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Tra terra e acqua

photo ©Delfino Sisto Legnani e Marco cappelletti

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Quella dove sorge la nuova sede della facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università Statale di Milano è una zona della pianura lodigiana ricca di campi coltivati, filari e corsi d’acqua: elementi del paesaggio con cui il progetto del campus instaura un forte dialogo.

Proprio il rapporto con l’acqua è la chiave di volta per l’aggiudicazione della gara europea di progettazione, vinta dal team di progettisti guidati da Kengo Kuma. Il potenziamento della valenza ambientale del corso d’acqua che attraversa l’area da est a ovest: la roggia Bertonica, uno dei canali agricoli più antichi del Lodigiano, genera una forte riconoscibilità del progetto: le sponde sono diventate uno spazio aperto. Ed è proprio sulla roggia riqualificata che oggi si affacciano tutte le funzioni pubbliche della nuova sede universitaria: la hall, l’aula magna, la biblioteca e lo spazio ristorazione.

Il polo universitario si configura come un vero e proprio campus, per la cui ideazione l’architetto giapponese ha preso a modello la forma a corte conclusa della cascina lombarda, lasciando aperto il lato che si affaccia sulla campagna circostante. Il progetto si è focalizzato principalmente sulla valorizzazione dello spazio connettivo, inteso come luogo di relazione: per questo gli spazi comuni sono impreziositi da pavimenti in lastre a correre di pietra di Luserna e da controsoffitti in lamelle verticali di Mdf ingnifugo, di altezza irregolare, che dialogano con i rivestimenti lignei, sia interni che di facciata.

L’atrio principale, a doppia altezza e dotato di videowall, è il luogo centrale delle attività quotidiane dell’università. Gli spazi comuni dispongono di ambienti ampi, alti e luminosi, in cui l’incontro e la sosta sono favoriti dalle condizioni architettoniche e dalla tecnologia.

Il volume principale del complesso, una pianta a L, è collocato a nord dell’area e ospita le funzioni didattiche (aule, laboratori, biblioteca, sale studio), amministrative e di socializzazione. Nell’edificio a pettine, più a sud, in posizione riparata e interna al lotto, sono gli studi dei docenti e i laboratori specialistici (circa 200): è il luogo in cui si effettua la ricerca e la sperimentazione scientifica. Le facciate dei nuovi edifici, che si riflettono sullo specchio d’acqua, mostrano lo stretto legame con la natura del territorio attraverso la semplicità compositiva delle forme e la matericità dei materiali impiegati.

Il pacchetto di tamponamento è composto da lastre AquaBoard di Siniat (che una volta posate hanno permesso anche

L'atrio principale a doppia altezza accoglie le funzioni condivise della facoltà e smista i flussi verso le due ali dell'edificio

foto ©Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Il team di progettazione ha curato anche gli interni, caratterizzati da controsoffitti in doghe di legno verticali di differenti altezze

foto ©Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

di proteggere il cantiere) e pannelli prefabbricati ottenuti dall’assemblaggio di listoni di cedro rosso nordamericano che, protetti dagli sporti orizzontali di calcestruzzo delle cornici marcapiano, formano un gioco di luci e ombre. I pannelli dei fabbricati accessori, che hanno una scansione di facciata simile a quella principale, sono rivestiti con pannelli sandwich in lamiera zincata e preverniciata.

foto ©Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

I materiali di rivestimento scelti rispecchiano la volontà di entrare in sintonia con la linearità del paesaggio, attraverso l’irregolarità, la ruvidezza e la texture dei materiali semplici e naturali come il legno, la pietra, il metallo e il vetro. La pensilina in acciaio zincato, coperta con lastre trasparenti di metacrilato e ombreggiata con un reticolo irregolare di lame in Mdf, accoglie i visitatori all’ingresso e li accompagna alle principali funzioni del campus.

Il team di progettazione ha curato anche il design degli ambienti interni: aule didattiche, biblioteca, studi e uffici, sale studio, bar, ristorazione; una fase che ha previsto la personalizzazione di molti dei componenti di arredo. Il progetto ha riguardato anche l’allestimento dei laboratori, sia didattici sia di ricerca scientifica, il layout e lo studio di dettaglio degli arredi tecnici, delle attrezzature scientifiche, dei relativi sistemi di ricambio dell’aria e di quelli posti a presidio della sicurezza. Sul piano ambientale, il complesso è dotato di un sistema di fitodepurazione naturale che diventa anche elemento di paesaggio che si richiama ai caratteri e alla storia agricola del luogo. Il progetto infine includeva altri tre interventi edilizi, collocati all’interno della porzione già edificata negli anni Novanta (un fabbricato di circa 1.000 mq), comprendente l’ospedale per la cura dei grandi animali e un’azienda zootecnica sperimentale ■

foto ©Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Gli edifici ai raggi X

foto ©Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

I muri perimetrali sono realizzati in laterizio porizzato intonacato, protetto con un cappotto costituito da lastre dello spessore di 14 cm (Stiferite FireB), a sua volta protetto da lamelle di cedro rosso nordamericano. Per garantire la stabilità dei paramenti murari in laterizio (alti fino a 6 m) è stato progettato un sistema di barre d’acciaio tondo, infisse sia alla base dei muri che nel solaio. Particolare attenzione è stata posta nell’individuazione della corretta soluzione acustica dell’attacco a muro dei serramenti (sistema per facciata continua Schüco FW50). È stata prevista la realizzazione di un telaio tubolare perimetrale (in lamiera di 2 mm), riempito con calcestruzzo e de-solidarizzato rispetto alle pareti mediante telo di gomma (spessore 2 mm), risvoltato sulla muratura in laterizio. Per garantire la tenuta all’aria e al rumore, il perimetro dei serramenti è stato sigillato con nastro auto espandente. I divisori interni sono stati realizzati mediante stratigrafia assemblata a secco: quelli principali sono composti da doppia orditura portante metallica coibentata e da tre strati di cartongesso, per conseguire l’abbattimento acustico prescritto dalla normativa (50 dbA tra le aule e tra aula e corridoio). Il perimetro di ciascuno dei tramezzi è stato de-solidarizzato rispetto alle pareti e alle strutture adiacenti con speciali nastri adesivi di polietilene a celle chiuse. L’ossatura portante della porzione didattica del complesso edilizio è stata prevalentemente gettata in opera. L’edificio ponte (luce di 28 m) è stato realizzato con travi precompresse e solai in lamiera gettata. La restante parte è stata prefabbricata, utilizzando travi in cemento armato, travi Rep e lastre alleggerite. L’elevata escursione di falda e le prescrizioni della committenza hanno sconsigliato la realizzazione di locali interrati: le centrali tecnologiche sono state ricavate ai piani terra, ammezzato e in copertura. Gli edifici godono di un favorevole bilancio energetico, ottenuto grazie a un mix di energie rinnovabili: pompa di calore con acqua di falda, pannelli solari, pannelli fotovoltaici, teleriscaldamento. Per l’erogazione del calore e del condizionamento si utilizzerà sia la tecnologia radiante che la ventilazione a tutt’aria. Gli elevati carichi hanno consigliato l’utilizzo di macchine e stazioni di pompaggio dotate di inverter. In particolare nei laboratori scientifici, dove i grandi volumi d’aria estratti attraverso le cappe chimiche devono essere bilanciati da pari flussi di aria calda.

Il Team di progettazione

Kengo Kuma

Kuma & Associates Europe

È uno dei massimi esponenti dell’architettura contestuale: ogni suo progetto si connota per il connubio con la natura. Nel 1987 fonda lo Spatial Design Studio (oggi Kengo Kuma & Associates) e nel 2008 apre a Parigi Kuma & Associates Europe. Tra i suoi progetti più famosi si ricordano l’Osservatorio Kiro-san (1994), la casa Water Glass (1995), l’Hiroshige Museum di Tokyo (2000), la Great Bamboo Wall House di Pechino (2002), il centro multifunzionale dell’Epf di Losanna Under one roof (2016), il V&A Museum di Dundee in Scozia, il New Olympic Stadium di Tokyo e il Meiji Jingu Museum sempre a Tokyo.

www.kkaa.co.jp

Archiloco Studio Associato

Alla fine degli anni Novanta Silvano Bandolin e Laura Porporato, titolari dello studio, hanno intrapreso un percorso di approfondimento dei temi legati alla sostenibilità ambientale ed energetica degli edifici, della valorizzazione delle fonti rinnovabili e dell’impiego di materiali naturali. Lo studio ha realizzato edifici scolastici di ogni ordine e grado e sviluppato progetti per committenze pubbliche e private nei settori dell’edilizia scolastica, culturale, residenziale, del restauro e dell’allestimento. Il progetto della scuola elementare di Piobesi Torinese ha ricevuto importanti riconoscimenti.

www.archiloco.it

Studio Pession Associato

Fondato nel 2001 dall’architetto Carlo Pession e dal figlio Emanuele, lo studio, che si avvale di team di collaboratori, opera in Italia e all’estero nei settori dell’edilizia privata, degli appalti pubblici, del restauro dei beni culturali e nell’architettura museale e ricettiva. Per il polo universitario di Lodi Emanuele Pession si è occupato dela direzione lavori, mentre l’arch. Andrea Serra, collaboratore dello studio, della direzione operativa.

www.studiopessionassociato.it

F&M Ingegneria

È una società di progettazione fondata 35 anni fa. Lo staff è composto da designer, ingegneri e consulenti. Fornisce servizi di progettazione in campo infrastrutturale, ambientale, delle costruzioni e di gestione dei progetti. Opera in tutti i comparti delle costruzioni, dall’edilizia scolastica al residenziale, dai trasporti alle strutture sanitarie e sportive. Lavora anche nel retail, dove opera direttamente o con la controllata F&M Retail, con sede in Germania.

www.fm-ingegneria.com

Studio Ingegneria Forte

Fondato dall’ingegner Giuseppe Forte, negli anni ha sviluppato numerosi progetti e svolto la direzione lavori di realizzazioni in particolare nei settori industriale e terziario. Lo studio ha una vasta esperienza nel campo della progettazione degli impianti meccanici, elettrici, di sicurezza e antincendio.

www.forteingegneria.com

PROMAT & SINIAT

Resistenza al fuoco e all’acqua

Nel cantiere del Polo Universitario di Lodi sono stati installati sistemi a secco Siniat e soluzioni Promat, per i tamponamenti esterni è stato adottato il sistema AquaBoard. Le pareti interne sono state progettate principalmente per il rispetto dei requisiti di isolamento acustico tra le aule e di compartimentazione antincendio EI 90 completa di attraversamenti quali sacchetti Promastop L-S, Collare Promat Unicollar e Mastice Promaseal AG. All’esterno è stato applicato il sistema AquaBoard, lastra a base gesso che per le straordinarie caratteristiche di impermeabilità (assorbimento < 3% secondo EN 15283-1) e di resistenza agli agenti atmosferici consente di realizzare un’efficace chiusura dell’edificio già in fase di cantiere. Una volta installata, può infatti rimanere esposta per un periodo fino a 6 mesi senza necessità di rasatura o di protezione della superficie, garantendo la tenuta dell’involucro. Il sistema AquaBoard, utilizzato per le chiusure esterne delle parti opache, dietro la facciata in legno o metallo, ha consentito di evitare la rasatura della lastra esterna prima di chiuderla in quanto idonea per la permanenza riducendo tempi e costi di applicazione.

Sistemi per ottimizzare la luce fra tecnologia e domotica

L'aula magna del polo universitario con i grandi pannelli oscuranti a rullo

LA GESTIONE E L’OTTIMIZZAZIONE DELLA LUCE SOLARE DEL COMPLESSO UNIVERSITARIO DI LODI È STATA AFFIDATA A MEDIT, AZIENDA MILANESE CON POLO PRODUTTIVO A BOLOGNA. SONO STATI INSTALLATI PIÙ DI 1.000 SISTEMI A RULLO DA INTERNO, DI CUI 500 MOTORIZZATI OSCURANTI E FILTRANTI, OLTRE A SISTEMI MOTORIZZATI PER TENDE ARRICCIATE, PER MODULARE LA LUMINOSITÀ INTERNA E RISPONDERE AL MEGLIO ALLE DIVERSE ESIGENZE RICHIESTE NEL PROGETTO

Il sistema di doppi rulli oscuranti e filtranti motorizzati, accoppiati al sistema per tenda arricciata a scorrimento automatico laterale

La luce è un fattore determinante in architettura e il complesso dell’Università di Lodi è uno spazio particolarmente etereo e luminoso, che richiede una gestione complessa e attenta della luce solare.

Medit, azienda italiana di riferimento nelle schermature solari, dopo avere vinto il bando europeo per arredi tecnici, ha progettato e realizzato il lavoro in coordinamento con Studio Pession e Archiloco.

Nel complesso sono stati installati più di mille sistemi a rullo da interno, di cui 500 motorizzati oscuranti e filtranti, sistemi motorizzati per tende arricciate per modulare la luminosità interna e rispondere al meglio alle diverse esigenze del progetto. Tutto in gestione smart attraverso un clic, praticamente in ogni ambiente: aule, grandi aule, aree comuni, biblioteca, laboratori, uffici.

«Questo progetto ha coinvolto tutta la filiera della nostra azienda – ci spiega Roberto Giovannetti, Product Manager Medit – abbiamo lavorato sul progetto in stretto contatto con il team di progettazione e siamo riusciti ad ottenere un risultato finale sorprendente in termini di prestazioni e scenografici».

Linee pulite, altezze importanti e la necessità di lavorare su spazi dalle esigenze diverse insieme ai bisogni legati alla sostenibilità ambientale degli edifici, all’ottimizzazione energetica degli ambienti rispetto a quella della luce naturale. «Siamo partiti da una progettualità totalmente customizzata alle esigenze dell’opera, dalla tecnologia alla produzione e alle soluzioni di messa in opera».

I sistemi motorizzati Medit di ultima generazione scelti, ultra silenziosi con livelli di vibrazione minimi per la riduzione del rumore nell’ambiente, hanno permesso la gestione integrata attraverso la linea Bus domotica e consentito di sfruttare al massimo il loro potenziale performante: i due sistemi a rullo accoppiati per teli oscuranti e filtranti – con tessuti certificati Classe 1 e dalle caratteristiche antibatteriche – si muovono in totale sincronia e garantiscono allineamenti perfetti.

Collegati a stazione meteo, il movimento si integra alla lettura dei livelli di luce esterni sugli edifici per mantenere luminosità e temperature degli ambienti interni costanti. «Solo nell’Aula Magna sono montate circa 50 tende a rullo dell’altezza di oltre 5 m, installate a 12 m di altezza… la sfida dal punto di vista progettuale e della posa e l’ottimizzazione dal punto di vista della gestione è stata straordinaria, così come la resa finale dal punto di vista estetico».

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