settembre 2003
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Archit et t ura sost enibile
M ensile di informazione degli Architetti Lombardi Ordini degli Architetti delle Province di: Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi M antova M ilano Pavia Sondrio Varese
Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti via Solferino, 19 - 20121 M ilano Anno 26 - Sped. in a.p. - 45% art. 2 comma 20/ B - Legge 662/ 96 - Filiale di M ilano
AL Mensile di informazione degli Architetti Lombardi numero 9 Settembre 2003
Editoriale
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Forum Architettura sostenibile interventi di Elisa Benacoli Bazzero, Emilio Pizzi, Gianni Scudo, Alessandro Trivelli Brescia Como Cremona Lecco M antova M ilano Pavia Sondrio Varese
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Argomenti
Redazione: Igor Maglica (caporedattore) Roberta Castiglioni, Martina Landsberger, Sonia Milone
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Concorsi
Segreteria: Augusta Campo
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Professione e aggiornamento Legislazione Normative e tecniche Strumenti
48
Informazione Dagli Ordini Lettere Stampa Libri, riviste e media M ostre e seminari
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Indici e tassi
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Direttore Responsabile: Stefano Castiglioni Direttore: Maurizio Carones Comitato editoriale: Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti
Direzione e Redazione: via Solferino, 19 - 20121 Milano tel. 0229002165 - fax 0263618903 e-mail Redazione: redazione.al@flashnet.it Progetto grafico: Gregorietti Associati Servizio Editoriale e Stampa: Alberto Greco Editore srl viale Carlo Espinasse 141, 20156 Milano tel. 02 300391 r.a. - fax 02 30039300 e-mail: age@gruppodg.com Fotolito Marf-Progetto Fotolito, Milano Stampa Diffusioni Grafiche, Villanova Monf.to (AL) Rivista mensile: Spedizione in a.p.- 45% art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano. Autorizzazione Tribunale Civile n° 27 del 20.1.71 Distribuzione a livello nazionale La rivista viene spedita gratuitamente a tutti gli architetti iscritti agli Albi della Lombardia che aderiscono alla Consulta Tiratura: 22.950 copie Abbonamento annuale (valido solo per gli iscritti agli Ordini) ⏠3,00 In copertina: La costruzione della capanna primitiva secondo E. Viollet-le-Duc. Gli articoli pubblicati esprimono solo lâopinione dellâautore e non impegnano la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti nĂŠ la redazione di AL .
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Sommario
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Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti, tel. 02 29002174
w w w . consult a lom b a r d ia . a r chiw or ld . it Segreteria: consulta.al@flashnet.it Presidente: Stefano Castiglioni; Vice Presidente: Daniela Volpi; Vice Presidente: Giuseppe Rossi; Segretario: Carlo Varoli; Tesoriere: Umberto Baratto; Consiglieri: Achille Bonardi, Marco Bosi, Franco Butti, Sergio Cavalieri, Simone Cola, Ferruccio Favaron Ordine di Bergamo, tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Presidente: Achille Bonardi; Vice Presidente: Paola Frigeni; Segretario: Italo Scaravaggi; Tesoriere: Fernando De Francesco; Consiglieri: Barbara Asperti, Giovanni N. Cividini, Antonio Cortinovis, Silvano Martinelli, Roberto Sacchi (Termine del mandato: 18.3.03) Ordine di Brescia, tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Presidente: Paolo Ventura; Vice Presidente: Roberto Nalli; Segretario: Gianfranco Camadini; Tesoriere: Luigi Scanzi; Consiglieri: Umberto Baratto, Gaetano Bertolazzi, Laura DalĂŠ, Paola E. Faroni, Franco Maffeis, Daniela Marini, Mario Mento, Aurelio Micheli, Claudio Nodari, Patrizia Scamoni (Termine del mandato: 2.10.02) Ordine di Como, tel. 031 269800 www.co.archiworld.it Presidenza e segreteria: architetticomo@archiworld.it Informazioni utenti: infocomo@archiworld.it Presidente: Franco Butti; Vice Presidente e Tesoriere: Gianfranco Bellesini; Segretario: Franco Andreu; Consiglieri: Marco Brambilla, Giovanni Cavalleri, Gianfredo Mazzotta, Marco Ortalli, Michele Pierpaoli, Corrado Tagliabue (Termine del mandato: 13.6.03) Ordine di Cremona, tel. 0372 535411 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Presidente: Emiliano Campari; Vice Presidente: Carlo Varoli; Segretario: Massimo Masotti; Tesoriere: Federico Pesadori; Consiglieri: Edoardo Casadei, Luigi Fabbri, Federica Fappani (Termine del mandato: 1.8.03) Ordine di Lecco, tel. 0341 287130 www.lc.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilecco@archiworld.it Informazioni utenti: infolecco@archiworld. Presidente: Ferruccio Favaron; Vice Presidente: Elio Mauri; Segretario: Arnaldo Rosini; Tesoriere: Alfredo Combi; Consiglieri: Davide Bergna, Carmen Carabus, Massimo DellâOro, Gerolamo Ferrario, Massimo Mazzoleni (Termine del mandato: 15.2.03) Ordine di Lodi, tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Presidente: Vincenzo Puglielli; Segretario: Paolo Camera; Tesoriere: Cesare Senzalari; Consiglieri: Samuele Arrighi, Patrizia A. Legnani, Erminio A. Muzzi, Giuseppe Rossi (Termine del mandato: 10.7.03) Ordine di Mantova, tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Presidente: Sergio Cavalieri; Segretario: Manuela Novellini; Tesoriere: Michele Annaloro; Consiglieri: Francesco Cappa, Cristiano Guernieri, Paolo Tacci, Manolo Terranova (Termine del mandato: 25.5.03) Ordine di Milano, tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Presidente: Daniela Volpi; Vice Presidente: Ugo Rivolta; Segretario: Valeria Bottelli; Tesoriere: Annalisa Scandroglio; Consiglieri: Giulio Barazzetta, Maurizio Carones, Arturo Cecchini, Valeria Cosmelli, Adalberto Del Bo, Marco Engel, Marco Ferreri, Jacopo Gardella, Emilio Pizzi, Franco Raggi, Luca Ranza (Termine del mandato: 15.10.01) Ordine di Pavia, tel 0382 27287 www.pv.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Presidente: Marco Bosi; Vice Presidente: Lorenzo Agnes; Segretario: Quintino G. Cerutti; Tesoriere: Aldo Lorini; Consiglieri: Anna Brizzi, Maura Lenti, Paolo Marchesi, Giorgio Tognon (Termine del mandato: 2.10.03) Ordine di Sondrio, tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Presidente: Simone Cola; Segretario: Fabio Della Torre; Tesoriere: Giuseppe Sgrò; Consiglieri: Giampiero Fascendini, Giuseppe Galimberti, Francesco Lazzari, Giovanni Vanoi (Termine del mandato: 19.2.03) Ordine di Varese, tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it Presidente: Riccardo Papa; Segretario: Emanuele Brazzelli; Tesoriere: Gabriele Filippini; Vice Presidente: Enrico Bertè, Antonio Bistoletti, Minoli Pietro; Consiglieri: Claudio Baracca, Maria Chiara Bianchi, Claudio Castiglioni, Stefano Castiglioni, Orazio Cavallo, Giovanni B. Gallazzi, Laura Gianetti, Matteo Sacchetti, Giuseppe Speroni (Termine del mandato: 3.7.03)
Maurizio Carones
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Editoriale
La preoccupazione per la ricerca di un piĂš equilibrato rapporto tra sviluppo e rispetto per lâambiente è un tema che, almeno nelle culture piĂš evolute, è progressivamente diventato appartenente alla coscienza collettiva. Lâattenzione per la qualitĂ dellâambiente, per la salvaguardia del territorio, dellâaria, dellâacqua, le attivitĂ per la bonifica degli ambiti inquinati, sono aspetti del nostro vivere quotidiano che provocano anche considerevoli modificazioni alle nostre abitudini. Dopo decenni nei quali non ci si è troppo occupati delle conseguenze ambientali determinate dal rapido e forte sviluppo della societĂ , oggi lâimportanza della â sostenibilitĂ ambientaleâ appare essere di dominio pubblico. Ă però da riconoscere come tale sensibilitĂ , allâinizio, sia stata di pochi, di poche culture che si opponevano generosamente e con scarsitĂ di mezzi a un atteggiamento diffuso di noncuranza e di negazione dello stesso problema. Queste iniziali proposizioni del problema ambientale avevano anche generato opposizioni pregiudiziali e il formarsi di fazioni opposte che affermavano lâurgenza o meno di tali problemi. La gravitĂ di alcune situazioni e la bontĂ di alcune argomentazioni hanno portato a considerare il problema ambientale non piĂš come un tema particolare, interesse di pochi: la sensibilitĂ verso la protezione e la salvaguardia dellâambiente è questione acquisita da tutti e, anche se con modalitĂ e prioritĂ diverse, sembra che oggi nessuno ne disconosca lâimportanza. In architettura, anche secondo la tradizione trattatistica, il rapporto con lâambiente è una condizione fondativa del progetto. Nonostante ciò â anche se la questione è evidentemente piĂš complessa â lâarchitettura ha sviluppato la sensibilitĂ verso i temi della sostenibilitĂ ambientale senza alcuna evidente anticipazione rispetto a quello che la societĂ faceva in senso piĂš in generale. Anche qui è però da sottolineare come molti architetti â pionieriâ si siano da tempo posti il problema, non solo pensando al progetto in termini di generico rapporto con lâambiente â tema appunto in un certo senso intrinseco alla stessa architettura â quanto piuttosto studiando quelle modalitĂ tipologiche, costruttive, impiantistiche e di uso di materiali che fossero particolarmente compatibili con lâambiente. Per questi architetti lâobiettivo è quello di realizzare â architetture sostenibiliâ attraverso un atteggiamento progettuale, talvolta radicale, caratterizzato dallâattenzione rivolta agli elementi naturali (clima, sole, territorio, ecc.) e al rapporto tra costruzione ed ecologia attraverso lâinterazione tra piĂš discipline. In questo numero di AL studiosi ed associazioni, che, fra gli altri, hanno contribuito ad indagare la questione e a diffondere una particolare sensibilitĂ verso di essa, forniscono una serie di testimonianze che indicano come lâinteresse per lâarchitettura sostenibile stia entrando nella consuetudine progettuale. Pur con i timori di alcuni sulla possibilitĂ che questo tipo di attenzioni costituisca un forte condizionamento per le scelte formali del progetto, lâarchitettura sostenibile rappresenta non solo una alternativa piĂš o meno condivisibile a determinati sistemi di costruzione utilizzati in modo ripetitivo ma anche, a partire da un diverso e piĂš stretto rapporto con il territorio sul quale il progetto è pensato, una interlocuzione problematica con quella sorta di ineludibile internazionalizzazione che caratterizza la nostra vita ed il nostro lavoro.
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Maurizio Carones
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Editoriale
La preoccupazione per la ricerca di un piĂš equilibrato rapporto tra sviluppo e rispetto per lâambiente è un tema che, almeno nelle culture piĂš evolute, è progressivamente diventato appartenente alla coscienza collettiva. Lâattenzione per la qualitĂ dellâambiente, per la salvaguardia del territorio, dellâaria, dellâacqua, le attivitĂ per la bonifica degli ambiti inquinati, sono aspetti del nostro vivere quotidiano che provocano anche considerevoli modificazioni alle nostre abitudini. Dopo decenni nei quali non ci si è troppo occupati delle conseguenze ambientali determinate dal rapido e forte sviluppo della societĂ , oggi lâimportanza della â sostenibilitĂ ambientaleâ appare essere di dominio pubblico. Ă però da riconoscere come tale sensibilitĂ , allâinizio, sia stata di pochi, di poche culture che si opponevano generosamente e con scarsitĂ di mezzi a un atteggiamento diffuso di noncuranza e di negazione dello stesso problema. Queste iniziali proposizioni del problema ambientale avevano anche generato opposizioni pregiudiziali e il formarsi di fazioni opposte che affermavano lâurgenza o meno di tali problemi. La gravitĂ di alcune situazioni e la bontĂ di alcune argomentazioni hanno portato a considerare il problema ambientale non piĂš come un tema particolare, interesse di pochi: la sensibilitĂ verso la protezione e la salvaguardia dellâambiente è questione acquisita da tutti e, anche se con modalitĂ e prioritĂ diverse, sembra che oggi nessuno ne disconosca lâimportanza. In architettura, anche secondo la tradizione trattatistica, il rapporto con lâambiente è una condizione fondativa del progetto. Nonostante ciò â anche se la questione è evidentemente piĂš complessa â lâarchitettura ha sviluppato la sensibilitĂ verso i temi della sostenibilitĂ ambientale senza alcuna evidente anticipazione rispetto a quello che la societĂ faceva in senso piĂš in generale. Anche qui è però da sottolineare come molti architetti â pionieriâ si siano da tempo posti il problema, non solo pensando al progetto in termini di generico rapporto con lâambiente â tema appunto in un certo senso intrinseco alla stessa architettura â quanto piuttosto studiando quelle modalitĂ tipologiche, costruttive, impiantistiche e di uso di materiali che fossero particolarmente compatibili con lâambiente. Per questi architetti lâobiettivo è quello di realizzare â architetture sostenibiliâ attraverso un atteggiamento progettuale, talvolta radicale, caratterizzato dallâattenzione rivolta agli elementi naturali (clima, sole, territorio, ecc.) e al rapporto tra costruzione ed ecologia attraverso lâinterazione tra piĂš discipline. In questo numero studiosi ed associazioni, che, fra gli altri, hanno contribuito ad indagare la questione e a diffondere una particolare sensibilitĂ verso di essa, forniscono una serie di testimonianze che indicano come lâinteresse per lâarchitettura sostenibile stia entrando nella consuetudine progettuale. Pur con i timori di alcuni sulla possibilitĂ che questo tipo di attenzioni costituisca un forte condizionamento per le scelte formali del progetto, lâarchitettura sostenibile rappresenta non solo una alternativa piĂš o meno condivisibile a determinati sistemi di costruzione utilizzati in modo ripetitivo ma piuttosto, a partire da un diverso e piĂš stretto rapporto con il territorio sul quale il progetto è pensato, una interlocuzione problematica con quella sorta di ineludibile internazionalizzazione che caratterizza la nostra vita ed il nostro lavoro.
Architettura sostenibile
Forum
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Il Forum dedicato allâarchitettura sostenibile è unâoccasione di riflessione e di confronto fra esperienze maturate da personaggi del mondo universitario, professionale e istituzionale che si occupano direttamente di questioni ambientali. Ringraziamo quindi per il loro contributo Elisa Benacoli Bazzero dellâUnitĂ organizzativa politiche per la casa ed edilizia residenziale pubblica della Regione Lombardia; Emilio Pizzi, professore ordinario di Architettura tecnica del Politecnico di Milano; Gianni Scudo, professore ordinario di Tecnologia dellâarchitettura presso il Dipartimento Best del Politecnico di Milano e Alessandro Trivelli architetto, dottore di Ricerca in Ingegneria Ergotecnica Edile, che ha collaborato alla realizzazione di questo numero.
La costruzione della capanna primitiva secondo E. Viollet-le-Duc.
Edilizia sostenibile per la qualitĂ degli alloggi di edilizia residenziale pubblica in Lombardia di Elisa Benacoli Bazzero In un momento di profondi cambiamenti, soprattutto nel modo di affrontare le riforme delle Politiche per la Casa, la promozione della qualitĂ della casa secondo le declinazioni di qualitĂ architettonica, qualitĂ ambientale e tecnica, qualitĂ del servizio, ha comportato per Regione Lombardia affrontare la materia con una visione sinottica, ovvero con la capacitĂ di abbracciare insieme gli aspetti della qualitĂ , dellâeconomia e dellâambiente. Lâobiettivo principale è promuovere unâattivitĂ edilizia mirata a uno sviluppo urbano sostenibile e a un miglioramento della qualitĂ della vita, favorendo la realizzazione di alloggi sociali in attuazione di misure di intervento capaci di perseguire gli obiettivi di SostenibilitĂ nellâutilizzo del Territorio, di SostenibilitĂ Sociale e, non da ultimo, di SostenibilitĂ Ambientale. Il ruolo di Regione Lombardia oggi, secondo le funzioni assegnatele dalla Legge Regionale 1/2000 â Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia in attuazione del D.Lgs 31.03.1998â (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni), è tracciare il percorso verso unâattivitĂ edilizia di qualitĂ e per questo consapevole dei riflessi sociali, economici e ambientali che ha su tutto il territorio lombardo. Per questi motivi nei piĂš recenti provvedimenti regionali, cosĂŹ come sarĂ per i prossimi bandi in attuazione del Programma per lâEdilizia Residenziale Pubblica (PRERP), verrĂ valorizzata lâimportanza delle sinergie derivanti dal coordinamento tra politiche per la casa e progetti infrastrutturali, progetti edilizi e sostenibilitĂ ambientale al fine di ottenere funzionalitĂ degli investimenti e, insieme, qualitĂ degli esiti attesi. Secondo queste finalitĂ e nella consapevolezza che non servono nuove leggi prescrittive e vincolistiche per il progettista, lâUnitĂ Organizzativa Politiche per la Casa dellâAssesorato â Opere Pubbliche,
Politiche per la Casa ed Edilizia Residenziale Pubblicaâ , guidato dallâAssessore Carlo Lio, ha dato il primo esempio concreto della volontĂ di Regione Lombardia di garantire attraverso la realizzazione di alloggi da destinare a locazione a canone concordato, la sperimentazione di una nuova edilizia sociale di qualitĂ : le â Linee Guida per la progettazione e requisiti prestazionali del manufatto edilizioâ . Questo documento, impostato secondo i requisiti esigenziali/prestazionali del quadro esigenziale riassunto e descritto nella UNI 8289 che classificava le esigenze nelle classi di sicurezza, benessere, fruibilitĂ , aspetto, gestione, integrabilitĂ e salvaguardia dellâambiente, può essere considerato il punto di partenza, la base di appoggio alla programmazione e realizzazione di abitazioni sociali di qualitĂ , la cui progettazione sia architettonica che impiantistica deve tener conto del proprio contesto ambientale di riferimento. Le Linee guida hanno ordinato la principale normativa vigente, raggruppandola per ambiti; in questo modo si è dato valore e risalto alla normativa regionale vigente, si sono focalizzate le esigenze di benessere abitativo dellâutenza, pur lasciando libertĂ nelle scelte progettuali e nelle soluzioni tecnologicheâimpiantistiche da adottare, consapevoli che la buona architettura nasce dal territorio e non dalla norma vincolistica. Il documento regionale si articola inoltre su due livelli per ogni categoria di esigenza: ⢠linee guida: indicazioni progettuali da rispettare per il raggiungimento di un particolare requisito di qualitĂ dellâabitare; ⢠prestazioni attese: risultati prestazionali di qualitĂ del manufatto edilizio, misurabili anche strumentalmente. Genericamente le indicazioni delle Linee guida sono volte, oltre a favorire una efficace e buona progettazione, a garantire il benessere degli utenti e il risparmio di
K. F. Schinkel, Il castello di Tegel, 1821-23.
Forum
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C. N. Ledoux, Lâabri du pauvre.
Forum
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energia e, quindi, di costi degli immobili: hanno come obiettivo la SostenibilitĂ Edilizia. Le novitĂ piĂš significative introdotte, possono essere cosĂŹ sintetizzate: ⢠benessere termo-igrometrico: valutazione di opportune strategie per controllare efficacemente la temperatura nellâaria in considerazione dei fattori termici stagionali; ⢠benessere respiratorio olfattivo e qualitĂ dellâaria: per garantire efficacia nel ricambio dâaria indoor, le Linee guida stabiliscono che la ventilazione naturale interna dellâalloggio sia garantita da soluzioni distributive interne dellâalloggio, e dallâobbligatorietĂ di installazione di impianti e/o dispostivi ventilanti per il controllo automatico del ricambio dâaria; ⢠benessere visivo: deve essere ottimizzato lo sfruttamento della luce naturale ai fini del risparmio energetico e del comfort visivo; ⢠benessere acustico: la progettazione deve riferirsi allâedificio come a un sistema unitario per il quale pianificare le varie fasi di intervento in unâottica globale, ricercando le
migliori prestazioni dellâinsiemefinestra; ⢠risparmio energetico: obbligatorietĂ di riscaldamento centralizzato, preferibilmente con adozione di contabilizzazione del calore, oltre che ad una riduzione del 10% del valore del coefficiente di dispersione termica massimo ammesso dalla Legge 10/91; ⢠manutenzione: oltre al Piano della Manutenzione, obbligatorio con il DPR 554/99, si chiede di legare la manutenzione dellâedificio al processo edilizio, tenendo conto delle scelte dei materiali delle tecniche e soluzioni costruttive orientate allâesecuzione di manutenzioni agevoli, economiche e controllabili nel tempo. Lâassessorato alle Opere Pubbliche, Politiche per la Casa ed Edilizia Residenziale Pubblica, ha contribuito a promuovere una nuova edilizia residenziale pubblica sostenibile sotto i profili economici, sociali e ambientali, oltre che capaci di porsi come riferimento per quanti operano sul territorio lombardo, anche attraverso la promozione di seminari sul tema della SostenibilitĂ Edilizia e sulla Certificazione
Energetica negli edifici e pure collaborando con il Gruppo di Lavoro interregionale ITACA per la bioedilizia che raggruppa in sĂŠ tutte le Regioni italiane e svolge attivitĂ di ricerca in modo coordinato e uniforme nella definizione dei criteri di ecocompatibilitĂ , provvedendo altresĂŹ a scambi di esperienze. In particolare, il Gruppo di Lavoro Interregionale ha definito un protocollo per la bio-edilizia, corredato da requisiti prestazionali che prendono spunto dal sistema di certificazione energetico ambientale di edifici detto Green Building Challenge o GBS, un sistema capace di adattarsi alle realtĂ climatiche e sociali del suo contesto; inoltre, direttamente proposti da Regione Lombardia, sono stati definiti i â Dieci princĂŹpi per lâedilizia sostenibileâ : ⢠ricercare uno sviluppo armonioso e sostenibile del territorio, dellâambiente urbano e dellâintervento edilizio; ⢠tutelare lâidentitĂ storica delle cittĂ e favorire il mantenimento dei caratteri storici e tipologici legati alla tradizione degli edifici;
⢠contribuire con azioni e misure al risparmio energetico e allâutilizzo di fonti rinnovabili; ⢠costruire in modo sicuro e salubre; ⢠ricercare e applicare tecnologie edilizie sostenibili sotto i profili ambientali, economici e sociali; ⢠utilizzare materiali di qualitĂ certificata ed ecocompatibili; ⢠progettare soluzioni differenziate per rispondere alle diverse richieste di qualitĂ dellâabitare; ⢠garantire la Safety e la Security dellâedificio; ⢠applicare la domotica per lo sviluppo di una nuova qualitĂ dellâabitare; ⢠promuovere la formazione professionale, la progettazione partecipata e scelte consapevoli nellâattivitĂ edilizia. Per approfondimenti, si invita a consultare il sito regionale www.politicheperlacasa.regione.lombardia.it dove è possibile scaricare il testo completo delle â Linee Guidaâ (allâinterno della sezione tematica POR 20.000 abitazioni in affitto), mentre per il Protocollo ITACA per la bio-edilizia la consultazione è sul sito www.itaca.org
C. N. Ledoux, Maison des Directeurs de la LoĂźe.
Forum
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La sostenibilitĂ come recupero di antiche regole costruttive di Emilio Pizzi Per chi oggi percorre i tracciati delle autostrade che attraversano il territorio lombardo la percezione del paesaggio è cosa di poco conto, persa ormai tra le immagini pubblicitarie degli insediamenti industriali che si affastellano attorno ad esse ed i ritagli di un tessuto agricolo sempre piĂš frammentato e spesso in abbandono. Solo chi ha la fortuna di viaggiare per le vecchie arterie statali e provinciali ha modo di cogliere accanto al progressivo addensamento di nuove costruzioni la presenza originaria di edificazioni che paiono seguire diverse regole costruttive. Si tratta di insediamenti rurali sparsi, cascine, ma anche ville ed edifici signorili: li accomuna il rispetto di regole antiche, di una attenzione allâorientamento e al clima e soprattutto nellâuso attento delle risorse edilizie disponibili che costituiscono anche il carattere ricorrente di queste
architetture. Parlare di sostenibilitĂ oggi significa interrogarsi ancora una volta sulla effettiva capacitĂ dellâarchitettura di essere interprete delle aspettative dellâuomo contemporaneo, in una realtĂ caratterizzata da profonde trasformazioni del suo habitat e dalla dimensione planetaria che vanno assumendo le problematiche per una sua sopravvivenza negli anni a venire. Significa domandarsi come mai siano state ormai abbandonate regole antiche di adesione al luogo, regole che lo stesso Movimento Moderno in architettura, con il suo profondo rivolgimento formale, aveva mantenuto e fatto proprie come un lascito prezioso dellâarchitettura del passato. Un elemento di continuitĂ che aveva accompagnato la nascita di nuovi princĂŹpi spaziali attraverso un uso consapevole e attento della luce naturale e dei fattori di soleggiamento.
Di fronte ad unâarchitettura che sembra avere rinunciato a riconoscere nellâuomo il suo centro di attenzione e che persegue solo risposte a domande quantitative, appaiono sempre piĂš giustificati i richiami ad una diversa consapevolezza dei problemi che sono alla base del gesto progettuale. Dietro i proclami sempre piĂš frequenti per unâarchitettura sostenibile, dietro al sempre piĂš frequente ricorso ai termini di bio-architettura o di architettura ecoconsapevole, è presente, al di lĂ di ogni formalismo alla moda, il disagio per unâarchitettura contemporanea ormai insensibile a quei fattori che dovrebbero sempre piĂš viceversa caratterizzarla. Colpisce il fatto che si debba, prima di costruire unâopera, verificare il suo â impattoâ , quando la compatibilitĂ e lâadattamento ad un contesto dovrebbero essere le premesse stesse del progetto. Anche lâaspetto della sostenibilità è peraltro implicito nella condizione del fare architettura: ogni edificio del passato ha dovuto fare i conti con risorse materiali ed umane disponibili.
La grande disponibilitĂ di risorse tecnologiche oggi non può far ignorare come sia indispensabile conoscere a fondo i materiali che si impiegano, comprendendone i limiti, le compatibilitĂ e soprattutto la natura. Paradossalmente nella societĂ dellâinformazione globale questa conoscenza sembra essere negata e chi vuole intraprendere attraverso mille difficoltĂ la strada di maggiori consapevolezze è costretto ad arrendersi di fronte ad una realtĂ di improvvisazione e sperimentalitĂ che informa ogni nuova soluzione costruttiva. SostenibilitĂ significa quindi in primo luogo ricostruire un sistema di relazioni fra i diversi soggetti del processo edilizio in modo da rit rovare unâ int esa comune su obiettivi primari che sappiano essere espressione dei valori di sempre dellâarchitettura. Progettisti, costruttori, enti locali ma anche produttori di materiali e componenti, universitĂ ed enti di ricerca devono condividere lâaspirazione comune a un diverso principio di permanenza dellâarchitettura, sĂŹ fondato su un piĂš efficace controllo della durabilitĂ , dei manu-
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K. F. Schinkel, Tentativo di esprimere la piacevole malinconia che riempie il cuore al suono del servizio divino che si ascolta dalla chiesa, 1810.
che come nuove componenti in grado di modificare profondamente anche la nostra percezione degli spazi e le nostre sensazioni, in opposizione allâattitudine a un ricorso sempre piĂš massiccio a sussidi impiantistici artificiali, quali garanzia di comfort ma anche per lo piĂš utilizzati come correttivi ad errori di concezione generale dellâedificio. Sostenibilità è anche ripercorrere la realtĂ di un cantiere ancora oggi profondamente arretrato verso un differente modello di utilizzo dei materiali, rivolto allo loro valorizzazione anche attraverso la riscoperta di capacitĂ artigianali, piĂš preparato a rivolgimenti complessi, quale quello che caratterizzerĂ i prossimi anni per lâesigenza di incrementare sensibilmente gli spessori di isolamento termico, piĂš attento nel ridurre sprechi e soprattutto sempre piĂš organizzato nellâutilizzare materiali di recupero. La sostenibilitĂ dunque appartiene alla componente etica dellâarchitettura, ne è lâessenza stessa, è un richiamo severo a valori troppo a lungo dimenticati, ma soprattutto è una speranza e una scommessa per la cultura architettonica del nostro tempo cui non possiamo in alcun modo sottrarci.
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fatti, ma anche su di una loro adattabilitĂ al continuo mutare di esigenze e funzioni. Prima ancora che sugli aspetti di controllo dei consumi energetici è bene infatti interrogarsi sulla capacitĂ dei manufatti di soddisfare efficacemente esigenze anche di fronte al loro mutare nel tempo. Non ha senso investire risorse su edifici che, per quanto attentamente progettati, dopo pochi anni non sono piĂš in grado di soddisfare lâaffacciarsi di nuove istanze di utilizzo. La flessibilitĂ sembra essere diventata la prima delle categorie di sostenibilitĂ di un edificio cui bisogna essere attrezzati a rispondere e accanto ad essa lâintroduzione di princĂŹpi di nuova spazialitĂ che fanno sĂŹ che ogni nuova costruzione abbia anche la capacitĂ di rimodellarsi nel tempo attraverso lâimpiego di tecnologie costruttive altrettanto facilmente modificabili e sostituibili. Appartengono a questo necessario rinnovamento dellâapproccio progettuale anche lâattenzione per lâottimizzazione degli apporti di luce naturale e del raffrescamento naturale, non solo come elementi di adesione al clima dei contesti in cui dovrĂ collocarsi lâopera, ma an-
Architettare la sostenibilitĂ di Gianni Scudo Il titolo di questo breve intervento non è un gioco di parole. La sostenibilitĂ , nelle sue diverse connotazioni, non è un insieme di tecniche che si utilizzano nel progetto di architettura, ma un approccio strategico di carattere culturale che propone di ripensare le pratiche dellâarchitettura nei contesti specifici in termini transcalari e transgenerazionali. Lo scarso interesse operativo degli architetti alle problematiche ambientali (spesso considerate come mode passeggere e quindi del tutto estranee al corpusdellâarchitettura) è legato alla difficoltĂ di correlare le scelte funzionali, morfologiche e tecnologiche alla disponibilitĂ di risorse ambientali locali da un lato e, dallâaltro, allâimpatto ambientale in tempi anche molto lunghi (lâarchitettura è un prodotto molto durevole) ed in aree anche molto grandi.
In generale si tratta della difficoltĂ di correlare la propria pratica al grande cambiamento di strategie ambientali in corso negli ultimi 20 anni. Ă anche vero che tale disinteresse degli architetti è ulteriormente incentivato dalla deregulation cronica di governo del territorio, che finisce per privilegiare modelli insediativi dispersi e, quindi, poco sostenibili. Ă importante richiamare quindi la connessione strutturale tra architettura e sostenibilitĂ allâinterno delle politiche ambientali degli ultimi 15 anni. Il trattato di Maastricht segna un punto di non ritorno della politica ambientale dellâ UE, perchĂŠ introduce standard ambientali rigorosi, confermando la strategia di sostenibilitĂ con quattro obiettivi strategici: ambiente, salute, uso razionale delle risorse ed impatto su scala globale.
La colonna-albero secondo Philibert de lâOrme.
Capanne primitive, da Vitruvio (edizione di Cesare Cesariano).
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Con il trattato si passa dal paradigma di sviluppo economicista a quello della sostenibilitĂ ambientale sociale e produttiva con forti innovazioni normative, tra le quali richiamiamo il principio di precauzione e quello di risarcimento del danno ambientale. Lo sviluppo sostenibile è stato poi tradotto in un insieme di indirizzi strategici, â buone praticheâ e norme (nei settori degli insediamenti, dei materiali, dellâenergia, degli appalti, ecc.) che hanno delle dirette implicazioni sulla responsabilitĂ del progettista per quanto riguarda la risposta in termini di progetto e costruzione a tre classi di esigenze di base dellâutenza: lâuso razionale delle risorse ed il benessere, lâigiene e la salute dellâutenza e la salvaguardia dellâambiente. Anche in Italia si sono sviluppate una serie di attivitĂ nornative (Regione Emilio Romagna, Regione Friuli Venezia Giulia, ITACA, Testo unico per gli appalti pubblici) che permetteranno di mettere a regime un insieme interes-
sante, anche se limitato, di attivitĂ sperimentali svolte negli ultimi anni. Alle esigenze specifiche di sostenibilità è possibile rispondere con un mix di requisiti che, pur facendo riferimento alle norme, siano in grado di rispondere a criteri di sostenibilitĂ con un percorso di progetto alternativo a quello convenzionale. Per rispondere ad esempio allâesigenza di benessere termoigromertico estivo, con il minimo utilizzo di tecniche da fonti energetiche non rinnovabili (sistemi di ventilazione naturale, scambi con il terreno, ecc.) debbo rimodulare i requisiti di forma e orientamento delle aperture con la logica dei sistemi passivi o ibridi e valutarli in tutte le fasi del percorso progettuale, perchĂŠ, ad esempio, le scelte iniziali morfologiche spesso determinano in modo irreversibile il comportamento ambientale complessivo dellâorganismo architettonico nel tempo. Ă quindi necessario che i requisiti siano individuati da indicatori de-
finiti in modo preciso (quantitativo o qualitativo) per consentirne la confrontabilitĂ in fase di progettazione e di controllo. Un aspetto importante della sostenibilità è la grande differenziazione dei luoghi, che è in stretto rapporto con lâuso delle risorse ambientali, culturali e produttive locali e quindi con la strategia ambientale della comunitĂ e/o dellâ ente territoriale. Di qui lâimportanza dellâanalisi del sito anche dal punto di vista delle risorse climatiche per determinarne la reale disponibilitĂ al variare dei cicli giornalieri e stagionali. Lâapproccio allo sviluppo sostenibile introduce quindi nel progetto di architettura i caratteri ambientali intesi come risposta prestazionale al complesso delle esigenze ambientali sopra accennate (uso razionale delle risorse, benessere e salute dellâutenza e salvaguardia dellâambiente) in termini di integrazione con le prestazioni funzionali, morfologico-simboliche e tecnologico-strutturali.
La formazione convenzionale dellâarchitetto è tuttora orientata al controllo dei caratteri â vitruvianiâ e considera i caratteri ambientali come uno specialismo da utilizzare come controllo â ex postâ del progetto o come occasione di â esibizioneâ . La sostenibilità è un approccio culturale perchĂŠ deve garantire lâintegrazione dei caratteri ambientali nella cultura materiale dei paesaggi storici e contemporanei del costruire. Ă quindi necessario formare operatori in grado di â architettareâ la sostenibilitĂ . In questo campo le FacoltĂ di Architettura si stanno muovendo da poco (ad esempio con il Corso di Architettura Ambientale, I° FacoltĂ di Architettura del Politecnico di Milano) e gli Ordini professionali potrebbero cogliere lâopportunitĂ dei tirocini e dello sviluppo organico della formazione permanente per attivare, in sinergia con le UniversitĂ , processi di formazione â sostenibileâ .
a cura di Alessandro Trivelli Le Associazioni che si occupano di ambiente e sostenibilitĂ delle azioni dellâuomo sono numerose e presenti su tutto il territorio nazionale (comunque molte meno che in Europa o negli Stati Uniti). Quelle che sono specificatamente rivolte allâattivitĂ di elaborazione del territorio e alla qualitĂ dellâambiente costruito sono sicuramente un numero rilevante rispetto a quanto importante venga evidenziato il tema nelle azioni concrete di coloro che operano nel campo dellâedilizia. Questa distanza fra lo sforzo â culturaleâ e le scelte attuate pone il problema dellâefficacia delle azioni delle Associazioni che si occupano di diffusione dellâapproccio ecosostenibile allâambiente e principalmente della penetrazione di queste nel tessuto piĂš minuto della condivisione della societĂ civile. Ciò nonostante, il tema del miglioramento delle condizioni abitative e ambientali e il rispetto delle esigenze dellâuomo è indiscutibilmente condiviso da molti: ambiente, qualitĂ e sicurezza sono tre parole che nessuno può ignorare e che nessuno dimentica nei propri programmi che siano politici, strutturali o di intervento. Anche grazie allâattivitĂ delle associazioni che si occupano di questi temi molti programmi sono diventati azioni e il coordinamento fra il mondo amministrativo, scientifico, professionale e operativo è passato anche attraverso il processo associatorio. Se la vicinanza culturale porta i cittadini e/o i professionisti a unirsi in gruppi privati per partecipare ad un processo di miglioramento delle condizioni generali di vita, ciò è dovuto anche alla presenza di un vuoto istituzionale (universitario, amministrativo, ecc.), inteso come lâassenza di un punto di riferimento certo e riconosciuto con capacitĂ di intervento e di interlocuzione, inoltre lâazione â istituzionaleâ è quasi sempre stata intesa come troppo debole per la risoluzione dei problemi. La particolaritĂ di queste associazioni è che a differenza della maggior parte delle altre associazioni (ad esempio: dei consumatori, di gruppi ristretti di persone, ecc.) non porta e non diffonde le istanze di una parte della societĂ , ma, nella genericitĂ dei casi, della quasi totalitĂ dei cittadini e anche di coloro che ritengono di non averne bisogno. Questo perchĂŠ la qualitĂ dellâambiente e la qualitĂ della vita è una necessitĂ comune e solo casualmente, o solo per predisposizione, alcuni e direi in definitiva pochi, se ne occupano senza scopo di lucro. Nel campo dellâarchitettura questo ha anche significato aggettivare e articolare la definizione della stessa in modo da differenziare un approccio, quello eco-consapevole da quello no, con suffissi, acronimi e aggettivi (eco, bio, sostenibile, green, low energy, naturale, bioclimatica, organica, ecc.) che possono far pensare ad uno stile, un modo di fare architettura definito anche formalmente; ma cosĂŹ non è. Vero è che alcuni interventi sono volutamente â manife-
stiâ nel proporre un determinato approccio ma è spesso dovuto alla volontĂ di renderli visibili, di dare forza ad un messaggio in modo da identificare immediatamente e da riconoscere questo da questâaltro: la differenza formale o lâarticolazione formale è in questi casi una modalitĂ di espressione del contenuto, del concetto, della filosofia progettuale e spesso anche della proposta di vita o di relazioni sociali (con lâesterno) e con lâambiente e non di una modalitĂ compositiva. I temi ambientali e della migliore qualitĂ dello spazio costruito si fondono con approcci che vengono da lontano e spesso lo sono anche molto (feng shui, new age, antroposofica, ecc.), con qualche raro punto di incontro che però spesso possiamo trovare anche nella tradizione costruttoria locale se non si fosse abbandonata, dimenticata e stravolta dallâedificazione sorda e senza memoria. Ma non è naturalmente il recupero incondizionato delle tecniche e delle modalitĂ costruttorie di un tempo, il ritorno a quellâarchitettura tradizionale che ci salva dallâincapacitĂ di fare delle scelte migliorative, e si riconosce il fare architettura â ecoâ ; forse potrebbe essere solo necessario lâacquisizione e il recupero di una certa saggezza e il rispetto del contesto fisico e culturale che potremmo operare in senso positivo, eco o non eco. Per quelle questioni complesse, â moderneâ , quelle che mettono in relazione grandi sistemi ed operano con grandi volumi e significativi impegni di risorse è necessario intervenire con la conoscenza specifica che è sempre piĂš articolata e sottile, composta di elementi deboli e meno visibili ma importanti, tanto da cambiare il risultato finale. In questa complessitĂ lâoperato delle associazioni si fa piĂš frammentario, anche per la mancanza di unâarticolazione fondata sulla reale volontĂ collaborativa, piĂš che sulla necessitĂ di evidenziarsi, quasi con un atteggiamento concorrenziale. Nonostante negli ultimi anni le associazioni con maggiore diffusione che si occupano di bio-architettura, sostenibilitĂ ambientale, ambiente, paesaggio, tutela della salute, siano caratterizzate da un approccio orientato ad uno o piĂš temi con poche sovrapposizioni sostanziali fra loro, e di conseguenza con aspetti di concorrenzialitĂ molto marginali, spesso e sfortunatamente sono rimasti gli steccati storici a imporre le distanze. Concorrenza culturale, non di certo economica, per il prestigio e la maggiore riconoscibilitĂ e lâaccessibilitĂ a quei pochi e rari (un tempo ancora di piĂš) spazi e alle pochissime risorse. Sono convinto che questo atteggiamento indebolisca la forza del messaggio che veicolano e soprattutto le potenzialitĂ operative delle stesse; su questo punto invito coloro che partecipano alla vita associatoria ad una riflessione. Oggi molti professionisti, e non, si avvicinano alle associazioni e si iscrivono per desiderio di conoscenza e di partecipazione, spesso solo
â passivaâ , per essere aggiornati sulle attivitĂ o per sentirsi â dentroâ allâargomento del momento, qualsiasi di questi motivi credo sia sufficientemente valido, in quanto lâazione positiva di ognuno di noi contribuirĂ al miglioramento dellâambiente, fosse anche un pensiero. Gli obiettivi Negli ultimi 10-15 anni lâatteggiamento nei confronti dellâambiente è molto cambiato: da proposizioni esclusivamente protezionistiche del bene comune si è arrivati a considerare il bene comune direttamente collegato alla qualitĂ della vita di ognuno di noi, e quindi a considerare le azioni negative nei confronti dellâambiente anche peggiorative delle condizione umane, facendo cambiare di scala (multipla) il concetto di ambiente. Macro, meso e micro ambiente e ancora ulteriormente suddiviso, materiale e immateriale è cosĂŹ diventato, in maniera diffusa, un concetto piĂš articolato dellâambiente, inteso come quello costituito dallâaria che respiriamo e dal paesaggio naturale. Certamente la tutela ambientale non è politicamente schierabile (e come potrebbe esserlo?), anche se una differenza fra concezioni politiche ambientalistiche è possibile tracciarla: una parte è piĂš orientata allâinteresse collettivo e alla protezione del bene comune e di conseguenza alla tutela del singolo, lâaltra parte (in periodo di bipolarismo) è piĂš orientata alla tutela dellâindividuo e di riflesso alla tutela dellâinteresse collettivo. Questa differenza di percorso non è evidenziabile in alcuna associazione, le differenze sono quasi esclusivamente interpretative e scientifiche. Il legame delle associazioni con il mondo professionale si è rafforzato negli anni, riuscendo spesso a dare il supporto e gli strumenti necessari per sviluppare allâinterno della professionalitĂ unâarticolazione che si fonda su aspetti tecnici, ma anche culturali, mantenendo vivo il ruolo e lâidentitĂ della professione intesa sia come capacitĂ personale nello svolgimento di una antica attivitĂ di servizio che come parte di una societĂ civile che alimenta e sostiene il dibattito sulle modalitĂ di intervento sul territorio. Un ruolo culturale che sicuramente eleva il nostro ruolo di professionisti da esecutori impoveriti di â incarichiâ , sempre piĂš poveri, a parte attiva di un dibattito, nel momento in cui si è cercato di â far tacereâ la voce di chi si occupa di architettura o di edilizia e territorio. Le relazioni e le attivitĂ orizzontali (fra colleghi) e verticali (cittadini e amministratori pubblici) hanno stimolato la crescita e aumentato la credibilitĂ di molte associazioni che oggi possono partecipare a progetti importanti a livello europeo e ad anticipare le azioni istituzionali anche nella predisposizione di strumenti operativi di progetto e controllo dellâattivitĂ professionale. Di certo, oggi pochi sono interessati alla quantitĂ di energia grigia contenuta in un laterizio, ma molti hanno compreso la grande crisi di un modo di elaborare le risorse distante dalle esigenze dellâambiente in cui viviamo e dalle esigenze di tutti noi, fuori e dentro i luoghi dellâabitare. Dato che è importante intervenire sul
miglioramento del sistema e non solo sulle patologie dello stesso, oggi abbiamo la possibilitĂ di volere, scegliere, decidere â il luogoâ che desideriamo, lâambiente e lo spazio piĂš adeguato per lâuomo di oggi e di domani al fine di garantirgli le medesime possibilitĂ che ha avuto la generazione che ci ha preceduto. LâaccessibilitĂ delle informazioni, delle tecnologie e la conoscenza degli errori o delle compromissioni del passato ci possono dare grandi possibilitĂ di introdurre qualitĂ nella nostra professione, che non è piĂš â solitariaâ e gerarchica, ma orientata alla massima interdisciplinarietĂ . Lâambiente e lâarchitettura sono patrimonio culturale dei popoli, la loro salute un diritto, il futuro del pianeta un dovere. Partecipare alla vita associatoria significa impegnarsi, ma anche condividere una passione. Per coloro che sentono ancora la passione per â il mettere in forma lo spazioâ , occuparsi di sostenibilitĂ ambientale dellâarchitettura è anche andare incontro alle esigenze di un committente, oltre che dei suoi abitanti, eterno e silente, ovvero il nostro pianeta e la sua storia. Qui di seguito pubblichiamo alcune schede relative alle piĂš importanti associazioni del settore. I.N.B.AR Lombardia Istituto Nazionale di Bioarchitettura Direttore Nazionale: Francesco Marinelli Presidente: Ugo Sasso www.bioarchitettura.it Sezione di Milano Presidente: Emilio Pizzi Vice-Presidente: Alessandro Trivelli Segretario: Andrea Cassone Indirizzo: corso Magenta 5 20123 Milano tel. 0236514428 fax 0236514428 Sezione di Lecco corso Matteotti 3/c 23900 Lecco Campo di applicazione: LâIstituto Nazionale di Bioarchitettura accoglie e organizza professionisti iscritti ai rispettivi albi professionali che operano nellâambito dello sviluppo sostenibile. Al centro della propria azione sta la cultura del progetto bio-ecocompatibile, la diffusione e il sostegno delle politiche e delle azioni per il miglioramento delle condizioni abitative e del territorio. AttivitĂ organizzate: Lâistituto ha una propria rivista: â Bioarchitetturaâ (4 numeri allâanno), diretta da Wittfrida Mitterer. La rivista propone temi di cultura e temi tecnici sviluppati attorno allâargomento della sostenibilitĂ ambientale e sul legame fra cultura locale e cultura del progetto per la sostenibilitĂ ambientale. Ogni sezione organizza corsi di aggiornamento e diffusione dellâapproccio biocompatibile al costruito, oltre al workshop di progettazione che si tiene annualmente a Bologna in coordinamento con lâUniversitĂ degli Studi. Attualmente è in
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Associarsi con lâambiente
corso la predisposizione un sistema di certificazione â energetico ambientaleâ che troverĂ le prime applicazioni nelle residenze progettate dalla Rete di Cooperative â La casa ecologicaâ . LâI.N.B.AR. svolge le sue attivitĂ in tutto il territorio nazionale organizzando e partecipando a seminari e convegni, il piĂš importante fra questi è lâannuale appuntamento a Bologna in occasione del Saie con lâEuropa Symposium.
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Note varie: LâIstituto Nazionale di Bioarchitettura è organizzato in sezioni provinciali che fanno riferimento ad un coordinamento nazionale; ogni sezione ha propria autonomia decisionale e un proprio consiglio direttivo eletto a votazione fra gli iscritti alla sezione. Tale particolaritĂ ha portato attualmente il numero delle sezioni a 24 in tutta Italia e il numero degli iscritti allâIstituto a piĂš di 1200. La Sezione di Milano dellâIstituto Nazionale di Bioarchitettura (I.N.B.AR.) è composta da circa venti soci, prevalentemente architetti. Si è costituita alla fine del 1998, ha promosso e organizzato alcuni incontri seminariali sullâarchitettura sostenibile e corsi di bioarchitettura. A.N.A.B. - Associazione Nazionale Achitettura Bieocologica Presidente: Siegfried Camana Segretario nazionale: Giancarlo Allen Indirizzo: via Giovanni Morelli 1 20129 Milano tel. 0276390153 fax 0276399798 www.anab.it Campo di applicazione: Tutte le tematiche legate alla sostenibilitĂ del costruire: dallâapproccio progettuale alle tecnologie, ai materiali e alle politiche. AttivitĂ organizzate: ⢠Formazione: lâattivitĂ didattica prevede tre livelli di corsi di formazione: introduttivo, corso base ANAB-IBNSIB - in collaborazione con IBN (Germania) e SIB (Svizzera) - e seminari teorico-pratici di approfondimento. ⢠Certificazione: dal 1998 gestisce lâunico programma di certificazione dei materiali per la bioedilizia presente in Italia, rilasciando il marchio di qualitĂ bioecologica ANAB-IBO-IBN, in collaborazione con gli ecoistituti IBO (Austria) e IBN (Germania). Aderisce al nuovo marchio europeo Natureplus. ⢠Convegni: organizza convegni nazionali e internazionali, mostre e seminari. ⢠Pubblicazioni: cura la redazione della rivista trimestrale â LâArchitettura naturaleâ ; il notiziario periodico â Notizie ANABâ ; il notiziario quindicinale â ANAB e-newsâ inviato via mail. ⢠Consulenza: fornisce conulenza a privati ed Enti Pubblici, in particolare nella formulazione di linee guida, regolamenti edilizi, bandi di concorso, attivazione di progetti dimostrativi. ⢠Viaggi: organizza viaggi studio nelle regioni europee piĂš significative per la culura del progetto sostenibile. Note varie: Fondata nel 1989, svolge la propria attivitĂ attraverso delegazioni distribuite in tutto il territorio na-
zionale. A Milano si trova la sede nazionale cui fanno capo le attivitĂ direttive, di certificazione dei materiali e comunicazione. Associazione Italiana per lâingegneria naturalistica sezione Lombardia Presidente: Luca Ottenziali Indirizzo: via Senato 45 20121 Milano tel. 02795591 fax 02799386 e-mail: aipin.lombardia@libero.it Campo di applicazione: recupero ambientale mediante tecniche di ingegneria naturalistica. AttivitĂ organizzate: Si organizzano cantieri didattici e visite tecniche a cantieri con applicazione di tecniche di Ingegneria naturalistica. AIPIN sezione Lombardia ha partecipato a numerosi convegni organizzati in collaborazione anche con enti quali la Regione Lombardia con poster e comunicazioni. Tra i principali: ⢠Cantiere didattico di sistemazione spondale del fiume Lutzel (Svizzera) febbraio 1994. ⢠Corso teorico-pratico di sistemazioni di versante - Val Gerola (So) - ottobre 1994. ⢠Corso teorico-pratico di sistemazioni di versante - Tavernola bergamasca (Bg) - novembre 1995. ⢠Corso di progettazione con cantiere didattico - Minoprio (Co) - 199697/1998. ⢠Corso teorico pratico presso le paludi di Ostiglia (Mn) - 1998. ⢠Cantiere didattico presso lâOasi di Cesano Maderno (Mi) - 1999. ⢠Visita tecnica ad opere su fiume Emilia Romagna - 2000. ⢠Visita tecnica a Vienna - 2002. ⢠Convegno sullâimpiego di materiale vegetale (organizzato dalla Regione Lombardia) - ottobre 2002. ⢠Pubblicazione del testo: A.A.V.V., Quaderni di ingegneria naturalistica. Sistemazioni in ambito fluviale, Il Verde editoriale. Note varie: AIPIN dispone di una biblioteca e intende avviare programmi di monitoraggio delle opere di ingegneria naturalistica nella Regione Lombardia. Architectura & Natura Presidente: Serena Omodeo-Salè Indirizzo: via Stradella 13 20129 Milano tel. 0229523777 www.architetturaenatura.it e-mail: arch.nat@planet.it Campo di applicazione: Architectura & Natura si è costituita a Milano nel 1993 col proposito di â dare vita a un organismo operativo per la divulgazione delle tematiche relative al profondo rapporto culturale tra architettura, design e ambiente, e alle implicazioni che ne possono derivare per una reale salvaguardia ambientaleâ . Architectura & Natura ha dunque lo scopo di promuovere iniziative interdisciplinari e relazioni atte a favorire
una tendenza progettuale sostenibile. Presupposto culturale dellâassociazione è lâidea che lâarchitettura abbia per definizione e per responsabilitĂ storica il compito di intervenire armonicamente sullâambiente e di non innescare meccanismi che si ritorcano contro le esigenze dellâuomo e della vita. Per favorire lâadeguamento scientifico necessario a ristabilire tali competenze Architectura & Natura gestisce a Milano un Centro di Documentazione che raccoglie, seleziona e mette a disposizione dei propri soci la piĂš aggiornata letteratura e notizie scientifiche, aziendali e giornalistiche. I materiali consultabili sono organizzati secondo un articolato tesauro in biblioteca, videoteca, rivisteria, archivio fotografico, archivio dei materiali, delle associazioni e degli istituti. Come attivitĂ collaterale al Centro di Documentazione lâAssociazione è attiva con opere di divulgazione, comunicazione e consulenza, promozione di mostre, progettazione e coordinamento di corsi per altri enti. Inoltre organizza anche, in proprio, brevi corsi di formazione e aggiornamento su temi di progettazione bioecologica, bioedilizia, su tecniche applicative, e gestione ecologica della casa. AttivitĂ organizzate: Mostre internazionali, cicli di conferenze, convegni, corsi di aggiornamento, pubblicazioni su tutti i temi della progettazione sostenibile. Fra le pubblicazioni: AA.VV. (a cura di S. Omodeo-Salè), Architettura e Natura, cose e luoghi per abitare il Pianeta, Ed. Mazzotta, Milano 1994; AA.VV. (a cura di S. Omodeo-Salè), Architettura, Design e Natura: Progettare la SostenibilitĂ , Ed. Nuove Iniziative, Milano 1996; L. Omodeo-Salè, Natura e spirito delle piante piĂš comuni, Ed. Macro, Cesena 1997; S. Omodeo-Salè, Il Nuovo Verdeaureo dellâArchitettura. Manuale tecnico pratico illustrato del costruire sano e dei prodotti ecologicamente migliorativi per lâarchitettura, lâarredamento e la manutenzione della casa, Ed. Maggioli, Rimini 2001. Fra le mostre: â Architectura e natura: cose e luoghi per abitare il pianetaâ - Mole Antonelliana, Torino, aprile-luglio 1994. â Fai la casa giustaâ - Ecologica - Fortezza da Basso - Firenze, maggio 1995. â Eco-Wayâ - Abitare il Tempo - Verona, settembre 1995 e settembre 1996. â Natur Polis - la qualitĂ e la percezione ecologicaâ - Quadriportico del SAIE2 - Bologna, marzo 1997. â Natur Polis Megastoreâ - Quadriportico del SAIE2 - Bologna, marzo 1998. â Natur Polis Expoâ - SAIE2 - Bologna, marzo 1999 e marzo 2000. Genius Loci Presidente: Riccardo Chiozzi Indirizzo: largo Stazione Vecchia 12/a 37025 Parona Verona e-mail: segreteria@geniuslocionlus.it Campo di applicazione: Associazione O.n.l.u.s. di operatori per la bio edilizia.
AttivitĂ organizzate: conferenze, corsi, partecipazione a fiere del settore. Note varie: Genius Loci è unâassociazione O.n.l.u.s. senza fini di lucro. Si è costituita alla fine del â99 per iniziativa di alcuni operatori attivi da tempo nel settore dellâedilizia bio-eco compatibile che sentivano il bisogno di rompere gli argini di una nicchia di mercato entro la quale era ingiustamente relegata la bioedilizia con lâintento di mettere in relazione sinergica esperienze diverse che nascevano da ideali comuni. Gli associati a Genius Loci sono: agenti di commercio, artigiani, centri di vendita, ditte produttrici, imprese di costruzione, negozianti, progettisti. Per rispondere alla crescente richiesta di qualitĂ abitativa nel rispetto dellâambiente lâassociazione si è posta i seguenti obiettivi: ⢠favorire la relazione tra gli operatori associati e i loro clienti; ⢠garantire il committente privato o lâente pubblico sulla qualitĂ dei prodotti e dei servizi, sulla professionalitĂ dellâassistenza tecnica, sulla abilitĂ dei costruttori e degli artigiani, sulla competenza dei fornitori e venditori in merito a prodotti e tecniche appropriate per la realizzazione di edifici bio-ecocompatibili; ⢠favorire rapporti privilegiati tra il consumatore e i suoi interlocutori dando a questi ultimi lâindubbio vantaggio di una clientela fidelizzata e al consumatore la certezza di rivolgersi ad aziende che fanno della trasparenza e della scelta naturale una certezza aziendale; ⢠favorire un sistema di controllo autocertificato perchĂŠ crede nellâimportanza della responsabilitĂ etica degli operatori edili che si assumono lâimpegno di fornire tutte le informazioni necessarie alla classificazione qualitativa del prodotto e alla valutazione delle tecnologie adottate in modo da permettere la scelta consapevole del consumatore. Genius Loci sta lavorando alla implementazione di una rete di comunicazione che permetta ai suoi associati di entrare in contatto con il maggior numero di persone, enti, societĂ , imprese, produttori e associazioni, offrendo il contenuto informativo e formativo necessario per operare con competenza nel settore. Istituto Uomo e Ambiente. Scuola di Ecologia dellâArchitettura della Societa Umanitaria di Milano Presidente: Maurizio Spada Indirizzo: via Daverio 7 20122 Milano tel. 025517380 fax 0254101075 www.uomoeambiente.org e-mail: istituto@uomoeambiente.org Campo di applicazione: LâIstituto Uomo e Ambiente è stato fondato nel 1984 come associazione culturale con lo scopo di costruire e diffondere un pensiero ecologico applicato alla cittĂ e allâarchitettura. Ha cosĂŹ costituito la prima realtĂ italiana a occuparsi del costruire sano e del legame salute e abitazione.
AttivitĂ organizzate: Convegni, mostre, seminari, corsi, pubblicazione di testi. Delle sue iniziative parla spesso la grande stampa sia generica che specialistica. Tra le principali: ⢠Primo convegno nazionale di â Ecologia nellâarchitetturaâ - 1988. ⢠Convegno â Ecologia delle aree urbane: la riqualificazione delle zone in disusoâ - 1989. ⢠Corsi di Ecologia dellâArchitettura (La casa biologica), 1990-94. ⢠Convegno â La Casa Psicosomatica con la partecipazione di Bruno Munari -1990. ⢠Convegno nazionale e ciclo di seminari su: â Ecologia delle Aree Urbane: dalla cultura del rifiuto alla cultura del ricicloâ - 1991. ⢠Collaborazione con il Centro Interuniversitario Ticinese di Lugano per la realizzazione di un dottorato in Ecologia urbana coinvolgendo esperti italiani e stranieri. ⢠Mostra didattica itinerante con il contributo della Provincia di Milano 1998. ArchĂŠ. Architettura ed Ecologia Presidente: Marco Brambilla Indirizzo: Segreteria Operativa corso UnitĂ dâItalia 4 22063 CantĂš (Co) tel. 031711584 fax 0313516281 e-mail: ecoarche@libero.it Campo di applicazione: Archè è unâassociazione culturale fondata a Milano nel 1994 che opera a livello nazionale
per approfondire i temi della bioarchitettura e favorire la diffusione di una cultura progettuale, del costruire e dellâabitare sano. LâAssociazione opera per lo sviluppo di un ambiente che salvaguardi la salute psichica e fisica dellâuomo. Lâassociazione conserva, approfondisce e tramanda le conoscenze acquisite nel campo dellâarchitettura e dellâambiente attraverso lo studio della disciplina e del patrimonio architettonico-ambientale nella sua interezza. La divulgazione dei risultati del lavoro di studio e di approfondimento sono affidati a cicli di corsi, laboratori, viaggi studio, conferenze, incontri e seminari. ArchĂŠ diffonde un notiziario di informazione e si propone come rete di interconnessione tra diverse discipline volte alla diffusione dei princĂŹpi di Ecologia e Sviluppo Sostenibile. Allâinterno dellâassociazione si sono formati due gruppi territoriali â RomagnArchĂŠ e il Gruppo Territoriale Ligure â che, accomunati dallâadesione agli stessi princĂŹpi e valori culturali, sono attivi nelle aree territoriali di riferimento. AttivitĂ organizzate: Lâassociazione organizza e svolge: incontri e aggiornamenti di approfondimento tra i soci; iniziative e laboratori sui temi del costruire ecologico, sullo sviluppo sostenibile e sulla qualitĂ urbana; viaggi studio in diverse localitĂ italiane ed europee; iniziative editoriali e divulgative; allestimento di mostre itineranti sui temi del costruire ecologico. Istituto di Ricerche Cosmòs Presidente: Gigi Capriolo Indirizzo: via Melzi DâEril 10 20154 Milano tel./fax 02316136 www.istitutocosmos.it e-mail: istitutocosmos@istitutocosmos.it Campo di applicazione: LâIstituto di Ricerche Cosmòs è nato con lo scopo di promuovere la consapevolezza della collocazione dellâuomo tra la Terra e il Cielo. Ha lo scopo di condurre ricerche sulle energie della terra, sullâimpiego delle sostanze naturali e sullâutilizzazione degli elementi di natura per conseguire i ritmi di armonia vitale. Opera nel campo di studio e di applicazione della bioarchitettura, ossia dellâarchitettura regolata secondo criteri e per finalitĂ bioecologici, miranti a tutelare lâuomo e a preservare lâambiente. Allâinterno dellâIstituto vi sono alcune commissioni che permettono di approfondire maggiormente ogni materia e, nel contempo, danno a tutti la facoltĂ di entrare attivamente nelle nostre ricerche. Attualmente le Commissioni sono: Architettura sacra (referente arch. Gigi Capriolo), Bioarchitettura (referente arch. Emanuela Daino), Feng Shui (referente arch. Mauro BertamĂŠ), Energie della terra (referente arch. Danilo Bergaglio). AttivitĂ organizzate: seminari, corsi, cicli di conferenze, visite e viaggi-studio. Inoltre vi è un servizio â Consulenza casa sanaâ .
Seminari: ⢠il riequilibrio energetico con le acque vibrazionali; ⢠lâantenna mano, il nostro perfetto mezzo di percezione (seminario condotto dallâarch. Gigi Capriolo); ⢠space clearing, il riequilibrio energetico dellâambiente: pulizia, equilibrazione, dedicazione (seminario condotto dallâarch. Gigi Capriolo); ⢠la casa e la salute (seminario di bioarchitettura per un viver sano, condotto dallâarch. Gigi Capriolo o dallâarch. Emanuela Daino); ⢠la geobiologia (seminario condotto dallâarch. Gigi Capriolo o dallâarch. Emanuela Daino); ⢠i grandi vettori energetici della Terra (seminario teorico-pratico condotto da Danilo Bergaglio); ⢠Feng Shui, di primo e secondo livello (Corsi condotti dallâarch. Mauro BertamĂŠ). Legambiente Lombardia O.n.l.u.s. Presidente: Andrea Poggi Direttrice: Riccarda Tarozzi Indirizzo: via G. Vida 7 20127 Milano tel. 0245475777 fax 02 45475776 www.legambiente.org Campo di applicazione: Associazione ambientalista operante in tutti gli ambiti dello sviluppo sostenibile. AttivitĂ organizzate: Legambiente Lombardia muove principalmente su campagne nazionali coniugate alla specificitĂ del territorio tramite i propri circoli. Si rimanda alla consultazione del sito www.legambiente.lombardia.org e www.baciatidalsole.it dove si trovano aggiornate le attivitĂ organizzate. Tra le principali: Treno verde; Sunday 2002 e 2003; Convegno sul verde pensile 2002; Pubblicazione del mensile La nuova Ecologia e bimensile Rifiuti oggi. Dal 2003 ha ripreso la pubblicazione del bimensile Quale Energia. Note varie: Legambiente è la piĂš importante e diffusa associazione ambientalista italiana conosciuta e riconosciuta su tutto il territorio grazie anche a tre grandi campagne: Puliamo il Mondo, Goletta verde e Treno verde. Lâazione associativa poi spazia a tutto tondo sui temi ambientali: dai rifiuti alla salvaguardia delle opere artistiche, dallo sviluppo sostenibile al sostegno dellâinnovazione, dalla salvaguardia dei Parchi allâapplicazione di fonti energetiche rinnovabili. Fondamentalmente legata allâambientalismo scientifico (Laura Conti fu tra i fondatori) ha avuto la capacitĂ di sviluppare, tramite i circoli, la propria azione aperta sia al grande pubblico con iniziative di vertenza, di educazione, di formazione e promozione, sia alle Amministrazioni pubbliche, alle Imprese ed agli specialisti con servizi o progetti mirati. A proposito si ricorda Ecosportello per i temi del rifiuto, della raccolta differenziata e del recupero. Sullo stesso esempio è stato aperto un analogo sportello per quanto riguarda lâenergia e lâuso di fonti sostenibili (quindi anche bioedilizia e
bioarchitettura) che fa capo al circolo Baciati dal sole. In occasione della prossima COP9 Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, che si terrĂ a Milano dallâ1 al 12 dicembre, infine, Legambiente svolgerĂ il ruolo di Associazione referente per tutte le organizzazioni ambientaliste locali che parteciperanno in qualitĂ di osservatori ai lavori del Summit. Trattasi di un appuntamento internazionale di grande rilievo perchĂŠ, in caso di ratifica del Protocollo di Kyoto da parte della Russia, potrebbe essere il primo incontro internazionale successivo alla sua entrata in vigore. Associazione Italiana Greenways Presidente: Alessandro Toccolini Indirizzo: c/o Istituto di Ingegneria Agraria UniversitĂ degli Studi di Milano via Celoria 2 20133 Milano tel. 0250316860 www.greenways.it e-mail: greenways@unimi.it Campo di applicazione: dal 1998 lâAssociazione Italiana Greenways opera per sviluppare il movimento delle greenways in Italia promuovendo lo studio, la pianificazione, la progettazione e la realizzazione di greenways tramite il recupero di infrastrutture lineari giĂ esistenti (canali, ferrovie dismesse, strade rurali, ecc.), al fine di valorizzare le risorse storico-culturali e ambientali. Tale rete, oltre ad una valenza turistico-ricreativa, può contribuire allo sviluppo della mobilitĂ lenta per lo spostamento della popolazione tra casa, scuola e lavoro, sia nelle aree urbane che nelle zone rurali. AttivitĂ organizzate: Convegni e seminari: ⢠Seminario sulle Greenways con la partecipazione del Prof. J. Fabos, 1998, UniversitĂ di Milano; ⢠2° Convegno Europeo sulle Greenways, in collaborazione con la Provincia di Milano, 1999; ⢠Seminario sulle Greenways con la partecipazione del Prof. T. Turner, 2001, UniversitĂ di Milano; ⢠Convegno su â Greenways Urbaneâ , in collaborazione con il Comune di Milano, 2003. Pubblicazioni: Guida di Buona Pratica per la creazione di Greenways. Gea istituto per lâanalisi geobiofisica dellâambiente Presidente: Pier Prospero Indirizzo: c/o Daniela Gabutti via F. Corridoni 56 46100 Mantova tel. 0376368412 fax 0376368894 www.istitutogea.it Campo di applicazione: analisi energetica del sito di progetto, strumentale e geobiofisica. AttivitĂ organizzate: Gea organizza con regolaritĂ laboratori di autovalutazione percettiva e laboratori di geologia percettiva (durata un fine setti-
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Nasce dalle sue iniziative il movimento â architettura ecologicaâ , definita anche bioarchitettura o bioedilizia o architettura biocompatibile o ecocompatibile. Nel 1996 lâIstituto Uomo e Ambiente si è trasferito alla SocietĂ Umanitaria di Milano siglando un accordo programmatico per alcuni seminari lâanno e diventando Scuola di Ecologia dellâArchitettura della SocietĂ Umanitaria. LâIstituto Uomo e Ambiente oggi è riconosciuto anche a livello internazionale come Scuola di pensiero ecologico applicato allâarchitettura e allâurbanistica. Ă sostenuto da diverse ditte produttrici, da imprese e cooperative edilizie, ha il patrocinio del Comune di Milano e Regione Lombardia ed ha un largo seguito tra gli architetti di tutta Italia dei quali molti che si definiscono bio sono passati dai corsi o dai seminari dellâIstituto (ne ha formati direttamente o indirettamente circa un migliaio che provenivano anche da Bari, Napoli, Catania e Palermo, dalla Svizzera italiana e persino dallâAustria). Ha contatti internazionali con Francia, Svizzera, Germania, Spagna, USA, Cuba. In particolare, ultimamente, ha allacciato rapporti culturali con Cantercel Site Experimental dâArchitecture (Fr). Ha pubblicato negli anni una rivista, â In Ambienteâ , diversi testi per varie case editrici tra cui Guerrini e Fabbri. Ha collaborato e collabora con diverse riviste. Nel 2002 ha fondato con la SocietĂ Umanitaria il Centro Studi CittĂ Umanistica.
mana); organizza convegni e conferenze inserite nelle tematiche della bioarchitettura/architettura bioecologica; propone un corso professionale per esperti in analisi geobiofisica dei luoghi e cura un registro degli esperti in analisi geobiofisica dei luoghi con accesso a esame (il registro è visibile nel sito) per garantire ai progettisti un pool di esperti seri e professionalmente preparati che operino seguendo una severa deontologia professionale.
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Note varie: lâistituto Gea propone un approccio professionale e sulle basi delle piĂš recenti conoscenze scientifiche dellâanalisi energetica del sito di progetto; si avvale della collaborazione di docenti universitari, geologi e progettisti; ha una commissione scientifica di controllo; è in contatto con il gruppo di ricerca fondato dal dott. Hartmann (Forschungskreis fĂźr geobiologie) con il quale collabora a far uscire dallâambito esoterico lâanalisi percettiva delle zone di disturbo provocate in superficie da anomalie geologiche del substrato; offre un servizio di analisi energetica del sito di progetto e ha giĂ collaborato con progettisti impegnati in P.E.E.P. (Correggio, Carpi, Reggio Emilia, Lainate); sta elaborando un sistema di analisi per definire la vocazione del territorio rispetto al suo scambio energetico; ha collaborato al manuale UNI per la bioarchitettura rivolto agli uffici tecnici pubblici (di prossima pubblicazione).
Corsi e master Laboratorio Progettuale in Bioarchitettura, a.a. 2002-03 Si tratta dellâunica esperienza formativa di progettazione in bioarchitettura oggi possibile in Italia. Il Laboratorio è organizzato dallâIstituto Nazionale Bioarchitettura in convenzione con il Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale della FacoltĂ di Ingegneria dellâUniversitĂ di Bologna. Per lâanno accademico 2002-03 è stato scelto Lucien Kroll, padre indiscusso dellâarchitettura partecipata, come guida dei quaranta professionisti, selezionati sulla base del curriculum, che si sono occupati di dare una corretta risposta ecologica a un complesso tema di architettura. Accanto a Lucien Kroll hanno lavorato Ugo Sasso e Carlo Monti oltre a un gruppo di docenti fra i piĂš preparati del settore. Il Laboratorio si è tenuto a Roma presso il Parco di Porta San Sebastiana. Lâelaborazione del progetto e la frequenza delle 12 giornate di seminari e verifiche ha consentito ai partecipanti lâaccesso allâElenco nazionale Esperti in Bioarchitettura. Informazioni: www.bioarchitettura.org/laboratorio2003.htm M aster in: Architettura Bioecologica e Innovazione Tecnologica per lâAmbiente (ABITA) Il Master, organizzato dallâUniversitĂ degli Studi di Firenze, nasce come risposta allâinteresse espresso da aziende e pubbliche amministrazioni nei confronti di una gestione consapevole
delle risorse ambientali e una progettazione sostenibile del territorio antropizzato. Obiettivo del corso è offrire una formazione di alto livello e fornire nuovi input per stimolare i progettisti della â CittĂ del Domaniâ , studiando e definendo metodi e strumenti operativi per la progettazione dellâambiente costruito in una prospettiva eco-sostenibile. Si tratta quindi di definire una base culturale capace di formulare e gestire criteri progettuali eco-compatibili attraverso lâindividuazione di procedure e strumenti che permettano di determinare modalitĂ di intervento e validitĂ economica sia per la nuova edilizia che per quella ormai consolidata, in termini qualitativi, ambientali ed energetici, nel rispetto dellâambiente. Nel quadro del processo di trasformazione cui saranno sottoposte le cittĂ nellâattuazione del protocollo di Kyoto, le competenze del Master fanno riferimento allâoggettiva urgenza di risolvere il problema energetico-ambientale nel settore civile, nella prospettiva di definire nuove professionalitĂ con una formazione piĂš specialistica e orientata degli attori del processo edilizio che integrino le conoscenze e le competenze di base della pianificazione e della progettazione acquisite nei corsi universitari. Il corso ABITA si avvale delle competenze dei docenti afferenti al Centro interuniversitario ABITA, della FacoltĂ di Ingegneria di Firenze e Pisa, della FacoltĂ di Chimica e di Economia di Siena, in collaborazione con i centri di ricerca di Roma e dellâENEA di Bologna. Il Master, articolato in tre moduli avrĂ inizio â nellâa.a. 2003-04 â il 23 ottobre, avrĂ durata annuale e potrĂ essere frequentato da un numero massimo di 50 partecipanti. Informazioni: www.unifi.it/unifi/abita/index3.htm M aster in: Gestione dellâenergia nei parchi, nelle aree protette, nelle isole minori e in zone rurali finalizzata alla sostenibilitĂ ambientale La corretta gestione energetica allâinterno dei parchi, delle isole minori, delle zone protette e di quelle rurali è un tema che entra a pieno titolo nelle recenti tendenze a rendere fruibili tali aree senza provocare turbamenti agli ecosistemi in esse presenti. Ciò significa antropizzare lâambiente nel rispetto dellâambiente. Dâaltra parte la conferenza sui cambiamenti climatici di Kyoto e la conseguente programmazione comunitaria e nazionale propugnano inderogabilmente una politica fortemente orientata alla diffusione delle energie nuove e rinnovabili e dellâuso razionale dellâenergia, riconoscendo ad esse la capacitĂ di interagire con lâambiente in modo sostenibile, e assumendole come strumento essenziale per porre un freno ai danni ambientali dovuti al consumo di energia di origine fossile. Il Master della durata di un anno (complessivamente 1500 ore di studio) mira alla formazione di figure tecniche che, interpretando le molteplici caratteri-
stiche ambientali del territorio, promuovano processi per la riduzione dei consumi di energia prodotta da fonti cosiddette tradizionali favorendo quindi lâintroduzione sempre piĂš intensa dellâuso delle fonti di energia rinnovabile. Lâidea è di diversificare le fonti produttive energetiche puntando su programmi finanziari e azioni pianificatorie in cui la logica dellâautosufficienza energetica per piccoli nuclei insediativi sia alla base di processi per la rinaturalizzazione dellâambiente. Il Master, rivolto ai possessori di diploma di laurea e preferibilmente ai laureati in ingegneria, architettura, scienze e agraria, mira alla creazione di figure professionali di riferimento per le amministrazioni pubbliche, gli Enti Parco e gli Enti Locali, capaci di fornire consulenza ad alto livello per lâanalisi del fabbisogno energetico e la progettazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili. Il Master, diviso in quattro moduli, avrĂ come sede lâUniversitĂ di Roma â La Sapienzaâ per i primi tre moduli. Il quarto modulo consisterĂ in uno stage da svolgersi nel Parco Nazionale dellâAspromonte. Informazioni: www.uniroma1.it/studenti/laureati/master/scheda.asp?codice=140 M aster in: Progettazione interattiva sostenibile e multimedialitĂ Gli obiettivi principali del Master sono lâintensificazione e il coordinamento degli scambi di studenti post-lauream allâinterno di una rete di universitĂ partner europee, la concentrazione dellâinsegnamento su alcuni argomenti quali lâarchitettura sostenibile, la progettazione strategica per il recupero urbano, lâuso appropriato del ICT e del CAAD, lâeducazione attraverso la ricerca. Per partecipare la Master è richiesta la laurea. Il numero di iscritti previsto è di 30 al massimo e lâimpegno di 1500 ore. Informazioni: UniversitĂ di Roma 3, Dipartimento di Progettazione e Scienze dellâArchitettura, tel. 06 488871277. Master per Esperto di educazione ambientale Il Master è promosso dal Dipartimento di Scienze dellâEducazione dellâUniversitĂ di Bologna in collaborazione con docenti di diversi Dipartimenti delle UniversitĂ della regione e con il Servizio Comunicazione, Educazione Ambientale, Agenda 21 Locale della Regione Emilia-Romagna. Il tutto nel quadro del programma INFEA 200204 della Regione (Area Intervento 3) e di un Accordo di Programma tra il Ministero Ambiente e la stessa Regione. Il Master ha come obiettivo principale quello di formare professionisti, funzionari di enti pubblici e privati, insegnanti in formazione, capaci di affrontare le piĂš attuali problematiche educative e ambientali sulla base di unâapprofondita preparazione scientifica, metodologica e progettuale. Al termine del percorso formativo il par-
tecipante avrĂ sviluppato competenze e conoscenze che gli permetteranno di operare nel campo dellâeducazione e della comunicazione ambientale in unâottica sistemica collegata alle nuove problematiche dello sviluppo sostenibile e di intervenire come mediatori costruttivi nel mondo della scuola e sul territorio sviluppando progetti a medio e lungo periodo. Questa necessitĂ nasce dalla consapevolezza che alla crescita quantitativa del numero di progetti di educazione e comunicazione ambientale che nascono sul territorio regionale e nazionale non corrisponde un altrettanto consistente sviluppo qualitativo nella formazione professionale degli operatori. Il Master si differenzia da iniziative di formazione giĂ avviate in questo settore in quanto intende concentrarsi sullâinterazione tra dimensione educativa e dimensione ambientale, identificando una figura di operatore per la quale mancano percorsi di formazione specifica. Il percorso formativo prevede la collaborazione con strutture e Centri di Educazione Ambientale del territorio regionale per la realizzazione di seminari e workshop di approfondimento. La rete regionale dei CEA INFEA dellâEmilia-Romagna fungerĂ anche da supporto per le attivitĂ di stage. Il Master, della durata di 250 ore, prevede lezioni e seminari, sequenze di discussioni on-line e un tirocinio. Si conclude con lâelaborazione di una tesina. Le lezioni vengono affidate a docenti individuati allâinterno del Dipartimento di Scienze dellâEducazione dellâUniversitĂ di Bologna e degli altri Atenei della Regione (Parma, Modena, Ferrara). Alcuni moduli, i seminari e i laboratori prevedono la collaborazione di professionisti giĂ attivi nel campo dellâeducazione ambientale. SarĂ prevista la presenza di tutor e di un coordinatore il cui compito è quello di predisporre il materiale didattico per le lezioni, i supporti per la gestione on-line del forum per le discussioni e di assistere al lavoro di tesi. Il Master rilascia, agli iscritti che superano positivamente lâintero iter, la certificazione di: Esperto di Educazione Ambientale. Il Master prevede lâiscrizione, a numero chiuso, di 40 neolaureati di tutte le facoltĂ e operatori dei Centri di educazione ambientale della regione Emilia-Romagna. In questâultimo caso, i candidati potranno essere ammessi anche se non in possesso di laurea in qualitĂ di uditori. Agli uditori verrĂ rilasciato soltanto un attestato di partecipazione. Informazioni: w w w.emilia-romagna:it/infea/master/progetto.htm a cura di Martina Landsberger
a cura di Laura Dalè e Paola Tonelli
Alcuni esempi di architettura bioclimatica bresciana Sono ormai parecchi anni che nella nostra vita di tutti i giorni, si avverte una diversa sensibilitĂ nellâambito dellâambiente, e i prefissi â Bioâ ed â Ecoâ proliferano davanti ai nomi di molti prodotti di uso comune che troviamo ovunque accanto a quelli â tradizionaliâ . Non fa eccezione il campo dellâedilizia e delle costruzioni, ma, in concreto, cosa si sta muovendo nella nostra provincia per incentivare uno sviluppo piĂš sostenibile ed un miglior rapporto con lâambiente? Abbiamo rivolto questa domanda al collega, arch. Fausto Redondo, che da piĂš di quindici anni si occupa di bioarchitettura ed è fondatore e presidente dellâassociazione â La Casa ecologicaâ , unâassociazione culturale creata con lo scopo di approfondire e sviluppare i temi della bio-architettura e di favorire la diffusione di modi di progettare, costruire e abitare, in armonia con la natura. In vero dalla risposta sembra emergere che, sia nellâambito pubblico, che in quello privato, non vi siano che interventi parziali: alcune amministrazioni favoriscono lâuso di murature di maggior spessore al fine del contenimento energetico non computandone il maggior volume; tra i privati vi è chi pone particolare attenzione nellâuso di materiali a basso impatto ambientale, chi particolare cura negli impianti, ma è difficile reperire una realizzazione che si fondi in tutte le sue parti sui princĂŹpi della bio-architettura. Emerge lâimportanza, sul versante delle realizzazioni pubbliche, che avrebbe il dotarsi di strumenti urbanistici che favoriscano un piĂš attento modo di costruire in rapporto con lâambiente; un contributo significativo potrebbe essere dato dalla realizzazione secondo nuovi criteri di piani per lâedilizia economica e popolare. In tal senso uno sforzo sembrerebbe essere stato fatto dal Comune di Brescia il quale ha disposto un bando per lâassegnazione di aree per interventi di edilizia residenziale pubblica nei
quartieri di San Polino e Violino in cui il tema progettuale affrontato riguarda â Nuove forme dellâabitare e sostenibilitĂ ambientale degli insediamenti residenzialiâ . Gli obiettivi prefissati sono stati: â unâadeguata qualitĂ edilizia, in grado di valorizzare il rapporto tra tipologia abitativa e quartiere, tra spazio privato e pubblico, tra edificato e non; una qualificata prestazione tecnica costruttiva, atta ad assicurare uno sviluppo urbano sostenibile, in relazione allâutilizzo di fonti energetiche alternative e materiali eco-compatibili; una valorizzazione delle tipologie destinate allâaffitto in relazione alle esigenze sociali rilevate nellâambito del territorio comunaleâ (www.comune.brescia.it/abitareabrescia/Presentazione). Tuttavia Fausto Redondo manifesta alcune perplessitĂ sul reale raggiungimento dellâobiettivo per la tipologia imposta dellâinsediamento, la schiera, tra lâaltro non orientata in maniera corretta, e per la facilitĂ di adeguarsi ai requisiti del bando in fase di progetto; attende di verificarne la reale applicazione in fase di realizzazione. Infine, desideriamo segnalare la pubblicazione di un opuscolo dal titolo La casa ecologica e sana da parte della associazione â La Casa ecologicaâ , che verrĂ presentato nel prossimo autunno, che si affianca allâattivitĂ divulgativa dellâassociazione presso enti e privati attraverso conferenze, seminari e corsi di aggiornamento. Tale opuscolo vuole divulgare i concetti fondamentali per migliorare, sia dal punto di vista della salubritĂ che da quello del risparmio energetico, il luogo dove si abita o si lavora, introducendo argomenti come lâindividuazione delle fonti di inquinamento, lâuso dei materiali da costruzione, gli impianti a basso consumo, gli apporti gratuiti, sino alla raccolta differenziata dei rifiuti e al giardino. Allâinterno di questa pubblicazione, vengono inoltre brevemente illustrati alcuni progetti di edifici pubblici, un asilo del Comune di Nave, il polo scolastico delle Scuole superiori di Iseo, progetto pilota per lâAmministrazione Provinciale di Brescia che prevede lâimpiego di materiali bioedili e di accorgimenti di risparmio energetico nonchĂŠ di utilizzo di risorse rinnovabili, il centro di ergoterapia a Darfo Boario Terme, che rappresenta un esempio di progettazione bioclimatica attenta al funzionamento complessivo dellâedificio. P. T.
Fausto Redondo, edificio dellâIPSIA e liceo scientifico, Iseo (Bs), 2000.
Como a cura di Roberta Fasola
Problematiche del costruire e sensibilizzazione nei confronti della bio-architettura La preoccupazione per lâambiente che attualmente sta investendo il â fare progettualeâ in realtĂ altro non è che la presa dâatto del fatto che il nostro pianeta versa, senza alcun dubbio, in uno stato di forte precarietĂ e che gli edifici del mondo occidentale (da intendersi come il risultato della sommatoria tra metodologie costruttive e loro modo di utilizzo) sembrano proprio essere i diretti responsabili del 50% delle emissioni dannose che stanno provocando il surriscaldamento del pianeta stesso. Ă da questa presa di coscienza che si può e si deve partire per trovare, o quantomeno tentare, efficace rimedio: la bio-architettura come risposta alle problematiche in corso, quale area di sperimentazione e ricerca in costante mutamento. Tuttavia, è anche vero che il rapporto tra edificio ed ambiente non è certo una preoccupazione recente, ma forza vitale per tutto il corso della storia. Ciò che è variato, in realtĂ , è la natura di tale rapporto, mutevole, di volta in volta, con i cambiamenti e le questioni implicite e caratteristiche di ogni epoca. Di conseguenza, allo stato attuale delle cose, unâarchitettura sostenibile duratura potrĂ consolidarsi solo se in grado di individuare ed assorbire le preoccupazioni del â costruire oggiâ : vale a dire attraverso il manifestarsi di unâarchitettura che dovrĂ essere in grado di riflettere gli impulsi della nostra era informatica ed esprimere il rigore dellâanalisi operativa, di unâarchitettura che dovrĂ essere informata e stimolata da un costante e proficuo rapporto con gli Enti Statali e con tutte quelle organizzazioni considerate utili per fornire maggiore protezione al nostro habitat. Fondamentale in tal senso è arrivare ad ottenere il controllo sensoriale a scala territoriale: raggiungere un punto dove non sia piĂš possibile nĂŠ necessario distinguere tra architettura bio-climatica e buona architettura. A seguito di questa forte sensibilizzazione, nel 1999, allâinterno dellâOrdine degli Architetti di Como, è stata costituita la Commissione Sviluppo Sostenibile, allo scopo di promuovere la ricerca e lâapprofondimento conseguente di nuovi strumenti progettuali idonei a garantire una migliore qualitĂ della vita, strettamente relazionata ad una migliore qualitĂ ambientale, attraverso un rapporto di reciproco e costante scambio. Il primo apporto fornito dalla Commissione è stato dato con lâorganizzazione del Convegno â CostruirEnergiaâ (ottobre 1999) dove sono state affrontate tematiche legate al risparmio energetico, inteso come contributo al miglioramento
della qualitĂ abitativa-ambientale degli edifici, ponendo particolare attenzione a tutte quelle potenzialitĂ (ancora non totalmente espresse) del costruire ecologico e del loro modo di manifestarsi attraverso un linguaggio architettonico ben preciso. A seguire, nel novembre del 2002, lâorganizzazione di un ciclo di conferenze, â Architettura e sviluppo sostenibileâ , che hanno voluto esplicitamente essere un attento sunto di ciò che di piĂš recente e significativo è stato realizzato in Italia e oltrefrontiera, nellâambito dellâarchitettura e dellâurbanistica sostenibile. Temi questi che, partiti da un approccio piĂš generale ed urbanistico, arriveranno ad ottenere un approfondimento tecnico, riguardante, ad esempio, lâutilizzo delle terre crude, delle tecniche bio-climatiche, ecc. Da queste attivitĂ ciò che si avverte in maniera sempre piĂš forte è una decisa sensibilizzazione nei confronti di questi argomenti, confermata da una partecipazione sempre piĂš allargata ed attenta. Numerosi enti, infatti, hanno offerto il loro contributo ed appoggio a queste iniziative: lâOrdine degli Ingegneri di Como, il Collegio dei Geometri di Como, il Collegio dei Periti Industriali di Como, la Provincia di Como, il Comune di Como, il Politecnico di Milano (Polo reg. di Como), il Collegio delle Imprese Edili ed Affini di Como, il Consorzio Comense Inerti, il Punto Energia di Como, lâAssociazione Malattie Respiratorie di Como, lâEurotec, il Coni Comitato Provinciale di Como, lâArchè Italia, lâAzienda Sanitaria Locale della Provincia di Como. Associazioni ed enti che si vogliono in questa occasione ringraziare e con i quali si spera di continuare a collaborare per approfondire tutte le possibili tematiche legate a questo campo. Attualmente lâOrdine degli A.P.P.C. di Como sta proseguendo il percorso intrapreso tramite la predisposizione di un corso di progettazione ecologica organizzato secondo tre distinte fasi (due delle quali ancora in fase di approvazione) e del quale si fornirĂ qui di seguito elenco dettagliato del programma. Ad unâanalisi piĂš approfondita ciò che emerge piĂš chiaramente è lâimportanza di individuare una forma progettuale significativa, dove con il termine â formaâ non si intende lâessere cosa fisica del progetto, ma lâidea del processo che diventa materiale fondativo di una nuova forma progettuale significativa. Lâimportanza del metodo, quindi, non riguarderĂ solo le questioni strettamente legate allâarchitettura ma soprattutto, e piĂš in generale, il pensiero fondativo stesso. Pensiero fondativo che vuole essere insieme individuazione ed approfondimento del metodo bio-ecologico di correlazione tra problemi specifici e loro organizzazione significativa attraverso un costante riferimento ad un modello dotato di fondamento e memoria storica: quello della natura. Attraverso lâindividuazione del metodo bio-ecologico è possibile stabilire una serie, per cosĂŹ dire, di â regole progettualiâ in grado di far fronte alle esigenze del vivere quotidiano, arri-
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Brescia
vando a migliorare la qualitĂ della vita attraverso unâarchitettura riconoscibile e definita, nella quale si possa sviluppare il vivere sociale e relazionale, con tutte le responsabilitĂ civili e morali che lâatto del costruire implica: è il paesaggio percepito che influenza la comunicazione interpersonale, è lâessenza del luogo che si relaziona con il mondo delle cose viventi. Sono dunque la percezione e lâazione corrispondente, lâimmagine del luogo con la sua memoria storica e geografica, il paesaggio e la sua capacitĂ di comunicare e lâintuizione della vita, i quattro aspetti fonda-
Collegio periti Industriali della Provincia di Como, Collegio delle Imprese Edili ed Affini della Provincia di Como. Le questioni della sostenibilitĂ in edilizia sono sempre piĂš attuali e occupano sempre piĂš spazio anche nelle norme tecnico-prestazionali che ci viene richiesto di applicare nella progettazione. Il corso è perciò finalizzato allâacquisizione degli strumenti necessari per una corretta progettazione ecologica e bio-climatica. Concretamente sarĂ suddiviso in tre moduli (due dei quali ancora in fase di approvazione) autonomi ed indi-
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Tadao Ando, schizzo di studio per il Tempio dellâAcqua (tratto da F. Dal Co, Tadao Ando. Le opere, gli scritti, la critica, Electa, Milano, 1994). pendenti della durata di 40 ore cadauno:
Tadao Ando, veduta della scala dâaccesso del Tempio dellâAcqua (tratto da F. Dal Co, Tadao Ando. Le opere, gli scritti, la critica, Electa, Milano, 1994). mentali per la gestione sensoriale e tecnica di un buon progetto di bioarchitettura. â Realizzare prodotti biodegradabili e utilizzare lâenergia naturale con il nostro modo di vivere attuale è complicato, ma non impossibile. Abbiamo giĂ sviluppato tecnologie adatte a sfruttare la natura efficacemente ma conservandone intatta la bellezza, ed è ora che tutto il mondo diventi consapevole dei limiti del nostro atteggiamento materialistico e sia pronto a modificare la societĂ dalle radiciâ (Tadao Ando). R. F.
Corso di progettazione ecologica Promosso dallâOrdine A.P.P.C. della Provincia di Como, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como,
Modulo A â Corso teorico di Progettazione ecologica Argomenti del corso: ⢠Lo sviluppo sostenibile e la persona: ecologia del quotidiano, la casa sana, la casa malata. ⢠Lo sviluppo sostenibile e lâedificio: la progettazione e la costruzione dellâedificio ecologico, i materiali ecologici, le tecniche costruttive, energia ed impianti nella casa ecologica. ⢠Lo sviluppo sostenibile e il territorio: ecosistemi umani, lâecologia nelle trasformazioni del territorio. Le lezioni affronteranno i seguenti temi: inquinamento indoor, progettazione di edifici bio-ecologici, sostenibilitĂ urbana e territoriale, valorizzazione delle risorse ambientali locali, utilizzo responsabile dellâenergia. Il corso persegue la finalitĂ di fornire una radicata consapevolezza circa lâimportanza della questione ecologica nelle costruzioni, ed una preparazione tecnica adeguata ad una progettazione conformata a corretti criteri di sostenibilitĂ ambientale. Le lezioni saranno tenute da docenti italiani e stranieri, qualificati e competenti. Periodo di svolgimento: ottobre-dicembre 2003, probabilmente il venerdĂŹ pomeriggio, ore 16.00-20.00. Durata: 40 ore complessive. La quota di partecipazione sarĂ pari a circa ⏠400,00 (la definizione esatta della stessa verrĂ stabilita in base al numero di iscritti al corso) e comprenderĂ assistenza tecnica (tutor) per tutte le sessioni del corso e materiale didattico. Gli interessati do-
vranno effettuare al piĂš presto una pre-iscrizione (non vincolante e senza versamento di quote) presso il rispettivo Ordine o Collegio. Al momento della stessa si chiede, inoltre, di segnalare eventuali esigenze di orario. Successivamente sarĂ comunicato il programma dettagliato del Corso, lâammontare esatto della quota di partecipazione e le modalitĂ di pagamento. Modulo B (Proposta) â Visite tecniche guidate ed incontri di approfondimento con progettisti di edifici ecologici Le visite tecniche guidate avranno quale finalitĂ lâesperienza diretta degli argomenti trattati durante il corso di progettazione ecologica e saranno mirati allâanalisi di interventi ecologici a scala urbana e di edifici (realizzati ed in fase di cantiere) progettati secondo i criteri di bio-architettura. I possibili itinerari potranno avere quale meta Italia, Svizzera, Germania e Austria. Sono inoltre previsti momenti di discussione con i progettisti, nonchĂŠ interventi di operatori e tecnici del settore edile. Durata: 40 ore minime complessive circa. Periodo di svolgimento: 2004. Quota di partecipazione: ⏠500,00 circa. Gli interessati dovranno effettuare al piĂš presto una pre-iscrizione (non vincolante e senza versamento di quote) presso il rispettivo Ordine o Collegio. Al momento della stessa si chiede, inoltre, di segnalare eventuali esigenze di orario. Successivamente sarĂ comunicato il programma dettagliato del Corso, lâammontare esatto della quota di partecipazione e le modalitĂ di pagamento. Modulo C (Proposta) â Laboratorio di Progettazione ecologica Il modulo conclusivo sarĂ organizzato secondo le modalitĂ di workshop di progettazione. Il laboratorio consisterĂ in una esercitazione progettuale allâinterno della quale verrano sviluppati i seguenti princĂŹpi di bio-architettura: analisi del luogo (i dati e le informazioni necessarie alla progettazione bio-ecologica), uso di materiali e tecniche costruttive ecologiche, strategie e tecnologie per minimizzare il fabbisogno energetico degli edifici, strategie e tecnologie bio-climatiche per il riscaldamento, il raffrescamento e la ventilazione degli edifici. Durata: 40 ore minime complessive circa. Periodo di svolgimento: 2004. Quota di partecipazione: ⏠500,00 circa. Gli interessati dovranno effettuare al piĂš presto una pre-iscrizione (non vincolante e senza versamento di quote) presso il rispettivo Ordine o Collegio. Al momento della stessa si chiede, inoltre, di segnalare eventuali esigenze di orario. Successivamente sarĂ comunicato il programma dettagliato del Corso, lâammontare esatto della quota di partecipazione e le modalitĂ di pagamento.
Trentâanni di esperienza nel campo della bio-architettura Per me, oggi la sostenibilitĂ e lâecologia del costruire non sono isolabili, separabili dallâArchitettura. Questo è il risultato di un percorso che per me, ma anche per tanti altri ha preso avvio negli anni â70. Il mio interesse per la sostenibilitĂ affiora sul finire degli anni â70 durante la post crisi energetica; durante questo momento â energeticamenteâ difficile lâItalia aveva messo a punto numerosi studi, progetti e intenti per ridurre il fabbisogno di combustibile e conseguentemente per ridurre lâemissione di agenti inquinanti. Ma la mia insoddisfazione rispetto questo nuovo atteggiamento tecnicista non tarda a mostrarsi: lâinteresse di tutti questi studi e progetti investe unicamente la questione macchine ed impianti; allâinterno del panorama nazionale non vi è attenzione ai temi dellâedificio, dellâabitare e del costruire nella sua interezza (per trovare una spiccata sensibilitĂ a questi temi, oggi come allora, è necessario rivolgere lo sguardo ai vicini Stati europei). Il prodotto di tali ricerche sono i â solidi energeticiâ : cubi neri (progettati unicamente in funzione degli apporti energetici) in cui la gente dovrebbe anche abitare⌠Questa marcata settorialitĂ causa, una volta superato il momento piĂš buio della crisi energetica, lâabbandono totale o parziale di quegli interessi votati a fonti energetiche non inquinanti e a macchine meno dissipatrici: il mondo dellâindustria e dellâimpiantistica tornano tranquillamente ai tradizionali metodi di sostentamento (e inquinamento) nellâeffimera speranza che i tradizionali combustibili siano illimitati (quantomeno per le future 3 o 4 generazioni); le questioni inquinamento ambientale e salute dellâuomo vengono ormai archiviate! Passo a sviluppare il tema della SostenibilitĂ da un altro punto di vista, parimenti importante, delle questioni energetiche: sociologia e qualitĂ urbana. Durante gli anni â80 approfondisco i miei studi frequentando il â Centro Internazionale di Studi sul Disegno Urbanoâ di Firenze e mi avvicino alla realtĂ delle Gartenschau. Il modello di intervento delle Gartenschau ha per finalitĂ il progetto di riqualificazione urbana e il progetto di gestione futura. Opera secondo le modalitĂ del progetto mostra (parco, mostre specifiche, elementi spettacolo); di attivazione di manifestazioni collaterali; di partecipazione dei cittadini e di altri attori. La realizzazione di aree verdi urbane e la riqualificazione urbana a costi ridotti (talvolta a costo zero) sono di incentivo allâeconomia; come â effetti collateraliâ i cittadini si riappropriano del loro territorio, si ha il rilancio dellâimmagine della cittĂ , si produce unâattivazione socio-culturale. Gli attori vengono individuati in: Enti territoriali (Comuni, Province, Regioni, Ministeri), Istituzioni economiche (CCIAA, Enti sostegno, ecc.), Enti di
cata e â normalizzataâ cultura del costruire ecocompatibile e soprattutto per il loro modo di esercitare la professione non come professionista-individuo, ma come professionista-sperimentatore che si fa guidare da continui scambi e indagini alla ricerca di una soluzione progettuale che non è mai scontata, nĂŠ tanto meno icona di uno standard stilistico. Per la mia maturazione professionale illuminanti sono state le esperienze dei colleghi svizzeri. Casa Trin, progettata dallâarch. Andrea Ruedi, viene definita dallâeditoriale Energia 2000 Eco-Edilizia â Una prodezza: le case riscaldate solo con lâenergia solare passivaâ . Le misurazioni effettuate sullâedificio consentono di affermare che non è necessario ricorrere a nessun riscaldamento supplementare e che la temperatura interna durante lâinverno scende molto raramente sotto i 20 °C (17.5 °C è la temperatura piĂš bassa registrata). Il fattore di maggior rilievo è che questa architettura, per lâottenimento dellâottimale comfort, non ha fatto uso di soluzioni di alta tecnologia, le scelte costruttive rientrano nella â normaâ . La costruzione prevede un edificio compatto, perfettamente isolato, con una massa interna portante e orientato verso sud, con 50 mq di superficie a serramento con elementi speciali di vetro isolante. In dicembre due giorni con quattro ore di sole bastano per alimentare per cinque giorni la riserva di calore accumulata nella struttura dellâedificio. Lâedificio è concepito come una costruzione in pietra inserita in un mantello completamente isolante. La struttura portante è costituita da murature in silico-calcare facciavista e i solai con travatura in legno di abete e riempimento in mattoni silico-calcari. I sottofondi in calcestruzzo costituiscono lâaccumulatore termico principale. La pelle esterna, sospesa alla gronda del tetto, è in legno di larice; lâintercapedine tra le pareti in muratura e la facciata in legno è riempita con fibra di cellulosa. I collettori tubolari sotto vuoto posti sulla facciata sud scaldano, per lâuso sanitario, lâacqua di un serbatoio; una stufa a legna con dispositivo per la preparazione dellâacqua calda può allâoccorrenza compensare i momenti critici. Casa Trussel a Claro, la cui realizzazione è stata seguita dallâarch. ing. Peter Brack, rappresenta una delle massime espressioni di Bio-architettura per quanto concerne lâutilizzo di materiali e tecnologie edilizie. Le principali fonti di approvvigionamento energetico sono la serra a tutta altezza che occupa interamente la facciata sud; i pannelli solari (adibiti alla produzione di acqua sanitaria); la stufa con una camera di combustione e una camera di post combustione. La simbiotica azione di questi tre â impianti-elementiâ viene ottimizzata dallâelevato isolamento termico e dalla grande inerzia termica dellâedificio. In legno sono infatti le solette, la copertura e le murature. Il comfort termico e termico-igronometrico è affidato allâisolamento in fibra di legno e in fibra di lino, e allâargilla degli intonaci interni; i pavimenti e le
tegole di copertura sono in cotto. Le fondazioni sono poco armate e, per evitare eccessivi ricambi dâaria e la risalita del radon dal terreno, i giunti del vespaio areati sono stati sigillati. Casa Deschamps a Novaggio, progettata dellâarch. ing. Peter Brack, realizzata con materiali ecologici è unâicona delle passive house ed inoltre si rivela un interessante esempio di architettura contemporanea. E proprio della vicina Svizzera è lâintroduzione dello standard Minergie che persegue una maggior qualitĂ di vita e un minore consumo dâenergia. Lo standard Minergie trova applicazione in abitazioni, alberghi, edifici amministrativi e industriali; viene cioè applicato a qualsiasi costruzione. Il fabbisogno energetico di questi edifici è 3 volte minore di un edificio â normaleâ e garantisce comfort abitativo: temperatura interna gradevole grazie ad un miglior isolamento termico; ventilazione automatica invece che finestre socchiuse (il rumore della strada resta fuori); luce naturale ed illuminazione sufficiente; il rinnovo controllato dellâaria stabilizza lâumiditĂ dellâaria (aria filtrata esterna,quale opzione, in favore degli allergici). Non esistono restrizioni nella scelta dei materiali, del sistema di riscaldamento e di produzione di acqua calda, nessun vincolo per il tipo di finestre e di isolamento termico. Con lo standard Minergie si riduce lâemissione di anidride carbonica e di sostanze nocive; Minergie ha bassi costi di utilizzo perchĂŠ prevede lâutilizzo di elettrodomestici efficienti, di collettori solari per lâacqua calda e il riscaldamento, pompe di calore e apparecchi sanitari a basso consumo dâacqua. Per chi persegue la SostenibilitĂ ogni azione, ogni progetto sono dettati dalla specifica esigenza e situazione contingente e sono votati al rispetto della salute dellâuomo e conseguentemente dellâambiente. Allâinterno del progetto la mia attenzione si sposta dalle novitĂ del mercato ai materiali ed elementi di finitura atossici e riciclabili, alle tecniche costruttive biocompatibili: con il passare degli anni i miei lavori vedono una progressiva diminuzione di ferro e cemento armato, a favore di un ingente aumento di legno, mattone, calce, terra cruda, isolanti naturali e finiture atossiche. Assieme allâattenzione per i materiali sani aumenta lâinteresse per le questioni legate al risparmio energetico; la regolazione climatica (non piĂš unicamente affidata a macchine e impianti dissipatori di energia) diviene regolazione bioclimatica. I principali parametri progettuali divengono il genius loci (lettura del contesto, indagini geopatologiche; indagini geobiologiche; analisi strumentali, radon; indagine dei campi elettromagnetici); lâisolamento delle pareti esterne e delle coperture; lâinerzia termica della struttura edilizia; lâuso cospicuo di vegetali (coperture verdi e progettazione integrata degli spazi esterni); lâintroduzione della ventilazione naturale; una maggior attenzione alla progettazione delle aperture; i sistemi solari passivi; lâuso di pannelli solari e celle fotovoltaiche;
la verifica dellâefficienza degli impianti; lâuso di disgiuntori negli impianti elettrici; lâutilizzo della risorsa acqua piovana. La progettazione diviene sempre piĂš attenta alle caratteristiche specifiche del sito; le linee di confine, perfettamente integrate con il progetto del giardino, si trasformano da â limitiâ a valore acquisito in grado di valorizzare lâedificio non solo dal punto di vista architettonico, ma soprattutto dal punto di vista funzionale (gli ambienti interni vedono valorizzate le proprie valenze estetico-architettoniche anche grazie alla fruizione articolata del paesaggio attraverso le aperture). La forte compresenza del giardino viene rivelata da diversi ordini di elementi: la progressiva apertura degli ambienti giorno verso lâesterno (utilizzo di serre e porticati); la distribuzione delle aperture ottimizza lâapporto solare diretto nella stagione invernale, mentre nella stagione estiva la radiazione solare viene ridotta grazie alla presenza di vegetali che creano zone dâombra. La distribuzione delle aperture inoltre non â violaâ il senso di privacy necessario agli ambienti della zona notte. Un ulteriore elemento di integrazione con il sito (indagato per i caratteri climatici e quale elemento paesaggistico estetizzante) è il trattamento delle coperture: dove lâedificio presenta piĂš piani fuori terra la copertura assume valenza architettonica, mentre per i corpi piĂš bassi la copertura ha valore di mimesi e viene proposta come copertura verde in grado di stemperarsi con il giardino circostante e di migliorare il comfort climatico interno allâedificio. La ventilazione naturale è affidata allâeffetto camino, inoltre una corretta disposizione delle aperture richiama aria esterna dal fronte nord piĂš fresco. Tale soluzione progettuale unitamente alla presenza di vegetali (sempre posizionati sul lato nord del giardino) garantiscono la possibilitĂ di miglioramento climatico estivo. Il fabbisogno energetico, ridotto grazie agli apporti passivi dettati dalla morfologia e dalla struttura dellâedificio, è garantito da sistemi di riscaldamento a pannelli radianti, da fonti alternative quali stufe e camini. La coibentazione della struttura muraria con materiali naturali e la notevole inerzia termica delle strutture garantiscono forti risparmi energetici. Lâuso del solare riduce notevolmente il fabbisogno energetico dellâedificio e lâemissione di agenti inquinanti. Dal punto di vista energetico è possibile dunque affermare che durante la stagione invernale il fabbisogno energetico si riduce grazie al guadagno diretto delle superfici vetrate, alla presenza di serre, allâuso di pannelli solari e celle fotovoltaiche, allâalta efficienza degli impianti, allâisolamento termico delle pareti e alla notevole inerzia termica. Il miglioramento climatico estivo è affidato alla ventilazione naturale, alle zone dâombra create dai vegetali sulle superfici finestrate, alla ventilazione indotta dallâapertura delle pareti vetrate della serra, alle pareti isolate e alla notevole inerzia termica.
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promozione turistica, Enti culturali, realtĂ economiche locali. Il progetto della cittĂ porta inevitabilmente a parlare di qualitĂ urbana: lâuomo al centro del sistema cittĂ . Il tema del verde diviene uno degli elementi fondanti della necessaria riqualificazione urbana, il parco non come isola verde allâinterno dellâinsediamento urbano, ma come configurazione della struttura ambientale della cittĂ . Il verde deve ricostituire, partendo dal recupero delle risorse disponibili, la trama delle relazioni, il sistema di emergenze e gerarchie nella cittĂ , deve integrarsi alle strutture insediative (viali, aree attrezzate, piazze alberate, giardini). Se lâarchitettura del parco urbano è il nuovo disegno ambientale della cittĂ , i fattori ecologici devono essere relazionati ai fattori storico-culturali, insediativi e architettonici propri del contesto urbano. Le mie prime esperienze progettuali in questo senso portano a indagare la qualitĂ dellâabitare, le relazioni spaziali dellâedificio. Affronto gli aspetti di bioclimatica e, dal punto di vista tecnologico, sperimento lâuso di materiali naturali e tecnologie costruttive sostenibili: solai e copertura in legno, tetto ventilato, isolamenti in sughero. Il â sempliceâ uso di materiali ecologici con elevate caratteristiche di inerzia termica e isolamento aumenta in maniera considerevole lâefficienza termica dellâedificio, anche se sono ancora lontano â dallâoptimum energeticoâ . Non utilizzo il solare perchĂŠ in quegli anni ha ancora dei costi proibitivi e affido il comfort termico a elementi riscaldanti alternativi (stufe a legna). A partire dagli anni â90 ho modo di osservare la piĂš â ecologicamente evolutaâ realtĂ europea attraverso viaggi studio. Entro in contatto con la Baubiologie: scienza che affronta il costruire e lâabitare sano indagandone tutti gli innumerevoli aspetti: qualitĂ degli edifici, qualitĂ urbana, ecologia, genius loci, risparmio energetico, sistemi costruttivi, sistemi passivi e attivi, materiali atossici e riciclabili, comfort termo-igronometrico, comfort abitativo, uso del verde (in ragione dellâessere elemento di regolazione bioclimatica ed elemento estetizzante legato al benessere psicofisico dellâuomo). A conferma della completezza della Baubiologie, man mano che le mie competenze tecniche e costruttive si affinano, i viaggi studio, gli incontri e gli approfondimenti passano dal cantiere alla cittĂ . Il maggior stimolo che deriva dalla Baubiologie è infatti il suo potere e volere essere â legge ordinatriceâ di ogni intervento e soprattutto ad ogni scala. Gli interessi per lâEcologia e la SostenibilitĂ non restano relegati alla sfera teorico-diagnostica. La mia progettazione diviene infatti piĂš attenta ai princĂŹpi della Baubiologie, aumentano i momenti di collaborazione e confronto con i colleghi lombardi, italiani e svizzeri, il progetto diviene fonte di sperimentazione e continuo arricchimento tecnico professionale. I maggiori stimoli provengono certamente dal confronto con i colleghi dâoltreconfine per la loro ormai radi-
Marco Brambilla, Edificio residenziale a Uggiate Trevano (Co), 1986.
Peter Brack, Renato Regazzoni, Casa a Novaggio (Ti), 2002.
Marco Brambilla, Edificio residenziale a Uggiate Trevano (Co), 1998.
La casa energetica negli anni â70 (tratta da Giovanni Del Signore, Andrea Ponsi, La casa solare, Uniedit, 1977).
Come è intuibile, la sensibilitĂ agli aspetti ecologici ed energetici innesca un effetto a cascata sul comfort abitativo e â fruitivoâ riferito sia allâedificio che alla cittĂ : migliorano notevolmente il comfort termo-igronometrico, le possibilitĂ di fruizione degli ambienti interni ed esterni allâedificio, il comfort psicofisico e si riduce la presenza di elementi perturbanti nei campi elettromagnetici. Le esperienze progettuali ancorate ai principi di Bio-architettura e Sviluppo Sostenibile non si limitano alla sfera del singolo manufatto architettonico, ma investono anche la sfera della qualitĂ urbana intesa come progetto di luoghi pubblici, di comparti urbani, di sistema di reti, di aree di interconnessione. La Baubiologie (anche quando non venga espressamente menzionata o richiesta) diviene il percorso obbligato nella ricerca di qualitĂ urbana. Nel 1996 ho realizzato una proposta per la riqualificazione ambientale urbana e sociale nellâambito territoriale del Comune di Cermenate. La proposta è poi sfociata in un progetto esecutivo. La proposta di riqualificazione urbana è stata correlata allâevoluzione della cittĂ e prevede il consenso e la collaborazione delle forze socio-economiche; inoltre il processo è risultato agevolato dalla riscontrata tendenza, nelle attivitĂ produttive, a evolversi in favore dellâambiente e non piĂš in opposizione ad esso. La proposta di riqualificazione sperimenta una modalitĂ di intervento innovativa, basata su progetti di reti interconnesse e sovrapposte che sappiano raccogliere consenso ed ag-
parte dei tessuti di recente espansione), allora per elevare la figurabilitĂ dellâambiente urbano è necessario facilitare la sua identificazione visiva e la sua strutturazione. I capisaldi normativi di queste linee guida sono che lo sviluppo dellâedificazione deve essere contenuto allâinterno del â triangoloâ urbano, secondo princĂŹpi ecologici di riuso, recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, di risparmio del territorio e densificazione dellâinsediamento. Ogni intervento deve dimostrarsi coerente con la struttura urbana individuata e produrre miglioramento e valorizzazione del contesto. In tutti gli interventi la priorità è riservata alla realizzazione di percorsi ciclo-pedonali: â i percorsi, la trama di linee di movimento abituale o potenziale attraverso il complesso urbano, sono lo strumento piĂš potente per ordinare lâinsiemeâ (Kevin Lynch). La nuova rete dei percorsi (che obbligherĂ lâAmministrazione comunale ad un modesto impegno economico) costituirĂ il tracciato della nuova organizzazione urbana, indicando concretamente le logiche progettuali e costruendo consapevolezza tra i cittadini. La condivisione e la partecipazione alla realizzazione del progetto non si fonda sullâapplicazione di regole astratte (che rischiano di essere facilmente compromesse), ma su azioni materiali, visibili e vivibili, sperimentabili da tutti nella vita quotidiana. Ă però innegabile il ruolo che può svolgere lâAmministrazione nellâindirizzare le scelte verso la scoperta della qualitĂ della vita nei suoi aspetti fisici, natu-
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gregare, sinergicamente, risorse ed energie economico-sociali. Gli obiettivi specifici di tale intervento vengono cosĂŹ individuati nellâaffermazione di un modello di sviluppo sostenibile correlato alle risorse attivabili, nella rivitalizzazione, coinvolgimento e animazione sociale della comunitĂ locale, nellâincentivo indotto allâeconomia dei settori interessati (ed economia generale allargata), nella promozione e rilancio dellâimmagine locale, nella realizzazione di aree verdi urbane e di riqualificazione urbana a costi ridotti, nella garanzia di qualitĂ del risultato con risorse definite, nella partecipazione attiva e consapevole dei cittadini, nellâattivazione, socialmente utile, di iniziative connesse allo sport e al tempo libero, nellâazione educativa ambientale e bioecologica, infine, nella valorizzazione di elementi peculiari e strategici del territorio. Unâulteriore occasione di progetto a scala urbana è stata la realizzazione (con la collaborazione dellâing. Peter Brack) di un progetto per la qualitĂ ambientale allâinterno del contesto urbano del comune di Bizzarone (Co). Lâobiettivo principale del progetto era il controllo spaziale dellâedificazione, finalizzato alla realizzazione di un contesto significativo, nonchĂŠ la definizione di un quadro di riferimento per tutti gli interventi futuri, sia privati che pubblici. Il progetto ha previsto il contenimento dellâedificazione allâinterno dellâarea di consolidata urbanizzazione e lo spostamento dellâarea per le attrezzature pubbliche al centro di tale triangolo. Se la qualitĂ dellâambiente urbano è data dal suo grado di figurabilitĂ (cosa che difetta alla maggior
rali, economici e sociali, considerati correttamente per la loro importanza e interdipendenza. Questo ruolo potrĂ essere svolto con iniziative di cittadinanza attiva (ad esempio Agenda 21), con la partecipazione e valorizzazione dei gruppi e associazioni che sappiano individuare e proporre percorsi ed obiettivi finalizzati a costruire consapevolezza sulle tematiche connesse, quali la qualitĂ delle relazioni sociali, la qualitĂ dellâambiente fisico (aria, acqua, spazi aperti, soleggiamento, biodiversitĂ , verde), lâecologia (materiali atossici, naturali, degradabili, riciclabili, risparmio energetico, energia pulita, rifiuti). Che cosa è la Bio-architettura? La Bio-architettura non è una â tendenzaâ dellâarchitettura e soprattutto non è un evento straordinario. â LâEuropa e lâArchitettura di domani. Proposte per lâambiente edificato europeoâ , il Libro Bianco pubblicato nel 1995 dal Consiglio degli Architetti dâEuropa (testo poco conosciuto e ancor meno letto) afferma: â LâArchitettura deve âprodurreâ una corretta gestione delle cittĂ , deve portare alla definizione di una maglia strutturale di riferimento, che sappia riconoscere tutti gli elementi della complessitĂ e le loro interconnessioni, che sia flessibile ai continui mutamenti indotti dal contesto socio-economico, ma che sia rigida nellâindividuazione dei caratteri qualificanti, sui quali incentrare la crescita, lo sviluppo del territorio e il benessere dellâuomo. Lâarchitettura è sostenibilitĂ â . Marco Brambilla presidente della societĂ Archè
a cura di Massimo Masotti
Sosteniamo la bioarchitettura! La questione ambientale è tema complesso da trattare, in quanto composto da molteplici e peculiari aspetti del progettare, con diverse discipline che possono dare il loro contributo alle problematiche riferite alla sostenibilitĂ e alle scelte tecniche nel campo della bioarchitettura. Difficile dare un quadro di recepimento di questi concetti allâinterno della nostra categoria. Ancora piĂš improbo il lavoro di ricerca sulla committenza. Un piccolo sforzo lâabbiamo fatto chiedendo ai colleghi, con una nota sulla circolare di giugno, di inviarci del materiale sul tema. Il risultato è stato molto scarno: progetti e realizzazioni si contano sul palmo di una mano! Speriamo che la causa di tale povertĂ di contributi sia anche la bassa percentuale di lettori della circolare. Temo, però, che la mancata comunicazione dei progetti sia originata dalla difficoltĂ con la quale i concetti di sostenibilitĂ e di bio-architettura vengono recepiti dalla committenza. Ho ragione di ritenere che una parte degli architetti sia sensibile a questi temi e cerchi, quando è possibile, di proporre soluzioni progettuali aderenti ai temi in argomento. Diffidenza e costi piĂš alti fanno però naufragare i migliori intenti. Non esistendo ancora norme specifiche prescrittive nei regolamenti locali, tutto è nelle mani del buon senso di chi costruisce e nelle capacitĂ persuasive del professionista. Un passo significativo verso lâapplicazione di questi concetti potrebbe arrivare dalle amministrazioni pubbliche (Comune, Provincia, Aler, ecc.) che disporrebbero dei mezzi per introdurre nei capitolati delle opere pubbliche indicazioni tecniche legate allâapplicazione dei concetti di bio-architettura ovvero introdurre nei regolamenti locali indicazioni minimali da seguire legate ad incentivi economici (riduzione degli oneri da pagare) o premi in termini di maggior slp costruibile e deroghe alle prescrizioni edilizie ed urbanistiche, con limiti ben precisi per evitare ogni tipo dâabuso. Penso proprio che per unâapplicazione piĂš corposa dei concetti di bio-architettura si debba ricorrere alla contrattazione e il ruolo del committente pubblico è in questo caso fondamentale. Il Comune di Crema ha giĂ provato a sperimentare questa strada, assegnando una lottizzazione a diverse cooperative e introducendo un â premioâ per le imprese che avrebbero seguito un capitolato contenente indicazioni tecniche di â bio-architetturaâ . Uno dei progetti pervenuti riguarda proprio questâesperienza. LâOrdine degli Architetti ha cercato, in questi anni, di dare il proprio con-
tributo per la formazione dei propri iscritti sul tema ambientale. Nel 2000 è stato organizzato un corso di â Recupero Bioclimatico dellâambiente costruitoâ . Il corso, che ha avuto come coordinatrice lâarch. Nelly Bonati, è stato strutturato per poter offrire agli iscritti strumenti concreti di lavoro per un approccio alla progettazione energeticamente e bioclimaticamente consapevole, partendo dal presupposto che i problemi ambientali esigono un costante approfondimento delle possibilitĂ tecnologiche in fase di progetto, soprattutto per lavorare in un ambiente costruito come quello cremonese e poter recuperare il patrimonio architettonico in armonia con le esigenze dellâambiente naturale, per esempio, imparando ad utilizzare i flussi naturali nelle strategie di climatizzazione degli edifici. Al gruppo di lavoro hanno partecipato sia architetti sia ingegneri, come testimonianza dellâunitĂ dâidee in merito alla applicazione di questi concetti. Uno studio professionale di Cremona ha addirittura preso spunto dai concetti esposti nel corso per elaborare un grosso progetto urbanistico come quello del recupero dellâarea Feltrinelli. A Cremona si sta realizzando in questi mesi un altro importante progetto che vede il recupero dellâimmobile dellâex casa di Bianco da parte dello studio MCA dellâarch. Mario Cucinella, che si caratterizza per competenza in ambito ambientale, soprattutto nellâuso di strategie mirate al controllo climatico di grandi progetti urbani e, nello specifico, dellâutilizzo razionale dellâenergia negli edifici, con progetti di ricerca a livello europeo. Del progetto e delle sue implicazioni di tipo urbanistico, architettonico ed ambientale si sta discutendo. Ă in fase di studio da parte del nostro Ordine un momento di approfondimento per cercare di far conoscere al meglio le scelte operate sullâedificio, in modo che lo stesso si proponga come prototipo di una precisa metodologia di progettazione. Pubblichiamo, di seguito, tre progetti significativi di un possibile cambiamento nel modo di operare sia in campo edilizio, scuola e residenza, sia urbanistico, come il caso dellâex Feltrinelli. Gli esempi riportati non esauriscono certo il tema ambientale in ambito provinciale. Molti altri progetti possono essere richiamati, ma per ragioni di tipo editoriale ed anche a causa del ridotto materiale in nostro possesso, le informazioni che seguono sono riferite a soli tre temi, che però mettono in evidenza una comune sensibilitĂ nel progettare: una scuola materna, unâiniziativa di edilizia economica popolare e un piano urbanistico di una vasta zona a destinazione mista. In conclusione, un intervento dellâarch. Claudio Bettinelli testimonierĂ delle difficoltĂ che un professionista deve affrontare ogni giorno cercando di promuovere e far applicare i semplici concetti legati alla sostenibilitĂ e alla bioarchitettura.
Comune di Vaiano Cremasco Scuola Materna Progettisti: arch. Vittorio Adenti ed Elga Arata - Castelleone (Cr) Anno: 1998-2000 (progetto e costruzione) Il progetto della scuola materna (realizzato) si è basato su alcune principali scelte di tipo bioclimatico: ⢠morfologia affine alle costruzioni locali; ⢠distribuzione dellâedificio nel rispetto delle condizioni bioclimatiche del luogo; ⢠utilizzo di materiale a nullo o a basso impatto ambientale;
⢠impianto elettrico ad albero, evitando sistemi ad anello; ⢠coinvolgimento dellâutente nella contabilizzazione dei consumi, attraverso la distribuzione di un manuale di corretto uso dellâabitazione. Si prevede un costo di costruzione maggiorato di circa il 10%. Comune di Cremona Programma integrato di intervento L.R. 9/ 99 per la creazione di un parco polifunzionale nellâarea âEx Feltrinelliâ a Cremona Progettisti: studio Associato e del Paesaggio Ori e Arienti
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Cremona
Interno scuola materna, Vaiano Cremasco. ⢠realizzazione di spazi colorati, luminosi, versatili, a misura di bambino. Ă stato verificato il rischio di inquinamento da gas radioattivi (radon). Trattandosi di terreno alluvionale tale rischio è escluso. Ă previsto comunque un vespaio areato. I materiali impiegati sono quelli rinnovabili come legno, sughero o materiali a basso inquinamento, come laterizio e calce. Il costo di costruzione è stato di circa il 5% superiore ai costi tradizionali. Comune di Crema Edilizia residenziale Progettisti: arch. Vittorio Adenti ed Elga Arata - Castelleone (Cr) Anno: 2002-2003 (cantiere in corso) Ă il progetto di cui si faceva menzione nellâintroduzione. Il bando di assegnazione delle aree allâinterno del Peep richiedeva lâadesione e lâapplicazione di alcuni criteri di bio-architettura. Il Consorzio Cooperativo Aclicasa di Cremona si è dimostrato sensibile ed entusiasta dellâiniziativa ed ha aderito. Il progetto è in corso di realizzazione da parte della Cooperativa La SolidarietĂ di Gussola (Cr), per un importo dei lavori di circa euro 3.000.000,00. Tra le principali scelte di tipo bio-architettonico, segnaliamo: ⢠lâutilizzo di materiali in cui è certificata lâassenza di sostanze inquinanti; ⢠lâimportanza della coibenza acustica e del comfort termoigrometrico; ⢠corretto orientamento dellâedificio; ⢠sistema di riscaldamento tradizionale integrato con termocamino con produzione di acqua calda; ⢠raffrescamento naturale ottenuto attraverso effetto camino del vano scala (uscita dellâaria da apposito lucernario);
Anno: 1998-2003 (progetto); 20032013 (previsione costruzione) Importo dei lavori presunto: euro 130.000.000,00 Lo studio ambientale è stato concepito come una condizione di partenza e non un punto di verifica finale, accertando che lâutilizzo delle risorse, sia naturali sia artificiali, potesse essere ottimizzato ai fini del risparmio energetico, del minor impatto possibile sullâambiente e del miglior bilancio tra consumi ed emissioni inquinanti (Protocollo di Kyoto). Particolare risalto assume il ricorso al sistema del telecomfort, che prevede lâutilizzo dellâacqua di prima falda come volano termico per riscaldare o raffrescare gli ambienti grazie al principio della pompa di calore. Tale sistema sfrutta lâenergia termica in eccesso prodotta dalle macchine frigorifere del centro commerciale per poterla redistribuire alle altre utenze. Tale sistema può essere realizzato anche in assenza di impianti di combustione, e pertanto minimizza le emissioni inquinanti in ambito atmosferico. Anche relativamente alla definizione degli aspetti costruttivi, sono state analizzate le diverse problematiche di carattere bioclimatico, sia per quanto concerne lâorientamento dei singoli edifici, sia rispetto alle scelte di carattere tecnico e formale e ai materiali da impiegare. Gli edifici residenziali, in particolare, sono stati concepiti come delle moderne â cortiâ , che oltre a reinterpretare la morfologia dellâantica cascina padana, consentiranno, grazie allâesposizione dei corpi principali a sud, la massimizzazione del guadagno solare invernale e la minimizzazione di quello estivo, ot-
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timizzando al contempo i consumi energetici per il riscaldamento ed il raffrescamento degli edifici. Anche lo stesso centro commerciale è stato concepito in funzione di precisi requisiti di carattere bioclimatico, prevedendo sistemi di schermature e frangisole per i fronti esposti a sud ed una grande â velettaâ di copertura atta a migliorare il comportamento passivo dellâedificio sia in termini di protezione dalle radiazioni solari che di ventilazione naturale, cosĂŹ da contenere gli sprechi e ridurre al massimo lâapporto di energia artificiale dallâesterno per climatizzare il complesso. I requisiti di carattere bioclimatico sanciti a livello urbanistico nellâambito del Programma integrato di intervento sono stati inseriti nelle specifiche Norme tecniche di attuazione del Piano e pertanto dovranno essere rispettati anche in sede di Concessione edilizia.
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M. M.
DifficoltĂ nella diffusione della bio-architettura â Le mura rappresentano il confine tra la vita esterna ed interna. Le porte corrispondono ai sensi e alla facoltĂ di unire lâinterno con lâesterno. In essa scorrono acque vive, nella protezione delle mura sorgono giardini meravigliosi, dove è il cuoreâ . Questa breve citazione delle parole di Santa Caterina da Siena, esprime bene lâidea di cittĂ e potrebbe anche calzare con unâidea di casa. Forse un poâ romantica, forse anacronistica, unâimmagine che ci allontana molto dalle case di oggi, anche se, potrebbe trovare consenso tra molti di noi per una prossima nostra realizzazione e, perchĂŠ no, per la nostra casa, o quella di una committenza attenta. Attenta alla qualitĂ dellâabitare, che non necessariamente corrisponde a certe comoditĂ o a certe effimere appariscenze. Ci troviamo invece ad operare in un ambiente quotidiano che si impernia su tuttâaltre questioni. Regolamenti che si occupano esclusivamente di quantificare, senza saper valutare la qualitĂ delle costruzioni e la loro capacitĂ di rispondere al soddisfacimento del bisogno della casa; per esempio proviamo a proporre aggetti che per ombreggiare dal sole estivo debbano superare il canonico metro o metro e venti: avremmo giĂ prodotto ulteriore carico alla capacitĂ edificatoria; oppure prevediamo una costruzione con murature consistenti, capaci di garantire un buon livello di comfort termico e acustico, di salubritĂ e benessere, limitati e controllati consumi energetici, ci troveremmo a pagare capacitĂ edificatoria in misura maggiore rispetto a quegli edifici dalla tecnologia esasperatamente tecnicistica, dove i consumi energetici sono altissimi e la salubritĂ e il benessere sono teoricamente presenti ed ottenuti solo attraverso apparecchiature energivore, ma dove le pareti esterne hanno spessori limitatissimi. Ne consegue che
chi voglia costruire bene è fortemente penalizzato nei confronti di chi invece voglia costruire malamente, pagando un prezzo in volumetria che altri possono sfruttare per ottenere maggiore superficie vendibile. A questo, sovente, si sommano da una parte committenze che per lo piĂš mirano al massimo possibile realizzo (poco importa che sia sotto forma di sfruttamento spasmodico dellâarea o alla ricerca del minimo prezzo o di un migliore piazzamento sul mercato) e dellâaltra fornitori che propongono novitĂ spesso utili alla sola immagine. E, di questo passo, della caratteristica peculiare della casa poco resta. Ci protegge si dalla pioggia, dal vento, dal freddo, ecc., ma forse ci avvelena con lente esalazioni (da radon, da materiali che contengono e rilasciano particelle nocive, da polveri, ecc.), ci sottopone a stress da campi elettromagnetici, ci costringe in spazi angusti, ci isola eccessivamente rendendoci difficili i rapporti con altri. Troppe volte, forse, la realizzazione della nostra casa, o di qualsiasi altra costruzione, comporta uno spreco eccessivo di energie, di qualsiasi tipo, ad esempio per trasporti abnormi (pensiamo al diffuso uso di marmi, legni, altri materiali che provengono da luoghi lontani, esotici, al posto di altri materiali locali equipollenti che potrebbero trovare uso con dispendio di meno energie); oppure, ancora, per una cattiva applicazione dei concetti del contenimento dei consumi energetici, per la quale a volte si cerca di contenere artificiosamente nella costruzione il caldo per i periodi freddi a tal punto da doverlo poi contrastare con un aggravio di dispendio nellâestate. Da ultimo, devo però dichiarare la difficoltĂ che ogni giorno incontro nel voler applicare anche solo alcuni dei concetti del costruire con attenzione agli aspetti biologico ed ecologico. Nel quotidiano, la normalitĂ , che sempre piĂš deteriora le qualitĂ di naturalezza a favore dellâartificio, prende il sopravvento per difficoltĂ oggettive nel reperire materiali e maestranze che sappiano applicare la loro opera ai concetti di cui si parla. Ma mentre è da ritenersi abbastanza comprensibile una diffusa impreparazione sullâargomento, è poco tollerabile unâavversione che viene spesso gestita, anche subdolamente, con pressioni dei vari operatori sui committenti che si lasciano influenzare sulla base di discorsi intimidatori circa presunte difficoltĂ che, quanto meno, farebbero slittare in lĂ , e sempre piĂš in lĂ , i tempi di consegna delle opere. Claudio Bettinelli
Lecco a cura di Carmen Carabus e Giorgio Melesi
Lâambiente in quanto nostro involucro è imprescindibile per la vita; lo consumiamo e lo trasformiamo, ben sapendo che è una risorsa esauribile. Lâultima legge regionale in materia di paesaggio per la valutazione paesistica dei progetti va oltre, verso un tentativo di controllo o monitoraggio che, attraverso la â misurazioneâ del livello di perturbazione, trasformi lâambiente in senso positivo o negativo. Gli interventi che pubblichiamo qui di seguito si riferiscono al XXIV congresso del I.N.U. che ha discusso del tema della Regione Metropolitana in Europa, quindi anche dellâ ambiente. La sezione di Bioarchitettura di Lecco (composta per la maggior parte da architetti) interviene illustrando i propositi e le realizzazioni dei propri obbiettivi in materia ambientale. Infine, un intervento dellâassessore del Comune di Lecco illustra la strategia politica di attuazione dellâambiente tramite Agenda 21. C.C.
QualitĂ ambientale: il luogo dei sensi LâIstituto Nazionale di BioarchitetturaÂŽ (INBAR) collaborando alla definizione di programmi di ricerca, attuando progetti integrati nazionali, comunitari, internazionali e per i Paesi in via di sviluppo è diventato punto dâincontro e organismo di riferimento nazionale ed internazionale per il mondo intellettuale e produttivo. Lâidea centrale di BioarchitetturaÂŽ è lâuomo, pertanto ogni azione o comportamento non deve mutare lâequilibrio della vita, da questo deriva lâassimilazione dellâinvolucro edilizio ad una terza pelle dellâessere umano la quale, insieme allâuomo, è nel cosmo e con esso deve mantenersi in equilibrio. A questa concezione contribuiscono alcuni studi tra cui: ⢠lâinfluenza dei campi elettromagnetici naturali e artificiali sullo sviluppo della vita; ⢠le relazioni tra salute e abitazioni (sindrome edificio malato); ⢠gli effetti dei singoli materiali e sostanze artificiali nelle costruzioni. Confluiscono nel patrimonio culturale della disciplina studi di impostazione filosofica e approcci progettuali preesistenti come: ⢠architettura organica; ⢠regionalismo (rivalutazione dei sistemi costruttivi appartenenti alla tradizione del luogo); ⢠sistemi di lettura del luogo. BioarchitetturaÂŽ sposta lâaccento dallâoggetto allâuomo che lo utilizza, si occupa delle condizioni di benessere fisico e psichico delle persone in rapporto alle abitazioni e ai luoghi. Il cuore, mostra organizzata dallâIstituto â sezione di Lecco â, in oc-
casione dellâedizione 2002 della mostra sullâedilizia (MECI) a Lariofiere (Erba - Co) sintetizza proprio questi concetti. Lâabbiamo definito un â laboratorio dei sensiâ , uno spazio pensato per coinvolgere i visitatori in una serie di esperienze sensoriali. Sono stati valorizzati: di volta in volta il rapporto tra: lâesterno e lâinterno, il privato e il pubblico, lâintimitĂ e la socialitĂ . Percorribile in entrambi i sensi in modo da far incrociare i visitatori e le loro esperienze, il percorso sensoriale è stato organizzato come una â passeggiataâ attraverso vari ambienti, a cui sono associate diverse esperienze sensoriali che tendono a dare una sensazione di comfort: â luoghiâ dei sensi, progettati secondo criteri di BioarchitetturaÂŽ . Una barriera di canne di bambĂš mosse dal passaggio dei visitatori provoca suoni e rumori, un filtro visivo irregolare posto allâingresso, una sorta di parete naturale che ci accompagna lungo la rampa di accesso al padiglione. Le piante hanno una funzione fondamentale, quella di purificare lâaria diluendo le sostanze inquinanti e sono di grande aiuto nellâequilibrare il microclima, perchĂŠ, oltre ad assorbire anidride carbonica e restituire ossigeno, contribuiscono a ristabilire il giusto rapporto fra ioni positivi e ioni negativi. Quelle da appartamento possono essere considerate il miglior condizionatore-umidificatore esistente: trattengono la polvere e la fuliggine sulle foglie; la terra dei loro vasi assorbe lâossido di carbonio, uno dei componenti del fumo di sigaretta. Avere in casa un buon numero di piante aiuta ad avere il giusto grado di umiditĂ dellâaria, oltre a mantenerla pulita, ricca di ossigeno e di ioni benefici. (La ricerca sulle piante e la loro funzione di purificazione dellâaria si basa sulle ricerche che la NASA ha condotto sugli inquinanti presenti nelle navicelle spaziali: le piante si rivelarono lo strumento piĂš efficace per mantenere un ecosistema salubre allâinterno di uno spazio chiuso sia eliminando i vapori chimici che mantenendo costanti i livelli di umiditĂ ). MusicalitĂ ed estetica della natura formano un filtro visivo irregolare posto ai lati dâingresso del percorso sensoriale. Una parete articolata in argilla è realizzata in modo da stimolare il visitatore ad un contatto tattile. Pareti in listelli di abete posizionati orizzontalmente, creano un â luogo caldoâ , un micro-universo di legno, dove le venature, i riflessi, il colore, le imperfezioni dello stesso materiale disegnano una texture di grande effetto visivo. Inoltre il profumo del legno sollecita lâolfatto, il pavimento scricchiola sotto il peso dei passi per la naturale flessibilitĂ del materiale. Una vela in stoffa retro illuminata posta a soffitto rende ancora piĂš intima questa parte di percorso sensoriale, giocando anche con piacevoli effetti di luci ed ombre sul legno. Importante, per verificare le differenti caratteristiche dei materiali, la
La casa non è la macchina in cui abitare e il territorio un luogo senza alcuna connotazione nĂŠ identitĂ e quindi indifferente allâurbanizzazione. Le accuse rivolte a questo umanesimo del vivere sono molteplici: ⢠è elitario perchĂŠ non accetta lâuniformitĂ tipologica; ⢠propone lâosmosi con lâesterno mettendo in secondo piano i problemi energetici; ⢠utilizza i materiali naturali con poca attenzione alla salvaguardia delle risorse. Gli esempi sono negli insediamenti sperimentali in tutta Europa che hanno un approccio tecnologico e ingegneristico, ma anche sociale e culturale, per meglio dire antropologico. Lâidea di architettura umana va progressivamente integrando i princĂŹpi dellâarchitettura bioclimatica ed i princĂŹpi di responsabilitĂ ambientale globale. In questi insediamenti troviamo spazi collettivi in cui i bambini possono giocare e gli anziani ritrovarsi, oltre a servizi comuni per la gestione della casa (lavanderie, officine, depositi, locali hobby) ed ancora orti privati. PrincĂŹpi di bioarchitetturaÂŽ ⢠Partecipazione, prendere parte come supporto di analisi e verifica. Partecipazione di idee, di sensazioni e di sentimenti. Ogni costruzione modifica il paesaggio e determina nuovi equlibri: responsabilitĂ troppo grande per arrogarsi il diritto di assumersene lâintera paternitĂ ; ⢠uso di materiali biocompatibili (compatibili con la vita): non emettono sostanze irritanti nĂŠ in fase di produzione, nĂŠ durante lâuso; permeabili alle radiazioni elettromagnetiche naturali: favorire un salubre rapporto con le funzioni vitali dellâambiente assorbendo le radiazioni naturali; ⢠materiali permeabili al vapore problema condense/muffe: evitare concentrazioni dannose di gas, umiditĂ e sostanze nocive in sospensione negli ambienti domestici; ⢠piacevolezza: caratteristiche tattili, olfattive e visive gradevoli. Uso di energie rinnovabili: energia solare; energia eolica; energia idroelettrica (corsi dâacqua e maree); energia da biomassa. Regionalismo inteso come attenzione alle tecnologie e alle tipologie del luogo. Rapporto interno/esterno inteso come attenzione al rapporto della vita chiusa tra i muri e la giusta integrazione con la natura. Uso di materiali ecosostenibili (ovvero sostenibili con lâambiente): elevata disponibilitĂ : materie prime abbondanti e rinnovabili; facilitĂ di riciclo sia per i materiali grezzi che per i prodotti finiti; bassi costi di produzione (Lca - Ciclo Chiuso); bassi costi di trasporto, disponibilitĂ nel luogo di utilizzo. Alessandra Valsecchi
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Veduta dellâallestimento in legno del percorso sensoriale.
QualitĂ ambientale e pubblica amministrazione Il â Piano dâazione per lo sviluppo sostenibile nel XXI secoloâ , scaturito dalla conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro nel 1992, racchiude gli obiettivi di Agenda 21 che, come auspicato nella stessa conferenza, tutte le amministrazioni di ogni paese devono accogliere, avviando consultazioni con la popolazione, allo scopo di raggiungere il consenso sulle strategie politiche da adottare per ridurre lâimpatto ambientale e sociale dello sviluppo economico mondiale. BioarchitetturaÂŽ sezione di Lecco sta promuovendo, attraverso la collaborazione con le amministrazioni locali, lâadesione alle politiche di Agenda 21; cerca pertanto di realizzare il massimo consenso su un territorio che si estenda oltre i confini del singolo comune, poichĂŠ le emergenze e criticitĂ locali hanno sempre ripercussioni oltre il limite comunale e lâelaborazione di piani di risanamento ambientale da parte dei governi locali, generano cambiamenti concreti nellâorganizzazione sia del territorio che della vita quotidiana di chi vive, ma anche di chi lavora o produce e consuma. In questa ottica BioarchitetturaÂŽ sezione di Lecco è entrata a far parte dal 2001 del Forum e del Gruppo di Coordinamento di Agenda 21 del Comune di Lecco, e da questâanno collabora con lâAmministrazione Comunale di Valmadrera che ha richiesto una consulenza per la redazione di princĂŹpi di ecosotenibilitĂ da inserire nelle norme tecniche di attuazione del piano regolatore. Agenda 21 Comune di Lecco Il Gruppo di Coordinamento ha il compito di facilitare lâavvio e la crescita del processo di Agenda 21, indirizzando, coordinando e promuovendo tutte le iniziative riguardanti Agenda 21; si riunisce mensilmente ricercando le azioni che mantengano alta la ten-
sione ideale della cittadinanza intorno al Piano di Azione Locale e di conseguenza privilegia, a paritĂ di prioritĂ dâintervento, la concretezza delle azioni ed intraprende iniziative nella formazione e informazione ai cittadini. BioarchitetturaÂŽ sezione di Lecco, allâinterno del Gruppo di Coordinamento, ha promosso come azione di formazione lâavvio di un processo partecipativo con il fine di migliorare gli spazi di vita con lâaiuto degli abitanti. Con ciò si intende iniziare un processo di riappropriazione urbana che possa far sentire ogni cittadino partecipe delle scelte di trasformazione della cittĂ . LâAmministrazione Comunale, fatto proprio lo spunto proposto, ha sottoposto al Gruppo di Coordinamento le politiche prioritarie che prevedono, tra lâaltro, il miglioramento degli indicatori di vivibilitĂ , nel quartiere di Laorca. I problemi viabilistici e urbanistici hanno avviato da tempo una discussione fra i cittadini e lâamministrazione comunale sulla qualitĂ degli spazi urbani. Ă pertanto diventato fondamentale ripensare una nuova socialitĂ , resa difficile anche dalla spaccatura creatasi fra gli abitanti â storiciâ e quelli â non originari del luogoâ . Il Gruppo di Coordinamento ha richiesto a BioarchitetturaÂŽ sezione di Lecco, nellâambito delle attivitĂ di sostegno al Forum Civico, di presentare una proposta formale allâAmministrazione Comunale per Un percorso di miglioramento della qualitĂ urbana per il quartiere di Laorca. Il percorso proposto mira ad affrontare la complessitĂ dei temi legati alla qualitĂ ambientale, non con soluzioni parziali e scoordinate tra loro ma attraverso la costruzione di politiche e interventi che abbiano un elevato grado dâintegrazione tematica, che riescano cioè a trovare le motivazioni, e quindi la condivisione da parte di tutte le componenti sociali. Il percorso punta a far emergere i bisogni, le necessitĂ , i desideri degli â abitantiâ che risiedono e/o lavorano nel quartiere di Laorca, stimolando la loro capacitĂ critica di valutare ciò che li circonda.
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contrapposizione con il precedente pavimento in pietra, piĂš freddo e duro. â E poi dâimprovviso il Buio, la tremenda oscuritĂ : tutti i sensi vengono ottenebrati in un istante (...) non ci fidiamo piĂš delle nostre sensazioni (âŚ) le percezioni sono alterate dallâimprovviso cambiamentoâ . Corridoio oscuro, involucro nero che avvolge tutto lo spazio. Diviene un ambiente privo di riferimenti, dove non si percepiscono piĂš i materiali, dove si smarriscono le percezioni comuni, dove si percepiscono solo diverse gradazioni di luce e di spazialitĂ : si rimane soli con se stessi, estraniati da ogni contesto. Unici riferimenti per non smarrirsi in questo luogo angusto, sono dei segnali luminosi che indicano la strada e modificano la percezione dello spazio. Una sala centrale â isolataâ con una forma circolare, punto di sosta, permette di sperimentare lâintimitĂ e lâisolamento dal rumore quotidiano, grazie ad un isolamento naturale e alla forma avvolgente. Tutto è reso piĂš naturale e confortevole da un soffice tappeto erboso che invita a sdraiarsi e a rilassarsi. Lampade di sale arricchiscono lâatmosfera con luce soffusa, quasi magica. La decostruzione dello spazio, la fusione tra pareti, soffitti e pavimenti, realizzata con semplici giochi di colori, mostra la relativitĂ del concetto di spazialitĂ . Lâabbinamento di colori e materiali, lâutilizzo di una pavimentazione differenziata sono gli ingredienti di questa parte di percorso, che ci porta a scoprire come il colore agisce sul pensiero umano. Apparizione e scomparsa, teatralitĂ dellâesistenza, diversitĂ della visione, sono i concetti espressi dalle lame di vetro. Le vetrate di differente profonditĂ e colore offrono diverse interpretazioni della realtĂ in costante mutazione. Lâabbinamento di colori e materiali, lâutilizzo di una pavimentazione differenziata sono gli ingredienti di questa parte di percorso, che ci porta a scoprire come il colore agisce sul pensiero umano. BioarchitetturaÂŽ persegue la progettazione sostenibile attraverso un percorso di ricerca per realizzare un miglioramento degli standard qualitativi dellâabitare. Nulla è preordinato, non esistono veritĂ dogmatiche. BioarchitetturaÂŽ ha una visione olistica del progetto, tendente allâintegrazione di diversi parametri: dallâorientamento bioclimatico, alle tecnologie solari, dallâuso del verde (pareti-tetti) alla psicologia del colore, ecc... Ă un modo di porsi di fronte al progetto attraverso una ricerca multidisciplinare che coinvolge lâurbanistica come lâeconomia, la fisica come la geologia, il design come le energie sottili, lâecologia come la sociologia, lâarchitettura come lâantropologia. Vi è lo sforzo di riportare lâedificare in un corretto rapporto con la geografia (suolo, sole, vento, acqua, clima, flora, fauna e paesaggio naturale).
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Ă possibile cosĂŹ creare un dibattito che, partendo da una zona ben delimitata della cittĂ , si renda capace di innescare un processo allargato teso ad individuare la strada che renda condiviso e sostenibile lo sviluppo dellâintera cittĂ . I processi partecipativi, non solo fanno emergere le problematiche immediate del luogo, ma innescano un processo di conoscenza e confronto fra gli abitanti e diventano stimolo allâidentificazione e affezione al luogo. La progettazione partecipata è intesa, quindi, non tanto quale modo piĂš democratico di prendere decisioni, quanto come un importante strumento per migliorare lâefficacia delle azioni di progettazione e pianificazione urbana, sia perchĂŠ massimizza lâuso delle risorse conoscitive disponibili, sia perchĂŠ facilita la definizione di soluzioni concordate e condivise, riducendo i rischi di conflitti spesso paralizzanti. In questo modo è possibile: migliorare la qualitĂ del progetto; sviluppare un processo di condivisione degli interventi pubblici; fornire lâopportunitĂ ai residenti di approfondire la conoscenza del proprio ambiente di vita; sviluppare un senso di identitĂ e di responsabilitĂ nei confronti degli spazi pubblici; sviluppare nelle persone maggior fiducia e coscienza del proprio ruolo nellâevoluzione dellâambiente in cui vive. Di seguito vengono descritte le fasi e gli obiettivi prefissati dal progetto che attualmente è in fase di realizzazione. Obiettivi e finalitĂ Il principale obiettivo posto alla base del percorso è quello di aumentare il livello di vivibilitĂ e di qualitĂ di fruizione del quartiere di Laorca secondo
i princĂŹpi della sostenibilitĂ ambientale, attraverso processi di progettazione partecipata. In particolare: ⢠elevare il livello di â qualitĂ ambientaleâ nei suoi diversi aspetti (qualitĂ atmosferica; qualitĂ acustica; qualitĂ viabilistica; qualitĂ estetica, ecc.); ⢠elevare il livello di qualitĂ sociale; ⢠elevare il livello di sicurezza e di conseguenza la maggior vivibilitĂ della zona; ⢠elevare il livello di integrazione fra gli attori sociali al fine di innescare un processo allargato teso ad individuare la strada che renda condiviso e sostenibile lo sviluppo dellâintera cittĂ . Soggetti coinvolti (vedi schema in fondo pagina). Metodologia e strumenti La metodologia si avvale di processi dâanalisi e progettazione partecipata e coinvolgerĂ , con modalitĂ , ruoli e tempi differenti, tutti i soggetti succitati. Il percorso sarĂ preceduto da incontri di coordinamento e programmazione con i responsabili dellâAmministrazione Comunale. In sintesi i principali strumenti utilizzati nel percorso sono: sopralluoghi e visite; interviste e/o questionari; raccolta del materiale ed elaborazione critica; confronto diretto con i residenti, le associazioni locali, le scuole e lâAmministrazione Comunale; elaborazione dei risultati e divulgazione. Metodologia di attuazione del percorso Il percorso si concretizza in quattro differenti fasi: ⢠Fase 1 - Analisi urbanistico/morfologica. Individuazione delle proble-
Enti
Soggetti
Ruoli
Amministrazione comunale
Sindaco e Assessori
Promotore e garante del processo
Amministrazione comunale
Responsabili dei settori: Agenda 21, Vigilanza, Commercio, OO.PP, Anagrafe, Urbanistica e Ambiente, ViabilitĂ e trasporti. Coordinamento: arch. Marco Cassin, dr. Flavio Polano
Costituire un Ufficio Intersettoriale col compito di promuovere il processo dâindividuazione e coordinamento delle problematiche. Verifica della fattibilitĂ .
BioarchitetturaÂŽ - sezione di Lecco
arch. Antonella Corti; arch. Elisabetta Gheza; arch. Francesco Giordano; arch. Angelo Perego; Coordinamento: arch. Alessandra Valsecchi
Predisporre, coordinare e verificare il processo di progettazione ed elaborarne i risultati.
Politecnico di Milano - sede di Lecco attraverso la Convenzione con BioarchitetturaÂŽ - sezione di Lecco
Stage di Eleonora Cornara.
Collaborare nel processo di progettazione
Associazioni locali
Rappresentanti delle varie associazioni.
Partecipare ai processi dâindividuazione delle problematiche e delle possibili soluzioni
Istituti Scolastici
Insegnanti, alunni e genitori.
Partecipare ai processi dâindividuazione delle problematiche e delle possibili soluzioni
Popolazione
Abitanti.
Partecipare ai processi dâindividuazione delle problematiche e delle possibili soluzioni
matiche e dei campi dâazione Soggetti coinvolti: Amministrazione comunale e BioarchitetturaÂŽ . Obiettivi: approfondimento e conoscenza del tessuto urbano. Lettura e interpretazione del territorio. Individuazione delle problematiche. Strumenti: analisi urbanistica e morfologica della composizione del tessuto urbano attraverso la cartografia e sopralluoghi nel quartiere. Individuazione delle problematiche con lâAmministrazione comunale. Creazione di una base dati attraverso lâelaborazione e successiva compilazione, da parte degli Uffici Comunali coinvolti, di specifiche schede tematiche. Esiti: prima individuazione e condivisione con lâAmministrazione delle problematiche. ⢠Fase 2 - Verifica e scelta dei campi dâazione Soggetti coinvolti: residenti, associazioni locali, scuole, Amministrazione comunale, BioarchitetturaÂŽ . Obiettivi: predisposizione di un piano dâazione. Strumenti: Coinvolgimento dei residenti, delle Associazioni locali e delle scuole, nelle verifica delle problematiche individuate, mediante questionari e incontri (due incontri: il primo di presentazione del progetto e del questionario; il secondo di condivisione delle problematiche individuate). Esiti: individuazione definitiva delle problematiche, delle prioritĂ e dei campi dâazione. ⢠Fase 3 - Predisposizione delle linee guida dei campi dâazione individuati Soggetti coinvolti: Amministrazione comunale e BioarchitetturaÂŽ . Obiettivi: redazione delle linee guida dei campi dâazione individuati. Identificazione delle prioritĂ dâintervento da sviluppare con successivi progetti mirati. Strumenti: tutti gli strumenti atti alla predisposizione delle linee guida. Esiti: predisposizione delle linee guida: relazione ed esempi di soluzioni. ⢠Fase 4 - Divulgazione dei risultati Soggetti coinvolti: Amministrazione comunale e BioarchitetturaÂŽ . Obiettivi: condivisione generale delle scelte attuate. Strumenti: convegno divulgativo. Esiti: presentazione e condivisione finale delle scelte attuate. Regolamento per la bio-architettura LâAmministrazione Comunale di Valmadrera ha posto come obiettivo tra le politiche prioritarie del 2002 la costituzione di una â Consulta della Bioarchitettura per una migliore qualitĂ della vitaâ . I lavori della Consulta si sono concretizzati nella definizione di criteri di biocompatibilitĂ ed ecosostenibilitĂ da inserire nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. La commissione, presieduta dallâAssessore allâUrbanistica Luigi DellâOro, è composta dai rappresentanti dellâordine degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori; ordine degli Ingegneri; ordine dei Geologi; Associazione Costruttori. Definiti gli indirizzi da parte della Consulta, è stata richiesta a BioarchitetturaÂŽ sezione di Lecco una consulenza per la trasposizione dei criteri in un articolato da inserire nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.
Lâarticolato elaborato, attualmente è al vaglio degli organi competenti pertanto di seguito indichiamo gli obiettivi, le linee guida e la struttura dello stesso. Il rispetto della salute dellâuomo e della natura è doveroso, indiscutibile e irrinunciabile, qualunque pensiero razionale concorda con questo, eppure si incontrano difficoltĂ a volte insormontabili, quando si cerca di operare in questo senso. Dâaltra parte, però è anche dimostrato che, con una diffusa produzione di costruzioni a ridotto impatto ambientale, si riducono i costi sociali legati alla â degenerazione dellâambienteâ . Utilizzare i princĂŹpi della BioarchitetturaÂŽ significa elevare il livello di sostenibilitĂ ambientale e contemporaneamente incrementare quello della qualitĂ della vita. Le norme rappresentano uno strumento di valutazione del grado di qualitĂ energetico-ambientale degli edifici dalla progettazione alla realizzazione e si pongono inoltre il raggiungimento dei seguenti obiettivi: ⢠ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse e del bilancio energetico totale; ⢠indirizzare le scelte progettuali verso un utilizzo sempre piĂš crescente delle risorse energetiche rinnovabili; ⢠incentivazione nellâutilizzo di materiali locali a basso costo energetico, non tossici e di facile riciclabilitĂ . Le norme proposte definiscono una qualitĂ aggiuntiva del prodotto edilizio e sono state scelte fra le molte ipotizzabili in quanto: rispondono ad esigenze condivise di risparmio; propongono livelli prestazionali raggiungibili, tenendo in debito conto lâattuale stato dellâarte; sono facilmente dimostrabili in sede progettuale e a lavori ultimati dal professionista abilitato. BioarchitetturaÂŽ sezione di Lecco, nella redazione dellâarticolato si è avvalsa di tutte le esperienze maturate in Italia e allâestero, verificando anche lo stato di interesse ed attuazione delle stesse. Lâarticolato è stato suddiviso in tre gruppi che pur interessando ambiti disciplinari diversi sono sempre interconnessi: ⢠uso del suolo; ⢠uso razionale delle risorse climatiche ed energetiche; ⢠tecnologie bio-ecosostenibili, risparmio delle risorse, salubritĂ e fruibilitĂ degli ambienti. Ogni gruppo racchiude diversi requisiti che rappresentano gli ambiti operativi di intervento, vi sono altresĂŹ chiaramente esplicitati gli obiettivi, gli interventi e le verifiche. Ogni requisito richiede lâadozione di soluzioni che garantiranno un risultato maggiore di quanto giĂ previsto dalla normativa vigente. Alcuni di questi requisiti sono intesi come cogenti, sono perciò stati resi obbligatori come minimo imprescindibile, altri volontari e pertanto liberamente assunti dagli operatori. Per favorire lâadozione di queste norme è prevista unâincentivazione sotto forma di premio volumetrico. La soddisfazione di tutti i requisiti cogenti dĂ diritto allâincentivo minimo previ-
Alessandra Valsecchi Angelo Perego
Lâesperienza del processo di Agenda 21 a Lecco. Ruolo delle forme di partecipazione per la crescita della qualitĂ urbana e la formazione del Piano di Azione La cittĂ di Lecco ha una popolazione di circa 47.000 abitanti e costituisce il baricentro di unâarea metropolitana piĂš estesa di circa 150.000 abitanti. Ha unâantica tradizione industriale con 1300 piccole e medie imprese (1 azienda ogni 35 abitanti) con una recente crescita del terziario collegata alla funzione di capoluogo di provincia. La città è un nodo di traffico di rilevanza regionale con 500.000 km/giorno percorsi su 50 km di archi stradali primari. La collocazione geografica, la struttura orografica, il traffico veicolare, la crescita urbana, le sue attivitĂ industriali e le sue recenti funzioni di capoluogo comportano alti costi ambientali. Il sistema urbano ha puntato in passato a raggiungere un elevato livello di vita senza valutare sufficientemente le conseguenze che questa crescita economica e sociale avrebbe prodotto sullâambiente e sullâecosistema locale. Si è resa pertanto necessaria unâinversione di rotta. In questi ultimi 4 anni lâAmministrazione Comunale ha perciò puntato al raggiungimento di tre obiettivi: ⢠Rivedere i processi di sviluppo in unâottica di sostenibilitĂ ambientale con una forte integrazione delle politiche di settore. ⢠Sviluppare un piĂš diretto rapporto con i cittadini per favorire questo cambiamento. Integrare cioè la forma di democrazia classica â della delega a governareâ con una democrazia piĂš partecipativa, di costruzione del consenso, attraverso unâazione di formazione, informazione e coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni su un modello di sviluppo sostenibile della comunitĂ locale. ⢠Coinvolgere, la scuola, i mezzi di informazione, il mondo economico e produttivo. La Giunta Municipale di Lecco ha avviato nel giugno â98 il processo di Agenda 21. Nel gennaio del â99 il Consiglio Comunale aderisce allâunanimitĂ alla carta di Aalborg â Carta delle cittĂ Europee per uno sviluppo durevole e sostenibileâ . Viene quindi predisposto, con la collaborazione di tutti i settori dellâAmministrazione Comunale e dei rappresentanti degli Enti Pubblici Territoriali sotto la guida del Sindaco e dellâAssessore ad Agenda 21, il Rapporto sullo Stato dellâAmbiente (dicembre â99), attraverso due
strumenti di Gestione del Processo: il Comitato interassessorile; il Comitato di Coordinamento. I settori esaminati investono tutte le politiche del comune: sociale, economico, mobilitĂ e trasporti, aria, acqua, uso del suolo, energia, rifiuti, sicurezza. Con il supporto di indicatori sono stati individuati i punti di criticitĂ e di qualitĂ che andranno costantemente verificati e aggiornati nel tempo. Nel giugno 2000 viene costituito il Forum Civico, lâorganismo di partecipazione della comunitĂ locale che concorrerĂ insieme allâAmministrazione Comunale alla predisposizione del Piano di Azione (giugno 2001). Una proposta che concorre ad arricchire i giĂ esistenti strumenti di partecipazione previsti dallo Statuto Comunale: Referendum Consultivo promosso da 1800 elettori o dalla maggioranza dei 5 consigli di zona â Petizione al Consiglio Comunale presentata da 250 elettori â Istanza alla Giunta. Proposte di Deliberazione al Consiglio Comunale presentata da 400 elettori. Il coinvolgimento della comunitĂ locale attraverso il Forum Civico è un processo difficile che ha richiesto e richiede costanti aggiustamenti. Il Forum Civico, a nostro parere, deve rispondere a 4 condizioni principali: ⢠la necessitĂ di una costruzione graduale per rendere la partecipazione costruttiva e funzionale al processo di crescita e soprattutto la definizione di ambiti operativi certi da parte dei soggetti coinvolti; ⢠il coinvolgimento dei soggetti con una visione integrata delle politiche di settore (economico, sociale, culturale, ambientale) - Progetto di cittĂ partecipata; ⢠una struttura e organizzazione autonoma che consenta un rapporto con le associazioni e i cittadini senza intermediari; ⢠la disponibilitĂ di risorse autonome per concorrere anche con azioni autogestite a realizzare insieme allâAmministrazione Pubblica il processo di crescita della comunitĂ locale. Il Forum Civico è composto da unâassemblea di 40 membri che rappresentano direttamente o indirettamente le oltre 450 associazioni che operano in tutti i settori della vita cittadina (sociale, economico, sindacale, scolastico, sanitario, sportivo, culturale, religioso, volontario, ordini professionali) che con i loro associati o referenti coinvolgono la quasi totalitĂ dei cittadini LâAssemblea del Forum è gestita da un gruppo di coordinamento ed ha costituito al suo interno dei gruppi tematici che prevedono la partecipazione allargata di esperti e cittadini (famiglia e qualitĂ urbana, anziani e ambiente, recupero area pedemontana, cittĂ delle bambine e dei bambini, osservatorio Comune ed Imprese). Il coinvolgimento del Forum Civico per la stesura del Piano di Azione Nel 1999 è stato redatto il primo Rapporto sullo Stato dellâAmbiente con la predisposizione delle linee guida del Piano di Azione. Sono state coinvolte, dagli organismi del Forum co-
stituito nel 2000, tutte le associazioni cittadine attraverso la compilazione di un questionario nel quale veniva richiesto quali fossero le problematiche ambientali sulle quali orientare prioritariamente gli interventi con lâindicazione del tipo dâazione. Si è voluto poi valutare il grado di condivisione da parte dei compilatori, dei princĂŹpi che stanno alla base dello sviluppo sostenibile e, in particolare, verificare la disponibilitĂ e la volontĂ a partecipare allâindividuazione degli interventi e alle azioni. Su questo tema della partecipazione la risposta è stata plebiscitaria. A grande maggioranza sono state indicate, come prioritarie, le seguenti problematiche ambientali: ⢠il traffico e la qualitĂ dellâaria, potenziamento del mezzo pubblico e la formazione di piste pedonali e ciclabili; ⢠recupero delle aree naturali e formazione di aree verdi attrezzate; ⢠lâinformazione e la formazione ambientale dei cittadini; ⢠iniziative volte al risparmio energetico. Si è poi avviato una serie di incontri con le associazioni di rappresentanza del mondo economico produttivo locale al fine di ridurre lâimpatto ambientale dei processi di lavorazione. A conclusione di questo importante momento di consultazione è stato costruito il Piano di Azione secondo tre direttrici: ⢠formazione ed informazione; ⢠qualitĂ urbana e qualitĂ della vita; ⢠produzione pulita; distinguendo tra: azioni interne alla Amministrazione; azioni da concordare con altri Enti; azioni rivolte al pubblico. Ecco uno stralcio delle azioni avviate nel Piano di Azione con il concorso del Forum Civico e dei gruppi tematici dello stesso: ⢠interventi sulla mobilitĂ e traffico con un deciso miglioramento della qualitĂ dellâaria e del clima acustico (lâindice delle polveri sottili negli ultimi due anni si è sempre mantenuto al di sotto della soglia di allarme e quasi sempre sotto la soglia di attenzione); ⢠realizzazione di una pista ciclabile lungo tutta la sponda del lago per una lunghezza di 5 Km, di cui la metà è stata completata; ⢠costante crescita della sensibilitĂ ecologica dei cittadini con progetti di informazione, formazione e partecipazione diretta alle azioni dei giovani in etĂ scolare con programmi annuali sui temi ambientali nelle scuole di ogni ordine e grado e con forme di aggregazione extrascolastiche; ⢠recupero sentieri o piste forestali, con lâindividuazione di aree verdi attrezzate; ⢠monitoraggio idrogeologico del territorio; ⢠potenziamento e controllo della rete di fognatura (avvio appalto nuovo depuratore â 8.000.000 ⏠â e del nuovo centro raccolta rifiuti); ⢠rifiuti: raggiunto il 50% di raccolta differenziata (vetro, legno, umido, carta, plastica metalli); ⢠pulizia e messa in sicurezza dei corsi dâacqua; ⢠Piano Energetico Comunale;
⢠iniziative di formazione nelle famiglie per il risparmio energetico e per la sicurezza degli impianti domestici; ⢠avvio del progetto per la contabilitĂ ambientale (eco-bilancio) e contabilitĂ urbanistico-territoriale per rendere piĂš corretto ed eco-sostenibile lâuso del suolo; ⢠avvio certificazione di qualitĂ dei servizi e dei processi comunali; ⢠nuove iniziative per lâassistenza e lâinserimento attivo nella comunitĂ degli anziani (34% popolazione) e soggetti socialmente deboli; ⢠avvio progetto sicurezza con sistema di video sorveglianza, con impiego del corpo di polizia municipale ed azioni di prevenzione sulla mobilitĂ e di controllo del territorio; ⢠iniziative per valorizzare le identitĂ del territorio, la sua cultura e le sue tradizioni; ⢠concorso di idee per il recupero di percorsi pedonali e ciclabili lungo i torrenti cittadini che si collegano a pettine con analogo percorso lungo il lago. Nel 2002 è stato aggiornato il Rapporto sullo Stato dellâAmbiente ed è perciò in fase di aggiornamento il Piano di Azione con il coinvolgimento del Forum. I processi di sostenibilitĂ investendo tutti gli aspetti della vita locale: economico, sociale, culturale, ecc. non possono operare in un quadro di integrazione senza il coinvolgimento delle realtĂ economiche e produttive che in quanto tali determinano un rilevante impatto sul territorio. Ăquindi indispensabile â fare sistemaâ nella distinzione dei ruoli ma nella condivisione e compartecipazione alla realizzazione di un progetto in unâottica di sostenibilitĂ dello sviluppo. LâEnte pubblico locale, le societĂ pubbliche di servizi, le imprese private attraverso le loro associazioni di categoria devono perciò operare per la costruzione di un â modello di crescita locale integratoâ compatibile con lâequilibrio ambientale. Ă quello che abbiamo cominciato a fare anche a Lecco: un sistema locale come volano di sviluppo e di coordinamento delle azioni di qualitĂ ambientale. Occorre, inoltre, pensare ad espandere questo processo attraverso forme di partenariato tra cittĂ . Dobbiamo estendere il confronto fra le esperienze, le rispettive identitĂ per crescere insieme. Per far questo occorre dare piĂš poteri e risorse alle cittĂ . La conferenza di Johannesburg, a cui ho partecipato in rappresentanza dei Comuni - Province - Regioni Italiane Agenda 21, in una deliberazione sui governi locali ha riconosciuto lâinsostituibile ruolo delle cittĂ e di reti di cittĂ anche con diverso livello di sviluppo per un futuro sostenibile. Creare cioè strumenti e processi adeguati per lavorare sullâuomo, in particolare sui governi, sullâuomo di domani. Di una cosa dobbiamo essere convinti. â Ă lâuomo la vera emergenza non lâambienteâ . Solo con i suoi comportamenti troverĂ la strada per costruirsi non solo un futuro ma un futuro degno di essere vissuto. Carlo Castelli
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sto, mentre la soddisfazione di quelli volontari dĂ seguito ad un premio maggiore determinato proporzionalmente ai requisiti assunti.
Mantova a cura di Sergio Cavalieri
Armonie del costruire: verso la Bio-architettura e il Feng Shui
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Appare ormai scontato che il reddito pro capite non genera di per sĂŠ alta â qualitĂ della vitaâ . Il ritmo di vita e lâintensitĂ di lavoro richiesto dalla produttivitĂ della societĂ consumistica ci priva del contatto diretto con la natura e del tempo vitale da dedicare a noi stessi e alla salute fisica e mentale. Ă indispensabile, perciò, sempre piĂš, che lo spazio di lavoro e lâambiente dove si vive siano a misura dâuomo e siano pensati in modo da non influire sulla salute delle persone, ma anzi che possano interagire positivamente ed essere rispettosi dellâequilibrio psico-fisico. Difatti, â qualitĂ della vitaâ è anche vivere in cittĂ a misura dâuomo, in quartieri urbanisticamente equilibrati e in case accoglienti che diano il giusto comfort, insomma poter vivere in un ambiente sano, sicuro e funzionale nel rispetto della salute fisica e dellâambiente. Da decenni, invece, nella costruzione e sviluppo urbanistico delle cittĂ non si è tenuto conto di questo aspetto fondamentale e si è proceduto ad edificare in modo speculativo con bassi livelli di comfort abitativo. Oggi anche lâopinione pubblica e le amministrazioni sono concordi sulla necessitĂ di tornare a considerare indispensabili la qualitĂ ambientale, la prevenzione dellâinquinamento e la salute fisica e mentale dei cittadini. Siamo concordi con lâopinione, sempre piĂš diffusa, che si debba fare qualcosa in proposito, e subito! Dellâargomento si occupa la disciplina della Bio-architettura, o edilizia Ecocompatibile, facendo riferimento anche ai princĂŹpi del Feng Shui. Lâobiettivo del Feng shui è la progettazione di edifici che soddisfino le esigenze fisiche, biologiche e spirituali di chi li abita; di conseguenza la struttura, i servizi, i colori e gli odori devono interagire armoniosamente con lâuomo e con lâambiente. Questâinterscambio costante tra interno ed esterno dipende da una buona traspirazione: la casa, come la pelle, deve mantenere condizioni interne di vita tali da garantire igiene e salute. Oggi, molte abitazioni moderne sono diventate â involucri chiusiâ , senza contatti con lâesterno e quindi malsane. Le esalazioni delle sostanze plastiche, i pavimenti trattati con additivi, le finestre e le porte chiuse ermeticamente, i materiali isolanti, gli strati impermeabili di vernici e collanti sintetici avviluppano tutto lâedificio e non lo lasciano respirare. In questo modo il Feng Shui amplifica la Bio-architettura e quando si integrano si raggiunge una maggiore totalitĂ nel costruire e nellâabitare. Il Feng Shui, non è un fenomeno esoterico giunto solo oggi alla ribalta, è anche una corrente sotterranea og-
getto di studi che è venuta alla luce negli scritti di alcuni famosi architetti, lo stesso Frank Lloyd Wright rispettava la contestualitĂ ambientale e sottolineava â che la casa nasce dal terreno e non sul terrenoâ , mentre lâarchitetto Gino Valle utilizza il pilastro come escrescenza del terreno facendolo diventare lâelemento costruttivo maggiormente espressivo e definito come un mucchio di terra. Non sono quindi assenti motivazioni arcaiche in questa ricerca da parte degli architetti moderni pur tenendo in primo piano la necessaria funzionalitĂ degli ambienti. Feng Shui e Bio-architettura significano proprio capire la natura, tutelare gli ecosistemi naturali, collocare correttamente edifici e impianti, sfruttare il vento e lâacqua nel momento in cui si va a modificare il territorio al fine di renderlo accogliente e piacevole per lâuomo di oggi e per le generazioni future. Certo è essenziale partire dalla cultura, dalle abitudini e dalle esigenze reali della gente, bisogna insomma sensibilizzare e convincere chi costruisce e chi fa costruire. Ă, inoltre, necessario partire dalla tradizione costruttiva locale e inserire allâinterno del processo produttivo consolidato tecnologie e prodotti biocompatibili che sostituiscano, anche gradatamente e quindi piĂš profondamente, le consuetudini del ciclo produttivo attualmente impostato solo in base al profitto economico. Un inizio possibile è quello di informare e sensibilizzare i cittadini â in modo corretto â e coinvolgere gli operatori del settore tramite formazione e finanziamento, in modo che lâinnovazione parta dallâinterno del mondo edile. Alle imprese bisognerĂ proporre prodotti e processi produttivi ecocompatibili che non rallentino il ciclo produttivo e che non pesino troppo sullâeconomia dellâintervento. Agli utenti finali bisognerĂ dare la possibilitĂ di usufruire di un nuovo tipo di edilizia a costi contenuti. Proprio con questi intenti, si è tenuto il febbraio scorso a Mantova un corso dal titolo: â Feng shui: una bio-architettura cinese per lâoccidenteâ organizzato dallâarchitetto Ernesto Morselli al fine di trasferire ai partecipanti una conoscenza della cultura orientale millenaria del costruire nel rispetto della terra e della natura con tutti gli adattamenti e le evoluzioni necessarie per calarsi nella nostra diversa realtĂ occidentale. Si è completato questo excursus storico-culturale con un approfondito approccio scientifico verso tutti quegli elementi che giocano un ruolo fondamentale nellâequilibrio uomo-ambiente-abitazione e che possono aumentare di molto il nostro â benessereâ abitativo. Lâargomento è di estrema attualitĂ e di fondamentale importanza per il benessere psico-fisico dellâabitare e per la vera â qualitĂ della vitaâ e mi auguro possa diffondersi sempre piĂš velocemente nella cultura quotidiana della nostra societĂ moderna. Stefano Parancola
Milano a cura di Antonio Borghi e Roberto Gamba
Istituto Uomo Ambiente, Scuola di Ecologia dellâArchitettura della SocietĂ Umanitaria di M ilano LâIstituto Uomo e Ambiente è stato fondato nel 1984 come associazione culturale con lo scopo di costruire e diffondere un pensiero ecologico applicato alla cittĂ e allâarchitettura. Ha cosĂŹ costituito la prima realtĂ italiana che si occupi del costruire sano e del legame salute e abitazione. Nasce, dalle sue iniziative, il movimento â architettura ecologicaâ , definita anche bio-architettura o bioedilizia o architettura biocompatibile o ecocompatibile. Nel 1988 viene organizzato il primo convegno nazionale di â Ecologia nellâarchitetturaâ con personalitĂ note a livello internazionale e con la presenza di tutte le realtĂ che allora cominciavano a occuparsi del problema. Nel 1989 viene realizzato il convegno â Ecologia delle aree urbane: la riqualificazione delle zone in disusoâ , finanziato dallâassessorato allâEcologia del Comune di Milano con la partecipazione del ministro delle Aree Urbane, assessori comunali ed esperti come R. Guiducci e P. L. Eletti. Dal 1990 al 1994 si sono organizzati otto corsi di Ecologia dellâArchitettura (La casa biologica) tenuti presso il Palazzo ex Stelline di Milano. Nel 1990 è stato realizzato il convegno â La Casa Psicosomaticaâ con la partecipazione di Bruno Munari. Nel 1991 è stato realizzato, con il finanziamento della Regione Lombardia, un convegno nazionale e un ciclo di seminari su: â Ecologia delle Aree Urbane: dalla cultura del rifiuto alla cultura del ricicloâ . LâIstituto ha collaborato con il Centro Interuniversitario Ticinese di Lugano per la realizzazione di un dottorato in Ecologia urbana coinvolgendo esperti italiani e stranieri. Nel 1996 lâIstituto Uomo e Ambiente si è trasferito alla SocietĂ Umanitaria di Milano siglando un accordo pro-
grammatico per alcuni seminari lâanno e diventando Scuola di Ecologia dellâArchitettura della SocietĂ Umanitaria. Nel 1998 si è realizzato con il contributo della Provincia di Milano una mostra didattica itinerante. LâIstituto Uomo e Ambiente oggi è riconosciuto anche a livello internazionale come â Scuola di pensiero ecologico applicato allâarchitettura e allâurbanisticaâ . Ă sostenuto da diverse ditte produttrici, da imprese e cooperative edilizie, ha il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia ed ha un largo seguito tra gli architetti di tutta Italia infatti molti di questi che si definiscono bio sono passati dai corsi o dai seminari dellâIstituto (ne ha formati direttamente o indirettamente circa un migliaio che provenivano anche da Bari, Napoli, Catania e Palermo, dalla svizzera italiana e persino dallâAustria). Lâassociazione ha contatti internazionali con Francia, Svizzera, Germania, Spagna, U.S.A., Cuba. In particolare ultimamente ha allacciato rapporti culturali con Cantercel Site Experimental dâArchitecture (Fr). Delle sue iniziative parla spesso la grande stampa sia generica che specialistica. Ha pubblicato negli anni una rivista â â In Ambienteâ â, diversi testi per varie case editrici tra cui Guerini e Fabbri. Ha collaborato e collabora con diverse riviste. Nel 2002 ha fondato con la SocietĂ Umanitaria il Centro Studi CittĂ Umanistica.
Lâecologia ha coinvolto da tempo lâarchitettura anche se nella pratica la maggior parte degli architetti e dei committenti opera come se nulla fosse. Oggi ci troviamo davanti a diverse tendenze: neo-razionalismo, high-tech, minimalismo, decostruttivismo, neocostruttivismo, postmodernismo, neoregionalismo e chi piĂš ne ha piĂš ne metta. CosĂŹ variamente definite da una critica superficiale. Tutto questo denota un periodo di crisi in cui lâarchitettura ha perso il suo filo dâArianna nella complessitĂ del mondo globalizzato. Il fatto che non esista uno stile predominante non costituisce di per sĂŠ un fatto negativo, vuole solo dire che è finito il periodo delle ideologie
Questo induce ad auspicare unâarchitettura non piĂš magniloquente e celebrativa, ma nemmeno massificante e presuntuosa, come abbiamo visto negli ultimi decenni. Fa ben sperare, qui in Italia, lâinteresse che lâedilizia con finalitĂ sociali, soprattutto quella convenzionata, sta avendo per la qualitĂ ambientale, il risparmio energetico, i materiali bio, il solare passivo e attivo e le energie alternative in genere. Alcune amministrazioni comunali italiane, come ad esempio Padova, Reggio Emilia, Cervia ecc., hanno cominciato a realizzare iniziative edilizie di grande interesse orientate da queste scelte. Gli stessi IACP in varie regioni hanno avviato concorsi di questa natura. In provincia di Milano il Comune di S. Donato Milanese, ormai tre anni fa, ha realizzato un piano di edilizia economica popolare, con bando di assegnazione, esemplare sotto questo profilo, dove gli operatori erano invitati a presentare, oltre la solita domanda, anche un progetto e un capitolato circa lâuso di materiali sani e di tecnologie ecocompatibili. Questo piano ha vinto il 2° premio CittĂ Sostenibile del Ministero dellâAmbiente ma ovviamente ha destato molti attacchi da parte degli operatori esclusi, tali da far supporre che le amministrazioni sarebbero state scoraggiate dal seguire questa strada. Invece pare proprio che in diversa misura il bando di S. Donato sia diventato un punto di riferimento imprescindibile per i Comuni impegnati sulla sostenibilitĂ . Che cosa stia emergendo, anche a livello formale, dalla elaborazione di queste tematiche è ancora presto per dirlo, per il momento si vedono architetture che declinano primitivismi o morfemi di repertorio, anche perchĂŠ in genere sono esempi con committenze povere, ma si notano architetti famosi che si stanno riciclando e modificano i linguaggi. Stiamo a vedere! Maurizio Spada
Maurizio Spada e Ugo Ferrari, Bando per la cessione di aree E.E.P., comparto lotto 2 sd/10-34, via G. Leopardi, San Donato Milanese. Facciate est ed ovest. Nella pagina a fianco: planimetria generale.
M ilano produce ambiente La prima Agenda 21 è stata sottoscritta nel 1992 al Vertice della Terra di Rio de Janeiro: il Summit organizzato dalle Nazioni Unite per impegnare i Governi ad affrontare le sfide ambientali del Ventunesimo Secolo; lo stesso che ha poi dato alla luce il Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra, e la Convenzione sulla Biodiversità che dovrebbe regolare la complessa materia dei brevetti e degli Organismi Geneticamente Modificati. Ma Rio è soprattutto ricordata per
duzione: dalla scelta delle materie prime allâimpatto del loro definitivo smaltimento. Milano in questi anni non ha certo brillato per la lotta allâinquinamento; in Provincia oltre alla stessa, risultano invece attivi i processi di Agenda 21 dei Comuni di Bellusco, Busnago, Cologno, Meda, Pieve E., Rozzano, San Donato, San Giuliano, Sesto San Giovanni e Seveso. Milano semmai spicca per numero ed eccellenza delle societĂ a diverso titolo operanti in campo ambientale: impossibile nominare tutte le imprese che forniscono progettualitĂ , impiantistica e servizi di
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utopistiche. Ma il vero problema è che, come ovunque, la tecnologia ha preso la mano ed è diventata autonoma rispetto al complesso della cultura. Ă diventato un potere a sĂŠ, non piĂš corretto e limitato dallâutilitas, e quindi dalla politica, ma al contrario questâultima è diventata funzione della prima. Lâarchitettura di conseguenza è diventata celebrativa della potenza tecnologica, si è svuotata di senso e si è smarrita. Basta a questo proposito dare uno sguardo al panorama piĂš recente, anche dei concorsi internazionali. In questo modo parlare di architettura a â misura dâuomoâ appare un controsenso utopistico ed ingenuo, anche se tuttavia è questo il filo dâArianna al quale ancorarsi. Rimettere al centro lâuomo significa infatti mettere in discussione lâantropologia e la sociologia almeno degli ultimi cinquantâanni e in particolare il rapporto che si è stabilito tra lâuomo e lâambiente, sia naturale che antropico. Astrarre lâuomo dal suo ambiente è unâoperazione sbagliata che fa parte della â pratica di dominioâ . Ă dunque il luogo il centro dellâinteresse della nuova architettura ed in seconda istanza il materiale e lâenergia. Parlo di nuova architettura, e non di bio-architettura o ecoarchitettura o di architettura ambientalista, perchĂŠ anche questi termini sono riduttivi e tendono a frammentare il fenomeno limitandolo a delle minoranze e mettendolo sul piano di tutti gli altri ismi. Invece effettivamente lâunica novitĂ della fine del secolo scorso e dellâinizio di questo è data dalle riflessioni che scaturiscono dalle problematiche ecologiche e dalla rifondazione del rapporto uomo-natura. Rimando, per chi volesse saperne di piĂš, al mio libro che uscirĂ in ottobre per la casa editrice Alinea di Firenze, Ecologia e Bellezza. Intanto si può affermare che oggi lâetica dellâarchitetto, al di lĂ delle specializzazioni ridicole ed irreali delle nuove lauree, passa attraverso la consapevolezza che non si potrĂ piĂš eludere i problemi connessi allâecologia.
Milano, via Lamarmora, foto Antonio Borghi. aver diffuso nel mondo la consapevolezza che le vere protagoniste dello sviluppo sostenibile sono le comunitĂ locali. Da allora è stato un crescendo di iniziative a tutti i livelli: se gran parte della legislazione europea e nazionale sullâambiente attualmente vigente prende spunto dai princĂŹpi dellâAgenda 21 di Rio, a scala locale, si sono moltiplicati gli strumenti per integrare le considerazioni ambientali nella programmazione corrente di settore, potenziare la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, e coadiuvare queste stesse con indicatori capaci di identificare le criticitĂ dellâecosistema, verificare le prioritĂ o valutare lâefficacia degli interventi. Nel nome di Agenda 21 oggi maturano le esperienze amministrative piĂš varie di contabilitĂ , bilanci e rapporti ambientali. Si attuano valutazioni strategiche di piani e programmi, sempre meno somiglianti a quella che ne fu la matrice originaria, la Valutazione dâImpatto Ambientale. Si predispongono Piani dâAzione: chi fa che cosa, con quali risorse, tempi, obiettivi e ricadute ambientali. Si aprono Forum di discussione, rivolti alla cittadinanza, alle scuole, ai gruppi di quartiere. Questo ampio processo di sensibilizzazione alle questioni globali che affliggono il nostro Pianeta ha ovviamente coinvolto anche le aziende: la loro concorrenzialità è ormai strettamente dipendente dalla capacitĂ di acquisire marchi ambientali per i rispettivi prodotti, quando non addirittura di certificare tutto il processo produttivo. E se il contenuto innovativo si individua dal livello di compatibilitĂ ambientale, questa si misura sullâintero ciclo di vita dei beni in pro-
gestione rifiuti, depurazione delle acque, risparmio energetico o bioedilizia. Tantissimi gli studi pubblicitari dediti a campagne sempre piĂš, e sempre meglio, mirate sui temi dellâambiente. Autorevoli i centri di ricerca come la Fondazione ENI Enrico Mattei, la Fondazione Lombardia per lâAmbiente (sorta per volere della Regione dopo il disastro di Seveso del 1976), lâIstituto per lâAmbiente della Confindustria o lâAssociazione Ambiente Lavoro, promossa dal Sindacato. Ed è milanese, quanto meno di adozione, una schiera sempre piĂš fitta di operatori pubblici e privati, esecutivi, progettisti e ricercatori iperspecializzati che ha finito per stimolare, e talvolta precorrere, il rapido mutare della domanda diffusa di know how necessario alla continua innovazione degli strumenti di gestione ambientale: unâimprenditoria di nicchia, dai curricula veramente peculiari per quanto poco noti se non tra gli â addettiâ . Ă il caso di Edizioni Ambiente, una piccola casa editrice al cui attivo sono quasi tutte le traduzioni italiane dei recenti bestseller ambientali. Autori come Mathis Wackernagel, lâideatore dellâimpronta ecologica, compaiono nel suo catalogo a fianco dei rapporti sullo stato dellâambiente elaborati dai piĂš noti Eco-istituti dâOltralpe. Una linea consolidata dallâeditore Roberto Coizet con la produzione di siti web e intranet per i principali Consorzi di riciclaggio, newsletter online e in ultimo, con il coordinamento della comunicazione del progetto europeo CLEAR per promuovere seriamente la contabilitĂ ambientale nella pubblica amministrazione, cui aderiscono molte cittĂ italiane.
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La costante sperimentazione è anche il tratto distintivo della societĂ Avanzi, le cui sofisticate metodologie di supporto spaziano dal corredo di facilitatori nei processi partecipati di Agenda 21 locale, alla negoziazione e gestione dei conflitti ambientali locali, sino ai sistemi di certificazione, eco-accounting e eco-management per le imprese e il mondo finanziario. Questo scenario cosĂŹ composito appare invece piĂš rarefatto quando si considerino le questioni territoriali. Certo non mancano studi che guardano con interesse ai temi ambientali, talvolta li praticano, piĂš spesso tuttavia li contemplano come parti a sĂŠ stanti di piani o progetti altrimenti impostati. Insomma quellâintegrazione trasversale dellâambiente nelle problematiche di settore, che da Rio in avanti ha spronato le maggiori acquisizioni disciplinari, compare ancora troppo timidamente nella strumentazione urbanistica per potersi dire veramente padroneggiata. Ă piuttosto sul versante della mobilitĂ , forse a causa del suo impatto tanto evidente quanto pervasivo, dove emerge qualche importante, e rassicurante, novitĂ . La societĂ Polinomia opera ad esempio con coerenza al rinnovamento dei paradigmi altrimenti assodati in questo ramo della trasportistica. Gestione della domanda, governo della congestione, traffic calming, contenimento e prevenzione delle esternalitĂ ambientali sono alcune delle parole chiave di un approccio progettuale, declinato alle varie scale territoriali. Se, insomma, lâAmministrazione stenta a dotarsi in un progetto complessivo per lo sviluppo sostenibile della cittĂ , Milano sta sicuramente giĂ fornendo il proprio contributo per conseguire gli obbiettivi dellâAgenda 21 globale. Alessandra Valentinelli Edizioni Ambiente via Guerrazzi 27 tel. 0233604262 www.edizioniambiente.it Avanzi via Rossetti 9 tel. 0248027024 www.avanzi.org Polinomia via Cantoni 4 tel. 0248196715 www.polinomia.it Informazioni su Agenda 21: www.focus-lab.it www.a21italy.it Alessandra Valentinelli vive e lavora a Milano. Ha collaborato ad alcuni tra i primi progetti europei sugli indicatori ambientali urbani e ha lavorato con i primi comuni italiani attivi in questo campo. Oggi ha esteso la propria ricerca alle componenti ambientali degli assetti territoriali, fornisce valutazioni ambientali per i piani di settore e sviluppa studi per lâintegrazione delle analisi ambientali e il raccordo tra strumenti operativi a livello di area vasta. A. B.
Pavia a cura di Vittorio Prina
Architettura ambiente. Relazioni o confidenza? Conversazione tra lâarchitetto Luca Micotti e lâecologo Gianni Pavan Luca Micotti: Accolgo volentieri lâopportunitĂ di ragionare intorno al rapporto architettura ambiente. Si tratta di rinnovare la percezione di cose appiattite dallâabitudine. Ne temo tuttavia le vaste implicazioni. Non sono un sistematico e solo il mestiere mi porta ad avvertire qualche aspetto della consuetudine che lâarchitettura ha con lâambiente. Consuetudine, intendo, sia nel senso letterale delle reciproche relazioni, sia nel senso letterario di confidenza. E giĂ intorno a questo distinguo si potrebbe ravvisare una sostanza. Una disparitĂ di qualitĂ . Per ragionare intorno al rapporto architettura ambiente evitando riduzioni, per trarne fuori qualche nesso e qualche contraddizione, propongo lâesercizio dialettico di contrapporre posizioni antagoniste. Questo gioco è mutuato (senza pretesa di eguagliarne la sottigliezza) dalla dialettica talmudica che in ebraico si dice pilpul che letteralmente vuol dire pepe. Una tecnica di conoscenza connaturata alla cultura del pluralismo interpretativo, profittevole della complessitĂ e rispettosa delle vastitĂ insondabili. Lâantagonista è Gianni Pavan, ecologo, esperto di bioacustica, docente di ecologia allâIstituto Universitario di Architettura di Venezia. Gianni Pavan ha partecipato con il nostro studio ad alcuni concorsi di architettura i cui temi richiedevano dichiaratamente consapevolezza ambientale e che anche grazie al suo contributo si sono conclusi con successo. Inoltre nel 2001 egli ha portato allâOrdine degli Architetti della Provincia di Pavia il proprio originale contributo sui Paesaggi sonori al seminario Appartenere rappresentare costruire. Paesaggio luogo della mente. Inizierei cercando una definizione di â architetturaâ e una di â ambienteâ spendibili in un dialogo interdisciplinare. Gianni Pavan: Dâaccordo. Inizia tu. L.M. Potremmo dire col dizionario di Devoto e Oli che lâarchitettura è lâelaborazione artistica degli elementi strutturali, funzionali ed estetici della costruzione. Elaborazione artistica condotta dallâarkhitĂŠkton che nellâantica Grecia era il â capo costruttoreâ . Ma volendo con le dovute cautele aprire il campo dâindagine in senso â modernoâ potremmo dire con William Morris che lâarchitettura è lâinsieme delle modificazioni e delle alterazioni introdotte sulla superficie terrestre, in vista delle necessitĂ umane (The prospects of architecture in civilization, Londra, conferenza del 10
marzo 1881). La seconda definizione comprende tutte le opere dellâuomo, la prima ne seleziona quelle che sono state oggetto di elaborazione artistica. Tenteremo di non scartare la dialettica aperta tra le due definizioni e di valorizzarne le implicazioni ambientali. G.P. Ăcertamente importante dire cosa si intende per â ambiente naturaleâ al quale si contrappone, in questo dialogo, lââ ambiente costruitoâ . Ma non dobbiamo pensare che esistano solo questi due comparti. In realtĂ osserviamo un continuum tra lâambiente naturale e lâambiente costruito nonchĂŠ una continua interazione fra di essi. Interazione sempre piĂš a danno dellâambiente naturale, anche al di lĂ degli spazi fisicamente percorsi e modellati dallâuomo. Lâambiente naturale è costituito da ecosistemi che funzionano con lâenergia solare e che si sono sviluppati per migliaia di anni fino a raggiungere un equilibrio fra le varie componenti, viventi e non. Un ecosistema naturale è un insieme di organismi viventi e componenti fisiche che interagiscono fra di loro in un sistema ciclico continuo, alimentato dallâenergia solare, nel quale la materia organica viene continuamente trasformata: costruita e demolita, continuamente, ciclicamente. Allâestremo opposto abbiamo gli ambienti costruiti, cittĂ e insediamenti industriali, che non funzionano con lâenergia solare, che consumano enormi quantitĂ di energia perlopiĂš derivante dai combustibili fossili (che racchiudono lâenergia solare accumulata dagli ecosistemi per milioni di anni), e di cibo che non possono produrre ma che devono drenare dagli ambienti circostanti. Inoltre producono rifiuti che non sono in gradi di riciclare, organici e non, inclusi quelli tossici per lâuomo e per lâambiente. Fra questi due poli abbiamo poi gli ambienti antropizzati, ambienti quasi naturali nei quali si avverte lâintervento dellâuomo senza che siano sovvertite le regole di funzionamento degli ecosistemi naturali; in questi è lâuomo che si adatta alle regole della natura. Gli ambienti trasformati sono invece ambienti modellati dallâuomo e finalizzati a specifici compiti: perlopiĂš agricoltura, silvicoltura e allevamenti intensivi esclusivamente finalizzati ad alimentare gli ambienti costruiti (urbani e industriali). Si tratta di ecosistemi estremamente semplificati, ancora dipendenti dallâenergia solare ma non autonomi perchĂŠ continuamente sostenuti dallâuomo con lavoro manuale e meccanico nonchĂŠ con lâapporto di fertilizzanti e sostanze chimiche estranee (pesticidi, diserbanti, conservanti, ritardanti, fitofarmaci, ormoni, ecc.). Non bisogna poi dimenticare tutti quegli spazi profondamente trasformati per produrre risorse minerarie (cave a cielo aperto e non, perforazioni per la ricerca petrolifera, ecc.), energia (bacini idroelettrici) e per accumulare i rifiuti che non siamo in grado di riutilizzare. Allora, quando pensiamo a un ambiente costruito, dobbiamo riconoscere che non è mai autosufficiente, ma che per sopravvivere dipende da ambienti circostanti, naturali e non,
sui quali ha un impatto che viene definito â impronta ecologicaâ . Anche una singola costruzione ha un impatto sugli ambienti circostanti dai quali sono stati prelevati i materiali da costruzione, che sono stati attraversati e percorsi dai materiali stessi, che hanno ospitato le industrie che li hanno trasformati; ambienti dai quali si devono prelevare i combustibili fossili, lâacqua e il cibo necessari allâedificio ed ai suoi ospiti. Ambienti nei quali verranno riversati i residui delle lavorazioni dei materiali, i rifiuti organici, i rifiuti risultanti dai consumi energetici, e, prima o poi, dove verranno smaltiti i resti della dismissione. L.M. Mi sembra di cogliere dalle tue parole una definizione forte di ambiente, inteso come ecosistema naturale originale, che aiuta a far chiarezza. Temo invece la definizione di ambiente costruito che può essere equivocata. Forse potremmo dire che a partire dallâambiente naturale originale â quello che non ha conosciuto lâingresso dellâuomo â si possono discriminare successivi gradi di perturbazione e adattamento dovuti allâantropizzazione, e che tra questi si manifestano situazioni estreme, diciamo perverse, caratterizzate tra lâaltro dalla irreversibilitĂ . Allora ti chiedo: quanto di questa perversione rientra comunque nella logica di una natura che comprende in sĂŠ anche lâuomo? G.P. Qui il discorso si fa delicato e ancora possiamo prendere in considerazione due poli estremi tra i quali dobbiamo cercare un punto di equilibrio. Da una parte si può pensare che qualunque intervento sulla natura sia lecito in quanto risultato in definitiva dellâevoluzione dellâuomo e della sua capacitĂ di agire. Se davvero volessimo aderire a questa visione potremmo smettere di preoccuparci per lâambiente, per le specie in estinzione, per lâinquinamento, per il futuro dei nostri figli e delle generazioni future. Potremmo dire che lâuomo è libero di condannarsi allâestinzione. Comunque, anche se accettassimo ciò, potremmo ancora chiederci se abbiamo il diritto di condannare allâestinzione altri esseri viventi. L.M . Intorno a questo primo modo di pensare potremmo raccogliere i peggiori speculatori, il cui guadagno prevale su qualunque altro pensiero, e i diseredati della terra, la cui fame sovrasta qualunque progetto al di lĂ del quotidiano. G.P. Certo, forse potremmo essere liberi di condannare noi stessi ma cosĂŹ facendo condanniamo (anzi li abbiamo giĂ condannati) altri popoli e altre specie. In una visione totalmente opposta si può sostenere che lâuomo debba integralmente soggiacere alle regole della natura e non debba in alcun modo mettere in pericolo la sopravvivenza dellâambiente naturale nella sua interezza. L.M. Vengono alla mente quelle intransigenti sette indiane jainiste i cui ascetici seguaci usano una mascherina davanti la bocca per non rischiare di respirare, e quindi uccidere anche un solo insetto.
L.M . La storia della fruizione degli ambienti naturali per motivi non produttivi ma ricreativi probabilmente è recente. Ai tempi di Virgilio, Boccaccio o delle case di Palladio la villeggiatura, come dice la parola, aveva prevalentemente un nesso con lâagricoltura. Solo con la rivoluzione industriale una sorta di reazione alla cittĂ macchina dĂ vita al desiderio di luoghi totalmente naturali, penso ai tour alpini della borghesia inglese, penso al romanticismo, al sub-lime, cioè al sentimento di altro rispetto alle limitazioni e razionalizzazioni del territorio urbanizzato. Dunque una certa immagine idealizzata del mondo naturale è un prodotto urbano. In questa prospettiva potremmo dire che il desiderio di natura non viene dal fallimento dellâarchitettura ma dallâevoluzione della societĂ , dellâeconomia, del mondo occidentale. Lâarchitetto non guida la societĂ , ne è parte. Anzi in qualitĂ di artista talvolta elabora pensieri, sentimenti e progetti in anticipo sulla societĂ . Ti porto un esempio. Il 6 giugno scorso il professor Remo Dorigati, presentando lâimportante nuovo saggio di Vittorio Prina sullâarchitettura moderna nella provincia di Pavia (Pavia Moderna, Edizioni Cardano, Pavia, 2003) ha ricordato il progetto di Alvar Aalto per la realizzazione di un complesso residenziale per 12500 abitanti a Pavia, redatto nel 1966 e mai realizzato. Il piano di Aalto traeva forma dalla topografia del fiume e dei cigli del terrazzo fluviale che caratterizza il sito di pro-
getto. La sua architettura sâera fatta intima di quellâambiente. Nellâopera del maestro finlandese si avvertono la conoscenza del clima, degli orientamenti e dei materiali, unâattenzione â antropologicaâ per la vita che vi si sarebbe svolta, una parsimonia razionale che oggi chiameremmo sostenibilitĂ ma soprattutto la confidenza coi luoghi. Confidenza inversamente proporzionale allâindifferenza con cui negli stessi anni la massiccia infrastrutturazione territoriale industriale compiva la propria sovrapposizione di edifici e significazioni su quanto di ambiente e storia lâaveva preesistita. G.P. La bioarchitettura e lâarchitettura bioclimatica, discipline non ancora formalizzate, ancora oscillanti tra scienza e esoterismi, ma destinate a convergere, dovranno diventare la via attraverso la quale costruire edifici e strutture urbane non solo a misura dâuomo ma soprattutto a misura dellâambiente naturale, e certamente anche adattate al preesistente storico, sociale e culturale. E qui forse gli architetti dovranno rinunciare a esprimersi liberi da vincoli per piegarsi a precise regole di economia, ecologia e ragione. L.M . Al contrario. Quando piegandosi a eccessive regole lâarchitetto perde la libertĂ di esprimersi il suo prodotto-spazio diventa silente, diremmo, senza voler offendere nessuno, ingegneresco, funzionale allâeconomia, al traffico ⌠nel quale ci si deve adattare per sopravvivere. Invece è la libertĂ dâespressione che dĂ allâarchitetto la possibilitĂ di fare spazi per abitare capaci di cantare, come dicevano Paul ValĂŠry e Le Corbusier. Mi sembra piuttosto di vedere una confusione tra libertĂ e arbitrio. Problema culturale e non normativo. Nelle opere espresse dai maestri dellâarchitettura, penso ancora alle ville di Palladio, si riscontrano segnature sulla terra, composizione di spazi, mai invenzioni estemporanee arbitrarie. In questo senso la formazione tecnica e umanistica dellâarchitetto fa di lui la risorsa, oggi sprecata da chi governa il territorio, per includere con immaginazione lâecologia nelle trasformazioni edilizie e territoriali. G.P. Vorrei dire che la norma diventa necessaria quando cultura e ragione non sono sufficienti. E purtroppo quando queste mancano, e quando il profitto è in antitesi ad esse, anche la norma diventa insufficiente. La libertĂ di espressione è sacrosanta finchĂŠ non lede i diritti altrui nĂŠ nel presente nĂŠ nel futuro. Questo vale anche quando si parla di risorse ambientali e della loro disponibilitĂ nel presente e nel futuro. Non dimentichiamoci che di fronte a risorse limitate, chi prende di piĂš sottrae ad altri. L.M. Vediamo un esempio. Anche intorno a Pavia la centuriazione romana si presenta come un sistema assoluto, cosĂŹ dice Christian Norberg-Schulz, per il controllo economico e militare di porzioni di territorio â conquistateâ allâambiente naturale e antropico preesistenti. Nonostante il carattere â astrattoâ del suo disegno la centu-
riazione pavese è orientata secondo la direzione della migliore pendenza dei canali di bonifica, e la localizzazione degli insediamenti è scelta oculatamente in base alle caratteristiche ambientali dei siti. Altra cosa è lâinfrastrutturazione industriale che prende avvio con lâintroduzione della ferrovia. Questa â conquistaâ , che per pre-potenza può essere avvicinata a quella romana, avvalendosi di tecnologie e disponibilitĂ impensate si è resa quasi indifferente allâambiente, cioè alla forma e alla vita dei luoghi. Per favorire la velocitĂ su strade e ferrovie i raggi di curvatura sono aumentati progressivamente e le pendenze sono diminuite richiedendo maggiori rilevati, gallerie e viadotti, tagliando nuclei antropici e unitĂ ambientali minime per la sopravvivenza di biodiversitĂ . Sugli stessi rilevati sono sorti interi quartieri perfettamente complanari, funzionali ma separati dalla complessitĂ preesistente. In poche parole la rete della cittĂ moderna, post-metropolitana, come la chiama Massimo Cacciari, si sovrappone indifferente al carattere dei luoghi e alla loro sostanza sia storica che ambientale. Oggi apparteniamo a unâunica generica (Rem Koolhaas) megalopoli padana (Eugenio Turri) le cui coordinate ci sfuggono. Percorrendo le sue strade ci rappresentiamo i luoghi come segnali, svincoli, parcheggi di centri commerciali, distributori di benzina, insegne, senza percepire sotto cavalcavia, trincee e rilevati, alcuna ondulazione topografica, diversitĂ vegetale, traccia storica o diverso addensamento di abitati. Ora penso sia anacronistico rifiutare lo stato di fatto, condannare con pregiudizio i nuovi luoghi atopici, (Turri) lo junkspace (Koolhaas) proprio della nostra cittĂ , volgendosi indietro senza interrogativi. Se gli artisti piĂš giovani e spregiudicati ne fanno il teatro delle loro vicende ed esperienze, forse anche lâarkhitĂŠkton il â capo costruttoreâ potrebbe elaborare artisticamente tali alterazioni introdotte sulla superficie terrestre. Potrebbe porsi lâinterrogativo di come elaborare un progetto di architettura capace di confidenza con lâambiente nel contesto della cittĂ post-metropolitana. Ă una sfida non normalizzabile che chiede libertĂ creativa. Non si esaurisce nelle tecniche della bioarchitettura o della bioclimatica ma le comprende. Ă la nostra ineludibile realtĂ . Ancora un esempio. Non sono stati forse i deprecabili imbrattamenti dei â graffitariâ a svelarci negli anni Settanta a New York, e dieci anni dopo a Milano, il grigiore di tante superfici di capannoni e carrozze ferroviarie? Guarda ora come la societĂ ha metabolizzato questa scoperta trasformando pareti e carrozze in veicoli pubblicitari. Quel grigiore rifletteva una condizione esistenziale. I graffiti la ribellione. Le insegne pubblicitarie una nuova vicenda. G.P. Veramente credo che ci siano poche cose brutte e avvilenti come la pubblicitĂ e i messaggi consumistici che deve veicolare, ma non vorrei iniziare qui una crociata contro i tabelloni pubblicitari che deturpano cittĂ e campagne...
Il manifestarsi del rapporto uomoambiente come problema, certamente dipende dalla densitĂ di popolazione e dallo sviluppo economico. In Italia la situazione è drammatica. Come hai giĂ annotato lâarea metropolitana padana è un succedersi incoerente di costruzioni, chiara manifestazione di incapacitĂ di pianificazione, incapacitĂ di concepire la progettazione del paesaggio, incapacitĂ di modulare lo sviluppo in funzione di qualcosa che non sia solo il profitto immediato, che non sia solo lâincremento del PIL. Ma molti altri sono i territori devastati: lâasse Milano-Bologna frequentemente accompagnato da capannoni industriali che si estendono solo al piano terra su enormi superfici di suolo, impermeabilizzato, sottratto allâagricoltura e alla fotosintesi. L.M. In questo senso è urgente pensare un diverso modo di gestire la complessitĂ del territorio. Si possono addensare alcuni abitati lasciando vasti spazi circostanti allâagricoltura e alla natura (è il modello francese), oppure si può sgranare un poâ di residenza, un poâ di industria, un poâ dâagricoltura per soddisfare ogni piccola comunitĂ . Forse vanno cercate vie intermedie, il problema è anche culturale, le sue radici affondano nella storia dellâantropizzazione dei luoghi. Il progetto diretto sul paesaggio riveste una posizione altrettanto ambigua. Ă vero, si può disegnare un giardino o delineare un fronte autostrada di diversi chilometri, ma si tratta di operazioni raffinate connesse alla millenaria storia delle significazioni e simbolizzazioni del progetto â con la naturaâ . Ă unâaltra ottima sfida. Purtroppo nel quotidiano professionale il paesaggio sembra diventato una â ballaâ come lâarredo urbano, uno specchietto per le allodole da utilizzare per abbellire (in America dicevano beautification) e distrarre da questioni di sostanza. Il paesaggio normalizzato, nato paradossalmente per preservare identitĂ , dĂ la stessa perdita di luogo dellâindustrializzazione selvaggia. E questo proprio perchĂŠ la norma induce omologazione e falsificazione. Voglio dire che la questione architettura/ambiente non va ridotta soltanto ai temi del verde, delle specie in estinzione, della preservazione dei residui ambienti naturali, dei corridoi naturali, dellâimmondizia immessa nella terra, nellâaria e nellâacqua, dello spreco di suolo, di materia prima e di energia non rinnovabile. La questione architettura/ambiente coinvolge lâuscita dalla nostra mente dei luoghi dellâabitare. La perdita di biodiversitĂ non riguarda solo le mele tutte uguali del supermercato ma anche strade, case, paure, riti e pregiudizi tutti uguali. G.P. Qui mi trovi pienamente dâaccordo. La biodiversitĂ non è che una parte della diversitĂ o delle diversitĂ che vediamo attorno a noi: diversitĂ di forme, di colori, di suoni, di materiali, di esperienze, di culture, di capacitĂ , di sensibilitĂ . DiversitĂ che sono ricchezza, che sono continua fonte di stimoli, una ricchezza che cresce con il moltiplicarsi delle relazioni e di stimoli che troviamo nelle diversitĂ che ci circondano e che con-
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G.P. Certo è un estremo. Credo che con equilibrio sia legittimo, come per qualunque altro essere vivente, predare per sopravvivere, uccidere cioè gli individui consentendo comunque alla specie preda di sopravvivere. Il punto di equilibrio dovrebbe stare nella capacitĂ di beneficiare delle risorse ambientali e di garantire che queste siano disponibili a tutti e lo rimangano per il futuro. Certo il punto critico è riconoscere le risorse naturali e attribuirvi un giusto â valoreâ . Per intenderci, il valore di un bosco di montagna non sta solo nel valore commerciale del legno che da esso potremmo ricavare. Il vero valore discende dalle funzioni dellâecosistema bosco: produzione di ossigeno e assorbimento dellâanidride carbonica, costruzione e mantenimento del suolo, regolazione dei deflussi idrici e mantenimento dellâassetto idrogeologico, regolazione climatica locale e globale grazie allâevotraspirazione e allâassorbimento del calore, protezione del suolo dallâerosione, mantenimento di un ambiente nel quale prosperano piante e animali utili allâuomo, e non ultimo costituzione di un paesaggio gradevole e ricco di stimoli, non a caso meta apprezzata per trascorrere ore di relax. Qualcuno ha affermato che il valore degli ambienti naturali è in funzione del desiderio di fruizione espresso dagli abitanti delle cittĂ . Per polemizzare, direi che il desiderio di godere degli ambienti naturali è piuttosto la misura del fallimento di architetti e urbanisti nel costruire ambienti per lâuomo.
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tinuamente ci stimolano. Nellâambiente naturale la biodiversità è una importante chiave di lettura degli ecosistemi; nello sviluppo di un ecosistema, processo che può durare migliaia di anni, la biodiversitĂ e la biomassa crescono fino a stabilizzarsi in una cosiddetta situazione di climax. Gli ecosistemi che si degradano perdono la loro biodiversitĂ e con questo possiamo â misurareâ il degrado e fare confronti. Legata alla biodiversitĂ , che ci indica il numero di specie che compongono un ecosistema, câè la complessitĂ che ci indica la quantitĂ di relazioni, perlopiĂš trofiche, che legano le varie specie. La complessitĂ si può dire che cresca esponenzialmente rispetto alla biodiversitĂ ; entrambe sono essenziali per la capacitĂ dellâecosistema a resistere ad una perturbazione, a un cambiamento. Sono indispensabili per lâomeostasi del sistema. Purtroppo, lâincapacitĂ di gestire la complessitĂ e le imposizioni dellâeconomia ci portano a semplificare gli ambienti naturali per piegarli alla produzione intensiva, addirittura talvolta per renderli esteticamente piĂš attraenti, per nostro capriccio, quando invece si dovrebbe gioire nel vedere e nello scoprire la complessitĂ di un ecosistema integro. Al di lĂ delle preoccupazioni dellâecologo, la semplificazione degli ambienti naturali e lâuniformitĂ genetica ad esempio delle colture agrarie comportano dei rischi significativi anche legati e legabili al bioterrorismo. Ă ormai acquisita la consapevolezza che un bosco artificiale monospecifico e coetaneo è molto piĂš vulnerabile di un bosco costituito da decine di specie in fasi di crescita ampiamente differenziate. Nel momento in cui arriva, per le ragioni piĂš diverse, un parassita o un agente patogeno dellâunica specie che compone il bosco, o le colture, questo può trovare tutto il cibo di cui abbisogna, e può svilupparsi e attaccare lâintero impianto. Nel caso di un bosco eterogeneo, multispecifico e disetaneo, il danno sarĂ limitato ad una parte solo dellâimpianto e lâaggressore troverĂ con piĂš difficoltĂ le risorse per svilupparsi. E di fronte ad una grande biodiversitĂ troverĂ anche antagonisti. In definitiva la diversità è ricchezza, ma spesso ne abbiamo paura perchĂŠ non la comprendiamo. L.M. Lâomologazione dei prodotti dellâagricoltura e dei comportamenti e luoghi dellâabitare sembrano atti dello stesso dramma. Prodotti â naturaliâ e architettura â bioâ soddisfano un commercio di nicchia nondimeno utile a denunciare un sentimento diffuso di disagio. Ma i risvolti piĂš critici della questione architettura/ambiente sembrano riguardare la scala territoriale e coinvolgono lâintera collettivitĂ variamente consapevole. Non si conta lo spreco di territorio dovuto a densitĂ edilizie sgranate sugli interessi di campanile, ridondanza di attrezzature commerciali slargate su periferie senza confine, edilizia residenziale della solitudine, silente e senza centro, â rapallizzazioniâ di coste e valli sia nello stile magnamat-
toni degli anni del boom, sia nel piĂš recente stile paesaggisticamente corretto degno nipote delle villette di gaddiana memoria. G.P. Questo è un problema drammatico legato certamente alla elevata densitĂ di popolazione del nostro paese, ma soprattutto legato alla mancanza di capacitĂ pianificatoria e alla mancanza di sensibilitĂ ambientale a livello sia individuale che collettivo che governativo. Per ragioni anche economiche si è privilegiato uno sviluppo irrazionale per utili immediati senza considerare la necessitĂ di tutela dellâambiente e senza una visione a lungo termine. In questo, unâalibi, quando alibi si è cercato, è dato dalla incapacitĂ della scienza di comprendere tutti meccanismi di funzionamento degli ecosistemi e della biosfera e quindi impossibilitĂ di individuare le relazioni causa-effetto necessarie alla formulazione di modelli ambientali che ci indichino gli effetti nel tempo e nello spazio del nostro agire. L.M. Perfetto. Manca la sensibilitĂ a tutti i livelli. Quanto mi preme denunciare è che il consumo di territorio oggi si ammanta di â paesaggismoâ . Forse uno dei fraintendimenti maggiori esce dalla pretesa di controllare questo consumo imponendo estetismi e regole paesaggistiche â una presunta confidenza tra architettura e ambiente â anzichĂŠ decidendo chiaramente dove costruire e dove non costruire. Magari in buona fede, pubblici amministratori, commissioni edilizie, ambientalisti, â esperti di paesaggioâ (come si fa ad essere esperti dellâarte interiore che ciascuno ha di rappresentarsi le cose?) confondono la confidenza tra architettura e ambiente, quella di Palladio intendo dire, di Aalto, Wright, Siza, Zumthor, ecc., con una rivista da parrucchiere. AnzichĂŠ occuparsi della sostanza: vietare (vietarsi) di costruire dove non si dovrebbe, addensare il costruito, bandire concorsi di architettura per propugnare qualitĂ , chieder consulto ad artisti certi, numerosi detentori del governo del territorio conducono una ostinata crociata antimoderna e â presumono â ambientalista. Combattono la perdita di luogo omologando ancor piĂš: impongono abachi di riferimenti estetici da operetta sotto lâaura paesaggistica dei quali passa la cubatura. Ma quello fra estetica e norma, si sa, è un rapporto contro natura. G.P. Quanta acrimonia! Sembri piĂš preoccupato degli esperti di paesaggio che dei consumatori di territorio. Però riconosco che talvolta si assumono atteggiamenti piĂš dettati da mode e proclami che non da piena coscienza dei problemi che nascono necessariamente da qualunque rapporto uomo-ambiente. Vorrei che vi fosse un approccio pragmatico, che riconosca nellâambiente la sorgente del nostro benessere presente e futuro, un approccio che sia etico nel riconoscere lâesigenza di una piĂš equa distribuzione delle risorse, che sia onesto nellâammettere che le risorse sono limitate, che tuteli la salute dellâuomo, ma che sia anche romantico nel riconoscere la bellezza
del creato e nel tutelare anche tutti quegli organismi per i quali non si è in grado di dire a cosa servano o quanto valgano. E se ragione, scienza e cultura non dovessero bastare, allora benvengano le norme, anche molto restrittive, anche in grado di limitare la quantitĂ di risorse che ciascun individuo ha diritto a consumare. L.M. E certo. Se vuoi preservare questa valle, vietami di costruire. Se invece mi imponi uno stile significa che ti sta bene consumare quel territorio. Se poi lo stile che mi imponi ti soddisfa perchĂŠ ti illude di vivere nella disneyland del bel tempo andato, allora la falsificazione si è mangiata anche la tua capacitĂ di giudizio. Da noi è la mitopoiesi della cascina lombarda, la cui storia e sostanza spaziale sono trascurate. Vengono imposte regole tragicomiche (cito quanto è raccomandato in calce ai progetti): tetto a falde, coppi rossi, persiane e serramenti purchĂŠ colore testa di moro, intonaci nel colore delle terre, giardini privati con recinzione aperta e piante autoctone (ma il giardino non era un orto chiuso dove ciascuno raccoglieva piante e spezie anche esotiche in libertĂ ?) e via a infilar perle nella collana fasulla del bel tempo andato. G.P. Scusami, ma qui vorrei intervenire per dire che ci sono ragioni precise per voler privilegiare le specie autoctone e anche per voler limitare lâintroduzione e la potenziale pericolositĂ di specie esotiche che possono sfuggire al controllo e contaminare gli ecosistemi autoctoni oltre che creare danni anche allâuomo. Per questi temi ci sono molti esempi e molte concrete preoccupazioni. E poi, come tu stesso dici, perchĂŠ voler rimanere aggrappati allâuso di costruire giardini con specie esotiche se in questo ora si intravvedono dei rischi? L.M. La palmetta nel giardino di casa è un sogno esotico, non sto dicendo di trasformare viale Gorizia in Miami Beach. Invece â torno a dire â si getta nella spazzatura un secolo di architettura moderna. Stiamo dicendo la stessa cosa con due linguaggi diversi. Pensa di applicare la fondatezza â biologicaâ delle tue asserzioni alla fondatezza â creativaâ della mia posizione. Entrambi combattiamo il consumo del territorio piĂš o meno camuffato, la perdita di luogo, la falsificazione delle cose e delle idee, le monoculture agrarie o estetiche, a favore della diversitĂ e della vita. Insomma, la vita media è raddoppiata, i braccianti giornalieri non si ammazzano piĂš di lavoro 14 ore al giorno per vivere in quelle belle casette 6 metri x 6 metri x 6 persone però nei colori delle terre. Voglio dire: con la falsificazione non si salva nĂŠ ambiente nĂŠ dignitĂ . Lâarchitettura non ha bisogno di cascare nel neovernacolo per cavarsi dallâatopia. Lâabitare domestico e urbano sono questioni di sostanza, chiedono consuetudine e confidenza con lâambiente per la salute, la qualitĂ di vita e il vivere associato. G.P. Certamente il progresso ha portato enormi benefici, ma ricordiamoci
che questi benefici sono soltanto per una piccola parte dellâumanitĂ . Non per tutti. Ma ottenuti a danno di un ambiente che è di tutti. Quando si parla di ambiente e di ecologia si deve certamente parlare di funzioni e non di apparenza. CosĂŹ come il valore dellâambiente naturale dipende dalle sue funzioni, delle quali lâaspetto è il risultato, non ci dobbiamo limitare allâetichetta o allâesteriore nel dare la patente di ecologico ad un edificio o ad un prodotto. Però credo che sia importante, laddove si costruisce, rispettare il contesto sia naturale che costruito, sia attuale che storico. E certe imposizioni credo che non debbano essere considerate solo istigazioni a produrre dei falsi. Certo che le imposizioni dovrebbero essere anche sulla sostanza e sulle funzioni. Qui rientrano in gioco ragione, cultura e norma. L.M . Accetto le imposizioni sostanziali. Si impongano materiali biodegradabili, bilanci energetici efficaci, densitĂ edilizie sensate, divieti di costruire inequivocabili. Ma il rispetto per il contesto è cosa diversa dalla parodia. Come il rispetto per lâaltro non è condiscendenza. G.P. Credo che ora sia importante affermare dei princĂŹpi, semplici e diretti, che possano essere precisi punti di riferimento per il nostro agire. La nostra vita dipende dal funzionamento dellâambiente naturale che garantisce lâomeostasi del sistema terra e ci fornisce una serie di â serviziâ (assorbimento dellâanidride carbonica atmosferica, produzione di ossigeno, produzione di cibo, trasformazione e riciclo dei rifiuti organici, regolazione di clima e microclima, produzione di materiali, produzione di sostanze chimiche utili in svariati campi applicativi, consolidamento dei versanti montani, regolazione idrogeologica, creazione di paesaggi gradevoli, e molto altro) che nessuna tecnologia è ancora in grado di sostituire. Lâequilibrio dei gas atmosferici, da cui dipende il clima, ma non solo, è garantita dalla fotosintesi. La semplicissima equazione F=R+C ci dice che affinchĂŠ il sistema stia in equilibrio la Fotosintesi deve essere uguale alla Respirazione piĂš la Combustione. Respirazione e combustione sono due processi antitetici rispetto alla fotosintesi. La fotosintesi converte lâenergia solare in materia organica, sostanzialmente trasformando lâenergia elettromagnetica in energia chimica; in questa trasformazione viene assorbita anidride carbonica e rilasciato ossigeno. Viceversa, la respirazione (cellulare), che è propria sia degli organismi fotosintetizzanti (autotrofi) che di quelli non fotosintetizzanti (eterotrofi), â bruciaâ materia organica per ottenere lâenergia necessaria al funzionamento dellâorganismo. Analogamente la combustione è il processo attraverso il quale bruciamo i combustibili organici fossili (carbone, petrolio, gas) e non (torba, legno) per ottenere energia termica (per cucinare, per muovere le macchine, per produrre energia elettrica), che non è altro che lâenergia immagazzinata da processi fotosintetici avvenuti anche milioni di anni addietro. Sia la respirazione che
L.M. Paolo De Benedetti, nel suo contributo al seminario sul paesaggio al quale tu stesso hai partecipato ha portato lâattenzione su una prospettiva di sostenibilitĂ ambientale affatto congruente al nostro discorso. â Nella Genesi i verbi intorno ai quali ruota la relazione uomo-terra sono: soggiogare e dominare, ma anche coltivare e custodire. Custodire significa che lâuomo, in quanto custode del creato, non è proprietario del creato. Non solo, ma la custodia implica la restituzione, e ciò che si restituisce si deve restituire almeno nello stato in cui lo si è ricevuto; anzi (secondo le parabole evangeliche e le analoghe rabbiniche), in migliori condizioni. Compito dellâuomo è di continuare la creazione e, secondo una para-
dossale storia rabbinica, di fare cose piĂš belle di quelle fatte da Dio. Alla domanda di un pagano Rabbi AqivĂ avrebbe infatti risposto facendogli osservare che il pane è â piĂš belloâ delle spighe, un fine tessuto è â piĂš belloâ di un fascio di lino. La cosa lascia sorpresi solo se non si riflette che il compito di continuare e migliorare il creato, secondo la Bibbia, è volontĂ e dono di Dio: è lui che ha voluto questo. Lâuomo è creato per continuare la creazione. La creazione, come direbbe Umberto Eco, è unâopera apertaâ . Ho preso queste parole dal testo della relazione di Paolo De Benedetti, chi volesse potrĂ trovarlo per intero nel volume curato da Luisa Bonesio, e da me, Paesaggi di casa, Mimesis, Milano, 2003, in libreria dal prossimo ottobre. Leggo in queste righe un nesso di sostanza tra architettura e ambiente dove câè luogo per creativitĂ , immaginazione, natura faber dellâuomo, e insieme confidenza con lâambiente. G.P. Dovremmo essere capaci di consegnare alle generazioni future, i nostri figli in una visione immediata, un mondo almeno non peggiore di quello che abbiamo ricevuto. Ma in questo câè forse una visione egoistica. Dobbiamo anche pensare che le risorse sono di tutti e anche dovremmo pensare ad una equa distribuzione delle risorse e non cullarci nellâidea che si possa costruire un nostro piccolo eden privato e recintato, e che in questo si esaurisca la nostra responsabilitĂ . In questo le responsabilitĂ sono distribuite a tutti i livelli organizzativi della nostra societĂ , dalla scuola allâuniversitĂ , dai singoli individui ai governi politici ed economici, passando attraverso tutte quelle categorie professionali, inclusi gli architetti, il cui agire ha indiscutibilmente un impatto sullâambiente naturale, oltre che sulla qualitĂ di vita dellâuomo. Rispettare lâambiente ha dei costi, ma produce benefici. Rispettare lâambiente è possibile senza limitare il progresso del pensiero, senza limitare la creativitĂ , senza limitare il benessere. Ma certamente dovremo capire meglio cosa significa â benessereâ . Luca Micotti
Sondrio a cura di Enrico Scaramellini
Palascieghi a Sondrio Il palazzetto sportivo è stato realizzato circa 10 anni fa in una zona urbanistica del comune di Sondrio che durante lâultimo trentennio ha subito una notevole espansione. Si compone di una struttura coperta che ospita i campi per la pallamano, il calcetto, il basket e la pallavolo, regolamentari per la disputa di gare fino a livello nazionale, e dei relativi spazi accessori. La capienza è i 662 posti a sedere. La struttura è collocata in unâarea sportiva attrezzata che consente molteplici attivitĂ allâaperto. Si tratta di una struttura di rilievo non solo in ambito provinciale. Fra gli scopi progettuali, oltre alla risoluzione ed armonizzazione delle necessitĂ logistiche, estetiche, di organizzazione degli spazi e delle funzioni per il corretto funzionamento della struttura, si volevano raggiungere anche i seguenti obiettivi: ⢠un edificio che avesse un corretto rapporto con lâambiente circostante; ⢠bassi costi di realizzazione e di manutenzione. In relazione al primo aspetto lâapproccio metodologico e culturale utilizzato è quello mirante alla progettazione dellâedificio che, in quel luogo, riunisse le migliori caratteristiche di risposta alle situazioni ambientali con il minor dispendio di energia. Il suo metodo è deduttivo e si basa sulla premessa che la sopravvivenza dellâuomo dipende dalla nostra volontĂ di guidarne consapevolmente lo sviluppo. La costruzione è stata concepita precipuamente secondo i princĂŹpi della solarizzazione passiva applicando diverse strategie di guadagno termico ed evitando contemporaneamente la dispersione dellâenergia (la palestra si trova a 46° latitudine nord). Lâapplicazione di tali enunciati si riflette nella collocazione dellâedificio sullâarea, nella sua forma, nellâubicazione e dimensione delle aperture, nellâuso dei materiali e dei colori in modo che esso stesso divenga â il sistema energeticoâ . La palestra è caratterizzata da un favorevole rapporto fra la superficie dellâinvolucro e il suo volume (shape). Si è ottenuta cosĂŹ una minore suscettivitĂ dellâedificio ai fattori di stress dellâambiente naturale ed artificiale (si intendono per stress le variazioni climatologiche generali e quelle legate alla specifica morfologia del luogo con il loro grado di intensitĂ variabile durante lâanno). La collocazione delle funzioni è avvenuta quindi tenendo conto della situazione naturale ed antropica, degli obbiettivi funzionali, dei consumi energetici: ⢠le tribune sono ubicate sul lato nord perchĂŠ facilmente raggiungibili dal parcheggio esistente ed in quanto il loro fabbisogno energetico è minore e saltuario (il fronte nord rappresenta
un â debito energeticoâ per quasi tutto lâanno che va adeguatamente compensato ed attutito); ⢠nella porzione centrale dellâedificio sono stati posizionati i campi di gioco che richiedono fabbisogni energetici intermedi (temperature dellâambiente abbastanza basse per unâottimale attivitĂ sportiva) e per la comoditĂ di accesso; ⢠nella porzione sud sono stati ubicati gli spogliatoi e gli altri spazi accessori (che richiedono consumi energetici piĂš elevati). La collocazione degli spogliatoi favorisce lâaccesso dei ragazzi della scuola media che si trova a sud del palazzetto; ⢠con finalitĂ didattiche era stata prevista una porzione di serra solare, che oltre a raccogliere il calore per il riscaldamento degli spogliatoi, potesse servire agli studenti della scuola media per esperimenti di botanica applicata. Tale proponimento non è stato concretizzato in fase esecutiva. I sistemi energetici utilizzati sono: ⢠il guadagno diretto: superfici a riflessione diffusa (1) e serra solare (2); ⢠il guadagno indiretto: muro solare (3) 1 - Superfici a riflessione diffusa: con questo sistema lo spazio interno viene riscaldato direttamente dal sole e diviene allo stesso tempo collettore solare, accumulatore termico e sistema di distribuzione. 2 - Serra solare: si compone di una superficie vetrata, di uno spazio interno e di una massa di accumulo. Il calore può essere utilizzato direttamente dalla serra o tramite bocchette di circolazione raggiungere gli spazi adiacenti. 3 - Muro solare: si compone di una superficie vetrata, di unâintercapedine aerata e collegata con gli spazi da riscaldare e da una massa di accumulo dipinta di nero (in genere muratura ma anche acqua, ecc.). Il riscaldamento avviene per conduzione e per convenzione. Dati sintetici dei guadagni energetici medi annui ottenuti con la solarizzazione dellâedificio: Mesi invernali: ⢠Il muro solare raccoglie teoricamente Kw 56.823 ⢠La serra solare raccoglie teoricamente Kw 30.209 ⢠Il totale risulta: Kw 87.032 Mesi estivi: ⢠Il muro solare raccoglie teoricamente Kw 58.475 ⢠La serra solare raccoglie teoricamente Kw 78.796 ⢠Il totale risulta: Kw 137.271 Ipotizzando un rendimento del sistema pari al 50% si ottengono in media durante lâanno Kw 112.151 mentre, nella stagione invernale, il guadagno solare contribuisce al riscaldamento dellâedificio con Kw 43.516. Rimane ancora da realizzare la schermatura dei sistemi solari passivi (serra e muro trombe) per ottenere il controllo completo della radiazione solare. Essa verrĂ realizzata con frangisole metallico ed utilizzando la vegetazione a foglia caduca che, molto naturalmente ombreggerĂ la facciata durante i mesi estivi e lascerĂ filtrare il sole durante quelli invernali. In questi anni è stato realizzato an-
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la combustione consumano ossigeno e reimmettono in atmosfera lâanidride carbonica a suo tempo catturata dai processi fotosintetici. Attraverso milioni di anni di fotosintesi lâatmosfera terrestre è stata trasformata fino ad avere una percentuale di CO2 intorno allo 0,02%; un valore che garantisce un equilibrio climatico ottimale, almeno per il mondo che possiamo conoscere e al quale siamo adattati. Negli ultimi decenni, a causa di un aumentato uso di combustibili fossili e alla riduzione delle superfici fotosintetizzanti conseguente al disboscamento di enormi aree forestali delle fasce tropicali, non a caso definiti i â polmoniâ del pianeta, ma anche della progressiva cementificazione di enormi aree, abbiamo causato un aumento della concentrazione di anidride carbonica che sembra essere responsabile o corresponsabile di un aumento di temperatura media che sembra minima, ma che si traduce in cambiamenti climatici estremamente variati e imprevedibili ai quali non siamo assolutamente preparati. Questo è solo un esempio, ma ne potremmo considerare molti altri, e potremmo anche incominciare a parlare di etica e di bioetica per dire che tutti gli esseri umani hanno diritto di beneficiare delle risorse ambientali ma non di sottrarle ad altri, nĂŠ nel presente nĂŠ nel futuro. Ma non è cosĂŹ che agiamo. Un terzo dellâumanitĂ usa e consuma oltre 2/3 delle risorse disponibili (acqua potabile, terre coltivabili, risorse minerarie, combustibili, cibo). Ciò significa che molto di quello che abbiamo è rubato ad altri popoli. Ma stiamo anche rubando le risorse necessarie alle generazioni future. Possiamo dire che compriamo il benessere di oggi lasciando le fatture da pagare ai nostri figli. Ma non solo, con lâinquinamento compromettiamo la salute nostra, dellâambiente naturale, di quei popoli che non beneficiano della ricchezza generata dai nostri consumi di risorse, e anche delle generazioni che verranno. Dobbiamo capire che ogni nostra azione ha un impatto sullâambiente naturale, che può sembrare infinitesimale individualmente, ma che può diventare drammatica se moltiplicata per il numero di azioni compiute dalla popolazione terrestre giorno dopo giorno.
Varese a cura di Enrico Bertè e Claudio Castiglioni
Casa bioecologica a Vergiate
Palazzetto dello sport di Sondrio, prospetto sud-ovest.
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Palazzetto dello sport di Sondrio,vista interna della palestra.
che un piccolo impianto di collettori (sistema solare attivo) per il riscaldamento dellâacqua sanitaria quale iniziativa didattica degli studenti delle scuole medie superiori. Ciò dimostra la complementarietĂ e sinergia di queste strategie energetiche. In generale è di grande interesse la possibilitĂ che il sistema solare passivo non solo consenta notevoli risparmi di energia, ma possa anche essere incluso senza, o con lievi costi addizionali in fase di progettazione dellâedificio; il sistema è infatti costituito di materiali da costruzione comuni che hanno una lunga durata, una bassa temperatura di funzionamento, e una notevole semplicitĂ di realizzazione. Non avendo parti meccaniche il sistema passivo non produce rumore ed è completamente invisibile. Per ottimizzare la resa del sistema e per ottenere sempre condizioni ottimali allâinterno dellâedificio si è optato per un impianto ausiliario di riscaldamento/raffrescamento ad aria che, correttamente gestito, è in grado di ottimizzare la distribuzione dei guadagni energetici solari tramite un sistema di scambiatori di calore funzionante nei due sensi (lâeventuale energia solare in eccesso viene dissipata, normalmente basta lâapertura dei serramenti, mentre in caso di mancanza di energia, ad esempio durante un lungo periodo di brutto tempo, lâimpianto sopperisce a questa situazione). Lâimpianto ausiliario di riscaldamento funziona con lâenergia di una cen-
trale termica comune che serve, oltre al palazzetto sportivo anche le vicine scuole, razionalizzando cosĂŹ la manutenzione e i consumi di combustibile. In relazione al secondo obiettivo concernente lâimpiego di materiali e tecnologie di basso impatto ambientale ed energetico si è intervenuti sulla base dei seguenti criteri: ⢠semplificazione delle tipologie costruttive (ad esempio unâunica parete assolve la funzione portante e di isolamento della costruzione. Sono stati cosĂŹ evitati costi per le finiture e lâimpiego di materiali isolanti di natura industriale); ⢠il corretto impiego delle caratteristiche dei materiali (ad esempio la struttura di copertura è stata realizzata con travi reticolari spaziali in acciaio per sfruttare razionalmente le caratteristiche di leggerezza e resistenza di questo materiale anche a seguito delle luci abbastanza consistenti. Per lâintradosso della copertura è stato utilizzato il legno di abete naturale ignifugato fissato a una leggera orditura lignea. In tale modo si è migliorata lâacustica della palestra e si è ottenuta una finitura piacevole); ⢠le componenti utilizzate sono costituite da elementi di serie di facile reperibilitĂ e montaggio al fine di facilitare le operazioni di manutenzione e di sostituzione anche da parte di personale non particolarmente esperto. Leopoldo De Rocco progettista e direttore dei lavori
Il tema della â sostenibilitĂ ambientaleâ si fa sempre piĂš importante ed urgente, in particolare alla luce delle statistiche che ci ricordano che il 45% dellâenergia prodotta in Europa e il 50% delle risorse sottratte alla natura è utilizzato nel settore dellâedilizia. Il ruolo cui siamo chiamati è di fondamentale importanza. Mai come oggi la nostra capacitĂ di compiere e stimolare â scelteâ può, anche in piccola misura, procurare cambiamenti. Un esempio di approccio â bioarchitettonicoâ , â bioclimaticoâ , su un tema semplice come lâampliamento di una piccola preesistenza è quello che sto realizzando a Vergiate, frazione Cuirone (Va). Nellâelaborazione del progetto di ampliamento si è tenuto conto del contesto immediatamente circostante allâintervento alla ricerca di unâarchitettura â sostenibileâ nel suo rapporto con lâambiente circostante, sia tipologicamente che nellâuso di materiali. Con una leggera piega il nuovo edificio â va alla ricercaâ della migliore esposizione del sole che garantisce, con ampie finestre, la cattura in inverno delle preziose radiazioni infrarosse, quando i raggi sono bassi allâorizzonte, che vengono immagazzinate con lâuso di muri, anche divisori interni, pesanti a forte inerzia termica. Sole che dâestate diviene sgradito e quindi viene intercettato dalle strutture in acciaio, sulle quali saranno fatte crescere piante rampicanti caducifoglie, sporgenti il necessario per impedire ai raggi di entrare dalla finestra. Il lato nord è volutamente cieco per evitare qualsiasi dissipazione di calore, in inverno, sul lato della casa non irradiato. Per rallentare le correnti fredde provenienti da nord è ulteriormente protetto dal posizionamento di piante sempreverdi collocate a una corretta distanza. Le pareti sono altamente coibenti, con mattone a vista esterno, e blocchi porizzati bioecologici interni con forte inerzia termica. Il muro funge da serbatoio di calore e da â ammortizzatore termicoâ smorzando i picchi climatici esterni. I due tetti sono realizzati con doppio assito a contenimento di uno strato di isolamento in fibre di legno. Privilegiati dunque, nellâisolamento, materiali che conferiscono forte inerzia termica allâinvolucro. Nel tetto, surriscaldato nelle stagioni calde, questa caratteristica,
abbinata ad una doppia listellatura e ad una corretta ventilazione, rallenta notevolmente, a paritĂ di spessore, la penetrazione dellâonda di calore rispetto a materiali a bassa densitĂ come poliuretano o polistirolo (fenomeno di spostamento di fase). Come anticipato grande importanza viene data allâuso corretto dei materiali. Ferro e cemento sono usati solo per le fondazioni e la correa. Per il resto sono utilizzati solo materiali naturali quali i mattoni microporizzati giĂ descritti che garantiscono anche traspirabilitĂ e permeabilitĂ al vapore, evitano i ponti termici grazie alla loro particolare geometria; il sughero tostato in grani e in lastre come isolante a pavimento; pannelli in fibra di legno incollati grazie alla lignina contenuta nel legno di conifera utilizzato. Legno per soletta e tetto, guaine di fibre naturali e trattamenti con vernici non addittivate chimicamente. Calce idraulica naturale per allettamento e intonaci che garantisce, anchâessa, traspirabilitĂ ed è un buon regolatore igrometrico. Rame per il tetto nuovo, sia per la sua particolare matericitĂ che per la sua totale riciclabilitĂ e naturalezza. Ultimo, ma non meno importante, è il ruolo spettante allâimpiantistica. Lâottimo isolamento e lâapporto dato dal recupero delle radiazioni invernali attraverso le grandi finestre non bastano nel nostro caso a rendere autosufficiente energicamente la casa. La scelta di un giusto impianto volto al minor consumo di combustibile si è indirizzata su di un riscaldamento radiante a bassa temperatura, a pavimento e parete combinato con lâutilizzo di caldaie a condensazione. Ă prevista una predisposizione per impianto solare, particolarmente adatto ad essere abbinato con le basse temperature per riscaldamento. Gli impianti elettrici sono previsti con diramazioni stellari e utilizzo di disgiuntore per isolare di notte le aree di riposo e non dormire a contatto di campi elettomagnetici. Lâ esperienza, non ancora completata, è stata di grande arricchimento personale ed ha messo in evidenza alcuni problemi essenzialmente di natura pratica: la diffidenza iniziale della committenza convinta di uno spropositato maggior costo di questa â sceltaâ poi smentito dai preventivi (diff. su opere di muratura 5%); la difficoltĂ iniziale di dialogo con gli artigiani, diffidenti nei confronti dei materiali a loro sconosciuti, superata con una maggiore presenza in cantiere nel primo mese e nei momenti critici; la difficoltĂ di approvvigionamento e tempistica nel recupero dei materiali di capitolato, nel primo mese anchâessa risolta. Pierfrancesco Pizzini
Pierfrancesco Pizzini, Casa bioecologica a Vergiate, prospetto ovest.
Integrazione fotovoltaica nellâedilizia CNR â Ministero dellâambiente Progetto Ambiente, ricerca nazionale, coordinatore prof. Luciano Semerani La ricerca estesa a diverse universitĂ italiane raggruppate per unitĂ operative si è proposta di sensibilizzare e coinvolgere i diversi dipartimenti afferenti alla Progettazione dellâarchitettura e delle componenti tecnologiche dellâedilizia su di un ambito in crescita e di vivo interesse quale la progettazione di nuovi sistemi edilizi in rapporto alle fonti di energia alternativa. In particolare, oggetto primario degli studi è stata la ricerca, non tanto di nuove sperimentazioni su qualitĂ e prestazioni
migliorative della componente tecnica fotovoltaica, quanto sullâintegrazione possibile della componente tecnologica allâedilizia e alla forma dellâarchitettura. Ponendo lâattenzione sul termine di â integrazioneâ del sistema tecnico al sistema architettonico, la ricerca ha indagato la sperimentazione della componente tecnologica applicata al particolare architettonico-costruttivo dellâarchitettura. Sara Biffi
Gruppo di ricerca IUAV di Venezia
nica ponendo come obiettivo lâuso di risorse naturali (legno, silicio, argilla) e il risparmio energetico, curando lo studio in dettaglio di strutture, tamponamenti e serramenti. La progettazione architettonica si basa non solo sullâuso di materiali costruttivi e impianti tecnici in grado di garantire caratteristiche di elevata ecosostenibilitĂ , ma anche sulla capacitĂ di pensare tipologie e spazi pubblici qualificanti del territorio in uno stretto rapporto con il paesaggio della centuriazione. Si ipotizza la realizzazione di un parco urbano in grado di collegare lâattuale centro abitato con il nuovo insediamento che consenta di affrontare la rinaturazione di un corso fluviale esistente sfruttando al contempo la
sua azione di raccolta delle acque fitodepurate. Il progetto assegna grande rilievo alla gestione delle acque e allâorganizzazione delle zone alberate riconoscendo in questi due elementi il necessario completamento della struttura del paesaggio agricolo. LâinnovativitĂ del progetto risiede nellâintegrazione di tecnologie ecocompatibili e nella possibilitĂ di realizzare un modello insediativo nelle campagne urbanizzate in grado di proporre uno sviluppo sostenibile dal punto di vista energetico e da quello del rapporto con il paesaggio antropizzato. Luciano Semerani
Gruppo di ricerca del Politecnico di Torino prof. Aimaro Oreglia Isola con Liliana Bazzanella, Antonio De Rossi, Giovanni Durbiano, Carlo Giammarco, Luca Reinerio, Riccarda Rigamonti, Matteo Robiglio, Marco Filippi
prof. Luciano Semerani con Lamberto Amistadi, Antonella Gallo, Francesco Semerani, Piero Vespignani; consulenze: Francesca Capelletti, Ario Ceccotti, Martino Piazza, Piercarlo Romagnoni, Mauro Strada, Erich Trevisiol, Giovanni Zannoni
Per una Comunità a fonti energetiche rinnovabili Il progetto costituisce un approccio ai problemi connessi allo sviluppo di sistemi insediativi ecosostenibili fondati sul risparmio energetico ed è finalizzato alla progettazione di unità urbane ad autosufficienza energetica nel territorio della campagna urbanizzata interposta tra le città di Padova, Treviso e Venezia comprendente le situazioni di margine delle espansioni periferiche delle tre città . Oggetto della progettazione urbanistica ed edilizia è un complesso posto in Comune di Villanova di Camposampiero (Pd) in una delle centurie che costituiscono il graticolato romano di Camposampiero. Il territorio è caratterizzato da un rilevante sviluppo economico basato sulla media e piccola iniziativa privata e da una domanda di abitazioni a costo contenuto e in prossimità delle aree produttive decentrate dalle tre città . Obiettivo del programma è la progettazione di una comunità alimentata a fonti
energetiche rinnovabili in cui la collaborazione tra le strutture di ricerca universitarie e le imprese impegnate nel campo della protezione ambientale, della sostenibilitĂ e della conservazione delle risorse energetiche, crei un sistema insediativo dâalta qualitĂ in cui venga sperimentata lâintegrazione delle tecnologie disponibili in modo organico dal punto di vista impiantistico, urbanistico e architettonico. Il progetto comprende lâedificazione di un distretto scolastico per lo svolgimento dellâintero ciclo dellâobbligo per 400 studenti. In questo nucleo vengono realizzate una biblioteca e una sala conferenze multiuso. Per quanto riguarda gli impianti sportivi, si propone la costruzione di una piscina regolamentare e una palestra integrati con una pista di atletica e campi da tennis scoperti collocati in prossimitĂ del campo da calcio esistente. Oltre a queste strutture pubbliche si prevede la realizzazione di un quartiere tipo costituito da cinque case isolate, sette case binate e un edificio a torre contenente 14 appartamenti, e di un piccolo centro commerciale e di aggregazione sociale. Lâintero complesso è alimentato con lâuso della tecnologia fotovoltaica, per la produzione elettrica, (con una potenza di picco installata di 182.2 Mwh/anno), con lâuso di pannelli solari per il riscaldamento dellâacqua, e da un impianto di teleriscadamento a biomassa (centrale con potenza di 5000 kw per 2000 utenze) per ciò che concerne la produzione di calore. Il progetto assume poi come tema il ciclo dellâacqua (raccolta, fitodepurazione, rinaturazione dei corsi idrici) proponendo una rivalutazione e una difesa di questa risorsa in unâarea di antica bonifica. La prerogativa di realizzare strutture ecocompatibili ha definito anche i materiali edilizi in scala architetto-
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Lâarea oggetto di sperimentazione progettuale è costituita dalla campagna urbanizzata di Camposanpiero, dove una â quadraâ attualmente destinata a uso misto è trasfomata in una sorta di â CittĂ del soleâ , in cui il sistema di produzione di energia ecologicamente compatibili â particolarmente il fotovoltaico â caratterizzano lâinsediamento anche sul piano dellâimmagine simbolica. LâattivitĂ di ricerca è rivolta non tanto allo studio del singolo oggetto architettonico quanto alla coerenza del nuovo intervento con il contesto specifico e alle sue peculiaritĂ . La â quadraâ è suddivisa da una serie di percorsi collocati su leggeri rilevati di terra, sorta di infrastruttura morfologica che ospita, allâinterno dei vari lotti (stanze) aree sportive, distretti scolastici, aree residenziali, aree verdi attrezzate, verde agricolo. Un asse principale nord-sud, pedonale, lega
le differenti stanze monofunzionali e ospita i servizi scolastici; mentre gli assi trasversali est-ovest, veicolari, ospitano la trama lineare di residenze secondo una libera e varia tipologia (ville mono o bifamiliari, a schiera) e laboratori, appoggiati a â muri fotovoltaiciâ , che costituiscono lâelemento caratterizzante il paesaggio costruito. Completano lâintervento un parco fluviale con un lago dedicato alla fito-litodepurazione e alcuni centri (commerciale, produttivo e culturale) specializzati su temi ecologici, collocati agli angoli della quadra con ruolo di landmarks territoriali. Gli elementi fotovoltaici caratterizzano i percorsi pedonali pubblici (filari alberati, siepi, con alberi fotovoltaici, pergole fotovoltaiche, portici o muri fotovoltaici) definendo lâimmagine ecologica del complesso. Giovanni Durbiano
Gruppo di ricerca del Politecnico di M ilano prof. Guido Canella con Luca Monica, Massimo Antinarelli, Domenico Chizzoniti, Gianluca Ferreri, Paola Galbiati, Claudio Pavesi, Enrico Prandi; consulenza fisico-tecnica: Giancarlo Chiesa, Niccolò Aste; strutture: Edmondo Vitiello Localizzato in due quadre dellâantica centuriazione romana nel Comune di Villanova di Camposanpiero, nella periferia rurale della Provincia di Padova, il progetto mira a verificare una duplice ipotesi di ricerca: da un lato, lâopportunitĂ di assumere la tecnologia fotovoltaica come componente intrinseca al progetto di architettura, in termini co-
struttivi ed espressivi; dallâaltro la possibilitĂ di estrarre da un progetto specifico destinato a proporre un modello di urbanizzazione di una tipica zona di insediamento sparso della periferia della pianura veneta, elementi costruttivi o singole tipologie estensibili, per trasposizione o adattamento, ad altre situazioni e contesti.
Argomenti
A cura della Redazione
Il progetto ha teso a definire tre grandi edifici a padiglione per funzioni culturali, commerciali, di servizio, dedicati alle tecnologie ambientali (museo, mercato, impianto di compostaggio con annesso bacino artificiale per la fitodepurazione). Essi si caratterizzano per la volontĂ di definire unâunica struttura a grande luce, con unâampia superficie continua di copertura, destinata allâapplicazione intensiva della tecnologia fotovoltaica per la produzione di energia elettrica. Tale schema tipologico, strutturalmente determinato, funzionalmente ver-
a integrare figurativamente e compositivamente la forma delle aperture vetrate trasparenti (esposte solo a luce indiretta), quella dei pannelli fotovoltaici (parzialmente trasparenti tra le singole celle) e quella della struttura a grande luce in travi reticolari (interamente esposte allâintradosso). Il progetto tende a dimostrare quanto la dimensione dellâattrezzatura fotovoltaica non sia una variabile indifferente rispetto allâarchitettura e alle funzioni degli edifici. Anche le attivitĂ che richiedono grandi dimensioni, specifiche e diverse da quelle domestiche, co-
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Nel suo tratto centrale esso corre in rilevato e sui suoi bordi gli edifici pubblici (scuole elementare e materna) si dispongono con andamento lineare a baionetta, cosĂŹ da accentuarne il carattere di strada costruita, dalla quale sono possibili viste dallâalto sullâinsediamento circostante (requisito non consueto nella geografia piatta di questo territorio). Una stanza del reticolo di impianto è destinata a una dotazione di attrezzature sportive allâaperto, con tribune e spogliatoi, sia di uso scolastico che pubblico; mentre la tipologia del padiglione produttivo, pensata e dimensionata sulle necessitĂ delle produzioni agricole e artigianali esistenti nella zona, si dispone lungo i percorsi, secondo
le modalitĂ per moduli isolati in uso nel contesto. Nella parte sud uno specchio dâacqua è ottenuto dallâallargamento del rivo esistente. Gli altri percorsi sono mantenuti a quota di campagna: quelli est-ovest prevalentemente ad uso veicolare per i residenti, quelli nord-sud ad uso pedonale o ciclabile o agricolo.La circolazione principale, urbana e intercomunale, è concentrata sulle strade di bordo, ai cui vertici sono dislocati tre edifici straordinari (centri commerciali, strutture di compostaggio, ecc.), simbolicamente indicati in planimetria con identico impianto a ziggurat. L.M.
Gruppo di ricerca del Politecnico di M ilano
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prof. Antonio Monestiroli con Sara Biffi, Martina David; consulente per lâimpianto fotovoltaico: Niccolò Aste
satile e ripetibile, consente di accogliere attivitĂ specifiche attraverso una diversa articolazione dei solai interni e dei rivestimenti delle facciate. In questa ipotesi ruolo decisivo svolge il disegno della copertura, che segue disposizioni e inclinazioni ottimali per lâesposizione solare, e mira
munemente destinate ad accogliere il fotovoltaico, possono vantaggiosamente ottenere consistenti recuperi, grazie a una configurazione che privilegi lâaspetto dellâesposizione alla luce solare nellâimpianto architettonico. Luca Monica
Gruppo di ricerca del Politecnico di M ilano prof. Enrico Bordogna con Marco Biagi, Gentucca Canella, Paolo Zanetti; consulenza fisico-tecnica: Giancarlo Chiesa, Niccolò Aste Asse dei servizi con edifici-tipo per istruzione, produzione, strutture per lo sport e il tempo libero Il progetto definisce un insediamento dimostrativo (quartiere espositivo di tradizione razionalista) con tipologie miste destinate a residenza, produzione, consumi, strutture per lâistruzione, la cultura e il tempo libero Lâimpianto di progetto rispetta il reticolo della centuriazione romana, dividendo lâarea di intervento in
stanze di lotti di varie dimensioni, delimitate da percorsi volta a volta pedonali, ciclabili o veicolari, confermando e inglobando lâedificazione a bassa densitĂ caratteristica del contesto in esame e preservando a verde la maggior parte dellâarea di progetto. Dentro tale schema svolge un ruolo prioritario lâasse mediano nord-sud, ad uso esclusivamente pedonale e ciclabile, qualificato come asse dei servizi.
Il tema del rapporto tra forma tecnica e forma architettonica e del modo con cui lâinfluenza della necessitĂ funzionale condizioni la costruzione dellâarchitettura e del paesaggio ritrova, nellâapplicazione dellâenergia fotovoltaica allâarchitettura, un caso specifico attraverso cui indagare la legittimitĂ della â forma esteticaâ sulla â forma tecnicaâ per lâideazione di nuove architetture. Il tema dellâintegrazione fotovoltaica nellâedilizia evidenzia la componente strettamente tecnologica e di dettaglio necessaria. In questi termini la ricerca ha indirizzato il campo di sperimentazione sullo studio dellâelemento della componente edilizia capace e plausibile di innescare ulteriori processi di riprogettazione. Il tentativo operato ha privilegiato lâindividuazione e la riconoscibilitĂ di quegli elementi, che giĂ per loro natura, sono nati e vivono di un particolare rapporto con il sole, ipotizzandone una possibile integrazione nei sistemi fotovoltaici in seguito ad una loro riprogettazione finalizzata. Lâideologia sottesa alla ricerca consiste nellâidentificazione dellâelemento, della componente edilizia, del particolare tecnologico in grado di conformare la natura e attribuire carattere allâedificio. Nella fase analitica si sono evidenziate due grandi categorie ap-
plicative: il sistema di componenti integrate, volte allâoscuramento, al riparo dallâincisivitĂ dei raggi solari (lamelle frangisole, brise-soleil, ecc.) e il sistema di coperture e componenti particolari posti in copertura, (shed, lucernari), la cui forma, identificativa di un preciso problema di architettura, consente la risoluzione di problemi di aeroilluminazione. La fase conclusiva della ricerca ha verificato lâapplicabilitĂ dei presupposti a un edificio noto, la Maison Citrohan di Le Corbusier, sottolineando la possibilitĂ di sperimentare su una facciata semplice e regolare quegli elementi tecnici, precedentemente individuati, che, per la natura stessa della loro funzione, si costituiscono quali sistemi identificativi e propositivi di una nuova riprogettazione finalizzata. A partire dallo schema di facciata, e supponendo di poterla orientare a sud, si sono sperimentati i diversi elementi, valutando la loro possibile e favorevole integrazione allâarchitettura, con lâobiettivo di non alterare lâidea della grande superficie finestrata continua; inoltre se ne è verificata la possibile integrazione nel sistema di produzione energetica in termini di sperimentazione delle nuove forme di energia alternativa. S. B.
Seminario â Applicazione ed integrazione di nuove tecnologie con sistemi solari fotovoltaici e solari termiciâ , promosso dagli 0rdini degli Architetti di Lecco, Lodi, Pavia e Sondrio Ispra, 25 giugno 2003 La visita e lâesame diretto dellâedificio bioclimatico del Centro Ri-
al corpo D, è idoneo a situazioni di elevata altitudine (con forte irraggiamento a bassa temperatura esterna, restando complesso invece lâeventuale smaltimento di calorie in presenza di elevata temperatura esterna). Dâaltro canto i sistemi ad accumulo hanno limiti fisici connessi alla riserva che non potendo garantire
mento (notte-nebbia) è stato risolto considerando la â reteâ alla stregua di â batteriaâ , cioè immettendo lâenergia prodotta continuativamente in eccedenza nel circuito ENEL e convenzionando con detto Ente la â restituzione energeticaâ nei periodi di non funzionamento. Una legge regionale ora rifinanziata ne agevola lâapplicazione con contributi fino al 75% del costo. Infine una conclusione a carattere piĂš generale è stata svolta dallâarch. Fasano. Queste brevi considerazioni non possono essere evidentemente esaustive della questione, sia in senso generale che in quello applicativo; esse sono comunque utili ad esprimere un sentito ringraziamento al Direttore del Centro ENEA di Ispra, dr. Enrico Nicotera e al sig. Lanfranco Soma che ha presen-
tato lâedificio bioclimatico; al Capo dellâUnitĂ Energie Rinnovabili del JRC, dr. Heinz Ossenbrink e ai tecnici che hanno illustrato alla Casa Solare le applicazioni fotovoltaiche, dr. Hans Bloem, dr. Wim Zaaiman e d.ssa Alessandra Colli, validamente coadiuvati dalla d.ssa Patrizia Pistochini dellâUnitĂ di Agenzia per lo Sviluppo Sostenibile dellâENEA e dalla d.ssa Patrizia Waschuth delle Relazioni Esterne del JRC, che hanno consentito una vera e propria esperienza sul campo estremamente efficace e mirata ormai a concrete e praticabili applicazioni con innovative potenzialitĂ morfologiche-architettoniche.
La cittĂ secondo Massimo Cacciari
Schema assonometrico dellâedificio.
cerche ENEA di Ispra ha consentito ai colleghi architetti, al di lĂ di approfondimenti strettamente tecnici e di considerazioni di efficienza, di cogliere lâessenziale interdipendenza tra impiantistica solare e morfologia del fabbricato. Lâedificio sperimenta 4 diverse modalitĂ di tecnologie solari per il riscaldamento. Per il corpo A lâadozione dei collettori ad aria impone infatti fronti opache (rivolte a sud) inclinate di 60°, mentre il ricorso allâirraggiamento diretto (corpo D) comporta facciate vetrate a 45°, e ancora il sistema a camini solari (corpo B) introduce unicamente delle scansioni a riseghe verticali (ovviamente sempre sul lato sud) che comporterebbe opportunamente lâintegrazione con adozione di appositi impalcati forati per la distribuzione del calore negli ambienti. Infine per il corpo C si fa ricorso a pannelli ad acqua (del tipo di quelli adottati per produzione di acqua calda sanitaria). Inoltre lâenergia prodotta con le tecnologie applicate ai corpi A e C consente di alimentare una riserva calorica costituita sia da vasca ad acqua, sia da letto di mattoni (restando quello dellâaccumulo di energia un problema comunque assai piĂš arduo di quello della captazione solare vera e propria). Difficile un confronto perchĂŠ i diversi sistemi hanno efficienza differenziata secondo le condizioni geoclimatiche; i camini solari, di cui al corpo B, sono efficaci nel presupposto di adeguata escursione termica notte/giorno, mentre il sistema a radiazione diretta, di cui
aut osuff icienza, a meno di dimensionamenti abnormi, necessita di essere sempre integrata. Va in ogni caso osservato che recentemente il sistema a irraggiamento diretto con lâadozione di schermature mobili controllati da solarimetri supportati da adeguato software hanno consentito risultati ragguardevoli. Sempre nuovi software, relazionati ad una vasta gamma di parametri monitorali su arco temporale e autoadattanti in progressione, danno ora luogo a possibilitĂ di calcolare e quindi gestire in modalitĂ ottimale lâaccumulo di energia. Estremamente significative le potenzialitĂ e le prospettive offerte dai sistemi fotovoltaici del JRC, alla luce delle normative europee, evidenziati con le presentazioni di Heinz Ossenbrink, Hans Bloem e Paolo Bertoldi del JRC. Sul piano dellâefficienza, i sistemi fotovoltaici sono ormai in grado di captare sino al 15% dellâenergia solare irradiata; questo significa una potenza massima in condizioni ottimali (inclinata di 45° verso sud e senza possibilitĂ che la parte attiva venga ombreggiata) di 1 kw con 6 mq di pannelli fotovoltaici. Sul piano dellâadattabilitĂ , si possono posizionare verticalmente o inclinati, anche integrati nelle coperture e non necessariamente a sud. Infine, sul piano estetico, le nuove celle a silicio poli-cristallino (effetto â labradoriteâ ) sono disponibili in una vasta gamma cromatica (con caratterizzazione iridescente). La difficoltĂ di accumulo e lâutilizzo nei periodi senza irraggia-
Anche questâanno allâAccademia dâArchitettura di Mendrisio, in Svizzera, si è concluso il ciclo di lezioni aperte al pubblico tenute dal prof. Massimo Cacciari; gli incontri, diluiti lungo lâarco del secondo semestre, si sono incentrati sul tema della cittĂ e del suo significato simbolico, religioso, politico e filosofico. I titoli delle conferenze delineano chiaramente la curvatura delle tematiche: la prima: â Il significato simbolico-religioso della cittĂ â ; la seconda: â Politeia e paideia. Filosofia politica e cittĂ nellâellenismoâ , e lâultima â Angelopoli. La cittĂ nellâepoca della postmetropoli e della mobilitazione universaleâ . Tre titoli, uno di seguito allâaltro, esemplificativi dellâossatura del discorso costruito da Cacciari intorno alla cittĂ , dai greci fino ai giorni nostri; dalla polis allâurbs modelli fondativi della nostra civitas. Nessuna corrispondenza terminologica, il passaggio dalla polis allâurbs è segnato da una vera trasformazione culturale che sta alla base della nostra formazione dâabitanti di civiltĂ e di cittĂ . La polis, costruita nelle vicinanze di un tempio determina relazioni con il divino nei luoghi numinosi assicurandosi cosĂŹ la protezione della legge sacra. La cittĂ romana fondata con il tracciamento del â solcoâ vive al suo interno un rapporto di conflitto, la volontĂ di stare (le mura sacre della cittĂ ), e la volontĂ di trasgredire, di andare, (la porta - Dio della porta è Giano). La città è il gran teatro delle relazioni umane, dice Cacciari, di quelle â armonicheâ e di quelle â polemicheâ . Lâuomo dentro la cittĂ vive costantemente due grandi desideri quello di stare, riconducibile alla domus, e quello della guerra, del polemos, degli interessi distinti (interessi, contra) che producono contrasti e polemiche. Per questo motivo nella polis è richiesto logos, lo strumento per costruire relazioni
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Stefano Castiglioni Presidente della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti
giuste e corrette, per dare il giusto valore al potere, medietas. Lâuomo della cittĂ se vuole evitare il polemos deve avere lâar-ma (da qui viene â ar-moniaâ , radice â arâ ), in altre parole il logos della parola per instaurare relazioni armoniche e non polemiche per costruire un luogo agonico (agon - buona competizione). Fino a qui una corsa, a volte storica a volte epistemologica, dentro la cittĂ per disvelarne il significato unico e grande della nostra cultura; lâuomo, immerso nelle sue relazioni, abita e inventa cittĂ . Tutto questo però sembra essere perso nella cittĂ post-metropolitana; lâidea cartesiana di riordino della cittĂ arriva a compiere le sue grandi trasformazioni attraverso gli sventramenti e le rifondazioni di modelli di urbanitĂ perfetti e ordinati. Niente piĂš integrazione (integrarsi significa patire la realtĂ ), la cittĂ moderna fa tabula rasa in senso nichilista, per liberarsi da ogni peso della storia ingombrante. Allâinizio del Novecento tutto diventa movimento e il futuro è â produzione di modernitĂ â , tutto viene prodotto ma calcolando. Lâintelligenza diviene calcolante e la vita diventa â nervosaâ (nervenlieben - intelletto nervoso), perchĂŠ la metropoli deve esaltare la produzione di innovatio. Da qui una sorta di uomo sotto shock, lâuomo traumatizzato e messo nel disagio, senza piĂš unâidea moderna di vita e di urbanitĂ , lâuomo che vive costantemente immerso in una â geografia di eventiâ casuali e senza misura (vita paradossale - determinazione delle occasioni). Il filosofo chiede allâarchitetto se mai saremo in grado di costruire nuovi luoghi colloidali, con ordini capaci di rigenerarsi e ricrearsi. Il nostro tempo ha bisogno di nuove identitĂ e non di grandi nostalgie che restaurino lâinfranto. Francesco Fallavollita
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Visita allâedificio bioclimatico dellâENEA e allâimpianto fotovoltaico del JRC
Conversazioni a cura di Antonio Borghi Intervista a Luca M olinari
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Con meno di quarantâanni Luca Molinari, una compagna e due figli, Simone e Lorenzo Rosso di 3 anni e mezzo e un anno e mezzo, è responsabile del settore architettura della Triennale di Milano, delle collane di architettura di Skira e dellâArchivio Portaluppi. Una eccezione nel sistema italiano che notoriamente non offre molti spazi ai cosiddetti â giovaniâ . Oltre alla bravura e alla fortuna, quali sono le scelte e le persone che ti hanno aiutato di piĂš nella tua carriera? Si è vero, si tratta di una dolorosa eccezione. Spesso è difficile non poter contare su controparti con la stessa storia generazionale e culturale; lâItalia avrebbe bisogno di forti iniezioni di esperienze innovative, magari cresciute in altri contesti europei e internazionali, come è per molti, bravi, giovani curatori, critici e architetti a cui non vengono date molte occasioni di esprimere queste potenzialitĂ . Dallâaltra mi piace pensare che la mia storia non sia solo un caso isolato ma il segnale di un cambiamento. Quanto agli incontri e alle scelte che mi hanno permesso di portare avanti questo percorso, mi piace ricordare Cesare Pellegrini con cui mi sono laureato e a cui devo lâamore per lâarchitettura intesa come complessitĂ voluttuosa, Alexander Tzonis con cui sto ancora lavorando al mio PhD, Vittorio Gregotti per avermi proposto a Skira ai suoi esordi e Massimo Vitta Zelman, uno dei pochi veri editori ancora presenti in Italia, Piero Maranghi che mi ha chiamato alla Fondazione Portaluppi per questa incredibile esperienza ed Augusto Morello che mi ha coraggiosamente chiamato alla Triennale. Tra le scelte invece è stata fondamentale quella di dedicarmi completamente alla scrittura, alla riflessione critica e alla volontĂ di affrontare la comunicazione e la promozione dellâarchitettura a un largo pubblico. Le tue esperienze internazionali (commissione per il premio Mies van der Rohe, giuria DARC per lâAtlante fotografico del territorio italiano, le relazioni con Berlage Institute, NAI, London Design Museum...) ti hanno fatto conoscere istituzioni analoghe alla Triennale nel resto del mondo. Al di lĂ dei soliti pregiudizi, quali sono le carenze e i vantaggi della Triennale sul mercato della cultura europea? Il principale vantaggio che la Triennale può ancora vantare nel contesto internazionale è la forza della sua storia. Questâanno la Triennale compie ottantâanni, un lungo periodo votato costantemente alla promozione dellâarchitettura e del design moderno, una identitĂ forte e unica. Inoltre è sempre interessante notare come intere genera-
zioni di progettisti siano passati dalla Triennale: Renzo Piano, Diller e Scofidio, Rem Koolhaas e Hani Rashid sono apparsi in pubblico per la prima volta proprio alla Triennale. Il suo grande limite è lâinstabilitĂ della sua struttura direzionale e curatoriale che rivolge allâesterno unâimmagine debole. Tutte le grandi strutture espositive internazionali hanno procedure organizzative e finanziarie molto piĂš dilatate nel tempo, e il limite dei tre anni è un grosso handicap nella possibilitĂ di perseguire programmi e relazioni comuni. A parte i paragoni, qual è la cosa piĂš bella e quella piĂš fastidiosa che hai trovato in Triennale? La sensazione piĂš fastidiosa è quel sentire comune che guarda allâEnte con disincanto e non con lâorgoglio di avere in cittĂ una delle piĂš importanti istituzioni internazionali per lâarchitettura e il design. Che si tratti di un amore segnato dai molti sogni spezzati? Non so ma, soprattutto quando ho cominciato, era tremendo sentire tanto cinismo nei confronti di una struttura che provava a rinascere dalle sue ceneri. Un sentimento di profonda disillusione che appesantiva ogni nostro sforzo, che ti fa sentire isolato in una cittĂ sempre piĂš distratta e disinteressata. Fa sempre male vedere che molti dei nostri bravi architetti, degli studenti e dei docenti universitari che vivono a Milano e in Lombardia partecipano poco alle tante occasioni che continuiamo a proporre. Dâaltra parte rimane forte lâorgoglio di fare parte di un gruppo che sta contribuendo alla rinascita di una struttura importante per la nostra comunitĂ . La Triennale ha sviluppato al suo interno unâincredibile capacitĂ di dare il massimo anche con risorse limitate, e ogni volta che si realizza una mostra o un evento si respira un poco della storia che ha segnato alcuni dei momenti piĂš alti della nostra cultura architettonica. Dunque siamo ancora i maestri dellâarte dellâarrangiarsi. Eppure la mia impressione di spettatore è quella di trovarmi di fronte una istituzione introversa, un cilindro dal quale non si sa mai che prodigi stiano per uscire. Scarso il rapporto col territorio e con altre istituzioni italiane o europee. Ă vero? Oppure è solo un problema di comunicazione? O dipende dalla tradizione introversa della cultura milanese, cultura di corti piĂš che di piazze... Negli ultimi anni la Triennale ha rafforzato le proprie relazioni internazionali con il Centre Pompidou (mostra Nouvel), con il Vitra (mostra Eames), con il NAI (prossima mostra sullâarchitettura olandese), il Premio Mies van der Rohe, il DAZ tedesco, il Design Center svedese e altri, importando ed esportando mostre, basti pensare al lungo tour della collezione permanente del design. Forse è un
problema di comunicazione e insieme di distrazione verso tutto quello che stiamo facendo. Comunque, per rendersi conto della mole di attivitĂ in programma, consiglio una visita al sito di Triennale. Come mai il nuovo allestimento è stato commissionato direttamente a Michele de Lucchi, il quale ristrutturerĂ anche altre parti dellâedificio, senza che si facesse un concorso? Non poteva essere questa lâoccasione per un messaggio di trasparenza nel rinnovamento alla cittĂ e un veicolo di comunicazione? Credo che sulla ristrutturazione del piano terreno si sia fatto molto rumore per nulla. Senza nulla togliere allâallestimento precedente, è nella storia della Triennale quello di distruggere e ricostruire continuamente, sennò ormai saremmo il museo della Triennale e non una struttura che ascolta e dialoga con la realtĂ contemporanea. Lâintervento di De Lucchi è stato uno dei segnali forti che la Triennale stava cambiando, rafforzando la propria immagine e i propri servizi al pubblico e in questo senso stiamo andando avanti. Contemporaneamente sono stati indetti alcuni piccoli concorsi a inviti per allestimenti di mostre e per il sito web, a segnalare un ritorno di attenzione al mondo della progettazione giovane. E poi quale migliore elemento di comunicazione che una struttura rinnovata con unâottima libreria, una bella caffetteria e presto anche un centro studi, un rinnovato salone dâonore e gli spazi riportati alla massima efficienza ed espressivitĂ ! Tra le novitĂ della Triennale vanno citate anche le Medaglie dâoro per lâarchitettura, ma non ti pare che di medaglie dâoro, come di Compassi dâoro, se ne diano un poâ troppi? La Medaglia dâoro per lâarchitettura italiana è una sola e lâha creata la Triennale che credo abbia la statura morale e istituzionale per darla. Lâarchitettura italiana contemporanea ha bisogno di un riconoscimento che vuol dire comunicazione delle migliori opere realizzate nel nostro Paese e la loro promozione allâestero. Lâarchitettura italiana ha bisogno di riconoscersi: le migliori committenze pubbliche e private devono essere stimolate a fare sempre meglio e a prendere definitivamente coscienza del valore civile della buona architettura. E veniamo finalmente alla tua ultima fatica: la mostra su Portaluppi. Ci racconti il concetto della mostra, il filo rosso che unisce la ricerca di tutti coloro che ci lavorano e che in ottobre potranno finalmente goderne lâallestimento? La mostra nasce da tre anni di lavoro supportato molto generosamente dalla Fondazione Portaluppi, una nuova realtĂ privata della cittĂ che si dedica allâapprofondimento di temi di architettura, design e in
generale alle culture figurative. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro che, insieme al comitato scientifico della Fondazione, ha finalizzato una complessa ricerca su uno dei personaggi piĂš problematici del Novecento italiano, Piero Portaluppi. Unâesperienza molto eccitante anche dal punto di vista critico e metodologico che ci ha permesso di partire dallâarchivio di Portaluppi, felicemente sopravvissuto al tempo e ai traslochi, di chiarire progressivamente lâattivitĂ di un progettista molto produttivo (piĂš di 1.000 lavori registrati) che ha inciso fortemente sullâimmagine della cittĂ di Milano. Basti pensare allâArengario, ai palazzi INA di piazza Diaz e via Torino, al restauro della Statale, di Santa Maria delle Grazie, al museo della Scienza e della Tecnica, a Brera, alla Banca Commerciale di fronte a San Fedele, al palazzo ad arco su corso di Porta Venezia e al planetario Hoepli, al restauro di casa Atellana, di palazzo Durini e del Seminario Maggiore per rendersi conto della pervasivitĂ della sua opera. Ma la mostra vuole anche essere fortemente problematica e comunicativa verso un pubblico piĂš vasto attraverso la bellezza dei materiali originali e la loro integrazione con video dâepoca dello stesso Portaluppi, con nuovi modelli e soprattutto con un allestimento pensato per rafforzare le tesi curatoriali. Per lâallestimento la Fondazione ha indetto un concorso a inviti vinto da Alessandro Scandurra con cui attualmente stiamo riflettendo in termini contemporanei sullâattitudine di Portaluppi verso la decorazione, lâattenzione stilistica per la facciata e il rapporto vitale con la storia. Lâallestimento è accompagnato dal progetto di comunicazione grafica di Daniele Ledda, con molte informazioni â paralleleâ che rafforzano la comprensione dellâepoca, dei committenti e di una domanda di modernitĂ e nuove forme che chiarisce il suo lavoro nel contesto degli anni Trenta italiani. La mostra cerca insomma di rendere conto della complessitĂ del mondo creativo e sociale di uno dei progettisti piĂš importanti dei primi decenni del secolo e allo stesso tempo vuol rompere la fastidiosa camicia di forza di personaggio â eclettico e fantasiosoâ che era stata costruita intorno a Portaluppi.
Riqualificazione dellâarea-sistema delle tre piazze di Casalpusterlengo (Lo) Le proposte riguardano la riqualificazione dellâarea-sistema delle tre piazze: piazza del Popolo, piazza Mercato e piazza della Repubblica, per gli spazi pubblici, il verde, la viabilitĂ e la funzione di cerniera tra la zona residenziale esistente, il nuovo P.P.S. di prossima attuazione e la zona mista artigianaleresidenziale di via Labriola. Dalla lettura del tessuto urbano, condizionato dalla presenza del Brembiolo, le tre piazze appaiono come invasi tra loro indifferenti e disarticolati. Procedendo dalla prima alla terza piazza, si percepisce una graduale frammentazione delle quinte urbane perimetrali: piazza del Popolo è circondata da edifici di valore storico e sociale, è la piazza
per eccellenza; piazza della Repubblica, delimitata da quinte urbane meno definite, appare come naturale espansione del parco Molazze, acquisendo il ruolo di piazzagiardino; piazza del Mercato, quasi del tutto priva di limiti urbani, assume la sua valenza grazie al margine aperto verso il Brembiolo, che le conferisce un ruolo di piazza naturalistica ed ambientale. I partecipanti al concorso sono stati 20. Quarto si è classificato Andrea Mantello e Flavio Pacchioni; 5° Paolo Favole; 6° Andrea de Eccher, con Giuseppe De Carlo, Rosario Di Rosa, Romana Kacic; 7° Marco Splendore; 8° Pier Alberto Ferrè; 9° Antonio Scorletti; 10° M. Cristina Garavelli.
rezza di ambiti e funzioni: attraversando piazza della Repubblica, coinvolgendo piazza della Torre per confluire in piazza del Popolo, questi segni urbani identificano in modo univoco le aree pedonali e quelle carrabili, riducendone le sovrapposizioni. La piazza del Mercato viene ripensata allâinterno di questo sistema lineare come una â terrazza naturalisticaâ rivolta verso il fiume. Le stesse â linee urbaneâ individuano e delimitano due sistemi del progetto con diversa valenza funzionale: un primo ampio sistema di carattere propriamente urbano, a contatto con la viabilitĂ e le aree di commercio, contiene gli spazi di percorrenza pedonale e ciclabile, le principali aree di ag-
gregazione (chiesa e teatro) e, allâoccorrenza, costituisce il luogo per le manifestazione cittadine; un secondo sistema di carattere prevalentemente naturale, con alberi, prato, aiuole verdi, integrate a sedute, si estende sulle 3 piazze, riportandovi il contatto con il fiume e il verde. Due differenti pavimentazioni si diffondono omogeneamente sui due sistemi rendendoli facilmente identificabili: lastre di basalto in filari di varia dimensione, individuano gli ambiti di progetto cui è attribuito un ruolo prevalentemente urbano; blocchetti di porfido montati a filari, costituiscono una trama a densitĂ â sfumataâ che, integrata al prato, individua le aree di piazzagiardino.
2° classificato Roberto Ventura, Antonio Molinelli, Roberto Pagani, Vittorio Uccelli, Alfonso Ventura
su piazza del Popolo, per assumere quello di perno della nuova configurazione urbana. Lâintervento della nuova piazza ingloba lâarea interposta occupata dai vari edifici a partire dal teatro, esaltando il ruolo e lâimmagine pubblica della futura biblioteca; si estende sino allâarea di piazza della Repubblica, consentendo di elevare gli edifici pubblici che vi prospettano alla dignitĂ degli elementi urbani della vicina piazza del Popolo. Il progetto adotta un sistema modulare capace di strutturare lâarea in maniera indipendente dalla specificitĂ dei manufatti edilizi che vi insistono: lâunitarietĂ dello schema progettuale e le scelte dei materiali, rappresentano gli elementi compositivi prevalenti, che aumentano le potenzialitĂ aggregative del nuovo sistema piazza. La pavimentazione della piazza grande viene realizzata prevalen-
Il progetto propone la scelta forte di unificare piazza del Popolo e piazza della Repubblica in unâunica â grande piazzaâ , una sorta di grande platea ove il â teatro della cittĂ â si autorappresenta in tutte le sue forme, tipologie e valenze simboliche: torre-pusterla (memoria e simbolo per antonomasia delle origini del paese); potere religioso e civile; â culturaâ , nelle diverse forme di memoria e storia (la biblioteca); di rappresentazione (il teatro); di esercizio e continuitĂ storica (scuole e circoli). Quale conseguenza di questa scelta progettuale, la torre-pusterla diventa matrice della nuova piazza estesa, modificando il suo ruolo, oggi solo marginalmente presente
1° classificato Emanuela Bulli, Massimo Manieri, Sonia Rizzo, Stefano Rubino, Fabrizio Silvestri, Francesca Tata Il progetto nasce dalla volontà di potenziare la naturale vocazione e le qualità dei luoghi, riorganiz-
zandone gli spazi per adeguarli alle nuove esigenze che nel tempo si sono manifestate. Linee dinamiche strutturano il progetto, individuano e sottolineano i flussi che percorrono e vivono il centro storico, restituendo al sistema delle piazze ordine e chia-
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Concorsi
A cura di Roberto Gamba
leggera rivestita di rame, con proporzioni (altezza in relazione alle dimensioni in pianta) tali da garantire riparo sia dal sole che dalla pioggia; è prevista una bucatura tale da consentire lo sviluppo di un albero di alto fusto (quale citazione del precedente giardino), ma soprattutto rendere piÚ piacevole la sosta giocando con luce ed aria.
Concorsi
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temente mediante il mattone disposto in varie forme e giaciture, abbinato alle lastre di granito alle quali è assegnato il compito di disegnare le varie campiture del modulo e la delimitazione; la pavimentazione delle aree esterne in cubetti di pietra (porfido o pietra di Luserna), secondo una disposizione indifferente al contesto; il coperto è una struttura metallica
attrezzabile multifunzionale, indistintamente elemento architettonico e tecnologico in grado di recepire le istanze del commercio ambulante (prese per la corrente elettrica, per lâacqua, ecc.). La struttura e i tagli, gli spazi vuoti nei giorni in cui il mercato non viene svolto, restano a segnare il territorio e a disegnare i percorsi ciclo-pedonali e carrabili come se fosse una grande impronta, come se, continuando la traccia del mercato, potessero renderlo visibile anche quando non câè. Particolare importanza assume il percorso ciclo-pedonale protetto che parte dal ponte sul Brembiolo di viale Cappuccini e arriva in piazza della Repubblica e da qui raggiunge attraverso i percorsi attrezzati il parco delle Molazze. Anche la pavimentazione fatta di grandi griglie rimovibili per la manutenzione della struttura e la pulizia settimanale del mercato, aiuta a ricordare lâattivitĂ svolta e suggerisce un facile attraversamento longitudinale delle piazze, costeggiato dal bosco denso che costituisce una parte di ombra piena. I grandi spazi di piazza del Popolo
e piazza Repubblica sono strutturati da pieni e vuoti che si contrappongono, tagli sottili o larghi che permettono gli attraversamenti. Sono volumi naturali che si giustappongono a quelli artificiali, fino a costituire un paesaggio sempre diverso. I pali di sostegno della struttura del mercato coperto, diventano, per esempio, elementi che, da un lato, portano la luce puntiforme nelle piazze, dallâaltro, servono a costruire lo scheletro di una pensilina di collegamento in piazza del popolo tra gli edifici storici e pubblici piĂš importanti, quasi a formare una sorta di foyer allâaperto davanti al teatro. Anche i materiali scelti per la costruzione, tradizionali secondo la cultura materiale del luogo, ma riproposti utilizzando tecnologie contemporanee a basso costo, il cemento lavato, contribuiscono alla rivisitazione dello spazio urbano secondo logiche progettuali differenti, strutturate piĂš dalla percettibilitĂ dello spazio costruito e dalla matericitĂ che crea il luogo che dallâutilizzo di materiali â nobiliâ per la realizzazione di una decorazione a pavimento.
Riqualificazione tessuto urbano della zona del centro di Marone (Bs)
3° classificato Barbara Ferrari, Alberto Bonecco, Davide Cerati, Enrico Guastaroba Lâelemento ordinatore delle tre grandi piazze è rappresentato dal segno forte e incisivo del mercato
in linea, che diventa una sorta di grande percorso, percepito e vissuto con continuitĂ , con fluiditĂ . A favorire lo svolgimento delle attivitĂ commerciali, si aggiunge una struttura permanente di copertura che diventa la spina attrezzata e
Il centro del Comune di Marone è disposto longitudinalmente sulla sponda bresciana del Sebino e la sua economia, un tempo basata sullâindustria laniera ed estrattiva, ha subito negli anni â60 un drastico ridimensionamento. Attualmente sono presenti due entitĂ industriali di media grandezza, una nel settore estrattivo/produttivo e lâaltra specializzata nella produzione di feltri per cartiere. Il commercio dispone di un limitato bacino dâutenza, con un numero contenuto di addetti; si regge sul consumo locale e, per taluni settori in misura ragguardevole, si reggeva sul transito lungo la Strada Statale 510 SO, che scorre allâinterno del centro. Lo spostamento a monte della statale, attuato alla fine del 2002, metterĂ sicuramente in crisi lâeconomia, basata sul transito ma renderĂ disponibile alla popolazione la porzione urbana di quellâarteria. Dâaltra parte essa, unitamente alla linea ferroviaria, era un osta-
colo in grado di creare una netta separazione del paese. Lâipotesi progettuale richiesta con il concorso è rivolta alla riqualificazione e ri-orientamento del tessuto urbano della zona del centro, in considerazione dei mutamenti strutturali e infrastrutturali che verranno indotti dallo spostamento della strada statale. I progetti hanno dovuto individuare modalitĂ di riqualificazione urbana, che possano rendere la strada litoranea fulcro di una nuova aggregazione e spazio da fruire per il transito, ma soprattutto per la sosta e il godimento del tempo libero. In questo contesto si tratterĂ di riutilizzare la ex SS 510 e riordinare le aree di sosta e parcheggio; sistemare i percorsi pedonali ed eventualmente prevedere la creazione di una pista ciclabile. Devono essere realizzati interventi di arredo urbano che inducano le persone a recarsi a Marone per scelta. Il lago deve diventare vei-
I partecipanti al concorso sono stati 12. La giuria era composta da Tranquillo Guerini, Paolo Ventura, Bruno Toneli, Carlo Fusari. Olre ai 4 concorrenti premiati, sono stati menzionati i progetti di: Roberto De Giorgis, Barbara Capodici, Mariateresa Capodici, Agostino Borinelli; inoltre di Marco Tisi, Fausto Cristini, Michele Cristini.
1° classificato Federico Acuto, Claudio Poli, Stefano Gaudimundo, Federico Cassani
palme, che costituisce una sorta di â colonnatoâ a delimitazione della piazza. Il percorso lungolago è cosĂŹ suddiviso: passeggiata pedonale, scandita da â palconcelli in legnoâ ovvero piccole aree di sosta pavimentate in legno circa ogni 20-25 m, con seduta e esemplare albero da fiore; ciascun â palconcelloâ è delimitato verso il paese da una piccola quinta rivestita in granito, con funzione di espositore; linea di parcheggi fisicamente separata dal passeggio pedonale da muriccioli in cemento martellinato o rivestiti in granito tipo â giallo Palauâ (h 1.00); corsello di transito, larghezza m 3.50 in smolleri di porfido del Trentino; spazi di sosta verso il fronte edificato, con verde e piantumazione esistente connessi al â percorso secondarioâ , che viene a creare una sorta di â isolaâ centrale a forma di fuso; piazzetta allâimboccatura di via XIV Maggio, con scala di accesso al percorso lungolago posto a quota +80 ca.; terminale del Parco F.lli Rosselli, riqualificato con piazzole e/o strutture temporanee per mercatino.
Il Lungolago Marconi acquista una nuova dimensione e respiro, connettendo i seguenti â luoghiâ : il Giardino di Villa Vismara opportunamente riqualificato e reso gradevole luogo di sosta e parte integrante dei percorsi museali, allestiti nella stessa Villa (strutture espositive allâaperto); il percorso interno al Complesso ex-Cittadini, che dĂ accesso ad una vera e propria â piazza internaâ sulla quale si aff acceranno gli spazi commerciali in gestione; lâaccesso ai nuovi pontili galleggianti per approdo temporaneo; la nuova piazza della Parrocchiale, integrata con il Sagrato e completata dal pontile del nuovo scalo della Navigazione e da una struttura â a sbalzoâ in ferro con piano di calpestio in legno, tale da formare un elemento figurativo unitario in forma di â Lâ . Inoltre, ulteriore elemento che connota lo spazio pubblico principale, è la piantagione di un filare di
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2° classificato ex aequo Francesco Cristini, Alberto Zecchini, Anna Carolina Fois La strada struttura lâintervento: viene resa urbana e adeguata a standard europei tramite aree di sosta, parcheggi, pista ciclabile, segnaletica efficace e arricchita dagli spazi che vi affiorano e la intersecano. Ă dalla strada che si capisce che qualche cosa è successo. Da automobilisti si diventa pedoni in parcheggi-giardino, â oasiâ di ulivi innestate sulla strada da dove si diparte il percorso pedonale verso il lago e dove anche la pista ciclabile si divide dalla strada principale. A sud e a nord due parcheggi delimitano la parte centrale del paese: da qui il percorso pedonale e quello ciclabile attraverseranno il giardino degli ulivi, il lungolago, il giardino di villa Vismara. Il lungolago: un giardino inteso sia come fascia di rispetto dal carattere urbano â quindi anche do-
mestico â sia come pontile e piastra che si percorre ondeggiando lievemente fra le case e lâacqua. Attraverso variazioni piĂš o meno marcate il giardino si trasforma da semplice pavimentazione di pietra o cemento con qualche filo dâerba ad unâaltra che ospita una vegetazione bassa con percorsi secondari in legno â sorta di orti domestici di fiori ed essenze profumate; ma il pavimento può fare riemergere lâacqua per mezzo di zampilli, vasche o esili rivoli fra lastre di pietra. Questa trama si intreccia con le strade che scendono a lago e che si prolungano su di esso divenendo pontili, belvedere e banchine per lâattracco temporaneo di battelli e di imbarcazioni private. La notte il giardino è giardino di luci, accoglienti e soffuse sulle diverse superfici. I colori cambiano ma rimangono protagonisti come la vegetazione, lâacqua e la pietra.
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colo di sviluppo economico nel settore del turismo e questo compito sarĂ facilitato dalla disponibilitĂ di unâestesa area pubblica comunale a lago. La superficie interessata dal concorso, si estende lungo la direttrice della SS 510, a partire dai resti della Villa Romana (IV sec. d.C.) fino alla prima galleria, in direzione Valle Camonica.
2° classificato ex aequo Giulio Lamperti, Alessandro Bazzoffia, Brunella Cappa, Giancarlo Messini
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Una segnaletica di grandi dimensioni è da collocare prima delle uscite di Marone lungo la nuova strada. Allâinterno dellâarea verde comunale, sita tra i resti della villa romana e il centro, si propone di realizzare un piccolo edificio, punto di riferimento per chi ama la bicicletta. Il restringimento della carreggiata consente la creazione di numerosi parcheggi e di una pista ciclo-pedonale separata dal traffico veicolare da unâaiuola piantumata. Si realizzano i marciapiedi in masselli autobloccanti tipo cubetto con finitura in granito, con fasce color antracite in corrispondenza delle alberature e dei passi carrai. La sede stradale e i parcheggi sono previsti in asfalto, fa eccezione lâarea adiacente allâabside della parrocchiale che diviene unâestensione della piazza a lago, pavimentata in pietra: qui la sede stradale è delimitata da dissuasori metallici. Il lungolago viene valorizzato dalla nuova pavimentazione in listoni di legno a tolda di nave, dai corpi illuminanti a stelo, dalle panchine di legno e da nuovi elementi di arredo. Elementi verticali, â totemâ , segnalano i luoghi di interesse, i due parchi e i resti della villa romana. Viene ridisegnato il parco di villa Vismara, recuperato il pergolato e realizzato un nuovo gazebo. Il rapporto con il lago e la spiaggia è stato considerato dal progetto proponendo una â aperturaâ del parco (che si trova ad una quota superiore e ora è collegat o da unâangusta scaletta) con una bassa
gradinata semicircolare rivolta verso il lago. Sia il parco che la spiaggia sono direttamente collegate al lungolago attraverso lâedificio ex-Cittadini (proseguendo il percorso del lungolago fino a villa Vismara) e, al piano terra, vi si propone una galleria commerciale (â galleria dellâolioâ ). Le grandi aperture che affacciano verso il lago danno accesso ad una grande terrazza con pavimentazione in legno. La galleria è pavimentata con chromofibre, un particolare impasto cementizio colorato, tagliato da fughe regolari; la terrazza, sostenuta da una struttura in acciaio, è pavimentata con lo stesso legno utilizzato per il lungolago. Si individua una grande piazza a lago pavimentata, raccordata allâattuale sagrato della parrocchiale da gradoni di pietra. Grandi fasce di marmo di Botticino martellinato disegnano le campiture, dimensionate in rapporto alla facciata della chiesa, allâinterno di esse verranno posate lastre di pietra arenaria grigia. La piazza è fiancheggiata da alberature e illuminata con lampioni a braccio, appesi alle case e con due â alberi della luceâ . Essi, insieme allââ albero del ventoâ del porto turistico, costituiscono dei nuovi segni nel fronte lago. Un palco-barca, â teatro del lagoâ , va attraccato di fronte alla facciata della chiesa. Nel parco F.lli Rosselli sono previste nuove piantumazioni, sentieri pavimentati, panchine e giochi per i bambini. Verso il lago si propone un nuovo volume, rivestito in legno, con strutture metalliche bianche, per bar, informazioni turistiche e circolo nautico con spazi chiusi al piano terra e una grande terrazza panoramica.
2° classificato ex aequo Valerio Vitali, Pietro Brianza, Marco Angelini, M arilena Tocchella, Nicola Bonissoni, Chiara Bonetti e Federico Rodella Il progetto prevede che la SS 510 Sebina Orientale diventi una strada urbana vera e propria con parcheggi lungo tutto il suo tracciato e con lâalberatura e la pista ciclabile in lato ovest. Il ridisegno in prossimitĂ della villa romana lascia la possibilitĂ di continuare gli scavi archeologici a conferma della discesa a lago della villa stessa. Il lungolago viene rigeometrizzato come un baluardo difensivo cinquecentesco che ridefinisce
lo spartiacque lago-piazza. I due estuari dei torrenti costituiscono i due rivellini che racchiudono il golfo di attracco del battello di linea. Il progetto dilata cosĂŹ lo spazio asciutto rubato al lago per aumentare la pedonabilitĂ . Niente lampioni: tutto il lungo lago sarĂ illuminato dagli edifici che lo costituiscono e da piccole luci non invasive, che segneranno i percorsi. Gli interventi puntuali sono per il parco dellâex-villa Vismara, che diviene centro civico ad uso pubblico; la pavimentazione lapidea del lungolago; una nuova struttura leggera ad uso bar ristorante; il ridisegno parco Rosselli ad uso anche di teatro allâaperto.
La nuova scuola materna di Piadena, in provincia di Cremona, è da relizzarsi in una zona di espansione relativamente recente, rispetto allâabitato storico del paese, il quale è caratterizzato da una densa edificazione a corte, disposta in linea lungo i tracciati delle strade di collegamento tra Cremona e Mantova, in direzione estovest e con Canneto sullâOglio, in direzione nord-sud. Lâarea oggetto di intervento, adiacente a quella ove sorge un asilo nido, si è sviluppata a partire dagli anni Sessanta del Novecento parallelamente allâasse principale della strada statale di attraversamento, prima che questa venisse sostituita con un raccordo di deviazione a nord del paese. La via, lungo la quale è impostato il lotto oggetto di questa progettazione, è caratterizzata da unâedilizia residenziale, nel tipo della casa singola a due piani con giar-
dino, per lo piĂš unifamiliare o bifamiliare, o in alcuni casi della palazzina plurifamiliare. La zona è lambita a sud dalla linea ferroviaria, che ne determina il margine meridionale. In questo contesto di recente formazione e basato sulla logica del lotto urbano, sono ancora leggibili le tracce dellâorganizzazione agricola del territorio, segnato dal sistema dei canali di irrigazione. Il bando prevedeva che la struttura fosse dimensionata per una utenza media di 80 bambini ed un massimo di 100. Il costo di realizzazione dellâintervento è stato preventivato nel bilancio pluriennale in oltre 900.000 Euro. I partecipanti sono stati 18. La giuria era composta da Danio Grandi, Stefano Assandri, Alfio Lucchini, Roberto Pedroni, Federica Fappani, Enzo Dalla Bona, Gabriella Selvatico.
agli edifici esistenti di superare lâattuale condizione di â retroâ e chiusura nei confronti dei complessi scolastici risanando lâattuale condizione di criticitĂ ambientale. Il nuovo edificio sarĂ quindi composto in modo che venga mantenuto lâallineamento al corpo principale del fabbricato esistente, costruendo una â direttriceâ dalla quale sono state scomposte le regole architettoniche che hanno
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2° classificato Angelo Galvani, Claudio Bernardi, Donata Cozzani
1°classificato Giovanni Conti, Emilio Comencini, Angelo Volpi Priorità è stata conferita a semplicitĂ e purezza nella scelta delle forme architettoniche; integrazione con il costruito esistente e ricerca dellâottimale orientamento solare dellâedificio; razionale ripartizione degli spazi a servizio delle attivitĂ del complesso esistente e della nuova scuola ma-
terna, con separazione, anche allâesterno, degli spazi frequentati dal personale, docente e non, e dagli utenti (spazio servito-spazio servente); comunicazione tra ambiente esterno ed interno con la realizzazione di patii, vetrate, aree verdi che possano garantire una continuitĂ didattica tra aperto e chiuso; proposte di seconda fase: recupero dellâarea del â Cavo Maggioâ per la realizzazione di una ciclo-pedonale che permetta anche
prodotto la distribuzione degli spazi e degli ambienti. Il tema della scomposizione modulare della forma rettangolare, elemento fondamentale del progetto, si ripete e permette di lavorare armonicamente anche sulla sistemazione delle aree esterne. Allâingresso della futura scuola si accederĂ imboccando la nuova strada dal lato opposto dellâingresso al â Nidoâ .
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Nuova scuola materna comunale a Piadena (Cr)
La definizione dellâorganismo edilizio è avvenuta sulla base dellâindividuazione dei nuclei funzionali caratteristici, il cui assemblaggio ha definito uno schema compositivo che prevede, per le sezioni, una tipologia a blocco. Esse si articolano secondo una simmetria ribaltata, con interposte delle zone a patio, vetrate sui tre lati, creando uno stacco centrale sul quale si affacciano; tale ambiente riceve luce dallâalto e dalle aperture laterali. Ortogonalmente una â manicaâ si aggancia allâedificio dellâasilo, per consentire la continuitĂ dâuso e prosegue innestandosi nello spazio centrale del blocco, espandendo i percorsi. Ad est unâappendice simmetrica definisce lâa-
rea dâingresso e gli spazi per il personale. Lâedificio posto su un unico livello, garantisce per ciascuna sezione il contatto continuo con lâesterno, e da un punto di vista architettonico la scelta di ampie vetrate a limitare il perimetro delle aule ne sottolinea il rapporto. Affinchè le attivitĂ si possano svolgere anche allâaperto è stato organizzato uno spazio porticato e pavimentato comune a due sezioni e idoneo ad assolvere un ruolo di mediazione fra interno ed esterno. La nuova costruzione occupa il lotto secondo uno schema a croce: in direzione est-ovest si estende il braccio che configura lâaggancio, funzionale e strutturale, con una porzione dellâasilo nido, in direzione nord-sud si sistemano, come in un geometrico tassello, i corpi delle quattro sezioni di progetto. Lâarticolazione tecnica, di servizio
e di funzione connettiva che il corpo a manica definisce, rappresenta il supporto per lo sviluppo degli spazi vitali della scuola; da esso si dipanano seguendo un andamento simmetrico e rotatorio,
gli ambiti destinati alle aule, con le loro diversificate funzionalitĂ e in esse si concentrano gli spazi per le attivitĂ libere, fulcro semantico di una scuola che si pone in termini dialettici con lâintorno.
3° classificato Carlo Cassanelli, Anna Bonanno, Horacio Paonessa
spazi di passaggio ricorrenti nellâarchitettura lombarda storica (i portici, i loggiati) ed uno spazio interno con caratteristiche peculiari di luminositĂ dallâalto e di mutante percettivitĂ in relazione allâattraversamento di luoghi diversamente caratterizzati e improntati alla compenetrazione con gli spazi esterni. Trasversalmente lâedificio è caratterizzato dallâalternarsi di volumi parallelepipedi che compongono lâimpianto architettonico a pettine, scandito da corpi di fabbrica semplicemente intonacati e architettonicamente neutrali (il corpo di ingresso, quello dei servizi per i bambini) e da volumi eminenti di maggiore altezza e forza espressiva, segnati da setti murari rivestiti di pietra e da un accentuato effetto chiaroscurale in corrispondenza di ampie vetrate (le aule, lâaula per le attivitĂ motorie, il refettorio).
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Il nuovo edificio intende sviluppare distributivamente il tema del collegamento funzionale con lâasilo nido mediante lâorganizzazione della nuova costruzione della scuola materna secondo un asse connettivo in direzione est-ovest, che determina gli accessi, gli spazi di distribuzione e quelli funzionali. Dal punto di vista architettonico, la nuova costruzione si pone lâobiettivo della chiarezza costruttiva e della semplificazione del linguaggio del costruito, sia in relazione al contesto urbano che non presenta particolare complessitĂ urbana, sia in relazione alla destinazione dâuso. Lâimpianto architettonico è determinato longitudinalmente al lotto dallâasse distributivo, la cui architettura genera unâimmagine fittamente ritmata, che allude agli
Concorso di idee per la riqualificazione del centro urbano di Stradella (Pv) Stradella, in provincia di Pavia, sorge nella pianura, ove si aprono le colline dellâOltre Po, proprio dove sfocia la ricca valle della Versa. Il concorso di idee, bandito dal Comune, nellâautunno scorso e coordinato da Claudio Civardi, ha avuto lâobiettivo della riqualificazione estetica del centro urbano, con interventi che hanno riguardato alcune vie (Chiozzi, rampe Pascoli, Carducci, Leopardi) e unâarea in via Marconi, antistante una fontana. Le funzioni delle vie (disimpegno viabilistico agli accessi carrai, accesso alle unitĂ immobiliari, ecc.) hanno dovuto essere rispettate, ma hanno potuto essere per buoni motivi arricchite, corrette e regolamentate in vista di 1° classificato Carlo Sozzi, Walter Bosoni, Stefano Antonelli La volontĂ del progetto, pur mantenendo le stesse possibilitĂ di attraversamento dei luoghi, ambisce a rallentarne il percorso o meglio a dare la possibilitĂ , a chi vuole riappropriarsi di questi, di poterlo fare in modo piĂš agevole. I materiali come il ciottolato di fiume, i cubetti di porfido, il granito di Montorfano, le piante e fiori, il vetro colorato riciclato o il tema dellâacqua manifestano visivamente lo spazio collettivo. La fontana dei 4 cannoni, in via Marconi, â fonteâ di controversie storiche per dominio dellâacqua, ha perso la sua identitĂ architettonica, il suo aspetto funzionale e, con il frastuono del traffico, anche lâaspetto romantico dello scrosciare. Il progetto prevede il rallentamento obbligato dalla pavimentazione rialzata che funge da dissuasore; la stessa lama dâacqua rimanda allâorigine e fa sentire questo spazio urbano. Il segno dâacqua che proseguendo porta al Palazzo Municipale si riconsegna al dominio della ComunitĂ ivi rappresentato.
un migliore uso, anche con proposte di convenzionamento con gli esercizi commerciali che su queste vie hanno il retro dei negozi. Lâobiettivo di riqualificazione, enunciato nel bando, aveva compreso lâattenzione alla sostenibilitĂ economica ed ecologica dellâintervento e lâattenzione al quadro storico, paesaggistico e sociale delle vie e dellâabitato. Il costo delle opere non doveva superare i 500.000 Euro. Sono stati presentati undici progetti e la giuria (Maurizio Visponetti, Antonia Meraldi, Pierangelo Lombardi, Anna Maria Rogledi, Marco Bosi, Luca Micotti, Fabrizio Sisti) ha premiato i progetti qui presentati e ha segnalato il lavoro di Carlo Abelli.
Lâintervento prevede la ridefinizione del suolo che diventa elemento architettonico, con la ricerca di elementi geometrici e cromatici che, integrandosi tra loro, creano movimento e armonia esaltando gli edifici esistenti (arredo urbano: illuminazione, cestini, panchine e coperture mobili). La riqualificazione dellâarea fontana in via Marconi avviene attraverso lâestensione dei limiti della piazza portandoli a ridosso del palazzo municipale. Lâintegrazione avverrĂ con lâadozione di pavimentazione in acciottolato e cordoli in granito formanti figure geometriche e con lâinnalzamento
della quota del livello della strada, fino alla soglia di accesso al Palazzo Isimbardi. Saranno adottati elementi di arredo quali una panca e un supporto in granito per lâalloggiamento di un cristallo raffigurante lâantica piazza. Si suddivide lâintervento in due parti storicamente differenti, la rampa Pascoli e la rampa Carducci di forte valore storico e la rampa Leopardi, di recente formazione. Si prevede un collegamento tra la Rampa Pascoli e Carducci tramite la valorizzazione del giardino retrostante la Chiesa. La delimitazione delle rampe verrĂ realizzata con muretti in mattoni e cancellate in ferro. Sulla rampa Leopardi, un edificio in acciaio e cristallo contenente due ascensori, su differenti livelli, sostituisce lâattuale scalinata.
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41 2° classificato Giuseppe Bruni, Federico Losio, Marco Montagna, Franco Nicolai, Debora Perina, Lorenza Torlaschi
3° Classificato Mattia Muccioli, Mirco Eusepi, Luigi Liverani La proposta progettuale vuole avere un duplice aspetto: da una parte cucire e collegare le aree di intervento con quei luoghi e spazi del centro giĂ di forte connotazione; dallâaltra dare una propria identitĂ e riqualificazione alle zone
oggetto di studio. Complessivamente è stata data molta importanza allâuso di vegetazione, allâilluminazione, rigorosamente a basso consumo energetico, e agli elementi di arredo urbano. Per le pavimentazioni sono state proposte soluzioni con materiali lapidei e trame di tradizione locale.
Legislazione a cura di Walter Fumagalli
Professione e Aggiornamento
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La normativa in tema di architettura sostenibile: a che punto siamo Ă difficile negare che in tema di â architettura sostenibileâ sia mancata in questi anni unâevoluzione normativa consona allâimportanza che il fenomeno è andato assumendo. Invero è indubbio che lâargomento difficilmente si presta ad essere regolato attraverso lâintroduzione di una disciplina organica. Si tratta infatti di una definizione che comprende una gamma molto vasta di attivitĂ , se per â architettura sostenibileâ si intende lâutilizzo di tecniche costruttive caratterizzate da una particolare attenzione alla salvaguardia e al miglioramento dellâambiente. Vi è poi da considerare che la disciplina in tema di architettura â sostenibileâ finisce inevitabilmente con lâintrecciarsi con quella concernente lâarchitettura â tradizionaleâ (e lâesistenza di questa distinzione giĂ induce a riflettere); il che peraltro rende spesso disagevole per gli operatori reperire le norme in materia edilizia che si occupano di â bioarchitetturaâ . Ciò non toglie che lâevoluzione normativa in materia, che ha riguardato soprattutto le tematiche del contenimento del consumo energetico, non sembra davvero essere andata di pari passo con lâaccresciuta attenzione alle problematiche ambientali da parte dellâopinione pubblica e di molti operatori del settore edilizio. A livello nazionale il principale intervento normativo, la Legge 9 gennaio 1991 n. 10, risale ad oltre dodici anni fa e riguarda lâutilizzo razionale dellâenergia, anche sotto il profilo del contenimento dei consumi nei fabbricati e dello sviluppo di fonti rinnovabili di energia. Le disposizioni della Legge n. 10/1991 che piĂš direttamente attengono al consumo energetico negli edifici sono state ora trasfuse nel capo sesto della seconda parte del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, entrato in vigore lo scorso 30 giugno. In particolare lâarticolo 123 del Testo unico dellâedilizia, richiamando la disciplina di cui allâarticolo 26 della Legge n. 10/1991, prevede:
⢠lâesonero dal pagamento del contributo di costruzione per la realizzazione di â nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazione, relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e allâuso razionale dellâenergiaâ ; ⢠lâinsussistenza della necessitĂ di unâautorizzazione specifica per gli interventi di utilizzo di fonti rinnovabili di energia in edifici ed impianti industriali e lâassimilazione degli stessi agli interventi di manutenzione straordinaria a tutti gli effetti; ⢠lâobbligo di progettare e mettere in opera gli edifici pubblici e privati ed i relativi impianti in modo da contenere al massimo, in relazione al progresso della tecnica, i consumi di energia termica ed elettrica i cui limiti massimi, con riferimento a ciascuno dei comuni italiani, sono stati stabiliti a mezzo di un decreto emanato in attuazione della stessa Legge n. 10/1991; ⢠con riferimento agli edifici di proprietĂ pubblica o adibiti ad uso pubblico, lâobbligo di soddisfare il fabbisogno energetico degli stessi favorendo il ricorso a fonti rinnovabili di energia o assimilate â salvo impedimenti di natura tecnica od economicaâ e di prevedere, nellâambito della progettazione di nuovi edifici pubblici, â la realizzazione di ogni impianto, opera ed installazione utili alla conservazione, al risparmio e allâuso razionale dellâenergiaâ . Alla prova dei fatti non sembra che fino ad oggi le norme della Legge n. 10/1991, ora riprese dal Testo unico dellâedilizia, abbiano fornito i risultati sperati. Probabilmente ciò si deve da un lato al fatto che si tratta di una legge che contiene importanti e condivisibili princĂŹpi, ma che in molti casi non identifica gli strumenti mediante i quali dare effettiva attuazione agli stessi, dallâaltro alla circostanza che evidentemente le disposizioni ivi contenute, volte ad incentivare lâutilizzo di fonti rinnovabili di energia ed il risparmio di energia, hanno dimostrato uno scarso â appealâ . Un discorso in parte diverso vale invece per quanto riguarda la legislazione in tema di contenimento dei consumi energetici, che diverse regioni hanno introdotto nel corso degli ultimi anni. Dapprima la Regione Lombardia, con la Legge regionale 20 aprile 1995 n. 26, presto seguita su que-
sta strada dal Veneto e dalla Puglia, ha previsto che i tamponamenti perimetrali, i muri perimetrali portanti, i tamponamenti orizzontali e i solai delle nuove costruzioni (ed a certe condizioni anche degli edifici giĂ costruiti) che comportino spessori complessivi superiori a 30 centimetri, per la parte eccedente tale misura e fino ad un massimo di ulteriori 25 centimetri non sono considerati nei computi per la determinazione dei volumi e dei rapporti di copertura, se il maggior spessore contribuisce al miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica. Successivamente la Regione Lombardia ha approvato un ulteriore provvedimento normativo, nel dichiarato intento di contenere il consumo di nuovo territorio e di favorire la messa in opera di interventi tecnologici per il contenimento dei consumi energetici. Si tratta della nota (e discussa) Legge regionale 15 luglio 1996 n. 15, successivamente â interpretataâ e modificata dalle Leggi regionali n. 22/1999 e 18/2001, sul recupero a fini abitativi dei sottotetti esistenti, anchâessa presto ripresa da altre regioni, quali lâEmilia-Romagna ed il Piemonte. Questa rivista si è giĂ occupata dei dubbi di legittimitĂ costituzionale che tale normativa suscita, e che sono stati peraltro sollevati davanti alla Corte Costituzionale dal Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, nonchĂŠ delle problematiche che essa sta comportando in sede di applicazione. Limitando invece il discorso agli argomenti oggi in esame, è da rilevare che lâArticolo 3 comma 5 della legge stabilisce che il progetto di recupero ai fini abitativi deve prevedere idonee opere di isolamento termico anche ai fini del contenimento dei consumi energetici dellâintero fabbricato. Dallâanalisi complessiva della Legge regionale n. 15/1996, appare peraltro evidente che il contenimento dei consumi energetici non rappresenta il fine primario che la legge intende perseguire, che deve piuttosto essere identificato con la possibilitĂ di utilizzare, a determinate condizioni, i locali sottotetto a fini abitativi. Aperture piĂš decise (e piĂš univoche) verso le tematiche ambientali in materia edilizia si possono riscontrare nelle normativa rego-
lamentare di alcune amministrazioni locali. In particolare i regolamenti edilizi di diversi comuni, talora sulla base di un regolamento edilizio tipo regionale come in Emilia-Romagna, hanno introdotto norme volte ad incentivare il ricorso a soluzioni architettoniche finalizzate a salvaguardare e possibilmente a migliorare lâambiente. CosĂŹ taluni regolamenti edilizi comunali hanno reso obbligatori determinati interventi finalizzati al contenimento del consumo energetico e del consumo idrico. A fianco di tali previsioni obbligatorie sovente tali regolamenti prevedono una serie di indicazioni ulteriori, ad esempio relativamente allâuso di materiali naturali e biocompatibili nelle costruzioni o, per converso, al mancato utilizzo di materiali potenzialmente nocivi per la salute umana (pur in assenza di disposizioni normative che ne inibiscano lâimpiego) o comunque â non ecologiciâ , come ad esempio plastica e polistirolo. Spesso il rispetto di tali indicazioni è incentivato da previsioni di favore per coloro che vi si conformano, quali ad esempio sconti sui contributi concessori ovvero esclusione dal computo ai fini volumetrici degli interventi volti alla realizzazione di impianti finalizzati al risparmio energetico, allo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili e allâimpiego di tecnologie bioclimatiche. Dando uno sguardo al futuro appare lecito sperare in una crescente attenzione da parte del legislatore nei confronti delle tematiche relative allâarchitettura sostenibile, anche in considerazione del ruolo positivo che lâUnione Europea può giocare in tal senso. Per quanto riguarda in particolare il contenimento dei consumi energetici negli edifici, gli Stati membri dellâUnione Europea saranno tenuti a dare attuazione alla direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 16 dicembre 2002 n. 2002/91, adottando entro il 4 gennaio 2006 le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva stessa. Tale direttiva fornisce alcune indicazioni metodologiche per il calcolo del rendimento energetico degli edifici, che successivamente dovranno essere applicate a livello nazionale e regionale da ciascuno
Riccardo Marletta
La decadenza del permesso di costruire e della denuncia di inizio di attivitĂ Rinvia oggi rinvia domani, alla fine il Testo Unico sullâedilizia è (quasi per intero) entrato in vigore: a partire dal 30 giugno 2003, infatti, il D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380 è diventato operativo, con lâunica eccezione delle disposizioni contenute nel Capo V della Parte seconda che, salvo ulteriori rinvii, entreranno in vigore il 1° gennaio 2004 (cosĂŹ ha stabilito lâarticolo 4 del Decreto Legge 24 giugno 2003 n. 147). Fin dai primi giorni di applicazione del Testo Unico, gli operatori del settore hanno dovuto fare i conti con alcune novitĂ di non poco rilievo: una di queste è la disciplina della decadenza del permesso di costruire. Prima dellâentrata in vigore del Testo Unico lâargomento era disciplinato dallâarticolo 4 della Legge 28 gennaio 1977 n. 10, nonchĂŠ dallâarticolo 10 della Legge 6 agosto 1967 n. 765 che aveva sostituito lâarticolo 31 della Legge 17 agosto 1942 n. 1150. Sostanzialmente, tali norme stabilivano quanto segue: ⢠nelle concessioni edilizie dovevano essere fissati i termini per lâinizio e per lâultimazione dei lavori assentiti; ⢠il termine per lâinizio dei lavori non poteva essere superiore ad un anno dalla data di rilascio della concessione, e non era prevista la
possibilitĂ di prorogarlo; ⢠il termine per lâultimazione dei lavori, entro il quale le opere dovevano essere abitabili o agibili, non poteva essere superiore a tre anni dalla data di rilascio della concessione fermo restando che un periodo piĂš lungo poteva essere accordato per le opere di mole considerevole oppure caratterizzate da particolari caratteristiche tecnico-costruttive, oppure per le opere pubbliche il cui finanziamento fosse previsto in piĂš esercizi finanziari; ⢠la proroga del termine di ultimazione dei lavori poteva essere concessa esclusivamente per fatti estranei alla volontĂ del concessionario, che fossero intervenuti a ritardare i lavori durante la loro esecuzione; ⢠una particolare ipotesi di decadenza della concessione edilizia (introdotta allorquando il termine per lâultimazione dei lavori ancora non esisteva, e divenuta abbastanza infrequente da quando lâarticolo 4 della Legge n. 10/1977 ha previsto detto termine), si verificava inoltre nel caso di entrata in vigore di previsioni urbanistiche contrastanti con il contenuto della concessione stessa, salvo che i relativi lavori fossero stati giĂ iniziati e venissero completati entro tre anni dal loro inizio. Queste regole, entrate in vigore in un periodo in cui lâautorizzazione edilizia ancora non esisteva, valevano anche per le opere soggette a questâultima. Oggi invece la materia è interamente regolamentata dallâarticolo 15 del Testo Unico, intitolato appunto â efficacia temporale e decadenza del permesso di costruireâ . Questa norma conferma che il permesso di costruire (nuovo istituto che ingloba in sĂŠ tanto la concessione quanto lâautorizzazione edilizia) deve indicare i termini di inizio e di ultimazione dei relativi lavori, cosĂŹ come conferma che il termine per lâinizio non può essere superiore ad un anno dal rilascio del titolo. A differenza dellâarticolo 4 della Legge n. 10/1977, però, lâarticolo 15 del Testo Unico stabilisce che il termine di ultimazione dei lavori non può essere superiore a tre anni â dallâinizio dei lavoriâ , e non dal rilascio del titolo abilitativo. Inoltre lâarticolo 15 non prevede la possibilitĂ di fissare un termine piĂš ampio per lâultimazione dei lavori, neppure nei casi in cui tale facoltĂ era contemplata dallâarticolo 4 della Legge n. 10/1977, casi che invece (come meglio si vedrĂ fra breve) lâarticolo 15 prende in considerazione ai fini della concessione dellâeventuale proroga. Il secondo comma dellâarticolo 15 stabilisce che entro il termine di ultimazione dei lavori â lâopera deve essere completataâ , ma a differenza dellâarticolo 4 della Legge n. 10/1977 non chiarisce quando unâopera possa ritenersi â completataâ , ed in particolare non chiarisce se a tal fine sia sufficiente che essa abbia raggiunto uno stadio
di avanzamento tale da poter essere considerata abitabile o agibile: il fatto che tale precisazione non sia stata inserita nel testo della nuova norma, potrebbe lasciar intendere che detto criterio non possa piĂš essere applicato. Lâarticolo 15 è invece chiaro laddove stabilisce che â decorsi tali termini il permesso decade di diritto per la parte non eseguita, tranne che, anteriormente alla scadenza, venga richiesta una prorogaâ . Da un lato, dunque, si conferma il principio piĂš volte enunciato dalla Magistratura con riferimento alla concessione edilizia secondo cui, allo scadere del termine di legge, la decadenza opera automaticamente senza necessitĂ di un provvedimento esplicito del Comune, per cui le opere eseguite dopo tale termine sono da considerare alla stessa stregua delle opere realizzate senza permesso di costruire, ancorchĂŠ il Comune non abbia ancora dichiarato la decadenza di questâultimo. Dâaltro lato la norma stabilisce che, per evitare la decadenza del permesso, è sufficiente che prima dello spirare del termine lâinteressato presenti al comune una richiesta di proroga del titolo abilitativo. In questo caso, essendo questâultimo ancora operativo, nulla impedisce al suo titolare di realizzare le relative opere anche dopo la scadenza dei termini di legge, fino a quando il comune si sia pronunciato sulla richiesta di proroga. Se poi la proroga viene concessa le opere possono proseguire, mentre se viene rifiutata esse devono essere interrotte, ferma restando la regolaritĂ di quelle realizzate prima del provvedimento di diniego. Ma quando è possibile prorogare i termini del permesso di costruire? Su questo punto il testo del secondo comma dellâarticolo 15 è tuttâaltro che felice, ed è forse frutto di una svista del suo estensore, che nel riprodurre il previgente articolo 4 della legge n. 10/1977 sembra aver confuso i presupposti indispensabili per la concessione della proroga, con quelli indispensabili per la fissazione di un termine di ultimazione dei lavori superiore a tre anni. Da un lato, infatti, ai sensi del citato secondo comma sia il termine di inizio dei lavori, che il termine di ultimazione â possono essere prorogati, con provvedimento motivato, per fatti sopravvenuti estranei alla volontĂ del titolare del permessoâ , mentre dallâaltro la norma stabilisce che â la proroga può essere accordata, con provvedimento motivato, esclusivamente in considerazione della mole dellâopera da realizzare o delle sue particolari caratteristiche tecnico-costruttive, ovvero quando si tratti di opere pubbliche il cui finanziamento sia previsto in piĂš esercizi finanziariâ . Ă evidente che, le due disposizioni sono fra di loro contraddittorie e si elidono a vicenda, giacchĂŠ per definizione la mole dellâopera, le
sue particolari caratteristiche tecnico-costruttive e le sue modalitĂ di finanziamento, oltre ad essere circostanze che al massimo potrebbero giustificare la proroga del termine per lâultimazione dei lavori e non del termine per il loro inizio, non possono costituire â fatti sopravvenuti estranei alla volontĂ del titolare del permessoâ . Stando cosĂŹ le cose, a rigore di legge il permesso di costruire non potrebbe essere mai prorogato, il che evidentemente è assurdo: è quindi urgente un intervento del legislatore che elimini tale assurditĂ . Resta comunque il fatto che il provvedimento di proroga, ove risulti ammissibile, deve spiegare in modo esauriente, con specifico riferimento al caso concreto e rifuggendo da clausole di stile preconfezionate, le ragioni per cui si ritenga che sussistano i presupposti necessari per prorogare la validitĂ del permesso di costruire. In caso di intervenuta decadenza del permesso, il terzo comma dellâarticolo 15 stabilisce che â la realizzazione della parte dellâintervento non ultimata nel termine stabilito è subordinata al rilascio di nuovo permesso per le opere ancora da eseguire, salvo che le stesse non rientrino tra quelle realizzabili mediante denuncia di inizio di attivitĂ ai sensi dellâarticolo 22, nel qual caso (la norma non lo dice espressamente, ma è intuitivo) anzichĂŠ munirsi di un nuovo permesso lâinteressato può presentare la denuncia di inizio di attivitĂ . In entrambe le ipotesi, comunque, la â parte dellâintervento non ultimata nel termine stabilitoâ può essere realizzata, solamente se risulti conforme alla normativa urbanistico-edilizia ad essa applicabile al momento del rilascio del nuovo permesso di costruire, ovvero alla scadenza del trentesimo giorno successivo alla presentazione della denuncia di inizio di attivitĂ (termine, questâultimo, che pare lecito desumere dagli articoli 39, comma 5-bis, e 40, comma 4bis del Testo Unico, introdotti dallâarticolo 1 del Decreto Legislativo n. 301/2002). In entrambe le ipotesi, inoltre, per la parte non ultimata â si procede altresĂŹ, ove necessario, al ricalcolo del contributo di costruzioneâ . Lâultimo comma dellâarticolo 15 conferma infine la disposizione ormai divenuta abbastanza obsoleta, in forza della quale â il permesso decade con lâentrata in vigore di contrastanti previsioni urbanistiche, salvo che i lavori siano giĂ iniziati e vengano completati entro il termine di tre anni dalla data di inizioâ . In proposito non va dimenticato che una â previsione urbanisticaâ entra in vigore solamente dopo aver definitivamente concluso il proprio procedimento di approvazione, e che pertanto non è a tal fine sufficiente che essa sia stata adottata dal consiglio comunale (per la distinzione tra strumenti ur-
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degli Stati membri, onde pervenire alla determinazione di precisi requisiti di rendimento energetico, differenziati a seconda che si tratti di edifici di nuova costruzione ovvero di edifici giĂ esistenti. La direttiva prevede altresĂŹ lâistituzione di un attestato di certificazione energetica con lâindicazione dei dati che consentano, al futuro acquirente o locatario, di valutare il rendimento energetico di un immobile e di raffrontarlo con quello di altri edifici, e dovrĂ altresĂŹ contenere raccomandazioni per il miglioramento del rendimento energetico in termini di costi e benefici. Resta tuttavia da stabilire, e la direttiva non fornisce indicazioni su questo punto non certo secondario, quali saranno le conseguenze derivanti dallâeventuale mancato rispetto dei requisiti di rendimento energetico previsti dalla direttiva medesima; in particolare si tratta di comprendere se in tal caso potrĂ essere negato il permesso di costruire per le nuove edificazioni e quali siano gli strumenti attraverso i quali perseguire lâadeguamento degli edifici esistenti ai requisiti in questione.
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banistici â vigentiâ e strumenti urbanistici solo â adottatiâ , vd. anche gli articoli 12 e 23 del Testo Unico). Venendo ora alla denuncia di inizio di attivitĂ , lâarticolo 23 del Testo Unico (cosĂŹ come sostituito dallâarticolo 1 del Decreto Legislativo 27 dicembre 2002 n. 301) si limita a disporre che â la denuncia di inizio di attivitĂ (...) è sottoposta al termine massimo di efficacia pari a tre anniâ , senza disporre alcunchĂŠ in merito al termine massimo per lâinizio dei lavori, ai presupposti per la concessione di una proroga, ed agli effetti della scadenza dei termini. In proposito, con riferimento alla legislazione previgente, la giurisprudenza aveva ritenuto che, poichĂŠ â (...) non risulta previsto specificamente, a pena di decadenza della D.I.A., un termine di inizio dei lavori, ma solo quello finale di tre anni (...) allâattivitĂ edilizia a seguito di presentazione della D.I.A., in assenza di specifiche previsioni, debba essere applicata la medesima disciplina che regola le edificazioni subordinate alla concessione edilizia, ai sensi dellâart. 4, comma 10, della Legge n. 493/93â , ivi compresa la normativa che regola il termine annuale di inizio dei lavori, e pertanto era giunta alla conclusione che il provvedimento di decadenza in quella sede contestato, â espressione dei permanenti poteri di vigilanza che, nel pubblico interesse, sono attribuiti allâAmministrazione in ordine allâesecuzione dellâopera autorizzata, sia stato emanato nel rispetto della disciplina ediliziaâ (T.A.R. Lombardia, Brescia, 14 gennaio 2003 n. 27). Tale orientamento si fondava però sullâarticolo 4.10 della Legge n. 493/1993, ai sensi del quale â lâesecuzione delle opere per cui sia esercitata la facoltĂ di denuncia di attivitĂ (...) è subordinata alla medesima disciplina definita dalle norme nazionali e regionali vigenti per le corrispondenti opere eseguite su rilascio di concessione ediliziaâ . Nel Testo Unico, invece, non è dato reperire una disposizione di analogo contenuto, per cui sarĂ ancora una volta la giurisprudenza a dire la parola decisiva sullâargomento. Nellâattesa, sarĂ buona regola agire con prudenza, ed iniziare entro un anno anche i lavori fatti oggetto delle denuncie di inizio di attivitĂ . Walter Fumagalli
Normative e tecniche a cura di Emilio Pizzi e Tiziana Poli
Regolamenti edilizi e innovazione sostenibile Negli ultimi anni la necessitĂ di rispondere con maggiore coerenza alle esigenze del territorio e dellâambiente sia interno (utenti finali) che esterno (la collettivitĂ ) ha portato le amministrazioni pubbliche alla ricerca di un valido criterio di valutazione degli interventi edili che si propongono come meno impattivi: eco-compatibili o biocompatibili che siano. I criteri della sostenibilitĂ ambientale applicati al settore delle costruzioni sono quindi articolati in due aree di interesse e studio: il miglioramento delle condizioni di salubritĂ e comfort degli spazi abitativi (interni ed esterni) e la riduzione dellâimpatto sullâambiente complessivo alle varie scale geografiche delle attivitĂ di costruzione e di antropizzazione degli spazi piĂš o meno naturali. Parlare di riduzione dellâimpatto ambientale delle costruzioni non deve far pensare alla VIA o alla SIA ma a qualcosa di piĂš articolato che non si risolve solamente con lâadeguamento procedurale e con lâesame di soluzioni piĂš digeribili allâamministrazione comunale o lâindividuazione di soluzioni â a compensazioneâ degli impatti sullâambiente locale. La ricerca di un percorso che riporti qualitĂ ambientale nellâelaborazione delle risorse ci obbliga a riflettere sulla nostra attivitĂ di progettisti, spesso confinati in un mondo professionale impoverito nel quale solo la sensibilitĂ individuale consente di dare valore agli interventi. La mancanza di strumenti di indirizzo o operativi e culturali sono spesso la causa di un disinteresse diffuso o del fraintendimento della richiesta di un ambiente migliore, di cittĂ piĂš adeguate e di una maggiore riconoscibilitĂ dei luoghi dove viviamo. La normativa edilizia e i regolamenti a carattere prescrittivo sono spesso visti come elementi di impoverimento dei contenuti progettuali, ma adeguatamente rivisti in chiave di sostegno alle attivitĂ sostenibili ambientalmente, potrebbero diventare degli strumenti operativi efficaci in cui i temi dellâambiente complessivo si confrontano e trovano le calibrature necessarie al contesto in cui andranno applicati.
Dalle Leggi Regionali ai Regolamenti edilizi comunali Lâimportantissimo tema del risparmio energetico è piĂš antico delle prime articolazioni e definizioni della SostenibilitĂ ambientale e tuttâoggi, venti anni dopo lâausterity energetica ed in piena nuova crisi, lâargomento prende connotazioni economiche, politiche e sociali. Uno degli obiettivi prioritari delle azioni europee e internazionali a sostegno della sostenibilitĂ ambientale è infatti il risparmio energetico (â20% del consumo odierno entro il 2010). La Regione Lombardia, con la L.R. 26/95 â Nuove modalitĂ di calcolo delle volumetrie edilizie e dei rapporti di copertura limitatamente ai casi di aumento degli spessori dei tamponamenti perimetrali ed orizzontali per il perseguimento di maggiori livelli di coibentazione termo-acustica o di inerzia termicaâ (1) permette di non calcolare il maggiore spessore delle murature e quindi una riduzione della volumetria, qualora si adottino degli accorgimenti che siano migliorativi del minimo richiesto dalla norma in fatto di trasmittanza delle pareti e di spessore dellâisolamento termico; provvedimento successivamente adottato in Veneto (L.R. 21/96), Puglia (L.R. 23/98), Piemonte (L.R. 21/98) e Basilicata (L.R. 15/00). Purtroppo tale Legge è stata sotto utilizzata dai professionisti anche per mancanza di un interesse specifico o per scarsa consistenza dellâincentivo a fronte di maggiori verifiche progettuali, o per il mancato adeguamento delle valutazioni comunali alla stessa norma. E se il risparmio energetico si muove di pari passo con la riduzione di emissioni inquinanti sul fronte del recupero, riscuotono
sempre successo gli incentivi economici per lâadeguamento e il miglioramento dellâefficienza energetica, come i contributi per la trasformazione a metano degli impianti che utilizzano combustibili piĂš inquinanti (2). Altre regioni hanno operato sul fronte dei provvedimenti per il miglioramento dello sfruttamento delle attivitĂ turistiche che sono fortemente invasive del territorio con provvedimenti che cercano di mitigare il consumo incontrollato delle risorse e a migliorare la gestione delle strutture di ricezione. Ma la Regione che maggiormente e storicamente ha portato in avanti il discorso della tutela dellâambiente è la Regione Emilia Romagna che con il D.G.R. 16/1/01 n. 21 modifica il Regolamento Edilizio Tipo introducendo una novitĂ al regolamento del 1995 inserito nella Legge Regionale del 1990. Il Regolamento propone delle valutazioni significative con i â Requisiti tecnici volontariâ e i â Requisiti cogentiâ in cui il livello di progettazione e controllo della fisica dellâedificio e degli aspetti ambientali prendono un rilievo tale da configurare il Regolamento come lo strumento attualmente piĂš avanzato in fatto di dispositivi normativi disponibili in Italia (3). A tale strumento segue la L.R. 16 del 15 luglio 2002 sul recupero edilizio ed ambientale degli insediamenti storici che prevede dei contributi per la promozione della qualitĂ architettonica e paesaggistica del territorio. La sostenibilitĂ nei regolamenti edilizi Le amministrazioni comunali sono spesso piĂš sensibili alle richieste di maggiore sostenibilitĂ
Obie Bowman, Brunsell Residence, Sea Ranch, California, USA 1987, (immagine tratta da: James Wines, Green Architecture, Taschen, KĂśln 2000).
nelle maggiori cittĂ come Firenze, che nellâallegato â Dâ del Regolamento edilizio â Linee guida e raccomandazioni progettuali per lâuso efficiente dellâenergia e per la valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili e assimilate negli edifici nelle grandi aree di trasformazione e sviluppo urbano, nelle nuove edificazioni e nelle estese ristrutturazioniâ (6), che prevede incentivi sia di carattere economico che edilizio, qualora si sfruttino le risorse energetiche rinnovabili con un risparmio del 20% rispetto a quanto valutato nei limiti della norma per il calcolo del fabbisogno energetico. Comuni grandi o piccoli sentono la necessitĂ di avere nuovi strumenti adeguati sia alle indicazioni regionali che al proprio territorio (7). Una recente e interessante iniziativa lombarda è quella del Comune di Carugate che con delibera n. 28 del 27 marzo 2003 (Art. 83) si concede lâutilizzo di strumenti e innovazioni per il trasporto dellâilluminazione naturale al fine di raggiungere i requisiti minimi di progetto oltre ad alcune indicazioni in merito al comfort igrotermico; negli allegati si trovano le modalitĂ di calcolo del fattore di luce diurna e altre indicazioni per il controllo del progetto come la modalitĂ di calcolo della vasca di accumulo delle acque meteoriche (la maggior parte di queste riprese dal R.E. della Regione Emilia Romagna), collettori solari ed indicazioni di tipo impiantistico; alcuni obbligatori altri facoltativi. Da ricordare che fra i primi ad inserire il calcolo del fattore di luce diurna e quindi un maggior controllo della luce naturale nel Regolamento edilizio è stato il Comune di Crosio alla Valle (Va) comune pedemontano ma sensibili agli stimoli di miglioramento; anche se è doveroso ricordare che la valutazione del livello di illuminamento effettuato secondo il FLDm (8) è presente nella nostra normativa (9) da molti anni e purtroppo non molto applicata. Se la mancanza di strumenti di calcolo e di specifiche tecniche chiare o di modalitĂ semplificate per lâattuazione delle proposte innovative è un limite alla realizzazione di interventi piĂš sostenibili dobbiamo ricordarci che è fondamentale conoscere il contesto in cui queste
vanno inserite e la predisposizione dellâambiente culturale proprio del territorio a ricevere degli stimoli al miglioramento. Fortunatamente oggi la maggior parte delle indicazioni contenute nei Regolamenti edilizi sono sostenute da adeguate modalitĂ di calcolo e controllo delle variabili prestazionali. Altre amministrazioni hanno intrapreso un cammino verso la sostenibilitĂ territoriale con lâattuazione di strumenti valutativi come Il Comune di ForlĂŹ (10) e il Comune di Calenzano (11) che con sistemi di valutazione a punteggio, e per Ca-
Sdarch studio associato (A.Trivelli e A. Cassone) con Giulia Gatti e Silvia Calatroni, Sistemazione esterna della fermata metropolitana a Pero (Mi) con il controllo del comfort ambientale esterno.
Alessandro Trivelli architetto, dottore di ricerca in Ingegneria Ergotecnica Edile
Note 1. L.R 20 aprile 1995 n. 26; Regione Lombardia. 2. www.regione.lombardia.it; âEcoincentivi: 600 domande per il riscaldamento pulitoâ . 3. http://www.regione.emilia-romagna.it/fr_edilizia.htm 4. Comuni di Ariccia e Vezzano Ligure. (vedi www.iris.ba.cnr.it; e atti del â Sustainable building â02â in www.sb02.com). 5. http://www.racine.ra.it/faenza/prghome.htm
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Renzo Piano, Jean-Marie Tjibaou Cultural Center, NoumĂŠa, New Caledonia 1992-98 (immagine tratta da: James Wines, Green Architecture, Taschen, KĂśln 2000). lenzano anche con unâautocertificazione, si ottengono vantaggi di volume e riduzione degli oneri di urbanizzazione. Il regolamento è quindi uno strumento efficace, volontario che però può avere il limite di essere indirizzato piĂš ai privati volenterosi e sensibili, ma attratti dai vantaggi, senza innescare un circuito di valorizzazione del territorio e la visibilitĂ degli interventi ecocompatibili. Le amministrazioni hanno anche uno strumento molto efficace nei casi di assegnazione di aree per interventi edilizi (edilizia agevolata, cooperative, sovvenzionata, popolare, ecc.) da indirizzare secondo precise richieste da inserire nel Bando di Assegnazione come per il PEEP S. Egidio di Cesena dove le indicazioni progettuali e le Linee guida hanno portato ad una progettazione preliminare efficace ai fini del controllo del livello di sostenibilitĂ delle proposte (12).
6. http://soarisc.comune.firenze.it/comune/regolament i/edilizio/indice.html 7. ad es.: Bagno a Ripoli (Fi) e Carugate (Mi). 8. FLDm, Fattore di Luce Diurna medio. 9. Art. 5.2 Condizioni di illumnamento e del colore. Decreto Ministeriale 18 dicembre 1975; (G.U. 2 f ebbraio 1976 n. 29). Norme tecniche aggiornate relat ive allâ edilizia scolast ica, ivi compresi gli indici di funzionalitĂ didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica. 10. Regolamento per la promozione della qualitĂ bioecologica degli interventi edilizi. C.C. del 23 aprile 201 del. 382. 11. Linee guida ed incentivi per lo sviluppo sostenibile del territ orio allegat e al Regolament o edilizio (w w w.comune.calenzano.fi.it). 12. Bando di Assegnazione. PEEP C/7b di S. Egidio, Comune di Cesena.
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degli inteventi edilizi sia per il rapporto diretto con il cittadino che per lâesperienza maturata in questi ultimi anni nelle Azioni di Agenda 21. Unitamente alla maggiore conoscenza delle necessitĂ dei cittadini e alla volontĂ di consegnare uno strumento utile e proficuo a coloro che intervengono sul territorio, diversi comuni si sono dotati di regolamenti, norme volontarie e strumenti valutativi attraverso i quali possono essere in grado di compiere delle prime azioni di miglioramento dellâattivitĂ edilizia anche corrispondendo al maggiore sforzo un premio che spesso si configura con la concessione di una maggiore volumetria e/o una rduzione degli oneri di urbanizzazione. La richiesta di come valutare gli interventi e di conseguenza il riferimento per definire il criterio per lâassegnazione degli incentivi, è stato anche lo spunto per lâinizio dei lavori della Commissione Uni GL 13 â Bioediliziaâ che in questi anni ha prodotto un sistema di valutazione di ecocompatibilitĂ di prossima pubblicazione. Come per il Regolamento Edilizio della Regione Emilia Romagna la caratteristica di molti di questi strumenti è quella di non essere â prescrittiviâ bensĂŹ â prestazionaliâ ovvero di definire delle soglie minime di prestazioni degli elementi di progetto e della costruzione in riferimento a classi di esigenze specifiche. Alcuni di questi prendono in considerazione lâaspetto di inserimento urbanistico e la progettazione dellâedificio, altri sono piĂš rivolti alla nuova costruzione e ai materiali impiegati (4). Alcuni P.R.G. (ad esempio Rignano sullâArno (Fi) del 1996) prevedono una riduzione degli oneri, altri come per il Comune di Faenza (5), vi è anche la possibilitĂ di aumentare gli indici di costruzione, se il progetto contiene princĂŹpi significativi di bioarchitettura, con il miglioramento delle esposizioni e del controllo degli apporti solari gratuiti e il raffrescamento naturale, la scelta di materiali poco emissivi in ambiente, la partecipazione al processo progettuale, e gli aspetti ambientali e paesaggistici; cosĂŹ anche per il Comune di Grosseto. NellâItalia centrale, forse di fronte ad un territorio che necessita maggiore tutela o la possibilitĂ di preservarlo, troviamo esempi anche
Strumenti a cura di Manuela Oglialoro e Camillo Onorato
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Leggi G.U. n. 104 del 7.5.2003 â Serie generale Deliberazione 19 dicembre 2002, n. 116 Programma triennale della viabilitĂ 2002-2004: verifica di compatibilitĂ con i documenti programmatori vigenti (Art. 14 Legge 11 f ebbraio 1994, n. 109 e successive modifiche ed integrazioni) La presente deliberazione, prende atto che il programma triennale in oggetto costituisce lâaggiornamento del precedente, relativo al triennio 20012003, relativa al settore stradale, e settore autostradale, determinando gli interventi in Euro. Gli interventi previsti nel programma sono stati selezionati nel rispetto dei criteri stabiliti dalla menzionata direttiva del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; tale programma attribuisce carattere prioritario agli interventi diretti alla mitigazione del rumore e alla riduzione delle emissioni, ed è comunque orientato al miglioramento ambientale, in linea con le indicazioni dei documenti programmatici in tema di rilancio degli investimenti nel mezzogiorno. G.U. n. 110 del 14.5.2003 â Serie generale D.L. 9 maggio 2003, n. 105 Disposizioni urgenti per le universitĂ e gli enti di ricerca Viene stabilito un â fondo per il sostegno dei giovani e per favorire la mobilitĂ degli studentiâ e, per lâanno 2003, è ripartito tra gli atenei in base a criteri e modalitĂ determinati con decreto del Ministro dellâistruzione, dellâuniversitĂ e della ricerca, sentita la Conferenza dei rettori delle universitĂ italiane e il Consiglio nazionale degli studenti universitari. Tale programma si articola sul sostegno alla mobilitĂ internazionale degli studenti, anche nellâambito dellâUnione europea Socrates-Erasmus, mediante lâerogazione di borse di studio integrative a studenti capaci e meritevoli, di assegni per lâincentivazione delle attivitĂ di tutorato; la promozione, in determinate aree scientificodisciplinari, di corsi di dottorato di ricerca, inseriti nelle reti nazionali e internazionali; finanziamento di assegni di ricerca; incentivazione per le iscrizioni a corsi di studio inerenti ad aree disciplinari di particolare interesse nazionale e comunitario.
G.U. n. 115 del 20. 5. 2003 â Serie generale Decreto 20 marzo 2003, n. 108 Regolamento recante norme per la ripartizioni degli incentivi previsti dallâArticolo 18, comma 1, della Legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, a favore del personale degli uffici tecnici incaricati della progettazione delle opere o lavori appaltati dal Ministero delle attivitĂ produttive Il seguente regolamento tratta degli incentivi, di cui allâArt. 18 della Legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modifiche ed integrazioni, inerenti la progettazione dei lavori effettivamente appaltati. Il personale destinatario del compenso è individuato dallâArt. 18, comma 1, della Legge 11 febbraio 1994, n. 109, come da ultimo sostituito dallâArt. 13, comma 4 della Legge 17 maggio 1999, n. 144, tra il responsabile unico del procedimento, gli incaricati della redazione del progetto, del piano della sicurezza, della direzione lavori e del collaudo, nonchĂŠ tra i loro collaboratori. La percentuale effettiva, nel limite massimo dellâ1,5% dellâimporto posto a base di gara o di trattazione dei lavori da realizzare, è stabilita dal presente regolamento. G.U. n.115 del 20.5.2003 â Serie generale Determinazione 9 aprile 2003 Approfondimento del tema generale relativo alla prevedibilitĂ e previsione delle cause di sospensione dei lavori Qualora nel corso di esecuzione dei lavori si verifichino circostanze impreviste, che impongano di procedere alla sospensione dei lavori, il responsabile del procedimento cui compete lâaccertamento della situazione di fatto, deve attenersi scrupolosamente al disposto di cui allâArt. 134, comma 8 del D.P.R. n. 554/1999, motivando in maniera esauriente la non impunibilitĂ della stazione appaltante delle condizioni createsi, specificando che le stesse non erano prevedibili al momento della redazione del progetto o della consegna dei lavori. Inoltre le motivazioni non devono essere generiche e devono esprimere un giudizio chiaro, circa lâammissibilitĂ e complessiva utilitĂ della decisione assunta dal responsabile. G.U. n. 126 del 3 giugno 2003 â Serie generale Circolare 10 marzo 2003, n. B1/2107 Procedure di aggiudicazione di
appalti pubblici di lavori, forniture e servizi. Direttiva 89/655/CEE del 21 dicembre 1989 - Art 14, comma 3, del D.L. 20 agosto 2002, n. 190 La direttiva 89/665/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1989 che coordina le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative relative allâapplicazione degli appalti pubblici di forniture e di lavori, ha disposto che gli Stati membri della ComunitĂ europea prevedano mezzi di ricorsi efficaci e rapidi tali da consentire al ricorrente di ottenere una tempestiva ed efficace tutela dellâinteresse ritenuto violato. Ciò anche al fine di evitare che la mancanza o lâinsufficienza di mezzi di ricorsi siffatti, in vari Stati membri, possa dissuadere le imprese comunitarie dal concorrere alle gare di appalto bandite dal relativo stato. Le direttive, pur non essendo precisato il tempo sullâinformazione dellâesito dellâappalto, devono comunque rispondere al principio della rapiditĂ . La Corte di Giustizia delle ComunitĂ Europee ha precisato che il provvedimento di aggiudicazione debba essere comunicato a tutti i partecipanti alla procedura di gara e che debba esistere un lasso di tempo ragionevole tra la data di adozione di detto provvedimento e la data di stipula del contratto. La Commissione europea ha verificato che la legislazione italiana in materia di appalti pubblici non prevede lâobbligo di notificare a tutti i partecipanti a una gara di appalto, attivando una procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano. Riguardo allâistituzione dei tribunali amministrativi regionali, la legge prevede la possibilitĂ di impugnare gli atti o i provvedimenti della Pubblica Amministrazione nel termine di sessanta giorni, dal momento in cui lâinteressato ne abbia ricevuto la notifica oppure ne abbia avuta piena conoscenza. G.U. n. 23 del 7 giugno 2003 â 3a Serie speciale Legge regionale 12 dicembre 2002, n. 31 Istituzione del Parco naturale della Valle del Ticino Ă istituito il Parco Naturale lombardo della Valle del Ticino. I confini sono individuati nella planimetria in scala 1:25.000 allegata alla presente legge. La gestione del Parco è affidata al consorzio giĂ preposto alla gestione del Parco. G.U. n. 151 del 2 luglio 2003 â Serie generale Deliberazione 11 giugno 2003
Lavori analoghi nel caso di appalti di importo inferiore a 150.000,00 ⏠Il consiglio accerta che la partecipazione ad appalti di importo inferiore a 150.000,00 ⏠comporta, ai fini della redazione del bando di gara, che pur non occorrendo lâindicazione della categoria delle lavorazioni, deve essere assicurato un possesso da parte del concorrente di una professionalitĂ qualificata che si traduce in un rapporto di analogia tra lavori eseguiti dal concorrente e quelli oggetto dellâappalto da affidare â inteso come coerenza tecnica fra la natura degli uni e degli altriâ . Vengono pertanto inseriti nei bandi di gara di importo pari o inferiore a 150.000,00 âŹ, lâindicazione della natura dei lavori. G.U. n. 152 del 3 luglio 2003 â Serie generale Decreto 9 maggio 2003 Criteri e modalitĂ per il rilascio dellâabilitazione degli organismi di certificazione, ispezione e prova nel settore dei prodotti da cost ruzione, ai sensi dellâArt . 9, comma 2, del D.P.R. 21 aprile 1993, n. 246 Il seguente regolamento riguarda i requisiti degli organismi di certificazione, lâistanza di abilitazione, il rinnovo dellâabilitazione, la natura del certificato, la revoca e sospensione dellâabilitazione, il personale addetto degli organismi, il manuale della qualitĂ , il sistema di identificazione dei campioni, i requisiti dei locali in cui lâorganismo svolge lâattivitĂ , e la copertura assicurativa. B.U.R.L. n. 24 Serie ordinaria del 9 giugno 2003 D.p.g.r. 22 maggio 2003 â 8293 Approvazione ai sensi dellâArt. 34 del D.L. 18 agosto 2000, n. 267 e dellâArt. 6, comma 8 della L.R. 14 marzo 2003, n. 2 dellâaccordo di programma per il restauro conservativo dellâAbbazia di Chiaravalle Milanese Il Presidente della Giunta Regionale decreta di approvare, ai sensi dellâArt. 34 del D.L. 18 agosto 2000, n. 267 e dellâArt. 6, comma 8, della L.R. 14 marzo 2003 n. 2, lâaccordo di programma sottoscritto a Milano in data 14 aprile 2003 dalla Regione Lombardia, Ministero per i Beni e le AttivitĂ culturali, lâAgenzia del Demanio, il Comune di Milano, e Aler finalizzato al restauro conservativo sul complesso architettonico dellâAbbazia di Chiaravalle Milanese. C. O.
Cartografia LâEmilia Romagna vara gli standard per uniformare tutte le cartografie. Primo passo verso il progetto di omologazione europeo âInspireâ (da â Edilizia e Territorio. Norme e Documentiâ del 7-12 luglio 2003) LâEmilia Romagna vara gli standard per uniformare le mappe cartografiche. Il Consiglio regionale ha, infatti, approvato la direttiva A-27 â Strumenti cartografici digitali e modalitĂ di coordinamento e integrazione delle informazioni a supporto della pianificazioneâ . Il provvedimento, che suddivide i dati geografici in tre grandi famiglie (cartografia di supporto; strumenti generali di pianificazione territoriale e urbanistica; cartografia tematica) pone le basi tecnico-legali per la confrontabilitĂ geografica e digitale degli strumenti di pianificazione e delle relative analisi del quadro conoscitivo. Demanio Decreto immobili, tutto da rifare. Si allontana la dismissione delle case della Difesa. Stop anche alla sanatoria su aree demaniali (da â Edilizia e Territorioâ del 7-12 luglio 2003) Accelerazione della vendita degli immobili FS congelata sul nascere, sanatoria su aree demaniali azzerata, Stu ferme al modello attuale, ridimensionamento del ruolo dellâagenzia del Demanio nei settori dellâurbanistica e dei lavori pubblici. Sono gli effetti immediati del ritiro del D.L. 102 da parte del Governo dopo che i deputati di AN hanno votato un emendamento di Rifondazione comunista sui maxisconti da praticare agli inquilini per lâacquisto degli immobili finiti nel piano di cartolarizzazione â Scip 2â . Edilizia Standard a guardia delle vibrazioni. Codici utili anche alla luce delle nuove norme tecniche per le costruzioni in area sismica (da â Edilizia e Territorioâ del 30 giugno - 5 luglio 2003) Con due standard lâUni indaga il rapporto fra sicurezza strutturale e sollecitazioni dinamiche causate da attivitĂ umane. Negli ultimi decenni il problema delle vibrazioni degli edifici ha assunto una sempre maggiore importanza sia in relazione alla diversa tipologia strutturale delle costruzioni, legata a un piĂš razionale utilizzo dei materiali con migliori caratteristiche di resistenza meccanica, sia in relazione al moltiplicarsi delle fonti di vibrazioni, in special modo quelle generate dalle attivitĂ dellâuomo. Lo standard Uni 9916 è una guida per la scelta di appropriati metodi di misura, di trattamento dei dati e di valutazione dei fenomeni vibratori. Lo standard Uni 9614 definisce, invece, il metodo di misura delle vibrazioni di livello costante immesse negli edifici a opera di sorgenti esterne o interne agli edifici stessi.
Energia Eolico, installazioni al rallentatore. Italia quarta in Europa per lâutilizzo dellâenergia alternativa ma lontana da Germania e Spagna (da â Edilizia e Territorioâ del 9-4 giugno 2003) Lâultimo impianto eolico in Italia è stato installato quindici giorni fa da â Enel Powerâ in Sicilia, a Caltabellotta (Agrigento). PermetterĂ di sviluppare una potenza complessiva di 7,5 megawatt, grazie a dieci generatori a basso impatto ambientale. Nellâisola lâEnel ha lanciato il suo â piano verdeâ che prevede un investimento di un miliardo di Euro in tre anni per produrre 220 megawatt da energie rinnovabili (soprattutto idriche, eoliche e fotovoltaiche) che permetteranno di ridurre le emissioni nocive, adeguandosi al protocollo di Kyoto. Infrastrutture Strutture intermodali e porti valgono 150 milioni (da â Edilizia e Territorioâ del 9-4 giugno 2003) Opere complessive per oltre 60 milioni di Euro per rafforzare le strutture intermodali della Regione Lombardia e piĂš di 90 milioni di Euro per potenziare i porti di Cremona sul Po e quello di Mantova. Questo è quanto annunciato dallâAssessore alle Infrastrutture e mobilitĂ della Regione Lombardia, Massimo Corsaro. Tutti lavori previsti tra questâanno e il 2004. Con la fine della conferenza di servizi sul progetto preliminare per il terminal Bergamo-Montello si potrĂ arrivare al progetto definitivo dellâinterporto entro la fine dellâanno per poi bandire la gara.
lâindennitĂ (da â Edilizia e Territorioâ del 30 giugno - 5 luglio 2003) Ă finalmente entrato in vigore il Testo Unico sugli espropri. Come per il Testo Unico sullâedilizia, anche quello sugli espropri (Dpr 327/ 2001) è stato modificato nel dicembre 2002 per adeguarlo alle nuove norme previste per la legge obiettivo. La novitĂ piĂš importante riguarda il ripristino dellâoccupazione dâurgenza. In primo luogo, il nuovo Testo Unico istituisce un solo provvedimento espropriativo che sostituisce gli svariati iter oggi esistenti, diversi a seconda della tipologia dâintervento. Unâaltra semplificazione di rilievo è costituita dallâaver affidato la competenza procedurale allâente pubblico che realizza lâopera e per ogni procedimento è prevista la designazione di un responsabile che diriga e coordini tutti gli atti. T.U. edilizia, sei mesi in piĂš. Slittano al 1° gennaio 2004 le norme tecniche (da â Italia Oggiâ del 25 giugno 2003) Il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge â omnibusâ che comprende, tra lâaltro, lo slittamento al 1° gennaio 2004 dellâentrata in vigore della seconda parte del Testo Unico sullâEdilizia. Le nuove norme del Dpr 380/2001, come modificate dal D.L. 301/2002, sarebbero dovute scattare il 30 giugno, ma per la seconda parte del Testo Unico le pubbliche amministrazioni avranno un poâ di tempo in piĂš. Questa parte di norme è quella che, in particolare per i comuni, si sarebbe potuta rivelare piĂš pesante a causa delle numerose disposizioni tecniche che coinvolgono le competenze del genio civile, quelle delle regioni, le regole per gli impianti. Urbanistica
Normativa Le pratiche edilizie diventano piĂš snelle. Operativi i Testi unici in materia di costruzioni ed espropriazioni: riorganizzate le regole sui rapporti cittadini â Pubbliche Amministrazioni (da â Il Sole 24 Oreâ del 1 luglio 2003) Cittadini, amministratori e tecnici dovranno fare i conti con lâinterpretazione di leggi da tempo note e ora riorganizzate in testi unici. Sul fronte dellâedilizia è previsto il ricorso ad ampio raggio alla Dia (dichiarazione inizio attivitĂ ): si potrĂ iniziare a costruire in 30 giorni per interventi che giungono fino alla ristrutturazione con demolizione del preesistente. Se invece lâintervento è radicalmente nuovo, occorrerĂ un permesso per costruire (in 75 giorni). Nellâottica delle amministrazioni, il Testo Unico impone la costituzione di uno â sportello unicoâ , in cui convergono tutte le fasi prima di competenza di altri uffici (dai Vigili del fuoco allâUSL, dallâArpa alle Sovrintendenze). Espropri, riforma globale dopo piĂš di 130 anni. Tutte le competenze a chi realizza lâintervento. Aumentano le tutele per i proprietari: giudizio arbitrale per stabilire
Contratti di quartiere II, Martinat abbassa al 35% la quota regionale (da â Edilizia e Territorio. Norme e Documentiâ del 5-10 maggio 2003) Ă stato pubblicato sulla G.U. n. 94 del 23 aprile 2003 il decreto del Viceministro delle Infrastrutture, Ugo Martinat, che modifica il precedente D.M. del 27 dicembre 2001 sui cosiddetti â Contratti di quartiere IIâ . Come previsto il decreto abbassa dal 50 al 35% la quota di cofinanziamento da parte delle Regioni, fissa a 120 giorni il termine per lâapprovazione dei bandi regionali, stabilisce la ripartizione dei fondi alle Regioni. Prusst, accordo per gli ultimi 21. Per 8 programmi manca ancora il 66% delle risorse, ma la Cassa depositi sta dando un aiuto (da â Edilizia e Territorioâ del 9-4 giugno 2003) Colpo di acceleratore per i Prusst, i programmi di riqualificazione urbana di ultima generazione avviati dal ministero delle Infrastrutture in collaborazione con i Comuni, Province, societĂ pubbliche e investitori privati. Sono stati siglati 18 â accordi quadroâ che sbloccano investimenti per complessivi 10,927 miliardi di Euro, di cui 5,8 da risorse pubbliche e 5,128 da investitori privati. Si tratta dellâultima tranche dei Prusst, quella dei 28 programmi â aggiuntiviâ avviati nel 2001,
che hanno seguito il primo gruppo di 50 lanciati allâinizio del 2000. Trasformazione di aree dismesse, infrastrutture di trasporto, aree per le imprese, progetti per il turismo, riqualificazione di palazzi e quartieri: ogni Prusst è un pacchetto di interventi multisettoriali da realizzare nellâarco di dieci anni. Lo strumento fu avviato nel 1998, e lanciato in grande stile dallâallora presidente del consiglio Giuliano Amato nel 2000. Poi con il nuovo governo passò per molti mesi in secondo piano, senza ottenere dalle leggi finanziarie le risorse pubbliche richieste. Urbanistica, la riforma naviga verso il giro di boa. Lupi (FI) e M oneta (Regione Lombardia) al congresso I.N.U. (da â Italia Oggiâ del 2 luglio 2003) Al XXIV congresso nazionale dellâI.N.U. (Istituto nazionale di urbanistica), dedicato al tema â CittĂ e regioni metropolitane in Europaâ , maggioranza e opposizione di governo, rappresentate da Lupi (Forza Italia) e da Pierluigi Mantini, deputato della Margherita, si sono date appuntamento per discutere e forse trovare qualche punto di convergenza su una riforma, come ha dichiarato Lupi, â urgente perchĂŠ il governo del territorio vede unâinattivitĂ , una non presenza dello stato da 60 anni e la vecchia legge non è piĂš aderente alla nuova realtĂ con i cambiamenti apportati dai nuovi strumenti urbanistici, dai Prusst ai Pru, dal Piano dei servizi, per esempio, che prima non câerano, dalla collaborazione tra pubblico e privato secondo nuovi criteri.â Allo stesso tempo, lâassessore allâurbanistica e territorio della Regione Lombardia, Alessandro Moneta, ha anticipato che presto la legge per il governo del territorio sarĂ portata allâesame della giunta capitanata da Roberto Formigoni. Rapporto Territorio, mappa I.N.U. del 2003 (da â Edilizia e Territorio del 30 giugno - 5 luglio 2003) Non solo il tradizionale aggiornamento sullo stato della pianificazione in Italia, con il numero dei P.R.G. vigenti, la loro etĂ e gli eventuali vincoli scaduti, regione per regione, ma anche un vasto insieme di dati, analisi e commenti sulle innovazioni nei piani comunali, sui piani strategici e di settore, sui programmi integrati nazionali e con fondi europei, sulla legislazione regionale e sullo stato del processo di riforma urbanistica. Questâanno aumenta lâampiezza e il livello di â ambizioneâ del â Rapporto dal territorio 2003â elaborato dallâIstituto nazionale di urbanistica, presentato in occasione del XXIV Congresso nazionale dellâI.N.U. M. O.
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M ilano Dal prossimo numero terminerĂ la pubblicazione del Movimento Iscritti al fine di dedicare piĂš spazio allâinformazione delle attivitĂ dellâOrdine e della Fondazione. Le deliberazioni delle sedute del Consiglio in merito alle iscrizioni allâOrdine resteranno consultabili presso il sito www.ordinearchitetti.mi.it Deliberazioni della 139a seduta di Consiglio del 21.7.2003 Domande di prima iscrizione presentate nel mese di maggio 2003 (n. 39, di cui 30 architetti unicamente l.p. e 9 che svolgono altra professione): 13814, Arnaldi, Arnaldo, 2.12.1969, Torino; 13829, Arosio, William, 20.10.1976, Desio; 13804, Canevari, Roberta, 22.11.1970, Milano; 13800, Caramelli, Gianluca, 22.1.1971, Agordo; 13816, Casella, Paola, 30.6.1974, Milano; 13802, Cipriani, Claudia, 19.9.1969, M ilano; 13813, Cirillo, Lidia, 19.7.1969, Melito Porto Salvo; 13828, Cit t erio, Emanuela, 7.1.1969, Seregno; 13823, Cozzi, Daniele, 27.9.1976, Rho; 13833, Crivelli, Nicola, 10.1.1970, Legnano; 13809, DâAscola, Simona, 8.5.1972, Milano; 13805, DellâOro, Paola, 29.4.1964, Lecco; 13826, De Luca, Eleonora, 2.10.1968, Milano; 13825, Del Vecchio, Cristina, 22.10.1964, Lissone; 13801, Disa, Alessandro, 11.9.1970, Milano; 13830, Facchini, Cristian, 12.5.1972, Rho; 13822, Formicola, Luigi, 19.6.1971, Potenza; 13810, Fossati, Lorena, 9.4.1969, Gorgonzola; 13837, Fusi, Gianluca, 6.3.1972, Milano; 13807, Giachi, Paolo, 22.5.1964, San Giovanni Valdarno; 13819, Giupponi, Marilena, 28.3.1972, Bergamo; 13820, Iannone, Pierpaolo, 9.10.1975, Catanzaro; 13827, Ippolito, Valentina, 12.9.1976, Bari; 13821, Mancinelli, Elena, 28.7.1974, Milano; 13831, Marzorati, Antonella, 2.1.1971, Limbiate; 13811, Mottadelli, Elena, 23.1.1972, Carate Brianza; 13812, Naggi, Roberta, 8.4.1975, Cuggiono; 13817, Nioi, Andrea Francesco, 23.6.1976, Magenta; 13806, Panceri, Stefano Alessandro, 30.1.1964, Milano; 13824, Parisi, Carlo Alberto Ottavio, 31.1.1971, Milano; 13836, Pozzobon, Barbara Maria, 7.8.1971, Vimercate; 13832, Premoli Silva, Nicola, 28.3.1972, Milano; 13835, Rossi, Cristiana, 11.3.1967, Milano; 13808, Sotgia, Chiara Barbara, 12.1.1972, Milano; 13815, Starr-Stabile, Andrea, 12.12.1977, Milano; 13834, Varisco, Michele, 23.8.1970, Monza; 13818, Verzi, M aria Veronica Annunziat a, 20.8.1974, Milano; 13803, Volpini, Ilaria, 11.9.1971, Monza; 13838, Weatherill, Jonathan James Morrell, 5.3.1970, Hamilton, Bermuda. Iscrizioni per trasferimento da altro Albo: Umberto Bloise da Cosenza; Francesca Deodato da Messina; Massimiliano Falsitta da Va-
rese; Alessandra Lemorini da Novara. Cancellazioni su richiesta: Giovanni Bonetta; Marco Luigi Cighetti; Domenico Fulghieri; Donato Merlotti; Carlo Ottavio Pillitteri (* ); Beniamino Rocca. Cancellazioni per trasferimento ad altro Albo: Laura Sabrina Bronzin a Genova (25.6.03); Anna Aurelia Penna a Roma (18.6.03); Francesco Ricchiut o a Como (18.6.03). Cancellazioni per decesso: Antonio M ichele Dâ Onof rio (dec. il 16.5.03); Mario Rosario Faicchia (dec. il 3.6.03); Silvestro Fulci (dec. il 9.6.03); Renzo Galli (dec. il 5.8.01); Graziella Giuliani (dec. il 27.12.02); Giancarlo Rosa (dec. lâ11.6.03). Rilascio nulla osta per trasferimento ad altro Albo: Giovanni Blandino a Bergamo; Werner Stefano Villa a Lecco. Inserimento nellâAlbo dâOnore: (* ) Carlo Ottavio Pillitteri. Designazioni ⢠Impresa Edil Immobiliare Tamburini. Richiesta di terna per collaudo di opere in c.a. relative alla realizzazione di Case di abitazione unifamiliari abbinate in Comune di Pregnana Milanese â via Gallarate Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Virginio Balzarotti, Sergio Frati, Aldo Frigerio. ⢠Impresa Costruzioni Edili F.lli Bezze. Richiesta di terna per collaudo di opere in c.a. relative alla costruzione di 5 edifici residenziali di totale n. 41 unitĂ abitative, suddivisi in 3 palazzine costituite da 3 piani fuori terra e di un piano interrato, e da n. 5 villette a schiera. Seregno â via Adami, Matteucci, Arienti. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Venusta Maria Cortesi, Salvatore A. Pinelli, Raineri Santambrogio. ⢠ISAD Istituto Superiore di Architettura e Design. Designazione di esperto per prove di accertamento finale dei corsi: Assistente Interior Designer (4° Ciclo) Interior Designer (2° Ciclo) Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Sandro Verga. ⢠Provincia di Milano. Designazione componenti per la Commissione Giudicatrice del Concorso di progettazione â Complesso immobiliare di via Soderini 24 â Milano Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Membro effettivo Emilio Battisti, Membro Supplente Giovanni Galli. ⢠Impresa Costruzioni Edili F.lli Bezze. Richiesta di terna per collaudo di opere in c.a. relative alla costruzione di un edificio residenziale di n. 4 unitĂ abitative, costituito da due piani abitabili fuori terra e di un piano interrato accessorio in Seregno â via Segantini snc
Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Piero Diamante, Giuseppe Perego, Sauro Ernesto Verga. ⢠Ateneo Creativo â IDI â Interior Design Institute. Designazione di esperto per prove di accertamento finale dei corsi di formazione professionale Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Laura Valeria Naj. ⢠Architetti Alberto Pavan e Giulio Ferrari. Nomina terzo arbitro con funzioni di Presidente del Collegio Arbitrale. Sigg. Silvana Silvestri e Giorgio Cassamagnaghi, Impresa edile TO.AN S.a.s. UnitĂ immobiliare viale Lombardia 12 â Milano Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Giancarlo Bentivoglio, Pietro Bertini, Mario Bisson. ⢠Impresa Edile F.lli Papa di geom Giuseppe & C. s.n.c. Richiesta di terna per collaudo di opere in c.a. relative alla costruzione di un edificio residenziale sito in Lentate sul Seveso â via G. Pascoli n. 14.4a Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Massimo Antonicelli, Giancarlo Bignami, Umberto Malchiodi. ⢠Studio Legale Avv. Riccardo Benecchi. Designazione per il terzo arbitro â Controversia Presutto S.r.l. Condominio via F.lli di Dio 323 Sesto San Giovanni Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Francesco Attanasio. ⢠Regione Lombardia: Direzione Generale Formazione, Istruzione e Lavoro U.O Formazione e Mercato del Lavoro Struttura Formazione Professionale. Designazione di esperto per prove di accertamento finale dei corsi di F.P. Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Concetta Parente. ⢠Dott. Ing. Gianpiero Montalti. Nomina terzo arbitro con funzioni di Presidente del Collegio Arbitrale. Controversia SocietĂ Brema srl. CO.E.S.MI Spa Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Luigi Ambrosino. Serate di architettura Milano comâè e come sarĂ Milano, Ordine degli Architetti, 19 giugno 2003 Le imponenti trasformazioni edilizie in corso dâopera a Milano hanno alimentato un serrato confronto tra tecnici, amministratori e rappresentanti della stampa specializzata in una delle Serate di Architettura organizzate dalla Fondazione dellâOrdine degli Architetti della Provincia di Milano. Lâincontro, concluso da un breve contraddittorio con il pubblico, si è svolto in un clima di grande partecipazione, nella consapevolezza del gravoso compito che spetta a tutti gli operatori di promuovere i futuri assetti della cittĂ .
al termine: è stata unâoccasione persa per Milano, giĂ troppo congestionata ed inquinata. Dâaccordo sulla necessitĂ di adottare punti di vista molteplici ed esterni, lâarch. Cino Zucchi ha invitato a considerare lâimportanza del rapporto tra effimero e permanente nella trasformazione di una cittĂ : opere pubbliche qualificanti, assumono una particolare valenza simbolica e fungono da elemento identificativo e trainante. Cita Giò Ponti, per il quale la dignitĂ e il decoro dellâarchitettura moderna devono essere lo specifico di Milano. Per Deyan Sudjic, direttore di Domus, che gode di un punto di vista particolarmente favorevole vivendo a Londra e lavorando a Rozzano, ogni cittĂ ha un suo carattere, che va individuato per poterne sfruttare al meglio le potenzialitĂ . La qualitĂ dei progetti è fatta anche da una buona committenza, ha osservato Ennio Brion rispondendo allâassessore Verga. Come ogni cittĂ , ha concluso Giulio Barazzetta, Milano è unâopera in fieri, non conclusa come il suo Duomo, mentre il dibattito è nuovamente aperto. Prevedere il futuro di Milano non è ancora possibile, ma è auspicabile che si sviluppi come Miralles, citato da Sudjic, diceva dei funghi: basta metterne uno in cantina e gli altri verranno da soli. Laura Truzzi
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Archivio Antonio Ornati Lâarchivio Ornati tratta lâargomento delle barriere architettoniche e si è formato fra il 1965 e il 2000. Ho iniziato a collaborare, per questo settore, con il C.S.C.I. (Centro Studi e Consulenza Invalidi) di Milano fondato dal dott. Pierangelo Mazzola nel 1964, unico ente a livello privato, per molti anni, in grado di fornire informazioni di ogni genere sullâargomento handicap. Tutta la documentazione che trattava lâargomento barriere architettoniche che il C.S.C.I. riceveva anche dallâestero, essendo affiliato alla I.S.R.D. (International Society for Rehabilitation of the Disabled) con sede a New York, mi veniva trasmessa, previa sintesi in italiano, considerato che questi testi provenivano da paesi europei ed extraeuropei. La documentazione comprende ampio materiale da me stesso raccolto e il tutto è composto da centinaia e centinaia di libri, riviste, fascicoli, articoli, cataloghi di convegni nazionali ed esteri, testi di leggi e regolamenti, ritagli di giornali, documenti, fotografie, manifesti, ecc. Questa documentazione proviene oltre che dallâItalia, dal Belgio, dalla Danimarca, dallâInghilterra, dallâIrlanda, dal Lussemburgo, dalla Norvegia, dalla Svezia, dalla Svizzera ed inoltre dagli Stati Uniti dâAmerica, dal Canada e dal Giappone. Ho potuto raccogliere questa vasta documentazione, quasi unica in Italia per la varietĂ , lâimportanza storica, la provenienza del materiale, in ragione della mia attivitĂ anche professionale in questo settore. La sintesi di tutta questa attivitĂ con la citazione dei numerosi documenti sopra descritti la si può trovare nel mio testo: Architettura e barriere. Storia e fatti delle barriere architettoniche in Italia e allâestero, Franco Angeli, Milano, 2000, che rappresenta la sintesi scritta, in forma storica, di quanto contenuto nellâArchivio Ornati e delle mie numerose esperienze professionali. Per questa lunga attivitĂ svolta in questo settore a me e al dott. Maz-
zola sono stati attribuiti, nel dicembre 2001 presso la Triennale di Milano, dal C.E.R.P.A. Italia (Centro Europeo di ricerca e Promozione dellâAccessibilitĂ ) e da I.I.D.D. (Istituto Italiano design e DisabilitĂ ) il Premio alla Carriera quali â pionieri ed anticipatori della cultura dellâaccessibilitĂ e della piena integrazione delle persone disabiliâ . Ho recentemente donato questo archivio al Centro Regionale Informazione della Regione Emilia Romagna con sede a Reggio Emilia. Obiettivo del Centro di Informazione è di contribuire alla promozione di una migliore qualitĂ della vita e al raggiungimento di una maggiore accessibilitĂ e fruibilitĂ del territorio da parte di tutte le categorie sociali. In particolare si propone di diventare un punto di riferimento per la sperimentazione di interventi volti al superamento e alla riduzione degli ostacoli di ordine strutturale, che limitano lâautonomia e la mobilitĂ delle persone disabili. LâattivitĂ del centro riguarda la â progettazione di qualitĂ â . I servizi forniti sono riconducibili a diversi ambiti di attivitĂ che in sintesi si possono riassumere nella raccolta di documentazione; informazione e consulenza; monitoraggio del territorio; monitoraggio dei bisogni; formazione scolastica e professionale; aggiornamento professionale; collaborazione con centri e istituzioni regionali, nazionali e internazionali. Fornisce, inoltre, informazioni riguardo tutto il tema della progettualitĂ legata al territorio e allâambiente domestico in funzione di un miglioramento della â vita indipendenteâ e un migliore comfort ambientale. LâArchivio Ornati, consegnato nella sua totalitĂ nel 2002, è in fase di selezione, catalogazione, archiviazione nonchĂŠ esposizione. Antonio Ornati Milano, maggio 2003 Centro Regionale di Informazione Reggio Emilia via Franchetti 7 tel. 0522 436128 e-mail: criba@centro-regionale-accessibilitĂ .it orari: lun., mer.-ven. 8.45-14.45; mar. 8.45-16.45
Le lettere inviate ad AL per posta (via Solferino 19) o per e-mail, per ragioni di spazio dovranno avere una lunghezza massima di 2.500 battute.
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Informazione
Dopo una breve retrospettiva sulle tappe legislative che hanno prodotto il fervore edilizio degli ultimi anni, Cecilia Bolognesi, autrice di un articolo su Milano pubblicato da Domus, ha esortato a riflettere sulla difficoltĂ di procedere coerentemente in assenza di un piano generale dâintervento. Le hanno risposto i rappresentanti dellâamministrazione comunale arch. Paolo Simonetti, Direttore Progetto P.I.I., convinto che non si debba rifuggire da stratificazioni e sperimentazioni, e soprattutto lâAssessore allo Sviluppo del Territorio Gianni Verga. Ribadendo lâinapplicabilitĂ del P.R.G. dellâ80 â strumento obsoleto, improntato a dirigismo, immobilismo ed espansione industriale â, e la vocazione di Milano a promuovere trasformazioni per varianti, che la porteranno ad essere la quarta cittĂ europea entro il 2006, Verga ha piuttosto sollevato il problema della qualitĂ dei PRU, spesso modesta, invitando tutti a migliorare professionalitĂ , progettualitĂ e formazione. Critico verso la politica urbanistica delle amministrazioni comunali degli ultimi ventâanni, il prof. Oliva del Politecnico di Milano, propone di ripensare Milano attraverso un â Piano dellâarea metropolitanaâ con due requisiti essenziali: mobilitĂ e ambiente. Lâamministrazione attuale ha il merito di aver spezzato lâimmobilismo, ma la domanda di trasformazione è quasi giunta
Informazione
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Chi è lâArchitetto?
A proposito di distanze...
Giugno 2003 sarĂ da ricordareâŚ
Lâ Architetto, il â capo dei costruttoriâ , è una figura in via di estinzione. Un certo Senatore Torelli, anni fa, propose un progetto di legge che tendeva a regolamentare lâiscrizione allâOrdine professionale, per tutelare la libera professione. Quasi tutti i Consigli degli Ordini interpellati si dichiararono contrari, adducendo motivi ideologici, culturali, ecc. I liberi professonisti, quelli veri, con una sola attivitĂ , ebbero il sospetto che la maggioranza dei Consigli fosse composta da Architetti impiegati, i. quali sostenevano che la legge, se approvata, avrebbe diviso gli Architetti in due categorie: quelli di tipo A e quelli di. tipo B. Quelli di tipo A, ovvero coloro che esercitano la libera professione, sarebbero, con questo discrimine, dei privilegiati, con tutte le difficoltĂ che lâesercizio della libera professione ha sempre comportato e che ultimamente sono aumentate, sia per la notevole diminuzione del lavoro, sia per la concorrenza sleale di quelli di tipo B che, con la loro attivitĂ extra-impiego, invadono il campo che dovrebbe essere riservato agli altri e che, dimentichi dellâetica professionale, sfruttano talvolta la loro posizione nei vari organi che dovrebbero essere di tutela e controllo. Una regolamentaziore di questo tipo: ⢠1. non discrimina nessuro; infatti lascia gli impiegati al loro posto, con lo stipendio garantito (che, con i tempi che corrono, non è poco) inoltre riconosce loro la possibilitĂ di esercitare la professione solo nellâambito e per lâEnte da cui dipendono. Verrebbe cosi garantita, anche al docente universitario, che è un impiegato dello Stato a tutti gli effetti, la possibilĂtĂ di svolgere unâattivitĂ necessaria al suo aggiornamento ai fini didattici; ⢠2. ridĂ , al professionista libero, la sua dignitĂ , ora alquanto corrosa dalle imposizioni delIa burocrazia politica; ⢠3. elimina la confusione dellâutenza che, per vedere â sbrigare la praticaâ con sollecitudine, si rivolge ad un impiegato dellâEnte di controllo.
Scrivo queste poche righe da partecipante alla mostra sulle Periferie Urbane, in corso al Palazzo della Triennale fino al 26 ottobre 2003, ma soprattutto da ex-studente della FacoltĂ di Architettura Civile di Bovisa in risposta allâarticolo di Giacomo Borella pubblicato sul â Corriere della Seraâ domenica 22 giugno 2003. Sono convinto e felice di poter sostenere la causa dei lavori esposti, ritenuti vecchi e scollati dalla realtĂ , proprio per questo loro â difettoâ . Infatti, lâequivoco della critica sta proprio nel togliere ogni possibilitĂ immaginativa al visitatore e annullare il grado di sperimentazione del lavoro di ricerca che in architettura non deve necessariamente vivere in aderenza alla realtĂ . Noi, studenti e â nonâ , chiediamo ai futuri ospiti della mostra uno sforzo mentale e culturale per non vedere questi progetti con occhi inchiodati alla realtĂ ma farsi curiosi, con un altro sguardo, magari piĂš complesso, ma sicuramente piĂš interessante e necessario alla visita. La mostra è lâevidente sforzo di fondazione di un pensiero comune sulla ricerca e soprattutto sulla continuitĂ disciplinare. Lâinvito possibile è, quindi, che si possa tornare a parlare intorno a questo tema che interessa istituzioni, cittĂ e universitĂ ; questâultima, a volte rivolta su se stessa, non in quanto autoreferenziale, bensĂŹ in preda ad una realtĂ governata dal principio delle â occasioniâ e dalla geografia degli â eventiâ . Ă questa la realtĂ dalla quale dovremmo partire? Penso che la risposta stia nella produzione, ancora una volta, di un pensiero â modernoâ che non sia nostalgico ma non sia neppure in adesione con quella â retorica realtĂ â cui accenna Borella.
Il giugno 2003 sarĂ da ricordare, almeno per noi architetti lombardi per la coincidenza e lâampiezza di una riflessione a piĂš voci sui problemi della conservazione dei beni architettonici e del loro corretto utilizzo, nonchĂŠ della relazione tra il progetto del â nuovoâ con il cosiddetto contesto, riflessione che iniziata con il numero di maggio di AL intitolato â Architetti e Soprintendenzaâ ha visto susseguirsi per unâintera settimana sul Corriere della Sera, a seguito della presentazione del Bollettino dellâArte del Ministero dei B.B.C.C., una serie di interventi e repliche di personalitĂ del settore, conclusasi con lâintervista rilasciata sabato 28 da Vittorio Gregotti a Pierluigi Panza. Se la coincidenza non è fortuita viene da chiedersi se lâinteresse cosĂŹ partecipato per il problema della conservazione dei valori architettonici e paesistici derivi da una crescita di coscienza degli interrogativi che ci vengono posti dal cosiddetto â sviluppoâ delle economie e quindi dei costumi e non piuttosto dalla â irrequietezzaâ delle giovani generazioni degli operatori sia professionali che imprenditoriali nei confronti delle â regoleâ che presiedono o meglio dovrebbero presiedere il settore, irrequietezza che tenderebbe a considerare superate le â regoleâ cosĂŹ come sono state nel frattempo superate quelle in materia di pianificazione territoriale, tutela ambientale, contenimento dei consumi energetici, ecc. Appartenendo alla generazione che aveva atteso con fiducia il concludersi dei lavori della Commissione Franceschini che aveva poi portato alla pubblicazione della Carta del Restauro nel â75, sono senzâaltro con Bruno Zanardi allievo di Giovanni Urbani direttore dellâIstituto Centrale del Restauro dopo Cesare Brandi, nel riconoscermi nelle tracce della lezione ultratrentennale del loro maestro, lezione che ci prescrive soprattutto oggi in questa confusa stagione di generale e generalizzata â deregulationâ comportamenti prudenti quanto sobri, garantiti da scrupolo e responsabilitĂ nei confronti delle preesistenze siano esse architettoniche che ambientali e paesistiche; essendo la nostra ormai e per quanto possiamo dirne â definitivamente â la stagione della convivenza responsabile e positiva con i valori delle preesistenze e della memoria, occorre ricercare - a me pare - negli interventi a venire anzichĂŠ il clamore compiaciuto del contrasto la sottile discrezione del colloquio, meglio se praticato in sottotono. Ă quindi da questa premessa che muove la curiositĂ di capire se lâinteresse cosĂŹ partecipato, unito al generale riconoscimento della lezione lasciataci da Cesare Brandi ci porti nella direzione della chia-
Francesco Fallavollita Como, luglio 2003
Pietro Campora Broni, maggio 2003
Una cittĂ di fondazione sul Po. Centro di ricerca per le fonti energetiche alternative nel sito della centrale di Caorso, relatore A. Monestiroli; studenti M. Andreula, R. Colciago, A. Dal Sasso, F. Fallavollita, N. Menichini.
rezza piuttosto che della ambiguitĂ o della confusione. La curiosità è infatti suscitata in questa circostanza dai servizi del â Corriereâ che iniziando con il giudizio positivo per la ricostruzione filologica di San Giorgio in Velabro a Roma e quello negativo per il Palazzo della Ragione in Milano con i commenti degli allievi di Cesare Brandi a favore dei materiali tradizionali, si concludono dopo una settimana di interventi assortiti con la dichiarazione di â esempio di conservazione riuscitaâ rilasciata dal Direttore Generale del Ministero B.B.C.C. Roberto Cecchi a favore del Palazzo della Ragione con lâaggiunta che â nel restauro lâimpiego di materiali non tradizionali risponde allâesigenza di qualitĂ e dignitĂ dellâarchitettura contemporaneaâ . A questo punto non possono non tornarmi alla mente le bordate di Cesare Brandi contro lâimpiego del plexiglass per il restauro delle gradinate di non so piĂš quale anfiteatro della Magna Grecia, da mettere insieme a quelle contro la porta bronzea di Emilio Greco fatta fondere per la facciata del Duomo di Orvieto e ancora con quelle contro la â sbiancaturaâ della facciata di San Luigi dei Francesi a Roma, operata negli anni â80 da Paolo Marconi, teorizzatore della â superficie di sacrificioâ . In questa stagione che lâintervento di Vittorio Gregotti apparso sul â Corriereâ di sabato 28 non ci aiuta ad immaginare lieta per le sorti delle nostre ereditĂ monumentali, appare quantomeno imprevedibile il richiamo allâordine â la regola è conservareâ dettato dal Ministero attraverso il suo Direttore Generale per i Beni Architettonici e il Paesaggio. Hanno ragione Zanardi o Cecchi sul Palazzo della Ragione di Milano? Hanno ragione De Francesco o Artioli sugli interventi di Piazza Cadorna e Largo Cairoli sempre a Milano? E se il cubo di Aldo Rossi in onore di Pertini eccita tuttâora qualche interrogativo sullâappropriatezza della sua collocazione, mi chiedo, se Cesare Brandi fosse ancora con noi cosa ci farebbe sentire sullo spuntare di un fungo ellittico destinato a... servizi, di fronte a Palazzo Marino in Piazza della Scala?? Francesco Castiglioni Milano, 30 giugno 2003
Milano, Palazzo della Ragione.
annuncia come â fatto inquietanteâ una brutta notizia: nella maggior parte dei Paesi europei la corsa a incrementare i fondi per la ricerca si è fermata e in alcuni casi câè stata addirittura una riduzione delle risorse. Il taglio dei fondi è â un suicidio per le prossime generazioniâ . Per recuperare il terreno perduto, secondo Prodi, in Europa servono tre componenti: primo, una strategia finanziaria; secondo, una strategia politica; terzo, una legislazione, su cui pure si incontrano molti ostacoli, basti pensare al brevetto europeo ancora bloccato per problemi linguistici.
Rassegna
M etropoli
a cura di Manuela Oglialoro
Troppo verde minaccia lo sviluppo di Sesto. Il destino di un milione e mezzo di metri quadrati al centro dello scontro tra Mario Botta e lâamministrazione (dal â Corriere della Seraâ del 4.6.03) Il dibattito sul recupero delle grandi aree dismesse di Sesto è al centro dellâattenzione e della discussione. Da un lato i privati â il progettista, Mario Botta, fa parte di una commissione formata da professori universitari, economisti ed esperti, voluta da Giuseppe Pasini, proprietario delle aree â vorrebbero spingere per un aumento dei volumi edificabili e per una partenza rapida dei lavori. Dallâaltro lâamministrazione comunale, guidata da Giorgio Oldrini (Ds), prende tempo in attesa di definire soprattutto che cosa fare sui terreni che diventeranno patrimonio pubblico. Mario Botta spiega: â Dobbiamo stare attenti a non svuotare troppo le zone ex produttive. Il grande parco non deve essere il sostituto della cittadella industriale, con le case attorno a fare da rammendo. Se non ci sono abitazioni e terziario, la cittĂ muore e il parco diventa ingestibileâ .
Architettura Il Guggenheim sulla spiaggia. Nella baia di Guanabara sorgerĂ il piĂš grande polo culturale dellâAmerica Latina (da â Il Sole 24 Oreâ del 25.5.03 ) Quello di Rio è il progetto piĂš ambizioso in cui si sia finora impegnata la Guggenheim Foundation perchĂŠ questo è il primo caso in cui il concetto del museo internazionale è esteso allâAmerica Latina. Ă ancora piĂš significativo che questa volta fanno parte del consorzio non soltanto i musei Guggenheim di New York, Venezia, Bilbao, Berlino e Las Vegas, ma anche lâHermitage di San Pietroburgo e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Unâalleanza che significa 4 milioni e mezzo di opere dâarte possedute complessivamente dalle tre realtĂ . Europa Urban, enti virtuosi, la Corte dei conti monitora il programma UE per le cittĂ (da â Italia Oggi) del 4.6.03) Ă â altamente soddisfacenteâ il livello di spesa dei comuni che hanno usufruito del Piano Urban, cioè del programma comunitario di interventi per le cittĂ con piĂš di 100mila abitanti. Lo afferma la Corte dei conti che ha svolto unâindagine sui programmi finanziati con il piano, prorogato fino al 30 settembre 2002. Lâattuazione finanziaria del Piano è stata di 320,9 milioni di Euro. Grazie alla proroga di nove mesi, quattro dei 16 comuni coinvolti hanno accelerato il ritmo di spesa recuperando i ritardi. Una parte dei fondi è stata assegnata al sostegno alle imprese e una parte alle attivitĂ di formazione. Unâaltra quota degli interventi è stata destinata alla cittadinanza tramite lâerogazione di servizi. Un suicidio ridurre la ricerca. Gli Stati Uniti continuano ad attrarre cervelli. Serve un grande piano finanziario dellâUnione (da â Il Sole 24 Oreâ del 2.2.03) â Il centro del nostro futuroâ sta nella capacitĂ di elaborare il nuovo. Per questo il presidente della Commissione europea, Romano Prodi,
Cinisello Balsamo. SocietĂ pubblica privata per i grandi interventi (dal â Corriere della Seraâ del 4.6.03) â Riqualificare aree importanti della cittĂ ? Lo faremo assieme ai privati grazie alla Stu, la societĂ di trasformazione urbanaâ . Un â suggerimentoâ sul recupero delle aree dismesse arriva a Sesto dalla confinante Cinisello Balsamo dove il Sindaco, Daniela Gasparini (Ds), ha in mente un nuovo modo di mantenere i buoni rapporti tra privati e amministrazione pubblica. â Realizzeremo una societĂ per azioni â spiega Gasparini â che avrĂ il compito di sistemare âpezziâ di cittĂ , soprattutto dove i privati non saranno in grado di intervenire. La Stu potrĂ delineare programmi dâintervento, comprare aree, rivenderle, accedere ai fondi statali ed europei progettando piani di recuperoâ . M ilano Politecnico-Bovisa, salta il progetto. Spese triplicate rispetto alle stime, da riscrivere lâaccordo per il nuovo polo universitario (dal â Corriere della Seraâ del 3.7.03)
Ă di fatto saltato lâaccordo di programma firmato nel â97 dal sindaco Formentini e dallâex rettore del Politecnico, Adriano De Maio, per la realizzazione del nuovo polo dellâateneo di piazza Leonardo sullâarea gasometri della Bovisa. Secondo quellâaccordo, dalla fine del 2001 dovevano iniziare i lavori di costruzione del nuovo Politecnico, a bonifica avvenuta. Ma la bonifica non è nemmeno cominciata. Colpa di previsioni di spesa ottimistiche e delle nuove leggi che hanno reso piĂš oneroso bonificare lâex area industriale. I re del mattone sullâarea della Fiera. Real Estate, Zunino, Colaninno e altri immobiliaristi in gara per il progetto Central Park (dal â Corriere della Seraâ del 29.6.03) I grandi gruppi allâassalto della Fiera. La gara si svolge secondo una procedura negoziata privata: lâiter prevede una prima fase di prequalifica in cui la commissione costituita appositamente selezionerĂ fra tutti quelli che si sono fatti avanti sei soggetti; a questi verrĂ spedito lâinvito a presentare lâofferta, che sarĂ successivamente valutata. E lâaggiudicazione finale è prevista entro il 31 luglio dellâanno prossimo. Lâarea è di 255mila metri quadrati sulla quale è stato garantito un indice urbanistico elevato (1 e 18). Qui si potrĂ costruire molto e al posto dei padiglioni troveremo i grattacieli. Fra lâaltro lâincarico verrĂ assegnato â chiavi in manoâ , nel senso che le indicazioni del protocollo dâintesa si limitano a prevedere un grande parco, a escludere la possibilitĂ di centri commerciali: ma sulla gestione di terziario e residenza, ci sarĂ libertĂ per i progettisti. Navigli Troppo degrado, un piano per salvare i Navigli. Pronti sei milioni di Euro per il recupero. Con la secca di settembre i primi lavori. Italia Nostra: basta interventi tampone (dal â Corriere della Seraâ del 5.7.03) Sono cominciati gli interventi per mettere in sicurezza lâargine che ha ceduto in via Chiesa Rossa e ripristinare la viabilitĂ . Le tappe del rilancio sono da poco state definite fra Regione, Comune e Soprintendenza. VerrĂ firmato lâAccordo di programma che come primo atto costituirĂ il Consorzio per i Navigli lombardi: un ente unico di riferimento, per superare il problema delle troppe competenze sparse fra istituzioni quando si tratta di Navigli. Del Consorzio faranno parte, oltre a Comune, Regione e Consorzio Villoresi, tutti i Comuni fino a Pavia e la Camera di Commercio. Alla base ci sarĂ il Masterplan al quale sta lavorando il Politecnico. Paesaggio Paesaggio pericolante. I ventiquattro dellâambiente italiano (da â Il Sole 24 Oreâ del 25.5.03)
Quando si parla di paesaggio e di ambiente la confusione regna sovrana. Se il primo lo si intende in una accezione estetico-visibilistica, quando si entra nel vivo delle politiche torna in auge il concetto di ambiente, mettendo assieme rifiuti e gestione delle acque, inquinamento atmosferico e difesa del suolo, valutazioni di impatto e danno ambientale, ma anche i parchi e le aree protette, quando non le sanatorie degli abusi in aree vincolate. Ă quanto capita con la legge sulla delega ambientale approvata in Senato in maggio. Il Governo potrĂ affidare a una commissione di 24 persone nominate dal ministro dellâAmbiente, la revisione dellâintera normativa ambientale, â rimettendo in discussione quanto acquisito in Europa e in Italia negli ultimi trentâanniâ come hanno sottolineato le associazioni ambientaliste. Berlusconi sblocca la Valdastico (A31) nonostante il âvetoâ dei Beni Culturali (da â Edilizia e Territorioâ del 16-21 giugno 2003) Sbloccata con un decreto del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la realizzazione della autostrada Valdastico. Ambientalisti, WWF e comitati civici locali hanno giĂ annunciato ricorsi alla magistratura per una procedura che ritengono illegittima sotto il profilo costituzionale. Appellandosi allâart. 5 della legge 400/1988 che rimette al presidente del Consiglio la decisione su questioni sulle quali le amministrazioni competenti non raggiungono una posizione comune, Berlusconi ha superato il parere negativo espresso dal dicastero dei Beni culturali, ritenendo che â la necessitĂ di realizzare lâopera fosse prevalente rispetto agli svantaggi di carattere paesaggisticoâ . I Beni culturali contestavano soprattutto la presenza di un elevato numero di svincoli che incrementerĂ la viabilitĂ secondaria incidendo negativamente sulla tipicitĂ del paesaggio veneto. UniversitĂ La laurea on-line guadagna spazio. Il Politecnico di Milano consegnerĂ i primi titoli del corso quinquennale di ingegneria informatica (da â Il Sole 24 Oreâ del 2.6.03) Nasce ufficialmente la laurea online e si ridisegnano i confini della formazione tradizionale. E-learning, teledidattica e corsi sul Web non sono una novitĂ assoluta per le universitĂ italiane, ma il vero punto di svolta risale alla data di entrata in vigore del decreto firmato dal ministro dellâIstruzione, Letizia Moratti, e dal ministro dellâInnovazione, Lucio Stanca. Il decreto fissa i criteri ufficiali, necessari per ottenere lâaccreditamento e rilasciare titoli di studio equivalenti a quelli tradizionali, e non si sofferma solo sullâ aspet t o cont enut ist ico ma definisce anche le caratteristiche t ecniche che i corsi devono rispettare.
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Informazione
Stampa
Libri, riviste e media a cura della Redazione
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Rassegna di Agnese Maffioli
Informazione
Hugues Wilquin Atlante dellâalluminio UTET, Torino, 2003 pp. 190, ⏠59,00 Rita Rao, Maria Ludovica Costa Progettazione degli spazi per il tempo libero. Le nuove attivitĂ sportive: impianti, attrezzature e normative di riferimento Sistemi Editoriali, Milano, 2003 pp. 128, ⏠14,00 Gianni Forcolini, Stefania Forte Luce dinamica. Effetti di luce per vetrine, show-room, punti vendita, allestimenti Tecniche nuove, Milano, 2003 pp.148, ⏠30,00 Arturo Lanzani Paesaggi italiani Meltemi, Roma, 2003 pp.478, ⏠28,00 MosĂŠ Ricci (a cura di) Rischio paesaggio Meltemi, Roma, 2003 pp. 168, ⏠16,00 Multiplicity USE Uncertain States of Europe Skira, Milano, 2003 pp. 350, ⏠39,00 Giovanna Franco Repellini Sulle strade della cittĂ . Luoghi, progetti, sentimenti Franco Angeli, Milano, 2003 pp. 208, ⏠18,50 Simona Boselli, Stefano Sampaolo, Giovanni Soda Crisi urbana e politiche di piano. Amsterdam, New York, Marsiglia Franco Angeli, Milano, 2003 pp. 192, ⏠17,00 Nicoletta Sala, Gabriele Cappellato Viaggio matematico nellâarte e nellâarchitettura Franco Angeli, Milano, 2003 pp. 256, ⏠19,50
La biblioteca de-finita
Milano tra austriaci e francesi
Reti e cittĂ
â I libri di storia dellâarchitettura sono sempre libri di una certa architetturaâ e di una certa storia. Si tratta sempre di una delle possibili storie. Lo studioso seleziona metodi e strumenti, opere ed artisti, che considera â piĂš significativi rispetto ad altri per lâaffermazione di valori ritenuti fondantiâ . Comprendere il disegno culturale che informa la struttura narrativa di un testo e, di conseguenza, la disposizione e lo spostamento degli â oggettiâ sul piano della storia, significa migliorare la â leggibilitĂ â del testo stesso. Pigafetta individua 12 chiavi che schiudono questo 2° livello di lettura, in cui si rende visibile ciò che spesso rimane fra le righe del discorso, non esplicizzato dagli autori. Parole come â sviluppoâ , â spirito del tempoâ , â stileâ , configurano, nellâuniverso discorsivo della storia, una costellazione di nozioni la cui pregnanza e densitĂ ha orientato il senso e la direzione del sapere storiografico. Si tratta di nodi concettuali fondamentali messi a punto, per lo piĂš, dalla cultura fine â800, che li ha â infilatiâ nella struttura stessa della storiografia (che proprio allora, non a caso, consolidava il proprio statuto disciplinare), andandone a costituire la trama di fondo. Ma le parole della storia, con la loro storia, scorrono fino a noi sulle pagine di molti recenti manuali, e pur non riecheggiando piĂš nel loro significato originario, â risuonanoâ , segnalando sempre la presenza di zone non lisce, giĂ segnate da tracciati e linee interpretative, che introducono, col loro spessore, una verticalizzazione in grado di spostare lâasse del discorso. Pensato per i â non-espertiâ , il testo si offre come guida allo scopo di orientare nella biblioteca oramai infinita dei libri di storia dellâarchitettura, ma riesce a restituire, al contempo, profonditĂ culturale ad una disciplina spesso ridotta alla banale esposizione cronologica di opere e artisti.
Il volume analizza un periodo della storia di Milano che va dal 1706, anno dellâingresso in cittĂ del Principe Eugenio di Savoia, inizio della dominazione austriaca, al 1848, data delle Cinque Giornate di Milano. Questo arco di tempo è stato oggetto di studi e infine di una mostra promossi dalla Provincia di Milano e dal Ministero dei Beni Culturali nellâambito del progetto quadriennale â Specchio dâEuropa. Percorsi ed identitĂ storica di Milano e Provinciaâ . In questo secolo e mezzo di storia, Milano vide la prima dominazione austriaca (1706-1796), poi lâetĂ rivoluzionaria e napoleonica (1796-1814) e poi fece parte del Regno Lombardo Veneto, con la restaurazione del dominio austriaco. Le diverse sezioni del volume sono dedicate ai vari eventi che in quegli anni mutarono profondamente il volto della cittĂ e del territorio circostante coinvolgendo la societĂ , lâeconomia, lâurbanistica. Particolare attenzione viene conferita alla trasformazione della campagna e del mondo rurale, attuata attraverso una riconversione dellâagricoltura e dei metodi produttivi in senso capitalistico. Questa â rivoluzioneâ è accompagnata dallâinnovazione della documentazione catastale, introdotta da Carlo VI e poi da Maria Teresa, che portò ad una capillare conoscenza del territorio e delle sue potenzialitĂ . Un altro capitolo di interesse centrale è la trasformazione della cittĂ , non solo in senso politico ma anche urbanistico, con la creazione di nuovi spazi urbani, lâilluminazione notturna, la pavimentazione delle strade, la numerazione delle strade, lo smaltimento dei rifiuti, il progetto del Foro Bonaparte. Le altre sezioni documentano in modo puntuale lâinflusso europeo e illuminista sulla cultura milanese, sia in campo scientifico che artistico.
Il libro si inserisce nella tradizione di â urbanistica sperimentaleâ che negli anni Ottanta ha visto nel laboratorio di Progettazione Urbana, costituitosi attorno al prof. G. Redaelli, lâincubatore per la messa a punto del concetto di â disegno urbanoâ . Unâurbanistica che vede nel progetto urbano unâalternativa al piano, evidenziando con vari strumenti la necessitĂ di guardare al progetto specifico senza dimenticare il contesto macro, generato dalle relazioni culturali ed economiche che si sono consolidate nel tempo, utilizzando i sistemi infrastrutturali come ossatura della trama insediativa. Anche in questo caso curatore e collaboratori sono andati alla ricerca di una chiave di lettura del territorio, che potesse restituire anche graficamente quali siano state le trasformazioni del territorio stesso; attraverso la lettura, articolata su tre livelli, di fonti cartografiche divise per soglie storiche e ambiti territoriali. Il primo livello di lettura utilizza carte dellâIstituto Geografico Militare Italiano e della Regione Lombardia a scala 1:25.000 che vanno dagli ultimi anni dellâOttocento fino agli Novanta del secolo scorso, evidenziando lo sviluppo della rete dei trasporti e delle cittĂ di Brescia, Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Novara, Pavia e Varese. Il secondo mette in evidenza lo sviluppo della rete dei trasporti del sistema urbano lombardo alle soglie storiche delle carte I.G.M., sovrapposte alla trama insediativa al 1994. Vi è poi unâulteriore tipo di elaborazione dettagliata della cartografia I.G.M. e C.T.R., sviluppata per i contesti di Milano e Como. La descrizione â graficaâ di ogni città è preceduta da un testo esplicativo e puntuale nel definire la situazione infrastrutturale in termini di rete, ma anche di occasioni a volte perdute di accessibilitĂ con modalitĂ differenti dalla gomma al territorio stesso.
Manuela Oglialoro
Sonia Milone
Giorgio Pigafetta Parole chiave per la storia dellâarchitettura Jaca Book, Milano, 2003 pp. 176, ⏠13,00
Maurizio Ceriotti
Provincia di Milano Il laboratorio della modernità . Milano tra austriaci e francesi Skira, Milano, 2003 pp. 158, ⏠30,00
Gian Paolo Corda (a cura di) La città policentrica lombarda, correlazioni tra sviluppo urbano e reti di trasporto dal 1888 ad oggi Franco Angeli, Milano, 2003 pp.128, ⏠15,50
Vegetazione e comfort ambientale
Letture comparate
ModernitĂ a Pavia
Enrico Mattei, presidente dellâEnte Nazionale Idrocarburi, negli anni Cinquanta affida a Edoardo Gellner - architetto nato ad Abbazia nel 1909 e trasferitosi, quasi per caso, dopo la seconda guerra mondiale a Cortina dâAmpezzo - lâincarico di progettare un villaggio vacanze per circa 6.000 persone. Il 18 agosto del 1958 viene inaugurato il primo stralcio di questo intervento, che per dimensione e â filosofia progettualeâ rappresenta una raritĂ nel panorama architettonico italiano. Mattei richiede a Gellner un insediamento composto di case unifamiliari fra loro distribuite nel territorio (lâassegnazione delle case avveniva casualmente fra operai, impiegati e dirigenti, non dovevano quindi sussistere elementi di carattere distintivo e gerarchico) e dei principali edifici pubblici rappresentativi di una comunitĂ . In altre parole allâarchitetto viene data lâopportunitĂ di pensare e, successivamente realizzare, la propria idea di cittĂ . Edoardo Gellner non si lascia sfuggire lâoccasione. Sua convinzione è che â unâarchitettura (come qualsiasi attivitĂ costruttiva) non è qualcosa di astratto, un fatto estetico in sĂŠ, che possa essere posto qui o altrove; ma è qualcosa che deve crescere in rapporto con il suo ambienteâ . Si tratta, allora, di trovare, innanzitutto, il luogo piĂş appropriato ad accogliere il nuovo insediamento: una scelta da fare direttamente in loco. Architetto e committente individuano nelle pendici, spoglie e brulle, del Monte Antelao il luogo ideale in cui comporre le centinaia di casette tutte uguali, la chiesa, lâalbergo e gli altri luoghi pubblici, secondo un preciso rapporto con il paesaggio circostante. Il libro, composto da due brevi saggi, uno dei quali dello stesso Gellner, e da un nutrito repertorio fotografico, intende portare a conoscenza del pubblico unâopera le cui prospettive di utilizzo oggi, dopo cinquantâanni e cambiata la proprietĂ , devono essere riconsiderate.
Il testo affronta il tema molto attuale della vivibilitĂ degli spazi urbani a fronte dellâemergenza delle condizioni ambientali che li caratterizzano. Troppo spesso la progettazione a scala microurbana trascura lâesigenza di comfort ambientale (termico, luminoso, auditivo) relativa ai modelli dâuso piĂš consueti degli spazi aperti delle nostre cittĂ . Allo stesso tempo non si considera mai abbastanza il ruolo importante che, in tale ambito, gli elementi vegetali possono svolgere allâinterno degli spazi pubblici. Le interazioni energetiche tra la vegetazione e lo spazio costruito sono state oggetto di recenti studi che hanno indagato in che modo le piante possono mitigare il microclima urbano contribuendo efficacemente al miglioramento del comfort termico degli spazi aperti. Gianni Scudo e JosĂŠ Manuel Ochoa de la Torre trattano ampiamente questa tematica per definire un insieme di esigenze-requisiti e strumenti utili alla valutazione delle prestazioni ambientali dei diversi sistemi vegetali nel progetto di uno spazio urbano aperto. Dopo il primo capitolo, dedicato allo stato dellâarte degli studi condotti sulle interazioni tra la vegetazione e microclima, con riferimenti anche ad altre funzioni che interessano il controllo della qualitĂ ambientale dello spazio urbano, vengono introdotte le strutture urbane verdi piĂš ricorrenti (strade, piazze, pergole). Per ognuna di esse, citando esempi e casi studio, vengono individuate le variabili formali e gli aspetti prestazionali quali elementi utili alla selezione delle alternative tecniche dei sistemi vegetali. Vengono infine definiti alcuni metodi per valutare, nelle prime fasi di progetto, le condizioni di comfort termico delle strutture urbane, esistenti o di nuova costituzione, con particolare riferimento allâinserimento dei diversi elementi vegetali.
Il libro ha un rapporto di diretta derivazione con quello sullâopera di Gae Aulenti che la stessa Margherita Petranzan ha curato per Rizzoli nel 1996. Ă interessante cercare di capire, attraverso una sorta di lettura comparata, i cambiamenti portati al testo. Un aggiornamento sugli ultimi progetti dellâarchitetto, il formato ridotto e la mutata veste editoriale sono coerenti con le caratteristiche di una collana che privilegia lâimmagine fotografica rispetto a testi e disegni. Lâapparato testuale è stato quindi drasticamente ridotto, con significative perdite, ma il libro non è solo il frutto di un lavoro di â taglia e incollaâ ed il cambiamento piĂš evidente è nella stessa classificazione dei progetti. Nel testo originario la divisione delle opere era organizzata per tematiche: Lâarchitettura, Musei e esposizioni, Il disegno industriale, Il teatro. Oggi gran parte di quegli stessi progetti sono ordinati in modo differente, secondo temi interpretativi: Erranza e radicamento, Evocazioni, Regola e trasgressione, Cose analoghe. Il libro quindi, oltre a costituire un utile ed interessante regesto delle opere di uno dei piĂš noti architetti italiani, è anche una esemplificazione di come lâattivitĂ interpretativa consenta un continuo ripensamento sui modi di descrivere lâopera di un architetto. Ripensamento qui sostenuto anche da una maggior manifestazione della personalitĂ dellâautrice del testo che propone una diretta interlocuzione con lâAulenti, con la quale ha collaborato. Se, in ogni caso, il libro riafferma le note qualitĂ dellâarchitettura di Gae Aulenti, resta forse meglio da comprendere il ruolo di questo libro rispetto al precedente e quindi se il testo sia da collocarsi nel filone dei â remakeâ oppure da considerare come una reimpostazione critica, portatrice di utili nuovi sguardi, sullâimportante opera dellâAulenti.
Lâautore ha svolto attivitĂ didattica alla FacoltĂ di architettura di Genova, Milano e Pavia; collabora a riviste di architettura e dal 1996 lavora presso lâUfficio progetti del comune di Pavia. Ha condotto la ricerca, nel corso di molti anni, raccogliendo materiale presso i parenti dei progettisti delle opere. Nel libro, Remo Dorigati, responsabile del Dipartimento di progettazione e pianificazione del Politecnico di Milano, per primo, compone una storia urbana e territoriale del pavese, dando ragione dei piani, delle espansioni e dellâeconomia della cittĂ e della sua provincia. Vittorio Prina quindi, nellâintroduzione, afferma che i progetti presentati costituiscono una scelta mirata di architetture â moderneâ affini al razionalismo e novecentismo; una scelta che esclude lâeclettismo, lo storicismo, il ritorno al neoclassicismo e il â ruralismo mimeticoâ (che meritano un approfondimento a sĂŠ stante). Dal â45 alla fine degli anni â70, la scelta è relativa al modernismo piĂš intelligente, a chi ha raccolto lâereditĂ dei maestri del Movimento Moderno, sino alle nuove generazioni (Rossi, De Carlo, Gregotti, Nizzoli). La molteplicitĂ delle schede progettuali, costituite da disegni, foto, indirizzi e notizie, ordinate cronologicamente e non secondo temi, tipologie o luoghi, rende il volume unâopera di testimonianza fondamentale sullâarchitettura e sul paesaggio pavese. Dimostra lâentusiasmo con cui i piĂš attivi progettisti del periodo si sono dedicati allo studio di quella cittĂ e di quel territorio, cosĂŹ vicini alla metropoli milanese; configurati con semplicitĂ , ma ricchi di storia romana, medioevale e rurale. Il lettore potrĂ giudicare, in base al materiale illustrativo e alla qualitĂ delle opere, un intero periodo di attivitĂ progettuale contemporanea, sviluppatasi come riflesso della miglior scuola nazionale del ventesimo secolo.
Antonella Bellomo Maurizio Carones
Martina Landsberger
Friedrich Achleitner, Paolo Biadene, Edoardo Gellner, Michele Merlo Edoardo Gellner. Corte di Cadore Skira, Milano, 2003 pp. 190, ⏠47,00
Gianni Scudo, Josè Manuel Ochoa de la Torre Spazi verdi urbani. La vegetazione come strumento di progetto per il comfort ambientale negli spazi abitati Esselibri, Napoli, 2003 pp. 223, ⏠22,00
Roberto Gamba
Margherita Petranzan Gae Aulenti Rizzoli/Skira, Milano, 2002 pp. 256, ⏠24,00
Vittorio Prina Pavia Moderna. Architettura moderna di Pavia e Provincia 1925-1980 Cardano, Pavia, 2003 pp. 278, ⏠42,00
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Informazione
Una moderna cittĂ di fondazione
Informazione
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Mostre e seminari
La costruzione dellâimmagine
Design valdostano
a cura di Ilario Boniello e Martina Landsberger
Gaspare Vanvitelli e le origini del vedutismo Caserta, Palazzo Reale 12 giugno - 12 settembre 2003
La forza delle cose. Tradizione valdostana e design Aosta, Chiesa di San Lorenzo 27 giugno - 21 settembre 2003
Con un progetto espositivo che ricostruisce, attraverso la scelta selezionata di dipinti, disegni preparatori, vedute â ideateâ , provenienti da diverse collezioni, tra cui quella dei disegni del fondo della Reggia di Caserta, la principale produzione artistica del Vanvitelli, la mostra itinerante e lâaccurato catalogo ne sottolineano il ruolo di precursore del vedutismo settecentesco. Una sequenza di panorami urbani e campagne, che oltre al loro alto valore artistico, restituiscono vedute di paesaggi come erano allâepoca dei primi viaggiatori del Grand Tour. Testimonianze dunque di un passato oggi fortemente trasformato, che ha perso soprattutto quella profonda relazione esistente tra natura e architettura, monumenti e cittĂ , paesaggio e storia. Dal soggetto principale, Roma, alle altre serie di dipinti, che documentano dei suoi itinerari laziali, dei viaggi in Lombardia e Veneto, delle visite alle grandi cittĂ , Napoli, Firenze, Venezia, emerge la grande capacitĂ espressiva dellâartista nel ritrarre e riprodurre attraverso visuali inedite, spesso riprodotte in diverse versioni, lo stretto rapporto tra architettura e paesaggio, natura e artificio. Se il gruppo di vedute di invenzione sembra anticipare (come ha notato M. Landsberger) i Capricci del Canaletto, lâeccezionale nucleo dei disegni preparatori testimonia invece della pratica dei nuovi strumenti ottici, introdotti in Olanda da Vermeer ed esportati per la 1ÂŞ volta in Italia dal Vanvitelli applicandoli alla pittura di paesaggio urbano: in particolare attraverso lâuso della camera oscura, che permette di riflettere sullo stesso piano i singoli elementi della veduta, secondo un rapporto compositivo egualitario, che scardina la visione centrale della prospettiva classica. Uno scarto fondamentale nella costruzione dellâimmagine, che introduce a una nuova maniera di raffigurare privata di ogni enfasi barocca, preludendo a una visione scientifico-razionale dellâIlluminismo.
Dodici oggetti della cultura popolare valdostana: sedie, pentole, culle, grolle, slitte, girelli, ferri da stiro e lanterne, â sottratti alle teche dei musei dellâartigianato sono stati sbalzati sui tavoli da lavoro di artisti di diversa generazione, lingua e cultura, accomunati dal cosmopolitismo intellettuale contemporaneoâ . Maestri riconosciuti, come Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Vico Magistretti, Aldo Cibic, David Palterer e progettisti piĂš giovani, come Claudio Bitetti, Antonio Cagianelli, Ernst Gamperl, Elisabetta Gonzo, Alessandro Vicari, Konstantin Grcic e Joanna Lyle, interpretano la tradizione in chiave contemporanea e raccontano in dodici prototipi la complessitĂ e la diversitĂ â delle possibili maniere di intendere il legame con il passatoâ . Gli oggetti della tradizione testimoniano uno stretto legame con la memoria, con il luogo e con lâeconomia della conservazione, â sono tuttâuno con la materia nella quale sono stati ricavatiâ , scrive Sandra Barberi nel catalogo, e portano le tracce â delle molteplici esistenze di chi li ha possedutiâ . Dâaltre parte è il curatore della mostra, Fulvio Irace, a rilevare come i prototipi contemporanei manifestano â lâespressione della sfiducia postmoderna nel linguaggio rassicurante della permanenzaâ , offrono â la visione mutevole di una progenie tanto eclettica quanto a volte sconcertanteâ e â riflettono la necessitĂ di un confronto senza frontiere con i confini incerti della psicologia e dellâarte.â In questa interpretazione â non tardiamo a riconoscere lo specchio deformato dei nostri stessi segni, la visione enfatizzata di unâidentitĂ contemporanea, impossibile da racchiudere in una sagoma o in un tratto, ma riconoscibile invece nella moltiplicazione delle sue fisionomieâ .
Rassegna mostre
Rassegna seminari
Architettura moderna alpina in Valle dâAosta Aosta, Biblioteca Regionale via Torre del Lebbroso 2 11 luglio - 25 ottobre 2003
Temi e protagonisti dellâarchitettura contemporanea Ciclo Rassegna Architettura/Europa 1-2003: Giorgio Grassi: architetture recenti 13 ottobre 2003, ore 16.00; Aimaro Isola: architetture recenti 20 ottobre 2003, ore 16.00; La qualitĂ dellâarchitettura condivisa: committenza, progetto, impresa 28 ottobre 2003, ore 10.00 Parma, Auditorium Bancamonte www.unipr.it/arpa/cittaemilia
Il secolo dâoro della maiolica. Ceramica italiana dei secoli XV-XVI dalla raccolta del museo statale dellâErmitage Faenza (Ra), Museo Internazionale delle Ceramiche via Campidori 2 tel. 0546 697311 7 giugno - 26 ottobre 2003 Marino Marini. Lâorigine della forma. Sculture e dipinti Aosta, Museo Archeologico Regionale piazza Roncas 1 21 giugno - 26 ottobre 2003 Louis Dorigny Un pittore della corte francese a Verona Verona, Museo di Castelvecchio corso Castelvecchio 2 28 giugno - 2 novembre 2003 Paesaggio spirituale Lugano, Fondazione Galleria Gottardo viale Stefano Franscini 12 tel. +41 91 8081988 17 settembre - 29 novembre 2003 Scenari della quotidianitĂ . Forme sostenibili di vita urbana Milano, Palazzo della Triennale viale Alemagna 6 22 settembre - 21 dicembre 2003 Piero Portaluppi Milano, Palazzo della Triennale viale Alemagna 6 19 settembre - 4 gennaio 2004 Guercino. La poetica e il teatro degli affetti Milano, Palazzo Reale piazza Duomo 12 26 settembre 2003 - 18 gennaio 2004 Dal mito al progetto. La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia neoclassica Lugano, Museo Cantonale dâArte via Canova 10 www.museo-cantonale-arte.ch 5 ottobre - 2 febbraio 2004 Africa. Capolavori da un continente Torino, Galleria dâArte Moderna via Magenta 31 tel. 011 4429523 2 ottobre 2003 - 16 febbraio 2004
Nuove scritture. Le ricerche artistiche delle seconde avanguardie tra attualitĂ e tradizione Rovereto (Tn), Mart corso Bettini 43 www.mart.tn.it 17-18 ottobre 2003 Progetto Montesquieu Seminario internazionale di progettazione organizzato dallâACMA Pescara, sedi varie tel. 02 70639293 18-25 ottobre 2003 Dai 100 degli anni â90 ai 1000 concorsi di oggi 1000 nuove architetture Cambia lâItalia VI Congresso Nazionale A.P.P.C. Bari, Fiera del Levante 30 ottobre - 1 novembre 2003 Romanico in Lombardia dalla conoscenza al piano - progetto 2: lâarea Padana Lodi, Centro Congressi 8 novembre 2003 Almenno S. Bartolomeo (Bg), Rotonda di San Tomè 9 novembre 2003 Master di Architettura del Paesaggio Agricolo Piacenza, Politecnico di Milano www.architetturadelpaesaggio.n et/polimi/master03.html 10 novembre 2003 9 novembre 2004 Master in Gestione della durabilitĂ e della manutenzione nel processo edilizio Milano, Politecnico di Milano tel. 02 23996033 10 novembre 2003 30 novembre 2004
Michele Caja
Alessandro Vicari
Canada versus Milano
I luoghi dellâarte
Lo spettatore come vittima
La cittĂ Razionalista. Urbanistica e architettura a Modena 1931-1965. Quattro incontri, una mostra, un itinerario Modena, Galleria Civica 28 maggio - 25 giugno 2003
Premio cittĂ di Milano 2003 Aurora Canadese Triennale di Milano 3-14 aprile 2003
Arte pubblica in Italia: lo spazio delle relazioni Biella, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto 6 giugno - 2 novembre 2003
50ÂŞ Esposizione Internazionale dâArte. Biennale di Venezia. La dittatura dello spettatore. Sogni e conflitti. 15 giugno - 2 novembre 2003
La mostra, realizzata dal Comune di Milano in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, ha rappresentato i lavori svolti in occasione del primo concorso per giovani designers stranieri che ha visto il Canada come 1° paese ospitante grazie allâaccordo di gemellaggio tra la cittĂ di Milano e la cittĂ di Toronto. In questa 1ÂŞ edizione sono stati invitati 20 giovani designers canadesi che hanno proposto soluzioni di design per luoghi pubblici e storici della cittĂ di Milano, attraverso lâuso tecnologico ed originale di â materialiâ quali la luce, il suono ed i colori. I progetti selezionati da un comitato di selezione in Canada, presieduto dal presidente dellâICSID Luigi Ferrara, sono quelli che meglio rappresentano lâintegrazione di questi luoghi con la cittĂ e con le sue urgenze ambientali. Le proposte stimolano meccanismi di interazione e di reazione, abbellendo senza troppo aggiungere, nel rispetto del ruolo pubblico e del significato storico che questi spazi racchiudono. Le soluzioni rappresentate sono di diversa natura: oggetti enigmatici che emettono luce, suono e colore, generando e provocando sensazioni; proiezioni in cui gli utenti diventano protagonisti di eventi che trasformano lâesperienza urbana; reti invisibili che filtrano e fratturano per poi ricomporre gli spazi della cittĂ ; totem urbani, falò, immagini iconografiche della cultura canadese, integrate nel modo piĂš consistente e rilevante per una capitale europea del XXI secolo. La giuria, presieduta da R. Rodriguez, ha assegnato il primo premio al gruppo Triplan Design, quattro giovani designers di Montreal, che meglio hanno interpretato il tema del concorso, proponendo di evidenziare i punti di interesse della cittĂ di Milano, diffondendo le sue particolaritĂ allo scopo di condividerne la ricchezza e di farle â vivereâ al di lĂ dei loro confini fisici, attraverso un itinerario spontaneo.
La Fondazione Pistoletto nasce con lo scopo di promuovere unâidea di arte non piĂš isolata nel proprio sistema tradizionale autoreferenziale costituito da musei, gallerie e riviste specializzate, ma capace di interagire con la societĂ , nel senso che la creativitĂ , quale forma di sapere e di agire, possa porsi come â elemento strategico per una trasformazione responsabile del tessuto civileâ (M. Pistoletto). Su queste basi si è organizzata una mostra dedicata alle opere dâarte prodotte per lo spazio pubblico, ovvero non destinate agli spazi espositivi ma ai luoghi di vita e di lavoro, al fine di stimolare una progettualitĂ artistica rivolta al territorio e di canalizzare il senso del fare arte oggi allâinterno di un contesto sociale. Lâesposizione accoglie approcci e pratiche eterogenei che riguardano sia esemplificazioni di interventi di rigenerazione urbana attuati in sinergia con urbanisti, amministratori, enti (come nel caso dellâex area industriale Mirafiori di Torino, svolto dal Gruppo a. titolo in collaborazione con la Fondazione Olivetti), sia opere non localizzabili con cui gli artisti ridisegnano la geografia, sondando nuovi territori e innestando altre modalitĂ di conoscenza. Gli spazi allestiti si presentano allora come una mappa di regioni non confinanti, orientate secondo differenti coordinate geo-culturali: si passa dalla tenda di gomma semibuia â piantataâ da E. Fantin come spazio-soglia per varcare le aree dicotomiche pubblico-privato, lontananza-vicinanza, vista-tatto, fino allâinstallazione di Multiplicity, che rievoca il naufragio del 1996 di 283 clandestini lungo le coste siciliane, per esplorare il Mar Mediterraneo come spazio dellâattraversamento, ponte liquido verso sponde lontane, verso altre, ulteriori, derive lungo i margini delle nost re cit t Ă , rappresent azione estrema di quelle eterotopie che solcano il territorio della contemporaneitĂ .
Anzichè dittatore, lo spettatore di questa Biennale sembra vittima della genericitĂ dei titoli delle 19 sezioni, in cui si articolano le opere di 380 artisti di 63 Paesi, senza apparente soluzione di continuitĂ . Lâarte, uno dei modi possibili di rappresentare il mondo per come è e per come viene sognato, fotografa nel lungo percorso che si snoda tra lâArsenale, i Giardini, il museo Correr e gli altri luoghi di Venezia, una complessa realtĂ che evidenzia piĂš che lo scontro tra culture, la loro omogeneizzazione. Il titolo, scelto dal curatore Bonami, provocatoriamente fuorviante, suggerisce che è lâesercizio del potere (ma quale?) dello spettatore a determinare o meno il successo dellâartista in un mondo fatto di sogni e conflitti, senza tener conto della differenza tra chi il potere effettivamente lo detiene e chi lo subisce. In questâottica, la 50ÂŞ Biennale, piĂš di quelle precedenti, ci offre, complici le personali valutazioni estetiche dello spettatore, la possibilitĂ di confrontarci con il punto di vista degli â altriâ e verificare come siamo valutati â noiâ . Gli esempi sono molti e su alcuni aleggia lâaria del conflitto in Iraq: in â Smottamentiâ il nigeriano R. Fani-Kayode ci mostra un personaggio tribale con un pene bianco, non pubblicato in catalogo; nella â Struttura della crisiâ gli artisti dellâAmerica Latina fanno riferimento allâimpoverimento causato dalle disposizioni del Fondo Monetario Internazionale e al tracollo economico dellâArgentina; in â Zone dâ urgenzaâ il cinese C. Shaoxiong ci mostra dei grattacieli che si piegano al passaggio di un aereo kamikaze; nel grande murales dellâiraniana S. Shahbazi la gigantografia di un volto femminile ripetuto allude al mondo bombardato dalle icone della pubblicitĂ ; il testo dipinto sul quadro di R. Tiravanija, â Less oil, more courageâ , invoca la benevolenza dei due Budda di D. Hammons che tengono appese ad un filo le speranze di sopravvivenza della terra, assediata dallâinquinamento.
Marco Grassi
Sonia Milone
Il 25 giugno si è conclusa lâiniziativa promossa dalla Fondazione dellâOrdine degli Architetti di Modena, con la collaborazione di Istituzioni cittadine e dellâArchivio Bottoni di Milano. Muovendo da alcuni interrogativi (ha senso parlare di tradizione del moderno a Modena? Qual è lâereditĂ delle esperienze amministrative del secolo scorso?) si sono praticati tre percorsi conoscitivi. Gli incontri hanno analizzato alcuni aspetti della storia urbana: una disamina della logica del â lottizzamento razionaleâ e dei suoi esiti concreti sul corpo della cittĂ (Consonni); una riflessione critica sulla specificitĂ del moderno in area emiliana (Savi); una lettura del linguaggio razionalista italiano attenta al rapporto fra ortodossia e contaminazione (Guidarini); un approfondimento sulla figura di Mario Pucci (Montedoro, Vecchi); un dibattito conclusivo che, a partire da una rilettura dellâazione amministrativa nel periodo di ricostruzione, ha sollecitato un confronto pubblico sul presente (Costa, Magagnoli, Leoni, Righi, Bellei Mussini). La mostra fotografica ha documentato le presenze razionaliste con materiali inediti, provenienti dalle R. F. M. Panini, dallâArchivio Bottoni e da alcuni archivi privati. Lâitinerario tascabile ha invitato a conoscere le architetture nella loro irripetibile materialitĂ (34 edifici segnalati, accompagnati da unâimmagine, dai principali dati e da un breve commento critico-descrittivo). La manifestazione non ha inteso tracciare un bilancio esaustivo sul tema, ma ha inaugurato una proficua linea di ricerca sul concreto divenire della periferia storica e ha promosso una piĂš vasta consapevolezza del valore dellâarchitettura moderna a Modena, aprendo un orizzonte di riflessione critica circa il destino (conservazione, riuso, demolizione) degli edifici e sul senso del fare la cittĂ oggi. Laura Montedoro
Sergio Poggianella
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Informazione
Quei frammenti razionalisti...
A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dellâOrdine di Milano)
Variazione Indice Istat per l'adeguamento dei compensi 1) Tariffa Urbanistica. Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969 Base dell'indice - novembre 1969:100 Anno 2000 2001 2002 2003
Gennaio Febbraio 1390 1387,59 1393,87 1430 1430,28 1435,31 1460 1462,93 1467,96 1500 1501,86 1504,37
Marzo
Aprile
Maggio Giugno Luglio 1400 1410 1398,89 1402,66 1407,68 1410,19 1440 1441,59 1445,35 1446,61 1447,86 1480 1475,49 1478 1480,51 1481,77 1510 1511,91 1513,16 1514,42
1397,63 1436,56 1470 1471,72 1509,4
2) Tariffa P.P.A. (in vigore dal novembre 1978) Anno 2000
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2001 2002
Indici e tassi
2003
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio 480 480,23 482,40 483,70 484,14 485,44 500 495,00 496,74 497,18 498,91 500,22 510 506,30 508,04 509,35 510,65 511,52 520 519,78 520,64 522,38 523,25 523,69
Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 1420 1410,19 1412,70 1416,47 1422,75 1424,01 1450 1447,86 1449,12 1452,89 1455,4 1456,65 1490 1484,28 1486,79 1490,56 1494,33 1495,58
novembre 1978: base 100 Giugno
dicembre 1978:100,72
Luglio
Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 490 487,18 488,05 488,05 488,92 490,22 492,40 492,83 500,65 501,09 501,09 501,52 502,83 503,70 504,13 512,39 512,82 513,69 514,56 515,86 517,17 517,6 524,12
3.1) Legge 10/91 (Tariffa Ordine Milano)
anno 1995: base 100
Anno
Gennaio Febbraio
Giugno
2001 2002 2003
109,30 109,69 109,78 110,17 110,46 110,55 110,65 110,65 110,74 111,03 111,22 111,32 111,80 112,18 112,47 112,76 112,95 113,14 113,24 113,43 113,62 113,91 114,2 114,29 114,77 114,97 115,35 115,54 115,64 115,73
Marzo
Aprile
Maggio
Luglio
giugno 1996: 104,2
Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
3.2) Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) anno 2000: base 100 Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno 2001 2002 2003
Gennaio Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
dicembre 2000: 113,4
Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
100,44 100,79 100,88 101,23 101,49 101,58 101,67 101,67 101,76 102,02 102,20 102,29 102,73 103,08 103,35 103,61 103,79 103,96 104,05 104,23 104,4 104,67 104,93 105,02 105,46 105,64 105,99 106,17 106,26 106,34
4) Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
gennaio 1999: 108,2
Anno
Gennaio Febbraio
2001 2002 2003
105,26 105,63 105,73 106,09 106,37 106,46 106,56 106,56 106,65 106,93 107,11 107,20 107,67 108,04 108,31 108,59 108,78 108,96 109,05 109,24 109,42 109,7 109,98 110,07 110,53 110,72 111,09 111,27 111,36 111,46
5) Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Milano) Indice da applicare per lâanno
Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
anno 2001: base 100
gennaio 2001: 110,5
2001 2002 2003 103,07 105,42 108,23
6) Tariffa Dlgs 626/94 (Tariffa CNA) Indice da applicare per lâanno
Luglio
anno 1999: base 100
anno 1995: base 100
1996 1997 1998 105,55 108,33 110,08
7) Tariffa pratiche catastali (Tariffa Ordine Milano) Indice da applicare per lâanno
1998 1999 2000 101,81 103,04 105,51
novembre 1995: 110,6
1999 2000 2001 2002 2003 111,52 113,89 117,39 120,07 123,27 anno 1997: base 100
febbraio 1997: 105,2
2001 2002 2003 108,65 111,12 113,87
Interessi per ritardato pagamento Con riferimento all'art. 9 della Tariffa professionale legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l'elenco, a partire dal 1994, dei Provvedimenti della Banca d'Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato articolo 9 della Tariffa.
Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv. Provv.
della Banca d'Italia (G.U. della Banca d'Italia (G.U. della Banca d'Italia (G.U. della Banca dâItalia (G.U. della Banca dâItalia (G.U. della Banca dâItalia (G.U. della Banca dâItalia (G.U. della Banca dâItalia (G.U. della Banca dâItalia (G.U. della Banca dâItalia (G.U. della Banca d'Italia (G.U. della Banca d'Italia (G.U.
8.2.2000 n° 31) dal 9.2.2000 3.5.2000 n° 101) dal 4.5.2000 14.6.2000 n° 137) dal 15.6.2000 5.9.2000 n° 207) dal 6.9.2000 10.10.2000 n° 237) dal 11.10.2000 15.5.2001 n° 111) dal 15.5.2001 3.9.2001 n° 204) dal 5.9.2001 18.9.2001 n° 217) dal 19.9.2001 14.11.2001 n° 265) dal 14.11.2001 6.12.2002 n° 290) dal 11.12.2002 12.3.2003 n° 59) dal 12.3.2003 9.6.2003 n° 131) dal 9.6.2003
3,25% 3,75% 4,25% 4,50% 4,75% 4,50% 4,25% 3,75% 3,25% 2,75% 2,50% 2,00%
Con riferimento all'art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro dellâEconomia che fissano il â Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commercialiâ al quale devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato Decreto.
Comunicato (G.U. 10.2.2003 n° 33) dal 1.7.2002 al 31.12.2002 dal 1.1.2003 al 30.6.2003
3,35% +7 2,85% +7
10,35% 9,85%
Per valori precedenti, consultare il sito internet o richiederli alla segreteria del proprio Ordine.
Nota Lâadeguamento dei compensi per le tariffe 1) e 2) si applica ogni volta che la variazione dellâindice, rispetto a quello di base, supera il 10% . Le percentuali devono essere tonde di 10 in 10 (come evidenziato) G.U. n° 163 del 13.07.1996 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, re-lativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dellâart. 81 della legge 27 luglio 1978, n° 392, sulla disciplina delle locazioni di immobili urbani 1) Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1979 è risultato pari a 114,7 (centoquattordicivirgolasette). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1980 è risultato pari a 138,4 (centotrentottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1981 è risultato pari a 166,9 (centosessantaseivirgolanove). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1982, è risultato pari a 192,3 (centonovantaduevirgolatre). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1983 è risultato pari a 222,9 (duecentoventiduevirgolanove). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1984 è risultato pari a 247,8 (duecentoquarantasettevirgolaotto). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1985 è risultato pari a 269,4 (duecentosessantanovevirgolaquattro). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1986 è risultato pari a 286,3 (duecentottantaseivirgolatre). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1987 è risultato pari a 298,1 (duecentonovantottovirgolauno). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1988 è risultatopari a 312,7 (trecentododicivirgolasette). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1989 è risultato pari a 334,5 (trecentotrentaquattrovirgolacinque). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1990 è risultato pari a 353,2 (trecentocinquantatrevirgoladue). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1991 è risultato pari a 377,7 (trecentosettantasettevirgolasette). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1992 è risultato pari a 398,4 (trecentonovantottovirgolaquattro). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1993 è risultato pari a 415,2 (quattrocentoquindicivirgoladue). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1994 è risultato pari a 430,7 (quattrocentotrentavirgolasette). Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1995 è risultato pari a 455,8 (quattrocentocinquantacinquevirgolaotto). Ai sensi dellâart. 1 della legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abita-zione, lâaggiornamento del canone di locazione di cui allâart. 24 della legge n° 392/1978, relativo al 1984, non si applica; pertanto, la variazione percentuale dellâindice dal giugno 1978 al giugno 1995, agli effetti predetti, risulta pari a piĂš 310,1. Fatto uguale a 100 lâindice del mese di giugno 1978, lâindice del mese di giugno 1996 è risultato pari a 473,7 (quattrocentosettantatrevirgolasette). Ai sensi dellâart. 1 della legge 25 luglio 1984, n° 377, per gli immobili adibiti ad uso di abitazione, lâaggiornamento del canone di locazione di cui allâart. 24 della legge n° 392/1978, relativo al1984, non si applica; pertanto, la variazione per-centuale dellâindice dal giugno 1978 al giugno 1996, agli effetti predetti, risulta pari a piĂš 326,2. 2) La variazione percentuale dellâindice del mese di maggio 1996 rispetto a maggio 1995 risulta pari a piĂš 4,3 (quattrovirgolatre). La variazione percentuale dellâindice del mese di giugno 1996 rispetto a giugno1995 risulta pari a piĂš 3,9 (trevirgolanove).
Applicazione Legge 415/ 98 Agli effetti dellâapplicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.