Colostro e lattoferrina

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PHYTORICERCHE

COLOSTRO BOVINO E LATTOFERRINA


Dr. Vitale Giuseppe

PHYTORICERCHE

COLOSTRO BOVINO E LATTOFERRINA

Sono ormai note da tempo le straordinarie proprietà immunologiche del colostro, la prima secrezione che precede la vera e propria montata lattea: iniziare l'allattamento materno subito dopo il parto è fondamentale per garantire al neonato una preziosa riserva di fattori immunitari, che lo aiutino a proteggere il suo fragile organismo. Il colostro bovino, molto simile a quello umano e quindi ricco di fattori immunitari e di fattori di crescita, è utilizzato da molto tempo e in diverse culture per rinforzare il sistema immunitario e per combattere patologie causate da comuni microrganismi, siano essi virus, batteri, parassiti o miceti. La sua composizione è variegata e comprende diversi fattori in grado di potenziare le difese immunitarie, che, al giorno d'oggi, sono continuamente minacciate da agenti tossici, quali smog, fumo di sigaretta, inquinanti ambientali, sostanze chimiche alimentari e radiazioni, e da microrganismi che, a seguito dell'uso smodato di antibiotici, sono sempre più difficili da debellare.

Le immunoglobuline di classe D (IgD) rappresentano i recettori per l'antigene dei linfociti B vergini, per cui hanno l'effetto di stimolare da parte di questi ultimi la produzione di anticorpi. Le immunoglobuline di classe E (IgE) sono secrete in forma di monomeri e sono fattori responsabili dell'ipersensibilità immediata, ovvero delle reazioni immunitarie responsabili degli attacchi allergici. Le immunoglobuline di classe G (IgG), di cui esistono quattro diverse sottoclassi (IgG1, IgG2, IgG3 e IgG4), sono gli anticorpi che presentano l'emivita sierica più lunga (23 giorni) e, secrete sotto forma di monomeri, si occupano dell'opsonizzazione, dell'attivazione del complemento, della citotossicità cellulare mediata da anticorpi e dell'immunità neonatale. Questa categoria di immunoglobuline è la più rappresentata sia nel siero umano che nel colostro bovino. Le immunoglobuline di classe M (IgM) vengono secrete in forma di pentamero (possiedono ben dieci siti di legame per l'antigene) e rappresentano i recettori per l'antigene dei linfociti B vergini. Hanno anche la funzione di attivare la cascata complementare, che porta alla neutralizzazione dell'agente patogeno.

Le immunoglobuline (Ig), dette anche anticorpi (Ab) sono i principali fattori immunitari presenti nel colostro bovino e svolgono la funzione di riconoscere la sostanza estranea dannosa (antigene – Ag), scatenando la risposta immunitaria che porta come risultato finale alla neutralizzazione dell'agente nocivo. Si tratta di grosse molecole proteiche presenti a diversi livelli dell'organismo (sangue, sistema linfatico, mucose) che possono essere suddivise, in base alle caratteristiche, in diverse categorie, definite classi, ognuna delle quali possiede caratteristiche funzionali specifiche.

Altri fattori immunitari di cui è ricco il colostro bovino sono i polipeptidi ricchi in prolina (PRP), sostanze che, agendo a livello del timo, hanno la capacità di bilanciare il sistema immunitario, sostenendolo in caso di attacco patogeno o reprimendolo in caso di iperattività (ad esempio nelle malattie autoimmuni): si tratta di veri e propri modulatori del sistema immunitario, che svolgono la fondamentale funzione di bilanciare la risposta immunitaria.

Le immunoglobuline di classe A (IgA), secrete fisiologicamente in forma di dimero, possiedono quattro siti di legame per l'antigene e hanno la funzione di proteggere le mucose e di conferire l'immunità passiva nel neonato.

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• l'interleuchina 10 (IL-10): ha la principale funzione di inibire i macrofagi attivati, garantendo un circuito di controllo delle risposte immunitarie. Ha un potente effetto antiinfiammatorio. • l'interferone gamma (IFN-γ ): è una citochina prodotta dai linfociti T helper e dalla cellule natural killer e ha la funzione di attivare i macrofagi, sia nelle risposte innate che in quelle cellulo-mediate acquisite. • le linfochine: non sono altro che citochine prodotte dai linfociti linfociti T, in grado di regolare la risposta immunitaria.

Assolutamente rilevante è la presenza nel colostro bovino di lattoferrina. Si tratta di una proteina con una potente attività antimicrobica (antibatterica, antivirale e antifungina). La sua proprietà antibatterica è dovuta all'alta affinità della lattoferrina per il ferro (Fe³⁺ ): legandosi allo ione, essa lo sottrae ai microrganismi patogeni, che lo utilizzano per il loro accrescimento, per la loro moltiplicazione e per l'adesione (effetto batteriostatico). Svolge anche un'azione battericida diretta degradando la parete cellulare di alcune specie batteriche. La lattoferrina possiede anche attività antivirale, grazie alla sua capacità di legarsi alla membrana plasmatica, impedendo in questo modo l'ingresso del virus nella cellula e bloccandone la replicazione. La sua azione antimicrobica è favorita anche dal fatto che la lattoferrina è in grado di stimolare le cellule natural killer e i neutrofili, con un efficace sostegno al sistema immunitario. Questa straordinaria proteina ha anche la caratteristica di stimolare la crescita della fisiologica flora batterica intestinale, nonché di contrastare l'accumulo di radicali liberi e i conseguenti danni cellulari. Inibisce anche l'accumulo di colesterolo (LDL) ossidato a livello endoteliale e di conseguenza la formazione di placche aterosclerotiche. Sono in corso studi clinici sulla lattoferrina bovina, per avvalorare l'ipotesi di utilizzarla come agente antitumorale, considerato che si è scoperta la sua capacità di inibire i processi di cancerogenesi a livello di colon, esofago, polmone, vescica nei ratti.

- Glicoproteine e inibitori della tripsina: sono fattori che favoriscono la risposta immunitaria, impedendo la degradazione a livello gastrointestinale degli agenti effettori. Sono in grado, ovvero, di aiutare i fattori immunitari e le citochine a sopravvivere durante il passaggio attraverso il sistema digerente. Studi clinici hanno anche dimostrato la loro capacità di impedire l'adesione dell'Helicobacter pylori alle pareti gastriche, prevenendo la gastrite e l'ulcera peptica. - Lisozima: si tratta di un enzima ad elevato potere battericida. Il suo potere idrolizzante, infatti, è in grado di degradare la parete batterica e di diminuirne la carica elettrica negativa, facilitando la fagocitosi del batterio da parte delle cellule deputate. - Oligo-polisaccaridi e glicoconiugati: sono zuccheri in grado di legare diversi patogeni impedendo quindi la loro adesione e la loro penetrazione a livello della parete intestinale. - Altri fattori immunitari:

Nel colostro bovino sono inoltre presenti: •Alfa1-antiplasmina: componente del sistema fibrinolitico che agisce principalmente inibendo fisiologicamente la plasmina. •Alfa1-antitripsina: prodotta dal fegato, ha la funzione di inibire le proteasi che, negli stati infiammatori aumentano di numero con il rischio di provocare danni anche ai tessuti sani, se non adeguatamente inibite. •Alfa1-fetoproteina: è una glicoproteina prodotta nel feto da parte del fegato, del sacco vitellino e dall'epitelio intestinale. Nella circolazione fetale è la proteina sierica più abbondante e svolge funzioni simili a quella dell'albumina. Scompare dal sangue subito dopo la nascita e nell'adulto si osserva solo in tracce. • A l f a 2 - m a c ro g l o b u l i n a : h a u n a f u n z i o n e antiproteasica, legando e inattivando innumerevoli proteasi.

- Citochine: si tratta di proteine secrete che mediano le risposte infiammatorie e immunitarie e che vengono prodotte da macrofagi e cellule natural killer (risposte innate) e da linfociti T (risposte acquisite). Nel colostro sono rappresentate soprattutto: • l'interleuchina 1 (IL-1): ha molteplici effetti, tra cui l'induzione di espressione di molecole di adesione da parte di cellule endoteliali, la stimolazione della produzione di chemochine da parte di cellule endoteliali e macrofagi, la stimolazione della sintesi di fase acuta da parte degli epatociti, e la febbre. • l'interleuchina 6 (IL-6): stimola la sintesi di proteine di fase acuta da parte degli epatociti, nonché la crescita dei linfociti B che stanno secernendo anticorpi.

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Il colostro bovino contiene, inoltre vitamine, in particolare vitamine A, E, B12 e, in minor misura, vitamina D e provitamina A, nonché minerali, tra cui spiccano lo zolfo e il ferro.

•Albumina: è la proteina più rappresentata nel siero (55

– 60% delle proteine totali) ed è prodotta a livello epatico. Ha la funzione di mantenere la pressione colloido-osmotica del plasma, che regola gli scambi di liquidi tra i tessuti e distribuisce in modo adeguato l'acqua all'interno dell'organismo, e di partecipare ai sistemi tampone per la regolazione dell'equilibrio acido – base. Si tratta di una “riserva proteica”, in quanto quasi tutti gli organi possono utilizzarla come fonte di aminoacidi per la sintesi di proteine. Inoltre, ha la funzione di legare e trasportare numerose sostanze endogene (bilirubina, eme, enzimi, tiroxina, steroidi, …) ed esogene (farmaci). •Fattori C3 e C4 del complemento: proteine importanti nella difesa contro agenti patogeni. •Aptoglobina ed emopexina: sono proteine plasmatiche di fase acuta, che legano ad alta affinità rispettivamente l'emoglobina e il gruppo eme. •Acido orotico: è l'intermedio principale nella biosintesi delle pirimidine presenti nei nucleotidi degli acidi nucleici

Grazie ai suoi costituenti il colostro bovino è in grado di supportare il sistema immunitario nelle sue fisiologiche funzioni contro infezioni batteriche, virali, fungine e parassitarie, ma anche di regolarizzare le risposte immunitarie eccessive che avvengono in corso di malattie autoimmuni. Può essere utilizzato nelle malattie da raffreddamento, nelle affezioni gastrointestinali, nel trattamento delle infezioni da Herpes simplex e da Candida albicans. La sua composizione fa sì che possa assumere la funzione di coadiuvante nella cura di malattie cardiovascolari (aterosclerosi), sindrome da affaticamento cronico, sindrome da colon irritabile, malattie infiammatorie croniche dell'intestino e diabete. Può, inoltre, essere assunto come metodo preventivo nei confronti di malattie neoplastiche.

Oltre a tutta la serie di fattori immunitari, il colostro bovino è ricco anche in fattori di crescita, ovvero mediatori che regolano molteplici funzioni nel nostro organismo, attraverso diversi meccanismi.

Negli sportivi, grazie soprattutto al contenuto in IGF-I, è in grado di incrementare le performance psicofisiche, di migliorare la resistenza muscolare, di favorire la crescita di massa magra muscolare e di migliorare la riparazione tissutale, anche in caso di infortuni.

In particolare sono presenti:

- Fattore di crescita epiteliale (EGF): è un induttore della mitosi che si ritrova in diverse secrezioni corporee, quali la saliva, il sudore e l'urina. - Fattore di crescita del fibroblasto (FGF): promuove la proliferazione e la differenziazione delle cellule endoteliali, delle cellule muscolari lisce e dei fibroblasti - Fattori di crescita insulino-simili (IGF-I, IGF-II) o somatomedine: sono dei fattori dalle proprietà anaboliche prodotti dal fegato, sotto stimolo dell'ormone della crescita ipofisario. Stimolano la sintesi proteica, diminuiscono la resistenza all'insulina e proteggono il sistema nervoso periferico. - Fattore di crescita trasformante alfa (TGF-α): è strettamente legato all'EGF ed agisce stimolando lo sviluppo dell'epitelio. - Fattore di crescita trasformante beta (TGF-β ): è prodotto da piastrine, macrofagi e linfociti ed è in grado, una volta penetrato all'interno della cellula, di favorire o inibire l'attivazione genica.

Materiale Riservato rigorosamente al Corpo Professionale

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