

=

Indice da applicare

Coefficiente di raccordo relativo

Tariffa urbanistica – base 100 novembre 1969 ***,**

x

Tariffa P.P.A. – base 100 novembre 1978 ***,**

x

Tariffa Legge 10/1991 – base 100 giugno 1996 ***,**

x

Tariffa Dlgs 626/94 – base 100 novembre 1995 ***,**

x

Tariffa Catasto – base 100 novembre 1997 ***,**

x

Tariffa Legge 10-1991 Consulta – base 100 dicembre 2000 ***,**

x

1

Tariffa Consulta Collaudi statici – base 100 gennaio 1999 ***,**

x

1

Tariffa Stati di consistenza – base 100 dicembre 1982 ***,**

x

Va infine notato che alcune pubblicazioni indicano il solo incremento dell’indice: anziché fissare il valore, ad esempio, in 1.583,48 propongono il valore di 1.483,48. È chiaro che si tratta di un criterio

3,216

corretto, ma appare più utile il primo metodo in quanto di più semplice applicazione. Infatti, una volta stabilito il valore dell’indice da applicare (nel caso citato l’indice è pari a 1.589,76), il

conteggio dell’onorario aggiornato risulta il seguente: (Onorario secondo tariffa originaria + spese) x 1.580 / 100. Nell’altro caso il conteggio dell’onorario aggiornato andrebbe così

calcolato: (Onorario secondo tariffa originaria + spese) + [(Onorario secondo tariffa originaria + spese) x 1.480 / 100]. Carlo Lanza

47 INDICI E TASSI

Le prestazioni urbanistiche sono le principali attività dell’architetto a cui vengono applicate le variazioni rilevate mensilmente dall’Istituto di statistica per il calcolo degli onorari. Il medesimo principio è stato utilizzato anche per altre prestazioni quando gli Ordini professionali hanno stabilito i criteri per determinare la congruità degli onorari non esplicitamente previsti dalla Tariffa e da esporre quindi “a discrezione”: ad esempio la Consulta degli Ordini degli Architetti Lombardi ha definito equo il compenso per i Collaudi statici o per le Pratiche catastali attraverso un calcolo da aggiornare in relazione alle variazioni dell’indice ISTAT. Per le prestazioni urbanistiche la Circolare ministeriale del Ministero dei Lavori pubblici del 1° dicembre 1969, n. 6679, stabilisce, fin dalla premessa, che i compensi sono adeguati all’andamento dell’indice generale dei prezzi a partire dall’approvazione della tariffa. Art. 1. – Premessa. (…) Gli adeguamenti dei compensi a tempo ed a quantità stabiliti dalla presente tariffa saranno proposti congiuntamente dai Consigli Nazionali con riferimen-


A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dell’Ordine di Milano)

Variazione Indice Istat per l’adeguamento dei compensi Tariffa Urbanistica. Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969

Base dell'indice-novembre 1969:100

Anno 2003

Giugno

2004 2005 2006

48

Maggio

Luglio

1513,16 1514,42 1544,56 1548,32 1570 1570.93 1573,44

Agosto Settembre Ottobre Novembre 1520 1518,19 1520,70 1524,46 1525,72 1529,49 1550 1549,58 1552,09 1552,09 1552,09 1555,86 1580 1577,21 1579,72 1580,97 1583,48 1583,48

Tariffa stati di consistenza (in vigore dal dicembre 1982)

anno 1982: base 100

Anno 2004 2005

INDICI E TASSI

Gennaio Febbraio Marzo Aprile 1500 1510 1501,86 1504,37 1509,40 1511,91 1530 1540 1532 1537,02 1538,28 1542,04 1560 1555,86 1560,88 1563,39 1568,42 1590 1589,76 1593,53 1596,04 1599,81

Dicembre

Nota L’adeguamento dei compensi per le tariffe 1) e 2) si applica ogni volta che la variazione dell’indice, rispetto a quello di base, supera il 10%. Le percentuali devono essere tonde di 10 in 10 (come evidenziato)

1529,48

G.U. n° 163 del 13.07.1996 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA

1555,86 1586

Gennaio 260 264,74

Febbraio Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre Ottobre

Novembre Dicembre

265,61

266,48

266,91

267,56

267,78

268,21

268,21

268,21

268,86

268,86

268,86

269,73

271,03

271,47

271,90

272,55

272,99

273,20

273,64

273,64

274,07

265,82 270 270,17

2006

274,72 275,37 275,81 276,46 n.b. I valori da applicare sono quelli in neretto nella parte superiore delle celle

Legge 10/91 (Tariffa Ordine Architetti Milano) Anno 2004 2005 2006

Gennaio 117,08 118,90 121,49

Febbraio 117,46 119,28 121,78

Marzo 117,56 119,48 121,97

Aprile 117,85 119,86 122,26

anno 1995: base 100 Maggio 118,04 120,05

Giugno 118,33 120,24

Luglio 118,42 120,53

Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda)

anno 2000: base 100

Anno 2004 2005 2006

Giugno 108,73 110,49

Gennaio 107,58 109,25 111,64

Febbraio 107,93 109,61 111,90

Marzo 108,02 109,78 112,08

Aprile 108,28 110,14 112,34

Maggio 108,46 110,31

Luglio 108,81 110,75

Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda)

anno 1999: base 100

Anno 2004 2005 2006

Giugno 113,95 115,80

Gennaio 112,75 114,51 117,00

Febbraio 113,12 114,87 117,28

Marzo 113,21 115,06 117,46

Aprile 113,49 115,43 117,74

Maggio 113,67 115,61

Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno

2001 103,07

2003 108,23

2004 110,40

1997 108,33

1998 110,08

1999 111,52

2000 113,89

1998 101,81

Agosto 108,99 110,93

1999 103,04

2000 105,51

2001 117,39

2002 111,12

Settembre Ottobre 108,99 108,99 111,02 111,19

Novembre Dicembre 109,25 109,25 111,19 111,37

Settembre Ottobre 114,23 114,23 116,35 116,54

Novembre Dicembre 114,51 114,51 116,54 116,72

gennaio 2001: 110,50 2006 114,57 novembre 1995: 110,60 2002 120,07

2003 123,27

2003 113,87

2004 116,34

anno 1997: base 100 2001 108,65

Novembre Dicembre 118,90 118,90 121,01 121,20

gennaio 1999: 108,20 Agosto 114,23 116,26

anno 1995: base 100

Tariffa pratiche catastali (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno

2005 112,12

Settembre Ottobre 118,61 118,61 120,82 121,01

dicembre 2000: 113,40

anno 2001: base 100

2002 105,42

Tariffa DLgs 626/94 (Tariffa CNA) Indice da applicare per l’anno

Luglio 114,04 116,08

giugno 1996: 104,20 Agosto 118,61 120,72

2004 125,74

2005 127,70

2006 130,48

febbraio 1997: 105,20 2005 118,15

2006 120,62

Tariffa P.P.A. (si tralascia questo indice in quanto non più applicato)

Interessi per ritardato pagamento Con riferimento all’art. 9 della Tariffa professionale Legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l’elenco, a partire dal 1994, dei Provvedimenti della Banca d’Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Articolo 9 della Tariffa. Provv. della Banca d’Italia (G.U. 5.9.2000 n° 207) dal 6.9.2000 4,50% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 10.10.2000 n° 237) dal 11.10.2000 4,75% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 15.5.2001 n° 111) dal 15.5.2001 4,50% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 3.9.2001 n° 204) dal 5.9.2001 4,25% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 18.9.2001 n° 217) dal 19.9.2001 3,75% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 14.11.2001 n° 265) dal 14.11.2001 3,25% Provv. della Banca d’Italia (G.U. 6.12.2002 n° 290) dal 11.12.2002 2,75% Provv. della Banca d'Italia (G.U. 12.3.2003 n° 59) dal 12.3.2003 2,50% Provv. della Banca d'Italia (G.U. 9.6.2003 n° 131) dal 9.6.2003 2,00% Con riferimento all’Art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro dell’Economia che fissano il “Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali” al quale devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Decreto.

Comunicato (G.U. 10.2.2003 n° 33) dal 1.7.2002 al 31.12.2002 dal 1.1.2003 al 30.6.2003

3,35% +7 2,85% +7

Comunicato (G.U. 12.7.2003 n° 160) dal 1.7.2003 al 31.12.2003

2,10% +7

Comunicato (G.U. 15.1.2004 n° 11) dal 1.1.2004 al 30.6.2004

2,02% +7

10,35% 9,85%

Comunicato (G.U. 9.7.2004 n° 159) dal 1.7.2004 al 31.12.2004 dal 1.1.2005 al 30.6.2005

9,10%

Per valori precedenti consultare il sito internet del proprio Ordine.

2,09% +7

Comunicato (G.U. 28.7.2005 n° 174) dal 1.7.2005 al 31.12.2005

9,02%

2,01% +7

Comunicato (G.U. 8.1.2005 n° 5)

2,05% +7

Comunicato (G.U. 13.1.2006 n° 10) dal 1.1.2006 al 30.6.2006

2,25% +7

9,01% 9,09% 9,05% 9,25%

Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dell’Art. 81 della legge 27 luglio 1978, n° 392, sulla diiplina delle locazioni di immobili urbani. 1) Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1979 è risultato pari a 114,7 (centoquattordicivirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1980 è risultato pari a 138,4 (centotrentottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1981 è risultato pari a 166,9 (centosessantaseivirgolanove). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1982, è risultato pari a 192,3 (centonovantaduevirgolatre). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1983 è risultato pari a 222,9 (duecentoventiduevirgolanove). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1984 è risultato pari a 247,8 (duecentoquarantasettevirgolaotto). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1985 è risultato pari a 269,4 (duecentosessantanovevirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1986 è risultato pari a 286,3 (duecentottantaseivirgolatre). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1987 è risultato pari a 298,1 (duecentonovantottovirgolauno). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1988 è risultatopari a 312,7 (trecentododicivirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1989 è risultato pari a 334,5 (trecentotrentaquattrovirgolacinque). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1990 è risultato pari a 353,2 (trecentocinquantatrevirgoladue). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1991 è risultato pari a 377,7 (trecentosettantasettevirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1992 è risultato pari a 398,4 (trecentonovantottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1993 è risultato pari a 415,2 (quattrocentoquindicivirgoladue). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1994 è risultato pari a 430,7 (quattrocentotrentavirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1995 è risultato pari a 455,8 (quattrocentocinquantacinquevirgolaotto). Ai sensi dell’Art. 1 della Legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abita-zione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’Art. 24 della Legge n° 392/1978, relativo al 1984, non si applica; pertanto, la variazione percentuale dell’indice dal giugno 1978 al giugno 1995, agli effetti predetti, risulta pari a più 310,1. Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1996 è risultato pari a 473,7 (quattrocentosettantatrevirgolasette). Ai sensi dell’Art. 1 della Legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abitazione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’Art. 24 della Legge n° 392/1978, relativo al1984, non si applica; pertanto, la variazione percentuale dell’indice dal giugno 1978 al giugno 1996, agli effetti predetti, risulta pari a più 326,2. 2) La variazione percentuale dell’indice del mese di maggio 1996 rispetto a maggio 1995 risulta pari a più 4,3 (quattrovirgolatre). La variazione percentuale dell’indice del mese di giugno 1996 rispetto a giugno1995 risulta pari a più 3,9 (trevirgolanove). Applicazione Legge 415/98 Agli effetti dell’applicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.


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