AL Mensile di informazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Lombardi
Ordini degli Architetti P.P.C. delle Province di: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio, Varese 8/9 Attività degli Ordini
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EDITORIALE
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FORUM ORDINI Brescia Como Cremona Lecco Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese
agosto/settembre 2009
Attività degli Ordini
Direttore Responsabile Ferruccio Favaron Direttore Maurizio Carones Comitato editoriale Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Redazione Igor Maglica (caporedattore) Irina Casali, Martina Landsberger, Annalisa Bergo Direzione e Redazione via Solferino, 19 - 20121 Milano tel. 0229002165 - fax 0263618903 e-mail Redazione: redazione@consulta-al.it
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CONVEGNO DI MONZA Conservazione del moderno: le questioni dibattute al Convegno della Consulta
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OSSERVATORIO Argomenti Riletture Concorsi Libri Mostre
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PROFESSIONE Legislazione
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INFORMAZIONE Dagli Ordini
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INDICI E TASSI
8/9 AGOSTO/SETTEMBRE 2009
Mensile di informazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Lombardi
Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, tel. 02 29002174 www.consultalombardia.archiworld.it Segreteria: segreteria@consulta-al.it Presidente: Ferruccio Favaron; Past President: Giuseppe Rossi; Vice Presidenti: Giorgio Tognon, Paolo Ventura; Segretario: Sergio Cavalieri; Tesoriere: Emiliano Ambrogio Campari; Consiglieri: Achille Bonardi, Stefano Castiglioni, Angelo Monti, Biancalisa Semoli, Giuseppe Sgrò, Daniela Volpi Ordine di Bergamo, tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Presidente: Paolo Belloni; Vice Presidente: Vittorio Gandolfi; Segretario: Elena Sparaco; Tesoriere: Carlos Manuel Gomes de Carvalho; Consiglieri: Stefano Baretti, Achille Bonardi, Remo Capitanio, Fabio Corna, Francesco Forcella, Arianna Foresti, Paola Frigeni, Francesca Carola Perani, Matteo Seghezzi, Marco Tomasi, Franceso Valesini (Termine del mandato: 13.7.2013) Ordine di Brescia, tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Presidente: Paolo Ventura; Vice Presidente: Roberto Nalli; Segretario: Gianfranco Camadini; Tesoriere: Luigi Scanzi; Consiglieri: Stefania Annovazzi, Umberto Baratto, Laura Dalé, Antonio Erculiani, Paola Faroni, Franco Maffeis, Donatella Paterlini, Silvia Pedergnaga, Alessandro Prudenzi, Enzo Renon, Roberto Saleri (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Como, tel. 031 269800 www.ordinearchitetticomo.it Informazioni utenti: info@ordinearchitetticomo.it Presidente: Angelo Monti; Vice Presidente: Chiara Rostagno; Segretario: Margherita Mojoli; Tesoriere: Marco Balzarotti; Consiglieri: Angelo Avedano, Antonio Beltrame, Alessandro Cappelletti, Laura Cappelletti, Enrico Nava, Michele Pierpaoli, Andrea Pozzi (Termine del mandato: 15.3.2010) Ordine di Cremona, tel. 0372 535422 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Presidente: Emiliano Ambrogio Campari; Vice Presidente: Gian Paolo Scaratti; Segretario: Federica Fappani; Tesoriere: Luigi Fabbri; Consiglieri: Luigi Agazzi, Giuseppe Coti, Davide Cremonesi, Antonio Lanzi, Fiorenzo Lodi, Fabio Rossi, Paola Samanni (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Lecco, tel. 0341 287130 www.ordinearchitettilecco.it Presidenza, segreteria e informazioni: ordinearchitettilecco@tin.it Presidente: Massimo Dell’Oro; Vice Presidente: Elio Mauri; Segretario: Marco Pogliani; Tesoriere: Vincenzo Spreafico; Consiglieri: Ileana Benegiamo, Fernando Dè Flumeri, Ferruccio Favaron, Massimo Mazzoleni, Elena Todeschini, Diego Toluzzo, Alessandra Valsecchi (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Lodi, tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Presidente: Vincenzo Puglielli; Vice Presidente: Giuseppe Rossi; Segretario: Paolo Camera; Tesoriere: Cesare Senzalari; Consiglieri: Samuele Arrighi, Erminio Antonio Muzzi, Massimo Pavesi, Fabretta Sammartino, Ferdinando Vanelli (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Mantova, tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Presidente: Sergio Cavalieri; Segretario: Enrico Rossini; Tesoriere: Manuela Novellini; Consiglieri: Lara Gandolfi, Cristiano Guernieri, Filippo Mantovani, Giuseppe Menestò, Sandro Piacentini, Alberta Stevanoni, Luca Rinaldi, Graziella Trippini (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Milano, tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Presidente: Daniela Volpi; 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Maurizio Carones
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È talvolta necessario spiegare, anche a persone non del tutto sprovvedute, lo specifico campo che l’architettura occupa fra i differenti saperi; spesso è ugualmente opportuno specificare, molto più semplicemente, il tipo di conoscenze di cui un architetto può disporre. Nell’opinione generale l’individuazione dell’ambito disciplinare dell’architettura non è sempre chiara e può oscillare fra campi anche molto lontani, estremi che talvolta effettivamente corrispondono alle attività di alcuni architetti ma che non possono essere considerati coincidenti con l’intera disciplina. Così come forse non a tutti sono sempre presenti i compiti dell’architetto, le sue funzioni, le sue competenze e la sua effettiva utilità all’interno dei meccanismi della società. D’altra parte, è evidente come negli anni più recenti si guardi con nuove attenzioni all’ambiente, finalmente considerato come condizione fondamentale del vivere, di cui si coglie allo stesso tempo anche la delicatezza, la limitatezza e lo straordinario valore, conseguentemente al riconoscimento del suo essere risorsa non più inesauribile. E l’ambiente – se pensiamo alla notissima e ancora efficace definizione di architettura proposta da William Morris nel 1881 “(...) È una concezione ampia, perché abbraccia l’intero ambiente della vita umana; non possiamo sottrarci all’architettura finché facciamo parte della civiltà, poiché essa rappresenta l’insieme delle modifiche e delle alterazioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccettuato il puro deserto” – è il campo di azione nel quale si svolge effettivamente il lavoro degli architetti, accomunando differenze e particolarità di applicazione, di scala e di modalità operative. Allora vi è oggi un’occasione particolare per cercare di ribadire ancora una volta – anche presso la società nel suo complesso e quindi non solamente all’interno del mondo strettamente riferibile all’architettura – che l’architettura non si occupa tanto di inventare accattivanti ed effimere forme che possano risultare più o meno piacevoli ad un “buon gusto”, internazionale, commerciale, oppure di fornire alibi formali ai risultati di processi decisionali che poco hanno a che vedere con le discipline architettoniche, ma piuttosto si occupa del progetto dell’ambiente, inteso proprio nella sua accezione più ampia. E di questo rileva, descrive e interpreta i territori, le città, gli edifici attraverso nuove esigenze, nuovi problemi a cui dare risposta, nel segno di una riconoscibile tradizione disciplinare. Un importante compito che gli Ordini hanno è quindi quello di cercare di spiegare alla società il reale ruolo dell’architettura e la sua particolare importanza in un momento come l’attuale. Alcune fra le iniziative promosse dagli Ordini e presentate in questo numero vanno in questa direzione e sono esemplificative, anche potenzialmente, della utile funzione che gli Ordini professionali possono sempre più assumere, non tanto e non solamente nella immediata e diretta difesa di interessi di categoria quanto piuttosto nel proporre l’architettura come interesse generale e condiviso, disciplina dall’alto valore civile.
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Brescia a cura di Rosanna Corini, Roberto Saleri, Paola Tonelli
Un anno di attività L’Ordine Architetti di Brescia, oltre a svolgere e soddisfare i compiti istituzionali, di formazione e aggiornamento dei propri iscritti, mediante seminari, incontri e corsi, ha da sempre favorito e organizzato iniziative tese alla diffusione della cultura architettonica in tutti gli strati della società. Spesso il pensiero comune, che pervade l’opinione pubblica, rafforzato molto spesso dalle azioni di indirizzo nazionali, è quello che gli ordini provinciali siano organismi di tutela dei professionisti iscritti; in verità il compito istituzionale attribuito è diverso e consta nel riconoscimento che “il paesaggio, il territorio e l’architettura sono espressione culturale essenziale dell’identità storica in ogni Paese” e pertanto “la tutela di questo interesse è uno degli scopi primari dell’opera progettuale e costituisce fondamento etico della professione”. Alla luce di questa enunciazione e del fatto che “la società ha dunque interesse a garantire un contesto nel quale l’architettura possa essere espressa al meglio, favorendo la formazione della coscienza civile dei suoi valori e la partecipazione dei cittadini alle decisioni concernenti i loro interessi” è indubbio che formare una coscienza architettonica significa anche divulgare e rendere comprensibili alla società civile i valori cui si ispira il pensiero architettonico. L’Ordine degli Architetti PPC di Brescia in virtù di questo cogente compito, attraverso il proprio Dipartimento Formazione e Cultura e le relative commissioni che lo costituiscono, ha promosso una serie di iniziative pubbliche tese proprio ad avvicinare la società civile alla cultura architettonica. In questo alveo le commissioni, organi prettamente operativi, hanno coadiuvato il lavoro del consiglio direttivo perseguendo nel proprio precipuo ambito gli obbiettivi prefissati. La commissione “Energia e Sostenibilità” ha proseguito il percorso iniziato nel 2007, in cui organizzò sei incontri, aperti alla popolazione, ma aventi in taluni casi declinazioni piuttosto professionali, imperniati sul rapporto tra l’energia, la pianificazione territoriale e l’architettura. Da aprile di quest’anno, dopo un anno di riflessioni, discussioni ed organizzazione è partita una nuova iniziativa, costituita, anch’essa, di sei incontri, che hanno portato al seguito una piccola mostra itinerante, formata per accumulazione durante gli incontri stessi, di progetti scelti sul territorio aventi una preminente valenza ambientale ed eco-sostenibile. Il principio fondamentale alla base dell’iniziativa consisteva nel veicolare, soprattutto nei confronti dei non addetti ai lavori, il messaggio che una pianificazione territoriale e un’architettura sostenibili sono possibili; anzi, che fare meglio, e con maggiore qualità rispetto alle normative vigenti, è possibile oltre che
auspicabile. L’obbiettivo è stato perseguito attraverso il contributo delle amministrazioni locali sui cui territori, per virtuosa volontà delle stesse o di privati lungimiranti ed ispirati, si sono sviluppati progetti tesi a un approccio innovativo nei riguardi della trasformazione antropica del territorio, che ogni progetto umano intrinsecamente porta con sé. L’iniziativa dal titolo ambizioso, ma al tempo stesso affascinante e provocatorio, è stato “Sostenibilità oltre la norma” ed intrinsecamente voleva sollecitare l’intelletto degli addetti ai lavori, e stimolare la coscienza collettiva ad andare oltre le definizioni meramente legislative. Gli incontri oltre ad aver avuto una discreta partecipazione, spesso di non addetti ai lavori, hanno sollecitato la curiosità interessata dei presenti, rendendosi questi ultimi parte attiva nelle discussioni conclusive. La positività nella risposta dei cittadini a queste iniziative ha indotto la commissione a ritenere soddisfatto l’obbiettivo principale di divulgazione del pensiero architettonico inteso quale servizio civile che l’architettura è chiamata a svolgere. È volontà della commissione sintetizzare il lavoro svolto sino ad oggi in una mostra, da inserire in iniziative culturali che si svolgeranno nell’autunno prossimo nella città di Brescia. Anche la commissione “Agenda 21 – Città sostenibili” perseverando nell’impegno assunto sin dal 2002 con la propria costituzione, promuove il processo di affinamento culturale relativo all’architettura. Anche per l’anno in corso, infatti, ha organizzato l’evento “Città sostenibile delle bambine e bambini” il cui esplicito convincimento risiede nella consapevolezza dell’importanza del rapporto tra le nuove generazioni, con le proprie mutevoli esigenze, e il progetto di architettura. Ulteriore ampio impegno profuso dalla commissione, nell’obbiettivo di creare un nuovo interesse circa il progetto e la diffusione del valore culturale e civile dell’architettura, consta nel lungo ed estenuante lavoro di costruzione di una forte iniziativa che coinvolga le nuove
Manifesto dell’iniziativa Sostenibilità oltre la norma e invito della Tavola rotonda Transmitting architecture. I nostri giovani costruiscono il futuro.
a cura di R. S.
Como a cura di Roberta Fasola
Un anno di iniziative per progettare il futuro L’analisi delle attività del nostro Ordine, svolte nel corso dell’anno, è un’opportuna occasione per tracciare una sintesi degli orientamenti e della politica d’indirizzo adottata dal Consiglio e dalle Commissioni di Lavoro, per comprendere, tramite un’azione congiunta, le attese della categoria. Oltre che informare e garantire occasioni di formazione ai propri iscritti (attraverso l’istituzione di corsi di aggiornamento professionale, inerenti la formazione settoriale, l’apprendimento di nuovi programmi, e viaggi studio – in programma per questo anno Instanbul), uno dei propositi fondamentali che si è cercato di attivare nel tempo, è stato quello di intraprendere iniziative, legate a eventi, mostre, conferenze o viaggi, in grado di trasmettere alla società (e non solo al professionista dunque) il peso dell’architettura, sottolineando il valore della città e del paesaggio, offrendo nuovi spunti di riflessione sul perché una corretta gestione del tempo presente sia così importante per costruire un futuro più sano e vivibile, soprattutto in momenti come questi dove termini come sostenibilità, eco-compatibilità e integrazione urbana, non devono essere banalmente “moda” ma realtà costruttiva e propositiva. Da qui l’importanza, da parte del nostro Ordine, di riconoscere attenzione anche ai più giovani, futuri abitanti e/o progettisti delle nostre urbanità, detentori dell’enorme responsabilità di influenzare positivamente (o meno) la qualità della vita. L’impegno si è concentrato molto nell’attività
Copertina del volume Premio di Architettura Maestri Comacini 2005.
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generazioni, cioè “i futuri protagonisti e fruitori” del territorio. A tal fine si è concretizzata la possibilità di introdurre un programma di incentivazione delle attività didattiche, teso alla conoscenza e divulgazione dell’architettura nella scuola primaria. Tale iniziativa dell’Ordine, costruita con l’Ufficio Scolastico Provinciale e da esso patrocinata, avrà diffusione in tutta la provincia bresciana, con il fondato auspicio di poter influire sulla coscienza collettiva delle future generazioni, affinché l’inevitabile processo di antropizzazione del territorio, proprio dell’uomo, sia improntato ad un approccio culturale diffuso e consapevole delle implicazioni che “l’atto del costruire” comporta. L’impegno di questa commissione nella “mission” divulgativa, oltre a quanto sopra citato, si è concretizzato con la realizzazione e l’organizzazione dello stand promozionale presso il Congresso Mondiale di Architettura a Torino dal titolo “Transmitting Architecture”, l’intervento presso “UIA Architecture & Children – International Forum” al Congresso mondiale di architettura di Torino dal titolo “Urban life: architecture for children means architecture for everyone”, patrocinato dal USP (Ufficio Scolastico Provinciale), la promozione di collaborazioni con le Università (in particolare l’Università degli Studi di Brescia e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia) oltre che con il Coordinamento dell’Agenda 21 italiane e la creazione di rete fra le associazioni e gli enti che si occupano di temi inerenti le città sostenibili e Agenda 21. Il Dipartimento Professione, riguardo al tema che si sta trattando, ha operato e contribuito in modo diverso rispetto ai processi seguiti dalle commissioni. L’obiettivo consisteva nella creazione di un interesse diffuso e non limitato agli iscritti e agli addetti ai lavori, attraverso la partecipazione di persone di spicco, dotate di una profonda cultura umanistica, artistica e architettonica, in grado di creare il volano necessario per l’adesione massiccia della popolazione. Agendo in tale direzione il dipartimento ha organizzato un incontro tenutosi nello scorso giugno con la partecipazione dello storico dell’arte (così egli stesso si definisce) Philippe Daverio e dell’architetto Mario Botta dal titolo “Il ruolo della committenza nello sviluppo della città e del territorio”. Il compito degli intervenuti e l’obiettivo dell’evento è consistito nell’indagare il rapporto tra l’architettura, intesa quale linguaggio universale, e la committenza, quale parte integrante del progetto di architettura, in una inderogabile necessità di costruire percorsi storici di riconoscibilità collettiva. L’evento ha suscitato enorme interesse e partecipazione, che si auspica si riversi, sino a radicarsi, nei processi culturali generale della società. L’auspicio ultimo, che l’Ordine di Brescia vorrebbe si concretizzasse, è di incidere profondamente e positivamente, attraverso le iniziative poste in essere, sulla percezione generale e culturale della società riguardo il progetto di architettura.
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8 Vista dello stand dell’Ordine per UIA Torino, 2008.
David Chipperfield, Edificio Veles e Vents, Valencia.
di comunicazione attraverso l’invio settimanale della newsletter, trasposizione telematica a tutti gli iscritti della posta cartacea (con conseguente abbreviazione dei tempi di informazione), arricchita dalla gamma di informazioni che riguardano le attività del nostro Ordine e del territorio provinciale: vi vengono, infatti, riportate notizie riguardanti convegni, viaggi e conferenze, corsi e concorsi, per raccontare la realtà del nostro territorio e, all’occorrenza, anche quelle a scala regionale e nazionale. All’inizio dell’anno è stata inoltre attivata una tessera alla quale sono collegate particolari convenzioni stabilite dall’Ordine per ottenere sconti su ingressi ai musei, abbonamenti a riviste, e/o acquisto di libri ed ingresso a rappresentazioni teatrali: in virtù di ciò è stata inviata a tutti gli iscritti una card abilitativa, pensata anche in occasione del cinquantenario di Fondazione. All’importante evento del cinquantenario rimane collegata l’organizzazione di alcune iniziative come per esempio il concorso di fotografia “Anni Cinquanta. Riflessioni, interpretazioni e contrappunti sull’architettura e lo spazio urbano tra il 1950 e il 1960 nel territorio lariano”, organizzato per iscritti e non (dunque anche a livello amatoriale) interessati al tema dell’architettura. Concorso la cui partecipazione è scaduta proprio in questi giorni e cui seguiranno, a breve, i risultati. La stessa riedizione del Premio Maestri Comacini (che vedrà la conclusione della propria edizione 2009 nel mese di novembre) vuole idealmente collegarsi all’anno della Fondazione ed essere un importante momento di confronto della professione, ma contemporaneamente un’opportunità per parlare di qualità ai molteplici soggetti coinvolti nel territorio. Evidente impegno di continuità verso una manifestazione che è stata anticipatrice di molte altre analoghe ma, soprattutto, che rappresenta un prezioso strumento di osservazione della ricerca architettonica contemporanea nel nostro territorio. Questa nuova edizione mantiene i presupposti che caratterizzano il “codice genetico” del Premio a partire dalla volontà di premiare le opere e con esse le figure dei progettisti, imprese e committenza, a testimonianza che solo questa sinergia può davvero permettere una compiuta qualità in questo nostro lavoro disciplinare. Anche quest’anno il Premio sarà qualificato dalla Giuria che, come sempre nella nostra tradizione, sarà composta da figure di rilevanza internazionale, a partire dal Presidente Francesco Venezia, e che troverà conclusione con una pubblicazione su “Tal&a”. Lo stesso Premio è stato oggetto di un’iniziativa dell’Ordine in occasione del XXIII World Congress of Architecture
al Lingotto di Torino (29 giugno - 3 luglio 2008), dove ne è stata esposta una rassegna, ripercorrendo, in ordine cronologico, la sua storia e quella dei partecipanti alle sette edizioni, dal 1994 al 2005, sia attraverso l’esposizione di pannelli che di plastici dei progetti vincitori e segnalati. Tra gli eventi riferiti alla volontà di informare il cittadino sul significato del “fare architettura” si ricorda la recente giornata di maggio, organizzata, insieme all’Amministrazione Comunale di Cantù e al suo Istituto d’Arte Fausto Melotti, per presentare i progetti premiati e segnalati del Premio “Rassegna Lombarda Under 40. Nuove proposte di architettura”, premio nato, per la prima volta nel 2006 dalla Consulta Regionale Lombarda, con l’intento di dare maggiore visibilità al lavoro (opere costruite e progetti) dei giovani iscritti ai 12 Ordini Lombardi. Giornata, questa, che, nello specifico, ha voluto porre l’accento sulla realtà provinciale quale occasione per raccontare ai giovani alunni i differenti modi di approccio alla nostra professione. In tale direzione si colloca anche la riproposizione del progetto ExpoTesi all’interno di “Com’On” per la settimana della creatività, organizzato per il secondo anno consecutivo dall’Unione Industriali di Como: un evento volto a promuovere la creatività della nostra città in ambito nazionale e internazionale. Da questi eventi si evidenzia la volontà, da parte dell’Ordine, di tracciare un collegamento ideale tra il mondo dell’architettura e la società, mettendo in moto, all’interno della propria struttura, una partecipazione esterna tramite la realizzazione di iniziative che, più o meno indirettamente, coinvolgano sempre anche il cittadino. E questo muovendosi sostanzialmente in alcuni ambiti che possono essere brevemente sintetizzati: s Attivare la formazione e l’aggiornamento professionale, all’interno di sezioni che si ritengono strategiche per la categoria e per la collettività. Da ricordare in tal senso il corso di formazione di 60 ore “Monitorare e valutare le trasformazioni del Paesaggio” sui temi delle Commissioni Paesistiche e della VAS patrocinato da: Regione Lombardia, Comune di Como, Amministrazione Provinciale di Como, C.C.I.A.A. di Como, Ordine degli Ingegneri di Como, ANCE-COMO (gennaio-maggio ‘09): operazione non fine a se stessa ed esclusivamente interna alla nostra categoria, bensì pensata come segnale per evidenziare la risposta della professione a un’emergenza che coinvolge la collettività. Questo interesse verso la relazione col territorio evidenzia la volontà di condividere attraverso la collaborazione e il patrocinio iniziative che propongano approfondimenti utili all’ag-
ne Incendi con il Comando dei Vigili del Fuoco di Como (gennaio ‘09), Tavolo tecnico per “Osservazioni alle norme tecniche ZONA A del Comune di Como”, il Progetto “MAPPABIO – Masterplan partecipato per la biodiversità” - Provincia di Como (dicembre ‘08) il ciclo di incontri tecnici “Gli strumenti di pianificazione per il governo del territorio” promosso dall’Amministrazione Provinciale di Como. s Individuare e condividere temi e attività che siano in grado di costruire sinergie tra realtà locale e sistema ordinistico regionale, per meglio esplicitare un collegamento con le altre realtà territoriali e al fine di verificare, per esempio, gli effetti normativi e applicativi su un’ampia porzione di territorio. In questo si ritiene preziosa la collaborazione avviata con la Consulta che ha permesso confronti sulle questioni istituzionali (anche prettamente pratiche e operative) e sui temi della cultura della professione. La Consulta, in tal senso, è divenuto strumento utilizzato per rendere più forte ed efficace la ricerca locale, e questo grazie a casi quali il “Progetto Expo 2015” e Bando “Expo dei Territori: Verso il 2015” – promotori Provincia di Milano e Progetto Monza Brianza (da aprile ‘09), il convegno “La conservazione dell’architettura contemporanea in Lombardia” organizzato dalla Commissione Restauro del ‘900 della Consulta (maggio ‘09), il convegno “Architetti ed energia - verso una progettazione consapevole” e rassegna poster, il prosieguo o l’attivazione delle molteplici commissioni e tavoli di lavoro regionali quali per esempio la Commissione Regionale OPIL (Osservatorio Prevenzione Incendi Lombardia) sui D.M. prevenzione incendi. A queste iniziative l’Ordine di Como partecipa attivamente con i propri rappresentanti. Quanto pubblicato non è da considerarsi un elenco di “buoni propositi”, ma una base di riferimento da cui partire per le valutazioni delle iniziative future che coinvolgeranno il lavoro del Consiglio, delle Commissioni e, in definitiva, di tutti gli iscritti, nei mesi a venire. R. F.
Cremona a cura di Fiorenzo Lodi
Un quadriennio al servizio degli iscritti Il 30 settembre 2005, giorno delle elezioni per il rinnovo del Consiglio direttivo dell’Ordine, ha segnato un punto importante nella breve storia del nostro Ordine provinciale; infatti, al segnale di continuità rappresentato dal presidente Emiliano Campari, ha fatto corona un congruo numero di membri alla loro prima esperienza, novità interessante perché per la prima volta partecipava di diritto al consiglio un rappresentante degli Architetti iunior: Fabio Rossi, ma,
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giornamento quali, per esempio: il Convegno “Migliorare il comfort abitativo. Soluzioni tecnologiche a confronto per edifici nuovi ed esitenti” – Anit, aprile ‘09, il ciclo di incontri tecnici “Gli strumenti di pianificazione per il governo del territorio” – Amministrazione Provinciale di Como-Settore Pianificazione Territoriale, novembre-dicembre ‘08, il convegno “Il fotovoltaico per ingegneri e architetti” – Assosolare, novembre ’08, il seminario di aggiornamento “Qualità energetica e comfort ambientale degli edifici” – Edicomedizioni, settembre ‘08, la giornata studio “Città costruita e qualità del vivere. Percorsi, speranza, partecipazione” – Centro studi Polis-maker - luglio ‘08, il convegno “Architetti ed energia - verso una progettazione consapevole” e rassegna poster organizzati dalla Commissione certificazione energetica della Consulta, novembre ‘08. s Proporre o sostenere incontri ed occasioni di dibattito che stimolino l’interazione tra il mondo dell’architettura e la qualità del vivere, per aprire un dialogo costruttivo sui temi contemporanei con coloro che si avvicinano ai temi disciplinari anche senza un interesse specifico, di tipo professionale, ma con curiosità. Tra questi: s VISITA STUDIO A "ERNA "ASILEA 2ONCHAMP MAGGIO GIUGNO ‘09); s CONFERENZA DAL TEMA h#ESARE #ATTANEO E I ,ITTORIALI DELLA cultura e dell’arte 1934 e 1935” per una mostra tenutasi a Lissone (febbraio ‘09) e sostenuta anche con il patrocinio dell’Ordine; s VIAGGIO STUDIO A 6ALENCIA !LICANTE 3AGUNTO NOVEMbre’08); s CICLO DI CONFERENZE SULL ARCHITETTURA CONTEMPORANEA TEnute, nell’ordine, dall’arch. Javier Garcia Solera Vera e dall’arch. Inigo Magro De Orbe; s VISITA ALLA "IENNALE DI 6ENEZIA OTTOBRE @ s CONFERENZA INCONTRO CON 'IANFRANCO #AVAGLIÌ E PRESENTAzione del suo libro “di Achille Castiglioni” (dicembre ‘08), in collaborazione con il Politecnico di Milano, polo di Como. s #ONDIVIDERE QUELLE INIZIATIVE DI RESPIRO CULTURALE CHE ALTRI soggetti hanno attivato nel nostro territorio: è il caso della giornata/studio sul tema “Architettura e qualità del vivere” organizzata dal Politecnico di Milano-Polo Reg.di Como (luglio ‘08), nonché la partecipazione al tavolo di lavoro promosso con la Cooperazione Transfrontaliera, Ordine degli Ingegneri di Como, Ordine degli Architetti PPC di Varese e Architetti del Canton Ticino (aprile ‘09), a proposito del progetto “Energy CH.IT”. s Relazionarsi con la società civile attraverso l’intensificazione della nostra attività di confronto con altri Ordini, Associazioni, Istituzioni. Da menzionare a tal proposito la partecipazione a tavoli istituzionali di lavoro quali: il Gruppo di Lavoro ANCE-COMO per la revisione e la stesura dei contratti appalto e sub-appalto tipo (gennaio ‘09), la Commissione interprofessionale per “Osservazioni al Documento Programmatico e Linee Guida Valutative predisposto dalla Commissione per il Paesaggio del Comune di Como” con Ordine Ingegneri e ANCE-Como (da gennaio ‘09), la Consulta Interprofessionale per la Prevenzio-
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sopratutto, affiorava una grande volontà di “fare”! Fare che cosa? In un primo momento anche il solo fare sembra già qualcosa, visto che negli anni precedenti il percepito era scarso, e in secondo luogo il porre all’attenzione della gente che esistiamo e siamo professionalmente competenti, altra cosa che da molti anni non veniva espressa in modo chiaro e fermo (reduci forse da un Sessantotto e da un “18 politico” che di fatto ha riempito gli Albi) sembrava avere la sua importanza. Come primo approccio, nell’ormai lontano 2005 dopo la designazione delle cariche, che nel segno della continuità vedevano come segretaria Federica Fappani, come tesoriere Luigi Fabbri e come responsabile del collegamento con la Commissione parcelle Giuseppe Coti, lanciava anche un nuovo e importante segnale nominando quale vice presidente il pianificatore Gian Paolo Scaratti. In quelle prime sedute si affrontarono solo problemi, ovvero procedimenti disciplinari e conti da pagare. Fortunatamente, in quell’arido deserto, decidemmo di darci delle regole, cosa fino ad allora mai presa in considerazione e per questo motivo, aggiungo, senza programmi certi da riprendere o obbiettivi da raggiungere, regole che sfociarono nel Regolamento per il funzionamento del Consiglio direttivo dell’Ordine, Regolamento per il funzionamento della Commissione parcelle, Regolamento per l’uso del Timbro e del Tesserino identificativo, regolamenti tuttora consultabili nel sito ufficiale dell’Ordine. Altro argomento immediatamente inserito nelle discussione fu: “cosa stiamo facendo per i nostri iscritti, oltre ai vari corsi a pagamento già patrimonio dell’interprofessionale?” L’unica risposta fu: “cosa possiamo fare... siamo un organo istituzionale, dipendiamo dal Ministero di Grazia e Giustizia e possiamo fare quello che le istituzioni ci ordinano, ovvero tutelare la professione”; a nostro parere ciò parve riduttivo, tanto più che gli altri Ordini mettevano in campo, sia a livello regionale che nazionale, numerose iniziative rivolte ad un ampio pubblico. Venne “gettata sul piatto” l’idea di costituire una Associazione che avesse il compito di concretizzare le iniziative proposte dall’Ordine. Nel frattempo vennero istituite le solite commissioni, ma che nella realtà dei fatti, ad eccezione di qualcuna, produssero ben poco, anche perché nel loro operato pochi credettero. Passò la linea che anche le eventuali commissioni o gruppi di lavoro dovessero essere convocati per il raggiungimento di uno specifico obiettivo e non per discutere su temi generali, questa scelta fu dettata dal fatto che alle convocazioni si presentava solo qualche iscritto, riducendosi in ultima analisi ad una mera perdita di tempo. Nel frattempo, il responsabile della rivista “AL” riuscì a creare un interessante gruppo attorno ai vari temi da sviluppare, creando una piccola redazione (invidiata da molti altri Ordini) che di volta in volta coopera anche per le iniziative culturali che si intendono direttamente promuovere. Vorrei citare Susi Zagheni, Teresa Feraboli, Camilla Girelli, Saba
Rivaroli, Alessandra Azzali, Eva Balestreri, Isa Martinelli e Paola Pietramala che in qualche occasione avete letto sulle pagine di “AL”. Nel frattempo, tra un procedimento disciplinare, una nuova iscrizione, una cancellazione, una liquidazione di parcella e il pagamento di fatture, proseguiva la discussione per la creazione dell’Associazione. Finalmente nel giugno 2007, dopo una seria valutazione ed elaborazione, veniva sottoscritto l’atto notarile di costituzione dell’Associazione che ha come scopo: “La diffusione della cultura, dell’arte e dell’architettura nelle sue molteplici forme nonché la promozione della figura dell’architetto, del pianificatore, del paesaggista e del conservatore nell’ambito locale, nazionale e/o internazionale, promozione dell’operato di singoli o di gruppi. Promuovere manifestazioni di ogni genere come conferenze, incontri, dibattiti, tavole rotonde, seminari, stage, convegni, congressi, esposizioni e mostre. Effettuare inchieste e sondaggi di opinione; curare la pubblicazione di riviste, libri, opuscoli e cataloghi; promuovere ricerche e curare la pubblicazione dei risultati; intrattenere rapporti e scambi culturali con università, associazioni e fondazioni, sia italiane sia straniere che perseguono scopi similari; svolgere qualunque attività volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi connessi alla diffusione della cultura, dell’arte e dell’architettura nelle sue molteplici forme; organizzare corsi di studi anche istituendo borse, dare patrocini e/o sponsorizzazioni; organizzare corsi finalizzati alla formazione professionale; svolgere qualunque altra attività purché esclusivamente finalizzata al raggiungimento dello scopo. L’Associazione può stipulare accordi e convenzioni anche con enti pubblici, fondazioni, soggetti privati e quanti altri si ritiene possano contribuire allo sviluppo dell’Associazione stessa ed al raggiungimento delle sue finalità. L’associazione potrà collaborare con altri enti per lo sviluppo di iniziative che si inquadrino nei suoi fini mantenendo sempre la più completa indipendenza nei confronti degli organi di governo, delle aziende pubbliche e private e delle organizzazioni sindacali.” Finalmente anche l’Ordine di Cremona poteva avvalersi di una struttura parallela, esente da vincoli istituzionali, finalizzata alla valorizzazione della figura dell’Architetto Pianificatore Paesaggista Conservatore. Quale primo presidente si eleggeva Fiorenzo Lodi e come vice presidente Luigi Agazzi. Da quel momento l’attività dell’Ordine ha iniziato a mutare cercando di individuare quei settori e quegli argomenti che potessero destare non solo il nostro interesse, ma anche quello del grande pubblico, abbinamento indispensabile per far conoscere all’esterno la nostra professione e soprattutto per riprenderci quel posto nella società che oggi pare opacizzato. La poca esperienza ha portato in questi due anni di vita a proporre anche iniziative poco apprezzate, ma nel complesso possiamo dire di aver intrapreso la retta via per una giusta visibilità. Quest’ultimo anno ha visto come tema conduttore il rapporto tra l’architettura e la fotografia, concretizzato in due importanti mostre alle quali hanno dato un consistente
Franco Mammana, alcune fotografie della mostra “Aquiloni, i colori del vento” organizzata dall’Ordine degli Architetti PPC di Cremona in aprile 2009, di cui si parla a p. 12. Altre immagini della mostra alle pp. 6-7, 16-17, 20, 26-27.
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contributo sia intellettuale che materiale gli altri membri del Consiglio: Davide Cremonesi, Paola Samanni e Antonio Lanzi. La prima mostra si è tenuta a Cremona dal 2 al 13 aprile 2009 nella Sala dei Decurioni del Palazzo Comunale con tema Aquiloni, i colori del vento di Franco Mammana. L’iniziativa ha segnato un punto importante avendo avuto un notevolissimo numero di visitatori e di consensi, nonché un serio interessamento da parte dell’amministrazione comunale e provinciale. La seconda tenutasi a Crema nei Chiostri del Teatro San Domenico con tema La visione dello spazio. Fotografia come architettura, dal 22 maggio al 7 giugno 2009 ha registrato una inaspettata legittimazione da parte del mondo cremasco, che in quella occasione ha potuto apprezzare la nostra capacità organizzativa espressa attraverso la serietà professionale che ci deve caratterizzare. Attualmente la programmazione punta su due aspetti professionali molto importanti, l’uno riguarda le parcelle, l’altro la responsabilità professionale. Tutti e due questi aspetti hanno raccolto consensi dagli iscritti e il Consiglio si prefigge di promuovere incontri per approfondire questi temi a breve termine. Aspetto “ludico” è stato il viaggio a Berlino, per altro molto apprezzato dai partecipanti proprio da un punto di vista prettamente architettonico, e la prima edizione dell’Agenda dell’architetto cremonese... senz’altro da migliorare, ma comunque buona base di partenza. L’esperienza maturata è ancora poca, ma i presupposti per un coinvolgimento ampio degli iscritti pare ci sia, soprattutto i giovani iscritti hanno manifestato interesse, quindi bisogna che il futuro Consiglio dell’Ordine, da eleggere il prossimo ottobre, si incarichi di proseguire su questa strada facendo tesoro di quanto messo in atto per migliorare e perfezionare ciò che è stato impostato. Per concludere vorrei sottolineare l’importanza delle elezioni che si andranno a compiere per il rinnovo del Consiglio per il quadriennio 2009-2012, i seggi saranno predisposti a Cremona e a Crema, i giorni per il voto saranno comunicati tramite posta elettronica. L’andare a votare è segno di partecipazione e interesse alla professione che abbiamo scelto di abbracciare. Emilano Campari, presidente Ordine APPC Fiorenzo Lodi, presidente Associazione
Lecco a cura di Enrico Castelnuovo e Maria Elisabetta Ripamonti
Architetti e Architettura fra le due guerre in Provincia di Lecco Anche quest’anno l’Ordine degli Architetti di Lecco è stato promotore di innumerevoli iniziative culturali e di incontri
ricchi di interessanti spunti che hanno costituito occasione di confronto, di dialogo e di crescita professionale. Ci si è attivati per promuovere e sviluppare attività volte ad avvicinare l’architettura al cittadino comune, coinvolgendolo nella conoscenza di ciò che caratterizza la sua città e che è in grado di cambiarne il volto. L’architettura è di tutti, non solo di pochi esperti; non è mera scienza-tecnica ma espressione di energie positive in culture diverse. Il suo valore civile si esplica nella capacità di contribuire ad arginare il degrado di molte aree urbane e nella consapevolezza dell’importanza di costruire edifici, non solo pregevoli dal punto di vista compositivo, ma anche ecologicamente sostenibili. Come architetti possiamo, infatti, concorrere alla risoluzione di diversi problemi, da quelli legati all’ambito sociale a quelli ambientali dando risposte concrete a criticità tangibili. Uno dei principali compiti dei nostri Ordini è proprio quello di proporre, soprattutto al grande pubblico, un’immagine diversa dell’architettura trasmettendo il suo ruolo civile come un valore collettivo da tutti condiviso. Il primo passo è proprio quello di accompagnare il cittadino nella rilettura del proprio territorio partendo dalle eccellenze che lo hanno caratterizzato nel corso dei secoli. Fondamentali, a tal proposito, nella Provincia di Lecco risultano i percorsi di conoscenza delle realtà edificate nel periodo del suo grande dinamismo: il primo Novecento. Il notevole fermento che ha caratterizzato gli anni della nascita dei grandi insediamenti produttivi (Caleotto, Arlenico e Badoni) è stata favorita dagli estesi e facili mezzi di trasporto offerti dal lago e dall’Adda. Ricordiamo, inoltre, che Lecco è stata terra di passaggio di uomini e merci sin dai secoli scorsi, crocevia d’importanti direttrici di comunicazione tra il sud delle Alpi ed il nord Europa e nodo di scambio sull’asse est-ovest verso Bergamo e Como. Risulta di primaria importanza conoscere la propria città e il territorio circostante, capire quale sia stata l’architettura che ha costituito un ausilio alla crescita demografica ed economica e quali, invece, gli interventi che ne hanno destabilizzato l’equilibrio, ostacolando lo sviluppo e precludendone la crescita. La laboriosità diffusa di molti imprenditori della nostra Provincia, che tendevano ad avere la casa d’abitazione vicina ai luoghi della produzione, ha determinato, già nei primi anni dello scorso secolo, la crescita della città in maniera caotica attraverso una promiscuità delle costruzioni industriali con quelle civili. La mostra Architetti ed Architettura fra le due guerre in Provincia di Lecco, organizzata del nostro Ordine e tenutasi nel mese di maggio a villa Bertarelli a Galbiate, è stata l’esito di un accurato lavoro scientifico di ricerca a cura del Polo Regionale di Lecco del Politecnico di Milano e della Facoltà di Architettura di Firenze e dell’impegno collettivo di istituzioni del territorio lecchese, di sponsor privati e di enti locali che si sono impegnati nella realizzazione della mostra. Solo a titolo di esempio citiamo alcune opere: il piano edilizio ferroviario di Giulio Amigoni (1927), il palazzo
13 Casa Locatelli-Gattinoni, Lecco 1931-1932, arch. Mario Cereghini (foto di Ivo Bonaiti).
Edificio per abitazioni, ambulatorio ed uffici INAIL, Lecco 19391944, architetti Piero Bottoni e Mario Pucci (foto di Ivo Bonaiti).
Casa di civile abitazione, particolare facciata, Lecco anni ’30 (foto di Ivo Bonaiti).
esposti e restituiti con precisione dal prezioso catalogo, edito per l’occasione, restituiscono l’intero territorio nei primi quarant’anni del secolo scorso, evidenziandone tutta la specificità, la complessità e la ricchezza con cui quest’ultimo si è articolato nelle sue relazioni, attraverso la presenza di risorse e culture diverse. L’occasione di questa catalogazione e della mostra, di fatto ci sollecita una consapevole riflessione obbligandoci, come architetti, a volgere lo sguardo ai fatti della storia, declinata sui fondamentali temi della conoscenza e della tutela, consapevoli che in tempi difficili di transizione come questi, il ruolo del progetto di architettura diventa elemento centrale del farsi del territorio e che nelle sue ampie espressioni sappia svolgersi come politica degli interventi sulla
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di giustizia di Mario Cereghini (1938-41) e la sua proposta urbanistica per il centro di Lecco (1937), la nuova facciata della Banca Popolare ad opera di Mino Fiocchi (1941), la casa di vacanze ad Abbadia Lariana di Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1943), la “stanza per uno scapolo” di Giulio Minoletti (1940). “Questa mostra - spiega il presidente dell’Ordine di Lecco Massimo Dell’Oro - ha visto il nostro Ordine farsi promotore di un importante censimento dei beni che hanno caratterizzato nel primo Novecento il territorio della nostra Provincia; vorrei sottolineare alcuni temi che spero siano in futuro oggetto di riflessione e dibattito. Mi riferisco tra questi in primis a quello dell’accresciuta consapevolezza che riveste per il progetto di architettura la riconoscibilità dei caratteri originari, delle potenzialità dello specifico contesto, dei caratteri d’identità culturale, mai come oggi, necessari nella definizione di nuove modalità d’intervento, di solide basi su cui fondare una nuova identità per l’intero territorio della provincia di Lecco. I materiali
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città ed il territorio, come sintesi di una specifica identità culturale, per la definizione di coerenti funzioni-obiettivo. Il rapporto tra il tema e il luogo ovvero la continuità nella storia, ovvero la conoscenza del territorio nel suo divenire, nel suo richiedere di volta in volta architettura, sarebbe forse eccessivo auspicare che ciò possa costituire elemento di supporto e forse di risoluzione per le sfide che ci stanno davanti”. Le sculture funerarie, i monumenti dedicati alle vicende belliche, le opere edilizie di illustri esponenti dell’architettura lecchese da Cereghini a Morlotti, da Fiocchi a Sora, dimostrano la sensibilità della colta committenza nel periodo tra le due guerre. Ricordiamo che Lecco ha vissuto la vivacità del Razionalismo nell’incontro sul suo territorio di esponenti di arti visive, oltre che dell’architettura, con una stretta relazione con Milano. L’obiettivo civile della mostra lecchese, che si inquadra nel progettato censimento delle opere architettoniche del Novecento in tutto il territorio lombardo, è stato proprio quello di far conoscere il patrimonio architettonico provinciale non tanto per una conservazione statica e sterile, ma per la consapevolezza dell’importanza di tutelare e valorizzare ciò che costituisce la nostra storia e che è base fondante per il raggiungimento dei futuri traguardi. Ripercorrere la tradizione architettonica significa ritrovare le culture nelle quali l’architettura si è realizzata; forte è, infatti, la connessione tra spazio-luogo e modi di vita. La mostra di villa Bertarelli ha visto esposti alcuni dei più di settecento edifici rilevati nell’arco di due anni di lavoro, delle quasi quattrocento tra tombe, monumenti ai caduti (ricordiamo quelli di Giannino Castiglioni e di Giuseppe Mozzanica) ed edicole funerarie per un totale di mille fotogrammi di immagini digitalizzate. Sono proprio degli anni tra le due guerre i cambiamenti radicali di tendenze e le novità che hanno portato alla contemporaneità nella provincia lecchese: “Ci sembrava interessante - spiega il collega Eugenio Guglielmi, docente di storia dell’Arte contemporanea presso la Facoltà di architettura di Firenze e responsabile, insieme alla prof. Ornella Selvafolta, del coordinamento scientifico della mostra - verificare come le direttive del nuovo regime, avessero influito in realtà provinciali come la nostra, nelle sue declinazioni architettoniche: Neoclassicismo lombardo (a volte barocchetto), Razionalismo e Novecentismo, comprese tra gli anni Venti e Quaranta. Proprio in quegli anni oltre ad un imperante e diffuso eclettismo, si diffondono le innovazioni “ingegneristiche” legate ai nuovi materiali (ferro, vetro e cemento) che porteranno poi al Razionalismo, modello di riferimento per i maggiori architetti locali rappresentati da Mario Cereghini”. La presa di coscienza di una comunità di obiettivi, conduce ad una cultura intesa non come mero fatto personale ma come un’aspirazione collettiva e passa attraverso una nuova concezione di città intesa come luogo d’incontro e di relazioni. Il ruolo civile dell’architettura si esplica anche nell’essere ausilio alle aspettative per uno sviluppo futu-
ro, nell’essere strumento di risoluzione di problemi legati alla viabilità, alla socialità, alla riqualificazione degli spazi, alla sostenibilità. L’architettura può essere conosciuta ed apprezzata non solo per quello che produce, ma soprattutto, per i valori che comunica, per le energie positive in esse contenute, per la sua capacità di esprimere e trasmettere nel tempo emozioni diverse. Un interessante aspetto che emerge dalla mostra è la caratteristica, ricorrente nella società lecchese, di essere poco incline a favorire gli interventi pubblici ma molto generosa quando lo scopo degli interventi è chiaro ed in grado di soddisfare bisogni concreti legati al tessuto sociale. A titolo di esempio ricordiamo gli edifici in campo sanitario e assistenziale (sede dell’Istituto Nazionale Fascista Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro INFAIL su progetto di Piero Bottoni e Mario Pucci del 193944; Tubercolosario in località Castello dedicato a Vittorio Emanuele III del 1928; casa economica Airoldi a Castello 1929); gli asili per l’infanzia e gli edifici scolastici del 1932 della Malpensata (attuale liceo Scientifico G. B. Grassi) e di Pescarenico (scuole elementari de Amicis); il Santuario della Vittoria consacrato nel 1932; le case per i lavoratori (casa operaia ad opera di “Acciaieria e ferriera del Caleotto” del 1930, case popolari in via Lazzaretto del 1931, case economiche ad Acquate, Castello e Pescarenico sempre degli anni Trenta). Proprio la società civile, infatti, sotto forma di associazioni, enti mutualistici ed ordini professionali ha dato un contributo fondamentale in passato a questi importanti interventi ed altrettanto potrà per il futuro qualora la nostra città fosse nuovamente investita da quel sussulto di dinamicità che ha caratterizzato gli anni Venti e Trenta. E. C. e M. E. R.
Mantova a cura di Elena Pradella e Nadir Tarana
Attività dell’Ordine degli Architetti PPC di Mantova 2008-09 Commissioni Nel corso dell’ultimo anno sono state svolte molteplici attività nei diversi settori in cui è articolato il lavoro delle commissioni. La Commissione “Rapporti Enti Pubblici” ha organizzato nel febbraio scorso due incontri con i funzionari della Soprintendenza di Brescia dal titolo “Ruolo delle commissioni del paesaggio e nuove procedure per l’esercizio delle professioni paesaggistiche”. L’impostazione di questi eventi è stata di carattere pratico ed operativo, finalizzata ad instaurare un proficuo rapporto di collaborazione tra progettisti ed ente preposta alla tutela, per una
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Mantova
PREMIO "RASSEGNA LOMBARDA DI ARCHITETTURA UNDER 40 NUOVE PROPOSTE DI ARCHITETTURA" - 2'edizione
INVITO
presentazione della mostra dei progetti vincitori
venerdi 19 giugno 2009 - ore 18.30
dal 19 giugno 2009 al 17 luglio 2009 - dalle 10.00 alle 12.30 per visite pomeridiane 0376/328087 - sabato e domenica chiuso sede dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Mantova viale delle Rimembranze 2, Mantova
migliore salvaguardia dei beni, attraverso il miglioramento della qualitĂ progettuale da una parte e lo snellimento delle procedure dall’altra. La Commissione “Cultura e Giovaniâ€? ha organizzato una serie di incontri: s CON L ASSOCIAZIONE CULTURALE -ANTOVA -EDIEVALE A CURA di Sebastiano Formigoni Massimo Cita) sul tema “Le tecniche d’assedio medievali e le soluzioni militari nel territorio mantovanoâ€?; s CON L ASSOCIAZIONE %XPLORING !CADEMY UN INCONTRO DAL titolo “Il Forte di Pietole nelle fortificazioni ottocentesche austriache e francesiâ€? (a cura di Alberto Pedroni e Fabrizio Malavasi); s CON L ARCH 'IAMPAOLO "ENEDINI SUL RECUPERO DI EDIlCI STOrici attraverso l’uso di tecnologie inconsuete e innovative; s LA MOSTRA DEDICATA A 'INO 6ALLE DAL TITOLO h!RCHITETTURA IN montagna. Gino Valle in Carniaâ€? allestita nello spazio della ex-chiesa Madonna della Vittoria a cura di Giovanni Corbellini (la mostra ha reso omaggio a un originale interprete della corrente del regionalismo critico, che ha saputo coniugare competenze tecniche e innovazione, operando a livello internazionale e progettando su scala urbanistica veri e propri “pezzi di cittĂ â€?, ma la cui storia e identitĂ sono strettamente legate alla terra d’origine e al suo sviluppo industriale); s LA MOSTRA h0REMIO 2ASSEGNA LOMBARDA DI !RCHITETTURA Under 40 - Nuove proposte di architettura 2a edizioneâ€? con l’esposizione dei sei progetti vincitori del Premio proposto e organizzato dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti PPC, giudicati da una Commissione di grande livello composta dagli architetti Gae Aulenti, Alfonso Femia e Giacomo Polin. Si segnalano tra i sei progetti vincitori, per la sezione “Architettura progettataâ€?, il lavoro di Sara Lonardi ed Enrico Maria Raschi (IR Architetti), relativo alla costruzione di un volume tecnico e ridefinizione degli spazi interni ed esterni, presso l’ex convento di S. Maria a Gonzaga (Mantova). Sono stati organizzati inoltre anche degli appuntamenti piĂš informali, come le Serate di Architettura con: s $ORETTA "EVILAQUA DELLO STUDIO &OSTER AND 0ARTNERS DI Londra; s 0AOLO "ARBI FOTOGRAFO DELLO STUDIO #UBO s GLI ARCHITETTI MANTOVANI 3TEFANO #ASTAGNA E #ARLO #ROTTI sul tema “Terra Terra - Praticare il mestiere dell’architettura attraverso le ideeâ€?. La Commissione “Professioneâ€?, ha organizzato una serie di incontri sul tema del Costruire Sostenibile (realizzazioni in terra cruda, isolanti naturali vegetali, strutture in legno a telaio, strutture in legno massivo, pareti e tetti vegetali, recupero acque meteoriche, geoscambio, caldaie di cogenerazione, pompe a calore, ventilazione meccanica) che si sono conclusi con la visita al cantiere di tre edifici in bioarchitettura a Castellucchio (agriturismo Antalatilla). Una delle finalitĂ di questa serie di incontri è stata la necessitĂ
di fornire una sorta di alfabetizzazione del costruire sostenibile da realizzarsi attraverso la presentazione di materialisistemi-impianti propri di questo specifico approccio all’architettura. La Commissione ha inoltre partecipato, insieme alla consulta tecnica interprofessionale all’organizzazione di corsi di aggiornamento tecnico per gli iscritti (sicurezza cantieri, prevenzione incendi, certificazione energetica). La Commissione “Parcelleâ€? si è occupata: della liquidazione di parcelle in seguito a contenziosi con la committenza privata e pubblica, della lettura dei bandi di concorso pubblicati dagli enti al fine di rilevare la loro formulazione e di conseguenza trasmettere agli stessi eventuali osservazioni. La Commissione “Rapporti con il Territorioâ€? ha realizzato il 26 giugno 2009, un Consiglio “allargatoâ€? agli iscritti, nella zona nord della Provincia (ambito collinare), incontro caratterizzato da un elevato numero di partecipanti e per il costruttivo dibattito che ne è seguito. L’incontro si è svolto presso l’agriturismo “Le Volpiâ€? di Solferino. La Commissione “Bandi e Concorsiâ€? ha svolto un’attivitĂ di controllo sui bandi di concorso promossi da enti e amministrazioni del nostro territorio. Convenzioni Sono state inoltre stipulate alcune convenzioni per gli iscritti all’Ordine: s CON LA SOCIETĂŒ 4ECNO"IT UN SERVIZIO DI PARCELLE on line; s CON LA 3OPRINTENDENZA DI "RESCIA PER L AVVIAMENTO ALLA professione dei giovani architetti con una borsa di studio di ` 4000,00; s CON LA RIVISTA h4HE 0LANv E LE RIVISTE DEL GRUPPO -ONDATORI (sconto del 25% su tutti i libri delle edizioni Electa); s CON LA SOCIETĂŒ 6ISURA 3PA PER L ACCESSO ALLE VISURE CATASTALI con l’avvocato Colombo è stato organizzato un incontro per approfondire le nuove normative del codice degli Appalti. SolidarietĂ Ricordiamo inoltre che il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di aderire all’iniziativa di solidarietĂ per la raccolta fondi a favore dei terremotati d’Abruzzo, stanziando una somma per la ricostruzione della sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia de L’Aquila e per le attivitĂ di supporto ai colleghi in difficoltĂ . Concludendo, non possiamo che ringraziare il Consiglio attuale (il presidente Sergio Cavalieri, il segretario Enrico Rossini, il tesoriere Manuela Novellini, i consiglieri Laura Gandolfi, Cristiano Guernieri, Filippo Mantovani, Giuseppe Menestò, Sandro Piacentini, Luca Rinaldi, Alberta Stevanoni e Graziella Trippini) e tutti coloro che hanno collaborato nelle varie commissioni, per il grande lavoro svolto in questi quattro anni al servizio degli iscritti, e augurare buon lavoro ai prossimi consiglieri che entreranno in carica da ottobre 2009. Un grazie infine alle due segretarie dell’Ordine (Irene Amadei e Federica Simonazzi) per l’instancabile lavoro di collaborazione. N. T.
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Invito della mostra Rassegna lombarda di architettura Under 40. Nuove proposte di architettura. 2a edizione.
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Milano a cura di Roberto Gamba
La presidente Daniela Volpi illustra di seguito, con uno scritto articolato in quattro punti, le numerose attività e le prese di posizione del Consiglio dell’Ordine, assunte durante il corso dell’anno. È un bilancio e una programmazione, che pone al primo posto la valorizzazione dell’architettura, l’attenzione ai problemi della società e della nostra città in particolare, la necessità di far emergere le posizioni dell’Ordine e dei suoi iscritti, tra le voci che influenzano il governo del territorio.
Le attività dell’Ordine di Milano Gli Ordini professionali sono nati nel primo ventennio del secolo scorso come magistratura deontologica oltre che con il compito di tenere aggiornato l’albo dei professionisti, obbligatoriamente iscritti per poter esercitare la professione, e di convalidare su richiesta le parcelle professionali. Da allora il mondo è molto cambiato e anche gli Ordini hanno visto al loro interno molti cambiamenti, alcuni dei quali parecchio significativi, pur mantenendo inalterati gli originari compiti istituzionali. Oggi gli Ordini sono anche degli organismi di rappresentanza dei loro iscritti e, se pur questo non debba essere minimamente confuso, come a volte capita, con il ruolo dei sindacati, possono esercitare il potere di difesa della categoria nei confronti di altre istituzioni sia pubbliche che private. L’Ordine di Milano ha cercato, anche a seguito di una ricerca commissionata a Ipsos sulle aspettative, sulle necessità e sulle richieste dei suoi 12.000 iscritti, di rispondere con la sua presenza a una serie di quesiti anche molto differenti tra loro e che comprendono svariate aree dell’attività professionale, trasformandosi in una struttura di servizio e di promozione degli architetti e della cultura architettonica contemporanea. L’idea di base è quella che un Ordine debba essere una struttura sempre più agile e capace di soddisfare le molteplici esigenze che si presentano, ormai quasi giornalmente, nella professione e che possono determinare situazioni difficilmente gestibili dal singolo professionista. Sostanzialmente le aree di attività alle quali si è dedicato il Consiglio si possono riassumere in: 1. esercizio della professione; 2. formazione e aggiornamento; 3. informazione; 4. varie attività. 1. La possibilità di esercitare la professione in modo corretto, con pari opportunità è un diritto che deve consentire agli architetti di essere protagonisti della cultura archi-
tettonica contemporanea. Per questo abbiamo istituito un costante, se pur difficile, rapporto con il Comune di Milano, con la Provincia e con la Regione per mettere a punto strumenti atti a garantire certezza del diritto, trasparenza e accelerazione degli atti amministrativi e per cercare di rendere la burocrazia meno dannosa al nostro mestiere, attraverso proposte di snellimento delle pratiche e suggerendo strategie finalizzate al raggiungimento di un rapporto meno complicato con i funzionari e con le stesse istituzioni. Abbiamo anche da alcuni anni istituito una commissione, oggi congiunta con L’Ordine degli Ingegneri, che analizza i bandi di concorso e di gara, chiede modifiche e fa un costante monitoraggio dell’esito dei concorsi nella nostra provincia. Interveniamo laddove le procedure adottate dalle amministrazioni non sono corrette e trasparenti (vedi il recente caso del ricorso al Tar per il museo del design all’interno del progetto City life). Molte risorse sono state dedicate alla Riforma delle professioni, attraverso l’invio di contributi e osservazioni oltre che con la partecipazione a vari tavoli di lavoro e commissioni. L’argomento si è purtroppo arenato più volte a livello governativo e a noi sembra di aver fatto, come spesso accade, molto lavoro per nulla. 2. Le trasformazioni culturali e socio economiche della società contemporanea e globalizzata influiscono in modo determinante sul nostro lavoro, che necessita di sempre maggiori competenze su temi specifici. Alla formazione e all’aggiornamento professionale dedichiamo quindi molte delle nostre risorse, istituendo ogni anno corsi di aggiornamento su temi diversi e tutti funzionali alla professione. In particolare quest’anno abbiamo organizzato diverse edizioni del corso per certificatori energetici e per coordinatori della sicurezza, a fianco agli ormai consolidati corsi di formazione informatica, dedicati ai programmi di disegno e di visualizzazione per l’architettura. La Fondazione dell’Ordine ha inoltre reso possibile, in collaborazione con aziende primarie, diverse giornate di aggiornamento tecnico sull’uso dei materiali e delle tecnologie legate alla costruzione, oltre ad un importante “Fuorisalone” dedicato al design per outdoor. 3. Riteniamo che anche l’informazione, intesa come conoscenza, sia fondamentale per la professione. Per questo dedichiamo la nostra attenzione a un’offerta varia di eventi, come le “serate di Architettura”, occasioni per dibattere i grandi progetti di trasformazione della nostra città ma non solo. Quest’anno abbiamo organizzato - in collaborazione con l’Arcidiocesi di Milano - un Ciclo di conferenze sul Restauro (delle chiese, a seguito di crolli statici, su beni danneggiati dal fuoco) - una serie di incontri sul paesaggio, in collaborazione con la rivista “Paysage” e un cineforum di architettura con la proiezione di oltre 20 videointerviste a protagonisti del nostro mestiere. Per offrire una documentazione ragionata sulle Expo,
4. Ogni giorno leggendo i giornali si può dire che ci sia una sorpresa. Ne cito solo alcune: Piano casa, chiusura dell’edificio firmato BBPR in largo Corsia dei servi, Expo, parcheggi sì parcheggi no, PGT, aree dimesse, 700.000
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l’Ordine di Milano ha promosso un programma di incontri con urbanisti, architetti e politici coinvolti a vario titolo nelle scelte urbane e territoriali di alcune città che sono state sede di Expo negli anni passati (Lisbona, Hannover, Siviglia e Suisse). Tali conferenze si sono tradotte in altrettanti articoli sul nostro sito, che ha raccolto, e continua a raccogliere anche altri contributi su Expo. Sono poi confluite in una mostra, Expo dopo Expo, allestita in Triennale dal 22 maggio al 14 giugno, che avrà probabilmente una prosecuzione a Villa Necchi Campiglio su richiesta del FAI, e in una serata conclusiva, ospitata sempre in Triennale nel Salone d’Onore, in cui l’Ordine degli Architetti di Milano si è confrontato con le Istituzioni sul progetto in corso per Expo 2015. L’ormai consolidata pratica di organizzare itinerari di architettura moderna milanese è continuata con successo. Il 6 di giugno è stata organizzata la quinta edizione degli Itinerari di Architettura Milanese: 7 percorsi tematici alla scoperta di altrettanti aspetti del moderno cittadino, in replica, per dar spazio a tutte le richieste pervenute, il 24 ottobre. Tutti gli itinerari organizzati dall’Ordine in questi anni sono in fase di pubblicazione sul sito per andare a costituire una sorta di data-base dell’architettura milanese mediante il quale consentire anche a singoli utenti di organizzare itinerari articolati e flessibili. Tale attività produrrà anche una Carta degli itinerari, in forma digitale e in forma cartacea, per promuovere un’organica valorizzazione dell’architettura moderna di Milano e della sua provincia. Il nostro sito, rinnovato completamente due anni fa, permette a chiunque di essere informato sui temi più attuali relativi alla professione. Una redazione stabile lavora giornalmente per dar visibilità a quanto ruota intorno al mondo dell’architettura nella nostra provincia. A fianco ad appuntamenti fissi come la rassegna stampa e il “giornale di cantiere” - interviste ai progettisti, sotto forma di sopralluogo di cantiere - il sito dà spazio alle varie iniziative presenti nella provincia: bandi di concorso, normative, novità editoriali. A breve sarà anche disponibile la rubrica “Milano che cambia”, un osservatorio territoriale sugli interventi delle aree di trasformazione del territorio provinciale milanese dal 1995 in poi. A maggio ha, inoltre, aperto la biblioteca dell’Ordine: una piccola biblioteca tematica dedicata all’architettura milanese, con un nuovo motore di ricerca online e orari di apertura al pubblico. La biblioteca promuove l’acquisizione, mediante acquisto o donazioni, di testi che si riferiscono in particolare alla storia urbana milanese, alla sua architettura (guide, saggi, storie, cataloghi) e allo svolgimento della professione nella provincia di Milano (monografie, saggi, regesti di progetti, cataloghi) soprattutto negli anni che vanno dal 1900 a oggi.
Progetto City Life. Planimetra e vista prospettica.
abitanti in più a Milano, ecc. Puntualmente cerchiamo di rispondere a queste sollecitazioni, partecipando ai lavori dove è possibile o inviando osservazioni che riflettono la posizione del Consiglio ma che tengono sempre conto del nostro diritto ad esercitare la professione, del nostro diritto di essere cittadini, della salvaguardia dell’architettura storicamente consolidata, del modo con cui le amministrazioni si muovono a dispetto della città e dei suoi abitanti. Anche sul problema dell’edilizia sociale abbiamo proposto, attraverso la seconda edizione del Premio Rivolta, una rassegna delle migliori architetture realizzate in Europa, e stiamo lavorando ai bandi di concorso della Fondazione Housing sociale. Attraverso questi bandi, forse, riusciremo a sperimentare un modo nuovo e più trasparente per l’assegnazione degli incarichi di progettazione. Daniela Volpi
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a cura di Francesco Redaelli e Francesco Rephisti
Deontologia e attività tecnico-istituzionale Tra i molti compiti istituzionali che l’Ordine deve assolvere, oltre a tutti gli adempimenti di carattere tecnicoistituzionale, sta assumendo un sempre maggior peso, particolarmente in termini di tempo e di impegno da parte del Consiglio, l’attività in ambito deontologico. È questa un’attività estremamente impegnativa e delicata, alla quale siamo chiamati ormai sempre più spesso e nei confronti della quale il Consiglio si dedica con grande responsabilità e attenzione, anche per affermare sempre di più, e dare risposte, alla comune esigenza di esercitare la professione secondo canoni di correttezza e di legalità imprescindibili. L’istituzione della Fondazione è stata un obiettivo perseguito fermamente, raggiunto attraverso un’oculata gestione economica e che oggi ci consente di dare sostegno all’attività istituzionale dell’Ordine, di promuovere e dare attuazione a ogni iniziativa utile alla formazione, al perfezionamento e all’aggiornamento professionale e come dicevamo alla “promozione della cultura e della qualità architettoniche”, affinché possano diventare patrimonio comune e condiviso. In particolare la Fondazione si propone di: s 6ALORIZZARE E QUALIlCARE LA PROFESSIONE DELL !RCHITETTO
Pianificatore, Paesaggista e Conservatore, il suo costante aggiornamento tecnico, scientifico e culturale, promuovere e attuare ogni iniziativa diretta alla formazione, perfezionamento, riqualificazione e orientamento professionale in materia di architettura e urbanistica e comunque nelle materie oggetto della professione. s 0ROMUOVERE LA hCULTURA E LA QUALITÌv ARCHITETTONICA E URbanistica, affinché diventino patrimonio comune, di interesse pubblico e di rilevanza sociale. s 3OSTENERE L ATTIVITÌ DELL /RDINE DEGLI !RCHITETTI 0IANIlCAtori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Monza e della Brianza, anche attraverso la realizzazione e il mantenimento di una struttura autonomamente organizzata. s 0ROMUOVERE IN MODO DIFFUSO SUL TERRITORIO LA hCULTURA E LA qualità” architettonica e urbanistica in relazione: alla bellezza e all’armonia, al rispetto dell’ambiente, al risparmio energetico, al rispetto delle barriere architettoniche, al rispetto della sicurezza sui luoghi di lavoro. Le prime iniziative promosse hanno avuto come obiettivi quelli di presentare l’Ordine e di affrontare il rinnovato interesse nei riguardi di una disciplina che, almeno nel nostro paese, appare ancora appannaggio di una ristretta cerchia di professionisti. Le iniziative realizzate sono state pensate come un mezzo attraverso il quale divulgare un linguaggio che potesse raggiungere non solo gli “esperti”
del settore, ma anche il più vasto pubblico, e per questo la Fondazione, oltre ai professionisti, si è rivolta ad un pubblico “allargato”, perché l’Architettura, come le altre arti, possa essere apprezzata e discussa da tutti. La Fondazione si sta dando una propria struttura anche attraverso la collaborazione da parte di stagisti laureati nell’ambito della comunicazione così da migliorare la visibilità e il coinvolgimento nelle attività dell’Ordine e della Fondazione. L’invio di una newsletter settimanale di promemoria agli iscritti e a una mailing-list di enti, istituzioni, altri Ordini e altri soggetti interessati e nostri sostenitori, ha garantito una costante informazione sulle attività organizzate, da noi e da altri, nel nostro territorio. Le memo sono state rese quanto più possibile agili e facili da consultare, con un testo breve e il link all’approfondimento della notizia rintracciabile sul sito web. Il programma delle attività dell’Ordine è stato coordinato con il programma della Fondazione e ha coperto aree tematiche e iniziative diverse e, come negli anni precedenti, l’attività, anche nell’anno trascorso, ha ottenuto un interesse che dà segnali positivi per l’esito del programma che stiamo svolgendo sia per l’Ordine che per la Fondazione; ovviamente tutta l’attività di studio e organizzazione delle varie iniziative è stata svolta dalle diverse Commissioni delle quali si richiama per punti l’attività in corso: s LA #OMMISSIONE #ULTURA CHE Ò COMPOSTA DA DIVERSI gruppi di lavoro, si occupa di organizzare e gestire tutte le nostre iniziative di carattere culturale e che, in questo momento, si sta occupando anche della redazione della Guida dell’architettura contemporanea della nostra provincia; s LA #OMMISSIONE %NTI 0UBBLICI E BANDI CHE OLTRE AD OCcuparsi di numerosissimi temi, sicurezza, Asl, termografia, acustica, conservazione, bandi, catasto, ne organizza anche i relativi corsi con una notevole adesione da parte degli iscritti e comunque aperti anche ad altri professionisti che hanno dimostrato analogo gradimento. Corsi e seminari che vengono spesso organizzati in diretta collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri e il Collegio dei Geometri con i quali si è ormai instaurato un rapporto di collaborazione continuativa di reciproco interesse e soddisfazione; s LA #OMMISSIONE 5RBANISTICA E 4ERRITORIO CHE SI STA OCCUpando di organizzare il monitoraggio del nostro territorio sullo stato di avanzamento dei PGT e che in coordinamento con la Commissione Urbanistica della Consulta ha predisposto una scheda di valutazione dei PGT che è già stata sperimentata e apprezzata nel primo incontro dello scorso aprile per la valutazione del PGT di Burago Molgora; s LA #OMMISSIONE )NNOVAZIONE E 3OSTENIBILITÌ !MBIENTAle che si sta occupando di organizzare per il prossimo autunno/inverno il Premio “Osservatorio per l’Architettura Sostenibile” e il concorso “Forme sostenibili”; s LA #OMMISSIONE 5NIVERSITÌ E 'IOVANI CHE COME LO SCOR-
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Monza e Brianza
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Esposizione delle fotografie pervenute al concorso Monza e Brianza contemporanea. Obiettivo Architettura.
Invito alla proiezione di Koolhaas House Life, promossa dalla Fondazione dell’Ordine.
so anno, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Roma, sta lavorando all’organizzazione, nell’ambito del bando europeo Cornelius Hertling (progetto Leonardo), del concorso per l’assegnazione di una borsa di studio a un giovane iscritto, per un tirocinio di sei mesi in un paese europeo; s LA #OMMISSIONE 0ATROCINI E #ONVENZIONI CHE STA PROVvedendo alla messa a punto di convenzioni per ulteriori servizi agli iscritti e al perfezionamento di partnership di carattere economico finalizzati al finanziamento delle attività della Fondazione. Un’attività particolare è quella svolta delle Commissioni istituzionali: s LA #OMMISSIONE .OMINE E 4ENUTA !LBO CHE SI OCCUPA di istruire tutte le iscrizioni all’Ordine, i trasferimenti e le cancellazioni e, con grande attenzione a quanto previsto a garanzia della trasparenza e dell’equità (sorteggi, curricula, rotazione), di istruire tutte le procedure per le nomine da sottoporre al Consiglio. Oggi, tra l’altro, oltre ad occuparsi della gestione dell’Albo speciale della Legge 818, ha la nuova incombenza relativa alla formazione dell’Elenco degli esperti per la partecipazione alle commissioni giudicatrici degli esami dei corsi per certificatori energetici;
s LA #OMMISSIONE 4ARIFFE E 0ARCELLE CHE OLTRE A SVOLGERE il compito delicato e spesso complicato di convalidare le parcelle, svolge compiti di consulenza in merito alla tariffa professionale e proprio dall’esperienza maturata nello svolgimento di questi compiti, nasce l’intenzione della Commissione di organizzare, nel prossimo autunno, un seminario che, rivolgendo particolare attenzione ai giovani iscritti, affronti il tema del disciplinare e dell’applicazione della tariffa nel dopo-Bersani. Per quanto riguarda l’attività svolta nel corso del 2008 e quella futura, come ormai da organizzazione del programma consolidata negli anni precedenti, è prevista la suddivisione in tre tipi: attività per il vasto pubblico, quella per gli iscritti e quelle di promozione e comunicazione. In merito al Servizio agli iscritti pur mantenendo costante la quota d’iscrizione e la quota ridotta per i neoiscritti, si è riusciti a incrementare i servizi agli iscritti: s POSTA ELETTRONICA CERTIlCATA 0%# Ò IN CORSO DI PERFEzionamento il servizio per offrire gratuitamente a tutti gli iscritti un proprio indirizzo di “posta elettronica certificata PEC” Infatti, in ottemperanza a quanto disposto dal D.L. n. 185/2008, convertito in Legge n. 2 del 28.1.2009 è fatto obbligo ai professionisti iscritti negli albi di attivare, entro il 29.11.2009, un proprio indirizzo di “posta elettronica certificata”. s &IRMA DIGITALE CONTIAMO COSÖ COME PER LE CASELLE 0%#
di poter offrire agli iscritti un analogo servizio gratuito relativamente alla “firma digitale”. Va infatti ricordato che, in attuazione a quanto previsto dalla citata legge, entro il mese di gennaio del 2010 dovrà essere attivato anche il sistema della cosiddetta “firma digitale” che presuppone la creazione di appositi tesserini di riconoscimento personalizzati il cui utilizzo permetterà anche di accedere a una serie di attività diverse presso le Pubbliche Amministrazioni. s #ONSULENZA LEGALE PROSEGUE ANCHE QUEST ANNO L ATTIvità di “consulenza legale” agli sportelli su temi carattere urbanistico e di diritto civile proposti dagli iscritti, con due diverse modalità: consulenza legale on-line (il servizio consente a ciascun Architetto iscritto all’Ordine di formulare quesiti sui quali desidera avere rapidi chiarimenti) e consulenza legale presso la sede dell’Ordine (cadenza quindicinale). s 4ARIFFE Ò ATTIVO INOLTRE LO SPORTELLO hTARIFFEv 3I TRATTA DI UN servizio di particolare utilità, messo a disposizione degli iscritti all’Ordine relativamente all’interpretazione e applicazione della tariffa professionale. L’Ordine ha realizzato in collaborazione con Europaconcorsi un progetto di comunicazione dalle caratteristiche estremamente innovative: Log-on, una struttura di banche dati correlate tra loro che informano in tempo reale su eventi e novità dello scenario architettonico internazionale. F. Rephisti
a cura di Vittorio Prina
Il ruolo civile dell’architetto Viene di seguito stilato un semplice elenco delle principali iniziative svolte dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Pavia negli ultimi anni. Nel 2005 si è svolto il convegno “La chiesa e la luce” in collaborazione con la Fondazione Frate Sole. Nel 2006 è stato organizzato, in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri, Inarsind e Area Broker, il convegno “La responsabilità civile del progettista e del direttore dei lavori”; il corso di aggiornamento “Libera professione: disciplinari d’incarico e tariffa professionale” in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri; il convegno “L’efficienza energetica negli edifici residenziali” con il Comitato Interprofessionale; l’incontro di aggiornamento professionale “La manovra fiscale 2006”. È sempre del 2006 il convegno “Il progetto della luce” inerente l’importanza delle sorgenti luminose e la conseguente creazione delle diverse sensazioni all’interno del progetto architettonico. Durante l’anno 2007 molti sono stati i momenti di confronto tra gli iscritti su temi differenti che hanno portato all’organizzazione del seminario dal titolo “Valutazione paesistica e qualità dei progetti” a cura della Commissione Urbanistica; del corso di primo soccorso aziendale, dell’incontro tecnico “Materiali per il ripristino e tecniche di Impermeabilizzazione” con ANCE Pavia; dell’incontro sul colore organizzato da Keim Farben; del seminario dal titolo “La calce nel recupero conservativo”; del seminario “La Relazione Paesaggistica quale strumento di valutazione delle trasformazioni del paesaggio”, e infine di alcuni incontri sul tema della certificazione energetica negli edifici. Nel 2008 l’Ordine ha organizzato un corso per la certificazione energetica in collaborazione con il Politecnico di Milano; due corsi di formazione per coordinatori D.Lgs 81/08; due corsi sulla L.R. 12/05 in collaborazione con de Iure Publico; un incontro dal titolo “Progettazione e Realizzazione di strutture interrate, anche in presenza di “acqua di falda” in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri e Volteco; il convegno “Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”; la partecipazione di propri rappresentanti al Congresso Mondiale di Architettura a Torino; l’incontro dal titolo “Ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico”. Recentemente, nel 2009, particolarmente riuscita è stata l’organizzazione da parte della Commissione Urbanistica di un seminario costituito da tre incontri inerente i temi legati alla V.A.S alla V.I.A. e alla V.I.C. È da poco terminato un corso di formazione per neoi-
scritti, organizzato dalla Commissione Giovani, costituito da undici incontri monotematici con il preciso scopo di fornire le fondamentali notizie di base per l’esercizio professionale. È inoltre in costante e continua evoluzione la collaborazione con la Fondazione Frate Sole per l’organizzazione del Premio Internazionale di Architettura Sacra e di tutte le iniziative ad esso correlate. Il bilancio delle attività dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Pavia di questi ultimi anni appena esposto è stato volutamente redatto in maniera succinta e schematica perché non vuole essere un’autocelebrazione: se il Consiglio in carica avrà soddisfatto i propri iscritti lo si saprà dall’esito delle prossime elezioni. Vogliamo invece cogliere quest’occasione quale stimolo per la programmazione futura e il tracciamento di una linea “politica” che continui il lavoro svolto dal Consiglio uscente al fine della costante diffusione dell’importanza dell’architettura nella società odierna, della salvaguardia della professionalità dell’architetto, della tutela dei diritti degli iscritti. A questo proposito, tra le tante iniziative in embrione, ci sembra utile sottolineare in questo contesto due temi ai quali andrà rivolto il nostro maggiore sforzo nell’immediato futuro. Il primo prende spunto da una proposta della Commissione Giovani che, esprimendo le conosciute perplessità e difficoltà dei neoiscritti nell’inserirsi in un mercato professionale sempre più concorrenziale, denuncia una debole comunicazione riguardo l’importanza del ruolo civile dell’architettura, della professionalità dell’architetto e, di conseguenza, di un impoverimento della qualità del costruire in generale. La professione di architetto, sempre più complessa e difficile, non ottiene il dovuto riconoscimento dalla committenza pubblica e privata e viene sempre più equiparata, se non addirittura sottomessa, ad altre figure professionali che operano nel campo dell’edilizia con percorsi scolastici, di qualità e durata, decisamente diversi e inadeguati alla realizzazione di un prodotto architettonico di qualità. Siamo favorevoli e auspichiamo una stretta collaborazione tra professionisti, collaborazione sempre più necessaria alla luce della continua specializzazione delle fasi produttive ed esecutive dell’edificio; viceversa le economie di mercato tendono alla concorrenza basata sul maggior sconto a scapito, ovviamente, della qualità finale del prodotto. Si presume che uno dei motivi principali di questa situazione sia dovuto a un equivoco iniziale secondo il quale il committente, sia pubblico sia privato, pare non avere le necessarie conoscenze e informazioni per distinguere il miglior professionista, per preparazione e competenza, cui affidare uno specifico incarico nel campo edilizio. In particolare gli iscritti più giovani si preoccupano di diffondere le proprie qualità progettuali a quella committenza privata che ha costituito e costituisce tuttora l’inizio della professione di architetto; il semplice incarico di pro-
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Pavia
24 John Pawson. Progetto vincitore del Premio di architettura sacra “Frate Sole”, edizione 2008.
gettazione di un edificio residenziale unifamiliare, spesso sfugge solo per il fatto che il committente, non essendo informato, vede nella figura dell’architetto una pericolosa esuberanza artistica, poca praticità e soprattutto una pesante parcella finale. Gli addetti ai lavori che leggono queste righe sanno per certo che, soprattutto oggi, questa situazione così temuta non esiste più e forse non è mai esistita. Diventa quindi fondamentale diffondere un’immagine dell’architettura per tutti, senza distinzione di classe, reddito o territorio, e soprattutto dell’architetto quale figura professionale specificatamente adatta a coprire il ruolo di progettista e coordinatore delle diverse situazioni e figure professionali che caratterizzano, in modo sempre più difficile e caotico, i cantieri edili di qualsiasi tipo e dimensione. Bisogna insomma colmare la distanza che si è creata negli anni tra l’architetto e il committente, forse a causa nostra e di una certa nostra ingiustificata supponenza (l’autocritica è d’obbligo). Bisogna cioè arrivare al cuore della gente, quella stessa gente che risulta poi essere la prima ammiratrice dell’architettura di qualità. In quest’ottica è emersa la proposta di organizzare delle mostre in ambiti nuovi, inusuali per l’architetto e l’architettura. Ambiti della provincia, quali fiere, manifestazioni ed eventi con una forte affluenza di persone. La presenza di uno stand dell’Ordine (che la Commissione Giovani sta progettando nel particolare) con esposte opere realizzate nel territorio provinciale dai propri iscritti renderebbe l’Architettura molto più credibile, concreta e vicina alle persone e al loro territorio. In fondo, chi predica da sempre la ricchezza dello scambio culturale e dell’interdisciplinarietà, non deve aver paura di mostrarsi. Esponendo in ambienti informali progetti realizzati ci avvicineremo alle persone e potremo così diffondere l’idea di un’architettura per tutti. Il secondo tema sul quale già si sta lavorando, ma su cui si ritiene necessario lo sforzo futuro dell’intera categoria, riguarda l’innovazione portata in urbanistica dai Piani di Governo del Territorio. Siamo di fronte a uno stravolgimento epocale: si passa dall’urbanistica imposta dei vecchi Piani Regolatori Generali a quella negoziata dei nuovi Piani di Governo del Territorio. La situazione economica generale, e in particolare la scarsa liquidità delle amministrazioni comunali, ha portato il legislatore al fondamentale coinvolgimento del priva-
to all’interno di strategie di programmazione territoriale, con conseguenti effetti socio-politici, dalle quali lo stesso privato ne era completamente escluso. Tutte le fasi di realizzazione del PGT sottolineano l’obbligo di coinvolgimento ed effettiva partecipazione della maggior parte delle associazioni di categoria ed enti presenti non solo sul territorio comunale ma anche su quello dei comuni limitrofi. Si auspica in modo evidente la collaborazione e anzi l’effettivo intervento delle forze economiche private al fine di ottenere proposte concrete per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio. È, a nostro parere, una scelta necessaria e intelligente, che richiede però una preparazione culturale e una predisposizione mentale alla fattiva collaborazione che le forze in campo coinvolte (amministratori, tecnici comunali, associazioni private, liberi professionisti, privati cittadini) forse non hanno oppure devono notevolmente sviluppare. Crediamo che la figura professionale con la preparazione culturale, le capacità organizzative, la sensibilità necessaria per diventare il perno sul quale ruoti l’ingranaggio principale per la messa in moto di questo nuovo meccanismo, sia l’architetto. È un compito gravoso che ci porterà ad affrontare le enormi difficoltà legate al superamento di vecchie posizioni per le quali l’ente pubblico si contrapponeva all’interesse privato; dovremmo risolvere e superare da una parte le ormai rinomate lentezze burocratiche di una macchina pubblica che deve per forza adeguarsi alla necessità di risposte certe e tempi ristretti che il mercato edilizio richiede e dall’altra trasmettere alle forze economiche private la consapevolezza di un nuovo ruolo, della maggior importanza sociale che la loro attività riveste e che non deve essere più indirizzata al mero risultato finanziario ma alla rinascita sociale ed economica di un intero territorio. L’architetto dovrà aumentare i propri sforzi per un’adeguata preparazione che abbracci diverse discipline, intensificare l’aggiornamento professionale, basare lo svolgimento della propria attività sul totale rispetto delle norme deontologiche e di etica professionale al fine di diffondere una solida immagine di serietà e di affidabilità. È un compito gravoso che dobbiamo necessariamente affrontare per poter finalmente riportare la figura dell’architetto al centro delle strategie di sviluppo politico, sociale, economico del territorio, ruolo che da sempre per preparazione, capacità ed attitudine ha sempre ricoperto negli anni e che crediamo gli spetti di diritto. Paolo Marchesi in collaborazione con Agostino Marinoni
a cura di Marco Ghilotti ed Emanuele Tagliabue
Attività dell’Ordine Presentare un bilancio dell’attività significa confrontare le linee programmatiche esposte all’inizio del mandato con i risultati raggiunti, attraverso una sintetica panoramica delle iniziative sino ad oggi svolte con il contributo dei consiglieri e dei componenti delle diverse Commissioni, ricordando che il Consiglio dell’Ordine ha posto al centro della propria azione e come obiettivo principale e unificante di tutte la attività e di tutti gli eventi realizzati, tra loro apparentemente differenti, la promozione della cultura architettonica e la qualificazione del nostro ruolo civile e professionale all’interno della società. È stato innanzitutto necessario potenziare l’attività di supporto allo svolgimento della professione intesa come servizio rivolto direttamente agli iscritti, attraverso l’allargamento alla quasi totalità dei colleghi del servizio di posta elettronica, che rende tempestiva la comunicazione di notizie e la creazione di un nuovo sito, che oltre a contenitore di informazioni legate alla professione vuole rendere visibile anche all’esterno la struttura, le attività, le iniziative del nostro Ordine. Riconoscendo l’indispensabilità della formazione continua, in un panorama in continua trasformazione per quanto riguarda l’aspetto tecnico e legislativo, sono stati organizzati corsi che hanno interessato la certificazione energetica, la sicurezza nei cantieri, la pianificazione territoriale, la prevenzione incendi, la normativa in materia di Lavori Pubblici, il tema del paesaggio in rapporto con la progettazione architettonica, oltre che seminari tecnici ed incontri con aziende produttrici. Tra i compiti di un Ordine, attento all’evoluzione della nostra professione, rientra la promozione e l’organizzazione dei corsi di aggiornamento. La nostra categoria partecipa anche essa ad un processo di modernizzazione delle professioni intellettuali, dove l’accelerazione delle innovazioni tecnologiche e un quadro legislativo in continua evoluzione stanno portando a un cambiamento del mestiere dell’architetto. L’aggiornamento permanente consente di rafforzare la figura dell’architetto quale lavoratore della conoscenza, perchè solo la conoscenza e il sapere consentono di mantenere il ruolo di regista delle trasformazioni edilizie e urbanistiche alle diverse scale. Accanto all’attività di aggiornamento e di formazione professionale, questo Consiglio ha intrapreso un dialogo, soprattutto con le amministrazioni pubbliche, per rilanciare con forza la centralità del progetto e la qualità architettonica e porre all’attenzione di tecnici e politici l’importanza del concorso di architettura quale strumento efficace per la realizzazione delle opere pubbliche. Vanno in questa direzione anche le iniziative rivolte agli
iscritti, che hanno visto le Commissioni organizzare viaggi studio all’estero alla scoperta di significative testimonianze del lavoro svolto da architetti e committenti attenti e preparati, per dare una riposta positiva, efficace e di alta qualità alle richieste pubbliche e private di trasformazione della città e del territorio. Le conferenze di architettura aperte al pubblico, che hanno visto colleghi, provenienti da realtà con caratteristiche ambientali simili alla nostra provincia, illustrare loro progetti e realizzazioni, oltre che stimolare la curiosità e la creatività dei partecipanti, hanno avuto il compito di far meglio comprendere e condividere nuovi linguaggi per la ricerca di una architettura alpina contemporanea. Con l’organizzazione del corso specialistico per architetti Ambiente e Progetto e la pubblicazione degli atti del seminario si è voluto allargare il dibattito riguardo le trasformazioni in atto sul paesaggio valtellinese e rendere partecipi al progetto di ricostruzione del paesaggio tutti coloro che intervengono nelle trasformazioni territoriali affinché si possano ristabilire le regole per un diverso dialogo con il territorio e operare con una maggior consapevolezza. Queste iniziative sono state organizzate in uno scenario di estrema difficoltà per la complicata gestione dei recenti provvedimenti legislativi nazionali tra i quali vale la pena ricordare l’applicazione della riforma universitaria e il nuovo sistema di accesso agli Ordini professionali, il Decreto Legge che ha annullato i minimi tariffari, la normativa in materia di lavori pubblici che prevede il massimo ribasso per le gare di affidamento per incarichi professionali. Provvedimenti questi che hanno come obiettivo, non tanto nascosto, la limitazione dell’esercizio della libera professione e, di conseguenza, la perdita di ruolo degli Ordini professionali. Questi, insieme alla necessaria e urgente riforma degli Ordini professionali, sono temi che è necessario affrontare a livello nazionale con altre e superiori forze. Per quanto riguarda un piccolo Ordine come quello di Sondrio che attraverso il quotidiano contributo di appassionati volontari ha come obiettivo la promozione della figura dell’architetto, per poter riuscire a rafforzarne l’identità e incidere concretamente, a favore della categoria, nello svolgimento delle politiche territoriali locali, vale ricordare che “ognuno di noi sogna un mondo diverso da quello in cui vive. Non possiamo cambiare il mondo ma possiamo cambiare le nostre piccole realtà e cambiando le nostre piccole realtà alla fine avremo cambiato il mondo”. Giuseppe Sgrò
Ricostruire il paesaggio. Dialogo per il territorio valtellinese Attribuire una definizione esaustiva al termine paesaggio è operazione assai complessa anche perché il suo significato è inteso in molti modi a seconda del punto di
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Sondrio
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Giuseppe Galimberti, condominio via Valeriana, Sondrio, 1985. Veduta del fronte Sud.
vista dal quale viene determinato, analizzato, studiato e rappresentato. Espressione di forme naturali, costruzione antropica, gioco di immaginazione, poesia o impronta di una natura e di una storia in continua trasformazione, il paesaggio è luogo reale ove la dicotomia natura-cultura trova la sua più lucida affermazione. Il prevalere dell’uno o dell’altro di questi due fattori definisce il livello delle trasformazioni operate dall’uomo sull’ambiente attraverso stratificazioni successive, testimonianza di una nostra presenza e di una particolare relazione con la natura manifestatasi in modi differenziati nel corso degli anni. L’ordine degli Architetti PPC della Provincia di Sondrio, in quest’anno di attività ha più volte rivolto la propria attenzione alle trasformazioni in atto del nostro paesaggio con l’organizzazione di un corso specialistico per architetti, con una pubblicazione sul tema e una conferenza-dibattito che mettesse in luce i molteplici sguardi disciplinari al paesaggio. Il corso, dal titolo “Ambiente e progetto” ha inteso fornire, oltre a un momento di formazione e di aggiornamento professionale riguardo i principali contenuti della legislazione in materia, un contributo a un diverso approccio culturale e metodologico riguardo i processi di trasformazione del territorio. Questo lavoro di formazione e approfondimento ha poi portato di recente, alla pubblicazione di un volume, al quale è stato assegnato il medesimo titolo del corso specialistico: “Ambiente e progetto”. Il volume redatto, ha l’ambizione di costituire una sintesi del corso specialistico, documentando i variabili punti di vista dai quali è possibile procedere per un’autentica interpretazione del paesaggio che ci circonda e nel quale siamo chiamati a operare; l’evoluzione degli strumenti normativi finalizzati alla regolamentazione e controllo di tutte le operazioni di trasformazione territoriale e alle implicite valutazioni soggettive di compatibilità con il razionale uso delle risorse fisiche e naturali; infine,
una raccolta di contributi progettuali riguardanti le possibili relazioni dialogiche tra architettura e territorio, qui i progetti illustrati ci forniscono un orizzonte di riferimento intorno alla fondazione di una tecnica progettuale per la trasformazione del paesaggio “antropogeografico”, dal punto di vista dell’architettura. Le prime riflessioni condotte hanno confermato come la crescita incontrollata, abbia modificato in modo irreversibile i caratteri e le specificità del nostro paesaggio; per cambiare direzione è necessario favorire una ricostruzione del nostro territorio in cui il progetto, rappresentando ancora una volta uno degli operatori privilegiati della sua trasformazione, ristabilisca relazioni consapevoli con le matrici strutturali dei luoghi, le sedimentazioni socio-culturali e i supporti fisicogeografici. Per approfondire alcuni nodi irrisolti, o quantomeno per tentare altre strade nell’approccio al paesaggio, abbiamo concluso questa prima parte del nostro lavoro di formazione e approfondimento con un dialogo aperto per il territorio valtellinese. Moderato dal giornalista Pierluigi Mutti, il dibattito ha coinvolto il presidente della CCIAA di Sondrio Emanuele Bertolini, l’architetto ed esperto ambientale Giovanni Bettini, lo scrittore Gianni Biondillo, il sociologo Aldo Bonomi e l’architetto Sebastiano Brandolini. La conferenza, ha introdotto a un confronto aperto e pluridisiplinare che ci auspichiamo coinvolga in questa necessaria ricostruzione tutti coloro che in modi molto diversi, intervengono nelle trasformazioni territoriali affinché si possano riequilibrare le necessità di tutela territoriale con le esigenze di sviluppo socio-economico. M. G.
Londra: il “nuovo rinascimento urbano” Il viaggio studio, organizzato lo scorso primo giugno, ha esplorato e approfondito le tematiche, i successi e i fallimenti di quel percorso di rinnovamento urbano e sociale che la città di Londra intraprese all’inizio del 2000 sotto la spinta dell’allora sindaco Ken Livingston e della sua Urban Task Force presieduta dall’arch. Richard Rogers e che, seppure con minor vigore, continua anche oggi. La sfida che in questi anni è stata intrapresa dalla Greater London Authority è stata quella di un nuovo “rinascimento urbano” che sapesse coniugare spinte sociali e spinte economiche, tentando di risolvere le diseguaglianze esistenti e garantendo a un sempre più vasto numero di abitanti qualità di vita e standard abitativi sempre più elevati. Il percorso del viaggio si è snodato attraverso gli interventi più significativi di questo corso, dal nuovo edificio simbolo realizzato nel 2001 da Foster per la Greater London Authority, passando poi attraverso la City, cuore economico della città, con gli edifici, divenuti icone della modernità, realizzati da Rogers e Foster. Le trasformazioni del tessuto culturale ed economico dei quartieri a sud del Tamigi, tradizionalmente più poveri ed emarginati, sono stati il filo conduttore delle visite della seconda
a cura di Enrico Bertè e Claudio Castiglioni
Tempus fugit sine memoria teneo
Millennium Bridge, Foster and Partners (foto di Carlo Murgolo).
giornata. Percorrendo la riva del fiume da est ad ovest si possono vedere Il Millenium Bridge di Foster and Partners; l’ormai famosa Tate Modern Gallery di Herzog & de Meuron, primo dei grandi interventi di riqualificazione di questa area; l’Imax Cinema e l’Iroko House (quartiere residenziale); per giungere alla London Eye, la ruota panoramica (Marks Barfield – Aroup), costruzione temporanea del 2000, ma che grazie agli oltre venti milioni di visitatori che ne hanno apprezzato l’impareggiabile vista sulla capitale, è diventata un’attrazione permanente. I giorni successivi, dedicati agli interventi di riqualificazione delle ex zone portuali dei Docks, e di Southwark Park, ci hanno permesso di visitare l’acclamata Laban Dance Centre di Herzog & de Meuron, il Millenium Dome, spettacolare, ma politicamente sfortunato intervento di Rogers, il Greenwich Village e il nuovo quartiere economico-finaziario di Canary Wharf, collegato al centro dalla nuova Jubilee Line, dove su un interessante master plan di SOM edifici commerciali, spazi pubblici e semi pubblici trovano una felice sintesi. Non vanno dimenticati gli interventi di riqualificazione e di nuove costruzioni che hanno interessato le stazioni della metropolitana e le aree a loro adiacenti (Paddington, King Cross, Waterloo, Greenwich) divenuti punti di interscambio tra auto, bus, treni, aperti 24 ore al giorno: veri e propri luoghi di aggregazione sociale. Interessanti e forse ancora poco conosciuti sono le opere di alcuni giovani architetti londinesi: D. Adjave e Alsop, che, riprendono le tematiche portate avanti della scuola architettonica degli ultimi decenni ma, con una maggiore attenzione alle tematiche sociali. Alcuni loro interventi (Elektra House, Dirty House di Adjave, o la Palestra di Alsop) si confrontano con contesti in cui il disagio sociale, e le problematiche legate all’immigrazione sono evidenti. Lo sforzo di rinnovamento intrapreso da Londra, troverà, nonostante la sfavorevole congiuntura economica, nuovo linfa dai cantieri appena aperti per i giochi delle XXX Olimpiadi, che vedrà sorgere nuovi edifici, ma soprattutto infrastrutture e sistemazioni urbane che avranno un favorevole impatto su tutta la popolazione. Claudio Botacchi
Anche questo anno il Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Varese ha assicurato agli iscritti servizi sempre più avanzati e in linea con le esigenze della professione. La programmazione di questa ultima stagione è stata notevolmente ampliata. Il principio che ha ispirato il nostro lavoro è stato quello di rendere la sede di via Gradisca un laboratorio aperto a tutti coloro che avessero voluto confrontarsi, approfondire, riflettere, aggiornarsi ecc. La risposta dei colleghi è risultata estremamente positiva. Si sono coinvolti centinaia di iscritti, di tutte le età, alcuni dei quali, forse, fino a quel momento, vedevano nell’ente Ordine solo l’obbligatorietà della quota di iscrizione. Sportelli di Consulenza Gratuita In questo anno si è riusciti ad inaugurare un servizio in difesa della professione che mette a disposizione un servizio di Sportelli di Consulenza Gratuita su argomenti inerenti la realtà professionale. Oltre all’avvocato e al commercialista si è voluto rendere organiche anche le consulenze in tema di Tariffa e Sicurezza sul lavoro, che saranno tenute da figure istituzionali. Corsi e convegni Molti sono stati i corsi di aggiornamento professionale realizzati nelle sale dell’Ordine, sempre contenendo al massimo le quote di partecipazione. I corsi sono pianificati e coordinati da consiglieri o colleghi iscritti all’Ordine di Varese che con altruismo, interpretando il ruolo di architetto in senso ampio, si dedicano con passione all’aggiornamento professionale organizzando corsi gratuiti o con la sola copertura delle spese vive dei relatori. La sicurezza sui cantieri e nei luoghi di lavoro: s Convegno “Regole minime di comportamento del Coordinatore della Sicurezza nei cantieri edili”; s 3EMINARIO “Le attività di vigilanza, verifica, controllo e coordinamento nel cantiere”; s 3EMINARIO “La sicurezza nei cantieri temporanei o mobili”; s Dibattito “Stati generali sulla sicurezza”. All’interno delle sale dell’Ordine è stata allestita una sala ad hoc per effettuare corsi di aggiornamento informatico: s Corsi continui Autocad 3D - REVIT base/avanzato - 3D STUDIO, ecc.; s Corso Allplan Bim 2009, completamente gratuito, previsto per il mese di settembre 2009. Il tema della sostenibilità, della certificazione energetica e del risparmio energetico hanno dato vita ad una commis-
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Varese
no consigliato l’organizzazione del corso. Quattro incontri che hanno visto come relatori magistrati e avvocati del foro di Varese. s Corso di fotografia di architettura. Il corso si proponeva di avvicinare i partecipanti ai segreti della fotografia anche dal punto di vista tecnico (la macchina fotografica, gli obiettivi, esposizione, le luci, la fotografia di modelli architettonici, l’immagine digitale). In collaborazione con ANCE Varese è stato organizzato il seminario: s Convegno: “quale politica per la casa?”, organizzato con l’intento di promuovere e sviluppare una nuova progettualità condivisa fra i settori direttamente interessati. In relazione all’entrata in vigore della nuova normativa antisismica si è già dato avvio, per il mese di settembre, all’organizzazione di: s Corso tecnico di aggiornamento e approfondimento sulle “Norme Tecniche per le Costruzioni in zona sismica”. In questo ricco elenco non sono presenti gli innumerevoli eventi organizzati in collaborazione con altri enti o aziende esternamente alla nostra sede.
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Foto di gruppo ad Amsterdam.
sione energia che si riunisce periodicamente. Nell’anno sono state portate a termine diverse edizioni di: s Corsi “Certificatore Energetico”, in collaborazione con il Politecnico di Milano; s Corso di avvio alla professione, rivolto ai giovani iscritti, giunto alla V edizione, è stato ripensato nei suoi contenuti sulla base delle esperienze degli anni passati. È di strettissima attualità la formazione di una “young commission” con il compito di interpretare le istanze dei giovani iscritti raccogliendone gli entusiasmi; s Corso di orientamento al progetto di paesaggio organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Varese e con la sezione Lombardia dell’ A.I.A.P.P. (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). Dodici incontri di straordinario interesse e con molti relatori di rilevanza internazionale. s Corso sulla Consulenza Tecnica d’Ufficio (C.T.U.) e/o di Parte (C.T.P.). Numerose richieste da parte degli iscritti di iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici dei Giudici han-
Stagione culturale Per finire l’impegno più gratificante: la programmazione della stagione culturale con innumerevoli occasioni create sia in sede che nei viaggi di aggiornamento culturale, grande tradizione del nostro Ordine. In questo ultimo anno sono stati organizzati tre viaggi rilevanti: Chicago, Madrid, Amsterdam, Rotterdam. In tutte queste grandi capitali dell’architettura contemporanea sono stati organizzati una serie di eventi culturali per entrare in contatto con le realtà professionali locali, con visite ai cantieri più importanti, visite agli studi di architettura locali e visite alle architetture. s Chicago, idealmente dedicato alle opere di Frank Lloyd Wright e Mies van der Rohe dove costoro hanno realizzato alcune tra le loro opere più significative. - Escursione in Winsconsin con pellegrinaggio ad uno dei più importanti edifici del Novecento: Johnson Wax Laboratory di F. L. Wright a Racine. - Visita alla sede di S.O.M., Skidmore Owing e Merrill, il primo studio globale moderno, uno tra i più grandi al mondo, che ha anticipato di decenni l’evoluzione della pratica professionale. - Visita alle opere realizzate da influenti architetti contemporanei, Rem Koolhaas, Kisho Kurokawa, Murphy/Jahn, Frank O. Gehry, Josef Paul Kleihues. s Madrid, con decine di visite a cantieri, studi e architetture dei più grandi architetti internazionali: Richard Rogers, Foster, Pei, Pelli, Philip Johnson, Rafael Moneo, Herzog de Meuron, Jean Nouvel, Sapei, Mansilla & Tunon, Miralles, Chipperfield, Abalos & Herreros per citare i più conosciuti. s Amsterdam-Rotterdam-Almere, uno straordinario viaggio nel “supermodernism”. - Visita alle opere di UNStudio, C. de Portzamparc, Koolhaas, Gigon en Guyer Architekten, Claus en Kaan, SA-
Sempre nel prossimo autunno troveranno spazio le tematiche legate al paesaggio con l’introduzione di un ciclo dedicato a: “Cinema e giardini” storie e temi per il giardino contemporaneo. s Ars Topiaria e labirinti: Edward mani di forbice (Tim Burton - 1990); s Dal giardino formale al giardino all’inglese: I misteri del giardino di Compton House (Peter Greenaway – 1982), Marie Antoniette (Sofia Coppola – 2006); s Il giardino orientale: Morte di un maestro da tè (Kumai Kei - 1988), Primavera estate autunno inverno e ancora primavera (Kim Ki-Duk - 2003); s Esotismo e Impressionismo: Il giardino indiano (Mary McMurray - 1985), Una domenica in campagna (Bernard Tavernier -1994); s Il giardino contemporaneo: Incontri a Parigi (Eric Rohmer – 1995).
Promozione professione giovanile Altra pagina importantissima dell’attività culturale dell’Ordine di Varese è rappresentato dal sostegno prestato ai giovani talenti che operano sul nostro territorio. Il Consiglio dell’Ordine si è impegnato negli anni nella organizzazione di varie edizioni di Premi di architettura under 40 organizzate a livello sia insubrico sia regionale. È della scorsa estate la conclusione del Premio di Architettura Insubrica intitolato a Claudio Baracca e del premio regionale organizzato in collaborazione con la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti PPC. Oltre alle celebrazioni durante il congresso mondiale UIA, sono stati invitati i selezionati dei premi under 40 a presentare il proprio lavoro nelle sale dell’Ordine: Frank Nolesini; Pierfrancesco Seclì; Martino Pedrozzi; Emanuele Saurwein; Luca Mangione; Marco Farè; Fabio Marchesi; Paolo Gelso; Matteo Bettoni; Gabriele Sposato; Mauricio Cardenas; Edoardo Fieramonte; Giancarlo Floridi; Francesco Valesini. Graditissimi anche gli interventi dei giurati delle commissioni giudicanti: Alfonso Femia, Aurelio Galfetti, Vittorio Introini e Massimo Giuliani. Per il prossimo anno è prevista una collaborazione tra l’Università della Svizzera Italiana “Accademia di Architettura di Mendrisio”, il FAI Fondo per l’Ambiente Italiano, Villa e Collezione Panza, l’amministrazione della Città di Varese e l’Ordine degli Architetti PPC di Varese, partecipando attivamente ad un progetto di straordinario interesse per il territorio della città di Varese con l’individuazione del capoluogo provinciale varesino quale area di progetto per i progetti di Diploma dell’anno accademico 2009-10, con enormi ricadute culturali e di analisi sulle aree critiche della città. Lasciamo ora agli iscritti dell’Ordine di Varese il compito di valutare il lavoro realizzato in questo ultimo anno dal Consiglio, che ha lavorato con grande passione e continuità, con lo scopo di portare la cultura architettonica oltre gli studi di architettura. ll paesaggio, il territorio e l’architettura sono espressione culturale essenziale dell’identità storica in ogni Paese. L’architettura si fonda su un insieme di valori etici ed estetici che ne formano la qualità e contribuisce, in larga misura, a determinare le condizioni di vita dell’uomo. L’opera di architettura, ed in genere le trasformazioni fisiche del territorio, tendono a sopravvivere al loro ideatore e ai loro originari utenti, per questi motivi sono di interesse generale e costituiscono un patrimonio della comunità. Il Consiglio dell’Ordine
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NAA, Erick van Egeraat associated, Benthem Crouwel Architekten, MVRDV, Renzo Piano, Foster & Partners, Mecanoo architecten, J. Muller, WZMH Architects. - Visita agli studi di Mecanoo, Claus en Kaan. - Pubblicazione di una guida di 170 pagine, un compendio sull’architettura realizzata nei Paesi Bassi negli ultimi 10 anni. E ancora, Serate di architettura, un ciclo senza soluzione di continuità che ogni 15 giorni porta nelle sale dell’Ordine di Varese ospiti internazionali intervallati a valenti professionisti locali. Un impegno continuo del Consiglio come contributo tangibile alla difesa della qualità del territorio, all’innalzamento della qualità del costruito, una testimonianza continua che fare buona architettura si può e si deve. Un’occasione di condivisione tra chi vive il desiderio di confrontarsi, di discutere, di partecipare la passione per la cultura architettonica. Alcuni tra gli incontri presentati: s Marco Muscogiuri alterstudio partners; s Trestudio di Architettura L. Lopez, A. Losoni, R. Manfrin; s OBR Open Building Research Paolo Brescia e Tommaso Principi; s ECOARCH Mauro Rivolta + studio Giani; s Riccardo Blume, Blumer & Friends; s DA-A ARCHITETTI Elena Bertinotti, Paolo Citterio, Anna Chiara Morandi; s Guillermo Vazquez Consuegra; s Studio “ARCODE” Emilio Molinaro, Andrea Ciotti; s Mauro Galantino; s Marco Contini; s Josep Acebillo. Per il primissimo autunno sono già stati programmati altri incontri con: s Jacopo Mascheroni collaboratore per anni dello studio Meier; s MECANOO; s Studio Archea; s Carlos Ferrater.
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Conservazione del moderno: le questioni dibattute al Convegno della Consulta Le tematiche affrontate nel Convegno “La conservazione dell’architettura contemporanea in Lombardia” tenutosi lo scorso maggio, hanno permesso di focalizzare alcune questioni che per certi aspetti debbono, senza alcun dubbio, trovare risposte che comunque hanno bisogno di tempi non brevi per essere soddisfatte. Se, come sostiene Maria Antonietta Crippa, “coloro che si occupano di tutela e valorizzazione del patrimonio, si sono trovati investiti dal compito di connettere la comprensione del patrimonio ereditato, con la capacità di attuarne una consegna al presente e al futuro”, si capisce come il compito del professionista, che opera a tal fine, sia importante per costruire una catena virtuosa progettuale finalizzata a consegnare il patrimonio alle future generazioni. Gian Paolo Treccani sostiene che non è sufficiente fondare l’esperienza professionale tra norma e progetto su luoghi comuni che identificano il restauro di un edificio moderno sullo stesso piano di un edificio antico. Gli approcci di trasformazione (anche economici) richiedono riflessioni diverse e processi conoscitivi finalizzati totalmente differenti. Ed è anche opportuno percepire la differenza delle terminologie. Come sostiene Stefano Della Torre dire “restauro del moderno” oppure “conservazione del contemporaneo” significa operare in due modi diversi nei confronti del costruito e significa identificare approcci totalmente differenti. In quest’ottica si inserisce il lavoro presentato da Carolina Di Biase che ha evidenziato l’importanza di approfondite le cause del degrado del calcestruzzo delle opere realizzate nel Novecento, con particolare riferimento alle realizzazioni moderne del Secondo Dopoguerra. I problemi di tutela e conservazione del moderno trovano esempio nel QT8 che, come ha sostenuto Susanna Bortolotto, ha visto la sperimentazione di nuovi materiali con problematiche nella gestione della conservazione e che ha portato a realizzare una schedatura sistematica, per evidenziare le cause del degrado in funzione dell’alterazione della materia. Un altro esempio di intervento finalizzato alla conservazione, la Stazione Centrale di Milano, è stato illustrato da Maria Cannatelli evidenziando le problematiche cantieristiche riferite alla riqualificazione funzionale degli spazi in funzione della criticità di un cantiere che doveva essere condotto in situazioni particolari, e dove si sono operate scelte in funzione di imprevisti in “corso d’opera”. Anche l’esperienza di catalogazione del costruito è di vitale importanza per la conser-
vazione del patrimonio del Novecento. Leyla Ciagà ha evidenziato il tema, illustrando gli obiettivi che hanno portato il Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano a realizzare un progetto che ha come obiettivo la catalogazione delle più rilevanti architetture milanesi del Secondo Dopoguerra. L’intervento di Vincenzo Petrini ha messo in luce alcune problematiche afferenti gli interventi di consolidamento strutturale sugli immobili vincolati in funzione delle nuove normative antisismiche. Il Convegno ha interessato anche la sessione poster attraverso l’esposizione di interventi di conservazione effettuati sul territorio lombardo. La giornata di lavoro, che è stata particolarmente apprezzata, ha contribuito ad aprire un dibattito all’interno degli Ordini Lombardi, con l’auspicio unanime che tali iniziative vengano nuovamente ripetute. Giuseppe Rossi Past President e Coordinatore del Convegno
“La conservazione dell’architettura contemporanea in Lombardia” Autodromo Nazionale di Monza 23 maggio 2009
Il quartiere nasce dalla mano dell’architetto Piero Bottoni tra il 1946 e il 1949. Esso non fu soltanto un esempio di ampliamento di una parte della città di Milano nel dopoguerra, ma rappresentò soprattutto un’opportunità per i progettisti di sperimentare nuovi materiali e nuove tipologie edilizie. Il quartiere rappresenta ai giorni nostri, un esempio di “galleria virtuosa” di edilizia moderna, che col tempo ha subito radicali modifiche e che proprio ora, a fronte di numerosi casi di demolizioni e trasformazioni pesanti, si pone necessariamente una questione di conservazione e di vincolo. La sperimentazione nei materiali (sistemi di prefabbricazione, cemento armato, ecc.), ha apportato metodiche innovative nella costruzione, ma anche problematiche non indifferenti nella gestione della conservazione. Lo studio effettuato (vedi immagine), dopo aver svolto una cospicua parte analitica di raccolta dei dati, si pone come obiettivo principale quello di redigere una serie di “linee guida” comuni e pianificate, che indirizzino gli abitanti ad attuare interventi, non arbitrari e diversificati, bensì sensati ed unitari. I circa 360 edifici (edifici residenziali a schiera, case multipiano ed edifici pubblici) che compongono il QT8, sono stati oggetto di schedatura, definendone, in sintesi, l’alterazione formale del progetto originale, l’alterazione materica ed il degrado, dati utili in un’ottica di vincolo e valorizzazione. I dati sono stati gestiti attraverso il GIS, che permette l’acquisizione, la registrazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geo-referenziati. È stato costituito così un database di informazioni sempre aggiornabili, che, attraverso l’elaborazione di opportune mappature, può fornire informazioni utili per la futura gestione unitaria del quartiere. Successivamente lo studio ha affrontato il problema delle “linee guida” da applicare ad ogni singolo edificio. Queste non hanno un approccio puramente conservativo nei confronti del costruito, ma affrontano varie questioni, come l’adeguamento alle norme legislative attuali, il risparmio energetico o le semplici esigenze dei proprietari, in un’ottica organica e il più possibile rispettosa dell’esistente. Come per altri quartieri di edilizia moderna italiani ed esteri, la volontà è inoltre quella di redigere per il QT8 un progetto di valorizzazione del quartiere museo all’aperto - con il fine di sensibilizzare la popolazione sull’importanza dell’architettura moderna e sull’efficacia di un’azione di vincolo nel preservare l’alto valore della qualità della vita di un quartiere progettato e mantenuto attraverso delle nuove regole per la sua conservazione.
Il cantiere di conservazione – Stazione Centrale di Milano: gestione nella complessità di Maria Cannatelli
Tutela e valorizzazione dell’architettura del XX secolo, problemi e prospettive di Maria Antonietta Crippa
La relazione si proponeva di evidenziare le criticità presenti nell’affrontare, a livello di cantiere, l’intervento di riqualifica della Stazione Centrale di Milano che si poneva, prima ancora che come intervento di restauro, come recupero e rifunzionalizzazione degli spazi e trasformazione dei modi di utilizzo degli stessi. Tali criticità erano innanzitutto di tipo logistico: il cantiere era vincolato dalla conformazione fisica dell’oggetto e, soprattutto, dall’inderogabile necessità di mantenere in attività la stazione garantendo flussi, vie di fuga e servizi ai viaggiatori e condizioni di lavoro accettabili ai lavoratori di stazione. Questo ha implicato una chiara programmazione, un forte coordinamento tra i diversi attori della riqualifica e una costante attenzione alla sicurezza nonché l’utilizzo di metodi e strumenti ambientalmente compatibili e in alcuni casi innovativi rispetto alle tradizionali prassi di cantiere. Sono state affrontate le criticità “tipiche” di ogni intervento di restauro architettonico, ossia quelle legate da un lato alla necessità della conciliazione tra le istanze della conservazione fisica dell’opera, della conservazione dei segni del tempo e dell’utilizzabilità della fabbrica, e dall’altro ai consueti “imprevisti in corso d’opera”. Intervenire su un monumento di cui è tuttora controverso e non univoco il riconoscimento di valore, sia dal punto di vista storico (per la relativamente “giovane” età della fabbrica) che artistico, e che è, ad oggi, ancora poco studiato sia nella conformazione originaria che nelle vicende successive, ha significato la reale e non formale accettazione del cantiere come momento di ampliamento della conoscenza. La necessità di comprendere superfici e strutture per verificare le ipotesi progettuali d’intervento ha comportato lo studio di materiali e tecniche costruttive, quali cementi decorativi e prodotti ceramici, non tradizionali dal punto di vista del restauro ma presenti in ambito novecentesco. L’aver affrontato con un’ottica euristica l’intervento ha permesso di ricostruirne in parte le vicende manutentive riscontrando gli effetti d’interventi e i materiali di restauro tipici dei decenni precedenti, e la messa a punto e la sperimentazione di cicli d’intervento in un contesto in cui ancora non esistono consolidate e “tradizionali” metodologie operative.
Temi svolti per dar ragione di una cultura del moderno restauro, in Lombardia in particolare, nel corso del Novecento, e dell’emergere in esso del restauro del moderno. s Dagli anni Venti agli anni Sessanta del Novecento In Italia è venuto a maturazione il passaggio della nazione da paese rurale a territorio industriale. Coloro che hanno fatto, delle problematiche della tutela e valorizzazione del patrimonio costruito e ambientale, il proprio campo di indagine e di professione si sono trovati investiti dal compito di connettere la comprensione del patrimonio ereditato con la capacità di attuarne una consegna al presente e al futuro. Nella scuola milanese di A. Annoni fecondata dal contributo del soprintendente G. Chierici, le personalità di P. Gazzola, di C. Perogalli e di L. Grassi hanno inseguito l’obiettivo di una ideale continuità tra passato e presente, tra antica e nuova architettura, tra centro storico e crescita della città. Si è trattato di una continuità emersa in Annoni, divenuta poi slogan di Rogers. In chiave non storicista, anche Muzio con De Finetti, Cabiati, Alpago Novello, Gio Ponti ed altri, si richiamò concretamente a valori di memoria e tradizione. s $AGLI !NNI 3ESSANTA AD OGGI Emergono critiche ai limiti della storiografia militante dell’architettura contemporanea. Il primo scatto rigorosamente conservativo nei confronti dell’architettura del Novecento risale agli anni Settanta-Ottanta. A Milano e in Lombardia, il caso del grattacielo Pirelli, attuato tra 2002 e 2004, è il più eclatante. Vanno ricordati almeno altri due celebri casi: il restauro della Casa del fascio a Como, 19326, di Terragni e quello della “Casa d’affitto” a Cernobbio, 1938-9, di Cesare Cattaneo. s 5NA PROCEDURA AD ALTO GRADO DI ESEMPLARITÌ Per articolazione interna, trasparenza di metodo, tempestività e coralità di intenti, è il restauro del Pirelli, in cui sono individuabili strumenti e strategie di legittimazione del processo decisionale e del programma progettuale per la tutela e la valorizzazione dell’architettura della seconda metà del XX secolo. s 4UTELA VALORIZZAZIONE CURA RESTAURO MODIFICA Dovrebbero costituire gli anelli di una catena di pratiche edilizie orientate a consegnare l’habitat di oggi alle generazioni di domani.
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Problemi di tutela e conservazione nella manutenzione e nell’adeguamento funzionale del quartiere QT8 di Maurizio Boriani e Susanna Bortolotto
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La conservazione dell’architettura contemporanea DI 3TEFANO $ELLA 4ORRE Dire “restauro del moderno” e “conservazione del contemporaneo” è ben diverso. Mi riferisco al passaggio dal restauro/evento alla conservazione come processo di attività coordinate, che oltre al restauro comprendono la prevenzione, intesa come riduzione del rischio per il bene nel suo contesto, e la manutenzione, intesa come cura costante. Il salto terminologico non ha più solo l’obiettivo di non modificare l’oggetto stratificato nel tempo: oggi si intende anche il passaggio all’istruttoria di una cura costante. In molte sedi internazionali si parla quindi di “preventive conservation”. Alla metafora del restauratore chirurgo subentrano i consigli del saggio, e semmai controlli diagnostici frequenti. Perfino nei finanziamenti si sperimentano modalità che privilegiano monitoraggio, diagnostica e manutenzione, nell’ottica di non dover finanziare poi restauri onerosi e disperati. Altrettanto significativa è la scelta tra “moderno” e “contemporaneo”. Con la loro difficoltà a “invecchiare”, gli edifici del Moderno sono ormai passati alla storia e usciti dalla contemporaneità. Dichiarare qualcosa “contemporaneo” significa invece escludere una delle ragioni della tutela, ovvero la distanza temporale, per cui un’architettura è testimone di un’epoca conclusa, e quindi non più disponibile alla quotidiana modifica che l’utente/proprietario si sente in buon diritto di apportare agli spazi che abita. Dire che si conserva il contemporaneo significa percorrere vie diverse da quelle abituali. In un recente saggio su Cybernetics and (UMAN +NOWING, Minati e Collen descrivono l’architettura come il disegno delle condizioni al contorno che determinano l’emergere di comportamenti dei sistemi sociali umani, identificando nei temi dell’efficienza energetica e della sostenibilità un modo nuovo e promettente di istituire un rapporto tra chi abita e le architetture, progettate ma in divenire. Rispetto al contemporaneo, quindi, la conservazione assume un nuovo senso. Non si tratta per nulla di sottrarre qualcosa al tempo, ma di lavorare sulla condivisione di conoscenze e atteggiamenti tra addetti ai lavori e utenti. L’efficienza energetica di una casa dipende dalla sua costruzione come dai comportamenti di chi ci abita, e lo stesso vale per la sua manutenzione. Prevenire il danneggiamento di un edificio significa rispettare il lavoro dell’architetto e dell’operaio, valutandone i valori di risorsa e di testimonianza.
Sul degrado del calcestruzzo nell’architettura del Novecento. Itinerari di indagine di Carolina di Biase L’epopea del cemento e del suo uso in architettura è stata oggetto di affascinanti ricostruzioni. La vicenda, narrata dagli stessi protagonisti, ripercorre gli esordi e i traguardi straordinari della “pietra artificiale” e del composto che associa la massa e la solidità del calcestruzzo alla resistenza del ferro. Ma queste caratteristiche ne rappresentano l’intrinseca debolezza, e fin dalle prime applicazioni hanno suscitato quesiti sull’affidabilità e DURABILITÌ. Il versante meno noto della storia del calcestruzzo cementizio è costituito dalla ricerca continua di superarne gli “inconvenienti”, i “difetti”, le “patologie”. Negli ultimi decenni un approfondimento analitico ha riguardato modi e cause del degrado, e in parallelo lo studio dei rimedi, sia in relazione al restauro dell’architettura del Novecento, a partire dai monumenti MODERNI, sia rispetto al destino dell’edilizia diffusa, costruita in quantità crescente a partire dal secondo dopoguerra. Su questo tema gli sforzi degli architetti-conservatori e degli ingegneri dovrebbero convergere: dai metodi di studio della vicenda edilizia e dello stato di fatto, a strumenti basilari da destinare a studenti e professionisti, come un glossario specifico sul degrado che confronti le parole alle cose, le definizioni alle immagini. I documenti 'UIDE FOR MAKING A CONDITION SURVEY OF CONCRETE IN SERVICE, 199297, e $IAGNOSIS OF DETERIORATION IN CONCRETE STRUCTURES 2000, ripubblicati in Concrete 2EPAIR -ANUAL 2008, sono stati il riferimento essenziale per la ricerca presentata (C. Di Biase, a cura di, Il degrado del calcestruzzo NELL ARCHITETTURA DEL .OVECENTO 2009), che ha dato luogo alla proposta di un lessico dedicato al calcestruzzo cementizio e al calcestruzzo armato. Le definizioni e le immagini del degrado rimandano all’architettura, mostrando il volto che essa rivela con il trascorrere del tempo, a edifici d’autore realizzati nell’arco del XX secolo. Le schede che illustrano le tipologie di degrado riportano la data di costruzione (o restauro) e l’uso del manufatto. L’osservazione è restituita per avvicinamenti progressivi, e la descrizione ravvicinata, anche in relazione all’entità del degrado, precisa le caratteristiche assunte dal materiale e le connette all’influenza determinante dei fattori ambientali. I fenomeni sono infine correlati alle probabili cause di degrado esplicitamente indicate se avvalorate da analisi di laboratorio.
Architetture a Milano dal 1945 ad oggi: censimento e catalogazione DI &ULVIO )RACE CON 'RAZIELLA ,EYLA #IAGÌ La Direzione Generale per la qualità e la tutela del Paesaggio, l’Architettura e le Arti contemporanee (Ministero per i beni e le attività culturali) e il Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano stanno da alcuni anni lavorando insieme ad un progetto di ricerca che ha come obiettivo la selezione e la catalogazione delle più rilevanti architetture realizzate a Milano a partire dal secondo dopoguerra. Laboratorio del novecentismo e del razionalismo nel periodo tra le due guerre, Milano si è ulteriormente contraddistinta nello scenario architettonico nazionale per la straordinaria quantità e qualità delle architetture prodotte nei decenni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale. Alla specificità della sua ricostruzione diedero supporto la teorizzazione delle “preesistenze ambientali” di Ernesto Nathan Rogers, ma anche l’impulso alla modernizzazione sostenuto dal forte sviluppo industriale della regione. Da allora, seppure con altalenante vitalità, la città ha conosciuto fasi d’involuzione e di ripresa che hanno portato alla formazione di uno SKYLINE caratterizzato non solo da illustri emergenze (dalla Torre Velasca al Grattacielo Pirelli, dal QT8 al PAC) ma soprattutto per la qualità delle numerose presenze diffuse nel tessuto urbano: il peculiare equilibrio tra ricerca tipologica e sperimentazione formale rappresentato così emblematicamente da quest’edilizia “media” si ritrova, non di rado, nella perfezione tecnica dell’esecuzione e nel disegno delle finiture di dettaglio - dagli infissi, ad esempio, ai rivestimenti interni ed esterni - che costituiscono i punti critici dell’ordinaria pratica della manutenzione ed oggetto, troppo spesso, di frettolose quanto inconsapevoli manomissioni. L’obiettivo della ricerca è infatti quello di individuare soprattutto quelle opere che necessitano di particolare attenzione in rapporto alle forti pressioni alla trasformazione che, a partire dalla riconversioni dei recinti industriali in nuovi poli urbani (Pirelli Bicocca, Alfa Romeo Portello, Montedison Santa Giulia, Falck Sesto San Giovanni), stanno ormai investendo anche il tessuto urbano più minuto delle aree centrali e semiperiferiche. Le schede di catalogazione che descrivono ogni singolo edificio selezionato e comprendono anche la documentazione iconografica (disegni di progetto, fotografie d’epoca e immagini attuali) sono inserite in una banca dati che sarà poi riversata nella banca dati nazionale nella quale convergeranno anche le ricerche condotte in altre regioni e a cui si potrà accedere attraverso il sito WEB del Ministero per i beni e le attività culturali.
Esperienze operative tra norma e progetto DI 'IAN 0AOLO 4RECCANI
In tema di conservazione dell’architettura contemporanea spesso succede che si debba dare risposte a esigenze in parte contrastanti; da un lato le esigenze di conservazione che, se portate alle estreme conseguenze, suggeriscono di ridurre al minimo l’intervento, dall’altro quelle della sicurezza che suggeriscono interventi anche molto significativi per adeguare l’opera agli standard delle norme vigenti, quasi sempre piĂš severe di quelle in vigore all’epoca della realizzazione dell’opera; la questione si pone in modo particolare per le azioni di progetto derivanti da fenomeni naturali: terremoti, neve e vento. Per inquadrare la questione è opportuno richiamare le principali norme in vigore: s $ - GENNAIO h.ORME TECNICHE PER le Costruzioniâ€? e relative istruzioni per l’applicazione; s $ ,GS GENNAIO N h#ODICE DEI beni culturali e del paesaggioâ€? e la direttiva della P.C.M. 12 ottobre 2007 “Direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioniâ€?. Il punto centrale che emerge da questi testi è l’atteggiamento da assumere nei confronti dei beni di interesse culturale soggetti ad azioni sismiche per i quali è in ogni caso possibile limitarsi a interventi di miglioramento, effettuando la relativa valutazione della sicurezza. In particolare, la circolare sottolinea che “per i beni tutelati gli interventi di miglioramento sono in linea di principio in grado di conciliare le esigenze di conservazione con quelle di sicurezza, ferma restando la necessitĂ di valutare quest’ultima. Tuttavia, per la stessa ragione, su tali beni devono essere evitati interventi che insieme li alterino in modo evidente e richiedano l’esecuzione di opere invasive, come può avvenire nel caso di ampliamenti o sopraelevazioni, o l’attribuzione di destinazioni d’uso particolarmente gravoseâ€?. In sostanza la strada per conciliare le esigenze della conservazione e quelle della sicurezza richiede una forte interazione tra progettista, committente e organi di tutela che sono chiamati ad assumersi la responsabilitĂ di scegliere le forme di intervento che garantiscono il miglior equilibrio tra tutela e aumento della sicurezza. La figura allegata mostra l’esempio della sala ipostila del Castello Maniace di Siracusa; dopo una serie di analisi piuttosto gravose il progettista, d’accordo con il committente e con l’organo di tutele, ha scelto di rimuovere il ponteggio in tubi e modificare, rinforzandolo, la forma del contrafforte costruito nei secoli scorsi.
Il restauro dell’architettura moderna è condizionato da almeno due radicati luoghi comuni che paiono fondati. Innanzitutto non è vero che questo ambito è caratterizzato da alcuni temi-chiave che paiono esaurire le problematiche teoriche e tecniche. In particolare, ci si riferisce al fatto che sempre s’immaginano gli edifici degradati, non tanto perchĂŠ sia venuta meno la loro manutenzione o il corretto uso, ma a causa di alcuni mutamenti legati alla concezione architettonica del Moderno, quali l’abbandono: dei linguaggi tradizionali (gronde, cornici, aggetti ecc.), delle tradizionali concezioni strutturali (dalla scatola muraria al telaio in calcestruzzo armato o in acciaio, con i problemi legati alla durata di tali materiali) e delle consuetudini tecnico-operative del costruire a “regola d’arteâ€? a favore di processi e materiali sperimentali (eternit, calcestruzzo armato, intonaci plastici, alluminio, ecc.) che non richiedono i consueti processi manutentivi. Talora si è teorizzato che si trattasse di architetture destinate a non durare, anzi programmaticamente concepite per corrispondere alle esigenze di veloce mutamento delle ragioni d’uso e delle richieste del mercato immobiliare. Ăˆ evidente che tali ragioni incidono realmente sui processi conservativi, ma in nessun modo possono esaurire il quadro delle problematiche con cui ci si confronta, sia perchĂŠ non tutto il moderno corrisponde al linguaggio antitradizionalista del razionalismo, sia perchĂŠ l’abbandono dei modelli e dei materiali del passato non sempre si è applicato in modo cosĂŹ radicale. L’altro luogo comune attiene al pensiero teorico piĂš generale. Si sostiene che restaurare un edificio moderno sul piano speculativo sia la medesima operazione che restaurare un edificio antico. In realtĂ la questione è piĂš complessa se si pensa all’inaccettabilitĂ del volto degradato di un’architettura contemporanea e soprattutto a quei processi di trasformazione (taluni quasi “naturaliâ€?, provocati dall’abbandono o dal rifiuto dei fruitori, altri dovuti all’applicazione di norme tecniche conflittuali) comunque dai piĂš giudicati inaccettabili quando hanno investito alcuni oggetti-simbolo del movimento moderno. Ăˆ evidente che la riflessione richiede un lavoro sistematico che muova dalla conoscenza del fenomeno e dei processi che lo stanno investendo, e che miri a rimuovere quelle mentalitĂ diffuse che sono il principale ostacolo per l’affermazione di pratiche virtuose.
Panorama Milanese Il contributo si è rivolto alla sensibilizzazione sul tema della conservazione dell’architettura contemporanea lombarda ricapitolando alcuni esempi di “buone praticheâ€? nell’esercizio della professione e incentivando la diffusione della conoscenza del patrimonio della cittĂ . Sono stati selezionati differenti temi che potessero arricchire e supportare il dibattito attorno alla conservazione dell’Architettura contemporanea a Milano: “casiâ€?, degni di nota da interpretare come questioni irrisolte su cui confrontarsi ed edifici, o complessi di edifici, di indiscutibile valore su cui si è intervenuti o si sta procedendo, o ancora si è in procinto di farlo. Le istituzioni e gli architetti interpellati si sono resi disponibili per iniziative sul tema, suggerendo che il coinvolgimento può essere una linea di successo. Ăˆ stata ipotizzata, infine, l’organizzazione di un itinerario sul restauro e i suoi problemi. Giulio Barazzetta, per conto dell’Ordine e della Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC di Milano, ha coordinato l’iniziativa insieme ad Andrea Canziani di DOCOMOMO Italia. La cura della raccolta del materiale e la realizzazione sono di Caterina Marra, Camilla Guerritore e Andrea Matteo Azzolini. Si ringraziano: Andrea Canziani, DOCOMOMO Italia, Giulia Pellegrino, Studio Anna Giorgi & Partners, Angelo Malacalza, Maurizio Boriani, Susanna Bortolotto, Marco e Paola Albini, Fondazione Albini, Archivio Storico Umanitaria, Lucia Borromeo, FAI, Marco Conte, Alpina spa, Jacopo Gardella, Filippo Calderazzi, Studio Jacopo Gardella, Luciano Cantarutti, PAC, Archivio Vittoriano Viganò, Massimo Fortis, Orsina Simona Pierini, Emilio Pizzi, e tutti coloro che hanno collaborato. Pannelli esposti “Un Museoâ€?: Musei del Castello Sforzesco, BBPR “Un restauroâ€?: Cortile della Ghiacciaia, Liliana Grassi “Un quartiereâ€?: QT8 Quartiere sperimentale Ottava Triennale “Una rete di trasporto pubblicoâ€?: Metropolitana Milanese, Franco Albini, Franca Helg, Bob Noorda “Un’istituzioneâ€?: Sede della SocietĂ Umanitaria, Giovanni Romano “Restauro istituzionaleâ€?: Villa Necchi Campiglio, Piero Portaluppi “Restauro funzionaleâ€?: Casa-albergo in via Corridoni, Luigi Moretti “Ricostruzione d’autoreâ€?: Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC), Ignazio Gardella “Restauro e recupero funzionaleâ€?: Ex-Istituto Marchiondi Spagliardi, Vittoriano Viganò “Restauro condominialeâ€?: Complesso Monte Amiata, Carlo Aymonino, Aldo Rossi.
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Sicurezza e conservazione: sono termini antitetici? di Vincenzo Petrini
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Restauro e risanamento Conservativo immobile in Orzinuovi (BS) Progetto: arch. Francesco Zorzi arch. Ercole Fanottoli Direzione lavori: arch. Francesco Zorzi Opere strutturali: ing. Pierangelo Deldossi Restauri: ditta Marchetti & Fontanini s.n.c.
Conservatorio musicale “Luca Marenzio” in Comune di Brescia. Opere di restauro facciata “cortile via Gezio Calini mediante stage formativi in cantiere con studenti dell’accademia di belle arti “Santa Giulia” e della scuola edile bresciana Progetto: arch. Daniela Massarelli Direzione lavori: arch. Daniela Massarelli Direzione operativa: geom. Franco Ricciardulli
Restauro e riqualificazione dei Giardini del passeggio a Lodi Progetto: arch. Gianfranco Franchi (Franchi Associati) arch. Gianluca Bacci prof. arch. Annalisa Calcagno Maniglio arch. Giuseppe Lunardini arch. Mariachiara Pozzana Collaboratori: arch. Giannicola Bacci arch. Paola Cioni dott. for. Francesca Cintelli arch. Emanuela Prontera arch. Gianni Sani Impianti elettrici: ing. Donato Bassano Rilievi: Italian Topographic Survey Sas Impresa: Piazza Franco Spa
Progetto: arch. Andrea Canziani arch. Rebecca Fant Collaboratori: arch. Elisabetta Carraio Cristina Ciovati ing. Luca Crivelli ing. Angelo Garbagnati ing. Luca Ghislieri arch. Anastasia Pini arch. Marco Tedesi arch. Francesca Turati Walter Volpi arch. Laura Zuccato
Casa Bolis via Volturno, 3 a Lecco Anni Trenta Fotografia: Ivo Bonaiti
Villa Ticozzi Figini (Casa Figini), corso Mateotti, 20 a Lecco Francesco Meschi 1937-1939 Fotografia: Ivo Bonaiti
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Intervento di recupero e valorizzazione Case per artista sull’Isola Comacina (CO)
a cura della Redazione
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Nuovo codice deontologico Entra in vigore il 1° settembre 2009 il nuovo Codice Deontologico per la professione di Architetto. Nel preambolo viene descritta la professione di Architetto, evidenziato il ruolo riconosciutogli dalla società e richiamati i valori tutelati dal codice deontologico. Il nuovo testo, scaturito da un confronto degli organi territoriali rappresentativi, ha accolto le indicazioni e le valutazioni espresse dall’Antitrust con particolare riferimento alle disposizioni sulla concorrenza e sulle Tariffe professionali. Sono state riconfermate le norme sulla pubblicità e sull’informativa già modificate nel 2007. È stata introdotta la figura del tirocinante e disciplinato il ruolo di quest’ultimo nei rapporti con l’Architetto. È stato introdotto all’Art. 7 il dovere di aggiornamento della propria preparazione professionale che deve essere curato con lo studio individuale e la partecipazione a iniziative di formazione; costituisce aggravante il mancato o non corretto adempimento dell’incarico professionale che derivi dall’inosservanza del do-
vere di curare costantemente la propria preparazione (Art. 37). Completamente riformato l’articolo relativo ai ruoli e cariche istituzionali (commissioni edilizie, urbanistiche ecc.): non è più prevista l’incompatibilità per il libero professionista di rivestire il ruolo di membro di commissioni, ma viene imposto il dovere di curare “che le modalità con cui svolge il proprio mandato presso le istituzioni siano improntate a non conseguire utilità di qualsiasi natura per sé o per altri”. Costituisce aggravante l’avere compiuto, nell’espletamento del mandato presso le istituzioni, reati che comportano un pregiudizio dei valori tutelati dal codice deontologico (Art. 21). Per scaricare il testo del codice in vigore dal 1° gennaio 2007 e il nuovo codice valido dal primo settembre 2009: http://www. ordinearchitetti.mi.it/index.php/ page,Ordine.Normeregolamenti Per approfondimenti dal CNA: h t t p : / / w w w. a w n . i t / A W N / Engine/RAServePG. php/P/115471AWN0103/ M/20011AWN0103
Acqua e città, un convegno Dal 6 all’8 ottobre prossimi, Milano sarà la sede del 3° Convegno Nazionale di Idraulica Urbana “Acqua e città”, dedicato alla gestione sostenibile delle acque in ambito urbano e alla riquali-
ficazione del territorio del sistema idrico. In particolare, questa edizione, che succede alla precedente di 2 anni fa tenutasi in Sardegna, a Chia, si occuperà in prevalenza del diritto alla disponibilità di acque sicure sia in termine di qualità che di quantità, nell’ambito della tutela ambientale, tema che ha un diretto riferimento alle questioni con cui intende confrontarsi la prossima Expo del 2015. Il Convegno sarà articolato in diverse sessioni tecniche composte di relazioni a carattere generale e di alcune conferenze di esperti ed eminenti personalità scientifiche nazionali e internazionali. Parallelamente si terrà una sessione poster. Per partecipare al convegno, che si svolgerà presso lo Starhotels Business Palace di via Gaggia 3, è necessaria l’iscrizione. Info: tel 030 2002844 e-mail: info@koineeventi.com
Milano, in corso Vittorio Emanuele si torna a costruire
“Uno degli aspetti qualificanti di Milano è l’architettura del Novecento. Si parla di migliorare la qualità urbana, ma deve essere proprio il Comune, tanto più in vista dell’Expo, a distruggere le sue bellezze per un riscontro economico?” Con queste parole si conclude una lettera che lo Studio Belgiojoso ha inviato al Sindaco Letizia Moratti e all’Assessore Carlo Masseroli e che può essere firmata inviando una mail all’indirizzo: corsovittorioemanuelebbpr@gmail.com indicando nome e cognome. Il 3 aprile scorso, infatti, la Giunta comunale ha approvato un progetto che prevede la trasformazione dell’edificio disegnato dallo studio BBPR all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele e Largo Corsia dei Servi, in un polo commerciale e la conseguente chiusura dello slargo con relativa servitù di passaggio
ceduta a un privato. Il tutto per 7 milioni di Euro da utilizzarsi per l’arredo urbano del tratto di strada fra Corsia dei Servi e piazza Beccaria. In sostanza il noto “scalone” di corso Vittorio Emanuele, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1968, verrà chiuso al pubblico. “L’alibi (anche se nella sostanza deve contare parecchio il recupero di milioni di euro dai diritti di passaggio) è quello di sempre quando a Milano si ‘tappa’ uno spazio collettivo (dai recinti delle Colonne ai centri sociali, ai marciapiedi): il degrado. Sui marmi levigati dei BBPR rotolano numerosi gli skateboard dei ragazzi e piroettano gli street dancer, nel cuore dello shopping di massa c’è chi butta - che sorpresa - cartacce e bicchieri di plastica, perfino la mendicità di strada fa capolino tra jeanserie e cinema che non ci sono più”, ha scritto Maurizio Bono su “la Repubblica” del 3 aprile scorso. Contro il piano del Comune si è mosso, oltre allo studio BBPR, il mondo dell’architettura e delle associazioni. Fra queste anche l’Ordine degli Architetti PPC di Milano ha preso posizione, bollando il progetto come “uno scempio”. È proprio il Presidente dell’Ordine Daniela Volpi ad avvertire che “Trasformare la città in un centro commerciale dimenticandosi della sua storia e dei suoi monumenti non è mai una buona idea”. Martina Landsberger
Bergamo Porta Sud: annullato il concorso Il 14 maggio scorso era stato comunicato il risultato del concorso per il progetto per il palazzo della Provincia di Bergamo Porta Sud. Il concorso, in due fasi, aveva visto la partecipazione di 130 grandi studi internazionali, fra i quali la giuria, presieduta dal rettore dell’Università Alberto Castoldi, aveva selezionato 10 grandi progettisti con relativi partner e studi associati (Mario Botta, Arata isozaki, Josep Llina Carmona, Gonçalo Byrne, Henning Larsen, Paolo
Pomodoro e lo studio Aoki Jun, Benedetto Camerana con Jan Stormer e Marco Brandolisio con Hans Kollhoff). Fra questi era stato dichiarato vincitore il team di Arata Isozaki e Attilio Gobbi. In data 19 giugno, a seguito di un ricorso presentato da Mario Cucinella Architects srl di Bologna, il Tar di Brescia, in poche righe, con una sentenza depositata il 12 giugno scorso, ha vanificato tutta la procedura di selezione dei 10 architetti che avevano raggiunto la seconda
che il lavoro degli ultimi sei mesi della giuria non hanno più alcun valore. La Provincia, e gli studi Isozaki e Gobbi, attendono la pubblicazione delle motivazioni della sentenza per preparare l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato.
come attori”, spiega Celant. Tadao Ando, invece, ha affrontato il tema di Punta della Dogana, restituendo questo spazio alla città, e compiendo un lavoro di restauro che ha permesso di portare alla luce alcuni dettagli della struttura - i mattoni rossi della facciata o la copertura lignea - nascosti dai rimaneggiamenti che si sono seguiti nel tempo. Il progetto si è concentrato sullo studio di uno spazio flessibile, capace di accogliere manifestazioni espositive di generi diversi. In occasione della sua inaugurazione è stata esposta la collezione d’arte contemporanea di François Pinault, 250 opere che rappresentano il 10% dell’intera collezione del “padrone”, fino a pochi giorni fa, di Palazzo Grassi e ora anche di Punta della Dogana.
Casa degli architetti a Firenze 53° Biennale d’Arte Si è aperta il 7 giugno scorso la 53° edizione della Biennale d’Arte di Venezia diretta da Daniel Birnbaum. “Fare mondi” è il titolo di quest’anno. Un bel titolo, questo, in cui è da leggere il senso, e la funzione dell’arte: manifestare delle idee, pensare a delle possibilità alternative di costruzione del mondo. In poche parole, in analogia a quanto fa un architetto, interpretare la realtà e progettarla. Un “percorso d’arte” si dispiega nella città, attraversando luoghi da sempre destinati ad accogliere parte della manife-
stazione, e spazi riconquistati, strutture museali consolidate e nuovi palazzi aperti al pubblico raramente o, in alcuni casi, per la prima volta. Un percorso che segue un andamento circolare, a voler sottolineare l’inutilità di un punto di inizio o di fine, la non esistenza di “gerarchie generazionali o figure propedeutiche”. Alle sedi storiche dell’Arsenale e dei Giardini, che ospitano più di 90 artisti, quest’anno si sono aggiunti – e inaugurati in contemporanea con l’apertura della mostra – due nuovi grandi
Il 6 aprile scorso - dopo un iter iniziato nel 2003 con un accordo tra l’Ordine degli Architetti PPC di Firenze e il Comune - il Consiglio comunale ha deliberato la costruzione della Casa degli Architetti: futura sede dell’Ordine, ma non solo: anche luogo di dibattito e ricerca aperto alla città - con un bar, una libreria e una sala conferenze. L’edificio - il cui progetto è stato scelto a seguito di un concorso indetto nel 2004, che ha visto vincitori i giovani Chiara Remorini e Stefano Niccoli - sorgerà nell’area pubblica individuata nell’angolo tra via Corridoni e via Pisacane, nel cuore del Quartiere 5 (un’area di circa 4 km quadri, con una popolazione di quasi 20mila abitanti). L’obiettivo è realizzare un luogo aperto dove l’architettura, la città, il territorio e il paesaggio, incrociando sguardi di diverse discipline, diventino questioni aperte a tutti, portando l’architettura fuori dai propri codici e da una pratica autoreferenziale per produrre cultura, stimolando una comprensione più ampia. Il nuovo edificio sarà realizzato a spese dell’Ordine che, dopo 25 anni, lo cederà al Comune e continuerà ad utilizzarlo pagando l’affitto. Insieme all’edificio, l’Ordine re-
alizzerà anche una piazza ad esso collegata ed un parcheggio interrato, di cui almeno il 50% sarà desinato ad uso dei residenti. Il primo e il secondo piano dell’edificio sono destinati a sede dell’Ordine, mentre la sala conferenze per incontri, convegni, seminari è situata al
piano terra con accesso diretto dalla piazza che ne garantisce un uso indipendente dal resto della struttura, così come avviene per il bar e la libreria. Infine, la collocazione dell’edificio all’interno del lotto tutela le alberature esistenti e lascia un’ampia superficie alla piazza-giardino che andrà ad arricchire gli spazi ad uso pubblico del quartiere. Irina Casali
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fase e di conseguenza anche la proclamazione del progetto vincitore attribuita a Isozaki e Gobbi. Il Tar non annulla in toto il concorso ma la prima scrematura da 130 a 10 progetti effettuata a gennaio e di conseguenza an-
spazi museali ristrutturati e allestiti da due “firme” dell’architettura contemporanea: Renzo Piano e Tadao Ando. L’architetto italiano si è occupato di uno degli ex Magazzini del Sale dove è stato aperto il Museo Vedova – qui l’artista aveva un suo studio. Molto si è parlato del lavoro di Piano: un progetto indirizzato da un lato alla riproposizione della grande navata del magazzino nel suo carattere originario e, dall’altro, nel disegno di uno spazio teatrale in cui una struttura meccanica automatica, dopo aver selezionato alcune opere – scelta in realtà compiuta dal curatore della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Germano Celant - avvicina i quadri agli spettatori. “Un museo non statico dove le opere entreranno in scena
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I Giorni Felici di Casa Testori In attesa di trovare una sua destinazione, la grande casa appena restaurata a Novate Milanese dove visse Giovanni Testori, artista poliedrico del Novecento, continua ad ospitare eventi organizzati dall’associazione che ne porta il nome. “Giorni Felici” è una collettiva d’arte contemporanea che in dieci giorni di apertura ha raccolto oltre 2 mila visitatori. Le 22 stanze, ormai senza arredi, che compongo la palazzina a due piani affacciata sulla ferrovia e su un rigoglioso giardino interno, sono diventate ispirazione e tele per le opere di altrettanti artisti: giovani o affermati, provenienti da percorsi differenti, secondo lo spirito testoriano, hanno allestito stanze,
corridoi e scalinate, sfidando o interagendo con la normalità della casa. Non un museo, ma un conciliante ambiente domestico in cui risalta il contenuto frizzante dell’arte contemporanea nostrana. Le fotografie di Gabriele Basilico e il video di Studio Azzurro hanno affiancato le installazioni dei meno noti, circondando il salone principale dove erano riuniti gli scritti e alcuni degli innumerevoli acquarelli di Testori. La mostra è stata anche un’occasione per festeggiare la messa online del catalogo (www. archiviotestori.it) che raccoglie opere letterarie e pittoriche dell’artista novatese. Annalisa Bergo
Twister unisce i musei lombardi Lo scorso 22 aprile è stato presentato ufficialmente il progetto Twister, modello innovativo di alleanza tra dieci musei lombardi, nato allo scopo di selezionare, esporre ed acquisire opere di arte contemporanea site specific/site related progettate e prodotte ad hoc tramite un concorso internazionale ad inviti, indetto in collaborazione con Regione Lombardia. Ad esse si aggiunge un intervento artistico in internet, realizzato da Ofri Cnaani, pensato per rendere visibile la rete dedicata all’arte contemporanea in Lombardia. Gli spazi a disposizione per le installazioni artistiche non sono
le sale espositive, ma lo spazio di ogni museo in senso ampio, con una particolare attenzione al tessuto urbano e territoriale circostante. Da una prima selezione di sessanta artisti, la giuria internazionale ha scelto i dieci finalisti per l’intervento site specific/site related, tra cui figurano Mario Airò e Chiara Dynys. I progetti prescelti sono stati esposti e inaugurati in contemporanea nelle sedi di ogni museo coinvolto, e si sono resi protagonisti di un unica grande mostra, allestita presso Palazzo delle Stelline a Milano e proseguita nelle diverse sedi, nell’ultimo week-end di settembre.
Rinnovamento della costiera amalfitana Nell’antica Villa Rufolo, in occasione del Festival di Ravello (Sa), è stata allestita una mostrainstallazione, chiusa alla fine di agosto 2009, del progetto “Waterpower il potere dell’aqua. La via della carta in Costiera Amalfitana”. Masterplan e mostra sono stati coordinati dall’architetto Luigi Centola dello Studio Centola Associati in collaborazione con Maria Giovanno Riitano dell’Università di Salerno. Il protocollo Waterpower, nato nel 2004 dalla volontà dei cittadini in collaborazione con le Istituzioni territoriali, mira alla riqualificazione a fini turisticoculturali delle oltre 50 storiche cartiere, ormai abbandonate, che per anni hanno rappresentato la base economica della Valle dei Mulini: 35 progetti di recupero, 9 comuni interessati inseriti in 5 valli fluviali, oltre 50 studi di architettura ed ingegneria coinvolti, un tratto di costa ampio 50.000 mq riconosciuto patrimonio dell’umanità e posto sotto la tutela dell’UNESCO per valore storico e paesaggistico. L’intervento prevede, tra l’altro, la realizzazione di un circuito di mobilità pedonale meccanizzata ad impatto zero, studiata appositamente per ogni valle, per evitare l’ingresso delle auto nei centri abitati. Il progetto dell’intero masterplan regionale è stato premiato nel 2006 alla prima
edizione degli Holcim Awards per l’Edilizia Sostenibile, scelto tra oltre 3.000 partecipanti per la “lezione globale di fusione tra conservazione e innovazione”.
a cura di Manuela Oglialoro
Adozione in Giunta comunale del PGT di Milano
ranza poiché la Lega ha approvato gli indirizzi di piano dopo che è stata stralciata l’area dell’ippodromo dall’elenco delle aree edificabili, il PGT è stato presentato alla Giunta comunale e adottato nella prima settimana di luglio 2009. I lavori proseguiranno per circa un anno: Con il passaggio in Giunta si apre per il Piano di Governo del Territorio un processo che durerà circa 10 mesi. In questo intervallo di tempo tutta la città sarà coinvolta, così come è avvenuto prima della stesura del documento. Burocraticamente invece entro la fine di luglio è previsto l’approdo in Giunta delle altre parti del Piano; entro ottobre la discussione in Consiglio comunale, quindi ancora 200 giorni fino all’approvazione finale, prevista nel giugno 2010, dopo le elezioni regionali (Carlo Masseroli, “Sarà una Milano per scelta”, in www.comune.milano.it, 7.7.09).
I lineamenti del Piano Le “Linee guida del PGT” prospettano il futuro sviluppo della città orientato secondo il principio pilota del meno consumo di suolo più spazio pubblico. Così presenta l’assetto di Milano l’assessore Masseroli: Non più una città che cresce a macchia d’olio fino ai comuni di prima cintura, ma una città che si ricostruisce su se stessa, rigenerando a verde e a servizi tutti gli ambiti degradati e contaminati. Per la prima volta nella storia della crescita e dello sviluppo della nostra città non si consumerà nuovo territorio (Carlo Masseroli, ibidem). Rispetto alla versione del 2007, gli obiettivi passano da 7 a 5: Non si consumerà nuovo suolo, si preserverà la presenza dell’agricoltura in città, si tuteleranno i quartieri storici e gli ambiti paesaggistici, si costruirà e si ristrutturerà a emissioni zero e si incentiverà la diffusione e la varietà dei servizi destinati al cittadino (Carlo Masseroli, ibidem). Sebbene la filosofia del piano parli di minor consumo di suolo, si prevede comunque la realizzazione di 11 milioni di nuove costruzioni in 20 anni. Come mille palazzoni da 35 appartamenti. Undici milioni di metri cubi spalmati su 25 aree ‘di trasformazione urbana’ (più altre cinque in altrettanti parchi di cintura, dove però non arriverà neanche un centimetro di cemento e si lavorerà solo sul verde (Andrea Senesi, Da Porta Genova alla Bovisa: ecco dove sorgeranno le nuove abitazioni, in “Corriere della sera” dell’8.7.09). Si asserisce che le preannunciate volumetrie corrisponderanno solo al 4% di quanto edificato entro i confini comunali: Nessuna colata di cemento – assicura Masseroli –. Le nuove case nasceranno assieme al verde in aree oggi completamente abbandonate a incuria e degrado. Non si consumerà nuovo suolo (Andrea Senesi, ibidem). Le aree di trasformazione Le trasformazioni urbanistiche interesseranno almeno 31 aree cittadine, quasi tutte caratte-
41 rizzate da un alto degrado: In totale le zone (compresi i cosiddetti piani di cintura) che cambieranno volto sono 31. Non in tutti, però, si potrà costruire la stessa quantità di palazzi: il piano, infatti, si basa su un principio che permette di spostare le volumetrie acquisite dai privati da quartieri da riqualificare a verde ad altri, in cui sarà più spiccata la vocazione abitativa (…) E così potrà nascere un distretto con la vocazione della ricerca e della tecnologia in Bovisa, dell’università a Lambrate, della pratica sportiva a Forlanini, dell’attività amministrativa con la Cittadella della Giustizia di Porto di Mare; e poi uno spazio che guardi al design e alla creatività tra l’ex stazione di Porta Genova e quella di San Cristoforo; il commercio e l’artigianato che, come in un enorme centro commerciale diffuso, potranno cambiare le arcate della stazione in via Aporti e Sammartini. San Siro e la piazza d’armi della caserma Santa Barbara sono immaginati come una cittadella dello sport e dello spettacolo (Alessia Gallione, Via libera a mille palazzi in più. Milano avrà 30 nuovi quartieri, in “la Repubblica” dell’8.7.09). Milano dovrà ispirarsi ad alcuni modelli europei o americani di sviluppo: nelle intenzioni di Palazzo Marino, nei prossimi 20 anni Milano dovrà arrivare ad avere il 35% delle case a basso costo come a Madrid, dovrà raddoppiare la quantità di verde attrezzato puntando al modello di Copenhagen, somigliare sempre più a New York per i quartieri con servizi raggiungibili a piedi in 5 minuti o a Berlino per gli spostamenti con i mezzi pubblici (Alessia Gallione, ibidem). Questi intenti potranno avverarsi nel quadro di una conduzione che presupponga ampi margini di libertà operativa, infatti: (…) vincoli e destinazioni d’uso, fa capire lo stesso assessore, sono concetti ormai
da archeologia urbanistica: ‘Noi non diremo mai che cosa deve nascere in questo o in quel luogo. Noi poniamo soltanto le cornici e fissiamo le regole per un governo del territorio che parta davvero dall’interesse pubblico. Ma secondo la nostra filosofia la cultura dei vincoli del vecchio piano regolatore è definitivamente morta (Andrea Senesi, ibidem). La maggioranza plaude al nuovo Piano ‘Un documento di un’importanza epocale’, dice Giulio Gallera del Pdl (...) ‘Si passa da una cultura dirigista, quella che animava il vecchio PRG del 1980, a una visione liberale e moderna di governo del territorio‘, esulta anche l’Udc Pasquale Salvatore (Andrea Senesi, Via al piano del territorio. Cantieri in 25 nuove aree. Salvo l’ippodromo, in “Corriere della sera” del 7.7.09). Mentre l’opposizione si dichiara molto preoccupata, come afferma Pierfrancesco Majorino del Pd: (…) ‘la nascita di questo PGT è stata gestita come una trattativa puramente privata. I contorni dell’accordo poi confermano tutte le ambiguità sul tema del verde e delle aree pubbliche’. In conclusione: ‘Se l’idea è quella della cementificazione selvaggia, noi siamo pronti a un’opposizione durissima’ (Andrea Senesi, ibidem). Entro i termini dell’anno restano ancora aperte le possibilità, per la cittadinanza, di esprimere riserve e pareri, anche se è ormai molto difficile cambiare la prospettiva di pianificazione che avrebbe potuto distinguere la qualità del piano, cioè invertire la tendenza a concepire lo sviluppo di Milano non solo all’interno dei confini comunali ma anche nella dimensione metropolitana. M. O.
OSSERVATORIO RILETTURE
Le fasi di studio del PGT di Milano, che sostituirà il PRG (vigente dal 1953 e modificato con la variante generale del 1980) portano, nel luglio del 2007, alla discussione di un documento sulle linee generali di indirizzo della pianificazione. Il passo successivo consiste - novembre 2008 - nella revisione del “Documento di inquadramento delle politiche urbanistiche” in cui si presenta la strategia per giungere a una città da 2 milioni di abitanti, con la previsione di un incremento di 700mila abitanti. A distanza di due anni, caduta ogni preclusione nella maggio-
a cura di Roberto Gamba
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Sistemazione dei giardini di una casa di riposo a Morbegno (Sondrio) maggio - settembre 2008 La Fondazione Casa di Riposo Ambrosetti-Paravicini Onlus di Morbegno ha indetto un concorso di idee per la sistemazione e la riqualificazione degli spazi esterni e dei giardini della propria sede, con l’obiettivo di sistemare, rettificare, raccordare e recingere il confine sud-est con l’ospedale, nel tratto compreso tra il vecchio edificio Am-
brosetti e quello Paravicini; di consentire l’utilizzo della piccola area in fregio alla via Paravicini e l’accesso per carico/scarico merci ai servizi generali del complesso. Erano richieste 5 tavole di disegni, in scala 1:100 e 1:200. La giuria era composta da Silvana Tirloni (presidente), Andrea Forni, Luca Gadola, Roberto Marchini, Renzo Pace.
1° classificato Erika Gaggia (Morbegno), Gianmatteo Romegialli, Claudia Bigi, Giacomo Bertolini, Francesco Pezzini Il progetto propone nuove relazioni spaziali e funzionali tra gli elementi esistenti della Casa di Riposo - da ovest a est: il giardino storico su via Paravicini, il padiglione Ambrosetti e il padiglione Paravicini su via Morelli - attraverso il ridisegno dello spazio aperto centrale. Il tema dominante è la rimodellazione delle quote di tale spazio baricentrico, sfruttando il dislivello attuale tra le vie Paravicini e Morelli. Il giardino in pendenza, oggi difficilmente percorribile, diventa una terrazza a verde sulla medesima quota degli accessi dei padiglioni, atta a ospi-
tare, nello spazio sottostante seminterrato, le funzioni richieste (parcheggio e depositi). Il disegno compositivo del nuovo spazio si costruisce lungo due assi portanti, coincidenti con i nuovi percorsi principali di connessione fra i vari padiglioni. Un’asse longitudinale, da via Paravicini a via Morelli, attraversa l’impianto simmetrico del giardino storico e del padiglione Ambrosetti, per poi svilupparsi lungo il portico esistente, fino ai collegamenti verticali per il nuovo parcheggio sottostante. Un’asse trasversale collega i due padiglioni, l’ampliamento Ambrosetti e il Paravicini, attraverso un volume vetrato climatizzato su cui attestano due spazi verdi attrezzati con un impianto geometrico simile a quello del giardino storico su via Paravicini.
Si interviene in primo luogo ridefinendo i limiti e le misure interne dell’area in oggetto, attraverso l’individuazione di due ampie superfici con caratteri e valenze differenti: una piazza ribassata, pensata come luogo di sosta e incontro privilegiato tra la città e gli ospiti della struttura e un giardino pensile, fulcro della
socialità all’aria aperta e nuovo orizzonte artificiale da cui contemplare gli spazi circostanti. Definiti questi due spazi aperti principali, volutamente semplici nelle proprie connotazioni morfologiche, si individuano diversi spazi edificati, come l’aula per incontri e manifestazioni, che rappresenta, non solo un luogo d’incontro ampio e flessibile, ma anche la virtuale estensione coperta della piazza adiacente e il “muro abitato” che disegna il lato sud della piazza e forma il nuovo ingresso al padiglione Parravicini e al giardino pensile, assumendo al contempo un ruolo di rappresentanza formale.
3° classificato Silvia Catelli (Cremona), Debora Mariotti L’idea progettuale ha come obiettivo la creazione di nuovi percorsi, attraverso la minimizzazione dei livelli di quota, la ridefinizione e organizzazione degli spazi aperti e la rifunzionalizzione del seminterrato. I nuovi percorsi sono stati studiati per soddisfare le esigenze legate al superamento delle barriere architettoniche. La sistemazione degli spazi aperti prevede: nell’area antistante la facciata principale, il mantenimento dell’impostazione geometrica del giardino; sulla copertura praticabile dell’auditorium interrato, la creazione di tre piccoli padiglioni di diverse altezze, con copertura trasparente, incastrati l’uno nell’altro a ventaglio. Il padiglione più alto rivolto verso sud presenta bri-
se soleil con funzione estetica e comfort termico. Nel cuore del progetto, al di sopra del parcheggio interrato, è stata creata un’area per manifestazioni all’aperto coperta da tensostruttura. Affiancato è previsto un giardino-parco alberato. Il seminterrato è stato organizzato inserendo in posizione “centrale” un nuovo auditorium, utilizzando l’attuale come sala polivalente. Tra l’auditorium e il parcheggio è stata creata una zona filtro concepita come una grande piazza coperta, previa demolizione dell’attuale magazzino.
43 OSSERVATORIO CONCORSI
2° classificato Marco Ghilotti (Morbegno), Daniele Vanotti, Stefano Pugni, Diego Torriani, Massimilano Koch, Paolo Bacci, Davide De Giobbi, Antonella La Spada, Prisco Ferrara
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Dall’infinito all’infinitesimo e ritorno Beppe Finessi (a cura di) Mendini Corraini Edizioni, Mantova, 2009 pp. 384, % 35.00 Il libro-catalogo nasce come corredo e completamento della mostra antologica che Roma ha dedicato ad Alessandro Mendini, presso il Complesso Museale dell’Ara Pacis. Proprio per l’incontenibilità della sua personalità poliedrica, flusso costante ma mai coerente di pensieri e opere, l’esposizione è stata organizzata come un percorso in cui disegni di progetto e schizzi, riflessioni e oggetti si presentano come episodi giustapposti e sequenze lineari, dotati di vita propria all’interno di un universo onnicomprensivo. Dall’infinito all’infinitesimo diventa, così, non solo il titolo della mostra, ma anche il comandamento organizzativo del libro e la chiave di interpretazione di entrambe le raccolte. Il volume è strutturato secondo quattro macroaree che segnano i salti di scala dell’attività di Mendini, affrontati tutti con la stessa sensibilità e la curiosità infantile che si concretizzano grazie al rigore del metodo. Tutti i campi di attività sono presentati come flashback attraverso un susseguirsi di progetti ideati e realizzati, sperimentazioni e riflessioni comunicate attraverso disegni e scritti del passato, in cui il trait d’union è lo stile inconfondibile di Mendini. Slanci formali ed equilibri compositivi fatti prima di tutto di sensibilità ai dettagli e composizioni inaspettate di segni, forme, colori e materia si ritrovano nei lavori a scala urbana e del paesaggio (Progettare Orizzonti) così come in quelli a dimensione più intima dell’architettura d’interni (Progettare Stanze). Gli arredi diventano, allora, stimoli per sperimentare decorazioni, contrasti di colori e forme riorganizzate secondo un personale data base di stilemi replicabili. Per Mendini il tema dell’ornamento assume un ruolo centrale anche nella riflessione sull’uomo: accessori e forme aggiunte fino a trasformare il corpo in vere e proprie architetture (Progettare corpi). Mappe mentali che fanno perdere l’orientamento, caratterizzano la dimensione intima e cerebrale dell’immaginazione di Mendini: forse la chiave è qui, nel pensiero ”infinito” che spazia ovunque, imprendibile, e nel ritorno, attraverso un metodo progettuale rigoroso, ma sempre aperto alla sperimentazione, al dettaglio “infinitesimo” curato in ogni progetto (Progettare Pensieri). Valore aggiunto sono la grafica di Italo Lupi, che recupera le soluzioni comunicative già sperimentate nella rivista “Abitare”, i testi di Beppe Finessi, curatore del libro, e dello stesso Mendini. Annalisa Bergo
Genealogia della città
Inusuali applicazioni tessili
Matteo Vegetti (a cura di) Filosofie della metropoli. Spazio, potere, architettura nel Novecento Carocci, Roma, 2009 pp. 274, % 24,80
Andrea Campioli, Alessandra Zanelli (a cura di) Architettura tessile. Progettare e costruire membrane e scocche Il Sole 24 Ore, Milano, 2009 pp. 384, % 80,00
Capire il destino della città, cosa essa rappresenti oggi, come si sia modificata in dimensioni tanto da non potersi più parlare di città, ma piuttosto di metropoli o forse di megalopoli: questi sono i temi con cui la cultura architettonica necessariamente deve confrontarsi. E sono pure i temi intorno cui Matteo Vegetti ha pensato di incentrare il proprio lavoro. Filosofie della metropoli è il titolo di una raccolta di saggi che si concentra sulla forma politica della città moderna, e quindi sul ruolo dello Stato in rapporto alla città. Il tema è svolto a partire dall’analisi del pensiero di alcuni filosofi del ‘900. Un’analisi che si dipana in senso diacronico e non cronologico, a voler dimostrare la permanenza, nel dibattito filosofico, di alcune questioni di fondo e la possibilità di una loro interpretazione differente, a seconda del punto di vista da cui il problema viene osservato. In questo viaggio nella storia della città si parte dal periodo medievale per arrivare – attraverso una serie di soste che coincidono con la crisi della città del 600, con la Parigi di Haussmann, con la città della guerra e della tecnica – al dibattito contemporaneo sulla città “post metropolitana” e al rapporto che da alcuni anni la filosofia intrattiene con l’architettura – Derrida e Tschumi ed Eisenman. In questo quadro ciò che viene dimostrato è come le filosofie, il pensiero sulla città, non siano univoche e come, invece, la città, intesa nel suo significato generale, sia una sola: la metropoli del titolo appunto. Ognuno dei singoli punti di vista, coincidente con un particolare momento della storia della città, appartiene a uno specifico filosofo: Weber, Foucault, Benjamin, Simmel, Spengler, Deleuze, Derrida e Nancy. A questi si aggiunge uno specifico capitolo dedicato al modo di rappresentare la città nel cinema. Il volume, pur essendo diviso in sette capitoli, ognuno dei quali affidato a un diverso “studioso”, presenta un disegno unitario frutto della volontà di pensare alla città non solo da un punto di vista teorico ma anche “figurativo”: per la forma, la struttura, che essa ha assunto nel tempo. Un punto di vista preciso che evidenzia come l’architettura della città non sia frutto di scelte arbitrarie ma piuttosto il contrario: il risultato dell’espressione di un pensiero e di una cultura.
Membrana dal latino significa “pellicola tenera e sottile, che copre le membra” e nel suo uso più tardo assume anche il significato di guscio, scocca sottile. Nelle due dizioni conserva la caratteristica di leggerezza, e la peculiarità di funzionamento quale filtro vivo, pelle sensibile tra esterno e interno, rivestimento protettivo, a volte molle, altre no, ma sempre sottile e appunto leggero. Caratterizzati anche da un’interessante permeabilità alla luce, i tessili tecnici nel passato recente si sono affermati nella costruzione di tensostrutture e presso strutture; oggi essi presentano rinnovate potenzialità di impiego in occasioni progettuali in cui si cerca una continuità visiva tra involucro verticale e copertura, in sintonia con le più recenti evoluzioni del linguaggio architettonico fatte di volumi complessi e forme libere. Il testo propone un’indagine sistematica dell’architettura tessile, ovvero degli esiti costruttivi riconducibili all’impiego prevalente dei tessili tecnici, sottoforma di membrane (sistemi flessibili) e di scocche (sistemi rigidi). Viene offerto un percorso evolutivo che da un lato mette in risalto la matrice originaria delle membrane e delle scocche, mentre dall’altro evidenzia le peculiarità dell’iter ideativo, progettuale e costruttivo di un’architettura tessile, connotato dai materiali impiegati, chiaramente orientato a obiettivi di leggerezza ed efficienza e all’uso di tecnologie di assemblaggio a secco e connessione reversibili. Nel testo sono approfondite le diverse filiere delle lavorazioni industriali, i processi costruttivi e gli scenari manutentivi e di fine vita delle membrane e delle scocche. Pelle resistente, filtro luminoso, scocca sottile sono le parole chiave che rimandano alle sezioni documentali di progetti di architettura tessile di recente costruzione. Oltre 50 schede-progetto raccontano gli impieghi innovativi dei tessuti e dei non tessuti in architettura, ma soprattutto i loro percorsi progettuali e costruttivi, sempre frutto di una sinergia di competenze degli operatori del settore, alla ricerca della forma più efficace, alla selezione dei materiali più adatti in relazione a uso e durata dell’edificio, alla minimizzazione della quantità del materiale tessile e alla massimizzazione dell’efficienza nel suo ciclo di vita.
Martina Landsberger
Carol Monticelli
Annalisa Trentin (a cura di) Gianni Braghieri, Architettura, Rappresentazione, Fotografia Clueb, Bologna, 2007 pp. 248, % 40,00; cofanetto con 12 tav. f.t., % 50,00 Gianni Braghieri, Architettura, Rappresentazione, Fotografia: questo è un libro di architettura. Un libro in cui, attraverso il disegno, si mostra una coerente e paziente messa in opera di una teoria della progettazione. Si tratta di una pubblicazione ragionata sul lavoro di Gianni Braghieri che mostra, con fermezza un’idea circa il suo ruolo di architetto che si confronta con il tema dell’abitare umano: l’architetto quale costruttore di luoghi e non di effimeri oggetti. Dal 1970 ad oggi nei progetti di Braghieri si evince una riflessione sulla città antica in rapporto alla città presente, una città in cui le condizioni stesse dei luoghi diventano parte dei progetti, dando forma ad un’immagine che è intrinsecamente legata ad un ruolo civile dell’architettura. La verifica paziente di sempre, i medesimi principî, sia che si tratti di grandi progetti che di piccoli manufatti, non è da intendere semplicemente come un’ossessione bensì come la messa in opera di una costruzione logica del pensiero, capace di rendere queste esperienze trasmissibili, in quanto occasioni di riflessione da cui ripartire per nuovi progetti. Il volume, introdotto da uno scritto di Arduino Cantàfora e da una conversazione con Carlos Martí Arís, è diviso in tre sezioni: Architettura, che riguarda i progetti e le opere, è accompagnata da uno scritto di Giovanni Leoni; Rappresentazione, è la sezione, curata da Annalisa Trentin, dedicata al ruolo della rappresentazione del progetto di architettura e, in ultimo, Fotografia, in cui Stefania Rössl evidenzia una ricerca circa l’anima dei luoghi e il significato delle cose. In un elegante cofanetto, in occasione della mostra monografica svoltasi a Cesena nel 2008-2009, il volume Architettura, Rappresentazione, Fotografia è stato corredato di una ulteriore pubblicazione, Architetture d’invenzione. In questo secondo volume, due scritti di Gino Malacarne e Francesco Saverio Fera, accompagnano dodici tavole fuori testo relative ai disegni d’invenzione appartenenti alla collezione personale di Gianni Braghieri. Un libro in cui attraverso il disegno, quale strumento fondamentale per l’architettura, i progetti vengono mostrati insieme all’idea che li sostanzia. Alessandra Moro
Una guida per la pianificazione
Conversazione con un Maestro
Guido Colombo, Fortunato Pagano, Mario Rossetti (a cura di Fortunato Pagano e Piergiorgio Vitillo) Manuale di urbanistica. Strumenti urbanistici, tecnica, legislazione, procedure e giurisprudenza Il Sole 24 Ore, Milano, 2008 pp. 1.426 e CD, % 129,00
Francesco Dondina (dialogo con) Bob Noorda Una vita nel segno della grafica Editrice San Raffaele, Milano, 2009 pp. 160, % 15,00
Questo ingente lavoro editoriale, concretizzatosi nella forma del manuale e inizialmente pubblicato nel 1969, è stato realizzato in base alla valida convinzione che il lavoro dell’urbanista debba tenere in considerazione i contenuti tecnici della disciplina organicamente collegati agli strumenti offerti dalla legislazione in continua evoluzione. Il quadro legislativo e normativo italiano diventa sempre più complesso, a causa di frequenti provvedimenti giuridici, nazionali e regionali, che modificano quelli precedenti e innovano la pratica urbanistica, generando talvolta perplessità e dubbi tra i professionisti e gli operatori del settore. Il manuale, giunto alla 14° edizione, si propone come una guida aggiornata in grado di presentare, con chiarezza espositiva, tutti gli strumenti pianificatori a disposizione di chi deve operare in campo urbanistico, siano essi amministratori o tecnici. La materia è presentata con suggerimenti pratici sulle procedure da attuare, indicazioni sugli elaborati da predisporre e considerazioni sulle tendenze evolutive di ciascun dispositivo urbanistico, in rapporto anche ai diversi orientamenti giurisprudenziali delle regioni. Allo scopo di rendere più agile la consultazione, viene proposta una inedita sistemazione degli apparati di pianificazione urbanistica che li distingue in: strumenti diretti di pianificazione, ausiliari, di analisi e valutazione, operativi, di regolamentazione edilizia. Al centro dell’interesse vi sono tutte le diverse varietà di piani e programmi urbanistici che sono stati generati nel corso degli anni ‘90, dal Programma integrato d’intervento al Prusst. Vengono considerati anche i piani settoriali (traffico, parcheggi, itinerari ciclo-pedonali) che contribuiscono a migliorare il sistema pianificatorio. Sono illustrati inoltre i nuovi procedimenti di valutazione degli interventi sul territorio, come la Valutazione di sostenibilità ambientale (VAS) dei piani e la Valutazione d’impatto ambientale (VIA) delle opere pubbliche. Grande attenzione è dedicata sia ad alcuni strumenti operativi, come la Convenzione, l’Accordo di programma o la Conferenza dei servizi, cui negli ultimi anni si è fatto frequentemente ricorso, sia ai titoli abilitativi urbanistico-edilizi (permesso di costruire e DIA). Completano la pubblicazione gli indici delle disposizioni legislative e le bibliografie generali e particolari.
La narrazione di questo libro si svolge attraverso un dialogo informale che si sviluppa in più momenti toccando temi di attualità, non solo per la comunicazione visiva ma, in generale, per la cultura del progetto. Francesco Dondina, giovane grafico milanese, incontra Bob Noorda, una delle figure salienti della grafica italiana, riconosciuto internazionalmente per la qualità dei suoi progetti, alcuni dei quali insigniti del prestigioso Compasso d’Oro. Il susseguirsi degli incontri ricalca le tappe dell’attività professionale di Noorda, un cammino sempre in crescita che si sviluppa nell’arco degli ultimi cinquant’anni e che fin dagli esordi produce opere così famose da fare ormai parte della nostra memoria visiva. Bob Noorda è infatti autore dell’immagine coordinata di AGIP, della ‘F’ di Feltrinelli, fusione fra ‘A’ e ‘M’ di Arnoldo Mondadori editore, la “rosa” della Regione Lombardia (in collaborazione con Pino Tovaglia e Roberto Sambonet) e il più recente “albero” per ENEL. Ma il suo progetto più conosciuto è sicuramente quello per la segnaletica della Metropolitana Milanese, oggetto recentemente di grande dibattito su quotidiani e blog di settore, a causa di un restyling ignaro dei disegni originali, da parte dell’amministrazione pubblica. Il racconto di Noorda è privo di autocompiacimento e la figura che ne esce è quella di un professionista lontano dalle mode ma attento al nuovo e alla libertà creativa. In un momento in cui le idee che sottendono il progetto sembrano rifarsi sempre più spesso a una logica di pura decorazione, il metodo di lavoro che Noorda ci descrive diventa esemplare per una ricerca di chiarezza, per una comunicazione forte perché rispettosa dei contenuti che vuole esprimere. Dal libro emerge un altro importante tema di riflessione, non solo per i progettisti ma anche per la committenza. Noorda evidenzia infatti in maniera chiara (non priva di nostalgia) come la nascita e lo sviluppo di molti “grandi” progetti siano stati appoggiati da un’imprenditoria illuminata, rappresentata da dirigenti che avevano capito come la cultura potesse aiutare lo sviluppo industriale e determinati pertanto a dare spazio alla novità di pensiero. Nonostante l’impostazione scarna, il libro non manca di un’interessante raccolta di immagini dei più importanti progetti e di una dettagliata cronologia. In chiusura un elenco dei personaggi citati nel libro con una loro breve biografia.
Manuela Oglialoro
Ivana Tubaro
45 OSSERVATORIO LIBRI
Gianni Braghieri 1970-2008
a cura di Sonia Milone
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Gellner: architetture per la vita Edoardo Gellner 100 anni di architettura Roma, Museo Andersen 18 luglio – 19 settembre 2009 Dello scrigno senza fondo dell’architettura della provincia italiana Edoardo Gellner è certo una delle gemme più brillanti e misteriose; il tributo che le
modernità perfettamente aggiornata e avvertita. Il controllo inflessibile del dettaglio assume una dimensione etica nella formulazione di soluzioni ricche e mai estenuate, espressione di un comfort pieno ma non soverchiante; la ricerca sugli interni, cui la mostra è in particolare dedicata, evidenzia il felice equilibrio con cui la precisione attenta alla misura dell’uomo e delle sue azioni non si raffredda in tabellario funzionale, con cui
arredi impegna ancora di più Gellner nell’elaborazione di modelli in cui la cura del dettaglio può diventare un lusso per tutti, la cornice di architetture fatte per la vita, il coronamento di una vita per l’architettura. Filippo Lambertucci
Arte contemporanea latino-americana Las Américas Latinas Milano, Spazio Oberdan 21 maggio – 4 ottobre 2009
manifestazioni in occasione del centenario della nascita stanno meritoriamente offrendo, non può che sollecitare la nostra attenzione verso uno dei migliori tra i tanti contributi offerti alla cultura architettonica italiana da quella costellazione di figure ingiustamente minori o ipocritamente liquidate come “isolate” che invece hanno di fatto tracciato con solidità professionale e teorica le straordinarie strade di una specificità italiana colpevolmente poco battute dalla critica e dalla scuola. L’elezione di un luogo relativamente periferico come Cortina non impedisce a Gellner di tracciare autorevoli percorsi di ricerca che si addentrano nell’insidioso territorio del linguaggio locale, che viene studiato in profondità e impollinato con la magistrale padronanza di una
i caratteri di un luogo o di una tradizione costruttiva trovano naturale e sorprendente aggiornamento nella rifondazione di un linguaggio moderno e senza tempo. In questo senso è inevitabilmente emblematica e centrale nell’opera di Gellner la fase legata alla realizzazione del villaggio Eni a Borca di Cadore; i caratteri dell’architettura alpina alimentano una quantità di declinazioni mai vernacolari, il paesaggio appare completato dal costruito e, in particolare, il repertorio, ricchissimo, degli spazi tanto collettivi quanto privati e familiari esprime la naturalezza e la pienezza di una modernità quieta, appagata e soprattutto inclusiva, per tutti. La coincidenza con il passaggio ad una dimensione sempre più industrializzata dei produttori di
“En Mexico se mata con el rifle, en el Caribe con el machete, aquì con el cuchillo”. Philippe Daverio ama citare le parole dell’artista argentino Luis Fernando Benedit: coltello, macete e fucile, tre modi completamente diversi di rapportarsi con la vita e con la morte, che caratterizzano i tre paesi. D’altronde, il plurale nel titolo (“le Americhe Latine”) mette subito in chiaro che la mostra curata da Daverio, Elena Agudio e Jean Blanchaert, vuole scartare facili generalizzazioni eurocentriche che banalizzano la complessità di un territorio immenso quale è quello latinoamericano. Non esiste una sola America Latina, ce ne sono tante quante sono le nazioni che la compongono. Città del Messico dista da Buenos Aires più che da Città del Vaticano. Eppure esiste, fra le molte diversità, un’affinità fra i paesi dell’America Latina, non fosse altro per quel passato comune che ne ha fatto il più grande esperimento etnico e culturale della storia, con l’incontro forzato - fra indios, europei ed africani; per quell’umanità densa, incrociata, meticcia; per quella pulsione costante a “un’estetica della mescolanza” e a un barocchismo generalizzato che contagia anche l’arte contemporanea. Il percorso espo-
sitivo della mostra è borgesiano e si dipana labirinticamente intorno ad alcuni temi cardine, come il sangue; la lotta; l’anima; la natura; la città. Così D. Santoro mostra Eva Peròn che divora le interiora di Che Guevara: la tematica della lotta, nei paesi latino-americani, è ancora elemento partecipativo, comunitario, come nei rituali arcaici. La cilena A. Varejao presenta invece un’opera fatta di azulejos, la tipica maiolica portoghese importata in Brasile, ma fra una piastrella e l’altra mette del sangue, a simboleggiare il sangue versato dai conquistadores. Il brasiliano N. Leirner, l’argentino S. Mauri e il peruviano P. Venini compongono “presepi” in cui compaiono santi, divinità amazzoniche e voodoo, testimoniando di una religiosità sincretica che, fondamentalmente, crede in un’anima fortemente corporale, viscerale. Il senso per la natura è ancora forte, come quella assoluta, magica e sognante vagheggiata da D. Sobral nei suoi paesaggi tridimensionali di alghe e coralli tropicali. Ma altrettanto forte è l’ansia per la sua distruzione, come mostrano le foreste incendiate a scopo speculativo nelle opere di A. Marucci. Provocatoria la sala dedicata alla città che si apre con la “Narco-arquitectura”, le case kitsch e finto-palladiane dei narcotrafficanti colombiani, fotografate dal venezuelano Luis Molina-Pantin. Sonia Milone
Steellife Milano, Palazzo della Triennale 26 maggio - 26 agosto 2009 La Triennale di Milano ospita Steellife, una mostra dove l’arte contemporanea internazionale si misura con la committenza. Un patto d’acciaio, un’operazione culturale voluta dal gruppo industriale Marcegaglia per celebrare il cinquantesimo anno di fondazione. Otto giovani artisti - selezionati dalla curatrice Elisabetta Pozzetti e provenienti da tre continenti diversi (Asia, Europa e Sudamerica) hanno lavorato l’acciaio, fianco a fianco, con gli artigiani e gli ingegneri degli stabilimenti Marcegaglia a Gazoldo degli Ippoliti. Unico vincolo della committenza: il materiale; così dalla “bottega dell’acciaio” sono uscite installazioni forgiate dall’unione di arte e tecnica. La messa in scena delle 26 opere, curata dallo Studio Chiesa, è parte integrante del progetto, un fluttuante percorso interiore che coinvolge, attraverso i sensi, il visitatore; una luce soffusa e a volte drammatica illumina le installazioni, mentre rumori ed immagini - fotografie di Alberto Givanni raccolte in piccoli video - ricordano e raccontano la genesi artistica nelle officine Marcegaglia. Le otto giovani firme sull’acciaio hanno il volto delle sculture di Subodh Gupta, che trasformano oggetti di uso comune; dei copricapo orientaleggianti di Adeela Sulemani; delle macchine robotiche di Luc Mattenberger; del mondo surreale ed ironico di Francesco Bocchini che recuperando vecchie lamiere narra il nostro Belpaese - titolo della sua installazione fatta di copricapo, gelati e maschere con i nomi di architetti, stilisti e registi - che negli ultimi decenni ha aridamente prodotto più manager che non creativi ed artisti. Lo sguardo del visitatore corre sul dinamismo futurista di Nakamura, si sofferma a riflettere davanti alle performance, a volte polemiche, di Julia Bornefeld, e si concentra sulla spiritualità del Buddha d’acciaio di Zhang Huan. Linea e ritmo
caratterizzano le installazioni, intrise di concetti matematici, di Magdalena Fernandez Arriaga che avvolgono lo spettatore con aracnidi giganti e il mutevole spazio di una stanza con soffitto inclinato di acciaio percorso da una luce di tagli ortogonali. I fluttuanti filiformi ragni della venezuelana, che galleggiano al centro del percorso espositivo, soffiano con vitalità sulla materia, interpretando al meglio le aspettative della mostra. Matteo M. Sangalli
Scarpa e il teatro Carlo Scarpa. Progetti per il Teatro Treviso, Centro Carlo Scarpa 6 giugno - 21 novembre 2009 Numerosi gli eventi connessi alla 53° Esposizione internazionale d’arte di Venezia, ma uno in particolare, fuori dal territorio veneziano merita una segnalazione. Fino al 21 novembre, infatti, l’Archivio di Stato di Treviso ospita una mostra dal taglio, in certo senso, inedito: Carlo Scarpa. Progetti per il Teatro. Un’iniziativa che si deve alla sinergia della PARC e del Comitato Paritetico per la conoscenza e la promozione del patrimonio legato a Carlo Scarpa, prodotta dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo - Centro archivi MAXXI architettura (che ha digitalizzato e inventariato l’Archivio Scarpa con il sostegno della Regione Veneto) e dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. Curata da un acuto storico dell’architettura di ultima generazione, veneziano di formazione e “scarpiano” per passione, Vitale Zanchettin, questa ricognizione legge il lavoro del grande maestro non più attraverso i suoi capolavori riconosciuti, soprattutto rivolti al tema museale o residenziale, ma rivolgendosi all’estro, alla grazia, alla forza espressiva dei suoi progetti per gli spazi teatrali. Un ambito che sempre appassionò il progettista veneziano, a partire dai suoi esordi, negli anni Venti, fino agli anni Settanta, convinto assertore dell’unità delle arti, riconduci-
bili ad un unicum nell’abbraccio spaziale del teatro. Progetti però mai realizzati e forse per questo avvolti da un’allure di maggiore sperimentazione anche nel loro aspetto grafico. Disegni a colori e schizzi d’impatto, matite e carboncini, tra dettagli perfetti, con oltre 50 fogli selezionati e allestiti in layer sovrapposti che riproducono il complesso metodo di lavoro di Scarpa. Lontana dunque dai notissimi interventi museali per Castelvecchio a Verona o Palazzo Abatellis a Palermo, la mostra si apre con un progetto pensato nel periodo del Ventennio, quello per un Teatro Sociale (1927) cui segue, un decennio dopo, la sistemazione del Teatro Rossini nella sua amata Venezia (1937) e poi, molto più tardi, ben oltre il dopoguerra i progetti per il Teatro Carlo Felice a Genova (1963) poi passato nelle mani audaci di Gardella e Rossi, e del Tea-
La Fabbrica della giovane arte italiana Energia. Questo è ciò che si percepisce non appena si entra nelle sale della Fabbrica Borroni. L’energia di oltre 500 opere di giovani artisti italiani in contrasto con l’immobilità decadente del luogo, una vecchia fabbrica di colle e adesivi chiusa all’inizio del nuovo secolo. Nel 2004 Eugenio Borroni, appassionato collezionista e testardo sostenitore del progetto, apre al pubblico i suggestivi spazi industriali per ospitare la sua collezione d’arte contemporanea, iniziata alla metà degli anni ’70 con la Scuola Romana di via degli Ausoni. Una collezione giudicata, a volte, anomala perché non interessata ai nomi più famosi (seppure cominciata con Fontana), ma anzi orientata verso giovani sconosciuti sui quali Borroni scommette perché, come lui stesso dice, “una collezione privata deve anche essere sbagliata”. Le opere di pittura e fotografia, cui si aggiungono alcune sculture di piccole dimensioni, occupano ogni angolo libero dello spazio, interno ed esterno: cortili, pareti e sale in via di ristrutturazione, ingressi ai bagni, uffici e l’annessa abitazione privata del
47 tro Comunale a Vicenza (1970). Certo è facile rintracciare la cifra del linguaggio scarpiano anche in questa serie di proposte meno note ai più, con la costante del controllo della luce come fosse materia, del dettaglio e dei materiali, ma è anche vero che la diversità di tema ha condotto il maestro ad altre riflessioni. Il rapporto con il pubblico, la sperimentazione teatrale e l’esperienza spaziale sono elementi più spinti qui, leggibili ancor di più grazie ai due modelli lignei del teatro di Vicenza e di Genova che campeggiano tra le proiezioni multimediali con brani di un’intervista all’architetto Sergio Los, suo “storico” collaboratore. Maria Vittoria Capitanucci proprietario. Spiazzanti possono risultare l’assemblaggio labirintico dei corpi e la totale assenza di comunicazione che si estende dallo spazio alle opere: come nella tradizione del collezionismo privato, tutto è trasmesso oralmente attraverso la memoria di Borroni, codice per la lettura delle opere. Un luogo, dunque, che cerca di calarsi nel territorio, in una provincia poco influenzata dagli influssi artistici milanesi, e che ovvia al problema con internet: sul sito, infatti, la collezione permanente è affiancata da una sezione denominata ArchiviArti in cui vengono presentati i lavori di artisti sconosciuti selezionati dal curatore. Un’opportunità che è già sfociata in una prima mostra collettiva presso la Fabbrica, aperta da ottobre 2009. La necessità urgente di restaurare gli edifici è vista come una spinta per ripensare gli spazi per intero: il progetto, per ora custodito nella mente di Borroni, è di trasformare la Fabbrica in un polo museale simile alle Kunst Haus europee. La scommessa continua. Annalisa Bergo Fabbrica Borroni, Bollate (Mi), via Matteotti 19 www.borronibrothers.com
OSSERVATORIO MOSTRE
Installazioni d’acciaio
a cura di Walter Fumagalli
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Il “Piano casaâ€? lombardo Nei mesi scorsi aveva suscitato grande scalpore l’annuncio del Governo circa l’imminente approvazione di una legge statale impropriamente definita “Piano casaâ€?. Le polemiche si erano sprecate, e molto vivaci erano state le proteste delle regioni, attente a rivendicare giustamente il loro ruolo istituzionale in tema di governo del territorio. Per appianare questo contrasto, il 1° aprile 2009 si era riunita la Conferenza unificata Stato, regioni e autonomie locali, la quale aveva sancito un’Intesa contenente le misure per il rilancio dell’economia attraverso l’attivitĂ edilizia. In esecuzione di tale Intesa la Giunta regionale lombarda ha ora approvato un progetto di legge che, una volta esaminato dalle competenti Commissioni, approderĂ al Consiglio regionale che dovrĂ decidere se trasformarlo in legge oppure no. Queste le disposizioni che maggiormente dovrebbero interessare gli operatori privati. Il recupero di parti inutilizzate di edifici esistenti L’Articolo 2 del progetto di legge consente di recuperare “parti inutilizzateâ€? degli edifici che alla data del 31 marzo 2005 erano giĂ stati ultimati, allo scopo di: s ADIBIRLE A RESIDENZA s UTILIZZARLE PER FUNZIONI DIVERSE DA QUELla residenziale, purchĂŠ ammesse dagli strumenti urbanistici. In caso di volumi seminterrati: s UTILIZZARLI PER ATTIVITĂŒ PROFESSIONALI s UTILIZZARLI PER DESTINAZIONI ACCESSORIE alla residenza o ad attivitĂ economiche, purchĂŠ strutturalmente collegate alle stesse. Detti interventi possono essere realizzati anche in deroga “alle previsioni quantitativeâ€? degli strumenti urbanistici comunali vigenti o adottati (e dunque, non sono permessi in deroga alle previsioni diverse da quelle “quantitativeâ€?), nonchĂŠ in deroga ai regolamenti edilizi. Nelle aree destinate all’agricoltura, invece, è consentito esclusivamente recuperare le parti inutilizzate di edifici autorizzati prima del 13 giugno 1980 (giorno di
entrata in vigore della Legge Regionale 7 giugno 1980 n. 93), e solamente per adibirle ad abitazione del proprietario, ad abitazione del nucleo familiare dell’imprenditore agricolo e dei dipendenti dell’azienda agricola, ad attivitĂ ricettive non alberghiere, ad uffici e ad attivitĂ di servizio. In questo caso, gli interventi possono essere realizzati in deroga a tutte le previsioni degli strumenti urbanistici comunali vigenti o adottati, nonchĂŠ in deroga ai regolamenti edilizi. Comunque gli interventi di recupero non devono comportare la totale demolizione e ricostruzione dell’edificio, devono rispettare “i caratteri dell’architettura, del paesaggio e degli insediamenti urbanistici del territorioâ€?, e devono altresĂŹ rispettare le norme dettate dalla regione in tema di efficienza energetica nell’edilizia. Le denunce di inizio di attivitĂ o le richieste di permesso di costruire per la realizzazione di detti interventi devono essere presentate entro il 16 marzo 2011. La facoltĂ di recuperare le “parti inutilizzateâ€? degli edifici esistenti è esclusa, nel caso di immobili ubicati in zone che lo strumento urbanistico vigente destina ad attivitĂ produttive. Ampliamento di edifici residenziali esistenti L’Articolo 3, primo e secondo comma, permette di ampliare gli edifici residenziali che alla data del 31 marzo 2005 erano giĂ stati ultimati, anche in deroga “alle previsioni quantitativeâ€? degli strumenti urbanistici comunali vigenti o adottati nonchĂŠ in deroga ai regolamenti edilizi, purchĂŠ siano rispettate le seguenti condizioni: s GLI EDIFICI DEVONO ESSERE UBICATI AL DI fuori dei centri storici e delle zone individuate dallo strumento urbanistico come NUCLEI URBANI DI ANTICA FORMAZIONE s DEVE TRATTARSI DI EDIFICI UNIFAMILIARI O bifamiliari, nel qual caso l’ampliamento non può avere un volume superiore al 20% della volumetria esistente, fermo restando che non è consentito ampliare gli edifici in misura superiore a 300 mc per ciascuna unitĂ immobiliare residenZIALE PREESISTENTE s IN ALTERNATIVA PUĂ› TRATTARSI DI EDIFICI plurifamiliari che abbiano una volumetria non superiore a 1.000 mc, nel qual caso
l’ampliamento non può avere un volume superiore al 20% della volumetria esiSTENTE s LE PORZIONI DI EDIFICI ESISTENTI DEVONO essere adeguate in modo da ridurre in misura superiore al 10% il loro fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale, fermo restando che è permesso derogare alle norme regionali in tema di efficienza energetica NELL EDILIZIA s AL TERMINE DELL INTERVENTO IL PROPRIETARIO deve produrre al comune l’attestato di certificazione energetica dell’intero edificio. Sostituzione degli edifici residenziali esistenti L’Articolo 3, terzo e quarto comma, permette di sostituire, anche in deroga “alle previsioni quantitativeâ€? degli strumenti urbanistici comunali vigenti o adottati nonchĂŠ in deroga ai regolamenti edilizi, gli edifici residenziali esistenti (non importa quando ultimati) mediante la loro demolizione e ricostruzione, purchĂŠ il fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale del nuovo edificio sia piĂš del 30% inferiore, rispetto ai requisiti di risparmio energetico stabiliti dalla regione. Tali interventi possono comportare anche un incremento fino al 30% della volumetria esistente, che sale fino al 35% se viene assicurato un congruo equipaggiamento arboreo su una porzione del lotto non inferiore al 25% dello stesso, oppure se viene prevista la costituzione di quinte arboree perimetrali secondo criteri che dovrĂ stabilire la Giunta regionale (vedi però il successivo punto in merito ). Nel caso di edifici ubicati al di fuori dei centri storici e delle zone individuate dallo strumento urbanistico come nuclei urbani di antica formazione, nessuna ulteriore condizione è prevista. All’interno dei centri storici e dei nuclei urbani di antica formazione, invece, la sostituzione è consentita solamente per “singoli edificiâ€? che risultino “non coerenti con le caratteristiche storiche, architettoniche, paesaggistiche e ambientali dei suddetti centri e nucleiâ€?. A tal fine deve essere preventivamente acquisito il parere favorevole della competente Commissione provinciale per l’individuazione dei beni paesaggistici istitu-
La sostituzione degli edifici produttivi esistenti Alle condizioni illustrate nel precedente paragrafo 3.1, il quinto comma dell’Articolo 3 permette di sostituire anche gli edifici produttivi esistenti, purchĂŠ questi ultimi ricadano in aree cui lo strumento urbanistico comunale attribuisca specifica destinazione produttiva secondaria, e che entro il termine perentorio del 15 settembre 2009 vengano a tal fine individuate dal comune con delibera motivata. Disposizioni comuni agli interventi di ampliamento e di sostituzione Il settimo, l’ottavo, il nono ed il decimo comma dell’Articolo 3 fissano le seguenti regole, comuni a tutti gli interventi previsti dallo stesso articolo: s DETTI INTERVENTI NON POSSONO ESSERE REALIZZATI CUMULATIVAMENTE s ESSI NON POSSONO DETERMINARE UN SUperamento superiore al 50% dell’indice fondiario e dell’indice di copertura nĂŠ un superamento maggiore di 4 metri dei limiti di altezza massima, previsti dallo STRUMENTO URBANISTICO COMUNALE s GLI INCREMENTI VOLUMETRICI PRODOTTI DAgli interventi di cui si tratta devono essere calcolati applicando i criteri stabiliti dall’Articolo 2, comma 1-ter, della Legge Regionale 20 aprile 1995 n. 26 sulla coiBENTAZIONE ACUSTICA O DI INERZIA TERMICA s GLI INTERVENTI DI SOSTITUZIONE DI SINGOLI edifici residenziali da realizzare nei centri storici o nei nuclei urbani di antica formazione, cosĂŹ come gli interventi da eseguire nei comuni classificati di zona sismica 2 e 3, devono essere preceduti dall’acQUISIZIONE DEL PERMESSO DI COSTRUIRE s PER GLI ALTRI INTERVENTI PUĂ› ANCHE ESSERE PRESENTATA LA DENUNCIA DI INIZIO DI ATTIVITĂŒ s IN OGNI CASO LE RICHIESTE DI PERMESSO di costruire e le denunce di inizio di attivitĂ devono essere presentate entro il 16 MARZO s COMUNQUE GLI INTERVENTI DEVONO ESSEre progettati e realizzati nel rispetto della normativa antisismica.
Disposizioni comuni a tutti gli interventi Gli Articoli 5 e 6 fissano le seguenti regole, comuni a tutti gli interventi fin qui esaminati: s ESSI NON POSSONO ESSERE REALIZZATI IN aree assoggettate a vincolo di inedificabilità da norme di legge o da disposizioni DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA s NON POSSONO INOLTRE ESSERE ESEGUITI in edifici soggetti a vincolo imposto con specifico provvedimento, in ragione del particolare rilievo storico, architettonico e paesaggistico loro o dell’ambito in cui RICADONO s NON POSSONO ESSERE REALIZZATI INOLTRE
con riferimento ad edifici realizzati in assenza di titolo abilitativo o in totale difformitĂ dallo stesso, anche se siano stati CONDONATI s NON POSSONO ESSERE REALIZZATI NELLE porzioni di territorio che a tal fine i comuni, con apposita deliberazione motivata, entro il termine perentorio del 15 settembre 2009 dovessero individuare in ragione delle loro speciali peculiaritĂ storiche, AMBIENTALI E URBANISTICHE s LE RELATIVE DENUNCE DI INIZIO DI ATTIVITĂŒ non possono essere presentate prima del 16 settembre 2009, e prima di tale data non possono essere rilasciati i relaTIVI PERMESSI DI COSTRUIRE s GLI INTERVENTI POSSONO ESSERE REALIZZATI anche in deroga alle previsioni dei piani territoriali di coordinamento dei parchi regionali, con esclusione di quelle relative ALLE hAREE NATURALI PROTETTEv s SE ESEGUITI NELLE AREE DEI PARCHI REGIOnali diverse da quelle che i relativi piani territoriali assoggettano all’esclusiva disciplina comunale, però, i limiti massimi di incremento volumetrico sono ridotti di UN TERZO s POSSONO ESSERE ESEGUITI SENZA PIANO attuativo ancorchĂŠ prescritto dallo strumento urbanistico generale, e possono essere eseguiti in deroga ai piani attuativi VIGENTI O ADOTTATI s DEVONO INVECE RISPETTARE LE NORME DETtate dal codice civile e dalle altre leggi a tutela di diritti dei terzi, le norme vigenti in materia igienico-sanitaria, di stabilitĂ e di sicurezza degli edifici, nonchĂŠ quelle in materia idrogeologica ed in materia di tutela del paesaggio e dei beni culturali e MONUMENTALI
s ENTRO IL TERMINE PERENTORIO DEL SETtembre 2009, con motivata deliberazione i comuni possono dettare prescrizioni in merito all’obbligo di reperire spazi per PARCHEGGI PERTINENZIALI E A VERDE s ANCHE NELLE AREE NON SOTTOPOSTE A VINcolo paesaggistico deve essere acquisito il parere della commissione per il paesaggio di cui all’Articolo 81 della Legge Regionale 11 marzo 2005 n. 12, ed il comune può stabilire specifiche condizioni e modalità tecniche di esecuzione ove ciò sia ritenuto necessario per rispettare le caratteristiche edilizie proprie dell’ambiente urbano e naturale e del paesagGIO s IL CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE DEVE ESSERE calcolato applicando le tariffe per le opere di nuova costruzione alla volumetria o alla superficie lorda di pavimento oggetto di intervento, fermo restando che i comuni entro il 16 settembre 2009 possono stabilire una riduzione di tale contributo, in mancanza di che si applica una RIDUZIONE DEL s IN SEDE DI REDAZIONE O DI ADEGUAMENTO del Piano di Governo del Territorio, i comuni sono tenuti a soddisfare l’eventuale ulteriore fabbisogno di aree pubbliche o di servizi urbani, indotto dalla realizzazione degli interventi di cui si tratta. W. F.
49 PROFESSIONE LEGISLAZIONE
ita ai sensi dell’Articolo 137 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, fermo restando che detto parere deve essere considerato negativo se la Commissione non si pronuncia entro sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta.
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Ordine di Bergamo tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Ordine di Brescia tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Ordine di Como tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Ordine di Cremona tel. 0372 535422 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Ordine di Lecco tel. 0341 287130 www.ordinearchitettilecco.it Presidenza, segreteria, informazioni: ordinearchitettilecco@tin.it Ordine di Lodi tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Ordine di Mantova tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Ordine di Milano tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Ordine di Monza e della Brianza fax: 039 3309869 www.ordinearchitetti.mb.it Segreteria: segreteria@ordinearchitetti.mb.it Ordine di Pavia tel. 0382 27287 www.ordinearchitettipavia.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Ordine di Sondrio tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Ordine di Varese tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it
Milano
a cura di Laura Truzzi Progetto di Legge n. 392. “Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardiaâ€? Il progetto di legge persegue obiettivi condivisibili di rilancio dell’attivitĂ edilizia in Lombardia in una delle fasi piĂš difficili della sua storia recente. Tuttavia molta parte delle innovazioni normative introdotte è giĂ presente nella strumentazione urbanistica comunale ed il suo effetto rischia pertanto di non assumere il rilievo desiderato. Inoltre le nuove norme si innestano nella pianificazione urbanistica comunale in una fase particolarmente delicata: quella della sostituzione generale dei piani urbanistici vigenti coi nuovi Piani di Governo del Territorio. Questo in un panorama normativo che va facendosi sempre piĂš intricato per la successione parossistica dei provvedimenti di legge nazionale e regionale con effetti diretti sul territorio. In tale quadro, di per sĂŠ critico per l’attivitĂ dei progettisti e dei pianificatori, si colloca il progetto di legge per il quale riteniamo di dover avanzare alcune osservazioni che possono tradursi in altrettanti emendamenti al testo in discussione. La maggiore preoccupazione alla base delle annotazioni che seguono riguarda l’impatto delle nuove volumetrie su contesti consolidati ed in molti casi afflitti da problemi di congestione volumetrica e di disordine urbanistico. Fenomeni che potrebbero venire accentuati da una applicazione indiscriminata di norme che, per il loro carattere generale, non possono tenere conto delle diverse condizioni operative locali. Articolo 2 s )L TESTO APPARE ORIENTATO ALLA promozione della ricostruzione di parti dismesse di fabbricati esistenti ma non sembra aggiungere molto a quanto giĂ frequentemente consentito dalla strumentazione urbanistica comunale. Sembra comunque opportuno
demandare alla pianificazione comunale il compito di indicare le condizioni di compatibilitĂ del recupero per intero “delle volumetrie e delle superfici edilizieâ€? avendo riguardo alle caratteristiche del tessuto urbano nel quale sono collocate, al fine di evitare i possibili squilibri fra la nuova volumetria realizzabile e le densitĂ in atto nei lotti vicini, ciò che può facilmente accadere nel caso del recupero ad uso residenziale dei fabbricati adibiti a depositi, officine, autorimesse frequentemente presenti nelle parti interne degli isolati urbani. s !NDREBBE CHIARITO SECONDO quali modalitĂ si debba calcolare il “volume esistenteâ€?, preferibilmente specificando il rimando alla disciplina contenuta nei piani comunali. s , INNOVAZIONE INTRODOTTA PER IL recupero dei fabbricati agricoli appare inadeguata a promuovere il riuso del vastissimo patrimonio di edilizia rurale, spesso di straordinario valore storico ed ambientale, lasciato cadere in rovina un po’ ovunque nel territorio lombardo.
con “le caratteristiche storiche, architettoniche, paesaggistiche ed ambientaliâ€? significa convertire tale commissione in un organo in grado di assegnare o negare diritti volumetrici: cosa del tutto impropria se non decisamente illegittima. s .ON PARE COERENTE CON L INTENdimento della legge l’esclusione dei fabbricati non residenziali dall’applicazione della maggiorazione volumetrica contemplata al comma 3. Ferma restando la necessitĂ di prevedere la facoltĂ da parte dei comuni di valutare nei diversi casi la tollerabilitĂ dell’incremento volumetrico, pare opportuno che l’incentivazione alla riconversione dei volumi inutilizzati venga applicata a tutti fabbricati e non solamente a quelli con destinazione residenziale fin dall’origine. s .ON SEMBRA CREDIBILE CHE I comuni pervengano entro il 15 settembre prossimo, con l’interruzione delle vacanze estive, all’individuazione delle aree produttive nelle quali consentire l’applicazione delle maggiorazioni volumetriche (comma 5).
Articolo 3 s !NCHE L ATTRIBUZIONE DI MAGgiorazioni volumetriche “una tantumâ€? per villini e palazzine compare frequentemente nella pianificazione comunale e non rappresenta quindi una innovazione. Piuttosto andrebbe chiarita la possibilitĂ di sommare le differenti maggiorazioni volumetriche consentite dai piani comunali, da diverse leggi regionali giĂ in vigore e da questo nuovo testo. s $ESTA PREOCCUPAZIONE L APplicazione della maggiorazione volumetrica alla sostituzione all’interno dei “centri storiciâ€? di edifici incoerenti coi caratteri tipo morfologici degli stessi. Tale maggiorazione può risultare impraticabile in una buona maggioranza di casi in considerazione delle densitĂ mediamente elevate che caratterizzano generalmente il tessuto edilizio dei CENTRI $ENSITĂŒ E CARATTERISTICHE planivolumetriche che raramente sono in grado di accogliere l’inserimento di volumi maggiori di quelli giĂ esistenti. s , ATTRIBUZIONE ALLA hCOMMISsione per il paesaggioâ€? del compito di valutare la coerenza dei fabbricati oggetto di intervento
Articolo 4 s !PPARE INTERESSANTE L INDICAzione di sfruttare le condizioni generalmente di bassa densitĂ dei quartieri storici di “edilizia popolareâ€? cosĂŹ come di avvantaggiarsi della maggiore centralitĂ e della buona accessibilitĂ col trasporto pubblico da questi acquisita con l’espandersi della cittĂ . La disposizione che limita l’intervento “ai proprietari di immobili di edilizia residenziale pubblicaâ€?, ossia ai Comuni ed ALL !,%2 PARE INVECE IN CONtrasto con l’obiettivo di differenziare le presenze sociali evitando la formazione di “ghettiâ€? o comunque la concentrazione di disagio sociale. Pare opportuno contemplare la possibilitĂ di coinvolgere operatori privati, potenzialmente interessati ad operare in regime di edilizia convenzionata, differenziando in tal modo anche l’assortimento dei possibili assegnatari. s 0REOCCUPA LA FACOLTĂŒ DI INCREmento generalizzato “in misura non superiore al 40% della volumetria complessiva destinata a edilizia residenziale pubblica esistente nel quartiere.â€? In alcuni quartieri storici ed in alcuni
Milano, 26 giugno 2009 p. il Consiglio dell’Ordine il Presidente dr. arch. Daniela Volpi Serate I feel good! Il mondo delle terme attraverso due progetti di Mario Botta e Matteo Thun 24 giugno 2009 (A INTRODOTTO &RANCO 2AGGI hanno partecipato: Stefano 3TORCHI ,UCA -OLINARI -ATTEO Thun I centri termali, le cui radici storiche si perdono nella memoria, stanno conoscendo oggi un vero e proprio boom dovuto al bisogno, sempre crescente, di cercare oasi di pace curando IL PROPRIO CORPO %CCO QUINDI INTRODUCE &RANCO 2AGGI CONSIGLIERE DELL /RDINE CHE OGGI assistiamo ad una ricerca morfologica interessante che applica le tecnologie ecosostenibili a queste architetture tradizionali sviluppando forme nuove. Wellness design... i nuovi spazi del benessere oggi utilizzano l’architettura come strumento per costruire un paesaggio nel paesaggio. Ăˆ quello che hanno FATTO -ARIO "OTTA E -ATTEO 4HUN con due progetti sull’arco alpino. Un breve intervento di Stefano 3TORCHI PRESENTA LA DITTA &-' &ABBRICA -ARMI E 'RANITI PROmotrice della mostra sull’architettura del benessere (Spazio
&-' PER L !RCHITETTURA IN VIA "ORGOGNONE CHE PRODUCE pietre naturali partendo dai residui delle pietre di cava. Una ricerca iniziata piÚ di 10 anni fa e che oggi prosegue nel nome dell’ecosostenibilità . ,UCA -OLINARI CURATORE DELLA mostra insieme a Simona Galateo, spiega che la mostra è nata, come le precedenti dalla CREAZIONE DELLO 3PAZIO &-'
per suscitare riflessioni sui temi dell’attualitĂ dell’architettura e che il dilagare dei centri benessere degli ultimi anni sicuramente è un fenomeno che non può lasciare indifferenti. 3ONO STATI SCELTI DUE AUTORI -ARIO "OTTA E -ATTEO 4HUN IN QUANTO mossi entrambi da sane ossessioni e che hanno interpretato il tema antico del centro termale con due progetti molto interessanti per “fanno paesaggioâ€?. Il centro benessere Tschuggen "ERGOASE AD !ROSA #( DI -ARIO "OTTA Ă’ UN SEGNO ARTIlCIALE che usa le geometrie come segno di riconoscibilità ‌ un segno che firma l’opera dell’architetto. Il punto di partenza è la forma della foglia, questo diventa segno geometrico trasformando l’edificio in icona. Grandi lucernari verticali spiccano tra le conifere del bosco portando la luce all’interno dell’edificio dove la qualitĂ dello spazio è sinonimo giĂ di benessere. !L CONTRARIO -ATTEO 4HUN Ă’ contro ogni riconoscibilitĂ e cerca quotidianamente, come lui stesso afferma, di interpretare il luogo senza logo. Ăˆ esattamente quello che è suc-
cesso nel progetto del Vigilius -OUNTAIN 2ESORT IN PROVINCIA DI "OLZANO ,ANA DOVE UNA SERIE di elementi in legno prefabbricati (appositamente progettati) sono stati montati molto velocemente per approfittare di una legge nazionale del 2000 sulla defiscalizzazione delle costruZIONI $EI brise soleil in legno sono stati sapientemente posati per nascondere i difetti dell’assemblaggio, fin troppo rapido, e un maso è stato qui rimontato dopo che era stato smontato da un’altra parte della montagna. Un grande parallelepipedo, sempre in legno, serve per il biocompostaggio e fornisce buona parte dell’energia necessaria al resort. Qui ogni dettaglio è stato pensato in nome dell’architettura di sottrazione e dell’architettura a chilometro zero: materiali locali, senza lunghi trasporti. Interessante l’orientamento delle camere del resort: alcune ad est per gli ospiti che preferiscono svegliarsi con il primo sole, altre ad ovest. Segue poi una carrellata di alcuni progetti dedicati ai temi che, come spiega Thun stesso presentandoli, piÚ gli stanno a cuore: la ricerca per le fonti energetiche alternative decentralizzate sul territorio in modo da risparmiare le dispersioni imputate ai lunghi trasporti (progetto per la "IO 0OWER 3TATION A 3CHWENDI in Germania); la riduzione del consumo di suolo (due torri residenziali in Carnia); la riduzione dei tempi di realizzazione del manufatto con l’impiego sempre piÚ sistematico del prefab-
BRICATO PROGETTO :ERO PER (Otel) per far fronte alla recessione economica. ,UCA -OLINARI NOTA CHE PER -ATTEO 4HUN IL TEMA DELLA SOstenibilitĂ diventa architettura, senza un linguaggio predefinito e standard e si chiede come possiamo applicare le sue teorie ecosostenibili ad una realtĂ piĂš dura come quella metropolitana. In una piacevole CHIACCHIERATA CON -OLINARI E I presenti in sala, Thun risponde che le sue ricerche sono mirate all’architettura low budget con il minor dispendio energetico possibile e che solo tra 20 anni si saprĂ se quest’architettura ha contestualmente creato un linguaggio proprio. Per una reALTĂŒ METROPOLITANA COME -ILANO
Thun ha realizzato un grande complesso immobiliare dove il tema del risparmio energetico ha permesso la vendita di tutti gli appartamenti nonostante il periodo di crisi economica. Chiude Thun con un sollecito a tutti al “pensare bene� citando che anche i paesi arabi ultimamente si stanno orientando in questo senso. L. T.
51 ).&/2-!:)/.) DAGLI ORDINI
contesti urbani una cosÏ rilevante densificazione può risultare indesiderabile. Pare importante istituire possibili forme di verifica da parte dei Comuni, in relazione ai caratteri specifici di ciascun quartiere. s )NlNE SI DEVE CONSIDERARE CHE molti dei quartieri ai quali potrebbe essere applicata la politica di densificazione costituiscono l’esito di studi e progetti accurati, alcuni dei quali di grande valore, frequentemente portati ad esempio nella letteratura sulla città e nell’insegnamento dell’architettura. La riprogettazione di tali quartieri deve essere condotta con altrettanta cura e attenzione ed il modo migliore per garantirle è il concorso di progettazione.
A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dell’Ordine di Milano)
Variazione Indice Istat per l’adeguamento dei compensi 1) Tariffa Urbanistica
Gennaio Febbraio Marzo
2006
1590 1589,76 1593,53 1596,04 1599,81 1620 1613,62 1617,39 1619,9 1622,41 1660 1670 1660,08 1663,85 1672,64 1676,41 1690 1685,2 1688,97 1688,97 1692,73
2007 2008 2009
52
Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969 Base dell’indice - novembre 1969: 100
Anno
Aprile
Maggio
Luglio
Agosto
Settembre Ottobre Novembre Dicembre
1610 1609,85 1612,37 1612,37 1634,97 1637,48 1637,48 1700 1690 1700,27 1701,52 1697,76
1600 1610 1609,85 1611,11 1640 1642,5 1648,78 1697,76 1691,48
1612,37 1650 1655,06 1680 1688,97
1696,50 1699,01
n.b. Il valore da applicare, arrotondato alla diecina inferiore, è quello, in grassetto collocato nella parte superiore delle celle, immediatamente precedente al momento dell’assegnazione dell’incarico
2) Tariffa stati di consistenza Anno
2007
INDICI E TASSI
Giugno
1600 1604,83 1606,09 1630 1627,44 1631,2 1680 1690 1685,2 1692,73
Gennaio Febbraio Marzo
(in vigore dal dicembre 1982) anno 1982: base 100
Aprile
Maggio
Giugno
278,85
279,5
279,93
286,87
287,53
289,04
280 280,36 281,23 281,88 290 289,7 291,21 292,52
291,21
291,87
291,87
292,52
2008
Luglio
Agosto
Settembre Ottobre Novembre Dicembre
282,53
282,97
282,97
283,84
284,92
286,01
293,82
294,04
293,38
293,38
292,3
291,87
2009 293,17
293,6
n.b. I valori da applicare sono quelli in neretto collocati nella parte superiore delle celle
3) Legge 10/91 (Tariffa Ordine Architetti Milano) Anno
2007 2008 2009
Gennaio Febbraio Marzo
123,32 126,87 128,79
123,60 127,15 129,07
Aprile
123,80 127,83 129,07
Maggio
123,99 128,11 129,36
anno 1995: base 100 Giugno
124,37 128,79 129,65
Luglio
124,66 129,36 129,84
124,95 129,94
Agosto
giugno 1996: 104,2
Settembre Ottobre Novembre Dicembre
125,14 130,03
125,14 129,75
125,52 129,75
4) Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) anno 2000: base 100 5) Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno
2007 2008 2009
Gennaio Febbraio Marzo
113,31 116,57 118,34
113,58 116,84 118,60
Aprile
113,75 117,46 118,60
Maggio
113,93 117,72 118,87
Giugno
114,28 118,34 119,13
Luglio
114,55 118,87 119,31
114,81 119,40
6) Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno
2007 2008 2009
Gennaio Febbraio Marzo
118,76 122,18 124,02
119,03 122,45 124,30
Aprile
119,22 123,10 124,30
Maggio
119,40 123,38 124,58
Giugno
119,77 124,02 124,86
120,05 124,58 125,04
120,33 125,13
2002 105,42
2003 108,23
8) Tariffa Dlgs 626/94 (Tariffa CNA) Indice da applicare per l’anno
2000 113,89
2001 117,39
2000 105,51
2001 108,65
Agosto
114,99 119,22
115,34 119,22
120,51 124,95
2003 123,27
2002 111,12
2003 113,87
116,22 118,60
gennaio 1999: 108,2
120,88 124,95
2006 114,57
121,34 124,49
121,81 124,30
gennaio 2001: 110,5 2007 116,28
anno 1995: base 100 2002 120,07
115,78 118,78
Settembre Ottobre Novembre Dicembre
120,51 125,23
2005 112,12
2008 119,63
2009 121,44
novembre 2001: 110,6
2004 125,74
9) Tariffa pratiche catastali (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno
Settembre Ottobre Novembre Dicembre
114,99 119,48
anno 2001: base 100
2004 110,40
126,48 129,07
dicembre 2000: 113,4
anno 1999: base 100 Luglio
7) Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno
Agosto
126,00 129,27
2005 127,70
2006 130,48
anno 1997: base 100
2004 116,34
2005 118,15
2006 120,62
2007 132,44
2008 136,26
2009 138,32
febbraio 1997: 105,2 2007 122,43
2008 125,95
2009 127,85
Tariffa P.P.A. (si tralascia questo indice in quanto non più applicato) Con riferimento all’art. 9 della Tariffa professionale legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l’elenco, relativo agli ultimi anni, dei Provvedimenti della Banca d’Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato articolo 9 della Tariffa. Dal 2004 determinato dalla Banca Centrale Europea. Provv. della B.C.E. (4.12.08) dal 10/12/08 2,50% Provv. della B.C.E. (15.1.09) dal 21/1/09 2,00% Provv. della B.C.E. (5.3.09) dal 11/3/09 1,50% Provv. della B.C.E. (2.4.09) dal 8/4/09 1,25% Provv. della B.C.E. (7.5.09) dal 13/5/09 1,00% Con riferimento all’art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro dell’Economia che fissano il “Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali” al quale devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Decreto. dal 1.7.2006 al 31.12.2006
2,83% +7
9,83%
dal 1.1.2007 al 30.6.2007
3,58% +7
10,58%
dal 1.7.2007 al 31.12.2007
4,07% +7
11,07%
dal 1.1.2008 al 30.6.2008
4,20% +7
11,20%
dal 1.7.2008 al 31.12.2008
4,10% +7
11,10%
Comunicato (G.U. 5.2.2007 n° 29)
Comunicato (G.U. 30.7.2007 n° 175) Comunicato (G.U. 11.2.2008 n° 35)
Comunicato (G.U. 21.7.2008 n° 169)
per valori precedenti consultare il sito internet del proprio Ordine.
Comunicato (G.U. 2.2.2009 n° 26) dal 1.1.2009 al 30.6.2009
2.245 iscritti dell’Ordine di Bergamo; 2.257 iscritti dell’Ordine di Brescia; 1.656 iscritti dell’Ordine di Como; 678 iscritti dell’Ordine di Cremona; 911 iscritti dell’Ordine di Lecco; 398 iscritti dell’Ordine di Lodi: 667 iscritti dell’Ordine di Mantova; 11.632 iscritti dell’Ordine di Milano; 2.354 iscritti dell’Ordine di Monza e della Brianza;
847 iscritti dell’Ordine di Pavia; 355 iscritti dell’Ordine di Sondrio; 2.203 iscritti dell’Ordine di Varese. Ricevono inoltre la rivista:
90 Ordini degli Architetti PPC d’Italia;
Interessi per ritardato pagamento
Comunicato (G.U. 10.7.2006 n° 158)
La rivista AL, fondata nel 1970, oggi raggiunge mensilmente tutti i 26.203 architetti iscritti ai 12 Ordini degli Architetti PPC della Lombardia:
2,50% +7
9,50%
Per quanto riguarda: Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dell’Art. 81 della Legge 27 luglio 1978, n. 392, sulla disciplina delle locazioni di immobili urbani consultare il sito internet dell’Ordine degli Architetti PPC di Milano. Applicazione Legge 415/98 Agli effetti dell’applicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.
1.555 Amministrazioni comunali lombarde;
Assessorati al Territorio delle Province lombarde e Uffici tecnici della Regione Lombardia; Federazioni degli architetti e Ordini degli ingegneri; Biblioteche e librerie specializzate; Quotidiani nazionali e Redazioni di riviste degli Ordini degli Architetti PPC nazionali; Università; Istituzioni museali; Riviste di architettura ed Editori.