AKBA boswellia serrata

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Dott.ssa Silvia Galbardi

PHYTORICERCHE

BOSWELLIA SERRATA: EFFETTI ANTINFIAMMATORI NELLA PATOLOGIA OSTEO-ARTICOLARE

Le malattie infiammatorie sono generate da una risposta fisiologica ed essenziale ad evocare allarme e difesa verso stimoli nocivi. Sono caratterizzate da molteplici manifestazioni che possono colpire:

infiammatoria e con danneggiamento del tessuto connettivale. ♦ Fase proliferativa: proliferazione di cellule connettivali, ossee, cutanee, con formazione di nuovi tessuti cicatrizzanti e modificazione della forma delle articolazioni (accompagnata da desquamazione nel caso della psoriasi).

♦ Articolazioni: artriti, poliartriti, osteoartrite, reumatismi e febbre reumatica, gotta... ♦ Tessuto connettivo: lupus, scleroderma, vasculopatie...

MECCANISMI INFIAMMATORI ♦ Cute: psoriasi. I metaboliti dell’acido arachidonico, gli eicosanoidi, sono ritenuti responsabili della cascata infiammatoria che automantiene la flogosi iniziale. Tali metaboliti sono prodotti a partire dagli acidi grassi a 20 atomi di carbonio.

L’infiammazione è essenzialmente una risposta fisiologica a stimoli nocivi, che normalmente si articola come una risposta immunologica antigeneanticorpo con la seguente successione di eventi: ♦ Danno iniziale con rilascio di mediatori, principalmente costituiti da prostaglandine e leucotrieni e secondariamente da sostanze (come istamina, serotonina, interleuchine (IL-1), bradichinina, enzimi lisosomiali …) che agiscono direttamente da fattori pro-infiammatori e/o indirettamente favorendo il rilascio dei primi. Il danno iniziale può essere di natura biologica (microrganismi), chimica (veleni), fisica (meccanica, termica, radiazioni ...) e patologica. In questo ultimo caso, di gran lunga il più frequente, la causa (antigene) iniziale è ancora sconosciuta.

Si possono distinguere due vie metaboliche: A) Attraverso la via della ciclossigenasi, l’acido arachidonico viene trasformato in prostaglandine, prostacicline e trombossani. Sono stati caratterizzati due isoenzimi denominati COX-1 e COX-2. La COX-1 è un enzima costitutivo, in altre parole presente in normali condizioni fisiologiche per la sintesi dei prostanoidi coinvolti nella regolazione di funzioni omeostatiche quali quella gastrointestinale, piastrinica e renale.

♦ Fase essudativa: vasodilatazione e incremento della permeabilità capillare con inizio della fase essudativa caratterizzata da fuoriuscita di siero dai capillari (edema); successivamente fuoriuscita di proteine (come fibrinogeno per l'incapsulamento dell’elemento patogeno); migrazione di leucociti e fagocitosi con produzione di enzimi lisosomiali per lo più di tipo idrolitico con potenziamento della reazione

La COX-2 è un enzima indicibile, cioè che viene rapidamente prodotto in risposta agli stimoli proinfiammatori sopra ricordati, provocando una esagerata produzione di prostanoidi che contribuiscono alla vasodilatazione, all’edema e alla iperalgesia caratteristiche dei processi infiammatori.

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BOSWELLIA SERRATA

Inoltre, i prostanoidi prodotti attraverso l’attività della COX-2 sembrano essere coinvolti nel controllo di alcuni eventi fisiopatologici a carico della funzione renale, dell’apparato riproduttivo femminile e della cancerogenesi intestinale.

La gommoresina di Boswelia serrata nota con il nome di “incenso indiano” è diffusa nelle regioni collinari secche dell’India e della Cina.

B) Attraverso la via della 5-lipossigenasi, attiva a livello dei granulociti eosinofili e dei monociti, deriva la produzione di leucotrieni.

Nella medicina ayurvedica indiana incenso (Boswellia serrata) è stata usata per centinaia di anni per il trattamento di artrite.

Il leucotriene B4 e l’acido 5-idrossieicosatetraenoico costituiscono i principali metaboliti flogogeni prodotti a livello dei granulociti.

Estratti di Boswellia serrata sono stati clinicamente studiati per l'artrosi e la funzionalità delle articolazioni, in particolare per l'artrosi del ginocchio. Sono stati segnalati effetti positivi della Boswellia in alcune malattie infiammatorie croniche quali l'artrite reumatoide, l'asma bronchiale, l'artrosi, colite ulcerosa e morbo di Crohn. Può essere considerata come una promettente alternativa ai FANS , in seguito a indagini in studi farmacologici e studi clinici.

La 5-lipossigenasi porta alla formazione di acido 5idroperossieicosantetraenoico, che, attraverso la forma epossidica, può essere combinato con glutatione, ridotto o idrolizzato per dare vari idrossi-eicosanoidi a struttura non ciclica che per semplicità indicheremo come leucotrieni.

Composizione: Oli volatili - porzione resinosa – porzione gommosa.

I leucotrieni sono responsabili di: • Contrazione della muscolatura liscia vasale e bronchiale, con produzione di broncospasmo ed asma.

ACIDI BOSWELLICI E INIBIZIONE DELL’ENZIMA 5-LIPOSSIGENASI

• Aumento della permeabilità vasale (venule); • Accumulo di leucociti nel luogo dell’infiammazione (chemiotassi).

Gli Acidi Boswellici sono sostanze di natura terpenoide (Acidi Pentaciclici Triterpenici) e sono considerati i principali costituenti attivi della Boswellia.

È stato dimostrato che il leucotriene B4 è presente nella mucosa colica dei pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale in concentrazioni 50 volte superiori a quelle riscontrabili in condizioni di normalità. Inoltre agisce attraverso un secondo messaggero amplificando la risposta infiammatoria secondaria alla produzione di citochine ad azione flogogena. Infine, avendo elevate proprietà chemiotattiche, favorisce la migrazione di cellule direttamente responsabili dei processi di flogosi.

La Boswellia Serrata, conosciuta anche come “Frankincense” o pianta dell’incenso, è un albero di circa 4 metri d’altezza appartenente alla famiglia delle Burseraceae, ed è originaria delle foreste d’alcune zone dell’India, del Nord Africa e dell’Oriente. La componente maggiormente sfruttata a scopo terapeutico è rappresentata da un’ oleoresina gommosa di colore giallo-bruno, denominata anche gommoresina o “guggal”, che si ottiene per incisione della corteccia o per estrazione dalle foglie. Gli acidi Boswellici vengono classificati in acidi alfa e beta boswellico, di cui la forma beta è quella predominante.

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L’ Integrazione nutrizionale con un'alta percentuale della frazione AKBA (standardizzati al 30%) evita la necessità di esposizione simultanea a livelli elevati di altri acidi boswellici beta che possono effettivamente aumentare l'aggregazione piastrinica ed avere altre reazioni infiammatorie paradossali se esiste uno stato iper-coagulazione in atto .

Gli acidi Boswellici, esplicano una forte azione antinfiammatoria ed agiscono in maniera simile ad un farmaco antinfiammatorio non steroideo. Gli estratti di Boswellia sono specifici della 5-lipossigenasi.

ritenuti inibitori

Studi in vivo su ratti hanno dimostrato la capacità di ridurre edemi provocati dall‘ inoculazione localizzata di carragenina.

Un dosaggio giornaliero di 100 mg di AKBA è l'assunzione minima richiesta per conseguire gli effettivi livelli plasmatici terapeutici suggeriti dagli studi clinici e di laboratorio.

Esperimenti in vitro hanno evidenziato che gli estratti di Boswellia inibiscono in maniera dose dipendente la sintesi dei prodotti dell’enzima 5-lipossigenasi, quali l’acido (5-HETE) e il leucotriene B4 (LTB4), responsabili della broncocostrizione, stimolazione della chemotassi ed incremento della permeabilità vascolare con conseguente formazione di edemi.(8)

Molte delle attuali formulazioni di boswellia hanno un contenuto basso AKBA e non sono in grado di raggiunger i livelli ematici di AKBA necessari. E’ stato inoltre osservato che gli acidi Boswellici svolgono un’azione inibitoria nei confronti:

In particolare l’AKBA, è un potente inibitore della sintesi dei leucotrieni, agendo sulla 5-lipossigenasi con meccanismo indiretto, non ossido-riduttivo e non competitivo: è, infatti, l’unico composto ad oggi noto che agisca come regolatore allosterico dell’enzima.

dell’elastasi leucocitaria umana (HLE), enzima in grado di stimolare la produzione di muco a livello dell’apparato respiratorio. Tale enzima sembra giocare un ruolo importante in patologie quali la fibrosi cistica polmonare, bronchite cronica e la cosiddetta “acute respiratory distress sindrome”.

AKBA (acido 3-O-acetil-11-cheto-β-boswellico)

L’impiego di acidi Boswellici in patologie infiammatorie non produce gli effetti collaterali gastrolesivi tipici dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), poiché non agisce sulla sintesi delle prostaglandine catalizzata dall’enzima ciclossigenasi.

E’ un tri-terpene pentaciclico, ed è la frazione degli acidi boswellici con il più potente potere antinfiammatorio. Il principale, tra i suoi numerosi effetti, è l'inibizione dell'enzima 5-LO e quindi la soppressione del leukotriene, prodotti finale pro-infiammatorio.

È noto che l’impiego di FANS può comportare problemi nella sintesi dei glicosaminoglicani (GAG), accelerando il processo di danneggiamento delle articolazioni interessate da patologie artrosiche.

Sta diventando sempre più chiaro che i metaboliti del 5LO sono presenti in quasi tutti i significativi processi delle principali malattie croniche.

In alcuni esperimenti in vivo sono stati analizzati gli effetti degli estratti di Boswellia e del ketoprofene sul metabolismo dei GAG: rispetto al controllo, il ketoprofene assunto per via orale ha comportato una diminuzione del contenuto tissutale totale in glicosamminoglicani, mentre gli estratti di Boswellia hanno ridotto significativamente la degradazione di queste importanti molecole.

Recenti scoperte indicano che il 5-LO è presente praticamente in tutta la patogenesi infiammatoria. Oltre acidi boswellici (BA "s) al momento sul mercato non ci sono altri inibitori naturali della 5-LO altrettanto potenti e privi di rischi. Gli acidi boswellici sono inibitori della 5-LO, ma l'uso di estratti non purificati di boswellia serrata con una concentrazione AKBA inferiore al 2-3% hanno dimostrato di avere dei limiti e in alcune condizioni oltre a controindicazioni.

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ULTERIORI ATTIVITA’ DEGLI ACIDI BOSWELLICI Attività Antitumorale Gli Acidi Boswellici, oltre ad esercitare un’azione antinfiammatoria non gastrolesiva grazie all’inibizione dell’enzima 5-lipossigenasi, sono attivi nel trattamento di diverse patologie tra cui:

È stato dimostrato che diversi metaboliti dell’acido arachidonico, come ad esempio 5-HETE, favoriscono la crescita in vitro di alcune linee cellulari tumorali, quali la leucemia mieloide cronica, il melanoma, altri tipi di leucemia, di meningiomi e di gliomi maligni.

• Trattamento coadiuvante della colite ulcerosa; • Attività antitumorale; • Trattamento coadiuvante nelle patologie respiratorie.

Alcuni studi in vivo hanno mostrato la capacità di vari inibitori della 5-lipossigenasi di impedire la crescita tumorale mediante induzione dell’apoptosi cellulare.

Di seguito sono riportati dalla Letteratura Scientifica gli ultimi studi effettuati sulle tre patologie citate.

Essendo gli acidi boswellici degli inibitori selettivi di quest’enzima, queste osservazioni supportano il loro possibile impiego antitumorale.

Trattamento Coadiuvante della Colite Ulcerosa La colite ulcerosa è una malattia cronica a carattere infiammatorio che colpisce la mucosa rettale, il colon discendente ed in alcuni casi l’intero intestino crasso, ed è contraddistinta dalla presenza di sanguinolento nella zona rettale e diarrea.

Trattamento Coadiuvante nelle Patologie Respiratorie Alcuni esperimenti in vitro hanno dimostrato che gli estratti di Boswellia, inibendo specificatamente ed in maniera dose-dipendente la sintesi di composti proinfiammatori come 5-HETE e LTB4 e di HLE, possono essere impiegati nel trattamento di patologie respiratorie caratterizzate da broncocostrizione, quali asma bronchiale, fibrosi cistica, bronchite cronica ed enfisema polmonare.

Quando è presente questa patologia, i leucotrieni giocano un ruolo importante a livello intestinale mantenendo attivo il processo infiammatorio. In questi ultimi anni sono apparsi nuovi approcci terapeutici, ma il trattamento standard è ancora rappresentato dall’impiego di sulfasalazina o di altri aminosalicilati, e di corticosteroidi; questi farmaci agiscono come potenti antinfiammatori grazie alla loro attività inibitoria sulla formazione dei leucotrieni.

Bibliografia

Recentemente alcuni studi hanno analizzato l’efficacia di estratti di Boswellia serrata, somministrati in dosaggi inferiori rispetto alla sulfasalazina (350 mg e 1000 mg rispettivamente, tre volte al giorno) e per un breve periodo di tempo.

Ammon HP."Modulation of the immune system by Boswelliaserrata extracts and boswellic acids. [Review]" Phytomedicine. 17(11):862-7, 2010 Sep . Open, randomized, controlled clinical trial of Boswelliaserrata extract as compared to valdecoxib in osteoarthritis of knee. Indian Journal of Pharmacology. 2007; 39(1) 27-29

L’efficacia della Boswellia è risultata paragonabile a quella del farmaco tradizionale; infatti dai risultati ottenuti si evince che l’impiego di Boswellia ha indotto la remissione dei sintomi in circa l’80% dei pazienti affetti da colite ulcerosa, mentre il dato corrispondente per la sulfasalazina,utilizzata come controllo, è del 75%.

Efficacy and tolerability of Boswelliaserrata extract in treatment of osteoarthritis of knee--a randomized double blind placebo controlled trial. Phytomedicine. 2003 Jan;10(1):3-7. Relief of osteoarthritis with an herbal-amino acid supplement: A randomized double-blind placebo controlled trial - Mark J. S. M i l l e r * , R o s s B u t l e r Efficacy of boswellic acid on lysosomal acid hydrolases, lipidperoxidation and anti-oxidant status in gouty arthritic mice Evan Prince Sabina, HaridasIndu, MahaboobkhanRasool*

Materiale Riservato rigorosamente al Corpo Professionale

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