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Lo stato dell'arte

ph. ©naaro

ZHACODE E BLOCK RESEARCH GROUP A VENEZIA

Nei Giardini della Marinaressa a Venezia 'Striatus' è il risultato concreto dell'evoluzione degli strumenti di progettazione e fabbricazione digitale

Agli oltre 400 ponti di Venezia recentemente si è aggiunto Striatus. Non collega sponde ma tecniche costruttive tradizionali da una parte – la statica per compressione – e innovative dall’altra. Risultato di un processo di progettazione digitale messo a punto dal Block Research Group dell’ETH di Zurigo e da Zha Hadid Architects Computation and Design Group (ZhaCode), Striatus è costruito accostando tra loro conci di calcestruzzo prodotti con una fabbricazione 3D additiva. Ma a differenza del tipico processo di estrusione a strati orizzontali, in questo caso un braccio robotico a sei assi ‘stampa’ strati di calcestruzzo in funzione della direzione delle forze di compressione dell’intero ponte e anche del disegno del singolo pezzo. N

e consegue l’ottenimento della massima curvatura con il minimo impiego di materiale di ciascuno dei 53 blocchi che compongono Striatus, con differenze angolari tra l’inizio e la fine di ciascuno di essi calcolate simultaneamente in fase di progetto prima di dare avvio alla stampa e alla costruzione. Dall’altra parte, la possibilità di conferire forza strutturale a un oggetto architettonico senza uso di malte rende Striatus totalmente disassemblabile per essere ricostruito altrove senza generare detriti e con la medesima sicurezza di tenuta strutturale. Per questo, Striatus risponde pienamente alle tre ‘R’ della sostenibilità e dell’economia circolare: riduzione del materiale impiegato, e di conseguenza del carbonio incorporato; riuso dei singoli componenti; riciclabilità, perché fa uso di materiali singoli e non compositi.

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Alla realizzazione di Striatus hanno collaborato Incremental3D, spin-off dell’Università di Innsbruck fondata nel 2017 specializzata nella produzione in 3D di oggetti complessi, e Holcim, che ha fornito il cemento a ridotto impatto ambientale per la stampa 3D dei blocchi. La società tedesca Ackermann ha realizzato in Cnc le casseforme provvisionali in legno servite per la costruzione.

Se Striatus è un’installazione dimostrativa, realizzata in occasione della 17. Biennale di Architettura di Venezia, attualmente Holcim e Block Research Group sono impegnati in un progetto di ricerca per realizzare solai strutturali che impieghino solo il 30 percento del calcestruzzo e il 10 percento dell’acciaio utilizzati attualmente. Un’autentica rivoluzione, considerando che nei prossimi 30 anni la previsione è quella di 300 miliardi di metri quadrati di nuove costruzioni ■

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