AL 9/10, 2010

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Mensile di informazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Lombardi Ordini degli Architetti P.P.C. delle Province di: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio, Varese 9/10

settembre - ottobre 2010

Expo 2015

Il progetto MoSLo Le aree Expo

Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, via Solferino 19 - 20121 Milano

Expo 2015 Il progetto MoSLo

AttivitĂ degli Ordini ‘09/10



AL Mensile di informazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Lombardi

Ordini degli Architetti P.P.C. delle Province di: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio, Varese

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EDITORIALE

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FORUM Expo 2015 Il progetto MoSLo Conferenza di avvio del Progetto “Mobilità Sostenibile in Lombardia” (sintesi a cura di Valeria Giuli) Interventi di Margherita Mojoli, Cristina Magni, Francesco Occhiuto, Ilaria Gorla, Rino Villa e Francesca Villa L’area Expo: istantanee

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FORUM ORDINI Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio

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OSSERVATORIO Argomenti Storie locali Conversazioni Concorsi Libri Mostre

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PROFESSIONE Legislazione Norme e progetti Architetti e lavoro

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INFORMAZIONE Dagli Ordini Lettere e commenti

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INDICI E TASSI

Expo 2015

Il progetto MoSLo Le aree Expo

Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, via Solferino 19 - 20121 Milano

Expo 2015 Il progetto MoSLo

Attività degli Ordini 2009/10

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8 Direttore Responsabile Ferruccio Favaron Direttore Maurizio Carones Comitato editoriale Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Redazione Igor Maglica (caporedattore) Irina Casali, Martina Landsberger, Valeria Giuli Direzione e Redazione via Solferino, 19 - 20121 Milano tel. 0229002165 - fax 0263618903 e-mail Redazione: redazione@consulta-al.it Progetto grafico Gregorietti Associati Impaginazione Francesca Forte Service editoriale Action Group srl Concessionaria per la pubblicità Action Group srl Via Londonio 22 – 20154 Milano Tel. +39 02.34.53.8338 +39 02.34.53.3086 Fax +39 02.34.93.7691 www.actiongroupeditore.com info@actiongroupeditore.com Coordinamento pubblicità Riccardo Fiorina rfiorina@actiongroupeditore.com Pubblicità Leonardo Cereda Filippo Giambelli Michele Schiattone Stampa Arti Grafiche G.Vertemati Srl Via Bergamo 2 20059 Vimercate (MB) Autorizzazione Tribunale n. 27 del 20.1.1971 Distribuzione a livello nazionale La rivista viene spedita gratuitamente a tutti gli architetti iscritti agli Albi della Lombardia che aderiscono alla Consulta Tiratura: 29597 copie In base alla documentazione postale del numero di marzo 2010 sono state postalizzate 28968 copie in Italia Abbonamento annuale (valido solo per gli iscritti agli Ordini Lombardi e 3,00) In copertina: Area Expo, foto di Antonio Ottomanelli Gli articoli pubblicati esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti PPC né la Redazione di AL Chiuso in redazione: 26 novembre 2010

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Mensile di informazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Lombardi


Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, tel. 02 29002174 www.consultalombardia.archiworld.it Segreteria: segreteria@consulta-al.it Presidente: Paolo Ventura; Vice Presidente: Angelo Monti; Segretario: Fabiola Molteni; Tesoriere: Sergio Cavalieri; Consiglieri: Paolo Belloni, Emiliano Ambrogio Campari, Ferruccio Favaron, Laura Gianetti, Gianluca Perinotto, Giuseppe Rossi, Giuseppe Sgrò, Daniela Volpi Ordine di Bergamo, tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Presidente: Paolo Belloni; Vice Presidente: Vittorio Gandolfi; Segretario: Elena Sparaco; Tesoriere: Carlos Manuel Gomes de Carvalho; Consiglieri: Stefano Baretti, Achille Bonardi, Matteo Calvi, Remo Capitanio, Fabio Corna, Francesco Forcella, Arianna Foresti, Francesca Carola Perani, Matteo Seghezzi, Marco Tomasi, Franceso Valesini (Termine del mandato: 13.7.2013) Ordine di Brescia, tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Presidente: Paolo Ventura; Vice Presidente: Gianfranco Camadini; Paola Faroni, Roberto Saleri; Segretario: Laura Dalè; Tesoriere: Luigi Scanzi; Consiglieri: Mauro Armellini, Umberto Baratto, Stefania Buila, Franco Maffeis, M. Paola Montini, Roberto Nalli, Enzo Renon, Patrizia Scamoni, Lucio Serino (Termine del mandato: 15.10.2013) Ordine di Como, tel. 031 269800 www.ordinearchitetticomo.it Informazioni utenti: info@ordinearchitetticomo.it Presidente: Angelo Monti; Vice Presidente: Angelo Avedano; Segretario: Margherita Mojoli; Tesoriere: Enrico Nava; Consiglieri: Matteo Ardente, Antonio Beltrame, Alessandro Bellieni, Stefania Borsani, Alessandro Cappelletti, Alessandra Guanziroli, Veronica Molteni, Giacomo Pozzoli, Stefano Seneca, Marco F. Silva, Marcello Tomasi (Termine del mandato: 15.3.2014) Ordine di Cremona, tel. 0372 535422 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Presidente: Emiliano Ambrogio Campari; Vice Presidente: Carlo Varoli; Segretario: Andrea Pandini; Tesoriere: Luigi A. Fabbri; Consiglieri: Claudio Bettinelli, Giuseppe Coti, M. Luisa Fiorentini, Antonio Lanzi, Massimo Masotti, Vincenzo Ogliari, Silvano Sanzeni (Termine del mandato: 15.10.2013) Ordine di Lecco, tel. 0341 287130 www.ordinearchitettilecco.it Presidenza, segreteria e informazioni: ordinearchitettilecco@tin.it Presidente: Ferruccio Favaron; Vice Presidente: M. Elisabetta Ripamonti, Livio Dell’Oro; Segretario: Marco Pogliani; Tesoriere: Vincenzo D. Spreafico; Consiglieri: Enrico Castelnuovo, Guido De Novellis, Carol Monticelli, Valentina Redaelli, Paolo Rughetto, Diego Toluzzo (Termine del mandato: 15.10.2013) Ordine di Lodi, tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Presidente: Vincenzo Puglielli; Vice Presidente: Giuseppe Rossi; Segretario: Laura Boriani; Tesoriere: Massimo Pavesi; Consiglieri: Paolo Camera, Simonetta Fanfani, Paola Mori, Chiara Panigatta, Guido Siviero (Termine del mandato: 15.10.2013) Ordine di Mantova, tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Presidente: Sergio Cavalieri; Vice Presidente: Alessandro Valenti; Segretario: Alessandra Fortunati; Tesoriere: Manuela Novellini; Consiglieri: Gianni Girelli, Cristiano Guernieri, Sandro Piacentini, Enrico Rossini Alberta Stevanoni, Pietro Triolo, Sabrina Turola (Termine del mandato: 15.10.2013) Ordine di Milano, tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Presidente: Daniela Volpi; Vice Presidenti: Marco Engel, Franco Raggi; Segretario: Valeria Bottelli; Tesoriere: Annalisa Scandroglio; Consiglieri: Maria Luisa Berrini, Maurizio Carones, Maurizio De Caro, Rosanna Gerini, Paolo Mazzoleni, Alessandra Messori, Emilio Pizzi, Vito Mauro Radaelli, Clara Maria Rognoni, Antonio Zanuso (Termine del mandato: 3.12.2013) Ordine di Monza e della Brianza, tel. 039 2307447 www.ordinearchitetti.mb.it Segreteria: segreteria@ordinearchitetti.mb.it Presidente: Fabiola Molteni; Vice Presidenti: Ezio Fodri, Fabio Sironi; Segretario: Mariarosa Vergani; Tesoriere: Carlo Mariani; Consiglieri: Francesco Barbaro, Giuseppe Caprotti, Giuseppe Elli, Marta Galbiati, Enrica Lavezzari, Cristina Magni, Roberto Pozzoli, Biancalisa Semoli, Nicola Tateo (Termine del mandato: 1.2.2014) Ordine di Pavia, tel. 0382 27287 www.ordinearchitettipavia.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Presidente: Aldo Lorini; Vice Presidente: Lorenzo Agnes; Segretario: Paolo Marchesi; Tesoriere: Alberto Vercesi; Consiglieri: Marco Bosi, Raffaella Fiori, Paolo Lucchiari, Luca Pagani, Gianluca Perinotto, Paolo Polloni, Andrea Vaccari (Termine del mandato: 15.10.2013) Ordine di Sondrio, tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Presidente: Giuseppe Sgrò; Vice Presidente: Giovanni Vanoi; Segretario: Aurelio Valenti; Tesoriere: Claudio Botacchi; Consiglieri: Marco Del Nero, Andrea Forni, Marco Ghilotti, Carlo Murgolo, Nicola Stefanelli (Termine del mandato: 15.10.2013) Ordine di Varese, tel. 0332 812601 www.ordinearchitettivarese.it Presidenza: presidente.varese@awn.it Segreteria: infovarese@awn.it Presidente: Laura Gianetti; Segretario: Matteo Sacchetti; Tesoriere: Emanuele Brazzelli; Consiglieri: Luca Bertagnon, Maria Chiara Bianchi, Riccardo Blumer, Claudio Castiglioni, Stefano Castiglioni, Ada Debernardi, Alberto D’Elia, Mattia Frasson, Ilaria Gorla, Carla G. Moretti, Giuseppe Speroni, Stefano Veronesi (Termine del mandato: 15.10.2013)


Ferruccio Favaron

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Con un po’ di ritardo rispetto ai soliti appuntamenti si ripropone anche quest’anno il numero sulle attività dei nostri Ordini. Ci siamo chiesti nel recente passato se queste istituzioni avessero ancora un ruolo in grado di incidere sui problemi che interessano l’operare degli architetti nella società contemporanea. Alla luce della attiva presenza sui rispettivi territori provinciali e delle molteplici iniziative promosse anche in questi ultimi mesi, la risposta non può che essere affermativa. Anche se è sempre più avvertita la necessità di quell’attesa riforma atta a riconoscere agli Ordini il compito di accrescimento culturale e di condivisione di obiettivi comuni atti a consentire agli architetti italiani, con il coinvolgimento di cittadini, enti ed istituzioni, di essere parte attiva del cambiamento in atto nel Paese. La nostra realtà all’interno dell’Europa è caratterizzata dal maggior numero di studi che si occupano della progettazione e delle attività tecniche connesse, oltre che dal più grande numero di studenti di architettura. In questo contesto la professione dell’architetto sta vivendo una fase storica caratterizzata da criticità sempre più numerose, che si manifestano in un rapporto inadeguato nei confronti dell’evoluzione tecnologica e organizzativa del mercato delle costruzioni e nella scarsa capacità di trovare prospettive nel mercato internazionale. A queste si aggiunge l’esasperazione sistematica di una burocrazia che, anche nei più recenti tentativi di semplificazione, ha dimostrato di non essere in grado di dare risposte in tempi credibili al soddisfacimento dei bisogni che la società richiede. Come possono gli Ordini consolidare la loro funzione in un momento in cui le professioni sono costrette ad assumere come unico referente il mercato? Il tentativo di equiparare le professioni intellettuali all’impresa non mette forse in discussione la loro stessa identità e il ruolo di pubblica utilità sinora riconosciuto? Alla luce di questo palese tentativo di cancellare dalla società il mondo delle professioni intellettuali, appare quanto mai opportuno aprire un profondo dibattito sul futuro del nostro operare, così da pervenire ad una posizione chiara e condivisa sul corretto rapporto dell’architetto con il mercato. Abbiamo di fronte una sfida a cui si deve rispondere con la consapevolezza che il nostro compito è quello di contribuire a migliorare la vita nelle città, progettando buone architetture in un contesto in cui, pur tenendo conto delle regole del mercato globale, si possa valorizzare la forza delle nostre idee nell’interesse generale dei cittadini. In questa situazione, prevedendo una netta distinzione fra attività intellettuali e attività di impresa, così come previsto dalla direttiva europea 36/2005, l’attribuzione di specifiche competenze coperte da riserve di legge, non può che derivare da un adeguato percorso formativo. L’attività degli Ordini deve, invece, risultare sempre più funzionale al miglioramento della qualità delle prestazioni, rafforzando nei confronti dei propri iscritti la funzione di controllo della permanenza di requisiti professionali adeguati all’evoluzione della disciplina ed alle esigenze del mercato. È necessario guardare al futuro organizzando strutture in grado di rispondere ai requisiti di conoscenza, competitività e innovazione indispensabili per soddisfare le richieste di una società sempre più complessa. Rispondendo a quelli che ci ritengono inutili e superati, dobbiamo essere fieri di poter affermare di essere una parte importante dell’economia italiana che non ha mai ricorso a forme di assistenza ma che, per continuare a camminare con le proprie gambe ha bisogno che il legislatore ridefinisca, una volta per tutte, la normativa di settore, specificando le competenze riservate e prestando attenzione all’esigenza di una reale semplificazione delle procedure burocratiche.


Il progetto MoSLo

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In occasione del numero dedicato, come di consueto, all’attività degli Ordini pubblichiamo, nella prima parte, alle pp. 4-11, un aggiornamento sulla ricerca MoSLo (Mobilità Sostenibile in Lombardia) che la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti PPC sta sviluppando nell’ambito del progetto “Expo dei territori”, promosso dalla Provincia di Milano e di cui abbiamo già parlato nel numero 3-2010. L’integrazione documenta la giornata del convegno svoltosi al Politecnico di Milano il 5 giugno scorso dedicato all’illustrazione del progetto MoSLo e alla presentazione dei possibili temi di ricerca. La pubblicazione di tre interventi dei gruppi di lavoro della Consulta coinvolti rappresenta, inoltre, una prima verifica sullo stato di avanzamento dei lavori. Alle pp. 18-29, il Forum Ordini si concentra sull’illustrazione dell’attività dei singoli Ordini. Le pp. 12-17, infine, sono dedicate alla pubblicazione di un servizio fotografico di Antonio Ottomanelli in cui viene rappresentato lo stato attuale dei luoghi interessati dal progetto dell’Expo. Il reportage è da intendere come la prosecuzione del lavoro di AL sull’Expo 2015.

Conferenza di avvio del progetto “Mobilità sostenibile in Lombardia” Il giorno 7 giugno 2010 presso il Politecnico di Milano ha avuto luogo la conferenza di avvio del progetto “Expo 2015 e mobilità sostenibile in Lombardia”. Tale progetto, denominato anche con l’acronimo MOSLO, è stato promosso dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti PPC, in sinergia con i dodici Ordini provinciali e gli istituti di ricerca DIAP del Politecnico di Milano e DICATA dell’Università degli Studi di Brescia. Il progetto MOSLO è stato elaborato nell’ambito del bando “Expo dei territori - verso il 2015” organizzato dalla Provincia di Milano, risultando tra i cinque migliori sul tema “Energia e Ambiente” e tra i primi quindici in assoluto. Programma: s 3ALUTI DI Ferruccio Favaron - Presidente della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti PPC; s 0RESENTAZIONE INIZIATIVA -/3,/ DI Angelo Monti e Paolo Ventura - Coordinatori del progetto; s h,A FERROVIA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIOv DI Carlo Malugani - Presidente Ferrovienord; s h)NFRASTRUTTURE CITTÌ PAESAGGIO IN )TALIAv DI Richard Ingersoll - Syracuse Univerity, Firenze; s h)L SISTEMA INFRASTRUTTURALE E TRASPORTISTICOv DI Maurizio Tira

- DICATA, Facoltà d’Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia; s h0AESAGGIO E INFRASTRUTTURE IN ,OMBARDIA ELEMENTI DI RIflessione” di Arturo Lanzani, Christian Novak, Alessandro Giacomel - DIAP, Politecnico di Milano; s 7ORKSHOP SUI QUATTRO QUADRANTI REGIONALI GRUPPI DI LAVORO formati dagli Ordini degli Architetti PPC delle province lombarde e i dipartimenti DIAP del Politecnico di Milano e DICATA dell’Università degli Studi di Brescia. Il convegno ha avuto inizio con i saluti del Presidente della Consulta Ferruccio Favaron che ha presentato gli obiettivi del progetto MOSLO. Il progetto innanzitutto intende fornire uno strumento conoscitivo e interpretativo della mobilità urbana regionale, strumento che sia articolato per territori omogenei, facilmente accessibile, altamente divulgativo e che consenta di impostare politiche virtuose di lungo periodo. Esso persegue inoltre la valorizzazione del trasporto ferroviario in termini di sostenibilità e valorizzazione ambientale, così come la creazione di sinergie e collaborazioni tra vari ambiti conoscitivi ed applicativi. Più in generale, l’obiettivo finale è “la promozione della cultura del progetto valorizzando al contempo la figura dell’architetto e le altre professionalità tecniche interessate alla diffusione della mobilità sostenibile in Lombardia, oltre a incentivare sempre più l’assegnazione trasparente degli incarichi professionali attraverso le procedure concorsuali”. I coordinatori del progetto Angelo Monti e Paolo Ventura nel loro intervento hanno descritto in dettaglio come si articola il progetto. Sono previste quattro fasi di lavoro - preliminare, approfondimento territoriale, conclusiva e di confronto, elaborativa e divulgativa - da sviluppare nell’arco di 36 mesi. Ciascuna fase sarà gestita da quattro unità operative costituite dai vari organismi territoriali coinvolti e dagli Ordini APPC provinciali nonché dai liberi professionisti, dalle università, dai ricercatori, dagli studenti e dagli stagisti. Il progetto prevede l’elaborazione di una proposta a scala regionale delle priorità strategiche e della mobilità sostenibile in Lombardia, con particolare riguardo alla mobilità su ferro, così come la strutturazione di un network per la condivisione e l’aggiornamento delle informazioni sull’argomento quale sollecitazione anche alle amministrazioni nella programmazione infrastrutturale dei territori. Il primo passo di questo percorso è testimoniato dal lavoro con DIAP e DICATA che ha portato ad una tavola sinottica del quadro infrastrutturale lombardo unica nel suo genere. Tra i principali risultati attesi sono proprio iniziative congiunte con le amministrazioni pubbliche per la promozione di piani e progetti, anche tramite il lancio di concorsi di progettazione urbanistica su casi studio sviluppati in sede locale dai gruppi di lavoro costituiti dai singoli ordini. Il presidente Ferrovienord Carlo Malugani inizialmente ha


Il professor Richard Ingersoll della Syracuse University di Firenze, ospite del convegno per una lectio sul tema, ha iniziato il suo interessante intervento interrogandosi se “esiste una teoria di città in Lombardia”. Perché non è possibile, a suo dire, intraprendere qualsiasi vero intervento infrastrutturale di ampio respiro se prima non si è risposto positivamente a tale domanda. Solo dopo, grazie al coordinamento e ad un’idea organica di progetto, sarà possibile definire una vera idea regionale di infrastruttura che si armonizzi e convenga con tale “teoria di città”. Ingersoll ha enumerato alcune semplici “regole” che, a suo dire, bisogna sempre tenere presenti quando si progetta una infrastruttura. Innanzitutto il progetto deve essere bello dal punto di vista estetico. L’Italia negli anni Cinquanta e Sessanta era il primo paese al mondo nell’ingegneria innovativa grazie a personaggi come Nervi e Morandi che erano però sostenuti da una committenza preparata e lungimirante. Oggi questo non avviene più, alla carenza di “idea” nei progetti, si aggiunge anche il problema della mancanza di formazione della classe politica e della committenza. La seconda raccomandazione è che l’infrastruttura contribuisca al decoro urbano. È auspicabile quindi la collaborazione tra progettisti e artisti. La felice riuscita del progetto del minimetrò di Perugia ha visto il consulente artistico Jean Nouvel operare con successo al fianco dei professionisti e tecnici locali. Altra considerazione è che l’infrastruttura non deve essere subita dalla comunità, deve invece recare ad essa beneficio e soddisfare ai suoi bisogni ed attese. In questo

Barcellona insegna: dal 1982 in poi ogni intervento sulla città è concepito non solo come un progetto giudicabile per la sua bellezza, ma anche come un “progetto sociale”. Infine il progetto di un’infrastruttura non può essere monofunzionale, affinché esso sia sostenibile deve avere un approccio pluritematico che coinvolga diverse competenze e saperi. Ingersoll ha fatto poi un rapido excursus sulle opere infrastrutturali in Italia degli ultimi anni. A suo avviso molti sono i fallimenti. Primo fra tutti il ponte di Messina, su cui dà un giudizio totalmente negativo, sia per la scarsa qualità del progetto sia per gli enormi costi di realizzazione del tutto spropositati rispetto ai benefici attesi, rischiando così di aggravare inutilmente il già pesante debito pubblico italiano. Altro insuccesso è il ponte della Costituzione di Calatrava a Venezia, dove l’errata scelta dei materiali e la poca attenzione al tema dell’accessibilità dimostra la mancata collaborazione del progettista con gli ingegneri e le autorità locali. Piccoli successi sono invece il sopracitato minimetrò di Perugia, il ponte sull’autostrada Milano-Bologna di Calatrava, il ponte pedonale Lingotto a Torino di Camerana o gli interventi di decoro urbano presso le stazioni metropolitane della città di Napoli. Questa l’esortazione di Ingersoll agli architetti e ingegneri italiani: “far sì che i progetti – e non solo quelli infrastrutturali – non vengano imposti alla comunità, i progetti devono essere gradevoli, socialmente utili e solo così potranno diventare veramente sostenibili”. È stato poi presentato il lavoro del gruppo del Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio e Ambiente dell’Università degli Studi di Brescia, formato da Maurizio Tira e dai collaboratori Michele Pezzagno, Silvia Docchio, Claudia Confortini e Ersilia Chiaf. Non mira a delineare un quadro esaustivo del sistema tecnico-trasportistico della Lombardia ma “vuole stimolare, attraverso l’identificazione dei progetti di valorizzazione delle infrastrutture ferroviarie minori, un diverso assetto del territorio. È interessante collegare queste infrastrutture non solo con le occasioni sistematiche di mobilità, ma anche con altre occasioni legate al valore del territorio e ai valori che si vogliono riaffermare con i temi dell’Expo 2015”. L’analisi presentataci dal responsabile scientifico del gruppo Tira sui profili di mobilità del nord Italia e della Lombardia, con particolare riferimento alla porzione orientale della regione, evidenzia l’opportunità di proporre forme di mobilità non sistematica legata per esempio alla promozione del turismo regionale nelle sue diverse forme (tra le altre l’ipotesi di mobilità integrata treno-bici). La proposta di valorizzazione turistica delle ferrovie minori migliorerebbe indirettamente anche l’offerta legata alla mobilità sistematica che insiste su questi territori. Il gruppo di lavoro ha approfondito a titolo esemplificativo tre casi studio nella Lombardia orientale – la ferrovia minore in esercizio Brescia-Iseo-Edolo, la ferrovia dismessa Rezzato-Vobarno e il nodo di Montichiari – con

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fornito un quadro della situazione ferroviaria lombarda: nonostante la diffusa capillarità della rete, in rapporto all’estensione superficiale e alla densità abitativa della regione, essa risulta alquanto sottodimensionata. Per porre rimedio a questo ritardo infrastrutturale Ferrovienord sta comunque investendo 900 milioni di euro per il potenziamento e l’ammodernamento della rete di sua competenza. Il piano degli interventi è finalizzato al miglioramento del servizio ferroviario attraverso l’aumento della capacità di trasporto, il rinnovo e la riqualificazione degli impianti e, infine, l’adeguamento della rete a più alti standard di sicurezza. Parallelamente a tali interventi Ferrovienord investe anche nello sviluppo di progetti volti al contenimento dell’impatto delle proprie attività sul territorio. In particolare, ciò viene perseguito attraverso il contenimento dei livelli emissivi, il monitoraggio e la razionalizzazione dei consumi, gli interventi di efficienza energetica (ad esempio, il progetto per il recupero dell’energia di frenatura dei treni), il ricorso a fonti di energia rinnovabili (gli investimenti sul fotovoltaico sono iniziati nel 1996). In conclusione “non solo potenziamento della rete e del servizio, ma anche attenzione al territorio e all’impatto ambientale della propria attività: ecco le leve strategiche con cui Ferrovienord vuole contribuire alla crescita del territorio o meglio crescere insieme ad esso”.


Tavola sinottica del quadro infrastrutturale lombardo. Quadro dei progetti, fasi di realizzazione (Gruppo di lavoro: Arturo Lanzani, Christian Novak, Paola Pucci, Alessandro Giacomel, DiAP, Politecnico di Milano).

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particolare riferimento ai seguenti temi: l’integrazione tra mobilità pendolare e mobilità legata al tempo libero nelle ferrovie dei parchi e delle arre periurbane, i possibili riutilizzi delle ferrovie dismesse in rapporto ai contesti territoriali interessati, la valorizzazione dei nodi infrastrutturali minori ed, infine, il tema dello spazio tra le infrastrutture. L’unità di lavoro del Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano – formato da Arturo Lanzani, #HRISTIAN .OVAK !LESSANDRO 'IACOMEL E 0AOLA 0UCCI n RICOstruendo il quadro delle progettualità ferroviarie e delle reti ferroviarie esistenti, dismesse e da dismettere in Lombardia propone importanti riflessioni. Lanzani evidenzia come vi sia “un’enorme discrasia tra lo stato di progettazione, più o meno avanzato, e lo stato di realizzazione degli interventi, estremamente limitato”. Inoltre, “alla realizzazione delle opere non segue necessariamente un miglioramento del servizio, (…) mancano correlazioni tra politica delle infrastrutture e politica dell’urbanizzazione”, il sistema ferroviario non può essere studiato esclusivamente come una struttura di tipo ingegneristico, né può attraversare contesti insediativi diversificati in modo indifferenziato; l’infrastruttura deve ben inserirsi nel territorio che è fatto di forme, traiettorie, paesaggi e viste. Il Dipartimento ha proposto cinque esplorazioni sul campo su tratte ferroviarie della Lombardia occidentale: la ferrovia Monza-Molteno, il nodo di Rho, la ferrovia dismesSA -ALNATE 'RANDATE IL NODO DI #OMO E LA FERROVIA -ILANO Abbiategrasso. Per tali casi studio si è fatta una “descrizione progettuale fuori da ogni metodica distinzione tra analisi e progetto segnalando temi, questioni e ambiti di progetto possibili”. Tale descrizione rimane pertanto aperta, sarà il progetto poi a ridurre i gradi di libertà. I temi territoriali e progettuali emersi sono a diversi livelli: da quello di dettaglio del manufatto ferroviario a quello che coinvolge l’accessibilità, la riorganizzazione degli spazi urbanizzati ed aperti attorno agli assi ferroviari, il destino delle ferrovie dismesse, il rapporto tra diverse modalità di trasporto sostenibile, il ruolo dei parchi, il pendolarismo e il turismo. Il convegno si è concluso con i saluti finali del vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC Simone Cola, il quale si è complimentato con la Consulta per la competenza e la consapevolezza con cui alcuni dei temi cardine della professione – quali mobilità, infrastrutture e trasformazioni del territorio – sono stati affrontati. Il progetto MOSLO ha inoltre il grande merito di introdurre queste tematiche “all’interno del contesto dell’Expo 2015, le cui strategie al momento risultano ancora confuse”. I singoli casi studio sono presenti al: http://www.consultalombardia.archiworld.it/ sintesi di Valeria Giuli

Organigramma unità operative MOSLO s Unità operativa 1 Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatoti Paesaggisti e Conservatori, Ordini degli A.P.P.C. di Milano, Lodi, Como e Brescia, DiAP (Dipartimento di Architettura e Pianificazione) del Politecnico di Milano s Unità operativa 2 Ordini degli A.P.P.C. di Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova e Pavia, DICATA (Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio e Ambiente) dell’Università degli Studi di Brescia s Unità operativa 3 Ordini A.P.P.C. di Varese, Sondrio, Lecco, Como e Bergamo, Polo universitario di Lecco del Politecnico di Milano s Unità operativa 4 Ordini degli A.P.P.C. di Milano, Monza e Brianza, Como e Varese

Commissione Progetto MOSLO di Margherita Mojoli

La Consulta, con il progetto MOSLO, ha inteso individuare un possibile contributo degli Architetti PPC lombardi attraverso l’elaborazione di un complesso coordinato di ricerche e progetti in una prospettiva a scala regionale. L’importanza strategica del progetto ha creato la necessità all’interno dell’Ordine di Como di istituire un gruppo di lavoro dedicato che, partendo dalle linee guida tracciate dal progetto a firma della Consulta, contestualizzasse e affrontasse operativamente le criticità della realtà provinciale di Como. Dal mese di maggio ci si è attivati, oltre che contattando le Istituzioni e gli enti presenti sul territorio, nel tentativo di attivare possibili sinergie, anche per coinvolgere il maggior numero possibile di iscritti con i quali ragionare sui temi della sostenibilità e della funzionalità del trasporto pubblico. Attualmente il gruppo di lavoro è avviato e periodicamente si riunisce per confrontarsi sulle tematiche in oggetto. Successivamente la Commissione, partendo dalla disanima del lavoro di ricerca svolto dai dipartimenti universitari DIAP e DICATA, commissionato dalla Consulta come lavoro istruttorio ad una fase più operativa dello studio e dell’ideazione di soluzioni per la rete infrastrutturale lombarda esistente, ha cercato di ricostruire, anche dal punto di vista storico, i tracciati ferroviari e tranviari presenti sul territorio comasco. In alcuni casi (per es. il tracciato ferroviario diSMESSO 'RANDATE -ALNATE L IPOTESI DI INTERVENTO STRATEGICO


Un’opportunitĂ di sviluppo per Monza e Brianza di Cristina Magni Il progetto di MObilitĂ Sostenibile in LOmbardia, presentato dalla Consulta Regionale Lombarda al Concorso “Expo dei Territori: Verso il 2015â€? e premiato ricevendo la menzione che lo classificava fra i primi 5 progetti per la sezione energia ed ambiente e fra i primi 15 progetti in assoluto, non poteva non avere delle ottime potenzialitĂ di sviluppo‌ e infatti, innescato un processo di analisi ed approfondimento del-

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Vista di Villa Taverna sita in Canonica di Triuggio (MB).

le tematiche legate alle infrastrutture ferroviarie presenti sul nostro territorio e alla possibilitĂ di sviluppo e intersezione delle stesse con percorsi ciclopedonali, turistici, enogastroNOMICI ESISTENTI IL 'RUPPO DI ,AVORO APPOSITAMENTE COSTITUito dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC di Monza e Brianza ha cominciato a mettere a fuoco quelle che sono le notevoli potenzialitĂ dell’area briantea: certo non mancano spunti di interesse storico-culturale-artistico (la manifestazione “Ville Aperte in Brianzaâ€? riproposta anche quest’anno a settembre ha visto coinvolti piĂš di 30 comuni della provincia e l’apertura di circa 60 ville, chiese e palazzi); cosĂŹ come sono numerosi e decisamente interessanti i luoghi di interesse paesistico e comunque adatti per percorrere sempre nuovi itinerari in mezzo alla natura (dal piĂš noto Parco di Monza al Parco della Valle del Lambro nella sua globalitĂ ). Per raggiungere ciascuno di questi luoghi, oltre ai mezzi propri, un mezzo fondamentale potrebbe essere la ferrovia ed in particolare la Monza-Molteno-Oggiono-Lecco che collega verticalmente tutti i punti della Brianza e costituisce un semplice e comodo modo per avvicinarsi a questi punti di interesse anche per chi proviene dal territorio milanese. Questa tratta ferroviaria è attualmente utilizzata per un pendolarismo lavorativo e studentesco, ed accosta dei notevoli pregi, quali l’essere un collegamento diretto fra il cuore della nostra provincia e l’area metropolitana milanese ed essere un mezzo che attraversa dei luoghi affascinanti dal punto di vista paesistico, tanto che si potrebbe pensare ad un Tre-

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si è concentrata su soluzioni di recupero mediante creazione di greenway (tematica che almeno “puntualmenteâ€? è giĂ stata affrontata da diverse associazioni locali, ma che non ha ancora visto affrontare l’potesi di riqualificazione del tracciato nel suo complesso mediante un progetto unitario), in altri casi invece (per es. la Monza-Lecco-Molteno) si sono fatti dei ragionamenti sul possibile potenziamento del sedime ferroviario esistente e sulla valorizzazione dal punto di vista paesistico (il tracciato percorre, infatti, nel suo sviluppo due Parchi: quello delle Vallette e del Parco Lambro). La partenza del ragionamento, che rispecchia la filosofia del progetto MOSLO, è stata quella di iniziare da un discorso regionale infrastrutturale per poi scendere di scala e affrontare casistiche specifiche. La realtĂ di Como cittĂ presenta da sempre alcune problematiche non risolte a livello di trasporti che potrebbero essere inserite, come occasione di risoluzione delle stesse, all’interno del ragionamento complessivo MOSLO. Una su tutte :la mancanza di collegamento efficiente con mezzi pubblici tra le Ferrovie Nord e le Ferrovie dello Stato. A tal proposito si sono presi contatti con il Politecnico di Milano – Polo di Como, che dal 2001 al 2003 era stato incaricato di redigere uno studio di fattibilitĂ sull’ipotesi di una metrotranvia a Como che, collegando la stazione Como Lago a Como 3 'IOVANNI ATTRAVERSANDO L AREA DEL LUNGOLAGO RENDESSE IL sistema di trasporto pubblico piĂš organico e funzionale. Nel corso del mese di luglio la Commissione ha, inoltre, iniziato un lavoro di verifica con le pubbliche amministrazioni, mediante il confronto delle aree interessate dalle ipotesi progettuali accennate con gli strumenti urbanistici vigenti per verificare se, anche dal punto di vista operativo, nel corso degli anni siano state fatte scelte da parte dei comuni che in qualche modo inficiassero le ipotesi di riqualificazione prevista. Il lavoro che verrĂ svolto nei prossimi mesi dal gruppo di lavoro sarĂ da un lato la continua ricerca di sinergie con gli enti locali attraverso tavole rotonde di confronto sull’aggiornamento delle ipotesi affrontate in questi mesi, dall’altro invece si dovrĂ cercare di affrontare le previsioni fatte in modo piĂš puntuale, concentrandosi su alcune di esse.


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nino Rosso della Brianza, a dei difetti evidenti, quali i mezzi Riqualificazione del tratto ferroviario utilizzati (assolutamente obsoleti e lenti) e la tratta stessa Saronno-Seregno che, quasi completamente monobinario, non consente di Francesco Occhiuto corse frequenti e spesso accumula ritardi causati dalla difficoltĂ di incrocio dei treni diretti in senso opposto. 5NO DEI GIARDINI PIĂĄ INSOLITI DI .EW 9ORK Ă’ A DIECI METRI DAL L’obiettivo che il nostro Ordine si pone, alla luce di quan- piano stradale, realizzato lo scorso anno sul sedime di una to sopra, è quindi quello di valorizzare la tratta ferroviaria LINEA FERROVIARIA DISMESSA , (IGH ,INE 0ARK Ă’ IL PRIMO PARMonza-Molteno-Oggiono (MMO), per uno sviluppo turi- co pubblico di questo genere negli Stati Uniti ed è un parstico e del tempo libero, mediante la riqualifica di: CO SOPRAELEVATO LUNGO QUATTRO CHILOMETRI E MEZZO 'IOCHI s STAZIONI CON RIQUALIlCAZIONI DEI LUOGHI DEGLI EDIlCI E DEL d’acqua, fontane, spazi ricreativi e zone relax con le sdraio ruolo stesso delle stazioni che potrebbero diventare punti dove riposare nel mezzo della frenesia di Manhattan, ma di interscambio efficienti ed accoglienti oltre che poli di anche giardini con centinaia di specie di piante e fiori dove interesse e promozione per le attivitĂ turistiche e del tem- perdersi. Un cordone di verde urbano da cui guardare sotto po libero che si possono sviluppare partendo dall’utilizzo e inquadrare viste panoramiche sulla cittĂ . Ăˆ un’esperienza della tratta ferroviaria; che a Parigi era stata giĂ realizzata nel 1988 sulla Promes TRATTA FERROVIARIA CON RIQUALIlCAZIONE DAL PUNTO DI VISTA nade Plantèe, anch’essa costruita su un viadotto ferroviario paesaggistico di eventuali criticitĂ presenti lungo la tratta abbandonato del 19esimo secolo. (valorizzazione del rapporto tra paesaggio e insediamenti Anche il tratto saronnese della ferrovia Saronno-Seregno è industriali dismessi presenti sul territorio); IN DISMISSIONE E PRESENTA LE IDENTICHE CARATTERISTICHE KM Inoltre, intende analizzare e perseguire l’obiettivo di svi- di lunghezza nel cuore della cittĂ . La Saronno–Seregno è luppo/promozione di itinerari turistici di tipo: una linea ferroviaria di FNM secondaria, a binario singolo, s STORICO CULTURALE 6ILLE IN "RIANZA CHIESE E MONUMENTI DI CIRCA KM CHE PASSAVA PER #ERIANO ,AGHETTO 'ROANE

di vario genere); Cesano Maderno e faceva parte della tratta Novara-Sarons ENOGASTRONOMICO AGRITURISMO ENOTECHE RISTORANTI TI- no-Seregno inaugurata nel 1887. Dal 1958 è adibita solo pici, ecc); a traffico merci. Negli ultimi anni la linea è al centro di un s SPORTIVO RECUPERO DI ANTICHI SENTIERI PERCORSI PRESENTI SUL progetto che mira ad un riordino del sistema dei trasporterritorio, ampliamento/completamento delle ciclovie giĂ ti lombardi nel quale l’asse Malpensa-Saronno-Seregnopresenti-previste in prossimitĂ della tratta e/o nel Parco Bergamo Orio al Serio costituisce un’importante risorsa per della Valle del Lambro); l’integrazione tra sistema ferroviario e aereoportuale. s CULTURALE SPORTIVO PER ESEMPIO PROMOZIONE DI INTERVENTI Nel mese di gennaio 2010 sono partiti i lavori che prevequali la disponibilitĂ di biciclette in affitto nelle stazioni al dono il raddoppiamento del binario Saronno-Cesano Mafine di proporre la fruizione dei monumenti con mezzi alter- derno e la realizzazione di una variante a sud del territorio nativi alla solita automobile, quali treno-bicicletta). di Saronno, dove si raccorderĂ alla rete delle Nord (interIn una Brianza operosa, in cui l’efficienza è tutto, sta emer- scambio previsto anche in territorio di Cesano Maderno). Il gendo negli ultimi tempi la necessitĂ di continuare a miglio- completamento dei lavori è previsto intorno a fine 2011. Il rare non solo la resa imprenditoriale dei suoi operatori, ma nuovo percorso sarĂ : Saronno FNM (S)-Ceriano Laghettoanche la qualitĂ della vita e quindi di‌ ottimizzare anche il 'ROANE #ESANO -ADERNO "ARUCCANA 3EREGNO 2&) 3 tempo libero. In quest’ottica l’idea di potenziare e promuo- All’interno del progetto MOSLO il gruppo di lavoro intende vere un collegamento ferroviario quale la tratta “panoramicaâ€? Monza-Molteno-Oggiono, ma soprattutto di mappare e a seguire promuovere le piste ciclabili esistenti (molte), in progetto e progettabili (numerose e con grosse potenzialitĂ ) a completamento del tessuto esistente, soprattutto in corrispondenza dei punti di interscambio con la ferrovia, non può che rispondere alle esigenze della popolazione locale creando inoltre una rete di collegamenti utile proprio alla fruizione di un patrimonio artistico-culturale estremamente diffuso ed esteso sul territorio che non aspetta che di essere valorizzato e promosso in modo adeguato per diventare vera e propria attrazione a livello anche extraprovinciale, possibile punto di interesse da proporre anche a quota parte delle migliaia di visitatori attesi quotidianaNodo di Saronno. mente per Expo 2015.


Ultimo, ma non per importanza, l’aspetto legato alla valorizzazione turistico-ambientale del luoghi: lungo questo tracciato si trovano elementi naturalistici ed architettonici che contribuirebbero a delineare un “museo diffuso� di sicuro interesse per i potenziali fruitori della pista ciclo-pedonale.

Riuso ciclo-pedonale dell’ex sedime tranviario Varese-Luino di Ilaria Gorla, Rino Villa e Francesca Villa

La tramvia Luino-Varese entrò in funzione nel 1905, per collegare Luino a Varese, allora capoluogo del circondario omonimo. Questa tramvia, con pendenza media del 4%, era una delle piĂš ardite dell’epoca e gli affascinanti paesaggi che attraversava la rendevano particolarmente scenografica. Partendo da Varese, il percorso si snodava attraverso il maestoso complesso liberty del birrificio Poretti, le cascate e le grotte della Valganna, costeggiava la miniera d’argento ALLORA IN PIENA ATTIVITĂŒ E LA MEDIEVALE "ADIA DI 3AN 'EMOLO

LAMBIVA I LAGHETTI DI 'ANNA E DI 'HIRLA E lANCHEGGIANDO UN antico maglio, giungeva a Cunardo. A questo punto cominciava la discesa verso il fondovalle: il tram, costeggiata una vecchia fornace, scendeva lungo il fianco della montagna, offrendo ai passeggeri un’ampia visuale sulla Valcuvia e ragGIUNGENDO IN POCHI MINUTI LA FERMATA DI 'RANTOLA .ELL ULTIMO tratto, seguendo il corso della Margorabbia, il tram transitava da Voldomino, per attestarsi infine a Luino nei pressi dell’imbarcadero. La modernizzazione nella gestione dei trasporti ha decretato la chiusura della tramvia, la cui attività è cessata nel 1955. A distanza di mezzo secolo e piĂš, esistono ancora parecchie testimonianze del vecchio tracciato: l’armamento è stato asportato totalmente ma rimangono ancora tracce evidenti della sede tramviaria, soprattutto nelle zone boscose. Per quanto riguarda il sedime, esso è stato inglobato per l’allargamento delle carreggiate stradali oppure venduto e privatizzato. Il nostro progetto prevede il riuso del vecchio tracciato ferroviario per la realizzazione di una pista ciclo-pedonale e lo studio di un itinerario alternativo (“varianteâ€?) laddove l’originale percorso sia stato interrotto. La scelta di questo progetto all’interno del programma MOSLO è motivata da tre ragioni fondamentali: innanzitutto la possibilitĂ di recuperare un percorso ferroviario dismesso considerato tra i piĂš suggestivi in grado di connettere, attraverso la “mobilitĂ dolceâ€?, le localitĂ a Nord di Varese con l’alto Lago e la vicina Svizzera. In secondo luogo il tracciato di questa pista ciclo-pedonale si affiancherebbe a due splendidi itinerari giĂ esistenti a Sud della provincia, l’anello del Lago di Varese e le ciclabili nel Parco del Ticino, arricchendo l’offerta dei collegamenti “ad impatto zeroâ€?.

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valutare la possibile riqualificazione e valorizzazione del rilevato ferroviario dismesso, che potrebbe divenire un importante spazio pubblico di connessione fruitiva tra il Parco delLE 'ROANE ED IL CORRIDOIO VERDE MULTIFUNZIONALE DELLA 6ALLE DEL Torrente Lura che passa per il centro della CittĂ di Saronno.

Grotte di Valganna.


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L’area Expo: istantanee Le fotografie che illustrano questa sezione sono di Antonio Ottomanelli che prosegue la sua collaborazione con la rivista proponendoci un “particolare” punto di vista sull’area dell’Expo. In questo numero intendo raccontare l’area su cui sorgerà l’Expo. Il luogo è delimitato a nord dall’incrocio degli svincoli delle autostrade Milano-Laghi e Milano-Brescia, a sud dall’asse ferroviario, dal complesso del Cimitero Maggiore e dalla Fiera di Milano. Arrivando in questo luogo, proseguiamo insieme ad “AL” le indagini fotografiche condotte a Milano sui TEMI LEGATI AL DESIGN WEEK h!,v E AL SISTEMA delle vie d’acqua (“AL” 7/8, 2010). A. O.

Planimetria schematica dell’area con indicati i percorsi che hanno guidato la realizzazione delle riprese fotografiche (elaborazione grafica di Antonio Ottomanelli). Qui e nella pagina a fianco: vista dello stato di fatto dell’area Expo. Il progetto per Expo Milano 2015. Ringraziamo EXPO2015 S.p.A. per la concessione di queste due immagini.


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Pubblichiamo in questa sezione, come ogni anno, un resoconto sintetico delle attività principali dei singoli Ordini degli APPC delle province lombarde.

Bergamo a cura di Francesca Perani e Francesco Valesini

Un anno di cambiamenti Nel luglio 2009 le elezioni anticipate conseguenti al commissariamento del nostro Ordine, hanno portato ad un cambiamento radicale nella composizione del nuovo Consiglio, dopo una lunga stagione di veleni e di sterili personalismi che avevano avuto come risultato un rallentamento dell’attività e la perdita di credibilità dell’istituzione. Il nuovo Consiglio si è trovato di fronte ad una situazione difficile che ha richiesto uno sforzo di volontà e di impegno per rispondere alle richieste di rilancio e cambiamento dell’Ordine stesso e, a distanza ormai di un anno, credo che si possa dire che sia stato raggiunto. Il cambiamento c’è stato ed è stato percepito e questo primo passo è stato compiuto da parte di un Consiglio composto per la maggior parte, lo voglio ricordare anche con un pizzico d’orgoglio, da una nuova generazione di architetti (età media tra i 30 e i 35 anni) che ha saputo lavorare con chiari obiettivi e con un senso di coesione. A dimostrazione di come non sia vero che si tratti di generazioni prive di interesse per la cosa pubblica e capaci solo di esprimere un forte individualismo; se si creano le condizioni per metterle alla prova, condizioni nella società italiana sempre troppo scarse, le risposte ci sono e sono, come nel nostro piccolo caso, dettate da un pragmatismo e da un desiderio di miglioramento della realtà. Tutto questo lo si è potuto toccare con mano nell’evento apice e, mediaticamente parlando, più significativo della nuova gestione e cioè la Notte OAB; un evento conviviale e culturale, atteso da tempo, che ha visto la presenza oltre che di centinaia di persone, del premio Pritzker Alvaro Siza Viera. Centinaia di persone che hanno partecipato mosse da una sincera passione per l’architettura. Ed è questo, ritengo, uno dei risultai più belli che un Ordine possa raggiungere nell’interesse di tutti i suoi iscritti. Ma sappiamo bene che non deve essere il solo. Per questo, uno sforzo lo si è voluto rivolgere anche nei confronti dei numerosi compiti istituzionali e amministrativi che caratterizzano la vita di un organizzazione professionale come la nostra. Ricordo, primo fra tutti, vista anche la situazione che aveva portato al commissariamento, l’approvazione, nel gennaio di quest’anno, del Regolamento; uno strumento di cui l’Ordine non era dotato e che, come ricordava il presidente Belloni, risulta “fondamentale per una gestione delle attività e dei doveri del Consiglio tra-

sparente e corretta nei confronti degli iscritti”. E all’insegna della massima trasparenza è stato improntato anche l’altro appuntamento di questa stagione, vale a dire l’Assemblea che ha approvato all’unanimità il bilancio di esercizio della nuova gestione per quest’anno. A molti questo potrà probabilmente sembrare un fatto di normale amministrazione, ma chi ha avuto modo di conoscere l’attività del nostro Ordine in questi ultimi anni saprà che così non era. Si sono inoltre “riagganciati” rapporti con le principali istituzioni cittadine e provinciali, prime fra tutte Comune, Provincia e Camera di Commercio, oltre che con altri Ordini professionali e altre associazioni di categoria. Si sono voluti rilanciare anche i numerosi corsi necessari per un aggiornamento della professione, grazie al lavoro svolto dal gruppo Formazione, oltre che al miglioramento dei servizi, in particolare con l’attività svolta dalla commissione parcelle, e della attività professionale, con nuove convenzioni. Un occhio di riguardo è andato al lavoro del gruppo Bandi e Concorsi, con una scelta volta ad un continuo monitoraggio dei bandi pubblicati nel nostro territorio, troppe volte imprecisi, incompleti e, assai di frequente, inadeguati per la dignità e il valore della nostra professione, con una costante azione di stimolo nei confronti delle varie amministrazioni per il loro sempre più auspicato utilizzo. Proprio per questa ragione il gruppo Cultura ha promosso uno degli eventi che, insieme a quello ricordato all’inizio della notte OAB, ha riscosso maggior successo: quello sui nuovi stadi. Tema sentito in città, vista l’ipotesi di una sua nuova costruzione e su cui le diverse forze politiche si sono schierate con ipotesi localizzative diverse ma mai sufficientemente attente agli strumenti necessari per riuscire ad ottenere i risultati sperati. Per questa ragione l’Ordine si è voluto inserire per dare il suo contributo, portando alcuni felici esempi di strutture sportive costruite recentemente in altre città europee, proprio attraverso lo strumento del concorso. Non vanno dimenticati anche gli altri appuntamenti promossi da questo gruppo, come quelli relativi ai “Luoghi dell’architettura”, che hanno voluto evidenziare l’alto livello qualitativo presente in contesti nazionali ed internazionali quali l’Alto Adige, la Svizzera e la Sicilia. Le “Colazioni all’Ordine” sono state una delle modalità con cui questo Ordine ha voluto inoltre rapportarsi con i suoi giovani iscritti, con incontri su temi diversi della professione alla quale hanno partecipato esperti di diversa provenienza. Il “Progetto Leonardo” è stato un’altra tappa importante, con una borsa di studio assegnata ad un iscritto portandolo a maturare una esperienza di tirocinio presso studi in altri contesti europei. Queste sono solo alcune delle proposte avanzate dal gruppo giovani che è intervenuto in tutte le decisioni promosse dal Consiglio, non relegandosi, come spesso accade, a un gruppo di secondaria importanza. Attenzione particolare si è rivolta alla comunicazione, con un aggiornamento del sito web, arricchito nei contenuti e reso più pratico, nelle nuove newsletter settimanali,


F. V.

Brescia a cura di Roberto Saleri e Paola Tonelli

Un nuovo Ordine Nel 2009 tutti gli Ordini Architetti d’Italia sono stati chiamati a rinnovare i propri consigli non senza un poco di affanno causato dalla rigida scaletta temporale che la normativa nazionale impone ed alla quale le istituzioni preposte non hanno permesso alcuna minima deroga, nonostante le promesse verbali fornite al CNAPPC. L’indizione delle elezioni dei nuovi consigli provinciali è stata, per l’Ordine di Brescia, l’occasione per procedere ad un profondo rinnovamento dei mezzi di comunicazione dell’attività dell’Ordine presso i propri iscritti. In particolare il rinnovo ha riguardato il progetto grafico e di contenuti del sito internet in cui i corsi, i convegni, le comunicazione ed in sostanza l’attività del consiglio più recenti sono costantemente presenti ed in primo piano e dove attraverso la creazione dello spazio virtuale del “Centro documentazione architetti bresciani” si vuole costruire un regesto delle opere degli architetti bresciani proprio con la collaborazione degli architetti interessati. Un restyling è stato riservato anche al servizio di newsletter settimanale, mediante il quale si cerca di facilitare la veicolazione delle informazioni di interesse professionale, culturale e di divulgazione verso gli iscritti che non sono avvezzi all’uso del sito internet. L’attività dell’Ordine ha comunque trovato una continuità temporale, di contenuti e di intenti tra il precedente consiglio e quello neo-eletto; l’attività, sempre indirizzata al coinvolgimento e all’informazione degli iscritti, ha previsto la riattivazione dei lavori delle commissioni preesistenti (sospesi nel periodo elettorale) e l’attivazione della commissione “Cultura”, il cui fine è quello di indagare il territorio bresciano nella sua storia relativamente a tutti quegli aspetti riguardanti la sua produzione urbanistica ed architettonica, anche con il chiaro obbiettivo di solleticare una più ampia sensibilità verso l’architettura in senso ampio e la figura dell’architetto. La commissione “urbanistica” si è preoccupata di inda-

gare le proposte ed indirizzi pervenute dagli estensori del nuovo Piano di Governo del Territorio del Comune di Brescia per mezzo dell’interscambio di informazioni avvenuto a più riprese in una serie di incontri; si è altresì occupata di approfondimenti circa i riflessi delle normative vigenti sul territorio bresciano e le relative valutazioni ambientali strategiche. La commissione Concorsi si è concentrata soprattutto sulle tematiche relative alla costruzione dei bandi di concorso e le procedure di esplicazione delle stesse, caratterizzate spesso da disomogeneità di applicazione sul territorio provinciale. La commissione “pubbliche amministrazioni” attraverso l’organizzazione di una serie di incontri bilaterali o plurilaterali con enti ed amministrazioni pubbliche ha cercato di concordare delle linee di condotta tese a smussare le difficoltà che spesso la categoria patisce per effetto delle spigolosità della crescente burocrazia. La commissione “Agenda 21 – Città sostenibili”, ha perseguito l’obbiettivo di incentivare la diffusione della cultura architettonica nelle scuole di primo e secondo grado, attraverso la collaborazione dell’Università Cattolica di Brescia, organizzando lezioni di architettura e il monitoraggio dell’esperienze di insegnamento sul tema dell’educazione ambientale e l’accostamento all’architettura. La commissione “energia e sostenibilità”, dopo aver organizzato una mostra itinerante in sei momenti e sedi distinte dal titolo “Sostenibilità oltre la norma” ha organizzato l’incontro pubblico “Percorsi di Architettura sostenibile”, di chiusura del ciclo quadriennale nell’ambito di “Ambient Festival”. La commissione ha inoltre partecipato attivamente con suggerimenti e proposte all’organizzazione della 14° Conferenza Nazionale ASITA (Federazione italiana delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali) che si terrà a Brescia in novembre. L’attività di consiglio, che si è avvalsa dell’operato delle varie commissioni, ha poi individuato alcuni temi di particolare interesse e prestigio; tra questi sono da citare: l’iniziativa del Giornale di Brescia “Casa se non ora quando” che ha coinvolto le principali realtà economiche e sociali presenti sul territorio bresciano con l’esplicito obiettivo di creare sinergie tra gli operatori che si occupano di edilizia e territorio per far fronte alla crisi economica incalzante; il progetto MOSLO, riguardante la mobilità su ferro della regione Lombardia e gli sviluppi e ricadute sul territorio regionale connesse ad EXPO 2015, seguito dagli Ordini di Brescia e Varese e dai rispettivi presidenti Paolo Ventura e Angelo Monti per conto della Consulta Regionale degli Architetti Lombardi e vincitore di una delle gare bandite dalla Provincia di Milano, con il dichiarato obiettivo di diffondere la cultura architettonica nell’ambito regionale; le borse di studio prevedono un tirocinio della durata di complessive 420 ore e sono assegnate in collaborazione con la Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggio delle province di Brescia Cremona e Mantova ai neo-iscritti.

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da tempo adottate da altri Ordini lombardi, nella qualità grafica con un lavoro, ancora in itinere, di revisione dell’immagine coordinata. Si sono voluti inoltre aprire canali privilegiati con i principali mezzi di comunicazione locali, raccogliendo risposte positive. Molte ancora sono le cose da fare ma i risultati per ora raggiunti fanno ben sperare.


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Poche battute per condensare questo ultimo anno di lavoro, che si pone come transizione dalla conclusione del quadriennio e del nuovo mandato di Consiglio 20062010, quale dovuto atto di resoconto a disposizione tutti gli iscritti affinché possano valutarne l’attività e far emergere riflessioni, suggerimenti ed osservazioni. Operato che si è espletato in occasioni differenti. Particolare rilevanza è stata assegnata alle iniziative di aggiornamento professionale; si ricordano il Corso “Sicurezza nei cantieri ex D.Lgs 81/2008” in collaborazione con Federcoordinatori (luglio-dicembre 2009); il Corso “Aggiornamento per certificatori energetici degli edifici” (ottobre 2009) in collaborazione con il Politecnico di Milano, dipartimento BEST; il Corso “Acustica nell’edilizia” con la collaborazione dell’Associazione Missione Rumore (gennaio-febbraio 2010); l’Incontro di formazione sulla “Detrazione fiscale del 55%”, con la collaborazione di ENEA (maggio 2010); il Corso “I mezzi espressivi nella rappresentazione dell’architettura e dell’ambiente”, a cura dell’arch. Salvatore Grande (maggio 2010); il Corso “Autodesk Revit Architecture 2010”, predisposto con la collaborazione di One Team srl (giugno 2010) e la Conferenza sulle Tematiche di Acustica, a cura dell’ing. Campolongo (luglio 2010). Da ricordare anche le iniziative condivise dal nostro Ordine nell’ambito dell’attività della Consulta Regionale, di cui ricordiamo per gli aspetti for-

mativi, il convengno “Architetti ed energia – verso una progettazione consapevole”. Il viaggio-studio del 2009 ad Istanbul è stato integrato dalla conferenza “Istanbul, capitale dell’impero ottomano: le cupole di Sinan” (prof. Paola Sonia Gennaro) e dalla conferenza “Istanbul: una città e le sue architetture” (prof. Graziella Leyla Ciagà). Tra le altre iniziative culturali attivate si ricordano la Celebrazione “I cinquant’anni dell’Ordine” con la Lectio Magistralis di Francesco Venezia (settembre 2009); il Premio Maestri Comacini 2009 con la mostra dei progetti partecipanti (novembre 2009) e la pubblicazione del catalogo che ha avuto, per la prima volta, un’ampia diffusione attraverso la rivista “Tal&a”; l’incontro con Giacomo Polin in occasione della ristampa di “Elementi di architettura” di Gino Pollini, in collaborazione con l’Archivio Cattaneo (novembre 2009); “Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà” Incontro–conferenza con Antonella Agnoli, in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Como (novembre 2009); “Il progetto dello spazio” incontro con Aurelio Galfetti, organizzato con l’Archivio Cattaneo (dicembre 2009); la Mostra “L’architettura dei territori lombardi” presso il M.E.C.I. 2010, organizzata con l’Ordine APPC di Lecco e promossa dalla Consulta Regionale Lombarda Ordini APPC (marzo 2010); l’Incontro “Il mercato della progettazione tra crisi e ripresa” con l’arch. Lorenzo Bellicini di CRESME, per la presentazione dell’iniziativa dell’osservatorio della professione nato inizialmente proprio dalla sinergia del nostro Ordine con il CNAPPC (giugno 2010); la visita guidata alla Mostra “Rubens e i fiamminghi” con l’Assessore Sergio Gaddi, curatore della mostra (luglio 2010) mentre sono imminenti la conferenza di Yosuke Taki (autunno 2010 in occasione di Miniartextil) e la conferenza dell’arch. Gaddo Morpurgo (autunno 2010 in occasione di Com’ON ediz. 2010). Il nuovo viaggio previsto per ottobre, è dedicato a New York e presentato dalla conferenza del Marco De Michelis “New York alle soglie del duemila”. Sul tema del Lungolago ricordiamo il progetto di concorso che il nostro Ordine, con ANCE, CCIA e Ingegneri sta promuovendo presso l’Amministrazione Pubblica sull’area dello stadio. In tema di concorsi l’Ordine ha trovato disponibilità e sinergia di ANCE con FeNEAL, UIL, FILCA-

Un anno di attività.

Il Presidente Angelo Monti e Francesco Venezia.

Oltre alle attività sopra citate, l’Ordine ha proseguito nell’opera ascrivibile all’ordinaria amministrazione dell’istituzione, mantenendo attivi i servizi di consulenza legale, fiscale oltre alla commissione parcelle e deontologia. R. S.

Como a cura di Roberta Fasola

Agosto 2009 - agosto 2010


Serata inaugurale del Cinquantenario dell’Ordine.

s #OMMISSIONE 0ROGETTO 5RBANO 'RAlE E 3CORIE La Commissione “temi urbaniâ€? si propone di riflettere attorno al tema della CittĂ pubblica, sul ruolo della progettualitĂ architettonica, urbana, territoriale e ambientale nell’epoca contemporanea delle grandi “reti globaliâ€? (reti tecniche di infrastrutture materiali e reti tecnologiche di infrastrutture immateriali). La finalitĂ del lavoro della commissione sarĂ quella di articolare gli argomenti preparatori da portare all’attenzione degli iscritti e della societĂ attraverso incontri con protagonisti del territorio e della scena internazionale. s #OMMISSIONE 'IOVANI ED %UROPA )N UN MOMENTO IN cui il concetto di “frontieraâ€? viene meno a scapito di una nuova “identitĂ â€? collettiva il gruppo della commissione giovani ed Europa propone una ricerca sulla realtĂ della professione dell’architetto esaminando condizioni e realtĂ di altri Paesi. R. F.

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CISL e FILLEA-CGIL che hanno promosso il concorso la “Cittadella dell’Ediliziaâ€?. Il nuovo Consiglio, in continuitĂ con il precedente, e al fine di promuovere iniziative sulle numerose tematiche della cultura, della disciplina e della professione, ha istituito nuove commissioni con cui si intende coinvolgere gli iscritti per affrontare insieme le tante problematiche della professione. Tra queste: s #OMMISSIONE DI %SAME DEI "ANDI DI !SSEGNAZIONE DI incarico per i lavori pubblici e per i servizi di progettazione urbana; s #OMMISSIONE %NERGIA s #OMMISSIONE 6IAGGIO s #OMMISSIONE )TINERARI DI !RCHITETTURA )N OCCASIONE DELla prevista mostra regionale sul Novecento lombardo e dell’Expo 2015, il gruppo di lavoro si propone di affrontare il tema dell’architettura comasca del ‘900 promuovendone una ragionata mappatura.


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Cremona a cura di Maria Luisa Fiorentini

Un anno di domande e nuove intenzioni Ordine degli Architetti PPC di Cremona, ottobre 2009. Il nuovo Consiglio Direttivo, con la continuità della presidenza di Emiliano Ambrogio Campari, è fin da subito al lavoro tra questioni contingenti rimaste in sospeso, nuove iscrizioni, contenziosi, problemi di deontologia e provvedimenti disciplinari, con la ferma intenzione di guardare oltre e di prefiggersi nuovi orizzonti. Ai tanti dubbi e quesiti cruciali legati alla difficile situazione della nostra professione si sono dedicate lunghe sedute cercando di trovare se non una soluzione almeno una via d’uscita. Cosa può fare l’Ordine per sostenere e promuovere la figura dell’architetto? Come difendere gli interessi di chi ha scelto una professione spesso spinto dalla passione, che ha studiato anni costruendosi un discreto bagaglio culturale per sua natura ampio e multidisciplinare? Come muoversi per mostrare alla società che tutto ciò che ci circonda, l’ambiente in cui viviamo, è architettura, dalle stanze delle nostre case fino ai luoghi di lavoro e quelli pubblici, alle strade e ai giardini, insomma la nostra vita? Come trasmettere alla società che architettura, paesaggio e territorio sono l’identità socio-culturale di un paese? Come avvicinarsi e dialogare di più con il cittadino, lo studente, l’ente privato e quello pubblico, superando le distanze e chiamando tutti a partecipare e discutere sui temi dell’architettura? Promuovere eventi culturali, mostre e convegni, curare la pubblicazione di libri e riviste, opuscoli e cataloghi, intrattenere rapporti con università, enti e amministrazioni, organizzare corsi di aggiornamento professionale, incontri e dibattiti, visite a luoghi di interesse e viaggi studio, sostenere e incoraggiare la qualità architettonica e urbanistica, continueranno ad essere tra le attività dell’Ordine tese a sensibilizzare l’opinione pubblica e privata sul valore sociale e civile dell’architettura e sul ruolo di chi l’ha pensata ideata e ne ha coordinato la realizzazione. Eppure la professione dell’architetto, sempre più complessa e difficile, è tenuta in poco conto e non ha il giusto riconoscimento da parte di enti, amministrazioni e ambiente privato. Manca una coscienza architettonica civile che riconosca il giusto valore al lavoro del professionista, senza che questo sia sottovalutato o banalizzato come semplice e superfluo abbellimento estetico dell’edificio, senza che il professionista venga scavalcato dall’intervento di altre figure professionali che operano liberamente nel campo dell’edilizia con percorsi scolastici qualitativamente inferiori e una preparazione tecnica, scientifica e culturale inadeguata a realizzare architettura di qualità. La qualità del prodotto architettonico, urbanistico e pae-

saggistico, intesa come forma e funzione che si integrano e dialogano armonicamente con l’ambiente circostante, che segua criteri di risparmio energetico e salvaguardia ambientale, risultato ideale ed equilibrato di più componenti e dell’azione di più attori, va salvaguardata e difesa. Prima di tutto individuando strumenti che consentano di superare la lotta storica tra i protagonisti che operano nel campo dell’edilizia trasformandola in collaborazione e sinergia, scambio culturale e professionale con una necessaria specializzazione che segua le varie fasi di realizzazione dell’edificio per avere un prodotto di qualità e competenze professionali riconoscibili. In questo senso la preparazione e il costante aggiornamento tecnico, scientifico, culturale e normativo continuerà ad essere tra gli obiettivi fondamentali dell’attività dell’Ordine. Così come il controllo dei bandi di concorso e di gara, attraverso l’istituzione di una commissione che esamini e tenga un monitoraggio costante della correttezza e trasparenza, dell’impostazione dei tempi e dell’esito finale. Il concorso di progettazione è uno degli strumenti in grado di salvaguardare la qualità soprattutto in relazione al delicato procedimento per l’affidamento di incarichi pubblici, consente di avere alternative, di giudicare e scegliere la migliore soluzione progettuale con la garanzia di una corretta concorrenza che valorizzi la competitività e garantisca la qualità dell’intervento. Purtroppo il concorso è uno strumento poco usato, ritenuto complicato e oneroso oppure semplicemente ridotto ad essere un’arida procedura di legge, lasciando così che la trasformazione del nostro territorio avvenga attraverso gare dal carattere quasi esclusivamente economico. Parlare di qualità porta subito a pensare anche a questioni di etica e di corretto svolgimento della professione. Spesso siamo a conoscenza di situazioni poco chiare, di attività liberamente eseguite in mancanza di lealtà e correttezza, di doveri dimenticati o ignorati, e, allora, lasciamo tutto nell’ombra. Abbiamo un codice deontologico che l’Ordine intende far rispettare anche attraverso la revisione di alcuni articoli con una versione più restrittiva, nella ferma intenzione di difendere la professione e quindi la qualità progettuale. Occorre però la collaborazione e la partecipazione attiva degli iscritti alla vita dell’Ordine, nella speranza di superare la deludente partecipazione all’ultima Assemblea del giugno scorso. Il Consiglio suggerisce a tutti di non temere di far sentire la propria voce con suggerimenti, pensieri, iniziative, consigli e richieste, perché l’Ordine riesca ad essere più vicino agli iscritti con un utile appoggio e sostegno, un servizio migliore che permetta di intravedere un futuro più ottimistico per la nostra professione. M. L. F.


a cura di Enrico Castelnuovo e Maria Elisabetta Ripamonti

Tre domande a Marco Introini All’interno dell’attività dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Lecco segnaliamo un Concorso aperto a tutta la popolazione il cui obiettivo è quello di capire come le persone “vedano” l’architettura del proprio territorio. L’articolo che segue è frutto di alcune telefonate, incontri, mail, scambiate con uno dei membri della giuria. Marco Introini (1968) è architetto e fotografo d’architettura. Docente di Fotografia d’architettura e Tecnica della rappresentazione presso il Politecnico di Milano, ha avuto numerosi riconoscimenti e menzioni d’onore sia in Italia che in Europa. Da anni collabora con le maggiori riviste

Marco Introini, metafisica costruita.

d’architettura quali “Casabella”, “Abitare”, “Domus”, “Arketipo” e molte altre. Marco, abbiamo guardato il tuo book di provini fotografici riguardante la città di Lecco e abbiamo avuto la sensazione di non aver mai notato alcuni edifici e brani di paesaggio. È una nostra disattenzione o è un merito della fotografia? Il lavoro del fotografo porta a selezionare lo spazio: nel momento in cui appoggio il cavalletto al suolo, attraverso la mia macchina opero una selezione dello spazio che mi sta intorno, concentro il mio sguardo verso un punto preciso e ritaglio una porzione di realtà. Questo, per un fruitore qualunque dello stesso luogo, può essere sorprendente, perchè la percezione del luogo diviene un flusso di immagini, non una singola immagine sintetica. È questo il motivo per cui il lavoro su Lecco di cui parli presenta questo effetto di sorpresa.

23 FORUM ORDINI

Lecco


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Come fai a progettare la campagna fotografica di una intera città? Come fai a riconoscere il “genius loci”? Quando fotografo una città inizia un rito di preparazione del “viatico”. La carta geografica, la mappa della città è il primo oggetto del viatico su cui mi muovo, è il primo luogo dove compio il viaggio, il luogo che continuo a percorrere mentalmente durante la progettazione della campagna fotografica, durante le riprese fotografiche e dopo nella costruzione del racconto attraverso le immagini raccolte. La carta, la mappa con i suoi segni codificati, con la sua bidimensionalità mi inizia al racconto: comincio in modo apparentemente neutrale; noto la ricchezza o la povertà di quei segni convenzionali: le aree verdi, le montagne, i fiumi, i laghi il mare, la gerarchia delle strade e dei loro snodi, le aree costruite, gli isolati, gli edifici pubblici, i monumenti, infine i nomi delle città, dei quartieri, delle vie, la toponomastica. Strade che cambiano la loro dimensione, la loro sezione, che disegnano un reticolo ortogonale, che acquistano una loro sinuosità dettata da situazioni orografiche, da piani urbani che per rispondere a esigenze ideologiche, difensive, o semplicemente per crescita spontanea hanno rotto l’impianto ippodameo. La città, il territorio inizia a raccontare di sé. La preparazione continua. La ricerca della bibliografia: guide turistiche, libri storici, racconti; la ricerca va avanti con l’iconografia: vedute storiche, campagne fotografiche già realizzate, album di cartoline. Il luogo inizia ad avere la sua tridimensionalità ma poi tutto torna sulla carta geografica, ciò che ho letto, i racconti e le descrizioni, ciò che ho visto attraverso altri occhi ritorna ad avere la sua collocazione sulla mappa, mi avvicino, inizio a tracciare segni, appunti di oggetti architettonici e di spazi che possano essere ritratti; mi allontano la mappa mi restituisce una visione più ampia e ancora noto il ritmo dei miei segni che si sovrappone al ritmo dei segni convenzionali di qualsiasi carta geografica. Il progetto fotografico su Lecco, nato da un grande censimento delle architetture significative tra Otto e Novecento di Maurizio Grandi, si è evoluto verso la rappresentazione della città inserendosi in questo metodo di lavoro. Nelle tue fotografie lecchesi hai rappresentato una città non abitata, eppure le tue sono fotografie che “raccontano” e che comunicano il senso della vita che scorre. Questa “metafisica costruita” che rappresenti nelle tue fotografie da dove nasce? Le risposte potrebbero essere molteplici, a partire dalla possibilità di ribaltare tutto in un’altra domanda: “in questo ritaglio di paesaggio urbano che stiamo osservando le persone stanno per entrare, e quindi vivere lo spazio, oppure uscire, e quindi hanno abbandonato lo spazio?”; sarà lo stato d’animo dell’osservatore a dare la risposta, la propria risposta, ed è forse qui la forza di fascinazione della fotografia. Uno strumento apparentemente oggettivo che in realtà apre molti quesiti. Un autore fotografico opera delle scelte linguistiche: in-

serirsi in una determinata tradizione di rappresentazione dell’architettura e dello spazio urbano, essere fedele al linguaggio documentaristico, usare il bianco e nero o il colore, ecc... così le mie fotografie sono prive della figura umana. La mia formazione di fotografo deriva dall’avere studiato la storia della rappresentazione scenografica, architettonica, la tradizione del vedutismo e del quadraturismo, dove la presenza della figura umana è, molte volte, assente o relegata a piccole comparse in uno spazio dove i primi attori sono le architetture con i loro segni del tempo e del loro vissuto. E. C. e M. E. R.

Mantova a cura di Elena Pradella e Nadir Tarana

Attività delle commissioni La Commissione Parcelle, Bandi e Disciplinari, oltre a svolgere il regolare lavoro di liquidazione delle parcelle, si è proposta come referente ai responsabili del servizio tecnico degli Enti territoriali provinciali, in modo da offrire uno strumento professionale di riferimento per consulenze in merito a: redazione dei bandi di gara (di progettazione e di affidamento dei lavori pubblici), calcolo delle parcelle professionali, verifica e validazione dei progetti pubblici, redazione dei disciplinari d’incarico professionali. Sono stati inoltre attivati gruppi di lavoro per l’approfondimento delle tematiche di cui ai “Protocolli prestazionali” recentemente pubblicati dal CNAPPC e che costituiscono un utile riferimento per la definizione dei rapporti contrattuali tra le parti e risultano di stretta attualità nell’esercizio della professione. La Commissione Enti Pubblici, Istituzioni e Territorio ha operato con l’intento di aprire un canale di dialogo e di consulenza con i responsabili del Servizio Tecnico degli Enti Territoriali della Provincia di Mantova, con i dirigenti preposti nonché con gli amministratori interessati, oltre che con gli stessi colleghi. La Commissione ha organizzato una serie d’incontri con D. Rancilio e A. G. Mazzeri, funzionari della competente Soprintendenza: il primo rivolto ai Responsabili del Procedimento degli Enti locali e ai componenti delle Commissioni del Paesaggio, col fine di stabilire criteri unitari per la redazione della relazione tecnica illustrativa; i successivi, rivolti ai colleghi, hanno approfondito il tema specifico della Relazione Paesaggistica. La Commissione Formazione e Informazione Professionale si è data innanzitutto una nuova denominazione, per esplicitare il nuovo indirizzo delle iniziative da intraprendere che verteranno sia sulla formazione, che vede prevalere la componente tecnica necessaria a


La Commissione Cultura ha organizzato una serie di incontri aperti al pubblico, le “Serate di Architettura”, presso la Galleria Libreria Einaudi, il primo con lo scultore Vasco Montecchi, le cui opere spesso ideate per una collocazione en plein air, si ispirano a temi sociali, insieme al critico Marzio Dall’Acqua e all’architetto Giorgio Menozzi. Il secondo appuntamento ha visto protagonista il fotografo Kai Uwe Schulte Bunert - artista tedesco che pone al centro del suo lavoro il rapporto tra l’uomo e il paesaggio, gli spazi marginali, abbandonati e di confine - in un piacevole colloquio con l’architetto Andrea Oliva e con la signora Stefania Carretti. In chiusura, l’architetto Enrico Termanini, vincitore del Premio Sostenibilità 2009 Bioecolab. Nel secondo ciclo di “Serate di Architettura” hanno partecipato il pittore Luca Zampriolo, il fotografo Davide Longfils e l’architetto Michele Ghisi. La commissione ha promosso la quarta rassegna cinematografica dedicata all’architettura e alla città dal titolo “Madrid”, in collaborazione col Cinema del Carbone. La programmazione è stata introdotta da un documentario dedicato ad Adriano Olivetti e alla sua idea di città. Inoltre, ha predisposto, in collaborazione con il Comune di Mantova, l’itinerario “Aldo Andreani e le architetture del primo Novecento” nell’ambito dell’iniziativa “Cammina Mantova – Itinerari di trekking urbano”. Infine, ha organizzato la mostra itinerante “Case unifamiliari e non solo...” per promuovere una riflessione sulla cultura dell’abitare oggi diffusa sul territorio mantovano, dove verranno esposti interventi di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici a carattere residenziale realizzati negli ultimi decenni dagli architetti iscritti all’Ordine. La mostra è stata allestita in settembre presso le strutture della Fiera Millenaria di Gonzaga, per continuare nel 2011 in altri spazi espositivi a Castiglione delle Stiviere, a Mantova. La Commissione Giovani organizza attività culturali e di indirizzo rivolgendosi principalmente agli iscritti under 40. Tra le recenti iniziative citiamo il viaggio studio organizzato in collaborazione con ProViaggi Architettura “Zumthor, sulle tracce del maestro” nei territori del maestro e l’orga-

nizzazione di un archivio dei temi delle tesi di laurea dei giovani iscritti volta alla preparazione di un’esposizione delle tesi stesse.

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N. T.

Milano a cura di Roberto Gamba

Attività dell’Ordine Continuando il lavoro di approfondimento dei servizi e degli strumenti utili alle molteplici attività che contraddistinguono il mestiere dell’Architetto, l’Ordine di Milano intende essere ad un tempo sia struttura di servizio che di promozione degli iscritti e più in generale della cultura architettonica contemporanea. In questo senso è possibile descrivere sia le attività del Consiglio, volte alla tutela dell’esercizio della professione ed all’analisi delle questioni emergenti sulla professione, sia quelle organizzate dall’Ordine, dedicate alla formazione e all’informazione. Nel costante rapporto con il Comune di Milano, con la Provincia e con la Regione si sono messi a punto alcuni strumenti volti a garantire trasparenza e accelerazione degli atti amministrativi. In questo senso la serata dedicata alla semplificazione, cui sono intervenuti gli ordini di Roma e Torino, oltre che amministratori e tecnici delle stesse città. Coi medesimi obiettivi è stata attivata una Commissione interprofessionale che raccoglie attorno allo stesso tavolo le varie competenze professionali coinvolte e gli amministratori del Comune, dove affrontare tali tematiche operanti sotto l’aspetto pratico. Complementare ad essa il Forum aperto sul nostro sito “Architetti in Comune!” che, oltre ad aggiornare e diffondere i contenuti delle attività interne alla Commissione, ha raccolto numerosi spunti da parte dei professionisti interessati. Sempre a tutela dell’operato dei professionisti, prosegue l’attività della Commissione, sempre congiunta con L’Ordine degli Ingegneri, che analizza i bandi di concorso e di gara, chiede modifiche là dove necessario e fornisce un costante monitoraggio dell’esito dei concorsi nella nostra provincia. A riguardo è stato ripreso il concorso della Darsena, attraverso interviste ai progettisti pubblicate sul sito ed una serata ad esso dedicata, assurto alle cronache perché accantonato dall’amministrazione, ponendola in questo modo di fronte alle proprie responsabilità. Sono stati prodotti dal Consiglio contributi importanti le-

FORUM ORDINI

fornire gli strumenti operativi utili all’esercizio della professione, sia sulla informazione. Per informazione si intende quel valore aggiunto di conoscenza che interessa il nostro ambito professionale e quelli ad esso correlati, spaziando quindi in discipline affini ed affrontando e indagando soprattutto tendenze nuove ancora da sperimentare, stimolando quell’atteggiamento che ci distingue, o che ci dovrebbe distinguere, dalle altre categorie professionali. Nel 2010 si è svolto il corso “Il progetto del verde pubblico e privato”, in collaborazione con la Società di Servizi Geometri Mantovani e col Collegio Geometri e Geometri Laureati della provincia di Mantova, e con l’adesione dell’AIAPP, Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio sezione Lombardia.


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gati alle politiche e nuove normative a livello nazionale, in merito al così detto Piano Casa, alle ingerenze della “Protezione Civile spa” piuttosto che in relazione al nuovo strumento del PGT di Milano. In merito, va ricordato l’importante ciclo di approfondimento sviluppato in 5 serate, dedicato ai diversi aspetti che lo connotano: il suo inquadramento, le infrastrutture, la regione urbana, il Piano dei servizi, oltre che una serata finale dedicata alla simulazione secondo le nuove norme introdotte. Continua poi il lavoro di approfondimento e dialogo riguardo lo sviluppo del Masterplan di Expo 2015, attraverso serate dedicate ai concorsi che a breve verranno banditi sull’area, oltre che al tema vero e proprio della manifestazione relativo la nutrizione. La Fondazione, come tutti gli anni, ha proposto corsi di aggiornamento dedicati a diversi temi emergenti, quali la certificazione energetica, il coordinamento della sicurezza, i requisiti acustici degli edifici, la corretta stesura delle parcelle professionali, a fianco degli ormai consolidati corsi di formazione informatica, dedicati ai programmi di disegno e di visualizzazione per l’architettura. A riguardo non va dimenticato il nuovo corso di fotografia per l’architettura, che dato il successo di quest’anno verrà replicato il prossimo. La Fondazione dell’Ordine, in collaborazione con diverse aziende, ha poi proposto diversi seminari di aggiornamento tecnico sull’uso dei materiali e delle tecnologie legate alla costruzione (architettura tessile, massetto ecosostenibile, progettare senza vincoli dedicato agli elevatori, rivestimenti laminati). Appuntamento oramai consolidato quello con il “Fuorisalone” dedicato al design per outdoor, in occasione del quale si sono svolte importanti serate con ospiti di eccezione, dedicate all’hotel design e alla città verde. Infine, sempre la Fondazione ha organizzato anche quest’anno gli itinerari di architettura milanese, giunti così alla loro settima edizione, che per la partecipazione sempre più massiccia sono stati programmati in replica a novembre. Ricordiamo che quest’anno gli itinerari sono dedicati a: studio BBPR, architettura sostenibile, il sistema teatrale milanese, i Piani urbanistici, architetture moderne a Legnano. L’attività della Biblioteca, attiva da poco più di un anno, oltre che promuovere l’acquisizione, mediante acquisto o donazioni, di testi che si riferiscono in particolare alla storia urbana milanese, alla sua architettura e alla professione nella provincia di Milano, soprattutto negli anni che vanno dal 1900 a oggi, ha proposto diversi incontri dedicati a novità editoriali che valorizzano il ruolo della professione attraverso la diffusione della conoscenza degli architetti e del loro lavoro. Complementare a questa attività di formazione ed informazione, il nostro sito prosegue anche la sua attività di informazione e promozione dei propri iscritti.

Esso quest’anno ha aperto la possibilità di dibattito tra gli interessati attraverso Forum dedicati ad alcuni dei temi più sopra elencati. In programma per l’autunno sarà l’apertura di sempre maggiori opportunità di intervento. Inoltre, prosegue l’attività di documentazione riguardo le importanti trasformazioni del territorio, Milano che Cambia, attraverso la pubblicazione di numerosi interventi di progetto documentati attraverso la viva voce dei suoi progettisti. Daniela Volpi

Monza e Brianza a cura di Cristina Magni e Francesco Redaelli Nell’articolo viene illustrata dal Presidente Fabiola Molteni l’attività svolta, a poco meno di un anno dall’insediamento, dall’attuale Consiglio, il secondo dalla nascita dell’Ordine di Monza e Brianza, ma soprattutto vengono identificati gli obiettivi per il futuro, con una programmazione che porge la sua attenzione sia alle tematiche istituzionali e di segreteria, sia agli argomenti di attualità che coinvolgono la professione, dall’aggiornamento tecnico al rispetto del codice deontologico, dalla valorizzazione della professione ad un nuovo rapporto con le Istituzioni, l’Università ed il modo del lavoro. C. M.

Attività dell’Ordine Dalla data del 1° febbraio 2010, giorno di convocazione del primo nuovo Consiglio dell’Ordine e di designazione delle cariche, è iniziato per me un impegno che fino ad ora ho cercato di svolgere nella consapevolezza della responsabilità che il ruolo di Presidente comporta, soprattutto trattandosi della gestione del secondo Ordine lombardo per numero di iscritti. Il nuovo Consiglio è composto da un congruo numero di colleghi alla loro prima esperienza che hanno da subito dimostrato un’attiva volontà di collaborare per continuare e rafforzare l’impegno profuso dal precedente Consiglio e dal precedente Presidente, a sostegno della crescita professionale degli iscritti. In questo primo anno il Consiglio, pur garantendo la continuità dei servizi agli iscritti in merito a tutte le necessarie attività di gestione ordinaria, ha affrontato vari problemi gestionali ed ha voluto delineare delle fondamentali regole certe, partendo dalla modifica del Regolamento


di preparazione e calcolo delle tariffe professionali. In riferimento ai servizi da attivare si intende ampliare il servizio di consulenza giuridica e legale con l’aggiunta di nuovi servizi di consulenza tributaria e finanziaria, così come nuove convenzioni con enti, pubblici e privati, di supporto alla formazione professionale. Gli obiettivi sono certo ambiziosi e ci auguriamo che la nostra attività per raggiungerli possa contribuire in modo incisivo nel farci percepire di far parte di un’entità univoca e nel far identificare l’Ordine, dal mondo esterno, come interlocutore importante e necessario nelle dinamiche di trasformazione urbana e sociale. Se riusciremo a raggiungere questo obiettivo sarà grazie anche alla collaborazione degli iscritti stessi, nostri importanti interlocutori, che con suggerimenti, critiche costruttive, richieste di approfondimenti o di sviluppo di nuove tematiche sono un indispensabile supporto per raggiungere gli obiettivi comuni. Fabiola Molteni

Pavia a cura di Vittorio Prina

Iniziative 2010 Nel 1789, Antoine Lavoisier, chimico parigino, affermò, riprendendo Anassagora, che in natura “nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma”. È simbolico che, nello stesso anno della Rivoluzione Francese (che portava con sé propositi di radicale e immediata creazione un nuovo stato sociale estremamente diverso dal passato), uno degli intellettuali più noti di Parigi e membro dell’Academie de Sciences postulasse il principio che, secondo cicli naturali, tutto si evolve e si modifica sulla base di quanto già esiste. In tempi confusi come i nostri in cui a più riprese giungono voci di soppressione degli ordini e dei collegi professionali, di libero mercato e di istituzione, sempre più frenetica di nuove, e a volte nebulose, figure professionali è lapalissiano che sia l’Ordine a doversi fare carico dei compiti di riorganizzazione, aggiornamento e apertura verso i propri appartenenti, verso le istituzioni e verso le altre categorie professionali al fine di svolgere, al meglio, le proprie funzioni di “utilità sociale” nei confronti dei cittadini. La nostra professione è antica e complessa: rappresentare il territorio, progettarne le trasformazioni, comprendere le ripercussioni delle antropizzazioni che operiamo sul paesaggio sono attività che implicano un’estrema professionalità e un rigore (anche etico) che devono essere un riferimento costante del nostro operare.

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dell’Ordine, per continuare con la stesura di norme regolamentari in seno alla commissione parcelle e, non ultima per importanza, la predisposizione del Regolamento della Fondazione, ad oggi inesistente, ma indispensabile strumento per perseguire gli scopi che lo statuto impone. L’intero Consiglio ha voluto rimarcare un momento di progettualità anche nella predisposizione del bilancio preventivo, col quale individuare gli scopi da raggiungere per migliorare i servizi rivolti agli iscritti, per definire un organismo democratico che riaffermi e difenda il ruolo dell’architettura e dell’architetto. Consapevoli dell’esistenza di una situazione di disagio e debolezza in cui versa la professione dell’architetto, le cui cause possiamo sintetizzare nel continuo svilimento delle competenze, aggravato da perversi meccanismi legislativi, il Consiglio ha la volontà di collaborare con la Consulta Regionale Lombarda per farsi promotore di un progetto per rinnovare il CNAPPC, affinché diventi un organismo trasparente, democratico e di riferimento per gli architetti italiani, ma soprattutto riaffermi e difenda il ruolo dell’architettura e dell’architetto, per valorizzare le competenze professionali e costruire un nuovo scenario, soprattutto per i giovani e i neo laureati. Riteniamo infatti fondamentale che il Consiglio Nazionale debba essere una struttura di attivo servizio agli Ordini provinciali e ai loro iscritti, in grado di rispondere rapidamente alle esigenze di coloro che operano sul territorio. Con l’aiuto della stessa Consulta Regionale Lombarda, grazie a quello che deve essere il suo ruolo di “mediazione” fra Ordini Provinciali, Consiglio Nazionale ed enti istituzionali di riferimento, volontà di questo Consiglio è quella di concretizzare la possibilità come Ordine professionale di partecipare attivamente ai tavoli di lavoro nazionali, regionali, provinciali e comunali, finalizzati all’elaborazione delle norme, soprattutto quelle tecniche che vincolano la stessa progettazione, perché costruendo una relazione di maggiore collaborazione e di dialogo con le realtà istituzionali, si può tutelare la nostra professione, rafforzarne il potere contrattuale, incrementare il servizio agli iscritti sensibilizzandoli al rispetto delle norme deontologiche a volte disattese. Altro obiettivo concreto che vogliamo raggiungere è quello di cercare di rendere l’Ordine un luogo vivo, grazie al lavoro delle commissioni e con l’organizzazione di incontri anche conviviali tra gli iscritti, nel quale la partecipazione possa essere strumento per restituire alla nostra professione quello “spirito” di appartenenza che oggi spesso non riusciamo a ritrovare. Ogni singola rinnovata commissione ha al proprio interno già delineato le linee programmatiche che vuole percorrere, dall’incentivazione dei concorsi di progettazione, all’attivazione di nuovi strumenti di comunicazione, dall’organizzazione di eventi, all’aggiornamento professionale e non per ultima alla definizione di nuove convenzioni per la fornitura agli iscritti di nuovi programmi di supporto alla professione, fra i quali già in fase di analisi il programma


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Da qui viene l’impegno e l’obiettivo di affrontare e di confrontarsi con la complessità di un mondo in evoluzione che la nostra professione deve essere in grado di gestire agilmente e con estrema perizia. A seguito del rinnovo del Consiglio dell’Ordine Architetti PPC della Provincia di Pavia, nel settembre 2009, e l’elezione del neopresidente Aldo Lorini, in continuità con il consiglio precedente presieduto da Marco Bosi, sono ripartite, con rinnovato entusiasmo, le attività dell’Ordine. Al di là dei normali e consueti corsi di aggiornamento derivanti dalle novità normative (D.Lgs 81/2008, D.Lgs 311/2006, ecc.), a fronte di uno schietto dibattito apertosi all’interno dell’Ordine sulla necessità di ridefinire l’immagine della figura professionale dell’Architetto nella visione del cittadino/committente, ma anche delle Istituzioni e delle Amministrazioni Pubbliche, le Commissioni di concerto con il consiglio dell’Ordine hanno intrapreso e programmato per il futuro numerose iniziative. Nell’ottica di una comunicazione diretta tra Architetti e fruitori è stata organizzata, a cura della Commissione Cultura/Giovani, la mostra itinerante di edifici residenziali realizzati da architetti pavesi denominata “10 Cose che non sai di lei (la tua casa)” in ambiti nuovi, inusuali per l’architetto. Ambiti che siano quelli delle persone disinteressate dall’architettura. Ambiti della nostra provincia, quali fiere, manifestazioni ed eventi già esistenti con una forte affluenza di persone, ma che non siano di settore. Qui la presenza di uno stand dell’Ordine con esposte opere dei propri iscritti realizzate nel territorio provinciale ha reso l’Architettura molto più credibile, concreta e vicina alle persone e al loro territorio. La mostra, allestita in un padiglione espositivo espressamente progettato e realizzato dagli stessi componenti della Commissione Cultura/Giovani, ha toccato le tre realtà della provincia: la Lomellina a Vigevano, I’Oltrepo a Rivanazzano e il Pavese a Pavia riscuotendo un buon risultato di pubblico e di critica sulla stampa locale, tanto da stimolare l’organizzazione della seconda edizione della manifestazione . La Commissione Urbanistica si è occupata di redigere un ponderoso documento di analisi e proposte nell’ambito della procedura di consultazione con i cittadini e le istituzioni del redigendo PGT del Comune di Pavia, identificando temi, strategie e scenari sullo sviluppo di Pavia. Di nuovo la Commissione Giovani/Cultura ha organizzato e realizzato un corso sul Project Financing rivolto ai professionisti e agli amministratori locali al fine di divulgare il più possibile anche i sistemi ed i mezzi di finanza di progetto “altrernativi” alla realizzazione diretta da parte delle amministrazioni pubbliche delle opere di utilità sociale. Altre proposte di carattere formativo e culturale sono in fase di definizione che, di seguito, si elencano sinteticamente: s ACQUISIZIONE DI MATERIALE ORIGINALE DELL INTERVENTO h0ATRIzia” di Alvar Aalto da parte dell’Ordine onde sistematizzare, catalogare e dare una lettura critica del progetto del maestro scandinavo, redatto nel 1966, per una successi-

va pubblicazione e esposizione; s RACCOLTA E SISTEMATIZZAZIONE DI TESI REDATTE SU 0AVIA E provincia negli ultimi 15 anni; s ORGANIZZAZIONE DI UN CONVEGNO SUL TEMA DELLA VALORIZZAzione delle identità culturali ed ambientali; s ORGANIZZAZIONE DI CORSI BASE PER ARCHITETTI SUI software più utilizzati al momento: Rhino, Revit, Photoshop, Cinema 4D, 3D Studio Max e ultimazione del programma per attuare il corso ArchGis; s CICLO DI CONFERENZE h!RCHITETTURA 2EGIONALISMO E INTERnazionalismo. Esperienze recenti”; s CONSULTAZIONE TRA ISCRITTI ALL /RDINE VOLTA AD INDIVIDUARE all’interno delle singole aree di influenza, affezione o frequentazione, “Luoghi non luoghi”, in cui sarebbe auspicabile indire un concorso di progettazione con possibile realizzazione, stilare la proposta da presentare all’amministrazione comunale competente. Sarà un nuovo anno di intenso lavoro nella convinzione che, come affermò Disraeli “Il segreto del successo risiede nella costanza con cui si persegue uno scopo”. Riccardo Genta

Sondrio a cura di Enrico Scaramellini

Attività dell’Ordine 2010 l lavoro svolto dai Consiglieri e dalle Commissioni, in questi primi mesi del nuovo mandato (a seguito delle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale svoltesi a fine 2009), è stato utile per focalizzare i bisogni a livello locale e poter programmare sia le attività di supporto allo svolgimento della professione, sia le attività di promozione della cultura architettonica. In continuità con le azioni svolte negli ultimi anni e riconoscendo l’indispensabilità della formazione continua sono stati programmati i corsi di aggiornamento professionale, che hanno visto interesse e partecipazione da parte degli iscritti; inoltre, sono stati organizzati i consueti viaggi studio per conoscere direttamente, e con il supporto dei progettisti interessati, recenti e significative opere di architettura pubblica e privata. È stato dato il patrocinio e la partecipazione a mostre e manifestazioni aventi come argomento la conoscenza dell’architettura contemporanea in provincia di Sondrio e il delicato rapporto tra costruzione di un edificio e territorio montano. È stato proseguito il lavoro di sensibilizzazione per porre all’attenzione di tecnici e politici l’importanza del concorso di architettura quale strumento efficace per la realizzazione delle opere pubbliche.


Lavori Pubblici Da alcuni anni a questa parte, in nome di trasparenza e concorrenza, la progettazione delle opere pubbliche, con una errata considerazione riguardo la fornitura di prestazione intellettuale, viene messa a confronto sulla base di parametri quali il costo e la rapidità di esecuzione. Dall’entrata in vigore del D.Lgs 163/2006, nel settore degli appalti pubblici, ancora oggi è da costruire un quadro normativo efficace che garantisca criteri oggettivi di aggiudicazione degli incarichi senza che sia soltanto il fattore economico il principale strumento per la decisione. È urgente e necessario eliminare il sistema dell’affidamento di incarico con l’offerta al massimo ribasso a favore dell’obbligatorietà dell’offerta economicamente più vantaggiosa secondo criteri di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza e introducendo alcuni correttivi riguardo la procedura utilizzata relativa a fattori ponderali di valutazione e relativi punteggi. Studi professionali Dalla recente ricerca CRESME “Il mercato della progettazione architettonica in Italia”, commissionata dal CNAPPC, risulta che il ciclo edilizio in costante crescita, che ha caratterizzato i 10-15 anni precedenti i recenti periodi di crisi, non ha visto protagonisti gli architetti. Già da allora si è riscontrato un calo consistente delle commesse pubbliche e private a favore di altre figure professionali e la situazione attuale ha ulteriormente evidenziato i problemi strutturali. La responsabilità, oltre che a un sistema normativo confuso che non garantisce né chiarezza, né controllo sui limiti delle competenze (anzi continua a proporre nuove figure con confini sempre più labili tra le possibilità di intervento) è da ricercare anche nella categoria che stenta a riformarsi nell’organizzazione del lavoro e nell’adeguamento degli strumenti tecnologici. Troppi studi sono an-

cora formati da un solo componente, evidenziando una resistenza, non ragionevole, a formare gruppi stabili ed interdisciplinari di progettazione. È urgente e necessario un confronto e un intervento tra le varie professionalità tecniche che definisca chiaramente campo d’azione e limiti di competenza di ognuno e un impegno finanziario a favore del comparto della progettazione (con il coinvolgimento dei ministeri interessati e attraverso un’azione comune con la nostra cassa di previdenza) per favorire una riorganizzazione dell’attività degli studi professionali. Riforma delle professioni In attesa della ormai improrogabile riforma delle professioni, gli architetti italiani possono, da subito, rinnovare l’attuale organizzazione tra i vari livelli del sistema ordinistico rivedendo ruoli e compiti sia a livello centrale del CNACCP, sia a livello periferico delle Consulte Regionali. È urgente e necessario rinnovare il sistema ordinistico attraverso la organizzazione di strutture capaci di lavorare in costante sinergia e fornire assistenza e consulenze sia agli ordini provinciali, sia ai singoli iscritti che sempre di più hanno bisogno di un servizio efficiente e rapido di risposta in materia di norme, decreti, deontologia, fiscalità. Compito del nuovo Consiglio, oltre che continuare ad operare in ambito locale per agevolare lo svolgimento della professione e porre anche la figura dell’architetto, del pianificatore, del paesaggista e del conservatore al centro degli interessi collettivi, è di fornire un contributo al raggiungimento, in tempi rapidi, di questi obiettivi per poter uscire dalla crisi con un nuovo e positivo scenario di riferimento. Giuseppe Sgrò

29 FORUM ORDINI

A lato di queste iniziative l’attività del Consiglio è stata dedicata ad un’approfondita riflessione riguardo una serie di argomenti che risultano prioritari per un rinnovamento del sistema professionale e per una valorizzazione della figura dell’architetto, cercando di individuare gli argomenti e le strategie da sottoporre all’agenda dei prossimi e rinnovati Consigli nazionali e regionali, con la consapevolezza che soltanto un’azione forte ed efficace nei confronti di Stato e Regione può essere lo strumento utile a modificare l’attuale situazione. La crisi economica degli ultimi anni ha accentuato problemi già da tempo presenti nel settore libero-professionale e in particolare ha messo in evidenza: s L URGENZA DI RIVEDERE IL QUADRO NORMATIVO CHE INTERESSA soprattutto i lavori pubblici; s LA NECESSITÌ DI UNA RIORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÌ DEGLI architetti; s IL BISOGNO DI UNA PROFONDA RIFORMA DELLE PROFESSIONI E DEL sistema ordinistico.


a cura della Redazione

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Aggiudicato il concorso per il Parco Citylife a Milano

Il 27 ottobre è stato proclamato il vincitore del concorso internazionale per la Progettazione del parco pubblico di CityLife a Milano. Ha vinto il progetto presentato dagli studi Gustafson Porter (Regno Unito) in gruppo con Melk, One Works e Ove Arup (vedi foto) con la seguente motivazione, illustrata da Francesco Dal Co, presidente della giuria: “il progetto (…) soddisfa l’esigenza primaria di realizzare a Milano uno dei più importanti parchi urbani messi in cantiere negli ultimi anni nel mondo. Le dimensioni dell’intervento e le sue implicazioni sono tali da prospettare la creazione nel cuore dell’espansione moderna della metropoli lombarda di una nuova centralità tesa a soddisfare le esigenze della cittadinanza e la migliore fruizione del tempo libero. All’interno di uno dei più vasti interventi di trasformazione urbana in via di realizzazione in Europa, si verrà a creare uno spazio verde di circa 170.000 mq. Questo spazio verrà attrezzato con tutti i servizi necessari e risulterà integrato all’ambiente urbano circostante e ai circostanti spazi verdi che verranno a loro volta riqualificati. Selezionato tra otto progetti elaborati da alcuni tra i migliori architetti paesaggisti attivi a livello internazionale (…) il progetto interpreta sul piano formale le notevoli e impegnative caratte-

ristiche dell’area su cui CityLife è impegnata ad operare. La proposta offre dal punto di vista funzionale ogni garanzia circa la fruibilità di uno spazio pubblico che non ha molti precedenti, promette di dotare la città di Milano di un luogo caratterizzato dall’impiego delle tecnologie più avanzate volte all’esaltazione di ogni aspetto naturalistico ed ecologico di un parco modernamente concepito”. Al secondo posto si è classificato lo studio Proap (Portogallo) con il progetto Il meglio dei due mondi, e al terzo Atelier Girot (Svizzera), con il progetto Radura. Gli otto partecipanti al concorso sono stati selezionati a luglio 2010 dal Comune di Milano e da CityLife tra oltre 70 candidati. Il vincitore ora ha il compito di sviluppare il progetto definitivo entro il 31 dicembre 2010. Il parco sarà realizzato in tre fasi: la prima di circa 60.000 mq corrisponde all’area in cui si stanno costruendo le Residenze Hadid e Libeskind affacciate su piazzale Giulio Cesare. Le restanti parti saranno completate fra il 2012 e il 2015. La giuria del concorso è stata presieduta da Francesco Dal Co, Claudio Artusi, Alberto Ferlenga, Luca Novara, Roberto Russo, Giancarlo Tancredi, Flora Vallone, Luigi Vigani, Daniela Volpi.

Camminando fra le sculture a Monterone Monterone, in provincia di Lecco, è un piccolissimo paese – il più piccolo comune d’Italia – ai piedi del Resegone e a due passi dalla Val Taleggio. Un pae-

saggio mozzafiato, una natura incontaminata e 38 abitanti ospitati in poche case di pietra che costituiscono il centro del paese stesso. Domenica 12 settembre

si è inaugurata la rassegna “Arte Natura poesia”, la nuova tappa di una iniziativa che ha preso avvio negli anni ’80. Il cui obiettivo è la costruzione, lontano dal frastuono della città, di un nuovo rapporto fra arte e natura. Percorrendo i declivi della campagna del paese, i suoi sentieri o addentrandosi fra le poche case di cui si compone il paese, fino al 5 dicembre, è possibile imbattersi in opere d’arte contemporanea, sculture di grandi dimensioni che, con la loro presenza, individuano nuovi scorci sottolineando viste che potrebbero, altrimenti, apparire con minore chiarezza. È Epicarmo Invernizzi l’autore e il curatore di questa manifesta-

zione che non vuole identificarsi né con un parco delle sculture, tanto meno con una esposizione di land-art. Le opere che Invernizzi ha scelto hanno, infatti, la caratteristica di interagire con il paesaggio e non di confondersi con esso. Alcune sculture sono ormai parte del paesaggio – per esempio le colonne storte che non sostengono alcuna copertura costituenti la Cacogoniometrica di Gianni Colombo (vedi foto), esponente dell’arte cinetica e programmata, fanno parte del paesaggio dal 1988 – altre, invece, pian piano arrivano e in alcuni casi restano. Fra queste La porta si invola di Morellet che va ad arricchire un progetto veramente “moderno”.

The Jellyfish theatre Nel cuore di Londra, sotto la direzione di Folke Kobberling e Martin Kaltwasser – architetti berlinesi attivi in Europoa e in America con installazioni e ricerche sperimentali incentrate sul recupero delle risorse e la riduzione dei rifiuti industriali – 81 volontari, tra cui architetti disoccupati e carpentieri, hanno costruito in nove settimane un teatro temporaneo da 120 posti, the Jellyfish theatre, utilizzando 800 pallet e 750 mq di compensato. Ad eccezione della struttura portante in acciaio, tutto il resto dell’edificio è stato realizzato con materiale di recupero: pallet provenienti dal mercato di Covent Garden, scarti di scenografie teatrali, chiodi e tavole di legno dai cantieri, e ogni cosa utile

consegnata dai cittadini e dalle imprese in risposta all’appello della compagnia teatrale Red Room. Tale iniziativa ricade nell’ambito del progetto teatrale Oikos, “una miscela di arte spontanea, architettura e spettacolo che ha indagato come una nuova società sostenibile possa prosperare in un mondo alterato dai cambiamenti climatici”. È un progetto innovativo di “teatro totale” che ha visto la stretta collaborazione tra gli architetti responsabili della costruzione e i commediografi autori delle rappresentazioni che sarebbero state ospitate dal teatro. Tali pièces, che trattano di persone costrette a ripensare e ricostruire la propria vita dopo catastrofi politiche e


questo tipo di costruzioni sia affine a quello delle meduse: creature fragili, che compaiono all’improvviso per poi dileguarsi in breve tempo, che per vivere hanno bisogno di acqua pulita e rifuggono i nostri mari inquinati. Valeria Giuli

progetto di Jan Kaplicky per la National Library di Praga del 2007, o il film Studio Gang Architects: Aqua tower, sulla firma di Chicago fondata nel 1997 dall’architetto Jeanne Gang, che nel 2009 ha completato la quinta torre più alta al mondo. Architecture & Design Film Festival ha beneficiato della collaborazione del festival italiano Beyond Media diretto da Marco Brizzi - con alcuni tra i milgiori video di architettura qui presentati nella scorsa edizione. Irina Casali

Architecture & Design Film Festival

Saverio Muratori. Un convegno itinerante

New York, dal 14 al 17 ottobre scorso – presso le sale della Tribeca Cinemas di Robert De Niro, sita in down town – ha ospitato il più considerevole film festival di architettura e design degli USA. Diretta dall’architetto Kyle Bergman e dalla designer Laura Cardello la manifestazione, sold out prima di cominciare, ha passato in rassegna più di 40 film – organizzati in 13 programmi tematici, ciascuno di 2 o 4 film – tra lungometraggi, corti (dai due agli otto minuti) e documentari, oltre a interviste

Un convegno itinerante, che, dispiegandosi nell’arco di un intero anno, attraverserà l’Italia, le sue più importanti università, per arrivare a toccare anche la prestigiosa sede della Technical University di Delft (TUD), vuole ricordare la figura di Saverio Muratori architetto, ma anche professore e teorico, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita (1910-1973). Obiettivo del convegno è riportare all’attenzione degli architetti, ma non solo, l’apporto teorico di questa poliedrica figura promuovendo un dibattito, che nelle intenzioni vorrebbe essere il più allargato e qualificato possibile, sulle tematiche introdotte dagli studi di Muratori e che, investendo non soltanto l’architettura ma l’ambiente tutto, la città e il territorio, paiono alquanto attuali. Il presupposto a fondamento dell’iniziativa è che esista una sorta di scuola muratoriana che ha contraddistinto e forse continua a caratterizzare una parte della cultura architettonica italiana. Il primo incontro, “Saverio Muratori o della scienza della città e del territorio”, si è svolto a Modena, sua terra natale, nelle due giornate del 22 e 23 ottobre scorsi, ed ha visto protagonisti, fra gli altri: Giancarlo Cataldi, che ha introdotto l’iniziativa; Gian Luigi Maffei con un intervento sugli sviluppi della scuola di Muratori e Giorgio Muratore che ne ha ripercorso l’iter di formazione nell’ambito della scuola romana. La giornata del 23 ottobre è, poi, stata aperta da Franco Purini

con famosi designers e architetti come Stafan Sagmeiste, Oscar Niemeyer and Paula Scher. Le singole proiezioni sono state accompagnate, nella grande sala adiacente al Teatro, da un fitto programma di confronto e sessioni di “domande e risposte”: architetti, filmakers, designers, amici e colleghi si sono incontrati per discutere del processo di design, dell’architettura nel film nonchè del design che vediamo e usiamo ogni giorno. Il festival ha proposto film sui pionieri dell’architettura e del design

con un intervento dal titolo “Fortune e sfortune critiche di Saverio Muratori”, ed è proseguita con l’intervento di Enrico Bordogna, “Saverio Muratori: echi e incidenze milanesi”, Attilio Petruccioli con una lettura di città e territori extra-europei in chiave muratoriana, Massimo Gasperini sul progetto della chiesa incompiuta dell’Assunzione di Maria al SS. al Tuscolano e Nicola Marzot che si è occupato dell’influenza del lavoro di Muratori in Olanda con un intervento dal titolo: “Come e perché N.J. Habraken è diventato muratoriano. Il confronto fra strutturalismo e tipologia processuale in Olanda”. Il convegno proseguirà i suoi incontri a Venezia il 20 gennaio 2011, a Roma a maggio 2011, a Genova, ottobre 2011, Milano, novembre 2011, e si concluderà nel febbraio 2012 a Delft.

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naturali, sono andate in scena dal 26 agosto al 9 ottobre, dopo di che ha avuto inizio la fase di smantellamento del teatro le cui componenti sono state nuovamente riciclate. Il curioso nome assegnato al teatro (in inglese jellyfish significa “medusa”) vuole sottolineare come il comportamento di

dalla metà del secolo scorso – il graphic designer svizzero-americano Herbert Matter, avanguardista nell’uso del foto-montaggio nella commercial art; Lucienne e Robin Day, inseparabile coppia per quasi 70 anni, icone del design britannico degli anni ‘50/’60; Julius Shulman, fotografo di architettura, scomparso l’anno scorso a 99 anni, noto per la foto del 1960 alla Stahl House di Los Angeles progettata da Pierre Koenig – per arrivare a illustrare i giorni nostri con opere come il documentario di Olga Spátová, Eye over Prague, sul


OSSERVATORIO ARGOMENTI

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Aldo Rossi a Milano

“Ho sempre visto l’architettura tra queste due grandi componenti o questi due confini: da una parte il suo modo di realizzarsi (nella rappresentazione e nella costruzione) e dall’altra il suo riferirsi alla città, come riferimento e fondamento dell’architettura. Per questo considero i disegni di architettura in modo molto serio, anche e specialmente quando cercano di avvicinarsi o spiegare meglio il significato di un’opera”, scriveva Aldo Rossi e questa frase potrebbe figurare quale didascalia della nuova mostra ospitata, a Milano, dalla Galleria di Antonia Jannone. Questa iniziativa rinnova una precedente collaborazione con l’architetto, iniziata nel 1979 con la mostra Alcuni miei progetti.

Curata dalla Fondazione Aldo Rossi e dagli Eredi, l’esposizione raccoglie una serie di disegni e opere realizzati fra il 1970 e il 1980, mai esposti fino ad ora al pubblico, ma solamente riprodotti nella monografia Aldo Rossi, Disegni curata da Germano Celant, direttore scientifico della Fondazione Aldo Rossi. Visitare questa bella mostra permette ancora una volta di verificare come per Rossi architettura e città siano stati due termini strettamente legati: in ognuno dei suoi disegni, infatti, ciò che si rende evidente è la costruzione della città, le tipologie dei suoi edifici, la morfologia del territorio. Ecco che allora ognuno dei disegni diventa parte di una “nuova” città, molto più ampia di quella reale, in cui si riassume tutta la storia dell’architettura e in cui i più importanti progetti di Rossi (il Gallaratese, la casa a Borgo Ticino, la scuola di Fagnano Olona o anche il progetto per Trieste, ecc.) si compongono a costruire una idea “analoga” di città. Completa l’esposizione un bel catalogo introdotto da uno scritto dell’amico Rafael Moneo. Aldo Rossi, opere dal 1970 al 1980 19 ottobre – 30 novembre 2010 info: www.antoniajannone.it

Giardini tascabili: come imparare dagli U.S.A Lo scorso 3 novembre, presso la sede del Consiglio di Zona 3 di Milano, sono stati presentati i lavori degli studenti del corso di “Progettazione urbanistica del verde pubblico”, tenuto da Giampiero Spinelli alla Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, sul tema dei “giardini tascabili”. Gli studenti, del secondo e terzo anno, sono stati chiamati a ripensare alcune aree della zona 3 di Milano (piazza Oberdan, il primo tratto di viale Regina Giovanna, piazza 8 Novembre, piazza Bernini, via Bassini/via Grossich); le aree, considerate interstiziali, quasi dei “buchi

neri” all’interno del tessuto urbano denso, sono state scelte perché, sebbene già destinate a verde pubblico, risultano poco fruibili e scarsamente utilizzate. Il lavoro si è dunque indirizzato verso la progettazione di luoghi urbani riconoscibili, e nei quali riconoscersi: luoghi dell’identità urbana. Si è così attinto all’esperienza oltreoceano dei pocket park, che nel 1997 è approdata in Europa, a Lione, poi a Villeurbanne e a Ginevra con i jardin de poche e che sarà uno dei temi che accompagneranno la manifestazione “Copenhagen 2015 – Eco-metropole”.

I pocket park nascono a New York, nel quartiere di Harlem, nel 1965: con la loro superficie esigua di circa 6 m di larghezza per 30 di profondità, i giardini tascabili si presentarono fin da subito come degli interventi non pianificati a priori, ma come iniziative estemporanee mirate alla riqualificazione del tessuto urbano degradato; le prime esperienze europee a Lione hanno dimostrato la possibilità di applicare questa tipologia di spazio urbano anche all’interno di lotti urbani inedificati. Il progetto dei “giardini tascabili” sembra dunque ricco di potenzialità, anche per la città di Milano: spazi urbani verdi per il quartiere, luoghi di svago e di riposo, luoghi per il gioco dei bambini, luoghi di incontro, luoghi per ospitare manifestazioni di quartiere, luoghi infine

dell’identità urbana potrebbero arricchire e caratterizzare alcune parti del denso tessuto costruito. Ci auguriamo dunque che la collaborazione tra il Politecnico di Milano ed il Consiglio di Zona 3 non rimanga sulla carta, ma che venga anzi estesa all’amministrazione comunale, anche in vista di Expo 2015. Cecilia Fumagalli

Sulle relazioni tra Italia e Portogallo Il 30 novembre ha avuto luogo il primo incontro del convegno “Sulle relazioni tra Italia e Portogallo” promosso dall’Ambasciata del Portogallo in collaborazione con la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano. Ha coordinato il progetto Ereditareilpaesaggio, gruppo di ricerca attivo dal 2005 che esplora i temi dell’identità dei luoghi attraverso processi di mappatura e reinterpretazione, partendo da temi specifici che riguardano la città, il paesaggio e l’architettura. La conferenza ha avuto avvio con i saluti dell’ambasciatore

del Portogallo a Roma Fernando d’Oliveira Neves, seguito dal preside della facoltà di Architettura e Società Piercarlo Palermo e dalla direttrice del DIAP del Politecnico di Milano Patrizia Gabellini. Sono poi intervenuti Manoel Salgado e Vittorio Gregotti sul tema “Relazioni tra Italia e Portogallo” e Marco Introini sull’Expo di Lisbona. La seconda giornata di lavoro si terrà il 20 gennaio 2011 sempre presso la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano V. G.


a cura di Manuela Oglialoro

I Sistemi Bibliotecari, sono strutture territoriali istituite dalla Regione Lombardia in base alla L.R. 81/85. Nell’organigramma di costituzione delle reti di biblioteche sono indicate le finalità che si vogliono perseguire: i sistemi bibliotecari “hanno il compito di coordinare i programmi e gli acquisti delle biblioteche associate, fornire consulenza di biblioteconomia e assicurare, a tutti i cittadini del territorio, il servizio di lettura, documentazione ed informazione e la consulenza bibliografica. I Sistemi Bibliotecari Locali elaborano progetti e iniziative aventi per obiettivo la diffusione, l’animazione e la promozione della lettura sul proprio territorio di riferimento, in collaborazione con enti e strutture presenti locali” (dal sito del complesso bibliotecario della Provincia di Varese, www.provincia.va.it). Fra i compiti istituzionali dei sistemi bibliotecari vi è la promozione e valorizzazione della storia locale. Consultando sul web i siti relativi alle reti di biblioteche è possibile avere a disposizione un cospicuo patrimonio di documenti la cui conoscenza può costituire un valido contributo nell’approfondimento della storia di luoghi e di territori in cui ci si trova a intervenire progettualmente o ai fini di ricerca. Sono numerosi i sistemi bibliotecari sorti in Lombardia; qui presentiamo alcuni consorzi ubicati nell’area a nord di Milano, in particolare, il Consorzio interbibliotecario “A. Panizzi” che fa parte della più ampia “Rete Bibliotecaria della Provincia di Varese” e il Consorzio sistema bibliotecario Nord Ovest di Novate Milanese. Consorzio interbibliotecario “A. Panizzi” Situato in una delle aree italiane a più alta densità demografica, il Consorzio, istituito nel 1989, è l’organo della cooperazione intercomunale tra le 17 biblioteche del gallaratese, al servizio di una popolazione di quasi 170.000 abitanti, con un patrimonio di oltre 380.000 libri. Il Consorzio Comprende: Albiz-

zate, Arsago Seprio, Besnate, Cairate, Cardano al Campo, Carnago, Casorate Sempione, Cassano Magnago, Cavaria con Premezzo, Ferno, Gallarate, Jerago con Orago, Lonate Pozzolo, Oggiona con Santo Stefano, Samarate, Solbiate Arno, Vizzola Ticino. Il Consorzio “A. Panizzi”, con la biblioteca civica di Gallarate, persegue il progetto, già avviato nel 2000, per la “costituzione di un fondo per la storia locale del territorio dell’antico contado del Seprio attraverso la ricerca di documenti negli archivi storici di Milano e la loro trascrizione in formato elettronico”. I documenti raccolti saranno consultabili in formato elettronico in un’apposita sezione del sito. In generale, fra gli obiettivi del progetto intrapreso si legge: Rilanciare l’attività del sito www. archiviodeilaghi.net, estendendone le aree di interesse, e riversandone il contenuto in un’apposita sezione del sito del Consorzio, nella prospettiva di un portale integrato di tipo bibliotecario/ archivistico. Ampliare la disponibilità in rete per studiosi ed appassionati di parte dei documenti storici relativi al territorio dei laghi varesini, giacenti in diversi archivi e non sempre di facile accesso e consultazione. Consentire un rapido accesso e offrire un’interfaccia amichevole a biblioteche, scuole, università e enti locali. Costituire un punto di riferimento per le fonti di in-formazione storica sul territorio dei laghi e della Provincia di Varese. Le biblioteche così organizzate, insieme ad altri enti che istituzionalmente svolgono opera di ricerca sul territorio, possono offrire, con formidabile sinergia, una fonte inesauribile di dati, informazioni e documenti per realizzare imponenti sistemi informativi sulle realtà locali: Grazie al Consorzio i confini della singola biblioteca si ampliano, fino a scomparire, le biblioteche in Sistema sono parte di un corpo unico, che funziona soltanto se funzionano le sue parti. La rete di cooperazione catalizza le risorse documentarie di un territorio, ottimizzandone accessibilità e usabilità, per la costruzione di un sistema informativo di qualità ed efficace” (www. sbgallarate.it).

33 Collegandosi al sito del il Consorzio “A. Panizzi” è possibile accedere anche alla MediaLibraryOnLine di recentissima concezione. Tale servizio è in via di sperimentazione e sarà attivo sino al 31.12.2010. La “MediaLibraryOnLine” è un “sistema per distribuire ogni tipologia di oggetto digitale (…) Questo strumento è rivolto alle Biblioteche pubbliche, ai Sistemi bibliotecari, Alle amministrazioni locali alle scuole, università ed altri enti” (www. panizzi.medialibrary.it). Si tratta di una “digital library” che può offrire una vasta possibilità di accesso a materiali storici contenuti negli archivi e in antichi fondi bibliotecari (come libri antichi, manoscritti, archivi iconografici, contenuti museali, cataloghi storici, ecc.) finora difficilmente consultabili. L’innovazione della digital library consente inoltre l’accesso ad una vastissima banca dati relativa ai prodotti della ricerca scientifica, e alla consultazione della stampa internazionale: MediaLibraryOnLine offre un accesso senza limiti alla banca dati PressDisplay, la più grande edicola online nel mondo, che permette di sfogliare e leggere centinaia di giornali quotidiani e riviste prestigiose da tutto il mondo: 1.000 testate, 82 paesi, 39 lingue. Il Consorzio sistema bibliotecario Nord Ovest di Novate Milanese Un altro sistema è Il Consorzio di Novate Milanese, costituito nel 1997, che interessa attualmente 34 comuni consorziati e 50 biblioteche collegate per una popolazione di 780.000 abitanti. Il Consorzio comprende Arese, Bollate, Bresso, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Cerro Maggiore, Cesate, Cinisello Balsamo, Cormano, Cornaredo, Cusano Milanino, Dairago, Garbagnate Milanese, Lainate, Legnano, Limbiate, Nerviano, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Parabiago, Pero, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rescaldina,

Rho, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Senago, Sesto San Giovanni, Settimo Milanese, Solaro, Vanzago, Villa Cortese. Questa rete di biblioteche (CSBNO) è tra i consorzi bibliotecari più grandi e importanti e fornisce diversi tipi di servizi di assistenza, formazione, e promozione. Fra le attività promosse dal Consorzio, in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Villa Burba e con la Biblioteca Popolare di Rho, si inserisce la creazione avvenuta nel 2006, del Centro di Documentazione Locale di Rho, una struttura che si propone come: un centro di documentazione inerente la storia locale, con catalogazione e digitalizzazione di tutti i materiali documentari inerenti, messi a disposizione da persone,enti e associazioni, finalizzato alla pubblica fruizione delle informazioni” (www.csbno. net). Il servizio intende operare nella direzione di raccogliere materiali prodotti da studiosi, associazioni e scuole, che siano in relazione con la storia non solo del territorio di Rho, ma anche dei comuni limitrofi (raccolti nel CSBNO) di altri comuni dell’hinterland, della provincia di Milano e della stessa città di Milano, sempre con riferimento alla storia di Rho. Sul sito è possibile consultare nel catalogo on-line i documenti già digitalizzati (webopac.csbno.net/index.php). La funzione svolta da questi enti è insostituibile per raccogliere capillarmente e approfonditamente dati, immagini e manoscritti che descrivono la storia del nostro territorio, il ricordo di tradizioni e di consuetudini, i cambiamenti nella forma degli edifici e degli insediamenti. L’utilizzo della rete web per la divulgazione delle informazioni ha, inoltre, il pregio di costituire un importante riferimento nella ricerca e nell’attività professionale, con l’estremo vantaggio di permettere la consultazione direttamente dal proprio computer. M. O.

OSSERVATORIO STORIE LOCALI

Documentazione sulla storia locale


a cura di Antonio Borghi

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Conversazione con Mobility in Chain All’inizio del 2009 Davide Boazzi, Federico Cassani e Federico Parolotto danno vita a Mobility in Chain | MIC una società di consulenza con sede a Milano che opera nell’ambito della pianificazione dei sistemi per la mobilità e progettazione delle infrastrutture. Quali sono e a chi si rivolgono le vostre competenze? La società nasce con il desiderio di colmare il divario tra urbanistica e pianificazione dei trasporti che si è creato in Italia a partire dal secondo dopoguerra. Mentre l’ambito della progettazione urbana è diventato appannaggio della figura dell’architetto/urbanista, la progettazione dei trasporti è rimasto ambito esclusivo dell’ingegneria e questa separazione ha portato ad una standardizzazione dei temi relativi alla mobilità. Questa visione si è concretizzata nell’appiattimento su modelli di simulazione dei trasporti basati sulla teoria dei grafi, una teoria della matematica e dell’informatica che rappresenta in modo diagrammatico i collegamenti tra oggetti e che schematizza la maglia stradale urbana in un sistema di “aste e nodi”. La teoria dei grafi, o meglio la sua pedissequa applicazione, ha generato una lettura della maglia stradale attraverso la sola variabile del traffico veicolare, in cui ad un sistema vettoriale vengono associati dei valori di capacità veicolare lungo le carreggiate (aste) e alle intersezioni (nodi). Questo porta a sminuire la complessità di ciò che accade in una strada, privilegiando le connotazioni quantitative rispetto a quelle qualitative e sostanzialmente ignorando tutte le componenti specifiche di questo specifico spazio urbano che non siano veicolari. La riduzione della mobilità ad un aspetto matematico che ignora ogni riflessione sull’interazione dei flussi rispetto agli spazi che questi attraversano ha portato a scelte di carattere progettuale profondamente lesive della qualità urbana. Noi crediamo

invece che le competenze in materia di trasporti, pianificazione e progettazione urbana debbano continuamente dialogare tra loro e che l’allontanamento della figura professionale del pianificatore dall’ambito dei trasporti sia una delle principali cause delle problematiche di congestione veicolare di cui tutti siamo testimoni. Troppo spesso, ad esempio, si è pensato di risolvere i problemi del traffico attraverso la sua progressiva fluidificazione con l’aumento della capacità stradale che porta con sé l’aumento del traffico stesso – il cosiddetto incremento “fisiologico” tipico della parte previsionale di tutti i piani per la mobilità. Questo approccio ha finito per attribuire centralità al ruolo dell’automobile all’interno del sistema della mobilità e Milano, purtroppo, ne è il classico esempio. Il vostro approccio ai temi della mobilità in che cosa si differenzia da quello tradizionale? L’attività di MIC è basata sulla capacità di instaurare un legame forte tra diversi ambiti professionali – legame in cui i temi della mobilità si saldano ai temi della qualità urbana e dello sviluppo sostenibile. La consulenza di MIC si caratterizza per la capacità di intervenire nelle diverse fasi progettuali (dal concept masterplan all’urban design) attraverso la comprensione olistica dei flussi che attraversano gli spazi tra gli edifici e l’interazione reciproca tra il tessuto urbano e la mobilità. Il flow design è l’aspetto caratteristico della consulenza di MIC tesa a far emergere come la qualità di uno spazio urbano sia definita anche dagli “oggetti” in movimento che lo attraversano, dai veicoli, ai pedoni, al trasporto pubblico, alla mobilità ciclabile. Lavorare con le grandi realtà straniere quali ad esempio lo studio di Foster + Partners ci ha consentito di crescere professionalmente, di affrontare i progetti con uno sguardo sempre nuovo rispetto alle tematiche dell’ambiente, della sostenibilità e dell’innovazione. La tensione verso l’eccellenza e il desiderio di migliorare ogni progetto rispetto al precedente, sono le qualità che caratterizza-

no le figure di primo piano della progettazione internazionale e questo costringe noi consulenti a un costante miglioramento degli standard di qualità. All’interno del Masterplan e del dossier per l’Expo 2015 il capitolo mobilità è stato trattato in modo adeguato? L’Expo rappresenta per Milano una fondamentale opportunità di crescita e di innovazione in tutti i campi. Il sistema della mobilità e gli interventi infrastrutturali ad esso connesso rappresentano sicuramente uno dei suoi temi principali. Tuttavia, mentre il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” intreccia in modo innovativo e creativo le questioni dell’alimentazione e della sostenibilità ambientale, lo specifico tema delle infrastrutture e della mobilità è trattato con un approccio sostanzialmente tradizionale e una visione “auto-centrica” del sistema della mobilità. Il primo punto dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (dove si propone uno “Sviluppo sostenibile del territorio, che comprende le iniziative di sviluppo e riqualificazione territoriale, come le infrastrutture per la mobilità, interventi di assetto ambientale rurale e idrogeologico, iniziative per la sostenibilità energetica e la riduzione delle emissioni climalteranti”) non sembra infatti riflettersi nella generale impostazione del quadro infrastrutturale dominato dalle “grandi opere” della viabilità - Tangenziale EST-EST, BreBeMi, Pedemontana, ampliamento A4 ed A8 - tutte incentrate sulla visione di incremento della capacità per fluidificare il traffico. Se da un lato, le opere relative al sistema dei trasporti pubblici appaiono avere un peso notevole nelle opere connesse all’Expo, facendo riferimento alle stime sui volumi di visitatori che prevedono una media da 140 mila visitatori al giorno di cui solo il 16% arriverà con la propria automobile, il quadro risulta decisamente sbilanciato a favore dell’automobile. Dalla documentazione previsionale (in un quadro complessivo di opere “essenziali”, “connesse” e “necessarie”) il 63% degli investimenti sono relativi a nuova viabilità.

Una ulteriore incognita rimane l’effettiva fattibilità degli interventi sul trasporto pubblico nei tempi previsti. Le linee metropolitane, ammesso che i lavori siano portati avanti a pieno ritmo, richiedono tempi di realizzazione molto lunghi. Basti ricordare che per la linea 1 ci sono voluti 7 anni (dal 1957 al 1964), per la linea 3 ce ne sono voluti 11 (dal 1979 al 1990) e per il Passante Ferroviario sono trascorsi addirittura 25 anni tra l’inizio lavori (1984) e il completamento della tratta Porta Vittoria - Rogoredo nel 2008. Come giudicate l’attuale assetto del sistema della mobilità milanese? Milano riflette due visioni di pianificazione territoriale ed urbanistica tra loro opposte e contrastanti. Da una parte, negli ultimi anni, si è dato avvio ad una serie di interventi per porre rimedio alla endemica congestione veicolare con un approccio sostenibile ed in linea con il panorama Europeo e mondiale. Tariffazione della sosta nelle aree centrali, Ecopass (o meglio un sistema di Congestion Charge) e Bike Sharing sono misure efficaci per la riduzione della mobilità veicolare privata che accomunano Milano a molte realtà urbane in tutto il mondo. Queste iniziative da sole, purtroppo, non bastano. Devono essere supportate da investimenti sul sistema dei trasporti pubblici e devono essere sviluppate, pubblicizzate e aggiornate. È chiaro che se l’Ecopass rimane alla fase sperimentale del 2008 (ovvero non viene aggiornato ed affinato rispetto alle nuove tipologie di veicoli circolanti) e se il Bike Sharing rimane senza una reale attenzione alla ciclabilità della rete strade milanese, l’effetto benefico di questi provvedimenti rimane limitato e marginale. Dall’altro lato si pensa ad opere infrastrutturali gigantesche sul territorio cittadino come nel caso del tunnel Certosa-Forlanini, ribattezzato con poca fantasia “Tunnel stradale di Milano” (Expo Garibaldi e Garibaldi Forlanini) che risulterebbe un’opera costosissima e di dubbia utilità, la massima espressione della linea di pensiero “autocentrica”.


Esperienze come quelle di Zurigo e Copenhagen sono esempi di città, che attraverso una duratura e specifica politica a supporto della mobilità sostenibile, sono riuscite a creare un ambiente urbano di straordinaria qualità. Zurigo, che dagli anni Settanta attua una politica urbana incentrata sul potenziamento della rete di trasporto pubblico di superficie (soprattutto tramviaria) vanta una ripartizione modale del 63% su trasporto pubblico (la più alta in Europa). Copenhagen, promotrice da anni di incentivi per la ciclabilità, a discapito di un clima e di un’orografia molto meno favorevoli di Milano, presenta una ripartizione su bicicletta del 36%. Quali sono gli obiettivi che Milano può ragionevolmente porsi in vista dell’Expo? Dal punto di vista della mobilità e dei trasporti, al di là delle opere programmate più o meno importanti, la grande opportunità è il miglioramento della qualità urbana della città, il miglioramento degli spazi pubblici, la creazione di itinerari cittadini, il potenziamento della mobilità lenta e sostenibile. In questo senso le idee alla base del masterplan dell’Expo sono molto forti e potenzialmente efficaci. Dal nostro punto di vista i due punti maggiormente qualificanti sono il sistema di mobilità interno all’area completamente pedonale collegato al sistema dei parcheggi remoti con un sistema di navette elettriche e le famose Vie di Terra e di Acqua per il collegamento con la città storica, sulla cui realizzazione pesano però molte incognite. L’Expo rappresenta una incredibile opportunità di attrarre visitatori a Milano, non solo nel recinto espositivo vero e proprio, ma in tutto il tessuto urbano e metropolitano, creando dinamismo e sviluppo. Milano è una città policentrica, ricca di eccellenze architettoniche e culturali: il suo problema è che i nodi delle diverse centralità sono slegati tra loro,

disgregati e disintegrati in un caos di automobili parcheggiate, spazi pubblici inesistenti, percorsi sfilacciati e non riconoscibili. La grande sfida è quella di creare un sistema integrato di spazi pubblici sinergici, vivibili ed accessibili. Citando lo Studio di Valutazione dell’Impatto Ambientale dell’Expo è fondamentale: “cogliere la grande rilevanza della manifestazione come occasione unica per diffondere un diverso approccio culturale nei confronti delle modalità di trasporto (mezzo pubblico vs mezzo privato) e in particolare per promuovere la mobilità ciclopedonale (mobilità dolce).” Queste sono le buone intenzioni, ma quali sono i passi da intraprendere per raggiungere questi obiettivi? Sulla base delle nostre esperienze crediamo che uno sviluppo sostenibile debba essere impostato fin dall’inizio su un sistema di trasporto pubblico forte ed efficiente. Oltre a questo sempre più spesso si pone il tema della Mobility On Demand - di cui il bike sharing è solo uno degli elementi - ovvero creare sistemi di trasporto pubblico composto da flotte di diversi mezzi di trasporto (biciclette tradizionali, elettriche, automobili elettriche o ibride, motorini) disponibili ai cittadini in apposite stazioni attrezzate come metodo di trasporto alternativo all’automobile e sinergico con i sistemi di trasporto pubblico tradizionali. La nuova sfida di Parigi ad esempio, il progetto Autolib appena annunciato dal Sindaco della capitale francese, consiste in un sistema di 3000 automobili elettriche in 700 stazioni disponibile in condivisione ai cittadini per spostarsi in modo alternativo all’auto privata. Anche a Londra la nuova flotta di Blue Bikes rappresenta un esempio virtuoso di partenariato pubblico-privato (tramite la sponsorizzazione delle biciclette da parte di un famoso istituto bancario) che ha dato la possibilità di mettere in piedi in tempi brevi uno dei sistemi di Bike

Sharing più grandi al mondo: 400 stazioni e 6000 biciclette che diventeranno 8000 (Milano in questo momento ha 100 stazioni e 1400 biciclette). Un secondo elemento fondamentale è quello relativo alla creazione di ambienti urbani il più possibile multi-funzionali, con un forte mix di terziario, commerciale e residenziale e servizi localizzati in aree altamente accessibili dai sistemi di trasporto pubblico. Gli esempi di rigenerazione urbanistica come la Defence di Parigi o lo Square Mile di Londra mostrano come i grandi comparti monofunzionali siano dei veri e propri fallimenti urbanistici, congestionati di giorno, deserti e invivibili di notte. I quartieri multifunzionali, ricchi di attività diurne e notturne rappresentano, invece, una visione moderna e sostenibile della città. La sinergia tra diverse funzioni compatibili e la densità funzionale permette di ridurre la necessità e le distanze di spostamento favorendo la mobilità dolce e produce la massa critica per rendere attrattivi i sistemi di trasporto pubblico tradizionali. La vostra visione di mobilità sostenibile per Milano? Milano deve ritrovare un pensiero integrato sulla mobilità ed è evidente che l’Expo costituisce una opportunità unica, anche per il momento storico in cui si colloca. Stiamo attraversando una stagione di straordinari cambiamenti nell’ambito della mobilità, basti pensare che sino a pochissimi anni fa non c’era ancora la certezza della effettiva messa in produzione delle automobili elettriche. Mai come adesso occorre riflettere sul tema della mobilità in modo olistico con una forte integrazione delle soluzioni. Per incidere realmente sulla qualità urbana, modificando gli attuali schemi di mobilità eccessivamente vincolati all’uso dell’automobile, occorre una visione e la volontà di implementarla. Ad iniziative meritorie come il Bike sharing e l’Ecopass, che deve neces-

sariamente essere aggiornato ed esteso oltre gli attuali limiti, occorre associare una politica coerente della sosta, un sistema unitario di tariffazione del trasporto pubblico, incentivare il car sharing ma anche, e soprattutto, è necessario spiegare alla città e ai milanesi come le scelte personali di mobilità incidano sulla qualità della città che viviamo. L’Expo, che meritoriamente affronta il tema della sostenibilità alimentare, dovrebbe raccogliere questa sfida di cambiamento del modo di spostarti. Interventi di carattere tecnologico ad esempio, poco costosi e potenzialmente molto efficaci, potrebbero essere utilizzati per migliorare il sistema della mobilità. L’implementazione di un sistema di comunicazione ad hoc sulle piattaforme cellulari e gps - in grado di fornire i tempi di percorrenza reali, una indicazione in tempo reale della posizione dei mezzi pubblici, il coefficiente di riempimento dei mezzi - l’introduzione di sistemi di dynamic pricing (costi dei trasporti diversificati sulla base dell’orario di utilizzo) per favorire le diverse tipologie di utenza. L’Expo potrebbe, quindi, diventare il motore di una campagna di comunicazione finalizzata a far comprendere ai cittadini le problematiche della mobilità e l’implicazione di alcune scelte, sulla scia di grandi città come Copenhagen, Londra, Amsterdam e New York. Occorre tener presente che la vera eredità che ci lascerà l’Expo saranno le infrastrutture, che hanno cicli di vita secolari e permanenze molto più durature del singolo evento che collegano. Per questo motivo è fondamentale affrontare questo tema sviluppando una visione integrata e coerente. Sarebbe una vera occasione mancata se uno sforzo così importante - finanziariamente e politicamente - lasciasse in dote solo qualche autostrada e qualche fermata di metropolitana in più senza migliorare la vivibilità e la qualità urbana.

OSSERVATORIO CONVERSAZIONI

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a cura di Roberto Gamba

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Valorizzazione del centro storico di Besana in Brianza (Monza e Brianza) aprile – maggio 2009

Il concorso di idee, finalizzato alla “Riqualificazione urbana della piazza Umberto I e del centro storico”, rientra all’interno di una definizione di sviluppo urbanistico del capoluogo brianzolo. L’obiettivo consiste nella valorizzazione della centralità e del significato di un luogo simbolico per la qualità e l’importanza delle funzioni presenti (sede municipale, biblioteca, sala espositiva, parco di villa Filippini, basilica e oratorio e mercato settimanale). Si richiedevano 3 tavole in for-

mato A0 e il rispetto di un preventivo di massima non superiore a una soglia di spesa di 5.000.000 euro per la realizzazione del progetto. La giuria, composta da Anna Maria Sacco, presidente, Tatjana Pozar Holjevac, Chiara Merlini, olre al vincitore ha attribuito il 2° premio a Francesca Chiara Viganò; il 3° premio a Sandro Beltrami, Michael Vincent Uy, Carla Zovetti, Alessandra Gritti; il 4° premio a Stefania Albiero, Stefano Presi, Simone Pellegrin; il 5° premio a Roberta La Vena.

1° classificato Davide Brembilla (Bergamo), Francesco Forcella, Antonio Viscomi

Il progetto si compone di differenti elementi che puntano a risolvere le carenze della piazza. Una linea retta immaginaria parte dalla chiesa, un’altra dal municipio e da ogni singolo edificio e si proietta nella piazza segnandone la pavimentazione e disegnandola come un “minuzioso ricamo”. Al ricamo di linee viene sovrapposta una griglia razionale e modulare i cui nodi vengono segnati inequivocabilmente da corpi illuminanti a raso. Le fasce

luminose a terra definiscono le pertinenze degli stalli del mercato. Un dislivello attraversa da est a ovest la piazza e la rende belvedere naturale per le Prealpi sullo sfondo. È stata riattualizzata la tipologia della piazza porticata tracciando un percorso sospeso che, partendo dalla quota del sagrato della chiesa e procedendo verso via Verdi, si scosta dalla linea naturale del terreno per mantenersi alla quota della chiesa. Sono previste, inoltre, due vasche triangolari collocate in uno dei punti focali dello spazio pubblico ridisegnato e un parcheggio interrato su tre livelli.


maggio – luglio 2009

La società Agogroup (la cui sede si trova nella cittadina della provincia di Bergamo - www.agogroup.it) ha bandito un concorso di idee con prequalificazione (10 selezionati su curriculum e su documentazione fotografica relativa a un solo progetto realizzato) sul tema della residenza ecosostenibile (un edificio di tre piani fuori terra, di altezza massima m 10,5), su un’area, di 650 mq, situata nella piazza del Municipio, nel centro storico. Per il calcolo del costo dell’intervento erano da considerare 1.200 euro a mq, comprese le sistemazioni esterne. I progetti pervenuti sono stati analizzati a partire dalle caratteristiche bioclimatiche e dagli accorgimenti adottati ai fini di isolamenti ed abbattimento dei

consumi energetici; alle superfici residenziali e commerciali proposte; all’ampiezza dell’interrato; alla propensione del progetto ad eventuali cambi di destinazione d’uso. La commissione tecnica era composta da: Isaia Agosti, Marco Zenucchi, Cristian Corsini, Elisabetta Breveglieri, Alessia Agosti; la giuria da Fabio Calvi presidente, Paolo Bonomi, Antonio Gonella. Oltre al vincitore, gli altri finalisti sono risultati Atelier D; Giovanni Bellaviti; Boschi + Serboli; Marco Castelletti; Fondarius Architecture, Federico Calabrese, Alessandra Faraone; SR architetti, Walter Giliberto; Susanna Ferrini, Antonello Stella; Bernardo Angelo Percassi; Filippo Taidelli.

1° classificato Studio Rame Architetture (Bergamo), Davide Brembilla, Francesco Forcella, Valter Andreoli, Giovanni Cucini Il tema della residenza contemporanea ecosostenibile è stato affrontato pensando a un organismo edilizio che risponda a caratteri scientifico-tecnologici avanzati e che nasca anche da una ricerca espressiva contemporanea: il tentativo di comporre etica ed estetica in un unico corpo architettonico. Sono state affiancate la massima semplicità della costruzione alle tecnologie impiegate, alla massima leggerezza dei componenti, tanto in termini di peso, quanto in termini di contenuti energetici, al massimo sfrutta-

mento dei parametri urbanistici, al contenimento dei costi sia direttamente dei materiali e delle tecnologie impiegate che indirettamente nella gestione post costruzione. L’edificio si propone come una “pietra angolare” che definisce quasi simbolicamente un crocevia, assumendo quindi un ruolo di grande evidenza nel paesaggio urbano locale. L’aspetto che caratterizza la nuova architettura sulla scena urbana è la “vibrazione”, ovvero il leggero sfalsamento nella sovrapposizione dei piani, che esplicita la condizione di leggerezza conclusa dal sistema di pannellature mobili e traslucide che rivestono i due livelli delle abitazioni. Il piano terra commerciale è, invece, caratterizzato da una grande trasparenza data dalle vetrine.

37 OSSERVATORIO CONCORSI

Residenza ecosostenibile per Curno (Bergamo)


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Ristrutturazione e ampliamento della biblioteca di “Corte Valenti” a Garbagnate Milanese (Milano) giugno-novembre 2009

La finalità di questo concorso di idee, nel centro storico della cittadina, è stata quella di ampliare gli spazi ricettivi di consultazione bibliografica, studio e ricerca didattica multimediale (sale per mostre, convegni, attività culturali, multimediali e di consultazione, laboratori, uffici, depositi). Inoltre, quello di creare spazi e luoghi per attività di incontro nel tempo libero, integrati con la struttura socio-culturale: ad esempio uno spazio detto “Officina della memoria”; un’arena cinematografica (cir-

ca 200 posti); pubblici esercizi (bar-ristoro); un parcheggio sotterraneo per circa 100 posti auto; spazi pubblici all’aperto. L’importo per la realizzazione degli interventi non doveva superare i 5.000.000 euro. Il Comune richiedeva massimo 3 elaborati grafici in formato A0. I premi sono stati di 5.500, 3.000 e 1.500 euro. La Giuria era composta da: Gianfranco Brusa, Gianni Gatto, Laura Gianetti, Monica Brambilla, Ettore Santilli.

1° classificato Michele Cavalleri (Madone - Bergamo), Davide Beretta, Alberto Percassi, Dario Perego, Michael Vincent Uy

Lo spazio di connessione con gli edifici esistenti diviene una piazza lineare, un percorso che divide in due lo spazio verde, a destra il “bosco urbano” e a sinistra un prato dove trova collocazione il “cinema all’aperto”. L’edificio si sviluppa al di sotto di un guscio di tavelle di terracotta; al suo interno la divisione è costituita solo da sottili pareti di vetro. A piano terra, ci sono bar e emeroteca; poi “l’Officina della memoria”, uno spazio a

tripla altezza, che è piazza dentro l’edificio, dove le pareti sono costituite da pannelli vetrati a bilico. Al piano terra trova collocazione la zona riservata ai ragazzi, isolata acusticamente da uno schermo di vetro. Il primo e il secondo piano sono quasi interamente dedicati alla lettura con scaffali aperti; c’è anche un centro di studio e ricerca di circa 150 mq. Si prevede una tecnologia costruttiva basata sulla facciata ventilata, su un sistema di rivestimento, unito a un tamponamento altamente isolante; un patio a tutta altezza che garantisca un ricircolo naturale dell’aria (sistema camino) in tutte le stagioni.


Il nuovo edificio, in rapporto all’esistente, forma un insieme duale: il nuovo è la replica formale, come pieno, dell’esistente, come vuoto della corte Valenti – il gioco dei 2 quadrati, in una tensione tra positivo e negativo, dà vita ad una nuova figura che valorizza lo spazio della corte storica. La cultura materiale, senza la quale nessun immateriale è possibile, è un altro concetto portante del progetto. La pro-

duzione del laterizio, tipica della zona, è il tema dell’involucro esterno dell’edificio. Sulle facciate prenderà forma una sorta di fenomenografia del laterizio: diversi mattoni costituiranno le pannellature con cui si compongono i fronti dei piani primo e secondo ed elementi lineari disposti verticalmente agiranno da frangisole per l’involucro vetrato del piano terra. L’edificio proposto costituisce un nuovo modello di biblioteca molto aperto verso la città, in modo che divenga un vero e proprio condensatore e catalizzatore sociale dove incontrare stimoli culturali di differente natura non più solo per mezzo dei libri.

3° classificato ex aequo Innert: Giovanni Balabio (Busto Arsizio - Varese), Daniele Geltrudi, Arianna Fumagalli, Corrado Zerboni La biblioteca è pensata come un edificio lineare che perimetra il giardino retrostante Corte Valenti. All’idea architettonica dei muri di verzura di Castellazzo

3° classificato ex aequo Annio Maria Matteini (Milano) collaboratori: Marco Mariani, Chiara Galimberti, Marco Adriani Fondamento dell’assetto volumetrico ed architettonico del progetto è la realizzazione di una nuova corte che si affianca e si connette con la “Corte Va-

di Bollate, si ispira la facciata a giardino proposta. La vetrata a tutt’altezza è adombrata da un muro-arcata verde. Verso la Corte e la via San Carlo, la biblioteca è chiusa da un alto muro di mattoni, caratterizzato da grandi riquadri con tessitura muraria differenziata. Una fuga di scale organizza la biblioteca su tre livelli.

lenti”. Questa è delineata dalla giacitura di 3 nuovi corpi edilizi sviluppati su due livelli. Questi sovrastano un vasto porticato destinato anche alle manifestazioni e alle mostre temporanee, nel quale si articolano volumi ampiamente vetrati. Nell’interrato si sviluppano, su due piani, una grande autorimessa e gli spazi di deposito a servizio della biblioteca.

39 OSSERVATORIO CONCORSI

2° classificato Elvio Leonardi (Milano), collaboratori: Roberto Raffa, Daniele W. Re, Matteo Sintini, Marco Valentino, Walter Valentino


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I paesaggi lombardi di Pasolini Vittorio Prina Pier Paolo Pasolini. Teorema I luoghi: paesaggio e architettura Maggioli, Santarcangelo di Romagna (RN), 2010 pp. 76, € 10,00 La città è anche il risultato di una stratificazione di immagini, percezioni visive volontarie e involontarie, suggestioni reali o frutto di artifici figurativi. Tra questi il cinema, la settima arte, ha giocato un ruolo di primo piano nel ventesimo secolo, impregnando con i suoi ritmi e le storie i luoghi sfondo e talvolta protagonisti delle sue rappresentazioni. Vittorio Prina, già autore del volume Cinema, Architettura e Composizione (2009), in questo breve saggio affronta Teorema di Pier Paolo Pasolini, un’opera decisamente ostica e lontana dal linguaggio cinematografico corrente: presentata al festival del Cinema di Venezia nel 1968 e subito osteggiata da destra e da sinistra, stigmatizzata dalle gerarchie ecclesiastiche, sequestrata dalla censura di Stato e in seguito riabilitata. Un lavoro che nasce come poema in versi e diventa una parabola cinematografica sul disfacimento della società borghese e l’insensatezza delle convenzioni alla base della civiltà occidentale. Un’opera sicuramente adatta al lavoro di scavo e disvelamento di diversi livelli di significato messa in atto dall’autore di questo saggio. Ripercorrendone luoghi, tempi e geometrie in un rigoroso esercizio di analisi semiotica l’autore si pone alla stregua dell’archeologo alla ricerca di segni e significati impigliati tra spazio e tempo nei luoghi visitati dalla camera da presa di Pasolini, per la prima volta nelle rarefatte atmosfere padane, a Milano e nelle pianure del lodigiano. Tra i risultati più intriganti di questa sorta di dissezione è la scoperta delle geometrie dei movimenti di macchina, vere e proprie “inquadrature” rivolte a persone e luoghi il cui nesso con la narrazione non è mai scontato, se non nelle analogie con le arti maggiori come nel caso del “Quinto Stato”. C’è un vuoto colmo di significato in queste inquadrature, il vuoto che Pasolini mette al centro della sua narrazione e che suscita nello spettatore quel disagio che prelude all’angoscia e alla dissoluzione. Il tempo ci separa dai personaggi e dalle loro vicende mentre ci rende più attenti a luoghi che ci pare di conoscere, alcuni dei quali cancellati di recente: la Fabbrica Innocenti, le ville con Parco a San Siro, il Liceo Parini, l’Istituto Marcelline, la Chiesa di Santa Maria Segreta, il Giardino della Guastalla, via Venti Settembre e piazzale Giovanni Dalle Bande Nere e molti altri riportati nella piantina in appendice. Antonio Borghi

Sostenibilità insediativa Pier Luigi Paolillo Sistemi informativi e costruzione del piano. Metodi e tecniche per il trattamento dei dati ambientali Maggioli, Santarcangelo di Romagna (RN), 2010 pp. 308, € 39,00 (con Dvd) Il libro affronta il tema attuale della sostenibilità insediativa su cui le organizzazioni internazionali si sono espresse con una serie di raccomandazioni. La novità sta nella costruzione di un metodo per indirizzare le scelte, per costruire un piano sostenibile. Si tratta, quindi, di uno dei primi manuali di una nuova “idea” di città che da un ventennio va affermandosi nelle grandi capitali europee. Paolillo affronta uno dei due obiettivi del nuovo corso dell’urbanistica europea: quello della sostenibilità ambientale dello sviluppo insediativo e della ricomposizione dei suoi equilibri. Per far ciò pone al centro la conoscenza, espressa da un sistema di nuove tecniche articolate in un percorso logico di analisi e valutazioni. Il primo passo è rappresentato dall’organizzazione e dal trattamento delle informazioni. Per esso viene indicato un percorso di elaborazione per atti successivi che, partendo dal censimento e dalla raccolta di banche dati, pone i criteri per la loro selezione e classificazione e organizza gli strati informativi per esplorare poi, attraverso il Gis, quello che l’autore definisce il “poliedro” ambientale, individuando i limiti delle risorse fisiche, e giungendo a esaminare le dinamiche dell’ambiente e le peculiarità locali, per valutare le interdipendenze tra le componenti ambientali. Sulla base di tale impianto logico, il passo successivo consiste nella costruzione di un sistema di indicatori ambientali come strumento per la decisione. In questo caso viene indicato un percorso logico di approfondimento per fasi successive volto a elaborare gli indicatori ambientali e a valutarne l’efficacia in termini di sostenibilità delle scelte localizzative, grado di compattezza urbana, qualità dell’assetto morfologico, qualità ambientale del costruito, efficienza delle polarità urbane. Infine, si propone un’esemplificazione di tale iter: la definizione delle procedure di costruzione di un sistema informativo territoriale e la sua esemplificazione su una città lombarda. In conclusione, questo è un libro di tecnica urbanistica che, attraverso una serie di percorsi logici in sequenza consente non solo, e non tanto, di valutare in senso ambientale le scelte di organizzazione dello spazio effettuate nel piano, quanto soprattutto di aiutare a costruirle, di guidare la loro elaborazione. Roberto Cassetti

Go east: Singapore songlines Rem Koolhaas Singapore songlines. Ritratto di una metropoli Potemkin... o trent’anni di tabula rasa Quodlibet, Macerata, 2010 pp. 110, € 18,00 Nel 1995 viene pubblicato il libro S,M,L,XL, nel quale sono raccolti i progetti elaborati dallo studio Office for Metropolitan Architecture (OMA) e i saggi teorici scritti da Rem Koolhaas. Per certi versi S,M,L,XL può essere considerato una monografia dei progetti di OMA e al contempo un’antologia atipica, quanto significativa, dei testi di Koolhaas. Tra quest’ultimi è compreso un saggio dedicato all’analisi e alla critica della città di Singapore: Singapore songlines. Portrait of a Potemkin Metropolis... Or Thirty years of Tabula Rasa, inserito nella sezione “XL-extra large” e ultimato nello stesso anno di pubblicazione del volume. Merito della casa editrice Quodlibet è di aver individuato, isolato e pubblicato questo straordinario scritto che, a distanza di quindici anni dalla sua apparizione, rimane di estrema attualità – e utilità – per chi desidera apprestarsi alla lettura della città contemporanea. Estrapolato dal suo contesto originario, senza tuttavia perdere di efficacia, il saggio costituisce sia uno strumento di interpretazione delle trasformazioni urbane innescate dalla globalizzazione sia l’introduzione alla ricerca teorico-analitica che dalla metà degli anni Novanta Koolhaas intraprende sulle città asiatiche. Singapore, considerata un reale “modello di città contemporanea”, è il luogo in cui viene attuato, e reiterato, un progetto urbanisticoarchitettonico basato sulla rimozione, la distruzione e la sostituzione di parti del tessuto urbano, ossia la realizzazione dell’utopia moderna della tabula rasa. Preso atto del “declino dell’influenza dell’Occidente nella formulazione della città”, Koolhaas indaga Singapore con estrema attenzione alle sue peculiari condizioni politico-economiche. Profetizza che da lì a breve lo schema urbano di Singapore e il programma che la definisce – convergenti coi presupposti teorici della Generic City, a cui viene dedicato un saggio incluso nella medesima sezione di S,M,L,XL – influenzeranno il futuro sviluppo mentropolitano della Cina. Tuttavia nell’introduzione all’edizione italiana corregge il vaticinio: “Mentre scrivevo, sembrava che Singapore fosse destinata a essere il modello per lo sviluppo della Cina, cosa che si è rivelata un pio desiderio (...) molti dei suoi temi, attualmente, infestano il nostro cortile di casa”. Silvia Micheli


Paola Cofano con Dimitri Konstantinidis Aris Kostantinidis 1913-1993 Electa, Milano, 2010 pp. 352, € 100,00

Rosso di sera

Raccontare la città

Lodovico Meneghetti Promemoria di urbanistica, architettura, politica e altre cose Maggioli, Santarcangelo di Romagna (RN), 2010 pp. 200, € 12,00

Luca Doninelli (a cura di) Milano è una cozza. Storie di trasformazioni Guerini e associati, Milano, 2010 pp. 184, € 14,50

Adolf Loos apre il saggio “Architettura” con la descrizione di un paesaggio montano. Qui, l’architettura si fonde con la natura “e tutto respira bellezza e pace…”. Improvvisamente “una stonatura s’insinua (…) Fra le case dei contadini (…) c’è una villa (…) la pace, la quiete e la bellezza se ne sono già andate”. Le opere di Konstantinidis – architetto greco che studia a Monaco – paiono, al contrario, smentire queste parole. Esse, infatti, si costruiscono nel paesaggio e con il paesaggio, tanto da apparire quasi preesistenti ad esso. È questa la sua filosofia. Konstantinidis, a partire dall’imperativo morale di “voler essere uomo del proprio tempo”, reinterpreta il costruire tradizionale greco per “produrre opere moderne e innovatrici”. Per raggiungere questo obiettivo è, però, necessario definire il termine architettura che, riprendendo il pensiero classico e, rifacendosi alla lezione di Mies van der Rohe, Kostantinidis identifica con la copertura. “Ogni casa è, essenzialmente, un tetto. Perciò, ritengo che possa facilmente esistere una casa che sia solo tetto, cioè senza muri, sotto la quale sentirci protetti, mentre non possiamo avere una casa fatta di solo muri senza tetto (…)” scrive. Ognuna delle case che progetta – il tema della casa è predominante nella sua opera – con evidente riferimento alla tradizione tipologica del megaron greco, affronta ogni volta la questione della costruzione di spazi coperti e scoperti. Il ragionamento compiuto è sempre lo stesso: gli elementi della composizione anch’essi si ripetono uguali a se stessi ma, ogni volta, a seconda di come vengono composti in rapporto al luogo, e per come vengono costruiti, determinano architetture diverse. Konstantinidis compie una ricerca profonda sul tipo - sull’essenza dell’architettura - e sul rapporto che esso deve instaurare con la costruzione. I suoi progetti, frutto di una profonda conoscenza del tema e del luogo, aspirano a rappresentare e reinterpretare il concetto di “abitare”, rendendolo comprensibile “a tutti gli uomini, in tutti i luoghi della terra”. Il bel volume di Paola Cofano, organizzando per temi tipologici un ricco materiale di archivio e affiancandovi i saggi di Frampton e Leoni, fra gli altri, ci permette di avvicinare il lavoro progettuale di un architetto fino ad oggi poco noto, di riconoscerne l’attualità e la profondità dell’approccio etico.

Il quarto libretto di Lodo Meneghetti, rosso di copertina, (dopo i tre dello stesso tipo – verde, arancione e blu – editi i primi due da Clup e il terzo da Maggioli) indica, sin dal vestito, una precisa visione del mondo: questa lega la prima parte di scritti (articoli) con la seconda (recensioni di libri). Riferiti all’attualità del Malpaese, i primi interventi sono prese di posizione su fatti di cronaca (apparsi, per lo più, sul sito Eddyburg) che denunciano la deriva dell’urbanistica in Italia, figlia della cattiva gestione politica (la quale non differenzia più tra destra o sinistra). Slegata da ogni fine pubblico, l’urbanistica è stata distrutta dai grandi proprietari e dagli speculatori finanziari, liberi di agire senza vincoli. L’architettura, assoggettata allo sfruttamento edilizio, ha perduto ogni rapporto col contesto territoriale e sociale generando architetture “internazionaliste”. Meneghetti, è diretto, urgente, lega fatti e concetti, con riferimenti e parole precise. Una chiarezza espositiva pari alla forza etica che lo sottende. Fa eccezione a questa tipologia Coltiva la musica, distinguerai l’architettura, in cui il musicologo dialoga con l’architetto in una lezione di complessità, unendo poeticamente cultura scientifica e scienze umane. Nella seconda sezione, un respiro più ampio, sia spaziale che temporale: interpretazioni critiche di urbanistica e architettura, ma anche filosofiche e storiche. Il riferimento passa dal contesto nazionale a quello globale, dal passato nostrano al futuro dell’uomo. Tornare alle radici, per gettare i semi. Qui Meneghetti diviene utopico: con Liberare Gramsci, L’imbroglio della crescita o Poteva essere rivoluzione? dietro “il pessimismo della ragione” sfodera “l’ottimismo della volontà”. Che, ci ricorda Lodo, il capitalismo non solo è fallito economicamente, ma ci ha reso tutti più tristi. Citando Lenin si domanda “Che fare?”, la risposta è nella prassi del pensiero, se, come sostiene Sartre, il pensiero è il primo engagement. Impegno e riflessione si tengono assieme: “non smettere l’analisi critica, diffondere testi. E cercare di mobilitarsi, insieme alle minoranze non succubi dei poteri locali e nazionali, in una battaglia per la resurrezione”. Un libro amico, che, come l’autore, si presenta modesto e affabile, per incantarti poi con la sua eleganza di accostamenti, ponti e richiami, per un umanesimo ritrovato proprio al tramonto compiuto dell’occidente.

Martina Landsberger

Irina Casali

“Milano è una cozza signore, brutta come una cozza, ma poi è anche buona come una cozza. Anzi, signore, Milano è un chilo di cozze che prima ne prendi una, poi un’altra ancora e non ti fermi più; solo stai attento all’epatita, alla malattia signore, ché se esageri con Milano tutta in una volta, poi t’ammali: Milano la devi prendere a poco a poco signore, una cozza alla volta, stando accorto ai granelli di sabbia, al putridume, ché pure a Milano ci sono le zozzarie, come quassotta, ma poi ogni tanto, tra tutte le cozze che ci stanno in giro, magari te ne capita una più brutta delle altre, ma dentro tiene una perla, signore, e là Milano ti fa pazzo; ché la perla a Milano non te l’aspetti.” Così inizia un racconto molto bello di Fabio Greco nel quale, con una prosa alla Nanni Balestrini, il pescivendolo Pippi racconta la sua Milano, dove si è trasferito dal sud Italia. Nel racconto Canal Villoresi di Maria Luisa Frigerio è invece l’ottocentesca opera idraulica del nord milanese ad essere vista come la costante del percorso autobiografico narrato dalla protagonista. Sono due dei nove racconti di cui è composto Milano è una cozza. Storie di trasformazioni che vede anche una introduzione di Giulio Sapelli ed un’appendice con due scritti su Milano del curatore, lo scrittore Luca Doninelli che già si era occupato di Milano nel suo Crollo delle aspettative (Garzanti, 2005). Il libro è il primo della collana “Le nuove meraviglie di Milano” che si pone l’obiettivo di raccontare Milano, con cadenza annuale fino all’Expo 2015; i racconti che lo compongono sono scritti da autori non professionisti che hanno frequentato corsi di etnografia narrativa, coordinati dallo stesso Doninelli. Nella seconda parte il libro propone appunto alcuni testi che trattano il tema dell’alimentazione, il tema della esposizione universale milanese. Attraverso ristoranti giapponesi, case dell’acqua, aperitivi “happy hour”, venditori di Kebab, si raccontano, oltre ai differenti temi alimentari, quattro Milano differenti. L’attenzione alla città da parte della letteratura è di notevole importanza e nel caso di Milano, città da sempre descritta anche letterariamente, negli ultimi anni la città è diventata oggetto di un certo interesse per gli scrittori. Questo, in un momento di grande progettualità, potrebbe interessare chi occupandosi della città, da un altro punto di vista, deve comunque partire dalla capacità di descriverla. Maurizio Carones

41 OSSERVATORIO LIBRI

Un’architettura del proprio tempo


a cura di Sonia Milone

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Piranesi, l’“architetto scellerato” Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer Venezia, Fondazione Giorgio Cini 28 agosto – 21 novembre 2010 Dal lato opposto della laguna rispetto ai Giardini della Biennale, con una mostra curata da Michele De Lucchi nelle sale del Convitto della Fondazione Cini, ritorna a Venezia l’“architetto scellerato” Giambattista Piranesi. In una sorta di officina ideale sono mostrate le diverse opere del veneziano nei molteplici campi della sua multiforme attività, ma l’impegno della manifestazione va ben al di là della pur necessaria restituzione filologica delle incisioni qui custodite per arrivare, dal punto di vista “laterale” del design, ad un’approfondita indagine formale, condotta con le tecniche più moderne dalla Factum Arte di Adam Lowe, che già aveva

curato l’installazione di Greenaway delle Nozze di Cana del Veronese. La serie delle 16 tavole delle Carceri è esplorata, in una tenda lignea che vorrebbe evocare la definizione della Yourcenar della “mente nera di Piranesi”, attraverso un’animazione che supera con la suggestione le ricostruzioni prospettiche utilizzate da Tafuri per la sua lettura di Piranesi “utopista” della Sfera e il Labirinto. La dissoluzione della forma architettonica nella sequenza delle dissolvenze aeree del video si confronta con la “ri-creazione” di alcuni degli “oggetti sperimentali”. Il fascino per l’uso delle tecniche attuali di modellazione tridimensionale si affianca, così, all’ammirazione per la straordinaria ricchezza dell’inesausta ricerca formale piranesiana, qui materializzata nella sua capacità di connessione immaginifica che travolge ogni remora formalistica, ma a differenza dell’architettura oggi dominante, con un preciso e articolato progetto

culturale e civile. L’ultima sezione è affidata a Gabriele Basilico che attraverso una campagna fotografica in bianco e nero ci conduce sui luoghi delle Vedute di Roma reinterpretandone criticamente gli scorci visuali. Il valore del patrimonio d’indagine sull’Urbe e la sua architettura, prima un poco in ombra per la necessità contingente di proteggere le incisioni dalla luce diretta, appare fortemente definito nella luce dell’obiettivo fotografico, mostrandoci che se il tempo ci ha oggi separati dagli esiti progettuali di quella rivoluzionaria ricerca, tuttavia, non possiamo più procedere verso l’Antico senza questo nuovo Virgilio (Non omo, omo già fui..), che per spiegare la sua posizione estrema scrisse, nella dedica della Prima parte di Architetture e Prospettive: “Altro partito non veggo restare a me, e a qualsivoglia altro Architetto moderno, che spiegare con disegni le proprie idee”. Stefano Cusatelli

Il design dei fratelli Campana Anticorpi. Fernando e Humberto Campana Milano, Palazzo della Triennale 14 ottobre 2010 –16 gennaio 2011 La mostra, prodotta dal Vitra Design Museum, a cura di Mathias Schwartz-Clauss, rappresenta un ulteriore passo nel consolidamento di un legame tra questa prestigiosa istituzione internazionale e il Triennale Design Museum. Nonostante l’ampio arco temporale che copre, questa esposizione non si presenta come una raccolta completa ed esaustiva (i progetti sono spesso prodotti in edizione limitata o realizzati in pezzi unici per commissioni private), ma come un laboratorio in costruzione che cerca di mettere in evidenza alcuni fondamenti del lavoro dei fratelli Campana: l’influenza dei luoghi e delle esperienze sul progetto; la ricerca sui materiali e sulle tecniche di lavorazione; la varietà formale dell’opera come specchio di una continua ricerca.

Il percorso espositivo è organizzato per temi e problemi cosicché le diverse sezioni contengono oggetti molto diversi fra loro e anche lontani nel tempo, che mostrano tuttavia una certa omogeneità. Objets trouvés: riciclaggio, decontestualizzazione e trasposizione nel progetto di oggetti d’uso diverso. Geometrie: oggetti funzionali di forma geometrica e superficie liscia, ispirati al modernismo brasiliano di Niemeyer o Burle Marx. Ibridi: inedite combinazioni tra materiali diversi, spiazzanti ma al tempo stesso “familiari”. Intersezioni: oggetti d’uso che sconfinano nell’installazione artistica. Carta: la versatilità del cartone ondulato e la sua applicazione alla produzione di oggetti in serie. Grappoli: materiali di riciclo assemblati in modo originale e ricomposti per ripetizione. Frammenti: opere nate dalla composizione di elementi, dall’assemblaggio di pezzi simili per materiali e dimensioni. Collage: la reazione dei designer alla classificazione dei loro lavori nella mostra. Forme organiche: l’arredo come creatura vivente, che mutua la sua forma dalla natura e cambia nel tempo. Nodi: traduzione nel disegno delle suggestioni della foresta pluviale (la giungla) e della metropoli (San Paolo). L’insieme colpisce per la ricchezza dei materiali (legno, vimini, rafia, lana, carta e cartone, plastica, gomma, vetro, acciaio, mattone, carbone, imballaggi, strisce di tessuto, pupazzi di pelouche, frammenti di tutto) naturali o comunque di riciclo, e per le composizioni, le più svariate e sorprendenti (giustapposizioni, sovrapposizioni, incastri, intarsi), ma anche oggetti nell’oggetto, riconoscibili nella forma ma cambiati nell’uso. Silvia Malcovati


Pier Luigi Nervi. Architettura come sfida Venezia, Palazzo Giustinian Lolin 28 agosto – 14 novembre 2010 È Palazzo Giustinian Lolin sul Canal Grande a Venezia a ospitare, fino al 14 novembre in concomitanza con la 12° Mostra Internazionale di Architettura, una delle più ampie rassegne finora prodotte e dedicate al grande ingegnere-architetto Pier Luigi Nervi. Curata dal professor Carlo Olmo da tempo impegnato nell’approfondimento storico-critico di questa figura sfaccettata e di grande spessore in bilico – o meglio in perfetto equilibrio – tra scienza e creatività, tra tecnica e espressività, la mostra si pone come uno dei “momenti” di un più ampio laboratorio di ricerca itinerante che prevede numerose esposizioni dai tagli sempre diversi, con novità ed integrazioni in corso d’opera, a partire da quella già conclusa di Bruxelles. Un lavoro di equipe che ha visto impegnati, con i loro approfondimenti critici e ricerche, studiosi di differenti generazioni nell’intento di produrre un nuovo tassello sulla complessa e, per certi aspetti misteriosa, figura di Nervi. A Venezia, dove è stata commissionata a Mario Carrieri anche un’interpretazione fotografica delle opere di Nervi, il curatore ha scelto di mettere in eviden-

za il tema “doloroso” dei progetti non realizzati, esponendo, oltre ai materiali di archivio già noti, anche inediti e disegni di altissima qualità di occasioni perdute, per così dire. Progetti e concorsi che ebbero già all’epoca molta risonanza e clamore come lo Stadio Berta a Firenze e il Palazzo delle Esposizioni a Torino, affiancati naturalmente anche da altre opere note e realizzate del grande maestro. I progetti per Saint Mary a San Francisco e per il Palazzo del Lavoro a Torino aprono, ad esempio, la mostra, articolata poi nei successivi due livelli, introducendo gli spettatori già nel grande atrio d’accesso alla vasta opera nervina. A concludere il percorso la sezione multimediale con una panoramica fotografica sui cantieri di Nervi, documentari d’epoca e un film sul suo insegnamento realizzato ad hoc da Folco Quilici con la direzione scientifica di Lucio Barbera. Il catalogo è edito da Silvana Editoriale.

43 un’area che va dalla Spagna fino all’Estremo Oriente. Il percorso espositivo si snoda attraverso due itinerari paralleli: il primo, cronologico, scorre in varie tappe a partire dagli inizi dei tre grandi imperi del Cinquecento: Ottomani, Safavidi e Moghul; il secondo, tematico, affronta una serie di tipologie care all’arte mussulmana. È in quest’ultima sezione che troviamo i pezzi più rappresentativi del genio arabo per la decorazione geometrica, l’attitudine al ritmo arabescato capace di invadere e performare qualsiasi superficie: i tappeti così come i marmi dei capitelli incisi o come le pagine dei manoscritti minia-

ti, dove l’arte della calligrafia trasmuta la scrittura in opera da vedere prima ancora di essere piegata all’intellegibilità e astrazione della lettura. E poi il gusto per i materiali preziosi, le “mille e una notte” di un Oriente malinconicamente sempre sognato dall’Occidente: le sete, le lane e i velluti per i tessuti; il vetro smaltato policromo per le brocche e i vasi; i rubini e gli smeraldi incastonati nei gioielli e nei pugnali; il cristallo di rocca per le pedine degli scacchi; le ceramiche decorate; i legni pregiati per gli armadi e gli arredi, ecc. Sonia Milone

Maria Vittoria Capitanucci

Un parco di sculture per Milano Arte islamica Arte della civiltà islamica Milano, Palazzo Reale 20 ottobre 2010 – 30 gennaio 2011 Nell’anno che il Comune di Milano ha dedicato alla Cina e ai Paesi Arabi, anche la mostra inaugurata a Palazzo Reale si pone l’obiettivo di contribuire al tema della convivenza fra due culture diverse come quella dell’Occidente laico e del mondo Orientale mussulmano. Viene, infatti, presentata per la prima volta in Italia una delle più importanti raccolte di arte islamica, la collezione Dar alAthar al-Islamiyya – che, letteralmente, significa “Casa delle Antichità dell’Islam” – proveniente dal Museo Nazionale del Kuwait. La mostra, a cura del professor Giovanni Curatola, raccoglie più di 350 oggetti per raccontare più di mille anni di una civiltà ricca di storia e fascino che, geograficamente, ingloba

Nell’area dell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano sorge il MAPP, Museo d’Arte Paolo Pini, splendido esempio di museo d’arte ambientale contemporanea e parco di sculture all’aperto. Inaugurato nel 1995 per iniziativa dell’Associazione Culturale ARCA, il MAPP è nato con un duplice scopo: la valorizzazione artistico-culturale del luogo, altrimenti destinato al declino, e lo sviluppo di occasioni di scambio tra gli ultimi malati dell’ospedale, da una parte, e artisti e visitatori, dall’altra. L’iniziativa ha riscosso fin da subito la partecipazione entusiastica di importanti associazioni (come l’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna) e, soprattutto, di numerosi artisti, che hanno realizzato gratuitamente le loro opere. All’epoca dell’inaugurazione gli artisti rappresentati erano circa 40, ma, da allora, si sono aggiunti diversi nuovi lavori. Così, nell’ampio parco recintato del Paolo Pini, sono

dislocate fra i diversi padiglioni di due o tre piani un’ottantina di opere di artisti come Piero Gilardi, Giuliano Mauri, Aldo Spoldi, Emilio Tadini, Martin Disler, ecc. Le opere sono state tutte concepite in rapporto ai siti specifici in cui risultano collocate. Alcune sono disseminate nel verde, altre, invece, si trovano all’esterno o all’interno dei padiglioni, trasformando i muri perimetrali, le vetrate e le finestre in inediti supporti dell’azione artistica. Oltre alla realizzazione di opere d’arte sito-specifiche, il MAPP organizza esposizioni temporanee di autori contemporanei, manifestazioni culturali legate al cinema, alla poesia, alla musica e laboratori che coinvolgono gli ospiti del centro. S. M. MAPP - Museo d’Arte Paolo Pini Milano, via Ippocrate 45 Tel. 0266212325 www.mapp-arca.it

OSSERVATORIO MOSTRE

Nervi, l’espressività della tecnica


a cura di Walter Fumagalli

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Il procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica (prima parte) L’Articolo 146 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, dopo aver disciplinato il procedimento conseguente alle richieste di autorizzazione paesaggistica, stabilisce al nono comma che “con regolamento (‌) sono stabilite procedure semplificate per il rilascio dell’autorizzazione in relazione ad interventi di lieve entitĂ in base a criteri di snellimento e concentrazione dei procedimenti, ferme, comunque, le esclusioni di cui agli Articoli 19, comma 1 e 20, comma 4 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioniâ€?. Questi ultimi riferimenti stanno a significare che il regolamento non può prevedere nĂŠ che l’autorizzazione paesaggistica venga sostituita da una Dichiarazione di Inizio di AttivitĂ (Articolo 19.1), nĂŠ che venga rilasciata mediante silenzio assenso (Articolo 20.4). Ora che il citato regolamento è stato approvato con il D.P.R. 9 luglio 2010 n. 139, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 agosto 2010, occorre anzitutto individuare le fattispecie alle quali esso si applica: come si è visto, infatti, la legge ha attribuito al Governo il potere di prevedere una procedura semplificata solamente per gli “interventi di lieve entitĂ â€?, cioè, per quegli interventi che in genere dovrebbero incidere in misura minore sul paesaggio e sui suoi elementi di pregio. L’Articolo 1 del regolamento stabilisce in proposito che “sono assoggettati a procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica (‌) gli interventi di lieve entitĂ , da realizzarsi su aree o immobili sottoposti alle norme di tutela della Parte III del Codice, sempre che comportino un’alterazione dei luoghi o dell’aspetto esteriore degli edifici, indicati nell’elenco di cui all’Allegato 1 che forma parte integrante del presente regolamentoâ€?. Come la norma chiarisce, si deve trattare di opere che “comportino un’alterazione dei luoghiâ€? oppure un’alterazione “dell’aspetto esteriore degli edificiâ€? (il termine “alterazioneâ€? deve essere inteso qui nel senso di “modificazioneâ€?, e non nel senso di “modificazione negativaâ€?). Non ve-

rificandosi nĂŠ l’una nĂŠ l’altra alterazione, evidentemente, si è ritenuto che l’autorizzazione paesaggistica non sia necessaria, anche se alla luce dell’Articolo 149 del Decreto Legislativo n. 42/2004 questa conclusione appare tutt’altro che pacifica (il citato Articolo 149, alla lettera “aâ€?, stabilisce, infatti, che l’autorizzazione paesaggistica non è richiesta “per gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edificiâ€?, il che lascia intendere che invece l’autorizzazione dovrebbe essere necessaria per tutti gli altri interventi che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici). L’elenco allegato al regolamento è composto di 39 voci, comprendenti gli interventi piĂš disparati, e può essere suddiviso in quattro settori: s ! ALCUNE DI TALI VOCI SI RIFERISCONO A opere che si intendono realizzare in qualunque porzione di territorio vincolata come bene paesaggistico; s " ALTRE VOCI SI RIFERISCONO A OPERE che si intendono realizzare in porzioni di territorio vincolate che non rientrino fra quelle indicate dalle lettere “aâ€?, “bâ€? e “câ€? dell’Articolo 136 del Decreto Legislativo n. 42/2004; s # ALTRE ANCORA SI RIFERISCONO A OPERE che si intendono realizzare in porzioni di territorio vincolate che non rientrino fra quelle indicate dalle predette lettere del citato Articolo 136, e in zone vincolate che non rientrino nelle zone classificate “Aâ€? dagli strumenti urbanistici generali; s $ UN UNICA VOCE LA N INFINE SI riferisce al taglio di alberi isolati o in gruppi, che siano ubicati in porzioni di territorio rientranti fra quelle indicate dalle lettere “câ€? e “dâ€? del citato articolo 136. Quest’ultimo articolo si riferisce alle porzioni di territorio che siano state vincolate come bene paesaggistico in quanto: s COSE IMMOBILI CHE HANNO COSPICUI CAratteri di bellezza naturale, singolaritĂ geologica o memoria storica (lettera “aâ€?); s VILLE GIARDINI E PARCHI CHE SI DISTINGUONO per la loro non comune bellezza (lettera “bâ€?); s COMPLESSI DI COSE IMMOBILI CHE COMpongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i

centri ed i nuclei storici (lettera “câ€?); s BELLEZZE PANORAMICHE E PUNTI DI VISTA O di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda le spettacolo di quelle bellezze (lettera “dâ€?). I predetti interventi sono indicati nelle tabelle della pagina accanto. Per ragioni di spazio non è possibile, in questa sede, analizzare una per una le singole fattispecie indicate dal regolamento. Preme qui sottolineare, invece, che gli elenchi riportati non solo individuano gli interventi soggetti alla procedura semplificata, ma consentono altresĂŹ di superare eventuali dubbi circa l’individuazione di alcuni degli interventi per i quali, allorquando vengono realizzati in una zona vincolata, è comunque necessaria l’autorizzazione paesaggistica. E cosĂŹ, per esempio, si ha conferma che detta autorizzazione è indispensabile anche per installare i “chioschi da giardinoâ€? (voce 8), per pavimentare l’area di pertinenza di un edificio esistente o per modellarne il suolo (voce 13), per installare una tenda da sole sulla facciata di un edificio (voce 16), per installare condizionatori e impianti di climatizzazione dotati di unitĂ esterna, caldaie, parabole e antenne (voci 22 e 23), e per installare pannelli solari, fotovoltaici e termici (voce 28). W. F.


).4%26%.4) 2%!,)::!"),) ). 15!,5.15% )--/"),% 6).#/,!4/ #/-% "%.% 0!%3!'')34)#/ -ODIlCHE CHE SI RENDONO NECESSARIE PER L ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA ANTISISMICA OVVERO PER IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI ENERGETICI DEGLI EDIlCI VOCE 2EALIZZAZIONE O MODIlCA DI AUTORIMESSE PERTINENZIALI FUORI TERRA O IN TUTTO O IN PARTE INTERRATE CON VOLUME NON SUPERIORE A MC COMPRESI PERCORSI DI ACCESSO ED eventuali rampe (voce 7) 4ETTOIE PORTICATI CHIOSCHI DA GIARDINO E MANUFATTI SIMILI APERTI SU PIá LATI AVENTI UNA SUPERlCIE NON SUPERIORE A MQ VOCE -ANUFATTI ACCESSORI O VOLUMI TECNICI AVENTI VOLUME NON SUPERIORE A MC VOCE -ODIlCA DI MURI DI CINTA ESISTENTI SENZA INCREMENTI DI ALTEZZA VOCE -ONUMENTI ED EDICOLE FUNERARIE ALL INTERNO DELLE ZONE CIMITERIALI VOCE #OLLOCAZIONE DI TENDE DA SOLE SULLE FACCIATE DEGLI EDIlCI PER LOCALI DESTINATI AD ATTIVITÌ COMMERCIALI E PUBBLICI ESERCIZI VOCE

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Interventi puntuali di adeguamento della viabilità esistente (voce 17) Sistemazione e arredo di aree verdi (voce 17) Allaccio alle infrastrutture a rete che comportino opere in soprasuolo (voce 18) Linee elettriche su palo di altezza non superiore a 10 m, a servizio di singole utenze (voce 19) Linee telefoniche su palo di altezza non superiore a 6,3 m, a servizio di singole utenze (voce 19) Adeguamento di cabine elettriche o del gas, ovvero sostituzione delle medesime con altre di tipologia e dimensioni analoghe (voce 20) Interventi sistematici di arredo urbano comportanti l’installazione di manufatti e componenti (voce 21) )MPIANTI DI RADIOCOMUNICAZIONI ELETTRONICHE MOBILI CHE COMPORTINO LA REALIZZAZIONE DI SUPPORTI DI ANTENNE NON SUPERIORI A M SE COLLOCATI SU EDIlCI ESISTENTI E O LA realizzazione di sopralzi di infrastrutture esistenti come pali o tralicci non superiori a 6 m, e/o la realizzazione di apparati di telecomunicazioni a servizio delle antenne COSTITUENTI VOLUMI TECNICI TALI COMUNQUE DA NON SUPERARE L ALTEZZA DI M SE COLLOCATI SU EDIlCI ESISTENTI E DI M SE POSATI DIRETTAMENTE A TERRA VOCE )NSTALLAZIONE IN SOPRASUOLO DI SERBATOI DI '0, DI DIMENSIONE NON SUPERIORE A MC E OPERE DI RECINZIONE E SISTEMAZIONE CORRELATE VOCE )MPIANTI TECNICI ESTERNI AL SERVIZIO DI EDIlCI ESISTENTI A DESTINAZIONE PRODUTTIVA VOCE 0OSA IN OPERA DI MANUFATTI COMPLETAMENTE INTERRATI CHE COMPORTINO LA MODIlCA DELLA MORFOLOGIA DEL TERRENO COMPRESE LE OPERE DI RECINZIONE O DI SISTEMAZIONE correlate (voce 27) Nuovi pozzi, opere di presa e prelievo da falda per uso domestico preventivamente assentiti dalle amministrazioni competenti, comportanti la realizzazione di manufatti in soprasuolo (voce 29) 4OMBINAMENTO PARZIALE DI CORSI D ACQUA PER TRATTI lNO A M ED ESCLUSIVAMENTE PER DARE ACCESSO AD ABITAZIONI ESISTENTI E O A FONDI AGRICOLI INTERCLUSI NONCHÏ LA riapertura di tratti tombinati di corsi d’acqua (voce 30) )NTERVENTI DI RIPASCIMENTO LOCALIZZATO DI TRATTI DI ARENILE IN EROSIONE MANUTENZIONE DI DUNE ARTIlCIALI IN FUNZIONE ANTIEROSIVA RIPRISTINO DI OPERE DI DIFESA ESISTENTI SULLA costa (voce 31) Ripristino e adeguamento funzionale di manufatti di difesa dalle acque delle sponde dei corsi d’acqua e dei laghi (voce 32) Taglio selettivo di vegetazione ripariale presente sulle sponde o sulle isole fluviali (voce 33) 2IDUZIONE DI SUPERlCI BOSCATE IN AREE DI PERTINENZA DI IMMOBILI ESISTENTI PER SUPERlCI NON SUPERIORI A MQ PREVENTIVAMENTE ASSENTITA DALLE AMMINISTRAZIONI competenti (voce 34) 2IPRISTINO DI PRATI STABILI PRATI PASCOLO COLTIVAZIONI AGRARIE TIPICHE MEDIANTE RIDUZIONE DI AREE BOSCATE DI RECENTE FORMAZIONE PER SUPERlCI NON SUPERIORI A MQ

PREVENTIVAMENTE ASSENTITI DALLE AMMINISTRAZIONI COMPETENTI VOCE -ANUFATTI IN LEGNO PER RICOVERO DI ATTREZZI AGRICOLI DI SUPERlCIE NON SUPERIORE A MQ VOCE Occupazione temporanea di suolo privato, pubblico, o di uso pubblico, con strutture mobili, chioschi e simili, per un periodo superiore a 120 giorni (voce 38) Strutture stagionali non permanenti collegate ad attività turistiche, sportive o del tempo libero, da considerare come attrezzature amovibili (voce 39) ).4%26%.4) 2%!,)::!"),) !, $) &5/2) $%,,% 0/2:)/.) $) 4%22)4/2)/ 6).#/,!4% !) 3%.3) $%,, !24)#/,/ ,%44%2% h!v h"v % h#v Interventi di demolizione e ricostruzione con il rispetto di volumetria e sagoma preesistenti (voce 2) Interventi di demolizione senza ricostruzione o demolizione di superfetazioni (voce 3) )NTERVENTI SUI PROSPETTI DEGLI EDIlCI ESISTENTI INTERVENTI SULLE lNITURE ESTERNE REALIZZAZIONE O MODIlCA DI BALCONI O TERRAZZE INSERIMENTO O MODIlCA DI CORNICIONI

RINGHIERE PARAPETTI CHIUSURA DI BALCONI O TERRAZZE GIÌ CHIUSI SU TRE LATI MEDIANTE INSTALLAZIONE DI INlSSI MODIlCA O SOSTITUZIONE DI SCALE ESTERNE VOCE )NTERVENTI SULLE COPERTURE DEGLI EDIlCI ESISTENTI VOCE Interventi necessari al superamento delle barriere architettoniche (voce 10) 2EALIZZAZIONE O MODIlCA DI CANCELLI RECINZIONI O MURI DI CONTENIMENTO DEL TERRENO VOCE )NTERVENTI SISTEMATICI NELLE AREE DI PERTINENZA DI EDIlCI ESISTENTI QUALI PAVIMENTAZIONI ACCESSI PEDONALI E CARRABILI DI LARGHEZZA NON SUPERIORE A M MODELLAZIONI DEL SUOLO RAMPE O ARREDI lSSI VOCE Posa in opera di cartelli e altri mezzi pubblicitari non temporanei di dimensioni inferiori a 18 mq, ivi comprese le insegne per le attività commerciali o per pubblici ESERCIZI VOCE Installazione di impianti tecnologici esterni per uso domestico autonomo, quali condizionatori e impianti di climatizzazione dotati di unità esterna, caldaie, parabole e antenne (voce 22) Parabole satellitari condominiali e impianti di condizionamento esterni centralizzati, e impianti per l’accesso alle reti di telecomunicazione elettronica di piccole DIMENSIONI CON SUPERlCIE NON SUPERIORE AD MQ O VOLUME NON SUPERIORE AD MC VOCE I.4%26%.4) 2%!,)::!"),) !, $) &5/2) $%,,% 0/2:)/.) $) 4%22)4/2)/ 6).#/,!4% !) 3%.3) $%,, !24)#/,/ ,%44%2% h!v h"v % h#v % $%,,% :/.% h!” Incremento di volume non superiore al 10% della volumetria della costruzione originaria e comunque non superiore a 100 mc (voce 1) 0ANNELLI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI lNO AD UNA SUPERlCIE DI MQ VOCE

PROFESSIONE LEGISLAZIONE

Parcheggi a raso a condizione che assicurino la permeabilità del suolo (voce 17)


a cura di Emanuele Gozzi, Ilaria Nava, Claudio Sangiorgi

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Il grĂŠs porcellanato Il grĂŠs porcellanato è il materiale ceramico di maggior diffusione nell’architettura contemporanea, essendo stato capace, tra i pochissimi, di infrangere il tabĂš che vedeva gli architetti poco inclini a utilizzare prodotti che simulassero l’immagine di altri materiali naturali. Al contrario, le elevate prestazioni in uso, combinate a effetti di texture che, pur richiamando in molti casi marmi, pietre, metalli, sono caratterizzati da un’alta uniformitĂ di superficie e di percezione, hanno incontrato l’idiosincrasia minimal per il decorativismo intrinseco di venature e varietĂ accentuata di toni e sfumature, tipico dei manufatti lapidei, decretandone il successo. Sotto il profilo della composizione, il grĂŠs porcellanato è una ceramica costituita da caolino, inerti e fondenti in percentuale rilevante, sĂŹ da ottenere un alto grado di greificazione in cottura dell’impasto, ovvero una quasi fusione e conseguente forte compattazione. Il prodotto finito, rettificato tramite mole a umido, ha conseguentemente pressochĂŠ nulla porositĂ , con valori di assorbimento d’acqua eccezionalmente bassi e, in virtĂš della sua durezza, elevatissime doti di resistenza all’abrasione, ovvero all’azione per sfregamento indotta da corpi, superfici o materiali a suo contatto. Vantaggi del grĂŠs porcellanato: s RESISTENZA AGLI URTI E SOLLECITAZIONI s RESISTENZA ALL USURA s RESISTENZA ALLE SCALFITTURE s ANTIGELIVO s RESISTENZA AGLI ATTACCHI CHIMICI s RESISTENZA ALLE MACCHIE La piastrellatura di una superficie deve avvenire solo dopo un’attenta progettazione, che, di necessitĂ , non può limitarsi ai soli requisiti estetici, ma deve fare entrare in risonanza questi con le peculiari condizioni di geometria e, soprattutto, di uso degli ambienti da rivestire. Sulla scorta di tali valutazioni, dunque, verrĂ scelto formato di piastrella, tecnica di posa (tipo, spessore, composizione e modalitĂ di applicazione dello strato di allettamento), giacitura e ampiezza delle fughe (troppo spesso sottovalutate), nonchĂŠ eventuale presenza di giunti di

dilatazione. In questo campo, pertanto, il ruolo del progettista non può limitarsi a quello di semplice consulente di “gustoâ€? del committente, ma deve svolgere appieno il proprio compito di consulenza tecnica, sulla scorta anche delle numerose norme che regolano la verifica delle caratteristiche del prodotto e l’applicazione dei rivestimenti ceramici, e quindi anche del grĂŠs porcellanato. Tra queste le principali sono: s 5.) %. )3/ CAMPIONAMENTO E CRITERI DI ACCETTAZIONE s 5.) %. )3/ DETERMINAZIONE delle caratteristiche dimensionali e della QUALITĂŒ DELLA SUPERFICIE s 5.) %. )3/ DETERMINAZIONE dell’assorbimento di acqua, della porositĂ apparente, della densitĂ relativa appaRENTE E DELLA DENSITĂŒ APPARENTE s 5.) %. )3/ DETERMINAZIONE della resistenza a flessione e della forza DI ROTTURA s 5.) %. )3/ DETERMINAZIONE della resistenza all’urto mediante misuraZIONE DEL COEFFICIENTE DI RESTITUZIONE UNI-EN ISO 10545-7 Determinazione della resistenza all’abrasione superficiale per piastrelle smaltate. La resistenza all’abrasione è la capacitĂ della superficie dello smalto di resistere all’azione di usura provocata dal camminamento o dallo sfregamento di corpi meccanici. Tale azione d’usura è stret-

tamente collegata all’agente meccanico SUOLA DI GOMMA SUOLA DI CUOIO ECC AL materiale d’apporto (acqua, sabbia, fango, ecc.) e all’intensità di traffico. Secondo la norma, le piastrelle vengono classificate in base alla loro destinazione d’uso in queste classi: s 0%) ) PRODOTTI DESTINATI AD AMBIENti sottoposti a traffico leggero e senza sporco abrasivo: es. bagni, camere da LETTO s 0%) )) PRODOTTI DESTINATI AD AMBIENTI sottoposti a traffico medio e ad azione abrasiva medio-bassa: es. studi, sogGIORNI s 0%) ))) PRODOTTI DESTINATI AD AMBIENti sottoposti a traffico medio forte con azione abrasiva media: es. ingressi, cuCINE DI CASE PRIVATE s 0%) )6 PRODOTTI DESTINATI AD AMBIENTI sottoposti a traffico intenso: es. ristoranti, uffici, negozi, uffici pubblici (ad esclusione dei pavimenti sottostanti casse e banchi di pubblici esercizi e passaggi RISTRETTI OBBLIGATI s 0%) 6 PRODOTTI DESTINATI AD AMBIENTI sottoposti a traffico particolarmente intenso. s 5.) %. )3/ DETERMINAZIONE DELLA DILATAZIONE TERMICA LINEARE s 5.) %. )3/ DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA AGLI SBALZI TERMICI s 5.) %. )3/ DETERMINAZIO-


UNI-EN ISO 10545-14 Determinazione della resistenza alle macchie: metodo di verifica applicato alle superfici di esercizio delle piastrelle in ceramica per determinarne la resistenZA ALLE MACCHIE /GNUNO DEGLI AGENTI macchianti deve essere mantenuto per ORE SU ALMENO CAMPIONI DI PROVA LA cui superficie di esercizio è stata preventivamente pulita ed essiccata: s #,!33% LA MACCHIA VIENE RIMOSSA CON ACQUA CALDA s #,!33% LA MACCHIA VIENE RIMOSSA CON AGENTE PULITORE COMMERCIALE DEBOLE s #,!33% LA MACCHIA VIENE RIMOSSA CON AGENTE PULITORE COMMERCIALE FORTE s #,!33% LA MACCHIA VIENE RIMOSSA con solventi quali ad esempio l’acetone. Analoga attenzione va poi riposta nella scelta del collante da impiegare (nella posa tradizionale, sempre meno praticata, l’allettamento è garantito da malta di cemento fluida) e nello stucco con cui sigillare le connessure delle fughe tra le SINGOLE PIASTRELLE 5N RIVESTIMENTO A PAvimento, infatti, è un sistema di piĂš elementi tecnici che devono risultare tra loro coerenti ed essere, in sede progettuale, oggetto di valutazione circa la loro reciproca compatibilitĂ . .ON SEMBRA INVECE NECESSARIO PERCHĂ? lapalissiano, rimarcare l’importanza della verifica preventiva del supporto e delle modalitĂ di posa ai fini di un risultato QUALITATIVO CHE SIA DI ECCELLENZA .Ă? VA trascurata la cura nella conservazione delle pavimentazioni prima della consegna effettiva alla committenza degli ambienti finiti. Sotto questo profilo, un problema che sovente si riscontra, a posa ultimata, consiste nella necessitĂ di operare una pulizia delle superfici imbrattate da residui di lavorazione varia (collante, stucco, prodotti di lavorazioni successive, quali silicone, ruggine di latte appoggiatevi sopra, unto, ecc.). In questi casi, sovente, l’impresa ricorre a prodotti non adatti e

aspecifici, che nel migliore dei casi non risolvono il problema, mentre nel peggiore danneggiano il rivestimento. In generale, le piastrelle in grÊs porcellanato non presentano problemi particolari anche nel caso di uso di detergenti aggressivi, proprio per la loro compattezza. Tuttavia è meglio tenere presente il seguente specchietto di relazione tipo di sporcodetergente: s /LI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI BIRRA vino, caffè, residui alimentari, nicotina, the, cera grassa da scarpe ecc.: detergenti specifici a base alcalina, soda caustica, potassa. s )NCHIOSTRI DEPOSITI CALCAREI MACCHIE DI ruggine, pennarello: detergente specifico a base acida, acido muriatico, acido ossalico. s /LI E GRASSI MINERALI MECCANICI GOMma di pneumatico, resine o vernici, cera di candela, cera sintetica di scarpe: solventi, trielina, diluente nitro, acqua ragia, acetone. s )NGRIGIMENTO GENERALE PERDITA DI COLOre per accumulo di sporco: detergenti a base acida e solvente. s /PACIZZAZIONE DA DETERGENTI ORME

sporco generico domestico: detergenti a base alcalina, detergenti a base idroalcolica. 5N ULTERIORE CAMPO DI LARGA APPLICAZIONE per il grĂŠs porcellanato, proprio per le sue alte prestazioni di resistenza meccanica a fronte di spessori, e conseguentemente pesi, fortemente contenuti, è rappresentato dalle soluzioni di facciata ventilata, con sistema strutturale costituito da sottostanti profili in acciaio e intercapedine di profonditĂ variabile rispetto allo strato di supporto. Senza entrare nel merito specifico di una tipologia di rivestimento esterno che, per la sua complessitĂ , necessita di una propria autonoma trattazione, sembra qui solo utile richiamare – anche in questo caso – il ruolo fondamentale del progettista ai fini dei seguenti aspetti: s DEFINIZIONE DELLE SCELTE TECNICHE s MODULAZIONE DEGLI ELEMENTI CERAMICI E DELLA SOTTOSTRUTTURA s DIMENSIONAMENTO DEGLI ANCORAGGI s CALCOLI DELL EFFICIENZA ENERGETICA C. S. Luciana Tardio

Un impianto fotovoltaico a terra con tensione in corrente continuo pari a 1500V necessita di CPI? Gli impianti fotovoltaici non sono conSIDERATI NEL $ECRETO -INISTERIALE FEBBRAIO E QUINDI NON SONO SOGGETTI A #0) 0OSSONO COSTITUIRE UN RISCHIO PER LA SIcurezza di chi interviene per spegnere un incendio o in caso di altro tipo di INCIDENTE 0ER QUESTO MOTIVO I 6IGILI DEL &UOCO HANNO EMANATO LA ,ETTERA #IRCOLARE MARZO PROT “Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaiciâ€?. .EL CASO IN CUI L IMPIANTO &6 SIA INstallato in attivitĂ soggette ai controlli DEI 66& PER IL RILASCIO DEL #0) OLTRE alla documentazione prevista dal DM DOVRĂŒ ESSERE ACQUISITA COpia del certificato di collaudo ai sensi DEL $- h#RITERI E MODAlitĂ per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, IN ATTUAZIONE DELL !RT DEL $ ,GS N v !LL INTERNO DELLA #IRCOLARE SONO INdicate altre caratteristiche tecnico costruttive cui gli impianti dovranno ottemperare.

LE VOSTRE DOMANDE I curatori della rubrica risponderanno ad una delle questioni che i lettori vorranno inviare all’indirizzo e-mail: normeeprogetti@consulta-al.it Le domande non dovranno avere una lunGHEZZA MAGGIORE DI BATTUTE N� CONTEnere allegati.

47 02/&%33)/.% NORME E PROGETTI

ne della resistenza al cavillo per piastrelle SMALTATE s 5.) %. )3/ DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA AL GELO s 5.) %. )3/ DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA CHIMICA


a cura di Camillo Onorato

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Professione: Laurea, abilitazione e ...? I grandi processi di rinnovamento e trasformazione sociale, in un’era caratterizzata dalla velocità di trasmissione delle esigenze e delle idee, ha portato già da anni all’affermarsi di principî inderogabili nel mondo del lavoro, sia in relazione alla gestione dei complessi apparati che lo caratterizzano, sia in riferimento alle nuove soluzioni tecnologiche protese all’affermarsi di una nuova possibile economia fondamentalmente basata sulla ottimizzazione e riduzione dei consumi. L’esigenza sempre più sentita, di disciplinare gli aspetti relativi al mondo del lavoro, con un contributo essenziale dato dalla normativa di riferimento della Comunità Europea, esplicatasi attraverso l’emanazione di direttive volte a tutelare sicurezza e stabilità per il singolo lavoratore, appare come una conquista sociale irrinunciabile, dettando regole certe e inderogabili dirette alla tutela e salvaguardia di chi, quotidianamente con la propria opera, presta un servizio fondamentale e indispensabile alla collettività ed alla qualità del vivere. Ne è un esempio il Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008, che ha riunito in un unico testo, mediante il riordino e il coordinamento la normativa nazionale, comunitaria e le convenzioni internazionali in materia, il tema della tutela e della salute e sicurezza sul lavoro basato sulla formazione di figure professionali responsabili nel proprio specifico operare, in armonia con il principio fondamentale della “valutazione dei rischi”, considerando pertanto la previsione di ogni pericolo possibile che si possa verificare nell’espletamento del lavoro, generando infortuni, malattie professionali e incidenti spesso gravissimi. La formazione delle figure professionali, traguardo già raggiunto a suo tempo dal D.Lgs 626/94 che riguardava i luoghi di lavoro in generale e dal D.Lgs 494/96, più specifico e rivolto al mondo delle costruzioni, sono stati successivamente ripresi e migliorati dal D.Lgs 81/08 che costituisce oggi un testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in armonia con una generale ed augurabile “Cultura della Sicurezza”. Appare pertanto indispensabile la necessità di formazione di figure professionali

specifiche cha vanno dal coordinatore per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ai preposti, ai responsabili dei servizi di prevenzione e protezione, agli stessi rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. L’evolversi delle normative e delle discipline, in riferimento a nuovi parametri di valutazione relativi all’esecuzione del lavoro, anche in relazione al progressivo quanto rapido perfezionamento tecnologico, pongono inoltre la necessità di periodici aggiornamenti delle competenze delle figure professionali, al fine di svolgere prestazioni sempre adeguate alle innovazioni e alle nuove conoscenze, con una significativa riduzione di incidenti e infortuni, e attraverso un’istruzione costante e periodica ramificata fino a raggiungere il singolo lavoratore in una logica di massima tutela di chi opera nel mondo del lavoro. Relativamente alla formazione della figura professionale in tema di sicurezza esercitata dall’architetto, il requisito professionale per la progettazione ed esecuzione dei lavori sono il titolo di laurea o diploma specialistico e attestato di frequenza con verifica di apprendimento finale ad un corso specifico in materia di sicurezza organizzato dalle regioni, mediante strutture tecniche operanti nel settore della prevenzione e della formazione professionale, o, in alternativa, dall’ISPESL, dall’INAIL, dall’Istituto Italiano di Medicina Sociale, dagli Ordini professionali, dalle Università, dagli Organismi paritetici istituiti nel settore dell’edilizia. Appare evidente che la formazione professionale in una materia complessa e delicata quale la gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro, che presume raffinate competenze e responsabilità non irrilevanti anche sotto il profilo giuridico oltre che etico, debba necessariamente costituire una formazione specialistica che non può appartenere ad un corso di studi quale un corso di laurea, in quanto si presume che tale specializzazione deb-

ba necessariamente passare attraverso una seppure breve esperienza maturata nell’ambito delle costruzioni, quindi necessariamente successiva ad opportuni tirocini ed esami di abilitazione alla professione e, quindi, con il conseguimento di un attestato successivo alla stessa abilitazione alla professione di architetto. Risulta pertanto significativo, nella direzione della formazione di laureati altamente qualificati in materie complesse, lo sforzo in essere da parte degli Ordini professionali (v. Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Milano) in tema di prevenzione incendi, con la formazione di una Commissione la cui attività consiste nel coordinare e promuovere attività di aggiornamento e approfondimento di tematiche e problematiche relative alla prevenzione incendi e riconducibili pertanto alla sicurezza delle costruzioni in generale, specie relativamente alla fase di progettazione, che con l’evoluzione delle nuove norme tecniche appare sempre più complessa, raffinata e puntuale e che nel tempo richiederà molto probabilmente un’abilitazione specifica. Tuttavia, in relazione a nuovi orientamenti, che tendono verso una specializzazione settoriale, anche in altri ambiti professionali relativi alla progettazione ed esecuzione di costruzioni, il ricorso all’attestato da conseguirsi successivamente alla Laurea e all’abilitazione professionale, si mostra


che non può essere gestito dalla regione in quanto compito di esclusiva competenza dello Stato. Secondo le disposizioni di legge alle regioni pertanto compete esclusivamente la disciplina degli aspetti che presentano uno specifico collegamento con la realtà regionale. In tal senso, secondo il TAR della Puglia, la delibera regionale impugnata viola il riparto di competenze Stato-Regioni così come previsto e sancito dall’Art. 117 comma 3 della Costituzione. Il ricorso presentato dagli Ordini professionali degli Ingegneri della Puglia consiste principalmente nella contestazione dell’obbligo di frequentazione di un corso regionale con prova finale predisposta dalla stessa Regione per l’ottenimento dell’attestato per il rilascio del certificato di sostenibilità ambientale e dell’attestato di certificazione energetica degli edifici e l’obbligo di iscrizione di appositi elenchi istituiti presso gli Albi professionali. Il principio contenuto nella sentenza del TAR della Puglia rappresenta pertanto un esempio significativo di come possa insorgere sotto il profilo giuridico un conflitto di competenze fra Stato e Regioni nella formazione professionale, specie qualora il rilascio di un attestato abilitativo abbia carattere locale e non sia conseguito e riconosciuto a livello nazionale. Inoltre, pur essendo auspicabile la necessità di corsi di approfondimento e aggiornamento specifici inerenti le varie discipline, il rendere obbligatori frequenze e attestati riferiti ai molteplici aspetti del costruire si pone in conflitto con il principio di offerta formativa degli Atenei il cui obiettivo curricolare è una seria formazione riconosciuta nel conseguimento del titolo di laurea nell’acquisizione di un metodo di analisi e capacità di soluzioni, quindi un metodo fondato anche su una cultura scientifica adeguata. Il successivo esame di abilitazione all’esercizio della professione, consiste nell’ulteriore verifica delle competenze specifiche rivolte a riconoscere l’idoneità del professionista che si accinge all’ingresso nel mondo del lavoro e che nell’operare nel tempo, necessariamente affina progressivamente le proprie capacità attraverso l’esperienza professionale. C. O.

Cosa si intende, in tema di prestazione d’opera intellettuale, con “obbligazione di risultato”?

Nella redazione di un progetto di architettura o ingegneria, “l’obbligazione di risultato” consiste nel doveroso conseguimento dello scopo pratico avuto di mira dal Committente, fissato dall’incarico professionale, e consistente nell’ottenimento del titolo abilitativo, e quindi nella creazione della condizione per la realizzabilità dell’opera. Quando, in fase di redazione dell’elaborato progettuale da parte del professionista, siano commessi errori od omissioni tali da renderlo inattuabile, è addebitabile allo stesso “il mancato conseguimento dello scopo pratico” per cui si era ottenuto l’incarico professionale. In tal senso è stata emessa sentenza n. 22129 dalla Corte di Cassazione Sez. 2 del 03/09/08, per cui l’eccezione di inadempimento veniva riconosciuta al Committente in quanto gli elaborati progettuali dell’Architetto non venivano approvati dal Comune poiché contrastanti con gli strumenti urbanistici vigenti, ed inoltre non tenevano conto dei diritti ed obblighi che regolano i rapporti fra proprietà confinanti.

LE VOSTRE DOMANDE Il curatore della rubrica risponderà ad una delle questioni che i lettori vorranno inviare all’indirizzo e-mail: architettielavoro@consulta-al.it Le domande non dovranno avere una lunghezza maggiore di 500 battute né contenere allegati.

49 PROFESSIONE ARCHITETTI E LAVORO

come un indirizzo cui da tempo si è diretta la produzione normativa nazionale e degli enti locali. Relativamente alla questione energetica e alla recente produzione normativa regionale in materia è stato introdotto l’obbligo dell’accreditamento consistente in un attestato di qualifica rilasciato dagli Ordini professionali o con il rilascio di un attestato di un corso di formazione rilasciato da soggetti accreditati dalle regioni e la successiva iscrizione a un elenco di soggetti certificatori a carattere regionale. La Regione Lombardia ha approvato con D.G.R. VIII/8745 del 22 dicembre 2008 i requisiti per i professionisti rimandando a corsi di formazione specifici anche equipollenti a quelli riconosciuti dall’Organismo di accreditamento della Regione Lombardia. Tuttavia, relativamente alla materia riguardante la certificazione energetica la normativa nazionale appare ancora in fase di completamento. Inoltre, la non completezza del D.Lgs 115/05, non chiarisce in maniera specifica la figura del Certificatore e rimanda ad un regime transitorio le disposizioni in nesso contenute per le regioni che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri provvedimenti in applicazione della normativa comunitaria. Tale vuoto normativo ha generato una disomogeneità nazionale specie in relazione alla formazione dei Certificatori nelle varie regioni e un problema specifico di ambiti estremamente rigidi di competenze territoriali e quindi ponendo conseguentemente un limite oggettivo delle possibilità di esercizio della professione sul territorio nazionale. La situazione appare maggiormente complessa se si considera che alcune regioni, come Puglia e Toscana hanno introdotto una figura professionale collaterale riferita al territorio, il Certificatore ambientale. Sulla base di un ricorso degli Ordini professionali degli Ingegneri della Puglia, avverso alla delibera 2272/09 della Regione, il TAR, con sentenza n. 2426 del dell’11 giugno 2010, ha rilevato che “la determinazione dei requisiti professionali e dei criteri di accreditamento per la qualificazione degli esperti a cui affidare la certificazione energetica degli edifici comporta la creazione di una nuova figura professionale


INFORMAZIONI DAGLI ORDINI

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Ordine di Bergamo tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Ordine di Brescia tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Ordine di Como tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Ordine di Cremona tel. 0372 535422 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Ordine di Lecco tel. 0341 287130 www.ordinearchitettilecco.it Presidenza, segreteria, informazioni: ordinearchitettilecco@tin.it Ordine di Lodi tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Ordine di Mantova tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Ordine di Milano tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Ordine di Monza e della Brianza fax: 039 3309869 www.ordinearchitetti.mb.it Segreteria: segreteria@ordinearchitetti.mb.it Ordine di Pavia tel. 0382 27287 www.ordinearchitettipavia.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Ordine di Sondrio tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Ordine di Varese tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it

Milano

a cura di Laura Truzzi Designazioni s )-02%3! %$),% & ,,) '!,,/ 3 ! 3 $) '!,,/ !,$/ RICHIEsta terna per collaudo di opere in c.a. relative alla realizzazione di un complesso residenziale costituito da palazzina di 6 alloggi in Magnano, via Caneva. Si sorteggia e si approvano i seguenti nominativi: Francesco ATTANASIO, Claudio Enea GIANA, Stefano MASSIRONI. s #/-5.% $) 0!2!")!'/ richiesta di professionisti per designazione Commissione per IL 0AESAGGIO AI SENSI DELLA , 2 12/05. Sono stati sorteggiati ed approvati i seguenti nominativi: Oscar DEL BARBA, Angus FIORI, Massimo GALLI, Antonio Maria MATTEINI. s #/-5.% $) "534/ '!2/,FO: richiesta di professionisti per designazione Commissione Comunale per l’edilizia integrata AI SENSI DELLA , 2 Sono stati sorteggiati ed approvati i seguenti nominativi: Giorgio BORDIN, Corrado SERAFINI. s 02/'%44/ $) %302%33)/.% % 36),500/ 4%22)4/2)!,% RIchiesta rappresentanti dell’Ordine per esame finale del Corso di Certificazione Energetica. Il Consiglio ha nominato: Chiara Maria Elena WOLTER. s 0/,)4%#.)#/ $) -),!./ )N seguito ai sorteggi per le nomine dei membri dell’Ordine per le commissioni di laurea per l’anno accademico 2009-2010 ed alla verifica delle disponibilitĂ , sono stati nominati i seguenti architetti: - Laurea “Specialistica in Architettura Milanoâ€? e “Vecchio Ordinamentoâ€? del 21.7.2010. In ordine progressivo di Commissione: Luca MANGONI, Lucia MARZANO, Mauro BERTAME’, Martino ROSTAN, Anna M. MAGGIORE, Giancarlo MARZORATI, Maria Antonia IZZO, Francesco Paolo CHIECA, Franco PISTOCCO, Luigi BOSSI, Grande SALVATORE, Marco ROBECCHI. - Laurea Specialistica in P.U.P.T. e P.T.U.A. Vecchio Ordinamento del 21.7.2010: Ia Com.: Paola PEREGO; IIa Com.: Enrico PIAZZA. - Laurea per il “Corso di Studi in Scienze dell’Architettura D.M. 270/04â€? del 23.7.2010. In ordine progressivo di Commissio-

ne: Roberto CASSANI, Carlo A. BORGAZZI BARBO’ DI CASALMORANO, Dario Eliano SIRONI, Licia Gaia SORTINO, Safwat EL SISI, Caterina MARTINOLI, Lorenzo NOE’, Pietro CODAZZI, Gabriele BOCOLA. - Laurea “Corso di Studi Urbanistica D.M. 270/04� del 23.7. e 21.9.2010: Ia Com.: Francesca PATRIARCA; IIa Com.: Valerio MONTIERI. - Laurea “Corso di Laurea in Architettura Ambientale Milano� del 21.9.2010: Ia Com.: Nicola TRINTINAGLIA; IIa Com.: Federico M. MAINERI; IIIa Com.: Paolo M. VIOLANI. - Laurea per il “Corso di Studi in Scienze dell’Architettura D.M. 270/04� del 22.9.2010. In ordine progressivo di Commissione: Roberto CASSANI, Carlo A. BORGAZZI BARBO’ DI CASALMORANO, Giorgio MARCHESOTTI, Licia G. SORTINO, Safwat EL SISI, Caterina MARTINOLI, Fabrizio PUSATERI, Elena BERTO, Pietro CODAZZI, Mariano L. LAROSA. - Laurea Triennale in Architettura delle Costruzioni del 21 e 22.9.2010: Ia Com.: Lorenzo SCAGLIONE. - Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura del 21 e 22.9.2010: Ia Com.: Paolo F. SERATI. - Laurea in “Design degli Interni� del 21.9.2010: Ia sub Com.: Giovanni BOTTINI; IIa sub Com.: Antonio SACCHETTI; IIIa sub Com.: Umberto ROMEO. - Laurea magistrale in “Design degli Interni� del 21.10.2010: Ia Com.: Donatella BROGLIO; IIa commissione: Ugo PENNELLA. - “Laurea Specialistica/Magistrale in Architettura� del 21.10.2010: Ia Com.: Francesco COLLINI. - Laurea in Architettura Vecchio Ordinamento del 21 e 22.10.2010: Ia, IIa, IIIa e IVa Com.: Lucia BERGO. - “Laurea Specialistica in Architettura - Architettura delle Costruzioni� del 21 e 22.10. 2010: Ia Com.: Giorgio R. RICCADONNA. - Laurea “Specialistica in Architettura Milano� e “Vecchio Ordinamento� del 21.10.2010. In ordine progressivo di Commissione: Luca MANGONI, Lucia MARZANO, Mauro BERTAME’, Martino ROSTAN, Davide LORENZONI, Giancarlo MARZORATI, Maria A. IZZO, Francesco P. CHIECA, Franco PISTOCCO,

Luigi BOSSI, Antonella VASSENA, Marco ROBECCHI. - Laurea Specialistica in P.U.P.T. e P.T.U.A. Vecchio Ordinamento del 21.10.2010: Ia Com.: Paola PEREGO; IIa Com.: Valerio TESTA. Serate d’architettura s Architetti e PGT. Dibattiti sul Piano di Governo del Territorio di Milano. Un Forum dedicato L’adozione del PGT di Milano comporta cambiamenti sostanziali che impongono a tutti gli architetti milanesi e lombardi un cambio di mentalitĂ e l’acquisizione di conoscenze nuove. Ăˆ un passo decisivo, a cui nessuno di noi può sottrarsi. Una fase, dunque, di grande importanza, sia in termini di possibile introduzione di nuovi contenuti di progettualitĂ nei vari temi strategici del Piano - precondizione per la qualitĂ dei futuri progetti urbanistici e architettonici - sia in termini di migliore comprensione della concreta operativitĂ delle regole del Piano nelle pratiche professionali che gli iscritti si troveranno a dover affrontare. In questa logica propositiva, l’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano ha promosso tra marzo e maggio 2010 un ciclo di incontri per misurare la portata innovativa del PGT, discutendone alcune questioni nodali. Ciascun incontro è stato preceduto da un forum con i colleghi e i cittadini per raccogliere i loro contributi. I testi di resoconto del ciclo dedicato al pgt sono sul sito: http:// fondazione.ordinearchitetti.mi.it/ index.php/page,Attivita.Incontri. Ciclo/cicloID,1 s EXPO 2015: Nutrire il pianeta Dopo aver percorso gli esiti ed iter amministrativi delle Expo svoltesi in quattro cittĂ europee conclusosi con una bella mostra fotografica in Triennale, le serate di giugno e luglio sono state dedicate nuovamente a EXPO 2015 affrontando sia il tema della nutrizione che quello dei concorsi in atto ad un mese dall’approvazione del masterplan. I testi di resoconto delle serate sono sul sito: http://ordinearchitetti.mi.it//index.php/page,Notizie.Dettaglio/ id,1787/type,oa


s La biblioteca degli architetti A giugno e luglio si è svolto il secondo ciclo de “La Biblioteca degli Architettiâ€? con tre incontri, all’ora dell’happy hour nella saletta delle esposizioni presso sede dell’Ordine, dedicati alla presentazione di alcune interessanti uscite editoriali dedicate all’architettura milanese e lombarda. Questo ciclo ha visto la presentazione dei volumi: s !! 66 "RUNO -ORASSUTTI 1920-2008 opere e progetti, Electa, Milano, 2009; s 3ILVIA -ILESI Mauro Galantino. Opere e progetti, Electa, Milano, 2010; s &ABIO .OVEMBRE &RANCESCA Alfano Miglietti, )L DESIGN SPIEGAto a mia madre, Rizzoli, Milano, 2010. La Biblioteca dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano è una piccola biblioteca tematica composta da circa un migliaio di volumi di architettura milanese e lombarda che provengono, oltre che da acquisti fatti nel corso del tempo, da donazione di architetti iscritti all’Ordine. L’obiettivo è diventare un punto di riferimento per la storia dell’architettura della cittĂ di Milano e della sua Provincia, valorizzando il ruolo della professione attraverso la diffusione della conoscenza degli architetti e del loro lavoro. Tutti i testi e le riviste sono consultabili su appuntamento: è necessario prenotarsi telefonicamente o via e-mail indicando il proprio nominativo, i titoli dei volumi completi di collocazione (il catalogo è consultabile sul sito dell’Ordine) oppure i numeri delle riviste da consultare e la fascia oraria prescelta. La biblioteca è aperta nei seguenti orari: gio. 9,30-13,30; ven. 14,30-18,30. Per prenotarsi: tel. 0262534356 e-mail: biblioteca@ordinearchitetti.mi.it L. T.

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A proposito del progetto di Brera L’ipotesi di costruire un velario a copertura del cortile del palazzo di Brera ha suscitato molte reazioni. Repubblica ha pubblicato in luglio una bella nota di Jacopo Gardella che si è soffermato su di alcuni aspetti funzionali che riguardano l’uso dello spazio non soltanto in rapporto con la Pinacoteca, ma in termini piĂš generali, come luogo della cittĂ , nel suo valore estetico nelle emozioni che può produrre e nei modi con i quali esso si rivolge a chi lo usa, a prescindere dalla sua cultura critica, e lo ha fatto con animo poetico. I sentimenti sono per loro natura soggettivi, e quindi condivisi o rifiutati, ma è incontestabile un aspetto rilevante: l’architetto, il progettista, ha visto il monumento sotto una molteplicitĂ di aspetti, cogliendone cosĂŹ un carattere essenziale. Molti altri, tutti coloro che passano per quel magnifico cortile, hanno certamente un proprio sentire del luogo e quindi qualcosa da esprimere. Per quanto sia importante la presenza della Pinacoteca, ma non si dimentichino altre istituzioni di rilievo, non soltanto in sua funzione si deve pensare al destino del cortile. Mi sembra lecito quindi farlo anche dando un’occhiata all’elaborazione concettuale intorno alle modalitĂ d’uso e al restauro di quegli edifici che hanno assunto un particolare valore per la societĂ che ne fruisce; esso che ha avuto inizio un paio di secoli fa, quanto meno. Molte le posizioni, ma tutte concordano nel dichiarare necessario un uso compatibile con le qualitĂ proprie dell’edificio: formali, strutturali, distributive; le parole che sintetizzano questa posizione affermano che dovrĂ esser la funzione ad adattarsi all’edificio, e non viceversa. Ăˆ fondamento della tutela del patrimonio storico il riconoscimento di un bene collettivo che lo stato preserva per il futuro: il documento storico e d’arte è difeso dalle manomissioni speculative, ma deve esserlo anche dagli impulsi “poeticiâ€? degli architetti che vorrebbero farne uno strumen-

to delle loro personali visioni, e qui il discorso potrebbe portarci molto lontano. Naturalmente occorre introdurre qualche distinguo, che è soprattutto emerso quando i vincoli monumentali si sono estesi ben oltre le poche decine inizialmente individuate. L’architettura è legata all’uso e non può essere conservata come un oggetto di contemplazione, come un quadro, e questo rende insufficiente ogni teoria del restauro che abbia fondamenti puramente estetici. L’uso deve rispondere alle esigenze delle persone, un valore variabile; l’integritĂ del documento storico non è obiettivo che possa superare l’esigenza di igienicitĂ . Alla coscienza sociale di oggi ripugna, giustamente, il fatto che un monumento, soprattutto se destinato ad un servizio importante come l’esposizione museale, non sia accessibile a chi ha minorazioni fisiche. Su di un altro piano di valori è essenziale che un museo abbia un microclima che favorisca la conservazione delle opere che vi sono contenute. Lo sforzo progettuale dell’architetto sarĂ diretto a creare un dialogo, che ha molti esiti possibili, fra quanto sussiste e quanto si aggiunge, e qui egli ha campo per esprimere la propria personalitĂ . Un ulteriore aspetto: l’architettura è anche un documento di cultura materiale, complesso e rilevante; questo impone il rispetto del dato fisico, fino ai limiti delle possibilitĂ tecnologiche, in taluni casi; come sempre ogni affermazione va confrontate con le circostanze in cui si opera: sarebbe un

cattivo servizio alla comunitĂ quello di spendere cifre che potrebbero essere meglio destinate per conservare un pezzo di intonaco, ma è anche inutile distruggerne in grande quantitĂ senza alcun bisogno se non quello di soddisfare il gusto di qualcuno, e non mancano certo gli esempi a Milano. Tornando quindi alla copertura del cortile di Brera essa non appare giustificata da alcuna irrinunciabile qualitĂ distributiva, non aggiunge nulla alle possibilitĂ offerte dal portico, è distruttiva dei valori formali e di complesse modalitĂ di fruizione, comporta problemi di carattere strutturale non indifferenti, rilevanti perdite di materia laddove si insedia sul vecchio edificio, potrebbe creare alterazioni del microclima che devono essere studiate e di cui non si ha notizia. Non si vuole escludere che all’architettura antica sia possibile inserire parti moderne, al contrario, ma ogni azione che possa determinare una perdita deve avere una giustificazione che in questo caso manca del tutto. Ăˆ positivo il fatto che il tema abbia dato luogo ad una discussione, che dovrebbe sempre avvenire in casi rilevanti di restauro: le norme di tutela lo esigerebbero, le soprintendenze dovrebbero promuoverla, anche perchĂŠ ciascuno possa giudicare sulla base dei fatti ed eventualmente, come noi siamo pronti a fare, cambiare idea se nuove informazioni dovessero arricchire le conoscenze e modificare le basi di valutazione. !MEDEO "ELLINI Milano, 3 novembre 2010

INFORMAZIONI LETTERE E COMMENTI

http://ordinearchitetti.mi.it//index.php/page,Notizie.Dettaglio/ id,1775/type,oa


A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dell’Ordine di Milano)

Variazione Indice Istat per l’adeguamento dei compensi 1) Tariffa Urbanistica Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969 Base dell’indice - novembre 1969: 100 Anno

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

2007

52

1620 1630 1640 1650 1613,62 1617,39 1619,9 1622,41 1627,44 1631,2 1634,97 1637,48 1637,48 1642,5 1648,78 1655,06 2008 1660 1670 1680 1690 1700 1690 1680 1660,08 1663,85 1672,64 1676,41 1685,2 1692,73 1700,27 1701,52 1697,76 1697,76 1691,48 1688,97 2009 1690 1700 1685,2 1688,97 1688,97 1692,73 1696,50 1699,01 1699,01 1705,29 1700,27 1701,52 1702,78 1705,29 2010 1720 1710 1730 1720 1707,80 1710,31 1714,08 1720,36 1721,62 1721,62 1727,89 1731,66 1726,64 n.b. Il valore da applicare, arrotondato alla diecina inferiore, è quello, in grassetto collocato nella parte superiore delle celle, immediatamente precedente al momento dell’assegnazione dell’incarico

2) Tariffa stati di consistenza (in vigore dal dicembre 1982) anno 1982: base 100 Anno

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

INDICI E TASSI

2008

Giugno

286,87

287,53

289,04

289,7

290 291,21

291,21

291,87

291,87

292,52

293,17

Luglio

Agosto

292,52

293,82

293,6

293,6

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

294,04

293,38

293,38

292,3

291,87

294,69

293,82

294,04

294,25

294,69

2009 2010 295,12 295,55 296,21 297,29 297,51 297,51 298,59 299,24 298,38 n.b. I valori da applicare sono quelli in neretto collocati nella parte superiore delle celle

3) Legge 10/91 (Tariffa Ordine Architetti Milano) Anno

Gennaio

Febbraio

2008 2009 2010

126,87 128,79 130,51

127,15 129,07 130,71

Marzo

Aprile

127,83 129,07 130,99

Maggio

128,11 129,36 131,47

128,79 129,65 131,57

anno 1995: base 100 Giugno

Luglio

129,36 129,84 131,57

Agosto

129,94 129,84 132,05

giugno 1996: 104,2

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

129,75 129,94 131,95

129,75 130,03

129,27 130,13

129,07 130,32

130,03 130,32 132,34

4) Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) anno 2000: base 100 5) Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno

Gennaio

Febbraio

2008 2009 2010

116,57 118,34 119,92

116,84 118,60 120,10

Marzo

Aprile

117,46 118,60 120,37

Maggio

117,72 118,87 120,81

118,34 119,13 120,89

Giugno

Luglio

118,87 119,31 120,89

Agosto

119,40 119,31 121,34

6) Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno

Gennaio

Febbraio

2008 2009 2010

122,18 124,02 125,69

122,45 124,30 125,87

Marzo

Aprile

123,10 124,30 126,15

Maggio

123,38 124,58 126,61

124,02 124,86 126,70

2003 108,23

Luglio

124,58 125,04 126,70

2004 110,40

8) Tariffa Dlgs 626/94 (Tariffa CNA) Indice da applicare per l’anno

2001 117,39

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

119,22 119,40 121,25

119,22 119,48

118,78 119,57

118,60 119,75

anno 1999: base 100

Giugno

Agosto

125,13 125,04 127,17

7) Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per l’anno

119,48 119,75 121,60

dicembre 2000: 113,4

125,23 125,50 127,44

Ottobre

Novembre

Dicembre

124,95 125,13 127,07

124,95 125,23

124,49 125,32

124,30 125,50

anno 2001: base 100

2005 112,12

2006 114,57

2007 116,28

gennaio 2001: 110,5 2008 119,63

anno 1995: base 100

2002 120,07

2003 123,27

2004 125,74

2005 127,70

2001 108,65

2002 111,12

2003 113,87

2004 116,34

2005 118,15

2009 121,44

2010 123,07

novembre 2001: 110,6 2006 130,48

2007 132,44

9) Tariffa pratiche catastali (Tariffa Ordine Architetti Milano) anno 1997: base 100 Indice da applicare per l’anno

gennaio 1999: 108,2

Settembre

2006 120,62

2007 122,43

2008 136,26

2009 138,32

2010 140,17

febbraio 1997: 105,2 2008 125,95

2009 127,85

2010 129,46

Tariffa P.P.A. (si tralascia questo indice in quanto non più applicato) Con riferimento all’art. 9 della Tariffa professionale legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l’elenco, relativo agli ultimi anni, dei Provvedimenti della Banca d’Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato articolo 9 della Tariffa. Dal 2004 determinato dalla Banca Centrale Europea. Provv. della B.C.E. (4.12.08) dal 10/12/08 2,50% Provv. della B.C.E. (15.1.09) dal 21/1/09 2,00% Provv. della B.C.E. (5.3.09) dal 11/3/09 1,50% Provv. della B.C.E. (2.4.09) dal 8/4/09 1,25% Provv. della B.C.E. (7.5.09) dal 13/5/09 1,00% Con riferimento all’art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro dell’Economia che fissano il “Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali” al quale devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Decreto. dal 1.1.2008 al 30.6.2008

4,20% +7

11,20%

dal 1.7.2008 al 31.12.2008

4,10% +7

11,10%

dal 1.1.2009 al 30.6.2009

Comunicato (G.U. 21.7.2008 n° 169) Comunicato (G.U. 2.2.2009 n° 26)

2,50% +7

9,50%

dal 1.7.2009 al 31.12.2009

1% +7

8,00%

dal 1.1.2010 al 30.6.2010

1% +7

8,00%

Comunicato (G.U. 28.8.2009 n° 199) Comunicato (G.U. 18.2.2010 n° 40)

per valori precedenti consultare il sito internet del proprio Ordine.

Comunicato (G.U. 16.8.2010 n° 190) dal 1.7.2010 al 31.12.2010

2.317 iscritti dell’Ordine di Bergamo; 2.320 iscritti dell’Ordine di Brescia; 1.690 iscritti dell’Ordine di Como; 692 iscritti dell’Ordine di Cremona; 931 iscritti dell’Ordine di Lecco; 403 iscritti dell’Ordine di Lodi: 702 iscritti dell’Ordine di Mantova; 11.894 iscritti dell’Ordine di Milano; 2.507 iscritti dell’Ordine di Monza e della Brianza;

846 iscritti dell’Ordine di Pavia; 360 iscritti dell’Ordine di Sondrio; 2.287 iscritti dell’Ordine di Varese. Ricevono inoltre la rivista:

90 Ordini degli Architetti PPC d’Italia;

Interessi per ritardato pagamento

Comunicato (G.U. 11.2.2008 n° 35)

La rivista AL, fondata nel 1970, oggi raggiunge mensilmente tutti i 26.949 architetti iscritti ai 12 Ordini degli Architetti PPC della Lombardia:

1% +7

8,00%

Per quanto riguarda: Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dell’Art. 81 della Legge 27 luglio 1978, n. 392, sulla disciplina delle locazioni di immobili urbani consultare il sito internet dell’Ordine degli Architetti PPC di Milano. Applicazione Legge 415/98 Agli effetti dell’applicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.

1.555 Amministrazioni comunali lombarde;

Assessorati al Territorio delle Province lombarde e Uffici tecnici della Regione Lombardia; Federazioni degli architetti e Ordini degli ingegneri; Biblioteche e librerie specializzate; Quotidiani nazionali e Redazioni di riviste degli Ordini degli Architetti PPC nazionali; Università; Istituzioni museali; Riviste di architettura ed Editori.


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