AL Mensile di informazione degli Architetti Lombardi
Direttore Maurizio Carones Comitato editoriale Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Redazione Igor Maglica (caporedattore) Irina Casali, Sara Gilardelli Martina Landsberger Direzione e Redazione via Solferino 19 – 20121 Milano tel. 0229002165 – fax 0263618903 e-mail Redazione: redazione.al@flashnet.it Progetto grafico Gregorietti Associati Servizio Editoriale e Stampa Mancosu Editore spa via Alfredo Fusco 71/a – 00136 Roma tel. 06 35192255 – fax 06 35192260 e-mail: mancosueditore@mancosueditore.it http://www.mancosueditore.it
EDITORIALE
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FORUM ORDINI Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese
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OSSERVATORIO Argomenti Conversazioni Concorsi Riletture Libri Mostre Itinerari
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PROFESSIONE Legislazione Normative e tecniche Strumenti
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INFORMAZIONE Dagli Ordini
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INDICI E TASSI
Concessionaria per la Pubblicità via Alfredo Fusco 65 – 00136 Roma tel. 06 35192280 – fax 06 35192269 e-mail: isi.spa@mancosueditore.it Agente pubblicità per il Triveneto: Mass Media – Giacomo Lorenzini via Silvio Pellico 1 – 35129 Padova – tel. 049 8088866 per la Lombardia: Media Target – Michele Schiattone viale Italia 348 – 20099 Sesto S. Giovanni, Milano tel. 02 22476935 Graphic Point – Alessandro Martinenghi via Haussmann 11/d – 26900 Lodi tel. 0371 32158 – cell. 335 5258146 per le Marche: Elisabetta Arena via del Mare 59 – 62019 Recanati, Macerata tel. 071 7573099 – cell. 335 8134146 per il centro sud: Alexander Tourjansky via Francesco Satolli 30 – 00165 Roma – tel. 06 630427 Stampa ati spa – Pomezia, Roma Rivista mensile: Spedizione in a.p. – 45% art. 2 comma 20/b – Legge 662/96 – Filiale di Milano. Autorizzazione Tribunale Civile n° 27 del 20.1.71 Distribuzione a livello nazionale La rivista viene spedita gratuitamente a tutti gli architetti iscritti agli Albi della Lombardia che aderiscono alla Consulta Tiratura: 29.000 copie Abbonamento annuale (valido solo per gli iscritti agli Ordini) € 3,00 Gli articoli pubblicati esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti né la Redazione di AL
8/9 AGOSTO/SETTEMBRE 2005
Direttore Responsabile Stefano Castiglioni
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Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti, tel. 02 29002174 www.consultalombardia.archiworld.it Segreteria: consulta.al@flashnet.it Presidente: Stefano Castiglioni; Vice Presidenti: Daniela Volpi, Giuseppe Rossi, Ferruccio Favaron; Segretario: Carlo Varoli; Tesoriere: Umberto Baratto; Consiglieri: Achille Bonardi, Marco Bosi, Franco Butti, Sergio Cavalieri, Simone Cola Ordine di Bergamo, tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Presidente: Achille Bonardi; Vice Presidente: Paola Frigeni; Segretario: Italo Scaravaggi; Tesoriere: Fernando De Francesco; Consiglieri: Barbara Asperti, Giovanni N. Cividini, Antonio Cortinovis, Silvano Martinelli, Roberto Sacchi (Termine del mandato: 30.6.05) Ordine di Brescia, tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Presidente: Paolo Ventura; Vice Presidente: Roberto Nalli; Segretario: Gianfranco Camadini; Tesoriere: Luigi Scanzi; Consiglieri: Umberto Baratto, Gaetano Bertolazzi, Laura Dalé, Paola E. Faroni, Franco Maffeis, Daniela Marini, Mario Mento, Aurelio Micheli, Claudio Nodari, Patrizia Scamoni (Termine del mandato: 30.6.05) Ordine di Como, tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Presidente: Franco Butti; Vice Presidente: Angelo Monti; Segretario: Marco Francesco Silva; Tesoriere: Marco Balzarotti; Consiglieri: Franco Andreu, Renato Conti, Gianfredo Mazzotta, Michele Pierpaoli, Corrado Tagliabue (Termine del mandato: 31.3.06) Ordine di Cremona, tel. 0372 535422 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Presidente: Emiliano Campari; Vice Presidente: Carlo Varoli; Segretario: Massimo Masotti; Tesoriere: Luigi Fabbri; Consiglieri: Edoardo Casadei, Federica Fappani (Termine del mandato: 30.6.05) Ordine di Lecco, tel. 0341 287130 www.lc.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilecco@archiworld.it Informazioni utenti: infolecco@archiworld. Presidente: Ferruccio Favaron; Vice Presidente: Elio Mauri; Segretario: Arnaldo Rosini; Tesoriere: Alfredo Combi; Consiglieri: Davide Bergna, Carmen Carabus, Massimo Dell’Oro, Gerolamo Ferrario, Massimo Mazzoleni (Termine del mandato: 30.6.05) Ordine di Lodi, tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Presidente: Vincenzo Puglielli; Vice Presidente: Giuseppe Rossi; Segretario: Paolo Camera; Tesoriere: Cesare Senzalari; Consiglieri: Samuele Arrighi, Patrizia A. Legnani, Erminio A. Muzzi (Termine del mandato: 30.6.05) Ordine di Mantova, tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Presidente: Sergio Cavalieri; Segretario: Manuela Novellini; Tesoriere: Michele Annaloro; Consiglieri: Francesco Cappa, Cristiano Guernieri, Paolo Tacci, Manolo Terranova (Termine del mandato: 30.6.05) Ordine di Milano, tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Presidente: Daniela Volpi; Vice Presidente: Ugo Rivolta; Segretario: Valeria Bottelli; Tesoriere: Annalisa Scandroglio; Consiglieri: Federico Acuto, Giulio Barazzetta, Antonio Borghi, Maurizio Carones, Valeria Cosmelli, Adalberto Del Bo, Marco Engel, Emilio Pizzi, Franco Raggi, Luca Ranza, Antonio Zanuso (Termine del mandato: 14.12.05) Ordine di Pavia, tel 0382 27287 www.pv.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Presidente: Marco Bosi; Vice Presidente: Lorenzo Agnes; Segretario: Paolo Marchesi; Tesoriere: Aldo Lorini; Consiglieri: Anna Brizzi, Quintino G. Cerutti, Maura Lenti, Giorgio Tognon (Termine del mandato: 30.6.05) Ordine di Sondrio, tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Presidente: Simone Cola; Segretario: Fabio Della Torre; Tesoriere: Giuseppe Sgrò; Consiglieri: Giampiero Fascendini, Giuseppe Galimberti, Francesco Lazzari, Giovanni Vanoi (Termine del mandato: 30.6.05) Ordine di Varese, tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it Presidente: Riccardo Papa; Segretario: Emanuele Brazzelli; Tesoriere: Gabriele Filippini; Vice Presidente: Enrico Bertè, Antonio Bistoletti, Minoli Pietro; Consiglieri: Claudio Baracca, Maria Chiara Bianchi, Claudio Castiglioni, Stefano Castiglioni, Orazio Cavallo, Giovanni B. Gallazzi, Laura Gianetti, Matteo Sacchetti, Giuseppe Speroni (Termine del mandato: 30.6.05)
A proposito di attività degli Ordini appare opportuno considerare il problema in termini strategici e quindi porne una valutazione in prospettiva. Se l’attesa riforma generale delle professioni sembra oggi dissoltasi nelle sabbie della politica (né più né meno dell’armata di Cambise inviata alla conquista dell’oasi di Ammon e sparita nel deserto egiziano), e il DPR 328/2001 (integrato dalla Legge 173/2002) che aveva introdotto la riforma dell’Esame di Stato, con i riconoscimento delle lauree triennali (sezione B) a fianco delle quinquennali (sezione A) con l’articolazione delle stesse in settori specialistici, non ha avuto il necessario seguito applicativo, ne è sortito invece in extremis un provvedimento stralcio di fissazione dei termini per le elezioni degli Ordini professionali (al 15 settembre per i Consigli provinciali e al 15 novembre per quelli nazionali) e l’approvazione del nuovo regolamento delle relative procedure elettorali! Tutto ciò non può che apparire come un esito assai al di sotto di pur minime aspettative dopo ben due anni di ripetute proroghe, motivate dall’elaborazione di una riforma in atto (epocale per il mondo professionale!). Trattasi infatti in estrema sintesi di sole disposizioni relative a un allungamento dei mandati elettivi degli organismi preposti alle professioni, della rappresentanza nei Consigli per i laureati della sezione B, dell’eliminazione del quorum minimo di votanti che, per gli Ordini con rilevante numero di iscritti, trasformava la procedura di rinnovo in un vero e proprio calvario. Naturalmente, se negli specifici contenuti non vi è nulla da eccepire, ben diversa riflessione si pone, pensando agli interrogativi ancora elusi, e agli attesi (in quanto senza risposta) chiarimenti, urgenti e necessari per consentire agli Ordini di operare con la dovuta chiarezza, offrendo doverose certezze ai propri iscritti! Rimane anzitutto il nodo dell’oggetto dell’attività professionale dei laureati triennali (sezione B) del settore “Architettura”, che consente “costruzioni civili semplici con l’uso di metodologie standardizzate” e che risulta cosa ben diversa dalla precedente definizione di “modeste costruzioni”, già riferite alla competenza dei diplomati. Fatta salva la riserva, non da poco, per cui il “semplice” possa costituire un “traguardo” ed una condizione più qualificante del “complesso” (o meglio del complicato), non risulta in realtà posto, per i professionisti di “laurea breve” con l’attuale formulazione, alcun limite dimensionale all’opera progettuale e in sostanza anche alle tipologie (essendo arduo stabilire quali siano i processi edilizi “non standardizzati”). La contraddizione aumenta se si considera che nel relativo Esame di Stato non è affatto prevista alcuna prova di progettazione. Sono poi assolutamente oscuri e tutti da interpretare gli effettivi spazi operativi riservati sempre ai laureati della sezione B del settore b) “Pianificazione”, a meno di non riferirsi a tecnici preposti a iter istruttori nella disci-
plina del territorio in qualità di dipendenti di Enti pubblici. Tale ambiguità sussiste anche per i laureati quinquennali (sezione A) del settore c) “Paesaggista” e d) “Conservazione dei beni architettonici e ambientali” che, allo stato attuale, finiscono col disporre di sbocchi professionali problematici e riduttivi, palesandosi piuttosto l’intento di consentire l’iscrizione all’Ordine Architetti a soggetti provenienti da altri corsi di laurea (Agronomi come “paesaggisti” o Laureati in Letteratura – corso storia dell’arte come “conservatori”). Certamente la questione di maggior rilevanza e, che ha generato diffusa insoddisfazione e contrarietà, resta quella della attuale netta preclusione per i laureati (di cui al precedente corso di laurea e relativo Esame di Stato) ad iscriversi in più settori, al cui riguardo il Ministero ha assunto posizioni via via controverse (prima escludendone la facoltà, poi consentendola nel novembre 2004 e infine – marzo 2005 – nuovamente precludendola). Trattasi infatti di un’interpretazione in realtà né soddisfacente, né convincente atteso che: • i 4 settori della sezione A sono consentiti previo superamento di specifico Esame di Stato e possesso di laurea specialistica e come tali non possono che risultare effettivamente specialistici; • il settore a) “Architettura” cui i vecchi laureati ed iscritti verrebbero ricondotti (malgrado il comma 1 dell’Art. 16 richiami le “attribuzioni già stabilite dalle disposizioni vigenti nazionali ed europee per la professione di architetto”) presenta poi in sostanza (nell’articolazione dei successivi comma una posizione paritetica a quella dei settori b), c) e d), senza certamente assumere connotati di una sezione dominante (e quindi comprensiva delle altre). L’attività futura degli Ordini (destinata a svolgersi non più nei confronti di iscritti, considerati quali soggetti e referenti omogenei e di analoga unitaria formazione e provenienza di studi, ma rivolta piuttosto ad una pluralità di soggetti operanti in ambiti nettamente differenziati, senza le necessarie regole e puntuali criteri) è dunque suscettibile di attivare una trasformazione degenerativa dell’assetto ordinistico in una sorta di “organismo camerale”, gestore di equilibri e interessi divergenti di subcategorie destinate ad uno svolgimento professionale reciprocamente sconfinante e sovrapponibile. Anziché insistere su sviluppi ed integrazioni suscettibili solo di aggravio dei “vizi ab origine”, il Consiglio Nazionale, anche avvalendosi opportunamente dell’estensione quinquennale del proprio mandato, potrà, o meglio, dovrà attivarsi al fine di rivendicare una generale revisione e riscrittura del relativo compendio normativo (DPR 328/2000 e L. 173/2002), che indubbiamente presenta i connotati di un parto problematico! Stefano Castiglioni Presidente della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti
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Il parto della montagna...
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Bergamo a cura di Antonio Cortinovis e Gabrio Rossi
Le attività svolte dal Consiglio dell’Ordine (giugno 2004 – maggio 2005) Servizi dell’Ordine • Ricevimento del Presidente; • Consulenza parcelle; • Consulenza legale; • Consulenza fiscale; • Pareri su problematiche urbanistiche ed edilizie; • Il sito Internet www.bg.archiworld.it; • e-mail Ordine Architetti: – Presidenza e Segreteria: architettibergamo@archiworld.it – Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it – Webmaster: webmasterbergamo@archiworld.it Adesione ad iniziative • Società Europa Concorsi Accordo tra l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Bergamo e la Società Europa Concorsi per l’attivazione gratuita di un servizio d’informazione tempestivo sui concorsi di progettazione, denominato EC-PRO. EC-PRO è un pacchetto servizi molto differenziato, che oltre a fornire i bandi integrali dei concorsi e delle gare di progettazione bandite in Italia ed all’estero, informa su nuove possibilità di lavoro presso Università e Pubblica Amministrazione, nuovi corsi di formazione professionale e post-laurea, eventi e notizie dello scenario architettonico internazionale, risultati dei concorsi di progettazione, nonché una completa rassegna stampa dei quotidiani online e delle maggiori riviste di settore. Il singolo utente sarà in grado di personalizzare il servizio, stabilendo autonomamente i modi, i tempi e la tipologia dei servizi ricevuti. Per attivare il servizio basta collegarsi alla home-page del sito dell’Ordine, dove troverete il link al modulo di iscrizione. A questo servizio hanno aderito 545 iscritti (al 25.3.2005). • Convenzione con case editrici Grazie alla convenzione stipulata tra l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo e le case editrici Abitare Segesta e Arnoldo Mondadori si sono potute sottoscrivere, per gli anni 2002, 2003 e 2004, uno o più abbonamenti annuali alle riviste con sconti particolarmente vantaggiosi. Abitare Segesta: Abitare, Costruire, Case da Abitare, Costruire Impianti; Arnoldo Mondadori: AD, Ville e Giardini, Interni, Casabella. Premi e riconoscimenti • Riconoscimento per i 50 anni di laurea Si festeggiano gli Architetti che hanno raggiunto i 50 anni
di laurea con la consegna della targa personalizzata in bronzo rappresentante un particolare di uno stucco seicentesco della Basilica di S. Maria Maggiore realizzata dallo scultore Monte. Targa di riconoscimento consegnata nella serata conviviale del 2 dicembre 2004 a: Vittorio (Vito) Sonzogni, Alberto Fumagalli, Pietro Milanesi, Giovanni Zanella. • Riconoscimento per i 40 anni di professione Si premiano gli Architetti che hanno raggiunto i 40 anni di professione con la consegna della medaglia personalizzata in argento con il logo dell’Ordine. Medaglie consegnate nella serata conviviale del 2 dicembre 2004 a: Duccio Bencetti, Lodovico Brambilla, Abramo Bugini, Luigi Cassani, Bruno Cassinelli, Guido Sandro Colombo, Sergio Crotti, Carlo Dezza, Daniele Eynard, Alberto Fumagalli, Giuseppe Jr Gambirasio, Pietro Gritti, Sergio Invernizzi, Raimondo (Remo) Invernizzi, Franco Mazza, Costantino Merlini, Giambattista Salvatoni, Leonilde Emma Silvestri, Vittorio (Vito) Sonzogni, Andrea Tosi, Giuliano Viviani, Giorgio Zenoni, Teresa Arslan. Incontri e convegni 15 marzo 2005: Trade evening con Ideal Standard Dal Sanitario al total bathroom: la mission di un’azienda al servizio del mercato Convegni culturali organizzati da altri Enti • 26 maggio 2004: Ambiente urbano e sistemi informativi. La conoscenza per la conservazione programmata Convegno organizzato dal Centro Studi sul Territorio – Università di Bergamo con il Patrocinio da parte della Fondazione MIA, dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo, dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Bergamo, dal Collegio dei Geometri della Provincia di Bergamo. • 26 – 28 maggio 2004: I colori e le forme della città. VI settimana della cultura – la cultura è uno spazio aperto Incontro organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e l’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano. Nell’occasione sono state presentate le iniziative che si sono svolte dall’autunno 2004 all’autunno 2005, promosse dall’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo, dall’Università degli Studi di Bergamo, dalla Fondazione Bergamo nella Storia, con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano, della Soprintendenza per i Beni Artistici e Demoetnoantropologici di Milano, della Soprintendenza per i Beni Architettonici della Lombardia, della Biblioteca Civica “Angelo Mai” di Bergamo, del Museo “Adriano Bernareggi” di Bergamo, dell’Archivio di Stato di Bergamo, dell’Archivio della Curia Vescovile, della Scuola Edile di Bergamo, della Commissione d’Arte Sacra della Curia di Bergamo, dell’Ordine degli Architetti e dell’Ordine degli Ingegneri di Bergamo.
Convegni tecnici organizzati dall’Ordine • 24 novembre 2004: Riscaldamento radiante e pavimenti in legno Convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Bergamo con Velta Italia – Sistemi di riscaldamento e raffrescamento radianti. • 10 dicembre 2004: L’ambiente, la materia ed il colore Convegno organizzato da Gruppo Zaris e Issocolors con il Patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Bergamo, del Comune di Brignano Gera d’Adda e del Castello di Brignano Gera d’Adda. Tematiche trattate: – Come stare nel paesaggio, prof. J. Tornquist; – Il degrado materico delle pietre ornamentali, prof. L. Cimitan; – La materia, come estetica, prof. G. Quarneti. • 5 aprile 2005 – 21 aprile 2005: Master di illuminotecnica applicata per esterni. La Legge Regione Lombardia n. 17/2000 e la successiva integrazione n. 38 del 15 dicembre 2004, richiede una nuova professionalità e capacità progettuale che promuova la luce ad un ruolo attivo, equilibrato ed eco-compatibile nella riqualificazione del territorio Master organizzato dal Collegio dei Periti Industriali della Provincia di Bergamo e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo con la collaborazione e supervisione di Cielo Buio, e con il patrocinio della Regione Lombardia – Servizi di Pubblica Utilità, della Provincia di Bergamo – Assessorato Ambiente, dall’Unione degli Industriali della Provincia di Bergamo, dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Bergamo e sponsorizzato da Conchiglia, Fivep, Neri, Philips, Thorn, Umpi Elettronica. Corsi organizzati dall’Ordine • 14 – 16 ottobre 2004: L’impiego delle energie rinnovabili nel costruito e nel nuovo Corso di formazione organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo con la Solvis e IDM. Tematiche trattate: – Un problema di progettazione: come realizzare un edificio efficiente dal punto di vista energetico; – L’impiego delle energie rinnovabili nel costruito e nel nuovo; – Le costruzioni in legno; – Il legno e l’argilla: due compagni storici;
– Le questione energetica. • 1 aprile – 7 maggio 2005: La costruzione della casa ecologica. Criteri per realizzare una costruzione con caratteristiche di compatibilità con l’ambiente Corso organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo e Cultura&Ambiente di Bergamo in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo, il Collegio dei Periti Industriali della Provincia di Bergamo ed il Collegio dei Geometri della Provincia di Bergamo con il contributo di AMO, Casa Viva, Ideal Standard, Coverd, Capoferri Serramenti, ISOTEX, PS Automation, Artes, FDM, Beppe Visconti, BigMat, TGF, Acciaierie Valbruna e con il Patrocinio del Comune di Bergamo Assessorato Ecologia e Ambiente, Consiglio Nazionale degli Architetti, Consulta Regionale Lombarda, Provincia di Bergamo, ARPA, Istituto Uomo e Ambiente, Legambiente e Società Umanitaria. • Commissione Spazio Giovani Prosegue il progetto Sportello formativo Giovani che prevede consulenze gratuite per i giovani iscritti. Prosegue il Progetto Uditori in Commissione Edilizia per tutti i giovani Architetti interessati. 23 ottobre 2004 – 3 dicembre 2004: 3° Corso di formazione all’esercizio della professione di architetto Corso di aggiornamento professionale organizzato dalla Commissione Spazio Giovani dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Bergamo. Tematiche trattate: – La sicurezza in cantiere e la direzione lavori; – Il progetto urbanistico; – Il progetto edilizio; – Il testo unico in Edilizia; – Il progetto di restauro; – Lo studio professionale; – Incontro con l’arch. Tobia Scarpa. • 12 marzo 2005: Visita in cantiere del kilometro Rosso: Parco Scientifico Tecnologico • aprile – giugno 2005: Specializzazione in prevenzioni incendi – ex L. 818/84. Criteri per realizzare una costruzione con caratteristiche di compatibilità con l’ambiente Il corso organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo ha lo scopo di favorire l’aggiornamento professionale ed al fine di consentire l’iscrizione negli elenchi del Ministero dell’Interno. Corsi organizzati in collaborazione con E.N.A.I.P. Lombardia – Centro servizi formativi di Treviglio e Bergamo • Incontri gratuiti presso la Sala Consiliare del Comune di
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• 29 gennaio 2005: Architettura alpina contemporanea – 6° convegno Il Sesto Convegno è stato organizzato dal Comune di Castione della Presolana in collaborazione con Archiforum e con il Patrocinio della Provincia di Bergamo – Assessorato alla Cultura, dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Bergamo, e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo.
6 Veduta della nuova sede e della serata inaugurale della mostra Architettura Organica Viva.
San Giovani Bianco – Seminario dedicato al RUP e RL allargato ai Coordinatori Sicurezza in cantiere già abilitati – 18 giugno 2004; Due incontri di aggiornamento professionale per i C.S.P.C.S.E. – 21 giugno 2004 e 23 giugno 2004; Due incontri di aggiornamento professionale dedicati ai Datori di lavoro delle Imprese Edili e Lavoratori autonomi – 22 giugno 2004 e 24 giugno 2004. • ottobre 2004 – gennaio 2005: Coordinatori per la sicurezza in cantiere. In fase di progettazione ed esecuzione – ai sensi del D.Lgs. 494/96 modificato dal D.Lgs. 528/99 Si sono tenuti due corsi di aggiornamento professionale a Treviglio e Lovere organizzati dalla Fondazione ENAIP Lombardia e dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo. • 31 gennaio – 15 maggio 2005: Coordinatori per la sicurezza in cantiere. In fase di progettazione ed esecuzione – ai sensi del D.Lgs. 494/96 modificato dal D.Lgs. 528/99 Corso di aggiornamento professionale organizzato dal ENAIP Lombardia Provincia di Bergamo e dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo. Iniziative – mostre e convegni realizzate dalla Commissione Cultura e bandi di concorso • 8 ottobre 2004: Inaugurazione della nuova sede • 8 ottobre 2004 – 30 ottobre 2004: Architettura organica viva. Architetto Imre Makovecz In occasione dell’inaugurazione della nuova sede si è presentata anche la mostra dell’arch. Imre Makovecz con il patrocinio della Provincia di Bergamo, Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, il Comune di Bergamo, l’Accademia delle Belle Arti di Macerata e l’Accademia d’Ungheria di Roma e con il contributo Trend. La mostra è stata introdotta dal prof. Fronçois Burkhardt e successivamente presentata dalla professoressa Maria Antonietta Crippa. L’Architettura organica viva, trae spunto e confronto con il filone organico internazionale che va da F. L. Wright ad Antoni Gaudì, da Scharoun fino anche ai grandi scheletri di Calatrava, “Io credo” ha scritto Makovecz nel 1985 “che l’inten-
zione originale della nostra architettura era di creare una connessione architettonica tra terra e cielo, una connessione che illumini ed esprima il movimento e la posizione dell’uomo”. • 2 dicembre 2004 – 23 dicembre 2004: Architettura e Ideologia 1930 – 1945 La mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative culturali organizzata dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Bergamo con il patrocinio concesso dalla Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, dalla Provincia di Bergamo, dal Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e con il contributo di Assolati, Prefabbricati Moioli, Ferri Nardi S.r.l. e Stamperia Stefanoni. La mostra si è tenuta presso la nuova sede dell’Ordine di Bergamo. Dal 13 al 26 febbraio 2005 la stessa mostra è stata riproposta dalla Città di Magenta e dal Proloco Magenta alla Casa Giacobbe di Magenta. • 14 maggio 2005 – 18 giugno 2005: Memorie dei luoghi di Andrea Costa La mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative culturali organizzata dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo con il patrocinio concesso dalla Provincia di Bergamo, dal Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. La mostra si è tenuta presso la nuova sede dell’Ordine di Bergamo. • 21 maggio – 05 giugno 2005: Arte e Architettura. Salvatore Saponaro e Leone Lodi scultori tra gli architetti del Novecento Lombardo Mostra organizzata dalla Commissione Cultura dell’Ordine c/o lo spazio espositivo dell’ex Ateneo (Città Alta) sulla figura e l’arte di Leone Lodi. Fiera Edile di Bergamo 3 marzo 2005 – 6 marzo 2005: EDIL 2005. Architetti in Fiera Su proposta della Commissione Cultura e Concorsi e con la collaborazione della Commissione Giovani, l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo ha partecipato a EDIL 2005 in collaborazione con l’Ente Fiera Promoberg della
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Due manifesti di alcune iniziative realizzate dalla Commissione Cultura.
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo e con il patrocinio della Provincia di Bergamo – Assessorato alla Cultura. Per l’occasione è stato allestito uno stand nel quale è stato proposto il tema Il cosmo è similitudine dell’uomo, che è come il sole, come il vento, come il fiume (cit. da A. Bonora, Qohelet, la gioia e la fatica di vivere, Queriniana 1987 p. 52). Il manifesto e l’allestimento dello stand elaborano questo tema attraverso la scomposizione/suddivisione di alcune parole riferite a concetti universali e che nella ricomposizione-giustapposizione ne creano altri; ciò rimanda al continuo operare, rinnovare ed innovare proprio dell’attività in architettura. L’elemento circolare, che circoscrive l’uomo, riprende il tema del divenire della storia e delle cose che l’uomo costruisce e che ad essa consegna e riconsegna, in alternanza di fatica e gioia. A pavimento è rappresentata la Terra. All’interno dello stand è stato distribuito un pieghevole che promuoveva la professione dell’architetto e l’architettura oltre ad un gadget: “Scalimetro”. Inoltre, in collaborazione con l’Ente Fiera Promoberg è stato indetto il 3° Premio di Architettura alla Fiera EDIL 2005 riservato agli espositori assegnato al miglior allestimento, prodotto o proposta innovativa in edilizia. Il premio consegnato è una riedizione dell’opera polimaterica di design, con la rielaborazione dell’uomo vitruviano nella versione leonardesca quale simbolo del cosmo, dell’uomo e dell’architettura. Il Premio è stato consegnato a: Baisotti Legnami srl di Medolago per l’allestimento dello stand con materiale ligneo e per il messaggio di rispetto dell’ambiente trasmesso al pubblico.
Viaggi studio e visite guidate • 29 settembre 2004: Modena – Bologna. Duomo di Modena e CERSAIE di Bologna Programma viaggio: Modena: visita guidata al Duomo; Bologna: Cersaie visita allo stand Trend. • 22 ottobre 2004: Venezia. 9 a Biennale – mostra Internazionale di Architettura Programma viaggio: visita alla Fornace Orsoni – Mosaici; visita alla Biennale di Venezia. Mostre organizzate da altri Enti • 13 novembre 2004 – 3 aprile 2005: Giovan Battista Moroni. Lo sguardo sulla realtà (1560-1579). Museo diocesano A. Bernareggi Mostra tenuta in Città Alta. • 18 marzo 2005: Primo Premio Nazionale “I Sagrati d’Italia” Roma, Palazzo della Cancelleria Apostolica – Sala dei 100 giorni È un’iniziativa del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (C.N.A.P.P.C.), realizzata in collaborazione con la rivista “Chiesa oggi: architettura e comunicazione” Di Baio Editore.
Movimento iscritti Iscrizioni dal 13 maggio 2004 al 19 maggio 2005 • Iscritti nella Sezione A Settore a – architettura Remo Capitanio, Elena Capuzzo, Serena Carminati, Samuele
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Manzoli, Francesco Milesi, Elena Mogni, Angela Schiavi, Luca Serra, Maura Sesini, Claudio Gabriel Balbi, Barbara Crotti, Virginia Ghisalberti, Ken Alessandro Tani, Edda Trapletti, Francesca Adami, Linda Albinati, Raffaello Bonaldi, Giuseppe Donati, Marco Ghiggini, Massimo Ghislandi, Gianpietro Gualdi, Giuseppe Gualdi, Andrea Magnati, Anna Marini, Nives Mostosi, Luca Scaburri, Cristina Benedetti, Christian Galli, Rossano Gallizioli, Massimo Magnaghi, Annalisa Masoni, Andrea Olivotto, Alessandra Delfina Orsola Pellegrini, Roberto Angiolino Zanoletti, Michele Giavarini, Ivan Aceti, Fabio Baldelli, Marco Benedetti, Mirko Cavadini, Stefania Ceruti, Simone Crippa, Simona Teha Ferrari, Francesca Maria Frigerio, Silvia Guadagni, Ivana Lacagnina, Flavio Marzetti, Paolo Masotti, David Moriggia, Michela Rosano, Nadia Salvi, Filippo Tresoldi,Franca Bertagnolli, Angelo Bertasa, Erika Bonzanni, Laura Busetti, Sara Castelletti, Arturo Consoli, Claudio Crevena, Federico Gianati, Michela Paris, Giovanna Placenza, Stefania Rossetti, Daniele Steiner, Daniela Tedeschi, Caterina Tedesco, Mario Bastianelli, Maria Boni, Raffaele Cambianica, Danilo Cattaneo, Marina Chialastri, Stefano Grisenti, Elide Molinai, Emanuele Rossi, Diana Scudeletti, Marco Signanini, Manuela Vecera, Serena Volpi, Roberto Colleghi, Fabio Bettosti, Matteo Casali, Denise Falgari, Silvio Falconi, Mario Arnoldi, Simona Sai, Marco De Trizio, Sara Zenti, Federica Bigoni, Stefano Scotti, Valeria Federica Sangalli, Giuseppe Gaverini, Raffaella Bovini, Francesca Maria Colombo, Laura Di Bella, Matteo Intra, Silvio Terzi, Ernico Trivini Bellini • Iscritti nella Sezione A Settore b – pianificazione territoriale Francesca Balbo, Chiara Crespi, Mauro Rota, Matteo Bani, Marco Maria Maridati, Giorgio Giuseppe Asperti, Paola Donadoni • Iscritti nella Sezione B Settore a – architettura Carolina Ternullo, Marco Valerio Curioni • Iscritti nella Sezione B Settore b – pianificazione Manuel Amboni, Laura Lebbolo • Iscritti per trasferimento nella Sezione A Settore a – architettura Marco Agliardi, Francesco Lardino, Cristiano Panzeri, Antonella Luisi, Roberto Canotti Cancellazioni dal 13 maggio 2004 al 19 maggio 2005 • Cancellati per dimissioni Sezione A Settore a – architettura Gabriella Striccoli, Maurizio Carrara, Ezio Bordoni, Lucia Simona Morino, Paolo Lussana, Benvenuto Acerbis, Stefania Fumagalli, Michele Boschi, Alberto Baroni, Maria Michela Lombardi, Teresa Arslan, Luciana Susani • Cancellati per trasferimento Sezione A Settore a – architettura Chiara Passera, Rosario Rizzo, Maria Giuditta Losa
• Cancellati per decesso Sezione A Settore a – architettura Guido Isella, Davide Cangelli, Alessandro Bagini, Adolfo Ragionieri, Mauro D’Antoni
Brescia a cura di Laura Dalè e Paola Tonelli
Riportiamo qui di seguito alcuni stralci significativi della relazione annuale, del Novembre 2004, sull’attività dell’Ordine, avendo privilegiato li temi ed i problemi che sono emersi durante l’anno. P. T.
L’attività dell’Ordine nel 2004 Tutela della professione L’Ordine di Brescia, secondo i propri compiti istituzionali, è impegnato nella tutela della professione in una prospettiva di garanzia dei fruitori del pubblico servizio svolto dagli iscritti all’albo. L’anno in corso si è caratterizzato per una certa tranquillità nella materia. Sono sorti alcuni casi di abuso di competenze professionali da parte di tecnici non laureati nella progettazione d’opere in cemento armato. Segnaliamo la recente sentenza del Tar di Brescia, n. 925/2004 e pubblicata il 28 agosto 2004, riguardante la tutela del progetto di architettura e la competenza del Direttore dei Lavori. In tale sentenza emerge, pur ribadendo che sussiste una sostanziale equiparazione tra il titolo di Architetto e quello di Ingegnere civile, che tale assimilazione “…deve segnare il passo là dove una specifica normativa prescriva l’intervento di una distinta competenza, come ricorre nel caso degli immobili che presentano, come nella specie, interesse storico ed artistico. Ed infatti, “i progetti di opere da realizzare su beni immobili sottoposti a vincolo storico ed artistico ai sensi della L. 1.6.1939, n. 1989, sono di competenza esclusiva degli architetti, con esclusione degli ingegneri (e dei geometri) a norma dell’Art. 52, 2° comma del R.D. 23.10.1925, n. 2537, non valendo a negare la suddetta riserva di competenza tecnica la sopravvenuta equiparazione tra le due professioni ad opera del D.Lgs. 27. 1.1992, n. 129”. Inoltre, nella sentenza emerge che gli indirizzi e i criteri riportati dal progetto preliminare che sono stati disattesi nelle successive fasi di progettazione danno luogo all’illegittimità degli atti di approvazione del progetto definitivo ed esecutivo.
Rapporti con il Consiglio Nazionale Architetti e Inarcassa Con il Consiglio Nazionale Architetti intercorrono frequenti e normali rapporti di comunicazione per la soluzione di problemi specifici inerenti tematiche normative e alla gestione dell’Ordine. Il perdurare dell’incertezza in attesa delle nuove elezioni ha determinato forse l’affievolimento temporaneo dell’attività delle commissioni tematiche di rappresentanti degli ordini provinciali presso il Consiglio Nazionale. Per quanto riguarda Inarcassa sussiste un buon rapporto di cooperazione tramite il delegato provinciale, che ci fa parte delle principali preoccupazioni dell’ente, motivate da una crescita elevata dei pensionamenti d’anzianità, tali da prosciugare le risorse per i futuri pensionati. Non possiamo che riaffermare la nostra disponibilità a collaborare con Inarcassa sia per una migliore erogazione dei servizi, quanto per la prevenzione di eventuali abusi. Rapporti con gli Enti Territoriali L’Ordine con i vari dipartimenti interagisce con molte pubbliche amministrazioni per questioni riguardanti la predisposizione di bandi d’incarico, di concorsi, di calcolo delle parcelle, di richiesta di terne, di pareri tecnici. Frequenti e improntati a massima cordialità sono stati i rapporti con il Comune di Brescia, che, anche sotto la nostra richiesta, negli ultimi anni ha dato luogo ad alcune importanti iniziative concorsuali. Abbiamo seguito le alterne vicende del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, senza tuttavia pervenire ad esprimere un parere formale.
Proficui sono stati pure i rapporti con l’Amministrazione Provinciale, con la quale abbiamo in corso alcune iniziative di carattere formativo di un certo interesse. La Commissione Catasto Territorio, emanazione dell’Osservatorio Fiscale presso la Camera di Commercio di Brescia, ha continuato, come negli anni scorsi, l’opera di armonizzazione tra le esigenze espresse dagli Enti Locali, dall’Amministrazione Finanziaria e dagli Ordini Professionali bresciani. In particolare, dopo aver affrontato e risolto problematiche organizzative relative all’accesso ed alla fruizione, da parte dei Professionisti, dei servizi che l’Amministrazione Finanziaria offre attraverso l’Agenzia del Territorio di Brescia, ha focalizzato la sua attività sull’imminente passaggio della gestione delle attività catastali ai Comuni, in accordo con i disposti legislativi. Commissione interprofessionale bandi Attiva e proficua si è dimostrata la commissione interprofessionale composta dai rappresentanti degli Ordini e Collegi provinciali (architetti, ingegneri e periti industriali) presso l’Ordine degli Ingegneri, per verificare la correttezza, da parte degli enti pubblici, nella formulazioni degli avvisi e dei bandi d’incarico professionale nonché l’applicazione delle nuove tariffe per opere pubbliche. La commissione si è riunita dall’inizio dell’anno ben 22 volte esaminando 61 bandi. La commissione interprofessionale sta dimostrando compattezza nonostante le specifiche competenze professionali e autorevolezza negli interventi, tanto da infastidire in certi casi i tecnici degli enti locali che concepiscono i nostri interventi non con spirito collaborativo per una migliore e trasparente applicazione delle leggi sui lavori pubblici, ma come un’indebita intrusione nello svolgimento delle loro funzioni rivolta solo per tutelare i liberi professionisti. Da rilevare, comunque, che gli enti pubblici permangono restii ad inviarci preventivamente i bandi per la verifica, soprattutto quelli al di sotto dei 100.000 euro, molti sono pervenuti, anche attraverso le segnalazioni di nostri colleghi, e si è intervenuto nei vari casi con puntuali osservazioni. Invece tutti i bandi al di sopra dei 100.000 euro emanati a tutt’oggi, essendo per legge obbligatoria la loro divulgazione, sono stati esaminati ed in molti casi si è intervenuto con richieste di correzione con precise osservazioni stese dal consulente legale. In taluni casi, vista la resistenza degli enti pubblici a produrci spontaneamente quanto richiedevamo per poter valutare correttamente il bando ed il successivo incarico, siamo stati costretti a richiedere l’accesso agli atti come ci consente la legge. Dall’analisi di questi atti, purtroppo, denotiamo una costante infrazione da parte degli enti locali nell’applicazione della legislazione sui lavori pubblici con procedimenti poco trasparenti, specialmente negli incarichi fiduciari sotto la soglia dei 100.000 euro.
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Deontologia Nell’anno in corso sono pervenute non poche segnalazioni di scorrettezze deontologiche, che riguardano, nella maggior parte dei casi: • conflittualità con i committenti; • conflittualità tra colleghi; • violazione delle normative (in questo caso, soprattutto nell’anno che sta passando, dobbiamo registrare un’inversione di tendenza. Infatti stanno aumentando, in modo considerevole, le segnalazioni da parte dei Comuni circa la violazione dell’Art. 29 del DPR 380/2001); • tariffe (qualche raro caso segnalato di notule inferiori ai minimi, concluso con lettera di esortazione ad un comportamento più attento. Si rileva che però il problema si sta acuendo con il diffondersi delle gare per l’affidamento incarichi di progettazione, che inducono i professionisti a sconti. La partecipazione alle giurie di valutazione di alcuni consiglieri ci ha reso consapevoli di alcune tecniche di elusione dei minimi tariffari. Le amministrazioni tendono a collocare nella categoria di “prestazioni accessorie”, non soggette ai minimi di tariffa, segmenti di progettazione importanti. Si invitano i colleghi al pieno rispetto dei minimi tariffari e, semmai, in caso di richiesta di riduzione dei corrispettivi di ridurre le prestazioni); • mancato pagamento quota d’iscrizione.
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In tre casi siamo intervenuti con puntuali denuncia all’Autorità di Vigilanza e stiamo aspettando gli esiti degli accertamenti. Commissione concorsi Nel corso dell’anno la Commissione, proseguendo il lavoro di analisi dei bandi inviati e proponendosi quale consulente a favore di enti pubblici, ha partecipato al “Corso di programmatori di concorsi” tenutosi presso la Consulta con cinque rappresentanti (M. Mento, D. Marini, A. Rossi, G. Senco, G. Tavelli), di cui tre membri della Commissione e due del Consiglio Direttivo. Le indicazioni derivanti dal corso saranno oggetto di discussione in occasione della una giornata-incontro, rivolta specificatamente agli enti pubblici, relativamente al tema in oggetto, in corso di preparazione e prevista nel mese di marzo 2005. Obiettivo principe dell’incontro è la divulgazione di metodi, strumenti e strategie nell’uso dei concorsi in riferimento alla legislazione vigente. Il convegno rappresenterà anche l’occasione per ripercorrere l’esperienza concorsuale a Brescia e Provincia dal 1994 ad oggi, esperienza che troverà spazio all’interno di una pubblicazione. Dipartimento cultura e formazione Anche quest’anno è proseguita l’attività dell’Ordine in materia di aggiornamento professionale, dando luogo, tra l’altro, a due corsi di formazione, organizzati in concomitanza con le sessioni per l’esame di abilitazione professionale. Grazie alla collaborazione di alcuni colleghi, sono state svolte comunicazioni ed esercitazioni sulle principali tematiche afferenti l’esercizio della nostra attività. Con la sessione autunnale, il Consiglio ha deliberato di avvalersi del contributo del Gruppo Giovani Architetti, per l’organizzazione di tali corsi, al fine di consolidare la collaborazione con l’associazione ed offrire ai colleghi più giovani un servizio meglio rispondente alle loro esigenze. L’Ordine ha organizzato o ha in corso di organizzazione i seguenti corsi: • corso di formazione alla professione di architetto 22° e 23°; • corso di perfezionamento in Restauro Architettonico; • corso 818/84; • corso di formazione per tecnici comunali bresciani sul P.T.C.P. di Brescia, promosso dalla Provincia di Brescia e gestito da Cultura Imprenditiva pscarl; • corsi brevi sulle seguenti tematiche: il nuovo Piano di Sicurezza e Coordinamento, i Costi della Sicurezza nel PSC, la sicurezza nella Scuola, gli appalti e la sicurezza in base al D.Lgs. 626/94; • corsi indiretti: corso di formazione avanzato per progettisti e operatore del settore turistico, ristorazione ed alberghiero organizzato con la provincia di Brescia e Machina Lonati Institute; • corsi di insegnamento “Fashion Marketing Manager”, “Fashion Techonology Designer” e “Industrial Designer”, organizzati per il biennio 2004/2006. Tra le iniziative future si registra:
• corso sulla normativa antisismica – organizzatori Edmondo Andreoli e Stefano Staro per conto dell’Ordine, i quali hanno partecipato, come delegati dell’Ordine, nel mese di settembre e novembre ad una serie di incontri, tenutisi rispettivamente a Milano ed a Roma, organizzati dal Dipartimento Protezione Civile con accordo di collaborazione con il C.N.A.P.P.C., il 24° ed il 25° corso di formazione alla professione di architetto. Conferenze e manifestazioni Nel corso di quest’anno sono state organizzate direttamente o patrocinate, varie conferenze, tra cui: • corso di perfezionamento in “Architettura Ecosostenibile e la procedura di qualità ambientale Geo-Bio” organizzato da Studio di Bioarchitettura Geobiologica e Medicina dell’habitat; • convegno “La funzione delle piazze storiche oggi” organizzato da Lega Ambiente sez. di Brescia; • convegno “Progettare con il vetro e l’alluminio” organizzato da Alu-K; • ciclo di convegni organizzati da Gruppo Restaurea; • convegno nazionale “Nuovo Codice Beni Culturali” organizzato dalla Provincia di Brescia; • incontro su “Gaudì e progettazione luoghi di culto” organizzato dall’Associazione Città ed Europa; • manifestazione fieristica “Strabilia” organizzata dal Centro Fiera del Garda di Montichiari in collaborazione con SineMora; • convegno “Qualità del costruire con tecniche e materiali biocompatibili” organizzato da Edicom edizioni; • iniziative varie riguardanti la Fiera dell’edilizia, XI Conferenza Internazionale “Vivere e camminare in città”; • convegno “Spazi e risorse per la scuola del domani” organizzato dal Settore LL.PP. della Provincia di Brescia; • convegno “Case ecosostenibili” e “Case silenziose” organizzati da ANIT; • convegno “Soluzioni Tetto” organizzato da Velux Italia, Eraclit e Sarnafil; • seminario tecnico “Tecnologie innovative e risparmio energetico: il ruolo delle coperture” organizzato da Brianza Plastica Spa; • corso di formazione riguardante il PVC organizzato da PVC di Milano; • convegno “Bioarchitettura e risanamento” organizzato da Fassa Bortolo; • convegno indetto dal Comune di Brescia e dagli altri Ordini e Collegi provinciali sul tema “Regolamento Edilizia Sostenibile”; • seminario di aggiornamento, organizzato da Isfor 2000 sul tema “Regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri temporanei e mobili”. L’Ordine ha, inoltre, aderito all’annuale “Giornata di orientamento scolastico e professionale”. La programmazione e l’organizzazione generale della manifestazione è stata curata dall’Amministrazione del Comune
Prospettive Anche quest’anno consegniamo agli iscritti un Ordine in buona salute. Le finanze sono in ordine. Abbiamo una delle quote d’iscrizione più basse d’Italia ed un’erogazione di servizi tra le migliori. L’accantonamento per la nuova sede ci consente un buon margine di sicurezza finanziaria davanti alle eventualità che si possono presentare. Le prospettive future, al di là dei risultati della prossima consultazione elettorale, vedono l’Ordine impegnato per il prossimo anno e per quelli successivi, secondo degli indirizzi ormai tracciati e consolidati. Riorganizzazione e rilancio dell’Ordine ai sensi del DPR 328/01 Il Decreto 328/01 sta progressivamente trovando applicazione, anche se continuano ad evidenziarsi nuove difficoltà applicative. Un problema, che doveva essere tecnicamente assai facile, riguarda la regolamentazione delle elezioni. Il Decreto 328/01 prevedeva come norma transitoria la conferma in carica dei Consigli fino alla redazione del nuovo regolamento elettorale e comunque non oltre il 30 giugno 2004. Ebbene, sono trascorsi due anni e mezzo e il regolamento non è stato emanato. È circolata una bozza ministeriale che si suppone e si spera debba essere approvata entro l’anno in corso per dar modo di organizzare le elezioni degli Ordini provinciali entro gennaio e degli Ordini nazionali entro febbraio. Le novità, almeno secondo l’ultima bozza ministeriale pervenuta, non saranno molte. È prevista una durata quadriennale dei Consigli provinciali e quinquennali per quelli nazionali. La scheda elettorale dovrà contenere, a pena di annullamento, un numero di voti uguale a quelli dei consiglieri: nel nostro caso quindici. Nei Consigli saranno riservati dei posti ai triennali in proporzione al loro peso numerico: nel nostro caso un posto. Le candidature dovranno essere espresse ufficialmente entro una settimana dal voto. Tutti i colleghi, anche dei diversi settori e sezioni, hanno uguale capacità di voto. Solo membri quinquennali possono essere eletti alla carica di presidente. Le figure dei Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori restano per ora numericamente assai minoritarie, anche se all’esterno la denominazione comune sta determinando confusioni di competenze. Sul fronte delle leggi di riforma degli Ordini la situazione è sempre in fase di stallo, a meno di novità che il presidente del Consiglio Nazionale potrebbe portarci in occasione dell’assemblea.
Per quanto riguarda la scala provinciale, si tratta, di investire, con uno sforzo coordinato degli Ordini lombardi, il massimo di risorse di monitoraggio e di pressione sull’amministrazione regionale, perché è a quel livello che, per conseguenza delle recenti innovazioni legislative (Art. 117 Cost.), si situa uno scenario incerto, nel contesto della legislazione concorrente proprio in materia di professioni e di ricerca scientifica. Iscrizioni Il numero degli iscritti all’Albo provinciale, al 30 ottobre, è di 1.828, di cui 1.812 architetti, 1 conservatore, 8 pianificatori e 7 architetti iunior.
Como a cura di Roberta Fasola
Eventi svolti nel periodo maggio 2004 – maggio 2005 Le attività presenti e future dell’Ordine sono da sempre improntate alla volontà di creare momenti di reciproca collaborazione tra gli iscritti, attraverso lo scambio e il confronto di informazioni ed esperienze. Da ciò nascono le varie iniziative attuate, caratterizzate da un ampio respiro culturale e sociale. Di seguito sono raccolti gli spunti e le sintesi degli eventi organizzati dal nostro Ordine nel corso di quest’anno. La Biennale di Architettura – Venezia 2005. L’Ordine come sostenitore attivo Patrocinio Culturale, inaugurazione evento: settembre 2004. La Mostra Internazionale di Architettura Metamorph, diretta da Kurt W. Forster, della Biennale di Venezia ha affrontato i cambiamenti fondamentali in atto nell’architettura contemporanea, sia nel campo della teoria e della pratica progettuale, che nell’uso di nuove tecnologie costruttive. L’Ordine degli Architetti di Como è presente per la prima volta alla rassegna veneziana; all’interno del Padiglione Italia, nella sezione intitolata Notizie dall’interno, a cura di Mirko Zardini, due giovani esponenti dell’architettura e dell’arte comasca: Paolo Brambilla e Andrea Sala. Ciò rileva la presenza di un percorso culturale in cui l’indagine conoscitiva non è solamente indirizzata all’analisi e all’approfondimento delle più moderne esperienze progettuali e delle nuove generazioni d’architetti ma anche al rapporto tra arte ed architettura. L’evento è stato completato da un viaggio-studio nel periodo 16 – 17 ottobre 2004, con sosta a Vicenza per visitare le mostre Terragni per Margherita Sarfatti e L’architettura di Carlo Scarpa.
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di Brescia in collaborazione con altri organismi impegnati nel mondo della scuola e del lavoro. Tutte le scuole superiori cittadine ed anche alcune della Provincia hanno aderito con la partecipazione di numerose classi degli ultimi anni. Ha inoltre partecipato al seminario “Una casa per ogni tempo”, organizzato da Fondazione Cogeme.
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Prospettive di architettura Presentazione del libro e conferenza dell’arch. Marco Castelletti: concorsi 1984/2004. Questa edizione del premio e del relativo libro/catalogo, è stata dedicata all’attività concorsuale dei giovani architetti under 40, con l’intento di raccogliere la ricchezza profusa dai giovani colleghi nelle loro partecipazioni ai concorsi di architettura – dall’ambito locale a quello internazionale – favorendone la diffusione a livello di dibattito architettonico e mettendo in risalto il ruolo dei giovani architetti nel fare architettura. L’iniziativa è stata completata da una conferenza tenuta dall’arch. Marco Castelletti, sulla base della sua esperienza con lo strumento concorso, per evidenziare le problematicità e le positività della “seconda fase”, ovvero la realizzazione delle idee. Giuseppe Terragni – la città razionalista: il concorso per il Piano regolatore della città di Como 1933/34 – 2004 Mostra presso Casa Cattaneo di Cernobbio (Co), 15- 25 maggio 2005. Presentazione del catalogo della mostra, conferenza del prof. arch. Giancarlo Consonni “C.M. 8 e 5 CM: le regole e la visione nei progetti urbani dei razionalisti comaschi”, 25 maggio 2004. L’iniziativa promossa dal Comune di Como, dall’Ordine degli Architetti della provincia di Como e dall’Archivio Cesare Cattaneo ha inteso portare un contributo (documentale e di progetto) utile alla conoscenza della “città razionalista” e del vasto ed articolato insieme di figure e progetti che hanno alimentato la stagione del razionalismo comasco, aprendo il campo a molteplici riflessioni intorno al ruolo e al legame assunto dai protagonisti di tale momento urbanistico. Su tale fronte il contributo degli studi condotti da Enrico Mantero segna il solco culturale entro cui l’iniziativa si colloca nel tentativo di decodificare “Il lessico urbano di Giuseppe Terragni”. La finalità cardine dell’iniziativa è cercare nuovi spunti di ricerca e di progetto attraverso l’esposizione dei materiali di piano elaborati dal gruppo C.M.8, del piano Regolatore del 1937, che ne è esito diretto, ed elaborato dal Comune di Como, e di un insieme di documenti progettuali, elaborati da Cesare Cattaneo e Giuseppe Terragni, nel solco degli studi condotti sulla costruzione di Como quale “città razionale”. La costruzione della città: Como 1933 – 1937 (evento celebrativo del centenario della nascita di Giuseppe Terragni) Mostra presso la Pinacoteca Civica di Como, 21 ottobre 2004 – 30 gennaio 2005. Conferenza del prof. arch. Augusto Cagnardi presso Asilo Sant’Elia (Co), 26 novembre 2004 Conferenza di Presentazione del libro La Costruzione della Città 1933-37 presso Asilo Sant’Elia (Co), 11 Dicembre 2004.
L’esposizione, curata dall’arch. Chiara Rostagno, è stata voluta dal Comune di Como con l’Ordine degli Architetti (che ne ha curato l’allestimento), il Collegio delle Imprese e la Camera di Commercio. La mostra si snoda attraverso tre percorsi documentari eterogenei (documenti di progetto, fotografici ed audiovisivi). Questa pone attenzione su due questioni cruciali: da un lato il fatto che il concorso per lo studio di massima del P.R.G. della città abbia segnato un passaggio fondamentale nella cultura urbanistica del ‘900 e abbia aperto un processo d’elaborazione urbanistica che avrà esito nel Piano approvato nel 1937; dall’altro, insiste sulla costruzione della città di Como e intende rivolgere l’attenzione sul patrimonio d’architettura che tale momento urbanistico ha determinato, con particolare riguardo per la costruzione dei quartieri di Camerlata, Tavernola, Monte Olimpino e Lora. Oltre Terragni. La cultura del razionalismo a Como negli anni Trenta (evento celebrativo del centenario della nascita di Giuseppe Terragni) A cura degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Como, e dell’Associazione “La Stecca” di Como. Conferenza di presentazione tenuta dagli autori Fabio Cani e Chiara Rostagno, 14 dicembre 2004. Una pubblicazione in grado di misurarsi sul tema del razionalismo comasco che ripercorre un momento storico delineato attraverso le sue personalità storiche più conosciute, ma che tuttavia necessitava di un’indagine più “minuta”, capace di cogliere quello scenario minore, intellettuale e culturale, che contestualizza, e in un certo senso, motiva la storia più nota. Ed è proprio grazie a questa ricostruzione storica e socio-culturale della città, nonché di quella “disciplinare” dell’architettura, che si possono trovare utili chiavi di lettura della contemporaneità, attraverso una riflessione sulla questione della qualità del progetto e sulla sempre più forte attuale necessità di integrazione tra cultura, ricerca e professione. Premio Maestri Comacini 2003 Premiazione, inaugurazione mostra e presentazione del catalogo. La sesta edizione del premio nazionale “Maestri Comacini” testimonia la bontà del lavoro svolto in questi ultimi anni, sostenendo cosi la scelta operata dagli Ordini degli Architetti e Ingegneri di Como e del Collegio delle Imprese Edili, di continuare ad indire e promuovere un premio congiunto per premiare le nuove architetture costruite nella provincia di Como. A carattere biennale, l’iniziativa ha premiato le opere (imprese e progettisti insieme), divise in quattro categorie, realizzate sul territorio della provincia di Como e completate tra il 1° gennaio 2001 ed il 31 dicembre 2002. Organizzato dall’arch. Marco Vido (segretario dell’evento insieme agli architetti Franco Andreu e Gianfredo Mazzotta), se ne è voluto cogliere la ragione ed il significato: “Il senso del luogo muta e gene-
Corsi di aggiornamento professionale Otto incontri inerenti la deontologia, il progetto architettonico, i concorsi, l’urbanistica, gli appalti pubblici, i VV.FF e l’ASL, la tariffa professionale, 28 maggio 2005 – 25 giugno 2005. Il PTCP della Provincia di Como Documento di Osservazioni ed Indirizzi alle Line Guida del PTCP 21. Incontro/Dibattito con gli uffici Provinciali sul PTCP, 30 ottobre 2004. Festa d’estate – coordinamento Gruppo giovani provinciale Serata di presentazione dei programmi e raccolta fondi a favore dell’associazione OZANAM di Como per l’aiuto ai senza tetto della città, 22 luglio 2004. Acquaforte di Giuliano Collina, 2003 (incisa dall’autore e stampata in cento esemplari).
ra il fare del progetto, l’idea trova poi la materia; ordinare i luoghi, cogliere, modificare, restituire o reinventare, però sempre costruire, emozionare. Dare concretezza all’emozione; non sbalordire non urlare ma accompagnare, raccontare”. La giuria è composta da importanti architetti e ingegneri di livello nazionale ed è presieduta da Kurt W. Forster. La Legge Regionale 12/05 sul governo del territorio. Il Documento di Piano: strumento strategico e di programmazione Incontro inerente il “Documento di Piano” – Politecnico di Como, 13 aprile 2005. Incontro inerente la “Valutazione Ambientale” – Lariofiere Erba (Co), 24 maggio 2005. L’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Como, l’Agenzia Speciale della Camera di Commercio di Como IFAC, l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Como e la Consulta Regionale Lombarda degli Architetti, hanno
Attività periodo maggio 2005 – dicembre 2005 Il presente documento rappresenta un programma parziale in corso di approfondimento per altri aspetti e che, in prima battuta, sta affrontando i seguenti temi: Viaggio studio 2005: Portogallo, ottobre 2005 Conferenze: • arch. Nunes, 16 giugno 2005; • arch. Rocha, 30 giugno 2005; • arch. Byrne, 30 settembre 2005. Videoproiezione del film “Lisbon Story”, 22 settembre 2005. Convegni Legge Governo del Territorio L.R. 12/2005 Incontro inerente l’“Osservatorio dei PGT”, novembredicembre 2005. Premio Maestri Comacini 2005 Mostra e presentazione del catalogo, novembre 2005.
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organizzato un incontro/dibattito, avente come tema la nuova L.R.12/2005 e le conseguenti applicazioni pratiche e l’evoluzione metodologica del fare urbanistica che questa apporterà nel lavoro quotidiano degli operatori del settore e dei comuni. L’evento è parte di un ciclo di tre appuntamenti indirizzati alla formazione di coloro che operano sul territorio, per meglio capire i rapporti fra la nuova legge urbanistica e la Pianificazione Comunale, il Piano Provinciale e il “progetto urbano” della città futura: momento di confronto fattivo e di dibattito costruttivo con la Regione Lombardia e l’Amministrazione provinciale di Como (la quale sta redigendo il suo Piano Territoriale di Coordinamento) prima, e momento di confronto con le amministrazioni comunali che dovranno invece attuare e gestire questa “rivoluzione” urbanistica poi.
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Corso di aggiornamento professionale Incontro inerente lo “Sportello Unico per le Attività Produttive”, settembre 2005. Il PTCP della provincia di Como Documento di osservazioni al PTCP adottato e incontrodibattito con gli Uffici provinciali, settembre-ottobre 2005. Il Consiglio
Cremona a cura di Massimo Masotti
Resoconto maggio 2004 – maggio 2005 L’attività dell’Ordine in quest’ultimo anno di lavoro è stata fortemente condizionata dall’incertezza sui tempi di rinnovo del Consiglio. A giugno dello scorso anno si pensava che entro il 2004 potessero svolgersi le elezioni, a condizione che il nuovo regolamento per l’elezione dei Consigli fosse approvato entro l’autunno dello stesso anno. Alla data del 31 dicembre 2004 il regolamento non era ancora stato licenziato dal Parlamento e i Consigli degli Ordini sono stati, di nuovo, tutti prorogati di altri sei mesi. Alla data di chiusura del presente articolo (giugno 2005) non sono ancora arrivate le disposizioni in merito alla rielezione dei Consigli. Questa premessa si è resa necessaria per spiegare
Vista del Duomo e del Torrazzo.
come sia stato difficile, nell’anno appena trascorso, programmare ed organizzare nuove iniziative come, invece, è stato fatto negli anni precedenti. L’Ordine, però, si è mosso ugualmente. Il maggio 2004 si era chiuso con due importanti momenti culturali: • gli incontri e la manifestazione “Scala 1/1”, tenutasi in S. Maria della Pietà a Cremona, in collaborazione con l’architetto Mario Cucinella; • “New Made in Italy: otto architetture parallele”, tenutasi a Crema, nel Centro Culturale S. Agostino. Nel settembre 2004 si è svolta un’importante conferenza dal tema “Gli edifici che non consumano energia: riflessioni ed esempi sul costruire sostenibile”. È stata un’interessante occasione per fare il punto sull’architettura bioecologica e per elaborare alcune riflessioni sulla sostenibilità del costruire ai nostri giorni. Sono intervenuti: l’arch. Emiliano Campari, presidente dell’O.A.P.P.C.; l’arch. Carlo Varoli, vicepresidente dell’O.A.P.P.C; l’arch. Marco Brambilla, presidente Archè Italia; l’arch. Bruno Vitali, responsabile dell’ufficio per il risparmio energetico del Canton Ticino; l’arch. ing. Peter Brack del Gruppo Associazione Svizzera per la costruzione Bioecologica. Un altro importante momento di riflessione è stato in occasione del convegno “La città nascosta: risorsa o problema per lo sviluppo?” tenutosi a Cremona, venerdì 11 febbraio 2005 presso il Museo Civico Ala Ponzone. Sono intervenuti: l’arch. Federica Fappani, coordinatrice Gruppo Interprofessionale; la prof. Luisa Pellegrini, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pavia; il prof. Sergio Lazzarini, della Facoltà di Giurisprudenza di Como; la dott. Cristina Ambrosini, della Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia; la dott. Lynn Passi Pitcher, direttore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; il dott. Paul Blockley, collaboratore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; la dott. Marina Volontè, conservatore della Sezione Archeologica del Museo Civico di Cremona; l’ing. Giuseppe Azzini, dirigente del Servizio reti dell’Azienda Energetica Municipalizzata; l’ing. Marco Pagliarini, direttore del Settore Lavori Pubblici del Comune di Cremona; l’arch. Eugenio Bettinelli, professore di Laboratorio di Costruzioni dell’architettura del Politecnico di Milano; l’arch. Michele De Crecchio, libero professionista. La città di Cremona ha un patrimonio archeologico che spesso entra in conflitto con le nuove esigenze di sviluppo. Un esempio su tutti: il parcheggio di piazza Marconi. Dal convegno sono emerse anche alcune novità in merito alle ipotesi di formazione della città antica: gli ultimi ritrovamenti inducono a rivedere le teorie finora elaborate. Un interessante stimolo per gli studiosi e un problema in più per gli amministratori. L’Ordine degli Architetti è stato promotore anche di altre importanti iniziative, organizzate dal Gruppo Interprofessionale, di cui l’Ordine fa parte.
M. M.
Lecco a cura di M. Elisabetta Ripamonti
Tempo di bilanci A poco meno di un mese dallo scadere della proroga del mandato, pur non conoscendo ancora tempi e modalità del rinnovo, è arrivato il momento di fare il consuntivo sull’attività svolta dal Consiglio in questi quattro anni. È stato sicuramente un periodo di transizione, caratterizzato da grandi novità, sulle quali probabilmente si fonderà il futuro dello stesso sistema ordinistico, messo in discussione da più parti ma che recentemente ha visto il suo pieno riconoscimento anche in sede europea. Il tanto dibattuto D.P.R. 328/2001 che ha regolamentato le modalità d’accesso alle libere professioni ha dato il via all’infinita, e tuttora in corso, vicenda delle modalità di governo degli Ordini. Alla figura tradizionale dell’architetto si sono aggiunte altre affini e la nuova denominazione della nostra istituzione è divenuta Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. A livello nazionale si è aperto il dibattito sulle innovazioni introdotte dal Testo Unico e dal Codice Urbani e a livello regionale lombardo dalla Legge 12/2005, la riforma del governo del territorio recentemente approvata e che ci vede in questi giorni impegnati nella sua non semplice lettura, interpretazione e divulgazione. Questi impegni tanto importanti e la gestione dei problemi quotidiani non ci hanno impedito di perseguire l’obiet-
tivo di fare dell’Ordine la casa comune degli architetti lecchesi, cercando di essere sempre più vicini agli iscritti. È stato redatto il nuovo albo, con le sezioni previste dal D.P.R. 328/2001, integrato da un cd che ogni quattro mesi esce con l’aggiornamento dell’elenco dei nuovi iscritti oltre a norme, leggi, decreti, modulistica di uso corrente e cataloghi tecnico-informativi che consentono di azzerare il costo dell’iniziativa. È stato avviato Notes, il giornale degli architetti lecchesi, che ha sostituito con veste editoriale appropriata e nuovi ricchi contenuti, il bollettino d’informazione dell’Ordine. Con gli ultimi due numeri, oltre a raggiungere gli apprezzabili risultati di qualità prefissati, si è attuato l’obiettivo di allargare questa pubblicazione all’Ordine degli Ingegneri, continuando la grande sinergia avviata con la costituzione dell’associazione fra i due Ordini professionali. Sono state organizzate mostre, conferenze sui nuovi compiti cui siamo chiamati, e in particolare sulle procedure di esame paesistico dei progetti e sull’analisi della cartografia tematica dei piani territoriali degli enti sovracomunali, Comunità montane e parchi, presenti sul nostro territorio. Il documento predisposto dal nostro Ordine relativo all’esame paesistico dei progetti è stato condiviso da tutti gli Ordini degli Architetti Lombardi e costituisce la base della faticosa trattativa in corso con la Giunta Regionale sullo specifico argomento. Molte iniziative sono state assunte in collaborazione con gli altri Ordini e Collegi dell’area tecnica dell’Associazione delle libere professione lecchesi, con la quale si è impegnati alla ricerca di un’idonea sede dove costituire la “casa delle professioni”. In occasione della redazione delle osservazioni alla variante del P.R.G. del Comune di Lecco, si sono aggiunti costruttori, API, commercianti, industriali e artigiani, costituendo un’occasione di lavoro comune di grande interesse anche per le prospettive che può avere. Siamo presenti nel direttivo della sezione locale di Agenda 21, alle cui iniziative diamo un importante contributo. Si è inoltre collaborato con le amministrazioni locali per la promozione e predisposizione dei concorsi di progettazione e di idee attivati sul territorio: i risultati dei più significativi sono stati inseriti nel dvd che la Consulta regionale ha presentato al Congresso nazionale di Bari dell’autunno 2003. È in corso una proficua collaborazione con la sezione locale dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, che ha tenuto un corso presso la nostra sede con la partecipazione di molti iscritti. Si sta lavorando per l’istituzione di una delegazione INU, Istituto Nazionale di Urbanistica, da attivare a Lecco nella sede dell’Ordine. Siamo presenti nella Consulta di prevenzioni incendi, che costituisce ormai un punto fisso di riferimento fra il Comando provinciale dei Vigili del fuoco e la realtà professionale lecchese.
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Per la formazione professionale è stato fatto un corso per la sicurezza cantieri ex D.Lgs 494 e uno per l’abilitazione dei tecnici alla L. 818; a questi si sono aggiunti due altri brevi corsi: uno sulla Valutazione di Impatto Ambientale e l’altro sulle costruzioni realizzate all’insegna del risparmio energetico e della tutela dell’ambiente e del clima (Casaclima). Gli altri incontri di aggiornamento professionale organizzati sono stati i seguenti: • incontro con il dott. Cavicchini sui contenuti della L. R. 12/2005 sul Governo del Territorio; • incontro con la Guardia di Finanza: “Tutela del contribuente nei rapporti con l’amministrazione finanziaria. Diritti e doveri dei contribuenti in caso di controllo”; • incontro sulle tematiche “Consulenti Tecnici d’Ufficio del Tribunale”; • incontro con la Provincia di Cremona sul tema “Le modalità operative e di gestione del P.T.C.P. di Cremona, urbanistica, rete ecologica provinciale, valutazione ambientale strategica”.
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Accanto a queste iniziative si è svolta la quotidiana attività istituzionale, di cui in particolare cito quella relativa alla liquidazione delle parcelle, ringraziando tutta la commissione per l’egregio lavoro svolto, e quella della commissione disciplinare, chiamata purtroppo spesso ad intervenire a seguito di segnalazioni di violazione del codice di comportamento deontologico, sia nei confronti di colleghi che di committenti e istituzioni. Si è recentemente tenuto il corso per l’eliminazione delle barriere architettoniche e sono in fase di ultimazione il corso base e quello di aggiornamento per esperti ambientali, mentre per il prossimo autunno è programmato quello per la preparazione di esperti del processo di sicurezza dei cantieri. Stiamo anche pensando di migliorare i servizi offerti dai nostri consulenti legale e fiscale, anche riferendoli a specifici casi personali, previa corresponsione di un modesto addebito al singolo iscritto. È attiva da tempo la quotidiana pubblicizzazione mediante posta elettronica dell’attività ordinaria e delle manifestazioni e dei concorsi che si svolgono sul territorio regionale e nazionale. Sono però ancora tanti i colleghi che non utilizzano questo strumento di comunicazione in tempo reale, così che nell’ultima assemblea si è prospettato di incentivarne l’uso anche con riduzioni della quota associativa giustificate dai risparmi sul costo della posta ordinaria. Con la Consulta Regionale si sono attivate interessanti convenzioni relative a contratti di telefonia mobile e fissa e per l’assicurazione dei rischi professionali. Sono stati stampati i nuovi tesserini di riconoscimento che, come previsto dalla legislazione vigente, hanno lo stesso valore legale della carta d’identità. Per quanto attiene alle manifestazioni culturali, si sta avviando, in sinergia con il locale Polo regionale del Politecnico e altri istituti universitari, la ricerca sul Novecento lombardo del lecchese, iniziativa che ci vedrà impegnati prossimamente nell’organizzazione di una mostra specifica riguardante l’Architettura di questo periodo nel nostro territorio, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Provincia e con l’Associazione di Promozione turistica lecchese con cui è stato siglato un protocollo d’intesa per la diffusione della conoscenza anche ad uso turistico dell’architettura locale. È in corso la programmazione con l’associazione degli artigiani e commercianti di mobili, di un viaggio di studi in Svizzera e Francia, avente come mete il Vitra Museum di Weil am Rhein presso Basilea e la cappella di Notre Dame du Haut a Ronchamp. Tutte queste iniziative sono frutto di intensa sinergia oltre che con l’Associazione delle libere professione lecchesi, di enti, associazioni ed istituzioni che hanno permesso al nostro Ordine di essere conosciuto ed apprezzato non solo a livello locale ma anche regionale e nazionale. Con l’Associazione degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Lecco si è aderito come soci fondatori alla
costituzione della sezione italiana dell’IAI, International Alliance for Interoperability, che si occupa dell’unificazione dei linguaggi informatici a supporto della progettazione e con cui si sta organizzando un convegno per far conoscere i vantaggi pratici per gli iscritti derivanti da questa importante partecipazione. Molto ritengo sia stato fatto ma c’è ancora tanto da fare, superando difficoltà e diffidenze e confidando nell’allargamento della partecipazione di tutti gli iscritti. Al futuro Consiglio auguro un proficuo lavoro che possa contribuire a portare sempre più gli architetti lecchesi al centro del dibattito in corso sulla trasformazione del nostro territorio: non più disposti a subire decisioni che hanno visto troppo spesso disattenti proprio coloro che le debbono assumere e gestire, ma pronti a collaborare all’ambizioso progetto di coinvolgere tutte le altre realtà per promuovere la qualità dell’architettura di questo territorio e offrire i servizi che possano meglio rispondere alle esigenze di chi ci vive e lavora. La riforma europea delle professioni, che dovrebbe essere recepita dagli stati entro il 2007, ha abbandonato il liberismo sfrenato che caratterizzava le prime proposte, non assalendo più il sistema degli Ordini ma proponendosi di modernizzarlo proprio con l’apertura alla concorrenza. In questo scenario Pianificazione del territorio e Architettura s’intrecciano e interagiscono in un processo di sviluppo in continua evoluzione che richiede un attento governo delle risorse disponibili e la partecipazione di tutte le componenti sociali ed economiche. La qualità dell’Architettura deve rappresentare uno degli obiettivi primari anche della nostra società e per questo occorre riavvicinare la gente facendo apprezzare con esempi appropriati la buona Architettura, capace di inserirsi sapientemente nel presente pur rispettando e sapendosi confrontare con le testimonianze del passato. Ferruccio Favaron presidente dell’Ordine degli Architetti di Lecco
Lodi a cura di Antonino Negrini
Attività dell’Ordine Nel corso dell’anno 2004-2005 si sono tenute tre assemblee dei Presidenti, la prima a Chieti, la seconda a Genova, nel settembre 2004, e la terza a Bologna nel marzo 2005. Gli iscritti al 31/3/2005 risultano essere 308 di cui 1 iscritto come Pianificatore e 1 come iscritto alla sezione B, al 31/12/1997 erano 206.
qualità negli studi professionali, normativa antisismica, aggiornamento presentazione DIA. Le iniziative promosse durante l’anno trascorso sono state una visita alla mostra di Mario Botta a Padova, incontri di presentazioni di software (con convenzioni per gli iscritti), un seminario sul tema dell’isolamento acustico, incontri sul Piano Territoriale, convenzioni con l’Istituto Canossa per stage lavorativi di operatori CAD e segretarie, convenzione col liceo Gandini per stage di studenti, un concorso di idee per la riqualificazione architettonica della Chiesa del Sacro Cuore a Lodi, un seminario sulle normative della privacy, la visita alla mostra sugli anni ’50 a Milano. Vincenzo Puglielli presidente dell’Ordine degli Architetti di Lodi
Mantova a cura di Sergio Cavalieri
Iniziative passate e future Le continue proroghe semestrali del rinnovo dei Consigli degli Ordini, attuate dal Governo sempre a ridosso delle date di scadenza, hanno prodotto nel Consiglio un senso di precarietà e di incertezza, che hanno portato, in alcuni casi, ad un differimento della programmazione delle iniziative. Nonostante questo l’attività del Consiglio, nell’anno appena trascorso, è stata intensa ed ha visto i nostri delegati partecipare a numerose sessioni di lavoro delle Commissioni delle Consulte, nazionali, regionali e provinciali riguardanti Tariffe, LL.PP., leggi urbanistiche, T.U. Edilizia e leggi sulla riforma delle professioni. A livello locale è continuata la produttiva collaborazione, dei due rappresentanti dell’Ordine, con la Consulta Tecnica Provinciale dove si è giunti tra l’altro verso la conclusione della stesura di un codice deontologico comune a tutte le professioni tecniche. Con la stessa Consulta Tecnica Provinciale sono state organizzate le seguenti iniziative: • un convegno provinciale presso la Fiera Millenaria di Gonzaga, per la presentazione delle linee guida per la sicurezza nell’edilizia rurale; linee guida elaborate dalla stessa Consulta Tecnica e dagli Ordini e Collegi professionali, unitamente al Servizio Prevenzione Sicurezza dell’ASL di Mantova; • una giornata di studio sulla verifica e la validazione del progetto. L’iniziativa è stata promossa in occasione dell’annuncio da parte del Ministero delle modifiche che saranno apportate al regolamento generale dei LL. PP.
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L’attività dell’Ordine durante quest’anno ha subito qualche rallentamento causato dall’annuncio delle elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini prima a dicembre 2004 e successivamente a giugno 2005. Rallentamento ovvio considerando la dichiarata fine della legislatura. Forte, comunque, è stata la collaborazione con alcuni Enti, particolarmente con l’ASL presso la quale è stato incaricato l’arch. Rossi per il gruppo di lavoro per la prevenzione dei rischi in edilizia e nella Commissione ex Art. 27 del D.Lgs. 626/94. Con la Provincia di Lodi, avviato il protocollo di intesa con i Comuni, si è consolidata la collaborazione con la raccolta dei curricula per la D.L. e il collaudo dei lavori di restauro per l’ex Convento di San Domenico. Con alcuni Comuni e associazioni, si sono intrattenuti rapporti per la stesura di avvisi di conferimento incarichi. Con il Tribunale di Lodi si è stabilito un protocollo di intesa per l’aggiornamento della tariffa. Forte è stata la collaborazione con la Consulta Regionale Lombarda con una qualificata partecipazione al Consiglio Direttivo, alla Commissione Internet, alla Commissione Osservatorio dei lavori pubblici, alla Commissione Professione e alla Commissione Urbanistica, dalla Consulta è stato devoluto un contributo per le iniziative promosse dall’Ordine. Per quanto riguarda l’Inarcassa, l’arch. Senzalari è stato eletto come delegato in sostituzione del compianto arch. Boccardi e successivamente, nelle elezioni svoltesi nel marzo 2005 è stato confermato come delegato degli Architetti della Provincia di Lodi. È stato fondato il Comitato Unitario delle Professioni al quale aderiscono Archietti, Ingegneri, Geometri, Consulenti del Lavoro, Ragionieri e Commercialisti; alla presidenza del CUP è stato designato l’arch. Puglielli. Occorre segnalare che la rappresentanza del CUP di Lodi aveva partecipato al Manifesto delle professioni per l’Europa a Napoli e a numerosi incontri volti alla discussione sul testo della riforma delle professioni (prima il testo Vietti e poi il testo Castelli). Relativamente alla APPL (Associazione dei Professionisti Lodigiani) il delegato dell’Ordine degli Architetti Cesare Senzalari è stato nominato Presidente della Associazione. Il Consiglio Direttivo ha tenuto 13 sedute nel corso del 2004 e, finora, 7 nel 2005. La nomina dell’arch. Puglielli, quale coordinatore nazionale dell’Assemblea dei Presidenti, ha reso necessaria la nomina di un vice-presidente dell’Ordine nella persona dell’arch. Rossi. Le tematiche discusse durante i consigli dell’Ordine sono state principalmente quelle della tenuta della contabilità dell’Ordine, il registro unico, il protocollo informatico, la sicurezza e prevenzione nei cantieri, il Piano territoriale di coordinamento comprensoriale, il regolamento per le elezioni del consiglio degli Ordini (testo Castelli), concorsi, D.P.R. 328/2001 (riforma degli Ordini e riforma universitaria e Tirocinio), competenze professionali, sistemi di
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Il Consiglio congiuntamente all’“Associazione Cielobuio”, ha aderito all’organizzazione del convegno Regionale sulla L.R. 17/2000, in materia di inquinamento luminoso e di illuminazione per esterni. In occasione della seconda edizione della Giornata Nazionale di raccolta fondi del FAI, l’Ordine ha aderito all’organizzazione del convegno “Dietro le quinte della tua città”. Nella sua attività di monitoraggio delle varianti ai P.R.G. e dei Piani dei Servizi, il Consiglio ha visionato e presentato alcune osservazioni relativamente al regolamento edilizio del Comune di Curtatone, in modo particolare per quello che riguarda la composizione della commissione edilizia. È proseguita la collaborazione tra l’Ordine, il Politecnico di Milano sede di Mantova e l’Assessorato alla Cultura della Provincia con il patrocinio ai convegni “La nuova architettura costruita nel mantovano”, “L’opportunità di fare Architettura” e ad un ciclo di conferenze “Interiors file, dialogo sull’architettura di interni”. Il Consiglio ha proseguito con l’organizzazione di riunioni nelle località “periferiche” della provincia mantovana, come negli anni precedenti, al fine di garantire una presenza capillare sul territorio e per favorire un maggior coinvolgimento degli iscritti; ciò sia per una migliore diffusione e conoscenza dell’operato dell’Ordine stesso, sia per recepire le problematiche che caratterizzano le differenti realtà territoriali, e poter di conseguenza elaborare adeguate strategie. Sempre in quest’ottica e con questi obiettivi, sono proseguiti anche gli incontri presso la sede dell’Ordine con i nuovi iscritti, ai quali in tali occasioni è stato anche consegnato il timbro, il tesserino e la spilla con il logo. Le commissioni Cultura e Giovani, oltre ad aver prodotto una serie di articoli sull’architettura, pubblicati con cadenza quindicinnale sul giornale locale, in una rubrica appositamente messa a disposizione dell’Ordine, stanno portando a compimento alcune iniziative, tra cui una edizione più ampia del libro sull’architettura mantovana del Novecento, una mostra sull’architettura dei ponti ed infine una raccolta di immagini sulle contraddizioni dell’arredo urbano e della segnaletica del nostro territorio. La commissione aggiornamento professionale sta portando a termine l’organizzazione di alcuni corsi, che partiranno in autunno e che tratteranno dei seguenti temi: • esperto in materia di tutela paesistico-ambientale (L.R. 18/1997); • prevenzione incendi VV.FF.; • impianto solare termico e solare foto-voltaico. Infine sono stati organizzati un viaggio studio a Berlino, che si è svolto dal 28 al 30 maggio, sul tema “Itinerario di architettura contemporanea a Berlino”, e un seminario di aggiornamento professionale, che si sta tuttora tenendo presso la sede d’Ordine, sulla nuova Legge per il governo del territorio della Regione Lombardia. Sergio Cavalieri presidente dell’Ordine degli Architetti di Mantova
Milano a cura di Roberto Gamba e Laura Truzzi
Dall’Ordine: un anno di efficienza con l’attenzione ai grandi mutamenti legislativi È certamente un momento difficile e delicato di mutamenti legislativi in cui le varie posizioni appaiono spesso confuse e non sembra ancora ben definito il quadro istituzionale a livello europeo in cui si collocheranno le professioni in generale e, in particolare, quelle attinenti l’architettura. Riteniamo che, di fronte al costante aumento di complessità nella realtà di intervento degli architetti, si debba rispondere con programmi precisi di supporto operativo, improntati alla competenza, alla professionalità e alla capacità di controllo delle situazioni, evitando manifestazioni estemporanee dettate da generiche volontà di cambiamento. Il nostro impegno è stato quello di garantire la massima efficienza nel funzionamento di un’istituzione che deve poter offrire servizi qualificati, mantenendosi comunque aperta e disponibile a recepire ed affrontare i temi connessi con le nuove leggi in materia di urbanistica e di edilizia e più in generale con la riforma delle professioni. Albo Riguardo alle attività istituzionali indicate dalla legge (aggiornamento e tenuta dell’Albo, convalida delle parcelle, nomina dei rappresentanti nelle commissioni e controllo della deontologia professionale), l’unica novità rispetto agli anni passati è consistita nel non ripubblicare l’Albo. Il motivo è ancora una volta legato alla scarsa precisione, se non addirittura all’assenza, di una normativa chiara che ci permetta di affrontare il tema senza commettere errori che si tradurrebbero in una spesa inutile. Ancora oggi infatti non è stato definito come l’Albo, nella sua suddivisione in 4 settori (Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) e in due sezioni (A per i laureati quinquennali, B per quelli triennali), debba essere compilato. In ogni caso tutti gli iscritti all’Ordine sono indicati sul nostro sito internet, la consultazione del quale può essere liberamente effettuata da tutti i soggetti interessati. Convalida delle parcelle Tra i compiti istituzionali dell’Ordine riteniamo che la convalida delle parcelle, strumento di grande importanza per il riconoscimento del lavoro professionale, rappresenti un obiettivo prioritario. Abbiamo per questo potenziato lo sportello di consulenza già attivo negli anni passati, allargandolo a tutti i componenti la Commissione parcelle per migliorare il rapporto con gli iscritti, garantire uniformità e condivisione dei pareri e ridurre i tempi di convalida,
Deontologia La Commissione deontologia, composta unicamente da consiglieri per evidenti motivi di riservatezza, ha analizzato e discusso alcune decine di pratiche, la maggior parte delle quali si sono concluse con l’archiviazione. Nomina dei rappresentanti nelle commissioni Ultimo compito istituzionale dell’Ordine è la nomina dei rappresentanti nelle commissioni di laurea, degli Esami di Stato, per collaudi statici, nelle commissioni edilizie e in quelle giudicatrici nei concorsi, negli arbitrati, ecc. Abbiamo mantenuto il criterio di privilegiare il sorteggio e la valutazione dei curricula a tutela della trasparenza e della rotazione degli iscritti nelle designazioni. In particolare per le commissioni di laurea vengono organizzati incontri preliminari con gli iscritti designati per coordinare criteri uniformi nella partecipazione dei nostri rappresentanti. Concorsi e bandi di gara Nella promozione del concorso di progettazione per l’affidamento degli incarichi pubblici l’Ordine ha investito molte risorse. È da più di cinque anni infatti che l’azione di sensibilizzazione, promozione e informazione sui concorsi si è concretata, grazie anche al supporto di un gruppo di lavoro specifico, in una serie di attività, tra le quali l’informazione tempestiva sui bandi, il rapporto di “consulenza” con gli Enti banditori, l’analisi e le richieste di modifiche dei bandi. La commissione concorsi rappresenta ormai uno strumento consolidato nel rapporto con le Amministrazioni per la redazione dei bandi e sono sempre più frequenti le richieste di consulenza nell’elaborazione, consulenza che porta alla sensibile riduzione sia delle richieste di modifiche sia delle eventuali diffide al bando pubblicato, fatti entrambi che comportano un inutile disagio per i promotori ma soprattutto per i partecipanti. Questo conferma che, oltre alla consapevolezza dell’importanza dei concorsi, comincia finalmente a farsi strada anche quella che una corretta preparazione del bando è importante per il raggiungimento di un buon esito del concorso. È stato garantito, attraverso una semplice registrazione, l’invio gratuito a tutti gli iscritti di un bollettino concorsi settimanale ed è possibile chiedere, e ricevere immediatamente, i bandi pubblicati in Italia e all’estero Abbiamo realizzato inoltre un CD sui concorsi di architettura e di idee banditi nella provincia di Milano dal gennaio 2000 al dicembre 2003 che hanno ottenuto parere favorevole da parte dell’Ordine avendo seguito la procedura corretta indicata dalle “Linee guida per la redazione dei
bandi di concorso di architettura”. Queste linee guida, consultabili anche sul nostro sito, sono state oggetto, nel marzo 2001, di una pubblicazione a cura della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti, inviata a tutte le Amministrazioni pubbliche della Provincia di Milano. Il CD sarà a breve presentato a tutti gli iscritti e sarà inviato alle Pubbliche Amministrazioni. La commissione che si occupa dei bandi di gara si riunisce ogni lunedì per analizzare e valutare i bandi pubblicati a Milano e Provincia, formula osservazioni, richiede modifiche ed integrazioni. La commissione ha inoltre elaborato un bando tipo per le gare per l’affidamento di incarichi con compenso inferiore ai 100.000 euro, che viene inviato alle Amministrazioni banditrici per facilitare l’approfondimento o la ristesura dei bandi. Rapporti con le Facoltà di architettura della Lombardia La collaborazione tra l’Ordine e le Facoltà di Architettura che fanno capo al Politecnico, si è concentrata soprattutto sulla riforma universitaria che istituisce, come noto, le lauree triennali e il tirocinio, obbligatorio durante il corso di laurea e facoltativo in sostituzione di una delle quattro prove dell’Esame di Stato. Si è trattato di un’importante occasione di incontro e discussione, indispensabile tra istituzioni che si occupano degli stessi soggetti, nella fase di formazione culturale prima e in quella successiva dell’attività professionale. Il tirocinio universitario obbligatorio ha preso avvio sulla base di una convenzione tra Ordini lombardi e Politecnico, mentre il tirocinio facoltativo e la gestione e lo svolgimento degli Esami di Stato, dopo una prima fase di discussione, ha subito una battuta di arresto perché il regolamento del DPR 328/2001 non ha a tutt’oggi visto la luce, rendendo impossibile la definizione finale sia degli obiettivi sia delle modalità concrete del loro svolgimento. Rapporti con le Amministrazioni comunali e provinciali La commissione che cura i rapporti con le Istituzioni di Milano e Provincia è intervenuta sia sugli eventi più significativi attinenti l’architettura della città, sia sui temi più specifici e strumentali alla professione, quali la Commissione Edilizia, le procedure per l’ottenimento delle autorizzazioni e il Regolamento Edilizio. Poiché sono ormai diversi anni che i professionisti lamentano difficoltà nel confrontarsi con gli uffici tecnici comunali preposti al ricevimento delle pratiche e all’esame dei progetti, una specifica commissione dell’Ordine mantiene un costante e propositivo rapporto di confronto e verifica con i funzionari, per cercare di risolvere le questioni che rendono poco efficiente il lavoro dei tecnici comunali oltre a quello dei professionisti. Rapporti con enti e istituzioni di categoria A seguito di numerosi interventi e della disponibilità dell’Ordine a collaborare, il rapporto con la Cassa di Previdenza è sensibilmente migliorato.
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spesso troppo lunghi anche a causa della presentazione di parcelle non correttamente compilate. Sono state convalidate 130 parcelle e ricevuti 400 iscritti che hanno posto quesiti allo sportello.
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Purtroppo gli iscritti di Milano, nonostante i nostri ripetuti e spesso criticati solleciti, non hanno ad oggi una rappresentanza di delegati alla Cassa (sarebbero stati 3), perchè per soli 80 voti non è stato raggiunto il quorum prescritto. Dovremo quindi accettare, per i prossimi cinque anni, decisioni prese da altri su temi che rivestono grande importanza per il nostro futuro previdenziale. Siamo però riusciti, dopo 25 anni, ad ottenere l’apertura di uno sportello presso l’Ordine tenuto da funzionari Inarcassa che, collegati direttamente con la sede di Roma, potranno per due giorni ogni mese, rispondere ai quesiti degli iscritti e risolvere tempestivamente situazioni che spesso soffrono di tempi intollerabilmente lunghi. Nonostante i risultati negativi del voto, siamo comunque impegnati, insieme con la presidenza della Cassa, a trovare una soluzione che permetta anche a Milano (e a Roma e a Firenze che si trovano nella nostra stessa situazione) di avere i delegati previsti dallo Statuto. Con la Consulta, organismo di rappresentanza degli Ordini Lombardi, sono stati approfonditi argomenti specifici di interesse regionale. Di particolare attualità la nuova legge urbanistica regionale, (L. R. 12/2005), ha richiesto un’attività costante di verifica e di proposte durante la sua elaborazione e di approfondimento e valutazione, tuttora in corso, a seguito della sua entrata in vigore. Sono in corso numerosi convegni di discussione e approfondimento, tra i quali uno dei primi è stato organizzato dall’ Ordine nello scorso mese di marzo con lo scopo di aprire un dibattito sulla applicazione della legge che crea, almeno per il momento, forti dubbi e molti quesiti sulla sua applicazione. Con il Consiglio Nazionale sono stati approfonditi i temi di interesse nazionale, come la recente proposta di legge sull’ordinamento della professione che a un passo dalla sua approvazione si è fermata anche a seguito della formazione di un nuovo Governo. Un altro tema che ha molto impegnato il Consiglio dell’Ordine è stato quello della messa a punto del regolamento del D.P.R. 328/2001 che contiene, oltre alla riforma del sistema elettorale degli Ordini e delle stesso Consiglio Nazionale, anche quella degli Esami di Stato. Il lavoro fatto per concordare il nuovo regolamento elettorale è stato molto complesso, anche perché gli Ordini interessati sono, oltre a quelli degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, quelli degli ingegneri, assistenti sociali, attuari, biologi, chimici, geologi, dottori agronomi e forestali. Pare purtroppo che, nonostante le forti pressioni dell’Ordine di Milano, rispetto alle bozze iniziali del Regolamento, non sia stata accettata la proposta di voto per posta, mentre siamo riusciti ad inserire la possibilità di aprire sezioni distaccate in Provincia e ad evitare la comunicazione dell’assemblea a mezzo di raccomandata, cosa che ritenevamo inutilmente molto costosa.
Servizi agli iscritti Entrando nel merito più specifico dei servizi agli iscritti ricordiamo l’attività che si è svolta come di consueto attraverso gli sportelli di consulenza gratuiti, tra i quali quello sulle tariffe professionali tenuto dai membri della Commissione parcelle, quello fiscale, legale, sulle procedure e normative edilizie. Stiamo valutando la possibilità di allargare il servizio di consulenza legale, per il quale giungono moltissime richieste. Il Consiglio ha inoltre deliberato di non aprire uno sportello per la prevenzione incendi, poiché le richieste sono molto limitate, mantenendo la possibilità di formulare quesiti attraverso il sito (www.ordinearchitetti.mi.it/servizi/info.html) e di verificare l’interesse effettivo sul tema “barriere architettoniche” attraverso un consulente on line che sarà operativo dal mese di settembre. Prosegue lo sviluppo del sistema informativo del sito, con l’obiettivo di giungere all’integrazione del sistema gestionale e del sito web, per agevolare l’accesso degli iscritti a informazioni e servizi. L’operato dell’Ufficio Stampa dell’Ordine e della sua Fondazione, con l’invio delle newsletter settimanali, ha permesso nell’ultimo anno di garantire l’informazione sulle attività organizzate, oltre che su quelle di carattere istituzionale o relative agli eventi esterni più rilevanti. L’Ufficio Stampa svolge inoltre attività di relazione con le segreterie degli altri Ordini lombardi, con gli Uffici Comunali, con le Associazioni di categoria, con la Stampa e con le Aziende, permettendo una vasta diffusione delle attività e dei Corsi di aggiornamento. Con l’obiettivo di svolgere anche un ruolo formativo l’Ufficio Stampa dell’Ordine ha ospitato alcuni stagisti, giovani laureati in Discipline della Comunicazione, che hanno dato un importante contributo all’attività dell’Ufficio. Indagine statistica sulla professione Il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di svolgere un’indagine per giungere ad una più approfondita conoscenza degli iscritti, dei loro problemi e delle loro aspettative nei confronti dell’Ordine, altrimenti impossibile con un numero di iscritti così elevato (circa 12.000). L’indagine si svolge in due fasi: la prima, quantitativa, già conclusa e pubblicata sul sito (http://www.ordinearchitetti.mi.it/news/novita.html) è stata condotta, analizzando i dati già in possesso dell’Ordine, con lo scopo di tracciare un profilo delle caratteristiche degli iscritti. La seconda, che sarà terminata entro il prossimo mese di settembre, ha l’obiettivo di individuare sia la tipologia dei percorsi attraversati dai singoli professionisti, sia di esplorare l’immagine dell’Ordine, le aspettative nei suoi confronti e la soddisfazione per i servizi offerti. Questa fase è condotta attraverso un’nalisi approfondita quantitativa e qualitativa sulla percezione degli iscritti nei confronti della loro professione, sia attraverso discussioni di gruppo condotte da esperti psicologi sia con l’ausilio di 100 interviste che utilizzano questionari strutturati.
Pubblicazione “50 anni di professione” Con la redazione di questa pubblicazione vogliamo ricordare gli architetti che, indipendentemente dalla maggiore o minore fortuna professionale raccolta, hanno dedicato alla professione di architetto più di mezzo secolo della loro vita, contribuendo a vario titolo alla scrittura della storia dell’architettura moderna della città e della sua provincia, Il libro, che verrà inviato a tutti gli iscritti e presentato in una serata all’Ordine, sarà pubblicato da Electa. Libri L’Ordine possiede circa un migliaio di libri e riviste, alcuni di grande valore, acquisiti nel tempo o regalati dagli studi di architettura. Lontani dal promettere l’istituzione di una biblioteca di architettura, pubblicheremo sul sito l’elenco dei volumi e delle riviste, per agevolarne la consultazione. Audio Video Sono stati realizzati, due video sul tema “Cinema e Architettura”, con l’obiettivo di interessare un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori, per esempio gli studenti. Questi video mettono in evidenza l’importanza dell’architettura nell’ambiente in cui viviamo, servendosi di mezzi di comunicazione alternativi, in particolare quelli del cinema e sono una composizione di spezzoni cinematografici sul tema dell’architettura. Il primo, sull’architettura residenziale e di interni, è stato proiettato sullo scalone della Triennale durante la “Festa dell’architettura” nel maggio dello scorso anno e presentato in alcune scuole a supporto di lezioni specifiche. Il secondo, che affronta il tema delle architetture di identificazione collettiva e della città intesa come paesaggio costruito, è stato presentato nella sala dell’Ordine la sera del 28 giugno 2005. Organizzazione di convegni e conferenze Le diverse iniziative che vedono l’Ordine aperto agli iscritti sulle novità della cultura professionale contemporanea e sull’esercizio della professione, hanno registrato crescente consenso e partecipazione, confermando l’importanza del nostro impegno nella promozione e valorizzazione di una cultura architettonica aperta al confronto e al dibattito sui temi contemporanei. Prevediamo quindi non solo di continuare ma di potenziare le attività culturali e di aggiornamento professionale ed inoltre, consapevoli che l’aumentata complessità nell’operare dell’architetto necessiti di un aggiornamento
continuo, proseguiremo, attraverso la Fondazione, ad organizzare Corsi di formazione e incontri con le aziende. Giovani Per promuovere iniziative di concreto sostegno per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, stiamo elaborando, anche con la Consulta regionale, programmi di promozione di progetti realizzati da giovani iscritti, che meritano di essere conosciuti perché costituiscono attendibili segni dell’evoluzione futura delle nostre città e divengono un esempio della produzione di questa generazione di architetti. Tra queste sarà disponibile all’inizio dell’anno prossimo una pubblicazione dei migliori progetti degli architetti “Under 40”, selezionati attraverso un bando di concorso. Con l’obiettivo di creare occasioni per i giovani, continuiamo inoltre a mantenere la riduzione della quota di iscrizione per i laureati di età inferiore ai 35 anni e a pubblicare la rubrica cerco-offro per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta. Convenzioni A conclusione vorremmo, tra le attività dell’Ordine a servizio degli iscritti, ricordare che le numerose convenzioni riguardanti condizioni speciali, oltre che per gli abbonamenti alle riviste e alle pubblicazioni di settore, per la stipulazione delle polizze assicurative, per prestazioni mediche, per accedere alle visure catastali, per software, strumenti e prodotti per la pratica professionale e cultura, sono pubblicate sul sito http://www.ordinearchitetti.mi.it/news/convenzioni.html. Ancora un ringraziamento a tutti coloro che hanno dato la loro collaborazione all’Ordine e a tutti coloro che la daranno da oggi in poi, condizione questa essenziale perché l’Ordine continui quel processo di rinnovamento che riteniamo indispensabile per svolgere il nostro lavoro. Daniela Volpi
Dalla Fondazione: un anno di iniziative formative e culturali Giunti all’ormai consueto appuntamento estivo con il bilancio delle attività degli Ordini vediamo le diverse iniziative a carattere formativo e quelle inerenti la cultura professionale messe in campo dalla Fondazione dell’Ordine di Milano. Nel corso dell’ultima stagione sono stati organizzati corsi, conferenze di lingua inglese, quattro cicli di “Serate d’architettura”, e il secondo ciclo di “Itinerari”. Ad ogni evento, condotto da colleghi di volta in volta diversi, hanno partecipato anche esponenti di istituzioni e associazioni, funzionari di aziende, studiosi. Fra i temi affrontati c’è stato “Architectural Lectures – Conferenze in Lingua Inglese”, ciclo che ha visto svolgersi
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Successivamente verrà data agli iscritti la possibilità di compilare via mail un questionario appositamente predisposto su uno specifico sito che non conterrà alcun elemento significativo di riconoscimento a tutela della privacy. L’indagine, debitamente commentata, sarà al termine presentata e messa a disposizione di tutti gli iscritti.
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tre incontri in ottobre: “Opere recenti di Ove Arup in Italia”; “L’area dell’ex stazione di Porta Vittoria a Milano”, “L’area Garibaldi Repubblica” progetto “Città della Moda”, per la riqualificazione di una delle aree più centrali e dismesse di Milano che occuperà una superficie di circa 50.000 mq, nei quali convergeranno un albergo, negozi, residenze, uffici, spazi espositivi, per sfilate, di aggregazione e ristoranti, fino al Museo della Moda e alla Scuola di Alta Formazione. • Il 9 dicembre 2004 – c’è stato il dibattito “Un’altra torre per Milano – una gara per la nuova sede del Comune”, intorno alle linee guida del progetto preliminare dell’edificio che sorgerà tra via Melchiorre Gioia e via Pirelli e raggrupperà gli uffici comunali dell’area tecnica, ora sparsi nelle diverse sedi di via Melchiorre Gioia, via Pirelli e piazza Duomo (Uffici Tecnici, Uffici della Mobilità, dell’Ambiente, dell’Arredo Urbano, dei Trasporti, di Parchi e Giardini, la Polizia Municipale). Il progetto entra a far parte del più ampio piano di riqualificazione dell’area Garibaldi-Repubblica. • Nel dicembre 2004 ci sono state due “Serate di architettura”: “Architettura e segno Urbano – Gino Valle alla Bicocca”, intorno all’ultimo progetto di Gino Valle per la sede milanese della Deutsche Bank. Parte integrante del progetto “Grande Bicocca”, l’edificio è collocato nella fascia centrale del quartiere della Bicocca, accanto alla “collina dei ciliegi” e rappresenta un forte segno urbano di chiusura sul lato sud dell’insediamento. • Il 16 dicembre, “Progetti Neolaureati”, sono state presentate le migliori tesi di laurea dell’anno accademico 2003/2004 discusse negli atenei milanesi e segnalate dai rappresentanti dell’Ordine presenti in sede di discussione. Concluso il dibattito, che ha visto presenti i presidi delle diverse Facoltà e la presidenza dell’Ordine, viene aperta la mostra ed annunciata la prossima istituzione del premio “Progetto Primo”, destinato alle più meritevoli quattro tesi tra quelle selezionate. • Nel gennaio di quest’anno “La Sala delle Cariatidi: il Cantiere di Studio” è stata la serata di approfondimento intorno alle ipotesi di recupero della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale.Il cantiere di studio è stato affidato dalla Soprintendenza Regionale della Lombardia all’Istituto Centrale del Restauro di Roma: si raccolgono tutte le informazioni tecniche necessarie per tentare il recupero della sala più rappresentativa di Palazzo Reale, duramente danneggiata nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dai recenti interventi e dalle manifestazioni succedutesi nel corso degli anni. • “La fabbrica dei parchi: BUGA 2005”, è stata la serata dedicata all’Esposizione nazionale di giardinaggio e floricoltura, in programma a Monaco di Baviera dal 28 aprile al 9 ottobre. Ispirata ai principi dello sviluppo sostenibile dell’”Agenda 21”, sottoscritta a Rio de Janeiro nel 1992, la Mostra Nazionale di Giardini presenterà una serie di progetti per il recupero e la riqualificazione dell’area dell’ex aeroporto Riem a Monaco di Baviera, alcuni dei quali verranno mantenuti al termine della manifestazione, integrando il Land-
schaftspark nel nascente quartiere. La serata ha voluto mettere a confronto la tradizione tedesca con quella italiana, nella speranza di individuare idee, temi e problematiche di interesse per il futuro delle aree verdi nelle nostre città. Nella primavera scorsa il ciclo delle conferenze ha visto: “Ticinese e Darsena: i progetti del concorso”, “X Milano” presentazione del volume omonimo sul tema di un progetto per l’hinterland nord milanese; “Una rivoluzione al Vapore” ha proposto l’approfondimento della mostra “Thonet – La nascita del design tra Biedermeier e Secessione Viennese”, in programma al Castello Sforzesco; “Volo a vista sull’Europa – La Svizzera: l’Architettura, il Mestiere e l’Europa” una ricognizione sullo stato della cultura architettonica europea, considerata e analizzata dal punto di vista del mestiere, dell’insegnamento e della critica. La Fondazione ha istituito per l’anno 2005 dei corsi di aggiornamento professionale e di formazione presso la sede: “Superare le barriere e Progettare per l’utenza ampliata – II Edizione”; “Corso di orientamento all’architettura del paesaggio”; “Corsi di Autocad: Autocad Base; Autocad 3D; Autocad Architectural Desktop; Autodesk Revit; Autodesk Viz”; “Lighting Design”; “Parcelle, Tariffe e Contrattualistica”; “Allplan 2005”; “I sistemi fotovoltaici: progettazione tecnico-architettonica”. Infine, in collaborazione con la Fondazione de La Triennale, in occasione della Festa dell’Architettura, è stato organizzato un nuovo ciclo di “Itinerari di Architettura”. Il programma ha previsto ”Ignazio Gardella e Milano”, “Franco Albini e Milano” e “Arte e Architettura”. Tra le attività straordinarie, organizzate invece direttamente dalla Segreteria dell’Ordine, va citata la serata dedicata l’11 ottobre 2004 al “Ricordo di Lodovico Barbiano di Belgiojoso”, scomparso a Milano il 10 aprile 2004, che ha visto la partecipazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Giuliano Urbani e il 24 marzo 2005 quella su “Prime riflessioni sui criteri applicativi della nuova Legge Regionale per il Governo del territorio”. Di particolare attualità la nuova Legge urbanistica regionale, (Legge 12/05), ha richiesto una attività costante di verifica e di proposte, anche in collaborazione con la Consulta, durante la sua elaborazione e di approfondimento e valutazione, tuttora in corso, a seguito della sua entrata in vigore. R. G.
Pavia a cura di Vittorio Prina
La Commissione Giovani ha organizzato nel giugno 2004 una visita guidata alle opere comasche di Giuseppe Terragni.
V. P.
Due incontri presso l’Ordine Seminario sulla nuova legge del Governo del Territorio L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Pavia ha organizzato alla fine di marzo tre seminari di aggiornamento sulla nuova legge di Governo del Territorio n. 12 approvata il 16 marzo 2005. Ai tre incontri, che si sono svolti a Voghera, Vigevano e Pavia, hanno partecipato: Marco Bosi, Antonino Brambilla, G. Franco Ferrari, Graziano Leonardelli, Gaetano Lisciandra, Paolo Lucchiari, Massimo Giuliani, Giuseppe Sala, Giorgio Tognon, Maria Cristina Treu. Tra gli argomenti più dibattuti sono da segnalare la nuova impostazione del piano comunale che prevede tre distinti strumenti: il Documento di Piano, il Piano dei Servizi ed il Piano delle Regole. In particolare è stata messa in luce la problematica del blocco, previsto dall’Art. 7 comma 3, per i Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti che fino all’emanazione dei previsti criteri regionali non possono procedere agli aggiornamenti urbanistici necessari. È opportuno quindi che la Regione predisponga i criteri nel più breve tempo possibile. Un’altra criticità è rappresentata dalla complessità normativa relativa alla realizzazione dei sottotetti che dà spazio (come abbiamo visto in questi giorni) a contenziosi legali. Due incontri sul Codice della privacy Il D.Lgs. 30 giugno 2003 n. 196, che riordina la normativa in tema di trattamento dei dati personali, definisce il diritto alla loro protezione come un vero e proprio diritto della persona, sia fisica che giuridica, alla stregua dei diritti della personalità (diritto al nome, all’immagine, alla riservatezza). Alla luce del suddetto decreto, conosciuto anche come “Codice della privacy”, e soprattutto degli obblighi che impone a tutti i professionisti, l’Ordine di Pavia ha organizzato, con la supervisione dell’arch. A. Lorini, due incontri (il 26 maggio per gli iscritti under 35 e 27 maggio u. s. per gli over 35) al fine di rendere più chiari sia i contenuti della legge che la sua applicazione.
Il relatore incaricato, il dr. Angelo Senaldi (angelo.senaldi@mitron.it), consulente in materia, ha articolato la sua esposizione in due parti fondamentali: la prima, volta a illustrare i soggetti interessati e la disciplina della legge; la seconda, volta ad individuare gli adempimenti pratici che uno studio professionale deve necessariamente compiere per il rispetto della legge stessa. Definiti gli attori, che sono sia coloro che forniscono i dati (gli interessati), sia coloro che li trattano (soggetti privati, enti pubblici economici e non), la tipologia dei dati personali oggetto di trattamento (comuni, sensibili e giudiziari) e la natura dei dati personali (cartacei ed elettronici), il relatore ha illustrato i capisaldi della disciplina: • la necessità di trasparenza e correttezza nei rapporti con gli interessati; • la garanzia della sicurezza dei dati trattati (archivi elettronici e cartacei sicuri, ambienti protetti); • l’informativa agli interessati del loro diritto di rettifica, di controllo o recessione e l’attestazione del consenso degli interessati, là dove obbligatorio (dati sensibili e giudiziari); • l’aspetto organizzativo, che si articola in: nuove figure giuridiche (Il titolare del trattamento, il responsabile dello stesso, l’amministratore del sistema informatico, il custode delle credenziali, gli incaricati, i responsabili esterni), obbligatorie per chi gestisce elettronicamente dati sensibili e giudiziari); il monitoraggio costante di ambienti, sistemi, strumenti e procedure (sedi, uffici, banche dati, computer, password, software, procedure e profili di autorizzazione); il rispetto delle scadenza (per il 2005, il 31 dicembre; per gli anni successivi, il 31 marzo di ogni anno). Prima di passare alla seconda parte, il relatore ha indicato le differenti tipologie di studio professionale e i relativi adempimenti. Vanno, infatti, tenute in considerazione alcune regole dettate dal Garante affinché gli studi professionali regolino i loro rapporti (mediante formalizzazione nei rapporti associativi) configurando, a seconda dei casi: • una gestione individuale e separata dei dati trattati da ciascun professionista che assumerà la qualità di titolare del trattamento; • la con titolarità da parte di tutti o di alcuni dei professionisti che condivideranno a titolo personale la responsabilità di titolare del trattamento; • un’unica attività di elaborazione dei dati personali effettuata dagli associati nell’ambito di un’associazione o di un organismo, che assumerà in sé la qualità di titolare del trattamento. A questo punto si è passati alla descrizione delle attività e della documentazione da approntare per ottemperare ai requisiti del Codice della Privacy: le Misure Minime di Sicurezza (MMS) e il Documento Programmatico sulla Sicurezza (DPS). Le MMS debbono essere adottate da tutti coloro che detengono dati in forma elettronica: consistono nell’attivazione di sistemi antivirus e firewall, di backup costante dei dati, di autenticazione informatica (password) e, infine, nella definizione dei profili di autorizzazione del trattamento dei dati (chi usa quali archivi e come).
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La Commissione Giovani e la Commissione Cultura coordinate da Silvia Greco e Luca Micotti hanno organizzato un corso di aggiornamento relativo alla pratica professionale per giovani architetti tenuto dal settembre 2004 al febbraio 2005 nel quale sono state prese in esame le principali tecniche e la prassi conseguente; il corso si è articolato in tredici incontri specialistici, una visita ad un cantiere ed un incontro conclusivo in forma di question-time. Di seguito si riporta la sintesi di due incontri relativi alla nuova Legge sul Governo del Territorio e al Codice della privacy, temi scelti in ragione dell’attualità, del dibattito che hanno provocato e della utilità ai fini professionali.
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Il DPS è obbligatorio nel caso di trattamento di dati sensibili (inerenti la salute, la religione, il sesso, l’appartenenza politica) in forma elettronica, anche se è consigliabile per tutti gli studi professionali più articolati. Il DPS, oltre a prevedere l’adozione delle MMS, richiede: • l’esplicitazione delle responsabilità, mediante lettere di incarico alle figure giuridiche previste (responsabili del trattamento, amministratori di sistema, custodi delle credenziali, incaricati, responsabili esterni, responsabili degli accessi ai locali); • gli elenchi di: sedi, uffici, banche dati (cartacee e elettroniche), computer e server, programmi software che trattano i dati personali; • le procedure e i profili di autorizzazione; • i piani di formazione; • la descrizione e il commento sui livelli di rischio nel trattamento dei dati. Per finire, è stato enfatizzato il fatto che il Codice della Privacy prevede delle sanzioni sia economiche che, soprattutto, penali. Tali sanzioni, relative all’inadeguatezza delle MMS o del DPS, all’omessa o inidonea informativa all’interessato o al trattamento illecito dei dati, sono commisurate in dipendenza della tipologia dei dati personali (comuni, sensibili e giudiziari) e della valutazione dell’effettivo danno arrecato all’interessato. L’Ordine di Pavia informa gli iscritti di aver sottoscritto, col sopramenzionato professionista, un contratto annuo di consulenza, secondo il quale tutti gli iscritti possono porre i quesiti in materia di privacy ed averne risposta. Aldo Lorini
Sondrio a cura di Enrico Scaramellini
Uno sguardo sull’attività del 2004-2005 L’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Sondrio, nell’arco dell’ultimo decennio, ha quasi raddoppiato i propri iscritti (iscritti nel 1990: 127, nel 2000: 228, nel 2004: 284). Un dato, una verità appurata che ha richiesto una riflessione sulle logiche delle attività promosse. Il riconoscimento che, la percentuale di giovani architetti iscritti all’Ordine, costituisce una risorsa enorme che deve essere stimolata e con cui va costruito un solido rapporto, ha permesso di rendere evidenti le finalità del lavoro svolto all’interno dell’ordine e delle sue commissioni. Solo incentivando il dialogo sui temi della pratica professionale e stimolando la necessità di un aggiornamento culturale è stato possibile costruire un dialogo con gli iscritti.
Karl Friedrich Schinkel, Neue Wache.
Se da una parte, l’Ordine svolge un lavoro di divulgazione attraverso una serie di circolari e bollettini, il ruolo delle commissioni è da considerarsi essenziale per le iniziative, estese agli iscritti, e per l’impegno profuso come supporto alle amministrazioni. Se, nella vidimazione delle parcelle per gli enti pubblici, la commissione parcelle registra un netto calo, è nella risoluzione delle discussioni fra professionista e privato che trova la sua naturale collocazione. La commissione concorsi si è fatta promotrice di una comunicazione mirata presso gli enti pubblici. Questa iniziativa, volta a far conoscere le modalità del concorso, i costi indotti dalla procedura e l’innalzamento della qualità delle opere realizzate, non è valutabile in un breve periodo. Infatti, i tempi e le opportunità di recepimento sono essenzialmente legati alla sensibilità di ogni singola amministrazione. Le opere realizzate o in fase di realizzazione, scaturite da concorsi indetti negli anni passati, rimangono a testimonianza della qualità del lavoro svolto dalla commissione, in accordo con le amministrazioni promotrici. Il lavoro della commissione territorio, nell’anno passato e nei primi mesi dell’anno in corso, è direttamente connesso al fervore normativo in atto. La promulgazione di leggi territoriali ed urbanistiche ha richiesto, da parte della
Daniel Libeskind, Jewish Museum.
commissione, un’attenzione specifica. La promozione di un dibattito, attraverso una serie di convegni e comunicazioni che hanno coinvolto i vari attori, si è rivelato un chiaro sostegno per comprendere le logiche e le ripercussioni a livello professionale dei nuovi atti normativi. I convegni, il viaggio studio e le mostre, organizzate dalla commissione cultura, sono la logica conseguenza di un impegno mirato all’aggiornamento dei professionisti, operanti in provincia. Fra tutte le iniziative due hanno riscosso un particolare interesse da parte degli iscritti. Il corso di bioarchitettura, per le tematiche affrontate è da considerarsi un momento fondamentale, per partecipazione e livello formativo. Il viaggio studio dal titolo “Berlino: città e architettura. La costruzione di una metropoli moderna da Schinkel a Koolhaas”, preannunciato dalla mostra Architetture berlinesi. Mostra fotografica con immagini di Francesco Panzeri e Marco Valentino, si è rivelato uno spazio di confronto e dialogo animato, per tutti i partecipanti. Unica nota negativa è stata la mancanza di adesioni al Corso di introduzione alla professione, cosa che ne ha pregiudicato la fattibilità. Nota ancor più stridente, se accompagnata dai dati relativi all’età anagrafica degli iscritti. E. S.
Il corso di progettazione bio-ecologica organizzato dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Sondrio, congiuntamente all’Associazione Archè Italia – Architettura ed Ecologia – e con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri, nasce come occasione di aggiornamento dedicato all’approfondimento delle tematiche connesse alla progettazione ecologica sostenibile. Il corso, articolato in 10 moduli da 4 ore ciascuno per un totale di 40 ore di lezione, ha fornito ai partecipanti molteplici spunti e indicazioni, dalla trattazione di tematiche generali relative al ruolo dell’ecologia nelle trasformazioni del territorio a lezioni con un taglio prettamente tecnico-esecutivo con esercitazioni mirate alla verifica delle scelte progettuali e costruttive. Si è trattato dunque di un corso di sensibilizzazione e informazione generale che, partendo da diversi rapporti sullo stato dell’ambiente fino a giungere alla testimonianza progettuale di alcuni colleghi, ha voluto comunicare importanti spunti di riflessione nell’ottica di una nuova etica professionale che consideri lo sviluppo sostenibile come un modello di sviluppo sociale ed economico che risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie. Dall’analisi generale del territorio, con rapporti sullo stato dell’ambiente e con esempi di piani d’azione in atto per la pianificazione sostenibile del territorio come l’Agenda 21 di Como, si è passati all’analisi dell’esperienze testate nel locale, come il progetto Casa Clima della Provincia Autonoma di Bolzano, riconoscendo il ruolo degli enti locali nella concreta realizzazione dello sviluppo sostenibile: dunque si è più volte espressa e sottolineata l’importanza del concetto di pensare globale e agire locale fino alla scala comunale, offrendo esempi di regolamenti prescrittivi inseriti nelle diverse Norme di Attuazione dei Piani Regolatori. Le ultime sessioni di lezioni sono state organizzate come vere e proprie lezioni di progettazione che data l’impossibilità, per il tempo a disposizione, di affrontare un discorso compiuto si è voluto organizzare tramite veloci intrusioni negli argomenti, offrendo ai partecipanti quelle nozioni basilari per successive discussioni ed approfondimenti anche di ordine individuale. A conclusione del corso, è stata organizzata una visita guidata ad alcune delle architetture portate ad esempio durante le lezioni. Gianluca Fanetti Coordinatore dell’iniziativa per la Commissione Iniziative Culturali
Viaggio di studio a Berlino Berlino: città e architettura. La costruzione di una metropoli moderna da Schinkel a Koolhaas 6 – 10 ottobre 2004
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Corso di progettazione bio-ecologica, ottobre 2004 – febbraio 2005
Alvaro Siza Vieira, Schlesiches Tor Housing.
Ludwig Mies van der Rohe, Neue Nationalgalerie.
Gravemente distrutta dal secondo conflitto mondiale, divisa da un muro impenetrabile per quasi trent’anni, Berlino ha affrontato negli ultimi dieci anni del Ventesimo secolo una sfida straordinaria: quella di ri-unificare in una sola entità metropolitana due grandi città, nelle quali la divisione aveva determinato lo sdoppiamento dei suoi luoghi centrali e delle sue strutture principali: due centri urbani, due sistemi museali, due strutture teatrali, due sistemi del traffico, due vaste periferie. Oggi, finalmente riunificata, Berlino si presenta come una grande cittàcantiere, capitale ritrovata, capitale della nuova Europa e del Duemila, ma anche, e soprattutto, inedito laboratorio di architettura. Alla luce di queste premesse, nell’ottobre 2004, questa città tedesca è stata scelta quale meta del consueto viaggio di studio organizzato dall’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Sondrio. L’iniziativa è stata preceduta da due eventi: una conferenza dal titolo “Collage, Assemblage, Object Trouvé – Berlino Frammenti di Architettura” tenuta dall’architetto Sara Protasoni e, nelle sale del Museo Valtellinese di Storia e arte di Sondrio, una mostra fotografica dal titolo “Architetture Berlinesi”, con esposizione delle immagini di architettura scattate dagli architetti Francesco Panzeri e da Marco Valentino. Il carattere “sperimentale” della città, sotteso tra la forza brutale del passato e l’ansia dell’esasperato rinnovamento, è stato declinato in un
articolato itinerario di visita, una raccolta di frammenti architettonici, da Schinkel ai quartieri residenziali di Bruno Taut, dalla Neue Nationalgalerie di Mies Van des Rohe alla Philarmonie di Hans Scharoun, dalle sperimentazioni residenziali dell’IBA sino alle grandi trasformazioni urbane che negli ultimi dieci anni hanno ridisegnato il volto della capitale della Germania riunificata. In questa cornice si è potuto apprezzare il misurato neoclassicismo di opere quali l’Altes Museum e la Neue Wache di Karl Friedrich Schinkel; le dissonanze formali di un progetto pensato “dall’interno” nella Philarmonie di Hans Scharoun; il rigore tettonico della Neue Nationalgalerie di Mies van der Rohe, capace, con la vicina Philarmonie, di evocare la tensione, che dalla fine del XIX secolo, caratterizzano la cultura berlinese sottesa tra Sachlichkeit ed espressionismo. Ma Berlino è anche il luogo privilegiato dove la ricostruzione di intere parti di città ha innescato un complesso processo di “revisione del moderno” sperimentando modelli di ricostruzione urbana fondati sul rispetto della maglia storica, in opposizione alle posizioni più progressiste promosse da Rem Koolhaas, Daniel Libeskind, Peter Eisenman e Richard Rogers. Tutto ciò mentre davanti ai nostri occhi si staglia il profilo irregolare di Potsdamer Platz, simbolo di una centralità ritrovata e un’inedita dissonante concentrazione di “architetture d’autore”. Berlino tuttavia non è
Marco Ghilotti
Varese a cura di Enrico Bertè e Claudio Castiglioni
Varese, 2004 – 2005 Le attività svolte dall’Ordine degli architetti nell’ultimo anno sono state costantemente condizionate dall’incertezza istituzionale in cui, da almeno diciotto mesi, si trascina il rinnovo elettivo dei Consigli provinciali. Il ripetuto stato d’incertezza ha certamente favorito talune attività culturali e quelle di studio (essenzialmente viaggi) rispetto alle attività prettamente istituzionali che, essenzialmente, si sono risolte nel disbrigo dell’ordinaria amministrazione. L’Ordine varesino ha fondato, pochi anni or sono, l’Associazione AV, Architetti Varese ed ha affidato all’Associazione stessa le attività formative e culturali, per questa ragione, infatti, l’Ordine e l’Associazione hanno congiuntamente voluto, promosso, finanziato e coordinato le iniziative cui hanno complessivamente aderito alcune centinaia di colleghi oltre a numerosi cittadini che si volgono con crescente interesse ai temi della città e dell’architettura. Nel corso dell’ultimo anno l’Associazione AV ha organizzato alcune conferenze d’architettura tenute da architetti di risonanza internazionale: Benedetta Tagliabue dello
studio EMBT di Barcellona, Alfonso Femia e Gianluca Peluffo dello studio 5+1 di Genova e Boris Podrecca dell’omonimo studio di Vienna. Le serate hanno avuto ampia eco sia sulla stampa, sia sulle televisioni locali, riscontrando un importante successo di pubblico (non solo specialistico), che in alcuni casi si è avvicinato per la prima volta al mondo della progettazione architettonica. L’Ordine di Varese è stato impegnato in prima persona anche nel patrocinio di molte iniziative divulgative e tecnico-scientifiche organizzate da enti ed aziende di settore che, sempre più spesso, si rivolgono agli ordini professionali per un suggello di qualità e competenza all’iniziativa; in particolare l’Ordine varesino è stato impegnato nella moderazione di un convegno organizzato da un’azienda di primo piano nella produzione di materiali destinati a processi costruttivi biocompatibili. Allo specifico convegno ha partecipato, l’architetto viennese Georg W. Reinberg, recente vincitore, con l’edificio Biotop, del 1°Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo. Congiuntamente a quest’iniziativa si è tenuta, presso la sede dell’Ordine di Varese, la mostra itinerante delle opere dell’architetto stesso. Tra i momenti più significativi delle iniziative varesine, sia in senso didattico-culturale, sia in rapporto alle relazioni sociali interne all’Ordine, rientrano, da svariati anni, l’organizzazione di viaggi culturali in Italia e all’estero. La struttura organizzativa originariamente voluta e gestita dall’Ordine è ora passata nelle mani dell’Associazione che, nell’ultimo anno, ha organizzato due viaggi, uno a Roma – titolato Nuovi Segni nella Città Eterna – per visitare le più recenti realizzazioni dell’architettura contemporanea: segnatamente il Parco della Musica di Renzo Piano, la Chiesa a Tor Tre Teste di Richard Meyer e la meno recente Moschea di Paolo Portoghesi; l’altro, a Helsinki ove è stato ripercorso l’itinerario delle opere di uno tra i più grandi architetti contemporanei: Alvar AAlto. La Cina, e più precisamente le città di Hangzhou, Shanghai, Xian e Pechino, è stato l’obiettivo di un terzo, riuscito viaggio, coordinato con le facoltà universitarie di questo paese emergente, e alla cui promozione e organizzazione si sono dedicati, con il patrocinio dell’Ordine, alcuni giovani colleghi che hanno dimostrato capacità degne di nuove iniziative. Nell’ambito delle attività culturali se ne sono imposte alcune che hanno cercato di affrontare e sviscerare, invitando relatori specializzati, taluni temi d’ambito urbanistico e di procedura normativa e tecnica. L’Associazione Architetti AV ha organizzato il convegno Periferie e Nuove Urbanità in cui hanno relazionato Federico Bucci e Adalberto Del Bo del Politecnico di Milano e Iginio Rossi dell’INU Lombardia. A questo sono seguiti i corsi dedicati alla conduzione dei Lavori Pubblici e alla comprensione e valutazione dei Beni Ambientali e Culturali e le novità del Codice Urbani. C. C.
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solo edifici; forse la città è rappresentata più dalle zone vuote che da quelle occupate. Emergono così i segni violenti della storia, le ferite, le testimonianze di una vulnerabilità dell’urbano che somiglia a quella di un corpo umano e sono senza dubbio queste ferite che ci fanno sentire la città così vicina, emozionante. L’andamento spezzato del nuovo Museo ebraico nel quartiere di Kreuzberg, progettato da Daniel Libeskind, sembra dar forma concreta a queste lacerazioni; attraversarlo significa imbattersi nei labirinti oscuri dell’esistenza, nel tentativo di ridurre il confine sottile tra memoria ed oblio. Per questa ragione come scrive Marc Augé in Rovine e macerie, “nonostante la sicurezza ostentata dagli edifici di Potsdamerplatz e la continua attività dei cantieri, il senso di attesa e talvolta di malinconia che suscita l’incompiutezza della città – come nelle periferie di Roma e di Lisbona esplorate dalle macchine da presa di Nanni Moretti e di Wim Wenders – si associa qui un timore vago e irragionevole: il timore che le follie del futuro, le follie del secolo nel quale siamo da poco entrati, siano pari a quelle che oggi cerchiamo di scongiurare commemorandole”.
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CCVBC, Politecnico di Milano Il Centro per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali (CCVBC), costituitosi nel 2004, è una struttura istituita al fine di promuovere le attività del Politecnico nell’ambito della Conservazione dei Beni Culturali verso Enti e Isti-
tuzioni pubbliche e private. Il Centro assicura la valorizzazione e il coordinamento delle competenze presenti in tale ambito presso le Facoltà, i Dipartimenti e i Poli Regionali. Nello specifico le attività primarie del centro sono quelle di: censire e aggiornare l’albo delle competenze d’Ateneo; promuovere il coordinamento e l’integrazione dei gruppi di ricerca afferenti ai diversi settori disciplinari nonché le competenze dell’Ateneo nel settore e favorirne la valorizzazione; rappresentare l’Ateneo nei confronti di Enti e Istituzioni esterne per progetti di ricerca e formazione non proposti dai singoli Dipartimenti o Facoltà; coordinare l’attività di ricerca o formazione relativa a tali progetti. Le problematiche della tutela, conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali coinvolgono un ampio spettro di discipline e di tecniche, alcune specifiche, altre mutuate da altri settori di ricerca: sono infatti coinvolti i problemi della conoscenza (storica e materiale), della diagnostica, del monitoraggio dei fenomeni e le tecniche di conservazione, ma anche i più generali della pianificazione territoriale e paesistica, della programmazione economica degli interventi, della diffusione e divulgazione delle conoscenze e della valorizzazione. Il Centro nel suo primo anno di attività ha messo a punto due obiettivi: una pubblicazione (AA.VV., Beni Culturali e Politecnico di Milano, Rivista Politecnico di Milano n. 8, Ed. Up.point, 2004) che illustra le attività istituzionali dei numerosi laboratori strumentali e
un sito internet (www.beniculturali.polimi.it.). La pubblicazione ed il sito intendono pertanto rendere conto di alcune delle molte attività di ricerca e di progetto che si sono svolte negli ultimi anni al Politecnico e sottolineare le potenzialità che le esperienze svolte, se coordinate e finalizzate a specifici obiettivi, offrono per fare dei Beni Culturali un settore di ricerca strategico per la nostra università e il nostro Paese (Consiglio Scientifico del Centro: G. Azzone, L. Binda, M. Boriani – Presidente –, C. E. Bottani, R. Cubeddu, C. Molinari, P. Paolini, P. Pedeferri, O. Selvafolta, L. Toniolo, S. Bortolotto – Resp. Operativo; via Durando 38/A, Milano; tel. 0223995026 – 5825, e-mail: boriani@polimi.it, susanna.bortolotto@polimi.it). Susanna Bortolotto
Testimoni, attori e racconto Un incontro con Piero Derossi ha aperto, il 25 maggio scorso, presso la Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano, una serie di conferenze dal titolo dal sapore saviniano “Narrate, uomini, la vostra storia” a cura della neonata Associazione Gizmo (formata da Marco Biraghi, Gabriella Lo Ricco, Silvia Micheli, Mario Viganò). Gli incontri sono volti alla promozione della cultura, non solo architettonica degli anni ’60 intesi come stagione importante per l’oggi, ma relativamente recente, per disporre di un quadro storico assestato e dai contorni definiti. L’obbiettivo è quello di portare dentro l’università testimonianze e letture tanto soggettive quanto dirette, di una serie di protagonisti (Carlo Aymonino, Andrea Branzi, Guido Canella, Arduino Cantafora, Paolo Deganello, Giorgio Grassi, Vittorio Gregotti, Antonio Monestiroli, Adolfo Natalini, Luciano Patetta, Franco Purini, Daniele Vitale) che hanno ricoperto, a vario titolo, ruoli importanti negli anni ’60 e che sono in grado di raccontare in prima persona la storia che loro stessi hanno contribuito a scrivere. Una storia fatta non solo di “scuola”, ma di politica, di letteratura, di riviste, di viaggi e scoperte, di rivoluzioni radi-
cali, di produzione teorico/culturale articolata e vasta, quasi a voler stimolare, mediante assaggi diretti, ciò che oggi sembra piuttosto arduo accadere nelle facoltà universitarie. Tutto ciò in linea con gli intenti dell’Associazione Gizmo (gizmomilano@yahoo.it, www.gizmoweb.org) che promuove, oltre a questa serie di conferenze, anche mostre (si ricorda “Presente!”, la mostra di immagini della contemporaneità “fatta” dagli studenti delle facoltà di Architettura), pubblicazioni, e riedizioni di testi ritenuti importanti o non più reperibili. Gizmo non vuole porsi confini programmatici né limiti di sorta coerentemente col termine inglese usato da Reyner Banham che delinea l’indefinitezza e articolata flessibilità propria dei consumi e cifra della società contemporanea. Carlo Gandolfi
Artisti in villa L’Associazione Castelli e Ville Aperti in Lombardia, che dal 1997 si occupa delle dimore storiche aperte al pubblico nella regione, offre a giovani artisti milanesi, tra i 18 ed i 35 anni, la possibilità di proporre idee e progetti da realizzare in prestigiose sedi storiche. L’iniziativa “Artisti in Villa” si inserisce in una più vasta operazione di valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e naturalistico della Lombardia. L’intento è produrre una stimolante e vitale interazione tra arte contemporanea e luoghi del passato. Gli artisti diventano protagonisti di un’avventura in cui il passato diviene fonte di interpretazione del contemporaneo e viceversa. I candidati devono scegliere una dimora storica ove esporre il proprio lavoro artistico tra alcune proposte milanesi prescelte: Casa del Manzoni, fossato esterno del Castello Sforzesco, Palazzo Affari Giureconsulti, Palazzo Isimbardi, Villa Clerici Melzi, ex caselli daziari di Porta Nuova. Individuato un preciso luogo per l’intervento,
potranno utilizzare qualunque tecnica purchè l’opera artistica non sia permanente né fisicamente invasiva della struttura ospitante e porti invece particolare attenzione allo sviluppo delle relazioni dialettiche tra l’opera e il luogo della sua esposizione. L’installazione progettata deve avere un costo di realizzazione inferiore ai 2.000 euro ed essere allestibile in meno di quindici giorni. Comunicato l’esito delle fasi concorsuali il vincitore verrà invitato ad installare fisicamente la propria creazione nella dimora prescelta ove rimarrà in mostra dalla metà di settembre alla fine di ottobre 2005. Lo sviluppo dell’iniziativa può essere seguito attraverso il sito web www.castellieville.it. Sara Gilardelli
Festival del Libro d’Arte a Bologna Il 16 giugno 2005 è stato presentato il programma – consultabile sul sito: www.artelibro.it – della seconda edizione di Artelibro, Festival del Libro d’Arte, che si terrà dal 22 al 26 settembre a Bologna in Palazzo di Re Enzo e del Podestà oltre che in alcune piazze del centro cittadino e cui parteciperanno case editrici grandi e piccole, famose e meno note, italiane ma non solo. Si tratta, dal punto di vista della struttura, di un evento particolare nel panorama delle “fiere” che si svolgono in Italia. Pur accogliendo uno spazio destinato alla vendita del libro, in realtà l’iniziativa si configura come un vero e proprio Festival, in cui l’esposizione dei prodotti editoriali è alternata a incontri e dibattiti accessibili, gratuitamente, al pubblico, composto non solo da addetti al lavoro. Un comitato scientifico, formato da eminenti storici dell’arte e dell’architettura, oltre che da rappresentanti del mondo della cultura e dell’imprenditoria, hanno composto un programma culturale che rappresenta il vero e proprio “cuore” del Festival. Conferenze, letture, presentazioni di libri, si concentreranno su alcuni filoni principali: innanzitutto l’architettura, in particolare il dibattito sull’architettura contemporanea e quella del ’900. Poi il ruolo del-
Martina Landsberger
Festivaletteratura a Mantova Anche quest’anno, giunto alla IX edizione, dal 7 all’11 settembre, si tiene a Mantova il festival della letteratura. Il programma coinvolge un panorama di autori variegato. Accanto ai nomi di scrittori noti, ne vengono presentati altri meno conosciuti dal grande pubblico ma che comunque hanno già appassionato gruppi di lettori italiani. I nomi di questi autori sono infatti stati segnalati all’organizzazione del Festival da persone che negli anni scorsi hanno frequentato Mantova o come semplici spettatori oppure partecipando direttamente come “attori”. Il programma è volutamente generalista ma, nonostante ciò, è possibile raggruppare gli eventi intorno ad alcune questioni circoscritte: l’idea di straniero, le identità culturali di un mondo caratterizzato da frontiere ormai difficilmente individuabili, l’evoluzione dei ruoli sociali e della partecipazione civile, gli esempi di “letteratura territoriale”, la poesia, la scienza e l’arte, ecc. Ai tradizionali incontri con gli autori, quest’anno si affiancano momenti di dibattito. La “Zona critica”, per esempio, intende mettere a confronto critici e scrittori invertendo per una volta i ruoli: saranno, infatti, gli scrittori a interrogare i critici. “Prima di spegnere la luce” è invece il ciclo di incontri che, a chiusura della giornata, in piazza Alberti mette a confronto gli ospiti del Festival e Piero Dorfles per parlare ogni giorno di un
particolare tema. Inoltre, per la prima volta nella storia del Festival, Alessandro Bergonzoni, in una sorta di rito iniziatico, conduce “il corteo per la tumulazione o il dissotterramento di un libro”. Questi, solo alcuni dei numerosi incontri previsti dal programma. Resta da ricordare che il Festival, come ogni anno, apre al pubblico nuovi spazi della città: il Complesso di Santa Paola con il chiostro e il convento recentemente restaurati, l’ex convento di San Francesco, oggi sede dell’Università, e il chiostro e la chiesa di San Barnaba. Un’occasione per vivere e scoprire la città. M. L.
Parma: Festival dell’Architettura Giunto alla seconda edizione, il Festival dell’Architettura si terrà a Parma dal 19 al 25 settembre. Dalle parole del direttore della manifestazione, Carlo Quintelli, emerge il suo carattere di confine, occasione di sperimentazione e allo stesso di continuità rispetto a tradizioni e linee di ricerca originali di un esperienza della ricerca architettonica italiana oggi troppo semplicisticamente messa al bando da analoghe manifestazioni culturali (Biennale, Triennale), che sembrano più esplicitamente rivolte all’eclatante rispetto a una dimensione più autentica e esplorativa dell’architettura. Una dimensione, che sembra oggi, più che dimenticata, consapevolmente rimossa in nome di un pragmatismo diffuso, che altro non sembra dimostrare che l’ansia generazionale a imprimere un segno, per quanto debole e superficiale, nei confronti delle mutevoli condizioni della realtà contemporanea. Se rispetto al tema di quest’anno, ricchezza e povertà, il Festival sembra da una parte volere indagare aspetti meno noti di alcune figure ed esperienze del passato, con la scommessa di riconfermarne il significato e l’attualità (le antichità da Serlio a Piranesi, Goethe e l’architettura, Tessenow e gli edifici pubblici), dall’altra ritrova genealogie, dal punto di vista della scala degli interventi, tra esperienze di un passato prossimo, che al di là della critica conservano l’aura di
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una dimensione mitica – dal Gallaratese al Corviale e allo Zen – a quelle più recenti trasformazioni epifenomeniche in atto sul territorio italiano, di carattere più prettamente tecnologico-internazionale, che possono implicitamente ricondursi ai caratteri delocalizzati teorizzati da uno dei teorici protagonisti del festival, Marc Augè. Una manifestazione, che aperta a molte esperienze extraeuropee (India, Cina, Africa, America Latina) si propone di ritrovare un ipotetico filo rosso tra un indirizzo interpretativo e uno più propriamente accidentale, sotto cui poter mettere in scena, oltre alla celebrazione delle certezze i turbamenti, dubbi e provocazioni presenti all’interno del panorama architettonico contemporaneo. Michele Caja
Oltre i cinque sensi Dopo la felicità, la bellezza, la vita e il mondo, l’edizione 2005 del festivalfilosofia è dedicata al tema dei sensi: vedere, sentire, toccare, gustare, annusare, ma anche ricordare, partecipare, immaginare, fare esperienza del piacere e del dolore, dell’ascetismo, del consumismo, dell’equilibrio e dell’invisibile. Intrecciando codici e linguaggi diversi, dal 16 al 18 settembre, il festival porta la riflessione e le emozioni nelle piazze di Modena, Carpi e Sassuolo re-interpretando creativamente la tradizione greca. Cuore dell’evento rimangono le lezioni tenute dai maestri del pensiero contemporaneo: dallo storico delle immagini Hans Belting al filosofo Jean-Luc Nancy definito un “classico vivente”, da François
Jullien, docente di Filosofia ed estetica della Cina classica, al filosofo e storico dell’arte Georges Didi Hubermann, e ancora Remo Bodei, coordinatore dell’iniziativa, Vittorino Andreoli, psichiatra, Eva Canterella, docente di Diritto Romano e Diritto Greco antico, Roberta De Monticelli, docente di Filosofia della persona. Non mancheranno le mostre, come quella fotografica di Melina Mulas sui Lama del Tibet o le incisioni di Picasso tra eros e mito, la letteratura con un “convegno paradossale” sui sensi discriminati, il cinema con una rassegna dedicata a pellicole indiane, le installazioni, il teatro, i racconti, la caccia tesoro on line, le bancarelle dei libri e i menù filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per i ristoranti delle tre città. Dopo le “panchine parlanti”, dove i personaggi si raccontano a pochi ascoltatori, o le lezioni dei filosofi per i passeggeri del treno, tra le novità di quest’anno un dialogo a tavola con il pubblico, sull’esempio del Simposio platonico. Più di cento gli appuntamenti, quasi tutti gratuiti, di questa travolgente manifestazione che, con un rito che si rinnova da cinque anni, coinvolge non solo specialisti, ma appassionati, curiosi, grandi e piccini. Sono attese oltre centomila persone, cifra che il presidente della Fondazione San Carlo – tra gli organizzatori dell’evento insieme ai tre Comuni, alla Regione Emilia-Romagna e alla Provincia – si “augura” quasi di non oltrepassare, poiché, sottolinea, anche il senso del limite è importante: c’è una misura oltre la quale le cose si snaturano e non sono più godibili. Irina Casali
OSSERVATORIO ARGOMENTI
le banche e, in particolare delle Fondazioni bancarie che, in ogni parte del mondo investono somme ingenti nel restauro di monumenti e nella valorizzazione del patrimonio culturale e artistico; il rapporto fra arte e fede, gli archivi fotografici di storia dell’arte, la gestione del museo come impresa e la didattica dell’arte. Obiettivo di “Artelibro” è, infine, la valorizzazione del mercato dell’editoria d’arte italiana, la prima al mondo con 2500 nuovi titoli all’anno e un fatturato che nel 2004 ha superato i 150 milioni di euro.
a cura di Antonio Borghi
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Intervista a Giacomo Vaciago Direttore dell’Istituto di Economia e Finanza dell’Università Cattolica di Milano, editorialista de “Il Sole 24 Ore”, già Sindaco di Piacenza con una coalizione di centro-sinistra e consigliere economico di varie legislature di governo dal 1987, Giacomo Vaciago è uno dei commentatori più autorevoli della vita economica del nostro Paese. Da anni si discute di varie iniziative per la riforma delle professioni, una riforma che coinvolge vari aspetti, dall’adeguamento della formazione universitaria all’abolizione delle tariffe minime. Qual è la sua opinione in proposito?
La posizione degli economisti è che la tutela del mercato e dei consumatori è un valore in sé, ma deve ridurre il meno possibile la concorrenza tra gli offerenti, siano essi bottegai o professionisti. Quindi siamo dell’opinione che le forme di tutela dei consumatori, come all’origine sono anche gli Ordini professionali, devono aggiornarsi nel tempo. L’Italia è in ritardo rispetto all’Europa in questo adeguamento e si ha l’impressione che anche gli Ordini professionali stiano tutelando maggiormente gli iscritti rispetto agli utenti. Queste resistenze sono diffuse anche nel resto d’Europa: basta pensare al naufragio della Direttiva sui servizi e ai no ai referendum sulla Costituzione in Francia ed Olanda.
Quali sono i nodi da sciogliere a livello europeo? Per la direttiva sui servizi la partita si è giocata sul concetto di home control contro l’host control. Bruxelles aveva proposto l’home control, che avrebbe permesso all’architetto polacco di lavorare in tutti i 25 paesi tutelato e regolamentato dall’Ordine polacco, ovvero garantendo il massimo della competizione. È chiaro che se lui lavora in Polonia per cento sarà ben contento di lavorare in Francia per cinquecento anche se i suoi colleghi francesi sono abituati a prendere mille. La massima concorrenza è garantita dall’home control. L’host control, il controllo da parte dell’Ordine del Paese dove vai a lavorare, per definizione tutela quelli che ci lavorano già. Vuol dire che secondo gli economisti quello che conta è il mercato e gli Ordini professionali non hanno più ragione di esistere? Documentandomi su questo tema ho scoperto che solo nel Seicento a Venezia s’inizia a brevettare e a tutelare così l’innovazione. I nostri Albi professionali sono stati codificati durante l’Ottocento secondo un principio di equilibrio tra tutela dell’attività del professionista (codice deontologico, procedimenti disciplinari ecc.) e tutela del cliente, al quale si “certifica” che il professionista sa far bene il suo mestiere. Le tariffe minime, le riserve e i numeri chiusi che sono stati introdotti in certi Ordini e categorie – notai, farmacisti e tassisti ad esempio – sono più problematiche da difendere come interesse dell’utente. Eppure, le categorie che non hanno queste restrizioni e regolamentazioni, come gli avvocati, talvolta le auspicano. Qual è la tendenza in Europa rispetto alla tutela delle professioni e come si colloca l’Italia in questo contesto? Il nostro dilemma è decidere in che direzione andare da ora in poi, ma visto che l’Italia continua ad essere un’anomalia in Europa, è probabile che finiremo per andare nella direzione prevalente, seppur con riluttanza. Questa direzione prevede un’affermazione di strutture capitalistiche anche nei servizi, con studi di progettazione in grado di lavo-
rare in tutta Europa, come già succede nelle grandi commesse. Di fatto è già così, si tratta solo di creare nuove regole. Lo stesso vale per l’abolizione delle tariffe minime e per la proibizione della pubblicità. Certo è difficile farsi pubblicità se l’Ordine mi dice che i suoi iscritti sono tutti bravi allo stesso modo e mi dice anche quanto devo pagarli. La mancanza di pubblicità deriva dalla mancanza di concorrenza e dell’apprezzamento di diverse qualità. Come si colloca il mestiere dell’architetto all’interno del mondo delle professioni in Italia? Se diciamo che le professioni, come ogni altro mestiere, devono essere svolte nell’interesse del cliente, a quel punto saltano tariffe minime e divieto della pubblicità e si può creare uno studio professionale capitalistico, con soci partner e dipendenti. La categoria degli architetti non ha il massimo della tutela che hanno notai, tassisti e farmacisti, ma nemmeno la sregolatezza degli avvocati che già adesso fanno lo sconto se paghi in contanti. In Italia c’è ancora molta clientela individuale: singoli che decidono di costruirsi o ristrutturare la casa o l’ufficio. Se guardiamo alla Gran Bretagna o agli Stati Uniti scopriamo che solo il tre per cento di miliardari ha questo tipo di atteggiamento verso l’architettura. Tutti gli altri vanno sul mercato e si rivolgono a grandi imprese. Il professionista col suo cliente, un rapporto che a volte si tramanda di padre in figlio, è una visione ottocentesca in via di estinzione. Esiste una specificità della prestazione professionale rispetto ad una qualsiasi prestazione d’opera? I professionisti oggi sono parte della struttura dell’offerta, come chi sa disegnare auto è dipendente Fiat. Sempre meno c’è la figura dell’architetto che otto ore al giorno sta nel suo studiolo e aspetta il signore che vuol farsi fare la casa. In Italia ce ne sono ancora molti, ma senz’altro meno che una volta e, in prospettiva, questa figura conterà sempre meno. Lo stesso vale per i medici, che sempre meno hanno clienti attraverso il servizio sanitario nazionale, mentre sempre meno avvocati hanno il loro studiolo con la segretaria.
Questa è la società di massa verso la quale ci muoviamo. Se mai diventeremo veramente europei dovremo affrontare le quattro libertà di movimento: merci, capitali, persone, servizi. Quando la prestazione intellettuale si subordina alle logiche imprenditoriali, si rischia un calo della qualità della prestazione stessa. Lo si è visto in varie parti d’Europa nei cosiddetti Project Financing, dove la progettazione è parte non decisiva di un pacchetto di servizi che tende a consegnare l’edificio chiavi in mano, magari con un contratto di gestione e manutenzione. In Gran Bretagna si sono fatte pessime esperienze con le Private Financed Initiatives, come anche nelle Public Private Partnership per la riqualificazione delle periferie milanesi. Questo ha mostrato come la qualità architettonica, e quindi l’interesse pubblico, siano gli anelli deboli del sistema. Questo processo si è affermato nella produzione delle merci ed è inevitabile anche nel mondo delle professioni. Dopodichè, come accade per le automobili, avremo sul mercato la Maserati, la Porsche, la BMW e la Fiat. Tutte e quattro fatte in fabbrica, ma con qualità diverse. Nei servizi è inevitabile che succeda un processo analogo. Questo non vuol dire passare da un mondo dell’Ottocento, dove l’architetto si curava personalmente dei suoi cinquanta o cento clienti, ad un futuro con casermoni orrendi e case malsane. Ci saranno anche qui tre o quattro alternative, ma sempre in organizzazioni di tipo industriale per i criteri di produttività, l’impiego delle nuove tecnologie eccetera. Ci sono dimensioni capitalistiche inevitabili data la prevalenza, che sta avvenendo anche in molti altri settori, del capitale sul cervello umano. Il passaggio dall’artigianato all’industria ha implicato il passaggio dalla cassetta degli attrezzi alla catena di montaggio, che nessun artigiano, per quanto bravo, poteva permettersi. Lo stesso vale per la progettazione di un grande complesso immobiliare. Oggi l’investimento in macchinari per fare un grande studio di architettura
Ma questo non significa anche un restringimento della concorrenza? Se io invece di un milione posso investirne due nel mio studio professionale la mia prestazione potrà essere più competitiva anche se di qualità inferiore… Il mercato di riferimento, in prospettiva, è quello europeo e quando in ogni paese ci fossero anche solo dieci grandi studi, questo basta e avanza per avere la necessaria concorrenza. Anche dopo un bel po’ di concentrazione, la concorrenza nei servizi professionali rimane. Se a Milano rimanessero soltanto i grandi studi, ce ne sarebbero pur sempre dieci tra loro in competizione. Se uno solo dovesse prevalere, c’è l’antitrust che rileva l’abuso di posizione dominante. Comunque, già adesso, ci sono comportamenti anticompetitivi. Poniamo che un cliente vuol fare un progetto e per questo contatta uno studio professionale: se il cliente viene a sua volta contattato da un altro professionista che gli offre la stessa prestazione ad un prezzo inferiore siamo di fronte a una normale concorrenza, oppure no? È ammissibile o è condotta sleale? Anche ai servizi si applicano, mutatis mutandis, le regole per l’accertamento degli abusi che valgono per l’industria. Basta pensare alla vicenda della Microsoft che imponeva l’integrazione verticale dei suoi programmi e quindi era anticompetitiva. Questa vicenda ha avuto molte conseguenze nei paesi in cui la concorrenza è considerata una cosa importante. D’accordo, ma tra la tutela dell’attività del singolo architetto – che è quello che cerca di fare l’Ordine – e la vicenda Microsoft c’è una bella differenza. Quello che ci interes-
sa in questo momento è se mai riusciremo ad avere una riforma degli Ordini che tenga conto dei cambiamenti in atto garantendo un minimo di tutela per la dimensione artigianale e artistica del mestiere. L’opinione a Bruxelles è assai chiara: noi siamo tra i paesi in cui la maggior protezione è a favore del produttore del servizio e non dell’utente. Al contrario in Europa sta chiaramente prevalendo l’impostazione anglosassone della tutela del consumatore, che non è il liberismo sfrenato di cui parla Rifondazione, ma la concorrenza nell’interesse del cittadino. Il processo è lento e graduale. Le resistenze sono tante e non solo in Italia, ma è bene sapere che i modelli di riferimento sono e saranno quelli. La logica è: devo tutelare il cliente e accetto limitazioni alla concorrenza solo dopo un’accurata analisi che dimostri che si persegue l’interesse del cliente. La conclusione è che il mix qualità/prezzo può essere migliorato deregolamentando, liberalizzando e riducendo le riserve e le tariffe minime, perché nessuno è mai riuscito a dimostrare che le tariffe minime riescono a garantire un miglior rapporto qualità/prezzo. Tra le argomentazioni a favore del minimo tariffario è il divario di conoscenza tra chi fornisce il servizio e chi lo riceve, per cui non sempre nel corso di una contrattazione chi fornisce un buon servizio ad un prezzo ragionevole riesce a competere con chi offre il maggior ribasso senza garantire la qualità necessaria. Il cliente raramente è in grado di giudicare se lo sconto che viene offerto è congruo oppure no. Ma chi offre questo servizio ha fatto l’esame di stato ed è iscritto all’Albo. La tariffa minima impedisce solamente la concorrenza che, se un professionista è minimamente lungimirante, si combina con la reputazione. In tutte le professioni l’aspetto della reputazione è molto importante. Se io vado da un professionista sconosciuto a tutti, il fatto che mi faccia pagare poco mi dovrebbe insospettire, ma se vado da un professionista che è sulla piazza da vent’anni, ha lavorato con soddisfazione, ha lavorato per persone che me lo raccomanda-
no e gode di buona reputazione, a quel punto, il prezzo più basso è meglio è. Perché lui non sarà hit and run, ma è un professionista iscritto all’Albo con un ufficio, un capitale di un milione di euro e la sua reputazione è importante. Ci sono anche altre figure professionali, come gli avvocati che gironzolano intorno ai tribunali con la bottiglia di whisky in tasca, sperando di accalappiare clienti, un classico del cinema americano. Li usa chi ha bisogno di presentare un documento per dieci dollari, ma non certo per un procedimento importante. Dunque nella riforma degli Ordini professionali si dovrebbe tener conto dell’aspetto “reputazione”. Certamente. Se devi comprare un’automobile ci sarà una scheda tecnica che ti permette di giudicare il prodotto, ma se cerchi un domestico o una badante, è la qualità della persona che conta che è misurabile solo in termini di reputazione. Anche per questo la deontologia e gli Ordini sono molto importanti, come garanti della reputazione. Se qualcuno si comporta male è bene che si sappia. Un mio famoso collega è diventato famigerato perché l’hanno beccato a pubblicare un libro copiato. Nel nostro mestiere si fa carriera in base alle pubblicazioni, per il contributo al progresso delle conoscenze. Se copi il tuo contributo è zero e per di più fai finta, quindi in termini di reputazione è micidiale. Quindi gli Ordini hanno un futuro se riescono a tutelare gli interessi dei consumatori e allo stesso tempo la reputazione degli iscritti. Gli Ordini devono tutelare i consumatori e così facendo tutelano anche il professionista. Ricordiamoci che l’Ordine è un servizio pubblico, non è un fatto privato e chi si iscrive all’Ordine deve sentirsi tutelato dal fatto che i mascalzoni ne vengono cacciati. Scrivo sul “Il Sole 24 Ore” da ventitré anni, ho visto susseguirsi cinque direttori e Confindustria andare un po’ più a destra o un po’ più a sinistra, ma io sono rimasto e questo vuol dire che ho un buon rapporto con questo giornale e soprattutto una buona reputazione.
Groucho Marx diceva “non vorrei mai far parte di un circolo che prende uno come me”, viceversa se io so che solo i professionisti per bene sono membri dell’Ordine, allora faccio domanda appena possibile e ci tengo ad esserci. Se l’Ordine funziona bene allora dà una reputazione ai suoi membri. La reputazione è un bene pubblico. Se si sa che nell’Ordine ci sono dei mascalzoni allora tu sei rovinato, anche se non lo sei. Si parla molto anche di libere Associazioni professionali come alternativa agli Ordini stabiliti dalla Legge. Nella nostra tradizione, l’Ordine è sancito per legge ed è un servizio pubblico perché la reputazione è un bene comune di cui tutti godono. In questo spirito io manterrei la logica dell’unico Ordine al di sopra di ogni sospetto, chiaramente produttore di questa reputazione. Un Ordine che fa sapere alla gente che c’è concorrenza tra i suoi iscritti e che interviene per tutelare la reputazione dei suoi iscritti in caso di abusi. Andando più verso casi concreti, la reputazione che conta in Italia per un architetto è quella di avere un buon rapporto con gli amministratori pubblici e ci sono figure di mediatori che per mettere in moto un’operazione immobiliare riscuotono parcelle maggiori di quelle dei progettisti che ci lavoreranno per anni. La tristezza del fare l’architetto in Italia è che è troppo legato alla politica e anche le gare pubbliche non si sa mai se sono veramente all’insegna del “vinca il migliore”. Tanti si domandano se sia meglio essere il migliore o avere amici nella commissione giudicatrice o nella Amministrazione pubblica. Purtroppo in Italia i lavori pubblici sono appannaggio della politica e la qualità del progetto ne esce indebolita. È un peccato che anche in momento dove tutti investono sul mattone, ci sia poca grande architettura e tutto resti in mano alla speculazione immobiliare. Non c’è dubbio, ma non c’è da meravigliarsi: in un paese che come il nostro è immobile, chi comanda sono gli “immobiliaristi”.
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si aggira sul milione di euro. Una cifra di cui non tutti dispongono. Un architetto, magari giovane e neolaureato, dove si procura il capitale necessario? Crei una società tra più soggetti e c’è chi ci mette i soldi e chi ci mette il cervello. Che poi è quello che succede in tutto il mondo in quasi tutte le attività, anche per la medicina. Ovunque la tecnologia contribuisce alla produttività e richiede l’impiego di capitali, e i capitali richiedono un rendimento.
a cura di Roberto Gamba
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Riqualificazione di piazza Garibaldi a Cantù (Co) La piazza Garibaldi, per la quale il bando del concorso in due fasi, prevedeva il riassetto urbanistico e la riqualificazione nell’ambito del contesto adiacente interessato dalla pedonalizzazione, è nel centro della città. I nuovi parcheggi definiscono le “porte d’entrata” al centro storico; da ognuno inizierà una diversa “passeggiata urbana”, che consentirà di raggiungere il cuore della vita cittadina. Nella prima fase del concorso erano richieste due tavole di formato A1, contenenti una planimetria generale in scala 1:500, con schemi funzionali e rappresentazioni a libera scelta. Tre concorrenti sono stati selezionati per la seconda fase, palese, che prevedeva, su tre tavole di formato A0, un appro-
fondimento progettuale della sola piazza, sulla base delle indicazioni della giuria. L’area è vincolata secondo la Legge 1089, per l’ambito di rispetto del cannocchiale visivo delle chiese di S. Paolo e S. Maria. La Giuria era composta dal sindaco, Tiziana Sala, da PierreAlain Croset, Luigi Snozzi, Alberto Artioli, Arnaldo Pomodoro, Angelo Monti, Damiano Cattaneo, Marco Ortalli, Chiara Rovetta, Corrado Tagliabue. Coordinatore del concorso è stato Stefano Seneca. Sono stati attribuiti un primo premio di euro 10.000 e altri due premi di euro 5.000. Il progettista vincitore è stato incaricato del progetto preliminare e definitivo e sta lavorando al progetto esecutivo.
1° classificato Roberto Cremascoli (Milano – Porto), Edoardo Belponer, Edison Okumura, Marta Rodrigues, collaboratori: Sonia Pina, Sonia Monteiro, Paulo Pereira, Pedro Aguiar, Alvaro Negrello, Stefano Spranzi, Davide Gazzoldi, Fiorenzo Pandini, Lilia Catarina, Michele Gigante, Alexandre Martins
(periferica). Si collega agli “innesti”, sempre in granito, di tutte le vie che sfociano nella piazza. La piantumazione dei 13 celtis australis (barriera visiva e acustica), definisce della piazza una zona aperta, di passaggio, di incontro collettivo e un’altra a “giardino”, attrezzata con una scultura composta di quattro corpi, sospesi a 3 metri di altezza, che nascono da forme organiche come sementi, gusci, nidi e bozzoli; inoltre da sedute a panchina e tavoli in granito e rovere, formati da elementi di varia lunghezza, con o senza schienale. Le parti in legno sono costituite da listoni, assemblati con perni passanti in acciaio.
La ricomposizione dei dislivelli della piazza attraverso la pavimentazione in granito è disegnata secondo sei linee di pendenza (6 pieghe), che confluiscono nel compluvio di una caditoia quasi impercettibile
2° classificato Claudio Ciccotti (Roma), Michele Crò, Alessandro De Cinque collaboratori: Model Maker, Marco Frugoni Si vuole ideare una spazialità complessa, nella quale, attraverso la materia, la luce, la sequenza temporale degli episodi, si tracci il filo conduttore dell’organismo. Il vuoto, che dialoga con il suo intorno, recuperandone la casualità in sapiente gesto di ricucitura, vuole essere il leitmotiv tal-
volta impalpabile ed immaterico, tuttavia presente e incidente nella percezione globale dello spazio. Sono gli elementi naturali e la natura stessa del luogo a determinare la specificità delle mutazioni, che l’intervento progettuale imprime alle preesistenze: il tentativo di ricondurre alla geometria euclidea le forme che in modo naturale caratterizzano il luogo – l’andamento del declivio su cui si appoggia la pavimentazione esistente – altri non è che uno spaccato nel quale va in scena giornalmente la storia del vivere quotidiano.
3° classificato Stefano Presi, (Monticello – Vicenza), Stefania Albiero collaboratore: Juan González La nuova piazza interpreta i caratteri storici della cittá, ne raccoglie le incertezze geometriche e topografiche, le enfatizza e le palesa nei suoi bordi diamantati; compone le vibrazioni del tessuto storico configurando spazi controllabili e controllati, fondendosi col contesto perché da esso è generata. Non ci sono
usi certi: il fare dell’uomo è effimero, la città è cosa di secoli. La nuova piazza è il luogo dell’aperitivo e del concerto jazz, il luogo del mercato e del riposo, l’acqua e il suo rumore, gli alberi, la loro ombra e il loro profumo, la gradinata, l’incontro, la promenade, il percorrere l’irrequietezza altimetrica della città. Massima flessibilità di spazi, che danno emozioni, che possono essere vissute con qualsiasi mezzo, interpretate con il violino o il contrabbasso.
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Lecco: concorso di idee per l’area “ex-Piccola velocità” L’area oggetto di questo concorso, bandito nel 2003, è considerata di importanza strategica tra quelle funzionalmente dismesse nel centro di Lecco e caratterizzata per la frammistione degli spazi urbani: luoghi della residenza e luoghi della produzione, ma anche edilizia recente ed edilizia della memoria storica, parti progettate e parti cresciute per accumulazione e stratificazione successive. L’“ex-Piccola velocità” fa parte dell’area urbana oggetto di recupero urbanistico e funzionale per l’insediamento del nuovo Polo universitario del Politecnico di Milano per le province di Lecco e Sondrio. Quest’ambito all’interno dell’urbanizzato è in una zona adia-
cente al centro, in prossimità del nucleo di Pescarenico, strategica rispetto a nuove direttrici di sviluppo urbanistico e viabilistico e rispetto alla vicina concentrazione di alcuni fra i maggiori Istituti scolastici lecchesi. Si rapporta inoltre con alcuni manufatti e beni di interesse storico, architettonico e paesaggistico (il lungolago, Villa Manzoni, lo scenario della chiostra delle montagne lecchesi), nonché con aree in divenire per le quali è pensabile già da ora ipotizzare un recupero funzionale nell’ottica di un governo delle trasformazioni in corso (Acciaieria Arlenico). Le realizzazioni previste nell’ambito di intervento riguardano la nuova sede della biblioteca
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comunale, il parcheggio ipogeo per 1.000 posti auto, il mercato scoperto, il parco urbano, il recupero degli edifici ex ferrovia, le attrezzature commerciali e la viabilità interna. La giuria era composta dal sindaco Lorenzo Bodega, Luigi Rosci, Franco Stefanoni, Roberto Spreafico, Giorgio Buizza, Lamberto Bodega, Marco Cassin, Alberto Ferlenga, Fer-
ruccio Favaron, Teodoro Borera. Sono stati distribuiti un primo premio di 20.000 euro; un secondo di 10.000 euro; un terzo di 5.000 euro. Oltre a questo sono stati segnalati i progetti di Alfredo Gardella (con Paolo Gardella, Massimo Tadi, Giancarlo Alderighi, Nadia Meroni, Fulvio De Asmundis, Stefano Giavazzi, Franck Nolesini) e quello di Joseph Di Pasquale.
1° classificato Sergio Fumagalli (Galbiate – Lecco), Piero Luconi, Alessandra Manzoni, Laura Luconi, Giovanni Sacchi, Dario Mario Zappa
zioni urbane importanti e di costituirsi quale fulcro ordinatore di realtà urbane complesse, in parte già esistenti o programmate. La città al contorno, il mercato cittadino, la struttura viaria, il nuovo complesso del Politecnico vengono integrate con le nuove funzioni del progetto: la nuova biblioteca comunale, il parco urbano, il parcheggio interrato, le nuove unità commerciali, l’area per il mercato cittadino che diventa anche area per eventi musicali, e sportivi all’aperto. La via Ghislazioni, con il suo fronte di circa trenta metri, dove la pedonalità è preminente, vede la nuova presenza di importanti funzioni commerciali, con circa 150 metri di porticati di uso pubblico.
Si richiede di riorganizzare un grande comparto ferroviario dismesso che rappresenta uno dei luoghi nei quali la città costruisce il proprio futuro, per l’elevata accessibilità trasportistica (stradale e ferroviaria) e per la centralità rispetto alla città. Un luogo dove sono riconoscibili valori della cultura materiale e simbolica (archeologia industriale e orografia del territorio circostante). Si progetta un nuovo parco che ha in sé la capacità di attrarre fun-
2° classificato Corrado Tagliabue (Como), Paolo Brambilla, Stefano Seneca, Gianfredo Mazzotta, Alessandra Colonna, Franco Pessina, Mauro Montagna con Hildegard Gonzales Cebrian, Jan Liebe, Paolo Tagliabue, Claudio Radice Si è scelta l’ipotesi di formazione di un grande polo bibliotecario, comunale, universitario e auditorium, organizzato da tre parallelepipedi di m 13,60 x 42,00 - alti m 22; distanti fra loro m 13,60 (5 livelli fuori terra e due interrati, di cui una porzione risulta occupata dall’auditorium di circa 650 posti). Le due biblioteche saranno distinte per accessi, spazi e funzioni. La
connessione tra i blocchi è garantita da due elementi a ponte ruotati ortogonalmente ai primi, posti al primo e secondo livello fuori terra. Formalmente lo spazio architettonico si presenta introverso; lasciando verso la città e verso il Politecnico delle aperture controllate, mentre all’interno due ampie corti, una comunale e l’altra universitaria, interamente vetrate, controllano l’illuminazione ed il soleggiamento. Ampie terrazze danno l’opportunità di apprezzare il paesaggio naturale. L’utilizzo di travi del tipo Vierendel, a passo variabile dimensionate sulle sollecitazioni di altezza pari ad un piano libero, ha permesso di ottenere una grande flessibilità spaziale.
3° classificato Giorgio Melesi (Lecco), Giancarlo Cerveglieri, Gemma Mauri, Domenico Palezzato, Bruno Salesi, Francesco Saverio, Andrea Vanossi, Pierluigi Gandolfi Il punto generatore del disegno complessivo è la biblioteca, posta all’interno di un cilindro rivestito in tavole di cedro, copertura in rame, con un giardino ed una vasca con acqua. Un grande lucernario illumina il soffitto sagomato della cavea centrale, che, distribuita su piani diversi destinati alla lettura, affaccia sulla cortina dei monti. Lo spazio creato tra la biblioteca ed il magazzino ferroviario da
recuperare, forma una nuova piazza, caratterizzata dall’acqua, ove confluiscono tutte le funzioni dell’area: via Ghislanzoni, l’Università, il parco, la sala della musica, il piccolo commercio, ed il mercato settimanale. Il fabbricato ex ferrovia contiene funzioni di ristoro, ludoteca, una sala della musica. Un piccolo corpo in legno con copertura a vetri contiene i camerini della sala della musica. Tutt’intorno si sviluppa il parco ed estendendosi anche in copertura della zona commerciale. L’area del mercato è collocata a ridosso della ferrovia. Le postazioni centrali sono contenute da due cortine di alberi di alto fusto, separate da panche in legno e lampioni.
Riqualificazione aree storiche di Cormano (Mi) L’obiettivo ricercato dall’amministrazione comunale, con questo concorso di idee, è quello di dotare l’abitato di aree pedonali e di percorsi che, eventualmente, mettano in relazione i due centri storici di Brusuglio e Cormano Vecchia, fra cui elemento di frattura è il passaggio a livello delle Ferrovie Nord, privo di un sottopasso. Bisognava ottenere suggerimenti, dal punto di vista architettonico e progettuale, per una riqualificazione fondata sulle conoscenze tecniche e storiche del luogo da parte dei concorrenti. Erano da tenere in considerazione per il progetto, quali elementi di importanza culturale e sociale: la chiesa di S. Salvatore ed il suo oratorio con impianto seicentesco; la sede del Comune; il monumento ai caduti; Villa
Manzoni; la Chiesa di S. Vincenzo. Altri dati fondamentali di opere pubbliche o progetti di iniziativa privata in fase di realizzazione da tenere in considerazione erano il collegamento con una piazza a verde attrezzato; il futuro spostamento della Stazione ferroviaria di Cormano e la conseguente realizzazione di un sottopasso ciclo pedonale, vietato alle automobili; la futura realizzazione di altri sottopassi, fruibili anche dai mezzi pesanti. Sette sono stati i partecipanti. La giuria era composta da Antonio Cocca, Alfreda Marchesi, Gabriele Munari, Luca Vertemara, Paolo Caputo, Aldo Castellano, Maria Cristina Treu. Oltre ai due progetti di seguito illustrati, è stato segnalato il progetto di Paola Tessitore, Roberta Magistrati, Efrem Milia.
1° classificato Guido Degli Esposti (Milano), Paolo Lazza, Daniele M. Ceppi, Andrea M. De Ponti, Pierluigi Di Giacomo, Lara Morganti, Anna Rizzo
Promenade urbana, Brusuglio. Il passaggio da uno all’altro dei tre sistemi avviene nelle piazze Scurati e Giussani, ampiamente pedonalizzate, le “porte” della Promenade. È stato considerato come dato vincolante lo spostamento della stazione ferroviaria in via N. Sauro, con la conseguente chiusura dell’esistente passaggio a livello e la realizzazione
Il senso di appartenenza della cittadinanza si potrà ancorare a tre identità differenziate ed interconnesse: Cormano Vecchia, la
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di un sottopasso ciclo-pedonale. L’accessibilità veicolare al centro urbano è garantita da due sottopassi carrabili da realizzarsi sul perimetro dello stesso, scaricando l’asse via Caduti della Libertà – via Vittorio Veneto. In corrispondenza del sovrap-
passo autostradale, laddove il sedime della viabilità locale è minimo, l’istallazione di grandi pitture murali, con soggetto la cittadina, farà di questo spazio una “galleria della memoria”, che unisce i due nuclei storici dove l’infrastruttura li separa.
2° classificato Camilla Fabbri (Castrocaro – Fo), Alessandra Alberghi, Claudio Giannelli, Marco Servadei Morgagni
Il progetto lineare è stato suddiviso in segmenti caratterizzati da frequenze diverse tra loro; a questi segmenti corrispondono i tratti. A ciascuno di questi tratti corrisponde un trattamento omogeneo dello spazio urbano. Elemento caratterizzante il progetto è il colore, colore attribuito in diverse tonalità alle differenti situazioni progettuali. Il colore assolve a differenti funzioni: individua direzioni e funzioni differenti, aree omogenee e variazioni di velocità.
Creare un sistema forte, contraddistinto da due elementi polari e dal collegamento che li unisce, ristabilirà una gerarchia interna tra aree limitrofe. In particolare si pone attenzione a due elementi ritenuti fondamentali: lo sviluppo lineare del progetto e gli accessi fisici ai centri storici.
A Varese il dibattito sulla costruzione di un nuovo teatro occupa la stampa locale da almeno trenta degli oltre cinquanta anni che ci separano dalla deliberata demolizione, perpetrata a meri fini speculativi, dell’ottocentesco teatro Sociale. Riassumiamo le dichiarazioni che, in questi ultimi anni, hanno trasformato il dibattito in una recita. Nel settembre 2001 si registrava un fatto nuovo: s’inaugurava un teatro provvisorio. La gara di costruzione e gestione veniva aggiudicata ad un operatore che, anziché un teatro tenda, realizzava con poca tela e troppo cemento armato uno scatolone poco provvisorio ed assai brutto: Ci siamo. A quarantanove anni dalla demolizione del Sociale nasce a Varese, finalmente, un nuovo teatro (…) il teatro di piazza Repubblica, sorto come per miracolo in cinque mesi nell’area dell’ex mercato coperto, è un ibrido: ha il tetto fatto di teli in PVC (...) le pareti esterne in poliuretano espanso, le parti interne in mattoncini grigi a vista. Ora ognuno commenti come vuole: è brutto, è un teatro tenda (“Lombardia oggi”, 27.1.2002). Il battesimo è tenuto da Paolo Conte e da una sorprendente dichiarazione del Sindaco: Otto mesi ci abbiamo messo mentre a Milano, per l’Arcimboldi, sono stati necessari due anni (“La Prealpina”, 7.2.2002). Il teatro conquista spettacoli e presenze di pubblico ma i “conti non tornano” e la società di gestione chiude, nel 2003, dopo quindici mesi di attività; parallelamente l’Amministrazione pone gli occhi su un’area strategica affacciata sulla stessa piazza ed occupata da una ex caserma dismessa e pericolante. La “Garibaldi” al Comune: è fatta, il Sindaco strappa l’ok al ministero. La caserma sarà il teatro del futuro (“La Prealpina”, 5.5.2002); La caserma è nostra per 2 milioni di euro, il Sindaco annuncia la svolta nella trattativa (“La Prealpina”, 21.7.2002); Dopo i continui annunci di acquisto il Consigliere di minoranza ha preteso di conoscere dove il Comune avesse intenzione di reperire le risorse per la ristrut-
Foto aerea: Piazza Repubblica. Al centro in alto il teatro tenda, in basso a sinistra la caserma Garibaldi.
turazione dell’immobile. Dalla risposta (…) si deduce che l’acquisizione della struttura non è poi così certa. Il reperimento dei fondi necessari avverrà solo se si verificheranno alcune condizioni (…) il rilascio da parte del Ministero per i Beni e le Attività culturali dell’autorizzazione alla demolizione del fabbricato (“Luce”, 8.12.2002); L’ex caserma è vincolata: vietato abbatterla. Il parere della Soprintendenza è arrivato (…) L’acquisizione non è mai stata in discussione (…) Abbiamo raggiunto l’accordo con il Ministero competente e la cifra di cessione è già stata concordata. Si voleva ottenere la possibilità di abbattere completamente l’edificio (...) ora stiamo cercando la possibilità di una parziale demolizione (“La Prealpina”, 1.6.2003). Dopo quindici mesi di vane dichiarazioni d’acquisto, il Comune rilancia: “Vogliamo costruire un’opera che lasci il segno nella storia di Varese”. Il Sindaco ha annunciato così la costruzione del nuovo teatro nell’ex caserma Garibaldi che il comune acquisterà a breve dal Ministero. (…) a curare il progetto (…) sarà Mario Botta, architetto di fama mondiale (La Prealpina, 4.9.2003). La Garibaldi al Comune: affare fatto. L’acquisto della caserma è solo da formalizzare (…) Illustrata al Consiglio comunale una variazione dei conti 2003 in cui rientra l’accensione di un mutuo per rilevare dal Ministero l’ex deposito d’armi. (“La Prealpina”, 19.11.2003); Caserma Garibaldi, promesse non mantenute. La minoranza interroga il Sindaco sul futuro della caserma Garibaldi che il Comune dice da tempo di avere ormai acquisito (…) A fronte di tanti annunci che danno la
cosa per fatta non c’è ancora alcun atto ufficiale. Servono solo i tempi tecnici per completare l’operazione. Per la destinazione contiamo di realizzare il nuovo teatro. Stiamo pensando di ricorrere al project financing, cioè al contributo dei privati (“La Prealpina”, 3.2.2004); Caserma in uso ai privati con obbligo di costruire il teatro. (…) I quattrini verrebbero messi da investitori privati locali che otterrebbero in cambio l’uso per 99 anni di parte dell’ex caserma (“La Prealpina”, 23.4.2005). Passano pochi giorni, ed ecco un nuovo colpo di scena: Il Comune vuole comperare il teatro Apollonio [il teatro tenda, ndr] (…) L’Amministrazione deve programmare almeno 80 serate all’anno pagando l’affitto della struttura, con un costo annuale che si aggira intorno ai 200 mila euro. Questo aspetto spiega l’Assessore alla Cultura – è stato uno dei motivi della decisione. Se la struttura è in ordine, facendo un mutuo per l’acquisto andiamo a sostenere una spesa annuale come quella che sosteniamo oggi per l’affitto (…) Inoltre con un teatro che è di proprietà di privati, la città può correre il rischio di non avere a disposizione la struttura quando le serve (“Varese-news”, 3.5.2005). Che fine ha fatto il teatro stabile nell’ex caserma Garibaldi? Un’interrogazione sulla “presunta acquisizione” del Teatro Apollonio da parte del Comune di Varese è stata presentata (…) I casi sono due, o l’Assessore parla a titolo personale (…), oppure la Giunta ha clamorosamente cambiato idea (…) La Giunta (…) ha sempre spiegato che non si accontentava di un teatro provvisorio e che aveva come obbiettivo prioritario l’ac-
quisizione dell’ex caserma Garibaldi (…) se è vero che la Giunta ha deciso di rilevare dai privati il teatro Apollonio a soli tre anni dall’inaugurazione (…) Viene accantonata definitivamente l’idea di acquisire la ex caserma Garibaldi per farne la sede di un teatro stabile come più volte annunciato pubblicamente? (“Varesenews”, 5.5.2005). L’Apollonio al Comune, i conti tornano. É un’operazione frutto dell’istinto e della ragione (...) Sarebbe un colpo grosso per il Comune che si troverebbe a risparmiare un bel gruppo di quattrini rispetto al costo complessivo che comporta la gestione della stagione teatrale (…) E il teatro stabile che il Sindaco starebbe progettando con la consulenza dell’architetto Mario Botta, nell’ex caserma Garibaldi, ormai prossima ad essere acquistata dal Comune? L’acquisto dell’Apollonio non pregiudica l’altra, grande, prospettiva. Ci saranno quindi due teatri. Due teatri, doppia offerta di spettacoli e rappresentazioni (La Prealpina, 17.5.2005). Due teatri a Varese? I DS sospettano un bluff. Non ci sono i soldi per l’Apollonio e l’ex caserma (…) A noi sembra che questa amministrazione non abbia le idee chiare (…) temiamo purtroppo che l’acquisizione dell’Apollonio celi, al di là delle rassicurazioni, l’intenzione di soprassedere sul progetto di costruzione del teatro stabile nell’ex caserma (…) Ammesso e non concesso che in futuro avessimo davvero due teatri, come può l’Assessore affermare che stia in piedi una doppia offerta di spettacoli? (“La Prealpina”, 24.5.2005). A Varese due teatri senza un copione. Prima si definisca la vocazione futura della città (…) – afferma la minoranza – l’idea di comprare due strutture per farci dei teatri è priva di senso se non viene preceduta da una seria ed allargata riflessione sulla futura vocazione di Varese (…) non hanno mai saputo dare una rotta che indichi che cosa sarà di Varese tra dieci anni. E allora chiedo: l’acquisto del teatro Apollonio e dell’ex caserma, in quale disegno organico per il futuro si collocano? (“La Prealpina”, 31.5.2005). Enrico Bertè
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Tempo penultimo Marco Belpoliti Crolli Einaudi, Torino, 2005 pp. 142, € 7,00 Marco Belpoliti, docente di Sociologia della letteratura, in questo intenso e travolgente libro, dall’andamento “sincopato” – con uno stile che rende omaggio al “non-finito” di Walter Benjamin, fatto di frammenti, citazioni, riferimenti, che rispecchia l’epoca presente: caotica, sconnessa, instabile – descrive una costellazione di avvenimenti storici e culturali del decennio appena trascorso, stabilendo tra essi connessioni analogiche, paradossali e inattese. Come prendendo in mano resti di un puzzle, l’autore restituisce l’immagine e l’atmosfera di una realtà che, – non solo per motivi di vicinanza temporale ai fatti, ma anche per ragioni costitutive – è difficile rendere in una rappresentazione organica e lineare. I crolli opposti e simmetrici del muro di Berlino e delle Twin Towers segnano il punto di partenza per un’indagine fenome-
tica del disastro”, dove la catastrofe s’accompagna a una fascinazione per il sublime che mescola “piacere e sgomento” – l’autore riflette sulle urgenze morali espresse dell’arte contemporanea; questa si rivela come apertura, antidoto, anticipazione: il futuro dell’etica guarda all’estetica. È in alcune espressioni artistiche – come il post human, ad esempio, che ribalta “dal basso” il comune senso del kitsch – che nasce la possibilità di ostacolare il clichè, ripetizione “dogmatica del già stato”, che è nemico del pensiero e che, come disse Hermann Broch guardando alla Germania nel ’33, si associa al “male” etico. Belpoliti scorge nella coppia di opposti “apocalisse/utopia” – cifra “sotto cui s’inscrivono le opere artistiche, letterarie e cinematografiche del decennio” – la radice di una “palingenesi”: il nostro è “un tempo che non finisce di finire, un tempo penultimo”, oltre il quale, però, s’intravede la speranza d’una ricostituzione. Un’“apocastasi”, in cui s’annuncia la “reintegrazione di ogni cosa creata”. Irina Casali
Per un’architettura “decorosa”
nologica dell’“età dell’incertezza” in cui ci troviamo a vivere. Macerie rimosse, rovine che scompaiono, polvere e rifiuti: sul reale incombe un’aria pesante, da apocalisse. Belpoliti traccia un percorso critico prendendo spunto da viaggi compiuti, esempi letterari, pittorici, architettonici, del cinema e della fotografia; alternando lo sguardo di autori come Marc Augè, Don DeLillo, Susan Sontag, Jean Baudrillard, Primo Levi, Milan Kundera, Paul Virilio, “cerca di dare memoria, calore e significato a tutto quel vuoto che urla”. Dietro al velo di una realtà che si offre come “banalità e terrore” – dominata e soffocata dalla logica dell’”estremismo” e dall’“este-
Nicolas Le Camus de Mézières Lo spirito dell’architettura, o l’analogia di quest’arte con le nostre sensazioni Il Castoro, Milano, 2005 pp. 188, € 16,50 “L’architettura, o arte del costruire, si suddivide in più rami. Nostro obiettivo è considerare quest’arte in relazione al decoro, la cui vera bellezza consiste nel rapporto definito dalle proporzioni fra le diverse parti degli edifici”. Si apre con queste parole il “saggio” che Nicolas Le Camus de Mézières pubblica a Parigi nel 1780. Suo obiettivo è studiare e definire il “decoro” della casa privata del ricco signore francese. A partire da quanto espresso anche dagli architetti dell’illuminismo, Le Camus de Mézières individua nel corretto rapporto
Mézières dimostra come compito dell’architetto sia la rappresentazione del carattere del progetto e come quest’ultimo consista nella corretta relazione delle parti e degli elementi della composizione. Composizione, appunto, “decorosa”. Martina Landsberger
Margini dell’architettura Federico Bellini Le cupole di Borromini. La “scienza” costruttiva in età barocca Electa, Milano, 2004 pp. 340, € 48,00 geometrico e volumetrico delle parti che compongono un edificio il mezzo per raggiungere la “vera armonia”. Il progetto della ricca dimora viene costruito a partire dall’individuazione, da un lato del carattere che contraddistingue ognuna delle parti che la compongono, e dall’altro dal riconoscimento del rapporto che queste instaurano l’una con l’altra. È giusto quest’ultimo a provocare in noi il sentimento del bello, costruendo quell’“analogia con le nostre sensazioni” richiamata nel titolo. Queste, in sintesi, le questioni teoriche trattate nell’opera di Le Camus de Mézières, un’opera difficilmente collocabile, come scrive Vittorio Ugo nell’introduzione, in quanto non presenta quella “sistematicità teorica” tipica del trattato e neppure l’approccio tecnico caratteristico del manuale. Una precisa, e a volte fin troppo meticolosa descrizione dei diversi luoghi che andranno a costruire la casa del signore, si alterna, soprattutto nella parte introduttiva, con questioni più propriamente teoriche. E sono proprio queste ultime a determinare l’interesse e l’attualità di un “saggio” che, a partire dalla riaffermazione di questioni già presenti nell’approccio teorico dell’architettura classica, arriva a chiarire, ancora una volta, il concetto di “decoro” a partire dall’idea di appropriatezza. Riconfermando il significato etimologico della parola latina “decus”, Le Camus de
Un architetto al proprio tavolo, una serie ordinata di problemi, discipline e saperi dai quali attingere soluzioni: questi gli elementi che Federico Bellini intreccia per presentare l’opera di Francesco Borromini. Per chi intende affrontare lo studio dei rapporti tra le diverse discipline che concorrono alla costruzione del progetto, la scelta del ca-
so di Borromini è una tra le più opportune. Potremmo dire che l’architettura del Seicento sia un terreno proficuo per studi di questa natura poiché questi aspetti divengono strutturali nei secoli XVI e XVII, quando il sapere non ha ancora conosciuto il moderno ordinamento delle discipline e le delimitazioni di campo si fanno incerte. In questa direzione Bellini affronta un lavoro sui “margini” delle discipline, cioè sugli spazi di sovrapposizione tra le discipline stesse, sugli ambiti di contiguità e di limite. Bellini si muove all’interno di un terreno difficile: smontare l’idealismo che ha avvolto a lungo
Carlo Ravagnati
Percorrendo gli States Federico Bucci Magic City. Percorsi nell’architettura americana Mancosu, Roma, 2005 pp. 256, € 6,00 Magic City è una raccolta di scritti sulla città e l’architettura americana di Federico Bucci, confezionata in una geniale collana a poco prezzo, di quelle da edicola o shopping center destinate al grande pubblico. Realizzato sulla base della mole di recensioni e scritti d’occasione sull’argomento, il libro è piuttosto singolare e dà luogo a un picco-
cesso altre volte, ne nasconde uno sulla realtà europea vista dalla sponda atlantica. Uno sguardo di ritorno orientato sulla modificazione globale in atto, un modo d’uso per operare nella nostra condizione. Giulio Barazzetta
L’urbanistica di d’Angiolini Lucio Stellario d’Angiolini Un’altra prassi urbanistica Libreria Clup, Milano, 2005 pp. 294, € 25,00
lo testo variegato, agile e incisivo. L’indice si inaugura con due scritti sulla città americana fra periferia e produzione che esprimono bene questa visione e danno il “tono” all’insieme di saggi recensioni e interviste degli architetti americani. I testi sono organizzati come un viaggio in U.S.A. che, dall’approdo a Manhattan percorre in quattro tappe il tradizionale itinerario verso la costa californiana. In ogni tappa si scorre anche nel tempo, dai pionieri ai contemporanei. Fra gli altri si trovano una bella intervista a Eisemann, un dizionario Venturiano, un’opera di Khan. In mezzo una sosta iconografica di immagini di viaggio dello stesso Bucci. L’insieme supera la raccolta d’affezione e ricorda piuttosto quelle antologie discografiche divulgative sul jazz degli anni Settanta, in cui si poteva comprendere quanto abbiano contato le scuole e gli ambienti nelle opere dei musicisti e la realtà del territorio delle città traspariva come palinsesto dell’arte americana. Nel panorama un libro così mancava, e probabilmente il risultato della raccolta ha stupito anche l’autore che ne parla con snobistico understatment. Ma bisogna dirgli che ne esce un punto di vista sull’architettura americana che, come è già suc-
La rilettura del pensiero di Lucio Stellario d’Angiolini – ingegnere e docente per lunghi anni nella Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano – attraverso alcune sue opere e scritti di vari momenti, offre chiavi di sicuro interesse tanto sul piano epistemologico, quanto su quello della prassi urbanistica. Gli aspetti salienti della sua personalità di intellettuale e di urbanista, quello cioè della interpretazione e della “proposta” sulle fenomeniche connesse alle trasformazioni dell’insediamento umano e quello della formazione e gestione nell’attuazione urbanistica, così come il suo impegno per una responsabile formazione universitaria, sono chiaramente restituiti in questa monografia, opportuna e organizzata didatticamente, curata da un allievo dei suoi ultimi, Federico Acuto. D’Angiolini, impegnato fin dagli anni ’60 nell’esperienza della Lega dei Comuni Democratici per la pianificazione nell’“intorno vitale” di Milano, non indulse mai ad atteggiamenti meramente descrittivi della realtà territoriale. Il suo impegno, come il libro dimostra, è sempre stato per un’urbanistica “operante”, capace di “diagnosticare” e individuare strumenti atti a trasformare verso un ben definito obbiettivo, ancorati a quel “riscontro globale” (i legami strutturali con il territorio circostante, la regione, la nazione). Questo impegno costante si riconosce in tutta la sua attività, a partire da quella “politica delle convenzioni di urbanizzazione” sperimentata nei comuni della corona milane-
se (mirata a dotarli di risorse controllandone le spinte dovute alla potente immigrazione di quegli anni), passando per il momento di dibattito fervente intorno alla costruzione dei canali navigabili lombardi e alla bacinizzazione del Po (nel periodo della risorgente industria pesante e di base), per lo schema di Piano territoriale umbro (1981), fino agli studi per il Piano dei trasporti della regione lombarda (IReR, 1994). Nutrito di cultura e conoscenze vaste (la pianificazione e i trasporti, nell’esperienza anglossassone), intuì per primo (in analogia con quanto mostrerà il Colin Buchanan di “Traffic in towns”), il legame stretto che unisce la “tendenza insediativa” (locuzione privilegiata, nella sua visione dell’urbanistica) alla mobilità. Dall’esordio della sua attività – lo testimoniano gli scritti raccolti nella monografia – lo sviluppo di Milano fu visto nella costruzione e nel consolidamento del secolare policentrismo lombardo (quel palinsesto complesso, studiato da Cattaneo): la “Città policentrica lombarda” avrebbe dovuto costruirsi contraddicendo il monocentrismo milanese, favorendo, con politiche degli interventi adeguate, l’inversione della tendenza insediativa verso i “poli del secondo ordine”, Novara, Varese, Como, Brescia, Cremona, Piacenza, Pavia, per mezzo in primo luogo di un potenziamento della rete ferroviaria regionale che assicurasse tempi urbani di spostamento: non la “Grande Milano” congestionata di quattro milioni di abitanti, ma una “Città mondiale” (per dirla con Peter Hall), di quasi otto milioni di abitanti. Una prospettiva macrourbanistica che avrebbe richiesto (e ancora potrebbe) atti incisivi, forse coraggiosi. Vincenzo Donato
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la letteratura sull’architetto ticinese. E lo fa convincendo, segnalando puntualmente le sviste, le forzature di un pensiero che ha sovente prevaricato l’opera. La tecnica analitica impiegata è oggi nota: produrre una reazione all’interno di una coppia di termini messi a confronto e che qui si può riassumere, semplificando, nel rapporto tra “forme” e “tecniche” del pensiero (e del progetto) in architettura, tra “discipline” e “scrittura”. Ciascuna disciplina per poter accedere agli aspetti formativi del progetto, termine che giustamente Bellini recupera da Pareyson, deve essere riprodotta secondo procedimenti scritturali, deve essere cioè trasferita in forma. L’esempio della distanza che separa Borromini dalla geometria analitica è emblematico. Ogni curva, dopo Descartes, può essere descritta senza ricorrere ad alcun mezzo iconografico. Borromini invece disegna solo le curve che può tracciare con squadra e compasso: infatti non disegna sinusoidi, ma solo archi di circonferenza. Questi elementi assottigliano i rapporti con la scienza contemporanea e fanno emergere un Borromini più rinascimentale o addirittura medievale. Non meravigli tutto ciò: Borromini geometra è certamente più vicino ai contenuti matematici della prospettiva di Piero che non a quelli della geometria analitica di Descartes.
a cura di Sonia Milone
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“Il verde sopra il grigio” Emilio Ambasz: Costruire con la Natura Milano, Palazzo dell’Arte 27 maggio – 24 luglio 2005 Milano, città che nell’immaginario collettivo è dominata dalla scarsità delle aree verdi, ospita una mostra che rappresenta un incentivo alla riconquista dell’elemento “Natura” all’interno delle metropoli del nuovo millennio. È, infatti, una “Natura” particolare quella su cui lavora Emilio Ambasz, conciliata con l’architettura dalle nuove possibilità della tecnica, interpretata come
strumento di costruzione di un coerente “paesaggio abitato”. Si tratta di una “seconda Natura artificiale intrinsecamente collegata a quella esistente”, cioè di una sorta di alter ego che si sviluppa in perfetta armonia con l’originale. Così, del resto, lo stesso architetto presenta sé e il suo doppio nel video che introduce (ma potrebbe anche concludere) la mostra da lui allestita: Emilio, il progettista visionario e gioioso, viene intervistato da Ambasz, il pragmatico e critico industrial designer. I due si alternano sullo schermo, l’uno sempre in ombra e l’altro
in piena luce, per poi rivelarsi uniti senza dicotomie nella felice produzione architettonica che trova le sue radici negli anni Settanta. Dagli esordi, infatti, con la Casa de Ritiro Espiritual a Siviglia, al Fukuoka Prefectural International Hall o alla recentissima Banca dell’Occhio a Mestre l’architetto persegue l’obiettivo di “restituire alla comunità quanto più verde possibile” nella convinzione di poter ottenere “il massimo dell’edificio e il massimo del giardino”. I diversi progetti esposti costituiscono quindi un variegato catalogo di forme e di soluzioni tecnologiche convertite in paesaggio grazie all’introduzione degli elementi naturali nella struttura o al suolo utilizzato per “contenere”
l’architettura. Ziggurat e torri nascoste dalla vegetazione, terrapieni erbosi e sottosuolo abitabile si susseguono in un percorso articolato che restituisce la ricchezza di una fantasia poetica resa materia da una profonda conoscenza della tecnica. Esempi tutti italiani, riportati dal dettagliato catalogo curato da Fulvio Irace, sono la ridefinizione della sede romana dell’Eni tramite una “facciata verde” e il villaggio turistico di Castellaneta, schermato da tralicci e morbidi rilievi del terreno. Maria Teresa Feraboli
I libri di Le Corbusier Le Corbusier, l’architetto e i suoi libri Rovereto, MART 12 giugno – 11 settembre 2005 Coprodotta dal MART e dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, con il contributo della Fondazione Le Corbusier di Parigi, la mostra analizza l’attività grafica ed editoriale, ancora poco conosciuta, del grande architetto. Le Corbusier, infatti, curava personalmente il progetto editoriale dei suoi libri, studiandone minuziosamente la copertina, il formato, l’impaginazione, la carta, il carattere, le illustrazioni. Desiderava libri qualificati artisticamente, ma era anche attento che costassero poco in modo da poter essere acquistati da tutti, assolvendo al loro ruolo fondamentale di supporto di diffusione della sua opera. Un Le Corbusier progettista di libri, dunque. E libro come oggetto architectural, come volume cui bisogna dare forma e dimensioni che sembra derivare dal suo modo di pensare lo spazio. Anzi, proprio lo spazio del libro diviene il luogo privilegiato dove l’architetto può evidenziare la sintesi delle sue molteplici attività. Le strategie grafiche adottate, specie dopo il ’45, mirano, infatti, a sottolineare la diversità e, nello stesso tempo, il comune denominatore, fra arte, architettura e urbanistica. Piani urbanistici, abitazioni, schizzi, quadri, sculture, liberi da ogni costrizione di scala, sapientemente mescolati con montaggi o sovrapposizioni, rivelano le analogie segrete che li accomunano: in “New world of space” le doppie pagine sono pensate come spazio continuo per offrire accostamenti rivelatori: le curve del progetto urbanistico di Algeri del ’30 corrispondono così a particolari di dipinti dello stesso periodo (il cui ingrandimento permette relazioni formali altrimenti impercettibili) o un frammento di dipinto sembra essere stato prelevato dal modello di un’unità di abitazione. In mostra i 35 testi progettati interamente da Le Corbusier, che coprono con continuità tutto l’arco della sua attività (dal
1912 al 1960), mettono in evidenza la grande varietà e cura delle soluzioni adottate ed esplicitano, come lui stesso ha scritto, il fatto che “arazzi, disegni, quadri, sculture, libri, case e piani urbanistici non sono altro, per quello che mi riguarda, che una sola ed unica manifestazione di un’armonia stimolante in seno a una nuova società delle macchine”. Fabrizio Vanzan ———
Architettura fino al mobile Mies van der Rohe. Architettura e design a Stoccarda, Barcellona e Brno Mantova, Casa del Mantenga 8 maggio – 30 giugno 2005 L’enigmatica casa-atelier di Andrea Mantegna a Mantova è una delle tappe della mostra itinerante dedicata a Mies van der Rohe, prodotta dal Vitra Design Museum e curata da Mateo Kries, che vede la riedizione in lingua italiana del bel catalogo, con un interessante saggio di Otakar Mácel. L’analisi del disegno industriale del maestro di Aquisgrana è condotta attraverso una ricontestualizzazione degli arredi nella triplice sequenza delle architetture per le quali vennero ideati: la casa in linea a struttura d’acciaio del Weißenhof (1927), il padiglione Barcellona (1929) e la casa Thugendhat (1930). Alle loro spalle, nel campo degli interni, l’architetto aveva l’inizio come disegnatore
l’evento, trova la sua compiuta espressione nel padiglione Barcellona, animato dalla poltrona, “creata per un re” (il re di Spagna Alfonso XIII), a struttura cruciforme, forse ispirata ad una sedia da giardino di Schinkel (1825 circa), che, nel contrasto tra firmitas e utilitas (l’allusa mobilità), rivela “lo splendore della vita pragmaticamente intesa, ma poeticamente esaltata” (Rogers). Infine, per la casa della famiglia Thugendhat viene prodotta una terza serie domestica, con poltrona ibrida a “s” rovescia e poltroncine in cui il primitivo disegno si adatta alla funzionalità del pranzo e dello studio, che allestisce con la composizione dei piani-parete, il pannello circolare in ebano
e la libreria, e delle altre superfici, gli spazi di “una vita reale”, su cui incombe l’ombra della storia. Col tempo, attenuandosi l’aura iconica dell’International Style, si chiarirà grado e natura dell’influenza “indiretta dello Schinkel” (Rogers) e il ruolo dei collaboratori, fra tutti quello della silenziosa Lilly Reich. Stefano Cusatelli ———
Mendini: il calligrafo dell’anima Pulviscoli, disegni e parole di Alessandro Mendini Milano, Palazzo della Triennale 7 aprile – 24 luglio 2005 Un foglio A4 bianco, una scritta in maiuscolo nero: “Progettare è dipingere”. Il tratto è veloce, quasi frettoloso, come per fermare un pensiero repentino, sintesi cristallina di una verità finalmente di svelata. Il disegno 0974 è parte di un corpus di 2469 disegni che Alessandro Mendini ha donato alla Triennale di Milano e di cui una selezione curata da Beppe Finessi e Loredana Parmesani è ora presentata in mostra. Disegni minimali, embrioni artigianali, idee allo stato nascente, gli schizzi di Mendini equivalgono a una pratica zen: “come i bambini che fanno le asticine” per estraniarsi dalla violenza del mondo e decantare la mente. Sono atti primari della comunicazione che stupiscono per il nitore del segno, la purezza della rappresentazione. Dal fondatore di Alchimia, dall’epigono del Post Modern ci si aspetterebbe un mezzo espressivo opulento, sensuale e decorato come i suoi oggetti. E invece no, questi ghirigori piccoli, piccolissimi, quasi miniaturizzati, privi di colore, sono, come osserva Silvana Annicchiarico che ha curato il catalogo, dei geroglifici minimali: discreti, gentili, compiuti. Raccontano con la texture inconfondibile della tratto pen la storia del design italiano attraverso i lavori di uno dei suoi principali esponenti. È questo il design pittorico di Sandro Mendini: il designer architetto che tratta la pittura con i metodi
del progetto e l’architettura coi metodi della pittura, e che definisce provocatoriamente l’architettura come una macropittura. “Io sento il movimento della mano sul foglio quasi come una coreografia, come un balletto –afferma Mendini – è la mano che va avanti e indietro, torna su se stessa, produce una specie di labirinto. I miei disegni esprimono il mio rapporto intimo con il mondo e con le cose, sono un filo diretto, non mediato dai condizionamenti economici, professionali e materiali. Il disegno è per me il tentativo di trasferire delle idee interiori su un foglio di carta”. Alba Cappellieri ———
Ragionare con l’architettura Giancarlo De Carlo. Le ragioni dell’architettura Roma, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo via Guido Reni 2 31 maggio – 15 settembre 2005 Per una amara coincidenza la
mostra al MAXXI di Roma si trova ad onorare la scomparsa recente di De Carlo, figura tanto centrale quanto atipica della ricerca architettonica contemporanea internazionale. Con la scomparsa di De Carlo si assottigliano ancora, purtroppo, le fila dell’ultima generazione di architetti che in Italia ha cercato di portare avanti con l’architettura un ragionamento organico a una dimensione realmente sociale e politica della disciplina. Come i suoi colleghi nati tra il ’20 e il ’40, De Carlo ha avuto ancora la possibilità di alimentare il suo ragionare attraverso la verifica costruita dei suoi assunti, in quel contesto socio-economico in cui i progettisti volevano e riuscivano ad essere parte attiva della costruzione fisica e culturale della modernità del nostro Paese. Di fronte alla rinuncia al dire, praticata dal progetto contemporaneo, e alla sua sostanziale emarginazione, la ricerca impaziente di De Carlo richiama il progetto ad un impegno non preoccupato della sola dimensione iconografica; sensibile invece alle sollecitazioni di un contesto – spesso tutto da inventare – da cui attingere quelle ragioni capaci di dare risposte, di stabilire relazioni, di fornire soddisfazione. Campione di una retorica dell’anti-retorica, De Carlo ama depistare le classificazioni, compiacendosi di una forma calcolata di eclettismo che gli vale la rispettosa emarginazione della critica nella nicchia dei fenomeni “anticonformisti”, “outsider” e “scomodi”, con una semplificazione di comodo che ha ridimensionato la potenzialità di propagazione di una militanza sui contenuti tanto enfatica quanto feconda. Del resto De Carlo è stato praticamente l’unica
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di Bruno Paul, lo scontro con la tappezzeria Biedermeier della dimenticata casa Werner (1913) e il dialogo con la tradizione moderna di Behrens, rappresentato dalla serie di tavolo da pranzo e sedie in palissandro per la propria casa. Al Weißenhof quest’esperienza s’incontra con la novità della struttura in tubo d’acciaio cromato, applicata da Mart Stam alle funzionaliste sedie a sbalzo “cantilever”. Mies fa proprio il tema correggendone il disegno con il moderno e classico profilo ad arco. Il nuovo tipo di mobile sorge da un piano indiviso quale supporto di una figura umana sospesa, quasi come una statua (W. Blaser), che anima lo spazio riconquistato alla libertà del pensiero e dell’azione. Questo stato, di attiva speculazione estetica e insieme di attesa del-
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figura italiana ad animare la reazione anti-razionalista del Team X, alimentandola con una dimensione prettamente politica che agli altri sfuggiva, entrando in relazione – poi coltivata per affinità per tutta una vita – con la coppia Smithson, la cui opera, in analogia con quella di De Carlo, forse più che nella concezione dell’architettura, sopravvive nel potere della suggestione culturale. Mostre come questa dovranno perciò moltiplicarsi, non limitandosi tuttavia ad evocare solo l’immagine della complessità, ma avendo invece la forza di mettere criticamente le mani sul patrimonio di una stagione che ha ancora molte cose dire. Filippo Lambertucci
Il volo sulle città Peter Ackermann. Immagini per un libro e altre acqueforti Cremona, Biblioteca statale 20 maggio – 20 luglio 2005 Talora accade, nello spesso mercantilistico proliferare delle mostre d’arte, che soggetti, temi ed autori vengano scelti in base a leggi legate all’evento più che ad un criterio che vede la mostra come il culmine di ricerche o esito di percorsi. E così, spesso, le mostre d’arte non hanno forza inerziale dopo la loro chiusura, spariscono come fatti qualunque lasciando ben poca traccia e rendendo il loro senso assai relativo. La mostra “Immagini per un libro e altre acqueforti”, invece, nasce dalla contingenza quasi a guisa di molte opere letterarie nelle quali il tema è demandato al ritrovamento o al dover tramandare dando voce a
cose necessarie. Infatti, le acqueforti, ormai praticamente dimenticate, che Fabrizio Merisi e Gianfranco Fiameni hanno raccolto, sono state “riesumate” da una collezione privata durante la ricerca di altre opere e venticinque di esse sono un lavoro ad hoc per l’illustrazione della prima versione tedesca dell’Educazione Sentimentale di Gustave Flaubert. Da questo caso nasce una mostra di grande interesse ed attualità che induce la riflessione sulla città sospesa che Ackermann indaga e studia, ma anche sulla città d’oggi, dove l’uomo diviene, talora, mero accessorio di ciò che nel tempo ha costruito. I brani di città che Ackerman rende figura sono realtà congelate dove egli sembra tentare di annientare il tempo come antidoto per farlo ripartire. Come dice Merisi – anch’egli pittore che con la realtà privilegia rapporti complessi – “Ackermann non rileva realisticamente la materia”, ma piuttosto la riporta ad una sorta di grado zero sul quale ricostruire: le sue incisioni sono voli sopra le città polverizzate dalla guerra, anestetizzate e sopite sotto le macerie. Nera è la nube che aleggia su una delle città senza luogo scelta per la copertina del catalogo della mostra; nera come uno scuro presagio, come il peso di un futuro fatto di dissoluzione. Ma osservando nella loro interezza le incisioni ordinate nella mostra, non ci si può che rendere conto di una grande chance: aggiungendo immaginazione alla realtà è possibile abbattere il giudizio immediato, sterile e muto commento ai giorni, volando sopra le città, accanto al mondo. Carlo Gandolfi
I disegni di Aldo Rossi Aldo Rossi. Inediti Cesena, Chiesa dello Spirito Santo 11 maggio – 24 luglio 2005 Come un piccolo gioiello nel cuore di Cesena, la mostra dei disegni inediti di Aldo Rossi si presenta come una raccolta di affetti, ricordi, momenti della vita e dell’opera dell’autore, che si intrecciano con quella di amici a lui cari. Una copiosa raccolta di disegni inediti del maestro è esposta all’interno della Chiesa dello Spi-
rito Santo, oggi utilizzata come spazio espositivo dalla Facoltà di Architettura. La mostra (curata da Gianni Braghieri, Francesco Saverio Fera, Giovanni Leoni, Gino Malacarne) si inserisce all’interno di un programma di esposizioni, seminari e pubblicazioni, organizzate secondo una scelta di campo evidente, che promuove una rilettura dell’insegnamento del maestro. Come è scritto nel catalogo, che pubblica alcuni dei disegni esposti e due scritti inediti, “gli scritti teorici di Rossi, i suoi progetti e le opere realizzate in tutto il mondo, hanno segnato un punto di riferimento, tutt’ora imprescindibile, per la ricerca del fare architettura”. Una mostra di notevole pathos che indica anche il valore della riflessione che la facoltà di Architet-
tura sta cercando di promuovere. Quasi come dei voyeur nella privata quadreria di un collezionista, nell’entrare alla mostra ci si trova nel mondo delle cose amate da Rossi, e in un percorso dove, oltre al fascino esercitato dai disegni esposti, per la loro forza espressiva, è il modo di pensare l’architettura che si svela, indicando una strada per il fare. Un’installazione audio-video completa la mostra con la proiezione di tre video, fra cui il film Ornamento e Delitto realizzato da Aldo Rossi, Gianni Braghieri e Franco Raggi, in occasione della Triennale di Milano del ’73.
Anche in questo l’esposizione conserva la scelta di offrire generosamente la possibilità di entrare in contatto con esperienze fondamentali della storia dell’architettura italiana, ancor oggi di grande attualità, ma soprattutto di grande utilità per la formazione dei giovani architetti. Alessandra Moro
Le mille e una architettura Vivere sotto la luna crescente. La cultura domestica nel mondo arabo Rovereto, MART 11 giugno – 11 settembre 2005
Franco Raggi “Pensieri instabili” Disegni e appunti di architettura Milano, Galleria Antonia Jannone – Disegni di architettura corso Garibaldi 125, 23 maggio – 10 giugno 2005
Organizzata con la consueta autorevole competenza dal Vitra Design Museum, la mostra indaga la cultura dell’abitare nei popoli di lingua araba e di religione islamica. Un mondo vastissimo, che si estende dal Marocco al Medio Oriente, in cui l’architettura riflette la grande differenziazione culturale delle genti che la abitano. Stupisce la molteplicità delle soluzioni formali, funzionali, decorative adottate, i diversi modi di interpretare la cultura del progetto, di intendere lo spazio della casa. Il percorso espositivo si articola intorno a 4 tipologie abitative principali: la tenda dei nomadi del deserto; la casa rurale; l’abitazione urbana tradizionale; l’architettura del XX secolo e i problematici aspetti della modernità. La mostra approfondisce in particolare l’architettura domestica tradizionale, le cui radici affondano nella cultura nomade come testimonia, ad esempio, l’importanza del tappeto (elemento fondamentale e arte nomade per antonomasia) divenuto l’oggetto d’arredamento per eccellenza di qualsiasi abitazione mussulmana. D’altronde la tradizionale casa araba distribuita intorno al patio centrale con fontana e giardino, che cos’è se non la “riproduzione” (in un territorio quasi totalmente arido) dell’oasi, miraggio e orizzonte delle carovane nomadi che percorrevano il deserto spostandosi di fonte in fonte alla ricerca d’acqua? Lo stesso pellegrinaggio alla Mec-
ca può essere letto come la trasposizione sul piano spirituale del peregrinare nomade. Nel mondo arabo l’abitare si articola da sempre intorno alla dialettica, incessantemente operata, fra i principi del nomadismo e quelli dello stanziamento, che è una dialettica degli spazi, fra la Terra nomade percorsa dalle linee di erranza dei Berberi, dei Tuareg, dei Beduini e il Territorio sedentario, dove l’identità si costruisce intorno alla casa, alle mura, all’insediamento. Dalle architetture tessute a quelle di terra, dalla genialità delle costruzioni dell’Iraq realizzate interamente con materiali vegetali alla volta parabolica Nubiana, dalle torri Yemenite fino ai palazzi cittadini di Damasco o Marrakesh, i popoli delle “mille e una notte” abitano sotto la stessa mezzaluna, ma non sotto lo stesso “tetto”: “mille e una architettura”, infinite, diversissime variazioni tecniche e progettuali sul tema dell’abitare, per scoprire, una volta di più, la creatività dell’uomo e la diversità come bene prezioso. Meravigliosa mostra anche dal punto di vista dell’allestimento che incrociando modelli, piante, fotografie e video, sa creare un percorso comprensibile ed emozionante, aprendo le porte dell’architettura non solo allo ”straniero”, ma anche ai meno esperti, ovvero riuscendo veramente a “mostrare”, a comunicare, quel bene comune a tutti che è l’abitare e il costruire. Sonia Milone
La galleria di Antonia Jannone a Milano – da molti anni una delle sedi espositive più attente al disegno degli architetti – espone i disegni di Franco Raggi. Acquerelli e disegni con tecniche miste sono testimonianze dello stretto rapporto con il disegno che spesso accompagna il lavoro degli architetti, importante contributo all’evoluzione del pensiero architettonico attraverso l’indagine di quel particolare territorio di scambio tra progetto e rappresentazione. I disegni di Raggi raccontano con una buona unitarietà, anche in assenza dei suoi progetti, l’esperienza dell’architetto milanese. Sono opere differenti nelle tecniche – dai disegni della famosa “Tenda rossa dell’architettura” in forma di tempio, alla “Valigia degli stili”, alle sculture – ed eloquenti della sua formazione, ricca di esperienze ed eclettica, dai rapporti con la scuola milanese, sino a quelli con l’architettura radicale. Le opere esposte sembrano ruo-
tare tutte attorno al proposto concetto di instabilità, ma si tratta di una instabilità controllata, sorretta da tiranti (spesso ricorre nei disegni l’immagine della tenda, della mobilità, del nomadismo), in tensione architettonica. Caratteristiche del pensiero radicale, ma anche condizioni costruttive attraverso le quali riaffrontare il repertorio della storia e della tradizione. Ne emerge un atteggiamento di eclettismo e di attenzione alle cose, alla soluzione dei problemi attraverso tutti gli strumenti dell’architettura, senza esclusioni pregiudiziali e rifiuti ideologici. Caratteristiche, più in generale, del lavoro progettuale di Franco Raggi, dal design alla architettura, proprie degli ambiti della sua formazione e contaminate da un approccio eterodosso, divertito ed ironico. Un piccolo catalogo, con un breve scritto introduttivo di Barbara Radice, raccoglie in una bella edizione a colori i disegni esposti. In occasione della mostra Raggi ha anche ripubblicato, in un agile quaderno intitolato 20 racconti di architettura, gli editoriali pubblicati su “Modo” dal 1981 al 1983, periodo della sua direzione della rivista. In quegli scritti, attuali e divertenti, c’è tutta la radicata instabilità presente anche nei disegni esposti. Maurizio Carones
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Solide instabilità
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Carlo Mollino: un itinerario lombardo Luciano Bolzoni L’avventura di Carlo Mollino in Lombardia potrebbe sintetizzarsi nella storia della sua amicizia con Gio Ponti, amicizia che l’architetto milanese ricambia con stima ed affetto tanto da pubblicare su “Domus” prima e su “Stile” poi, quasi con la tipica regolarità della rubrica mensile, scritti e progetti del singolare collega di Torino. Mollino troverà spazio anche nella nuova “Domus” del dopoPonti, ospitato dal direttore Pagano che lo chiamerà a fornire il proprio contributo per l’esercizio di studio sull’abitazione chiamato La casa e l’ideale, rubrica che dall’agosto del 1942 al febbraio dell’anno successivo ospiterà una sorta di gara tra professionisti e per la quale Mollino nel numero 182 proporrà la Casa in collina. Alla presentazione dei progetti partecipavano tra gli altri Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Zanuso, Diotallevi, Aloiso e Pica. L’approccio di Mollino, come sempre, fu diverso da quello dei colleghi, avulso da ogni riflessione preprogettuale sulle eventuali considerazioni che un approccio più prudente avrebbe suggerito in tema di abitazione; lo stesso mostrarsi indifferente alle soluzioni pubblicate prima della sua, basate di volta in volta su fondamenti credibili dell’architettura, dimostra la distanza che lo stesso lascerà fra sé e gli altri professionisti. Probabilmente Ponti comprese appieno, oltre che le potenziali-
tà della poetica molliniana, anche la sofferenza del suo temperamento, che non poteva essere gestita se non con la liberazione dell’esplosiva fantasia di Mollino, mediante uno sfondo che non fosse costituito dalla rigidità del normale rapporto architettocommittente e dalle ovvietà della conformità del sito da costruzione. Non a caso è l’architetto dei progetti non realizzati. La stessa critica architettonica non sempre ha ben tradotto lo sforzo di Mollino; di fatto la storia recente gli ha assegnato una veste di artista originale e stupefacente, interessato più che al suo lavoro di architetto ad un mondo intricato e parallelo alla professione, popolato da discipline estreme vissute in modo estremo come lo sci, l’aviazione acrobatica, l’automobilismo ed ancora la scenografia, l’occultismo, il turismo, la letteratura, l’erotismo e la fotografia; aspetti ben presenti nel suo intricato mondo, ma che diventano mestiere una volta filtrati da un temperamento che Ponti definiva da artista e che sottintendeva un coraggio ed una sfrenatezza cui faceva contrasto una pignoleria esecutiva, di disegno e di cantiere, che tradussero ogni progetto di Mollino in un lascito autobiografico. Ben scriveva Corrado Levi nel 1987, tracciando un parallelo tra Albini e lo stesso Mollino, a proposito dell’interdisciplinarità degli sforzi molliniani: “La connessione è nella perfezione progettuale, i disegni e in particolare le piante di entrambi sono simili nello specificare fino al dettaglio, ma non solo, quanto è segnato palesa che tutto l’arco prima e dopo il disegno dalla
ideazione alla cosa è studiato. In Albini era la tradizione razionalista portata a definizione maniacale, in Mollino era la tradizione ingegneresca paterna, mai tradita, sviluppata in seguito dalle passioni per il volo acrobatico, per le auto da corsa, per lo sci quale maestro dei maestri, con l’elaborazione di manuali, brevetti, ecc., passioni in campi dove muori se non hai rigore”. Per Mollino il progetto era materia dove mettere a punto la tecnica, una nuova tecnica ogni volta, affinare la tecnologia, trovare la soluzione decisiva spesso passando dalla pura invenzione che risolveva gli indispensabili bisogni della committenza. L’architetto Mollino ha disegnato molto, ma costruito poco; forse le cause di questa scarsa produzione risiedono nella quasi nulla sfera politica accompagnata da un apparente e a prima vista illogico disinteresse e distacco dalla normalità, atteggiamento che però contrasta con il rigore dei progetti eseguiti in ambiente alpino, rigorosi ed impegnati fino alla perfezione strutturale.
In Lombardia Mollino lavora molto poco; uno dei suoi primi progetti trova riscontro proprio a Voghera, dove l’ingegner Eugenio Mollino ed il figlio Carlo sono residenti, senza abitarvi, ed è il progetto per il concorso della Casa del Fascio del 1934. A questo seguono alcuni progetti non realizzati, ma di un certo interesse: su tutti la Fattoria Donnini di Rivarolo Mantovano per il conte Dino Lora Totino del dicembre 1941. Capitolo a parte, i progetti per gli arredi e gli allestimenti studiati per occasioni lombarde; da un lato il disegno per le case di amici e conoscenti, su tutti i mobili per la figlia di Ponti del 1940 ed i progetti di allestimento per stand fieristici e per le esposizioni, attività che vedevano Mollino protagonista di soluzioni elaboratissime che portavano alla luce ogni volta una riproposizione scenografica della realtà. Nel 1963 in una lettera di ringraziamento a Guido Canella che aveva pubblicato su “Fantasia” alcuni suoi arredi, Mollino affermava: “Io non ho il temperamento di un mistico. È tutto detto. L’operare dell’architetto implica una correlazione pratica col mondo che, a differenza di altre arti, abbisogna di un operare politico-mondano che impegna quasi altrettanto quanto la concreta creazione” e a proposito delle sue attività sportive: “In quanto all’esercizio dell’acrobazia aerea il discorso potrebbe essere forse lungo. Le basti sapere che questa, nella sua accezione attuale, non ha nulla a che fare con il rischio o l’esibizione; ma bensì è una ricerca complessa, direi quasi musicale, di ritmo nel tempo e nello spazio; ritmo nella sua libertà connes-
Bibliografia essenziale: Bolzoni L., Architettura moderna nelle Alpi italiane dal 1900 alla fine degli anni Cinquanta, in “Quaderni di cultura alpina“, Priuli & Verlucca, Ivrea, 2000; Bolzoni L., Carlo Mollino e la montagna, in “Ottagono“, n. 11, 1995-96; Bolzoni L., Carlo Mollino: architettura e fantasia, in “Frames”, n. 32, 1991; Brino G., Carlo Mollino-Architettura come autobiografia, Idea Books, Milano, 1985; Canella G., L’arredamento dinamico e inaspettato come una magnifica carrozzeria, in “Fantasia”, agosto 1963; Carlo Mollino Cronaca, Catalogo della mostra a Torino (Galleria Fulvio Ferrari, ottobre-dicembre 1985), Stamperia Artistica Nazionale Editrice, Torino, 1985; Carlo Mollino 1905-1973, Catalogo della mostra a Torino (Mole Antonelliana, 5 aprile-30 luglio 1989), Electa, Milano, 1989; Casa per riposo sull’altopiano di Agra, in “Domus“, n. 278, 1953; Gabetti R., Sul lago una casa di Carlo Mollino, in “Abitare“, n. 230, 1984; Il concorso Vetroflex, in “Domus“, numeri 256, 266, 267, 1951; Levi C., Carlo Mollino. Spazio Tempo e Garçonnière, in “Westuff“, n. 10, 1987; Mollino C., Camera da letto per una cascina in risaia, in “Domus“, n. 181, 1943; Mollino C., Disegno di una casa sull’altura, in “Stile“, n. 40, 1944; Mollino C., La casa e l’ideale: casa in collina, in “Domus“, n. 182, 1943; Moncalvo E., Affermare facendo, in “Oltre“, n. 32, 1995; Pevarello F., Carlo Mollino: casa sull’altopiano ad Agra, in “Acanto“, n. 7, 1997; Proposizioni sui mobili-tipo di Mollino che i costruttori sono invitati a leggere, in “Stile“, n. 278, luglio 1943; Prina V., Un’opera di Eugenio e Carlo Mollino a Voghera – Eugenio e Carlo Mollino a Voghera, in “AL“, n. 3-4, 1995; Prina V., Una relazione di Carlo Mollino sul Teatro Sociale di Voghera, in “AL”, n. 5, 1996; Signorelli F., Una Via a Voghera dedicata a Eugenio e Carlo Mollino, in “AL”, n. 9, 1996. Referenze fotografiche • Archivio Carlo Mollino, Facoltà di Architettura di Torino: progetti nn. 1, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11 (due disegni), 12, 13, 14, 16. • Fotografie di Luciano Bolzoni: progetti nn. 2 e 11. • Altre fonti: progetti nn. 2 (cartolina d’epoca) e 3.
1. Studio per una fontana Voghera, 1931 Mollino elabora alcune soluzioni per una fontana concepita per uno spazio pubblico di Voghera; tutte le ipotesi si precisano con lo stesso schema che prevede una grande vasca di raccolta di grande diametro, ma di altezza molto contenuta; una sorta di piatto col-
locato a filo strada, su cui si innesta la colonna che ospita i getti d’acqua. Ogni ipotesi è improntata sul contrasto tra le accentuate proporzioni dell’elemento orizzontale e l’impostazione verticale del montante centrale a fronte di una precisa volontà simmetrica, che non nasconde una certa spontaneità progettuale.
to, tipica del lavoro dell’ingegner Eugenio, si notano da subito elementi della poetica molliniana quali la scomposizione dei volumi, il rivestimento in ceramica policroma (di un fronte esterno) e alcuni elementi di assemblaggio dell’architettura su strada (come le aperture raccolte entro i limiti della tipologia a nastro, qui assoggettata al verticalismo del corpo a torre); elementi utilizzati anche nella sede della Federazione degli Agricoltori di Cuneo e che diverranno motivo ricorrente nello studio dei fronti della Società Ippica torinese.
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3. Mobili per i coniugi Licitra Milano, 1940 I mobili studiati per i coniugi Licitra (Luigi e Lisa, figlia dell’amico Gio Ponti) rappresentano un’anticipazione dei futuri studi dinamici sull’arredo da parte di un
2. Casa del fascio di Voghera, 1933-34 con Eugenio Mollino via Ricotti Il progetto è redatto per il concorso indetto dal Fascio dei Combattenti dove la commissione giudicatrice composta tra gli altri da Gaetano Moretti, Paolo Mezzanotte e Piero Portaluppi assegna il primo premio. Accanto alla solidità dell’impian-
agricolo nel mantovano; il progettista compie uno sforzo inusuale componendo un agglomerato agricolo composto da più fabbricati (residenze, silos, stalle, ricovero attrezzi e mezzi, pagliaio) disposti attorno allo spiazzo dell’aia e collocati in relazione tra di loro. Gli elementi edilizi si aggregano tramite un’architettura fondata sull’adozione di segni riconoscibili quali la doppia torre della casa padronale che riprende i temi dei silos e le strutture portanti che sollevano da terra i fabbricati del complesso che individuano una serie di arcate. 5. Casa in collina per “Domus” Milano, 1942
Mollino che, via via sarà sempre più interessato all’espressione del movimento data dall’aspetto esteriore della componente d’arredo. In particolare, per questa casa verranno realizzati un divano, due poltrone e alcune sedie la cui concezione pare già segnalare, nella costruzione stessa del disegno, quella ricerca sulla scomposizione delle parti costruttive che troverà riscontro nelle sedie e nei mobili concepiti per le residenze alpine. 4. Fattoria Donnini (Podere Roccolo) Rivarolo Mantovano, 1941 Per il conte Lora Totino, Mollino disegna questo piccolo villaggio
Dopo i progetti degli altri professionisti interpellati, “Domus” pubblica il progetto di Mollino; l’architetto torinese si distingue con un tema progettuale che rimanda
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sa a imperativi fisico meccanici diventa possibilità di espressione con analogie abbastanza reperibili nell’architettura, utilità a parte: e qui sta l’evasione in libertà”.
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alla propria, intima, idea della casa fondata, almeno in apparenza, sull’isolamento; che lascia sul terreno uno sperone emergente dal sottostante brano di città, una sorta di grattacielo del futuro, dove ad ogni piano è evidenziato un piccolo ambiente domestico. Il fabbricato poggia sulla struttura della terrazza del primo piano, unico livello ad avere il privilegio dell’affaccio sull’esterno; all’inquietante condominio si accede mediante una galleria sotterranea che porta all’ascensore scavato nella roccia, tema che anticipa la stazione della funivia del Furggen di Cervinia. 6. Camera da letto per una cascina in risaia per “Domus” Milano, 1943 Altro progetto per “Domus”, che prevede la costruzione di un’ambientazione per una cascina, che Mollino risolve con il disegno di una scatola asettica e lontana dai presumibili problemi climatici della zona di riferimento. La camera è una scatola avulsa da ogni considerazione logica creando un ambiente autosufficiente ed isolato dall’i-
potetico contesto, dove l’allestimento a pannelli, la chiusura verso l’esterno e l’arredo (rappresentato praticamente dal solo letto a baldacchino), cristallizzano nel tempo questa idea fissa dell’allestimento domestico che Mollino ha sempre riprodotto come scenografia privata ideale. 7. Mobili per “Stile” Milano, 1943 Promossa dalla rivista “Stile” (Concorso Garzanti, editore della pubblicazione), la manifestazione entrava nel vivo della ricerca sul mobile prodotto in
serie. In particolare Mollino elabora una serie di mobili per i figli la cui concezione parte da alcune considerazioni sulle costruzioni aeronautiche e delle attrezzature sciistiche, da cui derivano soluzioni basate sul ricorso ai compensati e dove il vastissimo catalogo proposto informa la potenziale clientela sulla flessibilità di fruizione delle molteplici soluzioni d’arredo. 8. Casa sull’altura per “Stile” Milano, 1943-44 Ancora una volta la profonda amicizia tra Ponti e Mollino genera uno straordinario progetto che è impossibile descrivere in poche
righe. Inoltre, la casa viene disegnata praticamente integralmente e la sua stessa concezione riflette una sorta di pensiero autobiografico sull’architettura da parte dell’autore, rivelato praticamente a metà della sua carriera professionale. L’edificio, una sorta di basilica collocata su un dosso immaginario, pare divenire nelle numerose rappresentazioni grafiche un compendio tra la concezione molliniana dell’architettura pubblica e la travagliata e profonda concezione intimista dell’abitazione solitaria. 9. Studio per un lampadario per Casa Franci (lampada solare) Milano, 1946 Per la famiglia Franci studia un
particolare lampadario composto da una sezione verticale da fissare al plafone cui è collegata, attraverso un particolare gioco di snodi, una serie di bracci meccanici atti a consentire la movimentazione della lampada all’interno dell’ambiente. 10. Concorso Vetroflex per “Domus” Milano, 1951 Ennesimo progetto per “Domus”, che questa volta bandisce un concorso basato su soluzioni d’utilizzo di materiali fonoassorbenti dell’azienda Vetroflex. Mollino insieme a Giovanni Luisoni presenta quattro abitazioni per diverse destinazioni (montagna, lago-campagna, brughiera e mare) che ancora una volta dimostrano l’unicità della concezione molliniana in tema di ambiente domestico, questa volta coniugato dalle istanze della modularità suggerita dalla prefabbricazione edilizia. In particolare il progetto della casetta alpina, nonostante le condizioni di base del concorso stesso, pare rifuggire la rigidità della soluzione prefabbricata con un progetto che anticipò la Casa Capriata del 1954.
11. Casa Cattaneo – Villa K2, Agra, 1952-54 Località Ligrasca, Agra (VA) La storia di questa casa è la storia dei suoi vari progetti e del modo in cui l’architetto approda alla sua realizzazione definitiva.
Le prime soluzioni di Mollino sembrano volersi basare su altri progetti, in particolare quello per la villa a Cervinia studiata nel 1946 per il conte Lora Totino e mai costruita, di cui riprende le sembianze formali. Le tavole di studio della villa valdostana insieme agli studi per la casa Cattaneo assemblano un’antologia molliniana in tema di edilizia montana, dove l’elemento ricorrente è lo sbalzo del fabbricato; l’esercizio del disegno punta all’estremizzazione delle soluzioni strutturali, che vedono sempre la casa cercare la propria forma nel vuoto provocato dall’impennarsi della costruzione sui propri elementi strutturali. Le due soluzioni si somigliano molto; addirittura la stessa veduta prospettica del locale di soggiorno studiata per Cervinia finisce sul disegno per Agra, in un singolare tentativo di riproporre un proprio progetto. Le ipotesi si susseguono e non sempre sembrano soddisfare il committente Luigi Cattaneo. Nella stessa tavola del 1952 ricorrono quattro versioni, Mollino gioca con i possibili adattamenti della struttura a sbalzo della terrazza che ha reso celebre la Slittovia di Salice d’Ulzio e che troveremo in una possibi-
sviluppano i tre livelli; il progetto, nato con la collaborazione della falegnameria di Ettore Canali, contempla lo sviluppo di tutte le soluzioni di arredo su misura, presentate con la solita accurata casistica tipologica. 14. Stand Fede Cheti per la X Triennale di Milano, 1954 Padiglione AGIP SNAM per la Fiera di Milano, 1954 Stand SIAU per la Fiera di Milano, 1956
consente la modificazione del livello di postura, particolarità non sempre riscontrabile nel panorama del mobile per la casa del periodo. Gli arredi sono corredati dalle relative varianti che amplificano il già nutrito catalogo molliniano in tema di arredo per l’abitazione civile. 13. Casa Capriata per la X Triennale di Milano, 1954 Gli studi iniziano nel 1953, ma il tema non è nient’altro che l’affinamento definitivo di analoghi progetti della casetta montana la cui sembianza formale parte dall’involucro-costruzione che contiene tutti i vari strati dell’abitazione nelle falde spioventi della copertura, che diverrà da lì a poco uno dei temi usuali degli architetti contemporanei in tema di edilizia alpina.
12. Mobili per la X Triennale di Milano, 1954 Alla decima Triennale, Mollino presenta la soluzione definitiva della Casa Capriata oltre ad una serie di mobili molto particolari ed elaborati tra cui il letto sovrapponibile derivato da quello disegnato per la Casa del Sole di Cervinia. Da citare una singolare poltroncina-sdraio dotata di meccanismi per la movimentazione dei braccioli e della seduta, che
Praticamente la costruzione è un grosso arredo in legno, il cui sviluppo strutturale parte dalla forcella di sostegno su cui si
Come molti progettisti del periodo, Mollino elabora il disegno di alcuni padiglioni espositivi in cui concretizza i temi della scenografia urbana, quali lo studio degli elementi scenici delle rappresentazioni domestiche e teatrali, già viste nella camera da letto per la cascina in risaia, e che troveranno la massima espressione nel progetto dell’interno del dancing Lutrario di Torino; d’altronde ogni set fotografico di Mollino rappresentava di per sé un’ambientazione proiettata alla raffigurazione fotografica di un evento, qualsiasi esso fosse.
15. Studi sulla ristrutturazione del Teatro Sociale di Voghera, 1955 via Emilia Nel novembre del 1955, insieme al’ingegner Dante Mazzocchi e dopo aver effettuato alcuni sopralluoghi e rilievi dell’esistente, Mollino compila una relazione sulle possibilità di restauro o di modificazione del teatro; non viene redatto alcun elaborato progettuale e il documento si limita ad analizzare le possibilità di ampliare la capacità ricettiva della struttura, ormai fatiscente, attraverso alcuni interventi di trasformazione radicale e di sostituzione integrale degli arredi. La relazione non esclude in ultima analisi l’eventuale demolizione del teatro, di fatto praticamente suggerita, per considerare la possibilità di uno sfruttamento a fini immobiliari da parte della proprietà. 16. Mobili per la XI Triennale di Milano, 1957 Anche per l’edizione del 1957, Mollino disegna alcuni mobili, sulla spinta di un rinnovato interesse per l’oggetto di design prodotto dall’edizione precedentente; l’architetto torinese, non estraneo alla continua rielaborazione dello stesso pezzo d’arredo spesso avulso dall’ambiente in cui troverà collocazione, disegna alcuni arredi destinati all’ipotetica produzione in serie, fra cui una poltrona derivata da quella disegnata per la figlia di Ponti, che però non troverà riscontro nella produzione. Il catalogo di arredi questa volta si compone di alcune poltroncine e divani e di un mobile a ripiani destinato ad un ipotetico locale da pranzosoggiorno.
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le soluzione, sempre per Agra nel 1953, dove si precisa un’ulteriore ipotesi basata sull’adozione di una pianta quadrata su cui si sviluppano più livelli dell’abitazione, contenuti sotto una grande copertura spiovente; dagli schizzi si evince il ricorso ad una grande terrazza a sbalzo, sostenuta da cavalletti strutturali e su cui si sviluppano gradualmente a salire i vari strati della villa, come in una sorta di navicella aeronautica. In buona sostanza le prime opzioni, che oltretutto prevedevano uno sviluppo a più piani, vengono abbandonate in favore di quello che sarà il progetto definitivo, che passa ad una soluzione a due piani fuori terra e adotta una pianta rettangolare orientata in senso longitudinale e maggiormente allungata lungo l’asse principale. Il baricentro di tutto il corpo di fabbrica si butta in avanti, sostenuto da una trave a sbalzo che appoggia il proprio peso e quello del fabbricato su due pilastri che scaricano su due gradoni mediante l’ausilio di piccoli rulli metallici. Una rampa a gradoni e una scala esterna rivestita in pietra conducono al terrazzo. Originariamente la copertura prevedeva un rivestimento in tegole in cotto smaltato che, attraverso l’impiego di due differenti colori (giallo e verde), mimavano il disegno di un cielo nuvoloso, ma che a causa di infiltrazioni d’acqua è stato necessario sostituire. Mollino disegna tutti gli arredi dell’abitazione; singolare l’elemento del camino in pietra, internamente rivestito in maiolica di colore verde, che all’esterno diventa un elemento di architettura affatto secondario.
a cura di Walter Fumagalli
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la prima riguarda tutte le aree trasfor-
questa transazione i proprietari delle
degli interventi previsti dai piani attuativi (primo comma).
proprietà delle aree vincolate a servizi senza sborsare denaro pubblico.
La perequazione nel PGT Nel caso in cui il Documento di Piano abbia fissato i criteri di perequazione, il Piano delle Regole (altro documento costitutivo del PGT) può applicare un meccanismo di perequazione nei confronti di tutte le aree comprese nel territorio comunale, con esclusione dei terreni destinati all’agricoltura e di quelli non soggetti a trasformazione urbanistica. A questo fine il Piano delle Regole può attribuire a tutte le aree trasformabili, comprese entro le diverse porzioni del territorio comunale dal medesimo individuate, un identico indice di edificabilità territoriale inferiore a quello minimo fondiario. Nel caso in cui il Piano delle Regole si avvalga di questa facoltà, deve al contempo regolamentare la cessione gratuita al Comune delle aree che il Piano stesso riserva alla realizzazione delle opere di urbanizzazione, ovvero di servizi ed attrezzature pubblici o di interesse pubblico o generale. Pertanto, allorquando il proprietario di un’area edificabile decide di costruire sul proprio terreno deve obbligatoriamente rispettare l’indice fondiario minimo, ma poiché a detta area compete un indice territoriale inferiore a quello fondiario minimo, l’operatore deve necessariamente acquistare i diritti edificatori residui dai proprietari dei terreni destinati ad opere di urbanizzazione ovvero a servizi ed attrezzature pubblici o di uso pubblico, e per consentire l’attuazione di tali diritti, questi ultimi, a loro volta, devono cedere gratuitamente le proprie aree al comune. In questo modo il cerchio si chiude: i proprietari delle aree edificabili possono realizzare su di esse le costruzioni ivi previste dal Piano Regolatore utilizzando i diritti edificatori che competono loro e comprando sul libero mercato quelli mancanti; grazie a
La perequazione nei piani attuativi Nel caso in cui il Documento di Piano abbia fissato i criteri di perequazione, i Piani Attuativi (cui la Legge assimila gli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale) possono dare attuazione ai predetti criteri prevedendo una particolare forma di perequazione: anche in questo caso, quindi, si tratta di una facoltà e non di un obbligo, facoltà che in certi casi il Comune potrebbe anche decidere di non esercitare. In realtà la norma non ha inventato niente di nuovo, ma si è limitata a codificare una prassi consolidatasi nel tempo. Essa, infatti, dispone che i Piani Attuativi “possono ripartire tra tutti i proprietari degli immobili interessati dagli interventi i diritti edificatori e gli oneri derivanti dalla dotazione di aree per opere di urbanizzazione mediante l’attribuzione di un identico indice di edificabilità territoriale, confermate le volumetrie degli edifici esistenti, se mantenuti”. Al di là di quest’ultima frase (la quale conferma l’ovvio principio per cui, ai fini della verifica degli indici di fabbricabilità, deve tenersi conto anche del volume degli edifici preesistenti che si prevede di mantenere), il meccanismo individuato è quello che comunemente viene utilizzato nella redazione dei Piani di Lottizzazione e degli altri Piani Attuativi di iniziativa privata riguardanti terreni appartenenti a più proprietari: a ciascuno di essi viene riconosciuta una quantità di diritti edificatori proporzionale all’estensione del proprio terreno, indipendentemente dal fatto che il Piano lo classifichi come edificabile o meno (e fermo restando che da tale quantità di diritti edificatori andranno detratti quelli corrispondenti al volume delle costruzioni di proprietà di cui il piano non preveda la demolizione), mentre
Perequazione, mabili presenti nel territorio comuna- aree vincolate possono ottenere un compensazione le (secondo comma), mentre la seco- ristoro pari al valore dei diritti volumee incentivazione urbanistiche nda riguarda solo la realizzazione trici venduti, ed il Comune ottiene la Chi, avendo il tempo di sfogliare le ultime annate della rivista, riandasse indietro negli anni fino al numero di settembre del 2002, e qui giunto trovasse la voglia e la pazienza di dedicare qualche minuto alla lettura di questa rubrica, s’imbatterebbe in un articolo dedicato alla perequazione urbanistica, nel quale si richiamava il contenuto della delibera della Giunta regionale n. 7586 del 21 dicembre 2001 e dove si formulavano alcuni suggerimenti in merito all’argomento. Oggi la Regione è tornata sul tema, ma questa volta non con i limiti operativi tipici dei provvedimenti amministrativi come le delibere di Giunta, bensì con i ben più ampi margini di manovra che caratterizzano le leggi regionali. L’Articolo 11 della Legge regionale 11 marzo 2005 n. 12 regolamenta appunto la perequazione urbanistica, e con essa anche la compensazione e l’incentivazione. Per tutti e tre questi istituti, la fonte regolamentare è individuata dalla Legge nel Piano di Governo del Territorio (PGT): essi possono essere concretamente applicati, infatti, solo nel caso in cui il PGT ne preveda e ne disciplini l’attuazione. Dispone al riguardo l’Articolo 8.2, lettera “g”, che il PGT, attraverso il Documento di Piano (uno dei documenti costitutivi dello stesso PGT), fra l’altro “definisce gli eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione”. Come la norma precisa in maniera molto chiara, si tratta di criteri solo “eventuali”, per cui i Comuni non sono obbligati a inserirli sempre e comunque nei loro PGT: se decideranno di non inserirli, tali istituti non potranno essere applicati. La perequazione urbanistica Il primo ed il secondo comma dell’Articolo 11 disciplinano due distinte ipotesi di perequazione urbanistica:
La compensazione urbanistica Il terzo ed il quarto comma dell’Articolo 11 regolano la cosiddetta compensazione urbanistica, al di fuori dei casi previsti dall’Articolo 1, ventunesimo, ventiduesimo, ventitreesimo e ventiquattresimo comma della Legge 15 dicembre 2004 n. 308 (i quali prevedono una forma di compensazione nel caso in cui, per effetto di vincoli sopravvenuti diversi da quelli urbanistici, non possa più
essere esercitato il diritto di edificare che sia stato già assentito a norma delle vigenti disposizioni). Detto Articolo 11 stabilisce che, allorquando il Documento di Piano abbia fissato i criteri per la compensazione, i proprietari delle aree che siano riservate alla realizzazione di interventi di interesse pubblico o generale e che non siano comprese entro Piani Attuativi o atti di programmazione possono cedere gratuitamente tali aree al Comune, ed in questo caso possono ottenere in cambio: • a titolo di permuta, aree edificabili di cui il comune abbia acquisito la disponibilità, su cui potranno dare attuazione alle volumetrie su di esse previste dal PGT; • oppure diritti edificatori liberamente commerciabili, che potranno vendere e che gli acquirenti potranno attuare su aree edificabili appositamente individuate dal PGT, eventualmente anche all’interno di Piani Attuativi. Invece di chiedere l’attribuzione di diritti edificatori, sulla base delle indicazioni fornite dal Piano dei Servizi (ultimo documento costitutivo del PGT) il proprietario può decidere di realizzare direttamente le opere d’interesse pubblico o generale previste sulla propria area. In questo caso, egli deve stipulare una convenzione con il Comune, oppure acquisire un atto di accreditamento dell’organismo competente in base alla legge di settore, al fine di regolare le modalità di gestione del servizio. In merito alla possibilità di realizzazione diretta dell’opera da parte del proprietario del terreno, facendo leva anche sulle decisioni della Corte di Giustizia europea in tema di esecuzione di opere di urbanizzazione a scomputo dei relativi oneri, il Governo ha sollevato dubbi di legittimità costituzionale sostenendo che la norma regionale si porrebbe in contrasto con l’Articolo 117 della Costituzione, in quanto violerebbe le disposizioni del Trattato comunitario in tema di tutela
della concorrenza, nonché le direttive comunitarie in materia di appalti. Questa contestazione appare quanto mai discutibile in quanto da un lato la Legge regionale non prevede che le opere di cui si tratta vengano realizzate con il contributo dell’ente pubblico, per cui la loro realizzazione non sembra equiparabile alla realizzazione delle opere di urbanizzazione a scomputo, e dall’altro la Legge stessa non esclude che, nel caso in cui il costo dell’opera superi la cosiddetta soglia comunitaria, il privato sia tenuto a rispettare le formalità di evidenza pubblica stabilite dalle norme comunitarie sugli appalti pubblici. L’incentivazione urbanistica Il quinto comma dell’Articolo 11, infine, regolamenta la cosiddetta incentivazione urbanistica. Anch’essa è possibile solamente se risulta prevista dal Documento di Piano, e consiste in sostanza nell’attribuzione di diritti volumetrici aggiuntivi rispetto alla capacità volumetrica riconosciuta dal PGT a ciascuna area edificabile, fino ad un massimo del 15% di tale capacità. Per poter usufruire di questi incentivi, è necessario che l’intervento proposto sia contemplato da un Piano Attuativo finalizzato alla riqualificazione urbana, e che preveda rilevanti benefici pubblici aggiuntivi, rispetto agli oneri dovuti in via generale per la realizzazione dei Piani Attuativi. A questo scopo non può trattarsi di benefici qualsiasi, ma deve trattarsi di benefici coerenti con gli obiettivi fissati dal Documento di Piano, il quale deve prevedere indici differenziati in funzione degli obiettivi perseguiti. Analogamente, il Documento di Piano può prevedere questo tipo di incentivazione anche per promuovere l’edilizia bioclimatica ed il risparmio energetico, purché ciò avvenga in coerenza con i criteri e gli indirizzi che la Giunta regionale è tenuta ad approvare entro un anno dall’entrata in vigore della Legge n. 12/2005. W. F.
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l’individuazione delle aree specifiche su cui ciascuno dei lottizzanti può concretamente attuare i propri diritti edificatori è lasciata al preventivo accordo dei proprietari interessati. Grazie all’Articolo 11.1 della Legge n. 12/2005, questo meccanismo potrà essere applicato anche in relazione ai Piani Attuativi di iniziativa pubblica redatti dai Comuni senza il preventivo consenso dei privati proprietari. Rispetto al passato, peraltro, la norma introduce una rilevante novità: essa, infatti, stabilisce che i Piani Attuativi “individuano”, fra l’altro, “le aree da cedersi gratuitamente al Comune (…) per le compensazioni urbanistiche in permuta con aree di cui al comma 3”. L’uso dell’indicativo (“individuano”) lascia intendere che si tratta di un obbligo, e non di una facoltà, per cui pare lecito concludere che, laddove il Documento di Piano abbia fissato i criteri per la compensazione, i Piani Attuativi debbano necessariamente individuare le aree da cedere in permuta ai proprietari di aree vincolate per servizi. Resta da stabilire se nei Piani Attuativi possa essere applicato questo meccanismo di perequazione, anche nel caso in cui il Documento di Piano non abbia fissato i relativi criteri. Nel caso di Piani Attuativi di iniziativa privata, una volta che tutti i proprietari abbiano trovato un accordo in questo senso non pare che vi siano impedimenti all’applicazione di detto meccanismo, mentre a conclusione contraria sembra inevitabile pervenire in caso di Piani Attuativi di iniziativa pubblica.
a cura di Emilio Pizzi e Claudio Sangiorgi
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Il top-lighting, ovvero benefici e malefici dell’illuminazione naturale zenitale Molta luce, introdotta secondo il naturale trascorrere del ciclo biologico quotidiano, ma anche molto calore e scarsa o nulla possibilità di affacciamento esterno per le aperture realizzate direttamente sulle coperture degli edifici. Illuminare con la luce del sole Una parte importante dell’energia che arriva dal sole sulla terra è disponibile sotto forma di energia luminosa sia diretta che riflessa dalla volta celeste e costituisce la cosiddetta luce naturale. Sin dall’antichità gli architetti hanno cercato di sfruttare la luce naturale all’interno degli ambienti di vita e di lavoro, realizzando finestre, porte, atri e porticati. La scoperta della lampadina a fluorescenza, e quindi di una sorgente di luce artificiale capace di competere per intensità con la luce naturale, ha fatto sì che questa fonte fosse progressivamente dimenticata dai progettisti: è frequente oggi l’esperienza di trovarsi all’interno di edifici totalmente illuminati durante il giorno con luce artificiale. Nonostante queste consuetudini, l’uso della luce naturale per l’illuminazione degli interni di un edificio, ha cominciato da più di qualche anno ad essere rivalutato per l’illuminazione di grossi edifici pubblici e commerciali. Inoltre la disponibilità di nuovi strumenti di analisi nella progettazione, che consentono di conoscere in dettaglio il comportamento energetico dell’edificio prima della costruzione, e di nuovi materiali e tecnologie, quali i “vetri intelligenti” ed i materiali isolanti trasparenti capaci di regolare e controllare l’entità dei flussi luminosi e termici, costituiscono un’altra forte spinta all’utilizzo dell’illuminazione naturale. I ritmi biologici Da un punto di vista fisiologico, è la ghiandola pineale che, reagendo alle variazioni di luce nell’ambiente, pro-
duce la melatonina, che a sua volta regola i diversi cicli biologici, coordinandoli tra loro e con la rotazione della terra. Quando vengono percepite intensità di illuminazione elevata, la produzione di melatonina viene inibita mentre al buio si rivela la sua massima produzione. La melatonina è definita “ormone del sonno”. Risulta evidente che, se durante l’arco delle giornate non si è sottoposti a variazioni sensibili di luminosità, l’organismo subisce delle desincronizzazioni interne; questo causa diversi problemi di malessere fisico, come emicranie, cattiva digestione, difficoltà di concentrazione, nonché problemi alla vista. Lo studio e la progettazione dell’illuminazione naturale o daylighting comincia con lo studio del percorso del sole durante il giorno e nei vari periodi dell’anno. La luce solare diretta e quella diffusa dalla volta celeste hanno caratteristiche diverse e pertanto richiedono una diversa considerazione nel corso dello studio per l’introduzione della luce naturale negli ambienti interni. Questa può essere ottenuta facendovi penetrare la luce essenzialmente in tre modi, attraverso il soffitto – Toplighting, le pareti laterali – Sidelighting, o portando la luce all’interno dell’edificio attraverso dei veri e propri condotti o ricorrendo ad atri e cortili – Corelighting. Queste tre tecniche sono state applicate in misura diversa in tutte le epoche. L’illuminazione dall’alto La luce naturale può essere introdotta all’interno di un edificio attraverso il tetto con l’inserimento nello stesso di lucernari, cupolini, shed, finestre da tetto, abbaini, ecc. In fase di progettazione è necessaria una particolare attenzione al fatto che la luce incidente su una superficie orizzontale è tre volte superiore a quella incidente su una superficie verticale; inoltre in estate, essendo la luce quattro o cinque volte maggiore che in inverno, può provocare effetti di surriscaldamento e fenomeni di abbagliamento indesiderati se non viene accuratamente controllata da
schermi o superfici riflettenti. Bisogna fare una netta distinzione tra la superficie vetrata e la superficie vetrata effettivamente illuminata, poiché, ad esempio, aggiungendo un aggetto ad un vetro inclinato la superficie effettivamente illuminata sarà quella riportata sulla verticale. Da queste brevi note già si evince quali siano i vantaggi e gli svantaggi offerti da un tipo di illuminazione naturale proveniente dall’alto rispetto a quella introdotta da un’apertura verticale: il contributo all’ingresso della luce, in ogni stagione dell’anno, per puri motivi geometrici, è sempre superiore; l’esposizione agli effetti diretti dell’irraggiamento solare è maggiore; la visione all’esterno e l’affacciamento sono in generale impediti; la realizzazione delle aperture coinvolge sempre anche la realizzazione degli strati di copertura, con cui il serramento si deve adeguatamente integrare; il serramento medesimo deve essere progettato per una più diretta e severa esposizione all’esterno. La scelta, da parte del progettista, di un’appropriata estensione, geometria e collocazione delle chiusure esterne trasparenti è, ai fini degli effetti sul microclima interno, altrettanto (se non maggiormente) importante della localizzazione e dell’orientamento ottimali dell’edificio. In generale, l’orientamento più appropriato è: • a sud, per ambienti in cui la modalità di controllo solare è temporanea (ovvero, quando un certo apporto termico solare è desiderabile in alcuni periodi dell’anno); • a nord, per ambienti in cui l’apporto di radiazione solare è sempre indesiderabile. L’area della chiusura esterna trasparente dipende, sostanzialmente, dal bilanciamento tra le esigenze di illuminazione naturale, e quelle di riduzione del fabbisogno energetico annuale complessivo per riscaldamento, raffrescamento e illuminazione. Determinata la superficie minima in funzione delle esigenze di illuminazione naturale, l’area della chiusura esterna (componente trasparente) ha
di raffrescamento; se le proporzioni sono invertite, la velocità è minore. Ancora, poiché l’aria più calda si trova in un edificio in alto, vicino al soffitto, aperture di ingresso ed uscita, entrambe poste in basso, hanno un effetto raffrescante limitato, viceversa aperture di ingresso poste in basso e aperture di uscita poste in alto svolgono un’azione particolarmente efficace. Da tutto quanto esposto, e con evidenti richiami alle più recenti disposizioni in merito al recupero dei locali di sottotetto ed ai loro requisiti di salubrità, si possono trarre alcune conclusioni in merito alla realizzazione di aperture sulla copertura degli edifici: • il contributo al conferimento dei requisiti di illuminazione naturale agli ambienti è decisamente più importante rispetto ad una normale finestra di pari dimensioni realizzata sulla parete verticale: tale contributo può addirittura triplicare qualora vengano installate finestre da tetto, ovvero lucernari a filo-falda, ma resta comunque significativo anche nel caso degli abbaini, la cui capacità di captazione, data la loro posizione, è superiore rispetto alla normale finestra; • l’esposizione solare diretta può risultare talmente forte, specie nei mesi più caldi dell’anno, da richiedere un controllo della radiazione solare in ingresso, pena l’insorgere di squilibri termici ambientali intollerabili; • quantomeno nelle civili abitazioni, le aperture sulla falda dovrebbero comunque permettere una pur minima visione all’esterno ed opportunità di affaccio verso il perimetro dell’edificio; ideali, da questo punto di vista, paiono le aperture realizzate direttamente in gronda; • il ricambio naturale dell’aria avviene massimamente quando si riesce ad operare un riscontro geometrico e di orientamento delle aperture ma nel caso in questione è indispensabile la presenza di aperture al livello più basso della falda oppure sui muri di perimetro. A quest’ultimo proposito vogliamo anche ricordare come le ASL in genere vedano di maggior buon occhio gli abbaini rispetto alle finestre da tetto, i quali consentono una
pur minima apertura del serramento presente anche nei casi di cattivo tempo esterno. Ma bisogna anche ricordare come le finestre da tetto medesime possiedano ormai dei sistemi di parziale apertura in grado di lasciar trapelare all’interno degli ambienti aria fresca esterna. Nell’eterna diatriba tra abbaini e finestre da tetto, sono poi spesso le Soprintendenze a prendere netta posizione nei confronti del tipo dell’apertura. Vademecum normativo Per chi volesse approfondire, riportiamo alcuni provvedimenti normativi sull’argomento: • DPR 303/1956, “Norme generali per l’igiene del lavoro”, G.U. n. 105 del 30/4/56; • Circolare Ministero LLPP 3151 /1967, “Criteri di valutazione delle grandezze atte a rappresentare le proprietà termiche, igrometriche, di ventilazione e di illuminazione nelle costruzioni edilizie”, relativa all’edilizia civile sovvenzionata; • Circolare Ministero LLPP 13011 /1974, “Requisiti fisico-tecnici per le costruzioni edilizie ospedaliere. Proprietà tecniche, igrometriche, di ventilazione e di illuminazione”; • D.M. del 5/7/75, “Modificazioni alle istituzioni Ministeriali del 20/6/1996 relative all’altezza minima dei locali ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione”, G.U. n. 190 del 18/7/75; • D.M. del 18/12/75, “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia e urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”, G.U. n. 29 del 2/2/76; • L.R. 48/1984, “Prima normativa tecnica Regionale per la disciplina delle opere di edilizia residenziale pubblica” B.U. Regione Emilia Romagna n. 133 del 12/2/84; • Comitato per l’Edilizia Residenziale, quaderno n. 11, “Norme prestazionali per l’edilizia Residenziale”, Roma, 1985. Paolo Asti
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un valore ottimale, oltre il quale ogni ulteriore incremento di superficie produrrebbe un aumento del fabbisogno termico, sia estivo che invernale, senza produrre benefici nella riduzione del consumo energetico prevedibile per l’illuminazione. Naturalmente, si può poi intervenire sulle aperture mediante la definizione della schermatura più opportuna da porre in opera con l’esclusione temporanea o permanente, e parziale o completa, della radiazione solare dalle superfici e dagli spazi interni o esterni all’edificio. La necessità di controllo solare in un edificio si ha quando l’apporto della radiazione solare, importante nel caso di aperture sulla copertura, può produrre: • una temperatura dell’aria interna inaccettabile per gli occupanti; • un discomfort dovuto al contatto diretto tra occupante e radiazione solare incidente; • un danno a oggetti e arredi (dovuto alla componente ultravioletta); • abbagliamento e discomfort visivo; • un livello di illuminazione non desiderato; • un carico termico di raffrescamento tale da richiedere il condizionamento artificiale degli ambienti. Il controllo solare operato dalle chiusure esterne trasparenti si attua attraverso tre modalità: • il dimensionamento e la geometria, ovvero una scelta appropriata dell’orientamento, dell’inclinazione e dell’area della superficie finestrata; • l’utilizzo delle proprietà termofisiche e ottico-solari dei materiali impiegati; • l’utilizzo di schermi, allo scopo di impedire che la radiazione solare raggiunga la superficie della chiusura o quelle dell’ambiente interno, in determinati periodi del giorno o dell’anno. Ovviamente, anche il moto dell’aria all’interno di un edificio, e quindi la sua efficacia nel raffrescare per ventilazione naturale, dipende dalla forma e dalle dimensioni delle aperture. Ad esempio, aperture sul lato sottovento maggiori di quelle sul lato controvento aumentano la velocità dell’aria all’interno, rendendo più efficace l’azione
a cura di Manuela Oglialoro e Camillo Onorato
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Legge G.U n. 18 del 7.5.2005 3a Serie speciale Legge Regionale 1 febbraio 2005, n. 1 Interventi di semplificazione – Abrogazione di leggi e regolamenti regionali – Legge di semplificazione 2004 La presente legge al capo I tratta della semplificazione legislativa e qualità della regolamentazione. L’Art. 1 stabilisce l’abrogazione di leggi e regolamenti regionali. L’Art. 2 definisce l’analisi di impatto della regolamentazione. Il capo II fissa i principi della semplificazione amministrativa. La sezione I.a definisce la semplificazione del rapporto con i cittadini e le imprese. L’Art. 3 riguarda la liberalizzazione dell’attività d’impresa. L’Art. 4 decreta che nei procedimenti amministrativi relativi a materie rientranti nella competenza legislativa regionale, fatto salvo quanto disposto dal comma 2, la domanda di rilascio di un’autorizzazione, di una licenza o di un atto di assenso comunque denominato cui sia subordinato lo svolgimento di un’attività si considera accolta qualora non venga comunicato al richiedente il provvedimento di diniego entro il termine fissato per ciascun provvedimento dalle relative disposizioni regionali, provinciali o comunali, o in mancanza, entro sessanta giorni dalla presentazione dell’istanza, della domanda o di altro atto di avvio del procedimento. La giunta regionale individua, entro il 31/12/2005, gli atti di autorizzazione, licenza o assenso comunque denominati ove non si applichino dette norme. L’Art 5 stabilisce le modifiche alla legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 in materia tributaria. L’Art 6 definisce l’accesso ai servizi della Regione. Le sezione II.a istituisce la conferenza dei servizi. L’Art. 7 tratta della disciplina della conferenza di servizi. Il capo III detta le disposizioni in materia di funzionamento delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali. G.U. n. 116 del 20.5.2005 Serie generale Decreto 28 aprile 2005 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi. L’Art. 1 decreta il campo di applicazione definendo le disposizioni di prevenzione incendi riguardanti la progettazione, la costruzione e l’esercizio di impianti termici di portata complessiva superiore a 35 KW, alimentato da combustibili liquidi. L’Art. 2
definisce le disposizioni per gli impianti esistenti. Gli Artt. 3, 4, 5, 6 trattano degli obiettivi, delle disposizioni tecniche, della sicurezza degli apparecchi e dei relativi dispositivi, della commarcializzazione CE. G.U. n. 20 del 21.5.2005 3a Serie speciale Legge Regionale 8 febbraio 2005, n. 7 Modifiche alla Legge Regionale 5 gennaio 2000, n. 1 “Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia”. Attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59”. Alla Legge Regionale 5/1/2000 sono apportate talune modifiche, fra cui la presentazione della domanda per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica per cui i richiedenti devono avere la residenza o svolgere attività lavorativa in Regione Lombardia da almeno cinque anni per il periodo immediatamente precedente alla data di presentazione della domanda. La residenza sul territorio regionale concorre nella determinazione del punteggio per la formazione della graduatoria i cui criteri sono demandati ad apposito regolamento. Inoltre, per far fronte all’emergenza abitativa ed esclusivamente al fine di dare attuazione alle iniziative previste dal Programma regionale per l’edilizia residenziale pubblica 2002-2004, i comuni rientranti nelle tipologie “Fabbisogno elevato” e “Fabbisogno acuto” dei comuni capoluogo di cui alla deliberazione della giunta 16/4/2004 n. 7/17175, possono utilizzare, in deroga al PRG vigente, aree di proprietà pubblica comprese nel territorio comunale e destinate ad attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, per la localizzazione di interventi di edilizia residenziale pubblica compresa l’edilizia convenzionata. Regione e comuni interessati procedono all’attuazione di un Accordo Quadro di sviluppo territoriale, in cui sonio definiti gli interventi, i finanziamenti e i tempi di realizzazione. G.U. n. 120 del 25.5.2005 Serie generale Determinazione 2 marzo 2005 Consegna dei lavori sotto riserva di legge, ai sensi dell’Art. 129 del decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 199, n. 554 (Determinazione n. 2/2005) La presente determinazione riguarda
taluni chiarimenti dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici riguardo al ricorso da parte delle stazione appaltanti all’istituto della “consegna dei lavori sotto riserva di legge”, seguita dall’immediata sospensione degli stessi, nonché da un significativo ritardo nella stipulazione del relativo contratto d’appalto. G.U. n. 21 del 28.5.2005 3a Serie speciale Legge Regionale 2 marzo 2005, n. 11 Istituzione del Parco regionale della Grigna Settentrionale. La seguente legge regionale all’Art. 1 stabilisce l’istituzione del Parco regionale della Grigna Settentrionale. L’Art. 2 tratta delle finalità del parco. L’Art. 3 definisce i confini del parco. L’Art. 4 designa l’Ente di gestione del parco. Gli Artt. successivi riguardano gli strumenti di pianificazione, i siti di importanza comunitaria, le norme di salvaguardia, le norme transitorie. C. O.
Stampa Appalti L’“avvalimento” già ammesso a colpi di sentenze UE e italiane (da “Edilizia e Territorio” Commenti e Norme n. 23/2005) La possibilità per un soggetto che partecipa a una gara per l’affidamento di un appalto pubblico di qualificarsi avvalendosi dei requisiti di alto soggetto (il cosiddetto “avvilimento”) costituisce un fenomeno che, nato a seguito dell’elaborazione originariamente operata dalla giurisprudenza comunitaria, ha ricevuto ormai anche una consacrazione di tipo normativo. Le nuove direttive 2004/18 e 2004/17 prevedono infatti esplicitamente tale possibilità. Per la prima volta tale possibilità è stata ammessa dalla Corte UE con la sentenza Ballast (C – 389/92). Aree urbane Legge obiettivo per le città. Nel dispositivo sulla competitività rispuntano gli incentivi territoriali (da “Il Sole 24 Ore” del 16.6.05) Ritorna la “Legge obiettivo per le città”, gli incentivi voluti dal Ministero delle Infra-
Concorsi Concorsi, tirano piazze ed edifici. Interesse anche per la procedura applicata all’urbanistica, a spazi e progetti urbani e ai paesaggi (da “Edilizia e Territorio” del 13-18.6.05) Il numero di gare continua a crescere. La procedura concorsuale riscuote sempre maggiore interesse tra gli enti promotori, che scelgono questa formula per acquisire progetti e idee di pregio. Piazze, spazi urbani, edifici culturali e per l’istruzione. Sono queste le tipologie di opere predilette nei concorsi di progettazione promossi quest’anno. Edilizia Erp, Milano mette in gioco 46 aree. Il Comune individua 1,2 milioni di mq di sua proprietà da destinare a edilizia sociale (da “Edilizia e Territorio” del 23-28.5.05) Con un super provvedimento il Comune di Milano ha individuato 46 aree di sua proprietà da destinare tutte a edilizia residenziale pubblica. Complessivamente si tratta di oltre un milione di mq e costi di costruzione calcolati intorno a 1,5 miliardi di euro per una pianificazione che prevede la realizzazione di circa 16 mila alloggi nell’arco dei prossimi cinque anni. Il Tar “boccia” la Regione. Via libera ai sottotetti. Stop alla legge che limita il recupero di mansarde e solai (dal “Corriere della Sera” del 31.5.05) In due casi di recupero di sottotetti, uno a Milano e l’altro a Gessate, il Tar ha dato ragione ai proprietari di casa che volevano rialzare l’abitato nonostante l’opposizione dei comuni. Un precedente che spaventa gli amministratori: solo a Milano sono bloccate circa 500 Dia per il recupero di sottotetti e i proprietari si stanno
apprestando ad interpellare gli avvocati per poi dare inizio ai lavori. Lavori pubblici Da subito la valutazione archeologica preventiva (da “Edilizia e Territorio” del 30.5-4.6.05) Prima che diventino operative le norme sulla gestione preventiva dei rilievi archeologici contenute nel decreto sulla progettazione del general contractor questo nuovo sistema di gestione delle analisi archeologiche diventa realtà, per tutte le opere, piccole e grandi, grazie a un decreto legge all’esame del Parlamento. In pratica, l’archeologia preventiva è un meccanismo che dovrebbe consentire alle Sovrintendenze di valutare se nell’area di localizzazione dell’opera pubblica possono essere presenti reperti. Professione Corte conti: “Pubblico ufficiale anche il professionista che svolge l’incarico a tempo” (da “Edilizia e Territorio” Commenti e Norme n. 18/2005) La Corte dei Conti con sentenza del 24 marzo 2005, n. 109, ha condannato al risarcimento del danno erariale un tecnico incaricato di redigere una variante urbanistica per favoritismi verso il proprietario di alcune aree. La Corte dei Conti ha di fatto equiparato il servizio svolto da un libero professionista, incaricato dal Comune, a quello di un pubblico ufficiale che non può commettere abusi nell’esercizio della sua funzione. Architetti più forti con l’UE (da “Italia Oggi” del 1.6.05) Gli architetti riuniti a Trieste in occasione della terza Conferenza Internazionale d’Architettura hanno espresso unanime giudizio positivo in merito alle direttive europee di servizi e appalti e qualifiche professionali, considerate un pilastro per arrivare all’armonizzazione fra le norme nazionale inerenti al mercato e alla struttura professionale. L’importanza è stata sottolineata anche dai rappresentanti dei paesi di nuovo ingresso quali la Slovenia e in particolare la Slovacchia. Un rilancio sulla riforma degli Albi (da “Il Sole 24 Ore” del 16.6.05) Avvocati, dottori, commercialisti, riuniti a
Palermo, hanno colto l’occasione del convegno sulle prospettive del riordino, organizzato dall’Ordine dei dottori e dal collegio dei ragionieri del capoluogo siciliano, per chiedere a Governo e Parlamento di tentare di arrivare entro legislatura a una riforma attesa da più di trent’anni. Urbanistica Governo contro Formigoni per gli standard realizzabili dai costruttori senza le gare (da “Edilizia e Territorio” Commenti e Norme n. 22/2005) Il governo ha messo in discussione le norme regionali per il governo del territorio lombardo impugnando la L.R. 12/2005 di fronte alla Corte costituzionale. Tra i motivi di impugnativa della riforma urbanistica le opere di urbanizzazione che i privati possono eseguire direttamente, procedura su cui pende una procedura d’infrazione Ue. Se venisse accolta l’impugnativa del Governo, verrebbe in parte meno la filosofia della nuova legge regionale che punta a incentivare l’iniziativa economica privata. La seconda censura riguarda la possibilità di inserire nel piano territoriale regionale la definizione degli indirizzi generali per la prevenzione del rischio geologico, idrogeologico, e sismico. La terza censura è riferita alla necessità di presentare richiesta di permesso di costruire per la realizzazione di impianti di comunicazione elettronica. Valutazione ambientale In Friuli V.G. la valutazione ambientale è già “strategica” in anticipo sulle regole statali (da “Edilizia e Territorio” Commenti e Norme n. 21/2005) La regione Friuli Venezia Giulia con la Legge 6 maggio 2005, n. 11, recepisce nel proprio ordinamento la Direttiva 2001/42/Ce, concernente la valutazione di determinati piani e programmi sull’ambiente, senza attendere l’attuazione della delega conferita in materia al governo dalla legge comunitaria per l’anno 2004 (Legge 18 aprile 2005, n. 62). La legge regionale individua cinque categorie per definire l’ambito di applicazione della Vas. In prima linea i programmi che riguardano i settori energetico, industriale e dei trasporti. M. O.
53 PROFESSIONE STRUMENTI
strutture e dall’Ance per la riqualificazione e il rilancio territoriale delle aree urbane. La norma è ricomparsa all’Art. 5 del testo unificato del disegno di legge sulla competitività. Restano immutati, rispetto al disegno originario, le finalità e gli strumenti dell’intervento che si svolgerà in “ambiti urbani e territoriali di area vasta, strategici e di preminente interesse nazionale”. La volontà del Governo è quella di premiare piani di riqualificazione che favoriscano la cooperazione fra più comuni.
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Ordine di Bergamo tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Ordine di Brescia tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Ordine di Como tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Ordine di Cremona tel. 0372 535422 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Ordine di Lecco tel. 0341 287130 www.lc.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilecco@archiworld.it Informazioni utenti: infolecco@archiworld.it Ordine di Lodi tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Ordine di Mantova tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Ordine di Milano tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Ordine di Pavia tel. 0382 27287 www.pv.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Ordine di Sondrio tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Ordine di Varese tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it
Milano
a cura di Laura Truzzi Designazioni • COMUNE DI MILANO: richiesta di segnalazione professionisti per nomina Commissione Giudicatrice Concorso Internazionale di Progettazione “Abitare a Milano/2 – Nuovi spazi urbani per gli insediamenti di edilizia sociale”. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Gianni Mario (Gianmaria) BERETTA, Pietro (Piero) DE AMICIS. • COLLEGIO DI MONZA DEGLI ARCHITETTI E INGEGNERI: richiesta di segnalazione professionisti per nomina Commissione Giudicatrice Concorso nazionale di idee “realizzazione di edifici pubblici ed opere di urbanizzazione da realizzarsi presso l’ex cotonificio ”Cederna”, via Cederna, Monza. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Fabia Marta PONTE DI PINO, Luigi Mario SPINELLI, Patrizia ZANELLA. • COMUNE DI LOCATE TRIULZI: richiesta di segnalazione professionisti per nomina commissione edilizia comunale. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Paolo AINA, Silvana BRONDONI, Silvano SPAGNA; e come esperti in tutela ambientale: Chiara Maria GUAZ-
ZONI, Francesca PATRIARCA, Bianca Maria ZIRULIA. • COMUNE DI CORNATE D’ADDA: richiesta di segnalazione professionisti per Commissione Giudicatrice “Concorso di progettazione per la riqualificazione delle 3 Piazze di Cornate d’Adda, Colnago e Porto d’Adda”. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Eidi CANNETI, Gaetano LISCIANDRA, Maura RESTELLI. • Impresa TR di Torraca Roberto di Muggiò: richiesta terna per collaudo di opere in c.a. relative ad una palazzina ad uso civile costituita da un piano interrato, tre piani fuori terra, più sottotetto in Comune di Desio, via dei Mariani. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Pietro ARIOLI, Piero DIAMANTE, Salvatore PINELLI. • Impresa Edile Esposito Domenico di Inveruno: richiesta terna per collaudo di opere in c.a. relative ai lavori di “Recupero di sottotetto esistente ai fini abitativi” in Comune di Inveruno, via Legnano 41. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Giuseppe DE MARTINO, Michela LOCATI, Michele Antonio TROTTA. • Impresa Impresa Edile F.lli Papa S.n.c. di Papa geom Giu-
seppe & C. di Camnago di Lentate S/Seveso: richiesta terna per collaudo di opere in c.a. relative alla costruzione di un edificio residenziale sito in Cesano Maderno, via Cesare Battisti 33. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Paolo MONGA, Giacomo MORI, Giordano PEREGO. • Impresa Ditta Antonio Quartarone di Milano: richiesta terna per collaudo di opere in c.a. relative alla realizzazione di un edificio residenziale composto da n. 4 piani fuori terra e n. 2 piani interrati in Comune di Milano, via Luigi Prinetti 4. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Venusta Maria CORTESI, Antonino DE BENEDETTO, Sauro Ernesto VERGA. • ISAD Istituto Superiore di Architettura e Design: richiesta di segnalazione di un professionista per prove di accertamento finale dei corsi di Assistente Interior Designer e Interior Designer. Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Francesco COLLINI. • IDI AC Interior Design Institute & Ateneo Creativo: richiesta di segnalazione di un professionista per la sessione di esami giugno 2005. Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Giorgio MAZZIOTTA.
• Infrastrutture Lombarde S.p.a.: richiesta di segnalazione professionisti per nomina Commissione Giudicatrice “Licitazione privata per l’affidamento del contratto di concessione di costruzione e gestione ai sensi degli Artt. 19 e 20 comma 2 e ss. della legge 109/94 e ss.mm.ii. relativo alla realizzazione del nuovo complesso ospedaliero di Vimercate”. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Marco BRAJKOVIC, Sergio CARANGELO, Gaetano LISCIANDRA. Incontri • Associazione Architetti Senza Frontiere: percorsi di cooperazione nel III e IV mondo 22 giugno 2005 Sono intervenuti: Filippo Mascaretti, Tito Sciattella, Paolo Vasino.
Ha introdotto l’incontro: Valeria Bottelli. Grande partecipazione di un pubblico costituito insolitamente quasi solo da giovani architetti il 22 giugno, presso l’Ordine, per la presentazione dell’Associazione no-profit Architetti Senza Frontiere. Ad illustrarne le attività e gli obiettivi sono stati, con grande entusiasmo, alcuni membri dell’associazione, nata nel 1998 a Milano grazie all’appoggio della sede di Barcellona, che operano prevalentemente a Milano ma anche “sul campo” con missioni talvolta piene di difficoltà, ma sempre costruttive. Dal 1999 – dopo aver sottoscritto la Carta di Barcellona – è parte del network ASF-International che raccoglie diverse Organizzazioni in Europa e nel Mondo,
con affini finalità in ambito di cooperazione allo sviluppo. L’attività dell’Associazione ha come priorità lo sviluppo di relazioni dirette con strutture ed organizzazioni della cooperazione internazionale, finalizzate alla ricerca e all’implementazione di progetti da condividere con i partner stranieri o ONG italiane, che rende possibile la costruzione di una massa critica comune e la partecipazione a bandi di cooperazione decentrata (Regione, Provincia, Comune), del MAE (Ministero Affari Esteri) e della UE. L’Associazione in generale si propone di agire per il miglioramento della qualità abitativa e socio-economica dei gruppi di popolazione più vulnerabili e più disagiati. A questo proposito si è impegnata su diversi fronti: dallo sviluppo della rete sanita-
ria di base nella regione Montuosa dei Los Altos, in Messico, all’attività di formazione artistica a Sirabà nel Burkina Faso, fornendo gli strumenti per rendere adeguata e professionale la preparazione degli artisti, valorizzandone il loro ruolo sociale e la loro ricchezza. Non sempre questi progetti vengono in realtà realizzati come previsti dal progetto, ma, spesso, vengono modificati in corso d’opera e sul posto nel momento in cui si toccano con mano le esigenze locali. Alcuni altri progetti sono già in itinere come ad esempio, con un ruolo di ASF di appoggio tecnico all’associazione Africa ’70, la stesura del progetto di cooperazione internazionale nell’ambito di recupero dell’Oasi di Figuig in Marocco in via di finanziamento presso la UE. Il progetto si ripropone di ottenere un miglioramento del quadro di vita delle popolazioni della città di Figuig, attraverso la promozione di iniziative che mirano a rivalorizzare il patrimonio esistente. La chiusura della serata è dedicata ad un progetto di ASF ancora in embrione ma di grande attualità ed importanza per il nostro contesto urbano: una ricerca sull’area metropolitana milanese. Trattasi di investigare la realtà di quelle circa 8.000 persone che ad oggi vivono in insediamenti irregolari, in aree dimesse o edifici abbandonati, con sistemi propri di auto-organizzazione e gestione nonostante la precarietà e la diffidenza verso il contesto insediativo. L’attuale entità di questa situazione impone di analizzare ed evidenziare un problema crescente; proporre quindi possibili atteggiamenti, creare una rete di sensibilizzazione e di dialogo, avanzare proposte e soluzioni possibili in termini di dignità dell’abitare.
INFORMAZIONE DAGLI ORDINI
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A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dell’Ordine di Milano)
Variazione Indice Istat per l’adeguamento dei compensi Dicembre
Nota L’adeguamento dei compensi per le tariffe 1) e 2) si applica ogni volta che la variazione dell’indice, rispetto a quello di base, supera il 10%. Le percentuali devono essere tonde di 10 in 10 (come evidenziato)
1495,58
G.U. n° 163 del 13.07.1996 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA
1) Tariffa Urbanistica. Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969 Base dell'indice-novembre 1969:100 Anno 2002 2003 2004 2005
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Febbraio Marzo Aprile 1470 1467,96 1471,72 1475,49 1510 1504,37 1509,40 1511,91 1540 1537,02 1538,28 1542,04 1560 1555,86 1560,88 1563,39 1568,42
Maggio
Giugno 1480 1478,00 1480,51 1513,16 1514,42 1544,56 1548,32 1570 1570.93
2) Tariffa P.P.A. (in vigore dal novembre 1978) Anno 2002 2003
INDICI E TASSI
Gennaio 1460 1462,93 1500 1501,86 1530 1532,00
2004 2005
dicembre 1978:100,72
Luglio
Agosto
Settembre Ottobre
Novembre Dicembre
509,35
511,52
512,39
512,82
513,69
514,56
515,86
517,17
517,60
522,38
523,25
523,69
524,12
525,43
526,29
527,60
528,03
529,34
529,34
532,38
533,68
534,55
535,86
536,29
537,16
537,16
537,16
538,46
538,46
541,07
542,81
543,68
508,04 520 520,64 531,94 540 540,20
Febbraio 114,97 117,46 119,28
Marzo 115,35 117,56 119,48
Aprile 115,54 117,85 119,86
anno 1995: base 100 Maggio 115,64 118,04 120,05
Giugno 115,73 118,33
Luglio 116,02 118,42
4) Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) 5) Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda)
anno 2000: base 100
Anno 2003 2004 2005
Giugno 106,34 108,73
Gennaio 105,46 107,58 109,25
Febbraio 105,64 107,93 109,61
Marzo 105,99 108,02 109,78
Aprile 106,17 108,28 110,14
Maggio 106,26 108,46 110,31
Luglio 106,61 108,81
6) Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda)
anno 1999: base 100
Anno 2003 2004 2005
Giugno 111,46 113,95
Luglio 111,73 114,04
2005 112,12
Gennaio 110,53 112,75 114,51
Febbraio 110,72 113,12 114,87
Marzo 111,09 113,21 115,06
Aprile 111,27 113,49 115,43
Maggio 111,36 113,67 115,61
7) Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno
2001 103,07
1996 105,55
2003 108,23
2004 110,40
1997 108,33
1998 110,08
1999 111,52
1998 101,81
1999 103,04
Settembre Ottobre 116,50 116,60 118,61 118,61
2000 105,51
2000 113,89
Agosto 106,79 108,99
Settembre Ottobre 107,05 107,14 108,99 108,99
2002 111,12
Novembre Dicembre 107,40 107,40 109,25 109,25
gennaio 1999: 108,20 Agosto 111,92 114,23
Settembre Ottobre 112,19 112,29 114,23 114,23
Novembre Dicembre 112,56 112,56 114,51 114,51
gennaio 2001: 110,50
novembre 1995: 110,60 2001 117,39
2002 120,07
2003 123,27
2004 116,34
2005 118,15
anno 1997: base 100
2001 108,65
Novembre Dicembre 116,89 116,89 118,90 118,90
dicembre 2000: 113,40
anno 1995: base 100
9) Tariffa pratiche catastali (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno
giugno 1996: 104,20 Agosto 116,21 118,61
anno 2001: base 100
2002 105,42
8) Tariffa Dlgs 626/94 (Tariffa CNA) Indice da applicare per l’anno
1555,86
Giugno
506,30
Gennaio 114,77 117,08 118,90
1529,48
novembre 1978: base 100
3) Legge 10/91 (Tariffa Ordine Architetti Milano) Anno 2003 2004 2005
Settembre Ottobre Novembre 1490 1481,77 1484,28 1486,79 1490,56 1494,33 1520 1518,19 1520,70 1524,46 1525,72 1529,49 1550 1549,58 1552,09 1552,09 1552,09 1555,86
Maggio
Febbraio Marzo
538,46
Agosto
Aprile 510 510,65
Gennaio
519,78 530 530,21
Luglio
2003 113,87
2004 125,74
2005 127,70
febbraio 1997: 105,20
Interessi per ritardato pagamento
Con riferimento all’art. 9 della Tariffa professionale legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l’elenco, a partire dal 1994, dei Provvedimenti della Banca d’Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato articolo 9 della Tariffa.
Provv. della Banca d’Italia (G.U. 5.9.2000 n° 207) dal 6.9.2000 Provv. della Banca d’Italia (G.U. 10.10.2000 n° 237) dal 11.10.2000 Provv. della Banca d’Italia (G.U. 15.5.2001 n° 111) dal 15.5.2001 Provv. della Banca d’Italia (G.U. 3.9.2001 n° 204) dal 5.9.2001 Provv. della Banca d’Italia (G.U. 18.9.2001 n° 217) dal 19.9.2001 Provv. della Banca d’Italia (G.U. 14.11.2001 n° 265) dal 14.11.2001 Provv. della Banca d’Italia (G.U. 6.12.2002 n° 290) dal 11.12.2002 Provv. della Banca d'Italia (G.U. 12.3.2003 n° 59) dal 12.3.2003 Provv. della Banca d'Italia (G.U. 9.6.2003 n° 131) dal 9.6.2003
4,50% 4,75% 4,50% 4,25% 3,75% 3,25% 2,75% 2,50% 2,00%
Con riferimento all’art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro dell’Economia che fissano il “Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali” al quale devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Decreto.
Comunicato (G.U. 10.2.2003 n° 33) dal 1.7.2002 al 31.12.2002 dal 1.1.2003 al 30.6.2003
3,35% +7 2,85% +7
Comunicato (G.U. 12.7.2003 n° 160) dal 1.7.2003 al 31.12.2003
2,10% +7
Comunicato (G.U. 15.1.2004 n° 11) dal 1.1.2004 al 30.6.2004
2,02% +7
10,35% 9,85% 9,10% 9,02%
Comunicato (G.U. 9.7.2004 n° 159) dal 1.7.2004 al 31.12.2004
2,01% +7
Comunicato (G.U. 8.1.2005 n° 5) dal 1.1.2005 al 30.6.2005
2,09% +7
9,01%
9,09%
Per valori precedenti, consultare il sito internet o richiederli alla segreteria del proprio Ordine.
Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n° 392, sulla diiplina delle locazioni di immobili urbani. 1) Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1979 è risultato pari a 114,7 (centoquattordicivirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1980 è risultato pari a 138,4 (centotrentottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1981 è risultato pari a 166,9 (centosessantaseivirgolanove). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1982, è risultato pari a 192,3 (centonovantaduevirgolatre). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1983 è risultato pari a 222,9 (duecentoventiduevirgolanove). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1984 è risultato pari a 247,8 (duecentoquarantasettevirgolaotto). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1985 è risultato pari a 269,4 (duecentosessantanovevirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1986 è risultato pari a 286,3 (duecentottantaseivirgolatre). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1987 è risultato pari a 298,1 (duecentonovantottovirgolauno). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1988 è risultatopari a 312,7 (trecentododicivirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1989 è risultato pari a 334,5 (trecentotrentaquattrovirgolacinque). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1990 è risultato pari a 353,2 (trecentocinquantatrevirgoladue). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1991 è risultato pari a 377,7 (trecentosettantasettevirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1992 è risultato pari a 398,4 (trecentonovantottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1993 è risultato pari a 415,2 (quattrocentoquindicivirgoladue). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1994 è risultato pari a 430,7 (quattrocentotrentavirgolasette). Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1995 è risultato pari a 455,8 (quattrocentocinquantacinquevirgolaotto). Ai sensi dell’art. 1 della legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abita-zione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’art. 24 della legge n° 392/1978, relativo al 1984, non si applica; pertanto, la variazione percentuale dell’indice dal giugno 1978 al giugno 1995, agli effetti predetti, risulta pari a più 310,1. Fatto uguale a 100 l’indice del mese di giugno 1978, l’indice del mese di giugno 1996 è risultato pari a 473,7 (quattrocentosettantatrevirgolasette). Ai sensi dell’art. 1 della legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abitazione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’art. 24 della legge n° 392/1978, relativo al1984, non si applica; pertanto, la variazione percentuale dell’indice dal giugno 1978 al giugno 1996, agli effetti predetti, risulta pari a più 326,2. 2) La variazione percentuale dell’indice del mese di maggio 1996 rispetto a maggio 1995 risulta pari a più 4,3 (quattrovirgolatre). La variazione percentuale dell’indice del mese di giugno 1996 rispetto a giugno1995 risulta pari a più 3,9 (trevirgolanove). Applicazione Legge 415/98 Agli effetti dell’applicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.