AL 7/8, 2003

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luglio-agosto 2003

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Mensile di informazione degli Architetti Lombardi Ordini degli Architetti delle Province di: Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese

Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti via Solferino, 19 - 20121 Milano Anno 26 - Sped. in a.p. - 45% art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 - Filiale di Mlano



AL Mensile di informazione degli Architetti Lombardi numero 7/8 Luglio-Agosto 2003

Direttore: Maurizio Carones Comitato editoriale: Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Redazione: Igor Maglica (caporedattore) Roberta Castiglioni, Martina Landsberger, Sonia Milone Segreteria: Augusta Campo Direzione e Redazione: via Solferino, 19 - 20121 Milano tel. 0229002165 - fax 0263618903 e-mail Redazione: redazione.al@flashnet.it Progetto grafico: Gregorietti Associati Servizio Editoriale e Stampa: Alberto Greco Editore srl viale Carlo Espinasse 141, 20156 Milano tel. 02 300391 r.a. - fax 02 30039300 e-mail: age@gruppodg.com Fotolito Marf-Progetto Fotolito, Milano Stampa Diffusioni Grafiche, Villanova Monf.to (AL) Rivista mensile: Spedizione in a.p.- 45% art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano. Autorizzazione Tribunale Civile n° 27 del 20.1.71 Distribuzione a livello nazionale La rivista viene spedita gratuitamente a tutti gli architetti iscritti agli Albi della Lombardia che aderiscono alla Consulta Tiratura: 22.900 copie Abbonamento annuale (valido solo per gli iscritti agli Ordini) € 3,00 Gli articoli pubblicati esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti né la redazione di AL

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Editoriale

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Forum Bergamo Brescia Como Cremona Lecco M antova M ilano Pavia Sondrio Varese

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Argomenti

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Concorsi

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Informazione Dagli Ordini Stampa M ostre e seminari

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Indici e tassi

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Sommario

Direttore Responsabile: Stefano Castiglioni

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Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti, tel. 02 29002174

w w w . consult a lom b a r d ia . a r chiw or ld . it Segreteria: consulta.al@flashnet.it Presidente: Stefano Castiglioni; Vice Presidente: Daniela Volpi; Vice Presidente: Giuseppe Rossi; Segretario: Carlo Varoli; Tesoriere: Umberto Baratto; Consiglieri: Achille Bonardi, Marco Bosi, Franco Butti, Sergio Cavalieri, Simone Cola, Ferruccio Favaron Ordine di Bergamo, tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Presidente: Achille Bonardi; Vice Presidente: Paola Frigeni; Segretario: Italo Scaravaggi; Tesoriere: Fernando De Francesco; Consiglieri: Barbara Asperti, Giovanni N. Cividini, Antonio Cortinovis, Silvano Martinelli, Roberto Sacchi (Termine del mandato: 18.3.03) Ordine di Brescia, tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Presidente: Paolo Ventura; Vice Presidente: Roberto Nalli; Segretario: Gianfranco Camadini; Tesoriere: Luigi Scanzi; Consiglieri: Umberto Baratto, Gaetano Bertolazzi, Laura Dalé, Paola E. Faroni, Franco Maffeis, Daniela Marini, Mario Mento, Aurelio Micheli, Claudio Nodari, Patrizia Scamoni (Termine del mandato: 2.10.02) Ordine di Como, tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Presidente: Franco Butti; Vice Presidente e Tesoriere: Gianfranco Bellesini; Segretario: Franco Andreu; Consiglieri: Marco Brambilla, Giovanni Cavalleri, Gianfredo Mazzotta, Marco Ortalli, Michele Pierpaoli, Corrado Tagliabue (Termine del mandato: 13.6.03) Ordine di Cremona, tel. 0372 535411 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Presidente: Emiliano Campari; Vice Presidente: Carlo Varoli; Segretario: Massimo Masotti; Tesoriere: Federico Pesadori; Consiglieri: Edoardo Casadei, Luigi Fabbri, Federica Fappani (Termine del mandato: 1.8.03) Ordine di Lecco, tel. 0341 287130 www.lc.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilecco@archiworld.it Informazioni utenti: infolecco@archiworld. Presidente: Ferruccio Favaron; Vice Presidente: Elio Mauri; Segretario: Arnaldo Rosini; Tesoriere: Alfredo Combi; Consiglieri: Davide Bergna, Carmen Carabus, Massimo Dell’Oro, Gerolamo Ferrario, Massimo Mazzoleni (Termine del mandato: 15.2.03) Ordine di Lodi, tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Presidente: Vincenzo Puglielli; Segretario: Paolo Camera; Tesoriere: Cesare Senzalari; Consiglieri: Samuele Arrighi, Patrizia A. Legnani, Erminio A. Muzzi, Giuseppe Rossi (Termine del mandato: 10.7.03) Ordine di Mantova, tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Presidente: Sergio Cavalieri; Segretario: Manuela Novellini; Tesoriere: Michele Annaloro; Consiglieri: Francesco Cappa, Cristiano Guernieri, Paolo Tacci, Manolo Terranova (Termine del mandato: 25.5.03) Ordine di Milano, tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Presidente: Daniela Volpi; Vice Presidente: Ugo Rivolta; Segretario: Valeria Bottelli; Tesoriere: Annalisa Scandroglio; Consiglieri: Giulio Barazzetta, Maurizio Carones, Arturo Cecchini, Valeria Cosmelli, Adalberto Del Bo, Marco Engel, Marco Ferreri, Jacopo Gardella, Emilio Pizzi, Franco Raggi, Luca Ranza (Termine del mandato: 15.10.01) Ordine di Pavia, tel 0382 27287 www.pv.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Presidente: Marco Bosi; Vice Presidente: Lorenzo Agnes; Segretario: Quintino G. Cerutti; Tesoriere: Aldo Lorini; Consiglieri: Anna Brizzi, Maura Lenti, Paolo Marchesi, Giorgio Tognon (Termine del mandato: 2.10.03) Ordine di Sondrio, tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Presidente: Simone Cola; Segretario: Fabio Della Torre; Tesoriere: Giuseppe Sgrò; Consiglieri: Giampiero Fascendini, Giuseppe Galimberti, Francesco Lazzari, Giovanni Vanoi (Termine del mandato: 19.2.03) Ordine di Varese, tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it Presidente: Riccardo Papa; Segretario: Emanuele Brazzelli; Tesoriere: Gabriele Filippini; Vice Presidente: Enrico Bertè, Antonio Bistoletti, Minoli Pietro; Consiglieri: Claudio Baracca, Maria Chiara Bianchi, Claudio Castiglioni, Stefano Castiglioni, Orazio Cavallo, Giovanni B. Gallazzi, Laura Gianetti, Matteo Sacchetti, Giuseppe Speroni (Termine del mandato: 3.7.03)


Stefano Castiglioni Presidente della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti

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Editoriale

Il dibattito sull’” Utilità degli Ordini Professionali” e quindi sull’opportunità di conservare la stessa Istituzione, alimentata da poteri forti sul finire degli anni ’90, ha contribuito indubbiamente ad una riflessione profonda e ad un impegno concreto a tutto campo sintetizzato poi nel “ manifesto degli Architetti Italiani” , a Torino il 2 ottobre 1999. In detta circostanza venivano indicati una serie di obiettivi al centro di un’azione congiunta e coordinata da esplicarsi sia a livello nazionale, sia a livello locale da parte dei singoli Ordini Provinciali e precisamente: – la legge per l’architettura; – la legge quadro per l’urbanistica; – la legge quadro per le professioni; – la legge per lo snellimento delle procedure edilizie; – la legge per la sicurezza e trasparenza degli edifici; – una vera riforma degli studi di architettura in linea con le direttive europee; – la riforma dell’esame di stato e l’istituzione del tirocinio obbligatorio; – accordi con le Regioni e gli Enti locali per il diffuso ricorso ai concorsi di progettazione e per la diffusione dei criteri per l’assegnazione degli incarichi di progettazione; – lo stanziamento di risorse per interventi di riqualificazione urbana e territoriale; – l’insegnamento della cultura del territorio nelle scuole. Si trattava di un programma indubbiamente più che ambizioso, i cui risultati tuttavia in meno di quattro anni hanno finito con lo smentire nei fatti scetticismi e perplessità, peraltro allora non infondate. Tracciando un bilancio in proposito si osserva che: – la legge per l’Architettura è ormai in dirittura d’arrivo; – la legge quadro per l’urbanistica vede in parlamento 2 proposte (Lupi e Mantini, che probabilmente verranno fuse) ed una intensa azione legislativa a scala regionale in materia di governo del territorio (in particolare da parte della Regione Lombardia); – la legge per le professioni (anch’essa articolata su 2 proposte Vietti e Mantini) sta progredendo nell’iter parlamentare; – per le procedure edilizie dovrebbe ormai entrare in vigore a giorni (fatto salvo proroghe dell’ultimo minuto) il nuovo testo unico dell’edilizia; – la riforma degli studi universitari e la riforma dell’esame di Stato hanno avuto un avvio ormai irreversibile con il DPR 328/2001. L’imminente Congresso Nazionale di Bari degli Architetti Italiani per il prossimo autunno sancirà l’occasione sia per rilanciare quanto non si è potuto a tutt’oggi perseguire (a proposito di sicurezza e trasparenza degli edifici, della più ampia diffusione dei concorsi di Architettura, della disponibilità di risorse per il miglioramento dell’habitat, dell’introduzione di programmi didattici riferiti alla cultura del territorio), sia per meglio focalizzare e tradurre in esiti concreti ed operativi le tematiche e i contenuti sopra elencati. Un aspetto indubbiamente di rilievo riveste il ruolo del confronto che gli Ordini, articolati in Federazioni e Consulte hanno ormai avviato con le Regioni in materia di “ Legislazione Concorrente” che, in virtù della riforma del Titolo V della Costituzione, investe un ambito normativo di particolare e specifica rilevanza per gli Architetti (professioni, governo del territorio, valorizzazione dei beni culturali ed ambientali). Per gli Ordini dunque si profila una sorta di vera e propria rifondazione del proprio operare già accelerato e dilatato negli ultimi anni, ma al cui riguardo si delinea ora “ nuova stagione” di coordinamento, sistematicità ed incidenza tempestiva e mirata al dialogo ed alla concertazione con il sistema delle pubbliche Amministrazioni a livello periferico (Regionale in primis ma altresì Provinciale e Comunale) che ormai riconoscono al “ professionalismo” valenza equivalente a quello di rappresentanze di categorie e parti sociali (Confindustria, sindacati, ecc.) tradizionalmente identificati come i legittimi interlocutori della gestione politico-amministrativa. Proprio dall’intensa e motivata operatività degli Ordini degli Architetti Italiani, ormai protagonisti a pieno titolo, è dunque iniziato il rilancio del ruolo sociale delle professioni e la riproposizione di una diffusa qualità ambientale, di una politica di sviluppo compatibile con il rispetto dell’ecosistema, di una nuova stagione dell’Architettura.


Bergamo a cura di Antonio Cortinovis e Alessandro Pellegrini

Felicittà 2002. Emozioni urbane di Giovani Architetti

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Quando il 21 dicembre 2002 si sono aperte le porte dell’ex Teatro Sociale di Città Alta, una luce soffusa invitava la gente ad entrare. A soli 2 anni di distanza dalla prima, erano di scena i Giovani Architetti con una seconda Felicittà, dal titolo Felicittà 2002: mostra fotografica di emozioni urbane sulla città di Bergamo. La mostra, promossa dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Bergamo ed organizzata dalla Commissione Spazio Giovani che ne ha curato anche l’allestimento, è stata realizzata con il patrocinio del comune di Bergamo e con la collaborazione dell’Assessorato all’Edilizia Privata. All’assessore, avv. Pierluigi Buzzanca, va infatti il nostro grazie per aver dato ancora una volta ai Giovani Architetti bergamaschi non solo l’opportunità di esprimersi su di un tema a loro tanto caro ma anche la possibilità di disporre, per un mese, di uno spazio assolutamente privilegiato quale è il Teatro Sociale di Città Alta. All’imbocco della scena la “ porta” , stilizzazione delle porte della nostra città, era avvolta da una luce dirompente che invitava lo spettatore ad attraversare la porta stessa ed entrare nello spazio dedicato alla mostra. Qui, una quinta prospettica definiva due piazze distinte ma tra loro comunicanti, all’interno delle quali si disponevano diversi protagonisti e si creavano stimolanti relazioni. Da una parte, fotografie in bianco e nero retroilluminate dialogavano con citazioni letterarie sospese su di uno sfondo di ispirazione astratta, espressione pittorica di tre artisti di strada. Dall’altra, fotografie retro-illuminate a colori si relazionavano con gli sguardi degli autori/colleghi partecipanti all’iniziativa che, attraverso la riproduzione fotografica del loro occhio ammonivano il visitatore invitandolo a lasciare il Teatro con una ritrovata volontà di osservare più profondamente la città di Bergamo. Più in là, in posizione decentrata rispetto allo spazio destinato all’esposizione, scorrevano immagini antiche e moderne di Bergamo, spunti ed occasioni di conoscenza per la comprensione dello sviluppo urbanistico della città. Tutto ciò accompagnato da una suggestiva musica, ancora una volta composta da Maurizio Anesa. Felicittà 2002 è stata il desiderio di raccontare della nostra Bergamo, un’occasione per amarla di più ma anche criticarla con la presunzione, essendo Architetti, di avere occhi e cuore più ricettivi e sensibili. Ha

rappresentato un momento di riflessione sull’inscindibile legame che abbiamo con la nostra città ed un’occasione importante per ricordare che la città continua nei suoi abitanti, li avvolge e si insinua in essi a tal punto da non poter scindere la vita dell’una dall’esistenza degli altri. 28 sono stati i colleghi che hanno guardato la città di Bergamo ed hanno offerto contributi fra loro molto diversi tanto nei contenuti quanto nel linguaggio utilizzato. Accanto a fotografie che imprigionavano emozioni raccontate attraverso il semplice scatto fotografico, convivevano immagini trasformate dal segno grafico dell’autore fino a renderne irriconoscibile il luogo (era stata data ai colleghi la possibilità di avvalersi della tecnica del foto-ritocco per rendere le immagini più eloquenti). Ma tutto ciò non sarebbe stato possibile se in Felicittà non avessero creduto anche operatori esterni. Un doveroso grazie lo dobbiamo dire anche ai nove sponsor che hanno sostenuto tutti i costi di realizzazione dell’iniziativa. Il 17 gennaio 2003 le luci su Felicittà si sono spente e la musica ha smesso di suonare. 25.000 circa le presenze alla mostra! Di Felicittà si sono occupati stampa, radio e televisione locale. Resta anche quest’anno gioia e soddisfazione per essere riusciti a riproporre un’iniziativa squisitamente giovane di grande visibilità e contenuto e la convinzione che Felicittà debba diventare un appuntamento biennale che non dovrà mai esaurirsi. L’ultimo grazie va detto ai Colleghi che hanno partecipato alla mostra esponendo le loro fotografie, raccontando le loro emozioni ed alla Commissione Giovani tutta per un anno di impegno di tempo e di idee dedicati alla realizzazione di Felicittà. Barbara Asperti e Valeria Maffioletti Commissione Giovani

Venezia e l’entroterra lombardo • Saluto del prof. Lelio Pagani, presidente dell’Ateneo delle Scienze Lettere e Arti di Bergamo Sono lieto di poter rivolgere il più cordiale saluto personale dell’Istituzione che rappresento (antica depositaria e custode della memoria della città e del territorio e insieme interlocutrice vigile e attenta della realtà contemporanea) al gentile pubblico che onora quest’incontro e la più sentita espressione di benvenuto in Bergamo agli amici della delegazione Veneziana. L’incontro vuole risultare espressivo e rappresentativo della città, arricchito per la condivisione di intenti nella fase organizzativa con l’Ordine degli Architetti della provincia di Bergamo e della provin-

cia di Venezia, nelle persone dei loro presidenti l’architetto Bonardi e l’architetto Vecchiato e per l’apporto di soggetti istituzionali e culturali autorevoli quali la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggio del Veneto Orientale e l’Istituto Italiano dei Castelli, sezione Lombardia, rispettivamente nelle persone del soprintendente Guglielmo Monti e della presidente Graziella Colmuto Zanella. • Saluto dell’architetto Achille Bonardi, presidente dell’Ordine di Bergamo Questo convegno è stato promosso in collaborazione fra l’Ateneo delle Scienze, Lettere e Arti di Bergamo, l’Ordine degli Architetti di Bergamo e Venezia e intende approfondire alcuni aspetti sull’influenza esercitata dalla Repubblica di Venezia nelle città di Bergamo, Brescia e Crema. Nella Serenissima Repubblica di Venezia, una volta raggiunta una considerevole ricchezza economica attraverso i commerci marittimi, subent rò la necessit à di un’ espansione verso la terraferma alla ricerca di fonti per l’approvvigionamento di materie prime (quali ad esempio il legname per i suoi numerosi cantieri navali) e di terreni da coltivare per le necessità alimentari oltre che provvedere alla fortificazione e difesa delle città di terraferma. Questa espansione si indirizza verso i ricchi e fertili territori della pianura padana facilmente difendibili perché limitati, ai confini, da barriere naturali quali a nord la catena Alpina, a sud il fiume Po ed a ovest il fiume Adda, che costituiva una barriera naturale verso il Ducato di Milano. Inoltre tutte le città che si trovavano lungo questa direttrice di terraferma avevano convenienza ad accettare il dominio di Venezia così da potersi garantire un periodo di pace stabile, ma soprattutto assicurarsi la possibilità di entrare in contatto con un contesto geografico e politico economicamente forte. I tre avamposti della Repubblica Veneta in territorio lombardo sono state le città di Bergamo, Brescia e Crema. Il rafforzamento del dominio avvenne con tappe significative: nel 1450 circa la pace di Lodi che sancisce la legittimità degli Sforza sul Ducato di Milano, il passaggio di Crema a Venezia che rimane fino al 1800. La città di Crema durante l’invasione veneziana si rinnova sia nella forma con la ricostruzione della nuova cinta muraria a pianta pentagonale, sia nelle funzioni sociali con la creazione di magistrature amministrative, sia nell’urbanistica con la definizione di piazza del Duomo, sede del potere religioso e politico, sia dell’architettura con la diffusione dello stile rinascimentale e del barocco veneziano. Allo stesso modo avvenne anche per Bergamo e Brescia. In particolare per Bergamo nel 1523 abbiamo la costruzione, voluta dal governo Veneto, delle nuove mura

della città. Si possono riscontrare influenze veneziane anche per le numerose opere eseguite nel territorio bergamasco dal celebre condottiero Bartolomeo Colleoni. Sono da ascrivere al suo intervento numerose opere di governo, di valorizzazione e potenziamento del suo feudo. Vanno ricordate fra queste, la Cappella Colleoni, le opere di regolarizzazione idrica (roggia Colleonesca), l’azione di governo nel feudo a Calcinate, Cavernago, Cologno al Serio, Ghisalba, Palosco, Malpaga, Martinengo, Urgnano e Solza ed anche l’azione del condottiero per fare di Malpaga la sua residenza preferita ed una corte simile alle più famose rinascimentali italiane, quali quelle dei Gonzaga a Mantova e degli Estensi a Ferrara. • Intervento del prof. Lelio Pagani Il tema, Venezia e l’entroterra lombardo, è ampio e complesso, aperto a una pluralità di prospettive, da quelle storiche, a quelle geografiche territoriali, a quelle urbanistiche e architettoniche, a quelle artistiche. Le specifiche competenze scientifiche e professionali dei relatori favoriranno una precisa delimitazione di campo. Credo che sia da porre in rilievo stimolante e fecondo di esiti, la duplicità dei punti di osservazione dei relatori, quello veneziano e quello bergamasco, o in senso più lato lombardo. Questo aspetto che aggiunge ulteriori elementi di riflessione al tema che di per sé postula un incrocio, un intreccio, un confronto, proprio per l’intensità, la profondità della relazione tra Venezia e l’entroterra lombardo anche per l’estensione temporale della stessa. Un arco cronologico che muove tra i primi decenni del secolo XV per giungere agli ultimi decenni del secolo XVIII. Il tema invita poi a considerare la relatività del nome Lombardia, riferito a quell’area che trova il suo centro in Milano e ciò non solo nel senso della città di cattaneana memoria che genera un territorio proprio, ma anche e più della città che espleta il ruolo di capitale di uno Stato. È da rilevare infatti anche solo la non corrispondenza cronologica fra il nome, abbastanza recente, e il territorio che ha una vita e una costruzione più antica, e poi la non univocità in senso spaziale. Possiamo parlare infatti di Lombardia e di Lombardie, se ci riferiamo anche solo al tema dei confini geo-politici; c’è una Lombardia Svizzera, c’è una Lombardia oltre il Po, c’è una Lombardia oltre il Ticino, ecc. Il nome Lombardia, in alcuni periodi storici, è estensibile alla gran parte dell’area padana, ma esso, tuttavia, non basta a rievocare tutti gli impulsi che concorsero a costruire quella realtà oggi chiamata Lombardia. Da qui la necessità di usare anche l’espressione Lombardia Veneta e Stato di Milano. Venezia aveva tutti gli interessi a tenere buone le aree più periferiche, più esposte al confine dello


Stato di Milano; si istituiva così un rapporto diverso con esse e di conseguenza queste avevano un rapporto più accentuato nella già tradizione dialettica del rapporto con la città dominante. Da considerare poi la specificità delle forme di governo della città e del territorio tipiche del tempo Veneto con aggiunte di magistrature, che si traducono anche in spazi delle magistrature e quindi di risignificazione degli spazi urbani. È importante il riferimento alle comunicazioni per quel che riguarda l’assetto territoriale, cioè il rafforzamento o la sostituzione di alcuni tracciati e di alcuni nessi e gravitazioni. Nella tradizione Viscontea c’è invece la necessità di enfatizzare il rapporto Bergamo-Crema o il territorio lombardo di entroterra verso Milano e c’è inoltre la necessità di distinguere, di isolare, di separare o di controllare questi nessi nel periodo di rapporto con Venezia. Quindi c’è un voltare l’armatura territoriale dal punto di vista della viabilità secondo una logica rivolta e organizzata su Venezia o quantomeno orientata verso oriente. Numerosi altri percorsi possibili sarebbero da trattare anche per un elenco solo, ma basti citare il tema importante del lavoro nelle sue diverse articolazioni, dalla ruralità alle attività estrattive, alla lavorazione dei metalli, delle lane, delle sete e al ruolo della fiera; aspetti tutti che prendono particolare significato o impulso nel contesto di appartenenza all’ambito veneziano. Sarebbe poi molto utile richiamare i particolari effetti, anche in tal senso, derivati della presenza di Venezia a Bergamo seguendo la sequela dei personaggi che vi si sono avvicendati, dagli esponenti di governo scelti nell’aristocrazia (dal Micheli al Contarini al Da Lezze, ecc.) ai periti, agli ingegneri, agli

• Intervento dell’arch. Gianfranco Vecchiato, presidente dell’Ordine di Venezia Scriveva Roncalli nel ‘53 in Giovanni XXIII la mia Venezia: “ Quattro secoli di dominazione saggia e nel contempo gradita hanno contribuito a forgiare non poco la fisionomia di nostra gente sul tipo di Venezia o quantomeno stabilire una corrente di simpatia e di memorie nobili e gloriose tra l’est e l’ovest del territorio della Serenissima, così che ci è caro tutto quanto porta il segno di San Marco, e lo diciamo, cosa nostra” . Ancora nel suo discorso di presentazione a Venezia il 15 maggio del ‘53 disse: “ Eccomi, mi rivolgo verso Venezia, la terra e il mare familiari ai miei proavi, forti vincoli mi legano a Venezia, provengo da Bergamo terra di San Marco, patria di Bartolomeo Colleoni, dietro la mia collina c’è Somasca, lo specchio di San Girolamo Emiliani”. Nel 1957 rivolto al Consiglio municipale di Bergamo scriveva: “ A Venezia dappertutto si scorge il segno di Bergamo, è sempre nobile, caro e rispettato, le antiche lotte per la libertà dei comuni trovarono un punt o f ermo a San Marco, datasi Bergamo a Venezia il moto trasmise in tutte le arti, arte militare, architettura, pittura, musica sono qui illustrate da nomi bergamaschi gloriosi: Codussi, Palma, Cariani, Legrenzi” . Dal 1427 al 1797 durò un rapporto che ha lasciato tracce profonde sul territorio bergamasco, da piazza Vecchia con il palazzo della Ragione sulla cui facciata spicca il leone Marciano e con la fontana donata dal podestà Alvise Contarini nel 1780, agli imponenti bastioni delle cinquecentesce mura Venete, alle porte sulla strada per Venezia fino alla cappella mausoleo di Bartolomeo Colleoni, uno tra i massimi condottieri degli eserciti della Serenissima e che Venezia nominò capitano generale a vita.

Nel periodo in cui accanto al ruolo dello Stato attraverso le soprintendenze si valorizza quello delle regioni e si spinge sul federalismo, diviene ancora più necessario avere stretta conoscenza dei fenomeni e delle relazioni che legano, nella storia e nel presente, le testimonianze ereditate e che fanno parte integrante dei nostri territori. Gli architetti sono consapevoli che ogni edificio, specie se antico, si lega e influisce sull’intorno e ciò rappresenta una costante occasione di confronto, di analisi e di riflessione avendo a mente che preservare la cultura e i valori che provengono dalle radici del nostro passato serve per rispondere anche alle sfide del futuro. Cari colleghi lombardi, nel corso di questi ultimi decenni le università di architettura di Milano e di Venezia sono state particolarmente attive e influenti sul territorio dell’Italia settentrionale. Da queste facoltà provengono ancora numerosi scambi-confronto: Ignazio Gardella, Aldo Rossi, Franco Albini, Vittorio Gregotti, Giuseppe Gambirasio e altri sono alcuni dei docenti di provenienza lombarda che hanno improntato generazioni di studenti a Venezia. Nella storia dell’università di architettura di Venezia ci sono influenze speciali che legano questa parte della Lombardia alla nostra città, ma ricordo anche la presenza allora di molti studenti bergamaschi che venivano a Venezia per una sorta quasi di antica affinità culturale. Perciò credo che questo rapporto andrebbe maggiormente coltivato fra le nostre province per rinsaldare legami antichi mai dimenticati. Gran parte delle nostre province è attraversata da problemi comuni e quanto è ereditato dal passato (quell’architettura minore che era il collante del sistema territoriale antico) spesso lo vediamo mescolato o sepolto tra condomini, capannoni e strade, privato di un contesto e difficilmente si riesce a coglierne il significato originario. Ciò non priva solo di ricchezza il territorio, ma rende difficile anche la sua gestione in termini di generazione di qualità urbana. Ci accomunano i problemi infrastrutturali ma anche i molti valori e legami da cui proviene la nostra storia. Questo è importante per avere sufficiente pragmatismo nel segnare il futuro e testimoniare di come l’architettura possa dialogare nel rispetto e nella valorizzazione del passato conoscendo le regole che intervengono su specifici manufatti, raccontandoci le esperienze comuni e valorizzando le nostre conoscenze. Questa storia recente ci unisce in numerose analisi che occorrerà affrontare con gli strumenti che ci sono propri: è ancora riconoscibile un’identità locale ai territori e se questa c’è di quale natura è utile che sia? Come architetti ed urbanisti, permeati da una eredità in parte sepolta o dispersa, è necessario che

ce lo chiediamo e specialmente che sia possibile dare una risposta. Abbiamo chiesto ad un nostro illustre iscritto all’Ordine di Venezia, l’architetto Guglielmo Monti, che ha la doppia veste di Soprintendente del Veneto Orientale e sensibile ispiratore di tante iniziative culturali nel territorio Veneto, di portare in questo particolare incontro di studio alcune riflessioni. • Intervento del Soprintendente Guglielmo Monti Il dominio veneziano su questa parte di Lombardia è stato un dominio estremamente fertile e sicuramente non a senso unico. Non si può parlare di una colonizzazione architettonica veneziana su questa parte di Lombardia, quanto di uno scambio estremamente proficuo tra culture che avevano da portare messaggi abbastanza differenziati. Se si pensa poi al momento in cui quest’incontro di cultura architettonica è avvenuto, nel primo Quattrocento, si avrà l’idea di quanto quest’incontro sia avvenuto in un punto cruciale di svolta della cultura architettonica: punto in cui la Venezia gotica e la cultura veneziana gotica esportata anche dall’altra parte del Mediterraneo si stava trasformando verso il senso di primo Rinascimento. Un momento focale in tutta la penisola, ma particolarmente cruciale in una cultura come quella veneziana così tenacemente imbevuta di cultura gotica. Facendo un’ipotesi, non affatto scontata, credo che la tradizione lombarda con il suo solido ancoraggio romanico è una tradizione un po’ diversa da quella veneta. Diversa come contatti, con il mondo alpino piuttosto che con il mondo mediterraneo orientale come Venezia. Ciò credo abbia portato una maggiore severità e capacità di innovazione nelle forme architettoniche anche veneziane da non sottovalutare. Io non saprei esattamente motivare storicamente questa mia affermazione, ma ho sempre avuto l’impressione che, nella stessa opera del Codussi e di alcuni iniziatori di questo cambiamento radicale che ha portato le facciate bianche sul Canale Grande, questo mutamento abbia un’origine anche lombarda. Reputo che ci sia di mezzo questo scambio con le terre lombarde, così come indubbiamente un colorismo così forte come quello che si vede a Bergamo nei principali monumenti, non può che trarre origine da una forte influenza veneziana. Tuttavia mentre l’influenza veneziana è universalmente riconosciuta e molto avvertibile, tra l’altro proclamata solennemente nelle piazze con i leoni marciani, poiché la parte del conquistatore la faceva Venezia, l’influenza di ritorno è meno frequentata, ma da mettere in rilievo. Si è trattato in architettura di uno scambio vicendevole e ricco su entrambi i versanti. Questo insieme di cultura architettonica ha determinato una forza notevole, quella con cui la

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Locandina del convegno Venezia e l’entroterra Lombardo.

artisti, ecc. Mi riferisco alle operazioni di cartografia, effettuate con un rilievo puntuale e perciò oggi straordinariamente prezioso. Noi siamo molto lieti di poter conservare e di godere anche degli appunti di campagna; ce ne sono molti per gli altri territori della terraferma, ma per il Bergamasco sono conservati quasi tutti. È la grande operazione cartografica di Cristoforo Sorti, che chiamato come tecnico, poi diventa ufficiale di Venezia della nostra città e del nostro territorio, e lo rappresenta con preziosità di esiti. Venezia, a sua volta, avrebbe rappresentato queste terre dell’entroterra lombardo con la straordinaria serie di carte collocate come carte militari ed in uso per tutto il tempo della Repubblica nella segreta del Palazzo Ducale. Tali carte erano la sequenza dei territori di terraferma, che andavano dalle terre del Friuli, al Veronese, al Vicentino, al Bresciano, alla carta del Sorti per il Bergamasco e il Cremasco.


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stessa Venezia è stata poi capace di rinnovarsi. La vicenda nel Cinquecento assume toni più complessi; arduo sarebbe rincorrerla in tutti i suoi risvolti. Il sacco di Roma e le stesse esigenze della controriforma hanno portato poi nell’architettura un’impronta Romano-Fiorentina abbastanza forte. Non si può dire che questo ramo principale del Rinascimento non abbia influito fortemente anche su Venezia; la figura chiave del Sansovino, prima ancora del Palladio sta a testimoniare quanto sia stata forte. Anche in questo, non si può non rintracciare un sedime iniziale lombardo, mi viene in mente il Bramante e quanto può avere influito su queste figure cinquecentesche che poi sono diventati dominanti sia nel Veneto che in questa parte di Lombardia, per cui l’intreccio è indubbiamente complesso Proprio oggi facendo un giro nella Bergamo bassa (a parte che mi sono subito imbattuto in un Lorenzo Lotto nella chiesa di Santo Spirito per cui evidentemente il connubio con Venezia è venuto immediato e dimostra che ad ogni passo si trova la presenza di queste culture ancora oggi colloquianti), mi rendevo poi conto anche del fascino Ottocentesco/Novecentesco di questi luoghi. Forse, è ascrivibile ad una riscoperta in chiave romantica e poi decadente di queste componenti architettoniche non precisamente dominanti nei secoli d’oro del Rinascimento che sono riemerse (al di là del forte classicismo), il che ha unito, non va dimenticato, la Lombardia al Veneto. Infatti tutta la fase nascente e poi trionfante del neoclassico ha trovato nel Lombardo Veneto la sua terra di elezione in Italia, ma di promozione a Venezia in cui ci sono i primi fermenti, e a Milano che diviene l’apoteosi di questo movimento artistico architettonico. Ciò trova conferma anche in questa appropriazione veneta di una cultura classicista forte che era radicata nel Palladianesimo e che ha permesso di scavalcare completamente il Barocco, di preludere al Neoclassico e di riaffermare la centralità di questa terra come promotrice di cultura architettonica, apparentemente di tipo romantico tonale, che viene da una cultura leonardesca utopica prima e che sfocia poi tra Ottocento e Novecento nel decadentismo, e si pone anch’esso come uno dei fondamenti dell’immagine architettonica di questa terra, anche non perfettamente combaciante, ma che ha portato a dei sedimenti culturali ed ad una coscienza culturale di appartenenza. Io credo che tanta forza intellettuale in architettura espressa attraverso tali vicende in queste terre non può essere andata persa. Ho apprezzato molto nell’intervento del presidente Vecchiato i riferimenti che egli ha fatto ad alcuni maestri dell’architettura italiana del Novecento. Vorrei ricor-

dare che l’architetto milanese Aldo Rossi ha realizzato una delle sue opere migliori proprio sulla laguna di Venezia, il Teatro del Mondo, e questo può essere un’altra immagine del profondo legame tra questi due mondi, questo continuo ritorno su un classicismo, che nello stesso tempo è eversivo; è classicismo che sa di romanticismo, sa quasi di decadenza e continua a tornare ciclicamente in questa terre e trova un’eco profonda, perché c’è una storia dietro. Anche nei decenni appena trascorsi, basti pensare a Gardella e a Scarpa, c’è una cultura architettonica che in queste terre ha trovato un radicamento profondo e che rende ancora la produzione architettonica di questi territori fortemente ancorata alla sua storia passata. Accanto a questo però c’è anche l’altro aspetto: questi territori, in questo non hanno nulla di speciale, ma sono invasi da correnti di edilizia e di non disegno del territorio che inquinano profondamente queste maglie e rendono difficile anche questa cultura che si è formata, che si è sedimentata, stratificata con tanta fatica e che riemerge continuamente. Infatti il territorio, prima di essere un’entità che noi vediamo, è un’immagine che sta dentro, che si sedimenta nelle nostre coscienze ed ha capacità di uscire e di esprimersi. Credo che questo territorio interiore ci sia ancora, quello esteriore c’è un po’ meno perché è stato invaso da una serie di interessi, di non disegni, di ingenuità, di povertà, di ispirazioni mancate di cui il nostro paese è stato, purtroppo, molto ricco (molto povero si dovrebbe dire), in questi ultimi decenni. Di fronte al perdurare di questa forma di lapidazione del nostro territorio sia di quello Veneto che di quello Lombardo, che noi tutti abbiamo sotto gli occhi di continuo (l’inquinamento che ci assale non è soltanto un inquinamento dell’aria o dell’acqua, ma è anche dell’immagine), non riusciamo più a trovarci: questo è terribile e credo che si dovrebbe cercare la via per uscirne. Esistono su questo dei riferimenti, ci sono orientamenti vicini a noi che ci possono stimolare, soprattutto convincerci che interessarci al nostro territorio non vuol dire allontanarsi dal mondo, al contrario vuol dire ritrovarlo. Un esempio è quello della scuola Ticinese di architettura. Non lontano da qui negli ultimi anni si è formata una scuola architettonica che ha invaso e conquistato il mondo, che ha una forza di penetrazione notevole e che non ha rinunciato ad avere un suo volto precipuamente Ticinese. Essa ha avuto inizio non disdegnando Kahn, Scarpa e altri, nemmeno i richiami americani e internazionali, ma guardando anche alla propria identità regionale in maniera molto forte: i Botta, gli Snozzi, i Galfetti sono architetti che hanno una caratteristica ancorata al circuito mondiale attuale dell’architettura e

nello stesso tempo profondamente legata al loro essere Ticinesi. Io credo che questo sia un esempio che da questa parte del confine non si è sentito in questi anni altrettanto forte, ma che sta a dimostrare come il fatto di aderire profondamente alla propria cultura, al proprio sedime e di cercarselo dentro, con pazienza e poi avere la forza di esprimerlo ad ogni costo e contro molte componenti che lo ostacolano, possa essere una strada per avere successo, anche mondiale. Del resto si sapeva che il decadere di alcune delle identità nazionali in Europa avrebbe portato a un rafforzarsi delle identità regionali. Proprio l’affermazione dell’unione europea con il superamento dei nazionalismi, porta per contro e per necessità in due direzioni, da una parte ad un perdersi in una specie di coscienza planetaria senza una precisa cultura cioè ad un sorta di internazionalismo uguale per tutti (che non è una bella prospettiva perché può portare a una cultura del denaro, a una cultura sempre spendibile, non più riconoscibile e un’Europa di questo genere credo che non sia quella che vogliamo), dall’altra invece può portare a ritrovare una coscienza più vicina a sé, a mettere in rilievo quel troppo di artificioso che c’era nei nazionalismi e riscoprire il regionalismo come cultura di appartenenza, superando le nazioni. Io credo che questo fosse implicito fin dai primi tempi dell’affermazione del messaggio europeo: essere legati ad un patrimonio regionale, andare a scavare nelle proprie radici e capire che cosa ci sta più a cuore e più vicino vuol dire, essere a contatto con la cultura del mondo, almeno con un mondo non ossequiato al denaro. • Intervento dell’arch. Giorgio Sartor Vorrei partire da quanto è stato citato su uno di quei detti della Repubblica di Venezia, quel conoscere per modificare, che ha portato poi anche a quella cartografia che è un patrimonio prezioso e che è stata prolungata sino ai catasti Napoleonico, Austriaco, Austro-Italiano, e che al di là dei loro scopi pratici, funzionali, economici, per noi sono una testimonianza del telaio storico che ancora oggi possiamo rintracciare. Questo conoscere per modificare va completamente recuperato ed è un’impresa difficile, perché è stato travolto da ciò che è successo nel secondo dopoguerra e che ha certamente trasformato tutta la rete territoriale, sia veneta, sia lombarda. Percorrendo ancora oggi queste strade nessuno saprebbe se non avessimo la memoria dell’itinerario, se siamo in un pezzo di Veneto, in provincia di Venezia, in provincia di Treviso o in provincia di Bergamo, perché supermercati, capannoni, la disseminazione edilizia, le strade, magari antiche, ma non più sufficienti nel nuovo contesto, sono l’ele-

mento caratterizzante dei luoghi. Queste nuove iniziative tra gli Ordini degli Architetti potrebbero dare un contributo fondamentale a tentativi, a parziali risposte alla domanda: da dove cominciare per ricostruire un racconto del territorio, una comunicazione, un linguaggio che è stato perduto nella disseminazione puramente utilitaristica, puramente quantitativa che abbiamo avuto? Ciò che è accaduto non ha tenuto conto nemmeno di uno dei tre elementi dell’architettura, ma che vale anche per il territorio, ossia la famosa utilitas. Dov’è l’utilitas in questo sviluppo che, afferrandone la parte economica immediata, poi non riesce a sopravvivere perché la disseminazione dei capannoni, dell’edilizia abitativa, porta a perdere la relazione di senso. Non si comunica più per le strade che non sono state pensate insieme a questa crescita. Le modalità di trasporto moderne, che hanno anche esempi importanti nei migliori paesi europei, non sono state organizzate e quindi non c’è nemmeno l’utilitas. Per quest o dico che è un compit o molto difficile, perché non è solo un problema della qualità dei singoli manufatti, è ormai una incapacità complessiva di determinare in qualche modo, pur nella pluralità dei contributi, un assetto del territorio. Allora io credo che il primo passo è sempre quello dalla conoscenza, poiché a poco servirebbe rideterminare, semplificare, la successione dei piani, cioè dire non più piano regolatore generale omnicomprensivo, ma un piano di struttura molto essenziale seguito poi da piani operativi più flessibili. Non avrebbe senso questa impostazione che può avere dei vantaggi se non servisse per prima cosa a recuperare la conoscenza, cioè questa memoria che è molto stratificata, quasi un palinsesto molto pesante che non è mai recuperato. Infatti se noi ci chiedessimo qual è l’immagine del territorio che vediamo anche nei documenti ufficiali di piani urbanistici, che sono un disegno del territorio, io credo sarebbe difficilissimo averla, mentre una carta Veneziana o anche una del catasto Napoleonico o Austriaco ci restituisce sempre un’immagine. Anche se questi documenti sono stati redatti per altri scopi e non per l’immagine del territorio, la struttura è evidente mentre se noi pensiamo ai nostri piani, abbiamo solo il momento finale, cioè la parte normativa degli assetti che è quasi sempre un mosaico di compromesso tra varie spinte. Infatti tutte le analisi fatte per i piani sono documenti che vengono secretati non a Palazzo Ducale, ma in archivi della Regione e dei Comuni, perciò nessuno più le vede. Quindi l’analisi storica, gli assetti antichi, il censimento del telaio storico di acque, strade, città, nuclei urbani, edifici di pregio sparsi, territorio aperto con elementi di pregio, paesaggio, tutto questo è una tavola


• Intervento di Graziella Colmuto Zanella Ho pensato di soffermarmi in particolare sull’assetto fortificato che viene dato da Venezia a una pluralità di identità con diversificazioni antiche, nel momento in cui passano a Venezia. Le tre principali sono il territorio Bergamasco, il territorio Cremasco, il territorio Bresciano, che a distanza di pochissimi anni si trovano a costituire un’unità sotto i profili amministrativi e politici. Presenterò delle immagini soprattutto di Bergamo. Immagine 1: è notissima ed è la prima sintetica ma efficacissima immagine di Bergamo del Quattrocento, non si sa se sia della fine o della metà. Il fatto saliente e ben distinto è la rappresentazione di questa città centro di un territorio; città sul monte con le propaggini dei borghi verso il piano e lungo le pendici e che al centro hanno un vuoto: il prato di Sant’Alessandro. Questo prato, è sin dall’alto Medioevo centro del mercato, sarà il luogo dove poco dopo il passaggio a Venezia, dopo molte ricerche su quale fosse il luogo privilegiato, si costruirà l’Ospedale Maggiore e dove poi si porrà la Fiera, che dapprima è smontabile al termine della festa del patrono Sant’Alessandro, ma alla fine del Settecento diventa una fiera di pietra, che ricalca esattamente alcuni modelli veneziani e che troviamo identica, se pur in proporzioni minori, a Crema. Immagine 2: questa carta di Firenze rappresenta una realtà esistente e una ipotetica di Bergamo. Esistente quella del Belluzzi della metà del Cinquecento. Il Beluzzi è incaricato dai Medici di girare per l’area veneziana così all’avanguardia per quanto riguarda le fortificazioni, per fare spia e copia di ciò che si stava facendo o che si era progettato. Immagine 3: Brescia è città invece sul piano anche se è sormontata dal Monte Cidneo, roccaforte sin dall’età romana. Brescia sarà fortificata sempre, nei tempi. Perciò abbiamo il periodo Visconteo, il

periodo dell’inizio del Cinquecento e soprattutto alla fine del secolo avrà quella forma che somiglierà in piccolo a Bergamo. Immagine 4: Bergamo ha questa forma digitata di questa straordinaria immagine, che abbiamo in più copie. Si presenta nella sua forma organica e con questa linea nera che indica il contorno delle nuove mura che hanno creato una cesura e una cospicua distruzione di edifici. Non vorrei parlare solo di fortificazioni, ma vorrei dire che certi vuoti di conoscenza che noi abbiamo sulla realtà architettonica, soprattutto civile, tra Quattrocento e Cinquecento a Bergamo e quindi sul collegamento con le forme Veneziane, ci viene dal fatto che almeno 500 case nei punti di aggancio tra i borghi e la nuova fortezza sono state distrutte, oltre alle chiese e ai conventi. Immagine 5: questa è una delle tante carte di Crema. Abbiamo già detto che la cartografia è ricchissima, soprattutto riguardo le acque e le fortificazioni. Si vede bene come questa città ha mantenuto, nonostante abbia forme aggiunte, una struttura non bastionata. Poiché le forme aggiunte erano anche alquanto precarie, Crema ha mantenuto sempre il concetto che la sua principale difesa era quella dell’acqua. Immagine 6: Crema alla fine del Quattrocento con l’apporto anche del Turino Moroni, veneziano che contemporaneamente opera a Bergamo al forte della cappella di San Virgilio. Questa fortificazione bergamasca ha gli stessi caratteri del torrione di Crema; la differenza consiste nel materiale: a Bergamo città di altura si usa la pietra, a Crema il laterizio. Le immagini che seguono brevemente vogliono dire come la città si adegua alla fortezza, come dialoga, quale è la risposta che la città civile dà. Infatti la comunità di Bergamo mentre è in costruzione la porta di Sant’Agostino, trova una sorgente e quindi costruisce la fontana, in forme serliane, volendo che sia splendida quasi ad onorare la città che era stata così maltrattata. Venezia è lieta di questa scelta, anche se le spese della fontana sono a carico della città. La Piazza Vecchia aveva simboli dei rettori sul Palazzo della Ragione medioevale, aveva il pozzo del podestà Veneto. Questa è un’immagine conclusiva della fine del Settecento con le cinte, alta e bassa. Per concludere, l’immagine della fiera con una pianta di Bergamo. È fondamentale perché è quella donata alla città dall’ingegnere Giuseppe Mancini. Vi si vede la fiera di pietra, identica a quella di Crema più piccola, che tale rimarrà fino all’Ottocento e che diventerà all’inizio del Novecento il centro piacentiniano, che nasce su una profonda riflessione di storiche squadrature e allineamenti. Sintesi degli interventi a cura di Antonio Cortinovis

Attività dell’Ordine • Visita a Berlino - Itinerario di Architettura Contemporanea, 24-28 luglio 2002 – Mercoledì 24 luglio, mattino: ritrovo presso il piazzale della Malpensata e partenza in pullman; pomeriggio: arrivo a Monaco, sistemazione in albergo e visita alla città con guida, serata libera. – Giovedì 25 luglio, mattino: colazione e ritrovo nella hall dell’albergo, partenza per Berlino, sistemazione in albergo situato in

tivi sulle ricerche d’archivio necessarie per reperire la documentazione da allegare ai progetti di intervento sugli edifici storici. • Corso di formazione: “Il Responsabile unico del procedimento”. Project manager nella gestione di processi d’appalto e commesse di progettazione e costruzione nel settore pubblico, 2-30 ottobre 2002 Il corso è stato organizzato e tenuto da personale qualificato della Inarcheck s.p.a. che ha già collaborato con il Consiglio Nazionale

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che per i piani è richiesta. Ma sparisce e quindi non c’è più l’immagine di questo statuto storico del territorio. Allora credo sia anche questa una delle difficoltà del dibattito in urbanistica: su come procedere, sul rapporto tra norme e progetto. Quindi su un versante io sono d’accordo con il soprintendente Monti che c’è un recupero e una qualità da pretendere e da favorire rispetto ai manufatti, all’architettura e l’esempio della scuola Ticinese mi trova perfettamente d’accordo. Avere cultura del mondo passa attraverso l’essere capaci di afferrare anche il locale, perché altrimenti si tratta di una pura astrazione. In questo senso la dimensione europea ci offre una prospettiva di totale rispetto e aderenza ai luoghi e alla loro immense diversità e pluralità delle relazioni.

Berlino, le torri di Postdamer Platz. zona centrale; pomeriggio visita alla città (Porta di Brandeburgo, Parlamento Tedesco, Cancellierato). Rientro in albergo e serata libera. – Venerdì 26 luglio, giornata dedicata alla visita della città, in particolare: Postdamer Platz e le zone adiacenti interessate da nuovi avvenimenti architettonici con le opere di Renzo Piano, Rafael Moneo, Arata Isozaki, Giorgio Grassi e Nuova Galleria Nazionale di Mies van der Rohe, Leipziger Platz, nuovi edifici nella Friederich Strasse. Rientro in albergo e serata libera. – Sabato 27 luglio, mattinata dedicata alla visita degli edifici del centro storico - visita alla Kurfursterdamm e possibilità di visita al Museo ebraico di Libeskind, tardo pomeriggio part enza per Regengsburg. Sistemazione in albergo e serata libera. – Domenica 28 luglio, colazione e ritrovo nella hall dell’albergo e visita alla città con guida. Pomeriggio rientro a Bergamo. • Amici delle Mura di Bergamo. Primo incontro informativo sulle ricerche d’archivio, 20 settembre 2002 L’Associazione Amici delle Mura di Bergamo, in collaborazione con l’Archivio di Stato e con il patrocinio della Circoscrizione n. 1 di Bergamo, dell’Ordine degli Architetti, P. P. e C. della Provincia di Bergamo e dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo, ha organizzato un ciclo di incontri informa-

degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, con gli Ordini degli Architetti di Bergamo, Bolzano, Catanzaro, Como, Messina, Pesaro, Pisa, Potenza, Salerno e Trento e con gli Ordini degli Ingegneri di Agrigento, Brescia, Catania, Palermo, Trento e Verona nella messa a punto e nell’erogazione di servizi di formazione o di seminari di sensibilizzazione. Il corso di formazione si è proposto di offrire ai liberi professionisti e ai tecnici degli Enti Pubblici un quadro multidisciplinare e integrato di conoscenze e competenze utili per gestire adeguatamente i procedimenti relativi ai Lavori Pubblici, così come disciplinati dalla legislazione vigente. Data la notevole complessità che il ruolo di Responsabile Unico di Procedimento di Lavoro Pubblico comporta il corso ha inteso presentare tutti quei risvolti (gestionali, progettuali, economico finanziari, legali) che tale soggetto è chiamato a sovrintendere e a coordinare. Il corso è stato articolato in modo tale da coprire tutte le diverse fasi del Procedimento, fornendo ai partecipanti criteri procedurali e modelli esemplificativi che consentissero loro di svolgere i propri compiti in maniera corretta. • La conformità del progetto alla normativa igienico sanitaria. Il parere dell’A.S.L., 5 ottobre 2002 La Commissione Spazio Giovani


ha organizzato, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione Area Tutela della Salute negli Ambienti di Lavoro della A.S.L. di Bergamo e nell’ambito di un ciclo di incontri di approfondimento su temi inerenti l’esercizio della professione, un convegno riguardante la conformità del progetto alla normativa igienico sanitaria con la finalità di completare il percorso di analisi della pratica edilizia. • Viaggio Studio alla Biennale di Venezia, 12 ottobre 2002 La Commissione Cultura e Coor-

dinamento delle Iniziative Culturali ha organizzato un viaggio studio a Venezia per la visita alla 8a Biennale Internazionale di Architettura, nel 2002 indirizzata alla “ concretezza del costruire” che rappresenta un punto di vista diverso rispetto alle precedenti edizioni. – Ore 6.30: ritrovo presso il piazzale della Malpensata; – ore 10.00: visita alla “ Biennale di Venezia” ; – ore 19.00: partenza da Venezia; – ore 22.30: rientro indicativo a Bergamo.

• Visita S.A.I.E. di Bologna, Salone Internazionale dell’industrializzazione edilizia, 18 ottobre 2002 L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo ha organizzato una visita al S.A.I.E. di Bologna. – Ore 6.30: ritrovo presso il piazzale della Malpensata; – ore 10.00: arrivo previsto a Bologna; – ore 17.30: ritrovo piazzale ingresso S.A.I.E. per rientro a Bergamo. • Corso di aggiornamento professionale: “I materiali lapidei ornamentali”, 21 febbraio - 4 aprile 2003 Il corso si è rivolto ai tecnici che svolgono la libera professione, ai tecnici degli Enti Locali e a tutti gli operatori del settore edile, lapideo e delle costruzioni in generale che hanno a che fare con la scelta, la fornitura e la posa dei materiali lapidei. Obiettivo del corso è stata la trasmissione delle conoscenze indispensabili per la scelta e l’impiego di materiali lapidei ornamentali. Durante lo svolgimento del corso sono stati presentati i marchi di origine delle pietre della bergamasca che garantiscono la provenienza geografica dei materiali estratti nella provincia di Bergamo quali l’Arabescato orobico, le Ardesie della Val Brembana, il Ceppo di Gré, la Pietra di Credano e le Pietre Coti.

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aprirsi a un incontro ancor prima che ad un confronto con tutti gli attori ed operatori dell’edilizia della nostra provincia. È stato allestito uno stand all’ingresso del quale è stato riprodotto l’uomo vitruviano nella visione leonardesca quale simbolo del cosmo, dell’uomo e dell’architettura. In collaborazione con l’Ente Fiera Promoberg della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo è stato indetto un premio di architettura, costituito da un’opera polimaterica di design che riprendeva in piccolo quella riferita all’uomo vitruviano, riservato agli espositori. Il premio è stato assegnato al miglior allestimento, prodotto o proposta innovativa in edilizia. Con questo riconoscimento si è voluto valorizzare la componente architettonica che qualifica il prodotto edilizio e i suoi operatori. • Corso di aggiornamento professionale: “Diagnostica, verifiche strutturali e consolidamento del costruito”, 26 marzo - 13 giugno 2003 L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo, in collaborazione con Studio Software e MAC - Modern Advanced Concrete, ha organizzato un corso articolato in dieci seminari di approfondimento dei punti sostanziali delle opere strutturali con l’obiettivo di fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per poter intervenire con maggior dimestichezza su questa tematica fondamentale della professione.

Premio EDIL 2003. Architetti in fiera.

• EDIL 2003. Architetti in fiera, 28 febbraio - 3 marzo 2003 Il Consiglio dell’Ordine, su proposta della Commissione Cultura e Concorsi, ha partecipato alla diciassettesima edizione della rassegna delle macchine, dei materiali, delle attrezzature e dei servizi per l’edilizia civile e industriale EDIL 2003 tenutasi a Bergamo dal 28 febbraio al 3 marzo 2003. Si è deciso di partecipare allestendo uno stand mossi dal desiderio di

Eveux sur L’Arbresle, Le Corbusier, Convento de La Tourette.

Ronchamp, Le Corbusier, particolare dell’ingresso della Cappella.

• Corso di aggiornamento professionale: “Archeologia industriale: aree dimesse e progettazione sostenibile dello spazio pubblico”, 28 marzo - 4 luglio 2003 L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo e l’Ordine degli Ingegneri della Provin-


• Itinerario di Architettura: Le Corbusier, Convento de la Tourette - Eveux sur l’Arbresle e Cappella di Ronchamp, 25 - 27 aprile 2003 – Venerdì 25 aprile, mattino: ritrovo presso il piazzale della Malpensata e partenza in pullman; pomeriggio: arrivo a Eveux e visita al convento de la Tourette; sera: partenza per Lione e sistemazione in albergo, serata libera. – Sabato 26 aprile, mattino: colazione e ritrovo nella hall dell’albergo, partenza per Ronchamp; pomeriggio: arrivo a Ronchamp e visita alla Cappella di Le Corbusier (relatrice Prof.ssa Maria Antonietta Crippa - Ordinario di Storia dell’Architettura presso il Politecnico di Milano); sera: partenza per Colmar e sistemazione in albergo, serata libera. – Domenica 27 aprile, mattino: colazione e ritrovo nella hall dell’albergo e a seguire visita guidata alla città di Colmar; pomeriggio: partenza da Colmar e rientro a Bergamo. • Premio di Architettura Città dei M ille 2003 La Commissione Spazio Giovani presenta un’iniziativa preziosa e pressoché irripetibile della quale tutti i Giovani Architetti sapranno cogliere la portata. Si tratta del Premio di Architettura città dei Mille 2003, promosso dal-

l’Assessorato all’Edilizia Privata del Comune di Bergamo con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo a soli quattro mesi di distanza da “ Felicittà: Emozioni urbane di Giovani Architetti sulla città di Bergamo” . Un’iniziativa, quella del Premio di Architettura città dei Mille 2003, che chiama i Giovani Architetti a una riflessione progettuale su possibili occasioni per ridefinire l’architettura di otto ambiti micro-urbanistici individuati a Bergamo Alta, lungo un “ Percorso delle Architetture e dei Servizi” che potrebbe costituire un’alternativa all’asse tradizionale della storica via Colleoni e che rivitalizzerebbe il versante nord di città Alta da Piazza Mascheroni al Convento di S. Agostino, dotando la città di nuove strutture con il duplice obiettivo di rigenerare il tessuto urbano ed amplificarne le potenzialità. Il Premio offre un momento di confronto progettuale estremamente interessante e stimolante. Nessun vincolo di Piano, nessuna restrizione normativa; un’occasione senza condizionamenti di sorta perché i Giovani Architetti possano esprimere e presentare il loro “ fare architettura” . Nessun Giovane collega dovrebbe mancare di partecipare a questo Premio perché, anche se per ogni ambito progettuale sarà selezionato un solo progetto vincitore, i veri vincitori saranno tutti i Giovani partecipanti e ancora più la “ nuova” architettura che sapranno proporre. Un grazie particolare all’Assessorato all’Edilizia Privata del Comune di Bergamo nella figura dell’Assessore avv. Pierluigi Buzzanca per avere ancora una volta dimostrato particolare sensibilità al mondo dei Giovani. Barbara Asperti, coordinatore Commissione Spazio Giovani

Rendiconto finanziario preventivo ENTRATE (preventivo 2003)

• Entrate contributive Quote albo iscritti 1/01/2003 Quote albo nuovi iscritti 2003

380.880 11.500

• Entrate diverse Diritti di segreteria (certificati, albi, consulenze, patrocini, timbri, ecc.) Diritti di presentazione e liquidazione parcelle Interessi attivi bancari Totale entrate

8.000 10.000 2.000 412.380

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SPESE (preventivo 2003)

• Spese correnti Quote dovute al C.N.A. Quote Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti e abbonamento a Bollettino Regionale AL Spese personale Quota accantonamento Tfr Corsi di formazione del personale Spese postali Fotocopie, cancelleria e stampe varie Stampa e postalizzazione albo Manutenz. macch. ufficio, computer, assistenza software e fotocopie Consulenze legali a tutela della professione Consulenze amministrative e fiscali Altre consulenze professionali (legale per il personale, sicurezza, ...) Spese di rappresentanza e di ospitalità Piccole spese (Cassa Ordine) Spese Telecom, Enel Acquisto timbri Rimborsi spese viaggi per riuniuni di categoria Abbonamenti a riviste e giornali Consulenze ed elaborazione cedolini paga dipendenti Spese gestione uffici Premio assicurazione per consiglieri Spese bancarie e interessi passivi Spese di pubblicazione annunci “ S.P.M.” Promozione della professione Iniziative culturali di formazione: mostre, seminari, convegni, ecc. Iniziative culturali di aggiornamento: corsi tematici finalizzati Collaborazioni con Istituzioni varie e altri Ordini Professionali Partecipazione ad attività promozionali di Associazioni ed Enti vari Corsi di formazione all’esercizio della professione Contributi, borse di studio per frequenze corsi

57.270 26.426 132.000 5.000 3.500 15.000 18.000 3.000 4.500 21.000 8.000 8.500 3.000 1.000 6.500 1.500 13.000 2.500 3.500 33.000 1.000 6.500 4.000 5.000 7.500 7.500 7.500 7.500 10.000 10.000

• Spese in conto capitale Spese ottimizzazione uffici: sistemazione e collegamenti nuovi locali mobili e arredi attrezzature di supporto tecnico computer, software e potenziamento rete Totale uscite

469.696

Avanzo finanziario

– 57.316

Disponibilità al 1° gennaio 2003 Incasso residui attivi 2002 Pagamento residui passivi 2002 Avanzo di cassa al 31 dicembre 2003

82.905 15.235 – 39.589 – 57.316

Avanzo disponibile al 31 dicembre 2003

Ronchamp, Le Corbusier, interno della Cappella.

6.000 13.000 6.000 12.000

1.235

Approvato all’unanimità dal Consiglio dell’Ordine in data 15 aprile 2003. Approvato all’unanimità dall’Assemblea degli Iscritti in data 20 maggio 2003.

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cia di Bergamo, in collaborazione con l’Assessorato alla Formazione Lavoro ed Economia della Provincia di Bergamo, hanno organizzato un corso di aggiornamento professionale rivolto a Ingegneri, Architetti e Tecnici dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni che ha trattato temi sulla conservazione, il recupero e il riuso delle architetture dei siti di archeologia industriale otto-novecenteschi con l’esame degli aspetti tecnico-costruttivi, di industrial design e di progettazione sostenibile dello spazio pubblico.


Brescia a cura di Laura Dalè e Paola Tonelli

L’attività dell’Ordine nel 2002

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Il 2001 è stato un anno particolarmente intenso per il nostro Ordine. L’Ordine è strutturato in dipartimenti, dotati di autonomia funzionale ed economica, accentuando l’indirizzo svolto nel passato di distribuzione delle diverse competenze ai consiglieri, i quali hanno coordinato commissioni di lavoro a tema con una ampia partecipazione di colleghi. Il consiglio dell’Ordine mantiene il ruolo centrale di coordinamento e di controllo dell’attività dei dipartimenti e delle commissioni. DIPARTIM ENTO INTERNI • L’albo e le innovazioni previste dal DPR 328/ 01 Aggiornando i dati al 30 agosto 2002, la crescita dei nuovi iscritti si mantiene sui livelli dello scorso anno, confermando un incremento del 25% rispetto alla media del periodo 1990-2000. Si evidenzia, in particolare, un incremento della componente femminile (35 nuove colleghe), mentre le cancellazioni e i trasferimenti ad altri Ordini provinciali sono stati tredici. Il numero degli iscritti all’Albo provinciale al 30 agosto è di 1.660 architetti. Gli architetti bresciani si dimostrano molto attenti all’aggiornamento professionale. È particolarmente significativo che già oltre 400 colleghi hanno seguito il corso ex D.Lgs. 494 e che i numerosi corsi di aggiornamento suscitino un’adeguata partecipazione da parte dei colleghi. L’attuazione del controverso Decreto del Presidente della Repubblica n. 328/2001 che ha riordinato numerose professioni tecniche e modificato la struttura degli albi, procede lentamente. Al momento al nostro ordine non è pervenuta alcuna domanda di iscrizione di laureati triennali (architetti junior) e tantomeno di pianificatori, paesaggisti e conservatori. L’ultimo Esame di Stato si è svolto, tramite un decreto tampone approvato nei mesi di giugno/luglio 2002, secondo le vecchie norme. In queste condizioni di transizione sono state sospese le normali elezioni di consiglio fino al giugno 2003. Peraltro il quadro istituzionale della nostra professione appare minacciato da vari elementi. A livello nazionale si rammenta che sul DM 328/01 pendono vari ricorsi presso i Tribunali Amministrativi con sentenze attese a giorni. A livello internazionale si segnala, con molta preoccupazione, che, secondo i piani della Commissione Europea, la st essa diret t iva

85/384/CEE (attuata con D.Lgs. n. 129 del 27 gennaio 1992 che incorpora anche le diret t ive 85/614/CEE e 86/17/CEE) che ha guidato il riconoscimento reciproco dei titoli di architetto nei vari stati dell’Unione e fissato i curricula degli studi delle facoltà di architettura, dovrà essere revocata, e sostituita da una direttiva quadro sulle professioni. Questa proposta, adottata dalla Commissione e sotto esame dal Consiglio dei Ministri e dal parlamento Europeo, sarebbe un evidente passo indietro per la professione di architetto, in quanto: – permetterebbe di imporre barriere alla libera circolazione degli architetti nell’Unione; – metterebbe in secondo piano le esigenze di carattere qualitativo in materia di formazione degli architetti; – permetterebbe la prestazione di servizi nel campo dell’architettura da soggetti non qualificati; – abolirebbe l’attuale procedura di consultazione, che prevede che, le nuove qualifiche professionali, sulle quali eventualmente uno degli stati membri esprima dei dubbi di qualità, sono analizzate e valutate da un gruppo di esperti dell’Unione; – contrasterebbe con le politiche emergenti sulla qualità dell’ambiente costruito e sulla protezione dei consumatori. • Tutela della professione L’Ordine di Brescia, secondo i propri compiti istituzionali, è impegnato nella tutela della professione in una prospettiva di garanzia dei fruitori del pubblico servizio svolto dagli iscritti all’albo. L’Ordine ha operato un’attiva tutela dell’esercizio della professione di architetto, secondo le seguenti direzioni: – La repressione degli abusi di titolo Non sono pervenute nell’anno in corso alcune segnalazioni di abusi di titolo da parte di sedicenti architetti. – Delimitazione delle competenze professionali Sono sorti alcuni casi di abuso di competenze professionali da parte di tecnici non laureati nella progettazione d’opere in cemento armato, riservate a architetti e ingegneri per legge e confermate dai pronunciamenti della magistratura. Abbiamo in quest o moment o istruito alcuni casi di dubbia competenza, sui quali abbiamo concentrato l’attenzione e sui quali si è espressa la Commissione Collaudi. Siamo in attesa di un parere scritto da parte del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri ai quali abbiamo, per scrupolo, inviato la documentazione relativa. • Comitato unitario delle professioni provinciale (C.U.P.) Durante l’anno il nostro Ordine ha partecipato attivamente attraverso il vice presidente, alle riunioni e alle iniziative indette dal C.U.P Un momento importante è stato il convegno delle professioni in-

tellettuali tra Unione Europea e Regioni tenutosi a Torino il 31 maggio 2002, che ha visto la vasta partecipazione delle professioni e di rappresentanti del governo. A livello provinciale le prossime azioni saranno rivolte alla sensibilizzazione e alla pubblicizzazione con i vari mezzi a disposizione delle iniziative del C.U.P. e alla creazione di un sito internet consultabile dai siti dei vari ordini e collegi. • Deontologia Il dato più rassicurante che esce da un bilancio sull’attività dell’Ordine nel campo del rispetto della deontologia è dato dalla generale correttezza degli iscritti all’Ordine e dal comportamento rispettoso del Consiglio dell’Ordine. I casi sottoposti al Consiglio per questioni disciplinari sono nell’arco di quasi un decennio circa una novantina, talvolta con il coinvolgimento di più colleghi. I procedimenti formalmente aperti, con comunicazione all’autorità giudiziaria, e sanzionati si limitano ad una decina. La nostra azione è comunque indirizzata allo scopo prioritario di prevenire, moderare e dirimere le questioni, aprendo i procedimenti disciplinari solo dove si accerti una violazione della normativa. Nei primi nove mesi dell’anno 2002 sono pervenute solo quattro segnalazioni di scorrettezze deontologiche. Nel medesimo periodo si sono tenute tuttavia 19 audizioni e tre procedimenti disciplinari di questioni riferite agli anni precedenti, di cui uno concluso in giudicato con la sanzione della censura e due casi in corso, che si trovano in fase di conclusione. Quattro casi sono in fase di valutazione se aprire la fase preliminare. Tre casi sono in sospeso in attesa di pronunciamento dell’autorità giudiziaria. Le motivazioni prevalenti sono le seguenti: conflittualità con i committenti, conflitti tra colleghi, tariffe, partecipazione a concorsi diffidati, rifiuto del pagamento quota d’iscrizione. • Commissione Collaudi Quest’anno la commissione si è riunita tre volte per oltre una ventina di pratiche, soprattutto per valutare le richieste di imprese e le figure dei tecnici diplomati quali progettisti o D.L. di strutture coinvolti. Mentre la normativa nelle competenze professionali appare chiara e l’indirizzo della giurisprudenza (sentenze) altrettanto chiara, ci sono state richieste di terne in cui il tecnico diplomato ha progettato o si accinge a dirigere opere strutturali comportanti rischi per persone. Il fenomeno negli ultimi anni si è ridotto, ma anche quest’anno ci sono state quattro richieste di questo tipo. Il dato in sé non è significativo ma considerando la percentuale di tali domande sul totale delle richieste pervenute – circa il 20% – possiamo pensare che nelle pratiche strutturali normali questa percentuale sia uguale o maggiore.

La Commissione comunque nel nominare la terna individua anche questi abusi di titolo e li segnala al Consiglio per intraprendere eventualmente le pratiche legali di tutela della professione. Abbiamo tenuto rapporti con l’omonima Commissione dell’Ordine degli Ingegneri alla quale però non sembra giungano sul tavolo situazioni così eclatanti e pertanto non sembra costringere l’Ordine stesso ad azioni vigorose, anche perché l’atteggiamento degli ingegneri è in generale più flessibile. Dal canto nostro, nei casi suddetti, partono una serie di segnalazioni agli interessati, al Collegio dei Geometri e all’ente giuridicamente competente (Procura della Repubblica). È una situazione che perdura ormai da vari anni ma che ci vede fermi nella posizione di tutela della professione dell’architetto, in sintonia con le direttive del CNAPPC. • Parcelle Il lavoro della commissione parcelle ha riguardato esclusivamente la liquidazione di onorari inerenti contenziosi fra privati per un totale di € 226.475,50, con un decremento rispetto al 2001 del 75%, per un totale di n.14 parcelle. Si prevede anche per il prossimo futuro una costante diminuzione delle liquidazioni in quanto il professionista preferisce trovare un qualsiasi accordo con il committente pur di non iniziare una lunga e costosa pratica legale. Da sottolineare inoltre, che ora il contenzioso fra privati e professionista comporta per l’Ordine un approccio diverso e più complesso rispetto al passato, con tempi maggiori nell’esame della parcella, in quanto il più delle volte il committente chiede di essere preventivamente ascoltato e che in alcuni casi la liquidazione si intreccia anche con la denuncia del committente a carico dello stesso professionista che richiede l’apertura di un procedimento per infrazioni deontologiche nei suoi confronti, innescando una ulteriore nostra verifica che comporta la momentanea sospensione della liquidazione della parcella. • Rapporti con il Consiglio Nazionale Architetti e Inarcassa Con il Consiglio Nazionale Architetti intercorrono frequenti e normali rapporti di comunicazione per la soluzione di problemi specifici inerenti tematiche normative e alla gestione dell’ordine. Le periodiche assemblee dei Presidenti che si sono tenute in varie realtà decentrate (l’ultima nel mese di giugno ad Alghero in concomitanza con l’inaugurazione della nuova Facoltà di architettura) contribuiscono a riavvicinare il Consiglio Nazionale e gli Ordini provinciali. In varie occasioni i consiglieri nazionali sono stati ospiti di ordini lombardi e del nostro ordine in particolare: il presidente Sirica, il vicepresidente Gallione, il segretario Mirizzi a Milano per spiegare alcune questioni legate all’applicazione del D.M. 328/01; il vicepresidente Gallione e il segretario Mirizzi a Brescia per una riunione


Tra i servizi, sono previste informazioni sui concorsi e bandi, sulle mostre di architettura, sui curricula degli iscritti, ricerche ed offerte di lavoro, un forum di discussione. Per la raccolta, l’organizzazione e la manutenzione dei dati è prevedibile l’impiego di personale anche esterno alla struttura della Consulta. Considerando l’enorme mole di lavoro ancora da svolgere, allo stato attuale il servizio potrà essere operativo nel giro di due/tre mesi. – Commissione professione Durante l’anno il nostro Ordine ha partecipato attivamente attraverso il vice presidente; le riunioni sono quindicinali ed hanno come scopo l’esame di vari temi che interessano la nostra professione, in questi mesi i temi proposti e discussi fra i vari partecipanti sono stati: il sistema di qualità dello studio di architettura, i bandi di gara per l’affido degli incarichi professionali nelle opere pubbliche, il disciplinare tipo per le opere pubbliche, il completamento delle interpretazioni della nostra tariffa con delle simulazioni di parcella, l’esame della nuova legge quadro regionale sui lavori pubblici. Attualmente tutti questi temi sono in fase di elaborazione e a breve si dovrebbe predisporre dei documenti definitivi. Altre temi affrontati dal nostro Ordine: convegno sull’assicurazioni professionali di responsabilità civile ed obblighi della legge sui lavori pubblichi con convenzionamemto con società assicurativa; proposta di un corso di addestramento da proporre agli iscritti per il conseguimento della certificazione di qualità del proprio studio. – Commissione urbanistica La commissione urbanistica ha ripreso il proprio lavoro organizzando alcuni incontri su due filoni principali: quello generale sulle tematiche dei nuovi progetti di legge urbanistica regionale e nazionale e quello più specifico sui temi legati alle problematiche urbanistiche della nostra città. • Rapporti con gli Enti Territoriali L’Ordine con i vari dipartimenti interagisce con molte pubbliche amministrazioni per questioni riguardanti la predisposizione di bandi d’incarico, di concorsi, di calcolo delle parcelle, di richiesta di terne, di pareri tecnici. Frequenti e improntati a massima cordialità sono stati i rapporti con il Comune di Brescia, che, anche sotto la nostra richiesta, negli ultimi anni ha dato luogo ad alcune importanti iniziative concorsuali. Abbiamo continuato a seguire le vicende del nuovo piano regolatore. La richiesta, da noi formulata, insieme alle altre categorie professionali (ingegneri, geometri, costruttori), dopo l’annullamento del piano da parte della sentenza del TAR, di un significativo “ balzo in avanti” , è stata interpretata con un accentuato protagonismo dell’amministrazione.

– Commissione Catasto Territorio La Commissione Catasto Territorio, emanazione dell’Osservatorio Fiscale presso la Camera di Commercio di Brescia, ha continuato, come negli anni scorsi, l’opera di armonizzazione tra le esigenze espresse dagli Ent i Locali, dall’amministrazione Finanziaria e dagli Ordini Professionali Bresciani. In particolare, dopo aver affrontato e risolto problematiche organizzative relative all’accesso ed alla fruizione, da parte dei Professionisti, dei servizi che l’Amministrazione Finanziaria offre attraverso l’Agenzia del Territorio di Brescia, ha focalizzato la sua attività sull’imminente passaggio della gestione delle attività catastali ai Comuni, in accordo con i recenti disposti legislativi. A tutt’oggi, pur in presenza di numerose convenzioni già stipulate tra l’Amministrazione Finanziaria e gli Enti Locali, non è stato ancora possibile, a causa di innumerevoli intoppi burocratici, vedere trasferita l’attività di Conservazione Catastale ai Comuni, rimandandola presumibilmente al 2003, e con essa la possibilità di instaurare un rapporto più diretto, con tutti i benefici da ciò derivanti, tra l’Ente Pubblico ed il Cittadino. DIPARTIM ENTO PROFESSIONE • Commissione Prezziario La Commissione Prezziario sarà riconvocata al fine del rinnovo dei rappresentanti in seno alla Commissione Interprofessionale. In quella sede saranno valutate le modalità della nostra partecipazione per l’aggiornamento del prezziario, riprendendo il lavoro già iniziato nel 1999. È stata valutata in particolare la possibilità di inserire delle voci specificatamente correlate alla bioedilizia. • Commissione Concorsi Nel corso dell’anno la Commissione, oltre a svolgere il controllo e l’analisi dei Bandi inviati all’Ordine ed a proporsi quale consulente a favore di Enti pubblici e privati che intendono definire concorsi di idee o progettazione, ha approfondito il tema concorsuale in sintonia con la Commissione Bandi di Gara. L’approfondimento, riferito alla legislazione vigente (art.li 57-58-5960 del Dpr 554/99), ha consentito una maggiore comprensione delle int enzioni legislat ive e conseguentemente un più efficace supporto nell’impostazione dei bandi o nel controllo degli stessi. È pertanto intenzione della Commissione raccogliere le suddette riflessioni ed inviarle alle Amministrazioni Locali al fine di proseguire una campagna di sensibilizzazione iniziata lo scorso anno con l’invio della pubblicazione redatta dalla Consulta regionale lombarda titolata “ Linee guida per la redazione di bandi di concorso di architettura” . • Commissione Bandi d’Affidamento Incarico A seguito di un incontro promosso dall’Asso-

ciazione Comuni Bresciani nel mese di aprile a cui era stato invitato il nostro Ordine unitamente a quello degli ingegneri, geometri e periti industriali per formulare delle linee guida per le A.P. per lo svolgimento delle gare inerenti l’assegnazione di incarichi professionali di progettazione, l’Ordine degli ingegneri si è fatto promotore al fine di istituire una commissione interprofessionale permanente che si interessasse nella formulazione di univoche interpretazioni nella formulazione sia dei bandi che dell’applicazione della nuova tariffa per opere pubbliche. Le riunioni sono settimanali ed hanno lo scopo di esaminare ogni bando di gara che perviene e di svolgere una funzione di verifica preventiva e costruttiva di consulenza alle A.P. che emanano bandi per assegnazione di incarichi professionali. Questa funzione di verifica della commissione inizia dalla avvenuta pubblicazione del bando e termina con la verifica della congruità dei disciplinari sottoscritti dai professionisti. Alla commissione interprofessionale sono pervenuti tramite le rispettive segreterie un numero ancora molto limitato di bandi per la progettazione in relazione al numero e all’attività edilizia pubblica dei comuni della nostra provincia. La maggior parte dei bandi pervenuti sono sopra la soglia dei 40.000 Euro in quanto vi è l’obbligo per l’ente banditore della pubblicizzazione; invece, quelli inferiori a tale soglia ci sono stati inoltrati, il più delle volte casualmente, più dagli iscritti stessi che dall’ente banditore che tutt’ora non ha interesse alla pubblicizzazione “ esterna” del bando per non avere controlli sulle assegnazioni fiduciarie; tale fenomeno è destinato ad aumentare in quanto recentemente è stata innalzata la soglia per i bandi con procedura semplificata da 40.000 Euro ad 100.000 Euro per consentire una maggiore semplificazione per l’ente stesso nell’assegnazione dell’incarico e quindi della programmazione e realizzazione dell’opera pubblica. L’innalzamento della soglia dell’incarico fiduciario a 100.000 Euro comporta che ciò venga applicato sulla maggior parte delle opere pubbliche dei comuni, in quanto tale soglia di onorari comprende mediamente un costo dell’opera di 500.000/600.000 Euro. Questo comporterà, se non cambiano i modi della publicizzazione di questi bandi, un difficile controllo da parte degli Ordini professionali della correttezza nell’assegnazione degli incarichi e della applicazione della tariffa. Sempre per facilitare i rapporti con gli enti pubblici ed i vari responsabili dei procedimenti le consulte Lombarde degli Ordini degli Ingegneri ed Architetti tramite una ditta di programmazione hanno elaborato un programma per la determinazione esatta degli onorari per opere pubbliche in funzione alla recente nuova tariffa che dovrebbe

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speciale della Commissione Tariffe della Consulta a Brescia. Colleghi del nostro Ordine hanno partecipato a varie iniziative organizzate dal Consiglio Nazionale. Si rammenta in particolare la partecipazione del presidente alla commissione nazionale per l’implementazione del programma “ Città Sostenibile per le Bambine e i Bambini” in attuazione di uno specifico protocollo d’intesa tra Consiglio Nazionale Architetti e Ministero dell’Ambiente. Il 28 settembre è stato inaugurato, in prima nazionale, un corso di perfezionamento patrocinato dal CNAPPC e dal Ministero dell’Ambiente per l’attuazione di pratiche che mirano ad una Città Sostenibile per le Bambine e i Bambini. Per quanto riguarda Inarcassa sussiste un buon rapporto di cooperazione tramite il delegato provinciale, che ci faceva parte delle principali preoccupazioni odierne dell’ente, motivate da una crescita elevata dei pensionamenti d’anzianità, tali da prosciugare le risorse per i futuri pensionati. Non possiamo che riaffermare la nostra disponibilità a collaborare con Inarcassa sia per una migliore erogazione dei servizi, quanto per la prevenzione di eventuali abusi. • Rapporti con la Consulta AL Impegno costante del neo formato consiglio Direttivo della Consulta, che vede ora la presidenza del collega Stefano Castiglioni di Varese (in sostituzione del collega Emiliano Campari di Cremona), rimane il confronto serrato con la Regione per tutte le tematiche legislative legate alla trasformazione del territorio. Il prossimo intervento sarà nei confronti dell’assessorato competente in merito alla nuova Legge Regionale LL.PP. e Testo Unico sugli Appalti. In proposito si segnala la disattesa alle sollecitazioni della Consulta (attraverso la Commissione “ Osservatorio LL.PP.” ) in merito agli articolati sottoposti. Sul versante dell’urbanistica, un altro forte momento di confronto, è stato sollecitato dall’analisi della bozza di nuovo testo della Legge Urbanistica Regionale sostitutiva della L.R. 51/75. Sul versante della comunicazione prosegue il potenziamento del notiziario “ AL” , al quale si è recentemente unito il nuovo sito della Consulta. – Portale Web Si sta concretizzando, tramite una apposita commissione regionale istituita di recente, la messa in funzione di un sito internet per la Consulta. L’esigenza, da più parti sollecitata, di comunicazione con gli iscritti (siano questi gli Ordini Provinciali, piuttosto che il singolo architetto) rende indispensabile l’implementazione di tutte le possibili risorse informative. Verrà utilizzata una tipica struttura a “ portale” , con preponderanza degli elementi testuali/informativi su quelli grafici/multimediali, a tutto vantaggio della velocità di consultazione.


essere prossimamente distribuito gratuitamente a tutti gli enti pubblici della Lombardia e il pagamento a tutti gli iscritti affinchè si uniformino le interpretazioni applicative. • Rassegna delle Architetture Bresciane La Rassegna delle Architetture Bresciane ha riscontrato un ampio successo sia a livello locale che nazionale. Rimane aperta la prospettiva di organizzare la seconda parte della Rassegna, dedicata alla residenza. Il Consiglio dell’Ordine dovrà valutare, anche in sede di assemblea, l’opportunità di completare o meno questo progetto.

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DIPARTIM ENTO CULTURA E FORM AZIONE L’anno che si è concluso è stato caratterizzato da numerose iniziative culturali, strettamente legate alla nostra professione, che l’Ordine ha ritenuto opportuno patrocinare. Contemporaneamente si è consolidata la collaborazione con le diverse associazioni di architetti, costituitesi sul territorio provinciale – Gruppo Giovani Architetti, InArch sezione di Brescia, Associazione Architetti del Garda Bresciano, Sindacato Federarchitetti e Associazione Liberi Architetti (ALA) sezioni di Brescia – sulla base di affinità culturali e professionali, al fine di dibattere problemi comuni. Tali iniziative sono state sostenute, con modalità differenti, operando nel pieno rispetto delle normative vigenti. Le competenze dell’Ordine in materia di aggiornamento professionale si sono moltiplicate dando luogo a numerose iniziative a tema. • Corsi di Aggiornamento e di perfezionamento L’organizzazione dei corsi di aggiornamento prevede più filoni distinti per tipologia didattica. Il Protocollo d’intesa tra “ Ministero dell’Ambiente e Consiglio Nazionale degli Architetti” avvenuto il 23 settembre 1999 ha come scopo la promozione di un “ programma di attività” . Il Programma di iniziative vede perciò in primo luogo la diffusione di informazione nei confronti dei professionisti e la promozione di mostre itineranti a cura dei Consiglio Nazionale Architetti, in secondo luogo il contributo degli Ordini provinciali quali promotori locali di eventi su temi che coinvolgano la popolazione. In questo contesto come già anticipato nella relazione precedente, si è sviluppata l’organizzazione da parte dell’Ordine del Corso di Perfezionamento “ Città sostenibile per le bambine e i bambini” ’ in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente dei Comune di Brescia rivolto a d architetti ed ingegneri liberi professionisti e non. L’inaugurazione del Corso presso la sede dell’Ordine è stata sabato 28 settembre 2002 con la presenza della Commissione Agenda 21 Città Sostenibile dei Consiglio Nazionale. Il corso consta di 45 ore

di lezione ex-cathedra e 15 ore di laboratorio inerente la progettazione e la pianificazione sostenibile. Riepilogando l’attività svolta nel corso di quest’ultimo anno, ricordiamo: – Corso di Formazione ex D.Lgs.494/96 - D.Lgs 528199, organizzato in collaborazione con la società Proservizi, emanazione dell’Associazione Liberi Architetti. Dopo i soddisfacenti risultati ottenuti lo scorso anno, prosegue l’attività di formazione ed aggiornamento professionale con I” organizzazione di questo corso in programmazione per il prossimo autunno. – XIX Corso di formazione alla professione di architetto, organizzato dalla Commissione Cultura in occasione delle sessioni d’esame per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione. Alla luce delle nuove disposizioni normative che hanno riformato la struttura stessa degli Albi e, di conseguenza, anche le modalità di accesso alla professione, è in programma l’organizzazione di questo corso, prevalentemente rivolto ai neolaureati, nel mese di novembre 2002, in occasione della sessione autunnale dell’Esame di Abilitazione. Per l’anno 2003 sono in programma i seguenti: – Corso di f ormazione ex D.Lgs.494/96 - D.Lgs 528/99; – Corso di formazione per esperti ambientali ex L.R. n. 18197; – XX e XXI Corso di formazione alla professione di architetto; – Corso di Autocad; – Corsi brevi per la gestione degli studi professionali, sui seguenti argomenti: 626 – la sicurezza negli studi professionali; 675 – la Privacy negli studi professionali; il sistema di qualità negli studi professionali; il superamento delle barriere architettoniche e sensoriali; il disciplinare d’incarico; la gestione delle riunioni di lavoro. – Corso di architettura del paesaggio ed infrastrutture febb. - giu. 2003 (fondo sociale europeo 20022003). A tal proposito si segnala che l’Ordine conseguirà la certificazione ISO 9001 entro l’anno. Si è pensato sostanzialmente per l’organizzazione dei corsi di aggiornamento di creare più filoni distinti per comunicazioni didattiche; corsi destinati alla specializzazione e all’adeguamento professionale e normativo; corsi destinati alla preparazione specifica all’Esame di Stato con temi e lezioni propedeutiche nel merito; informative generali su temi generali dell’architettura. Anche quest’anno si è mantenuto il rapporto positivo di collaborazione con la Fondazione di Civiltà Bresciana, sull’esperienza del Corso svolto congiuntamente l’anno passato, relativo alla formazione di “ Progettista e Direttore Lavori degli interventi di restauro nell’edilizia storica” , corso già richiesto alla Regione Lombardia anche per l’anno futuro.

Il Protocollo d’intesa tra “ Ministero dell’Ambiente e Consiglio Nazionale degli Architetti” avvenuto il 23 settembre 1999 ha come scopo la promozione di un “ programma di attività” . Il Programma di iniziative vede perciò in primo luogo la diffusione di informazione nei confronti dei professionisti e la promozione di mostre itineranti a cura del Consiglio Nazionale Architetti, in secondo luogo il contributo degli Ordini provinciali quali promotori locali di eventi sul tema che coinvolgano la popolazione. In questo contesto come già anticipato nella relazione precedente, si è sviluppata l’organizzazione da parte dell’Ordine del Corso di Perfezionamento “ Città sostenibile per le bambine e i bambini” in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Brescia rivolto ad architetti ed ingegneri liberi professionisti e non. L’Ordine ha organizzato vari corsi di aggiornamento presso la propria sede con notevole partecipazione di colleghi. Sono stati inoltre patrocinati dei corsi, svoltisi presso anche altri enti. Quest’anno sono stati organizzati, come tradizione, i due “ Corsi di avviamento alla professione di architetto” in preparazione all’Esame di Stato, introducendo, oltre alle lezioni propedeutiche varie, anche esercitazioni pratiche di progettazione, svolte quest’anno presso aule della Facoltà d’Ingegneria e del Liceo Artistico Foppa. Si è rinnovato l’interesse da parte dei giovani colleghi nei riguardi dell’iniziativa che ha evidenziato da parte del nostro Ordine un positivo e costante coinvolgimento in merito alla preparazione all’Esame di Stato ed in particolare all’avviamento alla professione. Si evidenzia infatti che gli incontri si susseguono “ ormai da tempo” con regolare cadenza di due all’anno con un seguito di una cinquantina di iscritti. I riscontri avuti circa i risultati ottenuti ci confortano sul programma adottato. Come nei casi precedenti l’iniziativa si è realizzata col contributo dei colleghi che hanno dato la loro disponibilità quali relatori sui vari argomenti di qualità trattati. Durante gli incontri sono state affrontate tematiche propedeutiche alla formazione dei candidati: strategie di progetto, elementi compositivi, tecnologia del progetto e tecnologie innovative, metodi di restauro edilizio, recupero urbano, temi urbanistici, progettazione esecutiva, normativa. Nel programma sono state inserite delle prove grafiche, al fine di offrire ai candidati la possibilità di simulare l’esperienza dell’Esame. L’iniziativa, che ha proseguito l’esperienza degli anni scorsi, ha riscosso risultati soddisfacenti. L’organizzazione legata alla promozione dell’attività formativa si è articolata in differenti filoni distinti per comunicazioni didattiche: corsi destinati alla specializzazione e all’adeguamento pro-

fessionale e normativo; corsi propedeutici alla formazione dei candidati all’Esame per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione; informative generali su differenti temi legati all’architettura. Per il prossimo anno sono in programma i seguenti: – Corso base ANAB-IBN.SIB di Architettura Bio-ecologica; – XIX (novembre 2002), XX e XXI Corso di formazione alla professione di architetto; – Corso di Autocad. • Conferenze e manifestazioni varie – Ciclo di incontri in San Barnaba Nell’ambito delle iniziative a sfondo culturale, l’anno appena trascorso ha visto la Commissione Cultura del nostro Ordine professionale quasi totalmente assorbita dall’organizzazione della rassegna dedicata all’architettura, dal titolo La città e i suoi simboli. Architettura e architettura, promossa con il Comune di Brescia in collaborazione con la Fondazione ASM. La manifestazione, tenutasi nell’Auditorium cittadino di San Barnaba nei mesi di aprile-maggio 2002, si è articolata in un ciclo di nove appuntamenti ai quali hanno aderito alcuni eminenti interpreti dell’architettura italiana ed europea. Agli incontri, organizzati secondo la formula dell’intervista pubblica, hanno infatti aderito: Massimiliano Fuksas con un’intervista curata da Marco Casamonti, Leonardo Benevolo con Giovanni Vragnaz, Luigi Snozzi con Gaetano Bertolazzi, Franco Purini con Gianni Contessi, Vittorio Gregotti con Franco Maffeis, Rodo Tisnado (in sostituzione del socio Martin Robain) con Paolo Ventura, Guido Canali con Giovanna Capretti, Gino Valle con PierAlain Croiset. Il previsto incontro con l’architetto spagnolo Oriol Bohigas, a causa di uno sciopero generale, purtroppo è stato annullato e, nonostante i ripetuti tentativi della Segreteria organizzativa, non è stato più possibile successivamente garantire la sua partecipazione alla manifestazione. A questo piccolo disguido che ha segnato l’iniziativa si è, invece, aggiunta una piacevole sorpresa (il merito in questo caso va al Comune) di un “ f uori programma” con il noto critico d’arte Bonito Oliva che, a conclusione della rassegna, ha sapientemente disquisito sul binomio “ Arte e Architettura” . Come ampiamente pubblicizzato dalla documentazione illustrativa predisposta e dagli spazi dedicati dalla stampa locale, l’itinerario “ dentro l’architettura” è stato proposto con un taglio divulgativo, nonostante l’elevato livello dei relatori e dei temi. L’iniziativa si è rivolta, infatti, non solo ad un pubblico di specialisti, ma soprattutto ai cittadini, per innalzare l’attenzione sui temi della qualità dell’ambiente urbano, del paesaggio e della progettazione delle città, da sentire come un importante momento di impegno civile.


ternati a chiedere informazioni sulle Facoltà di Architettura e sui problemi legati alla professione di architetto. Il rinnovato incontro tra l’Ordine degli Architetti e le scuole superiori di Brescia si può considerare, come per gli anni precedenti, veramente costruttivo nell’ottica di aiutare i giovani per la loro futura scelta professionale e di proiettare il più possibile l’attivit à dell’ Ordine verso la realt à esterna. • Biblioteca/ Emeroteca Attualmente il settore Riviste è attivo e pronto per la consultazione. Le riviste presenti in Emeroteca sono state valutate, in modo da conservare quelle ritenute di interesse per gli iscritti e scartare quelle inutili o superflue. Sono stati fatti 15 nuovi abbonamenti, e mantenuti 11 abbonamenti passati, per un totale di 26 abbonamenti. A questi vanno aggiunte le 22 riviste che arrivano in omaggio. Abbiamo così un totale di 48 testate di riviste che arrivano con continuità in emeroteca. Le riviste sono tutte catalogate, disponibili alla consultazione, e collocate nella sala biblioteca. I cataloghi sono consultabili sia dal terminale della biblioteca, sia dal sito Internet dell’Ordine. Questo servizio sarà pubblicizzato stabilmente sul Notiziario dell’Ordine. SERVIZI • Sede La sede risulta intensamente utilizzata con momenti di saturazione. Due impiegati vi lavorano a tempo pieno. La biblioteca è stata curata tramite una collaborazione professionale. Almeno tre giorni alla settimana sono presenti, in modalità differenti, i responsabili esecutivi dell’Ordine e i responsabili dei Dipartimenti. Infine le riunioni del consiglio direttivo e delle commissioni varie, i corsi, le consulenze impegnano circa 100 giorni/anno. • Comunicazione e Archivio Con il numero quadrimestrale del prontuario, che è uscito a partire dal 20 ottobre 2002, si chiude il terzo anno di pubblicazione di un Cdrom che molti altri ordini professionali ed istituzioni ci invidiano. Ricordiamo che attraverso il prontuario è possibile accedere anche ad un sito internet che viene costantemente aggiornato e che anticipa, rispetto al prontuario successivo, tutta una serie di informazioni (legislative, tecniche, ecc.) di estrema utilità per la professione. Rinnoviamo l’invito ai nostri colleghi che ancora mancano all’appello a fornire all’Ordine una propria e-mail e a compilare il questionario riportato sul prontuario stesso, grazie al quale verranno costantemente avvisati di ogni novità. A fronte poi delle richieste di informazioni che quotidianamente pervengono alla sede dell’ Ordine (informazioni che, in gran parte dei casi, sono contenute proprio nel prontuario), sollecitiamo una

consultazione più frequente del Cd-rom ed anche una maggior partecipazione critica e propositiva per il suo continuo miglioramento. Viene costantemente aggiornato il sito internet, che, come è noto, utilizza la rete Archiworld. La grafica è stata leggermente migliorata, è stato ampliato il contenuto con sezioni dedicate. Dall’anno 2000 viene inserito il “ Notiziario OA” in formato pdf. Si è registra un buon incremento di colleghi nella mailing list riservata agli “ affidamenti d’incarico” , segno che, malgrado i pochissimi incarichi ricevuti nel corso dell’anno, lo strumento di divulgazione è ritenuto valido dagli utilizzatori. La sezione viene rinnovata ogni qual volta riceviamo un avviso di affidamento e trasmessa immediatamente a tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa. A questo proposito si invitano i colleghi a trasmettere alla segreteria eventuali notizie di bandi esposti nell’Albo pretorio del Comune di residenza, o di studio, in modo da poter pubblicizzare tempestivamente e creare veramente un servizio che abbia un’utilità agli iscritti che hanno aderito al servizio. Il contatore degli accessi, installato il 2 novembre 2000, ha dato risultati confortanti. Il risultato è di oltre 8.500 visite. Pure è stato curato il Notiziario OA, che esce con cadenza ogni due mesi: cinque numeri nel 2001, compresa la prossima del 12/01, con una tiratura media di 2.000 copie – invio ai Comuni della provincia, enti vari, Ordini degli architetti d’Italia, ecc. Si prevede per il prossimo anno un rinnovamento della veste tipografica. È in corso di ideazione una nuova veste grafica che troverà attuazione nei prossimi mesi. • Consulenza fiscale Si tratta di servizi offerti di cui si sono avvalsi molti colleghi che sono ormai indispensabili per il corretto funzionamento del Consiglio dell’Ordine. In relazione al servizio di consulenza fiscale anche per l’anno 2002 è stata mantenuta la periodicità quindicinale con una media di trequattro incontri per ogni pomeriggio. In particolare i problemi maggiormente richiesti riguardano gli aspetti contributivi e gli adempimenti fiscali. Una consistente parte della consulenza è richiesta da giovani architetti neo iscritti che si trovano a dover affrontare i problemi legati all’inizio dell’attività professionale. Inoltre il consulente fiscale ha collaborato ai seguenti principali argomenti: – sviluppo dell’argomento pensionistico; – tenuta della contabilità dell’Ordine e stesura dei bilanci; – specifica rubrica nel notiziario dell’Ordine. • Consulenza legale Come ogni anno, l’attività svolta dal legale dell’Ordine nel 2002 è consistita nella consulenza e nell’assistenza al Consiglio dell’Ordine da un lato,

e nella consulenza ai singoli iscritti dall’altro. Per quanto riguarda le problematiche che hanno coinvolto direttamente il Consiglio dell’Ordine, viene confermata come importanza l’assistenza nei procedimenti disciplinari, e la conseguente interpretazione delle norme del Codice Deontologico. Di un certo rilievo è stato poi il contributo per l’interpretazione delle norme, soprattutto relative alle competenze professionali ed alle incompatibilità. Vi è poi stata l’ordinaria attività di supporto legale per i provvedimenti che il Consiglio ha dovuto adottare nell’ambito delle proprie attribuzioni, anche e soprattutto a tutela del decoro e del buon nome della categoria, nonché per le risposte ai quesiti sottoposti all’Ordine non solo dagli iscritti ma anche da pubbliche amministrazioni e da privati. È proseguita inoltre la collaborazione per il notiziario dell’Ordine, che prevede un’apposita sezione, denominata “ Giurisprudenza” , a cura del Consulente. Sull’altro fronte numerosissime sono state le richieste di pareri da parte dei singoli iscritti che nei casi più semplici hanno consentito di risolvere con immediatezza i problemi sottoposti all’attenzione del legale dell’Ordine, nel corso di un semplice colloquio telefonico. In molti altri casi, per comprendere ed analizzare compiutamente le fattispecie sottoposte alla consulenza, si sono resi necessari incontri, tutti svolti presso lo studio del consulente legale, soprattutto quando si rendeva necessario analizzare gli elaborati grafici e/o la normativa regolamentare in vigore presso singoli comuni. In altri casi ancora, soprattutto quando si è reso necessario sottoporre anche a terzi il risultato della consulenza, essa si è risolta in un parere scritto. Come sempre, i chiarimenti legali chiesti dai singoli architetti hanno riguardato il rapporto professionale con il committente, pubblico o privato, soprattutto sotto i profili della responsabilità professionale, per quanto riguarda le contestazioni dei committenti al direttore dei lavori, e del pagamento della parcella. Rilevante si è poi confermata la richiesta di pareri preventivi, soprattutto da parte di giovani architetti, sull’interpretazione e sul rispetto delle norme di legge e regolamentari nell’esecuzione dell’attività edilizia oggetto di incarico, a causa dei problemi che spesso pongono, non sempre a ragione, le amministrazioni locali. PROSPETTIVE Le linee guida della nostra operatività per il prossimo anno e per quelli successivi ci vedono impegnati sui molteplici campi, secondo degli indirizzi ormai tracciati e consolidati.

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Affinché la manifestazione non resti un episodio sporadico ed isolato, dato anche l’indiscutibile valore culturale emerso dalle singole interviste, in questa sede anticipiamo l’intenzione del Consiglio dell’Ordine di proseguire nel corso del mandato con l’impegno intrapreso su questo fronte. Pertanto, sono già state avviate le operazioni di raccolta e rielaborazione del materiale prodotto: i documenti scaturiti durante un anno di attività organizzativa del Comitato Scientifico; i testi delle interviste (registrati e già in corso di trascrizione) con la relativa documentazione illustrativa; i cenni di presentazione biografica dei relatori e le note critiche dei singoli interventi apparsi sui quotidiani. Auspichiamo, infatti, di poter avviare a breve termine e con successo un nuovo rapporto collaborativo con l’Amministrazione di Brescia e pervenire quindi alla pubblicazione di tale documentazione. – Altre manifestazioni Nel corso di quest’anno sono state organizzate direttamente, o patrocinate, dall’Ordine varie conferenze. Si rammentano le seguenti principali iniziative, di interesse tecnico o culturale: rassegna CinemArchit et t ura organizzat o da IN/ARCH; corso di 120 ore per coordinatori di cantiere in fase di progettazione e di esecuzione organizzato da DUE A; corso di formazione sulla sicurezza nei canteri temporanei e mobili organizzato da ASSOCAMUNA; seminario di aggiornamento del software archLINE.XP organizzato da Cadline Software; convegno organizzato da CeTamb sul tema “ Le tecnologie appropriate per la cooperazione e lo sviluppo sostenibile: il ruolo dell’Università” ; IX Conferenza internazionale “ Vivere e Camminare in città” organizzata dal Dipartimento di ingegneria civile dell’Università degli studi di Brescia – Facoltà di ingegneria; convegno del 18 maggio 2002 organizzato in occasione della Fiera dell’Edilizia e nomina moderatore – arch. Lucio Serino – al convegno “ Restauro e risanamento di edilizia di interesse storico, monumentale e civile; interventi di edilizia civile biocompatibile” ; AAB per borsa di studio; convegno organizzato dalla Provincia di Brescia il 2 ottobre; “ Corso Tecnico Ambientale” realizzato da Eco Utility. L’Ordine ha aderito all’annuale “ Giornata di orientamento scolastico e professionale” . La programmazione e l’organizzazione generale della manifestazione è stata curata dall’Amministrazione del Comune di Brescia in collaborazione con altri organismi impegnati nel mondo della scuola e del lavoro. Tutte le scuole superiori cittadine ed anche alcune della Provincia hanno aderito con la partecipazione di numerose classi degli ultimi anni. La nostra partecipazione ha portato a un dialogo diretto con più di un centinaio di studenti che a gruppi si sono al-


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• Riorganizzazione e rilancio dell’Ordine ai sensi del D.P.R. 328/01 Già nel dicembre dell’anno scorso sottolineavamo l’importanza e la delicatezza dell’applicazione del decreto 328/01, destinato a creare molti ulteriori problemi, specie in materia deontologica, di competenze riservate, di tariffe, di riorganizzazione dell’ordine nelle sezioni e nei settori. È vero che l’Esame di Stato e gli ordini professionali tradizionali, nonostante l’attacco subito nella precedente legislatura, escono rafforzati, anche dall’inserimento dei nuovi specialisti. Sarà nostra cura seguire con attenzione, meglio di quanto avvenuto nel passato, gli organi ministeriali che stanno redigendo i regolamenti d’attuazione del decreto, nonché vigilare sulla sua applicazione, affinché siano emendati eventuali errori. Le spiegazioni del CNAPPC alla Consulta degli Architetti della Lombardia non sono state del tutto convincenti. Tuttavia, proprio nella consapevolezza della contingente mutevole situazione, si è deciso di attendere l’esito dei ricorsi pendenti, prima di incalzare più efficacemente il CNAPPC, affinché il provvedimento sia migliorato e modificato nel senso di una, per noi più dignitosa, collocazione, come avviene per gli ingegneri, nei settori specialistici, a domanda degli architetti interessati. Un secondo tema riguarda il rilancio dell’istituzione ordinistica, in un ambito di cooperazione con altre categorie professionali, nella prospettiva unitaria confermata dalla manifestazione nazionale di Roma delle professioni (12 dicembre 2001) e dall’elezione (settembre 2002) per acclamazione del nostro presidente nazionale Sirica a presidente del CUP nazionale. Per quanto riguarda la scala locale il Comitato Unitario Professioni, sezione di Brescia, al quale il nostro Ordine aderisce dalla sua costituzione, rappresenta un’importante base di raccordo, che va valorizzata. Confermiamo tuttavia la necessità di alcune messe a punto. I ragionamenti e le rivendicazioni del CUP debbono basarsi su una specifica conoscenza delle diverse realtà professionali componenti, che hanno natura molto diversa (associazioni, sindacati, collegi, ordini, organismi peraltro riunenti professionisti con diverso grado di formazione e campo operativo) e che, come è noto, hanno diverse posizioni sul futuro assetto delle professioni liberali. • L’accesso alla professione dei giovani Dalla newsletter di archiworld di luglio 2002, secondo un’indagine di Almalaurea appaiono aumentate del 50% le iscrizioni alla Facoltà di architettura nel corso dell’ultimo anno accademico, che ha visto passare il numero degli immat ricolat i da 9.131 a 13.795(! ! ). Secondo Almalaurea alla fine degli studi, più di 7 architetti su 10 (il 73,6% ) trovano lavoro ad un anno dal titolo. La

percentuale passa al 91,3% dopo tre anni. Secondo la stessa indagine, inoltre, il ramo di attività prevalente per gli architetti è l’edilizia. Settore che assorbe il 67,4% degli occupati, mentre il 27,7% lavora nel settore dei servizi, di cui il 4,5% nella pubblica amministrazione e il 4,6% nei servizi alle imprese. Secondo il 71,5% dei laureati in architettura, infine, la preparazione fornita dall’università è stata molto efficace. Questi dati confermano, nonostante la grande quantità di architetti iscritti agli Albi (ormai circa 100mila a livello nazionale), una persistente attrazione della nostra figura professionale e, in prospettiva, un ulteriore afflusso di giovani laureati nelle file del nostro ordine, nonostante gli sbarramenti previsti dal DPR 328/01. In questa prospettiva l’Ordine degli Architetti di Brescia ribadisce l’intenzione di agevolare i giovani nell’accesso all’attività lavorativa, con molteplici iniziative. Due sono le linee guida, come nel passato, rivolte a migliorare, in generale, le condizioni per un colloquio tra le nuove generazioni e i colleghi più esperti: – l’organizzazione di corsi di formazione e di perfezionamento a carattere specializzante; – la creazione di percorsi di tirocinio finalizzati alla creazione di rapporti di lavoro. Circa la vicenda delle borse di tirocinio, messe a bilancio, presso la Soprintendenza di Brescia, dalla quale avevamo avuto parere favorevole dal soprintendente uscente, si rammenta una divertente coda burocratica. Il Gabinetto del Ministro dei Beni Culturali ha chiesto spiegazioni alla Soprintendenza di Brescia circa l’esito di tale sperimentazione. Il soprintendente Rinaldi ha chiesto informazioni a Roma circa la richiesta di parere mai evasa dal Ministero. Sono passati alcuni mesi e non è pervenuta ulteriore notizia. • Il miglioramento dei servizi Da anni il nostro Ordine svolge un’attenta politica volta al miglioramento dei servizi erogati agli iscritti. È intenzione del Consiglio dell’Ordine proseguire quest’impostazione anche nel prossimo futuro. In questa prospettiva un primo obiettivo prioritario, conseguente e già ribadito in apposita posta di bilancio dedicata ad accantonamenti per la nuova sede, riguarda la necessità di un progressivo ulteriore attrezzamento dell’Ordine per rispondere ai nuovi compiti che gli sono affidati di formazione e di aggiornamento professionale. Ciò significa puntare ad un ulteriore miglioramento della “ macchina” dell’Ordine. Ciò vuol dire valorizzare prima di tutto le risorse umane: consiglieri, colleghi componenti delle commissioni e personale strutturato dell’Ordine. Ciò vuol dire pure aggiornare e migliorare le attrezzature disponibili, dalla dotazione informatica, ai

mezzi di comunicazione, il potenziamento radicale della sede, ovvero il trasferimento con disponibilità di spazio più adeguate. Un secondo obiettivo prioritario, come già sottolineato nella relazione 2001, riguarda il monitoraggio dei problemi inerenti l’attività professionale, specie a seguito all’approvazione del Regolamento per l’attuazione della Legge Quadro sui lavori pubblici. Su questo specifico argomento abbiamo concluso un accordo con altre categorie professionali dell’area tecnica per un servizio effettuato da uno studio legale specializzato di analisi dei bandi in tempo rapido. • Qualificate iniziative culturali a sostegno della figura dell’architetto Un ulteriore tema prioritario riguarda l’immagine dell’Ordine all’esterno, come ente professionale che rappresenta un numero cospicuo d’iscritti, diverse professionalità in un quadro di pubblico interesse, di promozione della qualità dell’ambiente urbano e della figura dell’architetto, come tecnico di alta qualificazione tecnica e culturale. Nell’anno passato abbiamo realizzato una delle due importanti iniziative pubbliche sull’architettura con la collaborazione decisiva del comune di Brescia: i pomeriggi di San Barnaba, che hanno visto la partecipazione di numerosi architetti di altissimo livello in ambito internazionale. Il prossimo anno contiamo di mantenere fede all’impegno di mettere in atto la seconda edizione della Rassegna delle Architetture Bresciane, programmata per l’autunno e posticipata alla primavera prossima, dedicata alla residenza, che completa il ciclo iniziato due anni fa dedicato agli edifici non residenziali. Pure stiamo organizzando un corso (di perfezionamento o di master) con il Politecnico di Milano nel campo dell’architettura del Paesaggio. • Cooperazione con le Amministrazioni pubbliche Abbiamo più volte insistito sul fatto che l’Ordine, in quanto ente pubblico e non sindacato di categoria, coopera normalmente con le Amministrazioni pubbliche. Di frequente l’Ordine è chiamato a suggerire nominativi per commissioni di giudizio di concorsi e di gare di progettazione ovvero ad esprimere pareri. È radicata in certi funzionari tuttavia l’idea che l’Ordine sia in qualche misura un’associazione corporativa che difende degli interessi particolaristici. Da quest’errata convinzione scaturisce una certa riluttanza a coinvolgere gli ordini professionali in scelte delicate, nelle commissioni di aggiudicazione delle gare di progettazione, o nelle procedure di redazione dei piani urbanistici. È il caso di molti comuni che, temendo l’allungamento delle procedure, preferiscono fare da soli i bandi oppure rivolgersi a studi specializzati, talvolta non all’altezza. È probabilmente il caso del settore ur-

banistica del Comune di Brescia che ha ritenuto di non coinvolgerci, se non tardivamente, nel mese di luglio, nelle procedure di redazione della nuova variante generale e nella assegnazione delle aree di Sanpolino. Eppure alcune delle nostre indicazioni sono state accolte: l’ufficio urbanistica si è preso finalmente la responsabilità diretta della redazione del piano; alcuni esperti indicati dall’Ordine in altra circostanza sono stati richiamati a far parte delle commissioni di giudizio. Altri settori della medesima amministrazione mostrano un atteggiamento diverso, accreditando l’Ordine di alta competenza. È questo il caso invece del settore lavori pubblici del comune di Brescia con il quale c’è una maggiore comunicazione nella formazione dei bandi e che ci ha chiamato a far parte della giuria per l’assegnazione di importanti servizi di progettazione. È pure il caso dell’assessorato all’Ambiente con il quale stiamo proficuamente lavorando nell’Agenda 21 e nella organizzazione del Corso “ Città Sostenibile per le Bambine e Bambini” , così come con il settore attività Culturali, con il quale abbiamo organizzato l’evento di San Barnaba. Coscienti della complessità di questi fatti, sarà nostra cura operare affinché nel futuro l’Ordine sia sempre più attrezzato per rispondere ad una non soddisfatta domanda di competenza e di specializzazione, che è fortemente presente nell’ampio ambito provinciale della nostra provincia, dove, su un’area abitata da un milione di persone, non esiste un centro universitario di architettura. a cura di P. T.


a cura di Roberta Fasola

Nell’architettura con impegno civile: ricordo di Lucio Saibene Si incontrava per le strade di Como quasi passeggiasse calmo ed assorto, mentre si recava al lavoro, all’Ordine degli Architetti o in Comune: credo nessuno abbia mai visto Lucio Saibene accelerare il passo od avere fretta. Era sempre disponibile a soffermarsi per osservare, commentare, chiedere. Nel borgo di Sant’Agostino i suoi percorsi erano quotidiani, tra la casa e lo studio di via Rezzonico, in prossimità dei Palazzo “ La Gallietta” di piazza Amendola che il nonno Gerolamo aveva acquistato e valorizzato, pianificando per tutto il quartiere di Sant’Agostino un avveniristico piano di ristrutturazione urbanistica che lo rendesse più aperto verso il lago. Cresciuto nell’ambiente imprenditoriale della famiglia aveva sempre mantenuto rapporti privilegiati con lo zio Piero, il pittore garbato e meditativo sui paesaggi e sulle luci dei lago, che dagli ani ‘30 aveva scelto per dimora Ossuccio. Nell’autunno scorso, in occasione del centenario della nascita di Pierino Saibene, Giorgio Taroni ha organizzato una splendida mostra nella sede di viale Geno: nelle pagine introduttive del catalogo rivive l’ambiente culturale ed artistico comasco. È bello pensare come quei decenni tra le due guerre, fecondi di ricerca e concentrati nella definizione di ogni singola forma e colore, siano stati comunicati a Lucio dallo zio artista. E se qualcosa possiamo trovare in comune tra i due personaggi è la riservatezza schiva, l’atteggiamento costantemente insoddisfatto e critico verso di sé, una pacata “ concretezza lombarda” scevra da qualsiasi protagonismo. Tra questi punti di riferimento, l’imprenditorialità operosa e l’espressione del proprio sentire le sensazioni di un’atmosfera o di un colore (l’esercizio della pittura, concretamente, piuttosto che un’astratta interpretazione dell’arte), si è delineato un modo di stare nella professione e una misura di impegno tra la propria persona e la responsabilità collettiva e sociale. Una figura di “ gentiluomo di campagna” , pacat o, concret o, responsabile, è quella che Lucio Saibene ha lasciato nei luoghi dove ha operato, all’Ordine degli Architetti di cui è stato Presidente tra il 1983 ed il 1991, in Palazzo Cernezzi, dove è stato per poco tempo Consigliere Comunale, tra i colleghi e le maestranze delle sue numerosissime realizzazioni architettoniche. Laureatosi nel 1957,

sviluppò l’attività professionale negli anni che fondavano la “ grande trasformazione” e che credevano positivamente nei “ boom economico” . Delle prime realizzazioni, quando ancora era studente, ricordiamo un’opera realizzata con Emilio Terragni e, per le strutture, Gino Morganti: Villa Pagani Albertini a Torno, del 1953. Sopra le fondazioni in pietra di una preesistente darsena si profilano i volumi razionali di una residenza che respira nelle luci e nelle atmosfere del lago: le luci passanti nelle vetrate tra giardino e superfici d’acqua, la misura delle proporzioni, i colori franchi delle murature in mattoni e delle imposte blu fanno di quest’opera una delle realizzazioni più mature e più consapevoli del post-razionalismo comasco. Vi si racconta un modo di vivere, garbato ma semplice, di sobria signorilità. La distribuzione degli spazi, le finiture tecnologiche e la cura dei singoli materiali costruttivi contengono già tutte le caratteristiche che la professionalità di Lucio Saibene svilupperà per tutta la vita. E non si può certo dimenticare, per comprendere la complessa “ passione del lavoro” di quegli anni, l’integrazione che avveniva tra progettista, l’esecutore e il committente. Committente capace di formulare richieste di qualità, a volte con rara sensibilità, come nel caso di Isidoro Albertini per la casa di vacanza che abbiamo descritto, a Torno. Gli esecutori delle opere dello studio Morganti Saibene, (associati dal 1957 al 1982), erano operatori di tradizione artigiana, la cui esperienza integrava le idee progettuali: i dettagli e la cura dei serramenti delle ville e dei condomini sviluppano un’articolazione autonoma che commenta un affaccio, un gesto per aprire, un riparo dal sole. Nel quadro di una produzione architettonica intensa di case unifamiliari e condomini, l’attività progettuale di Saibene scava le possibilità che sono aperte nell’approfondimento dell’impianto generale e nei dettagli: le case di via per San Fermo (del 1968-72), ciascuna dotata di verde privato immerso in spazio verde più ampio, presentano una distribuzione rivoluzionaria rispetto alla strada e rispetto al panorama: i garages sono nella posizione più alta, come sui tetti, i percorsi pedonali scendono alle abitazioni, il cui soggiorno sovrasta la zona notte, perché dotato di più ampio panorama. Il modo di vivere che viene proposto, integrato con gli spazi esterni, invaso dalla luce, colta da tutti i possibili punti cardinali, perché si abbia il sentore del sole che passa e delle ore dei giorno, è la ricerca ottimista di una scioltezza e di una sostanziale libertà di sapore nordico, che purtroppo la nostra architettura corrente ha presto trascurato. La ricerca di Lucio Saibene, secondo la testimonianza dei colleghi Gino Morganti ed Emilio Ter-

ragni, era un percorso lungo: scavava a fondo i temi proposti per arrivare a linee semplici; la sua ambizione non era mai di essere “ protagonista” , attraverso l’eccentricità delle forme, ma di approfondire sino a ridurre i problemi alla loro stringata semplicità. In questo era ancora operante la presenza del Movimento del Razionalismo in Architettura, reso più famigliare e diretto in quello che possiamo chiamare la pratica della “ Ragionevolezza in Architettura” . Ma è proprio quello sforzo continuo di ragionevolezza che mitiga

i contrasti nascenti nello sconvolgimento della città in quegli anni: i condomini sono una realtà di fatto dei decenni ‘60 e ‘70, alcuni nel centro storico, quando le normative di tutela non erano ancora mature per indicazioni chiare sul destino del nucleo antico. I condomini di Lucio Saibene, come quello all’angolo di via Bellini e via Indipendenza, hanno il pregio di essere proporzionati per un contesto in cui non svolgono il ruolo di protagonisti. Saibene non ambiva mai al ruolo di “ primo attore” , non sarebbe stato ammissibile con

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Lucio Saibene, Chiesa di sant’Agata, Como.


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la innata signorilità e non compatibile con l’intelligenza critica e acuta: in questo senso quanto ancora può insegnare il nostro “ Presidente” alle generazioni di architetti che sono seguite! Due interventi di particolare importanza sono legati all’architetto Saibene: la nuova chiesa di Sant’Agata, voluta dal Parroco don Valassina secondo i dettami del Concilio Vaticano II: è uno spazio privo di qualsivoglia retorica, luminoso ed essenziale, proiettato verso il futuro di una sensibilità religiosa nuova. Ed infine l’edificio del Banco Lariano in piazza Cavour, vero elemento di rottura (ma non il solo) rispetto alle cortine storiche dei lati della piazza: non si è trattato neppure qui di un intervento con pretese monumentali, piuttosto esso è l’espressione di una convinzione propria ancora della scuola razionalista, che cioè l’ambiente non si possa rinnovare che con opere di chiara impronta contemporanea, segno del nostro mutato modo di vedere e vivere; il tutto è poi sintetizzato, ancora una volta, in poche linee essenziali, perché la ricerca impegnata conduce sempre, come al termine di un laborioso cammino, verso linee semplici. Darko Pandakovic

Il ricordo di un committente L’architetto dr. Lucio Saibene si è spento in ospedale Valduce venerdì 4 aprile. Nel salire incontro all’Altissimo, si è portato in pegno gaudioso la progettazione e la donazione del suo studio artisticamente elaborato per la chiesa nuova in S. Agata nel borgo S. Martino di Como. La sua sensibilità architettonica, acculturata, affinata da visite “ esplorative” alle chiese nuove francesi, lo ha determinato ad elaborare insolite modulazioni di spazi di sapore allusivamente romanico, applicate a formule spaziali in consonanza con la modernità e con le proposte suggerite dal Concilio Vaticano II e dalla Riforma Liturgica ai suoi primi passi. Risultato: una chiesa di nitore e sacralità coinvolgenti, escludente tradizionali elevazioni quasi prosaiche, per dare sostanza ad un inserimento non trionfalistico tra i modesti caseggiati di un borgo popolare operaio: per centrare interesse e volumetrie, particolarmente e vistosamente, sull’aula assembleare, cuore dell’edificio: in collocazione aperta alla folla dei fedeli in assemblea eucaristica, popolo di Dio riunito, affratellato, con il sacerdote officiante da un altare con un minimo di umile sopraelevazione. Chi entra nella nuova chiesa, si sente subito immerso in un ambiente sacralizzato dall’assemblea in essere, non da estraneo, coinvolto nelle sequenze del rito. Sì

Attività del Consiglio nel biennio 2002-2003

Ritratto di Lucio Saibene. che la voluta mancanza di formulazioni decorative suggestionali, lascia spazio a un “ perdersi” in un percorso liturgico di Parola e Sacramento in azione, “ costringenti” alla partecipazione. Il Saibene ha interpretato, in bellezza armoniosa, le esigenze: delle disposizioni conciliari in avvio, della comunità parrocchiale, della committenza. Le grandi vetrate, con segni di astrazione solo accennati, raccolgono la luce solare filtrata in tenue diffuso pulviscolo dorato: a dare risalto, composto e robusto, ai massi marmorei di altare, ambone, battistero, ideati anch’essi (come la vetrata), in collaborazione dell’architetto con uno scultore di alto livello quale il geniale artista Eli Riva. La lunga linea biancheggiante a fondale è tutta cielo e proietta il celebrante come a poppa dell’assemblea, in simbiosi di preghiera, canti, azioni liturgiche. La conduzione dei lavori, la scelta meditata dei materiali, formano un tutto armonico, in studiata essenzialità: a fruizione di una spazialità sacrale seducente: la provocazione per un devozionalismo sincero, coinvolto, incarnato. L’opera di Saibene è un inconscio riflesso di una personalità ricca di cultura, di professionalità, di “ noblesse” , che ne fanno ammirare, ed ora ricordare, le doti acquisite di “ gentleman” comasco, notissimo in città e apprezzato da tutti i colleghi: con una sua “ passione” , infusa in un lavoro, che rimane come “ un fiore di cemento” donato a Dio e ad una popolazione parrocchiale e cittadina: con un taglio di modernità che non appassisce negli anni. In ammirato ricordo: in ringraziamento: in preghiera nell’arcobaleno della bellezza di Dio, che ora l’architetto Lucio Saibene contempla nel Mistero. don Giovanni Valassina da “ Il settimanale della diocesi di Como” , 12 aprile 2003

Anno 2002 • Partecipazione al Convegno UNI “ I contratti per l’esecuzione di lavori e opere edilizie pubbliche e private” , 7 marzo 2002 - arch. M. Pierpaoli , G. Cavalleri. • Presentazione nuovo sito Internet Ordine: www.ordinearchitetticomo.it, 22 marzo 2002 - Biblioteca Comunale, Como - curatore: arch. G.F. Mazzotta. • Mostra e premiazione “ Premio Maestri Comacini 2001” , 3-25 maggio 2002 - Salone del Broletto, Como - curatori: arch. F. Andreu, S. Seneca. • Part ecipazione all’ incont ro “ Software per parcelle lavori pubblici” , 17 maggio 2002 - arch. M. Pierpaoli, G. Cavalleri. • Incontro con l’Ordine degli Architetti di Bolzano in visita a Como per le “ architetture razionaliste” , 20 maggio 2002 - arch. G. Cavalleri. • Ciclo di Conferenze sulla luce, curatore l’arch. C. Tagliabue: 22 maggio 2002 - negozi e spazi commerciali; 5 novembre 2002 - La didattica e lo studio dei fasci luminosi; 26 novembre 2002 - Chiese e Musei. • Viaggio studio tra Svizzera e Austria (Coira, Vaduz, Bregenz, Vals), 24-26 maggio 2002 - n. 40 iscritti - curatore: Commissione Viaggi. • Mostra “ Il Piano di Mantova” , 11-16 giugno 2002 - Sede dell’Ordine - curatore: arch. G.F. Mazzotta. • Assemblea Ordini degli Architetti, 21 giugno 2002 - Alghero (SS) - arch. F. Butti, G. Cavalleri, relatore arch. G. Cavalleri su: “ Normativa regionale sui Lavori Pubblici” . • Convegno “ Gianfranco Caniggia - dalla lettura di Como alla interpretazione tipologica della città” , 5-6 luglio 2002 - Cernobbio - part. arch. F. Butti, G. Cavalleri. • Mostra e inaugurazione “ Gianfranco Caniggia architetto 19331987” , 4-28 luglio 2002 - S. Pietro in Atrio, Como - part. arch. F. Butti, G. Cavalleri, M. Pierpaoli. • Ciclo di Conferenze “ Madrid 2002 - architettura contemporanea” : 18 settembre 2002 - Biblioteca Comunale, Como - Nuove tendenze, prof. arch. A. Angelillo; 26 settembre 2002 - Casa del Fascio, Como - Esencialidad, prof. arch. A. Campo Baeza; 11 ottobre 2002 - Casa del Fascio, Como - Opere complete - arch. Esteve Bonell. • Convegno su “ Serpentinoscisto della Valmalenco” , 28 settembre 2002, Chiesa Valmalenco - arch. F. Butti , G. Cavalleri. • Ciclo Conferenze “ Incontri sul territorio” , curatore arch. G.F. Mazzotta. 4 ottobre 2002 - Casa del Fascio, Como - “ Nuovo piano regolatore strategico: il ruolo delle politiche e delle strumentazioni ambientali”

- relatore prof. arch. G. Beltrame; 14 novembre 2002 - sede dell’Ordine - “ Il Piano dei servizi” relatori: prof.arch. Arturo Lanzani, prof.arch. Alessandro Balducci; • Viaggio studio 2002 - Spagna e Madrid, 17-22 ottobre 2002 - n. 75 iscritti - curatore: Commissione Viaggi. • Ciclo Conferenze “ architettura e sviluppo sostenibile” - curatori: arch. M. Brambilla, Commissione Sviluppo sostenibile, Collegio geometri Como, Consorzio Comense Inerti: 25 ottobre 2002 - c/o Collegio Imprese Edili, Como - “ architetture di terra” - relatore prof. arch. Martin Rauch; 30 ottobre 2003 - c/o id. - “ ecologia come fondamento etico delle trasformazioni territoriali” - relatore prof. Albert Jacquard; 6 novembre 2003 - c/o id.- “ Johannesburg-Como: sostenibilità globale e locale” - relatore arch. Gianfranco Cattai; 20 novembre 2003 - c/o id. - “ attualità e prospettive dell’urbanistica ecologica” - relatore prof. arch. Gianni Beltrame; 25 novembre 2003 - c/o id. - “ l’architettura interpreta lo sviluppo sostenibile” - rel. arch. Georg W. Reinberg; • Seminario su “ L’innovazione nella tecnologia delle costruzioni” , 7 novembre 2002 - Grand Hotel, Cernobbio - curatore arch. C. Tagliabue. • Seminario Consulta Reg. AL/I.N.U. Lombardia su “ Urbanistica in Lombardia: Nuova Legge per il Governo del Territorio” , 15 novembre 2002 - Fondazione Stelline, Milano - relatore arch. G.F. Mazzotta, partecipano arch. F. Butti, G. Cavalleri, M. Brambilla. • Mostra dei progetti partecipanti al: “ Concorso di progettazione della nuova scuola media di Capiago Intimiano” , 7-22 dicembre 2002 - Riva R1920 Centre, Cantù. • Serata party “ Movida” - presentazione del CDROM Viaggio Madrid 2002, 12 dicembre 2002 - sede dell’Ordine - curata dalla Commissione Viaggi. • Incontro e dibattito sui risultati del “ Concorso di progettazione della nuova scuola media di Capiamo Intimiano” . 19 dicembre 2002 - Riva R1920 Centre, Cantù. Anno 2003 (primo semestre) • Inaugurazione mostra Concorso internazionale di design “ Il materiale legno” , 18 gennaio 2003 Riva R1920 Centre - Cantù, arch. F. Butti , G. Cavalleri , M. Brambilla. • Convegno “ I giovani e la professione” , 31 gennaio 2003 - Villa Olmo, Como - curatore: arch. G.F. Mazzotta. • Sportello Appalti Pubblici - Assemblea Annuale dei Soci, 24 febbraio 2003 - c/o Amm. Prov.le Como - arch. M. Pierpaoli. • Osservatorio Studi di settore Riunione con il delegato nazionale, 25 febbraio 2003 - arch. G. Cavalleri.


Pubblicazioni • Guida Viaggio Studio Amsterdam 1999; • Guida Viaggio Studio Berlino 2000; • Guida Viaggio Studio Danimarca + CD, 2001; • Guida Viaggio Studio Madrid + CD, 2002; • Guida Viaggio Studio Svizzera e Austria 2002;

• CD presentazione Logo e premiazione “ 40 anni di professione” , 2002; • Catalogo Premio Maestri Comacini - ed.1995, 97, 99; • Catalogo Premio Maestri Comacini + CD, 2001; • Opinioni sul Paesaggio - Raccolta atti e relazioni relative al Corso per esperti in materia di Tutela Ambientale, 2000.

Premio M aestri Comacini VI edizione 2003 L’edizione 2001 in cui sono state presentate circa 40 realizzazioni apprezzate dalla giuria che aveva fra i suoi membri, fra gli altri, il prof. Marco De Michelis ed il prof. Luigi Snozzi, si è conclusa con la realizzazione del catalogo e l’inaugurazione della mostra tenutasi nel maggio 2002 presso il salone del Broletto di Como. È giunto da poco alla pubblicazione il bando relativo all’edizione 2003. Le modifiche apportate al bando, d’accordo con gli altri enti promotori (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como, Provincia di Como e collegio delle Imprese Edili), sono prettamente di tipo organizzativo e relative alle modalità e formati di presentazione degli elaborati. Rimane invariato lo spirito dell’iniziativa, che come noto è essenzialmente volto a dare visibilità e a premiare le realizzazioni che meglio rappresentano l’unità d’intenti delle tre componenti fondamentali che concorrono al buon esito di una realizzazione: progettista, committente ed esecutore. Anche la giuria di questa sesta edizione annovera personalità di spicco del panorama architettonico nazionale ed internazionale, condizione essenziale per garantire il buon esito dell’iniziativa, quali il prof. Kurt Foster, il prof. arch. Marco Brandolisio, il prof. Sergio Croce, il prof. Marco De Michelis, l’arch. Davide Maspero, il vincitore dell’Edizione 2001 del Premio, arch. Marco Ortalli, e il rappresentante dell’impresa esecutrice dell’opera premiata, ing. Bruno Nava. Franco Andreu

Bando di concorso premio di architettura M aestri Comacini, 2003 Articolo 1 È indetto un premio di architettura biennale per le opere realizzate sul territorio della Provincia di Como e completate tra il 1° gennaio 2001 ed il 31 dicembre 2002. Articolo 2 Il premio sarà assegnato alle opere progettate da architetti ed ingegneri regolarmente iscritti al proprio Albo Professionale e realizzate da imprese iscritte alla Cassa Edile. Non potranno partecipare al Premio in qualità di progettisti:

• i componenti la Giuria, i loro coniugi e i loro parenti ed affini fino al 3° grado compreso; • i datori di lavoro o coloro che abbiano qualsiasi rapporto di lavoro o collaborazione continuativo e notorio con membri della Giuria; • coloro che partecipano alla stesura del bando o che facciano parte della Segreteria organizzativa per la preparazione del Premio. Tuttavia agli esclusi verrà consentita la partecipazione ad una delle due edizioni successive del Premio qualora vengano a cessare le condizioni di incompatibilità e, comunque, non oltre un quinquennio dall’ultimazione dell’opera. Articolo 3 I lavori che potranno essere presentati alla Giuria dovranno appartenere alle seguenti categorie: • nuove costruzioni; • recupero di costruzioni esistenti; • sistemazione di spazi urbani e infrastrutture; • sistemazione di spazi interni. Articolo 4 A ciascuna delle categorie verrà assegnato un premio entro il mese di Ottobre 2003. La Giuria avrà la facoltà di segnalare tutte le opere che riterrà meritevoli. In particolare potrà a proprio giudizio premiare una o più opere di giovani progettisti che non abbiano compiuto il 35° anno di età all’atto dell’inizio lavori. È compito insindacabile della Giuria verificare l’ammissibilità delle opere per quanto previsto agli articoli 1, 2 e 3. Articolo 5 Entro il 22 Luglio 2003 chi intende sottoporre un’opera al giudizio della Giuria deve inviare presso la sede dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Como in via Volta 54, 22100 Como, un plico chiuso contenente: • una dichiarazione con il titolo e la categoria di appartenenza dell’opera, il nome del progettista, dello strutturista, dell’impresa e del committente, in cui si dichiari la data di ultimazione dell’opera e l’accettazione incondizionata del bando; • un massimo di due tavole grafiche d’insieme formato A1; • una relazione tecnico-illustrativa, in formato A4 costituita da non più di t re cart elle dat t iloscritte; • un CD ROM contenente una documentazione fotografica per un massimo di dieci scatti, oltre alla relazione ed alle tavole presentate (per quanto riguarda le specifiche informatiche si faccia riferimento alla Segreteria dell’Ordine APPC). Nel caso di partecipazione di progettisti o di imprese in gruppo questi dovranno nominare un componente a rappresentarli a tutti gli effetti del bando. Il materiale cartaceo sarà a disposizione per l’eventuale ritiro entro i due mesi successivi alla conclusione della mostra.

Articolo 6 Gli autori invitati a partecipare alla mostra finale sono tenuti ad inviare a proprie spese il materiale originale da esporre, montato su supporto rigido orizzontale in formato A1. Articolo 7 Verrà insediata dal Comitato Promotore la Giuria così composta: • prof. Kurt Foster; • prof. Marco Brandolisio; • prof. Sergio Croce; • prof. Marco De Michelis; • arch. Davide Maspero; • prof. Marco Ortalli, vincitore edizione 2001 del Premio per la categoria “ Nuove Costruzioni” ; • ing. Bruno Nava dell’Impresa Nava S.p.A. di Erba, impresa vincitrice edizione 2001 del Premio per la categoria “ Nuove Costruzioni” . Articolo 8 La decisione della Giuria verrà resa pubblica. Le opere premiate e le opere segnalate saranno inserite in un catalogo che verrà tenuto e divulgato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Como. Al progettista vincitore di ciascuna categoria verrà destinata la somma di € 800,00 lordi, inoltre al progettista, all’impresa esecutrice e al committente sia dell’opera premiata che delle opere segnalate, verrà consegnata l’opera grafica “ Maestri Comacini 2003” di Giuliano Collina. Sono destinati inoltre € 800,00 lordi per le opere di giovani professionisti “ Under 35” . Articolo 9 È istituita presso la Sede dell’Ordine degli Architetti di Como una segreteria permanente con il compito della gestione amministrativa del premio. Articolo 10 La partecipazione al Premio di Architettura vincola il partecipante ad aderire all’eventuale catalogo. Articolo 11 Ai vincitori della precedente edizione, invitati in Giuria, non verrà riconosciuto rimborso spese.

Il nuovo Piano Regolatore “strategico”: il ruolo delle politiche e delle strumentazioni ambientali L’ordine con questo primo ciclo di conferenze, che stanno proseguendo anche nel 2003, ha avviato un confronto con tutti gli attori in gioco (regione, comuni, professionisti) per analizzare e discutere il nuovo quadro legislativo regionale, dalla riforma della L.R. 51/75 al Piano dei servizi, che sta trasformando il modo di “ fare” e “ concepire” l’urbanistica in Lombardia. Gianfredo Mazzotta e Marco Ortalli per la Commissione urbanistica

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• Convegno C.N.A - Conf. Naz. Artigianato “ Affidamento incarichi professionali da parte di enti pubblici a seguito della L. 166/02 e coperture assicurative” , 25 febbraio 2003 - v.le Innocenzo, Como – arch. M. Pierpaoli. • Convegno ASL - Como “ Progetto regionale della Prevenzione Infortuni in edilizia” , 27 febbraio 2003 - Collegio Imprese edili, Como - arch. G.F. Bellesini. • Incontro Ordine - SUPSI Università della Svizzera Italiana, 14 marzo 2003 - Lugano - arch. F. Butti, G. Cavalleri. • Incontro Ordine - AEC Broker “ Proposta di convenzione assicurativa per la R.C. professionale degli architetti” , 27 marzo 2003 arch. G. Cavalleri. • Convegno “ Alleanze per lo sviluppo condiviso” , 27 marzo 2003 - Camera di Commercio, Como relatore: arch. G.F. Mazzotta. • Convegno “ Dalla storia degli ideali ai valori primordiali: Franco Ciliberti un teosofo tra i razionalisti” , 7 maggio 2003 – Biblioteca Comunale, Como, part. arch. F. Butti, G. Cavalleri, F. Andreu. • Convegno Min. BB.AA.CC. e Provincia di Lecco “ L’attualità della difesa del paesaggio” , 8 maggio 2003 - Sala Ticozzi, Lecco - arch. G. Cavalleri. • Convegno “ Riqualificare e valorizzare il territorio” , 10 maggio 2003 - Abbazia dell’Acquafredda, Lenno - arch. G.F. Mazzotta. • Presentazione software “ Tariffa per lavori Pubblici - Dpr 4/4/2001” , 16 maggio 2003 - Villa Olmo, Como - arch. M. Pierpaoli. • Convegno “ Architettura & Risparmio energetico in Svizzera” , 16 maggio 2003 - Biblioteca Comunale, Como – arch. G. Cavalleri, M. Brambilla. • Assemblea Ordini degli Architetti, 22 maggio 2003 - Roma arch. F. Butti, G.F. Mazzotta. Relatore arch. G. F. Mazzotta su “ D.D.L. regionale sui Lavori Pubblici” . • Ciclo di Conferenze “ Suomi 2003 - architettura moderna” : 13 maggio 2003 - Biblioteca Comunale, Como – “ architettura contemporanea ad Helsinki” - Prof. Timo Keinanen; 30 maggio 2003 – Biblioteca Comunale, Como - “ un’esperienza tra arte e design” - arch. Stefan Lindfors; 6 giugno 2003 - Biblioteca Comunale, Como - “ innovazione e tradizione dell’architettura del legno in Finlandia” - prof. arch. Antonello Alici. • Viaggio studio 2003 – Helsinki e Finlandia, 23-29 giugno 2003 n. 75 iscritti – curatore Commissione Viaggi.


Sintesi dell’intervento del prof. Gianni Beltrame * Il nuovo modello di Piano Regolatore presentato nel quadro di un più generale disegno di riforma urbanistica nazionale dall’I.N.U. al XXI Congresso di Bologna nel novembre del 1995 “ La nuova legge urbanistica. I princìpi e le regole” – sinteticamente denominato tra i tecnici “ lo sdoppiamento del Piano Regolatore” – si va imponendo e diffondendo. Quasi tutte le leggi regionali di “ seconda generazione” ,

Un piano strategico definisce ed esprime le finalità e le volontà politico-amministrative, consapevolmente assunte ed esplicitate exante, per il tempo medio-lungo, ritenute necessarie per condurre e guidare, attraverso un percorso pianificatorio processuale predefinito e un metodo di decisionmaking preorganizzato, al raggiungimento di mete e assetti (non predefiniti attraverso un disegno, come nel piano tradizionale) ambientali, economici e sociali, ricercati come voluti o considerati come ottimali per il territorio preso in

sorte a partire dal 1995, lo stanno ormai assumendo come un punto fermo e qualificante, nonostante la “ Riforma” non sia andata in porto e nonostante nessuna particolare modifica a proposito del Piano Regolatore sia stata apportata alla legge urbanistica nazionale. Segno evidente che il “ modello” I.N.U. convince, trova ampi consensi e se ne riconosce la validità ed anche l’urgenza. Anche se le forme e i modi di questo recepimento non sono tutte, inevitabilmente e forzatamente, omogenee. Anche la Regione Lombardia segnala l’intenzione, nelle proprie “ Linee guida per la riforma urbanistica regionale” , di voler adottare questo modello. La novità della pianificazione strutturale o strategica costituisce la più grossa innovazione della proposta I.N.U. Un certo dibattito e un certo sviluppo dei concetti e di modelli di pianificazione strategica si è già avuto in Europa riguardo la pianificazione di area vasta: meno per quanto riguarda il livello comunale. Strategico e strutturale inoltre non sono sinonimi e anche concettualmente non sono la stessa cosa: nelle leggi e nella prassi sembrano però destinati a unificarsi e identificarsi.

considerazione. È un piano che si sforza e si propone di agire sia sugli “ aspetti strutturali” che sugli “ aspetti funzionali” del sistema territoriale o del quadro di insieme (è, in questo senso, un piano comprensivo) del territorio che si vuole pianificare. Esso è pertanto un piano che esplicita le scelte e gli indirizzi strutturali di medio-lungo periodo in forma flessibile, mediante un documento programmatico ma informale, con contenuti non rigidi e vincolanti, ma che, allo stesso tempo, deve essere rigorosissimo e rigido nel definire cosa è strategico e nella sua capacità di indirizzare e selezionare gli interventi, le occasioni e le proposte che inevitabilmente incontra lungo il suo percorso attuativogestionale. Gli obiettivi definiti come strategici, le strategie delineate e il percorso processuale di decisionmaking definiti dal piano sono le uniche invarianti di piano. Ma il piano deve anche contenere e prevedere metodi, criteri e indirizzi per poter selezionare durante il suo percorso di applicazione e di gestione, le proposte e le occasioni tattiche (incontrollabili, indefinibili e indecidibili a priori) in modo da poterle distinguere in

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coerenti o incoerenti col piano, capaci di implementare e arricchire, o meno, il processo di piano. Non è facile definire forma e contenuti di un piano strategico. Non è certamente la forma del piano (il prodotto-piano finale) a definire il piano come strategico, ma gli obiettivi, i contenuti e il metodo. Senza una vera strategia, definita e perseguita durante tutto l’arco temporale di vigenza del piano, capace di essere e di definire un processo di decisione e di implementazione continuo, non esiste piano strategico. Le numerose leggi regionali che hanno deciso di adottare questo metodo si sono trovate nella necessità di definire i contenuti sia del piano strategico che del piano operativo. La casistica si è estesa ed arricchita ed è andata molto più in là di quanto definito a suo tempo dal progetto I.N.U. Da queste esperienze c’è molto da imparare e ad esse la Regione Lombardia dovrebbe guardare con attenzione. Sul tema dello sviluppo sostenibile, ormai affrontato, almeno a parole, da tutte le leggi regionali, occorre ripetere alcune considerazioni più volte fatte. La Regione Lombardia nelle sue “ Linee guida per la riforma urbanistica regionale” pone l’obiettivo della “ sostenibilità” tra i suoi princìpi fondamentali ma non fa ancora nulla né per definirne con esattezza il concetto né i modi, e soprattutto non propone criteri, misure, parametri e indici per poterla meglio definire, riconoscere e misurare e precisare cosa è sostenibile e cosa non lo è. In Lombardia, ad esempio, il P.T.C.P. della Provincia di Milano propone finalmente l’uso di alcuni indicatori di sostenibilità (art. 86). È questo un fatto positivo e bisogna darne atto. Bisogna però anche dire che gli indicatori adottati e proposti suscitano molti dubbi. Innanzitutto non entrano e non colgono nel pieno il nodo della sostenibilità. Gli indicatori ambientali proposti sono invece più che altro indicatori di buon comportamento urbanistico-ambientale che solo molto alla lontana e molto indirettamente toccano o sfiorano il nodo della sostenibilità. Finalmente la Regione Emilia Romagna respinge l’equivalenza, che purtroppo si sta diffondendo, della identità e della sostituibilità tra “ valutazione di compatibilità” e “ valutazione di sostenibilità” degli interventi. Gianni Beltrame Como, 4 ottobre 2002 (* scaricabile in forma completa da www.ordinearchitetticomo.it)

Il Piano dei Servizi Attraverso il piano dei servizi, così come è stato già legiferato dalla regione con la L. 1/2001, ogni amministrazione può esplicitare alcune sue particolari sensibilità a favore di diversi servizi piuttosto che altri, può spingere verso forme

di gestione differenti (ossia con diverse forme di valorizzazione e controllo del contributo privato). Ogni amministrazione dovrebbe altresì confrontarsi con una domanda che nel medio periodo può radicalmente cambiare non solo per fenomeni strutturali (popolazione che invecchia, l’arrivo di nuovi immigrati), ma anche e soprattutto per maturazione di nuovi modi di vivere (gli anziani di oggi sono più numerosi, ma vivono anche differentemente da quelli di dieci anni fa), di nuove sensibilità (ad esempio per la “ qualità ecologica” degli spazi pubblici) che possono anche essere largamente trasversali ai programmi delle diverse coalizioni politiche. Il piano dei servizi consente di fare ciò. Esso, come è stato in più sedi sottolineato, spinge a verificare l’efficacia e il senso dei diversi servizi offerti (con possibili ricadute sulle forme di utilizzo del patrimonio di edifici pubblici e/o comunali), aiuta a ripensare le forme di gestione degli stessi, consente di definire un quadro di riferimento di medio periodo (qualche cosa di più del pure utile elenco della spesa della programmazione triennale) per la programmazione annuale delle opere pubbliche, individuando priorità e verificando la fattibilità degli interventi. Altri ruoli del piano dei servizi potranno probabilmente emergere nel futuro. Qui ne sottolineiamo tre potenziali. In primo luogo il piano dei servizi può contribuire a definire in modo non episodico e minimamente meditato gli elementi di interesse pubblico da ricercare nei piani integrati, nei piani complessi comunali. In secondo luogo questo stesso piano può consentire di individuare quali opere in una determinata congiuntura possono essere realizzate con finanza di progetto (è difficile che un piccolo-medio comune possa farlo annualmente e senza il supporto di un gruppo di progettazione come quello richiesto dal piano dei servizi). In terzo luogo il piano dei servizi può contenere una guida e degli indirizzi alla progettazione delle singole minute opere pubbliche (in particolare quelle relative alla sistemazione degli spazi aperti di uso pubblico) aumentandone qualità ed abilità (guide e indirizzi per la sistemazione di strade, piazze e giardini talvolta introdotti nei P.R.G., ma inevitabilmente troppo pesanti o generici se riferiti all’intero “ universo” urbano, anziché a quegli spazi che si intendono realizzare o riqualificare nel corso di un quinquennio). Naturalmente l’innovazione in questo campo di politiche è sempre possibile in quanto la legge, e il nostro stesso ragionamento, non suggerisce un meccanismo a cascata e gerarchico: ogni anno può essere prevista una nuova opera pubblica, così come delle nuove forme di convenzionamento con i gestori dei servizi. Tuttavia sia il quadro di riferimento (il piano dei servizi) che eventuali scelte specifiche e puntuali (convenzionamenti


Alessandro Balducci e Arturo Lanzani Como, 28 novembre 2002

Nuovo sito internet “ ... e se questo mestiere (l’architetto), che ti chiede di guardarti dentro e di guardare dentro le cose, non lo fai con amore, con passione e dedizione, allora rischi di cadere nel formalismo, nell’accademia” Renzo Piano, La responsabilità dell’architetto È con questa frase emblematica, che racchiude lo spirito e i sentimenti con cui l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti, conservatori della Provincia di Como attua e promuove le proprie iniziative a sostegno della categoria ma più in generale del territorio e di tutti i suoi utenti, che si apre la rinnovata home page del nuovo sito internet. Il nuovo sito nasce in continuità con il vecchio, dal punto di vista delle suggestioni grafiche e dello spirito di servizio e comunicazione, in primis, verso i propri iscritti ma anche verso tutti i professionisti, amministratori e cittadini che sempre di più si rivolgono alla nostra

La pagina del sito dell’Ordine.

istituzione, per domande, consigli, suggerimenti. La necessità quindi di dare sempre un servizio efficiente ed aggiornato agli iscritti, coniugata alle rinnovate richieste del mondo del lavoro, e al ruolo di referente culturale che l’ordine svolge non solo nell’ambito comasco ma sempre di più in ambito regionale, ha portato ad un rinnovamento profondo dello spazio web. Il rinnovamento del sito passa anche da un nuovo modo di concepire la navigazione sulla rete, basata soprattutto sul concetto di portale web, attraverso cui accedere facilmente a tutte le informazioni e ai servizi desiderati. Infatti la Home page dell’ordine permette in modo intuitivo e veloce di accedere alle diverse pagine del sito.

Scopo del coordinamento, nato nel luglio del 2002 (ne fanno parte gli organismi junior del Collegio delle imprese edili, dell’associazione provinciale Artigiani, dell’associazione delle piccole e medie industrie, del collegio dei Periti Industriali, l’Unione dei giovani dottori Commercialisti, del collegio dei Geometri, dell’ordine degli Architetti e di quello degli Ingegneri), è stata l’attivazione di un dialogo e confronto tra i diversi gruppi aderenti, sui temi comuni del lavoro, della professione, ma anche della condizione sociale dei

zione positiva e propositiva di tutti gli attori (sociali e politici) a cui spetta il compito di definire le nuove scelte per il nostro territorio. Con questa iniziativa il risultato che il Coordinamento vuole raggiungere è porre in evidenza, attraverso degli esempi concreti di realtà territoriali particolarmente attive nella ricerca di nuove idee di sviluppo, delle domande da porre al mondo sociale, produttivo e politico, in merito alle strategie alle scelte che si devono, che si vogliono compiere sul nostro territorio. Riteniamo questo un primo passo

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Alleanze per lo sviluppo condiviso. Esperienza e confronto dei giovani sul mondo del lavoro, sul territorio e sulla società della provincia di Como Il Comitato di Coordinamento del Gruppo Giovani della Provincia di Como, di cui fa parte in modo attivo l’ordine degli architetti della provincia di Como, ha organizzato nel marzo 2003, un convegno/dibattito avente come titolo Alleanze per lo sviluppo condiviso: esperienza e confronto dei giovani sul mondo del lavoro, sul territorio e sulla società della provincia di Como. Il convegno ha visto la partecipazione di prestigiosi relatori, come gli assessori al Marketing Territoriale delle città di Bergamo (dott. C. Scotti Foglieni) e Trieste (dott. L. Gregoretti), il vice direttore del quotidiano “ La Provincia” (dott. A. Marino) e il presidente della Camera di Commercio di Como (dott. M. Citterio), oltre ad interventi del sindaco di Como e rappresentanti della Provincia di Como. L’evento si è svolto presso la sala conferenze della camera di Commercio di Como.

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e le varie opere previste nel Pop “ annuale” ) dovrebbero conoscere un passaggio democratico nel consiglio comunale. Infine si evidenzia come la validità quinquennale che qui si ipotizza (differentemente dalla bozza di legge) spinge a pensare che attraverso questo strumento vengano definiti, fuori dalle eventuali misure compensative (che possono svolgere una funzione di tutela nella lunga durata, ma che non garantiscono la disponibilità delle aree al tempo richiesto) del piano strutturale-morfologico, specifici vincoli urbanistici e conseguenti immediate possibilità espropriative. Si noti, per inciso, che una opera pubblica su area non sottoposta a vincolo dal piano dei servizi e da espropriare, seguirebbe invece come accade oggi una più complessa procedura.

Un’immagine tratta dal bando per il concorso per la riqualificazione del fronte mare di Trieste. giovani nella città moderna. Questo attraverso la volontà di creare delle vere e concrete sinergie tra le diverse componenti del mondo del lavoro comasco, e attraverso le diverse esperienze e professionalità dei gruppi giovani. Giovani imprenditori e professionisti, ma prima ancora cittadini, che vogliono essere protagonisti attivi di una nuova “ rigenerazione” urbana e imprenditoriale del territorio in cui vivono ed investono. Temi guida dell’operare del coordinamento sono l’analisi delle problematiche del lavoro e della professione dei giovani, la volontà di una nuova “ lettura” della realtà territoriale ed imprenditoriale della provincia di Como, la ricerca di nuove idee e progetti per il rilancio culturale e imprenditoriale, di un territorio dalle molteplici risorse, ma che necessita sempre di più di scelte concrete e decise. Il primo atto del coordinamento si è concretizzato dunque con un incontro dove l’analisi del periodo storico in cui viviamo, parte dalle cause che hanno generato tale situazione, passa per un’analisi delle esperienze che altre città italiane hanno già avuto sul tema della trasformazione della città e della produzione, per arrivare a delineare nuovi possibili scenari di sviluppo. La scelta del raffronto con altre città ha come obiettivo quello di riuscire a trarre nuove idee, nuovi stimoli da altre realtà territoriali ed imprenditoriali, “ vicine” alla nostra. Il tutto in uno spirito di collabora-

per aprire un dialogo concreto, da ricercare prima di tutto dentro le nostre categorie per poter, con tutti gli operatori, arrivare a definire nuovi percorsi di sviluppo “ condiviso” . Si ringraziano per il patrocinio il Comune di Como, la Provincia di Como (Assessorato al Turismo) e la Camera di Commercio di Como. Un grazie per il sostegno alla banca di Credito Cooperativo dell’Alta Brianza e di Alzate Brianza.

Viaggio Studio M adrid 2002 Il viaggio come momento di confronto che possa dare a tutti i partecipanti generose occasioni di vedere, incontrare, toccare con mano, percepire non solo forme e colori e materiali, ma anche pensieri, intenzioni, tendenze. È solo così, che il confronto diventa reciproco arricchimento professionale e personale. È con questo premessa fondamentale che da ormai un decennio il nostro ordine organizza conferenze e viaggi studio internazionali in giro per l’Europa. Crediamo fermamente nel valore dei fatti, al di là delle parole, e pensiamo che l’ amicizia e la comprensione, indispensabili requisiti di base per ogni forma di collaborazione e progresso, possano solo nascere nel rapporto diretto, in situ. A supporto delle conferenze e del


viaggio, l’Ordine degli Architetti redige e promuove una speciale guida di architettura moderna e altre pubblicazioni e Cd Rom che da anni accompagnano i temi trattati durante l’“ esplorazione” . L’attenzione alla scuola locale, ai giovani architetti, alle tendenze della nuova architettura moderna, che nasce dall’esigenza di scoprire nuovi approcci metodologici e nuovi modi di vivere la professione dell’architetto, ma indagando anche come le persone, gli utenti vivono le architetture, sono stati gli elementi guida delle

Carugati Gianfranco Fasola Roberta Frontini Marco Tagliabue Franco Rigamonti Walter Cappelletti Laura Viganò Cristina Vigano Chiara Redaelli Enrico Robbiani Antonella Seneca Stefano Commissione sito internet Mazzotta Gianfredo (Coordinatore) Cavalleri Giovanni (Coordinatore)

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La copertina del Cd Rom realizzato dall’Ordine. conferenze svoltasi nel settembre 2002. Architetti di fama internazionale, come Alberto Campo Baeza, Esteve Bonel, e Antonio Angelillo del Politecnico di Milano hanno raccontato la loro opera e indagato, analizzato l’architettura spagnola ed europea degli ultimi 10 anni, e hanno introdotto elementi di stimolo e riflessione per il dibattito culturale sulla forma urbana e sull’architettura nella nostra città, oggi. Si ringraziano per il patrocinio e la collaborazione: la Consulta Regionale Lombarda degli Architetti, l’Ambasciata generale Finlandese di Roma, l’Ente del Turismo Finlandese di Milano e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Como.

Elenco delle Commissioni dell’Ordine degli Architetti di Como 2002 Commissione viaggio M adrid 2002 Tagliabue Corrado (Presidente-Consigliere delegato) Mazzotta Gianfredo (Consigliere delegato) Andreu Franco (Consigliere delegato) Ortalli Marco (Consigliere delegato) Ballestreri Luca Bassano Pini

Rovere Diana Brovelli Daniela Scotti Tommaso Silva Marco Levi Susanna Vaccarella Gabriele Sala Paolo Carugati Gianfranco Mariani Leonardo Meroni Gian Paolo Ratti Bruno Robbiani Antonella Commissione urbanistica e territorio Butti Franco (Coordinatore Presidente dell’Ordine) Mazzotta Gianfredo (Consigliere delegato) Ortalli Marco (Consigliere delegato) Borghesani Bruno Falbo Arnaldo Tettamanti Giuseppe Venegoni Emanuela Franchi Giovanni Cavalleri Silvano Pierpaoli Michele Commissione parcelle Avedano Angelo (Presidente) Seneca Stefano (Segretario) Pierpaoli Michele (Consigliere delegato) Bianchi Fabio Brusa Anna Molteni Giovanni Morabito Simona Nava Enrico Nessi Carlo

Commissione sviluppo sostenibile Dal 1999, in seno all’Ordine degli Architetti di Como, è costituita la “ Commissione Sviluppo Sostenibile” che promuove la ricerca, l’approfondimento, l’elaborazione e la divulgazione di strumenti idonei a garantire una migliore qualità della vita e dell’ambiente. Nell’anno della sua costituzione i componenti della Commissione Sviluppo Sostenibile erano: Marco Brambilla, Elena Bocconi, Bianca Maria Ceriello, Michela Cogliati, Elisabetta Dei, Albino Pozzi, Natalia Rossi. Confrontandosi con iniziative e studi condotti in altri paesi, la Commissione ha ritenuto necessario promuovere iniziative di diffusione della conoscenza ecologica ad ogni livello. Il primo impegno della commissione è consistito nell’organizzazione del convegno “ CostruirEnergia” (Como 22-23 ottobre 1999), che ha affrontato, da vari punti di vista, tematiche legate al risparmio energetico. Successivamente, la Commissione ha continuato ad approfondire tali tematiche e a individuare le possibili iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento di enti, istituzioni ed operatori. La Commissione Sviluppo Sostenibile, dopo l’interesse suscitato attraverso l’organizzazione del Convegno “ Costruirenergia” ha continuato a promuovere i princìpi per i quali si è costituita. La maturata convinzione della necessità di focalizzare i concetti principali del costruire ecologico e tradurli in messaggi da divulgare e promuovere all’interno dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Como, all’esterno verso le amministrazioni e verso le scuole ha prodotto nel 2002 una mostra (formata da n.15 pannelli) quale strumento informativo-propositivo. La mostra, partendo dall’illustrazione dalle tematiche dello sviluppo sostenibile, illustra il contributo che l’architettura può dare

M. Rauch, ospedale Feldkirche.

al miglioramento ecologico dell’ambiente in cui viviamo, e si chiude con la proposta di realizzazione di un centro didattico sul costruire ecologico, iniziativa ormai da tempo attivata con successo in alcuni paesi europei. Il lavoro svolto relativo ai temi della bioarchitettura, può essere suddiviso in tre parti: • parte introduttiva che riassume l’aspetto socio-politico, economico, demografico e di utilizzo delle risorse disponibili, sintetizzando lo sviluppo sostenibile come sviluppo che soddisfa i bisogni presenti senza compromettere la possibilità delle generazioni future (Protocollo di Kyoto del 1997, Carta di Aalborg, conferenza di Marrakesh); • parte del costruire ecologico, dove vengono affrontate le tematiche dei materiali ecologici, il rapporto con il sito per un corretto sfruttamento dello stesso (da edificio energivoro a edificio che produce energia sfruttando semplici regole di progettazione), i vari aspetti bioclimatici passando dall’architettura solare di sistemi passivi (guadagno diretto, serra, muro trombe, camino solare, sistemi ipogei, pipe line, guadagno isolato, torre del vento, ecc.) a sistemi attivi e non da ultimo le energie alternative (es. l’energia irradiata dal sole sulla terra viene captata solo per il 15%, mentre la restante viene riflessa nello spazio); • la parte finale (basata sull’esperienza di paesi europei di centri campione fortemente caratterizzati) propone un modello per la realizzazione di un centro didattico e dimostrativo (Ecocentro) visitabile dagli amministratori, cittadini, progettisti che dimostri la concreta realizzabilità di interventi di risparmio energetico, di utilizzo di energie rinnovabili, di valorizzazione delle risorse ambientali nel nostro contesto. Elenco pannelli: • n. 1: Sviluppo Sostenibile; • n. 2: Chi minaccia la sostenibilità; • n. 3: Cos’è lo Sviluppo Sostenibile; • n. 4: Architettura e Sostenibilità;


Locandina del Seminario.

chitettura e Città per i paesi in via di Sviluppo, “ Johannesburg – Como: sostenibilità globale e locale” ; • 14 novembre: arch. Georg Frazzica collaboratore del prof. arch. Thomas Herzog, Bologna, “ L’architettura del sole” ; • 20 novembre: prof. arch. Gianni Beltrame, Milano, “ Attualità e prospettive dell’urbanistica ecologica” ; • 25 novembre: arch. Georg W. Reinberg, Vienna, Austria, “ L’architettura interpreta lo sviluppo sostenibile” . Hanno aderito all’iniziativa: Ordine Architetti P.P.C. - Como; Ordine Ingegneri di Como; Collegio dei Geometri di Como; Collegio dei Periti Industriali di Como; Provincia di Como; Comune di Como; Politecnico di Milano, Polo Regionale di Como; Collegio delle Imprese Edili e Affini di Como; Consorzio Comense Inerti; Punto Energia di Como; Associazione malattie respiratorie di Como; Eurotec; Coni comitato provinciale di Como; Arché Italia; Azienda Sanitaria Locale, Provincia di Como. È attualmente attivo un gruppo di lavoro allargato ad altri enti ed istituzioni della Provincia di Como che elabora ed approfondisce le seguenti proposte: • realizzare progetto-tipo centro bio-ecologico a scala provincialeregionale, didattico e dimostrativo sul risparmio energetico e sulla bioedilizia es: oko-station a Friburgo; • instaurare contatti e collegamenti con amministrazioni, enti e associazioni interessate o impegnate su queste iniziative; • elaborare proposte per le normative urbanistiche ed edilizie; • elaborare proposte di intervento nelle scuole della provincia (defi-

nizione di accordi con il provveditore, in attuazione del protocollo esistente tra C.N.A. e Ministero della Pubblica Istruzione). Nei prossimi mesi l’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Como parteciperà al convegno e mostra presso Villa Erba (Cernobbio) “ Giornate Lariane per l’Ambiente” (12-13-14 giugno 2003); ha patrocinato il Convegno “ La riduzione dei consumi energetici nel recupero edilizio. Progetto, tecniche e impianti” che si terrà presso il Comune di Mozzate (17 giugno 2003). La Commissione è inoltre attualmente impegnata nell’organizzazione del Corso di progettazione “ Architettura e Sviluppo Sostenibile” in programma per l’autunno 2003. Il corso è finalizzato all’acquisizione degli strumenti necessari per una corretta progettazione ecologica e bioclimatica. Le lezioni affronteranno i seguenti temi: inquinamento indoor, progettazione di edifici bio-ecologici, sostenibilità urbana e territoriale, valorizzazione delle risorse ambientali locali, utilizzo responsabile dell’energia. Il corso persegue la finalità di fornire una radicata consapevolezza circa l’importanza della “ questione ecologica” nelle costruzioni e una preparazione tecnica adeguata a una progettazione conformata a corretti criteri di sostenibilità ambientale. Le lezioni saranno tenute da docenti (italiani e non) qualificati e competenti nel campo. Si prevede una durata del corso non inferiore a 40 ore complessive. Argomenti del corso: • lo sviluppo sostenibile e la persona: ecologia del quotidiano, la casa sana, la casa malata; • lo sviluppo sostenibile e l’edificio: la progettazione e costruzione dell’edificio ecologico, i materiali ecologici, le tecniche costruttive, energia e impianti nella casa ecologica; • lo sviluppo sostenibile e il territorio: ecosistemi umani, l’ecologia nelle trasformazioni del territorio. Il corso è promosso da: Ordine degli Architetti della Provincia di Como, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como, Collegio Geometri della provincia di Como, Collegio Periti Industriali della Provincia di Como, Collegio delle imprese Edili e Affini della Provincia di Como. Dall’anno della sua fondazione ad oggi la Commissione Sviluppo Sostenibile e l’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Como hanno patrocinato e collaborato con altri Enti e associazioni impegnate nella ricerca e divulgazione dei temi Bioarchitettura e Sviluppo Sostenibile alla realizzazione di viaggi studio, convegni, mostre. • 7-9 settembre 2001: ViaggioStudio in Val Venosta: Materiali naturali e risparmio energetico. In collaborazione con Associazione Arché Italia; • 15-29 maggio 2002: Laboratorio didattico: La casa bio-ecologica

– Scuola Media Don Marmori (Cernobbio). Mostra lavori studenti e pannelli Arché. Patrocinio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Como; • 25-29 settembre 2002: Viaggio - Studio a Friburgo (Germania): Recupero ecologico urbano a Friburgo. In collaborazione con Associazione Arché Italia; • 7-13 ottobre 2002: Ciclo di conferenze a Inverigo (CO): Qualitas Terrae - Architettura; Ambiente e Territorio per una nuova qualità del vivere. Patrocinio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Como; Qualità del costruire – tecniche e materiali biocompatibili; • 3 aprile 2001: Visita tecnica guidata a Padova. Comune di Padova: “ Progetti per una città sostenibile” , politiche abitative, esperienze di bioarchitettura e urbanistica partecipata a Padova. In collaborazione con Associazione Arché Italia; • 15 febbraio 2002: Viaggio - Studio a Montecarasso, Novaggio (Svizzera): La qualità dell’abitare – risparmio energetico. In collaborazione con Associazione Arché Italia; • 13 aprile 2002: Visita tecnica guidata a Odalengo Grande (Monferrato), Travo (Piacenza): Bioarchitettura & risparmio energetico. In collaborazione con Associazione Arché Italia; • 11-16 aprile 2000: Ecodialogando – L’Attualità dell’Abitare (Milano); • 13 aprile 2000: Visita tecnica guidata a Lomagna (CO): Edificio per uffici – Segheria Galimberti. In collaborazione con Associazione Arché Italia. Attualmente i componenti della Commissione Sviluppo Sostenibile sono: Marco Brambilla, Elena Bocconi; Lucia Capellini, Bianca Maria Ceriello, Cogliati Michela, Mariangela Fossati, Davide Negri, Albino Pozzi, Natalia Rossi, Maurizio Tassi. Marco Brambilla, Natalia Rossi, Albino Pozzi

Commissione Concorsi La Commissione Concorsi ha svolto e svolge un duplice ruolo: • attività di consulenza e informazione a favore di Enti Pubblici e Privati che intendono definire concorsi di idee e di progettazione; • monitoraggio dei concorsi svolti e in svolgimento. In relazione all’attività di promozione, ogni qualvolta si viene a conoscenza che qualche A.P. ha l’intento di realizzare qualche opera pubblica, di pregio o meno, si interviene inviando una lettera in cui si offre la propria competenza e la disponibilità a cooperare per la organizzazione di un Concorso di Progettazione; allegando anche la pubblicazione redatta dalla Consulta Regionale Lombarda titolata

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• n. 5: Urbanistica Sostenibile; • n. 6: Indice tavole tecniche; • n. 7: Dal luogo al progetto; • n. 8: Involucro e comfort; • n. 9: Energie Alternative; • n. 10: Sistemi passivi; • n. 11: Sistemi attivi; • n. 12: Materiali; • n. 13: Materiali; • n. 14: Tecniche costruttive; • n. 15: Ecocentro. Coerente con il principio di divulgazione la Commissione ha previsto di continuare l’esposizione dei pannelli prodotti come mostra itinerante da esibire su richiesta delle amministrazioni, delle scuole e di tutti gli enti impegnati sul fronte dell’ecologia, della qualità dell’abitare e dello sviluppo sostenibile. Uno degli impegni più significativi della Commissione ha visto l’organizzazione nell’ottobre - novembre 2002 del ciclo di conferenze “ Architettura e sviluppo sostenibile” sui seguenti temi: Ecologia come criterio guida nella gestione del territorio; Tematiche Ambientali a livello generale; Pianificazione Urbanist ica secondo i princìpi dell’Eco-Sostenibilità; Architettura come interpretazione dello Sviluppo Sostenibile. Programma delle conferenze: • 25 ottobre: prof. arch. Martin Rauch, Schlins, Austria, “ Architetture di terra” ; • 30 ottobre: dott. prof. Albert Jacquard, Paris, Francia, “ Ecologia come fondamento etico delle trasformazioni territoriali” ; • 6 novembre: arch. Marina Pelfini (Como), ing. Ousmane Dicko (Mali), arch. Nancy Comacho (Colombia), Politecnico di Torino, Scola di Specializzazione Tecnologia, Ar-


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“ Linee Guida per la redazione di bandi di concorsi di architettura” e prendendo contatti con i responsabili degli uffici. In relazione al secondo argomento si è svolta l’analisi critica di tutti i concorsi svolti nell’ultimo decennio; analizzati attraverso l’esame dei relativi bandi e di tutti gli atti conseguenti, consultando a volte gli attori dei singoli concorsi, con raccolta dei risultati e dello stato di attuazione degli stessi; i primi dati sono stati oggetto di pubblicazione sul n. 11/2002 di “ AL” e portati al Convegno “ Concorsi di progettazione nella programmazione e realizzazione delle opere pubbliche e private” svolto a Rimini il 22 febbraio 2003. Il gruppo tiene anche aggiornato l’elenco dei concorsi, fornisce il materiale per lo spazio internet dell’Ordine, ma sopratutto continua a svolgere attività di ricerca e approfondimento con l’obbiettivo di perfezionare le procedure e lo svolgimento dei concorsi. È doveroso ricordare che i contributi della Commissione hanno consentito di annoverare l’Ordine di Como tra gli estensori e promotori del “ Decalogo Nazionale per la diffusione coordinata dei Concorsi di archit et t ura” (Assemblea C.N.A., Merano, 28 gennaio 2000) nonché delle già citate “ Linee Guida” pubblicate dalla Consulta regionale “ AL” , e, al momento, sta lavorando per la definizione di programmi per corsi di formazione di Programmatori/Coordinatori di Concorsi e per la formazione dei colleghi disponibili a far parte delle Giurie dei Concorsi stessi; tali programmi sono stati proposti alla Consulta Regionale per la eventuale cooperazione e coinvolgimento di altri Ordini lombardi. Come già illustrato in “ AL” 11/2002 la attività della Commissione e del Consiglio ha sicuramente contribuito a risvegliare l’interesse di Amministrazioni Pubbliche, e anche di qualche privato, e ha garantito contemporaneamente una garanzia di qualità nelle procedure più che sufficiente; ci si riferisce alla qualità di contenuti dei bandi, della documentazione predisposta, della congruità degli elaborati richiesti e della equità dei premi. Buona è stata anche la promozione generale del dibattito architettonico, realizzata attraverso la collaborazione alla organizzazione delle mostre e con la divulgazione dei risultati, che spesso hanno coinvolto anche il pubblico di cittadini non specialisti. Il numero dei concorsi promossi, nonostante sia rilevante rispetto a quello delle esperienze passate e della situazione generale nazionale, è ancora esiguo rispetto alle tante situazioni e occasioni in cui questo sistema progettuale risulterebbe opportuno. Pur rilevando un certo disappunto nei confronti di alcuni concorsi che, per cause più disparate, non sono approdati o non approdano alla realizzazione delle opere, queste

esperienze hanno comunque dimostrato la mancanza di fondamento delle “ accuse” talvolta rivolte ai concorsi, di lentezza delle procedure e di costi economici superiori alle altre modalità di incarico. Il raffronto con le altre situazioni ha invece portato a concludere che i tempi di fatto rilevati per queste procedure non sono certo più brevi, e che anzi, la chiarezza procedurale e di contenuti del concorso permette l’espletamento più veloce e senza pause delle diverse f asi proget t uali. Inolt re, se è vero che il concorso presenta costi chiari e rilevabili, è alt ret t ant o vero che le altre procedure hanno costi analoghi, salvo che non sono così evident i in quant o più difficilmente rilevabili o addirittura non rilevati. In questo senso comunque l’aspetto più interessante – e rilevato positivamente dalle Amm. che hanno colto l’esperienza – resta la possibilità di definire l’entità delle risorse disponibili per la realizzazione dell’opera e il poter scegliere il progetto che meglio sa coniugare qualità ed economicità. La Commissione Concorsi è attualmente composta da: Marco Brambilla, Giovanni Cavalleri (coordinatori); Marialberta Arnaboldi, Flavio Belotti, Sergio Bignami (ing.), Bruno Borghesani, Anna Brusa, Paola Calafiore, Ombretta Corti, Mario Frau, Giovanni Gaspa, Ivana Luoni, Michele Pierpaoli, Stefano Posterla, Giulio Sala, Stefano Seneca. Giovanni Cavalleri e Marco Brambilla

Architettura moderna e contemporanea: Helsinki 2003 La Commissione Cultura organizza ormai con cadenza annuale un viaggio-studio di aggiornamento professionale. Parigi, Londra, Amsterdam, Berlino Copenhagen, Madrid e quest’anno Helsinki. L’iniziativa ha il merito di mettere a confronto un’ampia e quanto mai diversificata produzione di architettura moderna e contemporanea. A prescindere della valutazione di ogni singolo edificio o spazio pubblico il tutto risulta interessante per il suo valore documentaristico, che intende mettere in luce, anche se in modo parziale lo stato dell’architettura dei paesi europei. Immaginare l’ambiente finlandese non è semplice a causa delle innumerevoli differenze, dove la natura assume un valore preponderante. Promuovere l’immagine dell’architettura in generale significa prendere coscienza della sua natura, del suo ruolo sociale e con questo avere, uno strumento per elaborare dei giudizi critici più consapevoli, in modo da distillare l’essenza del progetto. In Finlandia anche il susseguirsi

delle stagioni assume un andamento completamente diverso da quello mediterraneo, un percorso completo alla ricerca del rapporto architettura e luogo, architettura e luce, architettura e benessere; non un semplice viaggio, ma un vero percorso culturale consapevole ed itinerante. Componenti Commissione Viaggio: Corrado Tagliabue, Gianfredo Mazzotta (Responsabili Commissione e Consiglieri delegati), Laura Cappelletti, Roberta Fasola, Franco Tagliabue, Marco Silva, Susanna Levi, Enrico Redaelli, Lorenza Ceruti, Roberta Rovis, Alessandra Guanziroli, Chiara Viganò, Elena Galante, Emanuela Galfetti, Marco Frontini, Giovanni Cavalleri, Luca Balestreri, Stefano Seneca, Gianfranco Carugati, Antonella Robbiani.

Viaggio studio in Svizzera e Austria Un viaggio è l’occasione più vera per il confronto con noi stessi servendoci del filtro che regola le nostre emozioni e come in un treno, vediamo scorrere immagini di luoghi e guardandone più a fondo alcuni e lasciandocene alle spalle altri, riusciamo a comporre una nostra idea di luogo. È per questo che ci resterà il fondale costituito da quinte ordinate che individuano spazi qualificati dalla vita di ogni giorno; ci tornerà in mente l’apparente quiete delle città o meglio dei paesi visitati, sotto i quali si stendono in modo costante un tessuto sociale ed urbano che da molti anni ormai rivendica la sua esistenza parlando il linguaggio di una nuova architettura che noi spesso invidiamo. Un viaggio tra una parte della Svizzera e dell’Austria diventa, così, il modo per attraversare questi spazi, ascoltando le parole che la sua architettura usa nel comunicarsi all’esterno e codificando la relazione di questa architettura di qualità e di ricerca. È in questa chiave di lettura che si proverà a tradurre il nuovo modo di operare in paesi vicini come chilometraggio ma distanti sul fare architettura, avvicinandosi ad alcuni degli edifici che possono rappresentare ed insegnare qualcosa a noi architetti, cercando di leggere nei professionisti le intenzioni che li hanno motivati nel costruire l’idea fondante dei loro progetti. Così, ci troveremo davanti alcune opere che sono il frutto di soluzioni estetico-funzionali, ma che comunicano la loro forma in relazione alla spazialità necessaria al contesto con cui interagiscono. Le opere da visionare, sono, perciò, la diretta conseguenza di queste scelte, con la variante rappresentata dall’uso di nuovi materiali quali il ferro, l’acciaio, il vetro, e il legno componenti già essenziali per codificare un linguaggio di architettura che continua ad esprimere la volontà di semplificare e

contestualizzare l’organismo edilizio nella sua conformazione spaziale. Un percorso, speriamo se non completo esauriente, alla ricerca dell’entusiasmo, di idee nuove e ricchezza di spunti, ma anche consapevolezza tecnica, maestria in questo estemporaneo viaggio che mette a confronto scuole e tecniche dell’architettura alpina. Il viaggio si è articolato visitando le seguenti località: Coira, Vaduz, Lauterech, Dornbrin, Bregenz, Mader, Feldkirch, Vals. E visitando le opere di: Peter Zumthor, Dietmar Eberle, Carlo Baumschlager.

Corso di aggiornamento alla professione, aprile-maggio 2003 Gli incontri si terranno il sabato presso la sede dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e saranno aperti agli iscritti, gratuiti e senza obbligo di frequenza. Verrà rilasciato, a coloro che frequenteranno almeno 5 incontri, un attestato di frequenza. Gli argomenti trattati verranno svolti attraverso nozioni teoriche con l’ausilio di proiezioni ed esempi. La durata degli incontri sarà di ore 2,30 circa. Argomenti trattati • Introduzione al corso: albo professionale (relatore: arch. Franco Butti); organizzazione della professione; etica, deontologia (relatore: Angelo Monti), 5 aprile, ore 9.30. • Il progetto edilizio: il progetto e i suoi diversi livelli; interazione fra il professionista e il committent e (relat ore: Renat o Cont i); il progetto esecutivo; le procedure autorizzative (relatore: da definire); prevenzione incendi (relatore: Salvadorelio Marotta), 12 aprile, ore 9.30. • Normative e procedure nel rapporto A.S.L. (relatore: Biancamaria Sesana), 10 maggio, ore 9.30. • La direzione lavori: la conduzione del cantiere (relatore: Marco Ortalli); i dettagli esecutivi (relatore: Marco Vido), 17 maggio, ore 9.30. • Il progetto urbanistico: la città e l’urbanistica (relatore: Giuseppe Santangelo); i diversi livelli di pianificazione e la normativa (relatore: Bassano Pini); le analisi per la pianificazione; lettura di un P.R.U.G. (relatore: Gianfredo Mazzotta), 24 maggio, ore 9.30. • Nuova disciplina dei lavori pubblici: programmazione, progettazione, esecuzione dei lavori (relatore: Maurizio Veronelli); affidamento dei servizi attinenti all’architettura: incarichi e concorsi (relatori: Matteo Accardi, Corrado Tagliabue, Stefano Seneca), 31 maggio, ore 9.30. • Elementi di esercizio alla professione: disciplinare d’incarico (relatore: Angelo Avedano); tariffa professionale (relatore: Michele Pierpaoli), 7 giugno, ore 9.30.


a cura di Massimo Masotti

Attività dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Cremona, periodo maggio 2002 maggio 2003 L’attività del nostro Ordine in questo ultimo anno è stata molto intensa, anche se di poca visibilità esterna in quanto concentrata sulle problematiche legate ad aspetti di ordinaria amministrazione, come, ad esempio, il rispetto delle norme deontologiche, l’espressione di pareri legati alla professione, la verifica dei bandi dei concorsi di idee e gare di progettazione. Quest’ultimo aspetto ha comportato, spesso, un laborioso lavoro di “ correzione” che, alla luce dei diversi bandi pubblicati nell’ultimo anno, ha implicato un dispendio di risorse molto consistente. Il lavoro ha messo in risalto, però, il problema della scarsa preparazione nella predisposizione dei bandi, alla luce invece di disposizioni molto chiare contenute nelle Linee Guida della Consulta Regionale e nel Regolament o dei Lavori Pubblici 554/99. Un aspetto cui dedicare un maggior spazio di riflessione per il prossimo anno sarà proprio il tema dei bandi, soprattutto per ricercare le modalità operative di una collaborazione più stretta tra il nostro Ordine e chi redige i bandi stessi. Preziosa è stata anche l’attività dell’Ordine presso la Consulta di Milano, impegnando i nostri delegati nel difficile lavoro di tessitura dei rapporti con le diverse categorie professionali, con il mondo del lavoro, con l’Università e con gli Enti, in questa difficile fase di transizione, in attesa delle nuove disposizioni in merito al futuro degli ordini professionali All’interno dell’Ordine, le Commissioni Cultura, Giovani e Urbanistica, malgrado la limitata partecipazione degli iscritti, hanno contribuito a dare il proprio apporto analitico in merito ai principali aspetti della realtà professionale. Approfondimenti sono stati fatti anche per la recente riforma degli Ordini. La partecipazione degli iscritti è stata sempre, però, deludente. Addirittura imbarazzante nell’occasione dell’incontro con il presidente del C.N.A., arch. Raffaele Sirica, il cui intervento si è svolto di fronte a pochi intimi. L’attività del gruppo Interprofessionale, tavolo di lavoro congiunto delle diverse categorie professionali, ha permesso di dare più efficacia ai rapporti con i principali referenti dei professionisti, in parti-

colare con gli Enti Pubblici, anche attraverso l’organizzazione di incontri su temi di rilevante interesse tecnico. Tra le attività organizzate dell’Ordine nel periodo maggio 2002 – maggio 2003 segnaliamo: • Progetto Scultura e Città. Laboratorio di architettura e scultura, marzo - aprile 2003 L’Ordine degli Architetti di Cremona, attraverso il Coordinatore della Commissione Cultura arch. Massimo Masotti e in collaborazione con Michele Bozzetti, responsabile dell’Area Politiche Giovanili del Comune di Cremona, ha organizzato un progetto molto ambizioso quanto stimolante: mettere insieme giovani architetti e scultori per pensare alla caratterizzazione di alcuni spazi pubblici di Cremona con opere di scultura. Il Progetto si è svolto principalmente all’interno della manifestazione “ Happening – opera in corso” che si è tenuta a Cremona presso il Centro Culturale Santa Maria della Pietà, tra venerdì 4 aprile 2003 e domenica 13 aprile 2003 (anche se il lavoro degli architetti è iniziato molto prima), ha avuto tra i partecipanti, nomi importanti come Marco Nereo Rotelli (artista), Pier Vincenzo Rinaldi (architetto), Bob Krieger (fotografo), Enrico Ghezzi (critico-saggista). Le sinergie createsi tra artisti e architetti sono state la “ molla” (simbolo dell’iniziativa) che ha fatto crescere la sensibilità reciproca verso gli aspetti dell’osservazione della realtà e della successiva azione creativa. Hanno partecipato al laboratorio di architettura i giovani e per la maggior parte “ futuri” architetti: Elena Baila, Silvia Catelli, Stefano Ferla, Cristian Greppi, Annamaria Lupi, Benedetta Mori, Andrea Patto. Il gruppo di lavoro è stato validamente coordinato dagli architetti Francesco Pagliari e Pier Vincenzo Rinaldi. Un primo bilancio del lavoro finora svolto sarà presentato in un incontro pubblico il 13 giugno 2003. • La città visibile. Conversazioni con giovani architetti, novembre - dicembre 2002 Le Commissioni Cultura e Giovani dell’Ordine hanno organizzato un ciclo di incontri con alcuni giovani architetti sul finire del 2002, per iniziare un percorso di confronto e dibattito sui i diversi temi che offre oggi l’architettura, dal linguaggio formale alle scelte tecniche, senza tralasciare gli aspetti più squisitamente legati al lavoro, soprattutto nella fase di “ iniziazione” alla professione di architetto. Tra le “ Le città invisibili” di Calvino e le futuribili architetture di “ Next” alla Biennale di Architettura di Venezia, è stato necessario guardare anche alla realtà dell’attività dell’architetto di tutti i giorni, per toccare con mano i problemi e assaporare le soddisfazioni che questa professione offre.

I quattro incontri non hanno avuto l’ambizione di seguire un tema preciso, ma hanno delineato spunti, tracce di lavoro. Hanno partecipato agli incontri gli architetti: Giacomo De Amicis, BB Studio, Emilio Caravatti e lo studio Guidarini Salvadeo. • Proseguono, con buon esito, gli esperimenti per fornire in modo più veloce ed efficace le informazioni agli iscritti: tramite la rete internet con il nuovo rinnovato sito www.architetticr.it e il progetto newsletter; attraverso il prontuario su CD ROM per le informazioni di carattere normativo, tariffario, albo iscritti e altro ancora. • L’esperienza del Seminario Internazionale di Architettura, svoltosi nel mese di marzo 2002, troverà il suo completamento in una pubblicazione di prossima presentazione. Sarà l’occasione per fare il punto del lavoro svolto e per rilanciare, ancora una volta, il tema del progetto della città come momento fondamentale di crescita culturale architettonica ed urbanistica della città. • Altre iniziative in campo culturale hanno visto l’Ordine sostenitore di alcune iniziative editoriali, come per il contributo ai testi su Francesco Arata architetto e sui Dattaro, e per il convegno “ Liturgia, arte e tecnologia: celebrare con la luce” , svoltosi a Cremona il 12 marzo 2003 (in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Cremona). Nel convegno sono state presentate nuove tecnologie di illuminazione per gli edifici di culto, precedute da una interessante ricognizione storica sul tema della luce nelle chiese dall’antichità ad oggi. Sono intervenuti i relatori Silvano Maggiani (Pontificia Facoltà teologica Marianum in Roma), Giorgio della Longa (Facoltà di architettura Università degli studi Roma Tre), Eugenio Bettinelli (Prima Facoltà di architettura Politecnico di Milano). Interessante anche la registrazione dell’intervista al celebre regista Ermanno Olmi fatta dall’arch. Bettinelli. M. M.

Lecco a cura di Carmen Carabus e Giorgio Melesi

“ Se il segno è proprio dello spirito, e il colore è dei sensi, si deve prima fare il segno per coltivare lo spirito, per poi essere capaci di guidare il colore a un sentimento spirituale” (Henri Matisse). Conoscere il segno e provare quel sentimento di fronte a ciò che la ricerca dell’uomo ha saputo darci, quando: “ La luce piove in ogni cosa e i colori vari suscita dovunque si riposa” (Alessandro Manzoni). Pensare ad una architettura-urbanistica che nasca dalla domanda delle persone che la vivranno. Un corpo con un’anima, un bel corpo con una bella presenza colta, capace di stimolare l’intelletto, il pensiero, lo spirito, anche i sensi e un’anima altrettanto illuminata di bellezza, coraggio e amore. Perché non partire dal capire l’anima dando forma a questa bellezza? Partire dal centro del cuore della persona, estendendo questo principio alla struttura materiale che sono i luoghi dove viviamo. C. C. e G. M.

Un commento sul crescente interesse lecchese per l’arte romanica Da quando, poco più di trenta anni addietro, ho incominciato a pubblicare molteplici volumi e monografie in merito alle testimonianze, architettoniche e figurative, riferibili al periodo romanico nel territorio (letteralmente inteso) fra Lario e la Brianza, ho potuto constatare come l’interesse, da parte degli studiosi e degli appassionati di questo straordinario capitolo espressivo della creatività medievale in Lombardia, sia andato sempre più crescendo. A ricerche approfondite (spesso sfociate in risultati acutamente innovativi) sono andate così affiancandosi molteplici iniziative parallele, tese al recupero e alla valorizzazione di quel patrimonio culturale, di cospicua importanza anche a livello europeo, che si sviluppò in queste plaghe essenzialmente fra la fine del secolo X e l’inizio del XIII. All’apprezzamento, già da tempo riservato nei confronti di alcuni insigni monumenti (come i templi a Civate, Oggiono, Barzanò, Piona) si è andato aggiungendo gradatamente quello verso una molteplicità di altre espressioni del Romanico locale: realtà vista nella sua intrinseca globalità, ossia quale manifestazione non disgiunta fra elementi strutturali e decorativi. È stato infatti da tempo acutamente osservato, in contrasto ad

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S. Pietro al Monte, Civate. esempio rispetto al successivo periodo culturale gotico, come l’architettura romanica appaia correlata “ sintatticamente” all’apparato figurativo, pittorico e scultoreo, che correda detti monumenti (siano essi maggiori o minori) riferibili a tale importante fase artistica della creatività medievale. A questo ultimo proposito, è possibile pure oggi constatare come tale organicità, secondo la quale strutture e immagini compongono sempre un “ corpo unico” (non una “ massa paratattica” , quale quella delle chiese riferibili al periodo dell’architettura ogivale) costituisca una delle ragioni a causa delle quali i monumenti romanici esercitano su di noi una particolare e del tutto eccezionale suggestione. Infatti, alla interiorità delle formule (che nel coevo figurativismo appartengono a una versione, ancorché medievale, dell’astrazione e dell’anticlassicità), si correla la precitata organicità che appaga il nostro bisogno culturale d’interezza: si verifica cioè una totale simbiosi fra ideologia spirituale e coerenza nel modo di realizzare un progetto teso verso il trascendente. Rimandiamo a una eventuale futura occasione la possibilità di proporre (basandoci su alcune esemplificazioni: pure circa ritrovamenti inediti o ancora largamente misconosciuti) la strada lungo la quale si realizzò coerentemente, in questi territori, l’attuazione della creatività romanica. Resta comunque la convinzione (che nei più sensibili ricercatori è ormai da tempo una certezza) secondo la quale nel periodo medievale del quale parliamo venne a determinarsi una felice ” congiuntura culturale” , per molti aspetti non più superata nella sua importanza e, per più versi, rimasta irripetibile.

Il Romanico e le sue tracce nel territorio lecchese

Oleg Zastrow

Chiesa di S. Alessandro a Cavonio.

L’interesse per la produzione architettonica e storico-artistica di età romanica nel territorio lecchese si è manifestata negli ultimi tempi attraverso varie iniziative – visite guidate, conferenze, concerti e un apposito convegno – volte a mettere in luce aspetti diversi della società, della cultura e dell’arte di quell’epoca. A dire il vero non si tratta dell’età aurea della nostra provincia, che può vantare testimonianze ben più significative per altre fasi della storia dell’arte, come testimonia, ad esempio, la fioritura delle ville tra

XVII e XIX secolo. Ad eccezione di alcuni casi – primo fra tutti la basilica di S. Pietro al Monte a Civate – non sono molte, infatti, le strutture arrivate integre ai nostri giorni nonostante le stratificazioni secolari di rifacimenti e ristrutturazioni che, per contro, hanno trasformato in modo radicale l’aspetto originario di gran parte degli edifici. Particolarmente significativa, a questo proposito, è sembrata la selezione proposta nell’ambito della V Settimana della Cultura che, accanto alle principali emergenze romaniche, come S. Pietro al Monte, appunto, il Battistero di Oggiono o la chiesa di S. Margherita di Casargo, ha richiamato l’attenzione su edifici che, pur presentando una veste rinnovata dalle ricostruzioni subite, conservano ancora tracce significative della primitiva fondazione romanica. Tra questi, citiamo a titolo esemplificativo il poco noto campanile della chiesa dei SS. Nazaro e Celso, detta di “ S. Carlo” a Lecco, nel rione di Castello, l’abside della chiesa di S. Piet ro a Beolco di Olgiate Molgora, in una villa di proprietà privata, e quella – senz’altro meno appariscente – della chiesa di S. Ulderico a Casargo. Il primo, in posizione isolata rispetto alla chiesa (alla quale è collegato mediante un sottopasso) è intonacato all’esterno, ma dalla tribuna dell’edificio religioso se ne può osservare il paramento in pietra, scandito dal tipico fregio ad archetti pensili chiusi da lesene. Esso rammenta altri casi locali di torri campanarie di origine romanica, separate dal corpo principale, a Indovero (chiesa di S. Martino) e a Vendrogno (chiesa di S. Lorenzo) che, forse, svolgevano inizialmente una funzione strategica.

Se l’abside della chiesa di S. Pietro a Beolco di Olgiate Molgora conserva tre monofore riccamente decorate, quella della chiesa di S. Ulderico a Casargo, sulle pendici del monte Muggio, è soltanto intuibile esternamente dalla convessità della parete destra della sacrestia. La chiesa, già esistente alla fine del XIII secolo, fu ampliata tra Cinque e Seicento mediante la rotazione di novanta gradi della struttura primitiva, cosicché la nuova navata fu innestata sull’antica parete meridionale, mentre l’originaria abside semicircolare divenne l’attuale sacrestia. Altre volte, il cambiamento di orientamento che accompagnava l’ampliamento dell’edificio risulta meno evidente, come nel caso della chiesa parrocchiale di S. Eusebio a Pasturo, in Valsassina, che pure subì una sorte analoga. Altrove si identificano edifici che conservano le proporzioni originarie, ma i pesanti restauri subiti impediscono di apprezzarne pienamente le peculiarità stilistiche originarie, come accade per la chiesa di S. Alessandro a Cavonio, nel Comune di Dolzago. Anticamente inserita nelle proprietà dell’abate di Civate, fu costruita, presumibilmente nella seconda metà del XII secolo, con pietra da taglio locale di gradevole effetto cromatico. Presenta la struttura a navata unica con abside semicircolare decorata, esternamente, da un pregevole fregio ad archetti pensili in tufo. Il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, che elenca le chiese esistenti nell’Arcidiocesi di Milano sul finire del XIII secolo, suggerisce una ramificazione piuttosto fitta degli edifici ecclesiastici in età romanica e i casi citati, pur nella loro frammentarietà, lasciano sperare che un’indagine sistematica sulla traccia del testo di Goffredo porti alla luce preesistenze significative in altre chiese del territorio provinciale. Giovanna Virgilio, esercitatore di Storia dell’Arte all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Cantico delle pietre Colloquio con le pietre; con le pietre che parlano e che da noi, sul lago e in Brianza, lo fanno sottovoce e con un linguaggio, gli accenti e il colore degli speroni di montagna che precipitano nel lago o quello dei prati collinari in autunno. Nessuna importazione di materiali preziosi dall’Oriente (porfidi, basalti, onici e altro ancora) che, scaricati dalle navi veneziane, hanno bardato di finezze bizantine le chiese affacciate sull’alto Adriatico o semiaffondate nella piana umida di Pomposa. A S. Pietro al Monte l’allineamento in leggero pendìo lungo la discesa della montagna dell’insieme di S.


e diventa muro serrato a formare la torre quadrata, con poche aperture per le due o tre campanelle. La molera si accarezza con la mano e le dita seguono gli incavi che la pioggia e il vento hanno scavato e modellato con dolcezza, con più insistenza nel lato a nord, dove l’acqua viene schiaffata in orizzontale dai brevacci. Il colore è quello della sabbia dorata o verdognola, che non è ancora diventata pietra, e gli spigoli sono tutti arrotondati come se questa pasta non si fosse ancora rappresa e fosse ancora disponibile a essere modellata. Tuttavia la mano dell’ignoto scalpellino non si è abbandonata a decorazioni complesse, facilitate da una materia obbediente: una testa appena accennata (un Nivola o un Brancusi) nelle finestrelle absidali come a S. Pietro e Paolo a Beolco. La tessitura dei muri frequentemente è un mosaico di materiali e sfumature di colore, senza zone ben definite fra l’uso della molera e quello dei graniti. In un’area ristretta fra Oggiono, Dolzago, Barzanò, Beolco, Calco, a distanza pedonale, i muri parlano la stessa lingua senza aggettivi superlativi. Il sole, filtrato dalle foglie di un gelso o di un noce, scorre sulla

parete dell’abside, dà rilievo alla sua curvatura e cerca di insinuarsi con discrezione a piccoli salti: le finestrelle strombate a gradini, alla Carlo Scarpa, portano dentro quel poco di luce che serve a non inciampare con gli zoccoli sul pavimento di cotto o di pietra o di terra battuta, tanto nessuno deve leggere, solo il celebrante con la sua candela. Nessuno sa leggere, ma tutti pregano e cantano a memoria, in latino: una strofa gli uomini raccolti nel lato destro, l’altra strofa le donne col velo nero. Se vai a S. Giorgio di Annone in Brianza in ottobre, verso sera, i muri e la collina che li regge, prendono lo stesso colore, quello del miele e anche il cielo si adegua prima di passare ai toni forti del tramonto. I campi di orzo e di miglio, prima dell’arrivo del granoturco e il lago, più spesso ventoso che tranquillo, sono i fondali di un teatro vissuto quotidianamente ma più intensamente la domenica e nelle ore degli avvenimenti forti della vita. Quando ormai il sole è quasi nascosto dietro le ultime colline o di là dal lago e in filo di luce attraversa come una freccia la navata e stampa sulla parete opposta il rettangolo arcuato della finestrella, l’ultimo inno del vespero: ” Te lucis ante terminum…” chiude la domenica e fino alla prossima le pietre tacciono. Bruno Bianchi

Il colore del Romanico “ Di che colore è il Romanico?” mi chiese un collega in una riunione culturale. Già, di che colore è? Dopo lo stile Bizantino e dopo secoli oscuri ed agitati di invasioni barbariche, fa capolino il Romanico, ed assume una sua forma definitiva intorno al secolo XI. È noto che il potere dominante dell’epoca era costituito dalla Chiesa ed in particolare dai due ordini monastici dei Benedettini e dei Ci-

stercensi i cui grandi complessi abbaziali rispettivamente di Cluny e di Citeaux in Francia esercitarono una potente influenza religiosa, architettonica, artistica sull’intera cristianità occidentale. Le ragioni funzionali erano, da un lato, lo sviluppo del culto dei santi e, dall’altro, la diffusione della messa quotidiana da parte di ogni sacerdote. Quindi occorrevano un maggior numero di altari e per contenerli la soluzione più ovvia era un numero crescente di cappelle. Come fare? Se la materiale opera muraria fu da sempre compito dell’uomo del mestiere, la progettazione di chiese e monasteri del primo Medioevo fu sovente dovuta ad opera di ecclesiastici. Dopo tutto, durante quei secoli, pressappoco tutti i letterati, gli intellettuali, i raffinati, erano chierici. Tutti i loro sforzi si concentrarono quindi in significative innovazioni permeate con l’energia del loro spirito, proteso verso l’assoluto Divino, ed esprimevano la nuova volontà di ordinare e chiarificare lo spazio e l’anima. Nasce così l’architettura con le piante abbaziali a forma di croce latina, espressione architettonica ideale del momento più alto della Cristianità medievale, complice la Riforma che affermava la superiorità Vaticana sulla corona imperiale. Si chiamarono a raccolta da tutta l’Europa i cavalieri per difendere la Terra Santa (anno 1095 - prima Crociata), si crearono nuovi itinerari per i pellegrini e nuovi veicoli di comunicazione culturale religiosa. L’autorità della Chiesa, quale forza disciplinante, dominava senza restrizioni su tutto e tutti. In altre parole, tutta l’arte romanica è cont raddist int a da un profondo senso del drammatico, caratterizzata dall’esaltazione della materia intesa, però, come mezzo per esprimere un archetipo ideale, trascendente e mistico. Al collega potrei rispondere che il colore del Romanico era quello divino, “ voluto” in terra dalla Chiesa. Angela Piga

San Giorgio di Varenna.

SS. Colombando a Calco.

Pianta dell’abbazia di Cluny (c. 955-81).

Cluny, Chiesa abbaziale come fu com. circa nel 960 e consacrata nel 981.

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Pietro, della grande scala e di S. Benedetto, estrae direttamente dalla montagna i corsi di pietra scalpellati con cura e con una fatica che la durezza degli spigoli taglienti non nasconde. Da Varenna in su i blocchi di serizzo, soli o abbinati alla locale pietra calcarea, raramente alla molera, che riappare a Piona, sembrano l’unico materiale degno di fondare una chiesa. I massi, fra i castani o rotolati sulle rive del lago, trovati spinti a valle dal ghiacciaio e tagliati con centinaia di cunei di ferro che risuonano nei boschi come uno xilofono, sfoderano sulla facciata di S. Giorgio il loro campionario di ghiandone e di granito a grana fine di Val Masino e di San Fedelino. Oltre Bellano la pietra si fa più scura, nella roccia, nelle case, nei rustici mai intonacati e nelle chiese: comincia un altro paese, più antico, più severo e lontanissimo dalle dolcezze del centro-lago. Il campanile di S. Quirico e Giovita a Dervio, dello stesso colore e della stessa materia della roccia che gli incombe sopra, quasi nera e alla quale il campanile appartiene come una stalattite, è un unico blocco scuro dalla cuspide che scivola nelle quattro falde a gradoni di piote quasi senza gronda


L’architettura dei canti gregoriani Andiamo a visitare le chiese romaniche: rappresentano il tempio cattolico del luogo in cui si trovano. Sono, perciò, testimoni dell’evolversi della piccola comunità urbana. L’Europa, infatti, trovava la sua identità grazie alle comunità religiose che mantenevano forte l’interrelazione fra i popoli che la componevano. Un comune denominatore quale il canto, ad esempio, era per i religiosi costituito dalla lingua latina, per il popolo dalla lingua

poli “ barbari” . Non solo nella musica, ma anche nella scultura e nella architettura, questa fusione, maturata poi nel corso dei secoli, fu all’origine di uno stile artistico completamente europeo: il Romanico. L’altra sera, al concerto, i canti gregoriani hanno lasciato il messaggio divino inciso sulle pietre; il tempio ha un’anima che si rigenera ogni volta con il canto degli uomini che in mano sostengono lo spartito; lo spazio e la luce soffusa attraverso le pietre scolpite illuminano il coro rigorosamente distribuito vicino all’altare. Nell’abside

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Incisione raffigurante la chiesa di Cluny (c. 1088-1130). vernacolare. La musica si propagava lungo il percorso dei pellegrinaggi che univano i luoghi religiosi. Il canto gregoriano, nel rituale giornaliero, era manifestazione di elogio alla vita in ringraziamento a Dio, rafforzando la bellezza e il senso della preghiera. Fu l’abate di Cluny, Odon, trattatista musicale, a dare un impulso attivo alla musica corale, ottenendo per la abbazia il maggior prestigio all’epoca. Si cantavano più di 100 salmi al giorno e nei viaggi di ispezione ad altri monasteri si dedicò a migliorare l’istruzione dei vari cori. Il metodo Odon, come si può leggere nel trattato conservato alla biblioteca di Cluny, ha incluso la misura matematica degli spazi monocordi, permettendo di stimare con esattezza l’altezza e gli intervalli di ogni canto gregoriano. Il monaco Guido d’Arezzo, autore di trattati musicali e inventore della notazione musicale, raffinò il metodo Odon superando il sistema di insegnamento precedente secondo il quale i cantanti erano costretti ad imparare solo a memoria e dovevano avere, come garanzia di autenticità, l’insegnamento di un maestro diplomato alla Schola Cantorum, fondata a Roma da Gregorio Magno. Il metodo di Odon fu la base per le invenzioni di Guido d’Arezzo, il pentagramma e il solfeggio, che, prendendo alcune sillabe dall’inno a San Giovanni, le caratterizzò con note o gradi della scala DO(UT)-RE-MI-FA-SOL-LA. Solo qualche anno dopo si aggiunse la settima nota: SI, ovvero le due iniziali del nome latino di San Ionnes. La musica, si può dire, fu il risultato della fusione della monofonica del sud con la polifonica del nord; la tradizione mediterranea della melodia, dunque, entrò in contatto con il canto a diverse voci del nord, frutto dell’espansione a settentrione della chiesa romana, che qui attingeva energia dai po-

s’intravvedono resti di affreschi autentici con racconti biblici. Il suono del flauto o la vocalizzazione di una giovane ragazza entusiasmano il pubblico che può assistere alla visione completa di una rappresentazione effimera del passato. Fuori dal tempio aspettava il “ minstrel” o trovatore, accompagnato dalla lira o viola, per mettere in musica i versi dei racconti, le gesta di uomini eroici, soprattutto guerrieri, che difendevano i sovrani. La canzone di Rolando è il simbolo per eccellenza dell’arte epica per linguaggio, stile e forma. Insieme al Tappeto di Bayeux è un esempio della rappresentazione della vita fuori dalle mura di un monastero, dove la conquista del potere da parte dei signori feudali era ottenuta sui campi di battaglia e voluta da Dio, che non poteva dare la vittoria che ai giusti. Carmen Carabus

Raccolte differenziate. Pagine da rigenerare per punti di vista atipici “ La popolazione per undici mesi all’anno amava la città che guai toccargliela: i grattacieli, i distributori di sigarette, i cinema a schermo panoramico, tutti motivi indiscutibili di continua attrattiva. L’unico abitante cui non si poteva attribuire questo sentimento con certezza era Marcovaldo; ma quel che pensava lui – primo – era difficile saperlo data la scarsa sua comunicativa, e – secondo – contava così poco che comunque era lo stesso” . A un certo punto dell’anno, cominciava il mese d’agosto. Ed ecco: s’assisteva a un cambiamento di sentimenti generale. Alla città non voleva bene più nessuno: gli stessi grattacieli e sottopassaggi pedonali e autoparcheggi fino a ieri tanto

amati erano diventati antipatici e irritanti. La popolazione non desiderava altro che andarsene al più presto: e così a furia di riempire treni e ingorgare autostrade, al 15 del mese se ne erano andati proprio tutti. Tranne uno. Marcovaldo era l’unico abitante a non lasciare la città. Uscì a camminare per il centro, la mattina. S’aprivano larghe e interminabili le vie, vuote di macchine e deserte; le facciate delle case, dalla siepe grigia delle saracinesche abbassate alle infinite stecche delle persiane, erano chiuse come spalti. Per tutto l’anno Marcovaldo aveva sognato di poter usare le strade come strade, cioè camminandoci nel mezzo: ora poteva farlo, e poteva anche passare i semafori col rosso, e attraversare in diagonale, e fermarsi nel centro delle piazze. Ma capì che il piacere non era tanto il fare queste cose insolite, quanto il vedere tutto in un altro modo: le vie come fondovalli, o letti di fiumi in secca, le case come blocchi di montagne scoscese, o pareti di scogliera. Certo, la mancanza di qualcosa saltava agli occhi: ma non della fila di macchine parcheggiate, o dell’ingorgo ai crocevia, o del flusso di folla sulla porta del grande magazzino, o dell’isolotto di gente ferma in attesa del tram; ciò che mancava per colmare gli spazi vuoti e incurvare le superfici squadrate, era magari un’alluvione per lo scoppio delle condutture dell’acqua, o un’invasione di radici degli alberi del viale che spaccassero la pavimentazione. Lo sguardo di Marcovaldo scrutava intorno cercando l’affiorare d’una città diversa, una città di cortecce e squame e grumi e nervature sotto la città di vernice e catrame e vetro e intonaco. Ed ecco che il caseggiato davanti al quale passava tutti i giorni gli si rivelava essere in realtà una pietraia di grigia arenaria porosa; la staccionata d’un cantiere era d’assi di pino ancora fresco con nodi che parevano gemme; sull’insegna del grande negozio di tessuti riposava una schiera di farfalline di tarme, addormentate. Si sarebbe detto che, appena disertata dagli uomini, la città fosse caduta in balia d’abitatori fino a ieri nascosti, che ora prendevano il sopravvento: la passeggiata di Marcovaldo seguiva per un poco l’itinerario d’una fila di formiche, poi si lasciava sviare dal volo d’uno scarabeo smarrito, poi indugiava accompagnando il sinuoso incedere d’un lombrico. Non erano solo gli animali a invadere il campo: Marcovaldo scopriva che alle edicole dei giornali, sul lato nord, si forma un sottile strato di muffa, che gli alberelli in vaso davanti ai ristoranti si sforzano di spingere le loro foglie fuori dalla cornice d’ombra del marciapiede. Ma esisteva ancora la città? Quell’agglomerato di materie sintetiche che rinserrava le giornate di Marcovaldo, ora si rivelava un mosaico di pietre disparate, ognuna ben distinta dalle altre alla vista e al contatto, per du-

rezza e calore e consistenza. Così, dimenticando la funzione dei marciapiedi e delle strisce bianche, Marcovaldo percorreva le vie con zigzag da farfalla, quand’ecco che il radiatore d’una “ spider” lanciata a cento all’ora gli arrivò a un millimetro da un’anca. Metà per lo spavento, metà per lo spostamento d’aria, Marcovaldo balzò su e ricadde tramortito. La macchina, con un gran gnaulìo, frenò girando quasi su se stessa. Ne saltò fuori un gruppo di giovanotti scamiciati. “ Qui mi prendono a botte, – pensò Marcovaldo, – perché camminavo in mezzo alla via! ” I giovanotti erano armati di strani arnesi. – Finalmente l’abbiamo trovato! Finalmente! – dicevano, circondando Marcovaldo. – Ecco dunque, – disse uno di loro reggendo un bastoncino color d’argento vicino alla bocca, – l’unico abitante rimasto in città il giorno di ferragosto. Mi scusi, signore, vuol dire le sue impressioni ai telespettatori? – e gli cacciò il bastoncino argentato sotto il naso. Era scoppiato un bagliore accecante, faceva caldo come in un forno, e Marcovaldo stava per svenire. Gli avevano puntato contro riflettori, “ telecamere” , microfoni. Balbettò qualcosa: a ogni tre sillabe che lui diceva, sopravveniva quel giovanotto, torcendo il microfono verso di sé: – Ah, dunque, lei vuol dire... – e attaccava a parlare per dieci minuti. Insomma, gli fecero l’intervista. – E adesso, posso andare? – Ma sì, certo, la ringraziamo moltissimo... Anzi, se lei non avesse altro da fare... e avesse voglia di guadagnare qualche biglietto da mille... non le dispiacerebbe restare qui a darci una mano? Tutta la piazza era sottosopra: furgoni, carri attrezzi, macchine da presa col carrello, accumulatori, impianti di lampade, squadre di uomini in tuta che ciondolavano da una parte all’altra tutti sudati. – Eccola, è arrivata! è arrivata! – Da una fuoriserie scoperta, scese una stella del cinema. – Sotto, ragazzi, possiamo cominciare la ripresa della fontana! Il regista del “ teleservizio” Follie di Ferragosto cominciò a dar ordini per riprendere il tuffo della famosa diva nella principale fontana cittadina. Al manovale Marcovaldo avevano dato da spostare per la piazza un padellone di riflettore dal pesante piedestallo. La gran piazza ora ronzava di macchinari e sfrigolii di lampade, risuonava di colpi di martello sulle improvvisate impalcature metalliche e d’ordini urlati... Agli occhi di Marcovaldo, accecato e stordito, la città di tutti i giorni aveva ripreso il posto di quell’altra intravista solo per un momento, o forse solamente sognata” . da: Italo Calvino, Marcovaldo, capitolo 18, La città tutta per lui, estratto a cura di Monica Corti e Stefano Leidi


a cura di Sergio Cavalieri

2002-2003, l’attività dell’Ordine L’ultimo anno ha visto il Consiglio impegnato in una attività particolarmente intensa. Oltre alle numerose partecipazioni dei nostri delegati alle Commissioni delle Consulte, nazionali e regionali, riguardanti Tariffe, LL.PP., Leggi urbanistiche, T.U. Edilizia, anche a livello locale sono state portate avanti molteplici iniziative. Il Consiglio ha organizzato una serie di riunioni in quattro località “ periferiche” della provincia mantovana, garantendo in tal modo una presenza capillare sul territorio e favorendo un maggior coinvolgimento degli iscritti; ciò sia per una migliore diffusione e conoscenza dell’operato dell’Ordine stesso, sia per recepire le problematiche che caratterizzano le differenti realtà territoriali, e per poter, di conseguenza, elaborare adeguate strategie. Molto impegno ha richiesto il monitoraggio di concorsi e bandi, che in taluni casi ha anche richiesto la segnalazione all’Autorità di Vigilanza competente in materia; parallelamente, onde incentivare e diffondere l’utilizzo di uno strumento valido come il concorso di progettazione, il Consiglio ha gettato le basi per l’organizzazione di una commissione in grado di costituirsi come valido supporto tecnico alle Amministrazioni per la redazione o la revisione degli articolati dei bandi. È stata inoltre avviata una proficua collaborazione con la Consulta Tecnica Provinciale, che vede quali suoi componenti i rappresentati delle professioni tecniche; uno degli argomenti più discussi in tale sede è stato il Regolamento di Igiene del Comune di Mantova. Tra le altre iniziative è stato organizzato, in collaborazione con la Consulta Tecnica Provinciale di Mantova, un Corso sulla “ Certificazione di Qualità ISO 9000-2000” , che ha trovato positivo riscontro presso gli iscritti. Anche le Commissioni interne dell’Ordine hanno raggiunto buona parte degli obiettivi prefissati ed ulteriori iniziative sono in corso di definizione. Nel mese di novembre la Commissione Professione, coordinata dall’arch. Francesco Cappa, ha organizzato una serie di incontri sui temi della Assicurazione Professionale, della Previdenza Complementare e delle Agevolazioni Fiscali per i professionisti. L’iniziativa, pensata soprattutto per i colleghi professionalmente “ giovani” come occasione di conoscenza di strumenti tanto importanti e fondamentali nella nostra professione, ha rappresentato anche per tutti gli altri colleghi un momento di

approfondimento e di chiarimento. Da parte sua, la Commissione Giovani, coordinata dall’arch. Cristiano Guerrieri e dall’arch. Manolo Terranova, ha bandito un concorso di idee per l’ideazione del logo dell’Ordine e lo studio delle sue possibili applicazioni su carta intestata e biglietti da visita, buste, tesserino di identificazione, spilla. Il concorso, esteso a livello nazionale, era riservato ad architetti, designer e grafici e agli studenti di facoltà universitarie e scuole medie superiori trattanti le discipline indicate. L’iniziativa ha riscosso un grande successo, sia per l’alto numero di partecipanti, sia per il livello qualitativo delle proposte. In occasione dell’annuale Assemblea degli Iscritti, che si è tenuta lo scorso 6 giugno, ha avuto luogo la premiazione dei vincitori e l’inaugurazione dell’esposizione degli elaborati; quest’ultima si protrarrà fino al prossimo settembre. Nel mese di novembre si è tenuto un interessante incontro con il Comandante dei Vigili del Fuoco, ing. Oliviero Deodoro, che ha illustrato le ultime novità in materia di prevenzione incendi, unitamente alle metodologie di presentazione delle domande. In particolare è stato analizzato il D.M. 18.9.2002, riguardante l’approvazione della regola tecnica di Prevenzione Incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture pubbliche e private. Il gruppo di lavoro della Commissione Cultura coordinata dall’arch. Sergio Cavalieri, ha organizzato la mostra ” Modernità dell’architettura nel territorio mantovano” . La mostra, che ha avuto luogo dal 12 aprile al 2 giugno nelle sale del Palazzo Te, ha avuto grande riscontro sia di pubblico che di critica. Il catalogo della mostra, che si propone come una guida sulle architetture del territorio mantovano dal 1900 ad oggi, propone “ …cinquantasette realizzazioni aventi carattere di innovazione tecnologica e compositiva ed in grado di esprimere in modo originale le istanze architettoniche e culturali del loro tempo …” L’arch. Michele Annaloro, webmaster dell’Ordine, ha curato la ristrutturazione del nostro “ sito web” per renderlo più completo e di facile consultazione. In collaborazione con l’arch. Ernesto Morselli si è tenuto un interessante corso di Feng Shui, di cui è stato relatore l’arch. Stefano Parancola. Il Feng Shui, l’antica arte cinese del Vento e dell’Acqua, ha come obiettivo primario quello di ricercare il benessere dell’uomo negli ambienti confinati e non, studiandone le interrelazioni tra la triade Cielo-Uomo-Terra. Il corso, articolato in due incontri, prevedeva un serie di lezioni esplicative ed una esercitazione finale. L’ultimo anno ha visto rinsaldarsi la collaborazione tra l’Ordine e il Politecnico di Milano. Tra le varie iniziative nei mesi di maggio e giugno si è tenuto un ciclo di tre incontri organizzato dal Laborato-

rio di Pianificazione del Centro per lo Sviluppo del Polo di Mantova dal titolo “ Le trasformazioni del paesaggio: approcci e casi studio” . In tale contesto si è posto l’accento sul ruolo fondamentale del progetto paesistico quale strumento che ha come fine non solo la salvaguardia dei paesaggi storico-culturali, ma soprattutto la sostenibilità dello sviluppo per la creazione di nuovi paesaggi. S. C.

Milano a cura di Antonio Borghi e Roberto Gamba

Commissione Parcelle e Sportello di consulenza sulle Tariffe In una realtà professionale in continua evoluzione, l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano si propone di perfezionare e migliorare il rapporto con gli iscritti introducendo una nuova organizzazione della Commissione Parcelle e dello Sportello di Consulenza sulle Tariffe. A partire dal 1° marzo 2003 la nuova organizzazione non prevede più il rilascio del parere preventivo che l’Ordine esprimeva per iscritto prima che la parcella venisse inviata al Committente. Sarebbe auspicabile quindi che l’iscritto si rivolga con più frequenza ai servizi forniti dallo Sportello di Consulenza sulle Tariffe, al fine di fruire di un parere sulla corretta stesura della parcella ed evitare così il sorgere di controversie sull’interpretazione delle Tariffe. Per garantire uniformità e condivisione di vedute e accelerare i tempi di convalida delle parcelle la Commissione Parcelle e lo Sportello di Consulenza sulle Tariffe vengono unificati in un’unica Commissione, costituita da 15 commissari che si occuperanno sia delle procedure di convalida delle parcelle sia di fornire pareri verbali agli iscritti. Ricordiamo che: • per parcella si intende qualsiasi documento (fattura, nota “ proforma” , ecc.) già inviata al committente, con cui il professionista chiede il pagamento di un compenso professionale per una prestazione effettuata per conto del committente stesso; • per convalida si intende la valutazione della rispondenza alle norme vigenti del compenso professionale richiesto effettuata sulla base degli elaborati progettuali e sulle dichiarazioni rese dal professionista; • per parere di congruità si intende la sola valutazione della rispondenza tra il contenuto della parcella del disciplinare o del contratto e le Tariffe Professionali, prescindendo da ogni valutazione degli elaborati progettuali. Il parere di congruità viene rilasciato su una parcella oppure su un disciplinare di incarico o contratto, non ancora sottoscritti dalle parti. La Commissione Parcelle è un organo consultivo del Consiglio dell’Ordine. Lo Sportello Tariffe è un servizio di consulenza agli iscritti dell’Ordine sulla interpretazione e applicazione delle Tariffe professionali.

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• La Commissione Parcelle: cosa fa? Esprime pareri sugli onorari professionali esposti dagli iscritti in relazione alle leggi vigenti sulle tariffe e sulla loro applicazione. La C.P. esprime pareri f ormali scritti di convalida e congruità quando: – le prestazioni a cui si riferiscono rientrano nelle competenze della professione di architetto; – gli accordi a base dell’affidamento di incarico (verbali oppure formalizzati da un contratto sottoscritto dalle parti) si riferiscono esplicitamente alla Tariffa professionale, Legge 2.3.49 n. 143, e successive modifiche ed integrazioni, oppure al D.M. 4.4.2001; – le prestazioni sono aggiuntive rispetto a quelle già previste e regolate da un contratto sottoscritto dalle parti (ad es. varianti); – le prestazioni rappresentano solo una quota di quelle previste da un contratto sottoscritto dalle parti, a causa di interruzione di incarico. • Lo Sportello Tariffe: cosa fa? Fornisce pareri unicamente verbali, che in nessun caso costituiscono presupposto di convalida, relativamente a: – prestazioni ancora da svolgere; – quesiti relativi all’applicazione delle Tariffe Professionali; – quesiti relativi a disciplinari di incarico; – criteri di calcolo degli onorari. • La Commissione Parcelle: cosa non fa? La C.P. non esprime pareri di convalida e di congruità quando: – le prestazioni cui si riferiscono non rientrano nelle competenze della Professione di architetto; – gli accordi a base dell’affidamento di incarico (verbali oppure formalizzati da un contratto sottoscritto dalle parti) non si riferiscono esplicitamente alla Tariffa professionale, Legge 2.3.49 n. 143, e successive modifiche ed int egrazioni, oppure al D.M . 4.4.2001. • Lo Sportello Tariffe: cosa non fa? Non esamina gli elaborati progettuali, compito di esclusiva competenza della Commissione Parcelle a seguito di richiesta di convalida. • La Commissione Parcelle: quanto costa? Diritti di convalida pari all’1,5% dell’importo totale degli onorari e spese (più marca da bollo da € 1,29 per import i superiori a € 77,47). • Lo Sportello Tariffe: quanto costa? Il servizio è gratuito. • La Commissione Parcelle: come si accede? Inviando la parcella da convalidare completa della documentazione come indicato nei nuovi moduli prestampati, reperibili in Segreteria o scaricabili dal sito www.ordinearchitetti.mi.it, servizi, parcelle, modulistica per la richiesta di convalida delle parcelle.

• Lo Sportello Tariffe: come si accede? A seguito di invio di fax al n. 02 62534209 o e-mail parcelle@ordinearchitetti.mi.it con indicazione sommaria del quesito da porre, al quale verrà data risposta telefonica oppure fissando un appuntamento.

Le “serate” della Fondazione dell’Ordine degli architetti La “ Fondazione” , quale strumento dell’Ordine, non soggetto ai vincoli istituzionali, istituisce corsi di perfezionamento ed aggiornamento; promuove e realizza iniziative editoriali; attività di ricerca tecnico scientifica nelle materie oggetto della professione di architetto anche tramite convegni, riunioni, mostre, seminari di studio; provvede alla tutela e alla conservazione degli archivi e del materiale di architetti di particolare interesse culturale. Elenchiamo di seguito gli incontri che si sono effettuati tra il settembre dello scorso anno e il luglio 2003, presso la sede dell’Ordine in via Solferino 19, a Milano: • SS 9 Architettura del paesaggio e architetture nel paesaggio, da una tesi di laurea sulla via Emilia tra Milano ed il Po, una mostra e una discussione su metodi di analisi e rappresentazione del territorio. 7 novembre 2002 Giancarlo Consonni Massimiliano Farina Francesco Jodice Arturo Lanzani Modera: Maurizio Carones • La Mano, i Sensi, la Materia Angelo Mangiarotti percorre liberamente le possibilità della forma tra Architettura design e scultura. Una mostra di disegni e un libro documentano l’itinerario di un maestro. 21 novembre 2002 Beppe Finessi Luca Molinari Modera: Franco Raggi • Progetto Ansaldo: Avanzamento Lavori A due anni dall’aggiudicazione del concorso vinto da David Chipperfield, una discussione e una verifica sull’avanzamento del progetto. 28 novembre 2002

Salvatore Carrubba David Chipperfield Enrico Morteo Alessandra Mottola Molfino Giovanni Verga Modera: Franco Raggi • Architettura Svizzera: un Cantone in Cd rom Documentare digitalmente l’architettura e il territorio. Un Cd racconta come una guida interattiva la nuova architettura Ticinese attraverso itinerari, interviste, mappe, disegni, panoramiche digitali e filmati. 5 dicembre 2002 Luca Ortelli Alessio Petralli Fabio Reinhardt Gabriella Zannone Milan Modera: Giulio Barazzetta • La Scala-Lavori in corso Il progetto per il restauro del Teatro alla Scala. 24 febbraio 2003 Daniela Volpi Riccardo De Corato Mario Botta Antonio Acerbo Carla di Francesco Francesco Dal Co • 65 progetti italiani Discussione sulla mostra e sul volume Dal futurismo al futuro possibile nell’architettura italiana contemporanea (Edizioni Skira) 16 aprile 2003 Renata Bizzotto Fulvio Irace Livio Sacchi Franco Purini Modera: Luca Molinari • Stazione Centrale: quale futuro? Discussione e presentazione del progetto di trasformazione della Stazione Centrale di Milano. 5 maggio 2003 Marco Tamino Carla di Francesco Aldo De Poli Rossana Bossaglia Modera: Valerio Mosco • De Finetti Milano-Costruzione di una città In occasione della riedizione del volume a trent’anni dalla prima pubblicazione (Edizioni Hoepli) Guido Canella Sergio Brenna Matteo Bolocan Goldstein Daniele Vitale Introduce: Giulio Barazzetta

• Milano com’è e come sarà Le trasformazioni edilizie in corso di realizzazione a Milano rendono necessaria una riflessione sulle nuove procedure e sui risultati costruiti. Apriamo la discussione. 19 giugno 2003 Giulio Barazzetta Cecilia Bolognesi Ennio Brion Federico Oliva Deyan Sudjic Paolo Simonetti Giovanni Verga Cino Zucchi Modera: Ugo Rivolta • Gli spazi di Achille Dal design all’allestimento: un omaggio all’opera di Achille Castiglioni in occasione di una mostra/ricerca degli studenti della Facoltà di Architettura del Politecnico. 3 luglio 2003 Pierluigi Cerri Enrico Morteo Gianni Ottolini Vanni Pasca • Boris Podrecca: itinerari di architettura tra Milano e Vienna L’incontro con l’architetto viennese offre l’occasione per conoscere i suoi progetti più recenti e per una riflessione sulla dimensione europea dell’architettura. 17 luglio 2003 Boris Podrecca Antonio Borghi

Attività dell’Ordine degli architetti della provincia di M ilano Il 17 marzo 2003 il Consiglio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano ha deliberato di istituire le seguenti commissioni di lavoro: • 1. Tirocinio, Esami di Stato, Università, Riforma universitaria (DPR 328) – per la messa a punto del sistema di Comunicazione e informazione, per l’avvio concreto del tirocinio. È coordinata da Adalberto Del Bo; comprende Daniela Volpi, Ugo Rivolta, Emilio Pizzi, Maurizio Carones, Annalisa Scandroglio, più i rappresentanti delle Facoltà. • 2. Relazioni con gli Enti per Milano e provincia – per intervenire tempestivamente sugli eventi at-


con particolare riguardo ai concorsi internazionali; consulenza sulle fonti finanziarie Europee. È coordinata da Annalisa Scandroglio, comprende Adalberto Del Bo, più membri esterni al Consiglio (Leopoldo Freyrie, Antonio Borghi). • 11. Convenzioni – per l’analisi delle convenzioni che vengono proposte, per la promozione di convenzioni ritenute utili e per l’invio di comunicazioni. È coordinata da Valeria Bottelli, comprende Luca Ranza. • 12. Ordinamento professionale - Esame di Stato - Competenze Nuove professioni – Gestione dell’albo in relazione ai nuovi percorsi formativi. È coordinata da Emilio Pizzi, comprende Adalberto Del Bo, Ugo Rivolta, Maurizio Carones, più un legale esterno. • 13. Giovani – per fornire orientamento ai giovani architetti sulle opportunità lavorative anche attraverso la conoscenza di strumenti formativi, informativi e incentivi e per organizzare iniziative a sostegno dei giovani, con assistenza dell’Ordine per la creazione di contratti di formazione, stages, ecc. È coordinata da Emilio Pizzi, comprende Valeria Bottelli, più membri esterni al Consiglio (Antonio Borghi). • 14. Prevenzione Incendi – La Commissione ha la finalità di coordinare e promuovere attività di aggiornamento, approfondimento e divulgazione fra i colleghi delle problematiche relative alla Prevenzione Incendi. È coordinata da Emilio Pizzi, più membri della Commissione Incendi. • 15. Urbanistica e territorio – Le innovazioni della legislazione urbanistica regionale richiedono costanti verifiche e proposte sviluppate in coerenza con le iniziative della Consulta: l’attività della commissione intende fissare un calendario aggiornato di temi, generali e specifici, da affrontare a partire dal PTCP della Provincia di Milano. È coordinata da Emilio Pizzi, comprende Marco Engel, più membri esterni al Consiglio (Federico Acuto). • 16. AL - Informazioni dall’Ordine – Rapporti con i redattori locali - Osservazione dei servizi attuali dell’Ordine e della loro funzionalità - Individuazione di eventuali nuovi servizi e proposte di miglioramento - Selezione delle delibere più importanti da pubblicare e scambi periodici di idee con i redattori locali. È coordinata da Maurizio Carones, comprende Giulio Barazzetta, Franco Raggi, Emilio Pizzi, più membri esterni al Consiglio per scrivere sugli incontri. • 17. Rapporti con l’Osservatorio e con la C.E. È coordinata da Giulio Barazzetta, comprende Vaeria Cosmelli, Adalberto Del Bo, Arturo Cecchini, Emilio Pizzi. • 18. Nomine – per predisporre l’invio di una richiesta di disponi-

bilità - Ultimo aggiornamento del 2000 - per preparare un curriculum tipo finalizzato a facilitare il confronto tra curricula sorteggiati - per richiedere aggiornamenti quando necessario. È coordinata da Valeria Bottelli, comprende Valeria Cosmelli, Adalberto Del Bo. Sono inoltre istituite le Commissioni di lavoro della Fondazione: • 1. Cultura eventi – per la promozione di attività che rilancino l’Ordine come organismo in grado di promuovere la cultura professionale attraverso incontri con i protagonisti della cultura architettonica, di libri, tavole rotonde, piccole mostre. È coordinata da Franco Raggi, comprende Adalberto Del Bo, Giulio Barazzetta. • 2. Aggiornamento professionale – Corsi, incontri - Attivazione di corsi di formazione e incontri informativi di aggiornamento professionale. È coordinata da Emilio Pizzi, comprende Annalisa Scandroglio, Maurizio Carones. • 3. Itinerari – Promozione della conoscenza della architettura milanese attraverso l’organizzazione di visite guidate, conferenze e viaggi di studio. È coordinata da Maurizio Carones, comprende Giulio Barazzetta, Annalisa Scandroglio, Ugo Rivolta. • 4. Patrocini e sponsorizzazioni – per la valutazione delle richieste e promozione di sponsorizzazioni da parte dell’Ordine e della Fondazione. È coordinata da Ugo Rivolta, comprende Valeria Bottelli. A seguito della delibera di Consiglio del 17 marzo 2003, la Commissione Itinerari della Fondazione dell’Ordine degli Architetti P.P. e C. della Provincia di Milano, composta dai Consiglieri Maurizio Carones, coordinatore, Giulio Barazzetta, Annalisa Scandroglio ed Ugo Rivolta ha dato avvio ai lavori: la commissione ha come obiettivo la promozione e l’organizzazione di itinerari di architettura milanese moderna e contemporanea. Sono già stati organizzati alcuni itinerari su richiesta di gruppi di colleghi stranieri e per partecipanti a convegni internazionali: nei primi giorni di aprile infatti, la Fondazione ha coordinato un “ itinerario pilota” per un gruppo di trenta architetti olandesi in visita a Milano; il percorso toccava alcuni edifici di architetti che hanno lavorato a Milano nella prima metà del secolo tra cui Giovanni Muzio, Luigi Moretti e Gio Ponti. Tutto l’itinerario è stato compiuto a piedi partendo dalla Stazione Centrale e terminando, dopo circa 4 ore in via Hoepli. L’esperienza positiva ha spinto la commissione a nominare un Comitato Scientifico composta da storici dell’architettura il cui contributo garantirà la qualità del progetto.

Pavia a cura di Vittorio Prina

Commissioni Giovani e Cultura riunite. Attività in corso nel 2003 • Paesaggi di casa Tra l’autunno 2000 e la primavera 2001 l’Ordine egli Architetti di Pavia ha organizzato il seminario Appartenere, Rappresentare, Costruire. Paesaggio luogo della mente, ciclo di incontri volto all’apertura di un profittevole confronto sulla dotazione di senso dei luoghi urbani e paesistici. Durante la primavera 2002 è st at a la volt a di Abitare/Corpo. 4 gradi d’intimità, il seminario che ha portato la riflessione sui luoghi domestici. Oggi, dopo molto lavoro, l’Ordine degli Architetti di Pavia e segnatamente le Commissioni Giovani e Cultura stanno conducendo in porto la pubblicazione degli atti di entrambi i seminari. Si tratta di un documento affatto conclusivo; piuttosto da ascrivere alla categoria dei “ materiali” aperti su cui riflettere, sia che lo si avvicini come architetti che trasformano e fanno luoghi, sia che lo si avvicini nella qualità di cittadini in cerca di consapevolezza. Peraltro già i seminari si erano presentati come “ laboratorio” d’idee. Laboratorio a nostro avviso utile e urgente a fronte di una realtà post-metropolitana che viviamo ma che ci sfugge e di una realtà domestica le cui abitudini, la cui misura, sembrano stare per disfarsi nell’ansiogeno rutilante globale. Lavoro oneroso e non privo di difficoltà quello della raccolta di materiale tanto diverso (e pertanto ricco) che ha visto il fortunato soccorso nella sua cura della professoressa Luisa Bonesio, docente di estetica all’Università degli Studi di Pavia. La realizzazione del volume è promossa dall’Ordine degli Architetti di Pavia con l’Assessorato alla Cultura,Turismo e Promozione della Città del Comune di Pavia, ed è sponsorizzata dalla Paver di Piacenza e dalla Banca Popolare di Novara. Il volume, Paesaggi di Casa (a cura di Luisa Bonesio e Luca Micotti), Mimesis, Milano 2003, sarà in libreria in settembre. • Seminario “ I materiali” . Il Viaggio a Basilea organizzato dalle Commissioni Giovani e Cultura la scorsa estate ha offerto lo spunto per progettare un nuovo seminario previsto per l’autunnoinverno 2003. La visita alle architetture di Herzog & de Meuron, di Guignard & Saner, di Diener & Diener, infatti, ci ha portato a verificare da vicino l’utilizzo di materiali di uso corrente attraverso procedure molto raffinate e di grande effetto, anche nelle realizzazioni di piccola

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tinenti l’architettura della città e della provincia; proporre eventuali incontri con le Amministrazioni o con i progettisti; offrire collaborazione su temi di attualità. È coordinata da Giulio Barazzetta, comprende Arturo Cecchini, Valeria Cosmelli, più membri esterni al Consiglio. • 3. Concorsi – per potenziare l’informazione sui concorsi attraverso l’analisi dei bandi di Milano e provincia; dà informazione attraverso il sito delle osservazioni dell’Ordine, dell’eventuale conteggio con gli Enti banditori e degli esiti. È coordinata da Valeria Cosmelli, comprende Marco Engel, Francesca Bagliani, Adalberto Del Bo, più membri esterni al Consiglio. • 4. Bandi di gara – per aggiornare il quadro normativo; analizzare e valutare i bandi pubblicati a Milano e provincia; dà informazione agli iscritti su eventuali osservazioni e sugli esiti delle gare; produce un documento di criteri per la partecipazione alle gare (documentazione, compilazione, curriculum, linee guida, bando tipo). È coordinata da Marco Engel, comprende Carlo Lanza, Francesca Bagliani, più i membri della ex Commissione parcelle. • 5. Aggiornamento Albo - Internet – per predisporre un nuovo CD dell’Albo aggiornato, contenente anche le modifiche al regolamento dell’Ordine e alle norme deontologiche. È coordinata da Valeria Cosmelli, comprende Luca Ranza, Valeria Bottelli, più membri esterni al Consiglio (Enrico Togni, Carlo De Filippis). • 6. Deontologia – per analisi e istruttoria delle pratiche, eventuali colloqui con gli iscritti e con i committenti, valutazione della necessità di verifica del Consiglio. È coordinata da Arturo Cecchini, comprende Valeria Bottelli, Luca Ranza, Francesca Bagliani. • 7. Rapporti con la Consulta, il CNA e con altre istituzioni (Cassa, Collegio, altri Ordini) – La commissione lavora per rendere più immediata la fruizione delle informazioni provenienti da questi enti. È coordinata da Daniela Volpi, comprende Ugo Rivolta, Adalberto Del Bo, Franco Raggi. • 8. Organizzazione interna Ordine - Rapporti con il personale – Lo scopo della commissione è il miglioramento dell’efficienza degli uffici e del rapporto con gli iscritti nell’erogazione dei compiti istituzionali e dei servizi. È coordinata da Daniela Volpi, comprende Annalisa Scandroglio, Giulio Barazzetta, più membri esterni al Consiglio (Carlo De Filippis). • 9. Sportelli di consulenza – Controllo e rafforzamento degli sportelli gratuiti in base alle esigenze degli iscritti. È coordinata da Daniela Volpi, comprende Luca Ranza, Ugo Rivolta. • 10. Esteri – per offrire agli iscritti informazioni sulla formazione e sugli scambi nell’ambito della U.E.


scala. Da ciò l’idea di organizzare un percorso di aggiornamento e di confronto anche con altre realtà per capirne metodi operativi e procedurali, costituito da quattro/cinque incontri attorno ai seguenti temi: Calcestruzzo Faccia a Vista, Vetro, Legno, Isolanti, Facciate in Zinco Titanio. Le lezioni saranno tenute da esperti e consulenti delle primarie ditte e istituti di controllo di qualità del settore.

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• Corso di formazione per giovani architetti La Commissione Giovani e la Commissione Cultura ormai da alcuni anni organizzano un Corso di Formazione per Giovani Architetti, neo-iscritti. Anche per la prossima stagione, dato il positivo riscontro di adesioni delle edizioni passate, vorrebbero ripetere l’iniziativa. A tale proposito verranno fissati alcuni incontri (rivolti specificatamente ai nuovi iscritti e agli architetti che hanno da poco iniziato la libera professione) con l’intento di promuovere una conoscenza delle problematiche più diffuse inerenti l’inizio della nostra attività fornendo indicazioni sulle modalità per meglio affrontarle, e se possibile risolverle. L’intenzione è quella di fornire, per ogni tema affrontato, anche attraverso la distribuzione di dispense, una panoramica che costituisca, nell’insieme, una guida pratica necessaria alla soluzione dei casi più frequenti e comuni. • Inoltre, si segnala che si è da poco concluso il Corso di aggiornamento professionale per tecnici esperti in analisi e catalogazione di edifici monumentali, organizzato dalla Provincia di Pavia - Assessorato alla Promozione delle Attività Culturali, in collaborazione con la Regione Lombardia – Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie – l’Università degli Studi di Pavia e l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Pavia. Al corso, di complessive 202 ore, svoltosi presso la sede dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Pavia e l’Aula di Infor-

matica dell’Università degli Studi di Pavia, hanno preso parte circa 20 persone, tra architetti, ingegneri, laureati in lettere e restauratori, con l’obiettivo di apprendere i metodi e gli strumenti di catalogazione con specifico riferimento alla metodologia “ Carta del Rischio del Patrimonio Culturale” Silvia Greco e Luca Micotti

Gli architetti pavesi alla scoperta del porfido trentino Il 16 e 17 maggio scorsi l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Pavia ha portato i suoi iscritti in visita nel “ quadrilatero del porfido” del Trentino Alto Adige. Si è trattato di un week-end studio che l’Ordine ha patrocinato con la fattiva sponsorizzazione dell’E.S.PO. (Ente Sviluppo Porfido di Albiano, Trento) per la promozione di un’area geologica unica nella Valle di Cembra, nel cuore del Trentino. L’E.S.PO. è un consorzio di imprese che riunisce circa 60 aziende del settore e costituisce un polo di riferimento di una realtà produttiva – che conta circa 150 unità aziendali e 1600 addetti – di primaria importanza nel contesto economico della Provincia Autonoma di Trento. Una due-giorni guidata alla scoperta di un materiale unico, il porfido stratificato, pregevole per le sue caratteristiche di qualità, resistenza e resa estetica. La missione ha interessato la Valle di Cembra – con i suoi caratteristici centri di Albiano, Segonzano, Baselga di Pinè, Rovereto, Cembra e Trento – sulla cui destra orografica sono adagiati ripidi ed assolati vigneti, dai quali sgorgano famose delizie enologiche quali il Müller Thurgau, il Nosiola, il Cabernet, e distillati di prima qualità. La comitiva, oltre a comprendere le peculiarità della pietra trentina, ha potuto godere di un panorama mozzafiato, incombente di svettanti cime e di valli rilassate che incalzano l’altitudine dei monti cir-

Foto di gruppo dei partecipanti al viaggio-studio.

costanti; la vegetazione è lussureggiante, insinuata da una viabilità tortuosa ma confortevole che percorre inviolabili pendii e cave esuberanti, al riparo dei ritti e scoscesi filari di conifere che sfidano il cielo mentre proteggono la terra. Sulla sinistra orografica della valle, imponenti conglomerati di porfido troneggiano nella regione, nel cui ventre sbuzzato dalle cave giacciono quantità generose di pregiato materiale lapideo, utilizzato in edilizia per pavimentazioni e rivestimenti. Il porfido, superiore per qualità Il complesso Trentino Atesino del porfido è il più grande e sfruttato d’Europa; esso è ricco di un particolare tipo di pietra, il porfido quarzifero – dal minerale prevalente che lo compone – che si distingue dal tradizionale porfido granitico. L’età del porfido trentino - presente tuttavia nell’intero arco Alpino - è di circa 250 milioni di anni, allorquando i vulcani che sorgevano al posto delle “ attuali” Dolomiti lo eruttarono con straordinaria energia dal centro della terra, traboccando gravi colate di magma che arroventarono la superficie terrestre, fino a raffreddarsi lentamente nelle pletoriche stratificazioni verticali, profonde fino a 2000 metri, che ci appaiono oggi in tutta la loro imponenza. Un recente studio della Provincia di Trento ha calcolato in 346 miliardi di metri cubi il volume della piattaforma porfirica, in affioramento però soltanto per un quarto della sua massa. Il porfido stratificato trentino (ignimbrite riolitica) è una roccia eruttiva ed effusiva, distinta cioè da quelle intrusive (come i graniti) che si sono cristallizzate all’interno della crosta terrestre; meccanicamente si comporta come il vetro e chimicamente è composto da circa il 70% da silice. La naturale stratificazione conferisce a questo materiale una straordinaria competitività sul mercato delle pietre naturali, poiché riduce notevolmente i problemi connessi alla sua lavorazione. I piani di porfido quasi paralleli, che si cavano in Trentino, possono avere uno spessore compreso tra 1 e oltre 50 cm. • La lavorazione La delegazione di architetti pavesi ha avuto la possibilità di osservare da vicino il lavoro di cava, attiva nel Comune di Albiano, apprendendo direttamente i principali metodi di lavorazione del porfido stratificato, dopo la sua estrazione mediante distacco e caduta. I blocchi ricavati dal fronte cava vengono separati in lastre di vari spessori, con l’ausilio di martelli, compressori d’aria, cunei, ma anche a mano. Le plotte così ricavate vengono trasferite ai banchi di produzione dove oggi la lavorazione è interamente meccanizzata con macchine spaccatrici elettriche, idrauliche, oleodinamiche o, ancora, basate sul principio del maglio. Dai lastroni lavorati si otten-

gono cubetti, piastrelle, lastre irregolari, cordoni, binderi, smolleri e gradini. Nello stabilimento adiacente la cava di Albiano, hanno luogo lavorazioni più moderne che, impiegando mezzi più sofisticati, consentono di segare il porfido, fiammarlo, sabbiarlo, levigarlo, oppure ottenere una gamma di manufatti porfirici lucidi o semilucidi. La produzione complessiva del porfido lavorato nella zona trentina – compresa tra i Comuni di Albiano, Lona Lasés, Fornace, San Mauro di Piné, Giovo e Capriana - è attualmente di circa 1 milione di tonnellate l’anno. • Le caratteristiche Le potenzialità di questa nobile pietra lapidea sono state ampiamente illustrate dal dott. Mario Angheben, Responsabile del Marchio di Qualità del Porfido del Trentino, che ha tenuto una lezione ai colleghi pavesi sulle corrette metodologie di posa. Il carico di rottura a compressione e l’usura per attrito radente sono i migliori valori in assoluto rispetto ad altre pietre, e soltanto nella resistenza a flessione e prova d’urto il porfido viene di poco superato soltanto dai serpentini. Vi sono altri requisiti che rendono preferibile l’impiego del porfido in edilizia: basti pensare alle pavimentazioni in porfido che, grazie alla sua naturale scabrosità, risultano perennemente antisdrucciolevoli, a differenza di altre rocce che con l’uso si lisciano. Il porfido, per la durezza diversa dei minerali che lo compongono, mantiene la sua ruvidità sia asciutto sia, specialmente, bagnato. Il dott. Angheben ha posto poi l’accento su altre peculiarità del porfido trentino, esaltandone la sua impermeabilità – se posato su un letto di sabbia e cemento opportunamente sigillato – oltre che la sua convenienza in termini di costi di manutenzione, praticamente bassissimi. Inoltre non ha trascurato l’economicità della lavorazione del porfido in cubetti - che avviene solo per 4 facce su 6, a differenza di altre pietre - la resistenza al gelo, la dilatazione e l’imbibizione. Prima fra tutte, per la sua singolare importanza, è l’eccezionale attitudine del porfido, soprattutto per quanto attiene le pavimentazioni, ad essere disegnato: ciò valorizza esteticamente l’uso della pietra e ne fa un materiale apprezzato anche artisticamente. Pietra – lezione magistrale Tra gli appuntamenti culturali della trasferta trentina, notevole gradimento ha riscosso la partecipazione alla Lezione Magistrale sui nuovi processi d’uso di una pietra antica, tenutasi presso la sala conferenze del MART, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, realizzato su progetto degli arch. Giulio Andreolli e Mario Botta, illustre ospite dell’incontro. La conversazione si è svolta intorno alla valorizzazione di una pietra,


Dalla teoria alla pratica La visita studio dei professionisti pavesi si è conclusa con un’istruttiva passeggiata nel centro storico di Trento, importante esempio di riqualificazione cittadina in cui primeggia l’utilizzo del porfido quarzifero per l’allestimento dell’arredo urbano. Durante il breve soggiorno non sono mancati tuttavia momenti di schietta convivialità, durante i quali la rappresentanza degli architetti pavesi ha potuto apprezzare in tutti i suoi sapori l’ospitalità trentina: semplice, unica e genuina come le sue risorse naturali. Il Presidente dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Pavia, Marco Bosi, si è detto soddisfatto dell’iniziativa ed ha auspicato che “ questa prima occasione didattico-culturale sia servita ad ognuno per il miglioramento continuo delle singole professionalità e possa favorire, nel prossimo futuro, l’instaurarsi di vantaggiose collaborazioni economiche di sicuro interesse per la categoria e per l’economia della nostra provincia” . Elisabetta Morandotti

Sondrio a cura di Enrico Scaramellini

Attività dell’Ordine Riferire dell’attività di un ordine professionale significa differenziare l’analisi attraverso distinti livelli di intervento. Presupposto fondamentale è che il ruolo dell’Ordine Professionale si sta progressivamente connotando in modo sostanzialmente atipico rispetto al passato; da custode della deontologia professionale e garante della coerenza delle parcelle professionali, l’organismo di categoria si è progressivamente trasformato in soggetto deputato al continuo aggiornamento professionale, al mantenimento del dibattito disciplinare, alla interlocuzione con gli organismi locali nella stesura dei provvedimenti legislativi che riguardano la categoria sino alla attività di promozione dei concorsi di progettazione. A fronte di un notevole incremento degli iscritti e della presenza di nuove figure professionali all’interno dell’Albo, pur denotando una riduzione dell’azione di alcune attività tradizionali (es. Commissione parcelle) gli ambiti di azione di ogni singolo Ordine si sono ampliati notevolmente all’interno di un serrato e continuo confronto, con i propri circoscritti contesti socio-economici e geografico-ambientali costituenti, nei fatti, il requisito essenziale per definire, in modo specifico, attività e dibattito inerenti la professione. L’Ordine di Sondrio opera in un contesto singolare; quest’ultimo diventa al tempo stesso limite e garanzia di qualità. Ogni attività promossa si deve necessariamente confrontare con un ambito geografico altamente caratterizzato, con numeri ed entrate limitate e con la ricerca spasmodica di temi stimolanti. Questa condizione definisce di per sé una situazione anomala. Negli ultimi anni, il numero degli iscritti ha subito incrementi, in percentuale, che in passato si verificavano nell’arco di almeno un decennio; questa progressione ha indotto un ripensamento generale delle occasioni di crescita professionale, promosse dall’Ordine. Una serie di corsi di formazione sono stati organizzati o patrocinati al fine di garantire un’adeguata risposta alle richieste di nuove figure professionali. Il significativo processo di ridefinizione del contesto legislativo di riferimento, nazionale e regionale, e la costante modificazione delle modalità di esercizio della professione hanno reso indispensabile l’attivazione di un costante processo di aggiornamento professionale dei colleghi iscritti (Corso Prevenzione Incendi Legge 818, il Corso di Aggiornamento sulla Valutazione di Impatto Ambientale ed il Corso

per Coordinatori della Sicurezza ex DLgs. 494) che rispondono a delle concrete necessità espresse dal “ mondo del lavoro” e dal sistema legislativo vigente. Se questi aggiornamenti sono la logica conseguenza dell’evoluzione di un sistema generale, altre attività, promosse dall’Ordine, hanno cercato di ricondurre delle tematiche di carattere disciplinare alla specificità che caratterizza l’appartenenza ad un territorio caratterizzato da una forte identità geografica e culturale. I nuovi e significativi progetti legislativi intrapresi dalla Regione Lombardia sono stati frequentemente oggetto di attenzione, sia all’interno delle commissioni istituite dall’Ordine provinciale o dalla Consulta degli Ordini lombardi che in pubblici incontri con colleghi ed amministratori, come l’incontro dell’aprile 2001 su La Legge Regionale 1/2001: Mutamenti di destinazione d’uso e standard e quello dell’ottobre 2001 sul Piano del paesaggio lombardo: linee operative e modalità del piano territoriale paesistico regionale. In entrambe le giornate di studio, si è cercato di stabilire le ricadute in ambito locale dei due strumenti legislativi. La chiave di lettura di queste iniziative, è da ricercarsi nella necessità di stabilire quali ripercussioni possa avere, sul territorio, l’applicazione di leggi che hanno, quale riferimento e ambito di applicazione, situazioni territoriali assai differenti. L’attività della commissione urbanistica dell’Ordine e di quella della Consulta è l’elemento promotore di tutti gli approfondimenti proposti, nell’ultimo biennio. La consapevolezza della precarietà del sistema territoriale della Provincia di Sondrio ha istantaneamente indotto una riflessione sui cambiamenti di ordine generale, con un’immediata trasposizione delle problematiche alla situazione specifica. In quest’ottica, l’incontro sulla L.R. 1/2001 ha dato l’abbrivio ad altre iniziative legate alla legislazione urbanistica. Evento culminante di queste riflessioni, incentrate sulle variazioni del quadro legislativo e sulle dirette conseguenze in ambito locale, è stata la realizzazione di tre giornate studio dal titolo: 3 incontri – Valtellina: ambiente e territorio. Nell’arco di tre differenti momenti e con il contributo di diversi e qualificati ospiti si è cercato di definire in modo esaustivo la condizione del territorio provinciale, esaminandone i diversi aspetti e le diverse peculiarità. L’incontro Versanti in trasformazione: abbandono e rischio ha cercato di definire, anche attraverso l’apporto di professionalità esterne (geologi), lo stato dei versanti valtellinesi; la riconoscibilità di uno stato di abbandono, con i conseguenti rischi connessi, ha avviato un dibattito sulle problematiche legate alla pianificazione ad ampia scala e sul ruolo della programmazione urbanistica, in un territorio estremamente sensibile. Le variazioni

indotte nei processi di trasformazione del territorio, anche in relazione alla valorizzazione delle risorse economiche, paesistiche e culturali esistenti ed al complesso processo di trasformazione di un sistema socio-economico tradizionalmente assai connesso al territorio, sono i punti di partenza di una riflessione puntuale su un tema che coinvolge, a diversi livelli, tutti gli attori della trasformazione territoriale. Il secondo incontro dal titolo La riforma urbanistica della Regione Lombardia a fronte dei problemi del territorio della Pro-

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che costituisce una delle più antiche ricchezze della zona, e al suo utilizzo raffinato ed artistico. A ribadire il concetto sono stati i più famosi esponenti dell’architettura e del design internazionali, invitati per esprimere il loro parere davanti ad un uditorio di studenti, insegnanti, professionisti e produttori. Al salotto di eccezione sedevano: il prof. Gillo Dorfles, teorico dell’arte, del design e dell’architettura; Mariano Gianotti, imprenditore e rappresentante delle aziende trentine per il progetto “ Pietra” ; l’arch. Pierluigi Cerri, artefice di prestigiosi allestimenti nelle più note sedi museali del mondo; Massimo Martignoni, storico dell’arte ed esperto sull’uso della pietra; Alessandro Guerriero dell’Istituto Europeo di Design di Milano che collabora al progetto internazionale “ Pietra” , con la finalità di studiare soluzioni innovative per l’uso del porfido trentino. Dalle esperienze di questi specialisti si è potuto trarre un pensiero comune, che va nella direzione di un generale apprezzamento per la pietra trentina, materiale unico e nobile nel suo genere, che si presta a soluzioni creative dalle notevoli potenzialità, dall’architettura strutturale alla progettazione di interni, all’oggettistica di pregio.

vincia di Sondrio è direttamente connesso alla prima giornata. il riconoscimento dell’efficacia, a livello territoriale, di una revisione della legislazione urbanistica e l’accertamento di uno stato di precarietà del sistema territoriale, ha stimolato un approfondimento della riforma in atto. Con la partecipazione di alcuni rappresentanti delle istituzioni regionali si è cercato di comprendere quali ripercussioni potrà avere tale riforma, in un ambito territoriale specifico come la Provincia di Sondrio. Constatato che le attuali procedure dell’urbanistica e della pianificazione sono lontane da una realtà territoriale in continua evoluzione, che è necessario un diverso approccio che contempli livelli di attenzione differenti, è stata analizzata la situazione specifica del territorio valtellinese e valchiavennasco, con la consapevolezza che termini come territorio, ambiente, paesaggio, pianificazione e progetto sono direttamente connessi fra loro e che qualsiasi operazione urbanistica non può più ignorare questa “ nuova” condizione. La conclusione del ciclo di incontri ha il titolo di L’Urbanistica partecipata e sostenibile. Il titolo della conferenza introduce, in modo inequivocabile, nuove problematiche. L’urbanistica non come disciplina “ individualista” ma che interagisce a diversi livelli, con la realtà solidamente strutturata del territorio, e si fa carico di diverse esigenze ed aspettative. Un sostanziale ripensamento del ruolo dell’urbanistica, in un contesto socio culturale soggetto ad accelerazioni vertiginose. I tre incontri hanno ribadito il ruolo della pianificazione, definendone


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la diversa connotazione rispetto al passato, promuovendo un’analisi specifica nell’ambito territoriale di appartenenza dell’Ordine. L’esigenza di confronto con le tematiche generali e la necessità di ricondurle ad un approfondimento, connesso alla specificità locale, è il filo conduttore di altre iniziative. L’Ordine della Provincia di Sondrio prende atto delle proprie peculiarità e del contesto in cui sono chiamati ad operare i suoi iscritti. Il territorio valtellinese e valchiavennasco si confronta inequivocabilmente, per posizione geografica, per caratteristiche ambientali e specifiche qualità con ambiti territoriali simili che, da sempre, costituiscono uno stimolo verso la riflessione e l’approfondimento di carattere disciplinare. La diffusa qualità architettonica che caratterizza ambiti territoriali assimilabili, dal punto di vista geografico ed ambientale, alla nostra provincia (i cantoni Grigioni e Ticino in Svizzera, il Voralberg ed il Tirolo in Austria), inducono, nell’individuazione di aspetti e condizioni socio culturali assimilabili, la necessità di identificare momenti di confronto e di verifica attraverso viaggi di studio o conferenze di protagonisti della scena architettonica contemporanea. Il viaggio nel Voralberg ha permesso di scoprire una realtà esuberante che fa, della propria specificità, un punto di forza che non dimentica la necessità di incidere, nel dibattito internazionale, attraverso le proprie realizzazioni che si sostanziano in una diffusa qualità architettonica percepibile non soltanto nelle numerose opere di Baumschlager & Eberle ma anche in quelle di molti altri progettisti meno noti. Il viaggio nel Canton Grigioni, un ambito territoriale estremamente ristretto, ha permesso di sottolineare la qualit à delle opere di Pet er Zumthor e, al tempo stesso, ha consentito di apprezzare la notevole qualità delle realizzazioni di numerosi giovani architetti (Caminada, Junglinn & Hagmann, Conzett). Il confronto con tali esperienze ha indotto una serie di riflessioni sul ruolo dell’architetto in realtà minute e “ periferiche” . La ricognizione di queste architetture ha evidenziato le numerose differenze di approccio al progetto, in ambiti altamente connotati come quello alpino. A supporto di questa necessità di confronto, sono state organizzate alcune conferenze sul progetto in ambito alpino (Alpi e architettura. Passato, presente e futuro dell’edificare in ambito montano – relatori Luciano Bolzoni e Sebastiano Brandolini). Un’altra serie di conferenze ha inquadrato una serie di riflessioni sul progetto di architettura, sul progetto di paesaggio e sulla diretta relazione fra i due. In un ambito, come quello della Provincia di Sondrio, il progetto di architettura si fa portatore di valutazioni che coinvolgono il paesaggio, la sua struttura e la sua puntuale modifica-

zione. A supporto di questa tesi si sono negli ultimi tempi svolte le conferenze dell’arch. Luigi Snozzi Architettura e Territorio; dell’arch. Ferruccio Favaron Sulle orme dei maestri americani; del prof. Antonio Angelillo Alvaro Siza e l’architettura contemporanea portoghese; dell’arch. Cino Zucchi Nel paesaggio della Città; nonché alcune serate sulle trasformazioni in corso in paesi quali la Spagna, l’Olanda, la California e l’Australia. Una seconda serie di conferenze ha analizzato alcune componenti relative al progetto di architettura; in questa disamina, rientrano la serie di conferenze dal titolo La materia del costruire – teoria e prassi dell’Architettura e il convegno Q. Light 2002 Luce e qualità della vita. L’attività dell’Ordine dell’ultimo biennio è stata caratterizzata da una serie di iniziative volte all’aggiornamento e al coinvolgimento dei propri iscritti. Si è cercato di estrapolare, dal panorama del dibattito disciplinare, una serie di argomentazioni che potessero avere un interesse specifico per i professionisti, operanti nella Provincia di Sondrio. La consapevolezza di operare in un territorio con forte identità ha indotto un approfondimento dei temi direttamente collegati alla realtà specifica. Quest’operazione, è stata condotta con la convinzione che il confronto fra colleghi deve essere parte integrante della professione e che, attraverso le attività promosse dall’Ordine, è possibile avere un ruolo attivo nel dibattito disciplinare. Il proposito di promuovere il ruolo dell’architetto presso l’opinione pubblica è un principio inequivocabile; purtroppo, in alcune occasioni, il coinvolgimento fra gli iscritti, non è stato tale da permettere un’azione forte, volta a recuperare il ruolo fondamentale dell’architetto nelle trasformazioni territoriali. I propositi per il futuro vedono l’Ordine impegnato in una nuova serie di iniziative, volte al mantenimento di un alto livello di dibattito; quest’operazione sarà possibile, solo ed unicamente, grazie al contributo dei suoi iscritti. E. C.

Varese a cura di Enrico Bertè e Claudio Castiglioni

Il concorso “Prospettive di architettura” La crisi della città contemporanea è ormai evidente. La presenza di non luoghi, di spazi privi di identità si fa sempre più accentuata. “ Oggi più che mai, la rifondazione dello spazio non può che essere una risposta all’ininterrotto bisogno di dimora, cioè di luoghi abitabili” (G. Consonni, L’internità dell’esterno. Lo spazio delle relazioni, Clup, Milano, 1989, p. 91). Costruire luoghi abitabili, luoghi in cui si possano arricchire le relazioni tra gli individui, in cui gli edifici tornino ad ascoltare l’intorno come in passato, dove l’ascolto della città era ancora possibile, in cui la meccanizzazione e la speculazione non avevano ancora fagocitato la città, questo è il fine ultimo dell’opera dell’architetto. Imparare dagli esempi felici di città che ancora ci sopravvivono potrebbe essere una risposta. Le nostre città sono l’esatto opposto di ciò che si auspica per una città abitabile. Ogni rapporto con l’esterno è negato, ci si isola in grandi edifici che ormai sono contenitori anonimi e senza “ anima“ . A tutto ciò possiamo aggiungere l’aumento esponenziale dell’inquinamento atmosferico che certamente non favorisce il rapporto esterno-interno degli edifici. La strada è diventata soltanto il luogo del trasporto, bisogna riappropriarsi dell’uso della rue corridor, tanto osteggiata da Le Corbusier, riconoscendo lo stretto rapporto tra la rete stradale ed il tessuto urbano con il suo edificato. Ecco come il tema dei concorsi di architettura possa forse divenire l’unico mezzo per la costruzione di luoghi felici. Gli Ordini di Varese e di Como in accordo con i ” Giovani Architetti Varese” e la Commissione cultura dell’Ordine di Como hanno promosso la seconda edizione di “ Prospettive di Architettura“ , premio di architettura under 40 riservato agli iscrittti di Varese e Como. La scelta è avvenuta all’interno di una selezione di progetti presentati a concorsi nazionali ed internazionali. La mostra, allestita a Busto Arsizio presso le sale di Tecnocity dal 5 al 14 giugno c.a, è stata inaugurata con una manifestazione in cui si è celebrato il ruolo dell’architetto e dell’architettura con la testimonianza di un grande architetto ticinese, Aurelio Galfetti, e di alcuni giovani architetti che con lui hanno collaborato alla realizzazione del nuovo Campus Universitario di Lugano. Certamente nel nostro paese po-

chi sono i concorsi realizzati (rimangono purtroppo sulla carta), mentre all’estero le città si arricchiscono di nuovi progetti, di nuovi giovani architetti. Il concorso di architettura è uno strumento molto importante: coinvolge la cultura di tutti noi e contribuisce ad un dibattito culturale e professionale più ampio, che trascende i limiti del solo affidamento dell’opera. Favorisce la ricerca della qualità sia nella produzione delle idee, che nella produzione dei disegni architettonici. I “ Giovani Architetti Varese” riconoscono nel tema del concorso il futuro dell’architettura e della città e si augurano che i concorsi proposti dalle amministrazioni trovino maggiori possibilità di realizzazione. Laura Gianetti

Il corso di formazione per neo iscritti Il 9 giugno ha avuto inizio il quarto corso per neo iscritti. Con l’entrata in vigore del D.M. 328/2001 si ravvisa sempre di più il bisogno di qualificare ed aggiornare gli iscritti; il tirocinio ne è una testimonianza. L’Ordine di Varese ha dato mandato all’Associazione AV Architetti Varese di organizzare un ciclo di serate in cui affrontare i temi e i problemi di maggiore interesse per il giovane iscritto che deve affrontare il difficile mondo della professione. Il ciclo prevede 8 serate ed affronta temi quali: gli aspetti normativi ed istituzionali dell’Ordine; la tariffa professionale; il quadro normativo urbanistico-edilizio; l’iter amministrativo del progetto; la tutela ambientale; la gestione di un progetto; l’esperienza di alcune figure professionali quali l’architetto-designer o l’architetto-giornalista; fino all’approccio per il progetto di un’opera pubblica. L’esperienza delle altre edizioni ci ha confermato l’interesse da parte degli iscritti, che credono nell’utilità di questo corso informativo. Ci si augura che il contributo sia positivamente percepito anche per quest’edizione. Laura Gianetti e Emanuele Brazzelli

Convegno “Restauro, Recupero e Riuso” Nel mese di aprile di questo anno, l’Ordine degli APPC della Provincia di Varese in collaborazione con l’Ordine Ingegneri della Provincia di Varese ha organizzato un convegno sulle tematiche della conservazione del patrimonio edilizio dal titolo “ Restauro, Recupero e Riuso” . Il convegno è stato organizzato presso il Centro espositivo poli-


bana consiste nell’arte di creare condizioni favorevoli per l’uso, la gestione e la forma degli insediamenti o di loro parti significative” . Dunque “ creazione” , ma nello stesso tempo “ valutazione” e soprattutto ricerca di “ condizioni favorevoli per l’uso, la gestione e la forma” della città. In altri termini, l’estensione del tema della qualità della città richiede un approccio molto più complesso rispetto all’idea totalizzante del progetto quale elemento centrale della trasformazione urbana. Di certo si tratta di uno strumento necessario ed insostituibile per le valenze culturali disciplinari e tecniche che contiene e per la capacità di correlarne gli aspetti, ma che va comunque relazionato e ricondotto ad un processo complesso nel quale interagiscono più soggetti con competenze, ruoli e finalità diverse. Così che, mentre ci rendiamo perfettamente conto di quanto il tema della qualità urbana sia generale, estremamente complesso e - per molti versi - ancora irrisolto alla base (nella stessa individuazione dei contorni disciplinari del problema), contestualmente prendiamo atto dell’oggettiva difficoltà di conseguire risultati in questo senso, circostanza che si evidenzia attraverso la semplice osservazione del territorio edificato. Tutto questo dimostra come il peso degli architetti sia stato modesto e come, progetti in grado di indirizzare l’immagine ed il funzionamento della città, non siano decollati o - nella migliore delle ipotesi - siano stati ridotti ad episodi, a puro emblema di una qualità urbana possibile, senza per questo innescare processi più generali di riqualificazione.

Il Consiglio dell’Ordine

• Proporre un dibattito per Varese Capita a volte di chiedersi se un convegno possa ritenersi ancora uno strumento idoneo per avviare un dibattito di vasta scala, come quello del ruolo delle grandi opere nel processo di riqualificazione della città. Probabilmente sì, a condizione che il confronto tra le istituzioni e gli operatori coin-

Grandi opere per Varese Convegno promosso ed organizzato dall’Associazione AV, Architetti Varese Varese, 7 maggio 2003 • Varese: il ruolo delle grandi opere Kevin Lynch in Progettare la città, afferma che ” il progetto è la gioiosa creazione e insieme la rigorosa valutazione delle possibilità formali di qualcosa, compreso il modo in cui la forma può essere realizzata. Questo qualcosa non deve necessariamente essere un oggetto materiale, né il suo progetto essere espresso solamente in disegni. Per quanto siano stati fatti diversi tentativi per ridurre il progetto a sistemi perfettamente chiari di ricerca e di sintesi, esso rimane soprattutto un’arte, una speciale miscela di razionalità e irrazionalità. La progettazione affronta il tema della qualità, con rapporti complessi e anche con ambiguità. La progettazione ur-

Ex caserma Garibaldi.

volti non si svolga con criteri puramente formali e che la città venga costantemente e correttamente informata dei processi in corso e degli esiti della discussione. Porre all’attenzione della città il problema della gestione delle grandi opere pubbliche che sono destinate a determinare il funzionamento ed il volto di Varese nei prossimi anni è un atto necessario. Tanto più quando, come in questo caso, si verificano le condizioni per trasformazioni strutturali della città. Legittimo quindi chiedersi se il loro esito sia relazionabile ad una maggiore qualità della struttura fisica ed organizzativa del tessuto urbano e se l’azione amministrativa nel suo complesso stia percorrendo la strada idonea per conseguire un’idea di città migliore al suo interno e più aggiornata e competitiva nel quadro delle aree urbane della Lombardia. Per tutto questo il dibattito su Varese è stato organizzato in tre momenti distinti. Il primo, a cura dell’Associazione AV - Architetti Varese, che ha introdotto il tema nei suoi termini generali ed è successivamente entrato nello specifico dei progetti oggi in atto a Varese. Un ruolo, quello di AV, non di sola organizzazione del confronto tra Enti, ma una presenza critica con capacità disciplinari di elaborazione, che si è fatta carico di analizzare ed illustrare la situazione delle grandi opere in corso a Varese e della loro finalizzazione ad un possibile quadro di riqualificazione complessiva della città. Un secondo momento riservato agli interventi istituzionali dei principali Enti territoriali ed una estesa tavola rotonda finale a cui hanno partecipato Regione, Università, Comune, Provincia, Ospedale ed altri soggetti che svolgono azioni culturali connesse al problema della qualità urbana (AV – Architetti Varese, FAI – Fondo Italiano per l’Ambiente, INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, ecc.). Da architetti, infine, ci siamo chiesti se il nostro modo di intendere la questione corrispondesse alla sensibilità generale sul tema della

qualità della città. Per questo abbiamo preferito che le domande poste a base della tavola rotonda fossero formulate dai giornalisti che, su varie testate o canali televisivi, si occupano di Varese. Soggetti forse un po’ polemici, ma che sicuramente ci sono sembrati più prossimi all’opinione pubblica. • Grandi opere e qualità della città: spunti per un’analisi delle criticità, delle potenzialità e delle possibilità di azione – Se da un lato il processo di costruzione della città può interes-

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funzionale MalpensaFiere di Busto Arsizio, in occasione della esposizione EDILTEK 2003, che racoglie le migliori aziende del settore edile della zona. I relatori intervenuti, di altissimo livello, hanno affrontato le tematiche sul tappeto con l’autorevolezza consueta. Il Consiglio dell’Ordine APPC di Varese ritiene suo compito primario proporre ai propri iscritti occasioni di aggiornamento professionale e, in questa direzione, investe molte energie. Tra i relatori di questo seminario l’arch. Giambattista Gallazzi, ass. al patrimonio della Provincia di Varese e consigliere dell’Ordine degli APPC della Provincia di Varese, ha introdotto il tema dello sviluppo del territorio della Provincia di Varese in senso turistico e della valorizzazione dei suoi monumenti architettonici. L’arch. prof. Santino Langè, professore ordinario di storia dell’architettura afferente alla Facoltà di Ingegneria di Lecco del Politecnico di Milano, ha offerto una panoramica sui riferimenti normativi in tema di tutela del patrimonio architettonico e del territorio. L’arch. Luca Rinaldi della Soprintendenza per i beni architettonici e culturali di Brescia ha ricondotto il dibattito al senso del recupero all’interno della città contemporanea, evidenziando alcune discrasie tra le migliori intenzioni e le coseguenti realizzazioni. L’arch. Marco Albini ha presentato il progetto di recupero e riuso del Monastero di S.ta Maria Assunta di Cairate in Provincia di Varese. L’ing. prof. Gianluigi Sartorio ha dato chiusura alla tavola rotonda, moderata con sensibilità e capacità dall’arch. Pietro Minoli.

Manifesto del convegno “ Grandi opere per Varese” del 7 maggio 2003. sare maggiormente amministratori, tecnici ed operatori economici, dall’altro è l’esito finale a coinvolgere tutti. La qualità della città che si origina da questo processo è una percezione che si avverte in generale e dalla quale deriva la sensazione che un luogo sia bello, che funzioni, che costituisca una realtà nella quale la comunità si identifica. – Varese non è un caso eccezionale, anche se sta vivendo oggi un momento particolare che si è verificato in altre città italiane. La concomitanza di eventi politici e di fattori di riorganizzazione territoriale relativi a infrastrutture e servizi prelude in questo momento ad una forte trasformazione potenziale della città. Varese è di fatto una sorta di laboratorio che contiene elementi strategici che condurranno, in un modo o nell’altro, alla sua modificazione. Basti pensare all’Università a cui le attuali potenzialità di sviluppo assegnano un ruolo preminente nella riorganizzazione urbana, come pure il nuovo Ospedale con gli ingenti indotti che sarà in grado di attivare; analoga incidenza è ipotizzabile per il sistema viabilistico in progetto e per i previsti interventi di restauro e di recupero ambientale a sostegno di una migliore fruizione turistica di Varese e del suo territorio. – Oltre alla dimensione strategica di questi interventi in corso o in via di attivazione, va sottolineata la loro entità economica: le sole opere di carattere strategico ge-


nerale, organicamente individuate e commentate da AV, impegnano circa 300 milioni di euro di risorse pubbliche. Una cifra che se organizzata e opportunamente finalizzata, sarebbe in grado di trasformare e riqualificare qualsiasi situazione urbana. – E allora perché è così difficile dare un esito qualitativo agli interventi, coordinare la loro attuazione, determinare più qualità della città? La pianificazione potrebbe risolvere molti di questi problemi, ad esempio attraverso i PRG ed i loro strumenti attuativi. Peccato

centua sempre più il solco tra chi riesce a realizzare un processo di valorizzazione del proprio territorio cogliendo le occasioni che ne derivano e chi, per scarsa capacità di progetto, di organizzazione e di idee, resta indietro. Per questo non c’è scelta rispetto alla necessità di programmare interventi, di ottimizzare le risorse, di garantire una filosofia comune di progetto della città, pena un certo decadimento delle sue funzioni e la retrocessione a livelli più bassi di incidenza territoriale. Bisogna convincersi collettivamente e soprattutto istituire un

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più maturo del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, che potrebbe essere riferito ad un territorio o ad una città e non solo all’azione programmatoria dei singoli enti, danno oggettive possibilità di azione all’interno dell’attuale quadro normativo. Il dibattito attivato dal convegno non ha precostituito soluzioni. Interesse di tutti, attraverso la discussione dei temi, è capire se un coordinamento reale è possibile e se si può migliorare la città. Una discussione difficile che può anche prendere atto che non esistono, per moltissime e giustificate ragioni, le condizioni per un’azione di questo genere. È il motivo per cui l’Associazione AV – Architetti Varese ha inteso evitare una sorta di “ parata” formale dei diversi soggetti istituzionali, tutti d’accordo sui princìpi, ma le cui azioni rischiano di non modificarsi nonostante le dichiarazioni di volontà. Manifestare consenso, apprezzamento ed adesione alle linee teoriche non è sufficiente per incidere sulla realtà se a ciò non seguono azioni conseguenti; un segno di vitalità è anche non essere d’accordo, proporre altri metodi ed altre soluzioni e rendere così dialetticamente utili dibattiti come questo che, a partire dagli addetti ai lavori, speriamo coinvolga e fornisca nuovi obiettivi alla comunità di Varese.

Area campus universitario di Bizzozzero. che l’urbanistica, che non si è occupata quasi mai seriamente delle risorse economiche e delle possibilità gestionali, ci abbia abituati a “ modelli” di città rimasti quasi sempre sulla carta e dei quali si è attuata di solito la parte privata legata al mercato immobiliare e, con minore energia e maggiore lentezza, gli interventi sulla città pubblica, più interessanti per un processo di miglioramento della qualità urbana. – L’altro problema, tipico della situazione italiana, è l’assoluta incertezza ed aleatorietà dei meccanismi di finanziamento delle opere pubbliche e la mancanza di progetti complessivi, assieme alla scarsissima applicazione del concetto di sussidiarietà tra gli Enti pubblici, ognuno dei quali esercita il proprio potere amministrativo e programmatorio senza porre attenzione alla logica degli interventi a scala più generale. La realtà dimostra infatti che non esiste, o fatica ad emergere, una filosofia comune di sviluppo della città e del territorio. – Un tema non secondario è quello dei tempi. I tempi di finanziamento, della burocrazia e della politica viaggiano su livelli differenti e portano alla difficoltà di mettere in cantiere programmi di grande entità e di lungo periodo. – Quando, come accade, oggi diventa sempre più evidente la competizione tra aree e città, sia a livello europeo che nazionale, si ac-

metodo di lavoro che abbia come obiettivo la qualità complessiva del sistema urbano. – Tutti conoscono i grandi processi di riqualificazione avvenuti negli ultimi vent’anni: Parigi, Berlino, Barcellona, ecc. Grandi progetti che per la loro emblematicità e rappresentatività, sono stati sostenuti da una forte volontà politica e da ingenti risorse, situazioni difficilmente paragonabili a quanto avviene nelle realtà minori. Tuttavia esistono casi di grande interesse: basti pensare all’operazione iniziata ad Urbino con il piano regolatore del 1958, ispirata dalla grande personalità del Rettore Carlo Bo e realizzata da Giancarlo De Carlo, ed all’esempio più recente di Salerno. Con la consulenza di Oriol Bohigas si sta attuando un sistema, non teorico, ma ispirato alla fattibilità, per la realizzazione di interventi pubblici capaci di trasformare l’ambiente urbano. L’opera pubblica vista come “ catalizzatore” della nuova città, come elemento di qualità al quale fare riferimento. – Si tratta allora, se si è d’accordo, di “ inventare” un metodo che anche alcuni nuovi strumenti legislativi e nuovi orientamenti possono aiutare a costituire. Negli ultimi decenni è cambiata la logica dei finanziamenti, prima “ a pioggia” ed ora per “ progetti complessi” . L’introduzione di strumenti quali i PRUSST, che accostano alla pianificazione tradizionale un piano delle risorse, come anche un uso

• Progetti e investimenti attuati, in corso o previsti I progetti dibattuti e qui di seguito elencati, sono frutto della volontà e dell’azione di diversi enti, alcuni sono già realtà, altri sono in corso di realizzazione, altri ancora godono di fondi già stanziati o di previsioni di bilancio nei piani di spesa delle rispettive amministrazioni; in alcuni casi, infine, si tratta di aree urbanisticamente strategiche di recente o prossima probabile acquisizione per le quali, al più, esistono solo orientamenti programmatici. L’ammontare complessivo per la realizzazione di questi progetti, per la maggior parte dei quali è prevista l’attuazione entro il 2007, è di circa duecentosettanta milioni di euro. Questa cifra non comprende opere che, seppure elencate di seguito e strutturali al dibattito culturale sul futuro della città, non sono ancora incluse nei programmi di investimento delle amministrazioni. L’elenco dei progetti, divisi secondo alcuni criteri di categoria, è il seguente: – Luoghi pregiati: Galleria d’Arte Moderna al Castello di Masnago, musei civici a villa Mirabello, museo FAI - Panza a villa Panza di Biumo, aree ed insediamenti ludici e sportivi alla Schiranna, castello di Belforte, villa Baragiola (ex seminario di Masnago), funicolare del Sacro Monte, funicolare del Campo dei Fiori; – Aree strategiche di riqualificazione urbana: ex caserma Garibaldi, ex macello

Civico, (ex) carcere dei Miogni; – Insediamenti universitari: sede di via Ravasi, campus di Bizzozzero; – Mobilità: tangenziale Nord-Est, sistema tangenziale urbano; – Altri: p.zza Monte Grappa, ristrutturazione ex casa del Mutilato (ex cinema Rivoli), nuovo ospedale di Circolo, nuovo carcere, teatro. Questi progetti hanno due qualità fondamentali: sono prioritari e sono possibili. Sono opere caratterizzate da diversi livelli di avanzamento: il museo Panza - FAI è una realtà già compiuta, i restanti musei varesini ed il nuovo ospedale sono in corso di realizzazione; comunque sia, sono tutte opere che partecipano a pieno titolo al dibattito per costruire un’idea di città. Tutte le strutture in questione hanno rilevanza tale da essere in grado di innescare, a cominciare dal loro intorno e se ben concepite e condotte, determinanti processi di riqualificazione urbana, più di quanto sia possibile attraverso un piano urbanistico generale. I progetti investono i tre livelli “ altimetrici” ed ambientali lungo i quali è distribuito il territorio varesino: lago, montagna, città; contesti che riassumono le principali valenze estetiche di questo territorio: le qualità dell’ambiente e del paesaggio. Sul lago viene proposto il potenziamento delle attività ricreative e sportive che preludono alla possibilità di istituire, per la prima volta, un reale rapporto tra la vita della città ed il lago che ne porta il nome. Il coraggioso ripristino delle funicolari potrebbe rivelarsi la chiave di volta per la valorizzazione della montagna; quest’opera potrebbe indurre a pari coraggio i privati proprietari dell’albergo Campo dei Fiori (capolavoro liberty di G. Sommaruga) e supportare la crescente qualificazione dell’osservatorio e del parco del Campo dei Fiori. Ma è nel corpo vivo della città, da cui si colgono le bellezze paesaggistiche dell’insieme, che si concentrano le principali contraddizioni programmatiche. Il sistema museale ha una sua logica che merita sviluppo e potenziamento: restituisce unità al sistema delle ville, dei parchi storici e del paesaggio che sono l’autentica peculiarità urbanistica della città. La mobilità: lo sviluppo del sistema tangenziale punta al legittimo obiettivo di canalizzare il traffico attorno e non dentro la città, tuttavia non mancano le perplessità circa i prossimi, pesantissimi, carichi di traffico che si determineranno in conseguenza del nuovo ospedale, del campus universitario e del nuovo carcere. Perplessità, in merito le quali, è legittimo interrogarsi circa la stessa collocazione di queste strutture. L’università, che ha gli strumenti per divenire nuova anima della


• Tavola rotonda e conclusioni finali In apertura della tavola rotonda sono stati invitati a portare il loro contributo alcuni autorevoli giornalisti locali che, meglio di altri osservatori, sono in grado di registrare il sentimento diffuso della cittadinanza. Ne è emersa una provocazione animata e polemica che ha investito la concretezza di politici ed amministratori; la stampa ha esternato, anche con forti accenti, il diffuso scetticismo in merito alla coerenza, alla programmazione ed alla capacità di realizzare le opere propagandate. Al contrario, nessuna voce ha portato l’attenzione sugli aspetti qualitativi intrinseci delle opere e sulla qualità del rapporto tra le stesse e la città. Si è confermato un atteggiamento tipicamente italiano, conseguente alla realtà amministrativa di questo ultimo mezzo secolo: perplessità, dubbi e attenzioni si accentrano sulla reale capacità di concretizzare le opere pubbliche e non sul giudizio di merito in seno al loro contenuto qualitativo in termini di specificità, realismo, bellezza, capacità di innovazione, di

rappresentare cose più grandi di sé, di dare senso e significato alle cose che gli stanno attorno, di risolvere problemi e non di crearne, di donare tranquillità e sicurezza, di servire con il tempo a tutti e a tutta la città conquistando consenso e credibilità. Il dibattito è proseguito nella tavola rotonda, cui hanno partecipato le principali amministrazioni (Comune, Università, Ospedale) oltre ad enti culturali e professionali (FAI, Consulta Lombarda Architetti, INU, Associazione AV). Il paradigma dell’inefficienza e della incapacità di attuare, presto e bene, le opere pubbliche è, oggi, all’origine di una grave involuzione delle prassi operative. L’amministratore pubblico agisce nella condizione di dovere dimostrare, innanzitutto, la sua capacità d’opera. Il pericolo da scongiurare che prevarica ogni altro parametro è la paralisi. A difesa dell’attuazione dell’opera vengono erette numerose barriere. A pagare il prezzo di questa involuzione è, tra le altre, la concertazione reale tra gli Enti (da non confondere con le comuni procedure tecnico - normative di approvazione). Alla necessità di un progetto comune, sinergico, capace di attribuire un valore aggiunto allo sforzo di ciascuno si sostituisce la gelosa difesa delle competenze individuali. Questo stato di cose non è conseguente, tout court, alla cattiva volontà o capacità di singoli amministratori o di alcune parti politiche e non di altre. È un problema politico-culturale che origina dalla storia amministrativa del Paese per passare attraverso criteri normativi e procedurali che deformano e comprimono, in chiave burocratica, la concretezza fattiva e le qualità professionali degli addetti ai lavori. In sintesi, le questioni procedurali elidono quelle progettuali mentre, al contempo, la malintesa interpretazione di ruolo tra “ maggioranze” ed “ opposizioni” , tra parti di governo e movimenti di opinione, fa sì che, alla politica di interesse generale, si sostituiscano le tattiche partitiche e le barricate ideologiche. Le singole amministrazioni, conoscendo e temendo le insidie che derivano da questa realtà, si difendono trincerandosi all’interno delle proprie competenze e riconducono, ogni sinergia ed esposizione pubblica, all’interno di adempimenti meramente burocratici e promozionali. Il numero, la vastità e la complessità delle questioni poste non poteva trovare nuove risposte all’interno del limitato spazio del convegno cui, peraltro, era affiancata una mostra ed una proiezione che hanno diffuso, per la prima volta, la conoscenza dei principali progetti pubblici in essere. Il vasto consenso ed apprezzamento da parte della stampa lo-

cale e di alcune personalità di cultura oltre che, va detto, di alcune delle stesse amministrazioni, ha convinto l’associazione AV dell’utilità di proseguire, nel prossimo futuro, quest’esperienza. L’obiettivo sarà quello di un’analisi più puntuale e mirata su alcune delle principali opere in-progress, l’auspicio sarà nei riguardi di una più diffusa ed partecipe presenza da parte del “ paziente” in esame: la città di Varese ed i suoi cittadini. Associazione AV, Architetti Varese

contributo operativo e di idee di tutti gli iscritti, per conseguire la nuova dimensione necessaria a garantire nel futuro la presenza professionale ed il ruolo degli architetti nella provincia di Varese. Dallo Statuto dell’Associazione, (art.3) l’Associazione ha lo scopo di: • attuare, affiancando l’Ordine degli Architetti della Provincia di Varese, la formazione professionale, la promozione di una sempre maggiore qualità del loro lavoro; • promuovere e diffondere la conoscenza, da parte del pubblico,

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città, sembra avere già compiuto una scelta pregiudiziale: alla tradizionale osmosi città - università, propria della cultura urbana italiana, va preferendo il modello anglosassone del campus. In sostanza si va optando per un accentramento cittadino che pare contraddire la stessa realtà, interessante e stimolante e fin qui portata innanzi, di un’università dell’Insubria diffusa su di un ampio territorio che va da Varese a Como. Vi è poi una numerosa serie di progetti e di opportunità a diverso livello di sviluppo, con diverse peculiarità urbane e, ad oggi, diversa concretezza finanziaria: il nuovo ospedale, di cui non paiono chiarissime né le relazioni urbane con la città né quelle tecnico-scientifiche con l’università; il nuovo carcere ed il teatro, progetti ad un livello in parte ancora astratto. Infine si citano alcune aree strategiche che possono rappresentare un’importante risorsa urbana, alcune di proprietà comunale altre di prossima probabile acquisizione: la caserma, il cui valore è conseguente più alla posizione strategica dell’area che alle caratteristiche storico-architettoniche dell’edificio, l’ex-seminario di Masnago, l’ex-macello ed, infine, l’eventuale futuro ex-carcere dei Miogni; tutte importanti realtà in attesa di destinazioni condivise. Tutti progetti che si misureranno con gli obiettivi ed i bisogni pubblici dovendo riuscire, ove opportuno e necessario, a fare confluire su di loro anche importanti risorse economiche private. Tutte questioni che, se ben risolte, moltiplicheranno la rendita degli investimenti iniziali, conferendovi un valore aggiunto di cui beneficeranno la città nel suo complesso e le singole opere nel loro specifico.

Villa Baragiola (ex seminario di Masnago).

Associazione AV - Architetti Varese Gli ultimi anni hanno registrato la rapida trasformazione della professione di architetto e la crescente necessità di assumere nuovi riferimenti operativi. Anche a seguito del mutato quadro legislativo e della riforma universitaria, si impone una diversa visione dell’assetto professionale nella quale assumono un ruolo preminente l’aggiornamento tecnico-culturale e l’attenzione ai settori di attività emergenti. Nonostante l’Ordine degli Architetti di Varese si sia avviato su questa strada ormai da anni, si è avvertita la necessità di una maggiore e più specifica operatività sulle problemat iche legat e all’informazione ed alla promozione professionale. Per volontà dell’Ordine è nata AV - Associazione degli Architetti di Varese. Una struttura nuova, più autonoma e specializzata che si pone l’obiettivo di diffondere i temi dell’architettura e della valorizzazione del territorio e promuovere l’aggiornamento culturale e professionale della categoria. Un progetto ambizioso, che richiede il

della cultura riguardante l’Architettura e la professione di Architetto; • collaborare con gli Enti territoriali, con le scuole di ogni ordine e grado e con Associazioni culturali, ad iniziative mirate a diffondere la cultura dell’architettura con particolare riguardo alle problematiche del territorio lombardo; • organizzare momenti di aggregazione tra Architetti, e tra questi ed altre categorie, coinvolgendo anche altri ambiti sociali quali scuole, associazioni, famiglie, anche attraverso viaggi culturali e riunioni conviviali. Consiglio dell’Associazione AV: Claudio Baracca (presidente), Patrizia Buzzi (tesoriere), Claudio Colombo, Claudio Castiglioni, Marco Foglia, Laura Gianetti, Matteo Sacchetti, Paolo Scapolo (segretario), Adriano Veronesi Associazione AV Architetti Varese via Gradisca 4 21100 Varese tel. 0332265823 e-mail: av.architettivarese@libero.it


A cura della Redazione

Architetti o designer?

Argomenti

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Una stagione costellata da mostre dedicatfe ai grandi protagonisti dell’architettura italiana, quella appena trascorsa, con la scelta a volte non dichiarata, ma senz’altro da tutti condivisa, di rendere omaggio al mondo dell’Italian design. Forse una curiosa coincidenza, insomma, quella che ha visto confrontarsi, in tre esposizioni dai caratteri assolutamente disomogenei, tre grandi milanesi la cui notorietà ha superato, da tempo, i confini internazionali: Luigi Caccia Dominioni le cui architetture, arredi e raffinati dettagli sono stati accolti negli scarpiani spazi del Museo di Castelvecchio a Verona; Gio Pont i, maest ro assolut o, il cui “ mondo” scandito per decenni, dopo il Design Museum di Londra e il NAJ di Rotterdam, è approdato alla Triennale di Milano e infine Vico Magistretti “ la cui storia del design” ha invaso con arredi e gigantografie di schizzi i suggestivi spazi del palazzo Ducale di Genova. Si è trattato di occasioni in cui è stato possibile ripercorrere, anche attraverso chiavi di lettura innovative, delle esistenze che hanno fatto del tema progettuale il centro di ogni ricerca, sperimentazione rivolta però all’intera sfera architettonica mentre, forse a esclusione della mostra Case e cose per abitare. Stile di Caccia, curata da Paola Marini e Fulvio Irace, negli altri casi è stata scelta la strada dell’incursione esclusiva nel mondo del design. Così è stato per la Triennale che ha sfoderato nella sua interessante programmazione triennale la bella mostra Gio Ponti: a World curata da Lisa Ponti e Marco Romanelli: una successione di insulae decennali di oggetti e arredi del grande maestro dove l’architettura ha fatto solo da scenografico fondale, continuando a tenere lontana una retrospettiva completa dello storico fondatore di “ Domus” . Ancora diverso il caso genovese dove, su iniziativa della Fondazione Schiffini, già nell’intitolazione della mostra si è letta una dichiarazione di intenti: Vico Magistretti. Il design dagli anni Cinquanta a oggi; su questa manifestazione e sulla sua qualità si è già detto, ma perché non approfittare una volta per tutte per segnalare anche il grande contributo di Magistretti all’architettura dal dopoguerra ad oggi? È di questi giorni la selezione di uno dei suoi lavori più recenti – il deposito Famagosta – al Premio Medaglia d’oro per l’architettura della Triennale di Milano, mentre non è certo difficile risalire al ruolo di primo piano che coprì con la sua casa Arosio nella polemica scaturita in occasione del Ciam di Otterloo del 1959, tra i protagonisti di una libertà progettuale di nuova generazione e l’ala più intransigente degli epigoni del Movimento Moderno, un momento di cesura

irrecuperabile. All’architettura di Luigi Caccia Dominioni, come si è detto, è stato invece dedicato uno spazio più significativo nella mostra veronese, scegliendo di raccontarne realtà e dettagli attraverso i disegni d’archivio e le notevoli immagini di Gabriele Basilico che ne ha ricostruito un percorso critico con gli stessi curatori, autori tra l’altro del notevole libro-catalogo per i tipi di Marsilio che va giustamente a colmare la troppo stringata letteratura prodotta fino ad oggi sull’architetto milanese. Ma anche in questo caso, la Sala Boggian di Castelvecchio, forse troppo piccola per la portata della mostra, si è ritrovata disseminata di “ cose e case” di Caccia, ancora una volta a sottolineare il suo ruolo di designer e di fondatore, con Gardella, dell’esperienza di Azucena. Inoltre di recente per non smentire questa linea che sembra più guardare all’aspetto creativo e di designer di questi protagonisti che alla loro attività prettamente architettonica, lo spagnolo Navarro Baldeweg è protagonista alla galleria AAM di una mostra dedicata soprattutto ai suoi disegni e ai suoi acquarelli. Insomma dopo anni di impegno e forte partecipazione in cui il valore dell’architettura sembrava aver guadagnato quella centralità cui da sempre aspirava, dal tempo cioè del rinascimentale architetto-umanista, la visione policentrica attuale e le sue innumerevoli specializzazioni, tendono non solo a delle letture “ per settori” e specificità, ma esprimono anche e proprio la perdita di quella tanto aspirata centralità. Si determina perciò, in campo espositivo, il paradosso per cui mentre il mondo dell’architettura sembra invece fuggire verso gli aspetti, certo non meno significativi, del design e dell’espressività artistica connessi al mondo della produzione, l’arte continua ad appropriarsi dell’architettura, dei suoi mezzi espressivi, delle metodologie di ricerca, sfruttandone gli spazi vivendo dei contrasti e delle analogie tra opere e luoghi. Contenitori doc Vanno segnalati a questo proposito per forza espressiva e qualità di risultato due eventi significativi che vedono il coinvolgimento e la forte interrelazione tra monumento d’architettura e arte. Il mengoniano Ottagono della galleria Vittorio Emanuele, simbolo del capoluogo lombardo, è stato occupato in questi giorni (7 maggio - 4 giugno) dalla presenza ingombrante di Short Cut un allestimento del duo scandinavo Michael Elmgreen & Ingar Dragset artisti da sempre impegnati in una ricerca, spesso anche divertita, sul rapporto tra arte e architettura, spazio reale e virtuale. Il passage su iniziativa della Fondazione Trussardi è

tornato ad essere strada nel senso estremo del termine, e qui, come per incanto o per errore, un’automobile con tanto di roulotte emerge da sottoterra distruggendo parte del mosaico storico della galleria. È l’idea del viaggiatore medio che da Napoli va a Rimini e che sbagliando percorso approda nel cuore di Milano. Un’occasione di riflessione tra installazioni d’arte e realtà urbana che ha avuto ulteriori approfondimenti in occasione del convegno promosso dalla stessa fondazione – Velocità quasi zero – tenutosi presso la Fiera di Milano il 9 maggio scorso. Un secondo caso merita ancora attenzione, questa volta è in corso a Piacenza fino al 29 giugno e si pregia di un notevole contenitore a firma di Piero Portaluppi. Così accade che i suggestivi spazi dell’excentrale elettrica Emilia, a poca distanza dal centro storico di Piacenza, realizzata negli anni Venti dal noto progettista milanese rivivano della presenza di Cover Theory la collettiva sul tema della trasposizione del concetto di cover in senso musicale

nell’arte. Curata da Marco Senaldi, la mostra si svolge nella continua interazione tra gli elementi della preesistenza, contatori, consolle di controllo, valvole e quant’altro e le opere di artisti più o meno giovani, più o meno noti tutti accomunati nel loro lavoro dalla ricerca di una ispirazione, una replica così come accade per molti dei capolavori musicali riletti e reinterpretati. Tra i protagonisti Boetti, Arienti, Kaufmann, Salvo, Pancrazzi, Rehberger, Linke e molti altri ancora. Un evento speciale ad inaugurarla: reading di poesie-cover degli scrittori Raul Montanari, Aldo Nove e Tiziano Scarpa, autori del libro a sei mani Nelle galassie oggi come oggi, Einaudi, 2001. Un evento speciale a chiuderla: il filosofo Fulvio Carmagnola e il sociologo Franco La Cecla con altri a dibattere sul concetto stesso di cover. Tutto sotto spazi speciali in bilico tra architettura industriale e linguaggio secessionista. Maria Vittoria Capitanucci

Vicenza, una nuova architettura, una nuova città “ Come tutti i giuochi quello del Palazzo è in fondo una cosa seria, perché è il giuoco dell’architettura, e l’architettura è importante per tutti noi (…). Ci protegge dalle piogge e dal freddo, ma non solo: ci rende belli o brutti, trasforma la nostra vita in bene o in male” , così si esprime il Notaio introducendo la storia della progettazione e costruzione della Basilica palladiana di Vicenza. Non si tratta di un racconto romanzato bensì di una storia fondata su precisi documenti. L’obiettivo è rappresentare - perché in questo caso di una rappresentazione teatrale si tratta - un particolare momento della storia di Vicenza, un’epoca in cui la città veneta, entrata a far parte del potente stato veneziano, grazie a una particolare politica culturale, da piccola cittadella di terraferma si trasforma in una capitale dell’architettura europea. Architetti quali Palladio, Scamozzi, Giulio Romano, o intellettuali come il Trissino, piuttosto che nobili colti quali Valmarana o Chiericati, in questi anni sono i personaggi che, consapevoli del ruolo civile dell’architettura, sostengono la necessità di dare nuova forma alla città. A 500 anni dall’adesione della città alla Repubblica Veneta, Vicenza ha sentito il dovere di celebrare questa “ dedizione” organizzando un ciclo di manifestazioni che, a partire da un progetto unitario il cui esito più importante sarà, nel 2004, una grande mostra dedicata al Palladio, permettano ai vicentini, ma anche ai turisti, la riscoperta dell’identità culturale della città. A tale scopo è stato elaborato un programma articolato, fatto di mostre, seminari e convegni, musica e spettacolo il cui svolgimento si protrae dalla primavera di quest’anno fino

al gennaio del 2005. La prima iniziativa ha riguardato la rappresentazione de “ Il Giuoco del Palazzo ovvero Palladio in Piazza” , un testo teatrale composto da Howard Burns, uno dei più importanti studiosi di Palladio. La scena, che si svolge nel Teatro effimero del Palladio ricostruito per l’occasione in Basilica, permette al pubblico di avvicinarsi alla figura del grande architetto del rinascimento, soprattutto al suo modo di intendere l’architettura, rapportandolo a quello degli altri architetti suoi contemporanei (Scamozzi e Giulio Romano) chiamati entrambi a progettare la nuova facciata della Basilica, e di capire l’ambiente culturale e politico del tempo. Da settembre sarà poi possibile visitare la mostra curata dal Centro Studi Andrea Palladio Vincenzo Scamozzi intellettuale architetto (15481616) che si terrà a Palazzo Barbaran da Porto. Le iniziative successive riguarderanno un convegno internazionale di studi: Vicenza nel Rinascimento. Cultura, società, istituzioni (1404-1630) nella primavera del 2004, una mostra relativa alla Trasformazione del territorio agrario vicentino tra il XV e XVII secolo nell’autunno del 2004 e infine, sempre nell’autunno del 2004, la grande mostra Andrea Palladio Veneto, architetto universale. Il progetto, nella sua totalità, è promosso dal Comune di Vicenza, grazie all’intervento della Legge Regionale 16 agosto 2002, n. 23 “ Celebrazioni per il sesto centenario dell’ingresso di Vicenza, città del Palladio, nella Repubblica Veneta” , con la Provincia di Vicenza e la Camera di Commercio di Vicenza. Martina Landsberger


A cura di Roberto Gamba

Milano: concorso “Piazze 2001” proclamato i tre vincitori, a cui verrà assegnato l’incarico della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva. Un volume – Piazze per Milano, curato da Raffaella Poletti per INARCH Milano e pubblicato da “ Il Sole 24 Ore” – riporta sia la documentazione sugli esiti del concorso del 1999, sia quelli della competizione più recente, accompagnati dall’indagine fotografica realizzata dal Dominik Huber. Viabilità e spazio pubblico, qualità dell’ambiente urbano e invadenza dei veicoli, gerarchia e qualità degli elementi del paesaggio dei grandi assi viari sono i temi centrali che ricorrono nei tre spazi pubblici messi a concorso. Temi nuovi e diversi rispetto a quelli contenuti nel concorso del ‘99. In Piazze Per Milano Arturo Lanzani, geografo e urbanista si interroga sulla questione delle nuove periferie urbane e sul significato odierno dello spazio pubblico; Alessandro Rocca affronta il tema della forma dello spazio pubblico e propone una ricognizione in campo internazionale delle realizzazioni più significative; Italo Rota, in un’intervista invita a compiere un salto nella qualità progettuale.

ROSERIO - Riccardo Dell’Osso, Ioanni Delsante.

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OHM - Giovanni Multari, Vincenzo Corvino. LE ALTRE OPERE SELEZIONATE

I VINCITORI

OHM - Massimo Forte, Felicita Forte.

GAMBARA - Vincenza Lima, Raffaello Cecchi, Andrea De Matteis.

OHM - Daniele Vitale, Marco Lecis, Andrea Palmieri.

Concorsi

La piazza è stata interpretata, in due successive tornate concorsuali, recentemente indette dal Comune di Milano, secondo una duplice chiave di lettura: come recupero della dignità urbana e dell’identità storico – culturale dei luoghi per le piazze, di borghi storici, ora periferie; così come attribuzione di significato e creazione di identità per le nuove centralità, che si generano nei nodi di addensamento di mobilità o di funzioni. Dopo “ cinque piazze per Milano - 1999” (piazza Costantino, piazzale Gabrio Rosa, piazza Tirana, piazza Anita Garibaldi, piazza Santa Giustina), di cui alcuni dei progetti vincitori sono ormai in via di ultimazione, con il nuovo concorso in due fasi “ Piazze 2001” si intende sistemare gli spazi periferici di piazzale Roserio; Gambara e via Antonello da Messina; piazza Ohm. La giuria, composta da Italo Lupi, presidente; Silvia Volpi, direttore del settore arredo urbano del comune; Angelo Bugatti; Giampaolo Corda; Giovanna Longhi; Angelo Torricelli; Piero Torretta; con supplenti Pierliugi Salvadeo; Michele Faglia; Giovanni Oggioni, prima ha selezionato i cinque finalisti, ammessi alla seconda fase, poi ha


GAMBARA - Renato Casolaro, Elio Rivera.

Concorsi

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GAMBARA - Luciano Crespi, Marino Crespi, Osvaldo Pogliani, Dario Sironi.

OHM - Monica Sgandurra, Fabio Di Carlo.

GAMBARA - Franz Prati, Roberto Silvestri.

OHM - Giuliano Guiducci, Susanna Rosellini, Massimo Porricelli.

GAMBARA - Agostino Bossi, Nicola Flora, Paolo Giardiello.

ROSERIO - Guido Canella, Michele Achilli, Enrico Bordogna, Vincenzo Donato, Riccardo Canella, Domenico Strambena, Paolo Zanett.


ROSERIO - Pier Alberto Ferrè, Carolina Rozzoni, Simona Cornegliani.

ROSERIO - Nazario Petrucci, Luca Bellingeri.

Nuovo edificio scolastico a Capiago Intimiano (Co) Capiago e Intimiano, situati in Brianza, a sudest di Como, formano un’unità amministrativa di 4.600 abitanti. I due paesi si innalzano sulle colline moreniche che circondano il laghetto di Montorfano a 421 m di altitudine. Furono fondati dai coloni che si stabilirono nella Brianza in epoca romana. Sebbene di origini comuni, i destini dei due centri furono differenti: Capiago gravitò intorno a Como, seguendone le vicende storiche; Intimiano, invece, seguì Cantù e divenne famosa per aver dato i natali ad Ariberto, arcivescovo di Milano dal 1018 al 1045. Il concorso chiedeva la progettazione di un nuovo edificio scolastico per la scuola media statale

dell’Istituto comprensoriale di Capiago Int imiano, M ont orf ano, Senna e Cucciago. L’intervento dovrà contribuire alla valorizzazione del contesto attraverso l’individuazione di soluzioni che concorrano all’integrazione funzionale e paesaggistica delle attrezzature pubbliche già presenti, lungo il tracciato della pista ciclopedonale, incentivino la migliore fruizione e il corretto uso degli spazi, consentano al cittadino la percezione della migliore qualità ambientale. La giuria era composta da Sandro Vergani, Alberto Bianchi, Adolfo Legnante, Antonio Monestiroli, Aurelio Galfetti, Marco Ortalli, Maximiliano Galli. I partecipanti sono stati 103. Quarti si sono classficati, Stefano

Valeria Colombo, Giovanni Michele Colombo, Roberto Tamburini. Settimi, Sergio Crotti, Enrica Invernizzi, Giancarlo Chiesa, Alberto Fontana.

1° classificato Andrea Liverani, Enrico Molteni, Stefano Colombo

che si vogliono rafforzare con la collocazione dei corpi di fabbrica. Le scuole sono immerse nel verde, rivolte verso la collina e ben esposte. L’edificio pubblico invece si affaccia sulla via Serenza, e permette all’intero complesso di avere una presenza più urbana, meno marginale e secondaria, con il percorso che struttura l’intero intervento. Il percorso pedonale è il primo elemento costruito del progetto: unisce il piazzale (parcheggio) della palestra e quello del cimitero, con pendenza costante del 3% e collega i due dislivelli. Da esso si accede alle due scuole, all’edificio pubblico, e alla palestra esistente. La scuola si innesta sul percorso in senso longitudinale. Il principio di costruzione scelto usa il muro per risolvere il rapporto tra edificio e terreno in pendenza. Muri strutturali definiscono due corpi. Lo spazio tra i due corpi è vuoto, ed è lo spazio di relazione e ri-

Il progetto insiste sulla definizione di un impianto rigoroso e aperto. La relazione tra impianto e territorio è fondamentale. Non si tratta in questo caso solo di una soluzione di dettaglio sul tema della scuola, ma innanzitutto di un ragionamento ampio e definitivo sulle relazioni tra luogo urbano e naturale teso tra i due nuclei consolidati di Intimiano e Capiago. Il segno deve perciò essere fermo: il progetto stabilisce, per mezzo dei corpi costruiti e dei percorsi, una direzione precisa ed un impianto forte e crescente come condizione indispensabile per costruire il nuovo complesso nelle 4 fasi indicate. Il progetto si compone di 3 elementi: il percorso, il corpo delle scuole e l’edificio pubblico. L’area di concorso ha molte qualità, soprattutto paesaggistiche,

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Concorsi

ROSERIO - Paolo Favole, Flora Vallone, Renato Cattaneo.

Seneca, con Corrado Tagliabue, Pierluigi Bulgheroni e Darko Pandakovic. Quinti, Marcello Tommasi, con Massimiliano Agostoni. Sesti, Paolo Brambilla, con Maria


creativo che dà qualità e caratterizza la scuola: esso viene illuminato zenitalmente, con serre interne e spazi colorati di gioco, in cui si muovono le rampe e le scale tra i due livelli. I due corpi sono occupati dallo spazio didattico al primo piano e dai servizi, al piano terra, come indicato dalle normative. Il piano delle aule è ben illuminato e gode di viste lunghe sul paesaggio: può essere utilizzato in modo flessibile, con aule di diverse misure, da 30 a 90 mq, suddivise con pareti mobili.

Le facciate sono esposte est-ovest. Una sistema di lamelle di legno verticali è collocato esternamente e perme un miglior controllo della luce. All’interno lo spazio ricreativo è luminoso e colorato, con piccoli patii apribili come serre, con piante e vegetazione interna utilizzabili liberamente per giocare. I percorsi nel verde congiungono le scuole al percorso ciclo-pedonale che delimita l’area. Il vivaio esistente sarà usato come campo di apprendimento e gli studenti si occuperanno della manutenzione.

Concorsi

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3° classificato Klaus Schuwerk, Gianpiero Giorgio Lagnese, Roberto Cosenza, Diego Lama

2° classificato Mario Cortinovis, Giorgio Grassi, Nunzio Dego, Marco Lameri Il complesso edilizio del nuovo polo scolastico si sviluppa avendo come asse centrale il percorso pedonale che collega la via Serenza alla pista ciclabile di via Camuzio ed è diviso in due parti distinte e separate da una fascia di verde continuo che attraversa tutta l’area di progetto. Una parte, quella più a nord aperta sulla via Serenza, è destinata alla scuola media, alla direzione didattica e alla futura scuola elementare. L’altra, quella più a sud, circondata su due lati dalla pista ciclabile di via Camuzio, è destinata invece a quelle strutture di servizio della scuola (aula magna, biblioteca e palestra) per le quali è prevista un’utilizzazione più ampia. Entrambe si sviluppano intorno a un basso porticato a forma di “ U” e hanno accessi autonomi. I due porticati sono uguali, speculari e separati dalla fascia di verde

di cui si è detto: insieme danno luogo a uno spazio unitario e definito architettonicamente. Il complesso edilizio ha il suo ingresso principale nell’edificio che contiene anche la direzione didattica: aperto sulla via Serenza, si trova di fronte a quello del municipio. Contigui alla direzione didattica, ma su lati opposti e disposti trasversalmente, i due edifici della scuola media e di quella elementare si trovano all’incirca in prosecuzione del volume della palestra esistente. A eccezione dei porticati (h. netta 3m), tutti i corpi edilizi hanno una medesima altezza (h. netta 7m): gli edifici scolastici e quelli per uffici su due piani, l’aula magna, la biblioteca e la palestra a doppia altezza. Nella sua fase finale il progetto prevede che le attrezzature all’aperto per l’educazione fisica si trovino nell’area compresa fra la palestra esistente e la nuova scuola media, solo il campo di palla a volo sarà attiguo alla nuova palestra.

Tre edifici creano un luogo denso, urbano che mette in scena la montagna verde. Il portico rafforza questa idea di spazio urbano, di piazza. La prima parte appartiene più alla città, la seconda, più stretta e in basso, costituisce il cortile della scuola. L’architettura del complesso è orientata al massimo della semplicità, sia tipologica che formale. La mancanza di atteggiamenti forzatamente “ formalisti” ricade automaticamente sul funzionamento degli spazi che, privi di forzature, si presteranno agli usi specifici con grande chiarezza e determinazione. La parte edificata si compone di tre corpi: l’edificio della scuola me-

dia, disposto a sud-est, al margine dell’area di progetto, lungo il perimetro del campo di calcio che giace ad una quota di circa tre metri più in basso; l’edificio della scuola elementare, disposto parallelamente al precedente; l’edificio che contiene la biblioteca civica, la palestra scolastica e l’aula magna, disposto ortogonalmente agli altri due, sul lato nord-est della piazza. La scuola media è ospitata in un edificio lungo cento metri, largo diciotto, alto circa sette metri (due piani). Il grande atrio longitudinale a doppia altezza, con la larga scala, rappresenta il cuore spaziale della scuola ed il luogo d’incontro degli studenti. La mensa, disposta su due livelli, è posta a conclusione dell’edificio, sul lato ovest. L’intera superficie esterna sarà rivestita da lastre di pietra.


Il progetto coglie l’occasione per realizzare una ricucitura del tessuto urbano, riqualificando uno spazio privo di ogni connotazione. Lo sviluppo planimetrico e volumetrico del nuovo edificio avviene secondo una direttrice suggerita dal “ vuoto” del contesto urbanizzato. L’impatto volumetrico è contenuto su una costruzione compatta ma articolata, mantenuta su due piani e sufficientemente arretrata dal filo stradale. Il fronte sulla scuola elementare è rotto secondo i moduli delle aule, a seguire l’attraversamento diagonale, sul vuoto interno all’area esistente. Ogni volume è evidenziato nella sua funzione specifica da un colo-

Concorso di idee per la realizzazione di una nuova scuola media ad Asola (Ma) Attualmente la scuola media di Asola, in provincia di Mantova, è situata in un edificio del 1800, in centro storico, che nel corso degli anni ha subìto diversi interventi di manutenzione, sia per mantenere in efficienza la vecchia struttura, che per adattare i locali (originariamente residenza di un nobile asolano e quindi con destinazione d’uso completamente diversa dall’attuale) alle esigenze scolastiche. Gli spazi attuali si stanno rivelando insufficienti ed inadatti alla destinazione scolastica, per cui l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno realizzare una struttura ex novo, nell’area dell’ex consorzio agrario, ubicata tra viale Brescia e via Roma, che risulta adiacente alla scuola elementare, edificio del 1930 con pianta ad “ U” . A questo scopo è stato bandito

nella primavera dello scorso anno un concorso di idee per la progettazione di una scuola per circa 400 studenti (importo massimo di costruzione di 3.000.000 €), da integrarsi con quella dell’adiacente scuola elementare, anche per una condivisione di spazi ed attrezzature. Il progetto dovrà prevedere la possibilità di un futuro ampliamento. La Giuria era composta da Giordano Rivera, Annalisa Antonini, Fiorenzo Savoldini, Gianandrea Delindati, Elena Zucchelli, Corrado Lodi, Luigi Pedrazzini, Michele Annaloro, Daniela Varini, Anna Scuderi, Antonio Magnani. I partecipanti sono stati 33. I premi minimi: al primo classificato 2.000 € e l’incarico per la progettazione esecutiva. Oltre ai progetti qui presentati, è stato segnalato il lavoro di Massimo Rodighiero.

re diverso: l’ingresso è segnalato da una grande pensilina vetrata; i laboratori lineari, la palestra luminosa e trasparente emerge dai volumi circostanti; la biblioteca baricentrica è individuata da un cubo con grandi finestre; le aule sono individuate singolarmente dal loro movimento spezzato. L’interno non è rettilineo, né concepito come insieme di corridoi; vi si aprono spazi, si aprono varchi di luce dalle zone interne vetrate su cavedio o illuminate da lucernario a soffitto. Tutte le aule normali sono orientate a sud. Il connettivo da corridoio diventa uno spazio per attività di lavori di piccoli gruppi, per esposizioni, per la socializzazione. La biblioteca è in posizione baricentrica e le sue attrezzature sono il “ centro delle risorse informative” , cuore dell’attività didattica.

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Concorsi

1° classificato Sergio Dellavecchia, Enrico Finotti


2° classificato Carlo Buzzelli, Alessia Bellini

Concorsi

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Non è una scuola fatta da corridoi, elementi di servizio ad una serie di stanze, ma un edificio in cui ordine e complessità sono fusi insieme, a creare uno spazio in cui ragazzi ed insegnanti riconoscano il “ senso dello stare nella scuola” . Un luogo chiaro e definito, dove la strada centrale bandisce l’asetticità del percorso-corridoio, dove il percorso diventa luogo, spazio in cui ogni cosa trae il significato dalle attività che attorno ad esso si svolgono. Nel pensare all’illuminamento dei luoghi di studio si è preferito posizionare le aule ed i laboratori nel lato nord, dove la mancanza del raggio incidente del sole ha permesso di aprire grandi vetrate, che affacciano su giardinetti chiusi sui tre lati e che fungono da spazi aperti collegati ad aule e laboratori. Per evitare l’abbagliamento diretto si è adottata una mensola inserita nella vetrata, che da un lato scherma i raggi solari diretti e dall’altro, agendo come un vero e proprio riflettore, prolunga i rag-

gi luminosi fino al fondo della stanza. Si ottiene così una omogeneità di illuminazione naturale. La copertura a falde della strada centrale ha un sistema di frangisole metallici che, dialogando bene dal punto di vista estetico con la struttura portante in legno e metallo, protegge lo spazio sottostante dai fastidiosi raggi solari. Saranno inserite delle finestre a tetto in modo da permettere la climatizzazione naturale della struttura, prendendo aria fresca dalle zone basse e convogliandole verso la parte alta della copertura centrale, che funge da camino termico, espellendo in alto l’aria calda. Per ottenere un grado di comfort acustico adeguato all’utilizzo dei locali, si è prestata la massima attenzione sia all’isolamento fra ambiente ed ambiente, sia all’acustica architettonica di ciascuno di essi, disgiungendo i corpi dell’edificio che contengono le aule da quelli contenenti palestra e refettorio, ottenendo così un ottimo isolamento acustico senza bisogno di utilizzare costosi accorgimenti costruttivi o materiali speciali.

spetti: il tema dell’ingresso d’angolo; il tema delle grandi aperture composte da più moduli verticali; la scansione delle facciate secondo due piani orizzontali, in quella originaria per mezzo dei marcapiani, in quella nuova per mezzo di un aggetto del piano superiore e dell’evidenziazione cromatica. Si è inteso privilegiare una struttura prefabbricata, per aspetti economici e di tempestività esecutiva, (anche se la medesima struttura si può eseguire parimenti in opera), costituita da pilastri portati da plinti con colletto a bicchiere, travi ad L o a doppio TT

rovescio e solai piani semiprefabbricati e con getto di conglobamento in opera. Il manto di copertura è costituito da lastre metalliche grecate montate a doppia pendenza. I tamponamenti sul piano terreno sono costituiti da pannelli orizzontali di cemento bianco liscio con lieve coloritura in pasta con ossidi; i tamponamenti del 1° e 2° piano sono costituiti da pannelli verticali in listelli di cotto rosso a vista. La struttura della palestra è ad archi ribassati in legno lamellare su pilastri in cemento.

Segnalato Francesco Sommavilla

ne libera da ostacoli); la provenienza dei venti dominanti; la presenza della scuola elementare, con la grande area circostante a verde. Il volume si organizza in due piani. Dal livello più basso si può accedere ad una corte interna coperta da un leggero frangisole. La palestra sfrutta la pendenza naturale del terreno e si trova al medesimo livello del giardino della scuola elementare adiacente.

L’ipotesi progettuale prende forma e si articola su semplici osservazioni e riflessioni sul sito: l’orografia e la geometria dell’area (la pendenza naturale del terreno – gli spazi aperti – il corso d’acqua); l’orientamento (il lato maggiore del lotto rivolto completamente a Sud e quindi soggetto ad una forte insolazio3°classificato Paola Morandi, Gianni Morandi, Michela Montagna, Fabrizio Salvagnini, Darren Eryou Si è privilegiata la caratteristica planimetrica della cascina lombarda a corte chiusa e con corte secondaria; da questa seconda corte si estende una propaggine, la palestra, verso il verde esistente della scuola elementare che verrà integrato e che sarà collegato con una semplice passerella pedonale alla porzione esistente oltre il canale. Le pareti verso le corti sono interamente vetrate e questa traspa-

renza crea l’effetto di continuità con i corridoi. La nuova scuola riprende le direttrici architettoniche principali di quella esistente ed il suo schema planimetrico, intendendo così completare il disegno in modo organico: il lato est della palestra riprende l’allineamento del filo esterno dell’ala ovest della scuola esistente e, da lì, il complesso si sviluppa riprendendone gli elementi principali come cortile interno, corpo a “ U” , allineamento stradale ecc. Anche la composizione dei prospetti riprende, reinterpretandoli, i motivi principali dei vecchi pro-


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Milano a

Deliberazioni della 135 Seduta di Consiglio del 9.6.2003 Domande di prima iscrizione presentate nel mese di aprile 2003 (n. 82 di cui n. 59 architetti unicamente l.p., e 23 architetti che svolgono altra professione): 13768, Anelli Riccardo, 1.4.1975, Vizzolo Predabissi; 13788, Arsie Crist ina Dominique Emma, 15.7.1970, Milano; 13739, Bacchini Paolo, 29.1.1972,Milano; 13737, Bellini Eva Valeria, 22.7.1967, Roma; 13744, Beneventano Umberto, 5.7.1972, Catania; 13754, Bertacchi Gaia Barbara Innocenza, 4.10.1971, Milano; 13721, Bertin Dong Sub, 3.5.1973, Seoul; 13763, Bocchi Alberto, 7.4.1967, Milano; 13747, Bolognesi Cinzia, 12.1.1973, Milano; 13740, Bonaventura Maria Teresa, 10.3.1973, M ilano; 13759, Brianza M argherit a, 19.5.1975, Milano; 13738, Bruni Francesca Carlotta, 5.3.1969, Milano; 13732, Calabrese Jacopo, 20.8.1972, Milano; 13780, Calabrò Chiara 7.12.1975, Milano; 13796, Callegari Luca, 22.4.1963, Genova; 13719, Cambiaghi Edoardo, 13.4.1971, Cernusco sul Naviglio; 13715, Careccia Fabio, 19.6.1973, Milano; 13713, Cattaneo Giovanna, 15.9.1972, Milano; 13757, Cecchini Paola, 28.2.1975, Milano; 13733, Cecchini Raffaella, 16.7.1969, Milano; 13777, Clavenna Elisabet t a, 17.1.1975, Rho; 13745, Codazzi Simona Federica, 20.5.1974, Milano; 13752, Continanza Fabiano, 24.5.1974, Berna; 13789, D’Alessio Luca, 24.8.1973, Legnano; 13781, Dell’Olio Silvia, 5.5.1973, Milano; 13746, Delton Alessandro, 3.2.1971, Monza; 13748, De Simoni Ilaria, 16.3.1974, Crema; 13795, De Varda, Bianca Maria, 19.11.1938, Trento; 13722, Di Marino Mina, 7.9.1976, Montreal; 13797, Di Staso Claudio, 19.1.1965, Roma; 13725, Egger Christiane, 26.2.1971, Villach; 13755, Erba Valeria, 8.1.1977, Monza; 13749, Fabbri Federico Alfredo, 26.8.1972, Milano; 13742, Faleschini Diego Stefano, 19.10.1974, Catanzaro; 13761, Ferrara Raffaella Rosanna, 11.6.1974, Milano; 13790, Fiorio Valentina Luisa, 8.8.1974, Milano; 13774, Floris Alessandro, 12.9.1975, Alghero; 13776, Frigo Genziana, 9.9.1974, Milano; 13734, Galletta Davide, 22.2.1975 Milano; 13717, Ghiretti Francesca, 29.10.1977, Vimercate; 13779, Giacomin Nicola, 5.5.1973, Venezia; 13767, Giovanelli Erica, 16.4.1969, Firenze; 13718, Giovanetti Gabriele, 26.8.1975, Lecco; 13799, Kroucharska M argarit a Spassova, 11.3.1967, Sofia; 13751, Lattuada Lorenzo, 14.3.1976, Cuggiono; 13769, Lazzeri Donata Chiara, 2.6.1974, Milano; 13753, Longhi Stefano Ottorino, 7.11.1974, Milano; 13782, Longoni Stefano, 9.10.1968, Milano; 13785, Lorenzetti Michele, 10.4.1976, Ab-

biategrasso; 13794, Lucini Alessandro, 14.4.1975, Mariano Comense; 13727, Manfré Raffaella, 16.8.1974, Patti; 13729, Marcante Mariella, 4.9.1974, Milano; 13765, Marziali Veronica, 5.8.1976, Vizzolo Predabissi; 13778, Massa Emanuela, 5.5.1972, Monza; 13723, Massironi Ilaria, 27.11.1975, Milano; 13726, Mastrorillo Maria Grazia, 8.91966, Roma; 13764, Mazzoleni Luca Maria, 25.06.1968, Bergamo; 13784, Medici Giorgio, 2.5.1976, Magenta; 13771, Mele Camilla, 14.7.1973, Milano; 13714, Minoia Barbara, 30.8.1974, Milano; 13783, Mocchetti Chiara Elena, 10.11.1977, Busto Arsizio; 13786, Modeo Andrea Giovanni, 18.12.1970, Sesto San Giovanni; 13798, Mossetti Marta, 24.7.1970, Torino; 13770, Nadalini Andrea, 2.5.1975, Milano; 13736, Palumbo Giusy, 17.9.1975, Castellanza; 13773, Papadia Matteo, 16.12.1975, Rho; 13792, Pella Federico, 30.6.1977, Milano; 13766, Pessina, Maddalena Giuseppina, 22.4.1970, Milano; 13787, Prandin Davide, 26.5.1969, Bollate; 13741, Pruneri Ilaria Rita, 3.10.1971, Grosio; 13750, Raimondi Crist ina, 30.4.1973, Milano; 13743, Resteghini Filippo, 26.6.1976, Cernusco sul Naviglio; 13730, Rizzo Gennaro (PT* ), 23.7.1964, Spongano; 13775, Rossi Paolo, 13.11.1969, Modena; 13772, Russo Pier Luigi, 6.12.1973, Teramo; 13760, Sala Teresa, 15.7.1974, Melzo; 13791, Santagostino Paolo, 1.5.1973, Milano; 13793, Santuccio Fabrizio, 9.2.1971, Milano; 13758, Spadini Virna, 15.12.1973, Casorate Primo; 13720, Stephan Valent ina, 27.2.1973, M ilano; 13724, St roligo Alessandro, 4.8.1970, Winterthur; 13756, Susani Silvia, 11.5.1969, Vaprio d’Adda; 13731, Vandoni Lara, 2.2.1972, Milano; 13728, Verdi Laura Alda, 18.10.1974, Milano; 13735, Visconti Simona, 6.8.1972, Legnano; 13762, Zappelli Lodovica Paola, 31.3.1968, Crema; 13716, Zussino Francesco Mattia, 25.5.1974, Milano; (Legenda: PT* Pianificatore Territoriale). Reiscrizione all’Albo: Bianca Maria De Varda. Iscrizioni per trasferimento da altro Albo: Luca Callegari da Varese; Claudio Di Staso da Roma; Marta Mossetti da Torino; Margarita Spassova Kroucharska da Lecco. Cancellazioni su richiesta: Laura Rampazzo in Miura; Maria Chiara Torri-Tarelli; Paola Tueta; Orlando Villa (* * ). Cancellazioni per trasferimento ad altro Albo: Giovanni Bolignano a Firenze (26.5.03); Simona Gentili a Roma (19.5.03). Cancellazione per decesso: Graziella Ranza (dec. il 26.2.03). Inserimento nell’Albo d’Onore: (* * ) Orlando Villa.

Tariffe professionali Si rende disponibile il testo della nuova circolare del Ministero della Giustizia nella quale viene riaffermata l’interpretazione secondo cui con la Legge 166/2002 il Legislatore ha voluto richiamare espressamente il contenuto del D.M. 4 aprile 2001; pertanto quest’ultima deve ritenersi l’unica tariffa applicabile in attesa dell’emanazione del decreto di determinazione dei nuovi corrispettivi. Nello stesso tempo si è espresso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con parere in data 21.3.2003 ed il T.A.R. del Veneto con sentenza n. 2651/03: tutta la documentazione è reperibile sul sito all’indirizzo www.ordinearchitetti.mi.it/news/novita.html

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Convenzione FMR, prestigiosa casa editrice che pubblica l’omonima rivista, propone una offerta esclusiva destinata a tutti i colleghi iscritti all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano. Telefonando al numero verde 800906-081 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 19.00, sarà possibile abbonarsi alla rivista FMR al prezzo speciale di 95 Euro per 8 numeri, invece di 6. Tutta la documentazione è reperibile sul sito all’ indirizzo w w w.ordinearchitetti.mi.it/news/convenzioni.html

Offerta di stage presso la Redazione di AL Si informa che presso l’Ufficio Stage del Politecnico di Milano è stata presentata da parte della Consulta una offerta di stage per un posto di collaboratore alla Redazione di “ AL” . L’offerta è rivolta a laureandi e laureati (al massimo da 18 mesi). Per informazioni consultare il sito dell’Ufficio Stage del Politecnico (http://www.polimi.it/stage) oppure telefonare in Redazione.

Informazione

Dagli Ordini


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fico. Alterazioni dei flussi dei venti, aumento dei tassi di umidità, maggiore grado di riflessione della luce solare: i principali parametri ambientali risultano gravemente alterati, in un raggio di almeno 150 chilometri dall’immenso bacino della diga delle Tre Gole che si estende per 600 chilometri. I calcoli hanno emesso sempre lo stesso verdetto, temperature ritoccate di un grado in più già a partire dal 2009. Se la Terra soffre di effetto serra, la Cina si sta creando la propria serra nazionale, ancora più bollente e pericolosa.

Rassegna

Hinterland

a cura di Manuela Oglialoro

Monza: tutti vogliono il museo del lavoro. Studiosi e sindacati collaboreranno con il Comune per mettere a punto il progetto (dal “ Corriere della Sera” del 19.6.03) Le aree ci sono, le idee pure. Per realizzare il museo del lavoro occorre soltanto partire. Gli esempi di Sesto San Giovanni, Favignana, Argenta e Bologna, mostrati nel convegno Lavori in corso hanno convinto ancora di più la giunta di centro sinistra della bontà del progetto. “ Stiamo elaborando un piano di recupero che comprende una sessantina di aree dismesse. Tra queste ne individueremo una per il museo” , assicura il sindaco, Michele Faglia.

Informazione

Ambiente “Lambro avvelenato? Per questo costruiamo i depuratori” (dal “ Corriere della Sera” del 31.5.03) L’inchiesta avviata dalla Procura sul Lambro trasformato in fogna è stata aperta in seguito a un esposto dell’Adiconsum di Ferrara ed è basata su un’indagine universitaria che dimostra come un bicchiere di Lambro prelevato a sud di Milano è fino a sette volte più inquinato di quanto non sia a nord della città. L’importante è che l’inchiesta, sottolineano i verdi, non si traduca per i depuratori in un blocco dei cantieri. Più dura Legambiente: ” Lo scandalo della depurazione riguarda tutta la Regione, dove un terzo delle acque di scarico non viene depurato e il 90% dei depuratori già finiti non è a norma.” Impatto ambientale Oggi l’addio alle Tre Gole. Sparisce un pezzo di Cina. La diga fornirà energia elettrica e canali navigabili per 3mila km (da “ La Stampa” del 1.6.03) La più grande diga del mondo serrerà le chiuse. Il nuovo lago artificiale si allungherà per quasi seicento chilometri verso occidente. In primo luogo il grande muro di calcestruzzo dovrà aiutare a regolare il flusso delle acque e impedire o minimizzare gli effetti delle inondazioni che ogni anno sommergono milioni di ettari, costano miliardi di Yuan e affogano migliaia di contadini. Inoltre la diga creerà un grande canale navigabile dove finora c’erano rapide e passi inaccessibili ai battelli e collegherà metropoli di più di 10 milioni di abitanti. “Aumenteranno le piogge e si estingueranno piante e animali”. Gli scienziat i: bacino troppo grande, probabile una catastrofe climatica e ambientale (da “ La Stampa” del 1.6.03) Le simulazioni che ha provato e riprovato l’Ente meteorologico Cinese sono da thriller ecocatastro-

Infrastrutture Un “patto” per i trafori. Alleanza Italia-Svizzera per potenziare i collegamenti ferroviari attraverso le Alpi (da “ Il Sole 24 Ore” del 21.5.03) I grandi investimenti che la Svizzera sta realizzando per potenziare la rete ferroviaria interna troveranno una logica prosecuzione a Sud delle Alpi, in territorio italiano. L’Italia si muoverà per tempo e potenzierà, a sua volta, gli allacciamenti con i nuovi binari svizzeri dando vita così a un vero e proprio asse Nord – Sud per il trasporto veloce di merci e persone. Berna ha deciso di investire 30 miliardi di franchi (20 miliardi di euro) nell’Alpransit, cioè nella costruzione di due maxi tunnel, il Lotschberg e il Gottardo, che consentiranno all’infrastruttura ferroviaria di compiere un enorme salto di qualità. La nuova ferrovia transalpina permetterà di aumentare in maniera notevole il numero dei treni in transito attraverso le Alpi. “Trasporti, Brianza maglia nera d’Italia”. Il presidente degli industriali: abbiamo 25 metri di strada per ogni azienda, la media nazionale è di 300 (dal “ Corriere della Sera” del 20.6.03) Le strade della Brianza sono incapaci di rispondere alle esigenze di una delle aree economiche più forti in Europa. Anzi, la rete dei trasporti è diventata un vero e proprio freno allo sviluppo. Carlo Edoardo Valli,

alla guida dell’Associazione Industriali di Monza e Brianza, continua a insistere sull’argomento ormai da sei anni. Ha presentato al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti e il vicepresidente di Confindustria, Guidalberto Guidi, una significativa indagine sulla dotazione di infrastrutture della Brianza. Basandosi sul censimento nazionale, l’ufficio studi di Aimb ha rilevato che la Brianza offre 25 metri di strade per ogni azienda contro i 300 della media nazionale e 10 metri di linea ferroviaria rispetto a 38. “Treno più bici” per fare a meno dell’auto. Biglietti superscontati su mille convogli regionali ai 25mila soci di Legambiente (dal “ Corriere della Sera” del 19.6.03) L’ hanno chiamat a “ Formula treno+bici” , funziona così: il viaggiatore arriva con la propria bici in stazione, la carica su un’apposita carrozza, fa il viaggio in treno e quando arriva a destinazione recupera la bici e prosegue con questa fino al luogo di lavoro o di studio. In altri paesi europei è diventato da tempo il modo più ecologico ed economico per muoversi. “ La formula “ treno+bici” è una delle proposte alternative per ridurre traffico e inquinamento nei grossi centri, migliorando al contempo la salute di chi utilizza la bici tutti i giorni per andare al lavoro” , spiega Andrea Poggio, presidente di Legambiente. M ilano “Abbattere San Vittore? M eglio il parco del carcere”. Tognoli: no ai grattacieli, ma Albertini ha ragione. La soprintendente: siamo pronti a verificare le strutture (dal “ Corriere della Sera” del 25.5.03) La sopraintendenza è pronta a fare una verifica su San Vittore. Carla di Francesco non esclude la possibilità di un diverso destino per l’area del carcere, ma precisa che occorrono approfondimenti sulla struttura che nessuno ha richiesto. “ Come ogni edificio con più di 50 anni e di proprietà pubblica – spiega Di Francesco – San Vittore è sottoposto a tutela salvo verifica del suo effettivo interesse culturale e storico-architettonico. Non mi risulta che nessuno ufficialmente abbia chiesto di effettuare questa verifica” . Così la soprintendente risponde al sindaco che sollecita l’eliminazione del vincolo. Per il sindaco al posto del carcere dovranno sorgere un parco e grattacieli. Per lasciare il carcere dov’è, “ sono stati già spesi 20 miliardi di vecchie lire per ristrutturare il primo raggio e parte del secondo” , ricorda la consigliera ambientalista Milly Moratti e aggiunge: “ credo che se il penitenziario rimane vicino alla società allora la società ha più mezzi per accorgersi dei suoi sbagli” .

Bastioni, accordo per il tunnel. Albertini: subito il progetto, ma vanno coinvolte Regione e Provincia (dal “ Corriere della Sera” del 4.6.03) Gabriele Albertini ha intenzione di andare fino in fondo, in qualità di commissario del traffico, il sindaco ha esaminato il testo del protocollo d’intesa per redigere il progetto preliminare dell’anello sotterraneo. Il metrò su gomma, “ Un tunnel sotto la circonvallazione, le macchine si infilano sotto e spariscono, come il sindaco ha spiegato al Corriere, un’opera eccezionale” . Dodici chilometri secondo un vecchio progetto MM tutto da rivedere. Navigli Sorpresa, i Navigli stanno guarendo. In diminuzione le concentrazioni di inquinanti. Resta però alto l’allarme per il fosforo (dal “ Corriere della Sera” del 6.6.03) L’acqua della Darsena è praticamente balneabile. A misurare la qualità dell’acqua degli antichi canali milanesi ha pensato Legambiente che ha commissionato una serie di prelievi e successive analisi a una società di consulenza ambientale, la Conal. Il risultato del referto è che “ l’acqua non presenta livelli di contaminazione elevati” . Il responsabile dell’associazione, Emilio Rota, avvisa “ attenzione, non vogliamo consigliare a nessuno di fare un bagno nelle acque dei Navigli. Però il segnale positivo esiste e per le amministrazioni dovrebbe essere uno stimolo a completare la bonifica dei canali“ . I prelievi sono stati effettuati sul Naviglio Martesana, sul Naviglio Grande, in Darsena e sul Naviglio Pavese. “I lavori alla Scala? Tutto regolare”. Il Tar respinge la richiesta di Legambiente di bloccare le ruspe. Albertini: spero che finiscano di perseguitarci (dal “ Corriere della Sera” del 20.6.03) I lavori alla Scala possono procedere. Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva che era stata presentata da Legambiente insieme con altre associazioni e ai consiglieri di opposizione. In sintesi, il tribunale presieduto da Pio Guerrieri ha considerato che il provvedimento impugnato dà esecuzione alla precedente sentenza del Tar: l’ordinanza del dicembre scorso impegnava il Comune ad approvare con una delibera (non soltanto con un provvedimento firmato dal direttore dei lavori) il progetto dell’architetto Mario Botta. II vicesindaco, Riccardo De Corato, così interpreta: “ la nostra delibera del marzo scorso ha superato anche l’unico dubbio che il Tar aveva a proposito dell’intera operazione” .


Riletture a cura di Antonio Borghi Una “nebulosa di monadi accatastate”

In questo modo Stefano Casciani nel suo articolo intitolato La città visibile introduce l’inventario delle trasformazioni che coinvolgono l’area metropolitana milanese pubblicato da “ Domus” nel numero del maggio scorso. Cecilia Bolognesi ci parla quindi dei Lavori in corso a Milano, partendo dal loro inquadramento urbanistico. I P.R.U. inaugurano la stagione della rapida riorganizzazione urbanistica

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Milano, foto di Marco Introini. della città. Mentre una delibera cittadina del 1995, unita alle “ Indicazioni per la formulazione dei P.R.U.” , assumerà il carattere della strumentazione urbanistica vera e propria per la fattibilità di questi interventi, producendo accordi di programma e varianti di piano a legittimazione e sostegno delle proposte pubblico-private presentate, in quello stesso anno, alla Triennale passano le “ utopie” della proposta per i “ nove parchi per Milano” (…) Intanto i P.R.U. trovata la loro strada legislativa, vengono costruiti. Sono interventi principalmente a destinazione residenziale (1.600 alloggi di residenza libera, 1.100 di convenzionata, 500 di residenza pubblica e una piccola quota destinata alla residenza universitaria), ma prevedono anche attività produttive, direzionali e commerciali, (…) coinvolgono circa un terzo di tutte le aree di possibile trasformazione presenti sul territorio comunale, mentre l’operazione sui Piani Integrati di Intervento (P.I.I.) riguarda circa 3.000.000 di metri quadri di aree: e immetterà sul mercato circa 2.400.000 metri quadri nuovi di superficie lorda di pavimento. Anche i P.I.I., come indicato nel “ Documento di inquadramento delle politiche urbanistiche comunali” , prevedono principalmente residenze e funzioni commerciali, costituite da piccole e medie strutture di vendita, se si esclude il grande P.I.I. di Montecity e del Portello. I P.I.I. intervengono chirurgicamente su aree di dimensione molto variabile, per lo più rimaste intrappolate negli anni da normative troppo scollate dai meccanismi, nel frattempo mutati, del mercato delle aree urbane. La conclusione spetta invece a Stefano Boeri il quale allarga ulteriormente la prospettiva nel suo intervento Le tre anime di Milano. Su una carta topografica, Milano è una lezione di storia urbana. La storia e la geografia sembrano es-

sersi messe d’accordo nel disegnare un limpido impianto radiale. Muovendosi da piazza Duomo, qualsiasi sia la direzione, si compie infatti un viaggio nel tempo: prima il reticolo dei vicoli medioevali, interrotti da alcuni grumi archeologici romani; poi – per chiazze – le prospettive delle espansioni rinascimentali; poi la grande, estesa, potente città ottocentesca con gli isolati regolari, i viali, le rotonde, contrappuntata dai grandi servizi civili della città (l’ortomercato, il carcere, l’ospedale, il cimitero, le stazioni). E ancora il grande anello delle fabbriche, collegato a quello della ferrovia e ai primi insediamenti di edilizia operaia. E infine i quartieri di periferia pubblica costruiti dallo Stato a partire dagli anni ’30: Gratosoglio, Baggio, Barona, Gallaratese (...) tangenti e sfiorati dal grande ultimo anello delle tangenziali. (…) Atterrando a Malpensa o a Linate, vediamo scorrere sotto di noi – in direzione delle Alpi – una città apparentemente infinita, che senza soluzioni di continuità congiunge Milano a Bergamo, a Como, a Lecco, a Varese. E nelle notti terse, è come se il cielo “ girasse” sotto di noi. E forse è proprio da questa prospettiva, dai lembi esterni di questa immensa conurbazione che ospita 6 milioni di abitanti che conviene descrivere la nuova geografia di Milano. Se entriamo a Milano dalla grande superstrada di Lecco, dalla Comasina o dalla statale del Sempione ci sembra di non entrare mai davvero in città. Ma a ben guardare ne siamo già inglobati. Correndo lungo le grandi strade radiali stiamo in realtà tagliando un immenso corpo urbano molecolare: un fittissimo agglomerato di piccoli e grandi edifici, solitari ed ammassati – villette, capannoni, autolavaggi, centri commerciali, palazzine – dove galleggiano i grumi dei piccoli centri storici padani. Eppure, questa nebulosa di monadi

accatastate, dove è difficile orientarsi senza l’ausilio di un navigatore gsm, non è semplicemente la materializzazione del caos. La città infinita che lega Milano alle Alpi è in realtà un mondo iper-regolato. L’ordine interno a ogni monade non subisce influenze dai vicini, perché vige un regime di poliarchia imperfetta, dove lo spazio è spezzettato in una miriade di sottosistemi autonomi e tendenzialmente equivalenti, in costante competizione: gli enti locali, le catene commerciali, i distretti scolastici, i villaggi residenziali, le reti dei servizi sportivi, le istituzioni dell’assistenza privata e pubblica (…) Questa immensa città molecolare e senza gerarchie non è un’appendice della Milano storica, né una sua tracimazione; e neppure vive al suo servizio, come invece si potrebbe credere. Dentro questa nebulosa pulsano almeno due entità – la Brianza e la città lineare dell’Olona – che sono delle vere e proprie conurbazioni autonome. Sono città a bassa densità eppure dotate di una propria storia, di una struttura economica tradizionale e di una propria identità politica e culturale (…) Difficile liquidarle come “ villettopoli” ; altrettanto difficile rimuoverle in nome di una patetica nuova “Grande Milano” . L’egemonia di Milano, se ancora ci sarà, deve essere riconquistata a partire da un’interazione intelligente con queste due nuove città con le quali si è già sviluppata una relazione inevitabile di competizione e complementarietà (…) Sono le tre “anime” di un’unica conurbazione, che pulsano insieme e pulsano ovunque, che a volte si condensano tutte insieme in un luogo, in un dettaglio (…) A Milano, la sfida per l’architettura è di saper riconoscere le tre anime che ogni luogo ospita. Fare in modo che si sprigioni la loro potenza e controllarla localmente, orientarla, governarne il futuro. Come fosse un’agopuntura urbana.

Informazione

Chi avesse dubitato che ancora in questi anni fosse possibile una crescita delle metropoli italiane ha avuto un’impressione sbagliata. Semplicemente, i processi di rinnovamento urbano che in altre economie e culture vengono dibattuti animatamente, fatti oggetto di critiche o di sostegno da parte della pubblica opinione e dei media, scatenando reazioni politiche e sociali vigorose, in Italia tendono a passare sotto silenzio o addirittura nell’inconsapevolezza più generale. Eppure è ormai impossibile per chiunque, cittadino o forestiero, non vedere che nel caso di Milano è in atto un processo di ricostruzione senza precedenti. In parte dovuto al rendersi disponibile di aree prima inimmaginabili per quantità e qualità, causa la progressiva sparizione dell’economia industriale urbana, in percentuale non minore scatenato da una congiuntura economica in cui investimenti e investitori tornano a trovare rifugio nel bene immobiliare (di qui anche il radicalizzarsi del mercato degli alloggi di qualità, ormai inaccessibili ai ceti meno abbienti in assenza di una politica pubblica in merito), il fenomeno della ricostruzione di Milano ha origini non così lontane. Cecilia Bolognesi le identifica in parte nel collasso degli strumenti urbanistici tradizionali, avvenuto nella prima metà degli anni ’90, quando negli anni del Documento Direttore per le Aree Dismesse, un nuovo decreto legge introdusse i Piani di Recupero Urbano (sigla P.R.U.): strumento utile ma anche causa di un proliferare a volte incontrollato di iniziative private, come quelle riguardanti le aree ex OM, Quarto Oggiaro, Rubattino, Lorenteggio e Piazzale Lodi. Non sempre gli accordi tra privati e amministrazione pubblica, che avrebbero dovuto garantire qualità ed esito dei P.R.U., hanno infatti funzionato: il pericolo di una sudditanza al mercato dei suoli si è puntualmente presentato, e in più di un caso ha prodotto dei nuovi ibridi urbani, veri e propri elementi di inquinamento di quel paesaggio periferico, dignitosamente sironiano e a suo tempo poeticamente immortalato da altri artisti, da scrittori come Testori a fotografi come Gabriele Basilico.


Mostre e seminari a cura di Ilario Boniello, Martina Landsberger e Sonia Milone

Informazione

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Rassegna mostre

Rassegna seminari

Le sinagoghe in Emilia-Romagna Bologna, Museo Ebraico via Valdonica 1/5 8 aprile - 24 agosto 2003

Progettare parchi e giardini alla Scuola del Castello (Corso biennale) Milano, Civica Scuola di arte e Messaggio - Castello Sforzesco via Giusti 42 tel. 02 33606851 settembre 2003

Albisola futurista. La grande stagione degli anni Venti e Trenta Gallarate (Va), Civica Galleria d’Arte Moderna viale Milano 21 12 luglio - 30 agosto 2003 Felice Casorati. La strategia della composizione Aosta, Centro Saint-Bénin via Festaz 27 tel. 0165 275902 19 aprile - 7 settembre 2003 Vanvitelli e le origini del vedutismo Caserta, Reggia di Caserta viale Douhet tel. 0823 448084 www.reggiacaserta.org 6 giugno - 12 settembre 2003 La forza delle cose. Tradizione Valdostana e Design Aosta, Chiesa San Lorenzo piazza Sant’Orso tel. 0165 273246 28 giugno - 21 settembre 2003 La Grande Svolta - Anni ´60 Padova, Palazzo della Ragione via 8 febbraio Tel. 049 8204501 7 giugno - 19 ottobre 2003 Biennale di Venezia. Esposizione Internazionale d’Arte. Sogni e Conflitti, la dittatura dello spettatore tel. 041 5218846 www.labiennale.org/ 15 giugno - 2 novembre 2003 Da Caillebotte a Picasso. I capolavori della collezione Oscar Ghez Brescia, Palazzo Martinengo via Musei 30 19 luglio - 16 novembre 2003

Centri urbani e campagna romana. Idee di architettura per costruire un nuovo paesaggio Quarto seminario di progettazione architettonica e urbana Valmontone, Palazzo Doria Pamphilj 6-21 settembre 2003 Master Europeo in Storia dell’Architettura Università degli Studi Roma Tre, Université Paris, Universitad de Madrid, Université de ProvenceAix-Marseille Roma, Accademia Nazionale di San Luca tel. 06 4747791 masterstoriarch@arch.uniroma3.it 11 settembre - 13 dicembre 2003 Isec-2 Congresso internazionale sui problemi tecnologici delle costruzioni Roma, Università La Sapienza, Facoltà di ingegneria 23-26 settembre 2003 Abacus 2003. Corsi di inglese per architetti, ingegneri edili, studenti tel. 02 863415 www.abacuscourses.co.uk

Steven Holl architetto Vicenza, Basilica Palladiana piazza delle Erbe 5 settembre - 1 dicembre 2003

Alberi e foreste nella pianura. Conferenza Internazionale promossa da Regione Lombardia D. G. Agricoltura e Ersaf Milano, Centro Congressi Stelline corso Magenta 61 tel. 02 653900 www.paysage.it 1-3 ottobre 2003

Vincenzo Scamozzi. Intellettuale architetto (1548 - 1616) Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto contrà Porti 11 tel. 0444 323014 4 settembre 2003 8 gennaio 2004

Dai 100 degli anni ‘90 ai 1000 concorsi di oggi 1000 nuove architetture Cambia l’Italia VI Congresso Nazionale A. P. P. C. Bari, Fiera del Levante 30 ottobre - 1 novembre 2003

Auguste Perret: forma e struttura

Architettura d’oggi

Perret. La poetica del cemento armato, 1900-1954 Torino, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea via Magenta 31 28 marzo - 25 maggio 2003

Architettura/Europa 1 - 2003, Temi e protagonisti dell’architettura contemporanea Parma, Università degli studi, Facoltà di Architettura 25 marzo - 25 novembre 2003

“ L’architettura è l’arte di costruire gli edifici. La costruzione è perciò il mezzo con il quale l’architetto si realizza, come il poeta con la lingua. Ma la costruzione non è il tutto dell’architettura e l’ingegnere non è ancora l’architetto” . Queste poche righe, tratte dal Dodecalogo che il filosofo Max Raphael compila sulla scorta di quanto Auguste Perret aveva teorizzato alla fine degli anni Trenta, riassumono il pensiero di un Maestro la cui attività è contraddistinta da un grande numero di opere realizzate e da pochi interventi di carattere teorico. Perret scrive e parla poco; non concepisce l’architettura se non in quanto costruzione realizzata. Suo obiettivo è costruire la Nuova Architettura in cemento armato. Presupposto di partenza è che nella vera Architettura non possa esistere contraddizione fra struttura e forma: il rapporto con la costruzione e il ruolo della tecnica sono infatti i due temi su cui Perret lavorerà per tutta la vita. La costruzione per Perret è l’elemento mediante il quale risulta possibile chiarire il senso dell’edificio, manifestarne il carattere. La bella mostra dedicata all’opera dell’Agence di Auguste Perret e dei suoi due fratelli minori, ha avuto il merito di rendere esplicito il principio razionalista – proprio a tutta l’opera di Perret – secondo cui la forma esteriore di un edificio deve necessariamente corrispondere alla sua struttura interna. Ciò è stato reso possibile attraverso l’esposizione di grandi disegni originali, costruttivi e non, modelli ricostruiti per l’occasione, fotografie d’epoca, documenti inediti. Parallelamente, è stata composta una sorta di grande tavola sinottica che ha permesso al visitatore, anche il meno esperto, di ripercorrere i grandi avvenimenti della storia, i movimenti, le grandi opere artistiche e architettoniche della prima metà del XX secolo, e di metterle in rapporto con l’opera di Perret.

La rassegna coordinata da Carlo Quintelli è dedicata alla trasformazione dello scenario architettonico contemporaneo europeo e si compone di mostre, allestimenti multimediali e convegni; al suo interno si sviluppa una specifica sezione rivolta all’individuazione di una Scuola italiana di Architettura. La rassegna è suddivisa in due fasi temporali: il primo ciclo si è svolto tra marzo e giugno, mentre il secondo ciclo è previsto per ottobre e novembre 2003. La sezione Scuola italiana di Architettura vuole definire l’identità dell’architettura italiana colta nei diversi aspetti della progettazione, dell’insegnamento e della riflessione teorica: finora si sono alternati gli interventi di Carlo Aymonino, Guido Canella, Vittorio Gregotti, Luciano Semerani e Alessandro Anselmi, cioè di una generazione di progettisti che è tuttora attiva in tali campi. Essi hanno evidenziato la continuità esistente tra produzione teorica e progettuale e sottolineato il significato del “ fare architettura” ispirandosi al principio della “ bottega rinascimentale” in opposizione a quello di società di servizi proposto dai modelli attuali. Vi si accostano i temi legati alla creazione di infrastrutture e paesaggi nel contesto europeo, la presenza di figure di rilievo come Eduardo Souto de Moura, nonché l’importanza della “ trasmissibilità” dell’architettura attraverso i media, nella critica e nella rappresentazione che ne offrono le riviste storiche e la stampa. La conclusione dei lavori nel prossimo autunno vede la partecipazione di Giorgio Grassi e Aimaro Isola, cui seguono due convegni che hanno il compito di riassumere e concretare gli spunti emersi dall’operato dei singoli progettisti, mediante la contestualizzazione del rapporto tra architetto, committente e impresa e l’analisi delle prospettive che si aprono per la scuola italiana in un quadro oscillante tra continuità ed evoluzione.

Martina Landsberger

Maria Teresa Feraboli


Ricerche sulla nuova città

La lunga strada del moderno

Atlante fotografico

Fuori Serie Milano, Palazzo della Triennale, viale Allemagna 6 8 aprile - 13 luglio 2003

Periferie e Nuove Urbanità. Ricerche e progetti Milano, Palazzo della Triennale viale Alemagna 6 20 giugno - 26 ottobre 2003

Asfalto. Il carattere della città Milano, Palazzo della Triennale, viale Alemagna 6 4 marzo - 27 luglio 2003

Atlante Italiano 2003 Ritratto dell’Italia che cambia Roma, MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo 22 maggio - 27 luglio 2003

L’evoluzione del disegno industriale italiano verso le promettenti terre della produzione seriale avviene secondo modi affatto lineari ma, piuttosto, per sussultori stadi d’avanzamento. Una prassi progettuale, applicata ad un nuovo modo di produrre derivato dall’uso della macchina, la rivendita degli oggetti attraverso una rete commerciale che smista le merci in maniera così diffusa da raggiungere la prerogativa del costo contenuto conosce, infatti, fasi di sconfinamento verso una terra di nessuno compresa tra artigianato ed industria. Lungo questa borderline, certamente poco incline al successo di rivendita ma capace da sempre d’immettere sul mercato l’imprinting dell’italian style, ci accompagna questa mostra (a cura di S. Annicchiarico, G. Raboni e M. Zanuso jr.), che prende in rassegna alcuni pezzi realizzati dai più famosi architetti italiani nel corso degli anni ‘30 e ‘40. Ancora lontani dai dettami della produzione seriale e privilegio di pochi, gli oggetti, mettendosi in mostra come antecedenti illustri della disciplina del disegno industriale, fanno luce su una questione importante. Infatti, questi, seppur richiesti da un esigente cliente privato, seppur progettati per un determinato interno domestico (che la mostra in alcuni casi simula tramite quinte alloggiate sulle pareti), seppur insomma nati su misura, presentano un carattere d’universalità che sta all’origine di una nuova tecnica espressiva capace di affrancarsi da ogni concetto di stile. Questa tecnica, complici un artigiano onesto ed un cliente privato (meglio se illuminato) vuole che un architetto quando disegna pezzi su misura non si limiti a risolvere i determinati problemi del caso ma utilizzi l’interno domestico come campo d’applicazione universalmente valido. Solo così, infatti, il “ taglio” fuoriserie può esser pretesto per sconfinare nei territori della riproducibilità numerica. Matteo Baborsky

La mostra presenta i risultati delle ricerche svolte dal Dipartimento di Progettazione dell’Architettura del Politecnico di Milano sul tema del rapporto tra città e territorio in Lombardia ed in altri casi campione. Due termini storicamente considerati l’antitesi l’uno dell’altro che hanno prodotto nella storia, fino all’’800, nuclei urbani consolidati all’interno di un territorio organizzato ed infrastrutturato. Questo rapporto è entrato in crisi, nel secolo scorso, quando per l’utilizzo da parte della grande città dei vuoti offerti dalla campagna non si sono stabilite regole insediative che definissero la natura dei nuovi luoghi urbani e del territorio trasformato. È sulla natura di tali regole che i progetti in mostra si confrontano, fondando l’analisi della realtà e delle sue trasformazioni sulla conoscenza delle città e del territorio, termini che mantengono ancora una loro autonomia ma che stanno ad indicare i due elementi di un tema comune: la costruzione dei luoghi dell’abitare. Al progetto di architettura è affidato il compito di trasformazione dell’assetto del territorio, alla ricerca di un punto di vista generale, di una strategia d’intervento che superi la logica della semplice rispondenza a bisogni immediati, per costruire, attraverso le nuove esigenze della civiltà contemporanea parti di città nel territorio che abbiano l’evidenza di luoghi urbani, riconoscibili nel vuoto della natura. L’architettura come disciplina possiede storicamente gli strumenti per dar forma ad un territorio, per superare la visione particolare dei problemi, a vantaggio di un’idea generale che contenga al suo interno una teoria dell’abitare rispondente alle nuove trasformazioni in atto da una parte e alla necessità, antica, dell’uomo di riconoscersi nei luoghi che abita. Teoria che affida alla relazione tra le parti: città, territorio una possibile direzione per dare un valore generale al lavoro dell’architetto.

Occorre un’analisi approfondita del contenuto della mostra per chiarire il significato del sottotitolo, scelto da Mirko Zardini, precisamente definito. Coniugare l’asfalto a qualcosa di così importante come il carattere urbano sembra, a prima vista, una forzatura tutta a favore della scelta espositiva. È indispensabile anche un esame attento del bel catalogo a corollario per giungere ad una lettura critica dell’evoluzione urbana legata all’introduzione di questo materiale. A questo punto nessun termine sembra più esatto di carattere. La presenza/assenza della polvere è stato uno degli elementi costitutivi della linea di crinale tra la città ottocentesca e la città moderna. La confortevolezza e la domesticità della principale pavimentazione urbana hanno contribuito strutturalmente a determinare lo stile di vita cui corrisponde effettivamente il carattere della città moderna. In questa città ci si muove come dentro la propria casa. Con peso analogo alla terziarizzazione delle attività lavorative, la pavimentazione in asfalto dei pricipali percorsi urbani (carrabili e pedonali) ha permesso di conquistare un’omogeneità di atteggiamento urbano rendendo i tempi e i modi pubblici del tutto simili a quelli della vita privata. Così come la velocità, sorella dell’asfalto, ha reso più vicina una città alle altre, trasformando il viaggio in semplice spostamento, permettendo al lavoratore moderno di f are f acilment e rit orno alla città/casa. La mostra racconta questa realtà in modo semplice ma profondo, raccogliendo immagini emozionanti di un polveroso mondo, eroico e storicizzato. Con la stessa ironia è solo suggerita la soluzione del caso riguardante il museo dell’asfalto (in realtà una scatola in cui i due studenti Gordon e Vans conservavano pezzetti delle strade percorse che, presentata in Internet, innescò una fitta rete di contatti degna di un vero museo).

Nel solco della crescente affermazione della fotografia quale pratica artistica, consacrata dalle più recenti rassegne e biennali, il progetto di atlante fotografico promosso dalla DARC (Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee) con l’Università degli Studi di Pescara (Dipartimento Ambiente Reti e Territorio), conferma la centralità dello sguardo anche sul terreno dello studio e della pratica del territorio. Il programma ambizioso e importante di registrare la realtà contemporanea attraverso l’osservazione dei suoi mutamenti, fisici e concettuali, punta alla costituzione di un fondo fotografico che “ vuole essere una ricerca aperta sull’identità mutevole del Belpaese” , sfruttando il carattere di immediatezza proprio del mezzo fotografico da contrapporre alla lentezza e “ all’incerta univocità della ricerca scientifica” (Pio Baldi). I lavori dei fotografi invitati, affermati e più giovani, sono tutti di indubbio interesse per la qualità intrinseca dell’immagine e per la disomogeneità dei punti di vista; punti di vista che sono stati invitati alla lettura di grandi aree tematiche del territorio italiano che costituiscono, in effetti, luoghi e dinamiche emblematiche del nostro paesaggio, ma al tempo stesso rappresentano già altri punti di vista fin nella loro stessa identificazione (o, meglio, branding): Free Climbing City, Adriaticittà, SupercityA4, Continental Seaside… Se la soggettività dello sguardo è inevitabile e necessaria, maggior attenzione andrebbe posta alla crescente supremazia di uno sguardo che, per sua natura, legge e interpreta ciò che gli è anteriore, ciò che è già successo. Lo stupore tra il rassegnato e il compiaciuto per le trasformazioni spesso tremende, spesso incontrollabili, quasi mai programmate, si insinua così come categoria estetica motrice di modalità operative e di indagine inevitabilmente ex-post. Le prossime acquisizioni della DARC ci diranno se i progettisti sono tornati davanti l’obbiettivo.

Olga Chiesa

Filippo Lambertucci

Ilario Boniello

47

Informazione

Committenza privata


A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dell’Ordine di Milano)

Variazione Indice Istat per l'adeguamento dei compensi 1) Tariffa Urbanistica. Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969 Base dell'indice - novembre 1969:100 Anno 2000 2001 2002 2003

Gennaio Febbraio 1390 1387,59 1393,87 1430 1430,28 1435,31 1460 1462,93 1467,96 1500 1501,86 1504,37

Marzo

Aprile

Maggio Giugno Luglio 1400 1410 1398,89 1402,66 1407,68 1410,19 1440 1441,59 1445,35 1446,61 1447,86 1480 1475,49 1478 1480,51 1481,77 1510 1511,91 1513,16

1397,63 1436,56 1470 1471,72 1509,4

2) Tariffa P.P.A. (in vigore dal novembre 1978) Anno 2000

48

2001 2002

Indici e tassi

2003

Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 1420 1410,19 1412,70 1416,47 1422,75 1424,01 1450 1447,86 1449,12 1452,89 1455,4 1456,65 1490 1484,28 1486,79 1490,56 1494,33 1495,58

novembre 1978: base 100

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto 480 480,23 482,40 483,70 484,14 485,44 487,18 488,05 488,05 500 495,00 496,74 497,18 498,91 500,22 500,65 501,09 501,09 510 506,30 508,04 509,35 510,65 511,52 512,39 512,82 513,69 520 519,78 520,64 522,38 523,25 523,69

dicembre 1978:100,72

Settembre Ottobre Novembre Dicembre 490 488,92 490,22 492,40 492,83 501,52 502,83 503,70 504,13 514,56 515,86 517,17 517,6

3.1) Legge 10/91 (Tariffa Ordine Milano)

anno 1995: base 100

Anno

Gennaio Febbraio

Giugno

2001 2002 2003

109,30 109,69 109,78 110,17 110,46 110,55 110,65 110,65 110,74 111,03 111,22 111,32 111,80 112,18 112,47 112,76 112,95 113,14 113,24 113,43 113,62 113,91 114,2 114,29 114,77 114,97 115,35 115,54 115,64

Marzo

Aprile

Maggio

Luglio

giugno 1996: 104,2

Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

3.2) Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) anno 2000: base 100 Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno 2001 2002 2003

Gennaio Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

dicembre 2000: 113,4

Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

100,44 100,79 100,88 101,23 101,49 101,58 101,67 101,67 101,76 102,02 102,20 102,29 102,73 103,08 103,35 103,61 103,79 103,96 104,05 104,23 104,4 104,67 104,93 105,02 105,46 105,64 105,99 106,17 106,26

4) Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

gennaio 1999: 108,2

Anno

Gennaio Febbraio

2001 2002 2003

105,26 105,63 105,73 106,09 106,37 106,46 106,56 106,56 106,65 106,93 107,11 107,20 107,67 108,04 108,31 108,59 108,78 108,96 109,05 109,24 109,42 109,7 109,98 110,07 110,53 110,72 111,09 111,27 111,36

5) Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Milano) Indice da applicare per l’anno

Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

anno 2001: base 100

gennaio 2001: 110,5

2001 2002 2003 103,07 105,42 108,23

6) Tariffa Dlgs 626/94 (Tariffa CNA) Indice da applicare per l’anno

Luglio

anno 1999: base 100

anno 1995: base 100

1996 1997 1998 105,55 108,33 110,08

7) Tariffa pratiche catastali (Tariffa Ordine Milano) Indice da applicare per l’anno

1998 1999 2000 101,81 103,04 105,51

novembre 1995: 110,6

1999 2000 2001 2002 2003 111,52 113,89 117,39 120,07 123,27 anno 1997: base 100

febbraio 1997: 105,2

2001 2002 2003 108,65 111,12 113,87

Interessi per ritardato pagamento Con riferimento all'art. 9 della Tariffa professionale legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l'elenco, a partire dal 1994, dei Provvedimenti della Banca d'Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato articolo 9 della Tariffa.

Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv.

della Banca d'Italia (G.U. della Banca d'Italia (G.U. della Banca d'Italia (G.U. della Banca d’Italia (G.U. della Banca d’Italia (G.U. della Banca d’Italia (G.U. della Banca d’Italia (G.U. della Banca d’Italia (G.U. della Banca d’Italia (G.U. della Banca d’Italia (G.U. della Banca d'Italia (G.U. della Banca d'Italia (G.U.

8.2.2000 n° 31) dal 9.2.2000 3.5.2000 n° 101) dal 4.5.2000 14.6.2000 n° 137) dal 15.6.2000 5.9.2000 n° 207) dal 6.9.2000 10.10.2000 n° 237) dal 11.10.2000 15.5.2001 n° 111) dal 15.5.2001 3.9.2001 n° 204) dal 5.9.2001 18.9.2001 n° 217) dal 19.9.2001 14.11.2001 n° 265) dal 14.11.2001 6.12.2002 n° 290) dal 11.12.2002 12.3.2003 n° 59) dal 12.3.2003 9.6.2003 n° 131) dal 9.6.2003

3,25% 3,75% 4,25% 4,50% 4,75% 4,50% 4,25% 3,75% 3,25% 2,75% 2,50% 2,00%

Con riferimento all'art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro dell’Economia che fissano il “ Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali” al quale devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Decreto.

Comunicato (G.U. 10.2.2003 n° 33) dal 1.7.2002 al 31.12.2002 dal 1.1.2003 al 30.6.2003

3,35% +7 2,85% +7

10,35% 9,85%

Per valori precedenti, consultare il sito internet o richiederli alla segreteria del proprio Ordine.

Nota L’adeguamento dei compensi per le tariffe 1) e 2) si applica ogni volta che la variazione dell’indice, rispetto a quello di base, supera il 10% . Le percentuali devono essere tonde di 10 in 10 (come evidenziato) G.U. n° 163 del 13.07.1996 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, re-lativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n° 392, sulla disciplina delle locazioni di immobili urbani 1) Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1979 è risultato pari a 114,7 (centoquattordicivirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1980 è risultato pari a 138,4 (centotrentottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1981 è risultato pari a 166,9 (centosessantaseivirgolanove). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1982, è risultato pari a 192,3 (centonovantaduevirgolatre). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1983 è risultato pari a 222,9 (duecentoventiduevirgolanove). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1984 è risultato pari a 247,8 (duecentoquarantasettevirgolaotto). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1985 è risultato pari a 269,4 (duecentosessantanovevirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1986 è risultato pari a 286,3 (duecentottantaseivirgolatre). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1987 è risultato pari a 298,1 (duecentonovantottovirgolauno). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1988 è risultatopari a 312,7 (trecentododicivirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1989 è risultato pari a 334,5 (trecentotrentaquattrovirgolacinque). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1990 è risultato pari a 353,2 (trecentocinquantatrevirgoladue). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1991 è risultato pari a 377,7 (trecentosettantasettevirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1992 è risultato pari a 398,4 (trecentonovantottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1993 è risultato pari a 415,2 (quattrocentoquindicivirgoladue). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1994 è risultato pari a 430,7 (quattrocentotrentavirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1995 è risultato pari a 455,8 (quattrocentocinquantacinquevirgolaotto). Ai sensi dell’art. 1 della legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abita-zione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’art. 24 della legge n° 392/1978, relativo al 1984, non si applica; pertanto, la variazione percentuale dell’indice dal giugno 1978 al giugno 1995, agli effetti predetti, risulta pari a più 310,1. Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1996 è risultato pari a 473,7 (quattrocentosettantatrevirgolasette). Ai sensi dell’art. 1 della legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abitazione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’art. 24 della legge n° 392/1978, relativo al1984, non si applica; pertanto, la variazione per-centuale dell’indice dal giugno 1978 al giugno 1996, agli effetti predetti, risulta pari a più 326,2. 2) La variazione percentuale dell’indice del mese di maggio 1996 rispetto a maggio 1995 risulta pari a più 4,3 (quattrovirgolatre). La variazione percentuale dell’indice del mese di giugno 1996 rispetto a giugno1995 risulta pari a più 3,9 (trevirgolanove).

Applicazione Legge 415/ 98 Agli effetti dell’applicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.


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